L'amore non ha limiti di barbara91 (/viewuser.php?uid=106747)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo giorno di scuola - parte 1 ***
Capitolo 2: *** Primo giorno di scuola - parte 2 ***
Capitolo 3: *** Nuove amicizie ***
Capitolo 4: *** innamorarsi fa male ***
Capitolo 5: *** Malattie e nuove conoscenze ***
Capitolo 6: *** Malata d'amore ***
Capitolo 7: *** il ballo di Halloween ***
Capitolo 8: *** Dimmi che non vuoi morire ***
Capitolo 9: *** Sei mesi dopo ***
Capitolo 1 *** Primo giorno di scuola - parte 1 ***
Primo
giorno di scuola – parte 1
Pov
Katara
Io, mio padre e
mio fratello percorrevamo silenziosi le
strade per raggiungere la nostra nuova casa.
Mio padre era
sempre stato costretto a viaggiare per il suo
lavoro, e lo
avevamo fatto sempre tutti
insieme, come una vera famiglia, ma dal giorno dell’incidente
tutto era
cambiato.
Non
c’erano più stati viaggi, un po’ per la
mia condizione,
un po’ per l’assenza di mia madre. Purtroppo era
arrivato un momento in cui per
mio padre non era più stato possibile rimandare,
così aveva deciso di affidarci
a Kanna, la nostra cara nonnina.
-Siamo arrivati-
Sospirò accostando.
Mio padre e mio
fratello scesero dall’auto e mentre la nonna
ci veniva incontro per darci il benvenuto, loro mi aiutarono a scendere.
Sokka mi prese
in braccio, mentre mio padre usciva dal
portabagagli della macchina il mio peggiore incubo: la sedia a rotelle.
Spinsi
lentamente le ruote per avvicinarmi alla nonna che mi
abbracciò con affetto.
Ci
invitò tutti ad entrare, ma mio padre rifiutò.
-Mi dispiace
Kanna, ma vado di fretta, magari la prossima
volta- Disse prima di abbracciarci e di risalire in auto, per poi
sparire in
lontananza.
Rimasi a
guardare ancora un po’ il punto in cui la macchina
era diventata invisibile, confondendosi nel traffico colorato e
rumoroso. Già
mi mancava, chissà quando l’avrei rivisto.
-Forza ragazzi
entriamo, Sokka ti dispiace portare i vostri
bagagli dentro?- Chiese la nonna a mio fratello mentre afferrava i
manici della
sedia a rotelle e cominciava a spingermi.
Entrammo in
casa, mi girai intorno per osservarla meglio,
tutto era rimasto come l’ultima volta, come quando
c’era mia madre.
Cercai di non
pensarci –Nonna potresti dirmi qual è la mia
camera? Sono molto stanca e vorrei andare a dormire-
-Non vuoi
nemmeno cenare?-
–No,
non ho fame, grazie lo stesso-
-Va bene tesoro-
Disse spingendomi in direzione di una delle
camere da letto.
–Ti ho
sistemato nella stanza degli ospiti, è al piano terra
e ha un bagno tutto suo, ti sarà più comodo,
così non avrai bisogno di nessuno
per muoverti- Spiegò cercando di mascherare la sua
espressione triste con un
sorriso.
-Grazie- Risposi
io educatamente cercando di non pensare a
quello sguardo –Ora vado a preparare la cena a tuo fratello,
ricordati che
domani incominciate la scuola, quindi metti la sveglia presto.
Buonanotte
tesoro-
Notai che la
nonna aveva arredato quella stanza con
degli attrezzi per
disabili, in modo che
io potessi fare tutto senza l’aiuto di nessuno.
La mia
attenzione venne attirata da una piccola foto sul
comodino, spinsi le ruote della sedia fino a li e l’afferrai: era la mia mamma da
giovane.
Una lacrima mi
rigò il viso, così mi affrettai a
riposizionare la foto sul comodino, era meglio non pensarci.
Dopo essermi
cambiata, con un po’ di fatica mi misi a letto.
Mi addormentai quasi subito, ma il mio sonno era tormentato dagli
incubi, non
facevo altro che rivedere quel maledetto giorno, il giorno della morte
di mia
madre.
Mi svegliai di
soprassalto, sentendo delle mani arpionate
alle mie braccia scuotermi, per farmi svegliare: Sokka.
-Katara ti prego
calmati- Continuava a dirmi lui, solo allora
mi accorsi che avevo incominciato ad urlare.
Cercai di
calmarmi, ma le lacrime traditrici incominciarono a
rigarmi il viso, lui mi strinse a se –Tesoro è
tutto finito, ci sono io qui con
te-
-Ti prego Sokka,
dormi con me stanotte- Lo implorai. Lui
annuì e senza aggiungere altro si stese accanto a me.
Non stavamo
stretti, visto che era un letto matrimoniale, ma
io continuai a rimanere aggrappata a lui come se fosse la mia ancora di
salvezza.
Mi addormentai
di nuovo, e questa volta, grazie a mio
fratello che continuava ad abbracciarmi, non sognai nulla.
Pov
Sokka
Katara si era
addormentata tra le mie braccia come una
bambina indifesa, forse lo era davvero.
Era
così piccola quando morì nostra madre, in
più in
quell’episodio aveva anche perso l’uso delle gambe.
Era toccato a me
prendermi cura di lei da quel giorno, mio
padre era sempre indaffarato e la nonna era lontana, ma fortunatamente
lei era
qui ora, e mi avrebbe dato una mano a ristabilire la sfera emotiva
della mia
sorellina.
Poco dopo mi
addormentai anch’io.
Il giorno dopo
mi svegliai ancora in quella posizione, avevo
un leggero dolore alla schiena, ma non spostai Katara dalla mia spalla
per non
svegliarla prima del previsto.
Quel giorno avremmo
incominciato la scuola e lei sicuramente non era ancora pronta per
questo.
Ero ancora
assorto nei miei pensieri, quando si svegliò.
-Buon giorno
dormigliona, dormito bene?-
-Si, tu hai
dormito?-
–Mai
dormito meglio- Mentii, non volevo che si preoccupasse
anche per me.
-Sei un
bugiardo, lo sai?- Sbuffò mentre la sollevavo e la
mettevo sulla sedia –Lo so, ma mi ha fatto piacere dormire
con te.
Adesso
preparati, dobbiamo andare a scuola- Le diedi un bacio
sulla fronte e uscii dalla stanza.
Pov
Zuko
Quella mattina
mi ero alzato di pessimo umore: mia sorella,
Mai e Ty Lee avevano passato la notte insieme e avevano riso, gridato e
starnazzato come oche per tutta la notte.
Una volta finito
di prepararmi scesi a fare colazione, lo zio
Iroh aveva già preparato il suo famoso thè e una
bella torta al cioccolato.
Le tre pazze
stavano già mangiando, mi salutarono, ma se ne
pentirono subito, non appena notarono il mio umore nero.
-Buon giorno
Zuko, forza siediti con noi a fare colazione-
Disse mio zio porgendomi una tazza di the e una fetta di torta,
afferrai tutto
senza rispondere e incominciai a mangiare.
-Giornata storta
Zuko?- Domandò Ty Lee mentre sul suo viso spuntava
un ampio sorriso, la fulminai con lo sguardo –Andrebbe meglio
se riuscissi a
stare zitta almeno durante la colazione, visto che durante la notte
nessuna di
voi ne è stata capace- Risposi acido.
-Oh andiamo
Zuko, la tua odiosa ragazza ti ha fatto diventare
così monotono e scontroso?- Chiese Azula sbattendo un pugno
sul tavolo.
-Smettila
Azula!-Urlai sbattendo a mia volta i pugni sul
tavolo –Ragazzi avanti calmatevi- Disse mio zio cercando di
non farci scannare,
ma io mi ero già alzato da tavola e una volta preso lo zaino
uscii di casa
senza salutare nessuno.
Arrivato a
scuola incominciai a cercare la mia ragazza, non
la vedevo da tutta l’estate ed ero impaziente di
riabbracciarla.
La intravidi
poco dopo, stava parlando con il mio migliore
amico vicino all’entrata della scuola.
Mi avvicinai a
loro mentre entrambi si giravano nella mia
direzione –Zuko Amore!- Disse lei mentre si avvicinava per
abbracciarmi.
-Ciao Suki-
Dissi prima di avvicinare le mie labbra alle sue.
Un leggero colpo
di tosse ci fece improvvisamente ricordare
che non eravamo soli –Vedo che l’estate non ti ha
cambiato per niente- Rise il
mio amico–Mi sei mancato anche tu Jet- Dissi ricambiando il
sorriso.
Poco dopo ci
raggiunsero Azula e le sue amiche, vidi Jet
arrossire leggermente, aveva da sempre una cotta per Mai, ma non glie
l’aveva
mai detto.
Ty Lee si
avvicinò a noi con un grande sorriso -Ciao ragazzi,
sapete oggi arriveranno a scuola due ragazzi nuovi e…-
-E
perché dovrebbe interessarci?- Le chiese Suki con un tono
forse un po’ troppo acido.
-Oh,
Beh…- Balbettò Ty Lee, ma Suki la interruppe di
nuovo
–Non ci importa! Ora vattene stupida papera!- A quelle
parole, vidi gli occhi
di Ty Lee diventare lucidi e dopo essere scoppiata a piangere corse via
inseguita da Mai e Azula.
Prima di
allontanarsi per inseguire la sua amica Azula mi
lanciò uno sguardo di Fuoco alla mia ragazza, non aveva mai
sopportato Suki e
ancora meno il nostro fidanzamento.
-Andiamo tesoro
o faremo tardi, a dopo Jet- Disse lei mentre
mi prendeva per mano e mi tirava verso l’ingresso della
scuola.
La guardavo
camminare a testa alta, con quel suo sguardo
fiero, che faceva intendere che non le importasse di niente di nessuno,
Suki
era fatta così, se le stavi simpatico ti regalava
l’universo, ma se ti prendeva
di mira, ti avrebbe reso la vita impossibile
finché non avessi implorato pietà.
Mia sorella e le
sue amiche non le sopportava proprio, ma
evitava di trattarle troppo male solo a causa mia, aveva provato una
volta a
fare uno scherzo ad Azula, ma mi ero talmente infuriato con lei che da
allora
si era limitata a delle frecciatine molto velenose.
Ma io
l’amavo e non riuscivo a stare senza di lei, noi
eravamo fatti per stare insieme e con questa convinzione incominciai il
mio
primo giorno di scuola del terzo anno.
Pov
Katara
Arrivammo a
scuola molto in ritardo, tanto che l’intero
cortile era completamente vuoto, mio fratello si era svegliato per
primo, ma
aveva passato ore in bagno a fare non so cosa e questo era il
risultato, un
notevole ritardo proprio il primo giorno.
-Forza Sokka va
più veloce, siamo già in ritardo!- Gli dissi
mentre mi spingeva, potevo benissimo muovermi da sola, ma volevo
fargliela
pesare un po’ così magari il giorno dopo si
sarebbe sbrigato.
-Ecco siamo
arrivati!- Esclamò lui fermandosi davanti ad una
porta con su scritto segreteria.
Entrammo e ad
accoglierci trovammo una signora anziana –
Salve ragazzi io sono Yagoda, voi dovete essere i nipoti di Kanna, io
sono una
sua vecchia amica, è un piacere darvi il benvenuto- Disse
lei sfoderando un
piccolo sorriso, che sparì poco dopo quando i suoi occhi
caddero sulla mia
sedia a rotelle.
-Per favore
potresti darci i nostri orari?- Le chiese mio
fratello per sfuggire a quella situazione imbarazzante.
-Certo, eccoli
qui, buona giornata ragazzi- Disse porgendo i
fogli a Sokka.
-Allora Katara,
io ho Matematica nell’ala ovest
dell’edificio, tu invece cos’hai?-
-Io scienze, ma
è nell’ala est, dovremmo dividerci-
-Non ci penso
nemmeno, io ti accompagno!- Disse lui iniziando
a camminare verso la mia classe –Sokka ti prego vai, siamo
entrambi in netto
ritardo e io ce la faccio da sola-
Lui
sospirò – Va bene, ma se hai bisogno chiamami, ho
il
telefono acceso con la vibrazione- Disse lasciandomi un bacio sulla
guancia e
allontanandosi nella direzione opposta alla mia.
Trovai
facilmente la mia classe, mi fermai davanti alla
porta, presi un bel respiro ed entrai.
Il professore
era seduto alla cattedra, mi avvicinai a lui
per presentarmi –Salve io sono Katara, la nuova arrivata- Gli
dissi abbassando
lo sguardo.
-Buongiorno
signorina, prego si accomodi pure, vicino al
terzo banco, Ty Lee per favore sposta la sedia accanto a te,
così la signorina
Katara può sistemarsi- Disse il professore rivolgendosi ad
una ragazza con i
capelli castani legati in una lunga treccia.
Mi avvicinai a
lei e con un po’ di difficoltà, cercai di
sistemarmi vicino al banco, ovviamente senza riuscirci.
-Posso
aiutarti?- Mi chiese la ragazza con la treccia –Si
grazie- Le dissi abbassando lo sguardo.
-Non fare quella
faccia, ti ho aiutato a sistemarti non a
fare una rapina-
–Comunque
io sono Ty Lee- Disse mentre mi porgeva la mano.
Avevo ancora lo
sguardo basso, avevo paura di alzarlo e di
vedere altre espressioni di pietà mista a disgusto che avevo
visto negli ultimi
tre anni, ma non potevo ignorare il
suo
tentativo di conoscermi, sarei sembrata una maleducata.
Afferrai la sua
mano –Io sono Katara- Le dissi mentre alzavo
lentamente lo sguardo, quando incrociai i suoi occhi, non vidi nessuna
traccia
di pietà, anzi, aveva uno splendido sorriso che le
illuminava gli occhi grigi.
Ricambiai il
sorriso, il resto della lezione la passammo un
po’ chiacchierando e un po’ ascoltando il
professore, fino a quando suonò la
campanella.
-Katara che
lezione hai adesso?- Mi chiese lei prima di
uscire dalla classe – Storia tu?-
–Anch’io,
vieni allora starai con me e le mie amiche- Disse
mentre cominciava a spingermi.
Raggiungemmo un
aula un po’ più a sud dell’edificio,
dove ad
aspettare Ty Lee si trovavano due ragazze.
–Ragazze
lei è Katara la nuova ragazza- Disse lei per
presentarmi –Katara loro Sono Mai- Indicò una
ragazza con i capelli neri legati
in due codini e gli occhi chiari –E lei è Azula-
L’altra ragazza con i capelli
sempre neri raccolti e gli occhi dorati.
-Ciao Katara
è davvero un piacere conoscerti- Disse Azula
sorridendomi insieme a Mai.
-Ragazze non mi
presentate la vostra nuova amica?- Disse una
voce alle mie spalle. Una ragazza poco dopo apparve ai miei occhi, era
molto
bella, aveva degli occhi blu come il mare e i capelli castani a
caschetto, mi
guardava in un modo che non riuscivo nemmeno a decifrare.
