Fullmetal Alchemist: La realtà imprigionata dalla fantasia

di kairifenicia96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Buon compleanno bis-nonno! ***
Capitolo 2: *** Amestris ***



Capitolo 1
*** Buon compleanno bis-nonno! ***


Fullmetal Alchemist: La realtà imprigionata dalla fantasia
 
Capitolo 1: Buon compleanno bis-nonno!
 
Germania, 3 Febbraio 2010
 
Nella cittadina della Germania, tutto era tranquillo.
Le strade erano piene di auto tipiche di quel periodo, ragazzi su moto oppure sulle bici, intenti a fare scherzi alle case dei professori.
Il quartiere era abbastanza pulito, infatti i tedeschi rispettavano molto la pulizia lì, le case erano tutte su uno stile della prima guerra mondiale, ovviamente rimodernate dagli abitanti delle case di quel periodo.
In una casa, in una stanza, c’era un ragazzo sdraiato sul letto, intento a stare collegato al computer.
Il ragazzo aveva dei lunghi capelli biondi, degli occhi dorati che sotto i raggi del sole risplendevano, non era molto alto ma a colmare quella mancanza c’era il suo fisico abbastanza robusto.
Indossava un pigiama bianco, con le maniche azzurre ed era disteso sul letto a pancia in giù a fissare il suo computer portatile mentre teneva le sue gambe puntate nell’aria.
All’improvviso dalla porta della camera, entrò una ragazza.
Era alta e abbastanza magra, aveva dei lunghi capelli lisci di color biondo chiaro, tenuti raccolti in una coda di cavallo, aveva dei brillanti occhi color oceano, illuminati dalla luce che entrava dall’ingresso della stanza, indossava una maglietta scollata di color rosa e scritto in giallo c’era ‘Io amo gli One Direction’ mentre nel braccio destro aveva un braccialetto d’argento, indossava un pantaloncino di jeans con scritto una tipica marca che andava di moda fra le tedesche di quel periodo mentre aveva delle calze bianche lunghe fino alle gambe, aveva delle scarpe sportive di color azzurro chiaro, sul lato destro della scarpe c’era scritto ‘GEOX’ tipica marca che di quel periodo si stava facendo notare in Germania.
“Ed sbrigati a scendere! Oggi tu, io e Alex dobbiamo andare dal bis-nonno a festeggiare il suo centocinquesimo compleanno!” lo richiamò la ragazza che con una mano teneva una borsa mentre con l’altra teneva la maniglia della porta.
Il ragazzo sbuffò e continuò l’attività che stava svolgendo, non mostrando il minimo interesse per la ragazza appena entrata.
La bionda però seccata dall’essere ignorata, prese un microfono che era sul comodino, che era accanto alla porta, lo collegò al suo telefono ed accese il microfono.
“EDWARD SIMON ELRIC!!!! DOBBIAMO ANDARE DAL BIS-NONNO QUINDI MUOVI LE CHIAPPE E SCENDI!!!!” urlò la ragazza con tutte le sue forze al microfono, riuscendo a far crollare a terra il povero biondino che si girò a fissare la ragazza abbastanza infuriato.
“Cavoli Sharon! Mi farai diventare sordo!” esclamò Edward incavolato mentre la ragazza gli faceva una linguaccia e lo osservava vittoriosa.
“Così impari a far finta di non ascoltarmi fratello adorato!” disse Sharon con aria di trionfo mentre il biondo la guardava con un espressione omicida, odiava tantissimo quando lei lo chiamava ‘fratello adorato’, quando lo faceva significava che aveva ottenuto ciò che voleva.
