Cuori Affamati

di ButterflySeven
(/viewuser.php?uid=53018)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Buongiorno Splendori!
Questa ff nasce per partecipare all'inizia del
Rumbelle!Festival (EFP) in occcasione del terzo anniversario di SKin Deep.
Avevo a disposizione 15 promts a cui attingere per delineare questa ff. Io ne ho scelti 14:

- Cioccolato - Rose - Musica - Champagne - Tocco - Passione - Ferita - Pioggia/Temporale - Confessioni - Bar/Cafè/Locale - Primo Appuntamento - Cucinare - Film - Rabbia 
La storia è divisa in due parti. La seconda credo arrierà il giorno di San Valentino <3
Buona lettura!



 
Cuori Affamati
 


Era una fredda sera invernale, di quelle dove vorresti trovarti comodamente sdraiata nel tuo soffice letto, scaldata dal piumone imbottito, a guardare un film in televisione e lasciare che i pensieri ti abbandonino per far posto a qualche risata strappata dal film.
Invece si trovava al Granny, vestita di tutto punto, intenta a festeggiare insieme agli altri abitanti di Storybrooke la sconfitta del malvagio trio delle Villain.
- Propongo un brindisi a ognuno di noi- incitò David issando il calice - perché insieme siamo riusciti ancora una volta ad avere la meglio sui cattivi! -
- Alla salute!- fecero coro tutti gli altri.
Belle alzò meccanicamente il proprio bicchiere e bevve lo champagne in un unico sorso.
Ruby continuava a riempire i bicchieri di tutti e le fu grata quando si avvicinò per riempire il suo per l’ennesima volta.
Erano mesi che non beveva così tanto, anzi, non aveva mai bevuto più di un misero bicchiere in quelle occasioni di raduno collettivo, eppure stavolta aveva bisogno di dimenticare…
Desiderava semplicemente che le bollicine dello champagne potessero avvolgere la sua mente e farla soffrire un po’ meno.
Quanti mesi erano passati da quando aveva cacciato Rumple da Storybrooke? Forse più di tre, metà del quale l’aveva trascorso imponendosi di rifarsi una vita, di ricominciare da zero senza di lui.
Belle desiderava ritrovare se stessa e aveva iniziato dalle piccole cose, come il dedicarsi anima e corpo alla biblioteca e organizzando iniziative per i bambini della scuola per stimolarli a leggere.
Poi, però, una maledetta sera era accaduto l’impensabile.
Era andata al Granny per mangiare qualcosa e lì aveva incontrato Will, lo stesso ragazzo che aveva fatto arrestare dopo che aveva forzato l’ingresso della biblioteca e che si era addormentato (completamente ubriaco) abbracciato al libro di Alice in Wonderland.
Avevano iniziato a parlare del più e del meno, poi la conversazione andò ad approfondirsi ed entrambi rimasero sorpresi nel rivelarsi un passato amoroso davvero molto simile.
Parlarono a lungo, ma il ragazzo non smise di bere, così Belle tentò di aiutarlo a tornare a casa, nonostante fosse molto più alto di lei e faticasse a trascinarlo.
Il fatto che lui sussurrasse il nome di Anastasia mentre si dimenava barcollando non era certo un aiuto, così come non lo era scambiare LEI per Anastasia.
Ad un tratto il ragazzo si sporse e volle baciarla, ma Belle tentò di respingerlo dolcemente.
Quello che non si aspettava, era il veder uscire Rumple dal suo negozio e allontanare il ragazzo con la forza.
Non capì esattamente cosa accadde dopo. Seppe solo che il suo cuore venne trapassato come da mille lame e dovette far ricorso a tutta la sua forza interiore per non lasciarsi cadere al suolo.
Si guardarono per un instante, che sembrò durare un’eternità.
Rumple alzò una mano timidamente e quasi impaurito, ma la rabbia che credeva di aver domato in quelle lunghe settimane, tornò a prevalere su tutto il resto. Così si voltò e per la prima volta in vita sua, semplicemente scappò via.
Non voleva rivederlo, ma l’arrivo in città delle tre villain li aveva portati ad avvicinarsi più di una volta.
Belle provava un forte senso di rabbia ogni volta che i loro sguardi si incrociavano e a nulla servirono i tentativi di lui per riavvicinarla.
Passarono con il tempo semplicemente all’ignorarsi e Belle ne fu lieta, perché rivederlo la metteva sempre davanti a profondi conflitti interiori: da un lato c’era il risentimento, la rabbia, la delusione, ma dall’altro, c’era quell’amore che la alimentava da tempo immemore.
Eppure, quella sera seduta al banco del Granny, con la compagnia dell’intera città, non poteva fare a meno di pensare che le villain erano state sconfitte per merito di Rumple, che per una volta decise di non ucciderle, ma esiliarle in un mondo sconosciuto tramite una porta magica che scoprirono esistesse in una vecchia casa abbandonata in mezzo al bosco (forse l’ennesima del presunto stregone).
Si concesse un ultimo bicchiere di Champagne, poi salutò tutti e scappò via.
Il soffio del vento gelido le fece tremare le gambe e gli spruzzi d’acqua della pioggia, le bagnarono appena il viso e i vestiti.
Aprì l’ombrello e iniziò a camminare velocemente per arrivare presto a casa.
I tuoni illuminavano il cielo a giorno e Belle sperò solo di arrivare a casa sana e salva. Amava i temporali, ma anche stavolta solo quando era a casa, al caldo, sotto le sue amate coperte.
Aveva quasi raggiunto il vialetto dell’ingresso, quando notò qualcuno che la aspettava davanti al cancello.
Più si avvicinava, più sentiva il cuore accelerare i suoi battiti, perché conosceva fin troppo bene il profilo di quell’uomo di mezza età, sempre così elegante e perfetto, con i capelli striati di un bellissimo grigiastro, che lo rendeva ancora più intrigante.
Stavolta il suo viso non era contornato dal solito sorriso ambiguo, era serio e composto, con le mani in tasca e con la pioggia che gli inzuppava i vestiti, il viso, i capelli…
A guardare lui, poteva sembrare che non piovesse affatto, ma Belle non si lasciò influenzare dal fascino che emanava.
Si fermò davanti al cancello e cercò le chiavi nella borsa.
- Ciao, Belle…- cercò di iniziare lui. Ma Belle non rispose, così lui si sentì in dovere di continuare – ti ho aspettato per molto tempo… Pensavo tu fossi in biblioteca-
- Non ero in biblioteca- rispose asciutta, indispettita dal non riuscire a trovare le chiavi. Ma forse la colpa erano delle mani che tremavano come foglie (e la causa non era certo il freddo).
- A no? Eppure oggi pomeriggio era aperta, ho visto parecchi ragazzini entrare…-
Belle sbruffò. Continuava a spiarla di nascosto.
- Ero al Granny. Sai, stasera si festeggiava la vittoria sulle tre villain. Villain che, se non ricordo male, hai portato proprio tu!-
Trovò finalmente le chiavi e cercò quella giusta per aprire il cancello. Tenne con una mano l’ombrello e sperò di indovinare al primo tentativo.
- Belle, lo sai che Malefica era già qui, inoltre avevo bisogno di Ursula e Crudelia per tornare in città!-
- Ma io ti avevo esiliato! Quale parte del comando non ti è stata chiara?-
Al terzo tentativo riuscì ad aprire e affrettò il passo per arrivare a casa.
- Belle, tu sai che io tornerò sempre da te!- rispose inseguendola - Me lo hai detto tu stessa tante volte! Noi due non siamo fatti per perderci, ma per ritrovarci!-
A quel punto Belle non riuscì più a trattenere quella rabbia che aveva accumulato per mesi interi ed esplose come un vulcano.
Si voltò e per la prima volta dopo mesi, lo affrontò faccia a faccia.
- Rumple, ma non lo capisci?! E’ colpa tua stavolta! E’ vero, ti ho detto tante volte che ci saremmo ritrovati, che saresti tornato da me, ma le circostanze erano diverse! Ogni volta sono stati gli altri a dividerci, ma stavolta sono state le tue azioni a spingermi a lasciarti andare per sempre! Tu mi hai mentito, Rumple, mi hai mentito su tutto! Mi hai mentito già chiedendomi di sposarti su una promessa che non avresti mai potuto mantenere! Ti rendi conto di quello che hai fatto? Di quello che MI hai fatto? Quel maledetto guanto mi ha mostrato ciò che più ami e sai benissimo qual è stato l’esito della ricerca- le lacrime iniziarono a inondarle il viso e non seppe con quale forza riuscì a tenere ancora l’ombrello in mano – Tu non sai quello che ho passato, Rumple… Non sai come mi sono sentita e la rabbia che ho provato… Non voglio vederti mai più, voglio solo essere lasciata in pace…. Sono stanca di soffrire, quindi ti prego, lasciami andare… -
Belle si voltò, ma fu fermata da una mano dell’uomo, che la strattonò fino a farle cadere l’ombrello di mano.
Non seppe nemmeno lei come si trovò avvolta dalle sue braccia e quando il profumo di muschio le arrivò alle narici, per un attimo si dimenticò della rabbia e si lasciò avvolgere da quel dolce tepore che la inebriò e la scaldò nonostante la pioggia che picchiava sui loro corpi e il freddo che penetrava tra i vestiti.
- Belle, io ti amo… Ti amo davvero, te lo giuro… Ho sbagliato, lo so… E ti ho deluso, ma questa cosa del potere… Io non riesco a gestirla…-
Quelle parole ebbero lo stesso effetto di uno schiaffo in pieno volto. Belle lo allontanò da sé e corse verso casa, cercando disperatamente le chiavi della porta.
Rumple la seguì e lei non riuscì a chiudergli la porta in faccia, così lo lasciò entrare in quella che era la “loro” dimora.
Si strizzò i capelli inzuppati in un gesto disperato e si preparò al secondo round.
Rumple si era avvicinato e tentò di accarezzarle il viso, ma lei lo scostò, con ancora il mazzo di chiavi in mano.
- Devi andare via! Vattene, Rumple! Non ho voglia di vederti o di stare ad ascoltare le tue scuse! Io non pretendevo molto, volevo solo essere davvero tua moglie! Dovevi parlarmi dei tuo problemi, non tenerti tutto dentro! –
- Lo so, hai ragione….-
Cercò di avvicinarsi ancora, ma lei lo spinse via.
- NO! No che non lo sai! Tutta la città mi ha chiesto come avessi fatto a non accorgermi di nulla! E cosa dovevo rispondere, eh? Che ero troppo innamorata? Che l’amore mi aveva reso cieca? –
- No! Tu non sei stata cieca, è stata tutta colpa mia! Ti prego, Belle, devi ascoltarmi…-
Rumple la strinse a sé ancora una volta, ma Belle per l’ennesima volta tentò di respingerlo, usando tutta la forza che avesse in corpo.
Cercò di spingerlo lontano da sé, ma per sbaglio mise troppa forza nella mano destra e finì con il ferirgli il collo con una delle chiavi.
Quando Belle vide il sangue colare, si bloccò ricordandosi la stessa scena avvenuta al negozio, subito dopo il terribile confronto con lo specchio.
Quella volta lei si era sentita in colpa, credendo di aver usato il vero pugnale contro di lui, ma anche quella volta lui aveva finto, anche quella volta aveva preferito mentirle, piuttosto che affrontare la realtà.
- Sei un vile! Sei un codardo! Mi hai mentito! Mi hai mentito anche quella volta! Io mi ero fidata di te e ti avevo raccontato il mio segreto più terribile! E nemmeno quella volta sei stato capace di dirmi la verità!-
Iniziò a picchiargli ripetutamente il petto e l’effetto dello champagne non le permise di ragionare lucidamente su cosa stesse facendo.
Così iniziò a strattonarlo, a urlargli in faccia ogni suo rimorso. E ogni parola era una liberazione, era un macigno che andava a sottrarsi da quel cumulo che le teneva il petto chiuso in una morsa dolorosa.
Pianse e urlò e continuò a battere i pugni sul suo petto, completamente zuppo d’acqua.
Rumple non fece nulla, non le impedì di fermarsi, anzi, la lasciò sfogare finchè non ebbe più fiato, per poi lasciarsi abbandonare tra le sue braccia e piangere a dirotto.
- Ti odio…- gli disse tra i singhiozzi.
- Hai ragione…- le rispose lui accarezzandole i capelli impregnati d’acqua.
-… Però ti amo ancora…- confessò infine, sorprendendo persino se stessa.
- Lo so… E ti amo anch’io…-
Rumple le alzò il viso e i loro sguardi si incontrarono di nuovo, dopo quelli che parvero secoli.
I suoi occhi erano sempre molto espressivi e Belle potè leggervi tutto l’amore e tutto il dolore che vi era lì dentro.
All’improvviso si ricordò che entrambi erano inzuppati d’acqua e tentò di tornare in sé, indietreggiando di poco.
- Rumple, devi andare via. Tra noi è finita-
Lui fu colto da un attacco di tremito, che riuscì a scorgere nonostante la penombra.
Aveva lasciato il camino acceso per riscaldare casa e le fiamme creavano uno strano gioco di luci ed ombre sul suo corpo.
- Ma… Hai appena detto di amarmi…-
- Ti amo, è vero, ma ciò non toglie che non posso perdonarti-
Rumple tornò ad afferrarla per le spalle e lei stavolta mollò le chiavi, che caddero a terra con un tonfo e lo respinse con tutta la sua forza.
- Io ti amo, Belle! Devi credermi!-
- L’amore non basta! In un rapporto servono altre cose!- ribadì lei.
- Ti prego, Belle, ti prego… Posso ancora cambiare, posso cambiare davvero!-
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Belle lo afferrò per il colletto e portò il viso ad un soffio dal suo.
- SONO STANCA DELLE TUE PROMESSE! LO VUOI CAPIRE? NON PROMETTERE COSE CHE SAI GIA’ NON POTRAI MANTENERE! PARTI DA PICCOLE COSE, MA TIENI FEDE ALLE TUE PROMESSE!-
- Io ti amo, Belle… Ho solo bisogno di te…-
- Devi smetterla di appigliarti agli altri, devi imparare a credere tu stesso in ciò che dici! Devi volerlo tu per primo, non puoi aver bisogno sempre degli altri!-
Rumple singhiozzò appena e Belle si innervosì ancora di più.
- DEVI IMPARARE AD ASSUMERTI LE TUE RESPONSABILITA’, SONO STANCA!-
Ma inavvertitamente strattonò con troppa enfasi la camicia e fece saltare i primi due bottoni.
Entrambi si fermarono e si guardarono negli occhi.
Belle passò lo sguardo dai suoi occhi velati di lacrime, al petto che si intravedeva da quel lembo di camicia aperta.
Fu solo in quel momento che notò come il riverbero della luce facesse intravedere ciò che ci fosse sotto la camicia, grazie soprattutto all’acqua che l’aveva resa trasparente.
Si guardò lei stessa e notò con terrore che la camicia bianca era diventata quasi trasparente per via dell’acqua e il reggiseno nero venne messo in evidenza come se fosse davvero quasi nuda.
Alzò lo sguardo lentamente e notò che Rumple aveva seguito il suo sguardo e la stava fissando con particolare insistenza.
Si strinse il cappotto per coprirsi un po’, anche se ormai era davvero troppo tardi.
Rumple alzò lo sguardo e ciò che vi lesse, era lo stesso sentimento che aveva invaso lei.
Non servirono parole, o spiegazioni. Belle non si rese conto nemmeno di quello che fece, seppe solo che l’istante prima erano entrambi fermi a fissarsi e quello dopo si erano afferrati al volo e stretti in una morsa dolorosa.
Rumple la prese in braccio e la portò al muro più vicino. Le allacciò le gambe alla vita e tornò a fissarla negli occhi.
Bastò un attimo, un misero scambio di sguardi e Belle lo afferrò per i capelli e lo spinse a forza contro le sue labbra.
Non ci fu tempo per assaporare il momento, si cercarono subito con brama e desiderio.
Le lingue si intrecciarono in una danza complicata, si cercavano affamate, come se fossero a digiuno da mesi e mesi.
Rumple le aprì il cappotto e le accarezzò i seni da sopra la stoffa bagnata, poi scese freneticamente a sfiorare le gambe e palparle il fondoschiena.
Belle non si lasciò intimidire e con uno scatto afferrò i lembi della camicia e tirò con decisione, facendo saltare tutti i bottoni in un colpo solo.
Sospirò di piacere quando l’uomo spostò la bocca sul collo, torturandola baciando e mordicchiando ogni porzione di pelle.
Alzò il capo e gli fece più spazio, ma allo stesso tempo si fece forza sulle sue spalle e cercò di fargli scivolare la giacca.
Ma lui la teneva stretta e la giacca rimase lì dov’era, solo un po’ più scesa.
A quel punto Belle si spazientì. Gli strinse i capelli, costringendolo a lasciare la presa dal collo e gli mordicchiò il lobo dell’orecchio per poi soffiarvi suadente.
Lo sentì tremare di piacere e lei ne approfittò per staccarsi da lui e togliergli la giacca.
Gli sfiorò il petto con piccoli movimenti rotatori, poi passò al collo e stavolta fu lei a torturarli ogni lembo di pelle scoperto.
Rumple le carezzò la vita e si insinuò sotto la maglia bagnata per accarezzarle la schiena e liberarla dal fastidioso reggiseno. Tornò a sfiorarle il ventre piatto e salire ancora più su, per poterle accarezzare i seni, stavolta quasi del tutto liberi.
Il piacere le offuscò tutti i sensi, così, presa dalla frenesia del momento, si liberò lei stessa della gonna e iniziò ad indietreggiare per salire le scale.
Fu davvero un’impresa riuscire ad arrivare in camera da letto e Belle ebbe un brivido, perché erano mesi che non entrava in quella stanza.
Aveva preferito dormire nella camera degli ospiti, ma non lasciarsi avvolgere dai ricordi di loro insieme.
Rumple sembrò leggerle nel pensiero, perché si fermò un attimo e le accarezzò il viso.
- Ti amo, Belle….- le disse rassicurante.
Lei si sporse in punta di piedi e si trovò a un soffio di distanza dalle sue labbra.
- Ti amo anch’io…-
E non le importava cosa avrebbe pensato l’indomani, lo champagne la invitava a godersi a pieno quel momento, perché dopo mesi di freddo e solitudine, era tornata a sentirsi viva!
Lo fece sdraiare sul letto e gli salì sopra a cavalcioni.
Si liberarono entrambi degli indumenti e quando unirono i corpi, Belle tremò per quanto intense erano quelle sensazioni.
Si scambiarono di posizioni per parecchie volte, ma Belle seppe con certezza che non esisteva gioia più grande del fare l’amore con la persona che si ama.
La rabbia venne sopita e fece spazio solo all’Amore che entrambi provavano l’uno per l’altra.
Raggiungere il culmine, fu più emozionante che mai…
Belle urlò un’ultima volta, poi si lasciò accogliere dalle braccia di Rumple, del tutto esausta.
- Uhau, non mi ricordavo fosse così intenso…- confessò coprendo entrambi con le coperte.
- Immagino sia questo il motivo per cui le coppie a distanza provano tanto piacere nel fare l’amore con il proprio partner…-
Belle non commentò oltre, appoggiò il capo sul petto di Rumple e respirò a fondo.
Finalmente la testa era libera da qualsiasi pensiero e adesso sentiva davvero le bollicine annullare l’effetto di qualsiasi tipo di risentimento, o rabbia.
Il respiro di Rumple si fece subito leggero, segno che era già entrato nel mondo dei sogni.
Lei preferì godersi quel tiepido calore sotto le coperte, con la persona amata al suo fianco e con nel sottofondo il rumore della pioggia che si infrangeva sul tetto e sui vetri di casa.
 
