Incantevole ogni istante che passo con te

di Robstenina97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La rosa ***
Capitolo 2: *** La mia unica ragione di vita ***
Capitolo 3: *** Problemi ***
Capitolo 4: *** La mia micina ***
Capitolo 5: *** Eredità ***
Capitolo 6: *** Prometti? ***
Capitolo 7: *** Ragazza misteriosa ***
Capitolo 8: *** Perdono ***
Capitolo 9: *** Chiavi ***
Capitolo 10: *** Bacio al gusto crema ***
Capitolo 11: *** Hai paura? ***
Capitolo 12: *** La sorpresa ***
Capitolo 13: *** Io e te ***
Capitolo 14: *** Prometto ***
Capitolo 15: *** Fratello ***
Capitolo 16: *** Jhonny ***
Capitolo 17: *** Bar ***
Capitolo 18: *** Sorpresa ***
Capitolo 19: *** Hotel? ***
Capitolo 20: *** Cornetto ***
Capitolo 21: *** Una rosa per il nostro per sempre ***
Capitolo 22: *** San Valentino ***
Capitolo 23: *** Kevin ***
Capitolo 24: *** Credimi ***
Capitolo 25: *** Non ti libererai tanto facilmente di me ***
Capitolo 26: *** Avviso ***
Capitolo 27: *** La mia ancora ***
Capitolo 28: *** Non farti uccidere. ***
Capitolo 29: *** Non lasciarmi ***
Capitolo 30: *** Dimmelo ***
Capitolo 31: *** Dimmelo che non mi ami ***
Capitolo 32: *** La decisione ***
Capitolo 33: *** Il nonno che vuole dividerci. ***
Capitolo 34: *** Ti amo, ricordatelo. ***
Capitolo 35: *** Voglio solo ... ***
Capitolo 36: *** Mi manchi. ***
Capitolo 37: *** Mi manca tutto di te. ***
Capitolo 38: *** Mi sposi? ***
Capitolo 39: *** Cosa ti succede? ***
Capitolo 40: *** Perdonami per tutto ***
Capitolo 41: *** Schiuma da barba ***
Capitolo 42: *** La mia permalosa ***
Capitolo 43: *** Obbligo o verità? ***
Capitolo 44: *** Life ***
Capitolo 45: *** Grazie di esistere ***
Capitolo 46: *** Baciami ***
Capitolo 47: *** Lei viene con me ***
Capitolo 48: *** Film. ***
Capitolo 49: *** Mi ami? ***
Capitolo 50: *** Ciambelle ***
Capitolo 51: *** La scommessa. ***
Capitolo 52: *** Vinci o perdi. ***
Capitolo 53: *** Àvviso. ***
Capitolo 54: *** Avviso importante. ***
Capitolo 55: *** Dammi un bacio. ***



Capitolo 1
*** La rosa ***


Aprì gli occhi stiracchiandomi nel letto. Sbadigliai stropicciandomi gli occhi e poi allungai un braccio nella direzione di Thomas . Non c’era. Guardai vicino a me e c’era un bigliettino. Strinsi gli occhi cercando di prendere i miei occhiali sul comodino, perché se non avevo gli occhiali ero cieca come una talpa.
Cascai a terra sbattendo il sedere. Mi alzai di tutta fretta, mi misi ammodo la maglia del pigiama e dissi:
“Sto bene.”
Scoppiai a ridere come una cogliona, anche se non ne sapevo il motivo, anzi si lo sapevo. Avevo detto di stare bene al nulla.
Presi i miei occhiali da terra e dopo essermeli messi lessi il bigliettino sdraiandomi di nuovo sul letto, anzi buttandomici sopra:
‘Buongiorno principessa J Sono stato benissimo con te stanotte, ma ho avuto un problema a lavoro. Nella notte mi hanno chiamato, non è nulla di grave ;)
Ti amo principessa
J.’
Sorrisi appoggiando il bigliettino sul letto e guardai l’orologio che si illuminava attaccato alla parete. Erano solo le 12 del mattino ed era Domenica. Chiusi di nuovo gli occhi. Il mio cellulare cominciò a vibrare. Sbuffa e risposi:
“Pronto?”
“Hey scema.”
“Jonny ciao.” Risposi contenta. Jonny era il mio migliore amico gay. Non lo vedevo quasi mai, perché lui girava molto per lavoro. Faceva il fotografo.
“Come va chicca?”
“Tutto bene ahahha e tu?”
“Benissimo chicca, mi sono fidanzato con un modello che è la fine del mondo.” Scoppiai a ridere e dissi:
“Grande!! Sono felice per te.”
“Il tuo ragazzo?” domandò calmo. Jonny adorava il mio bellissimo ragazzo.
“E’ andato a lavoro.” Sussurrai triste.
“Appena torna mi fai chiamare? Devo dirli una cosa importante.”
“Dimmela a me.” Risposi sorridendo. Lui sospirò.
“Ehm no … a dopo.” Disse staccando. Appoggiai il cellulare sul comodino.
Sbadigliai alzandomi e accesi la luce. Trovai una rosa rossa. Mi morsi il labbro. Da quando stavamo assieme Thomas ogni giorno mi regalava una rosa e se non me la regalava voleva dire che il suo lavoro lo chiamava.
Thomas aveva 19 anni e faceva il militare. Presi la rosa e la misi sul comodino. Feci un piccolo sorriso e aprì la porta della mia camera. Mia sorella minore, di 5 anni  mi corse davanti sorridendo.
“Buongiorno.”
“Buongiorno splendore.” Sussurrai inginocchiandomi. Samanta mi sorrise abbracciandomi.
“Tu tei uno sptendore.” Sussurrò guardandomi negli occhi.
Sorrisi triste. Da quando erano morti i nostri genitori Thomas ci aveva accolte a casa sua. Erano morti un anno fa, quasi due.
Thomas era un amico, anzi il migliore amico di mio padre. Quando mio padre e mia madre morirono su un aereo che perse il controllo lui era con loro, ma Thomas riuscì a salvarsi. Thomas ci prese sotto la sua custodia. Io avevo solo 15 anni, quasi 16 e Samanta aveva solo 3 anni.
“Tatina fame.” Sussurrò Samy facendomi ritornare alla realtà. Annuì alzandomi e la presi in braccio.
“Tato dove è?” domandò Samy guardandosi intorno.
Sorrisi. Samy era cotta di Thomas.
“E’ andato a lavoro, ma tra poco torna.” Risposi incamminandomi in cucina. Misi a terra la mia sorellina e lei andò a sedersi su una sedia.
“Allora principessina cosa vuoi da mangiare?”
“I biccotti.” Disse felice. Scoppiai a ridere aprendo lo sportello dove tenevamo i biscotti. Guardai in su e in giù.
Erano troppo in alto. Mi girai verso Samanta e domandai con la faccia più cucciolosa che potessi fare:
“Vuoi proprio quei biscotti?”
Lei annuì facendo un sorriso gigantesco. Mi girai di nuovo e mi alzai sulle punte alzando le braccia e cercando di prendere quei stupidi biscotti, ma invece di tirare giù i biscotti tirai giù un pacco di pasta che mi cascò in testa.
Mi massaggiai la testa e guardai Samy.
“Voglio i biccotti.” Disse scoppiando a ridere.
“Non ci arrivo.” Ammisi rigirandomi e alzandomi di nuovo sulle punte. Alzai di nuovo le braccia per prendere quei stupidi biscotti.
“Io l’ho detto che sei nana.” Saltai in aria per lo spavento e sentì Samanta ridere e anche Thomas. Sorrisi girandomi verso di lui.
“Buongiorno amore mio.” Sussurrò dandomi un bacio sulla fronte e alzando un braccio per prendere i biscotti.
“Buongiorno.”  Risposi facendo un piccolo sorriso.
“Ti sembra l’ora di svegliarti dormigliona?” domandò facendomi uno di quei sorrisi meravigliosi. Scoppiai a ridere annuendo.
“Sei proprio una dormigliona.” Rispose scuotendo la testa.
“Non dovevi tornare stasera?” domandai mordendomi il labbro inferiore.
“Ahahhah si, ma menomale che sono tornato adesso. Quante volte devo ripeterti che sei nana e non ci arrivi a prendere quei biscotti?” domandò sorridendo e cercando di mantenere un tono autoritario.
“Non sono nana.” Risposi facendo la finta offesa e andando verso il frigorifero. Sentì Thomas sedersi e dare un bacio alla mia sorellina.
“Tato, dai biccotto?”
“Mmm forse si … tu dammi un bacino.”
Sorrisi aprendo il frigo. Presi il latte e mi girai verso Thomas e Samy. Thomas sorrideva guardandomi. Trattenni un sorriso e domandai fredda verso di lui:
“Anche tu vuoi il latte?”
Thomas si alzò e venne davanti a me. Si abbassò fino al mio orecchio e sussurrò:
“Ci arrivi a prendere il cosino per il latte?” lo fulminai con lo sguardo e lui scoppiò a ridere. Lo spinsi andando verso lo sportello dove tenevo una pentolina per il latte.
Era troppo in alto. Sbuffai guardando Thomas. Sorrideva soddisfatto tenendo le braccia incrociate.
“Ti odio.” Sussurrai.
“Ti amo anche io.” Il mio cuore cominciò a martellami forte. Era sempre così quando anche per scherzo mi diceva quelle paroline magiche.
“Sei uno stronzo, lo hai messo tu così in alto?”
Si avvicinò a me. Abbassò il viso e sussurrò:
“Baciami Alyson.”
Scossi la testa appoggiando le mani sul suo petto. Lui sgranò gli occhi divertito. Mi avvicinai alle sue labbra e sussurrai:
“Non ti bacio finchè non mi dici che sono alta.”
Scoppiò a ridere piegandosi in due dalle risate. Sbuffai trattenendo un sorriso.
“Perché dovrei mentirti?” domandò tra le risate. Guardai Samy che rideva. Sorrisi tirando uno schiaffetto sulla nuca di Thomas.
“Aia.” Sussurrò massaggiandosi la nuca.
“Dai prendimi il pentolino … Samy vuole il latte.” Lui sorrise attirandomi a se e scosse la testa.
“Baciami.” Disse dolcemente.
“Dimmi che sono alta.” Sussurrai sorridendo e mordendoli il labbro inferiore. Sorrise di nuovo facendomi come ogni volta morire di crepacuore.
Si staccò e prese il pentolino. Prese il latte e poi lo mise dentro al pentolino. Accese il fuoco  e mise il latte sopra. Si girò verso di me leccandosi sensualmente il labbro che avevo morso.
“Aia .. mi hai fatto male.”
Deglutii per poi cominciare a tossire. Thomas scoppiò a ridere mettendosi le mani nelle tasche della tenuta militare.
Era così bello, lo volevano tutte le ragazze e tutti i ragazzi volevano essere come lui. Era alto 1,88 cm, aveva un fisico da Dio greco, lineamenti del viso perfetti, capelli non tanto corti castani, occhi azzurri come il cielo e quando c’era brutto tempo diventavano grigi e poi aveva un po’ di barba.
Era perfetto.
Il telefono di casa cominciò a squillare. Guardai Thomas e sussurrai:
“Vado io, non ti scomodare eh.”
Sorrise. Era proprio un cretino, il mio cretino. Andai verso il telefono di casa e risposi:
“Si?”

“Buongiorno con chi parlo?” domandò una voce femminile.
“Ha chiamato lei, voleva qualcuno in particolare?” domandai agitata.
“In effetti si. Volevo parlare con Thomas.” Strinsi il cellulare e lanciai uno sguardo assassino a Thomas. Lui venne di corsa e sussurrò:
“Chi è?”
“Se non lo sai te.” Risposi fredda buttando il cellulare sul divano, Thomas si mise a sedere e prese il cellulare.
ANGOLO AUTRICE:
Ahahahah si lo so, sono cattiva :P Non sapevo dove farlo finire e così ho pensato da cattiva bimba di farlo finire sul momento della litigata eheh.
NON ODIATEMI (SI METTE IN GINOCCHIO)

Ci si sente domani :) Spero di poter sapere cosa ne pensate di questo primo capitolo.
CIAOOO!

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Capitolo 2
*** La mia unica ragione di vita ***


“Chi è?”
“Se non lo sai te.” Risposi fredda buttando il cellulare sul divano, Thomas si mise a sedere e prese il cellulare.
“Chi parla?” domandò guardandomi.
“Ah ciao, dimmi pure.” Rispose sorridendo. Aprì leggermente la bocca e sussurrai:
“Sei così felice di parlare con una?” mi guardò male. Andai in cucina e domandai a Samanta:
“Vuoi anche la cioccolata dentro al latte?”
“Shiii!!” rispose felice. Sorrisi e andai davanti al fornello.
Presi una tazza e misi il latte dentro. La portai al tavolo e la mia sorellina sorrise.
“Attenta piccola, ti bruci.” Sussurrai mettendomi a sedere aprendo il barattolo dello zucchero. Ci misi un cucchiaino nel latte e mescolai. Presi il cioccolato, che era già sul tavolo e ne misi un pochino nel latte.
“Non beli latte?” domandò la mia sorellina prendendo un biscotto. Scossi la testa appoggiandomi allo schienale.
“No principessina.”  Risposi dolcemente.
“Hey Alyson.” Disse Thomas sedendosi accanto a me. Lo guardai male stringendo i pugni e mi spostai un po’.
“Cosa vuoi?” domandai sbuffando.
“Che hai?” domandò curioso. Lo guardai male e risposi:
“Non rompere Thomas.” Thomas si alzò porgendomi la mano. Scossi la testa sospirando e sussurrai:
“Non posso lasciare Samy da sola.”
“Andiamo due secondi di la. Ti prego Aly. È una cosa importante.” Sussurrò piegandosi al mio orecchio. Sbuffai alzandomi e mi avvicinai alla mia sorellina.
“Io vado un attimo di la con Thomas.”
“Va bele.” Disse contenta. Seguii Thomas fuori dalla cucina. Si mise a sedere sulla poltrona e sussurrò:
“Vieni sulle mie ginocchia.”
“Non ne ho voglia.” Sussurrai fredda. Lui sorrise teneramente e mi prese per mano attirandomi a se. Cascai addosso a Thomas. Mi strinse a se sospirando.
“Vuoi sapere chi era quella?” domandò guardandomi negli occhi.
Annuì abbassando il viso.
“E’ una che lavora con me. Mi ha chiamato solo per dirmi che tra due giorni partiamo.”
Alzai il viso di scatto trattenendo le lacrime. Non potevo crederci. Sarebbe ripartito lasciandomi di nuovo da sola.
“Lo so amore mio, ti avevo promesso che questo mese sarei stato qui con te e Samy, ma devo andare ..” lo baciai. Ne avevo bisogno. Thomas mi strinse di più a se dischiudendo le labbra.
Quel bacio stava diventando troppo intenso, spostò le labbra sul mio collo e sussurrò:
“Ti amo tantissimo.”
“Anche io.” Sussurrai trattenendo un gemito. La punta della sua lingua sfiorava la mia clavicola e il mio orecchio. Mise le sue mani sotto la mia maglia.
Scossi la testa riprendendomi e guardai in cucina.
“Scusami piccola, mi sono lasciato andare.” Sorrisi abbassando il viso e lo baciai sulle labbra.
Sentì qualcosa di duro spingere contro i miei pantaloni.
“Non solo ti sei lasciato andare, anche il tuo amichetto ha fatto lo stesso.” Scoppiò a ridere insinuando la lingua dentro alla mia bocca. Mi staccai dalle sue labbra e gli allentai un po’ la cravatta, aprii i primi due bottoni della camicia e gli baciai il collo.
“Vuoi che ti salti addosso?” domandò facendo un gemito strozzato. Sorrisi alzandomi e sussurrai:
“Non ne hai il coraggio.”
Si morse il labbro inferiore alzandosi dalla poltrona e andò di sopra.
Andai in cucina e mi misi a sedere su una sedia.
“Torellina voglio andale a mangiale la pizza.” Disse Samy sorridendo pulendosi con un fazzolettino le labbra. Annuì e dissi:
“Vai a lavarti e a vestirti.”
“Shiiii!!” esultò saltellando e poi corse via. Mi alzai e presi la tazza per andare al lavabo e lavarla.
“Me lo fai un po’ di caffè?” domandò Thomas venendo dietro di me e cingendomi i fianchi.
“Ora?” domandai girandomi. Lui sorrise annuendo. Si era cambiato ed era così perfetto. Indossava una maglia a mezze maniche grigia con lo scollo a V che metteva in risalto i suoi pettorali, dei jeans stretti che mettevano in mostra le sue gambe.
Quanto era bello.
“Ti sei incantata nana?” lo spinsi scoppiando a ridere , ma lui mi prese tra le sue braccia stringendomi e baciandomi.
“Non voglio andarmene dolcezza.” Sussurrò sospirando. Lo guardai negli occhi. Era triste e lo ero anche io.
“Quanto starai via?” domandai accarezzandoli una guancia.
“Credo un mesetto.” Sussurrò chiudendo gli occhi.
Annuì appoggiando il viso sul suo petto. Stavo così bene tra quelle braccia. Aveva un odore di cocco e vaniglia, lo adoravo.
“Lo prendiamo fuori il caffè?” domandò baciandomi i capelli. Annuì prendendolo per mano. Mi baciò dolcemente sulle labbra.
“Mangiamo fuori già che ci siamo okay?”
“Okay, anche perché Samy vuole la pizza.”
“Vai a vestirti nana.”
Scoppiai a ridere alzandomi sulle punte per approfondire il bacio.
“Lava la tazza amore.” Sussurrai andandomene via dalla cucina. Andai in camera mia e aprì l’armadio.
“Torellina, potto mettere la magliettina a mezze manichle?” mi girai verso la mia sorellina e scossi la testa.
“Principessina fa freddo fuori.” Sussurrai prendendo una sua felpa piegata sul mio letto.
Mi inginocchiai.
“Non voglio la felpa.” Sussurrò sbuffando.
“Non fare così dai. Sai che fuori è freddo. Anche io mi metto la felpa e pure Thomas.” Dissi dolcemente. Lei sorrise facendosi mettere la felpa.
Vidi le scarpe di Thomas sulla porta. Alzai il viso fino a incontrare i suoi bellissimi occhi.
“Siete pronte?” domandò sorridendo.
“Io si!!!” esultò Samy saltellando. Thomas sorrise e la prese in braccio.
“Ma sei bellissima, vuoi tradirmi per caso? Io sono geloso eh.” Sussurrò il mio dolcissimo fidanzato dando un bacio sui capelli castani della mia piccola sorellina.
“Ma che dici!?! Io amo tolo te Thomas!!”
Sorrisi. Andai verso il mio armadio e presi un paio di jeans neri, una maglia a mezze maniche bianca e un giacchetto di pelle.
Mi girai verso Thomas, lui non c’era più. Mi cambiai e scesi di corsa giù, inciampai sulle scale e cascai come una pera cotta sul divano addosso a Thomas.
“Ahahah ma cosa fai?”
“SCUSA!” Urlai alzandomi. Scosse la testa alzandosi e mi prese il viso fra le mani.
“Sei un danno Alyson.”
“Lo so, ma è per questo che mi ami.” Sussurrai mordendoli il labbro inferiore.
“TONO PLONTA!!” Urlò la mia sorellina facendomi saltare in aria. Thomas sorrise e si mise il giacchetto di pelle. Prese Samanta per la manina e poi io presi l’altra manina della mia piccola.
Uscimmo di casa e c’era un freddo. Thomas aprì la portiera della macchina e fece salire Samy. Sorrise dandoli un bacio sulla guancia. Aprì la portiera davanti per farmi salire.
“Grazie.” Sussurrai entrando in macchina.
Mi diede un bacio veloce sulle labbra e girò per andarsi a mettere al posto del guidatore.
“Dove vuoi andare piccoletta?” domandò Thomas girandosi sorridendo verso Samanta.
“A prendere la pizza buona!!” rispose sorridendo. Sospirai stringendo i pugni. Nel ristorante dove piaceva la pizza a Samanta lavorava una delle ex di Thomas. Lui l’aveva amata tantissimo. Erano stati insieme per quasi due anni, poi lei lo tradì e lui ci rimase malissimo.
“Allora andiamo a mangiare la pizza buona.” Disse contento Thomas mettendo in moto la macchina.
Lo guardai male.
“Che c’è?” domandò sorridendo.
“Sei così felice di vedere di nuovo la tua ex?” domandai sbuffando a denti stretti. Thomas scoppiò a ridere non rispondendomi nemmeno.
Accesi la radio e partì la canzone che ascoltammo la prima volta insieme io e Thomas, mad world.
Sorrisi triste guardando fuori dal finestrino.
“Ti ricordi la prima volta che ascoltammo insieme questa canzone Alyson?” domandò Thomas. Lo guardai. Aveva le lacrime agli occhi. Annuì abbassando il viso e chiudendo gli occhi.
Era il giorno in cui Thomas era venuto a casa mia la notte in cui i miei genitori morirono. Alla radio c’era quella canzone. Quando mi disse dei miei genitori scoppiai a piangere. Lui mi abbracciò e mi sussurrò: ‘Non piangere piccola mia, ci sono io qui con te. Sarò la spalla su cui potrai piangere e sarò il tuo migliore amico anche se avrai bisogno di me alle tre del mattino.’
“Si me lo ricordo.” Risposi mordendomi il labbro inferiore per non scoppiare a piangere. Thomas con la mano con cui non teneva il volante mi prese una mia mano e intrecciò le dita.
“E ti ricordi che ti dissi quella notte?”
“Si me lo ricordo.” Ammisi sospirando.
“Non te lo dimenticare mai amore mio.” Sussurrò dolcemente.
“Grazie Thomas.” Sussurrai guardando le nostre mani intrecciate.
“Ti amo Alyson. Ricordatelo sempre.” Annuì. Sapevo che mi amava e me lo dimostrava ogni giorno.
Ci fermammo davanti al ristorante. Lui si girò verso di me e mi asciugò le lacrime  con i pollici che senza accorgermene scendevano dai miei occhi.
“Non piangere amore mio.” Sussurrò appoggiando le sue labbra sulle mie.
Annuì staccandomi e asciugai le sue lacrime.
“Non piangere neanche tu.” Lui sorrise annuendo e scese dalla macchina. Venne dalla parte mia e di Samy. Aprì lo sportello alla mia sorellina che uscì tutta contenta.
“SHIII!! MANGIO PIZZA!!” esultò saltellando. Thomas sorrise di nuovo aprendomi la portiera. Mi porse una mano.
“Andiamo.” Scesi prendendo la sua mano. Me la strinse dolcemente. Prese Samy in braccio per attraversare la strada.
Appena fummo sul marciapiede davanti al ristorante la mise giù.
“Vai a chiedere un tavolo per 3.” Sussurrò alla mia piccola sorellina. Lei annuì entrando dentro. Sorrisi e in un momento mi ritrovai stretta a Thomas e le sue labbra che si erano impossessate delle mie.
La sua lingua che danzava con la mia. I nostri corpi uniti. Le mie mani si impossessarono dei suoi capelli. Le sue mani vagavano sulla mia giacca di pelle. Una sua mano andò a finire sotto la mia maglietta e gemetti rumorosamente.
“Meglio se la smettiamo.” Dissi ansimando.
“Mmm sei sicura?” domandò ansimando al mio orecchio. La mia bocca andò in cerca della su. Avevo bisogno di lui.
“Si … hai ragione … dovremmo farla finita …” sussurrò abbracciandomi più forte. Un signore ci guardava allibito, così scoppiai a ridere.
“Che c’è da ridere?” domandò il mio fidanzato divertito. Mi alzai sulle punte e sussurrai divertita al suo orecchio:
“Un uomo è rimasto sconvolto.” Lui scoppiò a ridere. Mi baciò di nuovo e prese una mia mano.
“Thomas?” sussurrai ricordandomi all’improvviso di Jonny.
“Dimmi amore.”
“Jonny stamattina mi ha chiamato. Ha detto che voleva parlare con te e se lo potevi chiamare.” Lui annuì dolcemente.
“Dopo lo chiamo.”
“Okay va bene.” Sussurrai baciandolo di nuovo. Entrammo dentro al ristorante e vidi Samanta parlare con la ex di Thomas.
Sbuffai.
“Amore mio calmati.” Sussurrò Thomas incamminandosi verso Samanta.
“Ciao Thomas.” Disse quell’oca in calore sorridendo.
“Ciao Jessica.” Rispose Thomas prendendo in braccio Samy. La troia ci guardò male e ci accompagnò ad un tavolo.
Thomas mi lasciò la mano e fece sedere la mia sorellina. Mi spostò la sedia.
“Siediti amore.” Sorrisi mettendomi a sedere. Si mise davanti a me seduto e prese il menù.
“Tommy. Potto plendele la pizza con la salciccia?” domandò sorridendo Samanta. Thomas annuì sorridendo. Chiamò la cameriera, Jessica che domandò guardando appassionatamente Thomas:
“Cosa vi porto?”
“Per la mia bambina una pizza alla salciccia, per la mia unica ragione di vita una pizza al crudo e per me una pizza cotto e funghi.” Sorrisi.
Sapeva tutto di me.
Ero la sua unica ragione di vita. Mi morsi il labbro inferiore guardandolo. Jessica sbuffò e se ne andò.
“Che c’è?” domandò imbarazzato.
“Anche tu sei la mia unica ragione di vita.” Ammisi. Lui sorrise abbassando il viso.
ANGOLO AUTRICE:
Ciao, rieccomi qui a scassarvi con il secondo capitolo della storia ahahhah. Scusate se non ho pubblicato prima, ma ho finito la scuola oggi e in questi giorni non ho avuto idee per continuare, così appena sono uscita da scuola ho acceso il pc e ho buttato giù questo capitolo :D sperando che vi piaccia ahahha.
Alla prossima, che sarà molto presto 

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Capitolo 3
*** Problemi ***


“Anche tu sei la mia unica ragione di vita.” Ammisi. Lui sorrise abbassando il viso.
“Tommy?” sussurrò Samanta dolcemente sorridendo.
“Dimmi piccola.” Rispose il mio ragazzo sorridendo. Samanta si alzò dalla sedia e si avvicinò all’orecchio di Thomas. Sussurrò qualcosa che non riuscì a capire. Thomas scoppiò a ridere annuendo.
“Cosa avete detto?” domandai curiosa.
“E’ un segreto tra me e Samy.” Rispose il mio ragazzo facendo l’occhiolino a Samanta. Lei sorrise rimettendosi a sedere.
Tirai un calcio da sotto al tavolo a Thomas e lo guardai male.
“Dimmelo.” Sussurrai sbuffando.
Thomas scosse la testa alzandosi dalla sedia.
“Vado in bagno.”
Annuii e lui andò via. Guardai mia sorella che giocava con un pezzo di carta e sussurrai:
“Piccola, me lo dici cosa hai detto a Thomas?”
“No .. è un segleto tlame e lui.”
Sorrisi annuendo. Arrivò una cameriera con la pizza alla salciccia per Samnta. Sorrise e disse:
“Glatie.”
La cameriera sorrise andando via.
“Tolerrina tagli pizza?” Presi la pizza di Samanta e cominciai a tagliarla. Vidi Thomas venire al tavolo con una faccia sconvolta.
Lo guardai confusa e preoccupata.
“Cosa hai?” domandai dando la pizza a Samy.
“Nulla.” rispose deglutendo. Venne la cameriera e ci portò le pizze. Thomas era agitato e lo vedevo dal modo in cui si mordeva il labbro e teneva il cortello per tagliare la pizza.
“Hey amore, cosa hai?”
“Nulla Alyson, non preoccuparti.” Rispose senza guardarmi negli occhi. Sospirai annuendo. Non credevo che non avesse nulla.
Il cellulare di Thomas cominciò a squillare. Sbuffò alzandosi e sussurrò:
“Vado a rispondere fuori, la pizza non mi va più.”
“Ma ne hai mangiati solo due pezzi.” Sussurrai guardandolo sconvolta.
“Non ho fame.” Sussurrò infastidito andandosene. Sbuffai guardando la mia pizza. Samanta prese un pezzo di pizza di Thomas e sussurrò:
“Tato non ha fame.”
“Mangiala pure piccola.” Sussurrai prendendo un mio pezzo di pizza e addentandolo.
Finì la mia pizza e poi guardai Samanta che era piena come un tacchino. Scoppiai a ridere e lei con me.
“Sono piena.”
“Ahahah me ne sono accorta principessa.” Ammisi appoggiandomi allo schienale. Tutti si erano girati. Mi morsi il labbro, avevo fatto una figura di merda.
“Avete finito?” domandò Thomas venendo dall’altra parte del tavolo. Saltai in aria per lo spavento e lo guardai.
Aveva una faccia preoccupatissima. Mi alzai annuendo e presi Samanta per mano per farla alzare.
“Andiamo, ho già pagato.”
Annuì uscendo mano nella mano con la mia sorellina. Stava piovendo. Adoravo la pioggia perché il primo bacio con Thomas era stato sotto la pioggia.
“Mettiti il cappuccio Samy.” Sussurrai.
“NO! NON VOGLIO IL CAPPUCCIO!!” cominciò a urlare saltellando.
“Samanta mettiti il cappuccio.” Disse Thomas inginocchiandosi e mettendo il cappello a Samanta. Lei sbuffò annuendo e se lo allacciò.
Thomas si alzò e guardò se c’era qualche macchina.
“Via libera.” Disse sorridendo a Samanta.
“Non me ne ero accorta.” Dissi acida andando verso la macchina. Aprì la portiera di dietro e feci salire Samanta e poi salì in macchina sbuffando.
Thomas salì in macchina e sussurrò:
“Che hai Alyson?”
Non risposi e guardai fuori dal finestrino.
“Tato mi porti alle giostre?” domandò Samanta tutta contenta.
“Certo.” Rispose Thomas sospirando.
“Se non hai voglia, la porto io con il pulman.” Dissi guardandolo. Lui respirò profondamente scuotendo la testa.
“Non preoccuparti, vi ci porto io.”
“Fai come vuoi.” Risposi fredda appoggiandomi allo schienale. Lo odiavo quando non mi diceva cosa aveva. Ero la sua ragazza e se stavo male, la prima persona a cui doveva dire cosa aveva ero io.
Per tutto il tragitto non prlammo nemmeno un secondo. Per due volte cercò la mia mano, ma la spostavo sempre.
“Eccoci arrivati.” Disse facendo un piccolo sorriso scendendo dall’auto. Aprì la portiera a Samanta e poi me la aprì anche a me.
Scesi tutta infuriata e andai verso il bar.
ANGOLO AUTRICE:
Scusate se la faccio finire proprio qui ahahahha, ma sennò veniva un capitolo lunghissimo :)
Comunque come state? Avete passato bene il Natale? 
Ci sarà anche un capitolo molto dolce, che mi è piaciuto troppo scriverlo tra Thomas e Alyson <3 non vi dirò nulla ahahahha <3 
Alla prossima :D

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Capitolo 4
*** La mia micina ***


Scesi tutta infuriata e andai verso il bar.
“Dove cavolo stai andando!?!” urlò Thomas correndomi incontro. Sbuffai non rispondendoli, lui mi prese per un polso e sussurrò:
“Falla finita di fare la bambina.”
“Io fare la bambina? Sei tu il bambino in questo momento Thomas. Dici che dobbiamo fidarci l’uno dell’altra e poi ti succede qualcosa e non me ne vuoi nemmeno parlare.” Sussurrai infastidita girandomi per guardarlo negli occhi.
Mi dava noia quando mi chiamava bambina. Sapeva che non lo ero. Sapeva cosa cavolo avessi passato nella mia fottuta vita. Sapeva che ero cresciuta in poco tempo.
“Insisti insisti, ma cazzo … non posso dirti tutto.” Disse freddo.
“Siamo fidanzati Thomas. Tu vuoi che ti dica sempre tutto.” Dissi tirandoli un pugno sul petto. Strinsi gli occhi per trattenere le lacrime.
“Non me ne frega u cazzo Alyson.” Rispose infuriato stringendomi il polso e poi continuò a parlare:
“Siamo fidanzati, ma non ti fidi di me. Insisti sul sapere cosa cazzo io ti nasconda, ma non pensi al fatto … che questa cosa sia privata?” lo fulminai con lo sguardo e lo spinsi con la mano libera, senza farlo nemmeno spostare di un millimetro.
“Sei solo un bambino.” Sussurrai infastidita mordendomi il labbro per non piangere.
“Scusami, non piangere okay?” sussurrò abbassando il viso fino al mio. Scoppiai a piangere e lui mi abbracciò forte.
“Scusami, hai ragione. Siamo una coppia e ti giuro che appena andremo a casa, te lo dirò. Scusami se sono stato uno stupido, ma sono incavolato nero e non me la dovrei nemmeno prendere con te.” Sussurrò di nuovo asciugandomi le lacrime con i palmi delle mani. Mi diede un bacio sulle labbra.
“Non piangere, non sei una bambina. Io sono un bambino.” Disse dolcemente.
Scossi la testa. Non era un bambino, era un uomo. Si era preso la responsabilità di due bambine a soli 18 anni e mi dispiaceva così tanto di averlo chiamato bambino.
“Scusa se ti ho chiamato bambina.”
“Scusami tu, anche io ti ho chiamato bambino.” Risposi sospirando.
“Lo so, ma qualche volta lo sono. Mi dispiace tanto.”
“Non fa nulla.” sussurrai appoggiando il viso sul suo petto. Mi baciò i capelli tutti fradici e sussurrò:
“Dai andiamo sulle giostre con Samy.” Sorrisi annuendo. Samy ci stava aspettando seduta su una panchina li vicino.
Vicino a lei vidi un signore anziano che sorrideva. Deglutì andando subito a passi giganti vicino alla mia sorellina.
“Buongiorno bella signorina.” Disse l’uomo alzandosi.
“Cosa desidera signore?” domandò Thomas prendendo Samanta in braccio.
“Sono un amico di vostro padre.” Disse l’uomo non cacando Thomas e guardando me e Samanta. Guardai Thomas allarmata stringendo la sua mano.
“E allora?” domandò Thomas sospirando. Era preoccupato, ma non lo dava a vedere.
“Allora come scritto nell’atto che Yuri ha lasciato, io Micol devo avere in custodia Alyson e Samanta.” Sgranai gli occhi guardando l’uomo davanti a me di cui non sapevo nemmeno l’esistenza.
“Non lo sapevi ragazzo? Ti ho fatto chiamare dai miei contatti.”
Guardai Thomas non riuscendo a spiccicare parola. Lui lo sapeva, era preoccupato per quello.
“Non ci credo. Non ti ho mai visto. I miei contatti conoscevano tutti gli amici del mio migliore amico e tu tra i suoi contatti non c’eri. ” Disse Thomas quasi ringhiando.
“Beh questo non mi interessa, ho l’atto che dice: Semmai dovessi morire le mie due figlie verranno a stare da te.Ora stai zitto ragazzino, le due bambine verranno da me. ” Disse soddisfatto.
Scossi la testa allarmata. Non ci credevo. Non volevo crederci. Avevo paura, non conoscevo quell’uomo. Non volevo allontanarmi da Thomas e non volevo stare con un uomo di cui non sapevo nemmeno il nome.
“No .. mio padre … non ti conosceva. Tu per me e la mia famiglia non eri e non sei nessuno.” Sussurrai infastidita.
“Mia piccola Alyson …” Vidi Thomas dire qualcosa a Samanta, lei annuì e andò via. Guardai sconvolta Thomas e domandai:
“Dove l’hai mandata?”
“C’era un mio amico, l’ho mandata con lui e con la sua bambina.” Rispose facendo un piccolo sorriso, poi si girò verso l’uomo, mi lasciò la mano e gli andò davanti in tono minaccioso.
“Non chiamare Alyson piccola, lei è mia ed è sotto la mia responsabilità.”
“Quanti anni hai ragazzino?” domandò l’uomo sorridendo.
“Ne ho quasi 20 coglione.” Disse Thomas stringendo i pugni, gli andai vicino e presi una sua mano. Guardai male l’uomo e sussurrai:
“Lei non è nessuno per me, non me ne frega nulla di uno stupido atto. Io sto con il mio ragazzo e lei mi deve solo lasciar perdere, sennò la denuncio.”
L’uomo sorrise e andandosene disse:
“Non finirà qui.”
Thomas sbuffò guardandosi intorno. Mi parai davanti a lui e gli lasciai la mano. Presi il suo viso tra le mie mani e lo costrinsi a guardarmi negli occhi.
“Dimmi che non andrai via con quello.” Sussurrò guardandomi negli occhi.
“Te lo prometto Thomas.” Sussurrai facendo un sorrisino.
“Non te ne andare mai Alyson.” Scossi la testa baciandolo dolcemente sulle labbra.
“Mai.” Ammisi. Mi prese in braccio approfondendo il bacio e cominciò a girare. Scoppiai a ridere.
“Dimmi che mi ami.” Sussurrò serio.
“Sai che ti amo.” Dissi mettendo il naso sul suo collo.
“Mi piace sentirmelo dire da te.” Sussurrò dolcemente stringendomi a se. Lo guardai negli occhi e sussurrai seria:
“Ti amo.”
Lui sorrise e mi baciò di nuovo sulle labbra. Mi mise a terra e si mise a sedere sulla panchina. Mi accomodai vicino a lui accoccolandomi.
“La mia piccola gattina con gli occhiali.” Sussurrò baciandomi i capelli. Sorrisi e lui mi diede un bacio sulla punta del naso.
“Volevo dirtelo amore mio, ma a casa.”
“Fa nulla Thomas.” Dissi alzando il viso per guardarlo negli occhi.
“Invece fa Alyson … dovevo dirtelo … non è tutto … questo era solo una piccola cosa … c’è altro.” Sussurrò sospirando.
Volevo sapere, ma sapevo che appena se la fu sentita me lo avrebbe detto.
“Appena sarai pronto me lo dirai.”
“Okay.”
Sbadigliai accoccolandomi di più a Thomas.
“Sei una dormigliona e sono solo le 3 del pomeriggio.”
“Ho sonno.” Sussurrai mettendo il viso nell’incavo del suo collo. Lo sentì sorridere.
“Dormi un po’.” Sussurrò dolcemente.
“Grazie.” Risposi baciandolo sul collo. Chiusi gli occhi e mi addormentai.
 ANGOLO AUTRICE:
Eccomi di nuovo qua ahahahha, come avevo promesso ecco il capitolo. Scusate se è corto, ma dovevo farlo finire ora, sennò veniva davvero moooolto ma mooolto lungo ahahahah
Tornando seie per un secondo, volevo ringraziare le persone che hanno recensito i primi 3 capitoli, sono davvero contenta di sapere cosa ne hanno pensato e ultima cosa, no meno importante sono davvero felice che stiate crescendo J
Thomas e Alyson vi ringraziano e vi augurano Buon Anno Nuovo :P A domani con un nuovo capitolo J
Ultima cosa e poi me ne vado ahahahha, come passerete il Capodanno?

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Capitolo 5
*** Eredità ***


Aprì gli occhi e sbadigliai. Mi stropicciai gli occhi, non avevo gli occhiali. Mi guardai intorno ed ero in camera mia.
“Ehilà dormigliona. Hai dormito un sacco eh. E’ mezzanotte.” Disse Thomas tutto contento baciandomi sulle labbra.
“Mi hai portato fino a casa?” domandai chiudendo di nuovo gli occhi.
“Ma no!!” disse scoppiando a ridere. Sorrisi aprendo gli occhi. Aprì leggermente la bocca, cazzo se era perfetto. Era a petto nudo e con solo dei boxer grigi aderenti. Mi morsi il labbro.
“E’ tutto tuo piccola.” Sussurrò sensualmente Thomas al mio orecchio.
Avvampai scoppiando a ridere e lo spinsi. Lui sorrise venendomi sopra.
“Dammi un bacio.” Sussurrò a pochi centimetri da me. Scossi il viso appoggiando le mie mani sul suo petto nudo.
Gemette rumorosamente e capovolse i ruoli, cioè io sopra e lui sotto.
“Samanta sta dormendo.” Sussurrò dolcemente. Sorrisi guardandolo. Gli presi le mani e gli e le misi sopra la testa. Mi accovacciai e cominciai a baciare il suo petto.
“Ti prego Alyson …” sussurrò gemendo. Sapevo cosa volevo, ma volevo farlo soffrire. Scossi la testa, con un movimento mi ritrovai di nuovo sotto di lui.
“Non voglio giocare Alyson.”
Cominciò a baciarmi posizionandosi sopra di me. Mi bloccò le mani con una sua sopra la testa, l’altra mano libera andò a finire sul bottone dei miei jeans che li sganciò subito. Dissi:
“Thomas no … Potrebbe entrare Samanta da un momento all’altro.”
“Zitta Alyson, Samy dorme come un angioletto.” Sussurro baciandomi sulle labbra. Scossi la testa trattenendo un gemito. Mi attirò a se cingendomi dai fianchi e mi mise seduta sulla sue gambe, cominciò a baciarmi dolcemente il collo andando verso la mandibola e sfiorandomi il collo. Con un movimento veloce mi fece finire di nuovo sotto di lui, continuava a baciarmi e mordermi dolcemente il labbro … gesto che mi faceva impazzire … dopo pochi minuti che  a me sembrarono tantissimi sentì qualcosa di duro spingermi verso la gamba, sorrisi lo avevo fatto eccitare. Baciai la sua mandibola perfetta e andando verso il suo orecchio sussurrai:
“Thomas la situazione ti sta sfuggendo dai pantaloni.”
Sorrise divertito e disse:
“Mi fai questo effetto piccola.” Sorrisi baciandolo.
Sentì un urlo agghiacciante provenire da fuori, un urlo che mi gelò il sangue. Thomas si alzò di tutta fretta e si mise i jeans. Mi alzai dal letto e guardai Thomas.
Avevo paura che fosse successo qualcosa alla mia piccola sorellina.
“Ehy amore, ci sono io qui con te.” Sussurrò Thomas aprendo la porta della camera. Vidi Samanta correrci subito incontro. Mi abbracciò. Tirai un sospiro di sollievo. Non gli era successo nulla ed ero così contenta. Mi inginocchiai e la abbracciai più forte.
“Cosa è successo? Cosa era qel grido?” domandò preoccupato Thomas.
“Ho fatto solo un incubo.” Sussurrò Samanta scoppiando a piangere. La abbraccia più forte e sussurrai:
“Ci siamo io e Thomas qui con te.”
“Certo che ci siamo piccola.” Sussurrò Thomas inginocchiandosi. Lo guardai ammagliata. Ero pazza di lui. Prese in braccio Samanta e la portò in camera nostra.
“Dormirai con noi.” Sussurrò dolcemente Thomas dando un bacio sui capelli alla mia sorellina. Lei sorrise annuendo. Ci mettemmo tutti e tre nel lettone, Samanta era in mezzo.
“Ora dormi piccolina, ci siamo io e Alyson a sorvegliare i tuto sogni.” Disse Thomas allungando una mano per prendere la mia. Me la strinse dolcemente e sussurrò:
“Buonanotte Samantina.”
“Buonanotte tato.” Disse Samanta sorridendo mettendosi a pancia in giù. Scoppiammo a ridere e con la mano libera la coprì meglio con il piumone.
Sorrisi intrecciando le dita con le sue.
“Mi devi delle spiegazioni.” Sussurrai chiudendo gli occhi.
“Domani te le darò. Ora dormi che hai ancora sonno.” Disse dolcemente. Scossi la testa. Volevo delle spiegazioni in quel momento. Lasciai la sua mano e mi alzai dal letto.
“Okay, anche se avevi detto che dovevo essere pronto per darti quelle spiegazioni del cazzo...” Disse arrendendosi alzandosi pure lui dal letto. Aprì la porta per uscire dalla stanza e Thomas mi seguì. Mi misi a sedere sulle scale.
“Da dove vuoi che parta?” domandò sospirando mettendosi a sedere vicino a me.
“Mi hai nascosto così tanto?” domandai ironica guardandolo negli occhi.
“Beh … dipende ..” sussurrò guardando davanti a se. Cercò la mia mano, ma scossi la testa.
“Dimmi tutto Thomas.” Sussurrai sospirando.
“Va bene .. ti dirò tutto .. ho assunto un investigatore per capire meglio il perché i tuoi fossero morti …” sussurrò alzandosi immediatamente. Lo guardai. Aveva i muscoli delle braccia e del viso tesi. Stringeva i pugni. Era straagitato.
“Quell’uomo era un amico di tuo padre, ma non credo che tuo padre abbia scritto quelle cose. Credo che quell’uomo abbia ucciso i tuoi per prendere l’eredità.” Disse deciso.
“Di quale eredità stai parlando?” domandai sospirando. Non ero mai stata ricca, i miei se l’erano cavata, ma non avevavano nulla.
ANGOLO AUTRICE:
Ciaooo ragazzuole!!come state? passato bene questo capodanno? propositi per il nuovo anno?
Ahhh comunque scusate per l'orario, ma sono con due mie amiche e ci siamo messe solo ora a letto e ho trovato ora il tempo per pubblicare il nuovo capitolo :D (Spero che vi piaccia.)
Ora me ne vado a nanna ahahahah (Ho un sonno.) 
Buon Anno :)

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Capitolo 6
*** Prometti? ***


“Di quale eredità stai parlando?” domandai sospirando. Non ero mai stata ricca, i miei se l’erano cavata, ma non avevavano nulla.
I miei avevano sempre avuto un piccolo stipendio, almeno così credevo fino a quel momento.
“Alyson tu quando avrai 18 anni erediterai un conto in banca stupendo. Sono quasi 50milioni di euro.” Sgranai gli occhi. Non potevo crederci. Mi alzai agitata scuotendo il viso.
“Ma che dici? No.” Risposi facendo una faccia disgustata e scuotendo la testa.
“Lo so … e’ difficile da credere … “
“TU COME CAZZO FAI A SAPERLO?!?!” urlai in lacrime, non poteva essere vero.
“L’ho sempre saputo. Ero il migliore amico di tuo padre.” Sussurrò sospirando. Gli tirai uno schiaffo e sussurrai:
“Stai con me solo per i soldi.”
Lui sgranò gli occhi e scosse la testa. Fece una faccia offesa e disgustata.
“Come osi immaginare che io stia con te solo per i soldi? Sei davvero capace di crederlo?”
“Cosa cazzo dovrei pensare THOMAS?” Urlai spingendolo.
“Non puoi davvero pensarlo Alyson.Non puoi dopo tutto quello che abbiamo passato insieme.” Sussurrò irritato.
“Chi altro lo sa?” domandai abbassando il viso. Thomas prese il mio viso tra le sue mani e mi costrinse a guardarlo negli occhi.
“Solo io e l’altro uomo, ma ti prometto amore mio che quell’uomo non li toccherà nemmeno con un dito. E giuro sul mio onore che saranno solo tuoi e di tua sorella.” Disse baciandomi sulle labbra.
“No.” Sussurrai agitata abbassando il viso. Non volevo crederci. Come era possibile una cosa del genere?
“Alyson guardami. Credimi ti prego.” Sussurrò dolcemente. Volevo fidarmi di lui, così alzai il viso e lo guardai negli occhi.deglutì. avevo paura di perderlo per sempre, avevo paura di quello che mi aspettava.
“C sono tante cose che ho scoperto sui tuoi genitori, cose che non credevo nemmeno che potessero essere vere.. sai che tuo padre era il mio migliore amico, lui mi ha cresciuto solo quando ero solo un ragazzino di 1 anni levandomi dalla strada in cui vivevo.” Sussurrò stringendo gli occhi per non piangere. Rimasi zitta, non sapevo cosa dire.
Sospirò e poi aprì di nuovo gli occhi.
“Sai che ti amo e anche tuo padre lo sapeva. Alyson devi credermi. Non ti farò far del male, prima di farti qualcosa dovranno passare sul mio cadavere.”
“Ti credo.” Ammisi.
Lui fece un piccolo sorrisino, un sorrisino dolce e tenero che faceva sciogliere anche il cuore più freddo al mondo. Un sorrisino che metteva tranquillità.
Appoggiò le sue labbra sulle mie.
“Prometti?” domandai contro le sue labbra.
“Prometto.” Sussurrò dolcemente.
Mi prese in braccio, intrecciai le gambe al suo bacino, lui in un momento mi fece andare a sbattere contro al muro. Mugugnai di dolore e lui sorrise sensualmente.
“Scusa piccola.” Disse dandomi un bacio sul collo.
“Dovremmo tornare a letto.”sussurrai sospirando. Lui annuì baciandomi, ma non si staccò. Scoppiai a ridere e Thomas sorrise mi lasciò e dolcemente mi prese una mano.
“Credi davvero di potermi trattare come un coglione?” Domandò serio facendomi girare verso di lui. Lo guardai confusa e un po’ spaventata.
“Sono il tuo ragazzo Alyson, dobbiamo farlo. Sono un uomo.” Rispose sospirando e avvicinando le labbra alle mie. Lo spinsi scuotendo la testa e sussurrai:
“Sei impazzito?”
“Alyson sono il tuo ragazzo.” Sussurrò dandomi un bacio sul collo. Gemetti spingendolo e sussurrai un po’ allarmata dal suo comportamento:
“Tu hai sonno Thomas. Fai discorsi strani.”
“Ahahhhah dovresti vedere la tua faccia in questo momento.” Disse scoppiando a ridere. Lo spinsi facendo la finta offesa e lui mi prese tra le sue braccia e cominciò a coccolarmi. Appoggiai il viso sul suo petto e inspirai il suo dolce profumo.
“Tu sei pazzo.” Dissi baciandoli il petto. Mi prese in braccio e mi portò in camera. Per poco non cascammo stesi sul pavimento per colpa del suo stupido Skateboard. Finimmo sulla poltrona di pelle e scoppiammo a ridere.
“Ssh…” sussurrò Thomas cercando di smettere di ridere, ma io continuavo a ridere come una stupida uscita dal manicomio. Mi tappò la bocca con una mano e si girò verso Samanta.
“Dorme ancora.”
“Levami la mano dalla mia bocca.” Dissi parlando come una cogliona. Thomas scosse la testa e fece finta di non sentire. Sorrisi, voleva la guerra. Gli leccai la mano sensualmente. Lui si girò di scatto e mi guardò eccitato deglutendo.
“Smettila Alyson. Ho voglia di fare l’amore con te e non possiamo.” Sussurrò facendo un piccolo sorriso imbarazzato alzandosi. Sorrisi sbadigliando e allungai le braccia. Volevo che mi prendesse in braccio.
“Mmmm … e tu mi dai un bacino?” domandò Thomas inginocchiandosi davanti a me.
“Te ne ho dati troppi oggi.” Risposi facendo un sorriso vittorioso.
“Ah pure?” si buttò sopra di me cominciando a baciarmi appassionatamente. Gli morsi il labbro e il cellulare cominciò a squillare. Sbuffai e Thomas si alzò di nuovo. Prese il telefono e sussurrò:
“Vai a letto Alyson. E’ una telefonata di lavoro.”
Annuì alzandomi dalla poltrona e lo baciai dolcemente sulle labbra.
“Notte principessa.” Disse andando fuori. Sospirai mettendomi sdraiata sul letto e abbracciai Samy. Chiusi gli occhi e in un secondo caddi nelle braccia di Morfeo.
ANGOLO AUTRICE:
Ehilà ciao
J eccoci qua con il nuovo capitolo, scusate se è corto, ma dovevo farlo finire adesso, sennò veniva troppo lungo ahahahah. Vi avviso però, il capilo di domani sarà mooooolto ma moooolto straziante per come finirà eh, voglio fare la bambina cattiva ahahhahah (Scherzo ovviamente.) spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e spero di non avervi annoiato.
Domanda domandina, voglio davvero saperlo ahahah.
Cosa ne pensate di Thomas?
Vi lascio con questa domandina sul nostro protagonista maschile
J
Buon Anno J

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Capitolo 7
*** Ragazza misteriosa ***


 
Aprì gli occhi e guardai accanto a me. Samanta dormiva ancora e Thomas non era a letto. Sospirai alzandomi dal letto e mi misi gli occhiali. Sbadigliai e presi la vestaglia rosa che era di mia madre. Sorrisi a quel pensiero, quella stupida cosa me la faceva sentire vicina. Guardai l’orologio, erano solo le 3 del mattino.
Uscì dalla camera e scesi le scale. Vidi Thomas sdraiato sul divano mezzo nudo. Sgranai gli occhi e gli corsi davanti. Mi inginocchiai e gli tirai uno schiaffo per svegliarlo.
“Mm si..” mugugnò girandosi dall’altra parte. Lo fulminai con lo sguardo e gli tirai un altro schiaffo sulla nuca.
“Che vuoi Alyson?” domandò sbadigliando e si massaggiò la nuca.
“Che cosa ci fai mezzo nudo sul divano?” domandai sbuffando. Lui scoppiò a ridere alzandosi dal divano. Indossava un pantalone di pigiama a righe blu e bianche ed era a petto nudo. I suoi capelli erano tutti spettinati e mi venne quasi da ridere. Sembrava uno appena uscito dal manicomio, ma era comunque bellissimo.
“Non sono mezzo nudo Alyson.” Disse inarcando le sopracciglia.
“Mettiti una maglia.” dissi seria. Lui sorrise e fece una faccina adorabile. Si avvicinò un po’ di più a me e sussurrò piegandosi per essere alla mia altezza.
“Come se non ti piacesse vedermi a petto nudo.” Detto questo scoppiò a ridere.
“Non ridere stupido essere vivente.” Dissi spingendolo incavolata.
“Stupido essere vivente? Arg che modi da cattiva ragazza che hai.” Disse scoppiando a ridere più rumorosamente e prendendomi tra le sue braccia muscolose. Sentii il suo dolce odore di cocco e vaniglia e mi calmai.
Aveva fumato.
“Puzzi di fumo.” Ammisi appoggiando il viso sul suo petto.
“Ahahah grazie mille, ho fumato solo una sigaretta.”
“Odio quando fumi.” Sussurrai infastidita.
“Lo so amore, ma ero agitato.” Sussurrò dolcemente. Fumava solo quando aveva troppi pensieri per la testa e non riusciva a dormire. Lo guardai agitata e sussurrai:
“Cosa è successo?”
“Nulla amore mio. Ero solo un po’ agitato.” Disse dolcemente accarezzandomi i capelli.
“Parla dai.” Sussurrai dolcemente. Lui sospirò e cominciò a parlare:
“Era un mio amico. Ha detto che forse il viaggio sarà molto più lungo di quanto era previsto.”
Mi morsi il labbro per non piangere.
“Ma non devi aver paura Alyson.”
“Non è così facile Thomas. Sei lontano da me e sai che io ho …” non riuscì a continuare la frase perché scoppiai a piangere. Thomas mi diede un piccolo bacio sulle labbra.
“Non evi avere paura.”
“Non volevo dire quello.” Sussurrai singhiozzando.
“Allora cosa?” domandò incuriosito. Sospirai asciugandomi le lacrime e ammisi:
“Io ho bisogno di te.”
Sorrise dolcemente asciugandomi le lacrime e mi baciò dolcemente sulle labbra.
“Ci sarò sempre e lo sai. Anche se sono in missione tu chiamami, io ti risponderò.” Disse contento. Mi fece scappare un sorriso.
“Non fumare più, se sei agitato parla con me.” Sussurrai dandoli un bacio sul petto.  Lui annuì e si mise sul divano con me sopra. Mise le sue labbra sulla mia clavicola e sussurrò:
“Io avrei ancora sonno Alyson.”
Sorrisi annuendo e cercai di alzarmi, ma lui non ne voleva sapere di lasciarmi andare.
“Thomas mollami, hai sonno.” Sussurrai dolcemente. Lo sentì ridacchiare e poi mi lasciò.
Mi alzai lentamente e riuscii a sentire il suo sguardo indugiare sul mio corpo.
Quando, infatti, alzai lo sguardo vidi i suoi occhi fermi sul mio seno. Gli tirai una pacca sulla nuca e sussurrai:

“Maiale.”
“Ahahahah so che ami quando faccio queste cose.” Rispose soddisfatto. Sorrisi scuotendo la testa e notai un rigonfiamento nei suoi pantaloni del pigiama. Trattenni una risata.
“Cosa c’è?” domandò curioso.
“Nulla.” risposi sensualmente mettendomi inginocchiata davanti a lui. Volevo farlo impazzire, fino al punto che mi avrebbe pregato di baciarlo su quelle labbra perfette che si ritrovava.
Mi guardò incuriosito. Lo guardai negli occhi e sussurrai:
“Sei eccitato Thomas?”
“Come scusa?” domandò curioso. Ridacchiai imbarazzata. Sapeva che odiavo fare quelle cose. Mi sentivo in imbarazzo . sorrise soddisfatto. Allungai una mia mano e l’appoggiai su una sua gamba e cominciai ad accarezzarla. Lo sentì deglutire e guardarmi sorpreso.
“A ..Aly ..Alyson.” sussurrò il mio nome ansimando appoggiando una sua mano sulla mia che lo stava accarezzando.
“Cosa c’è?” domandai con una vocina innocente. Non rispose e gemette rumorosamente quando sfiorai senza accorgermene la sua erezione. Sorrisi sensualmente e mi alzai.
“Do  dove .. v .. vai?” domandò ansimando. La sua voce era un mix di sensualità. Mi misi a cavalcioni su di lui e gli scappò un gemito strozzato. Sentivo la sua erezione dura che spingeva contro il mio gluteo destro.
“Cosa vuoi fare?” domandò deglutendo.
“Voglio stare un po’ con il mio ragazzo.” Sussurrai mordendomi il labbro, come piaceva a lui. Mi guardò negli occhi e si avvicinò alle mie labbra. Scossi la testa e sussurrai:
“Non voglio baciarti.”
“Come scusa?” domandò di nuovo ridendo.
“Non ridere stupidone.” Dissi dandoli un bacio sul naso.
Chiuse gli occhi più eccitato di prima. Sorrisi soddisfatta e appoggiai una mano sul suo petto. Sospirò. Tracciai con l’indice i suoi pettorali sapendo che adorava quando lo facevo.
Mi strusciai molto delicatamente sul suo rigonfiamento, provando una sensazione bellissima.
“Se vuoi farmi impazzire.. ci stai riuscendo molto mia piccola … gattina …”, Sussurrò Thomas respirando rumorosamente. Spinse il suo bacino contro il mio, mentre con le mani tentava di spingermi di più contro di lui.
“Ci … stai … riuscendo eccome…” Sussurrò di nuovo cercando di regolare il respiro.