“Smettila di chiamarmi ‘fratello adorato’!!! ho sentito benissimo cosa avevi detto! Mi vesto e scendo!” disse Edward scocciato mentre si rialzava, dirigendosi fuori della stanza mentre la ragazza dopo aver ghignato scese le scale, andando al piano di sotto.
Edward dopo esser uscito dalla stanza si diresse verso il bagno che stava proprio accanto alla sua camera.
Le pareti del lungo corridoio della casa erano di color giallino chiaro, mentre nel muro erano appesi centinaia di foto che ritraeva la famiglia tutta assieme.
Il biondo dopo il bagno, tornò nella sua camera andando a vestirsi.
Le pareti della stanza erano di color azzurro con strisce orizzontali rosse, appesa nella parete a nord, dove affacciava la porta, c’erano delle foto che ritraeva lui e i suoi fratelli, il comodino che stazionava accanto alla porta e una scatola che conteneva tutti i suoi libri di scuola, nella parete a est c’erano dei poster che raffiguravano i suoi personaggi preferiti e una libreria, nella parete a ovest c’era appeso un calendario, un armadio e tre torri di manga giapponesi ed europei, nella parete a sud c’era il letto, la finestra e appeso c’era un orologio digitale che stava puntando sulle 15:44.
Il ragazzo stava indossando una maglietta bianca nascosta da una giacca azzurra a maniche lunghe, dei jeans lunghi fino ai piedi, indossava un guanto nero sulla mano destra, teneva degli auricolari, collegati al cellulare che si trovava nella tasca della giacca, collegati nelle orecchie mentre raccoglieva i suoi lunghi capelli biondi in una treccia che arrivava alle spalle.
Il ragazzo uscito dalla camera, scese le scale, trovandosi all’ingresso Sharon e un ragazzo poco più alto di lei che stava sorridendo nel vederlo arrivare.
Il ragazzo indossava una felpa color blu notte che aveva una scritta in rosso che diceva ‘Dark’ mentre aveva sul polso sinistro un orologio dorato, indossava dei pantaloni sportivi neri mentre le scarpe erano del medesimo colore.
Aveva i capelli color oro ma di una tonalità più spenta rispetto a Edward, i suoi occhi allegri erano di color marrone mentre si mostrava il più alto del trio e meno robusto rispetto al biondo.
“Fratellone vedo che sei arrivato!” esclamò felice il ragazzo mentre il diretto interessato si avvicinava ai fratelli piuttosto seccato.
“Costretto da qualcuno in particolare” brontolò Edward mandando un’occhiataccia alla sorella che ghignava divertita, il tutto seguito dal ragazzo dai capelli più scuri che fissava la scena ormai rassegnato.
“Suvvia Ed non è necessario essere aggressivi! Io e Alexander ti stavamo aspettando mentre tu stavi tranquillo su Facebook!” disse Sharon facendogli la linguaccia, facendo scattare su tutte le furie il fratello maggiore che si tratteneva da volerla uccidere.
“Ragazzi…andiamo dal bis-nonno? Sono ormai le 16:00 e noi siamo ancora a casa!” disse Alexander attirandosi l’attenzione dei due fratelli che smettendo di litigare uscirono, chi con allegria, chi invece a malavoglia seguito dopo dal minore che uscì per ultimo.
 
