Kakaroth di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Preludio ***
Capitolo 2: *** Prologo ***
Capitolo 3: *** Cap.1 Kakaroth reborn ***
Capitolo 4: *** Cap.2 Kakaroth contro Vegeta ***
Capitolo 5: *** Cap.3 Ghost, love and real personality ***
Capitolo 6: *** Cap.4 The Dark side defeat ***
Capitolo 1 *** Preludio ***
PRELUDIO
Scritta
sentendo: Adam Lambert RUNNIN'.
Ricordati
di me
Tra
noi a comandare sei sempre stato tu. Persino mentre guardavi la luna,
sentendo il tuo sangue ribollire nonostante fossi privo di coda, non ti
sei curato di me.
Se
pensi a me, immagini solo a un assassino, un feroce e gigantesco Oozaru
che ti ha privato dell'affetto di tuo nonno.
Eppure
vorrei, una sola volta, che tu mi lasciassi uscire. Tu, che sei sempre
buono con tutti, ti riveli distante, freddo e ingiusto proprio con me.
Mi
odi o ti sei dimenticato di me? Gli altri non lo sanno, ma tu hai
compreso la mia esistenza? Ti rammenti di me mentre combatti?
Sono
uscito solo una volta, per poco, dopo una furiosa litigata interna. Ho
respirato l'aria di questo mondo e mi hai permesso di prendermi la
giusta vendetta per la nostra razza, un onore che non è
toccato nemmeno al principe.
Ti
sei ricordato di me solcando i cieli di Nameck, mentre lottavi contro
Freezer.
Volevo
solo uscire, diventare un tutt'uno con te, ma pian piano sto divenendo
qualcosa di diverso. Tra le nebbie dell'oblio della mente mi sto
trasformando e non so cosa diventerò.
Volevi
privarmi dell'orgoglio per farmi divenire come te. Credi sia possibile?
Tu
mi comandi e mi sovrasti, ma questa situazione
finirà.
Ti
hanno privato del tuo essere un saiyan, relegandoti in un modo di
vivere inadeguato e io lo distruggerò.
Sto
scomparendo, non voglio diventare come te. Sono soffocato in questo
lento e graduale processo. Non perderò la speranza di
riprendermi ciò che è mio, di liberarmi, di
annientare ciò che ho giurato di spazzar via.
Tu
temi di sapere come sei in realtà, ti nascondi dietro una
maschera che diviene sempre più fragile, nonostante tu
l'abbia ottenuta con immensa fatica.
Non
dirmi che non è così, eroe.
Il tuo passato ti perseguita, è un'ombra silente che
attende, mentre tu ti trinceri dietro un sorriso nella speranza di
liberartene.
Sei
uno stolto, sarà questo ha darmi la chiave per fuggire.
Hai
deluso il tuo popolo, il tuo principe, me e te stesso.
Le
persone che ti ringrazio per i tuoi atti 'eroici' sono meno della
metà di quelle che hai fatto soffrire. Sei un ipocrita, un
debole.
Io
esisto perché tu vivi. Nemmeno morendo per sette lunghi anni
sei riuscito a liberarti di me.
Hai
annientato tuo fratello, sangue del tuo sangue, fingendo che io non
esistessi, ripetendoti che la tua temuta, immensa, forza non provenisse
da me.
I
terrestri temono la tua potenza eccessiva, i saiyan ripudiano
la tua eccessiva bontà. Nessuno ti accetta e tutti ti
giudicano come: immaturo, irresponsabile, ingenuo e sciocco.
Io
non sono niente di tutto questo! Liberami, io li farò tacere.
Ai
loro occhi, nella tua mente esistono solo allenamenti e cibo. Gli
farò vedere quanto si sbagliano.
I
tuoi cosiddetti 'amici' non riescono a vedere il tuo vero volto.
Tu
continui a odiarmi per aver ucciso l'unica persona che ci avesse
veramente accettato per quello che eravamo, crescendoci ugualmente.
Forse hai ragione, abbiamo perso l'unico posto che potevamo chiamare
casa, a fianco di Nonno Gohan.
Cosa
sei in realtà, Goku?
Per
gli altri sei: coraggioso, forte, altruista e allegro; per me sei:
solo, triste, introverso, iroso e ipocrita in ogni cosa che fai.
Siamo
alieni, chi vuoi che riesca veramente a capirci? Forse qualcuno
c’era, ma tu stesso hai eretto un muro contro di lui. Hai
lasciato che lo cambiassero, tu stesso hai fatto in modo che il suo
orgoglio crollasse.
Cosa
ne è rimasto di lui?
Come
hai potuto tradire l’unico che fosse come te? Come hai potuto
voltare le spalle al nostro re?
Tu,
debole, traditore, lo hai fatto cadere nella polvere, lo hai spinto
oltre ogni suo limite per allontanarlo, per fare in modo che nemmeno
lui riuscisse più a capirti.
A
questi sciocchi umani, tu sei solo servito. Non gl'importa se muori,
l'importante è che li salvi. Non sei mancato a nessuno dopo
il tuo sacrificio.
Per
esso, anzi, ti hanno odiato. Perché hai infranto una
promessa d'amore, perché hai abbandonato la tua donna e dei
figli da crescere, perché hai rilasciato cadere sulle spalle
del tuo primogenito l'ingrato ruolo di salvatore del mondo,
perché li hai privati di un motivo per vivere o di una sfida
importante.
Sei
un ibrido, un essere a metà.
Per
la Terra, esiste solo il tuo lato umano e sentimentale. Non riescono a
vederlo ciò che sei in realtà.
Eppure
tu non riesci a fare ciò che desidero. Riesco sempre a
spingerti ad abbandonarli per diventare più forte ed esigo
una potenza sempre maggiore, per non rimanere intrappolato per sempre
qui.
Io
posso accettarti, capirti, non sei un'idiota senza cervello e, da qui,
nell'oscurità, posso aiutarti.
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Capitolo 2 *** Prologo ***
Prologo
Prologo
Ciò
che non ho mai detto
Goku
stava sdraiato sul letto, guardando il cielo azzurro fuori dalla
finestra. I suoi capelli erano ancora più spettinati e
scompigliati del solito, e in alcuni punti sembravano ricadere come
quelli terrestri. Era cadaverico e delle profonde occhiaie gli
cerchiavano gli occhi stanchi.
Trasalì
sentendo Chichi entrare nella stanza, la moglie impallidì
vedendolo in quello stato. Rabbrividendo, borbottò:
«Non dovresti esagerare con gli allenamenti! Almeno nei tempi
di pace dovresti riposare! Lo sapevo che ieri tu e Vegeta non avreste
dovuto combattere tutta la notte. Bulma mi ha telefonato e mi ha detto
che suo marito è ridotto nello stesso modo».
Goku
si voltò su un fianco, con un grugnito. Chichi, raccogliendo
dei calzini da terra, gli rammentò: «Ti lascio
riposare, però ricordati che oggi siamo invitati alla festa
del compleanno di Trunks», e uscì dalla stanza.
Goku
chiuse gli occhi.
Si
sentì un bussare leggero alla porta, Goku grugnì
più forte.
«Non
ti senti bene, papà?» domandò Goten,
socchiudendo la porta.
Goku
fece un mezzo sorriso e si alzò seduto sul letto.
«No, Goten, entra pure» mentì.
Il
piccolo si sedette sul letto, accanto al padre, chiedendogli:
«Posso stare qui?» domandò.
Goku
annuì. «Se non fai tremare il letto»
disse gentilmente.
«Certo,
papà» sussurrò Goten.
Osservò suo padre guardare fuori dalla finestra e
irrigidirsi.
Le
lancette dell'orologio alla parete giravano, mentre i respiri dei due
si confondevano con i ticchettii. Goten sentiva le gambe formicolare e
rimaneva immobile, fissando il genitore.
«Kakaroth»
bisbigliò Goku a fiori di labbra.
Goten
si voltò. «Sono tutti fissati con le carote»
si lamentò.
Goku
si voltò verso di lui, fissandolo con la fronte corrugata.
«Perché
dici questo?» domandò.
