Your love is my drug

di Pettyfer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** She's just a bitch ***
Capitolo 3: *** Rose's drink ***
Capitolo 4: *** School and job ***
Capitolo 5: *** Liz Bennet ***
Capitolo 6: *** Fuck ***
Capitolo 7: *** Blood ***
Capitolo 8: *** Feel good ***
Capitolo 9: *** Johannah ***
Capitolo 10: *** Bob Malik ***
Capitolo 11: *** Kebab, cheese and chips ***
Capitolo 12: *** I'll kill them ***
Capitolo 13: *** Ecstasy ***
Capitolo 14: *** You're like an angel ***



Capitolo 1
*** Prologue ***



Attenzione: I comportamenti di Zayn descritti in questo capitolo e nella fan fiction in generale, non sono assolutamente da imitare.
Quello che fa e che pensa è sbagliato. Se siete facilmente influenzabili, o l'argomento della droga (esplicito) vi urtasse in qualche modo vi consiglio di chiudere direttamente la pagina.

 

Your love is my drug
Prologue

 
 
Zayn si portò le mani agli occhi strofinandoli. Il mal di testa aumentava minuto dopo minuto, e le urla del poliziotto non facevano altro che peggiorare la situazione.
Da quanto tempo stava li? Una, due ore?  E cos’era cambiato dall’ultima volta che era entrato in quella stanza due settimane fa? Assolutamente niente.
I poliziotti lo avevano avvertito svariate volte che se fosse rientrato in quell’edificio avrebbero dovuto prendere provvedimenti seri, eppure lui non aveva fatto niente per evitarlo. Aveva continuato a rovinarsi la vita, aveva continuato a vedere e a non dire niente, aveva continuato a guardare con disprezzo suo padre senza alzare un dito. E sapeva che se l’avesse fatto, avrebbe solo contribuito al degenerare della situazione.
Suo padre. Poteva ancora reputare un padre quell’uomo? Aveva perso quella nomina tanto tempo fa, come aveva perso la nomina di marito. E secondo Zayn non era degno nemmeno di essere chiamato uomo. Forse nemmeno lui lo meritava, ma, rispetto a suo padre, lui stava rovinando la sua vita, non quella degli altri. Suo padre invece aveva rovinato la vita di sua madre.
Sua madre.
Lei che gli voleva un bene dell’anima, lei che non gli permetteva di aiutarla, gli negava l’accesso alla sua vita e in questo modo Zayn aveva negato l’accesso alla sua a molte persone, soprattutto a lei. Così, quando entrava in quella casa, saliva le scale senza dar troppo peso alle urla e all’odore di sesso che alleggiavano tra quelle mura. Si sarebbe chiuso in camera, avrebbe alzato la musica a tutto volume e avrebbe continuato a rovinarsi la vita con quella polverina bianca fino allo svenimento. Ignorando sua madre che apriva le gambe a tutti gli uomini che portava suo padre a casa, mentre quest’ultimo si sedeva in salotto, guardava la televisione e si fumava una sigaretta, aspettando che l’ennesimo uomo, dopo aver soddisfatto le sue voglie, sarebbe tornato da lui e avrebbe pagato. E dopo di ché avrebbe aperto la porta ad un altro uomo e portato nella stanza della moglie. Moglie che aveva picchiato dopo aver scoperto che era rimasta incinta e fu a causa di quello che aveva quasi perso il bambino. Bambino di cui lui non si era mai preso la briga di crescere e insegnare ad essere un vero uomo. E ora, una volta cresciuto, Zayn era diventato il ragazzo che sua madre non avrebbe mai voluto. Cos’era diventato, vi chiederete voi? Un drogato. Parola abbastanza disgustosa detta così, senza dare spiegazione del significato. Eppure la droga lo aiutava a vivere, a dimenticare, ad affrontare quello schifo di vita che gli si presentava davanti ogni santo giorno. Così come lo aiutava ad avvicinarsi alla morte. Cosa che Zayn aveva molteplici volte desiderato, cosa che Harry gli aveva impedito di pensare. Harry, l’unico amico che aveva, e l’unico che voleva. Forse incasinato quanto lui, ma al confronto non si era mai fatto beccare dalla polizia, rimanendo nell’ombra, e dando ordini a diversa gente di pagare la cauzione dell’amico con soldi che ricavava dopo aver spacciato. Soldi che non usava per comprare droga, no, soldi che metteva da parte solo per aiutare il suo migliore amico. E di questo Zayn, gliene era grato.
-Zayn, mi dispiace, ma questa volta non possiamo farti andare via dopo che qualche tuo amichetto paghi la cauzione- incominciò il poliziotto baffuto davanti a lui –ti porteremo in un luogo dove potrai controllare questa tua…fissa, chiamiamola così-.
Zayn non rispose, si limitò a lanciargli un occhiata annoiata, continuando a strappare in mille pezzi il bicchiere di plastica che aveva in mano.
-George, la signora Sparks è qui- disse un uomo sulla trentina affacciandosi dalla porta.
-Falla entrare-.
Dopo un paio di minuti si sentirono alcuni passi e poi la porta si aprì. Zayn non osò alzare lo sguardo dal bicchiere ormai strapazzato.
Forse era una strizzacervelli.
-Buonasera, George- disse la donna con premura.
-Buonasera Kate, e mi scusi se l’ho fatta venire a quest’ora, ma avevo davvero bisogno di lei-
-Non ti preoccupare dell’ora, è il mio lavoro, e io lavoro 24 ore su 24- ridacchiò la donna.
Potevi rimanere dove stavi.
-Beh…lui è Zayn, ha diciannove anni, e l’abbiamo trovato tre ore fa al solito posto- spiegò velocemente George.
-Oh, perché questi ragazzi si devono rovinare la vita in questo modo?-
-E lei perché non prova a farsi i cazzi suoi e a non commentare quello che facciamo noi ragazzi?- ringhiò Zayn alzando lo sguardo e fissando con ostilità la donna.
Quella lo guardò con occhi sgranati non aspettandosi una risposta del genere, fissando quelli di Zayn arrossati dalla droga.
-Zayn, ti ho detto di non rivolgerti in questo modo alla gente già troppe volte, e dovresti ringraziarla, non urlarle addosso, sta per aiutarti- lo rimproverò il poliziotto.
-Non ho mai detto di voler essere aiutato- ribatté arrabbiato il moro.
-Tu non vuoi, ma ne hai bisogno, non so che succede nella tua vita privata, ma stando con la tua famiglia, qualunque cosa faccia, non fai altro che rovinarti-
-Non provare a nominare la mia famiglia, tu non sai niente di loro e soprattutto non sai niente di me- urlò freddo Zayn alzandosi di scatto dalla sedia facendola cadere per terra.
-Basta così, George. Zayn se ne farà una ragione e ora tu ragazzo, vieni con me e tu- disse indicando il poliziotto -non ti preoccupare della sistemazione, ho già pensato a tutto- lo salutò frettolosamente per poi prendere per il braccio Zayn spingendolo verso l’uscita.
-So camminare da solo, grazie- borbottò il ragazzo toccandosi le tempie, massaggiandole.
-Allora Zayn, adesso adiamo al centro e ti faccio una bella tisana, così dopo puoi riposarti- gli spiegò sorridendogli.
-Centro?- domandò confuso Zayn, senza aver la forza di controbattere, era troppo stanco per reagire, solo per lo meno quella sera.
-E’ un centro di accoglienza per giovani ragazzi con problemi come i tuoi- spiegò Kate, così si chiamava, facendolo entrare in macchina.
-Fantastico, adesso mi rinchiudono in un manicomio- borbottò lui continuando a mantenersi la testa.
-E’ solo un centro di accoglienza e di riabilitazione, non devi prenderla come una cosa negativa, tutto questo è solo per aiutarti-.
-Si risparmi la predica, guidi e non parli che mi sta scoppiando la testa-
 
Entrò nella stanza buia e accese la luce, osservando il letto spoglio con delle coperte piegate sopra, arredata con scrivania, armadio e una piccola finestra.
-Lo so, è un po’ spoglia,  è solo per poco tempo, per adesso impegnati a preparare il letto, beviti questa tisana e dritto a dormire- gli sorrise cordiale lei, posando sulla scrivania la tazza piena di liquido verde.
Già il colore era disgustoso.
-Ok- disse solo Zayn, avrebbe rimediato con Harry ad andarsene, in un modo o nell’altro, da quel posto.
La donna uscì dalla stanza e Zayn si avvicinò alla scrivania, prese la tazza e l’avvicinò al naso per odorarla. Un odore forte e disgustoso gli arrivò dritto al cervello e la nausea che si era fatta sentire prima in macchina ritornò. Allontanò la tazza dal viso arricciando il naso e avvicinandosi alla pianta sul davanzale della finestra e ci versò dentro quell’intruglio di schifezze.
Posò la tazza sul comodino e si buttò a capofitto sul letto, gemendo per la fitta alla testa e chiuse gli occhi per poi cadere in un lungo e profondo sonno.
 
 
 
Kate si affacciò alla stanza di Zayn per vedere se stesse dormendo e quando lo trovò sdraiato sul letto già addormentato sorrise. Entrò cercando di non fare alcun rumore, recuperò da terra la coperta, che molto probabilmente Zayn aveva buttato, e gliela adagiò addosso, prese anche la tazza che prima conteneva la tisana e uscì dalla camera chiudendosi la porta alle spalle.
Bussarono al campanello e già sapendo chi fosse, aprì.
-George, ci rivediamo- rise cercando di non alzare troppo il tono della voce.
C’erano molti ragazzi che dormivano in quella casa d’accoglienza.
- Kate, grazie se mi hai ricevuto essendo le due di notte, mi dispiace- provò a scusarsi il poliziotto.
-Non ti preoccupare, farei di tutto per questi ragazzi- entrarono nel grande salotto e si sedettero sulle poltrone di fronte alla televisione.
-Che volevi dirmi?- domandò la donna.
-Volevo parlarti di Zayn, so che quello che ti sto per chiedere è troppo, ma tengo davvero a quel ragazzo. Sono stato amico dei genitori fino ai suoi 8 anni, poi non ho sentito più nessuno, ho incontrato Zayn in quelle stupide feste che i ragazzi chiamano ‘drug’s party’. Molti ragazzi sono riusciti a scappare, alcuni erano strafatti e non riuscivano neanche a reggersi in pieni, tra questi c’era Zayn. L’ho riconosciuto subito, è la fotocopia di suo padre e quindi l’ho portato a casa mia, ho chiamato un medico che l’ha rimesso in sesto e la mattina dopo, quando mi sono svegliato, erano solo le cinque, lui era scomparso. Aveva scassinato la serratura ed era uscito di casa. Non l’ho più visto per un po’, poi quando facevo il giro per questi bar dove spesso si spaccia, l’ho incontrato. Era in compagnia di un suo amico in disparte a bere birra. L’ho beccato altre volte in alcune feste che segnalavano alla polizia e c’ho parlato innumerevoli volte, l’ho anche messo dentro qualche volta. Lui mi conosce, conosce la mia famiglia, ma io di lui so solo che è figlio di Bob Malik, non mi ha mai voluto parlare della sua famiglia, soprattutto di suo padre, ma dal modo in cui si rivolge si capisce che lo odia. Odia tutta la sua famiglia- finì con un sospiro.
-Povero ragazzo- sussurrò Kate dispiaciuta –e in cosa posso aiutarti se non dargli un aiuto qui?-
-Accoglilo a casa tua, so che è chiederti troppo, ma capiscimi, ci tengo davvero a lui, so che scapperà non appena ne avrà l’occasione e credo che avendo una figura materna in sua compagnia aiuterà la situazione e per quanto ho capito non ne ha mai avuto una, forse tua figlia e i suoi amici potrebbero aiutarlo ad uscire da questo circolo vizioso, se vuoi posso anche pagarti con una cifra generosa, ma voglio che Zayn stia in un luogo sicuro e credo che tu sia la persona giusta per aiutarlo, non come il tuo ruolo qui dentro, ma come amica, come madre-.
-Non so cosa dire, George, mi stai dando una grande responsabilità…- sospirò Kate massaggiandosi un braccio.
-E va bene, solo ad un costo, non voglio i tuoi soldi- puntualizzò.
-Ne sei sicura?- domandò George.
-Sì, se mai avrò ripensamenti te lo dirò e lo riporterò qui- sorrise cordiale all’uomo davanti a se.
-Oh, grazie mille Kate, per qualsiasi cosa rivolgiti a me senza problemi-.
Forse, Zayn, da oggi in poi poteva avere una vera vita.
Forse.
 
 
Megan si svegliò non appena sentì la porta di casa chiudersi, si alzò dal letto e corse al piano di sotto arrivando in cucina e trucidando con lo sguardo la madre.
-Sei tornata adesso?- domandò con ansia alla madre. 
-Sì, Megan. È stata una notte movimentata- spiegò Kate mentre preparava della camomilla.
-Ti è successo qualcosa?- chiese allarmata avvicinandosi alla madre.
-Certo che no, ho solo dovuto portare al riformatorio un nuovo ragazzo-.
-E che hai fatto per tutta la notte?-
-Ho parlato con George, ci tiene molto a questo ragazzo e sa che tenendolo al riformatorio non servirà a nulla, quindi abbiamo trovato una soluzione adeguata- sbadigliò mentre versava la camomilla nella tazza.
-Non servirà a nulla? Che ha di tanto ‘importante’ più degli altri?- gracchiò Megan prendendo dei cereali per poi sedersi sul bracciolo del piccolo divano nella cucina.
-E’ molto irrequieto, e ha una situazione davvero brutta in famiglia, potrebbe scappare quando più gli farebbe comodo e George ha paura che possa combinare qualche sciocchezza-
-Che cattivo ragazzo- sussurrò con ironia la bionda.
Non aveva mai capito cosa ci trovasse di interessante sua madre in quel lavoro. Era pericoloso. Che ci guadagnava ad aiutare ragazzi drogati più testardi di un mulo?! Bah...non l’avrebbe mai capito.
-E la soluzione quale sarebbe?- chiese senza troppo interesse.
-Verrà a vivere con noi-
-Cosa?- urlò scioccata Megan –ma sei forse impazzita? Vuoi portarmi un malato di droga in casa? E cosa pensi che faccia qui? Che non scappi? Qui ha più scappatoie che in quel riformatorio- continuò ad urlare.
-Ha bisogno di attenzione, di una figura materna e di amici- spiegò ancora più tranquilla Kate.
-Io non voglio vivere con un ragazzo come lui-
- Megan, non farmi innervosire, Zayn è un ragazzo normale come te e come tutti i tuoi amici, ha solo qualche problema in più a voi, e io lo aiuterò a superarlo, fine della storia-.
-Ma mamma…- provò a parlare Megan.
-Niente mamma, adesso vai a scuola e al tuo ritorno mi troverai a casa con Zayn-.

 

 

 
Se state leggendo queste parole vuol dire che siete arrivate fino alla fine di questa schifezza, quindi GRAZIE.
Questa è la mia seconda fanfic e tratta un argomento un po’ delicato:la droga.
Incomincio già col dire che il rating della storia è rosso, non perché ci saranno scene di sesso(non le so scrivere.lol) ma perché ci saranno scene di  droga esplicite, in particolari(cocaina, eroina ect…). Adesso vi chiedo solo un vostro parere, vi scongiuro, perché se vedo che la storia non piace, penso che la cancellerò,quindi lascio a voi il destino(?) di questa storia.lol
Un bacio, Pettyfer.


-My best friend's brother
 
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Capitolo 2
*** She's just a bitch ***



 

Attenzione: I comportamenti di Zayn descritti in questo capitolo e nella fan fiction in generale, non sono assolutamente da imitare.
Quello che fa e che pensa è sbagliato. Se siete facilmente influenzabili, o l'argomento della droga (esplicito) vi urtasse in qualche modo vi consiglio di chiudere direttamente la pagina.


Your love is my drug

Capitolo 1.

She’s just a bitch
 

 
Zayn sentì il cellulare vibrare nella tasca dei jeans e mugolò qualcosa di incomprensibile.
Aveva sonno.
Nessuno lo disturbava quando dormiva, chi diavolo era adesso?!
Trascinò il
 cellulare davanti al viso e lesse il nome di Harry.
-Hey- sussurrò ancora insonnolito.
-Che cazzo di fine hai fatto?-.
-Perché devi urlare così tanto? Mi sono appena svegliato, porca troia- ringhiò adirato l’altro portandosi un braccio sopra alla fronte.
-Ti ho cercato per tutta la notte, sono andato anche dalla polizia e non mi hanno voluto dire niente-.
-Sto in una cazzo di casa di riabilitazione o cazzate simili- riuscì a ricordare.
-Casa di riabilitazione? Di che diamine stai parlando?- urlò Harry.
-Mi ci ha portato una donna- spiegò Zayn.
-E ti ci sei fatto portare?-.
-Ero strafatto, Harry. Ero stanco e volevo solo dormire-.
-Ti passo a prendere tra mezz’ora- Zayn non ebbe il tempo di dire niente che il riccio aveva già chiuso la telefonata.
Come se sapesse la strada, cretino…
Si mise a sedere sul letto e si passò una mano sugl’occhi.
Era stanco.
Ancora.
La sera precedente aveva esagerato.
Con uno sbuffo si alzò dal letto e uscì dalla stanza,scendendo al piano di sotto.
Si guardò intorno e notò diversi ragazzi: chi guardava la televisione, chi usava il computer e chi camminava per i corridoi con un toast in mano.
Si fermò sull’ultimo gradino e ricambiò lo sguardo di un ragazzo alla sua destra appoggiato al muro che lo fissava con attenzione.
-Che hai da guardare?- gli ringhiò contro Zayn.
-Sei quello nuovo?- domandò questo aggiustandosi il new era sulla testa.
-Che ti interessa?-
-Avanti amico, stiamo nella stessa situazione, non fare il sostenuto-  il biondo si allontanò dal muro e gli si avvicinò.
Era più o meno della tua altezza, biondo scuro e aveva anche lui gli occhi arrossati.
Non era l’unico ad essersi fatto più di una canna ieri sera.
-Conor- gli sorrise porgendogli la mano chiusa in un pugno.
-Zayn- rispose il moro battendo il pugno.
-Dove ti hanno beccato?- domandò Conor mente entrava in quella che doveva essere la cucina, piena di toast, biscotti e vari tipi di succhi di frutta.
Della birra no, eh?
-Alla ventiquattresima…- borbottò Zayn prendendo un toast.
-A me alla quindicesima, gran bella fregatura-.
Le strade dove era solito incontrarsi per spacciare venivano indicate con numeri, più che altro ‘codici’, se qualcuno non conosceva quale strada fosse, era un imbucato oppure uno sbirro. Erano tutti un gruppo. Loro si definivano delle ‘gang’ mentre la maggior parte dei cittadini li definiva semplici drogati. Ma a loro non importava, non gli era mai importato niente della gente.
Provò a rispondere ma non appena vide la donna della sera precedente si ammutolì di colpo.
-Zayn, ti sei svegliato- sorrise radiosa –puoi seguirmi un attimo nel mio ufficio?-.
Zayn la guardò dubbioso per un paio di minuti e poi prendendo un altro toast e lanciando un’occhiata a Conor la seguì.
-Vuoi sederti?- domandò la donna andandosi a sedere dietro la scrivania una volta entrata in una specie di studio.
-Preferisco stare in piedi e faccia presto perché devo andare via- borbottò addentando il toast.
-Andartene Zayn? Dove credi di stare? Qui non puoi fare quello che vuoi-
-Di certo non ci sono voluto venire di mia iniziativa-
-Nessuno è qui per sua scelta, Zayn. Gli altri…-
-Io… non mi importa degl’altri- la interruppe brusco, appoggiando le mani sulla scrivania.
-So che hai una brutta situazione in famiglia ma…- Zayn sentendo quelle parole scattò.
-Non si azzardi a parlare della mia famiglia, lei non sa niente e non ha il diritto di giudicarmi e di trattenermi qui- urlò infuriato.
-Zayn, calmati per favore. Hai ragione non so niente della tua famiglia, ma suppongo che non sia una bella situazione- il ragazzo provò a parlare ma Kate lo bloccò –e fammi finire. Hai bisogno di aiuto Zayn, il girone della droga è pericoloso, può portarti alla morte. Non voglio costringerti a stare qui Zayn, ma voglio aiutarti. Vieni a casa con me-.
Zayn la guardò confuso.
-Come? Casa sua?- borbottò confuso.
-Ascoltami bene Zayn. Hai una sola scelta: di rimanere in questo posto lontano da tutti e da tutto, cercare di scappare ed essere ricercato dalla polizia, oppure venire a vivere con me e costruirti una nuova vita. Ricominciare tutto d’accapo- finì la donna con un sorriso sulle labbra.
-E lei cosa ci guadagna?- domandò Zayn riducendo gli occhi in due fessure.
Essere ricercato dalla polizia: non se ne parlava proprio. Già la sua vita era troppo incasinata.
Rimanere chiuso in quel postaccio: nemmeno.
Forse vivere con quella donna non era una brutta idea, come aveva detto lei ‘una vita nuova’. Col cazzo che si sarebbe comportato come un ragazzo modello. Avrebbe fatto tutto quello che serviva perapparenza davanti alla donna e poi fuori quella casa avrebbe fatto tutto ciò di cui era abituato a fare.
Droga, ragazze, spaccio e divertimento.
-Io non ci guadagno niente, sarò sincera con te, mi è stato chiesto di aiutarti e lo farò, perché voglio farlo-  Zayn soffocò una risata pensando al poliziotto.
Bene.
-Ci sto-.
 
-Sei fottuto- borbottò Harry camminando lungo il marciapiede.
-No che non lo sono, posso fregarla sotto al suo stesso naso e neanche se ne accorgerà – spiegò Zayn.
-Potresti sempre scappare…anche se ti prenderebbero lo stesso ad una qualsiasi festa, non sai controllarti- lo rimbeccò il riccio.
-Io so controllarmi-
-E allora perché ti beccano sempre?-.
Zayn si limitò a grugnire. Sapeva che Harry aveva ragione, aveva sempre ragione. Sarebbero andati ad un’altra festa, avrebbero trovato della roba e addio Zayn. Non sapeva come Harry Styles riuscisse a non sballarsi mai. Certo, c’erano state serate in cui anche il riccio non riusciva a reggersi in piedi, ma capitava raramente. Si lasciava andare solo quando erano tra di loro.
-Almeno non vedrai più tuo padre- disse Harry.
-Già…- sussurrò Zayn tirando un ultimo tiro dalla sigaretta per poi buttarla sull’asfalto.
-Sono le sei, hai avvisato quella donna che restavi fuori casa per tutto il pomeriggio?-.
Zayn in risposta rise sommessamente.
-Ti pare?- domandò retorico.
-Ok, allora? Me la fai vedere la tua nuova casa?-
Zayn sorrise camminando verso quella che era la sua nuova casa, doveva ancora vederla all’interno, aveva detto alla donna che sarebbe uscito e si sarebbe ritirato… prima o poi.
-Oh, hai anche lo zerbino, che carino- Harry lo strattonò per un braccio beccandosi un’occhiataccia da parte del moro.
Prese le chiavi dalla tasca posteriore dei jeans e aprì la porta.
Si sentivano alcune voci, tutte giovanili.
Il riccio lo guardò malizioso e Zayn gli fece segno con la mano di rimanere in silenzio, non aveva voglia di conoscere nessuno, non in quel momento.
Aveva voglia di altro.
Doveva rilassarsi e solo una cosa lo avrebbe aiutato.
Passò davanti a quello che era salotto e prima di salire le scale, dove c’era la sua camera, Harry lo fermò sussurrandogli di fermarsi.
-Che c’è?- domandò scocciato.
-Ascolta, stanno parlando di te-.
Bene.
Si alzò il cappuccio della felpa e si accese una sigaretta pronto ad ascoltare di tutto.
 
 
-L’hai conosciuto quel ragazzo?- le domandò Niall distendendosi sul divanetto mentre mangiava una fetta di torta al cioccolato.
-Quello che vuole portare mia madre a casa?- domandò.
-Si, quello-
-No, non l’ho proprio visto, mamma si è disperata tutto il pomeriggio perché non è rientrato, sarà stato da qualche parte a farsi di eroina o cocaina-buttò sul ridere Megan.
-Non esagerare, solo perché ha quel problema non vuol dire che sia un malato di quella roba- il biondo odiava quando la sua migliore amica correva a conclusioni affrettate, peccato che succedesse quasi sempre.
-E’ un drogato Niall, cosa pensi che faccia tutto il pomeriggio?- sbottò lei.
-Stai esagerando-.
-Non sto esagerando, io la penso così- si difese la bionda mangiando una patatina –e poi non so cosa ci trovi di bello a drog…- non finì la frase fissando incredula e spaventata il ragazzo sull’uscio della porta del salotto.
-Uh! Della coca cola. Non ti dispiace se ne prendo un poco, vero?- disse il ragazzo riccio entrando e prendendo dal tavolino la bottiglia di coca e versandosela in un bicchiere.
-E tu chi diavolo sei?- urlò lei innervosita dalla sua prepotenza.
-Sono un amico del drogato- sorrise e gli tese la mano –Harry-.
Megan guardò titubante la sua mano e scambiandosi un’occhiata con Niall ricambiò la stretta –Megan- sbottò scocciata.
-E tu biondino, chi sei? Il suo fidanzato?- domandò Harry beffeggiandolo.
-Sono Niall, e non so chi ti abbia fatto entrare in casa di Megan- disse il biondo alzandosi e mettendosi di fronte al riccio.
-Zayn ha le chiavi, biondo, calmati… e tu, Megan, voglio dirti una cosa- le sorrise mostrando due deliziose fossette sulle guancie.
-Noi drogati non passiamo le giornate a farci nelle vene- continuò a sorriderle, questa volta con un pizzico di sfida.
-Lasciala stare, Harry. È solo una stronza- Megan si girò sconvolta e offesa verso il proletario di quella voce e trovò un ragazzo con il viso coperto da un cappuccio appoggiato al muro mentre continuava a fumarsi una sigaretta.
 
 
 
Senza darle il tempo di rispondere, Zayn salì al piano di sopra, seguito a ruota da Harry, il quale ghignava soddisfatto della figura che avevano appena fatto fare a quella ragazzina.
Entrarono nella stanza, seguendo le indicazioni che Kate aveva dato quella mattina a Zayn ed entrando chiusero la porta alle loro spalle. Harry si diresse verso la finestra e l’aprì accendendosi una sigaretta, posando il bicchiere di coca sul davanzale e facendo un lungo tiro dalla sigaretta. Guardò Zayn tirare fuori dal borsone, che si era portato dietro, una siringa ancora confezionata e un cucchiaio.
Si stava per fare.
Quando si sarebbe controllato? L’aveva fatto anche il giorno precedente e conoscendolo si sarebbe fatto anche il giorno dopo.
Zayn afferrò l'acqua distillata dalla borsa. Scartò la siringa inserendo l’ago, tirò un po' d'acqua dalla siringa e mise con attenzione un po' di eroina nel cucchiaino.
Il moro prese il filtro della sigaretta e lo mescolò all'interno del cucchiaio.
-Mi passi l’accendino?- domandò al riccio.
Harry gli lanciò un’occhiata e glielo passò. Riscaldò il tutto con la fiammella e dopo qualche secondo tirò su il tutto con la siringa.
-Vado a prendermi quelle patatine dalla biondina- disse in fretta Harry uscendo dalla stanza dopo aver buttato quello che restava della sigaretta nel bicchiere di coca.
Zayn non lo rispose, limitandosi a fare un segno con la testa e poi diede due colpetti alla siringa facendo uscire l'aria dall'interno.
Il suo cuore iniziò a battere velocemente.
Posò la siringa sul comodino e si tolse la felpa rimanendo a mezze maniche.
Si avvolse il laccio emostatico attorno al braccio e afferrò la siringa infilandola piano nel braccio cercando di centrare le vene.
Si distese sul materasso e cominciò ad iniettare tutta la roba.
L’effetto dell’eroina si fece subito sentire facendogli passare tutte le frustrazione, il dolore e le preoccupazioni.
Si sentiva bene.
Sfilò l’ago dalla pelle e lo buttò sotto al letto per poi guardarsi il braccio. La goccia di sangue scese fino al gomito e per non sporcare le lenzuola -non voleva sentire domande da quella donna- la fece scomparire con un movimento della mano. Si tolse il laccio emostatico e buttò il braccio sul letto a peso morto per poi chiudere gli occhi.






 










Ossignoresantissimo.
124 recensioni al PROLOGO? Porca giuggiola non so come ringraziarvi,fgsdhfs.
Vorrei puntualizzare che la storia d’amore si svolgerà tra Zayn e Megan, non tra Zayn e Kate , come hanno pensato alcune di voi.HAHAH.
Spero che nessuno di voi mi venga a scrivere critiche sulla scena dell’eroina, perché davvero non ne troverei il senso, e mi arrabbierei, ad essere sincera. L’ho scritto all’inizio del capitolo che la storia, con i suoi capitoli, contiene scene forti, quindi evitate per piacere.
E SE L’ARGOMENTO DELLA DROGA, RIPETO, VI URTANON CONTINUATE A LEGGERE.
Passando al capitolo…avete conosciuto il personaggio di Harry(che io amo particolarmente) e Niall, anche lui avrà un bel ruolo nella storia. E vorrei puntualizzare che la storia conterrà anche un po’ di slash, amo leggerle, quindi mi è passato per la testa di inserirne un po’ nella mia fanfic.
Non vi dico chi saranno i personaggi, ma non pensate ad Harry e Niall.HAHAHAH.
Quindi, non lamentatevi, io vi ho avvertiti.lol
Ho voluto fare un personaggio femminile più forte rispetto a Karen (la protagonista di My best friend’s brother) e anche più stronza. Non so, voglio che tenga per un po’ testa a Zayn, anche se lui saprà come renderla una merda,HAHAHAH.
Spero che l’andamento della storia vi piaccia, e spero che continuerete a sostenermi.

 
ps:spero di riuscire ad aggiornare anche my best frien'd brother,chissà .o.

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Baci,Pettyfer.

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Capitolo 3
*** Rose's drink ***




Attenzione: I comportamenti di Zayn descritti in questo capitolo e nella fan fiction in generale, non sono assolutamente da imitare.
Quello che fa e che pensa è sbagliato. Se siete facilmente influenzabili, o l'argomento della droga (esplicito) vi urtasse in qualche modo vi consiglio di chiudere direttamente la pagina.



