Slice of Life - SwanQueen.

di isabelle88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - #20. Bacio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - #3. Divano ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - #14.Telefonata ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - #9. Regali di Natale ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - #17. Vacanza ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - #2. The ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - #20. Bacio ***


Prompt: #20, bacio.
Titolo:  Vigilia di Capodanno
Autore:  isabelle88
Fandom:  Once Upon a Time
Personaggi:  Emma Swan, Regina Mills, Henry Mills, Mary Margaret Blachard, David Nolan, Ruby, e altri di passaggio.
Genere:  Slice Of Life
Rating:  Verde
Avvertimenti:  nessuno 
Lunghezza: 1584 parole - 3 pagine e mezzo
Eventuali note dell’autore : beh, salve :) E' la prima ffc che scrivo sulla SwanQueen, spero di esserci riuscita al meglio! Ed è anche la prima challenge a cui partecipo,  inziando con l'ultimo prompt XD  Che dire... spero vi piaccia, e una recensione non fa mai male ;) Ah, ribadisco: non tengo in considerazione quello che è avvenuto dopo la 3x22. 

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Era Capodanno. O meglio, la vigilia di Capodanno, e Emma Swan , alle sette di sera, doveva ancora decidere cosa mettersi.

Avevano fatto una “ riunione al femminile” , quel pomeriggio, per aiutarsi con il trucco, i capelli , scegliere il vestito giusto...

A dirla tutta , Emma non amava questo genere di cose.  A lei bastava un filo di trucco e i capelli sciolti sulle spalle, non voleva essere troppo vistosa.  Ruby, però, l'aveva costretta a farsi truccare decentemente, almeno per una volta, e le aveva acconciato i lunghi capelli biondi in una strana treccia che le partiva da un lato della testa.

-Sei bellissima così.-  le aveva detto Mary Margaret,  guardandola orgogliosa.

Ma a lei non interessava essere bellissima. Dopotutto,  chi la avrebbe guardata?

Killian, di sicuro.

La guardava sempre, da quando erano tornati dall'Isola Che Non C'è.

Emma ripensò a quanto le aveva detto tempo fa, seduti a un tavolino all'aperto di Granny's.

Hai scambiato la tua nave per me?”

Aye.”

Ripensò a quanto era sembrato deluso quando lei gli aveva risposto con un timido “grazie”, quando lui,  forse,  - quasi sicuramente - si aspettava di più.

Ripensò a come si era alzato, dicendo che doveva andare, cercando di sorriderle quando si vedeva benissimo che non ce la faceva.

Ripensò a come cercava di evitarla, da allora, e a come lei non si desse per niente da fare per cercare di riavvicinarsi.  A lei non piaceva Killian.  Gli era grata per tutto quello che aveva fatto, e doveva ammettere che era bello, ma quella verso di lui era solo gratitudine, assolutamente niente amore.

Certo, si erano baciati, avevano ballato ,  ma per lei era stato solo un esperimento che le aveva confermato che non era quello giuto .  Forse le piaceva qualcun altro. O forse no.

Comunque, aveva stabilito che Killian Jones non era il suo tipo.

-Emma, ti muovi o no? Infilati quel vestito e usciamo!- Ruby la riportò alla realtà.

-Che vestito?-

-Quello.-  disse, indicando il tubino nero sul letto.

-Io non mi metto quello!- lo sceriffo lo guardò disgustata. Era lungo come le magliette che si metteva di solito, con la differenza che sotto non ci andavano i pantaloni. Aveva una lunga striscia di strass sul fianco, e non era decisamente il genere di Emma.

-Oh, io dico di sì invece. Vuoi uscire con quei jeans? Fa pure, ma poi non lamentarti se non ti fila nessuno.-

-E dai, Emma, almeno provalo! - Mary Margaret la guardò implorante.

-Okay, okay. Lo provo. Anche se mi arriverà sì e no a inizio coscia.-

Si infilò il tubino, chiedendo aiuto a Ruby per la cerniera dietro.

-Sei...- Snow non trovava le parole per descrivere sua figlia.

- Stupenda.- continuò Ruby al posto suo.

-Okay, ora andiamo però.- disse sua mamma, trascinandola via per un braccio.

Non ebbe neanche il tempo di guardarsi allo specchio.

-Ehi! EHI! Io non esco con questo coso, stavo scherzando! DOVEVO SOLO PROVARLO!- urlò Emma, mentre veniva trascinata giù per le scale.

Sarebbero dovute essere da Granny's alle sette, ed erano già abbondantemente in ritardo, per cui le proteste di Emma si persero nel vuoto.

Lungo tutto il tragitto, la bionda tenne il broncio come una bambina di due anni.

Già non aveva voglia di festeggiare, figuriamoci con quel coso addosso e il freddo che le stava facendo congelare le ossa.

Quando entrarono nel locale, vi trovarono mezza città. Emma fece vagare lo sguardo per cercare Henry. Era seduto a uno dei tavolini, e chiaccherava allegramente con Killian.

Killian.

Improvvisamente non aveva più voglia di salutare Henry. Aveva paura di vedere di nuovo il pirata, dopo l'ultimo imbarazzante incontro.

Al tavolino dietro sedeva Regina, un bicchiere tra le mani e un vestito strepitoso che la fasciava perfettamente.

Era sola.  Stava guardando Robin e Marian , che parlavano qualche tavolino più in là.

Decise di avvicinarsi.

- Ehi. Ciao.- le sorrise.

Regina la guardò, rimanendo stupita.

- C-ciao. Dio, Emma, stai benissimo così.- le guance le si infiammarono quando si rese conto di quello che aveva appena detto.  Aveva fatto un compimento.  Ad Emma, per di più.  Aveva fatto un complimento ad Emma Swan.

-Uao, questo vestito deve starmi veramente bene, per farmi meritare un complimento da te.-

-Diciamo che più che un vestito è una maglietta allungata.-

Emma rise,  e Regina la trovò ancora più bella.

Regina! Contieniti, non pui pensare queste cose, diavolo!

- E' stata Ruby a costringermi a metterlo.-

- Chissà perchè ma lo avevo sospettato.-

- Arrivo subito, vado a prendere qualcosa da bere, o aspettare la mezzanotte sarà davvero lunga.-

- Okay. -

Regina rimase sola a finire quello che doveva essere il suo terzo drink.

Quando Emma tornò, al suo seguito c'erano anche i Charming.

Oh, no, ti prego. I Charmings no. Non adesso. Per piacere, solo Emma, non la famigliola felice.

Si sedettero tutti al suo tavolo senza che lei gli desse il permesso.

Fulminò Snow con uno sguardo, ma lei non sembrò notarlo.

Piuttosto, sorrise ancora di più.

- Allora, Regina. Come mai qui tutta sola?-

Oddio, ci mancavano anche le Charmings' questions.

-Stavo bevendo.-

-Beh, puoi bere in compagnia!-

Alzò il bicchiere per brindare, e Regina, contro voglia, alzò anche il suo.

- Brindiamo a questo anno che sta per venire!- urlò,  per poi girarsi e baciare suo marito.

- Non è ancora mezzanotte.- ribattè lei.

- Non importa.- altro sorriso.

Ma perchè sorridono tutti così tanto?

L'unica che non sembrava felice, come lei, era Emma.

Ascoltava distratta i discorsi dei genitori, girandosi ogni tanto verso Henry e Killian mentre si rigirava il bicchiere tra le mani.

- Scusate, vado da Henry.- disse a un certo punto, alzandosi.

- Vengo anch'io.- le fece eco Emma.

- Non ne potevo più delle chiacchere dei miei.-

- A chi lo dici.-  Regina le sorrise.

- Comunque anche tu stai benissimo così.- disse, alludendo a quel fantastico vestito blu.

- Oh, beh,  grazie.- l'ex-sindaco fece un sorrisetto imbarazzato.

Nessuna delle due disse più niente finchè Killian non finì di parlare con Henry, dopo un tempo che a Emma parve infinito.

-Mamma!-  Henry la abbracciò, cosa che ormai non faceva da qualcosa come un anno, in pubblico.

-Ehi, ragazzino! Come mai tutto questo affetto?-

-Così. E' l'ultimo dell'anno, un'eccezione ci sta. - le sorrise, e poi fece scendere lo sguardo sul vestito, squadrandola da capo a piedi.

-C-che diavolo ti sei messa?!-

-E' stata Ruby a darmelo.-

-Oh. Adesso si capisce perchè è così...corto. Scusate, ora vado da Killian, devo chiedergli un'ultima cosa!-

Henry aveva una vera e propria ossessione per il pirata, lo adorava alla follia.

Durante la breve conversazione tra Emma e Henry, Regina era riuscita a dileguarsi.

Lo sceriffo scrutò la folla per cercarla, ma non la vide. Prese la sua giacca di pelle, se la infilò e uscì per cercarla.

Era seduta a un tavolino, sola. Non c'era praticamente nessuno tranne loro due e qualche passante, perchè era da pazzi stare lì a congelare durante l'ultimo dell'anno.

Si diresse verso di lei.

-C-come fai a non congelare?- stava battendo i denti, ed era fuori solo da qualche minuto.

-Io sto benissimo. Anzi, ho quasi caldo. Vuoi la mia giacca?- si sfilò la giacca per darla ad Emma.

La bionda rimase sorpresa.

-Io... sì, grazie. Ma sei sicura di stare bene, con solo quel maglioncino addosso? -

Aveva un cardigan grigio sopra il vestito, che aveva tutta l'aria di tenere più freddo che caldo.

-Certo.  Altrimenti non ti avrei dato la giacca, non credi?

-Giusto.-

Emma nascose il viso nel collo della giacca e sorrise. Le venne spontaneo, sorridere per quel gesto così semplice eppure così poco scontato da parte di Regina.

Osservò le nuvolette di fumo che le uscivano dalla bocca, e poi guardò la mora.

In effetti, a lei non uscivano nuvolette di fumo. Forse non era stato un atto di gentilezza come pensava Emma, forse aveva veramente caldo.

-T-ti prego, andiamo dentro. Ti offro da bere, o da mangiare, quello che vuoi, b-basta che andiamo dentro.-

-Okay. Però voglio il drink più costoso che ci sia.-  le sorrise, beffarda.


Due ore dopo, la mezzanotte stava per scoccare.

Emma e Regina avevano passato l'intera serata a chiacchierare, scolandosi numerosi drink.

I Charmings parlavano con tutti, e David ogni tanto lanciava occhiate protettive verso Emma, che gli sorrideva.

Henry scherzava con la figlia del Cappellaio, Grace, mentre Granny sfornava cibo a non finire.

Era una bella serata, anche per chi non aveva voluto andarci.

A mezzanotte meno dieci secondi, una Mary Margaret abbastanza ubriaca salì sul tavolo iniziando a urlare:

-DIECI!- e tutti iniziarono a gridare con lei.

