Following the mad man with a blue box

di Fuuma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** # Holding hands ***
Capitolo 2: *** # Cuddling somewhere ***
Capitolo 3: *** # Gaming/watching a movie ***
Capitolo 4: *** # On a date ***
Capitolo 5: *** # Kissing ***
Capitolo 6: *** # Wearing eachothers’ clothes ***



Capitolo 1
*** # Holding hands ***


Characters: Rory Williams; Eleventh Doctor; Amelia Pond;
Pairing: Eleven/Rory {fezturion}
Rating: pg-13
Genre: Fluff; Slice of life;
Warning: slash
Prompt: Holding hands
Words: 405
Disclaimers: I personaggi di Doctor Who appartengono a chi di diritto.
Scritta sui prompt di [ 30 day OTP Challenge ]


 


Day 01 # Holding hands
Arriva dal nulla, come ogni gesto del Dottore, come la sua stessa presenza a cui è difficile abituarsi, ma ancor più difficile è dimenticarla e lasciarla andare.
Rory ha sentito il tocco deciso della sua mano scivolare nella propria, mentre la curva sulle labbra del Dottore gli sorride gentile e i suoi occhi gli parlano, invece, di segreti inconfessati e pesi sulla coscienza destinati ad aumentare.
Si sforza di non pensare ai suoi occhi, che mai una volta ha visto realmente catturati dai troppi sorrisi che il Dottore concede alla vita. Cerca di pensare solo alle dita lunghe che imprigionano con sicurezza le proprie, alla presa forte e virile di un uomo, completamente diversa da quella più fragile e più calda di Amy, sua moglie, che stringeva pochi secondi prima di vederla precipitare nel vuoto, dove si riversa una cascata di acqua in polvere.
Il Dottore si sporge oltre il dirupo e, la luce diamantina che lo ricopre, lo investe di riflessi abbacinanti quando i raggi delle due lune lo accarezzano. Rory sente il cuore battere e la paura di perdere anche lui (di vederlo precipitare senza poter fermare la sua caduta) farsi soffocante, opprimendogli il petto e impedendogli di respirare. Si convince che niente, ormai, possa dargli la certezza che riusciranno a cavarsela, eppure basta una semplice e dolorosa pacca alla sua schiena e il respiro ritorna a gonfiare i polmoni. Basta sempre così poco, perché il Dottore riesca a smettere di farlo vacillare.
«Sei pronto, Rory Pond?» gli chiede Eleven, approfittandone per sentire il suono del suo cognome e strappargli una smorfia di dissenso.
Rory prende fiato.
«No.» risponde sereno, scacciando la paura e stringendo più forte la mano del Dottore.
Non sarà mai pronto, non a quello che significa viaggiare al suo fianco, correre tra i grovigli del tempo e lasciare che la propria mano venga stretta da un alieno con due cuori e una scatola blu. Ma ha vissuto duemila anni in attesa che sua moglie ritornasse da lui e ha conosciuto sua figlia adulta ancor prima di vederla bambina, un salto nel vuoto non sarà la fine del mondo.
Il Dottore gli sorride e, ancora una volta, Rory si obbliga a non guardare gli specchi grigi dei suoi occhi.
«Nemmeno io.» Eccitato dall'ignoto, Eleven ride e, insieme, si gettano verso un lago di azzurro pulviscolo bagnato, fatto di microgocce d'acqua sbriciolata che riempie la superficie di quel mondo sconosciuto «Geronimo!»

 

 


 

Note: Tenetemi lontano dalle challenge. Seriamente. Fatelo. Non è possibile che mi sia imbattuta anche in questa e, perfino, con la mia OTP di Doctor Who (sì, apprezzo la Doctor/Amelia/Rory, ma nulla è meglio della Doctor/Rory, giusto la Doctor/River ci va molto vicino), come se non avessi altre centinaia di fanfic da portare a termine! Dammit!
La mia idea iniziale è quella di trenta piccole flashfic che partono da una frendship e arrivano alla coppia vera e propria. O a qualcosa che ci va molto vicino. Spero.