 
Belle sentì il corpo venire percorso da un tocco leggero. Non capì cosa fosse, ma si sentì sfiorare con molta dolcezza e rimase a lungo in dormiveglia, non del tutto sicura se quel tocco fosse il frutto della sua immaginazione, o qualcosa di reale.
Il ricordo di quel sogno appena fatto era ancora vivido, le sembrava davvero di aver fatto l’amore con Rumple, ma quello non poteva che essere un sogno, perché le distanze tra di loro non erano mai state così ampie.
Si rigirò nel letto, ma percepì quel tocco farsi sempre più insistente e passare dallo sfiorarle le labbra, alle guance, per scendere sul collo, sulle spalle e morire ancora più giù, sotto le calde coperte.
Mugolò nel sonno, poi quel tocco scese a sfiorarle zone più intime e a quel punto si sentì come pungere da un ago e spalancò le palpebre.
Il sole era già alto nel cielo, ma non fu quello a farla urlare e alzare dal letto con uno scatto.
Era un incubo, o forse un sogno…. Non sapeva dirlo con certezza.
Il cuore aumentò la sua corsa e sentì la testa pulsare dolorosamente.
All’improvviso si ricordò che quello che credeva fosse un sogno, era invece la realtà nuda e cruda.
- Belle, va tutto bene…-
Vide Rumple alzarsi dal letto e stringerla forte, ma lei si sentì un po’ a disagio tra quelle braccia, nonostante la notte prima avessero svolto attività molto più imbarazzanti che abbracciarsi completamente nudi.
- Rumple, scusami ma… Faccio un po’ fatica a far finta che non sia successo niente… Insomma, quello che è successo stanotte è stato voluto da entrambi, ma… Non posso cancellare quello che hai fatto, Rumple…-
L’uomo si separò da lei, ma la tenne stretta per mano e la fece sedere sul letto, coprendo entrambi con il piumino.
Rumple rispettò la sua scelta di rimanergli distante e non la abbracciò, ma in compenso iniziò a parlare, dopo quelle che parvero ore di silenzio assoluto.
- Belle, hai ragione… Dico davvero, hai tutti i motivi di questo mondo per odiarmi e credere che io sia un codardo. Non negherò di esserlo, perché nonostante abbia cercato di cambiare davvero, dopo la morte di Bae ho capito che non importa quante volte cerchi di comportarmi da brava persona, io non lo sono… Io ho un passato oscuro e sono tutt’ora il dark one, ma hai ragione quando dici che c’è ancora spazio per l’amore, perché vedi… Tu sei diventata la mia luce, tu sei ciò che più amo a questo mondo, Belle…-
- Eppure il guanto mi ha mostrato qual è la tua vera debolezza, qual è la cosa che ami di più al mondo e mi ha portato dal vero pugnale!-
Belle si alzò in piedi, incapace di rimanere ferma ad ascoltarlo, ma Rumple non si arrese e continuò a parlare.
- E’ vero, il guanto ti ha portato dalla mia vera debolezza, ma sai, Belle? Quando ti ho raccontato del guanto, tanti anni fa, io credevo davvero che l’amore fosse solo una debolezza! L’ho ripetuto tante volte a Regina: l’amore ti rende debole! -
- Mi stai confermando che ho ragione!- gli urlò in preda a una crisi isterica.
Rumple si alzò e la tenne ferma per poterla guardare negli occhi.
- Io credevo che fosse così! Allora credevo che l’amore fosse solo debolezza, ma mi sbagliavo! L’amore non mi ha reso debole, l’amore mi ha reso forte!-
Belle smise di divincolarsi e lo fissò stupita.
- Cosa intendi dire?-
- Ricordi cosa ti dissi prima di morire? Quali sono state le mie ultime parole?-
Belle le ricordava perfettamente a distanza di tempo.
- Mi hai detto “Ti amo Belle, tu mi hai reso più forte…”-
- Esatto! Tu sei la mia forza! Non sei mai stata una debolezza, sei sempre stata il motivo per combattere e sacrificarmi! Non mi sono sacrificato per amore negli altri, l’ho fatto solo per salvare te e Bae, le persone più importanti della mia vita, le persone che amo e amerò per sempre!-
- Eppure, quella volta, mi avevi detto che il guanto ci portava alla cosa che amiamo di più… -
- Porta solo alla debolezza, io avevo dato una mia interpretazione… Ma la mia debolezza è e rimarrà sempre il pugnale… Il pugnale mi rende schiavo del potere, mi rende oscuro, mi cede poteri che altrimenti non avrei… E soprattutto mi dimostra che chiunque può controllarmi come un burattino e questo fa del pugnale la mia vera, grande debolezza….-
Belle inghiottì, non era ancora finita.
- Perché hai preso il cappello? -
Rumple cedette appena e si concesse qualche lacrima.
- Perché sono debole. Perché sono un codardo. Perché volevo tutto. Perché volevo il potere, volevo liberarmi del pugnale, ma allo stesso tempo non rinunciare a te ed Henry…-
Rumple si sedette sul letto e coprì il volto con entrambe le mani per tentare di non farsi vedere mentre piangeva.
Ma Belle conosceva bene la fragilità del suo carattere.
- Continua…- lo incitò.
- Questa cosa non l’ho mai detta a nessuno…-
- Beh, parlarne con qualcuno non può farti male… Abbiamo tutti i nostri segreti, ma marito e moglie dovrebbero cercare di aiutarsi a vicenda… -
Rumple si asciugò le lacrime e riprese a parlare.
- Quando Bae è morto e dopo che Zelena mi ha tenuto prigioniero, ho capito che non potevo rischiare di perdere l’unica cosa che mi era rimasta: te…. E’ vero, ti ho dato una copia del pugnale quando ti ho chiesto di sposarti, ma l’ho fatto perché volevo che tu fossi fiero di me… Volevo essere la persona che ti saresti aspettata di avere al tuo fianco… Volevo essere un uomo perfetto, un marito perfetto!... Ma dopo il matrimonio mi sono reso conto che stavo sbagliando tutto e credimi, Belle, avevo deciso di ripartire da zero, darti il pugnale vero e basare il nostro matrimonio sulla sincerità. Ma in quella villa, durante il nostro viaggio di nozze, ho trovato quel maledetto cappello e lì si è materializzata la mia soluzione: tentare di liberarmi del pugnale, smettere di essere schiavo del potere e provare a gestirlo da solo, in assoluta autonomia. Ma non volevo che tu potessi rimanere delusa dal mio comportamento, egoisticamente ho pensato che non rivelarti nulla ti avrebbe salvaguardato. Ma non è stato così. Io… Io volevo solo portarti fuori da Storybrooke, lasciarmi alle spalle questa città e il dolore. Volevo ripartire da zero, portarti in giro per il mondo insieme ad Henry, l’unica cosa che mi sia rimasta di mio figlio… Ma non volevo rinunciare al potere, perché senza la magia, sarei tornato ad essere il codardo del villaggio, l’uomo che Milah ha abbandonato perché era troppo debole… Io non volevo essere abbandonato anche da te e non potevo rinunciare al potere… -
- Lo sai benissimo che anche senza il potere, i miei sentimenti per te sarebbero rimasti immutati…-
- Belle, tu hai ragione… Ma io rimango ancora quel codardo che non riesce ad affrontare le sue paure… E una vita senza magia, è la mia più grande paura!-
Belle gli afferrò le mani e le baciò.
- Tutti abbiamo le nostre paure, Rumple… Ma l’errore sta nel non ammetterle! Tu sei umano! E’ normale avere timore dell’ignoto… Per te è più facile tentare di avere tutto, piuttosto che rinunciare a qualcosa, ma la vita è fatta di scelte e di sacrifici…- gli sorrise appena e poi continuò – la tua più grande paura è l’essere abbandonato ed essere costretto a vivere senza magia. Ma le bugie hanno fatto delle tue paure la realtà! E questo non sarebbe successo se mi avessi parlato prima delle tue insicurezze…-
- Io volevo solo renderti fiero di me…-
- Ma lo sarei stata se mi avessi raccontato la verità! Ma perché non lo capisci? Io amo tutto di te! Anche la parte più oscura! Quello che desidero davvero, è cercare di affrontare insieme queste situazioni e non vedermi imporre le tue scelte. La vita di coppia è data da due persone! Se vuoi stare con me, devi iniziare a comprendere questo…. Io non voglio che cambi per me, desidero solo vivere insieme ogni momento della nostra vita, specialmente quelli più dolorosi… Dobbiamo aiutarci, non distruggerci a vicenda. Ne abbiamo passate tante, insieme, ma dobbiamo fare in modo di non annullarci a vicenda. In questi mesi ho capito che io non posso dipendere solo da te, ho bisogno di pensare un po’ anche a me, perché dopo il nostro matrimonio, non ho fatto che vivere con il terrore che potessi avermi mentito e quando la mia paura si è concretizzata, ho capito che avevo speso tutte le mie energie a cercare di capirti, senza pensare un solo istante a me stessa. Questo non deve accadere mai più. Non voglio perdere me stessa, vorrei solo poter stare con la persona che amo, senza avere il terrore che tra di noi potrebbero continuare a esserci ancora bugie…-
Rumple annuì silenziosamente, ma Belle desiderava che capisse davvero quanto fosse importante quel discorso.
- Potrai mai perdonarmi per quello che ti ho fatto e ricominciare da capo?-
Belle lo guardò negli occhi. Il suo amore per lui non si era mai spento, ma non voleva che le sue fatiche per rifarsi una vita senza di lui, fossero annullate dopo le confessioni di quella mattina.
- Io ti amo, Rumple, lo sai bene… Ma ho bisogno di tempo per ricominciare a fidarmi di te… Le mie ferite sono ancora troppo fresche per poter essere rimarginate. Mi dispiace tanto, vorrei poter far finta di nulla, ma non ci riesco… Capisco le tue motivazioni, dentro di me le ho sempre sapute, ma mi sono sentita tradita, perché non hai avuto fiducia in me… Hai comunque preferito prendere le tue decisioni da solo e questo mi ha ferito profondamente… Diamoci del tempo, non sto dicendo che non torneremo insieme, ho solo bisogno di ricominciare a piccoli passi…-
Rumple le accarezzò il viso con dolcezza e a Belle era mancato molto il suo sorriso rassicurante e il suo tocco leggero.
- Abbiamo tutto il tempo di questo mondo. Ti aspetterò fin quando non sarai pronta, Belle. Perché ti amo e farei qualunque cosa per te…-
Belle si avvicinò piano e gli sfiorò le labbra.
- Grazie… Ma adesso è meglio se vai…-
Rumple le sorrise un’ultima volta, poi si alzò e cominciò a rivestirsi.
Belle lo osservò con attenzione. Era davvero bellissimo, ma il suo cuore era ancora nel pieno della tempesta, così lo lasciò andar via.
 