-NOVE! OTTO! SETTE! SEI!- -

Quando mancavano sei secondi, David salì sul tavolo con sua moglie, o non avrebbe potuto baciarla a mezzanotte esatta.

-CINQUE! QUATTRO! TRE! DUE!-

Quando mancavano due secondi, Emma si voltò verso Regina. Si sorrisero.

-UNO! BUON ANNOOOOOOOOOOOOOOOOO!-

David e Mary Margaret si baciarono, così come Marian e Robin, così come molte coppie presenti.

Così come Emma e Regina.

Ad entrambe, era sembrata la cosa giusta da fare.

Ad Emma, Regina piaceva da molto più di quanto avesse il coraggio di ammetterlo a se stessa.

Era per questa che aveva rifiutato Hook,  per questo che non provava niente per lui, perchè lei sentiva già qualcosa per Regina.

A Regina, era sembrato semplicemente naturale. Emma era lì, di fronte a lei, bellissima, era appena scoccata la mezzanotte, e il suo cervello le aveva detto baciala. Baciala e basta. Baciala, o sarete quasi le sole senza nessuno da baciare a mezzanotte. Baciala, Regina.

Aveva dimenticato Robin, dopotutto lui non aveva impiegato molto tempo a dimenticarla per Marian.

E l'avevano fatto.

Si erano baciate.

E per entrambe era stato uno dei baci più belli della loro vita, era stato dolce, lento, e alcolico, terribilmente alcolico, ma bellissimo.

Henry le guardava di nascosto, sorridendo soddisfatto.

Snow e David le videro di sfuggita, quel che basta per rimanere scioccati.

Forse nessun altro le vide, nessun altro ricorderà quel bacio, ma Emma e Regina lo faranno di sicuro, perchè fu il primo di una lunga serie.

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - #3. Divano ***


Prompt: #3, divano
Titolo:  Film & Cioccolata
Autore:  isabelle88
Fandom:  Once Upon a Time
Personaggi:  Emma Swan, Regina Mills, Henry Mills
Genere:  Slice Of Life
Rating:  Verde
Avvertimenti:  nessuno 
Lunghezza: 1706 parole - 3 pagine.
Eventuali note dell’autore : ed eccoci al secondo capitolo della raccolta :) questa settimana non mi sentivo per niente ispirata da niente, per cui scusate se il capitolo è uscito un po' così, spero vi piaccia comunque :3 Emma io la vedo così, con qualche lato ancora un pochino infantile, e secondo me adora i cartoni XD Scegliere Frozen era d'obbligo, dopo essermi sciolta in lacrime davanti alla 4x1O. Oddio, non riesco a credere che la prossima puntata sia l'ultima con i personaggi di Frozen, mi mancheranno da morire! comunque, sono felicissima se mi lasciate una recensione, e alla prossima! :*

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Emma era tornata a casa stanca morta dal lavoro, e non vedeva l'ora di buttarsi su divano e guardare un po' di tv, magari mangiando qualcosa di salutare come cioccolato o popcorn.

Aveva spalancato la porta , e Regina le era corsa incontro gridando di chiudere gli occhi.

-Emma Swan, se provi a sbirciare ti incenerisco!-

-Okay, okay, tranquilla! Non ci tengo a diventare un mucchietto di cenere sul nostro pavimento.- disse, sorridendo. Amava quando Regina la sorprendeva.

Poi si sentì prendere per mano da Henry, quella mano così soffice non poteva assolutamente appartenere a Regina.

-Henry, se provi a farmi cadere ti tolgo la Play per una settimana.-

-D'accordo...però sarebbe divertente!-

-Scambieresti una settimana di PlayStation con un minuto di risate per aver visto tua madre per terra?-

-Forse.- rispose sorridendo, ma Emma non poteva vederlo, concentrata com'era a serrare gli occhi per non finire incenerita.

Henry la condusse su per le scale, fino in salotto, dove la fece girare.

-Quando finiamo di contare apri gli occhi, okay?- le disse Regina.

-D'accordo.-

-Tre, due, uno, TADAAAAA!- esclamarono i due insieme.

Emma aprì gli occhi, e davanti a lei c'era il divano più grande e fantastico che avesse mai visto.

-Sappiamo quanto ami stare sul divano, e ce ne serviva uno nuovo, quindi...-

-Oddio, è bellissimo!- lo sceriffo si buttò a peso morto sul divano, e finì quasi per affondarci dentro. Era la cosa più morbidosa e soffice e comoda su cui si fosse mai seduta.

-Mi sa che dovrete faticare per farmi alzare da qui. Potrei licenziarmi, e voi potreste portarmi il pranzo e- Regina la interruppe.

-Non ti sognare di mangiare qui sopra!-

-Cosa? Ovvio che mangerò qui sopra!-

-MAI! Se una sola briciola toccherà il mio nuovissimo e immacolato divano bianco, e desidero che resti tale,sbatto fuori casa chiunque di voi due sia stato.-

Emma ed Henry fecero gli occhi da cuccioli, guardando Regina imploranti.

-Ma...-

-Non si può avere un divano se poi non ci mangi sopra!-

-Nemmeno i popcorn?-

-Solo se prima ci metterete una tovaglia sopra.- Il tono di Regina era deciso, e quando lei decideva una cosa non c'era verso di farle cambiare idea.

-Okay.-

-Bene. Ora vado al lavoro, o farò tardi.- prese la borsa dal tavolino, diede un bacio ad Emma, salutò Henry e uscì sbattendo la porta, l'eco dei tacchi che rimbombava nella casa.

La bionda si sdraiò sul divano, ed Henry fece lo stesso di fianco a lei.

-Certo che è davvero comodo.- constatò il ragazzino

-Già.-

Rimasero così per un po', in silenzio, ognuno immerso nei proprio pensieri.

-Facciamo qualcosa?- propose Emma.

-Qualcosa come cosa?-

-Che ne so, tipo guardare un film o uscire o mangiare.-

-Uscire non se ne parla, quando c'è questo divano in casa.-

-Vuoi dirmi che rimarrai qui sopra per il resto della tua vita?-

-Può darsi.- Emma rise, ed Henry si unì a lei.

-Io però ho davvero bisogno di mangiare! Che ne dici se vado a fare la cioccolata mentre tu scegli un film? Per piacere, non uno già visto milioni di volte come Hunger Games.-

-Okay, cercherò di essere originale.-

-Bravo, ragazzino.- gli scompigliò i capelli, mentre si alzava per preparare la cioccolata.

Dopo molte indecisioni, scelsero di vedere Frozen. Era pur sempre un cartone, ma Emma amava i cartoni, -molto più di Henry, anche se aveva quasi il doppio dei suoi anni- e quello aveva sentito che, secondo molti, valeva davvero la pena vederlo.

-Ecco la tua cioccolata, ragazzino.- disse Emma, tornando dalla cucina. Gli porse una tazza fumante stracolma di panna, con abbondante cannella sopra.

Henry bevve un sorso.

-Questa volta ti sei superata, ma'!- lo sceriffo alzò la mano, e Henry le diede il cinque.

Poi si sedettero sul divano con la loro magnifica cioccolata, e premettero play.

Il film piacque a entrambi, anzi, Emma ne era entusiasta.

-Credo che questo sia una dei miei cartoni preferiti. Cioè, ma hai visto quant'era fantastico?! Non so se ti rendi conto di quanto fosse bello!-

-Oddio, adesso che hai una nuova fissazione parlerai di questo film per settimane, vero? Come con Dragon Trainer.-

-Esattamente. Ma sarà peggio. Non saranno settimane, saranno mesi! Se non di più!- esclamò Emma, felicissima, mentre annunciava che voleva altra cioccolata. Henry rise, sapeva com'era sua madre. Quando avevano visto Dragon trainer, non aveva fatto altro che parlarne per giorni interi, paragonando quello che le succedeva a quello che succedeva nel cartone e lo vedeva ogni volta che aveva un'ora e mezza libera, finché Regina non aveva nascosto il DVD, ed Emma si era arrabbiata come non mai. La ricordava ancora come una delle peggiori litigate tra le sue madri.

-Tu ne vuoi ancora?-

-No, grazie. Anche se è una delle tue migliori cioccolate.- disse Henry, sorridendo. La bionda fece un piccolo inchino, mentre andava a prendere altra cioccolata.

Stava per tornare a sedersi, quando la pantofola le si infilò sotto il tappeto, facendola cadere rovinosamente in avanti. La tazza le volò di mano, mentre Henry schizzava in piedi per evitarla. Ci riuscì per un soffio.

Quando Emma si rialzò, e vide cosa aveva combinato, fece una delle facce più sbalordite che Henry avesse mai visto, e il ragazzo non resistette dall'immortalarla con il cellulare.

-Cheese!-

-RAGAZZINO, LEVA IMMEDIATAMENTE QUEL COSO DALLA MIA VISTA.- Henry non riusciva a trattenere le risate, mentre Emma lo fulminava con lo sguardo.

-Ormai la foto l'ho fatta! Oh, ma lo tengo pronto per quando la mamma vedrà cos'hai fatto al suo nuovissimo e immacolato divano bianco, che sinceramente non mi sembra più tanto bianco.- Emma guardò il divano. Cioccolata e panna erano ovunque, e ormai il divano era irrimediabilmente marrone con pezzi di panna qua e là.

-Merda, merda! Regina mi ucciderà. Faccio prima a preparare le valigie mentre non c'è, tanto lo so che mi caccerà! Quanto diavolo è grande quella macchia? Non potevo avere così tanta cioccolata nel bicchiere! Voglio dire, è scientificamente impossibile. Guarda quant'è piccola questa tazza e quanto è grossa la macchia.-

-A me quella tazza sembra enorme, e la macchia ancora di più.-

-Sei molto confortante.- disse la bionda, scoccandogli un'occhiataccia.

-E guarda che la cioccolata l'hai bevuta anche tu!- continuò.

-Beh, ma a chi credi che crederà la mamma? A me, il suo figlio preferito, o a te, che ogni due secondi rovesci qualcosa?-

Emma ripensò a tutte le volte in cui lei aveva cercato di dare la colpa ad Henry. In effetti, non c'era una volta in cui Regina le avesse creduto.

-Maledizione.- sussurrò, sbuffando. -E comunque è ovvio che sei il suo preferito, dato che sei anche l'unico.- aggiunse.

-Adesso che cavolo faccio? Potrei ricomprarlo, no?-

-Oh sì, potresti. Ma credi che facciano arrivare un divano entro le otto di sera? Perché altrimenti sei spacciata comunque.-

-Henry. Non devi necessariamente farmi vedere tutti i lati negativi della situazione, grazie.-

-Io vedo solo lati negativi. Ovviamente tranne che per la tua foto. Se la carico su Facebook sarà condivisa come minimo da tutti quelli che conosco.- da dopo “l'incidente”, faceva ancora fatica a smettere di ridere. Immaginava già le urla di Regina quando lo avrebbe scoperto.

