Non Si Tratta Di Una Favola

di BabyLolita
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Kate ***
Capitolo 2: *** L'Ennesima Bugia Non Cambierà Nulla, Se Non Viene Sventata ***
Capitolo 3: *** Sogno Lucido ***



Capitolo 1
*** Kate ***


Mentre il sole tinteggia di chiaro quel mattino osservi i palazzi di New York sfrecciare rapidi davanti al tuo naso. Il taxi ti sta portando verso il tuo posto di lavoro e la tua fase REM è ormai interrotta da almeno due ore. Ti sei svegliata presto, verso le sei del mattino, per andare a fare la tua mezz’oretta di corsa mattutina, ti senti quasi persa senza di lei. Mentre corri lasci la mente defluire totalmente, liberandola per i nuovi pensieri che quella giornata appena cominciata ti riserverà. Quando rincasi ti fai una doccia veloce e prepari la colazione: una tazza di the e dei biscotti. Mentre li assapori ti ripeti ancora una volta che il giorno dopo inizierai la dieta, ma sai bene anche tu che non sarà così. Torni in camera ed infili gli abiti da lavoro osservando la tua immagine riflessa allo specchio. Ti avvicini di qualche passo paragonando la tua figura rotondetta a quella della foto della modella che hai appiccicato li vicino con la scritta “per l’estate dovrai essere così!!”. Sbuffi irritata ripetendoti che da domani inizierai davvero la dieta ma, mentre abbottoni la camicia, ti rendi conto che in realtà ami troppo la pizza per rinunciare alla tua taglia L per una XS. Torni in cucina recuperando la borsa ed esci di casa.
 
Passi al tabacchino li accanto prendendo le tue sigarette preferite ed accendendotene una non appena esci da li. La fumi lentamente, gustandotela a fondo, hai ancora parecchio tempo a disposizione. Finita la prima accendi la seconda, ed a seguire la terza. Quando guardi l’orologio ti accorgi che rischi di far tardi e spegni a metà quella che ti prometti essere l’ultima sigaretta, ma sai benissimo che anche questa è l’ennesima bugia. Ti avvicini in strada agitando la mano per attirare l’attenzione di un taxi. Mentre lo fai, ti accorgi che a qualche metro di distanza c’è un'altra ragazza molto diversa da te: i suoi capelli sono biondo platino, a differenza dei tuoi castani, e sono lasciati sciolti mentre i tuoi sono rigorosamente legati in una coda di cavallo. Porta un tailleur beige attillato e, beh, ha quel fisico che tanto brami. Il tuo sguardo torna a posarsi sulla strada, non hai tempo per deprimerti per una sciocchezza simile. Noti un taxi che si avvicina a te ma rimani delusa quando vedi che ti passa accanto senza fermarsi e raggiunge la ragazza che guardavi fino a poco prima facendola salire. Chiudi le mani a pugno. Sei davvero irritata e seccata, odi il fatto che la gente sia così. Controlli nuovamente l’orologio. Ecco, ora sei ufficialmente in ritardo. Fingi di buttarti in mezzo alla strada ed un taxi inchioda. Ti avvicini dal lato del passeggero salendo e, mentre l’autista ti fa la sua ramanzina, gli indichi il posto in cui deve portarti. L’auto riparte e tu sospiri, questa mattina è già partita male.
 
Mentre cerchi di rilassarti pensi che se dovessero scrivere un libro riguardante la tua vita, nessuno si soffermerebbe a leggere nemmeno la trama. Infondo, nella tua vita non c’è poi nulla di davvero interessante. Cosa si potrebbe dire di te? Non sei una persona triste o disperata, con un passato oscuro da tenere nascosto o un segreto inviolabile che rovinerebbe per sempre la tua esistenza se venisse scoperto. Non indossi una maschera per nascondere i tuoi veri sentimenti o qualcosa di simile. Nulla di tutto ciò fa parte di quello che sei. Sei una persona sufficientemente felice, con una vita ed una carriera stabile. Hai delle mancanze, questo è ovvio, ma i vuoti che queste comportano vengono colmate con le cosiddette “carezze di carta”, ovvero una sana giornata dedicata allo shopping sfrenato. Non hai problemi nemmeno in campo sentimentale, hai una relazione con un ragazzo fantastico, che tutte le tue amiche lodano ed invidiano, ragazzo che tu tradisci ripetutamente perché non sei davvero interessata ad una relazione seria, ma sei troppo attaccata a lui per dirgli “basta”. Infondo infondo ti importa di lui, sebbene in un senso malato. Gli vuoi bene, ma non fino a quel punto. Più volte ti sei chiesta se lui si sia mai accorto di come vivi tu in realtà la vostra “relazione”, ma alla fine non ti sei mai davvero posta il dilemma. Mentre il taxi rallenta apri il portafogli e ne estrai 20$, li passi al tassista dicendogli di tenere il resto. Scendi di fretta, non hai bisogno di sentire i suoi ringraziamenti.
 