Your love is my drug

Capitolo 3.

 Rose's drink

 
 
 
 
 
Il riccio era comodamente seduto sulla poltrona mentre sgranocchiava patatine e fissava lei e Niall con sguardo critico.
-Allora…che scuola frequentate?- domandò ad un certo punto guardandola con quei due grandi occhi verdi.
-Quella principale- rispose Niall.
-Ah, la conosco. Ci andavamo anche io ed Zayn qualche tempo fa- disse il riccio ghignando divertito.
Zayn, lui era uno stronzo.
Con quale coraggio le aveva dato della stronza senza neanche conoscerla? Proprio lei che aveva accettato di ospitarlo a casa sua a tempo indeterminato.
Neanche lo conosceva e già le stava sulle palle. Ottimo inizio.
-Perché avete smesso?- domandò lei sistemandosi i capelli su una spalla.
-Avevamo meglio da fare- rispose diretto mangiando un’altra patatina.
Meglio da fare? Immagino.
-Mia madre ha detto che lo iscriverà un’altra volta- continuò Megan.
In risposta Harry scoppiò in una fragorosa risata che la fece innervosire non poco.
-Che c’è da ridere? Non credevi sul serio che avrebbe passato le mattinate a cazzeggiare per casa quando mia madre non c’era-.
-Zayn a scuola? Immagino già come manderà a fanculo tua madre- continuò a sghignazzare.
-Com’era il vostro profitto a scuola?- domandò Niall cercando di sviare quel discorso che avrebbe preso una brutta piega.
-Io me la cavavo, Zayn era il genio- sorrise –peccato che il comportamento ci fottesse ad entrambi-.
-Che facevate? Fumavate nel bagno?- domandò ironica la bionda facendo uscire una risata forzata al riccio.
-Dipende da cosa, biondina-.
-Che cattivi ragazzi…- continuò beffando.
-Sta attenta a quello che dici, Megan-.
-Beh, Megan credo proprio che io debba tornare a casa- si intromise Niall alzandosi e lo stesso fece l’amica che si bloccò non appena sentì la serratura scattare.
-Mamma sei tu?- urlò per farsi sentire mandando un’occhiata loquace a Harry.
-Si, tesoro, sono io- la donna spuntò nel salotto salutando Niall, girovagò con lo sguardo per la stanza per poi fermarsi sulla figura di Harry che si era appena alzato e avvicinato alla donna.
-E tu saresti? Un nuovo compagno di Megan?- sorrise cordiale.
-No- urlò Megan saltando sul posto.
-Sono un amico di Zayn- le porse una mano sorridendo –Harry-.
-Oh…ciao Harry, io sono Kate, la madre di Megan-.
-Beh, vi lascio. Arrivederci signora Sparks- Niall salutò Megan con un bacio sulla guancia ed uscì dalla casa.
-Suppongo che tu conosca la situazione di Zayn da oggi in poi, giusto?- domandò Kate.
-Certo, sono il suo migliore amico- sorrise cercando di essere cordiale.
-Lui sta di sopra?- Megan annuì –allora gli vado a parlare-.
Harry balzò a quella affermazione correndo davanti alla donna, bloccandogli il passaggio.
-Oh, meglio di no. Sta riposando, era molto stanco- inventò al momento Harry mettendo la mani in tasca.
Beh…più o meno era vero.
-A me non sembrava…- borbottò la bionda un po’ troppo ad altra voce.
Brutta stronza.
La madre della ragazza guardò indagatrice Harry aggrottando le sopracciglia.
-Credo che sia meglio che io vada a controllare, puoi spostarti Harry?-.
Merda.
Harry le sorrise salì prima di lei fiondandosi nella stanza dell’amico e comprendo il braccio tumefatto con la felpa che stava buttata per terra.
Sospirò vedendo Kate entrare nella stanza cercando di fare il meno rumore possibile guardandolo indagatrice.
Zayn aveva la testa girata verso la finestra, cioè dal lato opposto al loro, ma era evidente che stesse dormendo. Si girò di nuovo verso Kate e vide Megan fare capolinea dalla porta.
Bionda ossigenata del cazzo.
-Harry, ti conviene metterlo sotto le coperte, la notte fa molto freddo in questa camera, io scendo di sotto- gli lanciò un’ultima occhiata e scese al piano di sotto.
-Sei una lurida stronza- gli sussurrò vicino Harry.
-Insomma se stava dormendo, non c’era niente di cui preoccuparsi- sorrise ironica la bionda.
Harry di girò verso Zayn per sistemarlo nel letto, ma notò che Megan era ancora sull’uscio della porta.
-Vattene- sibilò diretto.
-Questa è casa mia-
-E da oggi in poi questa è la stanza di Zayn, e conoscendolo se si svegliasse ti manderebbe fuori di qui a calci in culo- sbottò innervosito dalla spavalderia di quella stupida ragazza.
-E’ appena arrivato, non può comportarsi come il proprietario della casa- ribatté ancora.
Harry sospirò cercando di mantenere la calma e di non buttarla contro il muro.
-Senti ragazzina, se vuoi fare la spavalda con qualcuno, cerca di non farla con me. Puoi continuare a farla con le tue amichette cheerleader, ma non con me e nemmeno con Zayn, gira alla larga- ringhiò a bassa voce Harry freddo.
-E tu che cavolo ne sai che sono un cheerleader?-
Bingo.
-Basta parlarti per capirlo-
Harry la vide uscire dalla stanza come una furia e sorrise divertito.
Ho vinto.
 
 
Zayn aprì gli occhi lentamente affondando con la testa nel cuscino.
Amato cuscino.
La testa gli scoppiava come se qualcuno stesse battendo delle padelle contro.
E in più il braccio gli bruciava.
-Heilà Zayn- lo salutò qualcuno.
Qualcuno con voce familiare.
Si girò lentamente verso la porta e si mise a sedere.
Chiuse gli occhi per un po’ preso da un improvviso capogiro.
-Conor- borbottò ancora insonnolito per poi strofinarsi gli occhi.
-Dormito bene, principessina?- chiese divertito il biondo.
-Che ci fai qui?- ignorò la domanda Zayn alzandosi e mettendosi alcuni vestiti buttati a casaccio nel borsone che si era portato dietro; nel farlo si fissò il braccio quasi tumefatto.
Dio che schifo.
-Ho aiutato Kate a portare degli scatoloni a casa sua, tu?-
-Storia lunga- rispose Zayn finendo di allacciarsi le Nike.
-Giù c’è un tuo amico, uno riccio- gli disse scansandosi dalla porta per farlo passare.
Scesero le scale in silenzio entrando nella cucina fredda: seduti a tavola c’erano la biondina della sera precedente e il suo amico, in piedi che beveva un succo.
Gli occhi della ragazza si posarono sulla sua figura a si allargarono, stupita.
Era carina, bionda, bel fisico e stronza.
Niente di particolare.
Magari era la solita cheerleader sempre al centro delle attenzioni e viziata.
-Che ore sono?-
-Le otto principessina- gli rispose Conor ridacchiando vedendo l’espressione omicida del moro.
-Smettila di chiamarmi in quel modo oppure ti ritroverai una siringa in mezzo alle chiappe- mormorò con tranquillità Zayn.
Non gli piaceva esporsi troppo, tutto quello che faceva era fatto con estrema calma.
-Conor vieni con me? Dobbiamo andare a prendere gli ultimi scatoloni- disse Kate entrando in cucina.
-Oh, buongiorno Zayn, dormito bene?-
-Si- si girò versò Harry e gli porse una banconota –questo è per l’altra sera- si riferì alla canna che aveva comprato l’amico per lui.
-Oh andiamo…- disse ad alta voce il riccio dopo essersi accertato che la donna era uscita di casa insieme al biondo.
-Te lo devo- si girò verso la ragazza e le lanciò un’occhiata storta.
-Da me è solito dire buongiorno di prima mattina- la stuzzicò.
Sapeva che si sarebbe innervosita.
-Non mi sembra che tu l’abbia fatto- gli rinfacciò Megan.
-Lo sto facendo adesso-
-E io non do il buongiorno a qualcuno che mi dà della stronza senza conoscermi-
-Io l’ho dato a te che mi hai dato dello stupido drogato che si fa senza un motivo, trova la differenza- le rispose appoggiando i palmi delle mani sul tavolo per poi sedersi e prendere un toast dal piatto al suo fianco.
Incominciò ad addentarlo con estrema tranquillità già sapendo che la risposta della bionda non sarebbe mai arrivata.
Megan continuava a fissare la scena con il bicchiere pieno di succo vicino alle labbra.
-Che hai da guardate?- le domandò Zayn facendola sobbalzare.
-Nulla, e, mi dispiace lasciarvi, ma devo andare- disse alzandosi dalla sedia e si bloccò sentendo le risate dei due.
Si girò verso di loro trucidandoli con lo sguardo.
-Vai davvero a scuola in questo modo?- domandò Harry ridendo ancora.
Megan si guardò osservò la sua divisa da cheerleader e ghignò.
-Oh, non penso che per te sia un problema, riccio- lo beffeggiò.
-Sono gay, biondina, non mi interessa vederti mezza nuda-
Megan sgranò gli occhi e andò a prendere la sua borsa sentendo la risata divertita di Zayn.
-Non so chi te l’abbia data tutta questa confidenza in casa mia, Zayn. Ma ti consiglio di cambiare atteggiamento con me- gli ringhiò contro avvicinandosi a lui e il ragazzo fece lo stesso, facendo rimanere pochi centimetri tra i loro visi.
-Oppure che mi fai biondina?- le alitò all’orecchio Zayn.
-Megan sbrigati oppure farai tardi a scuola- urlò sua madre dal giardino.
-Si, vai a scuola, Megan, e mi raccomando…cerca di non romperti un’unghia- la prese in giro Zayn ghignando divertito.
 
 
 
 
Non gli era mai piaciuto entrare in casa di Zayn, e poi, Zayn, non gliel’avrebbe mai permesso. Diceva che preferiva essere da solo, ma non era per niente vero. La verità era che aveva vergogna della sua famiglia, e non poteva biasimarlo.
Chi vorrebbe una famiglia come quella?
Nessuno.
Perfino il vicinato sapeva della loro situazione, ma si era sempre limitato ad ascoltare e a non muovere un dito. Sentivano di tutto da quella casa, urla, pianti, di tutto, eppure non avevano mai detto niente.
Perché? Paura.
Tutti avevano paura di affrontare il signor Malik, un essere orribile.
Harry l’aveva sempre disprezzato, quelle poche volte che gli aveva rivolto la parola non lo guardava neanche in faccia.
Non si capacitava del perché sua moglie aveva accettato di stare con un uomo del genere.
Forse all’inizio non era così, ma continuava a chiedersi come facesse a sopportare il tutto.
Era disgustoso quello che il signor Malik la costringeva a fare.
Ogni volta che vedeva il suo migliore amico uscire da quella casa, gli veniva una gran voglia di prendere a pugni quell’uomo.
L’espressione di Zayn era sempre stata cupa e distrutta. Qualche volta anche impaurita delle cose che vedeva in quelle mura.
Non gliene aveva mai parlato, ma Harry poteva immaginare cosa potesse affliggerlo così tanto; ci voleva davvero qualcosa di orribile per ammutolire Zayn per un paio di ore.
Ma quel cretino del suo migliore amico non muoveva un dito.
Dopotutto era felice che trasferendosi da Kate, Zayn poteva allontanarsi da quella casa, magari l’avrebbe allontanato anche dalla droga.
Forse era proprio quello che ci voleva per far finire quella tortura a cui si sottoponeva ogni giorno il suo amico.
Allontanarsi.
Pensandoci quella mattina non aveva parlato nemmeno di una sigaretta, il che era preoccupante, perché se c’era qualcosa di cui Zayn parlava e usava oltre alla droga erano proprio le sigarette.
Non ne aveva fumata neanche una in quel giorno.
Sorrise al pensiero.
Per Harry non era un gran problema la droga, era solo qualcosa per distinguersi dalla massa. Quella massa di perfettini che camminano per le vie del paese lui li odiava tutti.
In effetti non c’era un vero e proprio motivo per cui si drogava: era ricco, aveva una casa bellissima, studiava con un insegnate privato e aveva un amico che voleva bene.
Magari c’entrava anche il suo passato, ma quello era irrilevante.
Non era più quel ragazzino riccioluto e insicuro che camminava per i corridoi del suo liceo, nel quale veniva strattonato a destra e a manca.
Era stato picchiato un paio di volte, ma, fortunatamente, Harry era un tipo che riusciva sempre a trovare una scappatoia. In quello era bravo.
Una volta fu picchiato talmente tanto che sua madre e suo padre lo costrinsero a cambiare scuola.
Perché tutto ciò? Era gay.
E nessun gay era visto con buon occhio in quel paesino pieno di discriminazione.
Ma un lato positivo c’era stato in tutto quello, no? Aveva conosciuto Zayn.
Aveva conosciuto la droga.
Lo facevano sentire bene, e lui sapeva come gestirla.
Sapeva quanta e quando usufruirne.
Non era un malato di quella roba, e per lui c’erano ancora speranze per uscire da quel circolo vizioso.
Alzò lo sguardo, destandosi da quei pensieri e puntando gli occhi sulla figura di Zayn che avanzava verso di lui con sicurezza e rabbia.
Come suo solito quando usciva da quella casa, d’altronde.
Una volta avvicinatosi lanciò ai suoi piedi i due borsoni e sbuffò.
-Tutto bene?- gli chiese.
-Oh, alla grande- sospirò –andiamo in qualche pub, ho bisogno di una birra- mormorò poi.
Voleva bere, e non aveva nominato le sigarette quindi niente droga per quel giorno.
Harry sorrise.
-Dove andiamo?-chiese allora.
-Al Rose’s drink, è da un po’ che non ci andiamo- rispose il moro prendendo in mano i due borsoni.
Il Rose’s drink era un pub abbastanza conosciuto in paese, dov’era solito andare per i ragazzi in cerca di un luogo in cui parlare e mangiare senza essere disturbati.
Tutti i ragazzi sapevano di quel pub, nessuno escluso.
Persino per Zayn e Harry a cui era solito andare in pub più forti.
Quelli in cui era solito girare buona roba.
Quando fecero la loro entrata trovarono tutto come l’avevano lasciato, anche se c’era più gente e Rose non aveva più quegli orribili capelli biondo platino, ma un rosso tendente al ramato.
Era una donna sulla cinquantina, una alla quale piaceva stare tra i ragazzi, e a cui tutti volevano bene.
Appena fecero un passo si sentirono osservati e girando lo sguardo trovarono gli occhi di Megan e Niall puntanti addosso, e con loro anche quelli di alcuni loro amici.
Tra cui la maggior parte dei ragazzi indossava il solito giubbotto dei giocatori di football.
Harry vide l’amico sbuffare e alzare gli occhi al cielo per poi dirigersi verso il bancone e sedersi, buttando per terra i borsoni.
-Perché così scocciato? Sono le tre del pomeriggio e sei già stanco di ritrovarti la biondina in mezzo ai piedi?- lo prese in giro aspettando una reazione da parte dell’amico.
-Chiudi il becco- ringhiò il moro guardandolo male.
-Ok, principessina- continuò a prenderlo in giro Harry.
A fermare l’ira di Zayn ci pensò Rose che si gli si avvicinò da dietro al bancone.
-Cosa vi porto ragazzi?- domandò con il suo tono potente.
Magari per chi non la conosceva poteva addirittura far paura.
-Due birre, Tennent’s super mi raccomando- rispose il riccio sorridendo a trentadue denti.
La rossa si allontanò da loro per poi ritornare, subito dopo, con due bottiglie contenenti, come avevano chiesto, birra.
-Dove hai conosciuto quel Conor?- chiese ancora il riccio bevendo un sorso dalla bottiglia.
-Al centro-
-E’ tipo il tutto fare della situazione oppure è un ragazzo rinchiuso lì dentro?-
-Che ti fa pensare che sia un tutto fare?-
-Che ne so, stamattina stava aiutando Kate- rispose Harry.
-Da quando in poi tu la chiami Kate?- ridacchiò Zayn –pensavo ti piacessero i maschi, di solito dai solo nomignoli-.
-Divertente! E comunque mi è simpatica, l’ho conosciuto dopo che tu eri sul letto completamente strafatto-
Zayn in risposta mugolò qualcosa, non sapendo come rispondere.
Harry ridacchiò e alzò lo sguardo osservando Megan e la sua comitiva uscire dal pub.
-Ciao biondina- la salutò ghignando.
-Harry- quello della ragazza non era un saluto, ma qualcosa che si avvicinava di più ad un ringhio buttato fuori con forza.
Gli voleva bene, eh si.
Il riccio si girò nuovamente verso il bancone per bere la sua birra e sentì la campanella vibrare dalla porta che si chiudeva, per poi ripetere lo stesso suono da qualcuno che stava aprendo la porta.
-Un ora di ritardo, ragazzo- disse Rose appoggiando le mani sui fianchi con tono autoritario, rivolgendosi alla persona appena entrata.
-Lo so, Rose. Scusami tanto, cercherò di non far ripetere l’accaduto, sono s-stato…ehm.. i-intrattenuto- rispose un ragazzo con voce, che a Harry risuonò quasi melodiosa.
Si girò curioso di osservare il volto del ragazzo a cui apparteneva quella voce quando lo vide rimase del tutto spiazzato.
Non era molto alto, ma era affascinante.
La pelle assomigliava a quella di Zayn, i capelli lisci tirati da un lato, rimanendo comunque spettinati, ma perfetti.
Non riusciva a distinguere il colore dei suoi occhi, si avvicinavano molto al verde-celeste, ed erano bellissimi. Osservandoli poté leggere una nota dolorosa, quasi triste e distrutta, stanca, fissa nelle sue iridi chiare.
Camminava lentamente come se gli facessero male le gambe e si manteneva il polso sinistro con la mano destra.
-Che hai fatto al polso, Louis?- urlò quasi la rossa avvicinandosi al ragazzo.
-N-niente, sono…h-ho urtato c-contro il muro- balbettò abbassando lo sguardo fissandosi le Vans che portava ai piedi.
-Sono stati loro?- ringhiò Rose portando il ragazzo dietro al bancone lasciando modo a Harry di osservarlo meglio.
Zayn continuava a fissare l’amico quasi divertito.
Gli occhi del ragazzo, Louis, incontrarono quelli di Harry per la prima volta e si allargarono. Abbassò lo sguardo subito dopo, mordendosi il labbro inferiore.
-N-no. Non mi hanno fatto n-niente- la voce del ragazzo era incrinata.
-Harry- la voce di Zayn lo raggiunse ovattata.
Non lo ascoltò, continuando a fissare quel ragazzo che si manteneva ancora il polso.
-Non raccontarmi frottole, Louis. È mai possibile che i tuoi genitori non facciano mai nulla? Devo venire io a scuola e parlare con quel cretino di un preside- la sua voce era forte e non ammetteva repliche.
-No, faresti solo peggiorare tutto-
-Dobbiamo andare-
Fanculo Zayn.
Si alzò dalla sedia lentamente e mise delle banconote sul bancone.
-Verrà un giorno in cui se ne pentiranno, e adesso dammi il polso fammi vedere che ti hanno fatto- gli prese il polso e Rose si portò una mano alla bocca.
Era completamente viola e gonfio.
Si avviò all’uscita con lo sguardo di Zayn puntato addosso e prima di uscire si girò un’ultima volta.
-Che ti hanno combinato…vieni mettiamoci un po’ di ghiaccio- lo portò nella cucina del pub e l’ultima cosa che Harry vide furono gli occhi lucidi di Louis che gli lanciavano una veloce occhiata preoccupata.
 

 




 
Domani parto quindi ho voluto aggiornare oggi.cc
Amatemi! HAHAHAHHA scherzo dai.
Parto per una settimana e vi ho scritto un capitolo un po’ lungo, di cui l’inizio non mi piace un gran che, ma il finale,cazzo se mi piace. Jhdfhfs
Nessuna di voi ha azzeccato la bromance .o. avete ipotizzato, ma tipo ‘forse,forse’(?) ma nessuna di voi ha azzeccato.uu
È una bellissima Larry hfdsgsj
Per chi non l’avesse capito, lavoro da Rose’s drink, e non so del perché io abbia dato questo nome al pub, ma mi piace.lol
Poooi, nel capitolo dovevo inserire anche quando Zayn ritornava a casa per prendere la sua roba, ma poi non sarebbe entrata la parte Larry quindi ve lo farò leggere in un altro modo nel prossimo capitolo.ee
Beh, puntualizzo che il Conor della storia è Conor Maynard, ma ancora non so quale ruolo affibbiargli, quindi se qualcuna di voi ha un’idea, sono tutta orecchie(?)
Poi come ha detto Harry, Zayn, probabilmente, più sta lontano da casa, più si allontana dalla droga, e mi sembrava carino metterlo, così ci saranno meno scene forti, sia per voi che per me.lol
Beh è tutto, spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi raccomando fatemi sapere.uu
*E My best friend's brother verrà pibblicata domenica prossima 29, dovevo farlo oggi, ma non ho finito il capitolo:')
 



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Baci,Pettyfer.



ps:scusatemi se a qualcuno ho promesso di fare pubblicità e non l'ho fatta, ma mia sorella mi sta dando calci in culo e vado di fretta,sarà per la prossima:)

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Capitolo 4
*** School and job ***





Attenzione: I comportamenti di Zayn descritti in questo capitolo e nella fan fiction in generale, non sono assolutamente da imitare.

Quello che fa e che pensa è sbagliato. Se siete facilmente influenzabili, o l'argomento della droga (esplicito) vi urtasse in qualche modo vi consiglio di chiudere direttamente la pagina.




Capitolo 4.

School and job.

 
 
Doveva solo mantenere la calma, solo quello.
Non poteva mica ritornare indietro e spaccare una sedia in testa a Kate, no? Doveva solo stare calmo.
-Devo ancora capire come abbia fatto a…a…farmi fare quello che stiamo facendo- borbottò contrariato Zayn inserendo le mani nelle tasche della felpa.
-Non sarà tanto male, vedrai- lo raccomandò Conor mentre manteneva con una mano lo zaino e l’altra il cellulare.
-Ho sempre odiato la scuola, ho fatto di tutto per farmi espellere e adesso mi ritrovo a svegliarmi presto per andare in quel carcere-.
Sembrava un bambino viziato in quel momento. Stava brontolando le stesse cose da troppo tempo, secondo Conor.
-Smettila di lamentarti, andiamo a scuola, cerca di non combinare casini e mantieni la calma- ripeté il biondo per la terza volta quella mattina.
Non appena si trovarono davanti a l’enorme edificio Zayn si alzò il cappuccio della felpa e si preparò ad uno dei giorni peggiori di quella settimana.
-Vuoi che ti accompagni?- domandò Conor prendendo una sigaretta dalla tasca dei pantaloni rossi.
-No, faccio da solo, ci si vede- lo salutò velocemente ed entrò nella scuola, sotto lo sguardo di ragazzi curiosi.
Erano tutti vestiti bene, tutti, all’apparenza, perfetti e difetti.
Sbuffò e prese un foglio dalla tasca esteriore dello zaino che portava in spalla e memorizzò il codice per aprire il suo armadietto.
Girò la rotellina un paio di volte e provò a tirare lo sportello verso di se, nella speranza di aprire quell’aggeggio.
-Ma che cazzo…- borbottò a bassa voce non riuscendo ad aprirlo.
Scassinava le serrature delle porte e non riusciva ad aprire un cavolo di armadietto? Il trasferimento in quella casa gli aveva fatto male, molto male.
Imprecò ad alta voce e poi diede un pugno a quel coso, innervosito.
-Ti serve una mano?- domandò una voce alla sua destra.
Si girò lentamente trovandosi davanti il biondo che stava sempre appresso alla cheerleader.
-No- rispose piatto.
-Sei sicuro? Ho visto che ti trovi in difficoltà e…- smise di parlare non appena vide Zayn dare un pugno all’armadietto per poi aprirlo.
-Fatto- continuò mettendoci dentro alcuni libri, presi dallo zaino.
Niall sospirò e prendendo coraggio si preparò a fargli la prossima domanda.
-Che c’hai alla prima ora?-
Zayn si girò verso di lui e appoggiò una spalla agli armadietti.
-Cosa ti fa pensare che io voglia di parlare con te, biondo? Perché non te ne vai con la tua amichetta?- lo beffeggiò.
-Non mi piace stare con il suo gruppo*- rispose Niall facendo rimanere di stucco il moro.
-Oh, troppo rompi coglioni?-
-No, è che non mi piace stare con i giocatori di football, sono troppo scontrosi- spiegò.
-Sei gay?- chiese di botto Zayn facendo arrossire il ragazzo dinanzi a lui.
-No, certo che no. Ma ho avuto brutte esperienze, ecco tutto-.
-Mh, okay-.
-Allora? Che materia hai? Stiamo già in ritardo- lo spronò Niall facendogli notare che c’erano pochissime persone nei corridoi.
-Letteratura-
-Anche io, andiamo-
Seguì il biondo per i corridoi e non appena arrivarono davanti alla classe, Niall entrò senza essere sgridato da nessuno.
Zayn aspettò qualche secondo prima di entrare, sperando che nessuno si accorgesse della sua presenza, il ché era alquanto inverosimile.
Entrò nell’aula e senza badare a nessuno dei ragazzi che lo fissavano con insistenza, posò il foglietto che gli era stato consegnato dalla segreteria sulla cattedra e si diresse al’unico posto libero, infondo all’aula, dietro al banco di Megan.
Fanculo.
-Zayn Malik- gracchiò la voce del professore, voce che lo fece gelare sul posto, ancora in mezzo ai banchi.
Irrigidì le spalle e sgranò gli occhi di poco.
 
Aprì il frigorifero nella speranza di trovare un succo di frutta, ma al suo interno c’erano solo birre, alcool e altre schifezze simili.
Lo rinchiuse sbuffando e prese un bicchiere riempiendolo d’acqua del lavandino. Lo posò sul tavolo e uscì dalla stanza dirigendosi in camera sua.
-Sta zitta e non piangere- sentì una voce sussurrare questa frase con il fiato corto, e gelò sul posto.
Girò lo sguardo per il salotto soffermandosi su una porta in particolare, una porta sempre chiusa a chiave, anche se a differenza delle altre volte, quella volta era socchiusa, lasciando travedere cosa stesse succedendo al suo interno.
Una donna era distesa sul letto dalla parte opposta alla sua, lasciandogli vedere solo i capelli che cadevano sul materasso.
Una stretta allo stomaco.
Un uomo completamente nudo gli stava spalmato sopra mentre si muoveva su di lei con irruenza.
Era sudato e aveva stampato sul viso un ghigno soddisfatto, lasciando che dalle sue labbra fuoriuscissero versi vergognosi.
-Sta’ ferma- continuò con lo stesso tono.
La mano della donna andò a finire dietro alla sua schiena lasciando traccia di un lungo graffio che parve piacere all’uomo.
Mentre continuava a gemere come un animale alzò lo sguardo, piantandolo negli occhi di Zayn.
Occhi divertiti.
Occhi che forse Zayn non avrebbe mai dimenticato, occhi che gli avrebbero ricordato cosa succede tutti i giorni a sua madre, occhi che gli ricordavano che non poteva muovere un dito, occhi che gli stringevano il cuore fino a farlo smettere di battere.
 
Occhi che si trovava di fronte.
Occhi che lo guardavano con sfida, occhi che aspettavano una sua azione di pazzia, occhi che lo odiavano.
-Perché non si presenta alla classe?- risentire quella foce fu come un paletto in pieno petto.
Strinse le mani intorno al coltellino che portava nella tasca della felpa, mentre una malsana voglia di tirarglielo addosso lo percuoteva.
-Lo ha appena fatto lei- calcò l’ultima parola con odio.
-Allora farò io le domande visto che non ha voglia di parlare con noi, si vada anche a sedere nel frattempo- ghignò soddisfatto.
Mantieni la calma, Zayn.
-Che scuola frequentava prima di questa, signor Malik?-  domandò.
Zayn si sedette al suo posto mentre la maggior arte della classe era occupata a fissarlo,aspettando una risposta.
Tutti, compresi Megan e Niall davanti a lui.
-Nessuna- rispose secco mollando la presa dallo zaino facendolo cadere per terra con un piccolo tonfo.
-E come mai?- continuò.
-E’ stata una scelta mia-
-E perché questo ritorno?-
Lo stava sfidando.
-Mi andava- mormorò per poi mordesi l’interno guancia.
-Bene, adesso possiamo passare all’argomento del giorno…- prese a parlare mentre Zayn teneva gli occhi fissi sul proprio banco, incapace di rialzarli.
Da giorno i cui vide quella scena qualcosa in lui fu mossa talmente tanto che forse il modo per rimetterla al proprio posto non c’era, quel posto era stato colmato da altro: paura.
Non l’avrebbe mai ammesso davanti agli altri, naturalmente. Era una sensazione che aveva sempre esposto come odio, come rabbia.
-Pensate a quello che vi è successo ieri, aprite il vostro quaderno e scrivete la sensazione che avete provato in un momento della vostra giornata-
Rabbia? Disprezzo?
Non c’era differenza tra quello che aveva provato ieri, l’altro ieri, quel giorno stesso o tra una settimana. Quei sentimenti lo accompagnavano ovunque, persino in quella stanza.
Come poteva trattenerli con la presenza di quell’uomo? Era disgustoso, ripugnate e chi più ne ha più ne metta.
Solo ricordare quella scena, scena in cui sua madre era immune, sola e derisa, proprio come in quel momento lo era lui, gli mandava in palla la testa.
I genitori di Harry non sapevano nulla della sua situazione, e mai ne sarebbero venuti a conoscenza.
Il padre di Harry era un noto avvocato di Londra, mentre la madre era solo una donna di affari, sempre in giro per la città.
A proposito di Harry…
Prese il cellulare dalla tasca del jeans e nascondendolo sotto al banco e gli mandò un messaggio.
Che fai?’
Aspettò un po’ prima di ricevere la risposta.
Guardo la tv, all’uscita ti vengo a prendere!’ prima ancora di poter preme il testo per rispondergli qualcuno gli rubò il cellulare da mano.
-Che fa Malik? Cattiva condotta già dal primo giorno?- gracchiò divertito l’uomo.
Chiuse le mani a pugno, tra cui una manteneva il coltellino e alzò lo sguardo dal banco.
-Chi è? La tua fidanzatina? O fidanzatino?- per la classe si sentì qualche risata e vide Megan sorridere.
-Non le interessa con chi parlavo- sputò cercando di non ringhiargli contro.
-Invece si, Zayn, con queste tue risposte non fai altro che peggiorare la situazione-.
-Mi ridia il cellulare, non lo userò più-
-Decido io quando dartelo ragazzino, che orribile atteggiamento, i tuoi genitori non ti hanno insegnato l’educazione?- lo beffeggiò.
Voleva vederlo incazzato? Beh, non ci sarebbe riuscito.
-Certo, ma la uso solo con chi voglio- rispose con calma, anche se dentro stava lottando per non spaccargli la faccia.
-Bene, ti ridarò il cellulare alla fine della lezione, e ora ti chiedo di prestare attenzione-.
Vaffanculo.
 
