Crime Sorcière di RosaDraco (/viewuser.php?uid=395700)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Contenta di rivedermi? ***
Capitolo 2: *** Prima pagina ***
Capitolo 3: *** Nuova Missione ***
Capitolo 4: *** Ul come Ultear ***
Capitolo 5: *** Come entrare nella villa del Duca Everlue ***
Capitolo 6: *** Daybreak - Break In ***
Capitolo 7: *** I segreti del Duca ***
Capitolo 8: *** In arresto ***
Capitolo 9: *** Esempio ***
Capitolo 10: *** La gilda dietro le quinte ***
Capitolo 11: *** Attacco fantasma ***
Capitolo 12: *** Le menzogne di Lucy ***
Capitolo 13: *** Sveglia! ***
Capitolo 14: *** La fata pazza ***
Capitolo 15: *** Domatrice di bestie ***
Capitolo 16: *** La grande minaccia ***
Capitolo 17: *** Sei contro ... diciassette? ***
Capitolo 18: *** Sky dragon slayer ***
Capitolo 19: *** A folle velocità ***
Capitolo 20: *** Riavvolgere il tempo ***
Capitolo 21: *** Stelle cadenti ***
Capitolo 22: *** Incubi a mezzanotte ***
Capitolo 23: *** La donna della pioggia ***
Capitolo 24: *** Il drago e la spada ***
Capitolo 25: *** Sei preghiere per il Nirvana ***
Capitolo 26: *** Il cavaliere, la morte e il diavolo ***
Capitolo 27: *** Il Diavolo dai Capelli Blu ***
Capitolo 28: *** Oltre il Nirvana ***
Capitolo 29: *** Una gilda per una promessa ***
Capitolo 30: *** Egoista ***
Capitolo 31: *** Bloodhound ***
Capitolo 32: *** Sani e salvi ***
Capitolo 33: *** Frederick e Yanedrica ***
Capitolo 34: *** E.N.D. ***
Capitolo 35: *** La natura della magia ***
Capitolo 36: *** Sette anni di vuoto ***
Capitolo 37: *** Battaglia tra fate ***
Capitolo 38: *** Titania ***
Capitolo 39: *** L'avvento di Satana ***
Capitolo 40: *** Il burattinaio pazzo ***
Capitolo 41: *** Il Demone e il drago ***
Capitolo 42: *** Neve ***
Capitolo 43: *** Chi ha paura del futuro? ***
Capitolo 44: *** Chi ha paura del passato? ***
Capitolo 45: *** Chi ha paura del presente? ***
Capitolo 46: *** Il più fortunato ***
Capitolo 47: *** Doranbolt ***
Capitolo 48: *** Erza contro Azuma ***
Capitolo 49: *** Tre donne sotto la pioggia ***
Capitolo 50: *** Chi controlla le anime ***
Capitolo 51: *** Il più uomo ***
Capitolo 52: *** L'ossessione di Zoldeo ***
Capitolo 53: *** Crystal Dragon Slayer ***
Capitolo 54: *** Chi impara a volare oggi? ***
Capitolo 55: *** Ivan dell'invidia ***
Capitolo 56: *** Diavolo contro Diavolo ***
Capitolo 57: *** Fairy Glitter ***
Capitolo 58: *** Angelo guerriero ***
Capitolo 59: *** Bastardo ***
Capitolo 60: *** Jellal guarda indietro ***
Capitolo 61: *** Fate contro demoni ***
Capitolo 62: *** Spalancate le porte di Tartaros ***
Capitolo 63: *** Sprofondando ***
Capitolo 64: *** Due bombe ***
Capitolo 65: *** Il ruggito del drago del cielo ***
Capitolo 66: *** Uragano ***
Capitolo 67: *** Mille anime ***
Capitolo 68: *** Acqua ***
Capitolo 69: *** La storia letta dai demoni ***
Capitolo 70: *** Una goccia di tempo ***
Capitolo 71: *** L'artista ***
Capitolo 72: *** Il Re dell'Ade ***
Capitolo 73: *** Alegria ***
Capitolo 74: *** Liberi ***
Capitolo 75: *** Epilogo ***
Capitolo 76: *** Pozione d'amore ***
Capitolo 77: *** Perfetti idioti ***
Capitolo 78: *** L'ultima missione ***
Capitolo 1 *** Contenta di rivedermi? ***
cont
Ciao e buon 2015 a tutti! Sono molto contenta che questo
nuovo anno sia finalmente iniziato e sono altrettanto contenta di
poterlo cominciare pubblicando una nuova storia! Il 2014, che è appena
finito, è stato un anno molto pesante per me, ma scrivere questa fiction
mi ha aiutato a liberare buona parte dello stress.
Non ho mai letto niente del genere e penso che possa rappresentare una novità anche per voi.
Siccome
io ascolto moltissima musica ci tengo a dire che l'idea di questo
racconto mi è venuta proprio ascoltando l'incredibile voce di Lana del
Rei e nello specifico "Born to die" che mi ha fatto da colonna sonora durante tutto il lavoro. Ma oltre a Born to die
mi sono fatta ispirare anche da moltissime altre canzoni; quando una
nuova playlist appare sul mio ipod è il segno più chiaro che ho
cominciato a scrivere qualcosa di nuovo! E per questo motivo che ho
deciso di fare qualcosa di nuovo e che nei vari capitoli della fiction
troverete sparse le strofe della mia personale playlist per Crime
Sorcière. Potete provare a riascoltarla mentre leggete!
Ma adesso non perdiamo altro tempo! Vi aguguro buona lettura!
Fairy
Tail non mi appartiene e tutti i diritti vanno ad Hirmo Mashima, che
con la sua fantasia continua a battermi e a pubblicare un capitolo del
manga sempre più stupefacente dell'altro. Nemmeno le canzoni che cito mi
appartengono e i diritti vanno a rispettivi autori.
Crime Sorcière
Quante
persone hai ucciso in questi anni, Erza? Lo sai che non fa molta
differenza se sia stata tu a brandire la spada o qualcuno al posto tuo?
Quante persone hai ucciso? Te le ricordi tutte? La verità è che non mi
importa se la mia anima un giorno brucerà all'inferno, perché c'è una
cosa più importante che ho giurato di fare. Perché nessuno sarà
veramente libero, veramente sicuro e veramente felice finché Tartaros
sarà ancora lì fuori ...
Contenta di rivedermi?
Don't make me sad, don't make me cry
Sometimes love is not enough and the road gets tough
I don't know why
Keep making me laugh,
Let's go get high
The road is long, we carry on
Try to have fun in the meantime
Come and take a walk on the wild side
Let me kiss you hard in the pouring rain
You like your girls insane
Choose your last words,
This is the last time
Cause you and I
We were born to die
(Born to die - Lana del Rey)
Quando
quella sera Erza fece ritorno a casa si sentiva terribilmente stanca.
Anche se l'avventura sull'isola dei demoni si era conclusa per il
meglio, lo scontro era stato molto duro e per di più non era stato
facile spiegare al master e ad i compagni, rimasti alla gilda, cosa
fosse successo. Accidenti! Perché Natsu, Gray e Lucy facevano di tutto
per metterla nei guai? Lei di guai ne aveva già abbastanza da gestire,
senza bisogno di doversi occupare dei loro ... Ma non c'era niente da
fare ... Un sorriso le sfiorò le labbra a quel pensiero ... Non riusciva
proprio a tenersi lontana dai casini e dalle cattive compagnie.
Erza
si richiuse la porta di casa alle spalle ma si accorse subito che c'era
qualcosa che non andava. I suoi sensi si misero in allerta ed il suo
corpo si irrigidì ma in fondo non c'era nulla di cui aver paura. Era già
successo un milione di volte ed Erza non aveva nemmeno bisogno di
accendere la luce per capire quale fosse il problema. Le finestra era
spalancata e la brezza fredda della sera agitava la tenda.
- Sei qui. -
Alla
sua voce seguì subito un movimento fulmineo ed una figura incappucciata
emerse dall'ombra, bloccandola per i polsi e spingendola contro la
parete. - Jellal ... - Erza non riuscì a pronunciare altro, prima che
l'uomo le tappasse la bocca, premendo le labbra contro le sue. Anche se
il suo mantello nero ed il cappuccio lo nascondevano quasi per intero,
qualche ciocca di capelli blu faceva ancora capolino con aria ribelle.
Nonostante l'ombra anche il tatuaggio rosso, che gli decorava metà del
viso, era ben visibile: sembrava una complessa runa che gli incorniciava
l'occhio destro.
- Jellal ... - Chiamò di nuovo Erza, cercando di
guadagnarsi un po' di spazio per respirare. Per un attimo i loro
sguardi si incontrarono, i suoi occhi nocciola e quelli dell'inaspettato
visitatore, blu e profondissimi, come gli oscuri fondali dell'oceano.
Jellal le concesse appena un sorriso prima di tornare in azione,
accarezzandole questa volta la pelle del collo con le labbra. Ne seguì
lentamente tutto il contorno, fino alla base, e quando raggiunse il
punto desiderato morse, forte, strappando ad Erza un gemito.
- Non
sei contenta di rivedermi? - Jellal la costrinse ad aprire le gambe,
usando un ginocchio come leva e soltanto in quell'istante lasciò andare
la presa sui polsi della sua vittima. La sua mano destra cominciò a
tracciarne il contorno della spalla, sfregando il pollice nel punto in
cui l'aveva morsa. Poi scese più giù, lungo il braccio, esaminando
delicatamente tutte le scanalature e le giunture dei guanti d'acciaio
che la ragazza indossava. Poi risalì ancora una volta, passandole dietro
la schiena per staccarla dalla parete. La mano sinistra di Jellal,
invece, strisciò più giù, lungo la coscia e con un leggero strattone la
tirò su, facendo in modo che aderisse al suo fianco. La gonna di Erza si
ritirò immediatamente, dando finalmente all'uomo la possibilità di
accarezzare la sua pelle nuda.
- Togliti l'armatura. - Sussurrò
Jellal, sfiorandole l'orecchio con il naso ed Erza ubbidì, stringendogli
più forte le gambe attorno ai fianchi mentre lui la sollevava e la
metteva a sedere sul tavolo più vicino. Le mani Jellal adesso potevano
accarezzarla liberamente e infilarsi sotto la stoffa dei vestiti.
Dovunque si posassero lasciavano una scia infuocata.
Uno dopo
l'altro i bottoni della camicatta di Erza vennero staccati ed il capo
venne sfilato, scartato e buttato in un angolo della stanza.
- È passato troppo tempo dall'ultima volta che ci siamo visti, non è vero? -
- Un bel po' ma ... -
Jellal
non la lasciò finire, le prese il viso tra le mani e tornò a baciarla,
questa volta con ancora più passione di prima. Quando Erza si separò da
lui, cercando disperatamente un po' d'aria, il ragazzo non le permise di
allontanarsi nemmeno di un millimetro. L'attirò ancora più vicino
mordendole il labbro inferiore per convincerla ad aprire di più la bocca
per lui. Le loro lingue si incontrarono e subito tutto si trasformò in
una lotta per la supremazia.
Adesso non c'era davvero più tempo per respirare.
Erza
spinse via il cappuccio di Jellal, infilandogli le dita tra i capelli,
stringendoli, arricciandoli. Le sue dita poi scivolarono più giù, lungo
il collo e poi dietro le spalle, mentre l'altra mano cercava sul davanti
l'ultimo bottone rimasto che teva ancora fissato il mantello. Fu
proprio mentre scorreva le sue dita sulla stoffa che Erza ad un certo
punto incontrò qualcosa di denso e appiccicoso. Una sostanza
inconfondibile - Il tuo mantello è sporco di sangue. -
- Non ti
preoccupare non è il mio. - Fu proprio Jellal a staccare l'ultimo
bottone e a lasciar cadere il capo insanguinato a terra. - E allora? Non
mi hai ancora risposto. - Le sussurrò di nuovo il ragazzo all'orecchio.
- Non ti sono mancato neanche un po'? - Il suo respiro era sempre più rovente, la sua voce più rauca.
- Che cosa ci fai in città? -
Erza
sentì Jellal sorridere contro la sua spalla - Domani leggerai sui
giornali della mia ultima "impresa". - E poi tornò a baciarla. Le sue
mani questa volta non esitarono oltre ad infilarsi sotto l'orlo della
gonna, sollevando Erza giusto quel po' che gli serviva per sfilarle lo
slip.
- Dobbiamo smetterla di vederci. - La ragazza riuscì a stento a guadagnarsi un po' di spazio per mormorare
-
Lo sai cosa succederebbe se ci dovessero scoprire? Tu finiresti alla
forca e io insieme a te! E tutta la mia gilda verrebbe messa alla gogna!
-
- Lo dici ogni volta che ci incontriamo Scarlet, eppure sono
anni che andiamo avanti così e non ci hanno mai presi. - Il ragazzo le
prese una guancia, costringendola a guardarlo negli occhi, mentre con
l'altra mano armeggiava per sbottonare il pantalone. - E ti prometto,
Erza, che nessuno sarà mai preso fino a che non avremo compiuto la
nostra missione. E ti prometto anche che quando tutto sarà finito
metteremo la testa a posto e che anche io ritornerò a camminare alla
luce del sole. -
Era evidente che Jellal non voleva perdere tempo in preliminari.
- Stenditi. -
Ed
in fondo nemmeno Erza ne aveva voglia. Alla fine la ragazza appoggiò la
schiena sul legno del tavolo ed aprì le gambe senza aggiungere altro.
Contemporaneamente
in un posto completamente diverso ed in un'altra camera da letto, la
lunga notte del regno di Fiore stava appena per cominciare. Il duca
Junelle si era appena chiuso la porta alle spalle, reggendo una candela.
Ridacchiava tra sé e sé immaginando le montagne d'oro che avrebbe
sognato quella notte, dopo un'ultima, fruttuosa giornata di lavoro. Ma
ancor prima che potesse avvicinarsi al letto e spostare la tenda una
figura incappucciata emerse dalle ombre con un movimento elegante e
felino. Il conte non riuscì nemmeno a gridare. La figura incappucciata
mosse una mano ed una corda stregata lo intrappolò bloccandogli braccia e
gambe, serrandogli il collo e la bocca. Il duca rimase così, immobile
come una statua, con la candela ancora stretta in mano. La luce della
luna filtrava leggermente dalle grandi finestre illuminando a stento il
viso della strana figura incappucciata che lo aveva appena aggredito. Un
sorriso bestiale, canini affilati e baffi da gatto dipinti sulle
guance. La mano che sporgeva tesa verso di lui aveva delle eleganti
unghie affilate ed una lunga coda ondeggiava sotto il bordo del
mantello.
- Io so cosa hai fatto. - Sussurrò la misteriosa figura
con voce femminile ed il duca cominciò a tremare ancora più forte di
prima, cercando di scuotere la testa, ma invano.
- Tu sei un
usuraio che non si fa scrupolo ad usare la sua posizione per rovinare la
povera gente di questo villaggio. A causa della tua avidità molte
persone sono state costrette sul lastrico oppure al suicidio. -
Il duca stava sudando copiosamente, ma non aveva modo di ribattere.
-
Ma ti prometto una cosa. - Disse la sconosciuta sorridendo - Se mi dici
dove sono i documenti che ti incriminano farò la brava e mi limiterò a
consegnarti alle autorità. Allora? -
Nonostante la corda che gli bloccava la bocca il duca si sforzò di gridare la sua risposta.
-
Dietro il quadro? Ho capito, grazie. - L'attimo dopo un rumore di ossa
le fece eco ed il corpo senza vita del duca si afflosciò sul pavimento,
legato come un salame e con il collo rotto.
- Nyaahahan! Quanto mi
piace giocare al gatto col topo! - La misteriosa donna incappucciata
scavalcò con grazia il corpo del duca e si diresse nella direzione
indicata, rimuovendo un quadro. Dietro c'era una cassaforte ma le bastò
usare uno dei suoi lunghi artigli per far scattare la serratura. Dentro
c'era un grosso faldone di fogli, lo raccolse e lo sfogliò rapidamente.
Non aveva bisogno di luce per leggerne il contenuto grazie ai suoi occhi
da gatto. Le riuscì di pronunciare solo una frase - È incredibile
quanta gente possa truffare una sola persona. -
Nel frattempo la
vita notturna continuava a scorrere caotica a movimentata come sempre
nel grande casinò di Hargeon. Un uomo aveva appena fatto il suo ingresso
spalancando le porte con un colpo secco. Indossava una lunga pelliccia
nera e aveva le dita coperte da anelli d'oro con grosse gemme preziose.
Insieme a lui c'era un sospetto gruppo d'uomini vestiti di scuro, ma il
buttafuori li lasciò lo stesso entrare senza battere ciglio. Era un
omaccione grosso e con le spalle larghe; al posto della mandibola aveva
una protesi di ferro ed un turbante che gli copriva parte della faccia e
l'occhio destro.
- Cuprier! - Esclamò il tizio coperto di anelli,
sedendosi al tavolo da gioco. - Oggi sento che è la mia serata
fortunata, voglio puntare alto! - E detto questo rovesciò giù da un
sacchetto una grossa manciata di fiches, ma a quelle parole il mazziere
sorrise mescolando le carte. - Se sei proprio sicuro che questa sia la
tua serata fortunata, perché non puntiamo ancora più alto che delle
semplici fiches? Facciamo un gioco in cui sono messe in palio le nostre
vite. - Era poco più di un ragazzo, con i capelli biondi e la pelle
scura ma il suo sorriso era agghiacciante. Un tatuaggio scuro, simile ad
una S stilizzata gli decorava il lato sinistro del mento, ed un unico
orecchino gli pendeva giù dall'orecchio di quello stesso lato,
sfavillando sotto le luci del casinò.
- Io so cosa hai fatto. -
Sussurrò il mazziere e gli occhi dell'uomo che gli stava davanti si
allargarono per lo stupore - Hai usato i tuoi poteri per costringere una
lunga lista di innocenti a pagare il pizzo, con la minaccia di
trasformare loro e le loro famiglie in schifosissimi insetti. Ma qui
l'unico verme sei tu. - Il ragazzo ed il buttafuori si scambiarono un
cenno impercettibile e nella sala calò improvvisamente il buio. Ci fu un
rapido flash e quando la luce si riaccese entrambi erano già spariti
nel nulla ma l'estorsore giaceva a terra con una carta da gioco,
affilata come un rasoio, conficcata in gola. Attorno a lui stava già
cominciando ad allargarsi un lago di sangue mentre tutti i suoi
scagnozzi coprivano il pavimento come bambole di pezza esanimi.
Contemporaneamente
in un bar di periferia, un gruppo di uomini dall'aria poco
raccomandabile stava ridendo a squarciagola mentre uno di loro, in piedi
sul tavolo, raccontava della sua ultima bravata e di come aveva
rapinato e violentato una ragazza. Nel bel mezzo della confusione anche
altre due persone sedevano in disparte al bancone. La prima era un uomo
vestito in maniera elegante e impeccabile, con tanto di occhiali scuri,
nonostante fosse piena notte. La sua faccia aveva qualcosa di spigoloso,
sembrava quasi fatta di cubi. L'uomo seduto accanto a lui invece era un
colosso con i baffi e i capelli lunghi; la sua faccia aveva qualcosa di
altrettanto strano e sembrava fatta di pietra. Stringeva una Bibbia
sotto il braccio.
- Avreste dovuto vedere come mi implorava di
smetterla! - Continuava a gridare il tizio sul tavolo - E sapete io cosa
ho fatto? -
- Io so cosa hai fatto. - Lo interruppe l'uomo
vestito in maniera impeccabile, girandosi verso di lui e puntandogli una
mano contro, mentre imitava il gesto di una pistola - E credimi non è
cool da dire in pubblico. - L'attimo dopo il tizio cadde a terra con un
foro di proiettile dritto in mezzo al petto. Ci fu un istante di
silenzio e poi la banda raccolta nel bar scoppiò a gridare, minacciando
di gettarsi sui due sconosciuti, ma l'uomo con la Bibbia scosse la
testa. - Anche io so cosa avete fatto e so che avete molto peccato. Il
Signore dice che rubare è sbagliato. -
Poi sollevò una mano ed in
un attimo fu: il terremoto. Un mare di terra e di fango eruttò dal
pavimento inghiottendo i criminali e tutto il locale, sgretolandolo
pezzo per pezzo. Lo strano incantesimo durò pochi secondi eppure quando
il suo effetto si esaurì del malfamato bar di periferia non rimaneva più
nulla, solo una pozza di fango da cui si ergevano a stento qualche asse
di legno ed un paio di mani. Soltanto i due misteriosi uomini ed il
barista con il suo bancone erano rimasti incolumi.
- Che il
Signore benedica le vostre amine. - Il tizio con la Bibbia fece il segno
della croce con una mano per aria e poi si rivolse al pover'uomo che
era rimasto a tremare dietro di lui. - Ci scusi per il disturbo. Questo
dovrebbe bastare a ripagare i danni. - E gli tirò un sacchetto,
allontanandosi insieme al suo compagno. La stoffa mezza aperta lasciava
intravedere al suo interno un mucchio di jewel d'oro, abbastanza per
poter compare un bar completamente nuovo.
Nel frattempo in un
vicolo buio, una donna stava camminando mentre fumava. Ridacchiava tra
sé e sé che il suo lavoro era fin troppo facile, ma d'un tratto un'ombra
le bloccò la strada. Si trattava di una ragazzina dai capelli rosa con
un mantello nero ed un cappuccio calato sulla testa. - E tu chi cazzo
sei? - Le strillò la donna.
- Levati di mezzo! -
- Io so
cosa hai fatto. - Disse la ragazzina sollevando un braccio e mostrandole
il braccialetto rosa che vi teneva. La donna replicò il gesto a sua
volta e si accorse con orrore che anche lei aveva un oggetto simile al
polso. Il suo corpo sembrava fosse diventato improvvisamente di pietra,
non riusciva più a muoverlo come aveva sempre fatto.
- So che usi i
tuoi poteri in modo crudele. - Continuò la piccola figura incappucciata
con un tono freddo, quasi meccanico. - E che costringi delle ragazzine
come me a prostituirsi per i tuoi sporchi guadagni. - La donna avrebbe
voluto gridarle contro e chiederle come faceva a saperlo ma la bocca non
si mosse e la sigaretta le cadde dalle labbra. Una lama affilata le
aveva appena trapassato il petto, sbocciando come un sinistro fiore di
metallo insanguinato. Alle sue spalle a stringere saldamente l'elsa
della katana tra le mani era apparsa una seconda donna incappucciata,
con gli occhi castami e dei lunghi capelli lisci e scuri che ricadevano
ribelli fuori dal mantello. - Non temere, la mia Archnemy laverà via
tutte le tue colpe col sangue. Brucia all'inferno. -
Più tardi,
quella stessa notte, una delle guardie in ronda al castello del duca
Junelle sollevò la torcia per illuminare meglio le mura esterne che
stava pattugliando. Erano tappezzate di fogli e sul portone era inciso
uno strano simbolo. Sembrava che una bestia selvaggia lo avesse impresso
con i suoi artigli. - Che cos'è questo? - Alcuni servi stavano correndo
fuori mentre una folla di curiosi cominciava già a raccogliersi intorno
a loro. Gridavano che il duca era stato strangolato.
- Guardate
quel simbolo! - La voce acuta e terrorizzata di una donna scosse il
casinò - Quelle carte a terra non formano una specie di Cs? -
-
Sulla C c'è un cappello da strega ... - Sussurrò tra sé e sé l'uomo
lasciato tra i resti del bar, esaminando il simbolo impresso sul
sacchetto di monete.
- Crime Sorcière ... - Constatarono impotenti
i cavalieri runici, osservando il simbolo inciso sulla schiena della
vittima abbandonata nel vicolo. La luce dell'alba cominciava appena a
rischiarare Fiore.
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Capitolo 2 *** Prima pagina ***
pp
Ed ecco per voi il secondo capitolo di Crime Sorcière!
Finalmente ecco qualche informazione in più sulla piccola gilda oscura. I
suoi componenti sono un po' in più rispetto a quelli originali, ma
dategli una possibilità. Ognuno ha un motivo per essere qui e mentre la
storia progredisce capirete perchè. Buona lettura!
Prima pagina
I've seen the world, done it all
Had my cake now
Diamonds, brilliant, in Bel-Air now
Hot summer nights, mid July
When you and I were forever wild
Dear lord, when I get to heaven
Please let me bring my man
(Young and beautiful - Lana del Rey)
Quando
Erza si svegliò la luce del sole aveva già inondato la camera da letto e
la finestra giaceva aperta come la sera prima, ma questa volta non
c'era nessuna brezza a far ondeggiare la tenda. La ragazza passò una
mano sulla zona del materasso accanto a lei: il letto era ancora caldo
eppure la sua compagnia doveva essersene già andata da un bel pezzo. -
Jellal, spero che tu sappia che sei davvero un bastardo ad andare e
venire in questo modo. - Erza lanciò un sospiro e si rimise a sedere
coprendosi con la stoffa del lenzuolo stropicciato. Che cosa le restava
da fare adesso? Probabilmente una doccia, colazione, un caffè e fingere
che fosse stato tutto un sogno.
Quando Erza uscì di casa, quella
mattina su Magnolia splendeva il sole ed il cielo era terso e azzurro
come se non fosse accaduto assolutamente niente la notte precedente,
eppure lei sapeva che non era così.
Un garzone a lato della strada
stava strillando per attirare l'attenzione e vendere il pacco di
giornali che stringeva sotto il braccio - CRIME SORCIÈRE COLPISCE
ANCORA! Comprate l'ultimo numero del MagicPaper per sapere cosa è
successo! -
- Ne prendo uno. - Erza tirò un jewel al ragazzo e quello
rispose rapidamente gettandole una copia - Subito Signorina Titania! -
Sotto
il cielo azzurro e senza nuvole tutta Fiore in realtà si era appena
svegliata in un lago di sangue. L'intera città stava leggendo; Erza
aveva come l'impressione che nessuno avesse mai comprato tanti
quotidiani. Anche la gilda aveva ricevuto la notizia e tutti erano
impegnati a sfogliare le pagine dei notiziari.
- Hey, Erza! Hai
sentito cosa è successo? - La voce di Gray fu la prima ad accoglierla ed
Erza gli rispose agitando la copia che aveva in mano, senza staccare
gli occhi dalla prima pagina.
- Certo che è stata un'escalation
abbastanza eclatante. - Commentò invece Cana dal suo posto - Leggere
certe cose di primo mattino mi rovina lo stomaco. -
E la risposta corale di Wakaba e Macao non si fece attendere oltre - Ma se ti sei già scolata un barile di birra? -
-
Purtroppo quelli di Crime Sorcière fanno sempre così. - Sospirò
Mirajane continuando a lucidare il bicchiere che aveva tra le mani -
Ogni volta che entrano in azione è sempre qualcosa di eclatante. -
Lucy era seduta anche lei al bancone ma sentiva di essere l'unica a non aver capito di cosa stessero parlando.
- Che cos'è Crime Sorcière? -
-
Come fai a non saperlo? - Strillò Levy sbucando improvvisamente dietro
di lei. Aveva il suo paio di occhiali magici sul naso, un taccuino ed un
pennarello nero stretto tra le dita. - Davvero non ne hai mai sentito
parlare? -
La maga celeste scosse la testa e l'amica non esitò
oltre a snocciolare tutto quello che sapeva, tracciando col pennarello
uno scarabocchio sul suo taccuino: una C e una s intrecciate ed un
cappello da strega stilizzato sulla prima lettera. - Crime Sorcière è
una gilda oscura, cioè un'organizzazione che è stata dichiarata illegale
e pericolosa dal Consiglio di Magia. Purtroppo ci sono molte gilde
oscure qui a Fiore. Questo è il loro simbolo. -
- Anche quel tizio di Lullaby faceva parte di una gilda oscura, giusto? - La interruppe Natsu e Levy annuì
-
Sì, anche Eisenwald era una gilda oscura, ma ci sono gilde più
pericolose lì fuori e Crime Sorcière è una di quelle! Si tratta di una
gilda di assassini che prende di mira altre gilde oscure e criminali di
ogni tipo! -
- Leggi ad esempio il numero di oggi. - Gray le passò il giornale mettendole la prima pagina sotto il naso.
-
Hanno trovato un certo duca strangolato e affissi sulle mura del suo
castello tutte le prove delle sue estorsioni. Un boss mafioso e i suoi
scagnozzi sono stati giustiziati in pubblico nel bel mezzo di un casinò.
Un intero bar di periferia è stato inghiottito dal terreno insieme ad
una gang di rapinatori violenti. Una sfruttatrice che costringeva delle
ragazze a vendersi è stata invece trovata in un vicolo affettata in due.
Ma la cosa più eclatante è successa praticamente ad un passo da
Magnolia. Una coppia di cacciatori questa mattina all'alba ha visto un
filo di fumo sollevarsi dal bosco. Hanno subito pensato che fosse un
principio d'incendio e hanno chiamato soccorsi ma il fumo veniva fuori
da una cava. Dentro più di quaranta tra maghi e banditi ammazzati e
carbonizzati. Erano i componenti di una piccola gilda oscura: Southern
Wolves. -
- Quaranta persone? - Strillò Lucy sentendo chiudersi lo
stomaco e Gray strinse le spalle come a dire che nemmeno lui riusciva a
spiegarsi quale mostro avesse fatto una cosa del genere - Tutto nel
giro di una sola notte e ovviamente il simbolo di Crime Sorcière era in
ognuna di queste scene. -
Levy scosse anche lei la testa - Si comportano come una sorta di giustizieri oscuri. -
-
Ma non c'è nulla di giusto in quello che fanno. - Questa volta fu la
voce del master in persona a interromperla. Il vecchio se ne stava
seduto con aria seria e le braccia incrociate. - A volte, quando
qualcuno compie qualcosa di malvagio, proviamo la tentazione di
ripagarlo con la stessa moneta. Ma quelle che Crime Sorcière consuma con
tanta facilità, sono delle vite umane ricche di possibilità e che
potrebbero perfino pentirsi e votarsi al bene, ma a cui non viene
concessa nessuna seconda possibilità in questo modo. Sono dei criminali
ma purtroppo nessuno conosce le loro vere identità e nessuno sa come
fermarli. Imparate bene quel simbolo figlioli e state il più lontani
possibile quando lo vedete! -
Erza ripiegò il giornale e si lasciò
andare su uno degli sgabelli accanto al bancone, sospirando e
augurandosi tra sé e sé soltanto una cosa: " Jellal, ragazzi ... Vi
prego state al sicuro. "
Contemporaneamente in un luogo protetto
ma indefinito del regno di Fiore, sette figure sospette stavano
allegramente brindando e ridacchiando tra loro.
Una donna aveva
appena fatto ingresso nella stanza. Era una figura elegante e sinuosa
con dei lunghissimi capelli corvini. - Allora ragazzi come sono andate
le vostre missioni ieri sera? Ho sentito dire che ve la siete spassata.
Che peccato che io fossi impegnata con la scartoffie! Odio la burocrazia
di questa gilda, lo sapete? -
- Ci siamo divertiti un sacco
Ultear! - La chiamò la ragazza gatto - Quel ratto di cui dovevo
occuparmi io per un attimo era perfino convinto che l'avrei risparmiato!
-
- Sei una sadica, Millianna. - Ribatté sottovoce il ragazzo con
la pelle scura ed i capelli biondi e l'altra non esitò nemmeno un
secondo a replicare con una linguaccia - Senti chi parla, Sho! -
-
Tutti e due dovreste darvi una controllata. Siete poco cool in
missione. - Constatò il tipo vestito in maniera impeccabile e con la
faccia a blocchi, ma solo per beccarsi una doppia linguaccia - Tu sei
quello poco cool Wally! -
- Mio fratello ha ragione. - Aggiunse il
mago coi baffi - Il nostro compito è quello di portare giustizia.
Abbiate almeno un po' di pietà per quelle povere anime. -
- La
pianti con questa storia, Hoteye? - Lo rimbeccò il colosso con la
mascella d'acciaio - Le anime non esistono e se io ne avessi una la
scambierei volentieri con una birra gelata! -
Quell'ultima
esclamazione causò una raffica di risate e l'ilarità generale. Ultear
invece lanciò un sospiro e si andò a sedere dietro la piccola figura
incappucciata con i capelli rosa, stringendola a sé e domandandole se
anche per lei era andato tutto bene - Che te ne pare di lavorare con
Kagura, eh Meredy? -
- Preferisco te. -
Per tutta risposta la donna con la katana spalancò la bocca - Si può sapere che ti ho fatto io? -
Ma Ultear strinse la ragazzina ancora più forte - È molto semplice: tu sei una zia cattiva. -
- E allora tu sei la peggiore matrigna che si sia mai vista in giro
per la regione! La più degenerata e la più ... -
-
La volete smettere di fare casino? Di questo passo vi farete sentire
fino ad Era. - L'ultima figura a fare il suo ingresso in stanza fu
Jellal col mantello ancora insanguinato e il cappuccio calato sulla
tesa. Ma i suoi compagni non fecero caso al suo aspetto e lo accolsero
comunque con una raffica di bentornato.
Il ragazzo si sfilò il
mantello, facendo scricchiolare le articolazioni e si andò a sedere a
tavola, afferrando qualcosa per colazione. Non aveva bisogno di chiedere
come fossero andate le missioni della notte precedente: si fidava
ciecamente delle abilità dei suoi compagni.
- Sono passato da
Scarlet. - Annunciò Jellal come se niente fosse ma la sua dichiarazione
fu accolta da una serie di grida di giubilo ancora più forti di prima.
Sho fu il primo a balzare in piedi - Come sta la sorellona? -
- Sana come un pesce. -
E
a quelle parole Ultear roteò gli occhi all'indietro come a dire che non
voleva sapere fino a che punto Jellal l'avesse visitata. - Mi ha dato
un messaggio per te. - Continuò il mago in direzione della donna -
Nell'ultima missione in cui è stata coinvolta lei e i suoi compagni si
sono trovati a combattere contro un certo Lyon. Lo conosci? - Solo
allora Ultear smise di roteare gli occhi per concentrarsi meglio
sull'argomento.
- A quanto pare il ragazzo era andato fuori di
testa e voleva riportare in vita Deliora, il demone che tua madre aveva
sigillato, tutto solo per provare le sue abilità. Per fortuna non ci è
riuscito, perché quando il ghiaccio si è sciolto il mostro è crollato a
pezzi. Ur aveva fatto davvero un ottimo lavoro. -
- Jellal, lo sai
che ormai ho superato quella storia di mia madre. - Lo rassicurò
Ultear, cogliendo una nota preoccupata nel suo tono di voce - Tutta la
sua storia e quella di quel Gray Fullbuster. Tuttavia non riesco a
spiegarmi come si faccia ad essere così ritardato da voler riportare in
vita un demone di quelle proporzioni. Giuro che se lo avessi saputo
prima ci avrei pensato io in persona ad aprire la testa di Lyon con la
mia sfera di cristallo! -
- Non temere, da quel che mi ha detto,
Erza and company lo hanno preso per bene a calci. Se non era ritardato
prima credo che lo sia diventato adesso. -
- Ha detto qualcosa
anche per me? - Continuò ad insistere Sho e Jellal si passò una mano tra
i capelli, sforzandosi di ricordare - Mi ha chiesto quando accidenti
hai intenzione di trovarti una fidanzata. - Il ragazzo scoppiò a ridere
ma l'altro continuò a passarsi le dita sulle tempie - Mi ha detto anche
un sacco di altre cose ... Vediamo ... Wally! Erza è molto dispiaciuta
ma non ha trovato il modello di occhiali da sole che volevi. -
L'uomo scosse la testa - Questo è poco cool ... -
- Millianna, mi ha detto di dirti che l'idea degli stivali intonati al colore della coda le piace un sacco. -
E la ragazza gatto lanciò un grido d'esultanza.
-
Simon, ti manda un grosso abbraccio. - E l'uomo con la mascella di
ferro si strinse da solo con le sue grosse braccia e l'aria sognante. - E
ha detto di dare uno schiaffo ad Hoteye da parte sua, perché deve
finirla con quella cazzo di Bibbia. - E l'omone non esitò oltre a menare
un ceffone dietro la testa del compagno.
- Cosa? Ma io sono in mezzo a un cammino di fede! -
- Erza aveva previsto anche questo. - E Jellal fece nuovamente cenno a Simon di colpire.
- Le hai consegnato il mio messaggio? - Kagura si mise subito in mezzo senza permettergli di divagare oltre.
-
Ah, sì. - E Jellal per tutta risposta le puntò un dito contro,
sorridendo - Ha detto che preferisce diventare lesbica piuttosto che
lavorare in coppia con te e che puoi infilarti la tua adorata katana tu
sai dove. -
- Ma si può sapere cosa ho fatto a tutti quanti? -
-
A volte diventi una strega quando sei in missione, te ne sei mai
accorta? - Jellal scosse la testa e poi si mise a frugare tra le tasche -
Meredy. - La ragazzina tese le mani per afferrare un sacchetto al volo -
Queste invece le manda per te. - La più piccola della comitiva aprì
l'elastico ed un sorriso finalmente le illuminò le labbra
- Sono caramelle alla fragola! -
-
Alla torta di fragole. - La corresse Jellal ed Ultear lo incalzò a
continuare - A me non manda a dire niente, oltre a quella storia triste
di mia madre? -
- Certo! Ha detto che devi smetterla di comportarti come mia suocera e di starmi addosso tutto il giorno. -
La donna aggrottò un sopracciglio - Sei sicuro di aver riportato proprio le parole precise di Erza? -
-
Io mi immagino più qualcosa del tipo ... - Meredy si schiarì la voce. A
quanto pare le caramelle le avevano sciolto la lingua. - " Ultear, ti
prego occupati di Jellal ed evita che si cacci nei guai mentre non ci
sono! " - La sua imitazione della voce di Erza era così
straordinariamente smile che l'intera comitiva scoppiò ancora a ridere.
-
A volte non so nemmeno io come la sorellona faccia a volerlo ancora
intorno. - Ridacchiò Sho e Ultear scosse la testa - Sono molti i misteri
che circondano Jelly, mio caro amico. Io non capisco ancora nemmeno
come facciamo a considerarlo il Master di Crime Sorcière. -
- La vuoi smettere di chiamarmi Jelly, Ultear? -
- Non è colpa mia se il tuo nome è ridicolo. Se ti va prova a trovare qualcosa che suoni bene con il mio. -
E giù ancora una raffica di risate.
Se
qualche estraneo fosse capitato per sbaglio in quel covo segreto,
nascosto chissà in quale meandro di Fiore, avrebbe sicuramente pensato
che quelli fossero dei semplici amici di vecchia data e non avrebbe mai
sospettato che si trattasse un gruppo di esperti assassini, ricercati
dalla legge. Tutte persone che fino a poche ore prima erano impegnate a
cacciare e ad uccidere le loro vittime.
- Piuttosto ... - Cominciò Ultear cambiando il tono del discorso - Cosa ti ha detto di serio Scarlet? -
Jellal
finì di buttar giù la sua colazione - Mi ha proposto una serie di
piste, ma non possiamo garantire con certezza che portino fino a
Tartaros. Temo che ti tocchino altre scartoffie Ultear. -
- Pazienza. - La donna si lasciò sfuggire un sorrisino - Il
ruolo di un genio è tutto dietro le quinte. Lasciate fare a me! -
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Capitolo 3 *** Nuova Missione ***
Nuova missione
Ed ecco
il terzo capitolo della storia ma anche il primo flashback che spiega i
retroscena della vita dei ragazzi di Crime Sorcière. Ce ne
saranno molti altri in futuro che racconteranno il modo in cui la gilda
è nata, perchè e come mai sono tutti così
ossessionati da Tartaros. Ma per ora questo è solo un piccolo
assaggio!
Nuova missione
We don't ever stop,
And we're never gonna change
We'll be running down the street, yelling
kiss my ass
I'm like yeah whatever, we're still living like that,
When the sun's going down, we'll be raising our cups
They say just grow up but they don't know us
We don't give a fuck and we're never gonna change
(Here’s to never growing up - Avril Lavigne)
- Quando diventerò grande farò il boss della
mafia! - Esclamò Wally illustrando i suoi progetti per il futuro, completamente
dimentico del fatto di essere un bambino ridotto in schiavitù. - Avrò un sacco
di scagnozzi alle mie dipendenze, sarò ricchissimo e mi vestirò solo con gli
abiti più alla moda e gli occhiali scuri! -
- Io invece farò il capo indiano! - Esclamò
il fratello Richard, saltando in piedi a sua volta ed imitando qualche passo di
danza attorno ad un fuoco immaginario - Cominciate pure a chiamarmi gran capo
Hoteye! Tu Simon invece cosa vuoi fare? -
Simon era quello più grosso del gruppo, che
cresceva di più in altezza e con le spalle più larghe, ma era anche quello col
cuore più tenero. - Io voglio fare il pasticciere. - Ammise alla fine, dopo
averci pensato un po’ su con le braccia incrociate. La sua affermazione causò
una sfilza di mormorii di protesta, specialmente da parte di Wally che non ci
vedeva niente di avventuroso nel fare il pasticciere.
- Che c’è di male a voler imparare a fare le
torte e i dolci? - Lo rimbeccò Kagura, l’affezionatissima sorellina di Simon -
Se lui vuole fare il pasticciere allora voglio farlo anche io! -
- Io invece voglio diventare un mago! -
Esclamò Sho con entusiasmo - Una volta uno è venuto al mio villaggio e ci ha
fatto vedere tutti i giochi che faceva con le carte! Era fantastico! -
- Io diventerò un gatto. - Concluse infine Millianna.
- Ma non puoi diventare un gatto! - Le
gridarono dietro gli amici costringendola a rispondere con una linguaccia - E
invece sì! Nya! -
Erano chiusi in una grande cella buia e
sporca eppure, nonostante la stanchezza e le percosse, quei bambini avevano
ancora abbastanza energia per sognare. - Che cosa vuoi fare tu da grande? - Jellal
si chinò accanto ad Erza mentre i loro compagni erano troppo intenti a
bisticciare per sentirli. La bambina si girò a guardare fuori dalla cella senza
nemmeno pensarci due volte, fissando le guardie che passavano pigramente
durante il loro giro di ronda. - Io voglio una spada e voglio pure una corazza!
Così tutti avranno paura di me e non mi ordineranno più cosa fare! -
- Vuoi ... Vuoi diventare un cavaliere? -
Ripeté Jellal con aria incredula: non aveva mai sentito nessuna ragazza dire
una cosa del genere. - Ma non hai bisogno di una spada! Perché quando
diventeremo grandi ti sposerò e ci penserò io a proteggerti! -
Erza si sentì avvampare di colpo e la sua
faccia divenne rossa come i suoi capelli. Ma Jellal stava ridendo e non era
facile capire se fosse serio oppure no. - Quando fuggiremo da questa torre ci
sposeremo e vivremo felici per sempre! -
Felici
per sempre ...
-
Che cosa siamo diventati invece ... - Erza si passò una mano sulla faccia,
sforzandosi di svegliarsi completamente. A quanto pare aveva appena fatto un
lungo viaggio nel mondo dei sogni e dei ricordi del suo passato.
Ormai
erano trascorsi già parecchi giorni dall’incidente dell’isola dei demoni e
tutto era tornato a scorrere in modo tranquillo a Magnolia e alla gilda di
Fairy Tail. Forse tranquillo non era il termine esatto, perché alla gilda le
cose erano sempre terribilmente caotiche, ma se Erza avesse potuto scegliere,
avrebbe votato lo stesso per la parola “tranquillo”. Nell’ultimo periodo non
c’erano stati incidenti e anche lei ne aveva approfittato per concedersi una
piccola pausa: non era andata a lavoro ma si era cercata un posticino comodo
sul divano. Non aveva mai abbastanza tempo, ma tra una missione e l’altra le
piaceva concedersi un po’ di relax e leggere un libro. Levy a volte le
suggeriva qualche titolo oppure le prestava qualche volume. Quando non aveva
voglia di leggere la cosa che amava fare di più era shopping e per lei non
faceva differenza acquistare abiti o armi.
-
Questo libro che mi ha suggerito Levy ... - Erza avrebbe voluto dare la colpa a
lei per il fatto che si fosse addormentata ma forse si trattava solo di
stanchezza accumulata. - Santo cielo non pensavo che quella ragazza leggesse
cose del genere ... È ... È ... - Fu proprio mentre Erza stava riflettendo sul
modo in cui avrebbe definito il romanzo, che qualcuno interruppe la sua
concentrazione bussando rumorosamente contro la porta. Accidenti! Quando Jellal
fosse passato la prossima volta doveva chiedergli di piazzare all’ingresso
delle rune capaci di impedire agli scocciatori di bussare. Magari un
incantesimo capace di incenerirli ...
-
Erzaaaa! Sei in casaaaa? -
-
Se sei venuto per sfidarmi a duello, allora Natsu, torna il prossimo millennio!
-
-
Erza ci siamo anche noi! -
C’era
anche Lucy?
-
Dai apri! -
-
Apri, Aye! -
E
Gray ed Happy. Erza lanciò un lungo sospiro richiudendo il libro. Chissà perché,
ma aveva l’impressione che quel giorno non avrebbe più avuto tempo di leggere.
- Eccomi! - E quando aprì la porta la comitiva si infilò dentro senza neanche
chiedere permesso, andando ad accomodarsi al tavolo del soggiorno.
-
Posso sapere perché siete qui? -
-
Hai qualcosa da sgranocchiare? -
-
Per me delle sardine! -
-
Io vorrei un caffè. -
Erza
lanciò un sospiro e si diresse verso la credenza tirando un pacco di patatine
dritto in testa a Natsu e una scatola di sardine ad Happy. La maga si ritrovò a
ridacchiare pensando al fatto che ormai faceva la spesa in base ai gusti dei
suoi ospiti. - Il caffè arriva tra un attimo ma nel frattempo potreste almeno
dirmi perché siete qui? -
-
Che casa adorabile che hai! Hai anche un secondo piano? - Lucy era l’unica
ancora in piedi; si stava guardando attorno con aria ammirata. Erza si era
dimenticata del fatto che non fosse mai venuta prima a farle visita. - Non è
niente di speciale Lucy ... -
-
Io la trovo fantastica! Mi piace questo tocco d’azzurro e l’idea dell’angolo
cottura nel soggiorno mi piace ancora di più. L’hai davvero comprata tutta da
sola? -
-
In genere puoi permettertelo quando lavori e non ti porti Natsu dietro a
distruggere cose oppure ... - Lo sguardo di Erza si appuntò sui pettorali di
Gray - Lui a prendersi denunce per atti osceni in luogo pubblico. -
-
EHI! -
-
Rimettiti la camicia allora! Non voglio uomini nudi in giro! -
-
Anche l’appartamento di Lucy è grazioso ma la padrona di casa è una strega. -
Continuò Happy mangiucchiando allegramente le sue sardine.
-
Lo sai che Fairy Tail ha un dormitorio femminile, sulla collina? La chiamiamo
Fairy Hill. - Le spiegò a quel punto Erza - Qualche volta potrei accompagnarti
a fare un giro. Apparte Cana e Mira stanno tutte lì ... - Ma Erza non riuscì
nemmeno a completare la frase prima che Natsu cominciasse a strillare, rischiando
di strozzarsi con tutte le patatine che aveva in bocca - No Lucy non andare! Lì
i maschi non sono più ammessi e non potrei dormire da te! -
-
Vi conoscete da così poco eppure avete già dormito insieme??? - Gridò subito
dopo Gray e così forte da farsi sentire fino alla gilda.
-
Già! Il letto di Lucy è definitivamente il migliore. Ho provato un sacco di
letti ma il suo è il più comodo! -
Per
un attimo Gray rimase ancora un istante a bocca aperta, poi la richiuse e agitò
una mano - Come non detto. - Lucy invece continuò a fissarlo - Quanti letti
avresti provato tu? -
-
Se vuoi posso aiutarti a farlo smettere. - Le suggerì Erza - Con me ci ha
provato una sola volta ed è stata anche l’ultima. -
-
Magari, mi saresti di grande aiuto. - A quel punto Lucy lanciò un lungo sospiro
ma poi il suo sguardo cadde su qualcos’altro, qualcosa in bella mostra sul
divano. - Oh, conosco questo libro! “ Cinquanta sfumature di magia ”! Mi hanno
consigliato di leggerlo. -
-
Non dirmi che te lo ha suggerito Levy? -
-
Sì, ha detto che è il massimo! -
Pervertita.
Ecco! Finalmente Erza aveva trovato il termine giusto per Levy: una sporca
pervertita.
-
Vieni Lucy, ne ho preparato uno anche per te. -
Ma alla fine la maga lasciò perdere il capitolo libri, passando una
tazza di caffè fumante a Gray e appoggiandone un’altra sul tavolo. Il ragazzo,
prese subito un lungo sorso sospirando tra sé e sé - Ottimo come sempre. A
volte mi dimentico che sotto quella corazza c’è una ragazza normale e che anche
tu sai cucinare. - Gray non riuscì nemmeno a completare la frase prima che un
pugnale, materializzatosi praticamente dal nulla, si andasse a piantare nel
legno del tavolo ad un centimetro dalla sua mano.
-
Allora, adesso che siete stati tutti serviti, potete dirmi per quale ragione
siete venuti fin qui? -
-
Erza ma come mai a casa tua c’è quasi sempre questo odore ... - Natsu alzò la
testa in alto annusando rumorosamente l’aria - Sembra puzza di ... Di zolfo! -
Come l’illuminazione lo colse così fece un pugno direttamente sulla testa.
-
Lo sai che è maleducato dire che le persone anziane puzzano? -
-
Che? - Natsu non riuscì a borbottare altro tenendosi la testa tra le mani, ma
Erza andò a sedersi come se nulla fosse - C’è questa vecchietta così carina,
che abita nella casa accanto e che ogni tanto mi porta una porzione di quello
che ha cucinato. Prova ad insultarla ancora e non ti faccio più entrare. -
-
Aye ... - Il ragazzo chinò la testa come un cane bastonato. Il suo olfatto era
dannatamente acuto ma per fortuna non si poteva dire lo stesso del suo
intelletto. Come poteva spiegargli che quell’alone di zolfo era l’odore che
lasciava la magia di Jellal?
-
Allora, vi stavo chiedendo per l’ennesima volta, perché siete venuti qui? -
-
Abbiamo trovato una missione! - Esclamarono questa volta Natsu ed Happy in coro
mentre il gatto si sfilava il foglio della richiesta dalla sacca che portava
sempre dietro la schiena e glielo porgeva - Parla di recuperare un libro. -
Toh,
parlando di libri eccone saltare fuori un altro.
-
Noi abbiamo pensato a Lucy. - Le spiegò Natsu ma la ragazza scosse la testa - E
io ho pensato che fosse meglio dirlo anche a te, prima che questo imbecille mi
trascinasse a Shirostune e distruggesse l’intera città. -
-
Shirostune ... - Ripeté Erza tra sé e sé, saggiando quel nome sulla
punta della lingua. - Sono già stata a Shirostune una volta. -
-
Allora ci stai? - Lucy sorrideva così tanto che non poteva dirle di no. - Ci
sto. Ma ho solo un’ultima domanda. Tu che ci fai qui? -
Gray
fece spallucce - Vi seguo perché non ho niente da fare? -
Oh,
maghi di Fairy Tail! Perché Erza pensava che dopotutto non
fossero molto
diversi dagli amici con cui era cresciuta alla Torre? Sarebbero stati
identici se non avessero scelto strade così diverse ...
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Capitolo 4 *** Ul come Ultear ***
Ul come Ultear
Un altro capitolo è qui ! Anche
se si tratta di uno dei più brevi ha un flasback molto
interessante . Devo ammettere che l'idea di scrivere di Erza e dei suoi
amici di Crime Sorcière da bambini mi piace moltissimo e quindi
li vedrete tornare spesso sulla scena. Volevo aggiungere inoltre che la
storia di Crime Sorcière ripete buona parte del manga originale
di Fairy Tail per giungere fino a Tartaros. Ma gli archi hanno un
ordine un po' differente e mancano le sezioni di Edolas, i sette
anni di vuoto e il grande torneo di magia. Dal nome della città
che appare in questo capitolo è facile indovinare cosa
succederà. In ogni caso buona lettura!
Ul come Ultear
Dopo essere scappati dalla schivitù alla Torre del Paradiso, Erza e i suoi amici avevano ottenuto la libertà ma non di certo una vita migliore. Il gruppo di ragazzini si era ritrovato improvvisamente a vagare per le strade di Fiore senza nessuno a giudarli, nessuno ad accoglierli e soprattutto niente da mangiare. Jellal faceva del suo meglio per incoraggiarli ma nemmeno lui aveva la risposta a tutte le domande e a volte le sue idee non erano delle più brillanti, come quel giorno.
Fuori dal vicolo buio, stretto tra due
palazzi, si vedeva la vivace piazza del mercato, colma di banchi, gente, merce
in vendita e soprattutto ... cibo.
- Okay il piano è questo. - Jellal diede un’ultima occhiata dietro l’angolo e
poi tornò a girarsi verso i compagni, schiacciando la schiena contro la parete
per non farsi vedere da occhi indiscreti e sussurrando per non farsi udire da
orecchie estranee - Qualcuno va lì fuori e fa da diversivo mentre gli altri
rubano quanta più frutta possono. Che ne pensate? -
- Vi scopriranno. - Jellal si irrigidì di
colpo e così fecero tutti gli altri. Una ragazzina esile e dai lunghi capelli
neri si era appena affacciata dentro il vicolo . Come aveva fatto ad accorgersi
di loro?
- Vi
scopriranno e quando vi prenderanno ... Credetemi non sarà una bella
esperienza. - Continuò la sconosciuta - Non
importa se sei un bambino o un adulto ma i cavalieri runici non ci vanno
leggeri con i ladri. -
- Chi ... - Mormorò Jellal tra i denti - Chi
diavolo sei tu? -
Il suo tono era minaccioso ma la ragazzina
fece ugualmente il suo ingresso in mezzo al gruppo, sorridendo con aria amabile.
- Io mi chiamo Ultear Milkovich, ma potete chiamarmi anche Ul, Ultear è un nome
troppo lungo. Voi invece chi siete? Non vi ho mai visti prima. -
- Questa che vedi è la grande banda che
comando. - Esordì Wally facendosi subito avanti - Io sono Wally il Cane Matto,
quello è mio fratello Richard ma preferisce farsi chiamare Hoteye, questo è
Simon e lei è Kagura sua sorella. Lui è Sho, lei Millianna, quello Jellal e la
ragazza coi capelli rossi Erza, ma noi la chiamiamo anche Scarlet. -
Jellal si picchiò una mano sulla faccia,
Erza fece altrettanto e tutti gli altri gli fecero eco gridando il nome del
ragazzo con rabbia - Wally! -
- Avevamo deciso di rimanere anonimi! -
Kagura non esitò a colpirlo con un ceffone dietro la testa.
- È per questo che vi ho presentati tutti! -
- COME??? -
- Piacere di conoscervi. - Continuò la nuova
arrivata come se nulla fosse - Ma adesso torniamo al punto di partenza. Se
volete rubare della frutta, lasciate che un’esperta vi mostri come fare. - A
quelle parole tutta l’attenzione tornò a concentrarsi su di lei. - Le vedete
quelle due casse di mele? Quelle lì rosse in bella vista? - Una sfilza di
brontolii di stomaco le diede la conferma che il gruppo le aveva individuate.
- State a vedere. - Ultear mosse le mani in
direzione dei frutti ed in men che non si dica tutte le mele avvizzirono,
riducendosi a poco più di un torsolo secco. I ragazzini questa volta si
lasciarono scappare una serie di mormorii di protesta, forse un po’ troppo
forti visto che dovevano evitare di farsi scoprire.
- State in silenzio! Fidatevi di me! È quasi
fatta: guardate! -
Il proprietario del banco di frutta si era
appena accorto che le sue splendide mele erano misteriosamente andate a male e
aveva sollevato le due casse pronto a gettarle via. Imprecava che doveva essere
colpa di qualche stregoneria ma non sapeva quale e voleva far sparire la frutta
prima che qualcuno sospettasse che il suo negozio fosse maledetto.
- Venite con me adesso! Di qua! - Ultear
fece cenno ai suoi nuovi compagni di seguirla correndo via lungo il vicolo ma
si fermò quasi subito per scrutare dietro l’angolo alla svolta successiva.
L’intero gruppo rischiò di capitombolare per terra per frenare in tempo. - Ancora
un attimo ... Adesso! - Il commerciante lasciò le due casse di mele avvizzite
vicino la spazzatura ma Ultear fece segno ai ragazzini di procedere soltanto
quando ormai era andato via da un po’.
- E adesso che ci facciamo? - Domandò Jellal
ancora più perplesso alla vista delle mele rinsecchite, ma Ultear non aveva
ancora finito.
- Prendetele e venite con me! Qui siamo ancora
troppo vicini al mercato: potrebbero vederci! -
Questa volta Simon e Richard non
protestarono, sollevando le due casse e portandole via con sé.
Ultear si fermò soltanto quando ormai erano
in un angolo buio e completamente deserto, dietro un palazzo abbandonato. Gli
indicò di poggiare la refurtiva a terra e questa volta quando mosse di nuovo le
mani sulle mele, la frutta ritornò al suo stato originale, bella e splendente
come non mai.
- Magia ... - Sussurrarono i ragazzi senza
parole, ma Ultear si limitò a prendere uno dei frutti e staccarne un pezzo con
un morso - Forza! Sono buone! - Non c’era bisogno di ripeterlo due volte: in un
attimo tutti i ragazzini si erano avventati sul cibo.
- Ma come hai fatto? - Richard aveva la
bocca piena.
- La mia magia si chiama Arc of Time. Vi
piace? L’ho inventato io questo nome! - Gli spiegò la ragazzina ridacchiando -
I miei poteri possono modificare il tempo delle cose. -
A quelle parole Sho balzò subito in piedi dimenticandosi
di colpo del cibo - Potresti farmi diventare subito grande? - Ma l’altra scosse
la testa - No, non funziona sulle persone, ci ho provato ... Non funziona
nemmeno sugli animali e sulle piante. Il tempo delle cose è diverso dal tempo
della vita. -
- Quindi puoi trasformare la spazzatura in
cibo? - Continuò Millianna ma Ultear scosse ancora una volta la testa -
Preferisco mangiare cose che non sono ancora diventate spazzatura per davvero
... -
- Grazie Ul. - Dopo quella raffica di
domande le cosa successiva che la colpì fu il sorriso di Erza - Ci hai davvero
salvato la vita! -
- Modestamente io sono un genio! - Replicò
l’altra senza la minima punta di modestia - Se volete posso insegnarvi un sacco
di altri trucchi! -
- Ma non so se noi staremo ancora qui a
lungo. - Ammise Jellal incrociando le braccia - Tu non hai una casa dove
tornare? -
- Io sono scappata di casa. - Ultear adesso
si era messa a sedere su un muretto agitando le gambe - Cioè non so se essere
scappata di casa sia la definizione giusta ... Ma diciamo che in ogni caso
nessuno mi sta cercando e che non ho un posto dove andare. - Anche se fino ad
un attimo prima era stata tanto sicura di sé, adesso gli occhi di Ultear si erano
fatti un po’ lucidi.
- Anche noi stiamo scappando. - Sospirò
questa volta Kagura - Ma non per colpa dei nostri genitori. Nessuno di noi li
ha più. -
- Posso entrare nel vostro gruppo? - Esordì
a questo punto Ultear - Se mi lasciate venire con voi allora vi insegnerò un
sacco di trucchi! Ho viaggiato per tanto tempo per arrivare dal nord fino a qui
e ho imparato a fare un sacco di cose. - I ragazzini si scambiarono appena una
fugace occhiata prima di mettersi a gridare in coro - Benvenuta UL! - La ragazzina
arrossì e sorrise ma prima di poter dire quanto le faceva piacere ecco che Sho
aveva sollevato una mano per attirare l’attenzione - Ultear dato che sai un
sacco di cose, sai anche in che città ci troviamo? -
- Ma come? Non sapete nemmeno questo?Questa
città si chiama Shirostune ... -
-
Shirostune! - Annunciò la voce del capotreno rombando attraverso gli
altoparlanti e svegliando Erza di soprassalto. A quanto pare durante il lungo
viaggio aveva finito per addormentarsi ancora una volta ed era tornata a
sognare del suo passato. Anche i suoi compagni stavano cominciando a svegliarsi
soltanto ora. Ma come mai ogni volta che sognava erano sempre i ricordi del suo
passato quelli a tornarle alla mente? Perché non riusciva mai a sognare del
futuro? Perché era come se per lei il futuro non esistesse affatto?
-
Forza che state aspettando? - Natsu aveva passato tutto il viaggio esanime,
steso sul pavimento della carrozza, eppure adesso era ritornato alla vita e non
vedeva l’ora di correre verso la dolce libertà che lo attendeva fuori dal
treno. - La missione ci sta aspettando! -
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Capitolo 5 *** Come entrare nella villa del Duca Everlue ***
Come entrare nella villa del Duca Everlue
Uno
dei temi ricorrenti che ho sfruttato in questa storia è quello
dei "segreti". Oltre ad Erza, tutti a Fairy Tail hanno dei segreti e
non tutti sono innocenti come sembrano. Forse quello di Gray è
il meno serio ...
Come entrare nella villa
del duca Everlue
Shirostune
era una città vivace e mentre il gruppo di maghi si faceva strada verso il
luogo dell’appuntamento con il loro cliente, la vita movimentata del posto li
avvolgeva ad ogni passo. I negozi erano colorati e sfoggiavano tutti la merce
in bella vista ed Erza passava guardando le vetrine con una punta di nostalgia.
-
Lo sai che non hai bisogno di seguirci per ripagarci dell’aiuto che ti abbiamo
dato con Deliora? -
Gray,
che veniva subito dietro di lei si passò una mano tra i capelli - Ripagarvi? Ma
di che stai parlando? -
Per
un attimo Erza si girò a dargli un’occhiata ma poi tornò a guardare i negozi ed
il ragazzo si lasciò sfuggire un sospiro - Non è che mi senta in debito o
altro, è che ... Come dire, noi di Fairy Tail siamo una famiglia, siamo
cresciuti insieme eppure non ho mai avuto il coraggio di raccontare nulla del
mio passato ... -
-
Ne hai parlato con me ... -
-
Sì! È vero ma ... Solo con te Erza. - Gray lanciò un altro sospiro - Forse avrei dovuto parlarne con il master e anche
con qualcun altro ... Magari ... Magari se lo avessi fatto prima, avremmo anticipato
Lyon ed evitatato che tutti gli abitanti dell’Isola della Luna soffrissero in
quel modo ... Forse non vi avrei nemmeno cacciato nei guai ... -
-
Non eri obbligato a raccontarci del tuo passato se la cosa ti faceva star male
e non sei nemmneno obbligato a prenderti la colpa di tutto. Sul serio Gray. -
Erza scosse la testa. Detestava quel lato dell’amico, sempre pronto a prendersi
la responsabilità di tutto ciò che accadeva e lo detestava ancora di più di
tutti i suoi difetti perché anche Jellal aveva la stessa spiacevole abitudine.
Non le piaceva quell’argomento. Anche lei nascondeva molti segreti, ma cosa
avrebbe risolto confessandoli al master? Che cosa poteva ottenere, tranne il
fatto di mettere Fairy Tail inutilmente nei guai?
-
Ma Erza! - Un ragazzaccio colpì il mago che protestava. Stava correndo a più
non posso e per poco il melone che stringeva tra le braccia non gli cadde a terra,
ma si riprese subito dall’urto e schizzò via. Aveva alle calcagna un uomo
furioso che stava gridando di fermarlo ma Erza non esitò nemmeno un istante a
metterlo a tacere tirandogli una moneta - Tieni anche il resto. -
-
Non ti facevo il tipo da perdonare così facilmente le marachelle di un ragazzo
di strada. - Ridacchiò Lucy ed Erza scosse la testa - Non ti preoccupare, se lo
facesse qualcuno della gilda non lo perdonerei mai. -
-
Era per questo che stavo dicendo ... Lascia stare ... -
-
Piuttosto avete pensato come entrare nel palazzo del duca da cui dovete
prendere il libro? - Continuò Happy - Io ho sentito dire che ama le cameriere giovani
ed avvenenti! Lucy non è granchè ma potreste provarci lo stesso! Aye! - Il
gatto lanciò uno strillo quando la maga celeste gli pestò accidentalmente la
coda.
-
Guardate siamo arrivati! È enorme! - Esclamò questa volta Natsu fermandosi di
colpo.
-
È la casa del Duca? - Domandò Gray ma solo per sentirsi dire - No! È quella del
cliente! -
Il
dragon slayer bussò rumorosamente contro il portone per annunciare il loro
arrivo - Siamo noi! Veniamo dalla gilda di Fairy Tail! - Ma - Shhhhh! - Una
voce soffocata gli fece subito eco da dietro la porta.
-
Discrezione! Discrezione! Potete entrare dal retro? -
Ad
accoglierli c’erano un uomo coi baffi ed una signora con l’aria affabile. Il
nome del cliente era quello di Kaby Melon.
-
Melon? Come melone? Hai il nome di un frutto! Auch! - Lucy fu costretta a
mettere Natsu a tacere con una gomitata tra le costole sussurrando
velenosamente - Sta zitto! L’ultima cosa che ci serve è che ci fai perdere il
lavoro! -
-
Non avrei mai immaginato che Titania di Fairy Tail accettasse l’offerta! -
Continuò ad esclamare l’uomo entusiasta - Se possiamo contare su di lei allora
possiamo stare sicuri che la missione andrà a buon fine! -
-
Farò di sicuro del mio meglio. -
-
Ci sono anche io in squadra. - Dopo aver dato la gomitata a Natsu, Lucy provò a
sorridere, cercando di fare la migliore impressione possibile, ma tutto ciò che
ottenne fu un - E tu chi sei? Non ti
avevo notata prima. -
- Come??? -
- Ci può spiegare un po’ meglio in cosa consiste il nostro
lavoro? - Continuò Erza come se nulla fosse
- Quale libro dobbiamo riportarle? Ha scritto sul foglio che
il duca glielo ha sottratto qualche anno fa. -
- Sì, esatto. Si tratta del duca Everlue, l’uomo più ricco e
avido di questa città, molto più ricco e potente di me. Voglio che troviate
l’unica copia di Daybrek in suo possesso e che la distruggiate. -
Erza aggrottò un sopracciglio ma Natsu rispose per lei
scoppiando a ridere - Distruggere? Ma questa è la mia specialità! Ci metterò un
attimo! Potrei anche bruciare tutta la villa per fare più in fretta! -
- Ma ci vuoi davvero far perdere il lavoro? - Lucy lo colpì
di nuovo, ma questa volta in modo un po’ meno discreto.
- Chissene frega! Avremo lo stesso duecentomila jewel! -
- Ah proposito del pagamento ... - Li interruppe il signor
Melon - Non siete stati informati che la ricompensa è salita a due milioni? -
- DUE MILIONI! - Natsu, Happy, Gray e soprattutto Lucy non
riuscirono a trattenere uno strillo. Ma mentre il resto del gruppo discuteva
con il signor Melon della ricompensa, Erza si ritrovò a fissare distrattamente
le decorazioni del grande salone in cui erano stati invitati a sedersi. Mobili
dal legno lucido, candelabri dorati, dipinti antichi. Uno solo di quei singoli
oggetti veduto all’asta, sarebbe bastato a sfamare un’intera famiglia in
difficoltà.
- A questo mondo ci sono un sacco di lavori
che si possono fare con la magia. - Cominciò con lo spiegare Ultear. Muoveva un
dito come una maestrina con la sua nuova scolaresca ed il resto del gruppo
stava a sentirla seduto per terra. - I maghi si uniscono in gilde e aiutano le
persone normali in cambio di denaro. Io per esempio, dato che posso accelerare
il tempo delle cose o farlo tornare indietro, ho fatto di tutto: riparato
tetti, dipinto cancelli, aggiustato vasi ecc. ecc. -
- Ma noi non abbiamo tutti la magia ... -
Borbottò Sho - Siamo ancora dei bambini e soltanto Erza e Jellal hanno dei poteri ... -
- Ed è per questo che dobbiamo fare in modo
di usare quella magia che abbiamo per ottenere il massimo guadagno. Sapete cosa
si fa quando uno vuole guadagnare molto e in fretta? -
- Si ruba! - Esclamò Wally senza esitazione
e tutto il gruppo gli fece eco con una raffica di mormorii di disapprovazione.
- No! No! No! - Ultear fu costretta a
gridare per farli stare di nuovo zitti - Wally ha ragione! Rubare è il modo più
veloce per guadagnare e se vogliamo dei soldi per mangiare e riparare i vestiti,
allora ci dobbiamo mettere a rubare! -
I ragazzini la fissarono per un attimo con
la bocca spalancata ma Ultear continuò a snocciolare il suo piano - Qui a
Shirostune ci sono un sacco di ricchi, sono loro quelli a cui dobbiamo puntare.
Ci faremo prendere a lavorare in una delle loro case e poi, quando meno se lo
aspettano ... Un colpo di magia e poteremo via quanta più roba possiamo! Io so
già come fare e sono sicura che anche Erza ci può riuscire. Il tuo potere ti
permette di scambiare posto alle armi, perché non dovresti riuscirci anche con
un braccialetto o un anellino d’oro? Io posso prendere Millianna con me e tu
Kagura e poi andremo a bussare a casa di qualche nobile in città. -
- Ma sei sicura che possano prendermi? - Erza
si passò una mano sull’occhio destro che aveva avuto fino a poche settimane
prima e che alla fine la Torre si era portato via con sé. Era ancora coperto
con un vecchio pezzo di benda.
- Non dovrei dire una cosa così, ma ... -
Ultear esitò per un attimo ma poi si fece più vicina per sussurrarle
- I ricchi amano le persone patetiche. Gli
piace aiutarle per sentirsi ancora più potenti. Se non avessi avuto una gamba o
un braccio sarebbe stato ancora meglio. Quindi ... - Questa volta si rivolse
anche a Kagaura e Millianna - Siate quanto più patetiche potete. Se serve implorate
e mettetevi a piangere, buttatevi in ginocchio! Tanto durerà solo un attimo e
prima che possano rendersene conto quei riccastri si ritroveranno con la cassaforte
vuota! -
-
Erza? Erza sei ancora tra noi? -
La
maga ritornò di colpo alla realtà, ma si ritrovò costretta a battere un paio di
volte le palpebre per accorgersi che era stata Lucy a chiamarla. - Allora hai
qualche idea? Come facciamo a entrare nella casa del duca senza destare
sospetti? -
-
È semplice. - La ragazza si rivolse subito al signor Melon - Avete un paio di
vecchie divise da cameriera? Qualcosa della nostra taglia? -
-
COSAAAA? - Lucy strillò ma Happy cominciò subito a strattonare Natsu per la
manica - Io stavo scherzando con la storia della cameriera ma lei lo ha preso
troppo sul serio! -
-
Non abbiamo altra scelta. - Il dragon slayer si abbassò per sussurrargli
nell’orecchio - Continuiamo a fingere. Se lo scopre Erza ci ammazza! -
Quando
il gruppo lasciò la residenza del signor Melon, lo fece così carico
d’entusiasmo che non si preoccupò di guardarsi indietro neanche una volta, ma
se lo avessero fatto probabilmente avrebbero notato lo sguardo preoccupato
negli occhi del cliente e di sua moglie.
-
Caro, sei sicuro che possiamo fidarci di dei ragazzini come loro? Le gilde che
abbiamo incaricato in precedenza hanno fallito tutte la missione ... -
-
Lo so ma ... Non posso permettere che quel libro continui ad esistere ... -
|
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Capitolo 6 *** Daybreak - Break In ***
Daybreak - Break In
Oggi
che ho un po' di tempo libero e un mal di gola pazzesco che mi tiene
bloccata dentro (oh quante cose che ho dovuto rimandare!), ho deiso di
approfittarne per pubblicare qualcosa in più. Eccovi
perciò un altro capitolo!
Daybreak - Break In
Il
palazzo del duca Everlue era la cosa più ricca ed incredibile che si fosse mai
vista. Ogni singolo millimetro dell’edificio era riccamente decotato, coperto
da un bassorilievo, una statua, una lampada, una finestra, un qualcosa ...
Mentre percorreva la strada che costeggiava la recinzione che circondava la
villa ed il suo giardino, Erza non riusciva nemmeno ad immaginare cosa potesse
trovarsi all’interno. Se l’esterno era così ricco, allora l’arredamento di una
sola di quelle stanze valeva di sicuro abbastanza denaro per sostenere l’intera
città per un anno, o probabilmente per ancora più tempo. La vista di quello
spettacolo era travolgente. Una persona così ricca e così disperatamente
desiderosa di far sfoggio della sua ricchezza, doveva essere di certo una
persona corrotta e malata.
Il
cancello era anch’esso stravagante e appariscente, fatto dei riccioli di ferro
più delicati che avesse mai visto. Sembrava così fragile che un solo tocco
avrebbe potuto ridurlo in polvere, ma Erza aveva come l’impressione che quella
fosse tutta apparenza. Probabilmente si trattava di un materiale magico,
rinforzato in modo da resistere ad ogni tipo d’attacco.
Accanto
al cancello c’era un piccolo bottone di metallo, sovrastato dal simbolo del
duca, un tramonto (o forse un’alba) sull’oceano, inciso nel cristallo. Quando
Lucy pigiò il bottone una specie di gong le fece eco, riecheggiando attraverso
il palazzo fino a loro. Alcune persone che passavano lì accanto in strada si
girarono con aria allarmata, dopodiché sparirono via il più velocemente
possibile lasciando che il suono del gong si dissolvesse nell’aria. Erza intuì
subito che il duca Evelue non doveva avere molti visitatori, specialmente
qualcuno come loro due. Lei e Lucy avevano ottenuto dal signor Melon un paio di
vecchie divise mangiucchiate dalle tarme, ma la maga era sicura che sarebbero
state più che sufficienti.
Poco
dopo il suono del campanello, Erza vide una delle porte di bronzo della villa
aprirsi. Ne uscì una donna o meglio una strana creatura di genere femminile.
Era alta e massiccia e ricordava una specie di gorilla con i capelli rosa.
Aveva anche lei una divisa da cameriera, ma l’effetto era tutt’altro che
piacevole: le andava così stretta da sembrare quasi sul punto di esplodere.
Dietro di lei invece, veniva un uomo dall’aspetto viscido. Era basso e corpulento,
con un massiccio riporto di capelli biondi spalmato alla testa. Un paio di
baffi scuri gli usciva fuori dal naso, arricciandosi all’estremità in maniera
diabolica. L’uomo indossava un completo nero, elegante, ma con un unico grande
bottone rosso sul davanti che splendeva quasi come una gemma. Un tocco di
cattivo gusto, a parere di Erza, così come lo era anche tutto quell’ostentare
lusso nelle decorazioni della villa.
La
strana coppia impiegò quasi due minuti per raggiungerle, procedendo letamente
per la stradina coperta di ciottoli che univa il cancello alla villa. Quando si
fermarono lo fecero senza nemmeno accennare ad aprire l’elaborata struttura in
ferro.
-
Che cosa vi porta qui? - Tuonò la cameriera con un tono decisamente maschile.
-
Stiamo cercando lavoro, signora. - Cominciò Lucy cercando di mascherare la sua
espressione turbata.
-
Come cameriere? -
-
Sì, esattamente signora! -
La
donna si rivolse brevemente all’uomo che veniva dietro di lei e fu allora che
Erza realizzò che doveva trattarsi del famigerato duca. All’inizio aveva
pensato che fosse anch’egli parte della servitù, ma a quanto pare si era
sbagliata.
-
Cosa ne pensa, Master? -
L’uomo
si prese un baffo con le dita, lisciandolo e si prese anche qualche istante in
più per squadrarle in silenzio. Dall’alto in basso e poi di nuovo nel senso
opposto. Erza sentì un brivido di disgusto correrle dietro la schiena mentre
gli occhi di quel tizio la mettevano a nudo.
- Siete, brutte. - Concluse alla fine il duca
- Andate via, non ho bisogno di mostriciattoli come voi. - E detto questo si
girò e si preparò a ritornare sui suoi passi. A quelle parole l’espressione di
Lucy si fece incredibile, sembrava quasi sul punto di gridare qualcosa, un
misto di rabbia per l’offesa appena ricevuta e di frustrazione per il modo in
cui il loro piano era fallito, ma Erza l’anticipò piegandosi in un inchino; i
lunghi capelli rossi le ricaddero giù coprendole completamente la faccia.
-
La prego Master Everlue non vada via! Abbiamo davvero bisogno di lavorare! Per
favore, faremo qualsiasi cosa per lei! -
Lucy
si bloccò all’istante, con la bocca spalancata a metà ma anche Evelue si fermò,
girandosi pian piano su se stesso - Ho sentito bene? Mi stai supplicando? -
Erza
rimase ferma a testa china ma annuì brevemente - Per favore, Master Evelue, abbiamo
bisogno di lavorare per le nostre famiglie. Accettiamo qualunque orario,
qualunque lavoro. Se non avete bisogno di due cameriere allora cucineremo. Se
non vi servono delle cuoche allora cureremo il giardino. Se non vi serve
nemmeno quello allora lucideremo i pavimenti. Tutto, ma la prego ci faccia
lavorare! -
Ed
in quel momento la faccia del duca si aprì in un ghigno divertito. Nella sua
espressione c’era qualcosa di disgustoso e perverso. - Va bene allora. Vi
concederò di lavorare per me, ma è meglio che siate davvero disposte a
qualunque tipo di lavoro, perché altrimenti potrei decidere di licenziarvi in
tronco e senza darvi nemmeno un centesimo. Virgo! Apri il cancello a queste due
e mostragli cosa devono fare. - Il duca si concesse ancora un sorriso e poi si
incamminò nuovamente verso la villa.
E
fu così che Erza e Lucy fecero il loro ingresso nella tenuta. La maga non aveva
nemmeno bisogno di girarsi per sapere che Natsu, Gray ed Happy avevano appena
esultato dal loro nascondiglio.
Mentre
la loro nuova guida le accompagnava all’interno, Lucy le si fece più vicino per
chiederle sussurrando dove avesse imparato a recitare in quel modo.
-
Quando ti tocca fare un sacco di lavori diversi per vivere, impari tante cose.
- Le rispose Erza - I ricchi adorano le persone patetiche. Mostrarsi
misericordiosi li fa sentire ancora più potenti. - Per un attimo Lucy fece una
strana espressione, ma Erza non se ne accorse e continuò a seguire la donna
gorilla che doveva indicarle la parte del palazzo in cui lavorare.
L’interno
dell’abitazione di Evelue era il riflesso perfetto dell’esterno. Tutto era
meravigliosamente decorato, ogni stanza sfarzosa e ricca, a partire
dall’ingresso fino al più anonimo dei corridoi; ma allo stesso tempo quel
palazzo era desolato e vuoto, come se oltre al Duca e alla sua spaventosa
cameriera, quella villa non conoscesse abitanti e non avesse mai visto ospiti.
La
donna, che a quanto pare si chiamava Virgo, non le rivolse mai la parola e non
mostrò loro neanche un singolo angolo dell’edificio al di fuori del percorso
stabilito, non diede loro alcun indizio sulla disposizione degli ambienti, né
suggerì dove potesse trovarsi la biblioteca oppure il luogo in cui veniva
custodito il libro che stavano cercando. Alla fine si fermò all’ingresso di un
gigantesco salone e l’unica cosa che fece fu quella di tendere uno straccio ad
Erza.
-
Spolvera. - E quando Lucy le domandò cosa avrebbe dovuto fare anche lei, la
donna non fece altro che strattonarla via con sé, spiegandole che per lei aveva
un altro posto. Disse anche che avrebbe preparato delle stanze per loro e che gliele
avrebbe mostrate quella sera stessa. Poi non aggiunse più niente. Prima di
essere trascinata via Lucy riuscì a stento a fare un cenno ed un sorriso in
direzione della compagna, per rassicurarla che sarebbe andato tutto bene.
Erza
si ritrovò così da sola, con un immenso salone da festa davanti a lei. Invece
di essere armata come sempre di spada adesso aveva con sé solo uno straccio.
Erano entrate nella casa del duca piuttosto facilmente ma adesso non avevano la
più pallida idea di dove cercare il loro obiettivo.
La
maga si lasciò sfuggire un sospiro, quando aveva pensato a quella strategia era
consapevole del fatto che probabilmente la loro missione avrebbe richiesto
qualche giorno d’impegno, ma si sentiva leggermente a disagio in un posto
sfarzoso e desolato come quello. Sembrava che tutti gli occhi dei dipinti e
delle statue che decoravano la sala fossero puntati su di lei. Sembrava che la
stessero scrutando come aveva fatto il duca poco prima.
Pazienza.
Erza
si rimboccò le maniche cominciando a spolverare tutte le suppellettili; avrebbe
esaminato attentamente ogni angolo a caccia di indizi sul libro prescelto.
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Capitolo 7 *** I segreti del Duca ***
I segreti del Duca
Ho sempre
pensato che le figura del Duca Everlue fosse talmente disgustosa e
rivoltante da meritarsi un posto in più sotto i riflettori, uno
d'onore in mezzo ai cattivi, ed ecco finalmente il suo momento di
gloria. Sono piuttosto fiera di questo capitolo, mentre lo scrivevo non
potevo fare a meno di sentire e risentire Red Fraction suonare nelle cuffie.
"Sick with justice I just wanna avenge you", per fortuna dietro l'angolo, c'è qualcuno che sa cosa ha fatto il duca ...
I segreti del Duca
Sick with justice
I just wanna avenge you
I'm your angel
Been burnt in the
hell
By all those pigs out there
It's always been hell
From when I was born
Pay back all at once
Suck away the tender part
Get down on your knees
Get a good head on your shoulders
I'll put out your misery
(Red Fraction - Mell)
Erza si fermò per un attimo per recuperare
fiato. Era tutta la sera che gli invitati alla festa la costringevano a correre
da un tavolo all’altro come una trottola impazzita, per servire loro drink ed
altre prelibatezze che prima di quel giorno non aveva nemmeno idea che
esistessero. Nessuno si era preoccupato di offrirle qualcosa da mangiare o un
semplice sorso d’acqua; per la stanchezza cominciava a girarle la testa e la
cosa peggiore era che in tutta quella confusione aveva perso di vista Kagura.
Ultear e Millianna erano ancora in sala, poteva scorgerle di tanto in tanto, ma
la sua migliore amica ... No. Kagura non era da nessuna parte.
- Hai già preso qualcosa? - A riportarla coi
piedi per terra ci pensò proprio Ultear, sgattaiolando inosservata accanto a
lei.
- Sì, ho tutto in tasca. -
- Bene. - Continuò l’altra con un sorriso -
Anche io ho preso un sacco di roba. -
- Ma non trovo più Kagura. -
Il sorriso si spense subito - Che vuol dire
che non trovi più Kagura? Dove si è cacciata? Dovevamo rimanere insieme per
scappare subito alla fine della festa! -
- Ti ho detto che non lo so dov’è! -
- Accidenti! - La ragazzina si mise le mani
vicino alle tempie, concentrandosi nel tentativo di riconoscere l’aura
dell’amica in mezzo alla sala. Oltre a manipolare il tempo degli oggetti,
Ultear era l’unica in grado di fare una cosa del genere, così come era l’unica
ad avere qualche esperienza di trasformazione, teletrasporto e della
manipolazione delle rune. Aveva provato a insegnare i suoi incantesimi anche ai
compagni, ma fino a quel momento Jellal era stato l’unico a riuscire ad
apprendere qualcosa.
- Non va bene, non va ... Erza prendi la
spada! Millianna! - Ultear chiamò anche l’altra compagna, senza preoccuparsi
del fatto che la sua voce per un attimo era riecheggiata per tutta la festa,
poi si mise a correre. Erza non aveva bisogno di altri segnali per capire anche
lei che la situazione era seria e si lanciò subito dietro all’amica. Non
corsero a lungo ma in quegli istanti il cuore probabilmente smise di batterle,
rimanendole incastrato in gola. Aveva paura, aveva veramente paura, perché
Kagura era una persona davvero importante per lei, perché entrambe erano
cresciute nello stesso villaggio insieme a Simon. Tutti e tre erano stati
inseparabili fin da piccoli ed Erza aveva sempre pensato all’amica come ad una
specie di sorella minore. Quando gli uomini del culto di Zaref, avevano
attaccato le loro case e sterminato le loro famiglie, Simon era stato il primo
ad essere preso; Erza la seconda. Aveva cercato di mettere Kagura in salvo,
nascondendola in un baule ed alla fine non era riuscita a nascondersi a sua
volta. Si era sentita morire quando l’avevano sbattuta dietro le sbarre del
carro dei cacciatori di schiavi ed aveva scoperto che alla fine anche la sua
piccola amica era stata catturata.
- Di qua! - Gridò Ultear girando dietro uno
degli angoli della villa, un angolo buio a ridosso di un piccolo boschetto di
camelie. Kagura era lì, stesa sull’erba, con i vestiti stracciati ed il viso
sporco di sangue. Erza non ci pensò nemmeno un attimo a correre da lei,
prendendola tra le braccia. Per un attimo aveva temuto il peggio, ma per
fortuna respirava ancora. Anche Ultear e Millianna le si fecero subito vicino.
- Kagura! Kagura! Sveglia Kagura! - Per un
lungo istante la ragazzina non reagì, poi aprì debolmente gli occhi. - E ... Za
sei tu? -
- Che ti è successo? Chi è stato a farti
male? -
Ma questa volta Kagura non le rispose,
stringendosi forte a lei ed affondando la faccia contro la sua spalla. Erza non
l’aveva mai vista piangere così. - Non lo so! Non lo so! È uscito fuori dalla
parete! Era orribile! Quei baffi nel naso ... Mi ... Mi ha ... - Per un attimo
non le riuscì di dire niente soffocata dai singhiozzi - Ti prego Erza insegnami
a usare la spada! Insegnami la tua magia! Non voglio più ... Non voglio più che
uno così mi tocchi! -
Erza non sapeva come fare ad insegnare a
qualcuno la sua magia, non aveva nemmeno idea di come avesse acquisito quel
potere, ma come poteva dire di no alla sua migliore amica?
- Puoi contarci Kagura! -
Ultear intanto aveva stretto a sé Millianna
che stava minacciando di scoppiare a sua volta in lacrime.
- Dobbiamo andarcene via. - Disse - Adesso e
subito! -
Ormai
quasi un’intera giornata era passata. Erza si fermò per riprendere fiato,
asciugandosi la fronte con il dorso della mano. Il sole filtrava dalle alte
vetrate con un colore arancio, ma la sua luce non riusciva a conferire
morbidezza agli interni di quella villa, semmai le dava qualcosa di sinistro.
La maga aveva perquisito tutti gli angoli del salone che le era stato
assegnato, ma non aveva trovato niente di sospetto. Vasi antichi, candelabri,
sculture ma nemmeno l’ombra di un libro. E la cosa peggiore era che non aveva
avuto la minima occasione di spostarsi da quella posizione e di raggiungere
Lucy. La mostruosa cameriera che era diventata improvvisamente il suo capo, la
teneva sotto controllo e di tanto in tanto passava ad affacciarsi all’ingresso
del salone. Non le aveva offerto né cibo, né acqua, né una pausa, né una
parola, ma Erza non poteva permettersi di protestare per evitare che la sua
copertura fosse spazzata via. Stava ancora pregando che la sua amica fosse
stata più fortunata quando sentì un rumore improvviso. Un grido strozzato, un
tonfo, un ... Che cosa era successo?
Questa
volta Erza non ci pensò un attimo a precipitarsi fuori dal salone, correndo in
mezzo all’ingresso della villa ma solo per trovare la donna gorilla che giaceva
a terra priva di sensi. In mezzo alla fronte aveva un segno rosso e l’impronta
delle nocche di un pugno e chissà perché una parte della sua divisa era
incrostata di ghiaccio.
-
Natsu! Gray! - Sibilò Erza - Si può sapere che accidenti ci fate qui??? -
Il
primo aveva la sciarpa avvolta attorno alla faccia in un vano tentativo di mascherare
la sua identità, l’altro non si era nemmeno preoccupato di mettere la camicia.
- È semplice. - Gray puntò una mano verso il compagno - Questo idiota pensava
che ci steste mettendo troppo tempo e così ha fuso il vetro di una finestra e
si è infilato dentro. Ho provato a fermarlo ma non mi ha dato retta. -
-
Questo ti pare provare a fermarlo? Avete quasi ucciso l’altra cameriera! -
-
Non potevamo farci scoprire. Avete trovato il libro? - Sussurrò Natsu continuando
a tenere la faccia coperta. Happy dietro di lui stava per morire dalle risate,
Erza invece stava per morire dalla rabbia. - Appena torniamo a Magnolia giuro
che ti ammazzo! - La maga lo afferrò per il bavero - Questa è una missione in
incognito! Incognito capito? Non abbiamo ancora trovato il libro perché ci
serviva più tempo! -
-
Intrusiii ... - Erza smise di gridare quando si accorse che la cameriera gorilla,
che ormai credeva passata a miglior vita, aveva cominciato a rialzarsi. - Devo
eliminare gli intrusi ... -
Adesso
Happy aveva smesso di ridacchiare, per gridare che quello doveva essere un
mostro, ma un mostro ormai troppo danneggiato per combattere veramente. La
donna riuscì a stento a rimettersi in piedi prima di sparire in una nuvola di
fumo. Al suo posto qualcosa di piccolo e brillante, cadde a terra tintinnando.
Natsu fu il primo ad avvicinarsi, liberandosi dalla stretta di Erza per
raccogliere l’oggetto: un’elegante chiave d’oro.
-
Ehi, questa non vi sembra come quelle che usa Lucy? -
Purtroppo
i maghi non ebbero molto tempo per riflettere sul fatto che quella fosse o meno
una chiave dello zodiaco, perché proprio in quell’istante una voce attrasse la
loro attenzione. - A quanto pare il signor Evelue aveva ragione, ci sono degli
intrusi. -
-
Meglio così, non trovi? Essere pagati senza lavorare è umiliante. -
Lungo
la balconata del secondo piano erano appena comparsi due uomini. Uno era molto
alto con dei lunghi capelli arruffati, l’altro perfettamente calvo, ma quello
che avevano in comune era lo stesso stemma impresso sui loro abiti: il muso di
un lupo nero. Erza aveva già visto quel simbolo - Voi siete di Southern Wolves,
non è così? -
-
Esattamente. - Annunciò quello calvo - Siamo una coppia di mercenari. Ci
chiamano i Vanish Brothers, perché le nostre vittime spariscono nel nulla. -
-
Non avevo idea del fatto che fosse rimasto qualcuno di voi in giro. - Ammise
Erza, ricordandosi il nome della piccola gilda oscura sterminata qualche
settimana prima nei boschi fuori Magnolia. Il duca iniziava a sembrarle ancora
più sospetto di prima, specie se quelli erano gli uomini che assumeva per
difendere la sua villa. Tuttavia la loro apparizione adesso spiegava qualcosa
in più: ora capiva perché si era sentita osservata tutto il giorno mentre
lavorava alle pulizie del salone.
-
Quindi dobbiamo togliere di mezzo anche questi tizi? - Sospirò Natsu
infilandosi la chiave in tasca e scoprendosi finalmente la faccia.
-
Sembra di sì. - Si ritrovò costretta ad ammettere Erza.
-
Non ti preoccupare, ci penso io. - E Gray fece un passo avanti ma solo per
venire bloccato dalla mano di Natsu - Ci penso io. -
-
Guarda che l’ho detto prima io! -
-
Tu sei troppo lento quando si parla di nemici! -
-
Il punto debole dei maghi è sempre lo stesso, vero fratellino? - Cominciò col
dire l’uomo con i capelli arruffati. Era solo un’impressione o le sue mani si
erano appena coperte con una patina di metallo?
-
Assolutamente vero. - Confermò quello calvo sfilando dal vestito una lunga
catena con una sfera attaccata all’estremità. - Si tratta del corpo. Per
addestrarsi nell’uso della magia un mago deve occuparsi della propria energia
spirituale e non può dedicarsi al fisico. Noi invece possiamo resistere a ogni
colpo e sferrare mosse potenti come non mai. Fareste meglio ad arrendervi finché
... -
-
STATE ZITTI! - Ed ancor prima che i due mercenari potessero fare qualcosa una
raffica di lance di ghiaccio ed una fiammata li avevano mandati al tappeto. A
quanto pare avevano fatto il doppio errore di sottovalutare Natsu e Gray e di
intromettersi in una delle loro discussioni.
-
Debolucci questi mercenari. - Concluse Happy uscendo dal suo nascondiglio
dietro le gambe di Erza e
-
Mai visto niente di peggio. - Concluse la maga avvicinandosi ai due uomini
semisvenuti.
-
Avremmo dovuto capire dal fatto che avete spezzato il sigillo che avevamo messo
su quello spirito, che non eravate maghi qualunque. - Bofonchiò il primo dei
due fratelli - Gli altri che ci hanno provato ... Quelli invece li abbiamo
fatti fuori tutti ... - Aveva estratto dalla camicia un piccolo cristallo e
quando lo schiacciò nel palmo della mano una specie di allarme invase la villa,
riecheggiando in lungo e in largo come un esercito di campane.
A
quel punto Erza decise di lasciar perdere definitivamente la divisa da
cameriera, sostituendola magicamente con la sua solita corazza. - Sono venuti
altri maghi prima di noi? Stavano cercando anche loro un libro? - Ma il
mercenario scosse la testa - Che diavolo ne so! Il nostro compito era solo
quello di scacciare gli intrusi! -
Questa
volta Erza richiamò anche la spada puntandogliela contro - Sei proprio sicuro
di non sapere dove si trova Daybrake? -
-
Tutta la nostra gilda è stata sterminata, adesso voi fare fuori anche noi? - Le gridò contro il mercenario calvo - Non è
questo quello che vi piace fare a voi gilde legali? Spazzare via il crimine? -
Erza
mise a tacere l’avversario puntandogli la spada più vicina alla gola - Credo
che tu ti stia sbagliando e ci stia confondendo con quelli della tua stessa
specie. Dovresti ringraziare la tua buona stella, perché sei stato davvero fortunato
a incontrare noi sotto la luce del sole e non una gilda oscura nel cuore della
notte. Natsu, Gray, a quanto pare questi tizi non sanno davvero niente. - Non
c’era nemmeno bisogno di ripeterlo ed un ultimo pungo rovente ed uno gelato misero
definitivamente a tacere i loro avversari, lasciandoli privi di sensi: avrebbero
dormito per un bel po’ e non avrebbero interferito più con le loro indagini. Ma
con quell’allarme che suonava in modo assordante non avrebbero avuto molto
tempo a loro disposizione prima che fosse arrivato qualcuno a controllare. Avevano
abbattuto tutta la sorveglianza della villa ma ormai la loro copertura era
abbondantemente saltata. - Quello che è fatto è fatto. - Sospirò Erza - Natsu
riesci a sentire l’odore di Lucy? Sai dove si trovi? -
Il
dragon slayer sollevò la testa per annusare meglio l’aria ma quelle che si
mossero furono le sue orecchie. Erza capì subito che aveva percepito qualcosa,
qualche suono lontano e distante che lei e Gray non avrebbero mai potuto
avvertire. Poi Natsu scoprì i denti e si mise a correre, gridando soltanto una
cosa dietro di sé
-
Erza prendi la spada! -
Quando
Gray spalancò con violenza le porte della biblioteca, i maghi si ritrovarono catapultati
in una sala gigantesca tappezzata di volumi fino all’orlo, ma la scena che si apriva
davanti ai loro occhi li lasciò interdetti per qualche secondo. Lucy era lì,
schiacciata contro una parete mentre stringeva coraggiosamente al petto un
volume dalla copertina dorata e dietro di lei c’era il duca. Spuntava fuori dal
muro come se la parete fosse fatta di fango e la teneva bloccata con le sue
lunghe e viscide braccia. Erza non fu abbastanza svelta per agire, ma soltanto
perché Natsu l’anticipò afferrando l’uomo per le spalle, staccandolo dalla
parete e sbattendolo in mezzo alla sala come un sacco di patate. L’attimo dopo
la maga si era precipitata accanto all’amica che era caduta in ginocchio, ma
stringeva ancora il libro. La parte superiore del suo vecchio vestito da
cameriera era stata strappata, lasciandole scoperta una spalla e parte del
reggiseno che indossava sotto.
-
Lucy è questo il libro? -
-
Quell’uomo è un mostro! - Gridò per tutta risposta la ragazza guardando in direzione
del Duca.
-
Ma di che stai parlando? - Le domandò Everlue rimettendosi in piedi come se
nulla fosse - Quel libro è solo una mia autobiografia. Ho pagato fior di
quattrini perché fosse scritto per me e nonostante tutto fa comunque schifo!
Adesso fa la brava e ridammelo subito! -
-
Questo libro lo ha scritto ZALON! - Gridò ancora Lucy - Uno degli scrittori più
famosi di Fiore! E tu non lo hai pagato, lo hai chiuso nelle segrete di questo
palazzo per tre anni perché scrivesse per te, minacciando di uccidere la sua
famiglia! -
Il
duca esitò per un attimo, sentendo le parole venirgli meno - Che ... Come? -
-
È scritto nero su bianco! - Lucy questa volta puntò un dito in mezzo alla sala
indicando un paio di occhiali rotti che giacevano sul pavimento. Erza li
riconobbe come il paio magico che Levy usava alla gilda. - Zalon ha scritto
tutto ma lo ha fatto usando dei caratteri magici in modo che tu non lo vedessi
ma che la verità potesse sopravvivergli ... - Le mancava il fiato per lo sforzo
di gridare - Zalon è sparito dalle scene quindici anni fa, ma a farlo sparire
sei stato tu! -
E
quindi quella era la prova regina della crudeltà e della malizia del duca. Everlue
fece una smorfia - Poco male, adesso almeno so cosa cercavano tutti quei maghi
che provavano ad infilarsi dentro casa mia. -
-
Maiale! - Gli gridò ancora dietro Lucy - Volevi fare lo stesso con me non è
così? A quante persone lo hai fatto? A quante ragazze lo hai fatto? - A quel
punto fu come se una molla fosse scattata dentro di Erza. La maga saettò in
avanti con la spada in pungo ma Natsu e Gray fecero lo stesso. I due ragazzi mancarono
l’obiettivo e lei riuscì a sfiorarlo giusto di striscio ad un braccio, prima
che si dissolvesse come assorbito dal pavimento.
-
È scappato. - Concluse Erza rimanendo insieme ai suoi compagni increduli in
mezzo alla sala. L’unica cosa rimasta a fargli compagnia era il suono
assordante dell’allarme.
-
Lucy ... - Quando si girò a chiamare la compagna quella le fece un debole
sorriso - Hai ... Hai visto? Missione compiuta. - Ma per fortuna Natsu riuscì
ad afferrarla giusto in tempo prima che, rialzandosi, crollasse a terra svenuta
per lo shock.
Pochi
istanti dopo l’intero palazzo e la sua biblioteca erano stati invasi dai
cavalieri runici, richiamati dall’allarme. Erza fu costretta a mostrare loro il
marchio di Fairy Tail sul braccio e il foglio della missione per convincerli di
non essere venuti lì con cattive intenzioni. Il capo del plotone ascoltò con
aria esterrefatta la sfilza di crimini commessi dal duca, ma non ci pensò due
volte ad ordinare ai suoi uomini di cominciare a pattugliare i dintorni a
caccia dell’uomo. Evidentemente Everlue non aveva mai riscosso grande simpatia
presso gli abitanti di Shirostune.
-
Tu non vieni? - Chiese infine Erza girandosi verso Natsu, ma il ragazzo passò
oltre, portandosi Lucy tra le braccia. - Se lo volete morto. Ma se il vostro
obiettivo è quello di catturarlo vivo allora è meglio che io non venga con voi!
- Doveva essere furioso per l’idea di quello che era successo. Aveva scelto lui
la missione e l’aveva proposta a Lucy, ma solo per esporla a seri pericoli.
Fu
Gray a spintonarla verso l’uscita. Erza si ritrovò così fuori dalla villa,
pronta a dare inizio alla caccia al duca insieme ai cavalieri runici. Il sole
ormai era tramontato e la luce sparita da Shirostune.
-
Dividiamoci! - Suggerì la maga - Gray, io vado da questa parte, tu prendi la
direzione opposta. Okay? -
-
Mi raccomando non fartelo scappare Erza! -
-
Nemmeno tu! -
Le
dispiaceva per Lucy, ma forse era meglio così: il naso di Natsu era l’ultima
cosa che voleva tra i piedi in quel momento. E Gray la seconda.
Col
calr della notte adesso sembrava diverso, perfino l’ombra di Erza che si muoveva
tra gli alberi. Nel silenzio del bosco che circondava la città non si sentiva
niente, non un insetto, nemmeno un piccolo animale, nemmeno il suono del vento.
Nel buio non si vedeva niente, nemmeno il fioco bagliore delle stelle filtrare
attraverso le foglie. Ma Erza sentiva il respiro affannato della sua preda e
vedeva la traccia lasciata dal sangue che gocciolava dalla sua ferita. Sapeva
che ormai non aveva più la forza per usare i suoi poteri, sapeva che ormai non
aveva più energie per scappare, sapeva che ormai era in trappola.
Quando
Erza emerse dal fitto degli alberi, il duca Everlue lanciò un gridolino di
terrore e si face ancora più piccolo, appiattendosi con la schiena contro un
tronco, ma una figura obesa e ingombrante come la sua non avrebbe mai potuto
sparire, per quanto potesse desiderarlo.
-
Tu ... Tu sei una di quelli di Fairy Tail, giusto? - Balbettò l’uomo con aria
tremante - Co ... Come hai fatto a trovarmi? -
-
Conosci il mio amico Jellal? - Cominciò la maga con un sorriso, toccandosi
l’occhio destro - No, è ovvio che non lo conosci. Altrimenti sapresti che mi ha
prestato parte dei suoi poteri qualche anno fa. Grazie a questo occhio posso
vedere un sacco di cose che gli altri non vedono. -
-
Je ... - Farfugliò l’uomo ignorando quel nome, ma Erza non aveva voglia di
spiegargli troppe cose. C’era uno ed un solo motivo per cui era lì - Non sai
quanto avessi voglia di incontrarti faccia a faccia. E lo sai perché avevo
tanta voglia di vederti? Vedi, io so cosa hai fatto. - Erza gli puntò contro la
spada che portava con sé ed il duca si fece ancora più piccolo, intuendo cosa
voleva dire. - Ma io ... Io non volevo fare nulla di male alla tua amica, sono
stato frainteso! - Le parole gli si mozzarono in gola quando la punta della
spada si fece più vicina sfiorandogli la pelle. - E ... E va bene! Forse ho un
po’ esagerato con lei, ma giuro che non ho mai torto un capello ad una ragazza
in vita mia! -
-
Kagura. - Sussurrò Erza - Non conosci nemmeno il suo nome immagino. Non ti
ricordi di quella ragazzina di cui hai abusato dodici anni fa e che hai
lasciato mezza nuda e mezza morta nel giardino del sindaco di Shirostune?
Nell’angolo dietro la villa. Era una sera in cui c’era una festa, tutti i
personaggi più importanti della città erano stati invitati. Ti sei scordato
anche questo Everlue? -
Gli
occhi del duca si allargarono a dismisura per il terrore - E ... Come ... Che
ne sai tu? -
-
Perché c’ero anch’io allora, tra le tante cameriere alla festa. Se io e le mie
amiche non avessimo sospettato qualcosa e fossimo venuti a controllare,
probabilmente non le avresti nemmeno risparmiato la vita! -
Dopo
l’incidente alla festa Erza e i suoi amici avevano lasciato
precipitosamente
Shirostune e da allora non vi avevano fatto più ritorno. Kagura
non aveva mai
voluto raccontargli i dettagli dell’accaduto ma l’orrore di
quello che era
successo lo avevano capito tutti, anche se erano solo poco più
che bambini. Poi la spadaccina aveva deciso di dimenticare tutto e per
non rivangare vecchi e brutti ricordi Crime Sorière si era
sforzata di
dimenticare proprio come lei, senza fare indagini, senza dare la caccia
al colpevole. Ma tornare a Shirostune, rivivere i
suoi vecchi ricordi e provare lo stesso terrore per Lucy ... Alla fine
Erza
aveva collegato tutti i pezzi ...
-
E va bene avrò pure sbagliato! - Gridò a quel punto Evelue - Ma che cosa
intendi fare adesso, eh? Vuoi consegnarmi ai cavalieri runici? -
-
Cavalieri runici? - Erza si lasciò scappare una risatina - Chi ha mai nominato
i cavalieri? Ti piacerebbe, non è così? Magari te la caveresti senza nemmeno
fare un giorno in prigione! I ricchi hanno sempre un sacco di scappatoie! -
-
E allora ... - Everlue esitò per un
attimo - Tu stai in una gilda, lo sai che se un mago attacca un civile rischia
delle pene molto serie, eh lo sai? -
-
Dato che mi hai svelato il tuo segreto in cambio te ne confesso uno anche io,
maiale ... Di giorno io sto con Fairy Tail ma di notte io sto con Crime
Sorcière. - A quel nome il duca provò a gridare ma ancor prima che ci riuscisse
la spada di Erza lo colpì alla gola ed il suo ultimo gorgoglio si spense nella
notte di Shirostune.
Quando
Erza fece ritorno al punto d’incontro coi cavalieri, per dirgli che non aveva
trovato traccia del duca, era quasi l’alba e il sole stava cominciando ad
emergere dalle montagne sullo sfondo. Gray l’aveva anticipata di qualche minuto
e stava raccontando la stessa cosa al comandante in carica. Ascoltando le loro
parole l’uomo scosse la testa. Il comportamento adottato dal duca era davvero
inconveniente ed il fatto che fosse scappato in quel modo era ancora più
spiacevole. Purtroppo se nemmeno dei maghi esperti come quelli di Fairy Tail
erano riusciti a bloccarlo o a trovarne traccia era davvero difficile che
qualcuno dei suoi uomini potesse fare di meglio. Fu proprio allora però, che
uno dei cavalieri si precipitò fuori dal bosco annunciando che la caccia era
finita. Il suo viso era il ritratto perfetto del terrore. - Lo abbiamo trovato!
Abbiamo trovato il duca! - Gli mancava quasi il respiro per la lunga corsa. -
Gli hanno tagliato la testa! Crime Sorcière! Crime Sorcière! -
|
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Capitolo 8 *** In arresto ***
In arresto
Ecco un altro capitolo in arrivo! Sta
per entrare in scena uno dei personaggi che ho appositamente rivalutato
per questa storia e che giocherà un ruolo importante, fate
spazio al cavaliere, ex capitanto dell'Unità di Custodia Forzata
di Era e adesso giovane consigliere ...
Buona lettura!
In arresto
Erza
e i suoi compagni rimasero bloccati a Shirostune ancora due giorni a causa
della disavventura in cui erano stati coinvolti. A quanto pare il cliente che
li aveva contattati non si chiamava esattamente Kaby Melon, ma Kaby Zalon ed
era il figlio del famoso scrittore che Lucy aveva nominato. Il suo vero
obiettivo era quello di distruggere il libro composto dal padre in onore del
viscido Duca, per preservare intatto il ricordo della sua carriera. Non sapeva
che il padre in quel volume aveva lasciato un prezioso messaggio per lui,
nascosto tra le righe con un’abile magia. Il vero titolo del romanzo non era
Daybreake ma suonava di più come qualcosa del tipo “Dear Kaby” ed era
un’appassionata dedica d’amore per la famiglia e di denuncia per i crimini di
Everlue.
In
realtà Kaby Zalon non aveva nemmeno i due milioni promessi come ricompensa e la
villa in cui li aveva accolti non era nemmeno sua, ma quella di un generoso
benefattore che aveva deciso di aiutarlo nella sua missione.
La
chiave che aveva trovato Natsu invece, a quanto pare apparteneva davvero ad uno
spirito dello zodiaco: Virgo, ossia quello della vergine. Quando Lucy l’aveva
evocato per stringere un contratto con lei, Virgo si era presentata sottoforma
di una graziosa cameriera con gli occhi azzurri ed i lineamenti delicati. Non
ricordava nulla di quello che era successo, probabilmente perché i mercenari di
Southern Wolves avevano manipolato la sua chiave con la forza. Lucy aveva
concluso che l’aspetto di Virgo poteva mutare a seconda dei desideri del
padrone che la evocava.
Alla
fine dei conti quindi, la squadra di maghi non era stata né pagata, né aveva
avuto tempo di riposare e visitare la bella città.
-
Merda! - Gray si schiantò rumorosamente sul suo posto a sedere a bordo del
treno. Per fortuna avevano una cabina tutta loro e nessuno poteva sentirlo
imprecare. - Non riesco a crederci! Quei tizi di Crime Sorcière erano proprio
vicini a noi eppure non siamo riusciti ad anticiparli! Magari ci stavano
proprio seguendo e non ce ne siamo accorti! E quegli idioti dei cavalieri runici!
Ci hanno interrogati per due giorni di fila. Cazzo, noi siamo di Fairy Tail,
non ce ne andiamo in giro a decapitare la gente, che bisogno avete di metterci
sottotorchio? - Mentre il ragazzo si sfogava il treno aveva già cominciato a
muoversi e Natsu era passato a miglior vita svenendo sul seggiolino. Per
fortuna sarebbe stato zitto tutto il viaggio o non c’era limite a quello che
avrebbe detto anche lui.
-
Per favore fa silenzio Gray. - Intimò Erza incrociando le braccia e facendo un
breve cenno in direzione di Lucy che stava fissando il panorama scorrere fuori
dal finestrino, ma la ragazza intuì che era preoccupata per lei e scosse la
testa - Sta tranquilla Erza, non mi dà fastidio sentir parlare di Everlue.
Dopotutto a me è andata meglio che a tante altre e solo perché c’eravate voi
nei paraggi. -
-
No, Lucy avrei dovuto fare più attenzione e non rischiare la tua incolumità in
quel modo. -
-
Ti ho detto che va tutto bene Erza. Ho anche la chiave di Virgo adesso. - Ma il
suo sorriso era debole.
-
Eppure ... - Gray incrociò le braccia sul petto, appoggiandosi con la schiena
contro il seggiolino - Vorrei tanto sapere come ha fatto Crime Sorcière a
sbucare fuori così all’improvviso ... Quei bastardi meriterebbero una lezione.
-
-
Devi stargli lontano. - Aggiunse Erza socchiudendo gli occhi e preparandosi a
dormire anche lei per il resto del viaggio - Ricordati gli ordini del master.
Non puoi nemmeno immaginare cosa succederebbe se incontrassi qualcuno di loro.
- E mentre sentiva il treno muoversi in direzione di Magnolia, Erza pensava tra
sé e sé che era davvero un bene che Gray non sapesse quanto Crime Sorcière
fosse vicina a lui e che proprio in quel momento stessero dividendo la stessa
cabina... Se fosse stato abbastanza fortunato non lo avrebbe mai scoperto.
Dopo
l’ammonimento di Erza il resto del viaggio passò in silenzio. In realtà nessuno
aveva molta voglia di parlare di quello che era successo ma questo non
significava che il gruppo potesse permettersi di dimenticare l’accaduto così in
fretta. Non appena i maghi fecero ritorno alla gilda, infatti, trovarono tutti
i loro compagni agitati e disperatamente preoccupati per loro: volevano sapere
cos’era successo a Shirostune. Makarow in particolare era il più turbato di
tutti; tuttavia era felice che Lucy fosse stata salvata in tempo, che il
cliente fosse stato accontentato e che l’incontro ravvicinato con Crime
Sorcière non si fosse trasformato in qualcosa di peggio.
-
In ogni caso, visto che ormai la missione è finita, io torno a casa. - Concluse
Erza che non aveva alcuna voglia di restare piantata in eterno alla gilda ad
ascoltare i commenti e le domande di tutti. - Lucy, vuoi che riaccompagni anche
te? -
Purtroppo
la maga celeste non fece nemmeno in tempo a rispondere prima che la porta della
sala si aprisse.
-
Nessuno si muova. - Ad aver parlato era stato un giovane uomo con gli occhiali
e dei lunghi capelli neri, legati dietro la testa. Indossava un inconfondibile
divisa con un mantello bianco e dei ricami blu. Dietro di lui venivano ...
Quanti cavalieri runici erano quelli?
-
Mi chiamo Lahar e sono stato inviato qui direttamente dal Consiglio di Magia
con l’ordine ... -
Un
consigliere? Che cosa ci faceva alla gilda? La sua apparizione poteva
significare solo guai ma prima che Erza potesse capire cosa fare, o ancor prima
che il master potesse parlare, l’uomo le puntò un dito contro.
-
Dichiaro in arresto Erza Scarlet. -
Arresto?
I
cavalieri scattarono in avanti facendosi largo tra i maghi sconcertati e ben
presto l’afferrarono, bloccandole le braccia dietro la schiena e chiudendole un
paio di pesanti manette anti magia attorno ai polsi.
Erza
non riusciva a crederci. Era impossibile! Era per colpa di Everlue? Ma come
avevano fatto a capire che era stata lei? Era stata attenta a non lasciare
nemmeno una traccia! Niente tranne il marchio Cs!
-
Con le accuse di danneggiamento di proprietà ed altre undici incriminazioni,
per aver contribuito a distruggere la stazione e ad ostacolare il lavoro delle
forze dell’ordine, durante l’incidente terroristico di Eiselwald. - Continuò il
giovane consigliere ignorando la gilda che gridava e protestava. - Per favore
Erza Scarlet, non opporre resistenza. -
-
Ma siete impazziti? - La voce di Natsu vibrò per tutta la sala - Come si fa ad
arrestare qualcuno per una cosa del genere? Ma avete visto cosa è successo con
Eisenwald? -
Quindi
non era perché avevano scoperto l’omicidio che aveva appena compiuto ... E
nemmeno perché sospettavano un legame tra lei e Crime Sorcière ... Erza si
costrinse a mascherare un sorriso e a mantenere un’espressione seria, degna
della situazione in cui si trovava. - Portatemi via. -
-
CHE COSA??? - Natsu gridò ancora ma la maga non si girò nemmeno a guardare i
suoi compagni ed il casino che stava per succedere alla gilda, lasciando che i
cavalieri la guidassero fuori. Dopotutto non c’era bisogno di allarmarsi tanto.
Erza aveva già sentito più volte di casi come quello: quando qualche gilda si
rendeva colpevole di troppi incidenti, il Consiglio di Magia per placare
l’opinione pubblica, sceglieva generalmente di fare qualche indagine lampo e
qualche processo altrettanto breve a carico di qualche mago ribelle.
Generalmente il tutto si concludeva con una multa e qualche ammonizione. Certo
che per un attimo l’avevano fatta preoccupare! Non avrebbe mai immaginato che l’avessero
scelta proprio come esempio, ma a quanto pare c’era qualcosa in lei che
attraeva i tutori dell’ordine.
-
Il processo si terrà nella caserma di Magnolia. - Le spiegò il consigliere di
nome Lahar, senza nemmeno girarsi a guardarla. C’era qualcosa in quel ragazzo
che non le piaceva, ma non avrebbe saputo dire cosa.
|
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Capitolo 9 *** Esempio ***
Esempio
Ed ecco
un altro dei capitolo che amo di più: credo che l'intreccio tra
i ricordi di Erza e gli avvenimenti presenti sia riuscito a
meraviglia. C'è qualche notizia in più sulla Torre del
Paradiso ma anche un altro po' di Lahar e soprattutto ... Natsu! Poteva
mai mancare in una scena del genere?
Per
quanto riguarda la canzone degli IA che ho inserito all'inizio è
tradotta dal giapponese, vi consiglio vivamente di cercarla, su youtube
ci sono alcuni video meravigliosi che sembrano disegnati apposta per
fare da colonna sonora alla Torre del Paradiso, li trovo veramente
adorabili! Provate con:
- [IA] A Tale of Six Trillion
Years and a Night [English Subs]
-【IA】 A Tale of Six Trillion
Years and a Night 六兆年と一夜物語 PV (Englsih subs)
Esempio
Even though I can't have a single dream
No one knows this fairy tale
Drawn into the sunset it disappeared
In the everyday full of scornful looks
and the spitting out violence
unnoticed,
you stood there.
Even thought talking wasn’t allowed
I want to know you name
Sorry I didn’t have a name
Even thought there is no place I belong
let’s go back together
(A
tale of six trillion years and one night - IA)
Quando Erza venne gettata per la prima volta
dentro la sua cella, l’uomo che la teneva la spinse con tanta forza che la
bambina si ritrovò in men che non si dica con la faccia a terra a mordere la
polvere. Erza non ebbe nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo prima
che anche Kagura fossere buttata accanto a lei e che le sbarre dietro di loro
si richiudessero con un rimbombo. La sua piccola amica era scoppiata in lacrime
e la bambina non ci pensò un attimo ad alzarsi e a serrarla in un abbraccio. La
verità era che anche Erza era terrorizzata e a morte. Dopo aver distrutto il
loro villaggio, i cacciatori di schiavi che li avevano catturati, li avevano
trasportati per giorni su un carro traballante e poi li avevano sbattuti nella
stiva di una nave. Quando alla fine avevano toccato terra li avevano trascinati
in uno strano cantiere e chiusi di nuovo in gabbia. Ma ora la loro cella era
molto più grande e con loro c’era tanta gente.
Erza sentiva Simon in piedi, imbambolato
dietro di loro e gli sguardi di tutti quegli sconosciuti puntati addosso. Uomini,
donne e bambini, vestiti di stracci, sporchi e con l’aria stanca. Il pavimento
della cella era coperto di paglia e sporcizia ed un odore nauseante colmava
l’aria, prendendo alla gola. Se Erza non avesse avuto lo stomaco vuoto da
giorni e giorni, era certa che avrebbe vomitato anche l’anima.
Passò qualche lunghissimo istante di
silenzio prima che qualcuno si facesse avanti verso di loro. Si trattava di un
vecchio con una lunga barba bianca. Erza si ritirò istintivamente indietro ma
l’uomo le sorrise - Non avere paura. So che questo posto può sembrare
spaventoso, ma siamo tutti come una grande famiglia. Io mi chiamo Rob. -
- Io invece sono Jellal. - Aggiunse un altro
ragazzino con i capelli blu facendosi avanti a sua volta - E ci sono anche
altri bambini qui: quelli sono Millianna, Sho, Richard e Wally. Voi come vi
chiamate? -
Il vecchio Rob, Jellal e gli altri erano
rinchiusi nella Torre da molto più tempo di Erza. Furono loro a spiegarle come
funzionava il posto in cui vivevano, ad insegnarle tutti i trucchi per evitare
di far arrabbiare le guardie, per rubare più cibo di quello che le spettava e
per lavorare il meno possibile e senza sforzo.
Era vero: la prigionia aveva riunito tutti
quegli sconosciuti gli uni accanto a gli altri e gli aveva insegnato a comportarsi
come una famiglia, perché solo in quel modo potevano sperare di farsi forza e
di sopravvivere.
Ogni giorno alla torre era come un incubo ad
occhi aperti e la stanchezza a sera era così tanta che Erza a volte aveva
l’impressione che se si fosse addormentata non si sarebbe svegliata più, ma
alla fine dei conti non era tutto così nero. Oltre a Kagura e a Simon, anche
gli altri bambini erano diventati suoi amici. Millianna la copriva di abbracci
e di complimenti, Sho la trattava come una sorella, Richard era dolcissimo e
Wally la faceva ridere con gli improbabili racconti delle sue avventure. Jellal
tuttavia era quello che spiccava di più in mezzo al gruppo. Era gentile e
coraggioso e si occupava di loro come un fratello maggiore. Quando Erza gli
aveva confessato di non ricordare il suo secondo nome, Jellal non aveva perso
tempo a soprannominarla Scarlet, perché i suoi capelli diceva, gli ricordavano
il cielo scarlatto al tramonto. Quel cielo che dalla loro cella non vedevano
mai ma da cui a volte cadeva una pioggia fitta, che scorreva fin tra le sbarre
e che li gelava con il vento invernale. Quando tutto sembrava disperato ed Erza
non riusciva a dormire per gli incubi e il freddo, Jellal la stringeva al petto
e lasciava che si addormentasse con lui.
C’erano anche altri bambini in celle diverse
ma Erza non riusciva mai a parlarci e così quel gruppetto era diventato il suo
piccolo mondo. Il gruppetto di Erza però includeva qualcun altro in più: si
trattava del vecchio che le aveva parlato per primo in cella.
Rob le insegnava a sognare, nonostante le
sbarre che la tenevano prigioniera. Sulla schiena portava un grande marchio tatuato
che ricordava una fata, un simbolo molto prezioso per lui. Rob raccontava
spesso ai bambini che da giovane era stato un mago e che aveva preso parte a
mille avventure. La gilda di cui aveva fatto parte si chiamava Fairy Tail e la
descriveva come un posto da sogno, dove lui ed i suoi vecchi compagni si
divertivano e sorridevano tutto il giorno. Rob gli raccontava anche di come
erano fatte le stelle, l’oceano e di come era fatto il mondo là fuori, che si
stavano dimenticando, e faceva sembrare la vita ancora così bella da impazzire.
Quando lo ascoltavano, Erza ed i suoi amici non potevano fare a meno di
desiderare di crescere in fretta ed di poter uscire finalmente da quella torre,
per viaggiare per il mondo.
Purtroppo il destino non voleva che i
bambini ed il vecchio Rob rimanessero insieme tanto a lungo.
Accadde tutto inaspettatamente, un giorno qualunque
a lavoro nel cantiere, a spostare mattoni pesantissimi e secchi di cemento. Ad
un certo punto una corda si spezzò ed un carico di pietre precipitò di sotto
dai piani più alti. Erza stava lavorando proprio accanto al vecchio e questa fu
la sua unica salvezza, perché Rob la spinse via prima che la frana li
investisse. Così morì lo zio che l’aveva curata con tanto amore e che le aveva
fatto credere che ci fosse ancora speranza da qualche parte nel mondo.
Quando
Erza riaprì gli occhi l’unica cosa che l’accolse fu una penombra soffusa ed un
grande silenzio. La prigione della caserma dei cavalieri runici di Magnolia,
non era niente in confronto a quella della Torre del Paradiso dove era stata
rinchiusa da piccola. Lì sotto oltre a lei non c’era nessuno e sembrava che da
quelle parti non fosse passato un prigioniero da secoli e scoli. Magnolia in
fondo era una città tranquilla e le sue prigioni testimoniavano la sua storia:
asettiche, pulite e silenziose come una stanza d’attesa.
La
maga si appoggiò con la schiena alla fredda parete di pietra, sforzandosi di
ignorare il fastidio delle manette ed il torpore delle braccia, ma soprattutto
il senso di claustrofobia che le dava lo stare rinchiusa dietro le sbarre. Si
sentiva a disagio e in trappola ma la cosa che la faceva sentire peggio di
tutte era il trovarsi senza la sua corazza e la sua spada, che le guardie
l’avevano obbligata a togliere.
Zio
Rob ... Come mai in un posto come quello le sembrava di sentir riecheggiare la
sua voce dolce e premurosa?
Gli uomini e le guardie che controllavano la
Torre, che chiamavano del Paradiso, erano tutti esseri orribili e crudeli che
non avevano altro obiettivo che quello di completare il tempio e usarlo per
riportare in vita Zaref, l’oscuro mago leggendario. Facevano tutti parte di un
culto perverso e non si curavano affatto delle loro vittime, né tantomeno dei
ragazzini che usavano come schiavi e che dopo la morte di Rob si erano
ritrovati inaspettatamente soli e senza una guida.
- Dobbiamo andarcene da qui! Dobbiamo
scappare! - Erza era disperata e si sentiva in colpa per quello che era
accaduto a Rob ma Sho era quello più terrorizzato di tutti, continuava a
piangere e a gridare che dovevano fuggire per quanto Millianna e gli altri
cercassero di consolarlo. Aveva paura di morire anche lui, ma come poteva
dargli torto? Anche Erza sentiva che le forze le stavano venendo meno.
- Io c’è l’ho un’idea di come fare. -
Sussurrò alla fine Wally, che non era solo un Cane Matto di nome ma di fatto,
perché aveva pensato più volte ad un modo per raggiungere la libertà.
- C’è
un buco. -
Tutti i bambini si girarono nella sua
direzione, circondandolo con fare cospiratorio.
- Ho scoperto che lo usano per scaricare
l’acqua sporca fuori, ma noi dovremmo passarci perfettamente dentro. -
I bambini avevano tutti paura di cosa fosse
successo se le guardie li avessero scoperti, ma avevano ancora più paura di
quello che sarebbe successo loro se fossero rimasti e così il giorno successivo
decisero di provare, approfittando di una pausa durante le ore di lavoro.
Inutile dire che prima che potessero infilarsi anche solo a metà del cunicolo
un drappello di guardie li aveva già avvistati e bloccati.
I capi erano due uomini orribili, uno grasso
e l’altro magro e allampanato con delle maschere sul viso.
- Se ci dite di chi è stata l’idea puniremo
soltanto lui. Lo porteremo nella stanza delle punizioni come esempio ma
lasceremo che tutti voi torniate nella cella a riposare. - Gli disse il primo
con voce melliflua ma allo stesso tempo viscida. Ma come potevano mai
confessare la verità? Come potevano dare la colpa a Sho, che era il più piccolo
di tutti e che sarebbe morto di paura in pochi minuti se le guardie lo avessero
preso?
- Forza! - Tuonò a quel punto il secondo,
per costringerli a parlare - Non abusate della nostra bontà! -
- Sono stato io! - Gridò Jellal cercando di
attirare tutta l’attenzione su di sé e di offrirsi come vittima sacrificale, ma
le guardie non ci cascarono. Si scambiarono un’occhiata di disappunto, poi
quello più grasso allungò una mano nel mucchio, sorridendo con perfidia.
- No, non sei stato tu. La colpevole è
questa bambina qui! Farai da esempio a tutti! - Erza non riuscì nemmeno a
proferir parola quando l’uomo l’afferrò per un braccio e cominciò a trascinarla
via. Il terrore le chiuse la gola in una morsa di ferro. Aveva sentito
raccontare che quelli che venivano portati nella stanza delle punizioni non ne
uscivano più, oppure che quando riuscivano a sopravvivere alle torture morivano
dopo pochi giorni di agonia. Sentiva Jellal gridare la sua colpevolezza ed i
suoi amici implorare pietà, ma un colpo di frusta li mise a tacere.
Rumore
di passi. Erza girò la testa e si accorse che la porta in fondo al corridoio
era appena stata aperta per lasciar passare Lahar ed una coppia di cavalieri.
Il ragazzo si fermò davanti alla cella con la solita aria severa, fissandola
per qualche istante dritta negli occhi. Più Erza lo vedeva più non le piaceva:
quei suoi occhi neri e duri come ossidiana le mettevano i brividi. Le facevano
venir voglia di stringere l’elsa della spada per difendersi.
-
Siamo pronti per il processo. - Annunciò Lahar ed Erza ubbidì, alzandosi in
piedi, ma il giovane consigliere esitò per un attimo ancora, con la chiave
infissa nella serratura prima di aprirle. I suoi occhi sempre fissi su di lei.
- Lo sai perché sei qui Erza Scarlet, vero? -
-
Sì. -
Che
domande erano?
-
Il Consiglio di Magia vuole usarti come esempio. - Continuò ugualmente il
ragazzo - A quanto pare sei una delle maghe più popolari di Fairy Tail e
siccome la tua gilda continua a non rispettare le regole, i miei superiori
hanno deciso di processarti come ammonimento. Lo sai che la gente lì fuori ti
ha soprannominato Titania, come la leggendaria regina delle fate? -
Certo,
Erza sapeva anche quello.
-
Molti hanno riposto la loro ammirazione e la loro fiducia in te. Devi fare in
modo da comportarti come un buon esempio, non sarebbe giusto che tradissi le
loro aspettative. -
Che
cosa aveva quel tipo? Che voleva con tutti quegli avvertimenti?
-
Allora finiamo rapidamente questa storia, così che possa tornare subito a
lavoro. - La maga lasciò che i cavalieri la prendessero nuovamente per le
spalle e la spingessero via, ma non senza ricambiare per un attimo lo sguardo
del suo carceriere con altrettanta durezza.
I
cavalieri la condussero questa volta al piano superiore, nella grande sala
della caserma che a volte fungeva come tribunale. Ad attenderla però non c’era
nessuno, soltanto un grande schermo illuminato su cui si intravedevano le
figure dei famosi consiglieri del Consiglio di Magia di Fiore. Proprio come
aveva immaginato, nessuno di loro si sarebbe scomodato di persona per venire
fin lì per un caso di così scarsa importanza e si erano limitati a metterla in
contatto con la corte. Il fatto che Lahar fosse l’unico in città poteva significare
solo una cosa: ossia che si trattava di qualcuno entrato a far parte da poco
delle grazie del Consiglio e che, nonostante la superbia che ostentava, aveva
ancora parecchia gavetta da fare.
-
Erza Scarlet, prendi il banco degli imputati. -
Gran
Doma.
A
parlare era stato lui, il presidente in persona del Consiglio di Magia.
Qualche
anno prima si era sparsa la voce che il vecchio fosse in punto di morte ma alla
fine si era miracolosamente ripreso ed era tornato a lavoro, tormentando i
poveri maghi di Fiore. Sì, perché Gran Doma era considerato senza ombra di
dubbio il più severo dei presidenti che il Consiglio avesse mai avuto e di
sicuro a Fiore erano ancora molte le gilde che pregavano per una sua rapida
dipartita.
-
Come il nostro inviato ti avrà già anticipato le accuse contro di te sono
molteplici ... -
“
Sì, sono terribilmente mortificata. Mi dichiaro colpevole. Mi affido alla
vostra clemenza. ”
Erza
aveva già preparato il discorso da proferire ma non riuscì a pronunciare
nemmeno una parola prima che un’esplosione improvvisa devastasse la stanza ed
una delle pareti si disintegrasse nel nulla, tempestandola con una pioggia di
detriti.
-
Sono io la colpevole! Arrestatemi se ci riuscite! -
Cosa
... Erza fu costretta a battere un paio di volte gli occhi per capire se che
quello che stava vedendo fosse vero oppure fosse un’allucinazione. Ad aver
appena fatto irruzione nel tribunale c’era Natsu, con addosso un’armatura
arrugginita, una parrucca rossa palesemente finta ed una ... gonna scozzese?
Se
quello era un cosplay era davvero mal riuscito.
-
Sono io la maga che cercate! Forza cosa aspettate a prendermi? -
Addio
processo rapido!
-
Dai, dopotutto non era venuto così male ... -
-
Come fai a dire che fosse venuto bene? Nemmeno Laki senza gli occhiali ti
avrebbe scambiato per me! -
-
Sicura? Laki senza occhiali ci vede particolarmente male ... -
Erza
lanciò un sospiro, sforzandosi di non sbattere la testa contro le sbarre della
cella. Grazie alla sua performance di qualche ora prima, Natsu aveva finito col
mandare il Consiglio su tutte le furie e per punizione entrambi erano stati
sbattuti di nuovo in gabbia. Sarebbero rimasti lì dentro fino al giorno dopo e
come se non bastasse erano stati condannari a versare un risarcimento
astronomico. A quanto pare Natsu era andato di matto ancor prima che qualcuno
potesse spiegargli che quel processo era una farsa ed era corso a salvarla, a
modo suo ovviamente.
-
Sinceramente. - Concluse alla fine Erza - Sono troppo allibita per dire anche
solo una parola. -
-
Ah, dai! Come facevo a sapere che era tutta una messa in scena? -
-
Però ... -
Al
suono della sua voce Natsu fece un salto indietro - Ti ho detto che non sapevo
come stavano le cose! Ti prego non mi ammazzare quando usciamo da qui! -
-
Devo ammettere di aver apprezzato il gesto. - Concluse Erza con un sorriso -
Sei stato carino a venire qui. Farò finta che non sia successo niente. -
-
Ah ... Sul serio? Ahaha! - Natsu tornò a sedersi con uno schianto, ridendo come
un matto per essere appena scampato alla forca - Ma dai, era il minimo Erza! Da
quanti anni ci conosciamo? Siamo cresciuti insieme a Fairy Tail! Sarei venuto
anche all’inferno a testimoniare la tua innocenza! Lo sanno tutti che sei una
brava ragazza ... Un po’ spaventosa con quella spada, ma ... Cioè tu sei una
compagna Erza! -
Quel
ragazzo era davvero incredibile! Un pazzo, ma uno dei pazzi più premurosi che
Erza avesse mai incontrato. - Ci conosciamo da un sacco di tempo, eh? Quanti
anni avevamo quando ci siamo incontrati? -
-
Io dodici. -
La
maga si lasciò andare appoggiando la testa sulla spalla dell’amico - È proprio
un mucchio di tempo ... -
Che
cosa fosse successo se avesse scoperto la verità?
Alla
fine Erza chiuse gli occhi ma non riuscì a mettere a tacere la voce della sua
coscienza. Dentro di lei continuava a domandarsi: “Su chi stai scommettendo la
vita, Natsu?”
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Capitolo 10 *** La gilda dietro le quinte ***
La gilda dietro le quinte
Erza
è sicuramente il personaggio che amo di più tra quelli di
Fairy Tail e quello di cui amo di più scrivere ma Ultear non mi
dispiace affatto. Ha una personalità spregiuticata e
giocherà anche lei il suo ruolo ... eccola un po' qui per voi!
La gilda dietro le quinte
Per
un attimo la piccola lacryma di cristallo continuò a sfavillare d’un azzurro intenso,
poi la luce svanì per lasciar posto all’immagine di un volto di donna: una
donna con dei lunghi capelli corvini.
-
Ahaha! Ma guarda un po’ se non c’è Scarlet in linea! Non capita spesso di
ricevere una tua chiamata! -
Anche
Erza sorrise, appoggiandosi con la testa sul tavolo per guardare meglio dentro
la piccola sfera. - Ti chiamerei di più ma non mi capita spesso di stare da
sola. C’è sempre gente intorno ad origliare e a rompere, per permettermi di
usare la lacryma. -
-
Ah, ho capito. - Sospirò Ultear - Troppi spasimanti. Del resto si dice che
Fairy Tail sia una delle gilde più caotiche là fuori. Attenta a non farlo
sapere a Jelly oppure potrebbe scatenarsi l’inferno. -
-
Piantala Ul! - Erza protestò ma finì lo stesso per arrossire - Guarda che tra
noi due non sono io la mantide religiosa che se ne va in giro a sedurre uomini
per poi tagliargli la testa! -
Lo
spazio di ripresa della lacryma era piccolo ma Ultear fece ben attenzione ad
alzare il dito medio a sufficienza perché fosse inquadrato.
-
Piuttosto Ul, Jellal ti ha raccontato di Deliora? -
-
Certo ... - Sospirò Ultear percependo la preoccupazione nel tono della compagna
- Sta tranquilla, è tutto a posto. Ho superato da tempo quella storia di mia
madre e di Fullbuster e di tutto il resto. Sono una donna adulta adesso, ve ne
siete accorti? -
-
Effettivamente ormai le tue tette sono così grandi che non riesco quasi più a
vederti la faccia. -
-
Allora dopotutto era vero. Tu hai una cosa lesbo ... -
-
Fottiti. -
-
Ti piacerebbe. Piuttosto Scarlet, che cosa hai da dirmi TU di quel certo
Everlue? -
-
Avete letto la notizia sul giornale? -
Ultear
scrollò le spalle - Fai tu, era un po’ su tutti i numeri. Fairy Tail infiltra
la casa del duca a caccia di un libro rubato, la situazione degenera ed il
tizio scappa. I cavalieri runici perquisiscono la zona da cima a fondo ma solo
per trovarlo il giorno dopo in mezzo agli alberi, con la testa mozzata ed il
famigerato simbolo della Cs inciso su un tronco. - La donna si prese qualche
secondo per esaminare la reazione di Erza ma poi riprese a parlare - Quando
Kagura ha visto la faccia del duca è scoppiata in lacrime. Si è ricordata
tutto, o almeno tutto quello che ha potuto. Ti è molto riconoscente. -
Ma
Erza chinò ugualmente lo sguardo - Non ho idea di come abbiamo fatto a non
pensarci prima. Eppure per noi avrebbe dovuto essere facile risalire a lui.
Quel dannato maiale voleva fare del male anche Lucy e io non ci ho visto più.
L’ho lasciato scappare di proposito ma solo per poterlo affrontare da sola. -
Anche
Ultear scosse la testa, lanciando un piccolo sospiro - Ti capisco: anche io
avrei fatto lo stesso, ma al posto tuo mi sarei divertita un po’ più a lungo
con lui. -
Un
attimo ... Erza si riscosse di colpo: il vero motivo per cui aveva contattato
Ultear era un altro ed il discorso stava andando troppo per le lunghe. - Beh,
non ti sei divertita con lui, ma ti sei divertita con me! Che storia era quella
del processo? Non ti sei infiltrata nel Consiglio perché conti qualcosa, o me
lo sto solo immaginando? -
-
Ehi, ehi frena! - Ultear alzò istintivamente le mani - Certo che ho un ruolo
importante nel Consiglio ma le decisioni lì si prendono a maggioranza! È ovvio
che non volevo portarti a processo ma parecchi hanno votato per il tuo nome ...
-
-
Sei una stronza. Ho pensato che mi avessero scoperto! -
-
Te la stavi facendo sotto? -
-
Ul, vuoi vedere come vengo lì e ti taglio a fette? -
-
Va bene! Va bene! La prossima volta metterò un veto in più ma per ora
smettiamola di litigare! In realtà c’era una cosa di cui ti volevo parlare
anche io, ascoltami. -
L’immagine
della donna si fece un po’ più indietro, mentre si appoggiava contro lo
schienale della sedia e incrociava le lunghe gambe. Aveva raccolto un fascicolo
dalla scrivania - Ho cominciato a controllare le piste che ci hai dato. -
-
Niente che porti a Tartaros? -
-
Purtroppo no, ma in loro c’è qualcosa di sospetto. Credo di averlo trovato,
Erza. -
-
Chi? -
-
Zero. -
Al
suono di quel nome Erza spalancò gli occhi, ma l’espressione di Ultear era dura
come acciaio - Si è nascosto per tutti questi anni negli Oracion Seis: ha
cabiato identità. E gli indizi che mi hai dato gridano Zero e Oracion Seis da
ogni parte. Non riesco a capire con esattezza cosa abbiano intenzione di fare
ma sembra che stiano cercando qualcosa. Qualcosa di molto pericoloso, prodotto
direttamente da quel diavolo di Zaref in persona. Pare che sia coinvolta anche
una piccola gilda legale di nome Cat Shelter. Forse per quanto piccoli sono
loro che custodiscono il segreto di cui ha bisogno Oracion Seis. -
A
quel punto Erza si appoggiò sui gomiti per ascoltare meglio - Cazzo se lo
sapevo che c’era qualcosa che non andava! Ma proprio gli Oracion Seis ... -
-
Già. - Sospirò Ultear snocciolando tutte le informazioni che sapeva sull’altra
gilda oscura, come per ripetere a se stessa di cosa si trattasse. - Una delle
punte di diamante della Balam Alliance, l’associazione più potente tra le gilde
oscure, che si spartisce tutti gli affari sommersi nel regno di Fiore. Le
piccole gilde con cui abbiamo avuto a che fare fino ad oggi erano solo dei
moscerini in confronto, sia per livello di potere che per fondi a loro
disposizione. -
-
La Balam Alliance di cui fa parte anche Tartaros ... - Continuò Erza ed Ultear
annuì alle sue parole - Già, il triangolo della morte. Oracion Seis, Grimoire
Heart e poi Tartaros. Tartaros occupa il vertice della triade ma non per questo
possiamo sottovalutare le altre punte. Quasi tutte le gilde oscure hanno
bisogno del loro appoggio o della loro tolleranza per esistere. Se solo
riuscissimo a prendere gli Oracion ... -
-
Allora forse potremmo stanare anche Tartaros ... - Concluse Erza - Se colpisci
il cespuglio un serpente potrebbe venirne fuori ... -
-
Esatto! - Ultear rimise i fogli a posto sulla scrivania - Ma il problema è che
gli Oracion Seis sono troppo forti per noi da soli. In realtà temo che la
nostra quantità di magia e di esperienza sia allo stesso livello. È troppo
pericoloso attaccarli senza supporto, per questo stavo pensando di smuovere
anche le gilde legali. Stavo pensando a Blu Pegasus, Lamia Scale e anche Cat
Shelter. Ovviamente loro ci servono come esca. -
-
Metti Fairy Tail in lista. - Esclamò la maga senza pensarci due volte - Devi
fare in modo che ci sia anche io. Voglio darvi una mano. Voglio darti una mano
anche con Zero. - Ma la sua reazione non fece altro che causare l’ilarità di
Ultear - Non sei preoccupata di coinvolgere i tuoi compagni? -
-
Sanno badare a loro stessi. L’importante è che ci sia io a combattere. -
Ed
Ultear rise ancora più forte. Le ci volle un po’ per calmarsi e ricominciare a
respirare normalmente.
-
Sono sicura che i tuoi nakama sarebbero stupefatti dal gran numero di sorprese
che nascondi. - La donna si appoggiò sulla scrivania con un sorriso malizioso
sulle labbra ma Erza scosse la testa - Non preoccuparti per Fairy Tail. I miei
compagni mi conoscono abbastanza bene. Sanno tutto quello che devono sapere. -
-
Sei sicura che conoscano proprio la stessa Erza che conosco io? - Continuò ad
insistere la donna - La stessa ragazza che non esita a imprecare e a piantare
spade in gola ai criminali? Quella che ha vissuto la strada e che faceva da
palo mentre rubavamo da mangiare? Oppure l’Erza che conoscono loro è un'altra?
Un cavaliere scintillante con la sua armatura, che ha giurato fede agli ideali
di giustizia e libertà? Quante persone hai ucciso in questi anni, Erza? Lo
sanno cosa hai fatto? Solo noi di Crime Sorcière conosciamo quello hai fatto
veramente. -
La
maga in armatura si lasciò sfuggire anche lei un sorriso - Ti ho appena detto
che sanno tutto quello che devono sapere di me e non una goccia di più. Sanno
che possono fidarsi e che non li abbandonerei mai nel momento del bisogno. E
poi prova a capirmi: è leggermente difficile vivere in due famiglie
contemporaneamente. -
-
Davvero non ti da fastidio mentirgli giorno e notte, mentre loro si fidano
ciecamente di te? -
-
È per il loro bene. -
Alla
fine Ultear si arrese scuotendo la testa - Lo sai che sei fottutamente bipolare,
Erza? -
-
Del resto ho una doppia personalità che qualcuno chiama Scarlet ... -
Questa
volta furono entrambe a ridere.
-
Ultear fa bene il tuo lavoro e mettimi in lista, okay? -
-
Non sottovalutare le mie abilità. - E detto questo la conversazione via lacryma
si chiuse di colpo, spegnendo il piccolo cristallo.
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Capitolo 11 *** Attacco fantasma ***
Attacco fantasma
Nuovo capitolo
in arrivo! Ho già cominciato ad accennare che a Fairy Tail non
tutti sono perfetti e molti hanno dei segreti. Erza ha i suoi, Gray
anche ma lo stesso vale per Locke e Lucy ... Buona lettura!
Attacco fantasma
Pochi
giorni dopo aver parlato con Ultear, Erza e Fairy Tail si ritrovarono
nuovamente fiondate nel caos e questa volta a causa di Locke. Erza aveva sempre
pensato che in lui ci fosse qualcosa di sospetto, fin da quando il mago era
entrato a far parte della gilda qualche anno prima. Ogni volta che le era
vicino, Erza percepiva una strana aura (grazie alla magia di Jellal che il suo
occhio destro condivideva) ma non avrebbe mai immaginato quale potesse essere
la verità. Locke si comportava come un perfetto playboy ed ogni settimana
appariva in sala accompagnato da una nuova fiamma, ma sembrava avere qualche
problema con i maghi celesti, a causa di una vecchia relazione andata a finire
male. La vera ragione però era questa. Locke nascondeva un’identità segreta. In
passato era stato uno spirito stellare, quello del leone per l’esattezza, ma
era stato bandito dal suo mondo per aver causato indirettamente la morte della
sua proprietaria, Karen, una maga di Blu Pegasus, nota tanto per la sua
bellezza che per la sua crudeltà.
Se
Locke fosse rimasto oltre nel mondo degli umani avrebbe ben presto consumato
tutte le sue energie e sarebbe svanito nel nulla, fortunatamente però, Lucy
aveva scoperto in tempo il suo segreto ed era riuscita a salvarlo dal suo
crudele destino, firmando un contratto con lui. Così Locke era diventato una
delle sue chiavi dello zodiaco ed uno dei suoi spiriti più fedeli, ma era
rimasto un donnaiolo ed ogni volta che appariva in sala continuava a provarci
con tutte, Lucy inclusa, dato che adesso non aveva più problemi con le maghe
celesti. Erza era contenta che alla fine della storia Locke si fosse salvato,
ma quello che era accaduto l’aveva colpita più profondamente di quanto potesse
sembrare. Prima Gray, poi lui ... A quanto pare Fairy Tail non era poi tanto una
grande famiglia, come sembrava al primo sguardo, e molti dei suoi compagni
nascondevano segreti inconfessabili che nemmeno il master conosceva ... Proprio
come lei ...
Tuttavia
quello che Erza non immaginava, mentre quella mattina si incamminava a lavoro,
era quanto quelle piccole menzogne potessero essere pericolose per lei e per i
suoi amici ...
La
maga era ancora piuttosto lontana dalla gilda quando si accorse che qualcosa
non andava: c’era molta più gente in strada di quanta avrebbe dovuto esserci a
quell’ora del mattino e tutti stavano parlando fitto tra loro.
-
Ehi, tu! - La chiamò ad un certo punto qualcuno in mezzo ad un gruppetto di curiosi
- Sbrigati! Sono sicuro che alla gilda hanno bisogno d’aiuto! - Non c’era
bisogno di dire altro. Erza non si fermò neanche un istante a chiedere
spiegazioni e si lanciò di corsa giù per la strada ma quando girò l’angolo e la
gilda le apparve davanti, il suo cuore perse un battito, alla vista delle
condizioni in cui si trovava. L’intero edificio era stato terribilmente
danneggiato, trafitto e trapassato da una moltitudine di acuminate sbarre ...
no! Colonne d’acciaio.
Sembrava
un puntaspilli ...
Fairy
Tail sembrava un puntaspilli! Ed era un miracolo che fosse ancora in piedi.
-
Ci sono dei feriti? State tutti bene? - Erza si fece largo tra i maghi
accalcati attorno al cancello, fino a che non riuscì a trovare il master in
mezzo alla folla. Il vecchio stava fissando l’edificio in silenzio ma Mirajane,
in piedi accanto a lui, aveva un’aria distrutta e le guance rigate di lacrime.
-
Sembra di no! - Le confermò Gray facendosi largo a sua volta tra la calca e la
barista continuò per lui, ammettendo che per fortuna l’attacco era avvenuto di
notte e non c’era nessuno nell’edificio al momento.
-
Ieri sera io, Levy, Jet e Droy siamo stati gli ultimi ad uscire, non oso
immaginare cosa sarebbe successo se fossimo rimasti oltre a chiacchierare ... -
-
Già. È stato tutto molto fortunato. - Aggiunse a sua volta il master, senza
staccare gli occhi dalla gilda.
Erza
conosceva abbastanza bene lui e Mirajane da poter capire cosa stesse passando
per le loro teste in quel momento: anche se non c’erano stati feriti fisici, loro
due erano i primi ad essere stati colpiti al cuore. Ma chi poteva essere stato
a fare una cosa del genere? Chi era stato il mago a fare una cosa del genere?
-
Chi è il colpevole? - Fu la sua seconda domanda, ma la risposta che ottenne la
lasciò per un attimo a bocca aperta.
-
Phantom Lord ... - Mirajane si morse un labbro prima di continuare - Hanno
lasciato il loro simbolo inciso sul retro. -
-
Phantom Lord? Cosa? Ma quella è una gilda legale! Che gli passa per la testa? -
Ad Erza venne istintivo alzare la voce, ma le sue grida finirono con l’attirare
l’attenzione dei maghi accalcati all’esterno e che non avevano ancora capito
chi fosse stato il responsabile. - Farsi la guerra tra gilde è proibito dal
Consiglio! Non ha senso! - Ma Makarow le rispose, continuando con tono monotono
- Evidentemente per loro questo non è l’inizio di una guerra. - Per un attimo
Erza si era fatta cogliere dalla rabbia e si era dimenticata che di certo anche
lui si stava arrovellando sulla ragione di quell’attacco.
-
Allora è una dimostrazione. - Concluse a quel punto Erza: si trattava di un
atto intimidatorio messo in scena di proposito per avvertirli di quello che
fosse successo se Fairy Tail li avesse ostacolati. Ma ostacolati in cosa? Non è
che di recente le due gilde fossero entrate in contatto, né per motivi di
lavoro né per altro ...
Che
cos’era che Phantom Lord voleva così tanto da ritenere opportuno dissuaderli in
quel modo? Volevano qualcosa che Fairy Tail aveva già, forse? Che cosa potevano
avere di tanto interessante?
A
quel pensiero Erza sentì un brivido improvviso correrle lungo la schiena: aveva
un cattivo presentimento.
-
Siamo sicuri che stiano tutti bene? Avete contattato ogni mago? -
-
Ci stiamo lavorando. - La rassicurò Gray - Alcuni non erano nemmeno in città
ieri, è un po’ difficile trovarli così rapidamente ... -
-
Dentro! Dentro dico! Ci avete guardato dentro? Anche se è successo in piena
notte, ci avete guardato? -
Sia
il master che Mirajane batterono per un attimo le palpebre, ammutoliti dalla
sua reazione. Non c’era bisogno che aggiungessero altro per dirle che avevano dimenticato
di farlo. Erza sguainò rapidamente la spada buttandosi contro la porta di
ingresso per aprirla con la forza, visto che i crolli l’avevano bloccata.
Phantom Lord stava giocando sporco con loro e se conosceva abbastanza bene i
metodi di certi maghi ... Non potevano essersi accontentati di così poco come
rompere il loro vecchio bar ...
La
porta si infranse con uno schianto scagliando pezzi di legno in tutte le
direzioni, ma non appena Erza mise piede dentro l’edificio, le forze le vennero
meno e la spada le scivolò di mano, lasciandola impietrita sulla soglia. No,
non era da lei ... Avrebbe dovuto essere più abituata di così alla vista del
sangue ...
-
Erza cosa succede lì dentro! - La voce del master la raggiunse ma la ragazza
non riuscì lo stesso a rispondere. Proprio davanti a lei, inchiodati al muro
della gilda c’erano Jet, Droy e Levy. Inchiodati come erano stati inchiodati
quei pali di ferro in tutto l’edificio.
-
Sono ancora vivi, giusto? - Erza non riuscì a sussurrare altro. Ma Dovevano
essere vivi! Non era possibile che una gilda legale li avesse davvero ...
-
Così triste ... È una scena così triste! -
Erza
non riuscì a capire nemmeno da che direzione provenisse quella voce prima che la
mano del master la colpisse alle spalle e la spingesse via mentre le gridava di
fare attenzione. Erza si ritrovò faccia a terra e l’attimo dopo un turbine la
sferzò, passandole letteralmente sopra la testa ed andando a schiantarsi contro
la parete opposta. La voce del master riecheggiò ancora, ma questa volta con un
grido di dolore ed il vecchio si afflosciò ad un passo da lei, schiantandosi
sul pavimento.
Che
cosa diavolo stava ...?
-
Troppo triste per guardare! -
La
maga si affrettò rapidamente ad evocare una nuova spada e a rimettersi in
guardia, piazzandosi tra il vecchio Makarow e la direzione da cui proveniva
quella strana voce. Questa volta riuscì finalmente a vedere l’avversario: era
un uomo ma se ne stava sospeso da una trave del soffitto come un pipistrello.
Per qualche misteriosa ragione aveva gli occhi bendati. Un momento! Le era già
capitato di sentir parlare di un mago bendato come quello!
-
Tu sei Aria! Sei uno degli Element Four di Phantom Lord, non è così? -
-
Tristemente è vero! - Confermò l’uomo continuando a versare finti fiumi di
lacrime tra un singhiozzo e l’altro. Ma la stava prendendo in giro?
Gli
altri maghi si erano lanciati dietro ad Erza non appena aveva sfondato la porta,
ma non avevano fatto in tempo ad entrare con lei per via dell’attacco
improvviso da cui il master l’aveva difesa. Adesso però stavano per riversarsi
tutti dentro per soccorrere l’uomo e per darle man forte, tuttavia ...
-
State indietro! - Gli gridò Erza sperando di riuscire a dissuaderli: non era
sicuro che entrassero anche loro in sala per esporsi a qualche pericolo.
-
Che cosa ci fai qui, Aria? È opera tua tutto questo? Rispondimi! -
-
L’attacco alla gilda e quei tre inchiodati alla parete non sono stati opera
mia. - Singhiozzò Aria - È stato Gajeel
- san a farlo. Io ero venuto qui solo per recapitare un messaggio, ma mi avete
spaventato entrando così all’improvviso e mi è scappato inavvertitamente un
colpo! -
Ora
Erza iniziava davvero ad essere irritata - Che razza di messaggio dovevate
recapitarci da aver bisogno di sottolinearlo con tutti questi chiodi? -
-
Sono spiacente di comunicarle ... - Singhiozzò Aria - Che da questo momento in
poi Lucy Herthaphilia è di nostra proprietà. Master Jose ha deciso così e vi
manda anche a dire che è meglio che vi dimentichiate di lei, se non volete che
Phantom Lord sia costretta ad impegnarsi ancora di più per completare il lavoro
che le è stato assegnato. -
Lucy?
Erza ci mise un poco a processare il fatto che Aria avesse appena detto il nome
di una sua compagna ed il fatto che le avesse appena intimato di starle lontana
perché apparteneva a Phantom Lord.
-
Che stronzata è mai questa? -
-
Questo è il messaggio. -
-
Ma questo messaggio non mi arriva in testa! - Al diavolo la cautela! Erza
cambiò rapidamente la sua armatura con quella più leggera che aveva a
disposizione, lanciandosi contro l’avversario. Se non riusciva ad estorcergli
informazioni con le buone allora avrebbe usato le maniere forti!
-
Davvero non sapete chi sia in realtà Lucy Herthaphilia? -
-
È una di noi! -
Purtroppo
però, la sua spada tranciò inutilmente la trave su cui l’attimo prima stava
Aria, senza riuscire minimamente a sfiorarlo. Così come era apparso il
messaggero si era dissolto nel nulla ...
-
Torna qui! Voglio sapere che c’entra Lucy con voi! -
-
Natsu! - Le gridò dietro Gray tirando subito in ballo un altro nome - Non aveva
detto che dormiva da lei? -
Ed
un altro chiodo andò a conficcarsi addosso ad Erza. Come aveva fatto a non
accorgersi che il dragon slayer non era in prima fila quel mattino, a gridare
perché qualcuno aveva attaccato la sua gilda?
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Capitolo 12 *** Le menzogne di Lucy ***
Le menzogne di Lucy
Ecco un altro capitolo! Buona lettura!
Le menzogne di Lucy
Subito
dopo la fuga di Aria, Erza ed i suoi compagni si precipitarono al capezzale del
master e dei loro amici feriti, mandando a chiamare la guaritrice ufficiale
della gilda: Porlyusica.
La
donna era una vecchia amica di Makarow ed in passato era stata anche lei una
maga di Fairy Tail, per poi ritirarsi in disparte. Attualmente viveva nella
foresta ai margini di Magnolia, lontano dagli scocciatori, perché, per quanto
potesse sembrare incredibile, Porlyusica era un medico ed allo stesso tempo un
misantropo, che odiava la presenza degli esseri umani più di ogni altra cosa al
mondo. Ad Erza quella donna faceva venire i brividi ogni volta che la incrociava,
con il suo sguardo severo ed il suo tono di voce tagliente. Quando si feriva in
missione la cosa che temeva di più era quella di far visita al suo studio:
aveva paura che un medico così esperto come
lei, percepisse la magia di Jellal che si portava dietro.
-
Stanno bene. - Concluse alla fine la guaritrice dopo aver visitato tutti i suoi
pazienti. - La ragazza ed i suoi amici hanno preso un po’ di colpi e di
conseguenza hanno perso conoscenza, ma con qualche settimana di riposo torneranno
come nuovi. Makarow invece è stato un idiota. - Per un attimo lo sguardo di Porlyusica si appuntò su di Erza. - L’incantesimo che
l’ha colpito usa degli spostamenti d’aria per privare una persona del suo
potere magico e disperderlo ed in questo momento le sue potenzialità sono state
completamente annullate. Per giunta, siccome il legame tra energia magica e
vitale nei maghi è molto stretto, l’incantesimo di cui è stato vittima l’ha
reso estremamente debole e gli occorrerà molto tempo per recuperare. Probabilmente
si sveglierà solo tra quarantotto ore. -
Le
affermazioni di Porlyusica tuttavia non infusero nella gilda l’entusiasmo
sperato; ovviamente i maghi erano contenti che sia il master sia quelli del Team
Shadow Gear si sarebbero ripresi in fretta, ma erano turbati per la situazione
in atto e si erano raccolti tutti in silenzio nella sala interna, trafitta
dalle colonne d’acciaio. Nemmeno Erza riusciva a smettere di pensarci.
Jet,
Droy, Levy ... Erano tutti e tre lì a Fairy Tail da prima che lei arrivasse.
Uno strano trio per la verità, ma tutti dei bravi ragazzi, nonostante Levy
continuasse a consigliarle i libri peggiori sul mercato senza apparente ragione
... Con che coraggio avevano attaccato un ragazza così indifesa?
E
il master! Makarow che l’aveva accolta e trattata come una figlia senza fare
domande sul suo passato, senza mai chiederle niente in cambio ... Come faceva a
non sentirsi in colpa per ciò che gli era successo? In quel momento avrebbe
dovuto essere lei al suo posto in infermeria ...
E
per finire Lucy. L’amica che per lei aveva sempre un sorriso e che le faceva i
complimenti per ogni cosa. Aveva avuto così tanta paura solo qualche settimana
prima a Shirostune ed ora ... Doveva assolutamente fare qualcosa per
proteggerla!
Quei
bastardi di Phantom Lord ... Era meglio che iniziassero a nascondersi, perché
non avevano idea di quello che Erza poreva sguinzagliargli contro!
La
maga era ancora completamente persa nei suoi pensieri, con la mano stretta
intorno all’elsa della sua spada quando, inaspettatamente, la porta della
gilda, o almeno quello che ne rimaneva, si spalancò lasciando passare Natsu,
Lucy ed Happy. Erza e gli altri si ritrovarono a gridare il loro nome. Per
fortuna nessuno dei tre sembrava ferito.
-
Che accidenti è successo alla gilda??? Chi diavolo è stato? - Il dragon slayer
fece scendere l’amica dalla schiena senza perdere tempo. Sembrava che il mago
avesse corso a per ore ma la cosa non gli impediva lo stesso di gridare.
-
Phantom Lord. - Gli spiegò sinteticamente Erza raccontando di come anche Levy,
il master e gli altri fossero stati feriti. Mentre parlava, per l’orrore Lucy
si coprì la bocca con le mani e Natsu amdò su tutte le furie costringendo Gray
a calmarlo con un pugno gelato. - Eravamo molto preoccupati per voi due,
soprattutto per te Lucy, dato che il messaggero di Phantom Lord ha dichiarato
esplicitamente che il loro obiettivo era quello di rapirti. -
-
Mi dispiace! Mi dispiace! Oddio è tutta colpa mia! -
-
Lucy? - La ragazza si ritrasse al tocco di Erza.
-
Non pensavo fossero arrivati a tanto! Pensavo avessero preso di mira soltanto
me! -
-
Che vuoi dire? -
-
Ieri sera stavo tornando a casa, quando ad un certo punto si è messo
improvvisamente a piovere, nonostante il cielo fosse sereno. Uno strano tizio
ed una ragazza con l’ombrello sono sbucati fuori da dietro l’angolo e mi hanno
stordita ancor prima che potessi fare qualcosa. Mi sono svegliata sta mattina
completamente da un’altra parte ... E c’era un uomo con me. Ha detto di
chiamarsi Jose e di essere il master di Phantom Lord. -
-
Jose in persona? - Erza spalancò la bocca - Ma come hai fatto a scappargli? -
-
Si è buttata di sotto. - Spiegò questa volta Natsu - Gli ha tirato un calcio in
mezzo alle gambe e si è buttata di sotto. Per fortuna quando ieri sera non l’ho
trovata a casa mi sono messo subito sulle sue tracce ed ho seguito la pista
fino a Oak Town. -
Erza
ripassò mentalmente quel nome. Oak Town? Era una delle cittadine più vicine a
Magnolia, dove, come in molte altre sparse lungo la regione, Phantom Lord aveva
una base. Quattro ore circa di distanza a piedi.
-
Sono arrivato sotto questa Torre ed ecco che Lucy piove giù dal cielo! Che
avresti fatto se non fossi stato nei paraggi? Né io né Happy? -
-
Sarei morta! Meglio morire che tornare da mio padre! - Per tutta risposta Lucy
lo mise a tacere gridando con quanto fiato aveva in gola. La sua reazione
improvvisa per un attimo ridusse al silenzio tutta la gilda.
-
Non voglio vederlo mai più per il resto della mia vita! Capito? Preferisco
morire un centinaio di volte piuttosto che tornare da lui! -
-
Lucy ... - Mirajane la chiamò dolcemente cercando di costringerla a calmarsi - Allora
è vero che tu sei la figlia degli Herthaphilia? Ho sentito dire che sono una
delle famiglie più ricche della regione e che con il loro patrimonio possono
perfino rivaleggiare con i sovrani ed i nobili di più alto rango ... -
-
Non lo sono più. - La ragazza incrociò le braccia sotto il seno con un gesto
istintivo, come per difendersi.
-
E non voglio esserlo mai più. Mio padre è un uomo orribile che pensa solo al
denaro e al lavoro. Non mi ha mai degnato di un briciolo di attenzione e lo
stesso ha fatto con mia madre Layla fino al giorno in cui è morta. Lei è stata
l’unica ad occuparsi veramente di me, a trasmettermi la sua magia e ad
insegnarmi come essere un mago celeste. Mio padre non mi ha mai dato altro che
di sguardi di rimprovero. - Mentre Lucy gridava le lacrime avevano cominciato a
scorrerle a fiumi lungo le guance - È stata la sua ossessione per il lavoro la
causa che ha fatto veramente ammalare mia madre. I dottori che andavano e
venivano alla villa dicevano che purtroppo aveva contratto un male incurabile,
ma io in cuor mio ho sempre saputo che se si era ammalata, era soltanto perché
Jude Herthaphilia aveva smesso di amarla. Non era nemmeno in casa il giorno in
cui è morta, impegnato chissà dove a firmare contratti! Quel bastardo! Sono
scappata di casa da più di un anno e si ricorda di me solo ora perché a quanto
pare ha trovato qualche ricco offerente a cui darmi in moglie! Ma vi rendete
conto? Io non voglio tornare da uno così! Voglio restare qui! Avevi ragione
Erza! Avevi ragione quando hai detto a Shirostune che i ricchi sono persone orribili
e che gli piace vedere gli altri miserabili solo per sentirsi più potenti di
loro! Mio padre è così! Anche lui è fatto così! -
Per
un attimo Erza si ritrovò a fissare l’amica a bocca aperta, non soltanto perché
la sua rivelazione l’aveva scioccata, ma perché, quando le aveva ripetuto le
parole di Ultear, non aveva idea di con chi stava realmente parlando. Non aveva
idea che quello che aveva detto potesse ferirla così profondamente.
-
Quindi è questa la verità? Accidenti l’immagine di una Lucy ricca non ti si
addice proprio. - Come al solito fu Natsu quello a prendere la parola,
cogliendo al volo la sua esitazione - Cioè, non sembri affatto una principessa.
-
-
Non sono una principessa, Natsu. -
-
Ah, ma sei una di noi! Se non vuoi tornare a casa allora non hai niente di cui
preoccuparti. Puoi restare qui al sicuro! Se non ce lo avessi tenuto nascosto,
avremmo fatto qualcosa ancora prima per proteggerti! -
-
Ma ... Non sei arrabbiato? Non siete arrabbiati anche voi che per colpa mia sia
successo tutto questo? -
-
Sciocchezze. Qui stiamo a combinare casini tutti quanti ogni giorno che passa.
- La rassicurò Gray strappandole un sorriso - Ma dobbiamo decidere cosa fare
con Phantom Lord o ci troveremo nei guai, soprattutto se il master non si
sveglia in fretta ... -
-
Ci serve un sostituto. - Annunciò Mirajane - Qualcuno che prenda
momentaneamente le redini della gilda. -
-
Ma chi? - Le fece eco più di una voce dalla sala affollata.
-
Semplice, il mago con il grado più alto rimasto dopo il master. Ed attualmente
l’unica con una qualifica di livello S in gilda è Erza. -
Lei?
La maga si scambiò uno sguardo con la compagna che l’aveva appena proposta e
l’unica cosa che colse nei suoi occhi fu un grido di preghiera: “Ti prego, fa
qualcosa!” C’era stato un tempo in cui Mirajane non le avrebbe mai ceduto il
comando, ma quel tempo era ormai morto e sepolto. Come poteva rifiutarsi?
Erza
annuì, ma subito dopo i maghi accalcati in stanza tornarono ad agitarsi
gridando - Che cosa facciamo, allora? -
Per
un attimo l’immagine di Lahar, con il suo sguardo severo, le apparve davanti
agli occhi.
Che
cosa avrebbe detto Titania in quel momento? Cosa avrebbe detto la regina delle
fate, che attirava su di sé gli occhi e l’ammirazione di tantissime persone a
Fiore?
Probabilmente
Titania avrebbe detto che fare la guerra ad un’altra gilda era sbagliato,
perché questo era quello che aveva decretato il Consiglio. Probabilmente
avrebbe anche detto che era pericoloso, perché uno scontro tra maghi di quelle
proporzioni avrebbe finito col mettere a rischio un gran numero di civili
innocenti.
Ma
cosa avrebbe detto invece Scarlet? Cosa avrebbe detto il sanguinario ufficiale
di Crime Sorcière, che aveva perso da lungo tempo il conto delle vittime che
aveva mietuto con la sua spada? Probabilmente avrebbe detto che Fairy Tail e
Phnatom Lord erano ormai già in guerra e che nessun mago avversario avrebbe
dovuto mettere piede a Magnolia senza essere ammazzato all’istante.
Cosa
avrebbe detto però lei, Erza?
Cosa?
In
fondo Scarlet e Titania erano tutti nomi che avevano scelto gli altri per lei.
-
Da questo momento in poi Fairy Tail e Phantom Lord sono ufficialmente in
guerra. - La sua voce riecheggiò con calma nella sala ammutolita - Se qualcuno
di voi non è d’accordo, quella è la porta. - Erza puntò un dito in direzione
dell’uscita - Siete liberi di andarvene a casa e di dimenticare tutto quello
che è successo. Preferisco che andiate a farvi una bella dormita, piuttosto che
stiate qui ad intralciare la battaglia. So che questo è sbagliato, so che se lo
facciamo il Consiglio verrà a prenderci tutti insieme la prossima volta e so
che questo potrebbe causare molti danni collaterali, ma non mi importa. Phantom
Lord ha ferito il nostro orgoglio attaccando la gilda, ha fatto del male ai
nostri compagni e soprattutto ha minacciato di portarci via Lucy. Nessuno ha il
diritto di portarsi via un nostro compagno! Nessuno! E li faremo pentire di
quello che hanno fatto! - Ma quando Erza finì di parlare l’intera gilda scoppiò
in un grido d’approvazione, senza mostrare alcuna intenzione di lasciare il
campo di battaglia. La cosa le strappò un sorriso: almeno era riuscita ad
unirli tutti. L’unica domanda che rimaneva era: quanto tempo ci avrebbe messo
Jose a tornare a dargli la caccia? In fondo si trovava a poche ore di cammino
da loro. E quello era il minore dei problemi. Siccome Erza rappresentava gli
occhi e le orecchie di Crime Sorcière tra le gilde legali, durante quegli anni
aveva raccolto molte informazioni che riguardavano le singole associazioni ed i
loro capi. Jose Porla era sicuramente uno dei più potenti, un mago così
terrificante da essere annoverato, come Makarow, tra i dieci migliori di Fiore.
Senza il supporto del vecchio, probabilmente contro di lui non avrebbero avuto
nessuna speranza ... Eppure dovevano provare.
Il
secondo attacco di Phantom Lord cominciò soli pochi minuti dopo e questa volta
cominciò in pieno giorno e senza alcuna paura di nascondersi. Cominciò come un
terremoto, facendo vibrare tutto l’edificio e tutta la città con esso. Quando
Erza si precipitò fuori, accompagnata da tutti quelli che volevano combattere
al suo fianco, non era di certo preparata a quello che l’aspettava. Dire che la
gilda di Phantom Lord li stava attaccando non era più una semplice metafora,
perché quello che gli stava davanti era letteralmente il grande palazzo che
ospitava la gilda di Jose. Si era staccato da terra ed avanzava verso di loro
su sei enormi zampe, come un insetto da incubo. Proveniva dalla direzione del
porto, camminando letteralmente sulle acque.
-
Non ve lo aspettavate, Fairy Tail? - La voce di un uomo riecheggiò tutt’attorno
a loro, non appena la gilda di Phantom Lord si fu fermata a distanza di
sicurezza dai loro attacchi. Indubbiamente si trattava di Jose.
-
Siamo venuti per annientarvi. Preparatevi a Juniper. -
E
le sue parole non erano pura minaccia: sulla facciata dell’edificio c’era un
gigantesco cannone magico, pronto a sparare. Era già carico e stava brillando.
Erza che era la più esperta di armi nella gilda, non aveva bisogno di vedere altro
per capire che un colpo del genere avrebbe fatto danni inimmaginabili.
-
METTETEVI AL RIPARO! -
-
Ehi! Che ti prende? -
-
Che stai facendo? -
Erza
non aveva di certo tempo per spiegarglielo; l’unica cosa che sapeva era che se
voleva salvare la gilda doveva fare in fretta.
-
L’Herculean Armour? Non dirmi che? -
-
Vuole parare il colpo! -
-
Spostati Erza! Ti farai ammazzare! -
La
voce di Gray fu l’ultima cosa che riuscì a sentire prima che il colpo di
Juniper le arrivasse addosso. Per qualche istante tutto attorno a lei si fece
luminosissimo e bollente.
L’attimo
dopo divenne tutto buio.
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Capitolo 13 *** Sveglia! ***
Sveglia!
Ed ecco ancora
Phantom Lord, ma sta per essere spazzata via ... In questo capitolo ho
un po' abusato dei poteri di Erza, è quasi un po' ooc, ma serve
alla trama, concedetemi la licenza. Buona lettura!
Sveglia!
I'm at war with the world
And they try to pull me into the dark
I struggle to find my faith
As I'm slipping from your arms
It's getting harder to stay awake
And my strength is fading fast
You breathe into me at last
Right here, right now
Stand my ground and never back down
I know what I believe inside
I'm awake, and I'm alive
(Awake and alive - Skillet)
- Erza! Erza svegliati ti prego! -
Quella voce ... Stava sognando?
- Erza! Che ti hanno fatto? -
La bambina si sforzò di aprire gli occhi ma
una fitta alla tempia destra la costrinse a richiuderli subito. Le faceva male
tutto, ogni singola fibra del suo corpo.
