Everything's possible

di ___Lils___
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1° Capitolo ***
Capitolo 3: *** 2° Capitolo ***
Capitolo 4: *** 3° Capitolo ***
Capitolo 5: *** 4° Capitolo ***
Capitolo 6: *** 5° Capitolo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Come detto prima nella descrizione, è una storia che si basa su avvenimenti reali e dopo che la mia bellissima e dolcissima amica l'ha letta ha voluto condividerla con voi, quindi eccoci qua.
So perfettamente che la dinamica degli incontri è surreale, ma spero vi piaccia comunque. 
Il personaggio che la nostra protagonista interpreterà è Sambril, protagonista di questa storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2632256&i=1
Non ci sarà bisogno di leggerla per capire le dinamiche di questa, ma se volete passare capirete qualcosina in più.
Un bacio
_Lils_



“Io vado a fare una passeggiata, ci vediamo dopo”
“Sicura di voler andare sola?”
“Sì, Ale. Ho bisogno di stare un po’ da sola, scusami”
La mia migliore amica corre ad abbracciarmi, mi stringe forte, è più grande di me di un anno, ma è più bassa e sono sempre io che sembro proteggere lei, non il contrario: “Va tutto bene, non ti allontanare troppo. Ti raggiungo dopo, non mi piace lasciarti per tanto”
Annuisco e tiro un sorriso mentre esco dall’appartamento. Avevamo programmato questa vacanza da quando avevamo sei anni, un giorno le avevo raccontato di un film che avevo visto girato in quella fantastica terra, lei, da ottima migliore amica, mi promise che finiti i miei esami di maturità mi ci avrebbe portato. Avevamo sempre fantasticato su quanto mi sarebbe piaciuto e quanto lei si sarebbe annoiata e divertita contemporaneamente, non aveva mai visto un film de “Il Signore degli Anelli”, diceva che non era il suo genere nonostante io avessi più volte cercato di persuaderla da buona Ringers. Purtroppo nessuno delle due immaginava che avremmo affrontato quel viaggio con tanto dolore, non volevo più partire, ma Alessandra era convinta che partire mi avrebbe fatto bene, dovevo staccare il cervello dopo la perdita di mia madre, uccisa dall’uomo che aveva giurato di proteggerla.
Iniziai a camminare sulla costa di Wellington, il mare era sublime e sembrava un sogno, mi sedetti sulla sabbia e continuai a fissarlo, a mia madre il mare piaceva così tanto, avevo fatto spargere le sue ceneri in esso, diceva sempre che voleva andasse a finire così. Porto una mano sulla sinistra del mio addome, pioverà, fa sempre male quando sta per piovere.
“Ti prego dimmi che non sei una giornalista!”
Mi volto di scatto verso quella voce, spalanco gli occhi quando capisco chi è, lo vedo sorridere e sedersi vicino a me: “Non sei una giornalista, mi sembra ovvio, ma sei una fan. Non metterti ad urlare, ti prego”
Mi rivolge uno sguardo supplichevole e sorrido: “Non sono il tipo”
Probabilmente fino a qualche mese fa lo avrei fatto, ma non ora. Non sono più il tipo che fantastica tutto il giorno su come la vita potrebbe essere, non sogno più, mi baso sulla realtà dei fatti e la realtà è che andare dietro a dei romanzi fantasy ed ai rispettivi film è da bambini , io non posso permettermi di esserlo.
“Menomale, io sono…”
“Elijah Wood, so chi sei. Ricordi? Sono una fan, lo hai detto tu poco fa”
Continuo a guardare il mare e lui sembra sorpreso dal mio comportamento, ma anche grato per non essergli saltata addosso, sento il suo sguardo su di me: “Tu sei?”
“Scusa, sono una gran maleducata.Giada Rizzo, piacere di conoscerti”
Sorride mentre stringe la mia mano: “Non preoccuparti, come mai qui, Giada?”
“Vacanza con la mia migliore amica, appartamento ad un kilometro da qui”
Lui ride, alzo un sopracciglio, perché diamine sta ridendo?
“Scusa, ma credevo fossi del posto, con la mia domanda intendevo come mai in questo posto dimenticato da tutti”
“Proprio per questo: è dimenticato da tutti. Volevo godermi la solitudine”
Vedo la sua faccia farsi interrogativa: “Sei in vacanza con la tua migliore amica e vuoi stare da sola? Non è normale”
Sorrido e sposto il mio sguardo di nuovo sul mare: “Mai detto di essere normale, è una lunga storia”
Provoco una risata in lui con la mia affermazione, inizia a fissare anche lui il mare: “Due giorni prima dell’inizio del primo blocco di riprese de 'Il Signore degli Anelli' sono capitato qui per caso, mi sembra giusto rifarlo anche per il primo blocco di riprese de 'Lo Hobbit'. Sono piuttosto scaramantico”
Mi alzo e lui mi fissa: “Elijah Wood, Frodo, ti lascio. Piacere di averti conosciuto, la mia migliore amica mi starà cercando”
“Non chiedi neanche un autografo?”
“Non sai quanto vorrei farlo, ma quella è la vecchia Giada che devo sopprimere a tutti i costi, devo cambiare nonostante l’amore che provo per questa terra, per la mia Saga preferita e per voi attori, non posso lasciarmi tentare”
Lo vedo guardarmi stralunato, come biasimarlo? Probabilmente pensa che lo sto prendendo in giro, ma in realtà sto prendendo in giro solo me stessa. Cammino per un po’ prima di avvistare i capelli cespugliosi della mia amica, sembra circondata da diverse persone, mi avvicino di corsa: “Ale?”
“Io ti uccido! Ti avevo detto di non allontanarti, stupida! Mi hai fatto prendere un colpo! Credevo… credevo di averti perso!”
Sorrido nel vedere la mia migliore amica sull’orlo di una crisi di nervi: “Ero a guardare il mare, sto bene”
“No, tu non stai bene! E’ stato un errore portarti qui, troppi ricordi. Credevo che saresti tornata quella di un tempo, ma sei peggiorata.”
La guardo con un sorriso amaro, la stringo a me: “Apprezzo tutto quello che stai facendo, ma io non potrò mai più essere la stessa persona, so che stai male per i miei mezzi sorrisi e per la mia risata fredda, ma ci vorrà tempo. Un giorno magari tornerò, non ora”
Le asciugo le lacrime e sorrido: “Andrà tutto bene”
Dovrebbe essere lei a rassicurare me, ma sono sempre stata io la più forte, in quel momento mi volto per ringraziare coloro che si sono dovuti subire la mia migliore amica isterica, questa volta rimango a bocca aperta.
“Giada, che succede?”
Guardo Alessandra con un sopracciglio alzato: “Tu sei stata soccorsa da Peter Jackson, Martin Freeman e Richard Armitage e mi chiedi cosa succede?!”
La vedo spaesata mentre i tre uomini ridono di gusto, mi porto una mano sulla fronte: “In 16 anni di amicizia non ti ho insegnato proprio nulla!”
Continua a guardarmi spaesata ed io rido per la comicità della scena, è una causa persa in principio: “Il regista de 'Il Signore degli Anelli', John Watson e Guy di Gisborne, capito ora?”
Lei sorride, un sorriso troppo grande solo per aver capito chi sono: “Hai riso, la tua risata, era la tua risata!”
Sorrido e scuoto la testa: “La tua idiozia può fare miracoli!”
Mi abbraccia sotto gli sguardi spaesati e divertiti dei tre interlocutori, mi rivolgo a loro: “Vi ringrazio, se non avesse trovato qualcuno sarebbe svenuta”
“Non dovresti farla spaventare in questo modo, noi torniamo alla ricerca di Elijah, piacere di avervi conosciuto”
“E’ sulla costa, piacere nostro, scusate ancora”
Li vedo allontanarsi, fosse successo pochi mesi fa sarei morta d’infarto, ma il controllare le mie emozioni è diventato facile ora, fingere è diventato normale.
“Hai appena esaudito un tuo desiderio”
“Un vecchio desiderio, ora si torna all’appartamento. Forza, isterica”
La vedo sorridere mentre l’abbraccio, mi volto per vedere un’ultima volta quelle tre figure, so bene chi sono e chi saranno nel film, quando avevo saputo della scelta di Jackson avevo iniziato a saltellare come una pazza durante l’ora di recitazione pomeridiana, mi ero fatta cacciare fuori dall’aula: uso di oggetti non consentiti in classe e atteggiamenti poco consoni. Incontro lo sguardo dei tre, stranamente ci stanno ancora guardando, abbozzo un sorriso e torno con la testa per terra.