 
Per i giorni successivi, Belle cercò di non pensare a quanto era accaduto quella notte, eppure ogni volta che sentiva la porta della libreria aprirsi, in cuor suo sperava fosse lui.
La mattina era difficile alzarsi dal letto, perché aveva lasciato le lenzuola di quella notte e il profumo di Rumple le inebriava la mente fino a sentirsi male. Ma lei amava quell’odore, quindi era un po’ una dolce tortura.
Giorno dopo giorno, diventava sempre più distratta, tanto che parecchie volte sbagliò a registrare i dati delle consultazioni e dei libri presi in prestito.
La città era tornata alla pace assoluta e agli abitanti di Storybrooke non sembrò quasi vero il potersi godere quei primi giorni di febbraio in assoluta pace.
Eppure Belle non riusciva a gioire di quella nuova serenità, forse perché dentro di lei c’era un vuoto e quel vuoto era Rumple.
Era stata lei, una settimana prima, a supplicarlo di lasciarla andare, di volere i suoi spazi, ma la verità era che desiderava solo poter condividere quella pace con lui…
Aveva perso se stessa, ma adesso sentiva che le cose tra loro avrebbero potuto funzionare. Si erano chiariti ed era vero che Rumple aveva sbagliato con lei, ma era anche vero che lei aveva agito d’istinto quando lo aveva cacciato da Storybrooke e non gli aveva permesso di portarsi nulla con sé. Sicuramente anche lui avrà patito una forte solitudine, in quei mesi a New York, ma soprattutto aveva toccato il fondo perché non aveva più niente con sé. Rumple aveva perso tutto, ma nonostante questo aveva cercato con tutte le forze di tornare da lei.
Le tornò in mente quel discorso che le aveva fatto sul guanto e in effetti dovette dargli ragione. Anni addietro, le aveva spiegato che il guanto portava alla più grande debolezza, mentre la questione del vero amore era stata una sua aggiunta personale.
Forse era solo un’illusa, forse lo amava davvero troppo e non riusciva a scorgere la malvagità che c’era in lui. Ma lei lo amava a prescindere dall’oscurità.
Lei si era innamorata di quella bestia e dell’uomo che vi è dietro… E il soffrire per amore, era ormai il suo destino.
Perché l’amore è un sentimento talmente profondo, che è capace di farti toccare i massimi punti della vita: la felicità più assoluta e il dolore più assoluto. Non c’erano mezze misure, o non sarebbe stato un vero amore…
Sentì la porta della libreria aprirsi e lei si affrettò a riporre il libro nella mensola.
- Arrivo subito!- urlò da dietro lo scaffale.
Non udì risposta, ma quando tornò al bancone, il cuore ebbe un sussulto.
- Ciao…- le disse lui sorridendole appena.
- Ciao…-
Belle si diede una sistemata alla gonna e ai capelli, più per un gesto meccanico che per il misero tentativo di apparire più presentabile.
- Spero di non disturbarti…-
- Oh, no, non disturbi affatto… Stavo solo… Io… Stavo leggendo un libro - rispose imbarazzata – sai, la settimana scorsa sono arrivati dei nuovi libri e… Alcune volte preferisco leggerli per poter dare un consiglio alla gente su cosa prendere…-
- Oh, certo, fai bene…- gli rispose lui continuando a sorriderle. E lei si sciolse. Quanto le era mancato il suo sorriso. E i suoi occhi…
Sì, in quel momento si sentiva davvero una ragazzina innamorata. Eppure erano marito e moglie!
- Avevi bisogno di qualcosa?- gli chiese imbarazzata.
- No, io… Stavo andando ad aprire il negozio, ma tuo padre passava per la città con il suo furgoncino e… Ed ho pensato di portarti questa…-
Le porse una bellissima rosa rossa e lei si illuminò per quel gesto così semplice, ma pieno di tanti ricordi.
- Oh… Grazie!- rispose allegra, afferrando la rosa con mano tremante.
Era come vivere un deja vu.
Annusare quella rosa la riportò indietro di tanto tempo, di quando entrambi si conoscevano appena, di quei loro primi contatti, dell’amore che stava sbocciando giorno dopo giorno.
Forse avevano davvero bisogno di ricominciare da capo.
Forse, quella rosa, poteva essere il primo passo per ricostruire quel rapporto andato in frantumi.
- Ti piace?- le chiese dolcemente.
- Sì, moltissimo! E’ davvero molto bella…-
- Le rose mi fanno pensare a te…- Rumple si avvicinò piano e le sfiorò il viso con i polpastrelli – le rose sono belle quanto te e quando sfiori una rosa, ti sembra di affogare in un mare di morbidezza. Quando sfioro la tua pelle, è come se sfiorassi una rosa… Ma una rosa va trattata con cura ed io non ho avuto cura di te e dei tuoi sentimenti… Non potrò mai perdonarmi per averti fatto del male…-
- Rumple, io…-
Ma lui non la fece finire, indietreggiò e ruppe il contatto.
- E’ meglio che vada, il negozio mi attende…-
L’uomo si voltò e si diresse verso l’uscita.
Belle non voleva lasciarlo andar via, Belle voleva davvero ricominciare e quella rosa le aveva aperto uno spiraglio di luce che prima non era riuscita a vedere.
- Sai, questo fine settimana mi piacerebbe andare al cinema…- iniziò a dire – In programmazione c’è una rivisitazione della Bella e la Bestia e sono molto curiosa di vedere come verrà affrontata la loro storia…- Rumple si voltò e lei fu felice di avere di nuovo la sua attenzione – Mi piacerebbe andarci con qualcuno, perché non amo vedere i film in solitudine, ma tutti sembrano aver già preso degli impegni, è un vero peccato…-
- Beh, se vuoi potrei accompagnarti… Sono curioso anch’io di vedere cosa si sono inventati in questo ennesimo riadattamento…-
Belle sorrise radiosa. Aveva accettato. Aveva accettato il suo invito.
- Davvero ci verresti? Mi farebbe molto piacere…-
- Ti passo a prendere sabato pomeriggio alle 17-
- Ok, allora a sabato…-
- A sabato….-
Si salutarono con un sorriso emozionato e un breve cenno della mano.
Quando Rumple uscì, Belle dovette sedersi per riuscire a calmare i battiti del cuore.
Si sfiorò il viso e lo sentì bollente sotto al tocco.
Non poteva credere che avrebbero condiviso quell’esperienza insieme…
Rise di cuore, si alzò di scatto e iniziò a sfiorare i libri negli scaffali.
Dopo tanti mesi, era di nuovo felice.
 