- Allora sei vi ... Sveglia? Oh, Erza! -
- Jellal? - Erza era così stanca che parlare
le riusciva a stento, ma il suono di quel nome era troppo dolce per tenere la
bocca chiusa.
- Fa piano, non ti sforzare troppo e ...
Cerca di aprire solo quello sinistro. -
Erano passati due giorni da quando l’avevano
rinchiusa nella “stanza delle punizioni”. L’avevano frustata e l’avevano presa
a pugni fino a che non le era venuta meno la voce dal gridare. Era svenuta e
più di una volta ed ogni volta che si era svegliata aveva trovato nuove botte
ad attenderla. Questa volta però stava riposando dolcemente contro il petto del
suo migliore amico. Se non era un sogno quello cosa poteva essere?
- Che cosa ci fai qui? -
- C’è una rivolta Erza. - Le annunciò il
ragazzino con un sorriso pieno di speranza, nonostante fosse più arruffato e
più pesto di quanto lo avesse mai visto prima d’allora. - Dopo che ti hanno
portato via ci siamo messi a gridare e a chiedere aiuto ed alla fine gli altri
schiavi ci hanno ascoltati. Stanno combattendo tutti per riprendersi la libertà!
E stiamo combattendo anche noi! Io, Simon, Sho, Millianna, Wally, Richard e
Kagura! Tutti Erza! Ci siamo già presi questo piano e quello sotto! Le guardie
hanno finalmente paura di noi! -
Appoggiata a terra accanto al ragazzino
c’era una vecchia spada, completamente imbrattata di sangue.
Anche se le faceva male in tutto il corpo,
una delle prime cose che ad Erza venne da pensare, vedendo la lama, fu: - Che cosa
hai fatto, Jellal?-
- Non potevo permettere che ti portassero via.
Abbiamo giurato che saremmo scappati tutti insieme da questa torre. Nessuno
resta indietro. È questo quello che fanno i compagni: non si lasciano mai. -
La porta della cella era spalancata ed oltre
la soglia si scorgeva una mano abbandonata inerte a terra.
Erza non riusciva a crederci: non riusciva a
credere né al fatto che fosse scoppiata una rivolta, né al fatto che Jellal,
quel ragazzino così buono e dolce, si fosse messo ad uccidere pur di salvarla.
- Per favore Erza, adesso dimmi che ce la
fai ancora ad alzarti ed appoggiati a me: dobbiamo andarcene da qui! -
Purtroppo la bambina non riuscì nemmeno a
processare la frase prima che una coppia di guardie armate si precipitasse
dentro la stanza, gridando che avevano trovato il fuggiasco. In men che non si
dica uno dei due uomini aveva calciato via la spada ed il secondo gli si era
gettato addosso, sicuro della vittoria: quello che non sapeva era che ormai Jellal
non aveva più bisogno di armi per combattere. In un attimo un’aura bianca e
rovente avvolse il corpo del ragazzino e quando Jellal sferrò un pugno in
direzione della guardia la magia liberata dal colpo gli trapassò la corazza e
l’addome, scagliandola in un attimo a terra, senza vita.
- Chi accidenti sei tu?- Gli gridò contro la
guardia rimasta ma Jellal le si gettò subito addosso.
- Dimenticatevi il vostro Zaref! Sono io il
diavolo adesso! -
Le grida dei soldati purtroppo però avevano
già richiamato altri uomini armati e
questa volta non solo delle normali spade d’ordinanza, ma anche di staffe magiche.
Doveva esserci davvero una grossa rivolta se erano stati costretti a fare
ricorso anche a quelle ...
- Jellal ... - Erza osservava l’amico combattere
a bocca aperta ... Si domandava da dove aveva preso quei poteri. Forse ce li
aveva sempre avuti ... Erza sapeva che qualcuno nasceva dotato di magia, ma non
avrebbe mai immaginato, nemmeno nel più fantasioso dei suoi sogni, che Jellal
potesse risvegliare i suoi poteri per correre a salvarla. Era davvero il
diavolo quello! ma un povero diavolo da solo non poteva abbattere tanti
avversari ...
Voleva combattere anche lei, anche se le
gambe e tutte le ossa del suo corpo protestavano mentre si sforzava di
rimettersi in piedi. Voleva aiutarlo, perché Jellal aveva ragione: dovevano uscire
tutti insieme da quella torre e nessuno doveva rimanere indietro perché ... Loro
erano compagni!
E fu allora che per la prima volta, senza
nemmeno sapere come, anche la magia di Erza venne finalmente alla luce ed
un’aura dorata e brillante le avvolse il corpo. Bastò che lo desiderasse e
tutte le spade, tutte le staffe e tutte le armi delle guardie, si ribellarono
al loro comando. In men che non si dica, gli unici rimasti a scandire il tempo
in cella, con i loro respiri affannati, furono lei e Jellal.
Uccidere, era davvero così facile che anche
un bambino poteva riuscirci?
- Voglio combattere anche io ... - Come
facesse ancora a reggersi in piedi, nemmeno Erza riusciva a capirlo.
- Se tu diventi il diavolo allora io voglio
diventare un divolo anch’io! -
-
Erza! Erza svegliati ti prego! -
C’era
qualcuno che la stava chiamando ma non riusciva bene a capire chi fosse, visto
che il rumore attorno a lei era letteralmente infernale. Grida da tutte le
parti, armi che cozzavano, esplosioni ...
-
Svegliati, DAI! -
Erza
si sforzò di fare come le veniva chiesto, anche se le faceva praticamente male
tutto il corpo e per lei era perfino un’impresa aprire gli occhi. China al suo
capezzale c’era Cana.
-
Che cosa è successo? - Per quanto tempo era rimasta priva di conoscenza? Come
aveva potuto permettere che succedesse una cosa del genere proprio nel mezzo
della battaglia, quando doveva essere lei a guidarla?
-
Che te frega, Erza! Per favore dimmi che ce la fai ancora ad alzarti!
Appoggiati a me: dobbiamo scappare di qui! - Cana la strattonò per un braccio
cercando di costringerla a passarglielo sulla spalla ma quando la tirò a sedere
Erza fu accolta da una vista terrificante. In piedi davanti a loro non c’era
più il castello di Phantom Lord che li aveva minacciati prima, ma una sorta di
gigantesco golem in muratura che con un dito stava lentamente tracciando un
sigillo per aria. Erza poteva pur non essere una grande esperta di rune come Jellal
o Ultear, ma non aveva bisogno di molto per capire che un incantesimo del
genere fosse abbastanza pericoloso da poter distruggere tutta la gilda e parte
della città con lei, sterminando tutti quelli sulla sua strada.
-
Che cosa sta succedendo? Cazzo che sta succedendo? Cana! -
-
E va bene! - Esclamò alla fine la ragazza, capendo che non l’avrebbe convinta a
collaborare né ora né mai, per quanto avesse potuto strattonarla. - Mentre eri
fuori combattimento, hanno preso Lucy e adesso c’è l’hanno loro. Natsu, Gray,
Elfman e Mira sono lì sopra. Dio solo sa come hanno distrutto Juniper e fatto
fuori tre degli Element Four, ma adesso non ho la minima idea di come
contattarli e l’unica cosa che so e che se quel sigillo parte ci disintegra
tutti! - La maga era coperta di ferite ed anche lei doveva aver combattuto a
lungo, ma adesso aveva deciso che non valeva la pena continuare.
-
Devo fare qualcosa allora. - Erza si sforzò di ignorare il fatto che ogni
singola cellula del suo corpo gridasse per il dolore e si costrinse a
rimettersi in piedi tra le proteste di Cana. Nonostante il sigillo che il golem
stava tracciando, i maghi attorno a loro stavano continuando a duellare con
l’esercito di ombre evocato da Jose mentre aveva perso conoscenza. Avevano
continuato a lottare per difendere la loro sgangherata gilda e per proteggere
anche lei che si era quasi fatta ammazzare invece di rispettare il suo ruolo di
comandante e di rimanere lì a guidarli.
-
Che te ne importa? Perché devi fare l’eroina della situazione? Non lo riesci a
capire che in realtà tutti gli uomini sono dei codardi? L’unica cosa che gli
interessa è quella di vivere e lo stesso vale per quelli in questa gilda! La
verità è che non gliene frega un cazzo di Lucy e degli altri! Ordina a tutti di
ritirarsi o si faranno ammazzare perché li hai abbindolati con quella storia
dei compagni! Vuoi averli sulla coscienza? -
-
Stai parlando per tutti o solo per te, Cana? - La cartomante si zittì,
mordendosi la lingua, ma Erza lanciò comunque un sospiro. Purtroppo l’altra aveva
ragione: era troppo pericoloso continuare a combattere in quel modo.
-
ASCOLTATEMI TUTTI! - La voce di Erza riecheggiò per il campo di battaglia
attirando l’attenzione dei maghi che non si erano ancora accorti del fatto che
si fosse rialzata. Per un attimo le sembrò di aver letto nei loro occhi un
briciolo di speranza ma quello che aveva da dirgli non era affatto una buona
notizia - VI ORDINO IMMEDITAMENTE DI RITIRARVI! TOGLIETEVI DALLA TRAIETTORIA DI
JOSE! -
-
Cosa? -
-
Ritirata? -
-
Ma come? -
Una
sfilza di proteste le fece prevedibilmente eco ma Erza non aveva intenzione di
ascoltarle, anche se gridare le faceva un male da impazzire in mezzo al petto -
È UN ORDINE! CI PENSO IO A FINIRE QUI! -
-
Ohoho! Ci pensi tu? Ma come pensi di fare? -
L’unica
voce che le rispose in mezzo al silenzioso caos della battaglia fu quella di
Jose, in piedi proprio sulla testa della sua creatura meccanica. Le sue ombre
si erano improvvisamente fermate così come gli altri spettatori.
-
Hai sentito bene. - Erza si fece più avanti, fino alla prima linea - Questa
cosa è durata troppo! Mettiamo un punto finale alla storia, Jose! - Tuttavia le sue parole non fecero
altro che provocare l’ilarità del master di Phantom Lord - Ma è ridicolo! Come
speri di riuscire a fermare il mio Abyss Break se nemmeno Makarow è riuscito a
fare qualcosa contro di me? -
-
Ci riuscirò, contaci. -
Dopo
le risate però venne il ghigno di Jose - Tu non dovresti nemmeno essere più su
questo mondo. Con che coraggio vieni a dirmi che mi batterai? Sparisci! Non
riesco a sopportare l’idea che un mago del tuo livello esista nella gilda di
quel Makarow! - L’uomo le scagliò contro un raggio d’energia oscura ma Erza lo
deviò evocando una delle sue fedeli spade. Purtroppo però la lama si fuse al
contatto costringendola a lasciarla cadere via. - Sei fortunato che il master
non sia qui ora, altrimenti non avresti avuto scampo, ma mi ha insegnato bene a
combattere e farò il mio dovere. -
-
Quel miserabile vecchio! Non nominarlo nemmeno davanti a me! - Le fece eco
Jose, sempre più irritato.
-
Ah, vi distruggerò tutti e gli mostrerò cos’è la vera disperazione! Come si
sentirà quando aprirà gli occhi e troverà la sua piccola gilda completamente
distrutta ed i suoi amati ragazzi in viaggio per l’aldilà? Ah, si sentirà così
miserabile! Lo ucciderò soltanto quando gli avrò fatto conoscere veramente cosa
significa il dolore e la disperazione! Non posso semplicemente ucciderlo! Devo
farlo soffrire! Soffrire, soffrire fino alla fine! -
-
Sei disgustoso. Persone come te non hanno il diritto di uccidere gli altri! Non
si può uccidere nessuno con tanta leggerezza come pretendi di fare tu! Sono
vite quelle che prende la spada! Chi uccide deve farlo con la consapevolezza
che si sta bruciando l’anima e deve essere disposto a portare il peso di quello
che ha fatto per il resto dell’eternità! -
-
Non parlarmi come ad un povero peccatore! - Replicò per tutta risposta Jose,
ignorando il senso delle parole di Erza - Siete voi i criminali! Phantom Lord è
sempre stata la gilda numero uno in questo paese. Qui a Fiore il nostro livello
magico era insuperabile, il talento dei nostri membri insuperabile e anche i
nostri fondi erano insuperabili! Ma ecco che in pochi anni Fairy Tail arriva
alla vetta. Il nome di Titania si sparge per tutta la nazione e così quelli di
Salamander, Laxus e Gildarts. Prima che potessi accorgermene Fairy Tail aveva iniziato
a rappresentare questo paese meglio di Phantom Lord. Non posso sopportarlo
oltre! Una piccola patetica gilda non può superarci in fama e successo! -
-
Vuoi farmi credere che la reale causa di questa guerra è una piccola gelosia? -
-
Gelosia? Che c’entra! L’obiettivo qui è dimostrare con chiarezza chi sia il più
forte! -
-
È gelosia quindi! -
-
No, il motivo qui è stato qualcosa di più triviale: ad un certo punto ho
ricevuto la richiesta di riportare a casa l’erede della famiglia Herthaphilia.
Non riuscivo a credere che la figlia di uno degli uomini più ricchi di questo
paese fosse davvero entrata a Fairy Tail! Se aveste avuto accesso ai fondi
degli Herthaphilia allora ci avreste definitivamente sorpassati! Questo è stato
il crimine che ha segnato la vostra condanna! -
Ma
le parole di Jose strapparono praticamente una risata ad Erza - È incredibile
quanto siano scadenti le informazioni che hai raccolto. Lucy è scappata di
casa, come pensi che avrebbe potuto darci accesso ai suoi fondi? In questi mesi
è andata a vivere in una casupola dall’altra parte della città e si è ammazzata
di lavoro come tutti noi per arrivare a fine mese. Ha combattuto con noi, riso
e pianto con noi. Lei è una dei nostri maghi, una nostra compagna e per noi non
c’entra niente che sia l’erede degli Hertaphilia oppure la principessa di
Fiore! Non te la consegneremo mai! Non mi porterai mai via uno dei miei
compagni! Hai capito? -
-
E non strillarmi addosso! Pensi davvero che sia disposto a cedere? Oh, no! Ho
intenzione di tenerla con me fino a che non avrò messo le mani su tutta la
fortuna degli Herthaphilia! Quella ragazza mi serve! È mia! E quando l’avrò
ottenuta Phantom Lord ritornerà ad essere la gilda numero uno! -
-
È alquanto patetico il fatto che tu ti senta così agitato riguardo quale sia la
gilda migliore ... Perché noi siamo i migliori. -
-
ZITTA! - Per un attimo sembrò che anche a Jose stesse venendo meno il fiato a
furia di gridare ma il peggio per lui stava ancora per venire. Proprio mentre
si stava preparando a tirare un nuovo colpo ad Erza una delle pareti della sua
gilda e del suo mago meccanico saltò improvvisamente in aria tra fumo e
detriti. La prima cosa che ne venne fuori fu letteralmente un proiettile di
pelo blu che stringeva saldamente Lucy per la maglia con le sue zampine. La
seconda cosa che venne fuori fu invece una specie di bestia, un colosso con le
corna ma soprattutto con Mirajane sotto il braccio, un Natsu svenuto in spalla
ed un Gray attaccato alla schiena. Erza ci mise qualche secondo per riconoscere
il bestione. E bravo Elfman! Erano anni che quella trasformazione non gli
riusciva più!
-
Come è possibile? Come hanno fatto a battere Gajeel ed Aria? COME??? -
-
Te l’ho detto Jose: noi siamo i migliori! E adesso preparati anche tu! -
-
No! Non puoi fermarci! Già è un miracolo che tu sia viva dopo un colpo di
Juniper! Non dirmi che la botta di prima ti ha mandato in poltiglia il
cervello? -
-
Dicono che noi di Fairy Tail siamo pazzi. - Ridacchiò Erza per tutta risposta.
Si sentiva più sicura adesso che erano tutti in salvo e non doveva più
preoccuparsi di niente. - Ed io sono una Requip Mage completamente fuori di
testa. La mia specialità sta nel controllare armi e tu Jose hai fatto un grosso
sbaglio sin dal primo istante in cui ti sei presentato qui con quel
“coso”. -
-
Non puoi prendere il controllo del mio Phantom Mk 2! Sei senza speranza! Ti
distruggerò insieme alla tua patetica gilda! -
-
Staremo a vedere. - E senza aggiungere altro Erza posizionò le mani esattamente
come il grande golem e poi chiuse gli occhi. L’unica cosa che sentì a quel
punto fu magia ...
Si
dimenticò di colpo del clamore della battaglia, cancellò le voci dei compagni
che le gridavano di fare attenzione o di scappare, cancellò perfino le grida
meravigliate di tutti quelli che non l’avevano mai vista avvolta da un’aura
così dorata e brillante. Si scordò le minacce di Jose ed i secondi che
scorrevano velocemente verso l’abisso.
Era
come con le guardie alla torre, proprio come con loro ... Bastava che lo
desiderasse, che lo desiderasse solo un poco più forte e ...
Quando
la mano del Phantom Mk 2 si bloccò di colpo, dalla folla partì un grido
meravigliato ma lo stupore durò soli pochi secondi, perché l’attimo dopo il
mago meccanico ricominciò a scrivere e a farlo ancora più rapidamente di prima.
-
Siamo spacciati! - Strillò qualcuno maledicendo l’idea di aver partecipato a
tutta quella storia, ma solo per essere messo a tacere dalle grida inaspettate
di Jose - CHE STAI FACENDO MALEDETTA STREGA! Se lo fai questo posto sarà lo
stesso distrutto! C’è gente su questo affare! -
Gli
occhi della folla si alzarono di nuovo a fissare meravigliati il master di
Phantom Lord che gridava e brillava di nero, mentre liberava tutta la sua magia
nel disperato tentativo di riprendere il controllo della situazione. Per un
istante sembrò che la mano del veicolo si fosse di nuovo fermata poi ... Il
mago meccanico ed Erza piazzarono l’ultima runa al suo posto ed Abyss Break
partì, soltanto che questa volta lo fece indirizzato contro Jose e tutta la sua
stessa gilda.
Dire
che ci fu un’esplosione sarebbe stato dire poco. Il terreno sotto i piedi di
Phantom Lord si spaccò in due ed un raggio d’energia eruttò dalle profondità
del sottosuolo travolgendo tutta la costruzione e riducendola in macerie in
pochi secondi. Una pioggia di detriti e mattoni investì anche Erza, sferzandola
come una raffica di frecce ed una nuvola di polvere la coprì, inghiottendo nel
nulla le grida di terrore degli spettatori e togliendole l’aria. Quando le
riuscì di riaprire finalmente gli occhi il Phantom Mk 2 non esisteva più e
tutto quello che rimaneva era una montagna informe di detriti ed una nebbia
densa ed opprimente, carica di silenzio.
Non
le riuscì di fare altro prima che le forze le venissero definitivamente meno.
Erza svenne senza nemmeno accorgersi che qualcuno era lì per afferrarla prima
che crollasse a terra.
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Capitolo 14 *** La fata pazza ***
La fata pazza
Salve a tutti!
Oggi aggiungo qualche capitolo alla storia! Avrei voliuto farlo prima
ma nell'ultima settimana mi sono ammala e mettermi a scrivere era fuori
discussione. Fortunatamente adesso sto meglio e posso mettermi di nuovo
a lavoro. Buona lettura!
La fata pazza
- Ecco! Avete visto, si sta svegliando! Che cosa
vi avevo detto? Adesso possiamo aggiungerla agli annali della stupidità e della
magia medica. Sinceramente bisogna essere pazzi per ridursi in questo stato! -
Chi è che stava gridando?
- Porlyusica, non dovresti essere così dura con i
tuoi pazienti. -
- Ah, sì? Sono i miei pazienti e li tratto come
voglio io! E poi preferisco che imparino la lezione piuttosto che tornino a
farsi vedere nella mia infermeria! -
Erza si sforzò di riaprire gli occhi anche se
sentiva la testa che le girava, come se fosse appena scesa da un ottovolante. La
prima cosa che l’accolse questa volta fu il sorriso baffuto del master che se
ne stava arrampicato su uno sgabello vicino al letto su cui l’avevano messa.
Era lui che prima stava parlando con Porlyusica ma non era il solo in stanza.
C’era anche Lucy, seduta sul bordo del letto e Natsu e Gray, entrambi bendati e
pieni di cerotti, su una coppia di sedie.
- Erzaaaa! Ah, che bello ti sei svegliata! - Lucy
gridò e l’abbracciò senza lasciarle nemmeno il tempo di capire cosa fosse
successo, ma non appena la strinse una fitta di dolore le trapassò la spalla
sinistra ed il braccio destro, costringendola a spingerla via. - Vuoi
ammazzarmi, Lucy? -
- Ah! Scusa, mi ero scordata ... -
- Ci hai fatto prendere un bello spavento, lo sai?
- Continuò Gray - Siamo stati qui per due giorni aspettando che ti svegliassi.
-
- Due giorni ad impedirmi di lavorare! - Replicò
subito dopo Porlyusica - Non vi avevo
detto che era inutile stare qui? -
Ma quanto gridava quella strega? L’aveva curata
per il semplice gusto di torturarla con le sue urla? E poi due giorni ... Era
passato un sacco di tempo!
- Che cos’è successo, alla fine con Phantom Lord
ed il padre di Lucy? -
- Tutto a posto. - La rassicurò il master - Ho
parlato personalmente con lui e gli ho fatto capire che se Lucy vuole stare qui
nessuno può impedirle di restare. -
- Ha detto che non era sua intenzione far distruggere
la gilda. - Borbottò la ragazza - Ma che è stato un extra di Phantom Lord ...
Spero che la prossima come extra qualcuno distrugga lui ... -
Ma Makarow la zittì con un colpetto dietro la
schiena - Su, su! È vero che la gilda è ridotta male, ma la ripareremo in un
batter d’occhio, in fondo siamo dei maghi noi! -
- E Phantom Lord? -
- E già, a proposito di Phantom Lord avrei quattro
parole da dirti. -
Ops, tasto sbagliato!
- Erza. - Cominciò il master con aria seria - Come
ti è saltato in mente di prendere il comando senza il mio permesso? E per di
più come ti è venuto in testa di dichiarare guerra ad un’altra gilda? Santo cielo,
lo sai che ci sono modi più diplomatici di risolvere le cose? Ti meriti una
bella punizione per quello che hai fatto! -
Erza chiuse istintivamente gli occhi ma lo
schiaffo che si aspettava non la raggiunse nemmeno: tutto ciò che ebbe fu un
colpetto sulla testa. - Onestamente prendere una cannonata come quella addosso
e mettersi contro Jose non sono state cose particolarmente intelligenti;
Porlyusica ha ragione. Ma avresti dovuto vedere la faccia di quel disgraziato
quando i cavalieri runici lo hanno ripescato dalle rovine della sua gilda! Continuava a gridare: “ Quella strega! Quella strega
deve essere in combutta con il diavolo! Non c’è altra spiegazione! ” Non ho mai
riso tanto come quando l’ho visto uscire da lì sotto! Ben gli sta a mettersi
contro i miei ragazzi! -
Alla fine Makarow era sempre lo stesso e con loro
aveva un cuore fin troppo buono, gli perdonava troppe cose. - Tuttavia la
prossima volta Erza, cerca di non fare cose così avventate. Sono meravigliato
che tu abbia superato Jose, ma sono ancora più meravigliato di quello che hai
fatto. Sembri la più responsabile ed attenta del gruppo ma in realtà sei la più
pazza dei maghi che abbiamo nell’arsenale. Promettimi che starai più attenta! -
- Promesso. - In fondo che male poteva fare dire
una bugia di più? Erza non poteva essere certa che, con la doppia vita che
doveva gestire, non le sarebbe più toccato fare delle sciocchezze ...
- Anche voi mi dovete promettere che farete più
attenzione! - Disse poi il vecchio girandosi in direzione di Natsu e Gray - Siete
stati in gamba con gli Element Four ma guardate come vi siete conciati! -
- Dillo anche ad Elfman allora, è lui quello che
ad un certo punto si è trasformato in bestia e stava per distruggere tutto e
tutti! Io mi sono occupato soltanto di quella con l’ombrello. - Specificò Gray
- E se posso essere sincero mi fa leggermente venire i brividi l’idea che
adesso stia seduta di là con un’espressione ebete stampata in faccia. -
- Grayyy ... - Lo ammonì Lucy con un sussurro,
terrorizzata all’idea che la loro nuova ospite potesse sentirli. - Alla fine
come facevamo a dirle di no? Quando l’abbiamo ripescata tra le macerie si è
messa ad implorare di tenerla con noi ... -
- Quella pazza ti ha quasi annegata e tu vuoi pure
tenerla qui? -
Erza aggrottò un sopracciglio: ma di chi stavano
parlando? Uno degli Elemt Four era rimasto alla gilda?
- Guarda che non è lei il problema! - Sbottò Natsu
saltando a sua volta in piedi e facendo fumo da tutte le parti - Il problema è
quell’altro! Che cosa ti è saltato in mente a prendere anche lui, eh zietto? PROPRIO
LUI??? -
Sì, quest’ “altro”, sembrava un problema peggiore.
- Su, su! Gray, Nastu non fate i bambini! Tutti e
due stavano semplicemente lavorando per Jose, ma hanno deciso di cambiare vita,
soprattutto adesso che Phantom Lord si beccherà una bella lezione per quello
che ha fatto. Ho sentito che Gran Doma è andato su tutte le furie! Beh, anche
noi abbiamo ricevuto un po’ di lettere di ammonimento, ma alla fine sono solo
cartacce. Le possono usare per accendermi la pipa! -
- Bravo! Allora vattela ad accendere fuori di qui!
- Chiuse Porlyusica, colpendolo inaspettatamente con una scopa e scagliandolo
giù dallo sgabello - Avete finito di chiacchierare? Uscite da qui adesso! La
paziente è sveglia ma deve ancora riposare e con voi in giro è impossibile! -
- Ehei! -
- Ahi! -
- Ma che medico sei? -
In breve un colpo di scopa dopo l’altro, Lucy,
Gray e Natsu erano stati buttati fuori dalla porta come immondizia. - E non
tornate senza il mio permesso! - La vecchia restò ancora un attimo ferma sulla
soglia ad assicurarsi che tutti fossero andati via, poi si girò a fissare Erza.
La guardò per un lungo istante prima di indicarle una specie di campanello
poggiato sul comodino - Sei senti qualcosa che non va e devi chiamarmi usa
quello. Torno più tardi per cambiare le bende. - E poi uscì, lasciando che la
ragazza traesse un lungo sospiro di sollievo: quella vecchia la terrorizzava
davvero.
Il resto della giornata trascorse pigramente per
Erza. Nessuno a parte la vecchia guaritrice le fece più visita e forse fu meglio
così. All’inizio non aveva realizzato quanto avesse bisogno di dormire e di
riposare dopo tutto quello che era accaduto e l’energia che aveva consumato
combattendo contro Phantom Lord. Ma Erza era contenta per essere riuscita a
difendere Lucy ed i suoi compagni di gilda, lo avrebbe rifatto un milione di
volte se fosse stato necessario.
Toc! Toc, toc!
All’inizio Erza non si accorse del rumore, poi
quando lo notò, ci mise un po’ a capire che non era la vecchia gilda
sgangherata che scricchiolava, ma qualcosa che batteva contro il vetro della
finestra. La ragazza si sforzò di mettersi a sedere e di aguzzare la vista al
buio per capire cosa fosse. Un uccello? Anzi, no! Una colomba, che stava
battendo col becco sul vetro. Che cosa voleva quell’animale da lei? Un attimo! Erza
conosceva qualcuno che era capace di addestrare i piccioni a recapitare
messaggi.
- Meredy! - Fu l’unico nome che le venne da
sussurrare, mentre si sforzava di alzarsi dal letto e di raggiungere la
finestra senza fare rumore. Quando aprì il vetro, la colomba si lasciò prendere
senza protestare e le permise tranquillamente di staccare il foglietto che
teneva ripiegato vicino alla zampa, fissato sotto un piccolo cerchietto rosa
fosforescente. Ma non appena Erza staccò il messaggio, l’uccello si mise a
sbattere le ali e volò via, sparendo rapidamente come un puntino bianco nella
notte.
La ragazza richiuse la finestra e tornò a sedersi
a letto, prima di aprire il foglio che le era stato recapitato. Per fortuna la
luce della luna filtrava abbastanza dentro la stanza per permetterle di leggere
bene.
“ Ciao
Scarlet. Come stai?” Quella calligrafia era senza alcun dubbio quella di
Ultear: Erza la conosceva bene. “ Abbiamo
provato a contattarti via lacryma, dopo aver ricevuto la notizia dello scontro
tra Phantom Lord e Fairy Tail, ma abbiamo dedotto che non puoi rispondere e che
deve esserci sempre qualcuno tra i piedi per poterlo fare. Io e gli altri
speriamo che tu stia bene. Prenditi tutto il tempo che ti serve per riprenderti,
prima di incontrare gli Oracion Seis ci vuole ancora un po’ per studiare la
situazione e ci vorrà ancora più tempo adesso che tu e la tua gilda avete dato
tanto da pensare al Consiglio! Se c’è qualcosa di cui hai bisogno facci un
fischio e saremo subito lì”.
Ma ad un certo punto la scrittura tonda e fluida
di Ultear si interrompeva di colpo tracciando una lunga linea sul foglio
_________
Sotto scritto a stampatello e a grandi lettere
c’era un: “ MA CHE TI SALTA IN
MENTE SCARLET? LA PROSSIMA VOLTA QUANDO SUCCEDE QUALCOSA DEL GENERE CONTATTAMI
IMMEDIATAMENTE! CI PENSO IO A FARGLI PASSARE LA VOGLIA!”
Oh, questo doveva essere Jellal! Ma la sua non era
l’unica frase scarabocchiata sul foglio.
“Erza
pregherò con tutto il cuore per te!”
Hoteye ... Accidenti Hoteye! Quello suonava come
se fosse stata in punto di morte!
“Sei
grande sorellona! Ero sicuro che avresti steso Jose!”
Grazie per la fiducia Sho!
“Jose è
davvero un tipo crudele! Non aveva pensato che quell’incantesimo poteva ferire
qualche gattino innocente?”
E grazie per la considerazione Millianna ...
“ Accidenti Erza! Quando hai
imparato quel trucco? Pensi davvero di potermi superare con le armi?”
Anche tu Kagura ... Grazie per la considerazione!
“ Cool. Non ho altro da dire.”
“ E
ricordati sempre che il tuo Simon
è qui per te!”
Poi il testo si interrompeva di nuovo con grosso
punto esclamativo. Sotto, a chiudere il tutto, una parte scritta piccola, piccola,
come solo Meredy scriveva: “Per il resto Ultear voleva darti una notizia in anteprima: domani
sui giornali leggerai che Phantom Lord è stata dichiarata illegale e messa al
bando. Ma credo che Ultear abbia qualche problema a dirtelo in questo momento
... Lei e gli altri stanno litigando per prendere la penna e non hanno capito
che la ho io. Guarisci presto Erza! P.s. questa lettera è magica, si consumerà
rapidamente dopo averla letta.”
Meredy ... Ragazzi ...
Per un attimo Erza si strinse la lettera al petto,
poi tornò a stendersi, chiudendo gli occhi ed infilandola sotto il cuscino,
senza nemmeno aspettare che si dissolvesse.
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Capitolo 15 *** Domatrice di bestie ***
Domatrice di bestie
Ed
entrano in scena ... Gajeel e Lily. Siccome questa storia non prevede
l'arco di Edolas e si concentra principalmente su quelli delle gilde
oscure ho pensato di inserire Lily anticipatamente e sono molto
contenta di averlo fatto! Adoro i gatti e adoro gli exceed. Se potessi
rinascere nel mondo di Fairy Tail, vorrei un exceed tutto per me e
darei qualsiasi cosa perchè fosse Happy!
Domatrice di bestie
The secret side of me, I never let you see
I keep it caged but I can't control it
So stay away from me, the beast is ugly
I feel the rage and I just can't hold it
It's scratching on the walls, in the closet, in the halls
It comes awake and I can't control it
Hiding under the bed, in my body, in my head
Why won't somebody come and save me from this, make it end?
I feel it deep within, it's just beneath the skin
I must confess that I feel like a monster
I hate what I've become, the nightmare's just begun
I must confess that I feel like a monster
(Monster - Skillet)
Anche se le sue ferite avrebbero richiesto più
tempo per rimarginarsi, Erza si era già rimessa in piedi solo pochi giorni dopo
lo scontro con Phantom Lord e, senza nemmeno sapere come, si era ritrovata a
fare da caposquadra nei lavori di ricostruzione. In realtà Erza non sapeva un
bel niente di architettura, anche se in passato le era capitato di assistere
Ultear e gli altri ragazzi in lavoretti del genere, ma la sua presenza in
cantiere aveva qualcosa di magico. Al solo vederla, tutti i maghi si
affrettavano a fare il loro dovere e perfino Natsu e Gray filavano dritto,
invece di tirarsi addosso i materiali della ricostruzione. Di questo passo il
lavoro sarebbe stato ultimato più presto del previsto.
- Tu sei Erza Scarlet, giusto? -
Una voce interruppe improvvisamente i suoi
pensieri. Ma chi era che stava parlando? Non aveva mai sentito prima quella
voce ...
- Il mio nome è Lily, Panther Lily per
l’esattezza. -
Alla fine Erza capì che ad averle rivolto la
parola era stato niente di meno che un gatto. Ricordava molto Happy sia per il
fatto che camminava su due zampe sia per il fatto che era in grado di parlare,
tuttavia allo stesso tempo era molto diverso dal compagno di Natsu. Lily aveva
il pelo nero ed il muso bianco, aveva una grossa cicatrice che gli incorniciava
l’occhio sinistro ed indossava un paio di pantaloni. Inoltre aveva un’aria
fiera e imponente, nonostante le arrivasse a stento al ginocchio. Ah, Millianna
sarebbe impazzita se lo avesse visto! Perfino Erza voleva un gatto così!
- Non ci siamo mai presentati prima perché sono
entrato a far parte di Fairy Tail solo pochi giorni fa, con il mio amico
Gajeel. -
Ecco da dove saltava fuori allora! Erza ci aveva
messo un po’ ma alla fine aveva notato che il gatto portava a sua volta lo
stemma della gilda, di un bel bianco candido, impresso sulla schiena. A quanto
pare doveva essere piuttosto comune tra i dragon slayer portare un gatto
parlante con sé.
- Il piacere è tutto mio Lily. - La ragazza si
chinò per stringergli la zampa ed il gatto ricambiò energicamente. Oh, che
stretta per essere così piccolo!
- Sono onorato di fare la tua conoscenza, ma in
realtà la ragione per cui sono venuto a parlarti è un’altra. Voglio discutere
del mio amico Gajeel. Vedi, credo che si trovi a disagio in questa gilda.
Nonostante sia stato il master in persona ad invitarlo, nessuno sembra contento
di averlo qui. -
Effettivamente Lily aveva ragione. Nessuno a Fairy
Tail era contento di avere il dragon slayer d’acciaio con loro, specialmente
Natsu che non riusciva ancora a perdonarlo per quello che aveva fatto.
- Ho pensato. - Continuò il gatto - Che se
mostrassi a tutti di poter essere amica di Gajeel, magari gli altri
seguirebbero il tuo esempio, siccome tu sei una dei maghi più rispettati della
gilda. -
- Apparte l’idea che non mi piace fare da
“esempio”. - Sottolineò Erza mettendo particolare enfasi sull’ultima parola -
Anche io non sono molto d’accordo con l’idea che Gajeel stia in gilda. Soprattutto
dopo aver visto come ha ridotto Levy e gli altri. Se non gli ho ancora spaccato
la faccia è solo perché il master gli ha permesso di stare e nemmeno io posso
infrangere i suoi ordini. -
- Oh, credo che tu l’abbia già fatto, visto il
modo in cui è stato ridotto Jose. - La rimbeccò Lily senza dimostrare alcuna
intenzione di cedere - Tuttavia non dovresti essere così dura con Gajeel. Quando
vi ha attaccati stava seguendo soltanto gli ordini che gli erano stati dati. In
fondo è un bravo ragazzo e se si comporta in modo brusco è perché non conosce
altro modo di relazionarsi agli altri. Anche Juvia era così fino a qualche
giorno fa. - Erza seguì la direzione indicata dalla zampa di Lily ed individuò
rapidamente la ragazza che si stava affaccendando per aiutare Laki e le altre
maghe della gilda a portare dei secchi. Durante quei giorni l’aveva vista più
volte fare capolino nel cantiere, offrendosi di dare una mano. Si accontentava
perfino di poter aggiungere un po’ d’acqua al cemento.
- I poteri di Juvia sono sorprendenti. - Continuò
Lily - Così grandi che la sua abilità di controllare le acque può influenzare
perfino il clima. Purtroppo più una magia è grande, più è difficile da gestire.
Juvia non riusciva a controllare questo effetto e la pioggia la seguiva
dovunque andasse, per questo la gente la evitava e la trattava come una
creatura maledetta. Jose era l’unico che le permetteva di avvicinarsi e per
questo Juvia faceva tutto quello che le ordinava, ma non so come, mentre
combatteva contro Fairy Tail, qualcuno dei tuoi amici è riuscito a spezzare la
sua maledizione e la pioggia è finita. Erano anni che Juvia non vedeva il sole.
È per questo motivo che ha deciso di entrare a far parte di Fairy Tail, ha
pensato che se una gilda come questa era capace di farla sentire come una
persona normale, allora questa era la casa giusta per lei. In realtà credo che
se Juvia non avesse deciso per prima di trasferirsi qui, Gajeel non avrebbe mai
accettato l’invito del master. Juvia è stata l’unica a Phantom Lord a mostrare
una certa attenzione nei suoi riguardi, anche se al primo sguardo non sembra,
credo che potremmo definirli amici. -
- Non so se il tuo paragone regga. - Ammise Erza
continuando a tenere gli occhi fissi sui lavori di ricostruzione - Io penso che
siano entrambi molto diversi, tant’è vero che Juvia adesso è qui per aiutarci
mentre il tuo amico non lo vedo da nessuna parte. -
- Ha paura di farsi vedere. - Sospirò Lily - Prova
a capirlo. Gajeel è stato allevato da un drago, fino a otto anni non aveva mai
incontrato un altro essere umano e quando si è finalmente ritrovato in mezzo
agli uomini, l’unica cosa che hanno fatto è stata quello di trattarlo come una
bestia. E quando tutti ti trattano come un mostro, finisci per diventarlo per
davvero. Tuttavia io credo che Fairy Tail possa ancora fare qualcosa per lui e
renderlo una persona migliore, proprio come ha fatto con Juvia. -
Insomma non c’era alcun verso di convincere Lily a
desistere. Alla fine Erza si rassegnò lanciando un sospiro. Si sfilò l’elmetto
che le avevano dato e lo piazzò in testa al primo che le passava davanti: il
povero Alzak. - Spara a vista a quelli che si fermano invece di lavorare.
Andiamo Lily, fammi vedere dove sta il tuo amico, lo convinco io a unirsi al
cantiere. -
Erza si incamminò così tra le animate strade di
Magnolia, seguendo il gatto nero che le faceva da guida. Lily aveva visto
l’ultima volta Gajeel seduto ad un bar; pensava che sarebbe rimasto lì ancora
per un po’ a bere ma a quanto pare il dragon slayer se n’era già andato da un
pezzo. Probabilmente, pensò Erza, aveva intuito che Lily era andato a cercare
aiuto e per questo si era dileguato in anticipo.
I due erano ancora impegnati a cercare il mago
quando improvvisamente qualcuno andò a sbattere addosso ad Erza praticamente
alla velocità di un proiettile.
- Levy? -
La ragazza ci mise qualche istante per riprendersi
dalla botta.
- Che cosa ci fai qui? Non dovresti essere ancora
in infermeria? -
- E ... Erza? No, non ti preoccupare per me. -
Aveva ancora un braccio fasciato e una benda attorno alla fronte - Il problema
sono Jet e Droy, per caso li hai visti? -
Erza scosse la testa e Levy serrò i pugni,
pestando un piede per terra con aria irritata - Ah, quegli imbecilli! Mi sono
distratta un attimo e quando sono tornata in stanza ho scoperto che non c’erano
più! Ti prego devi aiutarmi a trovarli, ho paura che facciano qualche
sciocchezza! -
Jet e Droy erano spariti dall’infermeria. Gajeel
era sparito dal bar. Se c’era una cosa che Erza sapeva ancora fare bene erano i
conti e due più uno faceva senza alcun dubbio tre. Quattro probabilmente, a
giudicare dal fulmine che aveva appena visto precipitare in mezzo al parco.
Quello non era per niente un buon segno.
- Lily andiamo a vedere, svelto! Levy tu torna
alla gilda, me ne occupo io! - Ma la ragazza si mise lo stesso a correrle
dietro esclamando - Non se ne parla proprio! Non ti lascio da sola! -
Quando Erza arrivò nel punto in cui era
precipitato il fulmine, la prima cosa che la colpì fu l’odore di bruciato. La
seconda fu la vista della vittima e del colpevole. Gajeel giaceva mezzo
stordito a terra tra la polvere, aveva i vestiti parzialmente carbonizzati ed
un alone nero tutto attorno. Su di lui incombeva la figura di un uomo alto, con
le spalle larghe e i capelli biondi, sul retro del suo mantello c’era impresso
il marchio di Fairy Tail. Jet e Droy erano in un angolo, infine, paralizzati
per lo shock.
- LAXUS! - Gridò Erza riconoscendo all’istante la
figura in piedi in mezzo al parco ed il mago, sentendo chiamare il suo nome, si
girò verso di lei con un ghigno - Non immaginavo di incontrare tutta questa
gente oggi. - Aveva degli occhi azzurri e gelidi come il ghiaccio ed una
cicatrice con motivo simile ad una saetta sul lato sinistro del viso.
- Così avevo indovinato quando ho visto quel
lampo! Piantala immediatamente di attaccare Gajeel, adesso lui fa parte della
nostra gilda! -
- Chi? Questo teppista che ha demolito mezza Fairy
Tail? - L’uomo sottolineò il concetto assestando un calcio al dragon slayer che
stentava ancora a riprendersi per il colpo - Ho sentito quello che è successo
con Phantom Lord. Hai una bella faccia tosta a difenderlo! -
Laxus non era un mago qualunque, non bisognava
sottovalutarlo. Mentre lo fronteggiava Erza sapeva bene che poteva colpire con
una rapidità impressionante. Laxus era un Lightning Dragon Slayer, anche se non
aveva acquisito i suoi poteri grazie agli insegnamenti di un drago. In un certo
senso era molto simile a Nastu ed anche a Gajeel, ma le sue abilità andavano
ben oltre quelle degli altri due, anzi, probabilmente andavano ben oltre quelle
di parecchi altri maghi di Fiore. Laxus possedeva anche lui un titolo di
livello S.
- Tra noi due sei tu quello che ha la faccia tosta
di trasgredire gli ordini del master! È stato lui a invitare Gajeel in gilda! -
- Quel vecchio è un buono a nulla ed io non ho
alcuna intenzione di ascoltarlo! -
- Quel vecchio è tuo nonno! -
- Io non lo considero più parte della mia
famiglia. - Confessò Laxus con una tranquillità disarmante.
- Makarow ha perso la testa. Sta diventando un
rimbambito ed un imbecille ed è a causa delle sue stupide scelte che Fairy Tail
sta andando a rotoli! Ci vorrebbe qualcuno come me al comando: qualcuno col
pugno di ferro! Dovunque io vada in missione, quando la gente scopre di che
gilda faccio parte si mette a ridere. Non ho più il coraggio di farmi vedere in
giro! -
- Questo non è un problema del master, ma solo
tuo. Io, ad esempio, non ho alcun problema a farmi vedere in giro con il marchio
di Fairy Tail. -
- E già tu non ne hai! - Esclamò Laxus spalancando
le braccia - Perché tu sei la sua preferita! Lo sai che non riesco davvero a
spiegarmi perché gli occhi di tutto il mondo sono puntati su Titania? La gente
guarda dall’alto in basso Fairy Tail, ma quando sente il tuo nome si illumina
di colpo. -
Era davvero un peccato che Laxus fosse così geloso
di lei. Non solo Erza non aveva mai avuto alcuna intenzione di prendere il
posto di Makarow, ma non aveva neanche alcun modo per farlo, impegnata com’era
con il suo ruolo in Crime Sorcière. Accidenti, non riusciva nemmeno a spiegarsi
perché fosse tanto popolare!
- Come si fa ad accogliere a braccia aperte
qualcuno di Phantom Lord dopo quello che è successo? - Continuò il mago ad alta
voce - Come si fa ad accogliere a braccia aperte tutti quelli che bussano alla
porta della gilda? Fairy Tail è diventata un ritrovo di maghi deboli e
ridicoli, un branco di ubriaconi e fenomeni da baraccone! Una vera gilda degna
di questo nome non ha bisogno di persone deboli che si fanno mettere al tappeto
senza nemmeno combattere! Gente come te! - Laxus mosse una mano ma Erza capì
troppo tardi che la sua scarica non era diretta contro di lei. Il fulmine
avrebbe colpito Levy in pieno se Gajeel non si fosse miracolosamente rialzato e
messo in mezzo, prendendo la scossa al posto suo. Per un attimo il dragon
slayer vacillò pericolosamente, ma poi recuperò l’equilibrio ripulendosi la
faccia dalla fuliggine. - Ohi, ohi, amico. Ero io il tuo obiettivo prima o
sbaglio? -
- Nessuno è l’obiettivo di nessuno a Fairy Tail. Smettetela
immediatamente di combattere. - Questa volta a riecheggiare per il parco fu una
voce femminile, allo stesso tempo melodiosa ma dura. Ci mancava solo lei! A
qualche passo di distanza stava Mirajane, con una busta della spesa saldamente
stretta al petto come uno scudo. - Sei arrivato con qualche settimana di
ritardo, lo sai Laxus? Quando ti avevo contattato per dirti che avevamo bisogno
di aiuto con Phantom Lord, intendevo immediatamente. Ora non ci serve più a
nulla che te la prendi con Gajeel o con qualcun altro. -
- Lo avevi chiamato tu Mira? - Le strillò dietro
Erza. Ma la risata di Laxus la tagliò corto. - Ma guarda un po’ da che pulpito
viene la predica! Lo sai che sei davvero cambiata, Jane? Una volta nemmeno tu
avresti tollerato la presenza di questi vermi! -
- Per fortuna io sono cresciuta ed ho superato
quella fase. Dovresti provarci anche tu Laxus. -
- Però una volta ti piaceva venire con me a
pestare gli altri. Ti divertivi a stare con il mio team! Non avevi mai niente
da dire contro di me quando ti scopavo! -
- ORA BASTA! - Erza non esitò oltre ad evocare una
delle sue spade - Stai toccando il fondo Laxus, continua ad offendere la gilda
e quelli che ne fanno parte e ti giuro che questa storia non va finire bene. Se
proprio lo desideri posso mostrarti in prima persona che fine ha fatto Jose. -
Per un attimo il mago esitò, storcendo il naso,
poi scoppiò in una grossa risata - Credi di farmi paura? Jose doveva essere
particolarmente debole oppure particolarmente stupido per farsi mettere al
tappeto da una come te! -
- Hai intenzione di rimanere ancora a lungo in
città, Laxus? - Lo interruppe Mirajane - Ora che abbiamo chiarito che non c’è
più bisogno di te? -
- Non ho alcuna intenzione di stare in questo buco
di Magnolia. - Le rimbeccò il ragazzo scuotendo una mano e dandole le spalle -
Ma quando la prossima volta farò ritorno, lo farò con tutti i miei amici. Dici
al vecchio che è meglio che per allora si sia deciso a lasciarmi il titolo di
master, oppure ... - Ma Laxus non concluse la frase e si allontanò a grandi
passi tra le stradine del parco.
Ci fu ancora qualche istante di silenzio, poi la
voce di Levy ruppe la quiete gridando il nome di Gajeel che era appena crollato
in ginocchio. Era davvero ridotto male, ma la sua lingua era rimasta tagliente
come sempre. - Bella gente che ci sta in questa gilda, credo che vi meritiate
un premio per la simpatia. -
- Sono sicuro che si tratta di un caso
isolato. - Provò a rassicurarlo Lily, ma
il dragoslayer gli rispose con altrettanto sarcasmo - Sei sempre sicuro di un
sacco di cose tu. Eri talmente sicuro che fossi finito nei guai, che sei perfino
andato a chiamare rinforzi? -
- Stavo
cercando Jet e Droy, quando ho incontrato Lily. - Lo zittì Erza, appuntando allo
stesso tempo lo sguardo sui due malcapitati - Che cosa stavate facendo di bello
tutti e tre insieme? -
- Una chiacchierata. - Borbottò Gajeel con
noncuranza ma chissà perché Erza era certa che i due lo avessero chiamato in
disparte con ben altri obiettivi. Probabilmente volevano provare a vendicarsi
per quello che era successo qualche giorno prima. - Ottimo, fare due
chiacchiere è sempre il modo migliore per conoscersi. Forza. - La ragazza gli
tese una mano per aiutarlo a rialzarsi - Adesso vi riaccompagno tutti in
infermeria. -
In fondo Lily aveva ragione, non poteva
permettersi di abbandonarlo alla mercé di tutti. Dopotutto Erza non doveva fare
nessuno sforzo particolare per capire il dragon slayer d’acciaio. A dire il
vero anche lei poteva essere catalogata sotto l’etichetta di “bestia” come
Gajeel. Anche lei sapeva bene che quando l’universo complotta contro di te,
l’unica scelta che ti resta è quella di affrontarlo. Lei era la prima, che per
fronteggiare l’oscurità, aveva permesso che il buio la inghiottisse.
- Andiamo! -
Gajeel le fissò il palmo per qualche istante, poi
alla fine accettò lasciando che lo tirasse in piedi. Levy si fece subito dopo avanti,
afferrandolo inaspettatamente per un braccio. - Ti do una mano anche io. -
Jet e Droy lanciarono praticamente uno strillo,
Gajeel invece si fece di uno strano colore tra il pallido e il rosso. - È il
minimo che posso fare per ringraziarti. -
- Ma di che stai parlando Scricciolo? -
- Il fulmine. -
- Non ti sei ancora ripresa da quel colpo alla
testa, vero? -
Grande, grosso e cattivo e così facile da
imbarazzare. Forse Gajeel aveva davvero dei lati inaspettati.
Prima di rimettersi a camminare, Erza si girò verso
Mirajane che stava ancora fissando il punto in cui Laxus era sparito.
- Ti giuro che l’ho contattato soltanto dopo che
Juniper ti aveva colpita. La situazione era così disperata che non sapevo più
cosa fare. -
- Lascialo perdere Mira, Laxus è un idiota. - Ed
Erza la prese per un braccio tirandosela dietro, senza aggiungere altro.
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Capitolo 16 *** La grande minaccia ***
La grande minaccia
Ed ecco arrivare all'orizzonte la prima e terribile gilda della Balm Alliance ...
La grande minaccia
Ormai
anche la storia del duca Everlue e di Phantom Lord sembravano lontane. I giorni
erano passati velocemente, c’erano stati dei momenti difficili ma anche tante
occasioni per divertirsi e tante risate. Erza però sapeva che quel momento di
pace sarebbe durato poco. Non aveva avuto più notizie da Ultear e non le aveva
più parlato, ma questo non significava che la donna avesse smesso di lavorare
tra le ombre. Spesso si ritrovava a pensare a lei, a Sho, Wally, Millianna e
tutti gli altri e se li immaginava intenti in qualche pericolosa missione,
impegnati nella loro personale lotta contro il male. Cosa avrebbe dato per
saperli al sicuro! Specialmente Jellal. Per il mondo intero poteva pur essere
un criminale, il pericoloso Master di Crime Sorcière, ma per lei rimaneva
sempre e comunque il ragazzo premuroso e gentile che si era occupato di lei,
quando era arrivata alla Torre ed era così terrorizzata da non riuscire nemmeno
a parlare.
Mentre
Erza era immersa nei suoi pensieri anche quel giorno era uno splendido giorno
di sole su Magnolia. Il cielo era limpido e senza traccia di nubi, ma l’aria
era fresca grazie alla brezza che proveniva dal mare. Mentre ripensava ai suoi
vecchi compagni Erza si era distratta a guardare fuori dalla finestra. C’era
stato un tempo in cui aveva desiderato vedere il cielo più di ogni altra cosa
al mondo, ma si era dimenticata che permettersi di fissare le nuvole era un
lusso ancor oggi, nella turbolenta gilda di Fairy Tail.
-
Erza ecco il tuo tè. - Mirajane le appoggiò la bevanda sul tavolo ma la ragazza
non fece neanche in tempo ad afferrare la tazza prima che Gray le atterrasse
davanti, sbalzando tutto per aria. Era praticamente nudo fatta eccezione per i
boxer. Vedendolo, Erza serrò un pugno con aria assassina - Che cos’è un invito
o una provocazione? - Il povero mago si affrettò a scuotere la testa e a
correre via - È colpa di Natsu! -
-
Non è vero! - Protestò il dragon slayer - Io stavo mirando da un’altra parte! -
-
Quando imparerete che questo non è un ring? - Erza non gli lasciò aggiungere
altro sguainando la spada e precipitandosi dritta contro di loro.
-
Prima dice che non è il posto adatto per combattere. - Sopirò Mirajane - Poi
abbatte un paio di pareti usando Natsu e Gray come un ariete ... Lucy che ne
dici di prendere un’aranciata? -
-
Ti sembra il momento per bere questo? - La ragazza si era nascosta dietro di
lei per ripararsi dai tavoli e dalle sedie che stavano volando in sala - Perché
in questa gilda deve scoppiare una rissa al giorno? Ma non vi rendete conto che
avete qualche problema? -
-
“Qualche”. - Mirajane mosse una mano con un gesto eloquente e poi tornò a
lavorare come se niente fosse, costringendo la povera maga stellare a cercare
riparo altrove.
La
situazione era degenerata più rapidamente del solito ma Cana era allegra come
sempre e gridava agitando il boccale per fare il tifo prima per un compagno poi
per un altro. Per fortuna a placare la situazione ci pensò Makarow facendo il
suo ingresso in sala. Indossava il suo cappello scuro ed il cappotto da
viaggio; era stato via per tre giorni per partecipare ad un meeting con i più
importanti master della regione. Ogni volta che il vecchio faceva ritorno a
casa aveva sempre il sorriso sulle labbra ed era ansioso di poter raccontare ai
suoi ragazzi tutte le cose esilaranti che aveva visto e che aveva sentito, ma
questa volta in lui c’era qualcosa di diverso. La sua espressione era seria e
tradiva facilmente un velo di preoccupazione.
-
Ragazzi c’è una cosa di cui devo parlarvi. Ragazzi? RAGAZZI! - Visto che la
rissa non accennava a placarsi Makarow ingigantì un pugno e lo picchiò sul
pavimento fracassando tutto quello che c’era nella sua traiettoria, ma riuscendo
ad ottenere in compenso un perfetto silenzio di tomba; tutti i maghi si
girarono istantaneamente nella sua direzione.
-
Come ben sapete durante gli ultimi giorni ho partecipato ad un meeting con gli
altri master della regione. Ci sono incontri di questo tipo tutto l’anno, ma
questa volta non vi porto buone notizie. Il Consiglio è estremamente
preoccupato. A quanto pare una tra le più pericolose gilde oscure di Fiore si è
messa in movimento: gli Oracion Seis. -
A
quel nome il respiro di Erza le si mozzò in gola e la ragazza si dimenticò
completamente del povero Natsu che stava tenendo sospeso per la collottola.
- Hanno lo scopo di recuperare e di attivare
uno dei più terribili incantesimi che Zaref si è lasciato dietro in questo
mondo. -
Questa
volta, al nome del leggendario mago oscuro, l’intera sala venne attraversata da
un brivido.
-
Il Consiglio, - continuò Makarow - ha selezionato quattro gilde da inviare in
missione sul posto. Una siamo noi, le altre sono Lamia Scale, Blu Pegasus e Cait
Shelter. - Le sue parole furono seguite da una serie di mormorii. - Quello che
non avrei mai immaginato è che i membri del Consiglio sarebbero andati così a
fondo da decidere anche i nomi dei maghi che avrebbero partecipato alla
missione, senza permettere a noi master di obiettare qualcosa. - L’uomo esitò
ancora per un attimo poi chiamò - Erza. -
-
Eccomi. - La ragazza si fece subito avanti; era certa che Ultear l’avrebbe
accontentata, permettendole di combattere, ma poi Makarow continuò a parlare -
Natsu, Gray, Lucy. -
Cosa?
Erza sgranò gli occhi. Perché erano stati chiamati anche loro? Che diavolo
aveva combinato Ultear? Perché aveva coinvolto anche altre persone?
-
Perché anche io? - Le fece eco Lucy strillando.
-
Non importa! Sono sicuro che ce la faremo! - Tuonò Natsu - Non importa quale
sia il nostro nemico! Combatteremo fino alla fine! -
-
Onestamente non so se il vostro numero sarà sufficiente per fermare i nemici
che vi sono toccati in sorte. - Sospirò tuttavia Makarow - Non posso fare altro
che augurarvi buona fortuna, figlioli. -
Fino
a pochi minuti prima, mentre guardava il cielo, Erza aveva pensato che le cose
stessero andando per il meglio, ma non sapeva quello che l’attendeva dietro
l’angolo.
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Capitolo 17 *** Sei contro ... diciassette? ***
Sei contro ... diciassette?
Nella
lotta di Crime Sorcière contro Tartaros, tutta la Balam Alliance
avrà un ruolo importante. Ho dovuto sostituire Hoteye ma in
fondo anche il suo sostituto fa parte delgli Oracion Seis. E preparatevi perchè anche Wendy sta entrando in scena ...
Sei contro ... diciassette?
Dall’annuncio
di Makarow all’inizio dell’operazione contro gli Oracion Seis trascorsero solo
tre giorni, ma furono tutti densi di tensione, specialmente per Erza a cui il
master aveva assegnato il compito di vegliare sui propri compagni. La maga
sapeva che non sarebbe stato facile, ma quando arrivò al luogo dell’appuntamento
previsto per le gilde, per un attimo si ritrovò a pensare che la sua sarebbe
stata una missione impossibile. Il punto prescelto per l’incontro, era una
delle tante basi di Blu Pegasus sparse per il paese e in questo caso, una molto
vicina al punto in cui si supponeva fosse nascosto l’incantesimo di Zaref. Si
trattava di un maestoso palazzo bianco, decorato con finestre a forma di cuore.
Era inimmaginabile il fatto che una base segreta fosse così appariscente, ma
visto lo stile di Blu Pegasus tutto era possibile. Qualsiasi cosa in quella
gilda era sopra le righe e i maghi che ne facevano parte erano famosi per il
gran numero di modelli e attrici che ospitavano tra le proprie file. Erza aveva
incontrato il loro master più di una volta, mentre si trovava in compagnia di
Makarow. Si faceva chiamare Bob e nonostante fosse un omone calvo e obeso, si
ostinava ad indossare una specie di tutù da ballerina e a fare avances a tutti
i ragazzi che gli passavano attorno. Erza non riusciva nemmeno ad immaginare quali
maghi il Consiglio avesse selezionato in quella gilda e quando spalancò le
porte del palazzo, per un attimo sperò che non fosse arrivato ancora nessuno.
Purtroppo
si sbagliava.
-
Ragazze di Fairy Tail è un piacere fare la vostra conoscenza! Noi siamo la
delegazione di Blu Pegasus, ma ci conoscono anche come i Trimens. Il mio nome è
Hibiki, Hibiki da mille e una notte. - Erza lanciò un sospiro mentre il primo
le afferrava una mano per baciarla. Un fusto con i capelli biondi e gli occhi
scintillanti - Sei davvero meravigliosa come dicono, Titania. -
-
Io invece mi chiamo Eve, Eve dalla notte divina. - Aggiunse il secondo
sfoderando un sorriso da favola, nonostante fosse solo un ragazzino - Lo sai
che ti ho sempre ammirata, senpai? -
Il
terzo per fortuna invece di puntare su di lei, si face accanto a Lucy - Io sono
Ren. Ren che riempie le notti vuote. - Era un ragazzo alto e con la pelle
scura. - E non è ... - Ci tenne a precisare il ragazzo - Che mi sono messo
vicino a te perché mi piaci o altro. - Strappando a Lucy un unico strillo.
-
Scommetto che siete stanche per questo viaggio. - Continuò Hibiky strizzando
l’occhio - Perché non vi riposate passando la notte con noi? Potreste anche
rimanere per sempre se è questo quello che volete. -
E
quel punto Erza aveva già sentito abbastanza per le sue orecchie - Vorremmo
soltanto compiere la missione. - La maga si liberò rapidamente dal suo
spasimante spingendolo dritto in mezzo ai compagni - Non ci servono né playboy,
né fratellini minori né tsundere, per favore. - Ma proprio quando pensava di
aver domato il cavallo alato ecco che una quarta voce la costrinse a ricredersi
e a girare lo sguardo. Quello che vide per poco non le causò un infarto. Come
aveva fatto a non notarlo prima? Da dove era saltato fuori? Oh, Dio! L’universo
era proprio arrabbiato con lei!
-
Ragazzi, non esagerate con le signorine e soprattutto non esagerate con la mia
cara Erza. Ho desiderato per così tanto tempo risentire il tuo profumo,
dolcezza! Non preoccuparti il tuo Ichiya è qui per proteggerti! -
Seduto
sul divano, c’era un uomo vestito con un elegante completo bianco e una rosa
all’occhiello. Era basso e tozzo e con la faccia squadrata.
-
Lo conosci? - Lucy le sussurrò qualcosa all’orecchio ma Erza non la sentì nemmeno, affrettandosi ad
evocare una spada - STA LONTANO DA ME! - Se c’era una cosa su tutta Erthland
che faceva davvero schifo ad Erza, quella era senza alcun dubbio Ichiya. Ogni
volta che lo vedeva non poteva fare a meno di pensare che la sua faccia fosse
un incrocio mal riuscito tra quella di Wally e Hoteye, che il colore dei suoi
capelli fosse la versione scadente di quello di Sho e che dopo essere stata con
Jellal, piuttosto che stare con uno così, si sarebbe ritirata in convento.
-
Quindi eri l’amante di Ichiya - san? Ci scusiamo per prima. -
Un’altra
spada venne tirata dritta in direzione dei Trimen - Non sono proprio un bel
niente! - Ma se nel frattempo Natsu era scoppiato a ridere, Gray invece era
passato sul piede di guerra. Blu Pegasus non gli era mai piaciuta, visto che
master Bob aveva provato a convincerlo a prendere un tè insieme più di una
volta.
-
Erza ha ragione, perché non la piantate di flirtare con le nostre ragazze?
State cercando di provocarci? -
L’unica
reazione che ottenne fu un paio di sguardi confusi, mentre i Trimen discutevano
tra loro - Ma Titania non stava con Ichiya? Davvero sta con quello? -
-
La mia ammirazione sta svanendo. -
-
Io mi preoccuperei per la biondina, avete visto l’altro? Cioè, non è che mi
preoccupo io ma ... -
-
Ma allora volete darmi proprio sui nervi! - Per fortuna prima che Gray potesse
lanciare uno dei suoi attacchi ed ammazzare i maghi di Blu Pegasus, anche
un’altra delegazione fece il suo ingresso nella base, spalancando la porta. Per
un attimo Erza pensò che il loro arrivo avrebbe riportato l’equilibrio ma
quell’istante fu una breve illusione.
-
Voi di Fairy Tail siete sempre così rumorosi, oppure oggi è un giorno speciale?
-
-
Lyon. - Sibilò Gray anticipando i pensieri di tutti. Sulla soglia c’era proprio
il mago che avevano affrontato all’Isola della Luna, quello che aveva tentato
di riportare in vita Deliora. L’ex amico di Gray, quello che per anni era
cresciuto e si era addestrato insieme a lui. Tuttavia, oltre a Lyon c’erano
anche Sherry, la stessa ragazza che lo aveva accompagnato sull’isola ed un uomo
calvo e imponente. La sua figura aveva qualcosa di solenne e ricordava una
specie di sacerdote d’altri tempi. Erza conosceva anche lui: il suo nome era
Jura Neksis, ma alcuni lo chiamavano “l’uomo di roccia”. Si diceva che Jura
fosse abbastanza forte da entrare nella classifica dei dieci maghi migliori
della regione, ma una cosa era certa: quello era indiscutibilmente il mago più potente
di Lamia Scale. Anche se Erza non avrebbe mai sospettato il fatto che Lyon e
Sherry potessero far parte di una gilda, quella era sicuramente la delegazione
che stavano aspettando. - Non essere scortese Lyon. - Cominciò il santone -
Siamo qui per formare un’alleanza. Per di più tre gilde sono già arrivate e
l’unica che manca è quella di Cait Shelter. Avete notizie del suo arrivo? Ho
sentito che avrebbero inviato soltanto un mago, il più formidabile che avevano
a disposizione. -
Jura
era quasi arrivato al centro della stanza, fiancheggiato dai suoi due compagni
quando qualcos’altro si infilò precipitosamente dentro, ma solo per inciampare
pochi passi più avanti. Erza spalancò gli occhi ed i maghi attorno a lei fecero
altrettanto. Sul pavimento adesso c’era una bambina con dei lunghi capelli blu.
Doveva avere a stento dodici anni, ma per compensare la sua scarsa esperienza ad
accompagnarla c’era una graziosa gattina dal pelo bianco. Proprio come Happy e
Panther, camminava sue zampe e sembrava in grado di parlare.
-
Auch! Ah, che figura! -
-
Non ti preoccupare, nessuno se ne è accorto. Alzati. -
-
Hai ragione, Cait Shelter conta su di me. -
Giusto
per un secondo Erza pensò che stesse sognando, poi quando la ragazzina si
rialzò, mostrando chiaramente il marchio che aveva sul braccio, la maga capì
che era sfortunatamente tutto vero.
-
Il mio nome è Wendy Marvell. - Annunciò la piccola, sforzandosi di contenere
l’imbarazzo - E questa è la mia amica Carla. Cait Shelter ci ha inviate per
questa missione; sarà un onore lavorare con voi! In realtà non sono abile in
combattimento, ma conosco molta magia bianca, che potrebbe esservi di supporto.
-
Cait
Shelter era una gilda molto sospetta, secondo le informazioni che Ultear aveva
raccolto. Erano gli unici maghi attivi in zona e probabilmente avevano molte
informazioni a disposizione sull’incantesimo di Zaref. Era per questo che
avevano stabilito di usarli come esca per gli Oracion Seis. Tuttavia una
bambina ... Con che coraggio si poteva mettere in pericolo una creatura del
genere? Che cosa diavolo era successo al loro piano originale?
-
Bene, tutte le gilde ora sono assemblate. - Ricominciò Jura, sforzandosi di
ignorare Sherry che riteneva offensivo l’atteggiamento di Cait Shelter che gli
aveva inviato soltanto una bambina. Happy sembrava l’unico contento per aver
appena incontrato una femmina della sua stessa specie.
-
Adesso possiamo iniziare a discutere della strategia. - Aggiunse Jura - Hibiki
ho sentito che hai raccolto gli identikit di tutti gli Oracion Seis. -
-
Sì. - Confermò il mago facendo apparire una specie di proiezione con sei volti
e altrettanti nomi. Un uomo dai capelli rossi, un altro dal naso aquilino, uno
armato di falce, una donna con un caschetto di capelli argentei, un ragazzo
dall’aria stanca ed un uomo con la pelle scura e dei lunghi capelli bianchi.
-
Poco più a nord della nostra posizione, si trova la Wrath Forest. Cento anni fa
durante la guerra contro Zaref, vi venne sigillato uno dei suoi incantesimi più
pericolosi “Nirvana”. Non sappiamo esattamente quale sia la natura di Nirvana,
ma se gli Oracion Seis vi hanno messo gli occhi addosso, allora questo
significa che è estremamente pericolosa e che non possiamo permettergli di
prenderla. Questi sono i nostri avversari. - Aggiunse Hibiki facendo un gesto
in direzione delle proiezioni - Anche se di loro conosciamo solo i nomi in
codice e poche informazioni. Di qualcuno nemmeno quelle. -
-
Sono davvero soltanto in sei? - Strillò Lucy, ma Erza non si scompose, avendo
contribuito personalmente a raccogliere parte delle informazioni sulla lavagna
magica.
-
Cobra che in combattimento usa serpenti velenosi. - Continuò Hibiki - Racer che
utilizza una magia capace di accelerare i movimenti. Grim Reaper che pare
possegga una magia correlata al vento. Angel, che è l’unica donna ma pare sia
capace di leggere i pensieri degli avversari. Sul quinto non abbiamo
informazioni ma in compenso sappiamo che il loro leader si fa chiamare Brain. -
-
Per quanto riguarda la nostra strategia. - Continuò Ichiya ma solo per essere
bruscamente interrotto - UN ATTIMO! NON SPIEGATE NULLA SENZA DI NOI! - Fu
proprio allora che la porta del palazzo si aprì ancora una volta, spalancandosi
con un tonfo e tutti i maghi si girarono istantaneamente, con un’aria stupita
stampata sulla faccia. Pensavano che tutte le delegazioni fossero già arrivate,
eppure sulla soglia adesso c’erano due persone in più ed uno strano gatto nero.
Una ragazza con un insolito abito dai bordi di pelliccia, un cappello da
cosacco, dei lunghi capelli blu e l’aria affannata ed un bestione, muscoloso e
con la faccia decorata da piercing. - C’è l’abbiamo fatta giusto in tempo!
Juvia era sicura che il tuo naso avrebbe trovato la pista! -
-
Mi devi un grosso favore. - Replicò Gajeel senza emozioni.
-
Salve a tutti! - Gridò ancora la ragazza, agitando un braccio e consumando
l’ultimo fiato che aveva - Fairy Tail ha mandato anche noi per dare una mano! -
Natsu
non attese nemmeno un secondo per replicare che non ci credeva affatto ed Erza
meno di mezzo secondo per scattare in direzione della porta, afferrare l’ex
ragazza di Phantom Lord e spingerla fuori per il collo del cappotto.
-
CHE COSA DIAVOLO CI FATE QUI? -
-
Juvia l’ha appena detto: siamo venuti ad aiutare. -
-
Impossibile! Il Consiglio non ha selezionato i vostri nomi per la missione ed è
altrettanto impossibile che il master vi abbia dato il permesso di venire. -
-
Infatti è Juvia quella che ci ha chiesto di accompagnarla. - Le spiegò Panther,
mentre Gajeel entrava dentro come se nulla fosse, scatenando ancora di più le
proteste di Natsu.
-
Allora così come lei vi ha chiesto di venire, io vi chiedo di andarvene via! -
Continuò a sibilare Erza, cercando di non farsi sentire da quelli dentro. La
situazione era già abbastanza imbarazzante per peggiorarla oltre. Blu Pegasus
aveva inviato quattro pervertiti. Lamia Scale aveva mandato Jura, ma aveva
aggiunto alla collezione anche gli unici due maghi sulla faccia di Earthland
che Fairy Tail non avrebbe voluto vedere lì. Cait Shelter aveva inviato una
bambina e un gatto. Da parte sua, invece, Erza aveva un Gray sull’orlo di una
crisi di nervi, una Lucy sull’orlo di una crisi di panico, una Juvia
completamente fuori di sé, un Natsu che non aveva la più pallida idea di cosa
stesse accadendo ed un Happy in calore. Per un attimo la maga si chiese se
tutto questo fosse uno scherzo oppure fosse reale. Come poteva mai abbattere
gli Oracion Seis con quella coalizione?
-
Ma Juvia non può andare via: Juvia ha un problema. -
-
Certo che hai un problema e quello sono io! Se non ti sbrighi a tornare alla
gilda ti ci rimando a calci! -
-
Juvia è innamorata. - Continuò la ragazza come se nulla fosse - Juvia non può
più dormire la notte, mangiare, bere e respirare senza di lui! Si sente come il
mare in tempesta! Come se avesse un temporale nel cuore! Juvia non può andare
via di qui senza aver prima mostrato al suo adorato, quanto sia abile in
combattimento! -
-
Provo a tradurlo con parole semplici. - Continuò Panther - Da quando quel tuo
amico Gray Fullbuster ha liberato Juvia dalla sua maledizione, lei ha perso la
testa. In queste settimane le ha provare tutte per farsi notare da lui, ma
visto che non ci è ancora riuscita ha deciso di venire qui per fargli vedere
quanto è abile in combattimento ed allo stesso tempo aiutarlo contro gli
Oracion Seis. - Ma la spiegazione del gatto non fece altro che irritare ancora
di più Erza - Juvia lascia perdere questa idiozia! Se vuoi fare colpo su Gray
aspettalo alla gilda e fagli uno spogliarello quando torna! -
-
Anche Gajeel - kun le ha suggerito la stessa cosa, ma Juvia non può aspettare
così tanto. - Erza l’avrebbe stesa con un pugno ed avrebbe ordinato a Panther
di portarla via di peso se la sua attenzione non fosse stata improvvisamente
colta da Gajeel che dentro la sala era appena scoppiato a ridere - Ma chi ha
progettato questa strategia, un imbecille? Volete trovare la base temporanea
degli Oracion Seis e abbatterli tutti insieme con un colpo di cannone? Il
Phantom Mk di Jose era cento volte più potente di quella barchetta che avete
voi di Blu Pegasus e non è riuscito a buttare giù un solo mago, ma voi volete
eliminarne ben sei? Ma lo sapete che ognuno di quelli degli Oracion Seis è
abbastanza forte da poter distruggere una gilda intera? -
Stava
parlando di lei?
-
La Christina non è una barchetta mediocre! - Provò a rimbeccarlo Eve ma senza
successo - È un bombardiere magico! -
-
In più. - Continuò Gajeel - Ci sono altre due cose che non capisco. Come mai
sia Blu Pegasus quella a decidere la strategia quando siamo noi di Fairy Tail
la maggioranza e come sia possibile che tu abbia creduto anche soltanto per un
attimo di ingannarci. Non so come abbiano fatto i tuoi amici a crederti, ma non
imbrogli il mio naso! Si sente lontano un miglio che il tuo odore non è umano!
- Ed a quel punto Gajeel scattò, lanciando uno dei suoi colpi d’artiglio dritto
contro Ichiya. Erza gli gridò di fermarsi ma invano, perché il mago venne
colpito in pieno e quasi all’istante la sua figura si scisse in due, rivelando
una coppia di strani esserini verdi.
-
Sono stupefatta che tu ti sia accorto del trucco! - Ridacchiò a quel punto una
voce femminile dall’alto e tutta l’attenzione si spostò improvvisamente sulla
balconata del secondo piano, dove si era affacciata una donna con un cappotto
molto stravagante, fatto di piume bianche.
Erza
rabbrividì, riconoscendone subito il viso: era Angel!
-
Ma ormai siete già in trappola. -
-
State attente voi due lì fuori! - Gajeel gridò ma quando Erza si girò era già
troppo tardi: le riuscì di spingere via Juvia giusto un attimo prima che un
gigantesco serpente saettasse verso di lei azzannandole il polso. I suoi denti
acuminati trapassarono la corazza senza incontrare resistenza ed il dolore le
percorse tutto il corpo come una scarica. Erza provò a reagire evocando una
spada per combattere, ma un giramento di testa la bloccò all’istante, la terra
le venne praticamente meno sotto i piedi e si ritrovò sull’erba con il respiro
mozzo. Le riuscì a stento di scorgere la figura di un uomo con i capelli
rossastri e del suo serpente che spalancava la bocca ed eruttava dentro la
villa un’autentica nuvola di gas. Quello doveva essere Cobra.
Il
suo ultimo pensiero fu per Ultear. Si ritrovò a pregare che avesse ideato come
sempre a un piano di riserva. Poi si fece tutto buio.
Proprio
in quel momento nove figure incappucciate e vestite di nero avevano raggiunto
la Wrath Forest e la stavano osservando dall’alto.
-
Sembra che ci abbiamo anticipato. - Sussurrò Jellal ed Ultear confermò i suoi
sospetti annuendo gravemente - Gli Oracion Seis dispongono di un’incredibile
forza d’intelligence. Hanno già cominciato a rompere i sigilli sparsi per la
foresta, ma non li hanno ancora completati. -
-
Avrebbero potuto farlo. - Constatò rapidamente Kagura - Ci stavano aspettando
per il gran finale? -
-
Cool. - Ridacchiò Wally aggiustandosi il cappello - Vogliono uno scontro a viso
aperto! -
Ma
a quelle parole Meredy si strinse il mantello con una mano - Non credo stessero
aspettando noi. Hanno anticipato le gilde legali. -
-
Bene. - Sospirò Jellal, puntando un dito
dritto in direzione della foresta - Spero che tu abbia un secondo piano,
Ultear. - In alto si innalzavano pinnacoli di energia oscura, come fumo denso e
nero che fuoriusciva dalla crepe di un vulcano - Perché a causa della vicinanza
di Nirvana la terra sta già cominciando a morire. -
-
Certo che c’è l’ho. - La donna stava osservando anche lei lo spettacolo con
aria seria e i pugni serrati.
-
Non potevo permettere che questa operazione andesse a rotoli: sono anni che
l’aspetto. Lo sai anche tu che Zero è lì sotto. -
-
Allora, Ul? -
La
donna si costrinse a recuperare la calma - Mi raccomando Jelly, non farti
prendere troppo la mano oppure potresti rompere i sigilli rimasti involontariamente.
-
-
Mi prendi per scemo? -
E
a quel punto Ultear si concesse un breve sorriso prima di ricominciare a
sparare ordini - Meredy usa il tuo link per passare a tutti le informazioni di
cui hanno bisogno. Andiamo a prenderli, ragazzi! -
L’attimo
dopo Crime Sorcière era già sparita tra le ombre della Wrath Forest.
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Capitolo 18 *** Sky dragon slayer ***
Sky dragon slayer
In
questa storia non è soltanto Erza quella con dei segreti. Gray,
Locke, Lucy hanno già mostrato le loro ombre adesso è il
turno di ... Wendy.
P.s.
Ho letto proprio oggi l'ultimo capitolo del manga di Fairy Tail. Hiro
Mashima mi ha quasi fatto venire un infarto. Spero mi dia delle
spiegazioni e immediatamente, con l'edizione della prossima settimana.
Sky dragon slayer
Fu
come riemergere dopo aver trattenuto il respiro troppo a lungo sott’acqua.
Quando l’aria invase di nuovo i polmoni di Erza la sua prima reazione fu quella
tossire, tossire e tossire ancora. Le parve di sentire qualche frammento di
voci familiari e di grida d’esultanza, ma quando riuscì finalmente a riaprire
gli occhi l’unica persona che vide accanto fu la piccola Wendy. Teneva le mani
tese verso di lei ed i suoi polpastrelli emanavano un’energia bianca e fresca,
come una brezza d’estate.
-
Prendi dei respiri profondi. - Le suggerì la ragazzina - E non provare ancora ad
alzarti. Sei stata fortunata che io fossi qui: il morso di quel serpente era
molto velenoso. -
-
Co ... - Avrebbe voluto chiederle come aveva fatto a rimuovere il veleno, ma
l’unica cosa che le uscì di bocca fu un verso rauco. Vedendo i suoi sforzi
Wendy si appoggiò brevemente un dito sulla bocca per indicarle di stare in
silenzio. In compenso Carla intuì cosa voleva sapere e si fece più vicina per
spiegarle la risposta - Wendy non solo conosce la magia bianca ma è anche una
dragon slayer del cielo. Prima di arrivare a Cait Shelter ha vissuto per anni
con una draghessa che le ha insegnato tutte le sue tecniche. Se ti dice che sei
stata fortunata è vero! Sei stata molto fortunata! Perché forse un guaritore
normale non sarebbe riuscito a rimuovere quel veleno. E anche lui! Lo abbiamo
trovato svenuto al piano di sopra! Ma che mago incompetente! -
-
Carla! - Wendy provò a zittirla ma inutilmente, perché la gatta puntò lo stesso
una zampa dove giaceva il corpo di Ichiya completamente stordito. All’inizio
Erza non si era accorta della sua presenza, ma la sua vista stava iniziando a
schiarirsi.
-
Sono stati tutti fortunati! - Precisò ancora la gatta - Perché quando quel
viscido rettile ha inondato la villa con il suo gas, sarebbero morti tutti
soffocati se Wendy non lo avesse soffiato via con uno dei suoi turbini! -
-
Ma anche Gajeel - san mi ha aiutato, sfondando una parete perché passasse più
aria! -
-
Dovresti smetterla di essere così modesta, lo sai Wendy? -
-
Dove sono gli altri? - Questa volta quando Erza provò a parlare le riuscì
finalmente di formulare una frase intera.
-
Sono corsi dietro gli Oracion Seis! Che pazzi scatenati! - Continuò a spiegarle
Carla - Qui siamo rimasti solo noi, più Hibiki. - La sua zampa si mosse un poco
più in là di Ichiya, rivelando il mago che stava monitorando la situazione su
un monitor magico, proiettato dalla sua mente. Era rimasto indietro perché la
sua magia, Archive, gli dava la possibilità di raccogliere e diffondere
rapidamente informazioni per il supporto della squadra.
-
E poi ci sono anche ... -
-
Carla non ora, c’è una cosa devo dire a Erza - san! -
-
Ah! Erza ti sei finalmente ripresa! - Lucy apparve subito dopo nel suo campo
visivo, stringendo un strano ciuffo d’erba verde tra le mani ma Wendy glielo
strappò e dopo un breve esame lo gettò via - Non è quello di cui ti avevo
parlato Lucy - san. Mi serve quell’altro. - La bambina puntò un dito a caso sul
margine della foresta e Lucy fece subito come le era stato detto saettando via.
Juvia comparve l’istante dopo con un bizzarro mazzo di foglie viola ma Wendy
fece esattamente come aveva fatto prima, scartando rapidamente il materiale ed
indicando un punto diverso della foresta. Erza sorrise, intuendo al volo che si
era trattato solo di un diversivo. Piccola ... C’erano molte parole con cui
avrebbe potuto descrivere Wendy in quel momento, ma nessuna di loro sarebbe
stata educata. Che cosa doveva dirle di tanto importante da non permettere agli
altri di avvicinarsi?
-
Sono dalla vostra parte. -
Erza
si sentiva ancora annebbiata per via del veleno che le era stato iniettato e
non era completamente sicura di aver capito bene. Che cosa voleva dire? Era
ovvio che fosse dalla loro parte, da che parte doveva stare la piccolina?
-
Jellal. - Sussurrò Wendy continuando ad armeggiare con le mani su di lei, ma al
suono di quel nome Erza recuperò definitivamente conoscenza, spalancando gli
occhi. Che cosa aveva appena detto? Come faceva a conoscere ...
-
Siamo amici. - Continuò Wendy tenendo la voce bassa e facendo attenzione che
nessuno la sentisse oltre alla sua paziente. Ma restava ancora una domanda:
come aveva fatto a capire che il mago fosse nei paraggi e che tra lui ed Erza
ci fosse un legame?
-
Ho sentito l’odore della sua magia. - Aggiunse ancora la bambina sfiorandole
l’occhio destro. - L’ho capito appena ti ho vista, ma ho pensato non fosse
saggio esclamarlo davanti a tutti. In verità quando ho sentito l’odore di Jellal
sono rimasta così stupita che per poco non sono inciampata e mi sono rotta
l’osso del collo. -
Era
vero che il naso dei dragon slayer poteva percepire cose impossibili per quelli
degli altri umani, Erza lo aveva visto spesso con Natsu, ma non aveva idea che
qualcuno potesse arrivare a tanto. Inoltre c’era qualcosa di strano in quello
che la ragazzina le aveva appena raccontato: se era amica di Jellal, come mai
Erza non lo aveva mai sentito parlare di lei?
-
È anche lui nella foresta. - Continuò Wendy abbassandosi per sussurrarle
all’orecchio - Prima il vento mi ha portato le sue tracce. Credo ci siano anche
altre persone però. -
Quindi
gli Oracion Seis potevano pure averli anticipati, ma Crime Sorcière era già sul
posto.
-
Stanno cercando anche loro la magia di Zaref? -
Erza
contemplò per un attimo l’idea di risponderle o meno, ma visto che non
accennava a parlare Wendy si limitò a scuotere la testa - Non importa,
comincerò a dirlo a te. Io conosco dove si trova Nirvana. -
-
Sul serio? -
-
Tutti a Cait Shelter lo sanno. Nirvana non è in un punto preciso: è così grande
che occupa tutto lo spazio sotto la foresta. Senza
rompere ognuno dei singoli sigilli che la trattiene non si può attivare e ce ne
sono molti sparsi tra gli alberi. -
-
Perché non lo hai detto anche agli altri prima che corressero via? -
-
Te l’ho detto in cambio di un favore: voglio che mi porti da lui. Voglio
rivedere Jellal. -
L’attimo
dopo Juvia e Lucy erano di nuovo accanto a loro, armate di chissà quale
erbaccia. Wendy provò a farle cenno che avevano sbagliato per l’ennesima volta,
ma prima che potesse riuscirci, Erza si tirò in piedi ignorando le sue proteste
e quelle degli altri maghi. Nonostante Wendy le aveva detto di voler vedere Jellal,
non le passò per la mente nemmeno per una volta l’idea di accompagnarla
davvero. E così, ancor prima che qualcuno potesse fermarla, Erza evocò una
delle sue armature magiche più leggere e si lanciò di corsa tra gli alberi. Non
sapeva se aveva ancora del veleno in corpo e non le importava. L’unica cosa di
cui era consapevole adesso, era che Crime
Sorcière e gli Oracion Seis stavano per collidere tra loro e per coinvolgere le
altre gilde nel loro scontro.
Quando
gli Oracion Seis li avevano attaccati alla villa, evidentemente lo avevano
fatto perché avevano scoperto il loro piano dopo aver copiato l’immagine di
Ichiya. Avrebbero potuto attivare Nirvana, ma avevano atteso appositamente il
loro arrivo. Probabilmente volevano eliminarli come monito per il Consiglio a
non sfidarli. Tuttavia Erza dubitava del fatto che fossero anche a conoscenza
dell’imboscata di Crime Sorcière. Se avessero saputo del loro arrivo sarebbero
stati molto più cauti.
Quando
finalmente fu abbastanza lontana dalla villa, Erza evocò la sua piccola lacryma
nel disperato tentativo di contattare Ultear e di ottenere notizie da lei. Non
appena la compagna le rispose, Erza non poté fare a meno di strillarle un
insulto - IL TUO PIANO FA SCHIFO UL! Gli Oracion Seis ci sono arrivati addosso
ancora prima che me ne potessi rendere conto e per poco non ci ho rimesso le
penne! Adesso Fairy Tail e tutte le altre gilde si sono sparpagliate per la
foresta e se gli Oracion dovessero prenderli ... -
-
Li eliminerebbero? Lo sai che questo non è un problema che mi compete Erza? -
Le rispose Ultear. Stava correndo anche lei nella stessa foresta - Se vi hanno
presi non è colpa mia ma dello schifoso piano di Blu Pegasus! Non posso
includere tutte le varianti di stupidità di questo mondo nei miei calcoli! -
-
E allora cosa facciamo adesso? Il piano non era quello di indebolire gli
Oracion con l’offensiva delle gilde legali e poi farli sparire per sempre? -
-
Sì era il piano A. Ora siamo in pieno piano “F!” -
-
Cioè??? -
-
Fotti Erza non ho un piano per tutto! -
-
UL! -
-
Gli Oracion Seis stanno rompendo i sigilli sparsi per la foresta. - Le confermò
la maga come se niente fosse - Se vedi dell’energia oscura che si solleva dal
terreno, probabilmente qualcuno di loro è nei paraggi. Ma di sicuro questo lo
hanno capito anche gli altri maghi. Ho già messo qualcuno dei nostri sulle
tracce di tutti i tuoi amici. Se gli Oracion li trovano, noi li troviamo per
primi e facciamo secchi i cattivi. -
-
Ma così ... -
-
Ci vedranno? Anche se non era nei piani? - Ultear si sfece sfuggire una
risatina sarcastica - Parecchie cose non erano nei piani e purtroppo prima o
poi qualcuno doveva vedere la nostra faccia. Abbiamo deciso anni fa che il
nostro unico obiettivo sarebbero state le gilde oscure e i criminali. Anche se a
volte sarebbe stato più facile ignorare i danni collaterali, non possiamo cominciare
adesso ad aggiungere delle vittime innocenti alla nostra lista. -
Per
un attimo Erza rallentò il passo cercando di scorgere meglio l’espressione
dell’amica attraverso la lacryma, ma l’unica cosa che colse fu il guizzo del mantello
nero che sventolava.
-
Jellal sta venendo da te Scarlet. Non distruggete troppe cose insieme. - Poi la
comunicazione si interruppe e la lacryma si spense di nuovo, costringendo Erza
a farla sparire.
Ultear
poteva sembrare la più fredda e calcolatrice del gruppo, ma non aveva un cuore
di ghiaccio. Aveva ragione quando le aveva ricordato il fatto che Crime
Sorcière non faceva mai vittime innocenti, ma questo significava allo stesso
tempo che tutta la gilda si sarebbe esposta pericolosamente davanti agli altri
maghi. Avrebbe dovuto fare anche lei estrema attenzione a non far trapelare
all’esterno il legame che aveva con loro, ma non era quella l’unica cosa che la
preoccupava: Zero. Non sapeva come Ultear avesse organizzato la caccia, ma
sapeva bene quanto odiava quell’uomo.
Erza
prese un ultimo respiro profondo, per recuperare la concentrazione e poi si
lanciò di nuovo in corsa tra gli alberi: in lontananza poteva già scorgere una
prima colonna di energia oscura che saliva verso il cielo.
Anche
Ultear prese un ultimo respiro profondo per recuperare la calma prima di
lanciarsi dritta contro il nemico più vicino. Meredy, che stava correndo
accanto a lei, capì subito cosa doveva fare e attivò i suoi poteri. Era sempre
così quando andavano a caccia insieme - Link! -
Racer
si inchiodò sul posto senza riuscire nemmeno a sferrare il colpo che aveva
preparato. Riuscì a stento a scorgere il braccialetto che gli era appena
comparso attorno al polso prima che ...
-
Flash Forward! -
Qualcosa
lo investì alla velocità della luce, liberando così tanta energia magica
all’impatto da causare praticamente un’esplosione. Un intero pezzo della
foresta venne raso al suolo in pochi secondi. Terra, erba e sassi vennero
praticamente schizzate da tutte le parti, causando un polverone diabolico. Il
contraccolpo dell’esplosione fu così forte che il mantello di Ultear finì per
staccarsi e volare via in mezzo agli alberi ma a quel punto alla donna non
importava più di essere completamente scoperta. Se il piano che aveva
elaborato, fosse proceduto come aveva progettato, a quell’ora lei e i suoi compagni
sarebbero stati già addosso al master degli Oracion Seis, ma era stata
costretta ad accantonare in fretta il progetto. Aveva scelto quel nuovo
avversario appositamente perché sapeva di essere l’unica abbastanza veloce per
competere contro di lui e si era buttata in mezzo allo scontro anche se sapeva
che ad attenderla avrebbe trovato proprio gli spettatori che desiderava di
meno.
Ultear
dovette fare del suo meglio per mantenere la concentrazione e non cedere alla
tentazione di girarsi e guardare in direzione di Gray, Lyon e Sherry che la
guardavano a bocca aperta. Il mago di Fairy Tail in particolare sembrava il più
stupito di tutti, impietrito com’era sul posto. Racer l’aveva quasi colpito ma
l’attimo dopo tutto ciò che c’era davanti a lui erano soltanto detriti e
macerie. Sul bordo della foresta erano apparse una donna con dei lunghi capelli
neri ed una ragazzina con un mantello. Gli occorse qualche secondo per capire,
che quello impresso sulla schiena scoperta della nuova arrivata era un simbolo
terribilmente familiare: una C ed una S con un cappello stilizzato da strega.
-
Sembra che tu sia davvero veloce come dicono. - Ridacchiò Ultear scorgendo la
sagoma di Racer emergere incolume dalla polvere. Purtroppo, per evitare di
essere colpita a sua volta, Meredy aveva dovuto interrompere il contatto con il
link qualche secondo prima che Ultear colpisse e quei secondi dovevano essere
stati più che sufficienti a permettergli di evadere il suo attacco.
-
Crime Sorcière! - Esclamò il mago spalancando le braccia - Non mi aspettavo che
vi uniste anche voi alla festa! Ma non vi preoccupate! Farò in modo che
spariate così velocemente come siete arrivati! -
|
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Capitolo 19 *** A folle velocità ***
A folle velocità
Un altro
capitolo in arrivo. Questa volta voglio precisare due cose. La
prima: amo le scene d'azione e quindi durante l'arco di tutta la
storia ne vederete davvero un bel po'. La seconda: non rattristatevi
troppo per il destino degli Oracion Seis. Qui Crime Sorcière non
va per le leggere. E buona lettura!
A folle velocità
I can't live in a fairy tale of lies
I won't give in 'cause I'm proud of all my scars
And I can see I've been wasting too much time
I go faster and faster and faster and faster and faster and faster and faster
(Faster - Within Temptation)
-
Crime Sorcière ... - Scandì anche la voce scandalizzata di Sherry prima che
Racer ripartisse all’attacco, sfrecciando come un missile contro la nuova
arrivata. A sbarrargli la strada ci pensò Gray con un muro di ghiaccio: non
poteva permettere che se la prendesse contro una donna e una bambina, anche se
si trattava di parte di una gilda oscura. Per tutta risposta Ultear colse al
volo l’occasione per sferrare un nuovo attacco con la sua sfera di cristallo,
frantumando tutta la barriera di Gray nel processo. Racer schivò ancora una
volta la sua mossa e a farsi avanti fu Lyon, scagliando contro l’avversario uno
stormo di aquile di ghiaccio. Ma anche la sua mossa mancò clamorosamente il
bersaglio, scatenando l’ira di Ultear - Fatevi da parte! Non potete competere
con lui! -
-
Se volete affrontarmi tutti insieme non è un problema. Sono benissimo in grado
di uccidervi! E poi raggiungerò anche gli altri! È un peccato che Cobra non vi
abbia eliminati al primo colpo: avreste sofferto sicuramente di meno. - Ed il
mago degli Oracion Seis fece seguire alle sue minacce una raffica di colpi
sbalzando Gray e Lyon a terra.
-
Levatevi ho detto! Flash Forward! - Racer non riuscì a finirli soltanto perché
Ultear tornò rapidamente all’attacco, tempestandolo con una serie di colpi
della sua sfera. Peccato che ognuno dei suoi attacchi, anche se per poco,
mancava il bersaglio.
-
Che cosa divertente! Vuoi sfidarmi in una gara di velocità? - Ridacchiò il mago
oscuro ma solo per essere ricambiato da un sorriso della stessa foggia -
Tieniti pronto Racer! Io non bado a regole! Meredy bloccalo! -
La
ragazzina eseguì rapidamente l’ordine ma fu costretta ad interrompere di scatto
il contatto per non essere investita a sua volta da una pioggia di incantesimi.
-
Ice Make Ape! -
-
Ice Make Hammer! -
L’istante
dopo Gray e Lyon erano tornati ancora all’attacco, rubando loro la scena.
Ultear si morse un labbro per la rabbia: di questo passo con quella confusione,
Racer avrebbe finito davvero per eliminarli tutti e nel peggiore dei casi
sarebbe scappato indenne.
-
Ul ... Ul ... ULTEAR! - Meredy fu costretta a mettersi a gridare per attirare
la sua attenzione - Se ci concentriamo possiamo prenderlo: siamo quattro contro
uno. Credo di aver capito il suo punto debole. -
Ultear
riuscì a stento a chinarsi accanto alla figlia adottiva per sentire cosa aveva
da dire, prima che fosse costretta a gettarsi di lato e ad usare la sua sfera
per difendersi da Racer. Per fortuna Gray riuscì a farlo indietreggiare con un
altro dei suoi martelli di ghiaccio. Il loro avversario adesso stringeva un
coltello tra le dita; vista la sua incredibile velocità gli bastava anche un’arma
semplice come quella per fare a pezzi i suoi nemici. - Non riuscirete mai a
colpirmi, nemmeno se ci provate per il resto delle vostre misere vite. Nessuno
può competere con la mia velocità! - Ma nonostante l’avvertimento Lyon era già
pronto a passare di nuovo all’attacco. Il mago si fermò a metà del colpo
soltanto perché una strana forza gli impedì di farlo. Ad un certo punto un
braccialetto colorato gli era comparso sul polso - Corri! - Gli ordinò Meredy
ed il mago non riuscì a far altro che ubbidire, ritrovandosi a gridare contro
la sua stessa volontà a Racer di seguirlo se aveva il coraggio di farlo.
Sherry, che era rimasta in disparte fino a quel momento, terrorizzata dalla
forza del loro avversario, decise che era finalmente giunto il momento di difendere
il compagno scatenando una delle sue creazioni magiche ed animando uno degli
alberi della foresta. Ma la sua bambola di legno non ebbe nemmeno il tempo di
colpire prima che Racer la scagliasse a terra per farsi largo.
-
Ma sei impazzito? - Gray gridò il nome Lyon nel disperato tentativo di farlo
ragionare, ma Ultear lo mise a tacere strattonandolo per una spalla - Sei in
grado di colpire un avversario da lontano? -
Nel
frattempo Lyon stava ancora correndo disperatamente per la sua vita, ma era
questione di secondi prima che Racer lo prendesse. Per fortuna la voce di
Meredy gli riecheggiò nella mente, avvertendolo su cosa fare.
“
Usa la tua magia in modo che non ti tocchi. ” E Lyon intuì al volo cosa
intendeva dire, coprendosi il corpo con un’armatura di ghiaccio dalle punte
acuminate. Racer come previsto si fermò a metà del suo assalto, improvvisamente
in posizione di svantaggio. “ Ora continua a correre! Portalo più lontano che
puoi: abbiamo un piano! ” Lyon non riuscì a sentire altro prima che il link si
interrompesse ed il braccialetto sul suo polso svanisse. Non aveva bene idea di
cosa avesse in mente la ragazzina che gli aveva parlato, ma non aveva altre
alternative che provare e ricominciò a correre, provocando il suo avversario -
Che c’è? Hai paura di toccarmi adesso? - Lyon corse per un buon pezzo, prima
che Racer spezzasse tutte le sue speranze, frantumando il suo scudo di ghiaccio
con il semplice uso del suo coltellino. L’impatto lo scagliò a terra e soltanto
per un colpo di fortuna, Lyon non si ritrovò dall’altra parte di un dirupo. Ma
visto come stavano le cose, morire in un modo o nell’altro non faceva più
alcuna differenza. Per un attimo Lyon pensò di essere davvero stato sconfitto,
ma il suo pensiero durò solo per un attimo, poi una freccia di ghiaccio ed una
sfera di cristallo colpirono Racer in pieno dietro la schiena. Per qualche
istante ci fu solo polvere e detriti che volavano da tutte le parti, poi quando
l’aria si schiarì Lyon capì con piacere che la loro strategia, qualunque essa
fosse, aveva funzionato e che il mago degli Oracion Seis ormai era fuori
combattimento, mezzo svenuto a terra. Sherry, Gray, Ultear e Meredy lo
raggiunsero subito dopo. La ragazzina aveva il mantello coperto di brina; Lyon
non poteva nemmeno immaginare che in quei brevi istanti di contatto avesse
condiviso lo stesso gelo che aveva provato lui.
-
L’ho capito subito quando ti ho colpito per la prima volta col mio Link. Io
posso capire molte cose sulle altre persone. - Cominciò Meredy, lasciando
subito dopo la parola ad Ultear - La tua magia non ti rende più veloce. Ha
soltanto il potere di ridurre la capacità dei tuoi avversari di percepire il
tempo e questo li rallenta. Per di più la tua magia ha un raggio d’azione
limitato. È davvero una sfortuna che ti sia capitata un’avversaria che come me
conosce Arc of Time. Adesso. - Ultear tese una mano in direzione del mago
raggomitolato a terra, minacciandolo con la sua sfera di cristallo - Ho alcune
domande da farti. Se mi rispondi come si deve potrei anche decidere di
lasciarti andare. -
-
Ma che stai dicendo ... - Racer non sembrava nemmeno più in grado di rimettersi
in piedi, ma non per questo era disposto a cedere - Gli Oracion Seis non
possono essere sconfitti! Sono come sei demoni! Sei pilastri che non possono
cadere! Non vi lascerò vincere! - Fu soltanto allora che il mago si rimise di
scatto in piedi, sfilando dalla giacca un candelotto di lacryma esplosiva e si
gettò senza pensarci due volte contro la sua avversaria. Ultear avrebbe potuto
spazzarlo via facilmente, dato che adesso i poteri di Racer erano praticamente
azzerati, ma non riuscì lo stesso a colpirlo. L’unica cosa che sentì fu la voce
del mago che gridava - La mia preghiera ... Volevo essere più veloce di tutti!
- Poi un mostruoso serpente di ghiaccio saettò fuori dal nulla, afferrandolo tra
le fauci e gettandosi oltre il dirupo. Ci fu un’esplosione ed una voluta di
fumo nero oscurò l’aria per un lungo istante, coprendo così col suo manto
l’orribile fine del primo degli Oracion Seis. Ultear riuscì a stento a scorgere
uno strano bagliore azzurrognolo tra i fumi dell’esplosione, poi si girarò con
aria indignata, puntando due occhi di fuoco sul mago che l’aveva appena privata
della possibilità di indagare su Tartaros e il resto della Balam Alliance, una
delle ragioni più importanti per cui era lì. A colpire era stato Lyon sul quale
adesso c’erano appuntati anche gli sguardi scioccati di Gray e Sherry.
-
Ma sei pazzo? - Il ragazzo gli fu subito addosso strattonandolo per un braccio
- Lo hai ammazzato! Che cosa raccontiamo adesso a quelli del Consiglio? -
-
Si è ammazzato da solo. - Concluse Lyon liberandosi dalla presa e girandosi in
direzione di Ultear - E poi con Crime Sorcière in giro possiamo sempre dare la
colpa a loro. -
- LYON! - Ma Gray venne messo a tacere da uno
spintone. Il suo rivale adesso aveva occhi solo per Ultear
-
Qual è il tuo nome per esteso? -
-
Perché ti interessa tanto saperlo? Non ti conviene immischiarti con la mia
gilda più del necessario. -
-
RISPONDIMI SUBITO! HO SENTITO COME TI HA CHIAMATO LA BAMBINA PRIMA! ULTEAR NON È
COSI’? Io conosco quel nome! -
-
Ti sbagli. -
-
Mi sbaglio? Quante Ultear ci possono essere a questo mondo? È Ultear Milkovich,
giusto? -
Al
suono di quel cognome Gray sgranò gli occhi, ma l’interessata continuò a
fingere di non saperne nulla. Aveva sperato fino all’ultimo di non essere
riconosciuta anche se quelli erano gli apprendisti di sua madre.
-
Tu sei la figlia di Ur! -
-
Non conosco nessuna Ur, temo che tu ti stia sbagliando di grosso. -
-
Impossibile! - Tagliò corto Lyon con un gesto stizzito - Io conosco la storia:
la figlia di Ur era nata con un potere fortissimo, che interagiva con il tempo
delle cose attorno a lei. Ma siccome quella magia con cui era nata era troppo
forte, non faceva altro che stare male e soffrire di febbri terribili. Pur di
salvarla Ur la affidò ad un gruppo di ricercatori del Consiglio. Purtroppo
neanche le loro abilità furono sufficienti. Ur pensava che fossi morta! E tu
invece eri con Crime Sorcière? -
-
Lyon ... sei sicuro di quello che dici? - Ma Gray venne zittito ancora.
-
Ur non sapeva che quelli a cui aveva chiesto aiuto erano degli impostori! Io ho
visto la disperazione di quella donna quando ha scoperto la verità! Ha sofferto
tantissimo per quello che è accaduto ma è rimasta una persona giusta! È morta
da eroe per fermare il demone che quegli stessi impostori avevano risvegliato e
tu la ripaghi così? Macchiando il suo onore? Diventando un’assassina? - E a
quel punto Ultear non ci vide più e non riuscì a trattenersi oltre, nonostante
la mano di Meredy che cercava di trattenerla per un lembo del vestito - Hai un
bel coraggio a parlarmi così dopo aver tentato di riportare in vita Deliora! -
E
anche se Lyon si aspettava una sua confessione quel grido lo ammutolì per lo
stupore.
-
Io so quello che hai fatto Lyon e meriteresti di essere anche tu sulla lista di
Crime Sorcière ma per fortuna ci ha pensato il tuo amico Gray a farti tornare
alla ragione prima che fossi io, aprendoti la testa in due con questa stessa
sfera. Conosco anche da sola la storia di mia madre e non ho bisogno che due
sciocchi come voi me la ricordino, possibile che dobbiate costringermi tutti
quanti a pensare a lei??? - Quando Ultear smise di gridare aveva quasi il fiato
corto. Per anni aveva pensato che sua madre l’avesse abbandonata, ma quando
aveva finalmente avuto accesso alle carte dell’archivio del Consiglio e aveva
letto la vera storia ... Era allora che si era fatto difficile resistere alla
disperazione. Si era domandata molto a lungo che cosa fosse successo se le cose fossero
andate diversamente. Aveva dovuto lavorare molto per superare il dolore.
-
Quindi tu sei davvero ... - Gray non riuscì ad aggiungere altro prima che la
maga lo interrompesse con un gesto irritato - A quanto pare qui conosciamo
tutti quanti qualcosa sugli altri. Ma è meglio che lo teniate per voi se non
volete che il Consiglio, piuttosto che per ringraziarvi per la morte di Racer, vi
sbatta davvero in cella per complicità con una gilda oscura. Abbiamo condiviso
solo un frangente di una missione insieme, ma questo è quanto: non ci rivedremo
mai più. - Tuttavia, prima che Ultear potesse dirigersi di nuovo verso la
foresta e sparire per sempre, portandosi Meredy dietro, una voce molto
familiare le riecheggiò per la testa, stabilendo un contatto telepatico. - Non dovete assolutamente uccidere gli
Oracion! Prendeteli vivi! - Era Jellal che stava parlando.
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Capitolo 20 *** Riavvolgere il tempo ***
Riavvolgere il tempo
In
caso vi stesse domandando qual è il conto in sospeso tra Zero e
Ultear, c'è un flashback per spiegarlo. Buona lettura!
Riavvolgere il tempo
Kinda lose your sense of time
'Cause the days don't matter no more
All the feelings that you hide
Gonna tear you up inside
You hope she knows you tried
Follows you around all day
And you wake up soaking wet
'Cause between this world and eternity
There is a face you hope to see
You know where you've sent her
You sure know where you are
You're trying to ease off
But you know you won't get far
And now she's up there
Sings like an angel
But you can't hear those words
And now she's up there
Sings like an angel
Unforgivable sinner
(Unfogivable sinner - Lene Marlin)
Ormai era trascorsa qualche settimana dopo i terribili eventi di
Shirostune ed adesso la notte era scesa di nuovo, profondamente sul Regno di Fiore.
Erza ed il suo gruppo di amici aveva trovato rifugio in un vecchio edificio
abbandonato lungo la costa. In passato i pescatori dovevano averlo usato per
riporre le reti e l’intero posto era ancora impregnato dell’odore del sale e
del pesce. Il soffitto era decrepito e bucato, il pavimento fatto di terra
battuta ma era pur sempre meglio della cella in cui erano abituati a stare
nella Torre del Paradiso.
Erza stava dormendo come sempre stretta
accanto a Jellal; il ragazzo le teneva un braccio attorno alla vita. Non
importava quanto la giornata fosse stata difficile o quali terribili avventure
avesse dovuto affrontare, averlo così vicino la calmava sempre. Ma quella notte
Erza non riusciva lo stesso a dormire bene. Forse era colpa del suono delle
onde che si infrangevano sulla battigia e che le ricordavano il mare che si
increspava sugli scogli giù dalla Torre. Forse era colpa delle stelle luminose
che occhieggivano attraverso le travi marce del soffitto. Forse del pavimento
duro e freddo. Forse di tutte queste cose insieme.
Alla fine, Erza si rassegnò aprendo l’unico
occhio che le rimaneva. Aveva tolto la benda che aveva tenuto per settimane, ma
il suo occhio destro ormai era chiuso da una grossa cicatrice. Non riusciva
nemmeno ad aprirlo e non lo sentiva nemmeno più.
La ragazzina si guardò un po’ intorno nella
stanza. Hoteye dormiva pacificamente abbracciato ad un vecchio pezzo di legno,
Wally accanto a lui con le mani incrociate sul petto, stava rigido e steso come
un morto nella tomba. Kagura era poco più in là, con la testa appoggiata sul petto
del fratello. Simon russava. Millianna invece era raggomitolata in un angolo
proprio come avrebbe fatto un gattino e Sho stava steso per terra con le
braccia e le gambe spalcante come una stella. Ma Ultear non c’era.
Erza si alzò con uno scatto, per controllare
meglio la stanza ed il suo movimento improvviso finì per svegliare anche
Jellal; quando il ragazzo le chiese cosa stava succedendo la sua voce era
ancora roca e impastata.
- Ul non c’è. - Sussurrò piano Erza per non
svegliare e non allarmare anche gli altri, ma mantenere la voce bassa quando
era necessario gestire un Jellal mezzo addormentato, forse era impossibile.
- Non è quella vicino ad Hoteye? -
- Hai ancora due occhi e ci vedi peggio di
me? - Il sibilo di Erza riportò definitivamente il ragazzo alla realtà e, dopo
essersi sfregato un po’ il viso, anche Jellal si mise a sedere. - Forse è
uscita: la porta è socchiusa. -
Era vero ed Erza non esitò un solo istante a
precipitarsi fuori, saltellando tra i compagni per non pestarli e senza nemmeno
curarsi se Jellal le stesse venendo dietro oppure no. Lei e Ultear si
conoscevano da poco tempo, ma la ragazzina venuta dal nord aveva conquistato
già tutta la sua simpatia. Aveva più autostima di Wally e Kagura messi insieme,
sapeva tenere testa a Jellal meglio di lei, era intelligente, senza modestia e aveva
qualcosa di magnetico quando sorrideva. In realtà Erza pensava che fosse
impossibile non amare Ultear ed ormai la considerava a pieno titolo parte dei
suoi amici. Si preoccupava per lei, esattamente come faceva per tutti gli altri
e per questa ragione, non appena ne scorse la figura in riva al mare, non fece
altro che correrle incontro.
- Ul, che ci fai qui? -
Quando la ragazza si girò, Erza notò subito
che aveva gli occhi lucidi ma Ultear si affrettò a sfregarli per nascondere il
fatto che stesse piangendo. Erza avrebbe voluto chiederle che cosa c’era che
non andava ma venne zittita da uno splash assordante e una raffica di spruzzi.
Mentre cercava di rincorrerla, Jellal aveva finito per colpire un sasso con un
piede ed era precipitato indecorosamente in acqua. Davanti a quella scena lei ed
Ultear scoppiarono immediatamente a ridere e così forte che soltanto per un
puro caso non finirono per svegliare tutti i loro compagni. Jellal per tutta
risposta si mise a sedere, senza nemmeno spostarsi dall’acqua, incrociando le
braccia e girando la testa con aria imbronciata. - Ah - ah! Ridete pure! E io
che mi ero preoccupato per voi! -
- Sei adorabile Jelly! - Anche se fino ad un
attimo prima Ultear stava piangendo adesso l’unica cosa che le rigava le guance
erano lacrime dovute al troppo ridere. Erza stava ridendo così forte che ci
mise qualche istante per calmarsi e riprendere a respirare normalmente, ma era
ancora preoccupata per l’amica e non esitò oltre a chiederle perché non era con
gli altri dentro a dormire.
- Hai avuto un incubo? - Azzardò la ragazza,
ma Ultear scosse la testa - In realtà stavo pensando. -
- Pensavi alla tua famiglia? - Continuò ad
azzardare Erza perché quando si erano incontrate la prima volta l’altra ragazza
le aveva detto di essere scappata di casa. Ultear non confermò né smentì la
cosa, limitandosi a dare un calcio alla sabbia bagnata - Nha, tanto te l’ho
detto: nessuno mi sta cercando. -
- È questo il problema? Vorresti che
qualcuno venisse? - Questa volta fu Jellal a parlare.
- Nemmeno. Tanto se venisse sarebbe di
sicuro qualcuno che non voglio vedere. -
Jellal lanciò anche lui un sospiro, senza sapere
bene come continuare. Per fortuna fu Ultear ad interrompere il silenzio,
avvertendo improvvisamente il bisogno di parlare.
- Lo
sapete? Io sono cresciuta in un laboratorio. -
La sua dichiarazione catturò subito
l’attenzione tanto di Erza, quando di Jellal.
- Ma in un certo senso ero una prigioniera proprio
come la Torre per voi. Con me non c’erano i miei genitori, ma solo dei maghi. -
Ultear non aveva mai raccontato la sua storia a nessuno per paura che qualcuna
delle informazioni così rivelate, potesse portare di nuovo quegli uomini sulle
sue tracce. Ma Erza, Jellal e gli altri ragazzi che aveva incontrato, le
avevano raccontato la loro storia e sentiva di poter ricambiare in un certo
senso il favore. - Studiavano i miei poteri e mi hanno insegnato come usarli. Mi
hanno insegnato anche altre magie ma non erano uomini buoni, per loro ero solo
un’espirmento. E il loro capo era il peggiore di tutti! Si faceva chiamare Zero
e ogni volta che mi vedeva non faceva altro che ripetermi che ero fortunata ad
essere stata accolta da lui, perché mia madre mi aveva abbandonata e buttata
via non appena aveva scoperto della mia magia. Diceva che mia madre era
un’esperta nelle arti del ghiaccio e che si era infuriata quando aveva scoperto
che non avevo ereditato i suoi poteri. Mi diceva anche che se fossi diventata
abbastanza brava mi avrebbe preso a lavorare con lui e che non avrei dovuto più
sentirmi sola. Diceva che potevo chiamarlo padre, ma io non volevo stare con
lui. Non gli ho mai creduto! - Ultear sottolineò il concetto tirando un altro
calcio alla sabbia - E così un giorno, quando lui non era in giro, sono
scappata mettendo a ferro e fuoco tutto il laboratorio. Avevo solo il nome che
mi aveva dato Zero ... - Confessò - Ma mi misi lo stesso a cercare mia madre e
chiedi di qua, chiedi di là ... Alla fine l’ho trovata. - Ultear si fermò per
un attimo, come per riprendere fiato; tutto l’atteggiamento spavaldo che
l’accompagnava ogni giorno era sparito. - Ma quando sono arrivata lì ho capito
che in realtà Zero aveva ragione. Mi sono nascosta dietro agli alberi e ho
visto che ormai mia madre aveva già preso due apprendisti con cui sostituirmi e
che stava insegnando loro come manipolare il ghiaccio. Avrei vuluto prenderla a
schiaffi, ma ero così arrabbiata che alla fine sono corsa via senza dire una
parola. Non verrà mai a cercarmi ... - Concluse Ultear - L’unico che potrebbe
venire è Zero e non voglio vederlo neanche da lontano! -
Ascoltando la sua storia di abbandono e di
dolore, Erza non potè resistere alla tentazione di stringerla forte in un
abbraccio. Ultear la lasciò fare, ricambiando la stretta e premendole la faccia
contro la spalla.
- Non preoccuparti, Ul. - La rassicurò anche
Jellal, ancora seduto nel bel mezzo della battigia - Adesso non sei più sola
perché fai parte del nostro gruppo e ti prometto che se Zero dovesse azzardarsi
ad avvicinarsi a te lo spazzerei via con un colpo solo! - Mentre lo diceva e
sollevava un pugno con aria bellicosa, Jellal era ancora un ragazzino inzuppato
d’acqua di mare che non avrebbe fatto paura a nessuno, ma Ultear si sentì lo
stesso rassicurata dalle sue parole. Non sapeva che con gli anni sarebbe
diventato il suo master e il suo migliore amico e non poteva ancora immaginare
quanto Erza e gli altri sarebbero diventati importanti per lei: la famiglia che
aveva sempre desiderato.
Quella prima volta sulla spiaggia fu solo un
piccolo assaggio di quello che Ultear avrebbe dovuto affrontare crescendo e
conoscendo meglio il suo passato.
Ormai erano trascorsi anni da quella sera e
già molti mesi da quando Erza aveva deciso diinfiltrarsi a Fairy Tail. Era lì
che la ragazza aveva conosciuto Gray e ascoltato la sua storia, scoprendo
inaspettatamente quanti punti di contatto avesse con quella della sua vecchia
amica Ultear. Avrebbe potuto contattarla grazie alla piccola lacryma che le
aveva regalato, ma vista la delicatezza dell’argomento le aveva chiesto di
incontrarsi da vicino. Aveva preso la prima missione che le era capitata a tiro
e con quella scusa si era allontanata dalla gilda. Le due si erano incontrate
in un anonimo pezzo di foresta non troppo lontano dalla città e, come la volta
precedente, Jellal le aveva seguite.
Erza le raccontò quello che aveva scoperto
grazie a Gray: in realtà la madre di Ultear non l’aveva mai abbandonata. Sin da
quanto aveva pochi mesi di vita, la bambina aveva manifestato un potere magico
così alto e incontrollabile da intossicarla. Ultear era stata vittima di febbri
terribili e la madre aveva provato disperatamente a chiedere aiuto ad un centro
di ricerca direttamente affiliato al Consiglio che si trovava non molto lontano
dal villaggio in cui vivevano. Si trattava dello stesso laboratorio e degli
stessi maghi che l’avevano tenuta prigioniera per anni. Così come avevano
ingannato Ultear, avevano ingannato anche la madre, facendole credere che la
piccola fosse morta per poterla usare per le loro ricerche. Quando la Ultear
era scappata, aveva raggiunto la madre ed aveva scoperto che aveva due nuovi
apprendisti, la donna in realtà pensava di averla già persa per sempre. Ma la
parte peggiore della storia era un’altra. Poche settimane dopo la fuga di
Ultear, sua madre aveva perso la vita, sacrificandosi per fermare un terribile
demone che stava devastando le terre del Nord: Deliora, lo stesso mostro che
aveva distrutto la famiglia di Gray e che forse era stato lo stesso centro di
ricerca a riportare in vita con i suoi esperimenti.
Quelle notizie colpirono Ultear con la
stessa forza di una pugnalata al cuore. Erano semplicemente troppo per lei,
così tanto che la prima reazione della ragazza fu quella di non crederci, poi
di gridare che era tutto falso e infine scoppiare in lacrime e scagliarsi contro
la sua stessa amica. Erza venne colta così alla sprovvista da non riuscire ad
evitare il suo spintone e Jellal così tanto di sorpresa da non riuscire nemmeno
a bloccare l’altra prima che usasse uno dei suoi incantesimi di teletrasporto e
sparisse nel nulla, nonostante i suoi poteri lo rendessero molto più veloce di
lei. Erza si ritrovò quindi seduta in mezzo all’erba, ammutolita per lo stupore
e per il dolore che provava in mezzo al petto: un misto per lo spintone che
aveva ricevuto e per la stretta al cuore che le aveva provocato vedere l’amica
in quello stato.
Jellal la lasciò subito dopo, rassicurandola
che si sarebbe occupato lui in persona di cercare Ultear e di riportarla alla
ragione, ma Erza passò comunque i giorni successivi aspettando invano notizie
da lui e da Crime Sorcière. Spesso stringeva inutilmente e in silenzio la
lacryma che le era stata regalata, sperando di essere contattata dall’amica.
Sapeva che scoprire la verità doveva essere stato molto doloroso per lei, ma
non poteva fare a meno di pensare che rinchiudersi nella rabbia e nel dolore
non era la scelta giusta. Se solo Ultear avesse potuto parlare con Gray, se
solo avesse potuto vincere i suoi pregiudizi ed incontrarlo ... Forse entrambi
avrebbero trovato un po’ di sollievo sostenendosi l’uno con l’altra. Ma Erza
sapeva anche che questo pensiero era pura utopia e che sventuratamente non c’era
alcun modo per realizzarlo.
Quando le due amiche si incontrarono finalmente
per una seconda volta, ormai era passata più di una settimana dal loro scontro.
Era sera ed Erza aveva appena fatto ritorno nella sua stanza al dormitorio di
Fairy Tail. Pensava da tempo di fittare o compare un appartamento tutto per
lei, ma non aveva ancora raggiunto la somma desiderata.
Erzai era già richiusa la porta alle spalle,
quando accese la luce e scoprì di non essere sola.
- ULTEAR! -
Era un bene che le altre stanze fossero
ancora vuote e che nessuno potesse sentirla gridare. La ragazza se ne stava
rannicchiata sul letto con le ginocchia strette al petto ed un pezzo di carta
raggrinzito tra le mani. Stava singhiozzando e quando Erza le corse accanto non
esitò un solo istante a stringerla forte.
- Avevi ragione! - Fu la prima cosa che le
disse Ultear - Avevi ragione tu! Scusa se non ti ho creduta subito! Ho letto le
sue carte: c’era scritto tutto! Tutta la mia storia! Il Consiglio aveva
raccolto un sacco di file su mia madre e Deliora! Ma non solo quelli ... - Per
un attimo Ultear si morse le labbra, attanagliata dalla rabbia. - Ci crederesti
mai? Zero lavorava per loro! Quel laboratorio era davvero affiliato al
Consiglio! È tutta colpa loro se ci hanno divise! Colpa loro se quel mostro è
tornato in vita! Oh, ma io un giorno lo troverò quell’uomo! Troverò Zero e lo
strangolerò con le mie stesse mani! -
Erza provò a sussurrarle qualcosa per
calmarla ma le lacrime di Ultear non sembravano fermarsi più: erano come un
fiume in piena. - Ho sbagliato tutto! Ho sbagliato tutto nella mia vita! Se
solo le fossi corsa incontro invece di credere alle sciocchezze che mi aveva
detto Zero! Se l’avessi abbracciata e le avessi detto che le volevo bene! Se
solo potessi riavvolgere il tempo, Erza! Se solo potessi ... I miei poteri
possono controllare il tempo delle cose ma non possono niente contro quello del
mondo! Se solo potessi farlo ... -
- Se un potere del genere esistesse davvero
credo che ognuno di noi lo vorrebbe per sé. -
Prima ancora che Erza potesse trovare le
parole giuste per rispondere, qualcun altro lo fece al posto suo e quando la
ragazza alzò la testa per capire di chi si trattasse, scoprì che la finestra
della camera era stata spalancata per lasciar passare due figure incappucciate.
La più piccola si lanciò subito in mezzo a loro abbracciandole con tutta la forza
che aveva: era Meredy. L’altra invece era quella di Jellal ed era lui che aveva
parlato; entrambi dovevano aver seguito le tracce di Ultear fin lì.
- Ma noi abbiamo altre specie di poteri. -
Le spiegò il ragazzo accovacciandosi anche lui accanto a loro
- Abbiamo il potere della nostra amicizia e
anche se non possiamo più tornare indietro nel tempo, possiamo fare qualcosa in
più per affrontare il futuro insieme. Non devi preoccuparti Ultear, te l’ho già
promesso e non me ne sono dimenticato: se dovessimo anche solo incrociare Zero
lo eliminerò per te. -
- Ed anche io ti aiuterò. - Aggiunse Erza
accarezzandole dolcemente i capelli - È vero che non siamo stati insieme alla
Torre, ma è come se fossimo stati ugualmente nella stessa cella, perché
sappiamo tutti cosa significa essere prigionieri. Ci siamo giurati amicizia ed
abbiamo giurato di combattere insieme contro il male. Tu ci hai promesso di
aiutarci a cercare Tartaros, che amici saremmo se non ti promettessimo anche
noi di starti vicino nelle tue battaglie? -
Meredy sorrise senza dire una parola in più,
ma fu soprattutto grazie a quel sorriso che Ultear alzò la testa.
- Andiamo adesso. - Jellal le tese una mano
sorridendo - Hai sentito Scarlet e dovresti sentire anche gli altri! Non hai
idea di quanto ti abbiamo cercato in questi giorni! Se non ci sbrighiamo a
raggiungerli, sono sicuro che si precipiteranno qui strillando così tanto che
tutta Magnolia finirà per scoprirci. - Jellal non aveva finito neanche di
parlare che le massicce figure di Hoteye e Simon finirono per incastrarsi
entrambe nello spazio angusto della finestra mentre strillavano il nome della
compagna. Fu soltanto per miracolo e grazie ad uno strattone che Sho riuscì a
tirarli via, facendo posto anche per lui e per Wally.
- Finalmente eccoti Ul! -
- Che cosa cool rivederti! -
Ma in pochi secondi un colpo di spada li
aveva già fatti entrambi da parte per far posto ad una Kagura così furiosa da
sembrare il ritratto stesso del demonio - Ti insegno io a sparire così senza
avvisare nessuno! E senza avvisare me prima di ogni altro! - Millianna riuscì a
metterle una zampa sulla bocca giusto in tempo, sussurrando - Ragazzi, credo
che qualcuno stia arrivando davvero adesso. -
Il gruppo si scambiò qualche occhiata
perplessa, senza sapere cosa fare, prima che Ultear decidesse finalmente di
alzarsi, liberandosi dall’abbraccio di Erza e prendendo Meredy per mano.
- Grazie per esservi preoccupati per me, ma
stavo facendo solo qualche indagine segreta: ecco perché non ho potuto
contattarvi. - Il suo sguardo poi si spostò tutto su Jellal ed Erza - Promesso
allora? -
- Promesso. -
A quel punto Ultear non perse più tempo,
fece un cenno di saluto ad Erza e si infilò una mano nella scollatura per
estrarre un piccolo foglio di carta. Non appena lo gettò a terra il
teletrasporto si attivò svuotando la stanza e trascinando via anche tutti
quelli ammassati fuori alla finestra.
Anche se era rimasta di nuovo
improvvisamente da sola, Erza si ritrovò a sorridere.
Quando si scambiavano quelle promesse, nessuno di
loro sapeva ancora fossero quanto legati i loro destini e che presto o tardi le
loro preghiere sarebbero state esaudite.
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Capitolo 21 *** Stelle cadenti ***
Stelle cadenti
Ecco il secondo combattimento con gli Oracion Seis!
P.s. Lo sapete che gli Oracion Seis
compaiono anche in un altro manga di Hiro Mashima? Rave Master, quello
realizzato prima di Fairy Tail. Tuttavia i suoi componenti erano
diversi e oserei dire anche meglio.
P.s.s. Considerando il fatto che anche
l'antenato/ cugino brutto di Jellal compare in Rave Master (Sieg
Hart) ed è in combutta con gli Oracion Seis, gli ultimi capitoli
di Fairy Tail per me hanno qualcosa di nostalgico!
Stelle cadenti
L’istante
prima Lucy stava frugando in mezzo all’erba a caccia di piante medicinali per
Erza e l’attimo dopo la maga in armatura era già in piedi ed era corsa via in
mezzo alla foresta, lasciandola con un palmo di naso. Certamente era una cosa
buona che si fosse ripresa così in fretta, ma Lucy ebbe un sussulto quando
anche Wendy si alzò di scatto precipitandosi di corsa tra gli alberi con la
sola compagnia di Carla.
-
È pericoloso! Non allontanatevi! - Hibiki gridò cercando di convincerle a
tornare indietro ma senza successo.
-
Ci pensa Juvia! -
E
Lucy non ebbe nemmeno il tempo di replicare prima che un fascio d’erba le
venisse sbattuto in faccia e che l’altra maga schizzasse in mezzo alla foresta
come un geyser d’acqua impazzito. In men che non si dica lei, Hibiki ed un
Ichiya ancora svenuto, erano gli unici rimasti accanto alla villa.
-
Non azzardarti a muoverti anche tu! - Le intimò il mago di Blu Pegasus. Lucy
non riusciva a capire cosa stesse seguendo sul suo schermo magico ma doveva
essere qualcosa di particolarmente importante. Non sapeva che con i suoi poteri
stava monitorando i movimenti dei compagni nella foresta ed era pronto a
trasferire loro informazioni e consigli in ogni istante.
-
Stiamo combattendo contro gli Oracion Seis e quindi tutto può succedere. - E
quasi come se le parole di Hibiki fossero state profetiche, proprio in quello
stesso istante una copia identica a lui si precipitò fuori dalla villa,
incespicando penosamente. Era coperto di ferite ed aveva un’aria terrorizzata
mentre gridava - Via di lì Lucy! -
La
ragazza non ebbe nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo, prima che
il nuovo arrivato l’afferrasse per una mano cercando di strattonarla.
-
Lucy quello è un falso! - Anche il primo Hibiki gridò ma invano. Quel semplice
momento di distrazione fu abbastanza per fargli perdere il controllo dello
schermo e anche la concentrazione. Il mago non si accorse nemmeno che qualcuno
era emerso dagli alberi alle sue spalle. L’unica cosa che sentì fu un dolore
lancinante alla schiena, prima di ritrovarsi letteralmente in ginocchio, con un
lungo pugnale piantato tra le scapole. Lucy riconobbe subito la nuova arrivata
ma non riuscì a reagire prima di ritrovarsi bloccata nella morsa del falso
Hibiki, con un braccio serrato attorno al collo ed una mano torta dietro la
schiena. Quella che era appena comparsa sulla scena, era la stessa donna di
poco prima: Angel, la maga degli Oracion Seis.
-
Ahaha! Quanto sono sciocche le gilde legali! - Ridacchiò la donna facendosi
avanti. - Sono così abituate a combattere secondo le regole, che non si
aspettano colpi bassi! E pensare che io non mi sono mossa di qui un solo
istante! Ho dovuto semplicemente aspettare l’occasione più propizia per
colpire! -
Lucy
provava un certo disgusto per quella donna dal tono arrogante e altezzoso che
stava avanzando verso di lei a grandi passi, ma sapeva che si trattava di un
avversario pericoloso e non poteva farsi confondere dalla rabbia. Quando il
primo clone li aveva attaccati all’inizio della missione, Gajeel aveva detto
che non era umano. Ma se non era umano di cosa si trattava?
-
Prendile le chiavi e poi eliminala. -
Non
appena sentì quel comando Lucy reagì d’istinto, cercando di liberarsi dal falso
Hibiki e di difendere i suoi spiriti, ma ancora prima che potesse provare a
divincolarsi qualcosa colpì il suo nemico in piena fronte, costringendolo a
mollare la presa. Lucy avrebbe giurato che si fosse trattato di un proiettile
ma non si preoccupò di accertarsi di cosa fosse accaduto, incespicando via per
raggiungere il vero mago di Blu Pegasus, che ormai aveva quasi perso i sensi a
causa della vistosa emorraggia. Lucy estrasse rapidamente una delle sue chiavi
dal mazzo. A seguito del colpo il clone di poco prima era tornato alla sua
forma originaria, quella di una coppia di strani esserini verdi. Angel invece
era stata costretta a fare un salto indietro per evitare una carta da gioco
tagliente come un rasoio, che si era conficcata a terra ad un passo da lei. Ai
margini della foresta si erano appena materializzati due misteriosi personaggi:
uno con la pelle scura ma i capelli chiari, l’altro con una faccia spigolosa ma
vestito in maniera impeccabile, quasi un boss di altri tempi. Lucy non sapeva
che quelli erano Sho e Wally, arrivati lì per darle manforte, ma sussultò per
lo spavento quando si accorse che impressi sul mantello di uno e sulla cravatta
dell’altro c’erano i marchi di Crime Sorcière che le aveva fatto vedere Levy.
-
So cosa hai fatto Angel e questo non ti qualifica come una brava ragazza. -
Cominciò Wally puntandole una mano contro, come se fosse stata una pistola. La
sua reazione scatenò un piccolo attacco di risa a Sho - Oh, non essere così
severo! Pensavo che ti piacesse un certo tipo di ragazze! -
-
Mi piace portarle ad una serata galante e passeggiarci sotto le stelle, non
doverci combattere contro. - Anche Wally si lasciò sfuggire un sorriso -
Arrenditi bellezza, non costringerci a diventare cattivi. -
La
reazione di Angeli li sorprese tutti: la maga scoppiò a ridere a squarciagola -
Dei tizi come voi non possono sconfiggermi! Gemi e Mini trasformatevi nella
ragazza! -
-
Ferma dove sei! -
-
Caelum! - Ma quando Wally sparò non riuscì a colpire il bersaglio perché Angel
lo anticipò sfilando a sua volta una chiave d’argento. Al suo richiamo uno
strano oggetto metallico, si frappose fra lei e gli avversari come uno scudo,
deviando i proiettili. Le pallottole magiche di Wally rimbalzarono da tutte le
parti.
Ge
- mi - ni e una chiave d’argento ... Lucy
ci mise un po’ a processare che quello in cui si trovava non era un
incubo ma la realtà e che anche la sua avversaria era una maga celeste. Poi le
venne d’istinto evocare finalmente il nome di Locke e l’ex mago di Fairy Tail
apparve immediatamente al suo fianco. Nel frattempo, mentre Sho e Wally
continuavano a tirare carte e proiettili contro Angel, sperando di colpirla,
Gemini aveva già assunto l’aspetto di Lucy.
-
Locke non farti ingannare! È un clone! -
-
Ma che stai dicendo? - Replicò lo spirito dei gemelli come se niente fosse -
Non lo vedi chi è quella vera? - E sotto gli occhi scioccati di Lucy, sollevò
anche lui una chiave d’oro identica a quella del leone. - Forza, adesso torna
da me. - Quando Locke mosse il primo passo in avanti, Lucy pensò con orrore che
il suo avversario potesse davvero controllare i suoi spiriti, ma per fortuna
dovette ricredersi, quando Locke, arrivato abbastanza vicino per colpire,
sferrò un pugno in pieno viso allo spirito, costringendolo a riprendere di
nuovo la sua identità - Sei davvero un imbecille se pensi di ingannarmi!
Nessuno conosce la mia Lucy meglio di me! -
-
Locke ... - La ragazza sentì solo allora Hibiki che, steso accanto a lei,
sussurrava il nome dello spirito. Pensava che lo conoscesse, perché lo aveva
già visto a Fairy Tail e che fosse confuso perché non sapeva che in realtà si
trattava uno spirito, ma quello che il mago aggiunse subito dopo la lasciò
letteralmente senza parole. - Lui era con Karen, perché lo hai tu adesso? -
Karen
era la maga che aveva posseduto in precedenza la chiave di Locke e che aveva
perso la vita in un incidente a causa dell’ostinazione dello spirito del leone,
che si era rifiutato di rispondere ai suoi ordini e l’aveva abbandonata,
impedendole di evocare altri spiriti per difendersi. Era lei la causa per cui
era stato bandito dal mondo delle stelle.
-
Locke è un mio amico ed è diventato anche un mago di Fairy Tail. - Provò a
spiegare sinteticamente Lucy. Intanto, dopo una breve schermaglia, Locke aveva
avuto ragione di Gemini, costringendo Angel ad aprire un nuovo portale. La maga
non sembrava affatto turbata e continuava a tenere testa a tutti gli avversari
- Ti ho detto che non hai speranze contro di me! Apriti porta dell’ariete:
Aries! -
Questa
volta Locke fece un passo indietro. Al richiamo di Angel era apparso un nuovo
spirito, dalle sembianze di una delicata ragazza con paio di corna ricurve ed
un vestito fatto di soffice lana.
-
A ... A ... ARIES! - Strillò questa volta Hibiki, facendo trasalire di nuovo
Lucy - Karen non si separava mai da lei! Sei stata tu, maledetta! - Lucy non si
aspettava una reazione simile e non riuscì a fermare il mago prima che si
alzasse di scatto e scagliasse uno dei suoi incantesimi in direzione di Angel.
L’unica reazione che ottenne fu quella di vedere il suo attacco bloccato da un
muro di lana. Lo spirito di Aries continuava a scusarsi e a scusarsi per quello
che aveva fatto, ma non poteva evitare di eseguire gli ordini della sua
padrona.
-
Ancora ti alzi in piedi? Sparisci dalla mia vista! - Ed a quel punto Angel
ordinò a Caelum di colpire: lo spirito si trasformò in una nuova specie di
dispositivo e scagliò un raggio d’energia dritto in direzione di Lucy e Hibiki.
-
Sho metti i feriti al sicuro! - Ordinò Wally senza nemmeno pensare. Sho aveva
l’abilità di intrappolare ciò che desiderava nelle sue carte ed in quel modo
non solo poteva spostare facilmente oggetti e nasconderli, ma poteva anche
proteggere gli altri. Tuttavia le carte che Sho aveva tirato nella loro
direzione si andarono ad infrangere insieme al raggio di Caelum contro la
barriera magica di Hibiki.
-
Vi sto cercando di fare un favore! State fermi! -
-
SEI STATA TU! - Continuò a strillare il mago di Blu Pegasus come impazzito. -
Le hai preso anche le altre chiavi, vero? Scorpio per esempio! -
-
Ci tieni a vederlo? - Ribatté Angel, confermando i suoi sospetti. Questa volta nella
sua voce c’era finalmente una punta di rabbia e di panico. - Se preferisci che
sia lui ad eliminarti basta chiedere! - E così come aveva appena detto, la maga
sostituì lo spirito dell’ariete con quello dello scorpione, un essere a metà
tra un uomo e una macchina, che ricordava molto il famoso insetto. - Scorpio!
Caelum attaccate! -
-
Locke! - Lucy non riuscì ad urlare altro, implorando il suo amico di fare
qualcosa. Hibiki, non esitò oltre a lanciare un nuovo colpo ed anche Sho e
Wally si affrettarono a sparare. Il risultato di tutti quegli incantesimi che
collidevano tra loro fu un’unica grande esplosione, che per qualche istante
minacciò di scagliare tutti i contendenti tra gli alberi. Per un po’ ci fu solo
polvere e detriti che volavano per aria, poi quando la nuvola cominciò a
dissolversi, il risultato si fece evidente. Né il colpo di Scorpio, né quello
di Locke, né quello di Hibiki, né i proiettili di Wally, né le carte di Sho
erano andati a segno, ma Caelum sì. Lo strano spirito era stato sbalzato via
dall’esplosione e si era andato a conficcare con uno dei suoi bordi acuminati
come una lama, tra la spalla ed il petto della sua stessa proprietaria. Un
tragico, imprevedibile incidente aveva appena segnato la fine della carriera
criminale di Angel. Nemmeno lei riusciva a crederci, a giudicare
dall’espressione stupefatta stampata sulla sua faccia. Le sue ultime parole
furono qualcosa di simile a: “La mia
preghiera ... Volevo diventare un angelo ...” Poi Caelum e Scorpio svanirono e
la maga si accasciò a terra senza opporre altra resistenza. Per un breve
istante il suo corpo si illuminò, poi la luce la lasciò come se fosse stata una
stella che si spegneva.
-
È finita. - Nemmeno Hibiki riuscì a dire altro prima di crollare a sua volta.
Locke si limitò a scuotere la testa. Lucy invece non riuscì a pronunciare
nemmeno una parola e per istinto si prese la faccia tra le mani. Quella era la
prima volta assisteva ad una scena tanto cruenta in vita sua.
-
Un estremo peccato. - Commentò perfino Wally sfilandosi il cappello in segno di
rispetto - Non siamo nemmeno riusciti a scambiare una parola sull’argomento che
ci interessava. Riposa in pace, Angel. - Poi si affrettò a fare cenno a Sho di
seguirlo - Andiamo dagli altri. - Il secondo mago aveva lo sguardo fisso su
Lucy. Annuì, ma prima di andarsene si avvicinò a lei, inginocchiandosi giusto a
qualche passo per mostrarle una delle carte del suo mazzo: era completamente
bianca. Il gesto, riscosse improvvisamente Lucy costringendola a fare un salto
indietro. Ma accanto a lei c’era ancora Locke, pronto a colpire chiunque avesse
rappresentato una minaccia.
-
Prendila. - Le suggerì Sho - Puoi usarla per metterci il tuo compagno, così nel
frattempo non continuerà a perdere sangue. - Ma Lucy non accennò minimamente a
prendere l’oggetto, continuando a fissarlo con un’espressione di puro terrore.
-
Non darle quella carta: non la prenderà. Lascia che siano i compagni ad
aiutarsi tra loro. - Wally sottolineò quell’ultimo concetto assestando un
calcio al povero Ichiya che era rimasto svenuto fino ad allora nonostante il
trambusto. Il mago ruzzolò un po’ più in là spalancando finalmente gli occhi,
ma non ebbe molto tempo per capire cos’era successo prima che Sho e Wally gli
passassero accanto, sparendo tra gli alberi. Gli toccò battere per un paio di
volte le palpebre, prima di orientarsi e di scorgere la figura del compagno
steso tra l’erba. A quel punto Ichiya non esitò oltre a precipitarsi accanto a
lui e a Lucy, frugandosi istericamente tra le tasche - Dov’è? Dov’è? Eccolo!
Annusa, svelto! - Il mago non perse altro tempo a stappare una piccola boccetta
e a metterla sotto il naso d’Hibiki, strappando il pugnale che aveva ancora
conficcato tra le scapole. L’effetto fu letteralmente miracoloso e non solo la
perdita di sangue si fermò all’istante, ma la ferita stessa si rimarginò come
se nulla fosse. Il suo sguardo poi si spostò sulla sagoma di Angel, ma il mago
scosse la testa, intuendo subito che nemmeno più i suoi profumi magici potevano
funzionare. - Non so cosa sia successo. - Ammise
Ichiya - Ma pare mi sia perso un bel po’ di roba. Quella donna era pericolosa:
appena l’ho vista ho capito che sarei stato sconfitto ma ho usato giusto in
tempo i miei profumi, se non l’avessi fatto a questo punto ci sarei stato io al
posto suo. E poi chi erano quei due tizi? -
- Karen
... - Sussurrò Hibiki senza rispondere alla sua domanda - È stata l’unica donna
che abbia mai amato, benché mi abbia sempre trattato come spazzatura. Le ho
provate tutte per dimenticarla, ma è strano: non ci sono ancora riuscito. -
Ichiya lo fissò senza capire, ma le sue parole attrassero di nuovo lo sguardo
lucido di Lucy - Ti prego prendi tu le sue chiavi ... Fa qualcosa per quei
poveri spiriti ... Karen era bella e crudele, ma Angel non era di meno ... -
Poi chiuse gli occhi e si addormentò pacificamente, ormai troppo esausto per
fare altro.
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Capitolo 22 *** Incubi a mezzanotte ***
Incubi a mezzanotte
Midnight
è invece quello che amo di più tra gli Oracion Seis. Se
fossi stata una degli Oracion avrei scelto anche io la stessa
preghiera: "Volevo solo dormire un po' in più."
Incubi a mezzanotte
What's wrong with me?
Why do I feel like this?
I'm going crazy now
Throw on your brake lights, you're in the
city of wonder
Ain’t gonnna play nice, watch out you might just go under
Better think twice, your train of thought will be altered
So if you must falter be wise
Your minds is in disturbia, it's like the
darkness is light
Disturbia, am I scaring you tonight?
(Disturbia - Rihanna)
Erza
stava ancora correndo in direzione del fascio d’energia oscura, che aveva
scorto innalzarsi in lontananza sulle cime degli alberi, quando ad un certo
punto notò che in mezzo all’erba c’era qualcosa o meglio qualcuno. La maga
rallentò il passo fino a fermarsi accanto alle figure di Ren ed Eve di Blu
Pegasus. I due ragazzi avevano perso conoscenza ed erano completamente coperti
di ferite: sembrava quasi fossero incappati tra gli artigli di un mostro, ma
per fortuna respiravano ancora. Avevano sicuramente bisogno di soccorso, ma se si
fosse fermata ad aiutarli avrebbe mancato la sua preda. In più non c’era molto
che potesse fare per loro: non conosceva nessuna tecnica di magia bianca. Erza
si costrinse a distogliere lo sguardo e a riprendere la caccia, evocando una
spada e camminando questa volta più lentamente e con più attenzione. I due
maghi svenuti erano il segno che qualcuno degli Oracion Seis si trovava nelle
vicinanze, proprio come aveva sospettato fin dall’inizio.
Pian
piano l’energia oscura attorno a lei si fece più forte e così densa da togliere
il respiro. Il luogo da cui si stava liberando era una piccola radura, in mezzo
alla quale una serie di rovine diroccate emergeva dal terreno. L’energia si
innalzava verso l’alto come fumo, ma a quanto pare il sigillo che la bloccava
non era stato ancora completamente rotto. Accanto al fascio oscuro c’era
infatti un ragazzo dall’aria sinistra con le mani tese davanti a sé ed intento
a lavorare sull’opera. Aveva delle labbra sottili e scure e la pelle
incredibilmente pallida. I suoi capelli invece erano per metà neri e per
l’altra di un colore argento e artificiale.
Erza si schiacciò con la schiena contro un
albero per osservare meglio la scena, ma prima ancora che potesse decidere cosa
fare la voce di quel ragazzo la fece sussultare per la sorpresa.
-
Ti sento. So che sei in mezzo agli alberi, non ti nascondere da me Erza
Scarlet. -
A
quelle parole la maga non riuscì più a trattenere un sorriso e si fece avanti,
lasciandosi la copertura degli alberi alle spalle. Questo rendeva le
presentazioni più semplici.
-
Capelli rossi, aria fiera. - Continuò il ragazzo tenendo le mani sempre tese
verso il fascio d’energia. - Come una fata che danza tra le fiamme. Ti ho vista
molte volte nei miei sogni. -
-
Voi degli Oracion Seis siete proprio ben informati. - Ammise Erza per nulla
turbata da quella dichiarazione maniacale - Ma anche io conosco qualcosa di te.
Tu sei il figlio di Brain, il master della tua gilda. -
-
Tutti noi siamo figli di Brain, anche se nessuno lo è per davvero. - Continuò
il ragazzo - Lui è quello che ci ha raccolti e ci ha salvati dall’inferno quando
ci sembrava che non ci fosse più alcuna speranza. È per questo che non posso
deluderlo. - Soltanto allora il ragazzo si decise a girarsi verso di lei,
muovendo una mano nella sua direzione - Sparisci. Prima finisco questo lavoro,
prima posso tornare a dormire. - Erza non ebbe nemmeno il tempo di capire cosa
stesse facendo prima che la spada che stringeva tra le mani si avvitasse su sé
stessa, torcendosi come una vite. La maga staccò rapidamente le mani, lasciando
cadere l’arma a terra ma l’attimo dopo una sferza d’energia la investì torcendo
tutto quello che c’era attorno a lei: dall’aria, agli alberi, al terreno. Erza
venne sbalzata parecchi metri indietro e ben presto si ritrovò letteralmente
schiacciata dalla pressione della magia, a terra e col respiro mozzato. La sua
stessa armatura si stava ribellando contro di lei, stringendola come una pressa
e togliendole l’aria. Per fortuna prima che fosse troppo tardi un raggio trapassò
la foresta accanto a lei, costringendo il suo avversario ad abbassare la mano
per evitarlo. Un paio di stivali scuri ed un lungo mantello nero le passarono
accanto e senza nemmeno bisogno di alzare la testa, Erza capì che erano
arrivati rinforzi.
-
Chiudi l’occhio sinistro. -
La
maga si concesse ancora un istante per riprendere aria, prima di fare come le
aveva suggerito Jellal, ma non appena chiuse l’occhio capì perché era così
importante che lo facesse. La sua spada giaceva ad un passo di distanza ancora
intatta in mezzo all’erba. Nemmeno lei si era mossa e tutta la foresta attorno
era praticamente identica a prima.
-
Che potere ammirabile che ha questo ragazzo. - Continuò Jellal, dandole il
tempo di recuperare la spada e di rimettersi in guardia. - Crea illusioni. È un
vero peccato che su di me e Scarlet non funzionino. Tu devi essere davvero il
più sfortunato degli Oracion Seis. Nessuna delle nostre prede è mai riuscita a
scappare, ma tu non puoi nemmeno affrontarci! -
Il
loro avversario però non sembrava affatto turbato; si limitò a sbattere un paio
di volte le palpebre, studiando il simbolo appuntato sul mantello di Jellal,
prima di sussurrare - Crime Sorcière ... Uno stregone oscuro e una fata
insieme? -
-
È qui che ti sbagli. - Gli fece notare ancora Erza - Anche io sono una strega.
Io e Jellal siamo sempre stati insieme. -
-
Erza e Jellal ... Jellal ed Erza ... - Il ragazzo soppesò per un po’ i loro
nomi sulla punta della lingua prima di illuminarsi - Ma certo! È vero! Ho visto
anche questo nei miei sogni! -
-
Questo tizio è davvero un povero pazzo. - Jellal sollevò di nuovo una mano
preparandosi a colpire ancora, ma venne fermato di colpo da una risata
agghiacciante - Vi ho visti alla Torre del Paradiso! -
-
Cosa? -
-
È vero! Eravate sempre insieme fin dall’inizio! - Continuò il mago - Ma come Jellal,
hai perso la memoria? Non ti ricordi di me? Midnight! Come fai a non ricordarti
di me quando sei tu quello che mi ha dato questo nome? -
Questa
volta il mago spalancò gli occhi per lo stupore ma al suono di quel nome anche
Erza fece altrettanto. Quando era arrivata alla Torre aveva notato da subito
che c’erano altri bambini nelle celle del suo stesso piano, ma non era mai
riuscita ad entrare in contatto con nessuno di loro. Jellal era stato più
caparbio di lei, ma si era arreso a sua volta dopo un certo numero di
tentativi. Tra tutti c’era una ragazzino, così debole e denutrito che
approfittava di ogni momento di sosta per dormire e recuperare le forze. Jellal
lo aveva soprannominato Midnight per cercare di attirarne l’attenzione, ma non
era valso a nulla. Ad un certo punto il ragazzino era sparito e loro lo avevano
dato per morto. Non era una cosa inusuale tra i prigionieri della Torre, ma a
quanto pare Midnight era ancora vivo e vegeto davanti a loro.
-
Midnight ... - Ripeté Jellal, ridotto improvvisamente senza parole.
-
Tutti noi degli Oracion Seis veniamo dalla Torre del Paradiso! - Continuò
Midnight infliggendo un’altra stoccata con le sue rivelazioni - Se avessimo
saputo prima che anche Crime Sorcière veniva da lì! Magari Brain avrebbe potuto
allearsi con voi! -
-
Noi non ci alleiamo con nessuno! - Erza impugnò più saldamente la spada,
scuotendo il compagno con la sua voce. In realtà, nemmeno lei riusciva a
credere a quello che aveva appena sentito - Specialmente con qualcuno che vuole
prendersi Nirvana! Jellal coprimi le spalle! - Ed a quel punto la maga non
aggiunse altro gettandosi contro l’avversario con la spada in pungo. Questa
volta Midnight non poteva più ingannarla con le sue illusioni, ma quando Erza
tirò un fendente contro di lui la spada deviò ugualmente la sua traiettoria,
spostandosi bruscamente verso destra.
-
Scarlet non attaccarlo da sola! -
-
Volete Nirvana tutto per voi? -
Per
un attimo la voce di Jellal e quella di Midnight si sovrapposero, ma Erza
mantenne ugualmente la concentrazione, evocando una seconda spada e tornando a
colpire. Per la seconda volta le sue armi cambiarono traiettoria. Il suo
avversario non era soltanto capace di illusioni quindi: doveva avere un altro
potere.
-
Non posso permettervi di prendere Nirvana. Mio padre potrebbe arrabbiarsi se
fallisco questa missione. - Ma questa volta prima che Midnight potesse tendere
di nuovo una delle sue mani e colpirla con qualcuna delle sue strane tecniche,
fu Jellal quello a mettersi in mezzo. Una sferza d’energia magica lo investì in
pieno, scagliandolo parecchi metri più indietro, questa volta disintegrando per
davvero la foresta e tutto quello che la componeva. Anche Erza venne
parzialmente travolta dall’attacco e costretta ad indietreggiare, ma si accorse
subito che, nonostante avesse preso il colpo in pieno, Jellal era ancora in
piedi. Si era coperto a stento con le braccia ed adesso aveva un ghigno
diabolico stampato in faccia. Erza conosceva bene quell’espressione: era quella
che segnava davvero l’inizio dell’operazione. Nessun avversario era
sopravvissuto mai abbastanza, dopo aver irritato Jellal fino a quel punto.
-
E quindi la tua magia non è solo una questione di illusioni. - Ridacchiò il
master di Crime Sorcière - Tu hai l’abilità di distorcere lo spazio! Ecco
perché modificando la luce puoi creare delle immagini! Oh, Midnight vediamo
cosa può fare la tua magia contro il potere di uno come me! -
L’istante
dopo l’intera radura venne invasa dalla luce e da un’energia bianca e rovente;
l’aria stessa sibilò per l’improvviso innalzamento della temperatura. Erza fu
costretta a coprirsi nonostante l’attacco non fosse diretto contro di lei ed in
quel frangente di un bianco accecante, la maga percepì chiaramente come uno
scoppio alle sue spalle. Il sigillo di Nirvana che si trovava in quel punto si
spezzò all’istante e l’energia che conteneva saettò verso l’alto come un flash
oscuro prima di sparire nel nulla. Oh, stavano facendo un ottimo lavoro ad
aiutare gli Oracion Seis ... Ultear non aveva spiegato a Jellal di fare
attenzione?
L’attimo
dopo fu Midnight quello ad essere scagliato in mezzo agli alberi ma, grazie
alla sua abilità di distorcere lo spazio, il mago riuscì letteralmente a
disintegrare ogni ostacolo attorno a lui, atterrando senza subire alcun danno.
Quando Jellal provò ad attaccare di nuovo il suo colpo venne deviato
facilmente, distruggendo un altro pezzo di foresta. Erza non poteva stare oltre
lì ferma a guardare. Il loro avversario si meritava davvero il titolo di
Oracion Seis, ma lei e Jellal erano in maggioranza e se avessero unito le loro
forze lo avrebbero eliminato rapidamente.
-
Danzate spade! -
Midnight
non si fece cogliere impreparato, deviando rapidamente tutta la sua pioggia di
lame. Erza non esitò lo stesso a gettarsi contro di lui con altre due spade in
pugno. - Non hai ancora capito che attaccarmi da sola o in gruppo non ti
porterà alla vittoria? -
-
E tu non hai capito che il tuo destino è già segnato? L’unica speranza che hai
per convincermi a risparmiati è dirmi dove si trova Tartaros! - Ognuno dei suoi
colpi di spada cambiava traiettoria come se scivolasse su un muro invisibile e
Midnight indietreggiava a passo di danza.
-
Tartaros? Non l’ho mai vista nemmeno nei miei sogni più fantasiosi. -
-
Come fate ad essere nella stessa Balam Alliance e a non sapere nemmeno chi
sono? -
-
È Brain quello che si occupa di queste cose. Se vuoi informazioni chiedi a lui.
- E fu allora che Midnight puntò un dito contro di lei e tutta l’aria attorno
ad Erza si contorse, generando inaspettatamente un violentissimo vortice. Jellal
riuscì a bloccare l’attacco di Midnight ma la maga venne ugualmente colpita e
sbalzata indietro; l’unica cosa che le riuscì di fare fu quella di tirare una
delle sue due spade addosso al nemico per la frustrazione. Ma Midnight la
schivò come se nulla fosse, piegando la testa di lato. Come accidenti potevano
fare al colpirlo? Un momento ... Perché aveva schivato la spada? La sua magia
... La sua magia aveva un punto debole!
Erza
si sforzò di rimettersi in piedi senza farsi notare, mentre Jellal teneva
sottotorchio per lei l’avversario ed in mezzo alla foresta devastata detriti
schizzavano da tutte le parti. Se aveva intuito bene come stavano le cose
allora poteva battere Midnight, se aveva sbagliato i suoi calcoli ... Oh,
allora non voleva nemmeno pensarci.
-
Scarlet ha detto bene un attimo fa, Midnight, se non vuoi fare una brutta fine
dacci le informazioni che stiamo cercando su Tartaros. - Continuò ad intimare Jellal,
cogliendo il movimento della sua compagna con la coda dell’occhio e facendo del
suo meglio per distrarre l’avversario.
-
Quante volte ve lo devo dire? Nessuno di noi sa nulla di Tartaros! E se anche
sapessi qualcosa ... Di certo non lo direi a voi! Spiral Pain! - Un altro
vortice scosse la radura, mirando dritto contro Jellal ma si interruppe quasi
di colpo.
-
Avevamo provato ad avvertirti. -
Un
colpo secco alle spalle, il più sleale di tutti. Non era di certo una mossa
degna di un cavaliere, ma in realtà Erza non aveva mai veramente sognato di
diventarne uno.
-
La tua magia ha un punto debole: puoi distorcere lo spazio, ma solo un punto
alla volta. -
Midnight
riuscì a stento ad abbassare lo sguardo sulla lama affilata della spada che gli
sporgeva dal petto, prima che Erza la sfilasse di nuovo con uno scatto. Il mago
fece un passo avanti, barcollando per il contraccolpo. - La mia preghiera ... Volevo
solo dormire un po’ in più. - Ma non riuscì a dire altro prima di crollare al
suolo senza vita.
Improvvisamente
e a dirotto, aveva cominciato a piovere sul luogo dello scontro, ma non le
importava niente di quello strano fenomeno. - Allora riposa per sempre in pace,
Midnight. Mi dispiace di non essere riuscita a salvarti prima, ma avevamo
provato ad avvertirti anche alla Torre. - Erza mosse la spada con un colpo secco,
per liberarla dal sangue. Lei e Jellal riuscirono a scambiarsi giusto uno
sguardo prima che il corpo di Midnight iniziasse a brillare. Fu un breve
istante ma poi la luce lo abbandonò, dissolvendosi nell’aria come il suo ultimo
respiro. Che cosa era appena successo?
-
Un sigillo ... - Sussurrò Jellal, colto leggermente alla sprovvista. Ed un
sigillo così potente che per attivarsi richiedeva il prezzo di una vita non
prometteva nulla di buono. Anche Erza lo capì, strillandogli subito di ordinare
a tutti di fare attenzione.
-
Ascoltatemi! - Il mago si portò rapidamente due dita alla tempia, sfruttando
tutte le abilità telepatiche di cui disponeva per contattare il resto di Crime
Sorcière. - Non dovete assolutamente
uccidere gli Oracion! Prendeteli vivi! -
Al
suono della sua voce Sho e Wally furono i primi a rispondere. “ Mi dispiace ma
il nostro obiettivo ha già raggiunto gli angeli. ” Commentò Wally; lui e il
compagno si erano allontanati solo qualche metro dal luogo dello scontro. “E subito
dopo uno strano sigillo si è liberato dal suo corpo.” Aggiunse Sho,
costringendo Jellal a serrare un pugno.
“
Lo stesso vale per Racer. ” Confermò Ultear “ Appena ha capito che era stato
battuto si è tolto la vita per la vergogna. ”
“ Brain ce lo abbiamo vivo.” Confermò invece
la voce di Simon strappando a Jellal un gesto d’esultanza.
“
Ma abbiamo qualche problemino con Jura.”
Chi
mancava all’appello?
-
Kagura! Millianna! Mi sentite voi due? - Strillò Jellal, cercando
disperatamente di ottenere risposta, ma senza successo. Non riusciva a
raggiungerle.
-
Lascia perdere Kagura! - Gli gridò Erza - Non può sentirti! Quando combatte
stacca i contatti col mondo! Io vado a cercare Millianna prima che sia troppo
tardi! Non è da lei rimanere in silenzio! Tu vai dagli altri! -
-
Hoteye, Simon resistete! Sto venendo da voi! - E Jellal non aggiunse altro
prima di staccare la comunicazione e di seguire il suggerimento di Erza, correndo
via con lei sotto la pioggia.
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Capitolo 23 *** La donna della pioggia ***
La donna della pioggia
Entra
in scena il sostituto di Hoteye negli Oracion Seis ed entra in scena
anche Juvia che è uno dei personaggi di Fairy Tail che amo di
più, mi piacerebbe avere la stessa magia! Ma se proprio potessi
scegliere credo che la Storm Magic sarebbe quella giusta per me! Mi
piacerebbe anche il potere di sdoppiarmi oppure del teletrasporto.
Qual'è invece la magia che preferireste voi ?
La donna della pioggia
Wendy
si precipitò subito dietro ad Erza, offesa all’idea che avesse preso le sue
informazioni senza degnarsi nemmeno per un istante di contraccambiarla. Ma non
fece nemmeno in tempo a chiedere a Carla di mettere le ali e di aiutarla che
finì per perderla di vista. L’attimo dopo sentì la voce di Juvia che le
ordinava di fermarsi. Wendy ebbe poco meno di un secondo per provare a
distinguere la scia lasciata da Erza nell’aria e per indicare alla sua amica la
direzione in cui svoltare. Ben presto però, la dragon slayer finì per perdere
anche l’ultima pista che aveva. Adesso l’aria era così contaminata dall’energia
oscura di Nirvana, che non sentiva nemmeno più l’odore di Jellal e delle
persone che aveva percepito prima.
-
Wendy. - Cominciò Carla depositandola a terra. Nella loro caccia avevano appena
raggiunto la riva di un grande lago - Lo sai che farei qualunque cosa per te,
ma non sarebbe meglio tornare indietro? Il nostro compito era quello di fare da
supporto alle gilde, perché adesso vuoi incontrare a tutti i costi quest’uomo?
E poi di chi diavolo si tratta? -
-
Ma io devo vederlo! - Gridò Wendy,
continuando a fiutare l’aria con ostinazione - Forse Jellal si è dimenticato di
me, ma io non ho mai smesso di pensare a lui nemmeno per un singolo giorno.
Spero solo che non gli sia successo niente di male ... -
Carla
fece appena in tempo a lanciare un sospiro esasperato prima che un flash bianco
ed accecante illuminasse la foresta in lontananza ed un getto d’energia nera e
oscura saettasse verso l’alto, dissolvendosi tra le nuvole. Wendy colse
all’istante l’odore che quella magia portava con sé: un misto di fuoco e zolfo.
Lei conosceva perfettamente quell’essenza! Era l’odore che produceva la magia
di Jellal ma era allo stesso tempo anche l’odore che lasciavano nell’aria le
meteore che d’estate sibilavano sulla valle del suo villaggio. Una notte di
qualche anno prima, una stella cadente si era schiantata a tra le alture sopra
Cait Shelter e Wendy aveva chiesto a Carla di portarla sul posto a curiosare.
Aveva trovato un enorme cratere ma al suo interno soltanto un piccolo sasso
fumante. L’odore della meteora le era rimasto impresso, così come non era più
riuscita a dimenticare la scena. Si era chiesta a lungo come avesse fatto un
sasso così piccolo a provocare un danno di quelle proporzioni. Ma era in quello
stesso periodo che aveva finalmente associato le cose ed aveva realizzato quale
fosse la vera natura del potere del suo amico: qualcosa di terrificante e
devastante allo stesso tempo.
-
Che cosa è stato? - Si domandò Carla guardando in lontananza ma quando Wendy
ricominciò a correre, qualcosa saettò rapidamente fuori dagli alberi, serrandola
saldamente tra le braccia: si trattava di Juvia.
-
Non hai sentito cosa ti ha detto il mago di Blu Pegasus? È pericoloso qui
fuori! Dobbiamo tornare indietro! Subito! - Wendy non si aspettava di essere
fermata e la sua prima reazione fu quella di scalciare e urlare. Carla invece
sfoderò gli artigli, pronta a darle manforte. Per un attimo Juvia fu tentata di
bloccarle entrambe in una bolla d’acqua e di riportarle indietro soltanto
quando fossero state prive di sensi, ma non fece in tempo.
Un
turbine abbastanza forte da scuotere tutta la foresta le investì in pieno
increspando il lago. Il cappello cosacco che Juvia indossava ogni giorno le
volò via dalla testa, lasciando scoperti i suoi lunghi capelli blu e mossi.
-
La tempesta sta arrivando! - Sospeso sulla superficie del lago c’era un uomo
dall’aria spiritata. Aveva la testa e la schiena coperte con un mantello nero,
ma il suo corpo tatuato e scheletrico era quasi tutto in mostra. Era armato di
una grande falce ed anche se Juvia non aveva fatto in tempo ad ascoltare che si
trattava di Grim Reaper, non occorreva molto per capire che fosse uno degli
Oracion Seis. - Cobra ha mancato l’obiettivo. Io non manco mai! - Ridacchiò il
tizio, continuando con le sue minacce - Uccidere è la mia specialità! - E poi
calò la falce. Wendy non riuscì nemmeno a capire cosa stesse succedendo prima
di essere ributtata indietro e di ritrovarsi a terra, praticamente addosso a
Carla. Poi l’unica cosa che la investì fu una pioggia di spruzzi. Juvia si era
messa tra lei ed il loro avversario, parando il colpo grazie all’acqua del
lago. Per tutta risposta Grim Reaper si lasciò sfuggire una risata maniacale -
Ero venuto qui per distruggere un sigillo! Ma questo è più divertente! -
-
Tocca la piccola amica di Juvia e te ne pentirai. - Wendy non aveva mai visto
un’espressione così furiosa, stampata sulla faccia di una donna, eppure le
donne di Cait Shelter avevano tutte un qualcosa di primitivo e selvaggio. - Hai
fatto un grosso errore Oracion Seis a provocare Juvia. Sarebbe stato meglio se
fossi finito tra le grinfie di Zaref piuttosto che le sue! - L’istante
successivo la pioggia si abbatté sulla foresta con furia inaudita. Grim Reaper
poteva controllare con la sua magia il vento a la tempesta, ma Juvia aveva il
controllo su tutta l’acqua del lago. Ben presto l’intera zona si trasformò nel
fronte di un uragano, con venti fortissimi, turbini e onde che andavano a
sbattere da ogni parte. Anche Wendy, grazie alle sue abilità di sky dragon
slayer poteva controllare il vento, ma quel potere sembrava molto oltre le sue
possibilità: non aveva mai visto nulla del genere. Non aveva mai visto nemmeno
qualcuno così abile nel manipolare l’acqua!
-
Andate subito via di qui! -
Carla
non aveva di certo bisogno di sentirselo dire da Juvia. La gatta evocò
rapidamente il suo paio d’ali magiche ed afferrò Wendy per le spalle cercando
di trascinarla via, nonostante i venti avversi. Purtroppo Grim Reaper scorse
immediatamente la sua mossa. - Non mi scapperete! Emera Beam! -
Carla
non riuscì a cambiare traiettoria per evitare l’attacco, Wendy non fece in
tempo nemmeno ad azzardare un incantesimo per deviarlo, ma per fortuna Juvia
era ancora lì a coprirle le spalle. Acqua schizzò dappertutto e parte del
turbine scagliato dal mago degli Oracion Seis, raggiunse ugualmente Wendy e
Carla, mandandole a sbattere tra gli alberi. La ragazzina fu costretta a
mordersi la lingua per non gridare per il dolore, ma le sue ferite potevano
aspettare. Siccome anche lei era un’esperta di magia del vento, sapeva che un
attacco di quelle proporzioni le avrebbe fatte a pezzi se le avesse colpite in
pieno, ma qualcuno aveva assorbito l’onda d’urto al posto loro. Quando Wendy si
girò, la voce le venne meno per l’orrore: la barriera d’acqua, che Juvia aveva innalzato
per difenderle, era stata completamente disintegrata e con essa era stato
spazzato via anche il braccio destro della maga.
-
AAHAAH! - La risata di Grim Reaper fu l’unica cosa che riecheggiò sotto la
pioggia - Col prossimo colpo mi prenderò anche il resto! -
-
Ne dubito. - Juvia chiuse gli occhi per un breve istante ed un fiotto d’acqua
sgorgò subito dopo dalla manica strappata del vestito, ricostruendo l’arto
d’accapo. - Juvia è fatta d’acqua. Puoi farla a pezzi quante volte desideri, ma
non riuscirai comunque a batterla! - Quando la maga riaprì gli occhi ormai
tutto il suo corpo stava rilasciando una sottile coltre di vapore - Smettila di
farla arrabbiare! - Il suo attacco successivo travolse Grim Reaper come un’onda
bollente, facendo sfrigolare tutto quello con cui entrava in contatto.
-
Che cos’è questa donna? - Annaspò Carla, togliendo le parole di bocca Wendy. - È
un demonio! -
-
Nya! I demoni sono molto peggio. -
La
ragazzina e la sua compagna si girarono di scatto. Accovacciata dietro di loro,
mezza nascosta da un tronco d’albero c’era una figura incappucciata con un
lungo mantello nero. Una lunga coda da gatto ondeggiava dietro di lei. Non si
erano accorte del suo arrivo, ma Wendy percepì immediatamente che addosso aveva
un odore molto familiare ...
-
Sei un’amica di Jellal? -
Millianna
sgranò per un attimo gli occhi, colta alla sprovvista, ma poi sorrise cambiando
completamente il soggetto del discorso - Sono venuta qui per catturare
quell’uomo. Vuoi aiutarmi? -
Wendy
si concesse ancora un istante per studiare il sorriso enigmatico di Millianna,
prima di annuire, nonostante Carla che le gridava di non ascoltarla. Se quella
ragazza aveva addosso l’odore di Jelall, allora voleva dire che poteva fidarsi,
anche se Wendy non riusciva a capire perché nessuno volesse darle informazioni
sul suo vecchio amico.
-
So usare magia di supporto e conosco anch’io le tecniche del vento, anche se
quel tizio sembra molto più forte di me. Che cosa devo fare? -
-
Vediamo ... - Millianna fece schioccare la lingua mentre rifletteva sul
problema e seguiva lo scontro tra Juvia e Grim Reaper. - Usa la tua magia di
potenziamento su di me. Puoi darmi un po’ di vento per aumentare la gittata dei
miei attacchi? - In mano adesso le si era materializzata una strana corda.
-
Non lo fare Wendy! Non conosci nemmeno questa donna! - Ma gli appelli di Carla
caddero nel vuoto, Wendy voleva contribuire anche lei allo scontro ed aiutare
la maga che la stava proteggendo. - Solo un colpo però. -
-
Me lo farò bastare. -
Non
appena Wendy tese le mani un leggero alone azzurro le avvolse e l’energia si
trasferì rapidamente a Millianna. La ragazza sorrise ancora di più, sentendo
quel nuovo flusso di potere scorrere nel suo corpo. Le dispiaceva un po’ per
aver usato una ragazzina così ingenua per i suoi scopi, ma la missione veniva
prima di tutto.
Quando
Millianna saltò fuori dalla copertura degli alberi e Grim Reaper e Juvia si
accorsero della sua presenza, ormai era già troppo tardi. Le corde magiche che
la maga usava per combattere serrarono quello degli Oracion Seis in una stretta
micidiale, costringendolo a mollare la presa sulla sua fidata falce.
-
Adesso usa l’acqua per stordirlo! -
Nonostante
Juvia non avesse mai visto Milliana decise anche lei di fidarsi e di seguire il
suo consiglio, intrappolando rapidamente l’avversario in una bolla d’acqua.
Bloccato in quel modo Grim Reaper sembrava inerme, non poteva usare le mani per
evocare nessun incantesimo, eppure non era così. Al suo richiamo le nuvole di
tempesta sospese sopra il lago si riversarono su di loro, con la forza di un
tornado, rilasciando scariche elettriche dappertutto. L’effetto fu devastante e
per un attimo sembrò che il colpo avesse distrutto ogni cosa. Anche il sigillo
che Grim Reaper stava cercando nelle profondità del lago si ruppe e l’energia
oscura liberata si dissolse sparendo in alto.
Alla
fine il mago degli Oracion Seis fu l’unico a rimanere in piedi, o meglio
ridotto in ginocchio. L’acqua che lo avvolgeva aveva fatto da conduttore
elettrico ed i fulmini prodotti dal suo attacco avevano finito per colpire
anche lui. - Gli Oracion Seis ... Ahaah ... Gli Oracion non perdono mai ... -
Stava farneticando.
