Final Fantasy VIII (Raccolta)

di uri
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Attenzione al diario! (Squall/Rinoa) ***
Capitolo 2: *** Il cappello fa miracoli (Irvine/Selphie) ***
Capitolo 3: *** Idea geniale (Squall/Zell) ***
Capitolo 4: *** Il mare (Zell/Selphie) ***
Capitolo 5: *** Fianalmente mia! (Quistis/Seifer) ***
Capitolo 6: *** Padre e figlio (Laguna/Squall) I parte ***
Capitolo 7: *** Padre e figlio (Laguna/Squall) II parte ***
Capitolo 8: *** Ricordo (Rinoa/Angelo) ***
Capitolo 9: *** Le cinque regole fondamentali (Zell/Irvine) ***
Capitolo 10: *** Serata fra donne (Quistis/Shu) ***
Capitolo 11: *** Il Festival del Garden (Selphie/Squall) ***



Capitolo 1
*** Attenzione al diario! (Squall/Rinoa) ***


Angolo dell’uri: ciao, come ho detto nella presentazione, questa è una raccolta
di momenti di vita dei personaggi di FFVIII, dopo aver sconfitto Artemisia
e tutto è tornato alla normalità. Le coppie sono eterosessuali.
Premetto che non ho mai finito il gioco, quindi non so assolutamente cosa
succede dopo. Spero che sia di vostro gradimento!


 
Buona lettura!
 
 
 
 
 
 
 
ATTENZIONE AL DIARIO! (SQUALL/RINOA)
 
 
 
Rinoa stava mettendo in ordine la camera di Squall;quando,aprendo un cassetto,trovò un diario.
-E questo?-si chiese.
Aprì il diario alla prima pagina e lesse:Diario Segreto Di Squall.
La ragazza incominciò a sfogliare,fino ad arrivare a una pagina dove c’era scritto solo il suo nome:Rinoa.
Lesse le pagine seguenti tutte dedicate a lei,poi una frase la colpì profondamente.
-Se non l’avessi incontrata camminerei ancore nella solitudine.- la lesse a bassa voce,un sorriso si dipinse sul suo viso.
Ad un tratto sentì la voce di Squall chiamarla,rimise il diario dove lo aveva trovato e riprese lo straccio in mano.
La porta si aprì e un ragazzo entrò nella stanza.
-Che ci fai qui?-chiese.
-Stavo spolverando. Ho finito adesso.- disse e lo sorpassò.
Prima di chiudere la porta gli disse:
-Grazie! Non sapevo che se non mi avessi mai incontrata,cammineresti ancora nel buio.-
Detto questo chiuse la porta e si allontanò velocemente.
Squall incominciò a pensare a cosa si riferiva con quella frase,poi capì.
Quindi prima arrossì e poi gridò:
-Rinoa! Come hai osato leggere il mio diario!!-

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Capitolo 2
*** Il cappello fa miracoli (Irvine/Selphie) ***


IL CAPPELLO FA MIRACOLI (IRVINE/SELPHIE)
 
 
 
 
In un campo di fiori due ragazzi stavano parlando,sdraiati,tranquillamente o
almeno fino a quando Selphie non rubò il cappello ad Irvine e lo indossò.
-Selphie! Ridammi il cappello!-esclamò Irvine,mettendosi a sedere.
Cercò di afferarla ma lei fu più veloce e si mise in piedi di fronte a lui.
-Tanto non mi prendi!-disse e gli fece la linguaccia.
-Scommettiamo!-si mise in piedi e iniziò a correrle dietro.
Selphie era veloce ma anche lui lo era e dopo qualche giro la ragazza si fermò a riprendere fiato.
Irvine approfittò di questo momento per prenderla,caricarsela sulle spalle e ributtarla giù.
Selphie rise e si sdraiò sull'erba,Irvine seguì il suo esempio e si stese accanto a lei.
La ragazza prese il cappello e se lo rigirò tra le mani.
-Mi piace tanto questo cappello!Ma sai una cosa.-
Selphie lo guardò negli occhi e lui ricambiò.
-Mi piace di più il suo proprietario.-
Detto questo, gli schioccò un bacio sulla guancia.
 

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Capitolo 3
*** Idea geniale (Squall/Zell) ***






Mensa ore 9:00


-Squall sono qui!-gridò Zell.
-Che ci fai qui?Pensavo fossi ad allenarti-disse Squall,sedendosi
accanto all’amico.
-Non ho voglia di allenarmi. Così sono venuto qui a mangiare.
Ormai non succede niente-disse,addentando un morso al suo panino.
-Già,scusa ora devo andare-
Squall andò via.


Mensa ore 13:30


Squall tornò alla mensa per mangiare e notò Zell allo stesso tavolo,nella
stessa posizione di prima.
Si avvicinò a lui,dopo essersi preso da mangiare,e si sedette.
-Sei ancora qui?-
-Non ho nulla da fare!-rispose,con aria annoiata.
-Potresti allenarti-propose Squall,finendo di mangiare il suo panino.
-No!-
Squall se ne andò.


