The Heir and The Spare

di Little_Lotte
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


C'erano una volta, nel lontano regno di Arendelle, un re e una regina giusti e di buon cuore, amati e rispettati da tutti i loro sudditi come mai nessun sovrano prima di loro era stato amato e rispettato.

I due vivevano in piena salute e in letizia, ma dopo diversi anni di matrimonio si resero conto che mancava ancora qualcosa per rendere la loro vita assolutamente perfetta e così decisero che era ormai giunto il momento di dare al regno di Arendelle un legittimo erede al trono.

Era un fredda giornata di metà dicembre quando, finalmente, la regina diede alla luce la sua primogenita, una splendida bambina dalla carnagione pallida, alla quale venne dato il nome di Elsa.

Il regno intero accolse con estremo entusiasmo la piccola principessa, che sin dai suoi primi mesi di vita dimostrò di essere molto diversa e ben più speciale di tutti gli altri bambini che abitavano il regno; la piccola sembrava crescere molto più rapidamente di qualsiasi altro bambino della sua età e fu proprio nel giorno del suo primo compleanno che, con grande sorpresa di tutti, palesò per la prima volta il suo incredibile e innato dono.

La principessa, infatti, possedeva straordinari poteri magici che le consentivano di controllare il ghiaccio e la neve, a suo piacimento.

Fu una scoperta sensazionale e – in un primo momento – il re e la regina furono molto spaventati dai poteri della piccola Elsa; non sapevano quanto, con il passare del tempo, essi sarebbero cresciuti e terrorizzati dall'idea che la principessa potesse diventare in futuro un grande pericolo per il regno di Arendelle, decisero di rivolgersi alla popolazione dei Troll, i maggiori esperti e custodi di magia di tutto il reame.

I due sovrani si presentarono al cospetto dei Troll carichi di dubbi e di preoccupazioni, ma furono sufficienti poche parole da parte del loro grande capo per tranquillizzarli del tutto: Elsa sarebbe diventata una fanciulla di grande bellezza e intelligenza – così era scritto nel futuro – e i suoi poteri sarebbero cresciuti insieme a lei, eleganti e affascinanti così come sarebbe diventata lei nel corso degli anni.

<< Non vi è alcun pericolo in essi. >> aveva detto il gran capo dei Troll << Sarà sufficiente che Elsa impari a dominarli. Voi statele vicina, datele amore e fatele sempre sentire il calore delle persone a lei care. Vedrete che, con il trascorrere degli anni, la paura cederà il proprio posto allo splendore. >>

Così i due sovrani fecero ritorno al castello, con il cuore un po' più sollevato.

Passarono altri due anni ed Elsa, nonostante la sua giovane età, imparò in fretta a controllare i propri poteri e le proprie emozioni: scoprì ben presto che i primi erano direttamente collegati alle seconde e così imparò a tenere sempre a bada i propri sentimenti, così da non lasciare mai che fosse la magia ad avere il sopravvento su di lei.

Fu in quello stesso periodo che, un bel giorno, la regina comunicò lei di aspettare un secondo bambino e che nel giro di pochi mesi, Elsa avrebbe avuto con sé un fratellino o una sorellina con cui giocare e trascorrere il proprio tempo.

Elsa non sapeva bene quale dovesse essere la sua reazione a quella notizia.

Una parte di lei era certa del fatto che dovesse esserne lieta, in qualche modo, eppure non poteva fare a meno di sentire – dentro di sé – una leggera punta di fastidio e di gelosia. In fin dei conti era abituata a essere l'unica principessa dentro a quel castello, che cosa ne sarebbe stato di lei se qualcun altro fosse entrato a far parte di quella famiglia, soffiandole il primato da sotto il naso?

Certo, pensò la principessina, sarebbe stata tutta un'altra cosa se fosse nato un maschio: in quel caso lei sarebbe rimasta la sola principessa del reame e non solo, un bel giorno sarebbe persino diventata regina. Vista da questa prospettiva, in effetti, l'idea di non essere più l'unica figlia della famiglia reale non sembrava poi così terribile.

Sfortunatamente, però, in un bel giorno di primavera la regina diede alla luce una bambina, una piccola creaturina dalle guance paonazze e rotonde, alla quale venne dato il nome di Anna.

Elsa, in un primo momento, sembrava non essere affatto contenta di quella piccola intrusa: più la scrutava e più le sembrava insipida e inutile, sotto alcuni punti di vista persino bruttina. Si chiese se anche lei, da piccola, avesse avuto quell'aspetto tanto sgradevole, decidendo infine che no, di certo lei non poteva essere stata così brutta da piccola; almeno, non tanto quanto sua sorella Anna.

Ci vollero diversi giorni prima che Elsa trovasse il coraggio di avvicinarsi alla culla della sorellina e anche quando lo fece, non vi si soffermò per troppo tempo; i bambini piccoli, pensò la principessa, sono troppo noiosi e molto poco interessanti, non c'è davvero nulla di entusiasmante in una piccola creaturina che passa praticamente tutta la giornata a piangere, dormire e mangiare.

Perché mai i suoi genitori avessero deciso di portarla dentro al castello, proprio non riusciva a capirlo.

Un bel giorno, però, Elsa trovò finalmente il coraggio di soffermarsi un po' più a lungo sulla culla di Anna, desiderosa di scoprire se vi fosse qualcosa di un po' più intrigante in quella specie di mostriciattolo di colore rosso.

Elsa si sporse lentamente verso la sorellina e la scrutò con attenzione.

In effetti, pensò fra sé e sé, non era poi così male come le era sembrata l'ultima volta: il suo viso, adesso, aveva un aspetto molto più rilassato e i suoi occhi avevano assunto un brillante color azzurro mare, un po' meno chiaro di quello di sua sorella.

La principessa sorrise ampiamente, deliziata.