«Broly
voleva farmi male perché pensava l'avessi mangiata io e il
papà di Trunks pensa l'abbia mangiata tu»
spiegò il bambino.
«Ah»
rispose secco Goku.
Il
figlio lo guardò in viso, chiedendogli: «Ti
dà fastidio?».
Il
padre scrollò le spalle. «Non lo so»
rispose, si portò una mano al viso e sospirò.
«Urca, ho passato una nottataccia. Lasciami riposare,
figliolo» ordinò, indurendo il tono.
Goten
annuì, le sue iridi erano liquide, si alzò e
obbedì, uscendo.
Goku
si stese e cadde in un profondo torpore.
Avvertì
l'aria mancargli, si svegliò di colpo, ansimando e
avvertì il fiato mozzarsi. Intorno al suo petto comparve una
striscia argentea, Goku si guardò intorno vedendo della
nebbia fitta e gelida.
"Dove
sono? Questa non è la mia stanza" si domandò,
boccheggiando. Tossì ripetutamente e ansimò
più rumorosamente, rantolando.
"Nella
tua mente, o meglio, nel tuo peggiore incubo" disse telepaticamente
un'ombra dalla forma umana, man mano che si avvicinava rideva con
cattiveria.
Si
fermò davanti a Goku che, riconoscendone i tratti,
sgranò gli occhi.
«Tu
sei me?!» sbraitò.
«Sbagliato
filo-terrestrucolo. Io sono Kakaroth».
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Capitolo 3 *** Cap.1 Kakaroth reborn ***
Cap.1 Kakaroth reborn
Vegeta
si sveglio di soprassalto, riconoscendo l’aura di Goku
mentre si tramutava da una benigna a una malvagia.
«Tanti
auguri a te! Tanti auguri, caro Trunks…!» le urla
proveniente dal salone al piano di sotto risuonavano nella sua camera
da letto.
Vegeta
si alzò in piedi, sentiva le gambe dolergli e delle fitte
alla schiena.
"La
sua donna ha detto che lo ha lasciato a casa a dormire,
ma sembra che gli sia successo qualcosa". Si massaggiò il
viso, cercando
di regolare il respiro e si appoggiò alla parete. "In questi
giorni era
stato strano, non aveva il suo solito sorriso ingenuo da tonto. Siamo
stati dei
dannati sciocchi a non impedirlo, ora non sanno cosa ci aspetta, non
c’è niente
di più terribile di un saiyan di tale potenza inferocito".
Piegò di lato
il collo, sentendolo scricchiolare e si massaggiò la spalla
destra, gli doleva.
"Temevo un’eventualità del genere".
Fletté
ripetutamente le gambe, la caviglia slogata gli diede una
fitta e ingoiò un gemito di sofferenza, mordendosi il labbro
inferiore. Infilò
una vecchia battle-suit, la stoffa era logora all’altezza
delle ascelle e le
spalline dorate erano opache. "Se quell’idiota torna alle
origini, non
vedo perché non debba seguirne l’esempio.
Forse
finalmente avrò lo scontro catarchico che
volevo da tempo".
Infilò
i suoi guanti candidi, aprendo e chiudendo le mani un
paio di volte.
"Mi
chiedo come farò a far tornare in sé
quell’idiota. Non
ci si può mai godere un attimo di tranquillità,
deve sempre finire tutto in una
maledetta tragedia". Avvertì una fitta al cuore,
aprì la porta della sua
stanza e scese le scale.
«Bulma!»
chiamò la moglie, rimanendo accanto all’ultimo
gradino.
«Scusami
Chichi, forse quello scimmione asociale ha deciso di
partecipare alla festa» disse gentilmente Bulma. Chichi
annuì e Bulma si
allontanò, uscì dal salone e raggiunse le scale.
Vegeta
le passò accanto, aprì la finestra e si
voltò verso di
lei con gli occhi socchiusi.
«Bulma,
ascoltami» disse con tono serio.
Bulma
impallidì, guardando i tratti tesi del viso del marito e,
stringendo un pugno, domandò: «Vegeta, che
succede?».
Vegeta
incrociò le braccia al petto e si sporse, guardandola in
viso.
«Ascoltami
bene, non c’è tempo. Fai infilare la tuta di
combattimento a Trunks e portalo con te, insieme agli altri. Porta
anche Gohan,
Chichi e Goten e andatevene via da qui. Subito!»
ordinò.
Bulma
gli afferrò il braccio.
«Che
diamine significa? Dove devo andare con la famiglia di Goku
e nostro figlio?» domandò.
Vegeta
le prese il viso tra le mani. «Ascoltami, per una volta.
Questo posto potrebbe saltare in aria a breve, è importante
che porti via
tutti.
Va
bene?
Portati
anche gli altri tuoi amichetti e chiama quelli che non
ci sono. Il muso verde potrebbe essere utile» le diede
istruzioni.
Le
iridi color cielo di Bulma si rifletterono in quelle color
ossidiana di lui.
«Cosa
sta succedendo?» chiese nuovamente la terrestre.
«Chiedi
a Trunks di captare le auree, te lo dirà lui. Ti prego,
impedisci a Goten e Gohan di intromettersi, sarebbero solo
d’intralcio. Troverò
una soluzione» giurò il principe dei saiyan. Si
staccò dalla moglie e raggiunse
la finestra, mettendo un piede sul davanzale.
Bulma
lo seguì, Vegeta si voltò e si protese verso di
lei;a
baciò con foga, premendo le sue labbra contro
quelle di lei. «Ti amo»
disse secco.
«A-anch’io»
biascicò lei.
Vegeta
spiccò il volo dalla finestra, estrasse da una tasca
della tuta un senzu e se lo portò alla bocca, masticandolo
rumorosamente.
«Se
pensi che ti farò distruggere tutto quello per cui abbiamo
sempre combattuto, te lo scordi Kakaroth» sibilò
tra sé e sé.
"Forse
avrei dovuto dire addio al mio moccioso"
rifletté.
Goku
si teletrasportò davanti a lui, la sua tuta arancione
brillava illuminata dalla sua aura dorata, nelle sue iridi verde-acqua
brillava
una luce vermiglia; la sua trasformazione al secondo livello.
«Buonasera,
Kakaroth. Penso che questa volta sia davvero tu» lo
salutò Vegeta.
L’altro
annuì, ghignando. «Buonasera, principe. Mi
aiutereste a
distruggere il pianeta?» gli domandò.
Vegeta
controllò che le auree degli ospiti si allontanassero.
«Avrei
in programma di sconfiggerti, a onor del vero» ammise. Si
trasformò in supersaiyan di secondo livello a sua volta.
Si
scrutarono a vicenda, guardandosi negli occhi, immobili. Il
vento prodotto dalle loro auree gli faceva ondeggiare le spesse ciocche
more.
«Come
diresti normalmente tu, qui c’è troppa gente. Che
ne
diresti di andare a combattere da un’altra parte?»
propose Vegeta.
«Avete
ragione, una frase tipica di quel tontolone di Goku. Acconsento
solo perché non mi piace mischiare il mio ossigeno con
quello di questi
insetti» rispose Kakaroth.
Vegeta
si alzò in volo ed entrambi si diressero nella stessa
direzione, era il più giovane a fare strada.
"Mi
sta portando nel luogo dove abbiamo avuto il nostro
primo scontro qui sulla Terra" rifletté il principe dei
saiyan.
Atterrarono
nella zona deserta, tra i massi vermigli.
«Questo
luogo rassomiglia a Vegeta-sei. Non trova? Ecco perché
lo ha scelto anche quando è divenuto MajinVegeta»
fece notare Kakaroth,
guardando le montagne rosse alle sue spalle.
Vegeta
aumentò la sua aura, gridando. Kakaroth partì
all’attacco, cercando di raggiungerlo con una raffica di
pugni, Vegeta li
schivò scattando a destra e a sinistra. Kakaroth
tentò di raggiungerlo con una
ginocchiata alla pancia, Vegeta si piegò schivandola e fu
raggiunto da una
gomitata alle spalle. Sputò sangue, fece leva con le braccia
sulla gamba di
Kakaroth e, con una capriola in aria, si rimise in piedi.
