Conta fino a 12

di LaRagazzaImpossibile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quanti fiocchi di neve ci sono in un secondo? ***
Capitolo 2: *** Il freddo non esiste ***
Capitolo 3: *** Come due Naufraghi ***



Capitolo 1
*** Quanti fiocchi di neve ci sono in un secondo? ***


Conta fino a 12;
Capitolo 1: Quanti fiocchi ci sono in un secondo?


Fuori nevica.
La grande vetrata ad arco permette di vedere tutto, è così ampia che si potrebbe facilmente riuscire a contare ogni singolo piccolo fiocco che si unisce agli altri per vestire di bianco quella notte che Clara non avrebbe mai pensato potesse rivelarsi così speciale.
E lei è lì, davanti alla grande finestra, avvolta della sua vestaglia azzurra con le pantofole morbide, quelle di sempre.
Ma chi avrà mai pulito quella vetrata? 
Si vede anche il freddo, ma non si sente.
La stanza di Clara è enorme ed è buia, ma non è fredda, il fuoco ha lasciato che le ultime scintille scaldassero ogni angolo, è una stanza magica, in un luogo magico, erano lì da qualche ora, Clara e il Dottore, in una villa campagnola, erano in viaggio, ma Clara si ferma sempre con piacere quando la neve le regala uno spettacolo del genere.
E il Dottore lo sa, è stato lui a portarla lì.

Lei sta lì, a contemplare la neve, in piedi davanti alla vetrata, tra le mani stringe una tazza di tè all'uva nera e vanigla, una tazza fumante come i piccoli pezzi di brace ancora incandesceti nel camino, l'unica cosa rossa della stanza, il resto è blu, buio e caldo.
Quella stanza parla, parla la vetrata, parlano le lunghe tende di velluto blu, parlano lelenzuola del letto a baldacchino, parlano le pareti.
Tutto parla con Clara, e la fa sentire sola, perchè vorrebbe lui accanto a sè, non Danny, non chi ha sempre creduto, solo chi ha sempre voluto.
Ed è il Dottore.
Il tè è intiepidito e il dolce sta scomparendo, Clara si gira, si avvicina al comodino e prende altro zucchero, aggiunge due cucchiaini e torna alla sua magica finestra sul mondo bianco.
Sorpresa si accorge che non c'è solo il suo viso riflesso sui vetri appannati, ma subito sopra di lei altri occhi si intravedevano su quei vetri ghiacciati.
Occhi freddi e profondi.
Era lì, è lì, il suo DOttore, e lei è lì davanti a lui, gli da le spalle, e non si volta, è come impietrita, come in un film horror, dove sei allo specchio del bagno, ti abbassi per sciacquare i denti e ti rialzi, ma allo specchio dietro di te c'è qualcun altro.
La sua bocca è socchiusa, il suo sguardo sbarrato.
"Come puoi essere qui? Non ti ho visto entrare.." pensava.