Appoggiai la testa nell’incavo del suo collo, mordendolo appena e con la punta della lingua gli sfiorai la clavicola. Misi una mia mano sullo schienale del divano per appoggiarmi meglio a lui.
“Oh mio Dio Alyson.” Sussurrò leccandosi le labbra. Mi prese per i fianchi cominciando dolcemente a farmi strusciare sul suo rigonfiamento. Gemetti appoggiando un dito sul suo petto e facendolo scivolare lentamente fino al cavallo dei suoi pantaloni.
“Alyson … ti prego …” mi pregò eccitato.
Appoggiai una mano sulla sua erezione, ormai pulsante grazie a me.
“Thomas?” sussurrai maliziosamente leccandoli il collo.
“Mmm dimmi.”
“Con le altre era così?” domandai tutto ad un tratto preoccupata dalla risposta fermandomi per guardarlo nel viso. Lui mi guardò incuriosito.
“Di cosa stai parlando Alyson?” domandò inarcando le sopracciglia.
“Ehm … ecco … tu hai … avuto molte ragazze … hai fatto molte … cose … con loro.” Sussurrai imbarazzata mordendomi il labbro preoccupata dalla risposta.
“No Alyson, è vero che io mi sono scopato molte ragazze .. ma ti amo e con te è diverso …” sussurrò dolcemente accarezzandomi una guancia. Sorrisi annuendo e lo baciai sulle labbra, perché ne avevo bisogno. Avevo bisogno di sentirlo con me. Gemette rumorosamante e le sue mani andarono a finire sulle mie cosce coperte solo da dei pantaloncini blu notte.
“Mi fai impazzire gattina.”
“Odio quando mi chiami così.” Sussurrai mordendoli il labbro inferiore, per poi succhiarlo.
“Mmm sicura gattina?” domandò dolcemente. Sorrisi annuendo. Il campanello di casa mia suonò. Guardai confusa Thomas e lui alzò le spalle. Mi alzai rimettendomi il mio accappatoio.
“Vado io.” Disse Thomas sospirando. Lo guardai confusa per poi scoppiare a ridere, perché voleva coprirsi alla meglio la erezione nei suoi perfetti pantaloni.
“Non ridere.” Disse divertito andando verso la porta. La aprì e vidi una ragazzina che poteva avere più o meno 14 anni scoppiare a piangere e poi abbracciò Thomas.
Aprì leggermente la bocca e gli corsi vicino.
“Leva quelle mani dal mio RAGAZZO.” Sussurrai irritata stringendo i pugni. Quella stupida ragazzina non ne voleva sapere però di lasciare stare Thomas. Lui era sconvolto.
“Digli qualcosa Thomas.” Sussurrai a denti stretti. Thomas scosse la testa riprendendosi e abbracciò quella ragazzina stretta a se. I suoi muscoli la stringevano.
ANGOLO AUTRICE:
Ehilà eccomi di nuovo qui J come state? Avete passato bene il secondo giorno del nuovo anno?
Come vi avevo promesso il capitolo è un po’ lunghino ahahahah e spero che vi sia piaciuto il modo di scherzare tra quei due piccioncini e spero anche di non avervi annoiato.
Chi sarà mai questa ragazza misteriosa? Lo scoprirete domani ahahhahah
Ciaooo J

 

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Capitolo 8
*** Perdono ***


“Digli qualcosa Thomas.” Sussurrai a denti stretti. Thomas scosse la testa riprendendosi e abbracciò quella ragazzina stretta a se. I suoi muscoli la stringevano.
 “MI SPIEGATE CHE CAZZO STA SUCCEDENDO?!?” Urlai in preda al panico. Thomas diede un bacio sui capelli alla ragazzina e le sussurrò dolcemente:
“Ella es mi chica.”
“Y 'hermosa Thomas” disse la ragazzina guardandomi.
Non capivo un accidente di quello che stavano icendo.
Lo guardai sconvolta e lo presi per un polso e lo trascinai davanti a me, anche se non lo spostai nemmeno di un centimetro. Thomas lasciò cadere le braccia dall’abbraccio con quella ragazzina, a me estranea e si girò verso di me.
“Mi spieghi?” domandai stringendo i pugni facendo un sorrisetto falso.
“Certo che ti spiego.” Disse prendendo la ragazzina e portandola dentro. Chiuse la porta a chiave e sussurrò verso la ragazzina:
“Seguir adelante y tomar una ducha pequeña.” Non capivo nulla. Lei annuì e andò verso il bagno. Tirai uno schiaffo a Thomas e sussurrai:
“Chi cazzo è quella?”
“Sei gelosa?” domandò ironico. Gli tirai un altro schiaffo e sussurrai:
“Sei proprio un maiale.”
“Alyson…” disse predendomi una mano, cercai di mollargi un altro schiaffo ma la sua mano mi prese l’altra mano e portò i miei bracci dietro alla mia schiena attirandomi a se.
”Non devi essere gelosa. Te ne volevo parlare, credevo fosse arrivata mentre io non c’ero .. ma è arrivata prima.” Lo guardai male. Mi voleva lasciare.
“Fai schifo Thomas.” Sussurrai di nuovo infastidita cercando di togliermi le sue mani di dosso.
“Faccio schifo?” domandò curioso. Se la stava ridendo sotto i baffi quel coglione.
“Credevo che tu mi amassi davvero.” Risposi fulminandolo con lo sguardo.
“Ah si?” domandò provocandomi. Lo odiavo da morire in quel momento. Non credev che fosse davvero possibile che lui mi tradisse, ma l’aveva fatto.
“Mi fai schifo Thomas.” Sussurrai schifata.
“Janet è la mia sorellastra Alyson.” Disse sospirando. Spalancai la bocca e sgranai gli occhi.
“Che … cosa?” balbettai confusa.
“La mia sorellastra.” Ripetè sospirando di nuovo. Ero una cogliona, ua grandissima cogliona. Il suo viso era deluso. Avevo dubitato del mio ragazzo.
“Mi dispiace Thomas … io non lo sapevo …” ammisi abbassando il viso sul suo petto.
“Hai subito dubitato di me Alyson.” Disse deluso. Alzai il viso e vidi che aveva le lacrime agli occhi. Non volevo che piangesse per colpa mia. Mi alzai sulle punte dei piedi  spiaccicandomi addosso a lui e lo baciai sulle labbra.
Si scostò dalle mie labbra e mi lasciò stare. Si passò una mano sul viso e io trattenni le lacrime mordendomi il labbro.
“Sono deluso da te, parli di fiducia e dubiti subito di me. Io mi fido sempre di te, anche quando si tratta di Jhonny, che se è gay ecc … ” Sussurrò schifato. Aveva ragione, non avevo parole per quello che avevo fatto.  Jula o come si chiamava quella ragazza uscì dal bagno con l’asciugamano nero di Thomas.
Ero gelosa marcia, anche se sapevo che era piccola e che era la sua sorellastra.
Muchas gracias, ahora me siento major Thomas.” Disse facendo un sorriso verso Thomas.
“De nada, que era lo mínimo.”
Studiavo un po’ di spagnolo a scuola, ma npon capivo lo stesso un cavolo.
“Pedir disculpas por mi parte a tu novia.” Thomas annuì e si girò verso di me, sempre deluso e sussurrò:
“Ti chiede scusa.”
“Chiedigli tu scusa da parte mia per aver reagito urlandoli contro.” Sussurrai mordendomi il labbro. Odiavo il fatto che Thomas non mi guardava negli occhi mentre parlavo.
Lui annuì girandosi verso la ragazzina e sussurrò:
“Usted se disculpa por haberle gritado antes.”
“Dile que no se preocupe.” Disse dolcemente la ragazzina guardando sia me che Thomas. Thomas si girò verso di me, senza nemmeno guardarmi gli occhi e sussurrò:
“Ha detto di non preoccuparti.”
Annuì sospirando.
“Me gustaría tener un poco de sueño.” Disse la ragazzina guardando Thomas. Lui annuì sorridendo appena e sussurrò:
“Usted puede sentarse en el sofá.” Lei annuì felice e Thomas andò di sopra. Guardai la ragazzina ed era davvero molto carina. Aveva dei capelli biondi tutti undolati, la pelle olivastra e degli ochi grigi. Era un po’ più bassa di me. Sorrideva gentilmente.
“Pido disculpas por haber sido sondeado aquí.” Disse avvicinandosi un po’.
“Non capisco molto bene lo spagnolo.” Dissi facendo dei gesti per farli capire cosa volessi dire. Scoppiò a ridere annuendo e mi abbracciò, lasciandomi senza parole.
“Muchas gracias.”
Quello lo capì e sorrisi annuendo.
“De nada.” Sussurrai divertita per aver detto qualcosa in spagnolo. Lei sorrise divertita applaudendo. Vidi Thomas con una maglietta a mezze maniche blu e un pantalone di tuta nero. Lo guardai, in cerca dei suoi occhi ma lui distolse lo sguardo.
“Consigue así estas cosas y luego ir a dormir en el sofá, definitivamente muerto de cansancio.” Janet annuì prendendo le cose che Thomas gli porgeva, gli stampò un bacio sulla guancia e poi venne di nuovo verso di me. Disse:
“Tienes suerte de tener Thomas” sorrisi perché avevo capito cosa avesse detto e guardai Thomas. Miaveva detto che ero fortunata ad avere Thomas e lo sapevo. Non stava nemmeno ad ascoltare. Era davvero deluso dal mio comportamento. Janet andò saltellando in bagno.
Vidi Thomas sospirare e andare in cucina. Lo seguì. Prese una scodella e ci mise dentro un po’ di latte freddo.
“Ne vuoi un po’?” domandò senza nemmeno girarsi.
Non ero un cane a cui doveva dare la scodellina del latte, senza nemmeno guardarmi negli occhi. Strinsi i pugni e uscì infuriata dalla cucina. Sentì Thomas spostare una sedia e sedesi. Andai di sopra e mi appoggiai al muro maledicendomi per il mio comportamento.
Sospirai mettendomi a sedere contro il muro, chiusi gli occhi e mi addormentai.
“Ehi tata.” Sussurrò una vocina dolce. Aprii gli occhi e vidi la mia sorellina inginocchiata davanti a me.
“Ehi piccola.” Sussurrai dolcemente prendendola tra le mie braccia. Mi diede un bacio sulla guancia e sussurrò:
“Fame.” Sorrisi annuendo e guardai l’orologio al mio polso. Erano le 9 e mezzo del mattino. Sbadigliai e Samanta si alzò porgendomi la mano. Scoppiai a ridere alzandomi e la abbracciai forte.
“Ma che vuoi fare tu?” domandai prendendola in braccio e cominciando a girare come una trottola.
“DAII!!” strillò ridendo. Mi fermai e cercai di riprendermi, la mia testa stava girando come una trottola. Appena la mia testa si fu calmata scesi giù.
Guardai verso il divano e vidi Janet che dormiva ancora.
“Chi è quella?” domandò Samy guardandola curiosa.
“E’ la sorellina di Thomas.” Spiegai a bassa voce guardando in cucina, Thomas era ancora li con un bicchiere di qualcosa in mano. Stava morendo di sonno. Sussurrai:
“Vai a dare a Thomas il buongiorno.” Lei annuì felice e la misi giù. Corse vicino a Thomas e lui si illuminò. La abbracciò strinendola a se. Sorrisi. Mi piaceva vederlo felice, anche se io lo avevo deluso.
Tirai un sospiro e sentì Janet alzarsi dal divano.
“Buenos Días.” Disse lei affiancandomi e abbracciandomi. Sorrisi gentilmente annuendo e sussurrai un timido:
“Buenos Días.”
Mi prese per mano e mi trascinò in cucina.
“Hola Thomas y hola hermosa niña.” Disse tutta contenta andando verso Thomas trascinandomi con se. Gli diede un bacio sulla guancia divertita e sussurrò:
“Quiero un beso entre usted y su novia.”
Sorrisi timidamente diventanto tutta rossa in viso. Thomas scosse la testa facendo un finto sorriso. Era ancora deluso e triste per quello che avevo fatto.
Janet mi guardò triste e poi con un movimento mi fece finire addosso a lui. Spalancai gli occhi per la paura e deglutì. Thomas era rimasto immobile, per arreggermi meglio  avevo messo le mani sulle sue spalle. Non mi guardava nemmeno.
“Y ahora el beso.” Disse contenta Janet saltellando. Samanta la imitò. Vidi Thomas lanciare uno sguardo omicida a Janet e sussurrare a denti stretti:
“Detente por favor.” Lei annuì sbuffando e si mise a sedere su uno sgabello. Mi rimisi in piedi e andai verso il frigorifero. Presi un succo di frutta per la mia sorellina e gli e lo porsi.
“Gratie.” Disse felice.
“Vuoi anche un toast?” domandai dolcemente. Lei scosse la testa bevento il suo succo. Mi girai verso Janet e sussurrai:
“Vuoi qualcosa?” Janet sorrise, non aveva capito. Mi girai verso Thomas, ma lui non mi guardava nemmeno. Sussurrai sospirando:
“Gli chiedi se vuole qualcosa.”
“Quieres algo?” domandò lui sospirando. Mi morsi il labbro, mi mancavano i suoi occhi che cercavano i miei. Ne avevo un bisogno fisico e stavo bene per tutta la giornata.
“No, yo no quiero nada.” Disse Janet dolcemente verso di me. Annuì, Thomas stava per dirmi cosa aveva detto ma scossi la testa.
“Ho capito.” Ammisi girando di poco il viso per vedere cosa stava facendo. Stava bevendo il caffè. Andai verso la macchinetta, ma era finito. Sbuffai . Era proprio una giornata di merda. Avevo finito pure il caffè.
“Ne vuoi un po’?” domandò Thomas a qualcuno. Sbuffai chiudendo gli occhi e mi girai. Thomas mi guardava. Mi mancò il respiro per un secondo e il mio cuore cominciò a martellare.
Si alzò prendendo la sua tazzina di caffè, mi venne davanti e me la porse.
“Stavo chiedendo a te se ne volevi un po’.” Disse guardandomi negli occhi.
“E’ tuo.” Sussurrai scuotendo la testa.
“Ne ho già bevuti troppi per oggi.” Sussurrò facendo un piccolo sorrisino. Presi la tazzina sfiorando la sua mano e ci guardammo per qualce secondo negli occhi.
Il mio cellulare cominciò a squillare facendomi prendere uno spavento.
“Rispondo io.” Disse Thomas. Annuì. Mi guardò negli occhi e mi slacciò la cintola dell’accappatoio, mise una sua mano dentro alla tasca dei miei pantaloncini e con l’altra mano mi sfiorò un gluteo facendomi trattenere un gemito, con un dito mi sfiorò un fianco. Si morse un labbro e andò di la in salotto con il mio telefono.
Chiusi gli occhi e bevvi il caffè in un sorso.
Sentì Thomas ridere, così aprì gli occhi e mi allacciai di nuovo l’accappatoio.
“Vado un attimo di la, stai attenta alla tata.” Sussurrai dolcemente a Samanta. Lei annuì dandomi un bacio sulla guancia.  Andai in salotto e lo vidi sulla poltrona che parlava allegramente con il mio telefono.
Mi guardò chetandosi di colpo. Sussurrò:
“Puoi andartene?” spalancai la bocca offesa e cosrsi su per le scale. Mi aveva trattato come una merda. Entrai in camera mia e chiusi la porta a chiave.
Scoppiai a piangere prendendo un cuscino e sbattendolo contro la porta. Lo odiavo da morire, era il mio cellulare.
Sentì bussare alla porta. Mi asciugai le lacrime con il dorso delle mani e aprì. Vidi Thomas che mi porgeva il telefono.
“E’ Jhony.” Disse non guardandomi.
Presi il telefono e entrai dentro camera mia. Era li impalato come un palo. Sussurrai con voce decisa:
“Ora puoi anche andartene.”
“Invece resto.” Disse abbassando il viso. Sospirai e risposi al telefono:
“Ehi Jhonny.”
“Amorino come stai?”
“Tutto bene tesoro.” Risposi guardando Thomas di sottecchi. Mi guardò male e entrò in camara, chiuse la porta a chiave.
“Ho saputo che tu e Thomas avete litigato.” Disse Jhonny dispiaciuto. Sospirai mettendomi a sedere sul letto e sussurrai triste:
“Beh si.”
“Mi dispiace amorino. Domani vengo a trovarti.” Sorrisi felicissima scoppiando a piangere. Avevo una voglia matta di abbracciarlo.
“Amoreino non piangere.” Sussurrò Jhonny piangendo anche lui.
“Quanto resterai tesoro?” domandai dolcemente asciugandomi le lacrime con i dorso delle mani.
“Una settimana.” Sorrisi felice, avrei avuto una settimana il mio migliore amico con me.
“Sono così felice di rivederti tesoro.” Ammisi felice.
“Idem amorino, ora stacco. Salutami Thomas.” Disse staccando. Sospirai guardando Thomas, ma lui guardava da tutte le parti, tranne dalla mia parte.
Sbuffai alzandomi e sussurrai:
“Dovrei vestirmi.”
“Bene.” Disse aprendo la porta della stanza. Sbuffai e lo presi per un polso. Si girò fulminandomi con lo sguardo.
“Lasciami stare Alyson.” Gli saltai addosso e cominciai a baciarlo con passione sulle labbra. Non se lo aspettava così mentre era in uno stato di shock lo feci finire sul letto con me sopra di lui.
Mi staccai dalle sue labbra, perché non reagiva e non mi toccava nemmeno. Lo guardai negli occhi e sussurrai:
“Ti prego Thomas. Perdonami.”
Lui distolse lo sguardo e lo vidi stringere i pugni. Gli accarezzai una guancia e sussurrai di nuovo:
“Per favore Thomas.” Lui sospirò. Sospirai arrendendomi e mi alzai, ma lui mi prese per un polso e mi fece finire di nuovo addosso a lui e cominciò a baciarmi con foga stringendomi a se. Approfondì il bacio e le nostre lingue si sfiorarono.
“Scusami.” Sussurrai scoppiando a piangere e mettendo il viso nell’incavo del suo collo. Mi strinse dolcemente più forte a se e sentì la sua erezione spingere contro il mio gluteo sinistro. Trattenni un gemito.
ANGOLO AUTRICE:
Ehilà eccomi di nuovo qua, come vi avevo promesso ecco un capitolo lungo ahahhahah e l'ho fatto finire anche bene dai, sennò mi avreste odiato a morte :P
Come state? Che mi raccontate? 
PS: spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Ciaooo :D


 

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Capitolo 9
*** Chiavi ***


“Scusami.” Sussurrai scoppiando a piangere e mettendo il viso nell’incavo del suo collo. Mi strinse dolcemente più forte a se e sentì la sua erezione spingere contro il mio gluteo sinistro. Trattenni un gemito.
 “MUCHACHOS NO SABEN LO QUE ESTÁ HACIENDO, PERO SALIDAS DE ELLOS. YO Y POCO QUE QUIERO SALIR DE AQUÍ.” Urlò Janet. Thomas scoppiò a ridere accarezzandomi dolcemente i capelli. Non avevo capito nulla.
“NO HACEMOS NADA!” Urlò di rimando Thomas. Lo guardai negli occhi e sussurrai:
“Cosa ha detto?”
“Ha detto che dobbiamo uscire immediatamente, perché Samy e lei hanno voglia di uscire.” Sussurrò appoggiandomi una sua mano sull’incavo del mio collo, con il pollice mi asciugò le lacrime.
“Scusami se ti ho fatto piangere amore mio. Non meritavi di piangere.” Sussurrò dandomi un bacio sul naso. Sorrisi scuotendo la testa e lo abbracciai di nuovo. Senza farlo apposta mi strusciai sulla sua erezione e lui gemette.
“Scusami, non volevo.” Ammisi imbarazzata diventando tutta rossa.
“Dovremmo uscire.” Sussurrò teneramente. Annuì mordendomi il labbro inferiore e mi alzai.
“Vado in bagno.” Disse tossendo, per poi alzarsi. Scoppiai a ridere come una stupida e lui mi fulminò con lo sguardo per poi sussurrare:
“Tu non hai questi problemi.”  Sorrisi andando verso di lui. Mi alzai sulle punte e gli baciai il collo. Sussurrai:
“No.”
“Stronzetta che non sei altro vado in bagno.” Disse dolcemente. Annuì andando verso il mio armadio. Thomas aprì la porta ed entrò Janet. Si avvicinò a me e domandò:
“Usted tiene algo de ropa que puedo pedir prestado?”
La guardai confusa e lei scoppiò a ridere.
“Non ti capisco.” Ammisi. Thomas uscì dal bagno e venne vicino a me. Sorrise e sussurrò:
“Ha chiesto se hai dei vestiti da prestarli?”
Annuì felice prendendo un jeans e una maglia a mezze maniche. Gli e li porsi e lei mi sorrise grata andando in bagno.
“Devi imparare meglio lo Spagnolo, sei una vera frana. Stai con me e non capisci neanche una parola di spagnolo.” Sussurrò teneramente Thomas dandomi un bacio sulle labbra.
“Non mi hai mai insegnato.” Ammisi guardandolo male.
“Ora è colpa mia?” domandò inarcando le sopracciglia. Gli diedi un bacio sul collo e sussurrai:
“Si, sei un cattivo maestro.”
“Ti insegnerò.” Disse baciandomi i capelli. Sorrisi e lui andò via. Mi levai l’accappatoio e mi spogliai rimanendo solo con le mutandine e il reggiseno. Presi un paio di jeans bianchi e una maglietta a mezze maniche blu, con la scritta bianca “Amami se ne hai il coraggio.”
Amavo quella maglia. Sentì la porta di camera mia chiudersi, così mi girai impaurita. Davanti a me c’era Thomas vestito solo con un jeans a vita bassa.
Deglutì. Voleva farmi morire e ci stava riuscendo. Si avvicinò a me e mi appoggiò le mani sui miei fianchi facendomi sentire un brivido di eccitazione.
“Janet è uscita un pochino con Samanta, gli ho detto che tra 10 minuti saremmo andati anche noi.” Sussurrò sfiorandomi le labbra. Mi ripresi dal mio stato di schok e scossi la testa. Appoggiai le mani sul petto di Thomas e sussurrai:
“Janet non sa nulla di questo posto, dobbiamo andare con loro.”
“Così non vale.” Sussurrò triste mettendo fuori il labbro e facendo gli occhi da cucciolo.
“Stupido.” Sussurrai mordendoli il labbro.
“Sei davvero cattiva.” Disse mordendomi il labbro, sfiorai con un dito il suo petto e lui gemette.
“Mi devo vestire e anche tu.” Sussurrai chiudendo gli occhi per calmare la mia eccitazione.  Sorrise e andò via. Mi vestì di fretta e furia, corsi in bagno e presi il pettine. Mi pettinai e poi feci la coda alta.
“Hai fatto?” annuì mettendomi gli occhiali e mi girai. Thomas sorrise teneramente e mi prese per mano.
“Mi piaci così tanto con questi occhiali.” Lo guardai male scoppiando a ridere.
“Odio questa maglia.” disse guardando la mia maglia preferita.
“A me piace.” Sussurrai infastidita. Lui annuì baciandomi teneramente sulle labbra e s poi sussurrò:
“Non voglio litigare di nuovo.”
“Bene.” Dissi. Scendemmo le scale e mentre stavo per aprire la porta, Thomas mi tirò indietro. Lo guardai sgranando gli occhi e sussurrai:
“Che fai?”
“Fuori fa freddo e tu hai solo una magliettina a mezze maniche.” Disse deciso. Sbuffai guardandolo male e sussurrai:
“Non avrò freddo.”
“Mettiti il giacchetto Alyson.” Scossi la testa. Non volevo mettermelo, fuori non c’era freddo. Sbuffò anche lui e mi lasciò la mano. Prese il mio giacchetto di pelle e me lo porse.
“Mettitelo immediatamente.”
“No.” Dissi guardandolo negli occhi.
“Bene, finchè non ti metti il giacchetto noi non usciamo.” Disse chiudendo la porta a chiave, mise le chiavi dentro ai suoi jeans. Lo guardai ancora più male. Non poteva trattarmi come una bambina ogni volta che facevo le storie, anche se aveva ragione.
“Thomas smettila.” Dissi infastidita provando a prenderli le chiavi. Mi prese i polsi scuotendo la testa.
“Mettiti il giacchetto o non usciamo da qui.” Mi divincolai e lui mi strinse a se bloccandomi le braccia dietro alla schiena e le gambe con le sue. Sbuffai. Non mi sarei arresa così facilmente.
“Dai Alyson per favore.”
ANGOLO AUTRICE:
Ehilà eccomi qua J come state? Che mi raccontate di bello? 
Vi voglio dire grazie … grazie davvero di cuore per star seguendo questa storia, sono contenta che piaccia e che Thomas e Alyson non annoiano, grazie davvero <3
Scusate se ho fatto finire il capitolo proprio sul più bello, ma sennò veniva davvero troppo lungo ahahahh :P
PS: Il capitolo di domani finirà sul più bello ahahahah
Credo che abbiate capito che mi piace far finire i capitoli sul più bello J
A domaniiii
CIAOOO!!!

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Capitolo 10
*** Bacio al gusto crema ***


“Dai Alyson per favore.”
 “Non voglio mettermi il giacchetto.” Sussurrai infastidita. Lui lasciò le mie mani appoggiandosi meglio alla porta con me sopra di lui, cazzo era davvero forte.
“Aly devi solo mettertelo 20 minuti, il tempo di stare un po’ fuori.” Sussurrò teneramente al mio orecchio, per poi baciarmi il lobo.
“Ti prego Thomas, non voglio. Fuori non fa freddo.” Ammisi baciandoli il petto. Gemette.
“Che cocciuta che sei.”
Alzai gli occhi e incontrai i suoi che mi fissavano dolcemente. Non volevo il giacchetto. Gli passai una mano sul petto coperto solo da una maglietta bianca che metteva in risalto quei muscoli da Dio greco.
Gemette chiudendo gli occhi. Mi alzai sulle punte e cominciai a leccarli la clavicola.
“Non voglio il giacchetto amore mio.” Sussurrai continuando la mia tortura sulla sua clavicola.
“Devi mettertelo amore mio.” Sussurrò ansimando. Sorrisi baciandoli il collo, per poi passare lentamente la mia lingua di nuovo sulla sua clavicola. Due secondi dopo sentì la sua erezione che spingeva contro la mia gamba. Con la mano libera gli toccai i capelli come piaceva a lui, tirandoglieli appena. Era troppo alto, così gli saltai addosso incrociando le gambe dietro alla sua schiena e cominciai a baciare meglio la sua clavicola.
Cominciai a scendere con la mano piano piano dal suo petto fino alla cintura dei jeans, così da poter prendere le chiavi.
“T .. ti .. o .. dio .. qu .. quando .. fai .. c .. così.” Sussurrò ansimando. Sorrisi vittoriosa e sussurrai:
“Mi vuoi?”
“Oh mio Dio .. si …” rispose gemendo con una voce così sexy da poter far perdere il controllo anche a una donna di quasi 90 anni.
“Se ora usciamo e tu non mi fai mettere il giacchetto ti faccio fare quello che vuoi.” Sussurrai maliziosa al suo orecchio. Si irrigidì. Stavo esagerando. Sapevo che finchè io non avessi voluto farlo lui avrebbe aspettato. Scoppiò a ridere e mi fece scendere.
“Sei davvero cocciuta, ma il giacchetto te lo metti eccome.” Disse abbassando il viso. Sospirò mettendosi una mano davanti per coprirsi alla meglio.
“Ti sei un po’ eccitato.” Sussurrai ridendo.
“Come se non ti piacesse.” Disse soddisfatto di se stesso. Lo guardai male e gli tirai uno schiaffo sul petto. Sorrise guardandomi.
“Dai usciamo un pochino.”
“Va bene, dammi il giacchetto.” Sussurrai arrendendomi. Mi diede un bacio sui capelli e prese il giacchetto, me lo mise e poi mi prese per mano. Uscimmo fuori e c’era un caldo bestiale.
“Comincerà a piovere.” Disse guardando il cielo.
“No, c’è un sole che spacca anche le roccie.” Ammisi levandomi il giacchetto. Appena lo feci cominciò a piovere.
“Come avevo detto io.”
“Stronzo.” Sussurrai infastidita rimettendomi il giacchetto. Thomas sorrise, prese qualcosa dalla tasca del giacchetto e si mise un berretto di lana blu. Aprì leggermente la bocca, era un figo assurdo. Mi mise un altro berretto di lana in testa.
“Ti sta bene.”
“Si come no, ma tu sei sempre così figo?” domandai incredula. Lui scoppiò a ridere prendendomi per mano. Andammo verso la piazza. Il cellulare di Thomas cominciò a squillare. Sorrise e rispose:
“Hey Janet. Salimos ahora, dónde estás?”
“llegamos.” Disse staccando. Mi guardò dolcemente e sussurrò:
“Sono al bar. “
“Okay.” Dissi sorridendo. Thomas si fermò in un vicolo e mi attirò a se cominciando a baciarmi con passione. Mi prese in braccio facendomi così aderire completamente al suo corpo.
“Ti amo.” Sussurrò sensualmente al mio orecchio.
“Idem.” Ammisi. Lui sorrise guardandosi intorno e mi fece scendere. Mi prese di nuovo per mano e andammo verso il bar. Entrammo e vidi Janet e Samy che bevevano una cioccolata.
“A Samy piace la mia sorellastra.” Disse Thomas dandomi un bacio sul collo. Deglutì per il bacio e mi levai il cappello di lana, per poi sciogliermi la coda.
“Cosa vuoi amore?” domandò dolcemente Thomas al mio orecchio.
“Una cioccolata calda.” Esultai contenta rifacendomi la coda. Lo vidi sorridere e riferire la mia ordinazione al barista. Andai davanti alla vetrina con tutte quelle delizie.
“Buongiorno signorina.” Saltai in aria per lo spavento e alzai gli occhi. Il barista mi sorrideva, mordendosi il labbro per non scoppiare a ridere.
“Ehm … scusi … mi ero incantata.” Sussurrai facendo un sorriso imbarazzato. Lui sorrise e cavolo era davvero un bel ragazzo. Aveva i capelli neri e degli occhi marroni.
“Volevi qualcosa?” domandò ammiccando.
“Ehm …” sussurrai imbarazzata guardandomi intorno per vedere dove era Thomas. Stava appoggiato al bancone con la testa tra le mani. Stava aspettando le cioccolate calde.
“Mi chiamo James.” Disse il barista.
“Ehm … io mi chiamo … Alyson. …” sussurrai pentendomene immediatamente. Ero una cogliona.
“Bel nome.” Disse maliziosamente. Sorrisi appena sentendomi in imbarazzo. Guardai di nuovo i dolci.
“Io ti consiglio un bel dolce con la panna e la fragolina.” Lo guardai scandalizzata e lui scoppiò a ridere. Vidi Thomas alzarsi e venirmi vicino. Guardò male il ragazzo, in modo cagnesco e sussurrò infastidito:
“Lascia stare la mia ragazza e dagli quello che vuole.”
“Okay scusami. Cosa vuole signorina?” domandò deglutendo il ragazzo. Guardai male Thomas e lui ricambiò il mio sguardò. Andò a prendere le cioccolate calde e sussurrò infastidito dal mio comportamento:
“Vado al tavolo. Prendi quello che vuoi.” Detto questo andò diretto al tavolo di Samy e Janet. Mi girai verso il ragazzo che era diventato tutto rosso per l’imbarazzo.
“Mi devi scusare per il mio ragazzo. E’ un tipo geloso.”
“L’ho notato, anche io sarei geloso di una bella ragazza come te.” Sorrisi imbarazzata.
“Non sono abituata ai complimenti.” Ammisi abbassando il viso.
“Il tuo ragazzo non te li fa?” domandò inarcando le sopracciglia. Annuì sorridendo pensando a Thomas. Mi riempiva di complimenti e mi amava ogni giorno come se fosse il primo.
“Ogni giorno.”
“Allora non ho possibilità con te.” Disse dolcemente.
“No.” Ammisi sinceramente con un sorriso sulle labbra. Lui annuì e poi il cellulare cominciò a squillarli. Domandò>:
“Quale dolce vuoi?”
“Questo bombolone con la crema e anche questo con la cioccolata.” Mi guardò incredulo e me li porse. Sorrisi felice andando verso il tavolo e non essendoci sedie libere in tutto il bar mi misi a sedere sulle ginocchia di Thomas.
“Cosa hai preso di buono?” domandò teneramente. Con un sorrisino da ebete gli feci vedere i due bomboloni e lui scoppiò a ridere scuotendo la testa.
“Me ne dai un pezzo, vero?” domandò sempre ridendo.
“Mmm e tu cosa mi dai in cambio?”
“Quello che vuoi.” Sussurrò malizioso. Scossi la testa divertita e presi la mia cioccolata calda. Ne bevvi un sorso girandomi verso Janet e Samy. Ridevano e scherzavano anche se non si capivano.
Thomas era appoggiato allo schienale della sedia e muoveva le gambe in su e in giù per farmi cascare la cioccolata. L’appoggiai sul tavolo e lo guardai male.
“Perché non la bevi più?” domandò ironico.
“Sei davvero un pezzo di merda.” Sussurrai sbuffando. Lui sorrise dandomi un bacio sull’angolo della bocca.
“Mmm si … però a te piace.” Disse soddisfatto. Sbuffai, ma sorridendo lo stesso.
“Se come no ..” risposi mordendomi il labbro. Sorrise divertito. Presi il bombolone e uno lo porsi a Janet e a Samy che mi guardavano con un viso angelico.
“Gracias.” Disse felice Janet. Sorrisi addentando il mio bombolone. Era buonissimo. Mugolai di piacere e Thomas mi guardò sgranando di poco gli occhi.
“Sei impazzita o cosa? Vuoi farmi eccitare?”
Scoppiai a ridere scuotendo la testa. Mi guardò divertito.
“Ehm .. scusa .. ma è davvero buono ..” sussurrai appena avvicinandoglielo alle labbra, ne addentò un pezzo e poi si leccò le labbra.
“Niente male.” Sussurrò dolcemente levandomi con un dito la crema dal bombolone per poi leccarsi il dito.
“Stronzo.” Sussurrai addentando un altro pezzo. Era davvero squisito.
“Me ne dai un altro pezzo?” domandò Thomas con la faccia da cucciolo. Ghignai scuotendo la testa.
“Dai, solo un morso.” Sussurrò teneramente. Scoppiai a ridere perché cominciò a farmi il solletico su un fianco. Appoggiai la testa sulla sua spalla ridendo rumorosamente .
“Me ne dai un pezzo?”
“S .. si … v .. va bene ..” riuscì a dire appena tra quelle splendide risate che si erano mischiate con le sue. Smise di farmi il solletico  e sussurrò:
“Grazie, sei così gentile.” Gli tirai una pacca sulla nuca e avvicinai il bombolone. Ne addentò un altro pezzo mugugnando. Sorrisi divertita e ammisi:
“Io avevo detto che era squisito.”
“Stupida.” Disse divertito prendendo la mia cioccolata calda e finendola. Lo guardai arrabbiata e lui mi fece il verso. Sorrisi di nuovo tirandoli un'altra pacca sulla nuca e sussurrai:
“Stronzo.”
“Come te.” Disse ghignando e accarezzandomi la schiena. Appoggiai il bombolone su un pezzo di carta e presi un fazzolettino per pulirmi, ma Thomas mi prese il polso e avvicinò le sue labbra alle mie.
“Non pulirti con un fazzolettino.” Sussurrò chiudendo gli occhi.
“Come dovrei pulirmi?” domandai appena chiudendo gli occhi.
“Così.” Sussurrò appoggiando le sue labbra sull’angolo della mia bocca dove avevo la crema. Mi morsi il labbro inferiore e le sue labbra andarono a finire sulla mia clavicola.
“Ora sei pulita micetta.” Sorrisi divertita aprendo gli occhi. Mi guardò facendo un sorriso tenerissimo e poi prese il mio bombolone, quello che ne era rimasto e ne addentò un pezzo, lo avvicinò alle mie labbra e lo finì.
“Era davvero buono.” Ammise contento stringendomi  a se. Sorrisi dandoli un bacio sul collo. Samy ci venne davanti e disse felice:
“Voglio andare alle giostre.”
ANGOLO AUTRICE:
ECCOMI DI NUOVO QUA!!
Come state? che mi raccontate? 
Lo so, sono cattiva ahahahaha. Faccio finire i capitoli sempre sul più "bello", ma questa volta è un lungo capitolo dai ahahhaahah
Cosa ne pensate dei due piccioncini? Come sarà il loro arrivederci? tra poco Thomas dovrà ripartire :( come pensate he ci rimarrà Alyson?
A domaniii :D
CIAOOO

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Capitolo 11
*** Hai paura? ***


“Voglio andare alle giostre.”
Guardai Thomas e lui annuì. Mi alzai dalle sue gambe e anche lui si alzò dandomi un bacio sulla tempia.
“Vado a pagare, la macchina è davanti al cancello.” Annuì prendendo Samy per mano e Janet mi affiancò sorridendo. Uscimmo fuori dal bare e mi misi il berretto.
Andammo davanti al cancello e Samy domandò triste:
“Tato a che ora va via?”
“Ehm non lo so … credo dopo pranzo ..” sussrrai triste. Non volevo pensarci. Non volevo che se ne andasse.
Thomas ci affiancò sorridendoci a tutte e tre e aprì la macchina. Ci fece salire e poi salì anche lui. Mise in moto guardandomi. Domandò:
“Stai bene?”
“Tutto ok.” Sussurrai accendendo la radio per pensare solo alla musica e non al vuoto che avrei avuto quando Thomas se ne sarebbe andato. Mise la mano con cui non stava guidando su una mia gamba e sussurrò:
“Vuoi andare a casa?”
“No.” Sussurrai guardandolo. Lui annuì e parcheggiò. Samy scese tutta felice e Janet mi venne ad aprire.
“Grazie.” Dissi. Lei sorrise prendendomi per mano e trascinandomi dentro al luna park.
“Voglio andare sulle macchinine a scontro.” Disse Samanta saltellando. Thomas scoppiò a ridere annuendo e domandò:
“Facciamo due e a due?”
“IO CON TE!!” disse saltellando e appiccicandosi a Thomas. Sorrisi divertita guardando Janet. Lei mi fece l’occhiolino divertita e mi prese per mano. Thomas andò a prendere qualche gettone e si avvicinò a noi.
“Ti farò il culo a strisce.” Disse sorridendo al mio orecchio.
“Attento che non te lo facciamo noi.” Sussurrai divertita. Mi diede un bacio sulle labbra e prese Samy in braccio. Si misero in una macchinina. Janet ne scelse una e io dovevo essere alla guida.
“Faccio schifo.”
Lei sorrise divertita scuotendo la testa e mise il gettone. Il giro cominciò. Era davvero divertente. Tutte le persone si scontravano e ridevano. Janet era davvero simpatica. Non ci capivamo, ma ridevamo come delle matte uscite dal manicomio.
Il giro finì e ansimai in cerca di ossigeno per le troppe risate, Janet rideva con me. Avevo la schiena spezzata in due per le botte che avevo preso, ma ero contentissima.
Vidi Thomas venirci davanti.
“Vi abbiamo fatto il culo a strisce.” Disse ghignando e battendo il cinque a Samanta.
“Non scommetterci tanto.” Dissi alzandomi. Lui sorrise di nuovo e poi annuì verso Samanta.
“Samy vuole andare nel tunnel dell’orrore.” Sgranai gli occhi ansimando. Odiavo quel posto. Quando ci andavo con i miei urlavo come una pazza e mi pisciavo sempre addosso.
“Hai paura?” domandò Thomas trattenendo una risata.
Deglutì guardando Janet in cerca di aiuto, ma lei ci guardava tutta sorridente.
“Alyson hai paura?” domandò sfottendo Thomas. Lo guardai male. Sapeva che avevo paura. Ero una fifona nata. Samy rise guardandoci e prese Janet per mano.
“Io vado con lei. Voi due entrate dopo.” Disse incamminandosi. Sgranai gli occhi. Thomas adorava quelle cose e si divertiva a farmi paura. Mi porse la mano facendo un viso angelico.
“Ti odio.” Sussurrai avviandomi.
“Ma dove vai? Ti caghi addosso pure della tua ombra ahahahah.” Disse ridendo e prendendomi per mano. Mi attirò a se e sussurrò:
“Pronta per entrare nel tunnel dell’orrore?”
“Io ti ripeto. Ti odio con tutto il cuore.” Sussurrai sospirando. Thomas annuì ridendo ancora e ci incamminammo davanti al tunnel. Mi metteva già paura a vederlo.
“Volete entrare?” domandò qualcuno. Mi girai per vederlo e urlai appena. Thomas scoppiò a ridere. L’uomo aveva un coltello conficcato nel cuore e usciva sangue.
“Alyson è finto.”
“Davvero?” domandai appena trattenendo un altro urlo.
“Davvero, guarda l’uomo. “
Guardai di nuovo l’uomo e tirai un sospiro di sollievo. Era finto. Thomas scosse la testa ridendo e mi diede un bacio sui capelli. Mi attaccai di più a lui così da scomparire nel suo corpo.
“Possiamo entrare?” domandò al signore. Lui annuì divertito guardandomi. Entrammo dentro al tunnel e c’era buoi. Mi stavo già cagando addosso. Avevo paura del buio. Sentì dei passi dietro di noi, così mi girai e tirai un urlo di spavento. Qualcuno si avventò su di me facendomi cascare all’indietro. Sentì Thomas scoppiare a ridere.
“CHE CAZZO RIDI?!?! LEVAMI QUESTO DA SOPRA DI ME!!” urlai irritata e spaventata
ANGOLO AUTRICE:
EHILA’!!!
Come state? Che mi raccontate di bello?
Pronte per rientrare a scuola? (Io NO!! :,( )
Come sempre ho fatto finire il capitolo proprio sul più “Bello”, ma in compenso è un capitolo più lungo di quello di ieri dai ahahhahah
Quello di domani si concluderà in modo piuttosto spiacevole … non voglio spoilerarvi niente …
A domaniiii :D

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Capitolo 12
*** La sorpresa ***


“CHE CAZZO RIDI?!?! LEVAMI QUESTO DA SOPRA DI ME!!” urlai irritata e spaventata
“Alyson è un manichino.” Disse prendendolo e buttandolo da una parfte. Mi prese per mano e mi alzò.
“Me la pagherai cara Thomas.” Dissi irritata.
“Non vedo l’ora.” Disse divertito. Cominciammo a camminare di nuovo e sentì il rumore di una motosega. Mi girai impaurita e urlai appena vidi un uomo correrci incontro con la motosega. Cominciai a correre come una dannata e Thomas mi seguiva ridendo.
Inciampai su qualcosa e cascai su qualcosa di morbido. Thomas mi affiancò.
“Stai bene?” domandò scompisciandosi dalle risate.
Aprì gli occhi e c’era poca luce. Guardai dove ero cascata e c’era un clown. Urlai di nuovo.
“Ciao bella signorina.” Disse il clown sorridendo. Urlai di nuovo alzando mie mi appiccicai a Thomas. Sorrise divertito e cominciammo a camminare. Mi sentivo sporca.
Una luce si illuminò, così guardai in quella direzione.
C’era un uomo che stava tagliando gli organi a qualcuno. Urlai di nuovo e Thomas scoppiò dui nuovo a ridere.
“Vieni bella signorina, vieni.” Disse l’uomo sorridendo. Mi divincolai dall’abbraccio del mio ragazzo e cominciai a camminare impaurita in cerca di qualcosa da buttare a quello psicopatico. Mi tolsi una scarpoa e mentre gli e la stavo per buttare addosso Thomas mi prese il polso.
“Stai ferma.”
“STAI FERMA?!?! QUELL’UOMO STA UCCIDENDO QUALCUNO!!” Thomas rise di nuoco e mi attirò di nuovo a se. Mi prese per mano e mi portò davanti a quell’orrore.
“Amore è finto.” Disse baciandomi la tempia.
Deglutì e ci incamminammo di nuovo. Avevo troppa paura, non avrei retto un altro coso pauroso. Sentì di nuovo dei passi frettolosi dietro di noi e un respiro affannoso.
Mi girai impaurita e qualcuno mi saltò addosso. Urlai di nuovo tirandoli un calcio nei gioielli di famiglia e Thomas scoppiò a ridere. Mi alzai impaurita e cominciai a correre.
“Ma dove vai? Fermati.” Disse Thomas affiancandomi. Mi prese per mano e scivolò su qualcosa, finì sopra di lui. Mi guardò divertito.
“Ti piace iol divertimento?”
“Ti odio.” Sussurrai alzandomi. Avevo paura e lui scherzava. Lo presi per mano e camminai. Volevo uscire. Qualcuno saltò addosso a Thomas e lui cascò all’indietro sgranando gli occhi. La luce lo illuminò. Aveva un coltello ed era tutto pieno di sangue. Thomas era in una pozza di sangue.
Urlai scoppiando a piangere e inginocchiandomi. Accarezzai il suo viso.
“E’ troppo divertente amore mio.” Disse alzandosi e levandosi il coltello dal petto. Lo guardai incredula asciugandomi le lacrime. Sorrise porgendomi una mano. Mi alzai e gli tirai uno schiaffo.
“SEI IMPAZZITO O COSA!?!?”
“E dai Aly. È solo un divertimento.” Disse sorridendo. Gli tirai un altro schiaffo e uscì. Vidi Janet e Samanta che mangiavano i pop-corn. Samanta era tutta sorridente,.
“Aly per favore.” Sussurrò Thomas al mio orecchio. Gli tirai una gomitata nello stomaco e mi avvicinai a mia sorella.
“Ti si sentiva da fuori.” Disse divertita Samanta. La guardai male prendendo dei pop –corn. Thomas mi affiancò massaggiandosi lo stomaco. Mi guardò teneramente.
“Mi accompagni in bagno?” domandai sbuffando a Thomas.
“Allora non ti sei pisciata addosso.” Disse sorridendomi. Lo fulminai di nuovo con lo sguardo e gli tirai uno schiaffo sul petto. Mi incamminai verso il bagno, anche se non sapevo dove cavolo era.
“Il bagno è davanti a te amore.” Sussurrò teneramente al mio orecchio. Sbuffai entrando dentro al bagno e mi guardai allo specchio. Sembravo un morso. Avevo gli occhi tutti gonfi e le guancie dello stesso colore.
“Sei bellissima lo stesso.” Disse Thomas venendomi dietro. le sue mani si posarono sui mii fianchi. Mi girai verso di lui ritrovandomi spiaccicata al lavandino con lui sopra.
“Scusa se ti ho fatto entrare li dentro. Mi dispiace tantissimo, ma sai che a me piacciono quelle minchiate li.” Ammise teneramente.
“Sei un coglione.” Ammisi sospirando. Thomas annuì accarezzandomi le guancie. Sorrise baciandomi.
“Scusami davvero tanto cucciola.” Sorrisi e il suo celluare cominciò a squillare.
“Aspetta due secondi.” Disse dolcemente. Prese il cellulare e rispose:
“Hey.”
“Si sono io.” Disse guardandomi e sospirando. Strinse l’occhio e mi mandò un bacio. Sorrisi imbarazzata.
“Va benissimo, grazie mille.” Disse staccando. Sorrise e mi abbracciò fortissimo a s:
“Non partto oggi amore mio. Partirò tra una settimana.”
Sorrisi felicissima e lo baciai saltandoli addosso e intrecciando le gambe dietro alla sua schiena.
“Menomale.” Sussurrò gemendo.
ANGOLO AUTRICE:
EHILA' ciao come state? come è andato il vostro primo giorno di scuola?
Io mi stavo per addormentare in classe ahahahhahah
Vi volevo dire una cosa ... non aggiornerò più tutti i giorni, aggiornerò solo una o due volte a settimana, perchè sono strapiena di compiti e interrogazioni ... Ma so che voi ci sarete sempre e sono felice per questo.
Sono così felice che la storia vi piaccia e quando leggo le vostre recensioni sorrido sempre. 
Domani non credo di farcela ad aggiornare, ma in compenso ho fatto finire il capitolo bene ahahahh, spero che vi piaccia xD scusate se il capitolo è corto, ma ho dovuto farlo finire, perchè sennò veniva davvero lunghissimo 
ALLA PROSSIMA, SPERANDO CHE ARRIVI PRESTO!!
Risponderò alle recensioni, se le lascerete dal cellulare :)
CIAOOO :P

 
 
 

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Capitolo 13
*** Io e te ***


“Menomale.” Sussurrò gemendo.
Gli accarezzai i capelli mordendoli il labbro. Con ansia andò verso la porta del bagno. Sentivo la sua eccitazione crescere e anche la mia. Avevo voglia di lui. Chiuse la porta con un calcio e mi fece sbattere al muro.
Mugugnai di dolore.
“Perdonami Alyson, ma ho una voglia irrefrenabile di farti .. mia.” Sussurrò chiudendo gli occhi. Gli accarezzai dolcemente tutto il viso. Sorrise teneramente e sussurrò:
“Ti aspetterò per tutta la vita.”
“Io voglio farlo con te Thomas … tutte vorrebbero farlo con te … “
“Tu non sei tutte Alyson … tu sei unica … tu mi hai salvato dal mio mondo ..” sussurrò scandendo ogni parola sempre guardandomi negli occhi. Non ci riuscino e non perché non lo amassi, avevo solo paura … paura ma non sapevo di cosa. Feci un piccolo sorriso, come sempre delle parole mi arrivavano dritte al cuore.
“Vuoi fare un altro giro sulle macchinine?” domandò sorridendo. Annuì e lui mi fece scendere. Mi diede un bacio sulla tempia e poi aprì la porta del bagno.
“Dopo di te.” Disse sorridendo galante.
“Che uomo galante.” Dissi passando. Sorrise di nuovo facendo il gesto di inchinarsi e levarsi il “Finto” cappello.
“Oh grazie madame.” Disse guardandomi sempre inchinato. Entrarono Janet e Samy che appena ci videro sorrisero complici. Le guardai incuriosita e Janet mi prese per mano trascinandomi fuori ridendo.
“Ragazze belle, andiamo a casa. A Samy fa male la pancia.”
Sorrisi divertita e andammo verso la macchina. Thomas ci fece salire e poi salì pure lui. Mise in moto e partì. Accesi la radio, ma non c’era nulla. sbuffai. Odiavo stare in macchina senza musica.
“Apri quel cassetto. Ci dovrebbero essere dei cd.” Disse Thomas. Sorrisi aprendolo e vidi un casino di cd. Sgranai gli occhi, non sapevo che avesse la passione dei cd di musica.
“Se te lo stai chiedendo … sono tutti i tuoi gruppi preferiti … me li ero fatti fare da un mio amico, così potevo conoscerti meglio e provarci, ma non è successo. Sei stata durissima con me all’inizio.”
Sorrisi. Odiavo Thomas all’inizio, mi sembrava il classico figo stronzo, avevo ragione ma poi ho cominciato a vederlo con occhi diversi. Mi era rimasto solo lui, era diventato la mia ancora senza nemmeno che me ne accorgessi.
Appoggiò una mano su una mia gamba e poi appoggiai una mia sopra la sua. Misi un cd e cominciò una canzone dolce e soave, una di quelle che ti scalda il cuore. Sorrisi e in poco tempo mi addormentai.
“COSA CAZZO STAI DICENDO?!? AVEVI DETTO CHE ERA TUTTO APPOSTO!! NON POSSO FIDARMI NEMMENO Più DI TE!!”  con quelle urla per poco non cascai dal letto.
Ero ancora mezza addormentata. Ero nel mio letto. Sorrisi alzandomi e mi misi gli occhiali.Thomas mi aveva portato nel letto e ora stava urlando con qualcuno. Indossavo il pigiama, per modo di dire. Addosso avevo solo una canottiera bianca e dei pantaloncini neri.
“NON MI CALMO!! AVEVI DETTO CHE ERA TUTTO APPOSTO!!”  uscì dalla porta e vidi Thomas seduto sulle scale con una sigaretta in una mano e il telefono nell’altra appoggiato all’orecchio.
“SAI QUANTO CAZZO E’ IMPORTANTE?!?” Domandò urlando di nuovo e staccando il telefono. Sospirò, così mi misi dietro di lui inginocchiata facendo scricchiolare il pavimento.
“Scusa se ti ho svegliato … non volevo Alyson …” disse girando un po’ la testa. Lo baciai sulle labbra e sussurrai:
“Ti hanno fatto arrabbiare?”
“Come sempre … Gli ho chiesto una sola piccola cosa e non l’hanno fatta ..” disse sbuffando. Sorrisi accarezzandoli i capelli per farlo calmare. Chiuse gli occhi lasciandosi andare.
“Avresti bisogno di una doccia calda.” Sussurrai baciandoli il collo. Lui annuì, si era calmato. Sospirai alzandomi e gli porsi la mano. Lui sorrise scuotendo la testa e si alzò.
“Vai a letto Alyson. Io dormirò di sotto.”
“Non voglio che tu dorma di sotto, dormi con me.” Sussurrai dolcemente per farlo calmare di più.
“Non ho sonno piccola.”
“Nemmeno io.” Ammisi facendo un piccolo sorriso. Mi depositò un tenero bacio sui capelli e poi andò verso il bagno.
Sospirai di nuovo prendendo il suo cellulare. Volevo capire il perché era così arrabbiato. Aprì il registro delle chiamate e l’ultima chiamata che aveva fatto era ad un numero che non conoscevo e non c’era neanche il nome.
Il cellulare cominciò a vibrare, così risposi:
“Pronto chi è?”
“Scusi il dsturbo, volevamo dirle che abbiamo rimediato quello che ci aveva chiesto signore.” Disse la voce tutta contenta.
“Non capisco.” Ammisi. Il cellulare mi venne peso da qualcuno, girai la testa e vidi Thomas tutto bagnato con delle eccitanti goccioline che gli cascavano su quel petto da Dio greco e che andavano a finire dentro l’asciugamano nero che aveva avvolta intorno alla vita. Quelle goccioline facevano venire la voglia di leccarle tutte. Ero a bocca aperta. Sorrise e rispose:
“Sono Thomas.”
“Okay, grazie mille.” Disse staccando e porgendomi il telefono.
“Puoi prenderlo ora.” Sussurrò tenermente. Mi morsi il labbro cercando di calmare le mie fantasie su quel corpo perfetto.
“Non volevo … ehm …” cercai di giustificarmi. Thomas sorrise di nuovo teneramente abbracciandomi. Il mio viso si spiaccicò contro il suo petto. Mi bagnai tutto il viso. Sorrisi abbracciandolo.
Mi diede un bacio sui capelli. Alzai il viso fino a incontrare i suoi occhi che mi facevano battere il cuore all’impazzata.
“Dammi un bacio.” Sussurrò facendo un piccolo sorriso.
“Dammi un bacio tu.” Dissi sfottendolo. Appoggiò le labbra sulle mie. Un bacio casto e tenero, ma che trasmetteva tutto quello che provava per me.
“Vado a vestirmi cucciola, dopo ti va di guardare un film?” domandò baciandomi di nuovo. Annuì sorridendo e andai di corsa giù per andare a preparare i pop corn.
Misi la busta dei pop corn dentro al microonde. Mi sentì cingere i fianchi e un profumo di dopo barba invadermi le narici.
“Sei una mangiona, ma amo questa cosa.” Sussurrò Thomas mordendomi l’orecchio. Chiusi gli occhi mordendomi il labbro inferiore, una mano di Thomas scese piano su un mio gluteo per poi farla andare sulla gamba. Gemetti rumorosamente.
“Se fai così mi eccito subito.” Sorrisi mettendomi di più appiccicata a lui, senza farlo apposta mi strusciai contro di lui.
“Oh .. cazzo.” Disse ansimando e facendomi girare di scatto. Mi fece andare a sbattere contro lo spigolo del mobile e cominciò a baciarmi appoggiandosi di più addosso a me, senza però pesarmi.
Mi strinse i glutei facendomi alzare e mettere sul bancone. Con una mano accarezzò la mia guancia e poi mi sfiorò l’incavo del collo con le dita. Gemetti di nuovo contro le sue labbra.
Thomas cominciò a toccarmi il ventre dolcemente mentre ansimavo per quel tocco così tenero e per niente affrettato. Prese i lembi della mia canottiera staccandosi dalle mie labbra. Sussurrò:
“Posso?” . Annuì. Non ero sicura se ero pronta o no, ma ero sicura di una cosa. Se avessi voluto che si fermasse, lo avrebbe fatto. Cominciò a tirarmi su la canottiera e in pochi secondi  fù a terra. Si staccò di nuovo dalle mie labbra e mi guardò eccitato.
Diventai tutta rossa in viso, indossavo un reggiseno nero della nike. Mi accarezzò una guancia.
“Sei bellissima Alyson.”
ANGOLO AUTRICE:
ECCOMI DI NUOVO QUA!!!
HO AGGIORNATO!!! Scusatemi davvero per l’enorme ritardo, ma la scuola pesa troppo, mi capite?
Non riuscirò spesso ad aggiornare proprio per questo motivo L credo che aggiornerò una volta a settimana, ma spero che possiate perdonarmi …
Comunque .. come state? Che mi raccontate di bello? Avete impegni per questo week- end?
Il mio ultimo week-end da minorenne O.o (Ho una fifa assurda ahahahha)
Ora vado ahahahah, sennò divento sempre ripetitiva
Grazie a tutti quelli che mi seguono J mi rendete ogni giorno più felice.
PS: Vi prometto che cercherò di pubblicare il prima possibile!! (HO FATTO ANCHE IL CAPITOLO PIU’ LUNGO!!)
CIAOOO!!!!!!

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Capitolo 14
*** Prometto ***


“Sei bellissima Alyson.”
“Non dire cazzate.” Sussurrai abbassando il viso. Vidi che indossava un pantalone di tuta ed era a petto nudo. Aveva la patta della tuta rialzata.
“Se non pensassi che tu fossi bella non avrei sempre il problemino della bandiera alzata. Mi succede ogni volta che ti penso e alcune volte è un vero trauma.” Disse ridendo. Scoppiai a ridere anche io con lui. Gli passai una mano sul petto facendo piccoli cerchi su quegli addominali scolpiti. Thomas cominciò a gemere ad ogni mio tocco.
“V .. vuoi … f ..farmi … im .. impazzire?”
“Mmm forse ..” sussurrai dandoli un piccolo bacio sulle labbra.
“Ci stai riuscendo micetta.” Sussurrò respirando profondamente.
“Non devi essere il solo.” Ammisi baciandoli il collo. Il microonde fece din e mi fece quasi urlare per lo spavento.
“Aspetta due minuti micetta.” Disse aprendo il microonde e prendendo la busta dei pop corn. La aprì e gli mise tutti in una scodella. Sorrisi mentre guardavo i suoi eccitanti movimenti. Era così bello ed era solo mio. Venne di nuovo tra le mie gambe e mi diede un bacio casto sulle labbra. Gli accarezzai i capelli attirandolo come se fosse possibile di più a me. Gemette di nuovo rumorosamente. Sentivo la sua erezione spingere contro l’interno coscia.
“Hai fatto i pop- corn e non li vuoi?” domandò teneramente.
“Ho qualcosa di meglio dei pop-corn.” Sussurrai facendolo sorridere. Si morse il labbro inferiore.
Passai una mia mano sul suo viso, scendendo piano piano sul suo collo.
“Ahh ..” sussurrò con una voce sexy ansimando appena. La mia mano dolcemente e sensualmente scese sul suo corpo tracciando i suoi addominali per farlo impazzire.
“C .. con .. continua .. t .. ti .. pre .. prego …” sussurrò di nuovo gemendo.
Sorrisi. Ero felice che gli piacesse. Arrivai fino all’elastico dei suoi pantaloni e con il pollice accarezzai quella peluria che aveva su quella v perfetta della fine degli addominali che andava direttamente su quella erezione pulsante che spingeva.
“Oh cazzo Alyson …” disse prendendomi il viso tra le sue mani e guardandomi negli occhi e poi baciandomi con urgenza, insinuando quasi subito la sua lingua dentro alla mia bocca. Si strusciò sulla mia gamba e mi fece scappare un gemito e se lo fece scappare anche lui.
Si staccò dalle mie labbra e cominciò a baciarmi la clavicola, mordendomi appena.
“Così mi lasci il segno.” Mi lamentai sorridendo.
“Mmm .. come se non ti piacesse.” Disse mordendo e leccando con la punta della sua lingua. Sorrisi di nuovo. Ero così felice di stare in quel momento con lui.
Cominciò a succhiare il mio collo, mi avrebbe lasciato il segno ma era lo stesso.
“Così tutti capiranno che tu sei solo mia.”
“Allora dovrei fartelo anche io.” Sussurrai gemendo appena. Mi diede un piccolo morso e poi mi guardò negli occhi. Sorrise mettendo la testa da un lato, lasciandomi una parte del suo collo scoperta.
Mi leccai un labbro e appoggiai le labbra sul collo.
“V … vai pure.”
“Sicuro?” sussurrai baciandoli quella parte di collo. Lui annuì. Lo morsi dolcemente sentendolo gemere. Cominciai a succhiare sensualmente mentre con una mia mano tracciavo piccoli cerchi su quell’addome perfetto.
Lo sentivo ansimare contro al mio orecchio, mi stava facendo impazzire. Succhiai più forte sentendo il suo odore invadermi le narici. Appena finì il mio capolavoro lo baciai sorridendo.
“Wow … è stato … magnifico.” Disse cercando di parlare normalmente. Sorrisi imbarazzata abbassando il viso, pentendomene subito. La sua erezione era diventata grandissima, si vedeva lontano un miglio che voleva uscire da li.
Sentì le sue labbra di nuovo sul mio collo. Chiusi gli occhi mettendo la testa da un lato per facilitarli il compito. Le sue mani cominciarono a vagare sensualmente sulle mie gambe. Le sue labbra si impossessarono della mia clavicola.
Gemevo ad ogni suo tocco. La punta della sua lingua tracciò un punto dal mio collo fino ad un mio seno. Ogni punto era come se andasse a fuoco.
“Alyson … ti prego … se vuoi che ci fermiamo facciamolo adesso … non posso continuare …” sussurrò gemendo e alzando il viso da quella dolce tortura che stava facendo sul mio seno coperto.
Deglutì chiudendo gli occhi.
“Alyson mai nessuna ragazza mi ha fatto impazzire così tanto.” Sussurrò dandomi un piccolo bacio sulle labbra.
“Thomas devi perdonarmi … io voglio farlo, ma ho paura.” Sussurrai stringendo gli occhi per non piangere. Ero solo una stupida bambina. Thomas mi strinse a se.
“Ssh amore mio … “ sussurrò teneramente dandomi un piccolo bacio sui capelli. Mi cominciò a cullare tra le sue braccia. Inspirai quel suo odore di cocco che mi faceva impazzire.
“Non preoccuparti Alyson .. ti aspetterò per tutta la vita.” Sorrisi tristemente sperando davvero che fosse vero. Il campanello suonò. Sbuffai guardando l’orario. Erano appena le 4 del mattino.
Thomas sospirò allontanandosi da me. Scesi dal bamncone e presi la canottiera, me la misi e andai ad aprire la porta.
“Jessica che ci fai qui?” sussurrai irritata.
ANGOLO AUTRICE:
EHILA’!!
ECCOMI DI NUOVO QUI!!! Come state? Che mi raccontate di bello?
Scusate per il ritardo, ma la scuola è dura ahahahah.
Mi scuso con voi per il ritardo e sembrerò ripetitiva e noiosa, ma devo dirvelo …
Come saprete non potrò aggiornare spesso, ma cercherò di aggiornare una volta a settimana, ve lo prometto …
Un'altra cosa importantissima!!
Vi ringrazio per la pazienza e perché seguite questa storia, per me è veramente un piacere J
Ora vado, che devo ripassare diritto ahahahhah
(SI SOTTERRA.)
il capitolo è un po’ … ehm … hot … spero che vi sia piaciuto *-*
Alla prossima!!!
PS: Scusate se il capitolo non è lungo L

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Capitolo 15
*** Fratello ***


“Jessica che ci fai qui?” sussurrai irritata.
 “Non voglio parlare con te nana, ma con Tommy.” Disse sorridendo maliziosamente. Strinsi i pugni, volevo riempire quella faccia a culo che si ritrovava piena di pugni. Thomas mi affiancò e guardò Jessica inarcando le sopracciglia. Lei si morse il labbro guardando il suo rigonfiamento.
“Non te lo da tanto.” Dissi ringhiandole contro.
“Buona micetta.” Disse Thomas attirandomi a se con un braccio.
“Thomas dobbiamo parlare.” Disse la troietta in calore guardandomi male. Lui scosse la testa sospirando appena.
“Non nascondo nulla alla mia ragazza.” Sorrisi imbarazzata. Jessica sbuffò incenerendomi con lo sguardo. Gli feci la linguaccia.
“Non mi nasconde nulla.” dissi di nuovo ringhiandoli contro. Thomas fece un piccolo, ma tenero sorriso.
“Micetta stai calma.” Sorrisi rilassandomi.
“Okay te lo dico. Tuo fratello era venuto a cercarmi, credeva che stessimo ancora insieme.” Disse sospirando. Thomas non aveva più contatti con suo fratello, non mi aveva mai spiegato il perché. Aveva detto che un giorno me lo avrebbe detto.
“Cosa ti ha detto?” domandò deglutendo. Lo sentì irrigidirsi. Aveva paura, molta paura e non potevo fare nulla perché non ne sapevo il motivo.
“Quando ho detto che non stavamo più assieme se ne è andato. Era messo male, si vedeva che era ubriaco.” Disse provando a prendere una mano al mio ragazzo, ma lui la scostò subito.
“Ora vattene Jessica.” Disse lui chiudendo la porta. Mi lasciò anche me e cominciò a girare a passi svelti per tutta la casa. Ero davvero preoccupata per lui.
Lo guardai mentre si accendeva un'altra sigaretta. Non volevo urlarli contro che non doveva fumare perché a me dava noia, ma era davvero agitato. Non mi aveva mai davvero parlato di suo fratello e non volevo lasciarlo da solo in quel momento duro per lui.
“Non ci posso credere.” Disse tirando un tiro alla sigaretta. Non parlava con me, ma da solo. Si sarebbe incazzato se avessi detto qualcosa e non volevo che litigassimo di nuovo. Avrei aspettato finchè non mi avesse rivolto la parola.
Si mise a sedere sulla poltrona e continuò a fumare. Sbuffò accendendo la televisione e mi guardò.
“Se vuoi me ne vado di sopra.” Sussurrai incamminandomi per le scale.
“No. Resta.” Disse deciso, ma senza guardarmi. Buttò la sigaretta nel portacenere e mi fece segno di andare sulle sue ginocchia.
“Davvero Thomas, se vuoi me ne vado di sopra.” Sussurrai. Non volevo che si arrabbiasse. Si alzò e mi venne davanti.
“Non voglio che tu te ne vada di sopra. Voglio parlare con te.” Sussurrò porgendomi una sua mano. Gli e la strinsi in una mia e mi portò sulla poltrona. Si mise a sedere e mi attirò a se. Prese una coperta e me la mise sulle gambe.
“Così non hai freddo micetta.” Sussurrò dolcemente.
Feci un piccolo sorriso e lo guardai negli occhi.
“Non ti ho mai detto nulla di mio fratello e tanto meno della mia famiglia.” Disse sospirando. Scossi la testa mordendomi il labbro inferiore.
“So solo quello che mi hai detto tu.” Ammisi sospirando.
“Si … ma non molto …” disse chiudendo gli occhi. Gli accarezzai dolcemente una guancia e sussurrai:
“Io sono qui per te.”
“Bene … non ho proprio una vera e propria famiglia … sono sempre stato il ragazzo strano che voleva essere un eroe …”
“Lo sei.” Sussurrai pensando a tutte quelle volte che mentre era in missione mi chiamava piangendo e dicendo che aveva salvato delle vite.
“No, non lo sono. Mia madre mi odiava e mio padre faceva lo stesso. Sono cresciuto in fretta e all’età di 10 anni già volevo andarmene da casa … i miei genitori .. ” non continuò. Si morse il labbro e trattenne le lacrime. Non sapevo cosa dire o fare, ma volevo che lui si aprisse con me. Volevo che lui mi raccontasse tutto della sua famiglia senza preoccuparsi di nulla.
Gli accarezzai il viso dolcemente e ammisi sussurrando:
“Io ci sono Thomas. Puoi dirmi tutto.”
“Ho solo paura Alyson.”
“Di cosa?” domandai dolcemente. Lui sospirò.
“Ho paura di perderti. Non ho la famiglia perfetta Alyson, la mia famiglia sei tu.” Sussurrò scoppiando a piangere. Lo abbracciai stringendolo forte a me e delle lacrime scesero dai miei occhi. Vederlo piangere era come se mi conficcassero mille coltelli nel cuore e ogni pugnalata era più forte della precedente.
“Non piangere amore mio.” Sussurrai baciandoli i capelli. Le sue braccia mi avvolsero più forte e il suo pianto si placò.
“Grazie di esserci Alyson.” Sussurrò al mio orecchio con voce debole.
“Ci sarò sempre per te.” Ammisi baciandolo teneramente sulle labbra.
“Lo so e ti prometto che mi aprirò con te, ma per adesso preferirei non pensare ..” Sussurrò annuendo e approfondendo il bacio.
“va bene Thomas, io sono qua e non me ne vado.” Ammisi sussurrando appena.
“Alyson in questi forse mesi che non ci sarò non lasciare mai e poi mai la casa senza qualcuno che possa proteggerti.” Sussurrò dolcemente.
“Perché?” domandai incuriosita staccandomi dalle sue labbra.
“Mio fratello, se così posso definirlo.” Spiegò lui sospirando. Non risposi e lui continuò:
“Ho paura che lui ti si avvicini.”
“Okay, farò come hai detto.” Sussurrai per calmarlo. Lui annuì.
“Prometti?”
“Prometto.” Sussurrai sinceramente. 
“Domani ti prometto di dirti tutto su mio fratello.” Appoggiai la testa nell’incavo del suo collo e in pochi secondi caddi nelle braccia di Morfeo.
 