Avvertì Kakaroth
raggiungerlo con un calcio alle spalle e saltò, schivandolo.
Il colpo di
Kakaroth si abbatté sul terreno, creando una voragine.
La
polvere rossastra del terreno si alzò, avvolgendo Kakaroth
che si rialzò in piedi, nell’oscurità
il suo ghigno brillava.
Ripartì
all’attacco, ci fu uno scambio di colpi, Vegeta
provò a
raggiungere il viso dell’avversario con un pugno, ma Kakaroth
gli bloccò la
mano. Vegeta tentò con l’altro pugno, ma il nemico
gl’immobilizzò anche l’altra
mano.
L’avversario
strinse la presa, stritolandogli i pugni fino a
fargli scricchiolare le ossa.
Tra
i due ci fu uno scambio di calci e Vegeta lo raggiunse con
una forte testata, infierendo con dei calci allo stomaco. Kakaroth non
gli
lasciò andare le mani, lo raggiunse con una ginocchiata allo
sterno, un calcio
nello stesso punto, e un calcio alto al volto con cui lo fece volare
via.
Vegeta
volò contro una montagna, distruggendola
nell’impatto e,
con il corpo ricoperto di tagli sanguinanti ed ematomi,
ripartì all’attacco in
volo.
Raggiunse
Kakaroth e ripresero a scambiarsi calci, pugni e
ki-blast. Si raggiunsero a vicenda con un pugno al volto.
Vegeta
saltellò all’indietro, allontanandosi.
«Kakaroth, hai
intenzione di raggiungere il terzo livello?»
domandò.
«Quella
trasformazione dura troppo poco e consuma troppe energie.
Non è fatta per questo piano astrale, ma per quello dei
morti. Inoltre il tuo
secondo livello ormai raggiunge senza problemi quella
potenza» ringhiò
Kakaroth.
Vegeta
incassò il capo tra le spalle. "Mi ha sempre
sorpreso la sua conoscenza delle strategie di battaglia e vedo che
questa
caratteristica gli è rimasta" rifletté.
Si
trasformarono entrambi in supersaiyan blu e ripartirono
all’attacco. Iniziò anche a piovere e la terra
polverosa si trasformò in fango
color sangue. Il vento sferzava i visi di entrambi, accecandoli con le
gocce di
pioggia.
Furono
costretti ad atterrare, si scambiarono una serie di colpi
energetici che brillavano in contrasto con il cielo plumbeo. Si misero
l’uno
dinnanzi all’altro ed iniziarono a scambiarsi raffiche di
pugni.
Il
terreno sotto di loro tremava, più volte uno di loro
precipitò nel fango, ricoprendosi di esso, sentendolo in
bocca e nel naso,
sputandolo.
Entrambi
erano sporchi, fradici e le loro auree azzurre si
riflettevano nelle loro iridi.
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Capitolo 4 *** Cap.2 Kakaroth contro Vegeta ***
Cap.2
Kakaroth contro Vegeta
Bulma
guardava l’orologio, tenendo il capo incassato tra le
spalle. Si voltò e guardò le mura candide, le
colonne e gli alberi, passò la
mano sul pavimento a quadrettoni.
"Mi
chiedo se il palazzo del Supremo sia un luogo davvero
sicuro… dopo quello che è successo con MajinBu"
pensò.
«Non
può essere! Il mio Goku non lo farebbe mai!»
gridò Chichi.
Ricadde all’indietro, svenuta, Gohan la prese al volo e la
strinse a sé. Goten
abbracciò la gamba del fratello maggiore e
singhiozzò, le lacrime gli rigavano
il viso.
Bulma
osservò i tre Son e abbassò lo sguardo, i suoi
occhi
divennero liquidi.
«È
Goku a rendere gli altri cattivi buoni, sicuramente
c’è una
spiegazione… una soluzione…»
biascicò Crilin, rabbrividendo.
Bulma
si portò una sigaretta alle labbra e inspirò,
sentendo il
sapore di nicotina.
"So
cosa stanno passando, ho provato la stessa cosa quando
mio marito ha fatto saltare in aria gli spalti del torneo…
però è più difficile
immaginare Goku a fare cose del genere. L’ho visto crescere
da quando era
bambino, così ingenuo, così buono"
rifletté.
Yamcha
iniziò a dire: «Non posso crederci, me lo sarei
più
aspettato da V... », ma venne coperto dalle grida di Jirobai.
«Meno male che ho
portato i senzu!» gridò quest’ultimo.
Yamcha
pensò: "Se non fosse per l’aura di Goku, avrei
potuto addirittura pensare che fosse una trovata di Vegeta per
vendicarsi".
«È
morto per salvarci così tante volte, vedrete che
tornerà in
sé» piagnucolò Rif. Junior stava
riflettendo, cercando di comprendere cosa
fosse successo, sfogliando un libro.
Videl
adagiò un cuscino per terra e Gohan stese la madre,
adagiandole la testa sul guanciale.
Lo
stregone del toro utilizzò un ventaglio per fare aria alla
figlia. «Su, tesoro, riprenditi» la
supplicò.
«Mi
piacerebbe aiutare Vegeta a combattere, ma queste vecchie
ossa possono fare poco» si scusò Muten.
"La
verità è che siete tutti dei codardi"
pensò Bulma.
«…
E se Vegeta non riuscisse a fermarlo?» domandò
C18,
stringendo a sé la piccola Marron.
Crilin
abbracciò la moglie, le fece un sorriso tremante, il suo
viso era pallido. «Vedrai tesoro, si sistemerà
tutto» mentì con voce rauca.
Trunks
si sedette accanto a Goten e lo abbracciò, il
secondogenito Son singhiozzò, le lacrime gli rigavano le
guance. Gli occhi di
Trunks erano vacui e teneva le labbra strette, fino a sbiancarle.
Bulma
guardò suo figlio. "Ha lo stesso sguardo triste della
sua controparte del futuro. Mi dispiace bambino mio, questo doveva
essere il
tuo compleanno" pensò.
Tenshinhan
si appoggiò Rif su una spalla e si sedette accanto a
Majinbu grasso che teneva abbracciati Mr. Satan e il suo cagnolone.
Gohan
abbracciò Videl, che gli nascose il viso
nell’incavo del
collo.
«Mamma
non si sveglia» piagnucolò Goten.
«Si
riprenderà a breve, ha solo avuto uno shock» lo
rassicurò
Dende.
Bulma
pestò la sigaretta sotto la scarpa e sospirò.
«Andiamo»
ordinò Junior; afferrò il braccio di Crilin e
spiccò
il volo, portandoselo dietro. 18 pensò: "Non posso
combattere Goku,
rischierei di attivare una programmazione sopita. Probabilmente Junior,
dopo
averci portati al sicuro, andrà a combattere".
***
Sia
Kakaroth che Vegeta caddero in ginocchio, ansimando, i
muscoli gli dolevano non rispondendogli e il sudore si era mischiato
con
sangue, fango e pioggia.
Kakaroth
lo afferrò per le spalle e lo sbatté a terra,
facendolo
affondare nella melma. Vegeta si dimenò e ribaltò
le posizioni, Kakaroth lo
morse a sangue e Vegeta gridò.
Kakaroth
lo rimise nuovamente sotto di sé, gli afferrò i
capelli
a fiamma con una mano e gli affondò il viso nel fango,
cercando di soffocarlo.
Vegeta
sentì l’aria mancargli, sgranò gli
occhi rimanendo
accecato, tentò inutilmente di sputare il fango che gli
stava invadendo le vie
respiratorie. Si ritrasformò, mentre il
supersaiyan blue si
annullava.
Vegeta
allungò le braccia dietro di sé e
lanciò un attacco
energetico, facendo volare via Kakaroth. Si mise in ginocchio e
tossì, vomitò
fango e fu scosso da una serie di tremiti, ansimò
boccheggiando.
Kakaroth
lo raggiunse alle spalle, con passo cadenzato.