 
 

Continua…. 


Come potete intuire, questa ff è un pò uno sfogo in post 4x11. E' quello che mi piacerebbe vedere, o che penso potrebbero fare in base alla loro personalità.
Il Sex Angst non poteva certo mancare! (le amiche whatsappare/ gruppo facebook lo sanno bene, ve lo dedico ♥)
Il prossimo capitolo sarà di un romanticismo da procupare il diabete XD ma ci stava dopo questa prima parte un pò più seria... E poi.... Mica ve lo posso dire.... Ci saranno delle "piacevolissime" sorprese.

Lasciatemi un misero commento anche di un rigo, mi renderebbe una Rumbeller felice ♥


Peace and Love ♥

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


NOTA: in questo capitolo ho inserito anche il prompt "Musica". In un pezzo, ho riportato il testo di una canzone, ma vorrei consigliarvi vivamente di aprire questo link https://www.youtube.com/watch?v=MYSVMgRr6pw e tenerlo aperto in un'altra scheda. Ad un certo punto del capitolo, troverete questo simbolo (*) che è il mio segnale per invitarvi ad ascoltare la canzone mentre leggete. Se la canzone terminasse prima di aver concluso di leggere il pezzo che contiene le citazioni del testo, vi invito a ricliccare nuovamente play, perchè quel pezzo l'ho scritto ascoltando questa canzone e correggendo il capitrolo, devo dire che perde molto il suo "fascino" se letto senza la musica in sottofondo. E' un mio consiglio personale, fidatevi, rimarrete più soddisfatti se seguirete il mio consiglio.


Capitolo  2
 
 
- Allora stasera vai al cinema con lui?- le chiese Ruby mentre le porgeva il suo caffè.
- Sì. Direi proprio che ci siamo… Sono abbastanza nervosa…- confessò all’amica, che era l’unica a cui aveva rivelato quella sorta di “primo appuntamento” post rottura.
- Andrà benissimo, ne sono certa. Se lui ti vuole riavere, vedrai che starà molto attento a trattarti come meriti. Tu sei speciale, Belle… E lui non ti vuole perdere. Ha scomodato tre villain solo per tornare in città, direi che qualunque donna, al tuo posto, sarebbe già corsa tra le sue braccia…-
Belle si morse il labbro e fece finta di nulla, continuando a bere il suo caffè. Non poteva certo rivelarle che “tra le sue braccia” (e non solo) ci era già finita.
- Lo so… E’ solo che è difficile mettere da parte il rancore e la rabbia per il passato. Sono stata male per tanto tempo, però…-
- Però lo ami ancora- concluse lei.
Belle annuì, poi Ruby fu chiamata ad un tavolo e lei finì il suo caffè in rigoroso silenzio.
 