Aprì gli occhi e sbadigliai. Ero ancora tra le braccia di Thomas. Stiracchiai le gambe che erano tutte indolenzite.
“Non ti muovere Alyson.” Disse Thomas assonnato.
“Sai carino, dovrei alzarmi.” Ammisi sorridendo. Lui annuì sbuffando, ma non mi lasciò. Sorrisi guardando l’orologio. Erano le 8 e mezzo del mattino.
“Thomas fammi alzare.”
“Dammi un bacio.” Disse schiudendo gli occhi. Sorrisi e lo baciai. Mi strinse a se e sfiorai la sua erezione mattutina. Gemette rumorosamente.
“V .. vuoi … f ..farmi … impazzir .. e .. giaà .. di prima … mattina?” domandò ansimando.
“No scemino.” Ammisi dandoli un bacio sulla clavicola.  Mi accarezzò i capelli e poi con un dito sfiorò il succhiotto che mi aveva fatto.
“E’ perfetto.” Sussurrò teneramente. Sorrisi di nuovo provando ad alzarmi, ma non voleva farmi alzare. Guardai l’orologio alla parete e segnava le 11 del mattino.
Sgranai gli occhi urlando:
“SONO LE 11 THOMAS!!”
“Okay, ma perché stai urlando?” domandò teneramente accarezzandomi il viso. Lo guardai male. Tra meno di un ora sarebbe arrivato Jhonny.
“Cosa c’è?” domandò inarcando le sopracciglia. Gli tirai uno schiaffo sulla fronte e sussurrai:
“Tra meno di un ora, Jhonny sarà qui.”
“E’ vero.” Disse ridendo. Sbuffai alzandomi, ma lui mi riattirò a sé. Mi diede un bacio sulle labbra e sussurrò:
“Vado a farmi una doccia.”
Annuì andando di corsa in camera mia per riordinare. Janet mi stava mettendo apposto tutta la camera. Sgranai gli occhi affiancandola. L’abbracciai e lei non se lo aspettava proprio. Mi strinse a se.
“Gracias.” Sussurrai.
“De nada.” Rispose staccandosi dall’abbraccio. Sorrisi e lei andò via dalla mia camera. Mi misi a sedere sul letto e guardai una foto che ritraeva mio padre e me.
Sorrisi triste. Mi mancava ogni giorno di più, ma non ne volevo parlare con nessuno, neanche con Thomas. Sapevo che non mi avrebbe mai giudicato, ma non riuscivo a parlarne con lui.
“Ehi micetta, che fai?” mi asciugai le lacrime con i dorsi delle mani e alzai il viso per poterlo guardare. Mi guardava teneramente, con un piccolo sorrisino accennato. Venne verso di me e si inginocchiò.
“Micetta, mi puoi dire cosa hai?”
ANGOLO AUTRICE:
SONO VIVA EH AHAHAHAH
SCUSATEMI PER L’ENORME RITARDO!!! MI DISPIACE TANTISSIMO!!!
Ehm … spero che possiate perdonarmi … ho avuto un sacco da studiare, po c’è stato il mio compleanno di mezzo e non ho nemmeno acceso il pc per aggiornare
L mi dispiace così tanto … Scusatemi davvero!!!
So che il capitolo non è molto lungo e l’ho fatto finire sul più “Bello.” Ma spero che vi piaccia
L
Vi chiedo ancora scusa … sono una pessima autrice L
Mi … dispiace L
Vi prometto che in settimana aggiornerò di nuovo, se posso anche domani :D
PS: Grazie per la vostra pazienza :D
Ciaoooo!!

 
 

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Capitolo 16
*** Jhonny ***


“Micetta, mi puoi dire cosa hai?”
“Mi manca mio padre.” Ammisi scoppiando a piangere. Thomas mi abbracciò forte. Cominciò a cullarmi. Ripensai al giorno in cui volevo suicidarmi. Mi stavo per tagliare le vene, perché non potevo più sopportare quel vuoto che avevo dentro di me, ma Thomas mi fermò sussurrandomi:
“Io ci sono per te. Samanta non vorrebbe questo.”
Le mie lacrime cominciarono a bagnare la maglia di Thomas.
“Micetta non fare così, mi sento impotente, perché non so come tirarti su di morale.”
“Non sei impotente Thomas, già il fatto che tu sia qui … mi fa stare bene … “ ammisi sussurrando appena, ed era vero. C’era sempre per me.
“Micetta, non piangere …” sussurrò baciandomi una tempia, sempre cullandomi.
“Thomas, qualche volta ripenso al mio suicidio.” Sussurrai affondando il viso nell’incavo del suo collo. Le sue mani vagavano dolcemente sulla mia schiena. Non disse nulla e per questo gli e ne ero grata. Mi diede un altro bacio su una tempia.
Mi strinse di più contro il suo petto.
 
“Non farlo mia piccola principessa, non farlo.” Sussurrò con voce debole al mio orecchio.
“Non è facile non pensarci.” Ammisi mordendomi il labbro inferiore. Thomas mi accarezzò i capelli.
“Lo so Alyson … ma tu sei forte ..” sussurrò ad un mio orecchio, per poi baciarmi il lobo. Il campanello suonò. Thomas mi guardò negli occhi e sussurrò:
“Devi andare giù.”
Annuì e lui mi asciugò le lacrime con i pollici. Si alzò da terra, così mi alzai anche io.
“Non piangere più.” Sussurrò di nuovo baciandomi una tempia. Lo guardai meglio. Stava piangendo anche lui. Gli asciugai le lacrime con i pollici e sussurrai:
“Non piangere anche tu.”
“Alyson … vederti piangere è come se mi accoltellassero un infinità di volte.” Sussurrò sinceramente dandomi un piccolo bacio sulle labbra.
“Scusami.” Ammisi. Odiavo più di ogni altra cosa al mondo quando stava male.
“Non scusarti Alyson … fammi un sorriso e sarò felice.” sorrisi appena e lui mi diede un altro bacio. Mi accarezzò una guancia dolcemente e sussurrò:
“Ora vai, sennò Jhonny mi ammazza.”.Annuì e corsi giù. Vidi il mio migliore amico con un sorriso stampato in faccia. Era davvero un bel ragazzo.
Era alto, quasi 1,79 cm, fisico normale, capelli biondi molto corti e occhi marroni. Sorrisi e gli saltai addosso. Mi strinse a se scoppiando a ridere come un bambino.
Ero così felice di vederlo. Mi mancava ogni giorno.
“Jhonny, sono felice di vederti.” Sussurrai appena dandoli un bacio sulla guancia. Sorrise.
“Anche io.”
Thomas si avvicinò a noi sorridendo e disse:
“Ciao Jhonny.”
“Ciao Thomas.” Disse il mio migliore amico sorridendo. Appoggiai la testa sul petto di Jhonny. Ero così felice di averlo li con me. Mi diede un bacio sui capelli, per poi sbadigliare rumorosamente.
Scoppiai a ridere e chiesi dolcemente:
“Vuoi un caffè?”
“Sarebbe gradito.” Disse ridendo. Sorrisi prendendoli una mano e lo trascinai con me in cucina. Thomas ci seguì con le mani in tasca.
Presi una tazza di caffè e gli e la porsi. Sorrise e si mise a sedere. Thomas si mise a sedere su una sedia e mi prese per mano. Lo guardai e sussurrò:
“Siediti sulle mie gambe.” Sorrisi mettendomi a sedere. Mi diede un bacio sul collo. Jhonny sorrise guardandoci.
“Siete troppo carini insieme.” Diventai rossa come un peperone e Thomas scoppiò a ridere come un bambino. Amavo quando rideva. La sua risata era troppo tenera. Mi diede un bacio sulla punta del naso e sussurrò:
“Sei diventato un peperone.”
Sorrisi appoggiando il viso sulla sua spalla. Thomas prese una tazza di caffè e sussurrò:
“Ne vuoi un pochino?” annuì alzando il viso. Presi la tazza e ne bevvi un sorso.
“Basta adesso.” Disse levandomi la tazza dalla mano. Lo fulminai con lo sguardo. Mi diede un bacio sulla fronte e bevve il caffè rimasto. Posò la tazza vuota sul tavolino e mi fece l’occhiolino.
Sospirai divertita e guardai Jhonny.
“Cosa vuoi fare?” domandai curiosa.
“Ragazzi, voglio uscire.” Disse divertito. Samy entrò in cucina e io mi alzai di scatto da Thomas. Il mio stupido ragazzo scoppiò a ridere  come un imbecille e si mise le mani dietro alla testa.
“Voglio andare fuori.” Disse Samy facendo un piccolo sorriso imbarazzato. Mi inginocchiai davanti a lei annuendo. Gli agganciai la cerniera della felpa e sussurrai:
“Va bene, vai a chiamare Janet e mettiti il giacchettino. Fuori è freddo.” Lei sorrise annuendo. Mi alzai.
“Me lo dai un bacino?” domandò teneramente Thomas a Samanta. Lei sorrise avvicinandosi e gli diede un bacio sulla guancia.
“Grazie piccolina.” Sussurrò Thomas facendo un sorriso bellissimo. Samy gli fece la linguaccia e andò di corsa di la.
Guardai Thomas e sussurrai divertita:
“Vatti a vestire barbone.” Lui si alzò in piedi annuendo. Mi prese per i fianchi e mi attirò a se. Piegò la testa da un lato.
Scoppiai a ridere e lo baciai teneramente sulle labbra.
“Vado a vestirmi.” Disse lui staccandosi dalle mie labbra e poi andando di là. Guardai Jhonny che sorrideva malizioso.
“Che gran figo.” Sussurrò mordendosi il labbro inferiore. Gli diedi una pacca sulla testa e sussurrai sorridendo:
“E’ il mio ragazzo.”
“Ahahah lo so, sei così fortunata.” Sorrisi andando in camera mia, appena aprì la porta mi ritrovai Thomas solo con un paio di boxer blu.
Si girò verso di me. Aprì leggermente la bocca. Non poteva essere così bello. Era impossibile. Sorrise maliziosamente e sussurrò camminando verso di me:
“Chiudi la porta, solo 10 minuti.”
ANGOLO AUTRICE:
ECCOMI QUA, COME AVEVO PROMESSO!!!
Ahahahhah ho finito adesso di studiare e così ho aggiornato!!
COME STATE? CHE MI RACCONTATE DI BELLO?
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento :D Come sempre l’ho fatto finire al momento più “Bello.”
Non odiatemi ahahhahah, ma ho questa fissa … devo farlo finire sempre sul più bello!!
COSA SUCCEDERA’ SECONDO VOI?
Alla prossima!!!
CIAOOOO!!

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Capitolo 17
*** Bar ***


“Chiudi la porta, solo 10 minuti.”
Chiusi la porta. Sorrise fermandosi davanti a me. Era a due centimetri dalle mie labbra. Mi spinse contro la porta.
Mi afferrò il viso con entrambe le mani, forzandomi a guardarlo nel viso.
 
“Alyson ti voglio.” Io sussulto. Anche io volevo lui, ma avevo toppa paura. Le sue labbra si avventano sulle mie. Un bacio pieno di urgenza.  Per un istante i nostri denti si scontrano, poi la sua lingua è nella mia bocca.
 
Le mie mani affondarono nei suoi capelli, gli e li tirai forte. Gemette rumorosamente facendomi perdere la testa. Una mia mano cominciò ad accarezzare a sua gola perfetta.
 
“Oh mia Alyson …” sussurrò eccitato facendo scendere una sua mano lungo tutto il mio corpo, fino alle cosce, le sue dita affondarono nella mia carne, facendomi gemere rumorosamente.
 
Mi prese il mento, facendomi piegare la testa all’indietro. Cominciò a baciarmi l’incavo del collo, mi scappò un alro gemito.
 
La sua mano, che era al mio interno coscia cominiò a muoversi sensualmente. Non poteva fare così. Sarei impazzita da un momento all’altro.
 
Thomas sorrise e appoggiò le sue mani sul mio sedere attirandomi a se, facendomi percepire la sua erezione.
 
Gemetti di nuovo baciandolo con un’urgenza che non credevo nemmeno di avere. La sua lingua s intrecciava con la mia, danzavano.
 
“Alyson..” sussurrò staccandosi dalle mie labbra. Lo guardai eccitata e sussurrai:
 
“Dimmi.”
 
“Mi stai facendo impazzire amore mio.” Sussurrò avventandosi sul mio collo. Cominciò a succhiarlo.
 
“Mi lascerai il segno.” Sussurrai ansimando appena.
 
“Mi piace lasciarti il segno.” Sussurrò sulla mia pelle. Gemetti di nuovo. Adoravo la sua voce eccitata. Mi attirò di più a se. Ero appiccicata a lui, mi piaceva così tanto.
 
Mi morse il collo, per poi baciarmelo teneramente.
 
“Ecco fatto, ora hai un bellissimo succhotto che ti ricorda che sei mia.” Disse guardandomi negli occhi.
 
“Io so che sono tua.” Ammisi facendo una voce provocatrice. Passai una mano sul suo petto e sussurrai:
 
“T sei mio?” lui annuì sgranando di poco gli occhi. Mi morsi il labbro eccitata. Posai una mano sulla sua erezione, sopra la stoffa dei boxer. Gemette rumorosamente, poi mi baciò di nuovo con urgenza sulle labbra facendomi appiattire di più alla porta.
 
Mi prese in braccio e andò verso il letto, senza mai smettere di baciarmi. Mi posò sul letto e si mise sopra di me, senza pesarmi. Una sua mano cominciò a scendere sensualmente dall’incavo del mio collo, fino al mio stomaco, facendomi rabbrividire ad ogni tocco.
 
“Ti amo così tanto.” Sussurrò contro le mie labbra. Sorrisi intrecciando le mie dita nei suoi capelli.
 
“Ti amo anche io.” Ammisi mordendoli appena il labbro inferiore. Sorrise appena. Sfiorò con i denti il mio labbro inferiore.
 
Gemetti di nuovo ruomorosamente.
 
“Mia.” sussurrò baciandomi il mento.
 
“Tua.” Ansimai.
 
Mi diede un bacio sulle labbra, un bacio casto. Mise una sua mano sull’incavo del mio collo. Deglutì.
 
Dolcemente la sua mano cominciò a percorrermi un braccio, per poi risalire. Si posò su un mio seno coperto dalla canottiera.
 
“Thomas ..” lo supplicai. Non sarei riuscita a fermarmi.
 
Qualcuno bussò alla porta, spinsi Thomas facendolo cascare dal letto e mi alzai.
 
“Posso entrare?” domandò Jhonny.
 
Guardai Thomas che mi guardava male.
 
“Scusami.” Si massaggiò la nuca alzandosi imbronciato.
 
“Mi dispiace Thomas.” Sussurrai guardandolo con la faccia da cucciola.
 
“Non preoccuparti.” Sussurrò e poi mi sorrise. Guardai la patta dei suoi boxer. Si mise le mani davanti all’erezione, per coprirsi alla meglio.
 
Mi schiarì la voce andai ad aprire.
 
“Siete pronti?” domandò Jhonny guardandomi divertito. Lo spinsi uscendo dall mia camera e sussurrai:
 
“Non è come pensi. Stavamo solo parlando …” Jhonny scoppiò a ridere e disse:
 
“Se come no.” Lo guardai male e sussurrai imbarazzata:
 
“Non stavamo facendo niente …”
 
“Ma io ti credo eh … noi andiamo al bar, vi aspettiamo li.” Disse di nuovo scoppiando a ridere e scendendo le scale. Sorrisi entrando in camera e Thomas provava a mettersi un paio di jeans.
 
“Vestiti piccola.” Sussurrò sorridendo e facendomi l’occhiolino. Annuì avvicinandomi all’armadio. Presi un paio di jeans e una felpa, con scritto:


*Stasera film e pizza.*
 
Mi vestì e poi andai in bagno. Thomas si stava pettinando alla meglio i capelli. Sorrisi guardandolo, appoggiandomi allo stipite della porta.
 
“Cosa c’è così tanto da ridere?” domandò squadrandomi.
 
“Nulla amore mio.” Dissi avvicinandomi appena. Gli diedi un piccolo bacio sulle labbra, alzandomi sulle punte. Sorrise contro le mie labbra.
 
“Andiamo dai.” Disse prendendomi per mano e trascinandomi fuori dal bagno. Andai a sbattere al muro e Thomas scoppiò a ridere come un coglione.
 
Mi toccai la fronte, avevo preso una bella botta.
 
“Ti sei fatta male micetta?” domandò sfottendomi. Lo spinsi al muro guardandolo male.
 
“Ahahhah scusami micetta.“ disse abbracciandomi stretta a se.
 
“Andiamo.” Dissi spingendolo. Sorrise aprendo la porta. Fece un inchino e sussurrò:
 
“Prima le signore.”  Sbuffai divertita, nascondendo un piccolo sorriso e uscì di casa. Stava piovendo fortissimo. Ripensai al mio primo bacio con Thomas.
 
Quel giorno stava piovendo ed eravamo usciti per andare a prendere Samanta da una sua amica. Tornati a casa, erano le 23.30, mi fece scendere dalla macchina e poi senza dirmi niente mi baciò sotto la pioggia.
 
“A che pensi micetta?” sussurrò Thomas al mio orecchio, mettendomi il cappuccio della felpa.
 
“Al nostro primo bacio.” Ammisi imbarazzata girandomi verso di lui. Mi sorrise accarezzandomi una guancia e mi baciò teneramente.
 
“E’ stato il miglior bacio di sempre.” Sorrisi di nuovo e Thomas mi scostò un ciuffo ribelle.
 
“Andiamo con la macchina o con la moto?” domandai felice.
 
Sorrise prendendomi di nuovo per mano e andò verso  macchina. Aprì la portiera e salì. Fece il giro e salì anche lui.
 
“Dove sono andati?” domandò mettendo in moto.
 
“Jhonny mi ha detto al bar.” Sussurrai appoggiandomi meglio al sedile. Thomas annuì e partì. Accesi la radio e cominciò una canzone dei Muse.
 
Adoravo quel gruppo.
 
“Hai un sorriso da ebete stampato sul viso.” Disse Thomas alzando il volume della radio.
 
“Mi piace questa canzone.” Ammisi guardandolo adorante. Scoppiò a ridere scuotendo la testa.
 
“A te piacciono tutte le canzoni.”
 
“Sei geloso?” domandai provocandolo.
 
“Oh certamente, sono geloso di una canzone.” Disse sempre sorridendo. Gli presi la mano libera e sussurrai con un tono di divertimento:
 
“Ma sai che io amo le canzoni.”
 
“Ma certo amore mio.” Disse divertito fermandosi davanti al bar. Mi diede un bacio sulle labbra e sussurrò:
 
“Scendi piccola, vado a parcheggiare.”
 
“Vengo con te.” Sussurrai approfondendo il bacio. Thomas sorrise scuotendo la testa. Mi accarezzò una guancia e sussurrò:
 
“Non ci sono posti, prenderai tutta l’acqua amore mio. Scendi.”
 
“Solo se tu mi dai un altro bacio.” Sussurrai provocandolo di nuovo. Sorrise e mi diede un bacio sull’incavo del collo, poi le sue labbra andarono dolcemente sulle mie.
 
Feci un piccolo sorriso e sussurrai:
 
“Mettiti il cappuccio orsacchiotto.” Scoppiò a ridere.
 
“Era da tantissimo che non mi ci chiamavi.”
 
“Dovrei ricominciare orsacchiotto?” domandai baciandolo di nuovo. Qualcuno bussò al finestrino. Mi staccai per guardare, era Jhonny. Sorrisi imbarazzata.
 
“Ci vediamo tra una ventina di minuti.” Disse dandomi un bacio su una guancia. sorrisi scendendo e Jhonny mi prese per mano attirandomi a se. Stava diluviando.
 
Corremmo dentro il bar e poi scoppiammo a ridere. Mi misi a sedere davanti a Janet. Mi sorrise e disse:
 
“Ciao.” Sorrisi. Aveva imparato a dire ciao. Jhonny si mise accanto a me porgendomi un caffè.
 
“Grazie.” Dissi bevendone un sorso. Mi alzai per andare a prendere qualcosa da mangiare.
 
“Volete qualcosa da mangiare?” Jhonny sorrise annuendo.
 
“Un bel panino con il crudo.” Scoppiai a ridere tirandoli una pacca sulla nuca e mi avviai verso il bancone.
 
“Ciao Alyson.” Guardai il ragazzo che mi aveva parlato. Era James.
 
“Hey ciao.” Sorrise mettendosi le mani in tasca. Era alto, ma non troppo. Diventai tutta rossa in viso.
 
“Come stai? È un piacere vederti di nuovo.” Disse ridendo.
ANGOLO AUTRICE:
ECCOMI QUA!!! HO AGGIORNATO!!!
SCUSATE PER IL RITARDO!!! MA QUESTA SCUOLA E' PESANTISSIMA!!! ... Come vi sembra il capitolo? È carino? (Spero di si.)
Comunque come state? Che mi raccontate di bello?
Ora vi saluto ahahahah, devo andare a ripassare O.o
Alla prossima!!!
CIAO!!
PS: Grazie mille ancora :D

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Capitolo 18
*** Sorpresa ***


“Come stai? È un piacere vederti di nuovo.” Disse ridendo.
 
“Si … ehm tutto bene, grazie …oggi non lavori?” domandai facendo un piccolo sorriso. Era simpatico. Sorrise ordinando una birra e scosse la testa.
 
“Oggi giornata libera.”
 
“Capisco.” Dissi appoggiandomi al bancone. Ordinai un estathè al limone.
 
“Non bevi alcolici?” domandò bevendo un sorso di birra.
 
“No, non bevo.” Ammisi aprendo l’estathè. Ne bevvi un sorso
 
“Sei da sola?” domandò curioso. Scossi la testa guardando la porta, per vedere se entrava Thomas.
 
“No, sono con loro.” Ammisi facendo un sorriso verso il tavolo di Jhonny. Sospirò bevendo un altro sorso di birra e si mise a sedere su una sedia.
 
Sospirai bevendo un altro sorso di thè.
 
“Comeva con il tuo ragazzo?” domandò sorridendomi malizioso.
 
“Benissimo, perché?” domandai sorridendo.
 
“Così, era per chiedere.” Disse bevendo di nuovo.
 
“Ehy, me ne vado un secondo e già sei circondata?” sussurrò Thomas al mio orecchio. Sorrisi girandomi. Sgranai gli occhi. Era tutto bagnato.
 
“Sei tutto bagnato.”
 
“Fuori diluvia.” Sussurrò teneramente dandomi un bacio sulle labbra. Gli accarezzai una guancia e sussurrai:
 
“Stai bene?”
 
“Sono solo un po’ raffreddato.” Disse dandomi un bacio sulla fronte. Mi girai verso il bancone e ordinai una cioccolata calda.
 
“Non voglio la cioccolata calda.” Sussurrò Thomas sbuffando. Presi la cioccolata calda e gli e la porsi.
 
“Bevila tutta.” Dissi guardandolo seria.
 
“Tutta?” domandò sgranando gli occhi. Scoppiai a ridere annuendo.
 
“Vieni?” domandò porgendomi la mano libera. Guardai James che ci guardava. Sussurrai:
 
“Finisco di parlare …” non mi fece finire di parlare che mi guardò male e disse irritato:
 
“Fai come cazzo ti pare.”
 
Stavo per rispondere, ma Thomas sospirò andando a sedersi al tavolo dove c’erano tutti.
 
Mi girai verso James.
 
“Scusa per il mio ragazzo.” Sussurrai seria.
 
“Non preoccuparti.” Disse facendomi l’occhiolino. Lo guardai male e sussurrai irritata:
 
“Non complicare le cose.”
 
“Scusami.” Disse ordinando un'altra birra.
 
“Stasera al mio bar c’è una festa, mi farebbe piacere se tu venissi.” Disse sorridendomi aprendo la birra.
 
“Guarderò.” Dissi sorridendo e andandomi a sedere su una sedia accanto a Thomas. Jhonny sorrise e disse felice:
 
“Stasera c’è una festa al bar qui vicino, andiamo.”
 
“Come lo sai?” domandai curiosa bevendo il mio thè.
 
“Ci sono i volantini.” Disse ridendo. Guardai Thomas che beveva la cioccolata. Sospirai e domandai:
 
“Ti va di andarci? James …” non mi fece finire di parlare di nuovo che si alzò di scatto posando la tazza vuota sul tavolo e andò fuori. Spalancai la bocca guardando Jhonny.
 
“Credo sia geloso.” disse prendendo il mio thè e bevendolo tutto.
 
“Che faccia come gli pare. Io vado a quella festa.” Dissi alzandomi e uscendo dal bar. Thomas stava fumando e stava accendendo una sigaretta ad una ragazza che lo guardava maliziosa.
 
Strinsi i pugni squadrando quella sgualdrina. Mi avvicinai facendo un bel sorriso finto e dissi:
 
“Amore andiamo.”
 
La ragazza mi guardò sorpresa.
 
“Cosa vuoi? Hai visto un fantasma?” domandai irritata. Lei sorrise andando via. Guardai male Thomas, tirò un tiro alla sigaretta e sussurrai:
 
“Cosa cazzo ti prende?”
 
“A me? Niente Alyson.” Disse tirando un altro tiro alla sigaretta. Strinsi i pugni e gli presi la sigaretta. La buttai a terra e la schiacciai con la scarpa.
 
“Ma sei impazzita?” domandò fulminandomi con lo sguardo.
 
“Odio il fumo.” Sussurrai tirandoli uno schiaffo. Scoppiò a ridere divertito e mi abbracciò. Ero sconvolta. Non era arrabbiato e non era geloso.
 
“Mi dispiace amore mio, sono stato un coglione.” Sussurrò al mio orecchio. Ero fradicia per colpa sua, perché abbracciandomi aveva bagnato pure me.
 
“Non sei geloso?” domandai curiosa.
 
“Certo che sono geloso, ma devo anche capire che come io ho amiche femmine, tu devi avere anche amici maschi.” Disse sorridendo imbarazzato. Mi accarezzò i capelli.
 
Sorrisi appoggiando il viso sul suo torace. Mi diede un bacio sui capelli e sussurrò:
 
“Ti va di andare a quella stupida festa?”
 
“Certo.” Ammisi alzandomi sulle punte per baciarlo. Prese il cellulare e mandò un messaggio a qualcuno. Mi prese per mano e disse:
 
“Andiamo.”
 
“Ma dentro c’è Jhonny.” Sussurrai guardando il bar. Lui sorrise trascinandomi con se verso la piazza.
 
“Ho mandato un messaggio a Jhonny, sa che stiamo andando via.” Disse mettendomi un braccio intorno alle spalle. Sorrisi e appena arrivammo davanti alla macchina, mi aprì la portiera.
 
“Ti porto in un posto.” Curiosa entrai in macchina. Appena Thomas entrò sorrise e mise subito in moto. Lo guardai curiosa e domandai:
 
“Dove andiamo?”
 
“Vedrai.”
 
Sorrisi accendendo la radio. Partì una canzone dei Muse così sorrisi e cominciai a canticchiarla.
 
“Sei fissata eh.” Sussurrò divertito Thomas.
 
“Gelosone.” Dissi facendoli la linguaccia. Scoppiò a ridere scuotendo la testa. Appoggiò una mano su una mia gamba e domandò:
 
“Vuoi qualcosa da bere?”
 
Scossi la testa appoggiando una mia mano sulla sua. intrecciammo le dita e cominciai di nuovo a canticchiare la canzone. Cominciò a piovere, anzi a diluviare.
 
Thomas sbuffò e disse:
 
“Mancano ncora due ore amore, se hai sonno dormi.”
 
“Due ore? Ma dove mi stai portando?” domandai più curiosa di prima.
 
“Vedrai.” Disse divertito. Sorrisi appoggiando la testa al finestrino e con il rumore della pioggia e la musica di sottofondo dei Muse mi addormentai.
 
“Alyson svegliati.”
Angolo Autrice:
EHILA’ ECCOMI DI NUOVO QUA!!
Come state?!? Che mi raccontate di bello?
Scusate se il capitolo è corto, ma dovevo farlo finire adeeeesso perché almeno c’è SUSPANCE!!
DOVE SARANNO ANDATI!?!?
COSA SUCCEDERA’!?!
Ahahah ora vi saluto, perché vado a ripassare!!!
ALLA PROSSIMA!!! (Credo proprio che sia domani :D)
CIAOOOO!!!

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Capitolo 19
*** Hotel? ***


“Alyson svegliati.”
 
“mmm .. dove siamo?” mugugnai aprendo gli occhi e guardandomi intorno. Era buio.
 
“Ehm … non ti incazzare, ma ho sbagliato strada e non so dove siamo …” non lo feci finire di parlare che lo guardai male stringendo i pugni.
 
Non poteva essere vero.
 
“Fammi finire … ho anche finito la benzina e non vedo nessun benzinaio.” Sussurrò guardandomi dispiaciuto. Gli tirai uno schiaffo e urlai:
 
“COME CAZZO HAI FATTO A SBAGLIARE STRADA?!? AVEVI DETTO CHE SAPEVI DOVE STAVI ANDANDO!! MI AVEVI DETTO DI STARE TRANQUILLA!!” ero in preda al panico.
 
Presi il cellulare per chiamare qualcuno, ma non c’era campo.
 
“Ci ho già provato, non c’è campo.” Disse calmo. Gli tirai un altro schiaffo e urlai di nuovo:
 
“PERCHE’ SEI COSI’ CALMO?!?”
 
“Alyson per favore, smettila di urlare .. scendiamo dalla macchina e andiamo a vedere se c’è un hotel o qualcosa del genere.” Sussurrò sospirando.
 
Scesi dalla macchina sbattendo la portiera e mi guardai intorno. L’aveva fatto apposta. Non voleva andare a quella cazzo di festa, perché era geloso.
 
“Andiamo a cercare.” Disse incamminandosi. Lo guardai male seguendolo. Ero incazzata nera con lui. Sentì qualcuno correre, sgranai gli occhi agitata e corsi vicino a Thomas. Lo presi per mano.
 
“Non eri arrabbiata con me?” domandò curioso inarcando le sopracciglia.
 
“Sono ancora arrabbiata con te, ma è tardi ed ho paura.” Ammisi irritata. Thomas mi strinse teneramente la mano.
 
“Non devi, ci sono io qui con te.” Sussurrò. Nascosi un sorriso e dopo qualche minuto ci ritrovammo davanti un hotel. Thomas sospirò aprendo la porta e mi fece entrare.
 
L’Hotel era piccolo e puzzava di alcool e fumo. Guardai schifata Thomas e sussurrai:
 
“Non possiamo dormire in macchina fino a domani mattina?”
 
“Non fare la stupida Alyson, è solo una notte.” Disse riprendendomi per mano e trascinandomi con se verso la reception. Suonò il campanellino e venne una signora sulla sessantina, paffuta e vestita di nero.
 
Faceva paura.
 
Deglutì.
 
“Buonasera signora, vorrei una camera per due.” Disse Thomas facendo uno dei suoi sorrisi micidiali.
 
“Siete fortunati ragazzi, c’è solo una camera libera ed è al secondo piano. La camera migliore di tutto l’hotel.” Disse guardandoci e sorridendoci.
 
“La prendo allora.” Disse Thomas. Lqa signora diede un mazzo di chiavi al mio ragazzo.
 
“Sono 550 euro.”
 
Thomas sgranò gli occhi e anche io. Costava un sacco di soldi questo hotel puzzolente. Diede i soldi e si incamminò verso le scale.
 
“BUONA SERATA RAGAZZI.” Urlò la signora scoppiando a ridere. Mi avvicinai di più a Thomas. Quella risata era inquietante. Arrivammo al secondo piano, c’era solo una porta.
 
“Credo sia la nostra stanza.”
 
Sospirai e Thomas aprì. La stanza era piccola, c’era solo un letto matrimoniale, una stufa e un'altra porta. Entrammo dentro e un odore nauseabondo mi fece venire un conato di vomito.
 
“Stai bene?” domandò preoccupato Thomas aprendo lo zaino che portava sempre con se.
 
“Si, c’è solo un po’ … di puzzo.” Sussurrai tappandomi il naso. Thomas sorrise aprendo la porta del bagno, anche quello piccolo. Mi prese per mano e mi fece entrare con se in bagno.
 
“Vorrei farmi una doccia.” Sussurrai.
 
“Mmm si, anche io.” Sussurrò cominciando a baciarmi teneramente sulle labbra. Sorrisi intrecciando le mie lani nei suoi cvapelli per attirarlo di più a me.mi fece andare a sbattere al lavandino.
 
Sentì qualcosa salirmi su una gamba. Sgranai gli occhi appoggiando le mani sul petto di Thomas per farlo scostare, ma non si muoveva. Gli morsi il labbro e lui si spostò.
 
Guardai la mia gamba e c’era un ragno gigantesco. Ero paralizzata, non riuscivo a parlare.
 
“Amore cosa c’è?” domandò Thomas  accarezzandomi il viso.
 
“L .. le … lev .. a … “ non riuscivo a parlare. Thomas mi squadrò e poi vide questo ragno salirmi sulla maglia. scoppiò a ridere. lo fulminai con lo sguardo, sempre impaurita. Avevo la fobia dei ragni.
 
“T .. TH .. THOMAS!!” Urlai. Prese un pezzo di carta igienica e poi prese il ragno, lo buttò nel cesso e tirò lo sciacquone. Tirai un sospiro di sollievo.
 
“Mi devi ringraziare.” Sussurrò teneramente appoggiando le mani sul mio sedere per attirarmi a se.
 
“Siamo qui per colpa tua, non devo ringraziarti.” Ammisi. Sorrise lasciandomi e si tolse la maglia. Mi morsi il labbro. Era così perfetto. Aprì il rubinetto della vasca per farla riempire.
 
“Fai la doccia con me?” domandò sorridendomi malizioso.
 
“Sei un cafone.” Sussurrai divertita. Lui sorrise e mi prese di nuovo tra le sue braccia.
 
“Rispondi alla mia domanda amore mio.”
 
“No, non faccio la doccia con te.” Sussurrai guardando quelle labbra perfette.
 
“No?” Sussurrò sporgendosi un pochino per arrivare alle mie labbra. Chiusi gli occhi e in un momento mi ritrovai tutta fradicia dentro la vasca. Aprì gli occhi boccheggiando.
 
Scoppiò a ridere come un bambino e mi abbracciò. Eravamo tutti e due nella vasca in una posizione scomodissima.
 
“Non saresti entrata sennò.”
 
“Sei uno stupido cafone.” Sussurrai con un sorriso. Lui mi guardò negli occhi teneramente e mi diede un bacio sulle labbra.
 
“Ah si?” domandò mordendomi il labbro inferiore per poi succhiarlo. Sentivo le sue mani così calde,scorrere lente sul mio fianco. Le sue labbra cominciarono a succhiare il mio collo.
 
“Cosa vorresti fare Don Giovanni?”  Sussurrai scuotendo la testa.
 
“Ti vergogni di me?” domandò curioso accarezzandomi il viso. Mi levò una ciocca di capelli tutti bagnati dagli occhi. Non risposi. Mi vergognavo, ma non ne sapevo il motivo.
 
“Non devi vergognarti di me Alyson.” Sussurrò sospirando. Sospirai anche io chiudendo gli occhi. Sentì le sue labbra nell’incavo del mio collo.
 
Cominciò a baciarmelo dolcemente.
 “Non vergognarti di me amore mio.” Sussurrò baciandomi il lobo dell’orecchio destro.
 
“Lo so Thomas.” Ammisi mordendomi il labbro inferiore.
 
“Ti amo.”Disse sfiorandomi con i denti il collo. Gemetti. Una sua mano andò a finire sul mio fondoschiena. Mi aggrappai di più a lui prendendo il suo viso tra le mie mani.
 
“Baciami stupido.” Sussurrai maliziosamente.
 
“Con piacere.” Sussurrò Thomas cominciando a baciarmi con impazienza sulle labbra. Mi tolsi la maglia, rimanendo solo con il reggiseno. La buttai in un angolo del bagno.
 
“Wow …” sussurrò ammirandomi. Diventai rossa come un peperone.
 
“Sei bellissima.”
 
“Me lo dici sempre.” Sussurrai guardandolo negli occhi. Lui sorrise imbarazzato.
 
“Ti da noia che ti dica che tu sia bellissima?” domandò preoccupato. Scossi la testa. Amavo quando me lo diceva.
 
“Non capisco.” Sussurrò preoccupato. Accarezzai il suo viso e lo baciai.
 
“Non capisco perché tu dica che sono bellissima, io non sono bellissima.” Mi guardò male scuotendo la testa. Posò un dito sulle mie labbra e sussurrò:
 
“Tu sei pazza Alyson … i ragazzi vorrebbero venire a letto con te. Vorrebbero queste bellissime labbra su tutto il corpo.” 
 
Aprì gli occhi e scossi la testa.
 
“Non sono bella Thomas.”
 
“Devi smetterla di dirlo. Tu sei perfetta.” Sussurrò baciandomi di nuovo, in quel momento mi sentivo perfetta.
 
“Andiamo nel letto.” Sussurrò dolcemente al mio orecchio. Mi alzai e uscì fuori. Lui sorrise alzandosi e uscì dalla vasca.
 
Mi porse una mano sorridendomi. La strinsi forte e lui si incamminò verso il letto. Mi prese in braccio e circondai le gambe intorno ai fianchi di Thomas. Mi mise sul letto con lui sopra.
 
“Ti prometto che non ti farò del male.”
 
“Mi fido di te.” Ammisi impadronendomi delle sue labbra. Con un solo movimento mi ritrovai sopra di lui, a cavalcioni.  
 
“Ti fidi davvero di me?” domandò serio accarezzandomi una guancia con una sua mano. Sorrisi imbarazzata annuendo. Mi fidavo ciecamente di lui.
 
“Thomas, ho sempre detto che avrei voluto aspettare … e tu sei sempre stato carino … mi hai aspettato ..” non mi fece finire di parlare che sussurrò:
 
“Ti aspetterò sempre amore mio.”
 
“Lo so, ma adesso sono io che non posso aspettare, anzi … non voglio aspettare.” Ammisi guardandolo seria. Cominciò a baciarmi di nuovo dolcemente.
 
“Thomas non farmi del male … fai piano.” Lui annuì scostandomi una ciocca di capelli.
 
“Questi capelli sono sempre in mezzo.” Disse facendo un piccolo sorriso imbarazzato. Scoppiai a ridere in imbarazzo. Mi sganciò il reggiseno e me lo tolse lentamente succhiandomi il collo.
 
Gemetti rumorosamente e Thomas mi guardò.
 
“Dici di non essere bellissima … ma sei una ragazza … stupenda.” Sussurrò dolcemente. Non stava mentendo. Per lui ero bellissima, ed era quello l’importante.
 
Le sue labbra si spostarono lentamente verso il seno. Dal collo scese, succhiando lentamente ogni singolo centrimetro fino di nuovo ad arrivare al collo.
 
Ogni suo bacio era come fuoco che mi scorreva nelle vene. Misi le mie mani nei suoi capelli tirandoglieli appena. Le sue mani vagavano sulla mia schiena nuda, facendomi percorrere brividi di piacere.
 
“Oh mio Dio Alyson.” Sussurrò Thomas mettendo una sua mano sulla mia pancia. Con un solo movimento mi ritrovai sotto di lui. Le sue labbra baciavano il mio collo, le sue mani vagavano sul mio corpo.
 
Una sua mano si fermò sull’elastico dei miei jeans. Me li tolse e si mise inginocchiato tra le mie gambe. Mi squadrò mordendosi il labbro inferiore.
 
“Dai ti prego, non guardarmi così … mi metti in imbarazzo.”
 
“Beh … non posso neanche ammirare la mia ragazza?” domandò felice accarezzandomi l’interno coscia. Ansimai. M sfilò le mutandine.
 
“Sei bellissima.” Sussurrò guardandomi negli occhi. Mi misi una mano sul viso e strinsi le gambe per coprirmi. Mi accarezzò una coscia e sussurrò:
 
“Non coprirti Alyson.”
 
“Mi vergogno.” Ammisi sentendo gli occhi bruciarmi, volevo piangere. Sentì le labbra di thomas sul mio stomaco. Mi levai il braccio dal viso e lo guardai eccitata. Lo sentì sorridere e poi si alzò. Lo guardai perplessa.
 
Si avvicinò al suo zaino e prese uno stereo portatile e poi partì la mia canzone preferita dei Muse.
 
“La tua canzone preferita, per un occasione speciale.” Sussurrò avvicinandosi di nuovo.
 
Mi morsi il labbro. Thomas si mise di nuovo sul letto e cominciò a baciarmi di nuovo.
 
“Ti voglio Alyson.” Sussurrò sfiorandomi lo stomaco con un dito. Gemetti rumorosamente. Non volevo più aspettare. Se ci avrei pensato, avrei detto di no.
 
Era il mio ragazzo e mi fidavo di lui. Quello era l’importante.
 
“Amore mio .. so che è la tua prima volta e io non voglio farti del male …” non lo feci finire di parlare che lo attirai di più a me. Intrecciai le mie gambe dietro alla sua schiena e sussurrai:
 
“Stai zitto amore mio …”
 
“Wow … che modi che hai.” Sussurrò baciandomi dolcemente sulle labbra. Appoggiai le mie mani sui suoi jeans e lentamente sbottonai il bottone. Era eccitato, lo sentivo. Si stava trattenendo solo per me.  
 
“Alyson …” sussurrò, ma non lo feci finire di parlare.
 
“Levati i Jeans.” Lui annuì mettendosi inginocchiato tra le mie gambe e se li levò. Mi alzai di poco e appoggia le mani sull’elastico dei suoi Boxer. Sospirò eccitato, così con un solo movimento gli levai i Boxer.
 
“Farò piano.”
 
“Mi fido di te.” Sussurrai sinceramente rimettendomi sdraiata. Mi diede un piccolo bacio sulle labbra e poi piano piano entrò in me. Urlai di dolore, bruciava. Delle lacrime scesero dai miei occhi.
 
Thomas mi prese il viso tra le mani e sussurrò:
 
“Ssch Alyson … guardami …” feci come aveva detto e cominciò a muoversi lentamente dentro di me.
 
Gemeva ad ogni sua spinta.
 
Il dolore diminuì e quella sensazione diventò bellissima.
 
Le sue spinte erano dolci. Non spingeva forte, non voleva farmi del male. Ansimavo il suo nome, mentre lui spingeva gemendo in me. Intrecciai di nuovo le gambe dietro alla sua schiena e lo feci sprofondare di più in me.
 
Tirai un urletto che era un mix di dolore e dolcezza. Le sue spinte erano così dolci che facevano venire voglia di baciarlo, così alzai di poco la testa e cominciai a baciarlo.
 
“Non trattenerti Thomas.”
 
“Ho paura di farti del male amore mio.” Sussurrò fermandosi di colpo.
 
“Mi fido di te.” Cominciò a pingere più velocemente, ma sempre con dolcezza. Le sue mani vagavano sul mio corpo, le sue labbra erano impossessate delle mie.
 
I nostri gemiti si mischiavano. Ansimava il mio nome ed era il suono più bello al mondo.
 
“Alyson … sto per … venire.” Sussurrò fermandosi di colpo.
 
“Vieni.” Sussurrai succhiando le sue labbra. Cominciò di nuovo a spingere più veloce facendomi inarcare la schiena, venne dentro di me, ma non si fermò.
 
Con qualche altra spinta venni anche io. Si accasciò su di me esausto.
 
“Ho fatto bene ad aspettare così tanto.”
 
Scoppiai a ridere imbarazzata. Era stata una prima volta da favola.
 
“E’ stato fantastico.” Sussurrò alzando di poco il viso. Era tutto sudato.
 
“Anche per me.” Ammisi baciandolo sulle labbra. Uscì da me e si mise sdraiato. Mi abbracciò dndomi un piccolo bacio sulla tempia. Si alzò e si mise i boxer.
 
Si mise sdraiato di nuovo accanto  a me e mi porse la sua camicia bianca e dei suoi boxer.  Sorrisi mettendomeli e mi aggrappai a lui.
 
“Dormiamo micetta.”
 
“L’hai fatto apposta?” domandai curiosa.
 
“No, te lo giuro.” Sussurrò baciandomi la punta del naso. Mi accarezzò il viso e sussurrò:
 
“Ora dormi amore mio.”
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
ECCOMI QUA!!!!!!!!!
HO AGGIORNATO ED E’ SUCCESSO!!!
Cosa ne pensate? Scusate se è brutto, ma volevo farlo romantico L (spero che vi piaccia e che non vi abbia annoiato.)
Mi sono anche superata ahahaha, il capitolo è un po’ più lunghino *_*
Comunque … spero che vi piaccia davvero …
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate …
Ora vado, devo andare da mia zia O.o
CIAOOOOO!
PS: Grazie mille, perché mi seguite J

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Capitolo 20
*** Cornetto ***


“Ehi amore mio.” Aprì gli occhi sbadigliando. Mi stropicciai gli occhi e vidi Thomas sorridermi.
“Buongiorno.” Sussurrai sorridendo.
“Ti ho portato la colazione.” Disse dolcemente.
Lo guardai confusa e domandai:
“Sei uscito?”
Lui sorrise annuendo e cominciò a spiegare:
“Stavi dormendo, così appena mi sono svegliato … mi sono fatto una doccia, mi sono vestito e sono andato a vedere se c’era qualche meccanico da queste parti, appena l’ho trovato ha preso la mia macchina, poi sono andato in cerca di un bar … ho fatto colazione e ti ho preso qualcosa con cui possa farla tu.”
Sorrisi di nuovo. Era così carino, mentre spiegava imbarazzato. Amavo quel ragazzo più di ogni altra persona al mondo.
“Hai fatto tutto questo per andarmi a prendere la colazione?” domandai mordendomi il labbro inferiore.
“Per la macchina.” Disse inarcando le sopracciglia.
“Stronzo.” Dissi scoppiando a ridere. Sorrise e mi porse una busta.
“Tieni amore mio.”
“Cosa è?” domandai mettendomi a sedere sul letto.
“Un cornetto alla crema, deve essere buono.” Sussurrò, presi la busta affamata e la aprì.
“Va bene, grazie.” Sussurrai levando il cornetto dalla busta. Sembrava buono e anche l’odore era invitante.
“Non mi merito un bacio?” domandò sporgendosi verso di me.
“No.” Sussurrai sorridendo scuotendo la testa.
“Allora me lo prendo io.” Disse divertito prendendo il mio cornetto e prendendosene un morso. Scoppiai a ridere e sussurrai:
“Okay okay.”
Sorrise avvicinandosi alle mie labbra e mi diede un bacio. Le sue labbra sapevano di crema e caffè. Un mix perfetto.
”Ora mangia amore.” Sussurrò alzandosi dal letto.
“Si.” Dissi mangiando un pezzo di cornetto. Era davvero squisito.
“Tieni del latte macchiato.” Disse dandomi un bicchiere. Sorrisi prendendolo e sussurrai:
“Grazie.”
“Vado alla reception, per vedere se hanno un telefono con cui possa chiamare.” Disse facendomi l’occhiolino passandosi una mano nei capelli.
“Va bene.”
“Tu mangia, poi ti alzi e ti vai a fare una doccia.” Disse aprendo la porta.
“Va bene.”
“Torno subito.” Disse andandosene.
Sorrisi cominciando a mangiare.
Appena finì mi alzai dal letto. Presi le mie cose e andai in bagno. Feci scorrere l’acqua nella doccia sorridendo come una scena pensando a ieri sera.
Thomas era stato perfetto. Era stato un momento bellissimo e perfetto.
Chiusi il rubinetto e entrai dentro.
Presi un bagno schiuma ai frutti di bosco che era li e cominciai a lavarmi le gambe. Appena finì chiusi gli occhi rilassandomi.
“Micetta.” Aprì gli occhi sorridendo. Thomas si mise seduto sul bordo della vasca.
“Dimmi orsacchiotto.”
“Ahahhah smettila di chiamarmi così.” Disse divertito. Mi misi inginocchiata nella vasca e mi sporsi verso di lui. Mi diede un bacio. Una sua mano andò a finire sul mio sedere.
Gemetti approfondendo il bacio. La sua lingua cercava la mia, le nostre labbra si muovevano. Si staccò ansimante e mi accarezzò una guancia con la mano libera.
“Ho chiamato Jhonny, era in dolce compagnia con il suo ragazzo. Mi ha detto che Janet e Samanta erano a casa, stavano bene. Gli ho detto che anche noi due stavamo molto bene.” Disse divertito.
Scoppiai a ridere alzandomi e uscendo dalla vasca e sussurrai:
“Sei un cafone.”
“Grazie, lo so.” Rispose divertito dalla mia finta faccia disgustata.
“C’è un asciugamano con cui possa asciugarmi?” domandai coprendomi con le mani. Thomas scosse la testa e sussurrò:
“Ti vergogni?”
“Dai, non fare il cafone.” Risposi guardandolo male.
“Io ho dovuto asciugarmi con la mia maglia, menomale che ne avevo una di ricambio.”
Andai nella stanza e presi la sua camicia, me la misi.
“Sei davvero sexy con la mia camicia.”
“Mi metto sempre le tue camicie.” Sussurrai divertita, mentre Thomas cominciò a mordermi il collo.
“Lo so, ti dico sempre che sei sexy.” Sussurrò teneramente appoggiando una mano sul mio fianco destro. Sorrisi teneramente.
“Che ti va di fare oggi micetta?” mi girai verso di lui e lo baciai sulle labbra. Le sue mani andarono sul mio viso, fece pressione per farmi dischiudere le labbra.
Appena le dischiusi, la sua lingua cercò la mia.
“Quando è pronta la macchina?” domandai staccandomi di poco dalle sue labbra.
“Domani mattina.” Rispose sbuffando.
“Mmm, se si andasse a fare un giro e poi ritorniamo qui?” domandai staccandomi completamente da lui. Presi i boxer puliti di Thomas e me li misi.
“Perché ti metti i miei boxer?” domandò scoppiando a ridere.
“Perché si.” Risposi prendendo i jeans.
“Ahahah okay.” Disse buttandosi sul letto. Sorrisi e presi il reggiseno, me lo misi e poi presi la felpa.
Appena fui pronta mi misi sdraiata accanto a Thomas.
“Pronta micetta?” domandò teneramente stampandomi un bacio sulle labbra.
“Pronta orsacchiotto.” Risposi sfottendolo. Scoppiò a ridere alzandosi e mi porse la mano. La presi e uscimmo dalla stanza.
ANGOLO AUTRICE:
EHILA’ ECCOMI QUA!! SCUSATE PER IL RITARDO!!
Ma ho dovuto studiare un casino e non ho avuto nemmeno un momento libero per respirare!! Scusatemi davvero L
So che il capitolo non è molto lungo e non è neanche bellissimo L ma avendo avuto da studiare tantissimo, mi è venuto in mente solo questo L
Spero solo che sia di vostro gradimento!! VI GIURO CHE MI  FARO’ PERDONARE!!
SCRIVERO’ UN CAPITOLO LUNGHISSIMO!!
CIAOOOO!!!
PS: Grazie :D

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Capitolo 21
*** Una rosa per il nostro per sempre ***


