Three act

di Fuuma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #inizio ***
Capitolo 2: *** #prosieguo ***
Capitolo 3: *** #fine ***



Capitolo 1
*** #inizio ***


Character: James Buchanan Barnes; Steve Rogers;
Pairing: Steve x Bucky { stucky; pre-serum }
Rating: PG-14
Genre: Introspettivo; Triste;
Warning: Slash; moviverse;
Prompt: Captain America, Steve/Bucky, amore non corrisposto
Word: 405
Disclaimers: I personaggi di Captain America appartengono a chi di diritto
Fic scritta per la Nottebianca #17 @maridichallenge

 


 

# inizio

 

Inizia con un ritratto, con la punta della matita che traccia linee nere su un foglio bianco e gli occhi attenti di Steve che indugiano sul volto addormentato di Bucky.
Inizia con la scoperta delle sue labbra; hanno una sfumatura rosa scura a cui non ha mai fatto caso, così come non si è mai accorto di quanto in realtà siano carnose ora che le guarda, schiuse e vibranti per il respiro regolare, con il labbro inferiore che viene sfiorato dalla punta degli incisivi, mordicchiato in un mezzo grugnito incomprensibile e reso lucido e umido di saliva quando la lingua vi si posa sopra negli sbuffi del sonno.
Inizia con la fossetta del suo mento, con il sorprendersi a pensare che ospiterebbe perfettamente la punta della propria lingua, che potrebbe leccarla e morderla per ore e scendere poi con la bocca aperta al suo collo, così da sentire il movimento del Pomo d'Adamo che sale e scende o i suoi ansimi nascere sottopelle, ancor prima di diventare suono.
Inizia con con le sue dita lunghe e le mani strette intorno al cuscino del divano su cui è malamente disteso, sfidando con sfacciata sicurezza - perfino mentre dorme - la forza di gravità, insistendo nel dormire perfettamente in equilibrio sul bordo. Felino, quasi. E con un cuscino tra le braccia, schiacciato al petto e che le dita sostengono contro di sé, come fosse una delle sue tante conquiste.
Inizia con le sue gambe infilate nei pantaloni della divisa militare che formano tante piccole pieghe sul cavallo e l'immaginazione di Steve che traccia al di sotto le forme della sua virilità; lo ha visto nudo tante volte nella realtà, ma soltanto ora si accorge di poter ridisegnare ogni muscolo del suo corpo, ogni vena, ogni imperfezione e ogni dettaglio anche ad occhi chiusi. E per un attimo li chiude, li strizza finché non scoppiano scintille bianche dietro le palpebre e, in quella pioggia di candore, i tratti di Bucky si dipingono da soli, mentre accoglie il corpo di Steve tra le proprie braccia, cosparge di baci la sua bocca e fa l'amore con lui.

Steve riapre gli occhi.
La matita è caduta in terra, rotolando dall'album da disegno aperto sulle gambe, dove un ritratto in bianco e nero è rimasto a metà. La raccoglie, si alza e raggiunge la camera da letto, per riporre tutto nel cassetto della scrivania.
Vorrebbe non averlo mai iniziato.
Vorrebbe non aver mai capito di essere innamorato del suo migliore amico.

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Capitolo 2
*** #prosieguo ***


Character: James Buchanan Barnes; Steve Rogers;
Pairing: Steve x Bucky { stucky; post-tws }
Rating: PG-14
Genre: Introspettivo; Triste;
Warning: Slash; moviverse;
Prompt: Captain America, Steve/Winter Soldier, il soldato non ricorda nulla di una vita passata insieme
Word: 488
Disclaimers: I personaggi di Captain America appartengono a chi di diritto
Fic scritta per la Nottebianca #17 @maridichallenge

 


 

# prosieguo

 

Va avanti a sguardi. Sguardi del Winter Soldier lanciati di sottecchi intorno a sé, quando pensa che l'uomo dai capelli biondi - ha letto e sentito chiamarsi Steve, ma non ha ancora avuto il coraggio di chiamarlo per nome, Captain America è meglio; lo preferisce - non lo stia guardando; sguardi dagli occhi spalancati, in cui l'azzurro che un tempo era così cristallino e così intenso da mettere i brividi al Capitano, adesso è così liquido che potrebbe sciogliersi da un momento all'altro e non lasciare più niente dietro di sé. E già quello che rimane di Bucky è così poco, è solo un involucro che risponde ad un nome in codice inventato da chissà chi.
Va avanti a passi cauti, sentendo l'estraneità di quel luogo in cui lui è l'unica cosa fuori posto, anche se l'uomo biondo continua a tendergli una mano e sussurrargli che va tutto bene, che è al sicuro e nessuno potrà più fargli del male. Ma che ne sa lui di cosa gli faccia male? Non ci pensa, lui, che sono proprio le sue parole e i suoi sorrisi e i suoi "Bucky" gonfi di nostalgia a fargli male. A pretendere qualcosa che il Winter Soldier non può dargli - anche se vorrebbe, lo vorrebbe davvero e Dio solo sa quanto.
Va avanti a pensieri coltivati nei suoi lunghi silenzi { Non sono Bucky. Smettila di chiamarmi così. Smettila di guardarmi e aspettare che lui ritorni. E' morto ed ora ci sono solo io. }. A denti che mordono la lingua, ferendo parole che non ha ricevuto il permesso di pronunciare.
Va avanti a fotografie di ricordi, storie che Captain America gli racconta con pazienza (ci sono due ragazzi e sullo sfondo Brooklyn nei suoi anni '40, vecchie canzoni suonate alla radio e partite di baseball di una squadra che ha fatto in tempo a cambiare città e nome) e in cui il Soldato non si rispecchia - anche se vorrebbe, perché ogni volta che l'uomo biondo gli parla di Bucky ci sono sospiri dalle sue labbra, cuciti di un desiderio lungo settant'anni, e brividi caldi e dita strette tra loro che invece vorrebbero stringere altro: un corpo caldo, un corpo nudo, alto e tonico contro il proprio.

