... vendetta sofferta
Certo che quando ci si
metteva sapeva essere più odioso del solito! Prima lo provocava e poi si tirava
indietro. Non era la prima volta che gli faceva quello scherzetto. Una volta
per colpa della cena, un’altra perché era tardi, un’altra perché si doveva attraccare,
e ora per quell’idiota di un cyborg! Ma questa volta non gliel’avrebbe fatta
passare liscia.
Non avevano mai parlato
del loro rapporto, ma non serviva. Quello stupido cuoco doveva sapere che era
più di qualche scopata che li legava. Eppure sembrava che con lui volesse solo
giocare... Ok, forse non si era ancora reso conto di quanto Roronoa Zoro fosse
un giocatore difficile! Ora ci voleva solo un bel bagno caldo e poi a cena...
si la sua bella cena... quel cuoco aveva i minuti contati.
- Merda – la cravatta di
Sanji proprio non voleva annodarsi. Le mani gli tremavano per l’agitazione di
prima, e un po’ perché non vedeva l’ora di chiarire con Zoro. Finalmente riuscì
a legarsela alla meglio.
Si sistemò i capelli
davanti lo specchio.
- Sei un idiota! – non
riuscì a non dirselo. Anche stavolta aveva lasciato che il resto influisse su
loro due. Avevano trovato finalmente due minuti in santa pace... Sì, forse Zoro
aveva ragione, bastava menare una scusa qualsiasi e Franky l’avrebbe bevuta, ma
era anche vero che Zoro era anche colui che ad ogni problema, trovava la
soluzione nel verbo “affettare”....
Inutile ingegnarsi la
testa, ormai il dato era tratto. Doveva solo inventarsi una balla alla svelta
prima che il carpentiere tornasse da lui. Un’ ultima sistemata e uscì dal
bagno.
Pochi passi dopo vide
Franky correre verso di lui. Era pronto a fermare qualsiasi tipo di attacco ma
il cyborg lo scansò velocemente catapultandosi in bagno e chiudendo la porta
salutandolo con un amichevole ‘levati idiota’.
Sanji fu sollevato, meglio così. Non gli andava di inventare sempre una balla
sull’altra, e poi aveva avuto la sensazione che i suoi compagni un po’ se ne
fossero accorti del rapporto che c’era fra lui e quello zuccone di uno
spadaccino. Robin con tutte quelle allusioni gli aveva quasi dato la conferma.
Mah... era meglio correre
in cucina, stasera doveva preparare un cena con i fiocchi. Magari se riusciva a
solleticare l’ appetito di quello zuccone con le sue leccornie, gli passava un
po’ il cattivo umore...
- Nami a cosa pensi? –
chiese Robin seduta al tavolo della cucina accanto alla compagna. Nami scosse
la testa.
- A nulla – si dipinse sul
viso un sorriso nella speranza che mascherasse i suoi pensieri, ma Robin non
era certo così facile da abbindolare.
- Eppure credo che ci sia
qualcosa che ti preoccupi... non ti va di parlarne? – chiese sorridente
l’archeologa. La rossa esitò un secondo. Poi lesse negli occhi neri della
compagna che davvero poteva raccontarle
ogni suo pensiero e così decise di confidarsi.
- In effetti c’è qualcosa
che mi fa pensare – la navigatrice diresse lo sguardo verso Sanji che stava
facendo saltare qualcosa in padella e contemporaneamente teneva lontane le
manacce avide del capitano. Seguendo i suoi occhi anche Robin capì.
- Te ne sei accorta anche
tu – esclamò l’archeologa. Nami si voltò alquanto sorpresa.
- Beh... se è quello che
penso io... – sussurrò
Robin sorrise.
- Sì, è quello che pensi
tu – anche Nami sorrise, anche se un po’ malinconica.
- Io ho sempre pensato che
i membri di una ciurma fossero come una grande famiglia... amicizia e affetto.
Non dovrebbe esserci nient’altro a legarli – sospirò la rossa mentre con il
dito percorreva la circonferenza del bicchiere vuotò a metà.