-Io sono Suki e
volevo darti il mio benvenuto- Disse mentre
con un gesto repentino mi spingeva giù dalla sedia.
-Suki lasciala
stare- Disse Azula avvicinandosi a lei.
–Sta
zitta perdente-
–Benvenuta
piccola storpia- Mi sussurrò all’orecchio prima di
allontanarsi.
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Capitolo 2 *** Primo giorno di scuola - parte 2 ***
Primo
giorno di scuola –parte 2
Pov
Sokka
Dopo aver
lasciato Katara incominciai a correre verso l’aula
di Matematica, fortunatamente notai che il professore non era ancora
arrivato.
Mi sedetti
vicino ad un ragazzo con dei capelli castani
lunghi quasi fino alla spalla e gli occhi verdi –Ciao io Sono
Haru- Disse
porgendomi la mano –Piacere Haru, io sono Sokka il ragazzo
nuovo- Risposi
stringendola a mia
volta.
-Lo so, tutti
qui non fanno altro che parlare di te e di tua
sorella-
– Come
mai?-
–Siete
una novità- Disse come se fosse la cosa più
naturale
del mondo –E le novità qui sono molto rare
e…- Continuava a parlare con
entusiasmo, ma io ormai non lo ascoltavo più, il mio sguardo
si era letteralmente
incantato su una ragazza che era appena entrata in classe.
Era bellissima,
i capelli castani a caschetto erano
perfettamente ordinati, gli occhi blu erano leggermente truccati per
valorizzarli ancora di più, in altre parole: era un angelo.
-Ehi amico, ti
consiglio di non incantarti troppo a
guardarla- Disse Haru dandomi una gomitata per attirare la mia
attenzione.
-È
Suki, la ragazza più bella della scuola, ma è
anche la
ragazza più perfida ed egoista che si sia mai vista qui.
Non fa altro che
prendere di mira i più deboli, è la
cattiveria in persona- Sussurrò cercando di non farsi
sentire.
Notai che dietro
Suki c’era un ragazzo, con un enorme
cicatrice sul volto –Lui chi è?- Chiesi senza
distogliere lo sguardo –Lui è
Zuko il suo ragazzo, stanno insieme da anni-
-Com’è
che lei, così perfida e cattiva, si mette con uno che
è sfregiato in volto? Non deve essere così
cattiva allora- Osservai io
continuando a tenerli d’occhio entrambi.
Una persona
perfida e superficiale non si sarebbe mai messa con
uno così, pensai tra me.
–Quella
cicatrice se
l’è fatta dopo, che si sono messi insieme- Mi
rispose lui.
-E come se
l’è fatta? –
Lui si strinse
debolmente nelle spalle
–Nessuno lo sa, semplicemente un
giorno è finito in ospedale e quando è tornato
aveva quella.-
All’improvviso
il professore entrò in classe e noi fummo
costretti ad interrompere
la nostra
conversazione.
Mentre i minuti
scorrevano lenti, accompagnati dalla voce
tediosa del professore, mi concentrai meglio sulla coppia seduta a
pochi banchi
di distanza da me. Suki seguiva il professore con attenzione, tranne
quelle
rare volte in si voltava di lato per regalare un sorriso al suo
ragazzo, seduto
di fianco a lei.
-Ragazzi allora
per domani studiate da pagina venti a pagina…
Oh, ma il nuovo alunno è presente in questa classe?
Perché non ti sei fatto
notare subito? Forza su alzati e presentati- Disse il professore
guardando
nella mia direzione.
-Salve, io sono
Sokka-
Tutti si girarono a
guardarmi, e mentre mi presentavo incrociai gli occhi di Suki, i nostri
sguardi
rimasero incatenati, fino a quando il professore non
richiamò la mia
attenzione, mi ero imbambolato a guardarla ed ero rimasto zitto per
tutto il
tempo, bella figura!
Fortunatamente
il suono della campanella mi salvò, uscii di
corsa dall’aula e mi chiusi nel bagno, aprii il rubinetto e
mi sciacquai la
faccia.
Rimasi li non so
per quanto tempo e quando uscii notai poco
lontano un gruppetto di ragazze che stava litigando.
Tra loro
c’era Suki, che figura che avevo fatto davanti a
lei, sicuramente aveva pensato che fossi un imbecille senza cervello.
Avevo
deciso di allontanarmi prima che si accorgesse di me, quando notai una
ragazza
stesa per terra, che veniva aiutata da un’altra
con i capelli legati in una treccia a rialzarsi.
La ragazza stesa
per terra era Katara.
Pov
Ty Lee
Quella mattina
avevo conosciuto la ragazza nuova, Katara.
Era davvero dolce e
simpatica, il tipo di ragazza che non farebbe male ad una mosca, chi
potrebbe
mai farle del male? Ma che domande, ovviamente quella strega di Suki.
L’aveva
spinta dalla sedia a rotelle facendola cadere e
chiamandola storpia, inutile dire che Azula dopo questa sua ultima
bravata non
ci aveva visto più e si era lanciata su di lei.
-Brutta strega!-
Gridò Azula prima di afferrare Suki per i
capelli.
-Ragazze
smettetela!- Gridai io mentre cercavo di aiutare
Katara, che aveva incominciato a piangere, non riuscendo ad alzarsi.
Mai si mise tra
le due e con molta difficoltà riuscì a
dividerle, vidi Suki guardare Azula con odio –Questa me la
paghi- Ringhiò prima
di allontanarsi con uno specchietto in mano intenta a sistemarsi i
capelli.
-Katara!- Il
nome della mia nuova amica echeggiò nel
corridoio: un ragazzo stava correndo verso di noi.
Era davvero bello, i
capelli castani legati in una piccola coda e gli occhi dello stesso
colore di
Katara, sicuramente era suo fratello.
-Katara stai
bene?- Disse lui prendendola in braccio senza
sforzo e stringendola a sé.
-Non
Preoccuparti Sokka, è tutto a posto- Disse lei ancora in
lacrime, lui la poggiò sulla sedia a rotelle e le
accarezzò i capelli.
-Cos’è
successo?- Domandò
con fare amorevole –Niente, io…-
-Katara…-
La riprese lui –Capisco quando menti e quando dici
la verità-
-È
stata Suki- Dissi avvicinandomi a loro.
Lui si
voltò immediatamente nella mia direzione ed io non
potei fare a meno di arrossire dalla testa ai piedi, sentii il mio
cuore
battere forte, non avevo mai provato delle sensazioni del genere solo
nel
guardare un ragazzo.
-Cos’ha
fatto?- Chiese innervosendosi leggermente, era
evidente quanto tenesse alla sorella –L’ha spinta e
l’ha chiamata piccola
storpia- Dissi io abbassando lo sguardo.
-Grazie-
Pov
Sokka
Haru non aveva
affatto torto, Suki era veramente un arpia,
come avevo potuto pensare che potesse esserci del buono in lei?
Giravo nei
corridoi senza meta, stavo cercando Suki e non mi
sarei fermato finché non l’avessi trovata.
Dopo un
po’, la trovai intenta a fumarsi una sigaretta: era
da sola.
-Ehi tu!- Dissi
richiamando la sua attenzione.
–Prego?-
–Sono
Sokka il fratello di Katara-
-Katara? Non
conosco nessuna Katara- Rispose lei con un
piccolo sorriso divertito –Dovresti ricordarti di lei invece,
visto che l’hai
appena spinta a terra!- Urlai io infuriato.
-Oh, capisco,
sei il fratello della storpia, che strano non
l’avrei mai detto- Disse lei regalandomi uno sguardo di
apprezzamento.
-Non avvicinarti
mai più a mia sorella o te la vedrai con
me!- Abbassai il tono con fare minaccioso, ma lei non si fece per
niente
intimidire –E tu chi saresti per parlarmi in questo modo?-
La afferrai per
un polso e la tirai talmente forte che i
nostri nasi si sfiorano.
-Sono quello che
ti farà scendere dal piedistallo, stupida
ragazzina viziata!- La mia voce era appena un sussurro, ma le mie
parole
intrise di veleno, a tal punto che vidi nei suoi occhi un attimo di
esitazione.
I nostri sguardi
erano incatenati, era davvero bella, ma il
ricordo di ciò che
aveva fatto a Katara
mi fece allontanare da lei disgustato.
-Che sta
succedendo qui?- Entrambi ci girammo.
–Niente
Zuko, andiamo via- Disse lei avvicinandosi e
prendendogli la mano, dopo avergli dato un bacio lo tirò via
e poco dopo
sparirono alla mia vista.
Pov
Katara
-Allora tesoro
stai bene? – Continuava a chiedermi Ty Lee –Si
Ty, è tutto a posto, non importa- Dissi per tranquillizzarla.
-Non importa un
corno! Quella ti butta per terra e tu non
dici nulla?- Disse Azula ancora infuriata con Suki, da quello che avevo
potuto
capire lei era quella che la odiava di più, non sapevo
ancora il motivo, ma
ogni volta che la nominavo si accendeva
come un fiammifero.
-Lascia stare
Azula, se non vuole fare niente non puoi
obbligarla-
–Dovrebbe
dirlo al preside invece, Suki non si merita la tua
comprensione!-
Mai,
comprendendo che nulla avrebbe fatto cambiare idea ad
Azula, decise di cambiare discorso, nella speranza che si dimenticasse
di tutto
il resto.
-Allora Katara,
chi era il ragazzo di prima?- Chiese con un
piccolo sorrisino –Oh, quello è mio fratello
Sokka, scusate ma è scappato via e
non sono riuscita a presentarvelo-
-Non importa,
ora vivete qui e ci saranno altre occasioni per
incontrarlo, devo dire però che è davvero carino,
vero ragazze?- Disse Azula,
che per un momento sembrava aver sbollito un po’ la rabbia.
Le altre due
ragazze annuirono, e per un momento mi sembrò di
vedere un lieve rossore sulle guance di Ty Lee, ma forse mi ero
sbagliata.
Avevamo saltato
le due ore di storia, così appena suonò la
campanella, ci dirigemmo direttamente alla mensa.
Cercai mio
fratello con lo sguardo, ma non lo vidi,
sicuramente era da qualche parte a sbollire la rabbia.
Mi aiutarono a
sistemarmi ad un tavolo, poi loro si sedettero
accanto a me.
Stavamo
chiacchierando amichevolmente, quando dalla porta
della mensa vidi entrare Suki, seguita da un ragazzo con i capelli neri.
Mi soffermai a
guardare il ragazzo, aveva dei folti capelli
neri, era alto e leggermente muscoloso, ma non troppo e i suoi occhi
erano di
un intenso dorato, ma la cosa che si faceva notare di più di
lui, era un enorme
cicatrice che gli copriva una parte del volto dal lato sinistro.
-Ti interessa
mio fratello?- Chiese Azula
–Come?-
-Quello
è Zuko, mio fratello, se hai delle mire su di lui
lascia perdere, è il ragazzo di Suki, quindi questo lo rende
una conquista
impossibile per le altre ragazze, nessuna vuole misurarsi con lei-
Continuò lei
guardando suo fratello
con sguardo
sconsolato.
-Non ti piace il
fatto che stano insieme?- Le chiesi curiosa
–No, ma a lui non importa-
Mi girai di
nuovo nella sua direzione e casualmente incrociai
gli occhi di Zuko, distolsi subito lo sguardo imbarazzata.
La pausa pranzo
fu abbastanza veloce, così arrivò il momento
di tornare a lezione.
Ci dirigemmo
verso l’aula di arte, Azula era davvero brava a
disegnare, ma i suoi schizzi erano decisamente tristi.
-Come si
è fatto quella cicatrice tuo fratello?- Le chiesi di
getto, lei si girò nella mia direzione –Non lo so,
lui non me l’ha mai detto,
so solo che è stata colpa di nostro padre- Dalla sua bocca
uscì un sospiro.
–Una
sera sono uscita con Mai e Ty, quando
sono tornata ho trovato mia madre
morta e mio fratello ustionato, mio padre invece era sparito- Chiuse
gli occhi,
come se volesse cancellare quei ricordi.
-Mio fratello ha
custodito quel segreto dentro di se, non ne
ha mai voluto parlare neanche con lo zio, credo che non voglia
turbarci-.
-Mi dispiace- Le
dissi facendo cadere l’argomento, era ovvio
che le faceva molto male.
Pov
Zuko
Le lezioni erano
appena finite, aspettavo Suki all’uscita
della scuola, quando fui raggiunto da Azula.
-Tieni quella
cagna della tua ragazza lontana dalle mie
amiche!- Urlò con voce furiosa –Azula smettila
di…-
-Potrà
anche essere la tua ragazza, ma adesso mi ha veramente
stancata, quello che ha fatto a Katara è imperdonabile, come
si può spingere a
terra una ragazza dalla sedia a rotelle e chiamarla piccola storpia?!-
-Va bene
parlerò io con Suki, però ora ti prego calmati-
Le
dissi lasciandola li e avvicinandomi a Suki che era appena uscita da
scuola.
-Suki,
è vero che hai preso di mira la ragazza nuova oggi?-
-Andiamo Zuko
era solo uno scherzo, dobbiamo litigare a causa
sua ora?- Disse lei abbracciandomi.
-No, ma non mi
piace quello che hai fatto a quella rag…- Lei
mi interruppe con un bacio –Non voglio litigare con te per
colpa di una
ragazzina- Disse con un sorriso malizioso.
Sorrisi -Ti va se oggi
pomeriggio facciamo un giro?- Le chiesi rispondendo al sorriso
–Solo se mi
porti in giro sulla tua bella moto- Disse prima di darmi un bacio sulle
labbra
e allontanarsi.
Pov
Azula
Mio fratello era
davvero incorreggibile, aveva detto che
avrebbe parlato con Suki per convincerla a comportarsi meglio, e
invece? Si era
fatto abbindolare da lei come un salame.
Perché
Zuko doveva stare con lei? Aveva un sacco di ragazze
ai suoi piedi, invece si era intestardito con la più perfida
di tutte.
Vidi Suki
allontanarsi da lui, gliel’avrei fatta pagare prima
o poi, questo era sicuro, alla fine avrei trovato il modo.
Vidi le mie
amiche uscire da scuola e le raggiunsi
-Ehi ragazze come va?-
–Tutto
bene, ma Katara?- Chiese Ty Lee guardandosi intorno
–Quando siamo uscite il fratello l’ha presa e
l’ha subito portata a casa-
Risposi io.
-Stavo pensando,
perché non andiamo a trovarla questo
pomeriggio?- Chiese Ty Lee tutta contenta, si era proprio affezionata a
Katara.
-Per me va bene-
Disse Mai –Per me anche-
-Perfetto
ragazze allora Azu giù a casa tua alle cinque-
Annuimmo tutte e tre e poi ci salutammo per tornare a casa.
Ecco
il secondo capitolo, scusate il ritardo ma
ero fuori città =)
Spero
che il capitolo vi piaccia…
P.s.
ho corretto il primo capitolo, vi chiedo scusa non avevo visto che il
capitolo era tutto attaccato...