-PROVA A CARICARE QUELLA FOTO DA QUALCHE PARTE E SEI TU QUELLO SPACCIATO.-

-Okay, okay!- Henry alzò le mani in segno di difesa, facendo finta di essere intimidito, ma sorrideva ancora.

-E smettila di ridere.-

-Io non sto ridendo!-

-Certo, certo.- Emma rifletté su quale fosse la cosa migliore da fare. Comprare un nuovo divano? Lo avrebbe fatto, ma Regina l'avrebbe scoperta comunque. Nascondere l'accaduto? Era impossibile, quando il divano su cui sicuramente Regina avrebbe voluto trascorrere la serata con la sua famiglia era chiazzato come fosse una mucca. Regina lo avrebbe scoperto comunque, non c'era niente da fare. Tanto valeva dirglielo sinceramente.

Emma preparò la cena, e poi attese il ritorno della moglie, mentre Henry finiva i compiti.

Appena aprì la porta, prima ancora che potesse mettere piede in casa, Emma la prese per le spalle e la baciò con passione.

Regina rimase per un attimo sorpresa, e poi ricambiò il bacio.

-Emma? Che succede?- disse, dopo che si staccarono.

-Allora, Regina. Non succede niente, piuttosto è successo qualcosa. - la bionda continuava a mordersi il labbro, e muoveva nervosamente il piede.

-Emma. Dimmi adesso che hai fatto così avrò più tempo per calmarmi, su. L'ho capito che hai fatto qualche casino, magari mi baciassi così ogni sera.-

-Sicura di volerlo sapere?-

-Sicura.-

-Horovesciatolacioccolatasuldivano.- confessò, tutto d'un fiato.

-Che diavolo hai detto?- Regina non aveva capito assolutamente niente. Mentre aspettava che Emma si decidesse a parlare, entrò in casa, si levò la giacca e la sciarpa, e posò la valigetta sulla sedia.

-Ecco, ehm... io... dovrei dire io ed Henry, ma più che altro io ho...rovesciato la cioccolata sul divano.-

In quel momento, Henry sbucò fuori dal nulla e fotografò l'espressione di regina, un misto di sorpresa, rabbia e incredulità.

-Ed ecco qui, adesso che ho anche questa posso pubblicarle entrambe.- ghignò.

-EMMA SWAN. DIMMI CHE E' UNO SCHERZO. Ti prego, dimmi che l'hai detto solo perché Henry potesse farmi la foto. Ti prego. Altrimenti ti avverto che non so cosa potrei farti.

Emma non rispose, ma le prese la mano e la condusse su per le scale, fino a davanti al divano.

-EMMA. COME DIAVOLO E' SUCCESSO. EMMA. PERCHE' C'E' UNA MACCHIA MARRONE GROSSA COME UNA CASA SUL MIO DIVANO.-

-Tesoro, calmati. Stavo portando la cioccolata ad Henry, e sono inciampata e...-

-Veramente la cioccolata la stava portando a se stessa.- intervenne il ragazzino.

-Sta' zitto tu!- Emma lo fulminò con un'occhiata.

Okay, okay. Regina. Contieniti, respira. Su, forza, è solo un divano. E' solo un divano, Regina. Non puoi arrabbiarti tanto per questo. Respira, uno, due, uno, due.

Riguardò il divano. Un'enorme macchia si estendeva su tutti i cuscini, parte dello schienale e di un bracciolo.

Nessuno disse nulla per un po', tutti attendevano la reazione di Regina, che si girò a fissare Emma.

Aveva due enormi occhioni verdi imploranti, e stava sfoderando la sua migliore faccia da cucciola. Anche se era la Evil Queen, non era in grado di arrabbiarsi con lei quando le faceva quella faccia. Henry, purtroppo, aveva preso da lei, insieme facevano le migliori facce da cuccioli della storia.

-Allora, Emma. Primo, vi avevo detto di non mangiare sul divano. Sapevo che sarebbe successo qualcosa. Secondo,te la faccio passare liscia. Ma solo per stavolta, ricordatelo. Solo per stavolta.-

Emma le saltò al collo, baciandola sulle guance e tra i capelli.

-Oddio, grazie! Grazie, grazie grazie! E scusa, prometto di non farlo più, e te ne comprerò un altro il prima possibile.-

-Sarà meglio.- disse Regina, sorridendo, mentre ricambiava l'abbraccio. Dopotutto, Emma era così, e lei la amava per quello che era.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - #14.Telefonata ***


 
Prompt: #14, telefonata
Titolo:  La sua Emma
Autore:  isabelle88
Fandom:  Once Upon a Time
Personaggi:  Emma Swan, Regina Mills, Henry Mills,  altri di passaggio.
Genere:  Slice Of Life
Rating:  Verde
Avvertimenti:  nessuno 
Lunghezza: 2318 parole- 4 pagine e un po'
Eventuali note dell’autore : ed ecco anche il terzo capitolo ;) appena ho letto il prompt mi è venuta l'ispirazione, e l'ho scritta di getto, quindi scusate eventuali errori di battitura :3 Grazie mille per le recensioni agli scorsi capitoli! mi rendono felicissima *^* come sempre, spero che anche questo vi piaccia, e alla prossima :* Ah, come titolo non sapevo cosa mettere, e ho messo una frase a caso XD 

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Emma finì la sua ciotola di latte stracolma di cereali e cioccolato, scompigliò i capelli ad Henry e diede un bacio sulla guancia a Regina.

-Ci vediamo stasera!- esclamò, uscendo per un'altra lunghissima giornata di lavoro.

Non aveva la minima voglia di uscire. Sarebbe voluta stare tutto il tempo a casa con la sua famiglia, a guardare la tv con Henry e coccolare Regina. Ma era lo sceriffo, e il dovere la chiamava.

Regina, nel frattempo, aveva deciso di rimanere a casa con Henry, che aveva un po' di febbre.

-Cosa faccio stasera da cena? Voglio fare qualcosa di speciale per Emma.-

-Boh, non saprei... sai che a lei piace qualsiasi cosa, basta che ci sia tu.-

Regina sorrise, mentre lavava le ciotole sporche di latte.

-Credo che farò un bel pollo con patate. Ti dispiace stare un po' in casa da solo, mentre vado a comprarlo? Prometto di sbrigarmi.-

-Certo, ma'! Ormai non sono più un bambino.- disse lui, avvolgendosi nella coperta.

-Okay. Fa' il bravo, e stai sul divano.-

-Ho solo un po' di febbre, non sono mica invalido!- protestò.

-Non mi interessa. Stai sul divano.-

-Okay. A dopo.- A Henry piaceva come Regina si prendesse cura di lui nonostante ormai avesse sedici anni.

-A dopo.- disse la mora, sbattendo la porta.

 

Regina tornò poco più tardi, ed Henry, come promesso, era rimasto sul divano a mangiare biscotti e guardare programmi fantastici (secondo Henry ed Emma) o inutili (secondo, ovviamente, Regina).

Dopo pranzo, Regina mise a cucinare per la cena. Voleva che tutto fosse buonissimo, per Emma. Volevo che si ricordasse di quella cena, ma, chissà come mai, era sicura che lo avrebbe fatto, indipendentemente da cosa lei avesse cucinato.

Dopo aver messo il pollo in forno, si sedette sul divano vicino ad Henry, che stava leggendo, ancora avvolto nella coperta.

-Cosa leggi?- chiese, cercando di vedere il titolo sulla copertina tra le mani del figlio.

-Harry Potter e i Doni della Morte.-

-Harry Potter? Davvero? Ma non è da bambini?-

-Mamma.- Henry la fulminò con lo sguardo.

-Okay, okay. Scusa, non dirò più che è da bambini. So che ti insegna tante cose ed è fantastico e bla bla bla, ora non rifarmi tutto il discorso, che altrimenti non la finiamo più.- disse Regina, alzando le mani in segno di arresa, mente poggiava la testa sulla spalla del figlio.

-Okay.-

Henry la circondò con le braccia. Sua madre gli sembrava così piccola, così fragile. Ora lui era più più alto -anche se ancora non superava Emma, maledizione-, e in confronto lei era un vero scricciolo, aveva quasi paura di romperla se l'avesse stretta troppo forte.

Regina, intanto, era impaziente, aspettava l'arrivo della bionda. Aveva preparato tavola, il pollo cuoceva, non aveva niente da fare, se non aspettare.

Aveva bisogno di sua moglie, subito. La voleva lì con lei, ad abbracciarla e coccolarla. Mentre pensava a come sarebbe stata la cena, il telefono squillò.

-Ma', vai tu? Sai che devo stare sul divano.-

-Hai la febbre, non sei mica invalido!-

Henry rise, e Regina gli tirò un cuscino, mentre si alzava per andare a rispondere.

Henry continuò a leggere avidamente, non vedeva l'ora di finire quel libro, ma dopo qualche minuto in cui non sentiva più la presenza di sua madre decise di alzarsi per andare a vedere dov'era. Dopotutto, gli avrebbe fatto bene sgranchirsi un po' le gambe.

-Mamma? Mamma?- chiamò, mentre andava verso il telefono in corridoio.

Trovò Regina immobile, davanti al telefono, la cornetta ancora in mano. Qualcuno stava parlando dall'altra parte, ma lei evidentemente non ascoltava.

Lo sguardo perso nel vuoto, la bocca semi spalancata, e una lacrima che le scendeva lenta sul viso.

-Mamma?-

-MAMMA! Che diavolo succede? Vuoi parlare?- Henry la prese per le spalle e la scosse dolcemente, finché Regina non sussurrò qualcosa.

-Cosa? Che hai detto?-

-Emma...-

-Emma? Che ha fatto la mamma?-

-Emma... ha avuto un incidente.- lo disse in un sussurro talmente flebile che Henry dovette accostare l'orecchio alla sua bocca per riuscire a capire.

-Cosa? Quando? Come? - Silenzio.

-Mamma! MAMMA! DIMMI QUALCOSA, TI PREGO!- Henry stava urlando, e scuoteva la madre sempre più forte, finché questa non lo strattonò via.

-Henry, SMETTILA! Io... io non so niente! Mi hanno solo detto che è grave, che...la stanno portando in ospedale.-

Ora le lacrime scendevano copiose sul viso di Regina, andando a infrangersi sul vestito viola che a Emma piaceva tanto.

-Henry...io...io non lo so. NON LO SO!- urlò, accasciandosi per terra.

-Okay, mamma. Mamma, ascoltami. Calmati, d'accordo? Si risolverà tutto, te lo prometto. Calmati però, su. Adesso andiamo da lei e vediamo cosa le è successo.-

Henry si accovacciò davanti alla madre, mentre con il dorso della mano le asciugava le lacrime che continuavano a scorrere.