 
Il sabato mattina volò velocemente.
A pranzo non toccò cibo. Lo stomaco era chiuso in una morsa dolorosa e le mani le sudavano come se fosse estate.
Era agitata e si sentiva come se quello fosse davvero il loro primo appuntamento.
Erano usciti insieme tante volte e ricordava con affetto il primo, vero appuntamento al granny (anche se quella volta era finita un po’ male, dato che Regina li aveva interrotti).
Belle ricordava con affetto anche l’appuntamento con Lacey. Rumple era stato davvero molto dolce, nonostante in quel momento i falsi ricordi le avevano impedito di potersi godere i piccoli gesti che le aveva riservato, così come anche la sua goffaggine, dovuta a un forte nervosismo.
Ecco, Belle in quel momento provava la medesima sensazione.
Si vestì il più carino possibile, con una camicia bianca con piccoli ricami sull’allacciatura, gonna in maglia blu e immancabili scarpe con tacco vertiginoso. Definì con una giacca panna e borsa blu.
Si sedette in salotto e attese pazientemente l’arrivo di Rumple, anche se mancava ancora più di un’ora all’appuntamento.
Accese la tv e cercò di distrarsi, ma non poteva fare a meno di alzarsi a controllare dalla finestra ogni volta che sentiva dei rumori fuori casa.
Mancavano quindici minuti alle 17, quando percepì chiaramente la macchina di Rumple parcheggiare.
Tornò in fretta alla finestra, scostò le tendine e finalmente lo vide, illuminato dai fari della sera, con una giacca nera e il solito completo scuro.
Stavolta in mano non teneva una, ma un intero mazzo di rose.
Sorrise e andò ad aprirgli, senza aspettare che fosse lui a suonare.
Lo osservò avvicinarsi con passo via via più incerto, finchè si bloccò davanti alla porta ed entrambi si osservarono imbarazzati.
- Ciao, sei in anticipo…- lo salutò Belle.
- Scusa, ma… Non riuscivo più ad aspettare…- fece uno di quei sorrisi che per lei erano come la morte e si sciolse quando le porse il mazzo di rose – Per te… Sono stato fortunato: anche oggi tuo padre è andato in giro per la città con il furgoncino…-
- Sì, beh… Domani è la festa degli innamorati, quindi cerca di fare il possibile per guadagnare qualcosa in più…-
- E’ vero, domani è San Valentino… Credo di aver sbagliato giorno…-
- No! Non fa niente… Va bene così, davvero…- Belle non avrebbe potuto vivere un altro giorno in quello stato di agitazione, quindi fu lieta che l’uomo anticipò la data dell’appuntamento al sabato pomeriggio.
- Allora…. Forse sarà meglio andare…-
- Oh, sì! Pazienta solo un secondo. Do una sistemata ai fiori e arrivo… -
Belle fece più in fretta che potè: prese un vaso dalla vetrinetta, lo riempì con un po’ d’acqua e infine liberò i fiori dal cellofan e li mise al centro tavolo, dove qualche giorno prima aveva messo la singola rosa che le aveva regalato Rumple.
Infilò il cappotto, prese la borsa e scappò via.
- Possiamo andare!- gli disse chiudendosi la porta alle spalle.
Rumple le sorrise e le fece cenno di seguirlo. Non la prese per mano, ma fu contenta di vederlo porgerle il braccio per poter fare quel pezzo di strada un po’ più vicini.
Quando arrivarono alla macchina, elegantemente Rumple le aprì lo sportello e lei si sentì quasi una donna d’altri tempi.
- Uh, grazie… - commentò semplicemente.
Nel percorso rimasero in silenzio per parecchio tempo, poi iniziarono a parlare di argomenti neutrali e da lì riscoprirono il piacere del raccontarsi le piccole cose quotidiane e ridere insieme per alcuni momenti esilaranti della vita da genitori dei Charmings.
Belle sentì il cuore leggero e si ritrovò con gli occhi lacrimanti per il troppo ridere.
Quasi le dispiacque quando arrivarono al cinema. Si stava abituando a quel ritrovato clima di serenità.
C’era già parecchia gente in attesa. Era il primo week end di messa sullo schermo, quindi un po’ tutti avevano deciso di trascorrere quel freddo pomeriggio in un luogo caldo, piuttosto che rimanere in casa ad oziare.
Si misero in fila per fare il biglietto e Belle sentì chiaramente molte persone bisbigliare e inveire sottovoce non appena notavano Rumple in mezzo a loro.
Belle si dispiacque per quel clima teso, ma Rumple sembrò non farci caso, infatti continuava a parlarle come se nulla fosse.
- Spero proprio che questo film non sia una delusione. E’ sempre difficile raggiungere le aspettative delle persone che amano un classico disney…- commentò l’uomo.
- Beh, se è per questo se scoprissero che esistiamo davvero, la gente rimarrebbe sorpresa nel notare alcuni cambiamenti…-
- Sì, sono d’accordo. Le aspettative su Uncino sono decisamente più alte…-
- Rumple!- lo rimproverò battendogli il gomito sul petto.
- Che c’è? Ho detto la verità. Uncino non fa altro che andare in giro a limonare con la Swan, quando la gente lo crede in mare aperto a rapire bambini!-
- Se è per questo ti dipingono come un mostro enorme, dal colorito tendente al marrone e con un pelo molto folto-
- Mia cara, il colorito del dark one è anch’esso tendente al marroncino…- si avvicinò piano e le spostò alcune ciocche di capelli per liberare l’orecchio. Vi soffiò piano, per poi tornare a parlare – per la questione del pelo… Diciamo che è distribuito in altre parti…- sorrise beffardo e tornò composto ad aspettare il proprio turno in fila.
Belle divenne viola dalla vergogna e si guardò intorno, sperando che nessuno avesse sentito il commento di Rumple. Ma decise di non arrendersi.
- Beh, rimane il fatto che tutti hanno un’idea diversa della Bestia. E’ anche più giovane di te!-
- Mi sembra non ti dispiaccia il mio aspetto… O ti dispiace che sembri un uomo di mezza età?-
- La tua fortuna è che li porti bene i 300 anni di vita…-
Rumple le sorrise allegramente e Belle si illuminò.
- Grazie, cara, detto da te è un complimento…-
- Ed io, invece? Assomiglio alla Belle del cartone?-
- Fammi pensare…. Dunque: tuo padre ti ha ceduto a me, sei stata mia cameriera per diverso tempo, ti ho maltrattato, ma questo non ti ha impedito di innamorarti della bestia… La bestia ti ha lasciato andare perché si era reso conto di amarti, ma tu sei tornata indietro perché lo amavi e non potevi stare lontana da lui… La città ha più volte inveito contro la bestia, ma tu l’hai protetto… Hai avuto una, anzi, due librerie da gestire a tuo piacimento, abbiamo ballato sulle note della famosa canzone e non per ultimo…- Rumple la prese per mano e la invitò a voltarsi – Non per ultimo, hai portato la luce nel cuore di questa bestia…- Belle sentì il cuore sussultare, quelle parole erano ciò che di più romantico le aveva mai detto – Mi chiedi se assomigli a Belle della dinsey? Tu SEI lei, Belle, sei quella ragazza testarda, coraggiosa, piena di vita, intelligente e piena di tanta, troppa pazienza. Tu sei speciale, Belle, e il pensiero di averti perso per sempre, non mi ha fatto chiudere occhio durante questi mesi di lontananza… Non meritavo il perdono, eppure tu sei qui con me, in questo preciso istante. Mi stai dando una seconda, terza, quarta, opportunità. La verità è che ormai ho perso il conto di quante volte ti sei fidata di me. Ma spero soltanto che ti possa divertire con me, a questa sorta di “primo appuntamento”. Voglio ricominciare da capo, voglio cercare di essere una persona diversa e fare in modo che le cose tra di noi stavolta funzionino davvero… Quindi grazie per avermi confermato quanto sai essere generosa con me. Ti ripeto, so di non meritarmi il tuo perdono e non pretendo di essere perdonato, ma solo di ricominciare da zero a piccoli passi…-
- E’ per questo che sono qui. Tutti commettiamo degli errori, Rumple, anch’io ho commesso degli errori in passato e vorrei cercare di non ricommetterli mai più. Siamo umani e proprio per questo sbagliamo come gli altri…-
Rumple le sorrise caloroso e l’atmosfera tra di loro si fece di nuovo leggera.
Erano talmente tanto presi dalle loro chiacchiere, che la cassiera dovette richiamare la loro attenzione più volte per farli pagare.
Entrarono nella sala del cinema e Belle si sentì euforica. Non vedeva l’ora di commentare con Rumple questo nuovo film.
Le luci calarono e il film ebbe inizio.
Il film era intrigante e Belle si emozionò di fronte a quella tormentata storia d’amore.
- Ti assomiglia…- le commentò Rumple all’orecchio.
- Chi? Lei?-
- Sì. Combatte per il vero amore proprio come fai tu…-
Belle si voltò e potè specchiarsi negli occhi magnetici di Rumple.
Le luci dello schermo si infrangevano su di lui e i suoi occhi brillavano, creando uno strano luccichio.
Era bellissimo.
Rumple le prese una mano e la baciò, senza mai staccare lo sguardo da lei. E per Belle, all’improvviso non esisteva nessun altro tranne loro.
Se avesse potuto, avrebbe annullato quelle misere distanze e l’avrebbe baciato fino ad avere la nausea delle sue labbra (anche se ciò non poteva mai accadere).
Un fulmine le trapassò la schiena quando Rumple iniziò ad accarezzarle il braccio suadente e sorridendole in quella maniera che le faceva perdere il controllo.
Si sporse piano e sospirò forte, per fargli capire che lo desiderava, ma che non poteva baciarlo, o avrebbe avuto la tentazione di salirgli sopra a cavalcioni e stringerlo tra le sue braccia.
Rumple sembrò leggerle nel pensiero, perché il sorriso si aprì e si avvicinò all’orecchio.
- Non possiamo dare spettacolo, giusto?-
Belle sorrise nervosa e imbarazzata.
- No, direi di no… Ci sono tanti bambini e noi non vogliamo traumatizzarli…-
Rumple tornò dunque a sedersi composto, ma continuò a tenerle stretta la mano.
- Peccato. Avrei dovuto posticipare davvero la data dell’appuntamento…. Ci sono troppe famiglie felici…-
Belle sorrise. Era sempre il solito. Ma in cuor suo fu contenta.
La sua mano era calda e quel senso di quiete la fece rilassare, tanto che continuò a guardare il film senza però prestargli particolare attenzione.
Ogni parte del suo corpo, si tendeva ad ogni piccolo spostamento di Rumple e quando l’uomo sembrò volesse interrompere il contatto tra le mani, Belle lo strinse più forte, impedendogli di andar via.
Con la coda dell’occhio vide Rumple voltarsi a fissarla. Lo vide sorridere, poi si sporse in avanti e le baciò la guancia.
- Ti amo Belle, ti amo davvero…-
Non gli disse altro, ma tanto bastò a farle perdere del tutto la concentrazione dal film…
 
 
All’uscita dal cinema, Belle e Rumple si concessero una lunga passeggiata tra le vie del centro.
Faceva molto freddo e Belle aveva gli arti completamente congelati, ma adorava parlare con Rumple e stare insieme. Le sue battute sarcastiche la fecero tornare con la mente ai tempi in cui erano ancora una serva e il suo padrone, nell’immenso castello dell’oscuro.
Adesso cos’erano di preciso? Erano marito e moglie, però quel rapporto aveva bisogno di ricostruire le sue fondamenta partendo da cose semplici, proprio come il dedicarsi a lunghe passeggiate ed a momenti spensierati.
- Belle, hai le labbra viola…- le fece notare Rumple, fermandosi all’improvviso sotto un lampione.
Belle si toccò le labbra istintivamente e le sentì fredde.
Rumple le accarezzò la guancia con dolcezza e spalancò le palpebre quando capì che stava tremando.
- Sei gelida! Aspetta qui, ti prendo qualcosa di caldo…-
Belle lo vide avvicinarsi a un piccolo chiosco e ne tornò poco dopo con due bicchieri fumanti.
- Ecco, bevi un po’ di cioccolata- le disse gentilmente porgendole un bicchiere - vedrai che ti sentirai subito meglio….-
- Grazie….-
Belle iniziò a sorseggiarlo e quasi si bruciò per quanto fosse bollente.
Il calore si irradiò per tutto il corpo e la temperatura iniziò finalmente a salire.
- Meglio?-
- Sì! Adesso sì! Ti ringrazio, Rumple…-
- Dovevi dirmi prima che avevi freddo, avremmo potuto andare in un posto al caldo, invece di continuare a passeggiare…-
- Hai ragione, è che…- non poteva certo dirgli che le faceva piacere avere una scusa per afferrargli il braccio, o avvicinarsi al suo corpo per una banale risata – niente, volevo solo fare due passi…-
- Beh, con questa scusa stiamo bevendo un po’ di cioccolata. Era davvero tanto tempo che non ne assaggiavo una così buona…-
- Io la faccio spesso nei pomeriggi, specie quando sento freddo… Anche se devo ammetterlo: il cioccolato lo preferisco quando posso fare delle torte…-
- In effetti la tua torna cioccolato e arancia mi manca davvero molto… Era la mia preferita…-
- Sì, ricordo quanto ti piaceva! Avevo sempre il terrore che avresti potuto mangiarla da solo in una mattinata…-
- Le tue paure erano più che fondate… Non ti sei resa conto che da quando sei arrivata a Storybrooke la mia pancia è lievitata?-
Belle rise divertita e gli toccò la pancia, cercando di capire se ci fosse un bimbo lì dentro.
- Uhm, no, non si muove ancora il bambino….-
- Che peccato, avrei voluto diventare un mammo!-
Risero ancora, poi ripresero a camminare. Ma ormai era sera inoltrata e faceva davvero troppo freddo per rimanere ancora in giro, così Rumple si avviò verso la macchina e Belle lo seguì in silenzio.
Non voleva tornare a casa.
Non voleva tornare a rifugiarsi nel caldo delle coperte e nei film comici.
Era stanca di rimanere sola…
Quei pensieri vorticavano nella sua mente durante il tragitto in macchina.
Rumple era diventato all’improvviso silenzioso e Belle era sprofondata in uno stato di strana e surreale tristezza.
Quando Rumple accostò accanto al cancello, Belle sussultò.
Non poteva già essere tutto finito…
- Eccoci qui…- esordì lui – Beh, grazie per questo splendido pomeriggio, spero ti sei divertita…-
- Sì! Mi è piaciuto molto… Insomma, non stavo così bene da parecchi mesi…-
Calò un silenzio imbarazzante.
Belle aspettava una mossa da parte di Rumple, ma lui sembrava averla presa davvero seriamente la storia del voler ricominciare a piccoli passi e rimase lì dov’era.
- Allora ci vediamo presto…- le disse sorridendo. Ma Belle sapeva che anche lui avrebbe voluto non concludere lì l’appuntamento.
Aprì lo sportello indecisa su cosa fare. Ma lei non ne poteva più di sorseggiare il tè completamente sola la mattina.
- Sai, stavo pensando che potrei preparati quella torta… Cioè, mi rendo conto che è tardi, ma… Se hai un po’ di pazienza potremmo ordinare due pizze e dopo cena preparerei l’impasto… Potremmo vedere qualche altro film e aspettare che sia cotta… Magari tu hai già altri impegni, ma… E’ solo un’idea…-
Prese fiato e si sentì profondamente in imbarazzo. Com’era possibile provare ancora simili emozioni dopo anni che si conoscevano e dopo che erano diventati marito e moglie?
Fu felice di vedere il sorriso di Rumple aprirsi e gli occhi ridursi a due fessure, ma brillanti e lucenti come non mai.
- Mi farebbe molto piacere… Per quella torta aspetterei anche tutta la notte, se fosse necessario…-
Belle sorrise. Adorava i suoi doppi sensi.
- Allora dai, parcheggia in garage e prenotiamo la pizza-
 