Sali velocemente i gradini che ti separano dall’edificio in cui lavori. Le porte scorrevoli si aprono non appena ti avvicini a loro e velocemente saluti la ragazza alla reception prima di raggiungere l’ascensore. Premi ripetutamente il pulsante ma tutto oggi sembra fare in modo di rallentarti la giornata. Osservi le scale li accanto ma ti rendi conto che 3 piani a piedi sono troppo per te. Sebbene adori correre, tutto il resto è tabù. Quando l’ascensore arriva fai scendere le persone prima di entrare. Le osservi una alla volta: alcuni sono tutti impettiti, mentre altri sembrano appena usciti da una fase di coma da post-sbornia. Entri veloce e premi il numero tre sperando di fare in fretta. Mentre le porte si chiudono vedi Jenny arrivare correndo e facendoti segno di fermare la chiusura delle porte. Tu prontamente intervieni sebbene, se fosse stato per te, l’avresti lasciata li.
   «Buongiorno cara Kate, dormito bene questa notte?»
   «Splendidamente! E tu Jenny?»
   «Divinamente! Ti ringrazio per l’interesse.»
Sorridi contraccambiando quella sua espressione angelica. Non appena arrivate al piano la lasci scendere per prima e lei ti ringrazia per la cortesia. Quando sei fuori dal suo campo visivo cancelli dal tuo volto l’espressione angelica per sostituirla con la tua vera, ovvero un forte disgusto. In realtà, non hai nulla in particolare contro di lei, ti fa solo ribrezzo il suo continuo comportamento da angelo con tutti. Non sai se si sia mai accorta del fatto che sei gentile con lei solo perché è la figlia del capo, ma non ti importa davvero. Fino a quando non finisci nei casini, non è un problema comportarti da falsa con lei. Cammini tra le varie scrivanie fino a raggiungere la tua e, non appena arrivi, affondi nella tua poltrona. Chiudi gli occhi per qualche secondo per recuperare le energie e poi afferri la cartellina con gli indizi del caso di omicidio che hai lasciato a metà il giorno prima. Mentre sfogli i vari documenti con le prove pensi che sarà una giornata davvero lunga. Certe volte odi davvero fare quello che fai. Mentre cerchi di inquadrare bene la giornata lavorativa senti qualcuno affiancarti. Non appena ti volti vedi il tuo ragazzo passarti una tazza di caffè bollente. Sai benissimo che si tratta di caffè al cioccolato, il tuo preferito. Armin ti sorride, felice di vederti come ogni giorno, mentre tu afferri il caffè e contraccambi il sorriso, infondo sei felice di vederlo.
   «Tutto bene?» ti chiede poi.
   «Si, tutto bene.» rispondi sorseggiando il tuo caffè.
   «Caso difficile?»
   «Guarda tu stesso.» concludi passandogli il fascicolo.
Lo guardi esaminare attentamente ogni prova e, mentre lo fai, ti perdi ad osservare i suoi occhi concentrati. Sebbene non siate partner, ed intendo a livello lavorativo, spesso vi scambiate opinioni sui vari casi di omicidio o, per meglio dire, lui condivide i suoi consigli con te. Quello che ti affascina davvero di lui è la sua dedizione al suo lavoro. Anche tu vorresti avere la sua stessa passione ma, sebbene trovi i casi di omicidio dannatamente interessanti, non ti danno quel brivido che vorresti provare in quanto agente di polizia della sezione omicidi. Ti sei ripetuta più volte che, se avessi continuato gli studi, avresti potuto ambire a dei lavori più intriganti, come quello del profiler per esempio, ma sai benissimo anche tu che i libri non sono il tuo forte. Se solo una laurea la si potesse prendere leggendo manga giapponesi allora saresti a cavallo, ma purtroppo non è così. Pensi che hai trent’anni suonati e non ti senti ancora realizzata. La mediocrità ti basta. Armin ti fa cenno di seguirlo e tu lo fai senza fiatare. Sai che, probabilmente, ti darà per l’ennesima volta il consiglio decisivo che ti porterà alla soluzione del caso. Vi avvicinate alla lavagna con appese le immagini dei sospettati e gli appunti relativi all’omicidio e, con rapidità, il tuo ragazzo ti fa notare quei collegamenti che a te erano sfuggiti. Ti si illuminano gli occhi quando capisci che potrai mettere dietro le sbarre l’ennesimo criminale ma ti senti un po’ triste perché, anche questa volta, non è tutto merito tuo. Armin ti saluta con un bacio mentre tu lo ringrazi dell’aiuto. In quel momento ti raggiunge Camilla, la tua partner, con la quale parti per andare ad arrestare il sospetto. Mentre siete in auto instaurate un dialogo che non ti va molto giù:
   «Armin ti ha aiutata ancora?»
   «Armin qui… Armin li… ma possibile che tu non sappia parlare d’altro?»
   «Oh andiamo…sai benissimo che mezzo reparto ci sbava dietro, e lui non ha occhi che per te!»
   «Beh te lo presto se proprio insisti!»
   «Ma Kate!»
   «Che c’è? Che vuoi?»
   «Perché sei così fredda nei suoi confronti?!»
   «Non sono fredda sono solo…beh…»
   «Disinteressata?»
   «Non userei un termine così forte.»
   «Disinnamorata?»
   «Esiste una parola del genere?»
   «Certo che esiste!»
   «Bene…lo appunterò tra le cose di cui non mi importa un bel niente.»
   «Oh andiamo Kate… perché fai così?»
   «Siamo arrivate.» tagli corto scendendo dal taxi.
Entri nel bar dove sai che troverai il tuo sospettato che, non appena ti vede arrivare, inizia a correre cercando una via di fuga. Lo bracchi subito gettandolo a terra ed ammanettandolo. La tua corporatura non esile è sempre utile in questi casi. Non appena lo riportate al distretto lo lasci nelle mani dei tuoi superiori, loro sapranno cosa farci. È quasi l’ora di pranzo e decidi di staccare mezz’ora prima. Ti rechi al ristorante cinese li vicino ma, prima di entrare, Armin ti chiama chiedendoti dove sei. Entri nel ristorante dicendogli di raggiungerti ed intanto ti accomodi al tuo solito tavolo. L’ultimo infondo nell’angolo. Adori quella postazione prevalentemente per il fatto che, dando le spalle al muro, sei sicura che nessuno ti attaccherà mai alle spalle. Da quando sei diventata un poliziotto hai alcune strane fobie. Inoltre, quella posizione ti permette di osservare tutte le persone che entrano nel locale, e ti diverti un mondo nel vedere ed immaginare il tipo di relazione che c’è tra ogni persona che si accomoda ai tavoli dopo di te. Ogni tanto immagini storie davvero fantasiose, al punto che ti chiedi per quale motivo non ti sei mai messa a fare la scrittrice. Mentre aspetti il tuo ragazzo vedi entrare una coppia. Lei avrà all’incirca la tua età: capelli ricci e rossi e un vestito che se lo indossassi tu, oltre a non entrarti, non coprirebbe nemmeno ciò che dovrebbe sempre restare coperto, almeno in pubblico. L’uomo accanto a lei avrà circa vent’anni di più, indossa uno smoking grigio ed una cravatta blu, i suoi capelli sono brizzolati e sul viso ha già parecchie rughe. Li osservi accomodarsi al tavolo e, mentre si tengono a braccetto, noti che lui porta la fede nuziale, a differenza di lei. Mentre si accomodano lui le sposta la sedia e lei si siede emozionata per quel gesto. Tzè, sarà il primo appuntamento, pensi tra te e te, mentre hai già capito che si tratta di adulterio. Lui, troppo stufo della mancanza di sesso nel suo rapporto, va alla ricerca di una giovane donna attraente che soddisfi i suoi capricci. Aggiungiamo pure che lui, potente uomo d’affari pieno zeppo di soldi, soddisfa i capricci di lei comprandole tutto ciò che desidera. Infondo non ci vedi nulla di male in un rapporto del genere, ognuno soddisfa i capricci dell’altro, è una sorta di compromesso. Poco dopo vedi arrivare Armin ed inizi a chiederti qual è la ragione che ti spinge a tradirlo. A livello intimo, la vostra relazione va a gonfie vele. Armin non ti fa mancare nulla anzi, è sempre disponibile ad ogni sorta di giochino perverso che gli proponi. Anche a livello economico va tutto bene, andate spesso fuori a cena e lui ti compra sempre ciò che desideri, sebbene il tuo ultimo desiderio sia stata la serie completa di Naruto, lui non ha obbiettato e te l’ha regalata, si è addirittura sforzato di trovare la prima edizione! Mentre sfoglia il menù continui ad osservarlo. Sai già di tuo che è davvero bello e che la stragrande maggioranza delle tue colleghe vorrebbero essere al tuo posto. In questi anni di relazione, ben due ormai, non c’è mai stato un singolo litigio, non una singola sfuriata tra di voi. È sempre stato tutto rose e fiori. Tutto perfetto. E forse è proprio questo che ti ha stancata alla lunga. La vostra sembra proprio la classica storia a lieto fine che ti raccontano quelli della walt disney. Ma tu non vuoi una storia da fiaba, vuoi una storia vera. Mentre vi servono gli involtini primavera i tuoi pensieri restano sempre fissi su quello stesso argomento.
   «Cosa ci trovi in me?» gli chiedi poi a bruciapelo.
   «Perché questa domanda?» ti chiede candidamente, senza scomporsi più di quel tanto.
   «È da un po’ che me lo chiedevo. So bene che non sei stupido e che ti sei reso conto che mezzo dipartimento ti porterebbe a letto più e più volte ma, nonostante tutte le belle donne che ti ronzano intorno, tu stai con me. Perché?»
   «Ci deve essere un motivo?»
   «Credo di si.»
   «Beh allora direi perché ti amo.»
   «E perché ami me? Io non ti ho mai corteggiato, non ti ho mai cercato. Sei stato tu a venire a… rompere per così dire.»
   «Rompere?»
   «Si beh… diciamo che non mi stavi poi così simpatico. Tutti mi parlavano di te come il belloccio dell’ufficio, quello che fa perdere la testa a tutte e, prima di incontrarti, questa tua descrizione mi è stata parecchio sullo stomaco.»
   «E poi? Come mai le cose sono cambiate?»
   «Perché siamo finiti a parlare di me?»
   «Perché sono curioso. Rispondi alla mia domanda ed io risponderò alla tua.»
   «Odio quando fai il detective e rigiri le cose a tuo favore. In ogni caso quando ti ho conosciuto mi sei sembrato solo un falso che fa il gentile con tutte per fare in modo di avere tutto il pianeta femminile ai suoi piedi. Per cui si, la prima cosa che ho pensato di te è stata che eri un falso egocentrico. Ma poi mi sono resa conto di essermi sbagliata. Essere gentile è la tua natura, non lo fai per un motivo in particolare, sei così e basta.»
   «Ed è questo che ti ha fatto innamorare?»
   «Forse si, forse no. E tu invece? Perché ti sei innamorato di me?»
   «Perché, a differenza delle altre, non mi ronzavi attorno. Non mi stavi addosso, non cercavi sempre il mio sguardo o altro. Tu sei sempre stata distaccata, menefreghista. Ed il fatto di non essere considerato per me era insolito, ed in parte la cosa forse mi ha quasi infastidito. Per cui ho deciso di avvicinarmi a te per capire per quale motivo ti comportassi in modo così distaccato con me e, conoscendoti a fondo, ho scoperto che sei una persona diretta, che dice in faccia quello che pensa e che si comporta diversamente da quello che è solo quando è strettamente necessario. Il fatto che tu sia così mi è piaciuto fin da subito ma, quando mi sono accorto che il piacere che provavo per te sfiorava più l’amore che un altro genere di interesse, ho capito che non potevo più fuggire, ormai ero caduto nella tua trappola.»
   «Ma io non ti stavo tendendo nessuna trappola.»
   «Beh, che tu l’abbia fatto o meno ci sono cascato. E come vedi, sono impigliato nella tua rete da più di due anni ormai.»
   «Penso che tu sia davvero un masochista.»
   «No, sono solo innamorato di te.»
   «…appunto.»
Concludi ponendo fine al discorso. Durante il resto del pranzo la conversazione si sposta altrove e tu sei felice così, non hai voglia di approfondire l’argomento. Alla fine della giornata lavorativa ti congedi salutando tutti. Armin ti invita a casa sua e tu gli dici che lo raggiungerai più tardi perché hai alcune spese da fare. Stai mentendo, ma questo nessuno lo sa. Esci dall’ufficio e prendi un taxi dirigendoti nel quartiere a luci rosse. Scendi e paghi il tassista badando bene di non farti vedere. Percorri alcuni metri prima di fermarti davanti al tuo locale. Prima di entrare butti una rapida occhiata all’insegna rossa luminosa che lampeggia illuminando la scritta “Red Apple” poi entri, sapendo di trovarlo li. Varchi la soglia e ti siedi al tuo tavolo. Ordini un drink analcolico, se ingerissi qualcosa di diverso, Armin lo noterebbe subito. Ti portano la tua coca cola ed inizi a sorseggiarla. Osservi il palco dove i ragazzi ballano mezzi nudi e cerchi il tuo lui tra la folla, ma proprio non lo vedi. Mentre i tuoi occhi sono ancora alla sua ricerca, è lui che trova te. Non hai bisogno di voltarti nella sua direzione, il modo in cui ti bacia il collo è inconfondibile.
   «Cercavi me?» ti sibila nell’orecchio facendoti venire i brividi.
   «Forse.»
   «Perché sei sempre così fredda?» ti chiede ancora, sciogliendoti la coda di cavallo e spostando una ciocca che ti è scivolata sul viso.
   «È stata una lunga giornata.»
   «Lo dici tutte le volte.»
   «È diventata un’abitudine dirlo.»
   «Oppure è semplicemente la scusa che accampi ogni volta che vieni qui da me
   «Non vengo esplicitamente da te, vengo semplicemente a distrarmi.»
   «E allora chi cercavi con tanto interesse con i tuoi occhioni verdi?»
   «Nessuno in particolare. Osservavo solo la gente. Lo sai che sono un poliziotto, è deformazione professionale.»
   «Smettila di mentire con me, non serve.»
   «E tu smettila di fare domande, sai benissimo che mi irrita.»
Non ha bisogno di aggiungere altro perché lui ti volta nella sua direzione e ti bacia con intensità. Sa benissimo come calmarti, e forse odi il fatto che ti conosca meglio di quanto tu conosca te stessa. Quando le vostre labbra si separano lui ti fissa intensamente.
   «Anche questo ti irrita?»
   «Hai finito con le domande?»
   «Ho capito.»
Conclude poi prendendoti per mano e trascinandoti nel privè. Fingi di non capire cosa sta accadendo, fingi di essere un’ingenua, ma sei consapevole di non esserlo affatto, anzi. Ormai sei una cliente fissa del locale, e lui è il tuo toyboy preferito. È stato lui a trovare te. Prima ancora di metterti con Armin frequentavi quel locale. Non ti importava molto di quello che la gente di quel posto pensasse di te, fino a quando non scoprivano la tua vera identità, tu li potevi essere una qualunque. Quando hai conosciuto Nathaniel hai pensato che non facesse per te. Quei capelli biondi e quell’aria da angioletto ti disgustavano terribilmente. Quando si è seduto al tuo tavolo ed ha iniziato ad attaccare bottone speravi solo che se ne andasse e, quando gli hai intimato di farlo con i tuoi modi poco gentili, lui ha cambiato rapidamente espressione lasciando spazio ad un volto quasi sadico che inizialmente ti ha quasi spaventata. “Bene, sono contento che con te non ho bisogno di essere servizievole ed angelico, la cosa mi aggrada. Dimmi dunque, che cosa ti piace davvero in un uomo?” è stata la prima cosa che ti ha detto non appena ha assunto la sua nuova espressione. Rimanesti spaesata ma, da quel giorno, cerchi sempre lui. Quando iniziò la tua storia con Armin cancellasti il club dalla tua vita. Durante i primi cinque mesi andò tutto bene ma, poi, ti rendesti conto che la tua vita era diventata monotona. Non volevi lasciare Armin, ma non volevi neppure vivere ogni giorno allo stesso modo. Quando tornasti al club Nathaniel ti riaccolse con il suo sorriso, quel sorriso che mostrava solo a te. Riprendeste tutto da dove avevate lasciato e, da quel giorno, hai ricominciato a frequentare il club. Forse fu la routine stessa a riportarti sui tuoi passi. Ti mancava la tua routine, quella senza Armin ma, allo stesso tempo, non volevi perdere quella instaurata con il tuo ragazzo. Da un anno e mezzo vivi una sorta di doppia vita, ma il brivido che provi ogni volta ti sprona a continuare così. Mentre sei rinchiusa nel privé a fare le peggiori cose con Nathaniel ripensi alla coppia vista qualche ora prima a pranzo. Pensi a come lui stesse tradendo la moglie che, molto probabilmente, era a casa ad aspettare il suo ritorno. Allo stesso modo tu stai tradendo il tuo ragazzo, spassandotela con il tuo toyboy personale, mentre lui è a casa ad aspettarti. Ti senti una merda per questo, ma sai di non poterne fare a meno. Non sai per quanto ancora questa storia andrà avanti, non sai neppure se ti porrai davvero il problema di prendere una decisione. Non appena esci dal locale corri in fretta e furia dal tuo ragazzo badando bene a non avere un capello fuori posto. Quando arrivi da lui la cena è pronta ed iniziate a mangiare. Restate in silenzio per buona parte del tempo e sai bene che questo non è un buon segnale. Quando lui inizia a parlare cominci a sospettare che la vostra prima litigata sia in arrivo:
   «Posso farti una domanda?»
   «Certo, dimmi.»
   «Ecco… sono due anni che stiamo assieme, ma non mi hai mai detto di amarmi.»
Ti fermi un istante con la forchetta a mezz’aria. Sapevi che prima o poi l’argomento sarebbe saltato fuori per cui hai già la risposta pronta:
   «Sai benissimo come sono. Io ti dico le cose in faccia, sono una persona diretta. Ma il fatto stesso che io sia fatta così, implica che faccio fatica a dire determinate cose, specialmente quelle più importanti. Non chiedermi perché, è così e basta.»
   «Ma tu mi ami?»
   «Certo che si.»
   «Mi rispondi sempre così, mai una volta che aggiungi un “ti amo anche io” o qualcosa del genere! Perché ti risulta così tanto difficile dirmelo?»
   «Non lo so!»
   «Allora forse non mi ami!»
   «Non è questo.»
   «E allora cosa?»
   «Non so bene come ci si debba sentire prima di pronunciare un “ti amo”! Non so come ti senti tu, che riesci a dirlo così tranquillamente, ma so come mi sento io e, sebbene sono più che sicura di provare quello che provi tu, non riesco ad esprimerlo.»
   «Perché non riesci? C’è forse qualcosa che ti blocca?»
   «Non lo so… ma perché tu ritieni così importante il fatto che te lo dica?»
   «Beh… perché sono due anni ormai che stiamo assieme e…»
   «Armin non mentirmi, non è questo, c’è dell’altro. Non fare il finto tonto con me, lo vedo subito quando mi racconti palle.»
   «Ecco… girano delle voci…»
   «Che genere di voci?»
   «Che mi tradisci.»
La forchetta ti scivola dalle mani cadendo sul piatto e producendo un rumore sordo. Pensavi di essere stata sufficientemente cauta. Pensavi di essere stata prudente. Eppure, qualcosa è trapelato. Una minima cosa, non sai quale, ma è trapelata. E ora sei nella merda. Nella merda fino al collo. Ti stai ritrovando davanti alla fatidica scelta, e tu non hai la più pallida idea di che strada intraprendere.