Juvia
era stata spazzata via dal colpo e aveva perso conoscenza, la pioggia causata
dai suoi poteri, si era improvvisamente fermata. Anche Wendy e Carla erano
state sbalzate via ed ora giacevano svenute una accanto all’altra. Perfino
Millianna era stata colpita, ma non abbastanza da essere ridotta al tappeto.
-
Gli Orac! - Fu allora che le corde che Grim Reaper aveva ancora addosso si
strinsero, mozzandogli il fiato.
-
Non perdono mai? - Lo canzonò Millianna, nonostante anche per lei fosse molto
difficile reggersi in piedi.
-
Se non vuoi essere spazzato via, dimmi subito tutto quello che sai sulla Balam
Alliance. - Ma il mago scosse la testa, dondolandosi quel poco che poteva
avanti e indietro - La mia preghiera ... Volevo che il vento mi portasse via. -
Millianna non sapeva se quel tizio fosse sano di mente o meno, non sapeva
nemmeno se le fosse riuscito di estorcergli altro prima che potesse tornare ad
attaccarla. Nel dubbio chiuse il pugno e lasciò che le corde che lo
intrappolavano lo stritolassero, spezzandogli l’osso del collo. Una strana
energia abbandonò subito dopo il corpo di Grim Reaper, ma Millianna non ebbe il
tempo di chiedersi cosa fosse perché ormai anche le sue energie avevano
raggiunto il limite. Svenne, senza riuscire a sentire la voce di Jellal che
cercava disperatamente di contattarla telepaticamente.
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Capitolo 24 *** Il drago e la spada ***
Il drago e la spada
Se dovessi fare una top ten dei
personaggi che amo di più di Fairy Tail, cinque ragazze e cinque
ragazzi, l'elenco sarebbe di sicuro questo:
1) Erza 2) Ultear 3) Juvia 4) Cana 5) Mirajane
1) Jellal 2) Natsu 3) Gray 4) Gajeel 5) Laxus.
Ovviamente anche gli altri ragazzi e
ragazze di Crime Sorcière hanno un posto speciale. Sono
curiosa di conoscere anche le vostre top ten!
Il drago e la spada
- Accidenti! Dov’è? Dov’è? Sento il suo odore qui
vicino! VIENI FUORI MALEDETTO! - Natsu si fermò giusto per un attimo per
guardarsi tutt’attorno con rabbia, ma quell’attimo fu sufficiente per beccarsi
uno schiaffo dietro la testa. A colpirlo era stato Gajeel.
- Se si trova qui vicino ... - Gli fece notare il
compagno - Credi davvero che si farà
vedere perché tu gli stai gridando di farlo? -
Subito dopo l’attacco alla villa, Natsu si era
precipitato fuori cercando di bloccare il loro aggressore. Si era portato Happy
come sempre saldamente aggrappato alla spalla, ma non si era reso conto che
anche l’altro dragon slayer l’aveva seguito. Adesso si erano allontanati molto
dalla base di Blu Pegasus ed avevano raggiunto uno dei sentieri di montagna che
costeggiava la foresta. Da quel punto lì in alto potevano vedere l’intera zona
sotto di loro.
- Chi ti ha detto di venirmi dietro, Gajeel??? -
- Pensi anche tu che sia nei dintorni? - Lily
continuò come se Natsu non avesse nemmeno parlato. Il gatto nero stava
stringendo una piccola spada delle sue stesse dimensioni, quella che spesso
portava a spasso con sé alla gilda.
- Sicuramente è qui vicino, ma questo non
significa che voglia farsi vedere. - Anche Gajeel diede uno sguardo intorno
cercando di individuare la preda e di ignorare la voce del compagno di gilda
che lo assillava. Ma Gajeel riuscì giusto a lanciare uno sguardo approssimativo
prima che un improvviso scroscio di pioggia si abbattesse su di loro. Happy
frignò che fino ad un attimo prima c’era il sole, ma il dragon slayer d’acciaio
lo mise a tacere con uno dei suoi ghigni - Quella ragazza sta andando di nuovo
di matto. -
- Di chi stai parlando? - L’unica risposta che
Natsu ottenne fu una scrollata di spalle - Onestamente sono stupito che il tuo
amico sia riuscito a batterla. Deve averla imbrogliata con qualche trucco.
Riesci ad immaginare una magia così forte da influenzare perfino il cielo? -
Benché la pioggia stessa portasse l’odore di
Juvia, Natsu non riuscì a capire che si trattava di lei perché qualcosa saettò
improvvisamente fuori dalle rocce colpendo sia lui che Gajeel con una coda più
forte di una frusta d’acciaio. I due dragon slayer vennero sbalzati oltre il
bordo del sentiero, ma per fortuna in quel momento con loro c’erano sia Happy
che Panther ed entrambi i gatti magici misero rapidamente le ali, afferrandoli
ed impedendogli di precipitare nel vuoto.
L’attimo dopo un turbine viola e tagliente li
travolse in pieno, minacciando di schiantarli tra gli alberi della foresta,
coprendoli di tagli e lividi.
- Mi stavate cercando? - Sospeso sulla schiena di
un gigantesco serpente alato dalle scaglie viola, adesso c’era Cobra in
persona, lo stesso mago degli Oracion Seis che li aveva attaccati alla villa. -
Avevo sentito che mi stavate seguendo e vi stavo aspettando! Sarete uno
spuntino perfetto per la mia Cubellios! - A quell’invito il terrificante
serpente alato scattò in avanti, minacciando di inghiottire Natsu ed Happy in
un sol boccone. I due riuscirono a schivarlo soltanto all’ultimo istante ma
quando provarono a contrattaccare, vennero nuovamente respinti da un colpo di
coda. La stessa sorte toccò a Gajeel: Cobra parò il suo pugno come se niente
fosse, serrandolo tra gli artigli. Le sue mani si erano improvvisamente
trasformate in delle terribili zampe da rettile. - I vostri attacchi non
funzionano su di me. SENTO i vostri movimenti, non avete capito? -
- Tu ... Sei anche tu un dragon slayer? - Gajeel
non riuscì a dire altro prima che Cobra gli vomitasse addosso una nuvola di gas
tossico e corrosivo. Panther riuscì a portarlo fuori gittata giusto in tempo ma
tossendo vistosamente insieme a lui. Natsu cercò di approfittare di
quell’occasione lanciandosi all’attacco dall’alto, ma anche il suo pugno venne
afferrato al volo ed il mago venne scagliato via, annaspando a sua volta in una
nuvola di veleno.
- Sento i battiti del vostro cuore e posso intuire
perfino che direzione prenderete! Non riuscirete mai a colpirmi! E adesso che
avete preso la vostra dose di veleno arrendetevi e morite! -
Né Natsu né Gajeel conoscevano la natura del veleno
di Cobra, ma non avevano bisogno di farsi spiegare le sue proprietà per capire
che doveva essere estremamente tossico. Entrambi sentivano già la testa che
girava e sia Happy che Panther facevano fatica a muovere le ali.
- E no. - Continuò Cobra - Se vi state chiedendo
quale drago mi abbia insegnato a combattere, nessun drago mi ha insegnato a
farlo. I draghi sono estinti! Ho acquistato questi poteri perché Brain ha
impiantato una lacryma nel mio corpo! -
Gajeel, digrignò i denti, stupito del fatto che la
magia di Cobra arrivasse fino a quel punto, ma almeno questo spiegava perché
quel farabutto conosceva delle tecniche simili alle loro. Natsu invece si
concesse lo stesso un sorrisino diabolico - Non è saggio svelare i propri
trucchi, nemmeno quando si pensa di avere la vittoria in pugno. - Anche se lui ed
Happy avevano respirato abbastanza veleno per esaudire i desideri di Cobra,
nessuno dei due esitò a tornare all’attacco.
- Non penserai davvero di battermi con un semplice
ruggito? - Purtroppo però Cobra aveva intuito male le intenzioni dei suoi
avversari. Si aspettava una fiammata ma quello che lo colpì fu un urlo
disumano. La voce di Natsu riecheggiò sotto la pioggia come un rombo di tuono,
costringendolo a coprirsi le orecchie con le mani: il suo udito era così
sensibile da non poter resistere ad una forza simile.
Quella era l’occasione giusta per contrattaccare!
I colpi di Natsu ed Happy andarono a segno un paio
di volte prima che Cobra riuscisse a difendersi e a schiantarli sulla roccia
del sentiero, ma ormai anche Gajeel aveva capito il trucco. Il dragon slayer
d’acciaio piovve sull’avversario afferrandolo saldamente tra le braccia e
trascinandolo a sua volta a terra. Panther invece, colse l’occasione per
trasformarsi ed allungare anche la spada. Il suo colpo andò a segno con
precisione sull’ala del grande serpente, tranciandola di netto e l’animale andò
a schiantarsi in mezzo alla montagna, agitandosi come un matto. Anche il gatto
nero non riuscì a resistere oltre e si schiantò a sua volta, precipitando
accanto a Natsu e ad Happy.
- CUBELLIOS! - Cobra non esitò un solo istante a
liberarsi dai detriti a scagliarsi come una furia contro i suoi avversari. Ormai
il veleno li aveva quasi paralizzati e nessuno di loro riusciva quasi più a
muoversi. Cobra avrebbe avuto gioco facile nel colpirli ma per fortuna quell’attacco
letale non li raggiunse mai ... Una macchia scura sfrecciò lungo il sentiero sotto
la pioggia e gli artigli di Cobra vennero improvvisamente bloccati da una
katana. Ad intervenire era stata una ragazza, con dei lunghi capelli scuri tenuti
indietro da un singolo nastro bianco. Indossava un mantello nero su cui
troneggiava il simbolo della C e della S con il cappello da strega. Cobra la
fissò per un istante con gli occhi spalancati, prima di fare un salto indietro
per recuperare un margine di distanza.
- Crime Sorcière ... - Cominciò il mago - Che
lieta sorpresa ... -
- So cosa hai fatto. - Annunciò invece la ragazza
senza staccargli neanche un secondo gli occhi di dosso. - E posso garantirti
che ti sei guadagnato un biglietto per l’inferno. -
Il semplice nome di Crime Sorcière fu abbastanza
perché Natsu si rialzasse di scatto e si lanciasse sul nuovo obiettivo, nonostante
gli effetti del veleno che lo rallentavano.
- Non interferire. - Ma il ragazzo non vide
nemmeno il colpo che arrivava. L’elsa della katana di Kagura lo prese allo
stomaco mozzandogli il fiato e ributtandolo indietro. A quel punto Natsu non
poté far altro che raggomitolarsi su se stesso, osservando la nuova arrivata
che si gettava contro Cobra con una precisione letale. Anche Gajeel, giaceva a
terra qualche passo più in là, nelle sue stesse condizioni.
- L’unica speranza che hai di salvarti è quella di
dirmi tutto ciò che sai sul resto della Balam Alliace. -
- È molto presuntuoso minacciarmi così! Che
diavolo vuoi che ne sappia della Balam Alliance? - Cobra sottolineò il concetto
sferrando un affondo con le sue zampe da rettile, ma Kagura lo bloccò di nuovo
con estrema facilità.
- I colpi di un dragon slayer velenoso dissolvono
tutto quello che toccano! -
- Archnemy è una katana magica. Non la fonderai
per così poco. -
Ma Cobra non intendeva demordere e passò
rapidamente alla sua arma segreta, scagliando un nuovo getto di gas velenoso.
Né Natsu né Gajeel erano stati in grado di parare il colpo, ma entrambi furono
costretti a sgranare gli occhi quando Kagura liberò la katana dalla presa di
Cobra e la roteò su se stessa, disperdendo l’intera nuvola di veleno. L’attimo
dopo l’arma andò a segno ferendo il mago degli Oracion Seis ad un braccio e poi
ad una gamba, costringendolo a rifarsi indietro. Kagura si muoveva con una
rapidità ed una precisione impressionante, sembrava quasi danzasse con la sua arma.
- Che cos’ha questa ragazza di strano? - Strillò alla
fine Cobra, ansimando per lo sforzo del combattimento ed il dolore delle
ferite. - Perché non riesco a sentire cosa pensa? - Lui non sapeva cosa stesse
accadendo, ma Natsu ormai era convinto di essersi fatto un’idea. Fino a qualche
anno prima lui, Gray ed Erza avevano passato giornate interminabili ad
allenarsi insieme ma per quanto si impegnassero non c’era nulla da fare e la
ragazza li riempiva sempre di botte. Un giorno, esasperato per l’ennesima
sconfitta, Natsu le aveva chiesto come facesse ad essere così forte e dove
avesse imparato ad usare la spada come un mercenario che aveva passato già metà
della sua vita sui campi di battaglia. La risposta di Erza lo aveva irritato
ancora di più, perché la ragazza era scoppiata a ridere e gli aveva confessato
che nessuno le aveva insegnato ad usare la spada. Le bastava prendere un’arma
in mano perché le dicesse lei stessa cosa fare, a tal punto che quando si
batteva non riusciva a sentire null’altro; per lei combattere era naturale come
respirare. Ed ecco quindi dove aveva già visto quel potere! Quello era lo
stesso potere di Erza ed era questa la ragione per cui Cobra non aveva speranze
di farla franca. Non poteva sentire i pensieri della sua avversaria, perché lei
semplicemente non stava pensando!
- Hisss! - Fu proprio quando ormai Cobra sembrava
spacciato, che il suo gigantesco serpente tornò all’attacco con un sibilo,
cercando disperatamente di difendere il padrone. Kagura anticipò di molto i
suoi movimenti e mosse la katana con estrema rapidità, ributtandolo indietro
con un grosso squarcio sull’addome. Cobra saettò a sua volta in difesa
dell’animale ma Kagura lo respinse aggiungendo una nuova ferita alla sua
collezione. La reazione del mago degli Oracion Seis le fece affiorare un
sorriso sadico sulle labbra - Sembra che questo serpente ti sia molto caro ...
- Mentre lo diceva Kagura puntò la katana in direzione dell’animale che si
dibatteva inutilmente.
- Ferma! Lasciala stare! -
- Solo se cambi idea e mi dici cosa sai sulla
Balam Alliance ... -
- Ma io ... - Cobra si rialzò barcollando. Adesso
tutta l’arroganza di prima era svanita - Io non so davvero niente! Solo Brain
ha contatti con le altre gilde! -
- Allora se è così ... - Kagura non esitò più e si
mosse come un fulmine, abbandonando il suo primo obiettivo e conficcando la sua
katana dritta in petto a Cobra. Nessuno si aspettava una reazione tanto
improvvisa, nemmeno il mago degli Oracion Seis.
- Qualche ultima parola? -
- La mia preghiera ... La voce della mia amica ...
volevo sentirla almeno una volta ... - Cobra non riuscì a pronunciare altro
prima che Kagura sfilasse la katana e lasciasse che il suo corpo precipitasse
nella scarpata oltre il sentiero. La bestia che aveva ferito ormai a morte,
intuì subito cosa era accaduto e si lanciò a sua volta nel vuoto dietro il
padrone. Il loro atterraggio venne accompagnato da un tonfo sordo e da un lieve
bagliore azzurro che sparì rapidamente, saettando in alto tra le nubi.
Ad un certo punto durante lo scontro la pioggia si
era fermata e ora sul sentiero di montagna rimanevano solo una Kagura zuppa fino
al midollo, un Gajeel ed un Panther ammutoliti, un Happy inorridito e un Natsu
furioso.
- L’hai ucciso! - Il dragon slayer di fuoco provò
inutilmente a fare forza sulle braccia per rialzarsi ed afferrare la
spadaccina, ma ricadde sul posto. - Maledetta streg! -
- Vuoi essere il prossimo? - Kagura lo costrinse a
zittirsi puntandogli alla gola la katana ancora sporca del sangue di Cobra -
Non ti rendi conto che non puoi combattere? Il veleno si è già propagato per
tutto il tuo corpo. - A quel punto però Kagura lanciò un sospiro e si infilò
una mano sotto il mantello per poi tirare un sacchetto a Natsu - Se hai proprio
voglia di continuare a combattere mangia una di quelle pillole e rialzati. -
Ma il ragazzo continuò a fissarla con rabbia senza
accennare minimamente ad accettare la sua offerta.
- Non ti fidi? - Kagura si beffò di lui con un
sorriso, prima di ripulire la katana con un movimento secco e di infilarla
nuovamente nel fodero - Non hai capito che avrei potuto eliminarti già da un
po’ di tempo? Se non l’ho fatto è solo perché avevo altri ordini, mi hai dato
anche troppo fastidio in questa missione. -
- Voi siete dei paladini della giustizia non è
così? Ve la prendete solo con i cattivi. - La canzonò Gajeel, anche se era
ridotto a sua volta in pessime condizioni.
- Sei fortunato che sia stata la mia migliore
amica a chiedere di trattenermi con la spada, perché tutti mi conoscono come la
più spietata di Crime Sorcière. -
“ KAGURA! ”
L’attimo dopo la voce di Ultear le trapassò la testa con la forza di un tuono,
costringendola a portarsi una mano alla tempia. Dopo l’annuncio di Jellal, la
maga aveva continuato disperatamente a cercare di contattarla ma era riuscita
lo stesso troppo tardi nel suo obiettivo.
- Che c’è? Ho risparmiato questi imbecilli! -
“ Sei la
solita stronza! ”
E prima ancora che Kagura potesse anche soltanto
immaginare perché la sua amica era così arrabbiata, un alone oscuro e terribile
avvolse la foresta sotto di lei. L’istante successivo un’esplosione scosse
tutta la valle spazzando qualsiasi cosa sulla sua strada. La spadaccina fu
costretta a sfoderare precipitosamente la sua katana per difendersi da una
nuvola di detriti. Natsu, Gajeel ed i loro compagni felini si ritrovarono
invece sbalzati contro la dura roccia della montagna. Per un lunghissimo ed
opprimente istante, la polvere li circondò da ogni lato, saturando l’aria, ma
quando i detriti cominciarono a depositarsi la scena sotto di loro tornò a
mozzargli il fiato. Adesso non c’era più neanche un albero, nemmeno più un filo
d’erba, nemmeno una singola cosa che portasse un ricordo di vita. L’intera
terra era stata spogliata, rivelando quello che nascondeva sotto il manto della
vegetazione: un’immensa città perduta. Vecchie rovine bianche e scheletriche,
coperte di fessure e crepe. Kagura ebbe giusto qualche istante per rimirare lo
spettacolo prima che tutto cominciasse a tremare e l’intera città si staccasse
da terra, sorretta da una moltitudine di strane zampe di pietra. Un incrocio a
metà tra una macchina diabolica ed un insetto infernale.
“ Questo è il vero Nirvana. ” Le annunciò
telepaticamente Ultear “ Ci vediamo sopra. ”
A Kagura non restò altro che annuire. Il
dispositivo diabolico si era già messo in moto e stava cominciando a camminare
sgretolando tutto quello che c’era sulla sua strada. Le sue zampe erano enormi,
gigantesche, così grandi che quando una di loro sfiorò la montagna Kagura non
esitò oltre a spiccare un salto e a sfruttarla come una rampa per risalire fino
in città. Durante i suoi allenamenti in
compagnia degli altri maghi di Crime Sorcière, aveva appreso anche un po’ di
magia gravitazionale e per lei non era affatto un problema muoversi su
superfici inclinate.
- Che cos’è quello? - Borbottò Natsu a bocca
aperta.
- Cazzo ne so. - Gajeel approfittò di
quell’istante per infilargli in gola una delle pillole che gli erano state date
e costringerlo ad ingoiare. Nonostante l’esplosione era riuscito ad afferrare
il sacchetto che gli era stato donato e a prendere già l’antidoto. All’inizio
non era sicuro che quella roba fosse davvero affidabile, ma in mancanza di alternative
aveva deciso di rischiare.
- Hei! - Natsu gridò ma non riuscì ad impedire che
Panther eseguisse lo stesso trattamento su Happy.
-
Qualunque cosa sia non sembra buona! - Gli fece notare Gajeel rimettendosi in
piedi. L’intero marchingegno li stava già superando, passando su di loro e
sulla montagna come se fosse stata un semplice sasso. - Saliamo sopra e andiamo
a controllare di persona! - Subito dopo Happy e Panther avevano già rimesso le
ali.
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Capitolo 25 *** Sei preghiere per il Nirvana ***
Sei preghiere per il Nirvana
Nonostante Jura non sia uno dei miei
preferiti, mi piace lo stesso come personaggio e mi piace molto di
più con il novo look del Grande Torneo di Magia. Prima,
onestamente, era un po' ridicolo. Intanto anche l'ultimo degli Oracion
Seis sta per cadere ... Buona lettura!
Sei preghiere per il Nirvana
Mentre
gli Oracion Seis e Crime Sorcière si scontravano l’una con l’altra,
coinvolgendo nel mezzo tutte le gilde legali, Brain, il master dei primi, stava
vagando per la Wraith Forest a caccia di sigilli da rompere. Aveva fiducia che
i suoi figliocci avrebbero portato a termine il compito che gli era stato
assegnato perché, come gli aveva insegnato, gli Oracion Seis erano come sei
demoni, sei pilastri che non potevano essere abbattuti.
Brain
aveva appena sollevato il suo bastone magico, uno strano affare con un teschio
come pomello, per distruggere il sigillo che aveva individuato, quando una voce
imperiosa lo interruppe.
-
Sembra che abbia finalmente trovato qualcuno degli obiettivi. - La sua
attenzione si spostò di colpo tra gli alberi alla sua destra: Jura stava
uscendo allo scoperto con aria soddisfatta.
-
Sei il primo uomo che si dimostra davvero contento di avermi incontrato. -
Ridacchiò Brain ma a quelle parole Jura incrociò le braccia sul petto, squadrandolo
con severità - Certo, perché ora che ti ho trovato ti fermerò e ti impedirò di
ottenere Nirvana! -
-
Tu? Impedirmi di prendere Nirvana! Ma lei già mi appartiene! -
-
E perché ci tieni tanto a prenderla? -
La
risata di Brain riecheggiò quasi per tutta la foresta, come se la risposta
fosse troppo ovvia per non vederla. - Nirvana è una magia capace di trasformare
la luce in ombra e viceversa. Non vedo l’ora di usarla sulle gilde legali e
scoprire cosa accadrà a questo paese. Sarà l’inferno! Che spettacolo! -
-
Non mi hai sentito? - La voce di Jura questa volta si alzò di tono, mentre il
mago si metteva in posizione di combattimento - Ti ho chiesto qual è il vero
motivo per cui vuoi Nirvana! Non prendermi in giro! Chiunque capirebbe che c’è
dell’altro sotto, se in ballo è un incantesimo di Zaref! -
-
Ma Nirvana non è stata creata da Zaref. - Per un attimo la dichiarazione di
Brain lasciò il mago di Lamia Scale senza parole. - Ma dopotutto non ho alcun
obbligo di spiegare i miei obiettivi ad un essere insignificante come te. -
Riprese Brain - Diventerò il giudice di luce ed ombra! Inchinati di fronte al
mio potere! - Per fortuna Jura non si lasciò cogliere impreparato, parando
l’incantesimo dell’avversario con un solido muro di roccia. I suoi poteri gli
davano la capacità di manipolare la pietra, ma non quella di sopportare
pazientemente le sciocchezze di un folle come Brain. - Che uomo problematico. -
Sospirò il mago di Lamia Scale, riferendosi al suo avversario - Non riesce
nemmeno a parlare in modo chiaro. - E l’attimo dopo Brain si ritrovò letteralmente
sbalzato via, colpito da un pugno di pietra, saettato improvvisamente fuori dal
terreno come se fosse stata una cosa viva.
-
Andiamo, fino a che non mi avrai detto la vera ragione per cui vuoi Nirvana non
ti lascerò nemmeno il tempo di respirare. - Jura mosse una mano per invitare il
suo avversario a rialzarsi e ad attaccarlo e Brain non se lo fece ripetere,
sollevando il suo bastone verso l’alto e scagliando un incantesimo, carico
d’energia oscura.
Per
qualche minuto in mezzo alla foresta non ci furono altro che fasci d’energia e
pilastri di roccia che saettavano in ogni direzione. I due maghi erano così
presi dallo scontro da non riuscire ad immaginare nemmeno che in quel modo
avrebbero finito per segnalare la loro posizione ad ospiti indesiderati.
L’unica cosa che gli interessava era quella di prevalere l’uno sull’altro, ma
Brain, nonostante fosse il master degli Oracion Seis, non poteva competere con
Jura. Alla fine il mago oscuro si ritrovò a terra, malconcio e senza fiato,
dopo essere stato colpito da un’ultima, potentissima gragnola di sassi.
-
Io ... battuto? - Ansimò Brain, mentre il suo avversario incombeva su di lui. -
Non può essere ... I sei demoni non possono essere battuti, se tutte e sei le
preghiere si dissolvono, quella persona ... -
-
Quella persona? - Lo incalzò Jura, prima di essere improvvisamente distratto da
uno strano flusso d’energia. Il mago piantò la mano destra a terra
solidificando il terreno giusto un attimo prima che Hoteye potesse liquefarlo
abbastanza da assorbire Brain. Poi mosse la sinistra nella direzione opposta,
facendo saettare in alto una sfilza di punte di roccia. La sua rapida reazione
finì per disperdere anche le ombre che Simon aveva appena evocato per
trascinare via la preda.
-
Chi siete voi? - Sibilò a quel punto Jura, costringendo i due maghi di Crime
Sorcière a farsi avanti.
-
Due messaggeri del Signore. - Gli rispose Hoteye, sorridendo con aria amabile -
Che sono venuti a prendere un povero peccatore. -
-
Diciamo così. - Gli fece eco Simon, senza tanta voglia di dare spiegazioni, ma
Jura non avrebbe mai creduto ad una sciocchezza del genere, vedendo i simboli
sui loro mantelli. - Crime Sorcière ... - Sussurrò il mago - Incredibile come
questo posto pulluli di gilde oscure. -
-
Noi non siamo malvagi. - Provò a spiegargli invano Hoteye - Siamo dei buoni
samaritani venuti ad aiutare chi ne ha bisogno. -
-
Come se vi credessi! Ditemi la verità! - E Jura mosse di nuovo una mano evocando
un altro incantesimo. Il suo pilastro di roccia si scontrò però con la mano di
Hoteye, sbriciolandosi come sabbia.
-
Non perdere tempo a parlargli! - Gli gridò Simon, passando subito all’azione -
Tienilo occupato per me! -
Ma
il ragazzone fu costretto a fare un salto indietro per evitare un masso, ancor
prima che potesse sfiorare Brain per afferrarlo. E così, tutto si trasformò in men
che non si dica in un putiferio di pietre, sabbia e ombre.
-
Fatti indietro. Il tuo potere è quello di solidificare la roccia, il mio di
ammorbidirla: potremmo andare avanti all’infinito senza concludere mai questo
scontro. Lasciaci compiere la nostra missione. Gli Oracion Seis finiscono oggi.
- Scandì Hoteye senza paura - Non abbiamo alcuna intenzione di aiutarli ma in
questo momento quell’uomo ci serve. -
Parlare
però era inutile mentre Jura continuava a sferrare ancora i suoi attacchi. Ad
un certo punto aveva cominciato a piovere ma i maghi erano così intenti a
combattere che nessuno si accorse dello sguardo stupefatto di Brain che,
disteso per terra, fissava il cielo.
Quando
Simon, provò per l’ennesima volta a catturarlo un pugno di roccia lo mandò a
sbattere tra gli alberi. Per poco la forza dell’impatto non lo stordì e fu più
per caso che per altro, che Simon si accorse di una voce familiare che gridava
nelle profondità della sua testa. Si trattava di Jellal, il suo miglior amico:
quello che ormai considerava come un fratello.
“
Non dovete assolutamente uccidere gli
Oracion! Prendeteli vivi!”
Per
un attimo il suo ordine lo lasciò senza parole, poi anche Simon si portò un
dito alla tempia, rassicurandolo “ Brain ce lo abbiamo vivo, ma abbiamo qualche
problemino con Jura.” E Jellal non gli lasciò aggiungere altro gridando di fare
il possibile per resistere e che sarebbe arrivato al più presto da loro. Simon
ebbe la sensazione di percepire la voce di Erza di sottofondo che gridava il
nome di Millianna ma poi il collegamento si interruppe così come era iniziato.
-
Facile a dirsi. - Sospirò il mago, rimettendosi precipitosamente in piedi per
schivare l’ennesimo pugno di roccia. Quella missione ormai era seriamente
compromessa: mai Crime Sorcière si era cacciata in casini simili. - Chi lo
avrebbe mai detto che ci saremmo trovati con una gilda legale a difendere il
master degli Oracion Seis? -
Quando
l’ultima goccia di pioggia toccò terra, per un attimo nessuno dei maghi ci fece
caso o almeno, nessuno tranne Brain che per tutto il tempo era rimasto immobile
a fissare il cielo.
-
Ormai è troppo tardi. -
Il
suo primo sussurro passò inosservato.
-
Gli Oracion Seis sono caduti. Non ha senso resistere oltre. -
Fu
Jura l’unico che si accorse che il mago si era messo a paralare, girandosi di
scatto nella sua direzione. Ma Brain ormai aveva già sollevato in alto il suo
bastone. Quando lo schiantò a terra il teschio e la sfera di cristallo che
stringeva tra i denti si ruppero all’istante liberando una strana luce azzurra
- La mia preghiera: volevo diventare il più potente di tutti. -
Jura,
Hoteye e Simon non fecero nemmeno in tempo a capire che cosa stava succedendo
prima che tutta la foresta si mettesse a tremare. Uno dopo l’altro i sigilli
che cospargevano la zona, col compito di trattenere Nirvana, saltarono in aria
liberando l’energia che contenevano. Per qualche istante un alone oscuro e
terribile avvolse l’intera foresta come una cappa, poi esplose spazzando via
qualunque cosa fosse sulla sua strada. Se i tre maghi non vennero colpiti in
pieno fu soltanto grazie ad uno scudo bianco e lucente, ma il bagliore
dell’esplosione li costrinse a chiudere gli occhi e nessuno di loro capì cosa fosse
accaduto finché non riuscirono ad aprili.
-
Jellal! - Simon esclamò il nome del compagno che li aveva protetti e che adesso
stava tra loro ed un uomo totalmente diverso dal Brain che avevano sconfitto
prima. Un uomo con degli occhi completamente rossi e terrificanti, quasi dei
pozzi di magma. I suoi capelli bianchi e ribelli sventolavano all’aria mossi
dalla sua stessa aura.
-
Finalmente ci incontriamo. - Jellal non riuscì a trattenere una risatina
nonostante buona parte della missione fosse fallita e Nirvana ormai fosse già
stato liberato. - Master degli Oracion Seis. Tu non sei più Brain, ma credo di conoscere
lo stesso il tuo nome in codice: Zero, non è così? - Ma il suo avversario non
lo degnò nemmeno di una risposta, muovendo una mano e scagliandogli addosso un
getto d’energia oscura.
L’intera
città sotto i loro piedi si stava già muovendo.
Mentre
Erza correva in mezzo alla foresta alla ricerca di Millianna, non sapeva quanto
Simon e Hoteye fossero in difficoltà contro Jura e Brain. L’unica cosa che
sapeva era che doveva trovare al più presto la sua amica ed aiutarla prima che
fosse troppo tardi.
Jellal
le aveva indicato la direzione in cui aveva percepito l’ultima volta l’aura
della ragazza, ma più Erza si avvicinava più la foresta le sembrava
insolitamente immobile e silenziosa. Quando la maga abbandonò finalmente la
copertura degli alberi e si ritrovò sulle rive del lago, la prima cosa che
l’accolse fu la devastazione lasciata dallo scontro con Grim Reaper. Tronchi
divelti, detriti e fango disseminavano il terreno ed in mezzo a tutto quel
caos, in mezzo all’acqua, c’era il corpo riverso del mago degli Oracion Seis.
Giaceva con la faccia rivolta verso il basso ed era evidente che per lui non
c’era più niente da fare, ma Millianna che era a qualche passo di distanza,
stesa sulla schiena, stava ancora respirando. Erza si precipitò subito accanto
a lei, scuotendola con una mano fino a che non riaprì gli occhi.
-
Eru - chan ... - Sussurrò la ragazza appena la vide - È stato un po’ difficile,
ma come vedi ho compiuto la missione. -
Vedendo
il suo sorriso, per un attimo Erza non ebbe il coraggio di dirle che aveva
fatto un errore ad uccidere il suo avversario, ma poi si costrinse a spiegarle
brevemente come stavano le cose.
-
Ce la fai a rialzarti e a metterti al sicuro? - Nel frattempo lo sguardo di
Erza era finalmente caduto sulle figure di Juvia e Carla prive di sensi, stese
accanto agli alberi dalla parte opposta in cui si trovavano loro.
-
Dov’è Wendy? - Era piuttosto strano vedere la gatta senza l’altra.
-
Chi? La bambina? - Millianna si era tirata a stento in piedi - Prima era qui. -
-
Vai ho detto! - Le sibilò Erza cercando di convincerla ad allontanarsi più in
fretta - A loro ci penso io! - Ed a quel punto si precipitò accanto alla
compagna di gilda, senza nemmeno curarsi di controllare che Millianna avesse
fatto davvero quello che le aveva chiesto. Dopo qualche scossone fortunatamente
anche Juvia aprì gli occhi, tirandosi a sedere con aria stordita. Erza lanciò
un sospiro di sollievo ma non perse nemmeno un secondo per chiederle cosa fosse
successo, fingendo di non aver ancora ascoltato la storia da Millianna. La maga
d’acqua si strofinò ancora una volta la faccia prima di cominciare - Quando sei
corsa via dalla villa, Wendy - chan ha cercato di raggiungerti. Juvia ha
provato a fermarla e a riportarla al sicuro, ma quando l’ha raggiunta uno degli
Oracion Seis ci ha attaccate. Una strana ragazza è comparsa dal nulla per
aiutarci ma poi ... - Juvia si fermò non appena si accorse che adesso il corpo
del suo avversario giaceva riverso nel lago. Erza provò inutilmente a prenderle
la testa tra le mani e a girala per impedirle di vedere la scena, ma Juvia si
liberò dalla stretta riprendendo come se niente fosse - Beh a quanto pare il
suo aiuto è davvero servito a qualcosa. -
Quella
dichiarazione così fredda lasciò Erza per qualche istante letteralmente senza
parole. Quante volte Juvia aveva già visto la morte per essere così
indifferente? Perfino lei, quando aveva visto per la prima volta qualcuno che
veniva ucciso davanti ai suoi occhi, durante l’attacco al suo villaggio, aveva
pianto per giorni ed aveva avuto gli incubi per settimane, ripensando allo
spettacolo.
-
Dov’è Wendy? - La voce di Carla riscosse entrambe. Anche la gatta si era
svegliata e rimessa sulle zampe nonostante avesse il pelo sporco e arruffato;
il suo bel vestito tutto rovinato. - Dov’è? Era qui vicino a me prima che
svenissi! Dov’è andata? L’hanno portata via? -
-
Portata via? - Ripeté Juvia guardandosi anche lei attorno.
-
No ... - Aggiunse Carla dopo qualche istante, realizzando finalmente la verità
- Deve essersi ripresa prima di tutti noi usando i suoi poteri e ... Deve
essere corsa a cercare quell’uomo! - Gridò la gatta fissando Erza dritta in
viso. Si riferiva sicuramente a Jellal ma la maga non riusciva ancora a capire
perché Wendy fosse così interessata a vederlo.
-
Dobbiamo fermarla! - Continuò a gridare Carla afferrandole disperatamente un
braccio - È in pericolo! -
-
Pericolo? - Ripeté Erza, convinta che nonostante tutto il suo compagno non
avrebbe mai fatto del male alla bambina. Carla però non si riferiva a lui - Ho
avuto una visione, prima. -
-
Sei una veggente? - Juvia le si chinò accanto per scrutarla meglio.
-
No, ma a volte vedo delle cose. - Tagliò corto la gatta - Qualcuno ha
intenzione di farle del male perché conosce troppe informazioni su Nirvana. Non
so chi sia, ma sembrava un uomo terrificante! Oh! Io non volevo nemmeno che
partisse ma lei ha insistito così tanto! Per una volta voleva rendersi utile
per la gilda! E poi quando siamo arrivate qui ... Se avessi saputo quello che
sarebbe successo! -
Erza
non aveva mai sentito parlare di un gatto con le visioni ma non aveva bisogno
di altri avvertimenti, sapendo quali pericoli si aggiravano per la foresta. Si
rialzò di scatto, maledicendo tutti gli imprevisti che continuavano a capitarle
durante quella missione ma fece nemmeno in tempo a chiedersi in che direzione
andare a cercare Wendy. L’intera foresta sotto i suoi piedi cominciò a tremare.
Uno dopo l’altro tutti i sigilli che la cospargevano saltarono in aria
liberando l’energia che contenevano. Se Erza, Carla e Juvia non furono
trascinate via dall’esplosione successiva, fu soltanto grazie alla protezione
offerta da uno scudo d’acqua.
Quando
la polvere si disperse, lasciandole di nuovo la possibilità di vedere e di
respirare le due maghe e la gatta si ritrovarono ugualmente ad annaspare senza
parole. Tutta la foresta era stata praticamente sradicata e tutto ciò che
rimaneva attorno a loro era uno spettacolo bianco e sconcertante.
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Capitolo 26 *** Il cavaliere, la morte e il diavolo ***
Il cavaliere, la morte e il diavolo
Il cavaliere, la morte e il diavolo
(Erza, Zero e Jellal) è in realtà il titolo di
un'incisione di Dürer, molto suggestiva, che mi è capitato
di vedere proprio mentre scrivevo questo capitolo. È
un'opera incredibile, magari riuscissi a disegnare così!
Sono brava con le parole ma la matita non è mai stata il mio
forte. Lo stesso vale per la musica, la amo e ne ascolto a palate ma
non so tenere il ritmo nemmeno battendo le dita sul tavolo.
Il cavaliere, la morte e il diavolo
Quando
Wendy riaprì gli occhi ciò che l’accolse fu uno spettacolo desolante. Juvia e
Carla erano stese accanto a lei ma sulle rive del lago c’erano le figure del
mago degli Oracion Seis che le aveva attaccate e della strana ragazza gatto che
le aveva aiutate. Non le occorse molto per capire che per l’uomo non c’era più
niente da fare e la ragazzina si costrinse a girare la testa con la forza.
Quelli erano inconvenienti che potevano accadere quando si affrontava una gilda
oscura, o almeno così pensava Wendy. Avrebbe fatto meglio a concentrare i suoi
poteri sulle sue compagne, ma non appena allungò le mani verso Carla qualcosa
la distrasse improvvisamente.
-
Jellal ... - Wendy saltò in piedi annusando l’aria. La scia che aveva colto era
indubbiamente quella del suo vecchio amico ma si stava muovendo velocemente e
se non l’avesse intercettata in tempo l’avrebbe persa di nuovo. Wendy lanciò un
ultimo sguardo alle compagne, implorandole silenziosamente di perdonarla, poi
si gettò tra gli alberi, correndo quanto più velocemente le riusciva di fare.
Potevano
pure essere trascorsi anni da quando lei e Jellal si erano visti l’ultima
volta, ma Wendy non era riuscita a dimenticarlo perché era soltanto grazie a
lui che si era salvata quando il drago che l’aveva allevata l’aveva
improvvisamente abbandonata. Fin da quando aveva memoria, infatti, la ragazzina
aveva vissuto nella foresta in compagnia di uno splendido drago femmina dalle
grandi scaglie bianche: Grandine. Era stata lei ad insegnarle la sua magia, le
tecniche di guarigione e l’uso delle erbe. Wendy non conosceva altro mondo se
non quello che c’era intorno alla draghessa, Grandine era la sua casa e lei
viveva e dormiva sotto le sue grandi e soffici ali. Ma uno sfortunato giorno,
sette anni prima, Wendy si era svegliata improvvisamente da sola, senza più
alcuna traccia della madre che l’aveva allevata. Si era sentita terrorizzata,
abbandonata, triste. Per alcuni giorni era rimasta ferma nello stesso punto,
attendendo invano il suo ritorno, poi quando la fame l’aveva finalmente
costretta a spostarsi, Wendy si era avventurata fuori dalla foresta. Non
conosceva niente del mondo in cui vivevano gli umani. Avrebbe potuto incontrare
qualsiasi cosa quel giorno sul sentiero, una coppia di briganti o un gruppo di
lupi, ma per fortuna era inciampata praticamente addosso ad un ragazzo con i
capelli blu ed uno strano tatuaggio sul viso.
La
piccola dragon slayer stava ancora correndo quando la foresta si mise a tremare
ed i sigilli che trattenevano Nirvana si sciolsero, liberando precipitosamente
tutta l’energia che contenevano. L’esplosione successiva la travolse in pieno e
se Wendy riuscì ad evitare il peggio fu soltanto grazie ai suoi poteri, che le
permisero di attutire l’urto.
La
ragazzina si ritrovò a tossire e ad annaspare in mezzo alla polvere, distesa
per terra. Ebbe solo pochi secondi per capire che la foresta attorno a lei era
stata rasa al suolo, prima di scorgere in lontananza un bagliore accecante:
bianco e nero che collidevano. L’odore delle meteore la raggiunse di nuovo e
Wendy non esitò oltre a rimettersi in piedi e a precipitarsi in quella
direzione, correndo tra i tronchi morti e le rovine che erano improvvisamente
emerse dal verde. Era quasi arrivata a destinazione, quando un raggio oscuro
andò a schiantarsi a pochi metri da lei, sbalzandola di nuovo a terra.
Forse
correre in quel modo incontro al pericolo non era stata la mossa migliore, ma
Wendy se ne rese conto quando ormai era già troppo tardi.
Jura
gridò il suo nome costringendola a girarsi e quando la ragazzina lo fece le
parole le vennero letteralmente meno per lo stupore. Jellal era lì. Avrebbe
riconosciuto dovunque quei capelli e quel tatuaggio, anche se quello che le
stava davanti adesso non era più un ragazzo, ma un giovane uomo con un mantello
strappato. Per un attimo i loro sguardi si incrociarono, poi qualcosa l’afferrò
mozzandole il fiato e strattonandola improvvisamente indietro: si trattava di
un fascio d’energia oscura, denso e viscido come un serpente.
-
Guarda cosa abbiamo qui! - Ridacchiò Zero sollevandola un po’ più in alto per
guardarla meglio - Questo simbolo non è quello di Cat Shelter? -
Zero
rimirò la ragazzina per qualche istante, provocandole una serie di brividi
lungo la schiena ma ancor prima che potesse deciderne cosa farne un getto
d’acqua lo investì in pieno. Wendy trattenne il respiro ma nemmeno una goccia
riuscì a sfiorarle il viso e quando riaprì gli occhi capì che Zero aveva
deviato tutto l’incantesimo semplicemente con il potere di una mano.
-
Lascia stare la ragazzina! - Erza fu la seconda a passare all’offensiva con la
spada sguainata, ma Zero non fece alcuno sforzo per difendersi nemmeno questa
volta. Afferrò la lama con la mano sbattendo via la maga e così forte da
lasciarla stordita a terra ad un passo da Jellal.
-
Le donne non dovrebbero combattere. - Nemmeno Juvia, che aveva lanciato il
primo attacco, fu abbastanza veloce da reagire in tempo: Zero colpì anche lei
scagliandola via e lasciando soltanto Carla impietrita al suo posto.
Vedere
Erza colpita in quel modo, strappò una smorfia tanto a Jellal quanto a Hoteye e
Simon, ma i tre maghi si costrinsero a mantenere la calma: c’era pur sempre
Jura che li guardava e poi non potevano rischiare azioni avventate se c’era
Wendy in pericolo.
-
Mettila giù. - Intimò Jellal ma solo per convincere Zero a serrarla più vicino
con un braccio attorno al collo. La stretta era così forte che Wendy sentiva
quasi mancarle il fiato.
A
quel punto non restava altro che prendere l’iniziativa ma Jellal venne
anticipato ancora una volta da una specie di missile fiammeggiante: si trattava
di Natsu. Peccato che il dragon slayer venne rispedito rapidamente indietro,
insieme al successivo attacco di Gajeel. Fairy Tail, Lamia Scale e Blu Pegasus
avevano finalmente raggiunto il centro dell’esplosione che aveva liberato
Nirvana. Anche se lo scoppio dei siglilli li aveva travolti e anche se lo
scontro con gli Oracion Seis li aveva quasi decimati, erano ancora pronti a
fare il loro dovere. Poco importava se come Hibiki, dovessero aggrapparsi a
qualcuno per stare in piedi. Tuttavia le gilde legali non erano le uniche
arrivate sul posto.
-
Vi siete fatti seguire. - Sibilò Jellal ai maghi di Crime Sorcière che si
stavano raccogliendo attorno a lui, ma Ultear lo zittì con una risatina - Non
ci hanno seguiti. Stavate facendo così tanto casino che hanno capiti da soli
dove venire. -
A
quel punto Jura non attese altro per afferrare Carla, Juvia ed Erza e
precipitarsi dal lato in cui si erano raccolti i loro compagni. Il movimento
improvviso riscosse la maga in armatura, così come la stretta di Lucy.
-
Che cosa ti hanno fatto, Erza? -
-
Se vuoi prendertela con qualcuno per il modo in cui è ridotta la tua amica,
prenditela con quel signore là. Io sono un gentiluomo, non tocco le donne. - La
zittì Jellal, tenendo ancora lo sguardo fisso su Zero - Te lo ripeto l’ultima
volta: metti giù la bambina o mi arrabbio sul serio. Non mi piacciono quelli
che usano i più deboli come scudo. -
-
Stanne fuori! - Fu l’immediata risposta di Natsu - Siamo noi i compagni di
Wendy e ci occuperemo noi di salvarla! - Era già pronto a tornare all’attacco,
quando un colpo di proiettile gli sfiorò i piedi, costringendolo a fare un
passo indietro.
-
Ci sono solo due strade che un uomo può percorrere. - Gli spiegò Wally
risistemandosi la falda del cappello. - Vivere in maniera cool oppure
arrendersi e morire e se non vuoi morire farai meglio a stare TU fuori da
questa storia. Il nostro capo tende ad arrabbiarsi quando le cose non vanno
come previsto. -
-
Sai, adesso che ti guardo meglio credo di aver finalmente capito chi sei. -
Riprese Zero con un ghigno, ma il suo sguardo non era per Wally o per gli altri
maghi raccolti intorno a lui: era tutto per Jellal. - Ecco perché avevi
abbastanza potere per resistere ai miei colpi. Tu sei il master di Crime
Sorcière. -
La
sua rivelazione strappò una serie di esclamazioni di stupore tra le gilde
legali.
-
Così come tu hai sentito parlare di Zero. - Continuò il mago oscuro - Io ho
sentito parlare di te: tu sei quello che chiamano il Diavolo. Il Diavolo dai
Capelli Blu. Si dice che dovunque tu passi non rimangano altro che fiamme e
devastazione! Ti porti lo zolfo dell’inferno addosso! -
-
Zero non è un nome in codice migliore visto che dove passi tu viene azzerata
qualsiasi cosa. - Ribattè prontamente l’altro.
-
Sei un mostro, lo sei sempre stato. - Continò Ultear, facendo un passo avanti e
brandendo la sua sfera con rabbia - In passato hai lavorato per il Consiglio,
vista la tua abilità nell’elaborare informazioni e manipolare sigilli. Ma poi i
Consiglieri sono stati costretti a cacciarti a causa della tua sete di
potere. È stato poco dopo il tuo
allontanamento che Fiore ha iniziato a sentir parlare di Brain e degli Oracion
Seis. Non ci credo, hai usato i tuoi compagni per sigillare via il tuo potere e
la tua personalità durante tutti questi anni pur non destare sospetti!
Scommetto che è stato anche grazie ai tuoi legami con il Consiglio che hai
scoperto di Nirvana. -
Fu
solo a quel punto che lo sguardo di Zero si spostò sulla maga. L’uomo la scrutò
per qualche lungo istante, prima di sfoderare un sorriso diabolico - Ultear. -
Il modo in cui sussurrò il suo nome le provocò un brivido lungo la schiena - Ma
guarda un po’ chi si rivede! Eri finita a Crime Sorcière! Piccola ingrata! Io
mi occupo di te e tu distruggi il mio laboratorio? Ma lo sai che cosa sono
stato costretto a fare pur di sostituirti? Ho dovuto setacciare tutta la Torre
del Paradiso per trovare dei ragazzini che fossero adatti al compito! E non ti
dico con che gentaglia ho dovuto collaborare! Ah! Che ingrati pure loro! Gurada
che fine hanno fatto gli Oracion Seis! -
Al
suono del nome della Torre, anche gli altri maghi di Crime Sorcière si
scambiarono uno sguardo senza capire bene cosa volesse dire. Tutti, perlomeno,
tranne Jellal ed Erza che avevano già sentito parte della storia da Midnight.
-
E sei venuta qui per rimettermi i bastoni tra le ruote! Non è così? Ma io non
vi permetterò di strapparmi Nirvana! -
-
Non ce ne facciamo niente di un incantesimo di Zaref. - Jellal tagliò corto il
mago che strillava, spingendo Ultear indietro con una mano, prima che lo
attaccasse distruggendo tutto e tutti sul suo cammino. - Non ho mai avuto
particolare simpatia nei suoi riguardi. - Avrebbe aggiunto che era proprio Zero
quello che gli interessava ma il mago ricominciò a gridare, alternando un misto
di risatine e minacce - Zaref! Zaref ancora! Non lo avete capito non fu lui a
costruire Nirvana? A dir la verità Nirvana fu costruita proprio per combatterlo
dal poplo che viveva in questa valle: i Nirvit. E furono sempre loro a
sigillarla! Ecco perché la prima cosa che farò dopo avervi spazzati via, sarà
quella di distruggere i loro discendenti: i maghi di Cat Shelter. - Il suo
sguardo folle passò su Wendy - Grazie al potere di Nirvana tramuterò i loro
cuori in un pozzo d’oscurità e lascerò che si eliminino a vicenda. Non avrò
nemmeno bisogno di muovere un dito! -
-
Disgustoso ... - Jellal ormai aveva ascoltato troppe schicchezze per i suoi
gusti.
-
Ahaha! Smettila di comportarti come un santarellino Jellal Fernandes! Che cosa
può esserci di buono in un uomo che chiamano il Diavolo? Forse hai ucciso
perfino più persone di me! -
-
Non lo sai che il diavolo prima di diventare tale era un angelo? Ed il più
potente di tutti. Preparati ad essere investito dal giudizio divino, Zero.
Qualcuno chiama la mia magia Hevenly Magic. -
Né
Zero né nessun altro era pronto allo scatto successivo di Jellal, tanto che il
mago riuscì facilmente a strappare Wendy dalla stretta del nemico e a scagliarlo
via con un semplice colpo del palmo della mano.
Lucy
e Sherry gridarono il nome della ragazzina, ma solo per ritrovarsela
letteralmente scagliata tra le braccia.
Zero
intanto si era rialzato, nonostante il colpo subito ed era passato al
contrattacco scaglianto una raffica di incantesimi con la stessa forza e
velocità di una mitragliatrice, ma niente o quasi riusciva a sfiorare Jellal.
-
Que ... Jellal ... il master di ... -
Erza
era ancora stordita per il colpo ricevuto e stava faticando a riprendersi, ma
sentì lo stesso la voce di Juvia che farfugliava. Aveva un’aria sconvolta, così
terrorizzata che l’immagine la riportò di scatto alla realtà.
-
Lo conosci? - Erza si affrettò a stringerla e a sussurrarle la domanda
all’orecchio, prima che qualcun altro la sentisse. Per fortuna i maghi attorno
a loro stavano seguendo lo scontro tra i due master oscuri con troppa
attenzione per accorgersi di loro. Quando Juvia annuì, Erza reagì rapidamente
stringendola ancora più forte ed intimandole di non dire niente per non
cacciarsi nei guai.
Prima
Wendy e adesso anche la maga d’acqua. Erza non aveva mai immaginato che la sua
gilda fosse così popolare.
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Capitolo 27 *** Il Diavolo dai Capelli Blu ***
Il Diavolo dai Capelli Blu
Devo confessare che l'idea di
soprannominare Jellal il Diavolo dai Capelli Blu e un piccolo tributo a
Rave Master, dove Lucia, il cattivo più cattivo di tutti i
cattivi, viene ricordato continuamente come il Diavolo dai Capelli
Biondi. Buona lettura!
Il Diavolo dai Capelli Blu
Mentre
Jellal e Zero combattevano tra di loro Fairy Tail e le altre gilde si
ritrovarono il passo bloccato da Crime Sorcière.
-
Levatevi di mezzo! - Ruggì Natsu sempre più irritato, nonostante il colpo di
poco prima ed i movimenti di Nirvana stessero cominciando a fare effetto. Le
sue minacce però non fecero altro che provocare la risatina sarcastica di Millianna
- Nyhahaah! Dubito che riuscirete a farci spostare e direi che non vi conviene
nemmeno. Nessuno di voi sarebbe capace di battere Zero. Vi stiamo facendo un
favore: l’unico che può riuscirci è soltanto Jellal. -
-
E noi non vogliamo favori da gente come voi! - Sbottò questa volta Gray,
costringendo Erza ad afferrarlo per il bordo dei pantaloni nel disperato
tentativo di calmarlo. Nel frattempo la maga stava tenendo ancora un braccio
stretto attorno a Juvia.
-
Dovete stare attenti a questi tizi, percepisco il loro potere. - Provò
suggerire Erza per scoraggiare ogni conflitto. - Ognuno di loro potrebbe
facilmente essere catalogato come uno dei nostri maghi di livello S. - Avrebbbe
dato qualsiasi cosa in quel momento per poter correre ad aiutare Jellal ma per
il momento la sua priorità era quella di evitare che Crime Sorcière e le altre
gilde si scontrassero in un sanguinoso duello. Anche Wendy stava osservando lo
spettacolo ammutolita, con un misto di terrore e preoccupazione. Nonostante ci
fossero dei nemici a sbarrarle la strada, Jellal era il suo unico pensiero. Si
domandava se l’avesse riconosciuta e cosa fare per aiutarlo. C’erano anche
molte altre domande che le vorticavano nella testa, ad esempio come mai Jellal
fosse diventato il master di una gilda oscura, ma in realtà quelle per lei
erano questioni di seconda importanza. A riportarla coi piedi per terra fu
soltanto un sussurro alla sua destra.
-
Puoi aiutarmi? - Era la voce di Natsu.
-
Fareste meglio a fidarvi di quello che ha detto la vostra amica. - Stava
suggerendo intanto Simon riprendendo le parole di Erza - Non dovete
sottovalutarci e non dovete sottovalutare nemmeno Zero: lui è troppo forte per
voi. -
-
Nemmeno noi siamo da sottovalutare! - Continuò a protestare Gray costringendo
Erza a dargli un altro strattone per farlo stare zitto. Era così impegnata a
tenere a bada il ragazzo e Juvia che aveva finito per dimenticarsi di Natsu,
peccato però che un momento di distrazione fosse più che sufficiente per
perdere il controllo sul dragon slayer. Proprio mentre non prestava attenzione
il ragazzo aveva convinto Wendy ad usare su di lui un incantesimo capace di
guarirlo dalla nausea che il movimento di Nirvana gli stava provocando. L’unica
cosa che Erza vide fu il dragon slayer che scattava in avanti sfrecciando in
direzione dello scontro. Anche Ultear lo vide. Fino a quel momento era rimasta
anche lei con lo sguardo fisso sullo scontro, pronta ad intervenire per aiutare
Jellal. Avrebbe voluto affrontare personalmente Zero, per fargliela pagare per
tutto quello che le aveva fatto in passato, ma qualcuno doveva pur gestire il
resto dell’operazione e quella distrazione le era già costata qualche secondo
di svantaggio.
-
Fermatelo! - Ordinò Ultear e Kagura estrasse immediatamente la sua katana ma a
quel punto Erza si mosse praticamente senza pensare, bloccando il colpo prima
che raggiungesse il compagno alle gambe e permettendogli così di continuare la
sua corsa. Kagura non si aspettava d’essere fermata proprio dalla sua migliore
amica ed esitò un istante di troppo, abbastanza per permettere ad Erza di
liberare la spada e rispedirla un passo indietro. Anche Simon passò rapidamente
all’attacco sguinzagliando le sue ombre, ma la maga riuscì di nuovo a
difendersi tagliandole con un colpo secco ancor prima che le sfiorassero i
piedi e continuando a correre dietro a Natsu. Se qualcuno lo avrebbe fermato,
quel qualcuno sarebbe stato lei e non avrebbe permesso a nessun di fargli del
male, nemmeno a quelli di Crime Sorcière.
-
Fermateli ho detto! - Gridò ancora Ultear sempre più irritata, ma prima che
Hoteye o qualcun altro potesse procedere, Jura le scagliò addosso letteralmente
un muro di roccia , costringendola a polverizzarlo con la sua abilità di
accelerare il tempo.
-
Non toccate i nostri compagni! - Le intimò il mago ma solo per sentirsi
rispondere con un misto d’ira e di preoccupazione - Pensi che sia meglio che
finiscano in mezzo a tutto quel casino? - E in fondo Ultear aveva ragione: il
cuore di Nirvana si era trasformato letteralmente in un inferno mentre Zero e
Jellal combattevano tra loro scagliando incantesimi in ogni direzione.
-
Devo ammettere che hanno ragione quelli che ti chiamano il Diavolo. - Ridacchiò
Zero fermando per qualche istante la sua offensiva - Bisogna davvero essere
bravi per resistere tutto questo tempo senza farsi ammazzare dai miei
incantesimi. -
-
Mentre io devo ammettere che mi aspettavo qualcosa in più dal famigerato master
degli Oracion Seis. - Così come Zero non era ancora stato scalfito dagli
attacchi avversari, anche Jellal era ancora in piedi.
-
Mi domando come abbiano fatto a prenderti nella Balam Alliance. Forse, se ti
decidessi a dirmi quello che sai sui tuoi alleati, potrei rendere la tua morte
meno lenta e dolorosa. -
-
Come se tu avessi qualche speranza di vincere! Genesis Zero! - Fu un istante.
Zero raccolse quanta più energia oscura poteva sulla punta delle dita, per poi
scagliarla direttamente contro Jellal. Al suo comando un’orda di ombre e di
fantasmi saettò fuori dalle rovine che li circondavano, afferrando e bloccando
il ragazzo, tenendolo stretto per le spalle, le braccia, il collo, le gambe.
-
Quando dicevo che sarei diventato il giudice di luce ed ombra non scherzavo. -
Ridacchiò il mago con aria sinistra - Questi fantasmi assorbiranno prima la tua
anima e poi disintegreranno il tuo corpo, rendendo la tua esistenza un mero
ricordo! -
Jellal
era circondato da tutte le parti ed il numero di ombre era così schiacciante
che Zero era convinto di avere già la vittoria in pugno.
-
Ma prima che tu scompaia voglio esaudire il tuo ultimo desiderio, dato che in
ogni caso morirai qui come un miserabile. - Il mago si fece pericolosamente più
vicino, facendosi largo nel mare di ombre - Non so che affare tu e i tuoi amici
abbiate con Tartaros ma potete pure scordarvi di batterli: quelli sono dei
mostri. Nemmeno io ho mai avuto l’onore di incontrarli dal vivo e non so dove
trovarli; se sono nella Balam Alliance è solo perché Grimoire Heart mi ha
invitato ad unirmi a loro. Ma una cosa è certa: Tartaros è invincibile. Se
anche non dovessi riuscire a distruggere tutti i tuoi amici, Tartaros li
disintegrerà in un batter d’occhio. -
-
Se è questo tutto quello che sai, allora è inutile rimanere qui a perdere
tempo. - Jellal era completamente bloccato dalle ombre e Zero colse il suo come
un invito, ma ancor prima che potesse sferrare il suo ultimo colpo si ritrovò
con un braccio letteralmente conficcato in mezzo allo sterno. Aveva fatto
l’errore di abbassare troppo la guardia e di avvicinarsi troppo al suo nemico,
senza calcolare che Jellal poteva muoversi con la stessa forza e la velocità di
una meteora.
-
Tra non molto anche i tuoi amici di Tartaros ti faranno visita all’inferno. -
Jellal gli lanciò un ultimo sguardo pieno di disprezzo, poi ritirò il braccio
ed il corpo di Zero si abbattè al suolo. Le ombre attorno a loro si dissolsero
definitivamente.
Fu
soltanto allora che Erza e Natsu riuscirono a raggiungerlo. Vedendo il master
degli Oracion Seis a terra, Erza lanciò un sospiro di sollievo ma il suo
compagno non esitò un solo istante a lanciarsi addosso a Jellal come una furia,
senza lasciarle nemmeno il tempo di processare cosa stesse accadendo. Il mago
reagì rapidamente, sollevando la stessa mano insanguinata con cui aveva ucciso Zero.
Il dragon slayer stava davvero iniziando ad irritarlo e gli avrebbe sferrato un
colpo sufficiente a stordirlo per il resto della missione, se Erza non si fosse
improvvisamente messa in mezzo, attutendo l’urto col suo stesso corpo. L’aura
di Jellal li scagliò entrambi indietro ed il mago fece una smorfia, senza
capire perché l’altra fosse intervenuta di nuovo in quel modo. Capiva la sua
esigenza di recitare la parte della fata buona, ma era certo che non fosse
necessario arrivare a tanto.
-
Se ti prendo! -
-
Fermati Natsu! - Erza trattenne il compagno per un braccio giusto in tempo,
prima che si rialzasse e si lanciasse di nuovo all’attacco. Aveva visto anche
lei la smorfia di Jellal, ma non poteva farci niente: recitare la parte non era
l’unica cosa che le interessava, se qualcuno dei suoi amici doveva essere
tramortito.
Nel
frattempo, colpo dopo colpo, anche le gilde legali ed il resto di Crime
Sorcière li avevano raggiunti. Ultear e gli altri non persero tempo a fare
quadrato attorno al loro master, bloccando ancora il passo a Jura e ai suoi
compagni. Wendy, Carla e Juvia furono le uniche a rimanere qualche passo più
indietro degli altri.
-
Abbiamo un problema più serio! - Strillò Erza con l’obiettivo di farsi sentire
più che dalle gilde legali, da Jellal in persona - Nirvana si sta ancora
muovendo! -
Natsu
si fermò di colpo, scosso dalla realizzazione ed anche Jellal puntò rapidamente
lo sguardo sul panorama che scorreva all’orizzonte per confermare la cosa.
-
È vero master. - Aggiunse Ultear, sottolineando con quell’appellativo la
serietà del momento. - A quanto pare non è bastato uccidere Zero, che ha
attivato l’incantesimo per fermarlo. Dobbiamo bloccare Nirvana in un altro
modo. -
-
È semplice. - Jellal accese senza esitare uno dei suoi pugni, raccogliendo
quanta più energia poteva nel palmo. - Distruggo tutto. -
-
Non puoi farlo. - Obiettò ancora Ultear - Se Nirvana venisse distrutto in modo
così violento, l’energia oscura qui accumulata potrebbe fuoriuscire e
contaminare buona parte della regione. Perfino noi potremmo essere colpiti. -
-
E allora cosa dobbiamo fare? - La successiva reazione di Jellal fu quella di
gridare. Si sentiva sempre più irritato a causa di tutti i problemi che quella
missione gli stava dando.
-
Io ho un’idea. - Fu la voce di Kagura a rispondergli. - Sei una requip mage
anche tu? - La maga puntò la katana contro Erza e la ragazza faticò non poco a
nascondere un sorriso. Era una domanda troppo ovvia.
-
Sì. - Sentiva che i suoi compagni di Fairy Tail non erano particolarmente d’accordo
che stesse parlando con una di Crime Sorcière ma nessuno di loro poteva sapere
che Kagura per lei era come una sorella e che avevano condiviso praticamente
ogni cosa durante le loro vite.
-
E come te la cavi con le armi? - Continuò la strega.
-
In giro si dice che sia la migliore. -
-
Ahaha! Sciocco, perché sono io la migliore! - Kagura si lasciò sfuggire ugualmente
una risatina, nonostante la serietà del momento - Tuttavia se sei brava come
dici, allora aiutami a fermare questo coso. Da sola non potrei mai riuscirci,
ma se uniamo le nostre forze dovremmo essere in grado di prendere il controllo
di Nirvana. Se liberiamo l’energia oscura indirizzandola verso il cielo tutto
il suo potenziale dovrebbe disperdersi senza ricadere su delle vittime innocenti.
Ma questa è solo una supposizione. -
Già,
non era sicuro che la cosa avrebbe funzionato. Erza aggrottò le sopracciglia,
riflettendo sul problema. Non era nemmeno certo che in due sarebbero riuscite a
prendere il controllo di quell’affare: Nirvana era ben altro rispetto al
Phantom Mk di Jose.
-
Non darle ascolto! - Provò ad obiettare Jura - Non possiamo fidarci di gente
come questa. Deve esserci un altro modo per fermare Nirvana. -
-
Hai ragione a dire che non è sicuro fidarsi di noi, ma vedi ... - Replicò Sho
senza esitare - È una scommessa. È come estrarre una carta da un mazzo: può
essere rossa o nera ma nessuno può saperlo in anticipo. Fatto sta che se la tua
amica vince la scommessa Cat Shelter e Fiore si salvano, mentre se non
scommette può solo perdere. -
Jura
avrebbe di certo replicato qualcosa se Erza non lo avesse messo a tacere -
Accetto. - La sua reazione lasciò i compagni letteralmente senza parole. - Ma
ad una condizione. - Aggiunse rapidamente la maga - Fate scendere tutti i miei
compagni da questo affare e li mettete al sicuro, senza toccarne nemmeno uno.
Intesi? - Era seria, nonostante quelli con cui stesse negoziando fossero gli
amici di una vita.
-
D’accordo. Ul, ragazzi. - Jellal non esitò nemmeno un istante ad acconsentire,
pur di liberarsi di quei fastidiosi seccatori e Ultear eseguì rapidamente il
comando. Ancor prima che Natsu e gli altri potessero reagire, un cerchio magico
apparve direttamente sotto i loro piedi trasportandoli via insieme ai maghi di Crime
Sorcière.
Le
gilde si ritrovarono così, in men che non si dica, su uno dei sentieri delle
stesse montagne che costeggiavano la Wraith Forest e su cui Natsu, Gajeel e
Cobra si erano affrontati. Nirvana si era spostata molto oltre il punto in cui
si trovavano, ma la sua figura era così imponente che non potevano non vederla.
Nessuno dei maghi gradì il fatto di essere stato trascinato via e Gray fu il
primo a ribellarsi, ma solo per trovarsi con i piedi letteralmente inchiodati
per terra grazie alla rapida mossa di Simon che aveva preso il controllo della
sua ombra. Quando anche Natsu provò a contrattaccare tutte le gilde si
ritrovarono praticamente intrappolate fino al collo nel fango, grazie ad un
incantesimo di Hoteye. - Non avete mai sentito che il Signore premierà chi ha
fede e aspetta in silenzio? -
La sua battuta però non fece altro che
scatenare una raffica di proteste.
-
Non vi preoccupate, il nostro capo è un gentiluomo, non farà del male a
nessuno. - Ma anche la rassicurazione di Sho cadde nel vuoto. Fairy Tail, Lamia
Scale e Blu Pegasus erano troppo agitate per rendersi conto del fatto che anche
i maghi di Crime Sorcière stessero fissando con aria preoccupata e speranzosa,
Nirvana che continuava la sua avanzata lungo la valle.
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Capitolo 28 *** Oltre il Nirvana ***
Oltre il Nirvana
Proprio come me lo avete permesso con
l'arco di Phantom Lord, permettemi ancora un'eccezione per i Requip
Mage. Pian piano, ma ci vuole ancora più potere e un po'
più di impegno per combattere contro Tartaros!
Oltre il Nirvana
-
Si piò sapere perché ti sei messa in mezzo prima? - Kagura rimise a posto la
katana con un sospiro ed Erza non esitò a ribattere che non aveva alcuna
intenzione di vedere qualcuno gambizzato per niente.
-
Mica volevo staccargli le gambe! Intendevo solo metterlo fuori gioco per un
po’! -
-
Kagura tu non controlli bene la potenza dei colpi quando si tratta di attaccare
un altro. -
-
Signore! - Jellal fu costretto a richiamare entrambe perché smettessero - Non
dovevate fare un’altra cosa, voi due? -
-
D’accordo. - Kagura lanciò un’ultima occhiata ad Erza, come a dire che
avrebbero regolato i conti dopo, prima di convincersi a chiudere gli occhi per
concentrarsi meglio sui movimenti di Nirvana; un’aura dello stesso colore
argenteo della sua katana cominciò ad avvolgerle lentamente il corpo. Anche
Erza fece altrettanto, liberando la sua aura dorata. Jellal le fissò per un
lungo istante in silenzio senza riuscire a capire cosa stessero facendo. Poteva
pur essere in grado di evocare una pioggia di meteore, ma per lui l’uso delle
armi restava un grande mistero, l’unica cosa con cui sapeva combattere erano i
suoi pugni.
-
Hai capito come funziona? - Ad interrompere il silenzio per prima fu Kagura,
senza nemmeno aprire gli occhi. - È piuttosto complesso. - Le fece eco Erza -
L’intero meccanismo risucchia l’energia che lo alimenta attraverso le zampe:
sono allo stesso tempo dei propulsori ed un sistema di ricarica. -
-
L’energia oscura che ha accumulato invece è concentata nel mezzo. - Continuò
per lei Kagura - Ci sono almeno sei lacryme grosse come una casa che si
occupano di quel settore. Se io fermo le zampe, tu puoi occuparti di loro? -
A
quella domanda Erza si lasciò sfuggire un sorriso - Sei lacryme? Ma questo è un
gico da ragazzi! - In realtà la maga non era sicura di poter riuscire
nell’impresa ma quando sentì l’energia dell’amica scorrerle letteralmente sotto
i piedi ed i movimenti di Nirvana, rallentare non le restò altro che provare. L’aveva
già fatto una volta e poteva riuscirci ancora, anche se questa volta avrebbe
dovuto impegnarsi almeno sei volte di più.
Le
grida di protesta delle gilde legali si spensero di colpo quando i maghi si
accorsero che Nirvana si era improvvisamente fermato. Sembrava che l’intero
meccanismo si stesse sforzando di continuare la sua corsa, ma c’era un certo
alone argenteo e brillante che lo teneva saldamente inchiodato con i piedi per
terra. Nessuno di loro ebbe il tempo di capire cosa stesse succedendo prima che
un’energia dal colore diverso cominciasse a dipingere le rovine bianche ed
ossee che coprivano la superficie di Nirvana. Fairy Tail non poteva non
riconoscere quell’aura dopo aver visto il modo in cui aveva fermato la corsa di
Phantom Lord. Perfino Crime Sorcière non poteva confondere quel potere con
quello di nessun altro.
-
Non riesco a credere ai miei occhi ... - Fu l’unica cosa che Jura riuscì a dire
mentre le rovine che coprivano Nirvana si scomponevano e si assemblavano
rapidamente al centro della città, ammassandosi le une sulle altre come la
bocca di un gigantesco cannone.
-
Oh e invece devi crederci. - Sho sorrise, contento di aver puntato
sull’accoppiata giusta, poi tutta l’energia accumulata nel cuore di Nirvana da
secoli e secoli saettò verso l’alto sottoforma di un immenso raggio oscuro. Il
tutto si disperse nel buio della notte tra le stelle scintillanti, anzi ancor
più su delle stelle che occhieggiavano placidamente sulla valle. I maghi
attesero per un lungo istante le conseguenze dell’attacco, ma non accadde più
niente ed entrambe le aure si spensero lasciando Nirvana ferma e inanimata al
suo posto. La battaglia contro gli Oracion Seis era durata tutto il giorno, ma
forse adesso poteva dirsi conclusa.
Erza
riaprì gli occhi soltanto quando l’intera operazione era terminata,
ritrovandosi letteralmente tra le braccia di Jellal. A causa di tutta l’energia
che aveva consumato, aveva finito per perdere l’equilibrio e sarebbe caduta se l’altro non l’avesse
afferrata in tempo.
-
Grazie, eh. - La voce di Kagura la riscosse definitivamente: l’amica non era
stata altrettanto fortunata e si era ritrovata seduta per terra - Mi vendicherò
nel sonno Jellal, quando meno te lo aspetti. -
-
Ma non lo capisci che se gli uomini hanno paura di toccarti è proprio perché ti
comporti così? - La povera Kagura era distrutta quanto lei, ma Erza non riuscì
lo stesso a resistere alla tentazione di scherzare, mentre Jellal aiutava anche
lei a rimettersi in piedi sulle sue stesse gambe.
-
Credo che a questo punto la missione si possa ritenere conclusa. Finalmente. -
Sospirò il mago a sua volta
-
Ora non mi resta che distruggere questo coso. È un vero peccato che gli Oracion
Seis non sapessero niente di Tartaros, erano gli ultimi arrivati. -
Erza
si aspettava già una conclusione di quel tipo, ma sentirselo dire le provocò lo
stesso una stretta al cuore: avevano fatto un altro buco nell’acqua e per di
più a costo di molti incidenti. - Già e non riesco nemmeno a credere alla
storia che venissero tutti dalla Torre ... -
-
Ma siete sicuri di questa cosa? - Nonostante l’amica le avesse appena
confermato quello che aveva detto Zero, Kagura era ancora molto perplessa - Io
non ho mai visto nessuno dei quei tizi in vita mia e anche se non abbiamo
trovato le informazioni che volevamo, sono contenta di averli spediti
all’inferno. Specie quel Zero. Adesso anche Ultear potrà trovare un po’ di
pace. -
In
verità anche Erza era contenta di aver liberato il mondo da Zero, un po’ meno
per il resto della missione e per quello che avrebbe dovuto affrontare una
volta scesa da lì. Come avrebbe dovuto comportarsi con il Consiglio, le altre
gilde e Wendy? Già, Wendy!
-
Aspetta! Prima di chiudere la missione c’è un’altra cosa che devo chiederti. -
Jellal era già a metà nell’evocare il suo incantesimo quando la voce di Erza lo
fermò.
-
Tu conosci Wendy? Quella bambina che era con noi? -
Alla
sua domanda il ragazzo sgranò gli occhi - Wendy? Wendy chi? -
-
Wendy Marvell! - Lo incalzò Erza - La sola e unica che ci ha mandato Cait
Shelter! -
-
Impossibile! Come fa quella ad essere ... -
-
Allora è vero, tu la conosci! - Continuò a pressare Erza indicandosi l’occhio destro
- E a quanto pare, anche se tu non ti ricordi bene di lei, quella ragazzina ha
subito fiutato la tua magia addosso a me ed ha passato tutto il tempo di questa
missione a rincorrerti. Che cosa devo dirle quando scendo di qui? -
-
No, non è che non la ricordo ... È che ... cosa ci fa con Cait Shelter? -
Jellal esitò un attimo passandosi una mano tra i capelli - Erza, se quella è
Wendy Marvell promettermi che ti occuperai di lei, almeno fino al nostro
prossimo incontro. Cercherò di essere al più presto a Magnolia. -
-
Tenerla con me? - Erza lanciò quasi uno strillo a quella proposta - Come
accidenti devo fare? Sì può sapere perché tu e quella ragazzina vi conoscete? -
-
Ci siamo incontrati sette anni fa. -
-
E in tutto questo tempo perché non mi hai mai parlato di una cosa del genere? -
-
Ah ... Scarlet ... -
-
Forza! -
Jellal
si rassegnò con un sospiro, intuendo che la sua compagna non sarebbe mai andata
via se non le avesse prima spiegato le ragioni di quella che considerava una
mancanza di fiducia. - Ero sulle piste di una delle nostre prime gilde oscure
quando è sbucata sul sentiero fuori dalla foresta, piccola e ridotta come uno
straccio. Appena l’ho vista ho pensato a com’era Meredy quando l’abbiamo
trovata. Volevo riaccompagnarla dalla sua famiglia, ma Wendy continuava a
ripetere di essere stata allevata da un drago. Non aveva mai visto un essere
umano e credeva perfino che io fossi un rettile. Così decisi su due piedi di
prenderla e di portarla da te a Fairy Tail, perché fosse al sicuro. -
-
Co ... COSA? -
-
Sì, ma dopo qualche settimana. - Riprese Jellal - La gilda oscura che stavo
cercando ha trovato me e sono stato costretto a lasciare Wendy nella prima casa
che ho trovato. Da lì è arrivata a Cait Shelter ma non so come! Non so nemmeno
come si ricordi di me! -
-
Perché non mi hai mai raccontato niente? -
-
Perché quando sono venuto a trovarti la volta dopo a Magnolia ... - Jellal
esitò ancora un istante prima di continuare - Una delle tue piccole amiche di
Fairy Tail era appena passata a miglior vita ed eri così distrutta ... Ti avevo
vista piangere in quel modo solo quando era morto lo zio Rob. Ho preferito non
dirti nulla per evitare di risvegliare brutti ricordi. -
A
quella rivelazione Erza si fermò per un attimo anche lei senza parole,
ricordava l’episodio ma non aveva mai immaginato di essergli apparsa così
distrutta. Non quando aveva fatto di tutto per non lasciarsi trasportare.
-
E Juvia? -
-
Ti ha parlato di me? -
-
Jellal, ho perso il conto delle persone che mi hanno chiesto di te nelle ultime
ventiquattro ore! - Gridò Erza, tornando all’attacco ma solo per sentirsi
rispondere più seccamente - Tieni d’occhio anche lei. -
-
Che cosa c’entri con ... -
-
Scarlet non c’è tempo! Non lo hai capito che ho già lanciato Semas? Questo
posto sarà disintegrato tra poco! -
E
fu solo in quel momento, sentendo il nome dell’incantesimo più potente a
disposizione di Jellal, che Erza tornò improvvisamente alla realtà ricondandosi
di essere piantata in mezzo a Nirvana - Hai lanciato cosa? -
-
Non c’è tempo! - Tornò a ripeterle Jellal afferrandola per una mano - Kagura
potresti prestarmi un po’ della tua magia gravitazionale per uscire di qui? -
-
Dopo avermi fatto fare la figura della scema? -
-
Senza discutere per favore! -
Le
gilde legali erano ancora ferme, bloccate ed in silenzio ad attendere insieme a
Crime Sorcière che cosa sarebbe successo a Nirvana quando improvvisamente il
cielo sulla valle cominciò a rischiararsi. Per un attimo tutti temettero che
l’energia liberata dall’antico dispositivo stesse per ricadere sulla terra ma
la voce di Millianna gli tolse ogni dubbio - Semas. Jellal ha proprio deciso di
esagerare. -
-
Vi raccomanderei vivamente di usare degli occhiali da sole. - Aggiunse Wally -
Ma siccome ne siete sprovvisti è meglio che chiudiate gli occhi. -
La
luce che avevano visto non era nient’altro che il bagliore prodotto da un
gigantesco meteorite. L’impatto tra Nirvana ed il corpo celeste fu così forte
da disintegrare l’intera città scagliando frammenti in ogni direzione, come una
raffica di piccole stelle cadenti. Il rumore fu così assordante da stordire, la
luce così accecante da abbagliare, ma nonostante gli avvertimenti di Wally,
tutta Fairy Tail non solo non chiuse gli occhi ma non smise nemmeno per un
istante di gridare il nome della loro compagna che era rimasta a bordo del
macchingegno.
Occorse
qualche minuto prima che la polvere cominciasse a depositarsi, lasciando
intravedere l’immenso cratere lasciato dall’impatto.
-
Che cosa avete fatto! -
Wally
fu costretto a scansarsi per evitare la fiammata di Natsu, ma il colpo gli
bruciò lo stesso la falda del cappello.
-
Giuro che non vi perdonerò! Non vi perdonerò mai! Io! -
Il
dragon slayer stava già per scavarsi una via fuori dalla trappola di fango di
Hoteye quando Meredy decise che era finalmente arrivato il momento di
intervenire, bloccandolo con il suo Link - Quanto siete rumorosi. Lo spettacolo
è finito: a dormire! - E poi tutto si fece buio.
Quando
Erza cominciò a riprendere conoscenza, ormai la luce dell’alba stava iniziando
ad inondare la valle e a splendere su tutto il regno di Fiore. Si sentiva
stordita e confusa e le occorse qualche minuto per rimettersi a sedere e
riuscire a capire dove si trovasse. Non ricordava nemmeno come fosse arrivata
fin lì. Stava correndo via con Jellal e Kagura giù da Nirvana quando ... Giusto!
Non erano riusciti ad allontanarsi abbastanza in fretta ed Semas li aveva
colpiti di striscio. Era stato allora che aveva perso conoscenza.
Erza
accompagnò quei ricordi con un’imprecazione. Non sapeva se essere più
arrabbiata per essere stata lei la causa del ritardo, che gli era quasi costato
la vita, o per il fatto di essere stata abbandonata come un rifiuto da Jellal e
da tutta la sua squadra. Il mago inoltre l’aveva lasciata con un racconto a metà:
le aveva spiegato di Wendy ma in compenso Juvia era rimasta un mistero.
Erza
lanciò un sospiro, immaginando tutte le spiegazioni che le sarebbe toccato dare
nelle prossime ore. Prima di sparire nel nulla, infatti, i suoi amici di Crime
Sorcière avevano fatto in modo di riportarla accanto ai suoi compagni di gilda
e agli altri maghi che giacevano ancora tutt’attorno a lei sul sentiero,
profondamente addormentati.
Dal
punto in cui si trovava Erza poteva vedere tutto lo spettacolo di devastazione
che Semas si era lasciato dietro: di Nirvana non rimaneva più niente, nemmeno
un ciottolo e l’unica cosa rimasta a segnare il punto dell’impatto era un
immenso cratere fumante. Grazie al suo incantesimo probabilmente Jellal aveva
appena dato origine al fondo di un nuovo lago, ma questo lo avrebbero deciso
soltanto il tempo e la natura.
-
Sveglia ... Svegliati forza. - Erza si costrinse a staccare lo sguardo dal
panorama sottostante per tornare a concentrarsi sui suoi compagni e scuotere
Natsu, che era quello più vicino. Il dragon slayer ci mise un poco prima di
aprire gli occhi ma non appena la vide non esitò neanche un istante a
stringerla forte strillando il suo nome a più non posso. Le sue grida di gioia
riscossero rapidamente tutti gli altri maghi e ben presto anche Lucy le fu
addosso, coprendola di lacrime ed abbracciandola come se avesse avuto paura di
non vederla mai più.
-
Wow ... - Commentò invece Gray con un sorriso - Nirvana è stato completamente
distrutto, ma a quanto pare nemmeno
questo è bastato con te! Come hai fatto a venierne fuori tutta intera? -
-
In realtà non lo so. - Rispose Erza a metà tra verità e menzogna - Mi sono semplicemente
svegliata qui insieme a voi. A quanto pare tutta Crime Sorcière è già sparita.
-
-
Che potere incredibile. - Ichiya invece aveva spostato lo sguardo sul panorama
sotto di lui - Sento il profumo della distruzione salire fin qui ... -
-
Già, poter controllare i cieli in quel modo ... - Constatò Jura incrociando le
braccia sul petto - Bisogna ammettere che nonostante tutto siamo stati molto fortunati.
Zero era terrificante, ma quel ragazzo, il master di Crime Sorcière, è un
autentico mostro. Non oso immaginare cosa potrebbe diventare con qualche anno
di allenamento in più ed un altro po’ d’esperienza. Spero che il Consiglio
decida presto cosa fare con quella gentaglia. -
Erza
avrebbe voluto ribattere qualcosa, spiegare al mago che Jellal non era un
mostro e che quelli di Crime Sorcière non erano gentaglia, ma Jura l’anticipò
girandosi verso di lei con un sorriso - Tuttavia sono ancora più stupito per
quello che hai fatto tu. Le voci su Titania non sono poi così infondate; dopo
aver battuto Jose e fermato Nirvana potresti tentare di prendere un posto tra i
dieci maghi sacri. - Erza ammutolì, non sapendo se sentirsi lusingata o
imbarazzata per aver ricevuto un simile complimento. Per fortuna a trarla fuor
di dubbio ci pensò la voce di Gajeel - Lo sentite anche voi? - Tutti i maghi si
girarono verso di lui senza capire di cosa stesse parlando. - Est. - Ma quando
il dragon slayer indicò l’orizzonte apparve evidente che c’era qualcosa: una
fitta schiera di puntini neri che si muoveva nella loro direzione.
- Sono
navi volanti del Consiglio. - Confermò Hibiky attivando i suoi poteri giusto
quel tanto che bastava per raccogliere i dati necessari - Siamo salvi. -
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Capitolo 29 *** Una gilda per una promessa ***
Una gilda per una promessa
Il segreto di Wendy ormai è stato svelato, poche righe ancora per conoscerlo tutto. Buona lettura!
Una gilda per una promessa
Let's talk this over
It's not like we're dead
Was it something I did?
Was it something you said?
Don't leave me hanging
In a city so dead
You were everything, everything that I
wanted (that I wanted)
We were meant to be, supposed to be but we lost it (we lost it)
And all of the memories, so close to me, just fade away
All this time you were pretending
So much for my happy ending
(My happy ending - Avril Lavigne)
L’apparizione
di Nirvana ed il suo crollo non potevano passare inosservati e ben preso
richiamarono sul posto i cavalieri runici e gli uomini del Consiglio. Per
fortuna questa volta Erza non fu costretta a subire né la predica né lo sguardo
severo di Lahar, ma raccontare ai nuovi arrivati quello che era appena successo
non le costò meno fatica. La cosa che le fece più male fu quella di dover
contribuire personalmente agli identikit dei suoi amici di Crime Sorcière, benché
non potesse fare diversamente. Doveva mantenere la sua copertura anche se
questo significava demolire parte della loro. Sapeva che i suoi compagni erano
in gamba e sperava che se la sarebbero cavata anche così.
Erza
ebbe anche molta paura che Wendy o Juvia potessero fare qualche passo falso e
dare qualche informazione che potesse mettere il Consiglio sulle sue tracce o
su quelle del resto di Crime Sorcière, ma non accadde niente del genere.
L’interrogatorio passò anche se dopo interminabili ore ed il Consiglio li
lasciò liberi di raggiungere il villaggio più vicino per recuperare le energie.
Non a caso si trattava di quello di Cait Shelter che Brain aveva tentato di
distruggere.
Wendy
gli fece volentieri da guida lungo il sentiero e quando le gilde arrivarono a destinazione
si ritrovarono davanti ad uno spettacolo incredibile. L’intero villaggio era
costituito da alte capanne fatte di pelli e legno e tutto aveva un’aria antica
e tribale. L’intera comunità faceva parte della gilda di Cait Shelter, ma la
maggior parte delle persone viveva grazie alla caccia, la tessitura e
l’agricoltura.
Gli
eredi dei Nirvit li stavano aspettando nella piazza centrale e li accolsero con
un sorriso, ringraziandoli per quello che avevano fatto, ma quando Wendy provò
a chiedere spiegazioni a qualcuno dei suoi compagni gli uomini e le donne della
tribù si fecero subito da parte per lasciar passare un vecchio. Aveva una lunga
barba bianca e la testa decorata da un copricapo ricco di penne rosse e viola.
-
Master Rorbaul! - Esclamò Wendy non appena lo vide, ma il vecchio la mise a
tacere poggiandole delicatamente una mano sulla testa. Doveva fare prima gli
onori di casa ai nuovi arrivati. - Fairy Tail, Blu Pegasus, Lamia Scale,
congratulazioni per aver battuto gli Oracion Seis e fermato Nirvana. Vi siamo
immensamente grati. -
L’affermazione
del vecchio master riempì immediatamente i maghi d’orgoglio, specialmente
Ichiya ed i suoi seguaci, che avendo visto tante belle donne tutte insieme, non
potevano più resistere all’idea di fare un party.
-
Ma siamo anche immensamente dispiaciuti per avervi nascosto la verità sulla tribù
dei Nirvit ed avervi causato tanti guai. - Continuò Rorbaul facendo un passo
indietro per guardare meglio Wendy e Carla.
-
E soprattutto per aver ingannato voi due. -
-
No, non importa ... - Lo rassicurò la bambina - Avevate i vostri buoni motivi, forse
era pericoloso per me sapere ogni cosa ... -
Ma
Rorbaul scosse la testa - Cara Wendy, mi rendo conto che quello che stai per
sentire potrebbe offenderti o farti arrabbiare, ma temo sia giunto il momento
di conoscere tutta la verità. -
-
Cioè? -
Il
vecchio lanciò un sospiro prima di riprendere a parlare - Le informazioni che
avevano gli Oracion Seis non erano esatte. Noi non siamo i discendenti della
tribù dei Nirvit, noi siamo i Nirvit. Il vero colpevole della costruzione di
Nirvana, cento anni fa, sono stato io. -
Per
un attimo quella scioccante rivelazione ammutolì tutti i presenti. Perfino Erza
si ritrovò con gli occhi spalancati per lo stupore mente Wendy incespicava con
le parole - Da ... Davvero? -
-
Sì. - Continuò il master, guardandola bonariamente. Era come se di colpo si
fosse dimenticato delle altre gilde che assistevano al loro dialogo. - Cento
anni fa, nel tentativo di fermare le terribili guerre che scuotevano questo
paese a causa di Zaref, fui io a creare la magia di Nirvana. Quella città divenne
la nostra casa e la nostra nazione: un simbolo di pace per molti anni, ma ogni
grande potere ha i suoi lati oscuri. - Rorbaul scosse la testa - Per ogni
oscurità che aveva trasformato in luce, Nirvana aveva accumulato su di sé sempre
e sempre più lati oscuri e noi non lo capimmo se non quando fu troppo tardi.
L’oscurità che Nirvana aveva scacciato dai suoi obiettivi si era venuta a
stabilire in mezzo ai Nirvit. Fu l’inferno: combattemmo tra di noi quasi fino
all’estinzione. Io fui l’unico a sopravvivere ... No, suppongo che ormai
nemmeno questo sia vero ... Anche il mio corpo si è dissolto qualche tempo fa,
di me non rimane altro che poco più di uno spirito. In modo da pagare per i
peccati che ho commesso e per trovare qualcuno con abbastanza potere per
distruggere Nirvana, cosa che non potevo più fare, ho vegliato sulla Wrath
Forest per cento anni. Adesso il mio compito è finalmente finito. - Rorbaul
concluse il suo discorso con un sorriso, ma non appena la sua voce si spense i
vari membri della tribù attorno a lui cominciarono a sparire, dissolvendosi uno
ad uno. La scena strappò un grido di stupore ai maghi presenti ma Wendy reagì
più rapidamente di tutti, gettandosi in mezzo ai suoi compagni e cercando
disperatamente di afferrarli - Magna! Pepel! Che sta succedendo? Perché state?
-
A
fermarla fu il braccio di Rorbaul - Mi dispiace di averti ingannato Wendy,
tutti i componenti di questa gilda non erano altro che un’illusione creata da
me. - La piccola sollevò uno sguardo disperato sul suo vecchio master, ma
quello continuò a spiegarle la storia con un sorriso - In modo da poter
vegliare su Nirvana avevo deciso di vivere da solo in questo villaggio
abbandonato, ma sette anni fa un giovane uomo ti portò qui da me. Era così
disperato! Non poteva tenerti con lui perché se lo avesse fatto tutto ciò che
ti attendeva sarebbe stato un destino oscuro e pericoloso. Ho avuto come
l’impressione che avesse ragione ed anche se avevo giurato di condurre una vita
solitaria, accettai di prenderti con me. Come potevo dirgli di no? Quel ragazzo
ti aveva promesso che ti avrebbe portato in una gilda ed io ho creato una gilda
per te e per mantenere la sua promessa. -
A
quelle parole Wendy sgranò gli occhi per lo stupore ma non riuscì a replicare
in tempo. Fu Erza quella a prendere la parola - Perché hai deciso di
accontentarlo se hai percepito che in lui c’era davvero qualcosa che non
andava? -
Lo
sguardo di Rorbaul si appuntò rapidamente su di lei, studiandola per qualche
istante prima di riprendere a parlare. Per un attimo Erza ebbe l’impressione
che lo spirito le avesse visto direttamente dentro.
-
Ascolta bene quello che sto per dirti, ragazza. Ascoltatelo tutti. - Ricominciò
lo spirito - Vedendo quel giovane mi è sembrato di rivedere me. Ho avuto
l’impressione che si trattasse di qualcuno disposto a prendere disperatamente
su di sé tutte le colpe, tutti i peccati e tutte le ombre di questo mondo pur
di salvare coloro che amava. Ma una sola persona non può reggere il peso del
mondo. Né una, né nove, né quindici. Nemmeno una gilda intera. È una questione
d’equilibrio, dove c’è luce c’è anche altrettanta ombra. Il male non potrà mai
scomparire dal mondo, dobbiamo solo imparare farne il meno possibile. -
Era
... Era davvero tutto finto?
-
Wendy, Carla. - Le richiamò Rorbaul, costringendole ad alzare la testa - Non
siate tristi: non avete più bisogno di compagni immaginari. - E fu allora che
il suo dito si appuntò sui maghi alle loro spalle - Avete trovato dei veri
compagni con cui stare. Il vostro futuro vi aspetta: sta cominciando adesso. -
E così il vecchio spirito fece un ultimo sorriso, un sorriso pieno di gioia e
liberazione, prima di svanire definitivamente nel nulla. La voce di Wendy fu
l’unica cosa a fargli eco, strillando inutilmente il suo nome. Alla fine la
ragazzina crollò in ginocchio, fiumi di lacrime che le scorrevano lungo le
guance, ma ancora una volta, prima che qualcuno potesse decidere cosa fare e
cosa dirle, fu Erza quella a reagire, serrandola stretta tra le braccia.
-
È sempre triste lasciare quelli che amiamo, ma il tuo master aveva ragione: non
sei più sola, tu vieni a Magnolia con me. - La ragazzina si girò a guardare
Erza con una punta di incredulità, ma la maga la strinse più forte,
sussurrandole all’orecchio in modo che nessuno potesse sentirla - Jellal mi ha
raccontato di te. Parleremo di lui più tardi. - Ed a quelle parole gli occhi di
Wendy si illuminarono. Aveva appena perso tutto il suo mondo, ma aveva già trovato
una nuova casa. Anche Erza le sorrise, sentendo le voci dei suoi compagni che esultavano
per essersi accaparrati la piccola dragon slayer prima delle altre gilde, ma
sorrise tra sè e sè anche per essere appena riuscita a compiere parte della
missione che Jellel le aveva affidato. Quando Erza si alzò, teneva ancora Wendy
saldamente stretta per mano. Attorno ai maghi ormai non rimaneva più niente, né
spiriti, né illusioni, perfino il villaggio adesso mostrava il suo vero
aspetto: nient’altro che rovine. Se stavano cercando un posto in cui riposare,
non era di certo quello.
-
A quanto pare non ha più senso rimanere qui. Voi di Blu Pegasus non avevate un
bombardiere magico o qualcosa di simile nei paraggi? Potreste darci un
passaggio fino a Magnolia? -
-
Ma certo mia adorata! - Fu l’immediata risposta di Ichiya.
-
Gli Oracion Seis hanno distrutto Christina. - Ma Hibiky lo ammutolì quasi
subito. - Ho controllato con il mio database magico e a quanto pare l’avevano
già distrutta ancor prima di attaccarci alla villa. -
Come
non detto! Erza lanciò un sospiro - Allora non ci resta che camminare: abbiamo
ancora alcune ore di luce. Se ci mettiamo in cammino adesso possiamo
raggiungere la città più vicina e prendere un treno. Vogliamo fare la strada
insieme? -
Anche
se l’idea di camminare ancora non era il massimo, sia Blu Pegasus che Lamia
Scale accettarono la sua proposta, avviandosi lentamente lungo la strada. -
Comincia ad andare anche tu. - Erza diede un colpetto a Wendy per rassicurarla
e metterla in moto. Aveva notato che qualcuno era rimasto indietro, ancora
fermo in mezzo alla piazza: si trattava di Juvia e Gajeel.
-
Spiriti. - Il dragon slayer scosse la testa vedendola avvicinarsi - Che potere
incredibile per creare un illusione del genere. -
-
E aggiungi Nirvana alla lista. - Gli fece notare Erza - Ho bisogno che tu
faccia una cosa per me Gajeel. -
E
a quelle parole il mago aggrottò un sopracciglio.
-
Mi posso fidare solo del tuo naso. - Continuò Erza ma solo per essere
anticipata di netto.
-
Vuoi che faccia un giro in zona per controllare se è davvero tutto a posto? -
-
Sì. -
-
Allora ci vediamo alla gilda tra qualche giorno. - Gajeel non esitò oltre a
girarsi e a tornare indietro, con Panther alle calcagna.
-
Non farti vedere dai cavalieri runici. -
Ma
il mago alzò una mano per rassicurarla. Si girò solo per un breve istante per
chiederle se voleva che cercasse anche tracce di Crime Sorcière.
-
Il master ci ha raccomandati di stargli lontani. Se vogliono trovarli che ci
pensino quelli del Consiglio. - E Gajeel non aggiunse altro prima di
allontanarsi definitivamente. Erza aspettò ancora qualche istante che fosse
andato via, prima di cogliere Juvia di sorpresa e strattonarla via per un
braccio.
-
Ho visto la faccia che hai fatto quando hai visto il master di Crime Sorcière.
- Le sussurrò Erza all’orecchio - So che non hai rivelato niente ai cavalieri
runici, ma non appena saremo arrivate a Magnolia farai quattro chiacchiere con
me. Fino ad allora sta in silenzio. - E
alla maga d’acqua non restò altro che annuire.
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Capitolo 30 *** Egoista ***
Egoista
Ci
sono posizioni che è davvero difficile mantenere. Io per esempio
non potrei mai resistere in una posizione come quella di Erza in questa
storia. Non mi piace mentire e non lo faccio mai. Però ho un
certo talento, quando mi serve una bugia la faccio sempre franca!
Egoista
Lithium, don't wanna lock me up inside
Lithium, don't wanna forget how it feels without
Lithium, I wanna stay in love with my sorrow
Oh, but God I wanna let it go
Darling, I forgive you after all
Anything is better than to be alone
And in the end I guess I had to fall
(Lithium - Evanescence)
Il
resto del viaggio verso Magnolia trascorse tra momenti di silenzio e di accesa
discussione. Gray raccontò loro del suo incontro con Ultear e di come la cosa
lo avesse lasciato particolarmente confuso. Natsu invece, non fece altro che
maledire Crime Sorcière ed il suo master per avergli rovinato il lavoro. A
quanto pare Wendy conosceva un incantesimo per alleviare il suo mal di veicolo,
ma di sicuro dopo aver sentito tutte le imprecazioni di cui era capace non lo
avrebbe mai più usato su di lui al ritorno da una missione fallimentare. La
piccola dragon slayer si limitò a qualche chiacchiera senza importanza,
aspettando ansiosamente il momento di vedere la sua nuova casa e di poter
parlare in disparte con Erza di Jellal. Happy ci provò tutto il tempo con
Carla, come se non avesse mai visto una gatta femmina in tutta la sua vita, ma
solo per beccarsi un bel graffio sul muso. Juvia restò in silenzio con i pugni
chiusi, premuti sulle ginocchia, limitandosi a lanciare di tanto in tanto
qualche sguardo verso Erza e qualcuno fuori dal finestrino, pregando che il
viaggio finisse il più presto possibile. Lucy parlò anche lei molto poco: era
la più turbata di tutti, avendo visto morire per la prima volta qualcuno
davanti ai suoi occhi, anche se si trattava di una persona orribile e
imperdonabile come Angel. Ma c’era un’altra ragione per cui la maga celeste si
sentiva confusa: era certa che quelli di Crime Sorcière fossero venuti ad
aiutarli dopo l’imboscata degli Oracion Seis. Non riusciva a togliersi dalla
testa l’immagine di Sho che le porgeva una delle sue carte per usarla come arma
di difesa, dato che ormai aveva esaurito tutto il suo potere magico. Lei era l’unica
abbastanza perspicace per essere andata vicino alla verità, ma Natsu la fece
ricredere quasi subito, continuando con il suo misto di imprecazioni e minacce.
Erza
infine passò il resto del viaggio in treno a rimuginare su quanto era accaduto
e sulla storia degli Oracion Seis, che come lei venivano dalla Torre del
Paradiso. Era vero che durante quegli anni le erano accadute molte cose, ma
come aveva fatto a dimenticarsi di quelle persone? Come avevano fatto anche
Jellal e gli altri? Più ci ripensava, più i ricordi tornavano a lei ...
Sin dai suoi primi giorni di prigionia alla
Torre, Erza rimase colpita dal gran numero di schiavi imprigionati nelle celle
sul suo stesso piano. L’idea che ce ne fossero molti di più rinchiusi negli
altri livelli della Torre la faceva rabbrividire.
C’era gente d’ogni tipo ma specialmente
vecchi, donne e ragazzini. A volte Erza li guardava e si domandava da dove
venissero, cosa facevano e come vivevano prima di arrivare lì. Si chiedeva se
erano stati catturati come lei e se avevano perso qualcuno di caro.
Tra tutti gli ospiti della Torre del
Paradiso, quello che l’aveva colpita di più era un uomo nella cella di fronte,
magro, scheletrico e con gli occhi infossati. Passava tutto il suo tempo libero
a camminare avanti e indietro lungo le sbarre, a volte perfino di notte, come
un animale in gabbia. Ad Erza faceva paura ed allo stesso tempo molta pena. Aveva
provato a parlargli una volta e a tendergli un pezzetto di pane ma lui l’aveva
ignorata. La piccola Erza lo guardava e si chiedeva perché si comportasse così.
- Che cos’ha quel signore? -
- È matto. - Le rispose alla fine Sho
muovendosi un dito intorno alla tempia - Non parla mai con nessuno, arrenditi.
-
- Ma Jellal gli ha dato lo stesso un
soprannome: Grim Reaper. - Le sussurrò
Richard all’orecchio - Perché è spaventoso come il cupo mietitore! -
L’uomo, stava camminando avanti e indietro
come sempre, quando un giorno si fermò di colpo. Si attaccò con le mani alle
sbarre e gli occhi sgranati. Erza lo stava fissando e per un attimo ebbe come
l’impressione che i loro sguardi si fossero finalmente incrociati e che l’uomo
l’avesse vista per la prima volta. Disse una sola cosa - La tempesta sta
arrivando. - Poi si mise a gridare d’esultanza e a sbattere la testa contro le
sbarre come un matto. Le guardie sopraggiunsero quasi subito e visto che non
riuscivano a farlo smettere, lo colpirono con una delle loro lunghe lance
dietro la testa e lo trascinarono via come un peso morto. Quella fu l’ultima
volta che Erza ed i ragazzi della Torre videro Grim Reaper, ma proprio come lui
aveva preannunciato, quella notte la tempesta arrivò per davvero sibilando
contro la struttura e agitando il mare, mentre il vento e la pioggia si
infilavano tra le fessure ed i lampi illuminavano tutto.
Erza
si passò una mano sulla faccia nel sonno, ricordando come quella notte non
fosse riuscita a staccarsi da Jellal nemmeno per un istante ...
- Hai dato un soprannome a tutti? -
Jellal annuì con aria fiera - Ci sono un
sacco di ragazzini come noi nelle altre celle, volevo provare a parlare con
loro, ma nessuno mi ha mai risposto. Non conoscevo il loro nome così me ne sono
inventato uno per tutti. -
- Come hai fatto con me. - Sorrise Erza
costringendolo a grattarsi la testa imbarazzato - Con te è stato un po’ diverso
... Eri tu che non ricordavi il tuo cognome ... -
- È sempre stato troppo lungo per impararlo.
- Confessò Kagura ed il fratello l’appoggiò annuendo con forza. Volevano
giustificarsi anche loro per non ricordare il secondo nome della loro amica. -
Era qualcosa del tipo ... - E Kagura fece uno strano verso a metà tra un
ululato di un lupo ed una frana strappando un sorriso anche agli altri
ragazzini.
- Come li hai chiamati? - Chiese Erza e
Jellal si infilò con una mano tra le sbarre cercando di indicare la cella in
fondo al corridoio. - C’è quella ragazzina che colleziona le penne dei gabbiani
che cadono tra le sbarre. La vedi? Quella coi capelli chiari! -
Erza si sporse anche lei, sbirciando nella
direzione indicata.
- Angel. - Annunciò Jellal per poi spostare
il dito in direzione di un altro bambino nella medesima cella. Aveva raccolto
uno strano serpentello viola e lo teneva sempre con sé, proteggendolo da tutti
gli altri compagni. Sembrava che oltre al suo piccolo amico non potesse vedere
nessuno. - Cobra. - Lo battezzò Jellal, prima di staccarsi dalle sbarre per
andare dall’altro capo della cella e puntare verso quella nella direzione opposta.
- Racer. -
Era il bambino che Erza vedeva correre
sempre per primo a prendere la sua razione alle sbarre.
- E poi c’è Midnight: è quello che dorme
sempre. Ogni volta che lo chiamo si gira dall’altra parte. - Sospirò Jellal con
una punta di delusione, ma Erza si soffermò un po’ in più con lo sguardo sul
ragazzino sdraiato accanto alle sbarre. Allungò anche lei una mano per provare
a salutarlo, sussurrando - Ciao, Midnight! - Ma come previsto l’interessato si
girò di spalle, ignorandola per continuare a dormire. Fu allora che una guardia
di ronda passò per il corridoio, battendo il manico della sua lancia a terra e
costringendola a ritirare precipitosamente la mano dentro le sbarre.
- Shhh ... - Sibilò la guardia prima di
continuare il suo giro. Non c’era alcun dubbio che con quelle persone orribili
di ronda lungo tutto il corridoio, i prigionieri avessero paura di parlare da
una cella all’altra. Erza poteva vederne altre tre oltre alla sua, ma quei
prigionieri per lei erano tutti completi sconosciuti.
Pian piano Midnight, Angel, Cobra e Racer scomparvero
a loro volta dalla Torre. Nessuno avrebbe mai immaginato che Brain aveva notato
in loro delle potenzialità e che li aveva portati via con sé. Tutti pensarono
semplicemente che fossero morti e finirono per scordarsi di loro, Erza inclusa.
La
maga si ritrovò a fissare il paesaggio che scorreva oltre il finestrino,
illuminato dalla luce della luna con le lacrime agli occhi. Il diritto di
piangere come una persona normale era un’altra delle cose che la Torre del
Paradiso si era presa da lei, perché nonostante la magia di Jellal che le aveva
restituito la vista a destra, le lacrime sgorgavano soltanto dall’occhio vero,
quello sinistro.
Nel
buio del vagone si erano tutti addormentati, Juvia stretta a Wendy, Carla in
braccio alla ragazzina ed Happy su un cuscino. Gray stava a bocca aperta accanto a lei, Lucy con la
testa appoggiata alla spalla di Natsu e le dita strette attorno al suo mazzo di
chiavi. No, forse non si erano tutti addormentati. Il dragon slayer era sveglio
e la stava fissando. A quanto pare nonostante l’incantesimo di Wendy lo avesse
guarito dalla nausea, non era riuscito comunque a regalargli il sonno.
-
Hai avuto un incubo? -
Erza
si asciugò le lacrime via con una mano - Sono una persona orribile Natsu ... -
-
Ti senti in colpa per quello che è successo in missione? Se è per questo
nemmeno noi siamo stati migliori. -
-
No ... È che ... Perché diavolo ti fidi tanto di me? Oh, accidenti, perché si
fidano tutti così tanto di me? - Sibilò Erza senza nemmeno sapere cosa stesse
dicendo - Perché credete così tanto in me? Non riuscite a vedere che sono un
completo disastro? -
-
Ci fidiamo di te perché vediamo il modo in cui ti impegni. -
-
Una persona che si impegna non è necessariamente una brava persona! -
-
Ci fidiamo perché vediamo il modo in cui ti impegni per la gilda. -
-
Io non mi impegno per la gilda! - Sbottò Erza - Sono una persona egoista, in
tutti questi anni ho pensato soltanto a diventare più forte. Volevo essere più
forte di tutti perché solo così avrei potuto ottenere finalmente la mia libertà
e difendermi da chiunque avesse provato a portarmela via! - Non sapeva cosa si
aspettasse sibilando in quel modo ma Natsu la stupì lanciando un sospiro - Come
se qualcuno potesse credere che sei una persona egoista dopo il casino che hai
fatto per difendere Lucy. Mettiamola così Erza: anche se non ti fidi abbastanza
di te stessa, noi siamo tuoi amici ed è nostro compito aiutarti a credere in te
e se non la smetti di dubitare, allora saremo costretti a credere ancora più
forte per convincerti. Non prendertela troppo per come è andata. - Era strano
sentirselo dire da qualcuno così furioso fino a poche ore prima - Se un giorno
o l’altro dovessi davvero imboccare la strada sbagliata, verremo a prenderti con
la forza e ti riporteremo indietro. - Natsu sorrideva per incoraggiarla, senza
sapere che Erza era già sulla strada sbagliata praticamente da sempre.
Disarmata da tanta fiducia, la maga non riuscì a fare altro che passarsi di
nuovo una mano sulla faccia per spazzare via le ultime lacrime e mentire
ancora, per l’ennesima volta - Grazie. -
|
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Capitolo 31 *** Bloodhound ***
Bloodhound
Lahar
in questa fiction gioca il ruolo dell'instancabile difensore della
giustizia. Il suo personaggio mi piace e onestamente non sono tanto
d'accordo con il ruolo che Mashima gli ha riservato. Ma pazienza! Lui
è quello che comanda, se non avesse inventato Fairy Tail io non
sarei qui a scrivere fanfiction. P.s. In questo capitolo anche Ultear
è a lavoro, tramando tra le file del Consiglio.
Bloodhound
Su
Era, la grande capitale magica di Fiore, quel giorno c’era un cielo denso e
plumbeo e la pioggia si abbatteva su tutta la città con un ritmo fluido, ma
monotono.
In
un certo senso, il regno di Fiore aveva due capitali. La prima era la grande e
maestosa Crocus, dove risiedeva il re e che si diceva fosse così bella e
variopinta, da sembrare un gigantesco fiore se vista dall’alto. La seconda era
Era, dove risiedeva il Consiglio di Magia, l’organo amministrativo che si
occupava di regolare l’attività di tutti i maghi e le gilde della regione. Il
Consiglio era composto da dieci membri, più un presidente, cinque maghi e
cinque esperti senza poteri, per mantenere gli interessi dei due gruppi quanto
più equilibrati possibile.
La
sede del Consiglio era una città sempre attiva e traboccante di vita a causa
delle sue biblioteche e scuole di magia. Anche sotto quella pioggia battente
maghi, apprendisti e cavalieri runici, continuavano a correre da un angolo
all’altro delle strade. Ma c’era qualcun altro che quel giorno non riusciva a
stare fermo e continuava a camminare avanti e indietro lungo uno dei corridoi
del grande palazzo del Consiglio. La vetrata che si ergeva accanto a lui, lo
illuminava con la sua luce fioca mentre la pioggia non accennava a fermarsi e ad
infrangersi contro il vetro.
-
Smettila Lahar, mi stai facendo venire il mal di testa. -
-
Nessuno ti ha chiesto di venirmi a guardare, Doranbolt. -
Mentre
il giovane consigliere continuava a comportarsi come un’animale in gabbia, un
altro giovane uomo, con indosso gli abiti del Consiglio, si era andato a mettere
dalla parte opposta della vetrata, appoggiandosi con la schiena ad una delle
tante colonne che sostenevano il corridoio.
Aveva i capelli neri e corti e gli occhi scuri con una cicatrice sul
viso.
-
Sono venuto a cercarti soltanto perché sapevo che c’era qualcosa che non
andava. - Cominciò Doranbolt.
-
Se non ti va di parlarne, mi trovo subito qualcos’altro da fare. Qui ad Era le
scartoffie non mancano mai e nemmeno i convegni e tutta questa roba che odio. -
-
Hai ragione, questo Consiglio ci opprime con dei lavori inutili, ma quando si
tratta di cose serie sembra non volersene mai occupare come si deve. - Lahar si
fermò, girandosi in direzione del compagno. - Ho letto il rapporto di quello
che è accaduto nella missione Nirvana. - Annunciò gravemente - Le gilde che
avevamo inviato non sono riuscite a catturare nemmeno un mago degli Oracion
Seis. Per giunta Crime Sorcière è improvvisamente apparsa sulla scena e si è
presa gioco di noi, sterminando tutti i maghi oscuri che c’erano in campo.
Tutta la missione è stata un fallimento, un buco nell’acqua. - Ma Doranbolt si
limitò a scuotere la testa - Immagino il tuo disappunto, ma alla fine Nirvana è
stato distrutto e grazie agli interrogatori adesso abbiamo gli identikit di
alcuni di quei criminali. Non capisco perché tu sia qui da sta mattina a
rimuginarci sopra. -
-
Crime Sorcière. - Sibilò il consigliere riprendendo a camminare - Non riesco a
capire quali siano le sue intenzioni. Fino ad ora abbiamo supposto che
volessero sterminare tutti i rivali per ottenere il controllo assoluto degli
affari oscuri nella regione. Ma se avessero
davvero desiderato il potere allora avrebbero dovuto prendere Nirvana, non
distruggerlo! -
-
Io l’ho sempre detto che non era questo che cercavano. - Doranbolt scosse di
nuovo la testa - Nelle loro azioni c’è sempre stato qualcosa di troppo
eclatante per essere un regolamento di conti. Sembra
che si comportino come un gruppo di giustizieri oscuri e che il loro vero
obiettivo, in realtà, sia quello di sradicare il male da Fiore. Forse il
Consiglio dovrebbe prendere un po’ più sul serio questo problema e cominciare a
usare a sua volta il pugno di ferro. -
-
Anche io sono d’accordo sul fatto che il Consiglio sia troppo morbido coi
criminali. Non mi è mai piaciuta la sua politica di evitare di dare la caccia
alle gilde oscure, per evitare allo stesso tempo di causare qualche sanguinosa
guerra magica. Ma sarebbe uno sbaglio imperdonabile pensare che quelli come Crime
Sorcière possano essere la risposta! - Per un attimo Lahar alzò la voce, senza
curarsi nemmeno che qualcuno oltre a Doranbolt potesse sentirlo. - Loro sono il prodotto
perverso delle disattenzioni del Consiglio: se non ci si occupa di combattere
il male attraverso la giustizia ecco insorgere altri tipi di “giustizieri”. -
-
Sì, questo è naturale. - Acconsentì l’altro consigliere - Quando tutti si
possono fare giustizia da soli, allora significa che non c’è vera giustizia.
Piuttosto, non ti pare sospetto che Fairy Tail sia
stata coinvolta in un paio di episodi con Crime Sorcière? Che cosa ti è parso
della gilda? Le alte sfere non ti hanno mandato lì qualche settimana fa? -
-
Sì è vero, per un’azione dimostrativa contro una delle sue esponenti più
famose. - Confermò Lahar - Devo ammettere che, anche se nei Cavalieri Runici
non sono ammesse donne, una con uno sguardo così fiero potrebbe essere un buon
capitano. -
-
Allora ti è piaciuta! Fairy Tail ti ha fatto un impressione positiva! -
Ridacchiò Doranbolt ma solo per irritare ancora di più l’altro consigliere -
Niente affatto! Anche se si parla bene di Makarow, Fairy Tail è un ritrovo di
sbandati che continua a causare problemi a questo paese. Gran Doma avrebbe già
dovuto smantellarla da tempo, tuttavia non c’è abbastanza per supporre un suo
coinvolgimento; anche altre gilde in passato hanno sfiorato Crime Sorcière.
Quei maghi sono troppo astuti per farsi coinvolgere nelle vicende di una gilda
tanto caotica da attirare l’attenzione su di loro. -
-
Sai come si dice: il diavolo è così furbo che si nasconde dove meno te lo
aspetti. - E quell’ultimo mezzo sorriso di Doranbolt attirò definitivamente
l’attenzione di Lahar - Anche se nemmeno io ho prove per quello che sto
dicendo. - Ecco perché Lahar amava tanto discutere con Doranbolt e lo
considerava il suo miglior amico. Erano così diversi tra loro che sembrava
quasi che Doranbolt potesse vedere tutto quello che gli sfuggiva. Entrambi
facevano parte del Consiglio, questo era vero, ma vi erano arrivati passando
per strade completamente opposte. Lahar era nato in una famiglia nobile e per
anni aveva servito come capitano dei cavalieri runici di stanza ad Era. Alla
fine era stato ammesso tra i componenti senza magia del Consiglio, perché
nonostante non avesse poteri, aveva studiato
molto la magia ed era sempre stato in grado di guidare la sua squadra anche
contro i maghi più ribelli. Sul campo Lahar era
così efficiente da essersi guadagnato il soprannome di Bloodhound: quando dava
la caccia ad una preda non la mollava mai fino a che non veniva arrestata.
Doranbolt invece era diverso, anche se era nato a sua volta in una buona
famiglia. Lui era un ottimo mago ed aveva un intuito eccezionale. A volte,
Lahar si domandava come fosse arrivato fin lì, visto quanto era insofferente
alle convenzioni ed ai protocolli. No, in realtà Lahar si domandava molto
spesso come avessero fatto entrambi ad essere eletti tra le file del Consiglio,
quando non condividevano un bel nulla della sua politica.
-
Oltretutto ... - Continuò Doranbolt, facendosi più vicino e sussurrando a bassa
voce - Anche se ci fosse un legame tra Crime Sorcière e Fairy Tail o qualcuna
delle altre gilde legali, ho paura che questo sia solo un problema secondario.
-
Lahar
non gli rispose, ma gli appuntò addosso uno sguardo ancora più severo ed
indagatore di quello precedente.
-
Pensaci un attimo. - Gli sussurrò l’amico - Se avessero avuto un contatto
soltanto con le gilde non avrebbero potuto scoprire tante informazioni. Le
gilde erano in possesso dei dati sugli Oracion Seis e del piano concordato col
Cosiglio ma non potevano sapere di Zero, visto che i vecchi avevano deciso di
mantenere quell’informazione top secret. È vero che ogni gilda oscura ha i suoi
informatori ma io mi domando lo stesso da dove sia trapelata quella notizia. -
-
Credi che ci sia una talpa? CHE ACCIDENTI STAI D! - Cominciò Lahar ma l’altro
si portò un dito sulle labbra per zittirlo. Una cosa del genere era assurda,
impensabile, pura follia! Il giovane capitano si sentiva così indignato per
quello che aveva appena sentito, che fu costretto a mordersi la lingua per non
gridare e ribattere con una raffica di proteste. Gli uomini del Consiglio
potevano pure essere vecchi assetati di potere e con scarsa volontà di agire,
ma erano uomini altamente selezionati e che non avrebbero mai compromesso la
loro carriera in un modo tanto vile.
-
Ti ho proposto solo di pensarci un attimo. Sono tutte supposizioni, in fondo. -
Continuò Doranbolt nonostante quella non fosse una conversazione degna d’essere
tenuta in un corridoio, visto il modo in cui tutto il palazzo pullulava di
occhi e orecchie. - Non è strano che Crime Sorcière sia sempre un passo avanti
a noi? Ogni volta che il Consiglio sembra sul punto di smantellare un
obiettivo, ecco che quelli della Cs arrivano per primi e fanno piazza pulita.
Se guardi nei file, Lahar, gli ultimi quattro anni sono stati uno scatafascio.
Abbiamo ricostruito i traffici di circa ottanta gilde oscure: oltre cinquanta
le ha fatte sparire Crime Sorcière. È una sproporzione troppo grande. -
-
Perché non hai esposto i tuoi dubbi al Presidente? -
-
Parlo con te perché sei l’unico di cui mi fido. - Doranbolt zittì ancora una
volta l’amico con un sibilo - E Gran Doma è quello con cui vorrei parlare di
meno, dato che la serie di sconfitte del Consiglio è cominciata proprio quattro
anni fa quando è miracolosamente tornato dalla tomba. -
Lahar
si fermò, ricordando l’episodio. Non era ancora entrato nel Consiglio ma se ne
era fatto un gran parlare ad Era, fin tra le fila dei cavalieri. Gran Doma si
era gravemente ammalato ed era stato costretto a lasciare vuoto il seggio di
presidente per alcuni mesi. Visto che ormai l’uomo era molto anziano, tutti
avevano pensato che fosse giunta la sua ora, ma invece il mago si era
inaspettatamente ripreso, tornando a governare il Consiglio con il solito pugno
di ferro. Eccezion fatta per il gran numero di fallimenti che aveva
collezionato nella politica delle gilde oscure.
-
Tu sei troppo abituato alla mentalità del cavaliere, amico mio, e questo ti
rende un tantino servile. - Aggiunse Doranbolt - Ti difi troppo dei tuoi capi e saresti pronto
a sacrificare la vita per loro. Ma io sono cresciuto con i maghi e sono
abituato a manipolare gli altri. Anche se non posso leggere direttamente nelle
loro teste ho visto come funziona il cervello degli uomini e quante trame si
nascondono sotto la superficie. Non sarei stupito se fosse proprio Gran Doma la
talpa, quello che in cambio di una nuova vita, si è venduto l’anima al Diavolo
di Crime Sorcière. -
Quindi,
secondo Doranbolt, non era un uomo qualsiasi quello che minacciava la sicurezza
di Fiore, ma il Presidente in persona del Consiglio. Davvero oltraggioso come
pensiero, davvero, ma più Lahar ci rimuginava più la cosa iniziava a turbarlo.
Così come la pioggia batteva con forza contro i vetri del corridoio, così i
suoi pensieri sbattevano vorticosamente contro le pareti della sua testa.
-
Hai ragione, Doranbolt. Forse mi comporto ancora come il vecchio capitano di un
plotone senza rendermi conto dell’ambiente in cui ci troviamo. - Ammise alla
fine il giovane - Mi illudo che gli uomini che dovrebbero guidarmi siano
arrivati al loro seggio grazie alle loro abilità e al loro impegno e non a
causa di sporche macchinazioni. Ma non condivido ciò che hai detto suoi
cavalieri; quelli che si vendono cecamente ai loro padroni si chiamano servi e
io non sono il sevo di nessuno: l’unica cosa a cui ho giurato fedeltà è la
giustizia e non ho paura di affrontare i nemici di questo paese. - E detto
questo Lahar non esitò oltre a lanciarsi a lunghi passi per il corridoio, il
mantello che gli sventolava dietro e Doranbolt che gli gridava di fermarsi.
-
Che cosa hai intenzione di fare? Dove vai, imbecille? -
-
Vado a parlarne con chi di dovere. - Fu l’unica cosa che Lahar si degnò di
rispondere.
-
Sei pazzo? Non hai capito che cosa ti ho detto? - Ma ormai era troppo tardi:
quando Doranbolt lo raggiunse l’amico aveva già spalancato la porta dello
studio riservato al Presidente, nonostante i due cavalieri runici posti di
guardia. Doranbolt si ritrovò letteralmente anche lui sulla soglia, costretto
ad imitare Lahar che si inchinava.
-
Che cosa volete voi due? - Ad accoglierli fu una voce roca e severa. Suduto
dietro la scrivania, con una grande vetrata alle spalle, c’era un vecchio con
dei lunghi capelli grigi ed una barba grigia ancora più lunga. La sua figura
emanava un’aura di severità così come faceva tutto l’arredamento della stanza e
quella sfera di cristallo sempre in bella mostra accanto a lui, da cui sembrava
controllasse tutto il destino di Fiore. Ogni volta che si entrava nel suo
studio, non si poteva fare a meno di rimanere impressionati dal gran numero di
scartoffie a cui stava lavorando: perfino in quel momento Gran Doma stingeva un
plico tra le dita.
-
Allora? Vi ho chiesto cosa volete! -
-
Mi dispiace per averla disturbata, signore. - Cominciò Lahar infilandosi una
mano sotto il mantello - Ma c’era una cosa di cui volevo parlarle. - Il suo
movimento fu così inaspettato e fulmineo che nessuno riuscì a fermarlo, né le
guardie, né Doranbolt, né Gran Doma in persona. Lahar si sfilò dalle vesti una
pergamena gettandola ai piedi della scrivania. Su di essa era impresso un
sigillo molto semplice, ma che il cavaliere aveva utilizzato innumerevoli volte
durante le sue missioni e la caccia ai criminali; ne portava sempre uno con sè
per ogni evenienza.
Le
guardie gridarono, ma furono subito zittite da un fascio di luce abbagliante,
così come tutti i presenti nella stanza. Solo Lahar non arretrò, protetto
com’era dagli occhiali magici che usava ogni giorno, ma la sua espressione si
fece subito il ritratto dello stupore.
Quando
la luce si dissolse, apparve evidente che dietro la scrivania non c’era più il
vecchio di prima, ma una giovane donna dai lunghi capelli corvini: si trattava
di Ultear. Anche lei aveva un’espressione stupita come quella di Lahar, perché
non si aspettava d’essere scoperta in modo così banale, non dopo tanti anni e
dopo aver messo tanta cura in quella missione. La rabbia venne subito dopo lo
stupore.
-
Lo sapevo che c’era qualcosa di strano in Gran Doma. - Sibilò Lahar sfilando la
spada che teneva sempre fissata al fianco, nonostante non fosse più un
capitano.
-
Già, hai proprio ragione. - Replicò Ultear, uscendo pian piano dal riparo della
scrivania. La sua mano scorse fino alla sfera, raccogliendola nel palmo. -
C’erano molte cose che non andavano in Gran Doma, ancor prima che prendessi il
suo posto. Era un uomo corrotto e perverso: entrare nelle sue grazie è stato facile
e da lì ad impersonarlo è stato un passo. -
-
Era? - La incalzò Lahar strillando - Che cosa gli hai fatto? - Ma l’unica
risposta che ottenne fu una risatina beffarda - Questo è di poca importanza,
tanto dubito che ne sia rimasto qualcosa. -
-
Sul mantello c’è la Cs. - Sussurrò Doranbolt per invitarlo a fare attenzione ma
Lahar era troppo preso dalla sua nuova avversaria. Le guardie intanto fissavano
la scena impietrite, senza capire cosa stesse succedendo né cosa fare.
-
Arrenditi! - Le intimò il giovane consigliere ma solo per ricevere un’altra
risata di scherno.
-
Arrendersi? Crime Sorcière non si arrende. Non possiamo arrenderci quando siamo
gli unici capaci di salvare questo mondo, specie se gli uomini del Consiglio
sono tutti come Gran Doma. Se non mi credi, ho conservato i documenti originali
nella cassaforte. - Ultear mosse un’ultima volta la mano per indicare l’angolo
della stanza dove troneggiava il ritratto del presidente, poi scagliò la sua
sfera in avanti. L’effetto fu come al solito quello di un’autentica esplosione:
Lahar e Doranbolt vennero sbalzati a terra insime ad un mucchio di detriti,
fogli e libri. In un attimo l’intera parete e la porta che ospitava erano state
disintegrate, così come la vetrata e tutto il resto. Ed in quell’attimo Ultear
era già sparita.
Doranbolt
capì subito che non l’avrebbero più presa, nonostante le guardie si fossero già
lanciate lungo il corridoio a chiedere soccorsi. Doveva essersi teletrasportata
via con qualche sigillo già pronto, come quello che era stato utilizzato contro
di lei. Lahar invece si precipitò alla finestra, controllando ogni via di fuga
e ignorando la pioggia che entrava a dirotto, inzuppandolo.
-
Ordina ai cavalieri di preparare un plotone! -
-
Ma non la troverai più qui intorno, Lahar! -
-
Non possiamo dirlo senza setacciare la città! -
A
Lahar non restò che gettarsi con rabbia tra i resti della cassaforte distrutta.
C’erano fogli sparsi dappertutto ma gli bastò poco per trovare delle pergamene
con la firma di Gran Doma. Sopra una lista di nomi con accanto dei ... prezzi.
Lahar
aveva rischiato senza nemmeno sapere se la sua intuizione fosse giusta. Aveva
rischiato anche se sapeva che per un atto del genere il Consiglio avrebbe poteva
espellerlo. Non avrebbe sprecato quell’occasione, non avrebbe gettato al vento
quello che aveva imparato, non avrebbe abbassato mai più la guardia.
Nel
frattempo tutto il palazzo del Consiglio era in subbuglio e Doranbolt gridava
il suo nome ma Lahar ci mise praticamente un’eternità per riuscire a sentirlo.
- Questo Consiglio deve cambiare ... -
All’inizio Doranbolt non capì cosa stava dicendo, ma l’urlo successivo lo fece
trasalire - COME FACCIAMO a combattere
il male se ce lo abbiamo già dentro? Non
mi lascerò scappare mai più Crime SoRCIÈRe! -
|
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Capitolo 32 *** Sani e salvi ***
Sani e salvi
Giusto per
ripetere a Fairy Tail sono molti quelli con un segreto: Erza, Gray,
Locke, Lucy, Wendy e anche Juvia. La lista si allarga a testimonianza
del fatto che nessuno è perfetto. In questo capitolo poi si va
verso l'ooc, Juvia non solo è uno dei personaggi che amo di
più a cui ho fatto qualche modifica in più, ma
permettetemi qualche libertà potetica! In questo capitolo
c'è anche un altro cammeo da Rave Master, è da veri
intenditori ma per chi non lo nota lo spiego a fondo pagina. Buona
lettura!
Sani e salvi
Misused, Mistakes
Too long, Too late
Who was I to make you wait?
Just one chance
Just one breath
Just in case theres just one left
'Cause you know,
That I love you
I have loved you all along
And I miss you
Been far away for far too long
I keep dreaming you'll be with me
and you'll never go
Stop breathing if
I don't see you anymore
(Far away - Nickleback)
Dopo
la missione contro gli Oracion Seis, quando Erza fece ritorno a Magnolia aveva
ancora il braccio fasciato là dove l’aveva colpita Cobra ed una serie di bende
sparse lungo tutto il corpo a marcare i punti in cui era stata ferita. Ma
quella volta Erza non stava riportando a casa solo una serie di cicatrici,
bensì anche la piccola Wendy, che stringeva tra le braccia la sua fedele amica
Carla ed una Juvia completamente fuori di sé. Alla sola idea, si sentiva ancora
più stanca, ma c’era qualcosa che doveva appurare privatamente con loro. Wendy
per esempio le aveva detto di conoscere Jellal ed il compagno le aveva
confermato la storia, ma non sapeva ancora tutti i dettagli. La reazione di
Juvia poi, quando aveva scorto Jellal, era stata così esagerata da non poter
passare inosservata. Erza le aveva impedito di parlare, per paura che rivelasse
qualcosa di compromettente davanti ai cavalieri runici o ai loro compagni e la
maga d’acqua le aveva ubbidito pazientemente per due giorni, troppi, visto che
ora stava per scoppiare.
-
Juvia può parlare adesso??? - Erza fu costretta a buttarla dentro e a chiudersi
precipitosamente la porta alle spalle per evitare che le sue grida si
sentissero fino in strada. - Ti ho detto di non gridare! Che cos’è che non
capisci? -
-
Ma come fa Juvia a stare zitta! - Replicò l’altra sbracciandosi come una pazza
- È lui! Si tratta di lui! Juvia ha pensato per tredici anni che fosse morto!
Morto, capito? E invece è vivo! Quello era sicuramente Jellal! Juvia non ha
nessun dubbio! -
Questo
sì che era un pezzo di informazione nuovo! Fino a quel momento Erza aveva
sospettato che l’attacco di panico di Juvia fosse stato scatenato dal fatto che
in passato aveva intravisto Jellal durante una delle sue missioni. Magari l’idea
di rivederlo la terrorizzava perché aveva eliminato qualcuno a lei caro.
Eppure, doveva essersi sbagliata: dato il modo in cui ne parlava, nessuna di
quelle doveva essere l’opzione giusta.
-
Stai parlando di quell’uomo ... -
-
Con i capelli blu! - Aggiunse ancora Juvia gridando e prendendosi una ciocca - Quello
con i capelli così! Quello è Jellal! Quello è il fratello di Juvia! Stessi
capelli! Stessi capelli, lo vedi? -
A
quelle parole Erza rimase per un attimo con la bocca spalancata ma anche Wendy
fece altrettanto.
-
Juvia non capisce cosa ci facesse lì. - Continuò la maga agitandosi e andando
avanti e indietro per la stanza - Non lo sa perché era con quella gente. Juvia
non sa niente di questo! E Juvia lo sa che se si mette a gridare che conosce
qualcuno di una gilda oscura i cavalieri portano via anche lei. È ovvio che lo
sa! Ma se non l’avessi fermata Juvia avrebbe fatto di sicuro qualcosa di pazzo!
Per tredici anni le dicono che suo fratello è morto e invece è ancora vivo!
Sano e salvo! -
-
Perché non ti calmi un attimo Juvia - san? E non ci provi a spiegare la storia
più lentamente? - Le suggerì Wendy prendendo il controllo della situazione ed
invitando la maga a sedersi, tirandola per una mano. Anche Erza le fece un
cenno, sforzandosi di ritornare lucida. Juvia la sorella di Jellal? Sinceramente
non sapeva se crederci o meno, poteva pure essere tutto un fraintendimento o
una strana coincidenza. Jellal tuttavia, non le aveva mai raccontato di quante
persone fosse composta la sua famiglia: l’unica cosa che le aveva detto era che
non gli era rimasto più nessuno. Erza non aveva insistito oltre e non aveva
indagato più a fondo, proprio perché sapeva quanto facessero male quei ricordi.
Nemmeno lei riusciva a ripensare ai suoi genitori ed alla distruzione di
Rosmary a cuor leggero.
-
Calmarsi ... - Juvia si costrinse a prendere un respiro profondo.
-
Spiegaci tutto dall’inizio. - Suggerì a quel punto Erza e l’altra annuì
cominciando mettere insieme i ricordi del suo passato. Quando iniziò a parlare,
Erza ebbe l’impressione che dovesse avere una grande fiducia in loro per
raccontare davvero qualcosa del genere. Qualcosa che probabilmente avrebbe
potuto costarle un sacco di guai, se la sua parentela con Jellal si fosse
dimostrata autentica. Tuttavia era difficile dire se quella fosse una ragazza
troppo disposta a dare fiducia agli estranei, o se quella fosse una ragazza
troppo disperata per tenersi tutto dentro.
-
Juvia è nata in un paese con il nome di Mildian, la chiamavano il Fiore del
Tempo, ma forse non l’avete mai sentita nominare perché è stata distrutta più
di tredici anni fa. Jellal e Juvia erano molto uniti, nonostante avessero due
padri diversi e sognavano di diventare dei maghi da grandi, perché anche i loro
genitori lo erano. Però un giorno sono arrivate delle persone cattive e hanno
distrutto tutto. Juvia si è svegliata solo quando i cavalieri runici l’hanno
trovata. Le hanno detto che tutta la sua famiglia era stata uccisa ... Così
Juvia è finita in un istituto. In realtà Juvia ci è stata solo per qualche
anno, perché quando ha scoperto di avere dei poteri è scappata subito via. È
stato allora che ha incontrato Jose ed è entrata a Phantom Lord. Oh, per
tredici anni Juvia ha pensato che fosse morto e invece ... Oh, ma ora Juvia è
così felice! - Sembrava terribilmente sincera, eppure tutto quello che aveva
detto non era ancora sufficiente per essere sicuri che fosse vero.
-
Tu non credi a Juvia? - Intuì infatti la ragazza, con un semplice sguardo in
direzione di Erza - Eppure io sono sicura che è lui ... Forse Jellal non l’ha
nemmeno riconosciuta ma ... Lui non è cambiato per niente ... Soltanto una cosa
era diversa in lui, ora che Juvia ci pensa. - La ragazza esitò per un attimo
passandosi una mano sull’occhio destro - Quella runa, deve essere una cosa
nuova, perché Jellal non l’aveva quando era piccolo. - E questo era qualcosa
che soltanto qualcuno che avesse conosciuto Jellal fin da quando era bambino
avrebbe potuto dire con certezza. In un mondo magico come quello di Fiore, un
bambino poteva nascere con qualsiasi tipo di marchio, perfino un paio di corna
o delle orecchie da lupo e non era facile distinguere un tatuaggio o una runa
da ciò che non lo era.
-
Non è vero, ti credo Juvia. - L’espressione di Erza si ammorbidì in un sorriso
ed a quelle parole la maga rialzò la testa illuminandosi di gioia, ma poi la
sua espressione tornò a farsi triste - Sì ma chissà dov’è andato Jellal adesso ...
Forse Juvia non riuscirà mai più a vederlo ... Quando lo ha intravisto è si è
sentita così scioccata e confusa che non è riuscita nemmeno a farsi notare.
Juvia ha perso la sua unica occasione ... -
-
Non è detto. - Disse a quel punto Wendy. Sembrava avesse intenzione di
consolarla ma le sue non erano semplici parole di circostanza. La ragazzina
sorrise e senza aggiungere altro si precipitò ad aprire la porta della camera
da letto in cima alle scale. L’istante dopo una figura incappucciata ed avvolta
in un mantello nero, fece un passo avanti.
Juvia
spalancò gli occhi e scattò subito in piedi ma anche Erza si ritrovò colta di
sorpresa. Nonostante fosse abituata a percepire la presenza di Jellal, si era
fatta prendere così tanto dalla sua piccola indagine, da non accorgersi nemmeno
del fatto che fosse lì. Per fortuna Wendy aveva dalla sua parte l’udito
raffinatissimo e l’olfatto di un dragon slayer.
-
Non pensavo mi avessi scoperto così facilmente. - Jellal diede alla piccola una
breve carezza sulla testa e poi si sfilò il cappuccio, fermandosi ad un passo
da Juvia. - E per quanto riguarda te ... -
-
Jellal! - Juvia non gli lasciò aggiungere altro gettandogli le braccia al collo
e serrandolo con tutta la forza che aveva e gli occhi pieni di lacrime. Lui la
lasciò fare passandole una mano sulla schiena, come per assicurarsi che non
fosse un miraggio. Proprio come Juvia, Jellal aveva pensato per anni ed anni di
averla persa, dopo essere stato trascinato via dai mercanti di schiavi. - Mi
sei mancata tantissimo. Quando sei sbucata fuori, mentre combattevamo contro
Zero, per un attimo mi si è fermato il cuore. Scusami se non ho detto niente in
quel momento, non volevo cacciarti nei guai. E scusami anche se non mi sono
fatto vedere subito, in verità avevo paura non mi avessi riconosciuto. -
Guardarli
così era una scena troppo dolce per essere vera, eppure qualche volta, anche
nel mondo tenebroso in cui vivevano, poteva succedere un miracolo.
-
Sono così contenta per voi! - Esclamò alla fine Wendy, interrompendo quel
silenzio magico
-
Contentissima! -
-
E anche io! - Ridacchiò Erza - Scusa Juvia, per averti tenuto sulle spine, ma
avevo bisogno di accertare le cose. -
-
Ah e Juvia è così feliceeee! Uh ... Un attimo! Voi tre vi conoscete? Tutti e
tre? - La maga non si staccò nemmeno per un istante dal fratello appena
ritrovato, ma roteò la testa prima da una parte e poi dall’altra come una
civetta.
-
Già, ci conosciamo tutti. - Le confessò Jellal - Ma tu hai visto con chi sto,
giusto? Nessuno può andarsene in giro dicendo liberamente di essere mio amico.
-
-
Quindi sei davvero con Crime Sorcière? -
-
Sì. Ti da fastidio l’idea che tuo fratello sia un criminale? -
Per
un attimo Juvia lo fissò in silenzio poi si aprì in un sorriso spingendolo
sulla poltrona ed atterrandogli praticamente in braccio - CHISSENEFREGA! ♥
Adesso che Juvia ti ha ritrovato viene anche all’inferno con te! Che cosa credi
che Juvia sia una brava persona? Anche lei ha fatto un mucchio di cose cattive
con Phantom Lord. Sarà un difetto di famiglia! -
-
Ma, ma io sono serio Juvia ... Lo sai che noi di Crime Sorcer diamo la caccia
alle gilde oscure, giusto? Anche se ti ho appena ritrovata e sono felice di
stare con te, questo non significa che voglia metterti in pericolo! Se pensi
che sia un problema, allora io esco da quella porta e sparisco per sempre: sarà
come se fossi davvero morto. -
La
risposta di Juvia fu semplice: un ceffone capace di stordire anche un pugile -
Che diavolo ti salta in mente? Juvia non ti lascia andare nemmeno se ti metti a
raccontare che hai venduto l’anima a Zaref! Crime Sorcière potrà pure dare la
caccia ai criminali, ma anche Juvia a volte è stata molto vicina ad uccidere
qualcuno in passato. Se non lo ha fatto è solo perché Jose non glielo aveva
ordinato esplicitamente. -
-
Quindi ... Per te ... - Balbettò Jellal ma solo per essere consolato da un
sorriso, mentre Juvia gli rimetteva a posto i capelli che gli aveva
scompigliato per la foga - Juvia è sicura che hai un buon motivo per fare
quello che stai facendo. Devi solo spiegarlo con calma e lei lo capirà. -
-
In realtà non possiamo spiegarlo così alla leggera. - Le confessò Erza
prendendo posto a sua volta sulla poltrona - Diciamo solo che abbiamo una
missione da compiere e fino a che non l’avremo ultimata, non potremo fermarci.
-
-
Anche tu sei in Crime Sorcière, quindi. - Quella di Juvia era più una
constatazione che una domanda.
-
Sì, io e Jellal ci conosciamo da molto tempo. -
-
Siete una coppia così carinaaaaaa! - La vocina di Wendy li fece arrossire
entrambi, per un attimo si erano scordati di lei. Lo stupore fu così tanto che
nessuno dei due si accorse di Carla che aggiungeva sottovoce
-
Una splendida coppia di criminali. -
Anche
Juvia si illuminò a quella dichiarazione, stringendo più forte il fratello con un
braccio e arrivando quasi a strozzarlo - Oh, che meravigliosa cosa è l’amore!
Juvia vi capisce perché anche lei è innamorata! Oh, Gray - sama! -
-
Sama - chi? - Fu l’unica cosa che Jellal riuscì a farfugliare stretto com’era.
Forse durante tutta la missione contro gli Oracion Seis aveva sbagliato
obiettivo: non doveva colpire Natsu ma il suo amico!
I
minuti successivi trascorsero tra una chiacchiera e l’altra, Jellal e Juvia
avevano molto tempo da recuperare, ma anche Wendy non era da meno. Aveva
aspettato quel giorno da sette anni e per sette lunghi anni si era allenata per
diventare più forte e ripagare il suo amico quando lo avrebbe incontrato di nuovo.
Ai suoi occhi non importava affatto che Jellal fosse il master di Crime
Sorcière perché per lei era sempre quello che le aveva salvato la vita dopo la
sparizione di Grandine.
Sarebbero
rimasti così a parlare per ore se ad un certo punto Erza non avesse avvertito
una scarica d’energia passarle attraverso la mano: il segnale che Ultear la
stava chiamando sulla sua piccola lacryma. La evocò nel palmo e rispose come se
nulla fosse, nonostante gli sguardi perplessi di Juvia e di Wendy. - Ciao
Scarlet! Vedo che stai bene nonostante tutte le botte che tu hai preso. - Erza notò
subito il fatto che Ultear la stava contattando da qualche parte tra i boschi,
dato che se ne stava appoggiata con la schiena contro un albero. Era strano
vederla senza la sua solita scrivania.
-
Io non sono una che si lascia abbattere facilmente, lo sai. -
-
È bello sentirtelo dire, ma adesso puoi passarmi un attimo Jellal? -
La
maga fece come le era stato chiesto e tese la lacryma all’altro. - Ul che cosa
... -
-
Era davvero tua sorella quella ragazza? - Jellal non si aspettava di essere
contattato per chiacchiere di quel tipo ma sorrise a guardare il modo in cui
Ultear sbirciava attraverso l’angolo di ripresa per guardare meglio Juvia - Sì,
era lei. Ci siamo persi di vista per molto tempo ma almeno adesso sappiamo
entrambi di essere sani e salvi. -
-
Molto bene. - Anche la donna sorrise a quel punto - Piacere di conoscerti
Juvia, il mio nome è Ultear. -
-
Sei anche tu un’amica di Jellal? -
-
Sono la sua migliore amica. - Sottolineò Ultear - Ma sono felice d’averti
conosciuta perché d’ora in poi sarà più facile sopportare Jellal, con una
persona in più a dividersi il compito, ovviamente. - Anche Juvia sorrise, ma
ancor prima che Jellal potesse ribattere Ultear lo interruppe di nuovo, girando
lo sguardo nella direzione opposta - E la tua piccola amica? -
-
Anche Wendy sta bene. È diventata una guaritrice in gamba in questi anni. -
Wendy accennò ad un saluto agitando la mano ed Ultear ricambiò anche lei, prima
di girarsi finalmente in direzione del suo compagno.
-
Sono contenta che la tua giornata sia andata bene Jellal, anche perché io ho
appena lasciato Era con un segugio alle calcagna e tutta la sua squadra di
cavalieri. - A quella dichiarazione il master di Crime Sorcière spalancò gli
occhi - Che vuoi dire? Ti hanno scoperta? -
-
Esattamente. - Continuò la donna senza scomporsi - Dopo il fallimento
dell’operazione sugli Oracion Seis, hanno cominciato a sospettare che ci fosse
una talpa nel Consiglio e che qualcuno avesse passato a Crime Sorcière le
informazioni che desiderava, tuttavia, se mi hanno presa è stato solo un colpo
di fortuna. Erza, avevi ragione a dire che quel Lahar non ti piaceva, spero che
quel bastardo d’un cane cada e si rompa l’osso del collo, mentre cerca di
fiutare la mia pista. - Ed a quel nome Erza serrò istintivamente un pugno - Te
lo avevo detto che andava tolto di mezzo! -
-
Non potevamo farlo senza destare sospetti e a maggior ragione non possiamo
farlo adesso. - La fulminò Ultear - Grazie a tutte le informazioni che i tuoi
amici gli hanno fornito, ora lui e quelli del Consiglio conoscono i nostri
identikit, i nostri nomi e i nostri poteri. Grazie a Fullbuster e a Vastia conoscono
anche qualcosa in più su di me e tutta la storia della mia famiglia.
Ascoltatemi bene tutti e due adesso. - Ultear puntò un dito contro di loro
attraverso la lacryma - Jellal tu lasci immediatamente Magnolia e torni alla
Casa Base. Mi dispiace interrompere i tuoi incontri di famiglia, ma abbiamo
molte cose da discutere da vicino e tu Scarlet devi promettermi che terrai la
guardia alta. Non possiamo permetterci assolutamente che qualcun altro scopra
il tuo segreto, specialmente adesso che sei l’unica a non essere stata
schedata. Se qualcuno viene a sapere di Crime Sorcière, chiunque esso sia, tu
lo fai sparire, ci siamo intese? - Erza annuì, anche se con una punta di
riluttanza. Fare come aveva detto Ultear significava che avrebbe dovuto
uccidere di nuovo. Significava soprattutto, che se qualcuno l’avesse scoperta,
perfino qualcuno dei suoi più cari amici di Fairy Tail, avrebbe dovuto
ucciderlo e poi nasconderne le prove. Poteva davvero fare una cosa del genere,
senza pietà? Valeva la pena per il bene della sua missione contro Tartaros?
-
E ora voi due Wendy e Juvia. - Ultear le chiamò all’appello facendole quasi
trasalire - Pensate di poter mantenere il nostro segreto? Ne dipendono la vita
di Jellal, di Erza e anche la mia. Se non ve la sentite, sono certa di poter
fare qualcosa per cancellare la vostra memoria. In verità se l’operazione
Oracion Seis non fosse andata a rotoli e non ci fosse stata tutta questa serie
di inconvenienti, l’avrei già fatto prima. -
-
Juvia non vuole dimenticare proprio un bel niente! - Ribatté quasi all’istante
la ragazza - Proprio ora che ha trovato Jellal! -
-
E noi abbiamo la bocca cucita. - Aggiunse Wendy, tenendo Carla stretta tra le
braccia e imitando il gesto di chiudersi una cerniera sulle labbra.
-
Proprio come immaginavo. - Disse alla fine Ultear con un sorriso - E adesso
scusatemi, ma devo avvisare anche gli altri. - E la conversazione via lacryma
si interruppe di colpo.
Il
giorno dopo tutta Fiore venne scossa dalla notizia che Gran Doma, il presidente
del Consiglio di Magia, era improvvisamente passato a miglior vita. Tutte le
gilde della regione, Fairy Tail inclusa, abbassarono le bandiere a mezz’asta in
segno di lutto. Nessuno seppe mai oltre a Lahar e pochi eletti, che in realtà
il vecchio era già morto quattro anni prima e che per quattro anni qualcuno di Crime
Sorcière ne aveva impersonato la figura.
Mildian
è la città da cui proviene Sieg Hart, il cugino brutto di
Jellal, una città completamente popolata da maghi, dediti al
compito di mantenere inalterato il corso del tempo.
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Capitolo 33 *** Frederick e Yanedrica ***
Frederick e Yanedrica
Ecco un
altro aggiornamento! Questa volta si tratta di un capitolo leggero,
fatto appositamente per sdrammatizzare un po' e ridere. Vi consiglio
anche di ascoltare "Taking over me" se non l'avete mai fatto, ogni
volta il testo mi fa sempre ripensare un po' alla storia di Erza e
Jellal.
Frederick e Yanedrica
But who can decide what they dream?
And dream I do...
Have you forgotten all I know
And all we had?
You saw me mourning my love for you
And touched my hand
I knew you loved me then
I believe in you
I'll give up everything just to find you
I have to be with you to live, to breathe
You're taking over me
(Taking over me - Evanescence)
Dopo
la missione contro gli Oracion Seis, Erza acconsentì ad ospitare Wendy e Juvia.
Wendy era ancora troppo piccola per poter vivere da sola e per permettersi di
pagare un affitto ed Erza aveva deciso di mantenere fino in fondo la promessa
che aveva fatto a Jellal e di occuparsi di lei. Wendy, poi non era di alcun
fastidio, era una ragazzina deliziosa, dolce ed educata. Le cose che faceva più
spesso erano sorridere ed arrossire ed Erza si meravigliava del fatto che una
creatura così graziosa fosse stata allevata da un drago, soprattutto dopo aver
visto come erano venuti su Natsu e Gajeel. Purtroppo l’arrivo di Wendy aveva
segnato anche l’arrivo di Carla. Una volta Millianna le aveva detto che
esistono solo due specie di gatti: quelli così coccolosi, simpatici e ruffiani
che basta vederli per volerli portare a casa e poi quelli così antipatici,
irritanti e malefici che nonostante tutto ti viene lo stesso voglia di portarli
via. Se Happy apparteneva al primo gruppo, Carla apparteneva sicuramente al
secondo. Non faceva altro che passare le sue giornate rimproverando le abitanti
della casa per qualcosa che avevano fatto e per di più una delle poltrone in
soggiorno era diventata di sua proprietà e chi si avvicinava lo faceva a suo
rischio e pericolo.
Juvia
invece le aveva chiesto di ospitarla per darle la possibilità di incontrare più
spesso suo fratello. Erza le aveva detto di sì, ma aveva capito ben presto che
convivere con lei non era facile come sembrava. Juvia era completamente pazza,
esuberante come solo le onde del mare potevano essere e non c’era argine capace
di contenerla. Il suo umore era capace di cambiare cento volte al giorno, come
le correnti tempestose dell’oceano e starle dietro significava essere
trascinati in un continuo saliscendi di mulinelli. Quando ci pensava, Erza
doveva ammettere che era davvero singolare come tutta la pazzia fosse finita in
uno solo dei componenti della famiglia, visto quanto Jellal fosse invece calmo
e silenzioso. In più, se Erza avesse dovuto descrivere Juvia con un'altra
parola, avrebbe detto che si trattava di una persona plateale. Quando la
maga era felice infatti, dovevano
saperlo tutti: non faceva altro che canticchiare, sorridere e sprizzare
cuoricini ovunque andasse. Quando poi Juvia era triste, lo veniva a sapere
tutta Magnolia, perché cominciava immediatamente a piovere, in barba a tutte le
previsioni meteo e le stagioni. E quando per finire Juvia era innamorata,
doveva saperlo tutta Fiore. Il fatto che avesse perso la testa per Gray, era
così evidente che non c’era nessuno a Fairy Tail che non se ne fosse accorto se
non il diretto interessato, che non vedeva o fingeva deliberatamente di essere
cieco. Erza sapeva che il suo amico aveva qualche problema di timidezza nel
relazionarsi alle donne, ma non avrebbe mai immaginato fino a quel punto, visto
quanti ragazzi là fuori attendevano con ansia l’occasione che una come Juvia
gli si buttasse ai piedi.
Quel
giorno Erza era proprio seduta al bancone della gilda, pensando a cosa dire
all’amico per farlo ragionare, mentre gustava una delle fette della torta alle
fragole che Mirajane aveva gentilmente preparato per lei. Le sue torte erano
decisamente le migliori di tutta Magnolia! Come facevano ad essere così
deliziose? Ah, si sarebbe venduta l’anima per scoprire quella ricetta! Se solo
...
A
riportarla alla realtà ci pensò un colpo sul bancone ed Erza si affrettò ad
infilare rapidamente l’ultimo pezzo in bocca, prima che accadesse qualcosa al
suo piatto. A quanto pare era partita dall’idea di riflettere sul problema
Gray, ma si era persa per strada. Adesso accanto a lei c’era Gajeel ed era lui che
aveva sbattuto un foglio sul bancone con aria indignata.
-
Cinquemila jewel! Cinquemila ti rendi conto? -
Mirajane
che stava lì accanto per lucidare alcuni boccali gli lanciò uno sguardo
perplesso, prima che il dragon slayer riprendesse a ruggire - E quel maledetto
del padrone di casa alza pure la rata! Come faccio a pagare questo affitto? Eh?
Ed è tutta colpa tua! - Il suo dito puntò dritto contro Erza - Perché hai
accettato di fare spazio a Juvia? Io dividevo l’affitto con lei! Ma invece no!
Juvia se ne doveva andare di casa, così da “potergli
stare più vicina e poterlo vedere più spesso”! Mannaccia a te e al tuo
amico Jack Frost! - Gajeel sottolineò la fine della frase con un gesto
sarcastico. Aveva frainteso tutta la storia e non sapeva che Juvia lo aveva
piantato in asso perché voleva vedere più spesso Jellal e non Gray, ma su
questo era normale avere dei dubbi.
-
Qui la colpa è solo tua, che ti riduci all’ultimo giorno per pagare. - Gli fece
notare Panther, saltando sul bancone - Perché non chiedi consiglio a Levy? L’ho
vista prima che guardava la bacheca delle missioni. - Era ovvio che il
suggerimento di Panther fosse quello di cercarsi un lavoro e farsi pagare in
fretta, ma Gajeel capì esattamente l’opposto - Ehi Scricciolo! Fai i bagagli e
vieni a vivere da me! -
Il
libro che Levy stava leggendo le cadde rumorosamente sul pavimento. Jet e Droy,
che erano seduti a tavolo con lei, finirono per sputare fuori tutto quello che
stavano bevendo. La ragazza aveva un vocabolario molto ricco, ma l’unica cosa
che le riuscì di replicare in quell’istante fu un verso a metà tra il -
CHEEE???? - E il - COSAAA????? -
-
Perché fai quella faccia? - Continuò Gajeel come se niente fosse - Sei
perfetta! Quella che occupa meno spazio e che mangia di meno! Andiamo, stai
tutto il giorno con questi due che ti cambia a stare la notte con me? - E per
sottolineare di più il concetto decise di andarsi a sedere accanto a lei,
illustrandole il progetto. Mirajane non riuscì più a trattenere una risatina,
ma Panther si ritrovò a scuotere la testa, ammettendo che i dragon slayer
dovevano avere qualche serio problema nel comprendere gli altri. Erza era
perfettamente d’accordo ma non riuscì a dire un bel niente perché l’attimo dopo
fu Juvia quella a farla sobbalzare, facendole quasi cadere di mano il tè che
Mirajane le aveva appena porto. Anche lei stringeva un foglio con aria
trionfante, ma era quello di una missione. - Juvia ha trovato il lavoro
perfetto! Con questo riuscirà finalmente a conquistare il cuore di Gray - sama!
-
-
Di che si tratta, Juvia? -
-
Leggi! - La maga d’acqua per poco non glielo schiacciò sotto il naso, per poi
riprendere con aria sognante
-
Al teatro di Magnolia cercano attori per uno spettacolo. Oh, è un’opera così
romantica! Se solo! Custodisci questo foglio a costo della vita, Juvia va a
cercare Gray - sama! - E l’attimo dopo era già volata fuori dalla gilda. Erza
si lasciò sfuggire un risolino mentre leggeva meglio quello che c’era scritto
sul volantino. Anche lei conosceva quell’opera...
- Che cosa stai leggendo di bello? - Millianna
si sporse oltre la spalla di Hoteye, cercando di sbirciare cosa ci fosse
scritto sul suo nuovo libro. - Oh, si tratta di una storia d’amore
meravigliosa! È stata scritta dal famoso poeta William Shakesmagic! - Le spiegò
il ragazzo stringendo il volume al petto - Il principe Frederick del Regno
dell’Ovest e la principessa Yanedrica del Regno dell’Est si incontrano ad una
festa in maschera e si innamorano, ma non possono sposarsi perché le loro
famiglie sono rivali ed in guerra l’una con l’altra. In realtà il loro
matrimonio potrebbe porre fine alle ostilità, ma il perfido mago Julius non
vuole permetterlo e per questo rapisce la principessa ed evoca un drago per
combattere contro il principe! -
La storia sembrava così bella che alla fine
anche Millianna era rimasta colpita dal suo fascino - E come va a finire? -
Alla sua domanda però Hoteye scosse la testa - Sventuratamente principe e
principessa muoiono, ma il loro sacrificio pone fine alla guerra ed il loro
amore viene ricordato per sempre. -
- NOOOOO! NON È GIUSTO! -
- Hoteye piantala di far strillare Millianna!
- La voce di Ultear, riecheggiò subito dopo rischiando di spaccare i timpani a
tutti - Non lo vedi che ho bisogno di concentrazione? - Nell’ultima città che
avevano visitato, la ragazzina aveva rubato una sfera di cristallo ed adesso
stava cercando di capire come farla funzionare - Con questa cosa dovrebbe
essere possibile comunicare a distanza ma devo ancora scoprire come ... -
- Ma Ul non stiamo facendo niente di male!
Che cosa hai contro la poesia? -
- C’è l’ho con te, Hoteye! Ogni settimana ci
assilli con una passione diversa: prima volevi fare l’indiano, poi
l’economista, poi volevi studiare ballo, poi le rune e oggi la poesia! -
- Ma Ul ... - Continuò a protestare il
ragazzo - Non è meglio una persona con tante passioni invece di una che non ne
ha affatto? Senti come sono dolci questi versi, il principe Frederick sta per
dichiarare il suo amore sotto il balcone della principessa. - Hoteye si schiarì
per un attimo la gola e poi riprese a parlare, recitando quello che c’era sul
foglio con una voce spropositata e da tenore - Quale luce irrompe dalla
finestra lassù? È l’est e Yanedrica è il sole! Sorgi, dolce sole e uccidi la
luna invidiosa, che è già pallida e stanca per il dolore, perché tu sua
ancella, sei molto più bella di quanto lo sia la luna. Non essere la sua
ancella perché lei è invidiosa! Il suo abito chiaro non è altro che malato e
verde per l’invidia e nessuno se non un matto lo indosserebbe: toglila. È la
mia donna, oh il mio amore. Oh, se lei sapesse che è il mio amore! - Quando
Hoteye finì ormai tutta l’attenzione era rivolta su di lui, anche se qualcuno
dei ragazzi era certo di non sentirci più da un orecchio.
- Questo non è modo di recitare! - Aggiunse
subito dopo Sho strappandogli il libro e la scena - Una volta ho visto uno
spettacolo con degli attori veri e loro recitano diversamente. - Anche Sho si
schiarì la voce per poi lanciarsi nella sua acrobazia poetica gesticolando come
un povero matto buttato per caso su un palcoscenico - Guarda come appoggia le
sue guance sulle sue mani! Oh, se fossi un guanto su quella mano, così potrei
toccare le sue guance! -
Tre secondi dopo ad aver preso il libro era
Wally assolutamente convinto che il modo di recitare degli amici mancasse di
spirito - Uhmm ... Lei parla. Oh, parla di nuovo angelo cool! Poiché tu, lassù
sul mio capo, rendi questa notte così cool che solo un alato messaggero del
cielo potrebbe farlo! - Hoteye cercò invano di zittirlo, strillandogli che non
poteva cambiare le parole del testo. - Gli sguardi stupiti dei mortali che si
rigettano all'indietro, mostrando il bianco degli occhi, per contemplarlo
mentr'egli misura a gran passi le pigre nubi e veleggia sul seno dell'aria....
Adesso ci vorrebbe una femmina per fare la parte di Yanedrica. Kagura vuoi
provare tu? -
La ragazza si era assopita sotto un albero
con Erza appoggiata accanto, ma in breve si ritrovò lo stesso il libro tra le
mani - Oh Frederick, Frederick! Perché sei Frederick? Rinnega tuo padre e
rifiuta il tuo stesso nome. Ovvero, se proprio non lo vuoi fare, giurami
soltanto che mi ami, ed io smetterò di essere una Capuleti. E poi blha, blah,
blabbarlblà ... È solamente il tuo
nome ad essermi ostile: tu saresti sempre lo stesso anche se non fossi un
Montecchi. Che cosa vuol dire la parola Montecchi? Non è una mano, o un braccio
o un viso, ne un’altra parte che appartiene ad un essere umano. Oh, sii qualche
altro nome! Quello che noi chiamiamo col nome di rosa, anche chiamato con un
nome diverso, conserverebbe ugualmente il suo dolce profumo. Oh, andiamo non
posso leggere questa roba! Chi è che parla così? Si sono mai viste due persone
affacciate al balcone che si dicono tutte queste scemenze? Se le loro famiglie
erano davvero in guerra mentre facevano tutte queste chiacchiere di sicuro
qualche guardia li avrebbe visti e catturati! -
- Ma Kagura questa è finzione! - Alla fine
fu Jellal quello a prenderle il libro - Lo sanno tutti che nella realtà queste
cose non succedono, ma quando gli attori sono bravi riescono a far credere
tutto al pubblico. È come un sogno, alla fine potresti scambiarlo per vero,
ascolta! - Il ragazzo non esitò oltre girando la pagina per continuare dove
l’amica aveva interrotto. - Allo stesso modo Frederick, se portasse un’altro
nome, avrebbe sempre quella rara perfezione che possiede anche senza quel nome.
Rinuncia quindi al tuo nome, Frederick, ed in cambio di quello, che tuttavia
non è una parte di te, accogli tutta me stessa. -
Erza si stava ancora stropicciando gli
occhi. Quando si svegliava faceva ancora un po’ fatica a mettere a fuoco la
vista, perché probabilmente il suo corpo non si era ancora abituato all’idea di
avere di nuovo l’occhio destro, grazie alla magia che Jellal le aveva infuso.
Tuttavia quella strana performance teatrale era troppo divertente per
interromperla ed anche lei voleva partecipare. La ragazza tirò un po’ in più il
libro verso di lei - Ti prendo in parola. D’ora in avanti non sarò più
Frederick. -
- Chi sei tu, così nascosto dalla notte, che
inciampi nei miei pensieri più nascosti? -
- Non so dirti chi sono, adoperando un nome.
Perché il mio nome, o diletta santa, è odioso a me stesso, perché è nemico a
te. E nondimeno strapperei il foglio dove lo trovassi scritto. -
Per un attimo Erza e Jellal si scambiarono
un sorriso divertito, poi il ragazzo saltò qualche riga ridacchiando, giusto
per vedere fino a che punto l’altra lo stava seguendo - Come sei giunto fino a
qui? -
- Ho
scavalcato le mura sulle ali dell’amore. - Continuò Erza - Poiché non esiste ostacolo fatto di pietra che
possa arrestare il passo dell’amore, e tutto ciò che amore può fare, trova
subito il coraggio di tentarlo: per questi motivi i tuoi familiari non possono
fermarmi.-
- Se
ti vedranno ti uccideranno! -
- Ho
il mantello della notte per nascondermi ai loro occhi. Se tu mi ami non mi
importa che essi mi scoprano. Meglio perdere la vita per mezzo del loro odio,
che sopravvivere senza poter godere del tuo amore. -
- STOOOP! - Gridò alla fine Ultear impedendo
che quella recita sgangherata continuasse per le prossime ore - Tutto
sbagliato, tutto sbagliato! Se vi aspettavate di convincermi con questa storia
avete fallito! Jellal tu devi fare la parte di Frederick non di Yanedrica! E tu
Erza da quando sei diventata un maschio? Santo cielo possibile che vi debba
insegnare tutto io! Simon vieni qui! Tu che hai la voce più profonda fai la
parte di Julius! Hoteye tu puoi fare il drago ma non gridare in quel modo
mentre leggi! Millianna tu potresti fare la cameriera, che dici? Ah, Wally ci
serve anche l’amico di Frederick! Forza mettetevi tutti in posizione! -
A
riscuotere Erza dai suoi ricordi fu ancora una volta una vibrazione sul legno
del bancone. Qualcuno ci aveva appena sbattuto la testa e così forte che una
testa normale si sarebbe rotta. Quel qualcuno era Lucy che continuava a
lamentarsi, con una canzoncina già sentita, che il suo affitto era troppo alto,
la sua padrona di casa una strega peggio di Acquarius e che non avrebbe mai
fatto in tempo a pagarlo tutto. Chissà per quanto avrebbe continuato se Gray
non l’avesse interrotta. Era stupefacente che fosse arrivato fin lì senza farsi
prendere da Juvia. - Lucy ci hai ucciso con questa storia dell’affitto! Perché
invece di continuare a lamentarti di quanto è caro non vai a vivere da Natsu? Tanto
state comunque insieme ventiquattro ore su ventiquattro! -
Il
dragon slayer, che intanto era arrivato a sua volta, non batté ciglio
limitandosi a dire che per lui non c’erano problemi ma che se voleva venire
doveva portarsi il letto perché lui aveva solo un’amaca disponibile. Alla sola
idea Lucy avvampò strillando come una matta - Ma hai sentito che dicono? Erza!
Fa qualcosa e aiutami! -
-
I! - Ma la maga non riuscì a pronunciare nemmeno la prima parola della frase a
cui aveva pensato prima che Lucy le strappasse il foglio di mano - È perfetta!
Un lavoro semplice e che non ha nemmeno bisogno di magia per essere fatto! Erza
sei un genio! - E la ragazza si precipitò fuori senza riflettere oltre,
ineseguita dai compagni. Erza rimase indietro a sussurrare tra sé e sé - In
realtà ho una missione qui che Juvia voleva proporre a Gray e a tutti voi.
Grazie per la considerazione. - E chi glielo diceva adesso a Juvia?
-
ERZA! - Lucy si sporse solo un ultimo istante dalla porta - Muoviti! Non hai
proposto tu questa cosa? -
A
quanto pare il teatro di Magnolia aveva toccato il fondo, dopo anni di
prestigio. A causa delle cattive recensioni di un critico tutti gli attori
avevano sciolto il contratto ed il proprietario stava disperatamente cercando
qualcuno per mettere su uno spettacolo. Era perfino disposto a non accettare
professionisti, ma non sapeva a cosa andava in contro quando aveva postato la
richiesta in bacheca a Fairy Tail ...
Ad
un certo punto della storia qualcosa andò storto sul palco, Lucy (alias la
principessa Yanedrica) che si era scocciata del drago (alias Natsu) che la
tormentava, finì per tramortirlo da sola. Gray (alias il terribile mago oscuro
Julius) provò a recuperare l’irrecuperabile sbarazzandosi da solo della
principessa, ma solo per essere messo in fuga a sua volta. Presa dalla rabbia
Erza (alias il principe Frederick) decise di mandarla finalmente all’altro
mondo con un pungo in faccia, ma quando si rese conto che ormai la trama era
andata completamente dalla parte sbagliata era già troppo tardi ed il soffitto
del teatro era stato letteralmente tagliato in due da uno dei suoi fendenti. In
breve l’intero edificio venne completamente distrutto, ma per qualche strana
ragione il pubblico ritenne la tragedia un enorme successo e lo stesso critico
che aveva azzerato la reputazione del teatro finì per bollarlo come uno
spettacolo d’avanguardia. E così, senza nemmeno sapere come, Erza riuscì a
procurare a Juvia due settimane di repliche ininterrotte sul palco con il suo
amato Gray - sama. Oh, Hoteye aveva ragione quando diceva che il teatro era una
cosa meravigliosa!
Un'altra
curiosità il nome di Julius è un altro riferimento da
Rave Master e si tratta davvero di un mago cattivo. Adoro il modo in
cui Mashima si diverte a inserire cammeo dovunque e anche io mi diverto
a farlo!
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Capitolo 34 *** E.N.D. ***
E.N.D.
Questo
capitolo è molto importante. Tutta la storia di Crime
Sorcière è segnata dalla sua ossessione per Tartaros e
dalla necessità di distruggerlo ad ogni costo. Adesso scoprirete
perchè! C'è solo un'ultima precisazione da fare per tutti
quelli che hanno letto gli ultimi capitoli del manga e ora conoscono la
vera identità di E.N.D., dato che quando ho cominciato a
scrivere questa storia non avevo la più pallida idea che le cose
sarebbero finite così (mannaccia a quel diavolo diabolico di
Mashima!), E.N.D. non è esattamente ciò che vi aspettate.
E.N.D.
I'm being haunted by a whisper
A chill comes over me
I've been trapped inside this moment
It's like the morning never comes
I feel the burden of confusion
Always searching, on the run
Now I'm not a hero, no
But the weight of the world's is on my soul
These imagines burn my eyes
They're burning me up inside
Free me
before I slip away
Heal me, wake me from this day
Can somebody help me?
(Somebody
help me - Full Blown Rose)
Perché gli schiavi riuscissero a prendere il
controllo della Torre del Paradiso occorsero tre giorni; tre sanguinosi e
lunghissimi giorni di combattimento. Erza, Jellal ed i loro amici li
trascorsero tutti in prima linea nonostante fossero solo dei ragazzini, perché
erano consapevoli che quel briciolo di magia che avevano poteva fare la
differenza. Alla fine furono proprio loro i primi a riuscire a sgattaiolare tra
le difese nemiche e a raggiungere la stanza in cui si era rifugiato il sommo
sacerdote. Quando Jellal sfondò la porta i ragazzi lo trovarono rannicchiato
dietro la sua scrivania. Quanto avevano odiato quell’uomo ogni volta che ne
avevano sentito la voce arrogante riecheggiare per la Torre via lacryma! Li
incitava a lavorare per il grande progetto di resuscitare il sommo Zaref come
se fosse stato un grande onore! Ma adesso che l’uomo responsabile di tutte le
loro sofferenze era lì davanti a loro i ragazzini furono costretti ad ammettere
che non era affatto come se lo erano immaginato. Era soltanto un vecchio
scheletrico, con una lunga barba, i capelli bianchi e delle occhiaie profonde e
livide. Addosso aveva ricchi abiti decorati d’oro ed un vistoso copricapo, ma
alla fine dei conti era solo un relitto che li fissava tremando, con le mani
strette attorno al suo scettro. Si era nascosto in quella stanza colma di carte
e con le pareti decorate di teschi di bestie selvatiche per chissà quanti anni per
guidare il culto, ma tutto quel tempo lo aveva logorato e corroso come un pezzo
di ferro lasciato in balia delle onde.