 
Stava per suonare l’ultima campanella e Zayn era uscito prima dalla classe diretto verso i bagni.
Aprì la porta e buttò per terra il suo zaino, avvicinandosi al lavandino. Prese una sigaretta dalla tasca dei jeans e l’accese portandosela subito dopo alle labbra.
Sentì un rumore come se una mano avesse urtato contro la porta di uno delle tre cabine dei bagni.
Un mugolio.
Seguito poi da un conato di vomito.
Si avvicinò alla cabina centrale, da dove fuoriuscivano i rumori e bussò lentamente.
-Tutto bene lì dentro?- domandò con voce neutra.
-…s-si…- balbettò qualcuno.
Si sentì lo scarico e la porta si aprì velocemente facendolo sobbalzare sul posto. Il ragazzo si avvicinò fiaccamente al lavandino e aprì il getto d’acqua avvicinandoci il viso.
-Ne si sicuro?- continuò a domandare arrivando al fianco del ragazzo giusto in tempo da vederlo sputare sangue.
Merda.
Il ragazzo si asciugò le labbra vicino alla manica della maglia e lo fissò con titubanza.
Era il ragazzo del Rose’s drink.
Doveva dirlo ad Harry che il ragazzino frequentava la sua stessa scuola.
-Si, sto bene-
Bella bugia.
-Che ti è successo?-
-Nulla, sono caduto-
-Certo, perché per una caduta ti si fa l’occhio viola e vomiti, per di più sangue, chi vuoi prendere per il culo?- gli chiese divertito il moro alzando un sopracciglio, e buttando la sigaretta, che ormai non voleva più consumare, nel lavandino.
-Senti, n-non sono affari tuoi- sgranò gli occhi subito dopo –senza offesa, ovviamente, non che..io…cioè…- balbettò arretrando di un passo.
-Hei, calmati. Non ti prenderò a pugni solo perché non vuoi dirmi nulla-.
-Grazie…-accennò ad un sorriso.
Grazie? Che cavolo gli avevano fatto a quel ragazzo?
-L’avori al Rose’s drink?- domandò mettendo le mani nelle tasche della felpa.
-Si, come cameriere- spiegò sottovoce.
-Mhm, io sono Zayn, comunque.- si presentò allungando una mano.
-L-louis- gliela strinse.
-Louis come?-
-Tomlinson-
-Ah, sei il figlio del giornalaio?- buttò giù il moro.
-Si, sono io-
Sentirono la campanella suonare e Louis sobbalzò.
-Io devo andare, ci si vede- fece un cenno con la mano e corse fuori dai bagni alla velocità della luce.
Zayn raccolse la sua borsa da terra e uscì a sua volta da quei bagni scontrandosi con Megan, ovvero la biondina cheerleader.
-Sta attento a dove metti i piedi- gli ringhiò contro lei.
-Cerca di abituarti visto che ti starò in mezzo ai piedi per un po’- sogghignò divertito Zayn vedendola arrossire dopo essersi accorta della sua mano attorno al polso del moro.
-Dio,che felicità- urlò sarcastica facendo finta di niente.
Zayn le sorrise e le diede le spalle.
-Aspetta! Ti è caduta questa- la voce di Megan sembrava divertita.
Il moro si girò trovandosi davanti al naso una bustina contenente delle pillole.
Gliele strappò da mano e se le mise in tasca.
-Sta attento a dove metti la tua robaccia, oppure mia madre potrebbe venirlo a sapere e non solo trovando quella bustina per casa- ghignò.
-Senti biondina, il tuo ruolo in quella casa è di farti i cazzi tuoi, non toccare la mia roba e non parlare di cose mie agli altri; e se lo farai ti troverai i tuoi pon-pon da stpida cheerleader in un posto molto doloroso- le lanciò un’occhiata e le diede le spalle allontanandosi.
 
 
-Zayn sarà sorpreso nel trovarti qui- borbottò Harry osservando il ragazzo al suo fianco.
Stavano aspettando che Zayn uscisse da scuola, e la visita di Josh gli era del tutto strana.
-Anche io sono sorpreso da quello che gli devo dire-
-E’ qualcosa di preoccupante?- domandò aggiustandosi i capelli per poi osservare un gruppo di ragazze passargli davanti e ridacchiare come delle cretine.
-Forse, ma per lui sarà un bel colpo, niente più soldi facili…-lasciò la frase in sospeso facendo assimilare le sue parole al riccio che subito dopo sgranò gli occhi.
-Suo padre ha detto sul serio questo?- ringhiò a bassa voce avvicinandosi al ragazzo.
-Si, e credimi se ti dico che non scherzava- annuì non sapendo che dire, e poi alzò una mano in aria e la sventolò per farsi notare da Zayn che era appena uscito dall’edificio.
Quella si che era una batosta.
-Josh! Che ci fai qui?- domandò Zayn mentre gli dava un pugno sulla mano a mo’ di saluto.
-Brutte notizie-
Vide gli occhi di Zayn indurirsi pronti a tutto.
-Che succede?- domandò allarmato.
-Ti è stato vietato vendere- disse tutto di un botto.
Zayn sgranò gli occhi incredulo.
-Stai scherzando vero?- urlò attirando lo sguardo di qualche genitore intorno a loro.
-No, tuo padre è stato chiaro- sospirò –ha avvertito tutti i drux delle strade, appena ti vedono in zona devono allontanarti, e tu sai come-.
I drux erano persone che controllavano lo spaccio, regolarizzandolo.
-L’hanno detto anche e te, Harry?- gli chiese il moro.
-No, lui è il drux in una zona che non appartiene alla nostra, diciamo che lui potrebbe farti spacciare, ma tuo padre sa che non te lo permetterà mai. Le altre zone sono troppo lontane, quindi…il gioco per lui è fatto-
Harry annuì, ignorando lo sguardo di Zayn. Era inutile, non lo avrebbe mai fatto spacciare nella sua zona, se Zayn voleva farlo era libero di farlo dove voleva, ma da lui no.
Harry non poteva impedirlo, ma nella sua zona poteva. A lui spacciare serviva per avere soldi, e avere una propria zona era un punto a suo favore. Ogni spacciatore doveva pagare una quota  per vendere in determinate posti, e quindi Harry si arricchiva.
-Vaffanculo!- urlò Zayn adirato portandosi le mani tra i capelli.
-Senti Zayn, mi dispiace per te, ma adesso devo andare, buona fortuna- Josh mollò sia a lui che a Harry una pacca sulla spalla e poi si allontanò.
-E adesso come faccio io a comprare al roba?- domandò adirato Zayn.
-Trovati un lavoro- gli suggerì il riccio.
-Un lavoro? Mi prendi in giro?- sospirò –Giuro che quando mi troverò mio padre davanti gli spacco il culo-.
-No, tu non farai nulla. Gli farai il culo quando davvero ci sarà una motivazione, lì sarai libero di fargli di tutto. Adesso trovati un lavoro, di pomeriggio, o la sera, quando vuoi. Io la trovo un’ottima idea-.
Zayn parve pensarci.
-Io ho bisogno di soldi- borbottò.
-Appunto-
-Potrei chiedere a Louis se al pub c’è bisogno di un cameriere-
Che?
-Pub?Louis?- farfugliò Harry stranito.
-Il tuo amoroso del Rose’s drink, a proposito studia in questa scuola-
Harry sorrise ricordando il viso angelico di quel ragazzo.
-Avranno bisogno sicuramente di un cameriere. Io ti accompagno!- disse entusiasta.
 
 



Scusatemi per questo orribile ritardo,ragazzuole, vi prego.çç
Ma ci sono state vacanze di mezzo, e ho scritto davvero poco. E poi ammetto che questo capitolo l’abbia partorito proprio,cazzo.
E’ stato davvero difficile.
Per le scene con Megan dovete aspettare il prossimo capitolo, anche se non so cosa scrivere, ci sarà per forza una scena con lei.uu
Poi..spero che la questione ‘drux’ vi sia chiara, e non andate a cercarlo su goolge perché l’ho inventato.lol
*per quanto riguarda Niall e il gruppo di Megan, lui non è molto famoso in quella scuola, e non gli piace stare in compagnia dei giocatori di football e le cheerleader nonostante Megan ne faccia parte:’) un po’ contorto,eh?HAHAH
Allora, ringrazio le splendide ragazze che hanno recensito il capitolo, e adesso che pubblico corro a recensirle.jxkbdck perché poi mi sono arrivate recensioni di autrici che non mi aspettavo, quindi boh.jdjk sono tutta dbsfhs.
Okay, la smetto.
Un bacio, e alla prossima.
Pettyfer
.


I don't need you tonight.
I wish that was me
-
Freestalove.
Cuore di menta



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Capitolo 5
*** Liz Bennet ***


 

 

Attenzione: I comportamenti di Zayn descritti in questo capitolo e nella fan fiction in generale, non sono assolutamente da imitare.

Quello che fa e che pensa è sbagliato. Se siete facilmente influenzabili, o l'argomento della droga (esplicito) vi urtasse in qualche modo vi consiglio di chiudere direttamente la pagina.


Capitolo 5


Liz Bennet.

 
 
Il riccio vide l’amico prendere il cellulare dalla tasca e fissarlo per qualche secondo.
-Sono le sette, andiamo?- gli domandò.
-Okay- sembrava tranquillo, ma non lo era.
Stava per incontrare Louis e si vedeva lontano un miglio che ne era attratto.
Era la prima volta che si sentiva tanto interessato ad un ragazzo, e non solo fisicamente, come suo solito.
No, quella volta era diversa.
Diversa e nuova.
Doveva pur escogitare qualcosa per conoscerlo,no? Si, ma cosa?
Andare a lavorare anche lui in quel pub non se ne parlava, aveva abbastanza soldi per sopravvivere. Magari poteva andare a scuola con Zayn.
Sarebbe stata un’ottima idea se non fosse stato che lui odiava le scuole.
Oh,si sarebbe inventato qualcosa al momento.
Da quando in poi Harry Styles escogitava trucchetti del cavolo per conquistare qualcuno? Mai.
E così doveva essere e continuare.
-Aspetta qui- sussurrò Zayn allontanandosi da lui buttando il mozzicone di sigaretta per terra.
La seconda sigaretta dopo una canna.
Esagerava sempre quella testa del cazzo.
Lo vide tornare dopo un po’ cupo.
-Che succede?- domandò.
-E’ chiuso, fanculo- ringhiò passandogli davanti.
-Cosa è chiuso?-
-Il pub, ci andiamo domani mattina, tanto non c’è scuola- alzò una mano in segno di saluto continuando a camminare lentamente per la strada buia.
Harry sbuffò e si diresse anche lui verso la propria casa.
 
 
-Zayn- il moro sussultò sentendo la voce di Kate rimbombargli nelle orecchie.
La fissò.
-Ciao- borbottò dirigendosi verso le scale passandole affianco.
-Hai fumato?- gli chiese stridula.
E adesso che cazzo voleva?
-Si-  rispose seccato.
-Cosa?-
Ecco a cosa voleva arrivare.
-Sigarette-
-Ne sei sicuro? Hai le pupille dilatate- continuò rigida.
Zayn sbuffò alzando gli occhi al celo prendendo la scatoletta delle sigarette dalla tasca e buttandogliela in mano.
-Salgo su-
-Ti chiamo quando è pronta la cena- la sentì urlare una volta arrivato su per le scale.
Si maledì mentalmente ricordandosi delle due tre canne nel pacchetto.
Gli erano cosate 40 dollari quella roba, cazzo.
Fanculo.
-Già di ritorno Zayn?-
Alzò lo sguardo trovandosi Megan davanti alla porta della sua stanza.
-Non ho voglia di litigare biondina, togliti dalle palle- le ringhiò contro spostandola dalla porta.
-Come mai così arrabbiato?- era entrata in camera.
-Vattene!- borbottò buttandosi sul letto.
La testa gli scoppiava.
Maledetto fumo.
Maledetta droga.
Maledetta vita.
-Hai fatto i compiti?- chiese ancora.
Perché non lo lasciava in pace?
-No, vattene- disse con voce soffocata dal cuscino che aveva sotto la faccia.
-Potevi anche anticiparteli, così domani potevi stare tranquillo- ridacchiò.
-Decido io quando farli-
Non aveva neanche la voglia di mandarla a fanculo.
-Ragazzi! A tavola- si sentì la voce di Kate.
Megan era ancora sulla soglia della porta.
Ma che voleva?
-Te ne vai, cazzo?- urlò esasperato.
-Tu non scendi?- domandò innocentemente.
Scherzava?
-Porca troia, vattene. Mi faccio prima una sega e poi scendo- urlò esasperato alzandosi.
La vide fare una smorfia e uscire dalla stanza.
Finalmente.
Si mise una mano in tasca e ne cacciò una bustina contenente polvere bianca.
Alzò il materasso e la mise sotto per poi riappoggiarlo.
Sorrise.
Ora poteva scendere.
 
 
-Allora Zayn, come è andato il tuo primo giorno di scuola?- chiese Kate sorridendogli.
-Alla grande-
Magan, davanti a lui, ridacchiò.
-Come ti sembrano i professori?-
Cos’era? Un interrogatorio?
-Sono okay- pensò professore di letteratura e si irrigidì automaticamente.
-Hai conosciuto il professor Hill?- continuò.
E chi era?
La guardò interrogativo e Megan si apprestò a rispondergli.
-Il professore di letteratura-.
Fermò la mano che muoveva il coltello sulla bistecca e la fissò cupo.
-Si…l’ho conosciuto-
-Come ti è sembrato?-
-Che cazzo importa? Mi sta sul cazzo come tutti gli altri professori- disse alzando il tono di voce e buttando le posate nel piatto.
Megan sussultò.
-Calmati Zayn. Era solo una domanda-.
-Forse lo conosci. Stamattina sembrava che vi conosceste- borbottò la bionda.
Questo era troppo.
Si alzò di scatto dalla sedia e si avviò verso le scale subito dopo aver preso il suo pacchetto di sigarette sul davanzale.
-Non ho più fame-.
Perché non poteva mangiare in santa pace? Perché ogni argomento gli ricordava la merda che aveva passato e che tutt’ora passava?
Perché era tutto così maledettamente difficile?
Entrò in stanza e ebbe l’impulso di usufruire della cocaina, ma si fermò giusto in tempo. Non poteva usarla in occasioni così stupide, aveva passato di peggio e doveva darsi un contegno con quella roba.
Fanculo a Harry e ai suoi discorsi moralisti.
Si girò e chiuse a chiave la porta.
Aprì il pacchetto di sigarette e cacciò fuori una canna.
Meglio di niente.
 
 
 
 
Aprì gli occhi di scatto e si guardò intorno.
Posò lo sguardo sulla porta che emetteva rumori, anzi non era la porta ma qualcuno da dietro.
-Apri questa maledetta porta Zayn, oppure giuro di buttarla giù- urlò con ansia qualcuno fuori.
Harry.
Ma che diavolo ci faceva lì alle…alle…che ora erano?
Si allungò sul comodino prendendo il cellulare. Era mezzogiorno.
Cazzo.
Dovevano andare a quel maledetto pub.
-Sono sveglio- urlò saltando giù dal letto per prendere dei nuovi vestiti.
Dopo pochi minuti aprì la porta trovandosi davanti la faccia arrabbiata del riccio.
-Non mi sono svegliato- borbottò in scusa sgusciando nel bagno di fianco la sua stanza.
-Brutto coglione, mi hai fatto prendere uno spavento- urlò sconvolto Harry.
-Avanti, stavo solo dormendo- bofonchiò con lo spazzolino in bocca.
-Potev…sei un incosciente,cazzo! Quando imparerai a mettere a posto la tua cazzo di camera dopo esserti fatto, eh? Se quella donna ti becca ti spedisce in qualche centro specializzato sperduto chissà dove!- urlò.
Era arrabbiato, si vedeva, ma soprattutto era preoccupato per l’amico.
-Ieri non mi sono fatto di nulla, solo delle canne-
Almeno così si ricordava.
Il riccio sparì nella stanza e ritornò con in mano un siringa, già usata, ovviamente.
-E’ di qualche giorno fa- si affrettò a specificare.
-Può anche essere di dieci anni fa, Zayn. Ma non devi lasciare la tua camera piena di sta roba. Ho smesso da tempo di ripeterti sempre le stesse cose sulla tua vita eccetera, ma cerca solo di non rovinarti a causa di queste distrazioni. Adesso te la pulisco io la camera, ma cerca di essere attento, e ancora meglio, di smetterla- Harry sospirò e si allontanò dal bagno.
Okay, forse aveva ragione il suo amico: doveva stare attento. Ma non era colpa sua, era colpa della sua stupida mente, se ne dimenticava.
E nonostante tutto Harry era sempre lì a preoccuparsi per lui, anche della più piccola cosa.
Si vedeva che gli voleva bene.
Peccato che lui non sapeva esprimersi come lui, cercava solo di farglielo capire tramite i gesti, purtroppo erano poco percettibili.
Uscì dal bagno e trovò in cucina il riccio.
-Dov’è Kate?- chiese.
-Al centro, il sabato e la domenica cucina lei, abbiamo parlato prima-.
-Da quanto tempo stai qui?-.
-Dalle dieci, ho dato una mano in casa- ridacchiò divertito.
-Che fine hai fatto fare a Harry Styles?- lo seguì subito dopo il moro.
-Quella donna esprime simpatia, e a proposito …la biondina è andata al Rose’s drink-.
-Quella tipa me la troverò sempre in mezzo ai piedi, dai su andiamo- disse infilandosi la felpa per coprire i buchi sulle braccia.
 
 
-Chiamala botta di culo- rise Harry notando il foglio ‘cercasi personale’ attaccato alla porta del pub.
Entrarono lasciandosi dietro il tintinnio di quegli aggeggi appesi affianco alla porta.
Non c’era molta gente, solo troppi ragazzi rumorosi che camminavano avanti e indietro. Adocchiò subito Megan e la sua combriccola parlare allegramente mentre mangiavano patatine e roba varia.
-Quel ragazzo è da orgasmo, cazzo!- sussurrò Harry alle sua spalle riferendosi a Louis.
Scoppiò a ridere mentre si avvicinava al bancone seguito subito dopo dal riccio.
C’era solo Louis a servire e sembrava andare davvero di fretta.
-Ehi Louis!- urlò per farsi sentire e subito il ragazzo lo guardò, sgranando gli occhi notando il riccio al suo fianco.
Arrossì.
-Z-Zayn, ciao. Cosa ti porto?- domandò avvicinandosi di poco saettando con gli occhi in fondo alla sala.
Harry seguì il suo sguardo scoprendo che fissava la squadra della scuola.
-Sono qui per il posto di lavoro, non c’è Rose?-.
-Certo, vieni con me…-.
Harry lo vide scomparire dietro ad una porta insieme a Louis, e dopo un paio di secondi quest’ultimo uscì di nuovo.
Il ragazzo lo guardò per qualche secondo indeciso sul da farsi e poi prese un profondo respiro avvicinandosi al riccio.
-Tu..ehm…ti porto qualcosa?- chiese poi mordendosi il labbro.
-Harry Styles- sorrise maliziosamente il riccio allungando una mano verso il ragazzo.
-Oh…ehm…piacere, io sono Louis- borbottò paonazzo prendendogli la mano e stringendola.
Si irrigidì di colpo sentendo una scossa passargli per tutta la colonna vertebrale e ritirò subito la mano guardando il riccio sorpreso.
Che figura di merda.
-Oh, s-scusa, è che prima mi sono scottato allora brucia un po’-.
Dio, voleva sotterrarsi. Subito. In quel momento.
-Ehi Louis, dammi una birra, veloce!- urlò una voce al fianco del riccio che si girò di scatto.
-C’ero prima io, stronzo- ringhiò.
-Sta calmo riccio, è solo una birra- Louis ne frattempo aveva già posato sul bancone una lattina di birra e teneva lo sguardo basso.
Il ragazzo si girò per potersene andare e mancò poco che non inciampò su un piede.
Anzi, il piede.
-Ops, sta attento, potresti cadere- disse ironico Harry sorridendo sotto i baffi.
-Sta attento tu, riccio- ringhiò allontanandosi.
-Chi era lo sbruffone?- domandò sorridendo ancora.
-Liam Payne, è uno dei ragazzi più popolari della scuola- spiegò velocemente Louis, massaggiandosi il polso.
-Louis, da oggi in poi avrai qualcuno con cui lavorare- sorrise Rose lanciando un grembiule a Zayn.
-Ti presento Zayn, e tu, ragazzo, vai a togliere il foglio fuori la porta- disse al moro ritirandosi dietro la porta da cui era uscita con Zayn pochi secondi fa.
-Io questo coso non me lo metto, se lo scorda!- borbottò disgustato Zayn buttando il grembiule su una sedia a caso e dirigendosi verso la porta del pub.
Uscì e prese il foglio per poi rientrare e mettersi al fianco di Louis.
-Posso farti una foto?- rise Harry.
-Sta zitto e non parlare- ringhiò in risposta Zayn mentre Louis ridacchiava divertito.
Magari a lavoro poteva stare tranquillo, senza avere paura che un pugno gli arrivasse dritto in faccia.
-Zayn?- domandò ancora il riccio.
-Che vuoi?-
-C’è una ragazza che ti fissa, al fianco di Megan- spiegò malizioso.
Zayn alzò lo sguardo e lo stesso fece Louis, curioso.
Era carina, molto carina.
Aveva capelli lunghi e ramati, occhi verdi-azzurri e un viso dolce, forse anche troppo.
Un espressione innocente, ancora di più di quella dei bambini.
Vestita come una ragazza normale: felpa, jeans e Vans.
Si accorse dello sguardo del moro e, arrossendo, distolse subito lo sguardo.
-Chi è?- domandò curioso a Louis.
-Lei è Liz Bennet-
-La conosci?-continuò.
-Si, è la mia migliore amica-.
Harry sorrise, pensando ad una semplice frase: Benvenuta nella vita di Zayn Malik, Liz Bennet.
 

  


 
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!
NESSUN MIRAGGIO SIGNORI E SIGNORE, PETTYFER E’ DAVVERO QUI AD AGGIORNARE.
*BALLA LA CONGA*
SCUSATE, SCUSATE E ANCORA SCUSATEMI PER QUESTO ORRIBILISSIMO RITARDO.
Non era mia intenzione, davvero, scusatemi. Ma sono successe tantissime cose che mi impedivano di pensare a cosa scrivere o solo mi impedivano di aprire una pagina word.
Ringraziate il mio vomito(?) che non mi ha fatta andare a scuola e mi ha fatto scrivere turututto il capitolo :D
Parlando di cose più importanti cc
La bromance è non è Megan e Zayn.bdsakjhb.
Date il benvenuto a Layn(?) Liz\Zayn HAHAH
E Megan diventerà un bellissima amica, non credete?ccc:(?)
Spero di non ricevere critiche,davvero, mi cadrebbe tutto l’entusiasmo ee
Fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo c:
Pppene, spero di aggiornare presto,anche se non so cosa scrivere *fischietta* e vado a rispondere a tutte le bellissime recensioni jsbk
Un bacio, dolcezze (:
Pettyfer.

 

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Capitolo 6
*** Fuck ***





Attenzione: I comportamenti di Zayn descritti in questo capitolo e nella fan fiction in generale, non sono assolutamente da imitare.

Quello che fa e che pensa è sbagliato. Se siete facilmente influenzabili, o l'argomento della droga (esplicito) vi urtasse in qualche modo vi consiglio di chiudere direttamente la pagina.

Capitolo 6


Fuck
 

 
-Liz, potresti incominciare ad usare la trousse che ti ha regalato zia Margaret al tuo compleanno- disse sua madre mentre si sedeva a tavolo per fare colazione.
-Non vedo perché- rispose la ragazza addentando il toast coperto da un sottile strato di burro e marmellata.
-Lo trovo uno spreco vedere il tuo bel vaccino solo con un po’ di rimmel, dovresti curarlo di più. Ma rimani bellissima lo stesso-.
Ricominciava.
Alzò gli occhi al celo e si alzò dal tavolo prendendo la borsa sulla sedia al suo fianco.
-Ok, mamma. Io vado, ci vediamo oggi- le lasciò un bacio sulla guancia e uscì fuori.
Sua madre ultimamente era diventata più petulante del solito: le ripeteva ogni mattina di truccarsi. Non amava farlo, gli piaceva il suo viso così com’era, forse anche meglio con del rimmel, ma niente di più.
Era una ragazza semplice, usciva indossando jeans, nike e magliette semplici con felpe. Adorava indossare cappelli di lana e sciarpe, e amava la semplicità. Non era quel genere di ragazze che amava il rosa e gli unicorni, quando voleva poteva essere anche dura e rigida, ma in lei c’era un piccolo, ma grave, problema: era buona.
Glielo avevano ripetuto tantissime volte, eppure non cambiava. Faceva parte del sé.
Aiutava spesso chi le chiedeva qualcosa, e per questo le era difficile dire di no.
Non era una sfigata, anzi a scuola era molto conosciuta. Anche se questo era dovuto più alle sue amicizie che per altro.
Popolare si, ma per molti di loro ‘stupida’. Sempre dovuto alle sue amicizie.
Popolare perché la sua migliore amica era Megan Sparks.
Stupida perché il suo migliore amico era Louis Tomlinson.
Odiava chi lo offendeva per la sua omosessualità ed era per questo che frequentava solo alcuni amici di Megan, il resto cercava di evitarli.
-Buongiorno Liz!- urlò pimpante Megan spuntandole affianco.
-Megan, ciao- la salutò abbracciandola.
-Dimmi che hai fatto letteratura, perché io non ho aperto libro- la guardò disperatamente la bionda.
-Dopo te la passo, ho capito. A proposito, stasera a che ora devo venire da te?- domandò.
-Bah, visto che alle sei finisco gli allenamenti puoi venire alle sette e mezza, e adesso vieni con me che devo chiedere a quello di dire a mamma che deve fare la spesa- la prese per un braccio e la trascinò per i corridoi della scuola.
-Quello chi?-
-Il tipo che stava ieri al pub-
Quel tipo.
Sentì il battito cardiaco aumentare velocemente e lo stomaco contorcersi ricordando gli occhi di quel ragazzo.
Non ricordava il nome, ma ricordava perfettamente che dopo aver incontrato il suo sguardo le si era smosso qualcosa nel bel mezzo del petto.
-Eccolo- borbottò Megan continuando a camminare.
Liz lo cercò con lo sguardo e lo trovò.
Era bello, troppo bello.
Di una bellezza inumana.
Non sembrava uno di quei ragazzi che si chiudevano per ore in bagno cercando di essere impeccabili. Lui era un ragazzo…semplice: indossava una felpa, dei pantaloni a bassa vita,  nike, capelli disordinati e sparati in aria.
Il volto era marcato dalla stanchezza, era magro e occhi spenti.
Portava le maniche della felpa fin giù le mani nonostante la maggior parte dei ragazzi in quella scuola era a mezzamanica.
Non aveva caldo?
Il suo cuore perse un battito notando, solo adesso, che i suoi occhi erano puntati su di sè.
Arrossì.
-Zayn!- urlò Megan.
Il ragazzo prese a camminare dalla parte opposta alla loro, dandogli le spalle.
Era bello si, ma anche maleducato.
-ZAYN!- urlò isterica la bionda raggiungendolo e bloccandolo per il braccio.
Il moro scattò strofinandosi l’interno del braccio con una smorfia infastidita.
-Che cazzo vuoi?-
La sua voce.
Adesso sveniva, se lo sentiva.
-Quando torni a casa puoi dire a mamma che fa la spesa?- la sua domanda sembrò tanto più un ringhio.
Quasi come se stesse dicendo ‘ti odio e non mi fido, ma devo darti la mia vita nelle tue mani.
-Non puoi farlo tu?-le chiese lanciandole uno sguardo.
-Devo fare gli allenamenti delle cheerleader-spiegò velocemente.
-Okay- acconsentì Zayn girandosi.
Lo guardò camminare cadenzato lungo la fila di armadietti e si perse fissandogli un punto preciso.
Sgranò gli occhi e distolse subito lo sguardo.
-Non ci credo che abbia accettato- borbottò incredula la bionda fissando Liz.
-Liz, stai bene? Sei tutta rossa- continuò.
-Tutto bene- ridacchiò la mora.
-Oddio!- urlò Megan portandosi una mano alla bocca.
-Che c’è?- non capiva che intendesse dire l’amica.
-Ti piace Zayn- Liz sgranò gli occhi.
Era così evidente?
-N-no che non mi piace, è carino, tutto qui- balbettò imbarazzata.
-Non è ‘tutto qui’, Liz. L’ultima volta che hai detto che un ragazzo era ‘carino’ te ne sei innamorata, e adesso chiudi gli occhi e dimenticati di Zayn Malik. Subito. Adesso. Non mi importa quanto ti piace, ma levatelo dalla testa- urlò scandalizzata.
-Calmati Megan, non è la fine del mondo-.
-Si che lo è Liz, non è un ragazzo raccomandabile, non è il ragazzo per te- sussurrò la bionda guardandosi attorno sperando che nessuno stesse ascoltando la loro conversazione.
-Uh, piace già a te? Mi dipiace…cioè…- Megan la bloccò subito sbuffando.
-A me non piace Zayn, sai già chi mi piace. Ma dico sul serio, non è il ragazzo che fa per te, ti basta sapere che l’ha portato a casa mia madre- gli occhi della bionda dicevano.
Zayn doveva essere uno di quei ragazzi che aiutava la signora Kate.
Zayn: ragazzo non raccomandabile.
Okay, doveva toglierselo dalla testa.
Ci sarebbe riuscita.
Tanto non era neanche un vera cotta, no?
Bene.
-Okay, ho recepito il messaggio: starò lontano da quel Dio gre…da Zayn- ridacchiò e seguì l’amica in classe.
 