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Dopo una decina di minuti, i tre fratelli arrivarono a casa del loro adorato bis-nonno.
La casa al contrario delle altre, che erano state ristrutturate e rimodernate, era piuttosto vecchia e manteneva l’aspetto di una casa della prima guerra mondiale, soltanto più vecchia e in rovina.
I tre entrarono, le pareti erano piuttosto vecchie e umide, il pavimento era anch’esso vecchio come la casa e le mura erano ripiene di foto in bianco e nero che ritraeva il proprio bis-nonno più giovane.
“Nonno! Siamo arrivati!” esclamò Edward alzando la voce in modo tale da essere ascoltato dall’anziano mentre i due fratelli si avvicinavano al maggiore.
“No! Si dice bis-nonno!” lo corresse Sharon facendogli l’occhiolino mentre arrivò anche Alexander, anche lui felice di poter rivedere l’amato bis-nonno.
“Bis-bis-bis-nonno!” esclamò Alexander unendosi a quel simpatico discorso mentre il maggiore li osservava, sorridendo dolcemente, da piccoli infatti quando andavano a trovare l’anziano ed entravano in casa, facevano quel ‘gioco’ per far capire all’anziano che loro erano in casa.
“Arrivo!” esclamò l’anziano avvicinandosi ai tre, mentre accorrevano incontro al bis-nonno.
L’anziano aveva dei lunghi capelli bianchi raccolti a coda di cavallo, una lunga e folta barba senza baffi del medesimo colore dei capelli, il suo viso squadrato era solcato da molte rughe causate dall’invecchiamento, un naso pronunciato, una fronte molto alta, aveva dei sereni occhi dorati con tanto di occhiali da vista.
Indossava una camicia bianca, tipico del novecento, che mostrava il suo arto d’acciaio, dei pantaloni neri e scarpe marroni.
“Bis-nonno!” esclamarono i nipoti felici di vedere l’anziano che sorrideva ai tre.
“Ragazzi siete arrivati giusto in tempo per festeggiare il compleanno, sapete 105 anni non si festeggiano da soli!” esclamò il vecchio scoppiando a ridere mentre si accomodava in soggiorno assieme ai nipoti.
“Io vado a preparare la torta! Alex tu vai a preparare la tavola e tu Ed vai in cantina e recupera gli oggetti che abbiamo usato per il compleanno del bis-nonno negli anni precedenti!” esclamò Sharon dirigendosi verso la cucina mentre il minore andava nella sala da pranzo, il maggiore al contrario era seduto sul divano e stava collegato con il cellulare.
L’anziano, notando che il biondo stava disubbidendo alla richiesta della sorella, si avvicinò al nipote sedendoci accanto.
“Sai Ed, alla tua età ero come te” iniziò il vecchio attirandosi l’attenzione del nipote.
“Davvero?” gli venne da chiedere ad Edward verso il nonno che sorrideva divertito dalla curiosità del nipote.
“Si, ero un ragazzo davvero irascibile e testardo, mi arrabbiavo sempre se scambiavano mio fratello per il maggiore oppure se mi davano del piccoletto…litigavo spesso anche con la mia amica d’infanzia, grande meccanica a cui devo molto…” continuò il vecchio mentre Edward ascoltava interessato ed incuriosito, adorava ascoltare le storie del suo bis-nonno anche se era la prima volta che parlava del fratello e dell’amica d’infanzia.
“Io pensavo che avessi soltanto conosciuto il tuo amico Alfons, la zingara di nome Noa e la bis-nonna!” confessò Edward confuso, facendo scoppiare a ridere l’anziano.
“No Edward, prima di venire a stare in Germania stavo in un posto molto diverso da questo ma…allo stesso tempo gli assomigliava” spiegò enigmatico il vecchio mostrando uno sguardo malinconico mentre il biondo, ormai sorridente, decise di congedarsi dalla chiacchierata ed andare in cantina a riprendere l’attrezzatura per il compleanno del nonno, l’anziano infatti non amava quelle cose che c’erano in quell’epoca ma preferiva usare quella che usavano i figli quando dovevano festeggiare il suo compleanno.
Il biondo ormai era davanti alla vecchia scatola, rimasta per come l’aveva lasciato l’anno prima, e mentre lo raccoglieva il suo sguardo fu rapito da una strana luce che stava dietro a dei vecchi pacchi.
Spostandoli potè notare che sul muro era disegnato un insolito disegno, sembrava un sigillo a suo parere, che emetteva una luce bianca.
Il ragazzo continuava a fissare il sigillo, ma all’improvviso la luce si fece più forte, trascinandosi con sé il giovane.
“AHHHHHHHHHHHHHH” urlò Edward cadendo in quel vuoto bianco che ormai lo circondava, per poi vedere il nulla.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE:
 
