It's Christmas Time! [For nice and naughty]

di LadyPalma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chocolate&Marshmallows [EvilFire] ***
Capitolo 2: *** Hugs [SwanQueen + Henry] ***
Capitolo 3: *** Rudolf [SwanFire] ***
Capitolo 4: *** Ice-Skating [FrankenWolf] ***
Capitolo 5: *** Santa Claus [Snowing + Rumbelle] ***
Capitolo 6: *** Tree [Snow + Regina] ***
Capitolo 7: *** Mistletoe [CruelCricket] ***
Capitolo 8: *** Angel [Cora/Geppetto] ***



Capitolo 1
*** Chocolate&Marshmallows [EvilFire] ***


Its Christmas time! [For nice and naughty]

 

C- Chocolate&Marshmallows

[EvilFire]

 

 

Erano passati due mesi dal ritorno da Neverland, due mesi dalla proposta di Neal di vedersi alla locanda per un nuovo primo appuntamento, due mesi dal fallimento di quel tentativo. E dopo due mesi, mentre Emma aveva iniziato a uscire altrove con qualcun altro, lui continuava ancora ad andare tutti i giorni da Granny.

Tuttavia quel pomeriggio appariva diverso, non solo perché la signora Lucas e sua nipote stavano addobbando il locale in preparazione per il Natale, ma soprattutto perché quell’aria natalizia si era insinuata pian piano dentro di lui e non era una bella sensazione. Non gli era mai piaciuta come festa, perché è la festa della famiglia, della gioia, e durante tutti gli anni che aveva passato in differenti mondi, non aveva fatto altro invece che acuire il vuoto della sua solitudine. Quell’anno sembrava forse ancora più amaro; certo, stavolta non era fisicamente solo, aveva un figlio, un padre, Emma, ma tutte queste relazioni ai suoi occhi si rivelavano fragili,  compromesse, complicate.

“Che fai? Non la bevi?”

Neal spostò rapidamente lo sguardo dalla finestra quando udì quella voce a poca distanza da lui e la sua espressione da confusa divenne sorpresa quando si ritrovò davanti la famosa Regina Cattiva che lo fissava con un sopracciglio alzato e le mani incrociate al petto.

“La cioccolata… E’ più di un quarto d’ora che la ignori deliberatamente” continuò  lei non avendo ricevuto risposta, accennando con la testa alla tazza non più fumante.

L’uomo abbassò lo sguardo sulla bevanda e istintivamente posò le mani sulle due parti della ceramica. Era gelata, talmente gelata che forse tra poco sarebbe diventata un budino. Non lo ammise ad alta voce però, così come del resto non chiese neppure delucidazioni sull’attenta e sospetta osservazione della donna nei suoi confronti.

“E’ troppo dolce… Forse ho sbagliato a prenderla con tutti questi marshmallows…” rispose semplicemente alla fine, accennando un sorriso.

“Davvero? Eppure mi sembri il tipo di persona dai gusti dolciosi caramellosi” commentò lei con improvvisa ironia e anche una punta di acidità, a dispetto del significato evocato dagli aggettivi usati.

Neal aggrottò le sopracciglia e la guardò di nuovo, confuso. “E questo che vorrebbe dire?”

Per tutta risposta, Regina iniziò a ridacchiare leggermente. ‘Vuol dire che sembri un idiota e gli idioti sono fatti dizucchero, avrebbe voluto dire, ma invece si morse metaforicamente la lingua e scosse la testa, come per far cadere lì il discorso.

Poi, senza essere stata invitata, si avvicinò alla sedia opposta a quella su cui lui era seduto e si accomodò proprio di fronte a lui.  La stranezza di quel gesto tuttavia sembrò passare inosservata, anzi lui accennò un nuovo sorriso e spinse leggermente la tazza e il vassoietto dei marshmallows verso di lei.

“Assaggiala pure… Evidentemente è alla Regina Cattiva che piacciono le cose dolciose caramellose dopo tutto” la invitò esplicitamente in tono divertito.

La donna alzò gli occhi al cielo, fingendosi seccata, ma non si fece ripetere due volte quell’invito. Senza indugiare ulteriormente, afferrò uno dei marshmallow e lo lascio scivolare nella cioccolata calda – o meglio, a questo punto fredda.

Mmm” mormorò semplicemente, quando si ritrovò ad assaporare quel mix esplosivo di zucchero.

La verità è che il surplus di dolcezza di solito dava il voltastomaco anche a lei, ma in quel momento quell’abbraccio diabetico era una coccola a cui non voleva sfuggire, una consolazione di cui sentiva di avere bisogno.

“Puoi finirla tutta…” le disse Neal, osservando divertito e anche stranamente intenerito la scena.

“Se proprio insisti” replicò lei, accennando a sua volta un sorriso e allungando di nuovo la mano verso il vassoietto dimarshmallows.

Continuando a guardarla con  curiosità, Baelfire alzò il braccio per richiamare l’attenzione di Ruby e ordinò qualcosa anche per sé: un caffè. Caldo e amaro.

Condivisero il tempo necessario per quello spuntino e ne trascorsero insieme anche un po’ di più. Scambiarono qualche riflessione o qualche battuta ironica, ma per lo più restarono in silenzio ed entrambi sorrisero sinceramente e serenamente dopo tanto tempo. Sorrisero, non tanto per  la bontà del pasto o per un’effettiva allegria della conversazione, ma perché erano insieme e, contrariamente a presunte aspettative, a nessuno dei due il fatto sembrava dispiacere.