-No, non mi calmo! LEI E' MIA MOGLIE E IO NE HO BISOGNO E-

-MAMMA! Ti ho detto di calmarti, maledizione! Così fai andare in panico anche me! Adesso andiamo in ospedale, e vediamo come sta. Su, forza.- la tirò su di peso, finché non riuscì a reggersi in piedi da sola.

-Guido io. - disse Henry, prendendo le chiavi e trascinando la madre fuori di casa.

-Ma...-

-Niente ma. Non sei nello stato per guidare.-

 

Arrivati all'ospedale, chiesero di Emma Swan.

-Oh, Emma Swan...mi dispiace, la stanno operando. Non potete ancora vederla, dovrete aspettare un po'.-

-Tipo quanto?-

-Non so, forse un'oretta.-

-IO NON ASPETTO UN'ORA PER VEDERE MIA MOGLIE, DIAMINE!- gridò Regina in faccia all'infermiera.

-La scusi, per piacere. E' ancora un po' scossa.- disse Henry all'infermiera. Poi si rivolse a sua madre:- Mamma, per piacere. Non rendiamo la situazione peggiore di com'è già. Per piacere.-

-O-okay.- rispose lei, in un sussurro.

Andarono nella sala d'attesa, per trascorrere quella che sarebbe stata l'ora più lunga della loro vita.

Mary Margaret, David e Neal erano andati a fare una gita sulla neve, per cui non sarebbero arrivati che dopo tre ore.

Rimasero in silenzio per tutto il tempo, nessuno osava fiatare.

Avevano solo paura (tanta, sopratutto Regina).

La mora provò a immaginarsi come sarebbe stata la vita senza sua moglie.

Senza Emma, senza la sua Emma.

Senza la persona a cui aveva giurato amore eterno, senza la persona che le rallegrava le giornate. Immaginò il risveglio al mattino. Il letto vuoto, freddo. Il lenzuolo piegato. Nessuna chioma bionda sparpagliata sul cuscino. Nessun corpo caldo accanto al suo. Nessuno che l'avrebbe consolata quando si alzava urlando la notte per un incubo, nessuno che le avrebbe preparato la cioccolata calda, nessuno che l'avrebbe baciata tornando dal lavoro.

Niente più occhi verdi, giacche di pelle e cannella su qualsiasi cosa.

Niente più giornate passate a coccolarsi, niente più giornate passate ad ascoltare gli scleri di Emma su qualsiasi telefilm, film o libro. Niente più briciole ovunque, niente più ansia per sapere se Emma sarebbe tornata a casa o no.

Niente di niente.

La sua vita senza Emma Swan non sarebbe più stata vita.

Smise di immaginare, perché faceva troppo male.

Le faceva male solo pensare il nome 'Emma'.

Così smise anche di pensare.

Stava lì e basta, aspettando che un maledetto infermiere uscisse da quella porta.

Una nuova prima lacrima aveva iniziato a scenderle lungo il viso, quando le porte si spalancarono e un'infermiera col camice blu e il viso arrossato uscì correndo.

Henry scattò in piedi e le sbarrò la strada.

-Come sta mia madre?-

-Emma Swan?-

-Sì, lei.-

-E'...sua madre?- l'infermiera squadrò Henry da capo a piedi.

-Le ho chiesto come sta.- ribadì Henry, duramente.

-Non...non bene. E' in coma. E' salva, ma è in coma.-

-Oddio, grazie! Graziegraziegrazie!- esclamò Regina che, in un impeto di felicità, abbracciò l'infermiera.

Nulla era mai stato più bello che le due parole "E' salva". Nulla.

Henry, però, non era così felice.

-E'...è in coma? Si risveglierà, non è vero? Ce la farà?-

L'infermiera si morse il labbro, fissandosi i piedi.

-Non... non lo sappiamo. Potrebbe non svegliarsi più.-

La felicità svanì dal viso di Regina

-C-cosa? Avete provato con la magia?-

-No! Noi non usiamo la magia, e lei lo sa. Ma non c'è niente che anche la magia possa fare. E poi...-

-Sì, lo so. La magia ha un prezzo. Ma non esistono prezzi troppo alti quando si tratta di Emma.-

-Dobbiamo solo aspettare, e aspettare. Nel frattempo, se volete, potete vederla.-

-O-okay.-

L'infermiera li condusse fino alla stanza di Emma, la 2O8.

Regina odiò quel numero, e lo avrebbe sempre odiato.

-Eccoci. Potete entrare, ma per poco.-

-D'accordo.- disse Henry, annuendo, ed entrò per primo.

Sua madre era sul letto, coperta da un lenzuolo, ma non sembrava sua madre.

Quella non era sua madre.

Era quasi irriconoscibile. Aveva lividi ovunque, soprattutto sul viso, era più viola che pallida come al solito. Aveva un braccio e una gamba rotti, e, l'infermiera disse, anche tre costole. Aveva rischiato di rompersi la colonna vertebrale, ma fortunatamente era ancora intera. Aveva anche avuto un'emorragia interna vicino ai polmoni. Era quello, spiegò, che l'aveva portata al confine tra la vita e la morte.

-Ora vi lascio un po' soli.- l'infermiera uscì chiudendo la porta.

Regina si avvicinò alla moglie.

-Io...- iniziò a parlare, accarezzandole dolcemente una guancia, ma si bloccò subito.

-Io...dio, Henry, io non ce la faccio. E'...è troppo.- andò a rifugiarsi tra le braccia del figlio, che la strinse, affondando il viso nei suoi capelli.

-Lo...lo so.-

Ora piangeva anche lui, per la prima volta da quando aveva saputo dell'incidente. Era stato così scioccante vederla che... non sapeva spiegare quello che provava. Non aveva ancora accettato l'idea che lì sotto tutto quelle fasciature ci fosse veramente sua mamma, la sua mamma incasinata e fragile e pasticciona, ma allo stesso tempo così determinata e forte.

Solo i lunghi capelli biondi che le circondavano il viso gli fecero credere che quella era davvero lei.

Regina si riavvicinò al letto, e prese la mano di Emma.

Quelle lunghe dita esili, ora senza vita tra le sue. Quante volte l'avevano accarezzata, abbracciata, coccolata...

Regina si impose di non pensare più alla vecchia Emma, sempre che ce ne sarebbe stata una nuova. No, Regina, ci sarà. Ci dovrà essere. Lei è Emma Swan, la donna più forte che tu abbia mai conosciuto, e lei si risveglierà. Pensa positivo, su, anche se è dura.

Era più che dura, era quasi...impossibile.

Le strinse più forte la mano.

-Emma...io...oddio, io ti amo così tanto. Ti prego, Emma, svegliati. E' l'unica cosa che devi fare. So che è difficile,bma devi farlo. Ti prego. Io ho bisogno di te. Ho bisogno di te e tu lo sai. Ho bisogno di qualcuno che lasci le sue inguardabili giacche ovunque, di qualcuno che mangi qualsiasi cosa in qualsiasi quantità io faccia da mangiare, ho bisogno dei tuoi fantastici capelli e dei tuoi occhi verdi. Ho bisogno dei tuoi baci, Emma. - Regina fece una pausa, mentre riprendeva ad accarezzarle piano piano il viso.

-Ho...ho anche bisogno di parlarti. Di dirti una cosa. Io...Emma, noi abbiamo bisogno di te. Non solo io, non solo Henry e non solo i tuoi. I-io sono incinta, Emma. Non ho la più pallida idea di come sia successo, ma Emma, tesoro, noi avremo un bambino, ti rendi conto?- la voce della mora era rotta dai singhiozzi.

-Un piccolo incrocio tra di noi.- continuò.

-Lui ha bisogno di te. O lei ne ha bisogno, chi lo sa. Ne ha bisogno più che mai. Non può crescere senza una madre.- Regina piangeva, e stringeva la mano di Emma sempre più forte. Henry era rimasto scioccato dalle parole della madre. Avrebbe avuto un fratellino o una sorellina! Era totalmente incredibile, e lui ne era estasiato. Quel bambino sì che sarebbe stato il frutto del vero amore, sicuramente.

-Henry, io vo-volevo dirlo oggi a cena, ma... cosa ne dici?- Regina fissò Henry, quasi supplicante, sperando che avrebbe preso bene la cosa.

-Mamma, è semplicemente fantastico. E' la cosa più bella che mi sia mai capitata.-

Regina stritolò Henry tra la sue braccia, mentre con una mano continuava a tenere quella di Emma, che si mosse all'improvviso.

-HENRY!-

-Che c'è?-

-Si... si è mossa.- Regina guardò Emma, speranzosa.

Le dita continuavano a muoversi, così come le palpebre.

Emma aveva sentito tutto. Ogni singola parola di Regina. Ed era felice, avrebbe voluto saltare giù da quel lettino ed esultare dalla gioia e abbracciare Henry e baciare Regina, avrebbe voluto accarezzarle la pancia anche se sapeva che non si vedeva ancora, avrebbe voluto parlare con lei del bambino, di loro figlio. Suonava così bene, 'di loro figlio'. Sarebbe stato bellissimo. Ma c'era qualcosa, qualcosa di incredibilmente resistente che la teneva legata a quel lettino, che la stava per spingere giù, verso l'altro mondo. E lei non voleva, e lottava, lottava con tutte le sue forze, per tornare dalla sua famiglia. Lei aveva bisogno di loro, così come loro ne avevano di lei.

-Henry, chiama qualcuno. Credo che si stia svegliando.-

Henry non aveva mai visto sua madre così felice, mentre correva fuori a chiamare un infermiera.

Regina, intanto, sperava, sperava come non mai.

Su, Emma. Ci sei quasi, sei quasi da noi. Con noi.

La bionda cercava lentamente di aprire gli occhi. La luce del neon la feriva, e faceva fatica anche a compiere un gesto così banale. Riuscì, con uno sforzo immane, ad aprirli completamente.

La prima cosa che vide fu Regina, la sua Regina.

-Mio dio, Emma...-

Prima che potesse dire qualcosa Regina posò le labbra sulle sua, delicatamente, timorosa di farle male.

-Emma, Emma, Emma- Regina non riusciva a dire altro, mentre piangeva, stavolta di felicità. Non si era mai sentita meglio. Era felice, solo felice. Felicissima.

-Re-regina.- la voce le uscì flebile, ed era il massimo di quello che riusciva a fare.

-Oh, amore. Non preoccuparti se non riesci a parlare, okay? Parlerò io. Oddio, Emma, ho avuto così paura di perderti che- venne interrotta da Henry che entrava nella stanza con un infermiera.