<< Allora sei tu la mia sorellina. >> mormorò dolcemente, senza smetterla di guardare la bambina con aria estasiata << Beh... Ciao, sorellina Anna. Io sono Elsa. >>

Anna emise una serie di versetti incomprensibili che, alle orecchie di Elsa, suonava stranamente come un “Ciao, Elsa. Piacere di conoscerti”.

Elsa ridacchiò sommessamente.

<< Non mi capisci, vero? Non importa, neanche io parlavo ancora bene quando ero così piccola. >> disse allegramente, continuando a guardare la sorellina con aria incuriosita.

Anna emise un secondo verso gutturale ed Elsa scoppiò a ridere, sempre più deliziata. Poi, molto lentamente e con estrema cautela, provò ad allungare una mano verso la sorellina, in attesa di una qualche reazione che, in effetti, non tardò ad arrivare: Anna, quasi istintivamente, afferrò con una mano il dito indice di Elsa e lo strinse delicatamente fra le proprie, facendola sussultare.

<< Wow! Allora hai capito quello che ti ho detto? Mi hai sentito, Anna? >>

Anna fece una sorta di risolino beato, che fece inevitabilmente sussultare il cuore della sorella più grande; era così diversa, adesso, non sembrava più un inutile, noiosissimo e sgradevole mostriciattolo.

Adesso, per la prima volta, Elsa vedeva sua sorella Anna come un vero e proprio essere umano e, volendo essere del tutto onesta con sé stessa, non era poi così male come l'aveva sempre dipinta.

<< Va bene, forse ho sbagliato a dire che eri brutta e che non mi piacevi. >> ammise Elsa, con un leggero sospiro accomodante << Non sei poi così male, forse possiamo diventare amiche. Forse, se prometti di non rubare i miei giocattoli. >>

Anna rise di nuovo e per quanto fosse alquanto improbabile che la piccola avesse realmente compreso le parole di Elsa, quest'ultima interpretò ancora una volta quella reazione come una forma di approvazione.

<< D'accordo, Anna: Allora da questo momento noi due siamo amiche! >> esclamò allegramente la primogenita, agitando il dito che sua sorella teneva ancora stretto fra le dita << Ora devo tornare di là, perché mamma non vuole che io stia qui troppo tempo... Ma ci vediamo presto, te lo prometto. >>

Anna emise un leggero singulto ed Elsa scoppiò a ridere di gusto.

<< Ciao ciao, sorellina. >> disse, mentre lasciava il dito che sua sorella teneva ancora imprigionato nella propria mano.

Quel gesto fece stranamente indispettire la principessina, che di riflesso iniziò immediatamente a piangere e agitarsi.

<< Oh, no... No, non piangere! >> Elsa tentò di rassicurarla << Non fare così, io torno presto. Te lo prometto. Ti prego, non piangere. >>

<< Elsa? Che cosa ci fai tu qui? >>

Elsa si voltò di scatto, sorpresa dall'arrivo di sua madre la regina.

<< Madre! >> esclamò la bambina, correndo incontro alla donna << Madre, Anna mi ha sorriso. Mi ha stretto il dito e poi mi ha sorriso. Hai visto? Stiamo facendo amicizia. >>

La regina sorrise ampiamente e accarezzò con dolcezza i capelli della bambina.

<< Questo mi fa molto piacere, Elsa. >> le rispose con voce morbida << Adesso però è arrivato il momento che io le dia da mangiare, per cui tu dovresti andare nelle tue stanze, se non ti dispiace. >>

Elsa annuì diligentemente.

<< Sì, madre. >> rispose in tono solenne << Poi però potrò tornare a trovare la piccola Anna? Anche stasera? >>

La regina sospirò profondamente, per poi sorridere.

<< Perché no? In fin dei conti, è bello vedere che ti stai finalmente abituando all'idea di avere una sorellina. D'accordo, Elsa, potrai tornare a trovare la piccola Anna. Adesso però fai la brava bambina e torna in camera tua a giocare, va bene? >>

<< Benissimo. Grazie mille, madre. >>

Poi si sporse un'ultima volta verso la culla di Anna e bisbigliò un rapido “Ci vediamo più tardi” prima di fare nuovamente ritorno nelle proprie stanze. La regina sospirò nuovamente e ampliò il proprio sorriso, guardando con aria orgogliosa la piccola Elsa mentre si allontanava; poi si chinò sulla culla e, con molta delicatezza, afferrò Anna e la strinse dolcemente al petto, carezzandola sulla schiena e dondolandola lentamente per lenire il pianto.

<< Dunque tu e tua sorella avete finalmente iniziato a legare. >> mormorò la donna, rivolgendosi ad Anna con voce morbida e rassicurante << Bene, questo mi rende estremamente felice: è importante che diventiate amiche, in fin dei conti siete due principesse e nelle vostre vene scorre lo stesso, identico sangue. Non sopporterei l'idea che non riusciste ad andare d'accordo. >>

Anna emise una specie di verso acuto e lievemente infastidito, che fece inevitabilmente scoppiare a ridere la regina.

<< Oh... Va bene, ho capito! >> esclamò la donna, in tono divertito << Basta parlare di Elsa, per adesso; immagino che tu abbia fame, dico bene? >>

Anna sembrò abbozzare un sorrisetto e la regina sospirò profondamente, alzando gli occhi al soffitto con fare arrendevole e accomodandosi poi su un'elegante sedia a dondolo, in attesa che la sua balia arrivasse per dar da mangiare alla piccola principessa.

Nessuno si accorse del fatto che Elsa si trovava ancora fuori dalla porta della stanza di Anna, intenta a spiare la scena da un piccolo spiraglio della porta, un ampio sorriso entusiasta che si faceva rapidamente strada lungo le sue guance.

Sì” pensò fra sé e sé “Forse avere una sorella più piccola non sarà poi così male, dopo tutto.”