***
“Sicura di non voler tornare a casa?”
“Perderemmo solo i soldi della vacanza, ormai ci siamo. Cerchiamo di godercela”
Il campanello suona ed io sorrido grata, Alessandra non è una grande cuoca e il cibo di qui non è di mio gradimento, la pizza la fanno ovunque fortunatamente e qui sembrano essere molto veloci nel consegnarla. Vado alla porta con i soldi in mano, la apro con la mano tesa pronta a pagare, ma non è il ragazzo delle pizze che mi trovo di fronte: “Cosa ci fate qui?”
I due uomini che ho di fronte alzano le spalle: “Possiamo entrare? Dobbiamo parlarti”
“Peter Jackson e Andy Serkis devono parlare con me?”
La vecchia me sarebbe ufficialmente morta, vedo i due annuire: “E’ urgente”
“Entrate”
Vedo Alessandra armeggiare con tazze e caffettiera, tenta di preparare il caffè mentre cerca di capire ogni singolo dettaglio di quello che i due uomini mi stanno dicendo, si sta impegnando molto perché neanche io riesco a mettere a posto tutti i pezzi e non sto facendo nient’altro se non ascoltarli.
“Voi state chiedendo a me di entrare nel cast del film?”
Vedo i due uomini annuire e alzo un sopracciglio: “E’ uno scherzo, vero? Dove sono le telecamere?”
“Non stiamo scherzando, abbiamo bisogno di te. L’attrice che doveva interpretare Sambril ha rinunciato all’ultimo, ci serve qualcuno che conosca bene il personaggio e che sappia recitare”
Guardo il Signor Serkis frastornata: “Voi venite a chiedere ad un’italiana neodiplomata nella Scuola di Arti Drammatiche di prendere parte ad una produzione di questa grandezza? Inoltre come avete fatto a sapere che mi sono diplomata in recitazione a pieni voti?”
“Credevo di aver già visto te e la tua amica da qualche parte, Elijah mi ha detto il tuo nome e ho capito chi eri, ti ho visto pochi mesi fa sul telegiornale, la tua faccia era ovunque: ‘Giovane aspirante attrice, scritturata per un film hollywoodiano, si butta sulla migliore amica per salvarla da un proiettile: polmone perforato e rimosso, dopo due settimane di coma è di nuovo in grado di reggersi sulle sue gambe. La madre non…”
“Ok, ho capito. Non c’è bisogno di continuare”
Abbasso lo sguardo, Alessandra corre al mio fianco e posa la mano sulla mia spalla, Jackson sembra mortificato: “Non volevo farti star male”
“Non è nulla, ci sono abituata. Io credo di dover rifiutare, ho deciso di smetterla con il mondo della fantasia, dopo questa vacanza tornerò in Italia e mi iscriverò alla facoltà di Medicina, mia madre voleva questo e non posso deluderla”
Vedo il volto dei due rattristarsi, immagino la situazione in cui sono loro e mi dispiace lasciarli in essa, ma non sono pronta, non posso farlo.
“Falla finita!”
Mi volto verso Alessandra, ha le lacrime agli occhi: “Tuo padre voleva uccidere tutti quelli a cui tenevi per farti soffrire prima di ucciderti, cos’è? Vuoi aiutarlo a farti morire? Ti ho visto rialzarti da quel letto dopo due giorni dal tuo risveglio, camminavi e respiravi a fatica, ma avevi una forza che appartiene solo a te, dove diamine è finita quella forza? Dov’è la Giada che conosco? Volevi diventare un’attrice per fare un film epico come 'il Signore degli Anelli', te ne stanno dando la possibilità, è un treno che passa una volta sola! Quel giorno ti ho permesso di prenderti il proiettile per me, oggi non ti permetterò di perdere questa opportunità! Tua madre non voleva una figlia medico, voleva una figlia felice, voleva che la sua farfalla spiegasse le sue ali!”
Ingoio a vuoto più volte, i due ospiti sembrano spaesati dalla reazione della mia migliore amica, quello che ha detto è vero, ma sono pronta per un ruolo di quell’importanza? Pronta a lasciarmi tutto alle spalle? No, non potrò mai.
“Fallo per me”
Apro le braccia e lei si fionda in esse, mi stringe forte mentre io guardo coloro che hanno forgiato la mia infanzia: “Chi altro sa della mia storia?”
“Nessuno, solo noi due e la responsabile dei casting, è stata lei a cercare informazioni su di te. Per il resto nessuno”
Guardo Alessandra, poggia il viso sulla mia spalla e mi stringe come per paura di perdermi: “Accetto, ma non dite a nessuno quello che sapete su di me”
Vedo Andy aprirsi in un sorriso, Peter si avvicina e mi stringe la mano, mi sorride paterno, i suoi occhi sembrano sussurrarmi che andrà tutto bene: “Questo è il contratto, il tuo agente può dare un’occhiata”
Sorrido imbarazzata: “Non ho un agente”
“Ce l’hai invece:Alessandra Rami , la quale sa che ci si può fidare e ti ordina di firmare ora quel contratto o ti impicca!”
I due iniziano a ridere mentre io sorrido, firmo il contratto e sospiro, Peter mi stringe la mano: “Ci hai salvato, Giada”
“Credo che siate stati voi a salvarmi da me stessa”
Andy si avvicina a me e mi posa una mano sulla spalla: “Sarai grande, ho visto il vostro show di fine anno, sei stata magnifica”
Sorrido e arrossisco, Alessandra mi abbraccia di nuovo e Peter sorride a sua volta: “Questa Giada mi piace di più di quella tenebrosa, domani ti manderò un auto, tu e la tua agente verrete agli Studios e avrete le vostre roulotte, ovviamente vicine”
Sorrido, non permettono a nessuno di entrare se non fa parte del cast, hanno capito che io ho bisogno di lei, almeno per i primi tempi.
“A domani, Sambril”
Li vedo uscire dalla porta, sorrido: “A domani”
Si chiudono la porta alle spalle ed io mi volto verso Alessandra che ha, per l’ennesima volta, le lacrime agli occhi, sposto lo sguardo verso il soffitto e sorrido: “Sarò nel cast de 'Lo Hobbit', io sarò nel cast!”
La mia migliore amica inizia a saltellare ed io faccio lo stesso. Rido, rido di gusto, Alessandra fa lo stesso e corre ad aprire la porta, questa volta è il ragazzo delle pizze. Ci accomodiamo per terra e  iniziamo a mangiare, lei non smette di sorridere: “E’ bello rivedere la vecchia te”
“E’ tornata solo grazie a te, non sarei mai venuta qui se tu non mi avessi costretto e non avrei mai accettato se tu non mi avessi aiutato a capire”
“Sono una grande”
Sorrido e l’abbraccio: “Sì, lo sei. Grazie”
La vedo addentare di nuovo la sua pizza, improvvisamente diventa seria e pensierosa: “Che c’è?”
“Sai che dovrò andarmene prima o poi, non posso restare in Nuova Zelanda, ad Ottobre ricominciano gli esami all’Università”
“Lo so, ma anche se fossi rientrata in Italia saremmo state divise, tu Roma ed io Bologna. Continueremo a sentirci, tutti i giorni, magari evitando di chiamare l’altra quando da lei sono le quattro di notte”
Cominciamo a ridere come delle pazze poi lei torna seria di nuovo: “Ora che hai?”
“Chissà se ci saranno dei figoni nel cast, che ne dici?”
Per le risate le sputo addosso l’acqua che stavo bevendo: “Sono stati resi noti solo i due che hai visto con Peter, ammettiamolo Armitage non è affatto male, ma ha qualcosa come 20 anni in più di noi”
“Uffi!”
Ricominciamo a ridere come matte, incredibile come un semplice incontro mi abbia cambiato la vita di nuovo, continuiamo a scherzare per tutta la sera e Alessandra cade in sonno profondo, sorrido nel vederla così, sembra una bambina indifesa più del solito. Sistemo le nostre cose nelle valigie, si fa notte fonda, ma non ho sonno ed esco per guardare il cielo, è limpido e le stelle brillano più che mai: “Sto facendo la cosa giusta, mamma? Voglio solo renderti orgogliosa di me, ma Alessandra ha ragione devo vivere, non sopravvivere. Questa è la strada che volevo intraprendere da sempre e ora ne ho l’occasione. E’ tutto così buffo, tra tanti sono venuti da me. Devo prendere il volo, sto spiegando le ali. Sarai fiera di me, mamma”

