Odio e amore.

di mychemicalromance96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo; ***
Capitolo 2: *** ~Capitolo 1:Riflessioni. ***
Capitolo 3: *** ~Capitolo 2: Odiare se stessa. ***
Capitolo 4: *** ~Capitolo 3:Riflessioni ***



Capitolo 1
*** Prologo; ***


Non ho mai creduto nel “per sempre.”
Non ho mai creduto nell’amore delle favole.
Ho sempre considerato vero, quell’amore spontaneo, vissuto giorno dopo giorno, coltivato con cura, rispetto e fiducia.
Non ho mai voluto idealizzare qualcuno o qualcosa in grado di rendermi davvero felice.
Sono stata dell’idea che l’essenza del reale vada oltre le cose, che non bisogna mai soffermarsi su ciò che ci appare a prima vista.
Bisogna imparare a scorgere la verità. Ecco cosa bisogna imparare a fare!
Tante sono le cose che perdono il loro valore.
Ogni giorno che passa tutto sembra diventare finzione, illusione, perché all’uomo di questo piace vivere.
Di illusioni, perchè la realtà fa male, è dolorosa, e molti ricorrono ad ingannare se stessi pensando di difendersi.
Un mondo falso, privo di coraggio, senza alcuno spirito vitale.
Ogni cosa sembra essere vissuta seguendo uno schema ripetitivo.
Animi spenti pullulano un cosmo arido, oramai dominato dalla cattiveria e dall’egoismo puro.
Esistono persone senza scrupoli pronte a corrompere pur di avere un posto in società che non li rispecchia neppure minimamente.
Cuori troppe volte infranti, poche volte resi felici al dolce profumo e alla forte energia di emozioni intense.
Intorno a tutto ciò ruota l’amore in netto contrasto con l’odio e a volte strettamente legato ad esso.
L’amore, un sentimento strano, possente capace di travolgere due anime e di unirle tra loro in un magico canto.
Un sentimento nobile, profumato di passione, acceso di energico calore.
Ribelle a volte, pacato e dolce altre.
Un animo innamorato sarebbe pronto a tutto pur di essere sempre vicino all’altra parte di se.
Sfide, ostacoli, gioie, pianti, grinta, sono i tanti elementi che caratterizzano un amore sincero.
Già, sincero.. Nella società di oggi si sono persi i valori e i sentimenti di una volta.
Oggi la vita ci costringe ad andare di fretta, senza poterci soffermare troppo su quelle che sono le cose importanti della vita.
L’amore e l’odio, due sentimenti che per quanto opposti e diversi non si sono mai persi e continuano a esser il centro della letteratura, della musica, della poesia, di tutta la nostra vita..
Due sentimenti forti, intensi, struggenti, passionali, che movimentano i nostri gesti, i nostri pensieri, le nostre giornate.
Due sentimenti che a volte possono confondersi o addirittura nascere l’uno dall’altro: l’odio da un amore finito male e l’amore da un odio semplicemente pacatosi.
In un mondo come questo, dove tutto viene rovinato da artefici negativi, può mai esistere un amore vero, basato sopratutto sul coraggio e sul desiderio di viverlo?
Quel desiderio così fresco, puro anche un po’ ingenuo e tenero, capace di far palpitare animi soavi.
Non c’è nessun inganno, nessuna menzogna.
Tutto ciò dovrebbe basarsi sulla sincerità di chi ama con gli occhi dello spirito.

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Capitolo 2
*** ~Capitolo 1:Riflessioni. ***