«Mi
sto divertendo a combattere con te, principe. Non sei niente
male, non capisco perché non ti unisci a me» disse
roco.
Vegeta
cercò di rimettersi in piedi, ringhiando: «Cerca
di
rinsavire, piuttosto. Ti preferisco tonto, piuttosto che
pazzo».
«Non
c’è bisogno che tu sia così duro con
me. Sono solo un tuo
fedele suddito. Non vorrai deludere la stirpe da cui discendi prendendo
le
difese di esseri così inferiori» lo
provocò Kakaroth.
Vegeta
cercò di raggiungerlo con un ki-blast al viso.
«Tra quelli
che chiami esseri inferiori ci sono anche i nostri figli! In cui scorre
il
nostro sangue…» ribatté.
«Mezzosangue»
lo interruppe Kakaroth.
«e
i nostri amici…» continuò Vegeta,
rischiando di cadere in
avanti.
«I
saiyan non possono essere amici di esseri così
inferiori»
ribatté Kakaroth, mettendoglisi dinnanzi.
«…
per non parlare delle donne che amiamo. Se non vuoi tornare
in te stesso per me, fallo almeno per la tua amata Terra e per la tua
Chichi.
Hai idea di quanto tutti contino su di te o di quanto stia soffrendo
tua
moglie?» gli domandò Vegeta.
Kakaroth
sorrise e le sue iridi brillarono. «Hai ragione. Devo
proprio vedere la faccia di quella gallina starnazzante»
disse, afferrando
Vegeta per un braccio, e portandosi due dita unite alla fronte.
Vegeta
riuscì a liberarsi dalla presa e si allontanò. Le
gocce
di pioggia qui erano più lente e sporadiche. Si
guardò intorno, mentre il vento
gli sferzava il viso.
«Il
palazzo del Supremo?» si domandò, riconoscendo la
struttura
sotto di lui.
«Papà!»
gridò Trunks.
Vegeta
abbassò lo sguardo e lo riconobbe, era in piedi accanto a
Goten e a Dende.
«Vegeta!»
sbraitò Bulma con voce terrorizzata.
Il
principe dei saiyan si voltò di scatto e scanso un pugno
dell’avversario. Lo scontro riprese, con colpi dati con
ancora più foga e
furore.
«Che
cazzo speri di ottenere portando mi qui?!» sbraitò
Vegeta.
"Sono tutti qui! Tutti! Potrebbe spazzarli via con un solo colpo"
pensò.
Kakaroth
scoppiò a ridere sguaiatamente. Junior volò nella
direzione dei due avversari, trascinando Crilin.
«Intromettetevi
e farò saltare in aria questo insulso pianeta!»
gridò Kakaroth.
Junior
s’immobilizzò e Crilin guardò Goku,
impallidì vedendo il
ghigno dell’altro trasfigurargli il volto.
«Sembra
Broly» gemette. "Quello non può essere davvero il
mio migliore amico" pensò.
Gohan
prese in braccio Goten e lo strinse a sé, digrignando i
denti. "Mi sembrava di rivivere in peggio lo scontro contro Ginew" si
disse.
Junior
riatterrò dietro il suo allievo e gli mise una mano sulla
spalla, stringendo.
Chichi
riaprì gli occhi e strillò, Bulma la raggiunse,
s’inginocchiò al suo fianco e
l’abbracciò.
«Tranquilla,
Vegeta non vuole fargli del male. Sta solo cercando
di farlo tornare in sé» la rassicurò.
Calde
lacrime solcarono il viso di Chichi. «Quello non è
il mio
Goku» disse la terrestre, indurendo il tono.
Popo
raggiunse Dende e alzò il capo. «Avete capito cosa
sta
succedendo, Supremo?» domandò.
«Intorno
a lui c’è un alone argentato. Non a livello di
aura, ma
proprio fisicamente. Quello è un lato della mente di Goku,
quella repressa. Ciò
che noi conosciamo comunemente come Goku è sicuramente
rinchiuso in una parte
recondita della sua mente» spiegò Dende.
Le
orecchie di Junior tremarono.
«Vegeta,
è come quando sei diventato Majin! Possiamo farlo
tornare in sé, solo che dobbiamo trovare
l’incantesimo!» gridò Junior rivolto a
Vegeta.
«Splendido»
mormorò Vegeta, raggiungendo Kakaroth con una
ginocchiata al mento.
Kakaroth
si massaggiò il mento e scoppiò a ridere,
alzò l’altra
mano verso il cielo e caricò un’onda grande quanto
l’intero palazzo del
supremo.
Crilin
spalancò la bocca, guardando la sfera energetica.
«Sembra
un gigantesco sole nero” sussurrò con voce rauca.
«È
bellissima» sussurrò Goten, osservando le sferette
nere
danzare intorno alla sfera più grande.
«Anti-Genkidama!»
sbraitò Kakaroth, lanciandola.
«Ha
un’aura spaventosa! Se quell’attacco raggiunge la
Terra,
saremo spacciati!» gridò Junior. Scattò
in volo in contemporanea con Gohan e
Crilin.
Vegeta
gridò, emanando al massimo la sua aurea, ritrasformandosi
in supersaiyan blue. Bloccò la sfera con entrambe le
braccia, gli occhi
sgranati, la pelle gli bruciava, il sudore gli scendeva lungo il corpo
e il suo
battito cardiaco era accelerato.
Gohan,
Crilin e Junior afferrarono a loro volta la sfera,
aiutandolo a bloccarla.
«Vegeta,
so cosa fare!» gridò Junior.
Gohan
guardò il suo maestro. "Ha la stessa aria risoluta
che aveva quando ha trovato il modo per distruggere i robot di
MetalCooler" pensò.
«Ossia?!
Non ce la faccio più!» sbraitò Vegeta
con voce
gracchiante.
«Dobbiamo
concentrare la nostra energia in un unico punto!»
spiegò Junior. "Oh no, l’ultima volta non mi
è andata bene con una tecnica
così" pensò Crilin.
Vegeta
caricò un Big Bang Attack, Junior un Makankosappo e
Crilin un’onda energetica e, colpendo con tutti e tre gli
attacchi lo stesso
punto dell’anti-genkidama, la rilanciarono contro Kakaroth.
Quest’ultimo schivò
l’attacco che venne spedito contro il sole, dove esplose con
un bagliore
nerastro.
Crilin
scese in volo, atterrò a terra e perse i sensi, C18 corse
nella sua direzione.
Gohan
perse i sensi, Junior lo afferrò al volo e lo
portò fino a
Videl, stendendolo ai piedi della fidanzata.
Vegeta
era piegato in avanti, ansimante, con le braccia
abbandonate.
Kakaroth
scomparve, raggiunse Junior alle spalle e lo raggiunse
con un colpo al collo facendogli perdere i sensi e ricomparve davanti
al
principe dei saiyan. Scoppiò a ridere, piegando
all’indietro la testa.
«Hai
idea di cosa sia la sofferenza?!» gridò.
Vegeta
rabbrividì, cercando d’incrementare
l’aura.
Kakaroth
lo raggiunse con un pugno al viso, facendolo cadere
all’indietro e infierì con una ginocchiata alla
schiena, proiettandolo in alto.
Vegeta
socchiuse gli occhi, la risata dell’altro gli risuonava
nelle orecchie, le urla degli altri gli arrivavano ovattate.
"Devo
reagire! Più un saiyan vede la preda debole, più
diventa inarrestabile. Il mio sangue diventerà sempre
più interessante per lui.
Se solo riuscissi a muovere!" pensò.
Bulma
singhiozzò, con gli occhi sgranati. «Lo sta
massacrando»
gemette; e sue lacrime si confusero con le gocce di pioggia.
Kakaroth
afferrò Vegeta per i capelli, immobilizzando e lo
raggiunse con una serie di pugni al viso, spaccandogli il naso e il
labbro.
«Io
ti ho visto piangere, mio caro principe. Ti ho sentito implorarmi
e ho visto come questi inetti ti hanno cambiato»
sibilò Kakaroth, mentre la
trasformazione di Vegeta cessava.