Commento dell'autrice: Torno dal cinema ed invece di andare a dormire mi viene in mente questa storia, allora mi dico "ma si butto giù due righe tanto per..." ed ora eccomi qui, alle cinque meno un quarto di mattina, a pubblicare questo capitolo (ho seri problemi... seeeeempre più seri, perdonatemi xD). Spero che la storia vi sia piaciuta. Per chi ha già letto i miei vecchi racconti, si sarà accorto che questo è uno stile nuovo in tutto e per tutto (non chiedetemi da dove sia uscito... sto ancora cercando di capirlo xD) mi auguro sia stato di vostro gradimento! Come al solito chiedo perdono per gli errori grammaticali, sia per l'ora in cui ho scritto, sia per il fatto che è la prima volta che scrivo in terza persona e non ci sono affatto abituata (spero non ci sia nessun docente di italiano qui, o temo che mi sequestra il diploma per mancanza di coesione grammaticale xD), spero di aver azzeccato i verbi almeno qui nel commento... mamma, adesso mi vengono i complessi xD Detto questo direi che vado a dormire, sono decisamente sconvolta (dovrei studiare per gli esami al posto di perdermi tra le mie fantasie, mannaggia xD)! Ora vi saluto davvero, fatemi sapere cosa ne pensate di questo nuovo racconto, di questo nuovo capitolo... beh, insomma, se lasciate una recensione, positiva, negativa o neutra che sia l'accetterò più che volentieri! Grazie a tutti e... buonanotte xD