-Mi scusi, potrebbe uscire, ora? Dovremmo controllare la paziente. E'...è talmente strano che si sia svegliata così presto.-

A Regina non sembrava strano. Emma era riuscita a svegliarsi per lei, per loro. Non avrebbe mai permesso al suo secondo figlio di crescere senza di lei, non quando già si era persa i primi dieci anni di Henry. Emma ce l'aveva fatta grazie a loro. Era stato il loro amore, il vero amore, a darle la forza per svegliarsi. Erano stati Regina, ed Henry, e la nuova vita che lentamente stava crescendo dentro la moglie. Regina lo sapeva. Oh, la sua Emma. Loro ce l'avrebbero fatta sempre e comunque, contro tutto e tutti. Regina lo sapeva.

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - #9. Regali di Natale ***


Prompt: #9, Regali di Natale
Titolo: Io voglio quello per Natale!
Autore: isabelle88
Fandom: Once Upon a Time
Personaggi:  Emma Swan, Regina Mills, Henry Mills
Genere: Slice Of Life
Rating: Verde
Avvertimenti: nessuno

Lunghezza: 1734 parole – 3 pagine e mezzo
Eventuali note dell’autore : Eccoci al quarto prompt! Mi sembrava logico scegliere 'regali di natale', dato che è la Viglia :') Io li ho già aperti quasi tutti, è una tradizione aprirli il 24 appena dopo cena! Erano tutti fantastici, e soprattutto ho avuto il mio pc nuovo :') a voi com'è andata? Beh, buon natale! E spero, come sempre, che la shot vi piaccia ;) Ah, Henry ha dieci anni.
Partecipa alla challenge :Challenge “Slice of Life” indetto da areon sul forum di EFP

 

-OH MIO DIO. MAMMA. MAMMAAAAA.-

Henry si era messo a gridare nel bel mezzo del centro commerciale, facendo girare più della metà dei presenti. Nello sentire 'mamma' sia Emma che Regina si erano girate di scatto, preoccupate.

Emma corse dietro al bambino e gli mise una mano sulla bocca.

-Shhh! Non c'è bisogno che sentano proprio tutti, eh!-

Henry prese il polso della madre e si liberò dalla stretta.

-Ma mamma, guarda! Non è bellissimo?- Emma seguì il dito di Henry con lo sguardo, per vedere cosa stava indicando.

-IO VOGLIO QUELLO PER NATALE! Vi prego. Voglio quello, e solo quello. Per piaceeeere.-

-Henry, quel coso non entrerà mai in casa mia. Mai.- sentenziò Regina.

-Mamma! Come fai a dire una cosa del genere? Non vedi com'è tenero e coccoloso?-

Regina guardò di nuovo il cagnolino che Henry continuava ad indicare, spiaccicando il il dito paffuto sulla vetrina. Doveva ammettere che era carino, ma Henry poteva scordarselo.

-Però , Regina...- si intromise la bionda.

-Emma, non prendere le parti di tuo figlio.-

-Quando fa qualcosa che non va è sempre mio figlio.- disse, sbuffando.

-Comunque, perchè no? E' veramente la cosa più tenera e coccolosa che sia mai esistita! Cioè, appena lo vedi ti viene voglia di strapazzarlo e- continuò lo sceriffo, ma Regina la interruppe.

-Emma, no. Quando dico no è no, e mi sembra che lo sappiate bene entrambi!-

-Ma mamma...-

-Niente ma! Ora andiamocene.-
Regina afferrò la mano di un Henry abbastanza scocciato, mentre Emma li seguiva, qualche metro dietro, pensando. Dopotutto, un cane sarebbe stata una bella cosa. A lei piacevano gli animali, e con quel cucciolo era stato amore a prima vista! Era rimasto lì a guardarli tutto il tempo, scodinzolando,e quando se n'erano andati si era accucciato, triste. A Emma niente aveva mai fatto più pena, ma sapeva che c'era poco da fare quando Regina si metteva in testa qualcosa.

Almeno in questo aspetto del carattere erano simili. Forse solo in questo.

Continuarono il loro giro di shopping prenatalizio, per farsi venire qualche idea sui regali che avrebbero dovuto comprare.

Nè Emma né Regina avevano la minima idea di cosa fare all'altra. Volevano entrambe che fosse qualcosa di speciale, ma cosa? Regina ci pensava già da mesi, e non le era venuta nessuna bella idea, mentre Emma aveva appena iniziato a cercare, intanto era solo l'8 Dicembre!

Nei giorni successivi, quando Regina usciva, ogni santa volta si ritrovava davanti a quel negozio, senza avere la minima idea di come ci fosse finita. Si ritrovava a guardare la vetrina, con quell'adorabile - no,Regina, non è adorabile- cagnolino a fissarla, gli enormi occhioni imploranti, che le dicevano' portami via, ti prego', ogni singola volta. Ma lei non avrebbe ceduto, non voleva nessuna palla di pelo scorrazzante in casa.

Discusse spesso con Emma, che continuava ad essere dell'idea che un cane avrebbe fatto bene alla famiglia.

-Dai, Regina, ci prometto che ce ne prenderemo cura noi e solo noi. Tu dovrai solo coccolarlo quando ne avrai voglia e lanciargli una pallina ogni tanto. Noi penseremo al resto!-

Eccola, la cavolata. Regina non voleva un cane perchè era sicura che sarebbe finita all'inverso di quello detto da Emma. Lei avrebbe dovuto fare tutti i compiti noiosi e sporchi, mentre gli altri due se la sarebbero spassata.

-Davvero, le cose tipo svegliarci alle sei di mattina e uscire al freddo e al gelo per fargli fare la passeggiata, o portarlo dal veterinario o fargli il bagno le faremo noi, Regina. Te lo prometto.- Emma però sembrava davvero disposta a farlo, glielo vedeva nello sguardo speranzoso.

La teneva stretta per la vita, e i loro nasi quasi si sfioravano. A Regina venne d'istinto baciarla, con quanta più passione aveva.

-Wow... lo prendo come un sì?- mormorò Emma, ancora senza fiato.

-Prendilo come un vediamo, okay? Ma è sempre più un no che un sì.-

Alla bionda andava bene comunque, significava che il piano di convincimento ideato da Henry stava andando a buon fine.

Henry stava diventando un figlio modello. Credeva che se avesse dimostrato a Regina di essere responsabile e adulto per la sua età, lei avrebbe almeno considerato l'idea di avere un cane. Avrebbe capito che lui ci teneva davvero, più di quanto tenesse alla PlayStation o a qualsiasi altro stupido oggetto che avesse mai desiderato. Lavava i piatti dopo il pranzo, aiutava Regina in cucina, e, cosa che credeva gli avesse fatto guadagnare più punti di tutte, svegliava Emma nelle mattine dei weekend.

-Ma sono solo un bambino!- protestò.

-Henry, non giocarti la carta dell'età. Sei suo figlio.-

-E sei tu che dormi con lei! Ti prego, almeno questo no, una volta ha cercato di mollarmi un pugno.-

-Devo ricordarti l''unghiata che mi ha dato?-

-E va bene, va bene, lo faccio io.- accettò, sbuffando.

Regina notava questi piccoli cambiamenti, ma non era ancora arrivata al fatto che erano strategie per farsi comprare il cane. Non pensava che Henry ci tenesse davvero così tanto.

Emma, nel frattempo, aveva girato per Storybrooke almeno venti volte, alla ricerca del regalo giusto per la sua fidanzata. Ma non ne aveva idea, zero, assolutamente niente. Le sembrava tutto troppo banale, troppo scontato, un regalo troppo classico.

Lei voleva qualcosa di speciale, per una persona speciale.

I giorni passavano, e Natale si avvicinava sempre più.

-Regina, sei sveglia?- sussurrò Emma, nel buio della loro camera, illuminato solo dalla debole luce della luna.

-Sì.-

-Allora, cosa regaliamo ad Henry?-

-Oddio, Emma basta pensare ai regali!Sei ossessionata, parliamo solo di quello, ventiquattr'ore su ventiquattro!-

-Ma ormai manca poco... e voglio qualcosa di speciale per lui. E' il Natale dei suoi dieci anni, voglio che sia speciale, come tutti gli altri finora. Voglio che se lo ricordi.-

Regina si girò su un fianco, in modo da guardare Emma negli occhi.

-Credo che dovremmo comprargli quel cagnolino.- continuò.

-No, Emma. Ti ho già detto che non lo voglio!-

-Ma lui ci tiene così tanto! Sarà delusissimo quando aprirà i regali e troverà gli ennesimi videogame, non credi?-

-Non mi sembra ci tenga tanto, ne parli più tu di lui.

-Beh, ma lui cerca di fartelo capire attraverso le cose che fa. Prende bei voti, ti aiuta in casa, mi sveglia di mattina...-

-Allora lo sai anche tu che sei un pericolo di mattina!-

-Non sono un pericolo! Sono solo... -

-Pericolosa. Dobbiamo tenerci almeno a un metro di distanza, quando ti veniamo a svegliare.-

Regina rise, e Emma le tirò un cusino.

-Ehi!-

-Comunque, parlando di cose serie, non lo avevi ancora capito?-

-Sinceramente no. Vedevo che, come dire, è più...mi aiuta di più. E comunque ha sempre preso bei voti.-

-Vabbè, era solo per inserire altre qualità positive nel mio 'discorso-convinci-Regina.'-

-Okay, Emma, vedremo. Ora dormiamo, che è tardi.-

Posò un leggero bacio sulle labbra di Emma, e si addormentarono abbracciate.

La mattina di Natale arrivò veloce, più velocemente del solito, almeno così sembro alla famiglia Swan-Mills.

-MAMMEEEEEEEEEEEEEEEE!- urlò Henry, buttandosi di peso su Emma e Regina, che ancora dormivano.

-Ahi, Henry! Ma che ore sono?- si lamentò Regina, guardando la sveglia.

-SONO LE SETTE E UN QUARTO! Henry, sappi che mi vendicherò.- sbuffò Emma, infilando la testa sotto il cuscino.

-Ma è Natale!-

-Non importa! C'è una regola che dice che a Natale non si dorme?-

-Su, Emma, cerca di essere meno scontrosa del solito, almeno per questa mattina.- disse Regina, sorridendole.

-Okay, okay. Ci proverò.-

Henry le saltò addosso, abbracciandola, mentre lei cercava di alzarsi, ributtandola sul letto.

-Ehi! Ma così...-

-Emma.-

-Okay, okay. Mi trattengo.- Emma ricambiò l'abbraccio di Henry, seduta sul letto, mentre Regina li guardava sorridendo.

-Ah, Buon Natale!- esclamò Henry, includendo anche Regina nell'abbraccio.

-Buon Natale anche a te, ragazzino.-

-Su, non sei curioso di andare a vedere i regali che ci sono sotto l'albero? Sempre se ci sono, ovviamente!-

Henry sciolse l'abbraccio e sfrecciò via, al piano di sotto.

