Il bagno in comune

di Sophie_moore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo.

<< Ragazze, che ne dite se ci facessimo un week end fuori porta? >> propose Lucy Heartphilia, sedendosi sul banco della sua amica ed accavallando le gambe. Si smosse i lunghi capelli biondi e fece un sorriso a cui nessuno avrebbe potuto resistere.

<< Devo studiare. >> rispose  Levy McGarden, alzando solo lo sguardo nocciola. Non che non ne avesse voglia, anzi, era sicura le avrebbe fatto bene prendersi un momento di pausa da quella sessione di studio intensa, ma proprio non poteva permetterselo. L'università a cui voleva andare non accettava che pochi studenti, perciò doveva eccellere per poterci entrare. Anche l'anno precedente all'esame.

<< Anche Lluvia dovrebbe studiare... >> brontolò Juvia Lockster, facendo una smorfia abbattuta. L'esame per passare all'anno successivo si avvicinava e le sue ansie per essere ancora single le attanagliavano lo stomaco. Esame o ragazzi? Era confusa, anche se i genitori optavano per l'esame, ovviamente.

<< Tutte dobbiamo studiare... per questo faremo un week end studio! >> rigirò Lucy, cercando di convincerle in tutti i modi. Se volevano studiare, andava bene anche farlo in montagna!

<< E va bene. >> Levy chiuse il libro che stava leggendo e la guardò, sorridendole di rimando. << Solo se prometti che ti metterai a studiare anche tu. >>

Lucy avrebbe dovuto saperlo che c'era un tranello, ma non si aspettava un colpo così basso dalla sua migliore amica. Abbassò la testa, sconfitta, e mormorò un mesto “Okay”, prima di sospirare pesantemente. << Vado a dirlo anche ad Erza, allora. >> il suo entusiasmo si era lievemente smorzato. Quell'arpia dai capelli blu l'avrebbe fatta studiare tutto il giorno, già lo sapeva... ma almeno erano insieme.

<< Viene anche lei? >> domandò Juvia, rassicurata dal fatto che avrebbero studiato tutte insieme.

<< La casa è sua. >> Lucy annuì e fece l'occhiolino alle due compagne di classe, per poi scendere dal banco di Levy e andare a cercare Erza nella classe vicina. Erza era la rappresentante di classe ed aveva un anno in più di loro.  Lucy si affacciò alla porta e guardò dentro: beh non era stato difficile trovarla.

Erza Scarlett stava tenendo un'assemblea di classe in piedi sulla cattedra. Un classico.

<< E quindi, in qualità di rappresentante di classe, io- oh, ciao Lucy! >> la salutò la rossa, interrompendo il discorso.

<< Ciao... >> non fece in tempo a dire altro, che tutti i compagni di classe di Erza scapparono dall'aula, approfittando della pausa. Era sempre la pausa pranzo, anche se la rappresentante aveva iniziato una specie di comizio. << Li ho fatti scappare mi sa... >> si scusò indirettamente la bionda, sorridendo colpevole.

<< Non importa... avevo finito, comunque. >> Erza le fece un sorriso rilassato e scese dalla cattedra, mettendosi le mani sui fianchi generosi. << Mi porti novità? >>

<< Sì, le altre hanno accettato... solo che dovremmo studiare. >>

<< È perfetto. Anche io avevo intenzione di studiare un po'.. >>

<< Ma comeeeeeee, io volevo solo rilassarmi! >>

<< Studieremo il primo giorno, mentre il secondo ce lo passeremo in relax. >> decretò la rossa, annuendo perentoria.

<< Se lo dici tu... >> Lucy sospirò. E dire che era così contenta di poter andare un week end fuori... le sembrava uno spreco uscire per studiare. Magari avrebbe fatto qualche scherzetto alla sua amica Levy, per vendicarsi di quel tiro mancino... l'idea le andava particolarmente a genio, sì.
 
~~~~~~~~~~~~~
 
<< Ohi, questo week end non ci sono. >> asserì Gajil Redfox, alzandosi in piedi e torreggiando davanti ai suoi amici.

<< Dove vai? >> Natsu Dragneel si infilò un mega panino in bocca, osservando dal basso l'amico. Avrebbe dovuto alzarsi e fronteggiarlo, probabilmente... ma non aveva voglia. Non ne valeva la pena.

<< In montagna! Mi faccio tre giorni di pace e tranquillità senza voi idioti. >> ridacchiò in modo strano, un suono che non era la solita risata, quanto più un ghigno, una specie di “ghihihi”.

<< A CHI HAI DETTO IDIOTA, IDIOTA? >> Natsu saltò in piedi, pronto alla classica rissa. Eh no, gli insulti no!

<< Perchè non ti calmi, fiammifero? >> Gray Fullbuster si alzò da contro la ringhiera, a petto nudo.

<< E TU PERCHÈ NON TI VESTI?? >> gridò il ragazzo dai capelli rosa, cambiando il bersaglio della sua rissa immaginaria.

<< Perchè.. oh merda. >> Gray si guardò ed imprecò, andando a cercare la camicia della divisa scolastica. Chissà perchè aveva quella brutta abitudine di spogliarsi senza neanche accorgersene!

<< Siete rumorosi.. >> brontolò Gerard Fernandes, togliendosi il cappuccio dalla faccia e sbadigliando sonoramente. << Che mi sono perso? >> chiese, strofinandosi gli occhi: la sua vita notturna lo costringeva a dormire di pomeriggio o a scuola.

<< Gajil va in montagna. >> spiegò Gray, allacciandosi l'ultimo bottone.

<< Senza di noi. >> continuò Natsu, imbronciato.

<< Beh, lo possiamo raggiungere il sabato mattina, no? >> Gerard fece un sorriso che era sia dolce che inquietante.

Gajil rabbrividì vedendo quell'espressione: non gli poteva dire di no, in nessun caso, o sicuramente si sarebbe vendicato. Non che Gajil non sarebbe riuscito a batterlo, per carità, era solo che non aveva voglia di mettersi in una rissa che non sapeva avrebbe vinto. Semplicemente quello, non aveva paura. Neanche un po'.
<< Okay... >> grugnì, pensando già con malinconia al suo week end in solitudine e pace e silenzio e allenamento. Magari avrebbe usato la moto di suo padre, così sarebbe potuto scappare per qualche ora.

<< E comunque dobbiamo studiare per l'esame. >> ricordò Gerard, rimettendosi il cappuccio e appoggiandosi alla ringhiera del terrazzo.

<< Non ci penso neanche.. >> mormorò Gray, infilandosi le mani nelle tasche e muovendosi per tornare in classe.

<< Gray... >>

<< NON STUDIEREMO NIENTEEEEEEE!!! >> cominciò a gridare Natsu, muovendosi avanti e indietro per il terrazzo, gambe larghe e braccia al cielo.

<< Cosa stai facendo, idiota? >> berciò Gajil, tutt'altro che tranquillo. Gli avevano rovinato il week end con la loro presenza, volevano anche farlo studiare? Per degli esami? Neanche morto! Se la sarebbe presa con Natsu, era quello che faceva più rumore di tutti e quello più fastidioso.

<< Esulto, perchè? Vuoi batterti? >> Natsu fece un sorriso di sfida e smise di fare il cretino, tornando serio. Neanche Natsu era un avversario da sottovalutare, ma per lo meno era più facile da battere.

<< Ragazzi, smettetela... >> provò a fermarli Gerard, ma quei due avevano già iniziato a picchiarsi, ficcando in mezzo anche Gray. Gerard sospirò, vedendo la camicia di Gray che volava in aria, di nuovo. Era inutile, avrebbero continuato a picchiarsi e si sarebbero presi un'altra nota di demerito dal professore, perciò decise di staccarsi da loro e di tornarsene in classe da solo.




Sophie's space__
Eccomi con una sorta di long... forse.. boh xD fatemi sapere come vi sembra dal prologo, un po' cortino in effetti, ma spero renda l'idea. 
E spero vi piaccia, perchè, sinceramente, io mi diverto un sacco a scrivere queste cose assurde <3

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1: Il viaggio.

<< Pa', prendo la moto. >> Gajil si mise il borsone in spalla e si sporse in sala, cercando suo padre. Lo trovò addormentato sul divano, con un giornale aperto sulla faccia. Sospirò pesantemente e andò a toccargli la spalla, svegliandolo di soprassalto.

<< Chi, cosa? Eh? >> l'uomo sulla quarantina guardò il figlio, poi sbuffò e si passò una mano sulla faccia assonnata. << Che c'è? Stavo dormendo... >> brontolò, mettendosi seduto e slegandosi la coda di cavallo. Anche lui aveva dei lunghi ed ispidi capelli neri, uguali a quelli di Gajil.

<< Prendo la moto, vado in montagna. >>

<< Mhm. >> ci fu un secondo di silenzio, del quale il ragazzo approfittò per allontanarsi dal divano e dirigersi verso la porta. << CHE? LA MOTO? NO. >>

<< Eddai, non rompere! Te la riporto domenica sera! >> si lamentò Gajil, roteando gli occhi al cielo.

<< Eh no, la moto non te la do. >> l'uomo si alzò e gli si mise di fronte: lo superava in altezza di qualche centimetro ed il suo sguardo colore del fuoco era particolarmente minaccioso.

<< Va bene, va bene. Come sei rompiscatole. >> brontolò, senza perabbandonare l'idea di prendere la moto. Un luccichio gli illuminò gli occhi rossi, mentre un sorriso gli increspava le labbra in un ghigno. << Oh, ha chiamato la mamma mentre dormivi, ti ha lasciato un messaggio! L'ho scritto sul frigo! >> disse, indicando la cucina.

L'uomo spalancò gli occhi e corse nell'altra stanza, mentre Gajil afferrava malamente le chiavi della moto e scappava dalla porta principale, ridendo a crepapelle. Da quando sua madre se n'era andata di casa, suo padre non faceva altro che aspettare il suo ritorno. Era stato facile ingannarlo per ottenere quello che voleva.

Onde evitare che suo padre uscisse in strada ad urlare come un ossesso, si mise subito in sella e partì sgasando e sgommando sul vialetto di casa. Si voltò solo un secondo, proprio nel momento in cui il genitore cercò di raggiungerlo mentre urlava qualche spergiuro misto ad insulto. Il ragazzo tornò a guardare la strada, sentendosi finalmente libero: la casetta in cui sarebbe andato a stare per quel week end non era una grande cosa, era dei nonni materni e distava circa un'oretta e mezza dalla città. Era un posto tranquillo, niente conoscenti, solo lui e l'aria fresca dell'alta quota, dove poteva non avere orari e allenarsi finchè voleva.

Parcheggiò dopo una ventina di minuti davanti ad una casa bianca e grande, dove abitavano i nonni, e bussò alla porta di casa: non aveva le chiavi della casa, quindi doveva chiederle ai proprietari. Sperava solo non ci fosse la nonna, voleva fare una cosa rapida e indolore.

<< Chi è?? >>

<< Sono io, nonna... >> mentre diceva quelle parole, Gajil già stava pensando ad un modo di chiudere la questione rapidamente.

<< Ohhhh!! Guarda chi si fa vivo! >> una bella signora, alta e slanciata dai lunghi capelli bianchi gli aprì, facendogli un sorriso molto cordiale e affettuoso.

<< Ciao... >> non era che Gajil non volesse bene a sua nonna, per carità. Era solo che la nonna era una donna particolarmente loquace e impicciona, continuava a chiedergli di presentarle la sua fantomatica fidanzata (come se a lui interessasse averne una, poi) e di portarla a cena da loro, ma soprattutto voleva a tutti costi un nipote. << Mi potresti dare le chiavi della casa in montagna? >>

<< Tu mi potresti presentare la tua ragazza? >>

Ci risiamo, pensò tra sé e sé il ragazzo, schiaffandosi una mano sulla fronte. << Non ce l'ho la fidanzata... >>

La signora fece una smorfia contrariata, come se non ci credesse. << Certo, certo... ed io sono una carriola senza ruote. >>

<< Ma che dici? >>

<< E Lluvia? >> i grandi occhi celesti della donna si illuminarono.

<< Ancora? Te l'ho detto, è solo una mia amica. >> brontolò: gliel'aveva spiegato centinaia, ma no, migliaia di volte che Lluvia era solo un'amica, che si conoscevano da quando erano piccoli e che non ci sarebbe mai potuto essere nient'altro che amicizia. Mai. Ma tanto lei no, lei era convinta e tutte le volte gli chiedeva di lei, per quello aveva smesso di farle incontrare... diventava imbarazzante.

<< Che stress. Oh, hai la moto di tuo padre? >> la donna allungò lo sguardo sul vialetto.

<< Già... quindi mi servono le chiavi prima che quel pazzo venga qui a riprendersela. >>

La signora ridacchiò, poi alzò gli occhi al cielo e sospirò. << Ho capito che non diventerò mai bisnonna di questo passo.. >> esalò mentre scompariva dietro la porta e ricompariva poco dopo con il mazzo di chiavi in mano.

<< Grazie. >> Gajil fece per prenderle, quando la nonna si mise la mano dietro la schiena. << Che c'è ancora?? >>

<< Devi promettermi che ti prenderai cura di te. >>

<< Che? >>

<< Io lo so, cosa fai tu. Non te ne frega niente di nessuno, pensi solo ad allenarti e non ti curi di come le altre persone, le ragazze, per intenderci, potrebbero vederti. >>

<< Ma che cavolo di discorso è? Non ho bisogno di una donna! >> sbottò il ragazzo, indignato.

<< Certo, adesso! Ma ne avrai bisogno, come tutti. Quindi, promettimi che ti prenderai cura di te stesso. >>

<< Nonna... >>

<< Promettimelo. >>

Gajil sospirò pesantemente, si passò una mano sulla faccia e poi sbuffò. << Okay, okay, te lo prometto. Ora dammi le chiavi. >>

<< Certo. >> la signora gli porse la mano con le chiavi e fece un sorriso furba. << Buon week end, Gajil. >>

<< Sì, ciao! >> lui si voltò col bottino e salì di nuovo sulla moto: ora niente l'avrebbe più fermato.

~~~~~~~~~~

Erza sfrecciava a gran velocità diretta a casa di Lucy: la bionda l'aveva pregata di passare a prenderla per prima, aveva una sorpresa per tutte le ragazze.

<< Erzaaaaaaa!!!! >> Lucy saltellò sul posto, salutando l'amica con la mano.

La rossa parcheggiò ed uscì dall'auto; si avviò verso la bionda, si salutarono e prese alcune borse che stavano ai piedi di Lucy, ignorando una cassa di legno.

<< Non mi chiedi cos'è? >> domandò Lucy, prendendo faticosamente la cassa in braccio e facendo un sorriso sornione.

<< Hai detto che è una sorpresa, no? >> rispose pragmatica Erza, scrollando le spalle. Osservò la bionda mettere la cassa tintinnante dentro il bagagliaio, pur non potendo fare a meno di chiedersi cosa ci fosse lì dentro.

<< Vino. >>

<< Vino? >>

<< Tantissimo vino. Voglio fare ubriacare Levy. >> Lucy ridacchiò e si sfregò le mani un comportamento da classica cattiva dei cartoni animati.

<< E perchè? >> Erza si rimise al posto di guida, guardando Lucy che si sedeva di fianco e sorrideva.

<< Perchè mi costringerà a studiare. >> spiegò, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

<< Non ha molto senso... >>

<< Come sei seria!! >> la rimproverò scherzosamente Lucy, sorridendo. Partirono alla volta della casa di Lluvia, la raccattarono insieme alle sue enormi borse blu scuro, poi andarono a prendere Levy.

<< Ciao ragazze! >> salutò la ragazza minuta, infilandosi in auto dopo aver messo i bagagli dietro. << Erza, non credi di aver preso troppe cose per un solo week end? >> chiese, abbracciando la borsa a mano con dentro i suoi fidati libri.

<< Non si può mai sapere... >> disse enigmatica la ragazza dai capelli color del fuoco, sorridendo. << Ho parlato con mia zia per la casa, dice che l'unico problema è che c'è un solo bagno. >>

<< E allora? >> fece Lluvia, non capendo quale fosse il problema.

<< Niente, era per avvertirvi. C'è una casa di fianco, ma dovrebbe essere vuota. >> continuò la rossa, scrollando le spalle.

<< Come organizziamo le due giornate? >> chiese Lucy, stiracchiandosi sul sedile del passeggero e chiudendo gli occhi nocciola.

<< Io direi che domani mattina studiamo un po', poi al pomeriggio ci rilassiamo, e facciamo la stessa cosa domenica... vi va? >> propose Levy, sorridendo tranquilla. Di certo non si aspettava minimamente la vendetta che avrebbe fatto ricadere su di sè.

<< Lluvia pensa che sarebbe meglio fare una g->>

<< E' perfetto Levy! Un'ottima idea! >> esultò, per così dire, Lucy, sporgendosi nei sedili dietro per coprire la bocca di Lluvia.

<< Lucy rimettiti seduta. >> la rimproverò immediatamente Erza: le afferrò la maglietta e la tirò di nuovo giù a sedere, senza distogliere lo sguardo dalla strada.

<< Perchè? >> non fece in tempo a dire altro che la ragazza alla guida iniziò una salita ripidissima e ad una velocità particolarmente alta.

Le altre tre si appiattirono contro i sedili, bianche in volto, stringendo i manubri sopra le portiere fino a far diventare le nocche perlacee. Nessuna di loro aveva mai passato abbastanza tempo in auto con Erza Scarlett per potersi aspettare una guida del genere: le ruote stridevano sull'asfalto con una ferocia che sembrava il ruggito di un leone, mentre il motore era talmente surriscaldato che a breve avrebbe cominciato a fare fumo, così avrebbe giurato Lucy.

Ad ogni curva credevano sarebbero morte, e quando la superavano tiravano un respiro di sollievo, ma non potevano stare tranquille per molto perchè si sa, le strade di montagna non sono rettilinei, bensì un'ammasso di curve e tornanti.

<< Lluvia sta per vomitare... >> mormorò la ragazza dai capelli celesti, portandosi le mani davanti alla bocca e lasciando di conseguenza il manubrio. rotolò addosso a Levy, che venne quasi schiacciata dal peso della sua compagna di classe.

<< ERZA, RALLENTAAAAAAA!!! >> provò a pregarla quest'ultima, terrorizzata dall'idea che i suoi libri venissero sporcati dal vomito dell'amica.

<< Erza, ti prego! >> la implorò allora anche Lucy, poco prima di urlare quando si vide di fronte un dirupo.

Al che, Erza sterzò violentemente e tornarono in carreggiata: Lluvia rotolò di nuovo dalla sua parte, le lacrime agli occhi per il mal d'auto e le mani sempre premute sulle labbra; Levy urlò a squarcia gola, rannicchiandosi su se stessa; Lucy rimase immobile e paralizzata, non aveva neanche la forza di aprire bocca. L'unica cosa che volevano, tutte e tre, era scendere da quel trabiccolo infernale e toccare con i piedi la terra e l'erba, basta asfalto e basta ruote, ne avevano già abbastanza.

<< Siamo arrivate. >> Erza inchiodò davanti una graziosa casetta, un po' rustica ma apparentemente accogliente. Erano ormai le dieci di sera, il cielo aveva iniziato a colorarsi di quel bell'arancione caldo, abbandonando l'azzurro delle giornate di inizio estate.

Le tre passeggere uscirono dall'auto buttandosi a terra, chi ringraziava Dio per essere ancora vive, chi cercava di convincersi che era stato solo un brutto sogno e nient'altro, chi invece si riprometteva che non avrebbe mai più fatto un viaggio lungo in macchina di Erza. O almeno, mai più con Erza come conducente.

<< Dio mio, terra... che bella, la terra... >> sussurrò Lucy, appiattendosi contro l'erbetta fresca che le solleticava la faccia. Le sembrava un sogno essere rimasta viva dopo quel viaggio pazzesco.

Levy fu la prima a mettersi in piedi, faticosamente ed aiutandosi mettendo le mani sulle ginocchia, e a respirare a pieni polmoni l'aria di montagna. Doveva ammetterlo, sembrava un bel posto. Si diede un'occhiata intorno e notò una motocicletta nera, parcheggiata proprio vicino all'auto di Erza.

<< Erza, non doveva essere vuota la casa? >> domandò infatti, alzando un sopracciglio blu.

<< Sì, sarà il padrone di casa che viene a controllare le tubature.. >> la rassicurò la rossa, aprendo il bagagliaio e iniziando a svuotarlo da tutte le borse.

<< Mah... >> Levy scrollò le spalle e andò ad aiutare le amiche a portare dentro le cose.

<< Wow! >> esclamò Lluvia, non appena Erza spalancò la porta d'ingresso: una bellissima casetta,  tutta in legno chiaro, una stufa , una cucina completa di forno e fornelli e quattro camere da letto con letto matrimoniale, armadio e baule.

<< E' una bella casa, vero? >> disse compiaciuta Erza, posando le borse in una delle camere da letto.

<< Molto suggestiva. >> mormorò Lucy, con gli occhi che le brillavano.

<< Suggestiva? >> Levy le si avvicinò e le sgomitò il fianco, facendo un sorriso furbo. << Ci scriverai su qualcosa? >> chiese, sorniona.

<< E che ne so, dipende da come andrà.. >> ridacchiò l'altra, imbarazzata. Nonostante Levy leggesse ormai tutto quello che scriveva, era ancora un po' a disagio a parlarne.

<< Andrà sicuramente bene! >> dichiarò Erza, esortandole a prepararsi per la notte. Sarebbe stato un gran week end, già lo sapeva.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2: Mattina, parte 1.

Lluvia sbadigliò sonoramente, schioccando la lingua sul palato, poi aprì piano un occhio: dopo un attimo di iniziale smarrimento, si ricordò di dove fosse. La sua, era una stanza tutta blu, le pareti blu scuro ed il soffitto di un celeste acqua marina, i suoi colori preferiti in assoluto.
Sorridendo, guardò il telefono, constatando che fossero solo le nove di mattina. Si mise seduta, si stiracchiò e tese l'orecchio per sentire se qualcuna delle altre fosse già sveglia: niente, era la prima. Ne avrebbe approfittato per fare una bella doccia calda in tranquillità e senza fretta.

Prese tutto quello che le serviva e si diresse verso il bagno, silenziosamente: non voleva svegliare le ragazze, altrimenti sarebbe iniziata una guerra per il bagno, e non aveva proprio voglia di combattere già di prima mattina. Così, in punta di piedi, passò attraverso le tre camere da letto ed uscì dalla casetta, puntando la porta alla sua sinistra in legno scuro e spesso.

L'aria di montagna le scompigliava i capelli blu, la faceva sentire libera e fresca, in pace con se stessa e con il mondo. Non le era successo spesso di sentirsi così, o almeno, prima di conoscere le sue amiche non le era mai capitato: per qualche motivo era cupa e malinconica, ma quando aveva incontrato Lucy era cambiato tutto, aveva quasi iniziato a preferire il sole alla pioggia.

Sospirando contenta, aprì la porta del bagno e ci entrò, senza chiudersi dentro a chiave. D'altronde, chi poteva mai entrare di diverso dalle sue amiche? Aprì l'acqua, aspettò qualche secondo che si scaldasse ed entrò nel box, lanciando l'asciugamano dentro al lavandino.
 

<< Ma dove cazzo siamo? >> brontolò Gray, guardandosi attorno. << Devo pisciare! >>

<< La smetti di rompere? >> Natsu era esasperato. Non sopportava i mezzi di trasporto, tutte quelle curve gli stavano facendo venire il voltastomaco, e quell'idiota di Gray si lamentava di dover pisciare?

Gerard, per contro, non li sopportava più. Era stato un viaggio infernale, non avevano fatto altro che litigare e discutere su qualsiasi cosa, poi Natsu aveva iniziato a patire l'auto, quindi aveva dovuto andare decisamente più piano per evitare che gli rifacesse il colore dei sedili, al che Gray si era infuriato ancora di più e non stavano zitti un secondo. Erano fastidiosi, non vedeva l'ora di arrivare a casa di Gajil e chiudersi a chiave in stanza. << Ci siamo quasi!! >> mormorò, più per convincere se stesso a non schiantarsi contro un muro, che per far smettere gli altri due.

Finalmente, dopo una decina di minuti, i ragazzi arrivarono alla fantomatica casa in montagna.

<< Ma non dovevamo essere soli? >> domandò Natsu, riprendendosi immediatamente dopo aver toccato terra coi suoi piedi. Il viaggio di ritorno avrebbe dormito, di sicuro.

<< Non lo so... magari sono solo i proprietari che vengono a controllare le tubature. >> supose Gray, notando anche lui la decappottabile rosso fuoco che stava parcheggiata di fianco alla moto di Gajil.

<< Probabile. >> Gerard fece un sorriso ed inspirò profontamente l'aria fresca: non gli pareva vero di essere finalmente uscito da quella macchina. << Entriamo a posare i bagagli, poi facciamo quello che dobbiamo fare. >> continuò, ovviamente riferendosi a Gray, che fece una smorfia.
Bussarono alla porta di casa Redfox con le borse a tracolla, carichi come dei muli da soma. Aspettarono dei minuti interi, finchè Gajil non andò loro ad aprire, sbuffando.

<< Per un attimo credevo non ci avresti aperto! >> ridacchiò Natsu, pensando che fosse semplicemente assurdo.

<< Per un attimo l'ho voluto fare. >> Gajil roteò gli occhi al cielo e sbuffò di nuovo, per niente contento che fossero arrivati così presto.

<< Che? Vuoi fare a botte?? >> il ragazzo dai capelli rosa raccolse la provocazione senza pensarci due volte.

<< Il bagno? >> Gray avrebbe voluto davvero fare a botte con quei due per scaricare la tensione del viaggio, ma la vescica gli stava per esplodere, perciò rivalutò le sue priorità.

<< Fuori, sulla destra. >> gli rispose il proprietario di casa, ignorando completamente Natsu.

<< NON IGNORARMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!! >> Natsu, con l'ausilio del divano, saltò sulle spalle di Gajil, iniziando a dargli delle botte sulla testa.

<< La smettete per favore??? >> cercò di staccarli Gerard, ricevendo un pugno da parte di Gajil che cercava di colpire il ragazzo sulle sue spalle.

Gray, intanto, era scappato velocissimamente in bagno: aprì la porta, si tirò giù la patta e si liberò, finalmente. Guardandosi intorno, notò che vi erano degli abiti ed un asciugamano sul lavandino. Probabilmente qualcuno se li era dimenticati lì.
Sentì la porta della doccia aprirsi, e si voltò a guardare, pensando fosse solamente il vento. Invece, si trovò di fronte una bellissima ragazza dai capelli blu, tutta bagnata e apparentemente distratta.

<< Ecco... >> provò a dire, arrossendo violentemente e chiudendo gli occhi di scatto. Non voleva traumatizzarla...

<< KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!! >> la ragazza urlò così forte che l'avrebbero sentita anche in cima alla montagna ai confini di Fiore.

Lluvia si affrettò a coprirsi con l'asciugamano, sconvolta: teneva gli occhi chiusi e si era inginocchiata a terra.

<< EHI, NON GRIDARE!! NON L'HO FATTO APPOSTA! >> cercò di giustificarsi Gray, mettendo le mani davanti.

Lluvia aprì un occhio cautamente, ma appena vide la nudità del suo "compagno di bagno", svenne.

Gray spalancò gli occhi quando sentì il tonfo della ragazza e si rese conto di essere nudo. << Merda! Ehi, ehi? Svegliati! >> le si avvicinò, dopo essersi tirato su mutande e pantaloni, e cercò di risvegliarla toccandole la spalla.

<< LLUVIA? CHE SUCCEDE? APRI! >> la voce di una ragazza fece prendere un colpo al cuore al ragazzo, terrorizzato da cos'avrebbero potuto pensare! Non aveva fatto nulla di male!

<< Ehi, sei Lluvia vero? Apri gli occhi, forza! >> le prese il viso tra le mani e le aprì gli occhi a forza. << Eddai, svegliati! >> cercò di convincerla, disperato.

<< Cos'è... successo...? >> Lluvia aprì i suoi grandi occhi blu, sbattendo le palpebre, ma appena si scontrò con quelli neri di Gray, arrossì e urlò di nuovo.

<< E TU CHI SEIIIIIIIII???? >>

<< LLUVIA! ENTRIAMO! >>

In un attimo, la porta del bagno era sfondata e tre ragazze, una rossa, una azzurra ed una bionda, irruppero nella stanza.

<< LUCYYYYYYYYYY!!! >> Lluvia si divincolò e corse ad abbracciare la ragazza bionda, che prese ad accarezzarle la testa per consolarla.

<< Che hai fatto alla nostra amica? >> ringhiò la rossa, con una vena della fronte pronta all'esplosione. Chiunque toccasse una sua amica avrebbe sofferto le pene dell'inferno per mano sua.

<< NIENTE! Non sapevo fosse in bagno, altrimenti non sarei mai entrato! >>

<< Non... ci... CREDO! >> un'improvvisa e funesta aura rossa contornò la ragazza, che già si contorceva le mani.

Gray impallidì, stava per svenire anche lui, quando i suoi amici vennero in suo soccorso.

<< Abbiamo sentito urlare, che... eh? Cos'è successo qui dentro?? >> Gerard arrivò per primo, seguito da Natsu e Gajil.

<< E voi chi siete?? >> domandò Levy, guardando tutti quei ragazzi e pensando, per un secondo, che quella tranquilla vacanza sarebbe stata un incubo.

<< Lluvia? >> spintonando, Gajil riuscì ad arrivare davanti alla fila e notò la sua amica d'infanzia in lacrime abbracciata a Lucy.

<< Gajil? >> Lluvia si asciugò le lacrime e guardò il suo amico. << Che ci fai qui? >>

<< E' casa dei nonni! Non te lo ricordavi più? >>

Notando che i due si conoscevano, entrambi i gruppi si diedero una calmata.

<< Non ci sono mai venuta! E' questa la casa che diceva la nonna allora! >> Lluvia sorrise, la paura svanì in un attimo: se erano con Gajil-kun, allora potevano essere anche amici suoi senza problemi.

<< Quindi non è successo niente? >> l'aura attorno ad Erza scompariva pian piano, tranquillizzandosi.

<< No! Non sapevo ci fosse Lluvia in bagno, pensavo ci fossimo solo noi! >> si spiegò finalmente Gray, mentre Natsu e Gerard ridacchiavano per la situazione assurda che si era creata.

Le ragazze guardarono Lluvia per chiedere conferma, e quando lei annuì, si calmarono e sorrisero.

<< Ehm... Lluvia...? >> Levy roteò gli occhi al cielo, toccando l'amica dai capelli turchini sulla spalla.

<< Dimmi, Levy! >>

<< Sei ancora... come dire... nuda..? >> le fece notare, arrossendo un poco.

<< Oh... USCITE TUTTI DAL BAGNO! >> gridò, facendoli scappare a gambe levate tutti quanti. << LUCY TIENIMI LA PORTA, PER FAVORE! >> continuò, rendendosi conto che la serratura era andata.

Lucy si mise davanti alla porta, ridendo. << Comunque, io sono Lucy! E loro sono Erza e Levy. >> si presentò la bionda, muovendo la mano.

<< Natsu, Gray, Gajil e Gerard. >> fece la stessa cosa Natsu, con una smorfia contenta, come se tutto il viaggio avesse avuto un significato più profondo.

<< Gajil, sei un amico di Lluvia? >> chiese Levy, stringendosi tra le mani il suo libro preferito.

Gajil annuì. << Ci conosciamo da quando eravamo piccoli, eravamo in classe insieme alle materne. >> spiegò brevemente: quella ragazzina gli faceva una strana impressione.

<< Lluvia è pronta! >> la turchina uscì dal bagno tutta vestita, con un berretto che le copriva quasi tutta la frangia.

Gray sobbalzò. Non aveva fatto niente di male, ma era meglio scusarsi comunque. << Lluvia, ti chiedo scusa per essere entrato in bagno mentre c'eri tu. >> disse, grattandosi la nuca imbarazzato.

Lluvia arrossì violetemente e fece un sorriso dolcissimo. << Non importa... dimentichiamo tutto! >>

<< Okay! >> Gray le porse la mano e Lluvia arrossì ancora osservandolo. Era davvero un bel ragazzo, proprio il tipo che piaceva a lei: moro, alto, muscoloso ed estremamente educato. Sentiva che si stava innamorando. << Che le prende? >> chiese il ragazzo alle amiche, confuso sul perchè lei non gli avesse ancora stretto la mano. Che fosse ancora arrabbiata? Eppure aveva detto di dimenticare tutto!

<< Lluvia... >> Lucy la scosse e la turchina fece un enorme sorriso. << E' che ogni tanto si incanta a fantasticare... >> spiegò la bionda, alzando le spalle esasperata.

<< Sì, Gray-sama! Possiamo stare insieme! >> afferò, stringendogli la mano.

Lui sorrise di ricambio, non avendo fatto caso alle parole di Lluvia, ma quando vide tutti i suoi amici con gli occhi spalancati e le ragazze che si coprivano la faccia con le mani, cominciò a farsi due domande. << Che hai detto, scusa? >>

<< Possiamo stare insieme, se è quello che vuoi. >> Lluvia arrossì, appoggiandosi le mani sulle guance infuocate.

<< CHE COSA???? NON HO MAI DETTO NIENTE DEL GENEREEEEEEEE! >>

Tutti i ragazzi scoppiarono a ridere, osservando la nuova coppia che si era appena formata. Lluvia non aveva alcun problema a dichiarare il suo amore a Gray, ma lui era sconvolto dal perchè si fosse messa in testa una cosa simile.

<< Lluvia, piantala... andiamo a far colazione? >> cercò di riportarla alla realtà Lucy, ridacchiando.

<< Per caso Gray-sama piace anche a te, Lucy? >> Lluvia fece il broncio, assottigliando gli occhi.

<< Oh per carità! No, è tutto tuo! >> la rassicurò, istericamente. Era sempre così, per quanto Lluvia fosse una ragazza stupenda e bellissima, era sempre pronta a tirare fuori le unghie per il ragazzo che le piaceva, e diventava gelosa e paranoica.

<< Meglio così... meglio così... >> sussurrò la turchina, appendendosi al braccio di Gray e tenendo d'occhio l'amica.

<< Perfetto... mangiamo insieme? Vi va? >> propose dunque, prevedendo che non avrebbe lasciato il braccio del ragazzo per nessuna ragione al mondo.

<< Veramente noi..->>

<< Ci stiamo! Vero ragazzi? >> Natsu interruppe bruscamente Gerard, che sospirò.

<< Sì, certo. >> Gerard fece un piccolo sorriso e seguì i ragazzi e le ragazze nella casa di sinistra, quella della famiglia Scarlett.


Sophie's space____
Eccomi con il capitolo nuovo! Dunque, per prima cosa, devo ringraziare caldamente Slappola, che è venuta in mio soccorso quando interne aveva deciso, così, in amicizia, di andare al Diavolo proprio i giorni in cui avrei dovuto pubblicare. Perciò lei è stata la mia editrice nel capitolo scorso =D Grazie, Slappola <3
Per concludere, ringrazio chi ha letto il secondo capitolo, chi ha recensito e chi no, chi segue silenziosamente e chi mi consiglia costantemente sulle scelte da fare. Grazie, grazie di cuore! 
Ah, un'ultima cosa! Spero di poter aggiornare ogni mercoledì! =) grazie della pazienza, 
Sophie <3

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3: Mattina, parte 2.

<< Quindi questa casa è tua? >> domandò Gajil ad Erza, mentre si infilava in bocca una brioche intera.

<< Dei miei zii. Strano che non ci siamo mai incontrati, comunque... >> rispose la rossa, tagliando delicatamente una fetta di torta alle fragole, per poi rimetterla nella borsa frigo e richiuderla attentamente. Le ragazze ormai la conoscevano bene, la passione di Erza per i dolci, in particolare per la torta fragole e panna, per questo avevano sempre dietro dei soldi per comprarla nel caso in cui la rossa avesse perso la testa.

<< La casa è dei miei nonni. Non ci vengo spesso. >> Gajil scrollò le spalle, mettendosi a guardare i ragazzi e le ragazze che facevano conoscenza.

<< Gray-sama, apri la bocca.. >> Lluvia imboccava "dolcemente" un Gray confuso, molto confuso, che non sapeva come comportarsi davanti ad una ragazza così... appassionata.

<< Riesco a mangiare da solo... >> provò a dirle, a voce bassa.

Gli occhi azzurri di Lluvia si riempirono di lacrime e iniziò a tremarle il labbro inferiore. << Lluvia... Lluvia è inutile... >> mormorò, trattenendosi dallo scoppiare a piangere.

<< Gray. >>

Il moro si voltò e vide Lucy e Levy con un'aura oscura attorno a loro, un modo inequivocabile per dirgli di non far piangere la loro amica. << Non è vero Lluvia!! E' che... è che... >> era andato nel pallone, non sapeva come consolarla senza dire cose che avrebbero potuto metterlo ancora di più nei casini.

<< Lluvia la smetti di metterlo in imbarazzo? >> Gajil, come un principe azzurro, insomma, arrivò a salvare il suo amico dalla ragazza, che invece di rispondere docilmente gli fece una smorfia.

<< Cosa vuoi tu, Gajil-kun? >> brontolò la ragazza turchina con una noncuranza che fece terrorizzare tutti i ragazzi. Insomma, nessuno si permetteva di parlare in quel modo a Gajil, nè a scuola nè in giro per la città, quindi perchè una ragazza faceva un gesto così avventato??

Ci fu qualche minuto di silenzio, carico di tensione: l'aria sembrava essere pesante, tanto che la si sarebbe potuta tagliare con un coltello. Poi, dopo un tempo che sembrò infinito alla maggior parte dei ragazzi in casa, Gajil sospirò, scosse la testa e fece un piccolo ghigno: era diventata più grintosa la sua Lluvia, era contento che gli avesse finalmente risposto come aveva sempre provato a farle fare. << Ti sono cresciute le palle, Lluvia? >>

<< Se anche fosse, non sarebbero affari tuoi. >> Lluvia fece un largo sorriso, mentre tutti trattenevano il respiro terrorizzati.

<< Brava, Lockster. >> il ragazzo si alzò in piedi e le mise la mano sulla testa, come quando erano piccoli. Come quando, nello stesso quartiere, lui andava a consolarla dopo che la prendevano in giro i ragazzi più grandi.

Lluvia gli diede uno sguardo: sapeva com'era fatto il suo amico, non si aspettava niente di diverso. Anzi, era rimasta sorpresa che lui le avesse fatto i complimenti. Non che Gajil amasse chi gli rispondeva male, ma lei era sempre stata un'eccezione. << Grazie, tato. >>

<< Tato?? >> Natsu arrivò ad interrompere quel momento particolare, facendo digrignare i denti a Gajil.

<< Perchè mi chiami ancora così?? >> il ragazzo dai capelli neri diede un leggero schiaffo sulla nuca alla turchina, che fece la linguaccia colpevole.

<< Come dovrei chiamarti, Gajil-kun? >>

<< TI CHIAMERÒ COSÌ ANCHE IO!! >> Natsu iniziò a ripetere quel nomignolo affettuoso correndo per la casa, andando a sbattere contro quasi tutto quello che sporgeva un po'.

<< NON CI PROVARE, BASTARDO!! >> gridò allora Gajil, iniziando a rincorrerlo leggermente rosso sulle guance. Solo Lluvia poteva conoscere quella parte di lui, non avrebbe mai permesso che quel ragazzino dai capelli rosa si intromettesse.

<< EHI, FATE ATTENZIONE!! >> gridò Erza, vedendo uno ad uno i suoi vasi d'infanzia che dondolavano pericolosamente sui mobili.

<< Tato, tato, tato!! >> continuava a ripetere Natsu, ridendo a crepapelle.

<< Bastardo, aspetta che ti prendo!! >> brontolava allora Gajil, inseguendolo. Sembrava una scena di un cartone animato, con quei due che si rincorrevano come pazzi ed Erza che diventava sempre più pallida. Finchè non ci fu il fantomatico crash, quello decisivo: il vaso blu che stava sul mobile della cucina, quel vaso blu in cui metteva sempre i fiori che raccoglieva fuori per la zia...

<< IO VI AMMAZZO! >>

I due ragazzi si voltarono con gli occhi spalancati verso la rossa. Non avevano mai sentito nessuno urlare in quel modo, tanto meno una donna.

Lucy e Levy si spaventarono, corsero alla porta e la aprirono velocemente. << Vi consiglio di correre, molto veloce. >> disse Levy, vedendo l'amica dai capelli scarlatti che si avvicinava ai due dondolando e ricoperta da un'aura viola scuro. Sembrava pure che i capelli avessero preso vita e si muovessero volontariamente.

Natsu e Gajil non se lo fecero ripetere due volte, così imboccarono la porta uno alla volta e continuarono a rincorrersi fuori, nel prato, appena dopo che Levy chiudesse di nuovo la porta.

<< LEVY. >>

La blu fu percorsa da brividi di terrore, ma non se la sentiva di avere sulla coscienza due poveri ragazzi della sua età. << S-sì, Erza...? >>

<< APRI. LA. PORTA. >>

<< Erza, adesso calmati!! >> Lucy si mise dietro la rossa e la prese per la vita, cercando di riportarla al tavolo. Niente da fare, si sentiva così debole in confronto! << ERZAAAAA!! >> provò a convincerla, ma la rossa la trascinava in avanti senza sforzi. Era proprio incazzata come una iena.

<< LEVY LA PORTA. >> Erza arrivò di fronte alla porta e Levy non potè far altro che scansarsi terrorizzata. Si trovò a pregare che quei due fossero scappati il più lontano possibile.

La rossa spalancò la porta, scardinandola, e si mise a correre fuori, urlando come un'ossessa.

<< ERZAAAA NON LI PUOI UCCIDEREEEEEEE!!! >> Lucy, dopo essere caduta rovinosamente a terra, rincorse la rossa fuori.

<< Quei due si sono messi in un bel guaio, eh? >> domandò Gerard, sorseggiando il tè caldo con calma.

<< Ti consiglio di aiutarli anche tu... insomma... >> Levy aveva le gambe che tremavano.

<< È solo una ragazza! >> il ragazzo dai capelli blu fece un sorriso tranquillo.

<< È Erza. >> lo corresse Levy, prendendo coraggio e correndo anche lei fuori.

Gerard rimase un secondo immobile. “È Erza”, cosa poteva voler dire? Che sarebbe stata in grado di sconfiggere i suoi due amici da sola? No, non era possibile. Però, se fosse stato vero... avrebbe dovuto vederli! Perciò anche lui si fiondò fuori, rischiando di inciamparsi nelle sue stesse scarpe.

<< EHI NON LASCIARMI SOLO!! >> Gray spalancò gli occhi: non sapeva se voleva rimanere solo con quella pazza. Era bella, molto bella, ma ciò non escludeva il fatto che si considerasse la sua fidanzata senza neanche conoscersi.

<< Qualche problema, Gray-sama? >> Lluvia si appoggiò alle sue mani e fece un sorriso dolce, come se fosse la sua fidanzata.

<< N-no.. è che... ecco... neanche ci conosciamo e... >>

<< Gray-sama vuole conoscere meglio Lluvia?? >> la ragazza turchina sgranò gli occhi lucidi, luminosa quanto il sole.

Gray ci riflettè un paio di secondi. Sospirò, poi fece un sorriso tranquillo. << Sì, perchè no? Che ne dici se usciamo anche noi? >> aveva deciso di adottare una tecnica diversa: invece di andare contro corrente, perchè aveva la sensazione che tanto non avrebbe mai potuto vincere, pensava che assecondarla, con dei limiti, avrebbe potuto portare dei vantaggi. Aveva una morale, ma era pur sempre un uomo!

Si alzarono dal tavolo, Gray le aprì la porta da vero gentiluomo e raggiunsero gli amici. Raggiunsero, per così dire. Appena uscirono dalla casa, videro Erza seduta sopra Natsu e Gerard tipo trofeo di caccia e Lucy seduta su di un tronco, la faccia coperta dalle mani.

<< Dov'è Gajil-kun? >> chiese Lluvia, guardandosi intorno. Eppure si ricordava benissimo che Erza se l'era presa con lui e Natsu... che l'avesse già fatto fuori e seppellito?

<< Lo sta cercando Levy... >> rispose Lucy, sorridendo forzata.

Gray scoppiò a ridere, indicando i due amici evidentemente sconfitti. << Che sfigati!! Battuti da una donna! >>

<< Ne vuoi anche tu?? >> ringhiò la rossa, mettendosi in piedi.

<< Gray-sama non intendeva dire niente del genere!! >> Lluvia si mise davanti a Gray, spalancando gli occhi e le braccia. << Gray-sama intendeva dire che i suoi amici sono stati battuti da una donna molto forte! >> spiegò, anche se poco convinta. Erza arrabbiata era sconsigliabile a chiunque, anche alle amiche.

Erza rimase un secondo in silenzio, si mise le mani sui fianchi e la squadrò a fondo, come per scorgere in lei il minimo segno di cedimento. Dopo un po', sospirò e distese le braccia, aprendosi in un sorriso. << Molto bene. Ho avvertito i due ragazzi che mi dovranno comprare un altro vaso, quindi possiamo iniziare a studiare. >>

<< Ma davvero vogliamo studiare? >> brontolò Lucy, roteando gli occhi al cielo. L'unica cosa che la spronava a fare quella mezza giornata di studio era l'idea della sera, della sua “vendetta” nei confronti di Levy.

Erza e Lluvia annuirono, convinte, mentre i due ragazzi stesi si tiravano su faticosamente.

<< ERZA, VOGLIO LA VENDETTA!! >> gridò Natsu, puntando l'indice contro la rossa minaccioso.

Lei si voltò, fulminandolo con lo sguardo. Le venne in mente un'idea malefica, pensando che così avrebbe potuto far venire più voglia di studiare alla sua amica bionda. << Se vinco, studierete con noi. >>

<< Quello che ti pare, ma tanto vincerò io! >> il ragazzo dai capelli rosa si scrocchiò le mani, sentendosi di nuovo accaldato ed eccitato per la rissa. Non si sentiva in colpa a combattere contro una donna, d'altronde picchiava come un uomo, se non meglio!

<< Natsu, smettila... >> provò a convincerlo Gerard. Quella ragazza aveva un qualcosa di spaventoso, nonostante fosse bellissima.

<< Fatti sotto. >> Erza si mise in posizione di difesa, con un sorrisetto malizioso in viso. Sembrava dolce ed indifesa, ma era la rappresentante di classe, nonché rappresentante d'istituto, e come tale doveva essere sempre pronta ad ogni evenienza. Per quel motivo aveva studiato arti marziali miste.


 

Erza era di nuovo seduta sopra Natsu nel giro di un paio di minuti. << Che fine ha fatto Levy? >> chiese la rossa, sbadigliando sonoramente.

<< Sta cercando Gajil... >> mormorò Lucy, inginocchiandosi di fronte a Natsu. << Va tutto bene? >> gli chiese, leggermente in pensiero. Insomma, essere stato battuto da Erza due volte di fila non doveva essere facile da accettare.

<< Oh... va bene. >> la rossa si voltò verso Gerard, facendogli un sorriso. << Allora, studiate con noi? >>

<< Volentieri! >> il ragazzo dai capelli blu colse la palla al balzo: conoscere meglio quella ragazza un po' strana e prepararsi per gli esami di fine anno. E far passare l'anno ai suoi amici, che andava anche bene come proposito.


 

Nel frattempo, Levy girovagava intorno alla casa, per i prati, alla ricerca di quel ragazzo tutto muscoli e, probabilmente, niente cervello. Era in giro ormai da una decina di minuti, si stava spazientendo, quando sentì una mano tirarla dietro ad un albero. Fece per urlare, ma le venne tappata la bocca.

<< Quella pazza dai capelli rossi ti ha seguita? >> domandò Gajil, stappandole la bocca quando fu sicuro che non avrebbe urlato.

<< Ha un nome. >> brontolò Levy. Come mai era così acida? Forse perchè le aveva fatto perdere tempo, l'aveva fatta vagare da sola come una scema per i prati? << Comunque non mi ha seguita. >> gli rispose, incrociando le braccia al petto.

<< È ancora arrabbiata? >> Gajil continuava ad essere sospettoso. Se Gerard aveva un che di diabolico, quella ragazza rossa era anche peggio, probabilmente.

<< Le dovrete ricomprare il vaso. Ma non ti picchierà. >>

<< Sei sicura? >>

La ragazza gonfiò le guance, indispettita. << Perchè non vieni a chiederglielo tu? Io torno in casa. >> borbottò, avviandosi.