 
Entrare in casa con lui, in piena sera, a primo impatto fu davvero strano.
Non rimanevano soli in casa dall’altra sera e i toni, quella volta, erano stati decisamente troppo accesi per poter assaporare la gioia di essere nuovamente insieme a casa loro.
- Appoggia pure la giacca sul divano…- gli disse Belle, mentre cercava il foglio delle pizze a domicilio.
Si abbassò di poco per cercare nel mobiletto sotto il telefono, ma si sentì avvolgere la vita da due braccia calde e si bloccò sul colpo.
- Grazie per avermi invitato, mi fa molto piacere passare altro tempo con te…-
Rumple la accarezzò appena sulla vita, poi sentì le sue labbra avvicinarsi all’orecchio e si pietrificò quando una mano risalì sul viso, le spostò di poco il capo e depositò un piccolo bacio stampo tra le sue labbra.
- Mentre tu ordini vado ad apparecchiare la tavola…- le disse soltanto quando mollò la presa.
Belle rimase per qualche istante immobile sul posto. Sentiva il corpo bruciare in più punti, ma cercò di darsi un contegno ed ordinò le due pizze.
 
 
Entrò in cucina qualche minuto dopo e vide Rumple intento ad accendere le candele al centro della tavola e pigiare il tasto play sul piccolo stereo che avevano messo accanto la tv.
- Uhau, non credevo avessi in mente questo con “vado ad apparecchiare la tavola”…- disse sincera.
- Lo sai che amo stupirti… E poi mi trovo più a mio agio con una luce soffusa, piuttosto che con la fredda luce bianca…-
- In realtà ho cambiato le lampadine giusto qualche settimana fa e le ho sostituite con quelle a luce calda-
- Oh, beh… Vuoi davvero che spenga le candele?-
Belle sorrise. Alcune volte Rumple le ricordava un tenero bambino dell’asilo. Era incredibile come il dark one potesse nascondere anche quell’indole così “tenera” e “innocente”. Ma Belle sapeva bene che quel modo di fare era studiato per farla cedere e almeno per quella volta, decise di abbassare le mura di difesa che aveva issato qualche tempo fa.
- No, vanno bene lo stesso… Sai, mi riportano in mente quelle volte al castello incantato, quando cenavamo davvero ogni sera a lume di candela…-
- Come potrei dimenticarmene? Ogni sera cenavamo con la compagnia del fuoco che scoppiettava nel camino. Poi ci spostavamo in salone ed io mi perdevo a filare, mentre tu pulivi intorno, o leggevi uno di quei tuoi libri che tanto odiavo…-
- Mi dicevi sempre che i libri mi distoglievano dalla realtà ed io allora non ti credevo, eppure…-
- Eppure è la verità. Lo so. Non sono il vero amore che ti aspettavi…-
Belle lo vide abbassare lo sguardo, ma lei gli prese una mano e la accarezzò.
- Non è questo… E’ solo che nelle favole con il matrimonio si raggiunge il proprio lieto fine, invece per me non è stato così… Non sono delusa, ho solo capito che il lieto fine non si conquista solo con il matrimonio, ma va cercato un po’ in ogni giorno che viviamo…-
- Sei saggia come sempre… Mi chiedo come faccia una come te ad amare uno come me…-
- Ah, ti piace tornare sempre sulla stessa storia…-
- Lo so, non dovrei, eppure è un quesito che mi assilla-
- Ti ho risposto tante volte e non lascerò al tuo ego di farmelo ripetere ancora una volta…- in quel momento suonarono alla porta e Belle fu lieta di alzarsi dal tavolo – Come vedi le pizze mi hanno salvato dal farti l’ennesima ramanzina…-
Rumple le sorrise felice e lei si liberò in una risata cristallina.
Andò a ritirare le sue pizze ballando la canzone che stavano trasmettendo in radio.
Pagò in fretta e tornò da Rumple con le pizze fumanti.
- Chi era il fattorino?-
- Ah, non so se lo conosci… Nella foresta incantata era conosciuto come “Principe Giovanni”, ma sembra sia stato ridimensionato parecchio…-
- Sì, lo so, quell’uomo aveva stretto un patto con me, per poter usurpare il trono del fratello, ma sembra che il prezzo da pagare non gli sia stato molto gradito…-
- E qual era il prezzo da pagare?-
- Semplice, non essere accettato dai cittadini. E sai, il potere del popolo è pari al potere dei Re, se spinti davvero al limite…-
- E’ vero. Questo aspetto rappresenta anche il mondo senza magia…-
- Il punto è che magia o no, tutto ciò che facciamo porta sempre a delle conseguenze… E poi, la tecnologia non è forse la più grande delle magie?-
-Proprio come il ketchup…- gli ricordò Belle, intingendo appena le patatine fritte che aveva ordinato insieme alle pizze.
- Esatto. Queste sono altre forme di magie, ma anche loro hanno il loro prezzo… Nel caso del ketchup pochi dollari-


 
Continuarono a cenare in quel clima spensierato e accompagnati da musica allegra.
Bevvero un po’ di vino e Belle si sentì un po’ brilla, specie perché iniziava a ridere senza contegno alle battute di Rumple.
Adorava il suo macabro senso dell’umorismo, era stata una delle prime cose che l’avevano fatta innamorare di lui.
-Sarà meglio sparecchiare, o rischieremo di non poter preparare la nostra torta…- le disse Rumple, riportandola tragicamente alla realtà.
- Uff, hai ragione… Eppure mi stavo divertendo…-
Rumple soffiò sulle candele e le spense una ad una.
Belle si perse nell’osservarlo compiere quei semplici gesti, che ebbero il potere di trasformarsi in qualcosa di sensuale.
Inghiottì, in preda ad un forte calore.
- Cosa c’è?- le chiese lui, poco prima di spegnere l’ultima candela.
- Niente! Stavo solo facendo mente locale su cosa ci servisse per la torta…-
Accese la luce, sperando che tornare a vederci bene potesse aiutarla a distogliere il pensiero da Rumple e dal suo innegabile fascino.
Non poteva davvero provare quelle emozioni per suo marito! Beh, la verità era che aveva sempre sognato provare ancora quelle emozioni a distanza di anni sempre per la stessa persona, ma il dolore che aveva provato negli ultimi tempi, era ciò che un po’ la frenava dal lasciarsi andare.
Afferrò i tegami, le fruste elettriche e tutti gli ingredienti per preparare l’impasto.
Iniziò a separare albumi e tuorli, poi prese a dirigere Rumple, che sembrò felice di aiutarla a preparare la loro torta speciale.
L’ingrediente segreto era l’arancia, ma soprattutto, era l’amore che sempre ci metteva nel preparare quel dolce, che era da sempre il preferito di Rumple.
- Fammi assaggiare…- le disse Rumple, infilando un dito nella ciotola per agguantare un po’ di impasto – Uhau, è buona già così…- fu il suo giudizio.
- Non dovresti mangiare l’impasto crudo, fa male…-
- Ah, non ti preoccupare, sono molto resistente a queste cose…-
Belle rise tra se, era sempre il solito…
Dopo poco tempo, riempirono la teglia dell’impasto e lo misero in forno per venti minuti.
-Molto bene! Mettiamo i tegami in lavastoviglie e possiamo rilassarci per qualche minuto, poi inizieremo a sciogliere il cioccolato fondente a bagnomaria…- disse Belle, ringraziando il cielo che avessero una lavastoviglie in casa.
Afferrò tutti gli attrezzi che avevano utilizzato e li sciacquò con cura, mentre Rumple si sedette pazientemente a tavola e la osservava compiere quei gesti quotidiani.
Belle sentì la schiena andare in fiamme sotto al suo sguardo bruciante.
Si voltò appena e se ne pentì l’istante dopo.
Rumple si era liberato della giacca quando avevano iniziato a preparare l’impasto, ma adesso aveva allentato la cravatta e sciolto i primi bottoni della camicia. Una mano tamburellava sul tavolo a ritmo di musica, mentre l’altra andò a ravvivare con un gesto distratto i capelli scomposti, rendendoli però ancora più selvaggi. Sul volto aveva dipinto quel sorriso ambiguo che le aveva fatto perdere la testa e che regolarmente la faceva cedere alla passione più folle.
I loro sguardi si incrociarono, ma Belle si voltò l’istante dopo, tentando di far finta di non aver visto niente di tutto ciò.
Si dimenticò che dovesse mettere le ciotole in lavastoviglie e prese a lavare tutto a mano e senza guanti, cercando di ritornare in se più in fretta che poteva.
La musica continuava a diffondersi nell’aria, ma lei non vi badò, troppo concentrata al senso di brivido che le stava invadendo tutto il corpo, a causa dell’uomo tranquillamente seduto al tavolo, proprio dietro di se.
Fece un balzo in aria quando il timer del forno segnò la fine della cottura.
Afferrò le presine e uscì la torta, che fortunatamente era ancora intatta.
La parte difficile fu capovolgerla e metterla in una grata di acciaio, per lasciarla riposare un po’, ma soprattutto per poter colare il cioccolato bollente nella parte superiore. 
Prese una pentola e la riempì d’acqua e sopra mise un’altra pentola più piccola, dove spezzettò il cioccolato e versò un po’ di latte. Portò tutto ai fornelli, accese la fiamma e iniziò a mescolare.
Proprio in quel momento alla radio partì una nuova canzone e sentì Rumple spostare la sedia e andare ad alzare il volume.
(*) - Questa canzone mi piace molto…- le disse sorridendo.  
Belle ascoltò l’inizio ed ebbe un brivido.
Il mio amore ha il senso dell’humor
è la risatina al funerale
lo sa che tutti disapprovano
avrei dovuto onorarla

- Sembra molto particolare…- rispose solo.
- Infatti… Adoro specialmente il ritmo…-
Lo sentì avvicinarsi e quasi si bruciò quando le sue mani le sfiorarono la vita.
Il ritmo della musica era lento ed estremamente sensuale.
Rumple, però, era capace di rendere l’atmosfera notevolmente più provocante.
se i cieli mai parlassero
lei è l’ultimo portavoce
ogni domenica diventa più cupo
un fresco veleno ogni settimana
“siamo nati malati” li senti dire
 