 

 

 

NDA:

Salve a tutti! Ecco la mia partecipazione al challenge di Natale creato da me medesima insieme a Angels4ever , Sarah AHS  e Lus479. Come avete notato, ho scelto di iniziare con una coppia crack (la EvilFire o QueenFire) su cui tra l’altro ho avuto modo di scrivere già qualche altra volta LoL. Spero che vi sia in qualche modo piaciuta e che vorrete seguirmi in questa piccola avventura che affronterà coppie e broship diverse! Mi farebbe piacere sapere le vostre opinioni:)

Per chiunque volesse partecipare al challenge, queste sono le regole:

1)Rispettare i prompt:

C-Chocolate&Marshmallows 
H-Hugs 
R-Rudolf
I-Ice Skating
T-Tree 
M-Mistletoe
A-Angel
S-SnowMan

2) In queste 9 one shot (o drabble), devono esserci obbligatoriamente una brotp, una coppia slash (o famslash), e una coppia crack. 

 

 

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Capitolo 2
*** Hugs [SwanQueen + Henry] ***


H- Hugs

[SwanQueen + Henry]

 

 

C’erano tante cose che Henry Mills amava del Natale: i dolci, la neve, i regali e soprattutto gli abbracci. Dopo aver passato dodici anni con il solo punto di riferimento della sua madre adottiva, adesso si ritrovava ad essere il baricentro di una precaria ma meravigliosa famiglia allargata; improvvisamente si ritrovava ad avere una mamma in più, un padre, tre (o forse quattro) nonni, il che significava avere più regali e più abbracci. Tuttavia, mentre se ne stava seduto con una tazza di cioccolato davanti osservando tutta la sua famiglia contribuire – ognuno a modo suo - a preparare gli ultimi dettagli per la festa di Natale a casa Charming, cresceva sempre più in lui la sensazione che qualcosa mancasse. Quando i suoi occhi si soffermarono un po’ a più lungo sulle sue due mamme, ne ebbe la piena conferma.

“Voglio un abbraccio” affermò d’un tratto alzandosi in piedi e muovendosi verso di loro.

Regina ed Emma smisero per un attimo di battibeccare sul menù e si voltarono quasi simultaneamente. Anche la loro successiva reazione fu la stessa: entrambe si avvicinarono rapidamente a lui e lo strinsero una da una parte e una dall’altra. Henry tuttavia si divincolò quasi subito e tornò a guardarle mentre un sorriso malandrino si andava disegnando sul suo volto.

“No, non voglio un abbraccio io. Quello che voglio è un abbraccio tra voi due

Un’espressione di pura sorpresa si disegnò sul volto di entrambe le donne, incapaci probabilmente di stabilire se la causa fosse l’assurdità della richiesta in sé o l’assoluta naturalezza con cui il ragazzino l’aveva avanzata. Nessuna delle due si mosse ad ogni modo, limitandosi a lanciarsi delle rapide, imbarazzate e imbarazzanti occhiate.

“Andiamo! E’ Natale!” invitò nuovamente il piccolo Mills con un sorriso incoraggiante.

Solo allora lo stato di shock in cui erano entrambe cadute sembrò ruppersi e, mentre Regina si lasciò andare ad una breve risata incredula, Emma la strinse tra le braccia improvvisamente.

La bionda non seppe spiegarsi come mai la stava stringendo così forte e così a lungo, né del resto perché la bruna stava rispondendo, contro ogni aspettativa, con la stessa intensità.

**

Emma non aveva fatto altro che pensare a quell’abbraccio e soprattutto alle sensazioni che aveva provato; si era sentita quasi scottata al contatto eppure avrebbe voluto che quel momento fosse durato per sempre. Ci aveva pensato quel giorno e anche il successivo e il pensiero ormai stava diventando un’ossessione. Forse fu per questo che quando la vide uscire dal portone di casa Charming a festeggiamenti conclusi, si alzò improvvisamente in piedi, troncando bruscamente una conversazione con Belle e sua madre.

“Regina!” la chiamò, per poi scendere rapidamente la rampa di scale e raggiungerla.

Regina ebbe appena il tempo di voltarsi che si ritrovò le labbra dello sceriffo incollate alle sue in un bacio che, sebbene improvvisato, si rivelò inaspettatamente privo di un qualsiasi imbarazzo e al contrario pieno di passione e reciproco desiderio. Fu il sindaco la prima a staccarsi, chiaramente non talmente vinta dal momento da riuscire a sopprimere la sua confusione. Tuttavia nella sua espressione non c’era solo confusione, c’era anche sorpresa, gioia e anche una strana traccia di divertimento.

“E questo cosa significa, Miss Swan?” le chiese, calcando ironicamente l’appellativo “Anche questo ti ha detto Henry di farlo?”

Fu il turno di Emma di apparire confusa, ma comprendendo il tono scherzoso dell’altra, un sorriso dolce e sollevato spuntò lentamente sul suo viso. Per un momento la sua mente volò a suo figlio, anzi a loro figlio, e sorrise forse anche di più; forse non era questo ciò che aveva in mente quando aveva espresso il desiderio di vederle abbracciate, ma era certa che in qualche modo quell’evoluzione nel loro rapporto non gli sarebbe dispiaciuta.

“E’ Natale, Regina…” sussurrò semplicemente alzando leggermente le spalle.

La stessa scusa usata da Henry. Una scusa banale e che di certo peccava di scarsa originalità.