 
 
 
Aveva sempre avuto problemi nelle ore di educazione fisica, odiava quella materia.
La maggior parte della popolazione in quella scuola l’amava, tutti tranne Louis Tomlinson.
Non ti piace perché hai tutti gli occhi puntanti addosso, non ti piace perché devi stare attento a come prendi in mano una palla o una racchetta, non ti piace essere deriso se una palla ti colpisce una parte lesionata e stare attento alle smorfie che fai, non ti piace quando devi andare negli spogliatoi, non ti piace rimettere al proprio posto tutti gli attrezzi utilizzati attendendo che gli altri ragazzi lascino lo spogliatoio, non ti piace entrare e spogliarti per poi osservare tutti i lividi, non ti piace cambiarti chiuso a chiave pur essendo solo, non ti piace uscire e trovarti tutti i tuoi ‘compagni’ di classe di fronte a pronti a divertirsi, non ti piace trovarti faccia a faccia con Emmett McMann.
Chi è? Un coglione.
Un ragazzo coglione.
Metteva paura anche alle mosche.
Era uno dei giocatori della squadra di basket della scuola, era anche uno squallido omofobo.
Louis ne era terrorizzato.
Appena lo incrociava per i corridoi ritornava indietro, faceva di tutto pur di non rimanere da solo con lui.
Ma a volte capitava che lo trascinasse nei bagni dei ragazzi e mandasse tutti via pronto a pestarlo.
Avete presente quando qualcuno continua ad andare a scuola solo perché da grande gli interessa avere un lavoro e lasciare quel posto? Ecco, Louis voleva esattamente quello.
Voleva lasciare quella scuola più di qualsiasi altra cosa.
Continuava ad alzarsi la mattina solo per quello.
Quando si è vittime di bullismo e di qualsiasi altra violenza sei chiuso in un posto buio, hai paura quasi di tutto.
Quando si chiudeva alle spalle la porta di casa, Louis sentiva la paura scorrergli nelle vene.
La stessa paura che aveva quando sua madre gli accarezzava una guancia prima di lasciare casa, la stessa paura che quella carezza possa diventare uno schiaffo.
La stessa paura che dopo quelli ce ne saranno altri.
-Tomlinson, che fa senza fare nulla? Prendi la racchetta e gioca con le ragazze- gli urlò il professore dietro.
Sentì una gigantesca risata sollevarsi per aria e schiantarsi contro il suo viso come una frustata.
-N-non mi sento tanto b-bene, professore- sussurrò in risposta arretrando contro il muro alle sue spalle.
Sbiancò vedendo McMann avvicinarsi.
-Vuoi andare in infermeria, Tomlinson? Ti vedo bianco-
Dio, no.
-NO- urlò velocemente –n-non ce n’è bisogno, davvero- borbottò preso dalla paura.
Tu vai in infermeria, e tu McMann accompagnalo- Emmett sbuffò e uscì dalla palestra lanciando al moro una veloce occhiata.
Louis lo raggiunse dopo aver preso due lunghi respiri, rimanendogli alle spalle.
Più che camminare, il suo passo era una corsa.
Non voleva rimanere da solo con lui, voleva solo andarsene.
Liberarsi da quel…da quel orribile peso che era costretto a sopportare tutti i giorni.
-Non sai neanche giocare a racchetta, checca?- gli urlò Emmett  facendolo sobbalzare e allontanare di scatto.
In quel momento voleva solo che un varco si aprisse sotto i sui piedi e che lo risucchiasse.
-T- ti prego, Emmett, lasciami in pace, solo oggi. Ti prego- lo supplicò mentre si racchiudeva contro il muro con gli occhi colmi di lacrime.
-Solo perché non ne ho voglia, Tomlinson.- sussurrò premendogli una mano contro il fianco.
Lo lasciò lì da solo e si allontanò ridendo.
Scivolò con la schiena lungo il muro e sospirò pesantemente attendendo che le lacrime lasciassero i suoi occhi.
-Louis, stai bene?- domandò una voce in lontananza.
Alzò la testa di scatto e osservò la figura slanciata di Zayn venirgli accanto.
-Allora?- domandò una volta più vocino.
-Sto bene- rispose in un sussurro.
Il moro si sedette al suo fianco appoggiando la schiena al muro cacciando fuori un pacchetto di sigarette.
-Ne vuoi una?- gli domandò avvicinando il pacchetto al sua viso.
-No, grazie. N-non fumo- borbottò appoggiando il mento sulle ginocchia.
-Chi era quel coglione?- la voce di Zayn era tagliente mentre l’odore del tabacco gli arrivava fino sotto il naso.
-Nessuno di importante…- lasciò la frase a metà, come se volesse continuarla ma non ne aveva ne parole.
-Qualsiasi cosa Louis, ne puoi parlare con me, capito?- il moro si irrigidì di colpo e girò la testa verso Zayn, fissandolo incredulo.
-D-davvero?-
-Se solo provano di nuovo a toccarti, dimmelo- il suo tono non ammetteva repliche.
-Perché lo fai Zayn? Cosa ci guadagni?- domandò con il cuore a mille dalla felicità.
-Perché dovrei guadagnarci qualcosa? Sei un mio amico-.
A Louis gli si bloccò il respiro.
Sei un mio amico.
Sei un mio amico.
Era suo amico?
-Vieni, andiamo in mensa che tra poco suona- disse Zayn allungandogli una mano.
Si, era suo amico.
Sorrise.
 
 
 
Doveva tastare anche il territorio.
Non poteva buttarsi a capofitto su qualcosa di cui conosceva a malapena il nome.
Doveva chiedere a Louis.
La conosceva anche Megan se per questo, ma non poteva andarle vicino a dire ‘ciao Megan, la tua amica è una vera gnocca, la dà facilmente?’. Era fuori discussione.
Osservò Louis davanti a sé e si preparò a porre la domanda.
-Conosci quella Liz allora?- disse atono sorseggiando la sua coca cola.
-Si, è la mia migliore amica. Ti piace?- sorrise Louis.
Oh, oh.
Come diamine aveva fatto?
Zayn aprì la bocca, non sapendo che dire.
Provò a dire qualcosa ma si fermò con una mano in aria.
Okay, adesso doveva smetterla di boccheggiare come un cretino a fare il serio e l’indifferente.
-Certo che no, è per dire- si, era per dire.
-Non ti preoccupare, siamo amici no?- gli occhi di Louis luccicavano.
Dopo la frase ‘sei un mio amico’ era radicalmente cambiato, si era aperto se così si poteva dire.
-Si…- rispose titubante.
-Bene, che vuoi sapere su di lei?- Louis le braccia sul tavolo e si sporse sul tavolo.
-Raccontami di lei- sospirò Zayn.
Tanto anche se lo avesse raccontato a Liz dopo, non saprebbe importato.
La ragazza era interessata, tanto quanto lui.
L’aveva espresso apertamente quando Megan gli aveva chiesto quel favore.
-Liz è una ragazza semplice. Tutto l’opposto di Megan, in effetti, e sono anche migliori amiche. L’ho conosciuta sette anni fa, abita affianco a me ed è dolcissima e simpatica- finì con un sorriso.
Non era decisamente il suo tipo.
Da come l’aveva presentata, la ragazza era una santa, nessuna ragazza dai facili costumi. Lui non voleva nessuno storia seria, solo un passatempo.
E la mora non era decisamente opportuna per questo.
Nonostante questo continuò quella conversazione quando doveva finirla lì.
-interessante…aspetta, è la migliore amica di Megan?- apriti cielo.
-Si, sta quasi sempre a casa sua, perché me lo chiedi?- domandò Louis non capendo.
-Io abito con Megan- il moro spalancò la bocca stupita.
-D-davvero?-
-Hey, Tomlinson hai trovato un frocio con cui scopare?- urlò seguitamente qualcuno alle spalle di Zayn e vide l’espressione serena di Louis scomparire.
Abbassò lo sguardo terrorizzato e si torturò le mani nervosamente.
Zayn sospirò profondamente girando di poco la testa giusto il tempo di vedere il ragazzo comodamente seduto sul tavolo delle cheerleader e i giocatori si basket.
Megan e Liz non c’erano tra loro.
Si girò di nuovo verso Louis che lo fissava triste.
-M-mi dispiace Zayn, i-io non volevo…- balbettò con gli occhi lucidi.
Zayn lo fulminò con lo sguardo, prese la lattina di coca cola dal vassoio del ragazzo di fronte a sé e mosse velocemente il braccio.
-Alzati e aspettami vicino al tavolo- sussurrò velocemente.
Si alzò dal tavolo e porto la mano con la lattina dietro la schiena mentre camminava verso la direzione del coglione che aveva parlato prima.
La mano non smetteva di muoversi e un sorriso si dipinse sul suo volto.
Gli arrivò faccia a faccia e ghignò.
-Che c’è?- ringhiò il ragazzo.
Fermò la mano di colpo e con velocità la porto sotto al volto del giocatore di basket, con l’altra mano asprì la lattina e tutto il contenuto finì sul viso del coglione.
La sua faccia sconvolta lo fece ridere, ma si trattenne.
-Almeno lui ha qualcuno con cui scopare- gli buttò la lattina in faccia e uscì dalla mensa al fianco di Louis divertito e felice.
 
 
 
-Shh, fate silenzio, è il turno di Liz- urlò Megan nel salotto.
-Allora Liz, obbligo o verità?- domandò Niall bevendo un sorso di coca cola.
-Sapete già tutto su di me, quindi credo che sceglierò obbligo- Liz arrossì, sperando che non la costringessero a fare qualcosa di imbarazzante.
Megan rise maliziosamente e la guardò pensosa.
-Allora…vai nella stanza di Zayn e porta qualcosa giù- la mora sgranò gli occhi.
-Nella stanza di Zayn? Sei impazzita? Neanche per sogno! No, non se ne parla proprio- borbottò presa dall’ansia.
-Avanti vengo con te io…e tu, Niall, aspetta qui e se ti portiamo qualcosa di succulento ci devi 50£- Megan si alzò, aiutando a fare lo stesso Liz e la trascinò nella stanza del moro, lasciando un Niall divertito e incredulo.
-Non credo che sia una buona idea, Meg-.
-Oh, non fare tante storie e cerca qualcosa di abbastanza interessante da far sganciare quei soldi a Niall- Liz alzò gli occhi al cielo e si avvicinò alla scrivania di fronte al letto.
-Se trovi delle mutande di Calvin Klaine dalle a me- sussurrò Megan mentre si distendeva sul pavimento per guardare sotto al letto.
Liz si lasciò scappare una risata pensando alla fissazione dell’amica per quella stupida marca.
-Che ci fa Zayn con un cucchiaio?- domandò la mora alzandone uno in mano e dondolandolo a destra e a manca.
-Non ne ho idea, e non lo voglio sapere- borbottò Megan completamente sotto al letto.
-Ma che ci fai sotto al letto? Cosa speri di trovarci? Un calzino?- le si avvicinò Liz.
-I tipi come Zayn nascondo tantissime cose sotto al letto, me l’ha raccontato mamma- ridacchiò la bionda dando subito dopo un urlo elettrizzato.
-Ho trovato qualcosa che vale più di 50£- Megan uscì fuori dal letto sorridente con una bustina tra le mani.
Liz sgranò gli occhi e trattenne un urlo.
-Non provare a scenderlo, se il tuo amico viene a saperlo moriremo, e io non voglio morire- borbottò la mora impaurita.
Faceva anche un certo effetto avere sotto al naso un pacchetto di quella roba.
Non ne aveva mai visto uno.
-Mantienilo tu- Meg gliel’allungò e notando l’espressione contrariata dell’amica sbuffò.
-Andiamo…scendiamo, la facciamo vedere a Niall e poi la rimettiamo al suo posto- Liz alzò gli occhi al celo e sospirò prendendo in mano la bustina.
Uscì dalla stanza fissandosi i piedi e aspettò che Meg la seguisse dopo aver chiuso la porta.
-Che cazzo stavate facendo nella mia stanza?- Zayn Malik le fissava davanti a loro con un espressione più che incazzata.
Più che furiosa.
Porca merda erano nella merda.
Cazzo.

 
 

  


Mi inchino davanti a voi ragazze, davvero, non so come chiedervi scusa cc
Ma questa volta c’è una motivazione valida jndwk
Mi è stato bloccato l’account per un po’, chiedo perdono per il ritardo.
Ma ora eccomi qui, e spero che vi abbia soddisfatte tutte con il nuovo capitolo.
L’ho finito di scrivere proprio adesso e non l’ho riletto, quindi ci saranno un bel po’ di errori, scusatemi.HAHAH
Quante scuse .o.
Cccccomunque, ho visto che alcune di voi volevano la coppia Megan e Zayn, e visto che mi trovo, chiedo anche scusa a loro HAHAH, ma ormai ho deciso c.c
Liz e Zayn saranno sex& love fino alla fine della storia HAHAHAHAHA
Pppppoi, ho abbassato il rating della storia, perché ho dovuto dichiarare di essere minorenne, quindi doveva per forza scendere oppure addio alla storia °L° ma le raccomandazioni sopra ai capitoli ci devono stare per foooorza.
E mi sto accorgendo di star palando a vanvera, non so neanche se si scrive così HHHAHAHA
Per qualsiasi cosa, contattatemi belle.ksln
e fatemi sapere cosa ne pensare se volete c:
Un bacio e alla prossima, Pettyfer.(:



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Capitolo 7
*** Blood ***





Attenzione: I comportamenti di Zayn descritti in questo capitolo e nella fan fiction in generale, non sono assolutamente da imitare.

Quello che fa e che pensa è sbagliato. Se siete facilmente influenzabili, o l'argomento della droga (esplicito) vi urtasse in qualche modo vi consiglio di chiudere direttamente la pagina.

Capitolo 7


Blood.

 
 
 
 
Liz nascose automaticamente la mano dietro la schiena sotto l’occhio vigile di Harry, che continuava a fissarla con attenzione.
Distolse subito lo sguardo puntandolo su Megna: sorrideva a Zayn.
Cazzo sorrideva?
-Abbiamo sentito una porta sbattere e siamo venute a controllare- la bionda incominciò a tamburellare con il piede sul pavimento mentre Liz si mordicchiò le labbra.
-Non dirmi stronzate, biondina. Te lo ripeto la seconda e ultima volta: che cazzo stavate facendo nella mia camera?- era incazzato, tanto incazzato.
Questo ci spacca la testa.
-Niente, te lo giuro. Siamo solo venute a controllare- continuò la bionda tranquilla.
Ma come faceva?
Liz si sentì morire notando solo ora che Harry cercava, in tutti i modi, di vedere cosa nascondesse dietro la schiena e questo non sfuggì a Zayn.
-Tu sei Liz, vero?- il moro le sorrise suadente e le si avvicinò di qualche passo mentre lei arretrava di uno.
-Si…- sussurrò in risposta.
Avanti, caccia la voce Liz.
-Dammi quello che hai in mano-
La ragazza sbatté gli occhi incredula, entrando nella parte della bambina ‘innocente’.
-Ora!- le si avvicinò ancora di un passo e Megan prese la bustina dalle mani dell’amica, senza farsene accorgere, e la portò sotto al naso del ragazzo, facendo scoppiare a ridere Harry.
Con uno scatto, Zayn, le fermò il polso in aria e le strappò da mano la bustina.
-Che cazzo ci volevi fare con questa, eh?- le urlò il moro inferocito.
-Tutto bene?- chiese Niall spuntando alle spalle di Harry.
-Se la volevi potevi darci i soldi e te l’avremo comprata- borbottò Harry rilassato.
-Eh? Neanche per sogno, era solo un gioco, non c’è bisogno di arrabbiarsi in questo modo ragazzi-sorrise Megan staccando il braccio dalla presa del moro.
-Se me l’avessi persa ti avrei mandato personalmente a prenderla, ed a una ragazza come te non avrebbero dato solo quello, credimi- ringhiò Zayn mettendosi la bustina nella tasca dei pantaloni.
-Va bene, Malik. Rilassati qualche volta, sei troppo stressato- gli passò di fianco per scendere le scale seguita subito da Liz.
Quest’ultima venne bloccata per la vita dal moro e per poco non svenne.
-Avverti la tua amichetta che deve stare lontano dalle mie cose, e…anche tu dolcezza, oppure potrei non controllarmi- le sussurrò all’orecchio mentre con la mano le accarezzò il fianco.
La lasciò e entrò nella propria camera, seguito da Harry che fece un occhiolino alla ragazza.
Liz scese subito le scale sconvolta.
Sconvolta e…accaldata.
 
 
 
-Però…la cheerleader di fegato ce l’ha- ridacchiò Harry distendendosi sul letto mentre Zayn andava alla finestra per accendersi una canna.
-Un giorno di questo le faccio il culo a quella stronzetta- mormorò.
-Argh! Come siamo aggressivi Zayn- ridacchiò il riccio imitando un leone con tanto di zampa ed artigli.
-Sta zitto- sputò in risposta.
-E che mi dici di Liz?- domandò Harry alzandosi dal letto camminando vicino alla libreria di fianco alla finestra.
-Che vuoi che ti dica?- il riccio ridacchiò vedendo l’amico diventare nervoso.
-Niente, solo che ti piace…- ridacchiò.
Il moro lo fulminò con lo sguardo.
-E’ solo una bella ragazza, nulla di che…- il riccio si fermò con una mano in aria e lo sguardò sorpreso.
-Una bella ragazza?- urlò stridulo.
-Si-
-Tu non definisci mai una ragazza ‘bella’, Zayn. Per te o sono passabili o sono scopabili. Che cosa ne hai fatto del vecchio Zayn Malik?-.
-Niente, assolutamente niente. È lo stesso strafatto di prima, coglione- ringhiò innervosito Zayn.
-Non offendermi troppo amico, potrei deprimermi e come fa un depresso a conquistare Louis -sono da orgasmo- Tomlinson?- borbottò il riccio con tono dolce.
-Va’ al diavolo, Harry-.
Si alzò dal davanzale della finestra avvicinandosi al letto e si sedette sul pavimento.
-Mi prendi il coltello sulla scrivania?- domandò atono mentre cacciava da dentro il borsone un pezzo di carta nera distendendola sul pavimento.
-Tieni- il riccio glielo lanciò e Zayn lo prese al volo.
Cacciò dalla bustina due pillole, ancora integre, e poi fissò il suo migliore amico.
-Allora? Te ne fai un po’ anche tu?- attese una risposta in silenzio continuando a tenere lo sguardo basso.
-Dopo di te-.
Il moro mantenne la pillola con due dita mente con l’altra mano incominciò a sfregiarla con precisione, ottenuta in tutti quegli anni di pratica.
-Non esagerare Zayn, due ne sono troppe- sussurrò Harry preoccupato.
-Oh, sta zitto- gli ringhiò in risposta pronto a sniffare da un rotolino di carta.
 
 
 
Era mattina e Liz era in ritardo per scuola.
Maledetta sveglia che non era suonata, maledetta maglia che non voleva essere trovata, maledetta borsa che si era incastrata all’attacca panni.
Meno sfiga no, eh?
Corse verso l’aula 3B, percorrendo il corridoio deserto, e fortunatamente alla prima ora aveva il professor Hill, non ci sarebbero stati problemi per il ritardo.
Bussò alla porta per poi aprirla subito dopo, trovandosi davanti gli occhi di tutti addosso, compresi quelli di Zayn, che l’osservava in piedi, di fianco alla cattedra.
Era stato interrogato.
-Mi scusi professor Hill, la sveglia non è suonata- si scusò in evidente imbarazzo.
-Non ti preoccupare Liz, cerca di non fare più tardi mi raccomando, adesso vai a posto- le sorrise languidamente e la mora accennando ad un sorriso si allontanò dalla cattedra.
-Allora, vediamo chi altro farà compagnia a Malik per l’interrogazione- guardò il registro con interesse mentre per la classe si calò un’inusuale silenzio.
Zayn si era appoggiato con la schiena al muro, buttando la testa all’indietro sbuffando.
Nessuno osava alzare lo sguardo dal banco, tutti tranne Liz, che continuava ad osservare il profilo del ragazzo. Zayn posò gli occhi sulla ragazza beccandola a fissarlo, le sorrise suadente.
Era bello, soprattutto quando sorrideva.
Aveva un sorriso insolito, raro.
Stava quasi per ricambiarlo prima ancora di accorgersi della mano del moro che fuoriusciva dalla tasca della felpa e la distendeva in avanti, alzando il dito medio.
Sconvolta, Liz, abbassò lo sguardo sul banco sentendosi una stupida.
Odioso ragazzo.
Odioso, bellissimo, stronzissimo, ragazzo.
 
 
Erano le sette e mezza del pomeriggio, quel sottopassaggio della stazione era semi-vuoto, si sentivano solo alcuni gemiti e un chiacchiericcio continuo.
Zayn era appoggiato al sudicio muro del bagno della stazione, teneva gli occhi chiusi e la bocca socchiusa. Si manteneva con una mano al lavandino pieno di siringhe usate mentre  l’altra era appoggiata sul capo di una ragazza, accompagnandola velocemente con i movimenti.
Sentiva una mano parlargli un gluteo mentre l’altra era appoggiata al suo fianco; era brava, questo Zayn non poteva negarlo, anche se il pensiero che prima di lui ce n’erano stati ancora altri per farsi fare lo stesso servizio lo disgustava quasi.
Non ci avrebbe di certo fatto caso se subito dopo in mano avrebbe avuto più di 50£, tutto pur di avere quei soldi. Gli servivano ed era in astinenza; spesso riceveva diversi spasmi per tutto il corpo e doveva farsi, quella sera stessa.
Quando si usano dosi pesanti, quasi quotidianamente, il bisogno di averne altra diventa sempre più costante, sempre più pesante.
E ogni volta succedeva la stessa cosa: si riduceva a farsi fare un pompino o anche di più da una ninfomane del cazzo più di avere quei soldi.
Dopo un po’ arrivò all’orgasmo rilasciando un gemito e quando sentì la ragazza staccarsi da sè, si sistemò.
Quel poco che c’era da sistemare.
Hilary prese la bottiglia sul lavandino prendendo un sorso d’acqua in bocca per poi sputarla, si ripulì la bocca con la manica della felpa e prese dei soldi da sotto il reggiseno porgendoli a Zayn che, nel frattempo, aspettava impaziente.
Li prese senza esitazione e prima di uscire dal bagno sentì la ragazza sussurrare un ‘quando vuoi, sai dove trovarmi’.
Hilary Hilton, infanzia schifosa, vita schifosa e ninfomane.
Conosciuta da tutti in quel sottopassaggio, nessuno non si era fatto pagare da lei, Harry escluso ovviamente.
A lui i soldi di certo non mancavano.
Salì le scale con velocità uscendo dalla stazione e trovandosi davanti il riccio.
-Fatto- sorrise soddisfatto osservando l’amico che lo guardava con occhio severo mentre continuava a fumarsi una sigaretta alla menta.
-E non fare quella faccia- si lamentò.
-Stai cadendo in basso, Zayn- lo riprese serio Harry.
-Non è mica colpa mia se quel bastardo di mio padre mi ha vietato di spacciare- ringhiò in risposta il moro.
-Lo so ma…- Harry assottigliò gli occhi bloccandosi osservando un punto fisso alle spalle dell’amico.
Quest’ultimo subito si girò irrigidendo le spalle vedendo Josh camminare con il cappuccio della felpa alzato fino a coprirgli gli occhi.
E quando Josh lo cercava, c’era solo un motivo: guai.
-Ehy Josh- lo salutò Harry una volta avuto davanti il ragazzo.
-Ciao ragazzi- li salutò.
-Che succede?- chiese Zayn timoroso.
-Ieri è venuta l’autoambulanza a casa tua, io stavo a casa di Toby- spiegò velocemente mentre Zayn s’irrigidì sul posto.
-E’ successo qualcosa a mia madre?- domandò con ansia, cercando di non sembrare ridicolo.
Non poteva permetterselo uno come lui.
-No, ho chiesto in giro e sembra che abbiano sentito uno sparo e dopo un po’ il suono delle sirene, io non ricordo nulla, ero strafatto. A quanto pare tuo padre ha sparato ad un uomo che…che stava con tua madre, e se non ho capito male, che non aveva usato il preservativo-.
Zayn sentì la rabbia e la vergogna pesargli sulla spalle, mente Harry distolse lo sguardo, così come fece Josh.
Che schifo.
Non riusciva a pensare ad altro.
Sentiva solo lo schifo e la vergogna.
Rabbia, tanta rabbia.
-Che ora è?- domandò con tono neutro.
-Sono le otto- .
-Andiamo da Ken-.
Andiamo da Ken.
Solo un significato aveva quella frase: droga.
Tanta droga.
Troppa.
 
 
 
Harry spintonò un ragazzo con i capelli viola innervosito.
Cazzo.
Dov’era finito quel coglione di Zayn? In quella stupidissima festa c’era solo gente strafatta, gente che beveva, gente che si dava da fare sul pavimento e chi preparava dosi di eroina.
Ma non importava, doveva trovare Zayn.
Uscì dal salotto percorrendo un lungo corridoio, aprì tutte le porte lungo le parti e trovandole occupate salì le scale, sperando di trovare il suo amico. Aprì una porta socchiusa e tirò un sospiro di sollievo.
Zayn era seduto sul pavimento, accanto al water, completamente sudato e con la bocca piena di sangue.
-Zayn, cazzo!- ringhiò Harry, prendendolo per le braccia e buttandolo nella vasca.
-Apri gli occhi coglione- continuò a dire mentre apriva il getto d’acqua fredda pendendone un po’in mano e buttandogliela in faccia.
-Mi senti?- il moro non rispose e Harry sbuffò, schiaffeggiandolo sulle guancie.
-Cazzo, Zayn, mi senti?- il moro sussurrò qualcosa.
Aveva conoscenza.
Bene.
-Ora andiamocene e cerca di camminare-
Gli fece prendere un po’ d’acqua in bocca per poi fargliela sputare, cadde sulla maglietta bianca che subito si colorò di un rosso poco acceso.
-Non me la fai una buona- chiuse il rubinetto stizzito e lo aiutò a mettersi in piedi.
-Ce la fai a reggerti in piedi?- Zayn annuì mantenendosi al muro anche se la mano di Harry non lasciava un secondo la sua schiena.
Uscirono dalla casa camminando lungo il marciapiede; Zayn si manteneva a stento in piedi strisciando i piedi e tossicchiando.
-Che…che ore sono?- sussurrò fermandosi ad un incrocio.
-La mezza, non è tardi, ma tu sei fottuto lo stesso- il moro storse le labbra e girò l’angolo per poi imprecare forte.
Lungo la strada c’era una panchina, piena di ragazzi, tra cui qualche ragazza, comprese Liz e Megan.
-Dio, torniamo indietro- sussurrò girandosi per cadere quasi.
Harry lo mantenne per le braccia e lo fissò negli occhi arrossati.
-Non fare il cretino, ora passiamo davanti a loro, non te ne fregare di un cazzo, non te n’è mai importato e così deve continuare ad essere! Andiamo- ringhiò.
Fece un bel po’ di passi in avanti, e si portò subito la mano davanti alla bocca accasciandosi a terra.
-Ho voglia di vomitare- ringhiò alzando lo sguardo.
Cazzo, tutto il gruppo di ragazzi li stavano fissando.
Harry si abbassò, portandogli una mano sulla schiena.
-Calmati…-
Zayn prese a tossire freneticamente, sempre più forte.
Intanto dalla panchina si era alzata Megan che osservando meglio sgranò gli occhi, corse incontro a loro velocemente, rimanendo a qualche metro di distanza.
-Mio Dio, Harry che cazzo è successo?- il riccio non la degnò di uno sguardo sentendo solo altri rumorosi passi arrivargli vicino.
-E questo chi cazzo è?- domandò qualcuno.
Harry alzò lo sguardo da Zayn fissando un ragazzo, lo stesso dello sgambetto al Rose’s drink.
Liam Payne.
-Oh, mister ricciolo, dovevo aspettarmi che frequentavi certa gente- ridacchiò.
Harry ringraziò il cielo che c’era Zayn che non stava bene oppure per quella testa del cazzo sarebbe finita davvero male.
-Fatevi i cazzi vostri, e andatevene- ringhiò mentre Zayn tossì ancora più forte.
-Cazzo, Zayn. Potevi controllarti- imprecò.
-Andatevene, ci vediamo domani- liquidò Megan il gruppo di ragazzi, rimanendo insieme a Liz.
Quest’ultima fissava Zayn con sguardo preoccupato e impaurito.
Non aveva mai visto una scena del genere, era sconvolta.
Voleva fare qualcosa.
-Che cazzo è successo?- domandò Megan al riccio.
-Cosa credi che sia successo, biondina? Si è drogato- le sue parole erano così piene di odio che quasi gelarono le due ragazze.
Vennero bloccati da un fiotto di sangue uscito dalla bocca del moro inginocchiato per terra.
-Sta sputando sangue, deve andare all’ospedale, diamine- disse Liz preoccupata al massimo.
-Scordatelo Bennet- sussurrò Zayn, sputando della saliva per terra.
-Non credo sia il caso-
-Non può rimanere così, e di certo non può ritornare a casa in questo stato- aggiunse Megan.
-E che cazzo facciamo? Rimaniamo in questa strada per tutto il resto della nottata?- ironizzò stizzito il riccio.
-Portiamolo a casa mia, non c’è nessuno- borbottò Liz.
Zayn tossì ancora facendo colare sul marciapiede un altro fiotto di sangue, con lo sguardo fisso negli occhi della ragazza.
 