 
“Pronta micetta?” domandò teneramente stampandomi un bacio sulle labbra.
“Pronta orsacchiotto.” Risposi sfottendolo. Scoppiò a ridere alzandosi e mi porse la mano. La presi e uscimmo dalla stanza.
Uscimmo dall’hotel. C’era freddo e c’era aria di neve. Thomas mi porse il berretto. Sorrisi mettendomelo.
“Cosa ti va di fare?” domandò teneramente.
“Non lo so.” Ammisi guardandomi intorno. Il paesino era vuoto e non c’era quasi nessuno. Thomas sorrise trascinandomi verso un carretto che vendeva zuccheri filati.
“Ne prendo uno.” Dissi. Il signore gli e lo porse.
“E’ gratis.” Disse l’uomo sorridendoci. Thomas lo ringraziò e poi mi portò verso una panchina. Ci mettemmo a sedere e mi porse lo zucchero filato.
“Grazie amore.” Sussurrai addentandone un pezzo.
“Prego micetta.” Disse appoggiando un braccio allo schienale della panchina. Sorrisi prendendo un pezzo di zucchero filato.
“Me ne dai un pezzo?” domandò dolcemente.
“ma a te non piace lo zucchero filato.” Sussurrai confusa.
“Lo so che non mi piace, ma voglio provarlo.” Disse calmo. Annuì  e avvicinai il pezzetto alle sue labbra. Sorrise addentandolo e poi mi diede un bacio.
“Dai muoviti a finirlo, voglio portarti in un posto che ho visto stamattina.”  Disse sbadigliando.
“Okay.” Dissi sorridendo.
Una ragazza bruna si fermò davanti a noi. Sgranai gli occhi davanti a lei. Mi sentivo una ragazzina. Aveva un vestito attillato nero corto fino alle ginocchia, delle forme perfette.
Guardai Thomas.
“Thomas.” Sgranai gli occhi. Come cazzo faceva a conoscere Thomas? Lui sorrise alzandosi e l’abbracciò. Feci cascare lo zucchero filato a terra.
“Katrin, ti presento la mia ragazza.” Disse Thomas sorridendo. Katrin mi guardò sorridendo e mi porse la mano. Mi alzai.
“Sono felice di conoscerti, Thomas non fa altro che parlare sempre di te.” Disse guardandolo. Era diventato tutto rosso.
“Non capisco.” Ammisi guardando Thomas.
“Sono una che lavora con lui.” Sgranai gli occhi. Quella bellissima ragazza lavorava con Thomas, con il mio Thomas.
“Non mi ha mai parlato di te.” Ammisi squadrandola. Lei sorrise dando un bacio su una guancia di Thomas. Gli lasciò stampato tutto quel rossetto.
“Io ora devo andare. Ci vediamo tra una settimana.” Disse non calcolandomi e andandosene. Mi alzai sulle punte e baciai Thomas.
Katrin mi guardava male. Thomas mi strinse a se facendo aderire i nostri corpi.
“Wow, dovrei farti ingelosire molto più spesso.” Sussurrò facendomi l’occhiolino. Scoppiai a ridere.
“Non sono stupido micetta.” Sussurrò mordendomi il labbro inferiore. Mi leccai il labbro e Thomas mi presde per mano.
“Ti porto in un posto bellissimo.”
“Mi fido.” Sussurrai. Sorrise di nuovo. Adoravo quando sorrideva. Andammo verso un edificio lì vicino. Era un piccolo edificio, entrammo e c’erano delle persone che andavano sul ghiaccio con i pattini.
“Hai sempre detto che saresti voluta venirci con il ragazzo che amavi.” Sussurrò teneramente al mio orecchio.
Se lo ricordava. Quando gli dissi quella cosa era il nostro primo vero appuntamento.
“Sei qui, puoi andare da sola o con me.” Mi girai verso di lui e lo guardai negli occhi.
“Sei tu la persona che amo Thomas.” Ammisi alzandomi sulle punte per poi baciarlo. Sorrise abbracciandomi e poi andammo verso il bancone.
Prendemmo i pattini e poi andammo dentro. Mi appiccicai a Thomas. Era sempre stato il mio sogno, ma avevo una paura.
“Stai calma piccola, ci sono io.” Sussurrò prendendomi per mano e cominciando a camminare lentamente.
“Ho paura.” Piagnucolai. Thomas scoppiò a ridere, cascò a terra e io sopra di lui come una pera cotta.
“Mmm che freddo.” Sussurrò divertito. Sorrisi imbarazzata e lo baciai. Mi alzai piano e mi tenni in equilibrio. Thomas si alzò e mi prese di nuovo per mano.
Cominciò di nuovo a camminare lentamente. Sorrise lasciandomi la mano. Mi fece l’occhiolino e partì la nostra canzone preferita.
“C .. che … s …Significa?” domandai tremando. Mi porse una mano, che accettai volentieri. Mi strise a se cominciando a ballare. Tutte le persone intorno a noi cominciarono a ballarci intorno.
Non capivo più nulla, le lacrime mi rigarono il viso. Aveva fatto tutto quello per me.
“Ehi cosa c’è?” domandò asciugandomi le lacrime con i pollici.
“Ti amo.” Sussurrai baciandolo.
“Ti amo anche io.” Sussurrò staccandosi da me. Le persone si fermarono e se ne andarono. Thomas cominciò a pattinare veloce e poi si fermò.
“Guarda.” Sussurrò avvicinandosi piano e guardando a terra.
Guardai a terra, aveva formato un cuore sul ghiaccio con i pattini. Scoppiai a piangere mettendomi le mani davanti al viso.
“Amore mio non piangere.” Sussurrò baciandomi una tempia.
“Non posso crederci.” Ammisi abbracciandolo forte. Mi accarezzò la schiena, facendomi percorrere dei brividi lungo tutto il corpo.
Entrò un bambino con una rosa in mano.
“Tieni principessa, questa rosa è per te.” Sussurrò. Sorrisi inginocchiandomi a terra e presi la rosa.
“Grazie.” Sussurrai confusa. Il bambino sorrise e andò via. Mi alzai e guardai Thomas che sorrideva teneramente. Cascarono dei petali di rosa su di noi, coprendo tutto.
Thomas mi prese la rosa dalla mano e si inginocchiò.
Sgranai gli occhi.
“Non ti sto per chiedere di sposarmi, per adesso.” Sussurrò imbarazzato.
“Ti direi di si in questo momento.” Ammisi inginocchiandomi. Sorrise porgendomi la rosa.
“Ti amo, questa rosa è fatta di plastica .. in questo paese ho scoperto che quando un ragazzo ama la sua ragazza deve regalarli questa rosa .. se la ragazza accetta staranno insieme per sempre … vuoi?” era preoccupato che dicessi di no. Aveva le lacrime agli occhi.
“Certo che voglio.” Sussurrai avventandomi sulle sue labbra. Mi strinse a se facendomi finire sopra di lui.
“Sarà per sempre Alyson.” Sussurrò.
“E’ quello che voglio.” Ammisi baciandolo di nuovo.
Restammo così, senza dire nulla. il quel posto si sentivano solo i nostri respiri. Restammo così per quasi due ore, non volevo staccarmi da lui. Sentire il suo cuore che batteva all’impazzata come il mio era la cosa più bella al mondo.
“Ehy amore mio, è l’ora di pranzo.”  Disse Thomas accarezzandomi i capelli.
“Non ho fame.” Ammisi.
“Ah no?” domandò dolcemente. Scossi la testa alzando il viso dal suo petto. Lo guardai negli occhi e gli stampai un dolce e cauto bacio sulle labbra.
“Non ho fame.” Sussurrai. Mi accarezzò una guancia guardandomi seriamente.
“Devi mangiare.” Sbuffai mugugnando. +
“Dai Alyson.” Sussurrò accarezzandomi una guancia. sorrisi alzandomi. Non volevo farlo arrabbiare, non volevo rovinare quel momento perfetto.
“Andiamo a mangiare?”domandò felice alzandosi.
“Okay.” Dissi prendendolo per mano. Ci mettemmo a sedere su una panchina e ci levammo i pattini. Ci mettemmo di nuovo le scarpe e uscimmo da lì.
“Andiamo a mangiare in un ristorantino qui vicino.” Disse trascinandomi con se. Mi fermai davanti ad una vetrina che vendeva delle collane.
“Ehy andiamo.”
“Aspetta, guarda che belle collane.” Sussurrai guardando quelle collane fatte a mano. Erano davvero belle.
“Ne vuoi una?” domandò Thomas baciandomi una tempia. Annuì felice entrando nel negozio.
“Buongiorno ragazzi, come posso esservi utile?” domandò una signora affiancandoci. Sussultai girandomi e sorrisi.
“Volevo una di quelle collane in vetrina.”
“Certo, vuoi sapere cosa significano?” Domandò dolcemente prendendo una scatola. Guardai Thomas che si guardava intorno.
“Va bene.” Sussurrai.
“SSiediti pure.” Disse aprendo la scatola. Thomas si mise a sedere, così poi mi misi a sedere sulle sue gambe.
“Questa collana blu con il ciondolo a forma di quadrifoglio, è una collana di fortuna.” Disse porgendomela. Sorrisi, era davvero bella.
La posai sul tavolo e poi me ne porse un'altra.
“Questa rossa, con il ciondolo a forma di cuore è per l’amore.” Disse dolcemente. La presi in mano. Il cuore era fatto di vetro bianco, ma poi diventò rosso.
Sgranai gli occhi spaventata e lo misi sul tavolo.
“Non avere paura, quella collana è così. Diventa rossa solo se si è innamorati.” Sorrisi di nuovo prendendola e mi girai verso Thomas.
“Voglio questa.” Ammisi sorridendo.
“Mmm okay.” Sussurrò baciandomi la fronte e prendendo la collana in mano. Il cuore diventò blu. Sgranai gli occhi alzandomi e guardai preoccupata la signora.
“Tu sei pazzo di lei, moriresti per lei.” Disse la signora prendendo la collana che diventò di nuovo come il colore del vetro.
“Anche io morirei per lui.” Sussurrai infastidita.
“No, tu lo ami e basta. Non moriresti per lui.” Rispose dandomi la collana. Guardai Thomas che era rimasto immobile con gli occhi sgranati.
“Che cavolate stai sparando?” domandò Thomas irritato.
“Non sono cavolate ragazzo. La tua ragazza ti ama da morire, ma non morirebbe per te.” Rispose la donna.
Non sapevo cosa dire o fare. Io sarei morta per Thomas. Lo amavo più della mia stessa vita.
“VI regalo il ciondolo.” Disse la signora.
La guardai male e uscì fuori di lì.
“Ehi micetta, stai bene?” domandò teneramente Thomas stampandomi un bacio sulle labbra.
“Io morirei per te.” Sussurrai abbracciandolo. Mi accarezzò la schiena baciandomi i capelli.
“Lo so.” Sussurrò stringendomi a se.
“Ehi guarda.” Sussurrò stupefatto Thomas staccandosi da me. Mi prese la mano dove avevo il ciondolo ed ea diventato blu. Sorrisi.
“Non ci credo a queste cose, ma wow.” Disse ridendo.
“Nemmeno io ci credo.” Ammisi alzandomi sulle punte.
“Cosa vuoi fare?” domandò curioso.
“Metterti la collana.” Sussurrai. Abbassò il viso, così gli infilai la collana che appena toccò la sua pelle rimase blu. Sorrise accarezzandomi una guancia.
“Grazie micetta.”
“Di nulla orsacchiotto.” Sussurrai sfottendolo. Scoppiò a ridere prendendomi per mano e poi andammo verso il ristorante.
Ci fermammo davanti ad un edificio con un insegna dove c’era scritto:
‘Ristorante LA PESTE.’
Guardai Thomas che si sbellicava dalle risate per la mia faccia sconvolta.
“Spero che il cibo sia buono.” Sussurrai entrando.
“Lo spero anche io.” Disse Thomas dandomi un bacio su una guancia. ci mettemmo a sedere ad un tavolo e presi il menù.
“Mmm io prendo le lasagne e di secondo una bistecca con le patate.”
Scoppiai a ridere scuotendo la testa e dissi:
“Ma sei un mangione.”
“Ahahahah ma non è vero.” Disse. Venne il cameriere e domandò:
“Cosa vi porto?”
“Per me un piatto di lasagne e di secondo una bistecca con le patatine.” Disse sorridendo e appoggiandosi allo schienale.
Il cameriere scrisse l’ordinazione.
“Per me un piatto di risotto ai funghi e di secondo della carne con le patate bollite.” Il cameriere annuì e poi se ne andò.
Il cellulare di Thomas cominciò a squillare.
“Qui prende la linea.” Disse felice prendendo il telefono e poi rispose:ù
“Pronto?”
“Ehi, si sto bene.” Disse diventando serio.
“No, mi hanno detto che dovrei ricominciare tra qualche giorno.” Disse mordendosi il labbro inferiore.
“Si okay, grazie mille.” Disse staccando. Sorrise e disse:
“Era un mio amico.”
“Sicuro?” domandai preoccupata.
“Si amore.” Sussurrò teneramente prendendomi la mano che avevo posato sul tavolo. Sorrisi e arrivò il cameriere con il mio risotto ai funghi.
“Grazie.” Dissi. Lui annuì e andò via.
“Mmm sembra invitante.” Sussurrò Thomas prendendo la sua forchetta e prendendone un pochino. Risi prendendo il cucchiaio e presi un po’ di riso.
Era buonissimo. Mugugnai deliziata e Thomas mi guardò confuso.
“E’ proprio buono.” Risposi alla sua domanda muta.
“Si dai, ma sono più buono io.” Rispose ridendo. Sorrisi e arrivò il cameriere con le lasagne. Le mise davanti a Thomas e andò via.
“Cazzo, nemmeno il tempo di ringraziarlo.” Disse prendendo la forchetta. Scoppiai a ridere versandomi un bicchiere di acqua. Thomas mi porse un pezzettino di lasagna, avvicinandomela alla bocca.
“Provala.”
“Sono la cavia?” domandai sorridendo e addentando la forchetta. Mugugnai di nuovo. Era buonissima.
“Dalla tua espressione credo ti piaccia.” Disse scoppiando a ridere e prendendo un pezzo di lasagna. Sgranò gli occhi per poi leccarsi le labbra e prenderne un altro pezzo.
“Dammene un pezzo.” Sussurrai alzandomi dalla sedia e prendendo un altro pezzo di lasagne. Scoppiò a ridere e mangiammo insieme il mio riso.
“Vieni amore.” Sussurrò Thomas. Mi alzai dalla sedia e andai a sedermi sulle sue gambe. Presi un pezzo di lasagna e lo mangiai.
“Aspetta, hai un po’ di sugo sul labbro.” Mi leccai i labbro, ma Thomas prese un fazzolettino e mi pulì il labbro.
“Ecco qua.” Rispose soddisfatto addentando un altro pezzo di lasagna.
“Grazie.” Dissi cominciando a mangiare insieme a lui.
Appena finimmo venne il cameriere con i secondi. Scoppiai a ridere. ero davvero piena. Thomas si leccò il labbro inferiore. Quel ragazzo era un pozzo senza fondo.
“Mmm pancia mia fatti capanna.”
“Non era così ahahahah.” Ammisi ridendo. Prese una forchettata di patate e me l’avvicinò alla bocca.
“Ma non ho fame.” Sussurrai scuotendo la testa.
“Dai, solo un po’.” Sussurrò facendo la faccina da cucciolo. Sorrisi addentando la forchetta. Erano buonissime. Quel ristorante era strepitoso.
Presi la mia forchetta e cominciai a mangiare ridendo e scherzando insieme a Thomas.
Appena finimmo ero davvero strapiena. Thomas prese un bicchiere di acqua e se lo bevve tutto.
“Sono davvero pieno.” Disse alzando la mano per chiamare il cameriere.
“Anche io.” Dissi ridendo.
Il cameriere venne davanti a noi e domandò gentile:
“Come posso esservi utile?”
“Vorrei il conto.” Disse Thomas prendendo il portafoglio dalla tasca dei suoi jeans.
“Sono40 euro.” Disse il cameriere porgendo la mano. Thomas gli diede una banconota da 50 euro e disse:
“Ho solo 10 euro per te di mancia.”
“Grazie mille signore.” Disse sgranando gli occhi. Sorrisi baciando il mio bellissimo ragazzo sulle labbra. Mi alzai da sopra di lui e gli porsi la mano. Sorrise alzandosi e mi prese per mano.
Uscimmo fuori dal ristorantino e ci incamminammo verso l’hotel.
ANGOLO AUTRICE:
EHILA’ CIAO!!!
SONO RITORNATA!!
il capitolo come vi avevo promesso è lungo ahahahah, ci ho provato almeno a farlo più lungo del solito perché non sapevo dove farlo finire e dovevo farlo lungo ahahahh
Spero soltanto che il capitolo vi piaccia :P
Voglio scusarmi con voi per non poter aggiornare ogni giorno come facevo una volta, ma la scuola come a tutti pesa L
Ma comunque come state? Che mi raccontate di bello?
Vi lascio con una domanda:
Cosa succederà tra Alyson e Thomas nella camera d’albergo?
Ahahahah
Ciaoooo!!
PS: GRAZIE MILLE A TUTTI

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Capitolo 22
*** San Valentino ***


ANGOLO AUTRICE:
NON UCCIDETEMI VI PREGO!!! PERDONATE LA MIA ASSENZA, MA LA SCUOLA E’ DAVVERO STRESSANTE!! NON SONO STATA MOLTISSIMO SU EFP!!
PERDONATEMI!!
Appena ho avuto un momento libero mi sono messa al pc e ho continuato ed ecco qua il risultato L
Spero che vi piaccia.
Uscimmo fuori dal ristorantino e ci incamminammo verso l’hotel.
“Amore mio ti va di andare a vedere se c’è qualche videoteca aperta?” domandò Thomas curioso. Annuì e andammo verso un grandissimo edificio.
“Credo che qui vendino pure i dvd e i pop-corn.” Sorrisi trascinandolo dentro. Avevo una voglia matta di pop-corn e film.
“Bastava dire di si.” Disse scoppiando a ridere.
“Scusami amore, ma voglio i pop-corn.” Dissi sorridendo e trascinandolo verso uno scaffale pieno di dvd.
“Wow, il paradiso.” Disse Thomas sgranando gli occhi e prendendo un Dvd.
“Prendiamo un film d’amore.” Dissi levandoli dalle mani L’esorcista. Lui sbuffò schifato e scosse la testa.
“Dai ti prego Alyson.” Disse con la faccia da cucciolo bastonato. Scossi la testa posando il film. Non volevo vedere un film di paura.
“Ti prego amore mio.” Disse Thomas leccandomi la clavicola. Gemetti scuotendo la testa. Si allontanò e prese un altro film. Guardai il titolo:
“San valentino rosso sangue?” domandai impaurita.
“Non ti va bene nemmeno questo?” domandò ironico. Lo guardai male e lui sussurrò:
“Non so come mai, ma lo sapevo.”
“Ma guardiamoci 3 metri sopra il cielo.” Dissi prendendo il dvd di uno dei miei film preferiti.
“Come scusa?” domandò sconvolto. Sorrisi annuendo. Lui sospirò scuotendo la testa e disse:
“Ti prego Alyson, guardiamo sempre i soliti film …”
“Non voglio vedere questa schifezza.” Dissi sbuffando e guardando l’esorcista.
“Ti prego.” Disse mettendo il labbro inferiore fuori e guardandomi con quei bellissimi occhi.
“Che palle che sei.” Dissi irritata posando il mio bellissimo film e prendendo quella merda di film che aveva posato prima, cioè L’esorcista. Sorrise.
Sbuffai incamminandomi per cercare delle schifezze da mangiare. Mi fermai davanti ad uno scaffale pieno di barrette di cioccolato.
“Woow, il paradiso.” Dissi aprendo leggermente la bocca. Guardai Thomas che stava sorridendo teneramente. Presi una barretta di cioccolato al latte e altre 5 alla nocciola e una al cioccolato fondente.
“Hai fatto una scorta?” domandò Thomas ridendo. Aveva un barattolo pieno di pop-corn.
“Oui, ho fatto la scorta.”  Dissi ridendo. Thomas sorrise e mi prese per mano. Andammo verso il bancone per pagare.
“Quanto è?” domandò Thomas prendendo il portafoglio.
“Sono 10 euro.”
“Ecco qua.” Disse dandoli i soldi e prendendo la busta.
Uscimmo fuori dall’edificio.
Avevo freddo. Il mio ragazzo mi strinse a se e in silenzio ci incamminammo verso l’hotel che era anche vicino.
Entrammo dentro all’hotel e c’era la signora che ci sorrideva. Era davvero inquietante quella donna. Mi strinsi di più a Thomas.
“Noi vorremmo la stanza ancora per un giorno.” Disse Thomas dando alla signora 100 euro.
“Va bene ragazzi, domani è San Valentino e così la stanza ve la offro io.” Disse sorridendo, per poi scoppiare a ridere andandosene. Guardai impaurita Thomas che era rimasto sconvolto davanti a quella donna.
Scoppiai a ridere come un imbecille. Thomas sorrise e poi andammo verso la camera.
“Quella donna mi spaventa.” Disse entrando.
“Anche a me.” Ammisi sorridendo. Thomas sorrise di nuovo e andò verso la piccola televisione. Presi una barretta di cioccolato mettendomi a sedere sul letto e cominciai a mangiarla.
“Dammene un pezzettino.” Disse mettendosi a sedere accanto a me. Gli porsi un pezzettino di cioccolato, ma lui mi prese il polso e avvicinò la barretta alle labbra.
Ne mangiò un pezzo e poi fece la faccia schifata.
“Che schifo, è fondente.”
Scoppiai a ridere annuendo. Il film cominciò e Thomas prese il barattolo di pop-corn. Chiusi gli occhi schifata e impaurita. Misi la testa tra le mani.
“Dai Aly, apr gli occhi e guarda questa meraviglia di film.”
“Scordatelo.” Dissi cercando di prendere dei pop-corn dal barattolo, ma toccai la gamba di Thomas.
“Ahahah che vuoi fare?” domandò ridendo e poi mi avvicinò un pop-corn alla bocca.
Lo mangiai e Thomas scoppiò a ridere.
Aprì gli occhi e guardai schifata il film.
“Come fa a piacerti questo schifo?” domandai sconvolta.
“E’ carino come film.” Disse sorridendo aprendo una barretta di cioccolato. Ne mangiò un pezzo e poi me la porse a me. Sorrisi e morsi la barretta.
“Qui c’è una scena che fa scompisciare dalle risate.” Disse ridendo.
Guardai la televisione, la scena era quella dove la bambina scendeva le scale a testa al in giù e vomitava. Mi venne un conato di vomito e corsi in bagno.
“Ahahhah dai Alyson.” Disse Thomas ridendo e venendo in bagno.
Lo guardai male e sussurrai:
“Quel film fa schifo.”
“Ma dai, non è vero. È un bel film.” Disse sorridendo. Sbuffai sciacquandomi la faccia. Sentì un rumore di sopra.
“Cosa sarà?” domandò Thomas ridendo.
“Credo che quelli di sopra ci stanno dando dentro.” Dissi scoppiando a ridere.
“Vuoi darci dentro anche tu?” domandò malizioso. Gli tirai uno schiaffo sulla fronte ridendo. Thomas sorrise e andò di là, levò il film e si mise sdraiato sul letto.
Sorrisi andandoli accanto. Mi strinse a se e mi diede un bacio sulle labbra.
“Sei davvero insistente quando ti ci metti.” Sussurrò.
“Lo so, ma devi ammettere che quel film fa schifo.” Sussurrai mordendoli il labbro inferiore.
“Mm non è vero, con Jessica lo guardavamo sempre.” Mi allontanai incazzata nera alzandomi.
“Scusami Alyson, non volevo.” Sussurrò alzandosi e venendomi davanti.
“Sei davvero un coglione, riesci a trasformare un momento perfetto in uno di merda.” Sussurrai irritata.
“Come scusa? Solo perché ti ho detto quello? Ma cazzo Alyson.” Disse irritato guardandomi male.
“Non me ne frega un cazzo di quello che facevi con quella troia!” urlai.
“Pensala come vuoi, ho solo detto una fottuta cosa e te la prendi così?” domandò sbuffando. Lo fulminai  con lo sguardo.
“Te come ti comporteresti se io parlassidi un ragazzo che mi piaceva?” domandai sospirando.
“Hai ragione, ma .. ho solo detto una cosa Alyson.” Sussurrò abbassando il viso. Sospirai avvicinandomi a lui e lo abbracciai.
“Scusami Thomas, ma … ho avuto un po’ di … gelosia.” Sussurrai.
“Okay.” Disse baciandomi i capelli. Appoggiai la testa sul suo petto e la collana si illuminò di verde. Sorrisi. Thomas guardò confuso la collana e domandò:
“Cosa significherà il verde?”
“Boh.” Sussurrai accarezzando il cuore di vetro.
Guardai l’orologio. Erano le 5 del pomeriggio. Sbadigliai.
“Ma tu hai sempre sonno?” domandò incuriosito il mio ragazzo guardandomi. Scoppiai a ridere annuendo. Qualcuno bussò alla porta.
Thomas mi diede un bacio e andò ad aprire.
“Buonasera ragazzi, questa sera nella hall ci sarà un concorso di ballo. Vi fidate dei vostri ragazzi e voi ragazzi vi fidate delle vostre ragazze? Se è così scendete stasera.” Disse un uomo sulla cinquantina.
“Come scusi?” domandai confusa.
“Ti fidi del tuo ragazzo?” domandò il sigore guardando Thomas.
“Certo che si.” Ammisi avvicinandomi a Thomas.
“Bene, allora starera scendete giù, verso le 19.30.” disse andandosene. Thomas chiuse la porta scoppiando a ridere e disse:
“Andiamoci dai.”
“Okay.” Dissi felice. Mi misi seduta sul letto sdraiandomi. Thomas rise sdraiandosi accanto a me. Sentì qualcosa salitmi il braccio, così abbassai la testa e vidi un ratto gigantesco.
Thomas si alzò disgustato.
“T … tho ..thomas …” sussurrai spaventata.
“Stai calma Alyson.” Sussurrò prendendo il coltellino che aveva come portachiavi.
“L…leva..” avevo troppa paura. Deglutì e il ratto venne sul mio stomaco.
“Scch calmati.” Sussurrò inginocchiandosi sul letto. Fece un verso e il topo si girò verso di lui. Thomas fece vedere il coltello al ratto e il ratto scese dal mio stomaco.
“Non alzarti Alyson.” Sussurrò Thomas dolcemente. Con un solo movimento prese il topo in mano e corse verso la finestra, per poi metterlo fuoti sul cornicione.
Chiuse la finestra e sospirò mettendosi le chiavi in tasca.
“Stai bene?” domandò preoccupato venendomi accanto.
“Si, sto bene.” Dissi alzandomi. Thomas mi prese per un polso e mi trascinò in bagno. Fece riempire la vasca di acqua e disse:
“Lavati.”
“Mi sono lavata prima.” Sussurrai confusa.
“Lo so amore, ma ti ha toccato un topo.” Disse teneramente uscendo dal bagno. Sospirai levandomi i vestiti e poi entrai nella vasca.
Mi rilassai sciacquandomi e poi chiamai Thomas.
Entrò con in mano la sua felpa. Sorrisi alzandomi e presi la felpa. Me la misi e Thomas mi diede una mano per uscire.
Dopo quasi 40 minuti ero pronta ed erano le 19,20.
“Pronta per la festa amore mio?” domandò Thomas dandomi un bacio sulle labbra. Sorrisi teneramente annuendo.
Thomas mi prese per mano e andammo verso la sala da ballo.
“Siete molto uniti voi eh?” domandò un sugnore sorridendoci. Thomas mi strinse a sé come se volesse proteggermi.
“Non vi preoccupate ragazzi, a fine serata vi riabbraccerete se andrà tutto bene.” Guardai Thomas preoccupata. Lui sorrise.
“Proviamoci okay?” domandò dandomi un bacio sulle labbra.
“Okay.” Sussurrai. Venne una bionda tutta rifatta, ma bellissima e prese Thomas per mano. La fulminai con lo sguardo e lo portò via.
“ECCO QUA I PRIMI 10 RAGAZZI CHE SALIRANNO SUL PALCO. AMMIRATELI!!”
Sul palco c’era anche Thomas. Mi avvicinai al parco e lui mi sorrise.
“Ehilà da quanto state assieme tu e la tua ragazza?” domandò il signore sul palco guardando me e Thomas.
“Quasi due anni.” Disse guardandomi con quel sorriso da bambino che mi faceva sciogliere ogni secondo della mia vita. Venne una ragazza e cominciò a baciare Thomas.
Sgranai gli occhi e provai a salire sul palco, ma qualcuno mi fermò:
“Fermati, così è peggio.” Vidi Thomas staccarsi.
“Ma che cazzo?” domandò al signore.
“Vediamo se questa bellissima ragazza ti fa eccitare.” Spiegò il signore. Guardai la persona che mi aveva bloccato il braccio. Era una ragazza che avrà avuto più o meno 18 anni.
“C’è anche il mio ragazzo la sopra.” Disse sorridendo.
“Cosa significa?”
“Non devono eccitarsi.” Spiegò lei mettendosi a sedere. Guardai Thomas provare a venirmi incontro. Mi misi a sedere vicino alla ragazza.
“Ti amo.” Mi mimò. La ragazza cominciò a baciarlo di nuovo cominciando anche a strusciarsi su di lui. Strinsi i pugni e un cameriere ci portò da bere.
“Bere fa bene in queste situazioni.” Disse la ragazza aprendo la birra.
“Quanto ancora devo sopportarlo?” domandai aprendo la birra.
“E’ solo l’inizio.” Disse bevendo un sorso di birra. Il signore sul palco fece entrare altre ragazze che cominciarono a baciare gli altri ragazzi.
Bevvi un sorso di birra sospirando. La ragazza si staccò da lui e lo fece sedere su una sedia. La ragazza che era praticamente nuda si mise inginocchiata tra le gambe di Thomas e cominciò a muovere la mano sulla patta dei suoi pantaloni.
Thomas chiuse gli occhi e cominciò a muovere una gamba. Lo faceva solo quando era agitato. Venne un'altra ragazza e cominciò a baciare Thomas mentre l’altra lo stava toccando.
Ero come bloccata e non potevo fare nulla.
“Ti prego … resisti.” Sussurrai stringendo le mani al tavolo. La ragazza inginocchiata gli tolse la cintura dei jeans. Mise una sua mano dentro ai suoi jeans.
“WOW!” urlò sorridendo. Mi alzai dal tavolo, ma la ragazza mi bloccò.
“Siediti. Si vede che il tuo ragazzo ti ama.” Disse facendomi un piccolo sorriso. Mi misi di nuovo a sedere e bevvi un altro sorso di birra.
“Stai calma.”
“Come faccio a stare calma? Il mio ragazzo …” non riuscivo nemmeno a partlare da tutta quella rabbia che avevo in corpo.
“TEMAUT RAGAZZI!!” le ragazze se ne andarono. Il signore sorrise e guardò due ragazzi.
“Avete perso.” Disse. Loro si alzarono e corsero giù per il palco.
“Avete 10 minuti di paura ragazzi.” Disse il signore andandosene. Thomas mi guardò confuso. Mi alzai di fretta dal tavolo e andai sul palco. Si alzò e stringendomi a sé mi baciò.
“Mi dispiace così tanto.”
“Non ti sei eccitato, è un buon segno.” Dissi accarezzandoli una guancia. sorrise.
“Non potrei mai eccitarmi con una ragazza che non sei tu.” Sussurrò teneramente. Sorrisi.
“Ti amo così tanto amore mio.” Dissi dandoli un bacio sul collo.
Sorrise.
“ECCOMI DI NUOVO QUA!! LA PROVA PiU’ DIFFICILE DELLA SERATA!!” Urlò il signore entrando sul palco. Guardò le ragazze sul palco e fece un cenno a dei ragazzi che entrarono.
Sgranai gli occhi. Erano davvero belli.
“Ti piacciono?”
“Non sono brutti.” Ammisi sorridendo. Un ragazzo con un fisico palestrato, occhi verdi e capelli castani venne verso di me. Mi porse la mano.
Guardai Thomas che lo stava fulminando con lo sguardo. Il ragazzo mi prese per mano e mi attirò a se cominciando a ballare.
Vidi Thomas mettersi seduto contro la sua volontà. Il ragazzo cominciò a toccarmi il fondoschiena.
“Non toccarmi.” Sussurrai irritata. Il ragazzo sorrise e cominciò a baciarmi il collo. Guardai Thomas che stringeva i pugni.
Il ragazzo mi toccò di nuovo il sedere.
“Basta toccarmi il culo.” Sussurrai irritata staccandomi dal ragazzo. Vidi Thomas alzarsi dalla sedia come una furia e sussurrare:
“Lei è solo mia, sono stato chiaro?”
Il ragazzo sospirò e andò via.
“FERMI TUTTI!!! ORA IL GIOCO SI FA’ MOLTO DURO!!” Urlò il signore. I ragazzi andarono via e le coppiette si presero per mano.
Thomas mi strinse a sé e sussurrò:
“Stai bene?”
“Cero amore mio.” Ammisi teneramente.
“RAGAZZI METTETEVI A SEDERE E VOI RAGAZZE FATELI ECCITARE! LA PROVA PIU’ DIFFICILE!! SIETE ATTRATTI DALLE VOSTRE DONNE?!?”
Thomas sorrise mettendosi a sedere.
“Io non so ballare.” Sussurrai sconvolta. Thomas sorrise di nuovo guardandomi. Guardai le altre ragazze che erano davanti ai loro ragazzi, si erano un po’ spogliate e gli facevano toccare delle parti del corpo.
“Dai amore, so che puoi farcela.”
Sospirai mettendomi a cavalcioni su di lui. Thomas gemette senza volerlo davvero. Mise le sue mani sul mio sedere. Cominciai a baciarlo dolcemente sul collo.
Sentivo il suo odore invadermi le narici.
“Oddio Alyson …” ansimò piano.
“Ti voglio.” Sussurrai al suo orecchio. Avevo voglia di lui. Sorrise dolcemente cominciando a baciarmi sulle labbra.
“Mi vuoi?” domandò curioso.
“Non me lo far ripetere.” Sussurrai ridendo, per poi alzarmi da sopra Thomas.
“Dove andate ragazzi?” domandò il signore ridendo.
“Indovini.” Disse Thomas ridendo e prendendomi la mano. Sorrisi verso le altre coppie che fecero la nostra stessa cosa. Uscimmo dalla sala ridendo come due pazzi.
“Vieni qui micetta.” Disse Thomas appiattendosi al muro e tirandomi a sé. Cominciò a baciarmi con passione facendo scorrere le sue mani su tutto il mio corpo.
Le sue labbra erano fuoco, le sue mani ad ogni tocco diventavano più decise.
“Oh mio Dio …” sussurrò appoggiando le mani sul mio sedere per attirarmi di più a sé.
Suonò la mezzanotte.
“Buon San Valentino amore mio.” Sussurrò Thomas leccandosi il labbro inferiore.
“Buon San Valentino anche a te amore mio.” Sussurrai sorridendo, per poi sbadigliare. Thomas scoppiò a ridere e mi prese in braccio.
“Sei una dormigliona.” Sorrisi appoggiando la testa su una sua spalla.
“Dormi amore mio.” Sussurrò Thomas salendo le scale.
“Ti amo.” Sussurrai per poi addormentarmi tra le sue braccia.
ANGOLO AUTRICE 2:
Ed ecco qua che è finito il capitolo, scusate se non è stato di vostro gradimento … mi dispiace così tanto … ma in questi giorni non ho fatto altro che stare sui libri di scuola L
Perdonatemi, per favore …
Sono una pessima scrittrice lo so … mi dispiace davvero tanto …
Comunque come state? Che mi raccontate di bello?
Alla prossima!!
Vi prometto che sarà presto!! (ALMENO SPERO
J
 
 
 

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Capitolo 23
*** Kevin ***


Mi svegliai sgranchendomi le gambe e le braccia. Ero appiccicata a Thomas che stava dormendo ancora come un bambino.
Gli baciai le labbra.
“Giorno amore mio.” Sussurrò aprendo gli occhi e attirandomi di più a se.
“Giorno orsacchiotto.” Sussurrai teneramente approfondendo il bacio. Il mio cellulare cominciò a squillare. Sorrisi prendendolo e mettendomi seduta sul letto risposi:
“Pronto?”
“Sorellina!! Come tai?” urlò mia sorella felice. sorrisi.
“Amore mio sto bene e tu come stai?” sentii le braccia di Thomas avvolgermi i fianchi attirandomi a sé.
“Sto bene!! Mi manchi!!” disse triste.
“Oh tesoro, mi manchi anche tu.” Risposi triste. Thomas mi diede un bacio su una tempia.
Falla finita.” Mimai con le labbra rivolte a Thomas. Mi fece l’occhiolino.
“Ora vado a mangiare!! Ti voglio bene!!” urlò staccando tutta contenta. Scoppiai a ridere rigirandomi nelle braccia di Thomas.
Mi ritrovai a cavalcioni sul suo stomaco e le sue labbra sulle mie.
“Mmm come mi piace baciarti tesoro mio.”
“Tesoro mio?” domandai sorridendo. Thomas scoppiò a ridere. qualcuno bussò alla porta. Sbuffai sorridendo e mi alzai dal letto.
Thomas andò ad aprire e qualcuno gli tirò un cazzotto in pieno viso.
Urlai, ma venni subito scaraventatat al muro e persi coscienza.
Pov Thomas:
“Ciao fratellino.” Disse una voce roca
“Kevin … Cosa vuoi?” domandai impaurito stringendo i pugni.
“Parlarti mio caro fratellino.” Disse ridendo a crepapelle.
“Non ho più paura di te.” Ammisi deglutendo.
“Ah no? Non ti ricordi quando tremavi mentre ti mettevo la testa sotto acqua?” domandò tirandomi un pugno nello stomaco.
Cascai inginocchiato a terra e lui mi tirò un calcio nello stomaco.
“NON TE LO RICORDI?!? TU HAI PAURA DI ME!!” Urlò arrabbiato tirandomi uno schiaffo e facendomi finire a terra.
Cominciai a tossire per il forte dolore e sussurrai:
“No, sono più forte.”
“Ahahah come no.” Provai ad alzarmi e appena mi fui alzato lo guardai negli occhi. Occhi come i miei. Mi facevano schifo quegli occhi.
“Io non ho paura.” Ammisi e poi gli tirai un pugno sul naso, sentendolo rompersi sotto le mie nocche. Urlò di dolore tirandomi un cazzotto nello stomaco, facendomi cascare di nuovo inginocchiato a terra.
“Non ti permettere di picchiarmi stupido.”
Cominciai a tossire sputando sangue e guardai Alyson che era a terra. Lui si inginocchiò accanto a lei e gli accarezzò il viso.
“E’ molto bella.”
“Non toccarla.” Sussurrai impaurito che gli potesse fare qualcosa ad Alyson.
“Hai sempre avuto buon gusto fratellino.”
“LASCIALA STARE PER FAVORE!! LEI NON C’ENTRA NIENTE!!” urlai provando ad alzarmi, ma lui si alzò di fretta e mi tirò un altro pugno facendomi cascare di nuovo.
Non avevo le forze, ma non avrei permesso a quel coglione di far male alla mia unica ragione di vita.
“E’ la tua ragazza fratellino. Tu ci tieni a lei e deve morire.” Disse sorridendomi.
Lo guardai male riprovando ad alzarmi, ma quel coglione mi spinse di nuovo scaraventandomi al muro. Mi mancò il respiro per il troppo dolore.
“Non ti permetterò di ucciderla.” Sussurrai piano guardando Alyson.
“E come faresti a fermarmi? Illuminami fratellino.” Disse sospirando appena.
“Non ti permetterò di ucciderla.” Dissi ringhiando.
 “Sei cambiato fratellino, un tempo avevi paura di me.” Disse ridendo. Prese Alyson per i capelli e la fece alzare. Urlò di dolore.
“Lasciala stare lurido pezzo di merda.” Sussurrai tenendomi lo stomaco.
“Thomas …” sussurrò la mia ragazza con le lacrime agli occhi.
“Stai calma micetta. Non ti lascio … da sola.” Sussurrai teneramente per calmarla avvicinandomi piano a lei. Kevin tirò fuori un coltello e lo puntò alla gola di Alyson.
“Non fare un altro passo Thomas.” Sussurrò guardandomi male.
Mi fermai e porsi la mano ad Alyson, che la prese come se fosse la sua ancora di salvezza.
“Thomas ti amo.” Sussurrò a bassa voce.
“Che carini, mi fate vomitare … caro fratellino io la lascio andare ad una condizione …” disse sbuffando. Sgranai gli occhi impaurito.
Le sue condizioni non erano belle.
Una volta perché volevo giocare alla play con lui, mi diede una condizione, cioè quella di rompermi un polso davanti a lui.
Ma ero sicuro che quella volta non mi avrebbe fatto rompere un polso o una gamba, ma avrei fatto di tutto per Alyson.
“Qualunque condizione.” Ammisi guardando negli occhi Alyson.
Lei scosse la testa impaurita.
“Ucciditi davanti a lei.” Sussurrò ridendo.
“NO!!” urlò Alyson rigirandosi e poi tirando un calcio nella gamba a mio fratello e prendendo il coltello in mano.
Gli tirò un pugno al naso e un altro calcio e lui cascò a terra.
“ALYSON FERMATI!!” urlai prendendola tra le mie braccia. Gli baciai il collo e sussurrai:
“Amore stai calma.”
“Brutta puttana .. mi ha tirato un pugno nel viso.” Disse guardandola male.
“Lascia stare il mio ragazzo.” Disse stringendo il coltello.
“Ora capisco perché sei così intenzionato ad averla … la ragazza ha le palle.” Disse alzandosi di poco, ma Alyson gli tirò un calcio nello stomaco.
Lui cascò di nuovo a terra. Mi avvicinai a lui e lo presi per il colletto della maglia.
“Te la farò pagare cara fratellino.” Sussurrai tirandoli un pugno alla mascella. Lui cominciò a ridere. Alyson si avvicinò a me e sussurrò:
“Stai zitto, non ho paura di usare un coltello.”
 “Alyson voglio che te ne vai. Non voglio che tu stia qui. Tornatene in hotel.” Dissi guardando Alyson e porgendo una mano per farmi dare il coltello.
“Neanche per sogno. Ti aiuterò ad uccidere questo stronzo di merda. Me la deve pagare cara. Nessuno può trattarti male.” Disse sbuffando e guardandomi male.
“Non lo uccideremo Alyson, chiama la polizia..”
Lei annuì e chiamò la polizia.
“Me la pagherai.” Sussurrò sputandomi in un occhio. Gli tirai un altro cazzotto nel viso e sussurrai infastidito:
“Lasciami stare, tu non sei nulla. Tu non sarai mai nulla Kevin.” Detto questo mi alzai e presi tra le braccia Alyson e la baciai.
“Andiamocene, marcirà in prigione.” Sussurrai portando fuori Alyson.
ANGOLO AUTRICE:
ECCOMI QUA!!! NON SONO MORTA!!! SONO ANCORA VIVA!!
SCUSATEMI DAVVERO TANTO!! MA LA SCUOLA E' STATA DAVVERO PESA IN QUESTI GIORNI o.O
hO AVUTO UN BOTTO DI INTERROGAZIONI E VERIFICHE! E NON HO POTUTO AGGIORNARE PRIMA!!
Mi dispiace davvero tanto!!
Lo so che vi avevo promesso che avrei aggiornato molto prima, ma non avevo proprio la testa O.o
Scusatemi ancora (Vi prega inginocchio.)
THOMAS: DAI RAGA PERDONIAMOLA:
ALYSON: SI DAI; PERDONIAMOLA.
IO: GRAZIE RAGAZZI!! VI PREGO ASCOLTATE THOMAS E ALYSON *-*
COME STATE? CHE MI RACCONTATE DI BELLO?
Comunque cosa ne pensate di Kevin? 
IN questo CAPITOLO HA PARLATO ANCHE IL NOSTRO AMATO THOMAS *-*
THOMAS: Lo so, vi sono piaciuto ;)
IO: Smettila di fare il cascamorto che sennò ti faccio litigare con Alyson.
THOMAS: Okay va bene, me ne sto zitto.
Ritorniamo a noi ahahha
Vi è piaciuto questo capitolo dove si sono un pò capiti i sentimenti di Thomas quando era piccolo?
ALLA PROSSIMA!!
CIAOOOO



 
 
 
 

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Capitolo 24
*** Credimi ***


Pov Alyson:
“Perché cazzo non mi hai raccontato quello che è successo nella tua vita? Siamo fidanzati, cazzo.” Dissi irritata guardando Thomas che se ne stava sdraiato da quasi una fottuta ora senza nemmeno parlarmi da quando eravamo tornati in hotel.
Sbuffai per la milionesima volta e sussurrai:
“Thomas rispondimi.”
“Mi fa male la testa okay? Stai zitta.” Disse irritato sbuffando.
Sgranai gli occhi. Mi aveva detto si di stare zitta, me l’avrebbe pagata molto cara. Strinsi i pugni prendendo la giacca di pelle e poi sussurrai:
“Io me ne vado un po’ fuori.”
Thomas non rispose, ma lo vidi annuire.
“Anzi no, chiamo James.” Dissi per attirare la sua attenzione. Strinse i pugni, ma non rispose lo stesso. Se ne stava immobile,senza nemmeno degnarmi di uno sguardo.
Sospirai abbattuta.
“Thomas ti prego parlami.” Sussurrai appoggiandomi alla porta della stanza. Non volevo vederlo star male e sapevo che dentro di lui ora c’era una marea di emozioni.
Non rispose e sospirò.
“Thomas ti prego.” Sussurrai dolcemente.
“Non voglio parlare Alyson. Voglio solo stare in santa pace, sicchè vattene fuori e fai quello che cazzo ti pare. Chiama chi cazzo vuoi, ma levati dalle palle.” Disse alzandosi irritato.
Ero rimasta sconvolta. Non era il mio Thomas.
“Esci fuori da questa stanza!! immediatamente! Voglio stare solo.” Disse quasi urlando.
“Vuoi stare solo?” domandai quasi urlando anche io.
“Si va bene, levati dalle palle!” rispose urlandomi contro.
Mi avvicinai a lui a passi da gigante e gli mollai uno schiaffo. Lui sgranò gli occhi e sussurrò:
“Vattene via Alyson.”
“Sei uno stronzo. Sono la tua ragazza e non mi dici mai un cazzo.” Dissi fredda tirandoli un colpo sul petto.
“Te ne puoi andare?” domandò sbuffando.
“Chiamo James e me ne torno a casa. Vaffanculo Thomas.” Dissi irritata uscendo dalla stanza per poi scoppiare a piangere. Strinsi i pugni e corsi giù per le scale, ma inciampai e cascai a terra.
Che giornata di merda ed era pure San Valentino.
“Signorina state bene?” domandò una voce calda e dolce. Mi alzai un po’ dal pavimento e il ragazzo mi aiutò.
“Sto bene.” Sussurrai tastandomi il naso, da cui usciva del sangue.
“Sei sicura?” domandò premuroso dandomi un fazzolettino. Sorrisi cortese annuendo.
Lui sorrise annuendo e mi porse una mano.
“Sono Ian.” Disse dolcemente e la sua giacca si spostò di un centimetro.
Vidi una pistola .
“Ehm …” non riuscivo a parlare.
“Che c’è? Non ti mangio … tranquilla.” Disse facendomi l’occhiolino.
Dovevo inventarmi qualcosa e subito.
“Ehm si … è che sono qui con il mio fidanzato e lui mi sta aspettando.” Sussurrai impaurita che potesse uccidermi e cominciando a stringere il pugno della mano destra.
Ero impaurita.
“Chi sarebbe il tuo ragazzo?” domandò squadrandomi, per poi soffermarsi sul mio viso.
“Ehm … ecco …” dissi deglutendo.
“Sono io, se vuoi scusarci.” Disse Thomas attirandomi a se per un fianco.
Tirai un sospiro di sollievo.
“Ah okay.” Disse annuendo. Mi lanciò uno sguardo e poi se ne andò.
“Stai bene?” domandò preoccupato accarezzandoli iol viso con una mano. Scossi la testa e lui sgranò gli occhi. Mi scostai da lui incazzata nera. Mi riprese per un polso e mi attirò a se.
“Perché non stai bene?” domandò sfiorandomi tutto il viso.
“Lasciami Thomas.” Dissi levandoli la mano dal mio viso.
Thomas scosse la testa sospirando. Mi ricordai di quella pistola, così sgranai di poco gli occhi.
“Quel ragazzo aveva una pistola.” Sussurrai spaventata.
“Cosa?” domandò confuso.
Guardai male Thomas. Credeva che fossi impazzita.
“Ne sei sicura?” chiese guardando quel ragazzo che ci stava provando con una ragazza.
“Ne sono sicura.” Risposi agitata.
“Okay, me ne occupo io.” Disse avvicinandosi al ragazzo, senza farsi sentire. Lo spinse a terra e gli si butto sopra.
“CHE CAZZO STAI FACENDO?!?” Urlò il ragazzo cercando qualcosa nella cintura. Sgranai gli occhi impaurita quando puntò la pistala a Thomas.
Urlai correndo verso di loro.
“FERMO!!”
Thomas gli prese la pistola e si alzò. Tirò un sospiro di sollievo e tutti applaudirono.
“Amore mio.” Sussurrai abbracciandolo e scoppiando in lacrime di nuovo.
Venne la polizia a prendere quel ragazzo e prese la pistola. Ringraziarono Thomas e tutti applaudirono di nuovo.
“Grazie mille, ma non è stato solo merito mio.” Disse dolcemente guardandomi.
“Avevo così  paura amore mio.” Sussurrai sospirando.
“Scusami se mi sono comportato così prima ..” non lo feci finire di parlare che lo baciai
“Sono successe un bel po’ di cose da quando ci siamo svegliati.” Sussurrò ridendo e baciandomi sulla nuca.
“Bel San Valentino.” Sussurrai stringendolo di più a me.
“Possiamo migliorarlo.” Disse teneramente baciandomi sulle labbra e poi si scostò da me per starnutire.
“Stai male?” domandai preoccupata. Lui scosse la testa facndomi uno dei suoi sorrisi migliori. Appoggiai una mano sulla sua fronte e scottava.
“Amore non è nulla.” disse dolcemente per poi baciarmi di nuovo.
Le sue labbra bruciavano.
Lo presi per mano e lo portai nella stanza. Appena entrammo dentro la stanza cominciò a baciarmi stringendomi a sé.
“MI dispiace di averti fatto star male prima.” Sussurrò approfondendo il bacio.
“Va bene, ora mettiti sul letto.” Sussurrai stampandoli un piccolo bacio.
Mi guardò malizioso.
“No imbecille.” Dissi ridendo.
“Ah okay.” Sussurrò sbuffando e poi mettendosi a sedere sul bordo del letto. Andai in bagno e mi strappai un pezzo di maglia. Lo bagnai e poi andai di là. Thomas si era messo disteso sul letto.
“Amore mio, vieni qui.” Sussurrò starnutendo.
Mi misi inginocchiata sul letto e gli accarezzai il viso.
“Scotti Thomas.” Sussurrai appoggiandoli la pezza sulla fronte.
“Ma io sto bene.” Sussurrò prendendomi per un polso e con una piccola spinta mi attirò a se. Sorrisi scuotendo la testa.
“Dai amore, mettiti seduto sul letto che ti levo la maglia.” sussurrai. Lui fece come gli avevo detto e così gli tolsi la maglia, le mie dita sfiorarono quel corpo perfetto.
Lo sentì gemere ad ogni mio tocco.
“Se fai così, la febbre mi scende.” Sussurrò con voce roca.
Scoppiai a ridere scuotendo la testa.
“Ti voglio.” Sussurrò sdraiandosi di nuovo sul letto. Il suo cellulare cominciò a squillare. Misi una mano nella tasca dei suoi jeans e poi risposi:
“Pronto?”
“La macchina è pronta.” Disse qualcuno dall’altro capo del telefono.
“Ehm si grazie .. passeremo domani.” Sussurrai staccando.
Thomas aveva chiuso gli occhi. Gli accarezzai dolcemente i capelli e poi mi soffermai sulle sue labbra. Mi alzai dal letto e appoggiai la maglia sulla stufa.
Trovai una bacinella, così la presi e la riempì d’acqua. La appoggiai sul comodino e gli cambiai di nuovo la pezza.
“No, non sono cattivo.” Sussurrò Thomas dimenandosi nel sonno. Sospirai mettendomi seduta sul letto e gli toccai la fronte. Scottava più di prima.
Non riuscivo a sopportare le cose che diceva.
“Non sono cattivo.” Sussurrò di nuovo. Gli baciai la fronte e presi la pezza, la bagnai con l’acqua tiepida e la misi sulla sua fronte.
“Ti prego mamma, non mi picchiare. Non farmi del male.” Disse dimenandosi ancora di più e stringendo le mani sul lenzuolo.
Mi faceva una tenerezza assurda. Odiavo vederlo star male e più di tutti odiavo quella puttana di sua madre che lo aveva picchiato.
“Thomas, amore mio … svegliati ..” sussurrai scuotendolo appena. Lui sgranò gli occhi agitato. Mi squadrò impaurito.
“Non farmi del male.” Sussurrò con gli occhi sgranati.
“Amore sono io.” Sussurrai come se mi avessero piantato un colpo al cuore.
Appoggiò una mano sul mio viso.
“Alyson, sei davvero tu? Non sei un sogno?” domandò appena. Scossi la testa, stringendo gli occhi per non cominciare a piangere.
“Sei qui, rimani qui.” Sussurrò appena chiudendo gli occhi stanco.
“Sono qui. Sono qui.” Sussurrai dolcemente. Fece un piccolo sorriso, un sorriso così tenero che mi rallegrò il cuore.
 
“Alyson … scusami … ti ho rovinato la serata di San Valentino.” Disse aprendo di nuovo gli occhi. Quegli occhi azzurri erano velati di lacrime.
 
“Ssh, sono qui. Non mi hai rovinato niente amore mio.” Ammisi prendendo la pezza dalla sua fronte, per bagnarla di nuovo.
 
“Sto bene Alyson.” Disse cercando di fare un tono autoritario e mi prese il polso con la pezza in mano.
 
“Si si, lo vedo.” Sussurrai sorridendo appena e mettendoli la pezza sulla fronte. Lo baciai sulle labbra così fredde e sussurrai:
 
“Non me ne vado amore mio. Sono qui.”
 
“Grazie.” Sussurrò chiudendo gli occhi di nuovo. Appoggiai la testa sul suo petto e mi rannicchiai di più a lui.
 
“Dormi pure amore mio.” Sussurrò teneramente al mio orecchio. 
 
“Sei sicuro?” domandai preoccupata per lui e tastandoli la fronte.
 
“Ne sono sicuro amore mio.” Sussurrò dolcemente stampandomi un bacio sulle labbra. Feci un piccolo sorriso e mi addormentai.

ANGOLO AUTRICE:
Haloa raga!!
Come state? che mi raccontate di bello? 
Lo so che sono cattiva, perchè ho fatto finire il capitolo prorio adesso ;)
Ma perdonatemi ahahha
E' anche più lungo del solito, me lo merito un applauso?
Ahahhaah ovviamente scherzo.
Che mi raccontate di bello? come va la vita?
Ora vi saluto ahahah, devo andare a ripassare O.o
Ciao!!!!!!!!!!
PS: NEL PROSSIMO CAPITOLO PARLERa' Thomas *-*

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Capitolo 25
*** Non ti libererai tanto facilmente di me ***


Pov Thomas:
 
 Stava dormendo da più di 3 ore. Era davvero così bella. Sembrava un piccolo angelo che era cascato sulla terra solo per farmi sentire meglio, era un miracolo averla incontrata.
 
La prima volta che la vidi decisi di provarci subito, ma per non essere scortese con suo padre non ci provai molto.
 
Era così bella quel giorno. Indossava un pigiama blu chiaro ed era seduta sulla poltrona con le gambe incrociate e una busta di pop corn che guardava un episodio di qualche serie tv.
 
Non mi calcolò nemmeno, ma poi cominciammo a parlare un pochino.
 
Sorrisi ripensando a quella giornata in cui l’avevo incontrata.
 
Gli accarezzai dolcemente una guancia sospirando appena.
 
Tra qualche giorno sarei dovuto ripartire e non volevo lasciare Alyson, ma il nostro rapporto era sempre stato così.
 
Ogni volta che me ne andavo piangeva come una dannata e io dovevo fare la persona forte per far in modo che lei non piangesse. Era così difficile vederla piangere e confortarla che sarei rimasto vivo. Era una promessa molto difficile da mantenere, ma ogni volta che ero a lavoro facevo di tutto per mantenerla.
 
“Ehi.” Sussurrò aprendo quei bellissimi occhi che aveva.
 
“Ehi.” Sussurrai baciandola.
 
“Ho fatto un brutto sogno.” Sussurrò guardandomi con gli occhi da cucciola. Sorrisi accarezzandoli una guancia e sussurrai:
 
“Vuoi parlarmene?”
 
Scosse la testa mettendosi a sedere sul letto. Mi guardò negli occhi e sapevo che voleva delle spiegazioni da me. Avevo paura che mi vedesse in modi diversi  e avevo troppa paura di perderla per sempre.
 
“Thomas amore mio, io sono qui e ti giuro che non me ne vado.” Sussurrò accarezzandomi una guancia.
Sospirai stringendo una sua mano dolcemente.
 
“Cosa vuoi sapere?” domandai abbassando il viso sulle nostre mani.
 
“Parlami della tua famiglia.”
 
“Che dirti? Ero il più piccolo, Kevin mi odiava quando sono nato … mia madre non mi voleva e mio padre mi picchiava sempre … Ma come ogni bambino volevo solo che i miei genitori mi volessero bene …” sussurrai deglutendo.
 
Alyson non disse nulla e per quello l’ammiravo moltissimo. Sapeva ascoltare le persone.deglutì di nuovo. Parlare di quella famiglia era un colpo al cuore.
 
Tirai un sospiro e continuai:
 
“Molte volte rimanevo da solo in casa con Kevin … lui mi picchiava con la cintura o molte altre volte mi faceva rompere qualcosa …” la guardai negli occhi.
 
Aveva le lacrime agli occhi. Gli accarezzai una guancia e sussurrai:
 
“Amore mio per favore non piangere. Ti prego.”
 
“Come faceva a farti del male? Come fai a far male ad un bambino? Come fai a fai a far male a qualcuno?” domandò scoppiando a piangere. L’abbracciai stretta a me cominciando a piangere anche io.
 
Odiavo parlare della mia vita e più di tutte le cose odiavo vederla piangere.
 
“Mi dispiace per tutto ..” sussurrò singhiozzando.
 
“Di cosa?” domandai confuso allontananndola un pochino da me.
 
“Non lo so … io … ti ho fatto parlare di quei bastardi …” Sussurrò.
 
Sorrisi e la baciai su quelle labbra perfette.
 
“Prima di incontrare tuo padre … ero un ragazzo a cui non fregava nulla di cosa succedesse …” sussurrai. Lei fece un piccolo sorrisino. Gli accarezzai la guancia e domandai:
 
“Vuoi sapere altro?”
 
“Si … i tuoi genitori …”cercò di dire.
 
“Non sono i miei genitori.” Risposi sospirando.
 
“Si, scusami …” sussurrò lei un po’ spaventata dal mio tono.
 
“Scusa Alyson. Non volevo spaventarti …” ammisi abbassando il viso.
 
“Lo so …” sussurrò teneramente.
 
“Comunque non so quasi nulla di loro … non so che fine abbiano fatto …” ammisi guardandola negli occhi.
 
“Non vorresti incontrarli?” domandò abbassando il viso sulle nostre mani incrociate.
 
“Mi dispiace, ma non credo che … a loro …” cercai di dire, ma venni interrotto dalle lacrime che scendevano senza sosta dai miei occhi.
 
Alyson mi abbracciò,senza dire niente.
 
“Ssch … ci sono io qui con te … non ti lascerò mai …” sussurrò. Sapevo che stava dicendo la verità.
 
“Quando vuoi parlare …”
 
“So che ci sei.” Finì per lei.
 
Mi diede un bacio sulle labbra.
 
“Non volevo parlarti della mia vita, perché non è perfetta … è il contrario … e pensavo che mi avresti lasciato.”
 
“Non ti libererai tanto facilmente di me.” Sussurrò ridendo appena.
 
“Lo spero amore mio.” Ammisi felice.
 
“Oh si, non ti libererai facilmente amore.”
 
Sorrisi felice stringendola più forte a me e cominciando a baciarla.
 
ANGOLO AUTRICE:
EHILA’ CIAO!!!
Come state? Che mi raccontate di bello? Scusate se il capitolo è corto, ma volevo farlo finire qui ahahah, domani o in settimana farò un capitolo moooooolto lungo ;)
Sono felicissima!! Hanno rinnovato uno dei telefilm che seguo *_* e stasera c’è Braccialetti rossi *-*
OK BASTA ahahhahah
Spero che il piccolo capitolo sia di vostro gradimento.
Ciaooo!!!
PS: BUONA FESTA DELLE DONNE J

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Capitolo 26
*** Avviso ***


Ciao, sono ancora viva!!! Perdonatemi per favore, ma il mio PC mi stadando qqualche problema e così non posso aggiornare :( Vi sto scrivendo con il cellulare :( Domani, la mia WiFi dovrebbe andare di nuovo, almeno lo spero. Se andasse vi prometto che farò un capitolo lunghissimo *-* Ciaoooo *-*

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Capitolo 27
*** La mia ancora ***


Pov Alyson:
 
Sospirai staccandomi ansimante dalle sue labbra e gli accarezzai i capelli dolcemente. Erano così soffici e belli.
 
“Stai bene?” domandò confuso.
 
Scoppiai a ridere annuendo.
 
“Sei pazza.” Disse ridendo per poi avventarsi di nuovo sulle mie labbra. Mi ritrovai sotto di lui.
 
“Miglioriamo o no questo San Valentino?” domandò baciandomi il lobo destro dell’orecchio. Gemetti, mentre una sua mano mi sfiorò un seno. Le sue labbra si impossessarono del mio collo e cominciarono a succhiarlo.
 
“Oddio Thomas.” Sussurrai ansimando e con mani tremanti gli levai la maglia.
 
“Oh piccola mia, sei così bella.” Susurrò baciandomi teneramente.
 
“Amore …” sussurrai accarezzandoli il collo.
 
“Dimmi micetta.” Sussurrò guardandomi negli occhi.
 
“Tu … non mi lascerai mai, vero?” domandai arrossendo.
“Non dovresti nemmeno chiedermelo amore, sai che non lo farò mai.” Disse sorridendomi serio. Mi morsi il labbro inferiore. Lui sospirò dolcemente.
 
“Amore mio, ti va di farlo e poi andare a casa?” domandò leccandomi l’incavo del collo.
 
“Oh certo.” Dissi sfiorandoli il petto con le dita.
 
Ansimò mettendo le sue mani sulle mie cosce e attirandomi a se facendomi scontrare con il suo petto.
 
“Baciami.” Dissi con urgenza.
 
Si leccò le labbra e poi fece come gli avevo detto. Sentivo le sue mani sopra le mie cosce che si muovevano fino ad andare al sedere. Ogni suo tocco era come infuocato.
 
“Sei pronta per il miglior …” lo guardai male scoppiando a ridere.
 
“Okay okay, me ne sto muto.” Disse ridendo.
 
Gli tirai una pacca sulla fronte e sussurrai:
 
“Non è solo sesso per me Thomas …”
 
“Nemmeno per me amore mio.” Disse come se fosse la cosa più ovvia al mondo. Mi accarezzò una guancia.
 
“Non pensarlo nemmeno Alyson, per me non è solo sesso.”
 
“Lo so Thomas, ma non dire quella parola in mia presenza.” Sussurrai imbarazzata.
 
Thomas sorrise annuendo.
 
Si leccò di nuovo le labbra.
 
“Ti amo così tanto amore mio.” Sussurrò leccandomi il labbro inferiore.
 
“Ti amo anche io Thomas.” Ammisi mordendoli appena il labbro inferiore. Mi accarezzò una guancia sorridendo. Il mio cellulare cominciò a squillare. Thomas sospirò allontanandosi, sorrisi stampandoli un bacio sulle labbra e risposi:
 
“Pronto?”
 
“Ehi ciao, sono James.”
 
Sgranai gli occhi guardando preoccupata Thomas. Mi guardò confuso.
 
“Chi è?” chiese avvicinandosi per sentire.
 
Non risposi.
 
“Ciao, chi ti ha dato il mio numero?” domandai mettendomi a sedere sul letto.
 
“Ho le mie fonti baby.” Disse ridendo.
 
“Si ehm … cosa c’è?” domandai confusa.
 
“Nel week end cosa fai?” chiese malizioso.
 
“Ah … ehm niente .. perché?” domandai alzandomi dal letto.
 
“C’è una festa in riva al mare, così ho pensato di invitarti.”
 
“Non so se posso.” Dissi guardando Thomas che si era sdraiato sul letto.
 
“Va bene, ti richiamo io baby.” Disse staccando. Misi il telefono nella tasca dei jeans. Thomas si alzò dal letto e mi venne davanti.
 
“Cosa voleva quello?”
 
“Niente di che amore mio, non fare il geloso.” sussurrai alzandomi sulle punte per baciarlo. Thomas mi mise le braccia intorno ai miei fianchi e sussurrò:
 
“Dimmelo Alyson, cosa vuole?”
 
“Vuole uscire con me … cioè … mi ha invitato ad una festa.” Sussurrai sbuffando.
 
“Ah si? Tu vuoi andarci?”
 
“E’ nel week end Thomas, potremmo andarci assieme.
 
“No, non possiamo andarci assieme … domenica devo svegliarmi presto. Domenica parto Alyson.” Disse sbuffando per poi allontanarsi. Lo presi per un polso e sussurrai:
 
“Thomas non ho detto ne si ne no. Era un idea.”
 
“Ma vuoi andarci, cosa dovrei pensare?” domandò sbuffando.
 
“Ma che cazzo dici Thomas, dobbiamo sempre litigare?” chiesi irritata dal comportamento innapropriato del mio ragazzo.
 
“Non voglio sempre litigare Alyson, ma quel coglione deve lasciarti stare. Non mi sembra un bravo ragazzo e poi perché cazzo ha il tuo numero? Quando cazzo gli hai dato il tuo numero?” chiese sospirando alterato.
 
“Non lo so … ha detto che ha le sue fonti.”
 
Sbuffò passandosi una mano sul viso.
 
“Minchia siamo messi bene, pure lo stalker ci mancava.” Disse guardandomi male.
 
Lo fulminai con lo sguardo e lui si passò una mano nei capelli esasperato.
 
“Se vuoi vacci.” Disse guardandomi.
 
“Thomas per favore … non voglio andarci okay?” chiesi baciandolo su quelle labbra perfette che si ritrovava. Si staccò dalle mie labbra.
 
“So che vuoi andarci … non prendermi per il culo.” Disse sbuffando.
 
“Non voglio andarci.” Dissi irritata.
 
“Andiamo a casa dai.” Disse incamminandosi verso la porta.
 