- Io lo trovo divertente –
disse sorridente Robin. Dopo Enies Lobbie, aveva
imparato a vedere ogni cosa con occhi diversi.
- Divertente? Mah, sarà
che io penso che porterà solo guai... e poi siamo sincere, quando potrebbe
durare? – il tono della sua voce era amaro. Nami non era una tipa che credeva
alle favole, per lei che aveva visto la vita dal punto più basso, non era
facile sognare. Era disincantata e molto realista, e questo forse l’aveva resa
la donna forte che era.
- Davvero pensi che la
durata di un rapporto sia importante? Non credi che abbia più valore come la
vivi una cosa che quanto essa dura? –
Nami ascoltò in silenzio
le parole della compagna. Non l’aveva mai pensata in quel modo. In fondo Robin aveva
ragione, forse non c’era bisogno di preoccuparsi troppo. Alla fine conosceva Sanji
e Zoro, sapeva che non erano degli sprovveduti.. oddio, almeno lo sperava!
- Sanji solo un pochino
dai... – piagnucolava Rufy attaccato alla gamba del cuoco.
- Ti ho detto di lasciarmi!
– con un movimento veloce il biondo si liberò della fastidiosa “zecca”
scaraventandolo al di là del tavolo. Per poco il ragazzo di gomma non colpì in
pieno le due ragazze sedute.
- Accidenti Sanji stai più
attento! – urlò infuriata Nami.
Sanji si scusò prontamente come era nel suo
stile, incorniciando le parole fra mille complimenti e adulazioni.
- Il mio vestito... uffa
ora dovrò andare a cambiarmi – borbottò avvilita la navigatrice notando che il
bicchiere le si era rovesciato addosso quando aveva schivato l’arrivo del suo
capitano... Si alzò dalla sedia ed uscì dalla cucina mentre Sanji continuava a
scusarsi insistentemente.
- Va bene ho capito basta
ora! – urlò secca la ragazza chiudendosi la porta alle spalle.
Che avvilimento che era
quel cuoco, chissà se stressava così anche il suo “amichetto”. Sorrise
sospirando, sperava solo che Robin avesse davvero ragione...
Dirigendosi in camera,
Nami vide Zoro avvicinarsi dalla direzione opposta. Lo fermò con lo sguardo
senza neanche rendersene conto.
- Che c’è? – chiese lo
spadaccino. Nami continuò a fissarlo, chissà se i suoi occhi lasciavano
trasparire quello che provava... doveva confidargli i suoi dubbi o era meglio
vedere come si evolveva la cosa?
Ci pensò Zoro a toglierle
ogni incertezza
- Se hai qualcosa da dire
fallo alla svelta che ho fame – sbuffò spazientito. Fu un secondo e le labbra
di Nami si mossero da sole
- Non dovrebbe essere un
problema, scommetto che Sanji sarebbe felice di cucinare solo per te – si rese
conto troppo tardi delle sue parole.
- Che vorresti dire? –
ringhiò minaccioso Zoro. Nami si ritrovò ad indietreggiare. La rabbia per il
vestito rovinato e la solita acidità di Zoro l’aveva fatta parlare troppo.
- Volevo solo dire che
Sanji non ha problemi a cucinare se qualcuno rimane senza mangiare – cercò di
mettere una toppa. Zoro parve crederci, o si fece bastare quella risposta, in
fondo aveva altro per la testa, e quello che pensava una ragazzina
rompiscatole, non lo riguardava. E poi a differenza del cuoco, lui credeva
ancora che nessuno avesse notato nulla. Chissà se era stupidità la sua, o era pura
ingenuità...
- Mah... – sospirò diretto
in cucina.
Nami rimase immobile tirando
un respiro di sollievo. Non sapeva ancora se quella situazione avrebbe portato
buoni frutti, di certo peggio di così non poteva andare...
Silenziosamente Zoro entrò
in cucina. Subito vide Sanji smanettare ai fornelli. Ma quante arie si dava
quando aveva una padella fra le mani... certo era carino quando “giocava” a
fare lo chef, ma quel pensiero non gli fece dimenticare la sua vendetta.