 
 

 


    

 


SCUSATE.
(io volevo una scritta più grande, ma non è disponibile cc)

 
 
 
 
Ehm, ciao ragazze:)
Come va? Avete visto che tempo di merda?ceh, davvero deprimente, cazzo.
OKAY, NON VE NE FREGA UN CAZZO, VORRESTE SOLO DARMI UN CAZZOTTO IN FACCIA PERCHE’ NON AGGIORNO DA PIU’ DI DUE MESI.
MI DISPIACE MIE ADORABILI DOLCEZZE.
Per giustificarmi posso dire solo una cosa.
E’.stato.un.periodo.di.merda.vera.e.pura.merda.
Mi dispiace tantissimo, e non credo che il capitolo sia bello per sdebitarmi per questa lunga attesa, perché ammettiamolo ragazze: il capitolo fa cagare.
Ma davvero, davvero cagare.
Metà era pronto da un po’ e un’altra metà l’ho appena completata jkdaskl.
Ma voglio farmi notare un cosa che la professoressa di inglese mi ha fatto notare.
YOUR LOVE IS MY DRUG: il tuo amore è la mia droga.
Bene, davvero figo, c’entra con la storia e tutto il resto, MA la mia prof mia ha fatto scoprire che ‘drug’ significa anche ‘farmaco’ quindi: il tuo amore è il mio farmaco.
Ceh esileriante kjdfklsgfkjlasfbjkalsbvfklasjhfsjkcblskjbgfjklsabvjckqbsfklqkebfq.
A scuola sono impazzita lo ammetto HAHAHAHAH.
Comunque, ripassando al capitolo, vi è piaciuto? Ho cercato di farlo venire il meglio, ma è quello che è.
E il prossimo sarà molto Laynoso(?) jkdalhdkf.
Figo no? Ehehe.
Ma ho intenzione di mettere anche qualche scena Larry, perché io poxo xdxd.
Okay no.
Lol.
VI AMO DOLCEZZE.
Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah, ultima cosa, per chi mi conosce su twitter con nick @xmrspettyfer, voglio farvi sapere che l’ho cambiato, adesso sono @malfoyshorcrux. (vi lascio il link sotto per chi volesse parlare con me dshbahk)
Si è figo, lo so uu
Okay, ora mi dileguo sul serio ee
Non mollatemi adesso, e fatemi sapere cosa ne pensate, corro a mangiare e poi torno a rispondere alle recensioni jdsbakl.
vi amo tutte mlmlml.
 


I don't need you tonight.

(ciao ciccia)

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UN BACIO ENORME, Pettyfer (:
 

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Capitolo 8
*** Feel good ***









Attenzione: I comportamenti di Zayn descritti in questo capitolo e nella fan fiction in generale, non sono assolutamente da imitare.

Quello che fa e che pensa è sbagliato. Se siete facilmente influenzabili, o l'argomento della droga (esplicito) vi urtasse in qualche modo vi consiglio di chiudere direttamente la pagina.


Capitolo 8


Feel good.

 
 
 
 
 
Harry fece distendere Zayn sull’enorme divano, togliendogli le scarpe.
-Quando tornano i tuoi genitori, Liz?- domandò calmo il riccio.
Come faceva ad essere così calmo?
-Non prima della settimana prossima, stai tranquillo- rispose in fretta –ehm…vuoi che ti porti qualcosa in particolare?- domandò.
-Delle coperte e degli asciugamani- Harry alzò lo sguardo dal viso dell’amico e lo puntò su quello della cheerleader –tu, biondina, puoi portarmi una bottiglia d’acqua fredda e una a temperatura ambiente?-.
-Okay-.
Appena la bionda uscì dal salotto, entrò Liz ricolma di coperte e asciugami.
-Non sapevo quante te ne servivano, così te ne ho prese un po’- sorrise timidamente.
Adesso capiva perché Zayn l’aveva considerata ‘bella’.
Lo era davvero.
-E queste sono le bottiglie- borbottò Megan appoggiando le due bottiglie ai piedi del divano.
-Grazie, potete uscire due minuti? Vi chiamo io- le due si guardarono negli occhi per una frazione di secondo e poi uscirono in silenzio dal salotto.
Harry sbuffò e si chinò su Zayn, alzandolo di poco, gli tolse la felpa e la maglietta bianca per poi distenderlo di nuovo.
-Hai fatto un bel guaio- sussurrò a bassa voce mente Zayn aprì di poco gli occhi.
Lo sguardo del riccio era fisso sul suo braccio sinistro, tumefatto da diversi buchi, tra cui, alcuni appena fatti; c’era ancora del sangue che fuoriusciva e altro secco.
Faceva ribrezzo anche a lui.
Harry prese un asciugamano e lo posizionò sotto al suo braccio, ne prese un altro più piccolo e labottiglia d’acqua. Ne buttò un bel po’ sul braccio e poi sull’asciugamano più piccola per poi tamponarla sul braccio.
Zayn gemette, sentendo il braccio bruciare leggermente.
Ed era solo acqua…
Dopo di che, Harry distese il piccolo asciugamano sul braccio, cercando di arrotolarglielo intorno.
Zayn chiuse un attimo gli occhi per poi riaprirli sentendo qualcosa di caldo per tutto il corpo: era una coperta.
-Non muovere assolutamente il braccio, non farglielo vedere oppure saranno le prime a correre da Kate- lo fissò ancora –mi raccomando-.
-Grazie Harry- la bocca del riccio si distese in un luminoso sorriso.
Erano davvero rare le volte in cui Zayn ringraziava qualcuno, e quel qualcuno, era sempre stato Harry.
-Vado a prendere delle medicine a casa e in farmacia, torno subito-.
Zayn chiuse gli occhi esausto, sentì la porta sbattere dopo un vociare.
Dio se aveva sonno, sarebbe stato capace di dormire fino a tardo pomeriggio se ne avesse avuto l’occasione.
Dei leggeri rumori lo fecero destare da quella specie di dormiveglia in cui era caduto, maledisse chiunque fosse.
Aprì gli occhi trovando la brunetta sull’uscio della porta, era rossa in viso ed era in evidente imbarazzo.
-Che fai? Rimarrai per sempre impalata lì?- la beffeggiò Zayn.
Liz sussultò e si fece ancora più rossa.
Continuava a comportarsi da stronzo anche nelle situazione peggiori, soprattutto quando lui era lì, mezzo morto.
Non ci sarebbe mai stato da stupirsene con quel ragazzo.
-Non volevo darti fastidio- si scusò rimanendo al suo posto.
-E’ casa tua, puoi fare quel che cazzo ti pare- mormorò lui tentando di mettersi a sedere.
-Ehm…forse è meglio che ti distenda ancora- la voce della ragazza era timida e insicura.
-Sto bene, Bennet- rispose secco.
-Il tuo aspetto dimostra altro- contraddì tesa.
Lo guardò attentamente e si accorse solo in quel momento che Zayn non indossava la maglia.
Nessuna maglia.
Cazzo.
Aveva le spalle larghe, braccia non eccessivamente muscolose e il petto mingherlino,ma comunque messo in evidenzia da leggeri pettorali.
Lo vide prendere la felpa da terra e inserire velocemente il braccio sinistro in una manica, talmente veloce da risultare quasi che non si fosse mai mosso, inserì anche l’altro e poggiò i piedi per terra, lentamente.
Si mantenne il capo per un paio di minuti e alzò il viso fissandola con insistenza.
-Dov’è il bagno?-.
-Lungo il corridoio, vuoi che ti accompagni?- chiese con timore.
Si stava alzando e gli si avvicinò quasi subito.
-No, vado da solo- una volta in piedi, Zayn chiuse gli occhi portando un braccio in aria come per reggersi a qualcosa.
Stava per cadere.
Liz si avvicinò ancora di più riuscendo a reggerlo, anche se era pesante.
-Ti accompagno io, e non fare storie- non ricevette risposta, e così lo aiutò a camminare.
La pelle, nonostante l’ostacolo della felpa, si dimostrava bollente al tatto, tanto bollente da scottare. Il braccio che non circondava le sue spalle si manteneva ad ogni appoggio che si trovasse dinanzi a lui.
Lo fissò per qualche secondo, approfittando della distrazione del moro nel cercare di non cadere, e doveva ammetterlo per l’ennesima volta: era bellissimo.
Era sudaticcio, le palpebre pesanti e gli occhi rossi, eppure rimaneva in un turbine di una strana bellezza.
La sua bellezza.
-E’ questo- mormorò indicando con il braccio libero una porta alla loro destra.
Zayn, in silenzio, vi ci entrò lentamente e chiuse la porta alle sue spalle.
Si avvicinò al lavandino, ci si appoggiò con le braccia e si guardò allo specchio.
Era uno straccio.
In tutti i sensi.
Odiava dover parlare con la gente e fingersi calmo, era stanco di non fare nulla. Lui non aveva nessun sentimento vivo dentro di sé, solo un’insana rabbia, così forte da voler essere dimenticata.
Più si guardava in quello specchio e più voleva dimenticare, voleva scomparire. Perché?
Perché era inutile.
Un corpo senza sentimenti, un corpo vuoto.
Non era forte, anche se lo dimostrava, non era uno strafottente, anche se lo dimostrava. Lui voleva solo stare tranquillo, non voleva aver avuto niente a che fare con la droga, quella stupida dipendenza.
Una dipendenza che l’avrebbe portato in un pozzo senza fine. E se quelle fine c’era, non poteva essere che la morte.
Non poteva sopportare di andare a scuola, di stare a casa di Kate, di ridere con Harry senza doversi sentire in colpa per sua madre. Si sentiva uno schifo. Lui che non poteva proteggerla, lui che non aveva il coraggio di denunciare, lui che vedeva, lui che non parlava.
 
 
-Mamma!- urlò felice un ragazzino di appena otto anni entrando in cucina.
-Tesoro- sorrise la donna da un aspetto stanco e neutro; la vestaglia era legata con imprecisione, i capelli erano tirati in una coda scomposta, gli occhi erano calcati da delle profonde occhiate e le palpebre sembravano pesanti.
-Tra poco passa zio Ryan e andiamo da Lucia- squittì contento abbracciando le gambe della mamma.
-Comportati bene, Zayn. Non fare arrabbiare Lucia, stai attento alla lezione e non dire cattiverie a Tom- lo rassicurò sforzandosi di sorridere.
-Non è colpa mia se quello stronzo mi fa arrabbiare-.
-Non dire quella parola, signorino. Non è questo che ti ho insegnato- lo rimproverò severa.
Era un oltraggio che un bambino di appena otto anni conoscesse tali termini.
-Papà la dice sempre a tutti quei signori che vengono per parlare con te-.
Le si riempirono gli occhi di lacrime sentendo quella frase; era quello che Bob raccontava a loro figlio. Ricordava ancora la loro conversazione a cena di qualche settimana fa.
“Papà chi sono tutti quegli uomini che vengono di notte?” sorrideva.
“Tua mamma cura i loro disturbi, parlandogli”.
“E quindi la mamma che lavoro fa?”.
“La psicologa”.
-Mamma io vado, è arrivato lo zio- dopo un bacio sulla guancia, Zayn uscì di casa, lasciando spazio all’inferno.
 
 
Rimase con la convinzione di quella spiegazione per quasi un anno, fino a quando non andò ad una vera scuola, lasciando l’insegnamento privato di quella donna.
 
 
-Tu saresti Zayn Malik?- domandò un bambino con i capelli tirati in altro dal gel.
Aveva l’aria da sbruffone.
-Si sono io- il bambino rise seguito a ruota da altri quattro ragazzini  alle sue spalle.
-E sai che lavoro fa tua madre, Malik?- sorrise.
-Certo, fa la psicologa- rispose fiero.
I cinque ragazzini scoppiarono a ridere di gusto.
-Non c’è niente da ridere, cretini- iniziò ad arrabbiarsi.
-Tua madre fa la puttana, Malik-.
Li prese a pugni.
 
 
Dopo averle prese anche lui da quei cinque mocciosetti, con l’accusa della preside di essere un bambino scostumato e irrequieto, ritornò a casa con una strana consapevolezza dentro.
E fu in quella sera che conobbe suo padre per la prima volta.
 
 
Stavano cenando tutti e tre insieme e l’unico suono che alleggiava nella stanza era il rumore delle posate e il vociare della tv.
Zayn sapeva cosa fosse una ‘puttana’, glielo aveva insegnato Tom; anche se non lo sopportava, ascoltava sempre con attenzione quello che gli raccontava.
-Papà- sussurrò.
Bob alzò lo sguardo dal piatto puntandolo sul viso del figlio.
-Che vuoi, Zayn?- era arrabbiato.
-Perché gli altri bambini a scuola dicono che la mamma è una puttana?- le posate con cui stava mangiando la madre caddero con un tonfo per terra mentre il padre ghignò.
-Perché evidentemente lo è…- Trisha alzò lo sguardo sconvolta.
-Sta zitto Bob, è troppo piccolo- sussurrò per non farsi sentire, ignorando l’umiliazione appena ricevuta da quello che un tempo aveva amato.
L’uomo la ignorò continuando a mangiare.
-E’ una bugia, la mamma è una buona persona- borbottò stridulo con le lacrime agli occhi.
-Tua mamma è buona solo in una cosa, Zayn. Ed è ora che tu lo sappia-.
-Bob, no!-.
-Tua mamma è una puttana, questo è il suo lavoro, ogni volta che esci da questa casa lei ritorna ad aprire le gambe a tutti quegli stronzi che vengono qui per scoparsela. Questo è il lavoro che fa tua madre- bevve un sorso di vino mentre sua moglie incominciò a piangere impotente.
Zayn aveva gli occhi pieni di lacrime ed era incredulo.
Non era vero.
Non era vero.
Sua mamma era una psicologa.
-NON E’ VERO, TU L’AMI, TU NON LO PERMETTERESTI MAI!- urlò con tutta la voce che aveva alzandosi in piedi.
-Se pagano bene è logico che io lo permetta, Zayn-.
Una mano, una piccola e debole mano si mosse velocemente facendo volare il bicchiere da bocca all’uomo, bagnandogli la faccia con il contenuto, mente il resto cadeva sul pavimento di legno, frantumandosi.
Fu una frazione di secondi, tutto troppo velocemente.
Zayn che cercava di correre in camera sua, suo padre che lo prendeva per il cappuccio della felpa buttandolo a terra, Trisha che urlava isterica, le sue lacrime, la mano del padre che colpiva con ferocia il viso piccolo e innocente del bambino, prima una volta e poi tante altre ancora più ferocemente.
Bob prese Trisha per un braccio chiudendola in una stanza per poi ritornare dal figlio, e Zayn non dimenticò mai il viso terrorizzato della madre, il ghigno del padre mentre ritornava verso lui con espressione furiosa e sadica.
Non dimenticò le botte prese.
Non dimenticò mai il suo volto ricoperto di lividi allo specchio.
 
Fu da quel momento che iniziò anche per lui l’inferno. Si svegliava presto per evitare il padre, per evitare la madre, evitava tutti.
Fortunatamente non durò tanto, arrivò il momento in cui crebbe, diventava sempre più forte, più consapevole, più freddo, più maturo. Il tempo in cui le sue amicizie incominciarono a diventare pericolose.
Aveva solo dodici anni quando fumò la sua prima canna.
 
Aprì il rubinetto buttandosi in faccia una broccata d’acqua fredda, ne prese dell’altra prendendola in bocca per poi sputarla; si sentì meglio.
Prese l’asciugamano blu al suo fianco e si asciugò il viso.
Uscì barcollante dal bagno. Non riusciva a reggersi in piedi e un forte mal di testa lo portò a barcollare più forte andando a sbattere contro il muro.
Non sentiva nulla, solo il muro sotto alle proprie mani. Aprì lentamente gli occhi trovandosi davanti lo sguardo preoccupato di Liz, si accorse solo in quel momento di starle addosso, ma non sembrava pesarle.
Le sue piccole mani era allacciate ai suoi fianchi, come per volerlo sorreggere e lo stringevano forte.
Il loro corpi era attaccati, completamente, e nonostante la stanchezza e la nausea, Zayn sentì un moto di eccitazione percorrergli il corpo, provando soddisfazione nel sentire il seno della ragazza incollato al proprio petto e i loro bacini completamente combacianti.
-Oddio, Zayn ti senti bene?- domandò con evidente ansia la mora.
Era nel panico e non accennava ad allentare la presa dai suoi fianchi.
Era una sensazione così piacevole.
Così estasiante.
Sarebbe rimasto in quella posizione per sempre, non voleva staccarsi.
Stava bene così.
Ed era strano, non aveva mai sentito le stesse sensazione con altre ragazze. Non si era mai sentito così a suo agio a contatto con un corpo.
-Sto bene- sussurrò abbassando il capo nell’incavo del collo della ragazza, appoggiando la fronte contro la sua spalla.
-Sei sicuro?-.
-Possiamo…possiamo rimanere così ancora per un po’?-.
Quella domanda spiazzò Liz come non mai.
Sgranò gli occhi, sentì il battito del proprio cuore battere velocemente, mentre il respiro di Zayn incontrava la pelle nuda del suo collo.
Non accennò a nessuna risposta stringendolo ancora di più a sé.
Il tono che aveva usato Zayn era stato…strano. Strano ma bello, era stato detto in modo straziante quasi supplichevole…e rilassato.
Sembrava quasi che il moro si stesse beando di quel contatto, come se quella posizione lo facesse stare bene. Sorrise euforica nonostante l’imbarazzo.
Quanto passò? Cinque o dieci minuti? Non lo sapeva neanche lei, era cosciente solo che le sue labbra erano state tirate in un sorriso per tutto il tempo prima che il moro decise di staccarsi.
 
 
-Dovrebbe andare all’ospedale, tu non puoi fare molto- borbottò Megan passandosi lo zaino che il riccio le aveva dato dopo essere entrato in una villa enorme sull’altra spalla.
-Credi che non lo sappia, Megan?- Harry si girò prima di aprire la porta della farmacia.
Anche se era tardi, era aperta.
-A quanto pare no visto che Zayn è disteso sul divano della mia migliore amica, mentre noi siamo qui a comprare della medicina che costa un botto a quanto ho letto- sbottò sventolando sotto al naso di Harry un foglio spiegazzato.
-Non osare commentare la situazione, stupida cheerleader che non sei altro- le sussurrò infuriato puntandole un dito addosso –Tu non sai assolutamente niente di Zayn, di me e di questa situazione. Se fosse per me lo prenderei per i capelli portandolo dritto in un centro di riabilitazione, ma non vuole e questo non lo posso cambiare. Non sai quante volte sono dovuto scappare da una festa per portarlo a casa mia e curarlo come si deve, non sai quante volte sono riuscito a fargli evitare una caduta in overdose, non sai…non sai quante volte gli ho salvato la vita- respirò a fondo, ritornando a parlare vedendo l’espressione esterrefatta della biondina –Gli voglio bene più di un fratello, più di quanto possa un genitore per un figlio e…e mi ha promesso di smettere quando riuscirà a trovare pace-.
Megan incatenò i suo sguardo con gli occhi colmi di lacrime di Harry cercando di darsi una controllata, oppure sarebbe scoppiata a piangere anche lei come una bambina.
-Tro-trovare pace da cosa?- sussurrò affranta.
-Questo…questo non posso dirtelo Megan, ma credimi- prese un profondo respiro –sto facendo il possibile per dar fine a tutto questo, ci sto provando in tutti i modi, sto nascondendo un sacco di cose a Zayn, ma lo voglio vedere salvo, lo voglio vedere vivo…e libero. Quindi cerca di ragionare prima di raggiungere conclusioni affrettate e non commentare quello che faccio, perché so cosa fare e come farla- si girò ed entrò nella farmacia, lasciando una Megan alquanto sconvolta nel parcheggio.
Si detestò subito entrando anche lei e correndogli al fianco.
-Vado a prendere le garze al piano superiore, tu puoi incominciare a prendere queste medicine?- chiese indicando il figlio che aveva in mano la ragazza.
-Certo, ma i soldi…come…- borbottò confusa.
-Oh, falli mettere da parte io ci metterò poco a tornare, pago io…tu aspettami al bancone- la biondina annuì e Harry si diresse verso le scale, percorrendole velocemente.
Quella farmacia era straordinariamente enorme.
Stava marciando con decisione contro il reparto di medicazioni e garze quando sentì un nome familiare, molto familiare.
Che ci faceva lui lì a quell’ora?
Si fermò dietro una colonna mentre il cuore incominciava a tamburellare con violenza nel petto.
-Allora, Louis, queste sono le garze e questi sono i cerotti che mi hai chiesto- mormorò un signore con un camice bianco e lungo.
-Grazie, dottor Philips- rispose con voce roca il moro.
Harry l’osservò meglio dallo specchio che aveva di fronte e notò che gli dava le spalle, e la schiena era leggermente curva.
-Senti Louis, posso vedere le ferite?- la schiena di Louis si raddrizzò immediatamente.
-N-non credo sia il c-caso, non è n-nulla- balbettò.
La nota di panico nella sua voce era ben evidente e l’uomo se ne accorse quasi immediatamente.
-Louis coraggio, solo un’occhiatina, così ti posso dare dei consigli per la medicazione- sentì il sospiro del moro e dopo un po’ lo vide alzarsi la maglia fino e sopra al torace.
Harry si trattenne dall’impulso di correre davanti all’uomo per vedere anche lui.
-Oh mio Dio, Louis, come diamine ti sei fatto questi tagli? Devi andare immediatamente all’ospedale!- il tono del medico fece innervosire Harry in una maniera inverosimile, voleva vedere anche lui cazzo.
Sentiva l’ansia crescere.
 
-Oh non si preoccupi, dottor Philips, non è successo nulla, mamma si è fatta scappare di mano un barattolo di vetro mentre lo lavava, e…io la stavo aiutando, non avevo la maglia quindi…è stato un caso- mentì Louis tirando le labbra in un sorriso.
Un barattolo di vetro.
-Certo, perché le schegge hanno forma circolare, non è vero Louis?- gli si riempirono gli occhi di lacrime e abbassò subito la maglia.
-Le ho detto che sto bene, è stato un caso-.
E’ stato un puro caso quando Emmett l’aveva chiuso nel bagno della scuola con una lattina  di coca cola in mano, era stato un caso quando l’aveva tagliata a metà con delle forbici, era stato un caso quando aveva premuto la parte tagliente contro il petto, girandola, era stato un caso quando con l’altra metà gli aveva lasciato dei tagli per la pancia.
-Ora vado a vedere se c’è qualcosa che può servire a mia madre, grazie dottore- tirò su un altro sorriso e lo sorpassò cercando una scappatoia.
Si avvicinò ad un reparto di cui non aveva letto il nome e incominciò a camminare con tranquillità tra gli scaffali.
Ormai era diventato facile mentire, anche se non veniva mai creduto. Aveva quell’orribile difetto di balbettare che gli rovinava sempre tutto.
Un tale nervosismo.
-Hey, Lous!- urlò un voce notevolmente entusiasta.
Una braccio gli circondò le spalle stringendolo; si irrigidì di colpo, girò il capo verso quella voce e la saliva che stava ingoiando gli andò di traverso.
Prese a tossire furiosamente portandosi una mano davanti alla bocca e si piegò di poco.
-Avanti- borbottò sempre sorridendo Harry Styles dandogli delle leggere pacche sulla schiena.
Imprecò mentalmente per il dolore.
-Oddio s-scusa, ciao- borbottò diventando rosso come un pomodoro dopo essersi ripreso.
-E’ un piacere vederti, Tomlinson. Che ci fai qui?- Louis rimase per un po’ a fissare le labbra del riccio e poi si detestò sentendo il pollice della mano di Harry accarezzargli la spalla.
Oh cazzo.
-Dovevo comprare…ehm…           queste per mia madre- abbozzò un sorriso sventolando i pacchi di garze e cerotti sotto al naso del riccio.
Harry lo guardo strano anche se il sorriso non abbandonò le sue labbra.
-E tu?- si affrettò a chiedere per non sembrare scortese.
Okay, stava facendo lo stesso una figura di merda.
Gli stava fissando le labbra da quando lo aveva visto.
-Lo stesso, Zayn si è fatto la bua- ridacchiò il riccio –senti…io adesso devo scappare, ho lasciato Megan da sola, domani non c’è scuola, e non devi neanche lavorare-.
Loui sentì i battiti del cuore aumentare.
-C-come fai a saperlo?- domandò confuso.
-Zayn- spiegò velocemente guardando l’orologio –oddio devo scappare- poi lo fissò con una luce maliziosa nello sguardo.
-Ti passo a prendere domani mattina alle dieci, ci andiamo a fare una passeggiata al parco, domanderò a Liz per casa tua- stava per allontanarsi quando parve ricordarsi di qualcosa, ritornò davanti ad un Louis apparentemente stupefatto e gli scoccò un bacio sulle guancia.
Oh. Porca. Puttana.

 




 
Petty is here, giiiiirls.
Avete visto? Avete visto? Avete visto?
Non ho fatto molto ritardo uù
Non più del solito almeno lol
Comunque ʘ౪ʘ ciao a tutte amiche mie. Come vaaaaaaaaaaaaaaa?
BUON NATALE A FELICE ANNO NUOVOOOOOOOOOO.
Dovevo dirlo scusatemi, ma ora parliamo del capitolo c:
Stranamente, ma stranamente mi piace °L° soprattutto la parte Layn, da qui si dovrebbe già capire il titolo della storia, per una piccola parte ovviamente.
Perché sta..bene.
Aspettatevi una nottata movimentata mlmlml e dopo LARRYYYYYYY.
A voi è piaciuta la scena Larry? A me non tanto cc
Non mi convince, mi è venuta in mente così, dopotutto non è niente di che, ma meglio di niente. Farò succedere qualcosa di spettacolare (non ho idea di cosa) al parco buh chi lo sa.
Fatemi sapere che ve ne pare, io adesso me ne vado perché tra poco devo uscire e forse non riesco a rispondere alle recensione stasera, ma state sicure che domani lo farò, dovessi morire 8)
Okay, ora vado, caiu bedde mieee.


ps:l'ultima foto non l'ho fatta io lol presa da un tumblr di cui non ricordo il nome 8)
 
I don't need you tonight.

(ciao ciccia)

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UN BACIO ENORME, Pettyfer (:
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Johannah ***






Attenzione: I comportamenti di Zayn descritti in questo capitolo e nella fan fiction in generale, non sono assolutamente da imitare.
Quello che fa e che pensa è sbagliato. Se siete facilmente influenzabili, o l'argomento della droga (esplicito) vi urtasse in qualche modo vi consiglio di chiudere direttamente la pagina.


Capitolo 9

 
 Johannah.

 

 

 
 
 
Era sveglio da quasi un’ora; non riusciva a prendere sonno e quel divano era più scomodo di una pietra.
L’unica cosa che ricordava era Harry che gli diceva di dormire e che sarebbe passato verso le nove per portargli la colazione, come se sarebbe servito a qualcosa dirglielo. Si alzò sbuffando dal divano e si chiuse la felpa sul davanti, recuperò anche il cellulare e altre sue cose per poi avvicinarsi barcollante alla porta scorrevole che divideva un lungo corridoio dal salotto.
Cercò di fare il meno rumore possibile e assicurandosi che non ci fosse nessuno uscì dall’abitazione fregandosene altamente delle ragazze che dormivano di sopra.
Non riusciva a stare tranquillo tra quelle mura, e il perché non sapeva spiegarselo neanche lui.
C’era solo un posto che poteva dargli tale calma quanto potesse essere la frustrazione, ma ne aveva bisogno…doveva sentirsi libero di stare da solo. Con tutta la forza di cui disponeva camminò appigliandosi a tutto per circa venti minuti, mentre vari pensieri gli passavano per la testa, pensieri che non badava da un paio di giorni.
Ed ora eccola lì, proprio davanti a se: il dondolo senza cuscini, una panchina mezza rotta che si affacciava su un giardino che di verde non aveva niente, eccola lì, nella zona più malfamata della città, eccola lì: casa Malik.
Gli si avvicinò lentamente, mentre la vista si appannava, forse dalla stanchezza, forse dalle lacrime.
Arrivò all’uscio della porta e con la mano sulla maniglia tirò un lungo sospiro; la girò verso destra. Era aperta, totalmente libera al passaggio di chiunque, togliendo il disturbo di bussare a coloro che ci volessero entrare, ignorando i ladri o stronzi simili. Ma chi cazzo poteva volerci entrare? Chi avrebbe mai avuto il coraggio di affrontare quello che si nascondeva tra quelle mura? Chi?
Aprì la porta entrando al suo interno, assaporando l’aria calda e afosa che lo accolse. Il fuoco era scoppiettante, molte sigarette erano ancora accese nel posacenere del tavolino e il forno era acceso, senza contenere nulla al suo interno.
Odore di sesso impresso nelle pareti, odore di fumo, sapore di rabbia.
Si diresse con difficoltà verso camera sua, al piano superiore, ignorando la stretta allo stomaco che lo colpì quando posò lo sguardo su una porta in particolare.
Quellafottuta porta.
Salì lentamente le scale, trovandosi davanti il solito corridoio lungo, vuoto e freddo. Si fermò davanti ad una stanza, con la porta completamente spalancata e la visione di suo padre accompagnato da un’elegante puttanella al suo fianco lo deliziò in una maniera assurda.
Lo deliziò d’odio, lo deliziò di sconforto.
Ghignò schifato voltandosi verso la stanza opposta e sorrise.
La porta bianca era priva di graffi o macchie, su di essa spiccavano solo una zeta di legno e al suo fianco un adesivo di Superman; aveva sempre amato quel super eroe.
Spinse la maniglia verso il basso ed entrò chiudendo gli occhi. Lo accolse un’atmosfera stranamente calda, che lo sorprese più del solito.
La stanza era rimasta esattamente come l’aveva lasciata l’ultima volta tranne per una stufetta elettronica messa all’angolo, di fianco al minuscolo frigorifero che aveva comprato tre anni fa. Immaginò immediatamente sua madre in vestaglia con i capelli sciolti e l’aria malata che entrava in stanza e accedeva la stufa alle sei del mattino, lo faceva ogni volta che non lo vedeva rincasare.
Manteneva la stanza al caldo nell’attesa del suo ritorno, azione che Zayn aveva sempre amato.
Vagò con lo sguardo per l’altro lato della stanza e notò subito il cestino sotto la scrivania pieno di siringhe e un sacchetto sul davanzale della finestra contenente erba.
Quando lo aveva lasciato lì?
Girò la chiave nella serratura della porta e si buttò di capofitto sul letto, gemendo dalla fitta alla testa; mandò un messaggio al suo migliore amico, dicendogli di non preoccuparsi e poi chiuse gli occhi, lasciandosi cadere in un sonno riposante.
Un sonno privo di sogni.
 