Eppure parve funzionare, dato che per il secondo bacio fu Regina a prendere l’iniziativa.

 

 

NDA:

Finalmente la seconda breve one-shot! Ebbene sì, si tratta di una SwanQueen e mi ritrovo così a spuntare anche l’obbligo della femslash. Alla prossima!

 

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Capitolo 3
*** Rudolf [SwanFire] ***


R- Rudolf

[Swanfire]

 

 

“Allora, come mi sta?”

Le sopracciglia inarcate, gli occhi spalancati e almeno dieci secondi di silenzio furono la prevedibile reazione di Emma a quella domanda, ma ciò non spense affatto il sorriso sul volto di Neal, anzi sembrava avergli dato un incentivo in più. Infatti, alla ben familiare tuta rossa corredata di cappello, stivali e cinta, procedette ad indossare anche la barba finta e ad inforcare un paio di occhiali a mezza luna.

La bionda rimase semplicemente ad osservarlo, mentre lentamente una risata finì per sfuggire alle sue labbra. Fin da quando lui le aveva esposto il suo progetto di travestirsi da Babbo Natale, non si era mostrata entusiasta all’idea, ma adesso doveva ammettere che vederlo in questo stato non le dispiaceva. Le  faceva avvertire quel Natale più speciale di quanto già non fosse, la faceva sentire quasi in grado di recuperare tutti gli anni persi di festeggiamento, la faceva sentire in qualche modo contenta.

E poi, quella tuta non gli stava così male addosso in effetti.

“Sono davvero così tanto ridicolo?” chiese l’uomo, interpretando l’unico feedback che la sua fidanzata gli aveva dato.

Emma alzò semplicemente le spalle e gli rivolse un sorriso. “Tu veramente vuoi andare in giro per Storybrooke vestito così stanotte?”

“Certo!” rispose lui prontamente, riconfermando ancora l’intenzione che aveva espresso almeno già da una settimana “Regina è riuscita perfino a convincere Hook a vestirsi da elfo!”

L’aggiunta riuscì a strappare un’altra incredula risata alla donna, mentre nella sua mente facevano a gara la probabile immagine di una divertita Regina che obbligava un riluttante Killian a far parte di quella sceneggiata e quella futura dei due uomini a vagare travestiti per le strade innevate della città.

“E vediamo, io e Regina cosa dovremmo fare mentre i nostri uomini svolgono questa strabiliante impresa? Aspettare i regali davanti casa con due tazze di cioccolata calda in mano?” domandò leggermente ironica, continuando a mostrare ad ogni modo un po’ di scetticismo.

“Beh, Regina forse sì… Ma tu no!” fu l’enigmatica risposta, accompagnata da un sorriso malandrino.

Prima che lo sceriffo potesse chiedere spiegazioni, un simpatico frontino con due lunghe corna da renna apparve alla sua vista e fu presto posato, con delicatezza ma rapidità, tra i suoi capelli biondi.

“Tu, Emma, sarai la mia personale Rudolf!” esclamò Neal mostrando tutto il suo divertito entusiasmo.

“C-Che cosa?” domandò lei, stavolta ritrovandosi davvero completamente spiazzata.

“La mia Rudolf” ripetè lui annuendo convinto “Non preoccuparti, non ci sono solo le corna, mio padre dovrebbe avere in negozio un intero completo da renna…

Il suono di una nuova risata riempì la stanza, ma invece di ironia, divertimento o incredulità, l’emozione di cui era più densa sembrava essere puro terrore e anche un accenno di irritazione.

“No, non contate su di me, io non lo farò Neal… Perché non chiedi a mio padre, sono sicura che lui sarà fel-

“Vedrai, sarai incantevole” disse lui dolcemente, interrompendo quella concitata protesta, per poi posarle un leggero bacio sulle labbra.

, Emma sarebbe anche potuta essere incantevole, ma quel bacio di certo non era bastato per incantarla. Tuttavia, sebbene avesse provato a ribattere, le parole risultarono vane dato che l’uomo, ignorandola deliberatamente e avviandosi – ancora con indosso la divisa ufficiale da Babbo Natale – al piano inferiore.

“Dì la verità, fai tutto questo solo per non farmi un regalo di Natale, vero?” domandò allora lei alzando la voce per richiamare la sua attenzione, cercando di usare un tono fintamente offeso.

“Assolutamente sì!” replicò lui, accogliendo quello scherzo e voltandosi indietro per rivolgerle un occhiolino.

 Ma quando qualche minuto dopo, anche Emma scese in salotto, si ritrovò davanti qualcosa di inaspettato: sotto l’albero riccamente addobbato, tra i tanti pacchetti improvvisamente comparsi, molti portavano il suo nome. Solo allora un sorriso davvero felice comparve sulle sue labbra, ma forse se avesse prestato più attenzione, le sarebbe scesa anche una lacrima amara.

Perché quei pacchetti erano 12.

Come i Natali che non avevano trascorso insieme da quando si erano trovati.

 

 

NDA:

Sì lo so, il prompt avrebbe dovuto chiamare qualcosa di demenziale e invece nell’ultima parte sono caduta in un fluff da carie ahah Ma oggi è Natale, quindi il fluff è d’obbligo giusto? Poi con questa coppia è impossibile evitarlo! (Eh sì, anche l’accenno HookedQueen era impossibile da evitare *.*)

Ma bando alle ciance, con questa breve one-shot auguro un buon Natale a tutti!