«Quel
mostro sta ottenebrando il vero Goku, non penso che potrà
uscire per fermare questo scempio» sussurrò Dende.
«Supremo,
andiamo, dovete cercare l’incantesimo per fermarlo»
gli mormorò Popo, trascinandolo con sé dentro il
Supremo.
"Non
posso perdere, non voglio" si disse Vegeta,
vomitando sangue. "Questo succede perché entrambi non ci
siamo accettati.
Ci siamo caricati dei peccati del nostro popolo, senza accettarne
l’orgoglio
fino in fondo. Dovevamo portarne avanti i pregi, non vergognarcene".
«Ti
prego, mostro, ridammi mio marito. Ti prego Goku, amore mio,
torna da me» gemette Chichi.
«Vegeta,
resisti!» gridò Bulma.
Vegeta
riaprì di scatto gli occhi, le sue iridi color ossidiana
brillarono di riflessi blu scuro. Si ritrasformò in
supersaiyan blu e, con una
gomitata, si liberò da Kakaroth. Lo tempestò di
pugni, raggiungendolo con una
serie di calci al petto. «Anche da saiyan sai essere meglio
di così!» sbraitò.
Kakaroth
indietreggiò, ansimando. La testa di Vegeta ricadde
più
volte in avanti, ma il principe dei saiyan schivò un pugno
dell’avversario e lo
raggiunse con un calcio al collo, mozzandogli il respiro.
"Coraggio
Vegeta, la luce dei tuoi poteri sfida ancora
questa tempesta" pensò 18, mentre con Marron stendeva la
testa di Crilin
sul cuscino che Chichi aveva lasciato libero.
Vegeta
allontanò l’avversario utilizzando
l’onda d’urto
dell’incremento della sua aura.
Kakaroth
sorrise, le sue iridi nere brillavano di riflessi
blu-azzurri dovuti alla propria aura.
"Finalmente
sono libero! Sono così euforico, sento il mio
animo esaltato dal furore!
Mi
dispiace per il povero principe, ma voglio solo giocare un
po’.
Non
è mai stato detto che per conquistare il mondo non ci si
debba divertire" rifletté.
Raggiunse
Vegeta con una kamehameha nera, il principe dei saiyan
precipitò, superò il tempio del Supremo e
l’obelisco di balzar, attraversando
le nuvole e rovinò pesantemente al suolo, scavando
un’immensa voragine. Fulmini
illuminavano il cielo dalle nuvole nere e cariche di pioggia.
Il
principe dei saiyan perse i sensi.
Kakaroth
scoppiò a ridere con più forza, tornò
normale e si
trasformò in supersaiyan di terzo livello, lanciando delle
sfere color pece
sopra di sé.
Gohan
mugolò, riprendendosi, riaprì gli occhi e si mise
in
ginocchio. Si rialzò in piedi e si trasformò nel
Mystic; partendo all’attacco
contro Kakaroth.
Trunks
si mise a correre, levitò oltre il bordo del palazzo del
Supremo e scese verso terra, raggiungendo il corpo esanime del genitore
in
picchiata.
«Papà!»
chiamò, raggiuntolo.
Sopra
di lui, risuonavano i colpi dei due contendenti.
Gohan
cercò di raggiungere l’avversario con una gomitata
alla
schiena, ma Kakaroth si teletrasportò sopra di lui e lo
raggiunse con un’onda
energetica nera tre volte più potente del normale, facendolo
precipitare privo
di sensi.
Gohan
si conficcò nel pavimento del palazzo, mandando in pezzi
una serie di mattonelle. «Fratellone!”
gridò Goten, raggiungendo il maggiore.
Kakaroth
si teletrasportò davanti a Vegeta.
«Non
deludermi così! Non puoi essere già
stanco» gridò. Cercò di
raggiungere Trunks con uno schiaffo, ma Vegeta, mettendosi in
ginocchio, fermò
il colpo.
«Vai
via!» ordinò al figlio che, annuendo,
spiccò il volo.
«Tsk.
Non prendermi per un codardo» sibilò Vegeta,
scattò e
afferrò il piede di Kakaroth, lo tirò facendolo
scivolare.
Kakaroth,
con una capriola in aria, si rimise in piedi. «Non era
mia intenzione mancarle di rispetto, principino. Vedrò di
prepararmi alla mossa
finale» disse mellifluo, incrementando l’aura.
Vegeta
si acquattò a terra e gli balzò addosso,
facendolo cadere
all’indietro. Kakaroth, con una capriola, ribaltò
le posizioni e con l’altra
mano riteletrasportò entrambi nel luogo in cui si erano
scontrati prima: il
deserto ora tramutato in una zona fangosa.
Vegeta
si dimenò, liberandosi dalla presa di Kakaroth e
precipitò a faccia in giù, il naso
iniziò a sanguinargli a seguito della
caduta.
Kakaroth
sorrise, atterrando in piedi. "Meglio tenersi
lontani dal demone e i mezzosangue, possono aiutarlo più di
quanto
credessi".
Il
cielo sopra di loro si stava rasserenando, i nuvoli neri
stavano diventando sempre più minuti e candidi,
s’intravedevano scorci
d’azzurro. Man mano il sole stava tornando a illuminare i due
contendenti.
Vegeta
aveva il viso segnato da tagli sanguinanti, medesime
ferite si aprivano su tutto il suo corpo, il suo occhio destro era
pesto e
chiuso, la sua gamba sinistra e il suo braccio destro ricadevano inerti
ricoperti di sangue.
Kakaroth
gli lanciò contro un ki-blast, Vegeta balzò
lateralmente tenendosi il braccio destro, lo lasciò andare e
lanciò una serie
di ki-blast azzurri e bianchi.
Riatterrò
su un fianco con un mugolio, si sdraiò a faccia in su
e con un colpo di reni si rimise in piedi, ondeggiando, tenendosi ritto
su un
piede solo. Spiccò il volo verso l’avversario.
Una
colonna di fuoco fuoriuscì dal terreno, frapponendosi fra i
due sfidanti e Vegeta scattò all’indietro.
Altre
colonne di fuoco si alzarono dal fango rossastro, che si
stava via via indurendo, circondando il principe dei saiyan.
Vegeta
indietreggiò, mettendosi al centro del cerchio
incandescente.
"Queste
fiamme sembrano dotate di vita propria" pensò.
Il calore aumentava sempre di più, la pelle del saiyan si
scottò in più punti,
la sentiva sfrigolare, alcune fiamme lambirono la stoffa lacera e
sporca della
sua battle-suit.
Vegeta
cercò di spiccare il volo, ma le fiamme si chiusero sopra
di lui. Ingoiò dei gemiti di dolore dovuti alle ustioni che
stava riportando in
diversi punti del corpo.
"Se
la mia fine arriverà attraverso queste lingue di fuoco,
ben venga.
Combatterò
fino alla fine, che nessuno dica mai che il principe
dei saiyan si è arreso senza dare battaglia"
pensò.
Emanò
tutta la sua aurea residua, spegnendo man mano i dolmen di
fuoco che lo circondavano. Le fiamme rosso arancioni si piegavano,
morendo
dinnanzi alla potenza della sua aura; scomparvero in un ultimo sbuffo
di fumo,
lasciando dei segni nerastri sul fango solidificato.
Vegeta
cadde in ginocchio, l’aura azzerata e lo sguardo vacuo,
le membra abbandonate.
Kakaroth
gli si mise davanti e s’inginocchiò davanti a lui;
sorrise e intorno alla sua mano comparve una striscia di luce argentea.
«Cos…»
biascicò Vegeta, mentre Kakaroth gli appoggiava la mano
sul petto.
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Capitolo 5 *** Cap.3 Ghost, love and real personality ***
Cap.3
Ghost, love and real personality
Goku
riuscì a sfilare lentamente la mano dalle catene che lo
tenevano imprigionato, era ricoperta di sangue e abrasioni, lentamente
tentò di
liberare anche l’altra; si guardò intorno
osservando le pareti di marmo scuro,
macchiato di sangue, che lo circondavano. Spostò lo sguardo
sulla finestrella
grande quanto la sua testa, concentrando lo sguardo sulle sbarre che la
sbarravano.