 
Harry bussò a casa Bennett già sapendo di non trovare lì il suo migliore amico, ma doveva andarci per avvisare le due ragazzine.
Dopo pochi secondi si trovò davanti la faccia preoccupata di Liz e subito dopo quella di Megan.
-Non so come, non so quando, non so perché, ma il tuo amico non c’è in casa e neanche per tutto l’isolato- borbottò Liz di un botto mentre Megan si schiaffeggiò la fronte.
-Siamo delle stupide, come cazzo ha fatto ad andare via? Harry ci dispiace tanto, ma…-.
-Calmatevi, Zayn sta bene. Mi ha mandato un messaggio stanotte ma non so dove sia, dubito da tua madre- si rivolse alla biondina il riccio.
-Quindi è vivo…- sospirò Megan sorridendo.
-Harry vuoi un caffè?- domandò Liz spostandosi per far entrare il ragazzo.
-Oh no, ho un appuntamento tra un po’, devo andare, e…dove abita Louis?- sorrise sornione.
Liz lo guadò confusa e poi ghignò divertita.
-La casa affianco-.
Subito dopo il riccio si ritrovò davanti ad una villetta molto graziosa, tutta di bianco con qualche bordo verde chiaro.
 
 
Aprì gli occhi nello stesso istante in cui qualvuno sbatteva con forza le mani contro la porta chiusa a chiave della stanza.
Sentì un singhiozzo.
-Z-Zayn, s-sei tu?- era sua madre.
Si alzò a sedere sul letto, stringendo le lenzuola in un pugno.
-Z-Zayn, ti prego…fatti vedere, s-so che sei lì- continuò la donna percossa dai singhiozzi.
Mamma.
-Zayn, ho bisogno di te- si alzò con cautela sentendo le lacrime pizzicare gli angoli degli occhi.
Mamma sono qui.
Doveva uscire da lì, non voleva vedere nessuno.
-Zayn, ti prego. E-eri l’unico a cui potevo dedicare un sorriso in questa casa, Zayn, Zayn, ti s-scongiuro-.
Stava piangendo.
Era disperata.
-Io n-non ce la faccio più-
Il cuore di Zayn smise di battere.
Non ce la faccio più.
Non ce la faccio più.
Una lacrima solcò la sua guancia mentre apriva la finestra mettendosi a sedere sul davanzale.
-Z-Zayn, t-tuo padre mi fa f…- si bloccò di colpo lasciando uno Zayn attento e preoccupato.
Perché non continuava?
-Che stai facendo qui fuori tu? Ritorna in cucina e fammi delle uova strapazzate- la voce di suo padre lo colpì come un pugno in faccia.
Eccola lì, di nuovo fresca, la voce potente e fredda di suo padre.
Un giorno avrebbe fatto una brutta fine, lui e quella merda delle persone che faceva entrare in casa.
Prima che si potesse dare la spinta per uscire dalla finestra per ritornare a casa di Kate la stessa voce di prima lo fermò.
-Sai Zayn?Andandotene mi hai reso tutto così facile- la sua risata roca lo irritò ancora di più –ma hai fatto un grande errore. Stai attento a cosa fai e con chi stai, mi farò vivo molto presto, magari anche tua madre-.
Si slanciò col corpo in avanti, finendo con un salto sul terriccio del suo cortile e con l’odio impresso negli occhi si girò verso la finestre della cucina osservando il viso distrutto della madre.
Avrebbe salvato sua madre da lì e avrebbe fatto finire in galera quel verme.
A costo della morte.
 
 
 
Erano solo le dieci meno venti, non era in anticipo…non troppo.
Magari non era nemmeno pronto, che figura ci avrebbe fatto a piantarsi davanti casa sua quasi mezz’ora prima?
Lui e la sua fottuta mania di essere puntuale.
Fin troppo puntuale.
Si appoggiò col gomito alla porta e chiuse gli occhi cercando di prendere una decisione.
Doveva bussare, lo avrebbe aspettato in cucina o in salotto.
Da quando in poi Harry Styles si faceva problemi? Insomma magari era anche in mutande.
Dio, se gli avesse aperto la porta in mutande non sarebbe riuscito a controllarsi e, saltando la fase degli appuntamenti, gli avrebbe chiesto direttamente di fare un po’ di acrobazia con lui.
Magari con un ghiacciolo…un calipp…ferma!
Controllati Syles.
-Salve!- una voce allegra lo fece balzare sul posto.
Oh cazzo!
Si girò lentamente trovandosi davanti una donna sulla quarantina che gli sorrideva.
-Salve- rispose.
-Tu sei Harry, giusto? Vieni, entra pure, ti faccio un caffè- aprì la porta con un sorriso e lo trascinò per la maglia all’interno sempre con quel sorriso smagliate stampato sulle labbra.
-Come fa a sapere il mio nome?- domandò stranito seguendola per la casa.
-Oh, Louis parla nel sonno, non dirgli che te l’ho detto, e ti ha nominato; poi ha detto che stamattina doveva uscire con un amico e ho collegato le cose-.
Quella donna era una forza.
Gli aveva persino detto che il figlio lo aveva nominato mentre dormiva.
Donna amabile.
-Interessante- commentò solo abbozzando ad un sorriso mentre si appoggiava al davanzale della cucina.
-Io sono Johannah, ma puoi chiamarmi Jo. Come lo vuoi il caffè?- domandò mentre correva da una parte all’altra della stanza.
-In realtà avevo intenzione di fermarmi al bar con Louis per fare colazione, Jo- spiegò osservando una foto a lato del davanzale.
-Perfetto Harry, così mi piaci, ma passando a cose serie…posso farti delle domande?- gli si posizionò davanti, appoggiandosi al tavolo.
-Certo-.
-Sei gay?-.
Se solo Harry avesse avuto quel caffè l’avrebbe sputato tutto sul viso della donna, nonostante questo si preparò a risponderla.
-Si, lo sono e sì, mi piace tanto vostro figlio. No, non voglio prenderlo per il culo, si, lo tratterrò come si deve- sorrise vedendo le labbra di Jo allargarsi sempre di più.
-Entra in questa casa tutte le volte che vuoi, Harry, anche di notte-.
Cosa?
Il riccio sgranò gli occhi sentendo quelle parole.
-Spero che lei non stia scherzando perché prendo tutto molto sul serio-.
-Non so scherzando Harry, mi sembri un ragazzo come si deve e dalla risposta che mi hai dato ho dedotto la mia conclusione. So che sembra affrettato dirti tutto la prima volta che ti vedo, ma non voglio parlarti come se mi stessi riferendo al fidanzato di mio figlio, ma ad un suo amico. Louis è un ragazzo debole, non so che gli succede tutti i giorni, anche se posso immaginarlo, ma non fargli del male e…aiutalo, qualsiasi problema abbia-.
-Mamma, sai dove stanno le mie bret…cazzo!- Louis Tomlinson apparve sulla soglia della cucina con una mano tra i capelli mentre l’altra manteneva un paio di vans blu.
-Buongiorno Louis, che fai ancora con le scarpe in mano? Indossale su! Io vado a prendere la lista della spesa- dicendo così scomparve dalla loro visuale.
Spesa?
Harry gli si avvicinò lentamente, lasciandogli un leggero bacio sulla guancia.
-Ciao Louis- lo salutò.
-C-ciao Harry- abbozzò ad un sorriso diventando rosso in viso.
Lo continuò a fissare per un po’ fin quando non vide il riccio scoppiare a ridere.
-Non le indossi le scarpe?-
Le figure di merda, cazzo.
-Oh si, certo, subito faccio- si sedette su una sedia e le infilò velocemente.
-Ecco fatto…ehm…- Jo entrò nella stanza come un tornado.
-La lista della spesa sta qui, mi raccomando, non dimenticare nulla Louis-.
-Come? Adesso? Non posso andarci dopo?- il ragazzo sembrava preso da una crisi d’ansia, non voleva fare una figura del cazzo con Harry, soprattutto una come quella.
-Che problema c’è?- domandò sorridendo la donna.
-Mamma, non adesso!-.
-Dai Louis, a me piace fare la spesa, sarà divertente- ghignò divertito Harry.
 
-Dobbiamo prenderlo il carrello?- domandò Harry osservando la lista interessato.
-Suppongo di si, è un sacco di roba- rispose Louis avvicinandosi ad un carrello vuoto a fianco dell’entrare del supermercato.
-Non troppa dopotutto…- non era vero.
-Mi dispiace, n-non so che piani tu avessi in mente, mia mamma ha rovinato tutto, mi dispiace- borbottò impacciato senza guardarlo negli occhi.
-Smettila di dire ‘mi dispiace’, va tutto bene. E’ stata anche un’idea più interessante e divertente della mia- gli fece un occhiolino.
Quel ragazzo sarebbe stata la sua morte.
E quella sarebbe stata una lunga mattinata.
 
 
-Zayn, sei tu?- domandò Kate correndo giù dalle scale.
Non le rispose e passò oltre dirigendosi verso la sua stanza.
Voleva stare da solo.
-Zayn- lo chiamò.
Nessuna risposta.
-Zayn-.
Continuò a salire le scale con estrema calma.
-ZAYN- urlò innervosita.
-Cosa cazzo vuoi?- ringhiò in risposta.
-Che ti è successo? Prima Megan ha chiamato chiedendo se stessi a casa, ma non c’eri- spiegò con calma.
-E allora?-.
-Dove sei stato?-.
-Che ti importa?-.
-Mi importa, fin da quanto hai messo piede in questa casa, tutto ciò che fai è affar mio- lo rispose con freddezza.
-Non ho fatto nulla- rispose alla domanda precedente ignorando il discorso di Kate.
-Dimmi almeno dove sei stato, quello che hai fatto è abbastanza evidente- lo richiamò.
-Sono stato a casa mia-.
Kate non rispose, non subito almeno.
Ci fu silenzio per un po’.
Zayn, non sentendola parlare riprese a salire le scale, ma la voce della donna lo fermò di nuovo.
-Com’è andata? Sono stati felici di vederti?- domandò con un sorriso.
-Si- mentì.
-Che ti hanno detto?-.
-Nulla di che, le solite cose da genitori- mentre parlava le voltò le spalle.
Non riusciva a parlare di loro con qualcuno.
-Ti vogliono bene?-.
Zayn sentì un groppo in gola sentendo quella domanda.
Gli venne in mente l’abbraccio di sua madre, le sue urla, i suoi pianti; gli vennero in mente le mani di suo padre sul suo collo, le sue urla, i suoi ordini, le buste che gli passava piene di droga.
-Si-.
Sentì gli occhi bruciare forte.
-E tu? Gli vuoi bene?- annuì con la testa, non sapeva se Kate l’avesse visto, ma non poteva rispondere a quella domanda.
-George dice che la situazione nella tua famiglia non è delle migliori…- disse Kate a bassa voce.
-Quel fottuto poliziotto non sa un cazzo né di me né della mia famiglia, tutti voi non sapete un cazzo, e io voglio solo essere lasciato in pace-.
Si irritò per poi correre in camera.
Forse fu quella risposta a smuovere qualcosa in Kate, forse fu proprio quel ‘voglio essere lasciato in pace’ che la istigò ad approfondire quell’argomento.
Voleva capire cosa succedeva tra le mura dei Malik.
E lo avrebbe scoperto.
 
 


 
*si prepara a bestemmie e pomodori a volontà*
SCUSATEMI RAGAZZE.
Dico su serio, sono davvero dispiaciuta, ma ormai che la mia vita fosse un casino era risaputo.
Non so se riuscirò ad aggiornare come tempo fa, ma ci spero e ci proverò.
Perché amo davvero questa storia e voglio portarla a termine.
Scusatemi ancora…
Ora passiamo al capitolo; niente Layn sorrah, ma ho cambiato il capitolo alla fine ed è uscito quello che avete letto: ovvero na merda.
Ma ho messo Larry awa.
E ho descritto una mamma Tomlinson molto scherzosa e simpatica (sarà un personaggio importante) e uno Zayn stanco, stanco di tutto e credo si sia notato.
E non può mancare una Kate moooolto determinata.
E per quanto riguarda Jo so che può sembrare affrettato il suo comportamento, ma da come si nota nel capitolo Louis parla molto con lei; e lei vuole solo il suo bene.
Chissà se riuscirà nel suo intento 8)
Fa schifo e ne sono consapevole, il prossimo cercherò di farlo davvero ‘kshadfklsabflhasfd’.
I can do it.
Fatemi che ne sapete e scusate delle poche parola ma non è giornata nemmeno questa :c
Io cercherò di rispondere a tutte le bellissime ragazze che hanno recensito il capitolo precedente, grazie mille **
Vi voglio bene ragazze, un bacio.

 


I don't need you tonight.

(ciao ciccia)

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UN BACIO ENORME, Pettyfer (:
 

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Capitolo 10
*** Bob Malik ***





Attenzione: I comportamenti di Zayn descritti in questo capitolo e nella fan fiction in generale, non sono assolutamente da imitare.

Quello che fa e che pensa è sbagliato. Se siete facilmente influenzabili, o l'argomento della droga (esplicito) vi urtasse in qualche modo vi consiglio di chiudere direttamente la pagina.


Capitolo 10.


Bob Malik





 

Zayn odiava il sole, era fin troppo allegro per i suoi gusti.
Un colore che attirava l’attenzione, un colore che esprimeva gioia; tutti lo amavano, tutti sorridevano alla sua vista.
Perché lui no?
Zayn era abituato al buio, all’isolamento e al silenzio, proprio come in quel momento se non fosse stato per quella stupida palla luminosa.
Oltre al fatto che rompeva i coglione dava anche fastidio ai suoi occhi, li appesantivano più di quanto già non lo fossero.
-Zayn, sono le sette e tra poco andiamo a scuola, muovi il culo- sbraitò Megan entrando in camera senza bussare, già in divisa di cheerleader.
-Non vengo- sussurrò in risposta mentre girava la testa per guardarla in viso.
Gli girava tutto, aveva sonno e il braccio gli doleva.
-Mi sa che mamma non ti lascerà stare a casa, soprattutto dopo ieri- lo fissò incuriosita la bionda avvicinandosi di un passo.
-Mh…- chiuse gli occhi.
Non gli andava di replicare.
-Allora ti aspetto giù- si voltò per andarsene ma poi si fermò.
-Zayn…tutto ok?-domandò titubante.
-Meglio di così non potrebbe andare, bionda- sussurrò strizzando gli occhi.
Megan lo osservò meglio: era seduto sul davanzale della finestra, un braccio a cingersi la vita e l’atro penzolante dal lato opposto alla finestra.
-Ne sei sicuro?- insisté.
Vide le labbra del moro distendersi in un sorriso divertito.
-Si- aprì di colpo gli occhi.
Il cuore della ragazza perse un colpo: erano lucidi.
Lo fissò per altri cinque secondi per poi chiudersi la porta alle spalle e allontanarsi alla svelta da quella camera con un groppo in gola.
Non seppe neanche lei il perché di quella reazione.
Zayn continuò a fissare indeciso la porta in silenzio per altri minuti, poi si alzò da dove era seduto per prendere una felpa dal borsone.
Lo infilò lentamente ignorando il forte bruciore al braccio, prese un paio di occhiali da sole, li indossò ed uscì dalla stanza, dimenticandosi totalmente della siringa usata e sporca di sangue ai piedi della finestra.
 
Scese le scale lentamente aggrappandosi di tanto in tanto alla ringhiera, sorpassò la cucina di corsa, recuperò la borsa nel corridoio e uscì fuori, ignorando le urla di Megan.
Camminò per le strade con la testa china, appoggiandosi al muro di tanto in tanto.
Il cellulare che aveva in tasca prese a vibrare freneticamente; lo ignorò.
Già immaginava il nome di Harry sul display.
Continuò a camminare sentendo alle spalle un respiro accelerato, forse quello di Megan; la ringraziò mentalmente di non averlo chiamato.
Arrivò nel cortile della scuola con la vista appannata e per poco non sentì le gambe cedergli. Guardò verso l’entrata e notò tra i tanti visi quelli di Louis e di Liz.
Cazzo.
Prese dalla borsa il cappello di lana e lo indossò calandoselo quasi sugli occhiali, non ne aveva nessuno motivo, ma lo fece ugualmente.
Prese un respiro sprofondo e si affrettò a sorpassarli: salì le scale velocemente e fissandosi le punte delle scarpe entrò nell’edificio sentendo due paia di occhi ardergli la schiena.
Si diede quasi subito dello stupido, da quando in poi Zayn Malik evitava delle persone solo perché era fatto? Lo aveva fatto altre volte, ma solo con sua madre, non con persone qualsiasi.
Persone qualsiasi.
Gli vennero in mente le braccia di Liz intorno alla sua vita, il suo profumo e la dolcezza con cui lo aveva stretto a sé.
Quel ricordo lo calmò.
-Zayn- Megan gli si fermò dinanzi accigliata.
-Ti sto chiamando da quando sei uscito da casa e non mi hai degnato nemmeno di un’occhiata per mandarmi a fanculo nonostante tu mi abbia sentito tutte le volte- disse acida.
-Che vuoi?- si appoggiò all’armadietto al suo fianco.
Doveva dormire.
-Appena finisce la scuola aspettami cinque minuti che ritorniamo insieme a casa-.
-Non puoi tornare da sola? L’hai sempre fatto- risposte.
-Deve venire a casa anche Liz con Louis e poi ci raggiunge Niall, per stare insieme…- non sembrava neanche lei convinta delle sue parole.
-Fammi indovinare, tua madre?- si lasciò sfuggire un lamento mentre incrociava le braccia al petto.
-Cosa mia madre?-.
-Ti ha detto lei di fare l’amicona con me?- Megan lo guardò incredula.
-Non so che cazzo stai passando, che persone frequenti o altro, ma non puoi pensare che se qualcuno vuole conoscerti meglio lo fa perché gli è stato detto di farlo- sputò acida.
-Mi sembra che la tua opinione su di me è stata abbastanza chiara, perché interessarsi oltre?- replicò il moro innervosendosi.
Gli veniva da vomitare.
-Voglio aiutarti, cazzo, ma lo vedi come sei combinato?-.
-Vaffanculo Megan!- mormorò lasciandola lì.
 
 
Rientrò nella camera di Zayn con le mani avvolti in guanti di plastica, e una busta dell’immondizia legata al pantalone, si avvicinò alla finestra con un groppo al cuore.
Raccolse la siringa da terra e la buttò nella busta, raccolse i flaconi di alcool, cucchiai, cartine e ogni oggetto riguardante sostanze stupefacenti e li buttò dentro la busta.
Prese dal comodino un pacchetto di sigarette e lo aprì, lasciò al loro posto le sigarette estraendo invece le canne.
Era arrabbiata si, ma aveva bisogno di scoprire cosa lo avesse portato a farlo in casa sua, quella sera. Voleva sapere cosa rovinava la vita di quel ragazzo, voleva aiutarlo.
Racchiuse il tutto in un’altra busta e la gettò nell’immondizia.
Prese il cellulare e chiamò George.
-Devo parlarti di Zayn-.
 
-Quindi questa sarebbe casa dei Malik?- chiese con un filo di voce Kate.
-Si…ci sono passato solo qualche volte, mai entrato dentro- rispose con il suo vocione il poliziotto.
-Aspettami qui, io vado!- disse Kate.
Entro pochi secondi si trovò dinanzi alla porta di legno leggermente socchiusa, dalla quale uscivano vari suoni e voci.
Bussò.
-E’ aperto- sbraitò qualcuno dall’interno.
Kate appoggiò con delicatezza la mano sulla maniglia e spinse la porta trovandosi davanti una salotto poco illuminato; il camino scoppiettava allegramente nonostante non ce ne fosse bisogno l’utilizzo, il forno aperto e funzionante e varie candele accese.
Quella casa era calda come l’inferno.
Un uomo fumava una sigaretta seduto sul divano, contraccambiando soldi con un ragazzino di quindici anni minimo.
-Buongiorno signor Malik, io son…- l’uomo la fermò con un movimento della mano.
-Aspetta!-.
Kate e si spostò facendo passare il ragazzino, che uscì subito dopo dalla casa.
L’uomo spostò il suo sguardo su Kate sorridendo.
Un sorriso metteva i brividi.
-Bob Malik, lei è?-.
-Io sono Kate Sparks, sto ospitando momentaneamente vostro figlio a casa mia…- prese a parlare Kate.
-Ah, è lei che tiene quel bastardo- ridacchiò squadrandola –e cosa vuole da me?-.
La donna rimase al quanto spiazzata da quella domanda, quell’uomo se ne stava fregando altamente di suo figlio. Avrebbe dovuto dire che sarebbe stato lui ad occuparsi di lui, che non aveva bisogno del suo intervento, invece nulla di quello fuoriuscì dalla sua bocca.
-Lei sa perché suo figlio usufruisce di sostanze stupefacenti?- domandò non sapendo come iniziare il discorso.
-Mio figlio sa quello che fa e conosce anche le conseguenze- Kate provò ad intervenire, ma l’uomo riprese a parlare –credo che lei stia solo perdendo tempo appresso a mio figlio, è un ragazzino senza palle e per quanto mi riguarda può fare quello che vuole, la vita è sua. Ora mi scusi ma ho da fare-.
-Stamattina nella sua camera ho trovato una siringa usata…voglio solo capire cosa gli sta succedendo-.
-Lo chieda a lui, ora vada via-.
Kate sgranò gli occhi, non credeva alle proprie orecchie.
Era inorridita.
Era scioccata.
Non riusciva a credere che un padre potesse lascare il proprio figlio alla morte.
Non gli rispose, si limitò ad annuire.
Non approfondì il discorso, in un modo o in un altro avrebbe scoperto il perché di quel comportamento.
Uscì da quella casa, ma ci fu qualcosa che attirò la sua attenzione: una donna.
Una donna nascosta dietro ala una porta affianco al camino: seminuda, i capelli le coprivano metà viso, il volto rigato dalle lacrime, le braccia strette attorno a sé.
Incrociò il suo sguardo, durò poco.
Quegli occhi che aveva incrociato erano pieni di preghiera, di supplica, di speranza.
 
 
Zayn uscì dall’edificio indossando i suoi occhiali da sole, si guardò introno cercando il suo migliore amico che trovò dopo pochi minuti.
Dietro di lui c’era tutta l’allegra compagnia: Megan, Niall, Louis e Liz.
Il petto gli si chiuse in una strana morsa appena la vide.
Ingoiò la propria saliva e si avvicinò.
Erano in un angolo piuttosto isolato, lontano da tutta la marmaglia di ragazzi usciti da scuola.
Bene.
-La prossima volta sei pregato di rispondere a telefono- borbottò Harry fissandolo con rabbia.
-Non mi andava di parlare- rispose.
-A me si-.
Megan notando come l’aria si stesse facendo pesante incominciò a blaterare qualcosa.
-Zay ha detto la professoressa di matematica che la pross…- non seguì nessuna parola di quello che la bionda disse in seguito.
Si perse nello sguardo della mora al suo fianco, che non appena si accorse dello sguardo di Zayn strinse la mano di Louis.
Indossava un paio di anfibi, jenas neri strappati e una lunga felpa nera con un cappuccio su cui era stampata sopra un teschio.
Mentre osservava il profilo della mora notò qualcosa di strano alle sue spalle.
Non qualcosa, ma qualcuno.
-Zayn!- sussurrò Harry sgranando gli occhi.
Si girarono tutti osservando un uomo camminare a passo spedito verso loro.
Era lui.
Bob Malik.
Non riusciva a parlare, era come se tutto intorno a lui stesse cadendo. La rabbia era troppa per reagire, non riusciva a capacitarsi di quello che stava per succedere.
Bob spinse di lato Louis e Liz buttandosi con rabbia su suo figlio.
-Brutto figlio di puttana- gli ringhiò, ridendo delle proprie parole –fatti dire una cosa: non voglio che gente del cazzo venga a ficcare il naso in casa mia, hai capito Zayn?-.
-Bob! Non qui- si intromise Harry.
Zayn si accorse degli sguardi sconvolti dei suoi amici che fissavano la scena immobili.
- Non ho fatto un cazzo di nulla- lo allontanò da sé, sottraendosi dalla sua presa.
-Zayn TU centri sempre, in tutto. Se non fosse stato per te non sarebbe venuto nessuno a farmi domandine del cazzo stamattina, quella donna e il fottutissimo poliziotto appollaiato sotto casa- urlò quasi.
Il moro sbatté le palpebre.
-Non ne so niente-.
-Bob!- Harry si fece avanti.
-Tu statti zitto! E tu la prossima volta che devi farti nelle vene, fallo in modo che nessuno ti scopra oppure giuro che questi cazzo di buchi non te li troverai solo sul braccio-.
A Zayn sembrò di vedere tutto a rallentatore, suo padre prese il suo braccio alzandogli la manica della felpa mostrando a tutti il suo braccio putrefatto di buchi.
-E togliti questi occhiali da drogato che non sei altro- gli strappò gli occhiali da sole dal naso e li buttò per terra –devi guardarmi negli occhi quando ti parlo-.
Continuò a tenergli il braccio tirato mentre sorrideva sadicamente.
-Sta attento e nessuno si farà male-.
-Ora basta, vattene- urlò Harry pendendo il padre dell’amico per le spalle a allontanandolo dal moro.
-Sta attento anche tu finocchio!- sbraitò mente se ne andava.
-Vaffanculo-.
Zayn raccolse gli occhiali da sole coprendosi il braccio con la felpa.
-Chi era quello?- domandò Megan avvicinandosi al moro.
-Non sono cazzi tuoi-.

 
 

 




So che chiedervi scusa non basterà a nulla, quindi evito.
Non so quanto tempo sia passato dall’ultimo capitolo, e so che questo, di capitolo, è una cagata e non avete ancora visto momenti Layn.
Prometto che ci saranno.
Ma volevo approfondire prima di tutto come si sentisse Zayn e la sua situazione.
Avete conosciuto il personaggio di Bob Malik, un amabile persone che garantisco non amerete mai.
Liz ha diciamo metabolizzato quello che fa Zayn e perché è così ‘misterioso’, nel prossimo capito spero davvero di inserire molte scene dei due e parlerò dal punto di vista delle ragazze.
Evito anche di dire che aggiornerò prestissimo, perché non so quando riaprirò word o il computer , ormai li uso pochissimo e quindi scusatemi se non rispondo subito ai messaggi, ma ho sempre il cellulare in mano.lol
Ma voglio dirvi che se volete chiedermi qualcosa o volete parlare potete contattarmi benissimo mandandomi un messaggio su efp o per quanto riguarda le recensioni: IO LEGGO TUTTO E RISPONDO A TUTTI.
Detto questo spero di non avervi deluso, ci sentiamo alla prossima ciccie belle c:
e vi dico anche che vi amo tutte, in un modo incondizionato.

Nonostante io non sia puntuale negli aggiornamenti voi ci siete sempre e continuate a dirmi che aspetterete e che non ve ne pentirete.
Quindi GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE E ANCORA GRAZIE.
Vi amo.

Un bacio, Pettyfer.
 
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Capitolo 11
*** Kebab, cheese and chips ***



 

Attenzione: I comportamenti di Zayn descritti in questo capitolo e nella fan fiction in generale, non sono assolutamente da imitare.
Quello che fa e che pensa è sbagliato. Se siete facilmente influenzabili, o l'argomento della droga (esplicito) vi urtasse in qualche modo vi consiglio di chiudere direttamente la pagina.


ps:piccola nota, vorrei fare un trailer di questa fanfiction, ne sono capace ma non ho più tempo nè il programma per farlo, c'è qualcuno di voi che potrebbe essere disposto a farmelo o potrebbe consigliarmi qualcuno? ç.ç

Capitolo 11

 


Kebab, cheese and chips.

 
 
-Tutto ciò è terribilmente inquietante- borbottò Megan sedutasi sul proprio letto.
-Decisamente, insomma avete visto come ha trattato quell'uomo Zayn? tralasciando il fatto che tutto in Zayn è inquietante- rispose Niall aprendo il portatile della bionda.
-Iniziando dalle sue espressioni, il suo modo di parlare, di vestire, di pensare...- aggiunse Megan.
-Zayn non è inquietante- entrambi fissarono Liz scettici per quello che aveva appena detto.
-Ah no?-.
-E' solo diverso- continuò.
Quel ragazzo era diverso da tutti gli altri, un po' troppo lunatico, ma diverso.
E questo le piaceva.
Liz aveva avuto poche cotte e una sottospecie di "amore", se così poteva definirlo. Credeva di essersi innamorata, ma forse era stata solo una enorme e grossa svista: cercava solo una figura maschile che le dedicasse qualche attenzione e che la facesse sentire amata, tanto da scambiare una semplice cotta all'amore.
Eppure dopo le diverse esperienze e dall'ultima delusione continuava a sperare che un giorno qualcuno l'avrebbe abbracciata e baciata come aveva sempre sognao. Odiava lei stessa il romanticismo, mostrandosi scettica con gli altri per tutto ciò che riguardava l'amore; eppure sapeva che infondo ci credeva in quel sentimento sentendo il bisogno di viverlo.
Negli ultimi giorni quando qualcuno parlava di ragazzi e cotte le saltava sempre davanti agli occhi la figura di Zayn. L'attraeva e non poteva negarlo, e nonostante fosse a conoscenza la sua dipendenza, del suo caratteraccio non riusciva ad evitare di fantasticare su quel ragazzo.
E finché rimaneva una fantasia, tutto andava bene: era sempre stata una frana con i ragazzi.
Ma poi perchè farsi tante paranoie se lei a Zayn non interessava?
-Terra chiama Liz, c'è del fuoco ardente sulle tue guancie- urlò Megna buttando la testa in giù dal letto.
-Eh?- urlò fissandola.
-Sei rossa, a cosa stai pensando?-.
-A nulla, solo che ho fame e dobbiamo fare qualcosa, mi sto scocciando. Muovi le chiappe su su!- borbottò cercando di sviare il discorso 'guancie rosse'.
-Tu che proponi Louis?- domandò la bionda al ragazzo fermo sulla porta.
-Oh, a me va bene tutto, n-non ci sono problemi- abbozzò un sorriso.
-Allora direi un bel film, noioso ma almeno è qualcosa-.
 