Mensa ore 20:00


Squall era alla mensa per mangiare e notò Zell ancora come prima.
Si avvicinò e lo guardò storto.
-Ma sei ancora qui?-
-C’è calma piatta,non so che fare!-rispose Zell calmo.
-E siccome c’è calma piatta,passi il tempo a mangiare?-
-Squall!Visto che sei il comandante potresti fare qualcosa-disse Zell.
-Fare cosa?-domandò Squall,guardandolo ancora storto.
-Per esempio:scatenare una guerra,darmi un incarico,qualunque cosa.
Ho voglia di muovermi!-
Squall ci pensò e poi decise l’incarico adatto a lui.
-Zell,ho trovato il tuo prossimo incarico-
Zell sorrise speranzoso.
-Pulirai tutti i bagni del Garden- disse- E questo è un ordine!-
Zell sbiancò
 

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Capitolo 4
*** Il mare (Zell/Selphie) ***




Ciao, questa l’ho scritta dopo aver visto un film di Pieraccioni.
Buona lettura!
 
 
IL MARE (ZELL/SELPHIE)
 
 
Zell e Selphie stavano prendendo il sole sulla spiaggia di Balamb.
-Zell,vado a fare il bagno.-
-……-


-Guarda Zell ho trovato una conchiglia.-
Selphie gettò la conchiglia sopra la pancia di Zell.
-…….-


-Guarda Zell ho trovato uno stecco.-
Anche questo lo gettò sopra la pancia di Zell.
-……-


-Guarda Zell ho trovato un alga.-
E la gettò sopra la pancia di Zell.
-……-


-Guarda Zell ho trovato un riccio.-
La gettò sopra la pancia di Zell.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!-
 
 
 

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Capitolo 5
*** Fianalmente mia! (Quistis/Seifer) ***




Finalmente mia! (Quistis/Seifer)
 
 
 
 
La porta dell’infermeria si aprì e sulla soglia apparve la figura di Quistis.
Si avvicinò lentamente al lettino dove era sdraiato qualcuno alquanto
malridotto.
-Non capisco perché continui a farlo?-
-Non sono affari tuoi!-
Quistis si appoggiò con la schiena al muro, incrociando le braccia.
Guardò attentamente il ragazzo: aveva graffi dappertutto e una fascia gli circondava
la testa.
- Che cosa vuoi?- chiese Seifer.
- Squall ti sta cercando. Devi andare in missione.-
L a ragazza si avvicinò al lettino e prese la mano di Seifer, che era appoggiata sulla sua fronte.
Cercò di farlo alzare tirandolo verso di sé, ma il risultato fu l’opposto.
Quistis si ritrovò distesa sopra il ragazzo.
- Quale audacia!- sghignazzò Seifer.
- Non dire assurdità!-
Cercò di rialzarsi ma Seifer la teneva stretta per la vita.
- Mi vuoi lasciare andare?-
- No cara mia. Tu mi scappi sempre e ora che ti ho presa, non ti lascio di certo andare.-
Quistis sbuffò. Era da mesi che Seifer le faceva una corte spietata, ma lei aveva fatto di tutto per sfuggirgli.
Non che Seifer non fosse affascinante e sexy e non che lei non ci avesse fatto dei pensierini, semplicemente non riusciva a sopportarlo.
La mano di Seifer percorse la sua schiena fino alla nuca accarezzando i suoi capelli.
Quistis lo guardò negli occhi, sapeva esattamente cosa stava per accadere di lì a poco, ma stranamente non le importava.
Anzi il cuore le batteva fortissimo in petto e desiderava ardentemente che Seifer accorciasse subito le distanze.
Non lo sapeva neanche lei perché provasse questi sentimenti, ma non vedeva l’ora di baciarlo.
Seifer avvicinò il volto a quello di lei, chiudendo lentamente gli occhi.
Le labbra di lui si posarono su quelle di lei.
All’inizio fu un bacio casto, ma poco a poco si approfondì fino a quando non dovettero staccarsi per riprendere fiato.
- Finalmente mia!- disse Seifer, sorridendo.
- Non ci sperare!- poi lo baciò di nuovo e se ne andò.
Seifer si mise a sedere guardando la porta da dove era uscita Quistis.
Si leccò le labbra e sorrise. La caccia era riaperta.
  