Pioveva.
I miei occhi fissi sulla pioggia si rattristavano sempre più.
Dalla finestra della camera della mia migliore amica, Giulia, osservavo la velocità della pioggia aumentare sempre più.
Ogni volta che pioveva pensavo sempre che il cielo stesse piangendo, non era felice e quindi iniziava a piangere, e le sue lacrime finivano sulla terra bagnando ogni cosa..
Stare dietro ad una finestra ad osservare mentre pioveva mi piaceva molto.
Come il cielo anche io piangevo, e le mie lacrime finivano per ferire il mio spirito tormentato da un mondo che non accettava, dalle continue cattiverie e gelosie che sembravano essere ormai diventate matrici delle azioni umane.
Amavo perdere il mio sguardo triste su un paesaggio grigio, nebbioso.
Quando piove è un momento durante il quale molti si affrettano a scappare perché non hanno l'ombrello e non vogliono bagnarsi o meglio odiano il pianto della verità.
Non sopportano il pianto di chi dall'alto ne ha viste tante per secoli e ad un certo punto scoppia in lacrime..
Ed io da dietro una semplice finestra osservavo quella moltidutine di gente fuggire con sguardo stanco e non più stupito.
Sapevo perfettamente come si sentiva il mio animo ogni volta che iniziavo a riflettere su me stessa.
Molte delusioni mi avevano portata ad essere più distaccata nelle relazioni, a non affezionarmi subito agli sconosciuti, a non dare troppa importanza a ciò che la gente pensava o aveva da dire.
Avevo costruito per me stessa una sorta di corazza difendendomi dalle continue insidie.
Il mio cuore e il mio spirito sofferenti desideravano così tanto sentirsi amati per davvero da qualcuno..
Ogni giorno lottavo contro me stessa impedendomi di affezionarmi..
Tutto questo stava accadendo perché ogni volta che sembrava avessi raggiunto la mia felicità, subentrava qualcosa pronta a portarmela via.
Avevo lottato e sperato in molte cose ma dopo certe delusioni e insoddisfazioni non avevo più voglia di sperare in qualcosa o in qualcuno.
Ogni volta che l'avevo fatto, il mio cuore era stato spezzato.
Ogni volta ci restavo male, forse sempre di più anche..
Avevo perso la determinazione di “provarci'' per ottenere le cose.
Da un lato sentivo di sbagliare e che dovevo prendere al volo ciò che mi capitava, però dall'altro lato la paura di essere nuovamente ferita e di rimanerci male prevaleva sempre.
Dopo ogni sofferenza e delusione avevo imparato a rialzarmi sempre più forte di prima.
Dopo ogni pugnale al mio cuore oramai pieno di ferite avevo imparato ad impugnare l'arma nel mio palmo e ad affettare chi volesse farmi del male.
Ero diventata caratterialmente un po aggressiva, mandavo a quel paese quasi tutti, ma chi mi conosceva bene sapeva che il mio era solo un modo per difendermi.
Sentivo il mio spirito riempirsi sempre più di rabbia, e a volte finivo per criticare me stessa per il mio non sapere raggiungere ciò che desideravo.
Perché si! A volte finivo per pensare che la causa della mia infelicità fossi io stessa.
Tra continui pensieri senza una fine facevo scorrere la mia vita, divisa tra mente e cuore..
Una mente troppo matura e complessa per la mia giovane età, e un cuore troppo ferito per poter amare.
A volte il desiderio di scappare e di rifugiarmi su una montagna per meditare insieme al mio mio animo prevaleva al tal punto che avevo pensato di farlo.
Sentivo di avere nel mondo un posto lontano dalla vita che conducevo.
Un luogo idoneo al mio spirito, il quale mi chiamava a se ogni giorno.
Sentivo nel profondo del mio essere la sua voce attirarmi a se.
Sarei andata avanti divisa tra forza e debolezza, accompagnata dal coraggio di non arrendermi.
                                                                                                                                          •••••••
“Ah, sei qui, pensavo fossi in soggiorno.” La voce di Giulia mi fece sussultare dalla sedia che avevo posto accanto alla finestra.
Nel voltarmi verso lei mi accorsi che stava ridendo.
“Cosa hai da ridere?” Le chiesi con tono severo.
Mi capitava a volte di essere dura anche con lei.

“Dai non essere rigida anche con me, comunque dopo che ha smesso di piovere credo che verranno anche gli altri per una partita a carte.
Li ho invitati perché è da parecchio che non ci riuniamo, questo studio uccide."

Il suo sguardo irritato mi fece intuire quanto le desse fastidio studiare tanto.
Oltre Giulia avevo altri tre amici, eravamo parte dello stesso gruppo e ci conoscevamo dal primo anno di liceo.

“L'ultimo anno è il più impegnativo si sa, sopratutto per noi del classico." Le feci notare.
“Hai ragione, però ci priva della possibilità di vederci tutti insieme come in passato.." Le sorrisi debolmente.
“Eri di nuovo persa nei tuoi pensieri prima che io entrassi?
Ti ho vista seduta vicino la finestra.."