- State lontani da me! - Strillò il vecchio
appena li vide entrare, brandendo più forte la sua unica arma. - O l’ira
funesta di Zaref si abbatterà su di voi! -
- E tu saresti quello che ci ha tenuti in
schiavitù tanto a lungo? - Fu l’unica cosa che Jellal riuscì a dire
- Non sei nemmeno un mago, eppure eri tu
quello che controllava le nostre vite? Non ci credo ... -
- Guardie! Guardie! - Ma nessuno fece in
tempo a rispondere ai suoi richiami. La voce del sommo sacerdote si spense in
un ultimo urlo quando il ragazzo lo colpì, lasciandolo esanime sul pavimento.
Il gruppo attese qualche istante in silenzio per accertarsi che fosse davvero
morto e poi scoppiò in un grido d’esultanza; anche Jellal ed Erza tornarono
finalmente a sorridere dopo tutti quei giorni.
- Finalmente adesso siamo liberi! - Esclamò
il ragazzo - La guerra è finita! Siamo liberi! -
“ La
libertà non esiste.”
Lo stesso istante in cui Jellal decise
finalmente di alzare un braccio in segno di vittoria, una voce cupa e
terrificante riecheggiò tutt’attorno a loro.
“ È
solo un’illusione.”
Ed un vortice d’energia oscura così gelida e
densa da togliere il respiro colmò immediatamente la stanza, facendoli
rabbrividire. Quasi come aveva predetto il sacerdote, qualcosa apparve dal
buio: un’ombra informe ma con un grande ghigno e due grandi occhi. Sotto il
peso di quello sguardo e di quell’energia oscura, Erza si ritrovò praticamente
paralizzata ma Jellal si affrettò a spingerla dietro di lui, mettendosi tra il
nuovo avversario ed il suo gruppo di amici.
“ Anche
la felicità e la giustizia sono illusioni.” Continuò l’ombra “Gli uomini vivono in un mondo di illusioni.
Sono creature incredibili. Muoiono per le cose più stupide e si esaltano per le
cose più inutili. Mi diverto sempre a guardarli, così come mi sono divertito a
vedere la nascita e il crollo di questa torre.”
- Chi sei? - Jellal fu l’unico ad avere la
forza di gridargli qualcosa.
“ Il
mio nome non è fatto per essere pronunciato da creature come voi, ma gli umani
mi conoscono come E.N.D. perché dove passo io non rimane più nulla. Lord Zaref
era mio padre ed il mio padrone: fu lui in persona a crearmi ed io sono il suo
demone più perfetto.”
Un demone di Zaref? Ovviamente Erza aveva
già sentito raccontare del grande mago oscuro e dei suoi demoni ma ... Fino a
quel momento aveva pensato fossero solo una leggenda ...
- E cosa vuoi da noi? - Continuò Jellal
strappando all’ombra una risata cupa.
“ Che
coraggio e che insolenza per una creatura così piccola! Tu che osi parlarmi in
questo modo, ti chiami Jellal, non vero?” L’ombra allungò verso di lui un
dito ossuto “ Ti ho osservato a lungo e
mi piaci. A dir la verità mi piacciono anche i tuoi amici. Guardarvi in questi
mesi è stata un’inesauribile fonte di divertimento e proprio perché mi piacete
non vi disintegrerò all’istante. Voglio proporvi una sfida.” L’ombra esitò,
gustandosi la loro espressione scioccata “ Io
non ho bisogno di questa Torre per riportare in vita lord Zaref. Non ho nemmeno
suggerito io a quest’uomo ossessionato una simile strategia. No, ma mi sono
divertito a guardare. Se riuscirete a trovarmi e a sconfiggermi prima che
riporti io stesso in vita lord Zaref, allora avrete come premio la vostra tanto
agognata libertà. Se invece non riuscirete a trovarmi in tempo, allora sarò io
a trovarvi e vi giuro che non ci sarà angolo di questo piccolo mondo dove possiate
nascondervi. AHAAHAAHAHA! Vi do un indizio, ragazzi: così come sono il demone
più perfetto che lord Zaref abbia mai creato, io sono anche il master della
gilda oscura di Tartaros, la grande biblioteca dove sono conservati i
capolavori del mio padrone. Datemi la caccia se ci riuscite! Fatemi vedere fino
a che punto siete determinati!”E così come era apparsa l’ombra sparì e la
sua energia oscura lasciò libera la stanza, perché l’aria e la luce facessero
ritorno, ma né Erza, né Jellal, né nessun altro riuscì a pronunciare una
parola. Nessuno di loro era sicuro di cosa fosse appena accaduto, ma una cosa
era certa: quell’incontro li aveva terrorizzati.
Mentre i ragazzi erano ancora paralizzati
per lo spavento, i capi più adulti della rivolta fecero irruzione nella stanza,
videro il corpo del sommo sacerdote e lo trascinarono fuori come un trofeo,
esultando per la fine della battaglia. Nessuno si curò di loro. Nessuno del
resto poteva sapere quello che aveva detto E.N.D. Tutti erano convinti di aver
finalmente raggiunto la libertà.
Erza
si rialzò di scatto con un grido. Le occorse qualche secondo per realizzare che
quello era stato soltanto un incubo, tornato a tormentarla dalle profondità del
suo passato. Non era più nella Torre del Paradiso ma nel letto della sua stanza
e la luce delle stelle che filtrava dalla finestra illuminava tutto con un
tocco argentato. Erza si prese la faccia tra le mani, cercando di ripulirsi la
fronte dal sudore e di recuperare la calma ma proprio quando si stava sforzando
di ricominciare a respirare normalmente, qualcosa le toccò delicatamente una
spalla - Hai avuto un incubo? - Era la vocina di Wendy. Erza si scoprì la
faccia ricordandosi di colpo che la bambina era stesa proprio accanto a lei.
Anche gli occhi di Carla sfavillavano nel buio, fissandola con aria
indagatrice. Per un attimo non solo si era dimenticata di non essere più alla
Torre, ma si era dimenticata anche di non vivere più da sola.
-
Sì, ma ora è tutto a posto. - Mentì Erza. Non voleva parlare dei suoi ricordi e
non voleva turbare la sua piccola compagna ma ormai la sua voce aveva già
svegliato gli altri abitanti della casa. Juvia spalancò violentemente la porta
della stanza e si precipitò dentro facendo già fumo da tutte le parti - Dov’è
l’intruso? Chi ci sta attaccando? - La maga d’acqua dormiva al piano di sotto
sul divano ma sentendola gridare chissà cosa doveva aver pensato. Aveva tutti i
capelli arruffati per il sonno come le onde dell’oceano ed era pronta a
lanciare un mulinello al primo segnale di pericolo.
-
Juvia è tutto a posto! Scusami se ho urlato è stato solo ... un brutto sogno. -
-
Solo un ... Ahhh! - A quel punto Juvia abbassò subito la guardia, si riavviò i
capelli e lanciò un grosso sbadiglio - A volte anche Juvia fa dei brutti sogni:
Lyon ad esempio. Okay, adesso fate spazio lì sopra! -
-
Cosa? - Erza non riuscì nemmeno a capire cosa intendeva prima che Juvia si
fosse buttata anche lei sul letto, serrandola in un abbraccio.
-
Scendi! - Le gridò Carla a cui era stata pestata la coda - Siamo in troppe qui
sopra! - Ma solo per sentirsi ribattere che un gatto era l’ultimo a poter
parlare. Se c’era qualcosa che non andava, allora Juvia aveva il compito di
occuparsi di Erza al posto del fratello.
-
Sul serio, Juvia! Sto bene! -
Wendy stava ridacchiando sotto le coperte ma
aveva approfittato della confusione per stringerle anche lei un braccio, con la
scusa che Jellal le aveva chiesto di fare la stessa cosa.
-
Sto bene! Lasciatemi! Mi fate il solletico! -
Ma
in fondo chi voleva prendere in giro? Erza Scarlet, Erza la Titania, era sempre
stata terrorizzata. La persona più spaventata e fragile di Fiore. Per anni ed
anni si era nascosta dietro strati d’acciaio, corazze e spade, ma non era
cambiato nulla e la paura che sentiva era ancora la stessa di quand’era
bambina. Come poteva combattere contro una cosa del genere? E.N.D. era davvero
oltre ogni immaginazione ... E per quanto i suoi amici di Fairy Tail potessero
continuare a garantirle che avevano fiducia in lei e che erano disposti ad
aiutarla, Erza non voleva coinvolgerli. Stare accanto a lei significava finire
direttamente tra gli oartigli di E.N.D. Lei e i suoi compagni di Crime Sorcière
non avevano mai chiesto aiuto a nessuno perché sapevano che nessuno avrebbe
creduto alla loro storia ma anche perché erano consapevoli che se lo avessero
fatto avrebbero coinvolto altri innocenti nella scia distruttiva di Tartaros.
Avevano deciso che avrebbero dato da soli la caccia ai demoni fin dal principio
ed erano sempre stati fedeli a quel proposito. Chi era lei per tradirlo?
Mentre
Wendy e Juvia la trascinavano di nuovo a forza sotto le coperte, le sembrava
quasi di sentire la voce dei suoi amici quando avevano preso quella decisione.
- Avere un obiettivo comune ci rende una
buona banda ma credo che la nostra banda abbia bisogno di un nome. - Esordì
Wally per una volta tanto con aria seria e le braccia incrociate. Da quando si
era procurato quel paio di occhiali scuri, sembrava essere diventato molto più
riflessivo, tanto che il soprannome di Cane Matto iniziava a stargli male.
- Un nome ... - Ripeté Jellal attirando
l’attenzione di tutti gli altri - Anche secondo me sarebbe una bella idea darci
un nome. Tu che hai pensato Wally? -
- Ovviamente Wally’s Gang. -
La sua proposta fu seguita da una serie di
risolini e qualche colpo di tosse imbarazzato.
- Altre idee? - Continuò Jellal.
- Cait Sith! -
- Demon Card! -
- Nove piccoli indiani! -
Millianna aveva in mente qualcosa legato ai
gatti, Sho alle carte, Hoteye un qualcosa dal suono tribale e Simon era entrato
in crisi appena gli era stato chiesto di pensare, ma Kagura era convinta di
aver trovato l’idea giusta - Io penso che ci starebbe bene Crime Sorcière. -
Quando il gruppo si girò verso di lei la ragazza continuò a spiegare con un
sorriso che potevano considerarsi dei maghi criminali, siccome tutti avevano
imparato ad usare la magia ma la utilizzavano al di fuori degli schemi per
procurarsi da vivere. In men che non si dica la sua proposta scatenò una serie
di esclamazioni d’approvazione, soltanto Wally continuò a tenere le braccia
incrociate. - E va bene per Crime Sorcière allora, ma Wally’s Gang sarebbe
stato meglio. Rendeva di più l’idea di chi fosse il boss. -
- Ma tu non sei il nostro capo. - Gli fece
notare Sho senza pietà - Jellal è il capo, è sempre lui quello che si occupa di
tutto. E la sorellona Erza e Ultear sono anche loro il capo, subito dopo
Jellal. -
- Il Boss non è il capo. - Wally si
risistemò gli occhiali girandosi da un’altra parte - Il Boss comanda
dall’ombra. - Jellal invece si passò una mano tra i capelli sentendosi
improvvisamente imbarazzato per essere stato investito del ruolo di leader. Era
vero che aveva sempre fatto il possibile per guidare gli amici nella difficile
vita della strada che portavano avanti, ma non aveva mai pensato a se stesso in
quei termini. Anche Ultear ed Erza si scambiarono un’occhiata, ma loro
sembravano piuttosto soddisfatte del titolo di luogotenente.
- Una banda però non è una vera banda senza
un simbolo. - Aggiunse Hoteye - Qualcosa che solo i componenti condividono. Ci vuole
un simbolo che quando gli altri lo vedano possano gridare: “Guarda! È Crime
Sorcière!” -
- Che ne dici di una C e una S intrecciate?
-
- Che ne pensi di un teschio con un cappello
da strega? -
Non appena ebbero finito di parlare Erza ed
Ultear si girarono una verso l’altra, fulminandosi a vicenda con lo sguardo.
- La mia idea è migliore! -
- No! La mia è molto meglio! -
- Ma che dici? -
- Che stai dicendo tu? -
E Jellal, intuendo che ben presto le due
sarebbero finite per prendersi a schiaffi, decise di rimediare su due piedi esclamando
il più velocemente possibile - Faremo un CS e metteremo un cappello da strega
sulla C. - Non era sicuro che avrebbe funzionato ma la sua voce le zittì
entrambe. - Siete d’accordo? -
E così nacque Crime Sorcière, in una fredda
giornata d’inverno attorno ad un fuoco in mezzo ai boschi. Il più grande del
gruppo aveva quattordici anni, la più piccola undici e mezzo. Nessuno poteva
sapere in quel momento che in meno di un decennio tutta Fiore avrebbe tremato
al suono di quel nome ed alla vista di quel vessillo.
Cait
Sith viene da Sword Art Online, terza novel "Fairy Dance", Demon Card
è la gilda dei cattivi in Rave Master e Nove piccoli indiani ...
è la brutta copia di un titolo di Agatha Christie. Dovrebbe
essere "Dieci Piccoli Indiani" ma in questa flashback Crime
Sorcière ha ancora nove componenti su dieci. Oltretutto adesso
è chiaro perchè il simbolo di Crime Sorcière qui
è differente!
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Capitolo 35 *** La natura della magia ***
La natura della magia
Un altro capitolo di passaggio ma
è più importante di quello che sembra perchè
spiegandoci la vera natura della magia ci da un suggerimento su come
battere Tartaros alla fine della storia. Ah! Vi ho mai detto quanto mi
sta simpatico Makarow? Lo adotterei volentieri come nonnino!
La natura della magia
Well, I couldn't tell you
Why she felt that way
She felt it every day
And I couldn't help her
I just watched her make
The same mistakes again
What's wrong, what's wrong now?
Too many, too many problems
Don't know where she belongs
(Nobody’s home - Avril Lavigne)
- Adesso ascoltami Meredy. La magia è una
cosa semplice, molto più di quello che sembra. - Cominciò Ultear con la sua
voce armoniosa. Lei, la bambina e tutti gli altri componenti della loro piccola
gilda erano raccolti in cerchio su di un prato. Gambe incrociate e occhi chiusi
in meditazione.
- L’unica cosa che devi fare per trovarla è
guardare dentro di te. Scegli la magia che ti piacerebbe avere e desiderala con
tutta la forza che puoi. Non avere paura: come noi, tutti possono diventare dei
maghi. Millianna ad esempio voleva diventare un gatto ed ha imparato come
trasformarsi, così come ha imparato a usare le corde magiche. Sho voleva fare
il prestigiatore e ha imparato a usare le carte. Hoteye cercava un potere molto
versatile e ha imparato ad ammorbidire le cose: manipola il fango e la sabbia,
ma ha imparato anche a vedere attraverso i muri. Wally voleva fare il pistolero
e ora tutto il suo corpo è un’arma e può scomporsi in milioni di proiettili.
Erza voleva diventare un cavaliere e lo è diventato. Kagura ha imparato la
magia del Requip da lei e Simon come controllare le ombre. Anche Jellal voleva
diventare più forte e così ha trovato la sua Heavenly Magic e non solo può
controllare le meteore, ma può assumerne anche i poteri. Io invece ci sono nata
con questa magia, ma sono un caso a parte. -
Meredy fece come le era stato detto,
chiudendo gli occhi più forte e sforzandosi allo stesso tempo di fare questa
strana cosa che Ultear aveva detto: “guardare dentro di sé”.
- Ehi, Ul sei sicura che tutti possono
diventare dei maghi? - La voce di Hoteye ruppe il silenzio, costringendo la
ragazza ad aprire improvvisamente gli occhi.
- Se lo sei diventato tu sicuramente tutti! -
Gli sibilò lei contro prima di ritornare a chiudere gli occhi con uno scatto.
- La magia trae la sua energia dalla forza
vitale di ogni essere vivente. - Provò a chiarificare Jellal - Ce lo ha detto
anche zio Rob, ricordi? È per questo che tutti possono diventare dei maghi. In
realtà anche gli animali, le piante e le cose possono accumulare col tempo
abbastanza energia da diventare magici. -
- E così è basta. - Kagura provò a sua volta
a chiudere la conversazione ma invano. Dopo meno di un minuto di silenzio il
suono di Simon che russava la costrinse a sferrare una gomitata al fratello.
- CHE C’È? - Il ragazzo balzò in piedi ma
solo per essere costretto a rimettersi giù dallo sguardo truce di Ultear e
Wally che scuoteva la testa mormorando - Poco cool. -
Erza fu costretta a mordersi la lingua per
non scoppiare a ridere ed attirare a sua volta la rabbia di Ultear.
Un altro paio di minuti trascorsero
tranquillamente in silenzio, poi la voce di Sho strappò tutti dalla meditazione
- Smettila di farmi il solletico con quella coda! -
- Io non ti ho toccato! - Replicò Millianna
sfoderando gli artigli.
- Mi hai quasi infilato la coda nel naso e
non te ne sei accorta? -
- Tu ti immagini le cose! -
- STATE ZITTI! - L’attimo dopo Ultear aveva
mosso una mano accelerando il tempo e disintegrando il terreno sotto i piedi
dei due seccatori. Entrambi i ragazzi si ritrovarono per terra ma Sho non esitò
a reagire lanciando una carta. Il suo tiro mancò completamente il bersaglio e
la fiammata evocata dal tarocco finì col colpire Kagura, annerendole tutto il
viso. - Questa me la paghi! - Due secondi dopo la sua katana stava riducendo a
brandelli tutto quello che le capitava a tiro. Perfino Simon non esitò oltre a
svegliarsi e a buttarsi nello scontro, offeso che la sorella fosse stata
colpita.
- Ul ha ragione! Dovreste smetterla di
combattere! - Ma Erza venne zittita di colpo quando Jellal le venne
letteralmente tirato addosso. La ragazza si ritrovò praticamente distesa
sull’erba con l’amico sopra di lei. I due si fissarono per un lungo istante
prima che il ragazzo riuscisse a recuperare l’uso della parola.
- Sono d’accordo. Finiamo subito questa
cosa. - E raccolto un alone di magia attorno a un pugno si gettò anche lui
nello scontro, gridando - Simon questa non la passi liscia! -
Nel frattempo Wally si era messo a sparare con
tutte e due le mani come un pistolero matto. Hoteye invece stava aggiungendo
benzina sul fuoco intrappolando i piedi dei compagni nel fango ...
- E basta! - Alla fine anche Erza si ritrovò
a gridare, spada in pugno ma ancor prima che potesse decidere cosa fare
Millianna la colpì alle spalle aggrappandosi alla sua schiena - Combatti se ne
hai il coraggio Eru - chan! -
Per fortuna i ragazzi si trovavano in un
prato in aperta campagna ben lontani dalla città e non c’era nessuno a vedere
il parapiglia che stavano combinando. Ed era meglio così: se qualcuno avesse
visto tutti quegli incantesimi volare liberamente per aria probabilmente
avrebbe finito per chiamare i cavalieri runici, pensando che una gilda oscura
stesse andando di matto. Nessuno avrebbe mai immaginato che la causa di tanto
caos fosse semplicemente un gruppo di dieci ragazzini.
- Ho trovato! -
La voce di Meredy interruppe lo scontro con
la stessa forza di un fermo immagine. Nonostante la confusione era rimasta fino
a quel momento nel suo angolino con gli occhi chiusi e fermamente concentrata
sulla sua ricerca. - La mia magia è Link. - Quando la bambina alzò il braccio
destro tutti i suoi compagni si ritrovarono ad imitarla senza nemmeno sapere
perché. Sui loro polsi era comparso uno strano braccialetto rosa fosforescente.
- La mia magia ci terrà uniti! - Annunciò
Meredy con uno di quei rari sorrisi che di tanto in tanto le illuminavano il
viso. - Adesso basta combattere! - E al suo ordine l’intera comitiva non poté
far altro che unirsi in un abbraccio. Erza si ritrovò pressata tra l’ascella di
Simon ed Ultear che rideva come una matta.
- Brava Meredy! Questa magia è incredibile!
Scommetto che si possono fare un sacco di cose divertenti! Perché non proviamo
a far ballare una samba a Jelly? - Meredy prese l’idea in considerazione per un
lungo istante, poi - Ditemi quali sono i passi e ci proviamo. -
- TRADITORI! - Jellal non riuscì a strillare
altro, dopo qualche secondo stava già facendo le piroette.
Erza
fu costretta a soffocare un sorriso mentre quei ricordi le tornavano alla
mente. Non poteva distrarsi e doveva mantenere la concentrazione.
Sotto
la luce della luna e con l’unica compagnia delle stelle che occhieggiavano su
di lei, Erza era la sola rimasta nel grande cortile della gilda di Fairy Tail.
Si stava allenando, scambiando una spada con l’altra ed esercitando i suoi
affondi. Nell’ultimo periodo era diventato sempre più difficile trovare tempo
da dedicare ai suoi allenamenti specialmente da quando Juvia e Wendy si erano
trasferite da lei. Per fortuna quella sera nessuna di loro le avrebbe dato
fastidio, dato che entrambe erano passate da Lucy per un pigiama party o
qualcosa del genere. Era per questo motivo che Erza non aveva saputo resistere
alla tentazione ed era sgattaiolata nella gilda deserta per dedicarsi alla
spada. Dopo quello che era successo con gli Oracion Seis e le terribili sfide
che l’attendevano ancora, non poteva permettersi di trascurare i suoi esercizi.
Per quanto la magia potesse aiutarla nell’utilizzo delle armi, doveva pur
sempre allenare anche il suo corpo per non farsi cogliere impreparata. E per di
più era molto meglio allenarsi all’aria aperta che passare la notte tormentata
da incubi e dalla voce di E.N.D.
-
E io che pensavo di poter dormire in santa pace sulle scartoffie del Consiglio.
-
La
maga era così concentrata sui suoi allenamenti che non si accorse che qualcuno
si era avvicinato fino a che non ne sentì la voce assonnata.
-
Master! - Fu l’unica cosa che le riuscì di gridare mentre il vecchio avanzava
stropicciandosi gli occhi.
-
Questa sera mi ero trattenuto un po’ in più in ufficio. - Cominciò a spiegare
Makarow - Ma non avrei mai immaginato di essere svegliato da un rumore di
spade. Pensavo che mi avrebbe svegliato Mirajane domani con un bel caffè! -
-
Mi dispiace di averla svegliata. - Erza chinò leggermente la testa per
scusarsi, ma quando la rialzò venne accolta da un sorriso. - Non hai alcun
motivo per scusarti. - Le disse Makarow - Dovrebbero sentirsi in colpa quei
tizi del Consiglio per avermi tempestato con tanti moduli noiosi! - Per un
attimo il vecchio agitò un pugno in aria, poi si costrinse a calmarsi con un
sospiro - Si può sapere che ci fai qui? Una volta non ti allenavi vicino il
fiume? -
Anche
Erza lanciò un sospiro - Prima che Gray scoprisse il posto ed iniziasse ad
annoiarmi ogni giorno. Mi ero spostata ai margini della foresta, ma poi Natsu
ha deciso di andare a vivere proprio lì. -
-
La spiaggia? - Provò a suggerire Makarow ma solo per sentirsi replicare - Jet e
Droy. -
-
La palestra? -
-
Elfman. -
-
E quel campetto in periferi ... -
-
Niente da fare: è territorio di Gajeel adesso. -
A
quel punto Makarow scoppiò a ridere strappando ad Erza un altro sospiro: lei
non lo trovava così divertente. - E per di più adesso che Wendy e Juvia vivono
da me non ho nemmeno spazio per esercitarmi a casa. Ho come l’impressione che
sia passata una vita dall’ultima volta che ho fatto un po’ di allenamento. - La
maga si rigirò un’ultima volta la spada che stringeva tra le dita prima di
farla sparire.
-
Capisco, allora ti do il permesso di allenarti qui, ma fatti dare una copia
delle chiavi da Mirajane invece scavalcare. - Makarow ridacchiò per poi andarsi
a sedere su una delle panchine di pietra che contornavano il cortile e di fare
cenno ad Erza di seguirlo. La maga fece come le era stato detto senza capire
che cosa voleva dirle in quel modo, ma Makarow non la tenne sulle spine,
ricominciando subito a parlare - Dato che siamo qui perché non ne approfittiamo
un attimo, figliola mia? C’è una cosa che volevo chiederti. -
Sentendo
quelle parole Erza si fermò ad un passo dalla panchina, in allerta.
-
Che cosa c’è che ti turba ultimamente? - Continuò il master - Mi sei sembrata
un po’ fuori fase fin dal ritorno dalla missione contro gli Oracion Seis. -
Un
po’ fuori fase? Erza avrebbe potuto gridare un milione di ragioni per cui era
così “fuori fase”. Aveva ucciso dei compagni di prigionia senza nemmeno
riconoscerli. Il Consiglio aveva scoperto tutta l’identità di Crime Sorcière.
Ultear per poco non era stata presa. E soprattutto non avevano scoperto una
singola informazione su Tartaros! Ma la realtà era che non poteva gridare
niente del genere.
-
Non è vero, master, non c’è niente che non va. -
-
Eppure in te deve esserci qualcosa di strano se anche Natsu è venuto a
parlarmene. -
L’indomani
mattina la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata tagliare la lingua al
ragazzo.
-
Sono a posto. Davvero. - Erza si sforzò di suonare il più convincente possibile
ma Makarow non le credette lo stesso - È qual è la ragione per cui senti il
bisogno di allenarti anche in piena notte? -
-
Ho molte cose e persone che devo proteggere. Non posso permettermi di farmi
cogliere impreparata. Ecco tutto. - Quando Erza finì di parlare si rese conto
lei stessa che aveva appena detto qualcosa di molto diverso da quello che aveva
sibilato a Natsu in treno.
-
E la magia e la spada sono le tue uniche armi, giusto? - Continuò ad
interrogarla il vecchio master - Dimmi un po’ Erza, da cosa si origina la
magia? -
La
ragazza esitò qualche istante, colta alla sprovvista da quella domanda, prima
di rispondere - La magia si origina dalla forza vitale delle creature. - Scandì
Erza ripetendo le parole che Rob, Jellal e Ultear le aveno detto anni prima. - Alcuni
nascono con un talento naturale che li predispone a diventare dei maghi, ma
siccome la magia e l’energia vitale sono legate a doppio filo è anche vero il
contrario: grazie ad un corretto allenamento chiunque potrebbe diventare un
mago. -
-
Bene. - Annuì Makarow - Ma cosa rende alcune magie più potenti di altre? -
-
Desiderarlo. Basta volerlo perché la magia si spinga oltre i suoi limiti. - Era
così che Erza aveva sempre fatto ed era solo grazie a tutta la sua
determinazione e disperazione che aveva salvato Jellal quando era una bambina,
ma anche Lucy e tutta Fairy Tail solo qualche mese prima.
-
Anche questo è esatto. - Confermò il master - Ma dimmi adesso: qual è il potere
più forte di ogni magia? -
Quell’ultima
domanda spiazzò Erza ancor più delle precedenti, lasciandola senza parole. La
ragazza si ritrovò ad annaspare per qualche secondo, sentiva che se non avesse
risposto a quella domanda avrebbe perso tutti i punti che aveva accumulato
prima, ma la risposta non le venne comunque alle labbra.
-
L’amore. - Le spiegò il master con un sorriso - Ed è il potere più importante
di tutti perché unendoci gli uni agli altri ci rende più forti di quanto lo
saremmo mai da soli. -
A
quella rivelazione Erza aggrottò un sopracciglio, senza riuscire a capire se il
vecchio si stesse prendendo gioco di lei oppure no.
-
Anche l’odio accresce di molto il potere della magia, così come l’ira o la
paura ma ognuna di queste cose ha i suoi limiti. - Continuò Makarow - L’amore è
sicuramente l’arma più potente, ricordatelo Erza. E ricordati anche il fatto
che non sei da sola e che non devi avere paura. Ci sono io, c’è la gilda e ci
sono tutti i tuoi amici che sono pronti ad aiutarti qualunque cosa ti serva.
Sin da quando sei arrivata qui mi sono sentito in dovere di continuare l’opera
di Rob, che era un mio così caro amico, e non ti lascerò qualunque cosa accada.
- Negli occhi del vecchio adesso c’era un certo alone d’amore e di
determinazione ma purtroppo Erza fu costretta ad accettare la cosa con un sorriso,
senza poter nemmeno dopo quelle promesse, rivelare la verità. Improvvisamente
la voglia di allenarsi con la spada era andata via e l’unica cosa che le
rimaneva era quella di lasciare in fretta la gilda e di nascondersi tra le
ombre, l’unico posto dove una strega come lei poteva stare.
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Capitolo 36 *** Sette anni di vuoto ***
Sette anni di vuoto
Siccome qui
non c'è l'arco di Edolas nè quello dei sette anni di
vuoto dopo Tenrou, ho deciso di combinare un po' entrambe le cose e
dargli un nuovo senso. Questo è un capitolo preparatorio e
preparatevi! Perchè la prossima volta che aggiornerò
Crime Sorcière sarà tutto dedicato al Festival del
Raccolto e alla Tribù del Dio del Tuono.
Sette anni di vuoto
It's so loud inside my head
With words that I should have said
And as I drown in my regrets
I can't take back the words I never said
I haven't been all that you could've hoped
for
But if you'd held on a little longer
You'd have had more reasons to be proud
(Words - Skylar Grey)
-
CHE COSAAAAA???? CHE COSA VUOL DIRE CHE NON SONO UN GATTO? - Ormai le settimane
si erano susseguite dopo la missione contro gli Oracion Seis ed Erza stava
gironzolando tranquillamente per la gilda quel mattino, quando uno dei miagolii
di Happy attirò di colpo la sua attenzione. Era seduto su un tavolo insieme a Panther
e Carla. A quanto pare anche i gatti avevano i loro segreti a Fairy Tail.
-
Lily, davvero non gli hai mai detto niente? - Ricominciò Carla ed il secondo
scosse la testa - Pensavo che lo sapesse già. - Ma Happy ricominciò a strillare
che fino a quel giorno non ne aveva saputo niente.
-
È evidente che non siamo dei semplici gatti! - Lo sgridò Carla, cercando di
farlo zittire - Come hai fatto a non porti mai la domanda? Noi siamo una razza
differente, siamo Exceed! Quelli come
noi non sono originari di Fiore, veniamo da un paese diverso: la nostra patria è
l’isola volante di Extalia. -
-
Ex ... che? Ex ... dove? -
-
Sai cosa penso. - Continuò Panther ignorando la confusione del proprio compagno
- Happy deve far parte anche lui di quelle uova che si sono perse qualche anno
fa. La regina aveva organizzato un progetto di avvicinamento agli umani e come
segno di un buon legame tra i due popoli aveva inviato delle uova in dono ai
regnanti di alcuni paesi, ma alcune di loro vennero smarrite durante il
trasporto. Ho sentito che a Extalia l’incidente ha fatto molto scalpore. -
-
Sì, senza alcun dubbio. Come hanno perso il mio uovo, devono aver perso anche
quello di Happy. -
-
Volete dire. - Esclamò a quel punto “l’exceed” mettendo le zampe avanti - Che
il mio uovo era destinato ad essere consegnato a una corte reale? Potevo
diventare un principe e mangiare salmone tutti i giorni invece di sardine?
Natsuuuuuu! - Ed a quel punto Happy mise le ali, frignando e schizzando via
come un proiettile di pelo - Io preferisco stare con te anche se hai solo le
sardine! Non voglio diventare un principe! -
-
Come è possibile che un exceed maschio sia così piagnucolone? -
-
Dovrei proporgli di allenarsi un po’ con la spada. -
Carla
e Panther rimasero per un attimo fermi a fissare Happy mentre schizzava via
fino a che Erza non li interruppe appoggiandosi al loro stesso tavolo. -
Davvero esiste un’isola volante popolata soltanto da creature come voi? - Carla
non perse un secondo per ribatterle contro che era maleducazione origliare, ma
Panther annuì per rispondere alla sua domanda - Tuttavia dato che Extalia
fluttua costantemente attorno al globo, non è così facile da trovare come
sembra. Da quando mi hanno bandito non sono più riuscito ad avere notizie della
sua posizione. -
Oh,
era anche un fuorilegge! Erza amava sempre di più quel gatto! O meglio exceed
... Adorava il modo in cui riusciva a trasformarsi e a diventare grosso e
muscoloso. Adorava perfino il modo in cui usava la spada e a volte entrambi
passavano ore ad allenarsi insieme.
-
Su Extalia sanno tutti volare come voi? Sono capaci di trasformarsi e prevedere
il futuro? -
-
Per quanto riguarda Aera, sì sono tutti capaci di volare, ma io e Carla siamo
delle eccezioni, quelli con un secondo potere sono molto scarsi. - Ma a Erza
non importava più di tanto - Quando la vostra regina decide di fare un nuovo
scambio culturale, posso avere anche io un uovo? -
Ma
se lo avesse avuto solo lei, Millianna si sarebbe sicuramente offesa ...
-
Anzi due. -
Forse
anche Meredy ne avrebbe gradito uno.
-
Posso averne un cargo? -
-
NO! - La zittì seccamente Carla - Sei l’ultima al mondo capace di prendersi
cura di un uovo! -
-
Ma dai! Se Natsu è riuscito a far schiudere Happy, perché non dovrei riuscirci
io? Mi ricordo come se fosse ieri quando entrò dalla porta della gilda,
portando questo enorme uovo sottobraccio. Pensava appartenesse ad un drago e
quando il master gli spiegò che per farlo schiudere occorreva scaldarlo, per
poco non ci sparò una fiammata sopra. -
-
Sono così felice che a trovarmi sia stata una bambina responsabile come Wendy!
- Carla sospirò nostalgicamente, ma Erza socchiuse gli occhi continuando a
ricordare la scena - Per fortuna Lisanna sapeva un po’ meglio di Natsu come
funzionavano queste cose. Fu lei ad aiutarlo a far schiudere l’uovo, usando la
sua magia per trasformarsi in un uccello e covarlo come una buona chioccia. Ci
fu per un attimo un po’ di panico, quando Mira per sbaglio gettò via l’uovo
pensando che fosse una cianfrusaglia senza valore, ma poi tutto si risolse per
il meglio e quando l’uovo di Happy si schiuse la sua apparizione interruppe di
colpo la rissa che era scoppiata in gilda. Decidemmo di chiamarlo Happy proprio
perché il suo arrivo aveva portato una ventata di gioia. Dopotutto non è un piagnucolone,
è un tipo divertente. - Alla fine di quel racconto Carla batté per un attimo le
palpebre in silenzio, prima di chiedere - Chi è Lisanna? -
-
Un angelo. - Fu l’unica risposta che Erza le diede, alzandosi dal suo posto.
Juvia e Wendy erano appena arrivate e si erano fermate sulla soglia, cercandola
con lo sguardo in mezzo ai maghi della gilda. - Vogliamo andare ora? -
Il
resto della giornata trascorse rapidamente, fino a che il tramonto non calò su
Magnolia, tingendo ogni cosa con un tono aranciato. Faceva ancora molto caldo,
nonostante l’estate fosse agli sgoccioli, ma la brezza fresca che proveniva dal
mare procurava un certo sollievo. Faceva sussurrare le foglie degli alberi e
faceva ondeggiare lentamente i capelli di Erza mentre camminava.
La
ragazza si sentiva esausta dopo aver trascorso ore e ore a rincorrere Wendy e
Juvia per la città, ma per fortuna alla fine era riuscita a sbarazzarsi di
entrambe, costringendole ad avviarsi alla gilda da sole. L’idea di dover
passare lì la serata, le faceva venire mal di testa: non c’era limite a cosa
potesse accadere a Fairy Tail dopo un paio di birre. Forse era meglio godersi
quel momento di solitudine e di tranquillità camminando il più lentamente
possibile.
Per
strada c’erano ancora molte persone, alcune di ritorno dalla spiaggia, altre
che avevano deciso di uscire soltanto a quell’ora per godersi la frescura.
Qualcuno le faceva un cenno, riconoscendola come una dei maghi di Fairy Tail.
L’intera
città era di buon umore, nonostante l’approssimarsi dell’autunno, perché con la
fine della stagione si avvicinava come ogni anno anche il grande Carnevale di
Magnolia: la parata di Fantasia. In passato la festa era nata per celebrare il
raccolto del grano, ma al giorno d’oggi nessuno si curava più veramente delle
sue origini. Fantasia era solo un’occasione per divertirsi e la gente attendeva
con ansia il grande spettacolo che ogni anno i maghi mettevano in piedi,
sfilando per le vie della città. Né Juvia, né Wendy avevano mai partecipato e
per questo erano così piene d’energia e di entusiasmo ed avevano passato tutto
il giorno a girare per la città a caccia di un’idea o di un costume per
l’occasione. Ma né Juvia, né Wendy sapevano che quella di Fantasia, per Fairy
Tail non era semplicemente un momento festoso, ma anche la ricorrenza di un
evento molto spiacevole.
Erza
si fermò, girando lo sguardo dall’altra parte del canale che stava
costeggiando, dove svettava in alto tra gli edifici la magnifica costruzione
della cattedrale di Cardia, il luogo più sacro di tutta Magnolia. Mentre
camminava distrattamente aveva finito per arrivare proprio nel posto a cui
stava pensando.
La
maga lanciò un sospiro e cambiò improvvisamente direzione, attraversando il
ponte più vicino.
La
cattedrale di Cardia svettava verso l’alto con i suoi marmi candidi e bianchi
come avorio, le sue guglie e i suoi pinnacoli, ma la luce del tramonto tingeva
anche lei d’arancio mentre le sue belle vetrate ed il rosone all’ingresso,
riflettevano il sole in modo abbagliante. Accanto alla chiesa, invece, sorgeva il
cimitero monumentale della città, con le sue belle tombe, altrettanto imponenti
e decorate da statue ed angeli in lacrime.
Il
cancello era ancora aperto ma a quell’ora non c’era nessuno nei paraggi e
nessuno notò Erza entrare.
I
viali del cimitero di Cardia erano silenziosi e perfettamente puliti, ma l’erba
verde a lato del selciato cresceva alta, contornando le croci e le tombe.
Quando
Erza trovò il posto che stava cercando, si fermò e si mise a sedere sul prato.
Davanti a lei c’era una semplice tomba bianca con il marchio di Fairy Tail
inciso sul marmo e sulla croce la foto di una ragazzina sorridente con un
caschetto di capelli argentei, gli occhi azzurri ed un sorriso incantevole. Il
nome riportato era quello di Lisanna Strauss X771-X782.
Già,
la piccola Lisanna, la sorella minore di Mirajane ed Elfman.
Mentre
tutta Magnolia si preparava alla festa, la gilda ed i due Strauss rimasti, si
preparavano a rivivere il lutto di sette anni prima. Nonostante fosse passato
tutto quel tempo, nessuno era ancora riuscito a scordare la tragedia, nemmeno
Erza. Come poteva dimenticare il sorriso di Lisanna e la sua energia? Se la
ricordava come se fosse stato ieri, mentre correva per la gilda e si esercitava
con i suoi poteri ed il suo Animal Soul, trasformandosi prima in una colomba e
poi in un gattino. Quando lei e Mirajane erano ancora rivali, Lisanna
interveniva puntualmente ogni volta, cercando di dividerle durante le loro
baruffe. Ma quello che forse aveva sofferto di più dopo la perdita di Lisanna,
oltre ai suoi fratelli, era stato sicuramente Natsu. Quei due erano migliori
amici, letteralmente inseparabili. Era piuttosto sorprendente il fatto che,
anni dopo, Nastu fosse riuscito superare il trauma e a legarsi ad un’altra
ragazza come Lucy.
Erza
non riusciva nemmeno a dimenticare il giorno in cui la notizia della morte di
Lisanna era arrivata alla gilda: quando Elfman e Mirajane avevano fatto ritorno
dalla loro missione in lacrime. Erano stati attaccati da un mostro, di cui il
ragazzo aveva provato ad assorbire i poteri, ma Lisanna era rimasta coinvolta
nello scontro ed era precipitata in un burrone. Le squadre di soccorso non
erano riuscite a trovarne nemmeno il corpo. Erano state delle settimane
terribili. A causa dello shock Mirajane non era stata più in grado di
utilizzare i suoi poteri ed Elfman si era ritrovato in una condizione simile,
incapace di trasformare il suo corpo in quello di un mostro come faceva prima,
eccezion fatta per il braccio destro. Mirajane aveva abbandonato la sua
carriera di mago di livello S e si era dedicata al bar della gilda, ma il
cambiamento più radicale in lei era stato quello caratteriale. Prima tutti la
conoscevano come il “Demone”, la temevano ed avevano paura di provocarla,
mentre adesso Mirajane aveva un sorriso per tutti e si curava di Fairy Tail
come una madre. Quando quel mattino aveva detto a Carla e Panther che Mirajane
aveva accidentalmente buttato via l’uovo di Happy, non era stata sincera. In
realtà la maga lo aveva fatto sparire per il semplice gusto di prendersela con
Natsu e con la sorella. Fino a qualche anno prima Mirajane era stata
un’autentica stronza. Tuttavia qualcosa era cambiato e qualcosa stava tornando
alla normalità, se così si poteva dire. Elfman era riuscito finalmente a
superare il trauma e a recuperare il pieno controllo dei suoi poteri durante lo
scontro con Phantom Lord e forse un giorno anche la sorella avrebbe fatto
altrettanto.
-
Ciao, Lis. - L’unica cosa che le rispose fu il canto ritmico delle cicale tra i
cipressi. - È da parecchio che non passavo da te. Perdonami, ho sempre così
tante cose da fare. Con una doppia vita come la mia, bisognerebbe avere anche
un clone per dividersi gli impegni. - Per fortuna non c’era nessuno in giro a
sentire il suo sfogo. - Per il resto le cose alla gilda procedono più o meno
come al solito: sono tutti così caotici! Ah, al gruppo si sono aggiunti anche
degli altri maghi negli ultimi mesi come Gajeel, Panther, Lucy, Wendy e Juvia.
Sono sicura che ti piacerebbero, ma penso che tua sorella ti abbia già
raccontato tutto di loro, Mira viene qui ogni mattina. - Erza si passò una mano
tra i capelli, un po’ imbarazzata all’idea che stesse parlando al vuoto. -
Chissà se puoi sentirmi Lis. Spero che esista davvero un posto da cui puoi
guardare la gilda e sentirci ogni volta che veniamo qui a farti visita. Spero
che esista davvero un Dio che possa occuparsi di te, perché se esiste allora
sono sicura che tu stia già facendo l’angelo accanto a lui. L’unica cosa di cui
ho paura Lis, è che se un posto del genere esiste davvero, forse non riusciremo
ad incontrarci mai più. Quando verrà il mio momento, credo che per me sia già
pronto un alloggio dalla parte opposta della barricata. -
Ma
in fondo, che senso aveva rimanere lì a parlare di quelle cose? Erza era
abbastanza sicura che non ci fosse un Dio da nessuna parte, se questo Dio
permetteva che nel mondo accadessero cose come quelle che aveva visto e che
persone come lei camminassero liberamente su Earthland. Alla fine, Erza si alzò passando un’ultima
volta la mano sulla croce per accarezzarla, prima di andarsene. - Ciao, Lis. Se
puoi prega per me e prega che la mia missione si concluda al più presto
possibile. Prega che riesca a trovare Tartaros. -
Il
sole ormai era sprofondato già da qualche minuto nelle profondità del mare ed
il cielo stava assumendo una tonalità blu e più scura. Anche l’aria si era
fatta più fredda ed era tempo di andare, di avviarsi di nuovo in direzione
della gilda, a bere e sorridere come se non ci fosse né un passato su cui
piangere, né un futuro di cui preoccuparsi.
Il grande
giorno di Fantasia sarebbe arrivato di lì a poco, ma non avrebbe trovato
Magnolia impreparata ad attenderlo. A breve lungo le strade sarebbero apparse
decorazioni di fiori e nelle piazze mercatini colorati.
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Capitolo 37 *** Battaglia tra fate ***
Battaglia tra fate
Oggi
ho buone notizie per tutti quelli che seguono questa storia: ho
ufficialmente finito di scrivere Crime Sorcière! Mi manca
soltanto un piccolo capitolo bonus che voglio aggiungere dopo
l'epilogo. Quindi ora l'unica cosa di cui ho bisogno è un po' di
tempo per rileggere, correggere e pubblicare! Intanto godetevi il primo
capitolo dell'arco del festival del raccolto. Mi piace molto e ho
cercato di sfruttarlo per spiegare un po' meglio qual'è la
relazione tra Erza e la gilda di Fairy Tail in questa storia. Mi sono
divertita così tanto a scriverlo che a dire la verità lo
avevo completato ancora prima di finire quello sugli Oracion Seis.
Buona lettura!
Battaglia tra fate
Come
... Come era finita lì?
-
Siete pronti per la prossima concorrente? - La voce di Max riecheggiò grazie al
microfono per tutta la sala della gilda. Sotto il palco c’era raccolta così
tanta gente (maghi e curiosi) che era quasi impossibile respirare.
-
Quella che tutti conoscono come la donna più forte di Fairy Tail, la
bellissima, terrificante Erza, questa volta sfilerà per voi senza armatura! -
Oh,
alla fine di quella storia per punizione Max si sarebbe ritrovato una spada
infilata su per il culo.
Oh,
alla fine di quella storia quanta gente avrebbe ammazzato!
Tra
le varie attrattive, proposte dalla gilda di Fairy Tail per la festa di quell’anno,
era stato incluso un concorso di bellezza tra maghe. Quando Lucy l’aveva
scoperto si era messa ad esultare: col premio in denaro avrebbe sistemato un
paio di rate arretrate dell’affitto. Quando Juvia l’aveva scoperto aveva
esultato ancora di più: avrebbe sfruttato l’occasione per vincere il cuore di
Gray. Quando Erza l’aveva scoperto si era sentita mancare. Non aveva alcuna
intenzione di partecipare ad uno spettacolo del genere, eppure le sue compagne
l’avevano costretta lo stesso a farlo. Che gara sarebbe stata se fosse mancata
proprio lei? Non poteva mancare assolutamente! Partecipavano tutte, proprio
tutte! Perfino Wendy e Carla!
Così
alla fine Mirajane le aveva forzato addosso un elegante vestito blu. Qualcuna
si era occupata dei suoi capelli, qualcuna del trucco e qualcun’altra delle
scarpe. Tutto grazie alla gentile collaborazione di Bisca, che le aveva tenuto
puntato un fucile addosso per tutto il tempo.
-
Ammirate che schianto! -
Non
appena Erza mise piede sul palco, l’accolse una sfilza di applausi e di
ululati. Erano proprio fortunati che non ci fosse Jellal a sentirli. E poi cosa
c’era di così eccezionale nel vederla sfilare? Non l’avevano mai vista con un
vestito? Un attimo ... Forse non l’avevano davvero mai vista senza armatura ...
Max
la stava giusto invitando a fare un passo in più in avanti, per farsi ammirare
meglio, quando qualcuno si fece largo in prima fila tra il pubblico gridando
per attirare l’attenzione.
L’attimo
dopo Erza si ritrovò distesa sul pavimento, con il retro della testa che le
faceva male da impazzire. Seduto praticamente a cavalcioni su di lei c’era un Natsu
con gli occhi lucidi. - Ah, Erza! Lo sapevo che eri indistruttibile! E io che
avevo paura di averti rotta! - Il ragazzo l’afferrò stretta per darle un
abbraccio, affondando praticamente con la faccia nella sua scollatura. La mano
di Erza si mosse istintivamente ed un pugno lo colpì sul naso sbalzandolo via -
Si può sapere che ti prende? - La maga si tirò rapidamente in piedi ma rimase
bloccata sul posto. La tenda che divideva il palco dalle quinte non c’era più e
dietro di lei, allineate come tante statue di pietra, stavano tutte le sue
compagne. Lucy, Mirajane, Cana, tutte ... Per di più la sala si era
improvvisamente svuotata ed a Fairy Tail erano rimaste soltanto lei, il master,
Natsu e Gajeel con i loro amici felini.
Le
occorse qualche istante per mettere insieme i pezzi e ricordare meglio di quello
che era appena successo. A farsi largo tra il pubblico era stata una donna con dei
lunghi capelli castani raccolti in alto, gli occhiali ed un vestito così
appariscente e pieno di pailette da poter abbagliare quelli che le stavano più
vicino. Aveva esclamato qualcosa del tipo - Questo concorso finisce qui. Sono
io la vincitrice. -
-
Evergreen. - Il nome della maga le uscì dalla bocca come un sibilo. Anche se
l’aveva vista poche volte in quegli anni e le aveva parlato ancora di meno,
Erza non poteva sbagliarsi: perché Evergreen era una dei pochi eletti a far
parte della banda di amici di Laxus, quelli che si facevano chiamare la Tribù
del Dio del Tuono. Evergreen era molto famosa perché aveva il potere di
tramutare in pietra chiunque la guardasse negli occhi ed era per questo che portava
gli occhiali come precauzione.
-
Si può sapere cosa è successo? -
-
È tutto merito di Laxus. Vuole scoprire chi sia il più forte a Fairy Tail - Le
spiegò Makarow incrociando le braccia con aria seria - Ci ha lanciato una sfida
e per costringerci a partecipare e ha convinto Evergreen a tramutarvi in
pietra. Ci ha detto che se fossimo riusciti a batterlo entro quattro ore,
allora avrebbe fatto in modo che Evergreen sciogliesse l’incantesimo, viceversa
vi avrebbe ridotte in polvere. Quando Natsu ti ha colpita per sbaglio e ti ha
buttata a terra ho davvero temuto il peggio, ma per fortuna la crosta di pietra
che ti copriva si è rotta e dissolta senza causare danni. -
Erza
si passò istintivamente una mano sull’occhio destro. A quanto pare l’effetto
dell’attacco di Evergreen era stato dimezzato a causa della magia che Jellal vi
aveva infuso. Tuttavia anche se lei era stata fortunata la stessa cosa non
valeva per le altre. Erza riuscì ad assestare un secondo pugno a Natsu, giusto
un attimo prima che ripetesse l’esperimento con Lucy.
-
Laxus ed Evergreen sono i nostri unici avversari oppure ci sono anche gli altri
amici della Tribù? -
- Ci sono anche Bickslow e Freed. - Aggiunse Makarow con un sospiro ed Erza serrò un pugno: questa
non ci voleva proprio: anche loro erano dei maghi di gran calibro. Mentre
Evergreen aveva il potere di trasformare chi la guardava negli occhi in pietra,
Bickslow era in grado di controllare col semplice
sguardo le sue vittime. Si comportava come un burattinaio pazzo, raccogliendo
tutte le anime vaganti che gli capitavano a tiro e sigillandole nelle bambole
animate che usava per combattere. Freed infine, non solo era dotato di una
straordinaria abilità nel manipolare le rune magiche, creando qualsiasi tipo
d’effetto, ma era anche molto abile nel combattimento con la spada.
- Gli altri ragazzi. - Continuò a spiegarle
il master - Si sono precipitati già tutti a dargli la caccia, purtroppo però
Freed ha disposto una serie di trappole per tutta Magnolia con le sue rune. -
Il vecchio puntò un dito contro l’uscita dove alcune rune magiche si muovevano
lentamente, come a formare un muro. Accanto alla parete, scritto con un verde
brillante c’era: “Nessuna statua o persona con più di ottant’anni può lasciare
la gilda”. Subito sotto invece: “Concorrenti rimasti sette.”
Sette? Intendeva forse lei, Natsu, Gajeel,
Laxus e quelli della Tribù? Solo sette? Quanto tempo era rimasta pietrificata
sul palco?
- E per di più noi non riusciamo a uscire! -
Le fece notare Gajeel - Le regole dicono una cosa, eppure a quanto pare i
dragon slayer non sono ammessi! -
Che casino! Di questo passo la parata di
Fantasia e tutta la festa rischiava di andare a monte. Erza spostò lo sguardo
in direzione delle compagne pietrificate, soffermandosi specialmente su Lucy,
Juvia e Wendy. Erano così contente di poter partecipare allo spettacolo eppure
il loro sogno stava per trasformarsi in un incubo.
Ma che
cosa saltava in mente a Laxus di attaccare la gilda proprio in un momento come
quello? Fu allora che le tornò in mente ciò che aveva detto il mago l’ultima
volta che l’aveva incontrato.
- Non ti ha chiesto mica di dargli il posto
di master? -
Makarow batté per un attimo le palpebre -
Come fai a saperlo? -
Laxus non aveva semplicemente intenzione di
stabilire chi fosse il più forte dei maghi alla gilda. Voleva usurpare il posto
di suo nonno e non si sarebbe arreso fino a che non ci sarebbe riuscito!
- Perché l’ultima volta che l’ho visto in
città ha minacciato che se non gli avessi lasciato il titolo sarebbe tornato a
darci una lezione con i suoi amici! -
- Che cosa? Perché non me lo hai detto prima
Erza? -
- Perché non pensavo che Laxus fosse stupido
fino a questo punto! Non si fermerà fino a che non ti avrà costretto a cedere!
-
-
Ma io non voglio che Laxus diventi il nuovo master! Col cavolo che voglio farmi
comandare da lui!- Le gridò a quel punto Natsu
- Che cosa facciamo adesso? -
-
Semplice. - Erza si sfilò i tacchi senza esitare oltre, evocando una delle sue
armature e lasciandosi dietro il vestito stracciato - Esco di qui, trovo
Evergreen e le cavo gli occhi. - L’attimo dopo era già saltata giù dal palco ed
era uscita dalla gilda, lasciandosi dietro la barriera magica di Freed.
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Capitolo 38 *** Titania ***
Titania
Fossi
in te Evergreen comincerei a correre e correre e correre e non mi
fermerei nemmeno se per puro caso dovessi sbucare nella dimensione di
Edolas.
Titania
So you wanna play with magic
Boy, you should know what you're falling for
Baby do you dare to do this?
Cause I’m coming at you like a dark horse
Are you ready for, ready for
A perfect storm, perfect storm
Cause once you’re mine, once you’re mine
There’s no going back
(Dark Horse - Katy Perry)
Era notte fonda quando Erza arrivò per la
prima volta alla gilda di Fairy Tail. L’edificio era chiuso e spento, e non
filtrava nessuna luce dalle finestre, ma la ragazzina rimase comunque molto
colpita dal suo aspetto. Si trattava di un colosso di pietra a tre piani che
ricordava vagamente l’incrocio tra un castello, una pagoda ed il palazzo di un
nobile stravagante. Chissà per quale ragione in cima alla gilda c’era anche una
campana e per finire un grande stendardo arancione con il simbolo dorato della
fata che sventolava in alto; lo stesso simbolo che zio Rob aveva tatuato dietro
la schiena. Sembrava davvero qualcosa saltato fuori da una favola o dai sogni
di uno scrittore, con le sue belle tegole rosse e le tante lampade che lo
adornavano. Anche se c’era solo la luce della luna e delle stelle ad
illuminarla, Erza pensò che Fairy Tail fosse bellissima e che sotto il sole i
suoi colori sarebbero stati di certo ancora più belli. Perfino in piena notte
la struttura emanava una sorta di energia positiva e di calore ed Erza non
osava nemmeno immaginare come sarebbe stata di giorno, piena di gente e di
maghi. Non c’era alcun dubbio: quello era proprio il posto da sogno di cui lo
zio Rob le aveva parlato tante volte, quello dove lui ed i suoi vecchi amici
trascorrevano le giornate ridendo spensierati.
- Sicura ancora di volerlo fare? - A
riportarla alla realtà ci pensò la voce un po’ incerta di Kagura.
Con lei c’erano ancora Jellal e tutti i suoi
vecchi amici ma non sarebbero rimasti lì ancora a lungo.
- È l’unica opportunità che abbiamo. -
Avevano giurato che avrebbero dato insieme
la caccia a Tartaros e che avrebbero finalmente sconfitto E.N.D. per prendersi
la loro libertà, ma non avevano alcuna possibilità di riuscirci se si fossero
limitati a vagare senza meta per le città di Fiore. Era per questo che Erza e
Ultear avevano deciso di fare qualcosa in più. Erza sarebbe entrata a far parte
di Fairy Tail per raccogliere informazioni sulle gilde oscure attive nella
regione, Ultear invece si sarebbe dedicata alla ricerca di un modo per
infiltrarsi nel Consiglio di Magia del paese. Erza aveva pensato di utilizzare
la storia delle Torre del Paradiso e di Rob per commuovere il master e
convincerlo a farla entrare in gilda anche se era soltanto una ragazzina.
- Ma non devi farlo per forza! Io non voglio
che vai via! -
Erza fu costretta a serrare l’amica in un
abbraccio per farla zittire. Kagura le si aggrappò forte ai vestiti premendole
la faccia contro la spalla per trattenere i singhiozzi. Prima che potesse
rendersene conto anche Simon l’aveva stretta, serrando entrambe con le sue
grandi braccia - Ci mancherai Erza. Siamo sempre stati insieme fin da quando
siamo nati, prima a Rosmary e poi alla Torre. Le cose senza di te non saranno
le stesse ma ti conosco bene e ho fiducia in te, so che te la caverai anche
senza di noi. - Il ragazzo prese la sorella per le spalle per convincerla
finalmente a staccarsi dall’abbraccio ma l’attimo dopo fu Millianna quella ad
afferrarla. - Abbi cura di te, sorellona! -
Anche Sho annuì, si stava sforzando di
trattenere le lacrime e di comportarsi come un ragazzo grande ma la sua
espressione diceva tutt’altro. Wally invece aveva perso tutto il suo solito
self control ed era ritornato quello dei tempi della Torre, singhiozzando come
un matto. Hoteye invece non la finiva più di farle raccomandazioni. La piccola
Meredy fu costretta a farsi largo tra la calca per raggiungerla e darle anche
lei un abbraccio.
- È vero che da questo momento in poi ci
vedremo meno spesso, ma questo addio non è per sempre. - Concluse alla fine
Ultear tendendole una mano - Ho un regalo per te. - Adagiata sul suo palmo
c’era una piccola sfera di cristallo, non più grande di una pallina da tennis.
- Questo è un pezzo della mia lacryma, puoi usarla per contattarci quando vuoi.
Prendila e usala per farci sapere come vanno le cose qui; contattaci appena ti
sarai ambientata. Ah e poi c’è un’ultima cosa che volevo dirti: dove pensi di
andare vestita così? -
Erza chinò lo sguardo rimirandosi gli abiti
- Che hanno di strano i miei vestiti? -
- Cosa ti ho insegnato sul far pietà agli
altri? Se ti presenti in quel modo nessuno crederà alla storia che sei una
schiava scappata. Millianna tira fuori gli artigli. -
- Cosa? - Erza non riuscì nemmeno ad opporsi,
prima che le amiche le fossero addosso, strappando e imbrattando di polvere i
suoi vestiti. Per un attimo tutto quel solletico le fece dimenticare la
tristezza e la costrinse a scoppiare a ridere, così forte che le lacrime
cominciarono a scenderle lungo le guance.
Pochi minuti dopo la strategia di Ultear era
completata ed Erza sembrava davvero uguale a come quando era scappata dalla
Torre, lacera e con i capelli arruffati. Se il suo obiettivo, oltre a quello di
farla sembrare miserabile, era anche quello di metterla di buon umore, Ultear c’era
di sicuro riuscita.
- E mi raccomando non scordare le lacrime! A
fiumi! - Si raccomandò alla fine l’altra ragazza.
- Ci rivedremo presto, Scarlet. - Jellal fu
l’ultimo a salutarla dandole bacio sulla guancia ed Erza arrossì come un
peperone tra le risatine dei loro amici.
Non c’era un’anima viva a quell’ora in giro
per Magnolia, così nessuno poté assistere al loro addio. Quando Makarow arrivò
il mattino dopo per aprire i cancelli, trovò Erza rannicchiata accanto all’ingresso,
con gli occhi lucidi e le guance rigate di lacrime. - Tu sei il master? Per
favore fammi entrare! I miei amici mi hanno abbandonata ma zio Rob mi ha detto
che qui c’è posto per tutti! - Erza non avrebbe mai dimenticato la faccia che
fece Makarow al suono di quel nome, ma non avrebbe mai scordato nemmeno il
sorriso che le fece subito dopo, accarezzandole la testa - Sì, ti ha detto il
vero: qui a Fairy Tail abbiamo spazio per tutti! Io sono Makarow, ma tu come ti
chiami, piccolina? -
Era
vero che Erza ancor prima di appartenere a Fairy Tail apparteneva ad un’altra
famiglia, quella di Crime Sorcière, ma era altrettanto vero che si era
affezionata a quella gilda. Voleva bene a tutti i suoi compagni e al master che
l’aveva accolta a braccia aperte ed era proprio quella la ragione per cui non
poteva tollerare chi come Laxus, infangava il nome di Fairy Tail e minacciava
quelli che ne facevano parte. Era vero che non aveva il diritto per ergersi a
guardiana della gilda, ma allo stesso tempo non poteva negare quello che le
diceva il suo cuore. A volte Erza si domandava cosa sarebbe successo se i suoi
amici avessero scoperto la verità e l’idea le faceva così paura che ogni volta
si sforzava di cancellare il pensiero. Le piaceva illudersi che se fosse stata
attenta non avrebbero scoperto mai nulla.
-
Erza - chan! - La maga non aveva tempo per chiacchierare ma la voce di uno dei
pescatori lungo il fiume la costrinse lo stesso a fermarsi. L’uomo stava
rammendando le reti in compagnia della moglie ed entrambi avevano
un’espressione preoccupata stampata sul viso. - Si può sapere cosa sta succedendo?
I tuoi amici della gilda stanno combattendo in giro per la città! Una di loro è
passata poco prima di qui con un pistolero alle calcagna! -
-
Mi dispiace per il disagio che stiamo causando, ma ci stiamo preparando alla
parata di questa sera. -
-
Sono dei preparativi molto strani ... -
-
Sì sono mortificata, ma ci faremo perdonare con lo spettacolo. Mi raccomando
non mancate! - Erza stava proprio per rimettersi a correre a caccia di
Evergreen, quando realizzò che forse aveva qualche speranza di trovarla più velocemente.
- Avete detto di aver visto una delle mie amiche. Per caso era una maga con gli
occhiali? Aveva addosso un vestito piuttosto appariscente? -
Quando
il pescatore annuì, capì di aver intercettato la pista giusta. - DA CHE PARTE È
ANDATA? -
-
Ve ... verso la spiaggia ... -
-
Bingo! -
L’attimo
dopo Erza stava già correndo sulle tracce della sua preda: non le avrebbe di
certo permesso di scappare tuttavia, quando la ragazza sboccò alla foce del
fiume, l’unica cosa che trovò ad attenderla sulla spiaggia fu la figura esanime
di Alzak. Il povero cowboy giaceva pietrificato sulla sabbia ma con la sua
pistola magica ancora saldamente stretta in pugno. Povero Alzak ... Contro
quanti compagni aveva combattuto pur di arrivare lì? Erza sapeva perché aveva
lottato tanto disperatamente: il mago in passato le aveva confessato di essere
innamorato di Bisca ma di non avere il coraggio per dichiararsi. Non sapeva che
Bisca le aveva confessato la stessa identica cosa qualche giorno dopo. Erza
avrebbe sempre voluto dargli un consiglio, spiegargli come comportarsi, dirgli
che l’amore era più semplice di quello che gli sembrava, ma non aveva alcun
diritto nemmeno per fare questo. Quelli di Fairy Tail conoscevano soltanto il
suo lato stoico e la sua dedizione al lavoro. Così come nessuno l’aveva mai
vista senza armatura, nessuno l’aveva mai vista in compagnia di un uomo e
nessuno sapeva dell’esistenza di Jellal. Povero Alzak! Ma Erza non avrebbe
deluso le sue aspettative. Evergreen era vicina, ne era certa anche se non
poteva vederla. E non appena l’avrebbe sconfitta, il suo incantesimo sarebbe
stato sciolto.
Ma
dove si era cacciata? Voleva forse tenderle un’imboscata?
La
spiaggia attorno a lei era completamente deserta, non c’era nessuno quel giorno
nonostante il clima di festa, perché la maggior parte delle attrazioni era in
centro. L’unica cosa che le faceva compagnia era il dolce rumore delle onde e
della sabbia sotto gli stivali.
Il
master le aveva detto che Freed aveva piazzato trappole in tutta Magnolia ma
Erza non si accorse di essere capitata in uno dei suoi tranelli, fino a che non
vi mise piede dentro. All’improvviso un cerchio di rune si accese tutt’attorno
a lei, coprendo una vasta area, innalzandosi verso l’alto come una barriera
lucida, simile al vetro. Impresse sulla parete c’erano soltanto due cose
scritte:
Regola
numero 1- Nessuno può lasciare la barriera se prima uno dei concorrenti non
viene sconfitto.
Regola
numero 2 - Nessuno può usare armi.
-
Cazzo! - Erza si affrettò ad evocare una delle sue spade ma la sua magia non si
attivò nemmeno. Quel bastardo l’aveva incastrata! Per fortuna che il cerchio di
rune non diceva niente delle armature oppure si sarebbe trovata completamente
nuda.
-
Ahahaah! Ci sei cascata in pieno! - Quella voce acuta e odiosa. Erza chiuse
rapidamente l’occhio sinistro, girandosi nella direzione da cui proveniva ed
ecco Evergreen, seduta comodamente sulla chiglia di una barchetta capovolta
sulla sabbia.
-
Si può sapere come accidenti hai fatto a liberarti dal mio incantesimo? Anzi
no, non voglio saperlo. Così è più divertente ... - La maga si abbassò
leggermente gli occhiali, ma non accadde nulla ed Erza rimase ferma al suo
posto a fissarla, dritta negli occhi - Ho un trucco. -
-
Quel trucco? - Ed Evergreen si ritirò su gli occhiali, ridendo a squarciagola -
Come pensi di battermi con un solo occhio? -
-
Oh, Evergreen sapessi quanta gente ho battuto usando solo quest’occhio! -
-
E senza spada? - Purtroppo le abilità di Evergreen non si limitavano
semplicemente a quelle di pietrificare gli avversari. Qualcuno l’aveva definita
una mitragliatrice vivente.
-
Fairy Bomb: Gremlin! - Non appena la maga mosse una mano qualcosa colpì Erza a
tutta velocità, esplodendo al contatto. - Non ti ho mai sopportata, lo sai? Ti
fai chiamare Titania, ma io sono l’unica che si merita il titolo di regina
della fate! - Evergreen rise a squarciagola ma quando il fumo si dissolse e la
sabbia tornò a depositarsi a terra, fu costretta a notare con un certo
disappunto che Erza era ancora al suo posto. Aveva sostituito la sua armatura
con una più resistente e si era coperta il viso con le braccia. La corazza si
era ammaccata e deformata in più punti ma aveva resistito ugualmente. - Mi
chiedevi come intendo cavarmela senza spada ... Corpo a corpo Evergreen! Fatti
sotto se non hai paura di romperti le unghie! - E senza perdere altro tempo
questa volta Erza scambiò la corazza con una di quelle più leggere che aveva,
aumentando allo stesso tempo la sua velocità.
Per
un istante Evergreen esitò, turbata dinnanzi a tanta determinazione ma poi mosse
di nuovo le braccia.
-
Ah sì? Fammi vedere come schivi la mia mitragliatrice ad aculei! Fairy Machine
Gun: Leprechaun! -
Erza
poteva scansarsi, oppure cambiare di nuovo armatura, fermarsi e parare il
colpo, ma non voleva perdere un’occasione come quella. Buona parte degli aculei
andò a conficcarsi dritta nel metallo e nelle porzioni più scoperte del suo
corpo, ma in compenso la maga riuscì lo stesso ad afferrare la sua preda per
una spalla.
-
Pensi davvero che due aghi possano farmi paura? Andiamo Evergreen! Jose mi ha
colpita in pieno con un cannone! - L’attimo dopo un pugno colpì Evergreen sul
naso accompagnato da un rumore di vetro rotto ed un calcio la prese allo
stomaco, buttandola sulla sabbia.
-
Che mi hai fatto!? - Lo strillò arrivò subito dopo, mentre Evergreen si copriva
la faccia con una mano. Quando alzò gli occhi quello che rimaneva degli
occhiali le cadde sulla sabbia. Tra le dita le scorreva del sangue. - Sei
davvero un mostro! Non ti meriti il titolo che hai! - E giù un’altra raffica di
proiettili esplosivi, così tanti che per qualche istante sulla spiaggia non si
vide più niente se non sabbia che schizzava da tutte le parti. Evergreen non si
aspettava che ad un certo punto qualcosa l’afferrasse per i capelli e la
schiantasse con a terra. Le esplosioni si interruppero di colpo, mentre Erza le
torceva un braccio dietro la schiena e faceva ben attenzione a tenerle la
faccia premuta nella sabbia. In condizioni normali Evergreen sarebbe scappata
facilmente, avrebbe messo le ali e se la sarebbe filata a tutta velocità, ma a
quanto pare la maga aveva fatto un errore di calcolo intrappolando anche se
stessa nella barriera di Freed.
-
Mettiamo una cosa in chiaro Evergreen. - Le sussurrò lentamente Erza
all’orecchio - Non ho mai desiderato diventare la regina delle fate, non ho
nemmeno la più pallida idea di chi e perché mi abbia affibbiato il nomignolo di
Titania. Ma se hai davvero intenzione di diventare tu la prossima, allora è
meglio che cominci ad allenarti seriamente invece di pensare a vestirti come
una drag queen. - Quando Erza le permise finalmente di alzare la testa
tirandola di nuovo per i capelli Evergreen inspirò profondamente, cercando allo
stesso tempo di liberarsi la bocca dalla sabbia.
-
Lasciami subito! Lasciami! Non lo sai che i miei occhi hanno un altro potere?
Io posso controllare anche a distanza le mie vittime! Se non ti arrendi
immediatamente riduco tutte le statue in polvere! -
-
Fallo Evergreen. - Ed a quel punto Erza la costrinse a girarsi afferrandola per
il bavero del suo stravagante vestito, un sorriso sadico stampato sulle labbra.
- Fallo ed io ti mostro un lato di Erza che nessuno ha mai visto prima ed è
sopravvissuto abbastanza per raccontarlo. Non ho bisogno di spade per
ammazzarti come vedi. -
Fu
a quel punto che Evergreen deglutì a fatica, tutta la sua arroganza dissolta
nel nulla.
-
E per la cronaca preferisco farmi chiamare Scarlet. - L’attimo dopo un ultimo pugno
ferrato stordì completamente Evergreen ed Erza mollò la presa, lasciandola
precipitare a terra completamente svenuta. Come il corpo della maga toccò la
sabbia la barriera attorno a lei si dissolse, riducendosi in mille frammenti,
come un vetro rotto.
Ora
le rimanevano solo tre avversari e per quelli nessuno le avrebbe più impedito
di usare la spada.
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Capitolo 39 *** L'avvento di Satana ***
L'avvento di Satana
Sono certa che
se un giorno o l'altro dovessi svegliarmi nel mondo di Fairy Tail
probabilmente lo farei nel corpo di Mirajane. Non penso di essere
altrettanto bella ma credo di avere un carattere molto simile. Anche io
sono il tipo che ama prendersi cura dei suoi amici ed è sempre
disponibile per un consiglio o una mano a ogni ora del giorno e della
notte. Uno dei complimenti che mi fanno più spesso è
quello di essere una persona rassicurante. Ma proprio come Mirajane
anche io ho il mio demone segreto che è meglio non provocare:
quelli che lo hanno incontrato stanno ancora scappando. Muahaah!
L’avvento di Satana
I wanna hide the truth
I wanna shelter you
But with the beast inside
There’s nowhere we can hide
Don’t get too close
It’s dark inside
It’s where my demons hide
(Demons - Imagine dragons)
Nell’istante
esatto in cui il corpo di Evergreen toccò terra, così come la barriera in cui
aveva provato ad imprigionare Erza, anche la sua maledizione si dissolse completamente.
In meno di un istante tutte le maghe di Fairy Tail, che erano state
pietrificate, ritornarono alla normalità e tutte si ritrovarono a fissarsi
completamente ignare di cosa fosse accaduto. Ma allla vista ci ciò che era
appena successo Makarow spalancò gli occhi per la sorpresa; era certo che
l’entrata di Erza in campo avrebbe fatto miracoli, ma non aveva idea del fatto
che ci avrebbe messo così poco. Happy e Natsu invece si fiondarono subito con
le braccia al collo di Lucy, felici come non mai che la loro partner si fosse
salvata.
-
Ma si può sapere che succede? - La voce furiosa di Juvia riecheggiò subito dopo
per tutta gilda e mezza città di Magnolia. - Dove è finito Gray - sama? Io
stavo sfilando per lui! - Tutta la sala era vuota ma la cosa sembrava non
interessarle affatto.
Il
master si ritrovò così costretto a spiegare una seconda volta cos’era accaduto
e che cosa aveva fatto Laxus. Era così preso dal discorso che non si accorse
nemmeno dell’espressione di Mirajane quando fece il nome del nipote. Forse non
avrebbe potuto nemmeno farlo, visto il modo in cui Cana strillava attirando
tutta l’attenzione - Ma che grandissimo bastardo! Può baciarmi il culo quello
stronzo ma io non ho alcuna intenzione di permettergli di diventare il capo! E
credo che lo stesso valga per le altre! Entriamo anche noi nel torneo! -
-
Ma è pericoloso! - Le fece notare Levy cercando in ogni modo di calmarla -
Freed ha messo trappole in tutta la città! Non hai sentito che il master, Natsu
e Gajeel sono addirittura bloccati qui dentro? -
-
E che cosa hai intenzione di fare a riguardo, dolcezza? -
-
Se ... se sono davvero rune lasciate fare a me! Sono sicura di poter trovare un
modo per rompere l’incantesimo! - A quelle parole Natsu lanciò un grido
d’esultanza, pregustando già il suo combattimento con Laxus, ma era così
entusiasta per la notizia che quando Mirajane si mosse non riuscì nemmeno a
fermarla, nonostante fosse il più vicino a lei. Approfittando della confusione
la ragazza si lanciò in un attimo giù dal palco e poi fuori dalla gilda. Lucy
fu l’unica a correrle dietro urlandole di fermarsi, ma quando arrivò al
cancello fu costretta ad ammettere a malincuore di averne già perso le tracce.
C’era
stato un tempo, qualche anno prima, in cui Mirajane aveva frequentato Laxus e
la sua tribù di amici, molto più di quanto avesse frequentato chiunque altro
nella gilda: erano stati i suoi migliori amici ed il centro del suo mondo. Quando
ci ripensava Mirajane non avrebbe saputo nemmeno dire come era successo, perché
prima di entrare in contatto con loro, gli unici pilastri della sua esistenza
erano stati Elfman e Lisanna, i suoi fratelli.
Tutti
e tre provenivano da un piccolo villaggio dell’ovest, dove la vita scorreva
tranquilla e la città era soltanto l’eco di storie lontane. I loro genitori
erano morti quando erano ancora molto piccoli, prima il padre e poi la madre e
Mirajane, essendo la maggiore, si era ritrovata col compito di occuparsi dei
più piccoli. Lavorava nella fattoria di famiglia e faceva tutto quello che
poteva per procurarsi da vivere ma per quanto si impegnasse non sembrava mai
abbastanza e nemmeno la magia le era d’aiuto. Sì, perché Mirajane aveva la
magia sin da quando era nata. I suoi poteri erano un po’ strani e le
consentivano di assumere forme diverse, sia quelle di animali che di persone,
ma per sua grande sfortuna non potevano produrre denaro.
La
vita era dura e le giornate stancanti, ma gli Strauss riuscivano comunque a
cavarsela, fino a quando un terribile giorno un mostro terrificante irruppe al
villaggio. Era un demone, scappato chissà a quale mago o venuto appositamente
lì per tormentarli da chissà quale androne infernale. Pur di difendere la sua
famiglia, Mirajane si ritrovò costretta a dover affrontare il mostro sul
sagrato della chiesa. Alla fine le riuscì di sconfiggerlo, ma a caro prezzo:
parte del suo corpo finì per trasformarsi in quella del mostro.
La
gente del villaggio pensò a quel punto che fosse stata impossessata e decise di
bandire sia lei che i suoi fratelli, perché fino a quando fossero rimasti lì,
la sfortuna avrebbe continuato a perseguitarli. In realtà Mirajane non era
stata posseduta, ma all’epoca né lei né nessun altro poteva saperlo. Si
trattava soltanto di un effetto collaterale della sua magia, Take Over, che le
consentiva di assorbire i poteri delle sue vittime. In realtà era il demone
quello ad essere stato posseduto da lei. Quella cretura era piuttosto mediocre
per essersi fatta battere tanto facilmente da una ragazzina inesperta, ma grazie
agli abitanti del villaggio aveva in un ultimo ottenuto la sua vittoria. Per
fortuna che non tutti i mali vengono per nuocere.
Col
tempo Mirajane scoprì che quel potere che aveva assorbito aveva qualcosa di
incredibile: poteva crescere a dismisura e tutto semplicemente se lo desiderava.
Pur non potendo più usare la terra della sua famiglia per mantenere i suoi
fratelli, c’era ancora qualcosa che poteva fare: lavorare come maga e
procurarsi così il denaro per vivere. Era in questo modo che Mirajane Strauss ed
i suoi fratelli erano arrivati a Fairy Tail e che Makarow li aveva accolti,
spiegandole finalmente come controllare i suoi poteri. Fu anche così che
Mirajane Strauss incontrò per la prima volta Laxus Dreyar, perse la testa e si
scordò improvvisamente perché aveva fatto tanta fatica per arrivare fin lì e per
sopravvivere durante tutti quegli anni.
Per
evitare che si sentisse l’unica strana in famiglia, ad un certo punto anche
Elfman e Lisanna impararono ad usare il Take Over, ma quando Mirajane lo scoprì
si accorse che la cosa non le interessava affatto. Ormai per lei non erano
altro che un peso, qualcosa per cui non aveva tempo. Tutte le sue giornate le
passava in compagnia di Laxus e dei suoi amici, ridendosela degli altri e dei
maghi mediocri che popolavano la gilda. Quando non era con loro a ridere era a
sempre in giro, pronta ad attaccar briga ed in particolar modo con Erza. Era
gelosa del fatto che ci fosse un’altra ragazzina a Fairy Tail capace di
rivaleggiare con lei. Non poteva sopportare nemmeno l’idea della sua esistenza.
Che cosa avrebbe mai fatto se ad un certo punto Laxus avesse preferito lei al
posto suo? Per questo Mirajane non perdeva occasione per provocarla e metterla
in imbarazzo e quando Erza si rifiutava di prenderla sul serio, la ragazzina si
infuriava ancora di più e se ne andava puntualmente a cercare qualcun altro con
cui litigare.
Un
giorno poi era accaduto l’irreparabile. Elfman e Lisanna avevano preso una
missione in bacheca ed erano andati da soli a lavoro, certi del fatto che
Mirajane non li avrebbe mai accompagnati. Quando la ragazza aveva scoperto che erano
andati in missione senza di lei, si era infuriata e si era affrettata a
raggiungerli per sgridarlilitigare. Se solo fosse arrivata un po’ prima! Se
solo si fosse curata un po’ più di loro, forse non sarebbe accaduto niente del
genere ... Mirajane era riuscita a scorgere la figura di Lisanna soltanto per
un istante, prima che la “bestia” la scagliasse giù da un burrone. Per di più sarebbe
stata ammazzata anche lei, se Elfman non fosse miracolosamente riuscito ad
assorbire i poteri del loro avversario.
Con
la morte di Lisanna il mondo le era come crollato addosso e Mirajane si era
ritrovata improvvisamente senza una sorella e per lo shock senza nemmeno più un
goccio di magia. Il demone dentro di lei era sparito e l’unica cosa che le era
rimasta era a stento la possibilità di cambiare forma per qualche minuto. Ma
perdendo la sua magia Mirajane aveva perso anche l’amore della sua vita: Laxus
l’aveva piantata proprio quando aveva più bisogno d’aiuto perché non aveva
alcuna intenzione di stare in squadra con qualcuno così debole. Tutta la tribù
allo stesso modo le aveva girato le spalle e Mirajane aveva finalmente
realizzato i suoi sbagli. Aveva capito di aver perso di vista le cose importati
come la sua famiglia e di essersi fatta trascinare da un branco di idioti. Per
il dolore aveva smesso di mangiare, aveva smesso di uscire e si era chiusa
dentro se stessa. Passava le giornate con le serrande abbassate e le coperte
tirate sulla testa, quando ad un certo punto qualcosa fece improvvisamente
irruzione nella sua stanza come un tornato rosso scarlatto. Mirajane ci mise
qualche secondo a capire che la sua porta era stata abbattuta e che tutta
quella luce che vedeva stava entrando in stanza perché Erza aveva aperto con la
forza la finestra. Elfman invece era fermo sulla soglia e stava tremando come
una foglia, terrorizzato all’idea di cosa sarebbe successo di lì a poco. E cosa
sarebbe successo se Mirajane avesse avuto ancora i suoi poteri! Era così
furiosa che non c’erano parole per descrivere come si sentiva, ma Erza la zittì
rapidamente tirandole un vestito in faccia e mettendosi a gridare a sua volta. -
Tira il culo giù dal letto Mirajane! Credi che cambierà qualcosa se ti lasci
morire chiusa in questa stanza con il cuscino sulla testa? Credi davvero che
Lisanna avrebbe voluto vederti così? Hai un debito con lei, lo sai? Ed è quello
di vivere il doppio di vita per poter recuperare anche quella che lei non è
riuscita ad avere. Smettila di piangerti addosso! Qui fuori c’è ancora Elfman
che ti aspetta e ci siamo tutti noi della gilda! Non ce ne frega un cazzo se
non hai più poteri magici! Tu sei ancora una di noi e ti prometto che Fairy Tail
troverà lo stesso un posto per te! -
Non
riusciva a crederci ... La ragazza che aveva tormentato e che aveva odiato più
di tutte, era l’unica che alla fine era venuta a cercarla e a tenderle una mano
per aiutarla. Mirajane non aveva avuto il coraggio di rifiutare i suoi
consigli. Quando proprio tutto sembrava perduto, la ragazza aveva così ricominciato
una nuova vita, come barista di Fairy Tail. Frequentando anche gli altri con
cui non aveva mai scambiato una parola, si era finalmente accorta che non si trattava
di maghi mediocri ma di persone simpatiche e di buon cuore. Fairy Tail era
diventata la sua nuova famiglia e la cosa più importante della sua vita. Era
sempre la prima ad arrivare al mattino per aprire le porte della gilda ed era
l’ultima ad uscire la sera per chiuderla. Teneva ordine tra le missioni in
bacheca, regolava la contabilità, spazzava e lavava per terra. Cucinava per
tutti e distribuiva informazioni e consigli. Ormai quando non c’era Makarow in
giro, la gente si rivolgeva a lei come punto di riferimento, perché era senza
alcun dubbio la più presente di tutti.
C’era
stato un tempo, qualche anno prima, in cui Mirajane aveva frequentato Laxus e
la sua tribù di amici, molto più di quanto avesse frequentato chiunque altro
nella gilda e anche se quel tempo era finito, la barista era certa di conoscere
ancora bene le abitudini dei suoi vecchi compagni. Se si stavano nascondendo in
città allora sapeva di sicuro dove trovarli. Sapeva anche di essere in pericolo
senza magia ma non aveva tempo per curarsi della sua incolumità: doveva
trovarli il prima possibile per costringerli a ragionare e ad abbandonare il
loro folle proposito di prendere il controllo di Fairy Tail. Non poteva assolutamente
permettergli di distruggere la sua casa.
-
FREED! - Non appena Mirajane spalancò le porte della biblioteca individuò
subito il suo obiettivo. Si trattava di un giovane mago dai lunghi capelli
verdi. Indossava una divisa militare altrettanto raffinata, ricordo d’altri
tempi e di una nobiltà ormai scomparsa. Fissato al fianco teneva un fioretto
affilato e tra le mani un libro di poesia che stava tranquillamente leggendo.
Chissà perché era l’unico ospite della biblioteca quel giorno, ma Mirajane non
dovette domandarsi a lungo come mai. Pochi passi dopo l’ingresso, un cerchio di
rune le si accese sotto i piedi ed una misteriosa barriera vitrea, sbarrò la
porta. La ragazza non si curò nemmeno di girarsi a guardare cosa c’era scritto
sopra.
-
Ero certa che ti avrei trovato qui. - Esordì Mirajane - Leggere è sempre stata
una delle tue passioni. Potevi diventare un buon amico di Levy e Lucy se
soltanto ti fossi mai degnato di rivolgerle la parola. -
Vedendola
entrare Freed rimase per un attimo a bocca aperta, come se le parole gli fossero
venute improvvisamente meno, poi richiuse il libro e lo appoggiò delicatamente
sul tavolo, alzandosi dalla sedia.
-
Sapevo che Evergreen era stata battuta, ma tra tutte le persone che immaginavo sarebbero entrate da quella porta,
tu di sicuro eri l’ultima sulla lista. Che cosa ci fai qui, Mirajane? - La sua
freddezza non fece altro che irritare di più la ragazza - E me lo chiedi pure?
Sono venuta ad ordinarti di fermare immediatamente questa follia! Disattiva le
barriere e piantala di mettere in pericolo le vite dei tuoi compagni. E fa
anche qualcosa per Laxus! Sei il suo migliore amico, no? Convincilo a smettere
di combattere! Se si ferma in tempo probabilmente il master si limiterà ad una
punizione lieve. Questo scontro è assurdo! -
-
Assurdo? - Sottolineò Freed come se non avesse mai sentito quella parola
nemmeno su un dizionario - Io sono perfettamente d’accordo con Laxus. Questa
gilda ha bisogno di una svolta radicale: Fairy Tail sta andando a rotoli e
tutto per colpa del vecchio che non ha più il polso per guidarla come si deve.
Se ci fosse Laxus al comando le cose sarebbero certamente migliori. -
-
Fairy Tail sta benissimo così come è! -
-
Ma se la gente ride ogni volta che ne sente il nome? Nessuno riesce più a
prendere sul serio Fairy Tail. Dove si è mai vista una gilda di maghi che al
primo piano ospita la sala di una taverna? Ci sono persone che passano le loro
giornate lì a bere, fumare e giocare d’azzardo senza nemmeno prendere un
lavoro. Questo è ASSURDO, Mirajane! E tu sei parte del problema! È a causa tua
se quella ridicola taverna è stata aperta! Una persona come te, senza nemmeno
più un briciolo di magia non dovrebbe nemmeno essere ammessa in una gilda!
Dovresti sparire nel nulla! -
-
Ma ti sembra questo il modo di parlare ad una vecchia amica? -
-
Amica? Mirajane io e te non siamo mai stati amici. Se ci vedevamo così spesso
era solo perché tu stavi con Laxus ed io ero in squadra con lui. Come ti ho già
detto ... - A quel punto Freed estrasse il lungo fioretto che usava sia come
arma che come bacchetta per scrivere le sue rune magiche e lo puntò contro di
lei - Una persona come te dovrebbe solo sparire. - Mirajane non chiuse gli
occhi, né si spostò ma si irrigidì pronta ad assorbire il colpo. Per fortuna
prima che Freed potesse scoccarlo qualcosa fece irruzione dalla porta
attraversando la barriera con un ruggito disumano - Non puntare quella cosa
addosso a mia sorella! - Mirajane non riusciva a credere ai propri occhi:
Elfman era lì ed era venuto a salvarla anche se era completamente coperto di
ferite e mantenere la sua trasformazione doveva costargli molte energie. Non si
aspettava di vederlo arrivare perché aveva letto i risultati del “torneo” alla
gilda e lo aveva dato per sconfitto. Non sapeva che quando l’incantesimo di
Evergreen era stato spezzato ed Elfman era stato liberato dalla pietra si era
rimesso subito in piedi per cercare Freed. Quando Mirajane frequentava ancora
Laxus, suo fratello aveva imparato molto delle abitudini di quelli della tribù,
spiando i suoi movimenti. Era per questo che era riuscito a trovare per primo
Evergreen e che sperava di trovare per primo anche Freed.
-
Mettiti al riparo. - Mirajane non riuscì ad opporsi mentre la zampa di Elfman
la spostava delicatamente dietro di lui. Poteva spaccare un muro con un colpo
di quelle zampe, eppure il suo tocco era così gentile ...
-
Freed lo sai che sei davvero un pietoso bastardo a prendertela con Mira in
questo modo? Sono quelli come te che non dovrebbero stare a Fairy Tail, siete
voi, tu e i tuoi compagni che rovinare lo spirito e la reputazione della gilda!
-
-
Noi? Io almeno non ho perso come un miserabile contro nessuno! Sono i deboli
come voi quelli che devono sparire dalla gilda! E tu non dovresti nemmeno
essere qui! Sei già stato eliminato e stai infrangendo le regole del gioco! Dark Écriture: Pain! - Ed a
quel punto Freed non esitò più, muovendo
il suo fioretto come un fulmine. Elfman non riuscì nemmeno a scansarsi
ed una scarica elettrica gli attraversò il corpo, stordendolo all’istante. La
sua trasformazione si dissolse ed il mago crollò a terra mezzo carbonizzato e
con il segno di una stringa di rune ancora impressa sul petto. Mirajane gridò
istintivamente il suo nome ma Freed non si curò di lui nemmeno un istante di
più, puntando dritto verso di lei. Il suo occhio sinistro adesso brillava di un
viola cupo, come ogni volta che scatenava i suoi poteri più terribili. - Ora è
il tuo turno Mir...! -
-
Lasciala stare ho detto! -
Ma
ancora una volta, prima che Freed potesse colpire, Elfman lo bloccò
afferrandolo per un piede. Sfortunatamente però, non aveva più alcuna energia
per affrontarlo. - Ti ho detto che il tuo turno è finito! Non sei più ammesso
ai combattimenti! - Il mago si liberò dalla stretta agitando un piede e
nonostante il suo avversario fosse inerme a terra tornò a puntargli il fioretto
contro - Dark Écriture ...! -
Mirajane non riuscì nemmeno a sentire il nome
completo dell’incantesimo e non riuscì nemmeno a vedere la figura del fratello
che veniva sbalzata contro la parete opposta e si andava a schiantare tra le
mensole della biblioteca. Per un attimo fu come se davanti a lei lo scenario
fosse improvvisamente cambiato. Si trovava di nuovo sul ciglio di quel
maledetto burrone ed era di nuovo inerme come allora per i colpi ricevuti. Il
suo avversario era di nuovo la bestia e quella che stava precipitando verso la
morte Lisanna. Fu un lunghissimo istante in cui non pensò nulla, main cui sentì
tutto il dolore e la rabbia degli ultimi sette anni concentrarsi dentro di lei
come una scarica.
Poi il demone di Mirajane si risvegliò,
emergendo dalle profondità in cui era stato sigillato.
- BASTA! -
Freed non riuscì nemmeno a capire cosa stava
succedendo prima che una raffica d’energia lo investisse, sbalzandolo a terra
in mezzo ad un turbine di libri e detriti. Tutta la grande biblioteca di
Magnolia tremò, come se fosse stata investita da un terremoto e la grande
vetrata che le faceva da soffitto franò inesorabilmente al suolo in una pioggia
di vetri rotti. Quando finalmente Freed riuscì a recuperare il controllo e ad
alzare la testa, la voce gli si fermò in gola per lo spavento. - Non ...
Non è ... Possibile ... -
L’intera
sala adesso era satura d’energia, un’energia oscura e così densa che la si
poteva vedere fluttuare a mezz’aria. Polvere e pagine staccate di libri
ondeggiavano anch’esse sospese dalla densità di quel potere. Ed in mezzo a
tutto questo non c’era più la dolce barista che serviva ogni giorno i maghi di
Fairy Tail con un sorriso. Non c’era più la dolce Mirajane che cucinava e
cantava nel tempo libero. Al posto delle sue graziose mani ormai c’erano
soltanto zampe con gli artigli. Al posto della pelle sulle sue braccia, c’erano
dure scaglie nere. Dietro la sua schiena due grandi ali di membrana che saggiavano
l’aria mentre si aprivano e per finire una robusta coda che ondeggiava
lentamente, presagendo il momento in cui sarebbe balzata sulla preda.
-
Il Demone ... -
Se
c’era un modo per descriverla era di certo sublime, nel senso meraviglioso e
terrificante del termine. Davanti a Freed adesso c’era un mostro, un’autentica
forza della natura pronta ad abbattersi su di lui come un uragano.
-
Freed ... - Sussurrò armoniosamente Mirajane, ma la sua voce finì soltanto per
procurargli un brivido di terrore - Non lo sai che quelli cattivi come te vanno
all’inferno? E non lo sai cosa c’è ad attenderli lì? -
-
Dark Écrit ...! - Questa
volta il mago non riuscì nemmeno a completare l’incantesimo prima che la zampa
di Mirajane gli strappasse il fioretto e lo mandasse ad infilzarsi dalla parte
completamente opposta della stanza. - Hai fatto un grosso errore a non
arrenderti quando te l’ho chiesto gentilmente! - L’attimo dopo il mago era
stato colpito allo stomaco e scagliato contro la parete. Disarmato com’era, non
c’era granché che potesse fare ma Mirajane non voleva accontentarsi di così
poco e tornò lanciarsi su lui senza nemmeno dargli il tempo di rimettersi in
piedi. Oh, quanto le era mancata quella sensazione! La sensazione di possedere
un potere tanto immenso da poter schiacciare qualunque cosa sul suo percorso!
C’era
una cosa su cui lei e Freed non erano mai andati d’accordo. Al mago piaceva
l’ordine e l’eleganza; anche quando combatteva manteneva sempre la sua divisa
perfettamente pulita e muoveva il suo fioretto come se danzasse. Non poteva
tollerare che qualcuno rovinasse il suo spettacolo di magia oppure che qualcuno
infrangesse le regole, quando lui le aveva già scelte. Mirajane in
combattimento era esattamente l’opposto. Lei colpiva e basta, distruggendo
qualsiasi cosa sulla sua strada. Non si curava di apparire mostruosa e
terrificante, anzi la paura che percepiva negli occhi dei suoi avversari accendeva
ancora di più il suo desiderio di infierire. Per lei non c’erano regole che
potessero applicarsi al campo di battaglia, perché la sua forza demoniaca
sfuggiva a ogni legge della logica umana. Ma la cosa peggiore era che quando si
trasformava, a volte, Mirajane Strauss sfuggiva anche a se stessa e non aveva
più nessun controllo.
Quando
alla fine il Demone smise di colpire l’intera sala era così devastata che
sarebbe occorso un immenso sforzo per immaginare il suo antico splendore. E
Freed non solo non era più in grado di combattere ma non era quasi più in grado
di respirare, visto il modo in cui ansimava.
A
quel punto Mirajane avrebbe potuto sferrargli immediatamente il colpo di grazia
ma per un attimo il Demone si fermò lo stesso a contemplarne la figura distesa
e inerme ai suoi piedi. - Questa battaglia è così insensata, non trovi Freed? -
Il
mago non aveva di certo più nemmeno un goccio di energia magica per combattere,
eppure si rifiutava di abbassare lo sguardo, come un fiero condottiero. Era
stato sempre così.
-
Che cosa ti prende adesso? Hai pietà per gli sconfitti? -
- La
pietà non esiste nemmeno nel vocabolario di un demone. Volevo solo dirti che
per me eri un amico, tu Evergreen e Bickslow per me eravate tutti amici, anche
se sapevo di non contare nulla per voi. - Poi la zampa del Demone Mirajane calò
un’ultima volta, con precisione, lasciando Freed esanime sul pavimento della
biblioteca. Il mostro si girò in direzione di Elfman che adesso giaceva anche
lui privo di sensi, dopo i colpi ricevuti. - Povero fratello mio, mi dispiace
tanto per quello che hai sofferto. Avere una sorella come me non deve essere
stato facile. Dicevano bene quelli al villaggio che avevano paura di me, ma ti
prometto che d’ora in poi le cose andranno meglio. Rimetterò tutto a posto,
giusto in tempo per Fantasia. - Poi il Demone spiegò le ali e sfrecciò in alto,
attraverso i resti del soffitto della biblioteca.
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Capitolo 40 *** Il burattinaio pazzo ***
Il burattinaio pazzo
Onestamente
anche io penso che Bickslow andrebbe ricoverato e che la sua magia
è una delle cose più inquietanti che abbia mai visto.
Il burattinaio pazzo
I risk
everything if it’s for you
I whisper into the night
Telling me it’s not my time and don’t give up
Just tell me
why baby
They might call me crazy
For saying I’d fight until there is no more
Look how far
we've made it
The pain I can’t escape it
At this rate I still cannot end it, huh
Even if I nearly die so many times, even if I nearly decay, there is still no
ending in my sight
So where do I begin?
(The
beginning - One ok rock)
Erza intendeva utilizzare Fairy Tail
soltanto per i propri scopi, lavorare per mantenersi, prendere qualche missione
e soprattutto sfruttare la sua copertura per cercare le tracce di Tartaros. Non
voleva stringere rapporti con nessuno per evitare d’essere scoperta, ma non aveva
idea che le cose sarebbero state molto più complicate di quanto pensava.
Per quanto si sforzasse di stare per i fatti
suoi c’erano due persone che non la lasciavano mai in pace. La prima era
Mirajane Strauss che non perdeva occasione per imbarazzarla e cercare di
litigare. La seconda invece era un certo Gray Fullbuster che non lasciava
passare giorno senza trovare qualcosa da ridire. Erza cercava di fare del suo
meglio per ignorarli, ma se Mirajane ad un certo punto si annoiava e andava via,
lo stesso non si poteva dire per Gray. Per scoraggiarlo ci voleva sempre qualcosa
in più come quella volta in cui l’aveva costretta a fare un teatrino in mezzo
alla gilda. Il ragazzino le si era avvicinato e si era messo chiederle che cosa
ci faceva ancora lì in un angolo. Erza si era sforzata di far finta di nulla e
di continuare a bere la sua aranciata in tranquillità, ma Gray aveva ripreso
subito dopo - Perché stai sempre in un angolo e non prendi mai una missione?
Che c’è? Nessuno ti vuole nel suo team? -
Alla fine l’aranciata era arrivata agli
sgoccioli e così anche la sua pazienza.
- E poi si può sapere che fai con
quell’armatura addosso? È ridicola su una ragazza! QuesQuesta è una gilda di maghi non un buco per cavalieri!
Nessuno se ne va in giro con l’armatura! -
- Con che coraggio mi vieni a parlare di come
vestirmi se sei in mutande! Per caso questa è una gilda di pervertiti? -
Gray rimase per un attimo come pietrificato,
abbassò lo sguardo per controllare se era vero e poi scappò via gridando a
squarciagola - Dove sono i miei vestiti? Che fine hanno fatto i miei vestiti?
Accidenti qualcuno li ha visti? -
C’erano giorni in cui Erza avrebbe
volentieri afferrato una spada e staccato la testa a quegli idioti, ma siccome
non aveva ancora abbastanza denaro per permettersi un appartamento alla fine
era sempre costretta a tornare al dormitorio sulla collina, dove venivano
ospitati lei e gli altri ragazzini. A quanto pare lei non era la sola orfana
che aveva trovato posto a Fairy Tail e per sua sfortuna la stanza che le era
stata assegnata era spaventosamente vicina a quelle di Mirajane e di Gray.
A volte, pur di stare da sola Erza si
ritirava in periferia ad allenarsi con la spada lungo il fiume che attraversava
la città. Aveva trovato un prato tutto per sé, dove non passava mai nessuno e
le piaceva ritirarsi lì per ore a tirare di scherma.
La ragazzina non aveva detto niente né a Jellal
né agli altri, non gli aveva confessato né che si sentiva sola né che gli
mancavano da impazzire, perché sapeva di dover essere forte per il loro bene e
per quello della loro missione. Doveva essere forte perché sapeva che anche
loro lì fuori si stavano impegnando al massimo. Tuttavia a volte nemmeno stare
da sola con le sue spade riusciva a distrarla abbastanza ed al solo pensiero di
quanto le mancavano i suoi amici qualche lacrima ribelle faceva capolino come la
notte in cui si erano salutati. Era proprio un giorno come quelli quando ad un
certo punto,Erza si sentì chiamare ed una voce riecheggiò per il prato. - Ah!
Ecco dove ti nascondevi! Ma a me non la fai, eh! Io lo so perché stai sempre
per i fatti tuoi e non ti alleni con gli altri! Pensi di essere troppo in gamba
per stare con noi, non è così? - Proprio alle sue spalle era spuntato Gray. Aveva
un dito puntato dritto contro di lei e la sua figura si stagliava contro il
tramonto come l’ombra di un vendicatore. Erza venne colta così alla sprovvista
che finì per girarsi senza nemmeno riuscire in tempo ad asciugarsi gli occhi.
- Ma .. ma tu ... -
Quando Erza si riscosse e si affrettò
finalmente a sfregarsi la faccia, ormai era troppo tardi e Gray l’aveva già
vista.
- Ma tu stai piangendo. Ti senti bene? Ti fa
male qualcosa? - Il ragazzo le si fece subito più vicino ma lei fece un passo
indietro, incespicando - Sto ... Sto benissimo! - Perché mai stava balbettando
tutto d’un tratto?
- No che non stai bene. Piangevi perché
nessuno è voluto venire in missione con te? -
- Ancora con questa storia! Non è vero! Sono
tutti carini con me alla gilda, sono io che non voglio stare con nessuno!
Preferisco stare da sola, va bene? - Ma per quanto Erza potesse gridare Gray
non aveva alcuna intenzione di cedere. - Se stai così bene da sola allora
perché stavi piangendo? Ah! - Alla fine il ragazzino lanciò un sospiro
passandosi una mano tra i capelli - Certo che sei proprio un tipo ostinato. Le
ho provate davvero tutte per convincerti a stare insieme agli altri, ma sembra
che non ti arrivi mai il messaggio. Che devo fare per convincerti? Ho sentito
dal master che sei arrivata a Fairy Tail perché i tuoi amici ti hanno
abbandonata, perché non ci metti una pietra sopra e te ne fai dei nuovi?
Andiamo Erza lo so come ci si sente! Anche io quando sono arrivato alla gilda
avevo appena perso la mia insegnante ed il mio migliore amico, ma qui sono
tutti simpatici e ci si diverte! Mirajane forse non è tanto simpatica ma
lasciala perdere. -
Era così che Gray Fullbuster era diventato il
suo primo amico a Fairy Tail.
Natsu Dragneel era arrivato soltanto qualche
settimana dopo e chissà per quale motivo si era messo in testa che se Gray era
suo amico allora doveva esserlo anche lui. Per di più Natsu, per qualche strana
ragione, l’aveva anche eletta a modello ed aveva decretato che fosse lei
l’avversaria che doveva superare a tutti i costi.
Sventuratamente
mentre combatteva contro Evergreen, Erza si era fatta prendere troppo la mano
ed aveva finito per stordirla ancor prima di estorcerle le informazioni che le
servivano per rintracciare gli avversari rimasti. Aspettare che si fosse
ripresa avrebbe richiesto troppo tempo, per questo aveva preferito rimettersi
subito a caccia.
C’era
proprio qualcosa di strano in lei quel giorno! Non le capitava mai di perdere
il controllo così facilmente, lei che in ogni lavoro che faceva si sforzava
sempre di mantenere la testa lucida. Doveva essere il fatto che il futuro di
Fairy Tail e dei suoi amici era in pericolo a metterle così tanta ansia di fare
in fretta.
Erza
stava ancora correndo per Magnolia, sforzandosi di ignorare il dolore per le
ferite causate dagli aghi di Evergreen, quando ad un certo punto si accorse che
la strada davanti a lei era ghiacciata, nonostante la temperatura rovente. La
maga si inchiodò di colpo girando lo sguardo tutt’attorno. C’erano spruzzi di
ghiaccio anche sui muri delle case e su un paio d’alberi. C’era solo qualcuno
in grado di fare una cosa del genere ed il suo cuore perse un colpo quando Erza
ne scorse la figura accasciata in un vicolo.
-
GRAY! -
Sapeva
che era stato battuto perché conosceva già i risultati esposti sulla barriera
di Freed alla gilda, ma non si aspettava di trovarlo in quelle condizioni,
privo di conoscenza e coperto di ferite. Erza si precipitò subito al suo
capezzale scuotendolo leggermente - Gray! Gray ci sei ancora? Rispondimi dai,
dimmi chi è stato! -
Doveva
essere sicuramente opera di qualcuno della tribù.
-
Andiamo amico! Apri gli occhi! -
Fu
allora che il ragazzo si sforzò finalmente di sollevare le palpebre. La guardò
per qualche istante con aria confusa ma poi le fece un sorriso - Quindi
qualcuno ha battuto Evergreen alla fine? -
Ed
il sorriso di Gray fece sorridere anche lei - Prova un’altra alternativa: Natsu
ha fracassato la mia statua ed io ho fracassato Evergreen. -
-
Ahah! Allora si poteva fare anche in questo modo? Quel bastardo fiammeggiante
... -
-
Mancano ancora gli altri della tribù da battere, tu sai dove posso trovarli? -
-
Bicksolw è qui. - Le riuscì a stento a sussurrare il ragazzo - È qui nei
dintorni, ma sta attenta. -
E
di nuovo, come poteva mai fare una promessa che non era sicura di poter
mantenere?
-
Te lo prometto Gray, tu resta qui e cerca di recuperare le forze. Appena posso
cerco di mandarti qualcuno per aiutarti. -
-
Non preoccuparti per me. - Gray si liberò dal suo sostegno anche se a fatica, per
appoggiarsi con la schiena contro la parete dietro di lui - Pensa a trovarli e a
spaccargli il culo. Mostragli cosa sa fare la donna più forte della gilda. - E
a quelle parole Erza non riuscì ad aggiungere altro, si limitò ad un cenno e
salutò l’amico con un ultimo colpetto sulla spalla prima di tornare in strada. Era
incredibile quanta fiducia ispirasse in Gray, quando nemmeno lei sapeva cosa
avrebbe fatto per riportare la vittoria. Sapeva, è vero, che Bickslow era
vicino ma non sapeva lo stesso dove. Tutto il quartiere attorno a lei era
deserto e sembrava la copia speculare della spiaggia dove aveva affrontato
Evergreen. Probabilmente era sempre merito delle barriere di Freed, ma questo
non poteva dirlo con certezza. Doveva tenere alta la guardia se non voleva di
nuovo farsi sorprendere e cadere in qualche trappola.
Fu
proprio perché stava facendo tanta attenzione che ad un certo punto Erza colse
un movimento con la coda dell’occhio e si fermò improvvisamente, tuttavia accanto
a lei c’era soltanto la grande vetrina di un negozio di giocattoli. Bambole e
pupazzi inanimati la fissavano inespressivi dalle loro mensole. Che quello che
avesse visto fosse stato solo un riflesso sul vetro? Eppure le era parso
davvero che qualcosa si fosse mosso, anche se il negozio era chiuso ... Il suo
istinto aveva ragione.
Ci
fu un flash ed Erza riuscì a scansarsi giusto un attimo prima che un raggio
d’energia spaccasse la vetrina, minacciando di colpirla in pieno. L’incantesimo
la mancò ma andò lo stesso ad abbattersi in strada, demolendo l’intero chiosco
di un bar e sbalzando in aria i suoi tavolini.
-
Ahahahaha! Ti piacciono le mie bambine? - Quella risata sadica e disturbata. A
quanto pare Erza aveva appena trovato un altro degli amici di Laxus: Bickslow.
Il mago adesso era in piedi sul tetto del negozio, con indosso un incrocio tra
la divisa di un cavaliere e la tuta di un assassino. Aveva un elmo calato sulla
faccia ma la lingua ben esposta in una smorfia, per mostrare il marchio della
gilda che vi teneva tatuato sopra. Attorno a lui infine fluttuavano cinque
inquietanti bambole di legno, molto simili ai pezzi di un totem.
Erza
aveva sempre pensato che ci fosse qualcosa di strano in Bickslow e che Laxus
non avrebbe mai preso in squadra un pazzo di quel calibro se non avesse avuto
abbastanza potere. Il posto ideale per Bickslow non era Fairy Tail ma la cella
di un manicomio.
-
Io penso che le mie bambine siano le più belleeee di Fiore! Prendetela
bellezze! - Bickslow scoppiò ancora una volta a ridere e le sue bambole
eseguirono immediatamente il comando assumendo una formazione a cerchio e
scagliando un nuovo raggio. Erza riuscì a deviare il colpo giusto in tempo
evocando un paio di spade - Piantala subito Bickslow! Pensi davvero che il
master vi perdonerà se continuate a causare danni? -
-
Io non ho bisogno del suo perdono! Quando questo gioco sarà finito Laxus sarà
il nuovo capo! - E giù un’altra serie di raggi magici. Se voleva vincere,
allora Erza doveva occuparsi di loro prima di dedicarsi al loro padrone. Le
bastò un istante e per quanto pericolose, una spada dopo l’altra tutte le bambole
vennero trafitte e ridotte in pezzi. L’urlo di Bickslow per poco non le perforò
i timpani - Le mie bambineeeee! Prima venite congelate e poi fatte a pezzi!
Come farò senza di voi? - Per fortuna Erza si accorse giusto in tempo di un
nuovo scintillio dentro il negozio e riuscì a scansare ancora una volta il
colpo. Quello di Bickslow era stato tutto un bluff, dato che ora davanti a lei
c’erano altre cinque bambole questa volta in tutto e per tutto simili a delle
marionette. - Stavo scherzando! Ahaahhah! - La canzonò il mago - Puoi
distruggere le mie bambole quanto vuoi ma non puoi fare niente per fermare le
anime che uso per controllarle! Io posso animare qualsiasi oggetto ed in questo
momento mi trovo proprio sospeso su un negozio di giocattoli! Questa è una
miniera d’oro! - Purtroppo se le cose stavano così Bickslow era davvero in
vantaggio. Ah, quanto avrebbe voluto in quel momento evocare anche lei una
meteora e schiacciare quell’idiota insieme ai suoi giocattoli! Erza non aveva
gli stessi poteri distruttivi di Jellal, che poteva demolire un palazzo in un
istante, ma questo non significava che fosse completamente impossibile per lei.
-
Okay, Bickslow vediamo chi ha più munizioni. - Il mago non ebbe nemmeno il
tempo di preparare un contrattacco prima che una pioggia di spade, lance,
alabarde ed armi di ogni altra specie si materializzasse dal nulla e si
abbattesse su di lui e sul suo “tesoro” come una pioggia impazzita. Quando
l’attacco di Erza si fermò ormai del negozio non rimaneva quasi più nulla, il
tetto era crollato e c’erano armi conficcate dappertutto come su un
puntaspilli.
-
Ti stai dimenticando che io sono un Requip Mage e che fino a che ci saranno
delle spade a Magnolia io potrò continuare a combattere? Vieni fuori, lo so che
quella mossa non è stata sufficiente ad eliminarti! - E proprio come Erza aveva
previsto Bickslow saettò in piedi liberandosi dalle macerie, gridando e
strappandosi l’elmo per la rabbia. Sulla faccia aveva tatuata la figura
stilizzata di un essere umano che gli incorniciava gli occhi - Se è guerra che
vuoi allora è quella che avrai! Preparati a diventare una delle bambole nella
mia collezione! -
Per
un attimo Erza sentì la presa sulla spada venirle meno, ma soltanto per un
attimo, perché poi la maga si affrettò a chiudere l’occhio sinistro e l’effetto
dell’incantesimo di Bickslow svanì rapidamente.
-
Non funziona su di me, arrenditi. - Sibilò Erza quanto più minacciosamente le
riusciva, ma il suo avversario non la prese ugualmente sul serio, nonostante il
suo attacco fosse appena fallito.
-
Quindi avevi un occhio artificiale? Adesso capisco come hai battuto Ever! -
Bickslow si abbandonò all’ennesima risata maniacale - Sei piena di sorprese
Erza ma non puoi vincere contro di me! - Tuttavia, ancor prima che Bickslow
potesse mostrale ciò aveva in mente, qualcosa lo travolse inaspettatamente piombando
giù dal cielo. L’onda d’urto fece tremare l’intera piazza e costrinse Erza a
coprirsi la faccia per evitare d’essere accecata dai detriti. Quando la maga
riuscì finalmente a recuperare la vista, per un attimo la voce le si mozzò in
gola per la sorpresa: ad aver inchiodato il suo avversario a terra era stata
una creatura demoniaca dalle grandi ali nere e la pelle chiara.
-
Un negozio di giocattoli ... - Sibilò il Demone - Sei sempre in giro a
bighellonare ma quando crescerai un po’, Bickslow? -
L’espressione
stampata adesso sulla faccia del mago non era più quella sarcastica di prima,
ma un ritratto di puro terrore. Sembrava che avesse appena visto qualcuno
risorto dal mondo dei morti.
-
Ho già eliminato Freed ma purtroppo ha perso conoscenza ancor prima che potesse
rivelarmi dove si trova Laxus. Tu lo sai, non è così? Se fai il bravo bambino e
me lo dici potrei anche decidere di risparmiarti ... -
-
Mi ... Mirajane non può risponderti, togli la mano dalla bocca ... -
Fu
così che il Demone si girò finalmente verso di lei, come se l’avesse vista solo
allora per la prima volta. Per un attimo ci fu solo silenzio ed Erza pensò che
l’amica ormai fosse così fuori controllo da non riuscire nemmeno a sentirla, ma
poi Mirajane ubbidì, spostando la zampa e permettendo a Bickslow di prendere
una boccata d’aria.
-
A Cardia! È alla cattedrale! -
- Grazie.
- E subito dopo aver udito la confessione Mirajane affondò di nuovo la zampa, facendo
esattamente il contrario di quanto aveva detto e tramortendo anche Bickslow.
Poi spalancò le ali e spiccò il volo in direzione del suo nuovo obiettivo. Erza
fu costretta a lanciarsi di corsa dietro di lei. In una situazione come quella,
improvvisamente, non sapeva più se augurarsi di trovare Laxus.
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Capitolo 41 *** Il Demone e il drago ***
Il Demone e il drago
Non
è mai una buona idea far infuriare una ragazza specie se
è la tua ex e sotto sotto si tratta di un demone. Spero che
anche questo capitolo vi piaccia perchè è l'ultimo che
posto oggi. La prossima volta che ci rivedremo sarà con Grimoire
Heart!
P.s.
Per chiunque abbia letto l'ultimo capitolo di Fairy Tail, il numero
418. Se fossi stata in Lucy anche io avrei sorriso ma probabilmente la
mia prima reazione sarebbe stata qualcosa del tipo - Porta del cancro
apriti! Cancer! Non so se nell'ultimo anno il ragazzo abbia imparato la
magia di Vidalus Taka, ma fagli un taglio di capelli decente! ORA! -
Il Demone e il drago
I believed in you
Well, I was wrong
I believed you’d make me better
I was wrong
I believed you’d shine your light and save my soul
Like Lucifer or God
I believed in you
Well, I was wrong
(I belived in you - Shunk Anansie )
Nel
silenzio della cattedrale di Cardia, Laxus sedeva sui gradini che portavano
all’altare. Le rune di Freed, che sulla barriera all’ingresso contavano il
numero dei partecipanti in gara, prima erano quasi arrivate a zero, poi si
erano improvvisamente riprese, segno che Evergreen era stata battuta. Poi erano
scese di un altro numero e l’intera barriera si era spaccata per poi
dissolversi nel nulla, segno che anche Freed era stato sconfitto. Tra non molto
tempo, di sicuro qualcuno sarebbe arrivato anche da lui. Laxus era certo che Bickslow
non poteva reggere il confronto con tutti gli avversari rimasti, una volta che
quelli alla gilda fossero stati liberati, ma questo non gli importava più di
tanto. Che venissero pure da lui! Ci avrebbe pensato da solo ad eliminare
quelli che erano rimasti e così alla fine il suo regno su Fairy Tail sarebbe
iniziato. Non gli importava nemmeno il fatto, che per creare quel regno,
sarebbe stato costretto a distruggere tutto ciò che lo componeva: la Fairy Tail
in cui era cresciuto non era quella che desiderava. Suo padre era stato l’unico
a dargli qualche speranza, impiantando in lui la lacryma che gli aveva permesso
di diventare un dragon slayer ed accrescere a dismisura i suoi poteri, ma poi
Makarow lo aveva buttato fuori dalla gilda. Lo aveva cacciato come se non fosse
stato nemmeno parte della loro famiglia, perché aveva messo in pericolo i suoi
compagni e la vita dello stesso Laxus con quell’esperimento. Ivan era così
sparito da un giorno all’altro e il ragazzo si era ritrovato senza più un padre
ed un nonno che invece voleva perdere ad ogni costo.
Da
bambino, Laxus aveva amato la gilda, aveva amato Magnolia ed anche quella
stupida parata di Fantasia che si teneva ogni fine estate, ma poi crescendo era
cambiato. Aveva capito che Fairy Tail non era la migliore gilda di Fiore e che
la gente la guardava dall’alto in basso. Si era ritrovato costretto ad
ammettere anche qualcosa di più umiliante: se qualcuno gli aveva dato credito fino
a quel momento era stato soltanto per il fatto che si trattava del nipote di
Makarow. Alla fine Laxus era giunto all’esasperazione: voleva essere
riconosciuto per quello che valeva davvero e dare di nuovo smalto alla gilda,
riportarla finalmente in vetta. Poco importava che per farlo avrebbe dovuto
eliminare suo nonno.
-
LAXUUSS! -
-
Vieni fuori bastardo! -
Natsu
e Gajeel furono i primi a fare irruzione nella cattedrale gridando a
squarciagola e Laxus sorrise alla vista dei due dragon slayer che erano venuti
a cercarlo. Era prevedibile che sarebbero stati loro a tagliare il traguardo:
con il loro olfatto dovevano aver colto già da molto lontano la scia dell’odore
della sua magia.
-
Avete davvero così tanta voglia di combattere contro di me? -
-
Certo. - Gajeel fece scricchiolare le nocche - L’ultima volta che ci siamo
visti mi hai colto di sorpresa, ma questa volta non sarai così fortunato e mi
prenderò la mia rivincita. Fatti indietro Dragneel. -
-
Fatti indietro tu Gajeel. - Il ragazzo stava già emanando un’aura incandescente
- Ho sempre desiderato combattere contro di lui per scoprire chi di noi fosse
il più forte. -
Ma
né Natsu né Gajeel riuscirono ad aggiungere altro, prima che qualcuno li
spingesse, facendosi largo per passare avanti. - Mirajane! - Gridò il primo,
l’altro invece non riuscì nemmeno a formulare una parola per lo stupore. -
Fatevi indietro, tutti e due: lui è soltanto mio. -
Natsu
aggrottò un sopracciglio ma Laxus lo zittì scoppiando a ridere. La sua risata
riecheggiò per la navata come un rombo di tuono - AHAHAHAH! Guarda chi si
rivede! Che cosa ci fai qui, Jane? Sei venuta a implorarmi di prenderti di
nuovo come la mia ragazza e di risparmiarti dallo sterminio di Fairy Tail? -
Quando
la barista non arrossì e non accennò a coprirsi le orecchie per quello che
aveva appena sentito, entrambi Natsu e Gajeel capirono immediatamente che in
lei c’era qualcosa che non andava.
-
Devo ammetterlo, una volta ho fatto un sogno Laxus. Entravo dalla porta di
questa stessa cattedrale e tu eri lì ad aspettarmi ai piedi dell’altare. Eri
nella bara dove ti avevo appena infilato. -
Anche
Laxus a quel punto aggrottò un sopracciglio, intuendo che c’era qualcosa di
strano.
-
Non ho alcun interesse a tornare con te. - Continuò Mirajane - Almeno dopo
quello che mi hai fatto. Avevo appena perso mia sorella ed i miei poteri e l’unica
cosa che sei stato capace di dirmi era che non volevi in squadra qualcuno senza
magia! Secondo te, potrei mai tornare con una persona del genere? Uno che mi ha
abbandonato quando ne avevo più bisogno? Io sono venuta qui per ordinarti di
arrenderti subito! A Fairy Tail abbiamo in sacco di cose in programma oggi e tu
ci stai rovinando la festa! -
-
Festa? Sapete solo pensare a brindare voi! - Ribatté a quel punto il mago,
spalancando le braccia con esasperazione - Mai un lavoro serio! Non c’è mai
nulla di serio a Fairy Tail! Questo posto non è alla mia altezza! Io creerò una
nuova gilda e farò in modo che diventi degna di questo nome! Se volete farne
parte siete ancora in tempo, prostratevi ed inchinatevi al vostro nuovo master!
- Laxus fece un ghigno in direzione di Natsu e Gajeel, ma Mirajane non gli
lasciò nemmeno il tempo di ribattere - Se pensi che Fairy Tail non sia alla tua
altezza allora non preoccuparti, Laxus! Ci penserò io a liberarti da questa
miseria e a sbatterti fuori dalla gilda a calci! -
Fu
in quello stesso istante che Erza irruppe nella cattedrale gridando nonostante
l’affanno - Mirajne fermati immediatamente anche tu! Mi senti? -
-
Se speri che io stia buona perché questo è un luogo sacro ti sbagli di grosso,
non dimenticarti che io sono un demone! -
A
zittire Erza ci pensò una sferza d’energia magica così densa e potente da
riempirle la bocca. Il rosone sulla sua testa andò in frantumi quello stesso
istante, seguito da tutte le vetrate della cattedrale. Lei stessa si ritrovò
praticamente con la schiena schiacciata contro la parete, Gajeel e Natsu
sbattuti a terra accanto a lei. - Si può sapere cosa sta succedendo? - Gridò il
dragon slayer d’acciaio. Laxus era stato scagliato in mezzo all’organo e
l’attimo dopo energia elettrica era corsa dappertutto lungo le colonne ed i
marmi.
-
Il Demone! - Esclamò Natsu cogliendo a stento tra la polvere un guizzo di
scaglie azzurre. Quando anche Erza le vide la voce le venne quasi meno - Halphas
... MIRAJANE! IL MASTER NON TI AVEVA PROIBITO DI USARE QUELLA FORMA? - Ma la
maga adesso non poteva davvero più sentirla. Le dispiaceva davvero, le
dispiaceva un sacco ma ormai con Mirajane in quello stato non ci poteva fare
più niente: la bella cattedrale di Cardia sarebbe stata distrutta e se fosse
stata sfortunata ... anche tutta la città con lei. - USCITE FUORI! - Gridò
l’attimo dopo Erza, afferrando i due compagni e cercando di trascinarli via, ma
senza successo. Nastu si liberò quasi subito dalla presa - Ma che stai dicendo?
Dobbiamo aiutare Mira a battere Laxus! -
-
Qui quelli che devono essere aiutati siamo noi! È troppo pericoloso! Uscite! -
-
Ma che dici Erza! Mira potrebbe aver bisogno d’aiuto. Non l’hai battuta anche
tu una volta in combattimento? -
-
Ma quale duello hai visto Nastu? Se ho battuto Mira è stato solo perché l’ho
colpita prima che si trasformasse! Questo è un DEMONE! È qualcosa di
completamente fuori dalla portata umana! -
-
Che hai paura dei demoni adesso? Coraggio! - E detto questo il dragon slayer le
sfuggì puntando dritto nello scontro.
E.N.D.
fu l’unica cosa che venne in mente ad Erza in quell’istante.
-
E tu hai mai visto un demone, Natsu? - L’attimo dopo, nonostante avesse
predicato l’opposto anche lei si era lanciata in campo. Le riuscì di deviare un
pezzo di colonna con un colpo di spada giusto, un attimo prima che il marmo
colpisse Nastu alla testa. Anche Gajeel apparve per un istante in mezzo alla
ressa, usando le sue braccia di metallo per attirare una scossa di Laxus ed
evitare che le saettasse contro. Le fece un ghigno, come a sottolineare che le
aveva appena ripagato un favore, poi un’altra sferza di energia oscura colpì
Erza ed i due dragon slayer ed il gruppo venne definitivamente sbalzato fuori
dalla cattedrale, giù per i gradini d’ingresso. Natsu si rimise subito in piedi
pronto a tornare dentro e a combattere, ma una voce lo fermò, facendolo girare.
Anche Erza si voltò e scoprì che fuori alla cattedrale di Cardia era appena
arrivato ciò che rimaneva della Tribù del Dio del Tuono. Una Evergreen sfatta e
con il naso incrostato di sangue, un Bickslow con la testa mezza rotta e l’aria
scioccata ed un Freed che per reggersi in piedi doveva appoggiarsi ad entrambi
i compagni.
-
All’inizio quando mi hai detto che il Demone era tornato non ci credevo ... -
Sussurrò Evergreen incredula mentre alte saette si sollevavano in alto
trapassando il tetto della cattedrale - Oddio! Freed non pensi che dobbiamo
fare qualcosa per Laxus? -
-
Pregare. -
Poi
come nel gran finale di uno spettacolo pirotecnico, fulmini, saette e
violentissime scosse eruppero fuori dalla cattedrale, dai fori sul tetto, dalle
finestre e dalla porta costringendo Erza, Natsu e Gajeel a scansarsi
precipitosamente. Ma così come era cominciato lo spettacolo finì. Ci fu un
lungo istante di silenzio. Per un attimo nulla si mosse né dentro né attorno
alla cattedrale, poi quello che rimaneva della parete frontale esplose e Laxus
atterrò fuori in mezzo al selciato. Erza spalancò gli occhi: non l’aveva mai
visto ridotto in quel modo! Il mago era coperto di ferite ed era così
malridotto da non riuscire nemmeno a rialzarsi.
-
Hai perso Laxus. - Annunciò la voce di Mirajane mentre la maga si faceva largo
tra la polvere e i detriti dell’ultimo crollo che aveva causato. Anche lei non
era in condizioni migliori: la sua trasformazione era sparita e per reggersi in
piedi doveva sostenersi contro la parete. I suoi lunghi e candidi capelli erano
tutti in disordine e sporchi. Le sue mani sempre curate erano rovinate e
macchiate di sangue. Il grazioso vestito nero, con cui aveva deciso di
partecipare alla competizione, era a brandelli ed il segno di un grosso livido
si stava già formando sulla sua guancia destra. - Affronta la realtà: tu e i
tuoi amici avete perso. -
-
Ma che stai dicendo! - Anche se il risultato era così evidente che nessuno
poteva negarlo, Laxus non era ancora disposto a cedere. Il dragon slayer si
tirò in piedi, barcollando - Io non perdo mai! Non posso perdere contro dei
maghi così deboli come quelli che stanno alla gilda. Fairy Tail ha bisogno di
me! Ha bisogno di qualcuno come me che la ricostruisca d’accapo prima che sia
troppo tardi! -
-
Mirajane ha ragione: hai perso nipote mio. - Questa volta la voce che
riecheggiò sul sagrato fu quella di Makarow. Il vecchio master era finalmente
riuscito ad uscire dalla gilda ed era apparso poco più in là fiancheggiato da
Levy. - E la cosa peggiore è che per segnare la tua sconfitta sono bastate
soltanto due ragazze: meno della metà dei maghi nel tuo team. -
-
Non siamo ancora stati battuti! Non lo vedi che io e gli altri siamo ancora
qui, Vecchio? -
-
Sei tu che non vedi le cose Laxus! - Lo zittì Makarow alzando la voce - Così
come non sei mai riuscito a vedere il valore della nostra gilda! Fairy Tail è
una grande famiglia ed è per questo che possiamo permetterci di perdonare molte
cose: una bugia, una debolezza ed anche un litigio. Ma tu sei andato troppo
oltre. Non solo hai rinnegato il nome della tua famiglia ma hai minacciato di
farle del male, non posso fare finta di niente! Secondo la legge in vigore a
Fairy Tail ti do di tempo fino a tre per sparire dalla mia vista. - L’aura del
master si accese subito dopo avvolgendolo di luce. Nonostante la sua figura
fosse così piccola, per un attimo l’energia liberata investì i presenti come
una raffica. - UNO. -
-
Ahaha! Vuoi combattere, quindi? - Laxus lo accolse spalancando le braccia - Non
aspettavo altro! -
-
DUE. -
-
Forz! - Ma Freed gli impedì di aggiungere altro buttandosi addosso a lui e
tappandogli la bocca. - CI ARRENDIAMO! Laxus intende dire che ci arrendiamo! -
-
Che cazzo dici Freed? - Per un attimo il mago sembrò liberarsi dalla stretta ma
l’amico si affrettò a infilargli di nuovo la testa sotto il braccio - Ci
arrendiamo master e andiamo subito via. -
A
quel punto Makarow annuì e la sua aura si spense, ma Laxus si liberò dalla
presa e gli diede le spalle senza aggiungere altro, allontanandosi a grandi
passi. Erza colse con la coda dell’occhio l’immagine di Evergreen che scuoteva
la testa con rassegnazione e di Bickslow che lanciava un sospiro, prima che
entrambi si avviassero nella stessa direzione. Freed invece rimase ancora per
qualche istante fermo al suo posto con lo sguardo fisso verso di loro. Si portò
una mano al petto e si inchinò con fare cavalleresco - È stato un piacere fino a che siamo stati
insieme Fairy Tail, ma mi dispiace: le nostre strade si dividono qui. I miei
amici hanno bisogno di me. - E detto questo Freed rialzò la testa e si affrettò
a raggiungere la sua squadra senza guardarsi più indietro.
-
Leale fino in fondo. - Sospirò Makarow con un misto di pena e di ammirazione
per il mago. L’attimo dopo si sentì un tonfo e quando Erza si girò scoprì che
Mirajane era crollata in ginocchio tra la polvere con le mani a coprirsi la
faccia. Nel silenzio delle macerie di Cardia rimanevano solo i suoi singhiozzi.
Quando
alla fine del combattimento Erza ed i suoi compagni tornarono alla gilda
scoprirono che gran parte dei maghi li aveva preceduti, trascinandosi di nuovo
alla base nonostante le ferite per gli scontri in cui erano stati coinvolti;
Gray, Alzak ed Elfman inclusi. Il gigante serrò la sorella forte in un abbraccio,
cercando di consolarla per quello che poteva, Gray invece non si lasciò
sfuggire Erza senza darle prima un cinque. Adesso che il pericolo Laxus era
scampato, qualcuno stava già cominciando a domandarsi cosa fare con la
tradizionale parata, ma Erza non fece in tempo a suggerire la sua opinione
prima che qualcuno la chiamasse. - Dovresti posare così. -
Erza
ci mise un poco a capire che a parlare era stato veramente Redeus. Era così
difficile che dicesse qualcosa, che la ragazza non aveva ancora imparato a
riconoscere la sua voce; il mago - artista se ne stava sempre in un angolo
della gilda con il suo quaderno e le sue matite e disegnava piuttosto che
parlare.
-
Mi avevano chiesto di ritrarre le partecipanti al concorso. - Aggiunse Redeus
puntandole un dito contro, vista la sua evidente confusione. - Ma un vestito
non ti si addice. -
Erza
si guardò, ancora con una punta di sconcerto: dopo lo scontro con Laxus aveva i
capelli spettinati, l’armatura scheggiata e la fronte rigata di sangue. -
Davvero pensi che stia meglio così? -
Redeus
annuì ed a quel punto l’unica cosa che le riuscì di fare fu scoppiare a ridere.
Forse l’artista aveva ragione, quella era la sua vera anima: arruffata e
insanguinata, non quella di un’elegante fata vestita di blu.
Quella
sera la parata di Fantasia si tenne ugualmente, anche se lo spettacolo che i
maghi di Fairy Tail misero in piedi era così improvvisato che per descriverlo
sarebbe stato necessario inventare una nuova parola. Per fortuna alle persone
normali, bastava guardare un po’ di magia per essere felici ed anche il trucco
più banale ai loro occhi sembrava qualcosa di incredibile. Gli spettatori si
accontentavano di poco, gli bastava ballare al ritmo di Vijtar, mettere alla
prova le abilità di Wako con la telepatia e comprare le orrende sculture di
legno di Laki. Durante la parata ci si poteva accontentare anche che Natsu
facesse il giocoliere col fuoco, benché nel processo incendiasse puntualmente
qualcosa. Bastava che Gray facesse un po’ di neve per fare spettacolo e bastava
che Lucy evocasse un paio di spiriti. Non era mai accorsa tanta gente ad
ammirare la stessa fontana prima che Juvia la mettesse in moto e tanta gente
non si era mai interessata ai gatti prima che Happy si mettesse a volare. In
fondo bastava anche ad Erza un po’ di magia per distrarsi e dimenticarsi di
tutto il resto: le bastava stare con le sue spade e spiegare ai ragazzini
raccolti in piazza come parare un colpo, oppure sferrare un fendente.
Alla
fine dei conti nessuno aveva prestato più di tanto attenzione ai combattimenti
tra maghi di quella mattina anche se il sindaco li aveva già mandati a chiamare
per i danni di Cardia. Avevano pensato tutti che fosse parte dello spettacolo,
perché durante Fantasia, tutta Magnolia era in festa e tutti erano felici.
Nessuno si era accorto dell’amor perduto di Mirajane, nessuno si era accorto
che il vecchio Makarow aveva appena perso un nipote, nessuno si era accorto che
la gilda aveva appena perso quattro delle sue punte di diamante.
Nel
mezzo della festa nessuno si accorse nemmeno di Laxus, che incappucciato si
aggirava tra la folla, guardando lo spettacolo per un’ultima volta, come aveva
fatto con ansia quando era bambino e credeva che non ci fosse nessuno più forte
di suo nonno e nessuna gilda migliore della sua.
Sul prato verde poco fuori città, il sole
brillava a picco. Ma l’erba color smeraldo ed i fiori gialli sembrava che non
ci fossero nemmeno, perché l’unica cosa che attirava veramente l’attenzione,
erano le due ragazzine chi si stavano allenando a combattere l’una contro
l’altra, con due finte spade di legno. La prima con dei lunghi capelli rossi e
l’altra con dei lunghi capelli scuri. Sorridevano completamente dimentiche di
tutto il resto.
- Non è fantastica la nostra magia? -
Esclamò ad un certo punto Erza, tirandosi indietro per riprendere fiato - Ci
basta prendere una spada in mano perché ci parli. Praticamente ci dice lei come
usarla, non abbiamo bisogno di nessuno che ci insegni niente! -
- La gente lo chiamerebbe spaventoso questo
potere. - Ridacchiò invece Kagura - Le ragazze normali non dovrebbero usare le
spade. Però io sono più tranquilla quando ne ho una e sono contenta che tu mi
abbia insegnato a farlo. -
- Piantala! Ul, Jellal, ragazzi! Voi non
pensate che la magia sia una cosa bella? -
- Shhh, Scarlet. - Le fece eco il ragazzo -
Stiamo studiano un modo per rimetterti quell’occhio a posto. - Il resto del
gruppo stava seduto all’ombra di un paio di alberelli, circondato da una pila
di libri che avevano trafugato in biblioteca. In verità a parte Jellal e Ultear
nessuno ci capiva niente in quei volumi, ma tutti volevano dare una mano. Erza
era lusingata che avessero preso così a cuore la sua situazione, ma aveva paura
che non ci fosse nessuna soluzione per lei e non voleva che i suoi amici si
deprimessero in quel modo.
- Ma vi siete scordati cosa diceva zio Rob?-
- Cosa? -
- Ma come, ve lo siete scordati, davvero?
Zio Rob diceva che al mondo non c’è niente di più bello della magia. Diceva che
nella sua città ogni fine estate, per celebrare il raccolto, i maghi della sua
gilda davano uno spettacolo e la gente accorreva da tutta la regione per
guardarlo. Stavo pensando che potremmo fare anche noi uno spettacolo nella
prossima città per rimediare qualche spicciolo! -
Ultear però scosse la testa - Erza, è vero
che la magia può fare cose incredibili, ma che spettacolo potremmo mai fare
noi? Io ho una sfera di cristallo ma non so leggere il futuro, Jellal può
evocare una meteora ed abbattere un palazzo ma nessuno si divertirebbe a vedere
una casa distrutta. Non tutti sono tagliati per rendere felici gli altri e la
nostra magia rende felici solo noi. -
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Capitolo 42 *** Neve ***
Neve
Per
me è stato un po' difficile scrivere questo capitolo, mi ricordo
ancora che per entrare nella giusta atmosfera e scrivere qualcosa di
così cupo e pieno di rammarico, sono stata costretta a leggermi
una delle fanfiction più deprimenti che ho trovato sul web. Per
fortuna la cosa ha dato i suoi frutti! Finalmente adesso potrete
scoprire tutti come mai Meredy è entrata a Crime
Sorcière. Buona lettura!
Neve
No sleep
No sleep until I am done with finding the answer
Won't stop
Won't stop before I find a cure for this cancer
Sometimes
I feel like going down and so disconnected
Somehow
I know that I am haunted to be wanted
They say
That I must learn to kill before I can
feel safe
(In the shadows - The rasmus)
Erano passati solo pochi giorni da quando
Erza ed i suoi compagni avevano deciso il nuovo nome del loro gruppo ed il loro
nuovo simbolo: Crime Sorcière era finalmente nata.
Adesso tutto il gruppo stava camminando
lungo un sentiero di montagna innevato e gelido, nonostante il sole fosse alto
e non ci fossero nuvole. La foresta di pini attorno a loro li guardava
silenziosa mentre avanzavano e si stringevano nei loro mantelli logori.
L’inverno alla fine li aveva sorpresi nelle
terre del nord di Fiore, ma Ultear aveva come sempre un piano. In un paio di
giorni avrebbero raggiunto la città di Fresia, si sarebbero imbarcati
clandestinamente su un treno merci carico di legname e poi si sarebbero diretti
verso Balsam o Hargeon, per svernare come un bravo stormo di uccelli in
migrazione. Mancavano pochi giorni quindi, ma quei giorni non sembravano
passare mai attanagliati dal freddo.
- Uuulll! - Chiamò ad un certo punto Millianna
interrompendo il silenzio della comitiva - Non c’è qualche posto dove fermarci
un poco per scaldarci? Io sto congelando! Ho il naso gelato! Le orecchie
gelate! La coda gelata! Nyaaa! - Tuttavia a rispondere alle sue richieste ci
pensò Sho tendendole una carta - Tho, piglia questa! Puoi usarla per produrre
una fiammata. -
- Ho detto che sto gelando. Non che volevo
arrostirmi. -
- Sì, c’è un villaggio giusto dietro la
prossima collina. - Aggiunse subito Ultear, cercando di evitare che entrambi
scoppiassero a litigare come sempre - Probabilmente potremmo farci ospitare per
la notte, tuttavia trovo un po’ strano il fatto che con un villaggio a così
poca distanza non ci sia nessuno lungo la strada ... -
- Sarà perché stanno tutti congelando come
me e non vogliono uscire di casa! - Le fece notare Millianna indicando che
oltre le cime degli alberi riusciva già a vedere il fumo dei primi camini. La
ragazzina si mise subito a correre in direzione della meta. Anche Erza ed il
resto del gruppo la imitarono e per qualche istante la corsa si trasformò in un
gioco, una gara di velocità. I ragazzi si divisero e sparpagliarono tra gli
alberi, cercando di trovare ognuno la scorciatoia più breve. Per un attimo,
quando Erza emerse dal bosco, pensò addirittura di aver vinto. Aveva corso così
tanto che le mancava il respiro ed era ancora piegata in due a riprendere fiato,
quando il grido di Millianna le gelò il sangue nelle vene. Erza si drizzò di
scatto, cercando la sagoma dell’amica con lo sguardo e la individuò quasi
subito, in ginocchio all’ingresso del villaggio. Gli occhi spalancati e le mani
sulla bocca.
- Millianna! Che è successo? Milli ... -
Erza non l’aveva ancora raggiunta che la voce le venne meno. Riverso in mezzo
alla strada c’era il corpo di un uomo con gli occhi e la bocca ancora
spalancati. Sotto di lui la neve aveva uno strano colore, un maldestro incrocio
tra il vermiglio e l’amarena, ma non occorreva molto per capire che quello
fosse sangue. Per un lungo istante Erza rimase impietrita a fissare il corpo,
poi quando finalmente le riuscì di alzare lo sguardo capì che l’intero
villaggio era stato distrutto. Il fumo che lei e i suoi amici avevano visto non
era quello invitante dei camini, ma quello che si sollevava da cumuli di
macerie sparsi qua e là. C’era devastazione ovunque e c’erano altri corpi,
disseminati sulle soglie delle case oppure per strada.
- Che cosa diavolo è successo qui? - La voce
di Jellal la fece quasi sussultare. Erza era rimasta così scioccata dalla vista
del villaggio distrutto, da non essersi nemmeno accorta del fatto che lui e gli
altri l’avevano raggiunta. Kagura aveva preso Millianna per le spalle mentre
Simon stava fissando la scena ammutolito, con le mani sulla faccia. Le
espressioni di Sho, Wally e Hoteye non erano migliori ed Erza non aveva bisogno
di sforzarsi per immaginare cosa stesse passando per le loro teste. Era la
stessa cosa che per un attimo aveva annebbiato anche lei: il ricordo di quando
gli uomini del culto avevano distrutto i loro villaggi a caccia di vittime e di
schiavi.
- È orribile ... - Sussurrò Ultear con un
filo di voce - Chi è che ha attaccato questo villaggio? Perché? -
- Non lo so ma non è sicuro stare qui! -
Sibilò a quel punto Erza, riscuotendosi di colpo e facendo segno a tutti di
tornare indietro - Chiunque sia il colpevole potrebbe essere ancora in giro! -
- Ma qui potrebbe anche esserci qualcuno che
ha bisogno di aiuto! - Ed Hoteye dal cuore tenero le bloccò subito la strada - Millianna,
tu che hai quelle orecchie da gatto, non senti se c’è qualche sopravvissuto? -
Per un attimo anche Erza si girò in
direzione dell’amica ma non appena Millianna scosse la testa assestò uno
spintone a Hoteye per liberarsi. - Hai visto? Forza tornate tutti tra gli
alberi! Ultear c’è qualche altra strada che possiamo prendere? - Ma mentre Erza
continuava a insistere perché i suoi amici si mettessero al sicuro, Hoteye
continuava a chiedere l’opposto - Sei sicura Millianna? Ascolta meglio! Non è
possibile che siano tutti morti! - E la ragazzina fece come le era stato
chiesto, drizzando di nuovo le orecchie e sforzandosi di ignorare il rumore che
facevano i suoi compagni. Rimase immobile per un lungo istante, poi le sue
orecchie da gatto colsero una vibrazione impercettibile e si mossero a
sinistra. - Forse ... - Cominciò Millianna attirando di nuovo tutta
l’attenzione su di sé - Forse c’è ancora qualcuno! - E detto questo si mise a
correre, stando ben attenta a fare un largo giro attorno al corpo che bloccava
la strada.
- Millianna! - Erza sibilò il suo nome
cercando di costringerla a fare attenzione, ma alla fine fu costretta anche lei
a mettersi di corsa dietro agli amici. Spada in pugno, pronta a reagire ad ogni
minaccia.
Quando Millianna si fermò lo fece davanti ad
una casa di legno. La porta era semiaperta ma la ragazza si limitò ad indicarla
con una mano, senza accennare ad entrare. Fu Ultear la prima a farsi coraggio e
a sbirciare dentro. L’interno dell’abitazione era tutto scuro e silenzioso ma
in un angolo, rannicchiata con le
ginocchia al petto, c’era una bambina con i capelli rosa.
- C’è qualcuno ... - Sussurrò Ultear come se
avesse appena assistito ad un miracolo in mezzo a tutta quella devastazione ed
al suono della sua voce anche gli altri ragazzi di Crime Sorcière si fecero
avanti, cercando di sporgersi dalla porta. La piccola doveva aver all’incirca
tra i sei e i sette anni ma quando si fecero avanti si girò a guardarli con
un’espressione vuota, così strana sul viso di qualcuno della sua età. Ultear
non se lo lasciò ripetere ed entrò finalmente dentro, inginocchiandosi a qualche
passo da lei.
- Ciao. - Cominciò la ragazza, col tono più
dolce che le riusciva - Il mio nome è Ultear, ma puoi chiamarmi anche Ul. Tu
invece come ti chiami? - Ma la bambina non le rispose e continuò a fissarla in
silenzio. A quel punto anche Erza si infilò dentro per provare ad aiutare
l’amica, ma Ultear la fermò con un gesto della mano: voleva fare un altro
tentativo.
- Lo sai? - Ricominciò la ragazza - Io e e
miei amici siamo tutti dei maghi. Guarda. - Ultear fece apparire la sua sfera
di cristallo prima sul palmo della mano destra, poi di quella sinistra, poi di
nuovo a destra e poi la fece sparire nuovamente nel nulla. - Finché ci saremo
noi ti prometto che non ti succederà niente. Sei al sicuro adesso. - Ed a quel
punto finalmente la piccola ebbe una reazione e si gettò con le braccia al
collo di Ultear, stringendola forte.
La bambina che quel giorno Crime Sorcière
aveva incontrato si chiamava Meredy. E Meredy poteva pur essere piccola, ma
aveva già capito tutto. Non gli chiese nemmeno una volta che fine avessero
fatto i suoi genitori, se potevano aiutarla a cercarli oppure se li avevano
visti. Grazie ai suoi racconti però, il gruppo riuscì a scoprire cosa era
accaduto al villaggio: era stato attaccato dai banditi. In realtà quegli uomini
che si nascondevano nella foresta avevano sempre tormentato le persone che
vivevano al villaggio, cercando di estorcere loro denaro e cibo ma questa volta
le cose erano andate diversamente. I contadini erano esasperati a causa del
cattivo raccolto e del lungo inverno che stava per abbattersi. Se avessero
consegnato le loro provviste sarebbero morti di fame e per questo avevano
provato a ribellarsi ma non era servito a niente ed alla fine erano morti lo
stesso.
Il resto del pomeriggio trascorse così,
lentamente, tra i ricordi di Meredy, fino a che la piccola non si addormentò
per la stanchezza tra le braccia di Ultear. La ragazza le passò delicatamente
le dita sulle orecchie, tracciando un paio di rune perché non li sentisse
parlare e poi l’appoggiò sul letto prima di sfogarsi. Quando Ultear smise di
imprecare le mancava quasi il fiato - Co ... come è possibile che gente come
questa giri libera per il paese? Dobbiamo fare qualcosa! Meredy e questi poveri
morti meritano un po’ di giustizia! -
- E cosa vuoi fare? - La tagliò corto Kagura
,che si era andata a sedere dalla parte opposta della stanza, con le braccia
conserte - Vuoi chiamare i cavalieri runici? Sono quelli la giustizia! E
abbiamo visto bene come si sono comportati con noi dopo essere scappati dalla
Torre! Non ci hanno creduti e hanno arrestato tutti gli schiavi! -
- Già, ma non sono stati i peggiori. -
Bofonchiò Simon - Sono stati praticamente Erza e Jellal a eliminare il sommo
sacerdote del culto, ma quando gli schiavi sono riusciti a rubare una nave e ci
siamo imbarcati la storia è cambiata durante la navigazione. In meno di una
settimana qualcuno degli adulti si era già preso il merito e tutti si erano
dimenticati di noi. Che bella famiglia! Quando gli schiavi vivevano alla Torre
erano uniti, costretti dalla necessità,
ma non appena hanno toccato terra si sono dispersersi come pula al vento.
Qualcuno è corso dritto a casa, qualcuno dove aveva gli amici mentre quelli
rimasti si mettevano in cammino dietro ai nuovi capi per raggiungere la città.
Ci lasciarono indietro ma fu un bene, perché quando anche noi arrivammo in centro
scoprimmo che erano stati arrestati e scappammo via. -
- Gli esseri umani sono davvero orribili, a
volte. - Sussurrò Hoteye augurandosi che quel “a volte”, fosse davvero così e non la regola generale.
- Ma io non stavo pensando né ai cavalieri
né a nessun altro! - Continuò Ultear - Facciamolo noi! Facciamogliela vedere
noi a questa gente! Siamo dei maghi o no? -
- Ma che stai dicendo? - Le strillò subito
dietro Erza - Sei sempre stata quella più astuta di tutti che predicava di fare
attenzione e di non correre rischi e adesso vuoi combattere dei banditi? Sei
impazzita? -
- Sì, Erza forse sono impazzita vedendo
Meredy e quello che è successo a questo villaggio! Non ti senti anche tu
arrabbiata per tutto questo? Accidenti non è successa pure a te la stessa cosa
a Rosmary? Come fai a non capire? - Ma se Ultear voleva trovare un punto di
contatto, sentire il nome del suo luogo di nascita fece irritare Erza ancora di
più - Qui quella che non sai cosa vuol dire sei tu che sei scappata di casa!
Stiamo parlando di banditi! Sono chissà quanti! -
- Hai paura adesso? Tu e Jellal dite che
volete cercare Tartaros, ma Tartaros non è un pugno di banditi: quelli sono
davvero una gilda oscura. Se non hai nemmeno il coraggio di affrontare questi,
come pensi di battere E.N.D.? -
- Che ne so adesso! Non abbiamo nemmeno
trovato tracce di Tartaros! -
- Allora prova a guardare la cosa da una
prospettiva diversa. - Sussurrò a quel punto Ultear, cercando di rendere quanto
più seducente possibile la sua proposta - Fino ad ora ci siamo spostati di
città in città, cercando di guadagnarci da vivere e di imparare la magia di cui
avevamo bisogno. Di città in città speravamo di sentire notizie di Tartaros, anche
io ho promesso di aiutarvi! Ma credi davvero di poter trovare informazioni su
una gilda oscura nei libri? Come se fosse così semplice! Lo sai chi conosce
bene i criminali? Si conoscono solo tra loro! Questa è un’occasione da non
perdere: se eliminiamo questi banditi, forse potremmo riuscire ad estorcere
loro qualche notizia. -
Erza non si fermò a riflettere sulla
proposta nemmeno una volta - ASSOLUTAMENTE NO! - Ma come l’ennesimo grido le
uscì di bocca si sentì stranamente fuori posto. Ma che le stava prendendo? Era
vero che voleva mettere i suoi amici al sicuro ad ogni costo, ma era davvero
quella la reazione giusta? Avevano attraversato situazioni di ogni tipo insieme
eppure non avevano mai litigato prima ...
- Io ci sto Ultear. - A sorpresa Kagura fu
la prima a tradirla, votando per la proposta opposta e poggiando la mano sulla
sua nuova katana - Sono solo banditi, non reggono il confronto con noi. -
- Se ... Se Kagura viene, vengo anche io. -
Disse subito dopo Simon, che avrebbe fatto qualsiasi cosa tranne abbandonare la
sorella. Millianna fu la terza a parlare, offrendosi volontaria per
rintracciare il covo dei banditi con la sua vista notturna e le sue sensibili orecchie.
Hoteye poi disse che era d’accordo anche lui e che se avessero colto i banditi
nottetempo non si sarebbero accorti nemmeno del loro arrivo. Sho pensò bene di
aggiungere che dopo averli attaccati era meglio accertarsi che fossero morti
tutti, per evitare che tornassero a cercarli come avevano fatto gli schiavi con
quelli del culto.
- C’è bisogno di qualcuno che faccia
giustizia in questo mondo. - Concluse Wally, risistemandosi gli occhiali scuri
come l’eroe tragico di qualche film di mafia.
- Erza, E.N.D. aveva ragione. - Sospirò alla
fine Jellal, con tanta rassegnazione nella voce. - La libertà non esiste e
nemmeno la felicità esiste. Che senso ha negarci la verità dopo quello che
abbiamo vissuto? E anche Ultear ha ragione. A questo mondo non esiste nemmeno
giustizia sei non sei tu a fartela. E tu, che cosa vuoi fare?Vuoi abbandonarci
proprio ora? - Ed Erza si ritrovò a scuotere la testa - No, come potrei. Sei tu
il capo Jellal, se dai l’ordine io ti seguo fino all’inferno. -
Per un attimo nella stanza ci fu solo
silenzio, poi Jellal decise di acconsentire finalmente alla volontà dei suoi
amici, si tirò su il cappuccio del mantello e diede l’ordine perché la prima
missione di Crime Sorcière avesse inizio.
Quella notte un assaggio d’inferno gettò le
foreste del nord nel caos. Crime Sorcière si lasciò Meredy indietro a riposare
e grazie a Millianna trovò quasi subito il nascondiglio dei banditi in una
vecchia cava abbandonata. I ragazzi li colsero di sorpresa ed anche se i loro
avversari erano molti più di loro, questo non li mise in svantaggio neanche una
volta. Alla fine dei conti Kagura aveva ragione: quelli erano comuni mortali e
i gli umani come loro non potevano nulla contro dei maghi.Ma ad un certo punto
il gruppo si sparpagliò per la cava ed Erza perse tutti di vista. Nel caos
l’unica cosa che sentiva erano grida di dolore e rumore d’armi, ma non aveva
idea da dove venissero. C’erano così tanti avversari attorno a lei che non
aveva nemmeno il tempo di distrarsi. Quando alla fine riuscì a liberarsi di
loro, il suo primo pensiero fu quello di correre a cercare gli amici per
controllare che stessero bene, ma ancor prima di poter muovere un passo, si
accorse che tra i banditi c’era ancora un sopravvissuto. Era a terra con una
gamba ferita e la stava guardando con ... orrore, orrore dipinto su tutti i
tratti del suo viso. Che cosa doveva fare, finirlo come gli altri? Come da
programma?
Erza sollevò di nuovo la spada ma l’uomo
l’anticipò mettendosi a gridare - No ti prego! Lasciami stare! -
- Lasciarti stare? Ma lo sai perché siamo
venuti qui? Siamo venuti per vendicare il villaggio che avete distrutto. Una
nostra amica viveva lì. -
A quelle parole l’uomo si fece ancora più
pallido ma continuò lo stesso a piagnucolare - Stavo con gli altri banditi solo
perché avevo bisogno di soldi! Io ho una famiglia da mantenere! Sei .. Sei una
ragazzina, giusto? Non lo sai che ho una figlia quasi della tua età? Vuoi lasciare
che diventi orfana? - A quelle parole per un attimo Erza si ritrovò a pensare a
suo padre e ... si accorse di non riuscire a ricordarne nemmeno la faccia. Era
già passato così tanto tempo, da non riuscirci più?
- Ti prego! Se mi lasci andare giuro che
cambierò vita! -
In fondo che senso aveva uccidere
quell’uomo? Gli aguzzini con cui aveva combattuto alla Torre, quelli sì erano
stati davvero suoi nemici. Li aveva colpiti perché in ballo c’era la sua stessa
vita, ma questo tizio qui, in fin dei conti, che cosa aveva a che fare con lei?
Era così necessario colpirlo?
- Sul serio giuri che cambierai vita? -
- Sì! Sì! Assolutamente sì! Mi cercherò un
lavoro onesto lo giuro! Non posso abbandonare mia figlia! - E così alla fine
Erza abbassò la spada con un sospiro e si girò, senza più alcuna intenzione di
preoccuparsi di quell’uomo. Aveva cose più importanti a cui pensare: come
trovare i suoi amici. Quando una mano l’afferrò per il mantello e la tirò
all’indietro, Erza venne colta così tanto di sorpresa che per poco la spada non
le sfuggì di mano. Per fortuna esattamente come era arrivata la presa sparì ed
Erza venne spinta in avanti poi ci fu un rumore sordo e un urlo lacerante. La
ragazza atterrò in ginocchio ma quando si girò scoprì che dietro di lei c’era
Simon e che il ragazzone era ferito e si stava tenendo le mani sulla faccia:
completamente sporco di sangue. Il bandito invece, adesso giaceva con la testa
schiacciata contro la parete e Jellal su di lui. - Che cosa fai? Non devi mai
abbassare la guardia! - Le strillò Jellal prima di precipitarsi al capezzale
dell’amico, usando quel poco di magia curativa che aveva imparato per
soccorrerlo.
- Che ... Che cosa è suc ... -
- Non hai visto che quel tizio aveva una
lacrima esplosiva? Se io e Simon non fossimo passati di qui saresti saltata in
aria! Scarlet ma ancora non hai capito che con questa gente non esiste pietà? -
- Non essere duro Jellal ... - Borbottò
Simon con voce soffocata - L’importante è che la nostra Scarlet stia bene. In
fondo ... lei non voleva nemmeno venire ... - Ed a quel punto la ragazza si
scordò del resto della battaglia e si strinse al braccio dell’amico
singhiozzando.
Quel giorno Erza non sapeva ancora che col
tempo si sarebbe abituata alla vista del sangue. Non sapeva che in futuro
avrebbe imparato a colpire gli avversari senza rimorso. Non sapeva che avrebbe
usato la copertura di Fairy Tail e la scusa di un lungo viaggio per una
missione di livello S, pur di partecipare alle grandi notti di Crime Sorcière ed
alle sue azioni eclatanti. Non sapeva niente di tutto questo. Sapeva solo che
per un attimo aveva esitato e che per poco quell’esitazione non le era costata
la vita e mezza faccia a Simon.
Fu così inoltre che anche Meredy entrò a far
parte del gruppo. Fu così che Crime Sorcière decise di compiere ufficialmente
la prima missione. Fu così che le terre del nord rimasero impresse nella mente
di Erza. Soprattutto la neve sporca di sangue e quel suo strano colore, misto
tra il vermiglio e l’amarena.
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Capitolo 43 *** Chi ha paura del futuro? ***
Chi ha paura del futuro?
Siete
pronti? Comincia l'arco delle selezioni di livello S, Gildarts arriva
in scena e soprattutto anche Cana passa alla ribalta. Cana è uno
dei personaggi che amo di più a Fairy Tail, mi piacerebbe
passare una sera insieme a lei in giro per locali, a bere e ridere. Le
ho regalato un posticino particolare in questa versione della storia,
lo leggerete presto.
Chi ha paura del futuro?
Quando
quella mattina Erza aprì la porta di casa ed uscì in strada, la prima cosa che
l’accolse fu la vista di un insolito manto bianco: Magnolia era coperta di
neve. Durante la notte la temperatura doveva essersi abbassata abbastanza da
consentire quel bizzarro fenomeno ed ancora adesso l’aria era piuttosto
pungente ed il cielo coperto. Non capitava spesso di vedere Magnolia
imbiancata, perché la città sorgeva vicino al mare e la temperatura era mite
tutto l’anno, ma lo spettacolo era comunque mozzafiato.
Mentre
si richiudeva la porta alle spalle, Erza si ritrovò a pensare che quel giorno
Gray doveva essersi alzato di buon umore. Natsu probabilmente un po’ meno,
perché il solo sentir nominare l’invero gli dava sui nervi. Erza invece non
sapeva che cosa pensare a riguardo: non poteva dire né di amare, né di odiare
la neve. Pensava che fosse bellissima, ma allo stesso tempo quella vista le
riportava alla mente brutti ricordi.
Gli
abitanti di Magnolia però adoravano la neve. Mentre si incamminava verso la
gilda, Erza non poté fare a meno di sorridere alla vista dei ragazzini che
correvano di qua e di là in strada, tirandosi palle di neve. Ad un certo punto
un bambino provò perfino a colpirla, nascosto dietro un lampione, ma Erza vanificò
l’attacco sollevando semplicemente un lembo del suo mantello. Il bambino la
fissò per un lungo istante con i suoi grandi occhi spalancati ed il naso che
gli gocciolava per il freddo, poi si precipitò via sussurrando in modo
concitato ai suoi amici - È davvero una maga! È davvero una maga! -
La
temperatura era così rigida quel giorno, che Erza aveva deciso di indossare
qualcosa in più sulla corazza, ma anche se quel mantello nero era uguale a
quello di Crime Sorcière, la gente in città la trattava ancora come una di
Fairy Tail, la gilda dove si stava dirigendo proprio in quel momento. Il master
le aveva chiesto di farsi trovare di buon ora a lavoro perché quel giorno
avrebbe fatto un annuncio importante, ma quando Erza aprì la porta della gilda
si accorse di essere stata ampiamente battuta sul tempo. L’unica parola per
descrivere quello che stava succedendo dentro la sala era: DELIRIO e con tutte
le lettere maiuscole.
La
maga fu costretta a farsi sotto, sotto la parete pur di passare e di evitare di
essere schiacciata dalla calca. Quando le riuscì di raggiungere il banco del
bar, era già così stanca che si accasciò pesantemente su uno degli sgabelli. La
voce di Mirajane a quel punto l’accolse squillante come sempre, ma questa volta
con una certa punta di ironia - Oh, Erza, hai visto che bella giornata oggi? La
neve, l’atmosfera invernale, gli imbecilli qui dentro ... -
-
Il master ha già fatto il suo annuncio, vero? -
-
Oh, certo che l’ha fatto! Ha detto che tra una settimana si terranno gli esami
per selezionare i nuovi livelli S e l’attimo dopo tutti si sono improvvisamente
ricordati di volere la promozione e si sono lanciati sulla bacheca delle
missioni, anche quelli che non hanno mai lavorato tutto l’anno ... -
Proprio
come aveva detto Mirajane, infatti, davanti alla bacheca c’era un’autentica
rissa. Gente che afferrava fogli, gente che afferrava i fogli dell’altra gente
e gente che afferrava la gente per spingerla via. Nell’arco di cinque minuti un
paio di maghi erano già volati con la testa nel muro ed un altro paio fuori
dalla finestra. Qualcuno aveva appena alzato una mano agitando uno strano
affare tremolante. Nella ressa Erza non riusciva a vedere bene, ma aveva
l’impressione di aver già visto quella cosa da qualche parte.
-
Guardate cos’ho trovato! Probabilmente qualcuno l’ha perso ed è disposto a dare
una ricompensa a chi glielo porta! -
-
PLUE! - La voce di Lucy riecheggiò subito dopo per tutta la sala - Quello è
mio! Lasciatelo stare! -
-
Ma non si rendono conto che è troppo tardi per fare bella impressione? - Erza
si passò una mano tra i capelli. - Non riesco a credere che tocchi proprio a
noi fare da esaminatrici! -
-
E non hai ancora sentito la parte migliore! - Mirajane l’attirò a sé per un
braccio, sussurrandole il resto all’orecchio - Ho sbirciato tra le carte del
master e so già in anteprima quali saranno i candidati. Erza credimi se ti dico
che dopo aver letto i loro nomi mi è quasi venuto un colpo. - La maga si staccò
per un attimo per fissarla intensamente negli occhi, poi si rimise a sussurrare
elencando tutto d’un fiato i nomi dei sette candidati - Natsu, Gray, Elfman,
Juvia, Gajeel, Cana e Mest. -
-
COME SI ASPETTA CHE POSSIAMO SOPRAVVIVERE AD UNA COSA DEL GENERE??? - Per
fortuna la gilda era troppo caotica in quel momento per accorgersi dello
strillo di Erza.
-
Ha mandato a chiamare Gildarts per darci una mano. -
-
ANCHE LUI!? Vuole proprio ucciderci? -
La
barista annuì gravemente - Non abbiamo scampo. Ci toccano sette candidati
completamente pazzi e in più un collega che sta peggio di loro. Ah, ho
menzionato il fatto che ogni candidato può portarsi per la prova un compagno? -
A
quel punto Erza non riuscì ad aggiungere altro, i prossimi giorni per lei
sarebbero stati peggio di un soggiorno al purgatorio.
-
Voglio anche capire il fatto che ad esaminare i canditati siano quelli già con
la qualifica di livello S, ma chiamare Gildarts mi è sembrato il colpo di
grazia. Quel tipo è un disastro! Somma l’idiozia di Natsu, le perversioni di
Locke, il mancato umorismo di Macao, shakera tutto per bene, aggiungi una
cinquantina d’anni, più un paio di botte al cervello e BAM! Ecco Gildarts Clive
servito per voi! - Al commento caustico di Mirajane fece subito eco un rumore
di vetro rotto.
-
E CHE CAZZO! NON SI PUO’ NEMMENO PIU’ BERE IN PACE IN QUESTO POSTO? - A gridare
e ad aver appena lanciato una bottiglia in direzione della bacheca era stata:
Cana.
-
Chi se ne fotte delle vostre missioni, delle selezioni e di tutto il resto!
Chiudetevi quel cesso di bocca! - Erza non aveva mai visto Cana più ubriaca e
più arrabbiata di così. La ragazza aveva le guance e gli occhi rossi, i capelli
sfatti ed era mezza nuda nonostante la temperatura polare. In più in mano
stringeva una seconda bottiglia, pronta ad usarla come arma. - Mi avete rotto i
coglioni! Tutti! Io me ne vado! Ed andatevene affanculo anche voi! - E proprio
come aveva detto, l’attimo dopo Cana si fiondò fuori dalla porta, nonostante
avesse un passo palesemente incerto. Il silenzio, invece, durò ancora per
qualche istante, poi la ressa ricominciò come prima, come se l’esplosione di
Cana non ci fosse nemmeno stata.
-
Perché c’è anche lei in lista? - Si domandò Erza, ma per fortuna Mirajane aveva
una risposta per ogni cosa.
-
Ha chiesto lei di farsi mettere in lista, non te lo ricordi? C’era anche quando
abbiamo fatto la prima selezione. E le volte successive ... -
Oh,
quella era una cosa che Erza non poteva di certo dimenticare! Quando era
arrivata a Fairy Tail, tra lei e Mirajane si era immediatamente scatenata una
sorta di faida. In realtà era Mirajane quella gelosa di lei e che non poteva
sopportare l’idea che la nuova arrivata fosse capace di metterla in ombra.
Quando c’erano state le selezioni entrambe avevano avuto finalmente l’occasione
di confrontarsi e di regolare i conti. Il risultato era stato chiaro: Erza uno
- Mirajanne una testa rotta. Quelle erano soddisfazioni che non si
dimenticavano!
-
So a cosa stai pensando. - Le sussurrò il Demone sfoderando un sorriso
diabolico - Mi è toccato aspettare l’anno dopo per prendere anche io la
qualifica. Ma non credere che sia finita, un giorno o l’altro potresti trovare
del veleno nella tua amata torta. -
-
Grazie Mira, apprezzo sempre tutto il tuo amore. Però in realtà stavo pensando
un’altra cosa. Capisco come mai Natsu, Gray ed Elfman siano stati messi in
lista: hanno talento. Anche Juvia e Gajeel, quando erano a Phantom Lord avevano
già una qualifica pari al livello S, ma Cana? Ha partecipato un mucchio di
volte e tutte la volte si è ritirata in anticipo. Che abilità avrebbe mai lei,
per passare l’esame? -
Mirajane
si limitò a scuotere la testa, riprendendo a lucidare i suoi bicchieri come
aveva fatto prima che Erza arrivasse - E che cosa credi che ne sappia? Cana sta
qui tutto il giorno a bere, si ubriaca e la sera va via. La mattina è di nuovo
qui a bere. Si siede e parla di sciocchezze tutto il tempo, dice barzellette e
qualche volta si vanta di quelli che si è portata a letto, ma non so cosa
faccia quando esce da quella porta. Sono la sua barista, mica il suo
confessore! Non so nemmeno dove abiti! Forse avrà qualche talento nascosto, che
ti devo dire? - Giusto, a volte Erza si lasciava prendere troppo dall’atmosfera
cordiale che c’era alla gilda e si immaginava che a Fairy Tail fossero davvero
tutti compagni, ma non poteva pretendere che ognuno fosse amico intimo
dell’altro.
-
Ah e un’altra cosa Mira. Chi è Mest? -
Per
un attimo la barista esitò, poi si girò verso di lei con un’espressione di
disappunto sul viso - Come chi è Mest? È quello lì in fondo che beve. Lo so che
è un tipo piuttosto silenzioso, ma non è da te dimenticarti perfino della sua
esistenza. - Erza si girò, seguendo l’indicazione della sua compagna ed
individuò rapidamente il mago in questione: era l’unico che se ne stava seduto
al tavolo suo senza agitarsi. Un ragazzo con i capelli e gli occhi scuri e
l’aria anonima, se non fosse stato per una cicatrice sul viso.
-
Mira, giuro che non mi ricordo di lui. -
-
Erza, sicura di non aver preso freddo? Magari hai la febbre! Mest è sempre
stato qui, certo c’è sempre stato poco, perché era sempre via in missione, ma è
sempre stato a Fairy Tail. -
-
Sarà come dici tu. - Strano ma vero, ma più si sforzava, più Erza non riusciva
a ricordare niente; per di più poi, c’era qualcosa di strano in lui: poteva
percepirlo chiaramente grazie alla magia di Jellal, ma non riusciva a decifrare
cosa fosse. Poteva essere qualsiasi cosa, come con Locke, ma alla fine dei
conti quella era una gilda di maghi e la stranezza era la norma.
-
Guarda che a furia di fissarlo lo hai fatto girare, ci sta salutando. - Le
sibilò Mirajane, muovendo a stento il lato della bocca ed agitando una mano per
rispondere al ragazzo che aveva appena alzato il suo boccale con un sorriso.
Erza si limitò a girarsi di spalle, ma non riuscì a riprendere la
conversazione, prima che l’aria venisse improvvisamente riempita da un rintocco
di campane. Un rumore assordante e allarmante.
-
Cazzo. - Fu l’unica cosa che le riuscì di dire - Eccolo che arriva. -
C’erano
solo due ragioni al mondo per cui tutte le campane della città di Magnolia si
mettevano a suonare a distesa in quel modo: una era l’arrivo di una catastrofe
imminente, l’altra era il ritorno di Gildarts e la cosa peggiore era che tra i
due avvenimenti la differenza non era poi così tanta. Gildarts infatti, non
solo era il mago che deteneva da più tempo il titolo di livello S nella gilda,
ma era anche quello che deteneva il maggior record di reclami a suo carico. In
realtà non era nelle sue intenzioni seminare caos ovunque andasse, ma era così
distratto che ogni volta che entrava in città finiva per combinare qualche
disastro grazie ai suoi immensi poteri. Alla fine, dopo gli incidenti degli
anni passati, il sindaco aveva deciso di suonare l’allarme ogni volta che il
mago faceva ritorno e di invitare tutti i suoi cittadini a rifugiarsi in casa.
Sinceramente Erza non sapeva se sentirsi più imbarazzata per l’idea che un mago
di Fairy Tail venisse trattato come una minaccia pubblica o per il fatto che lo
fosse per davvero.
-
Salve! Per caso c’è ancora Porlyusica intorno? -
E
proprio come era stato annunciato dalle campane, ecco che qualche minuto dopo
un uomo fece la sua comparsa all’ingresso della gilda. Capelli rossi e barba,
spalle larghe, mantello nero e soprattutto un Natsu completamente stordito
sotto un braccio e un Gray mezzo morto sotto l’altro.
-
Ecco ... - Cominciò Gildarts - Uno è saltato fuori all’improvviso per
salutarmi, gli ho dato il cinque ma ... Credo di averlo fatto incidentalmente
saltare in aria. L’altro invece non mi sono nemmeno accorto che ci fosse. -
-
Due canditati sono già fuori combattimento. - Sospirò Mirajane - Li eliminiamo
dalla lista? -
Ma
Erza non fece nemmeno in tempo a risponderle prima che ...
-
Oh, Mira! Che piacere rivederti! Erza anche tu! Quanto siete cresciute! - In
meno di un secondo Gildarts aveva abbandonato le sue vittime sul pavimento per
precipitarsi da loro. - Fatevi abbracciare! - Ma la spada di Erza lo fermò a
metà strada - Non mi toccare. -
-
Ma, ma come? Neanche tu Mira? Un bacino? -
-
Potresti essere mio padre Gildarts, te ne rendi conto? -
-
E mica ho detto un bacio alla francese! Ah, ma perché siete così crudeli
ragazze? Oh, e tu biondina? Come ti chiami? Non ti ho mai visto prima, sei
nuova? Vuoi che ti faccia fare un giro per la gilda? -
Per
fortuna a salvare Lucy dall’imbarazzo ci pensò Makarow in persona,
affacciandosi dal secondo piano.