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Capitolo 2
*** L'Ennesima Bugia Non Cambierà Nulla, Se Non Viene Sventata ***


Sai di essere brava a mentire. Non sei la migliore, ma lo sei abbastanza da ingannare chiunque, spesso inganni anche te stessa. Recuperi la forchetta mostrandoti scocciata della sua mancanza di fiducia, sebbene sai benissimo di essere tu la stronza della situazione:
   «Chi ti avrebbe detto una cosa del genere?» riprendi a mangiare, non vuoi sembrargli turbata.
   «In realtà… lo dicono un po’ tutti.»
   «Un po’ tutti… chi?»
   «Beh ecco…»
   «Armin.» Il tuo tono è secco e duro. Se tu non vuoi girarci intorno, non deve farlo nemmeno lui.
   «L’ho sentito dal capo.»
   «Il padre di Jenny?»
   «Si.»
   «E perché diavolo uno come lui dovrebbe divulgare certe voci?»
   «Non è stato lui a divulgarle… a lui sono solo arrivate, e ha pensato fosse corretto venirmelo a dire.»
   «No Armin, non è questo il comportamento corretto. Il comportamento corretto sarebbe stato quello di venire da me a cercare un confronto, così gli avrei detto immediatamente che sono semplici voci di corridoio inventate da chissà chi! Cristo, sai benissimo che mezzo reparto vorrebbe portarti a letto e ti chiedi perché nascono queste voci? Oh andiamo. Non ti facevo così stupido!»
   «Non sono stupido. Sono solo preoccupato.»
   «Di cosa? Senti, fai due più due. Il fatto che tu abbia una relazione stabile con me, implica che non sei sul mercato. Non sei disponibile. Sei off limits. Non so come altro dirtelo. E questo a certa gente non va. A buona parte delle ragazze che lavorano con noi non va. Anche io se fossi single e tu stessi con qualcun'altra metterei in giro voci assurde per farvi mollare!»
A questa affermazione lo vedi spalancare la bocca e tu realizzi di aver detto una frase che potrebbe sembrare dannatamente carina dato che è pronunciata da una come te. Armin si alza e viene nella tua direzione abbracciandoti forte:
   «Grazie.»
Si limita a dire. Sai bene che ti sta ringraziando per quelle tue parole “dolci” e per il fatto che gli hai dimostrato che in realtà gli sei fedele. Ricambi l’abbraccio rassicurandolo. Per ora, il tuo segreto è al sicuro. Finita la cena vi rintanate a letto. Non appena vi coricate Armin ti stringe forte e non puoi fare a meno di notare la sua erezione che ti preme contro il basso ventre. Di certo tu, dal canto tuo, hai già sfogato le tue voglie qualche ora prima ma, per non destare sospetti, non puoi rifiutarti e così assecondi i suoi desideri, restando comunque appagata a tua volta.
 