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Capitolo 2
*** # Cuddling somewhere ***


Characters: Rory Williams; Eleventh Doctor; Amelia Pond;
Pairing: Eleven/Rory {fezturion} ; Rory/Amelia
Rating: pg-13
Genre: Fluff; slice of life;
Warning: slash
Prompt: Cuddling somewhere
Words: 595
Disclaimers: I personaggi di Doctor Who appartengono a chi di diritto.
Scritta sui prompt di [ 30 day OTP Challenge ]


 

 

Day 02 # Cuddling somewhere
C'è l'insicurezza del ragazzino che era, alle prime armi con il sesso e troppo timido per dichiararsi all’unica donna che abbia mai amato, in quella mano che si muove lentamente tra i capelli del Dottore.
C'è il timore di starsi spingendo troppo oltre le proprie responsabilità (e troppo vicino all'adulterio), quando la mano si ferma sulla fronte del Dottore, sentendo la pressione della sua nuca che scivola dalla spalla al proprio petto, su cui si ferma.
C'è l'ansia, la tensione e il tormento, mentre Rory si fa cullare dal respiro lento del Dottore, sdraiati insieme nel letto di una locanda, che doveva essere suo e di sua moglie, ma che è stato invaso dall'alieno e dai suoi capricci ancor prima che potesse capire che cosa stesse succedendo.

«Succede che sono malato, Rory Pond, ecco cosa succede!» ha esclamato lui, mezz'ora prima, premendo le mani a entrambi i cuori, teatrale come solo il Dottore può essere (e altrettanto assillante), finendo con l'accasciarsi ai piedi del letto, accanto al lato di Amy, per guardarla disperato.
«Dottore, non credi di stare esagerando?» ha chiesto Amelia, sforzandosi di risultare gentile, anche se per farlo ha dovuto affondare le unghie nella coscia di suo marito.
«Al solito...» ha aggiunto Rory, quasi con le lacrime agli occhi.
«Allora non mi avete ascoltato: sono malato! Capite? Io! Malato! Ci dev'essere qualcosa in questo pianeta che... che... Etchiù! Ah! Avete sentito? Ho starnutito!»
«Sì, Dottore... siamo qui, è difficile non sentirti.»
«Beh, allora fate qualcosa!»
Rory è stato pronto ad offrirsi, non senza una certa riluttanza, ma Amy lo ha fermato.
«Lascia, vado io.» lo ha baciato alla guancia, ha tirato un buffetto alla fronte di Eleven e, le ultime parole prima di uscire, hanno chiarito piuttosto bene il suo stato d’animo: «O finisce che lo soffoco con un cuscino.»

C'è qualcosa di poco virile nell'essere rimasto in stanza insieme all'alieno, mentre sua moglie è uscita a cercare qualcosa che, in quel mondo troppo simile ad una riproduzione in bianco e nero della terra del diciassettesimo secolo, somigli ad una farmacia, dimenticandosi di avere sposato un infermiere.
Perlomeno è riuscito a far abbassare la febbre e far smettere le lagne del Dottore e, ad ogni minuto passato, i centimetri che lo separavano da lui sono diventati sempre meno. Lo ha guardato serpeggiare e scalciare, con i colori degli abiti e della pelle che risaltano sulle coperte di una gradazione di grigio, che ha sentito chiamarsi grigiore decaduto. Solo una volta che le braccia hanno trovato i fianchi di Rory, allacciandosi alla sua vita, Eleven si abbandona a qualcosa che somiglia al sonno. Leggero, fatto di sospiri e parole sussurrate in una lingua che il TARDIS non traduce, probabilmente quella di Gallifrey.
«Rory?» pigola, dopo quella che pare un'eternità. Ha un tono infantile e Rory si stupisce che riesca ancora a sembrare un bambino, nonostante i secoli di vita.
«Dottore?»
«Quando torna Amy? Sono stanco di star male. Essere malati è orribile. Orribile!»
Rory vorrebbe rispondergli che, ormai, sarà sulla via del ritorno, a meno che non abbia deciso di ripartire con il TARDIS e lasciarli in quel mondo il tempo necessario per sbollire la rabbia (se ha fatto bene i calcoli, è nel pieno del suo ciclo, quindi non si stupisce che sia così irritabile), ma quando fa per aprire bocca, si accorge, con un brivido caldo e piacevole, del respiro del Dottore che si infrange contro il proprio collo.
Tace, lo guarda dormire -o fare qualsiasi cosa che i Time Lord fanno al posto di dormire- e riprende a carezzargli i capelli.

 

 


 

Note: Ovviamente, per me, scrivere una fic al giorno è fisicamente impossibile, ma dubito anche che riuscirò a scriverne una ogni due giorni, quindi fingiamo che sia "una storia ogni quanto ti pare, tu provaci, che noi siam con te". Olè!