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Capitolo 2
*** 1° Capitolo ***


Salve a tutti, grazie per aver iniziato a seguire questa storia, il mio piccolo azzardo.
Un bacio a tutti
_Lils_




“Pronta?”
“No”
Alessandra inizia a ridere mentre scende dall’auto, io ho torturato il mio labbro superiore per tutto il tragitto, scendo anche io e le afferro la mano: “Mi rompi la mano se continui così”
“Scusa”
Ride di nuovo mentre ci avviamo verso l’entrata degli Studios: “Qualcuno è un po’ agitata”
“E’ il mio primo giorno di lavoro, lavorerò con il regista che ho sempre amato, come dovrei sentirmi?”
Sento una risata provenire da dietro di noi, ci voltiamo e di fronte a noi si erge una signora più alta di me, capelli castani e occhi azzurri: “Tu devi essere Giada, io sono Daphne. Peter mi ha detto di portarti da lui, la tua amica andrà a vedere le vostre sistemazioni”
Mi volto verso Alessandra che sorride e annuisce, mi stringe in un abbraccio: “Fagli vedere chi sei”
Annuisco mentre lei si allontana con l’autista che ci aveva accompagnate fino a lì, Daphne mi sorride e mi fa segno di seguirla, io annuisco: “Quanti anni hai?”
“Diciotto”
“Oh, piccolina! Hai l’età di mio figlio e ti catapultano in questo mondo. Ti troverai bene, il cast è fantastico, certo il più giovane ha dieci anni in più di te, ma li adorerai!”
Sorrido: “Lo spero, non sono brava a farmi nuove amicizie, ultimamente soprattutto”
Entro negli Studios e non posso fare a meno di sorridere, persone che corrono a destra e a sinistra, ci sono costumi, parrucche e scenografie per i corridoi, mi avvicino a Daphne: “E’ fantastico”
“Sei una fan, vero?”
Annuisco e lei sorride: “E’ davvero bello, spero per te che tu abbia dei polmoni forti, gli altri si allenano da mesi, tu devi iniziare subito con le cose toste”
Sorrido, ne ho uno di polmone, ma è ben allenato, ho lavorato come una matta in questi mesi per non sentire la mancanza dell’altro e per ritrovare la mia vecchia forma fisica.
“Eccoci qui, Peter è lì. Ce la fai a raggiungerlo da sola?”
Ingoio a vuoto e annuisco: “Credo di potercela fare”
La vedo voltarsi mentre mi fa un occhiolino e mi augura buona fortuna, io mi inizio ad avvicinare a Peter, scruto varie persone che parlano tra loro, ridono e scherzano, intravedo molti attori che conosco, le fiction della BBC sono sempre state le mie preferite. Andy si volta e quando mi vide si apre in un sorriso: “Eccoti! Ti stavamo aspettando, sai?”
Gli sorrido imbarazzata, lui si avvicina e mi prende sottobraccio, io cerco di fingermi disinvolta, se recito come fingo di esserlo sono bella che fregata! Mi porta vicino a Peter, tutti gli altri sono silenziosi ora, sorridono tutti ed io continuo a farlo imbarazzata: “Va tutto bene, pulce. Calma, non ti mangiano”
“Pulce?”
Lo vedo ridere: “Non ti piace?”
Alzo le spalle e sorrido: “No, è carino. Grazie per avermi dato questo nomignolo, apprezzo che cerchi di farmi sentire a casa”
“Questa diventerà la tua casa, ti piacerà. Diventeremo la tua famiglia, vedrai”
Sospiro, per gli altri diventerà una seconda famiglia, per me, se riuscirò ad instaurare dei rapporti, sarà una famiglia vera e propria, la mia non c’è più. Arriviamo al fianco di Peter, lui mi porta una mano sulla spalla e sorride agli altri: “Bene, dopo svariate peripezie abbiamo la nostra Sambril. Tutti zitti, ora parla lei”
Mi fa cenno di andare avanti, io ingoio a vuoto e sospiro: “Io…io”
Giada, finiscila di balbettare e fai la donna! Muoviti!
“Io sono Giada Rizzo, sono italiana e mi sono appena diplomata, ho diciotto anni. Amo i libri, non so che altro dire e mi vorrei sotterrare perché sono di fronte a persone che ho sempre stimato, credo possa bastare”
Finisco il mio discorso con una risata, gli altri si uniscono a me poi si vengono a presentare uno ad uno, evito di anticipare i loro nomi, sembrerebbe davvero strano, almeno per loro.
“Ecco, la nostra cuginetta. Io sono Aidan, lui è Dean”
Personalmente ho sbavato dietro a Mitchel in Being Human per tutte e tre le serie, so bene chi è Aidan e anche Dean non mi è nuovo, sorrido: “Piacere di conoscervi”
“E’ bello avere un’italiana, dicono che siete simpatici e sapete cucinare bene”
Faccio una smorfia colpevole: “Sulla simpatia potrei esserci, ma sulla cucina proprio no. Sono riuscita a bruciare di tutto, la mia migliore amica ha avuto mal di stomaco per una settimana dopo aver mangiato un piatto di pasta cucinato da me”
Dean assume un’espressione delusa e divertita, Aidan scoppia a ridere e mostra la sua faccia da cucciolo: “Ce ne faremo una ragione”
“Vi levate di torno? Vorremmo presentarci anche noi, le fate la corte dopo. Inoltre è troppo giovane!”
Sorrido nel vedere avanzare Martin Freeman, l’ho amato nella serie Sherlock e credo che Bilbo sia assolutamente un personaggio alla sua portata, lo interpreterà benissimo, gli porgo la mano: “Giada”
“Martin, felice di averti nel cast. Una giovinetta come te ci serviva proprio, siamo tutti troppo vecchi qui”
La sua affermazione provoca la risata di tutti, io sorrido divertita: “Non siete vecchi, sei nato pochi giorni dopo mio padre”
Sento una fitta prendermi il cuore, ma cerco di nasconderlo, quella frase è uscita fuori senza pensarci, eppure il dolore rimane, Andy mi guarda ed io sorrido come per rassicurarlo, Martin ride: “Questo non mi rincuora molto, comunque hai un padre giovane, come ha preso la tua venuta in Nuova Zelanda?”
Ingoio a vuoto, ricordo le lezioni di improvvisazione a scuola, mai dire la prima cosa che ci viene in mente, ma la più logica: “E’ molto contento, sono fieri della mia decisione”
Mi sorride e si scansa: “Come non possono esserlo? Diciotto anni e una carriera pronta a decollare”
Sospiro ed ingoio nuovamente a vuoto, nessuno sembra essersi accorto della mia rigidità riguardo la mia famiglia, ma mi sento continuamente osservata da due occhi, sorrido in direzione dell’attore che ne è il proprietario, i suoi occhi dal vivo sono ancora più belli.
“Benvenuta nel cast, Giada. Emozionata?”
“Molto, Sir Ian Mckellen. Ho sognato nel vedere i precedenti film, essere qui è un sogno. Sono spaventata, sono una novellina, non ho mai fatto nulla.”
“Chiamami Ian, vedrai che dopo averti visto in questo film tutti i registi vorranno averti nel loro”
Sorrido, quest’uomo è la gentilezza fatta persona, per ultimo si avvicina il mio osservatore: “Tu dovresti essere mia figlia”
Annuisco sorridendo: “Credo proprio di sì, spero di essere all’altezza di Thorin”
Mi rivolge un sorriso caldo: “Lo sarai, hai delle ottime qualità Giada, artisticamente e umanamente, questo è l’importante”
Alzo un sopracciglio, cosa voleva dire con quella frase? Andy arriva e mi prende nuovamente sottobraccio: “Bene, ci vediamo domani alle 8:00 per l’inizio delle riprese, tu vieni con me, dobbiamo vedere se il look di Sambril va modificato su di te”
Annuisco felice, sono eccitata, per la prima volta indosserò dei costumi per un vero film, Aidan e Dean si avvicinano a noi: “Veniamo con voi, ti facciamo compagnia, siamo curiosi di conoscerti e di vederti truccata, magari ti diamo una mano anche con le battute”
Sorrido mentre quei due si affiancano a me ed Andy, la voce di Martin arriva alle mie orecchie subito dopo: “Noi andiamo a mangiare qualcosa e poi vi raggiungiamo”
Mi volto e quest’ultimo mi fa l’occhiolino, Daphne aveva ragione, sono tutti davvero ospitali. Andy mi fa raggiungere la postazione trucco, nel frattempo mi illustra gli Studios, sono enormi e fantastici: “E’ un sogno che si avvera”
“Qui dentro”
Attraverso la porta indicata da Andy, i miei tre compagni mi seguono, appena entro vengo accolta da una donna dai capelli lunghi e biondi, mi porge la mano: “Piacere, sono Adele, la tua truccatrice”
“Giada, piacere mio”
“Vieni, iniziamo subito. Non avrai bisogno di tutto il trucco degli altri, sei per metà Elfa, ma abbiamo da lavorare. Peter viene dopo?”
Andy annuisce: “Deve sistemare una cosa e arriva, così vede se il look gli piace. Inizia con il tingerle i capelli, intanto provi un po’ di battute con questi due idioti”
Annuisco emozionata e, mentre i miei capelli vengono spicciati e tinti, leggo il copione, Aidan e Dean le recitavano a memoria, io ogni tanto uno sguardo dovevo darglielo, non avevo mai avuto problemi con la memorizzazione.
“Sambril! Che cosa ci fai qui?”
“Sono venuta a prendere un bicchiere di vino, che cosa posso farci qui?”
Guardo Andy che sorride soddisfatto: “Hai una vena comica incredibile, quando reciti è impossibile non crederti”
“Grazie mille”
Nel frattempo avevo visto i miei capelli mutare, dal castano al nero intenso, la lunghezza sempre la stessa, percorrono tutta la mia schiena e mentre un’altra donna si è messa a lisciarli, Adele è passata al trucco, non riesco a vedermi allo specchio, sono girata verso gli altri attori per provare, in quel momento sbucano dalla porta Martin, Peter e Richard.
“Peter, abbiamo fatto un acquisto fantastico, la devi sentire! E’ molto divertente e naturale”
Sorrido ad Andy, Peter mi fa l’occhiolino mentre gli altri due attori sorridono, il regista mi si avvicina e posa una mano sulla mia spalla: “Vogliamo provare con le scene più drammatiche?”
Annuisco mentre lui mi prende il copione e lo sposta su una pagina, lo fa vedere a Richard, questo annuisce poi mi riporge il copione, leggo le battute e cerco di memorizzarle, comunque posso sempre dare un’occhiata, me lo concedono. Mi schiarisco la voce, Richard mi guarda come per chiedermi il permesso di cominciare, annuisco.
“Ancora quella faccia?”
“Perché non me lo hai mai detto?”
Lui sbuffa e si siede su una sedia libera: “Non ce n’era bisogno”
Lo guardo con astio, ricordando gli insegnamenti della scuola: prendi le tue esperienze, ricorda le emozioni e mettile nella scena. La rabbia la ricordo bene, metterla contro un uomo non è difficile per me: “Non ce n’era bisogno? Sono per metà Elfa! Mia madre è diventata un orco! Tu credi che non ce ne sia stato bisogno? Io avevo il diritto di sapere!”
Richard mi fulmina con lo sguardo, nel frattempo rileggo la mia penultima battuta di quella scena, lui si alza e recita la sua: “Ho cercato di proteggerti dagli altri, se si fosse saputo ti avrebbero condannata ad una vita in disparte!”
Sul copione non c’è scritto quello che devo fare, ma nel libro Sambril è descritta come una tosta che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, neanche da suo padre. Mi alzo e arrivo di fronte a Richard, la mia truccatrice rimane scioccata: “Mi avrebbero condannata ad una vita in disparte? Se tu fossi stato di più con me ti saresti reso conto che sono stata allontanata tutti i giorni. Niente barba! Figlia di un capo! Postura troppo regale! Ammetti che non lo hai fatto per proteggere me, ma per proteggere te stesso! Chi avrebbe mai seguito un capo che ha avuto una figlia da un’Elfa?!”
“Non usare quel tono con me, non provare ad insinuare queste cose”
Richard mi prende per un braccio, mi libero dalla sua presa con rabbia: “Non toccarmi! Io…io ti odio!”
Sento le lacrime pizzicarmi, il volto di Richard era stato sostituito da quello di mio padre, ora è di nuovo lui. Scuoto la testa e sento l’applauso dei presenti, Richard si unisce a loro ed io sorrido imbarazzata: “Sei bravissima, voi due avete una chimica inspiegabile”
Torno a sedermi per finire il trucco, Peter continua ad annuire mentre Andy si complimenta, Martin sorride compiaciuto: “Questa ragazzina ci farà le scarpe a tutti”
“Finito!”
Ringrazio la mia truccatrice e mi alzo, Peter annuisce: “Va bene. Ottimo”
Mi guardo allo specchio, i capelli scendono giù lisci, il naso è un po’ più lungo e lo hanno affinato, la carnagione è più chiara.
“Via tutto. Abbiamo trovato la Sambril perfetta”
Gli altri escono tutti, io aspetto, devono togliermi tutto quell’impiastro dalla faccia, nel frattempo mi dicono come trattare i capelli per far in modo di lasciarli setosi. Quando finiscono, mi alzo e vedo che una persona non è uscita, Richard mi sorride: “Ti dispiace?”
Scuoto la testa e lui mi fa segno di uscire: “Ti accompagno alla tua roulotte”
Annuisco e mi faccio guidare da lui: “Sei molto brava, non mi aspettavo che avessi questa dinamica”
“Nessuno se lo aspetta, mi vedono come la ragazza alta un metro e settanta, piccola e indifesa, però quando recito mi sento libera, protetta perché non sono io quella che viene ripresa, sono io che fingo di essere qualcun altro. E’ un po’ contorto, ma è così che mi sento”
“Non è contorto, credo che la maggior parte degli attori si senta così, molti di noi continuano a fingere anche nella vita reale”
Lo guardo interrogativa poi sorrido: “Credo che tu sappia più cose di quello che vuoi far vedere”
“Mi piace osservare. Siamo arrivati, signorina Rizzo”
Sorrido e scuoto la testa, che uomo enigmatico, è strano, ma con lui mi sento diversa, in qualche modo protetta, la chimica di cui parlava Peter l’ho sentita anche io mentre recitavamo: “La ringrazio, Mr. Thornton”
Lo vedo sorridere, mi fa un cenno con la mano e sparisce tra le roulotte, io entro nella mia e Alessandra mi corre incontro: “Com’è andata?”
“Bene, sono socievoli”
Mi abbraccia: “La mia farfalla sta volando via”
“Era giunto il momento, no?”
Mi sorride: “Sì”