<< Come mai sei così scorbutica? >>

<< E tu come mai sei così cagasotto? >> doveva decisamente darsi una calmata, o quel ragazzo l'avrebbe fatta diventare pazza. Perchè, in quei pochi momenti che erano rimasti da soli, lui era riuscito a tirare fuori la parte peggiore di lei? Non era mai stata così acida ed antipatica, neanche in quel periodo del mese.

<< Si chiama istinto di sopravvivenza. >> spiegò tranquillamente Gajil, affiancandola con due falcate. << Certo che sei proprio uno scricciolo, eh! >> disse, mettendole una mano sulla testa.

<< Ma che vuoi! E tu sei un orso! >> berciò la ragazza, arrossendo di rabbia.

<< Questo lo so, me lo dice anche mia nonna. >>

<< Non ti dice anche che sei fastidioso? >>

<< Il più delle volte. >>

<< Mi piace tua nonna. >>

<< Quando torniamo potrai conoscerla, se vuoi. >>

Lei si fermò di scatto, girandosi verso di lui. << Ci stai provando con me? >> chiese, sconvolta. Non poteva negare che fosse un bel ragazzo, ma provarci così spudoratamente era decisamente troppo.

<< E tu ci stai provando con me? >> lui fece un sorriso malizioso ed incomprensibile.

Levy rimase un secondo immobile, la bocca spalancata e gli occhi sgranati, con un'unica frase in testa: << Per carità divina. >> rise ad alta voce.

<< Che c'è, non ti piaccio? >> lui fece il finto offeso. Chissà perchè, in genere l'unico tipo di donna che lo incuriosiva era una ragazza senza cervello, grandi tette ed enorme ego; e invece quella piccoletta era magra e quasi piatta, ma aveva un cervello, una parlantina niente male e non aveva paura di lui. Il che era un punto a suo favore.

<< Ossignore, smettila. >>

<< Rispondimi, allora! >>

<< Sei un bel ragazzo, certo, ma non sei il mio tipo! >> sputò tutto d'un fiato. Prese de grandi respiri, si battè le mani sui pantaloni e lo guardò intensamente. << Adesso, io lo so che ci parleremo ancora tra oggi e domani, ma mi piacerebbe evitare qualsiasi contatto al di fuori dei libri di scuola. Perciò, se non ti dispiace, gradirei che dimenticassi questa discussione e tutto quanto. >> fece un sorriso tranquillo, come se avesse già sentito il “Sì” provenire dalla bocca di Gajil.

<< No. >>

<< Cosa no? >>

<< Non dimentico la conversazione! >>

<< Dio quanto sei pedante. >> borbottò, roteando gli occhi al cielo. Svoltarono un angolo, battibeccando su qualcosa di imprecisato. Si trovarono davanti Erza che decantava a gran voce tutti gli impegni che aveva da rappresentante d'istituto.

<< Ah! Levy! Abbiamo creato un gruppo di studio! >> esultò tutta felice Lluvia, andando a prenderle le mani.

<< Un gruppo di studio? >> ripetè. Aveva capito, aveva capito benissimo di cosa stessero parlando, ma cercava di scacciare quel pensiero con tutte le sue forze.

<< Natsu ha perso una scommessa, studieremo per gli esami insieme. >> spiegò tranquillamente Gerard, facendo un sorriso soddisfatto.

<< Non ti libererai mai di me. >> mormorò Gajil, mettendo una mano sulla spalla alla piccola ragazza turchina, che pensò “Ma perchè a me?”


Sophie's space_____
Eccomi a pubblicare, come promesso, di mercoledì! Nonostante un attimo di panico in cui EFP aveva deciso di prendersi gioco di me, ce l'ho fatta!! Yeeeee xD
Grazie mille a chi mi recensisce e chi mi legge soltanto, sono contenta che vi piaccia =D
Spero di riuscire a descrivere i personaggi in maniera adeguata, se trovate degli OOC ditemelo, che vedrò di rimediare al più presto!! Ho la strana sensazione di essere in grado di descrivere per bene solo Gajil e Levy, ma spero sia solo una mia paranoia... 
Bando alle ciance! Come al solito, fatemi sapere cosa ne pensate e amatemi. No, quello non è necessario, insomma xD
Coooooooooooooooooomunque, a mercoledì!! 
Un bacio a tutti, Sophie

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4: Il gruppo di studio.
 

Levy McGarden era una ragazza tranquilla. Solare, simpatica, molto dolce ed affettuosa. Adorava leggere e studiare, le piaceva imparare sempre cose nuove.
Levy McGarden era la classica persona che non alzava mai la voce, che non si arrabbiava mai.
<< Ma sei scemo o lo fai apposta? Te l'ho spiegato almeno quindici volte come si fa questo esercizio, porca miseria! >> sbottò ad alta voce, battendo le mani sul tavolo.
 
<< Magari non sei brava a spiegarlo. >> rispose Gajil, guardandola di sottecchi.
 
<< Magari sei una testa di legno. >> ribattè allora la turchina, corrugando la fronte.
 
<< La smettete voi due? >> Erza li zittì con lo sguardo, mentre finiva di evidenziare una frase importante.
 
<< Cos'è che non capisci, Gajil? >> domandò Gerard, togliendosi per un momento gli occhiali.
 
<< Sì, spiegaglielo tu per favore. >> Levy gli lanciò uno sguardo disperato, si alzò da quel posto e andò a mettersi sul divano, tirando su le ginocchia e appoggiandoci sopra il suo enorme tomo di Letteratura antica. << Non ho tempo da perdere, se non passassi gli esami... >> rabbrividì e si legò i capelli in una coda alta, in modo da non doverli più spostare dietro alle orecchie.
 
<< Erza... >> mormorò la bionda, strofinandosi gli occhi con le mani.
 
La rossa si voltò, sbuffando piano, e vide Lucy e Natsu, seduti vicini, che cercavano disperatamente di capire qualcosa di un libro. Allora sorrise ed andò a mettersi in mezzo a loro due, sporgendosi leggermente in avanti per capire cosa stessero facendo. << Dimmi, qual'è il problema? >> chiese dolcemente, appoggiando una mano sulla spalla di Lucy.
 
<< Non capisco niente... >> brontolò la ragazza, scuotendo la testa esasperata. No, era troppo. Era decisamente troppo, in più quell'altro era anche peggio di lei! Non gli importava assolutamente studiare qualcosa, quindi ad ogni frase faceva una battuta o leggeva male, quindi lei rideva e si distraeva.
 
<< Ma chi ha voglia di studiare... >> berciò il ragazzo dai capelli rosa, fischiando.
 
<< Hai perso una scommessa... e adesso ti metti d'impegno, altrimenti la mia amica sarà triste, ed io sarò molto arrabbiata. >> spiegò serenamente Erza, facendogli un sorriso cordiale. Poco credibile, comunque, perchè Natsu spalancò gli occhi ed annuì solennemente. << Bravo ragazzo. >> gli scompigliò i capelli e tornò a sedersi al proprio posto, di fianco a Gerard.
 
<< Come hai fatto a metterlo in riga? Io ci provo da anni... >> si lamentò, senza distogliere lo sguardo dal libro.
 
<< Sono stata convincente, immagino. >> la ragazza gli sorrise, poi notò il libro che aveva in mano. << Ah, anche io devo studiare quello per gli esami! >> lo indicò, attirando l'attenzione del blu.
 
<< Davvero? Che ne dici, ci dividiamo il lavoro? >> Gerard fece un sorriso e si incantò a guardare quella strana ragazza. Di certo sembrava possedere due anime, una carina e gentile ed una manesca e attaccabrighe, ma lui era affascinato da entrambe. Pensò che fosse un enorme colpo di fortuna essere capitato in quella casa proprio in quel weekend.
 
<< Ottima idea! >> Erza gli fece un cenno, contenta. Finalmente aveva trovato qualcuno con lo stesso libro! I suoi compagni di classe non ci mettevano tanto impegno quanto lei, quindi non aveva neanche provato a chieder loro di unirsi nello studio. Quel ragazzo la incuriosiva, aveva l'aria un po' stralunata, a metà tra il classico teppista e il secchione. Avrebbe voluto capirne di più, ma a quel pensiero arrossì e distolse lo sguardo. Ma che andava a pensare? Non si conoscevano neanche!
 
<< Gray-sama, ti è venuto questo esercizio? >> domandò Lluvia, sporgendosi pericolosamente sul quaderno di Gray.
 
<< S-sì... >> il moro era nel panico più totale, l'unica cosa che riusciva a pensare era che non sapeva assolutamente come comportarsi, quindi neanche sapeva com'era riuscito a completare gli esercizi di matematica senza sbagliare.
 
Lluvia arrossì e si appiccicò ancora di più al ragazzo, che invece venne percorso da brividi: non perchè gli facesse schifo, per carità, ma per quanto lui facesse il grandioso e si pavoneggiasse, non sapeva bene come approcciarsi ad una ragazza. Aveva sempre pensato alla scuola e a superare tutti gli esami in modo dignitoso, in modo da poter poi diventare uno scienziato, quindi non aveva tempo per le donne.
 
<< Vuoi... mhm, vuoi che ti spieghi come si fa? >> le domandò, sperando che così avrebbe potuto guadagnare tempo.
 
<< Sì! Insegnami, Gray-sama! >> la ragazza turchina applaudì entusiasta ed impugnò subito dopo una matita. Non era scema, alla soluzione ci sarebbe sicuramente arrivata, ma perchè non approfittare del suo bellissimo Gray-sama? Magari facendo gli esercizi, lui si sarebbe avvicinato abbastanza da sentire il profumo di lei, magari le avrebbe fatto i complimenti e le avrebbe detto che non poteva assolutamente resisterle, e magari l'avrebbe baciata, l'avrebbe abbracciata... << Gray-sama, non in pubblico, suvvia!! >> esalò, rossa come un pomodoro.
 
<< Che? Cos'ho fatto? >> il ragazzo impallidì. Cos'altro aveva immaginato quella ragazza?
 
<< Che hai fatto a Lluvia? >> Erza scattò in piedi, guardandolo in cagnesco.
 
<< Cosa? Io niente!! Davvero!! >> ma perchè finiva sempre in situazioni così imbarazzanti? Era stanco ancora prima che facessero pranzo, alla faccia del weekend per riposarsi!
 
<< Erza, lo sai che Lluvia si immagina le cose... soprattutto coi bei ragazzi. >> spiegò Levy dalla sua postazione, sbadigliando. Continuava a leggere per inerzia, ma non le sembrava di recepire bene quello che i suoi occhi vedevano. Forse non era abbastanza concentrata.
 
<< Levy-chan, non dirmi che... >> Lluvia si portò le mani alla bocca, improvvisamente pallida. Non solo Lucy, ma anche Levy era una rivale in amore?
 
<< No, puoi stare rilassata. Non mi interessano i ragazzi. >> Levy fece un sorriso cordiale e si rimise a leggere, sperando di averla convinta.
 
<< Dici cose imbarazzanti, lo sai? >> la voce di Gajil interruppe di nuovo la sua lettura, facendola espirare rumorosamente.
 
<< Perchè, scusa? >>
 
<< Hai praticamente detto che ti piacciono le ragazze... >> le delucidò il ragazzo dagli occhi rossi, divertito. Sperava di metterla in imbarazzo e fargli perdere quell'aria da gran signora, voleva vederla tutta rossa.
 
Levy spalancò gli occhi, poi lo guardò in cagnesco e ringhiò. << E a te cosa importa? >> borbottò, stringendo forte il tomo tra le mani. Era convinta che se la discussione fosse andata avanti gliel'avrebbe tirato dietro.
 
Gajil ridacchiò e alzò le spalle, come se non avesse fatto niente. Già, quello scricciolo coi capelli blu gli piaceva, risultava un'enorme sfida!
 
<< Basta ragazzi... >> mormorò Lucy, sbattendo le palpebre esasperata dopo un paio d'ore. Non riusciva più a farsi entrare nulla in testa, le sembrava che tutto avesse cominciato a confondersi: grandi condottieri che iniziavano a fare conti complicati, a dimostrare teorie, o filosofi che di punto in bianco rivendicavano la scoperta di un continente. Insomma, aveva decisamente bisogno di una pausa, e a giudicare dalle facce di Natsu, Gray e Gajil, non era l'unica.
 
Erza sospirò, la guardò da sopra al libro e sorrise tranquilla. Fare una pausa sarebbe andato bene anche a lei. << Va bene... mangiamo qualcosa? >> chiuse il libro e lo appoggiò al tavolo, stiracchiandosi.
 
<< Va bene! Voi mangiate con noi? >> domandò Lluvia, guardando il suo adorato Gray-sama che sbadigliava spudoratamente a bocca spalancata.
La rossa aprì la bocca per risponderle, ma fu interrotta da Natsu.
 
<< ERZA! >> il ragazzo scattò in piedi e battè le mani sul tavolo, per poi indicarla accusatorio. << TI SFIDO. >>
 
]<< A cosa? >> lei aveva la sensazione che Natsu l'avrebbe sfidata a prescindere, probabilmente anche a chi faceva pipì più velocemente, o a qualsiasi altra cosa gli fosse passata per la testa. Però era divertente, andava bene anche così.
 
<< Pallavolo! Dietro la casa di Gajil c'è un campetto. >> Natsu sorrise, soddisfatto della sua idea. Si era alzato e aveva dato fiato alla gola senza avere una buona idea in mente, ma poi si era ricordato che il suo compagno di classe li aveva avvisati dei campetti sportivi sul retro. In effetti avrebbe potuto sfidarla a basket... ma pallavolo era la prima parola che gli era venuta in mente, perciò doveva accontentarsi. Magari l'avrebbe sfidata a basket il giorno dopo.
 
Erza sospirò, con n mezzo sorriso sul volto, e si mise in piedi, appoggiandosi al tavolo con una mano. << Accetto. Solo io e te? >>
 
<< Non mi dispiacerebbe fare due tiri... >> sussurrò Lucy, più a se stessa che agli altri. Era da parecchio che non giocava per bene, visto che le altre non avevano mai tempo e giocare contro Erza equivaleva al suicidio muscolare.
 
<< Maschi contro femmine? >> continuò la rossa, tirandola in mezzo. Eppure Lucy era convinta che non l'avesse sentita nessuno.
 
<< Chi gioca con me? >> Natsu allora iniziò a guardarsi intorno, individuando in Gray il suo perfetto compagno di squadra. Avevano qualche problema di comunicazione, certo, e finivano quasi sempre a picchiarsi, chiaramente, ma appena ingranavano la marcia giusta erano inarrestabili.
Gray alzò subito la testa, sentendosi preso in causa. Gemette leggermente quando si rese conto che era Natsu che gli proponeva di fare squadra, ma gli andava bene davvero tutto pur di prendere una pausa dalla bella turchina.
 
<< Se Gray-sama giocherà, allora Lluvia farà il tifo per lui! >> esultò lei, chiudendo immediatamente tutto quello che riguardava la scuola, ovvero libri, quaderni e portapenne di sorta, anche quelli vicini non di sua proprietà.
 
<< Ma se usciamo tutti, chi cucina? >> domandò la bionda, frenando l'entusiasmo di tutti e facendo una smorfia.
 
<< Faccio io, andate pure. >> Levy fece un sorriso cordiale. La discussione di prima era già parte del passato, studiare qualcosa la riportava sempre di buon umore. << Quindi ci siete anche voi? >> continuò, non guardando nessuno dei ragazzi in particolare.
 
<< Sì, può andare bene... vado a prendere qualcosa a casa mia, allora. >> Gajil si risvegliò come da una specie di trance, guardandosi intorno. Forse si era addormentato ad occhi aperti.
 
Levy scrollò leggermente le spalle, si sfilò gli occhiali, chiuse il libro e si alzò dal divano, avvicinandosi ai fornelli. << Andate, vi chiamo quando ho fatto. >> fece dei cenni con le mani e li cacciò tutti dalla stanza, assaporando subito dopo il silenzio che ne scaturì. Silenzio. Finalmente, poteva starsene per qualche momento da sola: poco importava che dovesse cucinare, almeno poteva starsene in pace, in silenzio, finché non fosse stato tutto pronto. Guardandosi intorno, notò un grembiule appeso di fianco alla stufa, di un rosa sgargiante, quasi arancione. Ci pensò su se metterlo o no, in fondo non è che dovesse proprio cucinare cucinare... ma meglio non rischiare, non aveva portato troppi cambi di vestiti, quindi meglio preservare quelli che aveva. Si infilò il grembiule, lo legò dietro la schiena e si infilò una matita tra i capelli, per acconciarli in una crocchia approssimativa.
 
<< Ti ho portato- ma che ti sei messa? >> berciò Gajil, entrando in cucina e rimanendo a bocca aperta. Sembrava... vecchia. No, adulta, meglio. Adulta e rosa.
 
Levy gli lanciò un'occhiataccia e gli puntò il mestolo contro, mettendosi l'altra mano sul fianco. << Tu che vuoi, non vai a giocare con gli altri? >>
 
<< Sembri una vecchia! >> il ragazzo si costrinse a non ridere a crepapelle, perché lei avrebbe potuto lanciargli addosso il mestolo, e non sarebbe stato piacevole. << Comunque, ti ho portato delle bistecche. >> le annunciò, mettendo la scatola della carne sul tavolo dove avevano fatto colazione.
 
<< Okay, adesso vattene. >> Levy sbuffò e si rimise a guardare il pentolone pieno di acqua ancora da salare.
 
<< Sei poco credibile conciata così. >> la punzecchiò lui, ridacchiando in modo malizioso.
 
<< E chi se ne frega. Non è mica mio questo coso... >> borbottò. Iniziò a salare l'acqua con una manciata di sale grosso, aprì la prima delle due buste di pasta, sovesciandone il contenuto dentro il pentolone. Si sentiva quasi una strega, con quel mestolo nerboruto e il pentolone in rame sgargiante, e la matita tra i capelli... si aspettava quasi che la pasta si fondesse in un liquido melmoso verde scuro e facesse enormi bolle puzzolenti.
 
<< Ti serve una mano? >> Gajil si avvicinò di un altro paio di passi.
 
<< Non sono scema, so come si cucina la pasta. Vai a divertirti, piuttosto. >> sospirò e si obbligò a fare un piccolo sorriso. Non era che le stesse antipatico, alla fine, era solo che non era proprio il classico tipo da accettare i cambiamenti senza battere ciglio. Quindi quando si erano uniti i ragazzi al gruppo di studio, aveva fatto fatica, e non poca.
 
<< Va bene, va bene... come sei antipatica, però. >> sbuffò il ragazzo, tornando verso la porta d'ingresso.
 
<< Scusami, hai ragione. >> mormorò la blu. Non si voltò a guardarlo, ma aspettò che uscisse dalla cucina per prendere dei profondi respiri per adattarsi.
 
Gajil fece per rispondere, ma non sapeva esattamente cosa. Era complicata, la ragazzina. Perciò decise di uscire e seguire il suo consiglio, ovvero uscire di casa e andare a vedere come procedeva la partita tra la testa vuota e lo spogliarellista.
Passò dietro la casa, fece ancora un paio di metri e si trovò di fronte al campetto da pallavolo, dove Erza e Lucy palleggiavano tra di loro e Natsu e Gray si spintonavano dall'altra parte del campo.
 
<< Cos'è successo? >> domandò a Gerard, che guardava i suoi due amici depresso.
 
<< Sai quanto è durata la partita? >> si voltò con gli occhi sgranati e disperato.
 
<< No..? >> aveva quasi paura a rispondergli.
 
<< Cinque minuti. Esattamente cinque minuti. E poi, Natsu è caduto addosso a Gray, che si è arrabbiato e adesso si stanno spintonando. >> spiegò il ragazzo dai capelli blu sull'orlo di una crisi di nervi. Non era possibile che quei due usassero un qualsiasi pretesto per litigare e picchiarsi.
 
<< FORZA GRAY-SAMA! >> sentirono Lluvia urlare e si voltarono verso di lei, che batteva le mani e incitava Gray, che stava seduto a cavalcioni sopra a Natsu e si picchiavano.
 
<< E Lluvia fa il tifo per Gray? >> domandò Gajil, con un sopracciglio inarcato mentre si voltava verso Gerard. Non appena incrociò i suoi occhi, vi lesse dentro la disperazione e l'ansia che quel semplice week end potesse andare al Diavolo a causa di quei due idioti. << Immagino sia un sì.. >> brontolò. Guardò la sua amica d'infanzia e le si avvicinò a passo spedito, intento a fare qualcosa. << Lluvia, la smetti di istigarli? >>
 
<< Ma Gray-sama sta per vincere! >> Lluvia lo guardò con quei grandi occhi celesti e sbattè le palpebre come una cerbiatta indifesa, come se non avesse fatto nulla di male incitando un ragazzo appena conosciuto a picchiare un altro ragazzo appena conosciuto. Come se fosse normale, insomma.
 
<< Lo sai che a Gray piacciono le ragazze contro la violenza? >> il ragazzo pensò di usare quella tattica, una psicologia inversa spicciola, così magari avrebbe convinto Lluvia a far smettere quei due.
 
Lluvia, infatti arrossì violentemente e si portò le mani sulle guance arrossate. << Quindi a Gray-sama piacciono i cioccolatini a forma di cuore e i film romantici? >>
 
Non era andata proprio come sperava... come al solito lei aveva travisato il messaggio, l'aveva liberamente interpretato. << Non ho detto proprio quello... però, se riuscirai a farli smettere, magari, dico magari, potresti piacergli un po' di più... >> la buttò lì, casualmente.
 
<< Dici davvero?? Potrebbe sposarmi? >> Lluvia socchiuse gli occhi, emozionata, mentre pensava a lei che percorreva la navata di una grande chiesa tutta addobbata con fiori celesti, e vedeva il suo amato Gray-sama che l'aspettava davanti all'altare, in un bellissimo smoking nero e...
 
<< Lluvia, la smetti di fantasticare? >> Gajil le passò una mano davanti alla faccia per risvegliarla da chissà quale sogno ad occhi aperti. << Non so se ti sposerebbe, ma potresti avere qualche punto in più. Mi spiego? >> le diede uno sguardo eloquente. Insomma, era una bella ragazza, aveva quasi diciotto anni, belle curve...
 
<< Oh... >> Lluvia annuì. No, Gajil non si era spiegato, ma la turchina sapeva benissimo quanto fastidio provasse l'amico a rispiegare un qualcosa che aveva dato per scontato. Perciò annuì e basta, fingendo di aver compreso tutto il discorso e gli ammiccamenti. L'unica cosa che le era chiara, era che doveva assolutamente fermare la battaglia tra Natsu e Gray, ne andava della sua futura villa con piscina. << Gray-sama, perchè non andiamo ad aiutare Levy in cucina? >> domandò, dolce come lo zucchero.
 
<< Non vedi che sono impegnato? >> ringhiò Fullbuster, schivando un pugno da parte di Natsu. << Bastardo, ti uccido! >> gli ringhiò, tirandogli la sciarpa a quadri.
 
<< Non toccare la sciarpa! >>
 
<< E tu smettila di prendermi a pugni! >>
 
<< Mi sto solo difendendo, brutto idiota! >>
 
<< Gray-sama...? >> provò di nuovo Lluvia, poco convinta che avrebbe sortito un qualsiasi effetto. Gray la ignorò, infatti. E la ragazza si sentì sprofondare, avrebbe voluto sotterrarsi per la vergogna. Essere ignorata così, davanti a tutti... Gray-sama non aveva un cuore!
Si asciugò un paio di lacrime, che le due amiche pallavoliste notarono subito.
 
<< Lluvia, che è successo? Gajil ti ha detto qualcosa? >> Lucy le si avvicinò dolcemente e le mise una mano sulla spalla, facendole un sorriso materno e affettuoso. Lluvia era una ragazza molto forte, ma estremamente insicura di se stessa, perciò capitava spesso che si mettesse a piangere anche senza motivo.
 
<< Ehi, io non c'entro niente! >> brontolò il moro, scambiandosi un'occhiata di sfida con Erza, come a dimostrarle che davvero non aveva fatto nulla.
 
<< No... no... Gray... Gray-sama... Gray-sama non mi vuole parlare... >> Lluvia si lanciò praticamente in braccio a Lucy, che la tenne a stento in piedi.
 
<< Non ti vuole parlare? >> ripetè Lucy, accarezzandole i capelli per tranquillizzarla. Chissà perchè, aveva la strana sensazione che fosse tutto nella sua testa...
 
<< Gray.... >> Erza si avvicinò alla coppia di litiganti, un'aura violacea e intensa che le faceva quasi muovere i capelli, proprio come quando avevano spaccato il vaso.
 
<< Eh? >> il ragazzo in questione si voltò di scatto e vide la ragazza in quello stato: avrebbe detto una bugia anche a se stesso se avesse detto che non ebbe paura. << E-Erza... >> sussurrò, balbettando.
 
<< Hai fatto piangere Lluvia! >> la rossa lo prese per il colletto della maglia e lo scaraventò via da Natsu di peso, pronta a suonargliele di santa ragione. Non era proprio il tipo di ragazza che usava la diplomazia, questo era chiaro a tutti.
 
<< N-no! Non ho fatto nulla! Non so perchè piange! >> cercò di spiegarsi, terrorizzato. Prima, quando aveva visto Natsu e Gerard a terra, non aveva capito, non si era reso conto della furia di quella ragazza e del suo potenziale omicida. No, decisamente, aveva frainteso tutto quanto.
 
<< Ah! Ben ti sta! Adesso vedrai come ti fa secco la ragazza! >> Natsu si tirò du in piedi e, barcollando per l'equilibrio precario, gli puntò l'indice contro e lo prese in giro. Smise quando si beccò un'occhiataccia furibonda di Erza, che significava un qualcosa tipo "di' un'altra parola e ti uccido", più o meno. << Scusa. >> il ragazzo si sedette immediatamente, a gambe incrociate e lo sguardo serio. Povero Gray, pensò.
 
Erza si avvicinava sempre di più al povero malcapitato, che aveva iniziato a sudare freddo, se non direttamente ghiaccioli; Lucy continuava a consolare una Lluvia completamente disperata che piangeva, piangeva forte; Gerard guardava le scene allibito, pensando che neanche in un manga sarebbero potute succedere cose tanto assurde; e Gajil se la ghignava sotto i baffi: una donna così potente da tenere a bada tutti quanti? Una novità, e lui adorava le novità.
 
<< Ragazzi è... pronto.. ma che sta succedendo? >> Levy sbucò dalla casa, il grembiule ancora addosso e il mestolo stretto in mano. Guardava tutti impietrita, sconvolta.
 
Ci fu un secondo di silenzio, carico di tensione. Cos'avrebbe fatto Erza? Avrebbe continuato per la sua strada malmenando Gray, o avrebbe preferito un buon pranzo?
 
La rossa guardò l'amica, poi il ragazzo, ed infine di nuovo l'amica, sospirando. << Ti è andata bene. >> ringhiò comunque, sorpassando Gray e andando verso la ragazza dai capelli blu. Le mise una mano sulla testa e si complimentò con lei per l'ottimo pranzo che aveva cucinato, nonostante non sapesse neanche se fosse effettivamente buono. Erza era sempre e comunque Erza.
 
Tutti quanti trassero un sospiro di sollievo, inclusa Lluvia che, staccatasi da Lucy, era andata a recuperare il suo amato Gray-sama. O almeno quello che ne restava.
 
<< E'... è sempre così? Lunatica? >> domandò infatti quest'ultimo, ingollando il groppone che gli impediva di respirare a dovere.
 
Luvy annuì, seriamente. << E non l'avete ancora vista quando ha il ciclo. >> forse quello doveva essere un modo per rassicurare tutti quanti... ma non funzionò, anzi. Tutti i ragazzi iniziarono a lanciarsi occhiate sconvolte, terrorizzate, finchè Lluvia non si parò di fronte a Gray con il sorriso più dolce e protettivo che avesse nel repertorio.
 
<< Stai tranquillo, Gray-sama. Lluvia ti proteggerà da Erza. >> inclinò la testa di lato, scotendo i suoi lunghi capelli azzurri.
 
<< Grazie... >> Gray decise di trascurare una parte del discorso, e cioè, che proprio Lluvia era la causa della sua quasi-morte per mano di Erza. Dettagli, solo ed esclusivamente dettagli.
 
 

Sophie's space______
Le prime esperienze di gruppo di studio... diciamo che sono un'altra cosa, ma glielo spiegherò più avanti xD
Forse sono io, ma mi diverto troppo ad immaginare le dinamiche scolastiche di questi sbarbatelli xD
Bene, bene... un mega grazie a tutte le recensioni (non penso di meritare tutti questi complimenti, tra un po' mi sciolgo Q.Q) stupendissime e bellissime! Siete delle persone meravigliose <3 ed io vi voglio bene <3
Spero che anche questo capitolo vi piaccia e... ci vediamo poi mercoledì prossimo! <3
Un bacio, Sophie 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo  5: Un tipico pomeriggio di relax
 
Dopo il pranzo sontuoso, in cui tutti si complimentarono con Levy per l'ottimo lavoro, iniziò la seconda parte della giornata, quella divertente.
Decisero di provare di nuovo a giocare a pallavolo, questa volta con le squadre miste. Natsu, Lucy e Gajil contro Erza, Gray e Lluvia, che non poteva assolutamente permettere che lui giocasse con qualcun altro che non fosse lei.
Levy e Gerard si misero (volentieri) da parte,  a bordo campo, con un paio di libri ciascuno. Era chiaro a tutti che quei due ragazzi fossero i più tranquilli in assoluto, sembrava quasi che non c'entrassero nulla con i loro rispettivi gruppi.
 
<< Cosa leggi? >> domandò Gerard alla sua compagna di lettura, facendole un sorriso. La vedeva così impegnata e assorta, gli faceva venire voglia di leggere la stessa cosa.
 
<< Un saggio sulla psicologia! >> rispose la ragazza, luminosa come un raggio di sole. Sì, come se avesse detto che stava leggendo una favola, un qualcosa di leggero e poco impegnativo.
 
<< Oh. Una lettura leggera! >> ridacchiò l'altro, leggermente in imbarazzo. Non aveva mai incontrato qualcuno che leggesse più di lui, tanto meno che leggesse qualcosa di più importante e massiccio, come dicevano gli altri.
 
Levy sorrise, arrossendo un poco. << Beh, mi piace imparare cose nuove... >>
 
<< E' una cosa bella! >>
 
<< Dici? In genere mi dicono che sono una secchiona... >> Levy strinse il libro tra le mani fino a farsi diventare le nocche bianche. Non le importava che la considerassero una secchiona, il più delle volte, la scocciava solo doversi sempre difendere. Essendo una maggioranza di femmine in classe, era come stare tutto il giorno in un covo di serpi velenose. Per fortuna che aveva Lluvia a e Lucy, o probabilmente avrebbe fatto una strage.
 
<< No, è ammirevole! >> la tranquillizzò Gerard. << Sarebbe bello se passassi un po' di voglia di studiare a quelle teste di legno... >> si lamentò, pensando che, con ogni probabilità, Natsu e Gajil avevano dimenticato tutto quello su cui erano stati solo poche ore prima. Su Gray aveva ancora qualche dubbio, sembrava che lui un minimo di cervello per quelle cose ce l'avesse, ma che lo tenesse spento per la maggior parte del tempo.
 
<< Ho provato a spiegare a Gajil un po' di matematica prima... >> rabbrividì, sgranando gli occhi. << È stato terribile. >>
 
<< Probabilmente sei partita con l'approccio sbagliato... >> lei gli lanciò un'occhiataccia: cosa voleva insinuare? << Nel senso, non era motivato, penso. >>
 
<< E come dovrei motivarlo, scusa? >>
 
Il ragazzo la guardò un attimo, e, collegandola a Gajil, gli venne in mente ben più di un modo per poterlo motivare a studiare. Ma se lo tenne per sé, decidendo di trovare un modo che non fosse vietato ai minori. << Con lui è sempre una scommessa... potresti provare così. >>
 
Levy ci pensò su un secondo. Non era una cattiva idea. Insomma, il giorno dopo avrebbe  potuto provocarlo e fare una scommessa semplice, che non le facesse perdere la dignità o cose simili, o che magari la facesse anche vincere.. ma cosa diavolo andava a pensare? << Chi se ne frega se non studia. >> berciò, arrossendo e gonfiando le guance, in un'espressione arrabbiata. << Che si arrangi da solo. >>
 
<< Okay, okay... >> il ragazzo si mise a ridere, notando quanto fosse diventata rossa. Era proprio una ragazza carina, poteva quasi passare per sua sorella minore, sia caratterialmente che fisicamente. << Non ti piace proprio, eh? >>
 
<< Chi? >>
 
<< Gajil. >>
 
Levy sbuffò. Dirgli la verità ed aprirsi un pochino, o continuare a leggere il suo saggio sulla psicologia? Intavolare una conversazione interessante con un ragazzo o studiare le dinamiche dei processi cognitivi durante i sogni?  << Non è quello, è che è fastidioso! Sembra che debba provocarmi sempre... poi con che confidenza fa battute? Ci siamo conosciuti solo oggi! >>
 
<< Beh, lui è fatto così... però, se ti può consolare, penso che tu gli piaccia. >>
 
<< Ma figurati, è chiaro che mi odia. >> fece una smorfia. Ma le importava che lui la odiasse? C'era tanta gente a cui non stava simpatica, proprio per il suo carattere un po' lunatico e chiuso per certi versi, quindi che importava se si univa anche quell'altro alle schiera nemiche?
 
Lui la guardò e scosse leggermente la testa. << In realtà, quando odia una persona, cerca di rivolgerle il meno possibile la parola. Non fa casini, non la provoca, proprio non ci parla insieme, fa finta che non esista. >> le spiegò, come per tranquillizzarla. << Quindi ti posso assicurare che non ti odia. >>
 
<< Se lo dici tu... >> arricciò le labbra e aggrottò la fronte, pensierosa. Alzò lo sguardo per guardare i suoi amici che giocavano a pallavolo e... << Ma che cosa cavolo stanno facendo? >>
 
<< Eh, mi sa che stanno giocando a pallavolo... >> le lanciò uno sguardo preoccupato. Non sembrava più uno sport pacifico, in quanto erano tutti pervasi da spirito combattivo (tranne Lucy e Lluvia, che ricevevano palla quasi intimorite). Si una tranquilla partita di pallavolo si era trasformata in una lotta all'ultimo sangue, tra Erza e Gray contro Natsu e Gajil.
 
<< Non è pallavolo, è una guerra. >> Levy sbattè le palpebre. Era una guerra bella e buona, quei quattro giocavano come se da quella partita dipendesse la loro intera esistenza, come se il perdente sarebbe dovuto morire.
 
Dopo altri dieci, quindici minuti, Lucy e Lluvia scapparono dal campo. Non aveva senso continuare a stare lì in mezzo a quella gabbia di matti.
Lluvia aveva fatto decisamente più fatica, in quanto avrebbe dovuto lasciare il suo amato Gray da solo in squadra con Erza, ma sapeva bene che sarebbe finita ferita in qualche modo se fosse rimasta ancora lì.
 
<< Gray-sama, farò il tifo per te da qui!! >> gli disse, combattuta.
 
<< Lluvia, non ti sembra di esagerare un po'? >> la prese in giro Lucy, ridacchiando. Si sdraiò sull'erba fresca, aprendo braccia e gambe come se stesse facendo l'angelo sulla neve.
 
<< A fare cosa? >> le rispose la ragazza, spalancando gli occhioni blu, molto confusa. Cosa faceva di esagerato?
 
<< A... innamorarti così? Non è... troppo? >> cercò di spiegare Levy, il più cautamente possibile. Parlare con Lluvia era sempre più complicato, bisognava stare attenti a tutto quanto perché era come una bomba ad orologeria. Era una ragazza meravigliosa, un'amica speciale, ma partiva in quinta con tutti i sentimenti, la gelosia in particolare.
 
Iniziò, come al solito, un'animata discussione tra le due turchine, dove Levy difendeva la posizione del “Prima devi conoscere una persona e poi ti innamori”, mentre Lluvia, ovviamente, replicava che “Il vero amore è a pelle, un colpo di fulmine!”.
 
Una discussione che Lucy ascoltava quasi tutti i giorni a scuola, perciò si permise di chiudere gli occhi ed ignorarle. Erano grandi e vaccinate, e soprattutto non sarebbero arrivate alle mani, quindi non serviva nessun pacere di sorta.
Prese dei profondi respiri e si rilassò il più possibile, cercando di non pensare a niente. Era davvero contenta di essere in quella casa con le sue amiche, non avrebbe potuto chiedere di meglio! E importava anche pochissimo il fatto che avrebbero dovuto studiare anche il giorno dopo, le bastava essere in compagnia e andava tutto bene.
Era anche molto contenta anche di aver conosciuto quei ragazzi un po' matti, sembrava quasi che fosse stato destino incontrarli proprio in quel week end. Si poteva anche pensare che fossero destinati gli uni alle altre, si trovavano talmente bene insieme che non avrebbe creduto nessuno che si erano conosciuti proprio quella mattina.
Era strano un po' tutto quanto. Insomma, erano perfettamente quattro e quattro e parevano incastrarsi tutti quanti alla perfezione.
Per ora, aveva notato un grande interessamento di Lluvia nei confronti di Gray. Non sapeva, non lo conosceva affatto per poter fare delle previsioni su quel rapporto nato un po' così, fondamentalmente a caso, ma era convinta che sarebbe stato un idiota a non innamorarsi di Lluvia. Era talmente bella che solo in classe erano quasi tutti innamorati di lei, e poi con quel carattere estremamente dolce e passionale. Beh, poteva solo pensare che ogni ragazzo con un minimo di intelligenza, avrebbe preso Lluvia sotto la propria ala e l'avrebbe protetta e amata.
Poi, socchiudendo gli occhi, vide Levy tutta infervorarata nel battibecco. Giusto, c'era anche lei. C'era Levy e quel suo caratteraccio un po' brusco e diretto, ma estremamente dolce, che sembrava aver colpito Gajil. Erano tutte sue congetture, ovviamente, solo andare avanti con quella strana esperienza avrebbe portato a delle conclusioni più o meno veritiere.
 
Dopo un'altra ora di pallavolo sfrenato, discussioni animate, e sonno profondo per Lucy, si decise di comune accordo di dividersi per un po', almeno il tempo di farsi tutti una doccia e starsene per i fatti propri.
<< Il problema adesso è... come ci organizziamo per le docce? >> buttò lì con noncuranza Levy.
 
Giusto. L'idea di fare tutti una bella doccia rinfrescante era stupenda, in partenza, senonchè si erano tutti dimenticati che c'era un solo bagno per entrambe le case. E quello era un problema.
 
<< Possiamo fare prima noi, che ci mettiamo meno tempo. >> propose Natsu: il suo rapporto con la doccia era semplicemente insaponarsi, sciacquarsi e uscire, basta, null'altro.
 
<< No, dovremmo farlo noi... per i capelli, insomma. >> si mise in mezzo Lucy, scrollando le spalle.
 
Natsu la guardò un secondo, imbronciato e pronto a far partire una discussione, quando Gerard, dopo aver osservato bene il viso di Erza che annuiva all'amica, decise di fermarlo. << Fate pure voi, con calma, noi ci organizziamo con la pompa dell'acqua. >> spiegò il ragazzo, facendo un sorriso molto dolce ed educato.
 
<< Un momento, cosa? Perchè? Non è giusto! >> provò a lamentarsi il rosa, sgranando gli occhi verdi e sbattendo i piedi come un bambino capriccioso.
 
Gray alzò le spalle, decidendo così di non entrare nella discussione ma di avviarsi verso la casa di Gajil. Tanto valeva iniziare subito, no? Almeno non avrebbe dovuto aspettare che quegli altri decidessero i turni, e non avrebbe dovuto fare un'altra rissa con quell'imbecille di Natsu, il che avrebbe sicuramente giovato al suo stomaco e ad altre parti colpite. << Io vado. >> avvertì, per poi scomparire dietro la casa.
 
<< Natsu, tanto a te cosa cambia? >> provò a convincerlo Gerard, sospirando. << Devi solo lavarti, no? >> tentò di farlo ragionare. La pompa dell'acqua di poteva regolare sul caldo, e poi era una giornata talmente bella che non era neanche così assurdo lavarsi all'aperto. Ovviamente in costume. O avrebbe rischiato qualche denuncia. E non era il caso, ecco. Probabilmente avrebbe dovuto avvertire Gray, che sfortunatamente aveva la brutta abitudine di girare desabillé
 
Natsu fece per ribattere, ma si rese conto dell'assurda piega che stava prendendo la conversazione e decise di rimanersene zitto. In fondo aveva ragione Gerard, che importanza aveva come si sarebbero lavati? Pompa dell'acqua o doccia era indifferente per loro. << Va bene. Ci vediamo dopo, no? >> fece un largo sorriso alle ragazze, che annuirono. Si divisero facilmente, Lluvia non fece i capricci ma si allontanò con un sorriso che la diceva lunga. E Gajil avrebbe dovuto capire, eccome se avrebbe dovuto capire, ma era troppo impegnato a imprecare contro Gerard che zoppicava davanti a lui, tenendo d'occhio Erza.
 
<< Ce l'avete fatta! >> li rimproverò Gray, guardando gli amici con un'occhiataccia. Stava appoggiato al muro in costume e a braccia conserte, un'aura cupa attorno.
 
<< Ma che vuoi? >> berciò il proprietario di casa, inclinando la testa di lato. O Gray si allenava con lo strip tease ogni giorno, o aveva semplicemente un talento naturale per svestirsi. Insomma, come aveva fatto a cambiarsi in cinque minuti? A meno che non avesse avuto il costume sotto i pantaloni, e allora avrebbe avuto tutto un senso. Ma poi, che gli importava di quanto in fretta si spogliasse il suo amico? Ahhh, stare con Lluvia lo portava a fare ragionamenti poco da lui, era quello.
 
<< Come cazzo funziona questo coso?? Ho provato a svitarlo ma non si apre l'acqua! >> sbottò, battendo un piede a terra, come un bambino che vuole assolutamente qualcosa.
 
<< Certo che se non apri il boiler sul retro diventa difficile, eh... >> spiegò Gajil, battendosi una mano sulla fronte. E meno male che si considerava il più sveglio di tutti!
 
Gray lo guardò con gli occhi blu spalancati. << Ma nel bagno c'è l'acqua! >>
 
<< Il bagno, essendo tra le due case, è con un boiler proprio. >> spiegò brevemente. Scosse la testa, scomparve per un breve periodo sul lato della casa e poi tornò, col sorriso soddisfatto in viso. << Adesso funziona. >> gli disse, ridacchiando.
 
<< Allora andate a cambiarvi, che io faccio da me. >> Gray sorrise compiaciuto, afferrò la pompa con una mano e con l'altra apriva la manopola. Acqua fredda, ecco cosa uscì subito dal tubo verde, ma al giovane Fullbuster non importava minimamente! Adorava fare docce fredde, sia d'inverno che d'estate, in qualsiasi periodo dell'anno, più era fredda, e più lui si sentiva bene.
 
Poco dopo essere entrati in casa e aver tirato fuori dalla valigia un costume, sentirno Gray urlare. Il pensiero comune fu che avesse l'acqua troppo fredda, perciò nessuno si affrettò ad uscire per vedere... almeno finchè non sentirono urlare un "CHE CAVOLO FAI?", e allora si diedero tutti una mossa. Evidentemente non era l'acqua gelida, il problema.
 
Il primo ad uscire fu Gerard, che vide la scena più imbarazzante e divertente della storia: Lluvia, in un costumino azzurro a pois bianchi, cercava di abbracciare Gray, che scappava in circolo con la pompa aperta.
 
<< Gray-sama, laviamoci insieme! Ti insapono la schiena! >> gli diceva lei, disperata.
 
<< Ma che...? NO! Scherziamo! Se ci vedesse quell'altra mi ucciderebbe! >>
 
<< Il nostro amore è più forte di Erza! >>
 
<< Ma quale amore!! >> Gray era esasperato. Se non avesse avuto il terrore che Erza sarebbe sbucata dal nulla per riempirlo di botte, magari avrebbe anche potuto pensare di fare una cosa divertente, lavarsi insieme, ma... no, insomma, no. Erza era spaventosa, e Lluvia aveva quel carattere lunatico che non sapeva come gestire. Non era una cosa da prendere sottogamba, ci voleva una strategia!
Si accorse in quel momento di Gerard, che se la rideva come un pazzo proprio davanti all'uscio della porta, e lo raggiunse. << Salvami! >> mormorò, mettendosi poi dietro di lui ed usandolo come scudo.
 
<< Gray-sama, perchè mi respingi! >> si lamentò Lluvia, continuando a rincorrerlo.
 
<< Ma lo capisci che ci conosciamo da pochissimo?? Non puoi pretendere di essere la mia fidanzata! >>  cercò di farla ragionare Gray, sortendo l'effetto opposto.
 
<< TI PIACE LUCY?? >> strillò, arrivando a toccare note sconosciute a tutti gli esseri umani.
 
<< Ma cosa stai dicendo? >> c'era decisamente qualcosa di profondamente strano in quella ragazza.
 
<< Lo sapevo che era una rivale! Me lo sentivo! E' perchè è bionda? Posso tingermi! O forse è perchè ha il seno più grande? >> iniziò a dire Lluvia, spiaccicandosi contro Gerard per cercare di afferrare Gray dietro di lui. << Dimmi cosa c'è che non ti piace in Lluvia! E Lluvia lo cambierà! >>
 
<< Ma non c'è niente che non vada in te! >> stava facendo un discorso assurdo, e il fatto che se ne rendesse conto non aiutava, comunque. Sarebbe dovuto intervenire qualcun altro, perchè Gerard sembrava starsi soffocando dalle risate, e perciò sarebbe stato inutilizzabile entro breve.
 
<< Che cavolo...? Lluvia! Ma che cazzo stai facendo?? >> sbucò anche Gajil, seguito subito da Natsu che si unì all'amico dai capelli blu nella fragorosa risata.
 
<< Gray-sama mi respinge! >> brontolò la turchina, andando ad allacciare le braccia al collo di Gajil e singhiozzare istericamente.
 
<< Ti stai comportando da pazza. >> la rimbeccò il suo amico d'infanzia, sbuffando. << E poi, perchè ti sei fissata con Gray? C'è gente molto migliore, molto più adatta a te! >> le disse, facendole toccare di nuovo terra e mettendole una mano sulla testa.
 
<< Gray-sama è l'unico per me! >>
 
<< Ma perchè? Scusa, ma non c'era quel tale... non ricordo il nome... >>
 
<< Lyon-sama? >> Lluvia alzò lo sguardo su di lui, in un modo tanto adorabile che avrebbe fatto sciogliere chiunque.
 
<< Eh! Quello sembrava un tipo a posto! >> Gajil fece un mezzo sorriso. Sì, Lyon era un tipo a posto: andavano nella stessa scuola e quando aveva scoperto che frequentava la sua amica d'infanzia, gli aveva fatto un certo discorso. Così, per mettere le cose in chiaro.
 
<< EHI! Anche io sono un tipo a posto! >> si lamentò Gray, pur non avendo il coraggio di uscire da dietro la schiena di Gerard, ormai piegato in due. Natsu non era da meno, si sbellicava dalle risate rotolando per terra.
 
Lluvia scosse la testa e fece un sorriso dolcissimo. << Per me c'è solo Gray-sama! >> ridacchiò, lasciandosi trasportare dalle sue fantasie sul suo ipotetico futuro con Gray. Stava iniziando a pensare ai padrini e alle madrine per i loro sedici figli, quando dalla casa della famiglia Scarlett uscì una Levy con un vestitino giallo canarino ed un paio di gigantesche cuffie bianche a coprirle le orecchie. Notando che Gajil la seguiva con lo sguardo, a Lluvia venne un'idea. << E per Gajil-kun c'è solo Levy-chan, non è vero? >>
 
Gajil spalancò gli occhi. << No. Cosa dici? >> la fulminò. Sfortunatamente non aveva ancora capito che, per tornare dal suo adorato Gray-sama, Lluvia avrebbe fatto qualsiasi cosa. Anche mettere in imbarazzo una delle sue migliori amiche, se necessario.
 
<< Levy-chan! >> la chiamò a gran voce, andandole incontro. << Tu non te la fai la doccia? >> le chiese, con un sorriso malefico stampato in viso.
 
<< No... non ho giocato, quindi non ha senso. >> rispose Levy, tranquilla ed ignara.
 
<< Vieni con noi, allora! >> le propose, prendendole le mani.
 