Alla prossima con IceSkating (prometto che ci sarà qualche personaggio in più oltre Emma-Regina-Neal ahahah)

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Capitolo 4
*** Ice-Skating [FrankenWolf] ***


I- Ice-Skating

[FrankenWolf]

 

 

La verità è che dopo quell’intensa chiacchierata “da mostro a mostro”, tra Ruby e Whale non c’era stato alcun tipo di approccio; se si escludono ovviamente le visite della cameriera allo studio medico per conto della nonna, o quelle saltuarie del dottore alla locanda per un drink dopo l’orario di lavoro. Ci era voluto quasi un anno, due maledizioni e il congelamento della città, prima che finalmente Victor decidesse di invitarla ad uscire. Lei aveva accettato senza pensarci troppo, ma inevitabilmente lo aveva fatto senza troppo entusiasmo, anzi mostrando perfino un po’ di distacco.

Di certo, il ghiaccio tra loro che si era sgretolato con la loro intima conversazione aveva avuto modo di ricomporsi interamente nel tempo che era passato.

“Allora dove hai intenzione di portarmi?” chiese ritrovandoselo davanti la sera dell’incontro, e c’era anche una vena di irritazione nella voce.

Cappello, sciarpa, guanti: era costretta a muoversi come un pupazzo di neve, per non parlare degli inguardabili scarponi da neve che Granny l’aveva costretta ad indossare e che le facevano rimpiangere fortemente i suoi soliti tacchi vertiginosi. Ma se questo cambio di outfit non piaceva affatto a Ruby, il suo accompagnatore sembrò apprezzare molto, dato che restò a guardarla per qualche secondo con un sorriso a metà tra il dolce e il divertito.

“Fidati di me, andiamo” la invitò lui semplicemente afferrandole una mano guantata.

A dire il vero, lei non si fidava troppo, ma quali alternative aveva? La porta fu aperta e un’ondata di gelo invase per un attimo il locale, poi in quel gelo si ritrovarono immersi completamente. Un altro sospiro un po’ irritato uscì dalle labbra immancabilmente laccate di rossetto di Ruby. Certo amava la neve, ma c’erano a suo avviso periodi migliori di quello natalizio con due regine del ghiaccio a piede libero per un primo appuntamento. E davvero questo era il modo in cui doveva chiamare quell’uscita?

 Ad ogni modo nel breve tragitto che percorsero, si ritrovò a rischiare a perdere l’equilibrio più di una volta e a ringraziare il cielo per gli scarponi della nonna. Finché non si rese conto che doveva toglierseli in favore di un paio di pattini dall’aria instabile, perché il posto in cui giunsero fu proprio la pista da pattinaggio di Storybrooke.

E non erano neanche gli unici ad averci pensato. Tra i tanti c’erano ad esempio Emma e la sua nuova amica che pattinavano allegramente tenendosi per mano come se non avessero fatto altro per tutta la vita. Bè, forse per Elsa era davvero così.

“Ho pensato che la cosa potesse piacerti… Dato che stai sempre con quei pattini ai piedi per servire ai tavoli” le rivelò infilandosi a sua volta i pattini.

La donna avrebbe voluto fargli notare che non era esattamente la stessa cosa, ma scelse semplicemente di sorridere in risposta. Perché anche se non aveva idea di come muoversi sul ghiaccio, aveva sempre voluto provare e apprezzava tantissimo quell’idea. Dopo qualche minuto misero il primo piede sulla pista e si cimentarono in un primo giro cauto e lento in cui per controbilanciare l’insicurezza della ragazza, Whale mostrò di avere una discreta esperienza.

“Direi che te la stai cavando egregiamente come prima volta” si complimentò lui sorridendole incoraggiante “Che dici aumentiamo la velocità?”

La proposta fu accolta con un’espressione di scetticismo e leggera paura, ma anche di curiosità; fu proprio quest’emozione alla fine a vincere e così, ben presto, Ruby si ritrovò a staccarsi dal bordo e a seguirlo, assecondando i suoi movimenti più decisi.

“Forse stiamo esagerando troppo Dottor Whale… Potremmo ritrovarci con qualche ossa rotte…”

“E allora? Io sono un dottore ti ricordo…”

Stretta tra le sue braccia, Ruby sorrise divertita, finalmente in modo aperto e sincero a quella battuta, ma proprio in quel momento fu Whale – forse a colpa di quel sorriso – a perdere l’equilibrio. Nonostante i tentativi di riprendere controllo del suo corpo, finì nel giro di qualche secondo a terra e, come prevedibile, trascinò anche lei con lui.

Sorpresa, preoccupazione, una sgradevole sensazione di dolore per la caduta, un velo di imbarazzo per la posizione in cui si trovavano in quel momento.

E infine una bella, fresca risata.

Niente di rotto ma almeno il ghiaccio tra di loro si era definitivamente spezzato.

 

 

NDA:

A parte il fatto che non so quale problema io abbia perché l’80% delle mie storie finisce con sorrisi e risate (O.O), eccovi con un po’ di ritardo anche questa con un pairing che apprezzo molto ma su cui non ho mai scritto prima. Mi è piaciuto molto scriverla e spero che sia piaciuta anche a voi!

A presto (si spera xD) con  Santa Claus!