Un
bacio Baby <3
|
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Capitolo 3 *** Nuove amicizie ***
Nuove
amicizie
Pov
Suki
Avevo appena
lasciato Zuko incamminandomi verso casa. Che
strazio quel ragazzo, non lo sopportavo davvero più. Era
indubbiamente carino,
ma non mi faceva provare ormai da tempo quelle emozioni che mi avevano
portata
a volerlo a tutti i costi.
Il ragazzo nuovo
invece, lui non era niente male.
Nel momento in
cui i nostri nasi si erano sfiorati, avevo
avuto l’impulso di baciarlo: per fortuna lui si era scostato.
Pov
Ty Lee
Eravamo fuori da
casa di Katara, avevamo appena suonato,
quando venne ad aprire suo fratello: sentii come un tuffo al cuore.
-Salve ragazze,
voi siete le amiche di Katara giusto? Prego
entrate- Sorrise e si fece da parte per lasciarci passare.
-Ragazze- Katara
ci venne incontro con espressione contenta
–Che ci fate qui?-.
-Beh siamo
venute a darti meglio il benvenuto, oggi a scuola
non è stato proprio il massimo-
-Dai venite vi
offro qualcosa- Disse lei conducendoci in
cucina –A proposito, lui è
mio fratello
Sokka, Sokka loro sono Azula, Mai e Ty Lee- Una alla volta strinsero la
mano di
suo fratello, finché non arrivò il mio turno.
Quando la mia
pelle venne a contatto con la sua, sentii come
una scossa lungo la schiena. Si aprì in uno dei suoi
splendidi sorrisi, ed il
mio cuore perse un battito.
Le mie guance
arrossirono leggermente, sperai vivamente che
non se ne accorgesse.
Poco dopo
afferrò il giubbotto e dopo aver salutato noi e la
sorella uscì di casa.
Incantata a
guardare il punto dove Sokka era sparito, mi
accorsi con notevole ritardo di come le mie amiche cercassero invano di
richiamare la mia attenzione.
-Scusate ragazze
ero distratta, cosa stavate dicendo?- Si
guardarono tra di loro con un sorriso complice –E
così… Ti piace mio fratello-
–Nooo…-
Risposi io cantilenando e diventando ancora più
rossa.
-Hai ragione Ty,
non ti piace, tu sei completamente cotta di
lui!-
-E va bene, si
mi piace- Ammisi nascondendo successivamente
il viso dietro le mani –Beh, dai cosa
c’è di male?
Senza offesa Katara, ma tuo fratello è
davvero uno schianto, non mi sorprende che ti piaccia Ty-
Sospirò Mai.
-A me farebbe
piacere se voi due vi metteste insieme, Sokka è
stato solo per così tanto tempo, gli farebbe bene stare con
una ragazza come
te- Disse Katara sorridendomi –A me piacerebbe molto Kat, ma
non so se lui la
penserebbe allo stesso modo- Ammisi io, abbassando lo sguardo.
Pov
Sokka
Passeggiavo per
le strade, guardavo le vetrine dei negozi
sperando di distrarmi un po’, ma il mio pensiero
inevitabilmente finiva sempre
a Suki.
Come poteva
piacermi una ragazza così? Aveva fatto del male a
mia sorella, diamine! Però mi ritrovavo ugualmente a pensare
ai suoi occhi, ai
suoi capelli, al sorriso dedicato a Zuko.
Cosa poteva
trovarci Suki in uno come lui? Certo bello era
bello, ma sembrava un ragazzo vuoto e problematico e… Basta!
Dovevo smetterla
di pensare a lei.
Arrivai al parco
della città, e, come se qualcuno avesse
udito i miei pensieri, trovai Suki e Zuko.
Stavano
mangiando un gelato, mentre passeggiavano mano nella
mano, si fermarono davanti ad una moto,
lui vi si sedette sopra e lei si poggiò sul suo
petto.
Decisi che era
arrivato il momento di vendicarmi un po’così
mi avvicinai a loro con un sorrisetto stampato in faccia. Suki si accorse subito
della mia presenza e
sgranò gli occhi dalla sorpresa, Zuko invece rimase
tranquillo.
-Ciao ragazzi-
–Sokka
che ci fai qui?- Chiese Suki con fare sgarbato.
-Non posso?-
Domandai con aria di sfida.
–No!-
–A me
non importa-
La vidi
diventare rossa dalla rabbia mentre cercava di darmi
uno schiaffo.
-Suki!- La
riprese Zuko mentre le afferrava la mano per
fermarla –Ma cosa ti prende oggi?- Le chiese mentre le
lasciava andare la mano
con delicatezza, lei ovviamente incrociò le braccia al petto
e mise il broncio.
-Piacere, io
sono Sokka- Dissi tendendogli la mano –Io sono
Zuko- Rispose lui stringendola, dovevo ammettere che sembrava un tipo
apposto.
-Bella moto-
–Ti
piacciono le moto?- Chiese lui scendendo e avvicinandosi
a me –Scherzi? Le adoro! Ne ho una anch’io, ma da
quando mia sorella è rimasta
paralizzata non la uso più molto, non
ho nessuno con cui andarci, prima ci piaceva andare ins…-
-Adesso basta
dacci un taglio! Non ci interessa la storia
della tua vita ne di quella storpia di tua sorella!- Esclamò
Suki con acidità
–Non ti permettere di nominare mia sorella dopo quello che le
hai fatto!-
Sibilai avvicinandomi a lei.
-Suki smettila!
A me interessa invece quindi piantala di fare
la bambina!- Rispose prontamente Zuko prima che la situazione
degenerasse.
-Sokka stavo
accompagnando Suki a casa, che ne dici di venire
con noi? Poi possiamo andare insieme a casa tua, devo comunque venire
da quelle
parti per prendere mia sorella-.
Inizialmente ero
indeciso, ma non potevo proprio farmi
scappare un’opportunità del genere per dar
fastidio a Suki, così accettai.
-Certo molto
volentieri- Fu così che ci incamminammo tutti
insieme verso casa della furente Suki.
Arrivammo a
destinazione dopo circa cinque minuti e prima di
lasciarci, Suki stampò un bacio sulle labbra del suo
ragazzo, poi mi guardò
credendo di farmi ingelosire. Io le risposi prontamente con un
sorrisetto di
sfida che la fece andare su tutte le furie, tanto che
si staccò dal suo ragazzo e senza salutare
entrò in casa sbattendo la porta.
Io e Zuko
rimanemmo per qualche secondo a fissarci, poi
scoppiammo e ridere –Certo che la tua ragazza è
proprio strana-
–Si
ogni tanto si comporta così- Disse lui divertito.
–Sei
innamorato di
lei?- Chiesi di getto, lui mi guardò per qualche secondo,
sembrava che non
sapesse cosa rispondere.
-Forse…
insomma non mi fraintendere, lei è bellissima, solo
che a volte mi piacerebbe che fosse diversa-
–In
che senso?-
-Andiamo Sokka,
non dirmi che ti è sfuggito il suo
comportamento, in alcuni momenti è una ragazza dolce e
gentile, ma nella
maggior parte del tempo è una persona cattiva e senza
scrupoli-
Rimase in
silenzio per qualche secondo, poi continuò:
-A volte, mi
piacerebbe che si comportasse in maniera
diversa, ma infondo e fatta così e se voglio stare con lei
devo accettarlo-
Concluse.
Arrivammo alla
moto e finalmente una volta seduti sopra
partimmo verso casa mia, andava davvero molto veloce, ma portava la
moto in un
modo, che avrebbe dato sicurezza a chiunque.
Pov
Zuko
Arrivammo
davanti a casa di Sokka e suonammo, ad aprirci
arrivò un’anziana signora con un sorriso stampato
sulla faccia.
-Ciao nonna, lui
è Zuko un mio nuovo amico- Disse lui
indicandomi.
-Buona sera
signora-
–Buona
sera, tu sei il nipote nipote di Iroh giusto? Tua
sorella è di la con mia nipote- Disse lei con fare gentile,
mentre ci scortava
verso la cucina.
-Zuko!-
Gridò Azula quando mi vide, corse ad abbracciarmi,
poi mi prese per mano e mi trascinò verso una ragazza sulla
sedia a rotelle,
sicuramente era la sorella di Sokka.
-Forza dai vieni
a conoscere Katara-
–Katara,
lui è mio fratello Zuko, Zuko lei è la mia nuova
amica Katara- Disse lei per presentarci.
-Piacere- Dissi
io allungando la mano verso di lei
–Il
piacere è mio- Disse lei stringendo la mia mano e alzando
lo sguardo, era davvero molto carina, notai che aveva gli stessi occhi
di suo
fratello.
-Azula dove sono
Mai e Ty Lee?- Chiesi non vedendole
scorrazzare in giro –Oh, è già venuto
il padre di Mai a prenderle-
-E tu non potevi
andare con loro?-
Avevo lasciato
la mia ragazza per venire a prenderla, mentre
lei poteva benissimo tornare con il padre di Mai.
-Andiamo Zuzu,
volevo stare un po’ con mio fratello e poi
volevo farti conoscere Katara, non trovi che sia una ragazza
incantevole?-
Chiese lei con un piccolo sorriso.
Dopo aver udito
quelle parole sia io che Katara arrossimmo,
non sapevo cosa rispondere, certo che era una persona incantevole, ma
non
potevo dirlo così apertamente, se l’avesse saputo
Suki mi avrebbe linciato.
Fortunatamente
la nonna dei miei due nuovi amici arrivò in
nostro soccorso, annunciando che per Katara era arrivato il momento di
riposare.
Così
io e Azula, salutammo Sokka e Katara, ma prima di uscire
mi ricordai di dover dire una cosa –Katara?-
–Si
Zuko?-
-Mi dispiace per
quello che ti ha fatto Suki oggi, davvero ti
chiedo scusa io al posto suo- Dissi sincero, non gliel’avrei
fatta passare
liscia, anche se quella mattina non mi era importato
granché, adesso che avevo
conosciuto Katara sentivo il bisogno di aiutarla.
-Non
preoccuparti Zuko, non è successo niente- Disse lei
leggermente in imbarazzo, sentii Azula sbuffare.
–Azu,
adesso ti accompagno a casa, ma non resto con te, vado
da Suki-
–Si
certo, la regina di ghiaccio non può aspettare- Disse lei
sarcastica.
–A
dire la verità non
mi sta aspettando, vado li per parlarle-
Arrivato sotto
casa di Suki le mandai un messaggio per farla
uscire –Zuko amore, non riuscivi a stare senza di me?- Disse
sorridendo e
cercando di abbracciarmi, ma io la fermai.
-Dobbiamo
parlare-
–Vuoi
lasciarmi?- Chiese lei con uno sguardo leggermente
stupito.
-No, ma dobbiamo
parlare dello scherzo che hai fatto oggi a
Katara-
–Tesoro,
ma perché insisti con questa faccenda? Non voglio
litigare con te per quella li-
-Prima
promettimi che non le darai più fastidio- Lei
alzò gli
occhi al cielo –Ok ok va bene- Le sorrisi, poi
l’avvicinai a me e la baciai.
-Buonanotte
amore, ci vediamo domani-
Pov
Suki
Ero decisamente
nervosa, non solo quell’imbranato di Sokka mi
aveva provocata per tutto il tempo, ci mancava anche Zuko che veniva a
rimproverarmi per quello scherzo fatto alla storpia!
Non ce la facevo
davvero più, quella stupida ragazzina me
l’avrebbe pagata, se non fosse stato per lei, non avrei
discusso con Zuko e
sarei stata libera di corteggiare suo fratello… un momento,
ma cosa andavo a
pensare? Io non volevo corteggiare suo fratello, io ero la ragazza di
Zuko e
Sokka era solo un pallone gonfiato.
Una volta
arrivata a scuola cercai quella piccola stupida, la
trovai da sola, vicino ad un cespuglio della recinzione scolastica.
Pov
Katara
Stavo aspettando
Sokka vicino all’entrata di scuola, mi aveva
lasciato un attimo per andare a chiedere delle informazioni in
segreteria,
quando all’improvviso sentii uno forte dolore alla testa,
qualcuno mi stava
tirando i capelli.
-Allora
ragazzina stammi a sentire, non mi faccio mettere i
piedi in testa da una come te e non sopporto che il tuo caro fratellino
e il
mio ragazzo si mettano a farmi la morale per colpa tua, quindi apri
bene le
orecchie.
Farai bene a
prendere le tue cose e a sparire da questa città, se non vuoi che ti renda
la vita un vero
inferno, hai capito?- Gridò mentre mi strattonava in modo
ancora più violento i
capelli.
Pov
Zuko
Ero appena
arrivato a scuola, quando all’improvviso sentii
delle urla provenire da dietro un cespuglio.
Mi avvicinai
piano e tra le varie urla di dolore sentii una
voce molto familiare, Suki.
-Farai bene a
prendere le tue cose e a sparire da questa
città, se non vuoi che ti renda la vita un vero inferno, hai
capito?- La sentii
gridare verso qualcuno.
Girai
l’angolo e la scena che mi trovai davanti mi fece
rabbrividire, la persona contro cui Suki stava urlando era Katara.
-Katara!- Gridai
mentre mi avvicinavo a loro e afferravo le
mani di Suki per farle mollare la presa –Che cosa ti
è preso? Smettila subito!-
Le dissi guardandola con disprezzo, quella non era la ragazza di cui mi
ero
innamorato, conoscevo i suoi istinti aggressivi, ma sta volta aveva
superato il
limite.
-Non impicciarti
Zuko! Questa è una cosa tra me e lei!-
–Ma
cosa ti ha fatto di tanto male?-
-Non la
sopporto, da quando è arrivata non abbiamo fatto
altro che litigare, deve andarsene!- Disse mentre si liberava e correva
via.
Avrei dovuto
seguirla, ma non potevo lasciare Katara li in
quelle condizioni, mi avvicinai a lei che stava ancora piangendo
–Ehi, come
stai?- Cercai di spostarle il più dolcemente possibile i
capelli dal viso.
-Grazie- Disse
lei singhiozzando, le sorrisi, poi in
lontananza vidi arrivare Sokka, che vedendo la sorella così
sconvolta
incominciò a correre nella nostra direzione.
Salve
a tutti, ecco il terzo capitolo, lo so vi
ho fatto aspettare, vi prego perdonatemi =(
Questo
capitolo voglio dedicarlo a tutte quelle
persone che leggono, seguono e recensiscono la mia storia, spero tanto
che vi
piaccia =)
Baci
Baby <3
|
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Capitolo 4 *** innamorarsi fa male ***
Innamorarsi
fa male
Pov
Sokka
Vidi Zuko vicino
a Katara che piangeva, così mi fiondai verso
di loro in preda all’agitazione –Katara che
è successo?- Le chiesi mentre
l’abbracciavo, lei non accennava a parlare, così
guardai Zuko, il suo sguardo faceva
intendere tutto.
-Suki-
Esclamammo insieme –Che ha fatto questa volta?-
–Non
so di preciso cosa è successo, so solo che quando sono
arrivato le stava tirando i capelli e le diceva di andare via dalla
città-
Disse lui ancora inginocchiato davanti a mia sorella.
-Resta con
Katara!- Mi allontanai alla ricerca di Suki.