Udì
dei passi e rimise le braccia in alto, facendo sembrare le
mani nuovamente imprigionate.
Finse
di essere privo di sensi, facendo ricadere la testa in
avanti e osservò di sottecchi attraverso la finestrella
della massiccia porta
di legno, intravedendo un MajinVegeta di secondo livello con un Vegeta
incosciente caricato sulla spalla.
MajinVegeta
superò la sua cella, entrato nella successiva,
lasciò ricadere Vegeta per terra. Fece apparire una sferetta
di energia dorata
nella sua mano, illuminando il buio che ammantava la prigione; con
l’altra mano
immobilizzò i polsi del prigioniero con due ganci di metallo
che fuoriuscivano
dalla parete.
Vegeta
mugolò e socchiuse gli occhi, riprendendo i sensi.
Rabbrividì trovandosi il viso del Majin davanti al suo,
illuminato dalla luce
dorata della sfera di energia. Il suo corpo, indolenzito e sanguinante,
non
rispondeva e non riusciva a muoversi.
«Liberami
subito…» intimò all’altro.
MajinVegeta
ghignò e si allontanò da lui, dandogli la schiena.
«Mi
hai sentito, codardo?!» gridò Vegeta, mentre
l’altro usciva,
chiudendosi la porta alle spalle.
«Tsk,
Vegeta, quasi mi vergogno ad utilizzare il tuo corpo. Sei
solo un pivello, rispetto a me, il principe dei saiyan»
disse, attraverso le
sbarre della finestrella.
Vegeta
sentì la serratura della porta scattare, intorno a lui
c’era solo oscurità.
***
"Urca,
ce l’ho fatta! È stato difficile, ma ci sono
riuscito" pensò Goku, liberando del tutto entrambe le
braccia. Raggiunse
la porta e fece leva sui cardini arrugginiti, spezzandoli
silenziosamente.
"Sono
nella mia mente e qui il collegamento mentale tra me
e Vegeta, creato dal nostro essere stati fusi in passato, dovrebbe
essere più
forte.
Forse
è stata proprio quell’apertura a far scappare
queste parti
di noi" pensò. Spostò la porta e uscì,
percorrendo un corridoio nebbioso
sulle punte dei piedi. Si acquattò contro la parete, con
l’aura azzerata, il
battito cardiaco accelerato.
"MajinVegeta
a quest’ora avrà già preso possesso del
corpo
di Vegeta" pensò, gli occhi arrossati gli pizzicavano.
«Bastardo!
Liberami! Dannato Majincoso!»
riconobbe la voce di Vegeta e andò in quella direzione. Si
trovò davanti una
porta uguale a quella della propria prigione e la aprì con
lo stesso metodo,
entrando.
«Urca,
Vegeta, calmati» bisbigliò.
«Liberami
da qui» ordinò Vegeta, ringhiando.
«Come?» chiese
Goku.
Vegeta
gl’indicò con la testa una roccia appuntita sul
pavimento
e Son la utilizzò per scassinare gli anelli di ferro. I
polsi del principe si
erano graffiati e, gonfi e arrossati, gli pulsavano.
"Se
usassimo i poteri, saremmo scoperti troppo
velocemente" pensò Vegeta. Mise una mano sulla spalla di
Goku ed entrambi
si allontanarono dalla cella, inoltrandosi nella nebbia del corridoio.
Attraversarono
una porta socchiusa e proseguirono, la nebbia
diveniva via via più fitta.
Goku
udì dei lamenti e si guardò intorno, la sua vista
si tinse
di rosso e strinse gli occhi, scuotendo il capo. Si
raddrizzò e tornò a vedere
nebbia intorno a sé, la presa sulla sua spalla si fece
più forte e Vegeta si
piegò in avanti, tossendo rumorosamente.
«Che
ti succede?» domandò con tono preoccupato.
«Questo
posto sta tentando di eliminarmi» biascicò Vegeta,
ansimando.
Goku
lo sostenne e Vegeta cercò di scansarsi, si piegò
in avanti
colto da una fitta violenta all’addome.
«Io
sono qui con te, ma non mi sta succedendo niente» fece
notare Son, aiutandolo a raddrizzarsi.
«Tu
e Kakaroth vi siete divisi nettamente. Forse avrai anche
accettato che sei un saiyan, ma tu sei buono e lui cattivo»
farfugliò Vegeta,
boccheggiando. Strinse gli occhi e tossì un grumo di sangue.
«Io
non sono così diviso dalla mia parte malvagia.
Perciò questo
luogo, cercando di eliminare Kakaroth e la sua crudeltà, nel
tentativo di farti
tornare padrone del tuo corpo, sta eliminando anche me riconoscendomi
come essere
negativo» spiegò, rischiando di cadere in
ginocchio.
Goku
lo sostenne.
«Quel
pazzo si farà chiamare ‘principe dei
saiyan’. Questo
perché nella mia vita ho passato più tempo a
rinchiudere questo lato di me,
quello diciamo neutrale, né buono, né
cattivo» proseguì Vegeta, la vista gli si
offuscò.
«Beh,
la prima volta che ti ho incontrato, non eri di certo
amichevole. Urca, dimmi cosa devo fare per risolvere il
problema» disse Goku,
caricandoselo in spalla.
«Questo
luogo ci metterà al massimo cinque-dieci minuti per
prosciugarmi del tutto» disse Vegeta, cercando di mantenere
un tono atono.
Goku
si piegò in avanti, gli strinse le gambe con entrambe le
mani e si mise a correre. «Ci metterò di meno a
portarti fuori da qui» promise.
«Senti…
c’è niente che possa fare per convincerti a non
fare
questa inutile follia?» chiese Vegeta con voce rauca.
«No»
rispose secco Goku, chiuse gli occhi e gli sorrise.
"Mi
eri mancato, fratello"
pensò Vegeta, abbandonandosi contro l’altro privo
di sensi.
Goku
continuò a correre fino a un portale ovale, luminescente,
che galleggiava nella nebbia; era formato da una sostanza argentea,
liquida.
«Addio
nebbia della disperazione»
salutò Goku e balzò all’interno della
sostanza. Gli mancò il respiro, strinse
più forte Vegeta cercando nuotare e chiuse gli occhi.
Roteò su se stesso,
avvertendo delle forti vertigini e atterrò in piedi.
Saltò
all’indietro trovandosi davanti Kakaroth, si mise in
posizione di combattimento.
«Principe,
cosa dobbiamo fare?» chiese Kakaroth, voltandosi.
Goku
inarcò un sopracciglio.
«Ehy
tu, mi vedi?» domandò; sventolò la mano
davanti a Kakaroth
e piegò di lato il capo.
«Io
propongo di distruggere subito questo insulso pianeta per
passare alla conquista di questo universo» propose Kakaroth.
Goku
gli fece una linguaccia e ridacchiò. «Non riesce
né a
vedermi, né a sentirmi!» esultò.
«Prima
passeremo alla Capsule corporation, caricando su
un’astronave qualsiasi cosa ci possa risultare utile e dei
viveri» rispose
MajinVegeta con voce atona. Socchiuse gli occhi, ghignò e si
leccò le labbra
attraverso i denti. «Dopo ci divertiremo»
sibilò, strofinando un piede sul
terreno rossastro.
Kakaroth
ridacchiò e annuì.
«Sì,
sua altezza» disse ed entrambi spiccarono il volo,
dirigendosi verso la città dell’Ovest.
Goku
li guardò allontanarsi e udì un mugolio.
Vegeta
riprese i sensi e mugolò nuovamente, guardandosi intorno,
ordinò con voce arrocchita: «Kakaroth, mettimi
giù» ordinò Vegeta.
Goku
lo mise a terra, il principe dei saiyan aveva un colorito
cadaverico.
«Siamo
davvero fuori da quel posto di merda» sussurrò
Vegeta, la
gola gli doleva; cercò di rimettersi in piedi.
«Ora dobbiamo raggiungere gli
altri».