Sbuffai irritata e andai di corsa fuori.
 
“Aspettami.” Disse correndomi incontro.
 
“Cosa vuoi?” chiesi guardandolo male.
 
“L’officina è da questa parte.” Disse Thomas guardandomi confuso.
 
“Non voglio venire in macchina con te.” Dissi irritata girandomi verso di lui.
 
“Come scusa?” chiese incazzato nero prendendo le chiavi.
 
“Hai capito bene Thomas, vai a farti fottere.” Dissi quasi urlando per poi incamminarmi come una furia verso la fermata dei bus.
 
“FAI COME CAZZO TI PARE OKAY?!? E POI VAI A FARTI FOTTERE TU!!” Urlò.
 
Mi girai incazzata nera e urlai:
 
“CERTO CHE FACCIO COME CAZZO MI PARE!”
 
“ALLORA FALLO!”  mi incamminai di nuovo verso la fermata.
 
Intorno a me c’erano solo coppiette del cazzo che festeggiavano San Valentino.
 
Cominciai a piangere mettendomi a sedere su una panchina. Odiavo quando faceva così. Avrei capito se fossi andata a letto con James o se gli avessi tenuto nascosto che mi aveva chiamata.
 
Non avevo fatto nulla con quel ragazzo.
 
“Alyson …” sussurrò Thomas con il fiatone.
 
Alzai gli occhi verso di lui e sussurrai:
 
“Vattene.”
 
“Mi dispiace così tanto … ma sono geloso … ho paura di perderti per sempre amore mio ..” disse inginocchiandosi davanti a me.
 
“Se ogni volta fai così … mi perderai …” sussurrai asciugandomi le lacrime.
 
“Non voglio perderti Alyson, ma cerca di capirmi … io me ne andrò tra poco e sto qui non si leva dalle palle … ho paura che tu …” cercò di dire. Gli tirai uno schiaffo alzandomi di scatto e sussurrai:
 
“Credi che sia così facile da conquistare?”
 
“Non ho detto questo Alyson, non mettermi cose che non ho detto e che non penso … “ disse cercando di regolare il respiro.
 
“Il discorso era quello.” Dissi irritata.
 
“Ho solo detto che puoi capire che vuoi altro … cose che … io non posso darti … lui … quel coglione .. potrebbe piacerti … oh cazzo … è così difficile parlare …” sussurrò abbattuto alzandosi da terra.
 
“Vuoi capire che io voglio solo te e nessun altro?” domandai sospirando.
 
“Io sono un disastro Alyson, un vero disastro. Non ne faccio una giusta.”  Disse con le lacrime agli occhi.
 
“Non è vero, tu sei la persona più forte al mondo Thomas … tu sei la persona che mi ha salvato … tu sei un principe che è entrato nella mia vita quando tutto stava andando a rotoli ..” ammisi cercando di non piangere.
 
“Io sono forte solo per te Alyson, tu sei la mia ancora di salvezza.” Disse prendendomi tra le sue braccia con urgenza e abbracciandomi stretta a se.
 
“Perdonami ti prego.” Sussurrò baciandomi la fronte.
 
“Non voglio litigare più Thomas.” Dissi sospirando.
 
“Va bene amore mio.” Disse porgendomi una mano. Sorrisi e ci incamminammo verso l’officina.
 
Pov Thomas:
 
Alyson stava dormendo.
 
Era proprio una dormigliona del cazzo. Sorrisi fermandomi davanti a casa.
 
Scesi dalla macchina e presi in braccio la mia ragazza.
 
Bussai alla porta, ma non rispose nessuno.
 
Sospirai prendendo le chiavi e aprì la porta. Appena entrai in casa sent’ dei gemiti strozzati.
 
Sgranai gli occhi allibito e fulminai Jonny che si stava strusciando con un ragazzo sul mio divano. Jonny si alzò dal divano e mi guardò imbarazzato.
 
“Cosa cazzo succede qui?” chiesi irritato a bassa voce.
 
“Ehm … ecco … beh … pensavo che …” cercò di dire, ma il mio sguardo omicida lo fece chetare di colpo.
 
Alyson appoggiò la testa sulla mia spalla sussurrando appena:
 
“Ha il diritto di divertirsi pure lui Thomas.”
 
“Ma … tu non stavi dormendo?” domandai sorridendo.
 
“Mmm si …” sussurrò di nuovo alzando si poco il viso.
 
Mi diede un bacio sulle labbra e sussurrò:
 
“Portami a letto.”
 
Mi leccai il labbro inferiore e guardai male Jonny.
 
“Entro domani mattina deve andarsene.”
 
“Ehm si .. ma il mio ragazzo … si vorrebbe fermare qui ..” disse grattandosi la nuca imbarazzato.
 
Alyson sorrise guardandomi e sussurrò:
 
“Fallo rimanere Thomas.”
 
Sospirai portandola in camera e la misi sul letto.
 
“Dormi amore mio.” Sussurrai baciandole la fronte.
“Thomas?” mugugnò rigirandosi nel letto. Mi levai le scarpe e sussurrai:
 
“Sono qui amore mio.”
 
“Buonanotte.” Sussurrò sorridendo per poi addormentarsi. Sorrisi levandomi la maglia e mi misi nel letto. La abbracciai sussurrando:
 
“Buonanotte anche a te amore mio.” e mi addormentai.
 
ANGOLO AUTRICE:
EHILA’ ECCOMI DI NUOVO QUA!!
Scusatemiii per l’enorme ritardo, ma come avevo detto la mia wifi mi aveva dato qualche problema e così’ non ho potuto aggiornare
L spero mi possiate perdonare L
Appena ho aggiustato la wifi ho subito aggiornato O.o
Comunque …
Ehm che dire … voglio ringraziarvi perché siete davvero magnifici, questa storia va avanti grazie a voi e vi ringrazio.

Sono davvero felice di sapere che vi piace e sempre bellissimo leggere delle vostre recensioni e vedere che crescete mi fa davvero contenta.
Okayyy la smetto ahahah, sennò vi annoiooo!!
Come state? Che mi raccontate di bello? La scuola come va?

Vi metto un piccolo spoiler del prossimo capitolo:
“Ti prego Alyson, non piangere.” Sussurrò Thomas abbracciandomi.
Era sempre una fitta al cuore quando se ne andava e io ero una fontana senza fondo. Lo abbracciai a mia volta. Non volevo che se ne andasse.
“Alyson va tutto bene.” Scossi la testa agitata.
Non andava niente bene, tutto era un fottuto disastro.
“Non va bene nulla Thomas.” Risposi piangendo ancora di più.
Le braccia di Thomas mi strinsero ancora di più a sé e mi baciò i capelli.
Scomparivo tra le sue braccia ed era l’unico posto in cui volevo stare.
“Alyson …” sussurrò, ma alzai il viso e con le poche forze che avevo lo baciai come se non ci fosse un domani come se in quel momento in quel piccolo aeroporto ci fossimo solo noi due.
“Non farti uccidere.” Sussurrai staccandomi ansimante dalle sue labbra.
“Te lo prometto amore mio.” Sussurrò facendo un piccolo sorriso e stringendo in una mano la collana che si illuminava.
VI PIACE?
A DOMANIII!!!!!!
CIAOOO!!!!!!

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Capitolo 28
*** Non farti uccidere. ***


Pov Alyson:
 
Sbadigliai stiracchiandomi.
 
Ero da sola nel letto.
 
Mi alzai intontita e quasi cascai dal letto.
 
“Si, entro stasera parto.” Disse Thomas sospirando.
 
Sgranai gli occhi. Non, non era vero.
 
Non poteva essere vero.
 
“Ehi buongiorno amore mio.” Disse Thomas venendomi incontro con una rosa in mano.
 
Mi alzai di scatto dal letto e sussurrai:
 
“Dimmi che non è vero Thomas.”
 
“Cosa?” chiese confuso appoggiando la rosa sul mio comodino.
 
“Che stasera …” non riuscivo nemmeno a continuare da quanto stavo male. Thomas sospirò avvicinandosi di poco e mi sussurrò:
 
“Mi hanno chiamato Alyson.”
 
Strinsi i pugni e lo abbracciai forte a me.
 
“Ehi principessa non voglio rovinare il nostro giorno.” Sussurrò stringendomi forte a sé. Lo baciai sulle labbra teneramente annuendo.
 
“Va bene.” Sussurrai scostandomi.
 
Thomas mi sorrise prendendomi per mano e poi andammo in cucina ridendo e scherzando.
 
“Allora amore mio cosa vuoi fare?” chiese dolcemente. Non risposi.
 
Non volevo che partisse, lo so ero una stupida.
 
Appena arrivammo in cucina Thomas mi prese tra le sue braccia cominciando a baciarmi con urgenza.
 
La sua lingua assaporava la mia.
 
Le sue mani vagavano sul mio corpo e facendomi percorrere dei brividi di eccitazione.
 
Mi spintonò fino a farmi sbattere al frigorifero.
 
Le mie mani si intrufolarono nei suo morbidi capelli appiccicandolo di più a me.
 
Si scostò un pochino dalle mie labbra cercando di regolare il respiro.
 
Sorrisi passandomi la lingua sulle labbra.
 
“Wow.” Sussurrò baciandomi di nuovo.
 
“Chicos por favor dejar de besarse en publico.” Disse Janet ridendo.
 
Scoppiai a ridere imbarazzata e Thomas si spostò.
 
“No estábamos haciendo nada.” Disse Thomas ridendo e prendendo la macchinetta per il caffè.
 
Janet sorrise scuotendo la testa e in un momento Samy mi corse in braccio.
 
“Amore mio.” Dissi felice prendendola in braccio.
 
“Mi sei mancata.” Disse felice dandomi un bacio su una guancia.
 
“Anche tu amore mio.” Sussurrai contenta abbracciandola.
 
La posai a terra e lei andò subito ridendo a prendere un biscotto. Sentii le labbra di Thomas sul mio collo.
 
“Thomas.” Sussurrai eccitata.
 
“Mm .. vuoi che smetta?” chiese lo stronzo accarezzandomi un fianco.
 
“Dovresti smetterla di fare così …” sussurrai sospirando.
 
Thomas mi diede un bacio sulla guancia e andò verso il tavolo per prendersi il caffè.
 
Mi morsi il labbro e andai a sedere accanto a Janet.
 
Presi un biscotto e lo misi dentro il latte.
 
Jhonny e il suo ragazzo vennero in cucina.
 
Sorrisi guardandoli.
 
Erano troppo carini insieme.  Sorrisero prendendo due biscotti. Jhonny mi diede un bacio sulla testa e poi se ne andarono.
 
“Amore mio, sono geloso eh.” Disse ridendo il mio stupido ragazzo.
 
Gli stavo per rispondere, quando a Thomas squillò il telefono.
 
“Scusate.” Disse alzandosi e andando in salotto.
 
Avevo un nodo in gola.
 
Posai il biscotto sul tavolo e mi alzai di fretta e furia.
 
Andai in salotto.
 
“Certo, tra un ora sono lì.” Disse Thomas staccando.
 
Gli andai incontro e scossi la testa agitata.
 
“Non puoi andartene Thomas.”
 
Sospirò abbattuto.
 
Lui non peteva fare niente.
 
Gli stavo solo complicando tutto, ma non volevo che andasse via.
 
Scoppiai a piangere.
 
“Amore mio, accompagnami in aeroporto.” Sussurrò dolcemente per farmi calmare.
 
Non risposi, ma uscì di casa agitata.
 
“Alyson aspettami.” Disse uscendo con la valigia.
 
“Non andartene.” Sussurrai guardandolo negli occhi.
 
“Non fare così ti prego …” sussurrò salendo in macchina. Jonny venne fuori con il suo ragazzo e salirono in macchina.
 
“E cosa dovrei fare Thomas?” chiesi esasperata.
 
Thomas mi accarezzò una guancia e chiese dolcemente:
 
“Ti fidi di me?”
 
“Si, certo.” Ammisi confusa.
 
Lui sorrise triste facendomi entrare in macchina e poi appena fu salito anche lui mise in moto.
 
Non parlammo più per il resto del viaggio.
 
Non sapevo cosa dire o fare.
 
Ci fermammo davanti all’aeroporto. Thomas si girò verso di me e sussurrò:
 
“Ti amo Alyson.”
 
Non risposi. Thomas sospirò dandomi un piccolo bacio sulle labbra e poi scese dalla macchina. Prese la valigia e andò dentro.
 
“Sei cogliona o cosa Alyson?” domandò Jonny sbuffando.
 
“Come scusa?” chiesi non capendo.
 
“Si, hai capito bene. Non lo vedrai per tanto tempo e tu te ne stai qui come una cogliona e non l’hai nemmeno salutato.” Disse esasperato.
 
Mi ripresi e scesi di corsa dalla macchina.
 
Entrai dentro all’aeroporto e mi guardai intorno.
 
Non vedevo Thomas da nessuna parte.
 
“Alyson.” Mi girai tirando un sospiro di sollievo.
 
Non era neancora partito.
 
“Scusami … per …” non riuscivo a continuare.
 
“Ti prego Alyson, non piangere.” Sussurrò Thomas abbracciandomi.


Era sempre una fitta al cuore quando se ne andava e io ero una fontana senza fondo. Lo abbracciai a mia volta. Non volevo che se ne andasse.


“Alyson va tutto bene.” Scossi la testa agitata.


Non andava niente bene, tutto era un fottuto disastro.


“Non va bene nulla Thomas.” Risposi piangendo ancora di più.


Le braccia di Thomas mi strinsero ancora di più a sé e mi baciò i capelli. 


Scomparivo tra le sue braccia ed era l’unico posto in cui volevo stare.


“Alyson …” sussurrò, ma alzai il viso e con le poche forze che avevo lo baciai come se non ci fosse un domani come se in quel momento in quel piccolo aeroporto ci fossimo solo noi due.


“Non farti uccidere.” Sussurrai staccandomi ansimante dalle sue labbra.


“Te lo prometto amore mio.” Sussurrò facendo un piccolo sorriso e stringendo in una mano la collana che si illuminava.
 
ANGOLO AUTRICE:
RIECCOMI QUA COME VI AVEVO PROMESSO!!
Come state? Che mi raccontate di bello?
Lo so, questo capitolo è corto, ma spero solo che vi piaccia.
Sono cattiva, ma come saprete Thomas doveva partire!!
Cosa succederà tra i nostri due personaggi?
Piccolo spoiler del prossimo capitolo, che sarà tutto da parte di Thomas.
“Cosa cazzo dici Alyson?” chiesi quasi urlando tirando un calcio alla mia valigia.
“Quello che ho detto Thomas.” Disse staccandomi in faccia.
COSA AVRA’ DETTO ALYSON A THOMAS?!?
A domaniiii!!!!!!!!
Ciaoooo!!!!!!

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Capitolo 29
*** Non lasciarmi ***


Pov Thomas:
 
Alyson non rispondeva alle mie chiamate da una settimana e nemmeno ai miei messaggi. Sbuffai di nuovo, quando scattò la segreteria telefonica.
 
Avevo chiamato Janet e mi aveva detto che Alyson stava bene, ma che non sapeva il motivo del perché non mi volesse parlare e anche Jhonny non lo sapeva.
 
Mi guardai intorno alzandomi piano.
 
Provai a richiamarla,ma niente.
 
Scattava la segreteria telefonica, così registrai un messaggio:
 
“Ehi Alyson, sono io … è da quando me ne sono andato che cerco di parlarti e non mi rispondi nemmeno. Non capisco il motivo. Ora devo andare. Ti amo principessa.”
 
Era il mio turno di sorveglianza, così presi il fucile e misi il telefono in tasca.
 
Mi misi la giacca della divisa e poi uscii fuori dal dormitorio.
 
“Ehi Thomas.” Disse Sam.
 
“Ciao Sam, vai pure a letto.” Dissi posizionandomi.
 
“Non ho sonno, ti faccio compagnia.” Disse sorridendomi e porgendomi una sigaretta.
 
Sorrisi prendendola e la misi tra le labbra.
 
Presi l’accendino, ma non si accendeva.
 
Mi tremavano le mani.
 
“Fanculo.” Sussurrai sotto voce.
 
“Amico sembri distrutto.” Disse Sam accendendomi la sigaretta.
 
Era vero.
 
Mi mancava Alyson e non sapevo il motivo per cui si era allontanata da me. Sospirai tirando un tiro alla sigaretta.
 
“Lo sono Sam.” Ammisi.
 
Non volevo mentire al mio migliore amico.
 
“E’ per la ragazza?” chiese mettendosi a sedere su un muretto.
 
“Si, non capisco il motivo per cui si è allontanata da me.” Ammisi tirando un altro tiro alla sigaretta.
 
“Secondo me dovresti tartassarla di chiamate amico.”
 
“E’ quello che sto facendo.” Dissi sbuffando e tirai un altro tiro alla sigaretta.
 
Il mio cellulare cominciò a squillare.
 
Buttai la sigaretta e Sam sorrise.
 
“Niente cose erotiche amico.” Disse ridendo.
 
Presi il telefono e risposi senza nemmeno guardare il numero:
 
“Amore mio, ti ho lasciato così tanti messaggi.”
 
“Sono Jhonny.”
 
Sospirai abbattuto scuotendo la testa.
 
“Ti volevo dire che ha lasciato il cellulare qui ed è uscita …”
 
“Con chi?” chiesi curioso stringendo il telefono.
 
“Con … James.” Disse.
 
“COSA CAZZO STAI DICENDO JHONNY!?!” Urlai incazzato nero.
 
“Ehi Thomas calmati.” Disse sospirando.
 
Staccai il telefono e lo scaraventai a terra.
 
“Ehi amico, mi dispiace.” Disse Sam alzandosi.
 
Mi passai una mano nei capelli mettendomi seduto sul muretto.
 
Era uscita con quel coglione.
 
Non mi rispondeva più.
 
“Thomas dai.” Disse Sam dandomi una pacca sulla spalla.
 
“Devo chiamarla più tardi.”
 
“Il tuo telefono è rotto amico.” Disse Sam ridendo.
 
Sorrisi scuotendo la testa. Sam mi porse un cellulare e disse:
 
“Ecco qua il tuo nuovo telefono amico.”
 
“Grazie Sam.” Dissi tirandoli una pacca sulla schiena.
 
Sam prese la mia sim e la mia memoria del telefono e le mise nel telefono.
 
Accese il cellulare e sussurrò:
 
“Amico mandali dei messaggi.”
 
“Ora non è … in casa.” Sussurrai piano.
 
Lui annuì sospirando.
 
Per tutto il resto dell’ora rimanemmo zitti.
 
“Ora possiamo tornarcene a letto amico.” Disse Sam sgranchendosi le gambe.
 
Scoppiai a ridere annuendo e scesi dal muretto.
 
Entrammo dentro il dormitorio, appena venne un altro ragazzo a fare la guardia.
 
Mi levai la giacca e la posai sul letto.
 
Sospirai guardando il telefono.
 
Andai sulle foto, c’erano tutte le foto.
 
Amavo vederla sorridere.
 
“Notte Thomas.” Disse Sam girandosi nel letto.
 
“Notte.” Sussurrai facendo il numero di Alyson.
 
Uno squillo, non rispondeva.
 
“Thomas.” Sussurrò una voce debole.
 
“Alyson, amore mio. Mi sei mancata così tanto.” Ammisi sorridendo come un coglione.
 
“Thomas … dobbiamo parlare.” Sussurrò Alyson sospirando.
 
“Di cosa?” chiesi confuso.
 
“Di me e te …” sussurrò triste.
 
“Siamo diventati un me e te? Prima eravamo un noi.” Dissi arrabbiato sbattendo un pugno al muro.
 
La mia mano cominciò a pulsare fortissimo.
 
“Non ti amo più.”
 
Il mio cuore cominciò a battere all’impazzata.
 
Non ci credevo, non poteva essere vero.
 
“Thomas?” sussurrò piangendo.
 
“Perché cazzo piangi Alyson?” chiesi ironico con le lacrime che rigavano il mio volto.
 
“Mi … dispiace …”
 
“DISPIACE PIU’ A ME!” Urlai sbattendo un altro pugno al muro.
 
“Thomas per favore …” sussurrò sospirando.
 
“Sai cosa c’è? Forse ti amavo troppo. “ sussurrai esasperato.
 
Alyson tirò su con il naso.
 
“Forse.” Sussurrò.
 
“Ti prego Alyson non lasciarmi.” Dissi piangendo.
 
“Thomas … ti prego … non complicare le cose …” sussurrò scoppiando a piangere.
 
“Ti amo, lo capisci? Noi … siamo Alyson e Thomas.” Dissi cercando di farla sorridere.
 
“Thomas tra noi …” sussurrò piano.
 
“Non dirlo.” Sussurrai stringendo i denti per il troppo dolore al cuore.
 
“E’ finita.” Sussurrò.
 
“Cosa cazzo dici Alyson?” chiesi quasi urlando tirando un calcio alla mia valigia.


“Quello che ho detto Thomas.” Disse staccandomi in faccia.
 
ANGOLO AUTRICE:
NON ODIATEMI!! VI PREGO!!
DOVEVANO LITIGARE DI BRUTTO!! Vi prego.
Non poteva essere sempre tutto rose e fiori.
Per quale motivo Alyson ha lasciato Thomas?
Cosa succederà adesso?
PICCOLO SPOILER:
“Ehi Jhonny, dove si trova Alyson?” chiesi con il fiatone e il cuore che mi batteva a mille.
Volevo vederla e stringerla tra le mie braccia.
“Thomas …” cercò di parlare, ma non ci riusciva.
“Jhonny dove si trova la mia ragazza?” chiesi guardandolo male.
“In ospedale.”
Sgranai gli occhi e scossi la testa agitato tirando un pugno alla porta.
“COSA CAZZO DICI?!? NO!!” Urlai in preda al panico.
“Non è nulla di grave, anzi …” sussurrò appena, ma io non lo stavo più a sentire.
FINE SPOILER.
Cosa ne pensate? Cosa sarà successo ad Alyson?
Ciao!!!

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Capitolo 30
*** Dimmelo ***


Deglutii mettendomi a sedere sul letto.
 
Non poteva essere vero.
 
Provai a chiamarla di nuovo, ma lei non rispose.
 
Sospirai.
 
Provai a chiamarla di nuovo e rispose:
 
“Thomas lasciami in pace.”
 
“Alyson ti prego, non lasciamoci.” Sussurrai sospirando.
 
“Ma è finita okay? Non ti amo più Thomas.” Disse tirando su con il naso.
 
Mi passai una mano nei capelli e sbuffai.
 
“E’ per James? Per quel coglione?” chiesi ironico.
 
“Non ti interessa!” Disse quasi urlando.
 
“Non mi interessa?” chiesi infastidito da quel cazzo di comportamento che stava avendo.
 
“Thomas rimaniamo amici, okay?” domandò debole.
 
“Vaffanculo Alyson. Vattene a fanculo.” Dissi staccando.
 
Mi sdraiai sul letto e dopo due secondi caddi nelle braccia di Morfeo.
 
“SVEGLI FANNULLONI!! OGGI E’ IL GRAN GIORNO!!” Urlò il generale bagnandoci con la pompa.
 
Sbuffai alzandomi e lui disse:
 
“Thomas è il tuo turno, muoviti.”
 
“Si signore.” Dissi mettendomi la giacca e uscendo dal dormitorio.
 
Presi il fucile e mi posizionai vicino a Sam.
 
“Amico stai bene?” chiese guardandomi.
 
“Ne possiamo parlare dopo?” chiesi sospirando.
 
“ZITTI VOI DUE!! ATTENTI.”
 
Sbuffai posizionando il fucile sulla spalla e sparai ad una bottiglietta, ma non la presi.
 
“THOMAS DEVI STARE ATTENTO!!” Disse il generale.
 
Non riuscivo a stare attento.
 
Pensavo solo a quello che Alyson mi aveva detto.
 
“Amico calmati.”
 
“Sam non ci riesco.” Dissi sospirando.
 
“Pensa che se fai 10 punti stasera puoi andartene per un giorno e puoi vederla.” Disse sorridendo.
 
Sorrisi e sparai alle ultime 9 bottiglie rimaste.
 
Le presi in pieno tutte e 9.
 
“Grande amico.” Disse Sam sparando, ma lui non le prese tutte.
 
Rimanemmo zitti fino a che tutti non lo fecero.
 
“ALLORA RAGAZZI!! SOLO 5 DI VOI POTRANNO ANDARE PER UN GIORNO DALLE VOSTRE RAGAZZE O FAMIGLIE!! ORA DIRO’ I 5 FORTUNATI!!”
 
Chiusi gli occhi.
 
Disse i cognomi urlando, ma il mio non c’era.
 
Strinsi i pugni e urlai:
 
“MA STATE SCHERZANDO?!? HO FATTO 9 PUNTI!!”
 
“Come scusi? Mi state dicendo che ho mentito?” domandò il generale venendomi davanti.
 
“Non ho detto questo, ho solo detto che … dovrei andarci anche io.” Dissi guardandolo negli occhi.
 
Mi tirò uno schiaffo.
 
“Non rispondermi male ragazzino.” Disse andandosene.
 
Sam mi tirò una pacca sulla schiena e sussurrò:
 
“Amico vai a parlarli.”
 
“Non mi ascolterà.” Sussurrai sbuffando.
 
“Vai.”
 
Sospirai correndo verso il generale.
 
“Si fermi per favore.” Dissi prendendolo per una manica.
 
Lui si girò irritato.
 
“Cosa vuole?”
 
“La prego signore .. mi dia questa opportunità. Per favore. La mia ragazza mi ha lasciato e devo vederla.”
 
“Quanto ci tieni a questa ragazza?” chiese sospirando.
 
“Troppo. La amo signore.” Ammisi guardandolo negli occhi.
 
“Non è solo una scappatella?”
 
“No signore, lei è … non ci sono parole per descriverla. Le sembrerà strano, ma lei è mia e basta. So che le possono sembrare frasi fatte, ma io le giuro sul mio onore che lei è la mia vita. Lei sarà mia moglie, l’unica che vorrei nel mio letto ogni mattina.”
 
Lui sospirò annuendo.
 
Sorrisi abbracciandolo e sussurrai:
 
“La ringrazio signore.”
 
“Niente smancerie e riprenditi questa donna.”
 
“Grazie mille.” Ammisi appoggiandomi una mano sul cuore.
 
“Muoviti.” Disse dandomi un biglietto aereo.
 
Sorrisi di nuovo annuendo e andai di corsa all’aeroporto.
 
Non potevo aspettare nemmeno un minuto in più.
 
Arrivai all’aeroporto tutto sudato e con il cuore che mi batteva all’impazzata.
 
Stava per scoppiarmi.
 
“L’AEREO 11 STA PER PARTIRE.”
 
Corsi verso l’aereo e montai.
 
“Buongiorno.”
 
“Giorno.” Dissi mettendomi a sedere sfinito.
 
Vicino a me si mise a sedere una bambina impaurita.
 
“Ciao.” Disse facendo un piccolo sorriso.
 
“Ciao.” Risposi.
 
“Hai paura tu?”chiese guardandosi intorno.
 
Sorrisi scuotendo la testa.
 
“Io si, perché appena arriviamo a destinazione devo andare in orfanotrofio e poi non ho mai volato.”
 
“Sai un segreto? Pure io ho paura, ma non perché vado in orfanotrofio.”
 
“E dove vai?” domandò teneramente.
 
“Vado dalla mia ragazza e ho molta paura.” Dissi facendo una finta faccia sconvolta.
 
“Ah capito. Hai una sua foto?” chiese mettendosi comoda.
 
Presi il portafoglio e gli porsi la foto di me e di Alyson.
 
“E’ davvero bella.” Disse accarezzando la foto.
 
“Eh si, molto bella.” Ammisi felice.
 
“Posso tenerla?” chiese sgranando gli occhi.
 
“Perché vuoi tenerla?” domandai curioso.
 
Lei sorrise teneramente.
 
“Così posso dire che anche io ho due genitori bellissimi.”
 
Non riuscivo a credere alle mie orecchie.
 
Accarezzai la testolina di quella bambina e lei mi abbracciò.
 
“Ti preg, posso darti la mano?” chiese.
 
“Certo piccolina.” Dissi dolcemente prendendoli una manina.
 
L’aereo cominciò a salire.
 
“Che paura.”
 
“Ehi dai, dimmi il tuo nome e non pensare a nulla.”
 
“Mi chiamo Life.”
 
“Life?” chiesi sorridendo teneramente.
 
“Si, perché è un miracolo che io sia qui.” Sussurrò ridendo.
 
“E’ vero.”
 
“Tu hai bambini?”
 
Risi scuotendo la testa.
 
“Ma come? Tu e la tua ragazza non fate fiki fiki?”
 
Scoppiai a ridere.
 
“Ma cosa dici?” domandai e lei scoppiò a ridere battendosi piano una mano sulla fronte.
 
“Non sai cosa vuol dire fiki fiki?” domandò scandalizzata.
 
“Ehm …” non riuscivo a parlare.
 
“Fiki fiki è quando due persone che si amano fanno un bimbo.”
 
Sorrisi.
 
“Beh, è un po’ presto.” Dissi dolcemente.
 
Lei sorrise annuendo e appoggiò la testa su un mio braccio.
 
“Notte.”
 
“Notte.” Sussurrai chiudendo gli occhi.
 
Appena aprii gli occhi stavamo decollando.
 
“Ehi.” Sussurrai svegliando Life.
 
“Siamo arrivati?” chiese aprendo gli occhi.
 
“Già.” Dissi.
 
Lei si alzò, così lo feci anche io. Mi abbracciò scoppiando a piangere.
 
“Ehi non piangere.” Sussurrai prendendola in braccio.
 
“Non ti vedrò più.” Disse guardandomi negli occhi.
 
“Ti prometto che verrò a trovarti appena sarò libero.”
 
“Okay.” Disse.
 
La posai a terra e venne un signore a prenderla.
 
Sorrisi uscendo dall’aereo e provai a chiamare Alyson, non mi rispose.
 
Posai il telefono in tasca e andai ad una macchinetta lì vicino.
 
Presi una bottiglietta di acqua e me la scolai subito.
 
La buttai nel cestino e cominciai a correre verso casa nostra.
 
Stavo malissimo, ma l’unica cosa che volevo fare era vedere la mia ragazza.
 
Arrivai sfinito davanti a casa nostra e bussai.
 
“ALYSON TI PREGO APRI!” urlai senza forze.
 
Qualcuno aprì.
 
Era Jhonny, era mezzo addormentato.
 
“Ehi Jhonny, dove si trova Alyson?” chiesi con il fiatone e il cuore che mi batteva a mille.


Volevo vederla e stringerla tra le mie braccia.


“Thomas …” cercò di parlare, ma non ci riusciva.


“Jhonny dove si trova la mia ragazza?” chiesi guardandolo male.


“In ospedale.”


Sgranai gli occhi e scossi la testa agitato tirando un pugno alla porta.


“COSA CAZZO DICI?!? NO!!” Urlai in preda al panico.


“Non è nulla di grave, anzi …” sussurrò appena, ma io non lo stavo più a sentire.
 
 
ANGOLO AUTRICE:
ECCOMI DI NUOVO QUA A ROMPERVI!! Ahahahah
Come state? Che mi raccontate di bello?
Voglio le vacanzeee!! Non ne ho più di andare a scuola ahahahah
Anche Alyson andrà a scuola eh O.o
Lo so ragazze, sono carttiva … ma dovevo far finire qui il capitolo O.o
Cosa sarà successo ad Alyson? Idee di cosa può esserle successo?
Ora vado a mangiare e poi a ripassare O.o
SPOILER DEL PROSSIMO CAPITOLO:
“Cosa vuoi Thomas?” chiese esasperata.
“Che tu me lo dica in faccia.” Dissi non sentendomi più i polmoni.
Non rispose.
“Cosa dovrei fare?” chiese abbassando il viso.
Le accarezzai una guancia e sussurrai:
“Dimmi che è finita per sempre e io me ne andrò.”
“E’ …” cominciò.Deglutii.
“Guardami e dimmelo.” Sussurrai appoggiando due dita sotto al suo mento e costringendola a guardarmi.
“E’ ..”
FINE SPOILER O.o
Cosa succederà!?!?
CIAOOOOO!!!!!

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Capitolo 31
*** Dimmelo che non mi ami ***


Cominciai a correre come un pazzo senza fermarmi.
 
L’ospedale non era tanto vicino, ma non me ne freagava niente.
 
Volevo vedere Alyson.
 
Mi fermai davanti all’ospedale mezzo di sudore.
 
Tirai un sospiro e entrai.
 
“Buongiorno, cerca qualcuno?”
 
Non riuscivo a parlare.
 
“C .. cerco … A .. Alyson …” provai a dire, la ragazza mi porse un bicchiere di acqua che scolai in un secondo.
 
“Grazie.” Ammisi sorridendo.
 
Lei annuì sorridendomi gentilmente. Mi guardai intorno.
 
Vidi Alyson seduta su una poltroncina che stava aspettando qualcuno.
 
Giocherellava con i capelli e si mordeva il labbro, ciò voleva dire che era agitata.
 
Tirai un altro respiro per calmarmi, non mi sentivo più i polmoni.
 
Corsi verso di lei.
 
“Alyson ciao.” Dissi.
Lei alzò il viso confusa e poi sgranò gli occhi.
“Thomas? Cosa ci fai qui?” chiese confusa guardandosi intorno agitata.
Mi schiarì la voce asciugandomi la fronte con la manica della giacca e chiesi:
“Potrei chiederti lo stesso a te, cosa è questa storia?”
Sospirò sbuffando.
“Nulla.” disse irritata.
Sorrisi irritato e mi guardai intorno.
“Nulla? sei qui per nulla?” chiesi sospirando.
Non volevo che mi prendesse in giro, volevo il motivo preciso.
“Cosa vuoi Thomas?” chiese esasperata.


“Che tu me lo dica in faccia.” Dissi non sentendomi più i polmoni.


Non rispose.


“Cosa dovrei fare?” chiese abbassando il viso.


Le accarezzai una guancia e sussurrai:


“Dimmi che è finita per sempre e io me ne andrò.”


“E’ …” cominciò.
Deglutii.


“Guardami e dimmelo.” Sussurrai appoggiando due dita sotto al suo mento e costringendola a guardarmi.


“E’ ..”
“Non lo riesci nemmeno a dire, perché noi due ci apparteniamo Alyson.” Sussurrai con il cuore che mi batteva all’impazzata.
“No Thomas …” cercò di dire.
Mi abbassai fino a incontrare i suoi occhi e sussurrai:
“Io ti amo e tu mi ami.”
“No, non è vero … io non ti amo.” Disse abbassando il viso di nuovo.
“Guardami negli occhi e dimmelo.” Sussurrai abbattuto.
“Thomas …” sussurrò alzando il viso fino a incontrare i miei occhi.
“Dillo Alyson e ti giuro che ti lascerò in pace.” Dissi sperando che non lo dicesse davvero.
Non volevo perderla.
“Falla finita okay, non posso farcela.” Disse tirandomi un pugno sul petto.
Sorrisi abbracciandola stretta a me.
Cercò di liberarsi, ma gli presi il viso tra le mani e la baciai.
Un bacio casto e dolce che trasmetteva tutto il mio amore per lei.
Si scostò e sussurrai:
“Vedi amore mio? Non ci riesci perché mi ami troppo.”
Fece un piccolo sorriso tenero.
“Mi è mancato vederti sorridere amore mio.” Dissi dolcemente.
“Thomas …”! sussurrò.
“Perché sei qui Alyson?” chiesi accarezzandoli una guancia.
“Thomas … sono qui … perché ….” Sussurrò mordendosi il labbro.
ANGOLO AUTRICE:
RIECCOMI QUI Ahahahhahah
Come va? Scusate se il capitolo è corto, ma non volevo farvi aspettare troppo per questi due scemini ahahahahah
Spero che vi piaccia e penso che qualcuno possa aver capito cosa ha Alyson :D
Avete idee?
Ah vi volevo ringraziare di cuore, è sempre bellissimo sapere cosa ne pensate e vedere che aumentate e che la storia piace è bellissimo :D
Non ho parole, davvero :D
Grazie <3
A domaniii!!!!
CIAOOOO!!

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Capitolo 32
*** La decisione ***


“Thomas … sono qui … perché ….” Sussurrò mordendosi il labbro.
“Perché Alyson?” chiesi con il fiato in gola.
Una dottoressa uscì da una porta sorridendo con un analisi in mano.
“Signorina Alyson può entrare? “ chiese guardando la mia ragazza con due occhi a cuoricino.
Alyson deglutì chiudendo gli occhi e poi annuì dicendo:
“Si certo.”
Non mi guardò nemmeno e fece per andarsene.
“Entro anche io con te.” Dissi prendendola per un polso.
Lei mi guardò male e sussurrò:
“No, tu stai qui.”
“Mi dispiace, ma no.” Dissi guardandola male, poi la presi per mano e andammo dentro l’ufficio della dottoressa.
“Allora Alyson, come ti senti?” chiese mettendosi a sedere su una poltrona.
“Io … sto bene.” Disse confusa.
“Cosa succede dottoressa?” chiesi preoccupato.
La dottoressa sorrise come una mamma alzandosi. Venne davanti a noi e sussurrò guardando Alyson negli occhi:
“Signorina lei è incinta.”
Sgranai gli occhi diventando bianco.
Non poteva essere vero.
“No, non può essere vero.” Disse Alyson agitata.
“Cosa state dicendo?” chiesi riprendendomi dal mio stato di schock.
Alyson si girò per guardarmi.
“Tho .. Thomas.” Sussurrò preoccupata.
Non sapevo cosa dire o fare.
Ero felice o no?
Non potevo essere un padre.
Non avevo avuto un padre bravo e avevo paura.
“Vi lascio da soli.” Disse la dottoressa uscendo.
“Thomas … mi dispiace … io … cazzo …” disse prendendosi la testa tra le mani e mettendosi a sedere.
Mi passai una mano nei capelli irritato e chiesi:
“Perché non me ne hai parlato?”
Non mi rispose e così mi incazzai ancora di più.
La guardai in cagnesco e urlai:
“PERCHE’ CAZZO NON ME NE HAI PARLATO ALYSON?!?”
Lei saltò in aria per lo spavento.
“Parla cazzo.” Sussurrai infastidito passandomi di nuovo la mano nei capelli.


Si morse il labbro e sussurrò:
“Non credevo che fosse vero … avevo un piccolo ritardo e non volevo farti preoccupare per niente.”
Non sapevo cosa cazzo fare.
Era anche mia la colpa, anche se non pensavo fosse proprio una colpa e non era nemmeno uno sbaglio.
Mi sentivo male dentro e non ne sapevo il perché.
Avevo paura , ma non volevo lasciarla.
Mi inginocchiai davanti a lei e gli levai le mani dal viso e ci posai le mie, la costrinsi a guardarmi e ammisi:
“Alyson questo … “ accarezzai la sua pancia sorridendo e continuai:
“Questo … non è niente … tutto quello che riguarda te non è niente ….”
“Mi dispiace.” Sussurrò abbracciandomi stretto a se.
Ero felice che non mi avesse lasciato davvero.
Era vero, da li in poi sarebbe stata dura però sarei stato con lei per sempre e avrei fatto di tutto solo per non vederla star male.
“Ti amo Thomas e mi dispiace così tanto per averti fatto soffrire.” Sussurrò posando le labbra sulle mie.
“Sei stata una cogliona Alyson, ho promesso che ti sarei stato vicino per sempre e me lo dovevi dire … anche se era questo, sarei tornato prima e ti sarei stato accanto.” Sussurrai serio.
“Lo so Thomas, ma avevo paura … “ sussurrò prendendomi la mano che era ancora posata sulla sua pancia.
“Scusami Thomas, sono stata davvero una cogliona.”
“In effetti sì.” Dissi ridendo.
“Eh grazie.” Disse ridendo anche lei.
Gli accarezzai la guancia e sussurrai:
“Alyson devi dirmi tutto. Sei la mia ragazza.”
“Perdonami.” Sussurrò baciandomi.
“Amore mio, stai zitta okay?” domandai dolcemente insinuando la lingua dentro alla sua bocca e la strinsi a me.
Sorridemmo e la dottoressa venne aprendo la porta.
“Allora ragazzi, volevo solo chiedervi se siete maggiorenni.”
Guardai Alyson e sussurrai:
“Lei non è maggiorenne, ma io sì.”
“Volete tenere il bambino?” chiese dolcemente.
Guardai Alyson e lei mi guardò preoccupata.
“Amore mio, io sono con te qualunque cosa tu decida. Se decidi di tenerlo sarò l’uomo più felice del mondo, farò di tutto per essere un padre migliore del mio e …” non riuscivo a continuare e delle lacrime rigarono il mio volto.
Alyson mi strinse a sé dolcemente e sussurrò guardandomi:
“La decisione è nostra Thomas e tu devi promettermi che non te ne andrai, che lo faremo insieme … che cresceremo insieme.”
Sorrisi annuendo e la baciai.
“Certo amore mio, te lo prometto.” Ammisi dolcemente.
Pov Alyson:
Arrivammo davanti a casa nostra mano nella mano.
Non avevamo parlato per il resto della camminata verso casa.
Sapevo che in fondo era un po’ incazzato con me e ne aveva tutte le ragioni al mondo.
L’avevo lasciato e invece dovevo dirglielo dall’inizio.
“Thomas …” sussurrai.
Mi guardò confuso e chiese teneramente:
“Che c’è micetta?”
Sorrisi saltandoli addosso e lui mi abbracciò stretta a se. Cominciai a baciarlo su quelle labbra perfette e le mie mani strinsero i suoi capelli.
“Sei tutto sudato.” Dissi ridendo.
“Per colpa tua, ho atto certe corse solo per venire a vedere perché mi avevi mollato.” Disse ridendo.
“Alyson!” urlò Jhonny.
Saltai giù dalle braccia di Thomas e andai ad abbracciare il mio migliore amico.
“Oh piccola, come stai?” chiese preoccupato guarandomi.
“Sto bene.” Ammisi sorridendoli grata del suo aiuto.
“E’ felice?” domandò sorridendo e guardando Thomas.
“Si, è felice. Non se ne è andato.”
Lui sorrise e poi andò verso Thomas che aveva uno sguardo perso nel vuoto.

“Potevi usare le precauzioni.” Disse infastidito il mio migliore amico.
“Si lo so, ma …”
“Niente ma Thomas, io spero per te che resti.” Disse quasi urlando.
Mi avvicinai sospirando e lo presi per un polso.
“Jhonny per favore.”
“Resterò.” Disse Thomas annuendo.
Jhonny gli tirò un cazzotto in pieno viso e lo fece cascare a terra.
“MA CHE CAZZO FAI JHONNY?!?” urlai inginocchiandomi vicino a Thomas.
“Ha fatto bene.” Disse Thomas guardando Jhonny.
“Ha fatto bene?” sussurrai confusa.
“Si, ha fatto bene.Mi dispiace Alyson, ma ti prometto che resto.” Disse Thomas baciandomi.
“Lo spero per te Thomas, sennò la prossima voltati darò un calcio nei gioielli di famiglia.” Disse Jhony ridendo.
Thomas sorrise mettendosi sdraiato sul prato e guardò il cielo.
“Sdraiati accanto a me.” Disse ridendo.
Feci come mi aveva detto e guardai il cielo.
“Sai cosa mi dicea sempre mio nonno?” chiese facendo un sospiro.
“Cosa?” chiesi teneramente prendendoli una mano.
“Che se avessi trovato l’amore della mia vita, l’avrei sentito dentro di me.” Disse sorridendo.
“E come?”
Lui sorrise guardandomi e sussurrò:
“Quando sto con te Alyson, il mondo si ferma ed è come se ci fossimo solo noi due … era questo. Voglio fartelo conoscere, qualche volta vado a trovarlo.”
“Perché non me ne hai mai parlato?” chiesi confusa.
“Poi te lo dirò.” Disse baciandomi.
ANGOLO AUTRICE:
EHILA’ ECCOMI QUA!!
SCUSATE SE IERI NON HO PUBBLICATO, ma avevo una mia amica a casa e non ho proprio acceso il pc
L
Scusatemi davvero L
Come state? Che mi raccontate di bello? Tra poco ci sono le vacanze!! FINALMENTE!!!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e cosa ne pensate del fatto che Alyson sia incinta? Secondo voi è presto? Secondo voi Thomas rimarrà? Cosa dirà il nonno di Thomas, riguardo ad Alyson?
PICCOLO SPOILER DEL PROSSIMO CAPITOLO:
“COSA CAZZO DICI NONNO? ALYSON NON E’ UNA BAMBINA E POI IO VOGLIO DAVVERO STARE CON LEI! NON TI DEVI PERMETTERE DI DIRLI COSI’!” Urlò Thomas con le vene che gli pulsavano.
Lo guardai.
Non volevo che si arrabbiasse per colpa mia.
Suo nonno era davvero un bastardo del cazzo e mi stava antipatico.
“Ascolti coglione, non gli e ne deve fregar di meno come sono okay? Amo Thomas e lui ama me, se non gli vado bene non sono affari miei.” Dissi ringhiando contro al nonno di Thomas.
FINE SPOILER:
AI AI ahahahah, questo nonno è davvero un bastado eh
CIAOOOO!!! A DOMANI!!!

 

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Capitolo 33
*** Il nonno che vuole dividerci. ***


“Quando sto con te Alyson, il mondo si ferma ed è come se ci fossimo solo noi due … era questo … in un certo senso … Voglio fartelo conoscere, qualche volta vado a trovarlo.”
“Perché non me ne hai mai parlato?” chiesi confusa.
“Beh … è un tipo strano …” disse ridendo.
“Ah si?” chiesi teneramente.
“Molto.” Disse avvicinandosi un po’ a me.
“Me ne parlerai?” chiesi più confusa.
“Poi te lo dirò.” Disse baciandomi.
“Prometti stupido?” chiesi accarezzandoli una guancia.
Lui annuì.
“THOMAS!!” urlò Samanta tutta sorridente uscendo da casa.
Vidi il mio bellissimo ragazzo sorridere e alzarsi.
La prese in braccio urlando:
“MA CIAOO PRINCIPESSA!!”
“Mi sei mancato tantissimo Thomas.” Sussurrò abbracciandolo.
“Anche tu mia principessa, moltissimo.” Disse dolcemente Thomas ridendo.
“Non è vero!!” urlò piangendo.
“Principessa, perché piangi? Certo che mi sei mancata. Mi è mancato tantissimo il tuo sorriso mentre parli di Scooby, il tuo pupazzo e poi mi sono mancati i tuoi abbracci che mi stritolano.” Sussurrò serio Thomas.
Sorrisi alzandomi e accarezzai una guancia di Samy.
“Gli sei mancata davvero tanto.” Sussurrai seria.
“Davvero?” chiese con quegli occhioni.
“Davvero.” Disse lui.
“Tu mi sposi, vero?” chiese ridendo.
Thomas le accarezzo una guancia e con il pollice asciugò le lacrime.
“Beh, dipenderà da te principessa.” Disse ridendo.
“E da cosa?” chiese confusa.
“Solo se tu lo vuoi.” Disse ridendo.
“Ma tu sei il mio principe?” chiese guardandolo negli occhi.
“Solo se tu sei la mia principessina.” Sussurrò dandoli un bacio sulla fronte.
Era così bello.
Era un incanto per gli occhi vederlo star bene.
Sarebbe stato un ottimo padre.
“Andiamo a mangiare principessa.” Disse felice Thomas , mettendosi Samy sulle spelle.
“Thomas!” quasi urlai per lo spavento.
Thomas mi sorrise facendomi l’occhiolino e mi diede un bacio sulle labbra.
“Fidati amore mio.”
“Oh si certo.” Dissi ridendo.
Samy tirò i capelli di Thomas e urlò:
“Corri cavallo!!”
Thomas scoppiò a ridere correndo per tutto il prato e poi entrò in casa.
Sorrisi incamminandomi e poi entrai.
Vidi Janet piangere e abbracciare Thomas.
Mi faceva una tenerezza assurda e poi aveva imparato a parlare italiano.
“Mi sei mancato.” Disse ridendo.
“Wooow hai imparato un po’ di italiano!” disse Thomas guardandomi.
Sorrisi.
“Anche tu.” Sussurrò baciondole una guancia.
Qualcuno suonò alla porta, così andai ad aprire.
 
Era un anziano con i capelli grigi e gli occhi celesti.
 
Era alto ed era vestito come una specie di re.

Aveva un aria spavalda e sicura di se e questa cosa mi spaventò un pochino.
 
“Lei è la serva?” chiese squadrandomi.
 
“Come scusi?” chiesi confusa.
 
“Scusi chi è lei? Voglio parlare con mio nipote. Avete capito servetta da quattro soldi?”
 
“Come scusi?” chiesi senza capire stringendo i pugni.
 
Quel signore mi stava facendo incazzare e non poco.
 
“Nonno.” Disse Thomas porgendoli la mano.
 
Lui la strinse educatamente.
 
“Thomas.”
 
“Chi è questa? La servetta della casa?” chiese sospirando.
 
Guardai Thomas confusa e lui si schiarì la voce.
 
“Nonno, ti presento Alyson.”
 
Lui mi squadrò schifato.
 
“Spero tu stia scherzando nipote.” Sussurrò facendo una smorfia.
 
Ma che figlio di puttana.
 
Lo guardai in cagnesco.
 
“Questa qui sarebbe la tua ragazza?” chiese fissandomi.
 
“Se non la smette di fissarmi, gli faccio vedere di che sono capace.” Sussurrai infastidita a Thomas.
 
Guardai Thomas che non diceva niente.
 
Non mi stava nemmeno ad ascoltare.
 
“Nonno, ti vuoi accomodare?” chiese Thomas non guardandomi nemmeno.
 
Non mi aveva nemmeno difesa.
 
“Se la tua schiava si toglie da qui, potrei entrare.” Disse fissandomi di nuovo.
L’avrei ucciso con le mie stesse mani.
 
“Non dici niente?” chiesi irritata al mio ragazzo.
 
Lui chiuse gli occhi.
 
“Che stronzo.” Sussurrai infastidita andandomene in cucina.
 
Presi un bicchiere di acqua appoggiandomi al bancone e bevvi.
 
“Mio nonno è una vipera.” Disse Janet scuotendo la testa infastidita.
 
“Ma Thomas ci tiene, sembra che abbia visto Dio.” Sussurrai.
 
“Quello che dice il nonno per Thomas è tutto.”
 
Sgranai gli occhi.
 
“Tutto?” chiesi confusa.
 
“Tutto.” Ammise prendendo un bicchiere di acqua.
 
Per colpa di quello, Thomas avrebbe potuto mollarmi per sempre.
 
Corsi subito in salotto e quasi non inciampai.
 
“Schiava portami uno scoatch.” Disse quel coglione mettendosi seduto su una poltrona.
 
“Io non le porto proprio un bel niente.” Sussurrai irritata.
 
Thomas sospirò guardandomi e sussurrò:
 
“Alyson per favore.”
 
“Stai scherzando? Mi sta trattando come una fottuta merda.” Risposi guardandolo male.
 
“Nonno puoi ascoltarmi un secondo?” chiese a quel coglione.
 
“Deve esserci pure questa?”
 
Mi stavo proprio incazzando.
 
Non ero brava a mantebere la pazienza.
 
“Nonno, a te forse Alyson non piace … ma a me si.” Sussurrò guardandomi e porgendomi la mano.
 
Sorrisi prendendola.
 
Suo nonno sospirò.
 
“Non vedo dove sia la bellezza.”
 
“Nonno,la sua bellezza è incantevole. Non la vedi?” chiese alzandosi.
 
“Sarà pur bella quanto vuoi e non lo nego. Ammetto che sia bella, ma Thomas guardala bene .. è  una bambina, non può darti niente. Non ha nemmeno esperienza in fatto di sesso.” Disse schifato.
 
“Vedi nonno? il bello è questo. Lei ha avuto la sua prima volta con me. Lei mi ha sorriso e io mi sono innamorato. Ogni giorno mi innamoro sempre di più. Ho dovuto sudare tantissimo per prendermela e non la lascio per nessuna ragione al mondo.” Disse Thomas stringendomi una mano.
 
Ero felice che dicesse quelle cose e odiavo a morte quel vecchio di merda.
 
“Thomas, nipote mio. Mi deludi.” Disse ridendo.
 
“Non me ne frega nulla in questo momento. Pensavo che Alyson ti piacesse, ma non me ne frega. Non capisci quanto io la ami?”
 
“Sai cosa c’è? È solo una bambina ed è pure una puttanella da quattro soldi.”
 
Sgranai gli occhi.
 
Mi aveva davvero chiamato puttanella da quattro soldi?
 
“COSA CAZZO DICI NONNO? ALYSON NON E’ UNA BAMBINA E POI IO VOGLIO DAVVERO STARE CON LEI! NON TI DEVI PERMETTERE DI DIRLI COSI’!” Urlò Thomas con le vene che gli pulsavano.


Lo guardai.


Non volevo che si arrabbiasse per colpa mia.


Suo nonno era davvero un bastardo del cazzo e mi stava antipatico.


“Ascolti coglione, non gli e ne deve fregar di meno come sono okay? Amo Thomas e lui ama me, se non gli vado bene non sono affari miei.” Dissi ringhiando contro al nonno di Thomas.
 
“Non permetterti puttanella.” Disse arrabbiato il nonno di Thomas.
 
“NON CHIAMARLA PUTTANELLA!” urlò ringhiandoli contro.
 
Gli accarezzai le nocche per farlo calmare.
 
“Falla finita, okay? Non sono affari tuoi. Alyson è mia e basta e sai cosa c’è? Starò con lei qualunque cosa accada. Chiamala bambina, lei  è la mia bambina e me la cresco io. Chiamala puttanella da quattro soldi, ma pensa alle tue troie. ” Disse stringendomi a se.
 
“Okay nipote, come vuoi. Ma non venire a piangere da me quando questa ti mollerà.” Disse di nuovo schifato.
 
“Non preoccuparti vecchio, non lo mollo. Thomas è mio.” Dissi facendoli il dito medio.
 
Vidi Thomas sorridere e quel coglione se ne andò.
 
“Solo tuo?” chiese dandomi un piccolo bacio sulle labbra.
 
“Solo mio.” Sussurrai approfondendo il bacio.


Thomas sbadigliò e il suo cellulare cominciò a squillare.
 
“Scusami amore, ma è il lavoro. Vai pure a mangiare.”
 
“E tu?” chiesi mordendomi il labbro.
 
“Non ho fame, finisco di parlare al telefono e poi me ne vado a letto.” Nsussurrò dandomi un bacio sulla punta del naso.
 
ANGOLO AUTRICE:
ECCOMI QUA!!
Come va? Che mi raccontate di bello?
Spero che il capitolo si di vostro gradimento, non mi convinceva molto L
Mi è piaciuto troppo scrivere la parte tra Samy e Thomas *-* li shippo troppo ahahah, ovviamente come ‘Padre e Figlia?’ non so se posso considerarli tali, ma okay ahahahahh
E OVVIAMENTE SHIPPO TROPPO ALYSON E THOMAS *-*
Che dirvi? Questo capitolo è più lungo, vero?!?
MI SONO SUPERATA!!
Ahahha okay, basta!! Capitemi, ho studiato e poi sono andata a patente e dopo aver pubblicato riandrò a studiare sia per la scuola che per patente O.o
PICCOLISSIMO SPOILER DEL PROSSIMO CAPITOLO:
“Alyson, amore. Sveglia.” Lei aprì gli occhi sgranchendosi.
 
“Piccola, vai di sopra.” Dissi agitato.
 
“Ma che sei scemo?” chiese confusa.
 
“Kevin è scappato dalla prigione e vuole farvi del male.” Dissi alzandola dal divano. La baciai e sussurrai:
 
“Qualunque cosa accada Alyson … resta di sopra.”
FINE SPOILER!!

OH CAZZO!! È SCAPPATO DALLA PRIGIONE!!
COSA SUCCEDERA’ ADESSO?

A DOMANIIII!!!!!!!!

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Capitolo 34
*** Ti amo, ricordatelo. ***


ANGOLO AUTRICE:
EHILA’ CIAO, come state? Che mi raccontate di bello?
Vi avviso … Questo capitolo avrà un boom pazzesco, cioè … niente spoiler!!
Okay, vi dico solo … Non odiatemi e continuate a leggere fino in fondo e leggete anche lo spoiler alla fine, okay?



Pov Thomas:
 
Mi misi a sedere sulla poltrona della camera e risposi:
 
“Pronto?”
 
“Thomas, fratellino.” Disse una voce che avrei riconosciuto tra un milione.
 
Deglutii impaurito.
 
Come cazzo faceva ad avere il mio numero? Cosa voleva ancora da me?
 
“Devo chiederti un piccolo favore.”
 
“Non ti faccio nessun favore Kevin.” Risposi infastidito.
 
“E invece me lo fai caro fratellino, sennò la famigliola felice si abbatterà.”
 
“Non farai del male a nessuno della mia famiglia lurido pezzo di merda. Non te lo permetto.” Dissi stringendo i pugni.
 
“Allora vieni e aiutami. “ disse irritato.
 
“No, tanto non farai del male alla mia famiglia.”
 
“Fratellino, sono scappato dalla galera e voglio il tuo aiuto e me lo devi.”
 
“Io non ti devo niente pezzo di merda, hai capito?” risposi irritato.
 
“Aiutami fratellino… Sennò la piccola bambina, come è che si chiama? Samanta? Si farà del male, molto male.”
 
“No, tu non farai del male a nessuno.” Risposi alzandomi in piedi diventando tutto rosso per la rabbia.
 
Non poteva far del male alla mia famiglia.
 
Non potevo e non volevo permetterli di fare ciò.
 
“Allora aiutami.” Rispose soddisfatto.
 
“Cosa vuoi che faccia Kevin?” chiesi sospirando.
 
“Voglio che tu, mio caro fratellino scappi con me. Possiamo fare molte cose assieme.” Disse ridendo.
 
“No!” urlai passandomi una mano nei capelli.
 
“Sono fuori casa tua fratellino, la tua ragazza verrà ad aprire se suono? Ho una pistola con me e non ho paura ad usarla.” Disse non smettendo di ridere.
 
Mi guardai intorno agitato e scesi giù per le scale di corsa.
 
Alyson era sul divano mezza addormentata con una coperta e non c’era nessuno.
 
“Fratellino rispondi o suono.”
 
“Non ti permetterò di allontanarmi da loro.” Risposi aprendo un cassetto, dove tenevo la pistola.
 
“E’ la tua decisione?” domandò serio.
 
“Si, è la mia decisione.” Dissi prendendo la pistola e staccai.
 
Corsi verso Alyson e mi inginocchiai.
 
“Alyson, amore. Sveglia.” Lei aprì gli occhi sgranchendosi.
 
“Piccola, vai di sopra.” Dissi agitato.
 
“Ma che sei scemo?” chiese confusa.
 
“Kevin è scappato dalla prigione e vuole farvi del male.” Dissi alzandola dal divano. La baciai e sussurrai:
 
“Qualunque cosa accada Alyson … resta di sopra.”
 
“NO!” urlò tirandomi uno schiaffo.
 
“Sei impazzita?!? Metterai in pericolo te e il nostro bambino.” Dissi quasi piangendo.
 
Lei mi prese il viso tra le mani e sussurrò:
 
“Non ti lascio da solo Thomas. Potresti metterti in pericolo e io non voglio. Resto con te, okay?”
 
“No Alyson, se ti succedesse qualcosa io ..” dissi impaurito.
 
“Non mi succederà niente Thomas.” Disse dandomi un bacio sulle labbra e prese il telefono, gli bloccai la mano.
 
“Alyson non chiamare nessuno.”
 
“MA che cazzo dici Thomas?!? Dobbiamo chiamare aiuto.” Disse quasi urlando.
 
Scossi la testa esasperato.
 
Qualcuno aprì la porta con un calcio.
 
Mi girai puntando la pistola.
 
“Fratellino, mi punti la pistola?” chiese ridendo e puntando la pistola ad Alyson.
 
Mi misi davanti a lei e sussurrai:
 
“Non ho paura ad usarla.”
 
“Se come no fratellino, tu sei solo un bambino. Vuoi fare l’eroe? Non lo sei!” urlò e così sparai, ma lui sparò pure a me per ben due volte.
 
Vidi Kevin cascare a terra.
 
Mi aveva sparato.
 
Mugugnai di dolore, mi aveva sparato ad un polmone e ad una spalla.
 
Non riuscivo nemmeno a parlare o a respirare.
 
Non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi per il dolore.
 
 “THOMAS!!” urlò Alyson.
 
Cascai a terra con un tonfo.
 
“Thomas.” Sussurrò spaventata toccandomi la ferita alla spalla.
 
Mugugnai e con le poche forze che avevo e gli presi la mano.
 
“Chiamo aiuto.” Sussurrò facendo un numero.
 
“No Alyson per favore .. non servirà a niente … “ sussurrai mugugnando di dolore e prendendo il telefono.
 
“Non morire ti prego. Ho bisogno di te. Thomas!” feci un piccolo sorriso e sussurrai:
 
“Ti amo, ricordatelo sempre.” e l’ultima cosa che sentii erano le mani di Alyson sul mio viso e le sue urla invane di chiamare aiuto.
 
 
ANGOLO AUTRICE:
EHILA’ ECCOMI DI NUOVO QUI!!
Per favore non odiatemii!! Doveva esserci un boom nella storia.
Ora vi metto un pezzo del prossimo capitolo.
Piccolo spoiler:
“Signorina, ci dispiace, ma il signor Thomas è in coma, non sappiamo quando si sveglierà e non sappiamo neanche se lo farà. Molte volte i pazienti ci stanno pochi giorni, ma non li posso assicurare nulla.” Rispose sospirando.
 
Scoppiai di nuovo a piangere urlando “No!”
 