<< Ma no, mi ascolto un po' di musica e sto un po' per i fatti miei... >> provò a convincerla, ma Lluvia era di tutto un altro avviso. Le strinse le mani, le fece posare le cuffie el'annesso lettore MP3 e la fece avvicinare al gruppo di ragazzi. << Non ha funzionato, eh.. >> mormorò tra sè e sè, mentre roteava gli occhi al cielo.
 
<< Perchè Levy-chan non tiene compagnia a Gajil, mentre Lluvia cerca di lavarsi con Gray-sama? >> domandò, quando ebbe i due amici di frote. Come se avesse chiesto una cosa normale, dopotutto.
 
<< COSA?? >> esclamarono entrambi, per poi guardarsi e arrossire lievemente. << Lluvia, non puoi farti la doccia nel bagno? >> domandò Levy, speranzosa.
 
<< Perchè? Fa caldo, fuori, e Gray-sama si lava con la pompa dell'acqua! >> la ragazza fece un altro sorrisone, poi ammiccò all'amica. << Non è che anche Levy-chan vuole lavarsi con la pompa dell'acqua? >>
 
Levy sgranò gli occhi color nocciola e spalancò la bocca, sconvolta. << NO CHE NON MI VA! MA SEI PAZZA?? >> esalò, sbattendo forte le palpebre. Era impazzita, era decisamente impazzita. Solo che non fece in tempo a finire il discorso mentale, che Lluvia le puntava la pompa dell'acqua contro. << Non farlo... >> mormorò solamente.
 
Troppo tardi. Lluvia alzò il tubo verde, che non aveva smesso un attimo di sgorgare acqua, e lavò completamente Levy, facendola urlare. << Non volevi? >> Lluvia rise maliziosamente: così, sicuramente, Gajil si sarebbe trattenuto con lei e non le avrebbe più messo i bastoni tra le ruote.
 
Levy rimase in silenzio un secondo. Giusto il tempo di decidere di quale morte sarebbe morta la sua amica, poi strinse i pugni e le fferrò l'arma del delitto di mano, iniziando a lavarla. << Ti faccio secca! >> ringhiò a denti stretti. Non avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura che si stava divertendo.
 
<< Veramente noi volevamo farci una... - >> provò a dire Gray, uscendo da dietro Gerard, ma venne colpito in pieno dal getto della pompa, tenuta da entrambe le ragazze. << - doccia... e va bene, se volete la guerra, la guerra avrete! >> decise, prendendo coraggio. Se giocavano tutti insieme, allora Erza non avrebbe avuto motivo di picchiarlo, no?
 
Iniziò così una piccola guerra tra ragazzi e ragazze: Lluvia e Levy tenevano strette la pompa e la indirizzavano a turno sui ragazzi, che cercavano di avvicinarsi il più possibile per togliere loro di mano questo potere. << Reggila tu un attimo. >> Levy lasciò il potere a Lluvia, che ovviamente prese di mira solo Gray, e si tolse il vestitino, lasciando apparire un costume arancione quasi fluorescente a fascia. Si legò i capelli in una coda alta con la fascia e si rimise in posizione di combattimento.
 
La situazione sembrava stabile, finchè Gajil, ormai zuppo dalla testa ai piedi, non si ricordò che anche la casa a fianco aveva un boiler proprio. E perciò una pompa dell'acqua propria. Con uno scatto, andò alla casa vicina e ribaltò la situazione, attaccando le due ragazze da dietro. Inutile negare che si stava divertendo da matti. Con quella sua trovata, aveva dato nuovo vigore ai ragazzi, che si avvicianvano senza sosta alle due, disperate e fradice.
 
Gray riuscì a prendere Lluvia a spalle e la allontanò dall'amica, che perciò era rimasta sola a tenere il comando con la pompa. Ora che non c'era più Lluvia, si potè concentrare su chi le stava davvero rendendo quel gioco un inferno. Si girò di scatto verso Gajil e instaurò con lui una battaglia a suon di getti d'acqua e battibecchi annessi. Finchè Natsu, non si sa bene come, riuscì a prendere Levy di sorpresa e se la caricò in spalla, facendola scoppiare definitivamente a ridere come una pazza mentre cercava di farsi mettere giù.
 
Gajil osservava la scena compiaciuto e divertito: tutti bagnati fino al midollo, Gray con Lluvia a spalle che cercava di farla scendere in tutti i modi, Gerard che rideva mentre Levy lo implorava di aiutarlo, e Natsu che girava come una trottola, urlando cose del tipo "Sono io il più forte!". Gajil si sentì fortunato, per la prima volta dopo anni, si sentì in pace con se stesso. Forse erano le risate di tutti, forse era la spensieratezza che aleggiava, o forse era solo il viso di Levy un po' arrossato che liberava quella voce talmente celestiale da fargli pensare che tutto sarebbe andato per il verso giusto finchè fosse stata con lui.
 
<< Cosa sta succedendo qui??? >> Erza spalancò la porta di casa, gambe larghe e mani sui fianchi.
 
Okay, pensò Gajil, improvvisamente terrorizzato, forse conviene che inizi a far funzionare le cose adesso, Levy. 


Sophie's space________
TADAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN!! Pubblico di lunedì! Perchè la settimana prossima non potrò, causa vacanze e niente internet, quindi aspettatevi un altro capitolo o mercoledì o giovedì! 
Non ve l'aspettavate, eh, eh?!?!? Vi ho stupiti! =D 
Scemate a parte, ecco cos'ha partorito la mia mente malata per un pomeriggio. Non potevano semplicemente starsene separati, no, eh? Devono sempre combinare casini! *scuote la testa esasperata*
Comunque, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto come gli altri addietro, e come sempre, vi ringrazio di seguirmi e di recensirmi sempre con tanto amore <3 
Vi voglio un mondo di bene, Sophie <3

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6: Riflessioni.
 


Erza si era arrabbiata molto, soprattutto con Lluvia e il suo comportamento "esagerato". Inutile era stato il discorso della turchina sul fatto che tanto avrebbe sposato il suo Gray-sama, quindi non c'era nulla di male. Erza non aveva voluto sentire ragioni, perciò, dopo aver osservato attentamente le due ragazze dai capelli azzurri che si asciugavano e si mettevano dei vestiti adatti alla montagna addosso, le chiuse in stanza.
 
In punizione.
 
<< Erza-san è esagerata. >> brontolò Lluvia, incrociando le braccia al petto e sedendosi sul letto, con uno sbuffo sonoro.
 
Levy la guardò di sbieco, inclinò la testa di lato e poi ridacchiò, sdraiandosi sul pavimento fresco e appoggiando la testa sulle mani. << Hai iniziato tu, lo sai? >>
 
<< Io?? Perchè?? >>
 
<< Gray-sama, laviamoci insieme!! >> le fece il verso, facendo ridacchiare l'amica. << Insomma, dai! Era ovvio che Erza si sarebbe arrabbiata... >> fece una piccola pausa. << Ma poi, ti sei innamorata sul serio? >>
 
<< Certo! >> Lluvia arrossì. << Gray-sama è un ragazzo molto bello ed intelligente! Ed è anche forte! E sono sicura che proteggerà Lluvia a qualsiasi costo! >> annuì convinta.
 
<< Ma scusa... >> Levy si mise a sedere e la guardò interessata. << Come fai a dirlo? Vi siete conosciuti solo questa mattina... e in un modo anche alquanto imbarazzante, se non ricordo male! >>
 
Lluvia si mise le mani sulle guance, che erano diventate di un bel rosso acceso. << Non posso combattere i miei sentimenti... sono sicura che Gray-sama è il mio principe azzurro! >> disse, lasciandosi cadere sul letto in preda ad una fantasia super romantica, che vedeva un Gray in calzamaglia bianca e giubbetta azzurra che andava a prenderla sopra ad un cavallo del colore della neve.
 
<< Non lo capirò mai, mi sa. >> esalò, sospirando, Levy.
 
<< Secondo me l'hai già capito, Levy-chan! >> buttò lì Lluvia, con non curanza. Aveva sperato tante volte che il suo amico Gajil si trovasse una ragazza con cui stava bene, con cui poteva essere anche sdolcinato e affettuoso com'era stato molte volte con lei. E grazie a quel week-end un po' strano, forse qualcuno aveva ascoltato le sue preghiere e lo aveva fatto imbattere in Levy-chan. O meglio, sbattere, dati i continui battibecchi dei due.
 
<< Non so di cosa tu stia parlando. >> sospirò l'altra, socchiudendo gli occhi e tornando a sdraiarsi sul pavimento. La rimproverava sempre, povera Lluvia! Eppure lei non riusciva a capire questa logica dei "colpi di fulmine", proprio non le entravano in testa. Voleva solo che le venisse spiegato, tutto qui, non voleva essere cattiva e imporre la propria idea su quella dell'amica. Che l'avesse fatto inconsciamente? Forse avrebbe dovuto chiederle scusa.
 
<< Gajil-kun sembra che sia molto interessato a te... >> Lluvia si coprì la bocca con le mani, per non scoppiare a ridere ad alta voce. Conosceva Levy talmente bene che sapeva come aveva reagito alla sua frase: era arrossita, aveva gonfiato le guance e aveva sgranato i suoi grandi occhi.
 
Ed infatti aveva ragione alla grande. << Continuo a non sapere di che parli. >> borbottò, soffocando uno sbuffo infastidito.
 
<< Ne, ne! Gajil è un bravo ragazzo! >> Lluvia si sporse dal bordo del letto per mettersi a guardare l'amica mentre le parlava. << Fa solo un po' paura. >>
 
<< Io non ho paura. >> brontolò l'altra, roteando gli occhi. << Ma comunque, secondo me ti sbagli! >> poi fece una pausa. A dirla tutta, anche Gerard aveva detto una cosa simile... che fosse un'allucinazione collettiva? Aveva letto che era assolutamente possibile una cosa del genere.
 
<< No, sono sicura! Non l'ho mai visto così, sai? E' sempre stato antipatico e burbero... adesso ride! >> spiegò dolcemente, concludendo con un sorriso.
 
<< Beh... anche Gerard aveva detto che non mi odiava, in effetti... >> sussurrò, più a se stessa che all'amica. Che però sentì e squittì d'emozione, per poi rotolare giù dal letto e cadere proprio sopra Levy, abbracciandola stretta.
 
<< Vedi, vedi??? Sono così contenta per te, Levy-chan!! >>strofinò la guancia contro quella di Levy, che scoppiò a ridere.
 
<< Se lo dici tu! >> la ragazza ricambiò l'abbraccio. << Lluvia... scusa se ti rimprovero spesso. >>
 
<< Non importa! Sei Levy-chan e devi fare tutto secondo i tuoi modi, o altrimenti vai nel panico. >> ridacchiò l'amica, dandole un bacio sulla guancia.
 
*-*
 
<< Credi che stiano parlando male di me? >> Erza non riusciva a smettere di camminare avanti e indietro per la stanza, le mani sui fianchi e gli occhi concentrati.
 
<< Che? >> Lucy alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo e la osservò un secondo.
 
<< Levy e Lluvia. Sono stata troppo dura? >> domandò, fermandosi proprio di fronte alla bionda.
 
<< No... cioè, forse sì, ma sei fatta così e va bene lo stesso. >> spiegò, facendole un sorriso.
 
<< E se si sono offese? >>
<< Non si sono offese. >>
 
<< Ma se lo fossero? >>
 
<< Che discorso è? >> Lucy ridacchiò, intenerita. Erza doveva sempre dimostrarsi forte ed autoritaria, e vederla così in crisi per una cosa stupida faceva davvero tenerezza. Lucy la capiva: in fondo non aveva avuto dei genitori fissi, era passata di famiglia in famiglia per l'affidamento, finchè la zia non era riuscita a trovarla e raccattarla.
 
<< Vado a bussare. >> la rossa si decise. Andò spedita verso la porta della sua camera e fece per bussare, ma sentì le due ragazze all'interno che ridevano. Tirò un sospiro di sollievo.
 
<< Te l'avevo detto che non sono offese. >> le ricordò allora Lucy, scotendo la testa e mettendosi di nuovo a leggere. Poi d'improvviso sentì un peso sul divano, che la fece sobbalzare. Con una mano sul cuore, chiuse il libro in maniera definitiva e guardò l'amica, incitandola a parlare con lo sguardo.
 
<< Credo di aver sbagliato qualcosa. >> disse Erza, poco convinta.
 
<< Quando? >>
 
<< Prima... forse non dovevo arrabbiarmi, forse dovevo semplicemente lasciarle stare e... >>
 
<< E unirti anche tu? >> propose Lucy e allora la rossa annuì, con una smorfia in viso. << Credo sia andata bene così. >>
 
<< Perchè? >>
 
<< Perchè... Erza, io ti adoro, ma per te ogni gioco diventa una guerra. Come la partita di pallavolo. >> spiegò brevemente e con tatto. Con Erza serviva soprattutto tatto. Si ricordava di quella volta che l'aveva rimproverata per un qualcosa e lei, il giorno dopo, si era messa a correre intorno alla scuola per punirsi con un immane sforzo fisico.
 
<< In che senso? >> fece un'espressione talmente affettuosa e coccolosa che Lucy si trattenne dallo sporgersi e abbracciarla forte.
 
<< Nel senso.. cavolo, sembrava un ring, un'arena! Sembrava che vi sareste uccisi a breve. >> rise, ripensando a poco prima sul capo da pallavolo.
 
<< Ma noi stavamo solo giocando! >> Erza spalancò gli occhioni neri, assolutamente sconvolta. Sul serio? Eppure a lei sembrava una partita normalissima!
 
<< No... giocare è decisamente un'altra cosa. >> Lucy scosse la testa. << Però va bene! Meglio che non ti sia nuta anche tu nella guerra dell'acqua, altrimenti avreste sicuramente distrutto le case. >>
 
<< Tu dici? >> la rossa si mise a guardare un punto imprecisato di fronte a sè, forse leggermente più convinta di quello che aveva appena detto la sua amica. << Probabilmente hai ragione... però mi sento un po' in colpa. >>
 
<< Beh, giocherai questa sera! Berrai con noi, ti divertirai, e non distruggerai nulla... spero.. >> forse non era stata una grande idea quella di portare tutto quel vino. Erza aveva già iniziato a preparare la cucina, a pulire il tavolo, a spostare mobilia delicata... sarebbe stata un'esperienza, senz'ombra di dubbio.
 
*-*
 
<< MUORI BASTARDO!! >> dirignò i denti Gajil, stringendo il joypad della Play Station tra le mani. Forse portarsi dietro Gears of War non era stata una grande idea...
 
<< Brutto figlio di puttana, crepa, crepa! >> lo seguì a ruota Gray, la stessa espressione in viso. Beh che avrebbero imprecato anche giocando ai dadi o a solitario... ma quel gioco era proprio una calamita di imprecazioni, era inevitabile.
 
<< Questo stronzo, si è appostato qui al respawn e non mi fa andare avanti! >>
 
<< Oh, guarda che c'è il tipo dietro la colonna. >>
 
<< Ricevuto. >>
 
<< Sembra quasi che siano amici... >> mormorò Gerard, sorpreso. Non era la prima volta che li vedeva giocare insieme, ma si sorprendeva tutte le volte di quanto mettessero da parte le loro teste calde per entrare in una specie di modalità di collaborazione.
 
<< Dovresti vederli in COD. >> gli fece notare Natsu, che girava per la casa con un asciugamano rosso fuoco sulla testa. No, non sapeva cosa fare. Si stava annoiando, ma sapeva che non poteva distrarre quei due o sarebbe finito con la testa nel camino, perciò doveva ingegnarsi e trovarsi qualcosa da fare. << Vado a suonare alle ragazze. >> decise. Lanciò l'asciugamano sul divano, ricevette un paio di insulti dai magnifici due, e si diresse a passo deciso verso la porta, per venire fermato all'ultimo da Gerard.
 
<< Lasciale stare per un po'! >> gli disse, sospirando sconsolato sul tavolo. Si stava annoiando anche lui.
 
<< Perchè? >> Natsu lo guardò confuso, la testa inclinata da un lato.
 
<< Perchè... lo sai che le ragazze hanno bisogno di un po' di tempo per loro. >> spiegò calmo. Magari provare a fare entrar qualche nozione del mondo femminile nella testa di Natsu avrebbe potuto liberarlo dalla noia.
 
<< No, non lo sapevo! E perché? >> Natsu tornò indietro e si sedette di fronte all'amico, gli occhi verdi sgranati dallo stupore. Era evidente che non sapesse nulla di donne, non aveva tutto il successo dei suoi amici col gentil sesso, e non si era neanche mai posto il problema di come piacere loro.
 
<< Perchè devono prepararsi... e truccarsi e prendersi cura di loro... per sentirsi belle! >> disse. Gli sembrava di parlare con un bambino nella fantomatica frase dei “perchè”.
 
<< Oh... ma... anche loro? >> Natsu indicò con la testa la porta, come a intendere le vicine di casa.
 
<< Immagino di sì. >>
 
<< Ma secondo me sono belle così. >> disse semplicemente il ragazzo dai capelli rosa, scrollando le spalle. Non era tanto sveglio, lo sapeva benissimo, ma riconosceva quando delle ragazze erano belle al naturale o solo col trucco. Era pur sempre un maschio! Ma riconosceva la sua totale inesperienza, perciò decise che quello era il momento di chiedere qualche consiglio a Gerard, che invece era più grande e più sicuro nel campo. << Senti una cosa, ma come si fa colpo su una donna? >> chiese a bruciapelo.
 
Gerard quasi non si strozzò col bicchiere di latte per la sorpresa. Gray e Gajil risero, in mezzo alle bestemmie in aramaico e le imprecazioni, segno che qualcosa avevano percepito. << Perchè me lo chiedi? >> domandò cautamente, tra un colpo di tosse e l'altro.
 
<< Non lo so! Per essere preparato! >>
 
<< Ti piace una di loro? >> Gerard fece un sorriso, ma poi si incupì: sperava solo che non gli piacesse Erza.
 
<< No! Non credo, non lo so... >>
 
Natsu era palesemente confuso, perciò l'amico sospirò e prese un bel respiro. Era un discorso delicato. << Intanto, dovresti conoscere la ragazza... sapere un po' quello che le piace e quello che non le piace. Ma di base dovresti essere educato e non maschilista... >>
 
<< Io ci provo ad essere educato, ma quella là mi odia! >> brontolò Gajil, per poi bestemmiare tra i denti subito dopo.
 
<< Questo perché tu fai paura! Levy è piccolina e tu sei un orso pieno di cicatrici. >> lo rimproverò Gerard.
 
<< Eh ma che ci posso fare se ho le cicatrici! E se sono enorme!! Mica l'ho scelto io, oh! >>
 
<< Se vuoi facciamo cambio, tieniti Lluvia per un po'. >> brontolò Gray, tenendo stretto il joypad. Stava per lanciarlo contro la tv, ma sarebbe stato un grosso problema.
 
<< Per carità, ha occhi solo per te! E non ho ancora capito il perché... >>
 
<< Sarà il mio inarrestabile fascino! >> Gray rise, ma in effetti anche lui non aveva capito come mai Lluvia si era fissata così. Il loro primo incontro non era stato proprio normale, e probabilmente qualsiasi altra ragazza non gli avrebbe mai più rivolto la parola. Invece lei si era innamorata.
 
<< No, è Lluvia che è pazza. >> rettificò il padrone di casa. << Comunque, se la fai soffrire ti uccido. >>
 
<< Che? Ma non hai detto che è pazza? >> Gray sgranò gli occhi blu e li puntò verso l'amico, che si era voltato a guardarlo male. Molto male.
 
<< Pazza è pazza, ma è comunque la mia migliore amica. E se la fai soffrire di faccio secco. Però, visto che sei mio amico, potresti anche decidere in che modo morire. >>
 
<< Oh, come sei magnanimo. >> lo prese in giro l'altro, dissimulando il sudore freddo che aveva iniziato a colargli dalla fronte. Si erano picchiati molte volte, sapeva come ci andava secco di botte, ma non lo aveva ancora sperimentato arrabbiato per davvero. E la cosa lo spaventava.
 
<< Comunque... di base, quindi per ogni ragazza, devi cercare di essere sempre bravo e non mancare di rispetto. >> Gerard riprese le redini del discorso, scuotendo lievemente la testa.
 
<< Oh, okay. >> Natsu annuì. << Posso chiedere aiuto ad una delle ragazze? >>
 
<< Penso di sì... vuoi provarci con una di loro? >> Gerard sorrise. In effetti, l'unica che rimaneva spaiata era Lucy, visto che Lluvia era off-limits ed Erza e Levy erano di proprietà sua e di Gajil.
 
<< Non credo. Però posso chiedere a Lucy di darmi una mano ad imparare! >> Natsu fece un sorriso smagliante ed annuì.
 
Un brivido percorse la schiena di Gerard: voleva bene a Natsu, davvero, ma era terrorizzato all'idea che facesse danni... era pur sempre un tonto!
 
 
 
Sophie's space____
 
Come promesso, ecco il capitolo bonus!
Giusto in tempo prima di partire =D
Dunque dunque, ecco che i nostri eroi parlano un po' tra di loro. Pensavo già di saltare il resto del pomeriggio e scrivere della sera, ma è impegnativo XD ci lavorerò al mare e sarà il capitolo più lungo e divertente di tutti (si è tirata la zappa sui piedi da sola)!
Detto questo, grazie per le recensioni, grazie alle bellissime persone che perdono tempo a leggere questi parti della mia mente, grazie a chi legge in silenzio e a chi si fa sentire!
Ci vediamo mercoledì prossimo, vi voglio un mondo di bene!
Un bacione enorme, Sophie <3

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7: Il piano di Lucy

 

I ragazzi cenarono per i fatti propri, nelle rispettive abitazioni come avevano stabilito.

Natsu però continuava a non essere molto convinto delle idee di corteggiamento di Gerard. Davvero le ragazze volevano un tipo sempre gentile e sempre romantico? Non sapeva se ci sarebbe mai riuscito, perciò, quando quella sera bussarono alla porta di casa Scarlett vestiti in jeans e camicia, puntò subito Lucy. Non per qualcosa di preciso, semplicemente perché era quella con cui aveva parlato di più e sentiva di potersi prendere una certa confidenza nonostante si fossero appena conosciuti.

<< Oh, ce l'avete fatta!! >> esclamò quest'ultima, con un sorriso luminoso in volto. Amava le sue amiche, davvero, ma non aveva più voglia di ascoltare Lluvia che parlava di Gray. Solo di Gray. Solo ed esclusivamente di Gray.

<< Gray-sama!! >> per l'appunto, Lluvia scavalcò l'amica quasi buttandola a terra e saltò al collo di Gray, che alzò le braccia per non essere frainteso: sentiva già gli sguardi inquisitori di Erza, aveva la sensazione che sarebbe stato osservato tutta la sera. << Gray-sama, Erza-san mi ha punita! >> la turchina strusciò la guancia su quella del ragazzo, cercando un po' di compassione.

<< Gray, posso parlarti un attimo? >> Erza si mise le mani sui fianchi e lo osservò con occhio serio. Avrebbe dovuto chiarire un paio di cose con lui prima di approvare la relazione con Lluvia.

Il ragazzo si sentì cedere le gambe. Non c'era l'aura violacea che faceva presagire un uragano, ma non si poteva mai sapere, magari era solo la quiete prima della tempesta. Insomma, non poteva abbassare la guardia. Annuì debolmente, ingollando un groppo di saliva, e si staccò praticamente a forza Lluvia di dosso.

<< Erza-san, non ucciderlo! >> l'ammonì Lluvia, salutandolo con la mano mentre si infilavano in una stanza.

“Non ucciderlo”? Adesso Gray era davvero terrorizzato, percepiva il sudore gelido che gli percorreva la spina dorsale. << Devi.. devi dirmi qualcosa? >> mormorò, cercando di essere il più cauto possibile.

La rossa gli lanciò un'occhiataccia, poi si lasciò cadere sul letto seduta, le braccia conserte. << Io non ti odio. >> esordì, severa.

<< Questa è una consolazione... >>

<< Anzi, in realtà mi stai anche simpatico. Il problema è che Lluvia si è innamorata di te. >> spiegò. Battè una mano di fianco a lei, incitando il ragazzo a sedersi.<< Tu cosa pensi di lei? Ti piace? >>

Lui rimase immobile appoggiato alla porta, con una smorfia confusa. Non sapeva bene cosa risponderle. << Non lo so.. >>

<< Credo che dovresti dirglielo se non ti piace. >>

<< Non mi uccideresti? >>

Erza fece un piccolo sorriso. << Ci penserei, non lo nego. Ma se avessi delle motivazioni valide direi proprio di no. >> sospirò profondamente. << Mi sembri un ragazzo a posto, credo farai la scelta giusta. Lluvia è... beh, è Lluvia, è un po' pazza, però ti posso assicurare che è una delle ragazze migliori che esistano. >> ci fu qualche secondo di silenzio, in cui entrambi rimasero a pensare alle proprie posizioni. << In ogni caso, cerca di essere sincero. Se non lo fossi, sì, ti ucciderei. >> la ragazza fece un grande sorriso angelico e si alzò dal letto, aprì la porta dietro di Gray e gli diede una pacca sulla spalla, spingendolo in avanti.

Appena il ragazzo si rimise in posizione eretta, seguì la rossa nel soggiorno e vide gli altri ragazzi già seduti al tavolo, con Lucy che spiegava un gioco di carte agli ospiti. Gioco di carte alcolico, ovviamente. Doveva pur usare quelle bottiglie, no? E poi era sempre divertente giocare in compagnia.

<< Avete capito tutti? >> domandò, mischiando le carte con energia. Non era un gioco difficile, semplicemente ad ogni carta pescata corrispondeva un'azione da fare con i bicchieri (ad esempio, bere con una mano sola, o bere in un numero prestabilito di sorsi). Chi non fosse riuscito a compiere l'azione, avrebbe bevuto il doppio. Semplice, no?

<< Io avrei una domanda. >> Natsu alzò la mano, come se fossero a scuola. No, non è vero, perché a scuola non alzava mai la mano, infatti Gajil lo guardò in modo strano.

<< Dimmi. >> la bionda fece un sorriso ad Erza, che prendeva posto davanti a lei, di fianco a Gerard.

<< Se pesco un Re? >>

<< Devi bere con qualcun altro. >>

<< E se pesco una Regina? >>

<< Scegli chi beve. >>

<< Oh... e se invece pesco un Asso? >>

<< Ma mi stavi ascoltando? >> Lucy roteò gli occhi al cielo, esasperata. << Con l'Asso devi pescare un'altra carta, se è rossa bevi, se è nera beve qualcun altro. >>

<< Non ti ascoltava, aveva il cervello da un'altra parte. >> ridacchiò Gajil ovviamente riferendosi al seno prosperoso di Lucy. Sfortunatamente, Natsu non era quel tipo di ragazzo, perciò non aveva notato la scollatura: era solo distratto, pensava ancora al discorso con Gerard.

<< Che cavaliere. >> brontolò Levy, che aveva capito perfettamente il doppio senso. Erza sospirò, Gerard si appoggiò le mani sulla fronte, Gray fece una smorfia e Lluvia spalancò gli occhi. Tra Gajil e Levy c'erano scintille, mentre Lucy e Natsu non avevano capito molto bene cosa stava succedendo. Non erano molto abituati ai doppi sensi, la ragazza riceveva proposte fin troppo esplicite, mentre lui era... beh, non era capace e basta.

<< Non è colpa mia se lui non riesce a guardare altro. >> il ragazzo fece un sorriso sghembo.

Levy fece per ribattere, ma un'occhiata di Erza la fece desistere. << Giochiamo. >>

<< Non mi rispondi? >> la provocò, sfiorandole casualmente la mano.

La blu non sapeva con che tipo di ragazze avesse avuto a che fare fino a quel momento, ma di certo lei non era quel tipo. << Se resisto più di te senza vomitare, allora mi farai guidare la tua moto. >> sorrise malignamente.

<< Come sai che la moto è mia? >>

<< La moto era qui ieri sera, la casa è tua ed i ragazzi sono arrivati questa mattina presto. Non era difficile. >> la ragazza scrollò le spalle, soddisfatta di se stessa per la spiegazione.

Gajil annuì, schiacciato da quella logica elementare. << E se vinco io? >>

<< Non vincerai. >>

<< Come sei sicura di te. >> si leccò le labbra, eccitato per la sfida. Non era il tipo che se la prendeva con delle ragazze, ma se quelle lo provocavano così, allora era guerra aperta. E poi era tremendamente curioso di vedere come quello scricciolo avrebbe retto l'alcol come diceva di saper fare. << Se vinco io, allora ti porterò in giro in moto. >>

<< Okay. >> lei gli porse la mano, come un contratto vero e proprio.

<< E farai quello che voglio. >> lui gliela strinse e si staccò subito dopo, suggellando così il patto prima che lei si rendesse davvero conto di quello che aveva detto.

<< Okay- EHI! Cosa? >> la ragazza sgranò gli occhi nocciola, guardò Erza perché facesse qualcosa. Qualsiasi cosa. Lei era il capo, no? Non avrebbe mai permesso che una ragazza andasse da sola in giro con un... un... un orso bruto e pieno di piercing come lui.

<< Mi spiace, Levy.. hai stretto la mano. L'unica cosa che puoi fare è vincere. >> la rossa alzò le spalle: il suo senso di lealtà era troppo alto per poterlo ignorare. Poi non era preoccupata, per quanto l'amica fosse piccolina, aveva la grinta di un leone, non correva pericoli. Male che fosse andata, al ritorno avrebbe ucciso Gajil senza problemi, dietro casa sua c'era giusto la fossa biologica.

Levy sbuffò brevemente, prese dei respiri e sbattè le palpebre. << Allora vincerò. >> decise.

Lucy osservò per qualche istante la sua amica, un po' sbalordita. La sua piccola Levy-chan era una ragazza adorabile, dolcissima, molto grintosa, certo, ma assolutamente non competitiva. Per questo motivo era sbigottita nel vederla così infuriata e combattiva, anche se era davvero interessata nello scoprire come sarebbe andata. << Allora... iniziamo? >> propose, ansiosa di vedere la sua amica ubriaca. Tanto ubriaca da non essere in grado di studiare il mattino dopo.

<< Perchè non facciamo una sfida maschi contro femmine? >> la interruppe bruscamente Erza. Lei invece era la competitività fatta donna.

<< Lluvia non vuole gareggiare contro Gray-sama... >> mormorò la turchina, arricciando le labbra. E se avesse vinto? Non poteva far sentire il suo amato un perdente, mentre se avesse vinto lui, lei... non era capace a perdere.

<< Se ti dicessi che il vincitore farà fare quello che vuole al perdente? Per un pomeriggio intero? >> provò a stuzzicare la sua immaginazione Erza, sicura che l'avrebbe convinta.

Infatti, Lluvia si illuminò di colpo, delle stelline che le brillavano negli occhi chiari. << Lluvia accetta! E non perderà! >> dichiarò, sedendosi comoda sulla panca.

La rossa esultò mentalmente, e lanciò un ultimo sguardo a Lucy. Mancava solo lei, ormai.

<< Che posso dire? Okay, va bene. >> Lucy alzò le spalle: non aveva senso imporsi, tanto avrebbe vinto Erza. Istinto di conservazione, si chiamava così.

<< ERZA PREPARATI!! >> gridò Natsu, indicandola prepotentemente.

<< Ti batterò anche in questo! >> la rossa dirignò i denti, pronta per la sfida col ragazzo dai capelli rosa.

Lucy sbuffò, mischiò un'ultima volta il mazzo e lo posizionò in mezzo al tavolo. << Chi vuole partire? >> domandò, meno convinta di come era partita.

<< Inizio io. >> ringhiò Levy. Si sporse, afferrò la prima carta, la strinse tra le mani. << Ti farò mangiare la polvere. >> minacciò Gajil, che se ne stava esattamente seduto di fronte a lei.

<< Non vedo l'ora. >>

 

Esattamente due ore dopo, il gioco era concluso. Nessun vincitore perché nessuno si era arreso e nessuno aveva vomitato. Si era semplicemente persa l'idea del gioco, e ora tutti stavano facendo cose strane, come i classici ubriaconi. Il povero mazzo di carte ne aveva viste abbastanza, era ormai ricoperto di vino e tutte le carte avevano preso il colore rosso. Lui era stato l'unico a perdere, probabilmente.

<< AH! >> Levy si alzò dalla sedia e indicò Gajil in modo instabile. << NON HAI VINTO. >>

<< NON SONO ANCORA AL MIO LIMITE! >> le rispose l'altro, gli occhi annacquati e le guance rosse.

<< Gajil... >> mugugnò Gerard, la fronte appoggiata contro il tavolo e le mani premute sulle tempie. << Non urlare... >>

Gli unici che andavano ancora avanti erano Natsu ed Erza. Continuavano a riempirsi i bicchieri e a lanciarsi sguardi, bevevano e si guardavano, riempivano di nuovo e si guardavano. Nessuno dei due avrebbe vinto tanto facilmente, questo era chiaro.

<< Neeeee, Levy-chan! >> Lucy si sporse sulla sua amica e la spinse quasi contro il muro, strusciando la guancia contro quella di Levy. << Perchè stai litigando così? >> sussurrò, abbracciandola forte.

<< Perchè lui mi provoca. >> brontolò la blu, sbattendo violentemente le palpebre.

<< Arrenditi e basta, no? >> ridacchiò Gajil con quella sua risata particolarmente irritante.

<< MAI. >> Levy battè le mani sul tavolo, facendo sobbalzare Gerard e allontanare una Lucy in cerca di affetto. Non era proprio del tutto ubriaca, non stava male, ma aveva un assoluto bisogno di coccole.

Si guardava intorno, cercando di valutare chi potesse essere il suo gentile donatore: Gerard? Magari come ultima spiaggia, lo vedeva così sconsolato e sofferente, probabilmente non era il tipo giusto, non faceva al caso proprio. Lluvia? Mhm, forse, ma solo se avesse smesso di cercare in tutti i modi di farsi dare un bacio da Gray, che negava ma con non troppa convinzione. A Gray non ci pensava neanche, insomma, Lluvia l'avrebbe uccisa sicuramente, quindi meglio di no. Gajil? Per carità, aveva paura di lui, credeva che se solo lui l'avesse abbracciata avrebbe potuto spezzarle le ossa in un attimo. Levy neanche, era troppo impegnata a litigare. Chissà perché era così arrabbiata, magari da sobria gliel'avrebbe chiesto. Restavano Erza e Natsu. Puntò su Erza, perché Natsu stava cominciando a rivoltare gli occhi. << Erza! >>

<< Dimmi, Lucy! >> la rossa si voltò verso di lei e le fece un largo sorriso, conscia che il suo avversario stava cedendo. Aveva la vittoria in pugno ormai.

<< Mi fai le coccole? >> domandò, strusciando la testa contro la spalla dell'amica, somigliando ad una gattina.

Erza aprì le braccia e la accolse, accarezzandole la testa e facendola appoggiare al seno prosperoso.

<< Lucy.. >> la chiamò debolmente Natsu, schioccando la lingua sul palato. << Come si conquista una donna? >> brontolò, appoggiandosi anche lui sul tavolo.

<< Devi fare come Erza. >> sussurrò la bionda, chiudendo beatamente gli occhi.

<< In che senso? >>

<< Devi essere sempre pronto a proteggere e poi devi avere un seno morbido morbido, così mi posso appoggiare. >> spiegò, non proprio conscia di quello che stava dicendo.

<< Ma io non ho il seno... >> Natsu si tirò su, guardò in basso nella direzione del petto per notare se ci fosse stato qualche cambiamento, ma nulla, ancora niente seno.

<< Allora no.... però se mi proteggi sempre potrei passarci sopra. >>

Gerard, che stava ascoltando a fatica la conversazione, alzò la fronte dal tavolo e puntò gli occhi sulle due ragazze di fronte a lui. Erza non diceva più nulla perché si era appoggiata alla finestra dietro di sé e aveva chiuso gli occhi. Probabilmente si era addormentata così.

<< Erza dorme? >> chiese infatti conferma, non riuscendo a reggere il peso della sua stessa testa, che ciondolò di lato.

Lucy si staccò un secondo, alzò lo sguardo e vide l'amica. << Oh... >> sbuffò, dispiaciuta. << La porti in camera? Quando si addormenta non la si sveglia più... e io non ce la faccio... no no... >> si spostò definitivamente e incrociò le braccia al petto, nervosamente. E adesso? A chi si sarebbe appoggiata? Chi avrebbe riempito il suo fabbisogno di coccole?

Gerard prese dei profondi respiri, si alzò in piedi, fece il giro del tavolo e fece ricorso a tutte le sue forze per tirare su la ragazza e non cadere subito dopo. << Quale...? >>

<< Rossa. >> rispose brevemente Lucy, sconsolata.

Il ragazzo annuì, piano, pianissimo, e partì alla ricerca della stanza rossa. Per sua fortuna fu proprio la prima porta che aprì e la mise nel letto, cadendole poi sopra in una posizione equivoca. Non aveva neanche la forza di togliersi, ma l'imbarazzo che gli aveva imporporato il viso, era decisamente più determinato. Con fatica si alzò da sopra la ragazza appoggiandosi al letto, la mise bene dritta e fece per uscire, inciampandosi sui suoi piedi, quando la mano di Erza lo fermò.

<< Grazie. >> disse, con uno splendido sorriso sulle labbra.

<< Prego... >> lui rimase stupito. Era cosciente? Perché allora aveva fatto il peso morto in quel modo?

<< Stai qui? >> lei, sempre con gli occhi chiusi, si spostò e gli fece posto.

<< Sei sicura che vada bene? >> non chiedeva altro, Gerard non chiedeva altro che stare seduto comodamente su un letto. Quindi, quando la ragazza annuì, non se lo fece ripetere due volte. Era conscio che si sarebbe addormentato, e sapeva che quella ragazza era probabilmente sonnambula, ma cavolo, il letto era sempre il letto, meglio di una panca di legno.

Intanto, in soggiorno, si erano formate le varie “coppie”.

<< Non mi sento molto bene. >> borbottò Natsu, rimandando giù un conato di vomito.

<< Devi andare a vomitare? >> gli chiese Lucy, teneramente. Lui non rispose neanche, si coprì semplicemente la bocca con le mani, allora lei si alzò, gli mise un braccio attorno alla vita e lo accompagnò al bagno fuori dalla casa. << Forza, poi starai meglio. >> gli disse, accarezzandogli la schiena e tenendogli i capelli che non andassero a coprirgli gli occhi.

Non servì ripeterlo, perché il ragazzo rimesse. In modo molto tranquillo, senza ansia (diversamente da Lluvia, che quando doveva vomitare si faceva prendere dal panico pensando se avesse potuto vomitare una parte del corpo) e con una naturalezza quasi disarmante.

Dopo un po', una decina di minuti, il ragazzo tirò fuori la faccia dal water e si sedette contro il muro. Prendeva dei profondi respiri: non era la prima volta che vomitava così, soffrendo di chinetosi era abituato a dover correre in bagno. Perciò era tranquillo, si sentiva bene. << Grazie, Lucy. >>

<< Oh, figurati. >> lei sorrise, rilassata. << Puoi fare una per me? >> forse...

<< Sono in debito. >> Natsu annuì, piano.

<< Puoi abbracciarmi? >>

Lo chiese in un modo talmente dolce e improvviso che non potè fare a meno di arrossire ed acconsentire. Si sciacquò la bocca nel lavandino, si lavò le mani e poi l'accontentò. La fece accoccolare sul suo petto e la strinse, appoggiandosi alla sua testa. << Vado bene lo stesso anche se non ho le tette? >> chiese, quasi preoccupato.

<< Sì... accettabile. >> annuì la ragazza, per poi chiudere gli occhi.

Nel frattempo, nel salotto-cucina, erano rimaste due coppie.

<< Gray-sama.. >> Lluvia guardava il suo amato con degli occhi languidi, vaghi e annacquati dal vino. << Gray-sama, perché Lluvia non ti piace? >>si lamentò, col labbro inferiore che tremava. Si rendeva conto di essere un po' fuori di testa, ma perché lui la rifiutava così? Forse la riteneva troppo stupida... forse Gray, bello com'era, non la riteneva alla sua altezza. E probabilmente aveva ragione. Insomma, non era bellissima, non eccelleva in nulla, la sua vita scolastica non era egregia come quella di Levy-chan, quindi... quindi era giusto che Gray-sama la odiasse.

<< Ossignore... >> Gray era esasperato, sul serio. Forse era l'unico a cui era passata la sbronza a forza di sentire le lagne di Lluvia e le sue fisse mentali. << Senti, io ti trovo una ragazza bellissima, ma vai davvero veloce! >> si tirò indietro i capelli e sbuffò, piano. << Sono sicuro che tu abbia tanto da offrire... e chi starà con te sarà un ragazzo davvero fortunato, te lo garantisco! Però, cerca di capirmi, io non ti conosco! E non credo di essere la persona adatta a te, okay? >>

Lluvia ingollò il groppo in gola e non riuscì più a trattenere le lacrime. Scoppiò nel suo pianto disperato. << È colpa di Lucy!! Vero? Se non ci fosse lei! Se non ci fosse Lucy... >> singhiozzava, coprendosi la bocca con le mani.

Gray sospirò, prendendo dei profondi respiri. << No, Lucy non c'entra niente... perché stai piangendo, non è successo niente di male... >>

<< Gray-sama mi odia... perché Lluvia è fatta così, non si riesce a trattenere... ma... ma... ma io lo so eh, lo so che non sono facile da gestire...non ci riesce mai nessuno... >> mentre piangeva, raccontava le sue passate esperienze: tutte finite male a causa della sua ipersensibilità.

Il ragazzo fece una smorfia. << Non è colpa tua se hai incontrato degli idioti, sei stata solo sfortunata. >> le si avvicinò di nuovo e le mise una mano sulla testa, facendola smettere di piangere all'istante. << Che ne dici se andiamo con calma? Insomma, conoscerci e cose così... magari scopri che non sono il ragazzo che credi. >> le fece un sorriso dolcissimo, senza toglierle la mano dai capelli.

Lluvia scoppiò a piangere di nuovo, ma questa volta di felicità. Il suo amato le aveva dato una possibilità! Non riusciva a crederci. Dalla gioia gli saltò addosso, facendolo cadere dalla panca e ritrovandosi seduta sulla sua pancia. Si guardarono un secondo, poi scoppiarono a ridere come due bambini. Certo che, pensò Gray, era davvero facile far cambiare umore a Lluvia, sembrava quasi avesse molteplici personalità...

<< Puoi dirmi perché sei così acida con me? >> domandò ad un certo punto Gajil a Levy, interrompendo il lungo silenzio che si era creato tra di loro.

<< Non sono acida! >> forse riusciva a crederci solo perché era ubriaca.

<< Sì che lo sei! E poi vai contro a tutto quello che dico. >>

<< Non è vero! >>

<< Lo vedi? >> lui fece una smorfia. Non era mai stato odiato così tanto da una ragazza, cercava di capirne il motivo.

La ragazza alzò l'indice, ma si rese conto che in effetti aveva ragione lui. Era davvero acida. << Okay, hai ragione. Però non lo so perché lo sono... è colpa tua. >>

<< Come è colpa mia? >>

<< Sei tu che mi fai innervosire così! >> disse, sbuffando ed arrossendo.

Lui rimase in silenzio, cercando di ripercorrere mentalmente i pochi dialoghi che avevano avuto, per trovare il momento esatto in cui avevano iniziato a degenerare. Non c'era un momento preciso, a dire il vero. Iniziavano che erano già degenerati. << Non credo sia colpa mia. >> esalò, comunque. Fare discorsi in quelle condizioni non era proprio facilissimo, infatti nella sua testa c'era un mare di parole confuse di tutta la giornata.

<< Mia non è di certo. >> brontolò lei, incrociando le braccia al petto. << Non sono mai stata così.. >>

<< Perchè... non proviamo a ricominciare da capo? >>

Levy sbarrò gli occhi, sorpresa da quella proposta. Allora non era un completo idiota come aveva pensato fin dall'inizio. << Perchè no? >> decise. Non era il tipo da portare rancore e non era così testarda. Era sempre disponibile a cambiare idea sulle persone, quindi non c'era niente di male a cambiare idea su di lui.

Gajil sorrise e Levy arrossì. Non le era chiara come mai ci fu questa conseguenza ad un'azione così facile come quella di sorridere, ma si sentiva le guance in fiamme << Allora possiamo iniziare domani! >>

<< Io.. >> venne interrotta da Lucy che rientrava in casa, sbadigliando e dondolando.

<< Natsu è andato a dormire... che ne diciamo di imitarlo anche noi? >> propose la bionda, strofinandosi un occhio col dorso della mano.

Gerard, che aveva sentito tutto dalla stanza di Erza, le lasciò la mano ed uscì, appoggiando l'idea della bionda. << Ragazzi, venite? >> chiese, ormai sull'uscio della porta.

Gray fece spostare Lluvia, che prima di lasciarlo andare via riuscì a stampargli un bacio sulla guancia per poi scappare in camera sua imbarazzatissima, mentre Gajil non fece una piega: salutò Levy con una mano a scompigliarle i capelli e con un “A domani scricciolo”, poi raggiunse i suoi amici sulla porta ed uscirono dalla casa.

<< Stai bene, Levy-chan? >> Lucy le si avvicinò, notando che era rimasta imbambolata.

<< Credo di aver capito Lluvia. >> esalò, arrossendo ancora di più di quello che era prima. No, dai. No. Era solo perché era ubriaca, solo per quello. Annuì a se stessa, diede un bacio sulla guancia a Lucy e si ritirò, vedendo che anche l'amica la imitava. Il giorno dopo sarebbe stato un problema studiare, se avesse avuto il classico dopo sbronza.

 

 

 

 

 

Sophie's space_____

Ooooooooooooookay, eccomi qui! Vi sono mancata? Eh? Eh? Eh?

Ok, la pianto. Chiedo enorme perdono per il ritardo nella pubblicazione... prometto che mi farò perdonare!

Sarei curiosa di sapere che cosa pensate possa succedere il giorno dopo! Vediamo se qualcuno indovina cos'ha in serbo la mia mente malata per voi °v°

Vabbene ragazzi miei, vi ringrazio tantissimo per i commenti e le letture silenziose, siete fantastici tutti <3

Ci sentiamo mercoledì prossimo per l'aggiornamento =D

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8: La seconda mattina.



Natsu aprì gli occhi. Doveva pisciare, era l'unica cosa che riusciva ad attraversare il suo cervello. Doveva assolutamente correre in bagno o Gajil l'avrebbe ucciso senza complimenti.

Si tolse le coperte di dosso come una furia, corse fuori dalla stanza e raggiunse il bagno, dove si fiondò senza neanche pensare di dover chiudere la porta.

Svuotò la sua vescica pulsante con un gemito di piacere, e sentì di nuovo le palpebre pesanti ed il cervello stanco. Era così, Dragneel, soddisfaceva il bisogno primario più impellente, e poi tornava a quello che stava soddisfacendo in precedenza nel modo più elementare possibile.

Con i pensieri aggrovigliati tra di loro, Natsu uscì dal bagno e rientrò dentro casa, infilandosi nel letto.

 

*-*

 

Il mattino seguente, Lucy si trovò a constatare di aver dormito benissimo, come non dormiva neanche a casa. Sbadigliò, aprendo gli occhi lentamente.

Un piccolo fascio di luce illuminava la stanza sui colori del giallo pastello, e la ragazza si sentiva particolarmente bene. Non aveva neanche patito il freddo come la notte prima, il che era strano, ma decise di non pensarci.

Si rigirò tra le lenzuola, godendosi quel tepore, quando andò contro ad un qualcosa di duro. Eppure doveva essere sola nel letto, non si era neanche portata dietro dei pupazzi... aprì di nuovo le palpebre e scoprì, con stupore, dei capelli rosa scompigliati.

<< Natsu...? KYAAAAAAAAA!!! >> sgranò gli occhi castani e arretrò il più possibile dal ragazzo, che si svegliò all'improvviso e cadde dal letto per lo spavento.

<< Che è successo! Chi, eh? Cosa? >> Natsu si appoggiò al lettone, confuso, e guardò Lucy. << Lucy? Che ci fai in camera mia? >> domandò, sbattendo le palpebre per rendersi conto se fosse davvero Lucy o solo la sua immaginazione.

<< Io? Ma se sei tu nella mia camera!! >> lo rimproverò lei, sconvolta.

Lui inarcò un sopracciglio, poi scosse la testa convinto. << No, sono sicuro che questa sia la mia stanza. >>

<< Come fai a dirlo, scusa? >> Lucy incrociò le braccia al petto, squadrandolo.