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Padre e figlio (Laguna/Squall) I parte ***





Padre e figlio (Laguna/Squall)
I parte




 
Laguna stava percorrendo il corridoio che lo avrebbe portato all’ufficio del comandante.
Aveva avuto proprio una bella idea ed era sicuro che sarebbe piaciuta anche a Squall.
Bussò due volte alla porta e poi entrò. La prima cosa che vide fu Squall seduto ad una scrivania intento a svolgere il suo lavoro di comandante e preside del Garden.
Laguna si avvicinò e si sedette su una delle due sedie davanti alla scrivania.
- Ciao figliolo!-
Squall alzò lo sguardo su di lui lanciandogli un’occhiataccia.
- Che vuoi?- disse, rimettendosi a lavorare.
- Ho avuto una splendida idea! Che ne dici se io e te andassimo a pescare insieme?-
Il ragazzo alzò di scatto la testa, lo guardò un momento e poi ritornò al suo lavoro.
- Ci stavo pensando qualche minuto fa: noi non abbiamo mai potuto fare quelle cose che fanno di solito un padre e un figlio, quindi ho pensato che fosse meglio rimediare subito. Allora, che ne dici?- disse Laguna speranzoso e sorridente.
Il ragazzo fece finta di non sentirlo e proseguì a compilare fogli. Possibile che quell’idiota avesse solo idee del genere?
Ripensò all’ultima trovata di Laguna e rabbrividì d’istinto. No, questa volta non si sarebbe lasciato fregare.
- Vedrai ci divertiremo!-
Squall alzò lo sguardo per dirgli chiaro e tondo che poteva scordarselo, ma il sorriso di Laguna aveva stampato in faccia lo fece esitare un momento.
Laguna, quel tentennamento, non se lo fece scappare e dando una pacca sulla spalla di Squall esclamò:- Allora è deciso! Oggi io e te andremo insieme a pescare come padre e figlio!-
Squall realizzò di aver perso e con aria afflitta, ma mantenendo sempre la sua solita espressione, annuì.
- Bene, dirigiamoci verso F.H.!-
- Non posso spostare il Garden per una simile piccolezza.-
- Non ti preoccupare, prenderemo il Lagunarock.-
Così dopo che Squall ebbe lasciato il comando del Garden a Quistis, la sua vice, lui e Laguna si diressero verso il giardino dove era parcheggiato il Lagunarock.
Lungo il tragitto incontrarono Kiros, che li salutò.
- Dove state andando?-
- Andiamo a F.H. a trascorrere una felice giornata come padre e figlio.- rispose con entusiasmo Laguna. Squall sospirò.
- Ah! E chi guida?-
- Io.- disse Laguna, alzando un braccio.
- Auguri!- disse Kiros, guardando Squall.
- Perché dici così?-
- Il tuo senso dell’orientamento è pari a zaro. Se guidi tu vi perderete sicuramente.-
- Guarda che so arrivare a F.H. da qui.-
- Ma se ti sei perso persino all’interno del Garden.-
- E’ successo solo una volta!-
Kiros alzò le spalle.
- Comunque auguri!-
Detto questo proseguì per la sua strada.
Laguna lo guardò allontanarsi mentre Squall non vedeva l’ora che quella giornata finisse.
- Forza! Non facciamoci rovinare la giornata.- disse, tirando il ragazzo verso il mezzo di trasporto.
Saliti a bordo Laguna stava per mettersi a sedere al posto di guida, ma Squall lo fermò:- Guido io.-
Laguna non perse il sorriso e si mise a sedere su uno dei sedili vuoti,
dicendo a Squall di non preoccuparsi per l’attrezzatura da pesca perché aveva provveduto a tutto lui.
Squall accese i motori e il Lagunarock partì per la giornata padre e figlio.  
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Padre e figlio (Laguna/Squall) II parte ***





Padre e figlio (Laguna/Squall)
II Parte
 
 
 
 
 
 
 