Twelve abbassò lo sguardo sulla sua testa, poteva sentire il profumo dei suoi capelli color nocciola.
Ora le mani di Twelve sono poggiate sulle piccole spalle di Clara, lei è sempre immobile.
Lui segue con lo sguardo la dolce linea delle sue spalle muovendo lo sguardo.
"Clara" bisbiglia con la sua voce bassa, graffiante e tremendamente calda.
"Dottore" risponde lei in tono interrogativo e timido.
"Sai da quanto nevica qui?" chiede,
"da quando siamo arrivati, credo" risponde lei,
"Oh, molto di più a giudicare dall'altezza della neve".
Quel dialogo aveva sciolto la tensione apparente dei pochi istanti prima.
"Quanti fiocchi cadono al secondo, Dottore?" Chiede lei cercando di deviare altra tensione, anche se le mani di Twelve sulle sue spalle la facevano sentire a casa,
"mah, penso migliaia -disse spostando lo sguardo in alto- migliaia di migliaia"
"12" lo interruppe.
Aggrottò la fronte.
"12?"
Clara sorrise "contiamone 12"
"Perchè?" chise lui sorridendo, in effettinon sorride mai,ma sa che Clara parla di lui, e questo gli piace.
Clara gira il viso di lato, e poggia la guancia al suo petto con lo sguardo verso il basso :"ne contiamo 12, e alla DOdicesima mi giro e ti guardo negli occhi".
Twelve la guardò, soffermandosi qualche istante sui suoi occhi bassi e nascosti.
Alzò il viso e guardò i fiocchi, e senza pensarci, cominciò a contare.
"uno...due...".
Le sue mani scivolarono sulle braccia di Clara lentamente,
"tre.."
prese la tazza dalle sue mani e la poggiò sul comodino allungando il braccio,
"quattro..cinque..." 
continuava a contare e a guardarla mentre una mano strinse quelle piccole mani private della tazza,
"sei...sette..."
l'altra mano spostò le spostò i capelli come fossero una di quelle morbide tende blu di velluto che lasciavano scoperta la nuca di Clara dove Twelve poggiò il naso,
"otto..."
Quell'otto aveva lasciato il respiro sulla nuca di Clara, facendola rabbrividire
"nove....dieci"
il respiro divenne affannato come il conteggio divenne più lento e la tensione più alta, Clara cominciò a voltarsi interrompendo la conta.
"Undici..."
disse lei ormai di fronte a Twelve, con le mani sul suo petto e la fronte poggiata al mento di lui.
Le mani del Dottore si spostarono sulla schiena di Clara che ricevette un bacio dolce e calmo sulla fronte.
Lo guardò negli occhi alzando il viso, a lui bastava abbassare le pupille per guardare quei piccoli fiocchi bianchi nei suoi occhi.
Fiocchi che nessun altra stella o neve avrebbe mai potuto compensare.
Le mise una mano sulla nuca e premette la sua testa al suo petto.
"Dodici.." sospirò il Dottore.