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Capitolo 3
*** 2° Capitolo ***


Salveeeeeee :D la qui sottoscritta si è resa conto che nel capitolo precedente mancava la prima parte, quindi ho aggiornato la versione giusta del primo capitolo che ora ha un senso almeno >.< Sono rincoglionita, lo so ahahah. Quindi spero vi piacciano sia il primo capitolo aggiornato sia questo secondo nuovo capito
Siete tantissimi ed io vi ringrazio, buone feste a tutti voi. 
Spero che abbiate passato un buon Natale e , se non ci risentiamo, spero avrete un bellissimo primo giorno dell'anno.
Un bacio
_Lils_




Sono nella sala trucco da più di un’ora ormai, hanno quasi finito di sistemarmi. Adele ha messo della musica, mi ha chiesto della scuola e dei miei esami, mi ha anche raccontato che ha un figlio di cinque anni, abbiamo fatto conoscenza.
“C’è una Nana/Elfa qui?”
Mi volto verso la porta e noto Aidan e Dean, ma quanto sono cretini? Scuoto la testa mentre loro si siedono dietro di me nel momento in cui la mia truccatrice finisce con me: “Eccoci! I figli di Durin!”
“Eredi di Erebor!”
Scuoto nuovamente la testa mentre rido all’affermazione di Aidan, mi volto verso di lui: “Siamo sicuri che saremo gli Eredi di Erebor? Non ricordo che il copione dicesse questo”
“Ehi! Non si rovinano così i sogni di due piccoli nani!”
Iniziamo a ridere mentre io chiudo gli occhi, voglio godermi ogni singolo momento: “Non sono neanche iniziate le riprese e voi già avete voglia di far impazzire il vostro tutore?”
Ci voltiamo tutti e notiamo Richard sulla porta, non sembra neanche lui. E’ incredibile quanto assomigli al Thorin che mi ero immaginata da piccola, Aidan blocca la sua strana risata e mi guarda: “ A proposito, i tuoi genitori? Verranno a farci visita a breve?”
“Eh? Cosa?”
Dean e Aidan ridono di nuovo, mentre io cerco di abbassare la testa: “I tuoi genitori? Verranno?”
“Oh sì, certamente! Ma non ora, insomma, sono parecchio impegnati con il lavoro, quindi niente. Ora andiamo!”
Passo di corsa vicino a Richard, lui mi sfiora un braccio ed io mi scanso velocemente.
“No, Richard, no. Ti prego, non toccarmi”
Lui mi guarda stupefatto, ma non parla mentre io inizio a correre: “Chi arriva ultimo è un orco!”
Sento Aidan e Dean ridere mentre cerco di velocizzarmi e di non pensare a nulla, non pensare a quanto sono stata scortese con Richard, ma i suoi modi di fare sono troppo simili a quello di mio padre, mi ci vorrà del tempo per abituarmi, spero solo di riuscire a nascondere la paura che mi assale anche solo quando lo ritrovo a sorridermi.
“Ehi, sei veloce per essere una Nana”
Mi volto verso Aidan: “Sono per metà Elfo, è logico che sia migliore di un semplice Nano tra l’altro interpretato da un vecchio come te”
Sul suo volto passa dell’incredulità poi scoppia nuovamente a ridere: “Vecchio eh? Ora ti faccio vedere io”
Fa per iniziare a farmi il solletico, ma la voce di Peter lo fa fermare a pochi centimetri da me: “Kili non infastidire tua cugina”
Il regista inizia a ridere ed io con lui, Aidan mostra la sua faccina da cucciolo mentre, nel frattempo,  veniamo raggiunti da tutti gli attori che fanno parte della compagnia di Scudodiquercia.
“Ma non è giusto, lei mi ha dato del vecchio”
Cominciamo a ridere di nuovo tutti insieme, Peter scuote la testa: “Ed io che questa volta credevo di aver messo su una squadra di attori seri”
“Credo tu abbia sbagliato di nuovo, Pete”
Martin prende la parola e si porta vicino a me, mi scompiglia i capelli per poi avvicinarsi al regista.
“Ma guarda qui che bella Nana abbiamo”
Mi volto e vedo Ian avvicinarsi a noi, mi sorride ed io non posso far a meno di fare lo stesso. Nonostante i suoi 70 e passa anni è il più sveglio e arzillo di tutti: “Bellissimi occhi blu, ma i tuoi mi piacciono di più”
Mi fa l’occhiolino poi si rivolge ad Aidan e Dean: “No, voi siete sempre brutti”
Iniziamo a ridere tutti e quattro poi Peter richiama la nostra attenzione: “Forza! Forza! Miei dolci nanetti bisogna partire dalle Montagne Azzurre, pronti a vedere il set?”
Il mio respiro si blocca di colpo, se sono pronta a vedere il set? Non vedo l’ora! Non sono l’unica, un leggero brusio si sente tutto intorno a me, Adam Brown si avvicina a me: “Come credi sarà?”
“Non ne ho idea, ma è Peter Jackson quindi ne varrà la pena”
Sento l’uomo ridere e annuire: “Hai ragione”
Aidan e Dean si avvicinano saltellando a me, sembra che quei due si conoscano da una vita, io e Adam ricominciamo a ridere mentre siamo fissati da tutto il resto del cast: “Scusi lei che cosa sta facendo con nostra cugina? E’ di sangue reale? No, quindi teli via prima che chiami Smaug per fargli fare uno spuntino”
Io ricomincio a ridere mentre Adam inizia a rincorrere Aidan che urla all’altro di smetterla, scuoto la testa mentre Martin e Richard si avvicinano: “Se Aidan fosse davvero Kili, Thorin sarebbe spacciato”
Martin inizia a ridere ed io faccio lo stesso, poi questo si allontana con Dean ed io resto sola con Richard. Mi mordo la lingua: non fare la codarda, Giada Rizzo! Chiedi scusa!
Sospiro attirando la sua attenzione, vestito da Thorin mette più soggezione del solito: “Mi dispiace per prima”
“Va tutto bene, non è successo nulla”
Sorrido imbarazzata: “Io…”
“Se ti dà fastidio la mia presenza non devi preoccuparti, faremo finta di andare d’accordo solo sul set”
Spalanco gli occhi mentre cerco di capire quelle parole, questa volta sono io a prenderlo per un braccio anche se ritiro il tocco subito dopo: “No, non hai capito. Non mi dai assolutamente fastidio, anzi. Insomma non sei tu, sono io”
Metto le mani sulla testa procurando una risata in lui: “Sono un po’ particolare, ma imparerò a controllarmi.”
Mi rendo conto dell’espressione sul suo volto, è divertito ed io ringrazio il cielo che non ci sia rimasto male, faccio un bel respiro profondo: “Mi stai simpatico, come tutti. Ho dei comportamenti strani, lo so, ma imparerò a controllarli”
Lo vedo trattenersi dal ridere di nuovo: “Perfetto”
Vorrei sprofondare sotto terra, ma arriva Andy a salvarmi: “Re Sotto la Montagna è richiesto dalla sua compagnia, se mancate voi due Peter non li fa entrare”
Iniziamo a ridere mentre Richard va dritto verso Martin ed io resto con Andy: “Va tutto bene?”
Annuisco: “Ho paura di combinare qualche disastro”
“Sei una bravissima attrice…”
Lo interrompo bruscamente: “Non parlo del recitare”
Lui mi guarda con compassione nello sguardo, ho sempre odiato quando le persone mi guardano come se fossi un cucciolo ferito a morte, ma con Andy non succede perché oltre alla compassione vedo ammirazione: “Secondo me dovresti farti conoscere piano piano, se loro sapessero la tua storia capirebbero i tuoi atteggiamenti”
“Ma se loro conoscessero la mia storia inizierebbero a trattarmi diversamente”
Andy mi posa un leggero bacio sulla fronte: “Imparerai a conoscerli e capirai che nulla cambierà, ma io non posso costringerti, sappi solo che io sono qua se vuoi aiuto”
Sorrido grata e in quell’istante raggiungiamo gli altri, Aidan ghigna: “Finalmente! Pensavo che la nostra principessina si fosse persa prima di cominciare l’avventura”
Tutti ridono, me compresa mentre guardo Peter, lui mi fa un cenno come per dirmi di rispondere a tono ed io non mi faccio scappare l’occasione: “Oh hai ragione, Kili figlio di Vili, migliore combattente della Compagnia dopo Thorin…”
Faccio una piccola paura mentre vedo gli altri rimanere stupiti non capendo dove voglia arrivare, ma vedo Richard, Peter e Andy ridere già sotto i baffi, loro hanno capito. Mi avvicino ad Aidan e poso una mano sulla sua spalla: “Ah no, aspetta. Sambril figlia di Thorin è la migliore guerriera della Compagnia, non Kili figlio di Vili. Ops..”
Aidan rimane spaesato mentre tutti iniziano a ridere, l’uomo ci mette poco a raggiungere le nostre risate poi mi scompiglia i capelli: “Hai vinto”
“Perfetto, ora, dopo aver capito che non bisogna mettersi contro Giada, vediamo il set”
L’emozione cresce di nuovo dentro di me mentre Peter apre le porte, appena vedo il set inizio a ridere: “Peter!”
Tutto il cast ride e Peter gongola felice per averci fregati tutti. Il set consiste in un enorme stanza di “Green Screen”.
“Scherzetto”
Peter ride ancora nel vederci scherzare felici, Martin si posiziona al centro della sala: “Ora capisco perché Thorin rivuole Erebor, qui non hanno neanche un bagno, deve essere scomodo farla all’aperto quando nevica”
Ricominciamo di nuovo a ridere, io vedo Alessandra entrare nel set e sorridermi, le rivolgo un sorriso: non la ringrazierò mai abbastanza per avermi incoraggiato in questa avventura.
***
Sento bussare alla porta, mi obbligo ad alzarmi dal divano: è stata una giornata durissima,tanto duro lavoro, ma anche tanto divertimento.
“Ehi”
Ian è fuori la porta con un sorriso a trentadue denti: “Stavi riposando?”
“No, ero semplicemente morta sul divano”
Iniziamo a ridere: “Ti va di venire giù con me, tutto il cast è lì. Dopo cena stiamo insieme per un’oretta tutte le sere”
Poso il mio sguardo su Alessandra, lei mi sorride e mi incita ad andare: “Io devo finire di fare le valigie, tu vai tranquilla”
Sto per controbattere, ha ricevuto una chiamata da casa e non può permettersi di fermarsi quanto avrebbe voluto quindi vorrei passare più tempo possibile con lei, ma mi interrompe prima che possa farlo: “Muoviti a scendere quelle scale, Giada Rizzo. Altrimenti ti prendo a calci”
Rido e anche Ian si unisce a me, la saluto velocemente per poi affiancare lo stregone, questo mi posa un braccio intorno alle spalle. Quando entriamo nella sala tutti iniziano a ridere: “Quindi anche la piccola Sambril ha il permesso di entrare in una sala con tutti uomini?”
Rido anche io, Ian si siede vicino a Peter: “Tutti uomini? Oh andiamo! Tre di noi sono dell’altra sponda, come si suol dire, gli altri sono tutti accasati ed hanno una certa età, l’unico che potrebbe provarci con lei, ma neanche tanto, è Aidan, ma è un cretino e non ha alcuna speranza quindi credo che i suoi genitori possano stare tranquilli”
Tutti iniziano a ridere, io sorrido, se mia madre fosse ancora qui potrebbe sicuramente stare tranquilla, questo è vero.
“Zitti tutti, cretini, fate parlare lo scassinatore”
Martin si alza in piedi facendo ridere tutti, lui compreso: “Venerdì arriveranno le nostre famiglie, non le vediamo da un po’ quindi ognuno festeggerà con la propria, ma che cosa ne dite se sabato organizziamo dei giochi da fare tutti insieme?”
L’idea di Martin sembra piacere a tutti quanti e la cosa non dispiace neanche a me, Peter si alza: “Martin Freeman, tu sei un genio”
“Lo so, difatti non so che ci faccio in questa gabbia di cretini”
Ridiamo di nuovo tutti mentre Jed Brophy e Graham McTavish prendono lo hobbit da dietro e cercano di immobilizzarlo. Rido, rido come non mai, passo del tempo con queste persone fantastiche in un terra che ho sempre sognato e hanno il coraggio di chiamarlo lavoro?
“I tuoi verranno?”
Mi volto verso Adam, scuoto la testa: “Hanno del lavoro da fare”
“Vorrà dire che le nostre famiglie ti faranno compagnia”
Mi sforzo di ridere: “Non vedo l’ora”