<< Lucy?? Con chi stai parlando? >> Erza bussò alla porta dell'amica con violenza.

La ragazza lo guardò, come se avesse avuto la conferma del fatto che aveva ragione lei.

<< Che ci fa Erza a casa di Gajil?? >> Natsu spalancò gli occhi e si mise sul letto, parlando a bassa voce.

<< Ecco, vedi che- cosa? Ma sei scemo? >> Lucy era esasperata. << Questa è casa di Erza. >> disse, con più fermezza possibile.

<< Se è casa di Erza... allora.... se mi scopre... >>

<< Sei ti scopre qui... sei morto... >> i due si guardarono negli occhi, spaventati dalla possibile furia omicida di Erza. Non andava bene, non andava bene per niente.

<< Devi salvarmi Lucy!! >> lui le prese le mani e la guardò implorante, perché effettivamente, la sua vita dipendeva da lei.

<< Lucy? >> Erza bussò ancora alla porta, con più insistenza di prima.

<< Okay, okay. Allora... vestiti. Io la distraggo mentre tu esci dalla finestra. >> sussurrò la bionda, notando che il suo compagno di disavventura era solamente in boxer. << Sto bene Erza!! Adesso esco! >> lanciò un'ultima occhiata preoccupata al ragazzo che si stava vestendo in fretta e furia e sospirò: doveva distrarre l'amica per più tempo possibile. Fece nascondere Natsu dietro la porta, in modo che Erza non lo vedesse anche sbirciando dentro, ed uscì dalla stanza.

<< Stavi parlando da sola? >> le domandò Levy, sbadigliando e appollaiandosi sulla sedia. Aveva un mal di testa atroce, sperava che nessuno le avrebbe voluto rivolgere la parola per tutto il giorno. Col cavolo che avrebbe studiato in quelle condizioni!

<< Probabilmente stavo sognando... che ho detto? >> Lucy fece la noncurante, mentre il battito del suo cuore accelerava ad ogni passo che faceva in direzione delle amiche. Si augurava di essere un'ottima bugiarda.

<< Non lo so, hai urlato e quindi mi sono preoccupata. >> spiegò brevemente la rossa, per poi sorridere tranquilla. Lucy sembrava stare bene, perciò non c'era bisogno di indagare oltre.

La bionda ridacchiò e si voltò verso la finestra del soggiorno senza dare nell'occhio. Non vide nessuno sgattaiolare via, indi per cui dedusse che il suo piano aveva funzionato. Si permise di tirare un sospiro di sollievo: Lucy uno, Erza zero. << Sto bene, sto bene... sarà stato un incubo. >> sorrise tranquilla e si mise a tavola. << Lluvia? >> domandò, notando solo in quel momento che l'amica dai capelli celesti era assente.

<< Non sta benissimo... >> Levy si massaggiò le tempie, socchiudendo gli occhi a causa del martello che le batteva sulla testa. << Penso si sia anche dimenticata della scommessa di ieri. >> borbottò.

<< Possiamo dire che non sia valida.. >> decretò la bionda, sollevata. Aveva accettato di “gareggiare” semplicemente per paura delle ripercussioni di Erza, ma visto che nessuno sapeva chi avesse vinto, non potevano decidere chi avrebbe fatto fare cosa a chi.

<< Come volete... ma la sfida con Natsu l'ho vinta io. >> la rossa sorrise malignamente. Cos'avrebbe potuto far fare al povero malcapitato? Tagliare la legna? Cucinare per tutti? Pulire il bagno senza guanti? Mhm, avrebbe anche potuto fargli fare tutto! Non vedeva l'ora che arrivasse il pomeriggio per dar sfogo alle sue idee malvagie.

<< Perchè? >> chiese Levy, confusa. Se non ricordava male, il che era anche plausibile, Erza si era addormentata per prima.

<< Lui ha vomitato, io no. >> spiegò trionfante la Scarlett, soddisfatta di se stessa. Non aveva vinto proprio in modo pulito, ma aveva pur sempre vinto, e questo era l'importante.

La blu annuì, fingendo di aver compreso la logica: per lei aveva vinto solo l'alcool, tutti loro erano perdenti.

 

Gajil si svegliò molto lentamente, massaggiandosi gli occhi per proteggerli dalla luce. Stava... bene. Più o meno. Stomaco in subbuglio a parte, non aveva neanche voglia di vomitare. Meglio comunque stare in piedi e mangiare qualcosa di asciutto per asciugare lo stomaco, perciò si mise in piedi e si diresse verso la cucina, grattandosi la testa assonnato. Non lo aggradava particolarmente l'idea di mangiare, ma sapeva benissimo che era la cosa migliore.

In cucina trovò già Gerard, di nuovo con la testa appoggiata al tavolo.

<< 'Giorno... >> sbadigliò il padrone di casa, sorpassandolo e andando verso il tostapane.

<< Mhm... >> Gerard rispose con un grugnito misto ad un lamento.

<< Stai bene...? >>

<< Mhm... >>

Gajil allora scrollò le spalle, tolse le fette di pane dall'elettrodomestico e le lanciò all'amico: stava decisamente peggio di lui, non essendo abituato a bere. << Mangia, starai meglio dopo. >> gli consigliò, da buon alcolista veterano. Infilò altre due fette e aspettò che si tostassero appoggiato al piano cottura, grattandosi il mento. Aveva dormito davvero bene, niente sogni strani, niente incubi, solo un gran sonno e Natsu che entrava di corsa dentro casa.

Natsu che entrava di corsa dentro casa?

<< Ho rischiato la vita. >> disse il ragazzo dai capelli rosa, appoggiandosi alla porta di casa con gli occhi spalancati.

<< Che? >> il padrone di casa tossì la saliva che gli era andata di traverso.

<< Se Erza mi avesse visto, avrebbe potuto uccidermi! >> spiegò Natsu, ancora con le palpitazioni. Ne aveva fatte di cose stupide nella sua vita, ma quella le batteva tutte.

<< Ma visto fare cosa?? >> Gerard tirò su la fronte dal tavolo e lo guardò confuso.

<< Ho dormito con Lucy questa notte, ma ero convinto di dormire in camera mia, perciò se Erza mi avesse visto uscire da camera di Lucy... sarei morto. >>

I due ragazzi rimasero un paio di secondi in silenzio, scambiandosi occhiate allibite. << Hai... dormito con Lucy? >> provò il blu, sbattendo le palpebre.

Natsu annuì.

<< Ma.. dormito... in che senso? >> Gerard già stava iniziando ad impallidire: se la rossa l'avesse scoperto... avrebbe potuto ucciderli tutti senza problemi, farli a fettine e seppellirli in giardino!

<< Dormito! Che altro senso potrebbe avere, scusa? >> Natsu inarcò un sopracciglio: cosa diavolo stava cercando di dire?

L'interlocutore prese un profondo respiro. Il fatto che l'amico non sapesse di cosa stesse parlando lo rassicurava molto, c'era una speranza che avesse solo dormito per davvero.

<< Hai fatto sesso con la bionda? >> Gajil, col suo solito modo elegante, fece la domanda che attanagliava Gerard.

<< CHE??? Con Lucy?? Ma scherzi! Neanche ci conosciamo, scusa! >> Natsu fece una smorfia.

Gajil e Gerard si guardarono e sospirarono: evitarono di approfondire l'argomento, di spiegargli che si poteva tranquillamente far sesso con una persona senza conoscerla, perché il cuore puro di Natsu non concepiva una possibilità del genere.

<< Che avete da discutere voi? >> Gray sbucò dalla sua stanza, in boxer. Ovviamente in boxer.

<< Natsu ha dormito con Lucy. >> Gerard fece un riassunto per l'amico. Improvvisamente gli era anche passato il mal di testa, pensare di dover affrontare morte certa era un'ottima cura per il dopo sbronza.

<< Dormito? >> il nuovo arrivato lanciò un'occhiata all'amico.

<< Dormito. >> Gajil annuì.

<< Okay allora.. >> e conclusero così il discorso. Non c'era bisogno di dire altro, dovevano solo ringraziare la loro buona stella che Natsu fosse un cretino (nel senso buono) e non avesse approfittato della bella Lucy.

Dopo aver fatto colazione, Gajil ebbe un'illuminazione della sera precedente. Aveva avuto una sfida con la piccoletta, doveva controllare che stesse bene e mettere in pratica la proposta. Perciò si infilò velocemente una tuta ed uscì, diretto alla casa di fronte, sotto gli sguardi degli amici.

Bussò alla porta con insistenza.

<< Chi è? >> domandò Lucy, prima di aprire.

<< Gajil! >>

La ragazza aprì la porta e guardò il vicino, la testa inclinata di lato. << Sì? >> domandò.

<< Levy? >>

Lucy fece un grande sorriso malizioso e spalancò la porta, senza fare altre domande. Ci stava giusto riflettendo mentre mangiava le fette biscottate, era probabilmente diventata una fan della coppia Gajil-Levy, la prima. << Prego. >> disse, lasciandolo entrare.

Lui vide Erza, a cui fece un cenno, e poi notò quello scricciolo dai capelli blu appollaiato sulla sedia e avvolto in un pigiama a metà tra il rosa e l'arancione. Color gamberetto, ecco! Sarebbe potuto diventare un bel soprannome e probabilmente lei non l'avrebbe gradito. << Gihihi, come stai gamberetto? >>

<< Gamberetto? >> Levy lo guardò con gli occhi semi chiusi per la troppa luce, poi si rese conto del fatto che la stava prendendo decisamente in giro. Ottimo, farla arrabbiare di prima mattina appena sveglia e in post sbronza non era stata una mossa particolarmente intelligente. << Vai a quel paese, Gajil. >>

<< Sembra tu non stia molto bene. >> lui le si avvicinò, ridacchiando tra sé. << Mi sa che ho vinto io, allora. >>

<< Hai vinto cosa? >> la ragazza gonfiò le guance, mentre Erza sorrideva dolcemente alla piccola del gruppo.

<< La nostra scommessa! Ricordi? Se avessi vinto tu, avresti guidato la mia moto, ma se avessi vinto io, ti avrei portata a fare un giro e ti avrei fatto fare quello che volevo. >> le ricordò precisamente. Incredibile la memoria che sfoggiava quando qualcosa gli interessava.

La ragazza spalancò gli occhi castani, per poi chiuderli di nuovo a causa di una fitta pazzesca di mal di testa. << Non ha vinto nessuno dei due, la scommessa non vale. >>

<< A me sembra di stare molto meglio di te... >> le fece notare lui, in modo molto tranquillo.

<< Non erano questi i patti! Erza! >> Levy si rivolse alla rossa, sperando che “facesse” giustizia della situazione.

<< Non posso fare nulla... se vale per me la regola, vale anche per te. >> le mise una mano sulla testa e la fece avvicinare a sé. << Se ti fa qualcosa, chiamami e io lo uccido, okay? >> le sussurrò all'orecchio, per tranquillizzarla. Anche se sapeva benissimo che non sarebbe successo niente: si vedeva da come lui la guardava e da come lei ricambiava lo sguardo.

<< Questa cosa è senza senso. >> borbottò. Mise giù le gambe, si stiracchiò e sbadigliò. << E va bene. Facciamolo. Cosa vuoi che faccia? >> tanto valeva togliersi subito il dente, no?

Gajil rise, le scompigliò i capelli e le si mise di fronte. << Per ora niente, dovresti vestirti comoda. Partiamo tra poco, mi raccomando! >> uscì dalla stanza senza lasciarle il tempo di rispondere.

<< È appena passato Gajil? >> Lluvia sbucò dalla sua camera, una camicia azzurra lunga fino a metà coscia ed i capelli turchini tutti aggrovigliati.

<< È passato un uragano. >> rettificò Levy, coprendosi la faccia con le mani.

 

In un quarto d'ora era pronta: Lucy aveva insistito a truccarla un po', mentre Lluvia aveva selezionato i vestiti perfetti per fare colpo sul suo amico d'infanzia. Non era servito a niente il discorso che aveva fatto Levy, cioè che non era una gita di piacere ma stava solo pagando pegno.

<< Fai un giro! >> Erza stava seduta con le gambe accavallate e le braccia incrociate, mentre ordinava ad una Levy tremendamente imbarazzata di farsi vedere completamente. Jeans attillati ma comodi, converse alte rosse ed una maglietta nera, con una felpa grigio scuro legata alla vita di traverso. << Sei perfetta. >> commentò, dando il suo benestare.

Levy fece per rispondere, ma bussarono di nuovo alla porta e si arrese. Non c'era niente da fare, quando quelle tre si mettevano in testa di farla diventare una ragazza, nulla poteva farle desistere. << Arrivo, arrivo. >> aprì la porta sbuffando.

<< Oh, ti sei fatta bella per me? >> la prese in giro il ragazzo, sorridendo.

Lei arrossì, ma gli lanciò un'occhiataccia. << Mi hanno costretta. >> brontolò. << Andiamo? >>

Gajil annuì, fece un saluto alle ragazze dentro e andò a sedersi sulla moto, infilandosi il casco ed accendendo il motore. Levy lo raggiunse poco dopo, posizionandosi dietro di lui. << Il casco è.. >> il ragazzo si voltò indietro per guardarla e interruppe la frase a metà: se l'era già messo lei.

<< Che c'è? >> gli mise fretta la ragazza.

Vuoi giocare? Giochiamo, pensò Gajil, sorridendo mentalmente. << Tieniti. >>

<< Che? >>

Lui sgasò come se stesse scappando da qualcuno, così potè sentire le braccia dello scricciolo che gli si stringevano al petto.

 

<< Sono andati. >> Lucy tornò a sedersi dopo aver osservato la moto che si allontanava nel vialetto.

<< Sembra assurdo, eh? >> commentò Erza, prendendo una tazza di tè e bevendone un sorso elegantemente.

<< Levy-chan e Gajil-kun? >> anche Lluvia si sedette sullo sgabello, incrociando le gambe. << Sono convinta che siano perfetti insieme. >> commentò.

<< Anche io! Sono molto diversi, ma penso stiano bene. >> le diede man forte la bionda. La piccola Levy stava crescendo, ma sembrava strano che il suo primo ragazzo sarebbe stato un teppista. Non se l'aspettava nessuno.

<< Beh, noi che facciamo allora? >> domandò ad un certo punto Erza: di studiare non se ne parlava assolutamente, nessuna di loro era in grado.

<< Non c'è nulla qui intorno? >> Lluvia mangiò una fettina di pane e si scompigliò i capelli. << Chiediamo anche a Gray-sama?? >>

<< Chiediamo a tutti loro, no? >> Lucy era preoccupata per Natsu. Meglio averlo intorno e controllare che non dicesse nulla di strano che facesse capire ad Erza la piccola avventura.

<< Beh, c'è un luna park, mi sembra... in questi giorni... possiamo prendere le macchine e andare giù nel paese, no? >> si ricordò la rossa, illuminandosi.

<< Sarebbe perfetto!! Allora vado a- >> Lucy venne interrotta da qualcuno che bussava alla porta. Quando si diceva tempismo.. andò ad aprire e si ritrovò Natsu con un grande sorriso in volto.

<< Yo, Lucy! Per caso hai visto la mia sciarpa? >> domandò con una innocenza che fece impallidire la ragazza. Ecco, quello che temeva si era avverato.

<< Ehm... no... >> iniziò a lanciargli occhiatacce per avvertirlo del pericolo, ma lui sembrava proprio non voler afferrare il concetto.

<< L'hai lasciata qui ieri sera? >> la rossa si alzò, guardandosi intorno per vedere se trovava la sciarpa bianca.

<< No, credo di averla persa questa- >> Lucy gli diede un pugno nello stomaco, mozzandogli la frase a metà in gola.

<< L'hai sicuramente lasciata qui ieri sera, vero? >> gli ringhiò. << Guarda che se capisce qualcosa non potrò proteggerti. >> gli sussurrò in modo che solo lui sentisse.

<< Come? Che hai detto? >> Erza si girò e lo guardò, invitandolo a ripetere.

<< L'ho... sì, l'ho lasciata qui ieri... >> Natsu annuì, il sudore freddo che iniziava a gocciolargli dalla fronte.

Lucy trattenne il respiro finché Erza non sorrise, segno che aveva creduto alla balla del ragazzo, poi sospirò. Avrebbe dovuto fare attenzione, molta attenzione, o avrebbe avuto una vita sulla coscienza.

 

 

 

Sophie's space_____

 

Hola amigos! Como estas? (aiuto?)

Chiedo enorme perdono per il ritardo della pubblicazione, spero solo che questo capitolo vi piaccia >.< ho la sensazione che la qualità stia calando.. ditemi tutto quello che pensate, mi raccomando! Mi affido a voi anime buone <3

Ringrazio in anticipo chi leggerà e recensirà, chi leggerà e basta, chi passerà soltanto... ne, grazie a tutti, a prescindere xD

Alla settimana prossima! Sophie <3

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9: Il luna park e la gita

 

Le ragazze, dopo aver pranzato, decisero di procedere verso la strada del Luna Park, chiedendo anche ai ragazzi di andare con loro. Più che altro era Lluvia che insisteva tanto per vedere il suo amato Gray-sama, le altre due potevano anche stare tranquille da sole.

Si incontrarono intorno alle due di pomeriggio alle macchine e si divisero: ovviamente, maschi in macchina di Gerard e femmine con Erza. Stranamente fu Lucy a proporre la divisione: pur di stare attenta ad ogni parola di Natsu, aveva preferito patire la guida da pazza della sua amica.

Il Luna Park non era di certo uno dei più grandi che avessero mai visto, ma c'erano giostre per tutti i gusti, bancarelle di dolciumi vari e stand di giochi, dove si potevano vincere premi ad ogni punteggio fatto.

Erza e le altre parcheggiarono nella piazza adiacente semi-piena: evidentemente era l'unica cosa che si potesse fare di divertente in quella zona, per quello c'era un bel po' di gente. Si sedettero su un muretto e aspettarono.

<< Perchè non sono ancora qui?? >> domandò Lluvia. Che fatica aveva fatto per staccarsi dal suo amato! Però si era fatta promettere una giostra con lui, e la turchina aveva già in mente cosa fargli fare.

<< Non lo so, eppure erano dietro di noi... >> che fosse andata troppo veloce? Naaaaaa, Erza era sicura al cento per cento di non aver superato nessun limite, quella volta. << Lucy, chiamali un po'... magari si sono persi. >> ipotizzò, anche se le pareva assurdo.

Lucy sospirò, prese il telefono e iniziò a comporre il numero, quando l'apparecchio le vibrò tra le mani, con il nome “Gerard” che brillava in blu. Sbloccò lo schermo e accettò la chiamata. “Pronto, dimmi!” disse, sorridendo tranquilla.

“Lucy, abbiamo avuto un problema.” esordì la voce all'altro capo del cellulare: non era Gerard, ma Gray.

“Gray? Che succede?” al suono di quel nome, Lluvia drizzò le orecchie e lanciò un'occhiata omicida all'amica.

“Quel deficiente di Natsu è stato male e adesso stiamo andando pianissimo, che altrimenti vomita.” si sentiva la voce di Natsu che si difendeva dall'insulto con poca insistenza.

“Oh... ti passo Erza per le indicazioni?” Lucy continuava a sentire uno strano istinto omicida provenire dall'amica dai capelli blu, per quello cercava di passare il telefono ad Erza. Non capiva perché Lluvia si fosse fissata così, non le piaceva Gray!!

“Va bene, grazie.”

La bionda porse il telefono alla rossa, che si appartò a spiegare la strada.

<< Rivale in amore.. >> mormorò Lluvia a denti stretti. << Hai parlato con Gray-sama, vero?? >>

<< Mhm... sì... >> annuì cautamente l'altra, pronta al peggio.

<< Vi dicevate frasi romantiche? Arrenditi Gray-sama sarà solo mio! >>

<< Guarda che mi hai sentita! Mi ha detto che Natsu sta male per cui stanno andando pianissimo.. >> sbuffò, incrociando le braccia al petto. << Per quello che vale, Gray è già tuo. >>

<< E allora chi ti piace, scusa? Gerard o Natsu? >> l'istinto omicida scomparve in un nanosecondo, facendo tirare un sospiro di sollievo alla ragazza.

<< Nessuno dei due.. >>

<< Ma con chi andrai sulla ruota panoramica?? >>

<< Perchè dovrei andare sulla ruota, scusa? >>

<< Perchè è la giostra più romantica di tutte, dove la coppia di innamorati può promettersi eterno amore senza essere disturbata! >>

Lucy roteò gli occhi al cielo. << Non sono innamorata di nessuno, per cui non c'è bisogno che vada sulla ruota a promettere eterno amore... no? >>

L'amica scosse la testa, poco convinta. << No, no, Lucy! Devi scegliere chi dei due ti piace di più! >>

Era inutile cercare di convincerla, ormai aveva deciso che avevano tutte trovato l'amore, perciò tanto valeva darle un contentino per farla stare buona. << Allora, se proprio devo, scelgo Natsu... abbiamo già dormito insieme, quindi.. >> sussurrò senza pensare.

Lluvia arrossì violentemente, immaginandosi la sua amica e il ragazzo dai capelli rosa che facevano quello. << Lucy!! Non puoi fare certe cose con chi hai appena conosciuto!! >>

<< Mica l'ho voluto io, eh.. >>

Lluvia sgranò gli occhioni celesti, impallidendo. Si immaginava lui con un sorriso da maniaco che si avvicinava alla sua amica, mentre lei chiedeva pietà e lo implorava di non farle del male e.. << Lucy... povera Lucy... >> sentiva già le lacrime che le pungevano gli occhi a pensare alla sua dolce amica costretta a subire un'atrocità simile...

<< Ormai è passato! L'importante è che non lo sappia Erza. >> Lucy scrollò le spalle e fece l'occhiolino alla ragazza. Che piangeva. Perché stava piangendo? << Ohi, che succede?? >> le chiese, preoccupata.

<< Lucy... Lucy... >> Lluvia le saltò al collo e l'abbracciò stretta, singhiozzando. << Non devi sopportare tutto da sola, Lucy! Devi dirlo ad Erza, lei gliela farà pagare a quel bastardo! >>

<< Quel bastardo..? >> non si ricordava di aver chiamato così Natsu nel suo racconto.

<< Natsu!! Non me l'aspettavo da lui, sembrava così buono... e innocente.. >>

C'era decisamente qualcosa che non andava, perché stava insultando il ragazzo? Cosa diavolo aveva capito? << Lluvia... scusa una cosa, eh... ma sei sicura di aver capito cosa ti ho detto? >> domandò ad un certo punto.

Lluvia annuì, tirando su col naso e guardandola negli occhi. << Speravo non succedesse mai a nessuna di noi... lo speravo davvero... >>

<< Spiegami cos'hai capito, per favore.. >>

<< Sei sicura che non sia troppo presto per rivangare..? Non voglio che tu stia male, non dobbiamo parlarne per forza... >>

Lucy scosse la testa. << No, no, parla. Non ti preoccupare. >> aveva un sospetto, probabilmente non aveva capito una mazza...

<< Lui ti ha.. fatto del male, no? Ha abusato di te... >> non riusciva più a continuare, aveva un groppo in gola enorme solo a dire una cosa del genere.

La bionda sbuffò: appunto, non aveva capito un tubo. << Hai frainteso... quel tonno ha dormito in camera mia perché era convinto che fosse la sua.. e non è successo niente, credimi. >> le fece un sorriso dolce. Dopotutto era stata carina a preoccuparsi così... per niente, in effetti, ma almeno aveva visto quando Lluvia tenesse a lei.

<< Sicura?? Quindi stai bene? Non ti ha fatto del male?? >>

<< Ma no!! Non credo che Natsu ne sarebbe mai capace! >> le sorrise e le mise una mano sulla testa per consolarla. Non a caso era una delle sue migliori amiche, pensò Lucy intenerita. L'immenso cuore di Lluvia la sbalordiva tutte le volte.

<< Oh meno male!! Sono così contenta che non sia successo nulla!!! Ma come fai a dire che non lo farebbe mai?? >>

<< Beh abbiamo dormito insieme e non mi ha neanche sfiorata... e poi ieri sera, quando l'ho accompagnato a vomitare, gli ho chiesto se mi abbracciava e l'ha fatto, senza pensarci due volte. >> annuì, convinta. << Sembrerebbe un bravissimo ragazzo, non sei d'accordo?? >>

Allora Lluvia capì tutto quanto. << Non ti preoccupare, Lluvia scoprirà se anche Natsu prova le stesse cose per te! >> le prese le mani, determinata. Avrebbe fatto il possibile per lasciarli soli e fare i piccioncini... così lei non avrebbe interferito con la sua storia d'amore con Gray-sama. Adesso era tutto perfetto.

<< Aspetta cosa? Guarda che non c'è bisogno che->>

<< Non ti preoccupare, Lluvia ha tutto sotto controllo. >> la turchina le fece l'occhiolino, per poi raggiungere Erza che aveva appena terminato la chiamata con i ragazzi.

È proprio questo che mi preoccupa,pensò la bionda, con una punta di terrore in corpo. Non aveva idea di cosa aspettarsi dall'amica, ma qualcosa le diceva che non avrebbe dovuto attendere molto.

 

I ragazzi arrivarono circa cinque minuti dopo, piano, molto piano, e parcheggiarono di fianco all'auto di Erza, abbastanza lontano per lasciare a Natsu tutto lo spazio per spalancare la portiera e strisciare fuori. << Aria! Terra! Libertà! >> borbottava, abbracciando il terreno e strusciando la faccia sull'erba.

<< Smettila, cretino. >> lo ammonì subito Gray, uscendo dal posto del passeggero e venendo immediatamente abbracciato da Lluvia.

<< L-lucy... aiutami.. >> Natsu si attaccò alle caviglie della ragazza, facendola spaventare: sembrava uno zombi, e lei aveva il terrore degli zombi. Cosa c'era di peggio di una persona morta, puzzolente ed idiota che cercava di mangiare altre persone vive? Niente, appunto. Anche i vampiri erano non morti, certo, ma almeno loro si davano un tono, erano belli da vedersi, e non mangiavano come bestie, succhiavano semplicemente il sangue. In effetti, l'obiettivo finale di entrambe le specie era uccidere per nutrirsi... ma se avesse potuto scegliere, Lucy avrebbe sicuramente optato per una morte causata da un vampiro, senz'ombra di dubbio.

<< Natsu... sembri... sembri.. >> la bionda impallidì, seppur conscia dell'idiozia della sua reazione. Lo vedeva, eh, lo vedeva che era Natsu, ma era davvero terrorizzata!! Era una di quelle paure inconsce e senza un senso logico, non ce la faceva proprio.

<< Lucy...? >>

<< Natsu-san, Lucy ha paura degli zombi... >> gli spiegò tranquillamente Lluvia, facendogli un sorriso. << Ti aiuto io! >> gli porse la mano e lo aiutò a rimettersi in piedi.

La bionda fece dei profondi respiri, poi si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla. << Scusa... è che proprio ho il terrore di qualsiasi cosa ricordi gli zombi... >> si scusò, un po' in imbarazzo per essersi comportata come una bambina.

<< Non importa!! Adesso sto meglio! >> il ragazzo inspirò profondamente delle grandi boccate d'aria e saltellò sul posto, per riprendersi completamente dalla brutta avventura in macchina.

<< Non capisco come tu faccia a patire la macchina sempre. >> Gray guardò l'amico scuotendo la testa con disappunto.

<< Ognuno ha le sue croci... c'è chi soffre di mal d'auto, c'è chi è un esibizionista e si spoglia ovunque... >> gli rispose a tono Natsu, ridacchiando soddisfatto della sua frecciatina.

<< Cheeeeee, vuoi litigare? >> Gray gli si mise di fronte e si battè una mano sul petto nudo.

<< Gray-sama, la maglia... >> Lluvia si coprì gli occhi, tutta rossa per la vergogna. Vedere il suo futuro marito così, mezzo nudo.. doveva darle un minimo di preavviso, insomma!!

<< Maledizione! >> il moro imprecò, facendo scoppiare a ridere Natsu.

<< Fanno sempre così? >> domandò Erza a Gerard, che sospirava esasperato.

<< Almeno un paio di volte al giorno. >> spiegò il ragazzo. << Ed in genere si aggiunge anche Gajil, ed in qualche modo mettono in mezzo anche me. >> continuò con un tono vagamente lamentoso.

<< Povero Gerard! >> Erza gli scompigliò i capelli ghignando, per poi ritrarre la mano leggermente a disagio. Non era da lei dare tutte queste confidenze ad una persona appena conosciuta, senza contare che era un ragazzo, un bel ragazzo.

 

*-*

 

<< Dove stiamo andando? >> chiese Levy, assottigliandosi il più possibile contro la grande schiena di Gajil. Non le piacevano le moto, non le piaceva la velocità e non sopportava le strade sterrate. Precisamente tutto quelle che stava facendo in quel momento. Se solo l'avesse vista suo padre!!... no, in effetti no, a suo padre non sarebbe importato, non avrebbe avuto una reazione neanche se si fosse presentata a casa con un enorme tatuaggio a coprirle la faccia.

<< In un posto che visitavo con mio padre... manca poco, comunque. >>

Infatti, dopo ancora una decina scarsa di minuti, finì la discesa e Gajil fermò la moto in uno spiazzo verde. Aiutò la ragazza a scendere dalla moto e aspettò che si godesse il panorama. Davanti a loro c'era un grande prato verde, un piccolo lago blu e altre salite ripidissime per tornare alle strade sterrate. Era un piccolo angolo di paradiso, doveva ammetterlo.

<< Allora? Sorpresa? >> domandò il ragazzo, un ghigno divertito in volto e il casco sotto braccio.

<< In effetti... non credevo che un orso come te conoscesse un posto così bello. >> gli lanciò una frecciatina. Era inutile, sul serio, ci aveva provato in tutti i modi a non dire cattiverie, ma non ci era riuscita, era come se se le tirasse dietro da solo!!

<< Sei un gamberetto impertinente. >> lui le diede un leggero scappellotto dietro la nuca, roteando gli occhi al cielo.

<< Ehi! E poi perché mi chiami gamberetto? >>

<< Hai sempre addosso cose di quel colore! E poi sei piccola, in confronto alle tue amiche sembri un gamberetto. >>

<< Oh, scusi tanto se non sono di suo gradimento! >> la ragazza gonfiò le guance e arrossì, mettendo le mani sui fianchi e piegandosi leggermente in avanti.

<< Migliorerai, migliorerai. >> lui le mise una mano sui capelli, facendole un gran sorriso tranquillo. Poi si allontanò, contò fino a tre per sentire le urla della ragazza.

<< COSA INTENDI DIRE CON QUESTO??? >>

<< Vieni a mangiare, muoviti! >> si trattenne dallo scoppiare a ridere: non si era mai sentito così libero di prendere in giro una ragazza che non fosse Lluvia. E anche con lei ci aveva messo un sacco di tempo per prendersi quella confidenza.

<< COME VIENI A MANGIARE?!?!?!?! >>

<< La smetti di urlare? >> Gajil si sedette sotto un albero in ombra da un lato della piazzola. << T'oh, che panino vuoi? >> stese un telo stile etnico arancione scuro e aprì lo zainetto, svuotando una serie di tramezzini al centro del telo.

<< Li hai fatti tu? >> Levy lo raggiunse, anche se continuava ad essere poco convinta. Com'era riuscito a convincerla ad uscire da soli? Quell'orso bruto?

Lui fece una smorfia. << Serve una laurea per fare dei panini? >> roteò gli occhi al cielo. << Allora, cosa vuoi? >>

<< Scusa, scusa. >> la ragazza si sedette a gambe incrociate di fronte a Gajil, e sospirò. Avevano deciso di ricominciare, no? Perciò doveva mordersi la lingua e sorridere finché lui non avesse smesso di prenderla in giro. Sì, doveva solo fare così. Aspettare. << A cosa sono? >> chiese: erano tutti avvolti nella carta velina, in modo che si potesse vedere l'interno senza doverli scartare.

Il ragazzo allora iniziò ad elencarle tutti i gusti, contandoli sulle mani. Aveva contato due panini per gusto e due panini a testa. Esagerando molto, lui mangiava quanto un bue affamato e lei sembrava non mangiare troppo, aveva portato dieci panini salati e quattro dolci.

 

Non si era mai sbagliato così tanto. Quella piccoletta mangiava tanto quanto lui.

<< Non ce la faccio più... >> mormorò Levy, mangiando l'ultimo boccone del quarto panino.

<< Non è possibile. >> lui rimase a bocca spalancata per un altro paio di secondi, sconvolto per quanto diavolo riuscisse a contenere lo stomaco della marmocchia.

<< Cosa? >>

<< Tu... hai mangiato quanto me... >> sussurrò. Non riusciva a crederci.

<< Beh, sono in post sbronza e non sto alla grande... ma in genere mangio il giusto. >>

<< Il giusto?? Ma che cavolo!! >> si passò una mano tra i capelli corvini, sbattendo le palpebre. Era ancora incredulo: era uscito con molte donne, anche più grandi, ma sempre con una linea in comune. Lei invece era completamente all'opposto, stravolgeva tutto il suo ideale di donna con una semplicità disarmante. Mangiava come un cavallo, era piccola e gracilina, di certo non come le donne formose e con poco appetito che conosceva.

<< Dimmi. >> la ragazza fece un sorriso tranquillo. Quando conosceva qualcuno di nuovo cercava di tenere a bada il “mostro”, come le sue amiche chiamavano il suo stomaco abnorme, però quella volta era diverso. Quella volta aveva deciso che faceva quello che le pareva, era convinta che Gajil avrebbe gestito bene il suo accumulo di stranezze e contraddizioni.

<< Sei assurda, lascia che te lo dica. >>

<< Sono molto diversa da quello che credi. >> disse. Si alzò, si sgranchì le gambe e si stiracchiò. << Che fai, stai lì imbambolato ancora un po'? >> lo punzecchiò, avviandosi lentamente ed ondeggiando verso il laghetto. Sarebbe stato divertente, questo era poco ma sicuro. E poi doveva ancora capire bene quella logica del colpo di fulmine.

 

*-*

 

Natsu si era rifiutato categoricamente di salire sulla ruota panoramica. Sapeva sarebbe stato male, perché era evidentemente un mezzo di trasporto pericolante, per cui ci aveva rinunciato. E Lucy aveva deciso di tenergli compagnia, sia perché le faceva pena a girare da solo per le giostre, sia perché non avevano ancora parlato del piccolo incidente di quella mattina.

<< Vuoi qualcosa da mangiare? >> domandò tranquilla la bionda, intrecciandosi le mani dietro la schiena.

<< No... >>

<< Sei sicuro? >> lei lo guardò bene e notò che si stava tenendo la pancia. << Dai, vieni! Mangiamo qualcosa! >> ridacchiò, lo prese per il polso e lo trascinò ad una bancarella che faceva panini giganteschi. Ne ordinarono due ed aspettarono che arrivassero al tavolino di plastica. << Sembrano buoni. >>

<< Lucy, devo dirti una cosa. >> Natsu arrossì leggermente ed abbassò lo sguardo scuro.

<< Dimmi! >> lo osservò e si sentì il petto in fiamme. Sembrava un bambino carinissimo, uno che stava per confessare qualcosa di imbarazzante, come aver bagnato il letto. Un momento, non era che...

<< Non ho i soldi per pagare il panino.. >> sussurrò.

Lucy tirò un sospiro di sollievo: meglio. << Non importa, te lo offro io! >> gli sorrise teneramente.

<< Quando saremo a casa ti ridarò i soldi. >>

<< Ma non importa! >>

<< No! Importa a me! Se Elfman sapesse che mi sono fatto pagare da mangiare da una donna... >>

<< Elfman? Strauss? >> il mondo era minuscolo, pensò Lucy. Elfman era il fratello minore di Mirajane, un'amica di infanzia di Erza e amica loro.

<< Sì! Lo conosci? >> Natsu sgranò gli occhi. Arrivarono i panini in quel momento, due giganteschi panini ripieni delle peggio schifezze.

<< Conosco le sue sorelle. >> gli rispose. Addentò il suo enorme panino: la cosa più buona che avesse mangiato oltre le cene dalle sorelle Strauss. << Ommioddio, è buonissimo! >> esclamò, particolarmente sorpresa.

<< Vero!! >> anche Natsu concordò, ma mordendo la sua merendina si sporcò la faccia di salsa, facendo scoppiare a ridere la ragazza di fronte a lui.

 

*-*

 

Cosa faccio, adesso?, pensò Gray facendo ben attenzione a non voltarsi a guardare la ragazza dai capelli blu di fronte a lui. Teneva gli occhi puntati fuori dal finestrino, sul bellissimo paesaggio di montagna.

Non aveva neanche fatto in tempo a dire che non aveva voglia di fare quella giostra che Lluvia l'aveva trascinato dentro borbottando qualcosa sul promettersi eterno amore o simili. << Si sta bene quassù, non pensi? >> provò a dire con noncuranza.

<< Soprattutto perché siamo soli, Gray-sama e Lluvia... sulla ruota panoramica... >> la ragazza arrossì violentemente, coprendosi la faccia con le mani.

<< Oddio, a cosa stai pensando adesso?? >> in effetti non le aveva mai chiesto cosa comportassero le sue fantasie su di lui: aveva almeno trenta minuti di giro, poteva sopportare le fantasie di Lluvia.

<< Gray-sama non vorrebbe saperlo... >> la ragazza fece un sorriso dispiaciuto. Comprendeva di non essere normale, non le andava semplicemente di investire il suo amato con le sue paranoie.

<< Te l'ho chiesto! Dai, dimmi! >> in fondo era simpatica, era divertente avere un'ammiratrice tutt'altro che segreta.

<< Beh... ecco... Lluvia aveva pensato... insomma... al matrimonio... >> man mano che parlava, la voce andava sempre più affievolendosi.

<< Al? >> infatti, il ragazzo non aveva capito.

<< Matrimonio... tra Gray-sama e Lluvia... >> ripetè lei, diventando ancora più rossa, se possibile. Ora si aspettava che lui le ridesse in faccia, che la prendesse per pazza, che la insultasse e...

<< E com'era? >> oh, questo no, non se l'aspettava.

<< Cosa? >> spalancò gli occhioni turchini e aprì un poco le labbra, in un'espressione di sorpresa dolcissima.

<< Il matrimonio! Com'era? >> Gray aveva deciso di assecondare il flusso. Non sarebbe mai riuscito a sopravvivere nuotando contro corrente, perciò si era convinto a lasciarla fare. Nel limite del possibile, ovviamente.

<< Oh... oh. Era molto bello... c'era musica dal vivo, c'erano un sacco di dolci e tanto cibo da coprire dieci tavolate... e poi c'era tutta la mia famiglia, quella di Gray-sama, i nostri amici e... >>

<< Hai immaginato anche i testimoni? >>

Lluvia annuì. Aveva raccontato delle sue fantasie solo alle altre tre, nessuno sapeva cosa le passava per la testa meglio di loro. << Io avrò Lucy come testimone, mentre Gray-sama avrà Natsu. >>

<< Natsu? Sicura?? >> Gray ridacchiò, immaginandosi anche lui la scena. Non aveva mai visto Natsu vestito bene, e in realtà non sapeva se avrebbe chiesto davvero a lui SE MAI si fosse presentata la situazione.

<< Beh, sì, credo che Natsu-san sia molto amico di Gray-sama... penso che accetterebbe. >>

<< Se si mangia gratis, quella cozza di appiccica anche fosse un funerale. >> disse, facendo ridere la ragazza. Si accorse solo in quel momento di quanto la risata di Lluvia fosse cristallina, e dolce, e soave, e... bellissima. Come la ragazza che la possedeva, d'altronde. Con le guance leggermente imporporate, le labbra rosse e apparentemente molto morbide, quel berretto blu che le lasciava dei ciuffi di capelli sulla fronte, il vestito lungo... si costrinse a distogliere lo sguardo, sentendo il viso andare in fiamme.

All'improvviso, la cabina della ruota dondolò pericolosamente, poi la giostra interruppe il suo giro.

<< GRAY, GERARD!! >> il moro si sentì chiamare da fuori, per cui si sporse dalla finestra e notò Natsu che si sbracciava da terra. << LA GIOSTRA HA AVUTO UN GUASTO! CI VORRÀ PIÙ DEL PREVISTO! >> il rosato guardò verso un omino con la maglia a righe che gesticolava come un pazzo. << IL SIGNORE DICE DI NON FARSI PRENDERE DEL PANICO!! DICE CHE FARÀ IL POSSIBILE PER FINIRE ENTRO UN'ORA! >>

<< Cosa dice Natsu-san? >> domandò la turchina, inclinando la testa di lato.

<< La giostra si è rotta e staremo fermi per un'altra ora. >>

 

*-*

 

<< Questo è un problema. >> Gerard si appiattì il più possibile contro il sedile, spingendosi all'indietro e stringendo ancora di più le mani sui corrimano. Il suo limite massimo in un posto chiuso era proprio un'ora. Cominciava a sentirsi male.

<< Come mai? Non abbiamo fretta. >> spiegò Erza, accavallando le gambe e sorridendo al ragazzo davanti a lei.

<< Non è quello. >> lui scosse la testa, sbiancando.

<< Soffri di vertigini? >>

<< Claustrofobia, per essere precisi. >> rettificò, chiudendo gli occhi.

<< Cosa fai in genere quando ti capita? >> Erza doveva aiutarlo. Lo sentiva dentro, doveva assolutamente fare di tutto pur di aiutarlo a stare meglio. Aveva come la sensazione di conoscerlo da una vita, forse era semplicemente feeling. Non era strano che si prodigasse per aiutare qualcuno, ma così tanto no, non sapeva neanche bene come comportarsi.

<< Se posso, esco dalla stanza. >>

La ragazza si sporse dal finestrino e controllò i tubi di ferro che tenevano la cabina. Si poteva fare, uscire e scendere da lì... però Gerard doveva essere molto atletico. << Come te la cavi con la pertica? >>

<< Che? >> il ragazzo aprì cautamente un occhio e notò la sua compagna di disavventure seduta sul finestrino come se niente fossero. Era pazza, probabilmente.

<< La pertica. Insomma, hai le braccia che ti reggono bene? >>

<< Ma perché? >>

<< Possiamo provare a scendere! >> fece un grande sorriso innocente.

Gerard si trovò a correggersi mentalmente: era pazza, punto. << Non possiamo scendere come scimmie!!! >> l'ammonì, ridacchiando all'idea di loro due che cercavano di scendere da quella cabina.

<< Oh... okay. >> Erza abbassò lo sguardo, leggermente dispiaciuta. Poi però le venne in mente un'altra idea. << Beh, allora cercherò di distrarti. >> si battè un pugno sul palmo della mano.

<< Come? >> lui sorrise intenerito dalla foga che ci metteva Erza nel cercare di aiutarlo. Era una pazza molto buona, ecco.

<< Per esempio... ho la sensazione di conoscerti da n sacco di tempo. >>

<< Mhm... è una cosa bella... credo... >>

<< NO! Intendevo... per caso hai partecipato a qualche festa degli orfanotrofi di Magnolia? >>

<< Una festa..? In realtà ho partecipato a tutte, quando ero piccolo. >>

<< Allora ci siamo visti sicuramente lì! >> la ragazza fece un enorme sorriso. Ecco, era tutto chiaro!! Le sembrava troppo familiare, poi con quel tatuaggio strano sulla faccia!

<< Ero uno dei bambini di quello che adesso è chiuso. >> confessò immediatamente.

Erza spalancò gli occhi. Anche lui... era come lei? Anche lui era un orfano? Sembrava destino. << Io ero in quello vicino al supermercato. >> gli sorrise emozionata. Amava le sue amiche, ma adesso poteva parlare con qualcuno di come ci si sentiva ad essere... soli.

<< Allora siamo colleghi, più o meno. >> Gerard le strinse le mani tra le sue, trasmettendole calore. Da bambino aveva fatto parecchie idiozie, non poteva negarlo: non era stato uno che riusciva a rigirarsi la sofferenza, che se la teneva per sé, piuttosto uno che cercava di far soffrire gli altri cerando qualcuno simile a lui. Poi, quando era stato preso in affidamento dalla famiglia Fernandes, aveva capito che aveva sbagliato tutto. Era convinto che Erza fosse stata una bambina che lo avrebbe contrastato sempre, avrebbe protetto tutti i bambini dai suoi dispetti. Forse era davvero destino che si fossero incontrati in quel momento.

 

*-*

 

<< Adesso abbiamo ancora un'ora! >> sorrise Lucy a Natsu, che annuì. << Che vuoi fare? >>

<< Non sono il tipo da fare le giostre... >> si scusò, ma poi si illuminò. << Però possiamo giocare alle pesche! Ho qualche monetina! >> prese Lucy per mano e la trascinò in tutti i banchi di pesca fortunata, cercando il premio adatto. Era sicuro che avrebbe vinto qualcosa, era bravo in quelle bancarelle. Si fermò di scatto quando notò il pupazzo di un gatto azzurro, bello grosso, apparentemente molto morbido. Lanciò uno sguardo a Lucy ed annuì: avrebbe ringraziato la sua nuova amica bionda con quel gatto. << Signora, cosa devo pescare per avere quel gatto? >> domandò con trasporto alla vecchia signora dello stand.

<< Che bel giovanotto, mi ricordi tanto mio nipote. >> la vecchietta lo guardò, ignorando completamente la sua domanda.

<< Vorrei vincere quel gatto. >> ripetè allora Natsu, dandole uno sguardo eloquente.

<< È per la tua bella fidanzata? >>

Alla domanda della vecchia, Lucy impallidì. Fece per iniziare a parlare, ma Natsu la precedette: << Sì, è per Lucy! >> perché non l'aveva contraddetta? Chissà che avrebbe pensato, adesso! Un momento, ma aveva detto davvero che era per lei? Perché voleva regalargli quel pupazzo?

<< Allora prego! Devi pescare dieci cigni che valgano dieci punti l'uno. Buona fortuna, bel giovanotto! >> la vecchia gli diede la canna e si spostò su un lato.

 

Venti minuti dopo erano ancora lì. Evidentemente la fortuna aveva lasciato il fianco di Natsu Dragneel, ma di certo non poteva arrendersi.

<< Natsu... non importa... >> mormorò Lucy: ormai c'era una serie di gente che aspettava di poter giocare, e avevano una faccia tutt'altro che rassicurante.

<< Devo prenderlo, abbi fede! >> il ragazzo si morse la lingua concentrato e tirò su l'ultimo cigno. Per la terza volta.

La vecchia lo voltò piano, fece un gran sorriso e gli indicò il gatto. << È tuo, ragazzo. Buona fortuna! >> alla fine era come se se lo fosse pagato quel pupazzo... e poi le faceva tenerezza quel giovanotto sfortunato, non voleva fargli fare un quarto giro.

Natsu esultò e prese il grande gatto blu, dandolo alla ragazza. << Ecco, tieni! >>

<< Ma.. perché..? >> Lucy arrossì, nascondendo la faccia nel morbido peluches blu.

<< Mi hai salvato da Erza! Ti sono debitore, Lucy. >> le diede un piccolo bacio sulla guancia e sorrise allegramente, iniziando a camminare con le mani dietro la nuca.

La ragazza fece un sorriso. Lo conosceva da poco, vero, eppure sentiva che il loro legame era già molto profondo. << Natsu, aspettami! >> lo rincorse, ridendo.

 

 

 

 

 

Sophie's space_____

Ok ok, dunque, ho provato ad essere un minimo romantica, ma mi rendo conto di non saper abbandonare la mia vena di delirante nonsense, vi chiedo perdono <3

Non ho molto tempo, quindi vi ringrazio alla veloce tutti quanti, vi mando un mega abbraccio morbidoso e vi aspetto, puntuali (yeeee), mercoledì prossimo! Ah, ultima cosa, questa piccola parte Nalu è per la mia amica silenziosa che non recensisce, la mia Hachi.

Vi voglio un mondo di bene <3

Sophie.

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10: Punizioni 

 

Levy se ne stava seduta sulla riva del piccolo lago, abbracciandosi le gambe e con il mento appoggiato alle ginocchia. Continuava a chiedersi come mai quell'altro non le avesse ancora fatto fare niente. Quello era l'accordo, se avesse perso avrebbe dovuto fare qualcosa che lui le avrebbe chiesto, ma non aveva ancora detto niente a quel proposito. Avrebbe dovuto ricordarglielo lei? No, no, meglio di no, non voleva distrarlo da... qualsiasi cosa stesse facendo con la moto.

Si alzò quasi di scatto e gli si avvicinò, estremamente curiosa. Eh sì, perché era sempre stata curiosa di capire come si faceva la manutenzione di una moto, le erano sempre piaciuti i motori e... eh? Che?