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Capitolo 3
*** # Gaming/watching a movie ***


Characters: Rory Williams; Eleventh Doctor; Amelia Pond;
Pairing: Eleven/Rory {fezturion} ; Rory/Amelia
Rating: pg-13
Genre: Fluff; slice of life;
Warning: slash
Prompt: Gaming/watching a movie
Words: 563
Disclaimers: I personaggi di Doctor Who appartengono a chi di diritto.
Scritta sui prompt di [ 30 day OTP Challenge ]

 

 

Day 03 # Gaming/watching a movie
Non era esattamente quello che intendeva, quando ha suggerito al Dottore di guardarsi un film e smettere di lamentarsi di lui ed Amy impegnati in attività coniugali che richiederebbero un po' di privacy.
Le parole "C'è una piscina in biblioteca e non hai mai pensato di mettere un televisore da qualche parte?" gli sono sfuggite ancor prima che potesse figurarsi l'alieno seduto su un divano, davanti allo schermo di un televisore. Non ne è stato capace, ovviamente, perché il Dottore non farebbe altro che commentare ogni singola scena, raccontare di quando ha conosciuto ogni singolo attore o partecipato alla prima stesura del copione o, senza stare fermo un attimo (che sia perchè fa smorfie, batte i piedi o si sfrega le mani), sottolineerebbe l'inutilità di guardare un film su un piccolo schermo, quando potrebbero vederlo prendere vita di persona.
Non intendeva nemmeno suggerire al Dottore di guardare un film con loro - e questo è sicuro di non averlo lasciato intendere da nessuna frase fraintendibile, anche se, forse, è possibile che il proprio sguardo abbia indugiato troppo sul suo volto rattristato quando ha detto di starsi annoiando da morire. Ha avuto la strana impressione che i suoi occhi cercassero in lui qualche parola di conforto, mentre il grigiore che li colora si faceva più scuro, più triste, ma le parole di Amelia lo hanno distratto e la ragazza ha fatto notare che sarebbe stato carino dar loro almeno il tempo di rivestirsi.
Hanno avuto tre minuti d'orologio, prima che Eleven si ripresentasse sulla porta della loro stanza, di nuovo annoiato dall'attesa.

Rory sospira pesantemente, seduto per terra con le spalle contro la console della sala pilotaggio del TARDIS e, tra le braccia, un'enorme ciotola colma di popcorn. Alla sua sinistra, Amelia gli carezza distrattamente il dorso della mano in tanti piccoli cerchiolini del pollice, mentre Eleven, seduto alla sua destra, sorride soddisfatto, affondando la mano nella ciotola e prendendosi grandi quantità di popcorn che sparge ovunque sul pavimento.
«Ora sei contento?» sibila Rory, deluso da come sono andate le cose.
Davanti a loro, fluttuante a mezz'aria, la proiezione di Audrey Hepburn danza, bellissima nelle sfumature tra il bianco e il nero delle vecchie pellicole che il TARDIS ha trovato, registrate negli annali della storia umana.
«Shss, non distrarmi, Rory. Questa è la mia parte preferita.» lo sgrida il Dottore, con la bocca piena di popcorn e gli occhi di meraviglia.
Razza di alieno capriccioso che non è altro.
Ma Rory ne guarda il profilo lungo, con quel suo ridicolo ciuffo ribelle che si adagia alla fronte e non se la sente di ricordargli che è stato lui il primo ad infastidirli. Ha perfino la sensazione che il tocco di Amy si faccia più distante, mentre Eleven si mette più comodo, scivolando verso l'uomo fino a poggiare il capo contro il suo. Non c'è malizia nel gesto, lo fa perché... perché no?
«Non siete bellissimi nelle vostre piccole imperfezioni?» domanda il Dottore, sotto la musica che accompagna gli sguardi innamorati di Humphrey Bogart ed i sorrisi delicati di Audrey. Si volta verso Rory e, senza alcun motivo, schiocca un bacio contro la sua guancia. Così, perché... perché no?
«Ottima idea, Rory Pond, la prossima volta il film lo puoi scegliere tu!»
Rory annuisce, Amy lo bacia all'altra guancia, complimentandosi, e lui, per la prima volta, sente il proprio cuore dividersi in due perfette metà.

 

 


 

Note: Il film di cui si fa menzione nella flashfic è Sabrina, di cui io in realtà ho visto solo il remake con Harrison Ford e di cui non ricordo praticamente niente, ma facciamo finta di niente, tanto il fatto che al Dottore possa piacere praticamente qualsiasi film, anche per motivi più stupidi, è diventata una mia headcanon.

