Se solo io, se solo tu, se solo noi

di _Hope98_
(/viewuser.php?uid=734614)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Lui. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Quando due persone si perdono è fatta. Un legame spezzato è irrecuperabile. Potrà trasformarsi in uno più bello o più brutto, ma non tornerà mai allo stato precedente. Il perdersi è diverso dal lasciarsi o dall'allontanarsi. Non è una scelta, è un qualcosa che capita, e spesso non si riesce a decifrarne il perché o peggio non esiste proprio. È come quando si ha in testa qualcosa e se non la si dice subito la si dimentica, e anche se se ne ricorda il concetto non si riesce a intenderlo come ciò che si pensò originariamente. Perdersi da fastidio. È un qualcosa che brucia dentro, fa male ai reni, alla gola, più di quando un qualcosa finisce. È diverso il perdere dei soldi dal finirli. Una cosa è spenderli per proprio conto, un'altra perderli e avere il pensiero fisso che qualcuno li possa aver usati al posto nostro. Così funziona in amore. È peggio perdere una persona e avere il tormento che qualcuno possa prendersene cura al posto proprio piuttosto che lasciarla andare. E forse il bello di questo gioco è proprio questo: alla fine di tutto capisci quanto ciò che possedevi e al quale magari non hai dato la giusta importanza, in realtà sia prezioso. Ogni volta che nella vita si perde qualcuno qualcosa dentro di noi si spezza e nel cercare di rimettere insieme tutti i pezzi ci si abbandona a se stessi costruendosi attorno una barriera impenetrabile. Questo l'ho imparato nel tempo a mie spese. Si, ci provi una, due, anche tre volte, ma alla fine lo capisci come funziona: ti accorgi che una cosa rotta non sarà mai uguale a come era prima e che un cuore spezzato non amerà con la stessa intensità, ti accorgi che a muovere i fili sono sempre le stesse mani, e che alla fine a rimetterci sei tu. Sempre tu. Solo tu. La cosa più brutta però è che ti accorgi di quando accade. Lo senti, lo vedi, assapori ogni amaro momento di quella separazione definitiva. E allora cambia tutto. Cambi tu. Diventi parte di quel congegno e l'unica cosa che fai è cercare la prossima vittima sperando di riuscire ad avere la meglio. Te ne cibi. Ne trai sostentamento. Che schema perfetto. Quasi una catena alimentare interminabile e infrangibile. E ti senti forte, ti senti per la prima volta in vita tua parte di qualcosa. Di un qualcosa di talmente grande che fai fatica ad uscirne.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Lui. ***


Camminavo lungo la riva deserta.
La bella stagione era finita da appena tre settimane e io già facevo il conto alla rovescia in attesa della prossima.
Se chiudo gli occhi riesco ancora a sentire il vento, il rumore delle onde e il profumo d'autunno di quel pomeriggio.
Passai ore seduta tra uno scoglio e un altro ascoltando la mia unica playlist.
Guardavo l'orizzonte incantata. Il cielo era di un rosa opaco, le onde si erano completamente placate e l'oceano davanti ai miei occhi pareva una lastra di vetro pronta a essere percorsa. 
Ogni tanto avevo la necessità di scappare, di allontanarmi dall'aria cattiva che circolava in casa per poter riflettere. Così acchiappavo il mio paravento rosso dall'appendiabiti dell'ingresso, l'iPod e partivo in quarta verso la spiaggia. 
So che può sembrar strano, ma quelle mura erano troppo piccole per poter contenere tutto ciò che mi passava per la testa. 
Ero sola, ma sentivo che lui era li, custodito nella parte più intima e fragile del mio corpo, lontano dall'immaginazione di chiunque altro.
Nessuno sapeva di noi, non in quella vita.
Lui era il principale motivo per il quale avevo bisogno di evadere,  era un qualcosa di troppo forte da tenere legato. Lui era quel tipo di "troppo" che fa impazzire chiunque gli giri intorno: troppo bello, troppo stronzo. 
Mentre io quella ragazza in grado di allontanare chiunque provasse ad avvicinarsi. Quel tipo di ragazza che scappando dalla sua vita si rifugiava in quella di altri.
Spesso quando mi è capitato di sognarlo mi sono svegliata nel cuore della notte con la paura che quel silenzio così profondo potesse crollarmi sopra, come se non avessi il diritto di conservare in una piccola parte del mio inconscio neppure il suo nome, come se fosse in realtà predestinato a qualcun'altra.
Eppure insieme diventavamo un'unica cosa. Forza e perfezione nello stesso istante. Bianco e nero. Luce e tenebre. Amore e odio. Amore. 
Noi eravamo come due atomi in cerca di stabilità. Una stabilità invisibile agli occhi di chiunque se non ai miei.
Lo sentivo sempre più vicino, ne potevo avvertire la presenza. 
Da un momento all'altro, dopo diciassette anni passati a rincorrerci, ci saremmo riuniti, finalmente. 
D'un tratto ecco che lo vidi. Dall'altra parte della lastra di vetro, mi veniva incontro. 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2950232