Non volevo crederci.
 
Non potevo crederci.
 
“Signorina, c’è della speranza.” Disse il dottore.
 
“Mi dispiace Alyson, ma c’è ancora speranza.” Sussurrò Jhonny piangendo.
 
“Non voglio che Thomas muoia! Lui è la persona più dolce e bella di questo mondo! Non può morire!” urlai cascando inginocchio.
 
“Ehi Alyson stai calma.” Disse Jhonny inginocchiandosi.
 
Mi accarezzò una guancia e sussurrò:
 
“Thomas è forte, molto forte. Non vorrebbe vederti così.”
 
“Cosa dovrei fare Jhonny? Thomas è la mia ancora di salvezza.” Ammisi chiudendo gli occhi e continuando a piangere.
 
“Ora falla tu, sii la sua ancora di salvezza. “ Sussurrò stringendomi a se.
FINE SPOILER.
Ed eccoci qua, spero che voi non mi odiate per quello che ho fatto. Dovete capire, però che come Thomas è stato l’ancora di salvezza di Alyson nei momenti peggiori ora Alyson deve fare lo stesso.
A DOMANI *-*
Grazie mille per il vostro tempo.

 

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Capitolo 35
*** Voglio solo ... ***


ANGOLO AUTRICE:
MI SCUSO GIA' IN PARTENZA SE QUESTO CAPITOLO E' CORTISSIMO :(

Pov Alyson:

 
Jhonny mi strinse a se.
 
Non riuscivo a smettere di piangere.
 
Non sapevamo nulla e Thomas era dentro alla sala operatoria da ore e ore.
 
Non riuscivo a credere a quell’incubo.
 
“Ehi piccola. Non piangere.” Sussurrò Jhonny baciandomi i capelli.
 
“Non voglio che muoia. Io ho bisogno di lui.” Ammisi piangendo ancora di più.
 
Venne fuori un dottore con i guanti tutti pieni di sangue.
 
“Siete dei parenti?”
 
Mi staccai da Jhonny e annuii.
 
“Sono la sua ragazza, come sta?”domandai con il cuore che batteva all’impazzata.
 
“Signorina, ci dispiace, ma il signor Thomas è in coma, non sappiamo quando si sveglierà e non sappiamo neanche se lo farà. Molte volte i pazienti ci stanno pochi giorni, ma non li posso assicurare nulla.” Rispose sospirando.
 
Scoppiai di nuovo a piangere urlando “No!”
 
Non volevo crederci.
 
Non potevo crederci.
 
“Signorina, c’è della speranza.” Disse il dottore.
 
“Mi dispiace Alyson, ma c’è ancora speranza e lo sai.” Sussurrò Jhonny piangendo.
 
“Non voglio che Thomas muoia! Lui è la persona più dolce e bella di questo mondo! Non può morire! Non merita di morire! Dovevo esserci io al suo posto, lo capisci!?!” urlai cascando inginocchio.
 
“Ehi Alyson stai calma.” Disse Jhonny inginocchiandosi.
 
Mi accarezzò una guancia e sussurrò:
 
“Thomas è forte, molto forte. Non vorrebbe vederti così. Non vorrebbe vederti così.”
 
“Cosa dovrei fare Jhonny? Thomas è la mia ancora di salvezza.” Ammisi chiudendo gli occhi e continuando a piangere.
 
“Ora falla tu, sii la sua ancora di salvezza. “ Sussurrò stringendomi a se.
 
“Non posso Jhonny, se muore io …” non riuscivo a continuare.
 
“Scch non preoccuparti Alyson, sii la sua ancora di salvezza e lui lo sentirà.” Sussurrò dandomi un piccolo bacio sul naso.
 
“Se vuole potete vederlo uno alla volta.” Io e Jhonny annuimmo e mi alzai.
 
Corsi dentro la sala operatoria e quando lo vidi il mio cuore si ruppe in mille pezzi.
 
Era così brutto vederlo in quelle condizioni.
 
Aveva un casino di flebo, dei tubi e una mascherina per l’ossigeno sulla bocca e intorno a lui c’erano delle macchine per ascoltare i suoi processi.
 
“Amore mio …” sussurrai avvicinandomi.
 
Gli accarezzai la fronte, levandoli i capelli dalla fronte.
 
Odiava i capelli sulla fronte.
 
“Ehi … dicono che … tu possa sentirmi .. “ sussurrai piangendo e chiudendo gli occhi.
 
Vidi il suo sorriso che era stampato nei miei ricordi.
 
“Ti sembrerà strano amore mio, ma ogni parte di te è dentro di me. Tu sei stato e sei ancora la mia ancora di salvezza e io voglio essere la tua in questo momento. Non so se ci riuscirò, ma voglio provarci.”
 
Presi il mio telefono e misi la sua canzone preferita.
 
“Ti ricordi questa canzone amore mio? La odiavo, ti giuro. Poi l’abbiamo ascoltata assieme e così mi sono innamorata di questa stupida  canzone.”
 
Gli accarezzai una guancia.
 
“Voglio solo  che tu ti svegli amore mio … i dottori non possono fare niente adesso, tocca solo a te. Ti prego, svegliati. Io ho bisogno di te. Non posso vivere senza di te. Sei forte amore mio e voglio che ritorni da me. Devi svegliarti.”Sussurrai asciugandomi le lacrime.
“Signorina, dovrebbe uscire.” Disse un infermiera entrando.
“La prego, mi faccia restare.” Sussurrai con gli occhi gonfi e il cuore che batteva a mille.
Non volevo lasciarlo da solo.
“Può rientrare dopo, okay? Devo farli solo delle analisi.”
Sospirai annuendo. Mi avvicinai all’orecchio di Thomas e sussurrai:
“Ti amo.”
ANGOLO AUTRICE:
EHILA’!! ciao, come state? Che mi raccontate di bello
SONO INIZIATE LE VACANZE!! AVRO’ PIU’ TEMPO PER SCRIVERE E VI PROMETTO CHE FARO’ DEI CAPITOLI LUNGHISSIMI SOLO PER VOI!!

Mi scuso se questo capitolo è corto e se non è niente di che, spero che apparte questo vi piaccia. Scusate se non ho pubblicato oggi, ma non ho proprio acceso il pc, mi dispiace L
Chissà che succederà?
Domani avrete un capitolo mooooolto lugo, ve lo prometto <3

Ora vi saluto con un piccolo spoiler:
“Ehi, vuoi venire con noi in ospedale?” chiese Jhonny dolcemente.
“Io … cioè …” scoppiai a piangere di nuovo.
Alex mi abbracciò stringendomi forte a se.
In così poco tempo era diventato quasi un fratello per me, così come Jhonny.
“Ehi, posso raccontarti una cosa?” chiese sorridendomi teneramente e asciugandomi le lacrime.
“Si.” Sussurrai tirando su con il naso.                             
“Mio fratello faceva il militare e un giorno li spararono e così andò in coma … ci stette 3 settimane.” Sussurrò accarezzandomi una guancia.
“Davvero?” chiesi curiosa.
“Si, ora sta benissimo. Voglio fartelo conoscere, anzi voglio farvelo conoscere.” Disse abbracciandomi di nuovo.
FINE SPOILER *-*
IO AMO ALEX *_*
VOI; COSA NE PENSATE!?!
A DOMANI!!!

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Capitolo 36
*** Mi manchi. ***


“Può rientrare dopo, okay? Devo farli solo delle analisi.”
Sospirai annuendo. Mi avvicinai all’orecchio di Thomas e sussurrai:
“Ti amo.”
1 settimana dopo:
Mi svegliai sentendo delle fitte lancinanti alla pancia. Mi alzai dal letto e corsi in bagno e in un secondo vomitai quel poco che avevo mangiato in quei giorni.
Stavo male e non avevo mai fame.
Mi mancava Thomas più di qualunque altra cosa al mondo.
Non riuscivo a vederlo.
Non riuscivo a sopportare quel dolore.
Ero solo una bambina di merda.
“Alyson, stai bene?” chiese Jhonny inginocchiandosi vicino a me e prendendomi i capelli per metterli dietro alla schiena.
“No.” Ammisi tossendo.
Alex, il suo ragazzo mi aiutò ad alzarmi.
“Stai bene?” chiese teneramente.
Scossi la testa e sussurrai con le lacrime che rigavano il mio volto:
“No, non sto bene. Sono una stupida del cazzo che non merita nemmeno di stare con Thomas.”
“MA CHE CAZZO DICI!?!” mi urlò Jhonny scuotendomi per le spalle.
“NON DIRE QUESTE CAZZATE!! THOMAS TI AMA PER QUELLO CHE SEI! SEI FORTE! LO CAPISCI O NO?!?” Urlò di nuovo.
“Io .. no … non è vero.” Sussurrai chiudendo gli occhi.
“Ha ragione Jhonny, tu sei perfetta Alyson … lo devi capire … Thomas è un ragazzo fortunato ad avere una come te.” disse Alex accarezzandomi dolcemente una guancia.
“Io …” cercai di dire.
“Zitta Alyson.” Sussurrò Alex dolcemente.
“Ehi, vuoi venire con noi in ospedale?” chiese Jhonny dolcemente.
“Io … cioè …” scoppiai a piangere di nuovo.
Alex mi abbracciò stringendomi forte a se.
In così poco tempo era diventato quasi un fratello per me, così come Jhonny.
“Ehi, posso raccontarti una cosa?” chiese sorridendomi teneramente e asciugandomi le lacrime.
“Si.” Sussurrai tirando su con il naso.                             
“Mio fratello faceva il militare e un giorno li spararono e così andò in coma … ci stette 3 settimane.” Sussurrò accarezzandomi una guancia.
“Davvero?” chiesi curiosa.
“Si, ora sta benissimo. Voglio fartelo conoscere, anzi voglio farvelo conoscere … sia a te che a Thomas. Vi piacerebbe.” Disse abbracciandomi di nuovo.
“Devi mangiare Alyson, stai mettendo in pericolo la vita di vostro figlio o figlia.” Sussurrò Jhonny accarezzandomi la schiena.
“Okay.” Sussurrai annuendo.
“Vai a vestirti, mangi qualcosa e poi infine ti porto da Thomas, così stai un po’ con lui. Gli manchi molto.” Disse Alex dandomi un bacio sui capelli e poi lui e Jhonny uscirono dal bagno.
Non ero andata più a trovare Thomas.
Era una settimana che non lo vedevo.
Non ero di molto aiuto.
Mi misi a sedere su uno sgabello li vicino e mi toccai la pancia.
“Perdonami per quello che ti sto facendo, ma non riesco a non farlo. Mi manca tuo padre, sai? Lui saprebbe cosa fare. Io invece? Sono solo un’annullità che non vale niente.” Sussurrai piangendo.
Janet entrò in bagno e mi abbracciò.
“Ehi ci sono io qui con te. Non ti lascio sola.”
Era diventata così brava a parlare.
“Mi manca così tanto.” Ammisi stringendola a me.
“Anche a me manca.” Sussurrò, poi mi guardò negli occhi.
Mi asciugò le lacrime e sussurrò:
“Ma lui non vorrebbe vederti così, lo farebbe stare male … non vuole vederti piangere. Non vuole vederti star male Alyson. Tu sei forte. Devi esserlo anche per lui.”
“Non lo sono Janet.” Sussurrai scuotendo la testa.
“Lo sei Alyson, devi solo crederci.” Sussurrò teneramente.
Annuii asciugandomi le lacrime e ci alzammo.
Dovevo essere forte, aveva ragione.
Non volevo che le persone che mi stavano intorno stessero male.
Thomas sarebbe stato l’ancora di salvezza di tutti e io volevo onorare il mio ragazzo.
Dovevo credere in lui.
Dovevo andarlo a trovare tutti i giorni e non dovevo abbattermi.
“Brava, così ti voglio.” Disse Janet prendendomi per mano.
“Grazie.” Sussurrai.
“Quando vuoi.” Sussurrò teneramente.
Alex sorrise porgendomi un cornetto appena tolto dal forno.
Sorrisi per ringraziarlo e lui sussurrò:
“Mangialo tutto.”
Annuii facendo un sorriso forzato.
“E dai Alyson, facci un sorriso.” Disse Jhonny guardandomi.
“Non ci riesco.” Sussurrai addentando un pezzo di cornetto.
“Dai.” Disse cominciando a farmi il solletico.
Cominciai a ridere come una pazza uscita dal manicomio.
“Brava Alyson.” Disse Alex abbracciandomi.
Dopo quasi un ora arrivammo in ospedale.
Arrivammo davanti alla porta della stanza di Thomas.
Avevo troppa paura.
Guardai Jhonny e Alex e sussurrai:
“Non posso. Non ci riesco.”
“Alyson, è il tuo ragazzo.” Sussurrò Alex accarezzandomi una guancia.
“Ho paura.” Ammisi guardando gli occhi verdi di Alex.
Lui sospirò abbracciandomi e sussurrò:
“E’ normale che tu abbia paura Alyson, ma sei forte e lui ha bisogno di te. lui ha bisogno della sua ragazza in questo momento.”
Annuii, tirai un profondo respiro e entrai dentro.
Vederlo fu un colpo al cuore.
Mi avvicinai piano e appena gli fui vicino gli presi una mano.
“Ehi ciao orsacchiotto …” cercai di dire, ma scoppiai a piangere.
Non dovevo piangere, dovevo fare qualcosa.
“Amore mio … mi manchi così tanto …” sussurrai chiudendo gli occhi per non piangere.
Strinsi dolcemente una sua mano, cercando di calmarmi e poi chiusi gli occhi e vidi il suo sorriso.
Sorrisi anche io.
Mi mancava vederlo sorridere.
Mi mancava il sorriso che aveva quando faceva il bambino.
Mi mancavano ogni suo tipo di sorriso, ma quello che mi mancava di più era quello che lui aveva con me.
“Scusa orsacchiotto se non sono venuta a trovarti.” Sussurrai cercando di non piangere di nuovo.
Aprii gli occhi e gli accarezzai le nocche.
“Ma è che vederti così mi uccide.”sussurrai piano.
Tirai un sospiro per calmarmi e continuai:
“E’ normale, no? Lo so che tu saresti venuto tutti i giorni per me … ma io non sono forte.”
Scoppiai a piangere uscendo immediatamente da lì.
Jhonny mi abbracciò appena uscii.
“Ssch piccola … non fare così.” Sussurrò baciandomi la fronte.
“Non posso Jhonny … non voglio vederlo così. Credevo di … farcela … ma cazzo, è troppo difficile. Non sopporto di vederlo in quelle condizioni.” Dissi abbracciandolo forte a me.
“Okay, forse non sei pronta a vederlo in quelle condizioni .. ma dovrai farlo piccola. Dovrai affrontarlo.” Disse dolcemente cominciando a cullarmi.
Alex venne con due cioccolate calde e sussurrò:
“Tieni Alyson e tieni amore mio.”
Sorrisi.
Era un vero sorriso.
Amavo così tanto quei due, erano davvero carini.
Si diedero un piccolo bacio e sorrisero.
“Allora? Come è andata?” chiese Alex porgendomi la cioccolata calda.
“Non …” non riuscivo a continuare.
Mi morsi il labbro cominciando a bere la cioccolata.
“Okay, non c’e la fai. Vado a vederlo, okay?” Annuii e sussurrai:
“Alex, dalli un bacio da parte mia.”
Alex sorrise e sussurrò:
“Ti prendo alla lettera e non mi dispiace.”
Sorrisi scuotendo la testa e Jhonny lo guardò male.
“Sai che lovvo solo te.” disse Alex facendo il ruffiano e entrando dentro.
“Alyson io non ti capisco …”
Guardai Jhonny confusa e chiesi:
“Cosa?”
“Tu lo ami e se Alex fosse in quelle condizioni io lo andrei a trovare sempre.”
Aveva ragione e lo sapevo.
Non riuscivo a sopportare che stesse così.
“Lo so.” Ammisi piangendo in silenzio.
ANGOLO AUTRICE:
EHILA’ ECCOMI QUA!! SCUSATE SE PUBBLICO A QUEST’ORA!!
Allora, come vi avevo accennato … qusto capitolo è un po’ più lungo del precedente.

Quello di domani, sarà moooolto più lungo *-*
PROMETTO!!
Come state? Che mi raccontate di bello?

Spero che vi piaccia come capitolo, anche se Thomas c’è per poco *-* mi manca scrivere di luii!!
OKAY BASTA PARLARE!!
LO VOLETE UNO SPOILERONE?!?
ECCOLO QUI!!

Presi il mio telefono e misi la nostra canzone e cominciai a cantarla piano.
“Questa è la canzone di mamma e papà.” Sussurrai.
Mi alzai dalla sedia e tirai un respiro profondo.
“Ti faccio vedere papà, perché sinceramente manca anche a me.” Sussurrai entrando nella stanza.
FINE SPOILER!!
Ahahahah WOOOW!!!
Alyson è entrataaa!!
A domaniiii *_*


 

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Capitolo 37
*** Mi manca tutto di te. ***


2 settimana:
Mi svegliai di colpo, era da una settimana che facevo avanti e indietro dall’ospedale a casa.
Stavo fuori, alla sala d’aspetto.
Non entravo nella stanza, perché avevo paura.
Sentire la macchina del cuore regolare era una cosa che mi faceva sentire bene, perché solo quando sentivo che la macchina regolava, sapevo che era ancora vivo.
Mi toccai la pancia e sussurrai prendendo forza:
“Vuoi vedere tuo padre? Sai, non riesco ad entrare lì dentro amore mio.”
Sorrisi.
Sapevo di essere una stupida a parlare con una pancia di quasi un mese.
Era di 3 settimane, quasi un mese.
Presi il mio telefono e misi la nostra canzone e cominciai a cantarla piano.
“Questa è la canzone di mamma e papà.” Sussurrai.
Mi alzai dalla sedia e tirai un respiro profondo.
“Ti faccio vedere papà, perché sinceramente manca anche a me.” Sussurrai entrando nella stanza.
Vederlo star così era come se mi avessero piantato mille coltelli nel cuore, uno sempre più doloroso dell’altro.
Appoggiai il telefono che emanava ancora la nostra canzone sul comodino.
“Ehi Thomas …” sospirai non sapendo cosa dire o fare.
Mi mancava la sua voce, mi mancava tutto di lui.
Vederlo lì era davvero una cosa brutta.
“Dio … non so cosa dire.” Ammisi prendendo il telefono.
Andai sulla galleria delle foto e vidi delle nostre foto.
Sorrisi triste.
“Ehm … ti ricordi questa foto?” chiesi a Thomas.
Mi morsi il labbro e sussurrai:
“Eravamo al mare e …” non riuscio a continuare.
Strinsi i pugni uscendo dalla stanza.
Vidi Alex bersi una cioccolata calda.
“Ehi, non volevo entrare. Ho sentito che parlavi con lui.” Disse dolcemente.
Annuii trattenendomi per non piangere di nuovo.
“Stai bene?” chiese appoggiando la cioccolata su un tavolino lì vicino e abbracciandomi.
“No Alex.” Ammisi stringendolo forte a me.
Lui mi cullò teneramente.
“Ssch … piccola.” Sussurrò dolcemente.
Cominciai a piangere in silenzio.
“Sfogati Alyson.” Disse Alex stringendomi forte.
Scoppiai a piangere.
“Guardami un secondo.” Sussurrò Alex prendendomi il viso tra le mani e costringendomi a guardarlo.
“Sono sicuro che Thomas si sveglierà. Devi solo credere in lui.” Sussurrò dolcemente.
“E come?” chiesi guardando la porta della stanza di Thomas.
Alex si guardò intorno e mi prese per mano.
Entrammo dentro alla stanza di Thomas e lui sospirò.
“Parlaci Alyson, parla come se … tu volessi che fosse qui.” Disse dolcemente.
“Non capisco …” ammisi asciugandomi le lacrime con la manica della felpa.
Alex sorrise mettendosi seduto su una sedia e sussurrò:
“Vieni.”
Mi avvcinai piano e Alex mi prese di nuovo per mano facendomi mettere seduta sulle sue ginocchia.
“Ora … dì qualcosa.” Sussurrò teneramente.
“Csa dovrei dire?” chiesi deglutendo.
Alex mi accarezzò una guancia e sussurrò:
“Avete una canzone?”
Annuii prendendo il telefono e misi la canzone.
“Bene, ora dì qualcosa…” disse dolcemente.
“Ti ricordi quando la cantavamo assieme? Non vedo l’ora di rifarlo.” Sussurrai confusa.
“Bene.” Disse Alex accarezzandomi la schiena.
“Fidati di lui.” Sussurrò teneramente.
Annuii chiudendo gli occhi, mi alzai dalle gambe di Alex e mi misi seduta sul letto di Thomas.
Gli accarezzai una guancia con la mano libera e sussurrai:
“Sai Thomas … mi manchi da morire. Voglio farti toccare la pancia.” Detto questo gli appoggiai la mano sulla mia pancia.
Guardai Alx che sorrideva.
“Va bene, continua.” Disse alzandosi e andando alla porta.
“Te ne vai?” sussurrai confusa.
“E’ un momento vostro Alyson e io non devo esserci.”
Mi alzai e corsi ad abbracciarlo.
“Grazie.” Ammisi.
“Quando vuoi e se si sveglia digli che è un gran figo.” Disse felice dandomi un bacio sui capelli.
Sorrisi e Alex andò fuori.
Mi girai verso Thomas e andai di nuovo sul letto.
Gli presi una mano e sussurrai:
“Mi manca la tua voce.”
Chiusi gli occhi sospirando e sussurrai:
“Alex è davvero un ragazzo fantastico.”
Gli accarezzai le nocche e aprii gli occhi.
“Vorrei che tu parlassi, perché mi piace la tua voce e di sicuro piace anche a lui o a lei. La tua voce piace a tutti, cazzo. Ho sempre pensato che tu avessi una voce davvero sexy e quando mi hai parlato la prima volta avevo una voglia di saltarti addosso, ma okay … la smetto.” Ammisi sentendo delle lacrime rigarmi il viso. Chiusi gli occhi e sentii la sua voce nella mia mente:
“Anche a me piace la tua.” Era debole, ma la sentivo appena.
Sentivo la sua voce nella mia testa.
Così scoppiai a piangere alzandomi di fretta e furia.
“Dove vai?” sussurrò di nuovo nella mia testa.
Scossi la testa per riprendermi asciugandomi le lacrime.
Era così bello sentire un po’ la sua voce nella mia testa.
“Micetta, ti giri?” sussurrò di nuovo.
Mi girai spaventata e vidi Thomas con gli occhi aperti e un piccolo sorriso da ebete stampato sul volto.
Sgranai gli occhi rimanendo imbambolata.
Non poteva essere vero.
Era tutto frutto della mia mente malata.
“Chiami i dottori? Per favore.” chiese piano.
Deglutii rumorosamente.
Non poteva essere vero.
“Ehi micetta, li chiami o no?” domandò ridendo e mugugnando di dolore.
“Sei davvero tu?” sussurrai avventandomi su di lui.
Lui rise mugugnando di dolore.
Non riuscivo a crederci.
Lui era lì con me.
Il mio orsacchiotto era con me.
“Così mi uccidi.” Sussurrò dolcemente.
Non risposi.
Non potevo credere che lui era sveglio ed era con me.
“Sei davvero tu o è tutto frutto della mia mente malata?” chiesi piangendo.
“E’ vero che sei malata di mente, non ho mai detto il contrario micetta ….  ma è per questo che ti amo e si, è vero.” Sussurrò piano.
Sorrisi.
Mi rano mancati i suoi ‘Complimenti.’
Era davvero con me e mi era mancato così tanto quel coglione.
“Mi sono mancati i tuoi complimenti.” Dissi singhiozzando.
Rise di nuovo.
“Micetta, chiama i dottori.” Sussurrò piano.
Uscii fuori dalla stanza e urlai:
“SI E’ SVEGLIATO!!”
In un momento i dottori entrarono e mi buttarono fuori.
ANGOLO AUTRICE:
EHILA’ ECCOMI QUA!!
Scusate se il capitolo non è molto lungo come vi avevo promesso, però dovevo farlo finire qui!!
Come state? Che mi raccontate di bello? Come procedono le vacanze?
Non so voi, ma io amo Alex *-*
EH SI!! NON è UN SOGNO!!*-*
THOMAS SI E’ SVEGLIATO!!!
Siete contente?!?
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento.
ORA PER NON SPOILERARE MOLTO, ECCO QUA UN PICCOLO SPOILER:
“Non ti affaticare troppo ragazzo.” Disse il dottore malizioso.
Scoppiai a ridere e dissi:
“E io che speravo di poter fare del sesso violento in ospedale.”
“Se ci riesci, ben venga.” Disse il dottore regolando le macchine.
“Mi sottovaluta, dottore?” domandai guardandolo.
FINE SPOILER!!
NEL PROSSIMO CAPITOLO PARLERA’ THOMAS *-*

A DOMANIIII!!!
 

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Capitolo 38
*** Mi sposi? ***


Pov Thomas:
Sbuffai alla seconda domanda del dottore.
“Signor Thomas mi risponda.” Disse irritato.
“Ne ho 19.” Dissi sbuffando.
“La sua ragazza come si chiama?”
Sospirai.
“Alyson e avrei voglia di vederla.” Ammisi guardandolo male.
“Quando abbiamo finito, la vedi.” Disse scrivendo.
“Okay.”
“Quando siete nato?”
“Il 10 Febbraio.” Sussurrai sbuffando.
“La sua ragazza?”
“Il 23 aprile.” Dissi sorridendo.
“Stai bene Thomas o ti senti male?” mi chiese un dottore controllando le macchine.
“Si, sto bene. Voglio la mia ragazza per favore. Fatela entrare.” Sussurrai piano.
Era da un ora che mi ero svegliato e avevo visto solo pochi secondi Alyson.
Mi faceva un male la spalla.
“Altre 10 domande e abbiamo finito.” Disse mettendosi seduto su una sedia.
Lo guardai male annuendo.
“Prima volta?”
Lo guardai confuso e lui rise.
“Prima volta che vieni in ospedale?” chiese ridendo.
“Ahahahah no.” Ammisi ridendo e pensando a tutte quelle volte che ero andato in ospedale per colpa di Kevin.
“Bene, sei innamorato?” chiese scrivendo.
“Si.” Ammisi.
Volevo vedere Alyson e volevo stringerla a me.
“Storia seria?” domandò scrivendo.
“Mi state facendo il terzo grado?” chiesi sospirando.
Lui scosse la testa e sussurrò:
“E’ solo per vedere se stai bene, ragazzo.”
“Non mi dimenticherò mai di Alyson, anche se dovessi stare malissimo.” Ammisi.
Il dottore sorrise.
“Storia seria allora.”
Scoppiai a ridere annuendo.
“Molto seria.” Ammisi.
“Cosa gli hai regalato di tuo?”
“Come scusi?” chiesi non capendo.
Lui scrisse qualcosa.
“Cosa gli hai regalato?”
“Molte cose, ma a lei piacciono molto le rose e così ogni giorno le regalo una rosa o quando sono a lavoro gli mando un messaggio.”
“Che lavoro fai?” chiese il dottore scrivendo.
“Il militare.” Risposi mugugnando di dolore quando mi toccai la spalla.
“Okay, per ora abbiamo finito.” Disse alzandosi dalla sedia.
“Posso vedere la mia ragazza?” chiesi sorridendo.
“Non ti affaticare troppo ragazzo.” Disse il dottore malizioso.
Scoppiai a ridere e dissi:
“E io che speravo di poter fare del sesso violento in ospedale.”
“Se ci riesci, ben venga.” Disse il dottore regolando le macchine.
“Mi sottovaluta, dottore?” domandai guardandolo.
“Ragazzo se riesci a far sesso, ti dimetto domani.” Disse ridendo.
“Oh, lo vedrà.” Ammisi ridendo.
“Usa le precauzioni.” Disse ridendo e allontanandosi un po’ per andare a controllare la macchinetta del cuore.
“Oramai è tardi per usarle.” Sussurrai pensando ad Alyson e al nostro bambino o bambina.
“Okay okay, la faccio entrare.”
Sorrisi annuendo, lui aprì la porta e Alyson corse dentro.
“Amore mio.” Sussurrò prendendomi una mano.
“Ehi micetta, mi sei mancata in queste ore.” Sussurrai dolcemente.
Alyson si avventò sulle mie labbra.
“Mi sei mancato così tanto e non solo in queste ore che ero fuori ad aspettarti, ma in queste due … settimane che ….”
Gli accarezzai una guancia asciugandoli le lacrime e sorrisi.
“Micetta ora sono qui, okay?”
Lei annuì e poi mi mise la mano sulla pancia.
“Parla ti prego. “
Sorrisi con le lacrime agli occhi e sussurrai:
“Ehi … ciao … come stai?” Alyson rise e mi sussurrò:
“Calmati Thomas. Calmati. Fidati di me. A lei o a lui piace che tu parli.”
Annuii.
Ero agitato, molto agitato.
Non sapevo cosa dire o fare.
Gli accarezzai la pancia sorridendo.
“Mio padre non era dei migliori … ma spero che io sarò un padre migliore del mio.” Sussurrai.
“Lo sarai.” Disse Alyson baciandomi sulle labbra.
Sorrisi.
“Cosa ti hanno detto i dottori?” chiese teneramente sedendosi sul letto.
“Che tra qualche giorno mi possono dimettere e che dovrò fare molto sesso violento e poi il dottore mi ha detto che se riesco a fare sesso ora, mi dimette pure domani.” Scherzai ridendo.
Sorrise tirandomi una pacca sulla mano e sussurrò:
“Sei un maiale.”
Sorrisi annuendo.
“Ah si?” chiesi leccandomi il labbro inferiore.
“Un vero maiale.” Sussurrò dolcemente avvicinandosi alle mie labbra.
“Baciami micetta.” Sussurrai.
Lei non se lo fece ripetere due volte e in un momento le sue labbra furono sulle mie.
Gemetti, quando la sua lingua fu dentro alla mia bocca.
Strinsi dolcemente una sua mano.
“Mi sei mancato Thomas, troppo.” Disse piangendo.
Gli accarezzai una guiancia e sussurrai:
“Adesso sono qui. Non pensarci più, ti prego.”
“Lo so che sei qui, ma …” non riusciva a continuare.
Non volevo che piangesse per colpa mia.
“Amore, sono qui.” Dissi coccolandola e stringendola a me.
Mi diede un bacio sulle labbra.
“Ti amo Thomas.” Sussurrò teneramente.
“Ti amo anche io Alyson.” Ammisi teneramente accarezzandoli i capelli.
Venne un dottore nella stanza a controllare le macchine.
Sbuffai guardandolo male, perché guardava Alyson.
“E chi sarebbe questa bella ragazza? Una delle tante?” chiese ridendo.
Mi morsi il labbro per non rispondere male.
Era pur sempre un dottore.
“Me la presti?”
Alyson mi guardò negli occhi, sussurrandomi appena:
“Lascialo perdere amore mio. È solo un coglione e lo sai anche tu.”
“Ti sta offendendo.” Dissi irritato.
“Ha un bel culo.” Disse il dottore ridendo.
Strinsi i pugni mordendomi il labbro inferiore.
“Thomas, lascialo perdere. È solo un coglione.” Disse Alyson baciandomi sulle labbra.
“Vieni a letto con me?” chiese il dottore avvicinandosi.
Alyson si alzò e sussurrò irritata:
“Quando hai qualche centimetro chiamami e si guarda.”
Scoppiai a ridere come un coglione e lui uscì.
Alyson si mise di nuovo a sedere sul mio letto baciandomi.
“Quando lo hai, chiamami?” chiesi scherzando.
“Ahahahah ehm …” era imbarazzata.
“Non ti basta il mio?” dissi ridendo come un coglione.
Lei mi tirò un colpetto sulla fronte e sussurrò:
“Maiale.”
“Me lo ripeti sempre.” Dissi ridendo.
“avevo paura di perderti Thomas.” Sussurrò chiudendo gli occhi.
Mi morsi il labbro inferiore e sussurrai:
“Non pensarci più, io ora sono qui e tu sei qui. Questa è la cosa importante e finchè ci saremo noi due, niente ci potrà abbattere.”
“Che parole dolci.” Disse ridendo e baciandomi.
Gli accarezzai di nuovo una guancia staccandomi di poco.
“Mi sposi?” sussurrai senza accorgermene.
ANGOLO AUTRICE:
EHILA’ CIAO!!
SCUSATEMI PER L’ORA!!

Ma stavo ricontrollando il capitolo, perché non mi convinceva molto … spero che vi piaccia anche se è un po’ cortino.
Che dirvi?
Mi mancava scrivere scene tra questi due *-*
Nel prossimo capitolo parlerà Alyson e sarà un capitolo molto lungo, capiremo cosa avrà pensato la nostra beniamina a queste parole di Thomas *-*
IO AVREI RISPOSTO DI Si’!!!
Ma comunque ora vi saluto che vado a nanna ahahahah
A domani!!!

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Capitolo 39
*** Cosa ti succede? ***


Pov Alyson:
Mi toccai la pancia.
Era di un mese e qualcosa e un po’ si vedeva.
“Giorno.” Sussurrai sorridendo alla pancia.
Era passata una settimana da quando Thomas si era svegliato e dopo qualche giorno lo avevano rimandato a casa.
Lo guardai, mentre stava ancora dormendo nel nostro letto.
Mi era mancato averlo accanto a me.
Si era ripreso bene, anche se qualche volta aveva dei dolori alla spalla e perdeva subito le forze.
Qualche volta era anche di cattivo umore e si chiudeva nello studio e ci stava per ore e ore ascoltando musica o suonando qualcosa al piano o alla chitarra.
Gli accarezzai una guancia.
Aveva un po’ di barba che lo faceva sembrare ancora più bello.
Mi piaceva tantissimo la sua barba, anche se quando lo baciavo mi pungevo sempre.
Sorrisi  e ripensai alla sua proposta di matrimonio.
Pensavo che almeno fosse così.
Una proposta un po’ fuori dal mondo.
Si era appena svegliato e di sicuro quel giorno aveva sparato quella cavolata.
Dopo avermela detta si era addormentato come un ghiro.
“Micetta?” sussurrò mugugnando.
“Dimmi orsacchiotto.”
Non rispose.
Stava sognando qualcosa.
Gli baciai una guancia e Alex entrò in camera.
“Alyson, dobbiamo parlare.”
Guardai Alex annuendo e mi alzai facendoli il segno di stare zitto.
Thomas si rigirò nel letto mugolando qualcosa di incomprensibile.
“Aspetta, facciamo piano..” Dissi sorridendo.
“Andiamo fuori, ti chiedo solo due minuti.” Disse Alex aprendo la porta.
Sorrisi annuendo e uscimmo dalla stanza.
“Devo parlarti di una cosa importante che riguarda me e Jhonny.”
Annuii mettendomi appoggiata alla ringhiera delle scale.
“Dimmi tutto Alex.” Dissi confusa.
“Voglio formare qualcosa con lui. Lo amo e  … volevo che …. Tu mi aiutassi … ah … ehm … a  …Oh cazzo … è troppo difficile.” Disse confuso.
Era così tenero.
Mi avvicinai e lo abbracciai.
“Ti aiuto per tutto quello che vuoi Alex.”
Mi abbracciò stringendomi forte e mi cullò teneramente.
“Voglio chiederli se vuole conoscere i miei, perché per me è importante.” Disse timidamente.
“E’ una cosa davvero bella Alex, certo che ti aiuto.” Ammisi baciandoli una guancia.
“Ehi, sono geloso.” disse Thomas uscendo dalla stanza.
Sorrisi staccandomi e Alex rise.
“Come va?” chiese Alex avvicinandosi a Thomas.
“Potrei stare meglio.” Rispose Thomas ridendo e passandosi una mano tra i capelli.
Alex sorrise guardandolo.
Come faceva ad essere così bello anche se si era appena svegliato?
Indossava un pantaloncino nero corto che metteva in risalto quelle sue gambe muscolose ed infine era a petto nudo.
Come morire di prima mattina.
“Ora capisco perché lo vuoi solo per te.” disse quello stupido di Alex ridendo come un coglione.
Gli tirai un pugno scherzoso alla spalla ridendo.
“Ahi, ma dai!!” disse abbracciandomi forte.
“Okay okay, lascia stare la mia ragazza.” Disse Thomas ridendo.
Alex sorrise annuendo.
“Va bene, la lascio stare.”
Thomas sorrise.
Quanto amavo quel sorriso.
“Io me ne vado da Jhonny, si parla dopo.” Disse Alex dandomi un bacio sulla guancia e poi se ne andò.
“Buongiorno micetta.” Sussurrò Thomas avvicinandosi piano a me.
“Buongiorno orsacchiotto.” Risposi sfidandolo quando me lo ritrovai davanti.
Mi diede un piccolo bacio sulle labbra, quando il bacio diventò più profondo lui si staccò.
“Vado … a cambiarmi.” Sussurrò andando di nuovo in camera.
Sospirai sconfitta.
Non faceva altro che respingermi sempre da quando era tornato a casa e non ne capivo il motivo.
“Ehi.”
Mi girai verso Janet sorridendo e la abbracciai.
“Come sta oggi?” chiese guardandomi.
“E’ sempre la stessa storia Janet, non lo capisco. Mi respinge e niente. Appena ci baciamo e il bacio diventa profondo, lui scappa.” Sussurrai mordendomi il labbro inferiore.
“Devi capirlo Alyson, con calma si risolve tutto.” Disse dandomi un bacio sulla fronte.
“Grazie.” Sussurrai.
Lei sorrise e se ne andò di sotto.
Entrai in camera e vidi Thomas seduto sul letto con le mani nei capelli e il viso basso.
Gli corsi vicino e lo abbracciai.
“Mi dispiace così tanto.” Sussurrò singhiozzando.
Stava piangendo.
Non volevo che piangesse.
Mi faceva male vederlo piangere.
“Non devi scusarti.” Dissi accarezzandoli i capelli.
“Invece si …” sussurrò deglutendo.
“Ti prego Thomas, non piangere.” Sussurrai mordendomi il labbro inferiore per non piangere.
“Io … ti sto maltrattando e non te lo meriti Alyson… non ti meriti di stare male … Non so cosa mi stia succedendo, te lo giuro.” Sussurrò alzandosi.
Mi strinse teneramente a se.
“Ho solo una fottuta paura di non essere abbastanza per te e per la bambina o bambino e quasta cosa mi distrugge. Divento un coglione e …. Rovino tutto … io non voglio perderti …”
“Thomas … tu sei tutto quello di cui ho bisogno.” Ammisi con le lacrime agli occhi.
Mi baciò e questa volta con passione.
Un bacio che trasmetteva di tutto.
La sua lingua cercava la mia e le nostre labbra si muovevano come se non volessero fare altro e quella cosa era davvero la cosa più bella al mondo.
Si staccò ansimando e ridendo.
“Mi era mancato baciarti così.” Sussurrò imbarazzato.
Gli accarezzai una guancia e sussurrai:
“A chi lo dici.”
“Buongiorno anche a te amore mio.” Sussurrò accarezzandomi la pancia.
Sorrisi con le lacrime agli occhi.
“Andiamo a mangiare micetta.”
Sorrisi annuendo, mi prese per mano e uscimmo dalla stanza.
Scendemmo di sotto e non c’era nessuno.
Thomas mi accompagnò in cucina e prese del caffè per lui e un po’ di latte per me.
“Ma io voglio il caffè!” dissi sbuffando come una bambina.
“Non puoi berlo.” Disse serio mettendosi a sedere su una sedia.
Sbuffai di nuovo mettendomi a sedere sulle sue gambe.
“Non te la prendere amore mio, ma non puoi per adesso.” Sussurrò al mio orecchio.
“Okay.” Sussurrai baciandolo.
Presi un cornetto e cominciai a mangiarlo.
“Mangialo tutto.” Disse Thomas seriamente.
Scoppiai a ridere annuendo.
“Thomas in versione Grey?” chiesi ridendo.
“Che?” domandò confuso.
Lo baciai e sussurrai:
“50 sfumature di grigio.”
Thomas ride e poi sussurrò al mio orecchio:
“Mmm se vuoi, facciamo peggio di Ana e Christian.”
Scoppiai a ridere.
Era davvero un maiale quel ragazzo.
“Alyson …” sussurrò bevendo il caffè.
“Dimmi orsacchiotto.” Risposi ridendo e pulendomi la bocca con un tovagliolo.
“Ehm … ti ricordi … in ospedale?”” chiese toccandosi i capelli.
Era agitato.
“Di cosa parli?” chiesi con il cuore che mi batteva all’impazzata.
Mi stava per chiedere di sposarlo per davvero?
“Ehm … io … ho detto che volevo …” non riusciva a continuare.
Appoggiò la tazzina vuota sul tavolo e mi guardò negli occhi.
Mi accarezzò una guancia e sussurrò:
“Sposami ti prego.”
Cominciai a tossire guardandolo seria.
“Non stavi scherzando in ospedale?” chiesi confusa.
“Ehm no … voglio davvero sposarti.” Disse serio.
“Seriamente?” chiesi sconvolta.
“Si, seriamente Alyson …” disse deglutendo.
Mi alzai dalla sedia in fretta e furia.
“Non credi sia un po’ presto Thomas?” chiesi confusa.
Lo amavo più della mia vita, ma era presto per sposarlo.
Anche se credevo che la nostra storia sarebbe andata avanti, avevo solo 17 anni.
“PRESTO!?! IO VOGLIO CREARMI QUALCOSA CON TE E NON ME NE FREGA UN CAZZO SE E’ PRESTO O TARDI! CI AMIAMO E QUESTO E’ L’IMOPORTANTE!! SE MI AMAVI, AVRESTI DETTO DI SI’!”” Urlò sbattendo un pugno sul tavolo.
Saltai in aria per lo spavento.
“Non c’entra se ti amo o no.” Sussurrai spaventata.
“INVECE SI!! NON VUOI CREARE QUALCOSA!?!” urlò di nuovo irritato.
“Si … Thomas, mi… mi stai spaventando.”
“Mi dispiace Alyson.” Disse passandosi di nuovo una mano nei capelli.
Non sapevo cosa dire o fare, così rimasi immobile davanti a lui.
Sospirò allontanandosi per andare nello studio.
Lo presi per mano e sussurrai:
“Per favore Thomas, non prendertela.”
“Mi passa.” Disse girandosi verso di me.
“Scusami.” Sussurrai.
“Scusami tu piccola, mi dispiace.” Sussurrò con dolcezza.
Mi diede un piccolo bacio sulle labbra e poi andò nello studio.
Pov Thomas:
Sospirai mettendomi seduto sulla poltrona di pelle mettendo un po’ di musica.
Guardai una foto di me e di Alyson sorridendo.
Mi aveva detto che era troppo presto, perché era piccola.
Non aveva ancora 18 anni, ma io volevo sposarla e non me ne fregava niente se era minorenne.
Ero stato violento, ma non me lo sarei mai aspettato.
Chiusi gli occhi e ripensai a quella bambina che era con me sull’aereo.
Dovevo andarla a trovare.
Volevo prenderla con noi, sarebbe stata felice.
Qualcuno aprì la porta.
Mi girai e vidi Alyson.
“Io devo andare a fare un controllo, torno presto.” Disse.
Spensi la musica.
“Vuoi che venga con te?” chiesi passandomi una mano nei capelli.
“Se non vuoi …” cercò di dire.
“Certo che voglio.” Ammisi teneramente.
Lei sorrise uscendo fuori.
Sorrisi andandomene in camera.
Presi una camicia e un paio di jeans e dopo essermi vestito andai fuori.
Alyson stava parlando con James.
Sgranai gli occhi stringendo i pugni.
Sembravano in sintonia.
Mi avvicinai e sussurrai irritato:
“Andiamo.”
Lei sorrise annuendo. Abbracciò quel coglione e lui se ne andò.
Salimmo in macchina e misi in moto.
“Che hai?” chiese accarezzandomi una guancia.
Mi scostai guardandola male e sussurrai:
“Ora siete amici o forse qualcosa di più? Dato che non mi vuoi sposare.”
“Oddio Thomas, stai scherzando?” chiese incenerendomi con lo sguardo.
“Ti sembra che io stia scherzando?” chiesi irritato.
Sbuffò accendendo lo stereo.
Lo spensi e sussurrai irritato:
“Ora mi ascolti.”
“Cosa dovrei ascoltare? Mi stai dando della poco di buono.” Disse tamburellando con le dita sul finestrino.
Era agitata.
“Forse non vuoi ascoltarmi proprio per quel motivo. Sicura che è mio?” chiesi.
Non sapevo cosa mi stesse succedendo.
Gli stavo dando della puttana.
Sapevo che non lo era, ma era come se non fossi nemmeno io a parlare.
Ero ferito e la stavo trattando di merda.
“Ferma la macchina.” Disse piangendo.
“La verità fa male eh?” chiesi pentendomi subito.
Mi stavo odiando per quello che stavo dicendo.
“Ferma la macchina.” Disse stringendo i pugni così forte da far diventare le nocche quasi viola.
“Alyson …. Perdonami …” cercai di dire fermandomi ad un semaforo.
Mi tirò uno schiaffo e urlò:
“NON TI RICONOSCO PIU’!! NON SEI IL RAGAZZO DI CUI MI SONO INNAMORATA!!”
“Perdonami.” Dissi mettendo di nuovo in moto.
“FERMA QUESTA FOTTUTA MACCHINA!” Urlò in preda al pianto.
Mi fermai di colpo in una stradina e la abbracciai.
“Mi dispiace Alyson.” Ammisi stringendola a me.
Piangeva senza sosta ed era solo colpa mia.
Mi tirò dei pugni sul petto.
“Non sei più il Thomas di cui sono innamorata.” Sussurrò singhiozzando.
Mi spinse, ma non mi mossi.
La cullai, senza dire niente.
In quel momento nessuna frase o parola avrebbe potuto rimediare quello che avevo detto.
“Ti odio.” Sussurrò dopo svariati minuti.
“Lo so, anche io mi odio.” Ammisi accarezzandoli la schiena.
“Chi sei diventato?” chiese tirando su con il naso.
“Non ne ho idea …” ammisi pensando a quel bastardo di mio padre.
Lui trattava sempre male mia mamma, la picchiava, la violentava e la picchiava di nuovo.
Non volevo diventare come lui.
“Perché stai piangendo?” sussurrò Alyson appoggiandomi le mani sulle guance.
“Mi dispiace Alyson … non so cosa mi prende.” Ammisi chiudendo gli occhi.
Sospirò dandomi un piccolo bacio sulla guancia.
“Perdonami.” Sussurrai scendendo dalla macchina.
Pov Alyson:
Era da quasi tre ore che non vedevo Thomas.
Era uscito dalla macchina e se ne era andato per i cazzi sua.
Sospirai agitata.
Avevo bisogno di lui.
Presi il telefono e lo chiamai.
1 squillo.
2 squilli.
Al terzo squillo staccò.
“Ciao Alyson.” Alzai il viso e vidi Alex.
Mi alzai e lo abbracciai.
“Thomas?” chiese guardandosi intorno.
“Non ne ho idea.” Ammisi sospirando.
Angolo Autrice:
CIAOOOO RAGAZZE!!! BUONA PASQUA!!!
Come state? Che mi raccontate di bello?
Come sta procedendo la Pasqua?
Lo volete sposare in tante Thomas eh?!? Ahahhaah, ma lui vuole solo Alyson!!
Lo sapete!!
Anche se per adesso ha detto di no, può sempre cambiare idea.
DOVE SARA’ ANDATO THOMAS?!? O.o
Ahahahah okay, smetto di sparare cavolate!! Sennò può scapparmi uno spoilerone!!
Piccolo spoiler del prossimo capitolo, che sarà Pov Thomas:
Sospirai entrando in casa.
Erano le 4 di notte passate ed ero ubriaco fradicio.
Inciampai su qualcosa e cascai sul divano scoppiando a ridere.
“Thomas?” sussurrò una voce debole e rotta dal pianto.
non vedevo nulla.
Feci pressione sulle braccia per alzarmi, ma ero troppo ubriaco.
“Dove cazzo sei stato coglione?” chiese qualcuno alzandomi di forza.
Sorrisi guardando davanti a me e vidi Alex che stringeva un pugno.
“Vuoi picchiarmi?” chiesi sbuffando.
“Sarebbe quello che ti meriti, non trattarla male. Lei non se lo merita.” Disse buttandomi sul divano.
FINE SPOILER!!
WOOOOW RAGAZZE!!! Cosa succederà!?!
A DOMANI, solo se riesco a pubblicare, perché non so se domani sono a casa O.o
Se domani non dovessi pubblicare, pubblico martedì.
CIAOOO!!!

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Capitolo 40
*** Perdonami per tutto ***


Pov Thomas:
Sospirai entrando in casa.
Erano le 4 di notte passate ed ero ubriaco fradicio.
Inciampai su qualcosa e cascai sul divano scoppiando a ridere.
“Thomas?” sussurrò una voce debole e rotta dal pianto.
Non vedevo nulla.
Feci pressione sulle braccia per alzarmi, ma ero troppo ubriaco.
“Dove cazzo sei stato coglione?” chiese qualcuno alzandomi di forza.
Sorrisi guardando davanti a me e vidi Alex che stringeva un pugno.
“Vuoi picchiarmi?” chiesi sbuffando.
“Sarebbe quello che ti meriti, non trattarla male. Lei non se lo merita.” Disse buttandomi sul divano.
Sbuffai cercando di alzarmi.
“Dove sei stato?” chiese Alex prendendomi per il colletto della camicia e guardandomi male.
“In un bar.” Dissi ridendo.
Sospirò girandosi, ma poi mi tirò un cazzotto in pieno viso.
Mugugnai di dolore.
“Alex per favore.” Sussurrò Alyson prendendoli una mano.
“Perdonami, ma non voglio che ti tratti male. Non te lo meriti. Ti ha sempre trattato bene e ora fa il coglione.” Sussurrò Alex abbracciando la mia ragazza.
Aveva ragione.
Non meritava di stare male.
Nessuna ragazza o donna o bambina meritava di stare male per un coglione di merda.
Mi girava la testa e vedevo anche doppio.
Scossi la testa, cercando di riprendermi dalla mia sbronza.
“Se hai bisogno, io sono di sopra.” Disse Alex guardandomi male.
Si avvicinò a me.
Mi prese di nuovo per il colletto e sussurrò:
“Prova a farle del male e io …” non lo feci finire di parlare che sussurrai:
“Posso essere ubriaco quanto vuoi … posso aver bevuto come una spugna, ma non la toccherei nemmeno con un dito. Non le farei mai del male … anche al costo di farmi uccidere io sceglierei lei e lo sai …”
“Lo spero per te.” disse spingendomi e poi andandosene.
“Dove sei stato?” chiese Alyson guardandomi.
Non riuscivo a guardarla negli occhi.
Aveva gli occhi tutti pieni di lacrime ed era colpa mia.
Non meritava di stare male per colpa di un coglione come me.
“Rispondimi Thomas …” sussurrò accarezzandosi la pancia.
“Mi dispiace Alyson.” Sussurrai alzandomi e baciandola sulle labbra.
“Hai … del rossetto.” Sussurrò toccandomi il colletto della camicia.
Non mi ricordavo nulla.
“Sei … andato con una ragazza?” chiese allontanandosi schifata.
“No, non penso.” Sussurrai maledicendomi.
Ero troppo ubriaco e non mi ricordavo niente.
Mi tirò uno schiaffo, facendomi cascare sul divano.
Chiusi gli occhi.
Ero stanco e non volevo litigare con Alyson.
“Ti sei pure permesso di chiamarmi puttana e poi tu … vai con una ragazza che non sono io?” chiese irritata stringendo i pugni per non piangere.
Sospirai alzandomi e guardai il colletto della camicia.
“Sai che non lo pensavo davvero.” Sussurrai maledicendomi per quello che avevo detto.
“Perché mi fai questo?” chiese mettendosi seduta sulla poltrona scoppiando a piangere.
“Mi dispiace così tanto Alyson … io non so cosa mi succede …” sussurrai inginocchiandomi davanti a lei.
Mi spinse schifata e sussurrò:
“Mi fai schifo, sei andato con una ragazza che non sono io.”
Gli presi il viso fra le mani e sussurrai:
“Non mi ricordo cosa ho fatto, ma ti posso giurare su quello che ho più caro al mondo che sei sempre stato il mio pensiero fisso anche dopo tutte le birre che mi sono fatto.”
“Come faccio a fidarmi?” chiese singhiozzando.
“Non lo so, però … io mi sento che non ho fatto niente. Non farei mai niente con una ragazza che non sei tu. Te lo giuro.” Ammisi accarezzando quel viso perfetto velato di lacrime.
La baciai sulla fronte.
“Ti prego Alyson, credimi.” Sussurrai.
“Voglio fidarmi di te.” disse baciandomi sulle labbra.
Sorrisi stringendola forte a me.
“Scusami per oggi, non le pensavo davvero quelle cose.” Ammisi guardandola negli occhi.
Non rispose.
Era ferita e ne aveva tutte le ragioni al mondo.
“Mi dispiace … pensavo che mi avresti detto di sì saltandomi addosso. E quando hai detto di no … il mondo mi è crollato addosso …Voglio vivere una vita insieme a te. Voglio crearmi qualcosa con te. Questo non mi basta più. Voglio formare qualcosa di speciale. Voglio avere dei figli e mandarli a scuola e andarli a prendere. Voglio una macchina, dove possiamo stare io e te e basta e andare a fare delle gite nelle vacanze con i nostri figli… voglio una casa dove ci sono dei marmocchi che girano per la casa non lasciandoci nemmeno un minuto libero solo per noi due … voglio che la sera, quando siamo soli nel letto facciamo l’amore perché abbiamo un secondo per stare insieme.” ammisi baciandola di nuovo.
Volevo tutte quelle cose.
“Lo voglio anche io, ma … credo sia troppo presto Thomas … intendo per il matrimonio …e per tutto il resto. Sai che ti amo e anche io voglio crearmi qualcosa con te … Però voglio aspettare.” Sussurrò teneramente accarezzandomi una guancia.
“Okay, me ne rendo conto e aspetteremo insieme. Non ti darò pressioni. Io sono sempre pronto e lo sai.” Sussurrai teneramente.
“Ora avrei sonno, se non ti dispiace..” sussurrò sbadigliando.
“Aspetta un secondo, poi puoi dormire … Mi dispiace per averti detto che il bambino non era mio … so che non sei mai andata con nessun altro e so che sei la ragazza più leale del mondo. So anche che sono fortunato ad averti e so che non ti merito.” Ammisi alzandomi da terra.
Mi misi sul divano e Alyson si alzò.
“Non dire così. Anche io ho i miei difetti.” Disse dolcemente.
“I tuoi difetti ti rendono stupenda.” Sussurrai ridendo.
“Ruffiano.” Disse scoppiando a ridere.
“Vieni qui piccolina.” Dissi teneramente.
Si mise accanto a me, prendendo la coperta di Frozen e la mise addosso a noi.
“Ti perdono, facciamo finta che non sia mai successo.” Sussurrò baciandomi e accoccolandosi a me.
“Ma è successo.” Sussurrai dispiaciuto.
“Ascoltami Thomas … Io amo solo te e non me ne frega niente di James, spero tu lo sappia.” Sussurrò accarezzandomi le labbra con il pollice.
“Lo so amore mio.” Sussurrai baciandoli il pollice.
“Questo è l’importante.” Sussurrò dolcemente.
Sorrisi felice annuendo e lei appoggiò la testa sulla mia spalla.
Mugolai di dolore e lei la levò.
“Mi dispiace.” Sussurrò dispiaciuta.
“Scusami tu, ma fa ancora un po’ male e vorrei tanto che tu posassi la testa sulla mia spalla .. ma non credo di farcela.” Sussurrai dolcemente baciandola su quelle labbra perfette.
“Okay orsacchiotto, non devi preoccuparti.” Disse dolcemente.
Gli succhiai il labbro facendola gemere.
“Mm … mi piace.” Sussurrò mordendomi il labbro inferiore.
Sorrisi stringendola dolcemente a me.
“Ti amo Thomas.”
“Ti amo anche io Alyson.” Ammisi contento.
Chiuse gli occhi e si addormentò.
“Ti prometto che sarò migliore. Ti prometto che non ti tratterò male. Ti prometto che non mi incavolerò e non sparerò cazzate.” Sussurrai baciandoli la fronte e poi mi addormentai anche io.
Aprii gli occhi sbadigliando.
Avevo un fortissimo mal di testa.
Non mi ricordavo nulla, mi ricordavo solo della discussione con Alyson e del cazzotto di Alex.
Mi toccai l’occhio mugugnando di dolore.
Era un bel cazzotto.
Sorrisi guardando Alyson che ancora dormiva.
Era proprio una dormigliona.
Gli accarezzai una guancia e la baciai sulle labbra.
Mugolò tirandomi un pugno nello stomaco.
“Ahi.” Dissi ridendo.
Odiava quando la svegliavo.
Una volta ci presi un calcio nei gioielli.
“Amore.” Sussurrai baciandola di nuovo.
Mi tirò un pugno su una gamba.
“Ahi.” Dissi ridendo di nuovo.
Sorrisi e guardai Alex che era sulla porta della cucina.
Mi stava guardando male.
“Ehi Alex. Non so cosa mi sia successo ieri” Dissi sospirando.
“Sono andato al bar dove hai bevuto. Ho chiesto al barista, che è un amico e mi ha detto che …  Una ragazza si è avvicinata a te e ha cominciato a baciarti il collo, questo spiega il fatto che hai la camicia piena di rossetto rosso. Tu l’hai respinta con le buone, però poi lei ha continuato e tu le hai detto che amavi solo la tua ragazza e te ne sei andato via. Devo ammetterlo .. non ci sarei riuscito nemmeno io, se un ragazzo bello si sarebbe avvicinato a me … Sei un bravo ragazzo.” Disse Alex sorridendo e facendomi l’occhiolino.
“Non la tradirei mai.” Ammisi guardando Alyson.
“Non trattarla più male.” Disse Alex andandosene in cucina.
“Lo prometto.” Sussurrai toccandomi la collana.
“Menomale che non hai fatto niente, sennò ti uccidevo.” Disse Alyson con quella vocina impastata dal sonno.
Sorrisi e per provocarla sussurrai:
“Sicura che io non abbia fatto niente con quella ragazza?”
Lei alzò il viso e mi incenerì con lo sguardo.
“Alex ha detto che non hai fatto niente.” Sussurrò appoggiando una mano vicino ai miei gioielli.
Sorrisi.
“Può essere che io abbia fatto un patto con Alex.” Dissi guardandola negli occhi.
“Orsacchiotto ci tieni alle palle?” chiese ridendo.
Annuii ridendo e la baciai.
“Oh si che ci tengo.” Ammisi malizioso.
Mi morse il labbro inferiore sfiorandomi il petto con una mano.
Gemetti rumorosamente.
“Ti si è alzata l’alza bandiera.” Disse scoppiando a ridere.
“Per colpa tua micetta.” Sussurrai baciandola per poi approfondire il bacio.
La sua lingua giocava con la mia.
“Se ci tieni alle tue palle, stai zitto.”
Scoppiai a ridere annuendo.
“Piccola, tra poco è il tuo compleanno.” Sussurrai teneramente.
“Oddio, non me lo ricordare.” Disse ridendo.
“Ma come, fai 18 anni.” Dissi dolcemente accarezzandoli una guancia.
Sorrise e sussurrò:
“Tu quando hai fatto 18 anni, come è stato?” chiese teneramente accarezzandomi il petto.
Sorrisi e sussurrai:
“Beh, il mio diciottesimo è stato a casa … con due ragazze molto ….”
“ Ah.” Disse provando ad alzarsi dal divano.
“Gelosona.” Dissi prendendola per un polso e avvicinandola di nuovo a me.
Le baciai la fronte e dissi:
“E’ stato molto tempo fa e poi dopo due settimane mi sono anche innamorato di una ragazza.”
“Chi sarebbe questa puttana di cui ti eri innamorato?” chiese incenerendomi con lo sguardo.
Scoppiai a ridere e lei mi tirò una gomitata nello stomaco.
“Chi sarebbe?” chiese di nuovo, più irritata di prima.
“Non pensavo che ti dessi della puttana da sola.” Dissi ridendo.
Lei mi tirò un'altra gomitata e poi mi morse il labbro.
“Stupido.”
“Grazie.” Sussurrai dolcemente approfondendo il bacio.
Il mio cellulare cominciò a squillare.
Mi staccai dal bacio e presi il telefono sbuffando.
“Vado a fare colazione amore. Vuoi qualcosa?” Sussurrò Alyson dandomi un piccolo bacio e alzandosi dal divano.
“No amore, dopo devo uscire.” Sussurrai trattenendo le lacrime.
“Dove vai?” chiese dolcemente.
Mi alzai dal divano e gli accarezzai una guancia.
“Vado a fare un commissione. Niente di che.” Sussurrai mentendo.
“In ospedale?” chiese teneramente.
Annuii.
Non volevo mentire ad Alyson, ma dovevo farlo.
“Okay orsacchiotto, vuoi che venga con te?” Domandò teneramente.
“No micetta, ti annoieresti e poi faccio subito.” Sussurrai baciandola.
“Va bene, ora rispondi. Vado a fare colazione.”
Lei andò in cucina.
“Buongiorno signor Thomas.”
“Buongiorno avvocato. C’è qualcosa che mi deve dire?” chiesi confuso.
“La polizia mi ha chiamato e ha detto che vuole che tu vada lì con me.”
“Cosa? Mi aveva detto che ci avreste pensato voi.” chiesi confuso guardandomi intorno agitato.
“Lei è accusato di omicidio Thomas e dobbiamo andare a parlare. Vi vogliono interrogare.
Sgranai gli occhi.
“No, non può essere.” Sussurrai agitato.
“E’ così.”
“Io mi sono solo difeso.” Dissi stringendo i pugni.
“Okay Thomas, devi solo calmarti. Devi dirglielo. Io sarò lì con te.”
“Non posso continuare a mentire a tutti.”
“Lo so Thomas, ma prima finiamo, meglio è.” Disse.
Guardai in cucina e sorrisi vedendo Alyson mangiare con Alex, Janet, Jhonny e Samy.
“Okay, dove ci incontriamo?” chiesi alzandomi dal divano.
“Al bar, tra un ora.” Disse staccando.
Sospirai sconfitto.
Avevo rovinato tutto e forse sarei andato pure in prigione.
Mi alzai e andai di sopra.
Entrai in bagno e mi spogliai.
Dovevo smettere di pensarci.
Dovevo stare calmo.
Io mi ero solo difeso.
Entrai nella doccia e cominciai a lavarmi.
“Amore? Posso entrare?”
Chiusi il getto dell’acqua sorridendo.
“Certo micetta.”
La porta si spalancò e Alyson entrò dentro.
“Volevo solo dirti che vado fuori con Janet.”
“Dove andate?” chiesi prendendo l’asciugamano per coprirmi.
“Giornata tra donne.” Disse Alyson felice.
Sorrisi uscendo dalla doccia.
“Dovresti essere illegale.” Sussurrò alzandosi sulle punte per baciarmi.
“Dovresti esserlo anche tu mia cara micetta.” Dissi succhiandoli il labbro inferiore.
Sorrise allontanandosi di poco dalle mie labbra.
“Stai attenta, okay?” domandai accarezzandoli una guancia.
“Okay, ma anche tu stai attento.” Disse dolcemente.
Annuii abbracciandola.
“THOMAS!! SEI TUTTO BAGNATO!!”
Scoppiai a ridere annuendo felice.
“DAII!! STRONZO!!” disse ridendo.
La presi in braccio cominciandola a baciare su quelle labbra perfette.
“Sei uno stronzo di merda.” Disse Alyson mordendomi il labbro.
Sorrisi.
“PICCIONCINI MUOVETEVI!!” urlò Janet ridendo.
“A stasera micetta.” Sussurrai mettendola a terra.
“A stasera orsacchiotto.” Sussurrò baciandomi e poi uscendo.
Mi guardai allo specchio e presi il rasoio.
“Se devo andare in carcere a vita, me li taglio da solo i capelli.”
Chiusi gli occhi.