Oh, sì. Quelle mani erano il suo veleno. Quelle mani sul suo corpo e il suo fiato ad accarezzarle i capelli.
-L’unico paradiso al quale verrò spedito è quando sono solo con te… Sono nato malato ma lo amo. Ordinami di stare bene… Amen, amen, amen, amen- le sussurrò all’orecchio.
Le mani si spostarono più su, le sfiorò il ventre, le braccia, poi scese alle mani, le afferrò con gentilezza, ma forza allo stesso tempo e la aiutò a mescolare il cioccolato.
Belle sentiva il corpo di Rumple pressato contro la sua schiena, quasi fosse un secondo indumento.
Ad ogni respiro dell’uomo, percepiva il petto rilasciare il fiato e anche quel minimo gesto la fece sospirare.
 
pregherò come un cane davanti al reliquiario delle tue bugie
ti dirò i miei peccati e potrai affilare il tuo coltello
offrimi quella morte senza morte
buon Dio, lascia che ti dia la mia vita
 
Rumple iniziò a muovere piano il bacino a ritmo di musica e Belle avvertì la sua camicia stridere contro il tessuto della propria.
Continuarono a mescolare la cioccolata, ma rallentarono il ritmo per adeguarsi a quello lento della musica.
Belle si dimenticò in fretta del cioccolato e tese ogni muscolo del corpo a ogni movimento di Rumple.
Mescolare divenne un movimento meccanico, ma allo stesso tempo le mani di Rumple si perdevano ad accarezzare con troppa enfasi le sue piccole dita.
Iniziò a sudare freddo e piccole gocce d’acqua si insinuarono sul volto.
Rumple portò il volto ad accarezzarle il collo in piccoli movimenti sensuali e Belle ruotò di poco il capo per lasciargli più spazio.
Boccheggiò in cerca d’aria quando lo vide intingere un dito nel cioccolato bollente.
Seguì la traiettoria con il fiato sospeso ed ebbe la certezza di morire quando tracciò una linea che dall’orecchio si estendeva fino al collo.
La pelle bruciò per quell’intrusione, ma Rumple fu subito pronto a raccogliere con le labbra quel dolce calore.
se sono un pagano dei vecchi tempo
il mio amore è la luce del sole
per tenere la Dea al mio fianco
lei richiede un sacrificio
 
Quando fu soddisfatto del risultato, decise di spegnere il fuoco e con una sola mano la aiutò a portare la pentola accanto alla torta.
Belle aveva già preparato un’ulteriore teglia sotto la grata per raccogliere il cioccolato in eccesso, così non dovette preoccuparsi di essere troppo precisa nella colata.
Rumple continuava a sussurrarle all’orecchio il ritornello della canzone, poi la aiutò a versare il cioccolato sulla torta.
Vedeva il liquido scuro scorrere come un piccolo fiume e depositarsi dolcemente sulla torta, per poi morire nella teglia sottostante.
Sentì Rumple sorridere contro il suo orecchio e lei ebbe profondi brividi.
- E’ venuta benissimo questa colata di cioccolato…- le disse soltanto.
Ma Belle non ebbe il tempo di rispondere, perché lo vide afferrare la teglia ovale sotto la grata, dove si era depositato il cioccolato in eccesso, e prima che potesse opporsi, intinse due dita e le sporcò le labbra.
 
nessun Maestro o Re
quando inizia il Rituale
non c’è nessuna innocenza più dolce del nostro peccato gentile
 
Belle si voltò appena, Rumple continuò a tenere la teglia in mano, ma quella intinta di cioccolata le andò ad accarezzare la guancia.
Si osservarono per qualche altro secondo, poi la mano libera di Rumple si spostò sul ventre e la accarezzò.
Le labbra le torturarono il collo, per poi spostarsi con una lentezza estenuante verso i punti intinti di cioccolato.
Belle avrebbe voluto voltarsi e mettere fine a quella tortura, ma Rumple le teneva stretta la vita e lei non potè far altro che continuare a sospirare di piacere.
Si voltò ancora un po’ quando le labbra arrivarono a sfiorarle l’angolo della bocca e fu con disperazione che accolse le labbra di Rumple.
Ruotò il capo più che potè e fu il bacio più strano che Belle avesse mai dato.
Il cioccolato si insinuò nel palato di entrambi, rendendo i sapori molto più dolci e decisi.
Chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dal ritmo della musica, dalla lingua di Rumple e dall’odore di cioccolato che aveva impregnato la stanza.
Sentì il collo venir cosparso di un altro po’ di cioccolato, ma stavolta Rumple decise di non fermarsi, così con una mano le slacciò qualche bottone della camicia e ne cosparse un po’ tra l’incavo dei seni.
Belle era frustrata. Sentiva le ginocchia tremare, così come il resto del corpo.
 Si voltò disperata, afferrò i lembi del colletto della sua camicia e si impossessò di quelle labbra magnetiche.
Cercò a tentoni la teglia con la cioccolata e imitò i gesti del compagno, creando percorsi casuali lungo il volto e sul collo.
La situazione degenerò in fretta.
Non seppe di preciso come si ritrovò seduta sul tavolo con la camicia del tutto sbottonata, ma Rumple continuava a baciarle ogni angolo del corpo e lei perse ogni briciolo di razionalità.
Erano come due micce, perennemente in pericolo di infuocarsi ed esplodere.
nella follia e nel territorio di quella scena terrena
solo allora sarò Umano
solo allora sarò Pulito
Amen, amen, amen, amen
 