 

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Capitolo 5
*** Santa Claus [Snowing + Rumbelle] ***


S- Santa claus

[Snowing + Rumbelle]

 

 

 

 

You better watch out, you better no cry, la la la I’m telling you why…

Con questa, erano almeno già tre volte che David intonava il ritornello della famosa canzone natalizia, mentre indossava lo speciale outfit che aveva rimediato dopo un pomeriggio in giro per Storybrooke. Per fortuna che aveva un sacco di amici a cui rivolgersi. Snow non era affatto dispiaciuta – né per l’abbigliamento né per la canzone -, anzi lo osservava – e ascoltava – con un sorriso compiaciuto.

“Allora?” domandò improvvisamente il principe, voltandosi verso la moglie con un sorriso speranzoso.

Fece un giro su sé stesso per farsi guardare meglio, poi si prese qualche secondo per osservarsi egli stesso e si ritrovò intimamente a constatare con una punta di ironia che, se davanti a lui in quel momento ci fosse stato, invece di un banale specchio, quello di Regina, non avrebbe esitato a decretarlo il più bel Babbo Natale del reame.

“Cosa posso dire? In ogni occasione dimostri di essere il mio Charming…

Con quella piccola battuta dal sapore dolce, Mary Margaret palesò la sua vicinanza, attirando l’attenzione del suo principe. Fece qualche altro passo avanti, si lasciò stringere nella stoffa rossa e lasciò che l’eco della sua divertita risata si spegnesse in un romantico bacio.

Ma fu proprio in quel momento che si accorse che qualcosa mancava.

David… Non puoi essere un vero Babbo Natale senza la barba bianca!”

 

**

 

“E adesso con questa barba sei perfetto!” esclamò Belle, battendo le mani ed esortando il marito a guardarsi allo specchio.

Ma se la donna sembrava entusiasta all’idea, a Gold bastò una semplice occhiata al suo riflesso per non essere dello stesso avviso. Insomma, il più temuto stregone di tutti i tempi in divisa da perfetto Babbo Natale?

“Immagina Henry quanto sarà contento!” continuò lei con la voce ancora vibrante di infantile emozione “Ma sbaglio o tu ti stai già pentendo della scelta?” aggiunse però poco dopo un po’, non avendo ricevuto risposta.

Rumple alzò lo sguardo verso di lei e istintivamente sorrise nel sentire quella domanda. Era quasi assurdo come quella splendida giovane donna dal cuore d’oro riuscisse a capirlo con un solo sguardo. E fu in quel momento che decise di rimangiarsi qualsiasi forma di ripensamento. Avrebbe contribuito a rendere quel Natale magico per Henry, ma anche per Belle, anche a costo di cadere nel ridicolo di fronte al suo stesso specchio.

“Assolutamente no, dearie!” le disse infatti deciso.

Belle sorrise di nuovo semplicemente e, dopo avergli lanciato un’ultima occhiata, si allontanò canticchiando allegramente.

…Santa Claus is coming to town!”

 

**

 

La locanda era già quasi completamente piena quando l’auto di Gold occupò l’ultimo posto libero del parcheggio e i due coniugi Nolan attraversarono la strada in direzione della porta. Nonostante la pacifica e gioiosa atmosfera natalizia quell’incontro fortuito non fu molto piacevole; se le due donne infatti si mossero l’una verso l’altra per scambiarsi affettuosamente gli auguri, i due uomini restarono a guardarsi a distanza con un certo stupore e anche una nota di delusione, finchè l’irritazione esplose e la distanza si accorciò considerevolmente.

“Cosa credi di fare, Gold? Io ho intenzione di fare una sorpresa a mio nipote!” esclamò David, rompendo per prima quel silenzio carico di tensione.

Tuo nipote? Anche io sono suo nonno e francamente ho più diritto di te di fare questa sorpresa!” ribattè l’altro in un tono insolitamente nervoso.

“Ma per favore! A me non risulta che Babbo Natale sia un mago oscuro!”

“E a me invece non risulta che Babbo Natale abbia un passato da pastore usurpatore!”

A termine di quel reciproco affronto verbale, non passò molto tempo prima che entrambi decisero di passare ai fatti; non si seppe chi iniziò prima, ma in una questione di attimi Rumple si ritrovò senza barba e David senza cappello, per non parlare delle giacche sgualcite e degli stivali calpestati. Inevitabilmente la rissosa scena tra i due uomini e il vano tentativo delle due donne di porre pace tra loro, aveva attirato l’attenzione di tutti gli altri partecipanti alla fetsa di Natale che rapidamente si riversarono nella strada al grido di un insolitamente euforico Brontolo: “C’è una rissa!!”

E mentre alcuni come Neal e Regina ridevano sotto i baffi tifando silenziosamente per Rumple, o altri come Emma e Hook inneggiavano più esplicitamente per David, solamente Henry si fece sostanzialmente avanti con un’espressione a metà tra il confuso e il divertito.

“Nonni, potreste anche finirla. In ogni caso sono troppo cresciuto per queste cose!”

 

 

NDA:

Lo confesso ufficialmente: mi fumo anche l’impossibile ahah Non so come sia uscita fuori questa one-shot – che oltre a essere assurda, contiene anche due ship canon! – forse perché ieri facendo zapping mi è capitato di vedere la scazzottata tra Daniel e Mark in “Il diario di Bridget Jones” e ho pensato di adattarla per il challenge. Fatto sta che ho scritto anche il 5 prompt, con cui mi auguro di avervi strappato almeno una risata.

Alla prossima con Tree.