ANGOLO AUTRICE:
CIAOOOO!!
Scusatemi se ieri non ho pubblicato, ma sono andata da mia zia e sono tornata tardi!! ERO SFINITA!
Mi dispiace tantissimo.
Scusatemi se il capitolo non è lungo, però dovevo farlo così corto.
Chissà se Thomas si raserà o no.
Domani inizia la scuola O.o
NON NE HO VOGLIA!!!
ECCO QUA UN PICCOLO SPOILER DEL PROSSIMO CAPITOLO:
(PARLA ALYSON.)
“James, ciao.” Sussurrai facendo un piccolo sorriso.
“Ti trovo bene. Ho saputo del tuo ragazzo e mi dispiace che forse lo mandano in carcere.” Disse James bevendo un sorso di birra.
Sgranai gli occhi confusa e impaurita allo stesso tempo.
“Che stai dicendo?” chiesi quasi urlando e levandoli la birra dalle mani.
“Non lo sai?” chiese ridendo.
FINE SPOILER!!!
ODIO JAMES!!!
CIAO!!!!

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Capitolo 41
*** Schiuma da barba ***


Pov Alyson:
“Allora? Come va con Thomas?” chiese Janet ridendo.
“Benissimo.” Dissi sorridendo.
Sorrise.
“Bene.” Disse contenta.
“A te come va con i ragazzi?” chiesi felice.
Scoppiò a ridere scuotendo la testa e si mise a sedere su una panchina.
Mi misi a sedere vicino a lei e dissi:
“Racconta dai.”
“Beh … non va … non so come comportarmi e poi i ragazzi sono tutti stronzi.”
Risi annuendo e sussurrai:
“Ci sono dei ragazzi bravi, basta cercarli.”
“Beh si. Mi piacerebbe avere un ragazzo come Thomas.”
Sorrisi.
“Era davvero un coglione all’inizio.” Ammisi.
“Ahahah poverino.” Disse sganasciandosi dalle risate.
“Ti giuro ahahhah, era un coglione di merda che pensava solo al sesso.” Dissi ridendo e ricordandomi di quel coglione che era diventato il mio bellissimo ragazzo.
“Sei stata fortunata.” Disse dolcemente.
Un ragazzo si avvicinò a noi.
“Ciao belle ragazze, potrei chiedervi l’ora? Sai vorrei segnarmi questo momento sul calendario. Ho visto due Angeli caduti dal paradiso.”
Sorrisi, perché guardava Janet.
Che carino che era.
Si vergognava.
“Ti lascio in buona compagnia.” Dissi alzandomi e dando un bacio a Janet.
“Cosa? Dove vai?” chiese confusa.
“Zitta e parla con il ragazzo.”
“Ti odio.” Sussurrò sorridendo.
Sorrisi e andai verso il bar.
Entrai dentro il bar e vidi James.
Sbuffai cercando di nascondermi.
Non volevo problemi con Thomas.
“Ehi Alyson.” Disse felice avvicinandosi a me.

“James, ciao.” Sussurrai facendo un piccolo sorriso.
“Ti trovo bene. Ho saputo del tuo ragazzo e mi dispiace che forse lo mandano in carcere.” Disse James bevendo un sorso di birra.
Sgranai gli occhi confusa e impaurita allo stesso tempo.
“Che stai dicendo?” chiesi quasi urlando e levandoli la birra dalle mani.
“Non lo sai?” chiese ridendo.
“Cosa stai dicendo?” sussurrai guardandolo male.
Sorrise.
Uscii di fretta e furia da lì dentro e mi incamminai verso casa mia.
Pov Thomas:
Sentii la porta chiudersi, così lasciai il rasoio sul lavandino e andai a vedere chi fosse.
“MI HAI MENTITO!” Urlò Alyson tirandomi uno schiaffo.
“Cosa?” chiesi confuso.
Non sapevo di cosa stesse parlando.
“FORSE ANDRAI IN PRIGIONE E NON MI HAI DETTO NIENTE!?!” Urlò guardandomi male e tirandomi un altro schiaffo.
Sospirai annuendo.
“Io, non l’ho fatto per cattiveria … E’ che voglio che tu sia felice.”
“Come fai a pensare che io sia felice adesso?” chiese irritata.
“Hai ragione ad incazzarti con me … però non voglio che nostro figlio o figlia cresca in queste condizioni pietose. Non voglio che cresca con un padre che sia in prigione.” Sussurrai accarezzandoli una guancia.
“Tu ti sei solo difeso Thomas.”sussurrò.
“Non lo può dire nessuno.” Dissi sospirando.
“Io si.”
“Non ti chiederò di testimoniare per me.” Dissi irritato.
Alyson mi diede un bacio sulle labbra.
“Lo faccio, perché non voglio perderti e non ti meriti di stare in prigione.”
“Non puoi testimoniare,ti prego .. sarà solo per qualche anno.” Sussurrai provando a farli cambiare idea.
Non volevo che facesse quello.
Avevo ucciso mio fratello, anche se per difesa.
“Thomas, stavi per morire anche tu.” Sussurrò irritata.
“Ma lui è morto.” Dissi scostandomi da lei.
Ero un assassino e basta.
“Thomas, amore mio. Era per difesa, se non ci fossi stato tu … sarei morta.” Sussurrò accarezzandomi la barba.
“Ti amo.” Sussurrai abbracciandola forte a me.
“Ti amo anche io.” Sussurrò dolcemente.
“Ti prego Alyson, non testimoniare per me.” Sussurrai guardandola negli occhi.
“Falla finita Thomas, io lo faccio.” Disse dandomi un bacio a stampo.
Sorrise entrando in bagno e prese il rasoio.
“Posso farti la barba, orsacchiotto?”
“Prima dovremmo provare per finta.” Dissi sorridendo e prendendo la schiuma.
Me la spiaccicai un po’ sulla barba e presi uno spazzolino nuovo.
“Usiamo questo per fare pratica, okay?”
“Va bene.” Disse dolcemente.
“Dammi un bacio prima.”
“Scordatelo.” Disse ridendo.
Scoppiai a ridere come un coglione annuendo e presi un altro po’ di schiuma e in un momento fù sulla sua faccia.
“DAI!!!” Urlò come una bambina spingendomi.
La presi tra le mie braccia e le mie labbra furono sulle sue.
Mi morse il labbro inferiore e sussurrò:
“Insegnami.”
Sorrisi annuendo e mi misi a sedere sul bordo della vasca.
Gli presi la mano dove teneva lo spazzolino e sussurrai appoggiandola sulla gola:
“Vai piano, sempre andando verso l’alto.”
“Così?” chiese facendo attenzione a non farmi del male.
“Amore, non preoccuparti. E’ solo uno spazzolino. Stai calma.” Dissi sorridendo.
Lei annuì agitata e così gli lasciai la mano.
Continuò fino a non farlo perfettamente.
Era davvero eccitante che volesse farmi la barba.
“Ora posso farlo davvero?” Chiese dolcemente prendendo il rasoio.
Sorrisi annuendo.
Era così eccitante.
Si inginocchiò appoggiando il rasoio a terra.
“Con la barba sei ancora più bello.” Sussurrò avvicinandosi provocatoria a me.
Sorrisi di nuovo cominciando a baciarla con una passione che trasmetteva tutto quello che provavo per lei.
Mi misi inginocchiato pure io e la strinsi a me non smettendo di baciarla.
Quelle labbra perfette assaporavano le mie, le succhiavano, le mordevano.
Le nostre lingue danzavano una danza erotica, come se nel mondo ci fossimo solo io e Alyson.
“Te ne lascio un po’ di barba.” Sussurrò staccandosi dalle mie labbra ansimante.
Mi stavo eccitando e non poco.
Annuii abbassando il viso.
Sorrise dandomi un altro bacio sulla guancia.
“Ehi orsacchiotto, cosa c’è?” chiese teneramente.
“Nulla micetta.” Ammisi alzandomi e mettendomi di nuovo seduto sul bordo della vasca.
“Non muoverti amore mio.” Sussurrò accendendo il rasoio.
Annuii alzando la testa per darli accesso alla mia gola.
Si alzò mettendosi seduta su di me.
Sospirai eccitatgo e una sua mano si appoggiò sulla barba.
Gemetti e mi diede un bacio sul pomo di adamo.
“Ora fermati.”
“Okay.” Sussurrai annuendo.
Mi fidavo di lei.
“Sono pronto.” Ammisi dolcemente.

Angolo autrice:
EHILA’ ECCOMI QUA!!
SCUSATEMI PER L’ENORME RITARDO!!
Scusatemi se il capitolo non è bellissimo e non è nemmeno lungo, mi dispiace.
Essendo ricominciata la scuola, non ho quasi mai tempo per scrivere e non accendo quasi mai il computer:
Lo so che mi odiate per questo enorme ritardo e vi giuro che proverò a fare del mio meglio per poter aggiornare il prima possibile.
Non dico che aggiornerò tutti i giorni, come facevo all’inizio … ma cercherò di aggiornare 2 o 3 volte a settimana.
Ho un casino di compiti e verifiche
L
A voi come va la scuola? Che mi raccontate di bello?
SCUSATE DEVO ANDARE!!!
Ora vado a ripassare.
CIAO!!!!

 

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Capitolo 42
*** La mia permalosa ***


Pov Alyson:
“Ehi amore mio.” Aprii gli occhi e vidi Thomas tutto sorridente.
Sorrisi sbadigliando e guardai l’ora.
Erano le 5 del mattino.
“E’ presto Thomas … ho sonno.” Dissi mettendomi il cuscino in faccia.
Lui scoppiò a ridere mettendosi accanto a me.
Mi levò il cuscino e se lo mise dietro alla schiena.
Appoggiò una mano sul mio pancione e sorrise di nuovo.
“Come stai?” chiese dolcemente.
“Assonnata.” Sussurrai.
“Intendevo lui o lei.” Disse dolcemente.
“Anche lui o lei ha sonno.” Dissi ridendo.
Mi diede un bacio sulle labbra.
“Jhonny e Alex sono usciti e tornano domani mattina e a colazione usciamo, okay?.”
“Non me lo potevi dire più tardi? Dopo che mi ero svegliata di mia spontanea volontà? Ho sonno e sai come sono quando ho sonno?.” chiesi assonnata guardandolo male.
Odiavo quando mi svegliava.
“Odio quando mi svegli.” Dissi sbuffando.
“Lo so.” Disse dolcemente.
“E perché lo hai fatto?” chiesi guardandolo male.
“Dai, non fare la permalosa. Volevo solo dirti una cosa e non volevo dimenticarmela.” Sussurrò dandomi un altro bacio sulle labbra.
Gli morsi il labbro inferiore e sussurrai:
“Non sono permalosa.”
“No, certo che no.” Rispose divertito.
Gli tirai una pacca sul petto.
“Non sono permalosa.” Sussurrai sbuffando.
“Se okay.” Rispose divertito baciandomi di nuovo.
Misi le mie mani nei suoi capelli.
“Permalosa.” Sussurrò approfondendo il bacio e facendomi chetare di colpo.
Le sue labbra si muovevano sulle mie ed era così bello.
“Sei la mia permalosetta.” Disse divertito.
“Ci stai prendendo troppo gusto a chiamarmi permaloseletta.” Dissi mordendoli di nuovo il labbro inferiore.
Sorrise dandomi un bacio sul collo.
“Permalosa.” Sussurrò di nuovo leccandomi il collo.
Gemetti e sussurrai:
“Non sono permalosa.”
“Si, lo sei …” disse mordendomi il collo.
“Ho sonno.” Sussurrai mordendomi il labbro inferiore.
“Si, anche io.” Sussurrò ridendo e baciandomi il collo.
Cominciò a lasciarmi dei bacini su tutto il collo.
Gemetti.
“Thomas …” cercai di dire, ma non riuscivo a dirli che si doveva fermare.
“Dimmi amore.” Sussurrò baciandomi il lobo dell’orecchio.
“Ho sonno.” Sussurrai ansimando.
“Sicura che vuoi dormire?” chiese mordendomi il collo.
Ansimai.
Era una dolce e lenta tortura e mi piaceva troppo.
Mi leccò le labbra.
Mise una mano sotto la mia maglietta e gemetti.
Il suo tocco era così calmo.
Mi sfiornò i seni.
gemetti di nuovo.
Una sua mano andò sulle mie gambe coperte solo dai pantaloncini corti.
Chiusi gli occhi eccitata.
“Ti odio.” Sussurrai mordendomi il labbro.
Le sue mani mi toccavano.
Le sue labbra finirono sul mio collo.
Cominciò a succhiare un punto del mio collo.
“Mi lascerai il segno.” Sussurrai ansimando.
“Poi me lo lascerai tu.” Sussurrò leccando appena quel punto.
Mi morsi il labbro.
Mi morse quel punto.
“Ecco fatto.” Sussurrò dandomi un bacio.
Guardai Thomas e sussurrai:
“Ti odio.”
“Ti amo anche io.” Sussurrò sbottonandosi i jeans.
Mi sfiorò con le dita un braccio.
“Ti … prego.” Sussurrai ansimando.
“Hai sonno?” chiese teneramente.
Annuii.
“Va bene, dormi nanetta malefica.” Disse baciandomi di nuovo e sdraiandosi accanto a me.
“Sei arrabbiato?” sussurrai triste.
“Certo che no Alyson, perché dovrei essere arrabbiato?” Chiese confuso.
“E’ che … ho sonno.” Sussurrai.
“Amore mio … Non sono arrabbiato.” Disse serio.
“Sicuro?” Chiesi baciandolo.
“Alyson, non sono arrabbiato.” Sussurrò dolcemente.
Sorrisi chiudendo gli occhi.
“Ora dormi amore mio.” Sussurrò baciandomi i capelli.
“Ti amo.” Ammisi baciandoli un braccio.
“Ti amo anche io.” Sussurrò dolcemente.
Mi addormentai felice.
Pov Thomas:
Mi svegliai con Alyson appiccicata a me.
Sorrisi scostandoli un ciuffo appiccicato alla fronte.
Guardai l’orologio ed erano le 8 del mattino.
Mi scostai un pochino da lei, ma Alyson mi strinse a sé.
“Non mi lasciare.” Sussurrò.
“Mai amore mio.” Sussurrai dandoli un piccolo bacio sui capelli.
La vidi sorridere.
Si girò dall’altra parte.
Sorrisi alzandomi e presi i miei jeans, me li misi.
“Dove vai?” chiese Alyson assonnata.
“Vado un attimo in bagno.” Dissi alzandomi.
Uscii dalla porta e vidi Janet seduta sulle scale.
Mi misi a sedere accanto a lei e vidi che stava piangendo.
“Ehi, che hai?”
Mi guardò sorpresa e triste.
“Piccola cosa è successo?” chiesi appoggiandoli una mano sulla schiena.
“Mi piace un ragazzo.” Sussurrò triste.
“Chi è questo? Cosa cazzo ti ha fatto? Vado a spaccarli subito la faccia.” chiesi incazzato alzandomi di scatto.
“Non mi ha fatto niente.” Sussurrò asciugandosi le lacrime.
La guardai confuso.
“Mi piace troppo un ragazzo, ma lui è timido.” Sussurrò dolcemente.
Sospirai mettendomi a sedere.
“Ehi, meglio così. Pensavo che ti avesse fatto del male. Se è timido, vuol dire anche che gli piaci davvero.” Dissi dolcemente.
“Macchè, è un ragazzo dolcissimo e mi piace davvero tanto.” Disse sorridendo.
“Beh, sai che devo conoscerlo.” Dissi guardandola con tenerezza.
“Si.” Disse abbracciandomi.
Sorrisi anzandomi e sussurrai:
“Invitalo.”
Lei sorrise annuendo e sussurrò:
“Grazie di esistere.”
Sorrisi di nuovo e scesi le scale canticchiando una canzoncina.
“CIAOO PRINCIPE!!” Urlò Samy correndomi incontro.
La presi in braccio e gli stampai un bacio sulla fronte.
“Buongiorno principessa.”
“Domani è il compleanno della principessa.” Disse sorridendo.>
Sorrisi annuendo e sussurrai:
“Facciamo una bella festa?”
Lei annuì ridendo.
“Ragazzi, di là ho preparato la colazione.” Disse Janet andando in cucina.
Andai in cucina e misi a terra Samy, che si mise a sedere e prese il latte.
“Io e Alyson vorremmo andare fuori a colazione.” Dissi sorridendo.
“Ti prego Thomas, vieni quel ragazzo e vorrei farvelo conoscere.” Disse asciugandosi le mani al grembiule tutto pieno di farina.
Sorrisi annuendo e sussurrai:
“Spero per te che questo ragazzo sia importante.”
Lei annuì e mi corse incontro.
Mi abbracciò saltandomi letteralmente addosso.
“Grazie.” Sussurrò felice.
“Cosa mi sono persa?” chiese una vocina assonnata che avrei riconosciuto fra mille.
Janet scese e mi fece l’occhiolino.
Mi girai verso Alyson e mi avvicinai.
Abbassai il viso e la baciai.
“Buongiorno micetta.”
Sorrise.
“Buongiorno orsacchiotto.”
Sorrisi mettendo una mano sulla pancia e sussurrai:
“Stiamo qui a mangiare, okay?”
Lei annuì e poi andò da Janet.
Sorrisi mettendomi a sedere accanto a Samy che beveva il latte tutta felice.
Presi un toast con la nutella.
Alyson si mise a sedere sulle mie gambe e diede un morso al mio toast.
“Ho voglia di fragole.” Disse guardandomi con gli occhi da cucciola.
“Vuoi che vada a comprartele?” chiesi sorridendo e mordendo il toast.
“Si, poi ho anche voglia di panna.”
Sorrisi mordendomi il labbro.
“Sai quanti bei giohini erotici si fanno con la panna?” chiesi al suo orecchio con voce bassa.
“Io avevo intenzione di mangiarla.” Disse ridendo.
“Eh vabè, la puoi mangiare anche sul mio corpo.” Sussurrai dandoli un piccolo bacio sull’orecchio.
“Sei un maiale.” Disse prendendo un toast con la nutella e mangiandoselo.
Presi un bicchiere di succo di frutta all’arancia.
“Allora, come si chiama questo?” chiesi a Janet.
Lei bevve un sorso di caffè e sospirò.
“Si chiama Maxim.”
“Che nome del cavolo.” Dissi sbuffando e bevendo.
Non era vero, era un bel nome.
Avevo solo paura per lei, era la mia piccolina e non volevo che soffrisse.
Alyson mi guardò male.
“Sei un coglione geloso.” disse.
“Come?” chiesi confuso.
“Non ti abbandona.” Disse dandomi un piccolo bacio sulle labbra.
Mi leggeva nel pensiero, era chiaro.
“Come fai?” Chiesi teneramente.
“Ti conosco e ora chiedi scusa.”
Sorrisi.
“Scusami, ho solo paura.” Sussurrai a Janet.
“Non preoccuparti.” Disse teneramente alzandosi e poi suonò il campanello.

Angolo autrice:
Sono viva!! Scusate se non ho più pubblicato,ma la scuola rompe le palle O.o
Non ho quasi mai acceso il pc, e se l’ho acceso era solo per la scuola O.o
Mi dispiace tantissimo, scusatemi davvero L
Spero che mi possiate perdonare L
Come state? Che mi raccontate di bello?
Vado a farmi la doccia.
Alla prossima!!
CIAOO!!!

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Capitolo 43
*** Obbligo o verità? ***


“Non preoccuparti.” Disse teneramente alzandosi e poi suonò il campanello.
Guardai Alyson che stava sorridendo e Janet andò ad aprire.
“Calma amore mio.” Sussurrò accarezzandomi una guancia.
“Sono calmo.” Dissi.
Lei annuì alzandosi.
Janet venne con un ragazzo mano nella mano.
Mi schiarii la voce alzandomi e gli andai davanti.
Era più basso di me.
Era un bel ragazzo, dovevo ammetterlo.
Non sembrava il classico figo che se la tirava da morire.
Aveva i capelli neri a spazzola, occhi marroni.
Sembrava un bravo ragazzo.
Non era tanto muscoloso.
Indossava dei jeans neri, una camicia bianca.
“Te devi essere Thomas.” Disse intimidito.
“Si, sono io.” Dissi calmandomi di più.
Non volevo spaventarlo e tanto meno intimorirlo.
“Non preoccuparti, non mordo.” Dissi ridendo.
Alyson mi guardò inarcando le sopracciglia.
“Mordo solo lei.” Dissi piano.
Alyson mi tirò uno schiaffo sul braccio.
“Janet mi ha parlato del tuo lavoro, anche io vorrei fare il militare e lavorare per la nostra patria. È una cosa che mi ha sempre affascinato.”
Sorrisi annuendo.
“E’ un bel lavoro.”
Lui annuì sorridendo imbarazzato.
“Molto.” Disse passandosi una mano nei capelli.
“Potresti farlo.” Dissi sorridendo cordialmente.
“Mi aiuteresti a mettere su qualche muscolo?” domandò speranzoso.
“Certo.” Ammisi.
Lui sorrise.
“Sono Alyson.”
Lui sorrise annuendo e gli prese la mano.
La baciò.
Chiusi gli occhi.
Non dovevo essere geloso.
Era un bravo ragazzo.
Aprii di nuovo gli occhi.
“E’ un piacere. Janet parla molto di te.” Disse Maxim guardando negli occhi la mia ragazza.
Alyson sorrise e guardò Janet.
“Ciao.” Disse Samy.
“Tu devi essere Samanta.” Disse inginocchiandosi e prendendoli la mano.
La baciò e disse:
“E’ un piacere conoscerti.”
“Anche per me.” Disse contenta.
Lui sorrise alzandosi.
“Vado a comprarti la panna e le fragole.” Dissi baciando la mia ragazza.
Lei sorrise annuendo.
“Posso venire con te?” chiese accarezzandomi un braccio.
“No, stai qui. Maxim vuoi venire?” chiesi
Alyson sorrise.
“Certo.” Disse dando un piccolo bacio sulla guancia a Janet.
Pov Alyson:
Aprii gli occhi.
Ero sul divano.
Mi ero addormentata come un salame.
Samy era accanto a me che dormiva.
Gli accarezzai una guancia.
“Menomale che ti sei svegliata micetta.” Disse Thomas.
Mi girai e lo vidi che stava sorridendo.
Stava mangiando le fragole.
Sgranai gli occhi e come un abile felino mi alzai dal divano e saltai addosso a lui facendolo cascare all’indietro sulla poltrona.
“Ehi, non uccidermi micetta.” Disse ridendo.
Presi una fragola e la mangiai gemendo piano.
Amavo le fragole.
Thomas mi guardò eccitato.
“Falla finita, sennò potrei fare qualcosa che ..” disse imbarazzato.
Sorrisi baciandolo.
“Grazie per le fragole amore mio.” Dissi ridendo e prendendone un'altra.
“Di nulla micetta.” Sussurrò ridendo.
Era troppo bello.
“La panna l’hai comprata?” chiesi teneramente.
“Per la panna … la tengo io.” Disse mordendosi il labbro divertito.
Sorrisi scuotendo la testa e mi alzai da sopra di lui.
Thomas sorrise prendendo una fragola, per poi darci un piccolo morsetto.
Mi morsi il labbro eccitata da quel movimento.
Scossi la testa.
Lui si avvicinò piano a me e mi avvicinò la fragola alle labbra.
“Ti amo piccola micetta.” Sussurrò mordendo la fragoa e poi dandomi un bacio sulle labbra.
“Dove sono tutti?” chiesi sorridendo.
“Sono andati tutti a nanna principessa. Hai dormito come un ghiro.” Disse piano ridendo.
Gli tirai uno schiaffo sul petto.
Sorrise andandosene in cucina, lo seguii e lui era tutto sorridente con la panna in mano.
“Cosa credi di fare?” Chiesi sconvolta.
Si leccò le labbra scuotendo la panna.
Deglutii.
Si mise seduto su una sedia e aprì la panna.
“Thomas, cosa credi di fare?”
“Ssch micetta, voglio solo giocare.” Disse ridendo.
Si spruzzò la panna in bocca e un po’ di panna colò sul suo mento.
mi leccai le labbra.
“Perché non vieni a mangiare la panna con me?” chiese alzandosi dalla sedia.
Ero rimasta immobile.
Si avvicinò prendendomi per mano e mi trascinò dentro la cucina.
Spruzzò un po’ di pana sul mio collo.
Gemetti perché la panna era fredda.
“Fidati di me amore mio.” Sussurrò appoggiando le labbra sul mio collo.
Cominciò a leccarmi, a succhiare, a mordere stringendomi a se.
Appena ebbe finito quella dolce e lenta tortura sussurrò:
“La panna è buona su di te.”
Sorrisi imbarazzata.
Appoggiai le mie labbra sulle sue e cominciai a baciarlo con dolcezza.
Le sue mani andarono a finire sul mio fondoschiena e approfondimmo il bacio.
Era un susseguirsi di passione e tenerezza allo stesso tempo.
Si staccò.
“Me lo chiederai di fare delle cose erotiche con la panna.” Disse facendomi l’occhiolino.
“Fai schifo.” Dissi ridendo.
“Porto Samy di sopra, okay?” sussurrò dolcemente.
“Okay, io vado in camera.” Sussurrai baciandolo di nuovo.
“Vuoi che ti prepari qualcosa, hai saltato sia pranzo che cena.” Domandò dolcemente.
Annuii.
“Okay amore, aspettami su.” Disse sorridendo.
Lo baciai di nuovo felice e sussurrai:
“Certo amore mio.”
Pov Thomas:
Sbadigliai facendo il sugo preferito di Alyson.
Guardai l’orologio che avevo al polso ed erano le 2 del mattino.
Mi misi a sedere su una sedia e presi un fumetto.
Cominciai a leggerlo.
“Ehi, ti serve aiuto?” chiese la mia ragazza facendomi tornare sulla terra.
Sorrisi scuotendo la testa.
Posai il fumetto sul tavolo da cucina e mi alzai.
Aveva un pantalone di tuta che gli stava gigante e una mia felpa, anch’essa gigante.
I capelli raccolti in una coda ridelle e i suoi occhiali.
Era bellissima e non stavo scherzando.
Mi avvicinai ai fornelli e chiusi il sugo, lo misi dentro la pasta e dissi:
“Siediti micetta.”
Lei sbadigliò mettendosi a sedere.
Gli levai la pasta in un piatto e lo posai sul tavolo davanti a lei.
“Aww amore, mi hai fatto la mia pasta preferita.”
Sorrisi annuendo e gli versai un po’ di acqua in un bicchiere.
“Grazie.” Sussurrò dolcemente.
“Di nulla amore mio.”
“Te non mangi?” chiese infilzando la pasta.
Scossi la testa.
“Non mi ci va la past, ma un panino me lo faccio volentieri.” Dissi alzandomi e prendendo un toast.
Presi del prosciutto crudo, della maionese, del ketchap, insalata, tonno, pomodori.
“Ti mantieni in forma.” Disse Alyson ridendo.
Scoppiai a ridere facendoli la linguaccia.
Posai le cose sul tavolo e cominciai a farmi il panino.
“Io vorrei solo capire dove metti tutto quel che mangi.” Disse Alyson sconvolta.
“Faccio molta attività fisica.” Dissi scoppiando a ridere sperando che avesse capito la frecciatina.
Mi guardò sconvolta.
“Con chi la faresti?” chiese mangiando.
“Mm con te.” dissi ridendo.
Scosse la testa divertita.
“Se come no.” Disse ridendo.
Sorrisi preparandomi il panino.
“Poi me ne fai uno anche a me?”
Scoppiai a ridere scuotendo la testa e mangiando unpezzo di panino.
Mi guardò teneramente.
Sbuffai divertito e gli passai il panino.
Lo prese e diede un morso.
Mi alzai e presi un altro toast e me lo feci.
“Ehilà ciao ragazzi.” Disse Alex venendo in cucina e afferrandomi il panino.
Diede un morso.
“Ma ma … il .. toast ..:” sussurrai sconvolto.
Alex sorrise.
“Grazie amico.”
Alyson scoppiò a ridere.
“Buono.” Disse Alex ridendo e prendendo un bicchiere di succo.
Sospirai prendendo un altro toast e me lo feci.
“Ehi grazie.” Disse Jhonny afferrandomi il toast e mettendosi a sedere accanto ad Alex.
Rimasi a bocca aperta.
Alyson sorrise alzandosi e mi fece il toast.
“Tieni amore mio.” Disse ridendo e dandomi un piccolo bacio sulle labbrqa.
“Non dovevi, me lo sarei fatto da solo.” Dissi ridendo.
“Così sarebbe venuto qualcun altro a rubartelo?” sorrisi.
Mi misi a sedere.
“Uu la panna?” chiese James ridendo maliziosamente.
“Ehm .. beh .. ecco …” sussurrò imbarazzata Alyson.
Sorrisi mangiandomi il panino.
“Potete prestarmela per un po’?” chiese Alex guardando Jhonny.
Alyson scoppiò a ridere.
“Mi piace troppo la panna.” Disse Alex ridendo.
“Anche a me.” Dissi ridendo e guardando Alyson.
Mi tirò uno schiaffo sul braccio.
“Stupido.”
“Ragazzi vi va di giocare ad obbligo o verità?” chiese Alex ridendo.
“Per me va bene.” Disse Alyson finendo il suo panino.
“Okay.” Dissi arrendendo mi e mettendomi seduto meglio sulla sedia.
Alex sorrise finendo la sua bottiglietta di acqua.
La firò e con la mia solita fortuna mi beccò.
“Bene.” Dissi sbuffando.
“Thomas, obbligo o verità?” chiese Alex.
“Obbligo.” Dissi.
“Sicuro?” chiese Jhonny ridendo.
Annuii.
“Levati la camicia.” Disse Alex.
Alyson lo guardò sconvolta.
Mi alzai e cominciai a sbottonarmi la camicia.
Alex e James mi fissarono.
Mi levai la camicia e la posai sul tavolo.
Mi misi a sedere.
“Come far morire le persone? Non preoccupatevi ci pensa Thomas.” Disse ridendo Alex.
Scoppiammo di nuovo a ridere.
Girai la bottiglia e beccai Alex.
Sorrisi e sussurrai:
“Obbligo o verità?”
“Verità.” disse sicuro.
“Sei mai andato con una ragazza?” chiesi curioso.
“Si, una sola volta.” Ammise sorridendo.
James sorrise dandoli un piccolo bacio sulle labbra.
Alex girò di nuovo la bottiglia e questa volta  beccò Alyson.
“Obbligo o verità?” chiese ridendo.
“Ehm … verità.” disse stringendomi la mano.
Gemetti rumorosamente.
“Thomas è bravo a letto?” chiese ridendo.
Scoppiai a ridere e Alyson mi tirò un calcio ad una caviglia.
“Beh .. io … beh … oh cazzo.” Disse imbarazzata.
Sorrisi alzandomi dalla sedia e gli andai vicino.
“Dai amore mio, è solo un gioco.” Sussurrai baciandoli il lobo destro.
Sorrise mordendosi il labbro inferiore.
“Dai, siamo curiosi.” Disse Jhonny ridendo.
“Nessuna si è mai lamentata.” Dissi ridendo, per tutta risposta beccai una gomitata nello stomaco da parte di Alyson.
Scoppiai a ridere di nuovo tenendomi lo stomaco.
“Scusami.” Dissi afferrandoli il mento e baciandola.
“Dai ragazzi.” Disse Alex ridendo.
“Si, è bravo.” Disse Alyson ridendo.
La baciai di nuovo e mi misi a sedere sulla sedia.
Alyson girò la bottiglia e beccò Jhonny.
“Obbligo o verità?” chiese sorridendo.
“Mmm obbligo.” Disse ridendo.
“Okay, alzati, esci fuori e urla: Lo do gratis.” Disse ridendo.
Scoppiammo a ridere tutti.
“Sono seria Jhonny.” Disse Alyson sorridendo.
Jhonny si alzò e andò vicino alla mia rtagazza.
“Me la pagherai scema.” Disse dandoli un bacio sulla guancia.
Lo seguimmo fuori e lui prese un respiro e urlò:
“LO DO’ GRATIS!”
Entrò dentro scoppiando a ridere come un imbecille.
“Ssch.” Dissi tirandoli uno spintone piano.
Jhonny fece girare la bottiglia e prese Alex.
“Obbligo o verità?”
“Obbligo.” Disse ridendo.
“Dammi un bacio.” Disse ridendo Jhonny.
“Okay.” Disse baciandolo.
Sorrisi.
Erano davvero una bella coppia.
“Cambiamo gioco?” chiese Alyson sbadigliando.
“Sei una dormigliona.” Dissi ridendo.
Mi fece la linguaccia.
Sentimmo un urlò, così mi alzai di scatto e andai di corsa in cameras di Samy.
Era seduta sul letto e stava tremando.
“Ehi principessa.” Sussurrai mettendomi a sedere sul suo letto.
Mi abbracciò.
“Ho fatto un incubo.” Disse piangendo.
“Amore mio.” Disse Alyson entrando in camera tirando un sospiro di sollievo.
“Ho fatto un brurtto sogno.” Disse Samy.
“Cosa hai sognato principessa?” chiesi dolcemente.
“Che mamma e papà erano degli zombie cattivi.” Disse piangendo.
“Non lo sono principessa, lo sai.” Disse dolcemente Alyson con le lacrime agli occhi.
“Loro sono angeli, vero?” chiese teneramente Samy.
Alyson annuì abbracciandola.
“Posso dormire con voi?” chiese Samy asciugandosi le lacrime.
“Certo piccola.” Disse Alyson.
Accarezzai una guancia di Samy e sussurrai:
“Andiamo dai.”
Lei annuì e così la presi in braccio.
“Andiamo a fare la nanna.” Dissi dolcemente.
Lei annuì appoggiando la testa sulla mia spalla.
Andammo nella nostra camera e la posai sul letto.
Si era già addormentata.
Alyson stava piangendo.
“Amore.” Sussurrai abbracciandola stretta a me.
“Mi mancano, quando sento parlare di loro …” non riusciva a continuare.
“Ssch … non vorrebbero che tu piangessi.” Sussurrai dandoli un piccolo bacio sui capelli.
Lei annuì.
“Lo so, ma …”
“Alyson, loro sono con te anche se tu non li vedi.” Sussurrai dandoli un piccolo bacio sulla fronte piegandomi un po’.
Lei annuì di nuovo alzandosi sulle punte per baciarmi.
“Andiamo a nanna, okay?” domandai teneramente asciugandoli le lacrime con i pollici.
“Non piangere.” Sussurrai dolcemente.
“Grazie di esistere.” Sussurrò.
“Grazie a te amore mio.” Ammisi.
Lei sorrise debolmente e si mise nel letto.
Mi levai i jeans e presi un pantalone di un pigiama, me lo misi e mi misi nel letto.
Samy era in mezzo a noi.
Era così tenera.
Ci coprimmo e sussurrai:
“Buonanotte amore mio.”
“Buonanotte orsacchiotto.” Sussurrò Alyson.
Pochi secondi dopo ero nelle braccia di Morfeo.



ANGOLO AUTRICE:
CIAO RAGAZZE!!
COME STATE?!? CHE MI RACCONTATE DI BELLO!?!
Mi dispiace per il ritardo, ma come ho già detto la scuola è dura.
Non sto quasi mai al pc, lo accendo solo per fare delle ricerche e non scrivo molto.
Scrivo solo quando ho tempo e oggi ne ho avuto, per domani avevo già fatto tutto.
Mi sono superata con questo capitolo ahahha, è un po’ più lungo.
Che dire:
Non lo so ahahaha.
Vi ringrazio per seguire questa storia, mi fa molto piacere che vi piaccia.
Ora vado, a mio fratello serve il pc O.o
Alla prossima!!

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Capitolo 44
*** Life ***


Pov Alyson:
Aprii gli occhi e il sole mi accecò.
Sbuffai sbadigliando.
Sgranai gli occhi, ero diventata maggiorenne.
Avevo 18 anni.
Guardai vicino a me, Samy era appiccicata a Thomas ed era così tenera.
Sorrisi dolcemente e mi alzai dal letto.
Presi una vestaglia e me la misi addosso.
Guardai l’orario ed erano le 11 del mattino.
Mi misi gli occhiali e senza far rumose uscii dalla porta.
Vidi Janet tutta sorridente.
“Buongiorno.” Disse felice abbracciandomi.
“Buongiorno.” Dissi ridendo.
“Come stai?” chiese staccandosi e scendendo le scale saltellando e canticchiando.
Scoppiai a ridere seguendola e dissi:
“Io bene, tu come stai? Sei felice oggi.”
Lei mi sorrise entrando in cucina.
“Benissimo, mi trovo troppo bene con Maxim.” Disse contenta mettendo le uova strapazzate sul tavolo e del bacon.
Sorrisi.
“Ne sono felice.” Ammisi contenta.
“Anche io.” Disse saltellando e prendendo del succo di frutta.
“Stasera può mangiare da noi, solo se vuole.” Dissi mettendomi a sedere e prendendo un uovo strapazzato e del succo di frutta all’ananas.
“Davvero?” chiese strabuzzando gli occhi.
“Certo.” Dissi mangiando.
Lei sorrise saltellando e andò in salotto.
Sorrisi di nuovo e mi toccai la pancia.
“Buongiorno amore mio.” Sussurrai accarezzandomi la pancia.
“Sei bellissima quando parli con il piccolo pancione.” Sussurrò una voce serena e cauta al mio orecchio che mi fece sorridere.
Misi la testa all’indietro e Thomas mi stampò un bacio sulle labbra.
“Buongiorno micetta e buongiorno anche a te pancina.” Sussurrò accarezzandomi la pancia.
Mi prese il mio succo di frutto e se lo bevve tutto.
“Era mio.” Dissi triste.
Lui sorrise venendomi davanti riempiendomi il bicchiere di succo.
Era vestito con un paio di jeans neri, una camicia azzurra che si intonava con i suoi occhi e delle Timberland.
Era davvero bellissimo.
“Cosa ci fai vestito?” chiesi confusa.
Si mise seduto accanto a me e prese un toast con della marmellata.
“Dopo devo andare dall’avvocato.” Rispose bevendo del succo.
Stava procedendo bene, nessuno si ricordava del mio  compleanno.
“Che c’è amore?” chiese teneramente Thomas mangiando il toast.
“Niente amore mio.” Dissi sorridendo.
Lui sorrise finendo il toast.
“A che ora hai l’appuntamento con l’avvocato?” chiesi mangiando del Bacon.
Lui guardò il suo orologio e rispose:
“Tra una mezzoretta.”
“Torni a pranzo?” chiesi prendendo un altro uovo strapazzato.
“Non lo so amore mio, penso di no.” Disse prendendo un altro toast.
Annuii.
“Che hai?” chiese preoccupato.
“Come scusa?” chiesi confusa.
“Sembri delusa micetta, cosa è successo?” chiese teneramente finendo il toast.
“Niente.” Sussurrai dolcemente.
Era vero, non era successo niente.
Mi dava un po’ noia che il mio ragazzo non si ricordava nemmeno il mio compleanno, però era normale.
Aveva da fare un sacco di cose.
“Io devo uscire.” Disse guardando l’orologio.
“Di già?” chiesi confusa.
“Si amore mio, sennò il mio avvocato mi uccide.” Disse alzandosi e dandomi un bacio sulle labbra.
Si mise inginocchiato e mi diede un bacio sulla pancia.
“Ci vediamo più tardi.” Sussurrò alzandosi e andando di fretta fuori.
Pov Thomas:
“E’ tutto pronto?” chiesi a Janet sorridendo come un imbecille e ammirando il lavoro che io, Alex, Max e Jhonny avevamo fatto.
Max era un ottimo pasticciere e Jhonny era bravissimo ad organizzare le feste.
Presi una patatina e la mangiai.
“Si, ora la porto fuori con una scusa e veniamo al bar.” Disse staccando.
Avevamo preso una stanza per il suo compleanno.
Era davvero bella come era venuta.
Avevamo attaccato a tutti i palloncini delle foto con me, con sua sorella, con Janet, con Jhonny e con Alex.
Avevamo fatto anche dei cartelloni, dove avevamo scritto delle dediche per lei.
Nella stanza si diffondevano le sue canzoni preferite.
Su un tavolo grande c’era una torta a tre piani.
c’era da mangiare, ogni tipo di schifezze, da bere.
Poi attaccata ad un muro c’era una televisione e appena sarebbe entrata sarebbe partito un video.
“Abbiamo fatto un bel lavoro.” Disse Jhonny ridendo esausto.
Sorrisi annuendo.
“Sarebbe bello che i suoi fossero qui. Sarebbero fieri di Alyson, sarebbero fieri di ciò che lei è diventata.” Dissi mettendomi a sedere su una sedia.
“Infatti.” Disse Jhonny aprendosi una birra.
Sbuffai alzandomi.
“Non roviniamo il compleanno ad Alyson.” Dissi saltellando sul posto.
“Cosa stai facendo?”  chiese Alex ridendo.
“Mi aiuta a non pensare.” Dissi saltellando.
“Non sei normale, ma sei figo.” Disse ridendo.
Sorrisi.
“Arriva.” Disse Max.
Ci mettemmo tutti dietro alla porta.
“Ma che cosa siamo venute a fare qui? “Si lamentò la mia ragazza.
Quanto amavo quella voce tenera.
“Ma zitta dai, non rompere. Devo vedere Max e tu devi stare con me.” Disse Janet ridendo.
“E mi sono vestita così? Se me lo dicevi prima mi mettevo un cavolo di jeans e una maglia.” Disse esasperata.
Sorrisi.

“Amico non ti eccitare così in fretta.” Disse piano Alex.
“E tu non ti incantare sulla patta dei miei pantaloni.” Sussurrai.
Lui sorrise scuotendo la testa e sussurrò:
“Beccato in pieno.”
“Ti conosco bene Alex.” Sussurrai facendoli l’occhiolino.

Alyson entrò e così uscimmo tutti fuori e urlammo.
“SORPRESA!!”
“Ma che cazzo succede qui?” chiese confusa.
Sorrisi andandoli dietro e sussurrai:
“Guarda davanti a te micetta.”
Era davvero bella con quel vestito nero.
Gli stava da Dio.
lei guardò la televisione e partì il video.
Erano foto da quando era piccola ad adesso, con scritte.
C’erano un sacco di foto con i suoi genitori.
Dopo 5 minuti che a me sembrarono un eternità perché non mi guardava e guardava solo davanti a se stringendo i pugni lei scoppiò a piangere.
La strinsi a me.
“Scusami.” Sussurrai triste.
Ero stato un coglione a fare quel video.
Non volevo che piangesse.
Volevo che lei fosse felice e basta.
“Non scusarti, è la cosa più bella che tu mi potessi fare.” Sussurrò singhiozzando.
“Davvero?” chiesi confuso.
Lei annuì alzando di poco il viso.
“Certo amore mio, è un video bellissimo.” Sussurrò acarezzandomi una guancia.
“Non sei arrabbiata?” chiesi felice.
Lei scosse la testa e sussurrò:
“Non sono arrabbiata, mi hai fatto un regalo bellissimo.”
“Sono felice che ti sia piaciuto.” Dissi chiudendo gli occhi felice.
Mi diede un bacio sulle labbra.
“Grazie amore mio, grazie mille.” Sussurrò staccandosi dal mio abbraccio.
“Ehi piccioncini ci siamo pure noi.” Disse Alex ridendo e abbracciando Alyson.
Abbracciò tutti sorridendo.
“Siamo stati blavi.” Disse Samy sorridendo.
Annuii prendendola in braccio.
“Siamo stati bravissimi.” Dissi dolcemente.
“Gli chiedi quella cosa?” sussurrò Samy teneramente.
Guardai Alyson sospirando.
“Ora no, non penso sia il caso. Però ho una bella sorpresa per tutti.” Dissi felice mettendo Samy a terra.
“Cioè?” chiese Samy.
Gli feci l’occhiolino e andai in cucina.
“Life vieni qui.” Dissi dolcemente.
“Eccomi.” Disse abbracciandomi.
“Sei pronta a vedere la tua nuova famiglia?” chiesi prendendola in braccio.
“Certo che si.” Disse entusiasta.

Angolo Autrice:
Ciao, eccomi di nuovo qui!!
Come state? Che mi raccontate di bello?
Che avete fatto di bello oggi?
Scusatemi se questo capitolo non è molto lungo, ma ho dovuto dividerlo in due parti
L mi dispiace tantissimo.
Okay, vengo al punto ahahahah.
AMO TROPPO THOMAS!!!
Okay, ma credo che lo sapevate già.
Vi è piaciuta la piccola sorpresa?
LIFE SARA’ UNA DELLA FAMIGLIA!!!
Ora vado a mangiare, sennò mia mamma sclera ahahaha
ALLA PROSSIMA!!!

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Capitolo 45
*** Grazie di esistere ***


Sorrisi andando di là e tutti mi guardarono sorpresi e confusi.
“Ciao a tutti.” Disse Life dolcemente.
Alyson mi guardò sorpresa e confusa.
“Forse non gli piaccio.” Sussurrò triste.
Scossi la testa.
“Sono solo sorpresi Life.” Sussurrai teneramente.
Non poteva essere vero.
Life era una bambina dolcissima.
Guardai Alyson.
Avevo paura.
Nessuno si muoveva.
Alyson gli venne vicino piano e sussurrò teneramente:
“Tu chi sei?”
“Io mi chiamo Life.” Disse dolcemente.
Alyson mi sorrise.
“Merito una spiegazione?” chiese mordendosi il labbro.
“Lei è …” cercai di spiegare.
Non sapevo cosa dire.
“E’ la nostra prima figlia?” chiese Alyson sorridendo con le lacrime agli occhi.
Annuii.
“Si, la nostra prima figlia.” Dissi sorridendo.
“Penso che ora sia il momento del bacio.” Disse Life ridendo.
Alyson sorrise imbarazzata.
“Ehi ehi.” Dissi ridendo e misi a terra Life.
Mi avvicinai piano ad Alyson e sussurrai:
“La nostra prima bambina.”
“Si.”
La baciai sulla fronte e poi misi le mie mani sui suoi fianchi.
Chiuse gli occhi.
Sorrisi e lastrinsi a me.
“E’ bellissima Thomas.”
“Gli avevo promesso una vita migliore Alyson e volevo matenere la promessa che avevo fatto. Si merita una vita migliore e con noi può farla.” Sussurrai al suo orecchio.
Lei annuì.
“Hai fatto bene mio eroe.” Sussurrò baciandomi sulle labbra.
“Tuo eroe?” chiesi mordendomi il labbro.
“Si, mio eroe.” Disse dolcemente dandomi un altro bacio e staccandosi da me.
Abbracciò Life.
“Benvenuta piccola.” Disse.
Sorrisi.
“Grazie.” Disse Life felice.
“Amico fallo adesso.” Disse Alex tirandomi una pacca sulla spalla.
Sospirai.
Non volevo rovinare il compleanno di Alyson.
“E se mi dicesse di no?” chiesi preoccupato.
“Se ti dice di no, ti sposo io.”disse ridendo.
“Ehi.” Disse Jhonny ridendo.
“Sai che ti lovvo patatino puccioso che non sei altro. Arg..” Disse Alex dandoli uno spintone.
Sorrisi.
“Se se, dopo io e te facciamo i conti.” Disse Jhonny ridendo.
“Oh si patatino, facciamo i conti nel letto … arg.” Disse Alex ridendo e facendoli l’occhiolino.
“Ehi fatela finita.” Dissi divertito.
“Se vuoi partecipare.” Disse Jhonny dandomi una spallata.
“Non ci tengo.” Dissi sorridendo.
Lui mi fece l’occhiolino.
“Alyson dice che sei messo bene e da quello che vediamo, ha molta ragione.” Dissero in coro piano.
Scoppiai a ridere imbarazzato grattandomi la testa.
“Ma fatela finita.” Dissi tenendomi lo stomaco per le troppe risate.
“Okay okay, patatino levati. Ci vediamo dopo nel letto.” Disse Alex facendo di nuovo l’occhiolino a Jhonny.
“Okay va bene uvetta.”
Mi trattenni dal ridere di nuovo.
“Levati dai, ho da fare con Thomas.” Disse Alex ridendo.
“Ehi.” Disse Jhonny ridendo.
“Dai, sai che ti lovvo.” Disse Alex e Jhonny andò dalla mia ragazza.
Sorrisi.
“Uvetta?” chiesi.
Lui sorrise.
“Dovresti dirli che lo ami.” Dissi riferendomi ad Alex.
“Lo sa che lo amo.” Sussurrò teneramente.
“Fa piacere sentirselo dire, invece di dire io ti lovvo.” Dissi sospirando.
“Lo so.” Disse sorridendo verso Jhonny.
“Se tu dici a Johnny che lo ami io dico ad Alyson quello.”
“Amico fallo e io farò quello.” Disse Alex.
Sospirai di nuovo.
“Thomas è il compleanno più bello della mia vita.” Sussurrò la mia micetta abbracciandomi.
Mi schiarii la voce.
“Vai.” Sussurrò Alex facendomi l’occhiolino e stringendo i pugni per darmi la forza.
“Devo dirti una cosa.” Sussurrai.
Lei si staccò preoccupata.
“Dimmi.” Sussurrò confusa.
Guardai di nuovo Alex.
“Vai dai.” Sussurrò facendomi di nuovo l’occhiolino.
Guardai Janet che teneva in braccio Samy.
“Siamo tutti con te.” sussurrò.
Guardai a terra sospirando.
Avevo paura, molta paura.
Mi aveva detto di no già una volta e non sarei riuscito a sopportarlo di nuovo.
Presi un lunghissimo respiro e sussurrai:

“Non voglio essere più il tuo ragazzo.”
Ayson mi guardò sgranando gli occhi e sussurrò a denti stretti:
“Come scusa? Stai scherzando, spero. Non è un bello scherzo Thomas.”
“Esatto Alyson, non voglio essere più il tuo ragazzo.”
“E perché scusa?” chiese stringendo i pugni.
“Non voglio esserlo più.” Dissi guardandomi intorno agitato.
“Vai.” Disse Janet sorridendo.
“Tu stai scherzando. Non puoi lasciarmi Thomas, io ti amo e tu ami me. Mi hai organizzato una festa e ...” Disse Alyson con le lacrime agli occhi.
Chiusi gli occhi.
“Allora sposami Alyson.” Sussurrai aprendo gli occhi.
La guardai in attesa di una risposta.
“Cosa?” chiese sgranando di poco gli occhi.
“Sposami. Non voglio un altro no Alyson. Ti amo e tu ami me.” Sussurrai mettendomi una mano nella tasca dei jeans.
Tutti applaudirono forte.
Mi allentai un po’ la cravatta.
Stavo morendo lentamente.
Avevo paura.
Il mio cuore martellava fortissimo.
La guardai negli occhi e dissi:
“Ne abbiamo passate tante micetta. Mi sono reso conto che ti amo tantissimo e lo sai. Ti avevo, ma io voglio di più. Voglio crearmi una vita con te. Voglio crearmi una famiglia con te. Voglio svegliarmi la mattina e vedere che tu al dito hai un anello che dica che noi due siamo solo noi. Voglio baciarti ogni giorno e dirti quanto ti amo. Voglio essere tuo marito e voglio che tu sia mia moglie.”
Lei abbassò la testa e sussurrò:
“Ho paura Thomas.”
Mi venne un colpo al cuore.
Sospirai, per poi sussurrare preoccupato:
“Di cosa Alyson?”
“E se finisse? E se diventassi noiosa e se la nostra vita diventasse … così brutta .. e tu mi lasciassi ..” sussurrò guardandomi negli occhi più profondamente.
“Io non ti lascerò mai Alyson .. non diventerai mai noiosa. La nostra vita non diventerà mai noiosa o brutta.” Sussurrai facendo un piccolo sorriso.
Lei mi sorrise e sussurrò:
“Come fai a saperlo? Se tu ti innamorassi di una ragazza che non sono io?” chiese confusa.
“Non mi innamorerò mai di nessun altra ragazza Alyson.” Dissi.
“Come puoi saperlo?” sussurrò confusa.
Sorrisi e ammisi:
“Perché io non mi innamorerò mai di nessun’altra donna e semmai lo facessi, l’amerò solo come una figlia e quella figlia ti chiamerà mamma. Ti amo Alyson e sei solo tu la donna che io voglio. Non voglio nessun altra donna apparte te amore mio. Non voglio nessun’altra donna con cui fare l’amore. Non voglio nessun altra donna, io voglio solo te.”
Lei mi sorrise.
“Ti amo anche io Thomas.” Disse dolcemente.
Mi misi inginocchiato e presi una scatoletta con un anello.
“Allora è un si?” domandai preoccupato aprendo la scatoletta.
“Si.” Disse annuendo.
Sorrisi alzandomi e la baciai.
Tutti applaudirono, ma era come se in quel momento eravamo solo noi due.
Era la cosa più bella al mondo.
Le sue labbra erano sulle mie e mi bastava quello.
“Dai piccioncini, divertiamoci.” Disse Alex ridendo.
Sorrisi annuendo e presi la mano di Alyson.
“Ti prometto che ti tratterò sempre come una principessa.” Sussurrai mettendoli l’anello.
“E io ti tratterò sempre come il mio principe.” Disse piangendo.
“Ehi, non piangere adesso.” Dissi abbracciandola stretta a me.
Lei sorrise e così gli asciugai le lacrime.
“Divertiamoci amore mio.” Sussurrai dolcemente.
Lei annuì.
Pov Alyson:
Ero sfinita dopo tutto quel casino.
Guardai il mio bellissimo ragazzo che mi stava portando a casa con la macchina.
“Allora? Ti è piaciuto il compleanno?” chiese dolcemente.
“Moltissimo.” Sussurrai dandoli un bacio sulla guancia.
Sorrise.
Guardai l’anello sorridendo.
“Non ci hai ripensato, vero?” chiese preoccupato.
Sorrisi scuotendo la testa.
“No.”
Lui accostò in una stradina.
“Stai bene?” chiesi confusa.
Lui annuì piano e mi diede un bacio sulle labbra.
“Sto bene, ma voglio fare solo una cosa.” Sussurrò piano.
“Che cosa?” chiesi confusa.
“Voglio farti vedere, dove sono cresciuto prima dei miei 17 anni.” Sussurrò imbarazzato.
Sorrisi teneramente baciandolo.
“Solo se vuoi.” Disse dolcemente.
“Certo che voglio.”
Lui sorrise scendendo dalla macchina e venne ad aprirmi.
“Ti porto nel posto in cui sono cresciuto.” Disse facendomi scendere.
Non ero mai stata lì.
Era una piccola stradina senza un anima.
Mi stavo un po’ cagando addosso, sinceramente.
“Hai paura?” chiese Thomas accarezzandomi le nocche con il collice.
“No.” Sussurrai mentendo.
“So che un po’ hai paura, ma ci sono io qui con te e non me ne vado per nulla al mondo. Voglio solo farti vedere come sono cresciuto e come era la mia stanza.” disse dandomi un piccolo bacio sulle labbra.
Sorrisi annuendo.
Si levò la giacca e me la mise sulle spalle.
“Non ci sono i riscaldamenti, eravamo poveri.” Disse prendendomi per mano.
“Non preoccuparti.” Sussurrai stringendoli dolcemente la mano.
Sorrise camminando silenziosamente.
Lo seguii fino ad una piccola casetta.
“Eccoci qua.” Sussurrò guardandomi.
“Sono pronta.” Sussurrai dolcemente dandoli un piccolo bacio su quelle labbra perfette.
Lui mi accarezzò la schiena annuendo.
“Non mi lasciare.” Sussurrò teneramente.
Non mi diede il tempo di rispondere che aprì la porta e entrò dentro.
“Thomas, non ti lascerò mai.” Sussurrai senza farmi sentire entrando dentro alla piccola casetta.
Thomas accese l’accendino.
“Non c’è luce.” Disse illuminandomi il viso.
“Non preoccuparti.” Dissi facendo un piccolo sorriso.
Mi strinsi nella giacca.
Stavo morendo di freddo.
“Ho trovato una candela.” Sussurrò accendendo la candela.
“Andavate a candele?” chiesi guardandomi intorno.
Era pieno di candele.
“Si, non potevamo permetterci la luce.” Disse con voce rotta.
Mi morsi il labbro accarezzandoli un braccio.
“Amore, io sono qui.” Sussurrai dolcemente.
“Lo so.” Disse facendo un piccolo sorriso.
Ci fermammo davanti ad una porta con sopra dei disegni.
Li guardai, erano bellissimi.
“Ti piacciono?” chiese Thomas sorridendo e toccando un disegno che raffigurava un bambino disteso sul letto e delle note musicali tutte intorno.
“Sono bellissimi.” Dissi meravigliata toccando un disegno che raggigurava un bambino triste e il cane che voleva giocare.
“Sono miei.” Disse Thomas ridendo imbarazzato.
“Sono tuoi?” chiesi sorpresa.
Non sapevo che sapesse disegnare.
“Ho smesso quando avevo 13 anni e non ho mai più cominciato.” Disse aprendo la porta e poi entrammo dentro.
Era una stanza piccola e ci stava una piccola rete con un materasso tutto polveroso e un armadio.
“Questa è la mia stanza.” disse abbassando il viso.
Gli accarezzai dolcemente una guancia e sussurrai divertita per farlo un po’ ridere:
“Facevi venire qui le ragazze?”
“Oh no, le ragazze le portavo in macchina.” Sussurrò divertito al mio orecchio.
Sorrisi tirandoli un pugno al petto.
“Stronzo.” Dissi.
“Sei la prima ragazza che entra qui dentro.” Sussurrò dandomi un bacio sulla punta del naso.
“Che onore.” Disse chiudendo gli occhi.
“Voglio farti vedere una cosa.” Disse staccandosi dalla punta del mio naso.
Aprii gli occhi e stava cercando qualcosa nell’armadio vecchio.
“Cosa cerchi?” chiesi rabbrividendo a quelle mura così vuote e con tutti quei disegni tristi.
“Ecco qui.” Disse alzandosi.
Mi venne davanti e sussurrò:
“A te che ti amo.”
Mi porse una scatolina nera tutta polverosa.
“Cosa è?” chiesi confusa.
“La trovai a terra quando ero in terza elementare e così la presi. Non so di chi sia.” Sussurrò sorridendo imbarazzato aprendo la scatolina.
Davanti a me si presentò la mia collana.
L’avevo persa quando ero in prima elementare e avevo pianto tantissimo.
Sgranai gli occhi.
“Non ti piace? Io la trovo bellissima.”
“Io questa collana la persi in prima elementare vicino al lago. Ero con mio padre e mi disse che me ne avrebbe comprata un'altra.” Sussurrai trattenendo le lacrime.
“Io l’ho trovata vicino al lago.” Disse asciugandomi delle lacrime che erano scese con un pollice.
“Wow.” Sussurrai divertita abbracciandolo.
“Doveva essere destino allora.” Disse dandomi un piccolo bacio sul collo.
Sorrisi staccandomi.
Lui poso la candela a terra e sussurrò:
“Permetti?”
Sorrisi di nuovo girandomi di spalle.
Sentii le sue dita sfiorarmi il collo.
Trattenni il fiato, dopo qualche secondo sentii anche le sue labbra appoggiarsi sul mio collo e darci un piccolo bacetto.
Poi sentii un cuore freddo sulla mia pelle.
“Ecco qua. Ti sta benissimo.” Sussurrò dolcemente.
Mi girai verso di lui.
“Grazie.” Dissi piano.
“Per cosa?” chiese confuso.
“Grazie di esistere.” Ammisi baciandolo.