Emma ne approfittò per baciare Regina, con un bacio vero, dolce ma passionale.

-Buon Natale anche a te.- sussurrò, affondando il viso nei capelli profumati di Regina.

Rimasero così, abbracciate, stringendosi con quanta più forza avevano, finchè Henry non spalancò nuovamente la porta urlando:- CI SONO! CI SONO UN SACCO DI REGALI!-

Emma e Regina lo seguirono giù per le scale, e si sedettero tutti a gambe incrociate vicino all'albero.

-Su, Henry, scegline uno e inizia!-

Henry prese un pacchetto abbastanza piccolo, e dentro trovò un videogioco che voleva da mesi.

Aprirono un regalo a testa, iniziando dai più piccoli, fatti da amici e parenti, fino ad arrivare a quelli che si erano fatti tra di loro.

-Emma, questo è per te.- disse Regina, porgendogli un pacchetto che sembrava una scatola.

La bionda lo scartò, velocemente, e aprì la scatola. Dentro c'era un maglione, con disegnato un cigno con indosso una corona.

Un cigno.

E una corona.

Loro due.

Emma si avvicinò a Regina e la baciò, sussurrandole 'grazie' all'orecchio.

-Appena l'ho visto ho pensato a noi due.-

-E'.. è perfetto!- lo sceriffo si tolse il maglione che aveva indosso, e lo mise subito.

-Ti sta benissimo.- disse Regina, sorridendo. Emma ricambiò il sorriso.

-Adesso tocca a te, mamma!- esclamò Henry, porgendole un pacco quasi più grosso di lui.

Emma e regina risero nel vedere i goffi tentativi che faceva di sollevarlo e prenderlo per darlo a Regina.

-Aspetta, tesoro, ti aiuto io.- Emma gli prese il pacco dalle mani, e lo posò vicino alla mora, che, come l'altra, lo scartò velocissima, curiosa di sapere cosa ci fosse dentro.

Era un enorme bacheca, con scritto in cima 'la nostra storia'.

C'era tutto di loro, foto, biglietti, frasi, da quando si erano conosciute a quel momento esatto.

C'era il primo compleanno di Henry passato insieme.

C'era quando Emma aveva traslocato da loro, quando Emma aveva chiesto a Regina di sposarla.

C'era quando erano andati in vacanza in Florida, c'erano Regina urlante con Emma e Henry sorridenti sulle montagne russe, c'era il loro primo ballo, c'era il loro primo appuntamento.

C'erano loro, c'erano Emma, Regina ed Henry.

C'erano, ed erano una famiglia.

-Emma, è...è bellissimo.-

regina buttò le braccia al collo della fidanzata, affondando il viso nei suoi capelli.

-Ti amo.-

-Ti amo anch'io.-

-Potreste evitare di baciarvi di nuovo?- domandò Henry, con un'espressione disgustata.

Emma e Regina risero, sciogliendo l'abbraccio.

-Beh, io credo che bisogni aggiungere qualcosa alla nostra storia.-

La mora prese un bigliettino e scrisse 'il nostro primo cagnolino', fissandolo con una puntina in fondo.

-Cosa? Mamma? MAMMA! MI HAI PRESO IL CANE! Mammaaaaaaaaa! Non sai quanto ti voglia bene!-

-Lo andiamo a scegliere insieme oggi pomeriggio, okay?-

-Okay!- Henry era entusiasta, e saltellava in giro per la casa.

Emma guardava Regina sorridendo, e le prese la mano.

-Grazie.-

-Forse avevi ragione. Non so, forse un cane ci farà bene, in qualche modo. Ma devi promettermi che lo porterai tu in giro la mattina.-

-Ecco, non è che potremmo fare a giorni alterni?-

-Emma!-

-E dai, stavo scherzando!- disse, ridendo e posando la testa sulla spalla di Regina, che le diede un bacio tra i capelli.



Note dell'autrice pt.2: Il maglione che Regina regala ad Emma è quello indossato da Jennifer Morrison e Lana Parrilla in queste foto. ( http://instagram.com/p/tlvROtt5H1/   http://instagram.com/p/tp0JqBt5KU/ ) Inutile dire che quando le ho viste ho fangirleggiato come non mai! :D *^* E di nuovo, BUON NATALEEEEEEEEEE <3

 

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - #17. Vacanza ***


Prompt: #17, Vacanza
Titolo: Sulla neve!
Autore: isabelle88
Fandom: Once Upon a Time
Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Henry Mills
Genere: Slice Of Life
Rating: Verde
Avvertimenti: nessuno
Lunghezza: 2221 parole, 5 pagine
Eventuali note dell’autore : ehilà! Scusate se non ho ancora risposto alle recensioni degli ultimi capitoli, prometto di farlo subito! E' che tra Natale e tutto non ho avuto tempo, è stato già difficile riuscire a scrivere questa shot con parenti e cugini urlanti in giro per casa XD E' un po' più lunga delle altre, ma non sapevo dove tagliare! Spero vi piaccia comunque, e BUON ANNOOOOO! -Anche se è ancora il 31, ma vabbè- u.u


 

Partecipa alla challenge :Challenge “Slice of Life” indetto da areon sul forum di EFP.

 

Emma, con incredibile fatica, riuscì a far entrare anche l'ultima valigia in macchina. Era stata una delle imprese più difficili e faticose della sua vita, e ora ogni angolino dell'auto era pieno di roba.

-Ma', e io adesso come cavolo salgo?-

Giusto, c'era anche Henry. Maledizione! Si era completamente scordata di lui.

-Ehm... usa un po' di immaginazione!-

Per miracolo, il ragazzo riuscì a oltrepassare le valigie accatastate sui sedili per raggiungere il suo posto.

-E la mia adorata mogliettina dov'è?- chiese Emma, ironicamente.

-Dev'essere ancora in casa.-

-REGINAAAA! TI MUOVI O NO?-

-UN ATTIMO!-

Ma quanto diavolo ci metteva a prepararsi?

Dopo un tempo ben più lungo di un attimo, Regina apparve sulla soglia di casa, trascinando con sé un trolley.

Emma scosse la testa per la disperazione.

-Regina, tesoro. Dimmi che non è quello che penso.-

-Cosa?-

-UN'ALTRA VALIGIA! Hai portato un'altra valigia. Non ti bastano le duemila in macchina?-

-Ma questa...-

-Non dirmi che è fondamentale, perchè lo hai detto di tutte.-

-Non è colpa mia se le tute da sci occupano spazio! E poi, dai, tesoro, questa può ancora starci.- disse, sorridendo.

-No, non ci sta. E' impossibile! Ogni angolo della macchina è stipato di roba. E non mentirmi, so benissimo che tu non hai tute da sci. Come fai a portarti tutte queste cose per una sola settimana?- Emma era incredula. A lei era bastato un vecchio borsone.

-Comunque, scegli. O lasciamo a casa una valigia o nostro figlio.- continuò.

Regina sbuffò.

-Okay, okay. Togli quella fuxia.-

Emma guardò il bagagliaio. La valigia prescelta era in fondo, sommersa dalle altre.

-Non puoi proprio sceglierne un'altra, eh?-

-No.- rispose Regina, sorridendo.

Emma le scoccò un'occhiataccia, mentre iniziava a togliere nuovamente le valigie dal bagagliaio per prendere quella fuxia.

Quando finalmente Regina fu soddisfatta e la macchina stracolma, Emma si sedette al volante e partirono.


 

Dopo ore di viaggio, arrivarono al loro albergo, uno splendido hotel proprio sulle piste.

Regina mise un piede giù dall'auto, e lo ritrasse immediatamente.

Dopo aver osservato il terreno, riprovò a posarlo a terra, cauta, lentamente. Quando fu sicura di essere abbastanza stabile, scese con entrambi i piedi, e si alzò. Riuscì a rimanere in equilibrio per qualche secondo, prima di tentare di fare un passo e scivolare inevitabilmente sul ghiaccio.

-AAAH!-

Un attimo prima che finisse col sedere sulla neve, Emma la afferrò per un braccio, e la sollevò di peso, ridendo. Regina la guardò, e scoppiò a ridere con lei.

-Sai, credo che quelle non siano le scarpe più adatte per una vacanza sulla neve.- Emma osservò i suoi tacchi, scuotendo la testa. Regina non era Regina senza un paio di scarpe col tacco ai piedi.

-Ti sembrerà strano, ma lo credo anch'io. E' solo che senza tacchi sono ben più bassa di te, e non voglio sfigurare!-

La bionda si ricordò di quanto le era sembrata piccola e fragile sua moglie la prima volta che l'aveva vista scalza. Era così... quasi tenera, avrebbe osato dire. E lei la adorava. Mentre Regina cercava di stare in piedi, Emma la prese in braccio.

-Ma che fai?-

-Salvo una regina in difficoltà.- disse, continuando a sorridere. La fece sedere nel bagagliaio, da dove Henry stava togliendo le valigie, e le tolse le scarpe per sostituirle con un paio di comodi doposcì.

-Dai, su, andiamo a vedere l'albergo. Le valigie le prendiamo dopo.- propose Emma.

Henry non se lo fece dire due volte, e corse verso l'entrata. Regina continuava ad appoggiarsi ad Emma comunque, terrorizzata dal cadere di nuovo, e fare un'altra figuraccia.

-Sai, credo che sarà una vacanza fantastica.- le sussurrò Emma nell'orecchio, posandole un bacio tra i capelli.

-Lo credo anch'io.- disse Regina, stringendo la moglie a sé per il fianco.


 

La mattina dopo, Regina spedì Henry alla scuola di sci, per passare la giornata sola con la moglie.

-Andiamo ad affittare gli sci?- propose Regina, non appena Henry se ne fu andato. Era entusiasta e si vedeva, felice di trascorrere una delle poche vacanze che avesse mai fatto con le persone che amava di più.

-Dobbiamo proprio?- mugugnò Emma, mezza addormentata. Era ancora a letto, sommersa da qualcosa come cinque piumini.

-E' così caldo e soffice qui... vieni anche tu.- si spostò di lato per fare spazio alla mora, e batté la mano sul materasso per invitarla a sdraiarsi.

-No, grazie, so che se mi sdraio non mi alzo più.-

-E allora? Non è questo il bello? Sei in vacanza, puoi fare quello che vuoi!-

-Stare a letto tutto il giorno posso farlo anche a casa. Suu, andiamo a prendere gli sci e tutto il resto.- Regina, ovviamente già vestita di tutto punto, afferrò Emma per un braccio, facendola sedere, e le tolse le coperte.

-AAAH! Fa freddo!- strillò la bionda, tirandosi nuovamente su il piumino.

-E allora vestiti, forza!-

Emma, con il broncio per essere stata svegliata così brutalmente, si alzò, andò in bagno e si vestì, indossando la tuta da sci comprata con Regina la sera prima, in un negozio vicino all'hotel, costata quanto un mese del suo stipendio.