<< Vuoi dirmi qualcosa? >> le domandò Gajil, percependola avvicinarsi. Non sapeva come, non si era girato ma era sicuro al cento per cento che la piccoletta si fosse fatta avanti. Aveva sentito un profumo di muschio bianco fortissimo pungerle le narici.

<< Ehm... >> Levy venne presa alla sprovvista. Non si era accorta di essersi mossa, non si era resa conto di stare osservando intensamente quello che faceva, come se stesse cercando di capire. << Che stai facendo? >> domandò, infine. Si sarebbe sforzata di essere una grande conoscitrice delle anime meccaniche e profondamente interessata a tutto quello che riguardavano i componenti di una motocicletta, ecco cos'avrebbe fatto.

<< Cerco di far sì che la moto vada avanti ancora per un bel po'. >> rispose enigmatico. Magari l'avrebbe sorpreso anche in quel campo?

<< Metti a posto la marmitta? >> aveva usato l'unica parola che si ricordava c'entrasse qualcosa con i motori. Sperava solo che la marmitta fosse anche nelle moto, altrimenti avrebbe fatto una figuraccia.

<< In un certo senso, la sto pulendo. >> il ragazzo si guardò le spalle e vide Levy che osservava. << Te ne intendi? >> le chiese, anche se poco convinto.

<< Certo! >> ma perché non poteva semplicemente ammettere di non capirci una mazza di motori?

<< Allora cosa potrei fare, secondo te, per pulirla meglio? >>

<< Oh beh, che domanda! Ovviamente dovresti... usare lo sgrassatore? >>

<< Che? >>

<< Certo, lo sgrassatore, no? >>

Gajil rimase in silenzio, immaginandosi Levy con i guanti e lo sgrassatore per la cucina in mano, e scoppiò a ridere a crepa pelle. Senza pensare ai danni che avrebbe potuto fare alla sua povera marmitta! Per l'amor del cielo, avrebbe voluto farla sporcare tutta e lavorare sulla moto, solo per vedere quanto avrebbe resistito prima di ammettere che effettivamente non ne sapeva niente. Oh, ottima idea, avrebbe potuto farlo davvero. << Che ne dici se la pulisci tu? O preferisci farci un giro? >> non avrebbe mai permesso che qualcuno montasse sulla sua moto senza saperlo, ma con la marmocchia poteva fare un'eccezione. Beh, no, non proprio. Se lui l'avesse controllata, allora sì, si poteva fare.

Levy tremò impercettibilmente: doveva scegliere cosa fare. Continuare a dire bugie e rischiare di fare seri danni con quella povera motocicletta o ammettere di non capirne nulla e.. guidarla? Tic tac, il tempo scorreva e doveva decidere in fretta. Serrò gli occhi e quello che uscì dalla sua bocca non fu altro che un flebile sussurro: << Guidarla. >>

Il ragazzo fece un largo sorriso spocchioso: forse avrebbe preferito farla macchiare d'olio, ma andava anche bene così. Avrebbe anche potuto non dirle come si faceva e vedere come andava giù. << Okay, benissimo. >> si mise in piedi, battè le grandi mani leggermente annerite, e le indicò la sella. << Ti è andata bene, non è una moto da cross, è abbastanza larga. >> le confessò.

<< Ah sì, mi è andata proprio di culo. Già. Lo pensavo anche io. >> brontolò la ragazza. Come si saliva su quel coso? Come si accendeva? E poi, che cosa diavolo era la marmitta?? Forse doveva usare una chiave per farla muovere: vedeva nei telefilm che era facilissimo far partire una moto, quindi... insomma, che ci voleva?

<< Vuoi una mano? >> le domandò, umettandosi le labbra. Era... strano vederla così nel pallone. Aveva l'ingombrante impulso sia di lasciarla procedere per la sua strada, e quindi schiantarsi per tera e prenderla in giro poi dopo; sia di toglierla da quell'impiccio e farla leggere uno dei suoi libri.

<< No. >> rispose. << Non dovrebbe essere così difficile. >> sussurrò tra se e se, prendendo poi un enorme respiro. Okay, poggiare un piede, poi tirare su l'altra gamba e sedersi sul sellino o sedile o come diavolo si chiamava. Dopo un altro paio di secondi di organizzazione mentale, riuscì a mettersi in sella. << Questa è la cosa che avrei dovuto fare per te. Dopo di questo, saremo pari. >> decretò la ragazza, interiormente soddisfatta di se stessa. Almeno era riuscita a salire! Poi, dunque, cos'è che facevano nei telefilm? Oh, sì, mettevano in moto e giravano una delle manopole del manubrio. Girò cautamente la chiave di fronte a lei e diede gas. Troppo gas. La moto sotto di lei ruggì come una bestia selvaggia e scattò violentemente in avanti.

Gajil non fece in tempo a riflettere, aveva preso in braccio Levy e aveva guardato la moto andare avanti per qualche metro e poi crollare rovinosamente a terra.

<< Credo di non essere capace. >> sussurrò la ragazza, sulla spalla di Gajil come un sacco di patate.

<< No, davvero? Non era tua intenzione far schiantare la moto? >> berciò il ragazzo, sospirando pesantemente. Da quando preferiva una donna alla moto? No, da quando preferiva qualsiasi cosa alla moto?

<< Scusa scusa! Sembrava facile in tv.. >> mormorò, arrossendo.

Gajil si sentì vibrare il pettorale. Pensò che fosse solo una sua impressione, ma continuò ancora per un po', finché non si rese conto che era il telefono della ragazza.

<< Potresti... mhm... farmi scendere, per favore? >> la voce di Levy gli arrivò come un soffio caldo sull'orecchio. La lasciò cadere senza un minimo di tatto, arrossendo violentemente e voltandosi verso il lago. << MA CHE MODI!!!! >> lo rimproverò la blu, rimettendosi in piedi e gonfiando le guance offesa. “Pronto!! Che c'è??”

*-*

“Levy-chan, è successo qualcosa?” Lucy spalancò gli occhi. L'amica aveva risposto in un modo così rabbioso che non la riconosceva quasi.

“Quell'idiota di Gajil....non importa, dimmi!”

“Oh.. è successo qualcosa...?” la bionda lanciò un'occhiata ad Erza, facendo in modo che non la sentisse. Era iperprotettiva con loro, non osava immaginare che cos'avrebbe fatto se avesse scoperto Levy così arrabbiata.

“Mi ha solo lasciata cadere a terra DI CULO.” sbraitò la ragazza all'altro capo del telefono, tanto che Lucy dovette allontanare il suo dall'orecchio. Era davvero arrabbiata.

“Mi spiace...”

“Non importa, gliela farò pagare. Cosa volevi dirmi, Lu-chan?”

“Ah, sì! Noi stiamo pensando di mangiare tutti in pizzeria, qui nel paese, a te va?” Lucy si ricordò improvvisamente quello che doveva dirle.

“Sì!! Grande idea! Tra quanto?” anche Levy sembrava contenta della proposta, lo si sentiva dalla sua voce squillante.

“Un paio d'ore... pensate di finire in un paio d'ore?”

“Finire cosa?” Lucy ridacchiò, maliziosa. Quanto era ingenua la sua piccola Levy! “LUCY, MA COSA DICI!!!”

La bionda scoppiò a ridere, attirando l'attenzione del resto del gruppetto. “Scherzavo, scherzavo!! Ci vediamo tra due ore davanti alla pizzeria... Erza dice che ce n'è solo una, quindi non dovreste perdervi.”

“Va bene, va bene... devo solo convincere questo orso spocchioso e scorbutico... OH, GUARDA CHE HAI INIZIATO TU!!!!”

“Vi siete già messi a fare gli sposini?” la prese in giro, mentre sentiva che quei due stavano litigando come marito e moglie.

Levy non rispose.

“Levy-chan?” che si fosse offesa così tanto da non risponderle neanche?

“TI SEMBRA IL CASO? NEANCHE CI CONOSCIAMO E- oh, Lucy, ci vediamo dopo okay? CHE CAVOLO RIDI TU???” e chiuse la chiamata.

Lucy non sapeva cosa fare. Richiamarla? Lasciarla perdere?

<< Che dice Levy-chan? >> domandò Lluvia, tenendo a braccetto un Gray alquanto esasperato. Farsi trascinare dalla corrente non era poi così facile come pensava sulla ruota.

<< Dice... “Ti sembra il caso neanche ci conosciamo” e qualche insulto... ma ci saranno. Entrambi, da quello che ho capito. >> riassunse la bionda, con l'espressione confusa in volto. Aveva ancora il cellulare in mano, e mentre parlava gesticolava.

<< Non ti preoccupare, Gajil-kun non le ha fatto nulla. >> sorrise la ragazza dai capelli turchini. Era sicura di quello che aveva detto. Forse. Massì, era sicura.

<< Se così non fosse, lo ammazzo. >> disse candidamente Erza, facendo rabbrividire tutti i ragazzi. Con uno sguardo, poterono tutti concordare sul fatto che fosse semplicemente spaventosa. Gerard avrebbe aggiunto anche “meravigliosa”, ma se lo tenne per sé.

<< Non ce ne sarà bisogno, sono sicura. >> il tremore nella voce di Lluvia era sintomo della paura di perdere il suo migliore amico. Meglio non pensarci, decise.

<< Come volete... comunque, Natsu, hai perso la sfida. >> Erza si illuminò di una luce malvagia, e si voltò come la classica cattiva dei film di spionaggio: lentamente e inesorabilmente.

<< Quale sfida? >> il ragazzo cadde dalle nuvole, inclinò la testa di lato e spalancò gli occhi.

<< Quella di ieri! Tu hai vomitato, quindi ho vinto. >> la rossa annuì, vittoriosa, mentre le amiche speravano che non gli facesse fare niente di troppo strano.

<< Ma non è giusto!! >> si lamentò lui, infatti. Come dicevano quella mattina, non era una logica proprio lineare, ecco, ma andarle contro era sempre a proprio rischio e pericolo.

<< Levy è uscita con il vostro amico per questo, ha perso. >> spiegò. << Perciò adesso devi fare qualcosa. >>

<< Fallo andare sulla ruota! >> le consigliò Gray, immaginandosi già il suo amico in preda alle nausee dentro la cabina della ruota panoramica.

<< No, no... >> fece un sorriso malefico, qualcosa che preannunciava l'imminente catastrofe, qualcosa di terribile. Lucy sentiva un brivido gelido che le percorreva la schiena. Aveva una pessima sensazione. << Dovrai dirmi la cosa più stupida che hai fatto. >>

<< Durante la sua vita? Sarà lunga... ne ha fatte di cretinate. >> Gerard cominciò a pensare: magari avrebbe potuto aiutare l'amico facendo una piccola lista delle cose più stupide fatte da Natsu da quando si conoscono. Quando era andato in giro nudo al primo anno, quando si era messo contro i più grandi della scuola, quando aveva insultato il preside per difendere una sua compagna, quando aveva mangiato cinquanta bomboloni alla crema tutti in una sera... mhm, sarebbe stata più dura del previsto.

<< No, intendo tra ieri e oggi! >>

Oh. Lucy sbiancò, Lluvia la vide ed intuì quello che stava per succedere. Come anche Gerard, e poco dopo, anche Gray. Il panico più totale aleggiava nell'aria, speravano tutti che fosse abbastanza imbecille da essersi dimenticato di quella piccola avventura mattutina.

Natsu pensò e ripensò, ma non gli veniva in mente di così scemo da poter essere incoronato come “la cosa più stupida”. Poi però, gli tornò in mente quella mattina, e quello che aveva detto Lucy mentre erano soli “Penso sia una delle cose più stupide che abbia mai fatto... dormire con qualcuno che non conoscevo, dico. Se solo lo scoprisse Erza...” << Ah! Ma allora è facile! Ho dormito con Lucy! >> disse, soddisfatto di se stesso. Poi si rese conto di quello che aveva fatto. << No, forse è stato dirtelo... >> mormorò, arretrando di qualche passo.

Porca puttana, pensò Lucy, disperata.

Erza non si tolse il sorriso di faccia, ma si avvicinò al ragazzo dai capelli rosa molto piano, mentre si scrocchiava le dita ed il collo.

<< Erza, non è successo niente, davvero, posso... >> Lucy si coprì gli occhi, mentre iniziava la rissa del secolo.

 

Dopo aver malmenato Natsu, la rossa decise di ascoltare cos'avessero da dire gli altri.

<< Allora? Cosa stavi dicendo? >> disse, pulendosi le mani ricoperte di sangue e tirandosi per bene i pantaloni scuri. Guardò Lucy, che cercava di fare aria a Natsu con le mani per farlo riprendere. Era decisamente svenuto. Ma svenuto alla grande.

<< Che... non è successo niente di male... >>

<< Non ti ha toccata? >>

<< No... cercavo di dirtelo. Aveva solo sbagliato stanza perché era buio, se n'è accorto quando si è svegliato. >> Natsu continuava ad essere svenuto, pieno di lividi e sangue ormai rappreso attorno alla bocca e al naso. << Porca miseria, ma è morto? Erza non puoi uccidere le persone senza ascoltarle!! >> la rimproverò, prendendo il polso di Natsu e tastandoglielo, per controllare se il battito c'era ancora. Tirò un sospiro di sollievo quando lo sentì, debole, debolissimo, ma c'era.

<< È... morto...? >> Gray sbiancò completamente. Con chi avrebbe fatto a botte? Con chi avrebbe litigato tutti i giorni? Si fece prendere leggermente dall'ansia che fosse davvero morto.

<< No, no, è solo svenuto. >> la bionda sospirò, accarezzando la testa del ragazzo dolcemente. << Gli chiederai scusa, o sbaglio? >>

Erza distolse lo sguardo, incrociando le braccia al petto. << Ero solo preoccupata. È pur sempre un maschio, no? >> cercò di giustificarsi, lanciando occhiate sfuggenti allo svenuto.

<< Non ha fatto nulla, non mi ha toccata, non ha approfittato di me e non ha fatto niente del genere. È Natsu, non penso sia in grado di fare certe cose. >> le disse, scuotendo la testa. La sua adorata Erza era prevedibile quando si trattava di proteggere qualcuno, ma a volte esagerava davvero.

<< Sicura? >> l'interlocutrice annuì. << Allora erano preventive. >> decise.

<< Mi fa male la testa... >> furono le prime parole di Natsu dopo che aprì gli occhi, risvegliandosi dallo svenimento. Si guardò intorno e incontrò subito lo sguardo dolce di Lucy, poi si girò ancora e vide Erza. Si sentì di nuovo male e si accoccolò sulle gambe di Lucy, abbracciandola spaventato. << Quella vuole uccidermi!! >> mugugnò.

<< No, Erza ha qualcosa da dirti... vero, Erza? >>

<< Erano botte preventive, se le farai del male ti uccido sul serio. >>

Lucy sospirò, mentre Lluvia ridacchiava, appesa al suo Gray-sama. << “Scusa” era così difficile?? >> brontolò la giovane bionda, mettendosi in piedi ed aiutando Natsu a fare lo stesso.

<< Scusa, mi è scappato! Puoi punirmi se vuoi! >> Erza prese le mani dell'amica e la guardò, supplicante.

<< Su, su, Erza-san! Non è successo niente di grave! >> Lluvia le andò vicino e le mise una mano sulla spalla, dondolando leggermente.

Gray si sorprese a fissarsi sul suo fondoschiena, ad immaginarsi come sarebbe stato toccarlo sotto quella lunga gonna blu scuro.

Si sentì picchiettare sulla spalla, vedendo Gerard che scuoteva la testa.

<< Gray-sama... i pantaloni... >> Lluvia si coprì le guance e si lasciò cadere, accaldata, e per fortuna venne presa al volo da Erza, altrimenti sarebbe crollata a terra. << I pantaloni... i pantaloni...>> continuava a mormorare la turchina, in pieno delirio amoroso.

Gray si guardò in basso e notò, con somma esasperazione, di essersi sfilato i pantaloni ed essere rimasto in boxer. In mezzo alla piazza. << OH MERDA! >> ringhiò, alla ricerca dei jeans scuri.

<< Spogliarellista sfigato! >> lo indicò Natsu, ridendo ad alta voce.

<< Senti chi parla, si è appena fatto quasi ammazzare da una donna! >> ribattè allora Gray, prendendolo in giro.

<< EHHHHH CHE HAI DETTO? >>

<< SFIGATO! >>

<< STRIPPER ESIBIZIONISTA! >>

<< IDIOTA SENZA CERVELLO! >>

<< VOI DUE SMETTETELA. ADESSO. >> la voce di Erza pose fine a quel battibecco, facendoli impallidire entrambi. Nessuno dei due avrebbe più dato contro alla ragazza, uno per paura di morire, l'altro per paura di finire come l'amico. << Adesso, Natsu vai a sciacquarti la faccia e Gray cerca i tuoi dannati pantaloni. >> li sgridò.

<< SISSIGNORA. >> esclamarono entrambi all'unisono. Si guardarono e si avviarono nelle due direzioni differenti, Natsu verso il bagno pubblico e Gray verso dov'era messo prima.

<< Un giorno mi insegni come riesci a metterli in riga, quei due. >> Gerard si avvicinò ad Erza, che sobbalzò. Dopo l'estenuante ora nella cabina della giostra (in cui lei si era inventata di tutto per non far andare troppo nel panico il compagno di disavventura), avevano trovato tante cose in comune, forse anche troppe: il passato doloroso, non avere una famiglia, essere praticamente stati adottati, le esperienze in orfanotrofio; per cui Erza si sentiva tanto vicina a lui. E non era un bene, non era capace a stare con le persone, con quel suo carattere troppo protettivo nei confronti delle amiche e tutto il resto. Non nascondeva di stare bene con lui, di non sentirsi assolutamente sola, ma forse era successo tutto troppo in fretta.

<< E-ehm, sì...certo... >> arrossì violentemente e spalancò gli occhioni da cerbiatta, perdendo tutta la virilità dimostrata sgridando i due ragazzi.

<< Stai bene? >> le domandò allora Gerard, preoccupato. Ecco che tornava l'ipotesi delle due personalità, la testa calda e la ragazza romantica. Quale delle due avrebbe prevalso? Bella domanda.

<< Sì!! Sì, devo solo... mhm... Lucy, Lluvia, posso chiedervi consiglio? >> fece un sorriso disperato, al quale le due amiche non poterono dire di no, in nessun modo. Le prese a braccetto e si allontanò dal ragazzo dai capelli blu, sentendo il cuore che le batteva alla velocità della luce.

<< Che ti prende, Erza-san? >> le chiese Lluvia, accarezzandole una mano.

<< Non lo so. Ditemelo voi, io non capisco cos'ho! >> iniziò a parlare velocemente, tanto che le altre dovettero fare molta attenzione a quello che diceva per poter capire qualcosa.

<< In che senso? Riguardo a Gerard? >> provò Lucy, dando uno sguardo a Fernandez, che se ne stava lì imbambolato.

<< Eh!! Sapete che è stato anche lui in orfanotrofio? È stato adottato prima di me, quindi sa cosa significa e abbiamo parlato tanto in cabina ma- >>

<< Prendi un respiro. >> le disse Lucy perentoria. Erza eseguì. << Prendine un altro. >> Erza eseguì di nuovo. << Molto bene. Adesso... dobbiamo spiegarti come conquistarlo. >> fece un largo sorriso malizioso.

Erza annuì, ma poi scosse violentemente la testa. Si era ficcata nei casini, tra Lluvia con la sua storia di pseudo stalking e Lucy, che non aveva ancora avuto un fidanzato. “Ottimo”, pensò la rossa, chiedendo mentalmente aiuto a Levy, che le due ore passassero in fretta.

 

 

 

 

Sophie's space____

Eccomi!! Scusate per l'immenso ritardo! Chiedo davvero perdono >.<

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! =D ringrazio tutti quanti per la pazienza di leggere sempre le mie nevrosi e recensirle in modo così dolcioso e pacioccoso *-*

Vi voglio un mondo di bene <3

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11: In pizzeria. E anche fuori.

 

Erza stava appoggiata al muro della pizzeria. Aveva detto agli altri di entrare tranquillamente, lei avrebbe aspettato fuori i due ritardatari e li avrebbe sgridati per bene, diceva.

In realtà aveva solo bisogno di stare un attimo da sola a pensare agli avvenimenti di quegli ultimi giorni. Si sentiva particolarmente strana, non sapeva cosa fare se si fermava a pensare, perché tutto quello che aveva fatto aveva qualcosa di assurdo. Eppure era venuto fuori tutto in un modo così naturale, come se conoscesse i quattro ragazzi da una vita. E in effetti con uno di loro era davvero in quel modo, con Gerard si erano conosciuti in orfanotrofio quando erano piccoli. Forse era perché c'era lui che si sentiva tranquilla a dare un po' più di confidenza, perché alla fine lui non era un completo sconosciuto. E quindi andava bene. Più o meno. Insomma, doveva tenere d'occhio le sue amiche, assicurarsi che stessero bene, che quegli altri non fossero dei pervertiti e che facessero le cose senza doversi poi pentire. Già, lei era la loro mamma a tutti gli effetti, e non le pesava assolutamente. Solo che a volte pensava talmente tanto a loro che si dimenticava di se stessa.

“Stai tranquilla, Erza-san, ti abituerai ad avere il cuore sempre in corsa ed il respiro affannoso.” le aveva spiegato innocentemente Lluvia, annuendo. Non era positivo, non le piaceva per niente l'idea di doversi abituare a qualcosa che non la faceva stare bene al cento per cento. Insomma, il cuore le faceva quasi male tanto batteva forte.

“Ma allora sei umana anche tu!! E' tutto a posto, andrà bene, ci penseremo noi a farti stare più tempo possibile con Gerard!” aveva allora continuato Lucy, abbracciando l'amica dai capelli rossi, sempre troppo concentrata su altre cose piuttosto che fermarsi e analizzare i propri sentimenti.

Forse hanno ragione loro, pensò, sospirando. Forse devo solo lasciarmi andare. Se solo Levy fosse tornata, lei era molto logica e riflessiva, avrebbe potuto lasciarle il comando per un pochino. Sporse lo sguardo ancora un po' più in là e vide la ragazza a cui stava pensando imbronciata come mai prima ed il gigantesco Gajil al suo fianco. A parlar del diavolo spuntavano sempre le corna.

<< Ciao Levy. >> la salutò cautamente.

<< Ciao. >> Levy quasi ringhiò, stringendosi le braccia al petto mentre Gajil se la rideva.

<< Io entro, gamberetto. >> le disse, scompigliandole i capelli blu, e si incamminò dentro il locale salutando con la mano Erza.

<< Stai... bene? >> le domandò la rossa, inclinando leggermente la testa di lato. Non aveva mai visto la sua amica così inviperita.

<< Certo che sto bene!! >>

<< Hai litigato con Gajil? >>

<< CERTO CHE HO LITIGATO CON QUEL DEICIENTE! >> strillò, per poi coprirsi la bocca resasi conto di aver esagerato. << Non lo sopporto, non vedo l'ora di tornare a casa e dimenticarmi del suo brutto muso. >> continuò a voce più calma.

<< Ma.. perché avete litigato? Lui non sembrava turbato... >>

Levy arrossì, distolse lo sguardo e gonfiò le guance. << È imbarazzante, non mi va di parlarne. >> brontolò, arrossendo ancora di più.

<< Non sarà che... ti ha fatto del male? >> Erza mantenne la calma a forza. Avrebbe dovuto andare dentro, prendere quello scimmione per i piercing e trascinarlo fuori, fargli battere la testa contro il marciapiede fino a fargli ingoiare tutti i denti e poi-

<< No, per carità, è idiota ma non fino a quel punto! >> si affrettò a rispondere.

<< Oh. E quindi? >> stava facendo progressi a controllare la sua rabbia. Se pensava che solo qualche ora prima aveva praticamente ucciso Natsu sulla base di supposizioni assolutamente sconclusionate! Forse gli doveva delle scuse.

<< Quindi continua ad essere imbarazzante. >> ribadì la blu, sospirando pesantemente.

<< Devo indovinare? Perché se ce la faccio, probabilmente potrei ucciderlo. >>

Levy fu seriamente tentata dal lasciarla fare e distruggere quel bruto metallaro, ma poi si sentì immediatamente in colpa. << No, okay, okay. >> prese un profondo respiro e disse quello che la turbava e la faceva sentire in imbarazzo. << Mentre ero al telefono con Lucy mi ha baciata. >>

Erza annuì, seria. Poi sgranò gli occhi sconvolta e si coprì la bocca con le mani. << Così, a caso??? >>

<< Eh. >> borbottò Levy, rossa come un pomodoro, come un peperone, come la cappa di Cappuccetto Rosso, come i capelli di Erza. Insomma, avvampava come se si fosse ustionata con del fuoco.

<< Ma perché! >>

<< E che ne so?? L'ha fatto e basta, ha detto che parlavo troppo. >>

<< E ti è piaciuto? >> le domandò Erza, nel pieno del gossip. Meno male che Levy era quella logica e riflessiva!! Doveva sapere tutto, chissà poi cos'avrebbe pensato Mirajane, la regina del gossip della scuola!

<< COOOOOOOOSAAAAAA??? >> la blu arrossì ancora di più, se possibile, e sgranò gli occhi nocciola.

<< Ti è piaciuto! Oddio Levy!!! Ti è piaciuto! >> Erza saltellò sul posto e battè le mani. No, stava decisamente troppo tempo con Lucy. Era un problema. Tornò composta e si schiarì la gola: << Cos'hai intenzione di fare, adesso? >> domandò, molto stile psicologa.

<< Non lo so, vorrei solo mangiare e fare finta di niente.. poi se diventerà un problema... >> mormorò, giocando con le dita. In realtà non si sentiva male, non si sentiva in colpa, solo in imbarazzo. Era chiaro che avesse avuto un colpo di fulmine per quell'altro, e andava bene, ma di certo non poteva fare come Lluvia. Quello là le piaceva da matti, davvero, ma allo stesso tempo non lo sopportava, voleva dargli tante di quelle botte in testa che... che probabilmente l'avrebbe fatto, entro fine serata.

<< Okay, come vuoi.. non lo dirò a nessuno! >> Erza le accarezzò i capelli e le fece un sorriso rassicurante, il classico sorriso da mamma affettuosa.

<< Va bene... >> anche se aveva una pessima sensazione, davvero pessima, decise di seguire la sua amica dentro alla pizzeria, cercando di non pensare a quello che era appena successo.

<< LEVY-CHAN!! >> Lucy le saltò al collo non appena mise piede dentro la sala, strusciandosi tutta come un gatto in cerca di coccole.

<< Lucy... >> Levy alzò gli occhi al cielo. Qualcuno aveva parlato. Era sicura che o Erza o Gajil avessero parlato, altrimenti la sua amica non sarebbe stata così affettuosa. Diede un'occhiata omicida ad entrambi i sospettati, e quella sola bastò a farle capire chi avesse raccontato tutto. << GAJIL, IO TI UCCIDO. >> righiò, imbufalita.

<< Che c'è gamberetto, mica è successo niente! >> la prese in giro il ragazzo, che se la rideva da matti a vederla così in difficoltà.

<< Levy, mi devi raccontare tutto poi.. >> le sussurrò all'orecchio Lucy, tutta emozionata. La sua piccola amica antipatica e timida aveva baciato un ragazzone tutto muscoloso! Che storia romantica!

<< Sì, sì.. >> Levy scosse la testa esasperata e si avviò verso il posto lasciato per lei nel tavolo, esattamente di fronte a Gajil. Ma dai? Che strano.

<< Lluvia vuole sapere tutto!!! Sei stata così audace! >> Lluvia arrossì, con gli occhi celesti grandi come palle da golf.

<< Audace? Io? >> oh no, quello lì aveva interpretato liberamente quello che era successo? Davvero? Oppure Lluvia non aveva semplicemente capito niente?

<< Lluvia, avrete tempo per raccontarvi queste cose da donne dopo. >> l'ammonì Gajil, mettendo una mano sulla spalla alla sua amica d'infanzia.

<< Anche noi ne parleremo dopo. >> sbottò Levy, guardando il ragazzo in cagnesco.

<< Quando vuoi. >>

<< Smettila di fare il galletto. >>

<< E tu smettila di fare la preziosa.>>

<< Voi due la smetterete di litigare? >> si lamentò Natsu, portandosi le mani alle tempie. << Siete insieme da neanche dieci minuti e mi avete già fatto venire mal di testa. >> continuò, guardando principalmente Gajil.

<< Tu, piuttosto, che cavolo hai fatto? >>

Natsu abbassò lo sguardo. Era pieno di lividi, come se avesse fatto a botte con un dinosauro o un branco di animali affamati. Invece era semplicemente stato malmenato da Erza. A caso, oltretutto. << Niente di che... >> sussurrò.

Lucy gli mise una mano sulla sua, per dargli forza. Alla fine, si sentiva un minimo responsabile per quella violenza.

<< Avresti dovuto vederlo, Erza l'ha quasi ucciso. >> ridacchiò Gray, svelando il segreto.

<< Vuoi fargli compagnia? >> lo minacciò la rossa, angelicamente. Come se avesse chiesto del sale o dell'acqua.

<< Erza-san, Gray-sama non intendeva offenderti. >> provò a difenderlo Lluvia, mestamente. Doveva assolutamente proteggere il suo futuro marito dalle furie di Erza. Non che pensasse che avrebbe potuto perdere contro l'amica, eh! Per carità! Però insomma, non voleva proprio scegliere per chi fare il tifo.

<< Gray dovrebbe andare d'accordo con i suoi amici. >> decise la rossa, sorseggiando un bicchiere d'acqua. Li avrebbe fatti andare d'accordo, costasse quel che costasse.

<< Sarà difficile non farli litigare. >> l'avvertì Gerard, sorridendo mesto. Erano anni che cercava di tenerli più o meno sotto controllo, ma il suo potere aveva decisamente un limite. Forse non faceva abbastanza paura, forse solo non gli piacevano le risse casuali, stava di fatto che quei due non l'ascoltavano mai. Senza contare che le cose peggioravano sempre quando si infilava Gajil, e quindi scattava la rissa del secolo. Come se, poi, trovassero insulti nuovi. Erano sempre i soliti, e tutte le volte se la prendevano come bambini. Ci aveva quasi rinunciato, ormai, cercava solo di tenerli buoni quando erano in giro ed era necessario che stessero al loro posto. E non sempre ci riusciva.

<< In qualche modo ci riuscirò. >> Erza annuì convinta, facendo un cenno al ragazzo dai capelli blu seduto di fronte a lui.

<< Ti è andata bene, comunque. Sembra che dovrai tenerne a bada solo due, perché il terzo ha trovato qualcun altro da importunare. >> indicò con lo sguardo Gajil, che ridacchiava soddisfatto, e Levy, che lo fulminava con lo sguardo. << Non sei preoccupata per lei? >> le chiese, notando l'espressione serena sul viso di Erza.

<< Levy sa cavarsela da sola, non c'è bisogno che io intervenga. >> rispose, innocentemente ed in modo tranquillo. Per quanto piccolina, la sua amica era molto più matura di quello che sembrava, quindi non si preoccupava troppo.

<< Guarda che anche io so cavarmela. >> borbottò Lucy, che aveva sentito tutto il discorso.

<< E poi, è molto più pericoloso Gajil di me. >> continuò Natsu, incrociando le braccia al petto. Aveva decisamente perso tutta la paura che provava nei confronti di Erza. Il che non poteva dirsi di certo un bene assoluto.

<< Concordo, Natsu è un idiota. >> convenne anche Gray, infiltrandosi nella discussione.

<< Ecco, lo dice anche Gra-CHE COS'HAI DETTO, BASTARDO?? >> Natsu poggiò i palmi sul tavolo e si sporse verso il ragazzo dai capelli neri, che, con un sorriso strafottente, lo imitò.

<< Ho detto che sei un idiota! Perché, vuoi negarlo? >>

<< Ha parlato il pervertito senza vestiti. >>

<< Non sono un pervertito senza vestiti! >>

<< Ah no? Sicuro? >> lo provocò il rosato, facendo un sorriso sbilenco. << Dove sono i tuoi pantaloni, Mr sono un pervertito e non ho bisogno dei vestiti. >>

<< Ovviamente ce li ho addosso! >> Gray si guardò, con furia, e notò che era nudo. Di nuovo. Eppure era convinto di essere entrato in pizzeria vestito.. che fine avevano fatto? << PORCA PUTTANA!! >> imprecò, battendo i pugni contro il tavolo.

<< Gray-sama... Lluvia non è pronta adesso.. >> Lluvia divenne rossa e parve a tutti di vedere del fumo che le usciva dalle orecchie, poi svenne. Svenne in braccio a Gajil, che tenne le mani in alto.

<< Lluvia, ma che cazzo stai facendo? >> la sgridò, ringhiando sottovoce.

<< Lluvia? Stai bene? >> Levy si sporse sul tavolo, inginocchiandosi sulla sedia, per vedere se la sua amica era svenuta sul serio.

Gajil le diede uno sguardo che, casualmente, si insinuò nella debole scollatura della maglietta, e ghignò, entusiasta della vista. << Non credo ti si addica quel reggiseno, gamberetto. >> le comunicò, solo per il gusto di provocarla e di vederla arrossire e sbraitare.

<< Guarda pure, è l'unica cosa che potrai mai fare con me. >> ribattè invece lei, a tono. Si costringeva a non arrossire, sperava solo di esserci riuscita. Non voleva che la sua minaccia andasse svanita in un nonnulla, per cui afferrò il bicchiere di Gajil e glielo rovesciò addosso, senza pensare che sulle gambe del suo “avversario”, stava la sua amica svenuta.

<< Te l'avevo detto che sapeva cavarsela, no? >> Erza diede un buffetto sul braccio di Gerard, che guardava la scena allibito. Ci aveva parlato con quella ragazza, se lo ricordava, e non aveva minimamente sospettato che potesse essere così agguerrita.

<< Piccola peste, hai bagnato anche Lluvia. >> le fece notare il ragazzo, ancora leggermente frastornato dalla reazione imprevedibile di Levy.

<< Meglio, così si sveglia. >> dichiarò la blu, sorridendo fiera di se stessa.

<< Gray-sama... >> Lluvia si risvegliò e si mise di nuovo seduta, per poi accorgersi dell'enorme macchia d'acqua che le ricopriva tutta la parte superiore del vestito, facendolo risultare ancora più aderente alle forme prosperose. << Gray-sama, Lluvia è tutta bagnata... >> mugugnò, tamponandosi poco convinta con un tovagliolo.

Gray la guardò un paio di secondi prima di voltare lo sguardo ed arrossire violentemente.

<< Oh no, adesso Gray-sama odierà Lluvia perché si è bagnata... >> Lluvia cercò di rimediare il più possibile, cercando di chiamare Gray e fargli dire che non era arrabbiato, ma lui stava disperatamente cercando di contenere i suoi istinti di ragazzo. Perché tutto quel ben di dio per una ragazza fuori di testa? Però dai, alla fine si divertiva sempre con lei, era un po'... strana, ma poteva abituarsi. Un momento, cosa?

<< Ossignore... >> Lucy si battè una mano sulla fronte, disperata. Tutti in quel locale li stavano guardando come se fossero stati degli alieni, erano rumorosi e non avevano smesso un attimo di discutere ad alta voce. Eppure avrebbe dovuto esserci abituata.. ad andare in giro con le sue amiche si finiva sempre squadrati da tutti.

<< Sembra divertente! Lucy, facciamolo anche noi, pronta? >> Natsu la richiamò alla realtà con quell'affermazione ben poco rassicurante. Infatti, quando lei lo guardò, lui brandiva un bicchiere stracolmo d'acqua, pronto a svuotarglielo addosso.

<< Oh no... no, no, no! >> troppo tardi. Natsu scoppiò a ridere dopo aver lavato completamente l'amica, convinto di aver fatto qualcosa di divertente e simpatico. << MA ALLORA SEI PROPRIO SCEMO! >> Lucy, invece di ridere come previsto, lo colpì svariate volte sulla nuca col menù, mentre con una mano si copriva il petto.

<< Come pensi di risolverla? >> Gerard era ad un passo dall'esasperazione. Guardò Erza, che invece non pareva così disperata, e le pose questa domanda.

<< Cosa mi dai sei ce la faccio? >>

<< Sarebbe una sfida? >>

<< In un certo senso. >> Erza era convinta di poter rimettere a posto tutto il casino fatto dai suoi amici, ma voleva un piccolo incentivo per farlo.

<< Va bene... se ce a fai, e la vedo molto dura, ti offrirò la cena. >> le propose Gerard, annuendo. << Mentre, se non ce la farai, avrai un appuntamento con me. >> ecco, aveva parlato senza pensare. Cosa poteva mai dare ad una ragazza così meravigliosa? La vedeva troppo in alto, troppo lontana dalla sua portata.. ma almeno avrebbe provato a raggiungerla. Forse. Si stava già pentendo di averle detto una cosa del genere.

<< U-un appuntamento? >> balbettò la rossa, lasciando che le guance si tingessero dello stesso colore dei suoi bellissimi capelli. << Okay... >> prese dei profondi respiri, per valutare la situazione, poi fece la magia. << Adesso ascoltatemi, tutti quanti. >> il timore reverenziale per Erza rese possibile il fatto che l'avessero ascoltata anche senza che lei avesse urlato.<< Gajil, Lluvia e Lucy andate in bagno ad asciugarvi con le macchinette, Natsu e Gray smettete di litigare e Levy. >>

<< Che ho fatto io?? >>

<< Cerca di stare zitta un secondo. >> le lanciò un'occhiataccia, che la fece sbuffare e gonfiare le guance.

Il tavolo era in silenzio, la confusione che c'era prima si era dileguata come le nuvole quando soffiava un po' di vento. Non si sentiva neanche una mosca ronzare, probabilmente erano terrorizzate anche loro.

<< Andate. >> disse solamente, passando lo sguardo castano sui tre che sarebbero dovuti andare in bagno. E loro si alzarono contemporaneamente e si diressero in fondo alla sala, verso la scritta “toilette”.

Gray, Natsu e Gerard rimasero a bocca spalancata. Nient'altro. Solo la mandibola che sembrava essersi slogata dalla mascella e dipendere esclusivamente dalla forza di gravità. Non sapevano che dire, che fare, neanche che cosa diavolo pensare.

<< Buona sera ragazzi, sapete già cosa ordinare? >> domandò educatamente una cameriera, facendo un sorriso cordiale. Rimase un attimo impalata quando vide la scena, tre ragazzi immobili e praticamente senza vita (tra cui uno in boxer), una ragazza tutta imbronciata ed un'altra che sorseggiava dell'acqua con le gambe accavallate come se nulla fosse. C'era decisamente qualcosa di strano, ma chi era lei per giudicare? Bastava solo prendere le comande, non doveva indagare.

<< Potrebbe passare tra una decina di minuti, gentilmente? Gli altri tre sono in bagno e dovrebbero tornare a breve. >> anche Erza sorrise, tranquillamente.

<< Certamente! >> la cameriera si allontanò da quel tavolo di persone strane, sentendosi strana a sua volta.

 

Intanto, nel bagno delle ragazze, Lucy e Lluvia si erano asciugate, arrangiandosi con quelle specie di phon attaccate al muro e tanta, tantissima, carta.

<< Lluvia si sente tanto in imbarazzo... >> mormorò la turchina, torturandosi le mani come una bambina.

<< Perchè? >> le domandò l'amica, pronta ad un discorso strampalato.

<< Beh... Gray-sama ha visto Lluvia col vestito bagnato... si aspetterà sicuramente qualcosa... ma Lluvia non è pronta.. >>

<< Di cosa stai parlando? >> Lucy le fece una smorfia, poi si rese conto del discorso insensato di Lluvia, che era arrossita tantissimo. << Per l'amor del cielo, non dire cretinate! Perché non stai tranquilla per un po'? E poi dipende da te, se vuoi fare qualcosa o meno. >> le spiegò, sospirando.

<< Ma Gray-sama... >>

<< Tesoro, lo sai che stai facendo tutto da sola? >> Lucy le prese il viso tra le mani e la guardò negli occhi. << Adesso prendi un bel respiro ed usciamo. Ricorda che hai tu il potere, okay? >>

<< Il potere? >>Lluvia inclinò la testa di lato, confusa.

L'amica scosse leggermente la testa, le diede un bacio sulla guancia e la spinse fuori dal bagno. << Tranquilla. Adesso torniamo dagli altri. >> si mossero nuovamente verso il tavolo e si sedettero composte al proprio posto.

<< Lucy... scusa se ti ho versato l'acqua addosso. >> Natsu toccò la mano di Lucy per attirare la sua attenzione e si scusò, per poi voltarsi verso Erza.

<< Oh... Erza, l'hai obbligato tu? >> la bionda scosse la testa: la sua amica aveva frainteso la frase “gli chiederai scusa”.

<< Non l'ho obbligato io!! >>

<< Erza, avresti dovuto chiedergli scusa tu!! >> l'ammonì, dandogli un'occhiata eloquente.

<< Quindi non sei arrabbiata con me? >> Natsu chiamò di nuovo Lucy e la fece voltare verso di sé.

La ragazza rimase un paio di secondi senza parole: aveva un viso così solare e sollevato, sembrava che ci tenesse davvero a non far arrabbiare Lucy e che avesse completamente messo in secondo piano la piccola bugia a fin di bene che aveva detto Erza. << Io... no, no... >> scosse piano la testa, sorridendo debolmente. Quel ragazzo la stava conquistando anche senza saperlo, ed era una cosa che la faceva impazzire.

<< Ah, meno male!!! >> fece un sorriso a trentadue denti, sinceramente felice. Si trovava bene con lei, e si era trovato ad avere paura di aver rovinato tutto per la sua idiozia. Era sollevato che lei non se la fosse presa.

Dopo poco la cameriera tornò, sempre sorridente, e prese tutte le ordinazioni: non era stato facile, perché tutti quei ragazzi si parlavano sopra in continuazione, perciò quando arrivò in cucina sperò davvero di aver scritto giusto. Non se la sentiva di tornare a quel tavolo, pensava che qualcuno avrebbe mangiato lei.

Infatti, quando le pizze furono pronte, delegò ad un suo collega, un bel ragazzo dagli occhi verdi e i capelli castani.

<< Ecco le pizze, ragazzi! >> il cameriere aveva colto la palla al balzo avendo notato le belle ragazze, così sfoggiò il sorriso più smagliante del proprio repertorio. Scansionò per bene tutti i presenti, come aveva imparato a fare in quegli anni in cui aveva servito ai tavoli. La figura del cameriere suscitava sempre un certo fascino, per via della divisa e dell'atteggiamento cortese, e approfittava di questo interesse per divertirsi. Chi poteva biasimarlo?

Ai lati del tavolo stavano un ragazzo gigantesco ed una ragazza particolarmente carina, ma vedeva dallo sguardo dell'orso che lei era sua, quindi decise di passare oltre. Dopo, stavano un ragazzo moro ed una bellissima ragazza con i capelli celesti: sembravano molto in confidenza, e lei aveva occhi solo per lui, motivo per cui scosse la testa e andò avanti. Le ultime due ragazze erano già più papabili, una bionda ed una rossa: erano sedute una di fronte all'altra, e accanto a loro c'erano un ragazzo con i capelli blu ed uno con i capelli rosa. Si ricordò di quello che le aveva raccontato la sua collega, e cioè che la rossa era una specie di generale, perciò la scelta ricadeva sulla biondona, che probabilmente era anche stupida.

<< Per te la pizza speciale. >> fece l'occhiolino a Lucy, mentre le faceva scivolare la pizza di fronte.

<< Oh, grazie. >> lei sorrise e si illuminò: pizza, finalmente. Dopo quella giornata movimentata, una pizza era il massimo!

Ma Erza, Gray Gajil e Gerard si scambiarono un'occhiata d'intesa. Avevano capito tutti benissimo quello che stava succedendo. Tutti, tranne Lucy e Natsu. << Lucy... >> la chiamò Erza, distogliendo l'attenzione dell'amica dalla pizza.

<< Dimmi! >> non appena incontrò lo sguardo della rossa, intuì che c'era qualcosa di strano nell'aria.

<< Quello lì ci ha provato, te ne si accorta? >>

<< Provato a fare cosa? >> Erza scosse la testa e si passò una mano sulla faccia. Possibile che fosse così... tonta?

<< Ci ha provato con te. Hai capito? >> le spiegò, cercando di essere più chiara possibile.

<< Oh... >> la bionda, fece una smorfia, poi sgranò gli occhi.

<< Ci penso io? >> domandò, già pronta a far prendere al cameriere uno spavento che se lo sarebbe sognato per anni. Avrebbe potuto dire che Lucy in realtà era Lucas, che stava cercando di cambiare sesso, oppure che semplicemente era lesbica e che non ce n'era. Mah, avrebbe deciso al momento giusto, si sarebbe fatta prendere dall'ispirazione.

<< No, no, mica sta succedendo qualcosa di brutto! >> Lucy ridacchiò. Avrebbe voluto rispondere affermativamente, ma avrebbe dovuto imparare a cavarsi da situazioni imbarazzanti, altrimenti sarebbe dipesa per sempre da qualcuno che la proteggesse, e questo non le andava.

<< Sicura? >> Erza non potè evitare di sentire un moto d'orgoglio riempirle il petto. Sembrava così coraggiosa che non sembrava neanche più la Lucy un po' timida che conosceva.

<< Assolutamente. Me la cavo io. >> annuì tranquilla. Più o meno. Cercava di apparire tranquilla, ma già pensava a come reagire alle avances di quel ragazzo senza urtare la sua sensibilità.

 

<< Mi sento soffocare. >> esalò la ragazza, assillata dalla pressante cavalcata del cameriere sconosciuto verso le sue mutande. Non sapeva davvero più come fare, per cui uscì dalla pizzeria trascinandosi dietro Levy a forza, lasciando la sedia vuota di fianco a Natsu, che sembrava si stesse innervosendo sempre di più. Perché gli dava così fastidio che quell'aitante giovanotto facesse il cascamorto con Lucy?

<< Perchè sei così nervoso? >> gli chiese Gerard, mentre aspettavano i dolci. In realtà poteva immaginare, a tutti stava dando davvero fastidio il cameriere, pareva non avere nessun tipo di mezze misure, il classico tipo che accettava solo un “sì” come risposta.

<< Questo qui è insopportabile. >> bofonchiò, sorpreso anche lui stesso della propria antipatia.

<< Non è che sei geloso, testa calda? >> lo prese in giro Gray.

<< Geloso? >> l'altro aggrottò le sopracciglia.

<< Natsu-san, la gelosia è quando non vuoi che la persona che ti piace venga corteggiata da altre persone. >> spiegò Lluvia, dandosi l'aria di una grande esperta in amore.

<< Sono confuso... >>

<< Non è difficile, idiota. Se ti piace, vai e prenditela. >> tradusse Gajil.

<< COME MI HAI CHIAMATO??? >> Natsu si infervorò: una rissa era proprio quello che ci voleva per lasciare da parte tutto il nervosismo accumulato in quella serata.

<< Idiota, è una cosa così semplice! Solo un cretino come te può non capirlo. >> Gajil ridacchiò provocatorio.
<< Fatti sotto, buzzurro metallaro. >> il ragazzo dai capelli rosa uscì dalla tavolata e fece per avvicinarsi a lui, ma intravide con la coda dell'occhio il cameriere che usciva. Quel cameriere. Deviò la direzione ed uscì direttamente dalla pizzeria, scoprendo quel ragazzo che rideva con Lucy e Levy. La blu si era distanziata leggermente, mentre Lucy non ci riusciva. << EHI! >> le chiamò, fingendosi spensierato.

<< Natsu! >> il tono della voce di Lucy non mentiva, decisamente. Era disperata. Lo guardava con degli occhi, come a dire che era la sa unica speranza.

Il ragazzo si sentì infuocare. << Tu, allontanati. >> ringhiò al cameriere, che sobbalzò leggermente. Ma essendo più alto di lui, si sentiva più potente e più forte. Non aveva mai sbagliato così tanto.

<< Sei il suo ragazzo? >>

<< No. >> Natsu iniziava a bollire di rabbia. Non era necessario essere fidanzato di Lucy per volerla proteggere.

<< E allora cosa vuoi? >> sorrise soddisfatto.

In un secondo, Natsu gli fu davanti e gli afferrò il colletto della camicia, spingendolo al muro. << Lei è mia. Sono stato chiaro? >> il suono della voce era simile ad un ringhio, un qualcosa di animalesco e davvero spaventoso. Non riusciva a controllarsi, sapeva che avrebbe potuto fare la differenza e non aveva esitato a farla. Aspettava solo che lui proferisse un'altra parola, solo una, per poterlo far rientrare dentro la pizzeria volando.