Il suo sguardo preoccupato mi fece capire che aveva intuito il mio momento di riflessione che c'era stato poco prima.
“Il solito...” Risposi sorridendo.
A volte vorrei essere come te.” Disse guardandomi dritto negli occhi.
“Come me in che senso?”
“Forte come te, nonostante le delusioni vai sempre avanti e non ti arrendi, non abbandoni te stessa nelle mani di questa società."

Le sue parole mi colpirono profondamente.
Nonostante la conoscessi da molto tempo non mi aveva mai detto quelle parole.
“Ti stimo Aurora, sei davvero una grande persona.”

Così dicendo mi abbracciò.
Ricambiai l'abbraccio e in quel momento pensai all'amicizia che ci univa e a quella che mi univa altri amici del gruppo.
C'era una cosa che non mi aveva abbandonata, che mi teneva legata a se, l'unica per la quale lottavo..
L'amicizia.

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Capitolo 3
*** ~Capitolo 2: Odiare se stessa. ***


Lunedì 6 marzo.
Un giorno iniziato come uno qualunque.
Sveglia, colazione, incontro con i miei amici vicino a piazza di Spagna e poi fila verso scuola.
Il liceo Tasso non era molto distante da casa mia, era tranquillamente raggiungibile a piedi.
Poi, in compagnia dei miei amici, i dieci minuti di tragitto volavano.
Quando si parla e si è completamente assorti in una conversazione non ci si accorge di come passa il tempo.
Solo alla fine si diventa consapevoli di ciò.
Il quinto anno di liceo era quasi prossimo al tramonto.
Mancavano solo tre mesi agli esami, e poi davanti ai miei occhi si sarebbe aperto un altro mondo, quello universitario.
Ad essere sincera non sapevo ancora con esattezza cosa fare, non avevo ancora scelto nessuna facoltà.
Come in tutte le cose, anche per quanto riguardava l'università ero molto indecisa.
Nonostante diversi orientamenti, a volte tenutosi anche nelle università, le mie idee erano rimaste confuse.
Ma sapevo che alla fine avrei scelto! In fondo andava sempre cosi... alla fine prendevo una decisione.
Giunti nel cortile stra pieno di ragazzi, io e i miei amici filammo subito sulle scale d'ingresso.
Io e Giulia eravamo nella stessa aula, mentre Luca, Francesco il fidanzato della mia migliore amica e Paola erano in un altra classe sempre del classico e dello stesso anno.
Appena suonò la campanella ci dirigemmo nelle nostre aule.
Proprio nel momento in cui ero nel corridoio diretta verso la mia aula come tanti altri ragazzi, accadde qualcosa che cambiò quel giorno.
Qualcosa che non mi sarei mai aspettata..
Una spinta mi fece quasi cadere in avanti, ma subito una mano afferrò saldamente il mio braccio aiutandomi a riprendere equilibrio.
Rivolsi lo sguardo alla mia destra e mi accorsi che era stato un ragazzo ad avermi afferrata.
Entrambi restammo a guardarci per un po senza dire nulla, come catturati da chissà cosa...

“Devi fare più attenzione, in questo corridoio è facile essere spinti e farsi male.
Sembrano tanti animali molti ragazzi.”
Disse dandosi un occhiata in giro preoccupato.
Distogliendo lo sguardo dai suoi occhi verde smeraldo, mi ricomposi per dirigermi in classe.
Oramai il corridoio ''assassino'' era quasi vuoto.
“Oh beh! Potresti almeno ringraziarmi per averti salvata in tempo.” Sentii la voce di quel ragazzo alle mie spalle molto sicura nel tono.
Evidentemente sembrava essere dispiaciuto di non aver ricevuto un ringraziamento.
Dovevo infatti ringraziarlo! Ma io...
“Oh beh! Non sono così fragile, anzi...”

A quelle mie parole assunse un espressione davvero stupita, poi, sorridendo se ne andò svoltando nel corridoio in direzione opposta alla mia.
Entrata in classe mi accorsi che l'insegnante di latino e greco ancora non era arrivata e ringraziai Dio per non aver ricevuto un ritardo sul registro.
Sedutami accanto a Giulia, mi accorsi che aveva un'espressione strana sul volto.