Si sedette ad un tavolo
accorgendosi solo dopo, della presenza di Robin quasi di fronte a lui. Non
nascose sul suo viso un’ espressione di fastidio. L’archeologa dal canto suo,
non poteva non trovare quella situazione estremamente divertente. Sorrise
mentre ascoltava Rufy raccontarle strane storie su Shanks e i suoi.
Presto anche Usopp e
Chopper si aggiunsero alla banda, mentre Nami arrivò più tardi insieme a Franky
che, visto gli ultimi risvolti, stava progettando di costruire un altro bagno
per la Sunny...
L’aria che si respirava
era tranquilla, anche se Zoro era più silenzioso del solito. Ma dato le poche
parole che spiccicava, nessuno parve far caso alla sua presenza afona. Beh a
dire il vero, qualcuno se ne accorse...
- Ehi ancora arrabbiato? –
bisbigliò Sanji, sapendo di essere udito solo dallo spadaccino. Quest’ultimo
non rispose continuando a mangiare. Sanji pensò che forse, se lo provocava un
pochino avrebbe avuto una reazione più “vitale”
- Eppure pensavo che me
l’avresti fatta pagare... si vede che ti ho sopravvalutato, non sei poi così
pericoloso –
Lo spadaccino rimase
impassibile, mandò giù un sorso di vino e poi un po’ di carne. Le parole di
Sanji non parvero scalfirlo minimamente. Il cuoco continuava a guardarlo con la
coda dell’occhio. Stavolta la matassa da sbrogliare, era più intricata del solito...
ma lui aveva sempre i suoi assi nella manica.
Con un movimento felino
avvicinò la sedia di qualche centimetro a quella dello spadaccino. Zoro
monitorò quel gesto senza dare segni di preoccupazione. Quando Sanji gli fu
abbastanza vicino, Zoro sentì una mano sulla sua coscia. Mandò giù a fatica
l’ultimo boccone di carne. Doveva aspettarselo da uno come Sanji una
“soluzione” tanto scontata...
Il cuoco sorrise, mentre
con l’altra mano teneva il bicchiere colmo di vino.
Fra loro due e il resto
della banda passavano non più di due sedie. Per Sanji era più che sufficiente.
Iniziò a disegnare dei piccoli cerchi con le dita tentando poi di salire
lentamente con la mano. Zoro non voleva però che quel cuoco pensasse che fosse
così facile rimediare, così tolse senza troppi complimenti la sua mano con un
gesto rapido. Senza neanche degnarlo di uno sguardo, si alzò andando a sedersi
accanto a Franky. Sanji assistette alla scena alquanto irritato.
- Ohi Zoro il tuo
bicchiere è troppo vuoto – ridacchiò il carpentiere riempiendo il boccale del
compagno. Lo spadaccino accettò felice la ricarica buttandolo giù in un solo
sorso. Fece segno di riempirlo di nuovo, mentre anche Rufy e Usopp si
accodarono alla bevuta di gruppo! Sanji scosse la testa. Quell’idiota aveva
intenzione di ubriacarsi per caso?
- Sanji-kun, mi passi quel
piatto? – chiese Nami riportandolo con i piedi per terra. Gentilmente il cuoco
le porse quello che aveva chiesto senza perdere d’occhio le azioni dello
spadaccino.
- Allora cuoco, alla fine gli
hai parlato? – chiese sorridente Robin. Sanji cercò di fare mente locale,
parlare con chi? ... In un attimo si ricordò dell’incontro con l’archeologa
quando cercava Zoro, e anche le sue parole. A quella rimembranza arrossì non poco.
- Ah si, poi l’ho trovato.
Grazie Robin-chan – balbettò imbarazzato. Nami seduta accanto a Robin, continuava a mangiare scuotendo la testa. Si poteva
essere più idioti...
- Sono contenta – rispose
la mora, mentre Sanji sorrise timidamente. Una confessione più chiara di quella
non poteva proprio farla...
Dall’altra parte della
tavola si udivano le risate dei vari Usopp e Rufy, visibilmente alticci, mentre
Franky aveva iniziato a cantare e Zoro continuava a scolarsi un bicchiere
dietro l’altro senza dare segni di cedimento. Chopper invece non smetteva di
urlargli di smettere di bere!