Poi, dopo aver lanciato un'ultima occhiata intenerita a sua madre e sua sorella, si richiuse lentamente la porta alle spalle e fece definitivamente ritorno nelle proprie stanze, la testa leggera e il cuore rigonfio di amore, un sentimento così intenso che difficilmente una bambina della sua età sarebbe stata pienamente in grado di spiegare.


 


N.d.A: Buongiorno a tutti! :3
Allora, un brevissimo commento riguardo a questa storia prima di levare definitivamente le tende e smetterla di tediarvi: Molti di voi sapranno, probabilmente, che in una prima versione di "Frozen" la trama era completamente differente e la storia, in effetti, ruotava proprio attorno alla vicenda delle due sorelle, una amata da tutti in quanto futura erede al trono e l'altra messa da parte, in quanto vista solamente come una specie di "ruota di scorta".
Mi sono chiesta come sarebbero andate le cose se la Disney avesse mantenuto questa trama e così, essendone rimasta molto intrigata, ho pensato che potevo provare a scriverla personalmente (Avendo, per altro, già scritto una one shot basata sulla canzone "More than just the spare", che era stata tagliata dal film).
Come avete notato le differenze sono già molte: Elsa imparerà presto a controllare i poteri, le due non verranno separate e i poteri di Elsa non saranno tenuti nascosti, al contrario, diventeranno per lei motivo di vanto.
Non voglio dire molto altro, perchè spero di aver suscitato in voi un po' di curiosità, e prometto di aggiornare presto... Almeno, appena possibile :)

Un grazie in anticipo a chiunque vorrà seguirmi in questo percorso. :)

Vi abbraccio

 


 


 


 


 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Con il trascorrere degli anni, Elsa e Anna divennero sempre più complici e unite, così come ci si aspetterebbe da due sorelle nate e cresciute in perfetta armonia da una famiglia reale.

Le due andavano molto d'accordo, nonostante i loro caratteri così diametralmente opposti: Elsa, infatti, era diventata una fanciulla di estrema classe ed eleganza, posata e riservata, molto gentile e affabile nei modi ma ben poco entusiasta e comunicativa, al contrario di sua sorella Anna, la quale veniva da tutti definita come un vero e proprio ciclone. La principessina, in effetti, rappresentava la perfetta antitesi di sua sorella maggiore: chiacchierona, disordinata, impacciata e distratta, sempre in cerca di nuovi stimoli e di cose da fare, un vero e proprio terremoto che difficilmente sarebbe riuscito a placarsi, persino con l'età.

Anna, in effetti, iniziò ad essere sin dalla più tenera età la dannazione di tutti i domestici e per quanto sua sorella maggiore si dimostrasse sempre estremamente solidale nei suoi confronti, fare paragoni fra le due era decisamente inevitabile.

<< Anna è sempre così chiassosa, non imparerà mai a tenere la bocca chiusa e a tacere quando il momento lo richiede. Non è certo come sua sorella Elsa. >>

<< Elsa è davvero migliorata negli esercizi ginnici, Anna invece è così scoordinata! Dovrebbe imparare ad essere un po' più aggraziata ed elegante, come sua sorella. >>

<< Anna si è di nuovo svegliata tardi stamattina e la sua camera da letto è un completo disastro! Ah, se solo fosse tanto ordinata e puntuale come Elsa! >>

Era così da sempre, praticamente sin da quando le due principesse erano bambine, e questo non era mai stato un peso per nessuna delle due: avevano due genitori meravigliosi e che le amavano entrambe più della loro stessa vita, e potevano inoltre godere costantemente della reciproca e piacevolissima compagnia. Persino i poteri di Elsa non erano motivo di invidia da parte di Anna, perché alla bambina era sempre permesso di giocare con il ghiaccio e con la neve magicamente creati da sua sorella e se questo aveva il potere di renderla tanto felice – pensava Anna – per quale motivo avrebbe dovuto dispiacersene?

Col passare del tempo, tuttavia, molte cose cambiarono.

Elsa e Anna non erano più delle bambine, dovevano imparare a comportarsi come due perfette signorine dell'aristocrazia, e mentre Elsa veniva educata per diventare – un giorno – regina, Anna iniziò ben resto a sentirsi ingiustificatamente messa da parte. Non ci mise poi molto ad accorgersi che tutte le attenzioni erano indirizzate ad Elsa e se un tempo non aveva mai provato alcun dispiacere al riguardo, adesso che non era più una bambina iniziava a sentire dentro il suo cuore una profonda e crescente sensazione di gelosia.

Certo, in un primo momento credette di essere solo un po' troppo invidiosa di sua sorella perché un giorno lei sarebbe diventata regina, ma all'ennesimo “Non adesso, Anna. Non vedi che siamo impegnati con Elsa?” capì che non si trattava affatto della semplice e banale frustrazione di non poter essere lei stessa la legittima erede al trono.

Del resto, era abbastanza chiaro come stessero le cose: tutti, a palazzo, preferivano Elsa a lei.

Ovviamente Anna non faticava a capirne le ragioni: Elsa era così bella, elegante e intelligente, eccelleva negli studi ed era sempre così calma, gentile e disponibile con tutti.

Inoltre, aveva sin dalla nascita quei fantastici poteri.

Era del tutto comprensibile che lei, così sciocca e pasticciona, troppo espansiva e chiacchierona e decisamente incapace a mantenere la calma, passasse inevitabilmente in secondo piano.

Per un po' di tempo cercò semplicemente di mettere da parte le proprie insicurezze ma quando entrambi i loro genitori persero la vita in un naufragio, ecco che nuovamente queste tornarono a galla: Elsa aveva diciotto anni e nel giro di tre sarebbe stata incoronata regina a tutti gli effetti, molto prima di quanto il tempo richiedesse in realtà.

E se prima tutte le attenzioni erano rivolte ad Elsa, da quel momento in poi Anna diventò letteralmente invisibile per chiunque.