Harry fissava la figura del migliore amico seduto ai piedi di un albero, la testa fra le mani, le gambe incrociate e il busto che faceva avanti e indietro.
-Farà qualcosa a mia madre- sussurrò all'improvviso il moro.
-Non puoi saperlo- Harry prese una canna dalla tasca interiore della felpa.
-L'HA DETTO, l'hai sentito!- urlò adirato alzando la testa per qualche secondo per poi ritornare alla posizione precedente.
Harry notò subito gli occhi lucidi dell'amico e si abbassò subito.
-Zayn, guardami!- il moro non lo ascoltò -ho detto guardami. Ora!-.
Zayn alzò lo sguardo.
-Tua madre è coraggiosa e tuo padre è solo uno stupido che non sa ragionare, non le farà nulla, ci sono Jake e William che ascoltano e vedono tutto, pronti ad intervenire- cercò di tranquillizzarlo.
-Come se mio padre non lo sapesse. Cazzo Harry, lo conosci, sai che è furbo abbastanza per qualunque cosa, non dire cazzate-.
-No Zayn, no! Hai vissuto con lui, ti ha fatto un cazzo di lavaggio del cervello e tu credi a ciò che lui ti vuole far credere- alzò il tono di voce il riccio.
Harry si accese la canna e tirò lentamente dal filtro, lo sguardo rivolto a delle ragazzine sulle altalene.
Felici e spensierate.
Cosa avrebbe dato in cambio pur di essere come quelle ragazzine: lui e Zayn, felici. Nessuna preoccupazione, nessuna paura, nessuna droga, solo una vita normale.
-Tiro?- chiese al moro.
Non aspettando nessuna risposta, avvicinò il filtro alle labbra dell'amico.
-Credo che Rose mi licenzierà- borbottò Zayn dopo aver buttato fuori la nuvoletta densa di fumo.
Cambiare discorso era quello a cui Zayn riusciva meglio.
Harry rise.
-Trova un modo per farti perdonare...-rimase la frase in sospeso lasciando intendere una certa malizia nella voce.
-Vaffanculo!- scoppiò a ridere Zayn.
-Non è tanto male, infondo- continuò Harry ridendo.
-Neanche Louis è tanto male- ghignò il moro guardando maliziosamente l'amico -con quegli occhi, quel culo...-.
-Ti sto per spaccare quel bel visino che ti ritrovi, Zayn!- ringhiò serio.
Il moro scoppiò a ridere allegramente, soddisfatto di aver fatto centro.
-Dimmi come va con Louis-.
-Bene, ho conosciuto sua madre, è uno sballo, ci ha mandati a fare la spesa- Zayn rise nuovamente, con le lacrime agli occhi.
-La coppietta felice che va a fare la spesa, vi immagino- ridacchiò.
-Ehi Max, immagini come ti cavalcherebbe quella troia della Sparks?- i due si girarono quasi d'istinto verso la panchina a qualche metro di loro.
Erano un gruppo di ragazzi, gli stessi ragazzi che Zayn vedeva in compagnia di Megan e Liz a scuola, tra i quali Harry riconobbe il ragazzo a cui fece lo sgambetto al Rose's drink.
-Che devo immaginare, Peter? Già me la sono fatta mille volte a quella biondina- risero sguaiatamente, tutti tranne uno.
-Chiudete quelle fogne- ringhiò buttando per terrà il mozzicone di sigaretta.
-Andiamo Liam, chi non vorrebbe vederla muoversi sul proprio cazzo con quelle due bomb...- venne preso per il colletto della giacca e fatto alzare dalla panchina.
Liam lo superava in altezza, e le sue due belle braccia muscolose incutevano paura a tutti.
-Prova a parlare ancora di Megan in questo modo e giuro che ti spacco il braccio e uscirai dalla squadra in calci in culo- ringhiò minaccioso Liam.
-Cazzo, calmati Payne, stavo scherzando, non ci ho fatto niente con quella- borbottò preso dalla paura il ragazzo.
-Buon per te Max, ma ricordati quello che ho detto- detto questo, Liam si allontanò dal gruppo di amici.
Zayn e Harry si scambiarono un'occhiata sorpresa, ma complice.
 
 
-Sono a casa- urlò Kate appena chiuso la porta alle sue spalle.
Megan raggiunse la madre, dandole subito dopo un bacio sulla guancia.
-Gli altri se ne sono appena andati, com'è andata la giornata?- domandò sorridente.
-Abbastanza bene, a te?- prese a cercare una teiera per fare della camomilla.
-Anche- abbozzò un sorriso tirato.
-Come mai, tesoro?- la guardò con preoccupazione la madre.
-Oggi è successa una cosa strana a scuola...a Zayn, e non è ancora tornato a casa, sono preoccupata-.
E lo era davvero.
Megan Sparks era preoccupata per Zayn Malik.
Non erano ancora amici, eppure a lei importava di Zayn. Non riusciva a legare con quel ragazzo, ed era tutta colpa sua, era freddo, distaccato, malfidente e antipatico.
Anche lei non era un cucciolo dolce, ma aveva cercato in qualche modo di interagire con lui, non avendo però i risultati sperati.
-Cos'è successo?- domandò allarmata Kate.
-All'uscita di scuola è venuto un tizio, un uomo...e ha aggredito Zayn dicendo cose strane- Megan prese un sospiro -gli ha anche alzato la manica della felpa mostrando il braccio pieno di buchi-.
Kate ammutolì immediatamente, sconvolta da quello che aveva appena sentito e si portò una mano al petto sperando di star pensando male.
-Cosa ha detto precisamente quest'uomo?- domandò fissando attentamente sua figlia.
-Lo ha incolpato di aver mandato la polizia e una donna a casa sua per fargli delle domande, e Zayn per un istante ha guardato me, sai qualcosa tu? E George magari?- Megan ricambiò lo sguardo e osservando sua madre capì che aveva ragione.
-Non posso crederci...quell'uomo... ha fatto del male a Zayn?-.
-Lo ha strattonato e buttato contro il muro, non penso che Zayn si sia fatto qualcosa, ma ora dimmi che ci facevi a casa di quel tipo!- voleva sapere cosa succedesse nella vita di quel ragazzo.
-Non credo sia giusto dirtelo, Megan- rispose con calma sua madre -ora torna in camera, appena è pronta la camomilla ti chiamo-.
Megan sapeva che sarebbe stato inutile discutere con Kate quindi salì le scale in silenzio con la promessa di scoprire da sola cosa succedesse a Zayn.
 
 
Louis se n'era andato prima che il film finisse, aveva promesso a sua madre che l'avrebbe aiutata per la cena con i parenti.
Casa Tomlinson sarebbe stata piena di bambini, cugini, zii e zie impiccione.
Prima che potesse svoltare la via una voce lo fermò, paralizzandolo su posto.
Emmett McMann lo fissava appoggiato ad un lampione, e sorrideva.
Quello non era un sorriso normale, era quasi sadico.
-E-Emmett- balbettò incapace di dire altro, sentendo la paura spargersi in tutto il corpo.
-Bei pantaloni, Tomlinson- ammiccò.
Louis abbassò la testa sentendo gli occhi bruciare.
Aveva sicuramente capito male, non poteva essere come lui pensava.
Non doveva essere come lui pensava.
Gli si avvicinò lentamente, portando le mani ai fianchi di Louis, trascinandolo lungo il viale di una casa.
Louis non osava reagire, non osava parlare lasciandosi trascinare da Emmett.
Sentì soltanto una lacrima scendere lungo la guancia leggendo sulla porta il nome 'McMann'.
Il cuore prese a battere frenticamente.
-Spero che tu sia bravo con la bocca, Tomlinson-.
Ho bisogno di aiuto.
 
 
Liz camminava sul marciapiede con le mani nelle tasche della felpa, non vedendo l'ora di tornare a casa e prepararsi qualcosa da mettere sotto i denti.
Lo stomaco brontolava pesantemente ed era l'unico rumore che accompagnava i suoi passi, trovandosi da sola per la strada.
Magari avrebbe potuto ordinare una pizza, visto che non aveva molta voglia di accendere i fornelli, pensò.
-Non dovresti camminare da sola a quest'ora, Bennet- la voce in lontananza che sentì la fece sobbalzare.
Alzò lo sguardo dai suoi anfibi per incontrare quello di un ragazzo dall'altro lato della strada: Zayn Malik.
Lo stomaco le si strinse in una morsa dolorosa: ansia.
Il cuore che pompava velocemente nel petto.
-Ho fatto tardi- riuscì solamente a dire.
Zayn si alzò dal marciapiedi su cui era seduto e attraversò la strada per andarle incontro.
-Dove stai andando?- le domandò passandosi una mano tra i capelli scompigliati.
-A casa-rispose timidamente.
Lo sguardo di quel ragazzo metteva soggezione.
Soprattutto in quel momento, mentre le fissava gli occhi senza mia distogliere lo sguardo.
Liz invece distolse subito lo sguardo, presa dal panico.
-E dove sei stata tutto questo tempo, Elizabeth?- pronunciò il suo nome di battesimo con malizia, e Liz sentì il cuore tamburellare con insistenza nel petto ancora più forte.
-Stavo da Megan e si è fatto abbastanza tardi, i miei non sono a casa quindi devo prepararmi da magiare da sola, ed è tutto un enorme scocciatura- spiegò tutto velocemente dandosi subito dopo della stupida.
Era andata in palla.
Che figura di merda, cazzo.
Zayn ridacchiò e Liz giurò di aver visto i suoi occhi illuminarsi.
-Che ne dici di una pizza?- domandò il ragazzo tranquillo.
Liz per poco non si mise a saltare sul posto come una bambina; si limitò a sgranare gli occhi dalla sorpresa.
-Cer...oh, non ho soldi con me- disse arrossendo come un peperone.
Doppia figura di merda.
-Seguimi, Bennet- le ordinò iniziando a camminare.
-Ma...- Zayn la interruppe.
-Ho detto seguimi, non replica- Liz si ammutolì e lo seguì in silenzio, senza proferire parola.
Aveva paura che se solo avesse aperto bocca lui avrebbe risposto con un 'ho detto seguimi, non parla' e a quel punto sarebbe scoppiata a piangere come una cretina.
Arrivarono davanti ad un pub con la testa di un cinghiale imbalsamato attaccato all'insegna e la scritta 'Bobby's kebab' in fronte; era tutto molto County e notò solo in quel momento che il cinghiale portava un cappello da Cow Boy in testa.
Sorrise, le piaceva quel posto.
-Bel posto- disse, cercando di interrompere quel silenzio che si era riempito soltanto una volta arrivati al pub, dalla musica e dal brusio che ne fuoriusciva.
-Ci ho lavorato da piccolo- commentò Zayn.
Da piccolo?
Subito dopo le prese il polso trascinandola dentro.
La schiena di Liz venne percossa da brividi, era stata una strana sensazione, ma piacevole.
-Come vuoi la pizza?- le domandò avvicinandosi per farsi sentire al di sopra dal brusio.
-Come preferisci tu, anche una pomodoro e mozzarella mi va bene- sorrise cercando di assecondare le preferenze di Zayn.
-Non fare la timida, dimmi come la vuoi, Elizabeth-.
Ancora quel nome.
Ancora quel tono.
Zayn le sorrise, un sorriso sincero e invitante.
-Kebab, mozzarella e patatine- ricambiò il sorriso e Zayn allargò ancora di più il suo.
-Vedi? Non era difficile, Bennet- le sussurrò all'orecchio ritornando a chiamarla per cognome.
Le lasciò il polso, che aveva continuato a stringere, e si diresse alla cassa.
Lo seguì.
-Zayn Malik, da quanto tempo, che ti porto?- urlò un uomo grassottello e tatuato dal collo alle mani, il tutto scoperto da un panciotto di pelle sbottonato.
-Ash- salutò -una pizza kebab, mozzarella e patatine e due birre, ti va bene una birra no'?- si risolve a Liz, che subito distolse lo sguardo dai tatuaggi di Ash.
-Certo- abbozzò ad un sorriso.
-Dolcezza, vai da Louise che ti servirà- le fece un occhiolino amichevole e Liz ricambiò con un sorriso e si diresse dall'unica ragazza dietro al bancone.
-Kebab, mozzarella e patatina e due birre, giusto?- le sorrise cordiale Louise.
-Si- rispose altrettanto.
Osservò Zayn e l'uomo tatuato parlare allegramente tra loro e si meravigliò.
In quel posto erano tutti allegri e festaioli, notò, e sinceramente non si aspettava che Zayn frequentasse luoghi del genere.
Immaginava tutto molto più "cupo".
Dopo soli cinque minuti la ragazzi ritornò con le sue ordinazioni in una busta e prima che potesse allungare una mano, Zayn l'anticipò.
-Questa la prendo io- Liz annuì chiedendosi perché la ragazza aveva chiuso tutto in una busta.
-Ci vediamo Louise, salutami Marley- la salutò Zayn.
-Sarà fatto Zayn, e tu salutami quella testa riccia di Harry- il moro le fece l'occhiolino e uscirono dal pub.
-Ho un posto migliore dove mangiare- spiegò Zayn prima ancora che lei aprisse bocca.
Dopo pochi minuti si trovarono seduti in una di quelle giostre circolari che girano, in un parco giochi abbandonato, affianco al pub.
-Non ho mai mangiato su una giostra- ridacchiò divertita mentre Zayn apriva lo scatolo della pizza.
-Io e Harry lo facciamo spesso- spiegò Zayn.
-E' simpatica come idea, mi piace- borbottò timidamente.
Zayn diede il primo morso ad una fetta e masticò lentamente, assaporando il gusto.
-Ti piace?- chiese Liz imitandolo.
-Si, non l'avevo mai mangiata prima- la fissò negli occhi e Liz distolse immediatamente lo sguardo.
Non riusciva a reggerlo, non dopo aver assistito a quella scena la stessa mattina.
-Come mai i tuoi genitori non sono a casa?- domandò il ragazzo iniziando una conversazione.
-Sono andati a trovare una zia che abita a qualche ora da qui, io non sono in buoni rapporti con i figli quindi ho preferito rimanere a casa- spiegò aprendo la birra.
-E ti hanno lasciata sola?-.
-Si fidano di me- rispose solamente.
Zayn irrigidì la mascella per un instante, ma poi si rilassò.
-E tu invece? Come mai non sei con Harry?- provò a chiedere sperando in una risposta cordiale.
-Volevo stare un po' tranquillo, per fatti miei- Liz sussultò.
Stava con lei, quindi stava tranquillo?
-Capisco-.
Ci furono un paio di minuti di silenzio e questo sembrò pesare al ragazzo.
-Non sei una tipa che parla molto, eh?- sorrise Zayn.
-Tu non sei da meno- lo rispose.
-A differenza tua, io non sono timido e insicuro di me- Liz si sentì quasi offesa.
-Io non sono insicura di me- ribatté sicura.
-Non dire stronzate, non riesci a reggere il mio sguardo per più di cinque secondi- la riprese lui, prendendola in giro.
-Si chiama timidezza- controbatté.
-Come vuoi, Bennet, è pur sempre insicurezza-.
-Oh, lasciamo perdere- disse per poi mordere la seconda fetta di pizza.
Non si sarebbe mai aspettata di condividere una pizza con Zayn Malik su una giostra.
Questo si che era strano.
Il cellulare di Zayn prese a squillare dalla tasca della sua felpa, e lui lo prese velocemente.
-Chi è?- domandò tutt'altro che gentile.
-Sono Megan-.
-Come fai ad avere il mio numero di telefono, bionda?- socchiuse gli occhi esasperato.
-Il tuo amico riccio l'ha dato a mia mamma e io l'ho fottuto- già immaginava la faccia soddisfatta della bionda.
-Che vuoi?-.
-Devi tornare a casa, mamma sta impazzendo-.
-Sono impegnato-.
-Per favore, Zayn. Sta malissimo-.
-Oh vaffanculo, arrivo-.
Zayn attaccò e guardò Liz.
-Devo andare, ci sai ritornare a casa?- domandò alzandosi.
-Si, non ti preoccupare, vai pure...- cercò di abbozzare un sorriso.
-Allora ci si vede, Bennet- uscì dalla giostra.
-Domani a scuola ti ridarò i soldi- sussurrò.
Zayn la guardò e sorrise.
-Anche se tu avessi avuto quei soldi, avrei comunque pagato io, Elizabeth- si avviò verso l'uscita lasciandole capire che non gli avrebbe dovuto ridare nulla.
 





PETTYFER NON HA FATTO PASSARE 9832058032478509324789 ANNI PRIMA DI PUBBLICARE, CONTENTE? :D
Io si, non so come ma un'insana voglia di scrivere si è abbattuta sulla mia testolina bacata ed ora eccomi qui :3
Ho scritto il capitolo in un paio d'ore, aw che soddisfazione.
Come avete ben notato ho deciso di continuare la storia, le vostre belle parole mi hanno aiutata tantissimo e l'amore che provo per questa fanfic è molto grande, quindi non verrà abbandonata. :P
Ringrazio di cuore tutte le bella persone che hanno commentato il capitolo precedente, vi amo alla follia, vi risponderò a tutte :)
Ora parlando del capitolo:
- è forte l'interesse di Liz verso il nostro Zayn, solo che evita di dirlo ai suoi amici.
- Zayn è preoccupato per sua madre e fa bene (spoiler).
- Prima scena di Hugs(Harry\drugs) che cosa random quella che ho scritto :')
- LIAM PAYNE IS HERE BITCHEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEES, spero abbiate capito chi gli sta a cuore. (guai a voi se non l'avete capito e.e)
- Scena Layn *butta coriandoli a destra e a manca* spero che sia come vi immaginavate, ho fatto del mio meglio, ma non finisce qui, è solo l'inizio di un bellissimo(?) rapporto :)
- Per concludere: Louis. Vi lascio libera immaginazione di quello che potrebbe succedere in casa McMann, nel prossimo capitolo scoprirete qualcosa. Vi dico solo che come potrebbe succedere di tutto potrebbe anche non succede nulla.
Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto, perchè detto sinceramente a me non piace, c'è qualquadra che non cosa D:
Un bacio bellezze, Pettyfer. <3



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Capitolo 12
*** I'll kill them ***


Attenzione: I comportamenti di Zayn descritti in questo capitolo e nella fan fiction in generale, non sono assolutamente da imitare.
Quello che fa e che pensa è sbagliato. Se siete facilmente influenzabili, o l'argomento della droga (esplicito) vi urtasse in qualche modo vi consiglio di chiudere direttamente la pagina.


Capitolo 12


I'll kill them
 

Official trailer

Zayn cercò di rilassare i muscoli non appena varcò la porta di casa Sparks, per controllare la rabbia.
Entrò in cucina con calma, già sapendo di trovare Kate seduta a tavola con una camomilla in mano.
Quella donna faceva sempre la camomilla, ogni santissimo giorno.
-Sto bene- disse fermandosi davanti al tavolo.
-Grazie al cielo, Zayn! Sono stata così in pensiero, pensavo ti fosse successo qualcosa di orribile, per poco non chiamavo la polizia. Sicuro di stare bene? Che hai fatto in tutto questo tempo?- continuava a borbottare la donna abbracciandolo forte.
Zayn rimase immobile, trattenne il respiro e sgranò gli occhi: lo stava abbracciando.
Era la seconda persona che negli ultimi cinque anni lo abbracciava oltre Harry e Liz, se quest'ultima poteva considerarla.
Tutta la rabbia che aveva provato in quel momento sapendo cosa aveva fatto la donna gli passò, e non si mosse. Non si divincolò da quelle braccia strette attorno al suo collo, beandosi in silenzio quella sensazione di calore.
Era piacevole.
-Allora? Che fine hai fatto? Ti verso della camomilla?- domandò e senza aspettare una risposta prese una tazza dalla credenza e vi versò il liquido.
-Stavo mangiando una pizza- borbottò in risposta vedendo subito dopo Kate sorridere tranquilla.
-Con Liz- aggiunse.
Il sorriso sulle labbra della donna si spense.
-Intendi Elizabeth Bennet?- chiese porgendogli la tazza.
Zayn la prese e annuì prima di berne un sorso.
-Da quanto la conosci?-.
-Da quando la incontrai al Rose's drink, ha importanza?- indurì lo sguardo.
-Assolutamente no, Zayn, volevo solo sapere- sorrise -sono felice che ti sia fatto nuovi amici-.
Rimasero per un paio di minuti in silenzio godendosi la camomilla.
-Non ti azzardare più a metterci piede- le ordinò freddo Zayn all'improvviso.
-Dove?-.
-Lo sai bene, non azzardarti più ad entrarci, mi hai capito bene Kate?- le si avvicinò di un passo puntandole un dito contro.
-Zayn, io devo capire cosa ti sta succedendo, devo farlo per aiutarti- rispose seria la donna, appoggiandogli le mani sulle spalle.
-Se vuoi aiutarmi, non entrare mai più in quella casa, non avvicinarti alla mia famiglia, non farlo e avrai tutta la mia gratitudine- gli occhi di Zayn erano freddi e pieni di lacrime.
Supplichevoli.
Kate ebbe un tuffo al cuore.
Che cosa succedeva in quella casa? Cosa lo spaventava?
-D'accordo Zayn, spero comunque che un giorno me ne parlerai- il ragazzo le sorrise.
Il primo vero sorriso che le rivolgeva.
-Tuo padre non mi piace- disse di botto Kate non riuscendo a trattenersi.
Zayn salì il primo gradino e continuando a sorridere la fissò.
-Neanche a me-.
Con un peso in meno sullo stomaco si diresse in camera sua, prese il pacchetto di Black Devil dal borsone e uscì, entrando in un'altra stanza.
-Non so se nominarti sul cellulare come 'cheerleader-cazzona' oppure 'cazzona-cheerleader' tu che dici, bionda?- ghignò Zayn entrando nella camera di Megan, trovandola seduta sul letto con il telefonino in mano.
-Bomba sexy non va bene?- stette al gioco la ragazza, fissandolo per poi ritornare a maneggiare l'aggeggio che aveva in mano.
-Sei più cazzona che sexy, nessuna te l'ha mai detto?- sorrise vittorioso Zayn aprendo la finestra per poi sedersi sul davanzale.
-No, principessina-.
Zayn si guardò intorno osservando la camera della bionda, e stranamente non la trovò così da cheerleader perfettina come quelle nei film.
Niente rosa.
Niente poster di calciatori sudati.
Niente unicorni.
Niente cuori.
Era abbastanza sobria, con arredamento nero e rosso.
-E così il tuo ragazzo si chiama Liam Payne- borbottò all'improvviso accendendosi la prima sigaretta.
Megan fece per prendere il cellulare che le era scivolato dalle mani e lo guardò sconvolta.
-C-come? C-conosci Liam?-.
Megan che balbettava.
Zayn scoppiò a ridere di gusto, ringraziando il cielo di non aver aspirato prima della risposta della bionda.
-Cosa cazzo ridi?- si mise sull'attenti la ragazza ritornando ad essere la Megan che conosceva Zayn.
-L'ho visto al parco- spiegò ridacchiando ancora.
-E allora? Non so come tu possa collegare Payne a me, infondo non è che ci conosciamo tanto-.
-Davvero?- chiese curioso il ragazzo.
-Usciamo in comitiva insieme e frequentiamo lo stesso gruppo di amici a scuola, stesse lezioni, ma non è che ci calcoliamo più di tanto. Se mi parla è solo per fare lo stronzo e lo scontroso - disse velocemente con una nota di rabbia nella voce.
-A me sembrava che ti conoscesse, non credo che starebbe sul punto di spaccare la faccia a qualcuno solo perché aveva apprezzato le tue due bombe-gemelle- aggiunse Zayn evitando di raccontare altri particolari sgradevoli.
Vide Megan diventare tutta rossa.
Zayn immaginò lo fosse diventata per il nomignolo che aveva dato alle sue tette, ma si ricredette non appena la bionda aprì bocca.
-Porca puttana, mi stai dicendo che Liam mi ha, diciamo, "difesa"?- urlò poi cacciare un suono stridulo che fece venire la pelle d'ora al ragazzo.
-Si, e sembrava anche piuttosto incazzato-.
Era senza parole.
A Megan piaceva Liam?
-PORCA PUTTANA!- urlò ancora la bionda.
Okay, a Megan piaceva Liam.
-Uh alla bionda-cheerleader-cazzona-tettona piace un ragazzo, che cosa dolce-.
Megan realizzò di aver appena detto a Zayn di essere stracotta di Liam Payne.
-Dì solo una parola a qualcuno Zayn e giuro su mia nonna che la prossima cosa che fumerai sarà il tuo pene- lo guardò minacciosa puntandogli un dito in fronte.
-Argh- il moro provò a imitare il ruggito del leone con tanto di movimento della mano.
-Vuoi una sigaretta?- le domandò subito dopo.
-Ehm...okay, ma solo perché mi ispirano- Megan prese la sigaretta nera dal pacchetto e l'annusò curiosa.
-Odora di vaniglia- disse.
-E' alla vaniglia infatti, genio-.
-Figo- borbottò la ragazza sedendosi di fronte a Zayn.
-Mi passi l'accendino?-.
Zayn glielo passò.
-Come mai diventato così socievole all'improvviso?- domandò Megan osservando ogni particolare di quella sigaretta.
Zayn scrollò le spalle non sapendo cosa rispondere.
-Qualunque cosa sia stata, ti fa bene- commentò buttando fuori il fumo.
Zayn immaginò davanti a sè, seduta su quel letto, Liz Bennet.
-Lo penso anche io-.
 
 
-Louis, sicuro di stare bene?- domandò Liz prendendolo per il polso.
Il ragazzo trattenne il fiato.
Il polso bruciava e la presa della sua migliore amica sul maglione gli doleva ancora di più.
-Sto bene!- abbozzò ad un sorriso.
-Sei silenzioso e tu non lo sei mai con me, e quel coso mi preoccupa- ribatté Liz osservando il lungo graffio che partiva dalla guancia alla clavicola.
-Te l'ho detto dieci volte Liz, ieri uno dei miei cugini ha fatto il pazzo e questo è il risultato- spiegò l'ennesima volta Louis -e poi sto pensando a quello che mi hai raccontato di te e Zayn ieri sera, è stato carino- sorrise ignorando gli occhi bruciare.
-E io ti ripeto che un bambino non può fare una cosa del genere- replicò la ragazza.
-Può se non si taglia le unghie da due settimane, rilassati Liz- girò il viso alla sua sinistra, cercando di nascondere gli occhi lucidi alla sua amica.
Avrebbe davvero preferito ricevere quel graffio da un suo cugino.
 
-Che c'è Louis? Fai il timido?- ridacchiò Emmett attaccandolo al frigorifero, mentre Louis girava la testa terrorizzato.
Emmett puzzava di alcool.
"E' ubriaco, non è consapevole di quello che fa" provò a giustificarlo Louis.
Ma non serviva a nulla.

Singhiozzò sentendo le mani di Emmett stringere forte i suoi glutei attirandolo a sé.
Sentì la sua erezione spingere contro i suoi pantaloni e la nausea l'assalì.
Lo girò di spalle e Louis sbatté con la guancia contro il frigorifero singhiozzando ancora più forte.
-E-Emmett t-ti prego...- lo implorò cercando di sottrarsi alla sua presa.
La mano di Emmett raggiunse il suo petto per poi scendere lentamente lungo il busto, si fermò sopra l'elastico dei boxer.
-E-Emmett- sussurrò preso dal panico -ti s-scong...- gemette di dolore quanto sentì la mano di Emmett stringere le sue parti intime da sopra il pantalone.
McMann piaceva molto, il suo respiro era accellerato e il bacino si muoveva freneticamente contro il sedere di Louis.
Emmett gemette ancora più forte mentre graffiava e trasfigurava il suo volto.
 