- Andiamo ragazzi basta
ora – il dottore si ritrovò bloccato per le zampe dal cecchino, mentre Rufy gli
fece ingurgitare a forza una bottiglia di vino.
- Quegli idioti... –
borbottò Sanji vedendo come si stavano riducendo.
- Perché non gli dici
qualcosa. Non lo vedi come sta bevendo? Fra un po’ crollerà pure lui –
consigliò neutra Nami senza smettere di mangiare. Sanji si irrigidì sulla
sedia.
- Chi...? – chiese
titubante. La rossa sospirò.
- Siete proprio un caso
perso – si alzò e li informò che andava a controllare la rotta. Uscì dalla
cucina convinta che quella situazione era davvero una follia.
Robin ridacchiava
guardando il viso di Sanji cercare di dare una risposta alla frase di Nami.
- Andiamo cuoco, non
sorprenderti... eppure dovresti conoscere come sono fatte le donne – sussurrò
la bella archeologa. Sanji sospirò.
Eh già le donne... dietro
a quante aveva corso, e alla fine si era ritrovato a perdere la testa per uno
come quello lì...
- Robin-chan... – sussurrò
abbassando lo sguardo
- Credi che io... insomma,
credi che stia sbagliando? – chiese con un filo di voce. Non sapeva se a
frenarlo era l’imbarazzo o la paura della risposta che avrebbe ricevuto.
La bella mora fece fiorire
una mano che gli sollevò il viso.
- No. Non credo proprio – esclamò sorridente, mentre vide gli
occhi del biondo brillare e le labbra piegarsi in un sorriso che suonava come
un “grazie”.
- Basta Rufy... non riesco
più a ... – singhiozzando Chopper crollò a terra addormentandosi all’istante.
Povera renna, l’alcol proprio non lo reggeva.
Ridendo come dei folli
anche Usopp e Rufy finirono per crollare l’uno sull’altro mentre Franky cercava
di toglierseli di dosso. L’unico che continuava a buttare giù un bicchiere
dietro l’altro senza dire nulla era il caro Roronoa.
- Franky aiutami a
portarli fuori – disse Robin alzandosi, anche se il verbo “aiutare” non era
appropriato, visto che il povero Franky si dovette caricare sulle spalle i
corpi addormentati di tutti e tre i compagni. Borbottando qualcosa uscì dalla
cucina mentre Robin chiuse la porta sorridendo al cuoco. Sanji la vide uscire
sapendo di aver trovato una valida alleata...
Nella grane sala, l’unico
rumore che si poteva udire, era il suono del vino che Zoro stava versando nel
suo boccale.
- Non dovresti bere in
quel modo – sussurrò Sanji sparecchiando la tavola. Lo spadaccino ridacchiò.
- Non sei certo tu a dirmi
quello che devo fare – e giù un altro bicchiere.
- Questo lo so. Era solo
un consiglio – rispose tranquillo il biondo mentre riponeva i piatti nel
lavandino. Poi passò davanti allo spadaccino sparecchiando anche quell’angolo
della tavola. Zoro lo osservava fare senza dire nulla. Sanji raccolte il resto
delle posate e dei bicchieri accantonandoli vicino ai piatti sporchi. Non aveva
voglia di lavarli però, così li coprì con uno straccio e andò a sedersi sul
divano. Zoro lo vide accendersi una sigaretta continuando a tenere un
atteggiamento apparentemente tranquillo.
- Dì un po’ – iniziò il
biondo dopo la prima boccata.
- Credi davvero che a me non importi nulla? – chiese poi
poggiandosi con le spalle contro lo schienale. Lo spadaccino lo studiò in
silenzio. Posò il boccale sul tavolo fissandolo negli occhi.
- Non so di cosa parli – sussurrò
con voce ferma.
- Certo che lo sai, ti
conosco bene. Avanti dimmi chiaramente quello che pensi – esclamò il cuoco. Lo
spadaccino abbassò lo sguardo ghignando.