<< Natsu... è tutto okay. >> Lucy si avvicinò al rosato, prendendolo a braccetto. << Va bene così, ha capito. >> gli fece notare: il povero cameriere aveva gli occhi sgranati ed era diventato bianco quanto un lenzuolo.

<< Oh. >> disse, staccandosi. Il ragazzo scivolò a terra, spaventatissimo, e si rannicchiò su se stesso.

<< Rientriamo? >> gli propose, dolcemente.

<< Ommioddio quanto siete carini!!!! >> Levy applaudì, emozionata. Era proprio come una delle storie d'amore che leggeva sempre, erano dolci, anche se un po' tonti.

<< Ma che dici? >> Lucy arrossì, coprendosi la faccia con le mani.

<< Perchè siamo carini? >> chiese invece Natsu, confuso.

<< Non importa, non importa... andate, vi raggiungo tra poco. >> Levy ridacchiò e li mandò di nuovo dentro, mentre lei rimase ancora un po' da sola fuori. Sentì vibrare il telefono, ma non rispose. Voleva solo godersi per un po' l'aria fresca che le scompigliava i capelli e le solleticava il collo.

Però, la vibrazione continuava a darle fastidio. Alla terza chiamata, decise che era ora di interrompere quello strazio. “Pronto?”

“LEVYYYYYYYYY! Come stai??”

“Ciao mamma... sto bene, sto bene.” sentiva che c'era qualcosa di strano dalla voce della madre, ma non sapeva interpretarlo. “Come mai mi hai chiamata? È successo qualcosa?”

“Quando volevate tornare?”

“Eh, partiremo tra qualche ora... perché? Mamma mi stai spaventando.” si allarmò.

“Ma... okay, non partite. Conviene che non partite, perché non potrete tornare a casa.”

“In che senso?” okay, adesso era davvero spaventata.

“C'è stata una nevicata improvvisa, c'è neve ovunque, non riuscirete a scendere il dislivello.”

“Stai scherzando?”

“No tesoro... purtroppo sono serissima. Ho parlato anche con i genitori di Lucy e Lluvia, è stata la zia di Erza a dirmelo. Ma da voi non ha fatto niente?”

“No!! No, qui si muore di caldo!”

“Che strano.. comunque non ti preoccupare, avvisiamo noi a scuola, non succede niente. Ti avviso io quando potrete scendere, okay?”

“Sì.. okay.”

“Ti voglio bene, piccola mia.”

“Sì, sì... ciao mamma.” chiuse la chiamata. Era sconvolta. Rientrò in pizzeria pallida, col telefono in mano. << Ragazzi... c'è un problema. >> annunciò, sbattendo le palpebre.

<< Che cos'è successo, Levy-chan? >> le domandò Lucy, preoccupata.

Levy fece per aprire bocca, ma Gajil saltò sulla sedia e la precedette. << NON POSSIAMO TORNARE A CASA??? >>

<< Appunto. >> confermò, alzando le mani.

 

 

 

 

 

Sophie's space_____

Eccomi qui! Puntuale, finalmente! XD

NOOOOOOOOOO, non possono tornare a casa!! Saranno costretti a vivere insieme ancora per qualche giorno! -risata malvagia-

Ecco cos'avevo in serbo per voi, bellissime persone che mi leggete e commentate.. vi voglio davvero un mondo di bene <3

Scusate se non mi dilungo, ma spero di essere stata chiara ^^ vi abbraccio tutte <3

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12: La serata improvvisata

 

 

<< Quindi... che facciamo? >> mormorò Lucy, infilandosi le mani nelle tasche. Avevano finito di mangiare, avevano pagato e adesso stavano andando in giro per la fiera del piccolo paese in preda allo sconforto.

<< Non ci credo che non possiamo tornare a casa. >> ripetè Levy, per l'ennesima volta. Si era già abituata all'idea di non vedere mai più Gajil, e adesso una mega nevicata li costringeva ancora a stare insieme. Che qualcuno ce l'avesse con lei?

<< Ma siamo sicuri che non si riesce? >> domandò Gray, ancora decisamente sconvolto. Dopo l'annuncio di Levy e Gajil, anche il suo telefono aveva iniziato a squillare, come quello di Natsu e Gerard.

<< Che bello, Gray-sama!! Possiamo stare ancora insieme!! >> Lluvia si appese al braccio del suo amato, stringendolo forte. Qualcuno aveva ascoltato le sue preghiere, poteva stare molto più tempo del previsto con Gray, si sentiva il cuore che scoppiava di gioia.

<< Mhm...>> gemette il ragazzo, roteando gli occhi al cielo. Ancora Lluvia? Passava dal volerla conoscere assolutamente a non voler vedere la sua faccia per un po', perché era così... così... non sapeva neanche come descriverla, se doveva essere sincero.

<< Non sei contento, Gray-sama?? >> Lluvia lo guardò con degli occhi languidi ed umidi, grandi da cerbiatta indifesa.

L'interpellato si guardò intorno e scorse la figura di Erza che gli camminava dietro, con noncuranza. Lo stava ascoltando? Si ricordava delle parole della sera precedente, perciò doveva essere sincero. Ma cosa voleva dire essere sincero? Cosa significava dire la verità? Che voleva conoscerla e passare del tempo con lei o che non la voleva vedere? Forse avrebbe dovuto dire entrambe le cose. Prese un profondo respiro e le prese la mano, intrecciando le dita con le sue. Gesto azzardato? << Sì! Perché no? >> disse, d'istinto. Distolse lo sguardo dagli occhioni celesti di Lluvia e lo puntò davanti a sé. Dopo poco, però iniziò a sentire un peso alla mano, come se stesse trascinando qualcosa.

<< LLUVIA! >> strillò Lucy, notando che la sua amica si era praticamente liquefatta e strisciava i piedi a terra, come un cadavere. << Ma che cavolo! Gray, fermo! >> immobilizzò il ragazzo con la voce acuta e si mise di fronte all'amica, sventolandole la mano davanti alla faccia. << Ohi, ti sembra che svieni così a caso? >> la sgridò, scuotendola per le spalle. Aveva un'espressione talmente beata in volto, pareva che tutto quanto avesse preso la forma di un cuore.

<< Cosa le hai detto, Gray? >> gli domandò candidamente Erza, con un sorriso che si addiceva di più al più sadico assassino seriale, piuttosto che ad una bella ragazza come lei.

<< Non avrà fatto niente di male, guarda che faccia. >> lo difese Levy, sbuffando leggermente. Perché quella scema era svenuta per qualcosa di bello?

<< Gray? >> ribadì Erza, chiedendogli conferma con lo sguardo.

<< Non ho fatto nulla, le ho solo detto che ero contento anche io a stare qui ancora! >> si scusò, alzando le mani e spalancando gli occhi blu notte. Lluvia cadde di peso, avendo perso la mano dell'amato come appiglio.

<< Paura che Erza ti uccida, eh?? >> Natsu si avvicinò al suo amico e lo sgomitò sul fianco, ridacchiando.

<< Non rompere, fichetta! >>

<< COME MI HAI CHIAMATO?? >>

<< FICHETTA! >>

Natsu sferrò un pugno a Gray, dando ovviamente inizio ad una zuffa. Come sempre, per un motivo assolutamente idiota.

<< Lluvia... tirati su. >> Gajil si mise di fianco a Lucy per cercare di far rinvenire l'amica, ma neanche la sua minaccia (?) ebbe successo. Così sospirò, l'afferrò per i fianchi e se la mise a spalla, molto malamente.

<< Oh... >> Lucy inarcò le sopracciglia, confusa.

<< Che c'é? Vuoi portarla tu? >> le domandò retoricamente.

<< Oh no! No, va bene così... grazie.. >> annuì e provò a fare un piccolo sorriso. Quel ragazzo nerboruto la terrorizzava davvero, non sapeva come faceva Levy a non avere paura. Anzi, ad avere addirittura una cotta!! Decisamente, avrebbe dovuto parlarle per ridimensionarle le aspettative.. insomma, che non si aspettasse grandi scene di dolcezza o cavalleria.

<< Cerca di non farle male almeno. >> borbottò Levy, lanciandogli un'occhiataccia.

<< A te ho fatto male? >> fece lui, sorridendo malizioso.

<< Brutto->>

<< LEVY-CHAN!! >> Lucy la prese per il polso e la strattonò, allontanandola dall'imminente litigata.

<< Che c'è, Lu-chan? >> domandò, guardandola confusa.

<< Non hai paura? >> le chiese. Non sapeva bene come porre la domanda senza risultare... antipatica?

<< E di cosa? >> Levy fece una smorfia stranita, sbattendo le palpebre.

<< Di... >> la bionda indicò con la testa Gajil, in un movimento quasi impercettibile.

<< Di Gajil? Perché dovrei avere paura di lui, scusa? >>

<< Guardalo! È... una montagna. >> sussurrò, per non farsi sentire. Lei era terribilmente terrorizzata, invece. Pensare alla sua piccola con quella bestia... era divertente, sì, ma solo per un lato minuscolo.

<< Lu-chan, guarda che non succederà niente. Quello crede di poter fare quello che vuole perché è grande e grosso, ma non ha capito che con me non attacca. >>

<< Levy-chan... >> Lucy sentì gli occhi inumidirsi: le veniva da piangere a pensare che fosse così affezionata a quel ragazzo dopo appena due giorni. Cominciava a vedere il lato romantico. << Oh, Levy-chan!!! >> l'abbracciò stretta e le fece tante carezze sulla testa, sbaciucchiandola come una bambola.

<< Lu-chan, ma che cavolo ti prende? >> borbottò la blu, per poi sospirare. Ormai avrebbe dovuto saperlo che il suo gruppo di amiche non era dei più normali.

<< Gray, Natsu. >> ringhiò Erza, indirizzata ai due ragazzi che stavano litigando e si spintonavano come due bambini.

<< Lasciali stare. >> Gerard la prese a braccetto e la portò leggermente più avanti degli altri, facendola arrossire a dismisura. Provò un impulso irrefrenabile di abbracciarla stretta e darle tutto quello che avesse mai chiesto. Non si era mai sentito così per una ragazza, e, anche se la cosa gli era nuova, non aveva la minima paura.

<< Oh... >> Erza si mise a posto una ciocca di capelli scarlatti dietro l'orecchio, abbassando lo sguardo imbarazzata. Abituata come era ad essere sempre all'erta e un po' mascolina, era una novità essere trattata come una ragazza normale. Ma doveva provarci, altrimenti non sapeva quando le sarebbe mai più capitata una opportunità del genere. Sperava solo di non fare troppi danni. << Okay... >>

<< Vuoi fare qualcosa? >> le chiese lui, sorridendo dolcemente. Lui era impacciato, okay, ma lei era anche peggio! Cosa che la rendeva ancora più carina.

<< Non lo so... >>

<< Posso chiederti una cosa? >> il ragazzo dai capelli blu la guardò di sottecchi, vedendo che era dello stesso colore dei suoi capelli, di un rosso acceso, un rosso fuoco.

<< Sì, certo! >>

<< Se ti chiedessi un appuntamento, accetteresti? >>

Erza quasi non si strozzò con la saliva, iniziando a tossire come se stesse morendo. Che cavolo di domanda era così all'improvviso? Aveva rischiato di soffocarsi, adesso la gola le bruciava e sembrava che ogni volta che deglutiva mille e più schegge le graffiassero le pareti del collo.

Gerard la osservò, sorridendo sotto i baffi. Com'era carina! Doveva solo sopprimere la sua indole da maschio che gli imponeva (sì, imponeva) di prenderla tra le braccia e portarsela via lontano da tutto e tutti, e poi sarebbe andato tutto bene. Forse. << Stai bene? >> le domandò, leggermente preoccupato dato che non otteneva ancora una risposta.

<< Eh? Chi, io? >> balbettò Erza, sgranando gli occhi scuri ed arrossendo a dismisura. Non credeva di aver mai assunto quel tipo di colore in tutta la sua vita, un punto a sfavore di Gerard. O a favore? Non riusciva proprio a capirci niente, iniziava anche a girarle la testa e sentiva le vertigini.

<< Chi altri? >> il blu sorrise dolcemente. Che fine aveva fatto tutta la spavalderia della ragazza? Dov'era quella manesca che era quasi riuscita ad ammazzare Natsu?

<< Oh, io sì! Sto bene, sì, certo, sì.. mhm.. sì, sì. >> continuava a ripetere cose senza senso, non vide neanche la pietra di dimensioni mastodontiche di fronte a lei, e non se ne accorse finché non si ritrovò appesa alle braccia di Gerard, che l'aveva afferrata prima che stampasse la faccia contro l'asfalto.

<< Fai attenzione. >> lui ridacchiò, divertito. Per qualche motivo era convinto che non le fosse mai successo.

<< Mi sono inciampata. >>

<< Sì, decisamente. >>

<< Mi sono inciampata. >> Erza alzò lo sguardo e lo incrociò con quello del ragazzo, sbattendo forte le palpebre. Si era resa ridicola? Sì. Era quasi caduta come una scema? Assolutamente. Stava tra le braccia di un principe con un tatuaggio sulla faccia? Senza ombra di dubbio. Un momento, cosa?

<< Buahahah, Erza è quasi caduta! >> l'additò Natsu. Già, aveva dimenticato il pestaggio quasi letale di qualche ora prima. Se se ne fosse ricordato, ora Erza non lo avrebbe guardato in quel modo; non si sarebbe avvicinata con un'aura assassina che quasi le muoveva i capelli; non lo avrebbe, semplicemente, quasi ucciso. Di nuovo.

<< Eh, però sei proprio un deficiente allora. >> sbuffò Lucy, afferrando l'anima del ragazzo e rimettendogliela nel corpo a forza, facendolo rinvenire.

<< Hai da dirmi qualcosa? >> domandò Erza a Lucy, aspettandosi una ramanzina.

<< No, questa volta gli sta bene. >> le sorrise e mise un braccio attorno alla vita del rosato, tirandolo su di peso. << Dovresti imparare che non puoi prenderla in giro così... non lo farai più? >> Natsu scosse la testa negativamente in modo inequivocabile. << Bene, ce la puoi fare. >> gli battè una mano sul petto, come per incoraggiarlo.

<< Oh... okay. >> la rossa annuì, sorridendo. << Dicevamo? >> esordì, voltandosi di nuovo verso Gerard, luminosa.

<< Se te lo chiedessi, usciresti con me? >> le pose nuovamente la domanda. Chissà da dove gli veniva tutta quella faccia tosta... forse aveva semplicemente paura che, se gliel'avesse chiesto così, a bruciapelo, avrebbe potuto rispondere di no. Invece aveva chiesto una conferma, un piccolo anticipo. Era così sbagliato?

<< Perchè no? >> la rossa lasciò che le guance le si imporporassero dolcemente, senza ostacolare quel calore piacevole.

Gerard rimase un secondo immobile. Solo uno, perché poi una scarica di adrenalina gli percorse la schiena dal collo fino al bacino e ogni vertebra parve scuotersi: aveva detto . Porca troia, aveva detto sì! Non stava più nella pelle, sentiva il cuore che gli rimbalzava nel petto, come se volesse evadere dalla scatola toracica e saltare in braccio ad Erza. << Allora esci con me adesso! >> la prese per mano e la guardò in un modo talmente intenso che la ragazza non potè dire nulla.

<< Io... okay! Ma loro? >>

<< Non succederà niente. Vero, ragazzi? >> Gerard si girò verso i suoi amici, con uno sguardo terribile. Si percepiva benissimo tutta la sua pericolosità.

I tre si lanciarono un'occhiata terrorizzata, per poi annuire docilmente.

<< Ottimo! Possiamo andare! >> strinse la stretta sulla mano di Erza e la tirò leggermente. << Vi lascio la macchina nel caso non tornassimo. >> lanciò le chiavi dell'auto a Gray, che le prese quasi titubante. << Ciao! >>

<< Ciao...? >> Erza salutò le amiche, improvvisamente nel pieno del panico. Il suo primo appuntamento. Aiuto.

Ma le tre (Lluvia si era risvegliata dal suo svenimento e stava cercando di farsi mettere giù dal suo amico d'infanzia) alzarono i pollici, dando il loro pieno consenso. Doppio aiuto.

 

<< Ragazze, andrà bene...? >> mormorò piano Levy, non appena i due si furono allontanati. Sì, certo, avevano dato la loro approvazione, ma conoscevano la loro amica. Quando si trattava di ragazzi e cose del genere andava nel pallone e diventava la persona più impacciata della storia. No, sul serio, era davvero imbarazzante e si faceva figure del cavolo anche sulle cose più semplici.

<< Lluvia lo spera davvero. >> Lluvia riuscì a scendere dalla spalla dell'amico e fece una smorfia. Non poteva fare altro che pregare perché Gerard non scappasse a gambe levate.

<< Beh, quindi? Noi che facciamo? >> domandò Gray, ancora leggermente confuso dal fatto di avere le chiavi della macchina di Gerard. Non la lasciava quasi mai, ma quella volta pareva non averci pensato neanche un secondo. Era davvero diventato matto.

<< La fiera è finita? >> Levy guardò Gajil, che se la rideva. Il nervosismo si impossessò del suo esile corpo e le fece stringere i pugni. Ma perché era così rabbiosa nei suoi confronti? Eppure ci aveva provato a dimenticare tutto quanto, ma non riusciva proprio a dimenticare la sua faccia da culo. Ecco, aveva proprio una faccia da culo.

<< Non lo so, ma tu vieni a casa con me. >> incrociò le braccia al petto, con il fare di chi aveva già deciso.

<< Col cavolo. Non ci penso neanche! >> lei gli fece la linguaccia e si appese al braccio di Lucy, stringendolo forte.

<< Oh sì che ci vieni. >>

<< Ma ti sembra normale? Che cavolo vuoi da me? >>

<< Devi fare quello che voglio, no? Era così la scommessa. >>

<< Stai scherzando, riguardava il pomeriggio! >> la ragazza dai capelli blu lasciò Lucy e gli si mise di fronte, gonfiando le guance e mettendo le mani sui fianchi, in una classica posizione inviperita. Purtroppo non aveva capito che Gajil voleva proprio quello.

Il ragazzo, infatti, la prese per la vita e la alzò di peso, tenendola poi come se fosse una baguette.

<< Ehi, aspetta, noi non sappiamo tornare! >> strillò Natsu: solo l'idea di iniziare a vagare a caso in macchina lo faceva andare nel panico.

<< E chi se ne frega? >>

<< Sei proprio un bastardo! >>

<< METTIMI GIÙ!!! >> la voce di Levy sovrastò i due litiganti, facendo scoppiare a ridere Gajil.

<< No. >>

<< Gajil, mettimi subito giù. >> ringhiò, iniziando a dimenarsi come un'ossessa.

<< Ti ho detto di no! Vieni a casa in moto con me. >>

<< Solo se aspettiamo anche gli altri. >> non vedeva davvero l'ora di poter non vedere il suo brutto muso.

Lui la lasciò cadere di nuovo a terra, ma questa volta era preparata, quindi cadde appoggiando le mani e le ginocchia, come un dolcissimo gattino. Gajil non riuscì a non pensare a come sarebbe stata carina con un costume da gatta ed una coda pomposa.

Durante tutto il chiacchiericcio (e le frecciatine tra Gajil e Levy) nel tragitto verso le macchine, Lluvia si piantò a terra. Aveva sentito qualcosa. << Lucy... non senti...? >> prese per il braccio la bionda, facendole interrompere il discorso che stava facendo con Natsu.

<< Cosa dovrei sentire? >>

<< Un gatto! >> Levy si illuminò come se si fosse azionata la corrente e si chinò sul ciglio della strada, dove stava un gattino tutto nero. Che miagolava come un pazzo, in effetti. Possibile che se ne fosse accorta solo Lluvia? << Ma che carino!! >> allungò la mano per farsi annusare. Quel gattino era di una dolcezza disarmante, totalmente l'opposto di quell'orso bruto di Gajil.

<< Non possiamo lasciarlo qui... >> si intenerì Lucy, facendo un sorriso dolce. Quel micino le aveva ricordato che aveva lasciato il suo peluche blu nella macchina di Erza, per non doverselo portare in giro.

<< No, decisamente. >> Levy lo prese tra le mani e se lo accoccolò al petto, sentendo subito che cominciava a fare le fusa. << Gajil, guarda! >> si voltò di scatto, dimentica di tutte le discussioni.

Lui rimase impietrito. L'innocenza di quella ragazza l'aveva disarmato, davvero. Non gli veniva neanche niente da dire, non riuscì a risponderle “Ah, al gatto fai fare quello che vuoi eh?” o “Perchè lo fai vedere proprio a me?”. Niente, non riusciva a dire niente. Era solo rimasto a bocca aperta per l'estrema dolcezza e purezza di Levy. Era raro che Gajil Redfox rimanesse senza parole.

<< Tato? >> Lluvia gli sfiorò la spalla, perché sembrava davvero pietrificato. Non reagì, né al tocco né al nomignolo affettuoso. Che... che le sue preghiere avessero avuto ascolto? Che avesse finalmente trovato qualcuno in grado di lasciare di sasso il suo amico? Non riuscì a trattenersi dal battere le mani emozionata e saltellare sul posto, come se la terra su cui stava poggiando i piedi fosse infuocata. << Ohhhhhhhh tato tato!!!! Che bello, Lluvia è molto felice! >> gli si appese al collo, abbracciandolo stretta. << Ma Gray-sama, non avere paura, Lluvia ama solo te. >> rettificò, dopo che si rese conto di aver abbracciato un altro uomo.

<< Che? >> Gajil parve risvegliarsi da quello stato di trance e sbattè le palpebre, arrossendo.

<< Ommioddio, tato sei rosso! >> Lluvia gli prese le guance tra le mani e si avvicinò pericolosamente a lui spalancando gli occhioni celesti. << Non ti senti bene? >> gli chiese, appoggiando la fronte contro quella di lui. Eh no, eppure non aveva la febbre.

<< Lockster, ti devo parlare. >> ringhiò, sentendo la gola secca. Che cavolo gli prendeva? << Vieni tu in moto con me. >>

<< Cosa? Perchè??? >> Lluvia scosse la testa. << No, io vado con Gray-sama! >>

<< Ho detto che vieni con me, perché ti devo parlare. Chiaro? >> grugnì a denti stretti, il cuore che batteva forte. Doveva assolutamente spiegargli che cavolo stava succedendo.

<< Stai bene? >> chiese Levy, avvicinandosi piano.

Gajil boccheggiò, poi si voltò di spalle e si allontanò, diretto alla moto. << Lluvia. >> chiamò l'amica d'infanzia, ignorando completamente la ragazza minuta.

Questa sgranò gli occhi all'inverosimile e strinse in un pugno la mano che non teneva il gatto sul petto. << QUALE CAZZO È IL TUO PROBLEMA DEL CAZZO?? >> gridò, pestando un piede a terra con violenza.

<< Levy-chan... >> Lluvia rimase sconvolta. Non l'aveva mai vista così arrabbiata. Decise che doveva assolutamente fare qualcosa, non le andava che la sua amica stesse così per molto, perciò decise di seguire Gajil. << Gray-sama, Lluvia ama solo te, okay? Deve solo risolvere una cosa con Gajil-kun, ma ci vediamo a casa! >> gli diede un bacio sulla guancia e corse dietro all'amico. << Gajil, aspettami! >>

<< Levy, stai calma... >> Lucy le si mise di fianco, una mano sulla testa di lei ed una sulla testa del gattino, che guardava Levy come se avesse fatto qualcosa di molto strano.

<< Come faccio a stare calma se quel cretino imbecille si comporta come uno psicopatico? >>

<< Magari hai fatto qualcosa di strano... >> provò a dire Natsu, inclinando la testa di lato.

Lucy si spalmò la mano sulla faccia, mentre Levy lo guardò come se potesse incenerirlo. << IL TUO AMICO FA LO SCHIZOFRENICO E LA COLPA SAREBBE PURE MIA????? >>

<< Levy... non è colpa di nessuno, vedrai che adesso Lluvia risolverà tutto. >> mentre lo diceva però, Lucy fece una smorfia. Quella che risolveva le cose era Levy, in genere, e, sempre in genere, metteva a posto i danni ce faceva proprio Lluvia. Per questo, nel momento in cui finì di pronunciare la frase, Levy gemette quasi disperata.

<< Piccolino, almeno ci sei tu... >> coccolò la testa del gattino, facendolo ricominciare a fare le fusa.

Entrarono tutti nella macchina di Gerard, Gray alla guida, Natsu nel sedile del passeggero e le due ragazze nei posti dietro, a coccolare e pacioccare quel gattino tutto nero. Seguirono fedelmente la moto di Gajil e Lluvia, fino ad arrivare nel solito parcheggio di fronte alle due case in montagna.

Gajil aprì la porta, fece entrare gli ospiti e tornò immediatamente fuori tirando Lluvia per il polso.

<< Avrai fame, piccola Lily? >> domandò Levy al gatto. Aveva deciso che era una femmina e che l'avrebbe chiamata Lily, punto. << Cosa potrei darti da mangiare? >> si chiese, vagando per la cucina aprendo ante, cassetti e pensili. Trovò ad un certo punto un cartone di latte nel frigorifero, nascosto dietro barattoli di sottaceti e scatolette varie. Per ora andava bene quello, poi avrebbe chiesto a quell'altro cosa poteva darle da mangiare.

Gray e Natsu si erano messi a giocare alla Play Station, Lucy stava seduta sul divano a massaggiarsi le tempie e Levy si era seduta a terra contro una gamba del tavolo, che osservava Lily bere dalla piccola ciotola.

Sembrava andare più o meno tutto per il meglio, si stavano rilassando, quando entrarono i due uragani per eccellenza. Lluvia non perse tempo a sedersi di fianco a Gray (lanciando un'occhiataccia assassina a Lucy e mormorando “Rivale in amore”), mentre Gajil scorse la stanza alla ricerca del gamberetto. Che ovviamente non notò. << Dov'è il gamberetto? >>

<< Cos'è il gamberetto? >> chiese di rimando Gray, premendo tasti a caso.

<< Non abbiamo mangiato gamberi, eravamo in pizzeria! >> rettificò allora Natsu, avendo capito anche meno di quello che avrebbe mai potuto intuire.

Gajil scosse la testa e fece per chiarire, quando venne interrotta da Levy. << Sono io “il gamberetto”. >> spiegò, schioccando le dita e attirando l'attenzione del nerboruto pieno di piercings. << Che c'è? >> gli chiese, leggermente rossa in viso e gonfiando le guance poco dopo.

<< Che ci fai lì a terra? >> le domandò, inarcando un sopracciglio.

<< Guardo Lily che beve. >> Levy scrollò le spalle e tornò ad osservare il gattino, apprensiva come una mamma chioccia.

<< Lily? Gli hai dato un nome? >> lui si sedette di fianco a lei, incrociando le gambe. A vederli così si poteva anche dire che lui fosse la custodia di lei.

Levy annuì. << Non è un bel nome per una gattina? >>

<< Sicura che sia una femmina? >> Gajil prese il gatto dalla collottola e lo voltò, guardando in mezzo alle zampe posteriori. << Infatti, è un maschio. >>

<< Come è un maschio? >> lei strabuzzò gli occhi, esterrefatta. << Da cosa lo capisci? >> si avvicinò e appoggiò una mano sulla grande coscia di Gajil, per sporgersi di più.

<< Ha le palle. Le vedi? >> lui indicò gli attributi del gatto, che miagolò infastidito. << Mi sa che devi cambiare nome. >> l'avvertì, lasciando che il gatto tornasse a bere il latte.

<< Ma Lily mi piaceva... >>

<< Sembra una pantera in miniatura. >>

<< Hai ragione... Oh! Che ne dici di Panther Lily? >> Levy battè la mano sulla coscia del ragazzo, facendolo voltare verso di lei. Per qualche motivo aveva dimenticato tutta la rabbia provata nel paesino.

<< Fai cosa vuoi. >> borbottò, incrociando le braccia al petto.

Intanto, Lluvia aveva iniziato a scivolare. Lentamente, scivolava lungo la spalla di Gray, gli occhi chiusi e il respiro regolare.

<< Oh, mi sa che si è addormentata. >> disse Natsu, dando un'occhiata alla turchina. A breve sarebbe scivolata ancora e sarebbe andata a sdraiarsi sulle gambe dell'amico.

<< Mhm... conviene che la porto a dormire. Io anche sono esausta. >> Lucy fece un sorriso, accarezzando la testa dell'amica. << Lluvia... andiamo a dormire? >> le sussurrò all'orecchio, facendole scrollare le spalle.

<< Voglio giocare con Gray-sama... >> mormorò, completamente nel mondo dei sogni.

<< Domani giochi, adesso è ora che andiamo a dormire. >> la bionda ci riprovò, cercando di assumere il tono più convincente possibile.

<< Mhm... è una promessa? >>

Lucy guardò Gray, che sospirò ed annuì. Era abbastanza convinto che se ne sarebbe dimenticata, ma tanto giocare con lei alla Play non gli costava nulla. << Sì, è una promessa. Ora andiamo? >>

Lluvia aprì piano gli occhi, li strofinò e si alzò dal divano, abbracciando Lucy. << Dormi con me? Ma non dirlo a Levy-chan, potrebbe offendersi. >> le soffiò nell'orecchio, in modo che l'amica seduta a terra non le sentisse.

<< Va bene, va bene. >> Lucy scosse la testa intenerita e salutò i due ragazzi. << Levy? Andiamo? >>

Levy si alzò, prese in braccio il gatto, fece un piccolo inchino a Gajil e raggiunse le ragazze sull'uscio della porta. << Come entriamo in casa? >> chiese non appena ebbero augurato a tutti una buona notte e furono fuori dalla casa.

<< Erza ha mandato un messaggio prima, ha detto che c'è una chiave sotto lo zerbino. >> spiegò la bionda.

Percorsero il giardino, notarono che l'auto rossa fiammante di Erza ancora non c'era, recuperarono la chiave ed entrarono nella casa di fronte, separandosi per andare a letto.

 

*-*

 

<< È tardissimo. >>

<< Credi che sveglierai qualcuno? >>

<< Se sveglio Gray mi uccide... per non parlare di Gajil. >>

<< ….Puoi dormire sul mio divano. >>

<< Che? >>

<< Così non svegli nessuno, no? >>
<< Oh... okay... va bene, ti ringrazio. >>

 

 

 

Sophie's space_____

Okay okay okay. Dunque. Perdonate l'obbrobrio, ma non mi è venuto in mente niente di meglio...

senza entrare nei dettagli è stata una settimana particolarmente difficile, per cui spero proprio che possiate darmi ancora fiducia e avere ancora un pochino di pazienza, perché sto carburando =)

Detto questo, grazie di cuore alle recensitrici (?) che non mancano un capitolo. Siete fantastiche, davvero. E se c'è qualche maschio perdonami xD

Ci vediamo poi mercoledì prossimo! (spero)

Un mega bacio <3

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13: Qualcuno fa la propria mossa

 

 

Levy si svegliò, molto lentamente, grazie ad un gattino che le leccava la faccia e le tirava testate. Alla terza o quarta, decise di aprire gli occhi e scontrarsi con quelli blu di Panther Lily, che le sembrò augurare il buongiorno con un forte miagolio.

<< Sì, sì, buongiorno anche a te Lily. >> sbadigliò, mentre il gatto le tirava l'ennesima testata. Il buongiorno forse non bastava? << Ma che c'è?? >> brontolò, girandosi di lato ed avvicinando le ginocchia al petto. Lily le camminò sul fianco, le scese sul braccio e iniziò a strusciarsi sulla mano aperta della ragazza. Solo nel momento in cui Levy gli accarezzò la testa, l'animaletto decise che poteva smettere di miagolare. << Che ruffiano. >> la ragazza sbadigliò e si alzò, mettendosi in piedi e stiracchiandosi le ossa. Non che avesse dormito molto, a dire il vero, causa un gatto pieno di affetto da svendere. Prese della biancheria pulita, uscì dalla stanza (rigorosamente seguita da un Panther Lily tutto trotterellante) e si guardò intorno. Le stanze delle altre erano tutte chiuse e non sentiva rumori, quindi probabilmente si era svegliata per prima.

<< Buongiorno. >>

Si voltò quasi di scatto verso il divano, dove stava un Gerard ancora molto assonnato. << Ahm... buongiorno.. >> mormorò, confusa. Che diavolo ci faceva Gerard in soggiorno? In boxer? Decise di proseguire, invece che andare fuori a fare una doccia, verso la camera di Erza. Si infilò dentro, si chiuse la porta alle spalle e si sedette ai piedi del letto. Panther Lily saltò sulle coperte bordeaux e iniziò di nuovo a miagolare. << Erza... che ci fa Gerard in soggiorno? >> le chiese, mettendole una mano sulla spalla e iniziando a scuoterla leggermente.

<< Chi?>> Erza sbuffò, sbadigliò e si mise piano seduta. Si rese conto del gatto solo quando aprì gli occhi. << C'è un gatto. >> affermò, con un sopracciglio scarlatto inarcato. Eppure si ricordava bene, non c'erano gatti quando era arrivata. Tese piano la mano verso il gattino, che subito le trotterellò incontro ed iniziò a strusciarsi.

<< Sì, si chiama Panther Lily. >> spiegò Levy, guardando la bestiolina che si rotolava, si faceva coccolare miagolava e faceva le fusa, cercando anche di afferrare le mani affusolate di Erza.

<< E... da dove viene? >>

<< L'abbiamo trovato prima di tornare a casa ieri... comunque, scusa, ma perché Gerard è mezzo nudo in soggiorno? >>

<< Gerard? >> la rossa sbattè le palpebre, poi parve ricordare improvvisamente tutto. << Ah, sì! Sì, siamo tornati tardi, quindi gli ho detto di rimanere qui, perché non voleva svegliare gli altri... >> arrossì leggermente, prese Lily in braccio e si mise a giocarci insieme, muovendo le dita e facendogli dei grattini sulla pancia.

<< Okay... va beh, comunque vado a fare la doccia. >> diede un bacio sulla guancia all'amica che giocava con Panther Lily. Però il micio non sembrava così contento, anzi, cercava di scappare, ma la rossa lo riacciuffava subito e se lo rimetteva tra le gambe incrociate, facendo versi strani. << Ehm... il gatto...? >>

<< Lo tengo io, non preoccuparti! >> Erza fece un sorriso sornione, mentre il gatto strillò un miagolio acuto e potente.

<< Sei sicura..? >> non si sentiva molto a suo agio all'idea di lasciare quell'esserino indifeso tra le mani di Erza, ma sapeva che aveva le migliori intenzioni. Doveva solo fidarsi.

<< Sì, sì, tranquilla! Vai vai! >> le fece l'occhiolino e la incitò a lasciare la stanza.

Levy prese un respiro e si decise ad uscire. Poco convinta, certo. Ma appena vide Gerard con addosso il grembiule rosa che aveva usato anche lei rimase paralizzata. Okay, doveva essere il più normale dei quattro, ma visto così proprio non era credibile. << Ciao Gerard... >> lo salutò, decretando mentalmente che non avrebbe fatto domande. Non si sarebbe chiesta perché avesse quel grembiule addosso, né perché stesse canticchiando come una massaia provetta, né perché fosse a petto nudo. Nessuna domanda. Se non faceva domande, non otteneva risposte, che era proprio quello che voleva: non sapere.

<< Oh ciao Levy! Ti va se facciamo colazione insieme? >> domandò il ragazzo dai capelli blu, voltandosi verso di lei col mestolo alzato.

Quella visione rendeva difficile a Levy di non rispettare la sua decisione di non farsi domande. << Sì, è okay! >> rispose, fingendosi naturale. Era pazzo anche lui. Che cavolo, eppure sembrava il suo unico appiglio alla normalità... << Vado...a fare la doccia! >> fece un sorriso tirato ed uscì, di corsa, biancheria sotto braccio.

Sospirò esasperata, si infilò nel bagno fuori dalla casa e si svestì, lasciando gli indumenti nel lavandino e portandosi l'asciugamano quasi dentro la doccia. Non voleva che succedesse quello che era capitato il primo giorno, ci teneva a non far vedere a nessuno sconosciuto la sua nudità.

*-*

Gajil era sveglio già da un bel po', le mani sotto la nuca e lo sguardo fisso su quella macchia giallognola sul soffitto. Se fossero stati tanto in quella casa, magari avrebbe potuto dare il bianco, quella macchia gli disturbava i pensieri e lo faceva distrarre. Poi, già il fatto che lui pensasse era abbastanza strano di per sé, non gli era mai capitato di lamentarsi perché qualcosa non lo faceva pensare.

Tutta colpa di Lluvia.

 

<< Allora, tato, cosa mi devi chiedere? >> Lluvia si era messa le mani dietro la schiena e si era piegata leggermente in avanti, verso l'amico che stava seduto su di un tronco.

<< Niente. >>

<< E allora perché sono qui? >> lei inclinò la testa di lato, confusa.

<< Perchè sì. >>

Lluvia sospirò, diede un'occhiata alla porta e all'interno, quindi al suo amato Gray-sama che passava del tempo senza di lei, e si sedette di fianco a Gajil. << Vuoi dirmi qualcosa su Levy-chan? Prima sei scappato. >>

Gajil si era irrigidito, stringendo i pugni. << Non ci capisco niente. >>

<< Okay, è normale, perché sei antipatico e non ti sei mai innamorato. >>

<< Non sono antipatico. >>

<< Lo sei eccome. >

<< Non- va beh... comunque non sono innamorato. >>
<< Ci sei molto vicino. >>

<< Stai cercando di aiutarmi o vuoi solo fare la stronza? >>

<< Tu stai cercando il mio aiuto? >> Lluvia aveva spalancato la bocca ed era arrossita di gioia.

<< Mi sembrava palese. >>

<< Ommioddio, ommioddio, ommioddio!!! >> gli era saltata al collo, stringendolo e facendolo cadere a terra.

<< MA CHE CAZZO! Che fai?? >> aveva allora sbottato lui, sbattendo la schiena contro il gradino davanti alla porta.

<< Scusa è che sono così felice!! >> la ragazza si era scusata, si era messa in ginocchio e gli aveva preso le mani, stringendogliele forte. << Allora, allora... >> si era schiarita la gola, per poi spostarsi una ciocca di capelli turchini dietro l'orecchio.<< Dunque. Che dire. Per conquistare Levy-chan devi..- >> si era fermata proprio sul più bello, assumendo un'espressione pensierosa.

<< Devo... cosa? >> aveva bofonchiato, cercando di nascondere l'imminente irritazione.

<< Non ti devi preoccupare, tato, non devi fare niente di diverso. >>

<< Niente di diverso? Lluvia, ma lo vedi che mi odia? >>

Lluvia aveva scosso la testa, gli aveva stampato un piccolo bacio sulla guancia a Gajil e si era alzata in piedi, stirandosi la gonna. << Fidati di me! >>

 

Continuava a non capire lo strano comportamento di Lluvia, ma quando era rientrato si era sentito decisamente più tranquillo. Molto più rilassato nel parlare con Levy, insomma, più a suo agio.

Sbadigliò sonoramente, si mise seduto e si grattò la zazzera che aveva in testa, impigliando le mani tra qualche nodo, per poi sbuffare, arrendersi ed alzarsi in piedi. Si infilò qualcosa a caso ed uscì dalla stanza, passando davanti a quelle dei suoi amici, che stranamente erano aperte: se quegli imbecilli stavano con le porte aperte voleva dire che erano già svegli. Infatti, non dormivano, ma stavano sul divano a giocare alla Play.

<< Vi siete alzati presto.. >> commentò, inarcando un sopracciglio. C'era qualcosa di strano nell'aria.

<< Non siamo andati a dormire. >> disse tranquillamente Gray, sbattendo forte le palpebre. Mise in pausa la campagna di gioco, afferrò la tazza gigante appoggiata sul bracciolo del divano e bevve come se ne fosse andato della sua vita.

<< Quindi...? >>

<< Caffè. Tanto caffè. Tutto il caffè del mondo. E molto amaro. >> spiegò Natsu, facendo una pausa più o meno dopo ogni parola. Non che potesse distogliere l'attenzione dalla campagna, insomma, erano ore che andavano avanti e di certo non potevano ricominciare dall'ultimo checkpoint, visto che era praticamente a inizio livello. No, no, doveva rimanere concentrato.

<< Okay... >> Gajil si chiese come facesse un idiota come Natsu ad avere un talento del genere per i videogiochi, ma passò oltre. D'altronde, gli importava davvero? No, decisamente. Perciò andò al bancone della cucina, prese una tazza e la riempì di caffè e latte, senza zuccherarlo. Poi si appoggiò con la schiena ai fornelli, sorseggiando la sua colazione. << Ma Gerard? >> chiese, notando che ne mancava uno all'appello.

<< Non lo so. >>

<< Forse è in bagno. >>

<< Oh, a destra >>

<< L'ho visto. >>

Gajil roteò gli occhi al cielo: adesso non avrebbe più potuto fare domande, perché erano entrati nella modalità gamer e quindi erano persi. Non c'erano più. Sarebbe stato decisamente più produttivo cercare di insegnare a Panther Lily a parlare, piuttosto che tentare di ricevere risposte da quei due. Quindi pensò bene di finire di bere il caffè latte e di andare in bagno. Tanto, a rigor di logica c'era Gerard, no? Non avrebbe potuto essere da altra parte, comunque.

*-*

Gerard mescolava la panna liquida con il mestolo, cercando di addensarla e poter fare una buonissima crema alla vaniglia da accompagnare ai biscotti lingue di gatto e cookies. Aveva una passione per la pasticceria, sì, senz'ombra di dubbio: faceva dolci quando era triste, quando era felice, quando non sapeva cosa fare, quando voleva ringraziare qualcuno... se avesse potuto, avrebbe fatto dolci tutto il giorno. Era una cosa che lo rilassava, gli faceva mantenere i piedi ancorati al terreno e non gli faceva prendere una brutta strada.

Quando sentì l'odore forte della vaniglia uscire dal pentolino, spense il fuoco e la mise dentro ad una ciotola di vetro, ci mise la pellicola trasparente appena sopra per non far formare quell'antipatica pellicina dura, e coprì tutto con uno straccio. Poteva andare, no?

Annuì a se stesso, si tolse il grembiule e si vestì, per poi passarsi una mano tra i capelli blu. Doveva chiamare gli altri, ma rimase ancora un paio di minuti immobile. Non riusciva a togliersi dalla mente la serata appena passata, tutto quello che si erano detti e confessati... dire che si era innamorato era decisamente troppo, però di certo non voleva che il rapporto appena nato con Erza morisse non appena si fossero divisi.

Era ancora molto convinto del fatto che lei fosse troppo per lui, aveva paura di non riuscire, di non essere alla sua altezza e di fallire. Non era abbastanza sicuro delle sue capacità e potenzialità, era chiaro a tutti. Ma Erza era diversa. Lo rendeva diverso. Gli faceva dimenticare di non aver avuto una famiglia, di aver sofferto, di non sentirsi mai appropriato o al posto giusto, perché lei gli dava speranza. Una speranza che aveva dimenticato di avere, nascosta com'era dentro il suo cuore. Erza era speciale, sapeva che probabilmente non sarebbe mai riuscito a conquistare il cuore di quella ragazza un po' particolare, però sapeva che ne valeva la pena. Valeva la pena provare e quasi sicuramente fallire, anche solo per avvicinarsi un po' a lei.

Andava bene, andava bene così. Per una ragazza come Erza valeva la pena in ogni caso.

Gli tornarono improvvisamente in mente tutti i consigli che aveva dato a Natsu quando gli aveva chiesto come si conquistava una donna, e ridacchiò. Avrebbe provato a seguirli lui in primis, anche se non sapeva se avrebbe funzionato: la giovane Scarlett non era sicuramente come tutte le ragazze che aveva conosciuto.

Scosse la testa, risvegliandosi dai suoi pensieri. Okay, era il caso di chiamare gli altri.

Uscì dalla casa di Erza e fece in tempo a sorpassare il bagno che incontrò Gajil. << Oh, ehi! Vieni a fare colazione dalle ragazze? >> gli chiese, tranquillamente.

<< Eh? >>

<< La colazione. Vado a prendere qualcosa in casa e chiamo gli altri due. >> Gerard lo sorpassò, battendogli una mano sulla schiena e facendo un paio di passi. Poi si ricordò che Levy era in bagno. << Stai andando in bagno? >> domandò, voltandosi appena in tempo.

<< Sì...-CHE CAZZO CI FAI TU QUI? >>

<< CHE CAZZO CI FAI TU??? ESCI, IDIOTA! >>

E Gajil venne colpito in fronte da una scarpa. Tirata da Levy. Che tirò poi anche l'altra.

Gerard sbattè le palpebre, confuso dalla situazione.

Levy uscì dal bagno vestita di tutto punto, recuperò il paio di scarpe, spintonò leggermente Gajil e lo sorpassò. << Oh, ciao Gerard! >> gli sorrise, non appena lo notò.

<< Ciao Levy.. >>

<< Vi aspettiamo in casa, allora! Sveglio Lluvia e Lucy. >> gli fece un cenno con la testa e il segno dell'okay con le mani, poi lanciò uno sguardo truce a Gajil e se ne tornò nella casa di Erza, sbattendo la porta di casa.

<< Si può sapere che cavolo le hai fatto? >> il blu era ancora frastornato. Forse doveva correggersi, tutte quelle ragazze non erano come le ragazze normali che aveva conosciuto. Compresa la piccola.

<< Io? Non ho fatto nulla!! >>

<< Ieri sera mentre non c'ero? Sicuro di non aver fatto cretinate? >> lo guardò storto, inclinando la testa di lato. Se aveva fatto qualcosa per minare il suo rapporto con Erza, allora l'avrebbe ucciso, giustiziato, eliminato senza problemi.

<< No, te lo giuro! È pazza, ecco cos'è! >> Gajil incrociò le braccia al petto, sbuffando. << Piuttosto, a che ora sei tornato? >>

<< Non sono tornato. >>

<< Come non sei tornato? >> il moro sgranò gli occhi, ma dopo un paio di secondi assunse una smorfia maliziosa. Hai visto Gerard, che sembra il più timido... << Ahhhh, ebbravo Gerard! >> gli diede un pugno sulla spalla in un modo che sarebbe dovuto sembrare amichevole.

<< Non hai capito niente come al solito. >> sbottò l'altro, scuotendo la testa esasperato.

<< Come no, e allora? >>

<< Non potrei, chessò, per dire eh, essere rimasto a dormire sul divano perché non volevo svegliare nessuno di voi? >>

Gajil scosse la testa. << No. >>

<< No? >> era esasperato. Ovviamente, come aveva potuto pensare che avrebbe anche solo provato a capire?

<< No, perché gli imbecilli non hanno dormito. >>

<< Come non hanno dormito, hanno fatto after?? >>

<< Eh... stanno ancora giocando. >> disse il proprietario di casa, quasi soddisfatto. << E comunque sei coglione. >>

<< Mi pareva strano che non mi avessi ancora insultato. >> quasi sorrise, nella sua disperazione. Finchè Gajil pensava a quelle cose, il mondo girava nel verso giusto. Era una delle sue poche certezze... << Perchè? >>

<< Hai dormito lì... non hai spiato le ragazze? Sono tutte... >> fece un movimento particolarmente eloquente con le mani davanti al petto, come a simulare un seno prosperoso. << A parte il gamberetto, ma lei non puoi guardarla. >> continuò, candidamente.

<< Io non sono un pervertito come te. >> gli fece notare, ignorando volontariamente l'ultima frase. L'avrebbe potuta usare come cartuccia alla sua pistola, nel caso fosse mai dovuto servire. E prevedeva che sarebbe servito, sicuramente, entro qualche ora.

<< Se, se... prova a staccare quei due dalla Play, io vado a pisciare. >> disse, proseguendo verso la strada che aveva imboccato appena uscito di casa: il bagno.

<< Che finezza. >> Gerard roteò gli occhi al cielo ed entrò in casa di Gajil, dove ovviamente scorse i due che si picchiavano. << Ragazzi? >>

<< SMETTI DI CHIAMARMI SPOGLIARELLISTA! >>

<< E TU SMETTI DI TOGLIERTI I VESTITI! >>

<< MA FATTI I CAZZI TUOI! >>

<< MI TIRI I VESTITI ADDOSSO, COME FACCIO?? >>

<< Ragazzi... >> ci provò comunque. Tanto valeva tentare, no? Ovviamente, come immaginato, il suo piccolo tentativo di attirare la loro attenzione andò in fumo, non bloccando minimamente lo scontro tra quei due pazzi. << Ragazzi.... >> ripetè, leggermente più convinto. Stavano cercando di mettergli i bastoni tra le ruote. << BRUTTI DEFICIENTI, ASCOLTATEMI! >> sbottò infine, prendendoli per i capelli e facendoli sbattere uno contro l'altro. Adesso aveva la loro attenzione.