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Capitolo 2
*** Il freddo non esiste ***


Conta fino a 12;
Capitolo due: Il freddo non esiste



Le braccia di Clara cominciarono a spostarsi, così le mani dal petto del suo Dottore passarono a scorrere sulla schiena, prementi e tremanti.
Volevano dire "resta qui".
Percepito il messaggio, Twelve prese il viso di Clara e dopo averle dolcemente accennato un sorriso tenue, si chinò e posò le sue labbra su quella piccola bocca.
Un bacio ingenuo ed innocente, timido quasi.
Clara sentiva il calore del viso di Twelve poggiato al suo, un calore che annullava il freddo esterno, il freddo non c'è.
Il freddo non esiste.
Quei dodici fiocchi sono insieme agli altri miliardi, ma loro due, sono solo loro.
Mentre Twelve teneva il viso di Clara con le mani più belle che le sue rigenerazioni avessero mai potuto donargli, Clara spostò le sue piccole mani su quelle del Dottore, si guardarono, prima che un nuovo bacio nascesse.
Stavolta più coinvolgente, più forte e spinto.
Non era più solo "resta qui" ora era "tu resti qui, perchè ora non mi scappi".
Era tutto un muoversi, di labbra, di testa, di braccia, di spalle, di anime.
Occhi chiusi e occhi aperti.
Twelve cinse i fianchi di Clara con le sue braccia, mentre lei mise le mani sulle sue spalle.
Erano stretti, molto più stretti, i respiri erano affannati e le labbra affamate.
E il freddo non esisteva.
Clara non capiva più niente, le sue mani erano diventate indipendenti dalla sua mente, non si controllavano, tanto erano inesperte e tremanti quanto desiderose di cercare qualcosa di nuovo.
Twelve sentiva il corpo di quella piccola creatura che avrebbe potuto rompersi nel momento stesso.
La strinse a sè e la prese in braccio, mentre Clara si aggrappò al suo collo fissando il pavimento mentre Twelve si dirigeva al letto attraversando l'enorme stanza.
Nel mentre di quei passi, milioni di pensieri come fiocchi di neve, invadevano la mente della ragazza impossibile: "e ora?" "il Mio Dottore" "fuori fa freddo" "ha un odore meraviglioso".
Il cuore batteva all'infinito, così chiuse gli occhi quando sapeva che il tragitto era finito.
Twelve la adagiò sul letto come se fosse una bambina, la sua.
Un braccio intorno ai fianchi e l'altro lungo la schiena piccola e calda.
Clara era sul letto, ma gli occhi erano ancora chiusi, il Dottore si distese accanto a lei, come per proteggerla, cosa che aveva sempre fatto e che continuerà a fare, soprattutto quella notte.
Mentre a gattoni andava imponendosi sulla piccola CLara, Twelve non smetteva di fissarla, anche se gli occhi di lei erano chiusi.
Trovò la posizione giusta per mantenere il controllo della situazione, era a gattoni sopra di lei, come una copertura.
Imbarazzo, forse, o paura negli occhi chiusi di Clara, fecero capire al Dottore che avrebbe dovuto calmare la situazione.
Abbassò il viso sul suo, avvicinò le labbra alla fronte: "Buon Natale" sussurrò con fare paterno.
Clara sorrise, aprì gli occhi e lo guardò nelle iridi blu come la stanza.
"Buon Natale -sussurrò lei-  Babbo Natale" un sorriso luminoso si aprì sul suo viso.
"Noo ancora??" disse il Dottore diverito alzando gli occhi.
"Cosa darei per rivederti su una slitta!" -disse Clara, sciolta e divertita,
"Clara.."
"sembravi un bambino!"
"Clara, non costringermi.."
"il sacco è più grande all'interno!"
"Non costringermi a fare ciò che non vorrei" rispose il Dottore con un sorriso malizioso.
"a fare cosa?" chiese Clara a voce bassa.
Il sorriso malizioso del Dodicesimo divenne seducente e accattivante, un sorriso d'intesa.
"Questo!" esclamò piantando un morso sul collo di Clara.
"Ahia!" disse lei coprendosi il morso con la mano -"mi hai fatta male -sorrise- ora ti faccio male io!"
Si tirò su a sedere, gli mise le mani sulle spalle e gli morse il labbro inferiore tirandolo.
"ahia, noo, ferma, ahiaa!" disse il Dottore parlottando, ma Clara non si staccò.
Allora Twelve le prese le spalle e la fece ricadere, erano sdraiati l'uno sull'altra stavolta.
Clara aveva mollato la presa del labbro, i loro sguardi erano una cosa sola e i vestiti stavano diventando scomodi..

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Capitolo 3
*** Come due Naufraghi ***