-
Finalmente Gildarts! Eri l’unico che mancava! Come sono andate le tue ultime
missioni? -
-
Alla grande! Ho abbattuto un paio di villaggi, una montagna ... -
Il
vecchio spalancò gli occhi ma il mago si affrettò a cambiare discorso, cercando
di mascherare quello che aveva appena detto con un colpo di tosse - Mostri,
banditi, beneficenza, le solite cose insomma! -
-
Bene, spero almeno che ti sia ricordato di pagare i danni. - Lo fulminò
Makarow, facendo un saltello sulla ringhiera della balconata da cui ogni volta
dava gli annunci più importanti. - In ogni caso ragazzi, vi prego tutti di
ascoltarmi adesso che anche Gildarts è arrivato. Ho una cosa importante da
dirvi. -
Erza
aggrottò un sopracciglio.
-
Vorrei essere stato il primo a darvi questa notizia, ma da quel che vedo
qualcuno mi ha già anticipato. -
Come?
Quando Erza si girò scoprì improvvisamente che Mirajane era svanita in cucina.
Quella spiona!
-
Come già sapete ho deciso di tenere tra una settimana le selezioni per valutare
a chi assegnare il titolo di livello S. Adesso che alcuni dei nostri migliori
maghi non sono più qui ad aiutarci abbiamo bisogno più che mai di nuovi
qualificati. - E si riferiva a Laxus ed al suo team. - Tuttavia quello che non
sapete è che ho già scelto i nomi dei sette canditati per la prova. So che non
lo sapete, nonostante qualcuno abbia rovistato nel mio ufficio, perché
altrimenti non stareste cercando così disperatamente di mettervi in mostra. -
Makarow lanciò un sospiro e la rissa vicino alla bacheca delle missioni si
interruppe bruscamente.
-
Natsu Dragneel. -
Il
dragon slayer si rianimò di colpo balzando in piedi e sparando una fiammata
d’esultanza.
-
Gray Fullbuster. -
E
l’Ice Make Mage fece altrettanto tirando la camicia in aria come segno di
gioia.
-
Elfman Strauss, Juvia Lockster, Gajeel Redfox. -
Il
primo lanciò un grido di sfida strillando che avrebbe vinto lui, visto che era
il più uomo di tutti. La seconda invece lanciò un grido di stupore ed il terzo
si limitò ad un ghigno.
-
Mest Gryder. - E nonostante Erza non si ricordasse di lui, il suo nome venne
accolto con una serie di grida d’incoraggiamento.
-
E per finire Cana Alberona. - Ma all’ultima nomination seguì solo il silenzio.
-
Ho mandato a chiamare appositamente Gildarts, perché lui Erza e Mirajane vi
faranno da esaminatori. - Continuò Makarow - Ma non sentitevi troppo in
svantaggio, perché a ognuno di voi sarà data la possibilità di portare un
partner in gara a patto che sia un membro di Fairy Tail. - A quel punto il
vecchio si lasciò sfuggire un sorriso, o meglio un ghigno. - Vi ho osservati
attentamente durante l’ultimo anno, ma per quanto talento abbiate dimostrato
non è ancora abbastanza per diventare un mago di livello S. Durante l’esame
verrà messo alla prova tutto quello che siete: la vostra magia, la vostra mente
ed il vostro coraggio, ma anche il modo in cui vi rapportate ai vostri
compagni. Chi lo sa, magari quest’esame potrebbe insegnare qualcosa anche a
quelli che lo hanno già passato, dato che per quest’anno ho deciso di aggiungere
qualcosa in più alla prova ... Il luogo che farà da sfondo alle selezioni sarà
la magica isola di Tenru. Sicuramente molti di voi già conoscono la storia di
questa isola e sanno perché è così importante per noi di Fairy Tail, ma per
quelli che non ne sono ancora a conoscenza farò un piccolo riepilogo. Secondo
la leggenda l’isola di Tenru era abitata dalle fate e per questo fu scelta come
il luogo di sepoltura della fondatrice della nostra gilda, Mavis Vermillion.
Già solo questo e l’idea che lo spirito di Mavis guardi le vostre selezioni,
potrebbe essere abbastanza, ma c’è dell’altro. Il Primo, ci ha lasciato in
eredità un prezioso incantesimo che è sigillato proprio presso la sua lapide.
Chiunque riuscirà a superare la prova avrà anche diritto a riscuotere
quell’incantesimo. Fossi in voi, comincerei a preparami già adesso. -
E
se quando Erza era entrata in gilda, ciò che l’aveva accolta era stato il
DELIRIO, quando il master terminò il suo annuncio ciò che si scatenò in sala fu
il PANDEMONIO.
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Capitolo 44 *** Chi ha paura del passato? ***
Chi ha paura del passato
Anche
Cana ha i suoi segreti. Uno lo conoscono tutti i fan di Fairy Tail, ma
gli altri due? Mi sono divertita molto a scrivere questo capitolo e mi
piace moltissimo. Divertitevi anche voi, buona lettura!
Chi ha paura del passato?
Should have let you fall and lose it all
So maybe you can remember yourself
Can't keep believing, we're only deceiving ourselves
And I'm sick of the lie and you're too late
You never call me when you're sober
You only want it 'cause it's over, it's over
How could I have burned paradise?
(Call me when you are sorber - Evanescence)
Quando
Erza lasciò la gilda quel pomeriggio il cielo su Magnolia si era fatto ancora
più grigio e scuro e qualche sparuto fiocco di neve aveva ricominciato a
cadere, costringendola a tirare su il cappuccio. Anche la temperatura si era
fatta più bassa ed in strada il numero di passati era drasticamente diminuito;
di sicuro avevano preferito rifugiarsi in casa al caldo. In realtà anche lei non
desiderava di meglio: l’unica cosa che voleva in quel momento era appallottolarsi
sotto il piumone. Dopo il suo annuncio, Makarow aveva preso in disparte lei,
Mirajane e Gildarts per spiegargli i dettagli della prova ed il solo pensiero
di quello che l’aspettava le faceva girare la testa. Tuttavia Erza ignorava il
fatto che la cosa peggiore di tutte la stesse aspettando proprio fuori l’uscio
di casa.
-
Cana ... Che diavolo ci fai qui? -
La
ragazza era seduta proprio sui gradini d’ingresso mezza nuda come prima, ma
ancora più stordita di quando era uscita barcollando dalla gilda. Era cosparsa
di neve ed aveva le labbra viola per il freddo. Chissà cosa le sarebbe successo
se fosse rimasta un po’ in più lì fuori in quello stato!
-
Oh, ciao, Erza! Che ci fai tu qui? -
-
Abito. -
Per
un attimo la cartomante si fermò a grattarsi la testa, poi concluse che la cosa
doveva essere plausibile e si rimise a chiacchierare come se nulla fosse - Hai
visto che tempo oggi? Tutta questa neve? Ah, ma io ho il mio trucco: nonostante
sia tempo da Fullbuster, questo mi tiene sempre calda! - In mano stringeva
trionfante ancora la bottiglia di prima, soltanto che adesso era vuota.
-
Posa quella roba Cana e vieni dentro. -
-
Dove? -
Erza
non perse altro tempo a spiegarle cosa intendeva ed aprì la porta, costringendo
l’altra maga ad alzarsi in piedi e a seguirla, mentre la sosteneva per un
braccio. La mise a sedere sulla sedia più vicina, puntando immediatamente verso
il bagno. - Ti preparo subito la vasca e poi ti presto qualcosa di mio e di
asciutto. -
-
Ma iooo il bagnooo l’ho fatto ieriiiii ... -
La
voce di Cana la raggiunse come una specie di canzoncina e quando Erza si sporse
di nuovo dalla porta scoprì che la maga si era trasferita sul suo divano,
sdraiandosi a pancia sotto, incurante del fatto che glielo avrebbe sporcato
tutto di fango e neve.
Oh,
al diavolo! Se Cana non era in grado di mettersi da sola nella vasca non le
avrebbe di certo fatto lei il bagno.
-
Almeno non mi vomitare sul divano. -
-
Starò attenta a farlo a terra. -
A
quel punto Erza fece rapidamente un’incursione al piano di sopra per prendere
una coperta dall’armadio, ma quando tornò in soggiorno e la tirò in testa a
Cana, l’altra non ebbe alcuna reazione. - Mettitela addosso e visto che non
vuoi fare il bagno almeno ti preparo un caffè. Se siamo fortunate riesci a
riprenderti abbastanza per vomitare tutto quello che hai bevuto in bagno, ti
fai una bella dormita e domani sparisci fuori di qui. -
-
Caffè corretto mi raccomando! - Per quanto fosse ubriaca, qualcosa Cana lo
capiva ancora, peccato per lei che a casa di Erza non ci fosse alcol.
-
Nemmeno una goccia nascosta da qualche parte? Tutti hanno qualcosa nascosto ...
Gli scheletri nell’armadio, le chiavi sotto il tappeto all’ingresso ... -
Erza
lanciò un sospiro. Dove diavolo era Wendy quando serviva? Di sicuro quella
ragazzina conosceva qualche incantesimo per disintossicare le persone
dall’alcol.
-
E daiii Erzaaa ... - La chiamò ancora la voce di Cana dal divano. - Vieni qui e
raccontami i tuoi segreti, come una cara vecchia amica. Se vuoi possiamo fare
uno scambio: io ti dico un mio segreto e tu mi dici uno tuo. Anzi più di uno!
Io te ne posso dire almeno tre! -
Quando
Erza finì di versare il caffè nella tazza e si girò per portarlo a Cana, la
trovò inaspettatamente seduta sul divano con la coperta avvolta attorno alle
spalle. La cartomante accettò perfino la bevanda senza fare storie, ma non
appena ne prese un sorso le venne da storcere il naso.
-
Onestamente Cana, i tuoi segreti non mi interessano. -
-
Ho sentito le campane prima, è tornato, vero? -
-
Chi Gildarts? Sì, è tornato per fare da esaminatore nelle prossime selezioni di
livello S. Eri già uscita quando il master lo ha detto, ma ha messo anche te in
lista. -
-
Primo segreto: Gildarts Clive in realtà è mio padre. -
Erza
stava per sedersi a sua volta sulla poltrona di fronte a Cana, ma non appena
sentì la sua rivelazione si bloccò a metà.
-
So che stai pensando che sono talmente ubriaca da non rendermi conto di cosa
dico ma è vero, lo giuro. Me lo ha confessato mia madre prima di morire anche
se in realtà lui non sa niente, non ha la minima idea di avere una figlia e non
sa nemmeno chi io sia. -
Se
Cana aveva deciso di venire fin lì per impressionarla con qualche storia shock,
allora Erza doveva confessare che ci stava riuscendo. - Perché non gli hai mai
detto niente? -
-
Perché Gildarts non ha il tempo di pensare alla famiglia. Mi ha sempre ignorata
ed evitata, con che coraggio potrei andare da lui, buttargli le braccia al
collo e chiamarlo “papà”? - Cana prese un altro sorso di caffè imprecando
sottovoce che faceva davvero schifo prima di continuare - La prima volta che mi
sono fatta mettere in lista per le selezioni pensavo che se avessi ottenuto il
titolo di livello S finalmente Gildarts si sarebbe accorto di me e avrei potuto
confessargli la verità. Ma adesso è acqua passata, ci ho rinunciato da anni. In
verità questa storia di essere ricandidata ogni volta per me è solo un
fastidio. - E quindi questo spiegava perché Cana era iscritta alle selezioni nonostante
non avesse nessun talento per vincerle. Erza non sapeva che cosa dirle in una
situazione come quella, non poteva forzarla a riallacciare i rapporti con il
padre.
-
Secondo segreto: potevo vincere il titolo di livello S ancora prima di te mia
cara, se non l’ho fatto è solo perché non volevo mostrare a tutti i miei veri
poteri. -
Come?
Questa volta Erza per un attimo pensò di aver sentito davvero male, ma Cana
l’anticipò aprendo la borsetta che teneva sempre a tracolla e sfilando il suo
mazzo di tarocchi. - Avete sempre visto Cana Alberona
ubriaca e spensierata, tirare a stento
qualche carta magica e prevedere l’amore o la fortuna, ma la sua vera abilità è
ben altra. Io sono in grado di scoprire qualsiasi cosa con i miei tarocchi.
Posso prevedere il futuro con una precisione del novanta per cento e leggere il
passato con una del cento per cento. -
-
Cana ma che stai dicendo adesso? Forza non ... -
-
E sono capace di usarli anche per combattere. - La cartomante la zittì in men
che non si dica sollevando uno dei suoi tarocchi - Hai mai visto da vicino questa
figura? È la Forza. - Bastò che Cana sollevasse la carta perché l’aura che
diffondeva cambiasse completamente ed un alone rosso le avvolgesse il corpo. Se
Erza non fosse stata certa che quella che le stava davanti era davvero la
solita maga che vedeva alla gilda, avrebbe pensato che tutto quel potere magico
appartenesse a qualcun altro.
-
Ho ereditato questi poteri da mia madre. - Continuò Cana rimettendo la carta a
posto nel mazzo. - Anche lei poteva prevedere il futuro e siccome aveva
previsto che avrebbe avuto vita breve, aveva preferito non confessare a
Gildarts di essere rimasta incinta e ritirarsi in un altro villaggio. Non
voleva farlo soffrire perché lo amava troppo, ma alla fine credo che sia stata
lei quella a soffrire di più. E lo sai? Prima di lasciarmi mi diede un
consiglio, proprio perché non voleva che soffrissi come lei. Mia madre mi
consigliò di tenere i miei poteri segreti e di non mostrarli agli altri, perché
con un potere come il mio c’era il rischio che attirassi troppe attenzioni e
che attirassi soprattutto quelle di chi voleva approfittarsene. Erza, si
possono fare un sacco di soldi se riesci a prevedere il futuro con esattezza. -
-
Immagino che sia così. -
-
Come “immagino”? - Replicò Canza alzando la voce - È così! Non ti è mai parso
sospetto come facessi a vivere e ad avere tutti quei soldi per bere senza
prendere nemmeno una missione dalla bacheca? -
A
quella domanda Erza si lasciò sfuggire un sorrisino: dato che quello sembrava
il pomeriggio dei segreti poteva permettersi di confessare qualcosa anche lei.
- In realtà nessuno alla gilda sapeva molto della tua vita privata e per questo
tutti pensavano che avessi un uomo che ti manteneva. Forse anche più d’uno. -
-
Pensavate che fossi una puttana? - Erza non le rispose ma si limitò a fare un
cenno più che eloquente con la testa.
-
Grazie, bella opinione che avete di me, ma vi sbagliate di grosso: sono gli
uomini che fanno le puttane per venire con me. -
-
Guarda il lato positivo: sei riuscita ad ingannarci davvero bene con questa
storia dei tuoi poteri. Nessuno, nemmeno io, sospettava della loro esistenza. -
-
Già, sono proprio quello che sono. Sono poteri fantastici per fare soldi ma ...
- Cana rimise il mazzo in borsa e si appoggiò con la schiena al divano - A
volte penso che siano una maledizione, mi fanno paura. Lo sai che non ho mai
usato i miei poteri per predire il mio stesso futuro? Mai fatto, nemmeno una
volta! Ho troppa paura per farlo, in fondo sono una codarda. Ho paura che se
dovessi leggere le carte e scoprire qualcosa di terribile non avrei il coraggio
per affrontarlo. Ma ho deciso di cambiare, voglio iniziare una nuova vita. Dall’anno
prossimo sarò una Cana migliore! Voglio smettere di straziarmi per la storia di
mio padre, voglio smettere di avere paura di usare i miei poteri, voglio
smettere anche di nascondermi e di bere per dimenticarmi di tutto. Voglio
smettere di avere paura del mio passato e anche del futuro! - Ancora una volta
Erza annuì senza saper bene cosa dire a riguardo: era comprensibile che Cana
avesse paura del futuro, specie se poteva prevederlo con tanta perfezione come
aveva detto. Ma c’era qualcosa che non le quadrava nel discorso. Non riusciva a
capire come mai le stesse dicendo tante cose, tutte insieme. - Perché sei
venuta proprio oggi fuori dalla mia porta Cana? -
-
Di che stai parlando? Io non sapevo nemmeno che abitassi qui ... -
-
Intendo che ... -
-
Terzo segreto: questo è il più scottante. - La cartomante non le lasciò nemmeno
finire la frase, prima di riprendere la parola - Mia madre, colei da cui ho
ereditato questi poteri, faceva parte di Grimore Heart. - Ed al nome della
gilda oscura Erza spalancò gli occhi. Grimoire Heart era una delle associazioni
più potenti e terrificanti lì fuori, così potente che per quanto Crime Sorcière
avesse provato a scovarla non c’era ancora riuscita.
-
In realtà mia madre, Cornelia, aveva già lasciato Grimoire Heart prima di
incontrare Gildarts. Non voleva più averci niente a che fare, ma loro non
avevano alcuna intenzione di lasciarla scappare via. Non potevano perdere un potere
prezioso come il suo. Per questo sono stati proprio loro a ucciderla. Io mi
sono salvata solo perché mia madre, dopo aver previsto il loro arrivo, mi ha
messo sul primo treno per Magnolia dicendo che era tempo che andassi a
conoscere mio padre. Ho scoperto che era stata uccisa sui giornali, solo quando
ormai ero già qui. - Cana si prese qualche istante per scrutare la sua reazione
e guardandola meglio negli occhi Erza capì che non era così ubriaca come le
aveva fatto credere all’inizio. Quella di prima era stata tutta scena, Cana
sapeva bene su quali gradini si era andata a sedere e la stava aspettando.
-
Ogni volta che arriva questo periodo dell’anno per me è un tormento, vorrei
ubriacarmi fino a svenire e risvegliarmi a primavera, ma non sono mai capace di
farlo. Non posso smettere di pensare a quello che è successo, a mia madre e a quel
bastardo di mio padre. Ho deciso che per diventare una donna nuova devo fare i
conti con tutti questi segreti una volta e per sempre. -
-
Cana si può sapere perché sei venuta a dirmi tutte queste cose? Io ... -
-
Quante persone hai ucciso in questi anni, Erza? Lo sai che non fa molta
differenza se sia stata tu a brandire la spada o qualcuno al posto tuo? -
La
maga spalancò gli occhi, incredula per quello che aveva appena sentito dire -
Ma di che accidenti stai parlando? Can! -
-
Voglio che uccidi qualcuno anche per me, so che puoi farlo. - Buttò lì a quel
punto la cartomante - Voglio vendicarmi di Grimore Heart, voglio fare i conti
col mio passato e smetterla di vivere con la paura che se qualcuno di loro mi
scopre mi viene a cercare. Io ti fornisco tutte le informazioni che vuoi su di
loro e tu in cambio li elimini per me. -
La
capacità di leggere il futuro ed il passato ... Soltanto allora la verità colpì
Erza in pieno con la forza di un pugno. - HAI SPIATO NEL MIO PASSATO CON LE TUE
CARTE? Mi hai spiata? Rispondi! -
Cana
fu costretta a divincolarsi con la forza da Erza che l’aveva appena tirata in
piedi per il bavero - Giuro che non l’ho fatto a posta! Stavo spiando un po’
tutti nella gilda! Volevo sapere se c’era qualcuno che poteva aiutarmi quando
mi sono imbattuta casualmente in te ... Oddio, è stata proprio una sorpresa! -
Questa
non ci voleva proprio, non ci voleva assolutamente. Erza poteva permettersi
tutto tranne di essere scoperta, proprio ora che Ultear era stata buttata fuori
dal Consiglio e che lei rimaneva l’unica in grado di fare le indagini che
servivano a Crime Sorcière. Ma se proprio doveva finire così allora era un bene
che fosse stata Cana e non un altro; nei suoi riguardi non nutriva nessuna
specie di affetto.
Erza
evocò rapidamente una delle sue spade e gliela puntò alla gola - A chi lo hai
detto? -
-
Mi fai davvero così stupida? Quando due amiche si scambiano un segreto, non
bisogna svelarlo a terzi. E poi sono venuta qui per proporti un affare, se
volevo farmi ammazzare andavo a cercare Grimoire Heart da sola. - Nonostante la
lama che Erza le teneva puntata a qualche centimetro dalla giugulare, Cana si
concesse un sorriso - Forza, non fare la difficile! Sono già tre anni che
conosco la verità, eppure non ho svelato la tua seconda identità a nessuno. Ti
ho tenuto sott’occhio bella, lo so quanto ti interessa Grimore Heart, a te e ai
tuoi amici. Il mio aiuto potrebbe risparmiarti un sacco di lavoro. -
Fidarsi
o non fidarsi? Questo era un bel dilemma. Era vero che con i poteri di Cana al
loro servizio, Crime Sorcière avrebbe fatto passi da gigante nelle sue ricerche,
magari avrebbe avuto anche qualche chance per rintracciare Tartaros.
-
Cos’altro sai di me? -
-
Everlue, gli Oracion Seis ... - Continuò Cana dando, dal tono di voce, l’idea
che poteva continuare molto a lungo.
-
Va bene, basta così. Affare fatto. - Non poteva di certo continuare a negare di
essere stata scoperta, ma anche se la sua copertura era saltata, poteva ancora
sfruttare l’occasione a suo vantaggio.
Erza
fece sparire la spada ed al suo posto, nel palmo della mano comparve la piccola
lacryma con cui contattava ogni volta Ultear. - Dato che sai a cosa vai in
contro non mi soffermerò a lungo sulle condizioni Cana, ma voglio solo dirti
una cosa. Lo sai cosa fa Crime Sorcière ai suoi nemici, vero? Se ci tradisci,
giuro che ti taglio la testa ancor prima che tu possa toccare una carta. -
-
Di nuovo? Ti ho già spiegato che sono totalmente dalla vostra parte. E poi sai
una cosa? Mi piace un casino questo tuo lato volgare e crudele Erza, era
proprio quello con cui volevo lavorare. -
-
E a me tu non piaci invece Cana Alberona, quindi se vuoi lavorare davvero con
me, fa quello che ti dico. -
|
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Capitolo 45 *** Chi ha paura del presente? ***
Chi ha paura del presente
Il
presente è una matassa di fili intrecciati, soltanto alcuni
vanno verso la giusta direzione, verso un futuro luminoso, ma è
difficilissimo trovarli. C'è qualcosa di diverso in questa
Grimoire Heart, dato che Meredy e Ultear non ne fanno parte, ma
non bisogna sottovalutare lo stesso la gilda oscura. Anzi, forse
è meglio fare ancora più attenzione ...
Chi ha paura del presente?
Dire
che la reazione di Ultear fu omicida, quando Erza accese il collegamento ed in
linea con lei apparve un’altra persona, sarebbe dir poco. Per un attimo la maga
pensò che l’amica l’avrebbe fatta sparire dalla faccia di Erthland con la sola
forza del suo sguardo. Ma non appena Ultear capì la portata del business che le
si prospettava davanti, il suo atteggiamento cambiò in un istante. Seppellì
rapidamente l’ascia di guerra, accavallò le lunghe gambe per mettersi più
comoda ed ascoltare meglio ed esclamò qualcosa del tipo - Va bene allora, parliamo di affari. Cara la mia Cana
ho la sensazione che diventeremo buone amiche. -
Per
quanto disposta a rischiare però, Ultear non era stupida e prima di accordare
piena fiducia alle previsioni di Cana le chiese di metterle alla prova in un
paio di occasioni. La conclusione fu che la sua abilità di prevedere il futuro
e di svelare i misteri del passato era davvero così sorprendente come le aveva
promesso. C’erano occasioni in cui sembrava quasi, che piuttosto di prevedere
il futuro, fossero le carte di Cana a scriverlo, tanta era la precisione, ma la
cartomante si era rifiutata di avallare una simile ipotesi. Continuava a
ripetere che la sua capacità era semplicemente quella di identificare, tra le
varie possibilità, quella più probabile. Nonostante il suo talento, Cana si
ostinava a dire che non esisteva destino e che tutt’al più era possibile fare
un calcolo delle probabilità. Il presente da lei descritto assomigliava ad un
gomitolo di fili intrecciati che conducevano in tutte le direzioni, quando si
era abbastanza bravi da trovare quelli che andavano verso il futuro il gioco
era fatto. Purtroppo però in quel momento il loro presente assomigliava ad
intreccio inspiegabile di possibilità ed era difficile dire quale fosse la
giusta alternativa. Sapevano quali erano i fili in gioco, ma poco di come si sarebbero
mossi.
Anna,
Azuma, BluNote, Ivan, Kain, Rusty Rose, Zancrow, Zoldeo e Hades.
Così
come aveva i nomi dei sette candidati al titolo di livello S, adesso Erza aveva
anche i nomi degli Otto Fratelli del Purgatorio e del loro master, i pericolosi
generali di Grimore Heart. A quanto pare non erano mai riusciti a trovare prima
d’allora, informazioni su di loro e sulla loro base, perché Grimoire Heart non
aveva una sede fissa. La gilda si muoveva continuamente di regione in regione,
grazie ad un grossa nave voltante. Questo le permetteva non solo di passare
inosservata, ma anche di colpire e sparire con la stessa velocità di un
fulmine.
Oltre
ai nomi dei suoi nuovi nemici, Erza adesso poteva contare anche sulla lista di
quelli che i maghi di Fairy Tail avrebbero portato a Tenru come loro compagni.
Natsu aveva scelto Happy senza pensarci due volte. Gray aveva chiesto a Locke
di accompagnarlo, perché nonostante fosse uno spirito stellare portava ancora
il marchio della gilda e per di più era in grado di sostenersi nella loro
dimensione senza particolari sforzi. Elfman aveva deciso di gareggiare da solo,
perché un vero “uomo”, secondo la sua opinione, non ha bisogno di nessuno.
Gajeel invece aveva inaspettatamente deciso di portarsi Levy, perché come aveva
scoperto Cana usando le sue carte, la ragazzina era l’unica che con la sua
magia poteva produrre metallo a sufficienza per sfamarlo e permettergli di
recuperare le forze. In realtà Gajeel voleva approfittare dell’occasione anche
per spiarle sotto la gonna, ma quando Cana aveva scoperto anche questo era
scoppiata a ridere, aveva perso la concentrazione e non era più riuscita a
leggere niente.
La
cartomante invece aveva deciso di prendere Lucy in squadra. Era certa che se le
avesse raccontato qualche sciocchezza sul suo rapporto col padre, sarebbe stata
in grado di portarla dalla sua parte, ma c’era anche un altro motivo per cui
l’aveva scelta. Lucy era abbastanza ingenua da bersi tutto quello che le
avrebbe detto ed al momento opportuno sarebbe stato facile scaricarla in mezzo
alle prove, per evitare che scoprisse il loro vero obiettivo: vincere Fairy Glitter.
Con
i suoi tarocchi Cana era riuscita a sbirciare un po’ tra i poteri di tutti i
generali di Grimore Heart, ma soltanto per concludere che per battere il loro
master, Hades, avevano bisogno di qualcosa in più rispetto alle solite armi. I
poteri di Hades erano praticamente sconfinati ed attingevano alle più oscure
profondità della magia nera; l’unico modo per batterlo era quello di ricorrere
ad un incantesimo leggendario come quello lasciatogli in eredità da Mavis.
Quindi, prima di affrontare Grimore Heart, Erza e Crime Sorcière erano stati
costretti a modificare i loro piani. Dovevano assolutamente fare in modo che
fosse Cana a vincere le selezioni e a recuperare per loro l’incantesimo di
Mavis. Sarebbe stato tutto troppo sospetto, se a farlo fosse stata Erza o
qualcun altro, e qual’era il modo migliore di assicurarsi la vittoria, se non
barando?
-
Si vince facile, quando c’è Cana Alberona in squadra! - L’aveva rassicurata la
cartomante sfogliando i suoi tarocchi, ma la verità era che, oltre alle
informazioni di cui disponeva, durante la prova Erza poteva contare su altre
due infiltrate: Juvia e Wendy.
Le
due avevano fatto ritorno a casa soltanto in serata, ma avevano trovato Erza e
Cana già impegnate a discutere del piano per eliminare Grimore Heart.
Juvia,
com’era prevedibile, era andata fuori di testa all’annuncio della sua nomina.
All’inizio aveva pensato che se fosse riuscita ad ottenere il titolo di livello
S, Gray si sarebbe finalmente accorto di lei, poi aveva concluso l’opposto,
ossia che se fosse stata lei a vincere e non il suo amato Gray - sama, il
ragazzo probabilmente si sarebbe sentito a disagio vicino a lei. Juvia aveva
così concluso di partecipare anche lei da sola, ma per perdere il più
rapidamente possibile.
-
Ecco. - Le aveva detto Cana - Meglio così, ci risparmi un sacco di lavoro. -
Wendy
infine aveva ricevuto la proposta più strana di tutte. Mest le aveva chiesto di
accompagnarlo in gara, perché aveva sentito parlare delle sue abilità come
guaritrice e le piccola aveva accettato lusingata da tutti i suoi complimenti.
Quando però Erza le aveva chiesto una mano, le carte si erano rapidamente
ribaltate in tavola e Wendy le aveva assicurato che Mest sarebbe stato messo
fuori combattimento ancor prima di rendersene conto. Per lei sarebbe stato
praticamente uno scherzo metterlo a dormire per tutta la durata della prova, grazie
alle sue conoscenze delle erbe e dei veleni.
Carla
era l’unica che si era opposta al progetto, preoccupata come sempre per la sua
amica. Non le piaceva né l’idea che un uomo tanto più grande di lei, come Mest,
le chiedesse di stare in squadra con lui, né l’idea che Erza la coinvolgesse
nelle sue oscure missioni.
-
Un’ultima cosa Cana. - Domandò infine la maga in armatura, quando quasi tutto
era deciso - Pensi che Mest possa essere un problema per noi se Wendy non
riesce a stenderlo? -
-
Chi? Quello? Mest non vale niente! Tutto quello che sa fare è qualche giochetto
col teletrasporto. È veloce ma non è forte, l’ho già controllato un paio di
volte con le carte e non è migliorato per niente nell’ultimo anno. - E così
alla fine era proprio vero, Erza era l’unica a non ricordarsi di lui e anche se
Cana le aveva garantito che non era affatto pericoloso, la ragazza non riusciva
lo stesso a togliersi l’idea di testa che in lui ci fosse qualcosa di strano.
Il
resto della settimana trascorse rapidamente, tra i preparativi per le selezioni e quelli per lo sterminio di
Grimore Heart. Benché il tempo fosse scarso alla fine Ultear era riuscita a
preparare un buon piano d’azione ed Erza e gli altri si erano messi a lavoro
seguendo le sue indicazioni.
Alla
fine Erza, Mirajane e Gildarts furono i primi a sbarcare sull’isola di Tenrou,
per prendere posizione nelle zone loro assegnate.
Tenrou
era davvero un’isola magica come aveva detto Makarow, a prescindere dal fatto
che le fate l’avessero abitata in passato oppure non lo avessero mai fatto. Si
trattava una piccola perla immersa tra le acque coralline a sud di Hargeon, la
grande città portuale. Il mare attorno a Tenrou era azzurro e cristallino, le
sue spiagge sabbiose e dorate tra una cala di roccia e l’altra. L’entroterra
invece era fitto per la vegetazione, soprattutto grandi arbusti. Ma ciò che
colpiva di più era il gigantesco e maestoso albero che sorgeva al centro
dell’isola. Una creatura millenaria, così alta e così imponente che i suoi rami
formavano quasi una specie di seconda isola sospesa su Tenrou. Non avrebbe saputo
dire perché, ma mentre camminava alla sua ombra Erza sentiva che quell’albero
aveva un certo influsso benefico sull’ambiente e che l’energia che emanava si
diffondeva tutt’attorno rendendo le altre piante ancora più rigogliose. Era un
peccato pensare che lo scontro tra concorrenti probabilmente avrebbe finito per
danneggiare quel luogo. L’esame per l’abilitazione infatti, sarebbe stato molto
duro e diviso in ben due fasi: una per testare le capacità dei candidati
nell’affrontare situazioni inaspettate, l’altra per verificare le loro abilità
personali.
La
nave su cui si trovavano i maghi di Fairy Tail, infatti, si sarebbe fermata a
largo dell’isola. Da lì i concorrenti avrebbero raggiunto la spiaggia più
grande e bella di Tenrou da cui si diramavano sette sentieri diversi. A seconda
della loro scelta, avrebbero trovato o una strada libera o degli esaminatori o i
loro stessi compagni ad ostacolarli.
Quelli
che avrebbero superato la prima fase, avrebbero avuto infine sei ore a
disposizione per cercare la tomba di Mavis e recuperare la magia custodita
dalla lapide: Fairy Glitter. Sfortunatamente nessuno conosceva la posizione
esatta della tomba, nemmeno gli esaminatori, dato che il vecchio Makarow aveva
preferito tenere il dettaglio tutto per sè. Era un vero peccato, perché
conoscere in anticipo la posizione del mausoleo avrebbe reso tutto più facile
per Erza e per i suoi compagni. Poco male, Crime Sorcière aveva comunque molti
assi nella manica.
Quando
raggiunse finalmente il sentiero che le era stato assegnato, Erza decise di
approfittarne evocando la sua piccola lacryma, mancava ancora qualche minuto
all’arrivo dei concorrenti ed era meglio accertarsi che fosse tutto in ordine.
Questa volta quando il cristallo si accese, ad accoglierla fu il viso di Jellal.
-
Siete già sull’isola? -
-
Certo Scarlet, siamo arrivati qui ancora prima di te. - Jellal mosse un poco
l’inquadratura mostrandole i grandi rami che c’erano tutt’attorno a lui ed i
loro compagni che vi erano seduti sopra. - In questo momento ci troviamo
proprio sopra la tua testa. In realtà dal punto in cui siamo riesco perfino a
vederti. -
Erza
alzò istintivamente la testa verso il grande albero, ma a differenza di Jellal
non vide niente.
-
Sono così facile da individuare? -
-
I tuoi capelli sono inconfondibili. Sembri un fiore in mezzo al verde, una
meravigliosa rosa rossa. -
-
Piantala Jellal o un giorno si stancherà delle tue smancerie. - Gli fece eco la
voce di Simon da qualche parte.
-
Si vede proprio che non ne capisci di donne. - Lo canzonò invece Wally - Con
una donna bisogna essere teneri e ricordarle ogni istante che la ami. -
-
Invece di chiacchierare di scemenze ditele le cose serie! - Alla fine Ultear
riuscì a strappare la sua sfera a Jellal e a recuperarne il possesso - Erza
abbiamo altra gente sull’isola. -
- Altra gente? Come sarebbe a dire? - Nessuno
poteva sbarcare a Tenru senza permessi specifici, visto che era di proprietà
della gilda.
-
Si tratta del simpatico nipotino di Makarow e dei sui leccapiedi. - Le spiegò
Ultear - Li abbiamo osservati un po’ e a quanto pare si sono ritirati qui
sull’isola già da qualche tempo, per meditare ed allenarsi. Appena si sono
accorti del vostro arrivo si sono affrettati a nascondersi in una cala
dall’altra parte dell’isola. Se siamo fortunati non ci daranno fastidio. -
E
così anche Laxus, Freed, Evergreen e Bickslow erano lì, chi l’avrebbe mai
detto? A quanto pare avevano fatto un errore dando per scontato che l’isola
fosse vuota.
-
In più posso garantirti che anche gli altri concorrenti stanno arrivando. -
Continuò Ultear - La loro nave si è già fermata a largo dell’isola, ma credo
che Juvia sarà la prima a sbarcare. Speriamo di aver puntato sul cavallo
giusto. -
-
Non ti preoccupare, un cavallo dopato come quello non può perdere. - Ed a
quella affermazione Erza si lasciò sfuggire un ghigno - Piuttosto voi
smettetela di fare i gabbiani, appollaiati sulla cima di quell’albero, e
scendete a terra per fare la vostra parte. -
Purtroppo
Erza non sapeva che nella matassa di fili in cui si trova invischiata, c’era
qualcos’altro che era sfuggito alle previsioni di Cana, al suo controllo ed a
quello dei suoi amici. Né lei né Crime Sorcière potevano sapere che proprio in
quel momento una grossa nave volante, nera come la notte, stava per calare
sull’isola su cui si trovavano come un predatore affamato. Seduta sul ponte
spiccava una singola figura vestita di bianco. Sorrideva da sotto il cappuccio
mostrando i canini affilati.
- Non vedo l’ora di rivederti ... Natsu. -
|
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Capitolo 46 *** Il più fortunato ***
Il più fortunato
Dal prossimo capitolo l'azione si fa ancora più densa, qui stiamo solo cominciando. Buona lettura!
Il più fortunato
Quando
Erza chiuse il suo contatto via lacyma era ancora ignara delle minacce che
incombevano sull’isola di Tenrou e sullo svolgimento degli esami. I suoi
pensieri erano di tutt’altro genere: continuava ad esempio a pensare a Cana, su
cui aveva puntato tanto durante quell’operazione. Prima dell’inizio degli esami
e prima di scoprire il suo passato, Erza non aveva mai pensato alla cartomante
come ad una persona affidabile ma alla fine era stata costretta a ricredersi.
Cana era terribilmente determinata a prendersi la sua vendetta su Grimoire
Heart ed i suoi poteri erano davvero sorprendenti. Mentre lavoravano spalla a
spalla per organizzare quell’operazione, Erza le aveva anche chiesto di
raccogliere con le sue carte qualche informazione in più su Tartaros, purtroppo
però il loro tentativo si era risolto in un buco nell’acqua. La cartomante
aveva provato ad interrogare più volte i tarocchi ma alla fine era stata
costretta a concludere che non solo E.N.D. ma tutti i componenti di Tartaros
dovevano essere dei demoni e che questa era l’unica ragione per cui i suoi
poteri non funzionavano su di loro. La magia di Cana poteva essere applicata
facilmente a uomini, animali, oggetti e a tutte quelle cose per cui vale la
logica umana, ma qualcosa di così singolare ed imprevedibile come un demone,
specie uno creato da Zaref, era ben oltre la sua portata e quella di qualunque
tipo di calcolo delle probabilità.
L’idea
che Tartaros fosse completamente costituita da demoni non era una buona
notizia, Erza tuttavia aveva ancora un pizzico di fiducia: sperava di poter
cavare qualche informazione da Grimoire Heart e di usare quei dati a suo
vantaggio per cogliere Tartaros alla sprovvista. Gli Oracion Seis erano gli
ultimi arrivati e non conoscevano niente sul vertice della triade, ma Grimoire
Heart era lì da molto più tempo di loro ed aveva sicuramente un legame più
forte con l’altra gilda oscura.
Certo,
fermare prima Grimoire Heart e poi Tataros non sarebbe stata una missione
facile, specie dopo aver vissuto il disastro di Nirvana, ma Erza era convinta che
se si fossero impossessati di Fairy Glitter, come da programma, le cose
sarebbero andate molto meglio. Era questa la ragione per cui la maga non poteva
far a meno di aspettare la sua concorrente con una punta d’ansia, sognando già
la rivincita contro la Balam Alliance. Erza infatti, conosceva già in anticipo
il nome della persona che sarebbe sbucata di lì a poco sul sentiero e questo perché,
grazie al piano che lei e Crime Sorcière avevano elaborato, tutto era già calcolato
fin nel minimo dettaglio. Avevano combinato le informazioni di cui Erza
disponeva come esaminatrice, le abilità di Cana per sondare i risultati più
probabili e per finire la magia di Hoteye per dare una mano al futuro a seguire
il percorso tracciato. Il mago, infatti si era nascosto sulla spiaggia, pronto
a usare la sua abilità con il fango per modificare le vie d’accesso ai sentieri
e guidare tutti i concorrenti a destinazione. Ecco perché Erza sapeva già che ad
arrivare fino a lei sarebbe stata Juvia, una delle loro favorite.
Natsu,
invece avrebbe inboccato il sentierio che conduceva da Gildarts e, vista la sua
malsana voglia di affrontare ogni avversario più forte di lui a testa bassa, si
sarebbe fatto eliminare di sicuro in pochi round.
Gray
e Locke invece avrebbero trovato sulla loro strada Mirajane e non c’era alcun
dubbio sul fatto che quei due perveriti avrebbero provocato abbastanza il
Demone per farsi eliminare.
Cana
e Lucy, Mest e Wendy avrebbero invece preso gli unici due sentieri a
disposizione liberi da insidie, per giungere illesi alla seconda prova.
Soltanto allora Wendy si sarebbe sbarazzata di Mest, anestetizzandolo con un
sonnifero e Cana di Lucy con una carta soporifera. Non era necessario che la
cartomante si liberasse a tutti i costi della sua compagna di squadra, ma senza
Lucy nei paraggi sarebbe stato più facile per Crime Sorcière trovare la tomba
di Mavis.
Elfman,
Gajeel e Levy erano gli ultimi rimasti in lista e secondo quanto stabilito si
sarebbero incontrati tutti e tre sullo stesso sentiero e sarebbero stati costretti
a combattere. Sarebbe stato sicuramente un duello interessante: Elfman deciso a
vincere a tutti i costi per dimostrare di essere il “più uomo della gilda” e
Gajeel deciso a vincere a tutti i costi il titolo in palio. Ma in realtà il
risultato di questo duello era piuttosto indifferente: se Elfman si fosse
qualificato allora un colpo ben assestato lo avrebbe messo a dormire per il
resto della prova. Se invece fosse stato Gajeel il vincitore, allora Juvia
sarebbe tornata in scena, occupandosi di bloccargli la strada durante tutta la
seconda prova. La maga d’acqua e il dragon slayer infatti, erano stati nella
stessa gilda ancor prima di arrivare a Fairy Tail e Juvia conosceva
perfettamente tutti i punti deboli del compagno: per quanto Gajeel potesse essere
temibile, l’altra avrebbe sicuramente saputo come tenergli testa.
Mentre
ripensava agli schemi del piano e ripassava tutti i passaggi, Erza si sentiva
un po’ in colpa per aver truccato la competizione, specie per Natsu e Gray che
tenevano così tanto alla promozione. L’avevano sempre invidiata per essere
riuscita a prendere il titolo di livello S prima di loro e le avevano espresso
più volte quel desiderio, ma Erza si illudeva che tutto quello che stava
facendo fosse per uno scopo più alto. Un mondo libero da Grimoire Heart e da
Tartaros sarebbe stato sicuramente un mondo migliore e poi Natsu e Gray potevano
tentare la sorte dopo un altro anno di allenamento. E prendere Tartaros era
ancora più importante da questo punto di vista, perché ogni anno che passava
poteva essere l’ultimo con la minaccia di un ritorno di Zaref.
Infine
c’era un’ultima ragione per cui Erza si sentiva in colpa. Cana le aveva
spiegato che alcuni membri di Grimoire Heart si trovavano alla gilda fin dai
tempi in cui c’era sua madre ma che qualcun altro, come Ivan, si era aggiunto
negli ultimi anni. Non appena le aveva rivelato la vera identità del mago, Erza
si era sentita mancare l’aria per lo stupore e si era sentita improvvisamente
indecisa su come comportarsi. Per fortuna a trarla fuor d’imbarazzo ci aveva
pensato Ultear, con la sua solita fermezza. Il destino per quelli di Grimoire
Heart sarebbe stato uno ed indifferentemente uno soltanto: la morte. Ma chissà
cosa avrebbe pensato il vecchio Makarow dopo una rivelazione del genere?
A
strappare Erza dai suoi pensieri ci pensò un rumore precipitoso di passi. La
maga si alzò con uno scatto dal tronco su cui si era seduta domandandosi cosa
stesse accadendo ma a darle una risposta ci pensò Juvia, incespicando fuori dalla
vegetazione.
-
Si può sapere che ti è successo? -
La
maga d’acqua aveva la faccia rossa come un peperone, stava facendo vapore da
tutte le parti, aveva perso il suo solito cappello durante la corsa e si stava
sventolando freneticamente con una mano. - Gray ... Gray - sama ... - Erza
roteò gli occhi al suono di quel nome, era ovvio! Cosa poteva mai turbarla
tanto?
-
NUDO! - Aggiunse Juvia dopo qualche altro borbottio incompresibile - Sulla nave
faceva troppo caldo e ... A un certo punto si è tolto il costume! Che meraviglia♥!
Erza dobbiamo fare più spesso questi esami! -
Erza
nel frattempo non riusciva davvero a capire cosa ci fosse di così eccezionale
nel vedere Gray nudo, anche a lei era capitato un sacco di volte, così come a
tutti i maghi della gilda. Certo, aveva il suo fisico ma ... Non appena ebbe
formulato quel pensiero Erza scosse violentemente la testa, ringraziando il
cielo per il fatto che Jellal non avesse ancora imparato a leggere nelle menti
degli altri.
-
Basta perdere tempo, Juvia! - Le ordinò la maga evocando l’Armatura
dell’Imperatrice dell’Acqua - Tirami qualcosa addosso e facciamo finta di
combattere un po’, in modo che possa farti passare al secondo turno. Muoviti! -
Quando
alla fine Erza raggiunse il punto d’incontro con gli altri compagni di gilda,
doveva spintonare Juvia per farla camminare. Forse aveva esagerato un po’ con
il loro finto duello, ma non voleva ammetterlo: in fondo le erano occorsi
parecchi colpi per liberare l’amica dall’ossessivo pensiero di Gray.
-
Ed ecco le ultime due arrivate ... - Annunciò Makarow guardandole con una punta
d’apprensione - Come è andata? -
-
Bene, ovviamente. - Annunciò Erza come se fosse stata la cosa più naturale del
mondo - Juvia è stata promossa. - Ma allo spintone successivo la povera maga
inciampò, accasciandosi in mezzo all’erba.
-
Mi fa piacere ... - Di fronte a quella scena il vecchio master si sforzò di
fare un sorriso - Almeno qualcuno è passato ai test degli esaminatori! -
-
Che vuol dire? - Continuò Erza fingendo completa ignoranza e guardardansi
intorno nella radura in cui avevano appuntamento. Natsu stava in un angolo con
la faccia depressa ed un grosso bernoccolo sulla testa, i vestiti tutti
stracciati a causa di qualche esplosione. Happy stava tentando invano di
consolarlo con qualche colpetto di zampa. Gray e Locke invece sembrava fossero
incappati tra le zampe di una tigre: erano coperti di graffi e avevano un
occhio nero a testa ... Come previsto.
-
Io non l’ho fatto a posta! - Cominciò Gildarts alzando le mani in segno di
difesa - Sul serio, non era mia intenzione scomporre il ragazzo! - “Scomporre?”
Che razza di incantesimo aveva utilizzato? - Ma lui voleva combattere
seriamente a tutti i costi! Mi ci è voluto l’aiuto di Makarow per rimetterlo
insieme! -
-
Giuro che anche io non volevo andarci così pesante ... - Continuò Mirajane
riavviandosi i capelli con una punta d’imbarazzo - Ma ... -
-
Io gli avevo detto che un attacco a sorpresa non era una buona idea! - Sbottò
Gray puntando un dito contro Locke - Soprattutto se quando salti fuori dai
cespugli afferri una ragazza per le tette! -
-
Ehei! - Gridò lo spirito per tutta risposta, saltando sulle difensive - Non
l’ho fatto apposta! Non c’era ombra di malizia nei miei gesti! -
-
Nessuno ti crede Locke! - La voce di Gray venne troncata di netto da quella di
Elfman che si era appena alzato dal suo posto - CHE HAI FATTO A MIA SORELLA?
RIPETILO SE SEI UOMO! - Niente e nessuno lo avrebbe fermato se Mirajane in
persona non lo avesse afferrato per un braccio. Poteva pure essere tutto
coperto di lividi ma il bestione aveva ancora voglia di combattere. La scena
era a dir poco esilarante ma Erza si sforzò di contenere le risate scuotendo un
dito in direzione degli altri esaminatori e ribadendo il concetto che il loro
compito era quello di giudicare le abilità dei concorrenti, non distruggerli o
“scomporli” a pezzi.
-
Noi invece siamo state proprio fortunate! - Gridò con gioia Cana passando un
braccio attorno alle spalle di Lucy - Abbiamo trovato un sentiero libero! -
-
E anche noi! - Aggiunse Wendy con la sua vocina allegra. Mest, seduto accanto a
lei stava fissando con estremo interesse l’erba e i fiori di campo attorno a
lui e sembrava non si fosse nemmeno accorto che la prima prova era finita.
-
Noi invece ci siamo fatti strada combattendo! - Concluse Levy con un sorriso: a
quanto pare erano stati lei e Gajeel ad ottenere la meglio, ma la ragazzina era
praticamente illesa ed era evidente che il dragon slayer aveva fatto tutto da
solo. Chissà se aveva avuto la sua occasione per spiarle sotto la gonna?
I
pensieri divertiti di Erza vennero interrotti bruscamente dalle proteste di
Natsu, che aveva scelto proprio quel momento per rianimarsi - Vecchio! - Stava
gridando per attirare l’attenzione del master - Questa cosa non è giusta!
Perfino gli esaminatori hanno detto che hanno esagerato! Perché non possiamo partecipare
anche noi alla seconda prova? -
-
Bhè, vedi ... - Cominciò il master e “Neanche per sogno!” sibilò mentalmente
Erza ma solo per essere interrotta ancora dalla voce del vecchio - Forse hai
ragione. -
COSA?
-
Mi hai dato una buona idea Natsu: per questa volta faremo un’eccezione e
cambieremo le regole per la seconda prova! -
Non
poteva essere ...
-
Faremo partecipare tutti, anche i ragazzi che non hanno passato la prima! -
Annunciò Makarow pieno d’entusiasmo e d’allegria - Siccome la fortuna non è
l’unica cosa che conta, voglio vedere ancora meglio le vostre abilità in campo!
Chi trova per primo la tomba di Mavis e recupera Fairy Glitter vince, ma badate
bene: se due coppie raggiungono contemporaneamente la tomba il titolo verrà
assegnato solo a quella che ha passato la prima fase! -
-
E se sono tutte persone che non l’hanno passata? - Si informò invece Lucy.
-
Allora faremo un bel duello per decidere il vincitore! - Aggiunse il vecchio
con ancor più entusiasmo di prima.
-
ASSOLUTAMENTE NO! - Alla voce di Erza tutti si girarono improvvisamente verso
di lei con aria stupita, specialmente Makarow - Come mai sei così contraria
quando sei stata proprio tu la prima a dire che gli altri esaminatori erano
stati eccessivi? -
“Perché
così farete fallire il mio piano!”
-
Perché le regole non sono mai state cambiate durante un esame! - Provò ad
obiettare debolmente la maga, schiacciata dagli sguardi indagatori di tutti i
compagni.
-
C’è sempre una prima volta! Non essere così rigida! - La rassicurò a quel punto
Makarow, agitando una mano - E poi i ragazzi sono tutti d’accordo! FORZA! -
Gridò alla fine il vecchio per incitare tutti - Avete sei ore di tempo, cosa
state aspettando? La prova comincia adesso! - Non c’era bisogno di dire altro:
i concorrenti si lanciarono tutti nella foresta gridando per la gioia, Natsu in
testa. Erza rimase invece impietrita al suo posto, mentre li fissava correre
via; non credeva che sarebbe mai arrivato un giorno come quello ma adesso
poteva dire con certezza di odiare la generosità di Makarow.
-
E allora? - Fu proprio la voce del vecchio a scuoterla ancora una volta -
Perché non andate anche voi esaminatori a controllare come procede la sfida?
Non vorrei che nella foga di arrivare per primi i ragazzi causino troppi danni
o si facciano troppo male combattendo gli uni con gli altri. - Gildarts e
Mirajane annuirono prontamente ed Erza non perse altro tempo a gettarsi tra gli
alberi, correndo il più lontano possibile dalla radura: doveva contattare al
più presto Crime Sorcière per trovare una soluzione a quel disastro. Perché
ogni volta che si trattava di fortuna, le cose le andavano sempre nel peggior
modo possibile?
-
Ah, è stato davvero un gioco da ragazzi imbrogliare tutti quei maghi. - Nel
frattempo dalla sua postazione sulla spiaggia Hoteye stava ancora ridacchiando
all’idea di come aveva modificato le vie d’accesso ai vari sentieri per
condizionare i risultati della prova. Nessuno si era accorto di lui, nemmeno
Juvia e Wendy, che nonostante tutto erano dalla loro parte. - Tuttavia ... -
Continuò a sussurrare il mago - Non sono completamente certo che imbrogliare in
questo modo sia una cosa giusta. - A
quel pensiero Hoteye venne colpito come da un lampo e si affrettò a sfilare la
sua fedele Bibbia da sotto il braccio, sfogliando freneticamente tra le pagine
per assicurarsi che la frode non fosse inserita in qualche divieto delle tavole
della legge. Ma per quanto i suoi dubbi potessero essere importanti, alla fine
il mago si costrinse a chiudere il volume. Sentiva che c’era qualcosa di strano
nell’aria, ma non avrebbe saputo dire bene cosa. L’energia che la terra
dell’isola di Tenrou emanava era calda e luminosa, ma qualcosa di freddo e
oscuro sembrava essere in avvicinamento. Hoteye aveva allenato a lungo i suoi
sensi e i suoi occhi per casi come quello, come una buona sentinella indiana,
ma per quanto si sforzasse di scrutare l’orizzonte non vedeva niente di nuovo.
Fu allora che il mago sentì una strana voce riecheggiargli nella testa, una
voce ferma e temibile.
“So
che mi stai guardando, ma io vedo meglio di te.”
Hoteye
non riuscì nemmeno a processare quello che aveva appena sentito, prima che un
cerchio magico si materializzasse sotto i suoi piedi liberando una scarica
d’energia oscura. L’incantesimo lo tramortì all’istante ed il gigante buono di
Crime Sorciére si afflosciò sulla sabbia senza fare un suono.
In
quello stesso istante anche Jellal percepì che c’era qualcosa che non andava e
si inchiodò improvvisamente sul posto. Lui ed i suoi compagni stavano
perlustrando come da programma l’isola per cercare tracce della tomba di Mavis
ed assicurarsi che Cana vincesse la selezione.
-
C’è qualcosa che non va? - Jellal venne riscosso soltanto dal tocco di
Millianna.
-
Hoteye ... - Fu l’unica cosa che riuscì di dire - La sua aura è sparita di
colpo. - Non tutti i suoi compagni erano in grado di percepire quel cambiamento
ma anche Ultear se n’era accorta ed aveva un’espressione preoccupata.
-
Credi che ... - La maga non riuscì nemmeno a completare la frase prima che la
sua sfera di cristallo si illuminasse rivelando la figura di Erza.
-
Il piano è andato a rotoli! -
-
A rotoli? Che intendi Scarlet? -
-
Makarow ha dato il permesso anche a quelli che sono stati eliminati di
partecipare alla seconda prova, adesso si sono tutti sparpagliati per l’isola
insieme agli esaminatori! -
Come
se non avessero già avuto abbastanza brutte notizie da fronteggiare! Ultear
fece una smorfia ma ancor prima che potesse rispondere all’amica il contatto
venne disattivato bruscamente, più o meno come era sparita bruscamente l’aura
di Hoteye. Jellal a quel punto fu il più rapido a reagire ordinando ai compagni
di dividersi in coppie e di scoprire cosa stava succedendo.
-
Millianna, Wally venite cone me andiamo a cercare Hoteye! Voi invece trovate
Scarlet, presto! - Avrebbe voluto corrore lui per primo da Erza, ma in un
momento del genere Hoteye era quello che aveva sicuramente più bisogno di
soccorsi. Improvvisamente tutta l’isola di Tenrou era stata avvolta da un velo
d’energia oscura così densa da impedire perfino a lui di controllare la
posizione dei compagni. Jellal non poteva fare altro che pregare. Né lui, né i
il resto di Crime Sorcerer poteva sapere che il collegamento con Erza si era
rotto a causa di un attacco. La maga stava correndo verso di loro quando ad un
certo punto un ramo assassino era saettato fuori dagli alberi puntandole contro
come una lancia dalla punta affilata. Erza aveva evitato il colpo saltando
bruscamente indietro, ma lacryma che stringeva in mano era stata colpita e
ridotta in frantumi. Era solo allora che la ragazza si era accorta che c’era
qualcuno oltre a lei in mezzo al verde. Un uomo dalla pelle scura era appena
emerso dal tronco dello stesso albero che l’aveva attaccata; impresso sulla
spalla della sua divisa c’era un marchio inconfondibile: un cuore coperto di
spine.
-
Grimoire Heart! - Sibilò Erza evocando rapidamente una spada. Qualunque cosa
stesse accadendo non prometteva niente di buono.
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Capitolo 47 *** Doranbolt ***
Doranbolt
Mi sono
divertita moltissimo anche a scrivere questo capitolo che è
l'ultimo che aggiorno oggi. Probabilmente qualcuno di voi noterà
un cammeo direttamente da One Piece. Non ci posso fare niente! Ma non
appena mi sono immaginata la flotta del consiglio che circondava
l'Isola di Tenrou mi è tornata in mente la povera isola di
Ohara, la casa di Nico Robin, distrutta da un terribile attacco navale.
Ci avete mai fatto caso che Ohara e Tenrou hanno entrambe un grosso
albero al centro? Forse sono io ma a volte mi capita di trovare un
sacco di somiglianze tra Fairy Tail e One Piece di cui sono una fan di
vecchia di data. A essere sinceri ho inserito un riferimento a One
Piece anche nel personaggio di Hoteye. Quando mi sono chiesta come
doveva essere il nuovo Hoteye in questa storia, ho subito pensato che
non aveva più senso fargli stringere un libro contabile e
descriverlo come ossessionato dal denaro. Wally era lì, accanto
a lui, che senso aveva cercare così disperatamente di acquistare
denaro e potere per vendicare la sua scomparsa? In quel preciso istante
ho pensato che Hoteye assomigliava in modo inquietante a Bartholomeow
Kuma e di sostituire il libro contabile con una Bibbia. Buona lettura!
Doranbolt
Mentre
camminava accanto a Mest nel fitto della foresta, Wendy era perfettamente
consapevole del fatto che il piano originale elaborato da Jellal, Erza e dai
loro amici, era completamente fallito. Ma anche se Wendy non aveva il potere di
ribaltare i risultati del torneo c’era ancora qualcosa che poteva fare,
procedendo secondo quanto era già stato stabilito: fermare il suo compagno di
squadra. Mest non sembrava un tipo pericoloso, anzi, Wendy aveva l’impressione
che fosse un ragazzo gentile e anche un po’ goffo, ma soprattutto un animo
semplice e spontaneo visto il modo in cui ogni dettaglio dell’isola lo riempiva
di meraviglia. Tuttavia Mest non era un pericolo da sottovalutare, vista la sua
abilità nel teletrasporto che in una fase come quella poteva risultare un
vantaggio determinante nel trovare per primi la tomba di Mavis. Se Wendy voleva
evitare il peggio doveva agire in fretta.
-
Mest - san! - La ragazzina lo chiamò con un sorriso dolcissimo, sfilandosi una
bottiglietta dalla borsetta che portava al fianco - Ho qualcosa per te! -
-
Per me? Sul serio? Cos’è? Cos’è? - Mest non esitò ad accettarla scuotendola per
vedere meglio il contenuto e stappandola per inspirarne il delizioso profumo di
fiori.
-
L’ho preparata proprio per questa fase del torneo. - Gli spiegò Wendy
sorridendo sempre di più - È una pozione che migliora temporaneamente le
caratteristiche fisiche di chi la usa. -
O
meglio un potente sonnifero.
-
Grazieeee! Ah, lo sapevo che scegliendo te come compagna di squadra avrei fatto
benissimo! Ne prendo subito un sorso! - Quando Mest avvicinò la pozione alle
labbra Wendy si concesse per un attimo un piccolo gesto d’esultanza ma la sua
gioia durò ben poco perché fu proprio allora che una palla di pelo bianca ed
una nera piovvero giù dal celo afferrandola per le spalle e trascinandola via.
Il vento prodotto dalle loro ali e lo stupore provocato dalla loro apparizione
fece sobbalzare Mest così forte da fargli perdere la presa sulla boccetta e
l’intera pozione andò persa in un sol colpo, rovesciandosi a terra.
-
Carla! Lily! - Strillò Wendy al colmo della rabbia - Che cosa accidenti ci fate
qui! Non siete ammessi all’esame! -
-
Sta lontana da quell’uomo! - La
voce della sua amica tuttavia la zittì in men che non si dica - È un impostore!
-
-
Ma cosa ... - Mest non riuscì nemmeno a completare la sua obiezione, prima che
Panther cambiasse forma e gli sferrasse un pugno. La sua zampa lo mancò
intenzionalmente solo di pochi centimetri, crepando all’impatto il macigno che
si trovava giusto un passo dietro di lui.
-
Non mentire ancora. - Sibilò il grosso exceed - Devi aver usato qualche
incantesimo capace di modificare i ricordi delle persone per infiltrarti nella
gilda ma per fortuna non tutti ci sono cascati. -
-
Erza non ti ha mai creduto! - Aggiunse Carla, puntandogli una zampa contro - Ma
anche se lei alla fine si è fatta convincere dai suoi compagni, io non mi sono
fatta ingannare! Ho seguito la sua intuizione e mentre il master era via ho
controllato l’archivio della gilda! Nessun Mest è mai stato ammesso a Fairy
Tail! -
A
quelle parole Wendy si sentì attraversare da un brivido, mentre un sospetto
sempre più forte prendeva piede dentro di lei: forse Carla aveva ragione.
Quando era arrivata alla gilda non c’era nessun Mest. Nessun Mest le si era mai
presentato, nessun Mest era apparso fino alla settimana prima della prova.
-
Chi sei veramente? - Continuò a sibilare Panther, scoprendo le zanne. Né
l’exceed, né nessun altro si aspettava una reazione così fulminea quando Mest
finalmente si mosse, colpendolo allo stomaco e schizzandolo parecchi metri
indietro. Il colpo fu così forte che Panther si ritrovò col fiato mozzato e la
sua trasformazione si disattivò in men che non si dica, lasciandolo indifeso a
terra.
Carla
gridò, provando a trascinare via Wendy ma si ritrovò rapidamente la strada
bloccata dal mago. Si era mosso così velocemente perché doveva aver usato la
sua abilità con il teletrasporto, ma la cosa più sorprendente era un’altra.
Durante quei pochi secondi in cui era sparito e riapparso, Mest aveva cambiato
completamente abbigliamento ed adesso invece del pantalone scuro e dalla sua
camicia a righe, indossava l’inconfondibile divisa bianca e blu del Consiglio
di Magia.
-
Sembra proprio che mi abbiate scoperto. - Cominciò il mago - E pensare che
nessuno aveva mai svelato la mia identità durante una missione in incognito. -
-
Il Consiglio? - Balbettò Panther ancora più confuso, mentre ormai sia Carla che
Wendy erano rimaste senza parole.
-
Il mio vero nome è Doranbolt e come vedete sono un membro del Consiglio. - Gli
rivelò alla fine il mago.
-
Non sono qui con cattive intenzioni, quindi non c’è alcun motivo per cui
scappare. - Le sue parole tuttavia non fornirono alcuna specie di
rassicurazione a Carla, che dopo un piccolo momento di sbandamento, tornò ad
arruffare il pelo - Se non sei qui con cattive intenzioni perché hai colpito
Lily e hai infiltrato la gilda? -
-
Sono qui per indagare cosa si nasconde veramente a Fary Tail, dato che il
Consiglio sospetta che ci sia un legame tra la vostra gilda e alcune
associazioni oscure. - Questa volta la dichiarazione di Doranbolt trapassò
tanto Wendy quanto Carla come una scossa. - E visto che adesso avete scoperto
la mia identità. - Continuò il giovane consigliere - Sono costretto a chiedervi
di collaborare e di mantenere il silenzio su quello che avete appena sentito. Sarà
pur vero che sono l’unico entrato nella gilda, ma non sono venuto qui da solo:
c’è un’intera flotta di brigantini che pattuglia le acque qui intorno all’isola
con a bordo la migliore squadra d’arresto dei cavalieri runici. Spero che non
vogliate costringermi ad incriminarvi per favoreggiamento e che non vogliate
nemmeno costringermi a prendere misure estreme. -
In
realtà Carla non era mai stata d’accordo sul fatto che Wendy si facesse
coinvolgere negli affari oscuri di Crime Sorcière, ma questo non significava
che in caso di pericolo l’avrebbe tradita. Wendy era la sua migliore amica e
Carla l’avrebbe appoggiata nonostante tutto in ogni scelta. Le minacce di
Doranbolt potevano soltanto farla innervosire ancora di più - MA QUESTO È
SQUALLIDO! Con che coraggio minacci una bambina? -
-
Io non sto minacciando nessuno. - Le fece notare Doranbolt con un sorrisino
sarcastico - Forse se vi sentite minacciate è soltanto perché avete qualcosa da
nascondere ... -
Ma
per quanto potesse essere elevata l’ostilità di Carla, niente al mondo avrebbe
potuto superare quella che provava Wendy in quel momento. Non solo era stata
ingannata, ma l’uomo che le stava davanti costituiva un’autentica minaccia sia
per lei che per i suoi amici. Il fatto che avesse la divisa del Cosiglio non lo
giustificava affatto e lei non avrebbe mai acconsentito a fare qualcosa che poteva
mettere in pericolo Jellal ed Erza. Nonostante la stretta di Carla che la
teneva per una spalla, Wendy non esitò oltre a liberarsi e a soffiare uno dei
suoi turbini in direzione del consigliere. Doranbolt venne colto alla
sprovvista, ma grazie alle sue abilità riuscì a spostarsi lo stesso in tempo
per evitare il colpo ed il ruggito di Wendy andò ad infrangersi inutilmente tra
gli alberi, schizzando foglie e rami in ogni direzione. Quando il mago riuscì
ad avvistarla di nuovo in mezzo alla polvere la trovò con i denti scoperti.
Improvvisamente per Wendy, Doranbolt era appena passato dalla lista “ti addormento per il resto della prova” a quella “ti
addormento per il resto dell’eternità!”
-
Non chiedermi di stare zitta dopo aver offesto la mia gilda in questo modo! -
Ruggì la piccola dragon slayer - A Fairy Tail non ci sono maghi oscuri e
venendo qui non hai fatto altro che compromettere gli esami! - Ad essere
sinceri, Doranbolt non si aspettava una reazione del genere. Aveva scelto Wendy
come partner appositamente perché la considerava la più piccola e la più
indifesa del gruppo e credeva di poterla manipolare facilmente. Osservando il
suo sguardo, anche la ragazzina ebbe gioco facile ad intuire la verità.
-
Potrò pure essere piccola ma non devi sottovalutare un dragon slayer qualunque
siano le sue dimensioni! -
A
quel punto a Doranbolt non restò altro che rimettersi in piedi, spolverandosi
la divisa. Forse era vero: aveva sottovalutato la sua avversaria, visto che si
trattava pur sempre della figlia di un drago.
-
Osi metterti contro il Consiglio? -
-
E tu osi chiedermi di tradire la mia famiglia? -
Visto
che non riusciva ad avere ragione della piccola dragon slayer con le buone, non
aveva altra alternativa. Quando Doranbolt scattò lo fece così velocemente che
Panther non riuscì ad evitare che lo afferrasse per la coda e né Carla e né
Wendy furono abbastanza rapide per schivarlo. Per un attimo si fece tutto
sfocato e quando la ragazzina e gli exceed riuscirono a recuperare la vista, si
ritrovarono letteralmente sbattuti sulle ruvide assi di legno del ponte di una
nave. Adesso erano improvvisamente in pieno oceano, tutto si muoveva al ritmo
delle onde e attorno a loro, tra pennoni e vele c’era una fitta schiera di
cavalieri runici armati di tutto punto. La nave su cui si trovavano era
imponente, ma dalla loro posizione Wendy riusciva lo stesso a scorgere la
polena, una struttura dorata altrettanto impressionante con la bizzarra forma
di una faccia umana, con un ghigno terribile e la bocca spalancata.
-
DORANBOLT! - Strillò una voce imperiosa, ordinando alla folla da farsi da parte
per lasciar passare un altro giovane consigliere con gli occhiali e i capelli
raccolti - Si può sapere chi sono questi tre? -
-
Lahar ... - Cominciò l’altro, accennando ad un saluto - Hanno scoperto la mia
identità e, siccome tu sei più bravo di me coi bambini e con gli animali,
pensavo di lasciarteli in custodia fino a che la missione non fosse finita. -
-
Onestamente ... - Soltanto allora Lahar si decise ad abbassare lo sguardo sul
trio, che lo fissava con aria confusa dal ponte - Non riesco davvero a capire
quale sia la tua opinione dei cavalieri. -
Fu
proprio in quello stesso istante che qualcosa in una delle tasche del
consigliere si illuminò di un colore rosso vivo e Lahar non esitò oltre a tirare
fuori un cristallo. Si trattava di una piccola lacryma usata per le
comunicazioni tra nave e nave.
-
Abbiamo avvistato una base volante sfrecciare verso Tenrou! - Gridò una voce non appena il consigliere
l’ebbe attivata. La notizia provocò una serie di mormorii preoccupati lungo il
ponte, ma Lahar si sforzò di mantenere la calma. - Non siamo perfettamente
sicuri ... - Continuò la voce della sentinella - Ma sembrava avessero il
marchio di Grimoire Heart sulla chiglia! -
-
Grimoire Heart, eh? - Ridacchiò Doranbolt nonostante tutto - Non esattamente la
gilda che ci aspettavamo ... - Ma solo per essere messo a tacere dalla voce
imperiosa di Lahar - Vi hanno visti? -
-
No signore, altrimenti credo che ci avrebbero già affondati. -
Ma
l’opzione che Grimoire Heart li avesse ignorati di proposito non era da
sottovalutare.
-
IL PIANO È CAMBIATO! - Cominciò a gridare a quel punto il consigliere, mantenendo
attiva la comunicazione via lacryma e rivolgendosi allo stesso tempo a tutta la
ciurma - Comunicate le informazioni a tutta la flotta! Non ci limiteremo più a
pattugliare la zona! Avanti tutta in direzione dell’Isola di Tenrou! Prepararsi
per la manovra di accerchiamento del Buster Call! Iniziate con il caricamento
dei cannoni Face! -
A
quel nome Panther non riuscì più a stere fermo, trasformandosi una seconda
volta - FACE??? MA SIETE IMPAZZITI? Sono un’arma troppo devastante! - La sua
reazione improvvisa causò per un attimo un momento di sbandamento
nell’equipaggio di cavalieri, ma prima che l’exceed potesse farsi largo fino a
Lahar un folto gruppo di uomini lo immobilizzò sul ponte. Neanche Carla riuscì
a fare una singola mossa prima di essere afferrata per la coda e ficcata dentro
una rete. Wendy fu quella che durò più a lungo, disposta a tutto pur di fermare
un attacco così pericoloso sull’isola e sulla gilda. A differenza di Panther
non conosceva la vera natura di Face, ma non aveva bisogno di troppo intuito
per capire che il famigerato cannone doveva essere nascosto sulla prua. A suon
di graffi, la ragazzina riuscì a farsi abbastanza spazio per scagliare un devastante
ruggito contro la polena. Ci fu un’esplosione e schegge di metallo e legno
volarono da tutte le parti, ma niente di abbastanza serio per affondare la
fregata ammiraglia del Consiglio. Per di più i cavalieri le furono rapidamente
addosso, bloccando anche lei a terra e chiudendole la mani in un paio di
manette anti - magia dietro la schiena.
Difronte
a quella scena e all’incredibile incompetenza dei suoi uomini, che si erano
appena fatti distruggere un cannone, Lahar fece una smorfia girandosi dritto in
direzione di Doranbolt che in cambiò non esitò ad offrirgli un sorriso. - Forse
avevo dimenticato di menzionarti il fatto che sono tutti di Fairy Tail e quindi
dei maghi. -
-
Non accetto altre interferenze! - Tuonò alla fine Lahar alzando la voce per
farsi sentire meglio - Smettela immediatamente di ribellarvi! Noi del Consiglio
non siamo degli assassini e Face non è un cannone dello stesso tipo di Juniper.
- Gli spiegò, sperando di essere il più chiaro possibile - Non distrugge tutto
quello che incontra ma dissolve soltanto l’energia magica con cui entra in
contatto. Se anche i vostri compagni dovessero essere colpiti, l’unica
conseguenza sarebbe quella di essere temporaneamente incapacitati nell’uso dei
loro poteri. -
-
Ma per un mago energia vitale e magica sono la stessa cosa! - Provò ancora ad
opporsi Panther, che ora non riusciva a pensare ad altro che a Gajeel, ignaro
di tutto e bloccato su Tenrou. - Per loro sarebbe lo stesso come essere colpiti
da una bomba! -
- Vi ho
detto basta così. - Chiuse definitivamente Lahar - Qui stiamo lavorando per il
bene della nazione e se Grimoire Heart è davvero in zona non possiamo farcela
sfuggire. Doranbolt! - Questa volta anche il compagno trasalì al suono della
sua voce - Torna immediatamente sull’isola e verifica cosa sta succedendo. Se attaccassimo
di punto in bianco e coinvolgessimo una gilda legale senza un buon motivo,
l’opinione pubblica potrebbe causarci qualche problema. - Se quella voleva
essere una concessione, Wendy e gli exceed la percepirono piuttosto come una
presa in giro. - Ma se le cose si fanno serie non abbiamo altra scelta. -
Continuò Lahar - Riferiscimi ogni minima irregolarità e se Fairy Tail
fraternizza con qualche gilda oscura ... Aspetto solo il tuo segnale per
sparare. - Doranbolt a quel punto non esitò ad annuire e a fare come gli era
stato detto, sparendo nel nulla. Wendy, Carla e Panther rimasero così,
immobilizzati sul ponte della fregata e senza alcuna speranza di avvisare i
loro compagni, mentre tutt’attorno a loro la nave fremeva d’attività e Lahar
fissava l’orizzonte. Il vento gli scuoteva il mantello ed il mastino del
consiglio non era mai stato più determinato che in quel momento ad impedire ai
suoi nemici di scappare.
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Capitolo 48 *** Erza contro Azuma ***
Erza contro Azuma
Lo scontro con Grimoire Heart entra
nel vivo. Ci sono Otto Fratelli del Purgatorio da sconfiggere.
Sarà una lunga battaglia.
Erza contro Azuma
-
Chi sei? - Sibilò Erza mentre l’uomo che le stava davanti continuava
tranquillamente il processo di separazione
dal tronco da cui era emerso. Fece qualche passo e alla fine andò a piazzarsi
in mezzo al sentiero, bloccandole la strada.
-
Il mio nome è Azuma e sono uno degli Otto Fratelli del Puragatorio di Grimoire
Heart. - Le spiegò tranquillamente il nuovo arrivato, incrociando le braccia
davanti sul petto; nel suo sguardo non c’era la minima ombra d’agitazione, era
come se fosse stato certo fin dall’inizio del risultato del loro scontro.
-
E tu devi essere Erza Scarlet, presumo. - Continuò il mago - Era da lungo tempo
che aspettavo l’occasione di combattere contro qualcuno del tuo calibro. - Ma
Erza non aveva alcuna voglia di combattere in quel momento, né contro di lui né
contro nessun altro. - Che cosa ci fai su quest’isola? Sei venuto da solo o con
te c’è anche il resto di Grimoire Heart? -
-
Non credo che sia compito mio spiegarti i piani del mio master. - Continuò
Azuma senza battere ciglio
-
Ma diciamo che non sono l’unico ad essere venuto qui. -
Grimoire
Heart a Tenrou? Come era possibile? Perché? Questa non ci voleva proprio ed
anche se Erza non aveva alcuna voglia di combattere era evidente che non
avrebbe raggiunto mai i suoi compagni se non si fosse sbarazzata prima di
quell’ostacolo. La maga a quel punto non esitò oltre a lanciarsi a testa bassa
contro il suo nuovo avversario, Azuma però evitò il suo fendente con una
velocità impressionante. L’attimo dopo
una pioggia di rami si abbattè su di lei. Erza riuscì a deviarne
soltanto una parte con la spada, prima che l’incantesimo di Azuma riuscisse
finalmente a bloccarla per i polsi e per le caviglie. Se la magia di quell’uomo
gli permetteva davvero di controllare le piante e gli alberi, allora Erza era
in seria difficoltà: l’intera Tenrou era coperta da una fitta vegetazione e su
di loro incombeva un albero immenso: un colpo di quei rami avrebbe stordito
perfino un gigante.
-
Lo sai? - Cominciò Azuma puntandole una mano contro - Ognuno dei fratelli
a Grimoire Heart ha un nomignolo personale, uno per ognuno dei peccati
capitali, ma fino a poco fa avevamo un problema. Due persone volevano il titolo
di Ira e nessuna quello di Invidia. In ogni caso io sono Accidia. - Erza avrebbe
voluto gridargli che non gliene fregava niente, ma quando Azuma mosse la mano
la maga si sentì letteralmente attraversare da una scossa e per un attimo fu
come se una colonna di fuoco l’avesse avvolta. Ma l’incantesimo di Azuma non
bruciava, anzi era freddo e denso come la terra umida dell’Isola di Tenrou, era
una scarica della stessa energia dell’isola.
-
È strano che tu abbia incontrato proprio me sul campo di battaglia, Titania.
Credevo che fossi un tipo più detito all’azione che alla pigrizia ma forse
questo è un segno del destino. -
Quando
Azuma mosse di nuovo la mano Erza si ritrovò letteralmente a terra, stordita
dal colpo. Quanta forza ... Non le era mai capitato di sentirsi così in
difficoltà come in quel momento ma non poteva ancora arrendersi. Anche se la
sua prima spada e la sua prima armatura erano state danneggiate, Erza non esitò
ad evocarne un altro paio e a scattare di nuovo in piedi, sferrando un fendente
all’avversario. Questa volta Azuma venne colpito e fu costretto a farsi precipitosamente
indietro con il segno di un taglio sanguinante sul petto ma un ghigno divertito
sulle labbra. - E già, tu sei una persona fatta per l’azione ma forse adesso
capisco meglio come stanno le cose! Scommetto che la tua pigrizia sta nel non
avere il coraggio di fare la cosa giusta! Arrendersi per esempio! -
-
Non mi arrenderò mai! - Fu l’unica cosa che Erza gli ruggì contro - Non ho
alcuna intenzione di fare un passo indietro se questo significa permetterti di
avvicinarti ai miei compagni! - Fairy Tail o Crime Sorcière era indifferente.
-
Mi dispiace ma la mia magia, la grande Tree Arc è troppo potente per te. -
Questa volta quando Azuma si mosse lo fece per piantare una mano a terra e
l’effetto fu immediato e devastante. L’intera isola di Tenrou cominciò a
tremare e così forte che la stessa Erza si ritrovò per un attimo senza
equilibrio. Le occorse qualche istante per capire che l’origine di quel
terremoto non era altro che il grande albero al centro dell’isola. La creatura
millenaria che li vegliava con il suo fitto ombrello di rami si stava
lentamente staccando dal terreno, tirando fuori le sue immense radici dalla
roccia.
-
FERMATI! -
Ma
Azuma non l’ascoltò continuando imperterrito con il suo incantesimo devastante
- Quest’albero mi è solo di intralcio, col suo potere benefico bilancia le vite
sull’isola e protegge chi cammina alla sua ombra. -
Erza
capì di colpo qual’era la ragione per cui Makarow aveva insistito tanto a
tenere gli esami su quell’isola ma orma era troppo tardi. Il gigante di legno e
foglie crollò su di un fianco, scuotendo Tenrou con un’ultima violentissima
scossa. I suoi grandi rami raggiunsero finanche il mare, sollevando una serie
d’onde imponenti e in un attimo l’intera atmosfera su Tenrou cambiò. L’energia
positiva che l’isola aveva emanato fino a quel momento si spense, proprio come
se qualcuno avesse premuto un interruttore. Erza digrignò i denti per la
rabbia. Perfino lei, che non era particolarmente brava quando si trattava di
decifrare i flussi d’enegia, poteva avvertire la differenza.
-
Master Hades, che conosce bene quest’isola, mi aveva ordinato di farlo da
subito, ma come al solito sono stato troppo pigro. - Confessò Azuma sollevando la mano che teneva
poggiata a terra. Improvvisamente una pioggia fitta e gelida cominciò ad
abbattersi senza pietà su Tenrou - Da adesso in poi però le cose cambieranno e
le persone inizieranno a morire sul serio ... Sei pronta ad essere la prima? -
-
COME HAI OSATO FARE UNA COSA DEL GENERE ALLA NOSTRA ISOLA? - Erza era offesa,
terribilmente offesa e furiosa per quello che era appena stato fatto al
santuario della sua gilda, ma allo stesso tempo si sentiva agitata per il
pericolo che correvano i suoi compagni. Se quell’albero era davvero il loro
unico scudo, adesso che non disponevano più del suo potere, Grimoire Heart era
una minaccia troppo grande. Doveva fare in fretta se voleva avvertirli del
pericolo.
Quando
Erza scattò all’attacco lo fece evocando quante più spade poteva, ma Azuma
l’anticipò ancora una volta. Parò l’offensiva con uno scudo di legno e contrattaccò
con una sfilza di radici acuminate. Nonostante quella serie di colpi, capaci di
togliere il fiato, Erza riuscì a farsi largo a sufficienza per sferrare un
fendente alle gambe dell’avversario poi venne bloccata di nuovo da un groviglio
di rami e radici.
-
Tower Burst! -
Questa
volta quando Azuma lanciò il suo incantesimo, non fu come quella precedente. Fu
dieci, anzi cento, mille volte peggio e la scarica d’energia così prodotta
attraversò Erza con così tanta forza da mozzarle il fiato. Mai in vita sua era
stata colpita da una cosa del genere, mai. Il dolore era così forte che avrebbe
perso di certo conoscenza se un pensiero non l’avesse attraversata proprio in
quel momento: quello dei suoi compagni. Come avrebbe fatto a proteggerli da
E.N.D. e da Tartaros se Grimoire Heart era già troppo per lei? Oh, in fondo in
cuor suo lo sapeva di non avere speranza contro i demoni, ma almeno contro un
pugno di maghi oscuri, poteva farcela.
Quando
il vapore dell’esplosione si dissolse ed i rami che la imprigionavano si
ritrassero, Azuma aveva un’espressione divertita stampata sul muso ed era certo
che l’avrebbe vista crollare esanime a terra, ma Erza non lo accontentò.
Vacillò soltanto per un attimo e poi si lanciò dinuovo all’attacco, stringendo
la spada quanto più forte poteva. Soltanto allora Azuma capì che aveva
abbassato troppo la guardia e si affrettò a rimediare evocando una nuova lancia
di legno. Erza vide il colpo arrivare, ma ormai non poteva più perdere tempo a
scansarsi: se avesse mancato quell’occasione di colpire Azuma non ne avrebbe
avuto più nessun altra.
Fu
così che entrambi gli attacchi andarono a segno. La spada di Erza andò a
piantarsi dritta in petto al mago avversario e la lancia di Azuma le si infilò
senza pietà in un fianco, pochi millimetri sotto le costole. Erza fu costretta
a serrare i denti per il dolore, ma Azuma spalancò gli occhi per lo stupore.
Non riusciva a spiegarsi come fosse andata così: l’aveva colpita ... L’aveva
colpita in pieno ... Il suo incantesimo aveva trapassato l’armatura ed era
andato perfettamente a segno ... Com’era possibile? Perché, invece di cadere
morta, gli aveva sferrato quell’ ultimo affondo?
Azuma
rimase impietrito ancora per qualche istante, fissando Erza con degli occhi
grandi e spalancati, poi la radice con cui l’aveva trafitta si dissolse come se
fosse stata semplicemente frutto di un’illusione. La sparizione del pezzo di
legno le causò una nuova fitta, come se le avessero appena strappato una
freccia dalla carne, ma Erza si sforzò di mantenere la presa sulla spada e lo
sguardo fisso dentro quello di Azuma. Quando alla fine anche lei ritrasse
l’arma con uno scatto, il movimento le strappò un grido di dolore e la maga si
ritrovò costretta a premersi una mano sul fianco nel disperato tentativo di
fermare il sangue che scorreva ed il fastidio che la ferita le procurava. Azuma
invece cadde senza opporre altra resistenza, accasciandosi a terra con le braccia
spalancate come una croce.
-
Da ... Davvero incredibile ... - Annaspò il mago mentre un rivolo di sangue
cominciava a rigargli il lato della bocca - Aspettavo da così tanto tempo un
avversario del genere ... Forse adesso potrò riposare in pace con la terra,
lontano dai miei peccati. Cornelia sapeva qual’era la cosa giusta da fare e
anche io l’ho sempre saputo ma non ho mai fatto niente: la mia accidia mi è
costata la vita. -
Erza
si sentiva girare la testa a causa di tutta l’energia che aveva consumato
durante il combattimento e del sangue che aveva perso e non era sicura di aver
capito bene tutto quello che l’uomo le aveva appena detto. Le occorse qualche
secondo di più, per rendersi conto che il corpo di Azuma stava cominciando di
nuovo a trasformarsi, ma questa volta era qualcosa di completamente diverso
dalle precedenti: una serie di germogli si stava rapidamente allungando dalla
sua figura, mentre la sua pelle cominciava sempre di più ad assumere le
tonalità del legno e la sua carne a fondersi col terreno sottostante.
-
È un effetto collaterale della magia proibita che usavo. Ne ho superato troppe
volte i limiti. - Le spiegò Azuma, intuendo la sua confusione.
-
Succede sempre così. - Sussurrò anche Erza - Ogni magia ha il suo prezzo e
siccome ogni magia richiede l’energia vitale dei propri utilizzatori per
funzionare, le più potenti a volte possono costare la vita e l’anima di chi le
usa.
-
Stai attenta ad Hades. - Continuò inaspettatamente Azuma, dopo una lunga pausa
- Il suo vero nome è Purehito ed una volta è stato anche lui parte della tua
gilda. - A quella rivelazione Erza spalancò gli occhi.
-
È stato il secondo master di Fairy Tail ma oggi è tornato per distruggervi. Ha
scoperto che la figlia di Cornelia si nasconde nella vostra gilda e che lo
stava spiando. Vuole riprendersela o fare terra bruciata. -
Erza
avrebbe voluto chiedergli di più ed ottenere qualche altra spiegazione ma
quando mosse la bocca ormai era già troppo tardi: di Azuma non rimaneva più
nulla se non un tronco contorto, coperto da qualche sparuto ramo verde.
Ancora
una volta la sua missione e quella dei suoi compagni era stata un fallimento.
Avevano cercato di cogliere Grimoire Heart di sorpresa ma invece erano stati
loro quelli ad essere presi alle spalle. Non avevano immaginato che i poteri di
Hades potessero essere tanto grandi da intuire le loro mosse. E non solo! Se
quello che Azuma aveva detto era vero, allora Hades non solo aveva fatto parte di Fairy Tail ma era stato
anche il suo master. L’erede stesso di Mavis. Com’era possibile che un uomo
fosse ancora vivo dopo più di cento anni? Erza non lo sapeva, l’unica cosa di
cui era certa era che non poteva permettere a nessuno di attaccare i suoi
compagni e distruggere la sua gilda. Per una volta tanto Crime Sorcière ed i
suoi progetti avrebbero dovuto aspettare ... Anche se ogni singola fibra del
suo corpo protestava per il dolore e la debolezza, doveva rimettersi a
camminare ... Se proprio non poteva aiutare Fairy Tail combattendo ... almeno
doveva avvertire tutti del pericolo ...
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Capitolo 49 *** Tre donne sotto la pioggia ***
Tre donne sotto la pioggia
Il duello continua. Buona lettura!
Tre donne sotto la pioggia
Subito
dopo aver ascoltato l’annuncio di Makarow, Juvia era corsa via dietro agli
altri concorrenti ma li aveva persi rapidamente di vista. La maga d’acqua
realizzò che quella probabilmente non era stata la scelta più saggia, soltanto
quando si fermò in mezzo alla foresta a corto di fiato. Forse, prima di
schizzare via come una scheggia impazziata, avrebbe dovuto chiedere ad Erza
cosa fare, ma l’annuncio del master l’aveva colta di sorpresa e Juvia non era riuscita a
pensare ad altro. Il loro meticoloso piano era stato completamente sabotato,
che cosa poteva mai fare a quel punto? Che cosa poteva fare?
La
ragazza si passò una mano tra i capelli in piena confusione. Non voleva che il
loro progetto fallisse e per un solo e unico motivo: Jellal. Durante i mesi appena
trascorsi Juvia gli aveva parlato molte volte grazie all’aiuto di Erza. Era più
felice che mai di aver ritrovato il fratello ma durante i loro incontri aveva
compreso una cosa importante: non lo avrebbe mai avuto, davvero indietro se
Jellal non fosse riuscito a completare prima la missione che lo legava a
Tartaros. Lui ed Erza le avevano raccontato molte cose sugli anni che avevano preceduto
il loro incontro ma non le avevano mai spiegato davvero la ragione per cui
erano tanto ossessionati dall’altra gilda oscura. Juvia sapeva in cuor suo che non
volevano dirle la verità per proteggerla, ma non poteva lo stesso sopportare
l’idea di essere tenuta in disparte: anche lei voleva fare qualcosa per
aiutarli ed era quella la ragione per cui aveva accettato così volentieri di
recuperare Fairy Glitter. In fondo, prima Tataros fosse sparita dalla faccia di
Fiore, prima avrebbe potuto riabbracciare quello che rimaneva della sua
famiglia. Quando erano solo dei bambini, Jellal era sempre stato quello più
maturo e quello che si occupava di lei. Senza di lui Juvia si era sentita
perduta ed adesso che lo aveva ritrovato non poteva permettere che si
separassero di nuovo. Doveva impegnarsi per trovare Fairy Glitter: anche se non
fosse stata Cana a prenderlo, era sempre meglio che se ne fosse impossessata
lei e non un altro.
Juvia
prese un ultimo respiro profondo, forte della sua nuova determinazione, ma
prima che potesse rimettersi a cercare la tomba di Mavis un rumore di passi la
inchiodò sul posto. Qualcuno stava venendo verso di lei e ben presto apparve
evidente che si trattava di un uomo dalla lunga chioma bionda e ribelle, con
gli occhi rossi e l’aria folle. Sul pettorale destro aveva tatuato un simbolo
inconfondibile: quando Juvia lo vide non esitò oltre a mettersi in guardia. -
Grimoire Heart ... - Sibilò la maga d’acqua e - Zancrow, per l’esattezza! - La
corresse il nuovo arrivato - Uno degli Otto Fratelli del Purgatorio e
messaggero dell’Ira divina! Master Hades mi ha inviato qui appositamente per
distruggere chiunque avessi incontrato sulla mia strada; speravo in qualcosa di
meglio di una donna ma tanto il nostro incontro sarà finito ancor prima che tu
te ne possa rendere conto! Ahahaaha! -
Grimoire
Heart era venuta fini lì per attaccarli? Come avevano fatto ad anticiparli?
-
Sparisci! - Ma Zancrow non aggiunse altro scagliandole addosso uno dei suoi
incantesimi.
Fuoco.
Juvia
non pensò ad altro affrettandosi a reagire con un muro d’acqua. Se il suo
avversario usava delle fiamme allora lei era sicuramente quella con la carta
vincente, ma quello che Juvia non sapeva era la vera natura di quelle fiamme
nere. L’incantesimo di Zancrow oltrepassò la sua barriera come se niente fosse,
facendo evaporare l’acqua al contatto e la investì con la forza di un tornado
rovente. Juvia venne scagliata a terra, con i vestiti mezzi bruciati e la pelle
coperta di scottature. Una cosa del genere non le era mai capitata nemmeno nel
peggiore dei suoi incubi. Non solo i suoi poteri non sembravano in grado di
spegnere quelle fiamme, ma nemmeno il suo corpo d’acqua sembrava in grado di
proteggerla. Che cosa diavolo era quella magia?
-
Non capisci davvero cosa c’è che non va, maghetta d’acqua? - Le ringhiò questa
volta Zancrow - La mia non è semplice magia del fuoco, io uso una magia
proibita dimenticata da tempo, GOD SLAYER MAGIC! Le mie fiamme possono
abbattere anche un dio! Ma non mi importa se tu mi capisci! Ahahah! Che
espressione fantastica! Voglio vedere ancora più del tuo dolore! - Il mago di
Grimoire Heart sollevò un braccio, pronto a colpire ancora una volta ma non
fece nemmeno in tempo a scagliare il suo incantesimo prima che qualcosa
colpisse anche lui alle spalle e a tutta velocità. Juvia era ancora così
stordita e confusa che le occorse qualche secondo di più per capire che quel
mantello scuro e quella lunga chioma nera non erano nient altro che Ultear, la
donna che aveva visto via lacryma il giorno in cui aveva incontrato Jellal e
durante la missione contro gli Oracion Seis. Meredy era come sempre in piedi
accanto a lei.
-
Tutto bene, Juvia? -
La
ragazza approfittò della copertura offerta da Ultear per annuire e tirarsi
nuovamente in piedi. Meredy invece approfittò di quel breve istante per avvertirle
della pericolosità del loro avversario - Zancrow è il numero tre della lista. -
-
Ohoho, così abbiamo beccato subito un pesce grosso. - La risata di Ultear venne
subito interrotta dal grido rabbioso del mago che si era già rimesso in piedi,
ma la donna non perse tempo a scagliargli addosso una nuova raffica di colpi
con la sua sfera di cristallo. Una gragnola come quella sarebbe bastata a
stordire qualunque altro essere umano, ma purtroppo Zancrow non era un uomo
qualunque. Il mago neutralizzò la raffica di sfere con una fiammata e reagì scagliando
un altro attacco rovente dritto contro Ultear. Troppo facile, le sarebbe
bastato accelerare giusto un po’ il tempo delle cose per ridurre il tutto ad
una mera nuvola di fumo, ma quando Ultear lanciò il suo Flash Forward fu
costretta a ricredersi anche lei. Se la maga si salvò fu soltanto grazie alla
rapidità di Meredy, che non esitò un solo istante a strattonarla via dalla
traiettoria dell’attacco di Zancrow. Le sue fiamme andarono inutilmente ad
infrangersi contro un albero, riducendolo in pochi secondi ad un fiammifero
bruciacchiato.
-
Crime Sorcière. - Bofonchiò soltanto allora il mago - Che gilda assurda per usare
anche dei bambini. Vi distruggerò in men che non si dica! - Quando Zancrow
mosse di nuovo la mano questa volta lo fece per colpire Meredy. Per fortuna
Ultear e Juvia erano lì, pronte a ricambiare il favore e la spinsero via
contrattaccando con i loro incantesimi. Ma era tutto inutile con Zancrow: con
le sue fiamme oscure poteva carbonizzare
facilmente qualunque tipo di magia.
-
Giuro che vi distruggerò tutte! - Il mago era già pronto a tornare all’attacco,
quando l’isola di Tenrou cominciò a tremare e così forte che per qualche
istante divenne perfino impossibile stare in piedi. Juvia, Meredy ed Ultear si
scambiarono un’occhiata confusa, ma quando capirono finalmente qual’era
l’origine di quel terremoto ormai era già troppo tardi: il grande albero che
sovrastava l’isola stava cadendo. Si piegò prima su di un lato, strappando le
sue lunghissime radici dal terreno ed alzandole verso il cielo, poi si schiantò
giù, con un’ultima potentissima scossa. Il suo tronco era così grande e spesso
che quando toccò terra, per un attimo sembrò che volesse spezzare l’isola in
due. I suoi rami erano così lunghi e così folti che quando si abbatterono sulla
costa finirono per tuffarsi in mezzo al mare, sollevando onde altissime.
-
Questa deve essere opera di Azuma! Finalmente quel bastardo si è deciso ad
agire! - Al fragore del terremoto seguì subito il grido d’esultanza di Zancrow.
Juvia, Meredy ed Ultear intuirono subito perché Grimoire Heart aveva colpito il
grande albero. Ora che era miseramente crollato, l’aria a Tenrou era cambiata.
L’energia benefica che l’isola emanava si era improvvisamente spenta.
-
Che cosa avete fatto? -
Zancrow
piegò la testa di lato, come se non avesse nemmeno capito cosa gli stava
sibilando Juvia, ma non ebbe nemmeno un istante di tempo per chiederle
spiegazioni, prima che un getto d’acqua lo sbalzasse via. Non era passato che
qualche secondo dal crollo del grande albero che la pioggia iniziò rovesciarsi
su Tenrou con una ferocia inaudita mentre Juvia si lanciava all’attacco. Era
così furiosa per il fatto che qualcuno avesse devastato l’isola, da non riuscir
più nemmeno a riflettere su quello che stava facendo.
-
Non attaccarlo in quel modo! - Le parole di Ultear erano come tirate al vento. Le
venne da pensare che quando Juvia si arrabbiava diventava pazza esattamente
come Jellal. Purtroppo però era impossibile ottenere la vittoria in quel modo.
Zancrow era davvero troppo pericoloso.
-
Meredy, allontanati subito da qui. - Ma la ragazzina non indietreggiò di un sol
passo, confusa da quell’ordine improvviso - Ul ... -
-
Niente Ul! Sbrigati! - Ed a quel punto anche la maga di Crime Sorcière non
esitò oltre a lanciarsi all’attacco. Aveva capito che le possibilità di
vittoria erano scarse non voleva che Meredy rimanesse oltre lì e fosse
coinvolta nello scontro. Fin da quando l’aveva raccolta tra le rovine del
villaggio devastato dai banditi, Ultear le aveva voluto bene come ad una figlia
e non avrebbe permesso a niente al mondo di farle del male. La portava in
missione con sè, soltanto perché le due avevano un patto segreto. Quando Meredy
le aveva chiesto di poter lavorare con Crime Sorcière, Ultear le aveva fatto promettere
una cosa: “Se la missione si si rivela troppo pericolosa, tu scappi.” Ma mentre
Ultear, Juvia e Zancrow combattevano sotto la pioggia, Meredy non accennò
neanche per un secondo a fare un passo indietro; osservava lo spettacolo con
orrore. Per quanto le due maghe si sforzassero il loro avversario era molto più
potente di loro ed una fiammata dopo l’altra i suoi attacchi le minacciavano
sempre più da vicino. Nemmeno la forza dirompente della pioggia riusciva ad
indebolire i suoi incantesimi e prima o poi avrebbe avuto la meglio. Meredy
sapeva che Ultear le aveva ordinato di andare via perché era troppo pericoloso
rimanere lì, ma non poteva scappare lo stesso. Non aveva mai disubbidito alla
madre adottiva prima di allora, ma questo era davvero un caso speciale. Non era
la paura ad impedirle di muoversi, nonostante non avesse alcuna speranza di
vincere da sola, Meredy non voleva abbandonare né Ultear né Juvia al loro
destino.
Ci
doveva pur essere un punto debole in Zancrow, qualcosa che perfino una
ragazzina come lei poteva sfruttare ... Sì, in fondo Meredy era brava ad
intuire come erano fatti gli altri: un sistema c’era.
-
Adesso mi avete davvero stancato! Flame God’s Bellow! -
Questa
volta né Juvia, né Ultear riuscirono ad evitare l’incantesimo ed entrambe
vennero sbalzate a terra dalla violenza dell’esplosione, senza fiato e senza
più energia per combattere. Solo a quel punto Zancrow si lasciò sfuggire un
ghigno maligno e puntò il suo sguardo folle dritto contro Meredy. Ormai erano
gli unici due rimasti in piedi ed era sicuro di avere la vittoria in pugno.
-
SCAPPA! - Le gridò disperatamente Ultear, intuendo quello che voleva fare
Zancrow ma Meredy non l’ascoltò nemmeno questa volta, rimanendo inchiodata
esattamente dov’era.
-
Abbiamo ancora un’ultima chance. - Annunciò la ragazzina mettendosi in posizione
di combattimento - Se non riusciamo a battere il numero tre dell’organizzazione,
allora come faranno gli altri a vincere? -
-
Scappa ti ho detto! - Continuò a gridare Ultear ma solo perché la sua voce
venisse coperta dalla risata sadica di Zancrow - Che spirito acceso! Vediamo
fino a che punto puoi competere con le mie fiamme! -
-
Io mi occupo di tenerlo fermo! Link! -
Zancrow
mosse una mano, pronto a lanciare un incantesimo ma si accorse troppo tardi che
il braccio non rispondeva più ai suoi ordini: sul suo polso si era appena
materializzato un braccialetto ed era grazie a quello che Meredy lo teneva
fermo. Il mago abbassò lo sguardo meravigliato sullo strano oggetto - Pensi
davvero di fermarmi con una sciocchezza del genere? -
-
Il mio Link non è una sciocchezza. - Aggiunse Meredy con sicurezza, sfilandosi
un pugnale dal mantello. La sua voce era così fredda da non sembrare nemmeno
lontanamente quella di una ragazzina della sua età.
-
Grazie a questa magia i nostri corpi sono collegati. Fa un passo falso e ... -
Meredy non esitò un solo istante a puntarsi l’arma contro il collo - Vieni via
con me. -
Juvia
spalancò gli occhi, inorridita da quella dichiarazione e provò a gridarle
qualcosa per convincerla a fermarsi ed Ultear gridò ancora più forte, ma
entrambe vennero coperte ancora una volta dalla risata maniacale di Zancrow - È
tutto un bluff! E se anche fosse vero non faresti mai in tempo! - Ed a quel
punto il mago non esitò oltre ad accendere la sua aura, coprendosi di una
voluta di fiamme nere. Se i loro sensi erano davvero collegati, allora Zancrow
era convinto di aver trovato la carta vincente e non aveva idea del fatto di
essere appena caduto in trappola. Come le fiamme coprirono il suo corpo, il
fuoco avvolse istantaneamente anche Meredy. Ma come le fiamme avvolsero la
ragazza, Zancrow si ritrovò improvvisamente costretto a subire lo stesso
destino ed una scarica di dolore lo attraversò dalla testa ai piedi.
-
Che hai fatto??? - Nonostante fosse il padrone del fuoco divino, Zancrow non
conosceva quella sensazione, non l’aveva mai provata in vita sua e non sapeva
che bruciare fosse così doloroso. - Lasciami subito! - Il mago tentò a quel
punto di spegnere inutilmente la sua aura, ma era troppo tardi ed ormai non era
più in grado di farlo da solo. Adesso che Meredy aveva preso il controllo non
intendeva mollare la presa e teneva ancora alto il polso e il pugnale per
impedirgli di muoversi. - Colpitelo! -
Juvia
fu la prima a capire che se non avessero attaccato come le era stato ordinato,
la ragazzina si sarebbe fatta bruciare viva piuttosto che arrendersi e si
affrettò a condensare tutto il potere che le rimaveva in una mano - Water
Slice! -
Bastò
quel singolo movimento per riscuotere anche Ultear dal suo stupore e convincerla
ad agire in fretta.
-
Paralel Worlds! -
Questa
volta non fu una, ma dieci, cento, mille sfere di cristallo a colpire
contemporaneamente Zancrow. Meredy staccò il contatto giusto qualche secondo
prima che gli attacchi di Juvia ed Ultear arrivassero a destinazione. Le fiamme
che l’avvolgevano si spensero e la presa sul pugnale le venne meno; ormai aveva
consumato così tanta energia che non le restò altro da fare che crollare a
terra, in mezzo al fango. Anche Zancrow cadde, tra una nuvola di vapore
sfrigolante, ma quando si abbattè al suolo lo fece con una vistosa ferita alla
testa, un lato della faccia ormai deformato e gli occhi vuoti.
Juvia
impiegò ancora qualche istante per processare l’idea che avevano vinto, poi
lanciò un sospiro, accasciandosi anche lei in mezzo al pantano.
-
MEREDY! - Ultear invece non perse altro tempo per incespicare fino alla figura
della ragazzina e sollevarla da terra per stringerla forte in un abbraccio. Era
ferita e con la pelle scottata ma era ancora viva e cosciente e questa era la
cosa più importante. Al solo pensiero di quanta paura aveva provato per lei,
Ultear non riuscì oltre a trattanere le lacrime - Perché non sei scappata?
Dovevi scappare via! Me lo avevi promesso! Mi avevi promesso che se la missione
si fosse fatta troppo pericolosa ti saresti messa al sicuro! Promettimi che non
lo farai mai più! Promettimelo o non ti porterò mai più con me! - Meredy era
stanca, dolorante, ma rispose lo stesso all’abbraccio della madre adottiva con
tutta la forza che le rimaneva - Ma io non potevo abbandonarti. - Fu la sua
unica risposta.
La
pioggia fitta e densa che le aveva accompagnate fino a quel momento adesso
stava cominciando a fermarsi, dando sollievo con le sue ultime gocce a tutte le
loro ferite.
Nel
frattempo, mentre il combattimento con Zancrow si svolgeva, Jellal correva in
direzione della spiaggia, ignorando completamente i pericoli che sua sorella
stava affrontando. Non poteva fare a meno di pensare ad Erza ed al modo brusco
in cui il collegamento con lei si era interrotto. Che cosa avrebbe dato per
poter correre al suo fianco! Ma non poteva far altro che pregare che la donna
che amava trovasse il modo di difendersi da sola. Era una persona forte e
coraggiosa e doveva avere fiducia in lei. Il suo ruolo di master gli imponeva di
soccorrere i compagni feriti senza fare preferenze ed il fatto che Hoteye fosse
sparito nel nulla non era una cosa rassicurante.
-
Sento il suo odore! Di qua! - Non c’era bisogno che Millianna dicesse altro per
convincere Jellal e Wally ad accelerare il passo ed in men che non si dica i
tre maghi sbucarono sulla spiaggia di Tenrou. Hoteye era lì, steso in mezzo
alla sabbia e coperto di scottature, attorno a lui un alone nero di bruciato.
-
Fratello mio! - Wally si precipitò subito al suo capezzale, girandolo sulla
schiena e scuotendolo delicatamente. Anche Millianna si affrettò a fare
altrettanto, ma Jellal non riuscì a muovere un singolo muscolo.
-
Grimoire Heart. -
Quello
che i suoi compagni non avevano visto nella foga di soccorrere Hoteye era una
gigantesta base volante, ancorata nella stessa cala della spiaggia.L’intera nave volante emanava un’aura oscura, come se al suo interno fosse stata raccolta una riserva di magia nera. Era quella che offuscava la lettura delle aure a Tenrou? Il giovane
master non perse tempo: raccolse quanta più energia poteva nel palmo della mano
e la scagliò contro lo strano veicolo. L’affare saltò immediatamente in aria,
schizzando detriti da tutte le parti e sfrigolando sotto le onde e tra la
pioggia. Ma all’attacco di Jellal non seguì niente e non ne venne fuori nessuno,
segno che la base era vuota e che la famigerata gilda oscura doveva già essere
sbarcata sull’isola senza curarsi nemmeno di lasciare qualcuno a custodirla. O
dovevano essere troppo stupidi per preoccuparsi di proteggere la loro unica via
di fuga o troppo arroganti per preoccuparsi di lasciare una sentinella. Per
fortuna quelli di Grimoire Heart erano stati anche abbastanza altezzosi per
passare avanti senza curarsi di finire Hoteye.
-
Jellal ... - Quando la voce confusa e stanca dell’amico lo chiamò, il ragazzo
non esitò oltre ad accovacciarsi accanto a lui. Anche Wally e Millianna adesso
avevano un’espressione sconvolta.
-
Hai visto chi ci ha anticipati? - Sussurrò Hoteye - Credo che il loro master ci
abbia visti ... -
Visti?
Che voleva dire? Si era accorto che lo stavano spiando e aveva deciso di
contrattaccare in quel modo? Jellal serrò un pugno al solo pensiero. Senza
Fairy Glitter non erano ancora preparati per battere Hades, non lo erano
affatto. In quelle condizoni non avevano né il tempo per trovare l’incantesimo
né la benché minima speranza di domarlo senza far parte della gilda di Mavis. Se
quel mostro di Hades era davvero lì su Tenrou allora Jellal doveva essere il
primo ad intercettarlo. Era l’unico abbastanza forte per ostacolare il master
di Grimoire Heart e se fosse riuscito a batterlo ... allora forse anche gli
altri si sarebbero salvati.
-
Hoteye so che ti rimane poca magia. - Sussurrò Jellal facendosi più vicino - Ma
devi farmi un favore: indicami dove si trova Hades. Quel farabutto deve aver
lanciato un incantesimo sull’isola per impedire a chiunque di riconoscere le
aure che lo circondano e coglierci meglio alla sprovvista. Io non riesco a
sentirlo, ma tu hai un potere diverso, forse ce la puoi fare. - Hoteye annuì e si
sforzò di rimettersi a sedere con l’aiuto del fratello, per guardarsi
tutt’attorno. I suoi Heavenly Eyes scandagliarono per un po’ l’isola fino a che
non gli riuscì di indicare il punto - È nella radura dove c’era il master di
Fairy Tail, ma ci sono anche altre persone. - Hoteye non riuscì a vedere più nulla, prima di essere
costretto a disattivare i suoi poteri.
Fu
in quello stesso istante che l’isola cominciò a tremare e che l’albero che la
sovrastava si abbattè inesorabilmente al suolo. Jellal ed i suoi compagni
assistettero alla scena dalla spiaggia e quando i rami del colosso si
infransero in acqua, il giovane master fu costretto a usare ancora i suoi
poteri per deviare le onde dirette contro di loro. L’unica cosa che li
raggiunse fu una raffica di spruzzi e poi pioggia a dirotto. Non si erano
nemmeno accorti che negli ultimi minuti le nuvole avevano iniziato ad
addensarsi sull’isola, ma quando Jellal venne colpito dalla pioggia non ci mise
molto a realizzare che stava succedendo qualcosa a Juvia. Non poteva
permettersi di perdere altro tempo.
-
Spostatevi da qui e mettetevi al sicuro! Non voglio che Grimoire Heart torni a
cercare la sua nave e vi trovi ad aspettarli! - Ordinò Jellal - Non affrontate
nessun nemico se non è strettamente necessario! Io ... vado a prendere Hades. -
E non aggiunse altro prima di correre via.
|
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Capitolo 50 *** Chi controlla le anime ***
Chi controlla le anime
Questo è l'ultimo capitolo che
pubblico per oggi dato che non ho avuto molto tempo per dedicarmi alle
correzioni. La Tribù del Dio del Tuono torna in azione, buona
lettura!
Chi controlla le anime
-
Dove stai correndo, stupido di un Gajeel?! -
Il
dragon slayer si fermò soltanto allora, ricordandosi improvvisamente di Levy che
gli arrancava dietro. La ragazza era stata costretta a fermarsi qualche metro
più indietro, piegata in due per lo sforzo.
-
Dove corro? Verso la vittoria! E poi a chi hai dato dello stupido???? - Ringhiò
il mago ma solo per sentirsi ribattere - E come pensi di raggiungere la
vittoria correndo in quel modo? -
Per
un attimo i due ragazzi si ritrovarono a fissarsi dritto negli occhi, entrambi
senza alcuna intenzione di cedere. Levy non riusciva proprio a sopportare le
persone arroganti come Gajeel e Gajeel non riusciva a sopportare l’idea che
qualcuno gli mancasse di rispetto come faceva continuamente Levy. Ma allo
stesso tempo Levy credeva ci fosse qualcosa d’affascinante in quel dragon
slayer così testardo e Gajeel non poteva negare di essere attratto dalle donne
con un carattere forte. Il loro primo incontro non era stato di certo il
migliore, ma da quel giorno in poi i due avevano stretto uno strano rapporto
d’amicizia.
-
Ti sei dimenticata del mio finissimo olfatto? - Continuò ad insistere il dragon
slayer - Mi basta davvero poco per trovare la tomba di Mavis! -
-
Perché tu sai che odore ha la tomba? - Questa volta Gajeel fece letteralmente
un passo indietro sotto la stoccata di Levy - Che odore deve avere? È uguale a quello
di tutte le tombe! Hai mai fatto un giro in un cimitero? -
-
È in mezzo alla foresta da quasi cento anni, Gajeel! Ormai avrà l’odore di
tutto il resto di Tenrou! Ti serve un piano se vuoi raggiungere la vittoria!
Fermati a riflettere! - Levy si sforzò di rimettersi dritta in piedi, prendendo
un ultimo respiro profondo per recuperare aria - Io sono sicura che ci sia un
trucco più semplice per trovare la tomba della fondatrice di Fairy Tail. Ti
ricordi che quando siamo arrivati qui siamo stati costretti a scegliere tra
sette sentieri? Di sicuro uno di quelli conduce alla meta, non ci sono altre
strade sull’isola! -
-
Quale? -
Felice
di aver appena ottenuto l’attenzione che meritava, Levy si fece qualche passo
più avanti, appuntando l’indice sul petto del compagno di squadra - Io credo
che il master ci abbia dato un indizio quando ci ha detto che abbiamo un limite
di tempo di sei ore. Prova anche a contare le lettere che compongono le frase
“tomba di Mavis”: dodici lettere, il doppio di sei. Potrebbe sembrare forzato
ma a questo punto io comincerei la ricerca proprio dal sesto sentiero ... -
In
men che non si dica Levy si ritrovò sollevata di peso e stretta, come un pacco
da consegnare, sotto il braccio del dragon slayer che correva via. Ora Gajeel
era davvero certo di amare quello scricciolo che gli puntava il dito contro.
-
CHE FAI??? -
-
Beh, non mi sembravi in grado di correre ed in questa fase la velocità è quello
che conta! - Chissà dove l’avrebbe trascinata, correndo in quel modo, se ad un
certo punto l’isola non avesse improvvisamente cominciato a tremare. Gajeel reagì
più in fretta che poteva ma l’albero di Tenrou che cadeva era troppo grande per
essere evitato, specie per quelli che come loro erano sulla sua traiettoria.
Con un ultimo sforzo, il dragon slayer riuscì a spingere via Levy, giusto
qualche istante prima d’essere travolto dalla massa di rami. La ragazza invece
si ritrovò praticamente per terra, tossendo per via della polvere e del terreno
sollevati dal crollo.
-
Gajeel! Stai bene? - Le faceva male tutto il corpo ma in un momento come quello
a Levy non poteva importare di meno. La ragazza si trascinò senza nemmeno pensare
fino alla figura del dragon slayer svenuto, cercando invano, con tutta la forza
che aveva di spostare i rami che lo bloccavano. Era così preoccupata per il
proprio compagno di squadra che non si accorse nemmeno che qualcuno era apparso
dietro di lei. Un uomo con la pelle pallidissima ma i capelli neri e ricci, grande
e robusto, con una stazza simile a quella di un lottatore di sumo. Il nuovo
arrivato aveva già alzato un piede, pronto a schiacciarla sotto la gigantesca
suola dei suoi sandali.
-
Ti prego dimmi che stai bene! Rispondi! -
Gajeel
ci mise un po’ per riaprire a fatica gli occhi, scosso dai richiami disperati
di Levy.
-
Scri ... -
Le
avrebbe gridato “Scricciolo stai attenta!” ma un vortice di ali e scaglie nere l’anticipò,
mandando il loro aggressore a schiantarsi in mezzo ai resti dell’albero.
Soltanto allora Levy si accorse che qualcuno aveva provato a colpirla e fece
qualche passo indietro, inorridita. Per fortuna Mirajane era arrivata giusto in
tempo. L’esaminatrice si era addentrata anche lei nella foresta, non appena il
master aveva dato avvio alla seconda prova, ma era un puro e semplice caso il
fatto che si fosse trovata lì giusto in tempo per intervenire.
-
Chi sei? - Sibilò il Demone, tenendo lo sguardo incollato sull’avversario che
si stava già rialzando. Mirajane lo aveva mandato a sbattere contro il tronco
dell’albero con così tanta forza da spaccare una buona porzione del legno,
eppure l’uomo non sembrava averne risentito. Non solo doveva essere un mago
dotato di enormi poteri, come suggeriva la sua aura, ma anche un combattente
molto esperto negli scontri corpo a corpo.
-
Allora? -
-
IlmionomeèKain!UnodegliOttoFratellidelPurgatoriodiGrimoireHeart!IlmiosoprannomeèGola!
- Farfugliò il mago tutto insieme.
-
Che diavolo hai detto? - Mirajane aggrottò un sopracciglio e lei ed il suo
avversario rimasero a fissarsi per un lungo istante, prima che l’uomo si
decidesse a ripetere il tutto scandendolo meglio - Il mio nome è Kain! Uno dei Otto
Fratelli del Purgatorio di Grimoire Heart! Il mio soprannome è Gola! E non
guardarmi così! Mi rendi nervoso! -
Grimoire
Heart?
Questa
volta Mirajane si mise in posizione di difesa. Anche se non riusciva a vedere
da nessuna parte il marchio che qualificava Kain come parte di una gilda
oscura, il solo sospetto che quello che avesse detto fosse vero, era abbastanza
per alzare la guardia. Levy fece anche lei qualche passo indietro e Gajeel si
affrettò a svincolarsi dai rami che lo tenevano inchiodato a terra.
-
Che cosa vuole Grimoire Heart qui a Tenrou? -
-
Non ho alcun bisogno di dirtelo donna, tanto morirai prima di rendertene conto!
- Kain si infilò una mano sotto il mantello, estraendo una bizzarra bambola di
pezza. Aveva cuciti un paio di occhietti neri, un ghigno malefico ed una runa
sulla fronte. - Ti mostrerò il potere della mia magia: Ushi no koku mairi! -
-
Ushi no koku ... - Ripetè Levy cercando di ricordare dove avesse già letto il
nome di quella formula.
-
Hai fatto proprio bene a colpirmi prima! - Stava continuando Kain - Perché così
sono riuscito a prendere uno dei tuoi capelli. -
Quando?
Mirajane non ricordava affatto di essere stata toccata.
-
Ushi no koku mairi ha bisogno di un capello della sua vittima per funzionare.
Basta fare così, se lo metto sulla mia bambola, Mr. Cursey ... -
Fu
soltanto allora che una lampadina si accese nella testa di Levy - È una
maledizione, Mira sta attenta! - Ma era già troppo tardi. Quando Kain mosse la
bambola anche Mirajane si mosse, senza nemmeno rendersene conto. La sua zampa
mancò Levy soltanto di qualche centimetro e soltanto grazie al pronto
intervento di Gajeel.
-
Che cosa ... - Il corpo di Mirajane tornò ancora una volta all’attacco senza
lasciarle nemmeno il tempo di completare la frase. Questa volta Gajeel fu meno
svelto a parare e venne sbalzato indietro con un grosso graffio sanguinante
sulla guancia. - Si può sapere che ti prende??? -
-
Non lo so! - Era la prima volta in vita sua che Mirajane si trovava in una
situazione del genere: non aveva mai affrontato un avversario come Kain e non
solo non riusciva più controllare il suo corpo ma nemmeno a disattivare la sua
Satan Soul. - Non ci posso fare niente! - Mirajane gridò disperatamente
cercando di convincere i compagni a scappare e a mettersi al sicuro ma né
Gajeel né Levy avevano alcuna intenzione di lasciarla indietro in balia di
Grimoire Heart.
-
Colpisci quel bestione mentre io la tengo ferma! - Il dragon slayer non le
lasciò aggiungere altro, afferrandola e bloccandola con le braccia dietro la
schiena e Levy annuì pronta a fare del suo meglio. Aveva già estratto il suo
stilo magico ed era già sul punto di scagliare una fiammata contro
l’avversario, quando Kain la fermò dondolando la bambola davanti a sè - Guarda
che se mi colpisci anche la tua amica fa la stessa fine ... -
-
Svelta! - Gridò Gajeel, ma quel momento d’esitazione fu più che sufficiente per
permettere al mago di Grimoire Heart di contrattaccare, sfruttando tutta la
forza di cui disponeva la Satan Soul di Mirajane. Gajeel venne sbalzato via e
Levy sarebbe stata il prossimo obiettivo se qualcun altro non si fosse
precipitato in mezzo al campo, bloccando il Demone per i polsi. Si trattava di
una strana creatura, che ricordava soltanto a metà un essere umano. Aveva la
pelle grigia ed un ghigno feroce, un paio di lunghe corna e dei capelli verdi
altrettanto lunghi. Sulla schiena sfoggiava un paio d’ali viola che sembravano
completamente fatte d’energia magica. Né Levy, né Gajeel avevano mai visto una
creatura del genere, ma Mirajane avrebbe riconosciuto dappertutto quella
persona, nonostante la maschera demoniaca che indossava. C’era anche lei,
quando qualche anno fa, quell’incantesimo era stato sviluppato per la prima
volta.
-
Freed ... - Il mostro le fece un mezzo sorriso ed ancor prima che Kain potesse
capire che stava succedendo una risata maniacale riecheggiò per tutto il campo
di battaglia - Alla carica bambine! -
Il
mago di Grimoire Heart non riuscì nemmeno a scansarsi prima che un gruppetto di
cinque bambole di legno lo colpisse alla testa come la scarica di
mitragliatrice.
-
Ti piacciono le mie piccole? - Era praticamente impossibile non riconoscere l’uomo
intervenuto sulla scena, con quel sorriso folle e la lingua in bella mostra.
Non bisognava essere il Demone per identificarlo.
-
Bickslow? - Chiamò Mirajane per tutti - Che cosa ci fate qui? -
-
Piacere di rivederti Jane! - Il mago agitò allegramente una mano in risposta -
Ti aiutiamo, non si vede? -
-
Cosa ci fate a Tenrou intendo! -
Nonostante
il colpo, Kain non aveva ancora mollato la presa sulla sua bambola magica ed
adesso era più furioso che mai - VE LA FARO’ PAGARE! - Quando mosse di nuovo la
bambola, Mirajane non perse tempo a liberarsi dalla presa di Freed e a
scagliarsi contro Bickslow: il mago riuscì a stento a scansarsi, saltando di
lato.
-
Non avevi detto che solo un demone poteva battere un demone? -
-
Dark Ècriture Darkness non può mai essere la stessa cosa di un Take Over! -
-
Allora che parli a fare Freed? -
Per
un attimo era sembrato che l’intervento dei due maghi avrebbe cambiato le sorti
dello scontro, ma in men che non si dica la situazione si era capovolta
nuovamente ed adesso erano Freed e Bickslow quelli costretti ad indietreggiare
sotto i colpi di Mirajane.
-
Perché non cerchi di fare qualcosa anche tu? -
-
Okay, ci penso io ma in cambio mi devi un favore! -
-
Muoviti e basta! - Alla fine Freed saltò di lato, lasciando abbastanza spazio a
Bickslow per agire.
-
Ti ricordi quella cosa divertente che facevamo insieme Jane? -
-
Di che stai parlando? -
-
Ah, giusto! Non l’abbiamo mai fatta! - Bickslow non perse altro tempo a gettare
via l’elmo e Mirajane si bloccò di colpo non appena ne incrociò lo sguardo. - E
adesso ... - Il mago rise muovendo le mani come un burattinaio sui fili -
Vediamo chi controlla meglio le anime delle sue vittime! -
-
LASCIAMI! - Ormai Mirajane non aveva più voce in capitolo: il suo corpo si girò
da solo scagliandosi senza pietà contro Kain. Il mago venne colpito in pieno
allo stomaco e con così tanta forza che la presa sulla bambola gli venne meno.
L’oggetto venne sbalzato in aria e sarebbe finito chissà dove se Levy non
l’avesse prontamente afferrato al volo.
-
Giuro che non ci capisco più niente ... - Gajeel stava osservando la scena,
seduto accanto a lei con gli occhi spalancati. Adesso che era Bickslow ad avere
il controllo del Demone, Kain non sembrava più pericoloso come prima. Non aveva
alcuna speranza contro una forza soprannaturale come Mirajane e dopo un paio di
colpi ben assestati, il mago di Grimoire Heart si schiantò a terra, svenuto.
-
È ... È finita? - Annaspò Mirajane, cercando di riprendere fiato - Si può
sapere come ti è venuto in mente di usarmi come una marionetta? Hai perso
definitivamente la testa? - La ragazza agitò le braccia e gridò per un bel po’
prima di accorgersi di essersi finalmente mossa secondo la sua volontà.
Bickslow l’accolse con un gran sorriso, nonostante gli insulti - Scusami Jane,
ma avevo sempre sognato di farlo! Sicura di non voler diventare una delle mie
bambine? -
-
Stare tutto questo tempo sotto il sole di Tenrou ti ha definitivamente fuso il
cervello. - Sospirò anche Freed, recuperando le sue sembianza normali.
-
Da quanto siete qui? -
Bickslow
si grattò la testa cercando di ricordare la data giusta, ma Freed non aveva
bisogno di riflettere per rispondere a Mirajane - Dopo lo scontro con voi della
gilda siamo rimasti soltanto un altro giorno in più a Magnolia, per assistere
alla parata insieme a Laxus. È stato allora che ci siamo messi in cammino per
Tenrou. Volevamo rimanere ancora un po’ qui per allenarci e riflettere, ma poi
siete arrivati voi e ci siamo nascosti dall’altra parte di Tenrou per non
essere scoperti. In realtà, ci siamo accorti del vostro arrivo e di quello di
questi intrusi soltanto perché ho messo per precauzione qualche runa d’allarme
in giro per l’isola. - Confessò Freeed - Non appena Laxus ha capito la gravità
del pericolo ci ha ordinati di dividerci e di aiutarvi a fermare Grimoire
Heart. Io e Bickslow siamo venuti in questa direzione, Evergreen è andata nella
direzione opposta e Laxus invece è andato dritto da suo nonno. -
Mirajane
non riusciva a crederci. Non riusciva proprio a credere all’idea che Laxus e la
sua squadra fossero sull’isola ancor prima del loro arrivo. C’era una parte di
lei che era felice di sapere che stessero bene e che la gilda potesse contare
sul loro aiuto, ma c’era anche un’altra parte del suo cuore che non era
altrettanto felice per quello che Freed le aveva appena detto.
-
Se siete qui soltanto perché ve lo ha ordinato il vostro leader ... - Cominciò
il Demone - Allora potete anche andarvene. Non voglio l’aiuto di gente che è
stata costretta a combattere per Fairy Tail. -
-
Costre ... Ah ... - E Freed lanciò un sospiro, riavviandosi i capelli - Jane,
capisco che tu sia ancora arrabbiata con noi, ma fidati per questa volta. È
vero che Laxus ci ha ordinato dove andare e cosa fare, ma nessuno ci ha
costretti a combattere per Fairy Tail: è una cosa che vogliamo fare davvero. In
questi mesi qui a Tenrou abbiamo riflettuto a lungo su quello che è successo ed
abbiamo capito di aver sbagliato. Volevamo cambiare Fairy Tail - Le spiegò il
giovane mago - Ma il metodo che abbiamo scelto era quello sbagliato. Piuttosto che demolire la gilda avremmo dovuto
impegnarci di più per fare d’esempio e stimolare tutti a migliorare e a
comportarsi più seriamente. Piuttosto che aiutare la nostra gilda dei sogni a
nascere per poco non le abbiamo tolto ogni speranza di vita. -
-
Eh, già. - Sospirò anche Bickslow tenendosi le mani dietro la testa - Siamo
stati degli imbecilli. Grandi e grossi imbecilli. Evergreen dice anche di
essere stata una stronza, ma non dirle che te l’ho raccontato! -
-
Ti va di combattere un’ultima volta con la Tribù, Jane? Proprio come ai vecchi
tempi? - Questa volta Freed le tese una mano con un sorriso - E anche voi
ovviamente, Levy, Gajeel! Vi va di
combattere tutti insieme un’ultima volta per il bene di Fairy Tail? -
Non
c’era neanche bisogno di chiedere! Davanti ad una richiesta come quella nemmeno
il cuore di demone di Mirajane poteva resistere - Sì! - La maga non perse altro
tempo a stringere la mano di Freed e ad afferrare anche quella di Bickslow -
Non sai quanto abbia desiderato questo momento! -
-
Hai detto di aver piazzato rune di sorveglianza lungo tutta l’isola. - La voce
di Gajeel ruppe quel momento magico - Per caso sai quanti sono gli intrusi? -
-
Ho contato diciotto persone. - Fu la risposta di Freed - Ma non credo che siano
tutti di Grimoire Heart. Ho paura che ci siano ben due gilde oscure qui
sull’isola. -
-
Due gilde oscure? - Ripetè Levy allarmata - Speriamo che anche gli altri stiano
bene, specialmente Wendy! Chissà se Mest riuscirà a difenderla! -
-
Wendy chi? - Le fece eco Bickslow e - Mest chi? - Aggiunse Freed.
-
Wendy si è unita a noi mentre eravate via. - Provò a spiegargli Mirajane - Ma
Mest invece c’è già prima. -
-
Mest ... - Ripetè Freed - Jane, io credo che non ci sia mai stato un Mest a
Fairy Tail ... Prima di Fantasia, per la selezione di Laxus, ho controllato
personalmente tutti i file dei maghi in gilda e non mi ricordo di nessun Mest. -
-
Non è vero! Guarda che ... - Guarda cosa? Le parole le vennero meno proprio
mentre era sul punto di ribattere. Da quanto tempo Mest era a Fairy Tail? C’era
già quando lei e i suoi fratelli erano arrivati alla gilda? C’era da un anno?
Due? Di più? Improvvisamente nemmeno lei era più certa che ci fosse mai stato
un Mest.
-
Presto! - L’attimo dopo Mirajane si era già messa in moto, correndo verso gli
alberi ed indicando a tutti di seguirla - Cerchiamo Wendy, potrebbe essere in
pericolo! -
Levy
si affrettò ad incespicarle dietro, ma ancor prima che potesse fare un passo
qualcuno l’afferrò per una spalla, strappandole la bambola che stava ancora
stringendo gelosamente al petto e spingendola via.
-
QUESTA VOLTA TI DISTRUGGO! - Mentre nessuno guardava Kain si era
inaspettatamente rimesso in piedi. Mirajane fece giusto in tempo a girarsi
prima che il fioretto di Freed affondasse con precisione dritto in petto al
mago di Grimoire Heart. Se gli avesse lasciato anche soltanto un altro secondo
di tempo, Kain avrebbe spezzato in due la bambola e così la sua malcapitata
vittima.
-
Non toccare i miei compagni. -
Kain
rimase a fissare ancora per un attimo Freed, poi perse la presa sulla bambola e
quando il mago sfilò il fioretto crollò sulla schiena con un tonfo e gli occhi
spalancati. Questa volta fu Bickslow a raccogliere la bambola maledetta e a
disattivarla, staccando finalmente il capello che vi era stato applicato.
-
Grazie ... - La voce di Mirajane fu l’unica cosa che ruppe il silenzio.
-
Dovere. -
- Andiamo, ora? - A rimettere in moto la macchina ci pensò
Gajeel, aiutando Levy a rialzarsi. La ragazza era la più scioccata di tutti, ma
non aveva niente da dire contro Freed. In un momento come quello non c’erano
molte soluzioni da poter applicare.
-
Non dovevamo aiutare anche gli altri? - Continuò ad incalzare il dragon slayer
e questa volta tutti i maghi ricominciarono a correre.
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Capitolo 51 *** Il più uomo ***
Il più uomo
Eccomi qui per l'aggiornamento
settimanale! Il combattimento con Grimoire Heart continua mentre i
personaggi di Fairy Tail e Crime Sorcière si mischiano nel
duello. Il titolo già dice tutto: in questo capitolo il
protagonista è Elfman.
Il più uomo
Dopo
aver sentito l’annuncio del master, Elfman aveva ripreso coraggio e si era
catapultato anche lui in mezzo alla foresta alla ricerca della tomba di Mavis.
Quella era l’occasione della sua vita: avrebbe finalmente dimostrato a tutti
chi era il più uomo della gilda, ma c’era anche un altro motivo per cui il mago
voleva assolutamente conquistare il titolo di livello S. Fin da quando erano
dei bambini, Mirajane era stata quella più forte della famiglia, quella che si
era occupata di lui e di Lisanna. Adesso Elfman voleva pareggiare i conti e
dimostrare di essere anche lui in grado di competere allo stesso livello. Non
gli era riuscito quando la gilda era stata attaccata da Laxus, ma ora poteva
finalmente rimediare.
Il
ragazzone era ancora impegnato in questo tipo di riflessioni quando l’albero di
Tenrou crollò e dopo pochi secondi una violenta pioggia si abbattè sull’isola.
-
Che cosa sta succedendo? - Elfman non fece in tempo a chiedersi altro prima che
un tremendo ruggito lo mettesse in allarme. Il mago riuscì a scansarsi giusto
in tempo, evitando il colpo di un’enorme zampa. Quando si girò scoprì che ad
attaccarlo era stata una creatura mostruosa con delle lunghe corna ed una
spessa corazza. Il suo corpo sotto la pioggia rilasciava scintille e nel punto
in cui i suoi artigli si erano abbattuti adesso non c’era nient’altro che un
cratere fumante.
-
Ohoh! Non ci posso credere! La mia bestiolina ha mancato il colpo! - Ed accanto
al mostro c’era un uomo. Sembrava molto giovane ed elegante ma aveva i capelli
grigi ed un paio d’occhiali.
-
Chi diavolo sei? -
-
Il mio nome è RustyRose di Grimoire Heart! - Dichiarò l’uomo spalancando le
braccia per presentarsi come un attore da teatro - Sono il solo e unico grande
re della malavita di Fiore! Ma qualcuno dei miei compagni mi ha soprannominato
anche Lussuria. Dicono che sono troppo raffinato e amo le cose particolari. -
Elfman rabbrividì quando RustyRose gli schioccò un occhiolino; non voleva
nemmeno scoprire a cosa si riferisse ma se quello era davvero un mago di
Grimoire Heart allora le cose erano serie. Non aveva idea di cosa ci facesse la
gilda oscura sull’isola, ma era certo che dovevano esserci loro dietro il crollo
dell’albero. Magari in quel preciso istante Mirajane ed i suoi compagni erano
in pericolo! E se voleva aiutarli doveva costringere il suo avversario a farsi
da parte con la forza! Voleva combattere usando un mostro? Elfman gli avrebbe
dato tutte le bestie che voleva.
Senza
aggiungere nemmeno un'altra parola il mago attivò il suo Take Over e si lanciò
contro il mostro che aveva evocato l’avversario ma non riuscì nemmeno a
scalfirne la corazza.
-
No, no! Non toccare la mia bestiolina in modo così indelicato! - RustyRose
gridò ed il mostro reagì, colpendo Elfman con una zampata in mezzo al petto.
Scintille schizzarono da tutte le parti ed il mago venne scagliato via in mezzo
al fango. La bestia era già pronta ad assestargli il colpo di grazia, quando
inaspettatamente si fermò con gli artigli a mezz’aria. - Che succede? - Strillò
il proprietario. A fermare la sua creatura era stata una pozza d’ombra densa
come pece. - Allora? - L’attimo dopo la creatura sparì, lasciando al suo posto
soltanto una carta da gioco che si andò a poggiare a terra, ondeggiando lentamente
sotto la pioggia.
-
Non è una mossa saggia evocare cose contro di me. - Questa volta sulla scena,
con grande sorpresa di Elfman, erano appena comparsi altri due maghi, uno con
la pelle scura, l’altro con la mascella di ferro: Sho e Simon. Quando Jellel
gli aveva ordinato di intervenire i due non avevano perso tempo, ma non erano
riusciti a trovare le tracce di nessuno dei maghi di Grimoire Heart fino a che
RustyRose non era entrato in azione.
-
Tu ... Tu ... - Il mago oscuro appuntò un dito addosso a Sho, tremando e
balbettando per la rabbia - Come hai osato rovinare la mia crezione? Te la farò
pagare! -
-
È Crime Sorcière quella che la fa pagare agli altri! -
Elfman
ebbe un sussulto sentendo il nome della seconda gilda oscura, ma Sho e Simon
non lo degnarono nemmeno di uno sguardo, lanciandosi all’attacco. Grazie alle
loro indagini, avevano scoperto in anticipo che il potere di RustyRose
consisteva in una forma di evocazione e questo significava che la forza fisica
era il suo punto debole. Se Simon l’avesse bloccato con le sue ombre, allora a Sho
sarebbe bastato poco per eliminarlo: un sol colpo di una delle sue carte
affilate. Peccato che la magia del loro avversario andasse ben oltre la
semplice capacità di evocare mostri. Non appena Simon bloccò il mago e Sho
provò a passare all’attacco, tutto ciò che RustyRose ebbe da fare fu muovere un
braccio. L’arto si trasformò istantaneamente in quello di un demone, tranciando
di netto le ombre e scagliando via Sho con un vistoso taglio sulla spalla. Il
mago di Grimoire Heart avrebbe colpito anche Elfman se una raffica di
proiettili magici non l’avesse improvvisamente costretto a farsi da parte.
-
Leprechaun! -
Elfman
non aveva bisogno di sentire altro - EVER! -
-
Non chiamarmi così! - Strillò Evergreen, preparandosi a tirare un altro colpo
all’avversario. - Aveva ragione Freed! - Borbottò tra sé e sé - Si può sapere
quanta gente c’è su quest’isola? Chi sono queste persone? -
-
Freed? - Continuò Elfman - Che vuol dire? Cosa ci fate a Tenrou? - Ma un -
Zitto idiota! - Fu l’unica risposta che ottenne - Quali sono i nemici e quali
no? -
-
Sono due gilde oscure diverse! E poi chi hai chiamato idiota? -
-
Che carini ... Sembrate quasi una vecchia coppia di sposi ... - RustyRose uscì
dalla polvere causata dall’esplosione, ridacchiando.
-
Non farti strane idee! - Protestò invano la maga, indecisa su cosa fare. Per un
attimo perfino l’idea di prendere Elfman e scappare le parve plausibile.
Circondati in quel modo non avevano speranze!
-
Noi non siamo vostri nemici. - La rassicurò Sho, rimettendosi in piedi nonostante
il colpo ricevuto - Noi di Crime Sorcière non attacchiamo mai gli innocenti. Siamo
qui per Grimoire Heart. Contro di lui potremmo perfino considerarci alleati. -
Evergreen
aggrottò un sopracciglio con aria perplessa, ma Elfman intuì subito cosa voleva
dire. Aveva ascoltato la storia della precedente missione in cui la sua gilda
aveva incontrato Crime Sorcière ed in particolare aveva ascoltato la storia di
Lucy. Non lo stupiva il fatto che Sho fosse di nuovo lì ad offrire una mano.
-
Ci state? È come fare una scommessa. -
Elfman
era già pronto a gridare che un vero uomo non scende a patti con dei maghi
oscuri, ma Evergreen lo anticipò. Aveva una mente più pratica e sapeva
riconoscere un buon affare.
-
Se volete un’alleanza, allora l’unica cosa che dovete fare è togliergli gli
occhiali e lasciare fare a me. - Ridacchiò la maga, risistemandosi un po’ la
montatura. Non poteva trasformarlo in pietra senza rimuovere prima quel piccolo
ostacolo.
-
Perfetto! - Sho non aveva idea di quale tecnica segreta Evergreen avesse in
mente, ma proprio come ogni buon giocatore non poteva sottrarsi ad una
scommessa dopo averla proposta. Questa volta il ragazzo non perse tempo a
lanciare una carta contro l’avversario e ad accecarlo con la luce prodotta
dalla sua esplosione. Nemmeno Simon si tirò indietro, bloccando RustyRose alle
spalle. A quel punto Elfman non aveva altra scelta e si affrettò a lanciarsi in
avanti per sfilargli gli occhiali ma non fece nemmeno in tempo a raggiungerlo.
-
Che squallido trucco! -
Qualcosa
lo colpì in pieno petto scagliandolo di nuovo al punto di partenza,
qualcos’altro attaccò Simon al fianco, costringendolo a mollare la presa e
qualcos’altro ancora investì Sho ed Evergreen, gettandoli in mezzo alla
polvere.
-
Che razza di magia è quella? - Strillò la ragazza non appena riaprì gli occhi e
si accorse che adesso, attorno a RustyRose stava danzando un’esercito di ombre.
Essenze nere e spettrali. Sembravano una processione di anime vomitate fuori
dalla bocca dell’inferno.
-
Non ha senso spiegarlo a della spazzatura come voi, ma per ravvivare il copione
potrei pure fare un’eccezione. - Ridacchiò il mago, aggiustando i vestiti che
Simon gli aveva messo in disordine - I miei incantesimi sono giunti fin dentro
l’abisso delle più osure profondità della magia. Questa è Arc of Embodiment e
mi permette di creare qualsiasi cosa io immagini. Peccato però che come ogni
magia oscura ci siano degli effetti collaterali. - Il suo sorriso di RustyRose
si trasformò in un ghigno disgustato - Che tragico destino il mio! Non vedo
l’ora che arrivi il momento in cui riusciremo a svegliare Zaref! -
Al
suono di quel nome Evergreen ed Elfman spalancarono gli occhi, ma per Sho e
Simon il sangue si gelò improvvisamente nelle vene. Quel nome era uno dei loro
incubi più frequenti: lo avevano sentito troppe volte, troppe, fin da quando
erano bambini.
-
Za ... Zaref? - Ripetè Sho, farfugliando.
-
Sì! Il solo e unico Zaref! - Esclamò RustyRose proiettando con una mano le
immagini che aveva raccolto in qualche antico libro di magia nera, vecchie
miniature che mostravano la figura senza volto di Zaref mentre comandava il suo
esercito di demoni. - L’obiettivo di Grimoire Heart è quello di risvegliare
Zaref e di ottenere da lui il potere di controllare la magia più potente di
tutte. Creeremo un nuovo mondo! Un mondo in cui ci sarà spazio solo per i
migliori, solo per quelli come noi che conoscono l’abisso della magia. Sarà un
mondo in cui tutto sarà possibile, in cui saremo eternamente felici e nessuna
tragedia potrà abbattersi su di noi! -
-
Come fa un mondo con l’ombra di Zaref ad essere un mondo felice? - Lo rimbeccò
Sho. RustyRose spense la sua proiezione, irritato - Ovviamente voi non potete
capire la grandezza di questo progetto! Ma questo non importa. Oggi Grimoire
Heart è venuta qui, su quest’isola, per prendersi la chiave di cui a bisogno,
quella che la condurrà finalmente a ricongiungersi con Zaref. -
-
La chiave? - Ripetè Evergreen senza capire, ma Sho la mise ancora una volta a
tacere strillando con tutto il fiato che aveva in gola che Zaref era
l’incarnazione del male e che non avrebbe permesso né a lui, né a nessun altro
di riportarlo in vita. Non poteva rimanere in silenzio difronte a quei
discorsi. Alla Torre era stato costretto ad ascoltare i discorsi del culto
oscuro, ma adesso Sho, non era più un bambino indifeso.
-
Esattamente. - Anche Simon sottolineò il concetto rialzandosi ed anche Elfman
lo imitò, serrando i pugni con rabbia - Smettila di dire sciocchezze! - Il
gigante di Fairy Tail puntò un dito contro RustyRose - Un mondo del genere
sarebbe un mondo assurdo! Il mondo in cui viviamo è bello proprio perché ci
sono maghi e persone qualunque! -
-
L’ho detto che spazzatura come voi non può capire! Esseri umani senza magia,
sono come candele che non possono accendersi! Sono inutili! -
-
Ma un vero uomo è disposto ad accettare anche quelli diversi da lui e a
prestargli il suo potere se ne hanno bisogno! - Questa volta fu Elfman il primo
ad attaccare, gettandosi contro il suo avversario senza nemmeno curarsi della
barriera di spettri che lo difendeva. RustyRose ordinò anche alle sue ombre di
attaccare ma gli spettri non gli diedero ascolto, rivoltandosi improvvisamente
contro di lui. Aveva fatto un errore. Non aveva messo in conto che Simon era
molto più bravo di lui nel manipolare l’oscurità.
-
Ti mostro io com’è fatto un vero uomo! - Il pugno di Elfman colpì RustyRose
dritto allo stomaco, scagliandolo a terra ed una delle carte di Sho lo colpì di
striscio sulla faccia, spaccando il suo prezioso paio di occhiali.
-
Stone Eyes! -
La
sua immaginazione correva veloce ed anche il suo Arc of Embodiment, ma
RustyRose aveva i suoi limiti. Bastò che guardasse per un istante nei
bellissimi e temibili occhi di Evergreen ed il mago di Grimoire Heart divenne una
statua, inginocchiata in mezzo alla polvere.
-
Ci ... Ci siamo riusciti ... - A rompere il silenzio dei maghi che ansimavano
ci pensò Elfman - Bel colpo Ever! -
-
Ti ho detto di non chiamarmi così! Solo Laxus, Freed e Bickslow hanno il
diritto di accorciare il mio nome! Sei sordo? -
-
Ah! In fondo lo sapevo che erI una brava ragazza! Vieni qui e fatti
abbracciare! - La povera Evergreen non riuscì a scansarsi ed in un attimo si
ritrovò pressata tra le grandi braccia del compagno di gilda - Ma vuoi essere
pietrificato anche tu? Lasciami! - Divincolarsi era inutile e scalciare anche -
Oh e io che ho dato perfino retta a Laxus e sono venuta in questa direzione!
Dovevo prendere quella opposta! -
-
Ah, giusto! Stavo per chiedertelo prima. Che cosa ci fai qui? Ci sono anche gli
altri? -
-
Sì, imbecille! Siamo qui da prima di voi e speravamo di rimanere qui soli per
un altro po’! -
Evergreen
ed Elfman furono contretti ad interrompere improvvisamente il loro battibecco a
causa di un rumore secco. Quando si girarono, scoprirono con orrore che ormai,
la statua di RustyRose era stata fatta a pezzi.
-
Sono scappati. - Constatò Elfman. Sho e Simon erano già spariti dal campo di
battaglia. - Che modo di comportarsi è questo? Un uomo non colpisce un
avversario indifeso!!! - Non sapeva che gli altri due maghi avevano ancora una
missione da compiere, specie adesso che sapevano che Grimoire Heart aveva il
terrificante obiettivo di resuscitare Zaref.
-
Non fa niente. - Lo rassicurò Evergreen, scivolando giù dalle sue braccia. A
differenza del compagno non riusciva a sentire più di tanta compassione nei
riguardi di RustyRose - Ma ci resta lo stesso un problema ... - Sospirò la
donna - Di che chiave stava parlando quel tizio? Che cosa può mai esserci su
quest’isola capace di portarli da Zaref? -
-
E io che pensavo che la seconda fase sarebbe stata più semplice! - Esclamò
Lucy, piegata in due per lo sforzo della corsa mentre cercava di recuperare
fiato.
-
Lo sarebbe stato se quel rimbambito del vecchio non avesse riammesso tutti i
concorrenti! - Grugì Cana, cercando disperatamente di guardarsi attorno in
cerca di qualche indizio che potesse portarla più rapidamente da Fairy Glitter.
Il piano che aveva preparato insieme ad Erza e Crime Sorcière era perfetto, eppure
adesso rischiava di fallire miseramente. - Cazzo! - La maga imprecò, sedendosi
di schianto a terra e tirando precipitosamente fuori le carte dalla sua borsa.
Le dispose per l’ennesima volta sul terreno cercando di decifrare la direzione
giusta ma senza alcun risultato. La tomba della fondatrice di Fairy Tail doveva
essere protetta da qualche strano incantesimo, qualcosa di così impenetrabile
che nemmeno la sua arte divinatoria riusciva ad oltrepassarlo. Se solo non ci
fossero state tutte quelle persone in giro per l’isola! Sarebbe stato più
semplice trovare la collocazione esatta, avrebbe avuto più tempo! Ma adesso il
tempo scorreva via veloce ed ogni secondo la portava più lontana dal suo
obiettivo. Doveva prendere Fairy Glitter. Aveva assolutamente bisogno di quella
magia se voleva ottenere la sua vendetta!
-
Cana ... - La voce di Lucy la fece sussultare, nonostante il suo tono dolce.
Era così presa che non si era nemmeno accorta del fatto che le aveva appoggiato
una mano sulla spalla.
-
Calmati, ci sono anche io qui per aiutarti. Siamo compagne di squadra, non è
così? - La maga celeste le sorrise e Cana si costrinse ad annuire, nonostante
non avesse tempo da perdere con quei bei discorsi sull’amicizia. - Stavo
pensando ad una soluzione. - Continuò Lucy - Visto che non è possibile trovare
la posizione della tomba con la magia deve esserci un altro modo per farlo.
Qualcosa che sia possibile per tutti allo stesso modo. -
-
E COSA? -
-
Potrebbe sembrare un po’ forzato, ma forse ci troviamo davanti ad un
indovinello, un gioco da risolvere con la testa. Pensaci anche tu Cana! Quando
siamo arrivate su quest’isola abbiamo dovuto scegliere tra vari sentieri,
ognuno numerato in modo diverso e sai quante sono le lettere che compongono le
frase “tomba di Mavis”? Sono dodici, il doppio di sei. Quasi quasi io
comincerei la ricerca proprio dal sesto sentiero ... -
BINGO!
Lucy
non aveva bisogno di aggiungere altro. Cana sollevò uno dei suoi tarocchi e l’incantesimo
la lasciò istantaneamente a terra, profondamente addormentata. - Mi dispiace. -
La cartomante raccolse le sue carte e schizzò via, senza girarsi nemmeno per un
istante a guardare la compagna che aveva appena abbandonato. Il tempo era poco,
ma forse poteva ancora arrivare per prima al traguardo e dei seccatori come
Lucy erano l’ultima cosa che le serviva. Specie quando Crimre Sorcière era
quello che le serviva per prendere Fairy
Glitter.
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Capitolo 52 *** L'ossessione di Zoldeo ***
L'ossessione di Zoldeo
Lo scontro continua! Anche se qui a tenere la scena sono principalmente i maghi di Fairy Tail.
L’ossessione di Zoldeo
-
Lu ... uuu ... ccyy??? -
La
ragazza si sforzò di riaprire gli occhi, sentendo il suono di una voce
familiare ripetersi e ripetersi in lontananza, ma il peso dell’incantesimo che
l’avvolgeva era così forte che per quanto ci provasse la cosa le risultava
impossibile. Una parte della sua coscienza era sveglia, ma il resto era come
intrappolato in un velo ed aveva a stento una vaga percezione di quello che le
succedeva intorno.
-
Sveglia! -
Ma
gli occhi di Lucy si aprirono di scatto non appena una doccia d’acqua gelata e
ghiaccio la investì in pieno, strappandola al mondo dei sogni. La ragazza
schizzò a sedere, stringendosi le braccia attorno al corpo e gridando per lo
shock; le ci volle qualche secondo per capire che a colpirla era stato Gray.
-
Si può sapere che cos’era quello? - A quel punto Lucy afferrò il compagno per
il bavero della camicia, strattonandolo più vicino con aria minacciosa. Gli
avrebbe spaccato la faccia con un pugno ben piazzato se un’altra voce non
l’avesse costretta a girarsi - Eri vittima di qualche incantesimo. Abbiamo
provato a svegliarti in tutti i modi e visto che niente sembrava funzionare
Gray ha deciso di provare con il ghiaccio. Lo avevo detto io che sarebbe stato
meglio darti un bacio del vero amore. -
Locke.
Lucy
lasciò andare immediatamente la presa sul bavero dell’amico, pronta ad
indirizzare la sua ira contro lo spirito del leone ma fu solo in quel momento
che realizzò il fatto che adesso c’era qualcosa di strano nell’atmosfera
dell’isola. Stava piovendo a dirotto ed il grande albero, che prima troneggiava
sullo sfondo, del cielo era sparito. E non era il solo.
-
CANA! Dov’è Cana? Stavamo parlando della strada da prendere e ... -
-
Mi dispiace ma non c’era quando siamo arrivati. - Le spiegò Gray. - Ed il
problema peggiore ... - Aggiunse Locke - È che qualcuno sta attaccando Tenrou.
-
Lucy
rabbrividì di nuovo. Davvero erano sotto attacco? Magari qualcuno le aveva teso
unìimboscata ed era per questo che si trovava sotto effetto di un incantesimo!
E se Cana non era lì ... Oh, Lucy non voleva nemmeno pensarci! Nelle ultime
settimane aveva scoperto di provare un affetto particolare per la cartomante,
soprattutto dopo aver ascoltato la storia di suo padre. Anche Lucy aveva avuto
la sua lunga lista di problemi familiari e sentiva di poterla capire meglio di
chiunque altro nella gilda. Non aveva idea del fatto che l’altra l’avesse
manipolata ed era venuta a Tenrou per aiutarla a ricongiungersi a Gildarts. Non
poteva permettere che le cose si mettessero male proprio adesso che erano così vicine
al loro obiettivo!
-
Ehi, Lucy dove vai? -
-
Dobbiamo trovare Cana! - Ribattè l’altra, scansando la mano di Gray che cercava
di afferrarla - Potrebbe essere in pericolo! - Ma la ragazza non riuscì a fare
molta strada prima che Locke la strattonasse via con un braccio serrato attorno
alla vita, giusto in tempo per sottrarla al colpo d’artiglio di una strana
creatura. Lucy impiegò qualche istante per riuscire ad identificare il suo
aggressore: si trattava di una capra o meglio di qualcosa simile ad una capra.
Stava su due zampe ed aveva un corpo quasi umano. Indossava un abito scuro,
occhiali da sole e cravatta ma era coperto da una pelliccia candida, aveva un
paio di corna ricurve, artigli al posto degli zoccoli delle zampe anteriori ed
una lunga coda con un ciuffo nero all’estremità.
-
Che ci fai qui? - Lucy si girò in direzione del suo salvatore non appena sentì
la voce di Locke: era così cupa da sembrare quasi un ringhio. Conosceva il loro
nemico? Ma l’uomo capra lo ignorò. Sfilò gli artigli dal terreno e si risistemò
gli occhiali. Nel frattempo anche Gray si era messo in posizione di
combattimento, pronto a scagliare sull’avversario una raffica di lance
ghiacciate.
-
Ti ho chiesto cosa ci fai ... -
-
È semplice: sono venuto per eliminarvi. - Gli spiegò alla fine l’uomo capra -
Master Hades ha deciso che oggi sarà l’ultimo giorno di Fairy Tail e Grimoire
Heart è sbarcata su quest’isola per assecondare i suoi desideri. -
Lucy
percepì la stretta di Locke che si faceva più forte attorno a lei.
-
E perché diavolo Grimoire Heart e questo master Hades c’è l’hanno con noi? -
Tuonò Gray.
-
Siete destinati a sparire per sempre dal mondo dei mortali, pretendete di
conoscere fin troppe cose. - Sospirò il loro avversario, come se quelli davanti
a lui fossero stati dei semplici moscerini e non i maghi di una delle più
potenti gilde di Fiore. - Diciamo soltanto che a quanto pare proprio la vostra
gilda ha nascosto per tutto questo tempo la “chiave” di cui avevamo bisogno per
raggiungere Zaref. -
-
“Chiave”? “ZAREF”? - Ripetè Gray sempre più incredulo ed infuriato e - La
figlia di Cornelia! - Lo zittì l’uomo capra - Quella stupida cartomante lasciò
la nostra gilda proprio quando ne avevamo più bisogno. Le demmo la caccia e
quando alla fine riuscimmo a rintracciarla era così ostinata a non voler
collaborare che preferì uccidersi piuttosto che farsi catturare. Per fortuna di
recente abbiamo scoperto che ci ha lasciato un dono prezioso: una figlia con gli
stessi poteri. -
Cartomante?
Non era possibile, stava parlando forse di ... Lucy non riusciva nemmeno ad
immaginare quale relazione potesse esserci tra Cana e Zaref ma l’espressione
dell’uomo capra che ghignava le feceva venire la nausea. - Quando l’avremo in
pugno la costringeremo ad usare le sue abilità per rintracciare il luogo in cui
Zaref riposa. L’Oscuro non è morto ma è solo in uno stato di torpore e quando
lo avremo svegliato realizzeremo insieme a lui il vero mondo della magia! Tutti
coloro che non hanno abbastanza potere per resistere saranno spazzati via! -
-
Non ha senso! - Trovò finalmente la forza di gridare Lucy - Sarebbe un mondo
orribile! Nessuno ci guadagnerebbe un bel niente! -
-
Nemmeno io ho ancora capito il vero significato del piano di master Hades, ma
immagino che soltanto qualcuno vicino all’abisso della magia possa comprenderlo
davvero e quello di sicuro non sei tu. - La rimbeccò l’uomo capra, spalancando
le braccia come se fosse stato sul punto di scagliare qualche incantesimo. -
Ricordatevi bene questo nome: Zoldeo della Superbia perché sarò io il vostro
nuovo padrone. Vi aggiungerò alla mia collezione di spiriti! -
-
Il tuo nome non è Zoldeo! - Ruggì Locke, interrompendolo proprio sul più bello
- Il tuo mome è Capricorn! Sei lo spirito del capricorno! Sei sparito nel nulla
diciassette anni fa ed ora ti ripresenti così, in compagnia di Grimoire Heart?
Speri davvero di farla franca? Chi è che usa la tua chiave? -
Lucy
annaspò per un po’ prima di riuscire a realizzare quello che aveva appena detto
il leone - Che cosa? -
-
Già Lucy, lui aveva siglato un contratto proprio con tua madre ma Layla lo
aveva affidato ad un altro mago ancora prima che nascessi tu, quando aveva
iniziato ad ammalarsi. - La notizia colpì la maga celeste ancora più forte di
prima, ancora più forte di un martello.
-
Oh, Capricorn te la farò pagare se provi a fare del male a Fairy Tail! -
Continuò Locke - Andate a cercare gli altri ragazzi, forse hanno bisogno
d’aiuto! Di lui mi occuperò io: in fondo è uno spirito come me. - Ed a quel
punto qualcosa si accese nello sguardo di Capricorn - Zoldeo. Fu proprio come
se fosse stata accesa una miccia. - Una maga celeste e uno spirito ... Questa è
davvero la mia occasione fortunata! -
-
Andiamo! - Anche se Lucy non voleva lasciare Locke da solo, Gray intuì subito
che qualcosa di terribile stava per accadere ed afferrò la ragazza per un
polso, pronto a trascinarla via anche con la forza.
-
Apriti porta degli umani! - Recitò Zoldeo, formando una stringa di rune
nell’aria - Eroe di Rubengard: San Jao Shin! - Ed in un attimo un uomo armato
di lancia gli bloccò la strada, costringendo Gray a formare una barriera
protettiva di ghiaccio. Il nuovo arrivato aveva dei vestiti esotici ed
orientali, lunga barba e baffi ma sembrava vuoto ed aveva uno sguardo più
spento di un corpo in decomposizione.
-
Sono io stesso il proprietario della mia chiave. - Annunciò Zoldeo - Con la
magia oscura che mi ha insegnato master Hades, Human Subordination, sono io che
comando gli umani a mio piacimento! -
-
Che cos’è questa assurdità? Uno spirito che contralla gli uomini? - Strillò
Gray, anche se in quel momento Lucy era la più incredula di tutti: non aveva
mai visto una tecnica simile.
-
E non solo! Posso diminuire ed accrescere il potenziale degli uomini che mi
stanno accanto, quindi è inevitabile che il mio esercito sia sempre quello ad
ottenere la vittoria! - Continuò Zoldeo pieno di sé - Non riuscirete mai a
scappare! Prenderò anche il vostro controllo! -
-
Regulus! - Locke non perse altro tempo per zittirlo, sferrandogli un pugno al
mento. Sperava di distrarlo per permette alla sua proprietaria e all’amico di
scappare, ma Zoldeo atterrò qualche metro più in là e tornò in fretta alla
carica colpendolo con una ginocchiata allo stomaco. Locke fu costretto ad indietreggiare
sotto la pressione del nemico mentre Zoldeo si abbandonava ad un’altra risatina
cupa e selvatica - Regulus, eh? Ecco quale spirito sei! Quello del leone! Ma
allora sono davvero il più fortunato di questo mondo! -
-
Vuoi farmi credere che non ti ricordavi di me? -
Zoldeo
ignorò completamente la domanda di Locke aprendo un gruppo di portali. Al suo
richiamo guerrieri, cavalieri, fuorilegge, cacciatori, maghi e selvaggi si
materializzarono in mezzo alla foresta circondando Lucy e Gray che stavano già
faticando per tenere testa ad un solo avversario.
-
Ultimamente sentivo proprio la mancanza della mia forma umana e che occasione
migliore di questa? -
Ora
Locke non riusciva davvero a capire di cosa stesse parlando l’avversario.
-
Il leone! Il simbolo per antonomasia della superbia! Ah, come suonerebbe meglio
Zoldeo il Leone Superbo che Zoldeo la Capra! -
-
Non ... Vuoi farmi credere che c’è qualcuno che ha impossessato Capricorn? - Locke
soltanto allora cosìera successo. Un’aura oscura stavano già cominciando a
staccarsi dal nemico. Il leone si lanciò all’attacco ma quando Regulus andò a
segno era già troppo tardi e l’ombra lo avvolse in un istante. Locke riuscì a
stento a sentire Lucy che gridava il suo nome, poi la sua coscienza si spense.
Il
corpo di Capricorn schizzò praticamente dall’altra parte del campo,
afflosciandosi contro un albero e nell’istante esatto in cui Zoldeo prese
possesso del suo nuvo aspetto, l’esercito di umani che aveva evocato si
dissolse come effetto collaterale del traferimento e dell’energia che aveva
consumato. Lucy e Gray si ritrovarono a fissare a bocca aperta il loro ex
compagno che si ammirava le mani ed il corpo con aria estasiata ed un ghigno
malefico. - Finalmente! Era proprio quello che desideravo! E non vedo l’ora di
testare i poteri del leone! - Zoldeo si girò verso di loro e sollevò una mano,
pronto a scagliare Regulus, ma non fece in tempo prima che una zampa canida e
con dei lunghi artigli gli aprisse un foro proprio in mezzo allo stomaco. -
Grazie per avermi liberato della tua presenza, Zoldeo - sama. Ma desso sei
pregato di lasciare anche il mio amico. - Per un attimo Caprocorn era sembrato
fuori combattimento ma non era così. Sotto la pressione del suo colpo l’ombra
di Zoldeo venne letteralmente schizzata fuori dal corpo di Locke. Il leone si
dissolse mentre il mago che lo aveva
impossessato ruzzolava in mezzo alla polvere e recuperava le sue sembianze
originali. Il suo ego era grande, il
vero aspetto del mago di Grimoire Heart era quello di un omino esile e
macilento, consumato dalle sue stesse ambizioni, pallido e con gli occhi
infossati. - Tu ... Tu! Stupida capra! - Gridò l’uomo mentre Capricorn si
limitava a risistemarsi la cravatta e a scusarsi con Lucy che lo guardava
incredula per aver utilizzato un metodo così rozzo. Purtroppo si trattava
dell’unica alternativa possibile e nemmeno della peggiore. Gli spiriti delle
stelle in fondo erano immortali. Quando venivano colpiti a morte, erano
costretti a lasciare il mondo degli umani ma il loro corpo si rigenerava in
breve tempo.
-
Io te la farò pagare! - Strillò Zoldeo rialzandosi precipitosamente. Non appena
si mosse anche il suo corpo cominciò a dissolversi, sbiadendo come quello di un
fantasma. - Che? Che cosa sta succedendo? -
-
Zoldeo - sama non è stato saggio usare la sua magia per controllare qualcosa di
diverso dagli umani. - Gli spiegò Capricorn - Così facendo si è fuso con il suo
obiettivo e ora che quello non c’è più ... -
-
Ma ... Ma Hades non mi aveva parlato di questo effetto collaterale! Hadessss! -
E così Zoldeo svanì definitivamente sibilando invano il nome del suo master.
-
La sua stessa ossessione per il potere è stata la sua rovina. - Commentò
cinicamente lo spirito del capricorno prima di fare un passo in più in
direzione di Lucy. La ragazza indietreggiò istintivamente ma lo spirito non
intendeva farle niente di male e per dimostrarlo si inginocchiò umilmente ai
suoi piedi. - Lucy - sama tua madre assegnò la mia chiave a Zoldeo vent’anni fa
quando decise di ritirarsi dalla pratica della magia. Tuttavia io e lei stringemmo
un altro patto: mi offrì di seguire i suoi eredi, se questi avessero deciso di
proseguire lo studio della magia. Zoldeo inizialmente accettò l’accordo ma
questo era prima che l’oscurità ottenebrasse il suo cuore. Per favore prendi la
mia chiave. - E senza aggiungere altro anche Capricorn svanì, lasciando al suo
posto solo una piccola chiave d’oro. Lucy riuscì ad afferrarla giusto un attimo
prima che ruzzolasse a terra.
-
Che colpo di scena ... - Sussurrò alla fine Gray incredulo per quello che era
appena accaduto. Ignorava che i veri colpi di scena dovevano ancora arrivare.
Natsu balzò praticamente in mezzo a loro ma non li degnò nemmeno di uno
sguardo: era impegnato ad annusare l’aria e a frugare tra i cespugli come se
stesse seguendo una pista.
-
Natsu? - Sussurrò Lucy mentre guardava l’amico annusare furiosamente l’aria -
Si può sapere che ti prende? -
-
Fa così da quando è iniziata la seconda prova ... - Nemmeno Happy aveva la più
pallida idea di cosa stesse accadendo. L’exceed era così stanco di volargli
dietro che si andò a posare sulla testa di Gray, senza forze.
- Non
puoi essere tu ... - Stava sussurrando il dragon slayer - Perché continui a nasconderti?
FATTI VEDERE! -
|
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Capitolo 53 *** Crystal Dragon Slayer ***
Crystal Dragon slayer
Lo sapevate che in questa storia anche
Natsu, che sembra il più candido di tutti, custodisce un segreto
inconfessabile? Se vi state domando chi sia Anna e che fine abbia fatto
Lisanna, allora questo è il capitolo giusto per voi. Non mai amato
più di tanto l'ultima degli Strauss ma quando ho iniziato a
scrivere questa storia, ho deciso di darle una seconda
possibilità e un po' più di smalto. Spero che l'idea vi
piaccia!
Crystal Dragon slayer
Questa non è una storia facile
c'è chi racconta di bugie spalmate sulle bocche asciutte
questa non è la nostra storia semplice
tra centomila favole si scrive
senza il lieto fine
quello che brucia attorno a noi non è salvabile
l'avessi fatto prima
avremmo il tempo ancora
di rimediare ad ogni sbaglio con un’altra storia
una più semplice
una più facile
(Una storia semplice - Negramaro)
Il
ruggito di Natsu fece tremare tutta la foresta con la stessa forza di un tuono,
anche se la pioggia si era fermata già da un po’. Era furioso ma alla sua voce
seguì un lungo silenzio, spezzato soltanto dal rumore del suo respiro affannato.
A vederlo così Lucy lanciò un sospiro. Voleva dirgli di calmarsi ma Natsu rialzò
di colpo la testa come se avesse sentito qualcosa. La ragazza invece, non fece
in tempo a percepire il pericolo. Qualcuno l’afferrò alle spalle, serrandola in
una morsa d’acciaio. Lucy si ritrovò in un attimo con le braccia bloccate
dietro la schiena ed una mano premuta sulla bocca; una mano bianca e delicata
ma con dei lunghi artigli affilati e brillanti come cristallo.
-
Presa. -
Nonostante
la persona che la teneva bloccata avesse una forza irresistibile, quella era la
voce di una donna. Gli artigli premuti contro la faccia le facevano male e le
affondavano nella carne, ma Lucy si sforzò ugualmente di girare la testa per
guardare meglio la sua avversaria. Era coperta con un mantello bianco ed un
cappuccio ma il suo viso si intravedeva ugualmente. La prima cosa che Lucy notò
di lei fu l’azzurro dei suoi occhi, occhi azzurri come il più limpido dei
cieli, un azzurro chiaro e intenso. La seconda cosa che notò invece, fu qualche
ciocca di capelli argentati e ribelli che sporgevano fuori dal cappuccio. Dove
aveva già visto qualcosa di simile?
Anche
se l’aveva bloccata la sua misteriosa avversaria non sembrava interessata a
lei: il suo sguardo era rivolto completamente da un’altra parte e quando Lucy
tornò a girarsi, capì che l’altra stava fissando intensamente Natsu. Lucy non
aveva mai visto il ragazzo con un’espressione più scioccata di quella. Anche Gray
ed Happy avevano una smorfia simile.
-
Lis ... - Natsu fu costretto a deglutire prima di continuare - Che cosa ci fai
qui LISANNA!? -
Lisanna?
Lucy aveva già sentito quel nome ... Ma non doveva ...?
-
Che c’è Natsu? - Ridacchiò l’altra - Non sei contento di rivedere la tua
migliore amica? Non ti fa piacere sapere che sto bene dopo tanti anni? -
-
Sto dicendo che cazzo ci fai con il marchio di Grimoire Heart sul mantello??? -
Lisanna
... Lucy ci mise un po’ a convincersi che la sorella di Mirajane ed Elfman,
quella che credevano morta sette anni fa in missione, era lì e la stava tenendo
serrata in una morsa d’acciaio. Ma soprattutto che ...
-
Grimoire Heart è la mia nuova gilda. - Ammise candidamente la ragazza ma le sue
parole non fecero altro che agitare ancora di più Natsu - Sei impazzita? Che ti
passa per la testa? -
-
Natsu, Natsu ... - Lo canzonò Lisanna, ridacchiando - Non pronunciare il nome
di Grimoire Heart in quel modo. Questa è la mia nuova famiglia, i miei amici
sono tutti qui e devo molto a master Hades. Non ti va di vedere cosa mi ha
insegnato in questi anni? -
-
Lisanna non so di cosa tu stia parlando, ma lascia stare Lucy e ricominciamo
d’accapo, okay? -
-
Lucy? - Ripeté la ragazza incidendole più a fondo la pelle della guancia con la
punta di un artiglio - È così è questo il nome della tua nuova partner, Natsu?
E pensare che una volta io ero l’unica con cui volevi andare in missione.
Potevi scegliere di meglio: è piuttosto deboluccia, mi aspettavo qualcosa in
più. -
-
Ti ho detto di lasciarla stare ... -
-
Hai ragione: non è carino coinvolgere estranei in questa rimpatriata. Sparisci!
- Esordì a quel punto Lisanna. Liberò Lucy dalla stretta, la spinse via e
inspirò profondamente, soffiandole addosso un vortice di scaglie di cristallo
taglienti come coltelli. La ragazza non si aspettava una reazione così
improvvisa ma per fortuna Natsu era lì accanto a lei. Il dragon slayer la coprì,
respingendo l’attacco di Lisanna con una fiammata.
-
Che riflessi, pronti! - Esclamò Lisanna, notando con piacere che una porzione del
suo incantesimo si era conficcata ugualmente sulle braccia di Natsu e a terra,
tutt’attorno a lui. Il dragon slayer scoprì i denti con rabbia - Lucy vattene
da qui! Gray, Happy portatela via! -
-
Ma ... - Lucy provò a ribattere qualcosa. Voleva combattere anche lei e non
intendeva farsi da parte così facilmente ma non c’erano alternative. Lisanna si
lanciò di nuovo all’attacco, senza nemmeno farle finire la frase e Natsu intervenne
di nuovo per difenderla. Gli artigli della sua avversaria lo colpirono in pieno
viso.
-
Sbrigatevi! -
Happy
fu il primo a muoversi, nonostante avesse le lacrime agli occhi e non riuscisse
a capire cosa fosse accaduto alla sua vecchia amica. Voleva rimanere anche lui con
Natsu, ma la paura lo spinse ad ubbidire. Afferrò Lucy per la maglia e spiegò
le ali trascinandola via. Gray si trattenne qualche istante di più gridandogli di
risolvere in fretta le loro questioni irrisolte e di tornare presto alla gilda
- E per gilda intendo Fairy Tail! -
-
Contaci. - Mormorò Lisanna con un’altra risatina, ma ormai l’altro era troppo
lontano per sentirla. In mezzo alla foresta zuppa di pioggia adesso c’erano
solo lei e Natsu.