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Capitolo 4
*** 3° Capitolo ***


Eccomi tornata :D
Spero che abbiate passato un ottimo inizio dell'anno, un bacio a tutti
_Lils_


Sento bussare alla porta e alzo la testa dal cuscino, guardo la sveglia e sbarro gli occhi: sono le sette! Mi alzo sbuffando pensando ad un modo per uccidere la persona che ha deciso di svegliarmi così presto nel mio giorno libero, arrivo alla porta senza curarmi del mio aspetto e la apro.
“Ciao”
“Ciao…”
Il disturbatore del mio dolce riposo è un bambino, avrà un massimo di otto anni e una folta chioma bionda. Mi guarda di nuovo ed inizia a ridere, io abbasso lo sguardo e capisco il motivo: il mio pigiama con gli orsetti che ballano deve essere abbastanza ridicolo.
Gli rivolgo un sorriso caldo: “Ti sei perso?”
“Credo di sì”
Rido nel sentirlo turbato e colpito nell’orgoglio dall’aver dovuto ammettere una cosa del genere: “Stavi cercando qualcuno?”
Le famiglie del cast sono arrivate ieri sera, io ho deciso di rinchiudermi in camera per evitare di dover spiegare nuovamente perché i miei genitori non erano lì, non volevo mentire spudoratamente ancora una volta.
“Zio Richard”
Lo guardo meglio e, togliendo gli occhi di ghiaccio molto simili a quelli di Armitage, non somiglia per nulla all’uomo. Sorrido e mi metto in ginocchio per essere alla sua altezza: “Hai sbagliato appartamento”
“Mi puoi dire qual è il suo?”
Gli guardo le mani e noto che ha qualcosa che sembra un regalo in esse, sorrido: “Che ne dici se mi vesto e ti accompagno? Non mi va che un bel bambino come te vada in giro solo soletto”
Mi guarda con aria confusa poi annuisce e sorride: “Avrei potuto trovarlo anche da solo”
Sorrido, inizio a notare una certa somiglianza con il carattere dello zio: “Non ne dubito, sei il nipote di Thorin dopotutto”
Lo vedo aprirsi in un sorriso enorme: “Non vedo l’ora di vederlo al cinema e dire a tutti i miei amichetti che quello è mio zio”
Rido: “Immagino, tu aspetta qui, guardati un po’ in giro se vuoi, io vado a prepararmi e prometto di metterci poco”
Lui sorride mentre lo vedo andare dritto verso la libreria, i miei libri sono arrivati qualche giorno fa dall’Italia insieme a molte altre mie cose. Mi sposto nella seconda camera da letto dove trovo Alessandra ancora bella addormentata, mi mancherà vederla tutte le mattine e condividere con lei le mie giornate: “Ale”
Ricevo un mugolio come risposta, mi avvicino al letto: “Ale”
“Che vuoi?”
Mi tira una cuscinata ed io inizio a ridere: “C’è il nipote di Richard di là, mi devo vestire ed accompagnarlo dallo zio, gli fai un po’ di compagnia nel frattempo?”
Mi guarda come se volesse uccidermi: “Grazie”
Le sorrido per poi tirarle di nuovo il cuscino addosso: “Muoviti, pigrona!”
“Sai non mi mancherai per nulla, rompipalle”
Rido mentre esco e mi dirigo in bagno per darmi una rinfrescata al volo poi jeans ed una maglietta e sono abbastanza presentabile.
Esco e trovo i due intenti di fronte al tavolo, il bambino ha un enorme tazza vuota di fronte con un vassoio pieno di biscotti: “Latte e biscotti, il miglior modo per iniziare una giornata”
Gli faccio l’occhiolino mentre lego i miei capelli in una coda di cavallo, sorrido alla mia migliore amica e mi rubo un biscotto dal vassoio: “Allora? Pronto a trovare lo zio scomparso?”
Sorride: “Prontissimo!”
Si alza e si dirige alla porta mentre io scocco un bacio sulla guancia della mia amica: “Ci vediamo dopo”
“Ricordati che alle 17:00 devo essere in aeroporto, devo finire i bagagli”
Sbuffo: “Ti vengo a prendere alle 16:00, preferisci?”
Annuisce felice ed io mi volto, so perfettamente che ha finito i bagagli da due giorni e che inventa tutte queste scuse solo per farmi rimanere sola con il cast.
Apro la porta e il bambino esce fuori saltellando, mi trattengo dal ridere anche se mi rendo conto di non saper il suo nome: “Ehi Armitage?”
Lui si volta e sorride: “Non mi hai detto come ti chiami”
Punta i suoi begli occhioni nei miei: “Abe”
Torna a saltellare sulla strada e a guardarsi intorno come se fosse un minuscolo puntino in un immenso universo, so come si sente è questa la sensazione che ti regala il paesaggio della Nuova Zelanda.
“Tu invece?”
“Io sono Giada”
Mi guarda in modo strano: “Non sei inglese, vero?”
“Italiana”
Ride: “Ora capisco quel nome strano”
Subito dopo si porta una mano sulla bocca ed io inizio a ridere: “Tranquillo, non hai detto nulla di male”
Lo vedo rilassarsi e gli sorrido nuovamente, mi porge la mano ed io la afferro: “Chi sei tu nel film?”
“Io sono Sambril”
Lo vedo sorridere: “Questo fa di te mia cugina”
Inizio a ridere mentre lui si unisce a me: “Sì, più o meno”
Arriviamo di fronte alla porta dell’appartamento e ,nell’istante in cui sto per bussare, la porta si apre rivelando una donna ed un uomo allarmati: “ABE!”
Io sorrido mentre vedo il piccolo correre tra le braccia di quelli che devono essere i genitori, sento un rumore di passi arrivare nel momento in cui i due urlano il nome del bambino e una coppia di anziani arriva dietro di loro.
“Tuo zio sta girando tutto il campo per cercarti, che cosa avevi in mente?”
“Volevo portare il mio regalo allo zio Richard”
Sorrido di nuovo mentre mi volto per andarmene, ma una voce mi ferma: “Grazie per averlo portato qui, signorina”
Mi volto e vedo che la voce appartiene alla donna anziana che mi rivolge un caldo sorriso: “Nessun problema, è stato un piacere conoscere Abe”
Il bambino mi sorride: “Ci rivediamo presto, vero Giada?”
Rido e tutti gli altri si uniscono a me: “Ma certamente Abe, ricordi? Io lavoro qui”
Gli faccio l’occhiolino e mi volto, ma non faccio in tempo a fare qualche passo che vedo spuntare dalla strada due figure molto familiari: Richard e Martin. Il primo alla vista del nipote sorride rassicurato e corre verso di lui prendendolo in braccio mentre il secondo si avvicina a me: “Che cosa ci fai qui?”
“Ho riportato il piccolo a casa, tu invece?”
Sorride: “I miei figli e la mia adorata dormono profondamente e ho deciso di uscire per una passeggiata, ma ho incontrato Richard che stava dando di matto e ho cercato di aiutarlo”
Iniziamo a ridere insieme e in quell’istante la voce di Abe arriva alle nostre orecchie: “E’ stata Giada, zio. Mi ha fatto fare colazione e mi ha portato qui, ma è davvero tua figlia? Nel film intendo? Insomma sarebbe una figata! Inoltre è vero che la rivedremo quando sarà tutto finito? Insomma la inviteremo a stare da noi a Londra, no? Io voglio assolutamente che lei venga, devo fargli vedere tutti i miei giochi!”
Io e Martin ricominciamo a ridere seguiti subito da tutti tranne che da Richard che cerca di rispondere alle domande a manetta fattegli dal nipote.
“Perché non inizi a farle vedere quelli che hai qui?”
Abe sorride ed io mi sento le guance andare a fuoco: “Io…”
Martin arriva in mio soccorso: “Credo che Giada debba prepararsi per i giochi, non può competere con i jeans, che ne dici se glieli fai vedere questa sera dopo cena?”
“Ci sto!”
Tutti ricominciano a ridere mentre vedo Richard sorridermi e farmi l’occhiolino: “Allora lasciamola cambiarsi e ci rivediamo tra poco per i giochi, mi raccomando puntuale Sambril”