Prima di addormentarti ripensi al discorso avvenuto poco prima. Ripensi a chi possa averti vista andare al Red Apple, e poi pensi che la tua teoria potrebbe essere più vera di quello che credi. Sei sicura al cento per cento di non essere stata vista da nessuno, quindi ti rilassi pensando che quelle voci sono solo le malelingue di qualcuno invidioso del tuo “rapporto perfetto”.
 
Passano le ore, ma proprio non riesci a prendere sonno. Non ti senti turbata, solo innervosita dalla pressione che ti sei ritrovata addosso di punto in bianco. Ti alzi dal letto raggiungendo la cucina. Butti un occhio all’orologio sopra il televisore, sono le tre e venti del mattino. Sbuffi infuriata per la tua totale assenza di sonno e ti dirigi verso il frigorifero. Lo apri estraendone un pezzo di torta al cioccolato che tu stessa hai comprato qualche giorno prima fingendo di regalarla al tuo ragazzo per farlo felice, mentre in realtà l’hai comprata solo poiché ti sembrava un vero peccato lasciarla li tutta sola soletta nella vetrina di quella pasticceria. Ricordi un particolare molto ambiguo di quel giorno. Quando entrasti nella pasticceria ti ritrovasti davanti un ragazzo che sembrava fuggito dalle Hawaii. I suoi vestiti erano totalmente fuori luogo sotto ogni punto di vista da cui lo si volesse guardare. Ti dava le spalle, ma anche da quella prospettiva non era niente male da vedere. Era alto e magro, le spalle larghe lasciavano immaginare quanto ogni giorno si allenasse per mantenere un fisico del genere. Fisico che, tra le altre cose, è proprio il tuo genere. Inizi a scuotere la testa mentre i tuoi occhi già lo stanno spogliando. Finiscila Kate, ne hai già abbastanza con Nath per metterti a fantasticare su un altro biondino mozzafiato! Ti mordi il labbro spostando i capelli da un lato innervosita per la tua stessa insaziabile fame di uomini. Nemmeno tu sai quando sei diventata così famelica. Forse è stato Nathaniel stesso a condurti su quella via malsana, fatta di peccati e godimento. Fai spallucce, non hai niente da rimproverarti. In realtà si, ma ci passi sopra come se nulla fosse. Prima che arrivi il tuo turno osservi ancora una volta il ragazzo davanti a te che, questa volta, si gira dirigendosi verso l’uscita della pasticceria. Lo fissi negli occhi, non temi gli sguardi altrui. Lui contraccambia lo sguardo, sorpreso di non vedere abbassare il tuo e ti sorride. Vorresti sorridergli anche tu, ma sai che se lo faresti lo invoglieresti a parlarti, almeno è quello che hai imparato dagli uomini di quel genere. Per cui le tue labbra restano serrate ma i tuoi occhi non si staccano un attimo dai suoi. Giochi nervosa con il braccialetto mentre la tua mente è già partita per la tangenziale della lussuria. Quando lui ti passa accanto fuoriuscendo da tuo campo visivo resti ancora qualche secondo in trance, godendoti quei piccoli istanti di piacere che il solo guardarvi ti ha trasmesso. È la cassiera a riportarti alla realtà mentre attira la tua attenzione agitando le mani davanti a te. Fai qualche passo in avanti prendendo la famigerata torta al cioccolato anche se ora, non è più di quella che hai voglia.
 
Ritorni al presente sedendoti sul divano del salotto ed accendendo la televisione. Giri diversi canali prima di fermarti su quello degli anime giapponesi. Ti perdi in quella classica storiella da quattro soldi dove la solita scolaretta anonima con un fisico da stuzzicadenti ed un seno che farebbe venire mal di schiena a chiunque sbava dietro al ragazzo più popolare della scuola che, chissà per quale arcano motivo, si innamora a sua volta di lei, accorgendosene solo verso la fine della serie animata. Affondi la forchetta nella tua torta osservando la crema al cioccolato fuoriuscire dai lati. Merda Kate, non diventerai mai magra se continui a strafogarti come un dannato maiale! Osservi la torta quasi disgustata prima di alzarti e riportarla in cucina appoggiandola accanto al lavandino. Non hai più nessuna voglia di mangiare. Torni davanti al televisore e cambi canale fermandoti su un film poliziesco. Un cadavere è la prima cosa che vedi: l’immagine di una ragazza magra e dai capelli castani è stesa a terra coperta di sangue, ovviamente priva di vita. Indossa solo la lingerie e tu inizi a giocare nervosamente con il tuo braccialetto. Dio solo sa quanto pagheresti per essere così. Due agenti arrivano sul posto e iniziano a raccogliere indizi quando, uno dei due, osservano il cadavere se ne esce con la frase:
   «Succede sempre così… più sei bella e sensuale, più attiri gli uomini sbagliati.»
Storci il naso infastidita da quella frase. Quindi, io che non entro nella stessa taglia di quelle dannatissime mutande non sarei bella e sensuale?! Scatti in piedi tornando a prendere la torta ed iniziando a mangiarla con foga. Fanculo alla linea! Preferisco essere tonda e viva che magra e morta! Una volta finito il sontuoso spuntino notturno torni sul divano avvolgendoti nella coperta che lasci sempre appoggiata li vicino e, piano piano, ti addormenti.
Quando riapri gli occhi è Armin a svegliarti scuotendoti leggermente:
   «Svegliati piccola o farai tardi al lavoro.»
   «Mmmh… che ore sono?»
   «Quasi le otto.»
   «MERDA!»
Scatti in piedi correndo in camera e vestendoti il più in fretta possibile. Niente corsa mattutina, niente sigarette, solo ed esclusivamente fretta, fretta ed ancora fretta… Dio, la giornata inizia davvero di merda! Sei infuriata con te stessa, ogni tanto ti chiedi perché sei così stupida. Esci quasi correndo da casa mentre Armin ti tiene aperta la porta. Inizi a chiamare un taxi che, per qualche ragione a te sconosciuta, si ferma non appena ti affacci sulla strada. Inciti Armin a muoversi mentre lui, in modo calmo e pacato scende le scale.
   «Eh dai muoviti!» lo inciti sperando di sortire qualche effetto.
Lui fa un cenno calmo con la testa e questo ti fa saltare ancora di più i nervi. Mentre siete in taxi non dite nulla, sa che non deve parlarti quando sei di pessimo umore. Arrivate davanti al posto di lavoro e ti fiondi fuori dall’auto salendo rapida le scale, quando sei alla tua scrivania ti accorgi che il capo non è ancora arrivato. Riprendi fiato a poco a poco, recuperando gli anni di vita che hai perso durante il tragitto. Armin ti affianca e, non appena hai ripreso fiato, gli rivolgi la parola:
   «Scusa…odio il ritardo.» rispondi boccheggiando, non ti sei ancora ripresa del tutto
Il tuo ragazzo ti sorride stampandoti un bacio sulla fronte.
   «Non preoccuparti, ormai ti conosco abbastanza bene da sapere come comportarmi.»
   «Ti ringrazio…»
   «Vado sotto a prendermi il caffè, vuoi qualcosa?»
   «Si, volentieri. Dopo tutto il tran tran di stamattina, ho proprio bisogno di qualcosa che mi dia una sveglia.»
Armin ti sorride dolcemente e tu lo osservi allontanare. I tuoi occhi cadono istantaneamente sul suo fondoschiena ed agiti la testa distrattamente. No Kate, non adesso. Devi lavorare. Ti siedi alla tua scrivania ed inizi a massaggiarti le tempie, hai bisogno di riprendere la tua stabilità, e subito.
 