*

Elsa sembrava essere l'unica nel castello a non aver messo del tutto da parte sua sorella Anna eppure, nonostante tutto, non era in grado di comprendere fino in fondo le ragioni del suo disagio.

Anna, che per natura era portata a raccontare sempre ogni singolo fatto della sua esistenza, non aveva mai nascosto ad Elsa il proprio malessere ma si era sempre imposta di minimizzare la questione, così da non suscitare mai gli eccessivi sensi di colpa della sorella. Sapeva, del resto, di non poter esprimere in maniera troppo esplicita il proprio senso d'inferiorità nei confronti di Elsa e così aveva sempre fatto di tutto per non darlo a vedere – o almeno, di farlo il meno possibile, specialmente quando sua sorella si trovava nei dintorni.

Non era semplice, ma doveva almeno provare.

Certo, probabilmente sarebbe stata tutta un'altra cosa se non fosse stato per le insopportabili dame di compagnia di Elsa: erano tre ragazze poco più grandi di lei, con la puzza sotto il naso e talmente prive di una propria personalità da pendere letteralmente dalle labbra della futura regina, talmente frivole e superficiali da non poter ambire a niente nella vita che non fosse semplicemente diventare una fedele leccapiedi della Regina di Arendelle – o almeno, così pensava Anna.

Sfortunatamente per Anna erano anche figlie delle più importanti ed aristocratiche famiglie del regno, avevano ricevuto un'educazione decisamente impeccabile ed erano talmente docili e servizievoli da suscitare stima e ammirazione in chiunque le incontrasse.

E, per migliorare ulteriormente il quadro della situazione, detestavano Anna.

Non che avessero mai espresso in maniera esplicita il proprio disprezzo – e certamente non si sarebbero mai sognate di dirlo in faccia alla giovane principessa – ma Anna sapeva che era così, riusciva chiaramente a percepirlo da ogni loro occhiata, da ogni falso sorriso e da quel tono di voce così fastidiosamente mellifluo con il quale erano solite rivolgersi a lei.

Loro pensavano che fosse stupida ma, al contrario di quei pregiudizi, Anna aveva uno spiccatissimo sesto senso, soprattutto quando si trattava dei sentimenti degli altri; per lo stesso motivo, ogni volta che Elsa sembrava preferire la compagnia delle proprie dame a quella di sua sorella, la principessa si sforzava di giustificare quel comportamento, ripetendosi ogni volta che prendersela con Elsa non sarebbe servito a niente e che solo perché - di tanto in tanto - tendeva a darla un po' troppo per scontata, non significava certo che le volesse meno bene.

Non lo fa certo perché preferisce loro a te.” era solita ripetersi “In fin dei conti tu sei sua sorella, sei sangue del suo sangue! Non potrebbe mai preferire quelle tre ochette frivole a sua sorella, è fuori discussione.”

Eppure, nonostante il suo cieco ottimismo e la sua totale fiducia nei confronti di Elsa, non passava giorno senza che la principessa si domandasse se davvero, nel profondo dentro sé stessa, sua sorella l'amasse davvero così incondizionatamente, nonostante tutti i suoi innumerevoli difetti.

Del resto” pensava un po' troppo spesso “Se la maggior parte delle persone in questo castello mi giudica solamente una sciocca principessina senza alcuna importanza, per quale motivo Elsa dovrebbe pensarla diversamente?”

Perché era sua sorella, sarebbe stata la risposta più logica da darsi.

Allora perché, nonostante tutto, Anna non riusciva a smetterla di tormentarsi con questo dilemma? Se davvero Elsa l'amava così incondizionatamente, tanto da non lasciarsi influenzare dalle opinioni degli altri, per qualche motivo si sentiva ogni giorno come se loro due stessero diventando sempre più lontane?

La risposta, ancora una volta, era abbastanza chiara: Elsa stava crescendo, era ormai sul punto di diventare una regina e lei... Beh, lei era sempre lì, ferma al punto di partenza.

Non era cambiata di una virgola, era sempre la solita chiassosa, sciocca, principessa pasticciona.

E per quanti sforzi potesse fare, per quanto disperatamente lei tentasse di farsi notare, non le sarebbe mai servito a niente.

Non sarebbe mai stata davvero all'altezza di sua sorella.

*

Ogni volta che, per una qualche ragione, Elsa non riusciva a trovare il tempo per dedicarsi un po' ad Anna, quest'ultima era solita rifugiarsi nella sala dei dipinti, luogo che aveva ufficialmente eletto come suo rifugio personale sin da quando aveva solamente cinque anni, la prima volta che era stata messa seriamente in punizione per aver disobbedito al volere di sua madre.

Non sapeva esattamente che cosa vi fosse di tanto speciale in quella stanza, semplicemente amava trascorrere lì le proprie giornate, osservando i quadri uno ad uno e fantasticando su quali potessero essere le storie dei personaggi in essi raffigurati. Aveva sempre avuto una fervida immaginazione e di fronte a quei dipinti non riusciva proprio a trattenersi, sarebbe stata in grado di trascorrere ore ed ore ad inventare le storie più assurde e disparate, sognando ogni volta di poter essere a sua volta protagonista di simili avventure.

Questa era un'altra cosa che la rendeva completamente diversa da sua sorella: Elsa era molto più pragmatica e con i piedi per terra, non era mai stata una gran sognatrice – o comunque, non in maniera tanto appassionata come Anna – e di certo non avrebbe mai pensato di potersene stare per un pomeriggio intero con le mani in mano, chiusa dentro una stanza piena di quadri a fantasticare sulle vite di personaggi che non solo non avrebbe mai conosciuto ma che, molto probabilmente, non erano neanche mai esistiti.