“Ma certo, padre. Una principessa non deve mai arrivare in ritardo, lo so bene”
Il nostro scambio di battute provoca delle risate in Abe, io mi inchino e lui ride ancora più forte poi mi volto  e ,prima di tornare al mio appartamento, gli faccio l’occhiolino.
***
“Muoviti!”
“Ma…”
Prendo la mia amica e la spingo fuori dalla porta di casa: “So benissimo che hai finito i tuoi bagagli, questa ultima giornata la passi con me e il cast. Non rompere!”
La inizio a trascinare mentre lei ride, la differenza dei nostri caratteri è abbastanza evidente oggi: lei indossa un vestito azzurro corto con dei tacchi mentre io sono in tuta, era ovviamente richiesta per i giochi, ma l’avrei indossata comunque.
“Giada!”
La voce di Abe arriva nuovamente alle mie orecchie, mi volto e me lo trovo dietro: “Ehi”
“Ho visto le prove, sei in un giro difficile!”
Vedo Richard e la sua famiglia osservarci: “Davvero?”
“Sì, vieni!”
Mi prende per mano e mi fa vedere il tabellone delle prove, lì ci sono un altro ragazzino e un’altra bambina che appena vedono Abe gli corrono incontro.
“Lei è Giada, ragazzi. Loro sono Joe e Grace”
Sorrido: “Piacere di conoscervi, ragazzi”
La bambina ride: “Tu sei quella che dovrà fare finta di essere la ragazza di papà?”
Gli altri due iniziano a ridere con lei: “Sì”
“Bhe papà è fortunato, sei davvero bella, ma non bella come la mamma”
Vedo Martin e Amanda ridere insieme alla famiglia di Richard: “Ovviamente”
Cerco di trattenere le risate e in quell’istante vedo a cosa si riferiva il piccolo Abe, la mia prima prova è la corsa e sono contro Dean, Aidan e Adam.
“Sei contro tre maschi, credi di potercela fare?”
“Ma certo che ce la farà, lei è forte!”
Vedo i due fratelli rispondersi a tono e non riesco più a contenere le risate: “Ce la metterò tutta!”
Faccio l’occhiolino ai tre prima di essere interrotta da Aidan: “E perderai, mia dolce cuginetta”
“Non ne sarei così convinto fossi in te, dolce ed ingenuo Aidan”
Dean si avvicina ridendo: “Possibile che voi riuscite sempre a stuzzicarvi a vicenda?”
“Sì!”
Rispondiamo in contemporanea facendo ridere tutti quanti, Andy si avvicina a noi: “Preparatevi la corsa inizia tra poco per voi tre”
“Ma neanche il riscaldamento?”
Mi volto verso Aidan: “Cos’è senza riscaldamento il dolce principe non riesce a correre?”
Mi rivolge uno sguardo assassino ed io gli faccio la linguaccia, sta per iniziare a farmi il solletico quando sento qualcuno fare presa sul mio orecchio destro, alzo lo sguardo e vedo Richard sorridere divertito: “Vi sembra questo un comportamento consono a dei principi? Andate a mettervi sulla linea di partenza, ora!”
Ci sforziamo di non ridere mentre i piccoli ci guardano ammaliati: “Agli ordini!”
Corriamo veloci fino alla linea e quando vedo il percorso mi prende un colpo, Andy mi raggiunge e ride: “Qualcosa non va?”
“Volete ucciderci?”
Lui ride ed anche la risata di Peter mi raggiunge: “No, solamente farvi divertire”
Il percorso è pieno di ostacoli: cespugli, barricate di legno ed altro ancora. Inoltre è alquanto lungo.
“Io scommetto che Giada ce la fa”
Mi volto verso Grace e vedo la speranza negli occhi di quella bambina, so che cosa significa essere una ragazza per il mondo e che si pensa sempre che nello sport siano delle frane. La madre le posa un bacio sulla guancia: “Ha buone possibilità”
Mi sorride ed io faccio lo stesso poi mi avvicino ai tre che sono circondati dalle rispettive famiglie: “Allora ho bisogno del vostro aiuto, ok?”
Loro annuiscono: “Dovete andare alla fine del percorso con le vostre famiglie, ho bisogno del vostro incoraggiamento nel momento peggiore. Inoltre dovete portarvi la mia amica Ale con voi, è timida, ma sono certa che grazie a voi si sentirà a casa, vero?”
I tre annuiscono di nuovo: “Per ultima cosa voglio un bacio da voi, mi serve della carica”
I bambini sorridono felici e fanno quello che gli ho chiesto, vedo Grace prendere per mano Ale e tutti incamminarsi verso l’altro lato del percorso, l’unico che resta è Richard: “Buona fortuna”
“Grazie”
Sorrido e lui sta per mettermi una mano sulla spalla, ma si blocca: “Niente contatti fisici, visto? Me lo sono ricordato”
Lo vedo ridere ed io sorrido con lui: “Piano piano”
“Piano piano”
Lo ribadisce poi parte all’inseguimento degli altri, io guardo i miei sfidanti e Aidan ride: “Se vuoi ti lasciamo un po’ di vantaggio”
“Se continui così te lo do io il vantaggio, Turner”
Iniziamo a ridere tutti insieme poi Andy ci guarda: “Pronti?”
Ci disponiamo sulla riga, vicino a me ci sono Adam e Aidan, il primo mi guarda disperato: “Morirò prima della fine”
Inizio a ridere, prima di assumere un’espressione seriosa: devo respirare bene, ho un solo polmone e se mi concentro posso farcela. Ricordo quello che mi disse il mio medico: La corsa è una questione di testa.
Ce la posso fare. Io ce la posso fare.
“Tre…”
La voce di Andy arriva alle mie orecchie, chiudo gli occhi. Io ce la posso fare.
“Due…”
Un respiro profondo, non devo vincere, ma devo arrivare alla fine. Devo fare bella figura, non posso far vedere a Peter che non riesco a tenere i ritmi.
“Uno…”
Io sono veloce, io posso farcela.
“VIA!”
Inizio a correre e parto, mi faccio i primi metri tranquilla mentre vedo passarmi avanti Aidan e Dean. Respira, Giada, respira. Mi trovo di fronte un cespuglio e vedo gli altri due aumentare la velocità, io invece rimango regolare e vedo Dean cadere mentre Aidan si salva per un pelo. Passo vicino a Dean: “Tutto bene?”
“Non fermarti! Corri! Fai fuori quel cretino!”
Vorrei ridere, ma in quel modo perderei il ritmo, continuo a correre e passo i vari ostacoli con la mi stessa tecnica poi alzo lo sguardo e inizio a vedere la gente. Ci siamo quasi.
Dal traguardo ci divide solamente una barricata, Aidan è poco più avanti di me, questa volta lo vedo rallentare e sorrido. Mai rallentare di fronte ad una barricata di quell’altezza.
Inizio ad accelerare e corro più che mai anche se inizio a sentire il mio polmone bruciare, ma non posso fermarmi. Non ora.
Arrivo alla barricata quasi contemporaneamente ad Aidan, lo vedo saltare, ma la gamba dietro si impiglia nella barricata e cade rovinosamente a terra, lo sento ridere mentre io appoggio una mano su di essa e mi do lo slancio per saltare.
Lo salto senza problemi e torno a correre, mi rendo conto che Aidan non potrebbe mai raggiungermi. Sento le urla dei bambini e sorrido prima di effettuare una Rovesciata avanti. Sento il mio polmone quasi esplodere nel momento in cui taglio il traguardo. Sento le grida di tutti, ma il dolore al polmone è enorme e non riesco a non stare con il busto piegato. Vedo Alessandra correre verso di me: “Portami via… Qui dietro… La mia… roulotte”
La vedo annuire e con molta velocità mi porta lì e mi chiudo in bagno: “Vai a dire… che ho preso… una storta”
La sento uscire mentre inizio a tossire e sputare sangue: ho esagerato. Sento dei passi e mi stupisco della velocità con cui Alessandra ha avvertito gli altri, mi sento toccare i capelli e togliermeli da di fronte la faccia: “Tranquilla, cerca di respirare piano”
Non è la voce di Alessandra. Un altro colpo di tosse mi impedisce di vedere a chi appartiene.