La trovai dopo
un bel po’, era seduta all’ombra di un grande
albero, in posizione fetale e stava piangendo.
In quel momento,
nel vederla così, mi sentii combattuto tra
l’istinto di abbracciarla e la voglia di fargliela pagare.
Optai per la
prima, mi sedetti accanto a lei e l’abbracciai,
sembrava così fragile in quel momento che mi dimenticai per
un attimo quello
che aveva fatto a Katara.
-Cos’hai?-
Le chiesi mentre continuava a singhiozzare sulla
mia spalla –Perché sei qui con me? Non dovresti
essere dalla tua sorellina a
consolarla perché quella strega di Suki le ha fatto di nuovo
del male?- Mi
chiese sarcastica.
-Forse dovrei-
–Ma
non posso lasciarti da sola, sento che c’è
qualcosa che
non va, come se tu avessi bisogno di aiuto- Le dissi sincero, mentre le
accarezzavo una guancia e le portavo via una lacrima.
Fu giusto un
attimo, non so come, ma le nostre labbra si
ritrovarono incollate, ci stavamo baciando, come se da quel contatto
dipendesse
la nostra vita.
Era presto per
dirlo, la conoscevo da appena un giorno, ma
sapevo di essermi innamorato di lei sin dal primo momento in cui
l’avevo vista.
Pov
Ty Lee
Ero con Mai e
Azula, quando vidi Katara che piangeva tra le
braccia di Zuko.
Ci dissero
quello che era successo, Azula andò su tutte le
furie, voleva andare da Suki per chiudere quella storia una volta per
tutte, ma
Zuko le disse che ci aveva già pensato Sokka.
Decisi di andare
a controllare che
fosse tutto a posto.
Ero poco lontana
dall’ingresso della scuola, quando sotto un
albero li vidi, il mio cuore perse numerosi
battiti: erano abbracciati e si stavano baciando.
Rimasi a
guardarli per un tempo infinito, fino a quando non
si staccarono –Mi dispiace Suki, ma tu sei la ragazza di
Zuko, e io non ho
nessuna intenzione di ferirlo, è una persona apposto e non
voglio perdere la
sua amicizia- Disse Sokka mentre si alzava in piedi.
-Lo conosci solo
da un giorno, come fai a sapere che è una
persona apposto?- Gli chiese lei ritornando finalmente se stessa con
quel suo
atteggiamento arrogante.
-Nessuno si
è mai comportato così con mia sorella,
l’ha
difesa anche contro di te che sei la sua ragazza, questo la dice lunga
su che
tipo di persona sia-
Era davvero un
ragazzo d’oro, quanto avrei voluto che avesse
guardato me come stava guardando Suki in quel momento.
Quella era la
storia della mia vita, Suki riusciva sempre a
conquistare quello che desideravo io.
Ricordo come
anni prima mi aveva soffiato Zuko da sotto al
naso.
Mi ero
innamorata, ma poi era arrivata Suki, e lui aveva
avuto occhi solo per lei.
Mi erano serviti
anni per dimenticarlo, ci ero riuscita solo
dopo molto tempo, però ora la storia si ripeteva con Sokka.
Mi allontanai da
quel posto, mentre alcune lacrime mi
bagnavano il viso.
Poco dopo
incontrai le mie amiche -Ty Lee cos’è successo?-
Chiese Katara preoccupata –Sokka è innamorato di
Suki- Risposi senza giri di
parole –Come lo sai?-
-Si stavano
baciando, ma lui si è staccato subito perché non
voleva mancare di rispetto a Zuko- Dissi mentre Azula si avvicinava per
abbracciarmi, lei sapeva cosa avevo passato per suo fratello e sapeva
cosa
stavo passando in quel momento.
Pov
Zuko
Erano passati
due mesi dall’inizio della scuola, tutto era
tornato alla normalità, Suki aveva smesso di fare scherzi a
Katara e la nostra
storia d’amore procedeva a gonfie vele, anche se negli ultimi
tempi mi ero
affezionato molto a lei.
Trascorrevamo
tanto tempo insieme, con molto disappunto da
parte di Suki.
Entro pochi
giorni, ci sarebbe stato il ballo di Halloween,
io speravo vivamente di non andarci, ma mia sorella e le sue amiche mi
avevano
praticamente imposto di andare a quella stupida festa.
Due giorni
prima, incontrai per caso Katara per strada, mi
avvicinai a lei il più velocemente possibile –Ehi
Kat che ci fai qui?- Le
chiesi poggiandole una mano sulla spalla.
-Oh ciao Zuko,
le ragazze stanno provando il vestito per il
ballo di Halloween e io mi stavo un po’ annoiando,
così sono uscita fuori- Mi
disse lei sorridendo.
-Sai non
dovresti stare per strada da sola, potresti fare dei
brutti incontri- Le sussurrai vicino all’orecchio.
-Fino ad ora ho
incontrato solo te- Disse lei con un piccolo
sorriso.
Le sorrisi
anch’io –Ti va un gelato?- Le chiesi senza
aspettare risposta e cominciando a spingerla verso il chioschetto dei
gelati.
-Ma io non ti ho
risposto-
–Lo
so, ma so anche
che avresti risposto di si, quindi ho anticipato le tue mosse- Risposi
mentre
la sistemavo accanto ad una panchina e andavo a prendere i gelati.
Presi due grossi
coni menta e cioccolato, avevamo scoperto di
avere alcuni gusti in comune, ad esempio quello del gelato.
-Grazie-
Incominciò a mangiarlo con gusto, mentre fissava un
punto vuoto davanti a sé, era un po’ agitata,
potevo sentirlo benissimo.
-Ehi sta calma,
mica ti mangio- Le dissi ridendo, ma lei
continuava a guardarsi intorno come se si aspettasse di veder arrivare
qualcuno, quando faceva così, poteva significare solo una
cosa…
-Suki
è fuori città- Le dissi io cercando di
tranquillizzarla.
–Ah-
La vidi subito rilassarsi, anche se l’aveva lasciata un
po’ in pace, aveva sempre paura che Suki potesse tornare
all’attacco da un
momento all’altro.
-Come mai non
sei con le ragazze a provare i vestiti per il
ballo?- Le chiesi forse un po’ troppo curioso.
-Io non vengo-
-Come mai?- La
delusione trapelò dalla mia voce.
-Andiamo Zuko, a
voi bastano delle maschere per nascondervi,
ma io come dovrei fare? Non c’è una maschera per
nascondere questa!- Disse
mentre indicava la sedia a rotelle.
-Neanche per
nascondere questa- Le dissi mentre sfioravo la
mia cicatrice –Una mascherina sugli occhi non
basterà mai a coprirla, ma questo
non vuol dire che mi faccia abbattere, ci vado lo stesso per divertirmi-
-E io come
dovrei divertirmi? Non posso neanche ballare-
–Tu
vieni, ti prometto che non te ne pentirai- Le dissi
mentre mi alzavo per riaccompagnarla dalle ragazze, la piccola Katara
aveva un
vestito da scegliere.
Pov
Suki
Erano mesi che
Sokka non si avvicinava più a me, io avevo
ripreso la mia normale vita accanto a Zuko, ma spesso mi ritrovavo a
sognare ad
occhi aperti.
Sognavo quel
bacio che ci eravamo scambiati quel giorno sotto
l’albero, non so cosa avrei dato, per poter sfiorare ancora
quelle labbra.
Lui
però era stato chiaro, non voleva avere niente a che fare
con me.
Zuko invece,
come se mi avesse letto nel pensiero, da quel
giorno si era leggermente distaccato da me, stavamo ancora insieme, ma
ogni
volta che gli era possibile, passava il suo tempo con Katara cosa che
io non
riuscivo a sopportare.
Certo non ero
più innamorata di lui come prima, ma era pur
sempre il mio ragazzo, poteva anche evitare di farmi sentire una
stupida in
quella maniera.
Avrei voluto
tanto fargliela pagare a quella storpietta, ma
purtroppo avevo promesso a Zuko che non le avrei più torno
un capello e così avevo
fatto in quei mesi.
Avrei potuto
infischiarmene del volere di Zuko, ma avevo così
paura di rimanere da sola, che avevo acconsentito a lasciarla stare.
Per un paio di
giorni però non li avrei visti, ero partita
con i miei e sarei stata fuori città.
Mancava poco
tempo al ballo di Halloween, quindi avrei
approfittato del nostro piccolo viaggio per comprare un vestito degno
di una
regina.
Volevo provare a
far colpo su Sokka, in modo da convincerlo a
tornare sui suoi passi.
A mio favore
avrebbe giocato la maschera, saremmo stati tutti
mascherati e Zuko non avrebbe potuto sapere che quella a corteggiare
Sokka ero
proprio io.
Ero un vero
genio!
Pov
Azula
Eravamo nel
negozio a provare i vestiti per il ballo di
Halloween, Katara era uscita perché si sentiva in imbarazzo,
avevamo cercato in
tutti i modi di convincerla a provare un vestito, ma lei non voleva
saperne.
Dopo un
po’ la vidi tornare in dolce compagnia.
Zuko era dietro
di lei e la stava spingendo nel negozio
–Ragazze, voglio che trovate un abito che vada bene per
Katara, lei verrà al
ballo e non voglio sentire scuse- Disse più diretto a lei
che a noi.
-Non
preoccuparti fratellino le troverò un abito degno di una
principessa- Gli dissi prima di salutarlo e di spingerlo fuori dal
negozio.
-Allora Katara
tu verrai a quel ballo, è la tua occasione per
cercare di conquistare mio fratello e non accetterò un no
come risposta,
chiaro?-
Già,
la piccola Katara
pochi giorni fa, ci aveva
confessato di provare qualcosa per Zuko, io speravo che al ballo si
decidesse
finalmente a dichiararsi, sarei stata al settimo cielo se quei due si
fossero
messi insieme.
Io, Mai e Ty Lee
avevamo già trovato il vestito perfetto per
noi, quindi mancava solo il suo.
Provammo tutti i
vestiti del negozio, ma trovare quello
perfetto per lei si rivelò essere un’impresa molto
più ardua di quello che
avevo previsto.
Alla fine
però, finalmente riuscimmo a trovare quello giusto.
Pov
Sokka
Ero sdraiato in
camera mia quando sentii finalmente le
ragazze rientrare, non vedevo l’ora di passare un
po’ di tempo con la mia
sorellina, quando stavo con lei riuscivo finalmente a togliermi dalla
testa
Suki per un po’.
Per tutto il
resto del tempo la mia mente vagava sempre verso
di lei, perché non riuscivo a togliermela dalla testa?
Perché non potevo incontrare
una bella ragazza di cui innamorarmi per riuscire finalmente a
dimenticarla?
Non riuscivo a
trovare una risposta a tutto questo.
Scesi in fretta
le scale e trovai le ragazze intente a
lasciare le buste in camera di Katara –Come mai lasciate
tutto in camera di mia
sorella?- Chiesi curioso.
-Zuko
è riuscito a convincere Katara ad andare al ballo,
così
abbiamo deciso di prepararci qui quel giorno, per darle una mano- Disse
Ty Lee
timidamente.
Era
così dolce con Katara… perché non
potevo innamorarmi di una
ragazza come lei? Ma come mi veniva in mente? Sicuramente Ty Lee aveva
altri
gusti, non poteva piacerle uno come me e poi quella che avevo per Suki
era una
vera e propria ossessione, non sarei mai riuscito a dimenticarla.
-Finalmente,
devo ricordarmi di fare una statua a quel
ragazzo, è la prima persona che riesce a convincerti ad
uscire per divertirti-
Dissi mentre stringevo in un forte abbraccio la mia sorellina.
-Sokka noi
andiamo a mangiare una pizza vuoi venire?-
-Veramente avevo
organizzato una serata solo per me davanti
ad un vecchio film deprimente con una scodella di cibo in mano-
-Ti prego Sokka-
Mi chiese lei facendo gli occhi da cucciolo,
sapeva che a quello sguardo non riuscivo a resistere.
-Va bene piccola
vengo con voi- Le dissi prendendo il
giubbotto e le chiavi di casa. La nonna era a trovare
Paku e noi eravamo
rimasti soli per qualche giorno, meglio non rimanere chiusi fuori.
-Perfetto,
allora avviso anche Zuko, così si unisce a noi-
Disse Azula mentre lanciava un sorriso divertito a Mai, poi entrambe si
voltarono a guardare Katara e Ty Lee.
Quelle due non
le avrei mai capite, ma mi avrebbe fatto
piacere la presenza di Zuko –Azula perché non gli
chiedi di portare anche Haru
e Jet?- Chiese Ty Lee sorridendo in modo provocatorio come aveva fatto
Azula
pochi minuti prima.
-Oh
ecco…-
–Sokka
tu che ne dici?-
-A me farebbe
piacere, almeno non sarei l’unico maschio in un
covo di femmine-
-E va bene-
Sospirò Azula arrendendosi, chissà
perché quelle
quattro si stavano comportando così…
effettivamente io non solo non avrei mai
capito cosa frullava per la testa a Mai e Azula, ma a tutte le ragazze
in
generale, compresa mia sorella.
Salve
a tutti, lo so, sono in mega ritardo, ma
ho avuto molti problemi e davvero non ho potuto postare prima, vi
chiedo
comunque scusa.
Spero
che il capitolo vi piaccia =)
Baci
Baby <3
|
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Capitolo 5 *** Malattie e nuove conoscenze ***
Malattie
e nuove conoscenze
Pov
Katara
Arrivammo in
pizzeria, e li trovammo i ragazzi ad aspettarci:
quando i miei occhi incontrarono quelli di Zuko mi mancò il
respiro. Possibile
che proprio il ragazzo della mia peggior nemica in poco tempo fosse
diventato
il mio migliore amico? Nonché colui che mi aveva rubato il
cuore?
Rimasi incantata
a guardarlo per un tempo di dubbia durata,
incurante di ciò che mi accadeva intorno. Quando finalmente
i nostri sguardi
collisero, due sorrisi si aprirono, il suo, rilassato e luminoso, ed il
mio,
impacciato e contornato dal rossore
sulle guance .
Sapevo
però, di non
potermi fare illusioni, lui sorrideva perché mi considerava
come un’amica, ma
non avrebbe mai ricambiato quello che io provavo per lui, era
innamorato di
Suki, non avrebbe mai lasciato una ragazza così per una come
me.
Cercai di
distrarmi, così iniziai ad osservare meglio i miei
amici. Ty Lee si comportava esattamente come me, guardava Sokka di
soppiatto e
ogni tanto sospirava silenziosamente, eravamo destinate a condividere
lo stesso
dolore.
I ragazzi di cui
eravamo innamorate, erano entrambi persi
della bella Suki, ma speravo che almeno Sokka un giorno avrebbe capito
cosa si
celava dietro quegli occhi così provocanti.
Spostai ancora
lo sguardo e notai Mai e Jet che si facevano
spudoratamente il filo davanti ai nostri occhi, erano molto innamorati
l’uno
dell’altra, forse prima o poi si sarebbero messi insieme.