Eccomi con una nuova fan fiction su Fullmetal Alchemist!
So che vi state chiedendo che fine avevo fatto ma state tranquilli!
Le altre mie fan fiction su FMA le aggiornerò il più presto possibile!
Vi è piaciuto questo primo capitolo?
In questo capitolo vediamo comparire tre personaggi a noi nuovi ma allo stesso tempo no!
Infatti sono gli stessi nipoti di Edward che compaiono nell’OAV Kids!
Edward Simon Elric di 16 anni;
Alexander Elric di 15 anni;
Sharon Elric di 16 anni;
Inoltre compare anche il vecchio Edward!
E si ormai non è più quel bel strafigo di ragazzo che era ai tempi della prima guerra mondiale…
 
Edward: EHI!!!!!!!!
 
Ed: Guarda che presuntuosa è questa ragazza!
 
Ed stai per conoscermi MOOOLTO bene infatti!
Edward da giovane…QUESTO NON E IL SET DEL FILM ‘IL CONQUISTATORE DI SHAMBALLA’ CHIARO!? FUORI DI QUI!!!
 
Edward: Va bene.. *sbuffa e se ne va*
 
Ahimè…non si può fare più un angolo dell’autrice in santa pace!
Nel prossimo capitolo Ed finirà in un posto totalmente a lui sconosciuto ma incontrerà persone che gli ricorderà qualcuno!
Volete sapere altro?
Allora ci vediamo al prossimo capitolo!!!
 
Alla prossima!
 
Kairifenicia96

 

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Capitolo 2
*** Amestris ***


Capitolo 2: Amestris
 
Al suo risveglio, si trovava davanti il muso di un cavallo, cosa che lo spaventò non di poco.
“AHHHHHHHHHH”urlò Edward spaventato, attirando all’attenzione del proprietario del cavallo, che si avvicinò al recinto.
“Scusa chi sei tu? E perché stai disturbando il mio cavallo?” chiese l’anziano molto arrabbiato, mentre il ragazzo sgranò gli occhi e a malapena riuscì a rispondere.
“Ma mi scusi…COME DIAVOLO A FATTO A PORTARE IN CITTÀ UN CAVALLO!?” chiese esasperato Edward mentre l’anziano lo fissava confuso.
“Città? Ragazzo mi sa che ti sbagli…Resembool è un paesino di campagna” gli rispose l’anziano che cominciò a squadrare Edward, con un espressione curiosa.
“Resembool?” chiese Edward più a se stesso che all’anziano, mentre lui ebbe un lampo di fulmine.
“Ma tu…sei Edward Elric! L’alchimista d’Acciaio!” balbettò l’anziano puntandogli il dito piuttosto sorpreso, mentre il biondo lo fissava confuso.
“Eh? Io non sono un alchimista!” ribattè Edward, sapeva bene che gli alchimisti, come l’alchimia, fossero tutto nelle favole del suo bis-nonno Edward.
“Suvvia non dire sciocchezze! Ti ho riconosciuto piccola peste! Scompari per un mese e ti ritrovo a simpatizzare con il mio cavallo?” chiese ironico l’uomo mentre notava che il cavallo leccava la faccia a Edward, che era abbastanza imbronciato.
“A CHI AVRESTI DATO DEL PICCOLETTO ULTRAMINUSCOLO EH!?!?” gli urlò Edward mentre l’uomo non sembrava affatto sorpreso della sua reazione, quel modo di reagire l’aveva preso dal bis-nonno, oltre che al nome.
“Piantala! Lo sai che tuo fratello e la tua amica sono preoccupati per te? Ti credono morto!” gli rinfacciò l’uomo mentre trascinò il biondo per la giacca.
“ARGH!!!!! MI VUOLE LASCIARE!?” gli urlava Edward mentre veniva trascinato dall’anziano.
 