In effetti, pensava Anna, questa era una delle poche cose che – almeno, secondo il suo egocentrico punto di vista – la rendeva un tantino più interessante di Elsa. Certo, sua sorella era fantastica e interessante, ma giocare con lei non era mai stato così entusiasmante come Anna avrebbe desiderato, proprio a causa di quella sua scarsa capacità di fantasticare su cose irreali e decisamente impensabili.

Era forse, se così poteva essere chiamato, un “limite” che la futura regina non sarebbe mai riuscita a oltrepassare e che, in un certo senso, dava ad Anna una piccola soddisfazione in più, quella mera soddisfazione di non essere poi così inferiore a sua sorella, dopo tutto.

Una magra consolazione, ovviamente, ma chi avrebbe mai potuto biasimarla per attaccarsi così disperatamente alla più piccola delle soddisfazioni? Non era certo facile trovare qualcosa in cui Elsa non fosse migliore di lei e Anna aveva bisogno di aggrapparsi a qualsiasi cosa, pur di non perdere completamente tutta la stima che aveva di sé stessa.

Del resto, vi erano già abbastanza persone in quel castello a dubitare di lei.

Il minimo che potesse fare, era continuare a credere in sé stessa anche se il resto del mondo sembrava non essere affatto disposto a farlo.

*

Elsa non era mai stata una persona particolarmente aperta e comunicativa, nonostante la sua grande gentilezza e il suo buon cuore. Ogni volta che aveva un problema, ogni volta che qualcosa l'affliggeva preferiva chiudersi in se stessa e lasciare che il tempo lenisse il dolore e curasse le ferite, senza mai permettere a nessun altro di invadere il proprio spazio privato.

Neanche a sua sorella.

Probabilmente era stato proprio questo il motivo – assieme a tante altre cose molto più grandi di lei – che l'aveva spinta ad allontanarsi tanto da Anna, suo malgrado; erano talmente tante le sue paure, tante le preoccupazioni che l'affliggevano, che la cosa migliore da fare le sembrò semplicemente tenere maggiormente le distanze, in modo tale da non rischiare di ferirla.

Non che avesse mai cercato di allontanare sua sorella una volta per tutte, niente affatto; Elsa amava moltissimo Anna e avrebbe preferito morire piuttosto che vivere un'intera esistenza priva della sua compagnia.

Semplicemente, stava cercando di proteggerla da se stessa.

Non era facile essere la futura regina, ogni giorno Elsa sentiva sempre più pressioni e aspettative piombare su di sé e la paura di fallire diveniva ad ogni istante sempre più forte; Anna era sua sorella e le voleva bene, certo, ma cosa avrebbe mai potuto fare per aiutarla a placare quella paura? Probabilmente, considerato il carattere così focoso e appassionato di sua sorella, si sarebbe presa quella faccenda troppo a cuore e avrebbe di certo finito con l'accrescere la sua ansia, pur tentando in tutti i modi di farla sentire meglio.

Elsa non poteva permettere a nessun altro di interferire con la propria vita: Lei doveva farcela da sola, anche se questo significava dover soffrire molto più di quanto potesse essere sopportabile per una ragazza della sua età.

Del resto, era solita pensare fra sé e sé, neanche Anna sarebbe mai stata in grado di capirla.

Nessuno sarebbe stato capace di comprendere l'effettiva natura dei suoi sentimenti, talvolta essi erano un mistero persino per lei stessa. Da sempre, oramai, viveva con la costante paura di non essere all'altezza delle aspettative e non vi era una sola persona in tutto il castello che fosse davvero in grado di capirlo.

Dunque, a che sarebbe mai servito cercare conforto in qualcuno che non sarebbe mai stato in grado di comprenderla fino in fondo? Molto meglio restare da sola, poter fare affidamento esclusivamente sulle proprie forze, continuare a lottare fino al giorno in cui finalmente avrebbe superato tutte le sue ansie. Certo, non sarebbe stato semplice... Ma niente di tanto grande è mai stato costruito in un giorno solo ed Elsa sapeva che prima o poi sarebbe stata abbastanza forte da non permettere mai più alle sue paure di avere la meglio su di lei.

E sapeva anche che quel giorno, oramai, non era poi così lontano.

Del resto, mancavano ormai poche settimane alla cerimonia dell'Incoronazione.



 

N.d.A: Ebbene sì, sono tornata! :D
Non potevo certo abbandonare questa storia appena nata, considerato il mio affetto per Anna e per questa trama che ho elaborato, mi sarei sentita davvero crudele a lasciare tutto quanto in sospeso. Adesso le cose iniziano a prendere una piega differente e dal prossimo capitolo entreremo ufficialmente nel vivo della storia... Sperando davvero che possiate trovarla interessante! :D

Per quanto riguarda gli aggiornamenti, saranno una volta a settimana e più precisamente di domenica, dal momento che in questo periodo sono stra piena di cose da fare e voglio riuscire  a conciliare tutti gli impegni, scrittura compresa. :) Un abbraccio e un grazie a tutti coloro che intenderanno seguirmi. :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Il giorno dell'Incoronazione, Elsa si svegliò almeno un paio di ore prima dell'orario prefissato.

Aveva faticato a prendere sonno e le poche ore trascorse a dormire furono comunque più che sufficienti a farle decidere di abbandonare il letto prima ancora che le fosse stato richiesto.

Del resto, era decisamente troppo nervosa per poter continuare a dormire.

Faceva ancora molta fatica a realizzare che di lì a poche ore sarebbe diventata a tutti gli effetti la regina di Arendelle e la cosa, naturalmente, la spaventava da morire.

Sarebbe stata davvero all'altezza di quel compito? Certo, aveva trascorso molti anni a studiare per diventare una buona sovrana, ma si era trattato semplicemente di lezioni teoriche e non era certo la stessa cosa saperle mettere in pratica.

E se non fosse stata in grado di governare il regno?