Haru invece
aveva lo sguardo fisso su Azula, lei dal canto
suo cercava in tutti i modi di fingere indifferenza, ma si vedeva
benissimo
come cercasse di guardarlo con la coda dell’occhio.
Quelle due erano
davvero fortunate, avevano l’opportunità di
stare con il ragazzo che amavano, e non volevano dichiararsi soltanto
per paura
di fare il primo passo.
Le serata
sarebbe stata davvero perfetta, se non per un
piccolo imprevisto.
Stavamo
mangiando tranquillamente, quando al nostro tavolo si
avvicinarono dei ragazzi –Salve possiamo unirci a voi?-
Chiese uno di loro
tenendo lo sguardo fisso su di me.
-Mi dispiace ma
stavamo andando via- Rispose Zuko alzandosi
seguito dagli altri, il ragazzo non si fece scoraggiare, anzi si
avvicinò a me
e mi sussurrò –Sei
molto carina, perché
non vieni a fare un giro con me?-
Mi
spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e
mi
sorrise –Ehi, sta lontano da mia sorella!- Sokka si
infilò tra me ed il tipo
senza troppe cerimonie.
-Va bene, va
bene- Sospirò alzando le mani in segno di resa
–Ci vediamo presto piccola- Disse facendomi
l’occhiolino.
Pov
Azula
Uscimmo dalla
pizzeria, Sokka stava ancora inveendo contro
quel ragazzo, ma la cosa che mi aveva stupito di più era la
reazione che aveva
avuto mio fratello.
Aveva chiuso gli
occhi e stretto i pugni, come se volesse
trattenersi.
Sapevo cosa
significava quell’atteggiamento, si comportava
così quando una cosa gli dava tremendamente fastidio.
Si comportava
così perché si era affezionato molto a Katara e
avevano instaurato una splendida amicizia, ma speravo davvero che quel
suo
atteggiamento fosse dettato da qualcosa di più forte.
-Azula, io sono
in moto, torni a casa con me?- Chiese Zuko
distogliendomi dai miei pensieri.
-Zuko
perché non accompagni Ty Lee visto che abita molto
lontano? Ad Azula ci penso io, ti prometto che arriverà a
casa sana e salva-
Disse Haru rivolto
a mio fratello,
com’era carino…
-Va bene,
però mi raccomando, tratta bene mia sorella o te la
vedrai con me- Zuko gli puntò un dito contro, cosa che fece
tremare di paura il
povero ragazzo.
-Ty andiamo?-
Disse rivolto alla mia amica mentre le passava
il casco, vidi Katara rabbuiarsi leggermente, forse sperava di poter
passare un
po’ più di tempo con lui.
Dopo che Zuko e
Ty Lee furono andati via, ci avviammo tutti
verso le rispettive case, i due fratelli ci lasciarono subito, mentre
Mai e Jet
ci salutarono poco dopo.
Io e Haru
rimanemmo finalmente da
soli, era da tanto che immaginavo come
sarebbe stato quel momento, ma nella mia fantasia era decisamente
meglio:
almeno li riuscivo a spiccicare due parole in croce.
Camminammo in
silenzio fino a casa mia. Ero ormai decisa a
lasciar perdere ed entrare quando lui mi afferrò la mano
facendomi voltare di
botto.
-Azu io devo
dirti una cosa-
-Haru
io…- Cercai di improvvisare qualcosa, ma fui
interrotta, dalle sue morbide labbra poggiate delicatamente sulle mie.
Quando si
ritrasse, con la stessa gentilezza con la quale era
arrivato, entrambi non potemmo fare a meno di sorridere, avrei voluto
baciarlo
ancora, ma in lontananza sentii il rombare della moto di mio fratello.
-Vedo che siete
tornati davvero sani e salvi- Disse in modo
scherzoso, cosa che probabilmente Haru non riuscì a capire.
-Si…
Ehm… certo…-
–Ehi
amico rilassati, stavo solo scherzando- Continuò Zuko
amichevolmente, mentre si dirigeva verso la porta di casa.
-Azula
entriamo?-
–Si
certo, Buonanotte Haru-
–Notte
Amico- Gridò mio fratello che incominciò ad
entrare in
casa, approfittai di quel momento per lasciare un ultimo bacio sulle
labbra di
Haru.
Entrammo
finalmente in casa e ed io ripresi a respirare, se
Zuko avesse scoperto in quel modo del bacio sarebbe andato su tutte le
furie.
Dal giorno in
cui nostra madre morì, aveva assunto un
comportamento iperprotettivo nei miei confronti, sarebbe stato meglio
se ne
avessimo parlato a quattrocchi.
-Zuko posso
parlarti?-
–Adesso?-
Sbadigliò leggermente, forse per farmi afferrare il
messaggio che io finsi accuratamente di non aver recepito –Si
adesso- Risposi
andandomi a sedere sul divano.
-Dimmi tutto
allora- Disse lui accomodandosi accanto a me,
presi fiato.
–Io e
Haru poco fa ci siamo baciati-
-Provi qualcosa
per lui?- Annuii –Sono innamorata di lui-
Dissi abbassando lo sguardo, lui mi alzò il mento.
–Allora
sono felice
per te sorellina-
Istintivamente
lo abbracciai –Credevo che ti saresti
arrabbiato-
Lui si stese
trascinandomi con se, tenendomi ancora
abbracciata –Perché dovrei? Se sei felice, io sono
felice per te- Disse
sorridendo.
Rimanemmo
così ancora per un po’, fino a quando entrambi ci
addormentammo.
Pov Katara
Mi alzai di buon
umore, mi vestii e uscii dalla mia stanza.
In cucina non c’era nessuno, mi avviai verso la stanza di
Sokka.
-Sokka? Dobbiamo
andare a scuola ed è tardi- Lui si girò a
guardarmi rosso in viso –Katara non sto molto bene- Aveva gli
occhi rossi,
avvicinai la mia mano alla sua fronte, scottava.
-Sokka ma tu hai
la febbre-
–Lo
so, credo che dovrai andare da sola a scuola oggi- Disse
con aria dispiaciuta.
-Io non vado a
scuola con te in queste condizioni!- Esclamai
–Sei solo e la nonna non è qui, io rimango qui con
te!-
-Katara tu devi
andare, non puoi perdere un giorno di scuola
per colpa mia, io me la caverò-
-E va bene
fratellone, però riposati mi raccomando- Gli
lasciai un bacio sulla fronte.
-Lascia la porta
aperta, così se dopo sto dormendo puoi
entrare in casa- Disse prima di addormentarsi.
Uscii di casa e
mi avviai verso la scuola, per la fretta non
avevo fatto colazione, così mi fermai davanti ad un bar, ma
prima che riuscissi
ad entrare, qualcuno tirò indietro la sedia a rotelle
facendola girare.
Era un ragazzo
abbastanza alto, con capelli neri e occhi
azzurri come il ghiaccio, aveva un aria vagamente familiare.
-Ciao bambolina-
Riconobbi subito la voce, era il ragazzo
della sera prima, aveva uno stupido sorriso stampato in volto e mi
guardava
come una tigre guarda la sua povera preda.
-Che ci fai qui
tutta sola?-
–A te
che importa? Nemmeno ti conosco!-
-Hai ragione,
non mi sono presentato, io sono Aang, tu non
hai bisogno di presentarti, sei Katara la ragazza
“nuova”-
-Tanto nuova non
sono, vivo qui da più di due mesi!- Affermai
io seccata cercando di andarmene, ma lui mi bloccò di nuovo.
-Perché
sei così scontrosa?- Disse avvicinandosi un po’ di
più a me –Lasciami andare-
-Va tutto bene
qui?- Una voce ormai familiare interruppe le
mie macchinazioni sulle possibili vie di fuga.
-No Zuko,
è tutto a posto, Aang se ne stava andando- Risposi
invitando il ragazzo ad andarsene con lo sguardo.
-Certo, ci
vediamo presto Katara- Cercò di sfiorarmi una guancia,
ma io spostai il viso appena in tempo.
-Che tipo,
è davvero insopportabile- Disse Azula mentre Zuko
si avvicinava a me e incominciava a spingermi –Lo conoscete?-
Chiesi curiosa.
-Chi non lo
conosce, si chiama Aang ed è un anno più piccolo
di Zuko, si diverte ad abbordare le ragazze più piccole,
è un vero e proprio
donnaiolo, l’anno scorso ci ha provato anche con me, ma Zuko
l’ha messo a
posto, vero fratellone?-
-Certo, sta
tranquilla Katara, non darà fastidio nemmeno a te
e se lo farà, non credo che Sokka glie la farà
passare liscia e io sarei molto
felice di dargli una mano- Sorrise, probabilmente all’idea di
una bella rissa
con Aang.
Arrivammo
finalmente davanti a scuola, Azula abbandonò subito
il braccio di suo fratello per correre incontro ad Haru, io guardai
Zuko con
aria interrogativa –Mi sono persa qualcosa?-
-Effettivamente
si, da ieri quei due…stanno insieme- Disse
lui con un certo sforzo, forse non gli andava giù
l’idea che ci fosse un altro
ragazzo nella vita della sua amata sorellina. Sorrisi a questo
pensiero, Zuko
era identico a Sokka.
Pensare a mio
fratello mi fece perdere un po’ il sorriso, lo
avevo lasciato a casa con la febbre, forse sarebbe stato meglio rimanere a fargli
compagnia.
-Cos’hai
?- Chiese Zuko con aria preoccupata
–Sokka aveva la febbre e sono un
po’ preoccupata perché adesso è a casa
da solo-
In quel momento
a noi si avvicinò Suki, che come al solito mi
squadrò con aria di superiorità –Zuko
amore, andiamo abbiamo lezione-
Aveva calcato
molto la parola amore, come se volesse farmi un
dispetto.
Pov
Suki
Appena arrivata
a scuola, mi si presentò davanti una visione
a dir poco nauseante: il mio ragazzo, con un’espressione da
ebete spingeva la
storpietta per accompagnarla in classe. Era davvero troppo, come osava
rendermi
ridicola in quel modo? Se ne andava in giro con lei senza alcun ritegno
invece
di cercarmi.
Mi avvicinai a
passo spedito verso quei due, quella ragazzina
me l’avrebbe pagata prima o poi.
Ero quasi
arrivata, quando sentii la ragazzina dire a Zuko
che Sokka era a casa con la febbre.
Mi fermai un
attimo ad ascoltare, poi decisi di
avvicinarmi e trascinarmi via quello che era
ancora il mio ragazzo.
Una volta
arrivati di fronte alla classe ebbi un idea, se la
storpietta era scuola, significava che Sokka era solo a casa e sarei
potuta
andare a trovarlo indisturbata!
Ero davvero un
genio –Zuko- Dissi tirandogli un braccio e
improvvisando una faccia dolorante –Cosa
c’è Suki?- Sospirò annoiato, ma come
si permetteva?
-Non mi sento
molto bene, credo che andrò a casa-
-Vuoi che ti
accompagni?-
-No, non
preoccuparti, tu resta a scuola, a casa ci torno da
sola- Gli diedi un bacio, poi scappai via con un sorriso a trentadue
denti.
Dieci minuti
dopo ero a casa di Sokka, avevo corso come una
pazza per arrivare il prima possibile.
La porta era
aperta, entrai senza nemmeno bussare, dalla
cucina si sentivano dei rumori.
Quando entrai
nella stanza, trovai Sokka intento a prepararsi
qualcosa da mangiare per fare colazione, ma era evidente che fosse un
totale
disastro.
-Lascia faccio
io- Dissi toccandogli una spalla. Appena udì
la mia voce lanciò un urlo e fece un salto alto due metri
cadendo rovinosamente
sul pavimento.
-Sei forse
impazzita? Mi hai fatto spaventare!- Mi
inginocchiai e gli sfiorai il naso con un dito –Ma come, il
grande e potente
Sokka si spaventa così facilmente?- Dissi iniziando a
ridere, ma smisi subito,
anche perché sembrava davvero arrabbiato.
-Che ci fai qui
Suki?- Chiese mentre si rialzava. Intanto io
cercai di salvare il possibile di quella colazione.
-Ho sentito tua
sorella dire a Zuko che stavi male, così
eccomi qui-
–E
come mai? Sei qui per ridere di me?- Chiese lui sarcastico
incrociando le braccia.
-No, per
prendermi cura di te- Dissi mentre gli sfioravo
nuovamente il naso con un dito.
Salve
a tutti, mi scuso per l’immenso ritardo
ma ho avuto problemi di famiglia, ora sto cercando di rimettermi in
carreggiata
con tutte le storie…
Ecco
a voi il nuovo capitolo, finalmente è
comparso Aang, ovviamente del tutto diverso
dall’originale…
Spero
che il capitolo vi piaccia =)
Baci
Baby <3
|
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Capitolo 6 *** Malata d'amore ***
Malata
d’amore
Pov
Sokka
Guardavo Suki
che era intenta a prepararmi la colazione, mi
dava la schiena e non potevo vedere bene cosa combinasse, ma si stava
dando
davvero un gran da fare.
In momenti del
genere, mi faceva pensare, che forse un po’ di
bene per me lo provasse davvero.
Quella che
vedevo a scuola, era un ragazza viziata e senza
scrupoli, invece quella che stava di fronte a me in quel momento, era
una
persona dolce e premurosa che non voleva fare altro che prendersi cura
del suo
amico.
Si
girò aggraziata verso di me e mi servì qualcosa,
non badai
nemmeno a cosa fosse, incominciai solo a mangiare in silenzio, mentre
lei
tornava di nuovo a darmi le spalle.
Passammo tutta
la mattinata insieme, fino a quando decisi di
tornare di nuovo a letto, purtroppo la febbre incominciava a farsi
sentire di
nuovo.
Una volta in
camera mia, la vidi entrare poco dopo di me e
stendersi al mio fianco –Ma cosa fai?- Chiesi rimanendo
stupito dal suo gesto
–Voglio stare un po’ con te- Lentamente
iniziò ad avvicinare il suo viso al mio
in modo decisamente
pericoloso.
Non facevo altro
che ripetermi che dovevo stare calmo, era
pur sempre la ragazza di uno dei miei amici e non doveva accadere
niente, anche
se l’odore del suo profumo cominciava a stordirmi leggermente
e il fatto di
avere la febbre non aiutava molto e restare lucido.
I nostri nasi si
sfiorarono leggermente, in un attimo
avvicinò le sue labbra alle mie, ma la scansai appena in
tempo, riuscendomi ad
alzare dal letto ed allontanarmi da quel posto così
invitante.
Lei rimase a
guardarmi come pietrificata, evidentemente non
si aspettava una reazione del genere da parte mia.
-No-
–Perché?-
-Perché
no, non finché sarai la ragazza di Zuko, non ho
intenzione di tradire un mio amico e tu non puoi stare con entrambi!
Questo non
è un gioco Suki, non puoi tenere il piede in due scarpe-
Dissi sincero.
-Io non
lascerò mai Zuko! Lui è l’unica cosa
sicura che ho
mai avuto nella vita!- La sua voce salì di un paio di ottave.