Conta fino a 12;
Capitolo 3: Come due naufraghi


Clara si aggrappò al collo di Twelve e fissava il pavimento con lo sguardo perso.
Mentre Twelve si incamminava verso il letto nella grande stanza, milioni di domande come fiocchi di neve invadevano la mente di Clara "e ora?" "Che succede?" "sta accadendo?".
Chiuse gli occhi e si strinse ancora più forte al suo Dottore, chiuse gli occhi stringendoli e tremando quando si accorse che Twelve la stava adagiando sul letto, come una bambina, un braccio intorno ai fianchi, uno lungo la sua delicata schiena.
Clara non staccò le mani da lui, ful il Dottore a prendergliele e toglierle dal suo collo.
Mentre a gattoni andava a coprire la sua minuta figura, non smetteva di fissarla anche se gli occhi di lei erano serrati.
Trovò la posizione giusta per mantenere il controllo della situazione, era a gattoni sopra di lei, poggiato sul letto con le ginocchia e le mani, ma senza toccarla.
Imbarazzo forse, o paura negli occhi chiusi di Clara, fecero capire a Twelve che avrebbe dovuto calmare la situazione.
Abbassò il suo viso su quello di lei, avvicinò le labbra alla sua fronte "buon Natale" sussurrò con fare paterno.
Clara aprì gli occhi, sorrise e lo guardò.
"Buon Natale -sussurrò lei- Babbo Natale" un sorriso le riempì il viso.
"oh no, ancora?" disse Twelve divertito alzando gli occhi.
"ahahah cosa darei per rivederti su una slitta" disse Clara cominciando a calmarsi.
"Clara.."
"sembravi un bambino!"
"Clara, non costringermi..."
"a consegnare giocattoli?"
"non costringermi a fare ciò che non vorrei" rispose con un sorriso malizioso.
Clara si ammutolì, il sorriso scomparve e tornò seria "a fare cosa?".
Il ghigno malzioso di Twelve si fece accattivante "Questo!" esclamò piantando un morso sul collo di Clara.
"Ahia!" rispose lei coprendosi il morso con la mano "mi hai fatta male, davvero! Ora ti faccio male io!".
Si tirò su a sedere restando sotto di lui, gli mise le mani sulle spalle e gli morse le labbra tirandole a sè."
"ahia, ahi, ferma!" farfugliò Twelve con il labbro tirato dai denti di lei che non ostentava a staccarsi.
Twelve gli poggiò le mani sulle spalle e la fece ricadere all'indietro, stesi l'uno sull'altra e meravigliosamente vicini.
Clara aveva mollato la presa, e un altro caldo bacio arrivò per lei.
Quel gioco l'aveva sciolta, anche disinibita magari.
Il Dottore fece scendere una mano lungo il fianco della sua ragazza impossibile mentre quelle di lei si avvicinarono al bordo della maglietta di Twelve.
Il Dottore alzò le braccia, si staccò da lei e si fece togliere la maglietta.
La pelle di Twelve è bianca.
Lui è seduto sulle ginocchia e Clara ha davanti a sè la più bella visione della sua vita.
Una calamita è il petto del suo Dottore.

Clara si mette a sedere per poter ammirare meglio ciò che aveva tra le mani.
Il petto di Twelve è segnato dal tempo certo, ma ha un profumo stupendo.
Si stringe a lui, ha l'odore più buono del mondo, altro che mare, altro che soufflè.
Twelve riprende il controllo, le sfila la vestaglia facendola scorrere giù per le spalle scoprendo la pelle rabbrividita di Clara.
Twelve ha davanti a sè la più bella visione degli ultimi 2000 anni, percorre le sue linee sinuose e dolci.
La pelle di Clara è color avorio.
Le mette le mani sui fianchi, la avvicina a sè e la bacia avidamente, ha un profumo stupendo, altro che viaggi, altro che Tardis.
Si leggono poesie in quei baci, si sentono melodie in quei respiri affannati.
Ecco Twelve che torna a sdraiarsi su di lei.
Oh quell'uomo, il Dottore di Clara, ed era suo ora più che mai.
Una mano di Twelve cominciò a farsi strada verso il basso, avida ma delicatamente trattenuta.
Carezzò il volto di Clara con il suo trasmettendole tutto il calore della sua pelle.
Le mani di Twelve sono come il Dottore è sempre stato: curiose.
Alzò la testa e guardò Clara negli occhi, le mise un braccio intorno alla testa.
Fu un momento di grande tensione prima che entrambi cominciassero a sospirare .
Clara viaggia col Dottore da tempo, lo prendeva spesso a ceffoni, perchè perdeva la pazienza, un bambino impulsivo e capriccioso da controllare, un presuntuoso con il quale non si deve mai perdere il controllo.
Quella fu l'unica volta in cui lei lo perse.
Twelve respirava pesantemente sul collo di lei mentre i movimenti del suo corpo provocavano terremoti e uragani attraverso il sistema nervoso di lei.
Erano pelle contro pelle, e la pelle di Clara era un foglio dove la pelle di Twelve scriveva le più trascendentali e paradisiache emozioni.
Tirava le lenzuola.
Mordeva.
Sospirava.
Si muoveva.
Erano sudati, bagnati, come due naufraghi, storditi dalla tempesta.
Ma dopo tanti viaggi quella notte, Clara e il Dottore, toccarono la stessa stella tenendosi per mano, era una stella bellissima.
Ed era la loro.

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