No, no.. Adesso smettila, Elsa!” si ammonì mentalmente, rigirandosi nel letto e ficcando la testa sotto al cuscino “Non devi pensare al peggio, cerca di essere ottimista. Sei sempre stata un'ottima studentessa, non dovrebbe essere così complicato per te saper mettere in pratica la teoria.”

Continuò a rigirarsi fra le lenzuola, fino a quando non decise che era arrivato il momento di uscire fuori; l'orologio a pendolo segnava ancora le sei e mezzo ma Elsa era troppo agitata per restarsene a letto, così si diresse a passo lento verso la propria stanza da bagno e iniziò a prepararsi con molta calma.

Iniziò dai capelli, spazzolandoli per diversi minuti e poi acconciandoli in un'elaborata crocchia; si guardò allo specchio con aria soddisfatta e sorrise.

Bene, molto bene.” pensò fra sé e sé “ Questo è davvero un ottimo inizio.”

Poi si diresse verso il proprio guardaroba, lo aprì e lo esaminò con attenzione per decidere quale fosse l'abito più adatto per l'occasione, optando infine per un vestito di colore nero e verde (un brillante color acquamarina), al quale avrebbe abbinato un elegante mantello viola.

A quel punto, mancava solamente la corona.

Elsa sospirò profondamente e si guardò con fierezza allo specchio, assumendo uno sguardo e una posa estremamente austeri.

Sì, pensò fra sé e sé, poteva farcela.

Non vi era assolutamente niente di cui aver paura, niente che potesse in qualche modo farle dubitare di essere all'altezza del suo compito di governare Arendelle.

Niente che potesse farla sentire troppo inesperta o inadeguata.

Era quasi arrivato il suo momento, il momento in cui finalmente avrebbe abbandonato tutte le sue paure e avrebbe preso in mano il governo del suo regno, come una vera regina.

Come una vera donna.

La ragazza sospirò profondamente e poi si diresse in fretta verso la sua scrivania, sulla quale era ammassata una moltitudine di carte e documenti; mancavano ancora due ore all'inizio della cerimonia e di certo non le avrebbe fatto male ripassare il proprio discorso ancora una volta.

*

Quella stessa mattina, Anna sembrava non avere alcuna voglia di alzarsi.

A malapena riuscì ad udire la voce del suo cameriere personale addetto alla sveglia e anche quando lo fece, continuò a rigirarsi fra le lenzuola mugolando e senza mostrare alcuna intenzione di abbandonare il proprio letto.

Tutto questo perché, ovviamente, non riusciva ad immaginare niente di peggiore che assistere quella mattina alla tanto attesa incoronazione di sua sorella Elsa.

Non che non fosse felice per lei, al contrario: Sapeva che Elsa era in attesa di questo momento praticamente da tutta una vita e sarebbe stata molto contenta di vedere sul suo volto quell'espressione soddisfatta e appagata che lei ben conosceva.

Tuttavia, non riusciva proprio a tollerare l'idea di dover trascorrere un'intera giornata al fianco di una regina, circondata da persone adoranti che – di questo ne era certa – avrebbero passato tutto il tempo a elogiare la neo sovrana, ignorando completamente la presenza di Anna, così come avevano sempre fatto sin da quando la giovane principessa ne aveva memoria.

Sarebbe stata una giornata decisamente da incubo e Anna non aveva la benché minima intenzione di farne parte.

<< Principessa Anna! Su, principessa... E' ora di alzarsi. Non vorrà certo fare tardi proprio il giorno dell'incoronazione di sua sorella. >>

Sì.” pensò Anna fra sé e sé, ficcando la testa sotto il cuscino “Anzi, personalmente preferirei non presentarmi affatto.”

<< Su, principessa... Davvero non volete partecipare alla festa? >>

Anna, a quel punto, si tirò su di scatto quasi fosse stata colpita da un fulmine.

La festa... Aveva quasi dimenticato quel piccolo particolare: sicuramente sarebbero state presenti moltissime persone, molte delle quali provenienti da regni lontani, e nessuna di esse avrebbe mostrato alcun genere di pregiudizio nei suoi confronti; nessuna di esse avrebbe pensato di farla sentire esclusa o messa da parte.

Era finalmente arrivata per lei l'occasione di farsi notare da qualcuno

Saltò fuori dalle coperte e si precipitò in bagno, lavandosi e sistemandosi i capelli alla velocità della luce per poi indossare – non senza qualche difficoltà – un elegantissimo abito di colore verde, da lei stessa accuratamente scelto per l'occasione.

Non perse troppo tempo dietro alla colazione e uscì fuori dal castello, immergendosi fra la folla: ogni angolo era ricoperto di fiori e decorazioni colorate, tutto il regno era in totale fermento per la tanto attesa cerimonia d'incoronazione e nessuno, dal maniscalco al fornaio, sembrava riuscire a parlare d'altro.

<< Sarà una cerimonia davvero fantastica! Riuscite a crederlo? La nostra principessa Elsa finalmente diventerà regina! >>

<< Già, come passa in fretta il tempo! Sembra solo ieri che era ancora una bambina e guardate adesso: la nostra regina. >>

<< E' un vero peccato non poter partecipare alla cerimonia, vorrei tanto vedere il suo abito... Sono certa che sarà veramente stupenda. Oh, che disdetta non essere nobili! >>

Anna, seminascosta in un angolo, non poté fare a meno di udire quella conversazione e allo stesso modo non riuscì a trattenere un ampio sorriso di soddisfazione; per quanto, nell'arco degli anni, le doti di sua sorella Elsa non avessero fatto altro che mettere in ombra le proprie, non riusciva proprio a non essere felice per lei e per tutta la gioia che quella giornata tanto importante le avrebbe riservato, anche in futuro.

In fin dei conti, restava pur sempre la sua meravigliosa sorella e – di lì a qualche ora – la sua regina.

<< E che cosa ne pensate della principessa Anna? Ci sarà anche lei alla cerimonia, oggi. >>

Anna drizzò immediatamente le antenne e si raggomitolò ulteriormente nel proprio nascondiglio.