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Dopo aver passato mezzora a venir trascinato dall’anziano, arrivano davanti una casa.
Davanti alla casa c’era un cane con una zampa meccanica, il modello gli ricordava quello del suo bis-nonno.
“Eccoci arrivati, Edward” disse l’anziano, mentre il biondino lo fissava confuso, riuscendo ad attirare l’attenzione dell’animale, che corse sopra Edward, leccandogli tutta la faccia per la felicità.
“Ehi…d-dai piantala bello!” continuava a dire Edward tra una leccata e l’altra mentre l’uomo fece un fischio ai proprietari della casa, chiedendo di uscire.
“Che succede signor Meinter?” chiese una voce femminile che aveva aperto la porta di ingresso, una voce che gli era molto familiare.
“Qualcosa non va?” chiese una voce maschile, sembrava molto più giovane, doveva avere come minimo 10 anni.
“Beh…mentre voi vi preoccupavate per il vostro amico, io l’ho trovato nel mio recinto assieme al mio cavallo” disse il signor Meinter mentre indicava il biondo che era appena riuscito a liberarsi dalle feste del cane.
Il biondo allora riuscì a vedere di due ragazzi.
La prima era identica a sua sorella Sharon, aveva i capelli biondo chiaro, lunghi e legati a cosa di cavallo, indossava una strana tuta da lavoro e aveva due splendidi occhi azzurri che lo fissavano.
Il secondo invece era identico a suo fratello Alexander, aveva i capelli di colore biondo un po’ più scuro, due occhi color marrone, indossava una maglietta nera e dei pantaloni grigi.
I due ragazzi lo fissavano come se avessero visto un fantasma, che scherzo gli stavano facendo Sharon e Alexander?
A quel punto i due ragazzi, con le lacrime agli occhi, andarono a stringere il povero biondo, confuso dalla situazione.
“Ed! Eravamo così preoccupati per te! Ma…doveri finito fin ora?” balbettava la ragazza che sembrava essere Sharon, ma sembrava non essere lei…la ragazza piangeva, aveva delle lacrime amare per lui, lo stringeva in un modo troppo intimo per essere sua sorella, lo stringeva come se sperasse che non se ne andasse più.
Anche l’altro ragazzo sembrava felice di vederlo, lo stringeva forte…
Ormai aveva capito che questa non era la Germania…
Questo posto non era Monaco..
Però voleva sapere, dove si trovava? Chi erano quei due ragazzi, così simili ai suoi fratelli?
“Edward vedi di non far preoccupare la tua famiglia, intesi?” chiese il signor Meinter mentre fece un saluto con la mano e si congedò, mentre i due ragazzi portavano dentro il biondo.
 
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Erano tutti nel salotto di casa, quel posto non l’aveva mai visto ma si sentiva bene, come se lo sentisse come un luogo dove poter fare ritorno.
Una voce stridula attirò la sua attenzione, ormai che era perso nei suoi pensieri.
“Ed! Mi stai ascoltando!?” chiedeva la strana ragazza mentre l’altro ragazzo fissava imbarazzato l’amica, tutto seguito da una vecchia.
“Mi volete spiegare chi siete!? E come sapete che mi chiamo Edward e del mio sopranome!?” chiese Edward urlandolo con tutta la forza in corpo, mentre tutti lo fissavano spaventati, chissà cosa stavano pensando.
“E-d….non ti ricordi di me? Winry Rockbell, la tua amica d’infanzia! E tuo fratello Alphonse Elric???” chiese la ragazza di nome Winry mentre lui alzò un sopracciglio, amica d’infanzia? Ma se lui è vissuto in Germania!
“Oppure della zia Pinako?” chiese il ragazzo di nome Alphonse alquanto preoccupato, stessa cosa per l’anziana di nome Pinako e Winry.
Il ragazzo guardò quei ragazzi e l’anziana in modo strano, che stava succedendo?
Che posto era quello? Che avrebbe dovuto affrontare prima di tornare a casa sua?
Il suo sguardo si volge verso la finestra, deciso di voler mettere a fuoco la situazione e di trovare la strada per tornare a casa.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE:
 
Dopo aver completato “Fullmetal Alchemist a modo mio!”, eccomi ad aggiornare questa storia!
Ringrazio tantissimo chi segue la storia e chi a recensito!
Davvero grazie!
Al prossimo capitolo!
 
Alla prossima!
 
Kairifenicia96

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