<< Che c'è? >> domandò Gray, massaggiandosi la tempia.

<< Facciamo colazione dalle ragazze, datevi una mossa a rendervi per lo meno presentabili. >> spiegò, prendendo dei profondi respiri per calmarsi. Portandoli in casa delle ragazze, avrebbe potuto non doverci pensare lui se fosse iniziato una rissa: avrebbe sicuramente trovato in Erza un valido sostituto.

<< Okay! Hai preparato tu? >> Natsu saltò in piedi: gli era bastato pensare a tutte le cose buone che cucinava il suo amico per dimenticarsi della discussione e del dolore alla testa. Importava solo mangiare, mangiare tanto e bene.

<< Sì, prendo dei toast per fare la parte salata. >> annuì il blu, sorridendo debolmente. << Muovetevi, così possiamo andare. >>

*-*

Lucy si svegliò da sola, mentre Lluvia fece decisamente più resistenza: aveva quella strana abitudine di non riuscire a svegliarsi quando dormiva con qualcuno.

<< Lluvia... dai, Lluvia sveglia... >> le sussurrò all'orecchio la bionda, sfiorandole la spalla.

La turchina mugugnò, voltandosi dall'altra parte e ricominciando a sonnecchiare beata nei suoi sogni con Gray-sama.

<< Lluuuuuuuuviaaaaaaaaa.... >> cantilenò allora: magari cambiando il tono della voce sarebbe riuscita a svegliarla.

Lluvia sbadigliò, mantenendo le palpebre serrate.

Lucy si imbronciò, aggrottando le sopracciglia bionde. Come svegliarla? << LLUVIA, SVEGLIATI! >> la prese per le spalle e la scosse violentemente, dopo essersi messa seduta sopra di lei. Niente di niente.

<< Gray-sama, Lluvia si concederà presto... >> miagolò la bella addormentata, evidentemente ancora addormentata.

<< Per l'amor del cielo. >> Lucy tornò a mettersi nella sua parte del letto, cercando un modo facile e veloce per svegliare la sua amica. Sentì grattare alla porta e miagolare, segno che il piccolo e dolce Panther Lily voleva assolutamente entrare in quella stanza. << Non lo vuoi vedere il piccolo Lily?? Sentilo come miagola... >> ancora niente. Stava per gettare la spugna, quando le venne in mente un'idea. Se non avesse funzionato quella, si sarebbe arresa e avrebbe fatto fare il lavoro sporco a Erza. << Guarda che se dormi, Gray non ti amerà più. >>

<< GRAY-SAMA!! >> Lluvia scattò: in una manciata di secondi era seduta sul letto con gli occhi spalancati e cercava disperatamente con lo sguardo Gray. Ma notò solamente Lucy che rideva a crepapelle. << Lucy! Perché ridi? >> domandò dolcemente, per poi sbadigliare.

<< Oh nulla... ho trovato il modo di svegliarti facilmente. >> le annunciò candidamente.

Lluvia inclinò la testa, confusa, ma decise di non indagare oltre. Non vedeva l'ora di poter riabbracciare il suo amato Gray-sama e magari giocare alla Play station con lui.

Dopo poco, tempo di vestirsi in modo quasi presentabile, uscirono dalla stanza, rischiando di ammazzarsi a causa dell'esserino nero che si infilava tra i loro piedi. Piccolo e letale. Videro Erza e Levy che parlavano al tavolo, la blu che rideva e la rossa che aveva lo stesso colore dei capelli.

<< Che succede ragazze? >> domandò Lucy, sedendosi di fianco a Levy.

<< Erza mi spiegava che Gerard le ha comprato un braccialetto alla fiera. >> spiegò la ragazza minuta, sorridendo maliziosa.

<< Ohhhhh, Erza-san! >> Lluvia parve improvvisamente molto interessata. << Fa' vedere, fa' vedere! >>

La rossa divenne ancora più paonazza, ma alzò piano il polso destro, a cui stava allacciato un braccialetto in acciaio chiaro, femminile ma non troppo, proprio come la proprietaria.

<< È stato dolcissimo!! >> gongolò Lucy, battendo piano le mani emozionata.

<< Oh sì... e poi dovreste sentire il resto. >> Levy si coprì la bocca per non far vedere come se la ghignava. Adorava vedere Erza in ambito amoroso, era di una tenerezza indicibile!

<< Cos'è successo?? >> chiese la bionda con slancio: bramava di sapere del loro appuntamento, soprattutto perché sembrava essere andato piuttosto bene, contrariamente a tutte le loro aspettative.

<< Erza-san... non mi dire che... insomma... >> Lluvia arrossì a dismisura, sgranando gli occhi celesti. L'imbarazzo era misto alla curiosità, doveva assolutamente decidere quale dei due sentimenti far prevalere.

<< MA NO, COSA VAI A PENSARE!! >> strillò Erza, la voce più acuta di almeno un paio di ottave, dando a Lluvia una pacca sulla spalla. << Gli ho solo dato un bacio sulla guancia! >> continuò, quasi con un soffio.

<< Ommioddio, Lluvia, stai bene? >> Lucy si preoccupò quando vide l'amica dai capelli celesti venire spinta dalla forza bruta dell'altra ragazza e sbattere la testa contro il muro.

<< Lucy-san... perché ci sono due Lucy-san..? >> la turchina aveva la testa che ciondolava e sbatteva le palpebre semi cosciente. Doveva essere stata una bella botta.

<< No, no, sono solo una... >> Lucy fece una smorfia, per poi sospirare. Sperava solo di non essere così strana quando parlava con Natsu. Un lieve rossore andò a colorarle le guance, vedendo anche il grande gatto di peluches che stava seduto a capotavola: forse Natsu non se n'era reso conto, ma quel regalo era stata la cosa più carina che qualcuno avesse fatto per lei.

<< Però vi siete promessi qualcosa, no? >> Levy tornò a portare l'attenzione su Erza, che sobbalzò sul posto.

<< Che avremmo avuto un altro appuntamento a Magnolia. >> sussurrò, lasciando che il ciuffo scarlatto le coprisse la faccia.

<< Che? >> Lucy si sporse in avanti, non avendo sentito una sola sillaba.

Erza prese un profondo respiro. << CHE AVREMMO AVUTO UN ALTRO APPUNTAMENTO A MAGNOLIA!! >> questa volta gridò. No, Erza Scarlett non aveva assolutamente mezze misure.

<< Che bella notizia!! >> Levy e Lucy si batterono il cinque, contente. Fecero per chiedere altre cose, ma bussarono alla porta e decisero di non proseguire, per non mettere l'amica in ulteriore imbarazzo. Lucy si mosse per andare ad aprire, ma venne preceduta da un tornado di nome Lluvia, che spalancò la porta e si buttò addosso a Gray, piangendo come una disperata.

<< Ciao ragazzi... >> li salutò allora la bionda, scuotendo un poco la testa. Niente poteva mettersi tra Lluvia ed il suo amato Gray-sama, neanche un giramento di testa causato da una “botta” di Erza. Questo doveva far capire quanto fosse forte il suo amore.

 

 

 

 

Sophie's space_____

Allora allora allora! Sono tornata. Al limite dell'orario, eh, ma sono tornata!
Non ho molto da dire, solo che la piccola parte di flashback di Gajil, in cui lui parla con Lluvia, è stata una specie di richiesta da parte della mia Hachi, che li adora come amici. Un omaggio per la mia migliore amica, spero apprezzerete comunque anche voi!

Detto questo, spero di trovarvi mercoledì prossimo <3

Un mega abbraccio <3

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14: Il lago in comune 

Dopo una colazione decisamente movimentata e strana, come al solito, con i ragazzi che litigavano, Lluvia che singhiozzava, Levy che gonfiava le guance e si inviperiva, decisero di fare qualcosa tutti insieme. Con due reazioni particolarmente contrastanti tra le due ragazze dai capelli azzurri: non era difficile immaginare chi propendesse per l'uscita e chi no.

<< Non ci vengo. >> sbottò per l'ennesima volta Levy, roteando gli occhi al cielo ed incrociando le braccia al petto. << E poi comincia a fare freddo, chi ha voglia di uscire? >>
Lucy ed Erza si guardarono, non potendo ribattere in modo negativo. Effettivamente la temperatura si era abbassata, non così tanto da non potersi muovere di casa, comunque. 

<< Neanche io ho voglia di venire. >> la voce di Gajil comparve nel discorso come un un orso che si svegliava dal letargo. 

<< Ecco, vedi, neanche... aspetta. Se io non vado, e quello neanche... >>

<< Ehi! >> brontolò il “quello”, nominato con tanta stizza.

<< Allora rimarremmo qui. Da soli. >> la blu portò a termine il suo ragionamento. A volte odiava essere così logica, perché adesso non poteva più dire che se ne stava a casa. 

<< Quindi? >> la incalzò Lucy, conscia del dilemma interiore della sua migliore amica. 

<< E va bene. Ma mi porto il libro. >> 

<< Levy-chan, Lluvia è così contenta che venga anche tu! >> Lluvia le si appese al collo e l'abbracciò, stringendola forte ed alzandola da terra. Finalmente poteva fare in modo che il suo adorato amico si dimostrasse una persona buona e simpatica, e magari che si mettessero anche insieme, perché no? D'altronde, quanto serviva per innamorarsi e rendersene conto? Lei ci aveva messo quella decina di secondi buoni, ma quell'altro ci avrebbe messo un bel po', bisognava iniziare subito e non perdere tempo. 

<< Non me la conti giusta... >> la piccoletta sospirò, ma si lasciò abbracciare senza remore, dopotutto era comunque bello farsi coccolare. << Ma non importa. Cosa vogliamo fare? >> continuò, non appena l'amica l'ebbe rimessa a terra, pur continuando ad accarezzarle la testa. Cominciava a sentirsi un gatto, il suo legame con Panther Lily stava diventando più forte. 

<< Non c'è molto in giro... >> Erza si portò un indice alle labbra, pensierosa. Cosa poteva far fare a tutti quanti? Dove poteva portarli? 

<< Non c'è un lago? >> propose Gray, sbadigliando. Lo stare sveglio tutta la notte stava iniziando a mostrare le conseguenze, si stava addormentando in piedi. Diede uno sguardo verso Natsu per vedere se anche lui aveva le palpebre cadenti. Okay, erano nella stessa situazione. Ma non gli avrebbe lasciato la vittoria, si sarebbe dovuto addormentare assolutamente dopo di quella testa calda. Annuì mentalmente, sbattendo le palpebre per cercare di rimanere sveglio. 

Inconsciamente Levy lanciò uno sguardo a Gajil, che sogghignò appena se ne rese conto. Non era stupido quanto faceva credere, soprattutto quando si trattava di capire se una donna era interessata alla merce, ecco. A dire il vero, però, non capiva perché era lui ad essere interessato alla merce. Come aveva già avuto modo di riflettere, Levy non aveva niente della sua donna ideale: niente seno pronunciato, niente sedere importante, niente gambe chilometriche, niente capelli lunghi. Eppure lo interessava. Sarebbe andato a fondo della faccenda, poco ma sicuro. 

<< Gajil, ci sei? >> Gerard gli passò la mano davanti alla faccia, per poi schioccare le dita e risvegliare l'amico dalla trance. Non avrebbe permesso a nessuno di mettersi sulla sua strada per provare a conquistare Erza. Neanche Gajil. 

<< Eh? Che? >>

<< Stiamo andando al lago, ti muovi? >> aveva uno sguardo da "se provi ad ostacolarmi ti uccido", e Gajil sapeva che non scherzava.

<< Ma che vuoi? >> brontolò, nascondendo una goccia di sudore freddo che gli percorreva la schiena con una scrollata di spalle. 

<< Prendiamo le giacche pesanti ed andiamo, forza. >> sorrise luminoso il ragazzo dai capelli blu, alzandosi dal divano e mettendosi le mani sui fianchi. Però lo seguì solo Gajil, che sbuffò sonoramente. << Voi due idioti, muovetevi. >> ringhiò a denti stretti, mentre afferrava per il colletto i due amici e li alzava dalle sedie di peso. 

<< Ci vediamo dopo, okay? >> lo salutò dolcemente la ragazza dai capelli scarlatti, muovendo la mano sinuosamente. Gerard arrossì, annuì piano ed uscì da casa delle ragazze trascinando i due amici semi coscienti. Ebbe cura di farli andare a sbattere un po' ovunque potesse, in modo di dar loro una sveglia. Non ebbe un grande successo quella sua idea, comunque, perché Natsu e Gray lo stavano semplicemente insultandl con gli occhi chiusi. 

<< Scusate ragazza... Ma andiamo davvero al lago? >> chiese Levy, leggermente imbronciata. Non aveva davvero la minima voglia di stare di nuovo con quel cretino di Gajil... però poteva fare finta che non esistesse! Poteva starsene tranquilla con le sue amiche senza necessariamente dover parlare con l'orso pieno di ferro. No? Era un ragionamento che le piaceva parecchio, doveva ammetterlo. 

<< Lluvia porterà il costume! >> esultò la celeste, mentre batteva le mani e saltellava entusasta. Chissà che faccia avrebbe fatto il suo amato Gray-sama non appena l'avrebbe vista con indosso il suo bikini rosa da corteggiamento! Voleva farlo cadere ai suoi piedi, stramazzare, svenire! Così poi gli avrebbe potuto fare la respirazione bocca a bocca, e allora lui le avrebbe detto che baciava in un modo speciale ed adorabile, e che non avrebbe mai più permesso a nessun altro di sfiorare quelle labbra carnose e morbide, e allora..

<< Lluvia? Ancora? >> Lucy le pungolò una spalla, notando che la sua amica stava decisamente perdendosi nel mare delle sue fantasie assurde. << Lluvia, c'è Gray in mutande!! >> esclamò a gran voce, cercando di essere il più convincente possibile. Ed eccola, Lluvia che tornava sulla Terra e si guardava attorno spaesata alla ricerca del suo amato in mutande.

<< Dov'è Gray-sama? >> mormorò, sbattendo le palpebre sugli occhioni umidi. 

<< È andato via da poco, era un modo per farti tornare tra noi. >> spiegò Erza, comprendendo lo spaesamento di Lluvia. 

<< Oh... >> la turchina sbuffò piano: certo che avrebbero potuto avvertirla che il suo Gray-sama stava andando via... non erano state simpatiche. Che fosse Lucy? Che glielo avesse nascosto per poterlo salutare da sola? << Rivale in amore... >> ringhiò, socchiudendo gli occhi fino a renderli due fessure velenose. 

<< Non ci credo. Sul serio? >> Lucy gemette a bassa voce, esasperata. Iniziava davvero a sperare che quei due si mettessero insieme, così da poter riavere la sua amica alla normalità e senza dover pesare tutte le parole che diceva per non farsi guardare in quel modo. Non ce la faceva proprio più. Ed erano passati solo due giorni e mezzo! 



Nell'altra casa, le cose non andavano diversamente. 
Gerard era la oerfetta controparte maschile di Lluvia, in quanto fantasticava come una ragazza su come poter conquistare la sua dolcissima Erza. Allagò avrebbe potuto ignorare i suoi amici dormiglioni ed il teppista per stare solo con lei, farle fare un giro per il paesaggio, magari anche farle qualche fotografia, per poi regalarle un album per Natale, o per il primo mesiversario di fidanzamento. Oh sì, era un'idea grandiosa, doveva ammetterlo. 

<< La smetti di fare Lluvia? >> bofonchiò Gajil, sbadigliando e dando un pugno sulla spalla di Natsu. Erano seduti vicini sul divano ed il rosa stava andando sempre più giù, fino ad essersi appoggiato al moro. 

<< Mhm... Ancora cinque minuti papà... >> sussurrò l'altro, come se neanche si fosse accorto di essersi preso un pugno. 

Gajil ringhiò e lo spinse a terra, facendolo cadere dal divano. << Vuoi svegliarti, idiota? >> borbottò.

<< Ehi! Ma perché sei sempre così scorbutico!!! >> brontolò Natsu, mettendosi seduto a gambe incrociate e grattandosi la testa. << Gerard, c'è del caffè? >> chiese, allungando il collo verso l'amico coi capelli blu. Che camminava avanti e indietro come una bestia feroce in gabbia. O una ragazza alla prima cotta. 

<< Ma che gli prende... >> Gray schioccò la lingua al palato e si diede due schiaffetti in faccia, per svegliarsi un po'.

<< Fa la quindicenne in preda crisi ormonale. >> il padrone di casa sogghignò sotto i baffi, mentre pensava ad un'altra serie di prese in giro. 

<< Ha parlato chi è talmente orgoglioso da non ammettere neanche a se stesso di avere una cotta per una ragazza. >> Gerard sbucò dalla sua camera e gli fece il dito medio. Buono era buono, ma non poteva passare il tempo a discutere con lui, perciò aveva deciso di interrompere lì la conversazione e lasciare che gli altri due lo prendessero in giro a dovere.

Infatti, come previsto, Natsu e Gray iniziarono a fare battutine su Gajil e Levy, pensando a come sarebbe stata lei a decidere il colore delle pareti e cose di questo genere. E andarono avanti, e avanti, e ancora avanti, finchè non fu il momento di incontrare le ragazze e andare insieme al lago. Avevano finalmente trovato il modo per rimanere svegli, anche se rischiavano la morte ad ogni battuta, perché poteva essere l'ultima.



Fu un semplice pomeriggio al lago. 
Sì, sarebbe bello iniziare la seconda parte così, ma con dei protagonisti come loro, qualcuno ci crederebbe? No, appunto.
Dal momento in cui avevano messo piede fuori dalle macchine, era ricominciato il delirio più assoluto. Gray scappava, Lluvia lo rincorreva e ogni tanto si fermava a piangere, Lucy provava a consolarla, ma la turchina si infuriava e la minacciava di non si sa quale terribile ripercussione, allora entrava in gioco Gray che cercava di difendere la bionda da un odio ingiustificato... E il ciclo ricominciava, osservato da un Natsu molto confuso, un Gajil disinteressato e da una coppia di piccioncini che tubavano, cercando comunque di contenere il caos. Solo Levy se ne fregava allegramente di quello che succedeva attorno a lei. Appoggiata ad un albero, con le ginocchia alzate ed un libro spalancato davanti a sé, si era estraniata dal mondo ed era entrata in quello della storia antica, in cui forti guerrieri combattevano in un'arena, valorosi soldati che si battevano per le loro idee, a costo di far scoppiare una guerra. Era affascinata da quel tipo di carattere, quello del "mi piace una cosa e me la prendo, non importa come", e non poteva fare a meno di pensare a quei deficienti della sua scuola che la importunavano senza sosta. 

<< Che fai? >> 

Sentì una voce riconoscibile tra un miliardo ed un peso impressionante lasciarsi cadere di fianco a lei. << Studio. >>

<< E perché studi? >> 

<< Perchè devo superare un esame. >> 

<< E perché? >> 

Levy alzò gli occhi dalle lettere nere su sfondo leggermente ingiallito del libro di storia e li puntò nervosamente in quelli rosso fuoco di Gajil. << Cosa c'è di poco chiaro nella frase "devo superare un esame"? >> sbottò, portandosi una ciocca di capelli dietro all'orecchio. 

<< Cosa studi? >> lui la ignorò spudoratamente, avvicinandosi e sporgendo la testa per scorgere qualche parola. Appena scoprì che era storia, non riuscì a trattenere una smorfia di disgusto.

<< Storia. >> la ragazza sospirò e chiuse gli occhi, per mantenere un minimo di contegno. Non aveva più voglia di arrabbiarsi e strillare come un'isterica.

<< Beh, io mi annoio. >> 

<< E chi se ne->> non finì la frase che si sentì baciare, di nuovo senza consenso. Il libro le scivolò di dosso. << MA SEI COMPLETAMENTE PAZZO????? >> strillò, spalancando gli occhi nocciola. Al diavolo i buoni propositi, quel cretino non poteva baciarla a caso, quando voleva lui. 

Gajil scattò in piedi, si leccò le labbra con fare provocante e provocatorio, e le mostrò di avere in ostaggio il libro. << Tienimi compagnia, gamberetto. >> le disse, ridendo. Non che in genere pensasse prima di agire, ma con quella ragazza... non si sentiva in dovere di fare finta, voleva essere sincero al cento per cento e fare tutto quello che gli pareva. Senza farle del male, chiaramente. Aveva il vago sentore che sarebbe finito a pezzi in una fossa biologica.

<< LLUVIA COS'HAI INTENZIONE DI FARE??? >>  
I due litiganti si voltarono di scatto sentendo l'urlo di Lucy. Appena in tempo per vederla che veniva spinta dentro al lago. 

<< Oddio... >> Levy si schiaffò la mano in faccia, disperata. << Erza!! Non vedi che fanno queste due?? >> si dimenticò in un attimo del suo piccolo problema col nerboruto imbecille e si diresse a passo di marcia verso il bordo del lago, pronta a sgridare l'amica dai capelli celesti, ma appena le si trovò davanti... desistette. 

<< Ommioddio Lucy-san, a Lluvia dispiace così tanto... >> Lluvia si sentiva mortificata. Non sapeva come aveva potuto lanciare la sua amica in acqua, era successo e basta, e ora si sentiva così male... << Lucy, prendi la giacca di Lluvia, o i suoi vestiti, Lluvia si sente così in colpa... >> stava per mettersi a piangere. Aveva iniziato toglienmdosi la giacca, e adesso si stava tirando giù la zip dei pantaloni per poterli donare alla sua amica tutta bagnata. 

<< LOCKSTER, COSA DIAVOLO STAI FACENDO??? >> Gajil strillò come una ragazzina, arrossendo a dismisura e si coprì gli occhi. Insomma, era un teppista, un pessimo elemento, ma non poteva guardare la sua amica d'infanzia che si spogliava! Probabilmente si sarebbe pentito di quella decisione, una bella ragazza era una bella ragazza, ma per ora non aveva intenzione di togliere le mani dagli occhi. 

Purtroppo Gray non era stato così pronto nel reagire, causa nessun'ora di sonno, e rimase a fissare Lluvia che si svestiva senza riuscire a fare niente. Solo a quasi svenire di epitassi. E a svestirsi, di conseguenza. Inconsciamente, eh, non si era accorto di essersi ritrovato in mutande.

<< Lluvia... Va beh, aiutami ad uscire da qui. >> Lucy fece un sorriso, come se alla fine non fosse successo nulla, e le porse una mano per farsi aiutare. Nessuno notò il guizzo malefico che le passò negli occhi nocciola, una piccola luce maligna degna di Malefica del "La Bella Addormentata". 

<< Certo!!! >> già in mutande, la turchina prese la mano di Lucy e fece per tirarla su, ma venne invece tirata nel lago dalla bionda. Trascinandosi dietro anche Levy, sfortunatamente. Lluvia aveva preso anche la mano di Levy quando si era accorta che non stava andando nella direzione giusta. 

<< Ma perché io finisco sempre in mezzo... >> brontolò per l'appunto, sentendo poi un gelo che le si infilava nei vestiti e sulla pelle. Lago, montagna, inizio primavera, non erano le cose migliori da mettere insieme. 

Erza si rese conto di quello che stava succedendo troppo tardi, quando le tre ragazze erano già finite in acqua e si facevano aiutare da Natsu ad uscire. Gray alla fine era svenuto e Gajil non aveva la minima intenzione di togliersi le mani dagli occhi. Solo il ragazzo dai capelli rosa era in grado di aiutarle, visto che non aveva capito un tubo come suo solito. 

<< Perché siete tutte fradice?? Dobbiamo tornare subito a casa! Vi prenderete qualcosa!!! >> gracchiò, mentre veniva investita da una serie di sentimenti contrastanti: rabbia, perchè quelle tre facevano sempre danni; colpa, perché lei se n'era rimasta a tubare con Gerard e non aveva tenuto d'occhio le sue amiche; allegria, perchè... alla fine era umana anche lei, era divertente vederle lì a farsi aiutare. 

<< Meno male che eri con Gerard, o saresti finita in acqua anche tu. >> l'avvertì Levy, abbracciandosi da sola e tremando vistosamente. 

<< Io non... >> la rossa raggiunse il colore dei suoi capelli, in perfetto abbinamento con la faccia di Gerard. Non che avessero fatto chissà cosa, ma si erano messi a parlare delle loro avventure da piccole pesti orfane, quando facevano impazzire le suore ed i volontari, nascondendo i pupazzi degli amichetti. << Meglio che andiamo. >> mormorò, nell'imbarazzo più profondo. Poi si accorse di Lluvia. << Perché sei in mutande? >> subito si girò verso il blu, se per caso stava guardando, ma da vero gentiluomo si era voltato dall'altra parte. 

<< Lluvia voleva dare i suoi vestiti a Lucy... Ma Lucy ha tirato giù Lluvia... >> spiegò la turchina, rabbrividendo violentemente. 

<< Adesso siamo pari. >> Lucy si avvicinò all'amica e l'abbracciò stretta, anche per darsi un po' di calore. 

<< Lasciate fare a me. >> Erza annuì, seria, e partì alla ricerca di vestiti asciutti. Gray era svenuto ed in mutande, quindi raccattò i suoi e li lanciò a Lluvia, che quasi non imitò il suo amato per l'emozione. Diede poi a Lucy i suoi vestiti, che erano rimasti sul prato. Ed infine, si diresse verso Gajil e lo costrinse a togliersi la maglia e la giacca: per Levy sarebbero andati benissimo, e almeno erano caldi. Da vera generalessa, ordinò a Natsu e Gerard di chiudere gli occhi mentre le tre si cambiavano. 

L'ordine venne ristabilito tra gente in mutande, mezza svestita, in imbarazzo e leggermente divertita. 

Lo dicevo che non poteva essere una giornata normale, no? 
In fretta e furia, quando più o meno tutti si furono ripresi ed ebbero spiegato a Gray perchè era in mutande ed i suoi vestiti li aveva Lluvia, poterono ripartire per tornare nelle due case, farsi un bagno caldo e scongiurare un raffreddore che avrebbe tenuto tre ragazze a letto per un bel po'. 

Le ragazze entrarono nella casa di destra come una mandria di bufali inferociti, per notare che uno degli incubi fatti da Erza si erano avverati. La casa. Gelida. E allagata. 
<< Cazzo, la caldaia. >> esalò, spalancando gli occhi. 




Sophie's space_____
Allora, allora. Credo di avere un paio di cose da dire. 
Intanto, chiedo perdono se il capitolo è molto corto, ma devo rientrare nel mondo. 
In secondo luogo, grazie. Grazie davvero di cuore, grazie mille, grazie di tutto, per il sostegno morale e tutto quanto. Non volevo deludervi, spero di non averlo fatto :) 
E.. Scusateeeeeeee, il ritardo è immenso, ma mi impegnerò ad essereostante di nuovo e proporvi idee e situazioni sempre assurde e un po' romantiche. 
Vi voglio un mondo di bene <3

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15: Galeotta fu la caldaia. Forse.

<< Cazzo!!!! >> ringhiò Erza, mentre lasciava che l'acqua sul pavimento scivolasse fuori dalla casa, sui gradini e rovesciarsi nel prato. Era sconvolta, furiosa, snervata, angosciata... quasi le veniva da piangere al solo pensiero di dover mettere tutto a posto, asciugare, aggiustare quella cosa infernale che sicuramente avrebbe poi rotto definitivamente dal nervoso. 

<< Erza io ho freddissimo... >> mormorò Levy, le labbra che iniziavano a diventare blu e le braccia che si stringevano attorno alla sua vita per cercare di calmare il freddo. 

<< Okay, okay, non avevate nulla a terra, vero? >> domandò la rossa, voltandosi verso le amiche, che scossero tutte la testa. << Perfetto. Allora andate dai ragazzi, io cerco di capire che diavolo è successo e.. >> si interruppe nel momento in cui vide il piccolo Panther Lily appollaiato sullo spigolo del tavolo che guardava il pavimento bagnato. <<  e recupero il gatto, ve lo porto di là.. fatevi prestare dei vestiti da quei buoni a nulla. >> decise, mentre entrava in casa e si guardava attorno spaesata. 

<< Io e Lluvia possiamo darti una mano, siamo vestite.. >> si propose Lucy, facendo un passo avanti. Anche Lluvia annuì, pienamente d'accordo con la bionda: con addosso i vestiti del suo amato Gray-sama avrebbe potuto fare di tutto, avrebbe anche potuto scalare il monte più alto.

<< Okay, io scappo. >> Levy sgranò leggermente gli occhi e corse verso la porta dei ragazzi, che erano arrivati un po' prima di loro. Erza stranamente era andata piano per permettere alle ragazze di usufruire del riscaldamento della macchina, così avevano potuto stare un po' più calde durante il tragitto. La blu bussò alla porta come se da quella cosa dipendesse la sua intera esistenza, tanto da farsi quasi male alle nocche.

Ad aprirle fu Gerard, che la guardò confuso. << Che- >>

<< Ho freddo. >> lei lo interruppe, fiondandosi dentro la casa e mettendosi sotto le coperte del primo letto che trovò. Stava congelando davvero.

<< Ma che è successo? >> le provò a chiedere di nuovo Gerard, dopo averla raggiunta e aver provato una tenerezza infinita per quella ragazzina avvolta nel piumone. 

<< È scoppiata la caldaia e la casa è allagata e fredda. >> spiegò brevemente lei, per poi nascondersi definitivamente e completamente sotto le coperte spesse. Dire che aveva freddo era un eufemismo: non si sentiva quasi più i piedi e le mani, tremava anche sotto le coperte.

<< Oh... Vado a dare una mano, nel frattempo puoi prendere tutto quello che vuoi, questa è la mia stanza. >> le fece un sorriso dolce e le indicò con la testa la piccola valigia alla sua destra, vicino al letto. 

<< Ti ringrazio. Tu sei gentile, non come quel rompiscatole del tuo amico. >> brontolò la ragazza, sprofondando ancora di più.

Gerard rise di gusto: era così carina! Gli faceva pensare che fosse perfetta per stare con il suo amico Gajil, peperina e molto dolce, per spaesarlo e renderlo memo scorbutico. << Okay, okay... Vediamo che possiamo fare, riscaldati tu... Poi dovrebbero esserci delle coperte in camera di Gajil, se vuoi andare in soggiorno. Ti mando le altre appena capiamo cos'è successo. >> scosse la testa ed uscì dalla stanza, sorridendo e ridacchiando.

<< La caldaia delle ragazze è scoppiata?? >> domandò Gray per chiedere conferma, anche se aveva ascoltato tutta la conversazione. 

<< Sì, ma se vuoi venire a dare una mano conviene che ti vesti. >> lo avvertì il blu, infilandosi il giaccone e chiudendo rumorosamente la zip.

Gray, invece di imprecare e partire alla ricerca dei suoi vestiti come al solito, si mise in posa e sorrise. << Non li ho persi, li ha Lluvia. >> disse, fiero di aver perso la sua pessima abitudine di spogliarsi senza nessun tipo di senso. 

<< Sei nudo, imbecille. >> brontolò Natsu, sbadigliando sonoramente. Dopo l'adrenalina del bagno delle ragazze nel lago, gli era tornato tutto il sonno accumulato, e con lui anche un po' di antipatia, che di solito non aveva. 

Il moro si guardò in basso e notò che effettivamente era nudo. Niente boxer. E quindi niente perdita della sua ossessione. << Ma merda!!! >> 

In quel momento, proprio mentre cominciava a girare per la casa, entrò Gajil, che rkmase interdetto. Sapeva che i suoi amici non erano normali, ne aveva la certezza matematica, ma la scena che aveva davanti agli occhi aveva dell'incredibile: Gray in giro con le palle al vento che si piegava, si girava; Natsu che brontolava cose incomprensibili, lamentele sul mondo e su tutto quello che non faceva silenzio; e poi c'era Gerard che invece non sembrava c'entrare una mazza in tutto quello, con la giacca arancione fluorescente e una specie di sorriso in viso, come se non si rendesse minimamente conto di quello che accadeva intorno a lui. << Ma che diavolo sta succedendo? >> domandò, dopo che tutte le informazioni furono registrate al suo cervello.

<< Gray ha perso le mutande, Natsu ha sonno e io vado ad aiutare le ragazze che hanno la caldaia rotta. >> spiegò il blu con noncuranza. Tutto normale per lui. 

<< Ah, ottimo. >> commentò, annuendo leggermente. << Buona fortuna con la caldaia allora. >> fece un sorriso sghembo e si lanciò sul divano, pronto per mettersi a giocare alla play ststion. Che fosse a petto nudo era irrilevante, tanto sapeva che giocando di sarebbe arrabbiato e gli sarebbe veno estremamente caldo. 

<< Ah no, non hai capito, adesso vieni con me a dare una mano! La caldaia dovrebbe essere uguale alla tua, quindi alza il culo. >> Gerard assunse un'espressione diabolica, una di quelle che non ammetteva nessun tipo di replica. 

<< Non ho la mia felpa. >> sperava che lui demordesse, ma qualcosa nel suo istinto gli diceva che non avrebbe giocato con la consolle. 

<< Ce l'ha Levy, è nella mia stanza. >> 

<< C'è il gamberetto qui? >> drizzò le orecchie. Come mai non lo sapeva? Come aveva fatto a perdersi quel dettaglio? 

<< Certo, è fradicia e la casa è gelida, dove dovrebbe andare. >> il ragazzo roteò gli occhi al cielo e continuò: << Vado, ti aspetto dalle ragazze. >> 

Gajil lo guardò uscire e poi si precipitò nella camera di Gerard, chiudendosi la porta alle spalle. Non voleva farle assolutamente intravedere l'idiota nudo, l'avrebbe traumatizzata.

<< Che vuoi? Perché hai chiuso la porta? >> Levy era sbucata dalle coperte solo con le mani e gli occhi, giusto per vedere chi fosse entrato in stanza. Inutile dire che quando si era resa conto di chi fosse, il suo umore era peggiorato drasticamente. 

<< C'è Gray che gira nudo per casa, se ti interessa riapro eh! >> inconsciamente sperò che dicesse no, che non le interessava minimamente. 

<< Quel ragazzo dovrebbe vedere qualcuno di molto bravo. >> il ragazzo tirò un respiro di sollievo. << Comunque, che c'è?? >>

<< Mi serve la felpa. >> le comunicò, leggermente atono, cercando di non pensare al fatto che si sarebbe dovuta svestire. 

Levy sbuffò, roteò gli occhi e si rannicchiò completamente sotto alla coperta. << Adesso arriva, rompiscatole. >> mugugnò. Svestirsi al buio era complicato, senza contare che era confinata tra le coperte e quindi non aveva libertà nei movimenti. Ma ci riuscì, faticosamente, e lanciò la felpa il più lontano che poteva. << Ora vai, ciao. >> 

<< Sei forzuta, vedo! >> la prese in giro il ragazzo, notando che la felpa era andata semplicemente ai piedi del letto, neanche era caduta a terra.

<< Ho cervello, io, a differenza di un tutto muscoli come te. >> ed eccola che si lamentava, che lo punzecchiava, lasciava intendere che lo considerava un idiota.

<< Allora ci completiamo perfettamente, non pensi? >> lui ridacchiò: fare finta che non gli piacesse ormai non aveva più senso, cercava di sfoderare tutte le sue tecniche per farla capitolare. Il problema era la tecnica migliore, quella più importante, ma non poteva fargliela vedere. Non adesso, almeno.

<< Ma che stai dicendo? >> brontolò la ragazza, sbuffando sotto le coperte. Perchè doveva metterla in imbarazzo così? Si divertiva? Dalla risatina evidentemente sì, e parecchio. Era snervante, l'avrebbe ucciso. Senza pensarci due volte afferrò il cuscino dietro di lei e glielo lanciò in faccia, mentre il ragazzo si stava abbassando per prendere la felpa.


<< Quell'idiota sarebbe dovuto essere qui da un bel pezzo. >> sbottò Gerard, da circa un quarto d'ora con Erza sulle spalle che trafficava con la caldaia. Si era anche aperta un rubinetto addosso, lavandosi qui completamente.

<< Di chi parli? Maledetta valvola, ti disintegro. >> la rossa assottigliò gli occhi in due fessure, guardando male, malissimo, la manopola in plastica che aveva provato a girare e che le aveva sputato quell'acqua tiepida e marroncina.

<< Erza-san, va tutto bene? >> mormorò una Lluvia particolarmente disinteressata alla faccenda. Era piuttosto presa da quanto fossero morbidi i vestiti del suo amato e di quanto profumassero di fresco, di sempreverdi, di stelle alpine... un profumo dolcissimo e che riempiva i polmoni. Chissà se anche il corpo di Gray-sama profumava così tanto? Magari usava uno speciale bagnoschiuma che lasciava un profumo molto intenso. Decise che sarebbe andata a casa di Gray-sama mentre lui non c'era e avrebbe rubato il suo bagnoschiuma. E forse anche qualche maglietta. Dei pantaloni, no? Forse avrebbe fatto prima a trasferirsi lì e vivere con lui, altrimenti l'avrebbe fatto andare in giro nudo tutto il giorno. Non che l'idea le dispiacesse, ma...

<< È andata. >> Lucy la guardò e scosse la testa, vedendo come stringeva forte i lembi della giacca nera di Gray.

<< NON LO VEDRAI NUDO! >> strillò la turchina, guardandola come se l'avesse appena colta in flagrante. 

<< Vedere nudo chi? >> Lucy sbatté le palpebre disorientata da quell'improvviso scatto d'ira della sua amica. Aveva un vago sospetto che si riferisse ad uno dei suoi soliti viaggi mentali, ma in genere andavano verso un matrimonio, non verso l'uccisione di un'amica.

<< Non vedrai Gray-sama nudo, Lluvia te lo impedirà! >> e si diresse furibonda verso casa dei ragazzi, mentre Lucy la seguiva cerndo di spiegarle, per l'ennesima volta, che a lei Gray non importava, poteva sposarlo e andare a vivere in un altro paese se avesse voluto, a lei proprio non importava un accidente.

La turchina fece in tempo a bussare una sola volta che Gajil spalancò la porta e la guardò confuso. << Che c'è? >> le chiese, corrucciato. Era convinto che l'avrebbe trovata a lamentarsi di tanto la vita fosse ingiusta per la caldaia.

<< Lluvia deve impedire che Lucy-san veda Gray-sama nudo. >> spiegò come se fosse la cosa più normale del mondo, come se avesse appena detto che voleva mangiare la pizza quella sera. 

<< Non credo che se entrerete riuscirai ad impedirglielo. >>

<< Puoi non darle corda, per favore? Non smetterà mai con questa storia altrimenti!!! >> si lamentò la bionda, incrociando le braccia al petto e battendo un piede a terra, infastidita. Ma si limitò nel dimostrare la sua frustrazione, quel ragazzo la terrorizzava profondamente. 

<< Tato fammi entrare. >> ordinò Lluvia, sgranando gli occhi chiari. 
Gajil ridacchiò tra sé e sé, si spostò dalla porta e permise alla sua amica d'infanzia di entrare e godersi lo spettacolo di un Gray ancora alla ricerca dei suoi maledetti boxer.
<< G-Gray-sama... >> Lluvia balbettò. Arrossì violentemente. Sentì il suo cervello evaporare. E svenne. Nel giro di un paio di secondi, il tempo che l'informazione arrivasse ai neuroni e BOOM, a terra con un tonfo sordo.

<< Io ve l'avevo detto. >> 

<< Che succede? >> Lucy si era tappata gli occhi non appena aveva intravisto della pelle nuda, per cui non aveva visto.

<< La scema è svenuta. >> 

<< EVVAI, LE HO TROVATE! >> gridò allora Gray, i boxer blu stretti nella mano. Se li infilò alla velocità della luce e prese dei profondi respiri, soddisfatto del suo lavoro. Si voltò verso le voci femminili e vide Lluvia a terra e Lucy con gli occhi coperti. Decise di ignorare Gajil che se la rideva come un pazzo appoggiato allo stipite.

<< Wow, ci hai messo solo mezz'ora a ritrovare le tue mutande, tu sì che sei furbo! >> berciò Natsu acidamente. Ma perché non riusciva ad ignorare il sonno e risultare meno antipatico?

<< Senti, tu, idiota, non sai quanto sia difficile convivere con questa- >> 

<< LUCY!!! Ci sei anche tu!!! >> Natsu saltò sul divano e lo sorpassò, non appena si rese conto di non aver visto la bionda. Si divertiva con lei, anche se non ne capiva il motivo. La noia, la stanchezza, l'acidità e tutto il resto, erano svaniti nel nulla.

<< Natsu? Gray è vestito? >> 

<< Sì, ha trovato le mutande. >> il rosato rise, finalmente. 

<< Oh.. >> la bionda si tolse le mani dagli occhi e fece un piccolo sorriso, prima di accorgersi che l'amica era svenuta a terra. << LLUVIA!!!! MA CHE CAVOLO È SUCCESSO? GRAY!!! >> lo rimproverò con un'occhiataccia che metteva i brividi. 

<< Non è colpa mia, non sapevo neanche che era qui! >> provò a giustificarsi e a sembrare indifferente, ma aveva paura che adesso Erza sarebbe entrata in casa e l'avrebbe fatto a fettine sottili e mangiato in un panino. 

<< Che cavolo... >> brontolò lei, inginocchiandosi e sventolandole la mano davsnti alla faccia, per farle aria. << Dai, svegliati... >>

<< Gray-sama... Lluvia ti ama... >> sussurrò la turchina, poco prima di svegliarsi con calma e vedere subito una Lucy preoccupata. << Lucy... >> 

<< Sei svenuta. Adesso ti siedi sul divano e aspettiamo notizie di Erza, okay? >> le fece un sorriso incoraggiante e l'aiutò a tirarsi su, tenendole le mani. 

<< Mhm... Gray-sama!!!! >> si illuminò immediatamente e saltò al collo di Gray, abbracciandolo stretta. Ne approfittò anche per sentire il suo profumo. << Uh, Gray-sama!!! Avevi promesso a Lluvia che avremmo giocato insieme! >> la ragazza scese dal collo di lui e lo guardò con un sorriso talmente dolce che lui rischiò di sciogliersi. 

<< Facciamo un torneo a coppie!!!! >> esclamò Natsu, afferrando con foga il braccio di Lucy. Le lanciò uno sguardo che non ammetteva repliche nonostante fosse estremamente dolce, perciò lei non poté fare altro che annuire mestamente. Non aveva mai preso in mano un joystick, o jlypad, o come cavolo si chiamavano quei cosi, e non aveva ma giocato con una consolle. Si preannunciava difficile, molto difficile.
Provò a chiedere aiuto alla sua amica con gli occhi, ma vederla che si esaltava perché sarebbe stata in squadra col suo Gray-sama, le fece pensare che forse non era un'idea così pessima.


Erza si era arresa definitivamente. Dopo che aveva girato altre manopole, tirato leve, schiacciato tasti ed essersi presa altra acqua marrone in faccia e sul corpo, aveva deciso che avrebbe lasciato perdere. Dopo aver spezzato una piccola maniglia nera, ovviamente. Scese dalle spalle del ragazzo ed incrociò le braccia.

<< Non prendertela... >> le aveva detto Gerard nel tentativo di consolarla, mentre cercava in tutti i modi di non ridere. Non sembrava riuscirci molto bene, comunque, perché la rossa era davvero bella, nonostante sembrasse appena tornata dalla guerra: la coda alta era sfatta, gli occhi esausti, la faccia sporca ed appiccicaticcia, i vestiti bagnati.. 

<< Io non perdo mai. >> brontolò la ragazza, mettendo su una smorfia imbronciata. Non poteva pensare di aver perso contro una stupida caldaia. << E poi sono sporca e.. Che schifo. >> si sfiorò la guancia e sentì del viscidume. 

<< Per me sei bella ugualmente... >> Gerard arrossì, pentendosi di quello che aveva appena detto. 

<< Oh... Ecco... >> Erza sgranò gli occhi nocciola ed abbassò lo sguardo, imbarazzata dal profondo. 

<< Ce l'avete fatta? Ahm, no, sembra di no... >> esordì Gajil, raggiungendo i due ragazzi davanti alla caldaia che continuava a perdere liquido.

<< No... Credo si sia rotta. >> la rossa annuì e si allontanò, sempre più in tinta col suo cognome. Si diresse in casa e raccattò il gatto, che la guardava quasi offeso.

<< Perché continua a perdere? >> domandò, avvicinandosi al ragazzo dai capelli blu scuro.

<< Erza ha rotto qualcosa dalla frustrazione... >> aveva un'espressione sognante, come se non fosse innamorato di una ragazza decisamente complicata. Innamorato? Si voltò in direzione della casa delle ragazze, mentre osservava l'oggetto dei suoi pensieri che, con il gatto in una mano ed una montagna di valigie nell'altra, attraversava il viale per cambiare abitazione. 

<< Ha... Non importa. Quegli altri vogliono fare un torneo a coppie a qualche gioco alla Play, ci state? >> domandò, scrollando le spalle. Alla fine era dovuto uscire per niente, poteva restare in casa a prendere in giro il gamberetto.

<< Tu sarai in squadra con Levy? >> il blu fece un sorrisetto malizioso, pronto a punzecchiarlo.

<< Sì, ha però detto che lo faceva solo se poi giocavamo io e lei, contro. >> Gajil si infilò le mani nelle tasche ed iniziò ad avviarsi verso la casa dei suoi nonni. Era rimasto sorpreso quando aveva accettato senza troppe scenate, e poi neanche gliel'aveva chiesto lui di fare "coppia". "Se dopo ti fai sfidare da me, possiamo essere in squadra insieme", aveva detto, con una smorfia a metà tra un ghigno ed un sorriso.

<< Avete scommesso qualcosa? >> l'altro lo raggiunse e lo affiancò. Forse avrebbe dovuto scommettere anche lui qualcosa con Erza, magari un appuntamento, oppure un bacio... al solo pensiero si sentiva le guance avvampare di calore.

Gajil scosse la testa, si appoggiò alla maniglia ed aprì la porta, scoprendo che il suo soggiorno era momentaneamente diventato un campo profughi.

<< Dormiremo qui, questa notte. >> annunciò serenamente Erza, mettendosi le mani sui fianchi e guardandosi intorno, 

<< Perché?? >> mormorò il padrone di casa. Solo ora si rendeva conto che il suo weekend perfetto di allenamento e cazzeggio era diventato una specie di pigiama party continuo.

<< Casa nostra è fredda, non riusciremo a dormire solo con le coperte.. >> Levy scrollò le spalle e lanciò un'occhiata a Gajil, pensando a cosa avrebbe potuto scommettere per non rischiare troppo. 

<< Va bene gamberetto, però se perdi nella nostra sfida, dormi con me. >> il ragazzo sogghignò soddisfatto di se stesso e la tenne d'occhio per notare se la sua espressione fosse cambiata. Niente, sembrava particolarmente sicura di vincere. Ottimo, sarebbe stato anche più divertente batterla.

<< Se vinco io, smetterai di chiamarmi gamberetto e mi preparerai il pranzo quando andremo a scuola. Per una settimana. >> era sicurissima che avrebbe vinto: i suoi fratelli maggiori giocavano spessissimo con la Play Station, e la integravano sempre, perciò sapeva esattamente cosa faceva. Non avrebbe perso.

<< Erza!!!!! Se vinciamo io e Lucy... Dovrai cantare la canzone della sconfitta!!!! >> Natsu si mise in piedi sul divano, approfittando del momento per lanciare la sfida alla rossa. Fin'ora non aveva vinto, ma quella volta aveva buone speranze.

<< E se vinciamo io e Gerard, dovrai indossare una maglietta con scritto "sono lo zerbino di Erza" per una giornata a scuola. >> la rossa aveva stretto forte il braccio di Gerard, avendolo recuperato davanti alla porta confuso, e l'aveva portato a pochi centimetri dal viso di Natsu. << Comincia a preparare la maglietta... >>

<< Hai scritto le parole per la canzone? >>

<< Ah, il mio nome in rosso, mi raccomando! >>

<< Studia canto, piuttosto!! >>

Lucy e Gerard si guardarono disperati. Per lo meno non erano soli in quella gabbia di matti. 