Arrivati a F.H. Laguna portò Squall su una piccola barca che aveva noleggiato.
Posò l’attrezzatura, prese in mano i remi e iniziò a remare per spostarsi un po’ a largo.
Giunti in un punto fermò la barca e porse una canna da pesca a Squall.
- Allora, ora ti faccio vedere come si attacca un verme all’amo. Guarda attentamente.-
Laguna prese un vermino da una scatolina e cercò di infilzarlo con l’amo.
Dopo vari tentativi ci riuscì e vide che Squall aveva già equipaggiato la sua canna da pesca.
- Ora lanciamo e aspettiamo.-
Detto ciò Laguna tirò indietro il braccio che teneva la canna da pesca, per buttare l’amo il più lontano possibile, ma quando cercò di distendere il braccio qualcosa lo fermò.
- Che strano. Che succede?-
Squall lo guardò, poi guardò l’amo che si era attaccato al bordo della barca. Laguna seguì  il suo sguardo:- Ahahahahah! Ma guarda dove si è impigliato.-
Laguna liberò velocemente l’amo e lo buttò in acqua.
Squall si unì a lui, buttando il suo un po’ più lontano.
Il silenzio regnava sovrano, a Squall non dispiaceva anzi si sentiva proprio a suo agio. Quasi quasi stava rivalutando l’idea di quello scemo.
Ma la pace non poteva durare tanto soprattutto se avevi Laguna Loire come compagno.
- Come ti trovi ad essere il comandante e preside del Garden? Deve essere molto dura.-
- Insomma, ma ormai ci sono abituato.-
- Sai stavo pensando- a quella parola il ragazzo tremò leggermente- che sarebbe bello se, tipo, ogni tanto facessimo delle feste al Garden.-
- Guarda che c’è già il Festival.-
- Si, ma c’è solo una volta all’anno. I giovani devono divertirsi, altrimenti diventeranno come te.-
Squall gli rivolse un’occhiataccia.
- Scherzo! Sono fiero dell’uomo che sei diventato!- disse Laguna, guardando il ragazzo con sguardo serio.
Squall ricambiò lo sguardo con una strana gioia nel cuore.
Il momento venne però interrotto dal rumore del filo della canna da pesca di Laguna.
- Guarda Squall! Ho preso un pesce!- disse tutto eccitato.
Il ragazzo lo guardò saltellare e poi gli disse di darsi una calmata se non voleva far rovesciare la barca.
Laguna afferrò la canna da pesca per prendere il pesce, ma non riusciva a prenderlo perché il pesce resisteva fermamente.
Così chiese l’aiuto del ragazzo che, sospirando, prese anche lui la canna e insieme tirarono sia la manovella che la canna stessa.
All’improvviso tutto diventò leggero e i due si ritrovarono distesi sulla barca, imprecando per aver battuto la testa.
Laguna guardò il sospirato pesce ma tutto quello che trovò fu solo l’amo senza verme e soprattutto senza pesce.
L’uomo si ributtò all’indietro battendo di nuovo la testa, poi all’improvviso scoppiò a ridere.
Il ragazzo lo guardò come si guarda un pazzo, ma tanto lo sapeva che era un po’ fuori.
Si lasciò sfuggire un lieve sorriso vedendo che l’altro continuava a ridere.
Dopo qualche secondo Laguna smise di ridere e si voltò verso suo figlio.
- Sai nonostante non abbia preso il pesce, sono tanto felice di aver potuto passare questa giornata con te.-
Squall si limitò a guardarlo, poi guardò il sole che stava scomparendo nel mare.
- E’ ora di tornare al Garden.- disse Squall, prendendo la sua canna da pesca.
La tirò su e notò un piccolo pesce impigliato nel suo amo. Laguna si alzò di scatto e osservò il pesciolino, poi di slancio abbracciò Squall urlando a squarciagola.
- Bravissimo Squall! Hai preso un pesce!-
Il ragazzo cercò di staccare l’uomo da sé. Finalmente si staccò e si sedette con sguardo pensieroso.
Squall imitò il suo gesto e si mise a sedere davanti a lui.
- Penso che dovremmo ributtarlo in mare, probabilmente i suoi genitori saranno preoccupati non vedendolo più. Che ne peni?-
Squall annuì, staccò con attenzione il piccolo pesce, che si stava dibattendo, dall’amo e dolcemente lo lasciò libero in acqua.
- Forza torniamo al LagunaRock e andiamo a casa.-
Squall iniziò a remare e presto ritornarono a riva.
Mentre stavano tornando al Garden a bordo del LagunaRock, Laguna disse:- Ti voglio tanto bene!-
Squall lo guardò e poi tornò a concentrarsi sulla guida.
Laguna sorrise, lo aveva sentito chiaramente, in quello sguardo Squall gli aveva detto “anch’io”.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** Ricordo (Rinoa/Angelo) ***


Ricordo (Rinoa/Angelo)
 
 
 
POV   Angelo
 
 
 
Dormire era così rilassante, soprattutto su un letto soffice soffice.
- Angelo!-
Sentì qualcuno che mi chiamava e poi un fischio, quel suono lo avrei riconosciuto dovunque. Mi svegliai completamente e con un saltello scesi dal letto. Percorsi il breve tratto che mi separava dalla mia amica e, quando fui giunta a destinazione, mi sedetti davanti a lei scodinzolando.
- Eccoti!- disse, sorridendomi e mi accarezzò la testa.
Poi si accucciò e guardandomi mi disse:- Ti va di andare a fare una passeggiata?-
Mi alzai e iniziai a muovere la coda più velocemente, felice per la proposta. Lei si alzò e con un gesto mi disse di seguirla.
Uscimmo dal Garden ed entrammo in un boschetto lì vicino.
Dopo aver trovato un piccolo spazio d’erba dove sedersi e aver controllato che non ci fossero mostri in giro, ci sdraiammo: lei a pancia in su e io a pancia in giù.
C’era un sottile venticello che muoveva le fronde degli alberi, lei prese ad accarezzarmi il pelo sul dorso dolcemente. Che bella sensazione!
- Angelo, ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrate?- disse ad un tratto, mettendosi a sedere. Alzò lo sguardo verso il cielo, forse stava ricordando il nostro primo incontro.
La imitai e intanto il ricordo mi riaffiorò alla mente…….
 