Mi
scappò un sorriso –Non te ne accorgi vero? Parli
del mio
amico come se fosse un oggetto! Non ti vergogni di quello che fai? Cosa
sono io
per te? un capriccio? Così una volta che mi avrai avuto
potrai buttarmi con
tutte quelle cose che non usi più?
Mi dispiace
Suki, ma io non ci sto, non sarò il tuo amante e
per me la storia finisce qui! Puoi anche andartene ora- Dissi
voltandole le
spalle.
-Bene! Ma
ricordati Sokka, rimpiangerai l’occasione che ti ho
dato e che tu hai buttato al vento!- Urlò, afferrando
bruscamente le sue cose e
uscendo infine dalla mia camera.
Poco dopo sentii
la porta d’ingresso sbattere. Poteva
arrabbiarsi quanto voleva, ma non sarei mai stato il suo giocattolino,
mai.
Con quel pensiero
fisso in testa, mi addormentai sfinito dalla febbre e da quella assurda
situazione.
Pov
Ty Lee
-Ti va di venire
a casa mia? Sokka non sta molto bene, gli
farà piacere ricevere delle visite- Disse Katara una volta
uscite da scuola.
-Vengono anche
gli altri, abbiamo deciso di fare merenda da
me- Continuò ancora cercando di convincermi.
-Va bene vengo-
Mi sorrise e si avviò verso i nostri amici
Arrivammo a casa
di Katara, in cucina non c’era nessuno, così
lei ci guidò in camera di Sokka, dove lo trovammo steso sul
letto a
guardare il
soffitto con uno sguardo
molto pensieroso.
-Ehi amico, hai
proprio una brutta cera- Disse Haru passando
il braccio attorno alle spalle di Azula. Davanti a quella scena, Sokka
sgranò
gli occhi.
-Ehi voi due!
Cosa significa tutto questo?- Disse puntando il
dito contro i due innamorati al mio fianco.
-Adesso io e
Azula stiamo insieme- Esclamò fiero Haru
stampando un bacio sulle labbra della sua ragazza.
-Ehi un
po’ di rispetto! Sono pur sempre suo fratello!- Si
lamentò Zuko mentre con una mano si copriva gli occhi in
modo decisamente
teatrale.
-Questa
è la mia vendetta per tutti i baci che hai dato a Suki
davanti a me e che io ho dovuto sopportare- Disse lei facendogli la
linguaccia.
Solo a sentire
il nome di Suki, lo sguardo di Sokka si
rabbuiò, tanto che chiese a tutti di uscire per poter
riposare.
Gli altri
obbedirono ma io non mi mossi –Cos’hai?- Chiesi
cercando di incrociare i suoi occhi.
-Niente-
Abbassai lo sguardo un po’ delusa –È per
Suki?- Mi
sedetti accanto a lui che si girò a guardarmi preoccupato.
-Come fai a
saperlo?-
-Vi ho visti
insieme due mesi fa, lo sanno anche le ragazze,
ma Zuko non sa niente, tranquillo- Aggiunsi quando notai la sua
espressione
allarmata.
Sentendo quelle
parole si tranquillizzò subito –Sai Lee
è
molto difficile questa situazione, ne sono innamorato, ma lei mi tratta
come un
oggetto, un
capriccio da soddisfare- Disse
serio mentre guardava il soffitto.
Suki non sapeva
quanto era fortunata, se avessi avuto
l’opportunità che Sokka le aveva dato,
l’avrei amato con tutta me stessa, senza
riserve.
-Non so proprio
cosa fare Lee, muoio dalla voglia di stare
con lei, ma allo stesso tempo non voglio tradire Zuko, lui è
un mio amico e ci
tengo alla nostra amicizia-
Oh Sokka, se
Suki avesse saputo che ragazzo meraviglioso eri,
non ci avrebbe pensato due volte a buttarsi tra le tue braccia.
Un sorriso
comparve sul suo viso –Però non riesco a
dimenticare il nostro primo bacio, il suo viso, il suo
profumo… ogni volta che
la vedo è come se fosse lei ad illuminare le mie giornate,
è come
se ad un tratto il sole diventasse
inutile nella mia vita e…- Ogni parola, era come una
pugnalata al cuore.
Il ragazzo che
amavo si stava confidando con me e io non
riuscivo a non pensare a quanto soffrissi nell’udire quella
confessione.
-Capisci cosa
intendo Lee?- Chiese quando finì di parlare.
Certo che lo
capivo Sokka, io lo provavo in ogni secondo
della giornata, tu eri come l’aria per me, ma io per te non
ero niente, era
come se non esistessi.
Una lacrima mi
rigò il viso –Si lo capisco-Dissi mentre con
la manica cercavo di asciugare quella lacrima traditrice prima che lui
se ne
accorgesse, ma era già troppo tardi.
-Ehi Lee che
succede? Ho detto qualcosa di sbagliato?- Chiese
preoccupato mentre mi afferrava una mano –No sto bene- Cercai
di sorridere, con
scarso risultato.
-Sei innamorata
di qualcuno che ti fa soffrire?- Disse mentre
con l’altra mano mi accarezzava una guancia per mandare via
una lacrima.
-Ascolta amica
mia-
–Chiunque
sia questo tipo, non merita le tue lacrime, se non
riesce a vedere che persona speciale sei, allora non ha capito niente
della
vita-
Mi mise una mano
sotto il mento per farmi alzare il viso e
incrociare i suoi
occhi –E fidati, non
ti merita- A quelle parole non riuscii più a trattenermi e
scoppiai a piangere.
Ecco quello che
ero per lui, un amica, una semplice amica,
non mi avrebbe mai amato.
Corsi via da
quella stanza, volevo far uscire tutto quel
dolore che reprimevo da tempo, scappai via da quella casa ignorando le
grida
dei miei amici e le urla di Sokka che mi chiamava per convincermi a
fermarmi.
Scappai via,
fuori pioveva, ma non me ne curai, c’era solo un
posto dove volevo andare, il mio posto speciale.
Pov
Azula
Avevo visto
scappare via Ty Lee dalla stanza di Sokka in
lacrime –Sokka cosa è successo?- Gli
urlò Katara quando suo fratello uscì dalla
sua stanza per convincerla a fermarsi.
-Io non lo so,
ve lo giuro- Disse lui sincero –Stavamo
parlando, poi ha incominciato a piangere ed è scappata via,
non so perché l’ha
fatto- Disse lui con un po’ di preoccupazione nella voce.
-Dobbiamo
seguirla!- disse Katara.
–Si ma
dove sarà andata?- Le chiese Mai.
Io rimasi un attimo in silenzio, c’era solo
un posto dove Ty Lee amava andare fin da bambina, lo chiamava il suo
posto
speciale, la scogliera.
-Io so
dov’è, alla scogliera, dobbiamo andare subito!
Ragazzi
voi restate qui nel caso dovesse tornare- I ragazzi annuirono,
così io, Katara
e Mai ci avviammo verso la scogliera.
La casa di
Katara era vicina al mare, quindi ci arrivammo
dopo appena cinque minuti, la trovammo in piedi, sulla cima della
scogliera.
-Ty Lee cosa
stai facendo? Vieni giù presto!- Non potevamo
avvicinarci di più a causa della sedia a rotelle di Katara,
Ty Lee non si girò
nemmeno a guardarci.
Non potevo
lasciarla li, decisi di fare qualcosa, ma fui
preceduta da qualcuno
–Ty
Lee!-
Pov
Sokka
Ty Lee era
fuggita da casa mia in preda ad una crisi di pianto,
le sue amiche e mia sorella avevano deciso di seguirla e ci avevano
chiesto di
rimanere li nel caso fosse tornata, ma io non ce la facevo ad aspettare.
Tornai in camera
mia e incominciai a vestirmi velocemente,
indossai le prima cose che mi capitarono a tiro, dovevo fare in fretta
se
volevo ritrovarla.
Uscii correndo
dalla mia stanza, ma fui bloccato da Zuko
–Dove credi di andare?- Chiese sbarrandomi la strada
–Devo trovare Ty Lee!-
Cercai di aggirarlo, ma lui continuava a bloccarmi.
-Ci penseranno
le ragazze, Sokka hai ancora la febbre non
puoi uscire con questo tem…-
-Non mi importa
Zuko fammi uscire o ti prendo
a calci!- Urlai più arrabbiato che
mai, in quel momento una mia amica stava male ed io dovevo trovarla.
-E va bene, ma
io vengo con te-
–Dov’è
la scogliera?-
-Seguimi!- Disse
cominciando a correre, lo seguii per cinque
minuti, pioveva ed eravamo bagnati fradici, ma finalmente arrivammo a
destinazione, Ty Lee era in cima alla scogliera che continuava a
piangere.
-Ty Lee!- Gridai
il suo nome arrampicandomi per raggiungerla,
lei si girò nella mia direzione, ma prima che potesse fare
qualsiasi cosa, io
ero arrivato.
L’afferrai
con le braccia per la vita, e lei si ritrovò con
la schiena poggiata al mio petto –Che cosa ti è
preso?-
Rimase in
silenzio –Ty Lee, qualsiasi cosa sia successa, tu
non sei sola, ci sono le tue amiche, c’è mia
sorella… e ci sono io,
tu potrai sempre contare su di me- Lei si
girò lentamente e mi abbracciò.
-Ti voglio bene
Sokka-
–Ti
voglio bene anch’io Lee- Dissi sorridendole.
All’improvviso
però, la testa incominciò a girarmi, avevo
freddo e una sensazione di vertigini, mi portai le mani alle tempie
cercando di
calmare il dolore.
-Sokka- Ty Lee
mi chiamava, ma io la sentivo lontana, fino a
quando tutto non diventò buio.
Pov
Katara
Mio fratello si
era allontanato da Ty Lee e si era afferrato
la testa con le mani, in un attimo si era ritrovato steso per terra.
-Sokka!- Gridai
il suo nome, volevo raggiungerlo, prestargli
soccorso, ma la sedia a rotelle me lo impediva, in quel momento odiai
ancor di
più quello stupido aggeggio.
Zuko che era
sempre rimasto al nostro fianco, corse vicino a
Sokka e Ty Lee e dopo essersi caricato mio fratello sulle spalle si
avvicinò di
nuovo a noi.
-Ha la febbre
molto alta, dobbiamo portarlo subito a casa-
Disse mentre cominciava ad avviarsi.
Una volta
arrivati, gli tolsero quegli indumenti bagnati e
gli infilarono qualcosa di caldo, subito dopo lo poggiarono sul letto.
Ty Lee rimase
tutta la notte a curarlo, continuava a
bagnargli la fronte per far scendere la febbre, gli altri erano andati
tutti a
casa, tutti tranne Zuko, che era rimasto accanto a me.
-Katara calmati,
tuo fratello si riprenderà, lui è forte-
–Tu
non capisci Zuko, non dovrebbe esserci Ty Lee li dentro,
dovrei esserci io, ma non posso per colpa di questa cosa maledetta!-
Dissi
prendendo a pugni i braccioli della sedia a rotelle.
-Potevo anche
morire quel giorno maledetto, tanto così non
servo a niente e a nessuno!- Gridai piangendo, lui mi
afferrò il viso e mi fece
girare nella sua direzione –Smettila! Tu non sei inutile, sei
la persona
migliore che io conosca, e non voglio più sentirti parlare
così è chiaro?-
Mi strinse a se,
cercando di farmi calmare, poco dopo in
quella posizione mi addormentai.
Il mattino dopo,
mi svegliai, ero ancora tra le braccia di
Zuko, che era già sveglio –Tuo fratello si
è ripreso- Disse sorridendomi e
spostandomi una ciocca di capelli dal viso.
Sorrisi
anch’io, mentre lui mi portava nella stanza di Sokka.
–Sokka!-
Gridai nel
vederlo seduto al letto, da quel che sembrava in piena forma.
-Shhhh- Si mise
un dito sulle labbra per farmi segno di fare
silenzio, fu allora che notai Ty Lee, stesa accanto a lui che dormiva.
-Sono riuscito a
convincerla a riposarsi un po’ è rimasta a
vegliarmi tutta la notte- Disse lui accarezzandole i capelli.
-Tu come stai?-
Chiesi avvicinandomi a lui –Mai stato meglio,
sono pronto per andare al ballo di sta sera!- Disse tutto pimpante
alzandosi
dal letto.
-Ma Sokka tu
stai male, non vorresti restare a casa questa
sera?- Gli chiesi speranzosa, se fosse rimasto a casa, avrei avuto la
scusa
perfetta per non andarci anch’io.
-E no
signorina!- Disse Zuko mentre faceva fare un giro alla
sedia a rotelle per farmi trovare di fronte a lui.
-Tu ci vieni a
quel ballo stasera, è inutile che provi a
squagliartela-
-Zuko ha
ragione, non hai scuse, noi sta sera andremo a quel
ballo e niente storie!-
-E
va bene- dissi
esasperata, Prevedevo che quella serata sarebbe stata molto lunga.
Salve
a tutti, mi scuso ancora una volta per il
mega ritardo, ma il mio problema è sempre lo stesso, ho dei
problemi in
famiglia e non sono riuscita a pubblicare prima =(
Spero
che il nuovo capitolo vi piaccia, alla
prossima =)
Un
bacio Baby <3
|
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Capitolo 7 *** il ballo di Halloween ***
Il
ballo di Halloween
Pov
Zuko
La sera del
ballo era finalmente arrivata.
Le ragazze si
erano organizzate per prepararsi a casa di
Katara, così io sarei passato insieme agli altri a
prenderle. Purtroppo a causa
della nottata passata accanto a Sokka, Ty Lee aveva preso la febbre,
così non
avrebbe partecipato al ballo.
Infilai il mio
smoking nero e sistemai velocemente i capelli.
La maschera la misi in tasca, avevo deciso di portarla, anche se non
sarebbe
servita a molto.
-Zio io vado!-
Gridai prima di uscire, senza aspettare
risposta. Decisi di andare a piedi e dopo poco arrivai a destinazione.
Suonai
alla porta e mi venne ad aprire Sokka –Ehi amico, entra siamo
tutti dentro-
Disse sorridendo.
-Le ragazze?-
–Secondo
te? Si stanno ancora preparando, sai come sono le
ragazze Zuko!- Disse Haru divertito.
-Siamo qui-
Mi girai, e quello che
vidi mi lasciò a bocca aperta: Katara era davvero bellissima
quella sera.
Era fasciata da
un abito azzurro lungo poco più su del
ginocchio, indossava dei sandali bassi dello stesso colore, aveva i
capelli
sciolti che le ricadevano sulle spalle in dei morbidi boccoli e il viso
era
leggermente truccato, in altre parole: era un sogno.
-Ehi Zuzu, ti
sei imbambolato?- Sghignazzò Azula passandomi
una mano avanti al viso –Eh? No no, ma cosa dici, sono solo
un po’ stanco,
forza andiamo!-
-È un
vero peccato che Ty Lee non sia potuta venire
oggi-Dissi cercando di allontanare l’attenzione da me, Sokka
si rabbuiò un po’
–Si, mi sento in colpa se non fosse rimasta con me non
sarebbe successo-
-Andiamo
ragazzi, è una festa, non possiamo stare con i musi-
Disse Azula facendo un occhiolino a Mai e Katara, che risposero
prontamente con
lo stesso segno. Quelle tre non me la raccontavano giusta.