-
Che cosa ti è successo Lis? - Sospirò il ragazzo, asciugandosi il sangue che
gli scorreva lungo la guancia destra - Dove hai preso questi poteri? -
-
Da cosa te ne sei accorto? Dal mio profumo? Oh, il tuo naso funziona bene come
sempre! - Esclamò l’altra. Si stava prendendo gioco di lui e non sembrava
realmente sorpresa per essere stata smascherata così in fretta.
-
Ebbene sì, dici addio alla vecchia dolce e debole Lisanna: sono diventata anche
io un dragon slayer, un crystal dragon slayer! Crystal Dragon’s Roar! -
Questa
volta Natsu era più preparato di quella precedente e riuscì a respingere meglio
l’attacco diretto contro di lui, ma una porzione di frammenti lo raggiunge
comunque, graffiandogli le gambe.
-
È stato un amico di master Hades a farmi dono di questi poteri: ha impiantato
una lacryma dentro il mio corpo. -
-
Come con ... Laxus? -
-
Esatto! Ma non immaginavo che avessi scoperto anche il suo segreto. -
Il
ragazzo non riuscì ad evitare un colpo diretto allo stomaco e si ritrovò ad
indietreggiare con una mano premuta su un lungo squarcio.
-
Tuttavia devo confessarti che la lacryma usata per me è una versione più avanzata
di quella usata per lui. Crystal Dragon’s Claws! - Lisanna avrebbe assestato un
altro colpo se Natsu non fosse riuscito miracolosamente a bloccarla per i
polsi. Entrambi si ritrovarono così, bloccati, con la faccia a pochi centimetri
l’uno dall’altra, Natsu con un’espressione terribilmente seria, l’altra con un
ghigno divertito. - Smettila di tirare colpi come una matta! - Le intimò il
ragazzo - Ti ho chiesto che cosa ci fai con Grimoire Heart! -
-
Ancora non lo hai capito? Sei ancora un po’ troppo lento di comprendonio per i
miei gusti, Natsu. - Lisanna pigiò la fronte più vicina contro quella dell’ex
compagno - È per vendicarmi, non è ovvio? -
-
Vendicarti? - A quelle parole Natsu allentò involontariamente la stretta,
permettendo all’altra di liberarsi e spingerlo via con un calcio, colpendolo sullo
stesso punto in cui lo aveva già ferito. Il pugno successivo lo mandò
letteralmente al tappeto, rotolando in mezzo al fango. - Qui mi chiamano anche
Anna ma a Grimoire Heart, tra gli Otto Fratelli del Purgatorio, mi sono
guadagnata anche il nomignolo di ira, proprio perché non riuscivo a liberarmi
di questo desiderio. - Continuò a spiegare la ragazza, facendo qualche passo in
avanti e piantando un piede sullo stomaco di Natsu - Per tutti questi anni non
ho desiderato altro che distruggere Fairy Tail e oggi finalmente quel momento è
arrivato: mi vendicherò di Mirajane ma soprattutto ... - Lisanna fece più forza
sul piede, premendo senza pietà - Ti
farò rimpiangere di essere nato. - Natsu le afferrarò lo stivale, cercando
invano di trattenerla - Di che stai parlando, Lis? -
-
Ti ricordi quando sono venuta a parlati la sera prima di sparire? - Continuò
l’altra con un tono freddo e glaciale - Quando sono venuta a raccontarti che
non ce la facevo più a sopportare il modo in cui Mirajane mi trattava e che
avevo deciso di lasciare la gilda? Ti raccontai anche il mio piano di fingermi
morta e di scappare il più lontano possibile, ma ti promisi che se avessi
mantenuto il segreto sarei tornata quando avrei completato i miei allenamenti e
fossi diventata più forte. Te lo ricordi? -
Natsu
fece a stento un cenno di assenso e l’altra lanciò uno sbuffò ancora più
irritata di prima - Certo che te lo ricordi, hai mantenuto la promessa fino ad
ora! Perfino Gray ed Happy pensavano che fossi davvero morta! Ti sei mai
chiesto in tutti questi anni perché diavolo ti abbia mai raccontato una cosa
del genere se volevo soltanto sparire? Potevo farlo senza nemmeno avvisarti!
Non ci arrivi? - Natsu ammutolì piuttosto che dare una risposta e Lisanna non
esitò oltre a sbatterlo in mezzo agli alberi con un calcio rabbioso tra le
costole - SEI UN INGUARIBILE IDIOTA! ECCO PERCHÉ TI MERITI DI MORIRE! Gli
stupidi dovrebbero pagare la loro idiozia con la morte! -
Natsu
riuscì ad evitare a stento un nuovo ruggito, rotolando di lato.
-
NON MI HAI FERMATA! - Le grida di Lisanna gli trapassarono il cuore proprio
come una lama - Sono venuta a confessarti il mio progetto perché volevo essere
fermata! Sono venuta da te perché credevo che fossimo amici! Credo che fossi
l’unico a volermi bene e invece tu invece mi hai lasciata andare! E non solo!
Non hai chiesto l’aiuto di nessuno e non sei venuto nemmeno una volta a
cercarmi! Nemmeno una! Ma forse è stato un bene ... - Aggiuse alla fine Lisanna
più a bassa voce, sforzandosi di riprendere fiato dopo aver gridato fin troppo
anche per i suoi polmoni - Se mi avessi fermata non avrei mai incotrato
Grimoire Heart e Master Hades e non avrei mai ottenuto i poteri che desideravo.
Non vedo l’ora di usarli contro le altre fate: oggi il master ha decretato che
sarà il vostro ultimo giorno. -
-
E così alla fine era questo il tuo problema ... - La voce di Natsu la zittì:
per quanto fosse malconcio si era rialzato lo stesso. - Perché non me lo hai
detto subito! - Le gridò il dragon slayer, spalancando le braccia - Ti ho
lasciata andare perché credevo che fosse quello che volevi veramente! E non hai
nemmeno la più pallida idea di quante volte mi sono chiesto che fine avessi fatto!
Non puoi nemmeno immaginare quanto mi abbia fatto stare male vedere Mira ed
Elfman disperarsi in quel modo! Non sai quante volte sono stato sul punto di venire
a cercarti! E adesso devo scoprire che mi sono fidato per tutto questo tempo di
una bugia? Ora mi hai fatto davvero incazzare! - Natsu si asciugò con il dorso
della mano il sangue che gli colava dal sopracciglio, prima di mettersi in
posizione di combattimento ed accendere i pugni - Sei arrabbiata con me? Bene
perché anche io lo sono con te! Fammi vedere cosa valgono questi poteri di cui
sei tanto orgogliosa! Risolviamo la questione una volta e per sempre. Se vinci
tu ti vendichi e la pianti di gridare, se vinco io invece la pianti di gridare lo
stesso e torni subito con me a Fairy Tail! -
-
Ma non hai capito niente di quello che ho detto? - Lisanna spalancò per un
attimo le braccia con aria incredula - Io mi sono venduta al diavolo per questi
poteri e solo per distruggere te e gli altri! Non ci torno nemmeno morta a
Fairy Tail! - Adesso la ragazza aveva sentito davvero troppo per i suoi gusti.
Lisanna liberò un po’ in più della sua magia ed in pochi istanti la sua pelle
si trasformò, coprendosi con uno spesso strato di scaglie bianche e lucenti. Natsu
le sferrò un pugno, ma fu costretto a ritirare rapidamente la mano. La sua
nuova corazza oltre ad essere brillante era anche dura e tagliente. Un crystal
dragon slayer ... A guardarli così, i poteri di Lisanna ricordavano molto
quelli di Gajeel e se erano davvero così simili allora Natsu aveva ancora una
possibilità per vincere. Almeno una.
Per
un po’ non ci fu altro che una serie di pugni e di graffi rabbiosi, mentre
Natsu parava e Lisanna colpiva con sempre più furia ogni volta che le sue mosse
fallivano.
-
Fate ancora tutte quelle chiacchiere sulla famiglia e l’amicizia? -
-
Sono il nostro motto, dopotutto. - Natsu si concesse un sorriso nonostante il
pugno che lo aveva appena colpito sul naso - Non piacevano anche a te? -
-
Ho sempre pensato che fossero un mucchio di stronzate. - Anche la ragazza si
lasciò andare ad un ghigno, scoprendo i canini affilati che la sua nuova magia
le aveva regalato. - Dopotutto la mia famiglia è stata la prima a tradirmi e la
gilda la seconda a scordarsi di me. - Aggiunse Lisanna, sforzandosi di ignorare
il dolore per il pugno che aveva appena preso all’addome
-
Nessuno si è scordato di te! Nessuno! C’è gente che piange ancora quando sente
il tuo nome! - Alla fine Natsu riuscì a bloccare Lisanna, torcendole un braccio
dietro la schiena. Ma la sua supremazia durò poco: la ragazza si divincolò in
fretta, colpendolo con il tallone duro dello stivale su una ferita allo stinco
- Oh, che carini! Scommetto che Mira è quella che piange più di tutti! -
-
Non scherzare! È terribilemente triste per averti persa! -
-
È facile essere tristi quando non c’è più niente da fare! Perché quando c’ero
ancora non feceva altro che trattarmi come spazzatura? Perché nessuno si è
ricordato prima di me? -
-
La gilda ti ha sempre voluto bene! Sei tu che sei scappata! -
Lisanna
ringhiò, sempre più arrabbiata di prima. Aveva vissuto tutti quegli anni con l’obiettivo
di vendicarsi di quelli che l’avevano tradita e dimenticata eppure adesso Natsu
era lì davanti a lei ad assicurarle il contrario. Perché non stava zitto e si
lasciava semplicemente tagliare la gola? Lisanna non desiderava nient’altro che
sentire il suo sangue scorrerle tra le dita.
-
STA ZITTO! TAKE OVER ANIMAL SOUL! - Natsu trasalì al suono del nome della
tecnica che la sua vecchia amica utilizzava da bambina e ci mise un po’ per
capire che stava cobinando il Take Over con la magia dei dragon slayer per
aumentare ancora di più la potenza dei suoi attacchi. In un attimo le braccia
di Lisanna si coprirono di piume, come le ali di un grande drago del cielo ed
il suo corpo si trasformò rendendola ancora più simile ad una di quelle
creature leggendarie. Le sue mai divennero ben presto zampe con gli artigli e
le sue pupille si assottigliarono come quelle di un rettile. - SPARISCI PER
SEMPRE! - Ma Natsu non poteva permetterle di vincere in quel modo. Di vincere
soltanto perché ad animarla c’era rabbia e disperazione.
Lisanna
inclinò la testa all’indietro, inspirando quanta più aria poteva e Natsu la
imitò. Poi entrambi scagliarono il proprio ruggito. Il risultato fu
un’esplosione senza precedenti che scosse con violenza tutta la foresta,
illuminando ogni cosa con una luce arancione e accecante. L’effetto fu così
devastante da scagliare Natsu contro gli alberi. Il ragazzo picchiò con un
fianco contro un tronco, così forte, che tutta l’aria che aveva nei polmoni
volò immediatamente via. Anche Lisanna venne investita dall’esplosiobe e fu sbalzata
lei a terra. Colpì un gruppo di rocce e l’impatto fu così duro che ognuna delle
ossa che aveva in corpo scricchiolò come se si fosse rotta. Il dolore la privò
istantaneamente delle energie rimaste e della sua trasformazione.
Quando
alla fine il fumo si dissolse entrambi i dragon slayer erano ormai privi di
energie.
-
Alla fine dei conti sono ancora troppo debole ... - Lisanna rantolò, sforzandosi
di girarsi sulla schiena. Una specie di
grugnito le fece eco dalla parte opposta del campo, mentre Natsu si sforzava di
fare altrettanto.
-
Scherzi? Sei diventata fortissima! Sono sicuro che anche Erza e Gray si
divertirebbero un mondo a testare la tua nuova magia! -
-
Già, devo ancora prendere a calci il resto della gilda ... Sempre che gli altri
Fratelli non mi anticipino. Master Hades non sarà contento di sapere che mi
sono fatta battere. -
-
Piantala di preoccuparti di loro. - Natsu fu costretto a fare appello a tutta
la sua forza di volontà per rimettersi in piedi. Ogni singolo movimento gli provocava
fitte di dolore in tutto il corpo, ma il ragazzo si sforzò ugualmente di
raggiungere Lisanna e tenderle una mano - Vieni con me. Oggi non sarà l’ultimo
giorno di Fairy Tail ma quello di Grimoire Heart. Non so cosa questo Hades
abbia contro di noi ma sono certo che né il Vecchio né gli altri gli
permetteranno di vincere. - Lisanna non si mosse, tenendo la testa
ostinatamente girata di lato.
-
Non devi vergognarti per quello che hai fatto. - Continuò il ragazzo con ancor
più ostinazione di lei - Sono sicuro che tutti saranno contenti di rivederti,
specialmente Mira ed Elfman! Ti assicuro che lei è cambiata, non è più il
Demone che faceva paura a tutti! Andiamo! -
-
Io non vengo. -
- E
invece vieni! - Questa volta Natsu l’afferrò per una mano e la tirarò a sedere,
in modo che potesse guardarlo dritto negli occhi - Non mi imbrogli più dopo
quello che mi hai detto prima. - Il suo sorriso era così grande, brillante e
sincero. Lisanna si ritrovò a pensare che era proprio lo stesso che usava per
lei quando erano ancora bambini. In un attimo Natsu l’aveva issata in piedi e
si era passato il suo braccio attorno alle spalle per sostenerla meglio - Fairy
Tail è la tua famiglia, non te lo scordare! -
|
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Capitolo 54 *** Chi impara a volare oggi? ***
Chi impara a volare oggi?
Adesso è il turno di altri tre
terribili maghi: uno per Grimoire Heart, uno per Crime Sorcière
e uno per Fairy Tail. Mi piace il risultato e spero che appassioni
anche voi!
Chi impara a volare oggi?
Kagura
correva sotto la pioggia con la mano stretta attorno all’elsa della sua fedele
katana. Jellal si era raccomandato di rimanere in coppia, ma lei non gli aveva
dato ascolto e si era lanciata tra gli alberi senza nemmeno riflettere. L’unica
cosa che le interessava era quella di raggiungere al più presto la sua amica
Erza. Non le importava se l’albero di Tenrou l’aveva quasi schiacciata cadendo,
non le importava della pioggia battente né del fatto che qualcuno di Fairy Tail
potesse vederla: doveva trovarla.Qualcuno l’aveva attaccata, non c’era alcun
dubbio, altrimenti la comunicazione non si sarebbe interrotta così bruscamente!
Ed il fatto che qulcuno avesse colto Erza di sorpresa la spaventava, perché
questo significava che si trattava di un nemico particolarmente pericoloso. Un
nemico che probabilmente non poteva affrontare da sola.
Era
così presa dal suo obiettivo, che Kagura non si sarebbe mai accorta del
pericolo se i suoi sensi, allenati da anni di missioni, non avessero colto in
tempo uno strano movimento sotto la pioggia. La ragazza si affrettò a ripararsi
dietro un tronco e fu allora che, sporgendosi giusto un po’, intravide la
figura di un uomo avanzare tra la vegetazione. Un uomo alto e con delle spalle
larghe, con una lunga coda di capelli neri e con un mantello bianco su cui
sventolava il simbolo di Grimoire Heart.
Grimoire
Heart? Kagura strinse più forte l’elsa della sua katana, mentre una goccia di
sudore freddo le scorreva lungo la tempia, mischiandosi allo spruzzo già gelido
della pioggia. Cosa ci faceva l’altra gilda oscura sull’isola? Come aveva fatto
ad anticiparli? Era Grimoire Heart ad aver attaccato Erza? Ed anche Hoteye?
Kagura
non aveva alcuna intenzione di perdere tempo contro il nuovo arrivato, ma fu
costretta a prepararsi al peggio quando l’uomo si fermò improvvisamente suoi
suoi passi. La pioggia attorno a lui scorreva più fitta, come se la sua aura la
stesse trascinando con la forza giù dal cielo.
-
Mi domando proprio ... - Sussurrò alzando una mano - Se sei capace di volare. -
Kagura
non ebbe nemmeno il tempo di reagire prima che l’energia del suo avversario la
investisse in pieno, scagliandola a terra e schiacciando qualsiasi cosa sulla
sua strada. La ragazza si fermò soltanto quando una roccia più dura delle altre
arrestò la sua corsa, ma l’impatto le mozzò il respiro e le causò una fitta
così forte alla schiena che per un attimò le sembrò di essersi spezzata la
colonna vertebrale.
BluNote
Stinger: era quello il suo avversario. Un uomo così pericoloso e assetato di
potere che i suoi stessi compagni lo avevano soprannominato Avarizia. Un
assassino così spietato che di lui si raccontavano storie terribili. Si diceva
che avesse addirittura sterminato un intero plotone inviato contro di lui durante
una guerra, ancor prima di entrare in Grimoire Heart.
-
No, nemmeno tu poi volare ... -
Kagura
si sforzò di rimettersi in piedi e di sfoderare la sua arma, ma invano. Tutto
quello che le riuscì di fare, sotto la pressione dell’aura nemica, fu alzarsi a
stento in ginocchio.
Che
ironia! Se tutto fosse andato tutto secondo i piani avrebbe dovuto essere lei
quella a sorprenderlo, visto che BluNote usava una magia gravitazionale e
Kagura era l’unica in tutta Crime Sorcière ad avere un po’ d’esperienza in quel
campo. Un po’ ma pur sempre troppo poca. Il potere del suo avversario era ...
disumano.
-
E chi non sa volare ha un unico destino ... - Il mago di Grimoire Heart sollevò
ancora una volta una mano contro di lei - Cadere. -
Kagura
era già pronta per essere investita da un altro attacco ma il colpo non la
sfiorò nemmeno. Proprio quando sembrava spacciata un altro mago schizzò come un
fulmine fuori dagli alberi e colpì BluNote con un gancio così forte da schizzarlo
in mezzo alla foresta, devastando qualsiasi cosa sulla sua traiettoria con la
sua forza esplosiva. - Prendersela con una ragazza in questo modo! - Sbuffò il
nuovo arrivato che non era altri che Gildarts - È inconcepibile! - Non appena
aveva colto l’aura oscura di BluNote nell’aria, il mago non aveva esitato un
solo istante a gettarsi nello scontro. Si aspettava di trovarsi a difendere
qualcuno dei suoi compagni di Fairy Tail, ma ormai non gli importava. Non poteva
permettere ad mostro come quello di fare del male ad una ragazza indifesa,
proprio davanti ai suoi occhi.
-
So che ti stai chiedendo se non ho visto il simbolo sul tuo mantello. -
Continuò Gildarts. Non aveva nemmeno bisogno di girarsi per immaginare l’espressione
confusa di Kagura. - Ma non mi importa se sei di Crime Sorcière o altro. Finchè
non provi a staccarmi la testa con quella katana, possiamo provare ad andare
d’accordo. -
-
Co ... sa? -
-
E andiamo! - Questa volta il mago non riuscì ad evitare di sorriderle -
Potresti essere mia figlia! Non ho alcuna intenzione di combattere contro di
te. Ah, Dio solo sa quanto mi sarebbe piaciuto avere una figlia, ma si vede che
uno come me è troppo irresponsabile per farsi una famiglia! -
Perché
le stava dicendo tutte quelle cose? Soprattutto quando non c’era tempo di
parlare! BluNote si era già rialzato e stava avanzando in modo minaccioso verso
di loro. Il diluvio si era fatto improvvisamente più intenso.
-
Ohoh ... - Ridacchiò Gildarts, sapeva fin dall’inizio che un semplice pugno non
era sufficiente per abbattere il suo avversario - Sembra che qualcuno qui abbia
ancora voglia di combattere. -
In
un attimo i due maghi si scagliarono all’attacco, sferrandosi tutti i colpi di
cui erano capaci. Era una buona occasione per scappare, la migliore che potesse
capitarle, eppure Kagura non si mosse. Desiderava correre in soccorso di Erza
più di ogni altra cosa al mondo, ma così come quella era l’occasione perfetta
per scappare, quella era anche l’occasione perfetta per eliminare uno dei più
pericolosi membri di Grimoire Heart, il numero due della lista stesa da Meredy.
-
Perdonami. - Sussurrò la ragazza tra sé e sé, tornando a stringere l’elsa della
katana e seguendo con più attenzione lo scambio di colpi tra i due avversari. Doveva
capire le debolezze di BluNote se voleva davvero cogliere il momento più
opportuno per colpire. Erza l’avrebbe capita: la missione era sempre la cosa
più imporante di tutte. Era per questo motivo che i suoi compagni la
consideravano la più spietata e la più fredda di Crime Sorcière ed era per
questo che avevano perfino paura di stare in squadra con lei. Ma ad essere
sinceri a Kagura non piaceva giocare la parte dell’assassina senza scrupoli.
Combatteva per un solo e unico motivo: perché una volta concluse tutte le loro
missioni ed eliminato Tartaros, finalmente lei ed i suoi amici avrebbero
trovato la pace che stavano cercando. La pace e la serenità che non aveva avuto
nemmeno per un giorno della sua vita, a partire dall’istante esatto in cui i
mercanti di schiavi avevano attaccato il suo villaggio.
-
Sarò subito da te ... -
-
Levati di mezzo! - Tuonò BluNote, coprendo il sussurro di Kagura. Dinnanzi ad
un avversario come Gildarts la sua pazienza stava inziando ad assottigliarsi. -
Non sono interessato a Fairy Tail né a Crime Sorcière. Nemmeno a Zaref! L’unica
cosa che voglio è la magia che si nasconde su quest’isola e tu mi stai
ostacolando! Dimmi dove si trova la tomba di prima che decida di schiacciarti!
-
-
Mi dispiace ma non puoi usare quella magia, nemmeno se la trovassi. - Replicò
Gildarts, disgustato dal fatto che quello fosse il vero obiettivo del suo
nemico. - Soltanto quelli che fanno parte di Fairy Tail hanno il diritto di
usarla e nonostante tutto nella nostra storia solo pochi eletti ne hanno avuto
la possibilità. Fairy Glitter è una magia dall’attacco stupefacente che
raccoglie ed usa la luce delle stelle, del sole e della luna, ma per usarla
occorre qualcosa che tu non potrai mai avere: spirito di sacrificio e amore. -
-
Oh, ma io sono sicuro di poterla controllare lo stesso! Qualunque magia può
essere manipolata se sei abbastanza abile! Se non vuoi collaborare sparisci e
basta! - BluNote attivò un altro incantesimo e questa volta il suo sigillo si
impresse al suolo con la potenza di un meteorite, scavando un autentico cratere.
Gildarts si ritrovò di colpo schiacciato in mezzo ai detriti, così pressato che
perfino alzare la testa sembrava un’operazione impossibile. Eppure fu quello il
momento in cui Kagura decise di agire, raccogliendo tutta l’energia che aveva
per attivare anche la sua magia gravitazionale e scattare all’attacco. BluNote
vide soltanto qualcosa sfrecciare al limite del suo orizzonte visivo e se
riuscì a scansarsi dal fendente di Kagura fu più per un fortunato miracolo che
per altro.
-
Come fai a muoverti? -
La
spadaccina replicò con un altro affondo, costringendolo a parare. La magia di
BluNote con la sua pressione le rendeva il lavoro difficile e deviava la
traiettoria della sua katana, ma lei non intendeva arrendersi così facilmente.
Per ogni colpo che BluNote parava, Kagura ne aveva un altro già pronto. Non le
importava se la pressione della sua magia le pesasse sulle spalle come una
tonnellata d’acciaio. Non le importava se le rendeva l’aria troppo pesante da
respirare e il sangue così denso che perfino il suo cuore faceva fatica a farlo
scorrere. Non le importava se le schiacciava le vertebre e le gambe. Kagrura
avrebbe eliminato ad ogni costo il suo avversario e sarebbe accorsa ad ogni
costo in aiuto sua migliore amica.
“Oh,
Requip Magic! E anche magia gravitazionale! ” Pensò Gildarts osservando ammirato
la scena “Ed io che credevo non ci fosse nessun altro al mondo capace di competere
con Erza in questo campo!” Fu soltanto allora che il mago realizzò il fatto che
l’offensiva sferrata da Kagura aveva indebolito l’effetto del sigillo di
BluNote. Aveva costretto il mago a difendersi e ridurre la concentrazione
necessaria per mentenere l’incantesimo attivo. Gildarts mosse una mano, notando
con piacere che adesso la pressione si era ridotta a sufficienza per
permettergli di alzarsi. Lentamente e faticosamente, ma la cosa non importava
nemmeno a lui. Sapeva che BluNote era una minaccia per tutta Tenrou e per la
sua gilda e che non poteva permettergli di continuare a camminare liberamente
per l’isola. Né tantomeno poteva permettergli di avvicinarsi alla tomba di
Mavis e a Fairy Glitter. Il mago di Grimoire Heart faceva tanto parlare di volare
e lui gli avrebbe insegnato la via più semplice per riuscirci. L’unica cosa che
doveva fare era raccogliere l’energia di cui aveva bisogno nel suo
affidabilissimo gancio destro.
Kagura
colse il suo movimento e tornò all’attacco più forte di prima, sperando di
distogliere ancora per un po’ l’attenzione di BluNote.
-
Giuro che ti farò sparire! - Le gridò contro il mago, ignaro del pericolo alle
sue spalle - Userò la mia magia e ti farò sparire nel nulla! Black Hole! - Ma
ancora una volta la mossa di BluNote non la raggiunse. Gildarts lo colpì con un
pugno così forte da spedirlo letteralmente in orbita, senza nemmeno
permettergli di materializzare il suo incantesimo.
BluNote
schizzò in aria, travolto dall’esplosione del pugno di Gildarts e poi precipitò
di nuovo verso il basso, vinto dalla stessa forza di gravità che si vantava di
controllare. La katana di Kagura lo accolse ancor prima che atterrasse. Un colpo
secco e la sua testa volò letteralmente dall’altra parte della scena, rotolando
in mezzo agli alberi. Il corpo di BluNote invece si schiantò come da programma,
scavando un solco nel terreno.
Kagura
e Gildarts rimasero per qualche istante a fissarsi in silenzio, ansimando per
lo sforzo, ma poi la ragazza rimise la katana nel fodero e si girò, pronta a
continuare il resto della sua missione.
-
TU! - Gildarts gridò ma non fece in tempo a fermarla: un proiettile si abbattè
ad un passo da lui costringendolo a notare il fatto che erano arrivati
rinforzi. Anche Kagura alzò lo sguardo, individuando immediatamente le sagome
di Millianna, Wally e Hoteye ai margini della foresta. Hoteye doveva tenersi al
fratello per stare in piedi, ma aveva recuperato abbastanza energie per
rialzarsi.
-
Non provare a sfiorare la nostra amica. - Minacciò Wally, completamente ignaro
del fatto che Gildarts l’aveva aiutata fin dall’inizio del duello.
-
Ci scusiamo per i suoi modi bruschi. - Continuò l’altro fratello - Ma il nostro
obiettivo è eliminare Grimoire Heart e se è possibile preferiremmo non avere alcun
conflitto con Fairy Tail. Inoltre, dato che Grimoire Heart è qui per darvi la
caccia, questo potrebbe renderci inaspettatamente degli alleati. Sempre se non avete
nulla in contrario. -
E
a quel punto Gildarts abbandonò la posizione di combattimento, scuotendo la
testa con un sospiro - Sono un uomo pratico e so riconoscere quando un’alleanza
può rivelarsi utile ma ... - Il suo sgurdo si appuntò lo stesso con durezza su
Kagura - Sono davvero impressionato per quello che ho appena visto. È un
peccato che una ragazza così giovane si macchi le mani di sangue. -
Kagura si
girò appena, giusto per lanciargli un’occhiata - Che cosa faresti se la vita
dei tuoi amici dipendesse da quanti avversari elimini? Hoteye riesci a vedere
dov’è Scarlet? - Il mago scosse la testa, confessando che non aveva abbastanza
magia per farlo e Kagura fece una smorfia, tornando a lanciarsi in mezzo agli
alberi di Tenrou: avrebbe trovato Erza da sola. Millianna, Wally e Hoteye la
ricorsero, lasciando Gildarts a meditare da solo sotto la pioggia che si stava
esaurendo. Scarlet? Dove aveva già sentito quel nome?
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Capitolo 55 *** Ivan dell'invidia ***
Ivan dell'invidia
E con questo concludo gli aggiornamenti di oggi. Vi lascio alle
prese con Ivan e con la promessa che il meglio deve ancora venire. In
fondo rimane ancora Hades da battere!
Ivan dell’invidia
Quando
i giovani partecipanti alla prova lasciarono la radura, master Makarow rimase
seduto sul suo sasso ridacchiando per il modo in cui era appena riuscito a
stupirli. L’idea di aggiungere un po’ più di suspense alle selezioni era stata
un’illuminazione davvero brillante.
Ah,
i suoi ragazzi! Ognuno di loro per lui aveva un valore speciale, il vecchio non
li guardava come dei semplici dipendenti o delle pedine nei suoi schemi di
potere, come aveva fatto Jose, ma li considerava parte della sua famiglia, dei
figliocci e dei nipoti. E questo valeva sia per quelli arrivati da poco che per
quelli che erano da più tempo con lui. Si ricordava ancora il giorno in cui
erano entrati a Fairy Tail, il modo in cui si erano presentati e perfino quello
che gli avevano detto. Molti di loro erano arrivati così giovani che Makarow li
aveva visti praticamente crescere, passare attraverso le crisi
dell’adolescenza, affrontare i loro problemi ed infine trasformarsi in abili e
promettenti maghi. Era vero che a volte, con le loro imprudenze, gli causavano degli
autentici attacchi di cuore ed era anche vero che per colpa loro, la sua
scrivania era sempre ingombra di reclami e avvertimenti da parte del Consiglio,
ma Makarow era comunque contento di vederli così pieni d’energia. Era certo che
solo sperimentando i loro limiti e vivendo nuove avventure, i suoi ragazzi
avrebbero finalmente imparato a controllare i loro poteri. O almeno ci sperava.
Tra tutti quelli che necessitavano di darsi una calmanta c’erano senza alcun
dubbio Natsu, Gray, Lucy ed Erza. Quando la ragazza dai capelli rossi aveva
iniziato ad andare in missione con gli altri tre, Makarow aveva tiranto un
sospiro di sollievo, perché sapeva che era la più responsabile e che avrebbe
fatto del suo meglio per tenerli sottocontrollo. Ma dopo un paio di missioni e
l’episodio di Phantom Lord era stato costretto a ricredersi: Erza aveva un
potere distruttivo da non sottovalutare e quando stava insieme ai compagni si
faceva trascinare più del necessario. Che faccia che aveva fatto quando aveva
improvvisamente cambiato le regole! Makarow si prese il mento riflettendo sulla
scena: non riusciva davvero a spiegarsi quale fosse il problema, ma ultimamente
doveva ammettere il fatto che la ragazza gli sembrava sempre più strana. Forse
non era davvero così bravo a capire i giovani come si vantava di essere,
proprio come era accaduto con la sua vera famiglia. Suo figlio, Ivan, aveva
abbandonato Magnolia da anni, dopo aver messo in pericolo la vita del suo
stesso erede. Ogni volta che ripensava a lui, Makarow si sentiva pieno
d’amarezza e si domandava dove avesse sbagliato. Un attimo prima era un ragazzo
pieno di gioia ed affascinato dallo studio della magia, l’attimo dopo un uomo
pieno d’odio e geloso dei risultati degli altri. Se solo Ivan avesse capito che
nei limiti della sua magia non c’era niente di male! E che anzi, era proprio la
consapevolezza di quei limiti che poteva dare ai maghi come lui nuova forza e
la spinta per superarli! Se invece di essere geloso di Gildarts e di altri
ancora, avesse imparato a fare team con loro, forse non si sarebbe fatto
abbindolare dalle promesse delle arti oscure.
Makarow
lanciò un altro sospiro, passando dall’immagine di Ivan a quella di Laxus. Non
aveva nemmeno idea di cosa avesse sbagliato con il ragazzo! Lo aveva sempre
amato, incoraggiato e lasciato libero di sperimentare la sua magia, ma alla
fine era stato avvelenato da una follia simile a quella del padre. Aveva
riversato tutto il suo odio su quelli che non considerava alla sua altezza, era
diventato arrogante ed insoddisfatto.
Ah!
Chissà dov’erano in quel momento Laxus ed Ivan! Chissà se dopo aver lasciato la
gilda avevano finalmente trovato la loro strada, se avevano capito i loro
errori e chissà se li avrebbe rivisti di nuovo!
Makarow
stava ancora scuotendo la testa, immerso nelle sue riflessioni, quando
improvvisamente un corvo gli si posò davanti, gracchiando e beccando qualcosa
in mezzo all’erba. Il vecchio mise momentaneamente da parte i suoi pensieri per
concentrarsi sull’uccello del malaugurio che zampettava qualche passo più in
là.
“Che
strano!” Pensò Makarow, l’ultima volta che era stato a Tenrou non aveva visto
nemmeno un corvo ed anche se erano passati anni, un uccello del genere non
avrebbe dovuto trovarsi lì, a così tanta distanza dalla costa. Come c’era
arrivato? Lo aveva portato una tempesta? Era voltato via da una nave?
Il
vecchio master era così distratto ad osservare il bizzarro comportamento
dell’animale che non si accorse nemmeno del pericolo che incombeva alle sue
spalle. L’unica cosa che sentì fu una fitta lancinante alla schiena e poi un
calcio lo spinse via in mezzo all’erba, costringendo il corvo a spiccare il
volo, gracchiando. L’uccello descrisse un grosso cerchio per aria ed andò a
posarsi proprio sulla spalla della persona che aveva pugnalato Makarow, giusto
in tempo perché il povero vecchio, girandosi, riuscisse a vedere la scena. Il
suo aggressore era un uomo con i capelli neri ed un pizzetto altrettanto scuro
e diabolico. Aveva un ghigno sorridente e stringeva una lama insanguinata tra
le dita.
La
voce di Makarow stentò a venire fuori per qualche secondo, tanto per il dolore
quanto per la sorpresa.
-
I ... Ivan! -
-
Ohh! - Esclamò l’altro con un verso lungo e divertito - Ti ricordi ancora di
me! Pensavo che dopo tutti questi anni non mi avresti nemmeno riconosciuto! Lo
sai che in giro si dice che stai diventando un po’ ... - Ivan si portò un dito
sulle labbra come per riflettere sulla parola giusta - Senile? -
-
Che cosa ci fai su quest’isola Ivan? Lo sai che nessuno tranne quelli di Fairy
Tail ha il permesso di entrare a Tenrou! - Makarow provò a rialzarsi per
fronteggiare il figlio, ma il dolore alla schiena lo costrinse a fermarsi e lo
riportò in ginocchio in pochi secondi.
-
E no, no, no! - Lo canzonò l’altro scuotendo un dito - Non lo sai che quelli
della tua età dovrebbero evitare i movimenti bruschi? Soprattutto dopo essere
stati pugnalati alla schiena con un’arma avvelenata! -
A
quella rivelazione gli occhi di Makarow si fecero ancora più grandi per lo
stupore.
-
Ma non ti preoccupare. - Continuò Ivan - Non si tratta di un veleno mortale: è
una tossina che inibisce la capacità della vittima di utilizzare i propri
poteri magici. Non ho alcuna intenzione di ucciderti, che figlio sarei
altrimenti? Volevo fare due chiacchiere prima di sferrarti il colpo di grazia!
- Ed a quel punto il mago si abbandonò ad una risata grottesca, tenendosi
invano una mano sulla bocca per coprirla. Rideva come se avesse appena detto la
battuta più divertente del mondo.
-
Di che volevi parlare? - Makarow si mise a sedere, sforzandosi di ignorare il
dolore e fissando il figlio con severità. Ci volle ancora un po’ prima che Ivan
si calmasse poi il mago diede un colpetto sulla testa del corvo che aveva utilizzato
per distrarre il padre e l’animale svanì, lasciando al suo posto soltanto una
piccola sagoma di carta. Ora i due erano gli unici nel mezzo della foresta.
-
Dove tieni i fondi di Fairy Tail? Non ti va di lasciarmeli in eredità? -
-
QUESTO È TUTTO QUELLO CHE MI DOVEVI DIRE??? -
-
Ehi? Lo sai che anche gridare troppo è pericoloso alla tua età? - Ivan si
infilò un dito in un orecchio, fingendo di stapparlo - Ti ho solo fatto una
proposta! Tanto al temine di questa giornata la tua miserabile gilda sarà solo
un ricordo e non avrà più bisogno di soldi, mentre io ... Beh, ho scoperto che
il denaro è un potere più forte della magia, ecco perché ho iniziato a
collaborare con Grimoire Heart. -
-
Tu e chi??? -
-
Sai, quando mi hai bandito da Fairy Tail all’inizio avevo pensato di costruire
la mia gilda personale, qualcosa del tipo Raven Tail e simili, per tornare a
Magnolia, vendicarmi e distruggervi tutti. Oh, ma poi ho trovato di meglio. E saresti
sorpreso se scoprissi quante fate si nascondono tra le file del purgatorio! -
Makarow fece una smorfia, ma il figlio gli impedì di aggiungere qualsiasi cosa,
continuando a parlare per lui - In questo momento i miei collaboratori sono già
sull’isola. Hades vuole prendersi una delle tue ragazze perché dice che ha
ereditato dei poteri interessanti dalla madre, che tralaltro era un’ex
affiliata di Grimoire Heart. Ma vuole approfittare dell’occasione anche per
distruggervi tutti. -
Makarow
non riusciva a crederci: poteva anche fronteggiare la morte a testa alta ma non
poteva permettere che accadesse qualcosa ai suoi figliocci! Il vecchio si
sforzò di rialzarsi ma ormai era troppo tardi: l’albero di Tenrou precipitò e
la pioggia sferzò l’isola con un bagno gelido, segnalando che l’attacco di
Grimoire Heart era cominciato.
-
Ah! - Sospirò Ivan - Hanno già iniziato il party d’addio per Fairy Tail, mi sa
che devo sbrigarmi! La sai un’ultima cosa, vecchio? Tra i Fratelli del
Purgatorio mi conoscono come Ivan dell’Invidia! Non suona bene? Nessuno di loro
voleva prendersi questo vizio capitale, ma io non trovo che non ci sia niente
di male nell’essere invidiosi degli altri, a differenza di come dicevi tu.
Anzi! È proprio da questa sensazione che io traggo la forza di andare avanti
ogni giorno e l’energia che mi serve per superare i miei nemici ed annientarli
completamente! AHAHAAHAAH! - Il mago sollevò in alto il suo pugnale, pronto ad
affondarlo di nuovo contro il padre, ma non riuscì nemmeno a sfiorarlo. Una
carta da gioco saettò fuori dal fitto della foresta, colpendolo di striscio su di
un braccio ed andando a piantarsi in mezzo all’erba qualche metro più in là.
-
Giù le zampe dal master! -
Ivan
fu costretto a fare un passo indietro, tenendosi una mano premuta sul taglio
che adesso aveva sulla spalla e lanciando uno sguardo pieno d’odio alla
responsabile.
-
CANA! - Makarow gridò il nome della ragazza con almeno tanto stupore con cui
aveva gridato quello del figlio. La cartomante era appena emersa dal fitto
della foresta, impugnando il suo fedele mazzo di tarocchi. Aveva i capelli e i
vestiti zuppi di pioggia, i sandali imbrattati di fango ed il suo respiro
affannato generava una nuvola di vapore ogni volta che si sollevava sotto il
diluvio.
Dopo
aver abbandonato Lucy, la ragazza si era precipitata lungo il sentiero che le
aveva indicato, cercando la tomba di Mavis. Aveva provato a contattare Crime
Sorcière ed Erza, utilizzando una carta che lei e Sho si erano scambiati in
precedenza, ma poi l’albero al centro dell’isola era venuto giù come un
fuscello. I rami divelti dal crollo del grande gigante l’avevano quasi sepolta
viva e Cana si era sentita il sangue gelare nelle vene. Aveva buttato via la
carta di Sho e fatto subito retromarcia, pregando con tutto il cuore che non
fosse accaduto niente di male alla compagna che aveva ingannato e lasciato
addormentata in mezzo alla foresta. Era proprio sulla strada del ritorno quando
aveva sentito la risata maniacale di Ivan riecheggiare sotto la pioggia, giusto
in tempo per intervenire.
-
Scappa! Questo non è un avversario per te! - Le intimò Makarow, pregando
disperatamente che la ragazza gli desse ascolto. Cana era alla gilda da
moltissimo tempo e proprio perché la conosceva da così tanti anni, il vecchio
master sapeva che non aveva alcuna possibilità di reggere il confronto con
Ivan. La Cana che Makarow conosceva però, non era quella che gli stava davanti,
una ragazza che non aveva più intenzione nascondersi, disposta a fare di tutto
per salvare la sua famiglia.
-
Un mazzo di tarocchi ... - Ricominciò
Ivan, mormorando a bassa voce - Non dirmi che sei proprio tu quella che sta cercando
Hades? -
-
Hades mi cerca? - Rispose Cana con sprezzo, fecendo del suo meglio per non
lasciarsi sopraffarre dalla paura per la notizia che aveva appena ricevuto. -
Non dirmi che quella vecchia carogna si è accorta che la stavo spiando? Oh, ma se
è così si spiegano molte cose ... Master, non preoccuparti per lui, so chi è in
realtà. So anche quali sono i suoi poteri e ... Non ha speranze contro di me. -
-
La figlia di Cornelia! Senza alcun dubbio! Certamente mi beccherò una bella
ricompensa per averti presa! - Ivan ignorò completamente la minaccia. Unì le
mani davanti a sè ed evocò un’autentico torrente di bambole di carta -
Shinigami Torrent! Catturatela per me! -
-
Non ci provare! Così come posso leggere il passato e il futuro, posso evocare
praticamente qualsiasi cosa con i miei tarocchi! - Cana reagì in fretta,
sollevando la prima carta del suo mazzo e subito una figura mostruosa si
materializzò in campo, disperdendo tutti gli shinigami di carta. Un colosso con
grandi ali da pipistrello, corna, squame rosse ed un ghigno osceno.
-
Mi basta una sola carta per leggere la tua vera natura: diavolo. - Ed il mostro
sottolineò l’affermazione della sua padrona colpendo Ivan con uno dei suoi
immensi pungi e spedendolo via, dritto in mezzo al fango.
Makarow
spalancò la bocca: non avrebbe mai immaginato una cosa del genere! Un sol colpo
e suo figlio era già al tappeto!
-
Non avresti dovuto sfidarmi, conoscendo il fatto che mia madre era di Grimoire
Heart e che ho ereditato i suoi poteri. - Sospirò Cana, facendo qualche altro
passo in più: si fermò solo quando ormai la sua ombra incombeva sulla figura di
Ivan. Rimise il tarocco del diavolo a posto e la sua evocazione sparì in un
istante ma la ragazza estrasse al suo posto un’altra carta da gioco del seme
delle spade, puntadola contro la sua vittima con il suo bordo affilato. - Avete
fatto bene a venire qui oggi, voi di Grimoire Heart: così potrò finalmente
sterminarvi tutti e vendicarmi per quello che avete fatto a mia madre. - Era un
bluff, perché anche se battere Ivan era stato piuttosto semplice, Cana sapeva
di non poter sconfiggere tutta la gilda avversaria. Sperava solo che l’altro
abboccasse e che si precipitasse via a gambe levate dritto tra le fauci di
Crime Sorcière o di qualcun altro che potesse eliminarlo al posto suo. Non
voleva ucciderlo proprio sotto gli occhi di Makarow, ma il mago non le diede
ascolto, sganasciandosi dalle risate.
-
Sei tu che hai fatto un grosso errore! Ahahaah! Conoscendo Grimoire Heart non
avresti mai dovuto sfidarci! - La figura di Ivan tremolò e svanì, lasciando
Cana con un pugno di mosche. Quella che aveva colpito non era nient’altro che
un’illusione: il vero mago era proprio dietro di lei con il suo pugnale
avvelenato, pronto a colpire. La ragazza si girò di scatto, ma non avrebbe mai
fatto in tempo a reagire se qualcun altro non fosse intervenuto per lei. Ci fu
un flash accecante, come se un fulmine fosse appena piombato in mezzo alla
radura ed Ivan schizzò dall’altra parte del campo, andando a schiantarsi in tra
gli alberi, in una nuvola di scintille. La sua arma volò via, ruzzolando inutilmente
tra l’erba.
-
Prova a toccare di nuovo il nonno o qualcun altro della gilda e giuro che al
prossimo colpo non sarò così clemente! - Laxus fece schicciolare le nocche con
aria minacciosa, mentre la sua figura si solidificava, tremolando per la troppa
elettricità.
-
Tu ... - Cana spalancò gli occhi per lo stupore, ma Makarow fece ancora di più,
gridando il nome del nipote a squarciagola - LAXUS! -
-
Che ci faccio qui, eh? È una lunga storia vecchio, ma ti assicuro che i miei
amici si stanno già occupando di questa feccia di Grimoire Heart. Non
riusciranno mai a sconfiggerci. -
-
La ... Laxus! - Esclamò anche Ivan mentre si rialzava barcollando, il suo
corpo, annerito ed elettrizzato fumava sotto lo scroscio della pioggia - Che
piacere rivederti! -
-
Peccato che io non possa dire lo stesso. - Sbottò il ragazzo - Si può sapere
che ti prende vecchio bastardo? Adesso stai con una gilda oscura? -
-
Grimoire Heart è una gilda straordinaria! Piena di maghi potentissimi! Sono
certo che piacerebbe anche a te se le dessi un’occhiata più da vicino! -
Ridacchiò Ivan - Quando ho saputo che avevi lasciato Fairy Tail ho provato a
contattarti, per suggerirtelo, lo sai? -
-
Non ti sei fatto vivo tutti questi anni eppure cercavi informazioni su di me?
Sono commosso. - Aggiunse Laxus con un altro ghigno - Smettila di dire altre
stupidaggini per favore e non costringermi a chiuderti la bocca con la forza. -
-
Ti pare questo il modo di trattare tuo padre? - Nonostante il colpo che aveva
subito Ivan non esitò un solo istante a scattare all’attacco e a colpire Laxus
dritto al mento con un pugno. I maghi di Fairy Tail spalancarono la bocca per
lo stupore. Era una pioggia di attacchi, un colpo dietro l’altro e Laxus non
sembrava in grado di pararne nemmeno uno. Era un vero peccato il fatto che i
concorrenti in quel momento fossero ancora ai punti di partenza, fermi uno
davanti all’altro.
-
Si può sapere qual è il senso di questo show? - Laxus incrociò le braccia e Ivan
gli rispose con una risata.
-
È una semplice illusione. Tutti quelli qui intorno non possono vedere i nostri
corpi reali mentre parliamo, né possono udire le nostre voci. In questo momento
possono solo osservare lo spettacolo di Laxus che viene pestato a sangue. Ben
fatto, non trovi? Mi domando cosa stia provando tuo nonno mentre osserva questa
scena. -
-
Ancora non ho capito che senso ha vincere con un’illusione ... - Laxus lanciò
un sospiro, fermo e impassibile al suo posto anche se Makarow e Cana, gridavano
per incoraggiare la sua illusuione a combattere.
-
Hai ragione. Il mio obiettivo non è vincere. Questo incantesimo è soltanto una
cortina di fumo. -
Laxus
aggrottò un sopracciglio.
-
Le illusioni sono pur sempre illusioni. Posso cambiare il risultato quando
vogliamo, anzi, a seconda dell’esito di questa conversazione potrei pure
lasciarti vincere ... -
-
Lasciarmi vincere? Qui non c’è niente da discutere! Proprio adesso davanti a me
ci sei tu ed io ho il potere di distruggerti in un nanosecondo! -
-
È impossibile. - Ridacchiò Ivan - Perfino tu non sei in grado di sconfiggermi ...
Allora, stavamo parlando di Grimoire Heart, giusto? - Continuò il mago oscuro -
Perché non lasci perdere questa stupida idea di combattere e vieni con me? Tuo
nonno non ha mai capito un bel niente di quello che significano le gilde e la
magia. La magia è una cosa meravigliosa, grazie al suo potere noi possiamo fare
cose proibite ai comuni mortali! Possiamo dominare il mondo intero! Hades ha
ragione! Che senso ha vivere alla pari con gli altri umani? Tanto vale
sterminarli in massa! Sono deboli e inutili! Guarda anche te stesso! Tu sei il
mio esperimento meglio riuscito: grazie alla lacryma che ho impiantato nel tuo
petto sei diventato un mago potente, ma senza saresti rimasto un umano fragile
e senza poteri per tutta la vita! Lascia perdere Fairy Tail e torna da me! Vieni
con me e aiutami a distruggere Makarow qui, proprio oggi! Non sei arrabbiato
per il modo in cui ti ha cacciato? -
-
Non mi interessa. -
-
CO... COME? Grazie ad Hades ho perfezionato i mei studi sulla magia delle lacrime.
Posso rendere te e i tuoi amici ancora più forti!-
-
Ammettilo vecchio, dopotutto non sei tagliato per fare il conquistatore del
mondo. Se le tue abilità erano così grandi, allora come mai in tutti questi
anni non sei riuscito a combinare un bel niente? - A quelle parole Ivan si
morse un labbro. Laxus lo vide ma continuò deliberatamente ad infierire - Sei
talmente incapace che per riuscire a combinare qualcosa hai dovuto perfino
venderti a Grimoire Heart. -
-
Non sottovalutare Grimoire Heart! Anche tu! - Strillò Ivan - Non volevi anche tu
una gilda degna di questo nome? Di un nome che facesse tremare gli avversari? -
-
È vero che il potere è una cosa allettante; hai ragione perché anche io volevo
diventare il capo indiscusso di tutta la gilda. Questo deve essere quello che
si suol dire: “tale padre, tale figlio”. - Confessò il dragonslayer.
-
Ma adesso tra me e te c’è un abisso. In tutti questi mesi le parole che Jane mi
ha gridato durante il nostro ultimo duello continuavano a ronzarmi in testa. Ho
capito che il vero potere non sta nel dominare gli altri da soli sulla cima del
mondo, ho capito di aver sbagliato. Volevo ricostruire Fairy Tail ma l’unica
cosa che ho fatto è stato rischiare di distruggerla. Se anche fossi riuscito a
diventare il nuovo master non sarei mai stato capace di tenere sottocontrollo
tutti quei maghi con la minaccia del terrore. Ho capito che possiamo diventare
più forti soltanto se se si hanno degli alleati, ossia dei compagni. E adesso fatti
avanti. Smettila di sparare stupidaggini. - Laxus gli fece un cenno con la mano
lasciando che le scintille avvolgessero lentamente tutto il suo corpo - I
nemici del nonno sono anche i miei nemici. Non sono arrabbiato con lui ma con
me stesso per quello che ho fatto e non sbaglierò di nuovo! -
Ivan
digrignò i denti e serrò anche lui i pugni - A quanto pare hai bisogno di
ricevere una lezioncina, stupido figlio. Grimoire Heart è una gilda
specializzata nello sterminare le farò e ora te lo faremo vedere! -
Non
c’era nient’altro da dire ... Nonostante i legami padre e figlio tutto ciò che
rimaneva era combattere.
Ivan
fu il primo a passare all’attacco puntando una mano dritta contro Laxus e
liberando una nuvola di bambole di carta. L’incantesimo gli andò a sbattere
direttamente in pieno petto esplodendo e causando una nuvola di fiamme.
-
Non hai alcun diritto di ribellarti a me! Ho vissuto per tutti questi anni
nell’oscurità con l’unico obiettivo di ottenere il potere e di dimostrare a
quel vecchio rammollito cosa significava una vera gilda. Devi stare in silenzio
davanti a me Laxus! - Dopo la prima una seconda ondata di shinigami - Mi stavo
solo preparando al meglio per distruggervi! - I suoi attacchi erano serrati e
toglievano il fiato. - Shinigami Dark Bomb! -
Laxus
questa volta carbonizzò le bambole di carta con una scarica e scattò in avanti
senza nemmeno dare il tempo all’avversario di reagire. Il mago colpì l’altro con
un calcio dritto in faccia. L’elettricità avvolgeva tutto il campo e faceva
sfrigolare l’erba.
-
Co ... Come è possibile! - Gridò Ivan - Laxus come osi fare questo a tuo padre!
Io sono la tua famiglia! - Il mago oscuro non riuscì nemmeno a reagire e non
fece in tempo a scagliare le sue bambole di carta.
-
Fairy Tail è la mia famiglia! - Un pugno lo colpì al mento e l’attimo dopo Ivan
stava volando di nuovo per aria. Il mago travolse in pieno i finti Laxus ed
Ivan, disintegrando l’effetto dell’illusione ed andò a sbattere dritto contro uno
degli alberi sullo sfondo.
-
Un giorno Laxus ... Ahaha! Un giorno te ne pentirai! - Riuscì a stento a
sussurrare Ivan - E quello sarà il giorno in cui Fairy Tail cesserà di
esistere! Non c’è dubbio a riguardo! I deboli prima o poi vengono schiacciati!
Prima o poi conoscerai la vera natura della tua gilda! Ahaha! -
-
Quel giorno è ancora molto lontano! E non riprovarci mai più a convincermi a
venire con te! - Ma gridare minacce era inutile: ormai Ivan era davvero andato
al tappeto.
-
Cosa? - Gridò Makarow - Quella era solo un’illusione!? Laxus si può sapere cosa è successo? - Ed il dragon
slayer lanciò un altro sospiro - Ora mi tocca spiegarlo di nuovo! -
-
No, non ti preoccupare io ho sentito tutto. Complimenti davvero per aver
battuto uno dei Otto Fratelli del Purgatorio, anche se Ivan era il peggiore. - Laxus
fece istintivamente un passo indietro non appena scorse la figura di un uomo
alto ed imponente, emergere a sua volta dalla foresta, applaudendo. Aveva una
benda nera sull’occhio sinistro, un lungo mantello scuro con il simbolo di
Grimoire Heart, capelli brizzolati e una lunghissima barba grigia. - Tuttavia
battere i miei sottoposti non vi servirà a niente. Sai chi sono, vero? - Il suo
sguardo era tutto per Cana - Se vieni con me senza fare storie e prendi il
posto di Ivan, allora potrei anche dimenticarmi quello che è appena successo.
Altrimenti ... -
Cana
non riusciva a crederci! L’assassino di sua madre era proprio lì! E per
convincerla a lavorare per lui? Che cosa diavolo gli faceva credere che avrebbe
accettato? Si poteva essere così stupidi? La ragazza si sforzò di ributtare
indietro tutto il terrore e la paura che provava. Avrebbe fatto meglio a
scappare, ma Cana non voleva più correre via. Sarebbe morta piuttosto che
passare il resto della sua esistenza a nascondersi come aveva fatto fino ad
allora. Strinse forte i suoi tarocchi e passò immediatamente all’attacco. La
sua voce era un sibilo pieno di rabbia - HADES! -
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Capitolo 56 *** Diavolo contro Diavolo ***
Diavolo contro Diavolo
Eccomi di nuovo qui con l'aggiornamento settimanale! Lo scontro con Grimoire Heart sta per toccare il culmine!
Diavolo contro Diavolo
In the middle of the night, when the angels
scream,
I don't want to live a lie that I believe.
Time to do or die.
(Do or die - 30 Seconds to Mars)
Cana
lanciò una manciata di carte contro Hades, ma nemmeno una di loro andò a segno:
al master di Grimoire Heart bastò sollevare una mano perchè tutti i tarocchi
precipitassero a terra, privi di vita. Quando Cana ci riprovò, Hades mosse la
mano con un pizzico di forza in più ed il semplice spostamento d’aria sbalzò
via la ragazza. Per fortuna Laxus era lì per afferrarla e riuscì a prenderla
giusto in tempo, prima che fosse scagliata in mezzo agli alberi.
-
So che hai spiato i movimenti miei e della mia gilda in queste ultime
settimane. - Continuò Hades, come se in mezzo alla radura ci fossero solo lui e
Cana - In un certo senso è stato un bene, perché se non lo avessi fatto non
avrei scoperto della tua esistenza. Sono venuto fin qui per prenderti, perché i
tuoi poteri sono perfetti per realizzare la missione di Grimoire Heart, ma devo
ammettere che mi hai deluso un po’. Anche se hai ereditato la magia di
Cornelia, non hai ereditato la sua stessa intelligenza: tua madre sapeva di non
poter competere con il potere di Grimoire Heart. Vieni via con me e potrei
anche cambiare opinione, ma ti avverto: questa è l’ultima volta che lo ripeto.
-
-
NON HO INTENZIONE DI LAVORARE PER TE! - L’aura emanata da Hades era così
terrificante da far drizzare i capelli, ma Cana non esitò nemmeno un istante a
rispondergli, cercando invano di liberarsi dalla stretta di Laxus per
continuare a combattere.
-
Peccato. - Il mago oscuro sollevò di nuovo la mano destra, senza mostrare la
minima esitazione ma il pugno di un gigante lo colpì alla schiena,
costringendolo a fermarsi.
-
Lasciala stare! - Un attacco del genere avrebbe spedito in orbita anche un
mostro, ma il mago non si mosse nemmeno di un millimetro e si limitò a girarsi,
puntando uno sguardo annoiato contro il suo aggressore. Nonostante il veleno
che Ivan gli aveva somministrato, Makarow si era alzato in piedi ed era
riuscito ad attivare un po’ della sua magia.
-
Fatti da parte, ragazzo. Non hai nemmeno tu alcuna speranza di vincere. -
Quando Hades mosse finalmente la mano, il vecchio master di Fairy Tail venne
letteralmente scagliato via.
-
Onestamente mi aspettavo qualcosa in più da te, quando ti ho lasciato la guida
della gilda quarantotto anni fa. - Hades lanciò un sospiro - Eppure guarda
cos’è diventata Fairy Tail! Ne sento parlare ogni giorno, mentre dissemina
distruzione per il regno peggio di una gilda oscura. Si dice che sia caotica,
disordinata e che infranga tutte le regole ... Sei proprio un pessimo master!
Hai assunto addirittura la figlia di una criminale e fino ad oggi non sapevi
nulla del suo passato nè dei suoi veri poteri. -
-
Sono cose che non contano! - Ribattè il vecchio, nonostante fosse ridotto a
terra - Perché io conosco com’è fatto il cuore di Cana e so che la ragazza si
merita di stare con noi alla gilda. Quello che non riconosco più sei tu
Purehito! - Concluse Makarow, strillando a squarciagola il vero nome del suo
avversario, anche se né Cana né Laxus riuscivano più a seguirlo. La ragazza
aveva indagato su Hades con le sue carte, ma non aveva mai letto di una sua
connessione con la gilda. Come aveva fatto a nasconderla perfino a lei?
-
Tu sei stato il secondo master di Fairy Tail! - Continuò Makarow, pieno di
rabbia - Hai ricevuto il titolo proprio
da Mavis, prima di passarlo a me. Come hai fatto a cedere alle arti oscure?
Quando hai lasciato Magnolia mi hai detto di volerti imbarcare in un lungo
viaggio per Fiore, perché volevi studiare le origini della magia e guarda
invece come ti ritrovo! Si può sapere cosa hai imparato in tutti questi anni? -
-
Molte cose, Makarow, molte cose. Per esempio ho imparato come allungare la mia
stessa vita e come aumentare a dismisura i miei poteri. Ho imparato anche dove
sta la vera origine della magia ed è per questa ragione che ho fondato Grimoire
Heart, addestrato i miei ragazzi e oggi sono venuto fin qui. -
-
Cosa? -
-
Già, ma non temere: so quanto ci tieni ai tuoi allievi ed ho deciso che non
prenderò più la figlia di Cornelia. Del resto come potrei? La ragazza si è
rifiutata di venire! A questo punto non mi rimane altra scelta che eliminarla
insieme a tutta la gilda. E pensare che un giorno sarebbe arrivato questo
tragico momento: quello in cui avrei distrutto Fairy Tail con le mie stesse
mani! -
Hades
tornò a puntare un dito contro Cana ma questa volta fu Laxus ad anticiparlo,
colpendolo in pieno stomaco con un pugno - Tu non tocchi nessuno della gilda! -
Hades assorbì la scossa ma non indietreggiò nemmeno questa volta: liberò un po’
della sua aura ed il dragon slayer venne sbalzato indietro. Il master di
Grimoire Heart gli avrebbe sferrato un altro colpo ma ancor prima che potesse
farlo una copiosa raffica di incantesimi si abbattè su di lui, travolgendolo.
-
Water Slicer! -
-
Dark Écriture: Pain! -
- X Formation! -
- Leprechaun! -
- Ice Make Lance! -
- Iron Dragon’s Roar! -
- Solid Script: Fire! -
L’effetto combinato di tutti quegli attacchi
causò una mostruosa esplosione, minacciando di spazzare via anche Makarow, Cana
e Laxus ma per fortuna Mirajane, Elfman, Lucy e Aries erano già pronti ad
intervenire per coprirli.
- E così tutta Fairy Tail è arrivata qui?
Quasi tutta, anzi. -
- Come è possibile? - Gray gridò, dando voce
a tutto il gruppo mentre il fumo si dissolveva: Hades era ancora lì, fermo al
suo posto. Il vecchio mago non aveva nemmeno un graffio.
- Che delusione, già quattro Fratelli su otto
sono stati battuti? La metà? Mi toccherà rimediare in fretta se voglio salvare
il nome di Grimoire Heart. - Hades mosse un dito per aria, scrivendo un paio di
rune nere e dense di magia poi le spinse contro i ragazzi di Fairy Tail con un
semplice sospiro. L’effetto fu un’esplosione almeno tanto grande quanto quella
di prima, così forte da scagliare tutti i maghi a terra. Ormai erano troppo
deboli per resistere alla forza di Hades: avevano consumato tutta la magia che
gli rimaneva nel loro ultimo attacco combinato.
-
È proprio vero: i giovani d’oggi sono i più ignoranti in tema di magia. - Hades
tracciò un altro paio di rune - Sono quelli che meno di tutti ne conoscono
l’origine. - E le scagliò senza pietà: nessuna di loro però andò a segno. Un
fulmine dorato saettò proprio in quell’istante in mezzo al campo, deviando
l’incantesimo di Hades. Le rune volarono via in mezzo alla foresta, esplodendo
a distanza di sicurezza.
-
E sentiamo un po’, quale sarebbe la vera natura della magia? -
Era
Jellal il lampo dorato appena intervenuto per salvare Fairy Tail, avvolto nella
sua fedele Heavenly Body Magic.
-
Oh, mi ero quasi dimenticato il fatto che anche Crime Sorcière era su
quest’isola. - Sospirò Hades, fingendo rammarico - Pensavo ti servisse meno
tempo per trovarmi. -
-
Mi sono fermato per strada a distruggere la tua base volante e a sbrigare un
altro paio di faccende. - Jellal ricambiò il suo avversario con un sorriso
spavaldo, facendo scricchiolare le nocche - Ma non interrompere il tuo discorso
a causa mia! Sono proprio curioso di sentire qual è l’origine della magia che
hai scoperto dopo tutti questi lunghi anni di ricerca. -
-
La magia è nata originariamente tra le ombre. - Ridacchiò Hades, per nulla
intimorito dall’atteggiamento del suo nuovo nemico - Per questo motivo la magia
era temuta e allo stesso tempo oppressa. Ma col tempo la magia è divenuta un
fenomeno più comune e siamo arrivati ad un punto in cui viene considerata parte
della cultura umana. È indagando sulle origini della magia che ho finalmente
compreso il grande progetto di Zaref! Un giorno o l’altro, io e la mia gilda
riusciremo a svegliarlo dal suo sonno centenario e grazie a lui costruiremo un
mondo perfetto! Un mondo per soli maghi, dove tutto è possibile grazie alla
magia e dove tutti temono di nuovo questo potere oscuro come alle origini! -
-
Mi dispiace contraddirti, vecchio, ma io ho sempre saputo che la storia era un
po’ diversa. Forse con l’età inizi a confondere le cose. - Jellal scosse la
testa - Un amico una volta mi ha spiegato che la magia si origina dalla forza
vitale delle creature. Non è né buona né cattiva: è chi la usa che fa la
differenza. E poi cos’è questa follia di un mondo per soli maghi? Io credevo
che chiunque, se ci mette abbastanza impegno, può imparare a usare la magia. -
Questa
volta Hades fece una piccola smorfia.
-
In più c’è un’altra cosa sbagliata nel monologo che hai appena fatto. -
Continuò Jellal, puntandogli un dito contro - Zaref non è addormentato: è stato
distrutto. Che c’è? Non te lo hanno detto? Grimoire Heart e Tartaros non si
scambiano informazioni? Non collaborate nella Balam Alliance? -
-
Abbiamo una certa divergenza di obiettivi. Sono anni che non ci sentiamo, non
so nemmeno più se sono su questo continente. -
-
Capisco. - Ed a quel punto Jellal non esitò oltre: scattò all’attacco e colpì
Hades in pieno petto con un pungo. Il mago oscuro venne scagliato qualche metro
più in là, prima che riuscisse a fermarsi, piantando i piedi a terra.
-
Voglio dirti un’ultima cosa, Hades! - Lo minacciò il ragazzo - Ho sempre odiato
quelli che vogliono riportare Zaref in vita a tutti i costi ed è per questo che
oggi tu e Grimoire Heart chiuderete per sempre la vostra storia! -
-
Chiudere la nostra storia? - Hades sputò via un grumo di sangue, ripulendosi la
barba con una manica.
-
Se qui c’è qualcuno che oggi chiuderà la sua storia quello sei tu, Diavolo dai
Capelli Blu. Gli sbagli che le persone fanno eventualmente prendono il nome di
esperienza. Ma da un vero sbaglio non c’è niente da imparare. Perché lo sbaglio
che hai fatto nello scegliere me come avversario, giovane master di Crime
Sorcière, ti lascerà senza futuro! -
-
Staremo a vedere Vecchio Diavolo. - Jellal rispose aumentando ancora di più il
volume della sua aura. La sua energia scuoteva letteralmente l’aria in mezzo
alla radura. - Questo è un ultimo avvertimento anche per voi, Fairy Tail. Non
ho alcuna voglia di schiacciare involontariamente qualche fata durante lo
scontro. Scappate finchè siete in tempo. - Poi si lanciò di nuovo all’attacco
contro Hades. Il mago parò il suo pungo utilizzando uno scudo magico ma lo
spostamento d’aria e d’energia fece comunque tremare tutto il campo.
-
Magic Alteration. - Hades recitò la sua formula e l’energia assorbita dallo
scudo venne riflessa all’indietro, minacciando di investire Jellal come un
fiume oscuro. Ma il ragazzo era più veloce degli incantesimi di Hades e schizzò
di lato giusto in tempo per evitare il colpo. In un attimo era già alle spalle
del master di Grimoire Heart - Heavenly Blast! - Jellal chiuse il pugno,
eccezion fatta per l’indice e il medio e li mosse in avanti scagliando una
sfera d’energia dorata e brillante contro il nemico. Hades parò di nuovo il
colpo con il suo scudo e mosse a sua volta un braccio - Chain Magic! - Al suo
comando una lunga catena schizzò fuori dalla manica del suo abito, afferrando
Jellal per un polso con il gancio meccanico che aveva all’estremità. -
Sparisci. - Hades indicò alla catena la direzio che doveva prendere e l’arma
reagì all’istante scagliando via Jellal. Il ragazzo venne sbalzato praticamente
sopra la testa degli spettatori, dritto in mezzo agli alberi.
-
Magic Alteration. - Hades approfittò proprio di quell’istante per disattivare
lo scudo e l’energia che aveva accumulato schizzò fuori. Avrebbe disintegrato
tutti i maghi di Fairy Tail sulla sua traiettoria se Jellal nons i fosse
rialzato abbastanza in fretta per deviare il colpo - Heaven Breakdown! - Il
terreno in mezzo alla radura si spaccò giusto in tempo, risucchiando la magia
di Hades nelle profondità dell’isola. Tenrou venne percorsa da un’altra scossa.
Il master di Grimoire Heart fece una smorfia e ordinò di nuovo alla sua catena
magica di attaccare. L’arma afferrò ancora una volta Jellal per un polso ma
ormai il ragazzo era pronto a reagire. Piantò i piedi per terra per impedire
alla catena di trascinarlo via e l’afferrò con la mano strattonando con tutta
la forza che aveva per sbilanciare Hades. Il vecchio non si aspettava una reazione
come quella, vacillò e Jellal colse al volo l’occasione per contrattaccare
scagliando contro l’avversario un’altra sfera d’energia magica.
-
Heavenly Palm! - L’icantesimo sbalzò via Hades, con la stessa pressione di un
muro invisibile e la sua catena magica si spezzò con uno schiocco,
afflosciandosi a terra. Jellal agitò per un istante il braccio per riattivare
la circolazione e si scagliò di nuovo all’attacco.
-
Bullet magic! - Ma Hades lo costrinse a scansarsi puntandogli contro un paio di
dita come se fossero state una pistola. I suoi proiettili magici lo mancarono
di poco scavando un’autentico solco dietro di lui.
-
Giochiamo a fare i duri ragazzino? Ti ho detto che non hai speranze contro di
me! La mia magia è di molto superiore alla tua! Io ho il potere di fare cose
che non puoi nemmeno immaginare! Living Magic! - Per un attimo l’occhio che
Hades teneva coperto dalla benda scintillò di rosso - Nemesis! - L’intero campo
vibrò sotto i piedi dei maghi di Fairy Tail. La polvere cominciò a brillare e
proprio come se Hades avesse appena aperto le porte dell’infermo una sfilza di
tentacoli oscuri emerse dal terreno, seguita a raffica da artigli, zampe, corpi
affusolati e grotteschi, ghighi terribili e code lunghe come fruste.
-
Ti piacciono i miei demoni? - Ghignò Hades, indicando a braccia spalancate l’armata
che aveva appena generato - Come puoi sperare di vincere contro di me? Guarda!
La mia magia può creare demoni proprio come quella di Zaref! -
-
E tu questi li chiami demoni? - L’armata di Hades era davvero terrificante ma
Jellal aveva visto di peggio. Nessuno di quei mostri poteva reggere il
confronto con le vere creazioni di Zaref ed esseri come E.N.D.
-
Ti presento anche io una mia creazione: l’ho battezzato Siegrain. -
I demoni si lanciarono all’attacco, ruggendo
e allungando le loro zampe con aria famelica ma Jellal le anticipò.
-
Thought Projection. - Si appoggiò due
dita sulla tempia destra ed in un attimo un altro Jellal si materializzò
accanto a lui. - Heavenly Arrows! - Entrambi lanciarono il proprio incantesimo
e una gragnola di frecce magiche si abbattè sui demoni, disintegrandoli.
- Continua così! - Juvia lanciò un grido d’incoraggiamento
ma Gray fu costretto ad afferrarla e a spingerla a terra con la forza mentre un
gruppo di frecce impazziva saettava anche sopra le loro teste.
- Ma non sarebbe meglio se facessimo come ci
ha suggerito di fare? - Piagnucolò Lucy - Non sarebbe meglio se scappassimo? -
- Un uomo non scappa mai! - Replicò Elfman,
giusto in tempo per beccarsi uno schiaffo di Evergreen sulla testa. - Laxus che
facciamo? -
- Non sono io che devo decidere! Vecchio? -
Chiamò il ragazzo ma Makarow non lo stava ascoltando. Non sentiva nemmeno
Mirajane che parlava accanto a lui: aveva gli occhi fissi sullo scontro.
-
Interessante! - Ridacchiò Hades, ignorando i maghi di Fairy Tail che
parlottavano in sottofondo. - Se usi la Thought
Projection puoi fare un sacco di cose in più ma in questo modo il tuo potere si
dimezza! Non lo sai? Katsu! - Il mago lanciò il suo incantesimo come un grido
di battaglia e l’energia liberata investì la copia che Jellal aveva realizzato,
disperdendola come fa il vento con i semi dei denti di leone. - E se perdi la
tua copia prima di ricongiungerti ad essa perdi anche il potere che le hai
infuso! -
- Corretto. - Jellal inspirò profondamente
per riprendere fiato; aveva accusato il colpo. - Ma non ho bisogno di quel
potere extra per batterti. Sbaglio o hai perso anche tu molta della magia che
avevi accumulato? - Il ragazzo sorrise - Avresti dovuto lasciare qualcuno a
fare da guardia alla tua base volante dato che dentro di essa custodivi un
riserva d’energia. -
- Devil’s Heart? - Replicò Hades con un altro
sorriso - Mi dispiace deluterti ma sono io che non ho bisogno di quella riserva
di potere extra per batterti. Hai sprecato solo tempo quando ti sei fermato a
distruggere la mia base, piccolo vandalo. -
- Dimostralo. Vediamo chi di noi due conosce
meglio come è fatta la magia. - Jellal tornò all’attacco ed Hades parò di nuovo
il suo pugno, afferrandolo con un palmo.
-
Crime Sorière, sul serio? - Sussurrò Makarow, guardando incredulo lo scambio di
colpi tra i due maghi.
-
Chi è questo ragazzo? - Non riusciva a credere ai suoi occhi ma se c’era una
cosa che non riusciva proprio a spiegarsi era quello che gli aveva sentito dire
sulla natura della magia. Com’era possibile che un criminale come lui
conoscesse così bene la storia? Meglio di Purehito? Era quasi come se lo avesse imparato proprio a Fairy
Tail ...
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Capitolo 57 *** Fairy Glitter ***
Fairy Glitter
C'è
un altro personaggio a Fairy Tail che secondo me non ha avuto ancora
abbastanza spazio come merita. Io le ho dato le luci della ribalta.
Giocherà un ruolo molto importante nei prossimi capitoli e in
tutto l'arco finale di Crime Sorcière. Fate spazio alla
fondatrice e al primo master di Fairy Tail: Mavis Vermillion!
Fairy Glitter
When you cried, I'd wipe away all of your
tears
When you'd scream, I'd fight away all of your fears
And I held your hand through all of these years
But you still have all of me
(Evanescence - My immortal)
La
pioggia cadde ancora per un po’ su Tenrou, accompagnando i passi affaticati di
Erza con il suo tip tap, mentre scorreva a fiotti giù per le foglie e lungo i
resti del grande albero. La pioggia però non poteva darle sollievo.
Chi
voleva prendere in giro? Come poteva prendere in giro se stessa ed il suo
stesso corpo?
Erza
fu costretta a fermarsi, appoggiandosi contro il tronco più vicino, le unghie
infilate nella corteccia, l’altra mano premuta contro l’addome.
Era
già innaturale che fosse riuscita a camminare tanto dopo essere stata ferita in
quel modo da Azuma. Le girava la testa, il cuore le batteva in modo sempre più
irregolare e respirare diventava ogni istante più difficile: le sembrava che
non ci fosse mai abbastanza aria per lei. Sentiva il sangue scorrerle
inarrestabilmente tra le dita e scenderle impietosamente lungo la gamba a
prescindere da quanto premesse con la mano.
Non
poteva farcela. Era semplice. Non poteva raggiungere i suoi compagni, né
tantomeno aiutarli.
Erza
sentì le gambe cederle, ma cercò ugualmente di opporsi, afferrando con tutta la
forza che le rimaneva il tronco a cui si era appoggiata. Fu tutto inutile e
presto si ritrovò stesa in mezzo all’erba, annaspando faticosamente per un po’
d’aria.
La
realizzazione di quello che stava per succedere, la colpì con ancora più forza
di quanto avesse fatto il mago di Grimore Heart: sarebbe morta. Sarebbe morta
lì in mezzo agli alberi e avrebbe abbandonato tutti i suoi compagni da soli tra
le fauci di Hades.
-
Non posso morire ... -
Erza
aveva la vista così appannata per la stanchezza e per le lacrime da non
riuscire più a vedere neanche ad un passo da lei. Ma anche se Tenrou era
sparita davanti ai suoi occhi c’era l’immagine di tutte le persone che amava:
Jellal, Kagura, Simon, Ultear, Meredy, Sho, Millianna, Wally, Hoteye ma anche
Gray, Natsu, Lucy, Wendy, Juvia, il master e tutti gli altri ragazzi di Fairy
Tail.
Non
poteva morire così. Non poteva morire per nessuno di loro. Non poteva
abbandonarli proprio quando avevano più bisogno di lei. Non le interessava cosa
le sarebbe accaduto alla fine, ma prima di lasciare quel maledetto mondo doveva
assultamente assicurarsi che fossero in salvo.
Erza
serrò i denti, cercando disperatamente di sollevarsi sulle braccia ma prima che
potesse riuscirci qualcosa la fermò, toccandole dolcemente la fronte. Era tutto
così sfocato che le occorse qualche istante per capire che si trattava di una
mano dalla pelle candida e delicata.
“Non
avere paura, non morirai qui.”
Attaccata
a quella mano c’era una donna. Aveva dei capelli biondi, lunghi e mossi e dei
dolcissimi occhi verdi. La sua figura era piccola e delicata ma emanava allo
stesso tempo un’aura brillante e benefica. Per un attimo Erza pensò che il suo
cuore si fosse davvero fermato. Che cos’era quella accovacciata davanti a lei?
Era possibile che fosse davvero una fata? Erza era confusa e stanca, troppo
stanca perfino per farsi domande. Quando la donna le sorrise, la ragazza chiuse
istintivamente gli occhi accogliendo la sua carezza. Le sue dita erano così
fresche e delicate. Non avrebbe mai immaginato che alla fine di una vita
malvagia come quella che aveva condotto, potesse aspettarla davvero un angelo,
pronta per portarla via.
“
Tu non sai leggere bene nel tuo stesso cuore, Erza, ma io ho visto cosa si
nasconde dentro di te. Perfino adesso le uniche cose che ci sono, sono amore ed
altruismo. Ti darò io il potere di salvare i tuoi amici.”
Erza
sentì la mano dell’altra scorrerle delicatamente tra i capelli e poi giù lungo
la spalla fino a fermarsi sul braccio destro, col quale aveva tentato disperatamente
di tenersi all’albero.
“
Fairy Glitter è tuo.”
Solo
allora Erza capì finalmente chi aveva davanti. Provò a riaprire gli occhi e a
dire qualcosa, ma fu zittita quando una scarica d’energia le attraversò il
braccio, propagandosi per tutto il corpo come corrente elettrica. Per un attimo
fu come se fosse stata colpita da tutti gli incantesimi che conosceva: Semas di
Jellal, le fiamme di Natsu, i fulmini di Laxus e qualunque altra cosa i maghi
dell’intero pianeta potevano scagliarle addosso. Ma nessuna di quelle scariche
le fece del male, anzi, fu come se ognuna di loro le avesse contemporaneamente
attraversato il corpo e ricucito le ferite che aveva subito.
Quando
alla fine Erza aprì gli occhi, cercando di riprendere aria, la vista le si era
finalmente schiarita, permettendole di vedere meglio il luogo in cui si
trovava. Prima, mentre incespicava a fatica tra la vegetazione, non si era
nemmeno accorta di essere arrivata nel cuore di Tenrou, alla base del grande
albero che dominava l’isola, ma soprattutto non si era accorta di aver
raggiunto il punto che tutti stavano cercando come traguardo finale degli
esami: la tomba della fondatrice della gilda, Mavis Vermillion. Si trattava di
un semplice monumento bianco, con lo stemma di Fairy Tail ed il nome inciso
sulla lapide. Nonostante fossero passati decenni era ancora bianco e candido
come il primo giorno in cui era stato posto. Sembrava che non solo la
vegetazione non l’avesse mai sfiorato ma che neanche il tempo lo avesse mai
toccato con le sue lunghe e corrosive dita.
-
Tu ... Non è poss ... - Erza balbettò cercando di rimettersi in piedi per
mostrare qualche forma di rispetto allo spirito che le stava davanti. Si mosse
così in fretta che si accorse che il suo corpo era guarito soltanto quando ormai
si era già alzata. La ferita che le aveva inferto Azuma era scomparsa anche se
il foro nella corazza era ancora lì ed il metallo e la pelle erano ancora
macchiati di rosso. C’era praticamente un lago di sangue ai suoi piedi e molto
altro ancora segnava una scia dietro di lei in mezzo all’erba, ma il suo corpo
non ne stava perdendo più. In realtà adesso, Erza si sentiva esattamente come
quando era scesa per la prima volta sull’isola. No ... forse con ancora più
energia e forza di quanta ne avesse mai avuta fino a quel giorno.
“Allora,
non vai?”
Per
un attimo si era persa così tanto ad osservare il suo stesso corpo da essersi
scordata la ragione per cui si era alzata: Mavis. Ma quando Erza girò lo
sguardo verso di lei la trovò semplicemente ferma ad indicare una direzione tra
gli alberi.
-
Io ... -
“Ringraziami
proteggendo la stessa gilda che amiamo.” E così come era apparsa sparì. Erza
rimase ancora qualche istante ferma senza sapere né cosa dire, né cosa fare. Ma
rimanere fermi non era la cosa giusta. Mavis, se quella era davvero lei, aveva
ragione: Fairy Tail la stava aspettando e non soltanto lei. Erza non esitò
oltre ad evocare una nuova spada e a lanciarsi nella direzione indicata
sussurrando al suo inaspettato angelo custode - Grazie. Non ti deluderò. -
Poteva sentire tutto il potere ed il calore di Fairy Glitter scorrerle dentro
ed irradiarsi dal braccio. Non vedeva l’ora di spaccare la faccia ad Hades ma,
mentre correva, Erza non sapeva quello che nel frattempo stava accadendo ai
suoi compagni e quanto fossero disperati. Non sapeva che nel momento in cui era
crollata la sua aura aveva toccato un livello così basso da indurli a credere
che fosse morta. Non sapeva nemmeno che la magia che Mavis le aveva donato
aveva cambiato così tanto l’energia che emanava da renderla irriconoscibile,
impedendo a tutti di sentire la sua presenza. Nemmeno i ragazzi di Fairy Tail
lo sapevano. Per loro fu come se una stella si fosse spenta. Per un mago
abbastanza allenato da riuscire a riconoscere l’energia e le aure che lo
circondavano, nessun altra metafora poteva descrivere meglio quella sensazione.
Ma per Jellal fu come se il sole stesso si fosse spento. Perse l’equilibrio ed
inciampò, anche se non c’era niente sotto i suoi piedi ed Hades colse l’occasione
per colpirlo, scagliandolo via con tutta la forza che aveva, così forte da
spedirlo ben oltre i maghi che assistevano allo spettacolo, dritto in mezzo
agli alberi. Perfino il mago oscura aveva sentito quella stella che si
spegneva.
-
Makarow! - Annunciò Hades con un sorriso diabolico - Ho perso qualcuno dei miei
ma sembra che anche la tua gilda stia cominciando ad assottigliarsi! -
Il
vecchio master, era letteralmente paralizzato sul posto. Aveva sentito anche
lui e sentiva il peso dello sguardo perplesso dei suoi ragazzi. Ma come ...
Come poteva dirgli quello che era appena accaduto? Come poteva dirgli una cosa
del genere in un momento come quello? Avrebbero perso tutta la speranza se
avessero ricevuto una notizia simile!
-
Uno ad uno farete tutti la sua stessa fine. - Continuò Hades ridendo come un
pazzo.
-
Master ... - Makarow venne riscosso dalla voce di Mirajane che sussurrava
accanto a lui. Che avesse capito anche lei?
-
Ragazzi ... - Parlare gli costò una smorfia di dolore - È giunto il momento di
combattere ancor più seriamente di quanto abbiamo fatto prima. Non possiamo
permettere che ... - Ma quello che stava per dire venne letteralmente cancellato
dalle urla di Jellal - IO TI AMMAZZO! BASTARDO! -
Il
giovane mago tornò alla carica, schizzando fuori dai detriti con tutta la forza
della meteora che aveva. Lo fece con così tanta ferocia e tanta furia che
nessuno, se non Hades, riuscì a scorgere le lacrime che gli rigavano le guance.
- Perché te la prendi tanto, ragazzo? - Ridacchiò il mago evitando praticamente
a passo di danza i suoi pugni folli - Ho sentito dire Crime Sorcière fa le cose
con ancora meno zucchero di Grimoire Heart! - Ma le sue parole lo sfiorarono
appena.
SCARLET.
La
sua amata Scarlet.
Quello
era l’unico pensiero che Jellal aveva in testa in quel momento. Come era successa
una cosa del genere? Come aveva potuto permetterlo? L’aveva lasciata da sola!
Aveva sottovalutato il pericolo e adesso l’aveva persa! Senza nemmeno poterle
stare accanto, senza nemmeno poterle dire un’ultima volta che l’amava!
Tenrou
non aveva mai visto una furia simile, né Makarow, né nessuno degli altri maghi.
Anche Hades, se fosse stato sincero con se stesso, avrebbe dovuto ammettere di
non aver mai visto niente di simile, né di aver mai sospettato che qualcuno
potesse avere tanto potere. Ma per Hades quello non era un problema, anzi.
Jellal ormai era così fuori controllo da costituire un obiettivo più facile di
quanto potesse sembrare.
-
Ti ho detto di stare attento, giovane master. - Hades colse il momento giusto
per sollevare una mano ed una gigantesca stringa di rune fluttuanti si
materializzò attorno a Jellal, intrappolandolo - Amterasu formula ventotto. - Il
mago non fece nemmeno in tempo a regire, prima che un’esplosione lo avvolgesse,
devastando il campo e scuotendo tutta l’isola. Quando il fumo si dissolse Lucy
non riuscì a trattenere un grido, vedendo le condizioni in cui il povero Jellal
era stato ridotto. Il mago riuscì a tenersi in piedi soltanto un secondo di più
prima di crollare a terra, annerito e coperto di ferite.
Scarlet
...
Per
un attimo Jellal pensò che forse sarebbe stato meglio così, sarebbe stato
meglio se fosse morto anche lui dopo averla persa. - Bastardo ... - Serrò i
pugni a terra, cercando di ordinare al suo corpo di rimettersi in piedi con
tutta la forza che aveva, ma Hades fece un passo più avanti puntandogli un dito
contro, nonostante le grida di Makarow che lo imploravano di fermarsi. - Avrai
pure una notevole dose di potere ma non hai abbastanza esperienza per reggere
il confronto con un mago del mio calibro. Annega nel terrore e nella
disperazione davanti alla vera magia. -
Fu
allora. Fu in quel preciso istante che una spada andò a conficcarsi nel terreno
con cura meticolosa a qualche centimetro da Jellal. Hades fu costretto a fare
un brusco salto di lato per evitare di ritrovarsi inchiodato per un piede.
Tutti gli occhi si girarono immediatamente nella direzione da cui era sopraggiunto
quell’aiuto inaspettato e anche Jellal piegò la testa di lato. Per un attimo
pensò che stesse sognando, ma poi capì che quella era la realtà e gli venne da
sorridere: come aveva fatto a dubitare di lei anche solo per un istante?
-
ERZA! - Strillò Makarow al colmo dello stupore. Quella era proprio la sua
adorata figliola, ma allo stesso tempo non lei: c’era qualcosa di diverso nella
sua aura, era davvero come se l’Erza che c’era stata fino a quel momento fosse
morta per essere rimpiazzata da un’altra. Mentre avanzava a testa bassa fuori
dagli alberi aveva ancora l’armatura forata, la gonna e gli stivali sporchi di
sangue e si stava trascinando dietro un’altra spada, solcando il terreno. Ma quando
Erza alzò finalmente la testa, rivelò uno sguardo così fiero ed arrabbiato da
mandare un brivido giù per la schiena dei suoi stessi compagni - HADES! -
Strillò la maga alzando la sua arma - O dovrei dire Purehito? Azuma mi ha
raccontato tutto e giuro che non ti perdonerò mai per aver tradito così lo
spirito di Fairy Tail! Preparati ad essere spazzato via! - Ed Erza a quel punto
non esitò oltre ad afferrare la sua spada a due mani e a richiamare quanta più
energia poteva dal Fairy Glitter che le era appena stato donato. La sua aura
cominciò a brillare di un color oro sfavillante, più brillante di quanto avesse
mai fatto contro Phantom Lord o Nirvana. In un batter d’occhio la sua armatura venne
completamente sotituita da un’altra; del resto per combattere contro Hades non
poteva più usare quel ferro vecchio.
-
La Nakagami Armour ... - Sussurrò Makarow, riconoscendo rapidamente il
completo. Era stato lui stesso a procurare ad Erza quell’armatura leggendaria
quando la ragazza ne aveva scoperto l’esistenza e lo aveva pregato di cercarla
per lei. Un’armatura famosa per avere il potere di piegare perfino le leggi
della magia, ma altrettanto famosa per il gran numero di energie che occorreva
per controllarla. Il suo precedente proprietario ne era così terrorizzato da
averla data via praticamente per pochi spiccioli e Makarow l’aveva comprata per
Erza, nonostante fosse consapevole del fatto che nemmeno lei aveva abbastanza
allenamento per domarla. Ma questo era accaduto anni fa ed adesso il master era
costretto a ricredersi.
“Ce
la puoi fare ragazza mia.” Erza sentì un leggero colpetto d’incoraggiamento
dietro la schiena ma ormai non aveva bisogno che nessun altro le ripetesse cosa
fare e si lanciò all’attacco come una furia.
A quella
vista Hades spalancò così tanto gli occhi che per poco non gli caddero fuori
dalle orbite e fece un passo indietro, farfugliando - No, non può essere ... Tu
dovresti essere morta! - Ma il suo sguardo non era appuntato su Erza, bensì sulla figura di Mavis
accanto a lei.
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Capitolo 58 *** Angelo guerriero ***
Angelo guerriero
Ultimo
capitolo dedicato alla guerra con Grimoire Heart e anche ultimo
aggiornamento di oggi. Vi confesso che Angel with a shotgun è
una canzone incredibile, non riesco a togliermela dalla testa da quando
l'ho sentita. Cercatela anche voi!
Angelo guerriero
Get out your guns, battle's begun,
are you a saint, or a sinner?
If love's a fight, then I shall die,
with my heart on a trigger.
They say before you start a war,
you better know what you're fighting for.
Well baby, you are all that I adore,
if love is what you need, a soldier I will be.
I'm an angel with a shotgun,
fighting 'til the war's won,
I don't care if heaven won't take me back.
I'll throw away my faith, babe, just to keep you safe.
Don't you know you're everything I have?
(Angel with a shotgun - The cab)
Hades
per poco non inciampò e fu solo grazie ai suoi incredibili riflessi e a tutta
la sua esperienza che riuscì a riprendersi in fretta dallo shock e a parare il
colpo in arrivo, disintegrando la spada di Erza. Il mago tese un’altra mano,
ributtandola indietro con la sua energia magica e si affrettò a guardare di
nuovo tra gli alberi ma solo per accorgersi che Mavis non c’era più a sgridarlo
con la stessa aria severa di prima. Che se lo fosse immaginato?
-
Non distrarti vecchio! - Hades fu costretto a tornare improvvisamente alla
realtà per parare un altro colpo di spada. L’arma si disintegrò nuovamente, ma
solo per essere rimpiazzata subito da un’altra.
Nessuno
aveva mai visto combattere Erza in quel modo, nemmeno Jellal. Era come se
un’angelo guerriero fosse appena sceso sulla terra, imbracciando le armi contro
il male. Perfetta, letale ed allo stesso tempo elegante.
-
Adesso inizio a capire perché la chiamano Titania. - Ridacchiò Laxus, tirandosi
su un gomito. In un certo senso aveva sempre provato invidia per la fama
smisurata di cui godeva l’altra maga, ma in un momento come quello non poteva
fare a meno di ammirarla a sua volta.
-
Deve averlo preso lei ... - La voce di Cana fu quella che riscosse il giovane
dal suo stupore - Fairy Glitter! - Continuò la ragazza attirando, questa volta
anche l’attenzione del master e degli altri. Era stata lei la prima a notare
finalmente la strana runa impressa sul braccio scoperto di Erza.
Ma
per quanto i maghi di Fairy Tail potessero essere stupiti e meravigliati,
qualcun altro, che stava assistendo allo scntro dall’ombra non riusciva a
credere ai suoi occhi. Tremava per la paura e rideva allo stesso tempo per
l’eccitazione, con il suo cristallo di lacryma stretto tra le mani. - Lahar ...
Mi senti? - Doranbolt pigiò la ricetrasmittente senza riuscire nemmeno per un
istante a staccare gli occhi dalla regina delle fate che combatteva - Se solo
potessi farti vedere questa scena! Lascia perdere il Buster Call e prepara le
squadre per lo sbarco. Forse siamo abbastanza fortunati da lasciar fare a Fairy
Tail il lavoro che serve a noi! -
-
Pensare che Makarow avesse qualcosa di simile nel suo arsenale! - Strillò
Hades, ormai al colmo della furia mentre allontanava ancora una volta Erza. - Percorrere
la strada della magia significa sprofondare negli abissi più profondi
dell’oscurità. Tu non puoi nemmeno capire cosa significa! Solo io conosco il
senso di questo potere! E tu non puoi batterlo! -
“Tutta
la magia nasce da una cosa semplice: l’energia vitale.” Ma Erza era così
concentrata nel continuare a tirare colpi e a parare attacchi che non capì né
cosa diceva Hades né cosa farfugliava quella voce nella sua testa. Possibile
che fossero le parole di Mavis? Che stava cercando di dirle?
-
Dovrei distruggerti subito! - Continuò il master di Grimoire Heart - Ma sono
tentato di ringraziarti per avermi intrattenuto così tanto. -
“Questo
vuol dire che anche il più complesso degli incantesimi in un certo senso è
figlio dello stesso potere.”
Che
cosa diavolo stava dicendo? Erza non riusciva davvero a seguirla.
“Chi
riesce a sintonizzarsi con il flusso dell’energia vitale potenzialmente può
usare qualunque incantesimo. Anche tu puoi usare Fairy Glitter meglio di così!
Dalle la forma che vuoi! Che cos’è con cui ti senti più a tuo agio?”
“Una
spada!” Erza non riuscì nemmeno a formulare quel pensiero che Fairy Glitter
l’aveva già accontentata. Al posto della solita elsa e del solito acciaio,
l’unica cosa che le riempì la mano fu una lama di luce scintillante. Hades non
riuscì a reagire abbastanza in fretta e l’attacco si abbattè su di lui a piena potenza.
Purtroppo il vecchio mago aveva ancora molti trucchi dalla sua parte e riuscì
lo stesso ad evitare il peggio, teletrasportandosi più indietro. Si fermò a
fissare Erza livido di rabbia e con una mano premuta sul braccio, dove era
stato ferito. - Già, proprio quello che indendevo: per ringraziarti ti mostrerò
qualcosa di davvero incredibile. - A quel punto Hades non esitò più e si sfilò
la benda che teneva sull’occhio, gettandola via. - Ti farò vedere l’abisso
della magia che ho visto io! -
Fu
come se un’onda oscura si fosse abbattuta sull’isola e l’energia liberata da
Hades fece vibrare il campo, mandando brividi su per la schiena di tutti i
presenti. Il master di Grimoire Heart faceva così tanto sul serio che anche
Erza questa volta fu costretta a fare un passo indietro, respinta dall’energia
oscura. Hades tese un braccio contro di lei - Ti farò sparire insieme a tutta
la tua miserabile gilda! Amaterasu formula cento! -
Makarow
gridò qualche avvertimento ed anche Jellal gridò ma Erza si mosse
istintivamente sollevando il braccio sinistro per difendersi. Riuscì a stento a
vedere una stringa di rune nere materializzarsi tutto attorno a lei, poi una
luce abbagliante la costrinse a chiudere gli occhi. Ancora una volta l’isola
tremò sotto i suoi piedi e così forte da sembrare che volesse sprofondare in
mezzo al mare. Erza si sarebbe aspettata d’essere investita da un’onda
d’energia oscura, da un’esplosione o qualcosa di simile ma non accadde nulla
del genere. L’unica cosa che percepì fu una vibrazione calda e luminosa che ler
percorreva il corpo e quando riaprì gli occhi l’unica cosa che trovò ad
accoglierla fu un muro di luce. Un muro di luce proprio davanti alla sua mano
sinistra, un incantesimo che in un modo o nell’altro doveva averla protetta e
respinto la furia di Hades. Ma da dove veniva? Erza fissò con stupore la luce
che si ritirava e dissolveva e soltanto allora notò lo strano disegno che le
era apparso sul braccio sinistro, una specie di incrocio tra una runa ed un
tribale, molto simile a quello sull’arto destro.
“Colpa
mia!” Ridacchiò la voce di Mavis nella sua testa “Ho scordato che un vero
cavaliere non è tale senza uno scudo. Questa è Fairy Sphere, una magia
difensiva, fanne buon uso!”
Hades
adesso la stava fissando con un’aria stupefatta, come se dopo i suoi lunghi
studi nel campo degli incantesimi proibiti, avesse finalmente visto qualcosa di
eccezionale. Il vecchio master era così stupefatto che non si accorse nemmeno
che qualcuno lo aveva preso alle spalle fino a che non si ritrovò bloccato in
una presa d’acciaio, con le mani dietro la schiena ed un’aura così rovente
addosso da bruciargli letteralmente il mantello. - Moccioso! -
Si
trattava di Jellal. Il ragazzo aveva approfittato della distrazione offerta da
Erza per rimettersi in piedi e cogliere di sorpresa il loro avversario.
-
Che cosa hai intenzione di fare? - Nemmeno Hades sapeva come svincolarsi dalla
forza della sua meteora.
-
Non lo hai ancora capito? - L’aura di Jellal brillava bianca e accecante -
Distruggerti insieme a me. -
-
Sei impazzito? -
Erza sapeva che Jellal conosceva un incantesimo d’autodistruzione
abbastanza forte per disintegrare tutta Tenrou ma le bastò uno sguardo per
capire le vere intenzioni del compagno: aveva bloccato l’avversario per permetterle di
sferrargli il colpo di grazia. Ma liberare tutta la potenza di Fairy Glitter significava colpire entrambi. Non poteva fare una cosa del genere!
-
Sbrigati a morire! - Ma in realtà Jellal non stava strillando ad Hades Strillava
per lei, ordinandole di fare il più in fretta possibile: non poteva
disubbidirgli. Erza giunse le mani attorno all’elsa della sua spada di luce
sollevandola in alto e pregando tutti gli dei che Jellal sapesse davvero cosa
stava facendo.
La
formula di cui aveva bisogno le venne praticamente in mente da sola.
-
Riunitevi, oh fiumi di luce che guidano le fate! - Istantaneamente la
dimensione della lama raddoppiò e per un attimo Erza sentì come se tutta
l’energia di Tenrou stesse scorrendo dentro di lei, risalendo dal terreno fino
alla spada. - Risplendete e distruggete le zanne del male! Fairy Glitter! -
Quando alla fine calò la lama l’effetto fu devastante: l’esatto equivalente di
un giudizio divino. Un fascio di luce si abbattè dall’alto travolgendo le
sagome di Hades e Jellal e accecando tanto Erza quanto tutti i presenti.
Un’energia brillante e devastante fece sfrigolare tutto il campo.
-
C’è l’ha fatta! - Gridò Elfman ancor prima che l’effetto fosse visibile, ma
quando gli spettatori riaprirono gli occhi e si schiarirono la vista, si
accorsero subito che non era esattamente così. Hades e Jellal erano ancora in
piedi al loro posto, con i vestiti stracciati e la pelle bruciata e fumante a
causa dell’incantesimo che li aveva colpiti. Ma mentre Hades era completamente
svenuto ...
-
Ah ... Ah ... Ah ... Bel colpo. - La voce di Jellal riecheggiò nel silenzio ed
il ragazzo non esitò ad afferrare il suo vecchio prigioniero per il collo e
spezzarlo con un colpo secco. Ne gettò via il corpo come se fosse stata una
bambola di pezza - Come ci sei cascata in fretta. -
L’espressione
scioccata sulla faccia di Erza era così evidente che era praticamente
impossibile non notarla, ma lì in mezzo agli spettatori non c’era nessuno
capace di indovinare la vera ragione di tutto quella stupore. La cosa che la
inorridiva non era l’idea di aver fallito nel vano tentativo di fermare
entrambi gli avversari, ma le condizioni Jellal. Pur di tenere fermo Hades per
lei aveva assorbito in pieno l’attacco di Fairy Glitter ed era perfino un
miracolo il fatto che fosse ancora in grado di respirare.
-
E con questo Crime Soricière compie la sua missione. - Ma Jellal non riuscì a
farfugliare nient altro prima di crollare anche lui, completamente privo
d’energia e di magia.
-
Già, la missione. - Doranbolt gli fece il verso e non appena il corpo di Jellal
toccò terra, il consigliere si materializzò su di lui per stringergli senza
pietà un paio di manette anti - magia ai polsi. Jellal ormai era così debole da
non poter opporre nemmeno un briciolo di resistenza e riuscì a girarsi a stento
per guardare il suo aguzzino negli occhi.
-
Che stai facendo? - Erza gridò e la sua voce strappò in un istante tutti i
maghi di Fairy Tail dall’illusione in cui erano stati intrappolati fino a quel
momento: si ricordarono di colpo che nella gilda non c’era mai stato nessun
Mest anche se ormai era troppo tardi per rimediare. Il giovane aveva aspettato
a lungo per intervenire ma alla fine la sua pazienza era stata premiata, come
quella di un buon cacciatore.
-
Non si vede? - Doranbolt rispose ad Erza con un gran sorriso - Arresto un pericoloso
criminale. -
-
E VOI RIMANETE FERMI DOVE SIETE! È UN’ORDINE DA PARTE DEL CONSIGLIO DI MAGIA! -
La voce tonante di Lahar gli fece eco, mentre decine di cavalieri runici si
riversavano nella radura con le alabarde spianate. Alla vista dei rinforzi, il
sorriso di Doranbolt si fece ancora più grande - Che cosa avete preso di bello?
-
In
un attimo gli uomini del consiglio afferrarono Ivan, lo ammanettarono e lo
issarono in piedi con la forza, tirandolo per le spalle. Il mago non fece
nemmeno in tempo a capire cosa stava succedendo.
-
Purtroppo quasi tutti i membri di Grimoire Heart sono stati assassinati. -
Annunciò Lahar con una punta di delusione - Ma almeno questa volta non ce ne
andremo a bocca asciutta. -
Ivan
e Jellal infatti, non erano gli unici ad essere caduti nella rete del
consiglio. I cavalieri runici stavano spingendo davanti a sè anche Gildarts con
la punta delle loro armi. L’uomo camminava con le braccia alzate, continuando a
raccomandare ai suoi carcerieri di non avvicinarsi troppo se non volevano
saltare accidentalmente in aria. Anche Lisanna e Natsu erano stati catturati
mentre tentavano di ricongiungersi a Fairy Tail. La ragazza respirava a fatica
e ormai non aveva più nemmeno la forza di ribellarsi. Stava con la testa china
in mezzo agli uomini che la tenevano ferma, ma il suo compagno non voleva saperne
di arrendersi. Era coperto di ferite e non aveva più abbastanza magia per combattere,
ma questo non gli importava. Alla fine il dragon slayer venne tramortito e
spinto via dall’attacco conbinato di un paio di cavalieri. - Lasciate ... Stare ... Lisanna! - Tutta la gilda tremò al suono del nome che
aveva appena sentito e si girò all’istante in direzione della ragazza vestita
di bianco. Anche se erano passati anni dall’ultima volta che si erano visti, i
maghi di Fairy Tail la riconobbero all’istante. Mirajane ed Elfman si sarebbero
buttati in mezzo ai cavalieri per riprendersela con la forza se Lahar non li
avesse anticipati, giocando il suo asso nella manica.
-
Da quando Fairy Tail si preoccupa tanto per il destino di un gruppo di
criminali? Fossi in voi, cercherei di non complicare oltre la situazione,
specialmente se non volete essere arrestati. - Il consigliere fece un cenno con
la mano destra ed un altro gruppo di cavalieri si fece avanti dal retro del
plotone, spingendo Wendy davanti a sé e trascinando Lily e Carla con un
guizaglio fatto di corda.
-
È meglio che ve ne stiate buoni, buoni e in silenzio, Fairy Tail. - Continuò il
consigliere - Siete già in un mare di guai e vi assicuro che le prossime
indagini su di voi non saranno così leggere come le precedenti. -
Già
erano proprio nei guai fino al collo.
Erza
avrebbe voluto fare qualcosa per rimediare a quella situazione ma non aveva la
minima idea di come comportarsi. Salvare Jellal? Rischiare la vita di Wendy? E
Lisanna, la compagna che aveva creduto morta per tanti anni? A strapparla dal
dubbio fu un’esplosione ai margini della foresta, abbastanza forte da sbalzare
in aria un intero gruppo di cavalieri.
-
Flash Forward! -
Ultear
e Crime Sorcière li avevano finalmente raggiunti. Erano pronti a combattere per
salvare il loro master e non gli importava il fatto che fossero coperti di
ferite a causa degli scontri con Grimoire Heart.
-
Bloccateli. -
Per
un attimo sembrò che l’apparizzione di Crime Sorcière avesse gettato i cavalieri
runici nel panico ma dopo l’ordine di Lahar gli uomini non persero tempo a
raggrupparsi di nuovo, serrando i maghi oscuri in un cerchio di alabarde e
scudi.
-
Fatevi da parte! - Wally reagì senza nemmeno pensare e provò ad aprirsi un
varco sparando una raffica di proiettili contro gli avversari, ma quando i
cavalieri runici sollevarono i loro scudi tutte le munizioni vennero rispedite
al mittente. I maghi di Crime Sorcière furono costretti ad abbassare
precipitosamente la testa, ma Wally fu un po’ più lento a reagire ed un
proiettile gli trapassò il cappello senza pietà, mancandolo di pochi
millimetri.
-
Crime Sorcière! - Li accolse Lahar sguainando la spada - Questa volta non mi
scapperete! Volete liberare il vostro master? E invece farete la sua stessa
fine! Ormai sappiamo quali sono i vostri poteri ed i miei uomini sono
equipaggiati appositamente per resistere ai vostri incantesimi! Arrendetevi
immediatamente! -
-
Vi faccio vedere chi è resistente a cosa! - Kagura aveva già sguainato la sua
katana, ma Ultear la fermò con un gesto della mano. Avrebbe dato qualsiasi cosa
per spaccare la faccia di Lahar, ma se quello che il consigliere aveva detto
era vero, allora non c’era alcuna speranza di vincere quella battaglia
gettandosi a capofitto contro il nemico. Gli occorreva un piano ma non c’era
tempo per pensarci.
-
SCAPPATE! - La voce di Jellal riecheggiò per tutta la foresta - È UN ORDINE! -
Ma non riuscì a dire altro prima che Doranbolt gli pigiasse ancora una volta la
faccia a terra.
-
Prendeteli! - Anche Lahar diede il suo ordine, facendo segno ai cavalieri di
stringere il cerchio ma Ultear si dimostrò ancora una volta più veloce di lui.
Potevano pure aver preso Jellal, ma non avrebbe permesso a nessuno di toccare i
compagni che le erano rimasti. Le faceva male al cuore lasciare il suo migliore
amico indietro, ma quella ritirata era soltanto temporanea. Il Consiglio poteva
pur aver vinto una battaglia ma non tutta la guerra.
-
Ice Make: Rose Krone! -
Ultear
si mosse così in fretta che nemmeno uno dei cavalieri runici fece in tempo a
sollevare lo scudo. Ci fu un bagliore accecante e quando la luce svanì, Crime
Sorcière ormai non era più sull’isola di Tenrou. Al posto della gilda oscura
non rimaneva nient’altro che una foresta di rose di ghiaccio, enormi e
bellissime. Rose con petali affilati come rasoi e spine dure come punte di
lancia, tinte di rosso dal sangue dei cavalieri che avevano osato avvicinarsi
troppo. Gray riconobbe all’istante quella tecnica perchè era la stessa che
aveva visto usare tanti anni prima dalla sua insegnante Ur. Non sapeva il fatto
che Ultear avesse ereditato le abilità dalla madre e nemmeno Lahar lo sapeva e
per questo non era riuscito ad equipaggiare in tempo la sua squadra contro
l’Ice Magic.
-
Ci hanno fregati di nuovo. - Sospirò Doranbolt ma il suo compagno lo zittì con
un gesto arrabbiato, ordinando ai suoi uomini di setacciare tutta l’isola da
cima a fondo - E prendete questi delinquenti e portateli a bordo! -
I
cavalieri si misero subito in moto: ributtarono Wendy, Carla, Lily e Gildarts
in mezzo al gruppo di Fairy Tail e tirarono Jellal in piedi, spingendolo via
insieme ad Ivan e a Lisanna.
-
FERMI! - Questa volta fu Juvia a gridare - Non potete portarlo via così! Ci ha
aiutati a combattere contro Hades! -
Lahar
si girò di scatto verso di lei, pronto a sguainare la spada ma la risatina di
Jellal li mise entrambi a tacere - Aiutati? Non mi è mai interessato niente di
Fairy Tail. Io sono venuto qui col solo obiettivo di sterminare Grimoire Heart,
è stata una pura coincidenza che Hades fosse sulle vostre tracce. - Era una
bugia, ma tranne Erza e le sue compagne nessun altro poteva saperlo. Fingere di
non avere alcun legame con Fairy Tail era l’ultima possibilità che Jellal aveva
per salvare la sua amata e sua sorella dalle grinfie del Consiglio. - È stata
proprio una buona caccia! - Jellal rise ancora più forte - Devo ammettere che
il collo di quel vecchio ha fatto un suono meraviglioso quando l’ho spezzato! -
Ma Lahar non li lasciò aggiungere altro, colpendolo con l’elsa della spada
dietro la nuca. Il colpo tramortì Jellal all’istante ma i cavalieri che lo
tenevano mantennero la presa, evitando che cadesse a terra.
-
Portate via questo pazzo e lasciate un plotone qui di guardia. Nessuno dei
maghi di Fairy Tail ha il diritto di lasciare questa radura fino a che le
indagini non saranno state completate. - Lahar si girò a stento per dare
un’ultima occhiata ai maghi, poi si incamminò con i suoi uomini e Doranbolt in
direzione delle navi attraccate intorno all’isola.
-
Doranbolt! - La voce di Wendy li inseguì fino a che non furono spariti tra gli
alberi - Non ti perdonerò mai per quello che hai fatto! MAI! -
|
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Capitolo 59 *** Bastardo ***
Bastardo
Lo
scontro con Grimoire Heart è finito ma rimangono ancora delle
piccole questioni irrisolte. Questo è il capitolo dedicato a
Cana e Gildarts ... Vi annuncio inoltre che ho deciso di accettare la
sfida di "The Devil" e di aggiungere un po' più di dramma allo
scontro tra Ivan e Laxus in "Ivan dell'Invidia", quindi ho sotituito il
vecchio capitolo con uno nuovo. Purtroppo non ho avuto tempo per fare
di meglio questa settimana ma trovo che il risultato sia sempre un
pizzico migliore del precedente. Se non avete tempo per rileggerlo, non
fa niente: il risultato è sempre lo stesso XD Ho aggiunto anche
un altro paio di piccoli cambiamenti: Levy e Gajeel che mi ero scordata
nel capitolo "Diavolo contro Diavolo" e una modifica in "Tre donne
sotto la pioggia". Era Devil's Heart, nascosto nella base di Grimoire
Heart e offuscare la visuale delle aure sull'isola con la sua essenza
oscura.
Bastardo
White knuckles and sweaty palms from hanging
on too tight
Clenched shut jaw, I've got another headache again tonight
Eyes on fire, eyes on fire, and they burn from all the tears
I've been crying, I've been crying, I've been dying over you
Tie a knot in the rope, tryin' to hold, tryin' to hold,
But there's nothing to grasp so I let go
I will do what I please, anything that I
want
I will breathe, I will breathe, I won't worry at all
You will pay for your sins, you'll be sorry my dear
All the lies, all the why's, will all be crystal clear
(Blow me one last kiss - P!nk)
Lahar
e Doranbolt lasciarono l’isola senza aggiungere un’altra parola con il solo
obiettivo di consegnare i loro prigionieri il più presto possibile alla
giustizia e di sbatterli per sempre in qualche oscura cella dei carceri di Era.
L’unica cosa che rimase al loro posto fu un gruppetto di ufficiali ed un plotone
di cavalieri runici. Fairy Tail non potè far nulla per impedirglielo e tutti i
partecipanti agli esami furono costretti a rimanere nella stessa radura in cui
era stato ucciso Hades, controllati a vista da una serie di guardie.
Erza
sostituì la Nakagami Armour e si andò a sedere sul tronco di un albero
abbattuto, passandosi una mano sulla faccia per liberarsi da tutto il sangue,
lo sporco e il sudore che si erano depositati nel combattimento, ma per
sforzarsi allo stesso tempo di ricacciare indietro le lacrime. Jellal era stato
portato via davanti ai suoi stessi occhi e lei non aveva potuto fare niente per
impedirlo. Quanto avrebbe desiderato staccare la testa dei due consiglieri con
un colpo di spada! Ma come al solito, per il bene della missione contro
Tartaros, era stata costretta a trattenere le sue emozioni e a fare del suo
meglio per mantenere la copertura. Eppure, valeva davvero la pena di fingere in
quel modo quando in ballo c’era l’unico amore della sua vita? Era davvero più
importante trovare Tartaros invece di salvare Jellal?
-
Che cazzata è mai questa??? È la nostra isola! Siete voi che non avete alcun
diritto di andarvene in giro senza il nostro permesso! Vi abbiamo appena
aiutato a sgominare Grimoire Heart e a prendere il master di Crime Sorcière e
voi ci trattate come dei criminali? - La voce di Laxus che gridava la costrinse
a togliersi la mano dalla faccia. Il giovane dragon slayer era furibondo e si
sarebbe lanciato sui cavalieri se non ci fossero stati Bickslow e Freed a
trattenerlo. Laxus aveva un’aria così spaventosa che perfino gli ufficiali, che
avrebbero dovuto mantenere l’ordine, indietreggiarono di qualche passo, stringendo
nervosamente le loro alabarde. Per fortuna Makarow decise di intervenire in
fretta, mettendo a tacere il nipote con uno dei suoi giganteschi pugni. -
SMETTILA LAXUS! Hanno il mio permesso. - Anche se era evidente che il Consiglio
se lo fosse preso da solo. - Qui non abbiamo nulla da nascondere, che si
accomodino pure. -
-
Niente da nascondere? Questa è davvero una barzelletta! - Strillò subito dopo
Mirajane, senza che Evergreen o Elfman potessero fare nulla per fermarla ed
impedirle di alzarsi - Si sono appena portati via mia sorella e noi stiamo qui
fermi a lasciarli girare per l’isola? Questa gente si merita solo di essere
spedita all’inferno! - Makarow le lanciò un’occhiata severa per invitarla a
stare zitta: non aveva intenzione di colpire anche lei. - Sono mortificato per
quello che è successo a Lisanna ma gli uomini del Consiglio, per quanto duri,
non sono senza scrupoli. Quando le acque si saranno calmate parlerò personalmente
con loro. - Ma Mirajane continuò lo stesso a strillare, pazza di rabbia - Non
sono senza scrupoli??? Hanno usato Wendy come ostaggio! -
-
Dispiace anche a me per Lisanna. - Sospirò Natsu, che continuava a tenere la
testa bassa nel suo angolo, una mano stretta sulla spalla nel tentativo di
fermare il sangue che continuava a scorrere giù da una ferita di alabarda che
si era procurato proprio per proteggere l’altra dragon slayer. - È colpa mia,
avrei dovuto fare qualcosa in più per impedire a quei tizi di prenderla ... Anzi,
no. Avrei dovuto fare qualcosa di più già sette anni fa. Non dovevo permetterle
di andare via. -
-
Di ... Di andare dove? - Incalzò Mirajane con voce bassa ma minacciosa e sotto
la pressione del suo sguardo Natsu si morse un labbro. Gli occorse un po’ prima
di riuscire a rialzare la testa e ricominciare a parlare - Io lo sapevo che
Lisanna era ancora viva. Prima dell’incidente della bestia era venuta da me
confessandomi che aveva un piano per fingersi morta e scappare dalla gilda.
Voleva andare via da te perché continuavi a trattarla come un peso. - Alla sua
rivelazione Happy spalancò gli occhi e gridò qualcosa sul fatto che non poteva
crederci ma anche Erza si ritrovò a fare altrettanto. Il resto della gilda
ammutolì, Mirajane inclusa; le mani le tremando visibilmente.
-
Mi dispiace Mira, mi dispiace Elfman, avrei dovuto dirvelo prima. -
-
Tu sei proprio l’ultimo a poter parlare! - Poi Mirajane scattò - Bastardo
figlio d’un drago! Sei un rettile proprio come tuo padre! - La maga tirò Natsu
in piedi strattonandolo per la sciarpa; il vecchio Demone dentro di lei stava
ribollendo. Era così furiosa da non avere più scrupoli: l’argomento Igneel era
sempre il più delicato quando si trattava del dragon slayer di fuoco. - Sapevi la
verità e sei stato zitto tutto questo tempo? -
-
Ma non sapevo che Lisanna fosse entrata a Grimoire Heart! - Gridò l’altro
tentando invano di giustificarsi
-
Ha mentito anche a me! Ha detto che sarebbe tornata quando avrebbe completato i
suoi allenament! Voleva diventare più forte! Come credi che mi senta anche io
dopo aver scoperto che la mia migliore amica è diventata una maga oscura? -
-
Tu ... Tu ... Sei stato tu a rovinarla!
- Replicò Mirajane balbettando per la rabbia - Avrei dovuto ammazzarti
il primo giorno che ti sei avvicinato a lei! Lisanna era una brava ragazza, tu
l’hai portata sulla cattiva strada! Chissà che idee le hai messo in testa con
quella storia di diventare più forte e di combattere contro tutti! Oh, ma
adesso rimedio subito! - Gray ed Elfman riuscirono a trattenerle il braccio
giusto un attimo prima che portasse davvero a compimento la sua minaccia,
staccando la testa di Natsu con gli artigli della sua Satan Soul.
-
Ho sbagliato Mira, hai ragione! Ho sbagliato! Ma ti giuro che non farò mai più
una stronzata del genere! Lisanna è diventata davvero più forte! Sono sicuro
che se la caverà e con l’aiuto del vecchio ... -
-
Vaffanculo stronzo! Non voglio sentire più una sola parola da te! Non provare a
calmarmi! -
Senza
alcun dubbio erano giunti tutti al limite.
Erza
scosse la testa, era pronta ad alzarsi e a dire anche lei qualcosa per calmare
gli animi prima che fosse troppo tardi, ma si bloccò di colpo non appena scorse
una figura ferma tra gli alberi dall’altra parte della radura. Una donna con
dei lunghi capelli biondi e gli occhi verdi la stava fissando, con un sorriso
un po’ triste. Mavis? Perché era lì? Era davvero lei? Erza non fece nemmeno in
tempo a capire se quello che aveva appena visto fosse realtà oppure il frutto
di un’allucinazione.
-
Mi dispiace per il tuo amico. -
La
maga in armatura si riscosse di colpo, battendo le palpebre e la figura che
aveva intravisto ai margini della foresta svanì, come se non fosse mai stata lì
fin dal principio. A sussurrarle all’orecchio era stata Cana. Anche la
cartomante aveva un’aria disfatta e stanca.
-
Non devi preoccuparti per lui. - Erza si sforzò ingoiare il groppone che si era
appena formato in gola, prima di continuare a sussurrare - Jellal è il mago
migliore che conosco, troverà sicuramente un modo per sbarazzarsi di quei
consiglieri del cazzo. - Purtroppo però, neanche lei poteva essere certa di
cosa sarebbe accaduto. Non poteva fare altro che sperare con tutto il cuore che
Jellal riuscisse davvero a scappare e che nessuno dei suoi amici di Crime
Sorcière facesse qualche sciocchezza per liberarlo.
-
Se lo dici tu. - Cana però le credette, dandole un altro colpetto sulla spalla
per incoraggiarla. A quel punto Erza non esitò oltre a ributtarla indietro con
un colpo della mano, intenzionalmente un po’ più forte del necessario. Nonostante
i tentativi di consolarla, Erza era furiosa per il comportamento dell’altra
ragazza e non riusciva a sopportare l’idea di averla così vicino in un momento
come quello. - Perché non mi hai detto la verità? Con quelle tue carte non
avevi visto che in realtà “Anna” era Lisanna? -
-
Non te l’ho detto di proposito. - Ammise Cana con sincerità e senza nemmeno
un’ombra di scrupolo.
-
Perché se avessi saputo la verità non saresti stata abbastanza crudele come
volevo io per la mia vendetta. -
E
la semplicità della sua risposta ammutolì Erza a tal punto che la maga non
riuscì a fare altro che piantarle addosso uno sguardo rovente. Se Cana fosse
stata paglia, avrebbe cominciato a bruciare in quel medesimo istante. - Dopo
aver visto la faccia che avevi fatto, scoprendo chi era realmente Ivan, non
potevo dirti proprio un bel niente! Ma giusto per essere chiari, avevo in mente
un’idea per evitare che Lisanna fosse uccisa; dopotutto non era ancora a
Grimoire Heart quando quei criminali hanno eliminato mia madre. - Cana scosse
la testa e non aggiunse altro, alzandosi dal tronco e lasciandosi Erza alle
spalle. Aveva altre questioni da spicciare - Perché invece di continuare a
prendervela l’uno con l’altro non vi girate verso la vera colpevole? - Al suono
della sua voce tutta la gilda si fermò girandosi incredula nella sua direzione,
ma Cana continuò con le braccia spalancate per mettersi meglio in mostra - Non
lo avete ancora capito che Crime Sorcière cercava Grimoire Heart e che Grimoire
Heart cercava me? Sono io la ragione per cui gli esami sono andati a puttane!
Sono io quella che si deve scusare ... - Alla fine la ragazza lanciò un
sospiro, passandosi una mano tra i capelli arruffati - Sapete con questa storia
del cambio di stagione ho fatto dei propositi per l’anno nuovo ed è meglio che
cominci ora. La prima cosa che devo confessarvi è che in realtà i miei veri
poteri sono po’ diversi da come siete abituati a pensare: posso prevedere il
futuro e guardare nel passato delle persone con una precisione così incredibile
che a volte fa paura persino a me. È per questo che Grimoire Heart mi cercava.
Mia madre era stata una di loro ma alla fine aveva deciso di abbandonarli e
questo le è costato la vita. Per anni non ho fatto altro che nascondere la mia
vera magia, proprio come mi aveva consigliato lei. Volevo evitare di attirare
attenzione ma ... Non so come, ma quei vermi si sono accorti che stavo cercando
di raccogliere informazioni su di loro. Sinceramente stavo pensando di
vendicare mia madre e sono proprio contenta che siano stati ammazzati tutti
quanti. - Come al solito Cana non aveva peli sulla lingua e si abbandonò senza
pudore ad una grossa risata - Ah! E poi c’era un’altra cosa che volevo dire
proprio a te Mira. Da domani saldo il conto del bar, siccome ho deciso di
prendere in mano le redini della mia vita non posso più sprecare tutto il
giorno a bere. - E Mirajane roteò gli occhi all’indietro, sospirando come se
avesse già sentito troppe stronzate quel giorno.
-
L’ultima questione che mi rimane ... - Riprese Cana alzando un po’ in più la
voce per attirare l’attenzione di master Makarow - Ehi, vecchio! Come la
mettiamo con le selezioni? -
Nessuno
ci aveva ancora pensato dopo tutto quello che era successo: l’attacco di
Grimore Heart, l’intervento di Crime Sorcière, l’apparizione di Lisanna e
perfino le rivelazioni di poco prima.
La
domanda di Cana le procurò una sfilza di occhiate di rimprovero ma Makarow
scosse la testa, ammettendo che aveva ragione. - Purtroppo ci sono state troppe
interruzioni nelle selezioni per poter decidere appropriatamente un vincitore,
oltretutto alla fine è stata Erza, che non era nemmeno in concorso, a trovare
la tomba di Mavis. Mi dispiace ma quest’anno nessuno otterrà il titolo di
livello S. -
-
Va bene, tanto non mi interessava fin dal principio. - Ed a quella seconda
esclamazione agli sguardi di rimprovero si aggiunse una sfilza di sguardi
confusi - Non mi è mai interessato un bel nulla di questo titolo, l’unica
ragione per cui ho deciso di partecipare quest’anno era perchè volevo
incontrare una persona che mi interessava e chiarire una volta e per sempre una
certa questione. - A quel punto Cana fece qualche passo avanti per poi fermarsi
davanti a Gildarts. L’uomo sollevò lo sguardo con aria confusa ma la ragazza
non gli lasciò nemmeno il tempo di parlare, colpendolo con uno schiaffo così
forte da fargli girare la testa.
-
SEI UN BASTARDO! -
La
gilda venne scossa da un brivido ed il mago si affrettò a prendersi la faccia
con una mano gridandole di calmarsi, ma Cana lo mise a tacere con un colpo
sull’altra guancia.
-
Sei impazzita ragazzina? Che cosa vuoi? - Al terzo schiaffo Gildarts riuscì
finalmente a scansarsi facendo un passo indietro.
-
Non sai nemmeno come mi chiamo? Sei davvero un grandissimo bastardo! -
-
Come diavolo faccio a sapere come si chiamano tutti in questa gilda? -
-
IO SONO TUA FIGLIA IMBECILLE! -
La
voce di Cana fece tremare tutta l’isola ma con la sua forza riuscì
contemporaneamente ad ammutolire tutti i presenti, specialmente Gildarts che
non si aspettava una simile rivelazione.
-
Cana Alberona. - Scandì la ragazza - Non hai mai sentito questo nome, vero? Non
hai la più pallida idea di da dove sia saltata fuori? Con quante donne sei
stato nelle tue avventure, eh? Non riesci nemmeno ad immaginare chi sia mia
madre? Eppure ti ho dato parecchi indizi un attimo fa ... Aspetta, non sapevi
nemmeno che fosse un’ex criminale? - Mentre lei continuava a gridare l’uomo la
fissava con la bocca spalancata. - Bene, allora lascia che ti racconti una
storia. - Cana aveva gli occhi lucidi e a volte la voce le si incastrava in
gola, ma ora non aveva più intenzione di fermarsi - Io e mia madre vivevamo in
un piccolo villaggio del sud, ma un giorno lei mi disse che era arrivato il
momento di conoscere mio padre, mi diede il suo mazzo di carte e mi mise sul
primo treno per Magnolia. Un padre? Accidenti, io credevo di non avercelo un
padre! Ero così su di giri che non vedevo l’ora di arrivare in città, ma quando
scesi dal treno il mattino dopo e passai davanti all’edicola della stazione, il
sangue mi si gelò nelle vene. Sulla prima pagina dei giornali campeggiava la
notizia che il villaggio da cui venivo era stato attaccato da Grimoire Heart e
che molte persone erano state uccise ... Mia madre inclusa. Aveva previsto che
cosa stava per succedere e per questo mi aveva mandata a Magnolia. Ero
sconvolta e terrorizzata, ma avevo ancora una speranza e così mi precipitai
alla gilda di Fairy Tail per chiedere di Gildarts Clive. Avevo appena varcato
la soglia quando per poco un uomo alto due metri non mi andò a finire addosso;
stava uscendo di tutta fretta. Mi guardò e poi mi disse: “Togliti di mezzo
piccolina. Questo posto non è per te.” - Scandì Cana imitando una voce bassa e
maschile - “Potevo disintegrati se ti avessi colpita più forte.” Ed uscì senza
aggiungere altro. Fu allora che qualcuno dalla sala gli gridò dietro: “In bocca
al lupo Gildarts!” E fu allora che capì che mio padre mi era appena passato
davanti e mi aveva trattata come un insetto. Non ebbi il coraggio di seguirti
ma decisi di rimanere alla gilda e di aspettare il tuo ritorno, sperando di
essere più fortunata. Avevo nove anni quando arrivai a Magnolia e dodici quando
facesti ritorno. Provai a fermarti ma l’unica cosa che ottenni fu quella di
sentirmi ripetere “Togliti di mezzo!” Mentre tu ti fiondavi al secondo piano
per parlare col master. La terza volta quando sei tornato erano passati altri
tre anni, ma ormai non mi importava più nulla di te. Passavo il tempo a bere
per dimenticare ed alla fine ero riuscita a dimenticarmi anche di te. Ma la sai
una cosa? Dopotutto c’era ancora qualcosa che volevo dirti ed era questo:
BASTARDO! - Cana lanciò un ultimo intenso sguardo al padre, ma quando gli voltò
le spalle Gildarts non la lasciò allontanarsi di un sol passo, afferrandola per
un braccio.
-
Cornelia. -
-
Cosa? -
-
Tu sei la figlia di Cornelia! -
E
senza permetterle di aggiungere altro, la serrò in un abbraccio mozzafiato.
-
Mollami vecchio! Che cazzo ti prende? Non hai capito il messaggio? Non voglio
avere più niente a che fare con te! -
-
Ma come puoi chiedermi una cosa del genere Cana? Io non sapevo nemmeno che
esistessi ed adesso dovrei perderti per sempre? -
La
cartomante strillò ancora, scalciando per liberarsi ma con meno forza di quanto
poteva realmente fare. Nonostante tutto il dolore, nonostante tutto il sangue,
alla fine Tenrou aveva visto un piccolo miracolo.
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Capitolo 60 *** Jellal guarda indietro ***
Jellal guarda indietro
"How
you remind" me è un'altra delle canzoni che mi fa pensare di
più al rapporto tra Erza e Jellal, l'ho ascoltata senza sosta
mentre scrivevo questo capitolo. Credo che renda bene l'idea
dell'atmosfera nelle celle di Era. P.s. qualcuno è pronto a fare
la sua apparizione alla fine del capitolo, tenetevi pronti!
Jellal guarda indietro
Never made it as a wise man
I couldn't cut it as a poor man stealing
Tired of living like a blind man
And this is how you remind me
Of what I really am
It's not like you to say sorry
And I've been wrong, I've been down
It's not like you didn't know that
I said I love you and I swear I still do
And it must have been so bad
Cause living with me must have damn near killed you
(How you remind me - Nickleback)
La
prima cosa che Jellal percepì quando riprese conoscenza, fu una fitta
lancinante alla testa che lo costrinse a stringere i denti per non gridare. Il
colpo che Lahar gli aveva inferto con l’elsa della spada era stato così forte
che per poco non l’aveva giustiziato sul posto.
Jellal
fu costretto a prendere qualche respiro forzato prima di riuscire a riaprire
gli occhi. Aveva la vista sfocata e la testa gli girava così forte da
provocargli nausea. Gli occorse un po’ perché il mondo smettesse di ondeggiare
e perché i suoi occhi si abituassero al buio. Si trovava in una cella
all’apparenza molto semplice ma sapeva bene che non doveva farsi ingannare. Con
ogni probabilità Lahar e Doranbolt lo avevano portato ad Era e quella era una
delle tante celle a disposizione del Consiglio di Magia. Un pavimento grezzo e
umido, tre mura di pietra e una quarta fatta di sbarre di metallo lo
circondavano, ma anche se l’occhio nudo non poteva vederle, ogni millimetro di
quella struttura era coperto di rune magiche per impedire a prigioniei di
scappare. Era evidente che non c’era speranza per lui: i suoi carcerieri si
erano concessi perfino il lusso di togliergli le manette.
Jellal
si sforzò di rimettersi a sedere per avere una visuale migliore della cella in
cui si trovava, anche se ogni singolo muscolo del suo corpo strillava per il
dolore. Il ragazzo fu costretto ad appoggiarsi con la schiena alla parete per riprendersi
dallo sforzo.
Quelli
del Consiglio dovevano avercela davvero con lui se non gli avevano concesso
nemmeno i più piccoli confort che normalmente si offrono ad un prigioniero: non
c’era ombra né di una branda, né di un secchio.
Che
ironia!
Jellal
lanciò un lungo sospiro.
Dopo
aver fatto tanto per scappare dall Torre del Paradiso adesso si trovava di
nuovo in gabbia. Eppure non c’era posto più adatto per lui. Sapeva di meritare
l’inferno e anche peggio, ma allo stesso tempo era consapevole che il momento
di arrendersi non era ancora arrivato, specie se Tartaros era ancora lì fuori.
Non poteva arrendersi senza aver prima eliminato la gilda di demoni. Lì fuori,
fuori da quella cella e da quella prigione c’erano ancora Erza ed i suoi
compagni e non poteva abbandonarli prima che la loro missione fosse giunta al
termine.
Erza
...
Jellal
si passò le mani sulla faccia e non appena socchiuse gli occhi l’immagine della
ragazza gli apparve davanti. Bellissima come sempre, forse ancora di più. Con
quei capelli scarlatti che amava alla follia, quegli occhi castani pieni di
passione e quel sorriso così dolce che solo Jellal e pochi altri fortunati
conoscevano.
Gli
venne una fitta al cuore al solo pensiero del mondo in cui Erza lo aveva
guardato mentre lo portavano via in manette. Stringeva l’elsa della spada con
la mano che le tremava, si sarebbe buttata in mezzo ai cavalieri runici per
salvarlo se non avesse gridato per tenerla lontana. Di sicuro in quel momento, la
ragazza era quella che stava soffrendo di più.
Jellal
strinse le mani più forte.
Quanto
era stato egoista! Quando era stato egoista a costringerla a seguirlo nel
vortice oscuro di Crime Sorcière! Erza era stata contraria fin dal principio,
fin da quando Ultear aveva suggerito per la prima volta di farsi giustizia da
soli. Erza non era come lui. Una ragazza con un cuore nobile e un animo così
buono, meritava una vita diversa: una vita onesta. Erza meritava un uomo
diverso accanto a lei, qualcuno che potesse prendersi davvero cura di lei e non
un mostro con le mani macchiate di sangue, non un bastardo che andava e veniva
dalla finestra senza nemmeno aspettare che si svegliasse al mattino. Quel
giorno di tanti anni prima avrebbe dovuto lasciarla a Fairy Tail. Avrebbe
dovuto lasciarla alla gilda di cui parlava zio Rob, darle la possibilità di
costruirsi una vita più adatta a lei e sparire per sempre nelle ombre che si
addicevano a lui.
-
Perdonami. - Quel sussurro gli scappò dalle labbra senza nemmeno che se ne
accorgesse e non appena lo fece la voce di un'altra ragazza gli fece eco,
riecheggiando con una punta d’ironia nel buio della prigione.
-
Oh? Anche i diavoli hanno sensi di colpa? -
Quando
Jellal riaprì gli occhi capì che a parlare era stata Lisanna. La ragazza, fatta
prigioniera come lui sull’Isola di Tenrou, adesso si trovava proprio nella
cella di fronte. Lo stava fissando, seduta con aria annoiata mentre si teneva
il mento. Il suo mantello di Grimoire Heart ormai era sparito.
-
Tu ... - Cominciò Jellal non appena la riconobbe - Ti chiami Lisanna, giusto? -
Aveva sentito lo scambio di battute tra Natsu ed i cavalieri runici. Si
ricordava bene quel nome, perché era lo stesso per cui Erza aveva pianto,
quando credeva che la sua compagna avesse perso la vita.
-
E a te cosa interessa? - Borbottò Lisanna - Vuoi mettermi sulla tua lista nera
così la prossima volta puoi uccidere i sopravvissuti di Grimoire Heart? -
-
Sei stata a Fairy Tail qualche anno fa? -
-
Un mucchio di anni fa. -
-
Ho un’offerta per te: se vuoi quando esco di qui, posso portarti via con me. -
A
quelle parole la dragon slayer spalancò prima gli occhi, poi scoppiò a ridere
così forte da finire sul pavimento, tenendosi lo stomaco con le mani - E tu?
Ahaha! Tu credi davvero di poter scappare da qui? Ahaah! Ma hai capito dove
siamo? -
Jellal
ignorò completamente la sua risata sarcastica e ben presto Lisanna si fermò da
sola, guardandolo con sospetto dal pavimento. - Crime Sorcière non elimina i
fuorilegge? Perché porteresti via proprio me? Che c’entra Fairy Tail? -
-
Non fate di nuovo quel nome in mia presenza! - Gridò a quel punto una voce
furibonda dal fondo del corridoio. Era la voce di Ivan, catturato e buttato
anche lui senza pietà in una cella buia e umida. - Odio quel nome! -
-
Oh, sei sveglio anche tu? - Ricominciò a ridacchiare Lisanna - Parli tanto male
di Fairy Tail ma una volta non hai detto che volevi diventare il suo nuovo master?
-
-
Acqua passata! Acqua passata! - Le fece eco il mago - Ora tutto quello che
vorrei è vederla distrutta. E guarda invece che fine ho fatto! Uno come me ...
così miseramente rinchiuso in prigione ... -
-
Perché hai deciso di entrare in una gilda oscura? - Continuò Jellal, ignorando
Ivan e fissando Lisanna dall’altra parte delle sbarre. La ragazza aggrottò un
sopracciglio - Non è scontato? Volevo diventare più forte, volevo più potere. -
-
E c’è più potere nelle ombre? La pensi davvero come Hades? -
La
dragon slayer lanciò un sospiro impercettibile - Sono diventata più forte, ma
si vede che non c’era abbastanza potere dato che alla fine mi hanno presa. -
-
Oh, ma mi sentiranno questi del Consiglio! - Continuò Ivan dal suo angolo senza
nemmeno curarsi dell’argomento - Ho i miei fondi segreti. Mi pagherò un
avvocato e gli farò vedere io dove sta il vero potere! Il potere dei soldi! -
-
Le ombre non sono mai affascinanti come sembrano. - Sospirò anche Jellal - Ti
danno l’illusione che nascondano molte sorprese ma alla fine quando ci guardi
dentro ti accorgi che sono ... vuote. - Come vuota ed insensata era stata la
sua ricerca, che lo aveva portato in prigione piuttosto che a Tartaros e alla
libertà che tanto aveva cercato.
Fu
allora che un altro rumore riecheggiò per il corridoio, il rumore di una
serratura che scattava e di una pesante porta di metallo che si apriva
cigolando in lontananza. La porta si richiuse e subito dopo lo scalpiccio di un
paio di stivali riempì le prigioni, accompagnato dalla luce tremolante di una
torcia. Jellal non aveva nemmeno bisogno di sforzarsi per immaginare chi stesse
venendo a fargli visita.
-
Alzati. - Gli ordinò la voce di Lahar non appena il consigliere raggiunse le
sbarre. Teneva una mano appoggiata sull’elsa della spada, pronto a sguainarla.
Doranbolt veniva subito dietro di lui, reggendo la torcia.
-
Vuoi portarmi ad un appuntamento? Mi spiace ma i quattrocchi non sono il mio
tipo. - Ma la battuta di Jellal non fece altro che irritare ancora di più il
consigliere. Lahar non esitò oltre a sfilare la spada e a sferrare un fendente
contro le sbarre. Immeditamente una sfilza di rune si accese sul metallo
liberando una terribile scarica d’energia dentro la cella e fulminando Jellal.
Il ragazzo crollò sul pavimento annaspando a fatica.
-
Se preferisci puoi rimanere seduto. - Aggiunse Lahar infilando di nuovo la
spada al suo posto. - Tanto non uscirai mai più da questo buco. -
-
Siamo venuti per parlarti. - Gli spiegò Doranbolt, che tra i due consiglieri
era di certo il più diplomatico.
-
Vorremmo sapere dove si trovano i tuoi compagni. -
-
Pensavate davvero che avrei accettato di dirvi una cosa del genere? -
-
No, ma abbiamo deciso di provare ugualmente. - Doranbolt si inginocchiò allo
stesso livello di Jellal sfiorando con il manico della torcia le sbarre e
mandando un’altra scarica d’energia dentro la cella.
-
Abbiamo pensato che se fossimo stati fortunati ti avremmo convinto a rivelarci
qualcosa, anche se non necessariamente su Crime Sorcière. - Mentre parlava il
consigliere continuava a picchiettare di qua e di là con la sua torcia contro
le sbarre, inviando al prigioniero una scarica dopo l’altra - Magari qualcosa
suoi tuoi complici o su un’altra gilda oscura. - Quando Doranbolt si fermò,
Jellal ormai era a terra, completamente senza fiato. Dai suoi abiti
bruciacchiati si sollevava un filo di fumo denso e acre. - In fondo ... -
Aggiunse il consigliere, come una minaccia, come a dire che avrebbe potuto
continuare quel giochetto perverso per tutto il tempo che desiderava - Se tu
morissi in questa cella buia e dimenticata dal mondo, nessuno ne soffrirebbe.
Anzi, la gente lì fuori tirerebbe un sospiro di sollievo. -
-
Non credo ... proprio. - Jellal si sforzò di rimettersi a sedere - La gente è
contenta del lavoro che facciamo io e la mia gilda, lo facciamo meglio del
Consiglio. -
-
Già ... Voi credete di essere la vera giustizia ... - Borbottò Lahar ma solo
per sentirsi rispondere - Noi abbiamo una missione e fino a che Crime Sorcière
non l’avrà completata non ci fermeremo mai. Voi due ... - Continuò Jellal tra i
denti - Siete solo dei bambini viziati a cui la vita è andata fin troppo bene.
Non conoscete il dolore, la sofferenza e il terrore che altri esseri umani sono
costretti a sopportare ogni giorno. È per questo che potete permettervi di
parlare della giustizia in quel modo così ... asettico. Senza desiderarla per
davvero. Senza volervi sporcare le mani per farla! - Gli venne da sorridere al
solo pensiero di quanto aveva desiderato fare giustizia, fin da quando era
stato imprigionato nella torre. - Credete davvero che Crime Sorcière sia il
male peggiore? Non lo è affatto. - Jellal fu costretto a fare leva su tutta la
sua forza di volontà per rialzarsi, afferrando con una mano le sbarre, sotto lo
sguardo incredulo dei due consiglieri. Le rune sfrigolavano sotto le sue mani,
liberando scariche elettriche abbastanza forti da bruciargli il palmo, ma la
cosa non gli importava. - Ci sono minacce più terribili di Crime Sorcière lì
fuori e fino a che continueranno ad esistere la mia missione non avrà mai fine.
Fino a che ci sarà Tartaros nessuno sarà mai veramente libero, veramente
felice, veramente sicuro. -
-
Che cos’ha di così terribile questa Tartaros? - Fece giusto in tempo a chiedere
Doranbolt poi l’intero palazzo di Era venne scosso da una feroce esplosione.
Un’esplosione così forte da disintegrare l’intero palazzo e sventrare il tetto
delle prigioni. Polvere, mattoni, fumo e fiamme schizzarono da tutte le parti
sbalzando Doranbolt e Lahar a terra e costringendo i prigionieri a coprirsi la
testa. Per qualche istante fu come se una porta segreta, che dalle celle di Era
conduceva direttamente all’inferno, si fosse aperta con uno schianto.
Jellal
ci mise un po’ per ricominciare a respirare e per riuscire a riaprire gli occhi
in mezzo al fumo. Per paradosso, la cella rinforzata che doveva fargli da tomba
per l’eternità, l’aveva protetto dalla furia dell’esposione.
-
Ma è ovvio! - Una sola voce riecheggiò nell’ombra, con un tono sarcastico e
perverso - Cosa potrebbe avere di più terribile di questo, Tartaros? Noi siamo
demoni! -
Tartaros?
Jellal
si rialzò con uno scatto, mentre Lahar gridava all’intruso di farsi avanti ma,
quando alla fine la figura del nuovo arrivato emerse dall’inferno di polvere
che aveva causato, lo stesso consiglire si ritrovò improvvisamente senza
parole. Quello che gli stava davanti era davvero un demone. In lui c’era
qualcosa di vagamente umano, ma le orecchie, la coda e le zampe lo facevano
assomigliare molto di più ad una bestia. Sembrava uno sciacallo arrivato lì
appositamente per banchettare con i corpi delle vittime dell’esplosione.
-
Oh? È rimasto qualche consigliere? Pensavo di averli sterminati tutti. - Il
demone tese una mano in direzione di Lahar ed un’altra esplosione eruttò dal
pavimento come se avesse appena pestato una mina. Lo scoppiò lo ributtò a terra
insime a Doranbolt.
-
Jellal Fernandes. - Continuò il demone sfoderando una serie di denti affilati
come rasoi e guardando dritto dentro la sua cella. Non c’era alcun dubbio: il
tatuaggio che sfoggiava sul petto era proprio il marchio di Tartaros. - Il mio
nome è Jackal, uno dei nove demoni guardiani di Tartaros. Master E.N.D. mi
manda qui per ringraziarti del buon lavoro che hai fatto fino ad oggi. -
-
Del buon lavoro? -
-
Guardare le tue disavventure e quelle dei tuoi compagni lo ha divertito molto.
- Gli spiegò Jackal con un sorriso perverso - E in più lo avete aiutato a
liberarsi di quella zavorra della Balam Alliance. -
-
CHE COSA HAI DETTO??? - Jellal lo avrebbe colpito se tra di loro non ci fossero
state di mezzo le sbarre della cella ma Jackal fece un’altra risatina alzando
le mani - Calma! Calma! Master E.N.D. ti ha fatto dei complimenti! È così
impressionato da te che ha deciso di darti perfino un appuntamento. Il tempo
del confronto finale tra Crime Sorcière e Tartaros è arrivato. L’appuntamento è
... - Jackal si concesse un ultimo sorriso bestiale - Alla Torre. -
-
Alla Torre? - Ripetè Jellal, senza sapere se aveva capito bene oppure no ma il
demone non gli concesse altri chiarimenti. Tese un’altra volta la mano ed
un’altra esplosione devastante costrinse il ragazzo a coprirsi con le braccia.
Quando riaprì gli occhi le sbarre erano state letteralmente incenerite e di
Jackal non c’era più traccia.
L’appuntamento
era alla Torre? Jellal conosceva una sola torre ... Ma la Torre del Paradiso
era stata abbattuta dagli stessi schiavi che l’avevano conquistata! Che cosa
voleva dire? Purtroppo non aveva altra chance per scoprirlo che indagare
personalmente. Jellal lanciò un’ultimo sguardo a Lisanna che era rimasta chiusa
nella sua cella, con la schiena pigiata contro la parete. Purtroppo non aveva
tempo per liberarla.
-
Pensa sulla mia offerta. - Poi con l’energia che gli era rimasta attivò un
cerchio di teletrasporto e sparì dalle prigioni di Era, inseguito dalle minacce
di Lahar e Doranbolt. La sua priorità adesso era quella di raggiungere Crime
Sorcière e poi Erza.
-
La fine ... - La voce di Ivan riecheggiò a stento dal buco in cui era confinato
- Se Tartaros si è svegliata ... La fine è vicina ... -
-
Ve la faccio vedere io la fine! - Gridò Lahar, sforzandosi di rimettersi in
piedi. Era così furibondo che chissà cosa avrebbe fatto se non ci fosse stato
Doranbolt a tenerlo per una spalla e a cercare di calmarlo. Non riusciva a
credere ai suoi occhi! Il Consiglio era stato attaccato? Sterminato? Il palazzo
distrutto? E il master di Crime Sorcière scappato?
- Se sei
così ansioso di prenderli ... - Lisanna lo chiamò dalle sbarre con un voce
suadente - Io credo di avercela un’idea di dove Jellal è diretto. E trovare lui
significa trovare anche Tartaros. Ma ve lo dirò solo ad una condizione:
liberatemi. -
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Capitolo 61 *** Fate contro demoni ***
Fate contro demoni
Se per tutto
questo tempo vi siete chiesti quali fossero le vere intenzioni di
E.N.D. allora questo è il capitolo per voi. Molte domande
troveranno finalmente risposta!
Fate contro demoni
Are you waiting till the time is right?
What are you waiting for?
Don't you wanna learn to deal with fear?
Don't you wanna take the wheel and steer?
Don't you wait another minute here!
Everybody's gonna make mistakes
But everybody's got a choice to make
Everybody needs a leap of faith
When are you taking yours?
(What are you waiting for? - Nickelback)
Il
viaggio di ritorno da Tenrou fu il più lungo della vita di Erza. La scena di
Jellal che veniva trascinato via in catene continuava a ripetersi e a ripetersi
all’infinito nella sua testa. Non riusciva a smettere di chiedersi se stava
bene, cosa gli aveva fatto il Consiglio e cosa fare per liberarlo. Era
preoccupata anche per il resto di Crime Sorcière. Adesso che la lacryma che
Ultear le aveva regalato era stata distrutta non aveva più alcun modo per
contattarli.
Tutta
Fairy Tail continuava a gridare e discutere in sottofondo, ogni tanto qualcuno
passava e le dava un colpo sulla spalla cercando di infonderle coraggio ma
nessuno tranne Cana, Wendy e Juvia conosceva le reali ragioni della sua
tristezza. Anche loro erano estremamente giù. La piccola dragon slayer
trascorse tutto il viaggio stringendo Carla al petto, persa nei suoi pensieri.
Era delusa con se stessa per il modo in cui aveva permesso a Doranbolt di
utilizzarla e delusa per il modo in cui non era riuscita a difendere né Jellal,
né la sua gilda. Juvia invece passò tutto il tempo appoggiata alla battaiola
della nave, lo sguardo perso tra le onde che si infrangevano sotto la prua.
Nessuno a Fairy Tail l’aveva mai vista così silenziosa. Ad un certo punto
perfino Gray provò a riscuoterla, appoggiandosi accanto a lei per fare due
chiacchiere, ma i suoi sforzi si rivelarono vani. Non sapeva che in quel
momento tutti i pensieri di Juvia erano per il fratello. Si stava domandando
come fare per aiutarlo a scappare di prigione, sforzandosi di elaborare un
piano dopo l’altro, anche se sapeva che si trattava di una missione
praticamente impossibile.
Ogni
volta che si girava e le vedeva in quello stato Erza sentiva una fitta al
cuore, ma nemmeno lei sapeva cosa dire o cosa fare per darle coraggio: aveva
fin troppi problemi da gestire. Oltre a Jellal ed il destino di Crime Sorcière
su di lei pendeva un altro grosso enigma: lo spirito di Mavis. Per tutto il
viaggio fino a Magnolia, il fantasma non fece altro che starsene seduto proprio
davanti a lei, guardandola con un sorriso.
Quando
Erza era salita sulla nave che il Consiglio gli aveva offerto e aveva intravisto
per la prima volta l’ombra di Mavis, si era stropicciata gli occhi. Aveva
pensato fosse un’allucinazione ma quando li aveva riaperti l’aveva trovato
ancora al suo posto.
-
Che c’è Erza? Sembra che tu abbia visto un fastasma! - Le aveva chiesto Lucy
passando a pochi centimetri dallo spirito - Non dirmi che adesso soffri anche
tu di mal di mare come Natsu? -
A
quanto pare Erza era l’unica in grado di vedere il primo master di Fairy Tail.
Ma perché? Avrebbe voluto gridarle qualcosa, chiederle spiegazioni ma il ponte
della nave era troppo affollato per correre rischi. Che cosa avrebbero detto i
suoi compagni se l’avessero vista parlare al vento? Non aveva la forza di
mettersi a giustificare comportamenti inspiegabili.
-
Sei sicura di voler tornare subito a casa? Non ti va di fermarti un po’ alla
gilda? -
-
No Cana: sono troppo stanca per il viaggio. Ho bisogno di un bagno caldo. -
Quando
alla fine la nave attraccò al porto di Magolia, Erza si affrettò a salutare i
compagni e il master. Erano trascorsi due giorni da quando erano partiti da
Tenrou ma a lei sembrava fosse passata praticamente un’eternità.
-
Noi ci fermiamo dal giornalaio. - Le disse Wendy - Voglio controllare se sui
giornali c’è qualche notizia di quello che è successo durante gli esami e ...
Se dicono qualcosa di Jellal. -
-
Juvia va con lei. -
-
Informatemi se scoprite qualcosa. - Erza si limitò appena a farle un cenno con
la mano: in fondo era meglio così. Senza le sue coinquiline avrebbe avuto
finalmente un po’ di tempo per discutere con lo spirito che la seguiva
trotterellando, sorridendo ma allo stesso tempo senza dire una parola. Era vero
che Mavis le aveva salvato la vita e le aveva concesso il potere per vincere la
battaglia contro Hades, ma adesso Erza iniziava a trovare la sua presenza un
tantino irritante. E così la maga fece tutta la strada dal porto fino alla sua
abitazione a passo svelto, entrò, salì la rampa di scale che conduceva al piano
superiore, si ritirò nella sua stanza e si richiuse la porta a chiave alle
spalle. Poi si andò a sedere sul letto ed attese qualche istante con gli occhi
chiusi prima di riaprirli ed accertarsi che la misteriosa figura che la seguiva
fosse ancora con lei. Ed eccola lì, scalza e in piedi al centro della stanza,
con un gran sorriso stampato sulle labbra.
-
Si può sapere perché mi vieni dietro? - Erza non sapeva nemmeno se lo spirito
le avrebbe risposto ma Mavis l’accontentò immediatamente - Non te lo ricordi? -
Il fantasma fece qualche passo avanti per guardarla più da vicino. - Hai
risvegliato il mio spirito a Tenrou ed io ti ho donato Fairy Glitter e Fairy
Sphere per aiutarti a salvare i tuoi amici. -
-
Non ti ho chiesto di rinfrescarmi la memoria. - Sibilò Erza per tutta risposta
- Ti ho chiesto perché mi stai seguendo! E perché sembra che sia io l’unica a
poterti vedere? -
Questa
volta lo spirito di Mavis le indicò di guardarsi meglio le braccia. Erza fu
costretta a rimuovere l’armatura per controllare: a quanto pare i marchi di
Fairy Glitter e Fairy Sphere che pensava fossero svaniti erano ancora al loro
posto. Insieme al simbolo di Fairy Tail formavano una strana combinazione.
-
Capisci ora? Tu hai la mia magia e per questo puoi vedermi. È la stessa ragione
per cui io non posso allontanarmi da te. -
-
Allora riprenditela e sparisci. - Erza non esitò oltre a tenderle le braccia -
Con tutto il rispetto Mavis - san, ti ringrazio per quello che hai fatto, ma ho
già troppi impegni da gestire. -
-
Ma come! Vuoi già mandarmi via? Perché, vuoi forse nascondermi qualcosa? -
“Molte
cose.” Pensò Erza. Doveva trovare un modo per contattare Ultear per avere
notizie di Jellal e non poteva farlo con uno spirito fastidioso come quello tra
i piedi. - Riprendi il tuo potere e basta! Non era supposto che fossi io a
tenerlo per sempre! -
-
Erza, Erza. - A quelle parole Mavis scosse la testa con voce compassionevole -
Suvvia, non hai niente da nascondermi. Io sono lo spirito protettore della
gilda di cui porti il marchio, i miei discepoli non hanno segreti per me, posso
leggere nel loro cuore. -
Per
un attimo davanti agli occhi di Erza balenò la scena in cui Mavis le aveva teso
per la prima volta la mano, promettendo di aiutarla come in un sogno. Le aveva
detto che il suo cuore non era nero come credeva.
-
Che cosa sai di me? -
-
Molte cose. - Mavis sorrise e poi fece una piroetta scandendo ogni parola come
in una canzoncina - Il tuo nome è Erza ma non ricordi il tuo cognome d’origine.
Hai diciannove anni. Esperta nella magia con l’uso delle armi. Gruppo sanguineo
B+. Dolce preferito torta alle fragole. Vieni dal piccolo villaggio di Rosmary,
ormai distrutto da anni. Qualcuno ti chiama Titania, ma qualcun’altro ti
conosce come Scarlet. -
Erza
spalancò gli occhi.
-
Di giorno stai con Fairy Tail ma dietro le quinte sei con Crime Sorcière. -
Concluse infine Mavis sempre sorridendo - Ma fino a che stai con Fairy Tail sei
pur sempre sotto la mia protezione: sono qui per te. -
-
Co ... Che hai detto? - Erza strabuzzò gli occhi. Mavis l’aveva scoperta?
Sapeva davvero tutte queste cose su di lei? Cosa sarebbe successo se le avesse
rivelate agli altri? Ultimamente le capitava troppo spesso che persone
idesiderate scoprissero quella che doveva essere la sua vita segreta.
-
Ti ho detto che non ti devi vergognare davanti a me. - Le sussurrò Mavis,
facendosi più vicina - Conosco anche la ragioni per cui ti sei comportata in
questo modo ed in un certo senso ti capisco. Non ti giustifico, ma ti capisco.
-
Erza
allontanò con uno scatto la mano dello spirito che si avvicinava per
accarezzarle la testa - Che cosa sei? La mia coscienza? Non ho bisogno di
compassione in questo momento! -
-
Ma hai bisogno di aiuto. -
-
E tu cosa vuoi in cambio? Che ci guadagni ad aiutare me? -
-
Chi ti ha detto che voglio qualcosa? - Mavis le sorrise ancor più dolcemente -
È il mio compito vegliare su Fairy Tail e guidare i miei ragazzi. Inoltre non
ti conviene mandarmi via. Erza hai mai letto della storia di come Fairy Tail
sia stata fondata? -
-
Non mi servono lezioni di storia ora! - Erza aveva una voglia da matti di
gridare e di mandare definitivamente nell’oltretomba quello spirito fastidioso,
ma non poteva farlo.
-
Io ho combattuto contro Zaref, Erza. Conosco i segreti più oscuri della sua
magia e se vuoi fermare Tartaros non puoi fare a meno del mio aiuto. - E fu a
quelle parole che Erza drizzò definitivamente la testa, completamente presa dal
discorso - Che cosa? Tu ... -
-
Hai ragione. - Confessò Mavis con un sorriso - Probabilmente tu non ne sai
niente perché questa conoscenza non si è stata mai registrata ufficialmente nè
trasmessa alle generazioni future. Ma io ho partecipato alla coalizione che
distrusse l’Oscuro e sono stata io in persona a sconfiggere Zaref anche se le
sue arti nere mi sono costate la vita. Di me non sarebbe rimasto più nulla se
non avessi fatto in modo, con le ultime energie che mi rimanevano di legare il
mio spirito alla gilda che ho tanto amato. -
Erza
ascoltava le parole di Mavis a bocca aperta.
-
Quelli del culto che ti hanno tenuta schiava, si illudevano invano di poter
resuscitare Zaref così come si illudeva Purehito di
risvegliarlo dal suo sonno. Zaref non può più tornare in questo mondo perché
non solo io ho posto fine alla sua esistenza ma ne ho disperso lo spirito ai
quattro venti. Il suo nome ormai non è altro che quello di un brutto capitolo
di storia. -
-
Ma E.N.D. ci ha detto il contrario! - Esclamò Erza - Ci ha sfidati a trovarlo
prima che riuscisse a riportare in vita Zaref! -
-
Io conosco bene E.N.D. Lui e i suoi demoni combattevano con Zaref già ai tempi
del nostro scontro. Ed E.N.D. vi ha mentito: sa benissimo che il suo master non
può resuscitare. -
Era
una menzogna? Per tutta la vita Erza e i suoi compagni di Crime Sorcière
avevano combattuto e per prevenire una menzogna??? Non riusciva a crederci!
-
Ma allora perché? Perché? - Gridò Erza - Perché ci ha ingannati? Per ridere
alle nostre spalle? Per il semplice gusto di tormentarci? -
-
Perché il suo vero obiettivo non è resuscitare il suo padrone ma creare un
nuovo Zaref. - Le spiegò Mavis.
-
Vi ha tenuti sottotorchio e coltivati nella corruzione per tutti questi anni
con il solo obiettivo di portarvi dalla sua parte. - Le parole dello spirito
colpirono Erza con la forza di un pugnale, costringendola di nuovo a sedersi
sul letto. Le gambe le erano improvvisamente venute meno, le girava la testa -
Come ... Come fai a dirlo? -
-
Votandovi al male non avete fatto altro che il suo gioco! - La sgridò Mavis con
voce severa - Avete impregnato i vostri cuori di odio e disperazione, di paura
e angoscia e sono queste le armi di cui si serve E.N.D. per combattere perché
lui è il demone del terrore! Quando alla fine sarete completamente esausti,
userà le vostre paure contro di voi per controllarvi! Prenderà chi gli sembra
più opportuno, il cuore più fragile e più oscuro e ne farà il nuovo master di Tartaros!
Hai capito adesso? E.N.D. vi vuole. Vi
costringerà a combattere contro i suoi demoni, impersonificherà i vostri
peggiori incubi. Vi prenderà con la paura e la disperazione e se non sarete
pronti a resistere vi trasformerà nei suoi nuovi adepti! -
Erza
non riusciva a crederci ... Chinò lo sguardo come se le parole che Mavis le
aveva appena gridato le pesassero sul capo come un macigno. Aveva sempre saputo
che nella sua vita c’era qualcosa di sbagliato, aveva sempre saputo che Crime
Sorcière stava sbagliando, ma si era ripetuta almeno un milione di volte che
quella era l’unica strada possibile. Che alternative poteva mai avere? Eppure
adesso le toccava scoprire di aver fatto il gioco del suo peggior incubo, il
gioco di E.N.D. Con che speranza poteva resistergli? Se fosse stato possibile
toccare il buio dentro dentro il suo cuore, la mano vi sarebbe affondata come
in un pozzo, senza mai toccare il fondo. Per quanto potesse dire Mavis, Erza
sapeva di non aveva la forza di opporsi al nemico. Alla sola idea le venivano i
brividi.
-
Ed è per questa stessa stessa ragione che E.N.D non lascerà mai che Jellal sia
tenuto nelle prigioni di Era. Ha bisogno di voi. - Concluse Mavis indicandole
qualcosa sul comodino. Quando Erza si girò per poco il suo cuore non perse un
colpo. La piccola lacryma che Ultear le aveva regalato si era rigenerata ed
adesso sedeva come se nulla fosse, appoggiata accanto alla lampada. Scintillava
come ogni volta che c’era una comunicazione in arrivo. La maga non esitò ad
afferrarla e ad attivarla.
Il
cuore di Erza perse un colpo non appena capì che dalla parte opposta della
lacyma c’era proprio il mago che Mavis aveva appena nominato.
-
Scarlet! - Il ragazzo era coperto di graffi e fuligine, sembrava molto stanco
ma anche molto agitato.
-
Che cosa ti è successo? Come hai fatto a scappare a quelli del Consiglio? -
-
Tartaros. - E a quel nome il sangue le si gelò nelle vene. - Tartaros ha
attaccato il Consiglio e ci ha lanciato una sfida. -
-
Co ... cosa? -
-
E.N.D. vuole combattere contro di noi. L’appuntamento è alla Torre del
Paradiso. -
Ed
a quel secondo nome Erza sentì una fitta nello stomaco.
-
Non possiamo permetterci di perderli! Dici addio ai tuoi amici perché sto
venendo a prenderti, Scarlet. -
La
conversazione si chiuse così senza darle nemmeno il tempo di replicare e
l’istante dopo riecheggiò per tutta la casa il rumore della porta al piano di sotto
che si spalancava di schianto.
-
Erza - san! -
-
Erza! - Le voci di Juvia e Wendy la costrinsero ad aprire in fretta la stanza.
-
È appena arrivata a Fairy Tail la notizia che il Consiglio è stato distrutto! -
Le spiegò la maga d’acqua; era agitatissima, specie per il fratello che non
sapeva fosse stato liberato.
-
L’intera regione è in allarme e il master è preoccupato. - Aggiunse Wendy - Ha
convocato tutti alla gilda! -
Erza
non riuscì a replicare nemmeno questa volta. Juvia la prese per mano,
trascinandola giù per le scale.
-
Questa volta per combattere avrai bisogno di molta più determinazione, coraggio
e forza di quanto tu abbia mai immaginato. Ti donerò l’ultima magia rimasta in
mio possesso: Fairy Law. - Ma Erza non sentì niente di quello che diceva Mavis:
ormai stava già correndo verso Fairy Tail ed incontro al suo destino.
|
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Capitolo 62 *** Spalancate le porte di Tartaros ***
Spalancate le porte di Tartaros
Questo
capitolo è uno di quelli che trovo venuto meglio, l'ho scritto
quando non avevo ancora nemmeno in mente il finale e in verità
l'ho modificato parecchie volte. Finalmente è arrivato il
momento di dire confessare la verità: la battaglia contro i
demoni sta per cominciare. Questo è l'ultimo arco di Crime
Sorcière, quello della resa definitiva dei conti. Ma Crime
Sorcière non sarà da sola a combattere, ho riservato un
ruolo speciale anche a Fairy Tail e ai due consiglieri rimasti, state a
vedere!
Spalancate le porte di Tartaros
A warning to the people
The good and the evil
This is war
To the soldier, the civillian
The martyr, the victim
It's the moment of truth and the moment to lie
The moment to live and the moment to die
The moment to fight
(This is war - 30 Seconds to Mars)
Erza
corse e corse a perdifiato per le strade di Magnolia con Juvia che la tirava per
mano e Wendy e Carla alle calcagna. Quando alla fine raggiunsero la gilda, le
maghe trovarono la grande sala al pian terreno in completo subbuglio.
L’incidente accaduto al Consiglio di Magia aveva messo tutti in agitazione:
un’evento del genere non si era mai verificato prima nella storia del paese. Qualcuno
gridava che doveva essere stata opera di una gilda oscura, magari della stessa
Crime Sorcière di cui avevano appena arrestato il master. Qualcuno diceva che
era impossibile che si fosse trattato di una sola gilda e che dietro l’attacco doveva
esserci un esercito straniero perché i maghi del Consiglio erano troppo esperti
per farsi cogliere di sorpresa da un pugno di avversari. Qualcuno gridava che
l’esplosione era l’effetto di qualche arma magica che il Consiglio stesso stava
costruendo e qualcun’altro era convinto che si trattasse dell’opera di una
talpa, che aveva appositamente infiltrato e minato il palazzo. Peccato che
nessuno di loro sapesse veramente cosa fosse accaduto, specialmente Natsu che
non faceva altro che gridare che quella era una dichiarazione di guerra.
Sembrava intenzionato a dare la caccia ai responsabili fino in capo al mondo e
non era l’unico della stessa opinione.
Erza
lasciò la presa di Juvia per addentrarsi di più nella sala e farsi largo largo
tra i maghi. Intendeva raggiungere il punto in cui si trovava il master per
capire meglio cosa stesse succedendo dentro la gilda ma dopo pochi passi si
trovò già con la figura di Mavis a bloccarle la strada. Se l’era lasciata
dietro nella sua camera da letto ma a quanto pare l’aveva già raggiunta per
puntarle addosso il suo sguardo severo; se sapeva davvero tutto di coloro che
facevano parte di Fairy Tail, allora di certo sapeva già cosa stava per
accadere. Ma Erza si sforzò di distogliere lo sguardo e di girarle attorno.
Quando alla fine la maga raggiunse il posto desiderato accanto al bancone di
Mirajane, incrociò le braccia e socchiuse gli occhi, ascoltando il rumore di
fondo. Tra le grida, le imprecazioni e la confusione, lei era l’unica a
conoscere già le risposte alle domande di tutti. C’era una parte della sua
coscienza che le suggeriva di scappare finchè era in tempo ma il resto di lei
sapeva che ormai nascondersi era impossibile. In che modo poteva spiegare a
tutti che era giunto il tempo di separarsi? Avrebbe voluto pensare a qualcosa,
ma le grida dei compagni la trascinarono ben presto nel vortice delle loro
riflessioni.
-
Vecchio andiamo a prenderli! Facciamogliela pagare per quello che hanno fatto!
- A quanto pare, alla fine Natsu si era liberato di Max, Nab e degli altri che
stavano tentando disperatamente di bloccarlo, ma per quanto potesse essere
furioso Makarow non poteva permettergli di lanciarsi in una missione assurda
come quella.
-
Cerca di calmarti ragazzo. - Scandì il master - Anche io non riesco a
sopportare l’idea di quello che è stato fatto al Consiglio di Magia, ma non
abbiamo alcuna informazione su chi siano i responsabili. Se anche fosse stata
una gilda oscura non abbiamo nemmeno idea di dove sia la sua base, come
potremmo mai attaccarla? -
-
Chiediamo alle altre gilde oscure dove sta! -
Per
un attimo Erza si lasciò sfuggire un sorrisino: “Ah, se fosse stato così
semplice!”
-
E tu sai dove stanno le altre gilde oscure? - Replicò l’attimo dopo qualcuno
dalla sala, irritando ancora di più il dragon slayer - Che accidenti ne so! -
-
E allora a chi dovremmo chiedere? -
-
Non conosciamo davvero niente dei responsabili. L’unica cosa che sappiamo è che
hanno attaccato il Consiglio di Magia. Probabilmente sono dietro i consiglieri
ed il loro prossimo obiettivo potrebbero essere quelli scampati al massacro. Ma
è solo una supposizione ... - Questa volta fu la voce di Lucy a stagliarsi sul
rumore di fondo.
-
Se vogliono i consiglieri, allora andiamo a casa di uno di loro e aspettiamo
che arrivino! - Erza scosse la testa: “Gajeel, Gajeel, buona intuizione, la tua
ma ...”
-
Peccato però che i loro indirizzi siano top secret. -
“Ecco
il punto, Macao.”
-
Allora come facciamo a cercarli? - Sbottò alla fine Natsu, ancora più stanco di
tutte quelle chiacchiere - Chi diavolo sa dove abitano questi tizi? -
“Punto
primo: siete davvero sicuri che i Consiglieri siano il loro obiettivo? Punto
secondo: siete davvero certi di essere voi quelli a dover cercare?”
L’attimo
dopo tutto divenne nero, seguendo un copione perfetto ed Erza non riuscì più a
nascondere un sorriso amaro: come previsto non aveva avuto nemmeno il tempo di
riflettere su cosa dire.
La
gilda venne percorsa da una serie di grida di stupore e di terrore e quando la
luce tornò, i maghi non ci misero molto a capire che qualcuno era appena
arrivato a fargli visita.
-
Buongiorno, Fairy Tail! -
Seduto
sulla ringhiera del secondo piano, nel punto in cui Makarow si affacciava per
fare gli annunci importanti, adesso c’era un uomo con un mantello nero, i
capelli blu, un inconfondibile marchio rosso sul viso ed un ghigno da lupo
stampato sulla faccia. Dietro di lui invece, si stagliava la figura di una
donna con una sfera di cristallo tra le mani. Altre sette persone bloccavano invece
le uscite e le finestre.
-
Ultear ... - Sussurrò subito Gray, riconoscendo la donna che lo aveva salvato mentre
combatteva contro gli Oracion Seis. Mentre l’intera gilda si metteva
sull’attenti e si preparava a combattere, fu la voce di Natsu quella a rompere
per prima il silenzio - Tu sei quello che è comparso a Tenrou! Non ti avevano
preso? Si può sapere che diavolo vuoi da noi? -
A
quelle parole Jellal si mise a sghignazzare - Erza! Ma come, non mi hai ancora
presentato alla tua famiglia? Eppure ti avevo avvisata che stavo arrivando. -
E
fu solo allora che la donna si decise ad aprire gli occhi. Il suo unico
pensiero fu: “Guardate, ammirate tutti come Titania cade. Ammirate come
sprofonda.”
-
Ho detto che ti avrei lasciato fare questa cosa, non ho mica detto che avrei
steso un tappeto rosso per accoglierti. - La maga sentì tutti gli occhi della
gilda girarsi verso di lei, ma non diede prova di accorgersene. L’unico a cui era
rivolto il suo sguardo era l’uomo con cui aveva condiviso quella scelta oscura,
tanti anni prima - Se ci tieni a fargli sapere chi sei, presentati da solo. -
-
Ah, che donna crudele! - Anche Jellal ricambiò il suo sguardo fingendo di
mettersi una mano sul petto per fermare il dolore - Dici di amarmi e poi mi
tratti così? Non dovevamo sposarci una volta? -
-
Sposo Ultear piuttosto. -
-
Vedi. - Aggiunse la donna al suono del suo nome, appoggiandosi anche lei alla
balconata - Te l’ho sempre detto che era pazza di me. -
Quante
volte avevano scherzato così? Quante? E quante volte invece avevano dovuto
nascondersi dagli occhi degli altri? Ora non ne avrebbero avuto più bisogno.