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Capitolo 6
*** Tree [Snow + Regina] ***


T- Tree

[Snow + Regina]

 

 

Due scatoloni semi-imballati a poca distanza dai suoi piedi e il sorriso smagliante di Mary Margaret: questi erano gli unici indizi che Regina aveva a disposizione per tentare di capire il motivo del caloroso invito a casa Charming. Certo, la visione dopo qualche secondo dell’abete spoglio all’angolo tra il divano e la finestra, rese l’indovinello meno interessante perché a conti fatti solo una poteva essere la giusta soluzione.

“Davvero vuoi che ti aiuti a preparare l’albero di Natale?”

La domanda era stata pronunciata con stupore e accompagnata da una risatina ironica che avrebbe scoraggiato qualsiasi persona dal continuare con il proposito. Chiunque, ma non Snow ovviamente. Con il sorriso ancora sulle labbra, si avvicinò semplicemente agli scatoloni, finì per aprirli del tutto e poi invitò l’altra donna a fare lo stesso. La risposta fu rappresentata da un’occhiata scettica e uno sbuffo seccato, ma alla fine l’ex Regina Cattiva si mosse e senza sapere esattamente lei stessa il motivo, forse spinta da semplice curiosità, si ritrovò a sbirciare negli scatoloni.

“Beh, posso capire i fiocchi di neve, ma mi spieghi cosa diavolo c’entra un timone con il Natale?” domandò ancora più perplessa, estraendo alcune palline dall’aria piuttosto insolita.

“Oh, ma neanche i fiocchi di neve sono per il Natale!” esclamò la figliastra con aria entusiasta, sfilandole dalle mani i due fiocchi e avvicinandosi all’albero per appenderli “Queste simboleggiano Elsa e Ingrid!” spiegò poi come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Beh, forse per lei lo era, ma l’espressione sul volto di Regina non era cambiata neppure di una virgola.

“E quindi questo cosa sarebbe? Un omaggio a Hook?”

Snow scosse la testa ridacchiando divertita a quella domanda e afferrò anche la pallina a forma di timone per posizionarla sui rami.

“Oh, no, questo è il principe Eric! Dovrebbe esserci una nave da qualche parte…

Quello strano gioco finì per durare quasi tutto il pomeriggio, al termine del quale gli scatoloni furono svuotati e l’abete si presentò ai loro occhi completamente addobbato. Da una piccola sirena a un grillo stilizzato, da una mela rossa a un cigno bianco, da un pugnale dall’aria famigliare a una tazzina dal bordo appositamente scheggiato: una confusione di simboli diversi si univano nei colori rosso e oro delle luci; potevano forse apparire come un’accozzaglia senza senso e invece erano semplicemente una fiaba immensa, infinita, ancora in parte da raccontare.

“Allora, adesso si può sapere cosa significa tutto questo?”

“Oh, Regina, ma non lo vedi?” domandò Snow, spostando lo sguardo dall’abete e muovendo qualche passo verso l’altra prendendole affettuosamente una mano “Questi siamo noi, tutti noi. Perché questo è il nostro Natale, il Natale di persone che forse si sono odiate, combattute, tradite, ingannate ma che nonostante tutto adesso fanno parte della stessa famiglia. E’ il Natale per tutti – per i buoni e per i cattivi

Regina normalmente avrebbe voluto fare qualche commento sarcastico e roteare gli occhi al cielo udendo un discorso simile, ma invece spontaneamente fece un’altra cosa. Strinse più forte la mano di Mary Margaret e le rivolse un sorriso sincero e quasi riconoscente. Il ricordo dei lontani Natali passati insieme nella Foresta Incantata si affacciò per un attimo nella sua mente, con un po’ di amarezza ma soprattutto una sensazione di sollievo. Quell’anno sarebbe stato diverso, non ci sarebbe stato nessun rancore nascosto, nessun dolore latente; quel Natale, dopo maledizioni, inseguimenti e mele avvelenate, loro due sarebbero state finalmente una famiglia.

Ma quell’attimo di tenerezza durò solo qualche istante e l’ironia alla fine giunse lo stesso.

“Manca la punta però… Potrei chiedere a Hook di prestarci l’uncino…

Dopo tutto, la pallina con la nave negli scatoloni non era stata trovata.

 

 

 

NDA:

E mentre molti staranno già smontando l’albero di Natale, Regina e Snow si ritrovano a prepararlo ahah Un altro prompt è stato spuntato e anche l’obbligo della broship! Diciamo che questo è un po’ il capitolo che dà un senso al titolo di tutta la storia, anche se a essere sinceri non ha molto senso ahah Anche qui non ho potuto evitare il piccolissimo forzato e inesistente accenno alla HookedQueen – che ci posso fare? **

Alla prossima con Mistletoe e torneremo al mio amato crack! Giuro solennemente di non avere CANON intenzioni *storpia il motto dei Malandrini senza ritegno*

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Capitolo 7
*** Mistletoe [CruelCricket] ***


m- mistletoe

[CruelCricket]

 

 

 

Non lo avrebbe probabilmente mai ammesso ad alta voce, ma anche Archie nel periodo natalizio si lasciava andare a certe fantasticherie; come molti bramava i diversi dolci caratteristici, come molti aspettava impaziente per la neve e come molti indugiava spesso al pensiero di un romantico bacio sotto il vischio. Tuttavia quell’anno solo l’eccesso di zuccheri era rimasto come gioia segreta, mentre un’altra distrazione si era imposta nella sua vita: l’attività improvvisata da cantautore.