<< Oh, non sono poi così curiosa di vederla. Certo, sicuramente è una fanciulla gradevole di bell'aspetto... Ma è una tale pasticciona! >>

<< Sì, sono d'accordo: non è aggraziata e raffinata come sua sorella, certe volte mi chiedo persino se sappia che cosa significa essere una principessa. >>

Gli occhi di Anna si riempirono di lacrime e la principessa dovette mordersi con forza il labbro inferiore per impedirsi di singhiozzare; ancora nascosta nel proprio cantuccio, si strinse le braccia al petto e sembrò farsi piccola piccola, la schiena premuta contro i mattoncini di quel muro che, al momento, sembrava essere il suo unico rifugio dalla cattiveria e dal disprezzo della gente.

<< Non credo che oggi in molti la degneranno di uno sguardo, poverina. Del resto, la cosa non mi sorprende affatto: come si fa ad accorgersi di una come Anna, quando davanti a sé ha una fanciulla come la principessa Elsa? >>

Anna emise un gemito e sentì il proprio cuore contrarsi dal dolore.

Aveva già sentito abbastanza ormai e voleva solamente andarsene da lì, scappare via il più lontano possibile... Forse persino lasciare Arendelle!

No, d'accordo... Forse quello era troppo.

Si limitò semplicemente a sgattaiolare fuori dal proprio nascondiglio e allontanarsi da lì, dirigendosi verso il luogo più vicino e solitario che le venisse in mente in quel momento: il molo.

Non che quel giorno fosse particolarmente solitario (vi erano navi provenienti da ogni direzione, appena attraccate e che trasportavano ospiti illustri invitati alla cerimonia d'incoronazione della principessa Elsa) ma era certamente meno affollato di molti altri luoghi e Anna, in quel momento, aveva decisamente bisogno di stare da sola; si mise a sedere sul pontile - senza neanche preoccuparsi di fare attenzione al proprio vestito - e sospirò profondamente, lo sguardo vacuo che fissava con disinteresse l'orizzonte.

Che stupida... Era stata una vera stupida a pensare che qualcosa sarebbe cambiato e che qualcuno, finalmente, sarebbe riuscito a vederla per ciò che era veramente, senza lasciarsi influenzare da qualche stupido pregiudizio.

Le persone, a quanto pare, non cambiano mai.

Dovrei imparare ad accettarlo.” pensò la principessa fra sé e sé “Dovrei semplicemente accettare il fatto che nessuno in questo Regno mi prenderà mai in considerazione, almeno fino a quando ci sarà Elsa... Il che significa più o meno per sempre!”

Sbuffò con tutto il fiato che aveva in corpo.

Forse era arrivato il momento di smetterla di preoccuparsi, pretendere di essere speciale e arrendersi al fatto che per tutta la vita lei non sarebbe mai stata niente di più che una semplice riserva, una ruota di scorta, un ombra in netta contrapposizione con la luce abbagliante irradiata da sua sorella Elsa.

Eppure io non sono così. Se solo qualcuno mi desse l'occasione di dimostrarlo...”

<< Hey, scusami... Potrei chiederti un'indicazione? Temo proprio di essermi perso. >>

Anna ebbe un leggero sussultò e si voltò di scatto, allarmata dalla voce maschile che risuonò alle sue spalle; quella voce, dal timbro basso e corposo, apparteneva ad un giovane che a prima vista non poteva avere più di vent'anni, alto e di bell'aspetto, con occhi verdi e capelli rossicci, il portamento distinto e un elegante divisa bianca e verde indosso.

Ad Anna per poco non mancò completamente il fiato: era bellissimo.

<< S-sì, certo. >> farfugliò la ragazza, arrossendo completamente << Io... Sì, certo. >>

Il ragazzo ridacchiò sommessamente e le rivolse un sorriso cortese, che la fece arrossire ancora di più.

<< Sto cercando il castello di Arendelle, sono stato invitato alla cerimonia d'Incoronazione della principessa Elsa. >> disse << Vengo in veste di ambasciatore da parte delle Isole del Sud. >>

Anna lo guardò curiosamente: << Isole del Sud? >>

Lui annuì e indirizzò un leggero inchino verso Anna; poi allungò una mano verso di lei, per aiutarla a rialzarsi.

<< Principe Hans, molto lieto. >>

<< Principessa An... Ooops! >>

Anna afferrò la mano e si tirò su, ma nel tentativo di rimettersi in piedi inciampò nei propri piedi e scivolò in avanti, atterrando fra le braccia di Hans; il principe ridacchiò sotto i baffi, cercando comunque di non sembrare troppo scortese.

<< Hey, fate attenzione. >> le rispose in tono premuroso, mentre l'aiutava a rimettersi in piedi << In questo modo rischiate di farvi del male. >>

Anna annuì silenziosamente, desiderando piuttosto sprofondare sotto terra che continuare a guardare negli occhi quello sconosciuto dopo aver fatto con lui una così pessima figura; per sua fortuna, il principe Hans non sembrava essere troppo dispiaciuto da quell'incontro, al contrario, si dimostrò immediatamente molto gentile e comprensivo.

<< Chiedo scusa, non volevo certo mettervi in imbarazzo, né tanto meno mancarvi di rispetto. >> disse << Se avessi saputo sin dal principio che eravate una principessa, non mi sarei mai sognato di... >>

<< Oh, no... Non importa. >> lo interruppe immediatamente Anna, con fare imbarazzato << Non me la sono certo presa, io... Non sono quel tipo di principessa. >>

Hans la guardò curiosamente, come se avesse percepito in lei una certa malinconia.

<< Lo dite come se fosse una cosa negativa. >> osservò << Qual è il problema, principessa? Ho forse detto qualcosa di sbagliato? >>

Anna abbassò mestamente lo sguardo e si morse il labbro inferiore, con fare titubante.