-
Erza ... - La voce di Makarow le giunse appena, come un sussurro - Tu conosci
questa gente? -
-
Il mio nome è Jellal Fernandes. - Annunciò l’uomo sulla balconata attirando di
nuovo l’attenzione su di sé
-
E sono il Master di Crime Sorcière come ormai già sapete. Quello che non sapete
è che io e la vostra amica Erza ci conosciamo molto bene, ci conosciamo fin da
quando eravamo bambini per l’esattezza. Ma alcuni di noi la conoscono da ancora
più tempo. -
Al
suono di Crime Sorcière la gilda venne scossa da un brivido e da una raffica di
mormorii, ma la voce di Simon, che prima aveva oscurato la sala e che adesso
faceva da guardia all’ingresso, li mise a tacere.
-
Io, Erza e mia sorella siamo nati nello stesso villaggio: Rosmary, al confine
ovest del regno. Siamo sempre stati insieme, fino al giorno in cui gli uomini
del culto oscuro sono arrivati al villaggio, hanno sterminato le nostre
famiglie e ci hanno catturati come schiavi. Di Rosmary non esiste più traccia.
-
-
La chiamavano Torre del Paradiso, ma per noi era l’inferno. - Riprese Millianna
dalla finestra su cui era seduta, agitando lentamente la coda. - Venivamo tutti
da paesi diversi ma avevamo tutti la stessa storia. -
-
Se non fosse stato per la sorellona Erza e per Jellal, non ho idea di cosa ne
sarebbe stato di noi. - Continuò Sho accanto a lei - Ci hanno sempre difesi,
protetti e guidati quando non sapevamo cosa fare. È grazie a loro che siamo
finalmente scappati da lì. -
-
Ma il mondo che desideravamo e che ci aspettava lì fuori, non era poi così cool
come avevamo sognato. - Confessò Wally - Nessuno ha voluto credere alla nostra
storia e a quella degli altri schiavi e siamo dovuti scappare di nuovo. Ce la
siamo dovuta cavare tra una difficoltà e l’altra ed abbiamo dovuto imparare a
crescere in fretta. Questo mondo è fatto per gli squali, se non sai nuotare,
sei ... - Il mago imitò il gesto della pistola in mezzo alla folla - Spacciato.
-
-
È stata Erza a insegnarmi ad usare la spada. - Aggiunse questa volta Kagura -
Mi ha insegnato ad usare la magia quando mi sentivo più indifesa e
terrorizzata. Ho sempre pensato che fosse la mia migliore amica e lo penserò
per sempre. -
-
A Shirostune ci siamo incontrate per la prima volta. - Spiegò subito dopo
Ultear con un sorriso - Ero solo una ragazzina che scappava dalle terre del nord
credendo che la madre l’avesse abbandonata, ma ho trovato una famiglia ancora più
grande di quella che sognavo. Ci siamo insegnati a vicenda un sacco di cose e
abbiamo condiviso tutto, fino ai più oscuri segreti ... -
-
Io sono stata l’ultima ad arrivare. - Concluse poi Meredy, dondolando le gambe
già dal tavolo su cui si era seduta - Ma Erza è sempre stata gentile con me: è
una buona zia. -
-
Avete mai sentito parlare del Culto Oscuro e delle sue torri? - Hoteye era
fermo accanto a Simon, sorvegliando la porta, la sua immancabile Bibbia sotto
il braccio - Il loro intento era riportare in vita Zaref e per riuscirci
avevano costruito cinque torri da usare come amplificatori magici. Il Consiglio
ne distrusse quattro ma non si accorse di averne mancata una: quella era la
nostra Torre del Paradiso. Volevamo scappare, ma quando hanno scoperto il
nostro piano, i carcerieri hanno preso a caso Erza dal gruppo e hanno deciso di
usarla come esempio. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: sette
bambini sono stati la chiave per scatenare la rivolta che alla fine ha portato
gli schiavi alla vittoria. -
-
Quando la Torre si è rivoltata solo io ed Erza avevamo già dei poteri magici. -
Jellal colse al volo l’occasione per ricominciare a narrare la storia - Siamo
arrivati fino in cima per ammazzare il capo del culto. Era un uomo
insignificante; ma proprio quando pensavamo di aver vinto, è allora che ci è
apparso qualcosa di inaspettato davanti. Un’ombra ... -
-
E.N.D. - Erza scandì bene quel nome, assaporando sulla punta della lingua lo
stesso terrore che aveva provato a vederlo per la prima volta da bambina - Il master
di Tartaros, il più potente dei demoni mai creati da Zaref. Il suo unico
obiettivo è quello di riportare in vita il suo padrone. Finché ci sarà lui lì
fuori, questo mondo non sarà mai al sicuro. Finché ci sarà lui nessuno potrà
mai vivere felice. In tutti questi anni abbiamo cercato solo una cosa: lui e
Tartaros. Abbiamo fiutato tutte le piste che ci capitavano a tiro, senza sapere
quale fosse quella giusta. Ci siamo sporcati il muso come cani da caccia e ci
siamo sporcati le mani con il fango che il Consiglio di Magia faceva finta di
non vedere nemmeno. Tutto questo fino al fatidico giorno in cui non ci siamo
imbattuti nella scia degli Oracion Seis e della Balam Alliance. A quel punto
abbiamo trovato il nastro rosso che avrebbe fatto incrociare di nuovo le nostre
strade e quella di Tartaros. -
-
Il nostro solo compito è quello sterminare quei demoni e adesso che sappiamo
dove sono non abbiamo altro tempo da perdere. Sono stati quelli di Tartaros a
distruggere il Consiglio e ad ivitarci personalmente nel loro covo. Che ironia
... - Concluse Jellal allungando una mano di sotto - L’appuntamento è di nuovo
alla Torre. Vieni Scarlet, è ora di andare. -
Per
un attimo nella gilda non ci fu altro che il silenzio. Erza poteva sentire
tutta la confusione dei suoi compagni per quello che avevano appena sentito.
Non volevano crederci? Pensavano che fosse un trucco? Nessuno poteva prevedere
la reazione che sarebbe seguita.
-
Tu ... - Gray fu il primo a rompere il silenzio afferrandola con violenza per
una spalla ancor prima che potesse muoversi - Tu! Sei stata tu a Shirostune!
Tu! Sei sempre stata insieme a noi e allo stesso tempo lavoravi per loro! Come
accidenti facevi a ridere e a scherzare con noi? Come facevi a dormire la
notte? -
-
Mi dispiace Gray ma questa è la verità. - Quando Erza si staccò lo fece ostentando
quanta più freddezza possibile - Prima ancora di Fairy Tail, prima di tutto il
resto, io sono sempre stata con Crime Sorcière. Non sono mai stata una vera
fata: io sono una strega. -
-
Ci hai traditi! Ci hai imbrogliati per tutti questi anni e questa è l’unica
cosa che riesci a dire? -
Spat!
Cana.
Ad interrompere le grida di Gray fu proprio lei, assestandogli uno schiaffo in
pieno viso. - Se vuoi prendertela con qualcuno allora lascia perdere Erza e
prenditela con me imbecille! Perché io conoscevo il suo segreto da tre anni e
l’ho coperta invece di rinnegarla davanti a tutti. Sei arrabbiato, eh? Sei arrabbiato?
Allora metti anche me nella lista dei traditori, perché sono io quella che ha
chiesto ad Erza di eliminare Grimoire Heart per lei! Hai visto quanta gente è
stata ferita, tutto il casino che è successo? Era tutto merito mio! E se
qualcuno di voi ha intenzione di dire qualcosa contro di lei ... - Cana rivolse
il suo sguardo furioso sulla gilda, le mancava il fiato per quanto aveva
gridato - Se lei è una traditrice allora lo sono pure io! Sono peggio io!
Perché almeno Erza ha fatto qualcosa per proteggere questo posto dai pericoli
che c’erano lì fuori, mentre io ve li ho tirati addosso! E smettetela di
guardarmi così! Che c’è che non capite? Potremo pure essere quelli di Fairy
Tail ma non viviamo in una favola. Siamo gente normale e la gente normale,
odia, mente e sbaglia! Questa è la realtà! -
-
Se Erza e Cana, sono due traditrici, allora anche Juvia lo è. - Aggiunse
l’attimo dopo la maga d’acqua facendosi largo tra le persone - Perché anche Juvia
conosceva il suo segreto e per di più Jellal è suo fratello. Pensava di averlo
perso per sempre, ma grazie ad Erza lo ha ritrovato. Juvia è in debito con lei
e non l’abbandonerà nemmeno se tutti voi lo fate! -
-
Anche io sono una traditrice. - La vocina di Wendy strappò un grido di sorpresa
a tutti e Levy si ritrovò ad esclamarne il nome. - Anche io conoscevo il suo
segreto perchè Jellal è mio amico. Quando ho perso il mio drago e non sapevo
cosa fare, è stato lui a trovarmi e ad occuparsi di me. Mi ha insegnato quello
che dovevo sapere sugli umani prima che le nostre strade si separassero ed
arrivassi a Cait Shelter. -
-
Erza. - Fu la voce di Makarow ad interrompere la sfilza di confessioni e di
mormorii nella sala, ottenendo nuovamente il silenzio. - Ho sempre pensato che
ci fosse qualcosa di oscuro nel tuo passato. Tutti lo hanno pensato, ma non ti
abbiamo mai costretta a rivelarci nulla perché questa era una scelta che dovevi
fare da sola. Dobbiamo davvero credere a quello che ci stai dicendo? - Lo
sguardo del vecchio la trapassò come un pugnale, ma la maga si sforzò di
rimanere dritta al suo posto: “Perdono vecchio, perdono. Ma o questo o il mondo
sarebbe scivolato nel nulla. Qualcuno doveva pur farlo.”
-
Anni fa abbiamo deciso che dare la caccia alle gilde oscure non ci avrebbe
portato da nessuna parte senza la giusta dose di informazioni e così Ultear ha
deciso di infiltrare il Consiglio di Magia ed io di entrare in una gilda legale,
usandola come copertura per le mie ricerche. Sono venuta a Fairy Tail solo perché
avevo la storia di Rob da usare a mio vantaggio. -
-
E così siamo stati questo? - Continuò Makarow con tono amaro - Siamo stati una
copertura? -
-
Però adesso i tempi delle menzogne sono finiti. Abbiamo la pista giusta,
sappiamo come trovare Tartaros e come metterlo a tacere per sempre. Le nostre
strade non si incroceranno più. - Quando Erza si girò per salire sulle scale
che portavano al secondo piano e raggiungere Jellal, le sembrò di aver
improvvisamente girato le spalle al mondo intero. Ma non aveva fatto in tempo a
salire nemmeno due gradini che un rumore di passi e una voce fin troppo
familiare le riempirono le orecchie - DOVE CREDI DI ANDARE? - Questa volta
quando Erza si mosse lo fece sguainando la spada e Natsu volò letteralmente
dall’altra parte della stanza, andando a fracassare un paio di tavoli tra le
grida stupefatte dei compagni di gilda. I loro sguardi si incrociarono solo per
un istante prima che Erza rimettesse l’arma nel fodero e ricominciasse a
salire. La maga fu costretta a farsi forza per ignorare l’espressione scioccata
e furiosa del ragazzo che si teneva una mano premuta su un braccio per fermare
il sangue che gli sgorgava da un taglio.
Non avrebbe voluto mai e poi mai arrivare a tanto e colpire uno dei suoi
migliori amici, ma non c’era davvero altro modo per chiudere con Fairy Tail in
quel momento. Erza li conosceva abbastanza bene per sapere che non si sarebbero
arresi facilmente all’idea del suo tradimento.
-
LO SAI? - Continuò la voce del dragon slayer così forte da tentarla di girarsi
e tornare suoi suoi passi, pur di dire qualcosa, pur di giustificarsi. - Quando
mi dici che ti sei unita a Fairy Tail col solo scopo di raccogliere
informazioni, ci credo. Ci credo perché questo è quello che hai fatto! Ma
quando mi dici che in realtà per te non eravamo amici, allora non ci credo più!
Non ci posso credere dopo tutto quello che abbiamo consiviso! ERZA GIRATI! Se
avevi così tanto bisogno di trovare Tartaros perché non ci hai chiesto aiuto?
Avremmo cercato insieme una soluzione per aiutarti! Insieme, cazzo! È questo
quello che fanno gli amici! MI SENTI? - Ma ancor prima che il ragazzo potesse
rimettersi in piedi e fare anche soltanto un passo, un fascio d’energia bianca
e rovente gli tagliò la strada. - Non provate a toccare la mia Scarlet. -
Sottolineò Jellal dal suo posto - Altrimenti Fairy Tail diventa un ricordo
nell’istante esatto in cui ci provate. -
Erza
poteva percepire tutto il dolore del suo vecchio master dallo sguardo serio con
cui la fissava. Cosa poteva esserci di peggio, che essere traditi da uno dei
propri figli? Poteva sentire e capire anche tutto il dolore dei suoi ex compagni
nel silenzio che seguiva i suoi passi sulle scale.
-
Hai qualche ultima cosa da dire ai tuoi amici? - Le domandò Jellal non appena
lo ebbe raggiunto, ma Erza non riuscì a fare altro che scuotere semplicemente
la testa. - Bene allora. - Riprese il ragazzo - Simon, Ultear ... -
-
JELLAL! - Questa volta fu la voce di Juvia a interromperlo - Se state davvero
per affrontare Tartaros andiamoci insieme! - Aveva aspettato anche lei con
ansia il momento di quello scontro ed adesso che aveva l’occasione di aiutare
il fratello a liberarsi dei demoni del suo passato, non aveva alcuna intenzione
di tirarsi indietro.
-
Mi dispiace ma solo Crime Sorcière è stata invitata. - Fu l’unica cosa che il
mago le concesse prima che Ultear lanciasse il suo sigillo di teletrasporto e
Simon coprisse ancora la scena nell’ombra. Gli faceva male l’idea di lasciarla
indietro senza spiegazioni, ma non c’erano alternative viste le regole che
Jackal gli aveva riferito. Jellal non voleva mettere né lei né nessun altro
innocente in pericolo e sperava in cuor suo, una volta distrutto Tartatos, di
poterla rivedere di nuovo, almeno una volta.
-
JELLAL! ERZA! - Juvia gridò ancora ma invano e quando la luce tornò nella
stanza apparve evidente che ormai di Crime Sorcière non c’era più traccia.
-
ACCIDENTI! - Strillò la maga d’acqua ancora più furiosa - Wendy riesci a
sentire la direzione che hanno preso? -
-
Hanno usato un sigillo ... - Confessò la ragazzina - Non posso seguirne la
pista ... -
-
CANA! -
Anche
l’altra maga scosse la testa - Lo sai che i miei poteri non funzionano sui
demoni: come faccio a capire dove sta la base di Tartaros? -
-
Jellal ha detto alla Torre del Paradiso, non hai sentito? Ci deve essere un
modo per capire dove sta! - Juvia era ancora impegnata a gridare disperatamente
quando le porte della gilda si spalancarono di colpo con tanta forza da
fracassare i battenti e sbatterli a terra. Ad aver attaccato l’ingresso era
stato Lahar, spada in pugno. Subito dietro di lui venivano Doranbolt e
l’inconfondibile figura di una ragazza dai capelli d’argento. Vedendola
Mirajane ed Elfman spalancarono gli occhi per la meraviglia, ma nessuno dei due
riuscì a fare un passo avanti.
-
Troppo tardi. - Constatò Doranbolt esaminando la gilda che li fissava con
stupore - Quella luce che abbiamo visto in lontananza era un sigillo di
teletrasporto: ci hanno anticipati e la talpa è scappata. E tu che non volevi
credermi! Guarda un po’ in giro e dimmi se vedi Erza Scarlet! -
-
Vi avevo detto di sbrigarvi. - Lisanna scosse la testa con un sorrisetto
ironico - Se mi aveste liberato soltanto un pochino prima dalle catene vi avrei
portati qui in tempo per prenderli. -
-
Fairy Tail! - Lahar invece non perse altro tempo a farsi avanti in mezzo alla
sala, gridando per sottolineare meglio la forza delle sue richieste - In quanto
uno dei membri sopravvissuti del Consiglio vi ordino subito di dirmi cosa è
successo qui! Stiamo cercando Crime Sorcière. Abbiamo prove certe che sono
coinvolti insieme a Tartaros nell’attacco ad Era ed abbiamo altrettante prove
che voi siete coinvolti con quella gilda oscura! Parlate se non volete
peggiorare la vostra situazione! -
Per
qualche istante nessuno, nemmeno Makarow rispose, tutti indecisi su cosa fare.
Fairy Tail non avrebbe mai tradito ed abbandonato un suo compagno, ma se questo
compagno era stato già il primo a tradirli allora le cose si facevano più
complesse.
-
Loro sanno sicuramente dove si trova la
Torre del Paradiso. -
Cana
si sfregò gli occhi, ma quando tornò a riaprirli la donna che aveva visto per
un attimo davanti a lei era già sparita. Chi era?
-
Sbrigati! -
Non
importava. Chiunque fosse quella dama dai capelli dorati, anche se fosse stata
una seplice allucinazione, dovuta a tanti anni di alcol, aveva ragione.
-
ALLORA? -
-
Sì, Crime Sorcière è stata qui! - A rispondere finalmente a Lahar fu proprio
Cana, attirando di nuovo lo sguardo scioccato di tutta la gilda - Hanno detto
che è stato Tartaros ad attaccare il Consiglio e che li ha sfidati dandogli
appuntamento alla loro base. Ci hanno parlato della Torre del Paradiso e
scommetto che qualcuno di voi sa dove si trova! -
-
La Torre? - Ripetè Lahar con un pizzico di incredulità e questa volta fu
Doranbolt ad affiancarlo, chiarificando meglio la storia - Credo si riferiscano
al dispositivo R5. Ricordi? Il Consiglio scoprì che un culto oscuro stava
realizzando un sistema di Torri per resuscitare Zaref e ne distrusse quattro.
Qualche anno dopo un pugno di sbandati comparve sulla costa ovest dichiarando
di essere scappati da una quinta torre. I cavalieri runici li catturarono per
interrogarli e scoperta la verità il Consiglio provvedette subito a distruggere
l’ultima torre rimasta. Ma ai prigionieri scampati è stata cancellata la
memoria e sono stati rimandati a casa in modo che nessuno potesse sapere del
clamoroso errore del Consiglio. Nessuno dovrebbe conoscere la storia di quel
posto tranne pochi eletti ... -
-
Ti stai dimenticando che il Consiglio aveva una talpa? -
-
EHI! - Cana tornò a zittire i consiglieri puntandogli un dito addosso - Non vi
ho dato questa informazione per niente! Visto che sapete dov’è la torre adesso
dovete portarci lì! Tu che ti spacciavi per Mest, sai usare il teletrasporto,
giusto? -
Il
mago smise di sussurrare a Lahar ma solo per replicare che quelli del Consiglio
non prendevano ordini dalle gilde, specie da una che per tanti anni aveva
ospitato una maga oscura.
-
Ti ricordi la tua promessa? -
Natsu,
che era ancora disteso in mezzo ai tavoli rotti, non ebbe nemmeno bisogno di
capire da dove veniva quella voce nella sua testa prima di scattare: Doranbolt
si ritrovò praticamente bloccato con il dragon slayer che lo teneva per il
bavero - HAI SENTITO? TU CI PORTI SUBITO ALLA TORRE! - Il ragazzo aveva un’aura
rovente - Crime Sorcière si è appena portata via una nostra compagna e non
abbiamo alcuna intenzione di rimanere fermi qui mentre rischia la vita contro
Tartaros! Non mi interessa cosa tu abbia da dire su di Erza ma io andrò a
riprenderla! Le ho promesso che lo avrei fatto! Anche a calci ma io la devo
riportare indietro! - Nonostante quello che aveva appena sentito, Natsu non
poteva né voleva accettare la verità: era cresciuto accanto ad Erza ed era
ancora fermamente convinto della loro amicizia.
-
Convincilo un po’ di più.Vuoi aiutare tuo
fratello o no? -
-
Toglimi le mani di dosso! - Doranbolt provò a divincolarsi ma solo per essere
sfiorato da un proiettile d’acqua. L’incantesimo sfondò letteralmente il muro
dietro di lui. - Abbiamo detto subito!
- Juvia non aveva di certo bisogno che l’ombra di Mavis le ripetesse cosa fare.
-
Non le avevi fatto anche tu una promessa?
Non avevi detto che sareste stati amici per sempre? - Gray si morse un
labbro, cercando di spingere indietro la voce che aveva appena sentito dentro
la sua testa. Ma non poteva ammutolirla per sempre: era vero. Per quanto il
tradimento di Erza gli facesse male e lo offendesse, neanche lui poteva
perdonare il fatto che se ne fosse andata in quel modo.
-
SUBITO. - Non appena Doranbolt minacciò di liberarsi da Natsu fu proprio l’Ice Make
Mage ad afferrarlo per una spalla.
-
Non complicate ancora di più la vostra situazione! Spostatevi! - Ma anche Lahar
si ritrovò costretto a fare un passo indietro per evitare la pesante ascia di
Tauros. Oh, Lucy era sicura che sfidare il Consiglio le sarebbe costato un
sacco di guai e non sapeva dove nascondere la sua chiave, ma Erza aveva sfidato
tutta Phantom Lord per lei, quello non era il momento di tirarsi indietro. Per
un attimo le era parso di vedere la figura di una donna davanti a lei che le
chiedeva di fare qualcosa, ma con o senza Mavis, la maga celeste avrebbe agito
lo stesso.
-
Insisti. -
-
Se le nostre parole non sono abbastanza chiare. - Gajeel fu l’ultimo ad
aggiungersi al gruppo facendo un passo avanti e sguainando gli artigli, con
Lily al suo fianco - Giuro che ve le faccio entrare in testa a suon di pungi.
Avete fatto un grosso errore ad entrare qui e a pretendere di dare ordini alla
nostra gilda. - Erza era quella che lo aveva aiutato quando nessuno voleva
lasciarlo entrare a Fairy Tail ed anche se fosse stata la peggior criminale
della storia, Gajeel non aveva alcuna intenzione di dimenticare il suo debito.
-
Ancora. -
-
Ben detto, Gajeel. Nessuno dà ordini a Fairy Tail. - Ed anche Laxus si unì a
lui, liberando scintille da tutto il corpo - Se proprio non vogliono
collaborare facciamoci almeno dire dove si trova la Torre. Io posso muovermi
come un fulmine e potrei avviarmi per primo. Sono certo che battendo Tartaros
la nostra gilda potrebbe scrivere qualche interessante pagina di storia. -
Bickslow si lasciò sfuggire una delle sue solite risate maniacali, Freed
sguainò il fioretto senza fare parola ed Evergreen si portò una mano agli
occhiali. Nessuno di loro avrebbe mai scommesso un centesimo sull’idea che Erza
fosse una traditrice, ma adesso che conoscevano la verità avrebbero scommesso
qualsiasi cifra per riportarla in riga ed evitare che l’onore della gilda fosse
danneggiato.
-
CI AVETE SENTITI? -
Lahar
e Doranbolt ormai erano con le spalle al muro, circondati. Nessuno dei maghi
che gli stava davanti li avrebbe lasciati passare illesi se non avessero fatto
come gli avevano appena chiesto. Era stato davvero un grosso errore fiondarsi
dentro la gilda senza riflettere.
-
Per favore Doranbolt - san! - Wendy fu l’ultima a farsi avanti, cercando con la
sua vocina dolce di stemperare la tensione - Ci hai ingannati tutti a Tenrou ma
adesso hai l’occasione di ripagare il debito. Anche se riuscite a scappare da
Fairy Tail e a raggiungere la Torre da soli, non potreste mai battere Tartaros
e Crime Sorcière insieme. Portate anche noi, vi saremo d’aiuto! Master, digli
qualcosa anche tu! -
-
Vuoi davvero perdere un’altra figlia così?
Senza combattere? -
Makarow
si riscosse di colpo ma quando si girò la donna che gli era sembrato di vedere
in piedi sul bancone accanto a lui era già sparita. Era vero. Che cosa gli era
preso? Da quando in quando permetteva ai suoi mocciosi di andarsene in giro con
le gilde oscure senza battere ciglio? Perché mai non aveva fatto qualcosa
prima? Avrebbe dovuto spaccare la faccia a quell’arrogante ragazzino che faceva
il master di Crime Sorcière ancor prima che portasse via la sua Erza!
-
I miei ragazzi hanno ragione. - Quando Makarow si alzò in piedi l’aura che
emanava era spaventosa: quella di un gigante. - E qui sono io quello che dà gli
ordini! Portateci subito alla Torre del Paradiso o ... - Il vecchio picchiò un
pugno contro il palmo della mano - Subirete l’ira di Fairy Tail! E voi ragazzi
ascoltatemi tutti! - Continuò a gridare attirando l’attenzione - TARTAROS È IL
NEMICO! Sono parte della Balam Alliance, come Oracion Seis e Grimore Heart. Ma
siamo stati capaci di eliminare entrambi! Come loro Tartaros rimpiangerà di
averci come avversari! Hanno fatto del male ad una delle nostre compagne.
L’hanno costretta a macchiarsi di molti peccati. Riuscite a sentire il suo
dolore? Il sangue che Tartaros ha versato è il nostro stesso sangue ma noi
trasformeremo questo dolore e questa sofferenza in spirito combattivo e
abbatteremo ogni ostacolo! Non siamo la giustizia. Non abbiamo mai preteso di
esserlo, ma ci muoviamo seguendo i nostri ideali. Per proteggere ciò in cui
crediamo e ciò che amiamo, distruggeremo i nemici della nostra famiglia! Mi
avete sentito? Volete venire anche voi a riprendervi Erza, sì o no? -
Titania,
la loro splendida maga ed il loro grande modello. Non c’era nessuno in mezzo a
quella sala che almeno una volta nella vita non avesse desiderato diventare
come lei e non c’era nessuno che non le dovesse un favore, un cosiglio, un
debito.
-
ANDIAMO! -
Rabbia,
tradimento, tutto, venne dimenticato in un attimo in un grande boato, lasciando
Lahar e Doranbolt muti e con gli occhi spalancati.
-
Fairy Tail ... - Anche Lisanna scosse la testa, ma lei con una punta di
disgusto.
-
E va bene! - Disse alla fine Doranbolt anticipando anche l’altro compagno,
alzando le mani in segno di resa.
-
Ma ho bisogno di essere liberato altrimenti non posso piazzare le rune di
teletrasporto che servono a tutti. -
-
Doranbolt! - Gli strillò dietro Lahar, ma il consigliere lo ignorò cominciando
a tracciare un cerchio per terra sotto
lo sguardo vigile di Natsu, Gray e degli altri. - Non essere così rigido. -
Ridacchiò questa volta Doranbolt - In fondo hanno ragione: da soli e senza
cavalieri runici non potremmo mai fermare Tartaros. In tempi bui come questi
bisogna saper camminare in mezzo alle ombre per uscire dall’oscurità. - Quando
passò accanto a Wendy la ragazzina gli scoccò un sorriso pieno di gratitudine.
-
E va bene. - Sospirò così anche Lahar - Accettiamo di collaborare, master di Fairy
Tail. Ma non aspettatevi troppo. Quando questa storia sarà finita, anche la
vostra Erza Scarlet si ritroverà sulla lista dei ricercati del Consiglio. -
E
Makarow sorrise - Vorrei vedervi provare. -
-
Il sigillo è quasi pronto! Prendete posizione dentro i bordi! - Annunciò
Doranbolt e Natsu gli fece eco gridando - Prendiamo Tartaros a calci nel culo e
facciamoli sparire per sempre dalla faccia di Earthland! -
-
Lisanna. - Prima che potesse entrare a sua volta nel cerchio la maga si sentì
strattonare per un braccio. Dietro di lei era apparsa la sorella con gli occhi
lucidi. Le aveva tenuto lo sguardo addosso per tutta la discussione ma si era
decisa solo allora ad avvicinarla. - Lisanna che cosa ci fai qui? Stai col
Consiglio adesso? - Ma la ragazza si liberò dalla stretta - Non sto con
nessuno. Stavo con Grimoire Heart e ora sto qui per il semplice fatto che se
Tartaros vince e tutta la magia scomparirà da Fiore, i miei sforzi saranno
stati vani. Mi sono venduta l’anima per questi poteri e sono tutto quello che
ho. -
-
Ma non è vero! Ci siamo io, Elfman e anche gli altri! Se pure hai sbagliato
qualcosa noi ti vogliamo ancora bene, siamo la tua famiglia! Come ci stiamo
andando a riprendere Erza faremmo lo stesso per te! -
-
Ma che stai dicendo? - Tutto quello che riuscì a Lisanna fu un incrocio tra una
smorfia e un sorriso ironico.
-
Mi hai sempre trattata come quella più piccola, debole ed insignificante. Mi hai
trattata come spazzatura per anni e ora vieni qui a fare la parte della sorella
premurosa? Fanculo Mirajane, tu e la gilda. - E l’attimo dopo il cerchio si era
già attivato accecando tutti col suo bagliore.
Nel
frattempo Crime Sorcière aveva già raggiunto l’isolotto in mezzo all’oceano su
cui svettava la Torre del Paradiso.
-
L’hanno completata ... - Sussurrò Sho, fissando incredulo l’altissimo edificio
a dieci piani che si stagliava davanti a loro. Quando l’avevano lasciata era
solo uno scheletro che arrivava a stento al quinto ed adesso invece era finita,
bella e lucente come una costruzione fatta d’avorio e cristallo.
-
Non immaginavo di tornare di nuovo qui! - Ridacchiò invece Simon con una punta
di nervosismo - Anche se devo confessare di aver avuto molte volte questo
incubo. -
Neanche
Erza riusciva a credere ai suoi occhi, tanto che quando Jellal parlò, per un
attimo un brivido la scosse da capo a piedi - Entriamo? -
-
Abbiamo fatto tanto per uscirne e ora dobbiamo entrare? - Ridacchiò anche
Kagura.
-
Tu dovresti rimanere qui. - Provò invece Ultear ma Meredy non sarebbe rimasta
alla base della Torre per niente al mondo - Ti stai dimenticando che sono anche
io parte di Crime Sorcière? Questa è anche la mia missione: combattere il male
ed aiutarvi a finire Tartaros! -
-
Ma questi sono demoni, Meredy! -
-
Chi cammina all’ombra del Signore non ha niente da temere. - Scandì Hoteye
facendo coraggiosamente il primo passo avanti. La spiaggia piena di detriti e
sabbia scricchiolò sotto i suoi piedi ed anche Milliana fece un passo avanti,
girandosi a guardare i compagni per incoraggiarli e trovare lei stessa il
coraggio di proseguire.
-
Aspettate un attimo. - Fu allora che Wally bloccò il passo al gruppo,
sfilandosi il cappello.
-
Prima di entrare c’era una cosa che volevo dirvi, specialmente se non dovessi
averne più l’occasione. Siete tutte persone meravigliosamente cool, dividere
insieme il viaggio di questa vita è stato un piacere. Non avrei potuto
desiderare compagni migliori e spero di potervi incontrare di nuovo tutti
all’uscita di questo inferno! -
E
quelle erano le stesse parole che stavano pensando tutti.
-
Anche tu sei stato un compagno cool, Wally. - Erza gli diede un colpetto sulla
spalla prima di cominciare a camminare anche lei verso l’ingresso. “Hai
lavorato a questo per una vita intera, giusto Erza? Allora cosa aspetti?” Si
disse tra sé e sé per incoraggiarsi “ Tartaros è qui davanti.”
-
Allora, si comincia! - Gridò Jellal incitando tutti - Questa è la guerra
ragazzi e parte adesso! Facciamogli vedere cosa valiamo! -
E
proprio come se li stesse aspettando, la Torre spalancò da sola le proprie
porte.
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Capitolo 63 *** Sprofondando ***
Sprofondando
La scalata
verso la vetta della Torre e il regolamento di conti con E.N.D. inizia
qui, ma come vi ho già anticipato Crime Sorcière non
sarà sola durante questa avventura. Questo è ancora un
capitolo di preparazione, l'azione vera e propria comincia dal prossimo!
Sprofondando
Now I will tell you what I've done for you
Fifty thousand tears I've cried
Screaming, deceiving and bleeding for you
And you still won't hear me, going under
Don't want your hand this time, I'll save myself
Maybe I'll wake up for once
Not tormented daily, defeated by you
Just when I thought, I reached the bottom
(Going under - Evanescence)
Le
porte della Torre del Paradiso si spalancarono con un tonfo e quando Crime
Sorcière varcò la soglia le luci si accesero di colpo, illuminando tutto il
pian terreno come per magia. Era evidente che qualcuno li stava aspettando anche
se lì ad attenderli non c’era nessuno.
-
Era questo il progetto finale? - Sussurrò Millianna osservando la scena a bocca
aperta. Il pian terreno della torre sembrava un’elegante sala da ballo,
lussuosa e affasciante proprio come quella del castello reale di Fiore. Quando
i maghi di Crime Sorcière lo avevano lasciato qualche anno prima, non era
nient’altro che un immenso cantiere e allo stesso tempo un campo di battaglia. Tutto
lo spazio era ingombro di mattoni, sacchi di cemento, macerie e barricate ma
adesso che i demoni avevano ultimato i lavori ... Non c’erano parole
sufficienti per descrivere quella bellezza. Il pavimento era stato ricoperto da
marmi colorati con un motivo geometrico e intricato. Pesanti tende di tessuto
rosso coprivano le vetrate ed un grosso lampadario di cristallo pendeva giù dal
soffitto. In un angolo c’era perfino un lunghissimo tavolo di mogano con
candelabri d’oro e vasi colmi di fiori freschi. Dalla parte opposta della
sala, invece, si alzava una meravigliosa
scalinata doppia, che con i suoi gradini di marmo conduceva al primo piano.
L’unica cosa che mancava era un’orchestra pronta a riempire la sala con la sua
musica.
-
Non sembra per niente un dispositivo magico ... - Sho si aspettava di trovare
uno spettacolo completamente diverso: tubi, rune e cristalli da tutte le parti.
Non immaginava che un gruppo di demoni potesse avere dei gusti così raffinati,
eppure ...
“Spero
che il progetto finale della Torre del Paradiso sia di vostro gradimento!
Volevamo accogliervi nel migliore dei modi!” Annunciò una voce maschile,
riecheggiando dall’alto. Istintivamente i maghi di Crime Sorcière si
compattarono, facendosi più vicini gli uni agli altri, ma era evidente che il
proprietario di quella voce non era nella sala. “ È un vero piacere avervi qui!
Sono felice che abbiate accettato così in fretta l’invito di Master E.N.D. ”.
La voce che li aveva accolti suonava fredda e distaccata anche quando diceva di
essere felice per il loro arrivo. Aveva qualcosa di molto sinistro. “ Il mio
nome è Mard Geer e sono l’ufficiale di grado più alto dopo Master E.N.D. per
questo mi è stato affidato il compito di farvi da guida. Jackal vi ha già
anticipato le regole di questa selezione ma ripeterle non guasta.”
-
Selezione? - Ripetè Kagura ma senza riuscire a farsi sentire da Mard Geer.
“Su
ognuno dei piani di questa torre c’è uno dei nove Demon Gates che vi aspetta e
per raggiungere Master E.N.D. dovrete batterli prima tutti, me incluso. Jackal
vi aspetta al primo piano, Ezel al secondo, Tempesta al terzo, Franmalth al
quarto, Torafusa al quinto, Sayla al sesto, Keith al settimo, Kyouka all’ottavo
e io al nono. I vostri avversari sono già stati selezionati. Ogni mago può
affrontare un solo demone alla volta con l’eccezione del settimo piano, dove
Keith ha richiesto due avversari. ”
-
Perché siete voi a decidere le regole? - Gridò anche Ultear ma Mard Geer
continuò come se nulla fosse. Era come se il demone stesse ignorando
sistematicamente le loro voci.
“Se
qualcuno di voi infrange volontariamente le regole, Master E.N.D. ucciderà uno
dei vostri compagni a caso. Se invece qualcuno di voi infrange
involontariamente le regole, Master E.N.D. ucciderà lo stesso uno dei vostri
compagni a caso. Sono stato chiaro? E allora che la selezione abbia inizio! ”
-
Aspetta un attimo! - Ma per quanto Ultear e Kagura gli gridassero dietro Mard
Geer non aveva alcuna intenzione di ascoltarle e la sua voce si spense senza
dare risposte.
-
Dobbiamo accettare le sue regole. - Ordinò Jellal, cercando di calmare i suoi
compagni, ma in realtà quell’accordo non piaceva nemmeno a lui. Non solo i loro
avversari giocavano in casa (chissà quali tranelli aveva in serbo la torre!) ma
così non avevano nemmeno modo di scegliere una strategia.
-
Ce la caveremo lo stesso. - Era l’unica cosa in cui potevano sperare. Jellal
scosse la testa si diresse verso la scalinata ma ...
-
Aspetta! - Erza lo trattenne per un braccio - C’è una cosa che devo dirvi
anch’io prima di cominciare questa missione. -
-
Cosa Scarlet? -
-
Io so qual è il vero obiettivo di Tartaros e non si tratta di un semplice
regolamento di conti. È per questo che ci hanno invitato qui e hanno parlato di
“selezione”. È per questo che sono venuti a liberarti ad Era! -
Jellal
spalancò gli occhi per lo stupore ma Ultear lo anticipò prendendo l’altra maga per
l’armatura e con così tanta forza da farle quasi perdere l’equilibrio - Che
cosa? Sei sicura di quello che stai dicendo? - Erza annuì, adesso che aveva
sentito l’annuncio di Mard Geer non aveva più alcun dubbio: tutti i pezzi
combaciavano nel puzzle. - Non c’è alcuna speranza che Zaref torni in vita e
Tartaros lo sa. Ai tempi della guerra contro l’Oscuro, Mavis, la fondatrice di
Fairy Tail, non solo lo ha eliminato ma ne ha disperso lo spirito. -
-
Stai scherzando, vero? - La stretta di Ultear si fece di colpo più labile - Io
non ho mai sentito di una cosa del genere! Non è conservata in nessun archivio!
Nemmeno in quello del Consiglio! Non posso essermi fatta scappare
un’informazione così importante! Come hai fatto? Dove l’hai ottenuta? -
Da
Mavis in persona? O meglio dal suo spirito? Ma se Erza avesse detto una cosa
del genere sarebbe sembrata un’autentica pazza.
-
Mi dispiace Ultear ma ho scoperto tutto soltanto dopo essere tornata da Tenrou
e senza lacryma non avevo alcun modo di contattarti . -
-
E allora? - La incalzò Sho - Che cosa vogliono da noi? -
Era
la domanda per eccellenza, la più importante di tutte. Erza fu costretta a
prendere un respiro profondo prima di rispondere - Credo che E.N.D. voglia fare
in modo che qualcuno di noi diventi il nuovo Zaref. -
Alle
sue parole tutta Crime Sorcière fu scossa da un brivido.
-
Ci hanno covocati qui perché la Torre è il posto che ci spaventa di più. -
Continuò Erza - Useranno contro di noi le nostre peggiori paure e le nostre
debolezze. Dobbiamo stare molto attenti a non farci ingannare. -
-
Allora era questo che intendeva dire E.N.D. - Jellal serrò un pugno mentre gli
altri maghi si scambiavano sguardi terrorizzati. Le parole che il demone aveva
pronunciato tanti anni prima gli erano rimaste impresse nella mente:
“Io non
ho bisogno di questa Torre per riportare in vita lord Zaref. Non ho nemmeno
suggerito io a quest’uomo ossessionato una simile strategia. No, ma mi sono
divertito a guardare. Se riuscirete a trovarmi e a sconfiggermi prima che
riporti io stesso in vita lord Zaref, allora avrete come premio la vostra tanto
agognata libertà. Se invece non riuscirete a trovarmi in tempo, allora sarò io
a trovarvi e vi giuro che non ci sarà angolo di questo piccolo mondo dove
possiate nascondervi. ”
-
Per riportare in vita il suo padrone aveva bisogno di noi e per questo non voleva
lasciarci scappare. Abbiamo fatto il suo gioco fino ad ora. - Jellal si
concesse un sorriso amaro - Siamo diventati tutti dei peccatori, più crudeli e
potenti di prima, dei candidati ideali. - Ma poi ricominciò a cammniare,
salendo i gradini che portavano al secondo piano - Andiamo a prederli e
facciamogli vedere che non abbiamo paura. Nessuno di noi passerà mai dalla loro
parte! -
E
così cominciò la scalata verso l’abisso di Crime Sorciere.
-
Diamoci dentro! - I maghi lanciarono un grido unanime per farsi coraggio e
spinsero tutti insieme le porte del primo piano per aprirle.
Lo
spettacolo che li attendeva era tanto stravagante quanto quello precedente.
Grandi affreschi decoravano le pareti e marmi colorati il pavimento. Alla base
delle scale, che conducevano al secondo piano, faceva bella mostra di sè un
grosso camino bianco. Le fiamme al suo interno danzavano, ma nel loro movimento
non c’era nulla di elegante: si agitavano e crepitavano come piccole anime
intrappolate all’inferno.
-
Benvenuti! - E in mezzo a tutto quel lusso il primo demone li stava aspettando
proprio come promesso. Jackal se ne stava comodamente seduto su un divano dal
colore rosso, con una coppa colma di liquore stretta tra le zampe. Aveva un
ghigno divertito e le zanne scoperte in uno strano sorriso. Jellal sapeva
quanto fosse pericoloso: l’aveva visto in azione ad Era. Non voleva abbandonare
uno dei suoi compagni da solo su quel piano, ma Jackal non aveva intenzione di
fare un’eccezione soltanto per lui. Il demone gli indicò con una zampa di
proseguire verso le scale che si innalzavano alle sue spalle - Qui resta
soltanto Sho. -
Sho
... è così era lui il primo concorrente?
Il
ragazzo si sentì attraversare da un brivido al suono del suo nome, proprio come
se gli avessero appena dato una sentenza di morte, ma si fece lo stesso
coraggio uscendo dal gruppo. Millianna allungò una mano per afferrarlo ma il
ragazzo la scrollò via. Aveva paura, era vero, ma per lui era giunto finalmente
il momento di dimostrare il suo valore e di comportarsi da uomo - Me ne occupo
io: andate avanti. Non abbiamo già deciso di seguire le regole? -
Già
le regole ...
Crime
Sorcière esitò ancora un attimo prima di fare come le era stato detto. Nessuno
aveva davvero voglia di lasciare uno dei propri compagni indietro, ma non
avevano altra scelta che rispettare le regole dettate dai demoni. Quell’ultima
battaglia li avrebbe seprarati fisicamente gli uni degli altri ma non avrebbe comunque
sciolto il legame dei loro spiriti.
-
Contiamo su di te. - Jellal diede un’ultima pacca sulla spalla del compagno
prima di ricominciare la scalata.
-
Anche io conto su di voi. - Fu l’ultima cosa che sussurrò Sho prima che le
porte del secondo piano si aprissero e inghiottissero la sua gilda.
Questa
volta lo spettacolo che li attendeva era molto diverso da quello precedente: il
secondo piano della torre ospitava una gigantesca palestra. Accanto alle pareti
di pietra riposavano delle rastrelliere colme di attrezzi e armi: spade, asce e
alabarde. Ultear era certa di aver già visto qualcosa di simile ad Era, dove si
addestravano i cavalieri runici, ma questo posto era decisamente molto più
grande e spaventoso. Il pavimento, il soffitto e tutti gli altri angoli della
stanza erano completamente coperti da profondi tagli. Erano segni lasciati
dall’impatto di qualche terribile incantesimo e non era difficile immaginare
chi li avesse prodotti: in mezzo alla sala, in piedi e con le braccia conserte,
stava il secondo dei Demon Gates: Ezel. Si trattava di un essere mostruoso,
alto e imponente, con la pelle blu, gli occhi dorati ed una grossa bocca piena
di denti affilati. Il mostro aveva quattro braccia e si appoggiava a terra
grazie a sei disgustosi tentacoli. Sul petto faceva sfoggio di un tribale
tribale rosso che partendo dalle spalle scendeva fino all’addome,
incorniciandone il fisico con rombi, triangoli, piramidi e linee. L’unica cosa
che indossava era un pezzo di stoffa, sospeso poco più su dei suoi tentacoli e
sostenuto da una grossa catena che gli passava a tracolla.
-
TU. - Ezel puntò un dito in direzione di Kagura - Voglio te. - E la spadaccina non se lo fece ripetere, impugnando
la sua katana e uscendo dal gruppo. Fece un cenno agli altri per indicargli di
proseguire ed il gruppo l’accontentò, mentre Erza e Simon le sussurravano di stare
attenta.
Il
terzo piano ospitava invece un giardino, un meraviglioso giardino incantato.
Quando i maghi di Crime Sorcière varcarono la soglia fu come se fossero appena
entrati in una serra: il caldo e l’umidità gli tolsero il respiro. Sul pavimento
crescevano erba e fiori gialli mentre una coppia di palme saettava verso l’alto
tentando invano di sfiorare il soffitto con le proprie foglie. Sentieri di
pietra, fontane e vasi con piante tropicali decoravano la scena. Sarebbe stato
uno spettacolo da sogno se non ci fosse stato un demone ad aspettarli anche qui.
Tempesta era perfetto per il ruolo di re della giungla: aveva un corpo molto
simile a quello di un umano, alto e muscoloso, ma allo stesso tempo sfoggiava zampe
con artigli, il muso e la criniera di un leone. Indossava un mantello con
cappuccio ma era chiaro che stava sorridendo ai nuovi arrivati. Poprio come un
predatore che ha appena visto la sua preda.
-
Millianna. - Il demone chiamò e la ragazza lo accontentò evocando una delle sue
corde magiche tra le mani. Fin dal primo istante in cui i loro sguardi si erano
incontrati, aveva avuto la sensazione che fosse arrivato il suo turno. Non si
sarebbe tirata indietro, proprio come i suoi compagni - Ci penso io a domare
questa belva. -Al quarto piano invece, Franmalth li stava aspettando in
un’autentica sala del tesoro. Pile e pile di monete d’oro e gemme preziose
ricoprivano tutto il pavimento del piano ed il demone a cui appartenevano se ne
stava seduto proprio su uno dei mucchi. Franmalth appariva come una strana
creatura umanoide dello stesso colore della sabbia. Basso, tozzo e rotondo, con
un grosso ghigno ed un unico grande occhio giallo. La creatura indossava un
elmetto e protezioni d’armatura dorate sulle spalle e stringeva un bastone
anch’esso fatto d’oro. - Ed ecco il fortunato del quarto piano! - Quando
Franmalth alzò il suo bastone e lo puntò addosso ad Hoteye il mago strinse più
forte la sua Bibbia e poi si fece avanti. Wally diede un colpo sulla spalla al
fratello per incoraggiarlo - Fagli vedere chi è più cool! - Ignorava il fatto
che al piano successivo lo attendeva anche il suo turno.
Al
quinto la Torre del Paradiso ospitava un’unica gigantesca stanza con le mura e
il pavimento d’acciaio. Non c’erano finestre ma in compenso il metallo emanava
abbastanza luce per vedere. Non c’era nemmeno arredamento eccezion fatta per il
demone che sorvegliava la stanza. Anche Torafusa aveva un aspetto vagamente
umanoide ma il suo corpo, alo e muscoloso, ricordava allo stesso tempo quello
di una lucertola e di uno squalo. Le protuberanze sotto il mento e sulla testa,
le scaglie rosse e le pinne affilate sulle braccia facevano pensare proprio ad
un predatore degli abissi.
-
L’avversario che ho scelto è Wally. -
-
Eccomi. - Ed il mago si sfilò il cappello per fare un breve cenno di
presentazione - Un vero uomo non si sottrae mai alle sue sfide. -
Al
sesto piano invece si trovava una biblioteca. La più vasta e la più incredibile
che Crime Sorcière avesse mai visto, perfino più grande di quella del
Consiglio. Lungo le pareti si innalzavano pile e pile di scaffali, tutti colmi
di libri, libri di tutte le forme, tutti i colori e tutte le età. Ma pile di
libri si erano accumulate anche sul pavimento e sui tavoli disposti in giro per
la stanza.
-
Io ho scelto Simon Mikazuchi. - Annunciò Sayla, il demone che custodiva quel
locale, ma senza nemmeno staccare gli occhi dal volume che stava leggendo. Il
demone assomigliava ad un donna con dei lunghi capelli neri ed un corpo
formoso. Se ne stava stesa su di un fianco su un divano pieno di cuscini e di
libri, alcuni aperti a metà e appoggiati sulla spalliera. Indossava un kimono
leopardato che le lasciava morbidamente scoperte le spalle. Sembrava che la
stoffa fosse pronta per scivolare ancora più giù al minimo movimento. Il kimono
si fermava poco più su del ginocchio e delle sue lunghe calze nere. Dei sandali
con la suaola di legno completavano il suo abbigliamento. Ma per quanto
affascinante, era evidente che quella non era una donna qualunque. Salyla
faceva sfoggio di un paio di corna dorate posizionate ai lati della testa e
rivolte verso l’alto mentre un simbolo circolare le decorava la fronte. - Non
hai sentito? - Ripetè Sayla e soltanto allora Simon tornò in se stesso,
facendosi avanti - No, io ... Sono qui! - L’aspetto della sua avversaria lo
aveva confuso ma questo non lo autorizzava a perdere la concentrazione. Erza
diede una pacca d’incoraggiamento all’amico prima di proseguire. Ormai non era
difficile indovinare chi aveva scelto Keith al settimo piano.
La
stanza che li aspettava questa volta era ... una stanza delle torture. Dal
soffitto pendevano gabbie e giù dalle gabbie si allungavano le mani di decine
di mummie. Alle pareti vecchie catene arruginite tenevano legata al muro un’intera
collezione di scheletri. Vergini di ferro e vari strumenti di torura
completavano lo spettacolo ed in mezzo a tutto questo Keith si ergeva come un
prete oscuro, vestito di nero e bianco, con un mantello dal collare rigido. Anche
lui non era nient’altro che un semplice scheletro ma stringeva saldamente in pugno una khakkhara, ossia un lungo bastone con sei anelli di metallo appesi
all’estremità.
- Ultear e Meredy. - Annunciò il demone e la
donna strinse istintivamente più vicino l’altra ragazza. Il momento della
verità era giunto anche per loro. Avrebbe desiderato con tutto il cuore che
Meredy rimanesse al sicuro, ma adesso che erano lì non avrebbe permesso a
nessuno, nemmeno a un demone, di farle del male.
Fu proprio in quello stesso istante, mentre
Keith chiamava i nomi delle sue avversarie che anche Fairy Tail raggiunse
finalmente l’isola. Il teletrasporto di Doralbolt si concluse con un flash di
luce e l’intera gilda scoprì di colpo di non essere più nella sala di Magnolia.
- Non ci posso credere! - Esclamò il
consigliere - C’è davvero una torre! Ma come ha fatto il Consiglio a non
scoprire che Tartaros l’aveva ricostruita? -
- Non scordarti del fatto che i nostri
avversari sono demoni. - Gli ricordò Cana, poggiandogli una mano sulla spalla -
Ed Erza è già dentro. Dobbiamo sbirgarci se vogliamo aiutarla! -
Demoni o gilde oscure non contava. Natsu,
Gray, Juvia e Wendy erano già pronti a correre verso l’ingresso. Sarebbero
entrati immeditamente se la voce di Mard Geer non li avesse colti di sorpresa
riecheggiando di nuovo sull’isola.
“Ah - ah - ah! A quanto pare dobbiamo
sospendere un attimo la selezione. Qualcuno sta cercando di infrangere le
regole. ”
Al suono di quella voce i maghi di Crime
Sorcière si sentirono attraversare da un brivido. Non sapevano che il demone
stava parlando di Fairy Tail.
- Chi cazzo sei? - Strillò Natsu ma Mard Geer
non aveva intenzione di rispondere nemmeno a lui. Gli umani erano creature
troppo infime perché potesse interessarsi davvero a loro. “ Sono arrivati degli
ospiti inattesi sull’isola.”
- Ospiti inattesi? - Ripetè Erza: aveva già
un cattivo presentimento.
“Tutta la gilda di Fariy Tail e due maghi del
Consiglio!” Esclamò Mard Geer ed il cuore della spadaccina perse letteralmente
un colpo. Il corpo di Erza si mosse istintivamente, cercando di raggiungere la
finestra più vicina per guardare di sotto ma la mano di Ultear la bloccò,
prendendola per il braccio - Non c’è tempo! Non so come abbiano fatto a
raggiungerci ma se vuoi davvero salvare
i tuoi amici di Fairy Tail devi sbrigarti a trovare quel farabutto di E.N.D. ! Forza
tu e Jellal dovete salire al prossimo piano! - Ed il ragazzo accettò
immediatamente il suggerimento prendendola per le spalle e spingendola via -
Ultear, Meredy! Non fatevi battere! -
- Contaci. -
“Sono
davvero mortificato ma siccome il vostro arrivo non era previsto non c’è ancora
nessuno per accogliervi all’ingresso.” Scandì ancora Mard Geer mentre Natsu gli
gridava dietro - Non ce ne frega niente! Noi siamo qui per riprenderci Erza! -
“Permettetemi di rimediare.” Per un istante la
voce di Mard Geer fu accompagnata dal suono di un paio di dita che
schioccavano. L’istante successivo un’intero esercito di ombre si meterializzò
sulla spiaggia, pronto a difendere l’ingresso della torre. I maghi di Fairy
Tail si strinsero tutti gli uni più vicini agli altri; era come essere tornati
improvvisamente ai tempi del duello contro Phantom Lord.
- Che cosa sono quelli? - Gridò Macao mentre
le ombre si gettavano su di loro come feroci soldati. Glidarts respinse la
prima ondata con uno dei suoi micidiali pugni esplosivi, ma era tutto inutile.
Per ogni ombra distrutta ce n’era un’altra era già pronta a sostituirla.
Makarow non perse tempo a traformarsi in un gigante ed i suoi figliocci lo
imitarono, scagliando tutti gli incantesimi che potevano contro l’esercito
nemico.
“ Perfetto! Ora che i miei subordinati sono
lì per accogliervi permettetemi di spiegare anche a voi le regole di questa
gara.” Continuò Mard Geer “Quale
gara? Penso che ormai sia chiaro! Eleggere il nuovo Re dell’Ade! ”
-
Il novo Re dell’Ade? - Ripetè Makarow - Che cos’è questa follia? -
“Chi
raggiunge per primo il decimo piano e riesce a battere master E.N.D. vince, mentre
tutti gli altri concorrenti, come premio di consolazione, saranno: eliminati!”
Continuò Mard Geer senza dargli spiegazioni “Dubito che possiate vincere ma se
volete provarci allora dovete fare in fretta: qualcuno è già arrivato al
settimo piano e tic - tac - tic - tac ... Il tempo scorre. ” E detto questo la
voce di Mard Geer si spense di nuovo. Le ombre però non potevano fermare la
determinazione dei maghi di Fairy Tail.
-
Facciamoci strada! - Natsu ruggì, lanciando una delle sue fiammate per aprire
un varco ed in pochi istanti i ruggiti degli altri dragon slayer gli fecero
eco, dissolvendo una porzione delle ombre. Gli exceed, Gray, Lucy e Levy,
Juvia, Cana e la Tribù del Tuono, Mirajane ed
Elfman lo seguirono a ruota continuando ad aprirsi la strada a forza di pugni
ed incantesimi. Anche Lahar aveva sguainato la spada e si era lanciato verso la
torre. Doranbolt era proprio accanto a lui.
-
Crystal Dragon’s Roar! - Un ultimo ruggito e la porta per la torre si riaprì
con uno schiando, crollando sotto la pressione dell’incantesimo.
-
Lis! - Esclamò Natsu non appena capì che anche la sua vecchia amica si era
unita a loro - Ah! Lo sapevo che eri dalla nostra parte e che vuoi anche tu
ancora bene ad Erza! Hai portato i consiglieri da noi e adesso voi combattere
anche tu contro i demoni! - Ma l’altra ragazza si limitò a scuotere la testa. In
realtà non era quello il motivo per cui era lì. Aveva deciso di combattere
semplicemente perché non poteva permettere a Tartaros di perseguire i suoi
obiettivi. Se Zaref fosse tornato in vita o qualcuno avesse preso il suo posto,
il mondo intero sarebbe stato distrutto in un soffio. E con il mondo sarebbero
andati perduti anche tutti i suoi sforzi per diventare una maga migliore.
-
Facciamogli vedere chi è il dragon slayer più forte! -
Eppure il sorriso di Natsu riusciva ancora ad
addolcirle il cuore - Oh, contaci! Non li ho mai sopportati i demoni! -
-
Forza! Oggi porremo fine a questa pazzia di Tartaros! - Lahar stava indicando
le scale del primo piano con la spada - Ci tenevate tanto a venire con noi e
allora combattete Fairy Tail! -
|
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Capitolo 64 *** Due bombe ***
Due Bombe
Per non
rendere troppo pesanti i combattimenti tra maghi e demoni ho deciso di
iniziare ognuno dei capitoli che seguono con un piccolo flashback che
analizza il legame tra Erza e i suoi compagni di Crime Sorcière
(non ci scordiamo che lei è la protagonista!) Spero l'effetto
sia buono, cominciamo con il primo round: Sho vs Jackal ed in
più ...
Due bombe
Blood red skies, I feel so cold
No innocence
We play our roll
The wheel embodies all
Where are we going?
What about us
Isn't it enough
No we're not in paradise
This is who we are
This is what we've got
No it's not our paradise
But it's all we want
And it's all that we're fighting for
You and us, or I and them
There comes a time to take a stand
The wheel is watching all
It keeps on burning
(Paradise. What about us? - Within
Temptation)
I primi giorni trascorsi alla Torre, per la
piccola Erza, furono sicuramente i peggiori. Era terrorizzata dalle guardie e
stanca morta per via del lavoro che la costringevano a fare. Il cibo e l’acqua
erano sempre troppo pochi, la notte troppo fredda e la cella sempre troppo
sporca. Jellal e zio Rob le spiegavano come comportarsi, tutti i trucchi per lavorare
di meno senza dare nell’occhio e quelli per ottenere più cibo, ma Erza aveva
perfino troppa paura per ascoltarli. Guardava gli altri bambini e i compagni di
cella che continuavano a prendere frustate su frustate e faceva tutto il
possibile per tenersi lontana dalle sadiche guardie del culto. Ma sapeva che era
impossibile evitare per sempre le loro fruste.
Un giorno stava spostando mattoni. Insieme a
lei c’erano anche gli altri ragazzini, ma per i più piccoli quel lavoro era un’autentica
tortura. Ad un certo punto Sho mollò la presa: i mattoni che gli avevano messo
in braccio erano troppo pesanti per lui. Il carico cadde a terra, scheggiandosi
e facendo così tanto rumore da attirare subito l’attenzione delle guardie.
Erza, che era la più vicina, si girò anche lei con uno scatto.
- Ti pare questo il modo di lavorare per la
gloria di Zaref? - Uno degli aguzzini si era già fatto avanti, brandendo la
frusta, anche se il povero Sho stava tremando e continuava ad implorarlo di
fermarsi.
- Ti insegno io a fare lo scansafatiche! -
Erza si mosse praticamente per istinto: bastò un attimo e davanti a Sho c’era
lei a prendersi il colpo di frusta. Il bambino spalancò gli occhi, ma anche la
guardia fece una faccia: non aveva mai visto niente di più insolente. -
Facciamo gli eroi adesso? - E schioccò di nuovo la frusta, graffiando Erza
sulle braccia e sulla faccia. - Raccogliete quei mattoni e rimettetevi a
lavorare! O la prossima volta ripagherò la tua generosità buttandoti nel canale
di scolo! -
Non c’era da discutere. Erza strinse i denti
per resistere al dolore e Sho si affrettò a raccogliere i mattoni e a correrle
dietro per portarli a destinazione. Le braccia gli facevano ancora male ma ora
si sentiva un po’ più determinato - Grazie sorellona! -
Sorellona?
Quando Erza si girò, e si accorse che il
bambino stava sorridendo, pensò che in fondo non tutta la generosità andava
sprecata alla Torre.
Sorellona e fratellino. In un certo senso
Erza si era sempre chiesta come doveva essere aveva un fratello, così come lo
aveva Kagura. E lo aveva scoperto nel modo più incredibile di tutti, conoscendo
Sho alla Torre del Paradiso. I due erano diventati rapidamente inseparabili ed
ancor oggi, nonostante Sho fosse cresciuto, Erza sentiva il bisogno di
proteggerlo ed accudirlo, così come accadeva con il resto dei suoi compagni.
Cosa averebba dato per permettergli di essere felice e sereno! Lontano da quel
posto da incubo, lontano dai demoni e dai ricordi spiacevoli! Un ragazzo come
Sho, meritava soltanto una cosa: la felicità.
-
So cosa hai fatto. - Annunciò Jackal non appena le porte del secondo piano di
richiusero, inghiottendo la gilda di Crime Sorcière e a quelle parole Sho venne
scosso da un brivido. Che voleva dire con quel “so cosa hai fatto?”. Perché
aveva usato proprio quella frase? La stessa che lui e la sua gilda
pronunciavano ogni volta che avevano individuato la loro vittima ...
-
So che sei stato molto cattivo in questi ultimi anni ... - Continuò Jackal,
sorridendo e agitando il liquido nella sua coppa - Un peccatore imperdonabile,
ma mi piacciono quelli come te: è per questo che ho scelto di giocare un pochino
insieme. Se riesci a battermi avrai la possibilità di accedere ad un potere inimmaginabile!
Non ti piace l’idea? Sei sempre stato uno dei più deboli a Crime Sorcière e
invece ... Sarà tutta un’altra storia! -
-
Allora la sorellona aveva ragione ... - Sho fece istintivamente un passo
indietro, sfilando dalla tasca il suo fedele mazzo di carte magiche - State
cercando di convincerci a passare dalla vostra parte ... Volete che qualcuno
prenda il posto di Zaref! Ma che cosa ci guadagnate ad avere un essere umano
come leader? -
-
Guadagno? - Ripetè Jackal, abbandonandosi ad una grossa risata - Niente. Gli
esseri umani per me sono solo un gioco ma siccome Master E.N.D. ha deciso che
il nostro compito è quello di ritornare a lord Zaref non ci si può fare niente.
Meglio divertirsi nel frattempo, non trovi? -
-
Gli esseri umani non sono giocattoli! -
-
Senti chi parla! Quanti ne hai uccisi? -
“Ah - ah - ah! A quanto pare dobbiamo
sospendere un attimo la selezione. Qualcuno sta cercando di infrangere le
regole. ”
La
voce di Mard Geer riecheggiò di nuovo per la torre, costringendo Sho e Jackal
ad interrompere per qualche istante la loro discussione.
-
Fairy Tail e il Consiglio? - Ripetè Sho non appena il demone ebbe annunciato i
nomi dei nuovi partecipanti. Non riusciva a credere alle sue orecchie! Come
avevano fatto a seguirli? Ma Sho non era l’unico: Jackal fece una smorfia al
suono di quei nomi - E così è rimsto ancora qualcuno di quell’inutile
Consiglio? Forse sono quei due che erano nelle prigioni ... Avrei dovuto
disintegrare l’intera città! È meglio che questa volta finisca il lavoro! -
Quelle
parole attraversarono Sho come una scossa. Era vero! Il demone che gli stava
davanti era quello che aveva disintegrato il palazzo del Consiglio ad Era e non
poteva permettersi di abbassare la guardia.
-
Non ti permetterò di uccidere altra gente innocente! -
-
Disse il peccatore ... - Ed a quel punto Jackal scattò all’attacco: era stanco
di perdersi in chiacchiere inutili. Scagliò il suo bicchiere di liquore contro
Sho ma ancor prima che il liquido potesse toccarlo ...
-
BOM! - Jackal tese una zampa ed un’esplosione seguì immediatamente al suo
movimento, scagliando Sho a terra. Il fumo e il dolore accecarono il ragazzo,
ma Sho si sforzò di riaprire gli occhi e reagire il più rapidamente possibile:
quella non era una battaglia che poteva perdere.
-
Projectile Cards! -
Jackal
era già pronto a colpirlo un’altra volta ma le carte di Sho lo raggiunsero
giusto in tempo, graffiandogli il viso e costringendolo a fare un passo
indietro per evitarle. Il ragazzo colse al volo l’occasione per rimettersi in piedi
e recuperare un po’ di distanza di sicurezza.
-
Explosion Cards! - Sho sfilò in fretta un'altra mano di carte dal mazzo,
tirandola contro il demone e l’esplosione investì Jackal in pieno.
-
E questo lo chiami combattere? - Ma un colpo come quello non era sufficiente ad
averne la meglio. Jackal si lanciò fuori dal fumo e dalle fiamme colpendo Sho
con una delle sue zampe e scagliandolo contro la parete. Il ragazzo sentì tutte
le ossa della spina dorsale che scricchiolavano all’impatto.
-
Lo sai che noi demoni non usiamo semplice magia? - Gli spiegò Jackal con un sorriso
sadico - Sono maledizioni! E la mia Bomb Curse è capace di far esplodere
qualsiasi cosa io tocchi! Il Consiglio, l’aria e anche ... te. -
Sho
si accorse troppo tardi che il colpo di Jackal gli aveva impresso un marchio
sul petto e quando l’esplosione lo travolse lo fece con così tanta forza da
stordirlo. Le carte gli scivolarono di mano, spargendosi, mezze annerite sul
pavimento e Sho crollò a terra. Dopo solo due colpi il suo corpo era
completamente coperto di ustioni, i suoi vestiti facevano fumo e non aveva
nemmeno più abbastanza energia per muoversi. Erano davvero così potenti i
demoni di Tartaros? Oppure era lui il problema? Per tutta la vita Sho aveva
sognato di diventare un mago. Aveva fatto del suo meglio per imitare il
coraggio e la determinazione di Erza e Jellal ma alla fine tutto ciò che aveva
ottenuto era un magro risultato. Forse non era tagliato per quella vita ...
Forse sarebbe stato meglio se la sua avventura si fosse chiusa anni prima in
quella stessa torre ...
-
E così eri davvero il più debole di tutti ... Non ho dovuto usare nemmeno la
mia vera forma ... Che delusione. - Mormorò Jackal avvicinandosi di qualche
passo e tendendo una zampa sopra di lui.
-
Forse dovrei raggiungere gli altri ai piani più alti per divertirmi un po’ ...
-
Sarebbe
stato ironico morire devastati da un’esplosione, proprio come la sua famiglia,
quando i mercanti di schiavi avevano attaccato il suo villaggio.
-
GIÚ LE ZAMPE! -
Ma
il colpo di Jackal non lo raggiunse. Tutto ciò che Sho riuscì a vedere fu una
nuvola di fuoco che saettava nella sua direzione e poi il demone venne colpito
da un pugno così forte da scaraventarlo praticamente dall’altra parte della
stanza. L’impatto fece vibrare tutto, staccando una serie di calcinacci dal
soffitto.
-
Sei di Tartaros, giusto? -
Sho
fu costretto a battere un paio di volte le palpebre prima di riuscire a mettere
a fuoco l’immagine della persona che gli stava davanti. Pantaloni neri, camicia
sbottonata, una sciarpa bianca e capelli rosa salmone.
-
Fairy Tail è venuta qui per prendervi a calci! -
Ed
a quel punto Sho recuperò finalmente conoscenza. Fairy Tail, giusto! Aveva
sentito l’annuncio poco prima!
-
Non ti preoccupare, adesso ci siamo noi qui! - Il ragazzo sobbalzò quando la
mano di Lucy si appoggiò sulla sua spalla. Aveva la chiave d’oro di Locke
saldamente stretta in pugno ed accanto a lei c’era anche Happy. - Voi
continuate a salire! - Gridò la ragazza e - Ricevuto! - Le fece eco Gray,
giudando il resto della gilda verso le scale.
-
Intrusi! Come avete fatto a scappare a Mard Geer? - Jackal si staccò con la
forza dalla parete in cui era rimasto incastrato e allungò una zampa per
colpire i maghi che stavano risalendo ma una ginocchiata allo stomaco lo
inchiodò di nuovo al muro. Natsu non aveva alcuna intenzione di farselo
scappare. Una raffica di pugni e di calci atterrò il demone.
-
Non toccarlo! - L’avvertimento di Sho arrivò troppo tardi. Nonostante i pugni
che aveva subito Jackal stava sorridendo, perché ogni volta che era stato
colpito la sua maledizione gli aveva permesso ugualmente di contagiare Natsu -
Ti ho preso. -
Il
dragon slayer notò soltanto allora di avere dei sinistri marchi sulle braccia e
sulle gambe, poi un’esplosione senza precedenti investì Natsu, travolgendolo
come se il suo stesso corpo fosse diventato una bomba. Il colpo fu così forte e
inaspettato da stordirlo e lasciarlo letteralmente in ginocchio. Jackal non
aspettava un’occasione migliore per contrattaccare.
-
ADESSO MI AVETE FATTO DAVVERO ARRABBIARE! -
Bastò
un attimo ed il demone cambiò forma, trasformandosi in un autentico mostro: una
creatura famelica dalle sembianze di un gigantesco sciacallo.
Jackal
lanciò un lungo ululato, avventandosi contro i maghi con la lingua a penzonoli
fuori dalle zanne. Per fortuna Lucy fu più veloce di lui, ordinando alla porta
del leone di aprirsi.
-
Regolus! - E Locke agì ancora più in fretta, colpendo il mostro con il suo
incantesimo. La luce ed il calore dell’esplosione per poco non accecarono Lucy
e Sho e lo spostamento d’aria per poco non ributtò Happy fuori dalla stanza.
-
Non ti preoccupare, Lucy! - La rassicurò Locke, risistemandosi gli occhiali -
Ho sentito tutto dal mondo degli spiriti e farò del mio meglio per aiutarvi. -
Il legame tra Lucy e le sue chiavi era sempre molto forte; la ragazza sorrise
grata più che mai che il suo amico e compagno di gilda conoscesse già la
situazione.
-
E anche tu! - Aggiunse Locke puntando un dito contro il demone - Non osare
sottovalutare me e i miei amici di Fairy Tail! Qui abbiamo uno sciacallo contro
un leone! Faresti meglio a correre con la coda tra le gambe! -
-
E un drago! - Nel frattempo Natsu si era rimesso in piedi ma Jackal non aveva
alcuna intenzione di dargli la vittoria così facilmente - Gli umani non possono
vincere contro i demoni! - Il mostro lanciò un altro ululato e tornò ad
avventarsi contro i suoi avversari sferrando una zampata dopo l’altra. I suoi
colpi erano così matti e folli da far tremare tutta la stanza.
-
Ma vuole demolire la torre? - Lucy fu costretta ad aprire in fretta un altro
portale per difendere se stessa e Sho dai contraccolpi: quello di Aries, lo
spirito che aveva ottenuto da Angel. L’ariete non perse tempo ad evocare un
muro di lana per attutire la forza delle esplosioni che arrivavano fino a loro
ma la furia di Jackal era tale che ben presto Locke e Natsu vennero sbalzati
via. Ad attutire l’impatto fu proprio uno dei muri di lana di Aries.
-
State attenti! - Gridò Happy, cercando di avvertire i compagni del nuovo
attacco che Jackal stava per sferrare, ma il piccolo exceed non aveva bisogno
di preoccuparsi. Non appena aveva toccato la soffice lana di Aries, Locke aveva
già avuto l’idea giusta per la vittoria.
-
I demoni regneranno su questo mondo! Svanite razza umana! - Ma Jackal non
riuscì a sferrare la sua zampata. Il Regulus di Locke lo colpì dritto al mento
scagliandolo via. In un attimo il demone si trovò sotto una gragnola di colpi
tale da respingerlo. Jackal venne letteralmente confinato dalla parte opposta
della stanza, ma quando si fermò aveva un ghigno ancora più grande sul muso -
Continuate così! Toccatemi ed ... esplodete! -
Ma
adesso Locke stava sorridendo - Allora basta non toccarti. Quelli come te
bisogna trattarli con i guanti! - Ed il leone non perse altro tempo a svelare
il suo trucco, gettando via la lana con cui si era avvolto la mani. Il
materiale svanì esplodendo con un innocuo puff.
-
Ottima idea! - Ridacchiò anche Natsu, rialzandosi una seconda volta - Ma io ne
ho una migliore! -
L’intero
piano adesso sembrava l’anticamera dell’inferno. Le pareti erano ricolme di
crepe, i vecchi affreschi distrutti, le tende e l’arredamento in fiamme. Il lougo
perfetto per un demone come Jackal ma ancora più perfetto per un dragon slayer
del fuoco come Natsu. Il ragazzo inspirò profondamente attirando e ingoiando in
una volta sola tutte le fiamme che riempivano la torre e poi - Crimson Lotus: Exploding Flame Blade! - Non
c’era buco al mondo dove Jackal potesse nascondersi da quell’attacco. Le fiamme
e il calore saturano per un attimo l’intero piano e l’aria, demolendo pareti ed
eruttando fin fuori dalle finestre come lava vulcanica. Tutti i maghi impegnati
all’esterno a combattere ombre, sollevarono per un attimo lo sgurdo, certi che
quella fosse opera di Natsu. Poi il fuoco si spense e tutto ciò che rimase fu
la sagoma di Jackal, ormai tornato al suo aspetto iniziale, in ginocchio e
mezzo carbonizzato. Quando il demone barcollò i maghi di Fairy Tail lanciarono
un grido di vittoria ma Jackal non aveva intenzione di arrendersi così
facilmente. Il demone si schiantò al suolo ma con una risatina degna d’un
maniaco - E bravi! Bravi! Per avermi ridotto così vi siete appena meritati il
premio più alto di tutti! - Il suo corpo cominciò a brillare, emanando
un’incredibile energia magica - Non mi importa più niente del progetto di E.N.D.
! Se proprio devo morire voi verrete insieme a me! Vi farò esplodere! Vi
farò esplodere tutti! -
Fasci
d’energia cominciarono a sollevarsi anche dal pavimento ed in un attimo l’aria
nella stanza divenne estremamente bollente. I maghi di Fairy Tail non si
aspettavano una mossa così estrema.
-
Ci vediamo all’inferno! - Gridò Jackal ma ammutolì non appena capì che qualcuno
lo aveva afferrato per le spalle issandolo con la forza - Dite ad Erza da parte
mia che anche io ci tengo che torni a casa: a Fairy Tail. -
-
Locke! - Lucy gridò il nome del compagno ma lo spirito del leone aveva già
pensato alla soluzione più adatta - Tu vieni con me! - Ed il portale della sua
costellazione si richiuse con uno scatto, inghiottendo Locke, Jackal e l’intera
esplosione. L’onda d’urto scosse ugualmente l’intera stanza, riverberando fin
fuori dalla dimensione degli spiriti ma non accadde null’altro.
-
C’è l’ha fatta giusto in tempo ... - Sussurrò Aries - Vado a controllare cos’è
successo ... Non preoccuparti Lucy. - Lo spirito dell’ariete le concesse un
ultimo sorriso prima di tornare anche lei nella sua dimensione.
In
fondo Aries aveva ragione: anche se l’esplosione di Jackal lo avesse ridotto in
pezzi, l’unica cosa che occorreva a Locke per rigenerarsi era: un po’ di tempo.
-
Grazie Locke. - Sussurrò Lucy, stringendone la chiave al petto - Hai visto? -
Aggiuse poi, girandosi con un sorriso in direzione di Sho che la stava fissando
con gli occhi spalancati - Possiamo battere questi demoni. -
-
Già! - Aggiunse Natsu - Io ho solo cominciato il riscaldamento! -
-
Pe ... perché mi avete aiutato? - Il ragazzo non riusciva davvero a capirlo.
Pensava che i maghi di Fairy Tail fossero venuti lì per riprendersi Erza o per
vendicarsi di loro e invece ...
-
È il minimo che potevamo fare dopo il modo in cui ci avete aiutati con gli
Oracion Seis e Grimoire Heart. - Gli spiegò Lucy - Sei stato molto carino con
me quando abbiamo affrontato Angel. Scommetto che ci avete dato una mano perché
è stato Erza a chiedervelo, giusto? -
Sho
provò ad aprire la bocca per rispondere ma non gli riuscì nemmeno di
pronunciare una sola parola. Quello che aveva detto Lucy era in parte vero e in
parte no, ma quello che contava davvero era il tono con cui lo aveva detto. Era
praticamente una vita che Sho non sentiva parole così dolci da parte di
qualcuno che non fosse uno dei suoi compagni di Crime Sorcière. Le lacrime
cominciarono a scorrergli giù per le guance come un fiume - VI PREGO! - Il
ragazzo afferrò la mano di Lucy con tutta la forza che aveva - VI PREGO DOVETE
AIUTARMI A SALVARLA! AIUTATEMI A SALVARE LA SORELLONA ERZA E TUTTI GLI ALTRI!
Non possiamo farcela da soli! Lo abbiamo sempre saputo! Tartaros è troppo forte
per noi! -
C’era
così tanta disperazione nelle sue parole che era praticamente impossibile non
rimanerne colpiti.
-
Non ti preoccupare. - Lo rassicurò Natsu picchiando i pugni uno contro l’altro
- Gli amici di Erza sono anche nostri amici e i suoi nemici sono nostri nemici!
Tartaros non ha speranze! -
|
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Capitolo 65 *** Il ruggito del drago del cielo ***
Il ruggito del drago del cielo
Inizia il secondo duello: Kagura contro Ezel con l'aggiunta di ...
Il ruggito del drago del cielo
I'm standing out in the street,
The earth is moving,
I feel it under my feet,
And I'm still proving,
That I can stand my ground
Some day I'll live in a house
Etc., etc., etc.
But you know that's not for now
and for now I'm falling
down...down...down...
(Falling Down - Avril Lavigne)
- Oggi con questo duello decideremo una
volta e per sempre chi è la migliore spadaccina della gilda! - Annunciò Hoteye
allargando le braccia per indicare come un buon arbitro le due contendenti che
stavano ai lati - Alla mia destra Erza Scarlet! Il lampo rosso! La più veloce
del mondo quando si tratta di svaligiare una pasticceria! E dall’altra parte
Kagura Mikazuki! La spietata! La più crudele quando si tratta di andare in
missione! - Hoteye parlava ma nessuna delle due lo stava ascoltando. Erza e
Kagura si stavano guardando dritte negli occhi ognuna con la propria spada o
katana saldamente stretta in mano, ognuna con un mezzo sorriso sulle labbra.
Avevano abbattuto un grosso pino e con l’aiuto del resto della gilda lo avevano
ripulito dai rami e posizionato come una specie di ponte sullo stagno che
avevano deciso di utilizzare come sfondo per il loro duello.
- Le regole sono semplici! - Continuò Hoteye
- La prima che si arrende o che cade giù dalla passerella perde! Siete pronte?
Uno ... - Ma il ragazzo non riuscì nemmeno ad arrivare a due prima che Kagura
ed Erza si lanciassero una contro l’altra, costringendolo a buttarsi in acqua
per evitarle.
- Forza! -
- Siete fantastiche! -
Il resto di Crime Sorcière assisteva allo
spettacolo ridendo e gridando incoraggiamenti. Jellal sembrava l’unico
preoccupato per quello che stava accadendo - Non avremmo dovuto lasciarglielo
fare ... -
- Perché mai? - Ultear gli diede un colpetto
con il gomito ridacchiando - Hai paura che Kagura scopra che hai scommesso su
Scarlet? -
- Shhhh! -
L’intera foresta intanto riecheggiava per i
colpi delle lame che si scontravano. Qualche volta un fendente più forte
costringeva gli spettatori ad abbassare la testa e qualcuno degli alberi nei
dintorni si abbatteva al suolo tagliato in due. Le due amiche erano
terribilmente determinate a dimostrare ognuna all’altra la propria superiorità,
così determinate che alla fine entrambe le loro armi andarono in frantumi in un
ultimo potentissimo scontro. Per un attimo Erza e Kagura rimasero ferme a fissarsi,
ansimando per lo sforzo, poi, come se si fossero scambiate telepaticamente un
segnale, gettarono via le else che stringevano ancora e si lanciarono una
sull’altra a mani nude. Il pugno di Erza colpì Kagura dritto sul naso e quello
di Kagura colpì Erza sulla guancia destra. L’impatto fu così forte che entrambe
le ragazzine scivolarono giù dal tronco dritte in acqua, sollevando un grosso
spruzzo.
- Potremmo definirlo un pareggio. - Commentò
Wally.
- Sì, ma non credo che nessuna di loro
sarebbe d’accordo. - Gli fece notare Simon indicando le ragazze che
continuavano ad azzuffarsi in acqua, tirandosi per i capelli e cercando di
spingersi sotto a vicenda. Chissà per quanto ne avrebbero avuto se un gruppo di
cavalieri runici, armati fino ai denti, non avesse fatto irruzione sulla scena,
costringendo tutti a scappare il più in fretta possibile. I contadini della
zona avevano chiesto il loro aiuto, allarmati per via dei rumori che venivano
dal bosco.
Quel giorno Kagura ed Erza erano solo due
ragazzine e dovevano imparare ancora molto sull’arte della spada. Si erano
ripromesse di fare un nuovo duello ma la missione contro Tartaros le aveva
separate. Erza si era trasferita a Fairy Tail ed il tempo per allenarsi e
combattere insieme si era ridotto drasticamente anche se le due continuavano a
condividere un legame speciale.
Erza considerava Kagura la sua migliore
amica.
Quando il loro villaggio era stato attaccato
il primo pensiero di Erza era stato quello di nascondere Kagura e per questo
non aveva fatto in tempo a trovare un rifugio sicuro per se stessa. Ma non
rimpiangeva niente di quello che era accaduto, lo avrebbe rifatto e rifatto
ancora un milione di volte.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter
tornare indietro nel tempo e sostituirsi a Kagura durante la festa a Shirostune.
Avrebbe venduto il suo futuro al diavolo pur di permetterle di vivere un giorno
serena e libera dall’incubo dei demoni.
-
So cosa hai fatto. - Ridacchiò Ezel non appena lui e Kagura finirono col
ritrovarsi da soli nella grande pelestra. Quelle parole trapassarono Kagura per
la loro incredibile familiarità ma la ragazza si sforzò di mantenere la calma,
stringendo saldamente la sua katana - Tu noi sai proprio un bel niente di me,
mostro. - Kagura non esitò oltre a prendere posizione di combattimento - L’unica
cosa che devi sapere è che non mi fermo mai fino a che il mio avversario non ha
smesso di respirare. -
La
ragazza si lanciò all’attacco tirando uno dei suoi fendenti ma solo per vedere
il suo colpo parato dalle braccia del demone.
-
Sei di poche parole, eh? -
Un
altro fendente un’altra parata.
Un
affondo e un’altra parata ancora.
-
Non vuoi nemmeno sentire la mia proposta? -
-
Taci demonio. - Kagura tornò a colpire con la sua katana ma questa volta sguainando
finalmente la lama. Il tentacolo con cui Ezel aveva cercato di bloccarla venne
letteralmente tagliato in due. Colto di sorpresa il demone fece
precipitosamente un passo indietro ma non aveva alcuna speranza di sfuggire
alla sua aguzzina. Un altro colpo lo raggiunse al fianco e poi a un braccio.
Kagura non aveva intenzione di lasciargli nemmeno un attimo di tregua, usando
la sua magia gravitazionale per spostarsi ancor più velocemente del solito e
perfino lungo le pareti.
Come
al solito la ragazza era così impegnata nel suo duello da non sentire nemmeno
la voce di Mard Geer che riecheggiava di sottofondo, annunciando che degli
intrusi erano arrivati sull’isola. Tutto ciò che contava per lei era il suo
avversario. Lo avrebbe distrutto, disintegrato, fatto sparire nel nulla. Per
una vita intera non aveva fatto altro che temere l’incubo dei demoni, allenarsi
ed aspettare quel momento. Quella era la sua battaglia! E quella di Crime
Sorcière!
Un
ultimo affondo ed Ezel venne letteralmente schiantato dalla parte opposta della
sala, un grosso foro in mezzo al petto. Kagura aveva consumato quasi tutte le
sue forze e il suo respiro in quell’assalto ma ... ne era valsa la pena.
-
Sei davvero fortunata lo sai? - Rantolò il demone, mentre un filo di liquido
disgustoso, forse il suo sangue, gli colava fuori dalla bocca.
Doveva
finire quell’orrore il più in fretta possibile.
-
Non mi sono mai affidata alla fortuna fin dal giorno in cui sono nata. - Gli
spiegò Kagura preparando il colpo finale - Tutto quello che sono è solo il
frutto delle mie scelte. È questa determinazione che mi guida verso il futuro.
-
-
È un peccato perché ne avrai davvero bisogno di fortuna per battermi adesso!
Slash attack mode! -
Kagura
questa volta non fece nemmeno in tempo a regire. L’aura attorno ad Ezel
ondeggiò ed il corpo del demone cambiò forma così in fretta che la ragazza
riuscì a stento a cogliere la sua nuova sagoma. Poi Ezel vorticò le braccia e
l’onda d’urto così prodotta la investì con una forza inaudita. La lama della
katana che Kagura stringeva per difendersi andò immediatamente in mille pezzi e
la ragazza si ritrovò per terra in mezzo ad uno spettacolo di pura
devastazione. Tagli e ferite lungo tutto il suo corpo. Come era possibile che
le sorti dello scontro si fossero invertite così improvvisamente?
-
La mia maledizione Tenga Goken non conosce perdono. - Le spiegò Ezel: adesso le
sue braccia si erano trasformate in quattro lunghe lame nere, rendendolo ancora
più spaventoso. - Non a caso mi chiamano Affetta Bambini! -
Kagura
sapeva che se fosse rimasta lì a terra la sua sorte sarebbe stata segnata.
Provò a rialzarsi ma il dolore la costrinse nuovamente a terra. Il sapore del
sangue le riempiva la bocca.
-
Non ... posso arrendermi ... -
-
Allora vai! - La incitò il demone - Questa stanza è piena di armi! Prendine una
e combatti! - Ma era evidente che ormai Kagura non poteva più farlo - Oppure
... - Sibilò il mostro - Puoi farmi contento e passare dalla nostra parte ...
Non ti macherà mai la forza se ... -
-
No! Ne va della mia dignità! - Da piccola Kagura era terribilmente terrorizzata
dalle armi, specialmente dopo aver visto il modo in cui le utilizzavano le
guardie della torre, ma poi le cose erano cambiate. Per difendersi aveva
imparato ad usare la katana e adesso le toccava morire per mano di una spada,
senza nemmeno poter stringere la sua fedele compagna. Come poteva essere
ironica la sorte!
-
Peccato! - Rise Ezel calando di nuovo le sue braccia - Perché i demoni non
hanno cose come la dignità di cui preoccuparsi! - Ma il demone trovò subito
un’altra lama a bloccargli la strada - Per fortuna noi siamo diversi. -
Kagura
strabuzzò gli occhi non appena scorse il simbolo sul mantello del suo
inaspettato soccorritore: il simbolo del Consiglio di Magia. Si trattava di
Lahar.
-
Noi continuiamo a salire! - Gridò Cana costringendo Kagura a girarsi: non si
era nemmeno accorta del fatto che Fairy Tail era arrivata al suo piano. - Va
bene. Ci pensiamo noi qui. - La rassicurò il consigliere districando la spada
dalla presa di Ezel e spingendolo di nuovo indietro. Il demone non riuscì
nemmeno a scansarsi prima che un pugno lo colpisse al volto con così tanta
forza da schiantarlo contro la parete.
-
Sbrigatevi Fairy Tail! Non avete sentito il mio amico? - Non c’era bisogno che
Doranbolt ripetesse le parole del compagno: la gilda stava già correndo verso
la nuova rampa di scale.
-
Fermi! - Ma ad intercettare nuovamente Ezel questa volta fu un turbine così
devastante da scagliare per aria tutta l’attrezzatura stipata nella stanza -
Sky Dragon’s Roar! -
-
Dovresti continuare a salire anche tu, Wendy! - Replicò Doranbolt senza
esitazione - Qui bastiamo noi! -
-
Sei venuto con me a Tenrou e ti sei già scordato i miei poteri, Doranbolt -
san? - Sbottò invece la ragazzina - Se volete vincere avete bisogno dei miei
potenziamenti! -
-
Siamo del Consiglio, non abbiamo bisogno dell’aiuto di nessuno! - Borbottò
Lahar giusto un attimo prima che Ezel tornasse all’attacco, vorticando tutte e
quattro le sue braccia contro di lui.
-
Deus Eques! Deus Corona! -
Ma
l’incantesimo di Wendy trapassò il consigliere con abbastanza forza da sembrare
una scossa. Le mani di Lahar si mossero praticamente da sole, prando Ezel e
ributtandolo indietro.
-
Danne un goccio anche a me allora. - Ridacchiò Doranbolt, che come sempre era
il più spregiudicato dei due.
-
Si dice per favore. -
-
Per fa che? -
- Deus Eques! Deus Corona! - Giusto in tempo
perché anche Doranbolt respingesse l’assalto di Ezel.
-
Quelli del Consiglio sono più ostinati di quelli di Fairy Tail. - Kagura si
accorse solo allora che Carla si era andata a posare accanto a lei, tendendole
una piccola boccetta - Perché non bevi un sorso di questo? Ti farà stare
meglio. Purtroppo la storia della torre è venuta fuori così all’improvviso che
non ne abbiamo molta ma meglio di niente! - La ragazza la fissò come se non
avesse capito cosa aveva appena detto - Oh andiamo! Sei tu che hai dato
l’antidoto a Natsu e Gajeel ai tempi di Nirvana! Puoi prendere un goccio di
questo! Non dirmi che quelli di Crime Sorcière sono ancora più ostinati di
Fairy Tail e del Consiglio messi insieme? -
-
Ci sono troppi umani su questo piano per i miei gusti! Io vi divoro tutti! -
Ezel tornò alla carica scagliando una raffica di fendenti con le sue quattro
braccia, ma anche se Lahar aveva solo una spada era pronto ad accoglierlo. Si muoveva
con una velocità stupefacente, abbastanza per tenere testa al demone.
-
Non scordarti che ci sono anche io! - Ed un altro calcio colpì Ezel
ributtandolo indietro - Noi due siamo una squadra! - Doranbolt e Lahar avevano
lavorato insieme per anni, dando la caccia a maghi incredibilmente pericolosi
per ordine del Consiglio. Tartaros non gli faceva paura: avrebbero aggiunto
anche i demoni alla lista delle loro vittime.
-
Io vi! - Un altro ruggito del drago investì Ezel con tanta forza da riempirgli
la bocca di vento - Siamo in tre a combattere! -
-
Stai indietro ragazzina! - Lahar sfrecciò accanto a Wendy tagliandole la strada
per avventarsi contro il demone con la sua spada. La dragon slayer piantò un
piede per terra, irritata ma Doranbolt le appoggiò giusto per un istante una
mano sulla spalla per calmarla - Siccome tu ci fai da sostegno devi stare in
retroguardia! - E quando Ezel fu abbastanza vicino il mago sferrò un altro
pugno colpendolo alla testa.
-
Ho detto che mi avete stancato! -
-
ATTENTI! - Gridò Kagura riconoscendo il modo in cui in demone incrociava le
braccia ma il suo avvertimento arrivò troppo tardi - Tenga Goken! - I due
consiglieri e la piccola dragon slayer sarebbero stati eliminati sul colpo se
Wendy non avesse attivato in tempo un altro Deus Corona. L’attacco di Ezel li
imvestì comunque con abbastanza forza da scagliarli contro la parete,
coprendoli di tagli. Gli occhiali di Lahar si disintegrarono all’impatto e così
la sua spada, ma il consigliere si concesse giusto un attimo per riprendere
fiato, afferrò la prima arma a portata di mano, tra le tante sparse sul
pavimento e tornò alla carica, senza nemmeno degnarsi dei compagni che aveva
lasciato indietro. In realtà il cavaliere stava iniziando anche lui a perdere
colpi, nonostante il supporto di Wendy. Anche Doranbolt iniziava a sentire i
segni della fatica, Ezel invece, continuava a tirare colpi come una macchina da
guerra impazzita e non sembrava affato risentire di tutti gli incantesimi che
lo avevano colpito.
-
Quel coso è incredibilmente resistente ... Non hai niente per indebolirlo? -
-
Non ho niente del genere, ma posso potenziare ancora di più voi due. Dobbiamo
vincerlo d’astuzia. - Wendy fece cenno a Doranbolt di avvicinarsi. - Vuoi
suggerirmi un piano? -
-
Ma a una condizione. - Quando il consigliere accostò l’orecchio Wendy ci
sussurrò dentro - Come premio per aver eliminato Tarataros voi del Consiglio
lasciate andare la mia amica Erza, Jellal e Crime Sorcière. -
-
Cosa? - Doranbolt si ritirò di scatto ma il sorriso di Wendy era così dolce e
allo stesso tempo così perfido che lo lasciò letteralmente senza parole - Mi
devi ancora ripagare per come ti sei comportato a Tenrou Doranbolt - san. Come
vedi per vincere vi serve il mio aiuto e quello di Fairy Tail. È il minimo che
puoi fare in cambio. -
Così
piccola e con una faccia tosta di quel livello. Doranbolt deglutì a fatica ma
poi si lasciò scappare un sorriso - Dicevi di un piano: spara. -
Ezel
tirò un affondo, usando contemporaneamente tutte e quattro le braccia e Lahar
riuscì a pararlo a stento usando la spada. La forza dell’impatto gli fece quasi
perdere l’equilibrio e per evitare un altro fendente il consigliere fu
costretto a spostarsi di lato. Il colpo di Ezel in compenso aggiunse un altro
taglio alla collezione esibita sulla parete.
-
Se continuiamo così non possiamo vincere Lahar! - Gridò Doranbolt per attirare
la sua attenzione ma il cavaliere non aveva alcuna intenzione di fare un passo
indietro, continuando a parare tutti gli attacchi della furia di Ezel. Anche
così senza più occhiali ed i capelli sciolti la sua figura aveva qualcosa di
... maestoso.
-
E che consigli tu? -
-
Non lo consiglio io. Tieniti pronto. -
-
Cioè? - Lahar riuscì giusto in tempo a sentire le informazioni che gli venivano
passate telepaticamente poi Doranbolt afferrò la mano di Wendy e proprio come
la ragazzina gli aveva chiesto, attivò il suo teletrasporto. Per un attimo i
due sparirono e quando riapparvero erano proprio alle spalle di Ezel.
-
Sky Dragon’s Roar! -
La
mossa colse il demone di sorpresa e l’incantesimo lo falciò scgliandolo in aria.
Per fortuna Lahar era uno dai riflessi pronti, altrimenti sarebbe stato
impossibile realizzare un contrattacco come quello. Piantò i piedi a terra con
tutta la forza che aveva per non farsi trascinare via dal vento ed abbassò la
testa per evitare il corpo del demone che volava sopra di lui.
-
Ile Arms! - E quando la magia di Wendy lo attraversò come una scossa non esitò
oltre a rialzarsi e scagliare uno dei suoi fendenti. Ezel non poteva più far
nulla per evitarlo: il colpo di Lahar tranciò il corpo del mostruoso demone in
due e la sua carcassa andò a schiantarsi contro la parete, imbrattando tutti i
presenti con il suo viscido sangue scuro.
-
Che colpo ... - Sussurrò Kagura incredula. Nemmeno lei era riuscita a battere
quel demone eppure ... Adesso capiva perché Erza e Ultear detestavano tanto
quell’uomo ...
-
Dobbiamo raggiungere gli altri ai piani superiori. - Annunciò Lahar rimettendo
la spada nel fodero ma Doranbolt, che era piegato in due per lo sforzo, lanciò
un brontolio - Nemmeno un attimo di riposo? -
-
Useremo la magia di Wendy per riprendere le forze. - E questa volta fu Carla a
soffiare come un gatto furioso - Wendy mica può curare tutti quelli che le
stanno attorno! -
-
Vi prego! - La voce di Kagura li zittì tutti - Vi prego! Se siete così forti
allora dovete aiutare anche i miei compagni! -
-
Crime Sorcière adesso prega il Consiglio? - Le fece notare il cavaliere. - Io
sto pregando Fairy Tail! - Finalmente dopo tanti anni le mura d’acciaio dietro cui
Kagura aveva nascosto il suo cuore si erano rotte, aprendo la diga della sua
anima. Quanti anni erano passati dall’ultima volta che aveva pianto? Era stata
quella sera dopo la festa di Shirostune tra le braccia di Erza. - Non possiamo
vincere da soli contro Tartaros! Ci serve aiuto! Siete qui per la mia amica?
Sbrigatevi allora! -
Chi
avrebbe potuto dirle di no?
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Capitolo 66 *** Uragano ***
Uragano
E questo è l'ultimo capitolo che aggiorno oggi di Crime Sorcière, Milliana contro Tempesta e ... In realtà avrei voluto ampliare questo capitolo,
specialmente perchè mi sono accorta di aver dato davvero poco
spazio a uno dei personaggi che compare qui (meno di quello che avrebbe
meritato, potevo tirarne fuori di meglio), ma non ho avuto proprio
tempo. Mi sento già una piccolo eroe per essere riuscita a
correggere tutte queste pagine durante la settimana ed averle messe
online. Alla
prossima!
Uragano
Tell me would you kill to save for a life?
Tell me would you kill to prove you're right?
Crash, crash, burn, let it all burn
This hurricane's chasing us all underground
Do you really want?
Do you really want me?
Do you really want me dead, or alive to torture for my sins?
(Hurricane - 30 Seconds to Mars)
Per Erza ed il suo piccolo gruppo di amici
le strade di ogni città erano sempre piene di nuove avventure, occasioni e
pericoli. Ultear, che aveva più esperienza di tutti, li guidava tra vicoli e
mercati. I suoi poteri e le abilità telecinetiche di Erza erano una vera
benedizione per i ragazzini che così riuscivano a procurarsi tutto quello di
cui aveva bisogno per andare avanti. A volte il gruppetto si spezzettava per
attirare meno l’attenzione e coprire più zone nello stesso giorno, ci si
ritrovava a sera per spartire il bottino che avevano conquistato.
- Sorellona! Sorellona guarda! -
Quando Sho aveva cominciato a chiamare Erza
sorellona, Millianna aveva imparato rapidamente ad imitarlo.
- Che c’è? -
- Un gattino! -
Erza era convinta che l’obiettivo di quella
mattina fosse cercare dei vestiti nuovi, non felini vari ma Millianna aveva questa
passione particolare, anzi questa ossessione particolare, e quando si trattava
di gatti non riusciva a vedere altro.
- Dove? -
- Lì sopra! -
Un bel micio con il pelo nero, paffuto e
grassottello, se ne stava sdraiato sul muro di recinzione di un giardino a
prendere il sole, senza nessun pensiero al mondo.
- Oh è così carino♥! Checarino♥!
Troppocarino♥! - Millianna adesso stava saltando sotto il muro anche se il
gatto era troppo in alto perché potesse raggiungerlo e continuava a
dormicchiare, ignorandola completamente.
- Perché ti piacciono tanto i gatti? - Le
chiese Erza; non si sarebbe mai immaginata una risposta come quella - Perché
sono magici! -
- Magici? -
- Codono sempre in piedi! Anche se cadono da
un palazzo! L’ho visto con i miei occhi! -
- Ca ... dono sempre in piedi? -
- Sì! E un giorno anche io diventerò magica
come loro, così cadrò sempre in piedi e nessuno al mondo riuscirà a buttarmi
giù! Avrò anche gli artigli per graffiare quelli cattivi! Nya! -
Questa volta Erza non riuscì più a
trattenere una risatina ma ricominciò a camminare tirando Millianna per un
braccio mentre la ragazzina continuava a parlottare e a sbracciarsi per
salutare il micio appisolato sul muro - Lo sai che i gatti hanno anche un sacco
di altre magie? Hanno sette vite! Vedono al buio! Sentono tutto! -
Erza non avrebbe mai immaginato di
ritrovarsi un giorno a condividere la stessa passione di Millianna,
fantasticando come doveva essere avere un exceed da cavalcare in battaglia,
come faceva Natsu con Happy o Gajeel con Lily. Ah! Cosa avrebbe dato per vedere
la sua sorellina libera di dedicarsi a passioni innocenti come quella per i
gatti! Millianna non era un tipo nato per fare il predatore e dare la caccia ai
criminali in piena notte: quello che ci voleva per lei era un posticino caldo
vicino al focolare e qualcuno che l’accarezzasse dietro le orecchie.
-
Sei tu Tempesta? - Cominciò Millianna, stringendo nervosamente la sua corda tra
le mani - Non è così? - Ma il demone
davanti a lei scosse la testa - Il mio nome non importa. Gli esseri umani mi
chiamano “calamità” e tu stai per sperimentarlo sulla pelle: so cosa hai fatto.
- La ragazza rabbrividì al suono di quelle parole ma il suo avversario
ridacchiò sotto il suo cappuccio e spalancò la bocca giusto quel poco che
serviva per sospirare - Huyuu. -
L’attimo
dopo un turbine gigantesco saturò la stanza, sbalzando Millianna in aria. La
forza del vento le strappò dalle mani la corda che aveva come arma,
sferzrzandola con la stessa violenza di un milione di coltelli. Foglie, vasi,
piante e rami andarono volando da tutte le parti, aggiungendo alla violenza
dell’incantesimo di Tempesta una gragnola di colpi e quando alla fine la la
furia del tornado si esaurì Millianna piombò a terra con un tonfo. Non aveva
mai visto niente di tanto potente, nemmeno quando aveva combattuto contro gli
Oracion Seis o Grimoire Heart. Anche Grim Reaper usava la magia del vento e
Millianna aveva fatto estrema fatica a batterlo. Come poteva vincere contro un
demone di quelle proporzioni? Dopo un solo colpo il suo corpo già non
rispondeva più. Le faceva male ogni singola fibra del suo organismo e perfino
respirare le appariva un’impresa impossibile. Rimettersi in piedi e riprendere
a combattere era completamente fuori discussione.
“Ah - ah - ah! A quanto pare dobbiamo
sospendere un attimo la selezione. Qualcuno sta cercando di infrangere le
regole. ” La voce di Mard Geer riecheggiò per l’isola, costringendola ad alzare
la testa.
“ Tutta la gilda di Fariy Tail e due maghi
del Consiglio! ”
- Fairy Tail? - Ripetè la ragazza ma lo
stivale di Tempesta pigiò il terreno proprio davanti a lei, riportandola alla
realtà dello scontro. Il demone non sembrava affatto turbato dalla voce del suo
superiore che annunciava un cambio nelle regole della selezione.
-
Non mi piacciono gli umani. - Bofonchiò Tempesta, incombendo sopra di lei come
un’ombra oscura -Ma tutto ciò che si fa per il bene di lord Zaref è sempre un
bene. -
-
Volete davvero che uno di noi diventi il vostro nuovo master? - Ripetè la
ragazza incredula ma Tempesta non aggiunse altro, trapassandola con i suoi
occhi da predatore.
-
Io non passerò dalla vostra parte! Non tradirò mai i miei compagni! -
-
Vuoi combattere ancora? -
Combattere
ancora? E come? Oh, ma doveva provarci!
Millianna
infilò gli artigli nel terreno sforzandosi di mettere nelle braccia tutta la
forza che aveva per rialzarsi. - Non mi arrenderò così facilmente! - Sibilò la
ragazza tra i denti - Non lo sai che i gatti hanno sette vite? -
Si
era impegnata così tanto durante quegli anni per studiare la magia! Aveva fatto
del suo meglio per diventare sempre più forte e vincere la sfida contro
Tartaros! Aveva imparato a combattere perché non voleva più che qualcuno si
prendesse gioco di lei e la costringesse di nuovo in ginocchio. Come poteva fermarsi
adesso? Anche se non aveva abbastanza potere per vincere, non poteva arrendersi
lo stesso.
Guardando
i suoi sforzi Tempesta non riuscì più a trattenere una grossa risata, qualcosa
di simile ad un ruggito - Come fa un gattino a combattere contro un leone? - Il
demone inspirò, preparandosi a scagliare un turbine molto più forte di quello
precedente.
Non
sapeva che per combattere il leone c’era un drago pronto a scendere in campo.
-
Raging Bolt! -
Ancor
prima che Tempesta potesse soffiare, un fulmine di proporzioni gigantesche si
abbattè su di lui schiantandolo a terra. Il rombo del tuono riecheggiò per
l’intero piano e Millianna si coprì istintivamente le orecchie, assordata dal
rombo. Chiuse gli occhi, accecata dalla luce e quando riuscì finalmente a
riaprirli e a girarsi in direzione delle scale, le venne quasi meno il respiro
per lo stupore. Quanti maghi erano comparsi sulla soglia!
-
Qui ci pensiamo io e i miei. - Annunciò Laxus, facendo cenno al resto della sua
gilda di continuare a salire. Evergreen, Bickslow e Freed erano già accanto a
lui. - Trovate Erza. -
-
Erza? - Ripetè Millianna tra sè e sè, ancora incredula per il fatto che Fairy
Tail li avesse raggiunti alla Torre del Paradiso.
-
Non avrei mai immaginato di trovarmi un giorno qui a soccorrere Erza. - Borbottò
Evergreen - Soprattutto se penso al modo in cui mi ha conciata l’altra volta! -
-
Te la sei cercata Ever! - Ridacchiò Bickslow - Oltretutto aveva ragione quando
diceva che devi smettere di vestirti da Drag Queen! Ouch! - La maga lo mise a
tacere assestandogli una gomitata in un fianco.
-
La smettete tutti e due? Non avete ancora imparato che si deve fare attenzione
con i demoni? - Li ribeccò Freed con il fioretto sguainato; non aveva bisogno
di aggiungere altro. Tempesta si era già rialzato e con un gesto di rabbia
aveva strappato il mantello che indossava, mostrando a tutti la sua forma
leonina. Il suo corpo era improvvisamente diventato più grande, la sua criniera
più lunga ed i suoi denti più affilati. - Avete scelto l’avversario sbagliato!
Qualcuno mi chiama Calamità ma qualcun altro Immortale ... Il giorno del
giudizio per gli uomini è arrivato ... Sprofondate all’inferno! - Ed il demone
si scagliò in avanti, spinto dalla propulsione dei suoi turbini. Gli bastò un
sol pugno per generare abbastanza vento da spedire Freed, Bickslow ed Evergreen
gambe all’aria, ma Laxus piantò i piedi per terra e gli rispose con un pugno
altrettanto forte, sprigionando un mare di scintille. Il demone assorbì
l’impatto e si scagliò di nuovo in avanti ma senza particolare successo.
Tempesta era veloce ma Laxus, grazie alla sua elettricità, lo era ancora di più.
Il dragon slayer schivò il colpo assestando un calcio all’avversario e poi
un’autentica raffica di pugni.
-
Jaw of the lightning dragon! - Questa volta l’impatto fu così forte da scavare
un autentico cratere in mezzo al pavimento, carbonizzando in un sol colpo tutta
l’erba che ricopriva il pavimento.
-
Il solito Laxus! - Ridacchiò Bickslow mentre Freed ed Evergreen gli facevano
eco - Fantastico! -
-
Tu sì che sei un uomo! -
Nemmeno
Millianna riusciva a credere ai suoi occhi: in poche mosse Tempesta era già a
terra, tramortito dalla potenza del dragon slayer di Fairy Tail. Lei non era
riuscita nemmeno a scalfirlo e invece ...
-
Non credevo che ci fossero umani così forti ... - Gorgogliò il demone - Non
credevo mi toccasse morire. -
-
E invece preparati. - Laxus aveva già sollevato una mano, pronto a infliggere
il colpo di grazia al mostro.
-
Ma in fondo quello che si fa per lord Zaref è sempre un bene. - Tempesta non
aggiunse più niente e con un’esplosione improvvisa il suo corpo si disintegrò,
dissolvendosi in un mare di particelle nere. Non si trattava di seplice
polvere.
-
Che cos’è questa nebbia oscura? - Gridò Evergreen, inorridita, mentre la
sostanza si moltiplicava, salendo in alto verso il soffitto.
-
Mashou Ryushii. - Le spiegò una voce riecheggiando per la sala; non era
nient’altro che quella di Tempesta.
-
Sono particelle che danneggiano l’eternano nell’atmosfera e avvelenano l’aria.
Sono letali per i maghi. -
-
Letali? - Ripetè Bickslow.
-
Gli esseri umani non possono vincere contro i disastri naturali. - Poi la
nebbia raccolta sul suffitto precipitò in basso come una cascata oscura.
-
Scappate! - Gridò Laxus ma ormai era evidente che non c’era più alcuna via di
scampo. Se la nebbia avesse saturato la torre e l’isola nessuno, tranne i
demoni, sarebbe sopravvissuto. Ma quando ormai era a un passo dal pavimento,
Mahou Ryushii cambiò improvvisamente direzione puntando verso le scale che
salivano dal secondo piano. I soccorsi erano arrivati giusto in tempo, proprio quando
tutto sembrava disperato.
-
Card Dimension! - A risucchiare tutta la nebbia tossica in una delle sue carte
da gioco era stato Sho. Natsu, Lucy ed Happy lo avevano aiutato a salire fin
lì. Con loro c’erano anche Lahar, Doranbolt, Wendy, Carla e Kagura.
-
Per fortuna avevo ancora un asso nella manica. Prendila! - Quando il ragazzo
tirò la carta per aria Natsu non esitò nemmeno un istante ad incenerirla con
uno dei suoi ruggiti, distruggendo il terzo demone di Tartaros. Laxus si
ritrovò a scuotere la testa: si era preoccupato per niente, dimenticandosi per
l’ennesima volta che i maghi di Fairy Tail avevano questa brutta abitudine di
intervenire sul filo del rasoio.
-
Ne restano ancora altri sette. - Constatò Lahar - Continuaiamo a salire. -
Non
riuscì nemmeno a completare la frase prima che un boato squotesse la torre,
proprio come se una pentola a pressione fosse appena esplosa. Acqua venne giù
da tutte le parti scorrendo all’esterno lungo le pareti e giù per le scale. Ci
poteva essere un solo nome per un maremoto come quello - Juvia! - Esclamò
Wendy.
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Capitolo 67 *** Mille anime ***
Mille anime
E questo è il nuovo aggiornamento della settimana! Cominciamo con Hoteye contro Franmalth e ...
Mille anime
All my life
I was never there:
Just a ghost
Running scared.
Here, our dreams aren't made - they're won.
Bought my fate
Straight from hell.
Second sight
Has paid off well for ... a
brother and me.
(City of angles - 30 Seconds to Mars)
Sotto le stelle di quella notte d’estate, il
suono dei tamburi e dei violini riecheggiava portato dal vento fin in mezzo
alla foresta. Tra un’avventura e l’altra i ragazzi di Crime Sorcière, ancora
poco più che bambini, avevano raggiunto una città dove si teneva una grande
fiera. E che occasione migliore di quella? Nascondendosi in mezzo alla folla,
si erano riempiti le tasche di spicci e la pancia di cibo. Adesso anche loro
avevano acceso un piccolo focolare, preparandosi per la notte, peccato però che
nessuno di loro avesse voglia di dormire!
- Piede destro avanti, sinistro dietro, un giro
a destra, invertite i piedi, stop e piroetta a destra! - Hoteye ballava accanto
al fuoco, cercando di spiegare a Millianna e Sho i passi che aveva visto fare ai
ballerini durante la festa ma i due continuavano a sbagliare qualcosa. Jellal e
Simon stavano piegati in due dalle risate e Wally continuava a scuotere la
testa che non era cool che suo fratello ballasse in quel modo - Quelle mosse
sono superate! Il charleston è il futuro! -
Kagura per poco non soffocò: il pezzo di
pane che stava mangiando le era andato improvvisamente di traverso - MA IN CHE
EPOCA PENSI DI VIVERE? -
Ad un certo punto Sho si girò troppo in
fretta, inciampò sul piede di Millianna ed entrambi ruzzolarono per terra. Due
secondi dopo si stavano tirando i capelli e riempiendo di graffi.
- Ragazzi! - Gridò Hoteye cercando invano di
calmarli - Qui stiamo cercando di imparare a ballare il liscio: non come fare
wrestling! Adesso vi faccio io da esempio. -
Erza non fece nemmeno in tempo ad obiettare:
in un attimo Hoteye l’aveva alzata di peso, premendola contro il petto con così
tanta forza da toglierle il respiro. - Adesso segui le mie istruzioni! Piede
destro avanti, sinistro dietro, un giro a destra, inverti i piedi ... - Ma a
ogni passo Erza finiva per pestare il compagno o col farsi pestare lei. Se
avesse continuato in quel modo sarebbe rimasta zoppa!
- Adesso facciamo questa mossa: io vado di
qui e tu di là ma continuiamo a tenerci per mano. Braccia spalancate mi
raccomando! Come se salutassi il pubblico! Poi io tiro e tu torni indietro
girando su te stessa. Pronta? - Erza non aspettava altro: non appena Hoteye la
liberò dalla presa afferrò Ultear per un braccio, passando la sua mano a quella
del ballerino.
- Che diav! - Hoteye tirò ed Ultear gli
rotolò letteralmente tra le braccia. Non le riuscì nemmeno di protestare, tanto
era forte la stretta e tanto le mozzava il respiro!
- Adesso piede sinistro avanti, destro
dietro e un giro a sinistra! - Il ragazzo continuò a ballare come se niente
fosse senza nemmeno accorgersi che la sua partner era cambiata. Erza scoppiò a
ridere così forte che finì col ritrovarsi seduta in mezzo all’erba. Kagura
aveva mandato di traverso un altro pezzo di pane e adesso anche Meredy stava
ridendo a più non posso.
Chi l’avrebbe mai detto che un giorno Erza
avrebbe trovato utili le lezioni di ballo di Hoteye? Specialmente quando master
Makarow le chiedeva di accompagnarlo ai meeting tra le gilde ed il Consiglio?
Erza considerava Hoteye un bravo ragazzo,
sensibile, pieno di talento e passioni anche se, fin da piccolo, non aveva
conosciuto altro che dolore e difficoltà. Ah! Cosa avrebbe dato per poterlo
liberare dal tormento dei demoni e dargli la possibilità di seguire i suoi sogni!
Per
un lungo istante Hoteye e Franmalth rimasero a fissarsi negli occhi. Il mago
mentre stringeva al petto la sua preziosa bibbia e il demone mentre sfoggiava
un ghigno divertito, poi ...
-
So cosa hai fatto. - Ridacchiò Franmalth, facendo rabbrividire il povero Hoteye
- E non sono cose buone. Ma ... Ahaah! Mi piacciono quelli come te! -
-
Ti piacciono? - Ripetè Hoteye sbattendo incredulo gli occhi.
-
Sì! Per tutto questo tempo, mentre commettevi peccati orribili, hai continuato
a domandarti cosa ne sarebbe stato di te. Oh, ti ho visto! - Franmalth si alzò,
agitando il suo bastone per aria mentre descriveva la scena.
-
Ti sei interrogato mille volte sul senso di quello che stavi facendo, ti sei
chiesto se questo mondo ha uno scopo, ti sei chiesto se la missione di Crime
Sorcière era veramente giusta e per trovare una risposta alla fine ti sei
appeso a quell’inutile ... - Il demone puntò il suo bastone contro la bibbia di
Hoteye - Raccolta di idiozie. -
-
Come fai a dire che sono idiozie? - Ruggì questa volta il mago, facendosi rosso
per la rabbia.
-
Perché l’unico libro sensato è quello che ha scritto lord Zaref da cui siamo
nati noi demoni. - Replicò l’altro. - Lasciatelo dire da uno come me che è
molto vicino al soprannaturale ... Io non ho mai visto Dio da nessuna parte. -
Hoteye
questa volta spirò fuori dalle narici come un toro furioso, costringendo
Franmalth ad agitare le braccia - Non ti arrabbiare! Non ti arrabbiare! Io ti
voglio proporre un’alternativa a questa fede inutile! - Il demone sorrise, sinuosamente,
proprio come solo i demoni sanno fare - Non ti piacerebbe dare un senso diverso
alla tua vita? Io posso fare di te il nuovo Dio. Se ti mostri degno ti
concederò i poteri del mio amato lord Zaref! Guarda! Le ricchezze impilate in
questa stanza sono solo una minima parte di quelle che potrai avere! Avrai
qualsiasi cosa! Qualunque! Non dovrai più preoccuparti di farti domande sul
senso dell’esistenza! Lo deciderai tu per il mondo intero! -
Era
senza alcun dubbio un’offerta tentatrice, ma Hoteye sapeva bene che cedere alle
tentazioni dei demoni non porta mai nulla di buono - E ... qual è il prezzo? -
-
Prezzo? - Ripetè Franmalth spalancando la bocca - È una cosa di poco conto ...
Se cedi la tua anima e smetti di essere Hoteye, allora puoi diventare il nuovo
Zaref! -
Rinunciare
alla sua anima? Smettere di essere se stesso? Perdere tutti i suoi ricordi, suo
fratello e i suoi amici?
-
Questa non è una cosa da niente! - Tuonò Hoteye, mentre in sottofondo
riecheggiava l’annuncio di Mard Geer sull’arrivo di nuovi concorrenti. - Io non
voglio smettere di essere quello che sono! È vero che ho sbagliato! Sono
pentito di quello che ho fatto! Lo sono sempre stato ma ... Non mi tirerò
indietro adesso che è venuto il mio momento! Preparati demone perché ti ributterò
negli abissi da cui provieni! - Hoteye non perse altro tempo e mosse una mano
verso l’alto attivando la sua magia - Liquid Ground! -
Il
pavimento della sala cominciò improvvisamente a sciogliersi in un mare di
fango, roteando come un vortice e risucchiando nel suo occhio Franmalth e tutte
le ricchezze disseminate sul pavimento.
-
Che stai facendo? - Urlò il demone furibondo - Oh! Fermati! Questo non mi piace
per niente! -
-
Sprofonda. - Con un ultimo movimento Hoteye puntò le dita verso il basso e di
colpo il mare di fango si contrasse richiudendosi in una morsa solida. Nella
sala scese il silenzio, mentre dalla melma emergeva a stento la punta di
qualche oggetto prezioso e una delle mani di Franmalth. Hoteye lanciò un
sospiro di sollievo: aveva concentrato tutto il potere che aveva in
quell’attacco e ne era uscito vittorioso.
Non
aveva idea di quanto si stesse sbagliando!
-
Come hai osato colpirmi? - Il fango essiccato si spezzò di colpo, mentre un
Franmalth furibondo saltava fuori. Aveva perso il suo elmetto, scettro e
armatura ma in compenso adesso tutti gli aculei sulla sua schiena erano ben
visibili. Sembrava ancora più spaventoso di prima - Oh, mi domando proprio quanto
ti costerà questo peccato! Per ripagarmi devi darmi almeno mille anime! -
Franmalth non perse altro tempo e passò all’attacco allungando un braccio per
colpire Hoteye. Per fortuna il mago, grazie ai suoi occhi miracolosi riuscì ad
evitare il colpo.
-
Pensi sia così facile? -
Hoteye
capì troppo tardi che il braccio che aveva evitato si era appena diviso in una
sfilza di tentacoli. Le appendici lo afferrarono con la stessa forza di una
ventosa ed una scarica lo attraversò immediatamente. In un istante la vista si
sfocò: Franmalth stava risucchiando tutto il suo potere. La bibbia gli scivolò
di mano, mentre tentava inutilmente di staccare i tentacoli che lo bloccavano
ma la forza che gli era rimasta nelle braccia ormai era troppo poca per
riuscire nell’impresa. Era davvero questa la sua fine? Gli tocava morire così,
senza poter dare un senso a tutto quello che aveva fatto? Senza poter
riscattare i suoi peccati?
-
Shuriken Cards! -
Ma
per fortuna, quello non era ancora il momento stabilito per Hoteye. Un sfilza
di carte saettò per la stanza, tranciando di netto il braccio del demone.
-
CHI È STATO? - Franmalth si ritirò strillando come un matto ed Hoteye,
finalmente libero dalla sua presa, scivolò a terra annaspando per riprendere
aria.
-
Ma come? Credevo che qualcuno avesse annunciato a tutti che Fairy Tail era
arrivata! - Gli fece eco una voce sarcastica, quella di Cana. La ragazza e i
suoi compagni avevano appena raggiunto il quarto piano. Hoteye girò su di lei
il suo sguardo meravigliato. Non avrebbe mai immaginato di vedere Fairy Tail
correre in suo soccorso. Forse la sua fede l’aveva premiato, mandando degli
angeli per un peccatore disperato come lui.
-
Voi andate avanti, ci penso io qui. - Suggerì la cartomante - Non ho mai
sopportato i demoni, rovinano le mie letture del futuro. -
Gray
le fece appena un cenno guidando il resto dei compagni.
-
Ma tu Levy rimani qui con me. -
La
ragazza si inchiodò dopo qualche passo - Eh? Ma cosa faccio io? -
-
Quando rimango a corto di carte disegnane altre per me. -
-
Cosa? -
-
Non importa se non sono perfette! Spicciati! - Ed in un batter d’occhio Cana
aveva già tirato gran parte del suo mazzo contro Franmalth scatenando
un’esplosione così forte da far vibrare tutto il piano.
-
Jolt of Fate! Wind Edge! - All’esplosione seguirono il boato di un tuono e un
turbine abbastanza forte da riempire le pareti di crepe ma quando la polvere si
depositò apparve evidente che Franmalth era ancora fermo al suo posto. Fumava
per la rabbia così forte da aver cambiato colore in un rosso acceso.
-
Duemila? Cinquemila? Diecimila anime non basteranno come compeso per quello che
avete fatto! - Strillò il demone mentre il suo braccio si rigenerava in un sol
colpo, schizzando fuori come nuovo dalla carne che era stata tranciata. Di
fronte a quella scena Levy lanciò uno strillo disgustato ma Cana si limitò a
storcere il naso.
-
Vi distruggerò! - Tuonò il demone - La mia maledizione mi permette di assorbire
i poteri delle mie vittime ma voi non vi voglio. Vi farò sparire usando l’anima
più forte che ho! - Ed a quel punto l’aura di Franmalth si accese
improvvisamente di nero mentre la sua forma cambiava. In un attimo il demone
faceva già sfoggio di una lunga braba grigia, capelli lunghi e arruffati e una
benda sull’occhio. Anche se quel viso grottesco non era lo stesso, Cana non
perse tempo a riconoscerlo - Hades? Ma come fai ad avere i suoi poteri? -
-
Ahaha! Ho trovato questo corpo giusto poco tempo fa tra le macerie del
consiglio e mi sono innamorato dell’enorme quantità di magia che conteneva. Hai
paura non è vero? -
Sì.
In un certo senso Cana aveva paura ma le venne lo stesso da ridere - È
meraviglioso! Credevo che dopo quello che aveva fatto Erza non avrei mai più
avuto occasione di uccidere quel bastardo con le mie mani! -
-
Cosa? - Franmalth esitò un istante e quell’istante fu più che sufficiente: in
un attimo Cana aveva già evocato il tarocco della forza, assorbendone tutto il
potere. La sua aura si accese all’istante facendosi rossa e brillante. Anche se
i suoi poteri non le permettevano di prevedere le mosse dei demoni poteva
ancora usarli per combattere.
-
Evoco il mago e l’imperatore! -
Cana
roteò tra le dita un’altra coppia di carte prima di lanciarla in mezzo al
campo. Immediatamente le due figure risposero al suo richiamo ed in sala si
materializzarono un vecchio con un lungo cappello ed un bastone ed un uomo armato
con una grossa spada. - Andate! - I due si lanciarono immediatamente
all’attacco ma in pochi istanti la magia di Hades - Franmalth aveva già
disintegrato i tarocchi.
-
L’angelo e l’imperatrice! - Riprovò Cana evocando altre due figure, un bellissimo
angelo guerriero ed una donna armata con uno scettro d’oro.
-
È inutile! - Replicò Franmalth assorbendo questa volta tutto il potere dei
tarocchi. - Potete evocare qualsiasi cosa contro di me! Usare qualsiasi magia,
ma io l’assorbirò lo stesso! -
-
E ora che facciamo? Come ti aiuto? - Gridò Levy, che nel frattempo si era
spostata al capezzale di Hoteye. Cana non ne era totalmente sicura - Disegnami
la carta della cosa più spaventosa che ti viene in mente! -
-
Amaterasu! - Tuonò il demone, imitando i poteri di Hades e stringhe di rune
oscure avvolsero i maghi. L’esplosione li investì in pieno, scagliandoli a
terra tramortiti. Sarebbero stati uccisi se Cana non avesse evocato in tempo il
tarocco della torre, per proteggerli con un cerchio di mura.
-
Lo vedete? Lo vedete che non potete fare niente? - Rise Franmalth - Noi demoni
di Tartaros siamo armi biologiche create da lord Zaref! Siamo invincibili!
Abbiamo abbastanza potere per abbattere un esercito! -
E
forse era vero. Cana tossì cercando di riempire i polmoni con un po’ d’aria e
fu solo allora che si accorse di Levy che le stava tendendo qualcosa: una nuova
carta da gioco.
-
Prova questo. - Le sussurrò la ragazza. Hoteye si era rialzato cercando di
proteggerla con il suo corpo massiccio ma non era riuscito a fare molto e
adesso sembrava in condizioni ancora peggiori di prima.
-
Siete spacciati! Condannati! Prenderò pure le anime dei vostri compagni! -
-
PROVACI SE CI RIESCI! - Questa volta Cana fu più veloce, si fidò di Levy ed
evocò il contenuto del nuovo tarocco. In un istante una montagna d’acciaio
piovve sul povero Franmalth ... schiacciandolo.
-
Una montagna d’acciaio, eh? Bella scelta! - Esultò la cartomante e Levy sorrise
per il piccolo colpo di genio che aveva avuto: il loro avversario poteva pur
assorbire anime e incantesimi ma non era capace di farlo con gli oggetti
inanimati. Ma se Levy si fosse limitata ad usare la sua Solid Script senza
combinare i suoi poteri con Cana, l’effetto non sarebbe mai stato lo stesso.
-
È ... È finita? - Sussurrò Hoteye mentre la gigantesca roccia spariva e Franmalth
si dissolveva liberando tutte le anime che aveva raccolto negli ultimi secoli,
sembravano un mare di piccole lucciole. Cana le seguì con lo sguardo mentre si
allontanavano, scappando attraverso i vetri rotti delle finestre verso la loro
prossima meta. Hoteye le augurò brevemente di trovare pace ma la cartomante
scosse la testa, sperando che quella di Hades puntasse dritta verso l’inferno.
-
Posso chiederti una cosa? - Levy si rimise a stento in piedi usando Cana come
sostegno - Ma, quand’è che sei diventata così potente? -
-
Ah ... Non ho già spiegato una mezza cosa a Tenrou? -
-
Mezza! - Sottolineò Levy.
-
Siete due angeli! - Hoteye le zittì serrandole in un abbraccio mozzafiato.
Stava piangendo fiumi e fiumi di lacrime - Mi avete salvato! Mi avete salvato
anche se sono un peccatore imperdonabile! Oh, vi prego! Salvate anche i miei
compagni! Tartaros è troppo forte per noi! -
Poi un
fiume d’acqua venne giù per le scale, minacciando di trascinarli via con la sua
furia in piena.
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Capitolo 68 *** Acqua ***
Acqua
E ora è il turno di Wally e Torafusa con l'aggiunta di ...
Acqua
Take a breath, take it deep
"Calm yourself," he says to me
If you play, you play for keeps
Take the gun, and count to three
I'm sweating now, moving slow
No time to think, my turn to go
And you can see my heart beating
Oh, you can see it through my chest
Said I'm terrified, but I'm not leaving
I know that I must pass this test
So just pull the trigger
(Russian Roulette - Rhianna)
Erza si prese per un attimo il mento,
passando in rassegna con occhio critico tutte le armature disposte sul bancone
davanti a lei. La prima era piuttosto semplice, fatta di metallo lucido e
scintillante. La seconda sembrava molto più resistente ma anche più pesante. La
terza infine sembrava imbevuta di qualche strano potere magico. Quando aveva
deciso di comprare un’armatura non aveva la minima idea che sarebbe stato così
difficile.
- Ma stiamo scherzando, ragazzo? Che sono
queste lattine? - Una voce maschile riecheggiò dietro di lei, costringendola a
girarsi con uno scatto.
- Wally! - Il nome del compagno le scappò di
bocca prima che se ne rendesse conto. - Che cosa ci fai qui? - Aggiunse Erza
con un sibilo, ma il mago ingorò le sue minacce avvicinandosi con disinvoltura
al bancone ed appoggiandosi con un gomito sul legno. Come al solito non si era
nemmeno curato di indossare un mantello ed un cappuccio e continuava a portare
i suoi caratteristici occhiali scuri. - Spero che tu non faccia sul serio ... -
Continuò Wally additando il ragazzo dietro il bancone con il suo sigaro - Hai
visto la mia amica, no? L’hai vista bene? Una giovane donna come lei non può
andare in giro con qualcosa del genere. Queste armature vanno bene per un
vecchio mercenario o un soldato in pensione, non per lei! Sbrigati e portaci
qualcosa di più femminile! - Ed il ragazzo schizzò nel deposito come se avesse
avuto un mostro alle calcagna.
- Ti ho chiesto cosa ci fai qui! - Sibilò
ancora Erza, terrorizzata che qualcuno, magari un cavaliere runico, potesse
vederli in pubblico insieme - Scommetto che ti ha detto Kagura che venivo qui!
-
- Kagura era molto preoccupata. - Le
confessò Wally fumando come se nulla fosse - Voleva venire lei in persona a
darti un consiglio ma era impegnata con una delle sue missioni, perciò sono
venuto io. Non sei contenta di vedermi? -
- Io non volevo nessuno! -
Per anni Erza non aveva fatto altro che
rubare spade ed armature con le sue abilità di Requip Mage, ma adesso,
lavorando con Fairy Tail, aveva finalmente messo da parte qualche risparmio.
Era per questo motivo che aveva deciso di fare compere; non le sembrava più
giusto rubare visto che ora poteva permettersi di acquistare quello che
desiderava.
- Ecco a voi! - Il commesso la strappò ai
suoi pensieri depositando un nuovo carico di armature sul bancone. Di certo
erano più femminili di quelle precedenti ma questo le rendeva anche molto più
“rivelanti” e più di quanto Erza avesse mai immaginato. La prima armatura era
composta da un unico body di ferro. La seconda aveva un elmo con delle penne,
ideale per un amazzone o una brasiliana. La terza si riduceva ad un semplice
reggiseno ed un perizoma di ferro dorato.
- Ma stiamo scherzando? - Gridò questa volta
Erza - Cosa direbbe Jellal se mi vedesse così? -
- Mi ringrazierebbe, probabilmente. -
Aggiunse Wally soffiando una voluta di fumo dritta in faccia al ragazzo che gli
stava davanti - Ma non ci siamo ancora ragazzo. Vogliamo qualcosa di più
femminile, ma non qualcosa da indossare a carnevale. L’hai vista bene la mia
amica? Lei è una vera guerriera, le serve un’armatura per andare in battaglia!
Non hai un pezzo più cool? -
- Te lo faccio vedere io qualcosa di più
cool! - Strillò alla fine il ragazzo - Ma per chi mi hai preso? Per il
commesso? Io sono il padrone di questo negozio! Se a te e alla tua amica non
sta bene quello che vendo, andate da qualcun altro! - E l’attimo dopo una
pioggia di martelli ed attrezzi da fabbro costrinse Erza e Wally a correre
fuori dal negozio a gambe levate. I due si fermarono solo all’angolo della
strada al riparo dietro la parete di una casa, senza fiato.
- Hai visto cos’hai combinato? - Erza serrò
un pugno - E quello era il miglior negozio della città! -
- Se quello era il migliore non oso
immaginare gli altri! - Wally si risistemò il cappello e gli occhiali, cercando
di recuperare l’eleganza persa - Sai cos’è veramente cool, Erza? Un’armatura
personalizzata. Ho sentito di una certa catena d’abbigliamento che sta facendo
successo negli utlimi tempi: Heart Kreuz.
- Il ragazzo fece scricchiolare le nocche - Sono sicuro che non
rifiuteranno un testimonial del tuo calibro, specie se glielo chiedo nel modo
giusto. -
- WALLY! - Erza fu costretta a rincorrerlo
fuori dal vicolo, pregando che per il “modo giusto” non intendesse nulla di
mafioso. Quel giorno la ragazza non sapeva ancora che alla fine Heart Kreuz
avrebbe accettato davvero di realizzare delle armature per lei.
Ah, quel Cane Matto di Wally! Quando erano
ancora prigionieri alla Torre, Jellal gli aveva dato quel soprannome perché
Wally era sempre il più pazzo del gruppo, che non smetteva mai nemmeno un
giorno di pensare ad un modo per evadere dalla loro prigione. Crescendo Wally
era uno di quelli che era cambiato di più. Erza si ricordava ancora il giorno
in cui erano sgattaiolati di nascosto in un cinema. Wally era rimasto così
impressionato dal film che aveva deciso di fare del suggerimento del protagonista
il motto della sua esistenza: “Non puoi fare il cane sciolto per tutta la vita.
Non c’è nulla di cool in un cane. Ma se ti impegni puoi diventare un uomo, un vero
boss.”.
Wally per Erza era quasi un fratello, così
come tutti gli altri compagni di Crime Sorcière. Oltre a numerose lezioni di
stile, le aveva insegnato anche molte cose sul coraggio e sull’onore. Cosa
avrebbe dato per vederlo un giorno finalmente libero e felice! Libero
dall’incubo dei demoni!
-
So cosa hai fatto. - Cominciò Torafusa e Wally per tutta risposta lo ricambiò
con un sorriso divertito.
-
Allora hai sentito parlare anche tu delle mie grandi gesta? -
-
Ne ho sentito parlare e sarebbe scorretto da parte mia negare la cosa. - Ammise
il demone - È per questo che ho suggerito di candidare te come erede di lord
Zaref. -
-
Capisco. - Wally annuì - Ma in quanto uomo non posso accettare questa proposta.
-
Mentre
parlavano entrambi si fronteggiavano guardandosi dritti negli occhi, come guerrieri
d’altri tempi pronti ad un duello all’ultimo sangue. Erano così impegnati a
fissarsi che non si mossero nemmeno quando la voce di Mard Geer riecheggiò per
la torre annunciando l’arrivo di Fairy Tail e del Consiglio.
-
Non metterò in questione la tua scelta. Ognuno decide in cosa riporre il suo
orgoglio. - Commentò Torafusa - Ma spero che tu sappia cosa vuol dire tutto
questo: adesso mi tocca eliminarti. -
-
Vedremo chi alla fine resterà in piedi. -
Non
c’era bisogno di fare venti passi, girarsi e poi sparare: Wally alzò subito la
mano puntandola come una pistola contro il nemico ma Torafusa alzò le braccia
ed il colpo rimbalzò sulle sue scaglie andando a conficcarsi da qualche altra
parte nelle mura rivestite d’acciaio. L’attimo dopo il demone era già scattato
all’attacco usando le sue pinne affilate come lame per tirare un fendente al
suo avversario. Per fortuna Wally era pronto ad accoglierlo: il suo corpo si
scompose in un istante in una miriade di piccoli blocchi.
-
Polygon Attack! -
Ed
i blocchi si riversarono su Torafusa con una gragnola di colpi. Peccato che le
scaglie del demone fossero troppo dure e che il mostro avesse dalla sua parte
degli incantesimi ancora più terribili di quello.
-
Basta farmi il solletico! - Torafusa raccolse tutta l’energia che aveva nella
sua aura e Wally fu costretto a farsi precipitosamente da parte per non essere
disintegrato. Il mago si ricompose giusto a qualche passo di distanza, ma il
demone era già pronto per scagliare la sua prossima mossa: una bolla d’acqua avvolse
Wally completamente, mozzandogli il fiato. La pressione era tale da impedirgli
perfino di utilizzare la sua magia, scomporsi e rompere la bolla. Mentre
cercava disperatamente di evadere dalla sua prigione l’aria che aveva nei
polmoni gli scappò via riempiendogli la bocca d’acqua, la vista si scurì e
Wally riuscì a stento a scambiarsi un’ultima occhiata con Torafusa: il demone
lo guardava come se fosse stato poco più di un ... misero cane. E così finiva
la sua storia? Una fine veramente indegna per un uomo ... Ma Wally non sapeva
quanto si sbagliava.
L’unica
cosa che il mago riuscì a distinguere attraverso il muro d’acqua fu una
scheggia azzurra che schizzava verso di lui e poi la bolla si frantumò, lasciandolo
cadere sul pavimento con un tonfo. Wally si ritrovò a tossire per riprendere
faticosamente un po’ d’aria e sputare fuori tutta l’acqua che aveva
inghiottito, il cappello e gli occhiali scuri sparsi sul pavimento.
-
Fairy Tail immagino. - Borbottò Torafusa e Wally alzò lo sguardo seguendo la
sua voce. Per un attimo tutto quello che vide furono capelli blu.
Jellal
era tornato indietro per aiutarlo? Non era contro le regole?
-
Fairy Tail, esattamente. -
Poi
il mago riuscì finalmente a schiarirsi la vista e capì che tra lui e il demone
adesso c’era una giovane donna. L’aveva già vista: quella era Juvia.
-
Ora Juvia sarà il tuo avversario, demone. - Annunciò la ragazza, mettendosi in
posizione di combattimento ma la voce di Gajeel la corresse mentre il dragon
slayer le si faceva accanto - Saremo noi i tuoi avversari. -
-
Anche Gajeel - kun? - Ripetè l’altra - Porprio come nelle vecchie missioni? -
-
Ho dei dubbi. Io lavoravo con un’altra Juvia. - Sbottò l’altro - Oggi mi
sveglio e scopro di colpo che è la sorella di uno dei più pericolosi ricercati
di Fiore! -
-
Non offendere Jellal! - Strillò la ragazza pestandogli un piede con tutta la
forza che aveva. Torafusa aggrottò un sopracciglio, confuso, ma non mosse un
singolo muscolo mentre gli altri maghi di Fairy Tail raggiungevano le scale
alle sue spalle e si richiudevano dietro la pesante porta di metallo. Gray si
girò a stento per gridargli di fare attenzione.
-
Siete venuti ... - Tossì inutilmente Wally.
-
Tranquillo. - Lo rassicurò Juvia - Questo bestione non ha speranze. - E la maga
non perse altro tempo a scagliare uno dei suoi Water Slicer. Torafusa parò
facilmente il colpo ma senza rendersi conto che si trattava di un puro
diversivo: il pugno di Gajeel lo prese in pieno al mento, scagliandolo in aria.
Da quell’istante in poi il demone non ebbe più alcuna chance di difendersi: una
pioggia d’incantesimi d’acqua e di attacchi da dragon slayer lo travolse. Ogni
volta che il suo massiccio corpo sbatteva contro le pareti il rumore rimbombava
per tutta la torre, assordante come non mai. Wally si tirò a stento a sedere,
stropicciandosi gli occhi. Non riusciva a credere a quello che vedeva: non
sapeva più nemmeno chi dei tre fosse un demone nato dai libri di Zaref. C’era
qualcosa di terrificante tanto in Gajeel quanto in Juvia e non sapeva che si
trattava dell’esperienza accumulata in anni a Phantom Lord che stava tornando a
galla. Perfino Torafusa aveva un’espressione scioccata, come se di colpo si
fosse trovato di fronte a dei mostri peggiori di lui.
-
Iron Dragon’s Roar! -
-
Water Beam! -
Schegge
d’acciaio e proiettili d’acqua schizzarono da tutte le parti e quando la furia
dell’attacco si esaurì, ormai Torafusa si era accasciato contro la parete
opposta. Per qualche istante il demone tenne la testa chinata mentre l’unico
suono rimasto a riempire l’aria era quello del respiro affannato di Gajeel e
Juvia che avevano consumato gran parte della loro energia in quella raffica di
incantesimi. Per un attimo Wally si illuse che avessero vinto, ma poi la voce
di Torafusa riecheggiò distorta dall’eco delle pareti - Complimenti per le
vostre abilità, mi costringete a cambiare tattica. Visto che vi piace così
tanto usare incantesimi d’acqua permettemi di invitarvi nelle profondità
dell’Ade! Andrete a fare compagnia Davy Jones! Tenchi Kaime! - Bastò che la
formula gli scivolasse fuori dalla bocca perché un mare d’acqua scura e densa
come petrolio apparisse dal nulla, investendo i maghi con la sua furia. Juvia
riuscì a stento a creare due capsule d’aria per Wally e Gajeel, prima che il
liquido arrivasse fino al soffitto. Le occorse un po’ per riuscire ad abituare
la vista a quel buio pesto, giusto in tempo per evitare un colpo di pinna
affilata. Torafusa adesso aveva cambiato forma: si era trasformato in un mostro
ancora più imponente e disgustoso con una grossa bocca da piragna. Il demone
ghignò e poi tornò all’attacco muovendosi molto più velocemente di lei. Il
pugno raggiunse Juvia allo stomaco, scagliandola contro la parete. Gajeel le
gridò qualcosa ma la testa le rombava talmente tanto per il colpo ricevuto che
non riuscì nemmeno a sentirlo. Il dragon slayer afferrò il braccio del demone per
provare a bloccarlo ma Torafusa non perse un singolo istante per reagire:
scagliandolo contro Wally. Fu solo per miracolo che le loro bolle d’aria non si
ruppero.
In
un attimo la situazione si era ribaltata e adesso i maghi erano in completo
svantaggio. Nonostante l’acqua fosse l’elemento di Juvia quella sostanza scura
aveva qualcosa di strano: la sentiva bruciare sulla pelle mentre le risucchiava
tutta la magia che aveva in corpo.
-
Quest’acqua è velenosa! - Annunciò Torafusa in modo che potesse sentirlo anche
lei - Chiunque immerso in questo liquido è destinato a morire in cinque minuti!
-
Gajeel
stava tentando inutilmente di rispondere ai colpi del demone ma ormai il mostro
sembrava diventato troppo veloce per lui. Wally sembrava già sul punto di
perdere conoscenza. Juvia capì subito che se non avesse agito in fretta sarebbe
stato tutto inutile. Tutto inutile per il suo amico dragon slayer, per gli
altri maghi nella torre, per Erza e per Jellal che voleva salvare a tutti i
costi. Capì che le serviva una mossa disperata.
-
Questo è il potere di Tartaros! - Ruggì il mostro sottomarino, assestando un
ultimo pugno a Gajeel così forte da distruggere le sue riserve d’aria - Non
avete alcuna speranza! - Ma fu proprio in quell’istante che il demone capì che
c’era qualcosa di strano nella corrente. Scorse con la coda dell’occhio un
rivolo d’acqua azzurra e pura scorrergli accanto e poi ...
Di
colpo la pressione nella stanza si fece così insopportabile che neppure le mura
d’acciaio riuscirono a resisterle, cedendo di schianto. Fu come se una pentola
a pressione fosse appena scoppiata. L’intera torre venne scossa dalla violenza
dell’esplosione e uno tsunami d’acqua incontrollato venne letteralmente
vomotato fuori dal quinto piano. Una cascata rotolò giù per le scale e un’altra
scrociò lungo le pareti esterne abbattendosi di sotto con il fragore di un
tuono. Torafusa aveva sottovalutato i suoi avversari, dimenticando il fatto che
anche Juvia poteva potenzialmente evocare un’oceano. Colse giusto per un
istante la figura della ragazza che gli sorrideva, aveva afferrato Wally prima
che fosse trascinato via e poi ... Gli artigli di Gajeel lo trapassarono da
parte a parte perforandogli l’addome.
-
Co ... Io ... Torafusa ... Io con la più alta difesa di tutti i nove Demon Gates!
-
Forse
voleva dire qualche altra cosa, forse voleva dire che il suo corpo assorbendo
il carbone nell’acqua tossica poteva diventare duro come un diamante ma non
fece in tempo. Un ultimo Water Slicer e la sua testa volò via, perfettamente
staccata dalle spalle. Gajeel ritirò il braccio con uno scatto e il corpo del
mostro si afflosciò a terra, nell’acqua rimasta.
-
Bella mossa Donna della Pioggia! - Ridacchiò Gajeel ma quando si girò scoprì
che anche la sua compagna era crollata a terra. La raggiunse più in fretta che
poteva, poggiandole la testa sulle ginocchia. Sembrava ancora più pallida del
solito. Che avesse assorbito più veleno degli altri? Forse a causa del suo
corpo d’acqua ...
-
Ehi! Che c’è? Cosa ti prende all’improvviso? -
La
maga strinse la mano di Gajeel - Dici a Gray - sama che Juvia l’ha sempre
amato. - Poi non riuscì a sussurrare altro. La sua presa si sciolse le la testa
le cadde di lato.
-
JUVIA! EHI DONNA DELLA PIOGGIA! - Gajeel
gridò con tutta la forza che aveva scuotendola per le spalle. Non riusciva a
crederci. Quello doveva essere un incubo. Avevano appena vinto, no?
-
Non farmi scherzi! Non puoi morire proprio adesso! JUVIA! -
-
E smettila di scuotere! - La maga riaprì
di colpo gli occhi - Stai rovinando tutto! Juvia voleva fare questa posa drammatica
da una vita! Se vuoi rianimarla vai a chiamare Gray - sama e dille di baciarla
per un’ultima volta. - La ragazza sottolineò il concetto esibendo un dito medio
prima di chiudere di nuovo gli occhi e piegare di nuovo la testa di lato con la
stessa finta debolezza. Il dragon slayer d’acciaio scoppiò a ridere e Wally si
stropicciò gli occhi, incredulo. Ma quella era davvero la sorella di Jellal?
Per
fortuna pochi minuti dopo Wendy e gli altri li avevano raggiunti al loro piano,
pronti a prestare soccorsi e Juvia si affrettò a rimettersi in piedi prima che
fosse Hoteye o qualcun altro ad offrirsi di svegliarla con un bacio.
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Capitolo 69 *** La storia letta dai demoni ***
La storia letta dai demoni
Questo
è uno dei capitoli, insieme al prossimo, che mi piace di
più per come mi è riuscito durante l'arco di Tartaros.
Simon contro Sayla e ...
La storia letta dai demoni
What I've done
I'll face myself
To cross out what I've become
Erase myself
And let go of what I've done
For all I've done
I'll start again
And whatever pain may come
Today this ends
I'm forgiving what I've done
(What I've done? - Linkin Park)
Era ormai sera tra le montagne isolate e
sperdute che Crime Sorcière aveva eletto come sede della propria gilda. In realtà
quella che avevano occupato era la base segreta di un’altra associazione
oscura, sterminata durante il corso di una delle loro tante operazioni, ma
Ultear l’aveva ritenuta abbastanza sicura da poterla riutilizzare. Sebbene
fosse un po’ spoglia, Meredy e Hoteye avevano cercato di decorarla alla meglio
e per Erza il posto sapeva lo stesso di casa. Erano i suoi compagni a rendere
l’atmosfera piacevole, mentre seduti a tavola bridavano e scherzavano tra di
loro. La ragazza aveva lasciato Fairy Tail, dicendo di essere impegnata in una
missione di livello S, sulle tracce di un mago oscuro e ne aveva combattuti di
nemici! Ma lo aveva fatto in un modo che né il master né nessun altro si
sarebbero aspettati.
- Ah! La birra è la migliore invenzione di
questo mondo! - A riscuoterla dai suoi pensieri ci pensò Simon, sbattendo sul
tavolo il boccale che aveva appena svuotato - Cosa c’è di meglio per
rinfrescarsi dopo aver dato la caccia a un branco di farabutti? - A vederne la
faccia estasiata, Erza non riuscì a contenere un risolino - Lo sai? C’è una fatta
apposta per te a Fairy Tail. -
Questo colse all’istante l’attenzione del ragazzone
- Potrebbe farmi da mogliettina?Cicinare e rimboccarmi le coperte?-
- In realtà Cana potrebbe accompagnarti
massimo al bar. È il tipo che passa le serate nei night club a strillare agli
spogliarellisti e che al mattino trovi sbronza fuori dalla porta di casa. A
volte ... -
- Simon, ti proibisco di incontrarla. -
Kagura tagliò corto zittendo Erza prima che aggiungesse altro ed il ragazzo
chinò la testa ubbidiente. - Ricevuto ... - Ma si riscosse subito dopo
indicando il boccale che Erza aveva davanti - Un attimo! Tu hai certe amiche e
non riesci nemmeno a finire una birra? -
- Non è vero! - Ma la realtà era che il
liquido sfiorava ancora l’orlo.
- Andiamo! - Continuò Simon - Ti conosco da
quando eravamo bambini! È vero! Non ti ho mai vista ubriaca nemmeno una volta!
-
- Solo perché io reggo bene l’alcol! -
Protestò Erza, assolutamente decisa a non accettare la verità dei fatti.
- Ah, sì? - E Simon non aspettava altro -
Allora ti sfido! Chi vince si prende il bottino dell’altro! - Per un attimo
tutto il tavolo piombò nel silenzio. Soltanto Jellal fece sentire la sua voce
tentando invano di dire che non era una buona idea lanciare sfide a Crime
Sorcière - Non vi ricordarte l’ultima volta che abbiamo avuto un torneo di
poker? Sho ha vinto la finale contro Kagura, ma è stato costretto a darsi alla
latitanza per una settimana intera, visto
che lei voleva come rivincita un duello di spade ... -
- ACCETTO! - Erza lo mise a tacere sbattendo
anche lei il suo boccale sul tavolo ed il povero ragazzo alzò le mani al cielo
- Ma conto qualcosa in questa gilda? - Per tutta risposta Hoteye aveva già
stappato una bottiglia ridacchiando che lo sapeva che un giorno o l’altro gli
sarebbe tornata ultile la sua passione di collezionare wisky. Wally sparò un
colpo in aria per segnare l’inizio della gara ed i primi due bicchieri andarono
giù tutti d’un fiato.
Quando il giorno dopo Erza si svegliò, la
prima cosa che realizzò fu che era caduta dal letto e che la faccia le faceva
un male bestiale: aveva colpito il pavimento. La maga si passò prima una mano
sul naso e poi tra i capelli, sforzandosi di rimettersi a sedere con tutta la
forza di volontà che aveva. Si trovava nella sua camera da letto e non più
nella base segreta di Crime Sorcière, eppure non ricordava come c’era arrivata.
L’unica cosa che sapeva era che tutto le girava lentamente attorno, che aveva
una nausea pazzesca e che la testa le martellava come se ci fosse stato
qualcosa dentro. Che diavolo era successo?
Erza si trscinò a stento fino in bagno,
sperando di ravvivare la memoria sciacquandosi con un po’ d’acqua fresca e fu
soltanto allora, guardandosi allo specchio che capì di avere uno strano foglio
appiccicato sulla fronte. Non appena lo aprì la scrittura a stampatello di
Simon l’accolse a lettere cubitali: “ HAI PERSO!PERSO! HO GIA’ PRESO IL MIO
PREMIO DALLA TUA BORSA E ... AHAHAHA! NON SAI CHE SPASSO SEI DA UBRIACA! A
QUANTO PARE DIVENTI IL TIPO CHE SI ARRABBIA PER TUTTO E NON RIESCI NEMMENO A
RICONOSCERE LE PERSONE! LO SAI CHE HAI SCAMBIATO UL PER JELLAL E HAI PROVATO A
BACIARLA?” Erza non riuscì nemmeno a fare in tempo a leggere “ IL TUO CARO SIMON” in fondo alla pagina, prima che la nausa
vincesse definitivamente contro di lei. Tirò il foglio dritto contro lo
specchio e si aggrappò con tutte le sue forze alla tazza del water.
Da quel giorno in poi Erza giurò che avrebbe
bevuto solo tè e al massimo aranciata ma Ultear non aveva più smesso di
prenderla in giro per quella storia del bacio e Simon per aver perso la loro
sfida.
Ah, Simon ... Era da quando era nata che lo
conosceva. Un ragazzone dal cuore tenero, fedele e premuroso. Per lei era come
un fratello. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvarlo dai demoni!
-
So cosa hai fatto. - Disse Sayla non appena la porta al piano superiore si
richiuse lasciando lei e Simon da soli. - So tutto quello che hai fatto. -
Continuò il demone girandosi a pancia sotto e continuando a sfogliare
pigramente le pagine del libro che stringeva. - Sei prevedibile, proprio come i
personaggi di questi racconti. Sapevo fin dall’inizio cosa avresti fatto:
seguire cecamente tua sorella e i tuoi amici ... -
-
CHE NE SAI TU DI ME? - Simon ritrovò di colpo la voce con uno strillo indignato
- Mi hanno portato via la mia famiglia, fatto schiavo e costretto a costruire
questa torre! Ho combattuto per diventare più forte e per il bene di chi amo! E
tu ti permetti di parlare della mia vita come se fosse stata un’opera mediocre?
Che ne sai del mio impegno! -
-
Le storie scritte dagli umani sono tutte noiose. Ne ho lette così tante ma
nemmeno una è degna di nota. Dovrei scrivere io stessa una storia. - Sayla
richiuse il tomo che aveva con un tonfo. - Se accetti di diventare uno dei miei
personaggi renderò il tuo un racconto unico. - Gli occhi della donna demone si
piantarono su di lui con una profodità tale da farlo rabbrividire - Potrai
diventare l’erede di lord Zaref. - E al suono di quel nome Simon fece
istintivamente un passo indietro. Era vero. Tutto quello che Erza aveva detto
era vero. Tartaros stava cercando di portarli dalla loro parte, con le buone o
con le cattive. Ma lui non intendeva diventare il nuovo signore delle tenebre.
Per quanto potere potessero offrirgli, nulla poteva reggere il confronto con il
prezzo che doveva pagare. Non avrebbe permesso a nessuno di portargli via
Kagura e gli altri!
-
La mia storia è già abbastanza unica così com’è. - Annunciò Simon, sforzandosi di suonare coraggioso - E non ho
intenzione di barattarla per nessun altro ruolo. Dark Burst! - Il mago era già
pronto per scagliare uno dei suoi incantesimi quando Sayla lo antinicpò puntandogli
una mano contro. Il suo corpo si bloccò istantaneamente. - La mia maledizione,
Macro, mi permette di controllare gli altri. Perfino i corpi morti. - Gli
spiegò il demone - Sarebbe stato meglio se mi avessi ascoltata. - Poi Sayla
mosse una mano in direzione delle pareti ed il corpo di Simon si mosse
praticamente da solo andando a sbattere contro una grossa libreria. - Adesso
questa è una storia di demoni. Non ti aspettare cose come la pietà. - Ad ogni
movimento della mano di Sayla il corpo di Simon seguiva cecamente i suoi
ordini. Andò a sbattere ancora contro la parete, contro il soffitto e poi giù
con un tonfo sordo sul pavimento. La voce di Mard Geer riecheggiava di
sottofondo ma il dolore provocato dai colpi era talmente forte da impedire
perfino a Simon di sentirlo. Sayla lo liberò dalla sua maledizione soltanto
dopo una serie infinita di attacchi, scagliandolo con incredibile forza contro
un tavolo pieno di libri. Il legno si spezzò sotto il suo peso, lasciando Simon
ansimante in mezzo ai suoi detriti. La figura di Sayla adesso incombeva su di
lui con una mano spalancata - E così si chiude la tua storia. - Simon chiuse
istintivamente gli occhi, convinto anche lui che ormai fosse finita. L’immagine
di Kagura e dei suoi compagni gli apparve per un breve istante, poi la porta
del piano si aprì con uno schianto ed un lampo bianco piombò su Sayla
trascinandola a terra con sè. I due corpi rotolarono per un po’ prima di arrestarsi
contro una parete, permettendo finalmente a Simon di distinguere la figura
intervenuta in uno soccorso: una ragazza con un caschetto di capelli argentati.
-
Crystal Dragon’s Claws! -
Sayla
riuscì a stento a spingere via Lisanna con un calcio prima che la colpisse. La
ragazza atterrò qualche metro più indietro, scoprendo le zanne come una bestia furiosa.
Il demone si affrettò a rimettersi in piedi ma solo per essere colpita
inaspettatamente da un pugno così forte da scagliarla via, contro una delle
librerie superstiti. Per un attimo Simon di avere la vista appannata: in stanza
adesso c’era un mostro, un mezzo incrocio tra un uomo e un leopardo.
-
Elfman! Chi ti ha chiesto di intervenire? - Strillò Lisanna. Sayla si era già
rimessa in piedi scagliando contro di lei una pioggia di libri e detriti grazie
ai suoi poteri telecinetici. A deviare il colpo ci pensò una zampata della
mostruosa Satan Soul di Mirajane. - Anche tu??? - Continuò a gridare la dragon
slayer furiosa che qualcuno le stesse rubando la scena. - Siamo una famiglia,
non possiamo lasciarti da sola. - Le sorrise il Demone - Gray! Tu continua a
salire! Cerca Erza! - Ed il ragazzo fece come gli era stato detto lanciandosi
precipitosamente per le scale che portavano al terzo piano. Sayla tentò
inutilmente di bloccarlo, scagliando un’altra raffica d’oggetti contro di lui
ma il ruggito di Lisanna li disintegrò a metà strada.
-
Non ho bisogno di voi due! So cavarmela da sola! Me la sono cavata a Grimoire
Heart che vuoi che sia un demone di terzo livello? -
-
Deve essere stato terribile stare a Grimoire Heart per tutto questo tempo.
Perdonaci, avremmo dovuto cercarti meglio. - Mirajane deviò un altro dei colpi
di Sayla con un raggio oscuro. - Ma in compenso Mira ha dato già una lezione al
tuo amico Natsu per averti coperta. Non credo che dirà mai più una bugia in
tutta la sua vita! - Le spiegò Elfman giusto in tempo perché Sayla gli
piombasse addosso scagliandolo via con un colpo. Il mago andò a sbattere nella
parete accanto a Simon ma Lisanna e Mirajane erano già pronte a vendicarlo con
un pugno a testa.
-
Fatti da parte Elfman! -
-
Giusto! Tutti gli steroidi che hai preso mentre ero via devono esserti andati
in testa! -
-
Siete davvero fratelli? - Simon era completamente scioccato, durante tutta la
sua vita non aveva mai immaginato che persone della stessa famiglia potessero
parlarsi in quel modo. Ma Elfman non si accorse nemmeno della sua espressione -
Non si vede? -
-
Smettila di parlare e anche di muoverti. - Sayla tese una mano ed il corpo di
Elfman fece immediatamente come gli era stato ordinato. Il suo Take Over si
disattivò all’istante.
-
Oh, no! State attenti! - Gridò Simon - Con la sua maledizione può controllare
le persone! -
-
Lascialo! -
-
Sei così facile da controllare. - Disse Sayla tendendo un dito in direzione di
Lisanna come se stesse muovendo le stringhe di una marionetta - Così piena
d’odio e di risentimento che non potrebbe essere più facile di così. - La
dragon slayer ringhiò, tentando inutilmente di staccare i piedi da terra.
-
Uccidetevi a vicenda. -
Ed
il suo corpo si mosse praticamente da solo mirando ad Elfman con uno dei suoi
Crystal Dragon’s Claw. Il colpo lo mancò di poco, andandosi ad infrangere
contro la parete sulla sua testa e quella di Simon.
-
Sorellina attenta! - Il corpo di Elfman aveva già preso un altro Take Over,
scattando in avanti. Si trattava di quello della terribile bestia che i tre
avevano combattuto anni fa insieme. La sua zampata la colpì di striscio mentre
le gambe di Lisanna ricambiavano, di loro spontanea volontà con un calcio -
Stai attento tu idiota! -
-
Lasciali stare! - Mirajane si gettò su Sayla ma non riuscì a colpirla in tempo.
-
Macro: libera il limite. -
In
un attimo Sayla era già fuori raggio. Il demone adesso aveva cambiato forma,
assumendo sembianze molto più spaventose. La sua pelle si era fatta più scura,
le sue corna più lunghe, mentre i suoi capelli danzavano selvaggiamente attorno
alla sua testa in un modo simile a quello della Satan Soul di Mirajane. Le sue
gambe si erano trasformate in due lunghi trampoli dalla punta affilata. Ali le
spuntavano dai fianchi. Il suo bel kimono completamente sparito, ridotto a
brandelli lungo le braccia, mentre le lasciava scoperta tutta la parte
superiore. A mascherare le sue forme rimaneva solo un’intricata schiera di
tatuaggi, incluso il marchio di Tartaros sull’addome.
-
Percepisco che la tua magia è simile alla mia. - Le spiegò Sayla - Sento che il
mio Macro non può funzionare su di te ma ho un’alternativa: usandolo su di me
posso costringere il mio stesso corpo a potenziarsi infinitamente. -
-
Se percepisci come è fatta la mia magia allora dovresti sapere che i demoni li
mangio a colazione! - Ringhiò Mirajane sostituendo di colpo la sua
trasformazione con quella Alphas - Se fai del male ai miei fratelli o al
ragazzo di Crime Sorcière giuro che te ne pentirai! - E detto questo si scagliò
all’attacco.
-
Attenta Mira! - Gridò Elfman, giusto un istante prima che un pugno di Lisanna
lo atterrasse. I suoi avvertimenti erano inutili: purtroppo il Take Over di
Mirajane non stava funzionando e Sayla, con la sua forza disumana, continuava a
colpirla e a scagliarla contro le pareti.
-
Sei finita! Energy Blast! - Il demone tese un mano, per un attimo un terzo
occhio le si aprì in mezzo al palmo e poi un’esplosione mostruosa inghiottì
Mirajane, privandola della sua stessa trasformazione. Gli altri fratelli
Strauss gridarono disperati cercando di ordinare inutilemente ai loro corpi di
attaccare Sayla. Il demone sollevò una zampa, pronto a dare all’avversaria il
colpo di grazia, ma inaspettatamente la sua mano si fermò a mezz’aria. - Cosa?
-
-
Anche io sono in grado di controllare gli altri lo sai? - Simon era riuscito
giusto in tempo a prendere il controllo della sua ombra, inchiodandola sul
posto. - Non voglio essere un personaggio minore in questa storia! - Ma il suo
controllo era solo parziale. Sayla si girò di lato, pronta a indirizzare la sua
furia contro di lui, ma questa volta a trattenerla fu Mirajane, afferrandola
per le gambe - Ti ho detto che non tocchi nessuno di loro! -
-
Stai ancora provando a usare quell’inutile Take Over? - Strillò il demone -
Togliti di dosso! - Ma Mirajane le affondò le unghie ancora più forte nella
pelle - Lisanna! Elfman! Smettetela di combattere! Siamo una famiglia o no? -
Per
un attimo Sayla percepì come una scarica elettrica che le correva lungo la spina
dorsale. Cercò inutilmente di divincolarsi ma senza successo, Mirajane e Simon
la tenevano troppo stretta. Anche Lisanna ed Elfman sentirono la stessa scossa
ed il loro corpo si mosse subito dopo, seguendo l’ordine della sorella. Il
pugno bestiale di Elfman colpì Sayla alla testa con tanta forza da staccarla da
terra ed il ruggito di Lisanna la colpì a mezz’aria catapultandola in mezzo
alle macerie di una libreria. Quando il corpo del demone toccò terra il suo
Macro ormai si era disattivato ed anche le sue vittime crollarono sul
pavimento, senza respiro. Simon disattivò la sua magia e si lasciò andare anche
lui a terra, respirando forte e ridendo per il trucco che gli era riuscito -
Grazie ... Grazie veramente. Senza di voi non so come avrei fatto! -
-
Dovere. - Ricambiò Mirajane - Siamo venuti qui per salvare una nostra amica e
dato che lei tiene molto anche a voi non potevamo di certo non intervenire. -
-
Ma sta zitta e smettila di fare la santarellina! - Rantolò Lisanna - Dopo tutti
questi anni ... Sei ancora ... La solita stronza! Usare me ed Elfman come armi?
Che ti salta in mente? - Ma la sorella le rispose con un sorriso così adorabile
da zittirla - Lo sai che sei molto carina nel ruolo di dragon slayer? - Lisanna
si rritrovò a battere un paio di volte le palpebre prima di riuscire a parlare
di nuovo - Elfman dimmi la verità, ha presto una botta in testa mentre ero via?
-
-
Mira è diventata un vero uomo! - Replicò l’altro, strillando nonostante fosse
spiaccicato a faccia sotto sul pavimento. - Ha imparato a cucinare e adesso
serve al bar di Fairy Tail. - Continuò il mago.
-
Serve cosa? Veleno? -
-
No, tutto quello che ordini e va forte con le omelette. Aiuta la gestione della
bacheca, la gente la adora e come hai appena sentito è perfino diventata amica
di Erza! Posa anche sulle riviste ma su quello non sono tanto d’accordo. -
A
questo punto Lisanna tornò di nuovo a girarsi. Il sorriso di Mirajane l’accolse
di nuovo - Sono cambiate molte cose, dovresti tornare alla gilda. -
-
Smettilo di ripetermelo o potri farlo davvero! - La dragon slayer questa volta
arrossì così tanto che perfino Simon si ritrovò a ridere, poi il mago colse
qualcosa che non andava con la coda dell’occhio. Sayla, che ormai credevano
completamente al tappeto, si stava rialzando, nonostante le sua trasformazione
si fosse esaurita e le sue gambe sembravano sul punto di cedere. Aveva uno
sguardo omicida negli occhi. - Non. Ho. Ancora. Scritto. La. Parola. Fine. - Il
demone tese le mani davanti a sè ed immediatamente i detriti sparsi per la
stanza si sollevarono in aria puntando contro i fratelli Strauss ancora una
volta con una furia inaudita. A quel punto Simon si mosse praticamente
d’istinto gettandosi tra l’attacco di Sayla e i maghi che avevano combattuto
tanto per difenderlo. Peccato che non avesse alcuna possibilità di resistere.
Una gragnola di libri e mattoni si abbattè su di lui e uno dei pezzi delle
mensole, affilato proprio coma una lancia, lo trapassò all’istante in mezzo al
petto. Un getto di sangue gli sgorgò dalla bocca.
Per
qualche istante sembrò che tutto si fosse improvvisamente ridotto in modalità
slow motion, come su una lacryma per le registrazioni.
Mirajane
gridò per l’orrore, Elfman afferrò il corpo di Simon che cadeva e Lisanna mise
tutta la forza che aveva nelle braccia per cercare di rialzarsi. Sayla vacillò
e poi fu come se qualcuno avesse improvvisamente pigiato il tasto “indietro”.
-
Non. Ho. Ancora. Scritto. La. Parola. - Il demone tese le mani davanti a sè ma
questa volta non riuscì a scagliare di nuovo il suo attacco. Lisanna scattò per
prima affondandole i suoi artigli di cristallo proprio in mezzo al petto. -
Fine. - Sussurrò la dragon slayer completando la frasi per lei e Sayla le puntò
contro i suoi grandi occhi scuri, spalancati e pieni di stupore. Poi le sue
pupille rotolarono all’indietro e quando Lisanna ritrasse la mano il suo corpo
si afflosciò sul pavimento, lasciandole le dita imbrattate di un liquido denso
e scuro, segno che qualcosa scorre anche nelle vene dei demoni.
-
Ehi! Amico! Ti senti ... - Elfman si bloccò a metà frase, fissando incredulo
Simon che adesso non era più tra le sue braccia, ma in piedi proprio davanti a
lui.
-
Che cosa ...? - Anche l’altro mago strabuzzò gli occhi portandosi una mano al
petto e guardando il punto dove, fino ad un attimo prima, era stato trafitto. Non
aveva senso! Possibile che il tempo si fosse riavvolto?
-
Ultear? - Sussurrò il ragazzone. Sapeva che i poteri dell’amica potevano
manipolare il tempo delle cose ma non quello della vita. Se era arrivata a
tanto ...
Simon
si era salvato ma di colpo, adesso, aveva una paura da matti di scoprire
cos’era successo ai piani superiori.
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Capitolo 70 *** Una goccia di tempo ***
Una goccia di tempo
Credo di aver
trovato una buona soluzione per questo duello. Dato che Silver non
compare nella mia versione, ho deciso di usare i poteri di Keith per un
giochetto diverso e forse un pizzico anche più crudele.
Adesso tocca a Ultear e Meredy contro Keith più ...
Una goccia di tempo
Heaven's gates won't open up for me
Show me what it's like
To be the last one standing
And teach me wrong from right
And I'll show you what I can be
And say it for me, say it to me
And I'll leave this life behind me
Say it if it's worth saving me
Hurry I'm fallin'
(Savin’me - Nickleback)
Erza adorava l’atmosfera che si provava a
svegliarsi al mattino nel covo di Crime Sorcière. Jellal non si accorgeva mai
di lei quando si sfilava dal suo abbraccio e scendeva piano dal letto. Dopo
aver passato la notte a dare la caccia ai maghi oscuri, tutta la gilda dormiva
profondamente fino a tardi o almeno quasi tutta.
- Giorno! -
- Giorno! - Le fece eco eco Ultear dai
fornelli, mentre Erza prendeva posto al tavolo insieme a Meredy. La maga del
tempo si alzava sempre per prima e metteva in moto la loro piccola cucina. Erza
non poteva far a meno si sorridere ogni volta che la vedeva all’opera,
rigirando le uova e i toast sul fuoco. Con i suoi poteri ad Ultear bastavano
pochi secondi per cucinare per un esercito, eppure preferiva utlizzare padelle
e pentole in modo tradizionale. Diceva sempre che il cibo preparato con la
magia non aveva lo stesso sapore ed in un certo senso Erza d’accordo. Nei suoi
piatti sentiva lo stesso amore che ci metteva Mirajane a Fairy Tail. La
colazione che le serviva era sempre ricca e sostanziosa e la metteva di buon
umore.
Fu solo dopo qualche istante che Erza si
accorse del fatto che Meredy non le aveva nemmeno risposto. La ragazzina era
completamente immersa nella lettura di una rivista. Sulla copertina troneggiava
il nome Sorecerer Magazine e quello di numerosi articoli a lettere cubitali.
Erza piegò un po’ la testa per leggere meglio: “Come sapere se quella magia è
veramente amore!” “Che incantesimo ci vuole per rendere il primo appuntamento
speciale?” “I cinquanta maghi più sexy dell’anno”
- Meredy ma dove hai preso quella rivista? -
- L’ho trovata nell’ultima missione. - Le
spiegò a stento la ragazzina continuando a sfogliare le pagine.
- Non dovresti leggere quella spazzatura ...
-
- E lasciala in pace! - La rimbeccò Ultear
continuando a girare i suoi toast - Tutte le adolescenti leggono quella roba. -
- Beh, io penso che invece farebbe meglio a
non leggere simili sciocchezze. Le ragazze dovrebbero crescere con altri
valori. -
- Siamo in una gilda oscura, che valori
dovrei insegnarle? -
- Per esempio a non andare in giro di città
in città a sedurre uomini a caso giusto per provare le sue “ abilità di trasformazione ”. -
- Ehi! Non dipingermi in quel modo! È stato
utile per l’ultima missione! E poi lo sanno tutti quello che combini anche tu!
-
- IO? - Strillò Erza.
- Già! La vergine nell’armatura! Giovanna
d’Arco! - Sbottò Ultear appoggiando una tazza di caffè fumante sul tavolo. -
Come mai tu e Jelly dividente la stessa stanza? Io credevo ci fosse abbastanza
spazio per tutti qui dentro. - Mentre parlava l’occhio di Ultear cadde proprio
sull’ultima pagina della rivista che Meredy aveva aperto. Sul foglio troneggiava
in bella vista Gray a spasso per la città di Magnolia in boxer. La scritta
sopra di lui strillava a lettere cubitali “Beccato ancora!” Mezzo secondo dopo
il numero di Sorecerer Magazine giaceva in un angolo della cucina ridotto ad un
mucchietto di cenere. - Zia Erza ha ragione, Meredy. - Ultear si andò a sedere
come se nulla fosse, sorseggiando la sua bevanda - Le ragazzine della tua età
non dovrebbero leggere quella roba. -
- Ma di che state parlando voi due? - Sottò
finalmente la ragazzina guardandole con aria scioccata - Come faccio adesso a
capire la ricetta di quella torta? -
- Torta? - Erza drizzò la testa.