 
 
 
Stava piovendo forte. Le gocce di pioggia ticchettavano sul vetro del negozio dove mi trovavo. Mia sorella stava sonnecchiando accanto a me e il suo respiro mi faceva da ninna nanna. Chiusi gli occhi e scivolai in poco tempo nel sonno. Il rumore di una campanella che suonava mi svegliò. Conoscevo quel suono, era arrivato un cliente. Mi alzai, facendo cadere mia sorella che si svegliò con un guaito. Andai verso il vetro seguita da altri cuccioli come me che volevano avere una casa.
 Una ragazza dai capelli neri ci guardò attentamente uno per uno.
Quando fu il mio turno, la ragazza mi rivolse uno sguardo intenso e mi sorrise.
Si allontanò e poi ritornò con il proprietario del negozio che le chiese quale voleva. Lei mi indicò e la mia coda si mosse automaticamente, stavo per essere adottata. Il proprietario mi prese e mi mise tra le sue braccia.
Il contatto tra la sua pelle e la mia pelliccia fu molto piacevole, le leccai la faccia per la felicità. Lei rise e, dopo aver pagato, mi portò fuori.
Mi girai per vedere un’ultima volta mia sorella. Era triste lasciarla ma ero sicura che anche lei presto avrebbe trovato una casa.
La ragazza aprì uno strano arnese che ci protesse dalla pioggia e, sempre tenendomi in braccio, si incamminò verso una galleria.
Arrivate a destinazione la ragazza mi mise giù e chiuse lo strano arnese, scuotendolo. Poi si sedette sopra una specie di tavola e mi pose accanto a sé.
- Eccoci qui. Allora io mi chiamo Rinoa Heartilly, piacere di conoscerti!- disse sorridendomi.
Rinoa. Era questa il suo nome. Mi piaceva!
- Adesso bisogna trovare un nome anche a te.-
Un nome!? Che bello avrei avuto un nome!
Posai le zampe anteriori sulle sue gambe in attesa del fatidico nome. Rinoa iniziò ad elencare vari nomi. Mi piacevano tutti ma lei non sembrava molto convinta. Guardò davanti a sé e reclinò la testa di lato. Seguì il suo sguardo e vidi sulla parete uno strano disegno.
Un essere umano con un paio d’ali bianche. Che strano. Da quando gli umani volano? Lo strano umano alato stava guardando in basso, in direzione di un altro essere umano che ricambiava lo sguardo.
Rinoa guardava ammaliata il disegno, come se fosse sotto un incantesimo.
Le leccai la mano e lei si voltò subito a guardarmi.
Non sapevo quanto tempo restammo a guardarci ma, come le figure nel disegno, non riuscivo a staccare gli occhi dalla mia amica. Ad un tratto lei sorrise e mi accarezzò la testa teneramente.
- Ho deciso che nome darti.-
Le salì sulle gambe e poggiai una zampa sul suo petto. La coda ormai si muoveva senza più controllo, ero curiosa ed eccitata.
- Angelo. Ti chiamerò Angelo.-
Angelo. Soppesai quella parola. Non sapevo perché ma mi piaceva e suonava anche bene.
Per dirle che ero felice del nome le leccai una guancia. Lei rise e posò un bacio sulla mia testa. Mi prese di nuovo in braccio e, vedendo che aveva smesso di piovere, si incamminò per una strada portandomi con sé.
 
 
 
 
 
 
Un battito di ciglia. Il ricordo finì, ma era ancora vivido nella mia memoria. Rinoa si girò verso di me e mi accarezzò la testa.
- Sai, ho proprio indovinato a darti quel nome quella volta. Ormai sei diventata il mio angelo custode.-
Mi dette qualche colpetto sulla testa e io in risposta le leccai la mano. Rinoa si ridiscese sull’erba ed iniziò a cantare una canzoncina a bassa voce che mi fece addormentare.
Dormire su un letto era rilassante, ma dormire sull’erba accanto a Rinoa lo era ancora di più.
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Le cinque regole fondamentali (Zell/Irvine) ***


Le cinque regole fondamentali (Zell/Irvine)

 

 

Perché lo stava facendo? Perché fra tutte le persone proprio a lui doveva chiedere?

Zell fece mente locale: Forse perché non c’era nessun’altro a cui chiederlo.

Squall lo aveva già escluso ancora prima che l’idea gli fosse venuta in mente.

Seifer aveva già i suoi problemi e poi non voleva essere preso in giro.

Le ragazze assolutamente no. Restava solo lui.

Zell percorse velocemente il corridoio che lo avrebbe portato al centro d’addestramento. Quando giunse a destinazione si guardò intorno e finalmente lo trovò.

- Irvine!- lo chiamò a gran voce.

Irvine si girò verso di lui con sguardo sorpreso.

- Ciao!-

- Ciao. Hai un minuto?-

- Certo. Fammi solo abbattere l’ultimo mostro.- disse, mentre stava sparando al nemico.

Irvine sorrise vedendo il mostro abbattuto e si girò verso Zell per sentire che cosa voleva.

- Allora di cosa hai bisogno?-

- Devi promettermi che non ti metterai a ridere, qualunque cosa io dirò.-

- D’accordo, te lo prometto.-

Zell prese un bel respiro profondo e disse con energia:- Ti prego, insegnami i fondamentali per far colpo su di una ragazza.-

Irvine rimase a bocca aperta sentendo quelle parole provenire dalla bocca di Zell.