«Gli
altri due noi stanno preparando la navicella, ma non ci
riescono né a vederci né a sentirci»
spiegò Goku.
Vegeta
rabbrividì.
«Loro
hanno i nostri corpi, quindi noi
adesso siamo come fantasmi.
Per gli altri non siamo corporei» spiegò, si
abbassò e passò con il pugno attraverso un sasso.
Goku
si grattò la testa, deglutendo. «Non possiamo
nemmeno usare
i nostri poteri?» domandò.
«Solo
quelli legati ai corpi fisici, incrementi di auree,
trasformazioni in supersaiyan e teletrasporti dovrebbero ancora
funzionare.
Inoltre, non possiamo nemmeno essere feriti, al momento» lo
rassicurò Vegeta.
«Urca,
anche se andiamo dagli altri, non servirà a niente se non
si accorgono che ci siamo» disse Goku, con voce trillante.
«Penseremo
a questo una volta che li avremo raggiunti» rispose
Vegeta.
******
Bulma,
seduta su una sedia, si mordeva il labbro, ondeggiando
avanti e indietro.
«Non
riesco a percepire in modo sensato le auree né di Goku,
né
di Vegeta» disse C18, osservando Crilin, Gohan e Junior stesi
incoscienti sui
letti.
«Sicuramente
il mio papà salverà il tuo» disse
Trunks a Goten,
entrambi i bambini erano seduti sul davanzale della finestra.
Chichi
lanciò uno strillo e saltò all’indietro.
«Che
succede, figliola?» domandò lo stregone del Toro.
Chichi
si passò l’indice sulle labbra. «Ho
sentito qualcosa di
gelido posarsi qui» sussurrò.
Yamcha
si guardò intorno, socchiudendo gli occhi.
«Non
percepisco auree minacciose» sibilò. Pual si
adagiò sulla
sua spalla, dimenando la coda dalla pelliccia blu.
«Spero
non sia qualche strano incantesimo di Dende»
borbottò
Tenshinhan. Rif annuì alle sue parole.
«Qualcosa
mi ha sfiorato, come un venticello» disse Bulma, con
voce acuta, avvicinandosi a Chichi.
«Guardate!»
gridò Marron, indicando lo specchio, sul cui vetro
si riflettevano le figure di Goku e Vegeta.
«Che
scherzo è mai questo?!» sbraitò
Muten.
«Posso
spiegarvi io» disse Junior, alzandosi seduto sul
letto. "Devo ringraziare ancora una volta le mie capacità
rigenerative se
sono ancora vivo" pensò, alzandosi dal letto.
«Nemmeno io riesco a
vederli, esattamente come voi. Però ho riconosciuto le loro
voci, simili a fruscii,
grazie al mio udito molto superiore al vostro.
Ho
riconosciuto nettamente le voci di Goku e Vegeta, posso
riportarvi cosa ci stanno dicendo» disse con voce roca.
«Temo
che i fagioli al momento possano poco» si lamentò
Jirobai.
Junior
avvampò. «Ti ho solo detto di dire a Chichina che
la amo»
borbottò Goku.
«Senti
muso verde, prendi in disparte entrambe le nostre donne.
Devi dire alla mia che se riottengo il mio corpo, esigo di avere almeno
una
nottata di passione, appena torniamo a casa»
s’intromise Vegeta.
Il
rossore sulle gote e sulle orecchie aguzze di Junior si fece
più acceso.
«Oh,
devi anche dire a Chichi che mi dispiace davvero tanto per
quello che ha fatto Kakaroth» aggiunse Goku.
«Chichi,
Goku vuole dirti che gli dispiace per quello che ha
fatto il suo doppio» riferì Junior.
Chichi
si portò le mani al viso e scoppiò a piangere.
«Goku,
amore, lo sapevo che quel mostro non eri tu» disse tra i
singhiozzi.
Goku
cercò di accarezzarle la testa, ma le sue mani
attraversarono il corpo della moglie, passando oltre anche ai capelli
corvini
di lei.
Junior
osservò la brezza leggera che scompigliava la mora
capigliatura di Chichi.
«Muso
verde, devi dire anche le altre cose!» sbraitò
Vegeta.
"Maledetto
nanetto, che brutta situazione" pensò
Junior e le sue antenne tremarono.
«Goku,
Vegeta, vi conviene aspettare. Dende ha detto che avrebbe
trovato l’incantesimo per far tornare tutto alla
normalità» disse Yamcha.
«Io
non mi sono mai fidata di Mr. Popo, i suoi occhi non mi
piacciono. Non vorrei desse a Dende l’incantesimo sbagliato
di proposito»
borbottò Bulma.
Vegeta
scoppiò a ridere.
«Sempre
la solita, la mia donna. Si fida degli dei distruttori,
ma dubita di persone amichevoli come Mr. Popo» si disse. Si
voltò verso Junior
e lo indicò.
«Dì
alle donne quello che ti abbiamo detto. Ci conto»,
indurì il
tono.
Junior
sospirò. "Dovrò davvero" pensò.
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Capitolo 6 *** Cap.4 The Dark side defeat ***
Cap.4
The Dark side defeat
Dende
aprì la porta della stanza ed entrò, Popo lo
seguiva
tenendo tra le grandi mani dalla pelle nera un libro grande quanto la
sua
testa: aveva la copertina sporca di sangue, all’interno
raffigurazioni di
budella squartate, dei denti d’oro dipinti sui bordi delle
pagine e, come
lettere, dei geroglifici scritti con polvere dorata.
«La
soluzione è far uscire dai corpi sia gli spiriti benigni che
quelli maligni. A questo punto, dovrebbero scontrarsi tra loro. I
vincitori
riotterrebbero il loro corpo.
Se
Goku o Vegeta dovessero venire sconfitti, la Terra sarebbe
perduta» spiegò Popo.
«Allora
muovetevi a fare la vostra assurda stregoneria. Sono
stanco di questa situazione!» sbraitò Vegeta,
mentre una venuzza gli pulsava
sulla fronte.
«Cosa
dobbiamo fare?» chiese Junior.
«Abbiamo
fretta. Quei due in questo momento potrebbero star
distruggendo la città dell’Ovest!»
s’intromise Goku.
«Entrambi
desiderano che si faccia in fretta perché temono le
azioni di Kakaroth e di MajinVegeta» riferì Junior.
Bulma
ghignò e mostrò un telecomando, spiegando:
«L’ultima
volta che ho litigato con Vegeta, ho avuto paura che
riprendesse le sue vecchie abitudini e sparisse con una navicella.
Perciò ho
messo un sistema di protezione intorno ai veicoli spaziali alla Capsule
corp..
Ci vorrà parecchio prima che trovino la password».
«Donna!
Che razza di idee ti vengono in mente? Dove diamine me
ne dovrei andare?! Possibile che ancora non ti fidi di me?»
sbraitò Vegta.
«Come
si fa l’incantesimo?» chiese Trunks, raggiungendo
il
namecciano. Goten si affiancò al migliore amico e
afferrò il bordo del
pantalone di tela bianca di Junior, tirandolo. Lo implorò:
“Puoi dire a papà
che gli voglio tanto bene? Voglio lui, non quello cattivo che fa male a
fratellone».
«Il
tuo papà ti sente, tranquillo» gli rispose Junior,
gentilmente, fletté le gambe per piegarsi verso il bambino.
«Il tuo papà
mi ha detto di dirti che ti vuole tanto bene e che tra poco
tornerà da te,
dalla tua mamma e dal tuo fratellone Gohan» riferì
addolcendo il tono.
«Yuppie!»
gridò Goten, saltellando sul posto, tenendo i pugni
chiusi alzati.
«Cosa
si deve fare per l’incantesimo?» ripeté
Trunks.
Vegeta
lo guardò e gonfiò il petto, sussurrando:
«Sono
orgoglioso di lui, va dritto al punto».
«Si
tratta di un incantesimo in namecciano che posso pronunciare
anche da qui, ma quando finirò di dirlo, Goku e Vegeta
dovranno trovarsi da
soli dove si trovano i loro corpi» spiegò Dende.