-Zuko, Suki
verrà alla festa?-
–Ehm,
credo proprio di si, e sicuramente
si arrabbierà visto che voleva che ci
vestissimo coordinati e invece io ho fatto di testa mia- Dissi
sorridendo.
-Beh non
è la fine del mondo- Rispose Azula con un sorriso
divertito.
Arrivammo alla
festa, e Suki non tardò a saltarmi
al collo –Zuko amore!- Mi stampò un
appiccicoso bacio al sapore di rossetto sulle labbra.
-Suki! Non vedi
che sono con delle persone? Abbi un po’ di
rispetto!-
Lei
sbuffò leggermente, ma non le diedi molto retta, avevo
fatto una promessa a Katara, le avevo detto che l’avrei fatta
divertire e avrei
mantenuto la parola.
Mi girai nella
sua direzione, ma lei era sparita –Dov’è
Katara?- Chiesi a mia sorella tirandola per un braccio per farla
avvicinare –Si
è allontanata più di dieci minuti fa, si sentiva
a disagio ed è andata fuori in
giardino- Disse lei indicandomi la direzione.
Lasciai Suki
senza nemmeno avvisarla e mi incamminai verso
l’uscita.
Pov
Katara
Davanti a quel
bacio non avevo retto più e mi ero allontanata
dalla festa, mi sentivo un pesce fuor d’acqua in quel posto.
Mi aggiravo per
il giardino, illuminato con tante piccole
candele per l’occasione, quando all’improvviso
sentii qualcuno dietro di me.
-Aang che ci fai
qui?- Poggiò le mani sui braccioli della mia
sedia come se niente fosse e si piegò di più
verso di me.
-Katara sta sera
sei così bella- Non ebbi il tempo di
ribattere che piegò
il viso di lato e
cercò di baciarmi, ma riuscii ad alzare la mano giusto in
tempo per mollargli
un ceffone in piena faccia.
-Andiamo Kat lo
so che ti piaccio- Disse afferrandomi il viso
con le mani per bloccarlo e cercando a tutti i costi di baciarmi.
-No lasciami!-
All’improvviso
qualcuno afferrò Aang per il collo e lo spinse
via.
-Stalle
lontano!-
–Cosa
vuoi? Non è la tua ragazza!- Sputò lui alzandosi
e
cercando di riavvicinarsi a me, ma cadde di nuovo rovinosamente a
terra,
colpito da un pugno di Zuko.
Pov Sokka
Tutti erano in
compagnia della loro ragazza, io invece ero
rimasto solo e da quel che sembrava anche mia sorella era sparita.
-Sei solo?-
Alzai gli occhi al cielo –Lasciami in pace Suki!-
Dissi senza neanche
girarmi a guardarla,
cosa che a lei non andò giù.
Nello stesso
istante fece il suo ingresso nella
palestra una ragazza: aveva un abito bianco
davvero bellissimo, i capelli castani legati in acconciatura complessa,
e il
viso, coperto da una mascherina bianca.
C’era
qualcosa in lei, che mi attirava, tanto che lasciai
Suki, lì da sola, per andare a parlarle.
-Ciao- Le dissi
avvicinandomi a lei –Sei nuova? Non ti ho mai
visto da queste parti-
-Veramente Sokka
io vivo qui da sempre- Sapeva il mio nome?
Mi ricordai all’istante che all’inizio
dell’anno tutti conoscevano il mio nome,
quindi era una cosa del tutto normale.
-Ti va di
ballare?- Chiesi sorridendole mentre le porgevo la
mano , lei mi sorrise di rimando e le sue guance diventarono rosse
–Certo-
Pov Zuko
Arrivato in
giardino, trovai quel viscido di Aang che cercava
di obbligare Katara a baciarlo, sentii la rabbia invadermi il corpo:
quel
marmocchio aveva firmato la sua condanna a morte.
Lo afferrai
brutalmente per il collo e lo spinsi via,
ovviamente lui cercò di protestare, ma gli andò
male, visto che appena tentò di
avvicinarsi di nuovo a Katara, si scontrò con il mio pugno.
Lo vidi scappare
a gambe levate, era solo un moccioso in
grado di fare il prepotente con i più deboli.
Mi avvicinai a
Katara e le accarezzai i capelli –Stai bene?-
–Si,
grazie- Rispose
mentre provava ad allontanarsi.
-Dove vai?-
–Continuo
il mio giro, tu non devi tornare da Suki?- Mi
sembrò di sentire del leggero sarcasmo nella sua voce
–No, ti ho promesso che
sarei riuscito a farti divertire e così farò-
Dissi mentre la spingevo di nuovo
verso la palestra.
-No aspetta- Mi
fermò lei –Non voglio tornare di la, ti prego
voglio restare qui-
–Allora
resteremo qui- Le dissi sorridendole e porgendole la
mano.
Lei mi
lanciò un’occhiata dubbiosa –Cosa
intendi fare?- Le
sorrisi ancora –Ti fidi di me?- Aspettò qualche
secondo, poi poggiò la mano
sulla mia –Si-
Con uno scatto
repentino, le passai un braccio dietro la
schiena e la sollevai –Zuko ma cosa fai! ti prego ho paura!-
Piagnucolò spaventata
mentre cercava di reggersi con le braccia alle mie spalle.
-Katara fidati,
non ti lascio cadere- Lei cercò di calmarsi
un po’ ma la sua presa sulle mie spalle non
diminuì.
-Lasciati
andare- Dissi mentre le facevo poggiare i piedi sui
miei, e cominciavo a muovermi lentamente –Stai ballando
Katara- Le sussurrai
all’orecchio mentre continuavo a muovermi.
Lei sorrise
mentre ammorbidiva un po’le braccia, stava
incominciando a fidarsi si me, sapeva che non l’avrei mai
fatta cadere.
-Grazie Zuko-
Sollevò lo sguardo e sorrise radiosa, i nostri
visi si stavano avvicinando sempre di più, eravamo a pochi
centimetri di
distanza, quando un grido ci fece ritornare nella realtà.
Suki era li
vicino, in piedi, che ci guardava in cagnesco
–Questo che significa?-
–Sto
ballando con
un’amica, non posso?- Risposi visibilmente irritato.
-Ballando?
Tesoro mio tu stavi ballando, ma la storpietta è
solo una piccola parassita che si muove grazie a te!-.
-Smettila Suki!
Non hai il diritto di parlarle in questo
modo!- D’istinto rafforzai la presa su Katara, ancora tra le mie braccia.
-Ti detesto!-
Gridò in direzione di Katara prima di andarsene
–Zuko, ti prego mettimi giù, voglio andare a casa-
Stava incominciando a
piangere.
-Se vuoi andare
via va bene, ma la serata non finisce qui, io
vengo con te e non si discute!-
Dopo aver
mandato un messaggio a suo fratello la portai
vicino al molo, li c’era una posto che serviva delle pizze
davvero buonissime.
-Allora, qui va
meglio?- Le chiesi mentre la sistemavo ad un
tavolo –Si, molto meglio- Disse lei sorridendo, ogni volta
che vedevo quel
sorriso il mio cuore sussultava, mi stavo forse innamorando di lei?
-Non finisce qui
ti avviso, dopo cena devi venire con me in
un posto!- Stava per replicare, ma fortunatamente si
avvicinò il cameriere che
mise fine alla nostra conversazione.
Pov
Ty Lee
Ero davvero
sbalordita, Sokka non mi aveva riconosciuto e
aveva lasciato Suki per venire a ballare con me!
Si, avevo
mentito riguardo alla febbre, volevo solamente che
nessuno sapesse che ero io, a parte le mie che conoscevano il mio vestito.
Stavamo ancora
ballando, quando lui incominciò a farmi delle
domande –Posso sapere come ti chiami?-
–Meglio
di no, o la
tua ragazza verrà ad uccidermi- Risposi indicando Suki alle
sue spalle che
ribolliva di rabbia.
-Lei non
è la mia ragazza, non preoccuparti-
–Allora
chi è?- Gli chiesi curiosa di sapere cosa avrebbe
detto.
-Lascia perdere,
è troppo complicato, ti va di fare una
passeggiata?- Indicò in direzione del giardino.
-Certo-
–Allora
ragazza misteriosa, posso sapere chi sei o andremo
avanti così per tutta la sera?- Scherzò rilassato.
-Meglio di no-Mi
prese la mano –Perché?-
-Perché
se tu sapessi chi sono scapperesti a gambe levate-
-Non credo-
Disse mentre mi accarezzava una guancia, poi
lentamente incominciò ad avvicinare il suo viso al mio, ma
io lo fermai –No ti
prego- Posai una mano sul suo petto per allontanarlo.
-Ho fatto
qualcosa di male? –
–No,
tu sei perfetto… sono io che… non
posso… scusa-
Pov
Katara
Avevamo appena
finito di mangiare, Zuko mi stava spingendo
verso casa sua, aveva detto di dovermi mostrare qualcosa, ma non avrei
mai
immaginato che la sua pazzia arrivasse fino a quel punto.
-Sei pazzo?-
Chiesi guardandolo male, di fronte a noi c’era
la sua bella moto, e lui era deciso a farci un giro con me.
-E
perché?-
–Potrei
cadere!- Esclamai io impaurita.
-Fidati di me,
non ti lascerò cadere, esattamente come ho
fatto prima- Disse sorridendo, mentre mi prendeva in braccio e mi
faceva sedere
sulla moto.
-La sedia dove
la lasciamo?-
–Qui
in garage- Rispose lui mentre si posizionava dietro di
me.
-Ma cosa fai?
Non dovresti stare seduto avanti?-
–Non
preoccuparti, ci
arrivo lo stesso ai comandi- Lo vidi sorridere dallo specchietto.
-Sei pronta?-
Chiese mentre accendeva la moto –No!-
-Perfetto, si
parte- Sghignazzò mentre dava gas.
Era la cosa
più bella che avessi mai fatto da quando avevo
avuto l’incidente. Con Sokka ormai avevamo paura di andarci,
ma Zuko mi
infondeva così tanta sicurezza, che ormai non avevo
più nemmeno un briciolo di
paura.
Girammo per un
po’, fino a quando non
si
fece ora di rientrare, così tornammo al garage.
-Mi sono
divertita tantissimo sta sera-
–Te
l’avevo promesso- Disse lui contento.
-Grazie mille
Zuko, non ricordo nemmeno quando è stata
l’ultima volta che mi sono divertita così-
Non so come, ma
ancora una volta, i nostri visi si
ritrovarono molto vicini, i miei occhi erano immersi nei suoi:
l’oceano perso
nell’oro.
Mancavano pochi
centimetri, per unire le nostre labbra in
quel bacio che speravo di avere da mesi, ma era troppo bello per essere
vero.
-Ragazzi!- La
voce di Sokka interruppe quel momento come un
fulmine a ciel sereno, avrei volentieri strozzato mio fratello!
-Ragazzi ma dove
siete stati tutta la sera?- Ci chiese lui
una volta che si fu avvicinato –In giro- Rispose vago Zuko
mentre mi faceva
l’occhiolino.
-Va bene, allora
a domani Zuko, forza andiamo- Disse mio
fratello mentre incominciava a spingermi. Feci a malapena in tempo a
salutare
Zuko che Sokka chiuse la porta di casa.
-Katara devi
aiutarmi- Disse una volta entrato in casa –Ho
conosciuto una ragazza davvero meravigliosa al ballo, ti prego devi
darmi una
mano a ritrovarla- C’era qualcosa che non andava nella sua
voce.
-Sokka, ma sei
ubriaco!- Mi accorsi solo in quel momento del
forte odore di alcol proveniente dalla sua bocca, mio fratello era
sicuramente
impazzito.
Lui sorrise
–Forse ho esagerato un po’ con i drink-
Chissà
cosa avrebbe pensato una volta scoperta l’identità
della “misteriosa” ragazza.
Salve
a tutti =)
Anche
se in ritardo, ecco il nuovo capitolo =)
Spero
tanto che vi piaccia, entro la settimana
prossima spero di riuscire a pubblicare il prossimo =)
A
presto Baby <3
|
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Capitolo 8 *** Dimmi che non vuoi morire ***
Dimmi
che non vuoi morire
Pov
Sokka
Quella sera
avevo decisamente esagerato con l’alcol, e dopo
aver finalmente smaltito la sbornia, non riuscii comunque a dormire. Il
mio
pensiero vagava fisso sui momenti passati insieme a quella ragazza
meravigliosa.
Possibile che
solo uno sguardo fosse riuscito a cancellare
definitivamente Suki dalla mia vita e dal mio cuore?
Forse non era
mai stato davvero innamorato di lei? Forse era
davvero così, non riuscivo a darmi altra spiegazione, di
Suki mi aveva sempre
attirato solo la sua bellezza, niente di più.
All’improvviso
mi arrivò un messaggio sul cellulare, era
Azula.
“Ragazzi
oggi gita al lago, preparatevi ci vediamo tra poco”
Più che un invito sembrava una minaccia, Azula era sempre la
solita.
Mi vestii in
tutta fretta, poi andai a svegliare Katara
dicendole di prepararsi.
Un’ora
dopo, eravamo già tutti insieme, diretti verso la
nostra meta. Sfortunatamente per me, era presente anche Suki, che come
suo
solito stava incollata al braccio di Zuko come una cozza.
Stranamente quel
giorno non mi fece nessun effetto vederla,
era davvero come se non ci fosse.
Pov
Ty Lee
Stavamo andando
verso il lago, Mai e Azula stavano più dietro
insieme ai loro ragazzi, anche Mai al ballo si era finalmente
dichiarata con
Jet.
Io invece mi
trovavo più avanti con Katara. Inizialmente si
era offerto Zuko di spingerla fino al luogo di destinazione, ma a
seguito della
prepotente smorfia di disgusto esibita da Suki,
avevamo concordato che fosse meglio evitare.
-Allora Lee
quando parli con mio fratello?- Katara cercava di
convincermi a confessare tutto, ma io non me la sentivo, ero sicura che
se
avesse saputo la verità mi avrebbe guardato con occhi
diversi.
-Lascia
perdere… Tu invece che mi dici di Zuko?- Le chiesi
cercando di cambiare argomento –Beh ci siamo quasi baciati,
per due volte-
Confessò lei arrossendo leggermente.
-Perché
quasi? –.
-Perché
la prima volta siamo stati interrotti da Suki e la
seconda volta da mio fratello che era ubriaco per colpa tua- Disse lei
abbassando lo sguardo.
-Vedrai che la
prossima volta andrà meglio-
Pov
Suki
Ero a pochi
metri di distanza dalle due sfigate, non si erano
per niente accorte di me, ma io da lì riuscivo a sentirle
benissimo.
E
così quelle due speravano di farla franca con me? Stavano
cercando di portarmi via Sokka e Zuko, non gliel’avrei fatta
passare liscia.
Arrivammo
all’accampamento, era un po’ distante dal lago per
evitare che la notte ci finissimo dentro.