Gli venne una gran voglia di ridere, ma si trattenne lasciandosi sfuggire solo un sorriso.

- Come mai ti sei rivolto a me?-

- Bè non c’è molta scelta. E poi tu ci sai fare con le donne visto che sei un donnaiolo.-

- Potrei offendermi per questa tua ultima affermazione, ma non lo farò perché è vero che le donne mi amano.- disse mettendosi in posa.

- Non ho detto proprio questo. Comunque mi aiuterai?-

- Ve bene, ma andiamo a parlare in un posto più adatto.-

Così i due uscirono dal centro d’addestramento e si diressero alla mensa. Dopo essersi accomodati e aver ordinato qualcosa da bere, ripresero il discorso.

- Allora, chi è?- chiese Irvine, sorseggiando la sua bibita.

Zell si guardò le mani, era un po’ in imbarazzo.

- L’ho conosciuta qualche settimana fa a Balamb. Si è appena trasferita dal Garden di Galbadia.-

- Spero che almeno sai come si chiama.-

- Si chiama Edith ed è assolutamente splendida.- disse Zell sorridendo.

- Ho capito ti sei preso una bella sbandata per questa ragazza.-

Zell annuì arrossendo.

- Da quel giorno l’hai più rivista?-

- Praticamente la vedo tutti i giorni, visto che si è trasferita al Garden. Mi aiuterai?-

- Non ti preoccupare, ti aiuterò a fare colpo su questa Edith.- Irvine si mise in posa sorridendo- Vediamoci tra un’ora nella mia stanza.-

Gli occhi di Zell si illuminarono.

- Grazie!-

Dopotutto non era stata una cattiva idea chiedere a lui.

 

 

Un’ora dopo Zell si ritrovava seduto sul letto del suo maestro e guardava le due figura davanti a lui.

- Bene! Ora ti insegnerò le cinque regole fondamentali per far colo su una ragazza. Hai qualche domanda?-

Zell alzò piano il braccio.

- Una. Perché Selphie è qui?-

La diretta interessata sorrise.

- Il motivo è semplice. Devi fare pratica con qualcuno, così ti ho prestato la mia ragazza.- disse indicandola.

Zell annuì non del tutto convinto, ma l’esperto era Irvine.

- Sei pronto?-

- Si!- affermò con decisione Zell.

- Iniziamo!-

 

Regola numero 1: vestire in modo figo

 

- E’ inutile dirti che il tuo abbigliamento è orrendo vero?-

- Parla per te.-

- Vuoi scherzare! Il cappotto lungo mi rende elegante e il cappello da cowboy mi rende figo. Inoltre la maglietta un po’ aperta sul davanti me renda sexy. In poche parole il mio abbigliamento è perfetto, il tuo invece è…….non trovo neanche una parola per descriverlo.-

Poi guardò Selphie e le chiese:- Tu che ne pensi?-

- Io penso che è l’ora di andare a fare SHOPPING!- disse saltellando.

- Buona idea!-

Così i tre presero una macchina e andarono a Balamb, in un negozio di vestiti.

Dopo varie prove di stili diversi, finalmente trovarono, a giudizio di Irvine, il capo perfetto. Zell non si sentiva a proprio agio. Indossava dei pantaloni neri lunghi e una camicia viola un po’ sbottonata sul davanti. Per finire indossava delle scarpe nere di pelle. Selphie poi lo aveva costretto a mettere degli occhiali da sole e a fare una sorta di sfilata.

- Direi che è meglio passare alla regola numero due.- disse Irvine, guardando il modo di camminare di Zell.

 

Regola numero due: camminare in modo figo

 

Ritornati al Garden, ripresero la loro lezione in giardino.

- Ora guarda attentamente come cammino.- ordinò Irvine.

Zell annuì e guardò il maestro che stava camminando in modo da far svolazzare il suo cappotto lungo. Qualche volta sorrideva o faceva gesti di saluto a delle ragazze, il cui viso diventava rosso.

- Ora vieni accanto a me che ti insegno i passi e le movenze che devi fare.-

Manco dovesse fare un balletto, pensò Zell. Si alzò e si mise di fianco ad Irvine. Provarono e riprovarono fino a che Irvine non fu soddisfatto.

- Ricordati che quando cammini devi sempre tenere la testa alta.-

Zell annuì.

- Bene, possiamo passare alla regola successiva.-

 

Regola numero tre: dire cose senza senso ma bellissime

 

- Questo è molto importante. Mentre sta i parlando con lei, all’improvviso dici per esempio “è il destino che ci ha fatti incontrare”. Capito?- disse Irvine, guardando prima Selphie, mentre recitava la frase ad effetto, e poi Zell.

- Sicuramente questo è il tuo stile.- disse Zell, ripensando alla prima volta che aveva viaggiato con lui per andare a Deling City.

- Dai prova te.-

Zell si mise davanti a Selphie e, sentendosi un po’ idiota, la guardò negli occhi.