«Questo
tomo era prezioso per il precedente Supremo. Il mio caro
amico lo trovò nella navicella che lo aveva portato qui,
trattatelo bene mentre
lo adoperate» disse Popo con voce seria.
«Ecco
il piano. Attireremo in una trappola i due in un luogo
deserto, utilizzando il telecomando di Bulma. Lo vorranno per avere la
navicella. Voi controllerete da qui, attraverso i poteri di questo
palazzo e
quando quei due cadranno nella trappola, il muso verde più
piccolo reciterà la
formula» propose Vegeta. Goku aggiunse: «Magari
fate passare un minuto per
darci il tempo di essere davanti a loro».
***
«Ripetiamo
il piano per l’ultima volta. Ci posizioniamo dietro i
nostri corpi, tu appoggi la mano sulla spalla di Kakaroth, io su quella
del
Majin» ricordò Vegeta.
Atterrarono
dietro gli altri due.
«Riesci
a vedere il telecomando? Dovrebbe esserci anche il radar
cerca sfere, sul computer era segnato che fossero qui in un laboratorio
nascosto» chiese Majin.
Kakaroth
avanzò di un paio di passi e negò con il capo.
«Non
vedo rocce diverse dalle altre. Mi dispiace, principe»
rispose.
MajinVegeta
sospirò, dicendo con tono esasperato: «Vediamo se
lo
vedo io» disse con tono esasperato.
Kakaroth
assottigliò gli occhi e si guardò intorno.
"È
come se il vento portasse un salmodiare lontano. Non mi
piace" pensò.
Entrambi
i corpi, sia quello di MajinVegeta che quello di
Kakaroth, caddero a terra in contemporanea, privi di sensi.
***
«Cosa
succederà adesso?» domandò Chichi
osservandoli dal palazzo
del Supremo, il salmodiare di Dende coprì in parte le sue
parole. Il giovane
namecciano stringeva il voluminoso libro con entrambe le mani.
«Cosa
possiamo fare?» chiese Bulma. Junior rispose:
«Possiamo
solo aspettare e sperare».
***
MajinVegeta
e Kakaroth si guardarono intorno, riconoscendo i
loro corpi privi di sensi stesi per terra.
«Una
trappola del cazzo» sibilò MajinVegeta,
raggiungendo
nuovamente il secondo livello.
Kakaroth
lo affiancò, udirono dei passi alle loro spalle ed
entrambi i guerrieri si volsero.
Goku
e Kakaroth avanzarono, fronteggiando le loro controparti.
I
due Goku si tramutarono in supersaiyan di terzo livello in
contemporanea e scattarono l’uno contro l’altro.
Kakaroth
afferrò Goku con una presa del drago, scagliandolo
lontano.
Goku
si conficcò nel terreno, lasciando un lungo solco,
scattò
rimettendosi in piedi, i vestiti leggermente laceri. Vide
l’avversario volare
nella sua direzione, incrementò la propria aura e fece
volare via il suo
avversario, raggiungendolo con un’onda energetica.
Kakaroth
lanciò un’onda energetica oscura in contemporanea.
Le
due onde si scontrarono in una pioggia di scintille ed
entrambi i contendenti vennero sbalzati indietro.
Gridando,
invertirono la direzione in volo e si scagliarono
nuovamente l’uno contro l’altro. Le loro urla
coprivano quelle dei due Vegeta,
Kakaroth cercò di colpire l’altro con una serie di
pugni, Goku parava con le
braccia. Si scambiarono raffiche di calci e una pioggia di ki-blast si
abbatté
su Goku, bruciandogli la stoffa della tuta in più punti,
facendogliela fumare.
"Essendo
entrambi spiriti, possiamo ferirci a vicenda"
pensò Son.
Kakaroth
incrementò l’aura, che divenne azzurra, emanando
lampi
viola.
«Sei
morto, piccolo traditore e assassino! Questo è per
Radish!»
sbraitò Kakaroth, i suoi occhi brillavano di luce rosso
sangue.
«Ti
sbagli! Sono io l’originale, il vero saiyan… E per
noi
saiyan niente è impossibile!»
gridò Goku.
Kakaroth
caricò e lanciò una dark kamehameha di massima
potenza.
Golu urlò e attraversò prima il colpo
dell’avversario e poi lo spirito di
Kakaroth stesso con un pugno del drago, facendolo esplodere in una
serie di
scintille rosate.
***
Vegeta
si pulì il sangue dal labbro utilizzando il dorso della
mano. Avanzò lateralmente, guardando in viso
l’avversario.
"Dovrebbe
essere in netto svantaggio rispetto a me, per gli
scontri precedenti. Non capisco perché le nostre potenze si
equivalgono.
Forse
mi sono depotenziato come puro spirito?" si domandò
MajinVegeta. Partì all’attacco, il suo sguardo era
gelido. Si scambiò una serie
di pugni con il suo avversario e, con una spazzata, fece cadere Vegeta
in
avanti. Il principe dei saiyan riuscì a raddrizzarsi con una
capriola in volo e
lo raggiunse con un calcio doppio all’addome.
MajinVegeta
ricadde per terra pesantemente, sentì l’urlo di
Kakaroth e ripartì all’attacco. Raggiunse Vegeta
con un pugno al viso,
facendolo andare a sbattere contro una montagna che franò.
«Avresti
potuto unirti a lui! Invece hai fatto uccidere il vero
spirito dell’unico altro saiyan rimasto.
Puoi
ancora cambiare idea, riunisciti a me. Tu sei un mercenario
e siamo un tutt’uno. Siamo nati assassini e come tali
moriremo» gli ricordò
MajinVegeta.
Vegeta
si rialzò e sputò un grumo di sangue per terra.
«Se la
pensi così, sei anche più stupido di
Freezer» ringhiò.
MajinVegeta
lo raggiunse con una serie di pugni e Vegeta,
levitando a piedi uniti, scattò con la testa e li
evitò, muovendosi in volo.
MajinVegeta
lo afferrò per il polso e glielo girò,
spezzandoglielo.
Vegeta
ingoiò un gemito di dolore e raggiunse
l’avversario con
una testata al naso, MajinVegeta accecato dalla sofferenza lo
lasciò andare,
indietreggiando.
Vegeta
lo raggiunse con una ginocchiata, facendolo cadere
pesantemente a terra a faccia in giù.
“Con
questo chiudo con il mio passato» disse sottovoce,
caricando un Final Flash con una sola mano. Lanciò il colpo
e nell’esplosione,
il MajinVegeta si disintegrò.
Goku
raggiunse Vegeta.
«Abbiamo
vinto» disse, chiudendo gli occhi e mostrandogli il
segno dell’ok.
Vegeta
gli fece il medesimo segno di rimando, domandandogli:
«Perché ne dubitavi?».
Goku
negò e rientrò nel proprio corpo, Vegeta
s’infilò
nuovamente del suo.
I
due corpi si rianimarono, ma rimasero stesi sul terreno,
profondamente addormentati.
***
Junior
atterrò sul pavimento del palazzo del Supremo, su
entrambe le spalle teneva i due saiyan incoscienti.
«Sono
loro?» domandò Gohan, avvicinandosi
al suo sensei.
Junior
annuì. «Hanno vinto» rispose.
Crilin
scoppiò a ridere, mentre le lacrime gli rigavano il viso;
Yamcha e Tenshinan si abbracciarono gridando, Muten esultò.
Goten
aiutò la madre a raggiungerli, tenendole la mano, mentre
Gohan faceva stendere il padre su un lettino.
«Evviva!»
gridò Dende. Junior aiutò Bulma a stendere Vegeta
accanto a Goku.
Trunks
sorrise, guardando il padre e lo raggiunse. «Mi dispiace
che il mio compleanno abbia fatto schifo” mormorò.
Bulma
accarezzò la testa di suo figlio. «Lo possiamo
sempre
festeggiare veramente domani e così, questa volta, verranno
tutti» lo
rassicurò.
Trunks
si voltò verso Goten ed entrambi i bambini sorrise.
«Questa
sì che è una bellissima notizia» disse
Videl,
sorridendo.
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