Non era stata una cosa premeditata, gli era bastato incontrare da vicino la famigerata Crudelia De Mon e avere con lei una specie di diverbio che un motivetto si era materializzato come per magia nella sua mente; poi una volta Granny lo aveva sentito e, divertita all’idea, lo aveva invitato a riprodurre quella musica nel suo locale mettendogli a disposizione un pianoforte mezzo malmesso e impolverato. Certo, non era il nuovo Neil Young, ma aveva incontrato il favore entusiasta di Pongo ed era riuscito anche a strappare una risata genuina sia a Belle che a Regina, nonostante la brutta situazione sentimentale che entrambe stavano vivendo.

Crudelia De Mon, Crudelia De Mon, farebbe paura perfino a un leon… E’ più letale lei di uno scorpion, Crudelia Crudelia De Mon…

Granny ebbe la buona accortezza di fargli finire la frase e poi spronò Archie ad allontanarsi dal pianoforte, confermando con quell’avvertimento l’improvviso abbaiare di un insolitamente irrequieto Pongo. Qualche secondo dopo si udì il rombo impazzito di un motore e una inconfondibile Panther De Ville si materializzò davanti al locale, rischiando di rompere la vetrata.

Crudelia era arrivata.

 

**

 

Era stato un ingresso abbastanza glaciale e l’accoglienza non era stata migliore; il ringhio del dalmata, un mezzo saluto da parte di Regina e la doverosa richiesta della Signora Lucas su qualche possibile ordinazione fu tutto ciò che ottenne, ma Crudelia non era di certo lì per fare uno spuntino pomeridiano. Ignorando deliberatamente tutti i presenti, si diresse a passo spedito verso il dottore e lo invitò con finta cordialità a scambiare qualche parola in privato, mostrando un insolito autocontrollo. Archie si alzò lentamente, deglutì vistosamente, ma tuttavia riuscì a mettere su un mezzo sorriso e a seguirla fuori dal locale.

“Così si è messo a fare il cantautore eh? Forse dovrei ringraziarla per la popolarità che ho ottenuto…” sbraitò la donna una volta che la porta fu chiusa.

Ecco finalmente la sua vera essenza. Ecco le urla, gli occhi verdi colmi di irritazione e il lungo bocchino rosso che emanava un fumo intossicante. Il sorriso dell’uomo non si spense, ma si fece più incerto e si ritrovò a deglutire di nuovo, mentre istintivamente lanciò un’occhiata all’interno del locale. Fu sollevato nel vedere che Granny stava seguendo con lo sguardo la situazione: confidava che, non trattandosi di una creatura magica in fondo, una balestra sarebbe potuta bastare a neutralizzarla.

“Signora De Mon, si tratta solamente di un gioco… Faccia conto che lei mi ha ispirato…” rispose finalmente, ridacchiando nervosamente nell’aggiungere l’ultima parte.

Tuttavia la donna non si unì alla risata, scosse la testa con aria seccata e prese un altro respiro dal bocchino.

“Lei è un imbecille, dottor Hopper!” esclamò poi, soffiando direttamente il fumo sul volto dell’uomo “Quel mostro inuman, crudele vampir Ma davvero? E lei sarebbe l’icona della coscienza?”

“No, signora De Mon, le ripeto che si tratta solamente di un gioco… Se lei volesse parlare con me, io sarei disponibile a-“

“A cosa? Io non ho bisogno di uno strizzacervelli!” lo interruppe lei immediatamente con la stessa veemenza “Io faccio semplicemente quello che voglio quando lo voglio e perché lo voglio. Fine della storia.”

L’ultima frase era stata pronunciata quasi in un sibilo e le pupille verdi che lo fissavano in quel momento erano più da serpente che da “felino predator”. Si concesse qualche secondo di silenzio per pensare a cosa rispondere a quella esplicita dichiarazione di amoralità, ma proprio quel temporeggiamento si rivelò fatale. Prima di poter avere l’occasione di parlare, Archie si ritrovò infatti ad avere una dimostrazione delle parole della donna. Il suo corpo arrivò a sfiorare la pelliccia, gli enigmatici occhi verdi si fecero sempre più vicini e le labbra di Crudelia furono sulle sue con una dolcezza del tutto insospettabile.

“Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato baciare uno dai capelli rossi…” mormorò con un sorrisetto divertito, prima di dargli le spalle e incominciare ad allontanarsi.

Il dottor Hopper restò immobile, sconvolto e ci volle un po’ prima che si accorse della presenza del vischio sulla sua testa. La familiare auto rossa era già sfrecciata via, quando un sorriso divertito spuntò anche sul volto dell’uomo.

Aveva spesso immaginato di baciare qualcuno sotto il vischio.

Ma mai aveva sospettato che quel bacio avrebbe avuto il sapore di crudeltà e tabacco.