"Te l'avevo detto che dovevamo comprarle a Storybrooke!" si era lamentata, guardando il cartellino del prezzo.

"Ma non vedi quanto sono chic qui?' le aveva risposto Regina, sorridente.

Emma aveva notato che sorrideva sempre, da quando erano lì, e ne era felice, perché Regina non sorrideva spesso.

In pochi minuti Emma era pronta, e dopo aver mangiato una brioche andò con Regina al negozio per affittare gli sci.

Regina scelse i suoi, dei bellissimi sci bianchi con ricami rossi, -aveva pagato dieci dollari in più per poter scegliere il colore - e poi il negoziante si rivolse ad Emma.

-Che numero ha di scarpe?-

-Trentanove.-

-Perfetto. Allora questi sono suoi.- disse, mettendo sul bancone un paio di vecchi scarponi.

-E sci? Che modello vuole?- chiese, indicando la parete ricoperta da qualsiasi tipo di sci alle sue spalle.

-Ci sono i classici, quelli a doppia punta, da alpinismo, da...-

-Io non.. non ho idea.-

-Quelli classici andranno benissimo.- intervenne Regina, aiutando Emma, che, cosa accaduta raramente da quando la conosceva, era a disagio.

Il negoziante regolò gli sci secondo lo scarpone, ci aggiunse le racchette e porse il tutto ad Emma. Imitando Regina, lo sceriffo si mise gli sci sulla spalla, gli scarponi ai piedi,prese le racchette in mano e uscì dal negozio per dirigersi verso le piste.

Appena fuori, Regina posò i suoi sci, e si girò verso Emma.

-Emma , tesoro. Non dirmi che non hai mai sciato.-

Emma si morse il labbro.

-Ehm, sì che ho sciato, ma è stato tanto tempo fa e...-

-Non mentirmi! Riconosco quando lo fai. Tu non hai mai sciato!-

-Come hai fatto a capirlo?-

-L'ho capito quando guardavi le file di sci come se fossero tanti piccoli alieni.-

-No, okay. Non ho mai sciato! E' la prima volta che ho un paio di sci in mano e non ho la minima idea di come funzionino, questi cosi.- confessò, guardandoli disgustata.

Regina rise.

-Beh, che c'è da ridere?-

-Oh, niente, Emma. Niente. E' solo che sei così adorabile.-

-Io non sono adorabile.-

-Fidati, lo sei.- sussurrò Regina, avvicinandosi a lei. Le scostò una ciocca di capelli dal viso, mettendola dietro l'orecchio, e la baciò dolcemente.

-E adesso spiegami perché hai scelto di fare una vacanza sulla neve se non sai sciare.-

-Ecco, io adoro la neve e pensavo che beh, sarebbe stato divertente!-

-Oh, sarà divertente. Vederti fare tutta la pista sul sedere sarà divertente.- disse la mora, ridendo.

-Quanto sei stupida.- Emma prese un po' di neve dal muretto dietro di lei, la lanciò addosso a Regina.

-Emma Swan-Mills. Non osare mai più.- Cercava di essere seria, ma ridere le veniva spontaneo, da quando erano lì. Prese anche lei un po' di neve, formò una pallina e la lanciò addosso alla bionda, che cercava goffamente - e inutilmente - di correre via con gli scarponi ai piedi. Regina era così felice, spensierata. Era una vacanza perfetta.


 

Dopo molti tentativi, la mora riuscì a far mettere gli sci ad Emma, e anche a farle prendere la seggiovia.

Scendendo, Emma riuscì miracolosamente a non cadere, evitando così di bloccare tutti.

-Dai, stai andando alla grande! Tutti cadono alla loro prima discesa dalla seggiovia, solitamente.-

-Quindi merito una ricompensa, in quanto futura campionessa di sci. -

-Che genere di ricompensa?-

Emma si portò un dito alle labbra.

-Ohh, e va bene.- Regina si sporse in avanti e la baciò.

-Contenta, adesso?-

-Contentissima.-

La prima discesa di Emma sugli sci non fu quella che si dice ' una passeggiata'. Piuttosto, quando finì, Emma era incredibilmente stanca e sudata e non vedeva l'ora di mangiare a andare a letto, mentre Regina era solo divertita dal record di cadute in una pista che Emma aveva probabilmente battuto.

-Diciamo che sciare non è proprio il tuo sport, ecco.- aveva affermato Regina, ridendo sotto i baffi.

-E dai, smettila! In compenso so pattinare da dio.-

-Beh, ma qua siamo sulla neve, non sul ghiaccio!-

-Dettagli.-

Emma comunque non si lasciò abbattere dal suo primo disastroso risultato, e andò alla baby pista. Era alta almeno un metro in più di tutti quelli che scendevano giù per quella mini discesa, ma non si scoraggiò. Regina sciava all'indietro per non perderla d'occhio, come fanno i maestri con i bambini piccoli. C'era il serio pericolo che venisse investita da qualcuno, o, peggio, che investisse qualche nanerottolo che passava sfrecciando vicino a loro.

-Su, Emma, piano. Vieni avanti, brava, così!-

Era riuscita a fare i suoi primi dieci metri senza cadere. Esultando per il suo record, alzò le braccia in segno di vittoria, e cadde rovinosamente, prendendo una bella facciata.

Regina scoppiò a ridere.

-Proprio adesso che stavi andando così bene!-

-Shh. Lo sai che sciare non è il mio sport.- borbottò Emma, rialzandosi.

Fece quella stessa, cortissima, noiosissima discesina per tutta la giornata, fino a quando riuscì a non cadere nemmeno una volta. Non si poteva dire che Emma Swan-Mills non avesse forza di volontà e determinazione, perchè ne aveva in abbondanza.

Era talmente felice quando ce la fece, che finita la discesa si buttò in terra, baciando la neve e gridando:" CE L'HO FATTA! PREPARATEVI, DA DOMANI EMMA SWAN-MILLS SFRECCERA' GIU' COME UN MISSILE!"

Regina rideva, mentre cercava di tapparle la bocca per evitare che i pochi che non le stavano già guardando iniziassero a fissarle come fossero due pazze scatenate.

Alla fine della giornata, andarono a prendere Henry alla scuola di sci, per poi cenare tutti insieme, con bourgignon e cioccolata calda -con inevitabile panna e cannella-.

La mattina dopo, Emma propose di andare a pattinare sul ghiaccio, nonostante avesse voglia di fare vedere a Regina che sarebbe diventata una sciatrice provetta, ma il suo sedere l'aveva supplicata di rimandare al giorno successivo.

Henry era felicissimo, anche perché non era andato spesso a pattinare, e aveva una gran voglia di imparare. Regina aveva pattinato solo qualche volta, e le piaceva abbastanza, ma non era molto brava.

-Non vi preoccupate, io sono un genio del pattinaggio!- li rassicurò Emma, fiera di se stessa.

-Sei sicura, ma'? Io non ti ci vedo molto a pattinare. Secondo me è più brava la mamma, è più... aggraziata.-

-Zitto, Henry. Non screditarmi anche in una delle poche cose che so fare meglio di tua madre.-

Henry rise.

-Okay. Allora sono sicuro che sarai bravissima!-

-Grazie mille! E io sono sicura che questi complimenti siano spontanei.- disse Emma, scompigliandoli i capelli.

-Su, ora finite la colazione, così andiamo. E magari oggi pomeriggio potremmo sciare tutti insieme, che ne dite?-

-SIIII!-

-Ehm...io... ecco...-

-Che c'è, tesoro? Ti fa male da qualche parte?- Regina l'aveva guardata sorridendo maliziosa.

-No. Sto benissimo. Ovvio che andremo a sciare!-

-Grande ma'!- Henry alzò la mano, e Emma batté il cinque.

Andarono ad affittare anche i pattini.

-Io vi aspetto alla pista, ce li ho già.-

-Tu... hai un paio di pattini?- Regina era incredula.

-Te l'avevo detto che ero una professionista.- Emma tirò fuori un paio di bellissimi pattini dalla borsa. Erano bianchi, lucidi, con i lacci, come quelli che si usano nelle vere gare, non come quelli con i ganci che ti danno alla pista.

-Wow. Sei una donna dalle mille sorprese.-

Emma sorrise, e diede un veloce bacio alla moglie, prima di dirigersi verso la pista.

Dopo che Regina ed Henry ebbero preso i pattini, andarono anche loro alla pista di pattinaggio.

Non c'era quasi nessuno, tranne Emma e qualche ragazzo, perché era ancora mattina presto.

-Mamma... vedi anche tu quello che vedo io?-

-S-sì...-

-Aveva ragione! Sa veramente pattinare da dio!-

Emma era decisamente la più brava in pista in quel momento. Sfrecciava veloce, senza il minimo problema di equilibrio, e ogni tanto faceva anche qualche piroetta e salto. E cavolo se li faceva bene.

Regina era sbalordita. Fissava la moglie volteggiare aggraziata da una parte all'altra, i capelli biondi sciolti e svolazzanti alle sue spalle, e riusciva solo a pensare a quanto fosse bella, e diversa dall'Emma che conosceva lei. Non era la solita pasticciona, imbranata, distratta. Era semplicemente...se Regina avesse dovuto descriverla con una parola, era leggera. Le ricordava un fiocco di neve.

Quando Emma li vide, si fermò, appoggiandosi alla sbarra di fronte a loro.

-Ehi! Trovati i pattini?-

-Oddio, ma' ! Sei bravissima!-

Emma fece un piccolo inchino, e Henry rise.

-Emma, tu sei...-

-Una donna dalle mille sorprese?-

Regina sorrise, annuendo.

-Sì, ecco. Una donna dalle mille sorprese. Ma anche la cosa più bella che io abbia mai visto.- Continuava a pensare che fosse bellissima, con il viso affondato nella sciarpona blu, le guance arrossate e il fiatone.

Emma si sporse oltre la ringhiera, e le diede un lieve bacio sulle labbra.

-Se non sento queste frasi terribilmente sdolcinate e melense è meglio, va.- commentò Henry, andando a mettersi i pattini.

Emma poi si staccò dalla sbarra per continuare a pattinare, e Regina continuò a guardarla. Si fissò quell'immagine in mente, e non la dimenticò mai più.

La settimana trascorse velocemente, e fu bellissima, tra cadute di Emma, cioccolate calde e coccole, e, soprattutto, sorrisi di Regina.