- Se mi conosci così bene,
non serve che ti dica nulla... cuoco – sussurrò appena udibile. Poi si alzò intenzionato
ad uscire. Sanji lo anticipò balzando velocemente davanti a lui e poggiandosi
spalle alla porta, così da bloccarla.
Quando Zoro gli fu di
fronte allungò la mano verso la maniglia provando ad ignorare il corpo del
ragazzo.
- Aspetta – lo invitò il
cuoco poggiando la mano sulla sua.
- Fammi passare – la voce
di Zoro era ferma e risoluta. Il suo corpo però tradiva quella sicurezza. La
mano che stringeva la maniglia era debole, sopraffatta dal tepore che emanava
quella del cuoco, mentre il suo sguardo era ancora una volta calamitato da quel
biondino.
- Non ti sei accorto che
siamo soli... – sussurrò Sanji vagando con gli occhi nella cucina vuota prima
di tornare a fissare quelli dello spadaccino. Zoro alzò un sopracciglio. Certo
che se n’era accorto, per questo voleva svignarsela prima di dargliela vinta...
- Non ne vorresti
approfittare? – chiese ambiguo. Ecco ancora una volta quel tono sensuale e
quello sguardo languido... maledizione! Zoro non avrebbe voluto ricadere nelle
sue trappole, ma chissà perché quando era con quel cuoco non riusciva mai a fare
quello che voleva davvero, provava una specie di incontenibile bisogno di fare
la cosa meno “giusta”, quella che gli avrebbe causato meno problemi.
Lentamente lascò andare la
maniglia. Sanji intrecciò le dita in quelle di Zoro. Lo guardò sorridendo
mentre trascinò la mano dello spadaccino verso la porta. Alzò il bracco
portandosi il polso sopra la testa. Apparentemente sembrava che Zoro gli avesse
appena bloccato la mano contro la porta, ma la verità era che Sanji lo stava
portando dove sapeva voleva essere portato...
- Allora... che fai? –
sussurrò prendendogli anche l’altra mano. Stavolta però si fermò aspettando che
fosse lo spadaccino a fare la prossima mossa.
Zoro sentì le pulsazioni
aumentare, ma nella sua mente una vena di lucidità gli stava urlando che era il
momento di mettere in atto la sua vendetta...
Afferrò anche l’altro
braccio di Sanji portandolo sulla sua testa bionda. Il cuoco sorrise.
Zoro poi si avvicinò alle
sue labbra baciandolo con passione. Voleva rubargli anche l’aria a quel
maledetto. Un bacio che parve non volere finire mai li teneva incollati. Anche
il cuore di Sanji prese a martellare intensamente mentre sentiva la lingua di
Zoro “combattere” contro la sua. Poi lo spadaccino si staccò
- Sanji... – sospirò sulle
sue labbra. Il cuoco aprì gli occhi lentamente sussurrando un fioco “si”. Lo
spadaccino sorrise.
- No – disse deciso. Sanji
lo guardò confuso
- No cosa? - chiese tentando
di riavvicinarsi alla sua bocca. Zoro indietreggiò
- No – ripeté sorridendo
mentre lasciava andare i suoi polsi. Sanji era sempre più confuso.
- Ehi ma che ti prende? –
chiese senza nascondere un certo fastidio. Zoro ridacchiò incrociando le
braccia sul petto.
- Non mi va ora – affermò
con un’ espressione di chi non cambia idea.
- Che significa ‘non mi
va’? – chiese sempre più alterato il biondo pirata. Zoro gli si avvicinò
nuovamente spostandogli una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Poi avvicinò
il suo volto e lo baciò dolcemente.
- Un’altra volta – lasciò
il suo viso e aprì la porta mentre Sanji lo guardava del tutto incredulo.
Con un gesto lento lo
spadaccino uscì chiudendosi la porta dietro le spalle.
TO BE CONTINUED…
Ci
avviamo alla fine... Lo so che vorresti linciarmi, ma siccome sono molto sadica
vi farò soffrire un altro pochino...
Aggiornamento
fulmineo, questo ve lo prometto ^__~