Quando Camilla ti raggiunge sai già dove andrà a parare. Il suo sorriso ebete da dimmi-com’è-andata-la-notte-di-sesso-con-il-tuo-ragazzo-strafigo è ormai un cliché per te.
   «Non ho nulla da raccontarti.» le dici prima ancora che dia fiato ai suoi pensieri malsani.
   «Oooooh andiamo! Lo sappiamo tutti quanti che quando ti fermi da Armin lo fai solo per placare i bollenti spiriti! E penso anche che tu sappia che, come tua partner, ho il diritto di sapere ogni minima cosa riguardante te!»
   «E dove sta scritto che devo parlare con te di queste cose? Sei forse uno di quegli stupidi diari segreti che le adolescenti usano per annotare tutte le loro “avventure”?»
   «Vedila come ti pare, ma io voglio sapere.»
   «Ma tu non saprai mia cara, non saprai proprio nulla.» Le rispondi zittendola con un sorriso malizioso che sai che non farà altro che incuriosirla ancora di più. «Ho le labbra sigillate.»
Camilla ti guarda con aria da finta indignata e tu le sorridi, senti già che la tua giornata si sta rasserenando.
   «E va bene, per questa volta te la lascio passare, ma la prossima vedi di raccontarmi tutto!»
   «Si… certo, contaci! Sarai la prima a sapere! Anzi, ti dirò di più, la prossima volta nel momento in cui Armin si infilerà il preservativo avrò la prontezza di chiamarti per descriverti ogni sua minima mossa!»
   «Mi auguro vivamente che tu non lo faccia.»
Interviene il tuo ragazzo interrompendo il tuo momento di “gossip” giornaliero. Ti volti verso di lui che ti guarda con faccia imbarazzata. Ti metti a ridere e lui sembra rilassarsi per qualche secondo.
   «È di questo che parlate voi due invece di fare il vostro lavoro?» Aggiunge poi alzando un sopracciglio «Sparlate di me alle mie spalle?»
   «Oh tesoro non si tratta di sparlare o altro, è un semplice scambio di informazioni.»
   «Si certo, informazioni di cui il diretto interessato non è a conoscenza.»
   «Piantala di frignare, ti sto solo lodando mio caro.»
   «L-lodando?»
   «Certo Armin.» Aggiunge Camilla reggendomi il gioco. «Non sai quante cose mi racconta Kate, non pensavo fossi così audace…» conclude accarezzando con la lingua quella parola facendola sembrare fin troppo erotica.
Armin cambia totalmente colore diventando rosso fuoco. Ti porge il caffè e fugge, sai bene che lo hai messo fin troppo a disagio. Ti metti a ridacchiare, tentando di nascondere il tuo divertimento mentre le altre colleghe ti guardano invidiose.
 