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Capitolo 4
*** # On a date ***


Characters: Rory Williams; Eleventh Doctor; Amelia Pond;
Pairing: Eleven/Rory {fezturion} ; Rory/Amelia
Rating: pg-13
Genre: Fluff; slice of life;
Warning: slash
Prompt: On a date
Words: 1.048
Disclaimers: I personaggi di Doctor Who appartengono a chi di diritto.
Scritta sui prompt di [ 30 day OTP Challenge ]
 
 

Day 04 # On a date
Sono lontani dalle urla della battaglia e dal cozzare delle armi, hanno sentito solo gli echi delle canzoni di guerra che smuovono l'intero mondo e scivolano tra la sabbia e la polvere di quelle lande aride che hanno seccato e indurito l'anima dei loro abitanti. Rory sente il sangue pulsare e le mani formicolare per il bisogno di stringere una spada e gettarsi nella mischia, seguendo l'istinto del Centurione che è stato in un'altra vita.
Si sente in colpa per essere così lontano; sono stati loro a dare inizio a tutto quanto, atterrando con il TARDIS tra due nazioni già sul filo di un rasoio e, invece di imbracciare un'arma e combattere, cercano un miracolo.
Ha promesso ad Amy che sarebbe stato attento, a River di badare al Dottore e alla piccola Celia, la bambina che li ha nascosti nel granaio di famiglia, che avrebbero trovato il modo di far finire la guerra e portare finalmente la pace al suo popolo, anche se ciò che porta con sé il dottore è solo caos.
Guarda con diffidenza la strana costruzione che nasce direttamente dalla terra.
«Un sasso?» domanda, in fondo che altro può essere? «Siamo venuti qui a guardare un sasso?»
«Innanzitutto non è un sasso, Rory, presta più attenzione!» lo rimprovera il Dottore, colpendolo alla nuca con una delle pagnotte di grano duro che doveva essere la loro cena ma che, non si sa come, sono finiti a tirare a degli strani volatili che somigliano a piccioni con un becco di legno «E poi non stiamo guardando un sasso, questo è un appuntamento. Stiamo facendo quello che si fa in un appuntamento!»
Nessuno sano di mente potrebbe scambiare quella cosa per un appuntamento, ma il Dottore ne è così convinto che ha usato perfino la voce da "è tutto così ovvio, come fai a non capirlo?"
«Quindi, tirare interi panini ai piccioni, o qualsiasi cosa siano, sarebbe la tua idea di appuntamento?»
Per un lungo attimo il Dottore tace e Rory si illude di essere riuscito a fargli capire il proprio punto di vista.
Ma poi, che c'entra un appuntamento con la fine della guerra?
Stizzito il Dottore gli strappa la pagnotta che ha tra le mani, la agita nell'aria con il rischio di cavargli un occhio, la analizza con il cacciavite sonico in un tic nervoso ed inutile e, infine, la getta un po' a casaccio vicino ad un gruppo di piccioni, guardandoli volare via spaventati dal tonfo.
«Ho pensato fosse più veloce per ambo le parti, noi ci liberiamo in fretta le mani e loro ricevono subito quello che vogliono. Visto? Tutti felici.» la voce ha acquistato l'irritante sfumatura "Rory, ti credevo più intelligente".
Ma Rory ancora non riesce a cogliere il piano del Dottore e i secondi passano in fretta, senza che succeda nulla.
«C'è qualcosa che manca... ma cosa, cosa?» mormora Eleven. Pensieroso si abbassa verso l'uomo, cerca nei suoi occhi azzurri la risposta e, la cosa sorprendente, è che in qualche modo riesce anche a trovarla, nascosta nel nero della pupilla, dove il riflesso del proprio volto gli sorride.
«Rory Pond, sei un genio!» esclama. Gli afferra la mano, la solleva alla bocca, lasciando l'impronta di un bacio sul dorso e poi la tiene semplicemente lì, stretta tra le proprie dita, mentre Rory si chiede se gli abbia letto nel pensiero e abbia anche sentito il tremito che si è dipanato sotto la pelle a quel bacio. È sicuro di sì, non può non averlo sentito, ma lo sguardo del Dottore si solleva al sasso che ha appena cominciato a pulsare.
«A-ah! Lo sapevo!»
Non sta solo pulsando, in effetti, si è illuminato di una luce rossa, calda ed intensa e, sulla superficie, la cascata di lettere che lo ricopre continua a cambiare così velocemente che il TARDIS fatica a seguirlo nella traduzione.
«Ma che cos'è?»
«Oh Rory, Rory, questo è il cuore della terra, il luogo che ha visto il primo bacio tra nemici giurati e nascere l'amore tra i generali delle due nazioni, cento anni fa, quando la guerra non era che un pensiero nella testa degli stupidi e la speranza batteva ancora insieme a questo sasso
La mano del Dottore si alza, portando con sé quella di Rory, la poggia alla superficie rocciosa e, nel palmo aperto, sentono pulsare quel cuore di pietra, insieme ai ricordi di un uomo e di una donna che la guerra ha ucciso, ma il cui amore ancora vive e viene riportato alla luce e filtrato attraverso i racconti romantici e la voce appassionata dell'alieno.
«Lo senti, Rory?»
«Credo di sì.»
Sente le voci dei generali chiamare la fine della guerra, sente la mano di Eleven stretta intorno alla sua, sente quella libera raccogliergli la nuca e la sua fronte poggiare contro la propria, sente il suo respiro soffiargli addosso e mischiarsi con il proprio e, infine, sente il rombo del tuono che ruggisce e trema nascendo dal sasso, gettandosi in un lampo di luce rossa verso il cielo, spezzandolo fino a farlo piangere.
Per la prima volta, dopo cento lunghi anni, torna a piovere.
Per la prima volta, dopo cento lunghi anni, le urla della battaglia si trasformano in urla di gioia e le canzoni di guerra diventano nenie per dar riposo ai morti e festeggiare i vivi.
«E' finita?» domanda Rory, stordito dalla vicinanza del Dottore e infreddolito dalla pioggia che gli batte addosso, bagnandone gli abiti e appiccicando i capelli alla fronte.
Il Dottore sorride, il suo sguardo non sembra più così pesante.
«Tutto il contrario, non è che l'inizio.»
E Rory è convinto che possa già vedere l'acqua piovana penetrare nel terreno, scavare fiumi, i fiori germogliare, i raccolti crescere e perfino Celia farsi grande e crearsi una nuova famiglia, piena di figli e di nipoti.
Si tira indietro, allontanandosi dal Cuore della Terra che pulsa insieme al suono dei tamburi in lontananza.
Vorrebbe muovere la mano, ma è ancora prigioniera di quella dell'alieno.
«Dottore, ora puoi lasciarla.»
Eleven guarda prima lui, poi le dita intrecciate. Sorride e scrolla le spalle.
«Credo che lo farò più tardi, quando sarà finito il nostro appuntamento.»
E la sua mano rimane stretta in quella dell'umano, in un contatto che nessuno dei due ritiene spiacevole, ma che inizia a caricarsi di un significato più intimo.