 


 


 


 


 


 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - #2. The ***


Prompt: #2, The.
Titolo:  Swan.
Autore:  isabelle88
Fandom:  Once Upon a Time
Personaggi:  Emma Swan, Regina Mills
Genere:  Slice Of Life
Rating:  Verde
Avvertimenti:  nessuno 
Lunghezza: 1484 parole- tre pagine
Eventuali note dell’autore : finalmente sono riuscita ad aggiornare! Scusatemi, ma ho avuto un po' di casini e sono stata impegnatissima, e a questo si è aggiunto il fatto che non avevo uno straccio di idee decenti! Alla fien è uscito questo 'capitolo', che spero vi piaccia, anche se è un po' così e non rispetta minimaente il prompt XD Mi ero promessa che avrei aggiornato ogni giovedì, ma è da più di due settimane che non pubblico! Spero che questa settimana riuscirò ad essere puntuale, o mi sento in colpa XD Sono anche indietro con le recensioni, vado subito a rimediare! <3 Alla prossima :*

Partecipa alla challenge 
Challenge “Slice of Life” indetto da areon sul forum di EFP.

Durante la notte sul Maine si era scatenato uno dei più violenti temporali che quella terra avesse conosciuto.
Il vento ululava tra le case, i tuoni rimbombavano nella penombra della camera di Emma e Regina, e la pioggia sbatteva incessante contro il tetto, minacciando di entrare da qualche tegola rotta.
Emma, dopo l'ennesimo tuono seguito inevitabilmente da un lampo fuori dalla finestra, non resistette più, cercò la mano di Regina tra le coperte e intrecciò le dita della moglie alle sue, stritolandole.
Era terrorizzata, anche se le era difficile ammetterlo. I temporali, una delle sue più grandi paure di quando era piccola. Vedeva come dei flash arrivare dalla finestra, e quando chiedeva cosa fosse nessuno le rispondeva, la cacciavano via in malomodo dicendo che era tardi e doveva dormire, o non si degnavano neanche di risponderle, cercando di gustarsi il sonno piuttosto che rispondere alle domande stupide di una bambina di sei anni.
Impaurita com'era lei non sarebbe mai riuscita a cadere tra le braccia di Morfeo.
Anche se era una paura stupida, se l'era portata dietro, col passare del tempo, e durante ogni singolo temporale lei era spaventata a morte, inchiodata a letto, a cercare inutilmente di addormentarsi. Finiva col passare la notte in bianco, alzarsi e gironzolare per casa come un fantasma. Ma questa volta era diverso. Questa volta c'era Regina a fianco a lei, e questo le infondeva un minimo di sicurezza in più.
-E-Emma? Che c'è? Mi rompi le dita di una mano così!- mormorò Regina, svegliandosi, la voce impastata dal sonno.
-Oh,scusa. - le stringeva talmente forte che le nocche erano sbiancate, e le dita di Regina imploravano di uscire da quella stretta.
-E'... è che ho paura.- sussurrò, così piano che credeva Regina non l'avesse sentita.
-Paura? Di cosa?- naturalmente al suo udito non sfuggeva nulla.
-Del temporale, del vento, dell'acqua... di tutto.-
-Del temporale? Tu? Tu, Emma Swan, la Salvatrice, la donna più coraggiosa che io abbia mai conosciuto, si fa spaventare da un po' d'acqua?-
-Non è un po' d'acqua!- protestò Emma.
-E comunque sì, mi fa paura.- ammise.
-Oh, Emma.- Regina si girò su un fianco, e la guardò negli occhi.
-Vieni qui.- si avvicinò alla bionda, facendo aderire i loro corpi, in modo che le loro gambe formassero un intreccio scomposto, mentre si tenevano per la vita.
A ogni tuono Emma sussultava, stringendo Regina più forte.
-Fallo smettere, per piacere. Fallo smettere.- sussurrò.
-Tesoro, sai che non potrei anche se volessi. E poi non può durare ancora molto, ormai piove da ore.-
Regina amava vedere Emma così, indifesa tra le sue braccia. Le faceva ricordare che lei serviva davvero a qualcuno, che era importante. Emma poi era sempre così indipedente che trovare dei momenti in cui potesse proteggerla era raro, piuttosto accadeva il contrario, era lei a venire protetta.
I loro nasi quasi si sfioravano, e Emma teneva lo sguardo fisso in quello di Regina. Al buio non riusciva a vederla bene, ma aveva osservato il suo volto così tante volte e così attentamente che poteva immaginarlo perfettamente, poteva delineare nella sua mente ogni centimetro della pelle di Regina.
I capelli corvini, che ormai le arrivavano ben sotto e spalle, mossi e soffici. La bocca carnosa, la piccola cicatrice sul labbro superiore, e gli occhi di quel marrone così scuro da sembrare quasi nero, due pozzi senza fondo. Si diceva che in passato vi fossero solo ombre ad agitarsi lì dentro, ombre oscure, ma Emma col passare del tempo aveva notato la scintilla di felicità che era cresciuta sempre più, fino a inghiottire le ombre per sempre. Ora erano solo occhi di una persona felice, occhi della persona che amava.
La pioggia non accennava a smettere, al contrario di quello che aveva detto Regina.
-Non sei brava con le previsioni del tempo.- si era lamentata Emma.
Dopo un po', stanca di rimanere a letto la bionda scese di sotto, tanto per fare qualcosa.
Regina la seguì, nonostante la moglie avesse insistio perchè rimanesse a dormire, dicendo che se la poteva cavare anche da sola.
Emma decise di farsi una camomilla, sperando che l'avrebbe calmata almeno un pochino.
-Regina, cavolo! E' finita la camomilla!-
-Noi non abbiamo mai avuto della camomilla in casa, Emma.-
-Cosa? Sì che ce l'avevamo!-
-Io non l'ho mai comprata, e suppongo tu nemmeno, dato che quando vai a fare la spesa torni solo con cioccolato, cannella e hamburger.-
-Ah. Allora mi farò un the.-
-Basta che non svegli Henry.-
Emma andò in cucina, prese la sua tazza preferita, acquistata quando era andata a Disneyland con Henry, con raffigurati sopra i personaggi di Peter Pan. C'era Peter che volava, Uncino sul vascello e Wendy che teneva la mano di Peter.
Non le piaceva particolarmente Peter Pan, ma aveva adorato quella tazzza fin da subito, per chissà quale motivo. Ci versò dell'acqua, e la infilò nel microonde per scaldarla.
Nel frattempo, aveva aperto ogni singolo sportello per cercare una bustina di the, inutilmente.
-Regina! Dove diavolo tieni il the? E non dirmi che non ce l'abbiamo perchè lo bevi ogni mattina.- urlò a Regina, che nel frattempo si era andata a sdraiare su divano.
-E' nel secondo cassetto in basso a destra. E abbassa la voce!-
Emma aprì il cassetto, e l'odore fruttato la investì. Era stracolmo di bustine di the di ogni tipo, di quasiasi gusto.
-Regina! Tu hai un ossessione per il the!-
-Emma, vuoi abbassare la voce? E comunque non ho un'ossessione. Mi piace, e basta.-
-Sì, come vuoi. Se questa non è un'ossessione...-
Emma si mise a leggere ogni tipo di the presente, per poi sceglierne uno alla vaniglia e qualcos'altro di indefinito. Mise la bustina nella tazza, e andò in salotto con Regina.
-Non è che ne faresti uno anche a me? Ai frutti di bosco. Grazie tesoro.- le chiese Regina, dandole un bacio sulla guancia.
Emma sbuffò, e tornò di là a preparane un altro, poi lo portò a Regina e si accoccolò di fianco a lei, sotto la coperta.
-Piove ancora?- chiese Emma. Nel frattempo, si era dimenticata del temporale.
-Non ne ho idea.-
A Emma quel the ricordava qualcosa, ma non riusciva a ricordare cosa. Annusà più intensamente, sforzando la memoria. Aveva già sentito quell'odore, così particolare... i Swan!
Ecco cosa le ricordava!
Erano anni che non pensava più a loro, alla sua prima famiglia. Era stata data in affidmento a questa giovane coppia a soli dieci mesi, ed era rimasta con loro per qualche anno. James e Rachel Swan. Era sorpresa di riuscire a ricordarsi i loro nomi. Erano per lei l'unica cosa che fino a qualche anno prima aveva mai chiamato 'famiglia'.
La adoravano, le compravano tutto quello che desiderava, e soprattutto le davano amore. Non ricordava molto di quel periodo, era così piccola... eppure sapeva che era stato bellissimo.
Una cosa che ricordava era l'odore del the che ogni mattina e sera beveva Rachel, la sua prima 'mamma', ricordava il vialetto della loro casa in campagna, e quando James le aveva fatto assaggiare per la prima volta la cannella. Erano gentili con lei, erano veri genitori.
Erano rimasti così colpiti da quella bambina la prima volta che l'avevavno vista. Stavano cercando un orfano da adottare, e lei era sembrata perfetta. Quegli occhioni verdi li avevano folgorati, e desideravano dare almeno un cognome alla piccola, almeno qualcosa in cui lei potesse riconoscersi, un nome completo.
Avevano deciso di prenderla in affidamento per un po', e poi avevano iniziato a compilare le pratiche di adozione. Ci erano voluti anni per completare il lungo e complicato procedimento, ma nel frattempo erano riusciti a rendere legalmente il suo nome 'Emma Swan'. Suonava così' bene, ed erano così felici.
Un giorno avevano lasciato Emma alla baby sitter per qualche ora, e non erno più tornati. Emma era stata sballotata in un altro orfanatrofio, mentre chiedeva disperatamente a tutti dov'erano i suoi genitori. Ne aveva bisogno, li voleva lì con lei, subito. Ma nessuno, come sempre, si degnava di darle una spiegazione completa su dove fossero finiti, finchè ne venne a conoscenza da sola. Aveva solo cinque anni, ma era molto più furba di quasi tutte le sue coetanee. Se voleva davvero qualcosa, sarebbe riuscita ad ottenerla.
Erano morti. Erano morti entrambi, sul colpo, in un incidente d'auto.
Emma era distrutta. Non parlò più per mesi, non giocava più, non dormiva più. Non riusciva bene a comprendere cosa gli fosse capiato, ma sapeva che 'morte' era qualcosa dalla quale non si tornava indietro. Le mancavano, i Swan. Le mancavano da morire. Ed era stata felice di mantenere il loro cognome, di quelle persone che, anche se ne aveva solo un vago ricordo, l'avevano fatta sentire amata e protetta. Non aveva mai parlato di loro a nessuno.
Una lacrima le scese silenziosa, creata da quei ricordi che improvvisamente tornavano a galla, tutto a causa di uno stupido the.
Regina si accorse subito di quella piccola lacrima sfuggita alle ciglia di Emma.
-Tesoro? perchè piangi?-
-Eh? Oh, niente. Solo... vecchi ricordi. - rispose, abbozzando un sorriso.
-Sicura?- era preoccupata, Emma era strana quella notte.
-Sicura.-
-Okay.-

Emma posò la testa sulla spalla della mora, affondando il viso nei capelli di Regina. Odoravano di mele, odoravano di casa, odoravano di famiglia. Della sua famiglia.

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