Rumple continuava ad accarezzarla suadente e a coinvolgerla in baci bollenti.
Le slacciò piano il reggiseno e percepì chiaramente la schiena venire cosparsa di cioccolato.
Si tese come la corda di un violino, ma non si lasciò intimidire.
Prese la teglia e stavolta inzuppò entrambe le mani.
Le sue dita si insinuarono sotto la camicia di Rumple, ormai quasi del tutto aperta e le labbra giocarono con voglia e desiderio contro il suo collo, ormai rosso dai troppo baci.
Rumple sembrò perdere la pazienza, poiché la sollevò dal tavolo e la prese in braccio, senza mai smettere di cercare le sue labbra.
Accarezzò i suoi capelli, creando delle striature scure tra i ciuffi grigiastri. E le sue labbra erano deliziose con quel retrogusto di cioccolato.
Era divertita dal tentativo di Rumple di continuare a camminare nonostante le sue labbra lo stessero mettendo a dura prova.
Si fermarono all’iniziò della scala con non poca fatica. Rumple la fece scendere per qualche secondo e lei si chiese cosa volesse fare, ma il fiato morì in gola quando lo osservò togliersi con lentezza la camicia, poi i pantaloni, poi…
Si imbarazzò a vederlo nudo sotto la luce del camino, che come l’altra sera creava un gioco di luci ed ombre su ogni parte del suo magnifico corpo.
-Cosa c’è? Ti metto in imbarazzo?- le chiese divertito.
Belle voltò appena lo sguardo, troppo imbarazzata per poter rispondere.
L’altro giorno avevano vissuto le medesime sensazioni, ma erano stati assaliti dal desiderio di riaversi e Belle non si curò di come poteva essere cambiato il suo aspetto durante quei mesi.
Vederlo nudo, davanti a lei, le aveva fatto comprendere quanto davvero avesse patito la sua mancanza.
Si sentì afferrare per le spalle.
Tornò a guardarlo negli occhi e vi potè leggere non solo la passione, ma una forte voglia di poter tornare ad essere di nuovo una cosa sola.
Non era una questione di sesso, era un bisogno che aveva sempre provato, sin da quando aveva sfiorato le sue labbra nel palazzo dell’oscuro.
Era la voglia di poterlo abbracciare, di poterlo accarezzare, di poterlo avere al suo fianco, di sentirsi completa… Di sentirsi amata e desiderata.
Da quando erano diventati marito e moglie, la paura di non essere amata davvero l’aveva sopraffatta, facendole dimenticare quanto fosse bello lasciarsi andare alle emozioni, lasciando fuori ogni tipo di paura e tentennamento.
Sollevò piano una mano e accarezzò con lentezza il petto nudo.
Belle voleva solo sentirsi amata. Voleva essere sua moglie, voleva lasciar fuori i problemi, voleva lasciar fuori l’oscurità, voleva lasciar fuori le ombre del passato… Voleva solo vivere!
Quelle emozioni ebbero il sopravvento su tutto il resto, così le lacrime sgorgarono dagli angoli degli occhi,  per colare lentamente lungo il volto e morire nel pavimento caldo.
Buttò via il passato e preferì lasciarsi andare al presente.
Forse stava sbagliando tutto, ma sentiva che se non avesse rischiato ancora una volta, sarebbe morta lentamente.
Forse erano nati davvero malati, ma l’unico paradiso che conosceva, era quello quando stava sola con lui. E il suo cuore si sentiva sazio solo quando poteva nutrirsi dell’amore dell’altro.
Le mani si mossero da sole.
Si tolse il reggiseno, si tolse la gonna, si tolse le scarpe, le calze e ciò che restava della biancheria.
Era nuda, ma non lo era davvero.
Mai come in quel momento si sentì vestita di sentimenti profondi, di amore puro.
-Ho fame…- gli disse torturandogli i capelli in un gesto disperato – ho fame d’amore….-
-Ed io ho fame di te…-
Rumple tornò a prenderla in braccio. Salirono le scale traballando leggermente, perché volevano continuare a cibarsi dei rispettivi sapori, a prescindere dall’impedimento dei gradini.
Belle pensò la stesse portando in camera da letto, ma la sorpresa fu tanta quando lo vide deviare verso il bagno padronale.
- Che vuoi fare?- gli chiese tra un bacio e l’altro.
Rumple non le rispose, aprì solo la porta del bagno e Belle fu invasa dall’aroma che più amava al mondo.
- Che buon odore…- sussurrò in trance.
- Chiudi gli occhi…- le disse Rumple, coprendole il volto con una mano.
Fecero pochi passi, poi l’uomo si fermò un istante e subito dopo sembrò chinarsi. E ciò che accadde dopo, lasciò Belle senza fiato.
- Posso aprire?- chiese leggermente preoccupata.
- Sì, adesso puoi…-
Belle rimase un attimo esterrefatta, ma era divertita allo stesso tempo.
- Ma è davvero…-
- Lo è…-
- Stiamo facendo il bagno….-
-… In un mare di cioccolato fondente….-
Belle non potè crederci e per avere una prova certa, estrasse una mano dal fondo e assaggiò il liquido denso e scuro.
Era il cioccolato più buono che avesse mai assaggiato.
- E’ buonissimo!-
- Mi sembrava stessi apprezzando il cioccolato, poco fa… E dato che avevi fame…-
Belle sorrise, ma lui si avvicinò in fretta e tornò a far sue quelle labbra.
L’odore del cioccolato era molto più intenso di quello che aveva pervaso la cucina e i sensi si lasciarono sopraffare da quell’aria golosa.
Accarezzò il corpo di Rumple, anche se al tatto la sensazione del cioccolato sotto la pelle era davvero bizzarra.
Rumple la sollevò leggermente e tornò ad occuparsi con cura di ogni parte del suo corpo.
Sembravano due anime mai sazie.
Così si lasciarono sopraffare dal desiderio, che veniva amplificato dalle sensazioni afrodisiache che il cioccolato aveva portato con se.
Adorava il poter assaggiare il cioccolato e allo stesso tempo ogni parte del corpo di Rumple.
Si divertirono parecchio a cospargersi di cioccolato, a tentare di pulirsi, per poi tornare a tuffarsi in quel mare dolce amaro, tipico del cioccolato fondente.
Belle quasi si dispiacque quando Rumple la portò in camera da letto, ormai privo di quella pazienza che l’aveva trattenuto dall’unire i corpi dentro l’immensa vasca.
Le lenzuola bianche vennero sporcate di cioccolato, ma Belle non se ne curò, troppo impegnata dall’osservare come il cioccolato aveva fatto del corpo di Rumple una tela maculata.
Si sollevò appena e tentò di togliere più macchie che potè.
Rumple fece lo stesso con il suo corpo e Belle pensò che davvero quel banchetto era degno di qualsiasi Re e Regina.
- Ti amo Belle. E sei il mio cibo preferito…-
Belle sorrise, sospirando vogliosa contro il suo orecchio.
Quando dopo qualche istante si insinuò in lei, si sentì davvero completa. Così si lasciò andare a quel dessert che era forse la parte migliore di quel pasto succulento.
Danzarono tra le lenzuola sfatte, impregnate di cioccolato e dei loro odori.
Fu magnifico poter tornare a saziare i cuori affamati, che per mesi avevano dovuto subire quel digiuno forzato, malgrado la loro volontà fosse quella di non lasciarsi mai scappare la loro pietanza preferita.
Raggiunsero l’apice del paradiso sentendosi finalmente sfamati.
Belle si lasciò cullare dal tocco gentile di Rumple, che come ogni volta si perdeva ad accarezzare distrattamente le spalle e la schiena.
- Adesso sei sazia?- le chiese a bruciapelo.
-Non mi aspettavo di certo di venir immersa nel cioccolato fondente… Per un attimo ho temuto volessi risucchiarmi come fece Willy Woncha con quel ragazzino….-
- Tranquilla, Storybrooke è un marchio Disney, lo sanno tutti…. E Willy Woncha non rientra tra le favole disney, ma ha i diritti Warner Bros…-
- Caspita, ci è andata bene…  Chissà perché i personaggi delle altre case produttrici non sono mai esistiti davvero… -
- E’ una domanda che faremo all’autore. Siamo in quel libro delle favole forse per suo volere… Chissà cosa siamo per davvero…-
- Io credo che noi siamo solo noi stessi. Non so perché i personaggi Warner siano davvero inventati, ma una cosa è certa: credo dovremmo fare attenzione ad un possibile arrivo di Darth Vader. Da quando Lucas ha ceduto tutto alla Disney, non sto più tranquilla al pensiero che potrebbero essere nostri futuri ospiti…-
- Se Darth Vader deciderà di venire, sarà il mio benvenuto. Si è sacrificato per salvare la sua famiglia, capendo che per anni aveva inseguito inutilmente l’oscurità…-
- Mi stai dicendo che vorresti prendere esempio da Darth Vader?-
- Beh, mi sembra mi sia sacrificato davvero per la mia famiglia, eppure nel mio caso non è bastato… Ma sai? Non voglio vivere con il rimpianto di ciò che avrei potuto avere e che non ho. Non accetterò mai la morte di Bae, ma il mio cuore ha bisogno di continuare a vivere e di pulsare per sentimenti veri. Tu sai che non sono un santo, ma non ti ho fatto ascoltare quella canzone solo per sedurti…- Belle sorrise a quell’ammissione – Io non credo in niente, Belle, e tu lo sai. Non credo in un Dio, non credo nel prossimo, no credo negli altri. Ho un’unica religione, un’unica chiesa che seguo con disperazione. E sei tu. Temo solo il tuo giudizio, temo solo di deluderti, temo solo che tu un giorno possa davvero stancarti di me ed abbandonarmi al mio destino per sempre, in una morte che è peggiore della morte stessa. Muoio lentamente ogni volta che mi sei lontana ed io non sono più disposto a perderti. Siamo fatti per ritrovarci e non voglio che qualcosa possa cambiare quello che c’è tra di noi… Ti amo, Belle… E devi credermi, questa è l’unica verità che conosco, l’unica che continuo a seguire ciecamente, perché credo in noi e forse il mio errore più grande, è stato il pensare che tu potessi non credere più in me, conoscendo le mie vere debolezze…-
Belle si voltò appena e gli accarezzò il viso con dolcezza.
- Io ho sempre creduto in te ed ho smesso di farlo solo perché ho pensato non mi amassi davvero. Io ho bisogno di te, ho bisogno del tuo amore, ho bisogno di nutrirmi un po’ ogni giorno di questo sentimento che ci lega, altrimenti potrei impazzire…. Perché in questi mesi lontani, io non ho vissuto, ma sono sopravvissuta morendo un po’ ogni giorno, perché non ho mai smesso un attimo di amarti e mai lo farò-
Rumple la strinse forte dopo quelle parole e per Belle fu stupendo lasciarsi cullare dal suo corpo caldo (anche se appiccicaticcio per via del cioccolato).
Rimasero a fissare il soffitto per un tempo indefinito, finchè Rumple iniziò a ridere senza contegno.
- Sai, sembriamo come quelle fragole che vengono esposte ai matrimoni, in attesa di essere immerse sotto la cascata di cioccolato-
-E’ stata tua l’idea di farci il bagno nel cioccolato…-
- Eppure non mi sembrava disprezzassi, al contrario…-
-Non ho disprezzato, ma le lenzuola stanno protestando…-
-Domani puliremo. Adesso andiamo a dormire…-
La cullò con il suo tocco leggero e non ci volle molto per lasciarsi avvolgere dal mondo dei sogni.
 
 
Si risvegliò con nelle narici l’aroma intenso del cioccolato.
Percepiva qualcosa di fresco carezzarle la spalla, provocandole anche un leggero solletico.
Rise ancora intontita dal sonno, ma si impose di aprire gli occhi.
- Buongiorno, mia bellissima fragola al cioccolato…- la accolse Rumple, che evidentemente anche stavolta si era svegliato prima di lei.
Belle si voltò e lo vide immerso tra i suoi capelli, intento a pulire la spalla dal cioccolato incrostato.
- Tutto ciò è imbarazzante….- fu il suo primo commento.
- Ma avevo fame e non volevo separarmi da te…-
- Rimane pur sempre una scena imbarazzante-
- Non mi sembra pensassi lo stesso ieri sera-
Belle sorrise. Aveva ragione.
Lo lasciò fare e si godette quel momento di serenità, finchè entrambi non concordarono di aver bisogno di una doccia rinfrescante.
Ovviamente per Rumple fu l’ennesima occasione per “cibarsi” del suo alimento preferito e Belle fu contenta di accontentarlo, dopo quei mesi di digiuno.
 
 
Scesero a fare colazione e fu bellissimo tornare a bere il tè insieme, proprio come ai vecchi tempi.
La torta venne buonissima, nonostante la sera prima la loro attenzione si fosse spostata ad altre attività.
Ad un certo punto Rumple fece comparire una rosa e gliela porse elegantemente.
- Oggi mi è sembrato di capire sia San Valentino. E so quanto ti piacciono le rose… Al cioccolato abbiamo già rimediato abbondantemente ieri sera, quindi spero non ti dispiaccia se non ti ho regalato una scatola di cioccolatini, ma sono sempre disponibile a concederti il bis, se a milady compiace…-
- Ahahhaha, per questa volta direi che può bastare anche la rosa, ma in futuro chi lo sa?-
Belle si alzò e andò a sedersi sulle sue gambe.
- Sono contento ti piaccia… E ti ringrazio, è stata una magnifica colazione… Ma forse tu ha altri impegni… Forse dovrei andare via…-
- No, non ce n’è più bisogno….- Belle gli accarezzò la guancia e avvicinò il volto per potergli sfiorare le labbra – Ti ho detto che avremmo dovuto ripartire da zero e procedere a piccoli passi, ma vorrei tornare a vivere insieme e lasciare che le cose tra di noi si sistemino lavorando insieme sui nostri problemi. Ho bisogno di te, non voglio rinunciare al nostro amore e non voglio perderti di nuovo… -
- Sono felice di sentirtelo dire, perché sarebbe stato doloroso tornare alla solitudine degli ultimi mesi... Ti amo Belle e prometto di non farti più male…-
- Ti amo anch’io….-
Suggellarono quelle promesse con un bacio e per Belle, non ci fu niente di più emozionante che sentire i rispettivi cuori tornare a pulsare, soddisfatti di aver finalmente saziato quella fame di amore che li aveva resi aridi per mesi interi.


 
L’amore è come il cibo: in mancanza di esso, patirai una morte lenta e dolorosa.
Per questo i cuori hanno bisogno di colmare la propria fame d’amore: così come il corpo necessita di ingerire cibo per poter svolgere la più comune delle attività, l’amore è il carburante della macchina del cuore, senza di esso, non vi è possibilità per poter sopravvivere.
 
 

FINE
 


 .... Ehilà! XD
Lo so, lo so... Sono uscita di senno. Sappiate che non è del tutto colpa mia, ma le ciarle con le compagne whatsappare/gruppo Facebook fanno male. E poi dai, lo sanno tutti qual è il potere del cioccolato *ç*
Spero abbiate apprezzato quest'ultima parte della mia storia, che si spinge su toni un pò più soft rispetto allo scorso.
Il film che vedono Belle e Rumple al cinema, è "La Bella e la Bestia" del 2014.
Mi sono divertita a inserire anche questi commenti sulle differenze tra versione disney e versione Storybrooke perchè adoro quando fanno questi parallelismi nella serie, così come anche le considerazioni sui diritti della disney delle loro storie XD al loro posto due domande me le sarei fatte... E avrei avuto paura per la notizia di Star Wars alla disney. QUindi niente, era tanto per ridere.

Con questo è tutto! Lasciate un commento, se vi va.
Per me è stato un immenso piacere tornare a scrivere ff, mi diverto sempre moltissimo ad approcciarmi ai Rumbelle.

Bacioni, buon San Valentino a tutti e tanti cari saluti!!! ♥♥♥


Dimenticavo di dire che la canzone scelta è "Take me to Church" di Hozier. Il testo fa riferimento all'amore per un uomo/donna come se fosse un sacramento da rispettare, tanto che paragona questo sentimento come sua vera Chiesa. E' una metafora molto profonda, perchè lascia intendere come l'amore sia qualcosa di altrettanto "sacro". Ho subito pensato alla situazione di Rumple, che si inginocchia a fine 4x11, pregando Belle come se fosse davvero una Dea a cui chiedere perdono e infondo sappiamo tutti che Rumple ha detto tutte quelle bugie perchè temeva il giudizio di Belle.
Peace and Love ♥

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3021989