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Capitolo 5
*** # Kissing ***


Characters: Rory Williams; Eleventh Doctor; Amelia Pond;
Pairing: Eleven/Rory {fezturion} ; Rory/Amelia
Rating: pg-13
Genre: Fluff; slice of life;
W
arning: slash
Prompt: Kissing
Words: 1.007

Note: E' davvero passato quasi un anno dal mio ultimo aggiornamento? Davvero, davvero, davvero? Oh.
Disclaimers: I personaggi di Doctor Who appartengono a chi di diritto.
Scritta sui prompt di [ 30 day OTP Challenge ]
 

 

Day 05 # Kissing

Lasciarsi rapire dal suono incantato di una cabina blu che racconta di sogni e avventure attraverso una strada tinteggiata di nuove e vecchie stelle.
{ Rory, muoviti, il Dottore è tornato! }
Sorridere ad un invito scritto sulla mano tesa di Eleven, perché lo seguano in quel pazzo mondo che è la sua esistenza; lui, Amy e Rory – tre, come il numero perfetto.
{ Come along, Pond! }
Partire alla volta di pianeti vicini quanto un attimo appena passato o sull'orlo di un universo arrivato alla sua fine.
{ Dove vogliamo andare questa volta? }
Tornare alla vita di sempre, con lavandini riempiti di piatti e settimane di giornali sulla porta.
{ Allora a presto, Dottore. }
E aspettare il ritorno di un alieno, senza mai sapere quando accadrà, per poi ricominciare tutto da capo.
{ Geronimo! }
Ascoltare.
Sorridere.
Partire.
Tornare.
Aspettare.
Aspettare.
Aspettare…