- I panini della mensa sono niente paragonati a te.-

Selphie rimase un attimo in silenzio e poi scoppiò a ridere. Irvine invece si colpì la fronte con una mano. Al contrario Zell non capiva dove aveva sbagliato.

Dopo essersi ripreso Irvine chiese ad una ragazza se poteva prestargli un foglio e una penna. Si mise a scrivere e, quando ebbe finito, passò il foglio a Zell, che lesse a voce alta il contenuto:- Quando guardo i tuoi occhi mi sembra di perdermi nell’oceano. Ma che è?-

- Sono delle frasi che dovresti dire, te le ho scritte alcune. Studiatele bene e mi raccomando non dire altre frasi come quella di prima o non avrai speranze.-

- Ok!-

- Andiamo avanti.-

 

Regola numero quattro: farla sentire importante

 

- Devi sapere che alle donne piace parlare e si sentono apprezzate se l’uomo le ascolta con interesse. Inoltre quando puoi dalle ragione. Guarda me e Selphie.-

I due iniziarono una conversazione sulla scarsa capacità di apprendimento di Zell.

Irvine rispondeva a tutte le domande della sua ragazza con varie espressioni.

- Irvine non pensi che zell è un incapace?-

- Senza alcun dubbio.-

- Dovrebbe impegnarsi di più, no?-

- Assolutamente!-

- Inoltre, per aver ricevuto il mio aiuto, non credi che dovrebbe comprarmi degli stivali nuovi?-

- Mi sembra il minimo!-

- Ehi! E questo che centra?-

- Hai capito come devi fare? Devi interessarti a tutto ciò che piace a lei. Hai afferrato il concetto?-

- Ho afferrato, ma ve lo scordate che le compro gli stivali.-

- Non ti preoccupare. Quando questa faccenda sarà finita le comprerai gli stivali, come ringraziamento.-

Zell non era convinto ma decise di lasciar perdere, per ora.

 

Regola numero cinque: farla ridere

 

- Penso che per quest’ultima regola tu non debba preoccuparti. La tua sola esistenza è una barzelletta.- rise Irvine.

Zell mise il broncio e girò la testa da un’altra parte.

- Bene l’ultima cosa da fare è invitarla a uscire. Va a cercarla e chiedile di vederti stasera nel giardino.-

Zell si allontanò alla ricerca di Edith. Dopo averla trovata, le chiese, un po’ impacciato, se aveva voglia di andare stasera in giardino con lui, per chiacchierare.

La ragazza annuì sorridendo e si accordarono sull’ora. Zelll ritornò da Irvine.

- Ok! Adesso ripassati le cose che hai imparato oggi e poi preparati. Inoltre portale dei fiori, alle ragazze piacciono. Fammi sapere come è andata.-

Detto questo Irvine se ne andò, lasciando Zell da solo.

 

Il giorno dopo Irvine era al centro d’addestramento ad allenarsi. Mentre stava uccidendo un mostro notò Zell seduto in un angolino della stanza. Si avvicinò e si sedette davanti a lui.

- Allora come è andata ieri?-

- Sarebbe andata bene se non fosse stato per un piccolo particolare.-

- Quale?-

- Si è portata dietro il suo ragazzo.-

Detto questo Zell andò via.

Irvine stette immobile per un momento e poi pensò che il paio di stivali, Selphie, poteva pure scordarselo.

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’uri:

 

Salve, lo so che non aggiorno da tanto tempo ma quest’anno ho avuto l’esame di maturità ( che ho passato) e il tempo se ne è andato tutto in studio. Ora comunque cercherò di aggiornare il più presto possibile. Inoltre vorrei ringraziare le persone che hanno recensito questa raccolta, mi avete fatto davvero felice, e vorrei ringraziare anche quelle che leggono e basta.

Ci vediamo al prossimo capitolo!

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Serata fra donne (Quistis/Shu) ***


Serata tra donne (Quistis/Shu)

 

 

 

Era un venerdì sera e Quistis e Shu erano in un pub di Balamb a bere.

Ormai era un’abitudine. All’inizio era tutto tranquillo fino a che si parlava di lavoro, famiglia amici, il casino era quando si parlava d’amore, soprattutto per Quistis.

- Allora, come va con Seifer?- chiese Shu, finendo la sua birra e pronta a chiederne un’altra.

Sentendo quella domanda a Quistis andò di traverso la birra e iniziò a tossire come una matta. Dopo essersi calmata e dopo che la birra ebbe ritrovato il suo percorso naturale, si pulì ad un tovagliolo.

- Come mai questa domanda?- cercò di sviare il discorso.

- L’una è passata da un pezzo, il locale è quasi vuoto quindi nessuno baderà agli strilli e alle risate isteriche di qualcuno. Insomma è il momento perfetto per parlare di ragazzi.-

Shu stappò un’altra birra e la versò nel suo bicchiere e in quello dell’amica.

- Allora? Qualche progresso?-

Quistis guardò il liquido nel suo bicchiere.

- Lui non mi interessa-

- Ho sentito che vi siete baciati.-

Quistis spalancò gli occhi, ricordando il bacio, più precisamente i due baci, avvenuti nell’infermeria.