 

 

 

NDA:

Vi avevo promesso del crack e del crack avete avuto (anche se sinceramente io mi aspetto di vederli Canon). La Cruel Cricket (posso chiamarla così la ship?) mi affascina tantissimo, anche perché Archie è chiaramente Rudy di La carica dei 101. A questa versioine, fa riferimento infatti l’utilizzo nella one-shot del celebre motivetto e anche l’appellativo di “imbecille” che si becca ahahah Nello show mi farebbe piacere vedere di più Archie e non vedo l’ora di conoscere di più Crudelia! Ad ogni modo, spero che vi sia piaciuto l’insolito accoppiamento xD

Alla prossima con Angel Altro crack in arrivo ;)

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Capitolo 8
*** Angel [Cora/Geppetto] ***


  a- aNGEL

[Cora/Geppetto]

 

 

 

Avere di nuovo un cuore che batteva nel petto era una sensazione cui Cora ancora riusciva del tutto ad abituarsi, nonostante fossero ormai passati già alcuni mesi. Non era semplicemente il fatto di sentire un muscolo pulsare dentro il proprio petto, un cuore implicava qualcosa di più: soffrire per le colpe del passato, sperare per il futuro e vivere intensamente ogni istante del presente. La dimensione del tempo filtrata attraverso le emozioni era qualcosa che lei aveva dimenticato del tutto, così come aveva dimenticato l’accelerazione dei battiti che inevitabilmente si ritrovava più volte a provare; temeva per un attacco cardiaco ogni volta che sua figlia la abbracciava oppure che il suo nipote acquisito le esprimeva il proprio affetto.

Una sensazione simile gliela davano anche gli sguardi del falegname della città, per esempio. Ma tuttavia, si trattava di un rischio che le piaceva, un infarto che ricercava, altrimenti non si sarebbe spiegato come, a dispetto di quel presunto malessere, passasse sempre più tempo nella bottega dell’uomo. Anche se quel giorno a dire il vero una scusa ce l’aveva, una scusa che portava il nome di “regalo di Natale”; non ne sapeva molto in proposito, ma quando si ritrovò tra le mani una scatolina verde con un fiocco rosso, ebbe la certezza che un altro microinfarto sarebbe arrivato.

Sciolse il fiocco con lentezza, sollevò il coperchio e quello che apparve ai suoi occhi fu una piccola creazione di legno a forma di angelo. Non le venne nessun infarto, ma quasi istintivamente le lacrime si formarono nei suoi occhi, mentre le labbra si curvarono in un sorriso a metà tra l’amaro e il divertito.

“E’ davvero bellissimo… Ma credo che un soggetto del genere dovresti regalarlo a qualcun altro”

Geppetto non sembrò sorpreso a quell’iniziale rifiuto, anzi forse se l’era aspettato benissimo, per questo la sua reazione non si fece attendere. Prontamente, le bloccò la mano prima che potesse richiudere la scatola e le rivolse un sorriso dolce e comprensivo.

“Io invece l’ho creato pensando proprio a te, Cora

La frase fece d’istinto trasformare il sorriso della donna in una vera e propria risatina amara.

, allora avresti dovuto mettere le corna al posto dell’aureola… Posso essere tutto tranne che un angelo io”

“Hai ragione, non sei un angelo” concordò allora lui, annuendo con fare pensieroso “Non rappresenta quello che sei, ma quello che saresti potuta essere se le tue scelte fossero state diverse e che puoi ancora essere, se le tue scelte da oggi in poi saranno migliori” continuò, afferrandole dolcemente una mano e mostrando quella premura che fin dal loro primo incontro aveva voluto riservare “Per esempio potresti scegliere di venire ad un appuntamento ufficiale con me… Questa sì che sarebbe una buona scelta” aggiunse, in tono vagamente divertito.

Cora ridacchiò di nuovo, stavolta con allegria, e fu in quel momento che la tachicardia tornò a farsi sentire.

“Geppetto, mio caro Geppetto… Nessuno ti ha avvisato che potrei rubarti il cuore e chiuderlo in un cassetto?” scherzò con un tono fintamente crudele, nel tentativo però di fare luce su una reale difficoltà su una loro possibile relazione.

“Oh, temo che per quello sia troppo tardi…” rispose lui però, confermando la sua dolcezza e le sue intenzioni.

Si guardarono negli occhi per qualche secondo: due mezzi sorrisi quasi imbarazzati sul volto di entrambi e un’aria emozionata che trapelava nelle loro espressioni che li facevano quasi sembrare due ragazzini. Fu la donna a rompere improvvisamente l’incanto; richiuse con accortezza la scatolina e gli rivolse un ultimo sorriso, prima di manifestare la sua intenzione di lasciare il negozio.

“Vada per stasera alle otto” confermò però prima di andare definitivamente “Mi raccomando non da Granny, che mi sembra abbastanza gelosa del nostro rapporto”

Con un’ ultima risata in merito all’immagine di un ipotetico triangolo amoroso, i due si salutarono definitivamente e Cora si ritrovò in strada con un sorriso sulle labbra, sincero e autentico che non sembrava accennare a voler sparire. Prima di iniziare il tragitto verso casa Mills, si prese però qualche secondo per riguardare di nuovo quell’angelo di legno ed era assurdo come la nuova visione di quell’oggetto si riempisse di un intenso significato.

Era il simbolo che aveva ancora l’opportunità di essere felice e di amare qualcuno, stavolta per davvero.

Perché Geppetto era davvero bravo a costruire oggetti.

E forse sarebbe stato bravo anche a ricostruire il suo cuore.

 

 

 

NDA:

Si continua sulla scia del crack e siamo arrivati (per fortuna vostra!) al penultimo prompt! Credo che qualche spiegazione per la coppia assurda sia doverosa, ma mi limiterò a dire che avrei voluto vedere una Cora con la piena facoltà di amare in giro per Storybrooke e credo anche che Geppetto sarebbe potuto essere un valido candidato per un’ipotetica storia d’amore. E poi, relativamente al prompt, un angelo di legno creato da Geppetto mi è sembrata una buona idea ahaha

Alal prossima con l’ultimo appuntamento, Snowman.

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