Le campane nella mezzanotte di Leadworth sono un debole sottofondo per la mente di Rory, solleticata dalla voce zuccherata di Amelia. Il babydoll di pizzo nero le ondeggia intorno ai fianchi e lei, nella sensualità di una gatta rossa dallo sguardo languido, si spinge sul corpo del marito, cantando Happy Birthday contro il lobo del suo orecchio, bagnato dalla propria lingua.
Rory si lecca le labbra e le stringe i fianchi – sente ancora in bocca il sapore di cioccolato e rum, della torta di compleanno dalle trenta candeline. Trenta.
{ Possibile che non sia ancora arrivato il momento di tornare, Dottore? }
«Sei bellissima.» il groppo alla gola non gli impedisce di stuzzicare l'ego di sua moglie, rimarcando un'ovvietà.
«Lo so.»
Bella, splendida, passionale Amelia. E lui è così fortunato ad averla che ancora si chiede come sia riuscito a tenerla al suo fianco per tutto questo tempo, invece di guardarla fuggire da sola sulla nave in scatola del Dottore.
A quel pensiero macchiato di nostalgia, Rory riesce quasi a sentire il respiro del TARDIS.
«Non ora!» esclama Amelia che per prima realizza quanto sia vero quel rumore e guarda il centro della camera da letto, dove al candore della parete si intervalla il blu della cabina «Hai avuto un anno e mezzo, un anno e mezzo!, come ti viene in mente di presentarti ora!»
Rory mantiene a fatica la presa sulla moglie, evitando malamente che si scagli contro le porte del TARDIS, ma quando il sorriso fanciullesco di Eleven si affaccia alla soglia e con lui l'odore di un enorme frappé alla fragola che stringe tra le mani, entrambi riprendono a ruotare intorno al Dottore – come due pianeti e il loro sole.
«Che cosa sono quelle facce? Sono stato attento ai mobili questa volta. E ai quadri, soprattutto ai quadri.» le parole di Eleven giungono con un ampio movimento del braccio, lanciando gocce rosate di frappè sul pavimento.
«Non potevi parcheggiarlo fuori?» gli abbaia addosso Amelia, i capelli sono una criniera cremisi, più adatta ad un leone che ad un gatto.
«Amy, sei ancora in…»
«Fuori? E perché avrei dovuto quando voi due siete dentro
«Dottore, non potresti almeno lasciare che mia moglie si…»
«Ed eravamo anche occupati!»
«Eravamo, tempo passato. Ora, quindi, siete liberi e non c'è motivo di urlarmi contro. Ah, ho vinto! Bella partita, dovremmo rifarlo qualche volta.»
«Scusate, possiamo riparlarne tra cinque minuti – il tempo che mia moglie si metta addosso qualcosa di meno trasparente?» finalmente la voce di Rory prende corpo nel discorso tra i due, afferra il lenzuolo su cui sdraiavano e lo getta sulle spalle della moglie, proteggendo quel poco di pudore che ancora resiste in quella stanza e che, sostanzialmente, è il suo.
Eleven gli fa il verso, infantile, anche nel cercare con la bocca la cannuccia di quel frappé recuperato in chissà quale mondo. Non si volta, né si scompone, mentre i due si rivestono, costringendo l'uomo a scivolare giù dal letto per raggiungerlo e voltarlo a forza, con le mani poggiate alle sue spalle e un sospiro pesante. Dopo tutto questo tempo, ancora si stupisce della fatica di avere a che fare con il Dottore.
«Già che ci sei, Rory, non è che potresti venire qui davanti?»
«Eh?»
«Davanti. Qui. Ora. Amy, non starai di nuovo distraendo Rory, vero? Non mi piace quando diventa stupido.»
Rory spalanca le braccia, chiedendo alle sue spalle se l'insulto fosse proprio necessario, ma, oltre al fatto di non poter essere visto, sa già che la risposta sarebbe sì. Lascia perdere, spostandosi di fronte al Dottore ed è allora che il peso della sua presenza gli piomba addosso: prepotente, orgogliosa, prevaricatrice. Invadente. Eleven lo sta baciando, la sua bocca è umida e il suo bacio è appiccicoso e maldestro; sa di latte e fragole, mentre spinge troppo forte contro il suo volto, costringendolo a reclinare il capo all'indietro. Non rifugge quel contatto, è assurdo come, per quanto sia orribilmente sgraziato – così diverso dai baci di Amy –, il cervello di Rory registri il piacere di quel gesto e la lingua curiosa del Dottore che scivola a leccarne le labbra, timidamente, alla scoperta del suo antro.
Se il primo bacio, strappato di sorpresa sulla nave siluriana, era stato un impulso del momento, questo è voluto, cercato, desiderato, e se lo gusta fino in fondo, il Dottore, in quei lunghi secondi di apnea ed esplorazione.
Quando si stacca da Rory, Amelia si è rivestita e può tirare una sventola dietro alla nuca di entrambi, che non è realmente dovuta a quel bacio, quanto al fatto che si siano dimenticati di lei.
Rory incassa il colpo in silenzio, troppo occupato ad impedirsi di volerne ancora un altro. E un altro. E un altro.
Eleven invece sorride ancora, leggero.
«A proposito, anche questo è per te.» afferma, consegnandogli tra le mani il bicchiere di frappé, ormai mezzo vuoto «Niente torta di compleanno, mi dispiace, sono state bandite da Mikvartha, in compenso fanno degli ottimi frappé.»
Torte di compleanno. Mikvartha. Frappé.
L'umano fa ancora un po' fatica a realizzare di che cosa si stia parlando, ma poco per volta e sotto il sorriso divertito di Amelia, finalmente ci arriva anche lui: trenta candeline sulla torta di Amy, trent'anni.
«Buon compleanno, Rory!»
Il grazie si perde in un farfugliare imbarazzato, mentre guarda il Dottore, sua moglie, il Dottore, sua moglie, il Dottore… e, colpevole, non sa decidersi su quale bocca, ora, trovi più squisita.