Angolo Autrice:
CIAOOOO!!!
Sono viva!!Scusate per l’enorme ritardo, ma ho avuto un sacco di compiti e interrogazioni e poi devo studiare anche per la patente.
Mi dispiace se il capitolo non sia tanto lungo …
Sono pessima, lo so …
COMUNQUE!!
SI SPOSERANNO!!!
Siete pronte?!?
Ora vado, mia mamma sta sclerando che mi vuole a tavola ahahahah
CIAOOO!!!
Cercherò di aggiornare il prima possibile!!

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Capitolo 46
*** Baciami ***


Pov Thomas:
Sospirai guardando il telefono.
Alyson stava dormendo come una bambina da quando eravamo entrati in macchina per tornare a casa.
Provai a richiamare Alex o Jhonny, ma nessuno dei due rispondeva.
“Maledizione.” Sussurrai provando a richiamare Alex.
Non rispose, così staccai e misi il cellulare in tasca.
 Sbuffai stringendo il volante.
Era finita la benzina e la macchina si era fermata nel nulla.
Era lontana casa da qui.
Dovevo passare per il paese e avrei incotrato i miei genitori e non volevo.
“Siamo arrivati?” chiese Alyson sbadigliando.
Scossi la testa.
Lei si mise seduta composta sul sedile e si guardò intorno.
“Dove siamo?” chiese confusa
“Mi è finita la benzina.” Ammisi maledicendomi mentalmente.
Ero un coglione.
“Scusami Alyson, mi sono completamente dimenticato di metterla.” Sussurrai.
“Non fa niente, vorrà dire che staremo qui ad aspettare la mattina.” Disse dolcemente e prese una barretta di cioccolato dalla sua borsa.
“Non sei arrabbiata?”
“Beh sai, non risolvo nulla se mi incazzo con te perché non hai messo la benzina. Tanto vale stare qui seduti in macchina a non fare niente.”
Sorrisi.
“Ti amo.” Dissi ridendo.
Lei scosse la testa facendo un piccolo sorriso.
“Ruffiano.” Rispose facendomi la linguaccia.
Sorrisi di nuovo.
“Thomas, posso chiederti una cosa?” chiese Alyson mangiando.
“Certo amore, tutto quello che vuoi.” Dissi dolcemente.
“Mi dirai la verità?” chiese guardandomi negli occhi.
“Ti dico sempre la verità.” sussurrai confuso.
Lei annuì mangiandosi un altro pezzo di cioccolato.
“Come hai fatto a trovare Life?” chiese incuriosita.
“Ho girato molto. Gli avevo promesso una vita migliore e così ho pensato che con noi la potrebbe avere.” Dissi imbarazzato grattandomi il mento.
Sorrise annuendo e mangioò un altro pezzo di cioccolata.
“Sei arrabbiata?” chiesi confuso.
Scosse la testa.
“No scemo, era solo una curiosità.” Disse dandomi un bacio sulle labbra.
“Sai di cioccolato.” Dissi ridendo e approfondendo il bacio.
Lei sorrise teneramente.
“Tu sai di birra invece.” Sussurrò.
“Ne ho bevuta poca.” Ammisi serio.
Mi accarezzò una guancia.
“Posso chiederti un'altra cosa?” chiese seria guardandomi negli occhi.
“Certo amore mio, tutto quello che vuoi.” Sussurrai.
Lei sorrise.
“Mi prometti che non ti incazzi? È solo una curiosità che ho da molto tempo.” Disse dolcemente.
“Dimmi pure micetta.” Dissi teneramente.
“Come hai fatto a diventare così ricco?” chiese abbassando il viso.
Sospirai.
“E’ una storia lunga.” Dissi stringendo i pugni.
“Scusa, non volevo offenderti.” Sussurrò staccandosi da me.
“Mi ha aiutato tuo padre, tuo padre mi ha cambiato la vita e lo sai … Mi ha aiutato a diventare ciò che sono, è stato un padre per me, era un padre ed era anche il mio migliore amico. Quando mi conobbe avevo solo 13 anni, ero un bambino piccolo. Amavo disegnare e disegnavo cose che avrei voluto che accadessero. Volevo qualcuno che mi salvasse … tuo padre si affezionò molto a me e così mi fece un conto in banca, ogni giorno ci depositava qualche soldo, qualche volta 100 euro. I miei non sapevano nulla di questo. Quando cominciai a capire che per me lui era diventato qualcosa, mi propose di lavorare con i militari. E’ sempre stato il mio sogno. Ero un ragazzino ed ero davvero magro. Mi fecero allenare tantissimo, era divertente stare con delle persone a cui non fregava nulla di ciò che eri prima. Questi militari mi hanno anche loro aiutato molto, mi hanno dato dei soldi. A poco a poco mi sono comprato una casa, che ora è la nostra. Ho cominciato a lavorare sodo, dovevo lavare a mano le divise, perché ero ancora piccolo e non potevo entrare nell’esercito. Ho imparato a medicare, a cucinare. La sera tuo padre mi insegnava le armi e il combattimento. Gli devo la vita Alyson. Gli promisi che ti avrei aiutata sempre se lui sarebbe mancato, era una promessa che gli ho fatto quando ero piccolo. Voleva che io ti facessi innamorare perché per lui ero un uomo perfetto.” Dissi asciugandomi le lacrime.
“Sicchè tu mi hai fatto innamorare di te solo per una promessa?” chiese sgranando di poco quei bellissimi occhi.
“No Alyson, cioè si … però non era per quella promessa fatta. Mi sono innamorato di te perché … sei semplicemente tu. Non hai paura di niente e di nessuno. Sei determinata. Mi ricordi lui e io ci tenevo molto a lui. Il tuo carattere è come il suo ed è una cosa che mi ha sempre affascinato. Faresti di tutto per la tua famiglia.” Sussurrai sospirando.

Lei mi prese una mano e me la strinse piano.
“Bene, ora sono pure un maschio.” Sussurrò facendo una faccia buffissima.
Scoppiai a ridere e la baciai.
“Oddio no eh. Mi piacciono le donne.” Dissi approfondendo il bacio.
“Ah si?” chiese maliziosamente tirando la leva del mio sedile.
Mi fece finire sdraiato e lei venne sopra di me.
“Oh si, mi piacciono le donne.” Sussurrai malizioso appoggiando le mie mano sui suoi fianchi.
Sorrise mordendosi il labbro inferiore.
Appoggiò le mani sul mio torace, coperto solo dalla camicia.
“Carina la camicia, ma è di troppo.” Sussurrò 
mentre sbottonò il bottone del colletto della mia camicia.
“Eh si, è di troppo.” Sussurrai ridendo.

Sorrise e mi strappò la camicia facendo volare i bottoni.
“Ops.” Disse baciandomi con una faccia adorabile.
Sorrisi.
“Era la mia camicia preferita.” Sussurrai scherzando e mettendo le mani sui suoi seni.
Si morse il labbro sensualmente.
“Oh piccola, mi fai eccitare così.” Sussurrai mordendomi il labbro.
“Era davvero la tua camicia preferita?” chiese creando dei cerchi immaginari sul mio petto con il suo indice.
“Oh si, sei stata molto cattiva.” Sussurrai mentendo.
Lei sorrise.
“Che peccato allora.” Sussurrò maliziosamente.
Sorrise cominciando a baciarmi il torace.
Gemetti.
“Non puoi fare così Alyson.” Sussurrai abbassando la cerniera del suo vestito.
“Ah no?” chiese dandomi un bacio sul collo.
Sorrisi abbassandoli il vestito fino a farlo arrivare sulle cosce.
“Sei troppo vestito.” Sussurrò mordendomi il collo e alzandosi un pochino per levarsi completamente il vestito.
Sorrisi sganciandomi la cintola.
Alyson sorrise mettendosi di nuovo sul mio torace.
“Sicura che vuoi farlo?” chiesi toccandoli la pancia.
“Sicurissima amore mio, non preoccuparti.” Sussurrò teneramente sbottonandomi i jeans.
Misi le mie mani sul suo fondoschiena.
Il mio cellulare cominciò a squillare.
Sbuffai e Alyson scese dal mio torace e prese la mia camicia per mettersela addosso.
Mi schiarii la voce e risposi:
“Pronto?”
“Ciao ragazzino, ti ricordi di me?” chiese una voce.
Sgranai gli occhi.
“La tua Alyson ha 18 anni adesso, vediamo che deciderà.” Guardai Alyson.
“Che succede?” chiese confusa abbottonandosi la mia camicia.
“Vedremo.” Dissi staccando.
“Chi era?” chiese facendo un piccolo sorrisino.
“Ti ricordi l’uomo che voleva i tuoi soldi?” chiesi.
Lei annuì agitata.
“Devi decidere con chi stare adesso.”
Lei sorrise avvicinandosi e sussurrò:
“Io scelgo te.”
“Cosa sono? Un Pokemon?” chiesi ridendo e baciandola su quelle labbra perfette.




ANGOLO AUTRICE:
CIAO!!! SONO VIVA!!!
Come state? Che mi raccontate di bello?
Scusatemi se ci ho messo un po’ per aggiornare, ma ho un casino di compiti e interrogazioni e poi ho anche una parte da imparare a memoria O.o
Mi dispiace se il capitolo non è venuto molto lungo, spero che vi piaccia lo stesso :D
PICCOLO SPOILER!!
“TU NON MI PORTERAI VIA LA MIA RAGAZZA!” Urlò Thomas ringhiando a quell’uomo odioso che voleva solo i miei soldi.
“Ah no?” chiese ironico.
“Io non vengo con voi, mi sposerò il mio ragazzo e voi non dovete rompere.” Sussurrai irritata stringendo appena la mano di Thomas.
FINE SPOILER!!!
Woooow Alyson cazzuta ahahahah
Vado a ripassare, CIAO!!!!!!!!!!

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Capitolo 47
*** Lei viene con me ***


“Io scelgo te.”
“Cosa sono? Un Pokemon?” chiesi ridendo e baciandola su quelle labbra perfette.
Pov Alyson:
“Thomas?” sussurrai sbadigliando.
Lui sorrise con gli occhi chiusi.
“Dimmi amore.”
“Secondo te saremo bravi a fare i genitori?” chiesi chiudendo gli occhi.
Mi prese una mano e me la strinse teneramente.
“Ci proveremo amore mio.” Sussurrò.
Dopo qualche secondo caddi nelle braccia di Morfeo.

Sbadigliai per poi aprire gli occhi.
Mi ritrovavo nel mio letto e Thomas era accanto a me che mi sorrideva teneramente.
“Bongiorno micetta.”
“Che ore sono?” chiesi girandomi nel letto, così gli diedi le spalle.
Mi diede un bacio dietro l’orecchio.
“Presto micetta, avevo chiamato Alex ed è venuto a prenderci.”
Sgranai gli occhi e mi girai di nuovo verso di lui.
“Ero nuda, avevo solo la tua camicia addosso.” Ammisi sconvolta.
Lui scoppiò a ridere.
“Ha guardato me, non preoccuparti micetta.” Disse tenendosi lo stomaco per le troppe risate.
“Stupido, sono gelosa.” Volevo fare la persona seria, ma non ci riuscivo.
“Ah si?” Chiese mordendomi il lobo dell’orecchio.
Lo guardai male, ma poi scoppiai a ridere anche io.
“Comunque micetta dormi pure, tra poco mi addormento anche io.”
“Okay, ma falla finita di chiamarmi micetta. Mi da noia.” Dissi chiudendo gli occhi.
Sentii le labbra di Thomas posarsi sulle mie e sorridere.
“Non smetterò mai piccola.”
“Non prenderci gusto.” Sussurrai sorridendo.
“Buonanotte micetta.”
Sorrisi mordendoli il labbro inferiore, per poi baciarlo teneramente.
“Notte orsacchiotto.” Sussurrai teneramente.
“Smettila di chiamarmi orsacchiotto.” Sussurrò Thomas succhiandomi il labbro inferiore.
Scossi la testa.
Sorrise di nuovo e sussurrò:
“Okay micetta. Dormi.” Sorrisi aggrappandomi a lui per poi addormentarmi di nuovo dopo qualche secondo.
“TU NON PRENDERAI PROPRIO NESSUNO BRUTTO COGLIONE CHE NON SEI ALTRO! ALYSON RESTA QUI CON ME E LO SAI! LEI NON VIENE DA NESSUNA PARTE CON TE!!” Urlò qualcuno facendomi svegliare di colpo.
Il mio cuore cominciò a martellare fortissimo.
“Ha detto Thomas che devi stare qui.” Sussurrò una voce piano.
Mi girai e vidi Alex.
Sospirai mettendomi a sedere sul letto e sussurrai:
“Perché urla?”
Sapevo il perché urlasse, ma volevo una conferma.
“Urla con un uomo, ha mandato Life e Samy con Janet e siamo rimasti solo io e Jhonny, lui sta cercando di farlo calmare.”
Mi presi la testa tra le mani e sussurrai:
“Devo andare da lui Alex.”
“Scordatelo Alyson.” Disse Alex guardandomi male.
Sbuffai alzandomi.
“C’è già Jhonny con lui.” Disse Alex piano.
“E’ il mio ragazzo, quel signore vuole me e può fare qualcosa sia a Thomas che a Jhonny se non faccio qualcosa..”
“ALYSON RESTA QUI!” Urlò Thomas di nuovo.
Guardai Alex.
“Ti prego, solo io posso farlo calmare.” Sussurrai ad Alex.
“Alyson, per favore.” Disse guardandomi e poi scosse la testa.
“Non posso farti andare da lui.” Sussurrò.
Lo guardai con una faccina adorabile, che faceva cambiare idea anche a Thomas.
“Non mi incanti, Thomas mi aveva avvertito del tuo visino.” Disse ridendo.
“Devo andare da lui Alex.” Sussurrai pregandolo.
“Non posso Alyson.” Sussurrò piano.
“Per favore Alex, solo io posso far calmare Thomas.” Dissi.
“VATTENE CAZZO!!” Urlò di nuovo Thomas.
Guardai Alex.
“Okay va bene.” Disse sospirando.
Sorrisi abbracciandolo e gli diedi un bacio sulla guancia.
“Grazie.”
“Se se va bene, ma muoviti..” Disse.
Presi un pantalone di tuta e una felpa tutte e due di Thomas. Sorrisi mettendomeli e uscii dalla mia stanza.
Scesi le scale e quel signore mi guardò.
“Penso che sia lei a decidere mio caro ragazzo.” Disse.
Mi avvicinai a Thomas che mi guardava confuso e agitato.
“Non dovresti essere qui Alyson.” Sussurrò Thomas guardandomi male.
“Invece si.” Sussurrai prendendoli la mano.
Lui sorrise teneramente.
“Jhonny vai di sopra.” Disse Thomas.
Lui annuì piano e poi si avvicinò a me.
“Sono con te.” disse baciandomi la fronte e poi andando di sopra.
“Tu verrai con me.” Disse il signore guardandomi male.
“TU NON MI PORTERAI VIA LA MIA RAGAZZA! NON TE LO PERMETTO!!” Urlò Thomas ringhiando a quell’uomo odioso che voleva solo i miei soldi.
“Ah no?” chiese ironico.
“Io non vengo con voi, mi sposerò il mio ragazzo e voi non dovete rompere.” Sussurrai irritata stringendo appena la mano di Thomas.
“INVECE SI!! TU VERRAI CON ME E PRENDERO’ TUTTI I TUOI SOLDI!!” urlò prendendomi un braccio e strattonandomi.
Sentii Thomas lasciarmi la mano e venirmi davanti.
“NON PROVARE A TOCCARLA!” urlò spingendo quel signore e facendolo indietreggiare.
“SENNO’ CHE MI FAI RAGAZZINO!?!” Chiese provocandolo.
Presi una mano di Thomas e sussurrai:
“Lascialo perdere amore mio. È solo un coglione di merda che vuole i miei soldi.”
“NON VUOI DAVVERO SAPERE COSA SAREI IN GRADO DI FARTI!” Urlò Thomas guardandolo male.
“Sei incinta solo perché lui ti vuole per i soldi.” Disse guardandomi male e guardando male Thomas.
Thomas si stava incazzando e lo vedevo da come si stava mordendo il labbro inferiore e da come stringeva anche se piano la mia mano.
“Come scusa?” chiese stringendo gli occhi a due fessure.
“Perché l’hai messa incinta eh?” chiese ironicamente quel coglione.
Mi stavo incazzando e non poco
“Perché amo Alyson ed è una cosa che abbiamo fatto in due. Non devo dare spiegazioni a te deficiente. Vattene da casa mia o giuro che ti uccido con le mie stesse mani e non me ne può fottere niente di andare in prigione. Vattene via da qui.” Sussurrò irritato il mio ragazzo.
“Ah si? Ma fammi il piacere. Siete solo due bambini. Lei è innamorata e te vuoi i suoi soldi.” Disse guardando male Thomas.
Guardai il mio ragazzo e feci un piccolo sorriso.
Thomas si calmò un po’.
“Ti fidi di me?” Mimai debolmente.
“Cosa vuoi fare?” chiese mimandomi con le labbra.
“Fidati.” Mimai con le labbra.
“Mi fido di te, ma di lui no.” Sussurrò il mio ragazzo.
Sorrisi e sussurrai:
“Fidati.”
Thomas annuì piano.
Sparai l’unica cazzata che mi venne nella testa.
“Ma certo che lo so eh, cosa credi? Io lo voglio solo perché ha una terza gamba in mezzo alle altre due. Non trovi molti peni della sua lunghezza ed è bello duro.” Dissi ridendo per farlo stare zitto una volta per tutte.
Thomas sorrise, mordendosi il labbro per non scoppiare a ridere.
“Infatti, sono molto dotato.” Disse il mio ragazzo facendo il finto serio.
Era modesto.
“Sono molto ma molto dotato.” Disse guardando male quel signore.
“Allora lo ammetti ragazzino? Stai con lei solo per i suoi soldi?” chiese stringendo i pugni quel signore.
“Certo che si, dico di amarla solo per i soldi e lei lo sa, ci completiamo a vicenda. Lei mi paga per il mio pene..” Disse ridendo.
“NON FINIRA’ QUI!” urlò il signore andandosene e sbattendo la porta.
Sorrisi.
“Terza gamba?” chiese il mio stupido ragazzo ridendo come un coglione girandosi verso di me.
“Imbecille.” Dissi ridendo e mi alzai sulle punte per baciarlo.
“Allora è così, stai con me solo per la mia bellissima terza gamba.” Sussurrò baciandomi.
Sorrisi.
“Sei modesto eh.” Dissi mordendoli il labbro inferiore.
Lui appoggiò le mani sul mio fondoschiena annuendo.
“Sono molto sicuro di me stesso mia cara.” Disse sorridendo.
Lo baciai alzandomi sulle punte.
“Lo sapevo che eri innamorata solo della mia bella terza gamba.” Disse ridendo.
“Ma certo mio amore.” Dissi ridendo come una cogliona.
Scoppiò a ridere più forte.
“Come cavolo fanno a venirti in mente queste cose, non lo so.” Disse approfondendo il bacio.
“E’ la mia mente malata.” Dissi ridendo.
“Molto malata micetta.” Disse confermando la mia ipotesi della mente malata.


ANGOLO AUTRICE:
ECCOMI QUA!!! NON SONO MORTA!!
Per vostra fortuna sono ancora viva e vegeta ahahah.
Come state? Che mi raccontate di bello?
(Si mette inginocchiata.)
Perdonatemi se non aggiorno spesso, ma in questo mese devo recuperare un po’ di materie ahahha O.o
Vi prometto che però appena finisce la scuola aggiornerò tutti i giorni e se volete anche due volte al giorno!
FARO’ CAPITOLI LUNGHISSIMI!
VE LO PROMETTO!!
Ora vado a mangiarmi un gelato :P
PRIMA DI ANDARE!!
PICCOLO SPOILER!!!
(Pov Thomas.)
“Oh Mio Dio, ma è bellissimo Jake!! Non doveva morire.” Dissi imitandola come una ragazzina in preda agli ormoni per Leonardo Di Caprio.
Mi guardò male.
“E quella chi sarebbe?” chiese.
“Sei tu amorino.” Dissi ridendo.
Mi tirò un altro pugno sul petto guardandomi male.
“Io non faccio così.” Disse offesa.
Sorrisi mordendoli piano una guancia.
“E’ vero.” Sussurrai ridendo di nuovo e staccandomi dalla sua guancia.
“Tu fai così.” Dissi schiarendomi la voce.
La guardai male, come faceva lei e dissi:
“Non chiamarmi micetta.” Dissi imitando la sua voce come un coglione.
“MA IO NON FACCIO COSI’!” urlò offesa.

ALLA PROSSIMA!!!
CIAO!!!
 

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Capitolo 48
*** Film. ***


Pov Thomas:
Sorrisi guardando Alyson che stava quasi per piangere per Titanic.
Era una fissa per lei.
Il primo film che vidi con lei era proprio Titanic.
Era quasi la scena finale.
Mi stritolò una mano.
“Hai visto quanto è dolce? Lo amo.” Disse guardandomi con quegli occhi velati di lacrime.
“Ehi, sono geloso io.” Risposi facendo il finto serio.
“Eh va bè!! Ma Jake è Jake!!” rispose come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
Scoppiai a ridere.
“COSA RIDI BABBANO!?! JAKE NON DOVEVA MORIRE!! E POI LEO E’ TROPPO FIGO!!” urlò piangendo.
“Ma dai Alyson, è un film.” Dissi con le lacrime agli occhi per le troppe risate.
“COME HAI DETTO SCUSA?!?” Chiese urlando.
“E’ solo un film Alyson.” Dissi facendoli l’occhiolino.
Mi faceva sempre ridere quando guardava Titanic.
“NON E’ SOLO UN FILM STUPIDO BABBANO!!” Urlò piangendo e tirandomi un pugno sul petto.
Stavo morendo per le troppe risate.
“FALLA FINITA DI RIDERE!!” urlò di nuovo tirandomi un pop corn in faccia.
“Come faccio a smettere? Mi fai scompisciare Alyson.” Domandai piegandomi in due per le troppe risate.
“Non sei Jake!” disse guardando la televisione e stringendo la coperta di Frozen nelle mani.
“Menomale, mica voglio schiattare e poi amore se fossimo noi due faremo a poco a poco eh.” Dissi mordendoli appena il lobo dell’orecchio.
“Coglione.” Disse guardandomi male.
“Oh Mio Dio, ma è bellissimo Jake!! Non doveva morire.” Dissi imitandola come una ragazzina in preda agli ormoni per Leonardo Di Caprio.
Mi guardò male.
“E quella chi sarebbe?” chiese.
“Sei tu amorino.” Dissi ridendo.
Mi tirò un altro pugno sul petto guardandomi male.
“Io non faccio così.” Disse offesa.
Sorrisi mordendoli piano una guancia.
“E’ vero.” Sussurrai ridendo di nuovo e staccandomi dalla sua guancia.
“Tu fai così.” Dissi schiarendomi la voce.
La guardai male, come faceva lei e dissi:
“Non chiamarmi micetta.” Dissi imitando la sua voce come un coglione.
“MA IO NON FACCIO COSI’!” urlò offesa.
“Ssch che urli?” dissi tappandoli la bocca con la mano.
Mi diede un bacio sul palmo della mano.
Levai la mano e appoggiai le labbra sulle sue.
“Stasera ti andrebbe di andare ad un ristorante?” chiesi accarezzandoli la pancia.
“Lo chiedi a me o alla nostra bambina?” chiese teneramente.
“Sei sicura che sia una bambina?” chiesi teneramente.
Scosse la testa ridendo.
“Io vorrei un bel maschietto.” Dissi sorridendo.
“E se nasce una bimba?” chiese mordendosi il labbro inferiore.
“Beh, se nasce femmina la tratterò come una piccola principessa.” Ammisi imbarazzato.
“Quanto posso amarti.” Disse dandomi un bacio sull’angolo della bocca.
Sorrisi.
“Non avevi detto che amavi Jake?” chiesi inarcando le sopracciglia.
“Beh certo, ma lui è il mio amante.” Disse ridendo.
“Pure?” chiesi facendo il finto serio.
Sorrise annuendo.
“Certo che si.” Disse facendomi l’occhiolino.
“Ti amo scema.” Ammisi.
Lei sorrise.
Amavo troppo quel sorriso.
“Allora? Andiamo al ristorante?” chiesi accarezzandoli la pancia.
“A chi lo stai chiedendo?” chiese di nuovo.
Voleva farmi imbarazzare.
“A tutti e due.” Dissi sorridendo.
“A me andava di stare a casa a guardare un film con i pop corn.” Disse felice.
Sorrisi annuendo.
“Vado a prendere un film allora, cosa noleggio?” chiesi dolcemente.
“Mmm … Un bel film romantico.”
“Scordatelo.” Dissi guardandola male.
Mi diede un bacio suille labbra.
“Per favore, devi guardarti Colpa delle stelle. E’ bellissimo.” Disse contenta.
“Oddio mio!! NO!!” risposi ridendo.
“Per favore Thomas.” Sussurrò con una faccina adorabile.
Sospirai annuendo.
“Okay.” Risposi baciandola di nuovo.
“Grazie amore mio, non te ne pentirai.” Disse entusiasta.
“Lo spero.” Borbottai alzandomi e stiracchiandomi.
“Credimi amore mio.” Disse sorridendo.
Sorrisi e presi la mia giacca di pelle.
“Cosa prendo da mangiare?” chiesi mettendomi la giacca.
“Mmm Sushi!!” disse ridendo.
“Okay va bene amore, prendo pure la cioccolata e i pop corn?” chiesi mettendomi le mani in tasca, cercando il mio berretto.
“Alyson …” non mi fece finire di parlare che disse come leggendomi nel pensiero:
“Amore il berretto è sulla poltrona.”
Sorrisi girandomi e presi il berretto.
“Grazie micetta.”
“Di nulla orsacchiotto.” Rispose ridendo.                                                                         
“Allora? Pop corn e cioccolata?” chiesi ridendo e mettendomi il berretto.
“Va bene.” Disse alzandosi e abbracciandomi.
“Sei troppo bello.” Disse.
Sorrisi.
“Anche tu lo sei.”
******************************************************************************

“Eccomi amore.” Dissi entrando in casa.
Alyson sorrise mangiandosi una fragola.
“Avevo fame.” Disse ridendo.
Sorrisi andandomi a sedere accanto a lei sul divano e posai la borsa sul tavolo.
“Allora amore mio, per cena ho preso sushi, involtini di primavera, insalata di pollo, 3 kebab, alette di pollo piccanti, insalata condita e infine spaghetti con i frutti di mare.” Dissi leccandomi le labbra.
“Hai svaligiato un supermercato?” chiese sconvolta.
Scoppiai a ridere.
“Beh, ho preso qualcosina.” Dissi facendoli l’occhiolino.
Sorrise prendendo un involtino di primavera.
“Allora buon appetito.” Disse ridendo.
Mi alzai e mi levai il berretto e la giacca.
“Vuoi mangiare qui?” chiesi ridendo.
“Yes baby.” Disse dando un morso all’involtino.
Mi misi a sedere accanto a lei dandoli una bottiglietta di acqua e io presi una birra.
“Buon appetito.” Dissi prendendo un kebab.
“Dammene un morso.” Disse avvicinandosi.
“Micetta ci sono 3 kebab.” Dissi ridendo e avvicinandoli il panino alla bocca.
“Ma a me piace il tuo.” Disse mordendo piano.
Deglutii.
Ero proprio un coglione, aveva solo dato un morso ad un fottuto panino.
Avrei voluto tanto essere quel panino.

“Ehi che hai?” chiese preoccupata.
“Ehm nulla, perché?” chiesi scuotendo la testa e dando un morso al panino.
“Così, ti eri incantato.” Disse ridendo e alzandosi.
“Che fai?” chiesi confuso.
Sorrise.
“Vado in bagno.”
“Okay, io mangio il panino.” Dissi sorridendo.

ANGOLO AUTRICE:
SONO ANCORA VIVA!!!
MI DISPIACE COSI’ TANTO PER QUESTO ENORME RITARDO CHE HO FATTO!!
Però essendo rimasti pochi giorni di scuola, mi sto impegnando più del previsto O.o
Non ho nemmeno il tempo di accendere il pc.
Il capitolo era già pronto, ma ho dovuto dividerlo in due parti.
Vi prometto che in settimana aggiornerò di nuovo. Sarà un capitolo molto lungo, mi supererò J
Ciaooo!!!
Alla prossima!!!

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Capitolo 49
*** Mi ami? ***


Pov Alyson:
Sorrisi uscendo dal bagno e andai a sedermi accanto a Thomas che mangiava sempre il suo panino.
Presi un pezzo di pane e cominciai a mangiarlo.
Guardai Thomas.
Era bellissimo.
“Amore mi ami?” Chiesi dolcemente.
Lui si pulì la bocca annuendo.
“Perché me lo chiedi?” chiese confuso.
“Boh.” Ammisi mangiando un pezzo di carne.
“Okay.” Disse ridendo.
Scoppiai a ridere.
“Non so davvero perché te l’ho chiesto, avevo bisogno di sentirmelo dire.” Ammisi confusa.
Thomas sorrise.
“Okay, allora te lo dico. Ti amo.” Disse teneramente.
Sorrisi.
“Anche io.” Ammisi.
“Piccola guardiamo il film dopo?”
“Mmm.” Dissi mangiando.
Thomas scoppiò a ridere come un coglione.
“Attenta a non sporcarti imbecille.” Disse baciandomi sulle labbra.
Sorrisi.
“Thomas?” chiesi con la faccia più cucciolosa che potessi fare.
“Dimmi scema.” Disse confuso.
“Mi vai a comprare una cosa?” chiesi dolcemente.
“Cosa?” chiese sorridendomi confuso.
“Una cimbella.” Dissi mordendomi il labbro.
“Ma dove vuoi che vada a comprartela? È tutto chiuso.” chiese confuso.
“Boh non ne ho idea.” Ammisi.
Non ci avevo pensato.
Avevo voglia di ciambella.
“Non posso comprartela domani?” chiese pregandomi.
“NO!! VOGLIO LA CIAMBELLA!!” urlai istericamente.
Mi faceva incazzare.
VOLEVO LA CIAMBELLA!!
“Okay okay, ma calmati.” Disse appoggiandomi le mani sulle spalle.
“Voglio la ciambella.” Sussurrai.
“Okay, ma stai calma.” Disse dandomi un piccolo bacio sulla fronte.
“Scusa.” Dissi confusa dal mio comportamento.
“Sei impazzita piccola micetta.” Disse dolcemente baciandomi la punta del naso e poi baciandomi sulle labbra.
Sorrisi.
“Ti ho fatto arrabbiare?” chiesi teneramente.
“No, perché?” chiese accarezzandomi una guancia.
Scoppiaia a piangere senza sapere il motivo.
“SONO CATTIVA!!” urlai in preda alle lacrime.
“Alyson ma che cavolo fai?” chiese Thomas divertito.
“Mi odi, vero?” chiesi coprendomi il viso con le mani.
Non sapevo cosa cavolo stavo dicendo.
“Okay, questi tuoi sbalzi di umore sono spaventosi.” Disse baciandomi una tempia.
“NON HO SBALZI DI UMORE!!” dissi ridendo e smettendo di piangere.
Lui mi guardò divertito inarcando le sopracciglia.
“Ah no?” Chiese.
“NO!!” Dissi cominciando a piangere di nuovo.
“Okay okay, micetta vado a vedere se trovo una ciambella alla cioccolata da qualche parte, ma non ti prometto nulla.” Disse Thomas ridendo per poi alzarsi.
Lo guardai male.
“Voglio quella cimabela.” Dissi ringhiando.
“Okay micetta arrabbiata.” Sussurrò ridendo.
Gli presi una mano.
“NON ANDARE CON NESSUNA RAGAZZA!!” urlai.
“Con chi dovrei andare micetta?” chiese divertito.
“TU MI TRADISCI!!” urlai lasciandoli la mano e piangendo.
“Tu invece mi preoccupi micetta.” Disse divertito inginocchiandosi davanti a me.
Sorrisi.
“Davvero?” chiesi ridendo.
“Si, molto.” Disse sorridendo.
Ero ammattita.
“Io so che non mi tradisci, perché se lo fai ti faccio diventare donna.” Dissi abbracciandolo.
“Wow.” Disse abbracciandomi a sua volta.
Gli diedi un bacio sul collo.
“Una donna bellissima.” Sussurrai divertita.
“Mhm menomale .. vuoi solo la ciambella?” chiese teneramente.
“Si, voglio solo la ciambella.” Dissi scostandomi.
Lui annuì e mi diede un bacio sulle labbra.
“Sicura? Poi non esco più.” Disse guardandomi negli occhi.
“Se proprio insisti .. vorrei 10 ciambelle, 5 alla crema e 5 alla nutella.” Dissi teneramente.
Lui mi guardò divertito.
“Altro?”
“Beh ci sarebbe anche un'altra cosa …” sussurrai imbarazzata.
“Cosa?” chiese divertito.
“Ecco .. vorrei anche uno yoyo e poi vorrei una barretta di cioccolato alla nocciola.” Sussurrai ridendo.
“Uno yoyo?” chiese confuso.
“Si, quelli che fanno su e poi giù.” Dissi come se fosse ovvio.
Lui annuì alzandosi.
“So cosa è uno yoyo micetta, non sono così stupido.” Disse baciandomi la fronte.
“Su questo avrei qualche dibbio.” Dissi divertita.
“Mi stai dando dello stupido?” chiese ridendo.
Annuii.
“Pure?” chiese sorridendomi.
“Muoviti e vammi a prendere quella cosa.” Dissi decisa.
“Okay micetta.” Disse mettendosi il giacchetto.
“NON CHIAMARMI MICETTA!!” Urlai offesa.
“Sai che non lo farò mai.” Disse divertito.
Sorrisi.
“Sei pazza.” Disse mettendosi il berretto.
“NON E’ VERO!!” urlai scoppiando a piangere di nuovo.
Thomas sorrise rimettenosi inginocchiato e mi prese una mano.
“Ssch amore mio.” Sussurrò dandomi un piccolo bacio sulle labbra.
“Mi hai offeso.” Sussurrai piangendo.
“Non ti ho offeso.” Disse calmo.
“SI INVECE!! MI  HAI CHIAMATO SCEMA!!” Urlai singhiozzando.
“Per scherzo amore mio.” Disse dolcemente accarezzandomi una guancia.
Lo guardai male.
“VOGLIO LA CIAMBELLA!!” Urlai.
Sorrise mettendomi le mani sulle spalle.
“Vado a vedere se qualche negozio è ancora aperto.” Disse alzandosi.
“Non mi tradisci, vero?” chiesi tirando su con il naso.
“Certo che si, vado a tradirti con la signora del bar qui vicino.” Disse divertito.
Gli tirai un cuscino in faccia.
“STRONZO!!” dissi piangendo.
“Stavo scherzando.” Disse ridendo.
“MI TRADISCI CON UNA DI 50 ANNI!?!” Urlai piangendo.
Thomas scoppiò a ridere.
“Spero davvero tu stia scherzando micetta.” Disse.
“No.” Dissi sbuffando asciugandomi le lacrime.
Thomas smise di ridere e si inginocchiò di nuovo.
“Amore vado a comprarti le cose.” Disse baciandomi.
“Non andare con la commessa.” Sussurrai approfondendo il bacio.
“Okay, starò lontano dalla sua bellezza.” Disse ridendo.
Sorrisi.
Lui si alzò.
“Torno subito.” Disse facendomi l’occhiolino.
“Okay.” Dissi sorridendo.
Lui sorrise dolcemente e andò via.


ANGOLO AUTRICE:
SONO ANCORA VIVA!!!
MI DISPIACE COSI’ TANTO PER QUESTO ENORME RITARDO CHE HO FATTO!!
Avevo detto che avrei aggiornato al più presto e invece no, mi dispiace L
Però come ho detto anche nell’altro capitolo … essendo rimasti pochi giorni di scuola, mi sto impegnando più del previsto per recuperare le materie che ho con il 5.
Vi avevo anche detto che sarebbe stato un capitolo lungo, ma non sapevo come farlo continuare … spero che possiate perdonarmi…
Appena finirà la scuola, vi prometto che farò capitoli lunghissimi *-*
Ora vado, sennò l’angolo autrice diventa più lungo del capitolo stesso hahahah!!
SCIAO!!!
 

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Capitolo 50
*** Ciambelle ***


Pov Thomas:
Fermai la macchina davanti ad una pasticceria e guardai dentro.
Le luci erano ancora accese, così scesi dalla macchina e corsi verso l’entrata.
Bussai piano.
Nessuno venne ad aprire.
Sospirai prendendo il cellulare e chiamai Alyson per darli la brutta notizia.
Mi avrebbe ucciso.
“Ehi orsacchiotto.”
“Ehi micetta, devo darti una brutta notizia.” Dissi sospirando.
“Che mi hai tradito con la commessa?” chiese spaventata.
Scoppiai a ridere e dissi:
“No stupida, non ti tradisco con la commessa.”
“Allora che?” chiese confusa.
“Il negozio è chiuso.” Dissi bussando di nuovo e guardando dentro.
Lei sbuffò.
“Stai scherzando, vero?” chiese.
“No, non mi apre nessuno.” Ammisi.
“Che palle, ma io volevo le ciambelle.” Disse sospirando.
“Lo so micetta, ma posso prendertele domani.” Dissi bussando di nuovo.
Non veniva ad aprire nessuno.
“Thomas?” sussurrò la mia ragazza.
Sorrisi.
“Dimmi micetta.”
“Voglio le ciambelle e lo yoyo.” Sussurrò piano.
“Lo so micetta.” Dissi dolcemente.
“Cerca un altro negozio, voglio le ciambelle.” Disse teneramente.
Sorrisi di nuovo.
“Cercherò un altro negozio, anche se sarà tutto chiuso.” Dissi teneramente.
“Ti amo.” Disse teneramente senza motivo.
Mi morsi il labbro.
“Ti amo anche io.” Sussurrai staccando.
Bussai di nuovo, volevo fare un ultimo tentativo.
Una signora mi guardò da dietro la porta.
Feci ciao con la mano.
“Scusi, può aprire un secondo?” chiesi.
Lei sbuffò aprendo un pochino la porta.
“Ehi ciao signora, menomale che siete ancora aperti.” Dissi sorridendo alla commessa.
“Stavamo chiudendo.” Disse la commessa sbuffando.
Sfoderai il mio sorriso più tenero e sussurrai:
“La prego, è una questione di vita o di morte. La mia ragazza è incinta e ha voglia di ciambelle.” La commessa mi sorrise teneramente e poi sussurrò:
“A me dovrebbe fregare qualcosa?”
Deglutii.
Non aveva abboccato al mio sorriso.
Stavo perdendo i colpi.
Sorrisi di nuovo.
“No, però … io amo la mia ragazza e ho fatto tutto a corsa. Per favore.”
Lei sbuffò aprendo la porta e andò dietro al bancone.
Entrai dentro e un odore di ciambelle mi invase le narici.
“Dimmi solo una cosa ragazzino …”
“Dica.” Dissi confuso.
“Come le vuoi le ciambelle?” Chiese prendendo un sacchettino.
Sorrisi.
“5 alla crema e 5 alla nutella.” Dissi prendendo il portafoglio.
“Cavolo, quanti figli aspetta?” chiese ridendo e prendendo le ciambelle che avevo detto.
Scoppiaia a ridere.
“Penso solo uno.” Ammisi.
“Dovrebbero esistere molti più ragazzi come te, siete in via di estinsione.” Disse la commessa dandomi il sacchettino.
Ero imbarazzato.
“Esistono, ma sono tutti già presi dalle ragazze in via di esinsione. Dobbiamo completarci a vicenda.”
Lei mi sorrise.
“Che bravo ragazzo che sei. La tua ragazza è molto fortunata ad averti.”
Sorrisi.
Quei complimenti mi facevano arrossire.
“Quanto le devo?”
“Vuoi solo questi?”
Scossi la testa e sussurrai:
“Anche uno yoyo.”
“Uno yoyo, per chi?” chiese confusa.
“Per la mia ragazza.” Dissi sorridendo.
Lei mi guardò confusa.
“Ma quanti anni ha questa ragazza? Hai messo incinta una di 12 anni per caso?” domandò disgustata.
Scossi la testa impaurito.
Quella donna faceva paura quando urlava.
“Ne ha 18.”
Lei sorrise.
“Che carina, hai una foto?”
Annuii piano prendendo la foto che avevo nel portafoglio e la appoggiai sul bancone.
Era peggio di Alyson.
Aveva una doppia personalità come la mia ragazza.
“Ma come è bella questa ragazza.”
Sorrisi annuendo.
“Si, è bellissima.” Ammisi.
“Fate una bella coppia.” Disse dolcemente.
“Grazie mille signora.” Dissi facendo un piccolo sorriso imbarazzato.
Prese una scatola e la aprì.
C’erano yoyo di tutti i tipi.
Presi uno yoyo di Frozen sorridendo.
“Lei ama Frozen.”
“Prendi quello?” chiese sorridendomi.
Annuii.
“Prendo le 10 ciambelle e questo yoyo.” Dissi prendendo la fotografia e mettendomela di nuovo nel portafoglio.
Lei annuì.
“Sono 16 euro.”
Sgranai gli occhi.
“Wow.” Dissi dandoli 16 euro.
“Sono delle ciambelle buonissime mio caro ragazzo.”
Sorrisi.
“Alla mia ragazza piacciono molto i dolci.”
Lei mi sorrise.
“Mi ha fatto piacere conoscerti, spero che tu ritorni con la tua ragazza.”
“Certamente, è stato un piacere anche per me.” Ammisi uscendo.


Angolo Autrice:
Ed eccomi di nuovo qua, scusate per il ritardo L
Per adesso sono ancora viva, fino alla fine della scuola sono viva e vegeta … Ma se mi bocciano non lo sarò per molto tempo … Se invece mi rimandano, cosa che spero davvero con tutto il mio cuore cercherò di aggiornare, ve lo prometto.
Non so cosa dire su questo capitolo, mi scuso se è corto … però cercate di capirmi …
ora vado a studiare per Psicologia, perché mi interroga e voglio prendere un bel voto per alzare un po’ la media J
Ciao!!!

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Capitolo 51
*** La scommessa. ***


Pov Alyson:
Mi coprii con la mia copertina.
Cominciai a mangiare i pop- corn accarezzandomi la pancia.
“Come stai?” chiesi teneramente.
Volevo sapere se era maschio o femmina.
Guardai l’orario, erano le 22.50.
Thomas era ancora fuori.
Odiavo quando era fuori senza di me.
‘Sei stata tu a dire che volevi le ciambelle.’ Disse la mia coscienza.
Sbuffai non ascoltandola.
Odiavo quando aveva ragione.
Presi il mio telefono e lo chiamai, non mi rispondeva e fuori aveva cominciato a diluviare.
Avevo paura dei tuoni.
‘Hai 18 anni e hai paura dei tuoni?’ chiese la mia stupida coscienza.
“Non ho paura dei tuoni.” Mentii deglutendo.
Il mio cellulare cominciò a vibrare.
Saltai in aria rispondendo.
“P … pronto?” sussurrai spaventata.
“Ehi.” Disse Alex tutto felice.
Sorrisi.
“Ehi Alex come va?” chiesi.
“Tutto bene, a te?” domandò ridendo.
“Tutto bene.” Ammisi un po’ impaurita.
“Ora vado, il mio ragazzo mi vuole nel letto.” Disse maliziosamente.
Scoppiai a ridere.
“Non mi interessa.” Ammisi.
“Ciao e divertiti.” Disse staccando.
Sentii la porta aprirsi.
Mi girai di scatto e vidi il mio bellissimo ragazzo.
Sorrise chiudendo la porta.
“Eccomi micetta.” Disse levandosi il berretto e il giacchetto.
Mi alzai e gli saltai addosso.
“Mi sei mancato.” Ammisi baciandolo.
“Dovrei uscire molto più spesso allora per comprarti delle cose, se il ringraziamento è questo.” Sussurrò teneramente approfondendo il bacio.
Mi accarezzò i capelli.
“Perché ci hai messo così tanto?” chiesi staccandomi da lui.
“Ho dovuto fare sesso con la commessa micetta, non sai quanto era brava a letto.” Disse ridendo.
Gli tirai uno schiaffo.
“Non scherzare Thomas.”
“Cosa c’è?” chiese provocandomi.
“Non mi provocare Thomas.” Sussurrai sbuffando.
“Non ti sto provocando micetta.” Rispose serio.
Strinsi i pugni.
“HAI DAVVERO SCOPATO CON UNA COMMESSA?!?” Urlai.
Non ci credevo, ma voleva il gioco duro.
“Oh si certo, era davvero brava sul bancone.” Rispose provocandomi ancora di più.
Nascosi un sorriso e cercai di fare la seria.
“MI FAI SCHIFO THOMAS!! TI SEI SCOPATO UNA DONNA SU UN BANCONE?!?” urlai.
“Oh si, è stato davvero bello. Penso di averla messa incinta. Resterò con lei.” Rispose sorridendomi.
Lo guardai male.
Sapevo che stava scherzando, però mi dava lo stesso noia.
Thomas era solo e soltanto MIO.
“Credi davvero che lo abbia fatto?” chiese inarcando le sopracciglia.
“No.” Sussurrai felice.
“Mmm, volevi giocare?” chiese divertito.
“Si, mi piace giocare cvon te.” sussurrai provocandolo.
“Non sai quanto a me.” Sussurrò maliziosamente.
“Sei un porco.” Sussurrai mordendomi il labbro inferiore.
Lui sorrise prendendomi per un polso.
“Amore mio sai che ti amo più della mia stessa vita.?” Sussurrò dandomi un bacio sulle labbra.
Sorrisi.
“Lo so e vale lo stesso per me Thomas.” Sussurrai mordendoli il labbro inferiore.
Gemette.
“Mi piace che mi dici che mi ami.” Sussurrò leccandomi le labbra.
“Mi piace sentire che me lo dici anche tu.” Ammisi teneramente.
Sorrise di nuovo abbracciandomi.
“Ti amo.” Sussurrò piano.
“Ti amo anche io.” Ammisi baciandoli il petto.
“Ecco qui le tue ciambelle e il tuo yoyo.” Disse dandomi una busta.
Sorrisi come una bambina prendendo la busta e andai a sedermi sul divano.
presi una ciambella e cominciai a mangiarla.
“Sei una mangiona amore mio.” Disse Thomas mettendosi a sedere accanto a me.
“Metti colpa delle stelle?” Chiesi dandoli una ciambella.
Sorrise annuendo.
Prese la ciambella e si alzò dal divano.
Mise colpa delle stelle e io presi un'altra ciambella.
“Thomas?” sussurrai mangiando.
Lui si girò confuso.
“Dimmi micetta.”
“Sei bellissimo, ma spostati dalla televisione perché  Ansel  è molto più topo.”
Scoppiò a ridere come un cretino venendomi incontro.
“Anche la protagonista è molto più topa.” Disse provocandomi.
Sorrisi.
Lo sapevo che lo avrebbe detto, anche se non ne aveva tutti i torti.
Lei era di una bellezza allucinante.
Si mise a sedere mangiandosi un'altra ciambella.
Il film cominciò.
“Ma hai visto quanto son shipposi?” chiesi quasi urlando e stringendo una mano di Thomas.
“Sono carini assieme.” Disse sorridendo verso il televisore.
“Orsacchiotto?” sussurrai baciandoli il collo.
“Dimmi micetta.” Sussurrò confuso.
“Io scommetto che piangi.” Sussurrai al suo orecchio.
Scoppiò a ridere.
“Io che piango? Ma nemmeno morto.” Disse divertito.
“Scommettiamo?” chiesi porgendoli una mano.
Lui sorrise divertito prendendo il telecomando e stoppando il film.
“Cosa scommettiamo micetta?” chiese provocandomi.
“Se tu piangi, mi devi portare alle giostre e farmi fare tutti i giri che voglio e poi prendiamo una stanza e stiamo lì per una settimana.”
“Te lo scordi.” Disse sconvolto.
Lo guardai male.
“Babbano.” Risposi offesa.
Lui sospirò.
“Okay va bene, ma se non vinci e vinco io?” chiese incrociando le braccia.
“Mmm prendiamo un gatto.” Disse sorridendomi.
Lo guardai.
“Scherzi?” chiesi confusa.
“Non ti piacciono i gatti?” chiese confuso.
“Io li amo.” Risposi felice.
“Ecco, se vinco io ti farò felice lo stesso.” Rispose sorridendomi.
Lo baciai prendendo quel bellissimo viso perfetto e approfondimmo il bacio.

Angolo Autrice:
Eccomi di nuovo qua, scusatemi per il ritardo O.o
Mi dispiace se il capitolo è stracorto!!
Scusatemi!!
Non ho molto tempo, devo andare a cena sennò mia mamma sclera!!!
Cosa ne pensate della scommessa?
Chi vincerà?
CIAOO!!!

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Capitolo 52
*** Vinci o perdi. ***


Pov Thomas:
Sorrisi accarezzandoli quel viso perfetto.
Era così bella che metteva allegria.
Sorrise guardandomi negli occhi e mi accarezzò i capelli.
“Thomas?” sussurrò lei accoccolandosi a me.
“Dimmi micetta.” Dissi.
“Voglio prendere la patente.” Sussurrò guardandomi.
“Davvero?” chiesi confuso.
“Pensi che sia troppo stupida per prenderla?” Chiese offesa alzandosi.
Mi alzai dal divano e alzai le mani e sussurrai:
“Certo che no Alyson.”
“Eh allora?” chiese sbuffando.
“Beh, in queste condizioni mi sembra un po’ stupido.” Ammisi piano.
“Voglio fare solo teoria e quando partorisco la prenderò.” Disse guardandomi male.
“Okay va bene, domani andiamo e ti segni.” Dissi avvicinandomi a lei.
Lei sbuffò.
“Te credi che io sia troppo stupida per prendere la patente.” Disse spingendomi.
“Ma che cavolo dici? Non ho mai detto che sei stupida.” chiesi confuso.
“Non mi hai mai detto che sono stupida, ma lo pensi e sicuramente mi lascerai appena partorirò.” Disse prendendo la coperta di Frozen.
“Alyson la smetti? Sono ancora qua e non me ne vado per nessuna ragione al mondo. Questi sbalzi di umore mi fanno girare la testa, ma non ti lascio.” Ammisi avvicinandomi di nuovo a lei.
Lei indietreggiò.
“Sei un bugiardo, tu mi lascerai.” Disse ringhiando.
Mi passai una mano nei capelli e dissi:
“Alyson non ti libererai di me. Ti ho chiesto di sposarmi, voglio vivere la mia vita con te.”
Mi buttò la coperta in faccia.
“Me lo prometti?” chiese avvicinandosi.
“Certo che te lo prometto.” Ammisi dandoli un piccolo bacio sui capelli.
“Okay, mi fido.” Disse ridendo.
Mi misi a sedere sul divano e lei si mise di nuovo accanto a me.
“Scusami per questi sbalzi di umore.” Sussurrò sorridendo.
“Sei la mia ragazza e non ti abbandono.” Sussurrai teneramente.
“Lo so.” Disse piano.
Gli diedi un altro bacio e sussurrai:
“Micettina, ma non abbiamo ancora deciso il nome.”
“Hai ragione.” Disse sorridendo e posando una mano sulla sua pancia.
Sorrisi appoggiandone una mia mano sulla sua mano.
“Se è maschio vorrei chiamarlo Dario, come mio padre.” Sussurrò triste.
Con la mano libera gli accarezzai i capelli.
“Mi piacerebbe molto il nome Dario.” Ammisi piano.
“Davvero?” chiese e delle lacrime scivolarono sul suo viso.
“Certo micetta.” Ammisi dandoli un bacio sulla tempia e poi asciugai quelle lacrime.
Lei sorrise.
“Se è femmina vorrei chiamarla Kimberly.” Sussurrò guardandomi.
“Come tua madre.” Sussurrai felice.
“Se non ti va bene, li cambiamo.” Sussurrò piano.
“Certo che mi vanno bene micetta.” Ammisi accarezzandoli una guancia.
“Davvero?” chiese felice.
“Davvero.” Sussurrai teneramente baciandola di nuovo.
Lei sorrise.
“Pronta per perdere micetta?” chiesi ridendo.
“Thomas perderai tu.” Disse Alyson dandomi un altro piccolo bacio sulle labbra.
Scoppiai a ridere.
“Se contaci Alyson.” Dissi divertito.
“Ascoltami Thomas, io sono sicura che tu piangerai.” Disse provocandomi.
“Amore della mia vita, sicuramente non piango per un film.” Sussurrai divertito.
Lei mi accarezzò una guancia guardandomi negli occhi.
“Vogliamo davvero parlarne orsacchiotto?” chiese provocandomi.
“Ehm di cosa?” chiesi confuso.
Lei sorrise.
Mi diede un bacio sul collo.
“Hai pianto per Bambi.” Sussurrò piano.
“Beh … ero piccolo e poi Bambi fa piangere.” Dissi sulla difensiva.
Strinsi i pugni, ripensarci mi faceva stare di merda.
“E’ stato due mesi fa orsacchiotto, sicchè non dire cavolate.” Disse ridendo.
Mi grattai la testa imbarazzato.
“Ehm … “ cercai di dire, ma non mi veniva niente da dire.
Bambi faceva piangere.
“Poi vediamo un pochino, hai pianto per Nemo.” Disse facendo il due con le dita.
La guardai male e poi per provocarla sussurrai:
“Alle ragazze piace l’uomo che piange.”
Scoppiò a ridere di nuovo e sussurrò:
“Si okay, ma Nemo amore mio è Nemo.”
Sorrisi e sussurrai:
“Tu hai pianto per le Winx.”
“Beh ..” cercò di dire.
Scoppiai a ridere e sussurrai:
“E poi hai pianto anche per Frozen.”
“Okay okay, basta e guardiamoci colpa delle stelle.” Disse imbarazzata.
“Okay micetta.” Dissi ridendo.
______________________________________________________________________________________________
Il film finì, ma non avevo pianto.
Faceva piangere e qualche lacrima mi era scivolata.
“Ho vinto micetta.” Dissi asciugando le lacrime di Alyson.
Lei mi guardò male.
“Non vale, leggiti il libro.” Disse baciandomi.
“Amore mio ho vinto e tu hai perso.” Dissi facendoli l’occhiolino.
“Ma delle lacrime ti sono scese.” Disse sbuffando.
“Okay okay, se lo dici tu.” Dissi sorridendo.
Mi diede uno schiaffo sulla nuca e così scoppiai a ridere.
“Ti farò piangere.” Disse ringhiando.
“Ah si?” chiesi provocandola.
“Si, ti presto il libro e te lo leggi.” Disse alzandosi dal divano.
“E tu sei sicura che io pianga?” chiesi sorridendo.
Lei mi guardò male e poi prese un libro.
“Io ne sono sicura mio caro.” Disse avvicinandosi.
“Okay, ma per ora prendiamo un gatto. Domani appena ti sei iscritta a patente andiamo a prendere un gatto.” Dissi felice.
Sorrise mettendosi a sedere e mi porse il libro.
“Okay va bene, ma io ti lascio il libro qui.” Sussurrò baciandomi e appoggiando il libro sulle mie gambe.
“E vuoi scommettere?” chiesi approfondendo il bacio.
Mi morse il labbro inferiore e poi lo succhiò facendomi andare di matto.
“Si, voglio scommettere.” Sussurrò piano.
“E cosa?” chiesi eccitato.
“Se vinco io voglio la stessa cosa di prima.” Sussurrò torturandomi il labbro.
“Oh va bene.” Dissi chiudendo gli occhi.
Appoggiò una mano sulla patta dei miei jeans, così mugugnai.
“E tu cosa vuoi se vinci?” chiese staccandosi dal mio labbro inferiore e appoggiando le labbra sul mio collo.
Sorrisi eccitato muovendomi sul divano e la mano di Alyson si strusciò sulla patta dei jeans.
Mugugnai e sussurrai:
“Se vinco andiamo a Venezia.”
“Non mi piace Venezia.” Disse sbuffando.
“Ma non ci sei mai andata, è molto bella.” Ammisi piano.
“Tanto vinco io.” Disse ridendo e alzandosi dal divano.
Appoggiai una mano sulla mia patta dei jeans rialzata e guardai male Alyson.
“Vincerò io.” Dissi ridendo.

 
Angolo Autrice:
Ehilà, sono ancora viva!!
Mi dispiace per questo enorme ritardo, non ci sono scuse.
Ma non sapevo come fare questo capitolo, è stato difficile … anche perché non potevo far piangere Thomas *-*
Sarebbe stato troppo facile, no?
Ho voluto fare questo capitolo, anche perché ci sono sbalzi di umore e il nostro Thomas non sa che fare.
Spero che nonostante il capitolo sia venuto corto vi sia piaciuto.
Farò di tutto per fare un capitolo migliore e vi avverto, manca davvero poco alla fine della storia.
Mancheranno su per giù 10-15 capitoli o anche meno.
Alla prossima e grazie mille a tutti quelli che seguono questa storia.
Grazie mille, davvero.

 

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Capitolo 53
*** Àvviso. ***


Ehiiii ciao!! Mi dispiace un casino perché non sto aggiornando. Perdonatemi!!! Sono venuti i miei cugini dalla Calabria e sto sempre con loro :( Scusatemi. Torno a casa stanca morta :( Vi prometto che farò di tutto per aggiornare al più presto :)

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Capitolo 54
*** Avviso importante. ***


Non sono morta, ma in questi giorni ho molto da fare. Tra poco avrò l’esame di teoria per la patente e sto facendo tantissimi quiz e così non posso mai aggiornare. Mi scuso davvero tanto per questo contrattempo, ma vi prometto che aggiornerò al più presto. Scusate se non rispondo alle vostre recensioni, ma davvero non posso. Scusatemi vi prego!! Vi prometto che non ve ne pentirete. CIAO!!! Scusatemi ancora tanto :(

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Capitolo 55
*** Dammi un bacio. ***


Pov Alyson:
Sbadigliai e sentii le labbra di Thomas sulla mia fronte.
“Buongiorno micetta.” Sussurrò dolcemente.
Sorrisi.
“Buongiorno orsacchiotto.” Dissi aprendo gli occhi.
Thomas sorrise mettendosi a sedere sul letto.
“Ho finito il libro.” Disse dolcemente.
“L’hai già finito?” Chiesi sorridendo e poi mi stropicchiai gli occhi.
Lui annuì ridendo.
“Si amore.” Disse dolcemente.
Sorrisi mettendomi a sedere sul letto e Thomas mi strinse a se dandomi un bacio sulla tempia.
“E cosa ne pensi?” chiesi accocolandomi di più a lui.
Lui sorrise.
“Beh, il libro è tutta un’altra cosa. È davvero bello e ti lascia molte cose dentro.” Disse serio.
“Si, è vero.” Dissi ridendo e mettendomi seduta sul letto.
“Ma non ho pianto micetta.”
“Come no?” chiesi delusa.
“No amore mio.” Disse dandomi un bacio sulla punta del naso.
“Davvero?” chiesi per avere una conferma.
“Davvero.” Sussurò baciandomi.
“Me lo giuri?” chiesi accarezzandoli i capelli.
“Te lo giuro.” Disse sorridendo.
“Uffa, volevo che tu piangessi.” Dissi offesa.
Speravo davvero che piangesse.
Volevo che piangesse.
“Lo so amore mio, ma non ha funzionato.” Disse mettendosi seduto accanto a me e mi accarezzò la schiena.
Mi scostai e sussurrai triste:
“Sei uno stronzo di merda.”
“Pure?” chiese divertito.
“Si.” Dissi guardandolo male.
“E perché?” chiese con la faccina da cucciolo bastonato.
“Perché mi devi baciare la mattina.” Dissi ridendo.
Sorrise stampandomi un bacio sulle labbra.
“E’ mattina amore mio, ti ho portato la colazione.” Disse dandomi un sacchettino.
Guardai il sacchettino, era del mio bar preferito.
“Sei uscito?” chiesi afferrando il sacchettino.
“Si micetta.” Disse sdraiandosi sul letto.
“Con chi sei uscito?” chiesi fulminandolo con lo sguardo.
Lui mi guardò confuso.
“Da solo micetta.” Disse come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
“Mi hai tradito?” chiesi prendendo il cornetto e stringendolo in una mano.
Lui si mise a sedere di nuovo sul letto e mi prese il cornetto.
“Sei impazzita?” Chiese sospirando.
Lo guardai di nuovo male e lui si avvicinò alle mie labbra.
“Non ti tradirò, okay?” chiese stampandomi un bacio sulle labbra.
“Okay.” Sussurrai prendendo il cornetto e mangiandomelo.
“Non lo farò mai amore mio.” Sussurrò dolcemente.
Sorrisi.
“Ti amo.” Dissi dolcemente.
Thomas sorrise mettendomi una mano sulla pancia e sussurrò:
“Come sta oggi?”
Sorrisi felice.
“Ora che è insieme al suo papà sta benissimo,” dissi e lui mi diede un altro bacio sulle labbra.
Angolo Autrice:
haloa, non uccidetemi ma sto studiando come una pazza per l’esame di teoria della patente!! Non ho mai tempo per scrivere e nemmeno per aggiornare.
Mi dispiace, mi scuso per questo enorme ritardo e per questo capitolo che fa cagare pure la merda sciolta, perché non spiega un emerito nulla, ma spero che lo accettiate lo stesso anche se è davvero corto.
Cercherò di aggiornare il prima possibile, farò di tutto.
Scusate se non rispondo alle recensioni, lo farò appena avrò del tempo.
Grazie mille a tutte.
Prometto che cercherò di aggiornare <3

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