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Capitolo 5
*** 4° Capitolo ***


Questo capitolo sarà di passaggio e non ci saranno molte interazioni con il cast, ma capirete meglio la storia di Giada e il passato di sua madre.
Un bacio
_Lils_
P.s dal prossimo capitolo si tornerà in pista con gli attori e arriveranno anche gli altri Nani ad interagire per bene con la nostra Giada





“Sei un’idiota”
Mi volto e vedo un uomo fare avanti e indietro, riconosco la sua figura e non la confonderei per nulla al mondo: “Ti voglio bene anche io, zio Roberto”
Lo vedo voltarsi con in mano un bicchiere di acqua, me lo porge subito dopo: “C’era bisogno di fare la Rovesciata?”
Scuoto la testa e lui sorride divertito: “Vieni qui”
Apre le braccia ed io mi fiondo in esse, le stringe attorno a me e sembra come se il polmone smettesse di dolere, alzo lo sguardo: “Che cosa ci fai qui?”
“Credevi davvero che una volta saputa la notizia non ci saremmo scaraventati tutti qui?”
Alzo un sopracciglio: “Tutti?”
Lui sorride dall’alto del suo metro e ottantacinque centimetri: “Tua zia e la piccolina sono con noi, c’è anche la cretina della grande”
Inizio a ridere nel sentire chiamare mia cugina in quel modo: è due anni più piccola di me ed è sempre stata la ribelle della famiglia.
“Non stai scherzando?”
Mi posa un bacio sulla fronte: “Ovviamente no, ma staremo qui solo per una settimana altrimenti tua cugina perde troppi giorni di scuola e rischia la bocciatura come lo scorso anno”
Nel dire quelle parole digrigna i denti, so quanto lo ha fatto penare, ma capisco anche lei. Ha sempre fatto la forte quando in realtà è un cucciolo indifeso, si era vista portare via la zia con cui era cresciuta ed io stavo per fare la stessa fine.
“Ah, diciamo che abbiamo anche altri tre infiltrati”
Lo guardo di nuovo stralunata: “Leonardo e Sara sono con noi e , ovviamente, c’è anche la piccola Erica”
Sorrido felice alla notizia che ci sono anche loro: la mia famiglia è la classica grande famiglia italiana, mio nonno aveva dieci fratelli, ognuno dei quali aveva minimo due figli e tutti con altri figli. Una famiglia splendida ed unita. Roberto e Leonardo sono due cugini di mia madre, ma per me sono sempre stati degli zii e le loro famiglie erano quelle con cui eravamo più legati, da giovani loro due e mia madre avevano un gruppo musicale e nelle riunioni di famiglia ci deliziavano sempre con le loro performance poi io e mia cugina Sonia  , la cretina per capirci, siamo cresciute ed siamo entrate a far parte di quella combriccola, ma tutto era svanito come in un sogno quel brutto giorno.
“Voglio vederli!”
Mi tende la mano e mi posa un braccio intorno ai fianchi per aiutarmi a camminare: “Non vogliamo che gli altri sappiano la tua storia, vero?”
Lo guardo e rido: “Chi te lo ha detto?”
Inizia a ridere anche lui mentre mi posa un bacio sulla fronte: “Un certo signor Peter Jackson, non so se lo conosci, mi ha chiamato avvertendomi del fatto che si sarebbero tenuti questi giochi e che tu saresti stata l’unica a non avere la famiglia e ha anche accennato che avevi mentito a tutto il cast sulla tua storia e su i tuoi genitori”
Il suo sguardo diventa cupo mentre io sorrido colpevole: “Io…”
“Che cosa ti ho sempre detto sulle bugie?”
Sbuffo divertita: “Che hanno le gambe corte, ma tu devi aiutarmi. Ti prego!”
Tiro fuori l’espressione più dolce che credo di possedere e questa volta è lui a sbuffare: “Hai la stessa faccia tosta di tua madre! Solo per questa volta, Giada Rizzo, mi aspetto che poi dirai la verità!”
Sorrido divertita: “Grazie”
Usciamo e mi rendo conto che nessuno sembra essersi reso conto del mio disagio, continuano a giocare e scherzare come nulla fosse ed io sono grata per questo.
“Giada!”
Mi volto giusto in tempo per vedere mia cugina arrivarmi addosso di corsa, per fortuna mio zio mi sostiene altrimenti sarei caduta come una pera cotta: “Sì, anche io sono felice di rivederti, ma se eviti di uccidermi mi fai un favore”
La sento ridere mentre si allontana un po’ ed io vedo com’è vestita e lo sguardo furioso di mio zio, cerco di trattenermi mentre lui sbuffa contrariato nell’osservare di nuovo l’outfit della figlia: shorts neri e un top colorato.
Sto per fare un commento sarcastico quando mi sento tirare le maniche della tuta, mi volto e vedo due scriccioli davvero familiari, mi abbasso alla loro altezza: “Ma ciao, piccoli puffi”
Iniziano a ridere prima di abbracciarmi: Gioia di otto anni, sorella di Sonia, ed Erica di tre. Le stringo forte a me pensando a quanto possano aver fatto impazzire i genitori durante il viaggio, in quell’istante la parte mancante della famiglia arriva. Kristal, la moglie di Roberto, mi corre incontro abbracciandomi e facendomi notare quanto io sia sciupata, la cosa provoca risate in tutti, mio zio Leonardo rischia di strozzarsi con la propria saliva, ma appena si riprende mi abbraccia ed io vengo pervasa da una sensazione bellissima, la stessa che provi quando sei bambina nelle braccia degli adulti perché li vedi molto più alti e grandi di te: è altro due metri.
L’ultima è zia Sara, la moglie di Leonardo, mi guarda in volto e me lo accarezza: “Ti trattano bene?”
Annuisco: “Mi trattano tutti molto bene”
Sorride e torna ad abbracciarmi, lei è quella che ha sofferto di più: ha fatto la richiesta per l’affidamento, ma non le è stata concessa.
Vedo Ale avvicinarsi con Martin al suo seguito, insieme a tutto il resto del cast e delle loro famiglie, mia zia Kristal si avvicina preoccupata a me: “Mi fai da traduttrice, vero?”
Inizio a ridere e sorrido, alla fine non gli servirei io, entrambi i miei zii sono molto bravi con l’inglese. Martin si posiziona di fronte a me e a Sonia: “Non c’è dubbio: siete parenti. Non ci presenti la tua famiglia?”
Sorrido mentre ripeto i nomi dei miei parenti al cast, ma improvvisamente vedo mio zio Roberto sbarrare gli occhi: “Non posso crederci!”
Lo guardo stralunato mentre guarda un volto specifico nel gruppo di persone, mio zio Leonardo ha la stessa reazione: “Richard!”
Li vedo avvicinarsi e quei tre iniziano ad abbracciarsi, io sgrano gli occhi: si conoscono?
Le mie zie si avvicinano a me, hanno la mia stessa espressione sorpresa, quei tre continuano a ridere senza degnarci di attenzione, tossisco per attirarla e loro si voltano.
“Vorreste spiegare?”
I miei zii si voltano e continuano a ridere, probabilmente vedendo il mio volto intriso di ira e sorpresa: “Era l’amico di penna di tua madre quando eravamo piccoli, è venuto da noi più volte quando tu ancora non eri nata poi ha cominciato ad essere un attore importante e non ci ha più filati di pezza”
Vedo Richard ridere mentre il mio cuore sprofonda in una morsa di dolore, l’uomo si avvicina: “Non è affatto vero, mi continuavo a far sentire, ma sai bene che c’erano altri motivi per cui non potevo venire”
Ricominciano a ridere mentre vedo i miei zii andare a salutare la famiglia di Richard, si conoscevano molto bene quindi. Mi sento il respiro mancare, ma evito di darlo a vedere e in quell’istante Adam si avvicina a me: “Non è fantastico? Ora sicuramente tua madre verrà per trovare anche lui!”
Sento le lacrime salirmi agli occhi, mi volto verso di lui: “Sì, magnifico”
Mi volto di nuovo ed inizio ad avviarmi verso il mio appartamento, ma vengo raggiunta da una piccola peste: “Dove vai?”
“A prendere un po’ di ghiaccio per la caviglia, torno presto, Abe”
Mi osserva non molto convinto della mia risposta, ma poi mi sorride e torna dai suoi amici mentre io inizio a camminare il più velocemente possibile verso il mio appartamento, sento le lacrime pizzicare i miei occhi. Apro la porta con fatica a causa delle lacrime che scorrono sul mio viso, ma dopo svariati tentativi riesco ad entrare e crollo sulla soglia in ginocchio. Le lacrime non riescono a fermarsi ed i singhiozzi iniziano di conseguenza. Come ha potuto? Lui sapeva benissimo chi ero, lo aveva saputo dal primo momento, perché non mi ha detto che sapeva tutto? Perché non mi ha detto che conosceva mia madre? Perché, se era davvero suo amico, non si era presentato al funerale? Perché?
Sento svariati colpi alla porta e riconosco subito la voce che proviene da fuori: “Giada”
“Vattene, Richard! Va’ via!”
Lo sento sospirare: “Ti prego, fammi spiegare”
“Non c’è nulla da spiegare! Vai via!”
Sento di nuovo un sospiro, questa volta più simile ad uno sbuffo: “Quando vorrai parlare sarò pronto a chiarire i tuoi dubbi”
Ingoio a vuoto mentre le lacrime scendono sempre più velocemente: “Non parlerò più con te! Saremo solo colleghi d’ora in poi, io non parlo con le persone che tradiscono la mia fiducia!”
Silenzio, non si sente niente tranne il mio tentar di trattenere i singhiozzi poi la sua voce spezzata arriva alle mie orecchie: “Come vuoi”
Sento i suoi passi allontanarsi ed io continuo a piangere da sola, ma di nuovo il bussare mi porta ad alzare la testa: “Non hai capito che devi andartene, Richard?”
“Non sono Richard, apri”
Mi alzo e apro la porta, mi trovo di fronte Sonia ed Ale, la seconda mi abbraccia subito dopo e viene raggiunta subito dall’altra: “Buona, altrimenti ti giochi anche l’altro polmone”
Cerco di calmarmi perché so che ha ragione, ma non riesco a fermarmi. Ale mi posa un bacio sulla guancia: “Ti preparo un the”
Annuisco mentre mia cugina mi fa sedere sul letto e non smette di abbracciarmi: “Mi ha mentito anche lui”
Mi stringe ancora di più: “Non l’ha fatto apposta, voleva solo proteggerti”
Un singhiozzo mi fa tremare completamente: “Perché devono tutti giocare con la mia fiducia?”
Non mi risponde e inizia a cantare la nostra ninna nanna preferita quando eravamo piccole, non smette finchè non mi calmo.
***
“Non vorrei mai lasciarti così”
“Sto bene”
Ale mi abbraccia e mi stringe a sé più forte che può: “Prometti che ci parlerai e sistemerai questa situazione”
Sospiro mentre le lacrime ricominciano a scendere, lei mi stringe di nuovo: “Prometti”
“Prometto”
Scioglie l’abbraccio nel momento in cui chiamano il suo volo, mi guarda mentre comincia a piangere anche lei: “Non fare cose stupide e non metterti nei guai”
Scuoto la testa e l’abbraccio di nuovo: “Tu non farti mettere incinta”
La sento ridere mentre mi accarezza i capelli: “Non prometto nulla”
Continua a stringermi: “Ti voglio tantissimo bene”
“Io di più”
Si allontana e scuote la testa, sento la presa che ha sulla mia mano farsi più leggera finchè non si rompe definitivamente: “Spiega le ali, mia farfalla”
Annuisco mentre la vedo imbarcarsi, si volta un’ultima volta e mi manda un bacio, io faccio lo stesso prima di vederla sparire dietro ad un muro. Sento una mano posarsi sulla mia spalla: “Andiamo?”
Annuisco mentre mio zio Leonardo mi mette un braccio intorno alle spalle: “Per quanto…”
So già dove vuole andare a finire: “No, zio. Ti prego, non…”
Mi sorride, è un sorriso triste: “Ok, pantera. Va bene così”
Sorrido nel sentirmi chiamare così, era il soprannome che mi dava mia madre, appoggio la testa sul suo petto: “Non lasciarmi”
“Mai, piccola. Neanche sotto tortura”
***
Guardo tutti i tavoli pieni di persone ed io mi godo la mia bella cena con la mia famiglia, la piccola Erica sta tirando tutto il cibo in testa a mio zio ed io non posso far a meno di ridere: “Quando sarà un’adolescente mi farà cadere tutti i capelli”
Mio zio Roberto guarda Sonia e questa sbuffa nell’intercettare l’occhiata del padre, io rido, ma continuo ad ignorare lo sguardo che è fisso su di me da quando sono tornata.
“Giada!”
“Ragazzi”
Sorrido nel vedere Abe ed i figli di Martin, il primo mi guarda arrabbiato: “Non sei tornata oggi”
Digrigno i denti sentendomi colpevole, mi volto verso di lui e gli prendo le mani: “Scusami, hai ragione, ma mi sono addormentata”
Mi guarda ancora male per qualche secondo poi torna a sorridermi: “Perdonata, ma solo per questa volta”
Rido: “Grazie, mio lord”
La mia frase fa ridere tutti quanti, il piccolo torna a strattonarmi per la manica: “Vieni a vedere i miei giochi?”
Vorrei rispondere di sì, lo vorrei davvero, ma andare a vedere i suoi giochi significherebbe stare nella stessa casa con Richard e non ce la posso fare.
“Che ne dici se domani vieni tu da me con qualche gioco e giochiamo anche con le mie cuginette?”
Lui sorride contento: “Ci sto”
Lo vedo cominciare a saltellare insieme ai figli di Martin e non posso far a meno di ridere, mi volto ed incontro lo sguardo di Richard e fa male, dannatamente male.
“Vieni a casa con me, Soni?”
Mia cugina mi guarda negli occhi e annuisce subito dopo, mia zia Sara mi guarda interrogativa: “Non resti con i tuoi compagni?”
“Mi sento stanca, zia. Voi restate pure, non chiudiamo a chiave”
Annuisce felice alla mia affermazione, io prendo mia cugina sottobraccio e ci dirigiamo verso l’uscita, mi volto poco prima di varcare la porta e noto Richard: non è più al suo posto, è al mio.