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Capitolo 6
*** # Wearing eachothers’ clothes ***


Characters: Rory Williams; Eleventh Doctor; Amelia Pond;
Pairing: Eleven/Rory {fezturion} ; Rory/Amelia
Rating: pg-13
Genre: Fluff; slice of life;
W
arning: slash
Prompt: Wearing eachothers’ clothes; Esuberanza;
Words: 1105
Note: Lo so, lo so!, tecnicamente ho barato sulla storia del vestire gli abiti l'uno dell'altro, ma così mi piaceva di più.
Il Circo Volatile viene nominato nell'episodio 6x11 ed in realtà sembra essere un pianeta intero, ma dato che nessuno l'ha ancora visto o sa com'è fatto, ho deciso in questo momento essere grande esattamente quanto un tendone da circo e che quindi è legittimo possa spostarsi di pianeta in pianeta.
Disclaimers: I personaggi di Doctor Who appartengono a chi di diritto.
Scritta sui prompt di [ 30 day OTP Challenge ]
Scritta per la 1° settimana del Cow-t 5 @maridichallenge

 

 

Day 06 # Wearing eachothers’ clothes
«Uh, ho sempre desiderato farlo!» le mani del Dottore non stanno un attimo ferme, nemmeno – soprattutto – nei nuovi panni che lo rivestono e, quando Rory si accorge di ciò a cui si sta riferendo, non sa se è più forte il desiderio di sotterrarsi o quello di sotterrare il proprio corpo. Perché ora, oggettivamente, non può fare entrambe le cose. Non più.
«Guardare nelle mie mutande è qualcosa che hai sempre desiderat–» si interrompe, decidendo sia più saggio prima bloccare i polsi di Eleven e tirare le mani fuori da lì, dando fine alla serie di «Uh!» e «Rory Pond!» e «Ecco perché Amy ti ha sposato!» che non capisce se siano più scandalizzati o ammirati. Nel dubbio, non vuole saperlo!
Con un broncio infantile – stona su quel volto e Rory non può fare a meno di pensare che sembri così fastidiosamente stupido – il Dottore risolleva lo sguardo, solo per incontrare occhi grigi a cui torna a sorridere allegro.
«Hello handsome!» saluta, poggiando pesantemente le mani sulle spalle dell'umano.
«Non mi distrarrai con le tue lusinghe, Dottore. Voglio ancora sapere che fine ha fatto mia moglie.»
«Non dire sciocchezze Pond, ricordati che hai la mia bocca!» lo rimprovera, prima di stringere le dita al suo mento e agitarlo come punizione «Sto parlando sul serio, insomma, guardami! Beh, non che tu sia un grande osservatore, mi hai guardato per tutto questo tempo e non mi hai mai detto quanto fossi carino da quest'angolazione. Tenerti solo per te certi pensieri, è davvero rude da parte tua!»

Il ringhio che sbatte contro i denti di Rory nella serrare la mascella – più lunga e più squadrata di quanto sia abituato e con un mento che sembra non finire più – potrebbe suonare minaccioso, se solo non fosse stato tranciato all'improvviso dalla bocca del Dottore. Che poi è la propria. Oddio, questo significa che sta baciando se stesso o il Dottore?

Si tira indietro di scatto, guardandolo allucinato.

«E questo per che cos'era?!» l'urlo è abbastanza acuto da suonare impanicato, anche se con quella voce sembra tutto diverso, sembra quasi che ci sia una punta di divertimento e meraviglia sul fondo di ogni frase.

«Hai ragione, non è stato un granché. Ma è colpa del naso, come fai a non incastrarti nelle porte o a non venire sbilanciato in avanti? È così faticoso averlo in faccia!»