La giornata scorre tranquillamente, sono le otto di sera quando esci dal tuo ufficio. Saluti il tuo ragazzo e ti dirigi a casa tua. Prendi un taxi ed in poco tempo sei sotto casa tua. Estrai le sigarette dalla borsa ed inizi a fumartene una prima di entrare in casa. Fai un tiro, poi un altro, e senti che questa notte dormirai come un sasso. Quando hai quasi finito di fumare pensi a quanto questa giornata sia trascorsa senza troppi intoppi e, nel momento esatto in cui ci pensi, tutto va a rotoli.
   «Ehy.»
Ti senti chiamare da una voce che non riconosci. Ti volti alla tua destra e per un istante resti sbigottita. Ti ritrovi davanti il biondino Hawaiano della pasticceria e ti chiedi che diavolo ci faccia da quelle parti. Ti guardi intorno, magari non sta parlando con te.
   «No, sto parlando con te.»
Aggiunge poi. Ti volti nuovamente nella sua direzione e te lo ritrovi davanti. Indietreggi di qualche passo e lui ti sorride.
   «Non voglio farti del male.»
   «Non vedo per quale ragione dovresti farlo.» Fingi prepotenza, ti hanno insegnato che la miglior difesa è l’attacco.
   «Non ho alcuna ragione infatti, volevo solo parlarti.»
   «Perché a me? Come mi hai trovata?»
   «È bastato seguirti.»
Un campanello d’allarme ti suona nella testa.
   «Perché mi hai seguita?» Il tuo tono è freddo. Hai ancora con te la pistola di servizio e questo ti rende sicura di te stessa.
   «Perché mi hai ispirato. Vedi, quel giorno in pasticceria, la tua faccia non mi è sembrata nuova.»
   «Mi avrai scambiata con qualcun'altra.»
   «È quello che ho pensato anche io, ma poi ti ho rivista ieri e ho capito che eri la stessa persona.»
   «Stai delirando, la prima ed unica volta che ti ho visto è stato un paio di giorni fa alla pasticceria e dubito fortemente che ieri tu sia passato in centrale, o avresti parlato direttamente con me. Quindi no, non è affatto possibile che tu ieri mi abbia vista.»
   «Dici sul serio?»
   «Sono serissima ed ora scusami, ma io ho un lavoro da svolgere. Levati dai piedi o ti arresto per stalking.»
   «Suvvia non essere così aggressiva, so benissimo che non basta questo per un arresto di quel genere.»
   «Ma posso arrestarti per qualcos’altro, ora vattene.»
Giri le spalle iniziando a salire i gradini di casa tua. Infili la chiave nella serratura sbloccando la porta quando lui aggiunge un’unica cosa:
   «Red Apple.»
Ti irrigidisci istantaneamente e ti volti nella sua direzione.
   «È li che ti ho vista ieri.» Aggiunge sorridendo. «Eri con Nathaniel.»
Ti morsichi il labbro. Merda! Scendi i gradini afferrandolo per il braccio e facendolo entrare in casa tua, richiudendo la porta alle tue spalle. Lo inchiodi al muro:
   «Cosa sai?»
   «Solo quello che ho visto e che ho sentito dire. Ogni volta che vieni nel mio locale te la fai solo ed esclusivamente con Nathaniel ed ammetto che, da quando ti ho vista, sono un po’ geloso della cosa.»
   «Non farmi ridere, di certo non sei venuto qui in cerca di sesso. Cosa vuoi da me?»
   «Oh andiamo, davvero credi che voglia altro? No Kate, voglio solo vederti “all’opera”, se mi capisci. Sai, Nathaniel non è un tipo “monogamo”, come potrebbe visto il suo lavoro, tuttavia di solito si scopa regolarmente la stessa tipa solo per un massimo di un paio di mesi ma, a quello che so, con te questa cosa va avanti da alcuni anni. Quindi sono curioso mia cara piedipiatti. Voglio capire cosa c’è di tanto speciale che fa si che lui non ti scarichi e basta.»
   «Si vede che lo pago bene.» Dici abbozzando un sorriso, nemmeno tu eri a conoscenza di questo lato del tuo toyboy.
   «Non prendermi per il culo, spogliati.»
   «Ma vaffaculo!» Rispondi scocciata. Non hai mai avuto un istinto omicida forte come in quel momento. «Ho una voglia matta di ficcarti una pallottola in mezzo agli occhi, dimmi cosa vuoi davvero prima che a parlare sia la mia pistola.» Ringhi furiosamente.
   «Innanzitutto calmati Kate, non stavo scherzando, voglio solo venire a letto con te.»
   «Ho un ragazzo.»
   «Lo so, eppure scopi regolarmente con Nathaniel, quindi dubito che il tradimento sia un problema per te.»
   «Ma tu si, sei un grosso problema.»
   «Beh ma io sono un problema risolvibile, vieni a letto con te ed io non spiffererò in giro il tuo segreto.»
   «Questo è un ricatto.»
   «Non me ne frega niente di quello che è, o ti spogli, o io ti rovino.»
Ti senti irritata. Molto irritata. Inizi a pensare ad un modo sensato per far sparire un cadavere senza lasciare tracce e, mentre lo fai, la tua espressione lascia trasparire più di quanto immagini. Lo stronzo si mette a ridere di gusto davanti a te e tu lo fulmini con lo sguardo, ma sai che non sarà sufficiente.
   «O preferisci che io metta al corrente il tuo ragazzo delle tue visitine al mio locale?»
Un brivido di panico ti percorre la schiena. Non posso permettere che succeda. Incroci le braccia con aria di sufficienza e lo sfidi, ancora.
   «Pensi di esserne all’altezza? Andiamo, non sei nemmeno quel gran che. Pensi che potrei mai paragonarti a Nathaniel? No.»
   «Non mentirmi. So riconoscere uno sguardo quando lo vedo. E so benissimo cosa dicevano i tuoi occhi quel giorno nella pasticceria.»
   «Allora cosa dicono i miei occhi adesso?» Fuori dai coglioni o ti sotterro in giardino.
Il biondino ti sorride, spavaldo, e si avvicina a te. Tu resti immobile. Indietreggiare e mostrarti debole non è la mossa migliore. È lui quello a fermarsi.
   «Tu non puoi farmi nulla. Il locale non ha videocamere, quindi non puoi dire che sono stata li. È la tua parola contro la mia. Cosa vorresti rovinare? Il mio rapporto con il mio ragazzo? Andiamo, ragiona biondino, o la tinta ti ha stravolto quel cervello di criceto che ti ritrovi? Secondo te Armin a chi crederà eh? A me, che sono la sua ragazza, o a te, che sei uno sconosciuto venuto da chissà dove? Non c’è nulla che tu possa fare, e lo sai bene. Pensavi che mi sarei fatta mettere i piedi in testa solo perché ti atteggi da duro? Non farmi ridere. Sei solo un pallone gonfiato che si veste di merda. Adesso esci di qui e non farti mai più vedere, o ti faccio arrestare per violazione di domicilio»
Lui scoppia a ridere ancora e tu ti trattieni, stai davvero per spaccargli la faccia.
   «Ora capisco perché piaci tanto a Nathaniel. Hai ragione, non ho nulla in mano, per ora. Ma tornerai da lui, so che lo farai - la sua voce sibila fastidiosamente nelle tue orecchie - non sei in grado di resistere lontano da lui, e non hai nessun altro modo per trovarlo. Ti ho in scacco bambolina, e prima o poi farai un passo falso.»
Così dicendo lo vedi uscire dal tuo appartamento. Fumi grigi ti stanno uscendo dalle orecchie. Che cazzo vuole questo da me?! Non sai darti una risposta. Vai in camera e ti cambi, infilandoti il pigiama e preparandoti un pacco di popcorn. Affondi sotto il letto, stanca ed incazzata nera. Il karma mi sta punendo per tutto quanto. Sbotti e ti strafoghi di cibo, almeno lui sa darti conforto.
 
Il giorno dopo la sveglia suona alle sei tu hai già gli occhi aperti da un po’. Hai passato una nottata da incubo, e questa volta è stata l’ansia a tenerti con lo sguardo fisso nel vuoto. Ti alzi decidendo di dedicarti alla tua corsa mattutina. Sei alla ricerca di un po’ di serenità. La giornata è buia, quasi lugubre. Il cielo è cupo e una nebbia fitta avvolge la città. Mentre corri in mezzo a quei colori scuri ti rendi conto di essere davvero una stronza sotto ogni punto di vista. Per la prima volta, realizzi di esserti comportata come una ragazza da quattro soldi, una che non vale niente e che se ne frega di quello che ha. Hai una relazione da due anni con un ragazzo da sogno, e nemmeno capisci quello che provi. Ti fermi un secondo per riprendere fiato, la mancanza di sonno si fa sentire più del previsto. Un uccellino attira la tua attenzione. Saltella sul marciapiede di cemento a qualche metro da te. Sembra alla ricerca di qualche briciola di pane, ma nelle vicinanze non trova nulla. Deluso si allontana e tu lo guardi infastidita. Ti senti quasi come lui, alla ricerca di un qualcosa che non c’è. Che cosa stai cercando, allora? Scuoti la testa, l’incazzatura non passerà mai in questo modo. Stai per riprendere a correre quando ti accorgi di essere a pochi metri dalla pasticceria dove hai incontrato lo stronzo. Due vene pulsanti compaiono sulla tua fronte mentre digrigni i denti furiosa. Decidi che è il momento di fare i conti con te stessa, e di smetterla di essere così. Ti rendi conto che stai giocando troppo con il fuoco e che, questa volta, ti sei quasi scottata. È l’ora di darci un taglio. Ti ripeti, sai che non è la prima volta che lo fai. Solo che non sei più in grado di capire quando ti stai raccontando l’ennesima bugia. Guardi l’ora, è tardi, riprendi a correre per tornare a casa. Basta Red Apple.
 