“Che c'è?" Le chiesi incuriosita di sapere cosa fosse accaduto in mia assenza.
“Ti ho vista prima nel corridoio, stavi parlando con un ragazzo, direi molto carino anche."
Sulle sue labbra comparve un sorriso malizioso.
La mia reazione forse sarebbe stata quella di diventare rossa in viso e magari balbettare anche.
Invece...
“Un incidente di percorso me l'ha fatto ritrovare davanti agli occhi.” Dissi con tono sicuro e fermo.
"Ah! Sei sempre la solita Aurora, tu lo chiami incidente di percorso?
Io invece penso che è stato solo l'inizio di una lunga storia!”
Alle sue parole dette con tanta enfasi scoppiai a ridere.
“Ma cosa dici?
Di nuovo con i tuoi film mentali, eh Giulia?”
Non smettevo di ridere.
“Sai qual'è il tuo problema?
Non credi molte volte nelle cose .
Credi che tutto sia destinato a finire, ma così Aurora non vivi, lascia che il tuo cuore venga pervaso dalle emozioni perché lui vuole vivere.
Credimi.”
Disse guardandomi seria negli occhi.
A quelle parole smisi subito di ridere e con lo sguardo rivolto verso gli alberi le cui foglie ondeggiavano pigramente al dolce fruscio del vento, pensai a quanto odiassi il mio carattere.
Un cuore protetto da uno scudo massiccio sarebbe stato in grado di palpitare e sentirsi veramente libero da tutto il dolore che sentiva di provare?

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Capitolo 4
*** ~Capitolo 3:Riflessioni ***


Mercoledì 8 marzo. 
Nel pomeriggio aveva cominciato a piovere ed io, con la testa appoggiata alla finestra di camera mia, osservavo pensierosa il paesaggio cupo e triste come il mio animo.
Vagavo di tanto in tanto con gli occhi sulle macchine ferme lungo i marciapiedi, sui passanti, oppure restavo per tanto tempo a fissare un punto fisso all'orizzonte, tra nuvole e lontani lampi.
Con la mano toglievo l'umidità che di tanto in tanto si formava sui vetri della finestra.
E' difficile condurre un esistenza divisi tra dolore e noia, senza riuscir a sentirsi veramente appagati.
Alla fine si vive di soli bisogni momentanei, perché, soddisfatti poi ne subentrano altri e altri ancora.
Questo è il tormento dell'uomo.. non sentirsi mai felice per sempre ma solo per poco tempo.
Ecco, io mi sentivo in quello stato da molto tempo, da quando avevo imparato a conoscere me stessa, o meglio il mio animo interiore.
Di certo non è facile imparar a conoscere se stessi.
Sapevo bene che avevo ancora molto da imparare di me, anche se una vita sola non sarebbe bastata.
Ero insoddisfatta dal profondo dell'animo, vivevo in un mondo che non sentivo mio, vivevo i miei giorni posta in questo mondo ma proiettata in un altro mondo, esattamente come la coscienza infelice di Hegel.
Apparentemente non mi mancava nulla.
Avevo dei genitori che mi amavano dal profondo del loro cuore, una bella casa, amici fantastici, il profitto scolastico era ottimo..
Eppure, non riuscivano a colmare il vuoto dentro me.
Questo non stava ad indicare che non mi rendessero felice, anzi, se sapevano che stavo male facevano di tutto per farmi sorridere.
Forse ero proprio io il problema oppure il mio animo, oppure ancora... no, non saprei.
Ero in continua lotta con me stessa, e non accettavo il mio carattere troppo complicato per la mia età.
Non sopportavo a volte l'idea di non piacermi oppure di avere un modo diverso di pensare da molti ragazzi della mia età.
Sapevo che la mia era semplicemente maturità, però a volte mi consumava dentro perché avevo proiettato lo sguardo troppo avanti, e adesso guardavo la società diversamente, con un certo pessimismo e amarezza..
La felicità ecco!
Quanto dura la felicità? Poco o niente
, si insomma è come il semplice schiocco delle dita.
Mentre si vive un momento pronto a riempirci il cuore di gioia pronto a illuminare una giornata, ritorna il vuoto e il buio assoluto.
Strano vero?
Che tipo di magia nera è mai questa?
La felicità non dovrebbe durare più a lungo?
Dolore e noia squarciano l'animo in uno stato forse anche di pigrizia, ma non la solita pigrizia, quella che ti immobilizza sul divano e addio mondo.
No, una pigrizia nell'animo che lo rende stanco di fronte alle situazioni, di fronte a tutto ciò che accade, come se sapesse già come andrà a finire..
Ma quella fine è davvero il tormento dell'uomo?
O è l'eterno a spaventarlo?

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