«Vuoi che inizi a parlare del tuo mento?»

«Hei! Che ha che non va il mio mento? Non starlo a sentire!» le mani di Eleven – o quelle di Rory; inizia a diventare confusa la situazione – catturano il volto di Rory – che poi è quello del Dottore e, no, il cervello dell'umano non può stare dietro a tutto questo, è troppo, davvero troppo – e quello che era cominciato come un bacio dato per narcisismo, si trasforma in una serie di baci che becchettano devoti lungo la linea del mento.

«Sei.» bacio. «Un.» bacio. «Mento.» bacio. «Stupendo.» bacio.

L'ultimo termina al centro della gola, con un morso al Pomo d'Adamo che sale e precipita verso il basso, quando Rory deglutisce rumorosamente. Le sue mani sono rimaste intorno ai polsi di quel corpo che, fino a qualche minuto fa, rivestiva la propria mente; ora, invece, si muove sotto il controllo di un alieno, con tale disinvoltura che inizia a dubitare gli sia mai appartenuto.

«Rory, quando sarai tornato nel tuo corpo, ti do il permesso di assaggiarmi.»

«C-che?»

«Ho proprio un buon sapore. Non posso credere che nessuno me l'abbia mai detto prima!»

E via con un altro morso, mentre Rory muore sotto il rumore di due cuori che battono all'unisono in un petto soltanto. Quindi è questo che si prova ad essere il Dottore?

In un certo senso, fa male il doppio. Due cuori che battono significa moltiplicare per due qualsiasi emozione.

«Dottore, focus!» esclama a se stesso e al corpo di Eleven, in cui sente la propria mente perdersi e venire inondata dal calore di stelle che credeva esistessero solo nei suoi occhi, ma che invece compongono ogni cellula del suo fisico.

Prende un respiro profondo, allentando il cravattino e slacciando il primo bottone della camicia. Anche prima faceva così caldo?

«Possiamo tornare a mia moglie?» domanda, aggrappandosi al pensiero di Amelia per rimanere lucido. Lucido e se stesso.

«Ahm…» il Dottore boccheggia come un pesce fuor d'acqua e quell'espressione sembra perfetta per il volto umano in cui è stato intrappolato, in uno scambio di corpi che solo chi lavora nel Circo riesce a trovare così divertente. Ah, ah, che risate.

«Ahm?» ripete Rory, in un attacco isterico che si traduce in un ampio gesticolare e nel bisogno di agitare il cacciavite sonico «Come sarebbe a dire "ahm"? Niente "ahm"! "Ahm" no buono! E perché non riesco a smettere di muovere 'sto coso?!»

La risposta potrebbe risiedere nel fatto che lo stesso Eleven ha avuto problemi la prima volta in quel corpo e lui è il Dottore; è naturale che per l'umano sia più complicato pilotarlo. Per un attimo è tentato di far leva sull'attacco di panico, affinché svenga e la smetta di fare domande a cui non può dare risposta, a meno di affrontare l'ira di Amy e, ammettiamolo, Amelia riuscirebbe ad essere spaventosa anche nel corpicino di un usignolo! Ma è la donna ad intervenire, uscendo da dietro uno dei tendoni del Circo Volatile in cui il TARDIS li ha portati, in una delle sue tappe nella vecchia Londra Vittoriana: «Rory respira, andrà tutto bene.»

Donna, in effetti, non è il termine giusto. Non più. Non con quegli occhietti incavati nel testone di un'enorme patata in frac.

«Mia… mia moglie è diventata Strax…»

Arrivati a questo punto, svenire sembra l'unica cosa ragionevole da fare.

 

L'odore di incenso mantiene i sensi di Rory in un dormiveglia da cui le palpebre non vogliono risollevarsi.

Intorno a lui riesce a sentire la voce di Madam Vastra discutere del successo dello spettacolo circense che deve essersi perso, riconosce la risata di Amelia nel giurare di non voler mai più avere a che fare con clown alieni e quella del Dottore, la più esuberante del gruppo.

Quando Jenny giunge ad annunciare che il tè è pronto, nell'allontanarsi dei loro passi, si allontana dalla veglia anche la propria coscienza.

Rory si riaddormenta, ma prima di affondare nel tepore del sonno qualcosa di caldo e umido si posa alla sua gola e, subito dopo, una voce solletica il suo orecchio: «Lo sapevo, anche tu hai buon sapore, Rory Pond.»

Non c'è dubbio che l'umano sia tornato nel proprio corpo, altrimenti a fermarsi per un istante non sarebbe stato un cuore soltanto.

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