Arrivi al lavoro che sei in anticipo di qualche minuto. Non fai in tempo ad arrivare alla tua scrivania che vedi Jenny parlare amorevolmente con il tuo ragazzo. Troppo amorevolmente. La cosa ti fa infuriare, come se non lo fossi già sufficientemente. Stai per andare lì a fare una scenata, poi ti rendi conto che forse non sei nella posizione più adatta per farlo. Cazzo te ne frega, lui è il tuo ragazzo, che tu lo tradisca o meno non ha importanza! Nessuno lo sa! E poi ti sei ripromessa di non farlo più no? Quindi va lì e infilale quella faccia da angelo dove più merita! Stai per prendere quella falsa santa e buttarla fuori dal terzo piano, andando incontro ad un’inevitabile licenziamento e, probabilmente, alla galera per omicidio ma non ti importa. Quel che è tuo non si tocca. Ti avvicini a loro ma, prima di poter fare davvero qualcosa, Camilla ti afferra per un braccio.
   «C’è un problema.» Ti dice. Dalla voce, capisci che è turbata.
   «Può aspettare.»
   «No, non può.» La fulmini con lo sguardo ed il suo ti convince abbastanza da annullare ogni tuo piano omicida. «Che è successo?»
   «Vieni con me.»
Camilla ti porta nella zona relax dove, stranamente, non trovate nessuno. Lei ti guarda, sembra preoccupata, ma quello che ti agita davvero è che sembra preoccupata per te. Ti mostri impassibile come sempre, sei pronta ad una discussione.
   «Oggi in centrale… si è presentato un tizio. Non so chi sia, un biondino tutto pepe. Ha chiesto di te ma tu non eri ancora arrivata… la segretaria ha detto se voleva lasciarti un messaggio ma lui non ha lasciato detto nulla se non “dille solo che sono passato”. La segretaria me l’ha detto e io sono venuta a dirtelo appena ti ho visto… non so perché, ma la cosa mi ha allarmato. Hai idea di chi sia?»
Per la prima volta fatichi a mantenere salda la tua espressione impassibile. Nathaniel? No, non sarebbe mai e poi mai venuto a cercarmi. Lo stronzo?! È venuto fino a qui?! Ti agiti, ma non puoi darlo a vedere. Se Camilla notasse qualcosa di inusuale farebbe di certo qualche verifica, e tu non vuoi che accada. Decidi di fingerti sorpresa e poi pensierosa, devi inventarti qualcosa alla svelta. Decidi di accampare la scusa di un cugino venuto a trovarti da lontano e lei sembra berla. Non sa che in realtà sei una bugiarda patologica. Stai per tornare alla tua scrivania quando Armin vi raggiunge. Dici a Camilla di lasciarvi soli, devi fare due chiacchiere con il tuo ragazzo.
Armin ti fissa e, dopo aver appurato l’assenza di troppi occhi indiscreti, si china su di te baciandoti sulle labbra.
   «Buongiorno.»
Ti dice poi e tu sorridi, anche se per te non ci sono dei giorni buoni da parecchio ormai.
   «Senti… vorrei parlarti.»
Osservi il tuo ragazzo reagire male per la prima volta. Il suo corpo si immobilizza, sembra paralizzato, come se gli avessi appena emanato una sentenza di morte. Lui ti fissa, spaventato, e tu non capisci il perché di tanta paura.
   «Che c’è?» continui poi, quasi sul punto di dimenticarti ciò che volevi dirgli.
   «Vuoi lasciarmi, non è vero?» ti ammutolisci, incredula di come sia giunto ad una tale conclusione.
   «No.»
   «Sicura?»
   «Si.» Il suo corpo si rilassa e tu, in un certo senso, fai altrettanto. «Ho passato tutta la notte a pensare al nostro discorso dell’altro giorno. Ho capito che ti senti molto teso, che il nostro rapporto ti rende così. So che sono una persona difficile da gestire… la questione del “ti amo”, di queste voci infondate del tradimento… ho pensato che se facessimo qualcosa insieme magari ti sentiresti più… tranquillo.»
Scandisci bene l’ultima parola, perché non sai se quello che stai per proporgli lo stai facendo per lui o per te stessa. Il tuo ragazzo ti guarda, noti una punta di gioia trapelare dai suoi occhi.
   «Che ne dici se… andassimo a convivere?»
Bomba sganciata. Armin ti fa un sorriso gigante, così gigante temi che la sua mascella si stacchi da un momento all’altro. Poi ti abbraccia forte, e tu contraccambi, non con tutta quella enfasi. Si allontana gridandoti quanto ti ama e quanto sia felice di questa tua scelta. Non appena esce dal tuo campo visivo ti strofini gli occhi stanca. Se iniziamo a convivere…per me sarà praticamente impossibile vedere Nathaniel… forse, in questo modo, riuscirò davvero a darci un taglio. Sbuffi, incazzata di aver dovuto fare una scelta del genere, amareggiata per il fatto di aver perso il tuo toyboy. Non appena torni alla scrivania Armin l’ha già disseminata con un sacco di riviste di appartamenti. Molti annunci sono cerchiati, altri evidenziati, e tu ti senti già soffocare dalla cosa. Un terzo tipo di routine sta per stravolgere la tua vita, e tu non sai bene come affrontare la cosa. Pensi che andrà bene, infondo, per il momento sei totalmente al sicuro, no?
 
Sei convinta che iniziando a giocare pulito niente di male potrà accadere. Sei convinta che, andando a convivere, hai attuato la scelta migliore. La cosa divertente in tutto questo è che, proprio quando pensi di aver fatto le scelte giuste, queste stesse scelte ti ricadranno addosso come spilli affilati dal cielo.



Commento dell'autrice: In realtà non ho nulla da dire, se non il fatto che mi ero completamente dimenticata di questa storia! O_o ho provato a riprenderla, solo che ammetto che è stato parecchio difficile! Ho scritto un paio di capitoli e il terzo ora è in fase di perfezionamento quindi ho deciso di pubblicare questo intanto! Ammetto che sto scrivendo questa storia con uno stile davvero strano... mi inquieta assai xD
Un saluto e alla prossima =D

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Capitolo 3
*** Sogno Lucido ***


Un libro intero.
GRATIS in versione ebook.

Vi piacciono le mie storie? Beh, ho scritto un'intero libro che tratta di una storia d'amore <3

Lo potete trovare qui: https://www.amazon.it/Sogno-Lucido-Romanzo-rosa-damore-ebook/dp/B08QC81SW4/ref=tmm_kin_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1608293839&sr=8-1

C'è anche la versione cartacea, se preferite ^_^

Come già detto, l'ebook è GRATIS fino al 21!!

Se vi va di leggerlo e lasciarmi una recensione lo apprezzerei moltissimo <3

Grazie a tutti!!!!
Sì, scrivo usando uno pseudonimo ("Luna Jadeheart" non è il mio vero nome! Ma potete trovare quel nome su IG, se volete seguirmi anche sui social ^_^)

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