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Capitolo 6
*** 5° Capitolo ***


Questo capitolo è un po' strano, la prima parte sarà dal punto di vista di Giada, poi ci sarà un sogno di Giada ed infine una parte scritta in terza persona, ma dal punto di vista di Richard.
Quindi scusatemi per tutto questo pasticcio ahaha
E scusatemi per il ritardo.
Spero vi piaccia
Un Bacio
_Lils_






<< Sei una testarda! >>
<< Ho ripreso dal migliore! >>
“E stop. Bel lavoro Richard, ottimo Giada”
Sospiro grata per essere riuscita a recitare ed a non far trasparire la rabbia che, da cinque giorni a questa parte, provo verso l’uomo che mi sta di fronte. Peter si avvicina e mi batte il cinque: “Puoi andarti a cambiare, hai finito per oggi”
Annuisco felice ed esco dalla stanza senza neanche rivolgere uno sguardo a Richard, passo al trucco e parrucco per farmi togliere di dosso tutte quelle prostetiche.
“C’è qui la mia bella nipotina?”
Inizio a ridere quando vedo affacciarsi mio zio Leonardo, gli faccio segno di sedersi vicino a me mentre finiscono di liberarmi dal mio costume: “Pronti i bagagli?”
Annuisce mentre è intento ad osservare come funziona questo reparto, non posso far a meno di sorridere, ma la sua attenzione torna subito su di me: “Riuscirai a dormire stasera?”
Cerco di sorridere: “Ma certamente”
Lui alza un sopracciglio ed io sorrido colpevole: “Ti ho svegliato?”
Annuisce divertito ed io vorrei sprofondare sotto venticinque metri di terra e massi, mi prende per mano ed usciamo entrambi dal reparto: “Solo la prima sera, ma ho visto Roberto tutte le mattine nel tuo letto e questo significa che i tuoi incubi sono ricominciati”
Vorrei dirgli che non sono mai finiti, ma che prima con un po’ di tranquillanti riuscivo a non esserne di nuovo terrorizzata mentre ,da quando sono arrivati loro, non riesco più a controllarli. Inizio ad agitarmi e mio zio Roberto viene in mio soccorso mettendosi nel letto con me e abbracciandomi, proprio come quando ero piccola.
“Domani dovete proprio partire?”
Lo vedo sorridermi tristemente: “Partiamo stasera, sono venuto a prenderti per questo”
“COSA?”
Sbarro gli occhi e lui mi stringe in un abbraccio: “Credevo partiste domattina”
“Abbiamo un lavoro da cui tornare, se non fosse per quello staremmo qui ogni minuto di ogni giorno”
Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi, ma non riesco a rispondere perché sento una voce chiamare mio zio. Quella voce. Mi volto e lo vedo avvicinarsi, mio zio lo abbraccia: “Ci hai messo troppo, saremmo partiti senza di te”
Ridono entrambi mentre io capisco che non sarò l’unica a salutarli all’aeroporto, mi allontano quando vedo la parte restante della mia famiglia, mi avvicino a mia cugina e la prendo sottobraccio avviandomi verso l’auto.
“Dove stai andando?”
Guardo mio zio Roberto: “Non dobbiamo andare all’aeroporto?”
“Noi dobbiamo andare, tu no”
Sbarro gli occhi per l’ennesima volta in pochi minuti: “Io non vengo?”
Mio zio Roberto mi poggia una mano sulla spalla: “Tu non vieni. Domani mattina devi svegliarti presto e con noi faresti tardi, sei una professionista e domani devi essere fresca”
“Ma…”
Non riesco a mettere una parola dietro l’altra per formare una frase di senso compiuto perché le lacrime iniziano a scendere sul mio volto, mia zia Sara è la prima a venirmi ad abbracciare: “Non fare così”
“Non potete andarvene, io ho bisogno di voi”
Mio zio Roberto mette il suo volto vicino al mio: “Tu non hai bisogno di noi, ce la farai”
Lo stringo forte a me: “Ti prego, non lasciarmi”
“Devo andare”
Sento una sua lacrima bagnarmi la guancia mentre si allontana, saluto tutti gli altri finchè non arrivo a mia cugina: “Non fare danni e studia, mamma avrebbe voluto vederti laureata, ricordi?”
Annuisce e mi abbraccia: “Tu fai il culo a strisce a tutti quanti”
Sorrido tra le lacrime: “Promesso”
Vedo i miei zii salutare Richard mentre gli altri salgono nell’auto, mio zio Leonardo si volta verso di me: “Vieni qui, pantera”
Mi avvicino e mi abbraccia: “Tu puoi fare qualunque cosa, ricordalo bene”
“Ti voglio bene”
Mi posa un bacio sulla guancia poi si dirige verso l’auto, appena vi entra questa parte. Vedo i miei zii voltarsi dai sedili posteriori ed io non posso far a meno di crollare nuovamente.
“Ehi…”
Guardo Richard e mi allontano appena fa un passo verso di me: “Non vengo a cena, di’ agli altri di non preoccuparsi”
Nel mio cuore c’è un cratere, un cratere che con fatica si chiuderà di nuovo.
***
Rumori. Passi. Urla. Grida. Dolore.
“Vedrai morire tutto ciò che ami”
Un volto. Il suo volto. Il volto del male, il volto di colui che ti ha dato la vita per poi cercare di strappartela via, come se fossi un pacco ingombrante che ti ritrovi a mandare al mittente.
-Questa cosa qui non mi interessa più, se la riprenda-
Respiri a fatica e la tua mente fa milioni di pensieri, ma non riesci a capire. Vedi lui e solo lui, lui e la sua pistola puntata contro il petto di tua madre, lui che ti guarda con quegli occhi da assassino.
Tua madre che cerca di parlarci, ma non si può parlare con un pazzo, un pazzo non ragiona, un pazzo non pensa. Lei tenta, tenta sempre come ti ha insegnato, combatti e vinci. Combatti e sopravvivi. Lei sta combattendo, sta combattendo per te, sta pregando che tu possa sopravvivere e possa arrivare a compiere la tua vita.
Ma tentare non porta sempre ad una vincita.
Un attimo.
Un secondo.
Un respiro.
Un grilletto.
Uno sparo.
Un colpo.
Un foro.
Sangue.
Un sorriso. Il sorriso di tua madre ancora sul suo volto.
***
POV Richard- 3* persona
 
L’attore cammina insieme agli altri colleghi per le vie di quello che era ormai il loro piccolo villaggio, aveva avvertito tutti della scelta di Giada e Aidan aveva insistito per portarle un po’ di cibo. Richard non era stato contrario, credeva che un po’ di compagnia avrebbe fatto bene a quella ragazza, soprattutto dopo aver parlato con i suoi zii. Conosceva Roberto e Leonardo da tanto tempo e loro avevano capito le sue motivazioni, ma Giada non lo aveva fatto e a quel punto, probabilmente, non l’avrebbe mai fatto.
Aidan li aveva lasciati da qualche minuto e Richard continua a cercarlo con lo sguardo sperando che possa dirgli come stia Giada, ma nulla.
“Dovresti finirla”
“Dovrei…”
Richard guarda Martin e questo sorride: “Quella ragazza è qualcosa di speciale per te, sbaglio?”
Gli occhi azzurri dell’attore si illuminano per un attimo e Martin sorride senza aggiungere altro. Non aveva parlato con nessuno di quella storia, ma le voci correvano e oramai tutti sapevano quanto lui fosse stato amico della madre di Giada.
In quell’istante la voce di Aidan lo riscuote, vede il giovane irlandese urlare verso di loro, ma non riesce a comprenderlo.
“GIADA!”
A quel nome Richard si ritrova a scattare in avanti: “Cosa è successo?”
“Non mi apre, ma urla e non mi risponde. Urla. Urla e basta”
Andy e Peter sbarrano gli occhi insieme a tutti gli altri, il regista si tocca il petto: “Il più veloce corra a prendere le chiavi di scorta nel mio ufficio, ora!”
Jed , Aidan e Dean corrono via, ma non sono gli unici: Richard corre anche lui, ma corre nella direzione opposta e nessuno sembra volerlo fermare.
L’attore corre e corre, arriva di fronte alla porta e sente le urla orripilanti della giovane. Sbatte i pugni alla porta cercando di attirare l’attenzione di quest’ultima, ma niente: le urla continuano.
Dove sono quelli con le chiavi?
Ci stanno mettendo troppo ed è per questo che lui si tira indietro, fa un bel respiro profondo e inizia a correre verso la porta e a prenderla a spallate, dopo l’ennesima spallata decide di provare con un calcio e la porta cede. La vede cadere di fronte ai suoi occhi mentre sorride, ma il sorriso si spegne quando sente di nuovo un urlo.
Si fionda vicino al letto della giovane e la trova a contorcersi su se stessa, urla un nome, un nome che Richard conosce bene: Lara. Sua madre.
Inizia a scuoterla per le spalle e, dopo l’ennesimo scossone, Giada si sveglia, ma spalanca gli occhi e quando ti vede smette di respirare.
“Papà vai via!”
L’attore sbarra gli occhi e capisce tutto: “Sono Richard, Giada. Sono Richard”
Chiude gli occhi e li riapre, quando lo fa torna a respirare e anche Richard sente il suo cuore riprendere a battere: “Richard…”
L’uomo la abbraccia e Giada ricambia, lo stringe forte come se si stesse aggrappando a lui per sfuggire dal buio: “Non lasciarmi”
“Mai”
Giada trema ancora e Richard la stringe a sé, nel momento in cui Peter arriva con gli altri del cast vede quella scena e, nonostante trattiene un sorriso nel vedere la porta distrutta, fa segno a tutti di lasciarli soli.

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