- D-dove l’hai sentito dire?- chiese la ragazza con voce tremante.

- Ho ascoltato per caso una conversazione tra Seifer e Raijin.-

Quistis tirò un sospiro di sollievo, almeno solo in pochi lo sapevano. Probabilmente Seifer lo aveva raccontato anche a Fujin.

- Allora è vero! Vi siete baciati!- gridò Shu.

- Non urlare! Non voglio che lo sappia tutto il mondo- disse Quistis, guardandosi attorno.

- Come è successo? Racconta.-

- Ecco…..lui era in infermeria, io dovevo consegnarli un messaggio di Squall e poi…… e poi….. e…..-

Quistis arrossì fino alle punte dei capelli al ricordo di quella scena.

- E poi?- la incitò a continuare Shu.

La ragazza balbettò qualcosa di incomprensibile, poi prese la sua birra e la bevve tutta d’un fiato.Shu guardò tutta la scena.

- Che bella bevuta! E tu che mi dici? Come va con quel tipo?- chiese Quistis, spostando l’attenzione sull’amica.

- L’ho lasciato.- disse Shu senza battere ciglio.

- Perchè?- chiese sorpresa.

- Mi tradiva con un’altra.-

- Capisco.-

- Ma torniamo a te. Non mi hai ancora parlato del bacio.-

- Si può cambiare discorso?-

- Perché?-

- Non ci voglio pensare. Lui non mi piace!-

- Oh andiamo! Seifer non è mica male fisicamente. Certo non ha un carattere adorabile, ma non è malaccio. Anzi mi sembra molto migliorato rispetto al passato.-

- Sicuramente è migliorato ma……- Quistis non sapeva come finire la frase.

- Cos’è che non ti piace di lui?-

- E’ insopportabile! E il fatto che mi stia sempre addosso lo rende ancora più insopportabile.-

Shu rimase un momento in silenzio, aprì bocca per dire qualcosa, ma fu interrotta dalla voce di Quistis.

- Però, in fondo, anche lui ha i suoi pregi.- la ragazza guardò Shu- Questo non vuol dire che mi piaccia.-

Shu sorrise e pensò che certe volte Quistis mentiva a se stessa.

- Che ne dici di fare un brindisi?-

- E a che cosa brindiamo?- chiese la bionda, versando la birra nel suo bicchiere.

- Brindiamo a noi e alla nostra felicità!-

Shu fece scontrare il suo bicchiere con quello dell’amica e insieme bevvero tutto d’un fiato.

- E’ tardi. Meglio rientrare.-

Le due ragazze pagarono e uscirono fuori dal locale. Mentre stavano ritornando al Garden, Shu pensò, guardando l’amica, che nei giorni seguenti avrebbe finalmente fatto chiarezza nel suo cuore.E lei non vedeva l’ora.

 

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Capitolo 11
*** Il Festival del Garden (Selphie/Squall) ***


Il Festival del Garden (Selphie/Squall)

 


Squall era in presidenza, seduto alla scrivania, a firmare dei documenti come ogni giorno. Ad un certo punto la porta si aprì di scatto. Temendo che fosse ancora Laguna che voleva proporgli di nuovo qualcosa da fare, usò la tecnica del “facciamo finta di niente” e continuò a concentrarsi sul suo lavoro piuttosto che sul nuovo arrivato.
Quest'ultimo fece qualche passo avanti, urlando il suo nome.
<< Squall! Bisogna decidere il tema per il Festival! >>
Squall associò quella voce squillante come una trombetta a Selphie. Alzò lo sguardo e vide che ci aveva preso in pieno.
Le fece cenno che la stava ascoltando e ritornò con lo sguardo sui fogli.
<< Per quest'anno pensavo di avere un drago al Festival, magari con qualche strega in pericolo. Il drago potrebbe arrivare volando e atterrare nel giardino e...... >>
Squall non stava minimamente ascoltando la ragazza, la comunicazione che aveva per le mani era più interessante e più urgente che il Festival del Garden. Mentre Selphie continuava a parlare a ruota libera, si apprestò a prendere un altro foglio quando....
<< Pinguini?! >>
<< Pinguini? >> ripeté Selphie.
<< Pinguini?! >>
Restarono un pochino a fissarsi fino a che dalla bocca della ragazza non uscì un gridolino ed iniziò a saltellare per la stanza.
<< Aaaahhhhh!!!! Giusto! Pinguini! >> sbottò alla fine << Perchè non ci ho pensato prima? I draghi sono superati e le streghe pure, anzi ne abbiamo avuti per una vita intera. I pinguini sono perfetti! Grazie Squall! Sei il miglior preside del mondo! >>
Detto questo uscì dalla stanza saltellando, lasciando da solo Squall. Quest'ultimo ritornò con lo sguardo sulla scrivania e poi di nuovo verso la porta. Voleva semplicemente sapere cosa ci facesse una foto di pinguini fra i suoi documenti.

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