Il suo primo istinto sarebbe stato quello di confidarsi con quell'estraneo e per quanto le convenzioni sociali le imponessero un atteggiamento ben più distaccato, si chiese per un attimo se aprirsi con lui non fosse effettivamente la soluzione migliore per porre fine al suo malessere – o quanto meno, lenirlo il più possibile. La sua parte razionale – sembra che davvero ne avesse una – le avrebbe certamente suggerito di non dare troppa confidenza agli estranei, ma il cuore e lo stomaco erano di tutt'altro avviso e Anna, d'altro canto, non era mai stata quel tipo di persona che da retta alla propria testa.

<< Non si tratta di voi, principe Hans, è solo che... Beh, diciamo semplicemente che oggi preferirei essere in qualsiasi altro luogo fuorché qui. >>

Hans la fissò con aria interrogativa.

<< Cosa... Perché? >> domandò << Non siete contenta di partecipare alla cerimonia d'incoronazione? >>

<< Oh, no... Per nessuna ragione! >> rilanciò prontamente Anna, facendo una smorfia << Vedete, io... Io sono molto più di una semplice principessa: io sono la principessa Anna di Arendelle, la sorella della futura regina. >>

Hans strabuzzò gli occhi per la sorpresa.

<< Oh, Santo... Milady! >>

Hans s'inchinò nuovamente di fronte alla principessa, stavolta con fare più solenne.

<< Ecco, no... No, era proprio questo che volevo evitare. >> farfugliò nervosamente Anna, arretrando leggermente << Non è necessario simulare così tanto rispetto, personalmente preferirei che mi risparmiaste questa forma di ipocrisia. >>

<< Cosa... Ipocrisia? >> Hans si tirò nuovamente su e rivolse lei uno sguardo perplesso << Che intendete dire? >>

Anna sospirò profondamente: << Che fingete di portarmi rispetto quando in realtà pensate che io sia una creatura insulsa e tutt'altro che meritevole di attenzione. Lo pensano tutti, perché mai voi dovreste essere diverso dagli altri? >>

<< Io sono diverso dagli altri. >> le rispose Hans << O quanto meno, non penso di voi niente di tutto ciò. Come potrei, del resto? A malapena vi conosco. >>

Anna sospirò mestamente.

<< Sareste il primo, allora. >> mormorò << In genere le persone non hanno una grande opinione di me. >>

<< Non riesco a capirne il motivo. >> rilanciò prontamente Hans << Come ho già detto, io vi conosco a malapena ma... Beh, avete un'aria così graziosa e sembrata una personcina decisamente gradevole. Perché mai qualcuno dovrebbe avere una pessima opinione di voi? >>

Anna era quasi sul punto di aprirsi del tutto, ma proprio in quel momento udì il fastidioso rintocco delle campane che suonavano a festa e che le fecero immediatamente realizzare che era arrivato il momento di andare.

<< Oh... Le campane. >> sbuffò la principessa << Mi dispiace, io... Devo andare. Sta per iniziare la cerimonia e io... Beh, devo andare. >>

<< Aspettate, principessa... Potrei venire anch'io con voi? >> rilanciò prontamente Hans, con una certa sfacciataggine << Come ho già detto, non sono del tutto sicuro di conoscere la strada per il palazzo e non vorrei certo rischiare di perdermi. >>

Anna si fece completamente rossa in volto e iniziò a balbettare.

<< Cosa... Voi... Volete davvero che io vi accompagni a palazzo? Sì, insomma... Io? >>

<< Lo ritenete troppo sconveniente? >> domandò Hans << In quel caso, potrei semplicemente... >>

<< Oh, no... No, niente affatto! >> lo interruppe Anna, ormai paonazza << Vi accompagnerei volentieri, sempre che a voi non dispiaccia l'idea di farvi vedere insieme a me. >>

Hans sorrise dolcemente.

<< Assolutamente no. >> rispose con voce morbida << Al contrario, sarò molto felice di farmi vedere in vostra compagnia. >>

Anna abbozzò un sorrisetto impacciato.

<< Attento a ciò che dite, principe Hans. >> disse << Potreste pentirvi ben presto di avermi dato tutta questa fiducia. >>

Hans ampliò il proprio sorriso e porse il braccio alla principessa, facendole segno di aggrapparsi ad esso.

<< Questo lasciatelo giudicare a me. >>

Anna, a quel punto, si sentì finalmente libera di accettare quella proposta ed afferrò il braccio di Hans, stringendosi a lui con una confidenza forse un po' troppo eccessiva.

Non che le importasse realmente, in effetti: era stanca di essere sola, stanca di essere costantemente sottoposta alle critiche e al giudizio delle persone che le stavano accanto e adesso che finalmente aveva conosciuto qualcuno apparentemente così disposto a darle fiducia, senza lasciarsi influenzare da alcun tipo di pregiudizio, non aveva nessuna intenzione di lasciarselo sfuggire.

Tanto più che, in questo caso, si trattava persino dell'uomo più bello e affascinante che avesse mai visto in vita sua.

<< Allora, principessa... Vogliamo andare? >>

Hans la guardò con occhi colmi di dolcezza e Anna dovette faticare parecchio per non permettere alle sue ginocchia di cedere e farla cadere rovinosamente a terra.

<< Sì... Certamente. >>

I due si incamminarono verso il castello a testa alta, continuando a parlottare e a ridere concitatamente, mentre tutti intorno a loro osservavano la scena con curiosità e, in alcuni casi, persino con stupore.

E per la prima volta in vita sua, Anna sentì finalmente che era arrivato anche per lei il momento di brillare.





N.d.A:   Rieccomi qua, finalmente ritornata all'aggiornamento. :)
Vi ringrazio ancora per la pazienza e per tutto il resto, sperando di continuare a rendere gradevole questa lettura :)
Vi abbraccio :3

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