- Certo! - Sospirò Meredy - L’avevo presa
perché c’era la ricetta di una torta speciale con fragole e cioccolato ... -
- Ultear! - La maga fece schioccare le dita
- Andiamo, non lo hai detto anche tu che tutte le adolescenti leggono quel
genere di riviste? Rimettila a posto! Immediatamente!
-
Erza voleva molto bene sia a Ultear che a
Meredy. Ultear per lei era quasi un modello. Guardava sempre con ammirazione le
sue abilità, la sua intelligenza e la determinazione con cui affrontava le
missioni. Meredy per lei era invece come una sorella minore. La più piccola di
Crime Sorcière. Se c’era un peccato che non poteva proprio perdonarsi era
quello di aver accettato la proposta di Ultear tanti anni fa e quello di aver
permesso a Meredy di unirsi alla gilda. C’erano volte in cui anche Erza avrebbe
desiderato avere il potere di riavvolgere il tempo, tornare indietro e salvarle
dai demoni.
-
So cosa avete fatto. - Annunciò Keith picchiando la punta del suo bastone a
terra. La khakkhara tintinnò in modo sinistro.
-
Questa non è una novità. - Replicò Ultear, attirando Meredy più vicino - Ormai tutti
sanno quello che abbiamo fatto, anche Fairy Tail e il Consiglio. Ciò che conta
è che Crime Sorcière sa cosa avete fatto voi. - Sapeva che il suo avversario
era pericoloso e aveva paura per Meredy, ma come faceva a convincerla ad andare
via? Avevano ragione Erza e gli altri quando le dicevano che era un cattivo
modello! Guarda in che casino l’aveva cacciata!
-
Allora se sai tutte queste cose ... - La schernì Keith - Non perdiamo altro
tempo in convenevoli. Passa dalla mia parte, Ultear. Io ho il potere che hai
sempre desiderato: quello di riportare in vita i morti. - Il demone sussurrò
l’ultima frase con un misto di zucchero e veleno. La maga si sentì pervadere da
un brivido al suono della sua voce. - Io sono un negromante. Se combini il tuo
Arc of Time con i miei poteri potrai rivedere le persone che desideri di più. -
Continuò Keith - Non ti lasceranno mai più! Potrai ordinargli di fare tutto
quello che desideri ... -
-
Mi stai proponendo di resuscitare i morti e di usarli come marionette? - Ultear
fece una smorfia di disgusto.
-
Questo non è avere le persone che ami di nuovo con te! -
-
No? - Replicò il demone con una punta d’incredulità - A me sembra perfettamente
uguale. Anzi, i corpi che subiscono i miei trattamenti diventano una versione
migliorata dei precedenti.. - Keith puntò il suo bastone contro Meredy - Posso
mostrartelo fin da subito: facciamo un esperimento! -
Ultear
trasalì, mettendosi d’istinto come uno scudo tra le figlia adottiva e il
demone. Era per questo che Keith aveva richiesto di combattere
contemporaneamente contro di loro?
-
Rialzatevi abitanti della città dei morti! - Il demone gridò ed al suo comando
le mummie e gli scheletri raccolti sul piano si animarono istantaneamente. Un
rumore di ossa riempì subito la stanza mentre gli scheletri sbattevano contro
le sbarre e le catene, piegando il ferro e strappandolo dal muro.
-
Flash Forward! - La prima ondata di aggressori venne letteralmente sbriciolata
dall’incantesimo di Ultear.
-
Rialzatevi! - Ma non appena Keith picchiò il bastone a terra i frammenti d’osso
e stoffa si solidificarono rapidamente a formare un secondo muro di nemici.
-
Può rigenerarli? - Ultear imprecò sottovoce, scagliando un secondo colpo di
sfera. Peccato che gli avversari la circondassero da ogni lato.
-
VIA! - La voce di Meredy la costrinse a girarsi con uno scatto. Uno degli
scheletri di Keith, anche se era completo solo fino a mezzo busto, era
strisciato abbastanza vicino da afferrare la ragazzina per il bordo del
mantello. Ultear era già pronta a colpirlo con la sua sfera, ma Meredy
l’antincipò estraendo il pugnale che teneva sempre fissato alla cintura. Un
colpo secco e la mano dello scheletro venne staccata di netto.
-
Magulty Rays! - E una pioggia di lame dorate, fatte di pura energia, si abbattè
sulle mummie sbriciolandole in pezzi. Link non era una magia adatta a
combattere ma Meredy sapeva lo stesso come difendersi. - Ul occupati del
demone! Bisogna togliere lui di mezzo! - La maga trasalì, scossa dalla forza
nella voce di Meredy. La sua compagna aveva ragione: gli scheletri di Keith non
erano particolarmente potenti, ma le abilità del demone nel manipolare il tempo
superavano di gran lunga le sue. Poteva pure continuare a sgretolare mummie per
tutta la vita ma Keith le avrebbe ricomposte in un attimo. Ma come poteva
raggiungere il loro padrone se continuavano a tartassarla in quel modo? Che
cosa poteva fare per fermarle? Forse se le avesse bloccati nel ghiaccio ...
-
Ice Make ... - Cominciò Ultear.
-
Gyser! - Finì un’altra voce per lei. Di colpo una moltitudine di lame di
ghiaccio saettò fuori dal pavimento, impalando l’intera orda di scheletri che
si stagliava tra Ultear e Keith.
Quella
magia! Le maga non aveva nemmeno bisogno di girarsi per capire che Gray aveva
appena fatto irruzione al settimo piano. - Ditemi subito dove si trova Erza! -
Tuonò l’Ice Make Mage.
-
Avete fatto tutta questa strada per lei? - Ultear colse quell’attimo di
distrazione per scagliare la sua sfera contro Keith ma il proiettile lo
trapassò senza causare alcun danno. Il cristallo andò a schiantarsi inutilmente
contro la parete opposta. A quanto pare il corpo del demone godeva di proprietà
simili a quelle di un fantasma.
-
Certo che siamo venuti qui per lei! - Continuò a gridare Gray, scagliando una
sfilza di lance contro Keith. Il suo colpo si rivelò altrettanto inutile.
-
Allora avreste fatto meglio a non venire! - Gridò anche Ultear. Era incredibile
come l’ex allievo di sua madre riuscisse a farle perdere la calma. - Questa è
la nostra battaglia contro Tartaros! Erza non voleva coinvolgervi fin
dall’inizio! -
-
Una tua amica è in pericolo e tu ti tiri indietro perché lei non ti ha chiesto
esplicitamente di intervenire? Che avete voi di Crime Sorcière in testa? -
-
E Fairy Tail allora? Siete voi quelli pazzi, Fullbuster! -
-
Fullbuster? Che caso fortunato! - La voce di Keith costrinse entrambi a
girarsi. Il demone stava sorridendo, a patto che quel ghigno scheletrico
potesse chiamarsi sorriso. - All’inizio avevo pensato di conservare questo asso
nella manica, ma adesso non sto più nella pelle all’idea di provarlo. Anche se
io la pelle non c’è l’ho! Ahahaha! - Keith picchiò di nuovo il bastone a terra
e tutte le sue mummie si sgretolarono in una nuvola di polvere. - Rialzati Ur!
-
La
polvere e i detriti si raccolsero rapidamente al centro della stanza, per un
attimo vorticarono come una spirale oscura e poi si dissolsero. In piedi,
proprio davanti a Keith adesso c’era una donna. Ultear fece istintivamente un
passo indietro, colpendo Meredy con il fianco. Capelli corti di un viola molto
scuro, occhi neri e pelle candida. Non poteva confondere quel viso con quello
di nessun altro al mondo anche se l’aveva visto soltanto una volta molti anni
prima.
-
No ... Non è possibile ... - Balbettò Gray ma solo per strappare un altro
sorriso a Keith - Ho viaggiato per tutto il mondo e raccolto un gran numero di
corpi per i miei studi. Peccato che Franmalth abbia rubato alcuni dei tesori
più belli. - Eppure Gray non riusciva ancora a credere al fatto che la sua
vecchia insegnante fosse di nuovo davanti a lui. Era proprio uguale a come la
ricordava prima dello scontro con Deliora. Aveva perfino la gamba che era stata
costretta a sacrificare per salvarlo.
-
È un trucco! - Gridò Gray - Quella non può essere Ur! Ha usato Iced Shell e ...
-
-
Il ghiaccio è stato sciolto sull’Isola della Luna. - Continuò Keith per lui -
Non osare mettere in questione la mia magia: io non uso trucchi! Ur ricordagli
un po’ chi è che gli ha insegnato a usare la magia! -
-
Sì, mio signore. - La donna fece immediatamente come le era stato detto,
picchiò il pugno sul palmo e ...
-
Ice Make: Rose Garden! - Rose di ghiaccio dai petali affilati si
materializzarono subito in mezzo alla stanza, travolgendo Gray nel loro
vortice. Il ragazzo non fece nemmeno in tempo a reagire e si ritrovò inchiodato
contro la parete, tagli sparsi lungo tutto il corpo e le braccia. Anche Ultear
sarebbe stata colpita se Meredy non l’avesse tirata indietro giusto in tempo.
Ma a causa della forza dello strattone, la maga cadde in ginocchio. Era così
scioccata da aver improvvisamente dimenticato come muovere il suo stesso corpo.
-
Ora mi credi? - Ghignò Keith, guardando Gray che faticava a liberarsi dalle
taglienti rose di ghiaccio. Poi il suo sguardo si girò su Ultear - Sei ancora
sicura di non voler passare dalla mia parte? O vuoi combattere contro di me? Se
mi distruggi anche lei tornerà ad essere polvere. Ma se invece decidi di unirti
a Tartaros potrai avere di nuovo indietro la madre che hai sempre desiderato. -
Ultear
non riusciva nemmeno a muovere la bocca per parlare. Aveva superato quella
storia. Aveva superato tutta quella storia! E allora perché si sentiva così
paralizzata?
-
Non avrai Ultear! - La voce di Meredy la riscosse come una scarica elettrica. -
Ul non farti ingannare! Quella non è davvero tua madre! È un corpo vuoto che
Keith sta usando per spaventarti! Non permettergli di usarlo così! -
-
Stupida ragazzina. - Keith fece una smorfia e puntò di nuovo la sua khakkhara.
Ultear fece giusto in tempo a scorgere il braccialetto sul polso di Meredy e
quello che aveva applicato sul corpo di Ur poi un turbine di rose di ghiaccio
investì lei e la sua compagna. Il dolore le tolse il respiro e Ultear colpì la
parete opposta violentemente con la schiena.
-
Meredy! -
La
ragazzina adesso era a terra, un rivolo di sangue che le scorreva lungo la
tempia.
In
un attimo tutta la magia che c’era dentro Ultear cominciò a ribollire, come una
furia. Come aveva fatto anche solo per un attimo a farsi ingannare in quel
modo? Lei, maga di Crime Sorcière? Come aveva fatto a farsi imbrogliare e
mettere, di nuovo, Meredy in pericolo?
-
Smettila di usare mia madre in quel modo! - Ultear gridò, tendendo le mani
davanti a sè e questa volta una miriade di sfere di cristallo si materializzò
attorno a loro nella sala - Infinite Sphere! - E le sfere si scagliarono
simultaneamente contro Ur. Uno scudo di ghiaccio bloccò la loro furia, anche se
la gragnola lo ridusse quasi all’istante in polvere.
-
Parallel Words! - E ancora una gragnola di sfere.
Ultear
sapeva di aver sbagliato. Sapeva di aver fatto il più grande errore della sua
vita quando anni fa aveva creduto alle menzogne di Zero. Sapeva di aver
sbagliato quando si era fatta prendere dall’ira ed aveva suggerito a Crime
Sorcière di votarsi all’oscurità. Sapeva perfino di essere stata egoista a
pretendere che Meredy venisse via con lei. Oh, sapeva a memoria i suoi sbagli! E
sapeva che non c’era magia capace di permetterle di tornare indietro e
rimediare. L’unica cosa che poteva fare era contribuire alla distruzione di
Tartaros e costruire un futuro migliore per i suoi compagni. Solo così poteva
sperare di ottenere perdono per i suoi peccati. Keith non poteva ridarle
indietro sua madre. Quegli occhi ... Quegli occhi così vuoti non erano ciò che
aveva desiderato per una vita intera. Quello era davvero un corpo vuoto!
-
Ice Make: Rose Garden! - Il colpo investì ancora una volta Ultear in pieno,
senza che la maga fosse abbastanza rapida per spingere in avanti il tempo del
ghiaccio e scioglierlo. L’incantesimo la gettò di nuovo a terra.
-
Tale è la stupidità umana. - Keith scosse la testa - Amore, rabbia, odio ... Le
emozioni non sono altro che un impedimento della ragione. Inutili fardelli di
ego. Avrei dovuto sapere fin dall’inizio che un umano non era tagliato per
ripetere le gesta di lord Zaref. -
-
FREZE. -
Ultear
stava ancora cercando di rimettersi in piedi quando la voce di Gray riecheggiò
per la sala. Fu come se in un solo istante la temperatura fosse precipitata cento
gradi sottozzero. Il ghiaccio ricoprì le pareti, il pavimento e perfino lo
stesso Keith, inchiodandolo sul posto. Nonostante la magia che aveva ereditato,
Ultear sentì un brivido passarle lungo la schiena. Non aveva mai visto qualcuno
con un’espressione tanto furiosa quanto quella di Gray. - Ora non mi puoi
scappare. Ice Make Unlimited: One Sided Chaotic Dance! -
Keith
provò inutilmente a divincolarsi dalla sua trappola di ghiaccio ma invano; non
poteva reagire a quella velocità d’attacco. Non appena Gray ebbe finito di
recitare la formula una pioggia di lame di ghiaccio si materializzò dal nulla
investendo in pieno il suo avversario. Lance, pugnali, spade, asce, martelli da
guerra e qualunque altra cosa l’immaginazione di un artista possa mettere
insieme. Keith non riuscì a muovere neppure un dito per difendesi: il demone
venne travolto in pieno ed il suo corpo gelato si disintegrò sotto la forza
dell’impatto, scagliando frammenti d’osso e di stracci in aria. La khakkara si
spezzò e andò a shiantarsi in un angolo tintinnando.
-
Perdonami per aver esistato e per avergli permesso di infangare la tua memoria,
Ur. - Non appena i brandelli del corpo di Keith toccarono terra, la sagoma della
maga cominciò a tremolare. Per un attimo sembrò quasi che Ur stesse sorridendo,
poi il suo corpo tornò a farsi di nuovo polvere, inondando il pavimento. Non
rimase altro che il silenzio e il suono affannato del respiro di Gray e Ultear.
La maga impegnò qualche istante in più per riprendersi, poi si affrettò a
correre al capezzale di Meredy. La ragazzina l’accolse sorridendo, nonostante
l’incantesimo di poco prima le avesse procurato numerosi tagli.
-
Non ho ancora idea di perché tu stia in una gilda oscura. - Borbottò Gray.
Ultear girò la testa verso di lui.
-
Ma sono sicuro che Ur non avrebbe voluto questo destino per te. Parlava con
così tanto rammarico di quello che era successo: ti voleva molto bene. Pensaci
quando questa storia sarà finita. - Gray ricambiò il suo sguardo. - È colpa mia
se Ur è stata costretta a sacrificarsi per combattere Deliora. Se davvero senti
il bisogno di sfogare ancora tutto quest’odio vieni da me a regolare i conti. -
Ultear
avrebbe voluto gridargli qualcosa. Gridargli che non le interessava combattere e
che non doveva dirle lui cosa fare del suo futuro, ma il mago la ignorò. -
Immagino che Erza sia ancora più sopra. -
Gray sospirò asciugandosi il sangue che gli scorreva lungo la tempia -
Io vado a cercare lei e quel bastardo tatuato. - Non gli riuscì nemmeno di fare
un passo. Una pallottola d’energia oscura lo colpì alla schiena, trapassandogli
il petto. L’incantesimo andò a schiantarsi contro la parete, provocando un foro
nel cemento e Gray cadde colpendo il pavimento con un tonfo secco.
-
Non potete sconfiggere Tartaros! - A colpire era stato Keith, o meglio, quello
che rimaneva del suo scheletro. La sua mano scheletrica teneva un dito puntato.
- Ahahah! - La sua mascella sgangherata lanciò un’ultima, sinistra risata, poi
l’osso si staccò ed il teschio colpì il pavimento, dissolvendosi rapidamente in
polvere insieme a tutti gli altri frammenti.
-
GRAY! - Ultear si affrettò a rimettersi in piedi, inciampando pur di
raggiungere l’allievo di sua madre. Sotto di lui il pavimento era già coperto
da una pozza di sangue. Bastava un semplice sguardo per capire che la ferita
inflitta da Keith era letale.
“
Non potete sconfiggere Tartaros! ” Le parole del demone le riecheggiavano per
la testa come un disco rotto. Ultear lo aveva sempre saputo che quella era una
missione impossibile, una missione suicida, ma aveva deciso lo stesso di aiutare
i suoi compagni. Anche lei aveva sperimentato la sofferenza della prigionia,
anche lei conosceva la crudeltà della Balam Alliance e provava il desiderio di
fare qualcosa per il mondo. Era per questo che aveva scelto di formare una
gilda oscura. Aveva accumulato un peccato dopo l’altro, ostinandosi a non
guardarsi indietro. E che aveva risolto?
Ultear
strinse i denti per la rabbia.
Di
certo la sua vita doveva essere maledetta fin dall’inizio. A causa sua troppo
sangue era stato sparso. Quante vite consumate? Perfino quella di Gray che
nonostante tutto aveva deciso di combattere per lei e di proteggerla. Che
diritto aveva una strega del genere di continuare a vivere?
-
Ul, che facciamo Ul? - La voce di Meredy le giunse appena. Anche la ragazzina era
strisciata lì accanto ma Ultear non aveva risposte per lei. Appoggiò le mani
sul corpo di Gray, cercando di raccogliere quanta più energia poteva, di
spremere fino all’ultima goccia di magia che le rimaneva dentro, nel sangue e
nelle ossa. La sua aura si accese subito di un blu incandescente.
Aveva
letto di quella tecnica in un libro, sigillato in un vecchio e oscuro archivio
del Consiglio. All’inizio si era illusa di aver trovato la soluzione a tutti i
suoi problemi ed il modo perfetto per rimediare ai suoi peccati. Molto meglio
che con la negromanzia! Portare indietro il tempo della vita non era
impossibile come aveva sempre creduto! Poi però aveva capito che come ogni
incantesimo, anche quello, richiedeva il suo prezzo.
Per
riportare indietro una vita, ne occorre almeno una in cambio. Aveva sospirato
delusa. Se anche fosse riuscita a riportare indietro il tempo della vita ed
avere di nuovo accanto a lei le persone che aveva perso e quelle che aveva
sacrificato, avrebbe dovuto perdere se stessa. Che senso aveva un mondo del
genere?
Ma
il problema era un altro.
Se
anche fosse riuscita a salvare il mondo da Tartaros che senso poteva mai avere
la sua vita dopo tutti quei peccati? Come sperare di salvarsi? Tanto valeva
perdersi in cambio di un futuro migliore.
-
ULTEAR! - Meredy gridò ma soltanto per sentirsi rispondere - Perdonami per
averti cacciata nei guai. -
La
maga chiuse gli occhi concentrandosi ancora di più sul flusso di potere. - Sono
stata egoista con te. Volevo salvare una vita, darti quello che non avevo avuto
io e invece ho fatto l’esatto contrario. Ma siamo ancora in tempo. Lascia
questa torre Meredy! Hai fatto il tuo dovere, questa è l’ultima missione che ti
do: scappa più lontano che puoi da Tartaros! LAST AGES! -
Tutta
la magia di Ultear lasciò il suo corpo con uno scoppio violento, disperdendosi
in aria come il fumo dopo un’esplosione. La ferita sulla schiena di Gray si
richiuse immeditamente. La risata sgangherata di Keith riecheggiò ancora ma
questa volta il suo incantesimo andò semplicemente a schiantarsi contro la
parete, mancando tutti i bersagli. Il demone tornò a sgretolarsi ancor prima di
poter capire cosa fosse successo.
Pochi
secondi, niente di più. Sessanta, forse anche meno.
Era
una magra consolazione sapere che tutto il suo potere valeva così poco ma
Ultear sorrise. In un sol colpo e per pura coincidenza, aveva salvato sia Gray
che Simon. Era la prima volta che le riusciva di salvare davvero qualcuno. Per
tutta la vita non si era mai considerata una persona fortunata eppure, proprio
adesso che era tutto finito, la fortuna aveva deciso di sorriderle. Ma la maga
non fece nemmeno in tempo a capirlo. Tutto attorno a lei si fece buio ed il suo
corpo scivolò a terra accanto a quello di Gray. Non si accorse nemmeno del
braccialetto di Meredy che si era materializzato sul suo polso sinistro.
I
maghi di Fairy Tail e Crime Sorcière che stavano risalendo le scale si
inchiodarono di colpo. Ancora erano fermi al sesto piano.
-
Che cosa è stato? - Lucy si portò una mano alla tempia - Per un attimo mi è
sembrato di aver visto il futuro. O siamo noi che siamo tornati indietro? -
Natsu
avrebbe voluto risponderle che le stava semplicemente girato la testa, ma
guardando in basso anche lui fu costretto a ricredersi. Quanti gradini era
tornato indietro?
-
U ... Ultear? - Azzardò Sho - Può essere che? -
-
Facciamo in fretta! - Juvia lo sorpassò, schizzando per le scale cone un geyser
impazzito. Aveva un cattivo presentimento.
Quel
giorno per un attimo, tutte le persone che abitavano Earthland, provarono la
stessa sensazione di Lucy. Qualcuno colse quella visione come un avvertimento e
spostandosi un passo di lato evitò un carro impazzito. Qualcun altro, scosso da
quella visione, si inchiodò sul posto ed evitò per un soffio un vaso che cadeva
dal quinto piano. Qualcun altro invece di accendere la lacryma della luce, si
fermò un istante in più sulla soglia e notò la puzza di gas che riempiva la
stanza. Ma quella sensazione sparì dalle loro menti rapidamente, proprio come
un sogno. Pochi secondi eppure, così preziosi. Come fare per calcolare tutte le
vite salvate?
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Capitolo 71 *** L'artista ***
L'artista
Salve a tutti!
La scalta alla Torre di Tartaros sta per concludersi: oggi vi porto il
duello tra Erza e Kyouka. Buona lettura e buona Pasqua!
L’artista
'Cause if it wasn't for all that you tried
to do, I wouldn't know
Just how capable I am to pull through
So I wanna say thank you
'Cause it
Makes me that much stronger
Makes me work a little bit harder
It makes me that much wiser
So thanks for making me a fighter
Made me learn a little bit faster
Made my skin a little bit thicker
Makes me that much smarter
So thanks for making me a fighter
(Fighter - Christina Aguilera)
-
Allora è vero, zio Rob? Tutti possono diventare dei maghi? - Ed il vecchio Rob
annuì ancora una volta, facendo ondeggiare la lunga barba e riempiendo la
piccola Erza di speranze - Chiunque, se ci mette abbastanza passione e impegno
può imparare ad usare la magia. -
- Da
grande allora diventerò anche io una maga! - Esclamò la bambina, agitando una
vecchia scopa che aveva preso da un angolo della cella.
-
Che tipo di magia ti piacerebbe usare? - Le chiese il vecchio.
-
Voglio usare una magia che controlla le spade! Spade, lance e armature! - Ogni
colpo di scopa imitava un fendente - Voglio diventare fortissima, così nessuno
potrà più dirmi cosa fare! Avranno tutti paura di me! -
-
Ahahah! Sono sicuro che diventerai una maga spaventosamente forte. Ma ricorda
Erza! - L’avvertì Rob con un sorriso - Non c’è magia più forte di quella che
utilizziamo per difendere chi amiamo. -
Quando Erza raggiunse l’ottavo piano della
Torre capì immediatamente che ormai era arrivato il suo turno di combattere. Lo
capì non appena appoggiò la mano sulla porta della sala che le stava davanti ed
un brivido gelido le attraversò la schiena. - Mi raccomando. - Sussurrò a
Jellal - Qualunque cosa accada tu continua a salire. - Erza non aveva nemmeno
bisogno di girarsi per sapere il modo in cui Jellal la stava guardando e tutta
la preoccupazione scritta nei suoi occhi. - Tu sei il più forte. Molto più
forte di me e sei l’unico che può di sconfiggere E.N.D. -
- Potrei dire il contrario dopo quello che è
accaduto a Tenrou ... -
- Non litighiamo su cose che sappiamo già
come stanno. - Sospirò Erza - Non possiamo esitare proprio ora. Perché
anche se per vincere contro Tartaros finissimo col sacrificare le nostre vite,
avremmo lo stesso reso un servizio all’umanità. Anche se non dovessimo salvarci
sarei contenta di lasciare un mondo migliore in eredità a Juvia e a Wendy e
anche a Fairy Tail ... - Erza aggiunse
l’ultima parte con un sospiro - Non sarebbe lo stesso per te? - Per un istante i due si scambiarono
un sorriso - Non mi deludere Jellal. -
-
Non deludermi nemmeno tu Scarlet. Voglio trovarti sana e salva quando scenderò
da lì. Nonostante tutto voglio uscire da questa torre insieme a te e agli
altri. - Erza afferrò il compagno per la stoffa della casacca, avvicinandolo
per schioccargli un ultimo, intenso bacio, poi spalancò la porta senza esitare
oltre.
Lo
spettacolo che l’aspettava oltre la soglia la lasciò letteralmente senza
parole: l’ottavo piano della Torre del Paradiso adesso ospitava un ... immenso
laboratorio. Lungo le pareti erano allineate decine di grandi capsule di vetro,
colme di uno strano liquido verde che gorgogliava. Dal soffitto e dal pavimento
si protendevano una moltitudine di tubi neri e contorti, come i tentacoli di un
mostro infernale. Qualcosa ticchettava in lontananza ma era impossibile capire
cosa fosse. Ed in mezzo a tutto questo,
in mezzo a questo spettacolo surreale, il demone dell’ottavo piano li stava
aspettando, seduto ad una scrivania ingombra di fogli. Il suo corpo aveva le
sembianze di una donna con dei profondissimi occhi neri e dei lunghissimi
capelli verdi raccolti in una coda, ma era evidente che non si trattava di un
essere umano. Al posto delle mani e dei piedi sfoggiava delle zampe simili a
quelle d’un uccello con una serie di artigli affilati. Li stava aspettando,
tendendosi il mento con aria annoiata. - Soltanto uno di voi potrà lasciare
questo piano. - Annunciò il demone - E quel qualcuno non è Erza Scarlet. So
cosa hai fatto, ragazza mia. - Erza strinse più forte l’elsa della spada,
facendo cenno a Jellal di correre in direzione delle scale che si intravedevano
dalla parte opposta del laboratorio. Il mago annuì, sparendo rapidamente su per
la rampa con la forza della sua meteora. Gli faceva male l’idea di l’idea di
lasciarsi Erza alle spalle, ma proprio come aveva detto lei un attimo prima,
quello non era il momento di esitare. La loro missione stava finalmente per
essere completata e andava ultimata ad ogni costo.
-
So cosa hai fatto? - Ripetè Erza. Quella frase le era fin troppo familiare.
Quante volte lei e i suoi compagni di Crime Sorcière l’avevano usata prima di
giustiziare una delle loro vittime?
-
Che ne sai tu? E che cosa vuoi da me? -
-
Oh, giusto! Dove sono finite le mie buone maniere! - Ricominciò il demone,
alzandosi dalla scrivania e facendo un passo avanti - Il mio nome è Kyouka. Ti
piace il mio laboratorio? Qui è dove testo la mia magia sugli umani. -
-
Usi ... le persone come cavie? -
-
Esattamente. - Ridacchiò il demone - Gli uomini sono creature così deboli,
fragili, inermi ... Rispetto ad esseri come me ammontano a poco più di un
insetto. In questi anni li ho studiati approfonditamente. - Kyouka mosse un
lungo artiglio come per lasciarle intendere che il suo modo di studiare gli
umani aveva compreso numerose vivisezioni - I loro limiti, la loro capacità di
sopportare il dolore, la loro resistenza fisica ... Mi sono impegnata per
trovare un modo per renderli più forti. “Più forti” non ti piace questa idea? -
Il
demone sorrise - Io sono un’autentica artista! Raccolgo le creazioni imperfette
della natura e le miglioro con il mio talento e oggi ho scelto te come mio
ultimo esperimento! Le mie maledizioni possono rendere più forte chi le
subisce, ma chi non è in grado di resistere viene distrutto nel processo. Pensi
di potercela fare? -
A
quel punto non c’era più bisogno di dire altro: Kyouka si lanciò all’attacco
usando i suoi lunghi artigli come lame ma Erza era pronta ad accoglierla con la
sua spada, stringendola a due mani. L’impatto fu così forte da provocarle una
fitta di dolore alle braccia. Non c’era altro da aspettarsi: la forza di un
demone poteva superare ogni immaginazione. Erza ne aveva avuto un piccolo
assaggio combattendo tante volte contro Mirajane che in fondo era pur sempre un
essere umano.
-
Presto il mondo in cui hai vissuto sarà solo un ricordo. - Le spiegò il demone
continuando a sferrare colpi furiosi con i suoi artigli - Dopo questa
selezione, Tartaros avrà il suo nuovo padrone ed il mondo conoscerà ancora la
disperazione di Zaref e dei suoi seguaci! -
-
Volete davvero uno di noi come erede di quel diavolo? - Questa volta Erza tirò
un calcio, abbastanza forte da colpire Kyouka in pieno all’addome e scagliarla
contro una delle capsule del suo laboratorio. Il vetro si ruppe di schianto
inondando il demone ed il pavimento con il suo liquido sinistro. Kyouka sfoderò
lo stesso un sorriso, ripulendosi la faccia - Già. Ognuno di noi ha fatto la
sua scelta ed ha puntato su qualcuno. -
Erza
digrignò al solo pensiero. E.N.D. e i suoi demoni stavano tormentando lei e i
suoi compagni da una vita. Gli avevano promesso invano la libertà, li avevano
costretti a partecipare ad un gioco crudele, si erano divertiti alle loro
spalle ed adesso volevano usarli per i loro scopi?
-
Non ci avrete mai! - Erza si lanciò di nuovo all’attacco, riuscendo questa
volta a sferrare finalmente un fendente al fianco di Kyouka, aprendole un
grosso squarcio sull’addome. Il demone evitò quasi per miracolo un altro copo,
saltando a distanza di sicurezza. - Complimenti Erza Scarlet! Dico sul serio!
Guarda cosa hai fatto! Ogni istante che passa mi convinco sempre di più della
mia scelta ma vediamo fin dove puoi reggere il confronto! - Ed a quel punto
Kyouka attivò i suoi poteri. L’aura emanata dal suo corpo cambiò
istantaneamente, riempiendo tutto il laboratorio come una scossa elettrica. Le
capsule esplosero una dopo l’altra ed Erza non riuscì a far nulla per sottrarsi
a quell’influsso malefico. Non appena la maledizione di Kyouka la sfiorò una
scarica le attraversò il corpo, strappandole un grido di dolore. Un dolore così
forte e così lancinante che per poco la presa sulla spada non le venne meno. La
vista le si annebbiò e quando finalmente riuscì di nuovo a mettere il
laboratorio a fuoco, la sua avversaria non era più la stessa. Kyouka aveva
cambiato forma, assumendo un aspetto più demonico e terrificante. Sul suo viso
era apparsa una nuova maschera, con un lungo paio di corna. Piume le
incorniciavano la testa e le spalle.
-
La mia magia non è soltanto capace di rendere gli umani più forti ma anche più
deboli. - Le spiegò il demone con una punta di sadismo nella voce - Ho
aumentato la tua percezione del dolore: così tanto che perfino il vento che spira in questa torre può
provocarti abbastanza dolore da ucciderti. -
Kyouka
lanciò un mero sospiro e proprio come aveva promesso, quel leggero spostamento
d’aria fu più che sufficiente per provocare una fitta lancinante al braccio e
alla spalla destra di Erza. Questa volta la presa sulla spada le venne meno e
quando il demone si avventò di nuovo su lei, ormai la maga non aveva più alcuna
arma per difendersi.
Il
colpo di Kyouka la raggiunse al fianco, proprio come il fendente che le aveva
tirato prima. L’impatto sbriciolò la corazza che indossava ed in un attimo Erza
finì sotto una gragnola di attacchi; gli artigli del demone che la colpivano da
ogni direzione come colpi di frusta. In pochi istanti si ritrovò a terra,
impotente e senza respiro.
Per
un attimo le sembrò di essere tornata bambina, come quando era stata rinchiusa
nelle stanza delle torture ed i suoi aguzzini si erano accaniti su di lei senza
pietà, tormentandola un colpo dopo l’altro e testando fino a che punto il suo
corpo poteva resistere.
-
Non hai speranze di vincere contro di me. - Annunciò Kyouka, facendosi più
vicino. Perfino le vibrazioni che i suoi passi provocavano sul pavimento le
causavano incredibili scariche di dolore. - Le mie abilità mi consentono di
accrescere i miei poteri ogni secondo che passa e di indebolirti sempre di più.
Ma posso cambiare questo triste destino, basta solo che tu me lo chieda. - Erza
non riuscì ad impedire che il demone la sollevasse con la forza, con una zampa stretta
attorno al collo.
-
Se accetti di passare dalla nostra parte con i miei poteri esaudirò il tuo
desiderio più segreto: ti farò diventare così forte, così schifosamente potente
che non ci sarà nessun avversario al mondo capace di reggere il confronto con
te! - Sibilò Kyouka mentre la teneva sollevata per la gola - Diventereai tu la
nuova Regina dell’Ade! Che ne pensi? In fondo hai tutto da guadagnare. -
Tutto
da guadagnare? No, Erza non poteva cadere per un trucchetto del genere. Sapeva
bene che vendersi l’anima ai demoni significava perdere tutto quello per cui
aveva combattuto fino a quel momento: la libertà e i suoi compagni. Se si fosse
unita a Tartaros, avrebbe dovuto rinunciare per sempre alla sua umanità e ciò
che più di ogni altra cosa la rendeva umana: l’amore per i suoi amici e per
Jellal.
-
No ... - Sibilò anche Erza, grazie a quel filo d’aria che riusciva ancora a
stento ad inspirare - Non me ne faccio niente del potere se devo rinunciare ai
miei compagni! -
-
E questo è un valido motivo per scegliere di morire? - Kyouka fece una mezza
smorfia scagliandola di nuovo contro la parete. Erza colpì la pietra con così
tanta forza che per un attimo le sembrò che tutte le ossa della spina dorsale
si fossero rotte. Quando toccò terra le faceva tutto così male da riuscire a
stento a respirare. Il suo corpo era un unico immenso, ammasso di dolore.
-
Mi hai deluso Erza Scarlet. - Annunciò Kyouka, come se stesse pronunciando una
sentenza di morte.
-
Credevo che saresti stata il mio più grande esperimento, ma è evidente gli
umani non possono raggiungere la stessa grandezza dei demoni, nemmeno con il mio
aiuto. -
Quando
il demone le pigiò una zampa sul petto, Erza sollevò istintivamente le mani per
fermarla, ma invano. Il peso di Kyouka le toglieva il respiro. Sembrava che le
sue costole fossero sul punto di rompersi.
Che
destino ironico! Per tutta la vita aveva sognato di diventare più forte, così
forte da resistere a tutto. Abbastanza forte da resistere al dolore, ai peccati
e alle menzogne che la sua missione la costringeva ad accumulare giorno dopo
giorno. Aveva sognato di diventare più forte per non sentirsi mai più così
debole come le era accaduto da bambina alla Torre del Paradiso. Eppure adesso
era ancora lì, alla Torre ed era più debole di quanto lo fosse mai stata.
-
Hai scelto di non passare a Tartaros pur di rimanere con i tuoi compagni, ma mi
dispiace deluderti: non li rivedrai ugualmente. Ti ruberò la vista. -
Il
dolore ormai era talmente tanto che Erza non riuscì a far nulla per impedire a
Kyouka di scagliare la sua maledizione. Perfino tenerle le mani strette attorno
alla zampa le provocava così tanto dolore, che Erza non riusciva nemmeno a
spiegarsi come fosse possibile.
Ed
in un attimo tutto divenne buio.
Erza
aveva già provato cosa significasse non vedere quando anni prima, proprio in
quella stessa Torre, gli uomini del culto le avevano accecato l’occhio destro
con un colpo di frusta. Era stata un’esperienza terribile. Di colpo per lei il
mondo si era dimezzato. E quanto aveva faticato per ritrovare la vista! Non ci
sarebbe mai riuscita senza il supporto dei suoi compani e soprattutto senza
Jellal che, pur di permetterle di tornare a vedere, le aveva offerto il suo
stesso occhio.
-
Poi mi prenderò il tatto. Non sentirai più niente ma non ti preoccupare ti
lascerò il dolore. -
E
proprio come Kyouka aveva annunciato, Erza capì subito che ormai non sentiva
più niente, nemmeno le mani, nemmeno il freddo del pavimento, solo una scarica
continua, infinita, lancinante di dolore.
-
Ti toglierò la voce e il gusto. Ti toglierò l’olfatto. Scordati cosa
significhino i sapori e i profumi. -
Scordarsi
anche questo? Il sapore delle fragole, il sapore di Jellal, quello dei piatti
di Mirajane? L’odore di fumo e di birra che aleggiava sempre nella sala di
Fairy Tail? L’odore del sangue che la seguiva dovunque andasse? Oh, ma Erza
ormai non aveva più la voce per replicare.
-
E per ultima cosa mi prenderò l’udito. La mia voce sarà l’ultima cosa che sentirai.
Dici addio ai tuoi “compagni” Erza Scarlet. -
E
l’ultima cosa che Erza sentì, prima di sprofondare in una specie di buio
informe, fu proprio la voce di Kyouka che ripeteva il suo nome con immenso
disprezzo.
E
così le toccava morire un’altra volta.
Le
toccava morire proprio come quando aveva perso conoscenza nella sala delle
torture e si era risvegliata miracolosamente tra le braccia di Jelall.
Le
toccava morire come quando Juniper l’aveva colpita in pieno.
Le
toccava morire come le era successo a Tenrou, trafitta da Azuma.
Ma
Erza non poteva morire nemmeno questa volta.
-
Non ti preoccupare non ti ucciderò. - Stava continuando a ridacchiare Kyouka
anche se Erza non poteva più sentirla - Ti riserverò un destino peggiore della
morte. Farò di te un'altra delle mie opere d’arte. Non sarai la nuova Regina
dell’Ade ma diventerai una delle mie marionette. Rimarrai qui per sempre e pian
piano tutto ciò che sei, tutti i tuoi ricordi e tutti i tuoi affetti spariranno
nel nulla! Oh, sarà entusiasmante vedere fino a che punto la tua mente riuscirà
a resistere! -
Kyouka
rideva a squarciagola ma Erza non poteva davvero sentirla e non solo perché le
aveva tolto l’udito.
“Non
deludermi nemmeno tu Scarlet. Voglio trovarti sana e salva quando scenderò da
lì. Nonostante tutto voglio uscire da questa torre insieme a te e agli altri.”
La voce di Jellal le riecheggiò tra i pensieri come un richiamo irresistibile.
Più forte del dolore che l’attraversava il corpo, più forte di ogni maledizione.
Non poteva farsi sconfiggere se c’era lui ad aspettarla. Non poteva farsi
battere se in ballo c’erano le vite di Crime Sorcière e Fairy Tail, che l’aveva
seguita fin su quell’isola maledetta.
-
Non ti permetterò di vincere ... - Sussurrò Erza, movendo le labbra anche se
non aveva più voce. Le occorse tutta la forza di volontà che le era rimasta per
svincolandosi dalla presa di Kyouka che la teneva bloccata a terra. - Io e i
miei compagni abbiamo combattuto tanto per arrivare fin qui ... Non ti
prenderai il nostro futuro! -
Kyouka
poteva averle pur preso tutti e cinque i sensi, ma aveva scordato di prenderle
la cosa più importante di tutte: la magia ed Erza sapeva bene come usarla.
Sapeva che se lo avesse desiderato abbastanza avrebbe risposto al suo richiamo.
Proprio come quando da bambina l’aveva usata per la prima volta per difendere
Jellal, proprio come quando l’aveva usata contro Jose o contro Nirvana e Hades
per difendere Fairy Tail. Si sarebbe rialzata anche questa volta e più forte di
prima!
-
Non è possibile! - Kyuoka non riuscì nemmeno a fare un passo indietro prima che
una lama di luce, quella di Fairy Glitter, le trapassasse l’addome. Il demone
strinse invano le zampe sulla ferita. In un attimo tutti i suoi lunghi studi
sugli umani si erano dimostrati vani: era bastato il solo caso di Erza Scarlet
per mandarli in fumo. - Come hai fatto a colpirmi? Tu non dovresti vederci! Nè
sentirci! Non dovresti più essere in grado di muoverti! - Per un attimo Kyouka
si ritrovò a chiedersi se Erza fosse davvero incapace di sentire dolore. Le
venne da chiedersi se non conoscesse cosa fosse la paura. Si chiese anche fino
a che punto fosse umana ma poi un altro colpo di spada le staccò la testa ponendo
fine a tutte le sue domande.
E
fu allora che di colpo il dolore cessò, il buio svanì, i suoi sensi fecero
ritorno e così anche la voce, permettendo ad Erza di crollare in ginocchio con
un grido di liberazione. La ragazza si concesse un attimo per osservare la testa
della sua avversaria che rotolava via e per accertarsi che avesse davvero vinto
il duello ma poi scivolò definitivamente a terra. Il respiro corto ed il viso
macciato del sangue nero e denso del demone. Ora poteva solo pregare che Jellal
riuscisse a sconfiggere E.N.D.
Gli occhi
le si chiusero ancor prima che potesse sentire il tempo che si rivvolgeva, per
un breve istante attorno a lei.
|
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Capitolo 72 *** Il Re dell'Ade ***
Il Re dell'Ade
E in questo
capitolo si affronteranno Jellal e Mard Geer. Riuscite già a
immaginare come andrà a finire? In cima c'è ancora E.N.D.
che aspetta ...
Il Re dell’Ade
From yesterday, it's coming
From yesterday, the fear
From yesterday, it calls him
But he doesn't wanna read the message here
On a mountain he sits, not of gold, but of sin
Through the blood, he can learn, see the life that it turn
From council of one he'll decide when he's done
(From yesterday - 30 Seconds to Mars)
Erza
sorrise quando Jellal aprì finalmente gli occhi sentendo il suo tocco sul viso.
La ragazza se ne stava appoggiata sul suo petto con aria allegra; in fondo non
le capitava spesso di avere l’onore di trovare il suo compagno ancora accanto a
lei al mattino - Come mai sei ancora qui? Non è già passata l’ora di andare a
lavoro? -
- Perché non lasciamo perdere il lavoro per
oggi? Che ne dici di rimanere a letto con me tutto il giorno?Ieri ho passato
tutto il tempo a rincorrere maghi oscuri per le montagne, non mi merito un po’
di riposo? - Jellal la tirò per un polso, attirandola a sé per baciarla ma Erza
si limitò a sfiorargli le labbra e ben presto si liberò dalla presa - Mi
dispiace ma io ho già promesso agli altri che avremmo preso una missione. Non
prendertela ma non avevo idea di trovarti qui alle due di notte. -
Il mago però non aveva alcuna intenzione di
arrendersi e la bloccò per la vita prima che scendesse giù dal letto. - Ti
prego ... - Sussurrò Jellal baciandola sul collo - Se la caveranno bene anche
da soli. Se resti ti prometto che per pranzo ti compro un’intera torta alle
fragole. -
Se esisteva un incantesimo fatto apposta per
controllare Erza, quelle erano le parole magiche. Un attimo dopo Jellal era di
nuovo steso sul letto con la ragazza a cavalcioni sopra di lui - Sul serio? -
- Sì ... Sul serio. - Erza sorrise con una
punta di malizia in più, vedendo come gli era venuta improvvisamente meno la
voce. Si avvicinò per sfiorargli le labbra con le dita - Bene, ma se vuoi
tenermi qui fino all’ora di pranzo, dovrai pure inventarti qualcosa per
intrattenermi. - Jellal non poteva aspettare un’occasione migliore di quella e
non perse tempo a capovolgere la situazione, intrappolando Erza sotto il suo
corpo e ghignando come un predatore che ha finalmente la sua vittima a portata
di zampa. La ragazza piegò ubbidiente la testa di lato per dargli modo di
baciarla meglio sul collo.
- Lo sai? Oggi sono rimasto appositamente
per stare un po’ insieme. - Le sussurrò Jellal affondando la faccia nei suoi
capelli, esalando aria bollente sulla sua pelle
- Mi fa davvero male quando dici che sono un bastardo che va e che viene
senza preavviso. Non lo hai capito ancora Scarlet, che sto lavorando per te?
Per tutti, ma soprattutto per te. Non vuoi che questa storia di Tartaros
finisca il prima possibile? - Erza annuì a stento, presa più che dalle sue
parole dalle sue mani che le scorrevano lungo i fianchi. - Io non vedo l’ora
che sia finita Scarlet. Cosa darei per poter stare tutta la vita con te, senza
maghi oscuri e demoni a cui pensare. Solo io e te e niente al mondo. Io ti amo
e mi venderei l’anima per te! -
- Anche io ti amo. - Erza gli passò le
braccia dietro al collo stringendolo più vicino per guardarlo negli occhi - Ed
anche io sto facendo tutto questo per te. Per tutti, ma soprattutto per te. Uccidere
non mi piace, mentire non mi piace e Tartaros è il mio peggior incubo, ma non
mi importa quanti peccati io commetta se questo può permetterci di stare
insieme. L’unica cosa che voglio è un futuro con te e con tutti gli altri accanto. Io ho già
venduto l’anima per amore, Jellal. - Questa volta però, prima ancora che Erza
potesse appoggiare le labbra contro quelle del compagno, una voce familiare le
trapassò i timpani giungendo direttamente dalla strada.
- ERZA!!!! SEI PRONTA? - La maga serrò un
pungo e questa volta non esitò oltre a saltar giù dal letto e a correre a
spalancare la finestra, furibonda - TI SEMBRA MODO DI COMPORTARSI QUESTO? SE
HAI QUALCOSA DA DIRE BUSSA ALLA PORTA INVECE DI STRILLARE COME UN CAFONE! - Al
pian terreno, in strada, c’erano come al solito Natsu, Happy, Lucy e Gray. Il
dragon slayer stava sventolando allegramente un foglio - Abbiamo trovato la
missione perfetta per te! -
- Oggi nella città di Hyacinth. - Le spiegò
Lucy - Si terrà una gara di pasticceria magica. Non dobbiamo fare altro che
controllare le uscite ed in cambio non solo ci pagheranno ... -
- Ma ci faranno portare via i dolci
invenduti! - Concluse Happy.
- Perché non lo avete detto prima? - Una
torta alle fragole poteva comprare Erza ma un’intera mostra di dolci non poteva
reggere il confronto. In meno di un secondo la maga indossava già la sua
armatura ed il mantello di Jellal lo aveva colpito in faccia - Mi dispiace
davvero! - Fu l’unica cosa che riuscì a sussurrargli, poggiandogli un bacio
veloce sulla guancia - Ma Fairy Tail mi chiama e io non posso destare sospetti,
sai quanto sono importanti! Chiudi la finestra quando vai via! - Erza schizzò
in strada così velocemente da non accorgersi nemmeno della faccia stupefatta
del suo povero amante. Jellal rimase immobile ancora qualche secondo prima di
tirarsi il mantello giù dalla testa bofonchiando - Natsu Dragneel? Dragneel,
eh? Giuro che un giorno ti ammazzo ... -
Ah, Jellal ... Jellal era di sicuro la
persona più importante della vita di Erza. Il suo angelo custode e il suo
diavolo tentatore, il suo compagno e il suo master. Si era occupato di lei
quando era arrivata alla Torre e sin dal loro primo incontro l’aveva sempre
sostenuta, amata e protetta. Non era un’esagerazione dire che per lui Erza
avrebbe fatto qualsiasi cosa al mondo, anche la peggiore. Avrebbe fatto
qualsiasi cosa per salvarlo dai demoni!
Jellal
spalancò le porte del nono piano con forza ed i pesanti battenti si richiusero
dietro di lui con un tonfo. Ad accoglierlo si apriva un’unica vasta sala.
Grandi finestre gli facevano da contorno, illuminando lo spazio e in fondo,
contro la parete, si stagliava un grosso trono scuro. Sembrava fatto di pietra
con un lungo schienale a punta, ma era tutto decorato da ossa contorte. Lì seduto
ad aspettarlo c’era Mard Geer. Si stava tenendo il mento con aria annoiata. -
Finalmente, Fernandes! -
Mard
Geer aveva l’aspetto d’un ragazzo più o meno della stessa età di Jellal.
Capelli neri e lunghi, raccolti in una coda e occhi scuri e sottili con i quali
osservava il modo allo stesso modo in cui fanno i serpenti. A guardarlo nessuno
avrebbe mai immaginato la sua vera identità, ma Jellal sapeva che l’apparenza
inganna. L’aura oscura di Mard Geer scorreva pian piano fuori dal suo stesso
corpo e aleggiava per l’intera stanza come una presenza opprimente.
Il
demone sorrise non appena scorse l’avversario che si metteva in posizione di
combattimento. L’energia attorno a Jellal si fece in un attimo bianca e
accecante ma Mard Geer si limitò a scuotere la testa. - Non mi piacciono gli
umani, sono creature così insignificanti! Non avrei mai accettato di fare
questo gioco se master E.N.D. non lo avesse ordinato. - Il demone lanciò un
finto sospiro. - Immagino che a questo punto dovrei dire: “so cosa hai fatto”.
Master E.N.D. con i suoi poteri ti ha osservato molto da vicino in questi
ultimi anni. Noi di Tartaros eravamo sempre dietro l’angolo a spiarvi, quando
meno ve lo aspettavate. Eravamo l’ombra sotto gli alberi. I corvi sulle punte
delle cattedrali. I gatti neri nei vicoli bui. Quante cose abbiamo visto!
Quanta malvagità! ma sarebbe stato uno spettacolo migliore se ci fossero stati
meno sensi di colpa e rimorsi. Il vero male non conosce pentimento. -
-
Vi siete divertiti, eh? È stato bello divertirvi alle nostre spalle? -
-
Per me è stato molto noioso. - Il demone scosse la testa - Per fortuna l’attesa
è finita. Inizierà presto. Non appena il nuovo Re dell’Ade sarà eletto
l’oscurità erutterà dalle porte dell’inferno. Un’oscurità così profonda da
inghiottire tutta la luce di questo mondo. Tutti coloro che si oppongono al
nostro progetto saranno eliminati e finalmente potremo realizzare il sogno di
lord Zaref: un mondo di completa distruzione. Sarà il nostro paradiso. Non
piacerebbe anche a te superare i limiti degli umani e fare parte di questo
progetto? -
-
Non so dove abbia preso quelle informazioni, ma Scarlet aveva proprio ragione.
- Jellal scosse la testa.
-
BASTA! Non ho bisogno di sentire altro! - Doveva eliminare Mard Geer il prima
possibile e dopo di lui passare da E.N.D. all’ultimo piano. Solo così l’incubo
di Tartaros sarebbe finito e lui e i suoi compagni avrebbero trovato finalmente
pace.
Jellal
si lanciò all’attacco, usando tutta la forza della sua meteora ma quando ormai
era a pochi passi dal trono di Mard Geer, il demone alzò una mano come per
fermarlo. Al suo richiamo un’autentica foresta di rovi saettò fuori dal
pavimento e dalle mura della torre, intrappolandolo nelle sue spire come una
rete. I rami spinosi lo bloccarono per le braccia e il torso, serrandolo così
forte da affondare nella carne, ma Jellal non poteva permettere a nessuno di
fermarlo in quel modo. Richiamò ancora più potere, usando tutta la forza che
aveva per spezzare i rovi. Non gli importava se le spine fossero affondate fino
all’osso. Mard Geer era così vicino, così tanto che solo avesse allungato una
mano ...
-
Non puoi spezzare la mia Thorn Curse. - Gli spiegò Mard Geer con un mezzo
sorriso - Le maledizioni dei demoni di Tartaros sono molto più potenti della
magia che usano gli umani e i miei poteri superano quelli di tutti i miei
sottoposti. Non mi chiamano il Demone Assoluto per puro caso. -
-
Non me ne frega niente di come ti chiamano! Heavenly Palm! - Con un ultimo
sforzo Jellal riuscì finalmente a spezzare i rovi che lo trattenevano e a scagliare
una sfera d’energia magica contro il demone. L’esplosione così prodotta
disintegrò l’intero trono, scagliando polvere e pezzi di pietra in tutte le
direzioni ma ...
-
Dov’è finito? -
-
Sono qui. - La voce di Mard Geer lo costrinse a girarsi di scatto. Il demone
era appena comparso dalla parte opposta della stanza - Thorn Projectile! - I
rovi risposero immediatamente al suo richiamo saettando fuori dal pavimento e
puntando dritti contro Jellal, ma questa volta il ragazzo non era impreparato e
sfruttando la magia della sua meteora schivò facilmente il colpo.
-
Dea Yggdrasil! - Per un istante una sfera d’energia si materializzò nel palmo
di Mard Geer ma poi si disintegrò. Fu come se un seme oscuro si fosse appena
rotto e un gigantesco fascio di legno spinoso ne venne fuori. Jellal riuscì a
coprirsi con le braccia giusto in tempo ma l’incantesimo lo travolse con
abbastanza forza da spingerlo contro una delle vetrate. Il vetro si ruppe di
schianto e Jellal sarebbe finito di sotto se non fosse stato abbastanza pronto
a reagire. In un attimo stava già correndo lungo la parete esterna usando la
propulsione di Meteora. Mard Geer storse il naso ed evocò di nuovo i suoi rovi.
Un’esplosione di rami eruttò fuori dalle finestre ma nessuno di loro riuscì a
catturare Jellal. Il ragazzo si aggappò all’arcata più vicina e si gettò di
nuvo dentro colpendo Mard Geer con un calcio così forte da spingerlo a terra.
-
Thorns! - Ancora altri rovi si aggiunsero alla somma ma il master di Crime
Sorcière aveva già evocato una sfilza di cerchi magici. - Gran Chariot! -
L’energia liberata dall’incantesimo disintegrò i rovi e travolse Mard Geer con
la stessa forza di un meteorite. Avrebbe ridotto chiunque in frantumi ma il
demone non era un avversario qualunque. Mentre la polvere si dissolveva Jellal
percepì subito che i livelli d’energia oscura nell’aura del suo nemico erano
cambiati. Adesso quello che gli stava davanti non aveva più nulla niente
d’umano, nemmeno nell’aspetto. Per resistere all’impatto Mard Geer si era
coperto con le braccia e aveva assunto una nuova forma, più demoniaca e
terrificante. Scaglie nere e bianche ne ricoprivano il corpo con un motivo
intricato. Corna, artigli, grosse ali di membrana e un ghigno simile a un
becco. Adesso dava davvero l’idea di un mostro. Se voleva batterlo Jellal ora
doveva impegnarsi molto di più.
-
Ora inizio a capire. - Sussurrò il demone - Capisco perché Kyouka, Keith e gli
altri amano giocare con gli umani. Non sapete che l’unica cosa che vi attende è
la morte. I vostri ideali e le vostre azioni sono tutti conseguenza dei vostri
sentimenti. E non siete nemmeno capaci di riconoscere le vostre debolezze.
Siete incredibilmente ignoranti. Così ignoranti che siete quasi ... adorabili.
-
-
Non parlare degli esseri umani come se fossero così insignificanti! - Lo rimbeccò
Jellal, preparandosi a scagliare un nuovo attacco. Sollevò le braccia sulla
testa e di colpo l’ombra negli angoli più oscuri della stanza si raccolse ai
suoi piedi.
-
Senti da che pulpito viene la predica! Dopo averne sterminati così tanti
credevo che anche tu la pensassi allo stesso modo! -
-
Quelli erano criminali. -
-
E non erano umani? - Mard Geer spiccò il volo, deciso ad afferrare Jellal con i
suoi artigli ma il ragazzo l’anticipò, scagliandogli contro la sfera d’energia
che aveva generato tra le mani - Altaris! - L’incantesimo colpì Mard Geer in
mezzo al petto, trascinandolo a terra. La forza di gravità contenuta al suo
interno pesava come il cuore di metallo di una stella. Il pavimento si incrinò
all’impatto con così tanta forza da sembrare che volesse sfondarsi e
trascinarli entrambi al piano di sotto. Mard Geer riuscì a divincolarsi
dall’incantesimo giusto in tempo per essere colpito da un pugno in pieno viso.
Ruggì e spalancò le ali ma questa volta una raffica di lance d’energia magica
lo investirono minacciando di scagliarlo fuori dalla torre.
-
Heavenly Arrows e Heavenly Blast! - Neanche il tempo di riprendersi che un
altro calcio lo aveva colpito all’addome.
-
Come è possibile che un umano! - La voce di Mard Geer venne soffocata di nuovo
dall’esplosione prodotta da un Gran Chariot.
Erza
aveva ragione quando aveva detto che tra lei e Jellal di sicuro il ragazzo era
quello più forte. Quando combatteva seriamente non c’era nulla al mondo che
potesse fermarlo. E cosa c’era di più importante che finire la missione contro
Tartaros?
-
ADESSO BASTA! Hai consumato fino all’ultima goccia della mia pazienza! - Questa
volta quando Jellal tornò all’attacco Mard Geer bloccò il suo pugno,
afferrandolo tra gli artigli. Il demone era così furioso che i suoi occhi
scintillavano di rosso. - E questo quello che vuoi Fernandes? Allora ti
accontento subito! - Mard Geer lo scagliò indietro con rabbia. - Non mi importa
niente se sarete eliminati tutti! Troveremo dei nuovi candidati, più adatti a
prendere il posto di lord Zaref! - Poi aprì il palmo della mano puntandolo
contro di lui. Un vortice di nebbia oscura si materializzò istantaneamente
attorno a Jellal. Gli sarebbe bastato un sol colpo per disperderla, ma
improvvisamente il suo corpo non rispondeva più ai comandi: era come
pietrificato.
-
Non puoi resistere a questa maledizione! MEMENTO MORI! - Mard Geer serrò il
pugno e la nebbia lo imitò stringendosi attorno a Jellal come una morsa d’acciaio
e la morsa gli tolse immediatamente il respiro.
Dentro
quelle spire oscure c’era concentrata una quantità così densa e malata
d’energia oscura da bruciare la pelle e i vestiti. Una concentrazione così alta
da infilarsi dentro l’organismo e avvelenarlo. Mard Geer soffocava i suoi
nemici con la paura e il terrore. Un solo respiro di quel gas e di colpo
chiunque avrebbe perso la testa. Era davvero un morire senza alcuna speranza di
tornare indietro.
Jellal
si portò istintivamente le mani alla gola, sentiva la stretta del gas che lo
attanagliava. Le volute di fumo gli si avvolgevano sulla pelle come spiriti
indemoniati. Era come se di colpo tutte le anime dannate di quelli che aveva
ucciso fossero tornate a cercalo per prenderlo e trascinarlo con loro
all’inferno.
Oh,
ma lui non poteva permetterglielo. Aveva ancora una missione da compiere. Aveva
ancora dei compagni che lo aspettavano ed avevano fiducia in lui. Aveva Erza.
Lo
chiamavano diavolo e se lui era davvero il diavolo allora nessuno spirito o demone
poteva reggere il confronto.
-
I miei poteri vanno oltre i semplici concetti di vita o di morte: quelli che
vengono colpiti da questa maledizione non muoiono. Li attende un fato perfino
peggiore, un eterno purgatorio di sofferenza. Svanisci anche tu. - Mard Geer
sussurrò quell’ultimo comando e la nebbia oscura si strinse per un attimo
ancora più forte di prima. Poi esplose. Il gas oscuro saettò verso l’alto
minacciando di sfondare il soffitto, strappando pezzi d’intonaco e mattoni e
schizzò fuori dalle arcate delle finestre, rovesciandosi di sotto con la stessa
forza di una colata di lava. Ma Mard Geer rimase fermo al suo posto, osservando
le evoluzioni del gas che si dissolveva; era certo di aver vinto lo scontro ...
Quando capì che in mezzo alla stanza c’era ancora una sagoma in piedi, il
demone fece istintivamente un passo indietro - Non ... è possibile! Ha ... Ha
assorbito l’energia oscura? -
Non
gli riuscì di dire altro.
-
Dark Vanish. - Jellal aveva davvero assorbito tutto il potere contenuto in Memento
Mori e quando puntò la mano contro l’avversario l’energia lo abbandonò di colpo
e Mard Geer esplose. Sarebbe stato impossibile descrivere la scena con parole
diverse. Liquido nero e pezzi di poltiglia si sparsero per tutta la stanza,
inondando il pavimento, imbrattando le pareti e lo stesso Jellal.
Il
ragazzo barcollò. Aveva consumato così tanta energia da riuscire a stento a
stare in piedi. Il veleno di Memento Mori gli aveva bruciato le braccia e la
gola e perfino respirare sembrava un’impresa, ma sapeva che il momento di
fermarsi non era ancora arrivato. E.N.D. lo stava aspettando all’ultimo piano.
Ancora un piccolo sforzo e quando anche l’ultimo dei demoni sarebbe stato
eliminato ... Non riusciva quasi più a ricordare cosa sarebbe successo. Tutto ciò
che gli aveva dato la possibilità di sopravvivere a Momento Mori pochi istanti
prima, adesso sembrava un ricordo confuso e sfocato. Sapeva solo che quella era
la sua missione e che doveva finirla ad ogni costo.
Jellal
si trascinò a stento su per le scale, spalancò la porta del decimo piano e i
pesanti battenti si richiusero di nuovo alle sue spalle. La stanza che gli
stava davanti aveva qualcosa di vagamente familiare, ma non riusciva a capire
cosa. Gli dava l’impressione di averla già vista nello sfondo di qualche
vecchio incubo.
-
Complimenti!
Ero sicuro che saresti arrivato fino in cima! -
-
E.N.D. - Rantolò Jellal. Come al solito l’unica cosa che vedeva vorticare
davanti a lui era un pozzo d’oscurità. Una figura contorta, con un ghigno
ancora più distorto e terrificante. - Siamo arrivati alla resa dei conti.
Questa volta io ti ... -
-
Hai
ragione! Siamo al finale! E tu sei quello che ha vinto la partita! -
Questa
volta Jellal era troppo stanco e annebbiato per reagire in tempo. E.N.D. si
lanciò su di lui e l’oscurità lo avvolse ancora una volta, serrandosi attorono
a lui ed al suo cuore.
Una
trappola? Come aveva fatto a non capirlo prima?
Poi tutto
si spense.
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Capitolo 73 *** Alegria ***
Alegria
Con
questo capitolo si conclude la sfida a Tartaros. Non vedevo l'ora di
scriverlo e pubblicarlo. Che Torre del Paradiso sarebbe senza un unico,
finale, grande duello all'ultimo sangue tra Erza e Jellal? Buon
divertimento!
Alegria
I
go back again,
fall off the train,
land in his bed,
repeat yesterday’s mistakes
I
rob and I kill to keep him with me
I do anything for that boy
I’d give my last dime to hold him tonight
I do anything for that boy…
Ohohohoh
I can’t remember to forget you
(Can’t
remember to forget you - Shakira, Rihanna)
-
Hei! Wendy! - Gray gridò non appena scorse le figure dei compagni che stavano
risalendo le scale per il settimo piano. Stese accanto a lui c’erano Ultear e
Meredy. - Dai un’occhiata a queste due! - La dragon slayer non se lo fece
ripetere nemmeno una volta, precipitandosi accanto alle sue pazienti. Crime
Sorcière la seguì immediatamente.
-
Che è successo? - Gray scosse la testa alla domanda di Wally - Non ne ho idea!
Io ... Io credo di essere morto! -
-
Ma se sei qui vivo e vegeto? - Replicò Cana con le braccia spalancate: non
aveva mai sentito qualcuno dire una cosa più ubriaca di quella.
-
Ho anche io la stessa sensazione ... - Replicò Simon, strappandole un’altra
smorfia.
-
Dov’è Erza? - Gridò invece Natsu; si stava guardando attorno freneticamente ma
per quanto annusasse non riusciva a sentire l’odore dell’amica in stanza.
-
Continuiamo a salire. - Suggerì Lahar, avanzando a spada tratta ma fu proprio
allora che una risata maniacale riecheggiò per la torre, inchiodandolo sul
posto - Non sarà necessario: le selezioni sono finite. -
-
Cosa? - I maghi di Fairy Tail e Crime Sorcière drizzarono tutti la testa.
Quella voce non era più quella di Mard Geer ...
-
Jellal? - Sussurrò Erza sforzandosi di riaprire gli occhi all’ottavo piano. Era
così stanca da riuscire a stento a stare sveglia.
-
Che stai dicendo Jellal? - Gridò anche Kagura, irritata ma allo stesso tempo
terrorizzata da quel tono. Anche se quella era la voce del suo amico e del suo
master, ora suonava in modo completamente diverso.
-
Ho detto ... - Ripetè la voce di Jellal - Che le selezioni sono finite: abbiamo
un nuovo Re dell’Ade. - La sua risata maniacale scosse la Torre del Paradiso da
cima a fondo. Questa volta Kagura fece istintivamente un passo indietro; ora
ricordava dove aveva già sentito quella risata: era E.N.D. che stava ridendo di
loro.
-
E dato che abbiamo un vincitore ... - Continuò Jellal - Come promesso, tutti i sopravvissuti saranno sterminati. Alegria! -
I
maghi intrappolati nella Torre e quelli alla base dell’isola non fecero nemmeno
in tempo a capire cosa significasse quella parola magica.
Improvvisamente
tutto cominciò a vibrare.
Fu
come se il più grande terremoto della storia si fosse appena abbattuto sulla
Torre del Paradiso. I maghi furono scagliati a terra e costretti ad aggrapparsi
alle pareti e al pavimento per non essere sbalzati via.
-
È come se qualcosa stesse risucchiando il corpo di Juvia! Jellal! - La ragazza
gridò ma invano; nemmeno la sua magia, che le permetteva di trasformarsi in acqua,
poteva difenderla. La torre, il pavimento, le mura, le colonne e l’arredamento,
tutto ora tremolava come gelatina. Il terreno, le rocce alla base della
costruzione, perfino gli scogli in riva al mare. In pochi secondi ogni cosa trasformò
in un gigantesco pantano, sabbie mobili scure come la pece e maleodoranti come
petrolio.
-
Non fatevi separare! - Makarow riuscì a stento a gridare ai suoi ragazzi prima
che l’isola li risucchiasse. Nemmeno lui, aveva idea di come fermare
quell’incantesimo.
Quando
il terremoto si spense ed Erza riaprì gli occhi, trovò ad attenderla uno
spettacolo terrificante. Attorno a lei non c’erano più i resti del laboratorio
di Kyouka. Le mura e il pavimento avevano assunto una conformazione
completamente diversa: tutto era diventato scuro, morbido e viscido. Erza
ritirò di scatto una mano, sotto di lei una bolla pulsava lentamente.
-
Che diav ... -
Strane
colonne di membrana collegavano tra loro gli angoli, il sopra e il sotto. In
alcuni punti rivoli di liquido catramoso scorrevano giù per le pareti e ancora
più in basso perdendosi per le scale.
Erza
si sforzò di rimettersi in ginocchio, sfregandosi le braccia e l’addome per
spazzare via il viscido. Quando la risata malata di Jellal riecheggiò di nuovo per
la Torre il sangue le si gelò letteralmente nelle vene.
-
Che spettacolo! Ti piace? -
-
JELLAL! - Gridò con quanto fiato aveva in gola - Che sta succedendo? Che ti
prende? Cos’è questa storia del Re dell’Ade? -
Non
era possibile, vero? Non era possibile che proprio lui, il più forte di tutti,
fosse caduto per i trucchi di E.N.D. Jellal non li avrebbe traditi mai e poi
mai per passare dalla parte dei demoni!
-
È una maledizione: Alegria. - Ripeté Jellal, come se il nome da solo fosse
stato già abbastanza illuminante.
-
Si chiama così perché chiunque viene colpito può finalmente provare la felicità
di sparire dall’esistenza. Vedi la Torre del Paradiso è stata migliorata da
quando Tartaros ha preso in carico il suo progetto. - Le spiegò la voce di
Jellal - È diventata un’immensa prigione vivente. Anch’essa si è trasformata in
un demone. Questa è la sua vera forma: Plutogrim. Io le ho solo ordinato di
sterminare gli invasori. -
Sterminare
... gli invasori?
-
Che hai fatto ai nostri amici? - Gridò Erza. Sentiva sempre di più una stretta
allo stomaco. - Proprio tu che avevi giurato di proteggerli! Che hai ... -
-
Guarda davanti a te. - Jellal richiamò la sua attenzione sul corpo di Kyouka
che aveva sconfitto solo qualche minuto prima. Plutogrim l’aveva assorbito e
adesso la carcassa affiorava a stento dal pavimento, avvolta da una sfilza di
filamenti scuri e disgustosi. Era un’immagine così rivoltante che Erza fu
costretta a distogliere lo sguardo.
-
Questo è quello che è successo a tutti i tuoi “amici”. Ma non temere sono
ancora vivi ... anche se per poco. Quando Plutogrim avrà assorbito la loro
energia vitale scompariranno completamente. - Jellal rise ancora, provocandole
un brivido lungo la schiena. Che gli era successo? Quella che Erza sentiva era
la sua voce eppure allo stesso tempo non lo era.
-
Soltanto tu puoi salvarli. Sei l’unica che ho risparmiato. - Ridacchiò ancora
il nuovo Re dell’Ade - Devi ritenerti fortunata! Ti ho fatto un grande onore! O
forse è il contrario? Dato che adesso sei tutta sola nell’Ade! Ahahaah! -
Erza
si strinse d’istinto le braccia attorno al corpo per fermare i brividi. L’immagine
dei suoi amici intrappolati nella morsa di Plutogrim prorpio Kyouka, le faceva
letteralmente girare la testa. - Perché hai risparmiato me? Che accidenti vuoi?
-
-
Sali al decimo piano. - E detto questo la voce di Jellal si spense, lasciandola
brancolare nel buio. Qualunque cosa fosse successa doveva sbrigarsi. Erza si
costrinse a rialzarsi, barcollando. Jellal non poteva averli traditi davvero,
doveva esserci una spiegazione! Doveva essere colpa di E.N.D.! Sì, doveva
essere colpa sua. Ma se ciò era vero come avrebbe fatto a batterlo? Che
speranze aveva?
Mentre
saliva i gradini della Torre Erza tremava. Non era mai stata tanto terrorizzata
nemmeno quando l’avevano trascinata di peso nella stanza delle punizioni. Non
aveva più nemmeno l’energia necessaria per evocare una nuova armatura o una
spada e sostituire quelle danneggiate da Kyouka.
-
Jellal ... - Proprio come promesso il mago la stava attendendo al decimo piano,
seduto dietro una scrivania, con il mento appoggiato sul palmo della mano.
Anche se il legno era stato in parte divorato da Plutogrim, quella stanza aveva
qualcosa di familiare. Guardando le grandi finestre e i teschi d’animale che
decoravano le pareti, Erza capì che era una copia perfetta di quella in cui
avevano assassinato il capo del culto.
-
Perché ci hai messo tanto? - Ridacchiò Jellal - Avevi paura di me? - I suoi
occhi scintillavano con così tanta malizia ... Non erano più gli occhi del
ragazzo coraggioso e premuroso che aveva imparato ad amare. Davanti a lei c’era
il corpo di Jellal ma era come se il suo occupante fosse improvvisamente
cambiato.
-
Smettila subito. - Gli ordinò Erza, ma la sua voce tremava e non aveva più
niente di intimidatorio, nemmeno una goccia d’autorità. - Riprendi il controllo
di te stesso e libera tutti. E.N.D. deve averti fatto qualcosa. -
-
Ma io non voglio liberate gli altri. Mi interessi solo tu. - Jellal si alzò
finalmente dalla scrivania. Fece qualche passo avanti e poi spalancò le braccia
- Vieni da me Erza! Anche tu hai battuto il demone che ti era stato assegnato.
Hai vinto la prova! Ti meriti come premio di poter governare l’Ade insieme a
me! - Ma invece di accontentarlo, Erza fece un passo indietro - Non ho alcuna
intenzione di fare una cosa del genere! Non voglio passare dalla parte di
E.N.D.! Jellal torna in te! È lui il nemico! Abbiamo giurato di combatterlo! Di
combattere il male! Di! - Ma il mago non le lasciò nemmeno completare la frase:
l’afferrò per un braccio spingendola contro la scrivania. La schiena di Erza
colpì forte il legno e lo spigolo le si andò a piantare proprio contro la spina
dorsale.
-
Jellal! -
Gridare
era inutile, ribellarsi era inutile: Jellal la teneva stretta per i polsi,
impedendole ogni via di fuga col suo stesso corpo.
-
Ma abbiamo detto anche un sacco di altre cose, te lo sei dimenticato? Hai promesso
che mi avresti seguito fino all’inferno se te lo avessi chiesto. - Le sibilò
Jellal all’orecchio. Per la prima volta nella sua vita, averlo così vicino le
faceva ribrezzo. - Questo è l’inferno! -
Erza
deglutì a fatica. Sentiva la gola secca come sabbia. Era vero che gli aveva
promesso di seguirlo ma ...
-
Tu non sei il Jellal che conosco. -
-
Davvero? -
-
Certo! Il Jellal che conosco non avrebbe mai fatto del male ai suoi compagni! È
un ragazzo che ha a cuore tutta la sua gilda e il destino di Fiore! -
-
Ma lo chiamano il Diavolo. - Jellal rise, provocandole un brivido con il soffio
caldo del suo respiro contro il collo. Il ragazzo le liberò a stento un polso
per accarezzarle la guancia destra con una mano. - Ancora non lo hai capito,
Scarlet? - Jellal le riavviò una ciocca di capelli - La libertà, la felicità e
la giustizia non esistono! Gli unici veramente liberi sono quelli abbastanza
forti per dominare sugli altri ed io adesso ho il potere per diventare l’unico
padrone di questo mondo. Solo in questo modo saremo liberi! Tutti quelli che si
opporranno al nostro progetto saranno distrutti. - Jellal la prese per il
mento, girandole la testa abbastanza per sfiorarle le labbra ma uno schiaffo lo
costrinse precipitosamente a mollare la presa e a fare un passo indietro.
-
Ohoho! È questo il modo di trattare chi ami? - Il mago rise, portandosi una
mano sulla guancia - Ma come sei diventata cattiva Erza! Lo sai che ti meriti
una punizione? -
-
STA ZITTO! - Ruggì la ragazza. Dopo aver ascoltato quelle ultime parole adesso
non aveva più alcun dubbio: E.N.D. aveva preso il controllo di Jellal e doveva
fare assolutamente qualcosa per liberarlo. Le energie che le rimanevano erano
praticamente nulle ma la ragazza si affrettò comunque ad evocare una katana.
Doveva fare qualcosa per liberarlo e salvare il resto dei suoi compagni, Fairy
Tail e Crime Sorcière contemporaneamente. Abbaterlo e costringere il demone a
lasciarlo? Poteva cominciare con quella tattica.
-
Farò in modo che ti passi la voglia di scherzare con noi E.N.D.! - Erza si
lanciò all’attacco tirando un fendente così forte che se fosse andato a segno,
probabilmente avrebbe staccato la testa di Jellal. Il mago fece un passo
indietro per evitarlo - Con la poca energia che ti è rimasta come speri di
battermi? -
Oh,
ma l’obiettivo di Erza non era quello di decapitare il suo compagno. Le bastò
quell’istante in cui indietreggiava per colpirlo con un calcio e ributtarlo
indietro. L’elsa della katana prese Jellal alla tempia con così tanta forza da
tramortire una persona normale. E.N.D. dentro di lui ringhiò e replicò con un
pugno, colpendola all’addome e spingendola via. Energia oscura si raccolse
attorno al palmo della sua mano ed esplose generando un orda di fantasmi. -
Ghost Fireworks. - Tutti si lanciarono in direzione di Erza, con le bocche
spalancate e l’aria affamata. Erano troppi per schivarli. Ogni volta che
qualcuno dei fantasmi la sfiorava dei nuovi tagli le si aprivano sulle braccia
e ogni volta che la sua lama andava a segno un liquido nero e denso schizzava
da tutte le parti. Sembravano quasi vivi, come Plutogrim. Quando alla fine Erza
riuscì a liberarsi dell’orda di fantasmi e sferrare un nuovo attacco a Jellal
il mago la schivò di nuovo, costringendola ad inseguirlo. E.N.D. si stava
prendendo gioco di lei, costringendola a consumare quel poco di magia che le
rimaneva. Sapeva che non aveva alcuna intenzione di ferire Jellal e voleva
impedirle di sferrargli un colpo abbastanza forte da costringerlo a perdere
conoscenza. Che poteva fare?
-
Dark Blast! - Jellal mosse la mano destra, due dita puntate sul suo obiettivo.
Un raggio d’energia oscura investì Erza in pieno, sbalzandola in aria. Il suo
corpo slittò lungo il pavimento, arrestandosi soltanto quando colpì la parete
opposta. L’impatto le strappò letteralmente la katana dalla stretta. La magia
che stava usando non era più l’Heavenly Magic a cui era abituata e le sue mosse
la coglievano sempre più di sorpresa a ogni turno.
-
È tutto questo quello che sai fare? - La schernì E.N.D. Il modo in cui
manipolava la voce di Jellal feriva ancora di più di un colpo di spada. Che
poteva fare? Doveva prenderlo alle gambe. Se lo avesse colpito al ginocchio non
avrebbe avuto più alcuna speranza di usare meteora per schivare i suoi
attacchi. E poi doveva colpirlo alla spalla destra. Jellal usava
prevalentemente la mano destra e questo era l’unico modo per impedirgli di
colpire. Poi doveva tramortirlo e costringere E.N.D. a uscire. La mente di Erza
correva come un calcolatore impazzito, pur di riuscire a trovare una soluzione
in tempo.
-
Dark Arrows! - Jellal mosse di nuovo una mano contro di lei ma Erza raccolse
ancora una volta con uno sforzo disumano l’energia che le rimaneva. La Flight
Armour apparve al suo comando, dandole la possibilità di schivare il colpo con
la sua velocità. I pugnali che accompagnavano l’armatura le si materializzarono
saldamente in pugno mentre i raggi d’energia oscura andavano a conficcarsi contro
la parete dietro di lei; Erza correva letteralmente sul muro. Altre Dark Arrows
si aggiunsero inutilmente alla lista e quando la maga saltò di nuovo a terra
E.N.D. non riuscì a schivarla in tempo. Il pugnale che stringeva nella mano
destra andò subito a segno contro il ginocchio, facendo barcollare Jellal ma la
ragazza non riuscì a colpire in tempo la spalla. Jellal alzò la mano destra -
Ghost Cage! - La sfera d’energia oscura che aveva raccolto in mezzo al palmo
esplose, liberando di nuovo un’orda di fantasmi. Erza alzò i pugnali, pronta a
farli a pezzi ma i fantasmi questa volta le scivolarono attorno, lungo le
braccia, le gambe e la gola, intrappolandola con la loro morsa viscida e
minacciando di trascinarla giù. Erza lanciò un grido di rabbia, tentando con
tutte le forze che aveva di tagliare i fantasmi. Fili appiccicosi le si
attaccavano continuamente ai pugnali mentre cercava di liberarsi. Jellal in
tanto si stava tirando di nuovo in piedi. Non poteva permetterlo! Erza si
divincolò giusto in tempo per colpirlo con una spallata e buttarlo di nuovo a
terra. Il ragazzo colpì il pavimento forte, con la schiena ed Erza colse al
volo l’occasione per pintargli un ginocchio sulla spalla e afferrargli il
braccio destro. Era pronta per premere la lama quando ...
-
Dark Chariot. -
Quando
aveva preparato i sigilli?
L’ennesimo
raggio oscuro la investì con così tanta forza da scagliarla via. La Flight
Armour e i pugnali si disintegrarono all’impatto, lasciandola a terra mezza
nuda e senza più nemmeno una goccia d’energia.
-
Era così che volevi battermi? Dov’è finita la determinazione di prima? - E.N.D.
rise mentre forzava il corpo di Jellal a rimettersi in piedi - Non ti rialzi
più? -
Erza
non aveva più nemmeno la forza di respirare, di alzare la testa e guardare
Jellal negli occhi.
-
Si vede che mi ero illuso, non sei mai stata abbastanza forte da poter
governare Tartaros. -
Aveva
ragione.
Avrebbe
dovuto allenarsi di più.
Avrebbe
dovuto procurarsi delle spade e delle corazze più resistenti.
Per
tutti quegli anni non aveva fatto altro che prepararsi allo scontro con E.N.D.
ed alla fine si era fatta cogliere impreparata: non era mai diventata
abbastanza forte. La sua magia non le era bastata. E se la sua magia aveva
fallito allora non le restava più niente con cui combattere, poteva pure
chiudere gli occhi e accettare il suo destino.
Oppure
no.
Le
parole del vecchio Makarow le tornarono improvvisamente in mente.
C’era
un potere più forte della magia: l’amore.
Forse
era lì che aveva sbagliato. Se avesse dato più amore a Jellal, se gli fosse
stata più vicina, se lo avesse protetto, se lo avesse costretto a girarsi
quando era certa che stava sbagliando, se invece di seguirlo cecamente non
avesse avuto paura di tirargli uno schiaffo per farlo ragionare, se avesse
fatto lo stesso con tutta Crime Sorcière, forse a quell’ora nessuno sarebbe
stato lì secondo i piani di E.N.D.
-
Che c’è? Hai paura di affrontare il tuo destino? Che peccato vedere un
cavaliere così coraggioso ridotto improvvisamente in questo stato. Avresti
dovuto accettare fin dall’inizio di venire con me. -
Ma
Erza non riusciva a sentire la voce del demone che possedeva il suo solo e
unico amore.
L’unica
cosa che sentiva era la magia che si accendeva dentro di lei come una
scintilla.
Se
lo avesse desiderato abbastanza, se lo avesse desiderato abbastanza forte,
allora quel potere avrebbe fatto per lei un ultimo grande miracolo.
Il
suo corpo si rimise a sedere quasi da solo. Poteva sentire una nuova aura
attorno a lei. Proprio come quando aveva usato Fairy Glitter. La formula che le
serviva le sgorgò fuori dalle labbra praticamente senza sapere come - Secondo
la legge in vigore a Fairy Tail E.N.D., io ti do di tempo fino a tre per
arrenderti e lasciare per sempre Jellal. - Il suo sguardo si appuntò dritto in
quello gelido dell’avversario, ma il demone ignorò le sue minacce con un mezzo
sorriso - Che vorresti fare adesso? Non puoi battere questo ragazzo che mi sono
procurato con tanta fatica. -
-
UNO. -
-
Tu non hai abbastanza potere! Io realizzerò il sogno di lord Zaref! - Ma quando
finalmente il mago si decise a sferrare un pugno, l’aura attorno ad Erza ormai era
troppo densa per essere oltrepassata.
-
DUE. -
E.N.D.
ritrasse la mano di Jellal gridando per il dolore. Per la prima volta quel
pugno che poteva polverizzare qualsiasi cosa con la forza di una meteora, era
stato fermato. - Dark Vanish! -
-
TRE. -
Quando
Erza giunse le mani, lo fece quasi senza rendersene contro, ma nell’istante
esatto in cui le sue dita si sfiorarono l’energia che il suo corpo aveva
accumulato si liberò come un flash, propagandosi per tutta la Torre del
Paradiso con una forza dirompente. Le urla di dolore di E.N.D. vennero ben
presto inghiottite dalla luminosità e così anche la coscienza di Erza.
Forse
la gente aveva ragione. L’avevano capito prima di lei. Adesso poteva pure
permettersi il titolo di regina delle fate, dopo aver usato anche quell’incantesimo
che Mavis le aveva donato.
Plutogrim
venne scosso come da un brivido al passaggio della luce. Le pareti, il
pavimento, i mobili, il terreno e le rocce, tutto ondeggiò e poi di colpo la
patina maligna che copriva l’isola svanì, restituendo di nuovo l’aspetto
originale alla Torre. I maghi di Crime Sorcière e Fairy Tail trassero un
sospiro di sollievo non appena la morsa li abbandonò, proprio come se fossero
improvvisamente riemersi in superficie da un lago di catrame.
-
Le ombre sono sparite! - Gridò qualcuno esultante, ma Makarow, in piedi sulla
spiaggia non riusciva nemmeno a capire quale dei suoi figliocci avesse parlato.
-
Vecchio! - Gildarts provò a scuoterlo per una spalla. Il vecchio master aveva
improvvisamente cominciato a piangere. Aveva riconosciuto quell’energia dorata
che si era riversata sull’isola come una pioggia benefica. Conosceva il nome di
quell’incantesimo perché una volta era stato concesso anche a lui di usarlo -
Fairy Law! È Fairy Law! Siamo salvi! -
|
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Capitolo 74 *** Liberi ***
Liberi
Questo
è l'ultimo capitolo di Crime Sorcière, l'ultimo che
aggiungo oggi ed anche l'ultimo della storia. O forse no? In
realtà ho ancora qualcosa in serbo per voi: la prossima
settimana ci saranno la conclusione e qualche capitolo bonus. Si tratta
di alcune scene che ho scritto mentre lavoravo alla storia e che poi
sono rimaste da parte perchè non sapevo dove inserire. Ma non vi
trattengo con altre chiacchiere. Buona lettura e buona domenica di
Pasqua, che ci crediate o no, oggi pomeriggio mi tocca lavorare invece
di stare seduta a tavola a mangiare uova di cioccolato! Ma almeno ho
fatto in tempo a lasciarvi il mio regalo!
Liberi
They tell us every thing's alright
And we just go along
How can we fall asleep at night?
When something’s clearly wrong?
We must stand together
There's no getting even
Hand in hand forever
That's when we all win
That's, that's, that's when we all win
(When we stand together - Nickleback)
Sul Regno di Fiore quella era una splendida
notte serena e piena di stelle. Il cielo occhieggiava dall’alto sul prato su
cui Erza era stesa e sembrava che con tutti quegli scintillii volesse dirle
qualcosa di bellissimo e d’importante allo stesso tempo.
- In fondo la missione non è andata così
male. - Ammise Natsu, che se ne stava steso con Happy acciambellato sulla
pancia proprio accanto a lei, ma la voce di Lucy dall’altro lato non si fece
attendere nemmeno un secondo - Hai ragione, Natsu. Hai distrutto la torre
dell’orologio, la gilda sarà costretta a pagare i danni, nessuno ci ha dato la
ricompensa e per di più ci hanno sbattuto fuori dalla città a calci e non
abbiamo un posto dove stare! È ovvio che non è andata così male! -
- Io non ci trovo niente di sbagliato a
dormire all’aria aperta! Si sta freschi! - Continuò Natsu nel disperato
tentativo di giustificarsi e questa volta a fargli eco fu il grugnito di Gray -
Fresco vuoi stare? Al fresco ti sbatterei! Le prigioni di Era, quelle sono il
posto adatto ai pazzi criminali come te! -
- Che hai detto? - Natsu era già pronto a
saltare addosso al compagno per fargli rimangiare tutto a suon di pugni, quando
la voce di Erza li zittì - Hai ragione. - Per un attimo entrambi rimasero paralizzati,
come se il giudizio universale stesse per abbattersi su di loro. - Dormire
sotto le stelle non è così male. - E Nastu fece un gran sorriso, mentre Gray e
Lucy si scambiavano un’occhiata perplessa.
- Non dirai sul serio? - Continuò l’Ice Make
Mage - Erza dobbiamo smettere di andare in missione con Natsu. Questo idiota un
giorno o l’altro sarà la nostra rovina! -
- Ma non potete andare senza di me! - Fu la
pronta obiezione del dragon slayer - Perché noi siamo Team Natsu! - Questa
volta tutti gli occhi si girarono nella sua direzione e nemmeno Erza potè fare
a meno di aggrottare un sopracciglio. Lucy l’anticipò di nuovo - Perché mai
proprio Team Natsu? Perché non Team Happy o qualche altra cosa?-
- Perché io ci ho pensato per primo! - Annunciò
il ragazzo trionfante - E poi lo ha detto anche Mirajane! -
- Da quando tu e Mirajane decidete il nome
del mio team? - Adesso Gray si era definitivamente alzato in piedi.
- Dillo al Demone se ne hai il coraggio! -
- Ah! Bello nascondersi dietro la gonna di
Mirajane! -
- Che c’è? Hai paura di lei, principessa dei
ghiacci? -
- Se c’è qualcuno che ha paura, quello sei
proprio tu! Re dei cretini incandescenti! -
- Fammi vedere se ne hai il coraggio! -
- Fatti avanti! -
Ma ancor prima che potessero lanciarsi uno
contro l’altro Erza li aveva già anticipati, afferrandoli per le caviglie e
schiantandoli sul prato - VOLETE PIANTARLA VOI DUE? NON VI BASTA TUTTA LA
DISTRUZIONE CHE AVETE GIÀ CAUSATO? -
Per un attimo Gray e Natsu rimasero
ammutoliti a fissarla, sfregandosi il naso e la faccia che avevano sbattuto per
terra, poi il dragn slayer ricominciò a parlare - Sapete cosa penso? -
- Tu pensi? - Bofonchiò l’amico.
- Penso che non è colpa mia se le nostre
missioni vanno sempre a rotoli: è colpa di Erza! È lei l’unica che non si
diverte mai e trova sempre qualcosa da ridire! Non era esilarante la faccia del
sindaco che gridava? Nemmeno Lucy c’è l’ha fatta a trattenersi e invece chi è
che si è messa a scusarsi e a prendesi la ramanzina? Dobbiamo trovare un modo per
farla ridere più spesso. -
Erza provò a ribattere qualcosa, sorpresa
dall’improvviso cambio d’argomento, ma Gray la stupì ancora di più annuendo con
forza - Lo sai? Per una volta credo che hai ragione. Ma come possiamo fare? -
- Ti ricordi quando avevamo quattordici anni
e stavamo facendo il bagno ... - Natsu si chinò per sussurrare il resto della
frase nell’orecchio del compagno ed un sorriso diabolico si materializzò
all’istante sulla faccia di Gray - Ci sto! - E così, ancora prima che potesse
capire a cosa si stessero riferendo, Erza si ritrovò praticamente con i due
addosso, Gray che la teneva per i piedi e Natsu che le faceva il solletico sul
collo. Oddio! Glielo aveva sempre detto Cana che non era una buona idea fare il
bagno con i maschi!
- Ahaha! Non ci sono armature che possano
difenderti! - Ridacchiò Natsu - Arrenditi Erza! -
- No! No! Lasciatemi! - Ma per quanto
cercasse di divincolarsi, questa volta Titania era davvero indifesa.
- Lucy aiutami! -
- Anche Lucy soffre il solletico! Aye! - E
ancor prima che la ragazza potesse intervenire Happy le era già saltato addosso
attaccandola sui fianchi - Stupido gatto! Lasciami! -
In breve l’intero prato divenne un’autentica
matassa di corpi che si dibattevano, animando la notte stellata con risate e
imprecazioni di ogni tipo. Quando alla fine Erza fu costretta a gridare la resa,
era senza fiato. Gray la teneva ancora bloccata, ma Natsu era rotolato
inspiegabilemente addosso a Lucy.
- Hai visto? - Annunciò il dragon slayer,
indicandola - Ha funzionato! -
- E sì! - Anche Gray le sorrise - Non l’ho
mai setita ridere tanto in una sola volta! -
- E poi finalmente ho vinto uno scontro con
Erza! -
- Vinto a metà vorrai dire! Ti sei scordato
del mio aiuto? -
- Sì ma chi ha avuto l’idea? -
- Non ti vantare per un’idea ogni tanto. -
- Vogliamo vedere chi è il migliore scemo
congelato? -
- Scommettiamo, cervello bruciato! -
Era vero. Era passato così tanto tempo
dall’ultima volta che aveva riso così tanto che Erza non se lo ricordava
nemmeno. Team Natsu, eh? In fondo le piaceva il nome, il dragon slayer era
sempre il più pazzo del gruppo che animava ogni missione e accendeva i fuochi
d’artificio durante i combattimenti. Anche se faceva già parte di Crime
Sorcière, anche se Fairy Tail per lei era solo una copertura, anche se la sua
missione era un’altra ... Nonostante tutto Erza avrebbe desiderato rimanere per
sempre parte di Team Natsu. Mentre guardava i suoi amici combattere, Happy
tifare e Lucy che tentava di dividerli, la maga in armatura non potè fare a
meno di sorridere.
Erza
si riscosse a fatica, passandosi una mano sugli occhi. Era svenuta? Aveva
sognato ancora una volta del suo passato? Quanto tempo era rimasta così? Ore o
minuti? Non ne aveva idea, l’unica cosa che sapeva era che l’ultimo incantesimo
che aveva utilizzato aveva consumato fino all’ultima goccia della sua energia.
Si sentiva così esausta che perfino tenere gli occhi aperti era un’impresa.
Fu
soltanto allora che la mente appannata di Erza si ricordò di Jellal e la
ragazza si girò di scatto, terrorizzata all’idea di cosa Fairy Law potesse
avergli fatto. Ma quando Erza lo vide un sorriso le ammorbidì le labbra. Il
compagno era steso proprio accanto a lei, illeso ma profondamente addormentato.
Per una volta tanto aveva un’aria serena ed il suo petto si alzava e si
abbassava lentamente al ritmo del suo respiro. Erza si sforzò di strisciare più
vicino a lui e gli passò una mano sulla guancia per svegliarlo. Dopo poco
Jellal riaprì gli occhi, ma lo fece guardandola con aria stanca e confusa -
Scarlet? Che cosa è successo? - Erza non gli lasciò nemmeno il tempo di parlare
prima di prendergli la faccia tra le mani e baciarlo, baciarlo con tutta la
forza e la passione che aveva. Per un attimo aveva davvero pensato di averlo
perso per sempre e che i demoni se lo fossero preso.
-
Erza? - Jellal l’allontanò delicatamente per riprendere aria e la ragazza
sorrise - Non ti preoccupare è tutto finito. - E si lasciò andare,
appoggiandosi sul suo petto - E.N.D. è sparito per sempre. -
Jellal
in realtà non ricordava niente del fatto di essere stato posseduto e avrebbe
voluto chiederle cos’era accaduto, che cosa ne fosse stato del demone, ma
decise di lasciar perdere, limitandosi ad accarezzarle i lunghi capelli rossi -
Allora la missione è finita ... -
-
Ti ricordi cosa dovevamo fare dopo Tartaros? - Erza socchiuse gli occhi abbandonandosi
alla stanchezza e concedendosi il lusso di ascoltare in silenzio il suono del
cuore di Jellal che batteva.
-
Cosa fare? Cosa fare dopo Tartaros? - La voce del mago la raggiunse come un
sussurro - Dovevamo essere felici per sempre ma ... Spero che tu te ne renda
conto: è impossibile dopo tutto il sangue che abbiamo versato. -
-
Sì, lo so. - Erza annuì appena. Lo aveva sempre saputo ogni volta che si erano
detti quella menzogna per farsi forza e convincersi ad andare avanti. Le loro
anime erano dannate per sempre. Per sempre, eh? Che enorme quantità di tempo
... E che sensazione piacevole sarebbe stata quella di riposare così per
sempre, uno accanto all’altra!
Quando
la torre iniziò a tremare, Erza si strinse per un attimo più forte alla casacca
di Jellal rifiutandosi di aprire gli occhi. Senza più la magia dei suoi
terribili guardiani a tenerlo in piedi, l’oscuro edificio stava per crollare,
ma ormai né più lei né più il suo amato avevano la forza necessaria per
scappare.
-
La Torre ... È spacciata. - Sentenziò Jellal come un dato di fatto, mentre i
primi calcinacci e pezzi del soffitto cominciavano a venire giù.
-
ECCOLI LI VEDO! -
Quando
Erza sentì improvvisamente quella voce in mezzo al rumore del terremoto,
stentava a crederci. Era una voce familiare eppure le venne da spalancare gli
occhi come se fosse stata la più aliena del mondo. Credeva che non l’avrebbe
sentita mai più ma ancor prima che potesse relizzare cosa stesse accadendo,
ecco che Natsu l’aveva già presa in braccio, impedendole di protestare - Prendi
l’altro! -
-
Non c’è bisogno che me lo ripeti, imbecille! - Gray si era già issato Jellal
con un braccio attorno alle spalle mentre Happy lo sosteneva dall’altro lato.
-
Andiamo! In fretta! - Lucy infine era già sulla soglia della stanza e stava
sventolando una mano per indicargli di correre. Taurus era accanto a lei,
pronto a deviare con la sua possente ascia qualunque pezzo di pietra che la
torre pericolante gli avrebbe tirato addosso.
Erza
fece appena in tempo a scorgere il sorriso di Lucy, prima che il dragon slayer
si mettesse in moto, gettandosi per le scale e costringendola a stringersi
istintivamente a lui. C’erano pezzi di soffitto, intonaco e muri che crollavano
da tutte le parti e a volte perfino le scale li tradivano, sprofondando subito
dietro di loro.
-
Avremmo dovuto chiedere a Doranbolt di aspettarci! - Frigò Happy quando per
poco un calcinaccio non gli schiacciò la coda. - Ma doveva portare tutti gli
altri giù! Non poteva aspettarci! - Chissà perché Erza era convinta, dal tono
del dragon slayer, che in un certo senso si stava divertendo a saltare per i
gradini in rovina.
-
Che cazzo di piano siamo? - Arrivò subito dopo la voce di Gray che era il più
pragmatico del gruppo.
-
Si vede l’uscita! - Lucy era più avanti di tutti e stava già indicando il
grosso portone spalancato, ma ormai la torre era giunta al limite. Ci fu un
boato spaventoso e poi polvere e mattoni sparati da tutte le parti.
“Ecco:
è la fine.” Ma Erza non ebbe nemmeno il tempo di pensarlo. La polvere l’accecò
e le tolse il respiro, ma neanche un singolo pezzo di pietra riuscì a
sfiorarla. Le occorse qualche istante per riuscire a farsi abbastanza coraggio
da riaprire gli occhi e fu soltanto allora che si accorse che a proteggerla,
sospesa sulla sua testa e quella dei suoi amici, c’era una mano: la mano di un
gigante.
-
Giusto in tempo! - Oh, quella era un’altra voce che Erza aveva pensato di non
sentire mai più!
Makarow,
il loro vecchio master, li aveva protetti dal crollo coprendoli con la sua
trasformazione gigantesca, ma non era stato l’unico. Qualche passo più in là
c’era raccolta tutta Fairy Tail ed ognuno di loro, ognuno di quei singoli maghi,
aveva usato la sua magia per allontanare i detriti della torre che crollava.
Tutti, perfino il piccolo Romeo che aveva a stento abbastanza fuoco per
accendere un braciere.
Erza
non poteva credere ai suoi occhi. Si guardò attorno, fissando incredula il mare
di rovine in mezzo al quale si trovavano, poi i maghi che le stavano davanti,
Lucy, Gray ed Happy e Jellal, che i due stavano tenendo ancora in piedi. Il
mago aveva un’espressione ancora più stupita della sua. E per finire alzò lo
sguardo verso il master che le sorrideva con il suo grande paio di baffi e
Natsu che la teneva ancora in braccio e ghignava come un matto - Che cos’è
quella faccia? Credevi davvero che non saremmo venuti a prenderti? - Ma le
sorprese per Erza non erano ancora finite.
-
E pensare che per un attimo mi ero preoccupata per voi. -
-
U ... Ultear??? - Crime Sorcière era riuscita finalmente a farsi largo tra la
folla di maghi, raggiungendo la prima fila. Doranbolt li aveva aiutati a
scappare ma quando l’edificio aveva iniziato a crollare, la foga di quelli di
Fairy Tail che volevano intervenire li aveva spinti indietro. Accanto a loro
c’erano anche Juvia, Wendy e Cana ma ancor prima che qualcuna di loro potesse
dire qualcosa Erza si era già liberata dalla presa di Natsu per precipitarsi ad
abbracciare l’amica. - Anche tu mi hai fatto preoccupare! - Ultear vacillò
all’impatto e per poco non capitombolò a terra sotto il peso di Erza. Aveva
consumato davvero tutta la magia che aveva per riportare il tempo indietro di
qualche secondo durante il combattimento con Keith e se Meredy non fosse stata
lì per aiutarla di certo non sarebbe sopravvissuta allo sforzo. - Si può sapere
cosa hai combinato? - Continuò Erza accarezzandole incredula una ciocca di
capelli bianchi - E anche tu! - Le venne da strillare non appena si accorse che
Meredy era improvvisamente diventata più alta, quasi quanto lei.
Nemmeno
Jellal riuscì a trattenere un sospiro di sollievo alla vista della sua gilda,
per quanto malridotta fosse. Il mago si fece forza per liberarsi dalla stretta
di Happy e Gray e raggiungere a sua volta i compagni.
-
Manco un grazie, eh? - Gli gridò dietro il mago
del ghiaccio, ma invano.
-
Tartaros è stata battuta. - Annunciò Jellal, ignorando tanto Gray quanto lo
stupore dei maghi di Fairy Tail che lo fissavano e del loro master che intanto era
tornato alle sue dimensioni originali. - E ora di andare via di qui. Juvia,
Wendy: questa è anche la vostra occasione. Non credo ce ne saranno altre. -
-
DOVE CREDETE DI ANDARE? - Ma ad interromperlo bruscamente fu la voce di Lahar.
Il giovane consigliere aveva tutta l’aria di un cavaliere appena uscito da un
campo di battaglia, senza più gli occhiali, con il mantello stracciato ed i
capelli al vento. Nonostante il suo aspetto terribile ed il combattimento
all’ultimo sangue in cui era stato coinvolto, aveva ancora la forza di alzare
la spada ed uno sguardo severo.
-
In nome della giustizia e del Consiglio di Magia, io vi dichiaro in arresto! - Lahar
era dannatamente serio eppure la sua reazione non fece altro che provocare la
risatina di Jellal. - Lo so che neanche noi sembriamo in buone condizioni. -
Ammise il giovane master - Eppure non credo sia saggio sfidare dieci maghi mentre
voi siete in due. -
-
Esatto! Non è un’idea intelligente! - E questa volta fu Doranbolt a parlare
afferrando il compagno per una spalla - Perché non ti calmi un attimo Lahar e
discutiamo di questa cosa in modo più diplomatico? Io ho in mente un’altra
soluzione che potrebbe far contenti tutti! - Il cavaliere cercò di divincolarsi
mentre Jellal aggrottava un sopracciglio con aria curiosa. Non voleva perdere
tempo, ma sentire un consigliere disposto a trattare non era una cosa che
succedeva tutti i giorni - Sentiamo. -
-
Il vostro obiettivo era eliminare Tartaros, giusto? - Ricominciò Doranbolt con
aria seria e quando Jellal annuì, anche lui si concesse un sorriso - Bene,
allora adesso che Tartaros è stata battuta disbanda Crime Sorcière. - Le sue
parole provocarono lo stupore generale tra tutti gli interessati e Millianna si
lasciò addirittura sfuggire uno strillo. - Gente come voi si meriterebbe
soltanto una cosa: bruciare all’inferno, ma giudicare le anime non è compito
del Consiglio, noi abbiamo obiettivi più terreni. - Continuò Doranbolt - Ed
anche se avete commesso una lista infinita di crimini, ci avete pur sempre
aiutato a prevenire la resurrezione di Zaref. So che il paragone non regge, ma
per quante vite abbiate mai preso, in un certo senso ci avete aiutati a
salvarne almeno il doppio. È per questo che voglio proporvi un patto. -
Wendy
sorrise alle parole di Doranbolt, riconoscendo finalmente che aveva accettato
il suo consiglio.
-
Se Crime Sorcière si scioglie e sparisce per sempre da Fiore, allora il
Consiglio di Magia non vi darà più la caccia. Faremo finta che la vostra gilda
sia stata annientata esattamente come Tartaros. -
-
È assurdo! - Protestò Lahar ma solo per essere strattonato più forte dal
compagno - Fiore in questo momento ha problemi più grandi a cui pensare!
Dobbiamo ricostruire Era ed il Consiglio, non possiamo perdere tempo ad andare
dietro a Crime Sorcière! Rifletti un attimo! I vecchi avevano ragione quando dicevano
che la giustizia non sta da una sola parte ... Possiamo lasciarli andare Lahar,
tanto ... - Doranbolt tornò a sorridere sfoggiando un’aria compiaciuta - Ormai
sappiamo così tante cose su di loro, che se dovessero commettere un altro
crimnine non faremo fatica a trovarli a sbatterli dentro. E ... - Aggiunse
rivolgendosi a Jellal - Credo convenga anche a voi: vi siete appena liberati
del tormento dei demoni, non ditemi che volete passare il resto della vostra
vita col fiato del Consiglio sul collo? -
Jellal
avrebbe voluto replicare con sprezzo che c’erano abituati, ma in fondo era vero
e l’offerta aveva un senso. Ultear gli fece un cenno, strattonandolo per la
manica ed il giovane mago si girò a guardare lei ed il resto dei suoi compagni
che lo fissavano con aria piena d’aspettativa. Alla fine lanciò un sospiro - E
va bene: accettiamo. Crime Sorcière si scioglie e spariremo dalla circolazione.
-
Lahar
si costrinse solo allora ad annuire e forzare la spada nel fodero, ma non senza
bofonchiare un’ultima volta che se avessero trasgredito al patto non sarebbe
stato così clemente. Lo giurava sul suo onore.
-
Allora come stavo dicendo prima ... - Riprese Jellal, allungando una mano ed
attivando un mezzo cerchio di rune sotto i piedi dei suoi compagni - È ora di
andare. Se mi prestate l’energia che vi rimane dovrei essere in grado di far
partire il teletrasporto. -
-
ERZA! - Questa volta a togliergli le parole di bocca fu il ruggito di Natsu. Il
ragazzo si era fatto avanti con i pugni serrati - Che vuol dire questo? Te ne
vai anche tu? Te ne vai così e basta? Dopo tutto quello che abbiamo fatto per
venirti a prendere! -
-
Vorrei ricordarti che Scarlet è stata con noi fin dall’inizio. - Jellal non
perse tempo a serrare istintivamente un braccio attorno alla vita della
compagna, tirandola più vicino - È naturale che venga via con noi. Siamo la sua
famiglia. -
-
Noi di Fairy Tail siamo la sua famglia! - Continuò a protestare il dragon
slayer ma ancor prima che Jellal potesse gridargli indietro che era un
maledetto ottuso, Erza gli sfuggì dalla presa. Non poteva sopportare oltre il
peso di quella scena.
-
MI DISPIACE! -
Natsu
strabuzzò gli occhi quando la ragazza si gettò letteralmente in ginocchio
davanti a lui e la gilda, la faccia a terra e gli occhi pieni di lacrime.
Nessuno in tutta Fairy Tail avrebbe mai immaginato di poter vedere un giorno o
l’altro la loro Titania in quello stato.
-
Mi dispiace davvero! - Continuò Erza tra i singhiozzi. Si sentiva il cuore
scoppiare al solo pensiero di quello che aveva fatto e di quello che stava per
perdere per sempre. - Non volevo ingannarvi ma non avevo altra scelta! Fin da
quando sono entrata a Fairy Tail il mio obiettivo era quello di cercare tracce
di Tartaros. Non volevo parlare con nessuno, stringere amicizia con nessuno ...
-
Gray,
fece anche lui un passo avanti, sentendo una stretta allo stomaco al ricordo di
Erza quando era entrata nella gilda e di tutta la fatica che aveva fatto per
coinvolgerla con gli altri ragazzi.
-
Perché non volevo mettervi in pericolo a causa dei demoni e non volevo tradire
la fiducia di nessuno più del necessario. Ma non ci sono riuscita ... - Quando
Erza rialzò la testa si accorse che anche Lucy, Mirajane e qualcun altro era
scoppiato in lacrime come lei - Mi sono divertita davvero stando con voi! Siete
stati davvero importanti per me! Non avrei mai immaginato che potesse esserci
un posto unico come Fairy Tail. Ma avete sentito anche voi: Jellal ha ragione.
Per me è giunto il tempo di andare. Mi raccomando. - La ragazza si sforzò di
fare un ultimo sorriso - Non fate troppo casino senza di me! -
-
No che non te ne vai! Lo hai detto anche tu che ti trovi bene a Fairy Tail! -
Natsu non perse altro tempo per gettarsi in avanti, cercando di afferrarla per
un braccio prima che si rialzasse, ma solo per essere fermato dalla piccola
figura di Makarow. Non si era nemmeno accorto che il master si era messo fra di
loro, fino a che non se lo era trovato davanti.
-
Mia cara Erza. - Cominciò il vecchio - È vero. Ne hai combinate così tante che
ce ne sarebbe abbastanza per sbatterti fuori dalla gilda a calci, anzi, fuori
dalla regione! Ma si vede che devi avere qualcosa di veramente speciale se i
tuoi compagni, nonostante tu li abbia traditi e
ingannati, sono ancora qui a chiederti di rimanere con loro. E nemmeno io ho
intenzione di lasciarti andare così facilmente! - Il vecchio puntò un dito
dritto contro Jellal - Ascoltami bene, giovanotto! Non hai il diritto di
portarti via la nostra Erza! Non ce ne frega niente se era con te fin
dall’inizio o da ancora prima! Ed è per questo che anche io ho un’offerta da
farti. - Jellal fu costretto a fare leva su tutta la sua forza di volontà per
non indietreggiare sotto la pressione dello sguardo di quel piccolo, vecchio
gigante che era Makarow in quel momento. - Lo sai anche tu, non è così? Rob era
mio amico. - Riprese il master di Fairy Tail - Uno dei miei migliori amici.
Siamo andati insieme in missione, abbiamo affrontato pericoli di ogni specie e
diviso le gioie e i dolori. Si era ritirato dal mondo delle gilde perché era
convinto di non avere più la forza di occuparsi dei giovani, eppure ha passato
gli ultimi anni della sua vita a farlo ugualmente. Se solo avessi saputo che
cosa gli era accaduto mi sarei precipitato a demolire personalmente questa
torre anni ed anni fa! Ma oggi ho l’occasione di permettere finalmente alla sua
anima di riposare in pace, completando la sua ultima missione. Tu e tutti gli
altri tuoi amici non vi porterete via Erza, perché d’ora in poi entrerete a far
parte di Fairy Tail! Mi occuperò io di voi e vi terrò gli occhi addosso. -
Lahar provò a dire qualcosa ma Makarow continuò a tuonare che se avessero fatto
di nuovo qualcosa di malvagio ci avrebbe pensato lui a spedirli personalmente
all’inferno e senza passare per il Consiglio.
-
Quindi ... - Concluse il vecchio con voce severa - O venite con noi o venite
con noi! -
Questa
volta Jellal era davvero interedetto e non sapeva cosa rispondere, ma gli bastò
uno sguardo in direzione d’Erza per capire qual’era la scelta migliore. La sua
carriera come master adesso era definitivamente conclusa. - Sembra che non
abbiamo altra scelta. - Il ragazzo scosse le spalle e ritirò la mano
cancellando il mezzo sigillo che aveva preparato - Verremo con voi. - E le sue
parole vennero accolte da un boato, un’ovazione mai vista, così assordante che
per poco tutti gli ex maghi di Crime Sorcière non furono costretti a tapparsi
le orecchie.
-
Momento, momento, momento! - Ma ad interrompere le festività generali ci pensò
la voce di Wally. Gli occhiali si erano rotti, i vestiti stracciati, il
cappello era finito chissà dove ed il giovane mago non sembrava più tanto alla
moda come gli piaceva essere. Conciato in quel modo ricordava una specie di
matto scappato a qualche manicomio.
-
Ricapitoliamo tutto. - Il ragazzo puntò un dito dritto contro Jellal - Crime
Sorcière non esiste più? - Ed il magno annuì con un sorriso ed una punta di
rammarico allo stesso tempo - Non hai sentito? La nostra missione contro
Tartatos è finita e quindi non abbiamo più alcuna ragione di essere una gilda. -
Ma Wally era già passato avanti puntando il dito contro i consiglieri - E nessuno
ci sbatte in gabbia? - Lahar annuì con aria annoiata ed il mago non perse
nemmeno un secondo di più a girarsi in direzione di Makarow - Ed entriamo a far
parte di Fairy Tail? Tutti quanti? -
-
Certo, ragazzo! - Lo rassicurò il vecchio con un sorriso - Non hai sentito
l’accoglienza di poco prima? -
-
Ma questo è troppo COOL! - E Wally non perse tempo a sollevare le braccia al
cielo esultando come il matto che sotto sotto era sempre stato - Avete capito
ragazzi? Ci siamo riusciti! Alla fine ci siamo riusciti! Siamo stati davvero
cool! - Ma Erza non intuì subito cosa voleva dire ed aggrottò un sopracciglio.
Nemmeno i suoi compagni lo capirono al volo e Kagura sbottò che doveva aver
preso un colpo alla testa. Wally si fermò solo quando si accorse che nessuno lo
stava seguendo, gesticolando come un pazzo - Ma possibile che se il vostro boss
non vi spiega qualcosa non lo capite mai??? -
-
Possibile che devi ancora capire di non essere il boss? - Sospirò Hoteye,
esasperato anche lui per il comportamento del fratello. Era incredibile come,
dopo anni ed anni in cui non avesse deciso un bel niente, fosse ancora convinto
di essere il capo. - Jellal è sempre stato il nostro master e se ora le cose
vanno come abbiamo detto, Makarow diventa il nostro nuovo master. -
-
Il boss è una cosa diversa dal capo! - Continuò a strillare Wally senza curarsi
degli sguardi confusi di quelli di Fairy Tail, dei consiglieri e dei suoi
compagni - Il boss è la mente che guida tutto dall’ombra! Come vi ho sempre
guidati quando vi dicevo di scappare dalla Torre e di rivoltarci alle guardie!
Non lo avete ancora capito? Alla fine siamo sopravvissuti tutti alla Torre del
Paradiso. TUTTI e anche qualcuno di più. - Wally fece cenno a Ultear e Meredy
di farsi più vicine - Siamo liberi! Siamo finalmente liberi! Proprio come ci
eravamo promessi prima di imboccare quel tunnel! -
-
La … - Quelle parole colpirono Erza con la forza di un fulmine. Nella furia
della battaglia e con il tormento dei demoni alle calcagna per poco non se ne
era scordata, ma lei non era la sola. Dopo qualche istante di silenzio anche
Millianna cominciò a gridare tentando inutilmente di asciugare tutte le lacrime
che avevano iniziato a coprirle il viso - Hai ragione! Hai ragione! Come avevo
fatto a scordarlo?! - E perfino Sho si unì al coro imitandola - E’ vero! E’
vero! -
-
Me ne ero quasi scordato anche io. - Sospirò Simon, un colosso improvvisamente
preda delle lacrime.
-
Sono passati così tanti anni che se qualcuno potesse vederci ora,
riconoscerebbe a stento i bambini di allora. Siamo cambiati così tanto! -
-
Liberi ... - Kagura provò la parola sulla punta della lingua come se fosse
stata una formula proibita, così bella che se avesse rischiato di pronunciarla
ad alta voce avrebbe rotto l’incantesimo. Hoteye innalzò le braccia al cielo
abbandonandosi ad un urlo selvaggio ed Ultear e Meredy lo imitarono all’istante.
-
Ah … - Erza farfugliò cercando inutilmente di trovare le parole giuste ma Jellal
le impedì di aggiungere altro - Hai ragione Wally. Senza un boss come te a
ricordarci tutto come faremmo, mai? - Il ragazzo non esitò oltre a spalancare
le braccia e a trascinarli tutti in un grande abbraccio. - Diciamolo insieme
questa volta! Avremmo dovuto gridarlo anni fa! -
Erza
si sentiva il cuore scoppiare di gioia stretta in mezzo ai suoi compagni e non
sapeva nemmeno se quelle che le bagnavano le guance erano lacrime o pure gocce
di gioia. Per un attimo le sembrò di aver intravisto Mavis sorriderle un’ultima
volta, in piedi in mezzo ai detriti della Torre. Poi l’intera isola venne
scossa da un grido disumano, così pieno di felicità e così forte da arrivare
dritto fino in Paradiso.
- SIAMO
LIBERI! -
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Capitolo 75 *** Epilogo ***
Epilogo
Ciao! Oggi aggiorno con qualche giorno
d'anticipo, perchè nel fine settimana mi aspetta lavoro a tutto
spiano! Si tratta dell'ultimo aggiornamento che faccio a Crime
Sorcière, come vi ho già anticipato ci sono l'epilogo e
tre capitoli bonus tutti da ridere. Avevo voglia di inserire qualcosa
di divertente per alleggerire un po' l'atmosfera della storia, anche se
amo l'azione adoro anche il comico e il demenziale. Ma andiamo
per ordine ... Cosa ne è stato dei nostri amici una volta
crollata al Torre?
Epilogo
And I put my heart back together
Yeah, I put my heart back together
Now I know what love is worth in a broken world
But I can’t get past the hurt
‘Til I give up on these stupid little things
I’m so hung up on these stupid little things
That keep me from you
(Stupid little things - Anastacia )
I
giorni e le settimane successive al crollo della Torre del Paradiso e alla
sconfitta di Tartaros, furono giorni molto caotici per il regno di Fiore. Dopo
l’attacco ad Era e lo sterminio del Consiglio di Magia le ferite che il paese
doveva ricucire erano molte, anzi troppe. Per fortuna i sopravvissuti non
avevano perso la voglia di rimboccarsi le maniche, specialmente Lahar e
Doranbolt. Senza alcun dubbio furono loro due quelli con più impegni e problemi
da risolvere, ma nonostante la giovane età entrambi si dimostrarono abbastanza
abili da rimettere la macchina della giustizia in moto. Lentamente, ma pur
sempre in moto. Grazie al loro impegno vennero selezionati altri dieci
consiglieri, tutti giovani e pieni di voglia di fare ed anche il vecchio
sistema di controllo venne modificato per evitare nuovi incidenti come al tempo
in cui Ultear aveva sostituito Gran Doma. Invece di un solo presidente
sarebbero stati due i consoli a regolare le funzioni del Consiglio, un mago ed
un laico e la loro carica, piuttosto che essere a vita si sarebbe ridotta a
cinque anni. La loro proposta e le loro abilità ebbero così tanto successo da
valergli subito la prima elezione.
Crime
Sorcière invece morì lo stesso giorno in cui crollò la Torre. Come promesso dai
due consiglieri, il mattino seguente tutte le pagine dei notiziari di Fiore
erano piene del resoconto dell’avvenimento e della falsa notizia di come la
gilda oscura e Tartaros si fossero eliminate a vicenda a causa delle loro
rivalità. Tanto gli onesti cittadini di Fiore, quanto i suoi peggiori criminali
trassero un sospiro di sollievo, ignorando il fatto che anche se Crime Sorcière
risultava morta, i suoi ex membri erano ancora vivi e vegeti e proprio come
Makarow gli aveva ordinato di fare, si erano trasferiti rapidamente tutti alla
gilda di Fairy Tail.
Erza
aveva conservato una copia del MagicPaper di quel giorno ed ogni volta che
ripensava all’accaduto sentava a crederci. Stentava a crederci ancora, anche
quando entrava alla gilda come quel mattino e trovava tutti ad aspettarla. A
volte non poteva fare a meno di fermarsi un po’ più a lungo sulla soglia e di
osservare la scena, interrogandosi su come fosse possibile il fatto che le sue
due gilde si fossero integrate così bene e così in fretta. Crime Sorcière e
Fairy Tail insieme, non lo avrebbe mai immaginato,
neanche nel più folle dei suoi sogni, eppure un’altra volta la realtà aveva
superato l’immaginazione.
Meredy
era lì, seduta proprio allo stesso tavolo di Wendy chiacchierando di qualcosa
che solo un paio di adolescenti come loro poteva trovare interessante. Milliana
invece era proprio vicino al bancone del bar, offrendo sardine ad Happy ed
ascoltando con gli occhi che sfavillavano le sue storie e quelle di Lily e
Carla sugli exceed. Sho e Locke invece stavano confabulando in un angolo con
aria cospiratrice; non ci voleva molto per immaginare l’oggetto della loro
conversazione: da quando il ragazzo e lo spirito avevano fatto amicizia una
delle loro principali preoccupazioni era quella di cercare una fidanzata.
-
Ma sei veramente un cretino! - La voce di Ultear per poco non la fece
sobbalzare ed Erza si girò di scatto trovandola seduta allo stesso tavolo di
Juvia. Anche se l’incantesimo che aveva usato alla torre l’aveva privata di
qualche anno e le aveva reso i capelli candidi come la neve non era meno bella
ed affascinante di prima, specie ora che aveva iniziato a raccoglierli dietro
la testa. Nemmeno il suo carattere era cambiato tanto che proprio in quel
momento stava tirando Gray per un orecchio con aria assassina - Dove sono
finiti i tuoi vestiti??? Mi distraggo per un attimo e ti ritrovo nudo? - Chissà
se sarebbe davvero riuscita nella sua missione di rimettere in riga l’allievo
di sua madre e completare l’addestramento che Ur gli aveva dato o alla fine si
sarebbe arresa come tutti. Erza non lo sapeva e non potè far a meno di
trattenere una risatina mentre osservava l’amica gridare e l’altro che tentava
invano di giustificarsi. Juvia sembrava l’unica veramente contenta
dell’incidente e non riusciva a staccare gli occhi dal ... lasciamo perdere.
Kagura
era quella che l’aveva sorpresa di più. Invece di continuare ad attaccar briga
con chiunque attorno a lei a suon di spada, la ragazza aveva finito per essere
trascinata nel circolo vizioso della lettura di romanzi d’avventura con Lucy e
Levy, tant’è vero che in quel momento si trovava proprio allo stesso tavolo
delle due discutendo animatamente su come avrebbe dovuto comportarsi un certo
nonsochì in chissà quale storia.
Simon
invece stava discutendo con Elfman. I due avevano stretto una strana amicizia e
spesso passavano ore a discutere di cosa rendesse veramente un uomo tale, ma
ascoltare i loro discorsi poteva provocare un forte mal di testa:
-
Sono del parere che un vero uomo deve sapersi cucinare da solo! -
-
Esatto! E un vero uomo si fa anche la biancheria da solo! -
-
E sa come si spazza per terra! -
-
Sa tenere un ferro da stiro dalla parte del manico! -
-
Se siete così convinti ... - Sbottò Evergreen passando attorno al loro tavolo e
continuando in direzione di quello della Tribù - Quando avete finito passate a
ripulirmi la casa, cenerentole. -
Hoteye
era invece vicino alla finestra in compagnia di Redeus, cercando di ottenere
quanta più luce possibile per illuminare la sua tela. Dopo aver attraversato la
fase mistica, si trovava ormai in preda di quella artistica.
Wally
per finire aveva trovato il suo habitat allo stesso tavolo sporco e pieno di
cicche di Cana, Wakaba e Macao, fumando, bevendo e giocando d’azzardo come un
vero e cool boss d’altri tempi.
Sì,
per Erza sembrava proprio un sogno quello di vedere le sue famiglie convivere
finalmente in pace nella caotica gilda davanti a lei. Ognuno di loro aveva
fatto degli sbagli e aveva nascosto qualche segreto ai propri compagni, tanto
quelli di Crime Sorcière quanto quelli di Fairy Tail, ma adesso tutti erano
pronti a ricominciare d’accapo.
Gray
per esempio, aveva nascosto al master la storia di Deliora e Lyon, ma se avesse
trovato prima il coraggio di parlarne e qualcuno avesse indagato sulla vicenda,
tutta l’Isola della Luna non avrebbe sofferto così tanto e così a lungo.
Lucy
aveva metito sulla sua identità e sul fatto di essere fuggita di casa e con il
suo comportamento irresponsabile aveva messo l’intera gilda in pericolo.
Natsu
aveva mentito sulle sorti di Lisanna, permettendo all’amica di finire tra le
grinfie oscure di Grimoire Heart e lasciando Mirajane ed Elfman a soffrire
inutilmente il suo lutto. Perfino Mirajane aveva mentito per tutti quegli anni,
cercando invano di nascondere quello che provava per Laxus ed i suoi vecchi
amici della Tribù e solo ora era riuscita a trovare il coraggio di affrontare i
suoi sentimenti. Ma la più piccola degli Strauss era quella che aveva esagerato
di più nella famiglia, lasciandosi prendere dalla sfiducia e dalla voglia di
vendicarsi. Per fortuna adesso la si trovava ogni giorno a sorridere dietro il
bancone insieme alla sorella e a guardarla in quel modo non si riusciva quasi a
crederci. A quanto pare alla fine tutti tornavano a Fairy Tail, anche dal mondo
dei morti.
Wendy,
Carla e Juvia si erano macchiate anche loro di un bel po’ di bugie e di
tradimenti per coprire Crime Sorcière ma Cana rimaneva pur sempre quella che
aveva mentito di più e che aveva avuto bisogno di più tempo per raccogliere il
coraggio necessario a dire la verità. Aveva mentito suoi suoi poteri e sulle
sue origini e anche lei si era lasciata tentare dalla sete di vendetta. Oggi
però le cose stavano diversamente. Gildarts faceva più spesso ritorno in città costringendo
il campanaro a suonare a distesa, ma lo faceva con un solo obiettivo: quello di
poterla riabbracciare. Anche Locke aveva mentito, spacciandosi per un essere
umano quando in realtà apparteneva al mondo degli spiriti e a causa della sua
ostinazione per poco non ci aveva rimesso la vita. Gajeel aveva sbagliato ed
aveva fatto fatica a farsi accettare ma anche Laxus ed i suoi amici ne avevano
combiante delle grosse ed avevano avuto bisogno di un bel po’ di tempo per
riconoscere i loro errori.
Più
ci pensava, più Erza doveva ammettere di non essere stata l’unica a deludere la
sua famiglia e che se gli altri avevano tanta determinazione nel ricominciare
d’accapo, allora anche lei poteva tornare a camminare alla luce del sole e
provare a meritarsi davvero il titolo di Titania. Il master l’aveva rassicurata
dicendo che le cose che aveva fatto in passato erano solo devizioni sbagliate
lungo un percorso che stava ancora svolgendo e che poteva finalmente puntare
nella direzione giusta. Le aveva anche chiesto, strizzandole l’occhiolino se
l’aveva “vista”. Erza ci aveva messo qualche istante a capire che si riferiva a
Mavis e doveva ammettere che le dispiaceva un po’ il fatto che fosse sparita
nel nulla dopo il crollo della Torre, così come i poteri che le aveva prestato.
Tuttavia Mavis non avrebbe potuto fare altrimenti, il suo compito era finito in
quel preciso istante. Makarow le aveva spiegato che secondo una vecchia
leggenda il Primo aveva sigillato il suo spirito a Tenrou, per poter vegliare
sulle future generazioni della gilda ed aiutarle se necessario. In passato anche
lui l’aveva incontrata e ne era stato aiutato, proprio quando, dopo il
tradimento di Ivan, si era ritrovato improvvisamente senza certezze. Il master
a quanto pare aveva deciso di tenere gli esami a Tenrou proprio perché la
fondatrice di Fairy Tail potesse dare uno sguardo ai ragazzi che vedeva più
inquieti, come la maga in armatura.
E
a proposito di Ivan! Erza aveva sentito che l’ex mago oscuro era stato
condannato a dieci anni di reclusione e al sigillo perpeturo dei suoi poteri,
ma sia Laxus che Makarow prevedevano di andargli a fare visita di tanto in
tanto, sperando che dopo quella bella punizione avrebbe imparato finalmente
anche lui dai suoi sbagli.
Alla
fine Erza si concesse un ultimo sospiro, lasciando la soglia per dirigersi al
tavolo a cui si trovava seduta una strana figura vestita di nero e con una
maschera che gli corpiva parte del viso. Sembrava immersa in un profondo
dibattito su come bere dal suo boccale senza rimuoverla.
-
Mystogan? Non potevi scegliere un alter ego migliore ed un costume meno
ridicolo? - Erza sfilò il copricapo senza tante cerimonie, tirandolo via in
mezzo alla sala con tutta la forza che aveva; sotto c’era Jellal. Il suo tiro
nel frattempo finì per colpire con precisione il povero Max che passava per lì,
facendolo scivolare dritto nello stanzino delle scope che qualcuno aveva
lasciato con la porta aperta. L’attimo dopo un grido disumano scosse Fairy Tail
come se il malcapitato si fosse appena seduto su un manico, ma Erza scosse la
testa come se nulla fosse sedendosi a sua volta: in
fondo doveva ancora ripagarlo per quello che aveva fatto presentandola al
concorso di Fantasia.
-
Non è che voglia veramente andarmene in giro mascherato. - Le confessò Jellal -
Ma Makarow ha suggerito che è meglio se faccio attenzione per i prossimi tempi
perché la storia del “diavolo dai capelli blu” è ancora troppo fresca agli
occhi di tutta Fiore. - Erza sapeva che Jellal era quello, tra tutti i maghi di
Crime Sorcière che faceva ancora più fatica ad abituarsi all’idea di essere
libero. Era un paradosso! Per tutta la vita non avevano cercato altro ed adesso
non si sentiva a suo agio e non era sicuro di meritarsi quel piccolo miracolo.
Ma in fondo anche Erza provava le stesse cose e proprio perché sapeva cosa
significava fare i conti con un simile peso, desiderava tutto tranne che vedere
il suo compagno in quelle condizioni. - A me piace questo Diavolo dai Capelli
Blu. - Ridacchiò la maga, rivolgendogli il più ammaliante dei suoi sorrisi - E
poi lo sai che nemmeno io riesco a credere a quello che sta succedendo: mi
sembra un miracolo ... Ehi, Jellal ... -
Riprese Erza dopo un momento di pausa - Che dovevamo fare dopo Tartaros? -
-
Continui a dimenticartelo? - Replicò lui - Adesso che possiamo vivere per
sempre felici, anche se per sempre è una parola troppo grande, mi resta solo
un’unica cosa da fare: ti devo sposare. Ma non so ancora quando. - Confessò il
poverino passandosi una mano tra i capelli - Il master mi tiene gli occhi addosso e andrebbe di matto se sapesse che voglio
prendermi di nuovo una delle sue figliocce. Poi bisognerebbe scegliere una
data, un posto e anche cosa fare della festa. -
Oh,
quanto adorava Erza quell’aria da bambino smarrito, più o meno tanto quanto
adorava l’aria accattivante da mago oscuro. Doveva proprio fare qualcosa per
toglierlo dall’imbarazzo, anche se quella probabilemte sarebbe stata una delle
cose più avvenatate di tutta la sua vita. - Se è solo questo il problema si fa
in fretta. -
-
Che? -
-
Domenica prossima, a Cardia, la festa la facciamo qui e a tutti glielo dico io.
-
-
Asp! - Jellal venne letteralmente zittito da un bacio e non riuscì ad afferrare
Erza in tempo prima che la ragazza si alzasse con uno scatto e si mettesse le
mani a coppa attorno alla bocca, gridando - RAGAZZI! DOMENICA PROSSIMA IO E
JELLAL CI SPOSIAMO! -
Fu
perfino peggio di quando era stato annunciato l’attacco al Consiglio. Un
unanime grido di stupore scosse la gilda ma Makarow fu il primo a regire, trasformandosi
istantaneamente in un gigante e lanciandosi contro il povero Jellal,
strillandogli che era un disgraziato e costringendolo a fuggire a tutta
velocità fuori dalla porta. Ultear fu la seconda, esclamando che nemmeno con la
sua magia si poteva organizzare questa follia in tre giorni, poi Juvia, Lucy e
chiunque altro fosse a portata di tiro saltò letteralmente addosso ad Erza per
stringerla in un abbraccio e per farle le congratulazioni.
-
È così è bene tutto quel finisce bene! - Esclamò Mirajane, appoggiandosi con i
gomiti al bancone ed osservando il caos che c’era davanti a lei. - Tutta le difficoltà
sono alle nostre spalle ed il peggio è passato. C’è stato molto dolore, ombre e
bugie ma adesso gli amici sono più amici di prima, i cuori più forti ed un
futuro brillante ci aspetta all’orizzonte! - Lisanna, la imitò appoggiandosi
accanto a lei - Lo sai? Se Fairy Tail finisse così sarei davvero contenta. -
-
Oh, ma Fairy Tail non può finire così! - Esclamò la barista rimettendosi in
piedi e scuotendo un dito - Ci sono ancora molti misteri che il pubblico vuole
svelare! Per esempio: Nastu c’è o ci fa? Lucy pubblicherà mai il suo romanzo?
Cosa mette Erza in quelle valigie che si porta dietro? E soprattutto: dove sono
i pantaloni di Gray? - A quelle parole Lisanna non riuscì a trattenere una
risatina - Sei davvero sicura che il pubblico voglia svelare proprio questi
misteri? -
-
Oddio, posso pensare ad altri quattro o cinque problemi di cuore ma temo che
per quelli ci voglia più tempo ... -
-
Hai ragione! - La dragon slayer sorrise, tornando a fissare anche lei il caos
in mezzo alla sala - Fairy Tail non può semplicemente finire. Ogni giorno qui
c’è un motivo per essere allegri e festeggiare! -
Sarebbero
stati davvero felici per sempre? Nessuno poteva saperlo, ma in un mondo magico
come quello perfino una cosa del genere poteva accadere.
|
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Capitolo 76 *** Pozione d'amore ***
Pozione d'amore
Questa flashfic non ha
un'ambientazione temporale precisa, infatti anche se l'ho scritta
è rimasta da parte fino ad ora, ma credo sia l'ideale per una
risata!
Bonus flashfic - Pozione d’amore
Erza
si fermò a fissare meravigliata la scena. Sul tavolo c’era un gatto bianco, con
un grazioso vestito rosa a balze, un fiocco voluminoso sulla coda ed una tazza
di tè fumante tra le zampe. Al centro del soggiorno invece c’era questa strana
ragazza, con dei lunghi capelli blu mossi ed ondulati come le onde le mare, che
danzava un valzer immaginario con qualcuno ancora più immaginario, gridando improbabili
dichiarazioni di amore eterno. Arrampicata su uno sgabello c’era infine una
bambina impegnata a mescolare qualche diabolica pozione sui fornelli mentre
dalla pentola esalava un fumo rosso e denso. Che cos’era diventato il suo
soggiorno in meno di mezza giornata?
-
Scendi dal tavolo! - Fu la prima cosa che Erza gridò tirando Carla giù per
terra.
-
E tu vatti a fare una doccia fredda! - L’attimo dopo Juvia era stata colpita
dietro la testa con uno schiaffo e spedita in direzione del bagno.
-
E tu? Non dovresti essere già a letto? - Wendy recepì subito il messaggio
abbandonando la pentola sul fuoco e precipitandosi su per le scale per
infilarsi sotto le coperte.
A
quel punto Erza si lasciò scappare un sospiro. Ah, cosa ne sarebbe stato del
mondo se non ci fosse stata lei a mettere le cose in ordine?
-
Quella è una pozione d’amore. - Continuò Carla che adesso stava bevendo il suo
tè sulla sedia come se nulla fosse - Juvia ci ha chiesto di prepararla ma se
non la si mescola frequentemente ... -
Troppo
tardi!
La
pentola esplose ricoprendo la maga con tutto il suo contenuto.
-
JUVIAAA! GIURO CHE TI RIMANDO DA TUO FRATELLO! -
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Capitolo 77 *** Perfetti idioti ***
Perfetti idioti
Vi
siete mai chiesti come mai Gray evita Juvia e cosa pensa Natsu quando
si infila nella camera da letto di Lucy? Forse non ho trovato la
risposta giusta ma se tutto va bene almeno vi avrò fatto ridere
un po' !
Capitolo Bonus 1 - Perfetti idioti
Quella
sera a Fairy Tail ci sarebbe stata una festa, come ogni anno del resto, quando
si avvicinava la vigilia di Fantasia. Wendy, Carla e Juvia l’avevano lasciata
poco prima per andare ad aiutare Mirajane con i preparativi ed Erza era rimasta
da sola a casa. La maga adesso era seduta al tavolo della sua cucina in
profonda meditazione: cosa avrebbe messo quella sera? La barista le aveva
recapitato quel mattino stesso un bel vestito blu. Le aveva raccomandato di
farselo piacere.
No.
La
maga scosse violentemente la testa. Armatura d’ordinanza. Ecco cosa avrebbe
messo.
Erza
stava ancora annuendo soddisfatta per la sua decisione, quando qualcuno bussò
violentemente alla porta. Probabilmente si trattava di Juvia e Wendy che
avevano dimenticato qualcosa.
-
Avanti. -
Ma
Erza rimase letteralmente a bocca aperta, quando a spalancare la porta e a
chiudersela di nuovo dietro le spalle, fu un ragazzo. Addosso non aveva
nient’altro che un paio di boxer ed una collana con una croce.
-
Sei sola in casa? -
-
Sì, Gray ma ... Non chiedermelo in quel modo ... -
-
Perfetto Erza! Perché devi aiutarmi! - Il ragazzo non le lasciò aggiungere
altro afferrandola per un braccio con l’aria più implorante che gli avesse mai
visto stampata in faccia.
-
Da cosa diavolo stai scappando? Sembra che ti stia inseguendo un mostro! -
-
JUVIA! - Fu l’unico nome che gli riuscì di strillare - Tutti pensano che io sia
pazzo, ma credi davvero che non abbia visto il modo in cui mi guarda? Si
nasconde dietro gli angoli della gilda e mi fissa per ore intere! Avresti
dovuto vederla prima, quando sono arrivato alla gilda! Oh, ma io lo so perché
mi guarda così! Ho capito tutto! -
Oh,
allora era questo il problema? Per un attimo Erza si illuse che finalmente Gray
avesse realizzato qualcosa nella sua vita.
-
QUELLA VUOLE UCCIDERMI! -
E
l’attimo dopo Erza si ritrovò seduta sul divano per lo shock: per poco non le
era venuto un collasso.
-
Sei ... Sei davvero sicuro di quello che stai dicendo, Gray? -
-
Sì! Assolutamente certo! - E la sua faccia diceva che era davvero convinto - Io
lo so! Ancora non mi ha perdonato per averla sconfitta quando era negli Element
Four. È venuta a Fairy Tail apposta per darmi la caccia, la sua è tutta una
scena! Il suo vero obiettivo è quello di vendicarsi: mi vuole vedere morto! -
Di
tutti gli scenari che Juvia aveva immaginato fino a quel momento, per spiegarsi
perché Gray non le si avvicinava mai, quello era di certo l’unico a cui non
aveva pensato. Nemmeno Erza ci aveva mai pensato, non aveva mai immaginato che
il suo amico fosse tanto paranoico.
-
Sei sicuro che non ti stia immaginando cose? Forse dovresti darti una calmata.
Juvia è una ragazza graziosa ... Un po’ strana con quel modo di parlare, ma
graziosa. -
-
Erza ma stai scherzando? Con un corpo come quello una ragazza non si chiama
graziosa! -
La
maga aggrottò un sopracciglio ma Gray si tappò immediatamente la bocca fingendo
un colpo di tosse.
-
In ogni caso devi fare qualcosa: ci devi parlare. -
-
E che cosa le dovrei dire? -
-
Dille che io non c’è l’ho con lei. Sul serio! È acqua sotto i ponti ... Ma
magari questo non dirglielo, siccome lei è fatta d’acqua potrebbe prenderlo
come un insulto o non so ... Beh, dille insomma che non possiamo andare avanti
così! Io non voglio morire giovane ed il modo in cui lei mi fissa mi mette i
brividi! -
Oggettivamente
anche Erza si era resa conto che il modo di amare di Juvia ricordava molto
quello di uno stalker; magari poteva davvero darle qualche dritta in questo
senso.
-
Un’ultima domanda Gray: dove sono finiti i tuoi vestiti? -
-
E che ne so! -
-
E che ne so? -
-
Sta mattina sono andato a prendere
quelli che avevo steso fuori ed ho scoperto che la pioggia sta notte se li è
portati via! Deve esserci stato una specie di diluvio perché era tutto
allagato! -
-
Ma sta notte ... - Non ha piovuto? Erza si fermò a metà frase. JUVIA! Ma cosa
le passava per la mente? Quella sporca pervertita! Adesso era chiaro perché
Gray si era sentito osservato quando era arrivato alla gilda! Juvia doveva aver
rubato appositamente i suoi vestiti per godersi quell’istante.
-
A proposito Erza, non avresti qualcosa da prestarmi? -
Dopo
quell’ultima bestialità la maga lo avrebbe sbattuto fuori se qualcuno non
avesse di nuovo bussato alla porta. A quel suono Gray venne percosso da un
brivido e si precipitò di corsa a nascondersi dietro la spalliera del divano -
Mandala via! - Erza lanciò un sospiro, ignorandolo completamente - Chi è
adesso? -
-
Aye, potresti darmi una zampa? - Era la voce di Happy.
-
Grazie. - E non appena la maga aprì la porta, l’exceed fece il suo ingresso in
casa, trascinando un Natsu completamente svenuto per la collottola. Happy lo
depositò sul divano come un peso morto.
-
E ... E a lui cos’è successo? - Domandò Erza, scrutando con curiosità il dragon
slayer: aveva impresso sulla faccia il segno di una ciabatta.
-
Volevamo fare una sorpresa a Lucy e ci siamo infilati come sempre nel suo
appartamento. Quando siamo arrivati però non si vedeva da nessuna parte e
l’unica cosa che si sentiva era il rumore della doccia in funzione. Io gli ho
detto che non era una buona idea entrare. -
Erza
sfiorò con un dito la faccia del suo povero amico e quello balzò subito a
sedere, strillando come un matto - Non mi uccidere! - Gli ci volle qualche
istante per rendersi conto che non era più nel bagno di Lucy, ma seduto sul
divano di Erza, con lei e Gray che lo fissavano con aria curiosa.
-
Oh ... Perché mi guardate così? -
Erza
ormai non sapeva più cosa dire, per fortuna Gray l’anticipò di netto - Sei un
pervertito! -
-
Senti chi parla! Io non vado in giro nudo! -
-
Spii le ragazze nude! -
-
Non stavo spiando nessuno! -
-
Ma ci sei entrato di proposito in quel bagno! -
-
E che male c’è? Ti ricordi che io, te ed Erza facevamo addirittura la doccia insieme?
-
-
BASTA! - La maga lo zittì con uno strillo. Oddio se avesse sentito Jellal una
cosa del genere ...
Le
ci volle un attimo per riprendere fiato. Adesso tutta l’attenzione era su di
lei - Ora ascoltatemi tutti e due! E sturatevi bene le orecchie! - Natsu eseguì
prontamente l’ordine infilandosi un dito nell’orecchio destro. La scena le
strappò una piccola smorfia di disgusto, ma Erza si sforzò di ignorare la cosa.
- Non ne posso più di vedervi crogiolare nell’ignoranza, ho alcune cose da
spiegarvi e per il vostro bene. Fidatevi di una donna. Gray, per cominciare con
te. - Il suo dito si appuntò sull’Ice Make Mage - Juvia non vuole ucciderti. -
-
Pensavi che volesse ucciderti? - Natsu la interruppe di nuovo scoppiando a
ridere e così forte, da doversi reggere lo stomaco - Ma sei scemo? Lo sanno
tutti alla gilda che è innamorata persa di te! -
-
COME? - Gray sgranò gli occhi, strappando un’altra raffica di risate al dragon slayer.
-
Hai proprio il cervello congelato per non averlo capito prima! Lyon ti odia per
questa storia! Non ti sei accorto che l’ultima volta che l’abbiamo incontrato
in missione, voleva invitarla a tutti i costi a cena? -
-
Lyon ... COSA? -
-
Sì, Natsu ha ragione! - Erza non avrebbe mai immaginato di dire una cosa del
genere - Quindi vedi di metabolizzare la cosa. E per quanto riguarda te ... -
Il suo dito si spostò sul dragon slayer che rideva come un matto, bloccandolo -
Dobbiamo parlare di Lucy. -
-
Già, parliamo di Lucy! - La zittì Gray, strappandole di nuovo la parola - A chi
vuoi darla a bere! È evidente che sei pazzo di lei! Il suo schiavetto! Lucy
vuole andare in missione di qua, aiutiamo Lucy con l’affitto di là! Si può
sapere perché stai sempre a casa sua e dormi da lei ogni giorno? -
-
Casa sua è più vicina della mia alla gilda ... - Azzardò il ragazzo, preso alla
sprovvista da quella raffica di accuse.
-
Sbagliato! - Lo tagliò corto Gray - Ti sei innamorato di lei, ma non lo hai
ancora realizzato! Adiamo Natsu! Un vero uomo fa i conti con i suoi sentimenti!
Lo so che non potresti vivere più un giorno senza di lei! -
“Questo
suona molto come Elfman”. Pensò Erza osservando la scena.
- Ah, è così? Fai anche tu i conti con Juvia
allora! -
-
Che conti? - Gray fece quasi un passo indietro, incalzato da Natsu - Che c’è?
Preferisci che ce li faccia Lyon? Adiamo! Ho visto pure io il modo in cui la
guardi! -
-
Io non guardo niente! -
-
Sì, stai sempre a controllare se ti sta spiando oppure no! Se non te ne
importasse niente non ti saresti nemmeno accorto di lei! -
-
Ehi! Non mettermi al tuo stesso livello! Io la stavo tenendo d’occhio per una
questione di sicurezza personale! -
-
Come no! -
-
Certo! Qui quello che fa la guardia a Lucy sei tu! Se un altro maschio le passa
attorno inizi a fare fumo dalle orecchie! -
-
Ripetilo se ne hai il coraggio! -
-
Tu sei completamente avvolto dalle fiamme della gelosia! -
-
E tu sei un coniglio di neve! -
In
breve entrambi si ritrovarono con i pugni serrati, pronti a lanciarsi l’uno
contro l’altro. Natsu avvolto da un’aura fiammeggiante, Gray da una gelida.
Erza si alzò di scatto dal divano, voleva evitare che le distruggessero casa
con uno dei loro scontri, ma Gray l’anticipò di nuovo, calmandosi improvvisamente.
-
Aspetta un attimo. Perché stiamo combattendo ora? -
-
Ci vuole un perché? - Gli ruggì dietro Natsu.
-
No! - Provò a farlo ragionare Gray - Intendo dire: per una volta siamo sulla
stessa barca! Non dovremmo combattere dovremmo darci una mano! Come compagni! -
-
Intendi dire come contro Lullaby? Quando un nemico è troppo forte e dobbiamo
unire le forze? -
-
Esatto. Ci serve un piano per uscire da questa situazione. -
-
Hai ragione. - Natsu svampò a sua volta, passandosi una mano tra i capelli - Quindi
tu dici che il mio problema non sono le ciabatte di Lucy, ma il fatto che mi
sono innamorato? E io che stavo già pensando di bruciarle tutte! -
-
Sì fidati. È questo è il problema. -
-
Beh, allora il tuo è lo stesso! Nemmeno tu hai ancora realizzato che Juvia ti
piace! -
-
Accidenti, come abbiamo fatto a diventare così idioti? -
-
Bella domanda. -
-
Sai, secondo me cresci con dei traumi se l’uniche ragazze che frequenti sono
Cana ed Erza. - Continuò Gray, dimentico che ci fosse anche lei nella stanza e
Natsu gli fece eco - Parecchi traumi. -
-
Li volete davvero un paio di traumi? - Erza riportò finalmente l’attenzione su
di sé, sguainando una spada. L’effetto fu istantaneo e Natsu e Gray si
strinsero l’uno all’altro come due cuccioli impauriti.
-
Mi fa piacere che abbiate appena realizzato la vostra idiozia, ma adesso avete
due sole alternative: la prima è fare qualcosa a proposito dei vostri
sentimenti e cogliere l’occasione di sta sera per chiarirvi le idee. Magari
potreste provare a parlare alle ragazze e invitarle a ballare. La seconda ... -
Erza mosse in maniera evocativa la spada - Mi raccomando: fate i gentiluomini.
- Ed i due non esitarono un secondo di più a saettare fuori dalla porta,
terrorizzati. La maga attese ancora qualche secondo prima di infilare di nuovo
la spada a posto con un colpo secco, ma solo per essere riscossa dalla voce di
Happy - Non potresti fare qualcosa anche per me e Carla? Ogni volta che la
invito a mangiare del pesce si rifiuta sempre! - E a questo come era supposto
che dovesse rispondere? Non aveva idea delle usanze degli exceed, ma forse ...
-
Prova ad invitarla ad un tè alla prossima volta. - L’amica di Wendy, passava
interi pomeriggi a sorseggiare tè.
-
Oh! Grazie! Vado subito a proporglielo! - Ed Erza annuì soddisfatta, vedendo
che anche Happy sfrecciava fuori dalla porta. Se lui e Carla avessero fatto dei
cuccioli, forse avrebbe finalmente messo le mani sull’exceed dei suoi sogni! E
adesso, dove era rimasta?
Giusto!
Corazza d’ordinanza: dove aveva messo il lucido?
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Capitolo 78 *** L'ultima missione ***
L'ultima missione
E
con questo capitolo si conclude davvero l'avventura di Crime
Sorcière. In realtà volevo scriverlo fin dall'inizio e mi
piacerebbe un giorno scrivere un'intera storia sulla nuova generazione
di Fairy Tail! Ho già un'idea in mente ma non so se la
completerò effettivamente.
Per finire vorrei ringraziare tutti
quelli che hanno letto e seguito questa storia, sia quelli che lo hanno
fatto solo per una parte, sia quelli che sono arrivati fino alla fine.
Voglio ringraziare chi ha lasciato un commento e anche quelli che non
lo hanno fatto, in fondo è per voi che ho deciso di pubblicare
tutto. Scrivo per hobby, è una cosa che adoro, ma in questo modo
sento che ha più senso. Invece di lasciare tutto a marcire nella
memoria del pc, posso condividire le mie storie con voi! Se avete
qualche minuto di tempo mi piacerebbe sentire un giudizio finale su
Crime Sorcière e se avete ancora qualche minuto in più
passate anche da Figli di Drago, l'altra storia che sto completando. Vi
aspetto, alla prossima!
Capitolo Bonus 2 - L’ultima missione
I’m coming home
Tell the world I’m coming home
Let the rain wash away all the pain of yesterday
I know my kingdom awaits and they’ve forgiven my mistakes
I’m coming home, I’m coming home
Tell the World that I’m coming
Back where I belong, yeah I never felt so strong
(I’m back baby)
I feel like there’s nothing that I can’t try
If you ever lost a light before, this ones for you
And you, the dreams are for you
(Skyalar Grey, Diddy - Coming Home)
-
Okay, ragazzi. - Cominciò Ultear arringando gli ex maghi di Crime Sorcière
raccolti in cerchio attorno a lei - Possiamo farcela. Abbiamo battuto ghilde
oscure, banditi, demoni e mostri. Riusciremo anche in questo. -
Il
gruppo annuì.
-
E ricordate. - La maga alzò un dito per aria - Nessun fallimento sarà
tollerato. Chi sbaglia questa volta rischia davvero la testa. -
-
Ho più paura di quando ci tormentava E.N.D. - Frignò Millianna ma Wally accanto
a lei cercò di rassicurarla poggiandole una mano sulla spalla - Non ti
preoccupare. Sono sicuro che un colpo di spada di quelli è indolore come una
ghigliottina. -
-
Ma io non voglio scoprirlo! - Questa volta Millianna si lasciò scappare uno
strillo.
La
ragione per cui tutti erano così preoccupati si trovava in quel momento proprio
in mezzo al cerchio e li stava fissando con i suoi grandi occhi nocciola. Si
trattava di una bambina di quattro anni con dei lunghi capelli ramati e che a
stento superava l’altezza del ginocchio di Ultear.
-
Andiamo! Che senso ha essere così spaventati! - Esclamò Kagura - Ci siamo
occupati di Meredy quando era piccola, perché non potremmo rifarlo per un solo
pomeriggio? - Ma Simon scosse la sua grossa testa
-
Non so fino a che punto abbiamo fatto un buon lavoro portandola in una gilda
oscura ... -
-
Che cosa ti piacerebbe fare, Asuna? - Meredy non gli permise di aggiungere
altro, inginocchiandosi all’altezza della bambina con un sorriso - Vogliamo
andare a magiare una fetta di torta? -
-
I dolci non fanno bene per la salute di un bambino. - Hoteye stava freneticamente
sfogliando una guida sulla crescita.
-
Che ne dici allora ... - Riformulò Meredy - Di andare al parco giochi? -
-
E se cadesse da uno scivolo? - Ricominciò Hoteye - Qui dice che i bambini
cadono spesso dagli scivoli. La percentuale è altissima! -
Questa
volta Meredy si girò in direzione del compagno con una smorfia - E che cosa
dovremmo fare secondo te? Attiviamo una barriera e stiamo tre ore lì sotto ad
aspettare??? -
-
Non sarebbe una cattiva idea. - Ma fu proprio allora che qualocosa colpì
inaspettatamente Hoteye dietro la testa e con così tanta forza che per poco gli
occhi non gli schizzarono fuori dalle orbite. Il mago si accasciò in avanti
travolgendo i compagni col suo peso.
-
Hoteye! -
-
Hoteye! Che succede? -
Ad
averlo colpito era stato un cartello stradale.
-
Giochiamo a guardia e ladri! Io faccio il ladro! - Quando i maghi sentirono
quella vocina e si girarono ormai era troppo tardi: la piccola Asuna stava già
correndo via.
-
Non puoi correre da sola per tutta la città! Fermati! - Kagura sfilò
istintivamente la spada. Avrebbe scagliato uno dei suoi fendenti se Simon non
l’avesse afferrata per le spalle - E tu non puoi farla a fette! -
-
Ma io volevo soltanto spaccare la strada davanti a lei! -
-
Link! - Meredy sparò il suo attacco ma la strada era affollata e piena di
passanti quel sabato pomeriggio. Era inevitabile che il suo attaco finisse col
mancare bersaglio e attaccarsi alla persona sbagliata. Un vecchio sdentato si
girò subito nella sua direzione schioccandole un occhiolino - Ho sentito che
stai cercando un fidanzato. -
Meredy
disattivò il contatto con uno strillo.
-
Non possiamo ... farla scappare ... - Hoteye era ancora mezzo stordito. Quando
appoggiò una mano a terra l’intera piazza si trasformò improvvisamente in un
pantano liquido catturando tutti i passanti, tutti ovviamente tranne Asuna.
-
Chi è che sta causando questo casino? -
-
Eccoli! Sono maghi di Fairy Tail ovviamente! - Tra le vittime un paio di
cavalieri runici in pattuglia stava cercando di mantenersi a galla. - Sbattiamoli
al fresco! -
Gli
ex maghi di Crime Sorcière non avevano di certo intenzione di farsi arrestare
proprio in quel mondo. Quando smisero di correre ormai nessuno di loro aveva
più fiato.
-
Sto diventando troppo vecchia per queste cose. - Sospirò Ultear prima di
assestare per vendetta un pugno sulla testa di Hoteye - E tu piantala di fare
danni! -
-
Cosa facciamo adesso? Che facciamo? Oddio che facciamo? Siamo morti! - La sua
sfera di cristallo colpì in pieno Sho per zittirlo.
-
Tranquilli. - La maga li rassicurò e tutte le teste si girarono verso di lei. -
Avevo previsto tutto e per sicurezza le ho appiccicato addosso questa! - Ultear
si sfilò dalla tasca un piccolo fiocco rosa con una pietra colorata al centro -
È una lacryma spia. Usando la mia sfera posso trovarla in un attimo! -
-
Ul ... - Meredy aveva quasi perso la voce - Se le hai appiccicato la lacryma
spia ... Come mai ... -
Ultear
abbassò di colpo lo sguardo sul fiocco - ME L’HA RIMESSA IN TASCA! QUEL PICCOLO
DEMONIO! -
-
Ma come ha fatto? -
-
Ti sei dimenticata che quella piccola peste ha la magia? - Simon adesso si
stava tirando i capelli - Oh e di tutti i poteri doveva capitarle proprio
quello più terribile! Telecinesi! Oh, un marmocchio con la telecinesi! Ultear
dimmi che hai un piano B! Usa i tuoi poteri per sentire la sua aura o qualcosa
del genere! -
-
Non posso farlo con tutta questa gente. Siamo nel cuore di Magnolia! -
-
E allora che facciamo? -
-
Non ci resta scelta: facciamo questa cosa vecchio stile. Team Crime Sorcière. -
Ultear attirò di nuovo l’attenzione di tutti - Dividetevi a coppie e setacciate
questa città da cima a fondo. Vi voglio spietati e senza scrupoli proprio come
quando davamo la caccia ai criminali. Non fatevi sfuggire nemmeno un singolo
buco. Rivoltate le pietre se necessario ma trovatemi quella bambina! Dobbiamo
farlo entro due ore e quarantacinque minuti o saremo spacciati. - Tutto il
gruppo annuì - E tu Kagura: niente katana. Niente proiettili Wally! Link,
carte, corde, fango, Shadow Magic sono le uniche cosse ammesse! -
-
Ancora con questa storia??? - Kagura lanciò uno sbuffo esasperato strattonando
Millianna per un braccio e dirigendosi verso est. Wally e Sho imboccarono la
strada che saliva a nord e Simon e Hoteye quella che andava a sud.
-
Ci resta soltanto l’ovest. - Mormorò Meredy - Sei sicura che possiamo farcela
Ul? -
-
Ci dobbiamo riuscire. O Asuna o morte. - E la maga cominciò a marciare nella
direzione prescelta. Nessuno di loro in
quel momento aveva la più pallida idea di quanto fosse difficile trovare una bambina
di quattro anni in mezzo ad un città di quindicimila abitanti.
-
Hoteye ti prego dimmi che vedi qualcosa con i tuoi Heavenly Eyes! Puoi vedere
anche attraverso i muri quindi per te trovare Asuna dovrebbe essere un gioco da
ragazzi! - Simon si stava guardando intorno con aria frenetica, il compagno
invece aveva sfilato da sotto la giacca la vecchia bibbia e la stava stringendo
disperatamente. Stava proprio pregando di ricevere un’illuminazione quando di
colpo i suoi occhi miracolosi scorsero davvero qualcosa a due palazzi di
distanza. - Ecco la vedo! Sta comprando dei pomodori! -
-
Pomodori? - Simon non riuscì a dire altro. Hoteye stava già schizzando via. In
un attimo era sulla bambina costringendola a girarsi per le spalle - Asuna non
devi ... - La voce gli morì in gola quando scoprì che quella che aveva appena
afferrato non era una bambina di quattro anni ma una vecchia di almeno
quattrocento. Se avesse avuto i baffi qualcuno avrebbe potuto scambiarla per la
gemella di Makarow.
-
LADRI! - La borsa della spesa della vecchia lo centrò in pieno sul naso, mentre
la strega strillava come un’indemoniata. Per fortuna nei paraggi c’era qualcuno
pronto a sentire le sue grida d’aiuto; con il suo finissimo udito le avrebbe
percepite anche da Oak Town.
-
Fairy Tail è qui per salvarla! Lightning
Flame Dragon's Firing Hammer! -
Hoteye e Simon non riuscirono nemmeno a
capire cosa stesse succedendo prima che un mare di fuoco e fulmini li
investisse e un’esplosione incandescente li scagliasse in orbita.
- Natsu ... Io credo che quei due fossero dei
nostri. -
- Sicura Lucy? Io ho tirato l’incantesimo
senza guardare. -
- Infatti hai colpito pure la vecchia, Aye. -
Happy riuscì a stento a scansarsi prima che un pomodoro lo prendesse in pieno.
- Io ho solo trent’anni! - Adesso la ragazza con le rughe stava gridando.
Nonostante il colpo era ancora in piedi e armata di verdure. Natsu afferrò una
zucca che stava per colpirlo al volo, prese Lucy per un polso e si lanciò via
di corsa, prima che i corpi di Hoteye e Simon, completamente storditi toccasse
di nuovo terra.
- Un vero uomo mantiene sempre il suo cool. -
Nel frattempo Wally stava cercando di esercitare massimo autocontrollo mentre
setacciava Magnolia a caccia di indizi. Sho accanto a lui ci riusciva un po’
meno. - Non possiamo continuare a vagare senza meta. Io chiedo informazioni. -
E detto questo il ragazzo si avvicinò al negozio più vicino, quello
della fioraia, con fare disinvolto. Si appoggiò al banco, sfoggiando lo stesso
sorriso che Locke gli aveva insegnato - Salve. -
-
Le fanno male i denti? -
Sho
richiuse la bocca all’istante, ma Wally lo sostituì al bancone buttandolo via
con una spinta. Il mago si sfilò il cappello con fare accattivante - Signora,
per caso ha visto una bambina correre da queste parti? Piccolina così? - Per un
attimo lui e la fioraia si guardarono intensamente, poi la donna prese
l’annaffiatoio che stringeva gettandogli addosso tutto il contenuto - Non l’ho
vista e anche se l’avessi vista non lo direi a due pervertiti come voi! -
-
Ma siagnora! Mnf! - Wally non riuscì nemmeno a spiegarle che aveva frainteso
prima di ritrovarsi con un mazzo di margherite in bocca. Era un bene che
proprio dietro l’angolo ci fosse qualcun altro pronto a sentire anche le
richieste d’aiuto della fioraia.
-
Qualcuno grida aiuto. -
-
Hai ragione Ever e nessuno causa problemi in città quando la Tribù del Dio del
Tuono è di pattuglia. -
-
X Formation! - Bickslow si lanciò all’attacco ancor prima che Freed o Evergreen
potessero decidere cosa fare. Fiori, vasi e pezzi di mattonelle schizzarono da
tutte le parti. - Vi piaciono le mie bambine? - Il mago smise di esultare non
appena capì che quelli che aveva steso erano Sho e Wally e che il suo
incantesimo aveva appena distrutto l’intero negozio di fiori.
-
FAIRY TAIL! - Strillò la fioraia. Aveva un cespuglio di rose incastrato tra i
capelli - Facciamo di nuovo danni come con la festa del raccolto quattro anni
fa? -
-
Non è vero! - Frignò Freed afferrando il compagno per un braccio - Noi non
facciamo più i cattivi! - E l’attimo dopo lui e i suoi stavano scappando via,
sperando che Laxus non venisse mai a scoprire il disastro che avevano
combinato.
In
breve, circa un’ora e mezza era già passata e ogni secondo che scorreva Kagura
si sentiva sempre più irritata. - Andiamo! Usa quelle tue stupide orecchie da
gatto e trova quella peste! - La spadaccina diede una spinta a Millianna -
Possibile che si sia dileguata? - E fu proprio in quell’istante che l’altra
ragazza si inchiodò sul posto: le stavano brillando gli occhi.
-
Che cosa hai visto? -
-
UN GATTINOOO! ♥ - Millianna schizzò via prima che Kagura potesse afferrarla, si
tuffò in mezzo alla gente che stava passando per il mercato e quando riemerse
aveva Lily saldamente stretto tra le braccia. - Lo sai che sei il più carino di
tutti i gattini neri di questa città? - L’exceed non rispose nemmeno,
limitandosi a subire passivamente la stretta di Millianna. Accanto a lui
c’erano anche Gajeel con un’aria annoiata e Levy con una busta di carta piena
di insalata. La Solid Script Mage le salutò agitando una mano - Che cosa ci
fate di bello, qui? -
-
Una misisone di livello S. - Kagura provò a strattonare via Millianna ma
invano: la ragazza era come in trans, inchiodata all’exceed. - Dobbiamo and ...
- La voce le morì in gola quando di colpo qualcuno gridò il nome di Fairy Tail
lungo la strada: era un gruppetto di cavalieri runici. - Sono loro i colpevoli!
-
-
Non ho liquefattio io la piazza! -
Protestò Kagura.
-
Non ho mangiato io quel ponte! - Gridò invece Gajeel e ancora più forte - STAVO
GIUSTO PER RESTITUIRE TUTTI QUEI LIBRI! - Tutti gli occhi si girarono
istantaneamente su Levy e in meno di un secondo i cavalieri li avevano circondati
domandando una risarcimento per pagare i danni.
Intanto
il tempo ticchettava via sempre più veloce e più secondi passavano più
l’espressione di Ultear si induriva. Aveva fiducia nei suoi compagni ma
iniziava a temere che Asuna fosse un avversario troppo imprevedibile. Santo
cielo! Erano abituati a dare la caccia a maghi oscuri non a bambini magici!
D’un
tratto la maga si fermò improvvisamente: aveva percepito qualcosa. Si girò di
scatto e individuò subito Asuna, stava usando uno degli scivoli del parco dove
erano appena arrivate.
-
Meredy. - Sussurrò Ultear - Usa Link e fermala. -
-
Ricevuto. - La ragazza tese la mano ma di nuovo qualcosa si piazzò sulla
traiettoria tra lei e la bambina.
-
Ma dove eri finita? Ti ho cercato tutto il tempo! Prendi questi e andiamo a
cena insieme! - Il vecchio sdentato di prima l’aveva raggiunta e adesso era
armato di uno scatolo di cioccolatini.
-
NOOOOO! - Meredy lanciò uno strillo così forte che tutto il parco finì per
girarsi nella sua direzione. Il suo braccio si mosse d’istinto e colpì il
vecchio così forte da scagliarlo a Crocus. Asuna adesso le aveva scoperte,
Ultear doveva fare qualcosa per fermarla prima che scappasse di nuovo. - Flash
F ... - Voleva disintegrare lo scivolo e costringere la piccola a scendere ma
quando mosse la mano si accorse che la sua sfera di cristallo non c’era più.
-
L’ho presa io zia! - Ultear trasalì: adesso la sua avversaria aveva la sfera
stretta tra le braccia.
-
Lasciala! - Asuna l’accontentò immediatamente e la sfera tornò idietro a tutta
velocità, colpendo Meredy con la stessa forza di una pallonata. La ragazza volò
a terra, completamente stordita - Ul hai usato Parallel Words, vero? Vedo così
tante sfere di cristallo che mi girano attorno ... -
-
Smettila di scappare! - Gridò questa volta Ultear, più infuriata che mai - Se
ti prendo! -
-
E invece non mi prendi. Sono veloce come una meteora! - Asuna stava già
correndo via con le braccia spalancate come un areoplanino. Era l’ultima
possibilità: disintegrare il terreno davani a lei e farla inciampare. Era un
po’ rischioso ma era davvero l’ultima chance.
-
Flash F...! - Simon che correva a tutta velocità la investì in pieno - Shadow
...! - E Kagura gli passò letteralemente addosso katana in pugno - Vieni qui
che la zia ti insegna a usare la spada! - Wally fu su di lei giusto in tempo
prima che tirasse davvero un fendente. Le carte di Sho volarono inutilmente
dieci metri sopra la testa di Asuna inghiottendo Millianna e le corde di
Millianna passarono altri dieci mentri sulla bambina serrando il povero ragazzo
nella loro stretta. In meno di trenta secondi tutti i maghi erano stesi a terra
al parco, completamente K.O. Il risultato non poteva essere più chiaro di così:
Asuna 1 - Crime Sorcière 0.
-
Ho vinto io! - Esultò la bambina - Facciamo un altro gioco adesso! Potremmo
giocare a nascondi ... -
-
Tieni. - Hoteye, l’ultimo arrivato, le ficcò in mano un bel cono alla fragola -
Ora della merenda. -
E
Asuna si scordò di colpo che voleva giocare per buttarsi sul gelato. Il mago si
lasciò cadere di schianto accanto a lei - E per dopo ho comprato anche un pacco
di caramelle e un succo di frtutta alla fragola. -
Meredy
aggrottò un sopracciglio, vedeva ancora un sacco di sfere girarle attorno - Non
avevi detto che le fanno male i dolciumi? - E l’altro scosse la testa,
distrutto - Ho letto prima che i bambini sono influenzati dalla genetica dei
genitori. Se è così per stenderla ci vogliono almeno venti dolci diversi e
tutti insieme. - Erano tutti così esausti da non essersi nemmeno accorti che
adesso il sole stava tramontando tingendo tutta Magnolia in un bel colore
arancio.
-
Almeno adesso la nostra missione è quasi finita. - Ultear si tirò a sedere,
accelerando giusto un poco il tempo di un paio di bucati nel futuro per
rimettere in sesto il suo aspetto e quello della sua squadra. E proprio in
quell’istante la voce di Erza riecheggiò dietro di loro - Si può sapere cosa vi
è successo? -
Asuna
si affrettò a mandare giù l’ultimo boccone del suo cono per correrle in contro
con le braccia spalancate - Mamma! - La maga l’accontentò subito, sollevandola
in braccio.
-
Già si può sapere cosa è successo? - Jellal aveva ancora la sua maschera di
Mystogan ma si vedeva perfino sotto la stoffa che aveva un’espressione
scettica. Accanto a loro c’erano anche Juvia attaccata al braccio di Gray e
Wendy con la sua exceed.
-
Abbiamo giocato a guardia e ladri e ho vinto io! Dici che da grande diventerò
una brava Requip Mege? Proprio come te? -
Erza
lanciò un’altra occhiata ai suoi amici, passandoli in rassegna: sembravano
davvero distrutti.
-
Sicuramente Asuna. Forse anche meglio di me. -
Sho
si sforzò di sorridere, aveva tirato Millianna fuori dalla sua carta giusto in
tempo prima che arrivasse Erza. La ragazza aveva sciolto le corde ma gli aveva
anche graffiato la faccia. - E come è andata la vostra missione? -
-
Non eravamo in missione. - Precisò Wendy - Dovevamo soltanto catturare una
banda di trafficanti di maledizioni e oggetti oscuri. Manco siamo entrati ad
Hargeon che praticamente li avevamo già presi. -
Gli
ex maghi di Crime Sorcière lanciarono un sospiro: sembrava tutto meno faticoso
di quello che avevano fatto loro. Jellal li vide e ridacchiò, scompigliando i
capelli ad Asuna - Visto che sei stata così bene con gli zii magari potremmo
lasciarti con loro anche la prossima volta! - E i maghi sbiancarono.
-
Però, per ora, che ne dite se torniamo a casa? -
-
Ma è presto per andare a casa, papà! - Piagnucolò Asuna; nonostante avesse
passato il pomeriggio a giocare non voleva ancora fermarsi.
-
Intendo Fairy Tail. - Jellal fece cenno al gruppo di seguirlo - Torniamo a
Fairy Tail adesso. -
L’ex
gruppo di Crime Sorcière si rialzò di scatto: quella suonava proprio come la
cosa migliore che gli fosse capitata tutto il giorno. Anche Juvia diede uno
strattone a Gray cercando di rimetterlo in moto e di seguire i compagni -
Andiamo amore! - Il ragazzo le lanciò un’occhiata, come a dire che, dopo tutto
quel tempo, ancora non si era abituato a sentirsi chiamare così. - Però Juvia
stava pensando che se ti va possiamo fare anche una sosta lungo la strada per
Fairy Tail e metterci a lavorare per regalare un cuginetto ad Asuna. Non pensi
che sarebbe divertente vederli giocare insieme? -
Gray
accelerò di colpo il passo, tirandola più forte - Andiamo a Fairy Tail! Andiamo
a Fairy Tail! -
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