Il Winter Soldier indietreggia mestamente e tutti i passi fatti finora si rivelano inutili.
Quando Steve lo cerca, trovandolo fuori dalla porta di quello che aveva sperato potesse diventare il loro appartamento e un rifugio sicuro per l'amico, il soldato lo accoglie col capo chino, col braccio bionico nascosto dietro la schiena ad offrirgli soltanto la parte umana di sé (come se un pezzo di ferro attaccato alla spalla potesse renderlo meno umano) e una smorfia sofferente su labbra di un rosa pallido che un tempo erano piene di sorrisi.
«Voglio andarmene. Scusa.» è l'unica frase che gli abbia detto finora, con la voce rauca di chi non è abituato ad usarla e Steve non ha il coraggio, nè la forza, di fare nulla per trattenerlo.

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Capitolo 3
*** #fine ***


Character: James Buchanan Barnes; Steve Rogers;
Pairing: Steve x Bucky { stucky; post-tws }
Rating: PG-14
Genre: Introspettivo; Triste;
Warning: Slash; moviverse;

Prompt: Captain America, Steve/Bucky, Steve non si arrende
Word: 489
Disclaimers: I personaggi di Captain America appartengono a chi di diritto

Fic scritta per la Nottebianca #17 @maridichallenge

 


 

# fine

 

Finisce con un bacio. Uno sfiorarsi di labbra, come un errore di calcolo da parte di Steve nell'avvicinare il volto a quello del Soldato (è Winter, ma è anche Bucky; è un'entità nuova in cui le due vecchie stanno imparando a coesistere; ed è tutto per lui: un amico, un compagno, un fratello, un nemico, una vittima da salvare, un assassino che lo ha tratto in salvo, un vecchio e un nuovo amore...) che termina con la consistenza morbida e fresca di labbra che ricorda di aver desiderato da sempre.
Finisce con un sospiro tremante contro la bocca inerte di Bucky e le dita che raccolgono il suo volto, tenendolo stretto contro il proprio, per impedirgli di fuggire {Non questa volta. Non questa volta, Buck}; ma il Soldato non fugge, mantiene lo sguardo fisso negli occhi socchiusi di Steve alla ricerca di una spiegazione, di un perché che, intimamente, già conosce.
Finisce con un cenno di vita, il tocco umido e timido della lingua di Bucky che spinge tra le labbra del Capitano e le schiude e quello che era iniziato come un bacio casto, timoroso, si trasforma in uno scambio di ossigeno tra due naufraghi dispersi alla ricerca di loro stessi, in un viaggio che è durato settant'anni. Le braccia del Soldato si aggrappano al collo di Steve, il proprio peso lo spinge con la schiena alla parete, in uno scontrarsi di muscoli duri e nel fondersi del bisogno che hanno l'uno dell'altro.
Finisce con il nome di Bucky tra le labbra gonfie di Steve e quello di Steve tra le labbra rosse di Bucky. E con le mani del Capitano sul corpo del Soldato che percorrono strade già conosciute ma mai battute, che tremano allo stesso modo di come trema l'amico e lo stringono a sé con forza.

«Steve, fermati.»
La risposta dei riflessi di Steve è immediata e piena di sensi di colpa, nati da quell'orribile pensiero che per un attimo lo ha attraversato: No, non questa volta.
Dio, come può essere così egoista?
«Io... scusami Buck... non avrei...»
Non ha il coraggio di alzare lo sguardo sull'amico, stringe i pugni avvampando di vergogna. È come se lo avesse violato al pari dei bastardi dell'HYDRA che per anni lo hanno torturato e, quando Bucky non è fuggito da lui, ha sperato, ha creduto–
«Steve, guardami.» l'ordine è perentorio, ma le mani di Bucky sono gentili quando raccolgono il volto del Capitano, obbligandolo a guardarlo «Ti amo.»
Steve lo sta guardando, o almeno vorrebbe e spinge la vista oltre al velo liquido che sta rendendo ogni contorno sfocato. Non si accorge di star piangendo, finché non è l'altro ad asciugarne le lacrime, catturandole nel pollice che segue la linea dei suoi occhi.
Gli sorride. Bucky gli sorride.
«Ora puoi ricomiciare a baciarmi.»
«Oh, Buck.»

Finisce nell'unico modo in cui ogni storia dovrebbe finire, con un lieto fine e con un E vissero insieme, che non ha bisogno di essere seguito da nulla, perché la felicità, ora, se la costruiranno da soli.

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