Sophie's space_____
Ommioddio, non credevo sarei riuscita a scrivere il capitolo entro oggi ma eccomi qui, per vostra sfortuna!!! 
Grazie mille di seguirmi sempre, di recensirmi, di sostenermi... Siete stupendi, grazie!! Ho i fan migliori del fandom, posso giurarci *-*
Bene, dunque...a mercoledì prossimo!!!! Vi adoro, un grande bacio ed un mega abbraccio!
Vostra, Sophie <3

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16: Quando un torneo degenera.

 

Dopo aver recuperato tutto il possibile dalla casa della Scarlett, compreso quel povero gattino che si era appeso addirittura con le unghie al petto di Levy, le ragazze si sistemarono più o meno nella casa di Gajil. Più o meno perché avevano semplicemente buttato le borse a terra, rendendo il soggiorno un campo minato.

Mangiarono quello che c'era in frigorifero, rimasugli dei pasti precedenti, cose surgelate... insomma, qualcosa che potevano fare mentre si giocava.

<< Lucy!!! Ce la puoi fare, ce la puoi fare! >> Natsu era appollaiato sul suo posto nel divano, la fetta di pizza stretta tra i denti e le mani chiuse a pugno per fare il tifo. Infatti, Lucy stava cercando di abbattere il personaggio di un Gray particolarmente accanito.

<< MA SE NON SO CHE STO FACENDO!! >> strillò la bionda, facendo saltare leggermente il joypad tra le mani. L'avrebbe lanciato contro la tv se fosse stata sua, ma non poteva permettersi di dover pagare quell'energumeno spaventoso.

<< Gray-sama, sei bravissimo!!! >> anche Lluvia faceva il tifo per il suo amato, emozionata probabilmente più di lui. Aveva cortesemente rifiutato il petto di pollo impanato che Erza le aveva offerto dicendo che avrebbe mangiato insieme al suo Gray-sama, non appena questo avrebbe vinto contro la sua rivale in amore.

<< Oooooooooohhhhhh, al Diavolo! >> Lucy prese un profondo respiro e tirò fuori la grinta. Iniziò a pigiare tutti i tasti a caso, senza neanche guardarli, muovendo solo la manopola morbida del movimento. Avrebbe perso sicuramente, ma non in modo così traumatico.

<< Anche tu sarai in crisi così? >> domandò ridacchiando Gajil, mentre guardava Levy intenta a mordere il panino.

Lei sorrise e scrollò le spalle. << Sono una ragazza piena di sorprese. >> gli ricordò, scuotendo leggermente il panino.

Lui impallidì. Aveva capito benissimo a cosa si stesse riferendo. Il mostro, lo stomaco smisurato che quell'esile corpicino nascondeva. Che quella ragazza fosse una campionessa? No, no, non era possibile. L'avrebbe resa fondamentalmente perfetta e sarebbe stato fregato. << Tu...? >> non riuscì a finire la frase, le parole gli morirono in gola.

<< Tocca a noi! >> esclamò la turchina, mollando il panino sul piatto e si affrettò a raggiungere il divano. << Ti muovi? >>

Gajil sbattè le palpebre ed annuì, piano, per poi raggiungerla. << Inizi tu? >>

<< No, tranquillo, vai tu. >>

Perchè era così accondiscendente? Perché non si era messa a sbraitare che avrebbe iniziato lei e che avrebbe fatto a fette chiunque le si fosse parato davanti?

Aspettarono qualche secondo che la sfida finisse con Gray vincitore, ovviamente. Lluvia gli saltò addosso, abbracciandolo stretto ed elogiandolo come se avesse appena salvato il mondo da un'imminente catastrofe, mentre Natsu stava coccolando Lucy per consolarla dalla sconfitta. << Vinceremo noi, tranquilla! Io sono un asso in questo gioco! >> le strizzò l'occhio e le accarezzò la testa.

<< Natsu... >> lo chiamò lei, alzando lo sguardo verso il ragazzo dai capelli rosa.

<< Dimmi? >> lui continuava ad accarezzarle la testa, facendole anche qualche grattino dietro alle orecchie.

La bionda sbuffò sonoramente, sperando che l'imbecille lo capisse da solo. All'ennesimo grattino e quando vide che la mano stava andando sotto al mento, esplose: << NON SONO UN CANE! >> gridò a pieni polmoni, afferrando un cuscino e dandoglielo in testa. Una serie di volte.

<< Scusa scusa!! >> lui rise, mentre veniva colpito. Era un cuscino impugnato da una donna neanche troppo forte, non c'erano speranze che potesse fargli male.

Lucy, però, dopo aver sentito quella risata così candida ed innocente non potè fare a meno di arrossire. Non riuscì proprio a trattenersi, un calore dolce e rassicurante la fece avvampare, così si fermò di botto e nascose il viso rosso dentro il cuscino. Perché cavolo si imbarazzava così? Eppure doveva essere abituata a trattare con i maschi, sapeva rispondere alle provocazioni, sapeva fare la civetta e non si imbarazzava mai. Con Natsu però era completamente diverso, sembrava così puro e tonto che non sapeva proprio come prenderlo. Aveva la testa piena di domande, ma avrebbe avuto tutta la notte per pensarci. Si tolse il cuscino dalla faccia dopo aver preso un grande respiro per far scendere il sangue che le imporporava le gote.

<< Stai bene? >> si ritrovò con la faccia di Natsu a pochi centimetri dalla sua.

<< Ma che vuoi! >> brontolò, spingendolo leggermente lontano da lei ed incrociando le braccia al petto. << Vediamo di vincere questo torneo. >> soffiò, decisa. Era arrivata alla conclusione che si sarebbe impegnata a fondo in quel torneo da quattro soldi per distrarsi dai pensieri che le affollavano il cervello.

<< Così mi piaci, Lucy! >> il ragazzo le fece un grande sorriso luminoso ed assunse uno sguardo concentrato.

<< Gioco io contro Gajil, se per te va bene... >> mormorò Erza, prendendo piano il joypad tra le mani e dando uno sguardo a Gerard.

Lui annuì lentamente con un movimento della testa, emettendo un suono che doveva essere interpretato come un assenso. In realtà non aveva prestato particolare attenzione a quello che aveva detto, aveva semplicemente interpretato il gesto di prendere il controller come volontà di giocare, ma non aveva proprio ascoltato. Non capiva come mai, ma più la guardava, più la vedeva nelle varie tappe della sua vita. La vedeva che cresceva, che si diplomava, che andava all'università, che si laureava a pieni voti, che diventava grande, lavorava, che si sposava e... e all'altare c'era lui. Adesso che l'aveva conosciuta, sapeva perfettamente di non poterla perdere, in nessun caso. Non riusciva più ad immaginarsi senza di lei, ed era una cosa che lo confondeva in modo particolare: lui era sempre stato un ragazzo coi piedi per terra, non fantasticava, non faceva progetti a lungo termine e di certo non si metteva a pensare a cosa regalare ad una ragazza appena conosciuta per il primo mesiversario o a dove portare la suddetta ragazza per farle la proposta di matrimonio, rigorosamente dopo almeno cinque anni di fidanzamento. << Metticela tutta. >> riuscì solo a dire, mentre i due già giocavano. Doveva darsi decisamente una calmata o l'avrebbe terrorizzata e addio matrimonio e casa con giardino. BASTA, si gridò nella testa, imponendosi di prestare attenzione alla sfida in corso. << Erza! Tu mi piaci! >>

Alla rossa per poco non venne un colpo, fece saltare l'aggeggio tra le mani che quasi non le volò in aria. << CHE COSA??? NONPUOIDIRMIUNACOSADELGENEREMENTRESTOGIOCANDO!! >> disse, senza fare una pausa tra le parole. Infatti Gerard, e tutti gli altri, la guardarono confusi.

La prima a riprendersi dallo shock fu Levy, che battè velocemente la mano sulla spalla dell'energumeno di fianco a lei. << ATTACCA, PUOI VINCERE! >> gli strillò nell'orecchio, quasi mettendosi seduta sulla sua spalla. Era talmente piccola che sarebbe potuta appollaiare e fare il pappagallo del pirata.

Gajil si riscosse, scuotendo la testa e riprese a schiacciare tasti in una combinazione che probabilmente conosceva solo lui, mentre gli altri due si sbellicavano dalle risate e Lucy e Lluvia si tenevano per mano e gioivano dell'imbarazzo della loro amica. Finalmente la loro amica aveva abbattuto la corazza di titanio ed era diventata una ragazza normale. Sì, insomma, normale come può essere una Erza che, per l'imbarazzo, aveva cominciato a picchiare Natsu e Gray lasciando il comando del personaggio a Gerard, ancora spaesato. Sarebbero stata una bella coppia, sicuramente.

Inutile dire che quella strana sfida la vinse Gajil, che si mise ad esultare come se avesse vinto alla lotteria. Con Levy appesa al collo. Non si aspettava di essere così competitiva.

<< MI AVETE FATTO PERDERE!!! >> Erza si mise in piedi, la caratteristica aura nera attorno a sé, fece scricchiolare probabilmente tutte le ossa del corpo e gli occhi presero a brillare di una luce particolarmente maligna.

<< Ehi un momento, noi? >> i due interessati si guardarono terrorizzati, per poi puntare lo sguardo verso quella specie di demonio dai capelli rossi. << Ma se è stato G- >> Natsu sgranò gli occhi non appena notò che il diavolo si era voltato verso di lui, come se stesse pensando di ucciderlo lì, seduta stante. Per cui il rosato si morse la lingua ed ingoiò le ultime parole: meglio stare zitti, o sarebbe morto senza tante cerimonie.

<< Erza-san... >> Lluvia provò a distrarre l'amica, sfiorandole il braccio e facendola girare verso di lei. << Va tutto bene se a Erza-san piace qualcuno, non è una cosa brutta.. >> la informò non appena ebbe la sua piena attenzione.

<< No...? >> il demonio cominciò ad uscire dal corpo della rossa, lasciando piano piano solo una ragazza confusa ed imbarazzata. << E se andasse male? >> parlava come se si fosse dimenticata di tutte le altre persone presenti. Compreso Gerard, che stava diventando sempre più rosso, al limite della salute. Se gli altri non fossero stati così presi dal discorso da teenager innamorata della Scarlet avrebbero sicuramente chiamato un'ambulanza per lui.

Lucy scosse la testa, esasperata ed intenerita. << Stia tranquilla Erza, ti aiuteremo noi! >>

<< Oh insomma, non è mica una tragedia! >> proruppe Levy, scendendo dalla spalla di Gajil ed incrociando le braccia al petto. << E poi dovremmo finire il torneo. >> continuò con un sorrisetto malizioso. Già pregustava il sapore che avrebbero avuto i pranzi preparati dal bestione.

<< Vogliamo parlare di te, Levy-chan? >> la bionda le fece una smorfia. Essendo la sua migliore amica da tanti anni, sapeva benissimo come gestire quella ragazza tutta pepe e brontolii, per cui doveva farla stare buona per occuparsi di Erza.

<< Cosa vorresti dire? >> la blu impallidì.

<< Sei così antipatica perché non ammetti che qualcuno ti piace. >>

Arrossì anche Levy e.. la casa piombò nel caos più totale. Chi litigava, chi ridacchiava, chi si imbarazzava, chi ci provava spudoratamente, chi balbettava e << RAZZA DI IDIOTA, SMETTI DI BACIARMI A CASO! >> la blu prese a dare pugni sulla testa del moro, che dopo averla provocata un po' aveva deciso di baciarla di nuovo. Adesso aveva la semi certezza che anche lei ricambiava, perciò al diavolo le fisse assurde.

<< Non lo fai tu, quindi lo faccio io! >>

<< Perchè diavolo dovrei farlo, di grazia. >> strinse i pugni e assottigliò gli occhi, in attesa della risposta che avrebbe ricevuto. Era comunque pronta a scagliarsi su di lui con tutta la sua rabbia e foga.

<< Perchè ti piaccio... >> lui sorrise malizioso, incatenando i loro sguardi. Il fatto che non avesse ancora voltato la testa gli dava assolutamente ragione, ma voleva che lo ammettesse. Sarebbe stato tutto più facile.

<< Puoi dirlo Levy-chan, siamo in vena di confidenze. >> le disse Lluvia, stringendosi sempre di più al suo amato Gray-sama, che roteava gli occhi al cielo. Se avessero chiesto a lui? Se gli avessero chiesto di ammettere pubblicamente che a lui... quella pazza stalker turchina piaceva? Era un bel problema, un problema enorme. Lui non ammetteva, non diceva mai davvero quello che provava.

<< Ma che volete? >> la ragazza incrociò le braccia al petto e si imbronciò, sprofondando nel divano. << Se... oh, che cavolo, se io lo dico lo devono dire tutti! >> disse, di un bel fucsia fino alle punte dei capelli.

<< Allora lo ammetti! >> Gajil la prese di peso e la strinse, in un impeto che non riuscì a controllare. Per poi allontanarla in un secondo, quando si rese conto di aver fatto una cosa tenera. Avrebbe dovuto lavorare molto sul suo carattere.

<< Come faccio ad avere una cotta per questo idiota. >> brontolò lei, sopprimendo un ringhio in gola.

<< Tato.... >> Lluvia si tuffò a pesce sull'amico di infanzia, stringendolo forte. Era così felice per lui! Finalmente poteva stare tranquilla, poteva smettere di fare congetture sul portarlo in giro a fare conquiste, poteva semplicemente rilassarsi e... non preoccuparsi più per lui. << Lluvia è così felice... >> gli sussurrò, mentre sentiva che gli occhi iniziavano a pungerle dall'emozione.

<< Che cazzo, donna... piangi? >> brontolò, roteando gli occhi al cielo. << Piuttosto che preoccuparti per me, preoccupati dello stripper. >>

<< È vero! Gray! A te piace Lluvia? >>

Eccola, la domanda da un milione di dollari. Quell'idiota di Natsu non poteva starsene a fare cretinate come al solito piuttosto che prestare attenzione? L'avrebbe picchiato forte. Ma forte forte. Non poteva garantire che sarebbe rimasto vivo.

<< Gray-sama? >> Lluvia si sporse leggermente, gli occhi celesti umidi dal pianto, le labbra carnose leggermente incurvate all'insù e rosse, le guance un poco imporporate..

Gray distolse lo sguardo, si grattò la testa ed annuì, impercettibilmente. << Sì.... >> sussurrò con un filo di voce, arrossendo.

Lluvia non poteva credere alle sue orecchie. Una conferma. Era arrivata una conferma. Si lanciò come se stesse volando in caduta libera e lo abbracciò. Era in vena di coccole, quindi gli si sedette in braccio, iniziando a parlare di quanti figli avrebbero avuto e di quanto sarebbero stati felici non appena avrebbero potuto approvare il progetto per la casa con la piscina che desideravano tanto... Gray aveva deciso di ignorarla. Stava delirando, era un sogno ad occhi aperti in piena regola, per cui aveva saggiamente deciso di lasciare perdere e puntare diritto alla vendetta verso Natsu. << Tu, invece, idiota? Perché non dici che Lucy ti piace? >>

Natsu lo guardò leggermente confuso. Che si aspettava? Che si imbarazzasse?

<< Oddio, no! Io che c'entro adesso? >> mormorò Lucy disperata: era la più tranquilla, non faceva cose strane, non era particolarmente fuori di testa, quindi perché finiva sempre in mezzo a quelle discussioni assurde?

<< Certo che mi piace Lucy! >> esclamò lui, con un'innocenza disarmante.

<< Non hai capito, vero? >> gli domandò lei.

<< Cosa? >>

<< Il senso in cui io... oh, non importa. >> la bionda scosse la testa sconsolata.

<< Mi spiace Lucy... è un idiota, non capisce niente.. >> Gray ridacchiò, mettendole una mano sulla spalla per consolarla. Un po' la inteneriva, aveva percepito una certa attrazione o semplice interesse da parte della ragazza verso l'imbecille, e anche viceversa, per cui sapeva che avrebbe dovuto aspettare parecchio per ottenere qualcosa di anche solo lontanamente comparabile ad una confessione amorosa.

<< Rivale in amore... >> Lluvia tenne d'occhio quella mano con due spilli al posto degli occhi: ci avrebbe pensato lei a far capire a quel tonto di Natsu quello che provava per Lucy, così lei sarebbe stata occupata e avrebbe lasciato perdere Gray. Era un piano geniale, doveva complimentarsi con se stessa.

<< Per l'amor del cielo, smettila con questa storia, non è Gray che mi interessa! >> e con quella, il giro delle confessioni era concluso. L'unico che non aveva capito cos'era successo era ovviamente Natsu, che continuava a chiedere chi interessasse a Lucy e se anche lui le interessava in quel modo. Inutile dire che lei, dopo un paio di domande, aveva deciso di ignorarlo e di continuare a giocare alla Play.

Suggerimento accettato con entusiasmo da tutti gli altri. Dopo quelle affermazioni imbarazzanti, le squadre erano rinate più affiatate e anche rilassate, se si può dire così.

 

In un'ora (no, ovviamente non giocavano solo, ma si fermavano a bisticciare o tubare, nel caso di Gerard ed Erza) riuscirono a concludere il torneo a coppie, che stranamente vide Natsu e Lucy vincitori.

<< Non posso credere di aver perso. >> esalò Erza, sconfitta e sconvolta. Aveva perso. Aveva perso davvero contro quello scemo. Non ci poteva credere. Prese dei profondi respiri e porse la mano al ragazzo dai capelli rosa. << Sei stato bravo. >>

<< Di' che hai perso! >> lui sorrise emozionato. Aveva vinto, finalmente aveva finto contro la temibile Erza. Adesso poteva instaurare con lei un rapporto alla pari, sapeva di poterla battere in qualcosa.

Erza sbuffò, battè le palpebre e lo ammise. << Ho perso. >>

Natsu rise e le strinse forte la mano, visibilmente soddisfatto della vittoria. << Siamo a posto così. >> le disse, tranquillo.

<< Niente canzone? >>

<< Niente canzone. Però mi dai il permesso di dormire con Lucy. >>

<< CHE COSA??? >> la bionda quasi non si strozzò con la sua stessa saliva, prendendo a tossire subito dopo. << Perchè dovresti dormire con me? >>

<< Perchè non dovrei? >>

<< A me va bene. >> accettò Erza, annuendo. Questa volta non lo avrebbe picchiato, aveva fiducia nella sua idiozia.

<< COME PER TE VA BENE?!?!?!?!?! ERZA!! >>

 

Nel frattempo si stava disputando la seconda sfida della serata. La piccola dai capelli blu ed il gigante pieno di piercings.

Indovinate di chi fu la voce che si stagliò sopra le altre in un urlo di piena gioia...

<< Ah! Ho vinto! Ho vinto io! >> gongolò chi aveva vinto, alzando le mani al cielo e saltò in piedi sul divano. << Abituati, ne avrai di cose da fare. >> esultò.

 

 

 

Sophie's space_____

TADAAAAAAAAN!

Sono in tremendo ritardo, spero non mi odiate. Ed è anche corto! Ma, ho in serbo un paio di sorprese per voi =D

Intanto partiamo col quiz... chi ha vinto la sfida tra Levy e Gajil?

Chi indovina ha diritto ad una richiesta che spero di riuscire a soddisfare (niente limiti di tempo, abbiate pietà di me xD), sia nella long che in generale =)

Questa è la prima sorpresa, l'altra... sarà una sorpresa xD

Volevo ringraziare le quindici (OMMIODDIO QUINDICI, QUINDICI) adorabili persone che mi hanno recensita al capitolo precedente. No davvero, siete speciali. Ringrazio chi recensisce e chi non lo fa perché... boh, perché non ha voglia o non può xD quindi grazie, grazie, grazie.

Siete davvero speciali ed io vi adoro dal profondo del mio cuore <3

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Questa volta faccio che scrivere lo spazio autrice all'inizio, perché sono troppo emozionata. Secondo i miei calcoli, questo è l'ultimo capitolo, perciò... la tortura finisce qui. Tortura per me e per voi, perché avete avuto così tanta pazienza con me, siete fantastici, dal primo all'ultimo, davvero. Il pubblico migliore che una pessima autrice come me possa anche solo desiderare di avere. Ed io vi adoooooooro, dal profondo del mio cuoricino, vi adoro come se foste figli miei! Siete stati pazienti e dolci ad aspettarmi ed incoraggiarmi sempre, ve ne sono grata. Profondamente.

Queste sono le mie (patetiche) scuse, ma in fondo avrete un ringraziamento appropriato =)

 

Capitolo 17: La fine.

 

Aveva vinto Levy. E Gajil non poteva crederci.

<< Non ci posso credere. >> continuava a ripetere in loup il ragazzo, mentre guardava quella piccoletta che saltava sul divano e ballava. Sì, ballava, sculettava, muoveva le braccia verso l'alto ed ondeggiava, sotto gli sguardi divertiti di tutti gli altri presenti. << Hai barato! >> sbottò ad un certo punto, indignato. Certo, era l'unica soluzione possibile.

<< Io? Ho barato? Ti batto quando vuoi e come vuoi, razza di cretino! Questa è la punizione per giudicare un libro dalla copertina! >> continuò ad esultare la ragazza, vittoriosa.

<< Mi sembra una reazione esagerata per aver vinto una sfida... >> brontolò, imbronciato.

Lei si bloccò, nell'ansia delle ragazze che già sapevano quanto quello fosse spinoso come argomento. << Ah, certo. Eppure dovresti capire di cosa sto parlando! Vengo trattata da bambina solo perché sono piccola, non sono formosa e porto il cerchietto, ma io sono molto di più! E mi sono rotta le palle di venir giudicata dal mio aspetto, perché posso sorprendere chiunque, quindi perdonami se sono felice di aver sorpreso una persona che mi interessa davvero. >> disse come un fiume in piena, senza pensare alla sintassi delle frasi, senza pensare che avrebbe potuto usare parole migliore o altre cose. Il succo era quello, perciò quello era uscito.

<< Io..- >>

<< Sei proprio un cretino, io sono stanca e me ne vado a dormire. >> scese dal divano saltando a piedi uniti e lanciò il controller addosso a Gajil, per poi infilarsi in una stanza a caso e sbattere la porta.

<< Gajil.... >> una voce tombale arrivò da Erza, facendo rabbrividire tutti i ragazzi della stanza.

<< Cos'ho fatto adesso? >>

<< Sai, sembra davvero impossibile che una sola persona riesca a farla incavolare e a farla sciogliere nel giro di un paio di minuti. >> continuò Lucy, scuotendo la testa. Non sapeva se essere felice perché Levy aveva trovato qualcuno che la scuotesse dalla sua routine fatta di scuola e nuoto, oppure se essere incazzata perché aveva trovato proprio lui. Quante probabilità c'erano al mondo che Levy McGarden si innamorasse di quel bestione chiamato Gajil Redfox? Una su un milione? Una su un miliardo?

<< Davvero, non capisco! >> il ragazzo in questione scattò in piedi, divenendo così il perfetto bersaglio degli altri ragazzi.

<< Certo che non capisci, sei un deficiente. >> gli annunciò Gray, mentre Lluvia annuiva consapevole.

<< Gray-sama ha ragione, tato a volte è proprio un tonto. >> la turchina si strinse di più al suo nuovo futuro marito non appena notò lo sguardo omicida del “tato”. << Insomma, a Gajil-kun non piace che venga giudicato dall'apparenza, no? >>

<< No, io sono esattamente così come sembro. >> ribattè, lasciandoli di sasso. Effettivamente Gajil Redfox si presentava come un bruto, maleducato, teppista, incapace di gestire i sentimenti (sempre che ne sapesse provare almeno uno)...

<< Allora è ovvio che non capisci l'animo dolce di Levy. Probabilmente non sei pronto per quella ragazza. >> lo avvisò Gerard, guardandolo torvo. In realtà, più che rimproverare il suo amico, cercava di salvargli la vita da una Erza Scarlett particolarmente inviperita ed indemoniata.

<< Se fai del male alla mia Levy, io ti faccio ingoiare tutti quei maledetti piercings che hai addosso e ti scuoto finché non ti bucano gli organi interni e- >>

<< Oddio mi viene da vomitare. >> borbottò Lucy, coprendosi la bocca dopo aver ascoltato la minaccia cruenta della sua amica dai capelli rossi. Era stranamente fantasiosa quando si trattava di inventare qualche nuovo metodo di tortura.

<< Il punto è, Gajil, che non devi trattare Levy come una bambina, visto che abbiamo appurato che non lo è. >> procedette Gerard nel suo discorso, ignorando lo stomachevole intermezzo.

<< Io non ho capito però, Levy sembra una bambina! >> proruppe allora Natsu, visibilmente confuso.

Lucy si spiaccicò la mano sulla faccia, disperata. << Facciamo che andare a dormire? Non ho voglia di spiegarti la situazione... >> mormorò. Si era arresa al fatto che avrebbero dormito insieme, tanto l'avevano già fatto. E poi lui le sembrava talmente puro che non avrebbe mai fatto niente di male. Sarebbe stato come dormire con un grande pupazzo. Forse. Più o meno. Oh beh, male che fosse andata l'avrebbe cacciato dal letto e sarebbe rimasta dormire da sola. Cercò di ignorare spudoratamente il prepotente rossore che le infiammava le guance e si alzò dal divano, lanciando un'occhiataccia ad Erza che aveva acconsentito a quella follia. Doveva crederlo davvero stupido per permettere ad un ragazzo di dormire con lei.

<< Okay! >> il ragazzo dai capelli rosa scrollò le spalle e la seguì, quasi fosse un cane. << Però Lucy, me lo spieghi? >> le domandò, picchiettandole la spalla mentre si dirigevano in una delle tre camere rimanenti.

<< Gray-sama, andiamo anche noi? >> Lluvia si sporse in modo seducente verso Gray, che arrossì leggermente.

<< Mhm... >> bofonchiò lui, in preda a pensieri non troppo casti che comprendevano lui, un letto, e l'enorme e sicuramente morbido seno della ragazza.

<< Lluvia tu non dormi con lui. >> Erza si mise in piedi, appoggiandosi le mani sui fianchi generosi.

<< Perchè Erza-san??? Tanto Gray-sama sposerà Lluvia... >> si lagnò la ragazza, praticamente strisciando addosso al moro che sgranò gli occhi. Non ce la faceva proprio, per quanto quella ragazza fosse fuori come un balcone, era troppo bella, non riusciva a non pensare che avrebbe voluto conoscerla meglio.

<< Chi sposerà chi, eh? Cosa? >> balbettò lui, rendendosi conto che il suo futuro era già deciso. Ignorò il panico che lo pervase, per concentrarsi sull'enorme assurdità che aveva detto Lluvia. << Perchè dovremmo sposarci, scusa?? >> disse, con la voce che stridette leggermente.

<> lei si imbronciò, guardandolo con gli occhi assottigliati.

<< Che è ben diverso dal dire che ci sposeremo, abbi pazienza! >>

<< Allora è vero!!! >> Lluvia gongolò ed arrossì, avendo percepito solo una piccola parte del discorso. Ovviamente solo quella che interessava a lei, e cioè aveva tradotto la frase in “Lluvia, sono innamorato follemente di te”.

<< Ma mi ascolti quando parlo? >>

<< Non ti sta ascoltando. È partita per i suoi sogni. >> gli disse Gajil, che continuava a camminare davanti al divano come un povero animale in gabbia. E con Panther Lily appollaiato sulla spalla stile pappagallo.

<< Appunto, il che è positivo. Adesso, Gray, mi darai ragione, non fiaterai. Chiaro? >> ordinò Erza. Aspettò il consenso del ragazzo (un movimento di testa terrorizzato), per poi schioccare le dita di fronte alla ragazza e risvegliarla. << Non puoi dormire con Gray, perché lui non dorme insieme ad una ragazza che non sia la sua fidanzata, e non si fidanza prima di un mese di conoscenza, per cui, dovrai dormire con me o con Levy. >>

<< Gray-sama... Erza-san dice la verità? >> lui annuì e basta. Non aveva fiatato e aveva dato ragione ad Erza, facendo anche ridere il nerboruto col gatto. La rossa faceva indiscutibilmente paura. << Mhm... >> Lluvia si avvicinò al viso del ragazzo per notare se stesse mentendo o meno. Ma no, ma no, il suo amato Gray-sama non avrebbe mai potuto mentirle. << Va bene. Lluvia va a dormire con Levy-chan, allora. >> stampò un leggero bacio sulla guancia di Gray ed uno su quella di Erza, per poi trotterellare verso la stanza in cui era scomparsa una Levy infuriata. Tenne la porta socchiusa per qualche secondo: Panther Lily era sceso dalla spalla del suo pirata, lasciandogli dei graffi lungo tutte le braccia, e zampettava dietro la turchina, per poi infilarsi nella fessura e saltare sul lettone matrimoniale.

<< Bene, vado anche io.. >> Erza si coprì uno sbadiglio con la mano e si passò l'altra tra i capelli, sciogliendo la folta coda.

<< E noi dove dormiamo, scusa? >> brontolò Gajil, sbattendo le palpebre confuso.

<< Questo è un divano letto, no? >> fece un sorriso angelico, uno di quelli che preannunciavano una tempesta se solo si fosse sbagliata la parola successiva.

Il ragazzo lanciò una breve occhiata a Gerard, che guardava Erza sornione, e ringhiò, mordendosi la lingua per non risponderle. Sarebbe sicuramente morto, e aveva troppe cose da scoprire per morire adesso.

<< Bene, ci vediamo domani mattina. >> la rossa fece “ciao ciao” con la mano e si infilò nell'ultima stanza rimanente.

<< Quindi dormiamo qui. >> riassunse brevemente Gray, scrollando le spalle. In realtà avrebbe dormito tranquillamente anche per terra, data la notte passata insonne. Si guardò leggermente intorno, spinse una poltrona di fronte all'altra e si sdraiò su quel letto improvvisato, troppo stanco per poter sostenere anche il più semplice dei discorsi.

Gajil e Gerard si guardarono, rotearono gli occhi al cielo e smontarono il divano, per tirare fuori il materasso e mettersi comodi. Comodi... << Cazzo quanto è scomodo. >> si lamentò il moro, digrignando i denti. Aveva una molla che gli puntava proprio sul fianco, mentre Gerard si costringeva a rimanere immobile.

<< Posso chiederti una cosa? >>

<< No. >>

<< Secondo te come dovrei comportarmi adesso? >> il blu incrociò le braccia sul petto e si mise a fissare il soffitto.

Gajil ringhiò, mettendosi da un lato. Decise di rimanere in silenzio, nella speranza che l'amico perdesse quella improvvisa loquacità.

<< Con Erza, intendo. >> no, evidentemente voleva proprio parlare con lui.

<< Non so se l'hai notato, non sono il tipo che parla di queste cose. >>

<< Tu non sei proprio il tipo che parla, in generale. >>

<< Appunto. >>

Gerard scosse la testa: perché nessuno dei suoi amici aveva un minimo di cervello per tenere in piedi un discorso sensato? A volte pensava che non fossero davvero amici, che facessero semplicemente finta per qualche motivo a lui oscuro. Eppure poi facevano qualcosa di strano, imbarazzante il più delle volte, che gli chiariva le idee. In qualche modo lo consigliavano. Ed era esattamente quello che stava facendo Gajil in quel momento. << Grazie. >> gli disse, dandogli una pacca sulla spalla.

Gajil, dal canto suo, non capiva la smania del dialogo. Per tutti, non solo per il suo compagno di letto – al suo pensiero gli venne quasi un conato di vomito -, anche per Levy e.. in genere alle ragazze, ora che ci faceva caso. Lui invece non lo concepiva, dicevano di riflettere prima di agire, ma quando si costringeva a farlo, succedevano solo guai. E allora gli dicevano di non cacciarsi nei guai. Pensava seriamente che avrebbero dovuto mettersi d'accordo, prima di dirgli determinate cose. Lui non era il tipo da ascoltare suggerimenti (o qualsiasi altra cosa), piuttosto da agire e basta. Alla luce di quei pensieri, dunque, gli sorse una domanda. Stava facendo le cose nel modo giusto? Forse avrebbe dovuto chiedere al gamberetto cosa ne pensava. Lei sì che pensava, e parecchio, non sembrava le piacesse fare altro.

 

<< Levy-chan, sei ancora arrabbiata con tato? >> mormorò Lluvia, sbadigliando sonoramente.

<< Smettila di chiamarlo così, lo fai sembrare una brava persona. >> Levy balzò in piedi ed iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza, come se fosse una bestia chiusa in gabbia.

<< Ma è una brava persona. >> la più minuta la guardò inviperita, facendola sobbalzare leggermente.

<< No, non lo è, è un bruto sociopatico, nessun tipo di empatia. >>

<< Lluvia lo trova molto buono. Non è gentile, sì, però è buono... Lluvia sa che ti vuole bene e non ti vuole far soffrire, ma non sa come fare... >>

<< Non me ne importa un tubo! Io non posso stare così per un uomo, non posso. Non è giusto nei miei confronti, non pensi? >> si voltò verso di lei e sgranò gli occhi nocciola. Non le scendeva la rabbia, non riusciva a prendere sonno e parlare con Lluvia la faceva sentire meglio, in un certo senso.

<< Lluvia pensa che sareste una bella coppia. >> sorrise sorniona. Già si immaginava accerchiata dai bambini dei suoi migliori amici, un numero imprecisato di bambini, e fare loro da baby-sitter, insegnare loro come seguire la persona amata e come conquistarla, come non farsi rifiutare e non perdere la speranza. E poi li avrebbe portati al cinema, a guardare dei film d'amore, a prendere il gelato, in piscina – oh, avrebbero adorato la piscina con la zia Lluvia, con gli scivoli e tutto il resto - e li avrebbe amati come fossero stati suoi e... uno schiocco di dita la riportò al piano terra, trascinandola giù dal suo fantasioso mondo.

<< Non hai sentito una parola di quello che ho detto, vero? >> Levy scosse la testa e si lasciò cadere sul letto, sbuffando sonoramente.

<< Stavi parlando, Levy-chan? >> l'altra inclinò la testa, mentre l'immagine con i suoi nipotini svaniva dietro le sue palpebre.

<< Non importa... credi davvero saremmo una bella coppia? >> la turchina sorrise, voltandosi piano verso la sua amica.

<< Lluvia crede che già lo siate. >>

<< Litigando così? >>

Lluvia annuì sorridente.

 

<< Lucy... >>

La bionda sbadigliò e si appoggiò sui gomiti, alzando leggermente la schiena e spostando lo sguardo su Natsu che l'aveva chiamata. << Che c'é? >>

<< Mi sto annoiando... >> si lagnò, gattonando di fianco a lei. << Non riesco a dormire. >>

<< C'è qualcosa che ti preoccupa? >>

<< Non lo so... >>

<< Non lo sai? >>

<< Non penso, di solito. >> brontolò, per poi sbuffare.

<< Cosa dovrei fare? >> Lucy aveva ormai capito che non avrebbe chiuso occhio neanche lei finché lui non si sarebbe addormentato.

<< Raccontami una storia! >> gli occhi del ragazzo dai capelli rosa si illuminarono, mettendosi a gambe incrociate.

Lei inarcò un sopracciglio, confusa. << Una storia. >> Natsu annuì. << Adesso? >> annuì di nuovo, sorridendo come un bambino contento. Lucy ci pensò su per un attimo, indecisa se assecondarlo o meno, visto che era stanca e voleva solo andare a dormire. Però il viso di Natsu così scintillante di curiosità la fece propendere verso l'idea di raccontargli una storia, per quanto assurdo potesse sembrare. << Va bene. >> sorrise intenerita e si mise seduta, appoggiandosi alla testiera del letto. << C'era una volta una principessa solitaria, rinchiusa in una altissima torre ->>

<< Da chi? >>

<< Da.... da un grande drago che sputava fuoco ed inceneriva chiunque osasse avvicinarsi alla torre. >> lo guardò per notare se avesse dato una risposta esauriente. E l'aveva data, evidentemente, perché Natsu la incitò ad andare avanti con un cenno del capo. << La principessa aveva dei luuuuunghi capelli biondi, era una brava ragazza e avrebbe tanto voluto avere degli amici... così, un giorno decise di fare una cosa che avrebbe cambiato la sua vita per sempre. >> prese un profondo respiro. << Andò a parlare con il Drago. Quell'animale che le aveva sempre fatto così tanta paura, quello che l'aveva tenuta rinchiusa per così tanto tempo, adesso non la spaventava più. Parlarono, parlarono per ore e ore, e anche il Drago si rese conto che non aveva senso tenerla rinchiusa contro la sua volontà, perché - >> si voltò verso destra, sentendo chiaramente il peso di una testa sulla sua spalla. Vide Natsu che dormiva beato, sonnecchiando docilmente come un bambino. Fece una smorfia, arrossendo leggermente, e lo mise sdraiato, per farlo dormire comodo. << Buonanotte, Natsu. >> sussurrò, sfiorandogli la fronte con un bacio.

<< 'Notte, Lucy. >>

 

Il mattino dopo, Erza si svegliò col cellulare che squillava insistentemente. Sonnecchiando, fece partire la chiamata. “Pronto?” biascicò, la bocca impastata dal sonno.

Erza!!!

“Zia...”

Potete tornare a casa! Finalmente la neve si è sciolta!”trillò la donna dall'altro capo del telefono.

“Mhm... “ la ragazza sbadigliò e si massaggiò il viso, cercando di svegliarsi per bene ed assimilare la notizia.

Quindi? Quando tornate?

“C'è la neve...” mugugnò, sprofondando il viso nel cuscino e sbadigliando ancora. Cercò di soffocare il rumore dell'aria che rimbombava nella sua bocca, non pensava sarebbe stato educato farsi sentire così da sua zia.

Tesoro, sei appena sveglia?

“Sì...”

Ahhhhh okay.” ridacchiò la donna: sua nipote non era sempre al cento per cento delle sue potenzialità. “Ti mando un messaggio allora, a più tardi.” le mandò un bacio e concluse la chiamata.

Erza guardò lo schermo del telefono, confusa, poi si arrotolò ancora nelle coperte, masticandosi la lingua assonnata.

In una mezz'ora era lucida – e si sentiva terribilmente in colpa per non aver ascoltato sua zia, probabilmente a casa le avrebbe comprato un mazzo di rose per farsi perdonare – e sveglia, perciò decise di svegliare tutti quanti e dare la buona notizia: quel messaggio dava il via libera al loro tanto agognato ritorno a casa. Erano tutti felici ed iniziarono a mettere le cose nelle borse e nelle valigie. Non ci furono neanche litigi su chi avrebbe dovuto tenere il gatto, che se ne stava appollaiato sulla spalla di Gajil come se fosse un pappagallo. Ma ovviamente sarebbe andato con Levy, che lo pretendeva con le mani verso di lui.

Ed arrivarono al momento dei saluti: Gerard ed Erza si guardarono a lungo senza dire una parola, si abbracciarono in un modo talmente impacciato che sembrava non avessero mai abbracciato nessuno in vita loro; Natsu e Lucy si salutarono con delle pacche sulle spalle ed un paio di baci alle guance, con la promessa di diventare grandi amici non appena tornati a casa; Gray e Lluvia.. beh, Lluvia stava ancora appesa alle spalle del ragazzo, che non sapeva più come fare per metterla a terra, perciò girava su se stesso, conscio che sarebbe potuto cadere da un momento all'altro; Gajil e Levy invece battibeccavano come loro solito, dicendosi piccole cattiverie che, invece di farli arrabbiare sul serio, li faceva ridere.

<< Lluvia.. dobbiamo andare. >> la chiamò Lucy, picchiettandole il fianco.

<< Lluvia andrà con Gray-sama, sono anime gemelle. >> le disse l'azzurra, stringendosi di più al corpo di Gray.

<< Ma ci vedremo quando saremo a casa! >> Gray aveva perso il conto delle volte che aveva ripetuto quella frase, ma niente, niente di niente, quella ragazza era più testarda di un mulo.

<< LLUVIA! SCENDI DA LÌ!! > strillò allora Erza, andando a prendere l'amica per i fianchi. La tirò indietro con una forza spaventosa, che avrebbe staccato anche la crosta terrestre dallo strato sottostante se la ragazza avesse voluto, ma non riuscì a smuovere Lluvia. << Staccati! >>

<< L'AMORE CHE LLUVIA PROVA PER GRAY-SAMA È PIÙ FORTE DI ERZA-SAN! >>

Gray si appese allo specchietto della macchina, per non cadere a terra e avere sempre la stalker attaccata alle spalle. << Qualcuno mi aiuti... >> sussurrò, guardando implorante Gerard e Gajil, visto che Natsu era a terra che si spanciava dalle risate.

Quei due si diedero uno sguardo d'intesa, si salutarono con una stretta di mano e si diressero verso i loro mezzi di trasporto, ignorando gli altri due.

Levy, già in macchina da un po' a leggere, notò lo sguardo della povera vittima e decise che avrebbe potuto fare una ultima buona azione. Sospirò pesantemente, chiuse il libro e scese dalla macchina con una lentezza estrema. Si diresse verso i litiganti, picchiettò sulla spalla di Erza e le fece un cenno per dirle che avrebbe fatto lei, poi pizzicò il fianco di Lluvia per attirare la sua attenzione. << Levy-chan, Lluvia non lascerà andare Gray-sama. >>

<< Beh, lo sai che nella nostra società è l'uomo che dovrebbe dimostrare il suo amore nei confronti della donna? Penso che Gray stia pensando come dimostrarti il suo amore, lo farà quando torneremo in città. Non è vero Gray? >>

<< Che? Ah, sì! Certo! Assolutamente! >>

<< Ottimo. Adesso puoi scendere, così torniamo a casa e io non vedrò più il brutto muso di Gajil. >> sorrise, mentre accompagnava giù la sua amica, stordita da quelle informazioni e dalle parole “amore” e “Gray-sama” nella stessa frase.

<< Come hai... >> Gray la guardò con gli occhi spalancati, mentre indirizzava Lluvia verso la macchina.

<< Non c'è di che, tranquillo. >> Levy gli strinse la mano e tornò di nuovo alla macchina, come se nulla fosse successo.

<< Ci vedremo nel fine settimana... tanto Erza ha il numero di Gerard. >> Lucy fece un sorriso luminoso e seguì l'amica dai capelli blu in macchina.

<< Gray... >> Erza prese Natsu di peso e lo lanciò quasi verso l'automobile del blu, in modo da poter rimanere da sola con il ragazzo. << Hai deciso cosa fare con Lluvia? >> gli chiese, cercando di risultare il più naturale possibile.

<< No. >> sospirò, passandosi le mani tra i capelli. << Se fossi chiaro con lei, forse non dovrei farvi trovare metodi sempre nuovi per... sai.. staccarla... >>

<< In realtà, sono sicura che Lluvia sarebbe così anche se fossi chiaro. >> gli sorrise rassicurante. << Lei funziona così. >> scrollò piano le spalle e si infilò le mani nelle tasche, come se stesse per dire qualcosa ma si trattenesse.

Anche un ragazzo con il senso dell'osservazione di una patata lessa come Gray riuscì a capirlo. << Stai bene? >>

<< Sono solo... contenta. Contenta di avervi conosciuti. E so che sei una brava persona, Lluvia starà bene, in ogni caso. >>

<< Già, è stato interessante. >> lui annuì e la salutò, con una poderosa stretta di mano, per poi andare in macchina. Erza, invece, si avvicinò al bagno che aveva dato inizio a quello strano susseguirsi di avventure. Forse, se non fosse stato per quello, non avrebbe conosciuto quei ragazzi un po' matti, ragazzi che sembravano perfetti per farle stare bene. Si erano incontrati casualmente, avevano fatto amicizia subito senza pensarci due volte, e quello era un fatto indiscutibile, innegabile.

Erza Scarlett non era una di quelle persone che credevano nel destino a priori, senza prove o conferme, preferiva non credere a niente perché era stata ferita troppe volte nel corso della sua esistenza. Eppure, guardando la porta rotta del bagno, si rese conto che probabilmente qualcuno, da qualche parte, doveva volerle molto bene.

<< Erza? Andiamo? >> Lucy si sporse dal finestrino e chiamò l'amica con la mano, felice e triste allo stesso tempo.

La rossa annuì, mentre un piccolo soffio di vento le smuoveva i capelli. Si diresse alla macchina, si sedette al posto di guida, guardò le amiche una ad una negli occhi, notando che i pensieri che aveva avuto davanti al bagno erano pienamente condivisi da tutte loro. << Torniamo a casa. >> disse, girando la chiave e pigiando sull'acceleratore, riempiendo l'aria di montagna con un rombo che le avrebbe accompagnate fino a Magnolia.

 

Fine.

 

Siamo arrivati alla fine. La storia è conclusa, il tormento è finito. Grazie, Grazie di cuore a chiunque abbia recensito questo mio parto, chiunque l'abbia messa nelle ricordate, nelle seguite, preferite, anche solo chi l'abbia letta in silenzio, chi abbia letto solo un capitolo... grazie. Grazie, grazie, grazie di cuore. Davvero.

La mia avventura ha ricevuto 170 recensioni. 72 persone meravigliose l'hanno messa tra le storie preferite. 13 l'hanno messa tra le storie ricordate. 105 l'hanno messa tra le seguite. Cosa succede se sommiamo questi numeri? UN'ESPLOSIONE DI AFFETTO, da me per voi! Tutto quello che posso dirvi è grazie, non ho altre parole per descrivere quanto vi adori e vi ami.

Detto questo.. me ne vado. Grazie.

 

 

O forse no...

<< Davvero? Stiamo rischiando una sospensione per una cosa così stupida? >> gracchiò Gerard, mentre Natsu gli si arrampicava sulla schiena per superare la rete che separava l'istituto delle ragazze dal resto del mondo.

<< Una promessa è una promessa. >> gli ricordò Gray, dall'altra parte della rete.

<< Ma è Natsu, andiamo! >>

<< Sei un rompi coglioni, ti lamenti sempre che non ci comportiamo da adulti, e adesso che uno lo sta facendo... ti lamenti? >> brontolò Gajil, ancora seduto sul sellino della moto.

<< Ragazzi! >> Natsu li chiamò, scendendo con un tonfo nell'erba verde del liceo. Gli altri due rotearono gli occhi al cielo, si arrampicarono e, tutti e quattro, attraversarono il cortile, per andare nel pieno centro ed iniziare a chiamare a gran voce i nomi delle ragazze.

 

Lucy sbadigliò ed aprì piano gli occhi, sentendo qualcuno che strillava qualcosa simile al suo nome. Eppure il professore usava i cognomi, non i nomi di battesimo.

<< Stai bene? >> sussurrò Levy, toccandole piano il braccio.

La bionda annuì e si tirò su, non riuscendo ad impedirsi di sbadigliare una seconda volta. Con la coda dell'occhio, però, notò qualcosa che si muoveva nel cortile, qualcosa che attirò la sua attenzione. Si sporse leggermente, per non dare nell'occhio, e per poco non le venne un colpo. << NATSU! >> esclamò, spalancando la finestra e sentendo distintamente il suono delle loro voci. << Lluvia, Levy, ci sono i ragazzi! >> le chiamò, mentre la classe intera accorreva alle finestre.

<< RAGAZZE!!! >>

<< MA CHE CI FATE QUI??? SE ERZA VI SCOPRE, VI->> provò Lucy, ma il sorriso innocente di Natsu la fece bloccare.

<< TI DEVO UN PANINO, NO? >> gridò, tirando su un panino avvolto nell'alluminio.

<< Quel ragazzo è innamorato... >> cantilenò Levy, sporgendosi per vedere. Fece solo un piccolo saluto a Gajil, visto che la accompagnava lui, a scuola.

<< GRAY-SAMAAAAAAAAAAAA.. >> Lluvia spintonò e sgomitò per arrivare alla finestra: quando ebbe Gray nella visuale non potè fare a meno di notare quanto fosse bello e ribelle, impavido, e dannatamente sexy con quella camicia bianca che volava nel vento.

<< VOI QUATTRO SIETE ESTRANEI A QUESTO ISTITUTO! ASPETTATMI CHE SCENDO! >> anche Erza era accorsa alla finestra della sua classe, ed era infuriata come una iena.

I quattro ragazzi se ne accorsero e scapparono via, a gambe levate, ridendo a crepapelle. Forse, per vedere i visi delle ragazze in quel modo, valeva la pena rischiare una sospensione.

 

Arrivarono alla loro scuola col fiatone, Gray, Gerard e Natsu (Gajil era stato abbastanza svelto di riflessi per recuperare la moto e correre relativamente poco).

<< Gray... >> sussurrò Natsu, inspirando profondamente. << Dov'è la tua camicia? >>

Il moro si guardò. << Ohhhhhh merda! >>

 

Okay, adesso è finita davvero. A presto <3

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