-Ragazzi io vado
a vedere il lago- Disse la piccola storpia
–Aspetta ti accompagno- Zuko la seguì. Sentivo la
rabbia crescere, ma a lei
avrei pensato dopo, prima la papera.
-Ehi Sokka come
va?- Chiesi mentre mi avvicinavo ancheggiando
disinvoltamente –Andava meglio prima- Rispose acido. Cercai
di ignorare quel
commento, se non l’avessi fatto non sarei riuscita a portare
a termine il mio
piano.
-Sai oggi ti
trovo particolarmente attraente- Dissi mentre
gli accarezzavo il petto, era davvero bello e doveva essere mio.
Afferrai la sua
maglietta e lo tirai verso di me, non mi
curai che ci fossero tutti gli altri ragazzi attorno a noi, tutti
dovevano
sapere che avevo scelto lui.
-Ho scelto te-
Dissi prima di unire le nostre labbra. Con la
coda dell’occhio notai la piccola papera, ferma a pochi metri
da noi, che ci
guardava con le lacrime a gli occhi, poco dopo si allontanò
piangendo.
Mi staccai da
Sokka e gli accarezzai una guancia –Ora
possiamo stare insieme, sono solo tua- Dissi cercando di baciarlo di
nuovo, ma
lui mi fermò.
-No-
Scostò infastidito la mia mano dal suo viso
–È per
quella vero? Quella ragazza di ieri sera-
Lui si
girò a guardarmi con un sorriso divertito –Si-
Povero
Sokka, non sapeva che con me non bisognava giocare.
-Peccato,
perché l’hai appena persa- Gli dissi con un ghigno
stampato sulla faccia, lui continuava a non capire –La tua
paperella ci ha
visti mentre ci baciavamo ed è scappata via-
Lui si
guardò in torno –Ty Lee…
-Esclamò stupito –E già, sei
forse deluso tesoro?- Dissi continuando a sorridergli in faccia.
Pov
Sokka
Ty
Lee…. Ty Lee era la ragazza di cui mi ero innamorato al
ballo, ecco perché con lei mi ero sentito così
a mio agio.
Lasciai Suki che
continuava a ridere nel bosco e cominciai a
correre in cerca di Ty Lee.
In quel momento
capii tutto: capii perché quel giorno sulla
scogliera gli ero corso dietro come un forsennato, perché
con lei riuscivo sempre
a parlare si tutto, lo capii solo in
quel momento, ero stato talmente stupido da non essermi accorto di
nulla.
Ero sempre stato
innamorato di lei, sin dal primo momento in
cui l’avevo vista, mentre aiutava Katara a rialzarsi il primo
giorno di scuola, e
io come uno stupido avevo scambiato
il mio sentimento per del semplice affetto.
La trovai poco
dopo, seduta sul tronco di un albero che
piangeva –Ty Lee- Gridai il suo nome sperando che mi
sentisse, lei si alzò in
piedi e si girò.
Mi fermai
davanti a lei cercando di riprendere fiato –Sokka,
che ci fai qua? Perché non sei con Suki?- Non riuscivo a
trovare le parole per
dirglielo, così mi avvicinai a lei e dopo averla guardata negli occhi, unii le mie
labbra alle sue.
Era il bacio
più bello che avessi mai dato in vita mia,
quando ci staccammo, trovai finalmente il coraggio di dirglielo
–Ti amo Lee- La
vidi per un attimo rimanere sorpresa, poi sul suo volto comparve un
sorriso e
mi saltò al collo.
-Ti amo
anch’io- Disse ridendo, e
ricominciammo subito a baciarci, ma
all’improvviso delle urla ci costrinsero a staccarci.
Pov
Katara
Ero
in riva al lago
con Zuko, come mi piaceva stare in sua compagnia, mentre ero seduta un
piccolo
brivido di freddo mi invase –Hai freddo?-
–Si un
po’, ma ho lasciato la giacca insieme alle altre cose,
vado a prenderla- Dissi mentre cercavo di avviarmi.
-No Aspetta,
vado io a prenderla-
–Ok va
bene- Lo vidi allontanarsi e sparire tra gli alberi.
Mi aveva
regalato un piccolo fiore, un papavero raccolto lì
tra l’erba, non facevo che guardarlo, quando
all’improvviso qualcuno mi
strattonò da dietro.
-Allora
ragazzina, evidentemente tempo fa non mi sono
spiegata bene- Disse Suki mentre mi torceva un braccio facendomi male.
-Ahi, basta ti
prego Suki, mi fai male!-
–Sta
zitta e ascoltami bene- Disse senza mollare la presa –Tu
stavi cercando di rubarmi il ragazzo? Speravi di farla franca, ma io ti
ho
scoperto!-.
-Ricordati
storpia Zuko e mio!- Fu un attimo, dopo quelle
parole Suki mi spinse con la sedia a rotelle in acqua.
Io non potevo
nuotare in quelle condizioni, non avevo mai
imparato a nuotare senza usare le gambe e non riuscivo a stare a galla.
-Suki…
Aiutami…. Ti prego… -Cercavo di dirle mentre un
sacco
di acqua mi entrava in bocca facendomi annaspare.
-Smettila di
lamentarti e torna a riva da sola, l’acqua è
bassa! Ciao Storpietta- Disse mentre se ne andava lasciandomi
lì.
Cercavo in tutti
i modi di riuscire a stare a galla solo con
le braccia, ma era tutto inutile, incominciai ad andare a fondo, fino a
quando
sfinita, chiusi gli occhi.
Pov
Zuko
Notai che Suki,
Sokka e Ty Lee non erano all’accampamento,
così Azula mi spiegò brevemente cos’era
successo.
Suki aveva
baciato Sokka, non capivo perché, ma non mi
interessava più di tanto, da quel che avevo capito
però lui l’aveva lasciata
per rincorrere Ty Lee.
Tornai da Katara
il più velocemente possibile, solo che non
la trovai dove l’avevo lasciata, possibile che fosse
già tornata indietro?
Feci per
andarmene, quando qualcosa sull’acqua catturò la
mia
attenzione, era il papavero che le avevo regalato poco prima.
No, non poteva
essere… -Katara!- Urlai mentre mi tuffavo.
Era poco lontana
dalla riva, dove l’acqua non era molto
profonda, ma lei non sapendo nuotare era andata a fondo,
l’afferrai e
velocemente nuotai fino in superficie, provai a rianimarla, dopo un
po’ riuscii
a farle liberare i polmoni, ma Katara non si svegliò
comunque.
-Katara, Katara
mi senti?-Dissi mentre cercavo di farle
riprendere conoscenza, ma lei non rispondeva.
-Aiuto! Aiuto!-
Gridai sperando che qualcuno mi sentisse, gli
altri sopraggiunsero poco dopo attirati dalle mie urla
–Cos’è successo?- Gridò
Sokka in preda alla disperazione.
-Non lo so,
quando sono tornato qui lei era in acqua non so
come ci è finita.- Dissi mentre
delle
lacrime mi rigavano il viso.
-Respira a
fatica chiamate subito un’ambulanza!- Disse
rivolto a gli altri.
L’ambulanza
arrivò poco dopo lungo il sentiero del bosco,
corremmo tutti in
ospedale. Eravamo li
ormai da un paio d’ore ma nessuno ci dava notizie, fino a quando, finalmente un
medico uscii dalla
sala.
-C’è
qualche parente?- Sokka si fece avanti –Sono suo
fratello-
-Sua sorella si
è svegliata. Lei è a conoscenza dei problemi
di cuore che ha sua sorella?- Chiese il medico serio, di cosa stava
parlando?
-Si-
–Vede
lo sforzo che ha dovuto affrontare sua sorella oggi ha
peggiorato la situazione, dobbiamo operarla al più presto,
ma lei non vuole
saperne-
-Cosa
succederebbe se non si operasse?-
-Vede se si
facesse operare avrebbe la probabilità del
50% di salvarsi, ma
se non si opera, mi
dispiace, morirà- Dopo aver sentito le parole del medico mi
sentii crollare il
mondo addosso.
In quel momento
incrociai gli occhi di Suki, erano
spaventati, vuoti, colpevoli –Sei stata tu!- Gridai mentre mi
avvicinavo a lei
e l’ afferravo per un braccio.
-Come hai potuto
farlo? Sei una persona egoista e senza
scrupoli! Per colpa tua Katara è in un letto di ospedale,
non voglio più
vederti sparisci dalla mia vita!- Le dissi buttandola per terra con
tutta la
rabbia che avevo in corpo.
-Mi dispiace, io
non pensavo che sarebbe finita così, io
volevo solo spaventarla un po’- Disse piangendo, Ty Lee si
avvicinò a lei e
l’aiutò a rialzarsi –Dobbiamo pensare a
Katara in questo momento.- Disse seria,
poi tornò ad abbracciare Sokka.
Ty Lee aveva
ragione, dovevo pensare a Katara.
Entrai nella sua
stanza –Ehi –
–Come
stai?- Le chiesi andandomi a sedere vicino a lei e
prendendole una mano.
-Ho avuto
giornate migliori- Mi disse lei sorridendo.
-Katara tu devi
operarti-
–Per
poi morire su un letto dentro una sala operatoria? No
Zuko, se proprio devo morire, preferisco farlo qui, con voi al mio
fianco- Una
lacrima le rigò il viso.
Non riuscii
più a trattenermi e anche i mei occhi iniziarono
a piangere –Zuko, non piangere- Disse lei mentre mi
accarezzava una guancia.
-Allora dimmi
che ti
opererai, dimmelo… Dimmi che non vuoi morire!-
Le dissi mentre stringevo
la mano con cui mi stava accarezzando.
-Ti prego Katara
resta con me, io ti amo- Finalmente ero
riuscito a dirglielo, ma non come avrei voluto.
-Ti amo
anch’io Zuko-
–Ti
prego Katara- Le dissi cercando di convincerla ancora.
-Va bene, mi
sottoporrò all’operazione, ma prima voglio fare
una cosa-
Alzò
lentamente la testa dal letto, io capii cosa voleva
fare, così mi sedetti accanto a lei e avvicinai il mio viso
al suo, poco dopo
le nostre labbra si unirono nel nostro primo e forse anche ultimo bacio.
Quando ci
staccammo, lei poggiò nuovamente la testa sul
letto.
-Sappi, che se
durante l’operazione morirò, lo farò
con il
sorriso sulle labbra e la felicità nel cuore,
perché adesso io ho te-
Salve
a tutti, finalmente sono riuscita a
pubblicare l’ultimo capitolo, ormai siamo alla fine, il
prossimo infatti, sarà
l’epilogo =(
Devo
dire che questa storia l’ho amata davvero
e sicuramente ci sarà un seguito ringrazio di cuore tutti
quelli che hanno
seguito la mia storia =)
Nell’epilogo,
scoprirete anche l’esito dell’operazione
di Katara…
Spero
che il capitolo vi piaccia =)
|
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Capitolo 9 *** Sei mesi dopo ***
Sei
mesi dopo
Pov
Zuko
Ero
vicino alla tomba
di una delle persone a cui avevo voluto più bene al mondo,
l’avevo amata più
della mia stessa vita e mi era stata portata via.
Era
la prima volta da
quando era morta che andavo a farle visita, non ci ero mai riuscito
prima.
Non
mi ero mai
perdonato per tutto quello che le era successo, avrei potuto salvarla,
invece
non avevo fatto in tempo.
Una
piccola lacrima mi
rigò il viso, poggiai un fiore vicino alla foto che la
ritraeva, bella come lo
era un tempo…
Azula
mi poggiò una
mano sulla spalla –Zuko, dobbiamo andare- Aveva ragione, era
inutile piangere
ormai, non potevo tornare indietro, l’avevo lasciata sola e
quel mio gesto era
bastato a provocarne la morte.
Azula
mi prese per mano
–Non è stata colpa tua Zuko, tu non potevi sapere
quello che sarebbe successo-
Mi disse mentre mi abbracciava.
-Invece
potevo evitarlo,
se fossi rimasto con lei, ora sarebbe qui con noi- Dissi stringendola e
piangendo quelle lacrime che avevo represso dentro al mio cuore per
troppo
tempo.
Azula
mi prese di nuovo
per mano e mi trascinò letteralmente fuori dal cimitero,
dove c’era lo zio ad
aspettarci.
Diedi
un ultimo sguardo
indietro, poi salii in macchina. Ci lasciò a casa di Sokka,
entrammo in quella
casa che ormai conoscevamo a memoria –Ragazzi- Disse lui dopo
averci aperto la
porta –Gli altri sono tutti di la-
-Zuko!-
Sentii una voce
chiamarmi, mi girai e
vidi Ty Lee
–Vieni, ho una sorpresa per te- Disse mentre faceva
l’occhiolino ad Azula e al
suo ragazzo e mi trascinava nella stanza di Sokka.
-Ty
Lee non credo che
sia il caso di stare qui da so…- Le parole mi morirono in
bocca.
-Katara-
Dissi il suo
nome come imbambolato, mi fiondai da lei per abbracciarla e baciarla
–Amore mio
sei tornata- Dissi stringendola a me.
-Si,
finalmente ho
terminato le cure, il mio cuore è perfetto, adesso posso
amarti liberamente-
Disse mentre sorrideva
e mi baciava.
-Dai
ragazzi un po’ di
decenza- Ci girammo verso la porta, Suki era poggiata allo stipite,
abbracciata
ad Aang, il suo ragazzo.
Incredibile
ma vero,
quei due si erano trovati e messi insieme e il colmo di tutto? Dopo
l’incidente
di Katara Suki era davvero cambiata, ed erano diventate amiche!
Io
invece, avevo fatto
quello che per anni non ero stato in grado di fare, raccontare la
verità sulla
morte di mia madre e finalmente andare a trovarla.
Tornammo
in cucina dove
i nonni di Sokka e Katara stavano preparando il pranzo.
Io
ero ancora
abbracciato a lei, era stata lontana una settimana per terminare le
cure e ora
finalmente era tornata.
Mi
ritrovai a pensare a
quanto le cose fossero cambiate dopo il suo arrivo.
Probabilmente
se non
fosse stato per lei, per la sua bellezza, la sua vitalità ed
i suoi modi di
fare così dolci e comprensivi, io sarei rimasto intrappolato
in una vita che
ormai vivevo più per abitudine che per voglia di viverla
davvero, in una
relazione che andava avanti soltanto perché
mi rifiutavo di vedere la verità che mi stava
palesemente davanti agli
occhi.
Il
destino era stato
davvero generoso con me, donandomi qualcosa di unico ed insostituibile,
un’anima che combaciava perfettamente con la mia, una luce
pronta ad illuminare
ogni giorno i miei occhi, un gioiello, che avrei custodito gelosamente
per il
resto dei miei giorni.
Fine.
Siamo
arrivati alla fine di questa storia, non è stata una storia
lunga, ma spero che
vi sia piaciuta comunque…
Per
chi è
interessato, a breve pubblicherò il primo capitolo del
sequel di questa storia…
Mi
sono
affezionata troppo a questi personaggi e non sono riuscita a lasciarli
andare
=)
Spero
che
il prologo vi sia piaciuto…
Un
bacio,
Baby <3
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