Era scappato.
Era scappato prima ancora che Emmett potesse fargli qualcosa.
Aveva bussato alla porta di casa, sua madre lo aveva accolto con un grande sorriso sulle labbra che si spense subito dopo aver osservato meglio suo figlio: il graffio, le lacrime diventante rosse al contatto del sangue, lo sguardo terrorizzato, i vestiti stropicciati.
Louis era corso in camera chiudendosi a chiave, e non ne era più uscito fino al mattino seguente.
Era uscita da casa prima ancora che sua padre potesse svegliarsi e aveva aspettato la sua migliore amica al parco.
-Allora spero di non incontrare mai quel bambino assassino- ridacchiò Liz attraversando il cancello della scuola.
Il cuore incominciò a battere forte.
Guardò immediatamente il gruppo degli atleti e tirò un sospirò di sollievo non vedendo Emmett.
L'ansia, invece, rimase al proprio posto non azzardandosi ad abbandonarlo.
Per poco non urlò vedendo uno skateboard sfrecciare davanti ai suoi piedi. 
Poco distante dai due si trovava Megan con la proprio tuta da cheerleader seduta per terra e una mano sul sedere.
-Cazzo!- urlò gemendo.
Niall rideva a crepapelle mentre andava a riprendere lo skate di Zayn, che li raggiunse dopo pochi secondi più infuriato che mai.
-Giuro che se mi hai rotto il skate ti spacco il culo, stupida cheerleader- ringhiò strappandolo da mano al biondo che continuava a ridere.
Analizzò attentamente la tavola in mano, assicurandosi di non trovarci nessuna crepatura.
-Dovresti preoccuparti di me, non del tuo fottuto skate che non è neanche buono- si rimise in piedi Megan innervosita.
-Sei tu quella che non è buona-.
-Disse quello che è andato a sbattere contro la porta di casa stamattina- mancò poco che Zayn non gli spaccasse la tavola di legno in testa.
-Smettetela cazzo, state sbraitano da quando siete usciti di casa- urlò Niall cercando di sembrare serio.
-Ma amico ti ringrazio per averle fatto provare quello skate è stata la caduta più epica di sempre- rise ancora il bionda scambiandosi un cinque con Zayn, che stranamente ricambiò sorridendo.
-Tutto pur di vederla col culo per terra- ghignò.
-Ma tu guarda a questo, vaffanculo Zayn Malik!- ringhiò inviperita la bionda alzandosi in piedi.
Zayn la ignorò girando il capo verso Liz e Louis e quest'ultimo si voltò di scatto per non far vedere il graffio.
Il moro si avvicinò alla ragazza -Elizabeth- sussurrò in saluto.
Megan trascinò via l'amica non lasciandole il tempo di rispondere al saluto e Zayn l'osservò allontanarsi per poi sospirare quasi frustato.
-Hey Tomlinson, come va?- domandò poi guardando bene il ragazzo.
-B-bene...t-tu?- disse titubante mentre incontrava il tuo sguardo lentamente, intimorito.
-Che cazzo hai combinato alla faccia?- ignorò la domanda di Louis.
-Oh, i mei c-cugini ieri si sono dati alla pazza gioia...- spiegò puntando gli occhi sulle proprie scarpe.
-Quanti anni hanno?- domandò Zayn sospettoso.
-5 anni, d-delle pesti- borbottò Louis con voce spezzata.
Il moro non gli credette e lo prese per il braccio trascinandolo nei bagni della scuola.
Una volta arrivati lo fissò attentamente mentre Louis si guardava intorno spaventato.
Moriva dalla voglia di piangere.
-Hei, hei, tranquillo! Ora prendi un bel respiro e dimmi che ti è successo, e voglio la verità- sussurrò Zayn accarezzandogli una spalla.
Louis scosse la testa stringendo le labbra.
-Ascoltami Louis, voglio solo aiutarti- cercò di rassicurarlo Zayn avvicinandosi di un passo.
Il ragazzo continuava a muovere la testa, arretrando, mentre gli occhi si riempivano di lacrime.
Louis si fissò il petto, l'ultima volta che Zayn l'aveva aiutato era finito con il corpo pieno di tagli.
Da una lattina.
-Louis, sono tuo amico e voglio aiutarti, permettimelo- continuò.
Il ragazzo di fronte a sé non resistette e gli strinse le braccia intorno al collo, scosso da singhiozzi silenziosi.
Zayn rimase per un istante immobile, paralizzato, e dopo alcuni secondi ricambiò l'abbraccio.
-Che ne dici se oggi saltiamo la scuola?- gli sorrise Zayn una volta allontanati dandogli un pugno amichevole sul braccio.
Louis balbettò un si asciugandosi gli occhi.
Si diressero versò l'uscita uno accanto all'altro.
-Sai che prima o poi scoprirò chi è stato a farti quell'affare, vero?- disse Zayn passandosi lo skate da una mano all'altra.
Louis non rispose, non sapendo cosa dire esattamente.
-E poi?- domandò dopo alcuni minuti di assoluto silenzio.
-Potrai andare a scuola senza preoccupazioni-.
Il moro salì sullo skate girando in una via abbastanza malconcia e sparire in un'altra stradina.
Louis rimase muto e immobile non sapendo nè cosa dire nè cosa fare.
Che intendeva dire?
-Muovi il culo, Tomlinson- sentì urlare e così percorse lo stesso tragitto che aveva fatto il moro.
Si trovò davanti ad uno skatepark.
Le mura erano piene di graffiti e strane scritte, così come il pavimento, era abbastanza affollato: c'era un gruppo di ragazzi seduti per terra, alcuni nelle grosse buche a fare acrobazie, altri che riprendevano e scattavano foto a quest'ultimi e chi osservava il tutto sul muretto infondo.
Erano tutti tatuati, comprese le ragazze, che ridevano e fumavano spensierate.
Si concentrò sul gruppetto che aveva raggiunto Zayn e osservò il ragazzo che abbracciava forte il moro seduto su una bici.
Lo riconobbe solo dopo che si staccarono: Harry.
La canotta larga e i pantaloncini che portava mettevano ancora più in risalto il suo corpo robusto e muscoloso, soprattutto i tatuaggi delle braccia e del petto.
Gli mancò il respiro.
Abbassò la testa e con il cuore a mille si avvicinò a loro più timoroso e insicuro che mai.
Harry appena lo notò si illuminò di un sorriso smagliante e allargò le braccia.
Un chiaro invito ad un abbraccio.
Louis non sapeva che fare, continuava a fissare quegli occhi verdi senza muove un muscolo.
Venne circondato da quelle due braccia enormi che lo strinsero forte.
-Hey bellezza-.
Louis rimase senza parole.
Bellezza.
Bellezza a lui.
Per un attimo dimenticò quasi tutto quello che era successo la sera precendente concentrandosi sul calore che gli strasmetteva Harry.
Allungò timidamente le braccia, ricambiando l'abbraccio.
Zayn gli lanciò uno sguardo serio, indicandogli con gli occhi il suo polso scoperto dal maglione di lana che portava.
Le macchie viola e gialle erano lì, più calcate di prima.
Se lo ricoprì velocemente distogliendo lo sguardo.
Il riccio si staccò lentamente, continuando a guardarlo con devozione.
-Ragazzi lui è Louis- quattro ragazzi e due ragazze gli sorrisero cordiali presentandosi uno per uno.
-Luke, hai portato la macchina fotografica?- domandò Zayn ad il ragazzo biondo interamente coperto da tatuaggi e numerosi piercing.
-Ovvio, Malik-.
-Muoviti a prenderla - sorrise il moro dirigendosi verso una delle piste.
Louis si girò osservando la scena divertito e con una domanda sulla punta della lingua.
-Fa skateboarding da quando aveva sette anni- spiegò Harry avvicinando le labbra al suo orecchio.
Per poco non sussultò.
-Ah...- cercò di respirare -e t-tu non lo pratichi?-.
-Ci ho provato, ma dopo una caduta quasi mortale col cazzo che ci risalgo su quella tavola- ridacchiò e Louis lo imitò.
-Anche io da piccolo ci andavo, ma non ho più continuato- spiegò.
Si meravigliò di non aver balbettato.
-Come mai?- chiese il riccio appoggiando il mento sulla sua spalla.
Il suo respiro sul collo.
Aveva bisogno di aria..
-Non lo so-.
Aveva già troppi lividi.
-E' un peccato, scommetto che saresti diventato uno skater bravissimo-.
A Louis gli si scaldò il cuore sentendo quelle parole, dimenticandosi di Emmett.
Pensandoci, Harry non aveva fatto domande sul taglio.
Il riccio scese dalla bicicletta e lo trascinò verso l'angolo più isolato del parco, dal quale si potevano seguire lo stesso le mosse di Zayn.
Louis si sedette con la schiena contro al muro e le gambe piegate contro il petto.
Fissò le proprie Vans mentre Harry gli si sedeva davanti a gambe incrociate.
-Come mai avete saltato la scuola?- domandò il riccio.
-Non mi sentivo molto bene e Zayn mi voleva far... distrarre-.
Era assurdo come in presenza del riccio non balbettava.
-A volte quel coglione ha idee geniali-.
Louis sorrise -Già...-.
-Mi andava di vederti, sarei venuto oggi dopo scuola- Harry lo guardò sorridendo, sicuro di sè.
Si sentì andare a fuoco le guancie .
-A-anche a me sarebbe piaciuto vederti- borbottò timido.
-Adoro quando sei in imbarazzo-.
-Io no-.
Harry rise di gusto.
-Magari domani ti passo a prendere alle otto e ti accompagno io a scuola-.
Louis sgranò gli occhi sconvolto.
-D-dici sul serio?- domandò insicuro.
-Ovvio, bellezza- sorrise Harry.
-Oh, o-okay- balbettò in risposta rosso in viso.
-Allora...- incominciò prendendo una nota seria nella voce -quel graffio sul volto te l'ha fatto la stessa persona che ti ha fatto quei tagli sul petto?-.
Louis trattenne il respiro sgranando per la seconda volta gli occhi.
Come faceva a saperlo?
-N-non so di cosa t-tu stia parlando- balbettò distogliendo gli occhi, mentre questi incominciavano a pizzicare.
Non adesso.
-Ti ho visto quella volta in farmacia, non fare il finto tonto, Louis- sussurrò serio.
Sembrava arrabbiato.
-D-dico davvero, Harry-.
Sussultò sentendo le mani del riccio allargare le sue gambe per poi farle distendere.
Harry passò le proprie sopra quelle di Louis e le strinse forte intorno alla vita attirandolo a sé allacciando le braccia intorno ai suoi fianchi.
-Se scopro che qualcuno ti fa male, dolcezza, lo ammazzo-.
Non era arrabbiato.
Era furioso...e stramaledettamente serio.
 
 
 
-Ma Louis che fine ha fatto?- chiese Liz alla bionda distesa affianco a sé.
-Non ne ho la minima idea, ma immagino sia con Zayn, quei due vanno d'accordo-.
Erano distese sul prato del cortile della scuola insieme al loro gruppo di amici, passavano sempre così le ore di stacco.
-Ne sono contenta, sai? Almeno con lui è al sicuro- abbozzò ad un sorriso la mora.
-Giusto...e poi ieri ho parlato un po' con Zayn- disse Megan osservandosi una ciocca di capelli.
-E...?- la bionda osservò l'amica, sembrava ansiosa.
-Era più simpatico e socievole del solito, abbiamo parlato e mi ha offerto anche una sigaretta- ridacchiò al pensiero.
-Di che avete parlato?- domandò curiosa Liz.
-Mi ha detto che ha visto tu-sai-chi al parco che per poco non prendeva a pugni uno della squadra- raccontò sognante la bionda.
-Oddio, quindi...questo vuol dire che ci tiene a te?-.
Liz si sentì una stupida, aveva sperato in un racconto del loro incontro.
-Non lo so, ma lo scopriremo...- lasciò la frase in sospeso mentre dava una gomitata al fianco dell'amica.
Liam Payne stava camminando verso il loro gruppo, la sigaretta tra le labbra, il vaffanculo stampato in faccia e la sua antipatia in tasca.
-Ehi Liz, hai per caso gli appunti di storia?- domandò il moro una volta seduto davanti a loro due.
Anche se la domanda era rivolta a Liz, gli occhi marroni del ragazzo non lasciavano la figura di Megan.
-Li ha dimenticati ieri da me- rispose la bionda ricambiando lo sguardo.
-Giusto! Mi dispiace Liam, puoi aspettare fino a domani mattina?- chiese Liz con aria dispiaciuta.
-Non ho tempo- rispose impassibile il moro per poi rivolgersi alla bionda -se passassi da te a prenderlo?-.
Megan rimase a bocca aperta.
Il cuore incominciò a pompare freneticamente e cercò di non distendere le labbra in un sorriso.
-Okay- si limitò a dire la bionda.
Liam  sorrise distrattamente mentre dava le spalle alle due ragazze e una delle due incominciò a gesticolare freneticamente con le mani dalla felicità.


larry stylinson | via TumblrLarryTomlinson-Styles♥

ZouisZouis | via TumblrZouis <3


Eccoci qui al dodicesimo capitolo, in ritardo, ma eccoci qui :D
Allllllllllllllllllllllllllllllors, che dite? Vi piace?Io sto adorando Larry in una maniera assurda jskfdalsdf ho grandi progetti per i due.
Prima di passare al capitolo voglio chiarire delle cosuccie che a quanto pare alcune di voi non hanno capito bene: le coppie sono Zayn\Liz, Harry\Louis, Megan\Liam e poi Niall sarà una sorpresa e comunque, toglietevi dalla testa una stroia tra Zayn e Megan, sono solo amici cazzo ç.ç
Ora passiamo ai punti :3
- Tra Zayn e Kate si sta instaurando un rapporto civile e normale, e chissà se rimarrà sempre così...
-  Zayn anche con Megan sta cercando di calmare le acque.

 Sto odiando il programma che sto usando per pubblicare, perchè il cazzo di editor di efp non mi funziona
Comunque...
-A Megan piace il Liam bad boy
-LOUIS: nessun super eroe di nome Harry Styles è andato a salvarlo, mi credevate davvero tanto stupida da scrivere un clichè del genere? :(
-Larry win, attenti brutti bulletti che Harry Styles è capace di tutto.
-E spero che voi abbiate capito quel 'lo penso anche io' di Zayn, adoro quella battuta jskdakfksh da lì si capiscono un sacco di cose (guai a voio se non avete capito)

URLO DI TAMBURI RAGAZZE, QUI PER VOI CI SONO I TRAILER DI QUESTA FANFIC
sono tutti bellissimissimissimi.
Ringrazio:

 
'cocochanel' per questo trailer

'lavogliadipayne' per questo trailer
andate a fare un giretto delle sue ff  

e 'caraseyebrows' colei che ha fatto questo trailer, l'ufficile che ho messo sopra al capitolo.

E un'ultima cosa: VI AMO.
Grazie di cuore per quello che fate per me, ogni singola vostra parola mi riempie il cuore.
Grazie davvaero.

-My best friend's brother
 
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Capitolo 13
*** Ecstasy ***


 

 

Attenzione: I comportamenti di Zayn descritti in questo capitolo e nella fan fiction in generale, non sono assolutamente da imitare.

Quello che fa e che pensa è sbagliato. Se siete facilmente influenzabili, o l'argomento della droga (esplicito) vi urtasse in qualche modo vi consiglio di chiudere direttamente la pagina.


Capitolo 13

Ecstasy

Official trailer

 
 
-Giuro che la prossima volta ti licenzio, ragazzino- borbottò Rose con una nota severa nella voce.
-Ho capito-.
-E indossa quel grembiule- continuò la rossa.
-No, te lo puoi scordare, l'ho già det...-.
-Zayn!-
-Okay- ringhiò il ragazzo e non appena la donna andò in cucina si lasciò sfuggire un'imprecazione.
Prese quell'orribile grembiule e lo annodò dietro la schiena.
Il pub non era troppo affollato e la maggior parte di loro era in silenzio.
Zayn alzò lo sguardo sull'orologio e sbuffò accorgendosi che erano appena le quattro e mezza; lui avrebbe dovuto lasciare quel posto alle otto e mezza, poi sarebbe venuto Louis.
Si affacciò nella cucina e guardò Rose con sguardo dolce.
-Rose...quante pause ho?- già sentiva il bisogno di fumare una sigaretta.
-Considerando la tua assenza in questi giorni direi...vediamo un po'...nessuna!- la donna non lo guardò neanche una volta mentre preparava gli hamburger.
-Mi prendi per il culo? Io ho bisogno di una fottuta sigaretta- brontolò lui appoggiandosi alle treccine di plastica attaccate alla porta che separavano la cucina dal resto del pub.
Si sentì un tintinnio.
-Te la fumerai alle otto e mezza, ora vai al bancone, è entrato qualcuno-.
Zayn alzò gli occhi al celo incominciando ad odiare quella donna.
-E vaffanculo- ringhiò per la seconda volta facendo sussultare il ragazzo che aspettava di essere servito.
Zayn lo osservò attentamente accorgendosi di averlo visto qualche volta per i corridoi della scuola e nella classe del professor Hill.
-Che vuoi?- chiese abbastanza scorbutico e scocciato.
Si beccò uno guardo storto.
-ZAYN!- si sentì urlare dalla cucina.
Due occhi nella sala si posarono sulla sua figura.
-Aspetta qui- disse al ragazzo andando di nuovo da Rose.
-Che c'è?-.
-Se tu fossi cortese con le persone che vengono in questo pub ti darei qualche pausa per le tue sigarette- Rose neanche questa volta alzò lo sguardo dalla carne che aveva in mano.
Zayn raddrizzò la schiena ritornando al bancone.
-Allora...cosa ti porto?- cercò di dimostrarsi più cortese possibile.
-Una coca cola e un the alla pesca- ordinò quello.
-In lattina o in bicchieri?- domandò incominciando ad aprire il frigo.
-In lattina vanno bene- Zayn lo fissò attentamente.
Si, l'aveva visto sicuramente a scuola.
Prese le lattine e gliele passò sul bancone ignorando i soldi seguendolo con lo sguardo. Lo vide andare a sedere proprio davanti a niente di meno che Elizabeth Bennett.
La dolcissima e timidissima Liz.
Il ragazzo la fissava con un sorriso da ebete sulle labbra, mentre la mora ricambiava lo sguardo per niente intimidita.
Gli sarebbe piaciuto essere guardato in quel modo da Liz, nessun imbarazzo o tensione, eppure la ragazza ogni volta che gli stava vicino era come se fosse intimorita, non era un mostri diamine.
Si rattristì quasi a quel pensiero.
E se ci fosse qualcosa tra quei due?
Zayn si sentì stupido, perché dovrebbe importargli qualcosa di quello che combinava Liz?
Pensa ai cazzi tuoi, Zayn.
Distolse lo sguardo da quei due e si ritrovò a fissare due occhi marroni che lo osservavano scocciato.
-Che cazzo gua...che c'è?- domandò scorbutico.
-Stavo aspettando che mi degnassi della tua attenzione per ordinare, genio- Zayn lo fissò meglio accorgendosi solo in quel momento che aveva davanti Liam Payne, la famosissima e stranissima cotta di Megan.
-E allora? Dimmi cosa vuoi-.
-Due hamburger con doppio formaggio, una lattina di birra e una di coca cola- borbottò Liam sedendosi su uno sgabello.
Zayn si mise subito a lavoro accendendo i fornelli. Imprecò ad alta voce quando la suoneria del ragazzo seduto incominciò a suonare all'improvviso facendogli cadere di mano un hamburger ancora crudo.
-Ma vaffanculo- disse prendendo uno strofinaccio.
-Ehi, dimmi- si girò per qualche secondo ritornando poi a pulire a terra.
-No- Liam sembrava quasi scocciato -devo andare a casa di Megan per prenderlo-.
Casa di Megan?
-Sto prendendo due panini per me e lei- ridacchiò forse per qualche battuta dell'amico a telefono.
Zayn prese a cuocere i due hamburger e recuperò il resto degli ingredienti.
-A domani- il ragazzo sbuffò e attaccò, buttando poi il telefono sul bancone.
-Devi andare a casa di Megan Sparks?- gli domandò Zayn beffardo, sentendosi subito gli occhi del ragazzo sulla nuca.
-Dovresti farmi quello che ti ho ordinato, non impicciarti dei cazzi miei-.
Zayn rise accorgendosi quanto quel tipo sarebbe stato bene con la cheerleader.
-Sei simpatico quanto lei- espose i suoi pensieri il moro.
-E tu come fai a conoscerla?- chiese Liam.
-Ci vivo insieme- ghignò Zayn mettendogli i due panini incartati con le due lattine in una busta -appena la vedi dille che non torno a casa per la cena. Sono 12 sterline- aggiunse passandogli lo scontrino.
Liam gli porse i soldi e prese la busta, uscendo dal pub; intanto Zayn ritornò da Rose e l'avvisò che usciva a fumarsi una sigaretta.
Si tolse il grembiule e si avviò all'uscita, prendendo le sigarette dalla tasca posteriore dei jeans e se ne accese una aspirando, finalmente, soddisfatto.
Si appoggiò con la schiena al muro all'improvviso sentendosi pesante, prese a respirare con difficoltà, lo stomaco incominciò pizzicare fastidiosamente e la vista incominciava a vorticare.
Merda, merda, merda, merda.
Passò il tutto dopo qualche minuto e riprese a fumare quello che era rimasto della sigaretta, ormai, consumata.
Gli capitava spesso e ogni volta incominciava a sentire una strana sensazione per lo stomaco: paura.
Paura della dipendenza più potente delle altre, paura della morte.
Era consapevole di quello contro cui andava, ma il bisogno di sentirsi bene era più forte. Ce l'avrebbe fatta? No, non ce l'avrebbe fatta, Zayn lo sapeva, forse solo una cosa poteva aiutarlo, qualcosa di cui lui stesso aveva paura, qualcosa che per lui era pura utopia: l'amore.
 
 
Non era una di quelle ragazze che fantasticava sul ragazzo per cui aveva una cotta, non era per niente il tipo. Quante ragazzine sognavano di avere seduto a tavola a mangiare un panino il ragazzo dei loro sogni? Tante, ma non Megan. Per lei era tutto molto strano, soprattutto avere Liam Payne seduto in cucina con un panino in bocca e una birra in mano mentre leggeva gli appunti sul quaderno che si era venuto a prendere.
-Li hai presi da Rose's drink?- domandò dopo qualche minuto di intenso silenzio.
-Si- borbottò in risposta il ragazzo davanti a lei.
-C'era anche Liz? Sapevo che doveva aiutare un ragazzo in matematica- non ricordava neanche il suo nome, sapeva soltanto che era uno che frequentava i loro stessi corsi.
-Non lo so, non mi sono guardato in giro- le rispose fissando il suo panino.
-Beh, comunque sia grazie-.
-Avevo fame e mi sembrava brutto venire qui solo con un panino- si giustificò e Megan alzò un sopracciglio.
-Da quanto in poi ti interessa di fare brutta impressione?- gli rinfacciò con una nota sarcastica nella voce.
-Non si tratta di interesse o meno, si tratta di educazione, dolcezza- le sorrise suadente e la bionda chiuse la bocca per evitare alla saliva di uscire.
Alzò gli occhi al cielo e si alzò, prendendo un bicchiere di vetro.
-Il tipo dietro al bancone mi ha detto di dirti che non cenava a casa- Megan lo guardò e lo trovò con gli occhi puntati nei suoi.
Inquietante.
-Ah, non pensavo fosse andato a lavorare oggi- lo disse più a se stessa che al tipo che continuava a fissarla indagatrice.
-Chi è?-.
Megan sorrise ricordando quello che le aveva raccontato il moro precedentemente.
-Ehm...è un amico di famiglia che ora vive qui per alcuni problemi in famiglia- spiegò inventandosi una balla.
-Da quanto tempo sta qui? Non l'ho mai visto da queste parti- continuò a chiedere Liam.
-Non esce molto, infatti, ma viene alla nostra stessa scuola. Sta qui da una settimana o poco più- rispose sedendosi sul davanzale della cucina.
-Di solito esce giù alla stazione, giusto?- domandò il ragazzo avvicinandosi sorridendo.
-Giù alla stazione? Non so di cosa tu stia parlando- ed era vero, non capiva perché Zayn dovesse stare per la stazione.
-Megan Sparks non sa che alla stazione ci sono tutti quei ragazzi di cui si occupa sua madre? Che cosa insolita-.
Il cuore della bionda perse un colpo per poi incominciare a pompare velocemente, sia per quello che aveva detto sia per la loro vicinanza.
-N-non ne sapevo niente-.
Cazzo balbetti stupida? si rimproverò da sola.
-Gli vuoi bene?- le domandò ancora più vicino.
Megan gli fissò le labbra forse un po' più del dovuto.
-E' un buon amico- sussurrò in risposta.
-Non ti affezionare troppo, si rovinerà la vita, morirà- Megan lo allontanò e scese da dove era seduta.
-Fatti i cazzi tuoi, Liam, non impicciarti- ringhiò scontrosa.
-Io mi sto facendo i cazzi miei, Sparks! Spero solo che tu non ci rimanga male come si sono rimasto io- la fissò un'ultima volta e poi prendendo il quaderno dal tavolo uscì di fretta da quella casa.
Megan fissava quasi sconvolta il punto in cui era scomparso Liam.
Cosa intendeva dire con quello che aveva detto? E come sapeva che Zayn andava a drogarsi sotto la stazione?
 
 
-Zayn il tuo turno è finito, puoi andare- borbottò Rose passandogli affianco.
Il ragazzo sorrise togliendosi velocemente il grembiule e prima di lasciare il pub entrò nel bagno chiudendosi la porta alle spalle. Ci si appoggiò contro e prese una bustina di plastica dalla tasca del pantalone fissando estasiato quelle quattro pasticche di ecstasy, l'aprì e se le buttò tutte in bocca piegandosi a prendere un sorso d'acqua dal lavandino per aiutare le pasticche a scendere giù.
Fissò il proprio riflesso nello specchio di quel piccolo bagno restando disgustato del proprio aspetto: le guancie incavate, il leggero strato di barba a coprirgli metà viso, le borse sotto agli occhi e le clavicole fin troppo sporgenti visibili dalla maglia larga che portava.
Da quanto tempo non mangiava? Da quanto non cercava di apparire migliore a quello che era? Gli era sempre importato del proprio aspetto, ed ora? Ora niente.
Notò le pupille dilatate riflesse nello specchio e chiuse gli occhi uscendo da quel bagno, recuperò il giubbotto di jeans e lo indossò prima di uscire dal pub.
La vista incominciava già a diventare sfocata e la sensazione di benessere era giù in circolo, alzò un angolo della bocca.
-Ehi, ciao- sussurrò una voce dolce e intimidita.
Liz.
La guardò e si accorse di quanto fosse bella in quel momento, i capelli chiusi in una crocchia, il sorriso appena accennato sulle labbra e si accorse di un piccolo luccichio sul naso causato dal lampione alle sue spalle, un piercing, non avrebbe mai immaginato che una ragazza come Liz potesse farsi un piercing al naso, forse se l'era fatto da poco.
-Tutto okay?- chiese Liz osservandolo meglio -sei tutto sudato-.
Era davvero bellissima.
-Tutto bene- rispose Zayn passandosi una mano sul viso.
Si, era decisamente sudato.
Ma la sensazione di benessere che provava in quel momento lo distrasse subito.
-Era in tuo ragazzo quello dentro?-.
Liz sgranò gli occhi.
-No, era un compagno di corso- rispose accennando una seconda volta quel sorriso che tanto piaceva al moro.
Quest'ultimo sorrise mostrando una schiera di denti dritti, dando forma a quelle guancie quasi inesistenti.
-Posso venire a casa con te?- le domandò continuando a guardarla con quel sorriso.
Casa sua? Merda.
-Oh..ci dovrebbero essere i m...okay- borbottò infine.
-Fantastico- allungò una mano aspettando che Liz la prendesse, ma la ragazza sembrava non capire cosa dovesse fare.
Ridacchiò e intrecciò le sue dita con quella della ragazza, che sussultò.
-Allora, per dove si va?-.
Liz non aveva mai conosciuto un ragazzo più lunatico di quello, e dovette ammettere che quel lato le piaceva particolarmente.
Prese a camminare per le strade di quella città trascinandosi dietro quel ragazzo che continuava a sorridere per ogni cosa che vedesse, e fu certa che si era preso qualche sostanza strana.
Prima di entrare nel vialetto di casa si fermò davanti al moro.
-Cosa ti sei preso?-.
Zayn ridacchiò scuotendo leggermente la testa.
-Non te lo dico- le sussurrò poi.
-Se non me lo dici non ti faccio entrare in casa, Zayn- replicò seria e paziente.
-Ecstasy- sorrise -ora entriamo?-.
-Cerca di comportarti bene se stanno i miei in giro- gli disse seria e lui annuì convinto.
Si domandò perchè diamine stesse facendo entrare in casa Zayn completamente fatto, ma non riuscì a darsi una risposta.
Aprì la porta di casa ed entrambi vennero inondati da un profumo di pollo arrosto e Zayn sentì quell'atmosfera che non c'erano nemmeno in casa Sparks, atmosfera di casa, atmosfera di famiglia.
Appena Zayn chiuse la porta, Liz gli sorrise non sapendo esattamente cosa dire.
-Mamma, sono a casa, c'è anche un mio amico- la ragazza staccò la sua mano da quella di Zayn prima di vedere spuntare la testa della madre.
Una donna abbastanza giovane e con un sorriso stampato sul viso gli andò contro, snodandosi il grembiule dietro la schiena.
-Ciao- disse Zayn prima che la donna potesse aprire bocca.
-Buonasera...ehm, non so il tuo nome-.
-Zayn!-
-Zayn- dissero entrambi i ragazzi.
-E' un piacere conoscerti Zayn, io sono Melissa, la mamma di Liz- ridacchiò e strinse la mano del moro.
-Piacere- disse solo sorridendo.
-Nicholas vieni a salutare l'amico di Liz, coraggio- urlò sua mamma contenta mentre Liz per poco non imprecava.
Non pensava che suo padre stesse ancora a casa, a quest'ora già dovrebbe essere a lavoro.
Un uomo in divisa da poliziotto si presentò davanti ai due ragazzi sorridendogli.
-Io sono Zayn- borbottò il ragazzo non preoccupandosi di avere davanti un poliziotto e lui era completamente fatto.
-E' un piacere Zayn, credo che mia moglie ti abbia già fatto capire come mi chiamo- l'uomo oltre a sembrare davvero simpatico sembrava non essersi accorto di niente.
-Non ti avevamo mai visto, Zayn, sei un nuovo amico di Liz?- gli domandò ancora l'uomo.
-Si, papà, ci conosciamo da poco-  spiegò velocemente Liz.
-Capisco, beh, scusami tanto Zayn, ma io devo andare a lavoro, è stato un piacere, ci rivediamo- prese il giaccone e si avviò verso la porta dando un bacio alla figlia e alla moglie mentre Zayn borbottò un 'anche per me'.
L'uomo uscì di casa e Liz benedì tutti i santi per non aver fatto capire nulla a suo padre.
-Allora Zayn, ti fermi a cena?-.
-Oh, no. Non ho fame- rispose diretto.
-Se cambia idea ti faccio sapere, mamma, ora andiamo sopra- disse Liz trascinandosi dietro Zayn mentre si sentiva un 'fate i bravi' da Melissa.
Zayn osservò la camera per pochi secondi riportando subito dopo lo sguardo sulla ragazza che in quel momento le dava le spalle.
-Scusa per il disordine, non credevo di dover far venire qualcuno a casa- borbottò delle scuse Liz mentre si abbassava per prendere delle scarpe ai piedi del letto.
-E' bellissima...- sussurrò estasiato fissandole il fondoschiena.
Sorrise.
Voleva baciarla.
-Perchè non mangi con noi? Così posso ripagarti per la pizza- si girò verso il ragazzo sorridendo, trovandoselo a pochi centimetri di distanza.
-Io avrei un altro modo in mente-.
La baciò.
 
 
La stanza era completamente immersa nel buio, proprio come voleva.
-Louis...ehi- sua mamma si affacciò nella sua stanza usando un tono di voce dolce.
-Ehi- sussurrò in risposta distendendosi meglio sul letto.
-E' pronta la cena-.
-Non ho fame-.
Johanna non si mosse dalla propria posizione, sospirando pesantemente.
-Ho fatto la tua minestra preferita- insisté.
-Ho detto che non ho fame-.
-E se ti ordinassi una pizza? Come la vuoi?-.
Louis sbuffò.
-Non ti preoccupare, mamma, stasera passo- cercò di chiudere la questione.
-A pranzo hai mangiato pochissimo-.
-Dopo mi faccio una tazza di latte, okay?- immaginò sua mamma sorridere dolcemente.
La vide avvicinarsi al letto e si rannicchiò contro il muro.
-Mi dici cosa ti è successo ieri sera, Louis?- gli chiese appoggiando una mano sua gamba.
-Mamma, è tutto okay, va via per favore-.
Johanna lo guardò un'ultima volta e uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Louis sentì un 'pop' provenire dal suo facebook e per non alzarsi dal letto e raggiungere il computer, recuperò il telefono da sopra il comodino e lesse il messaggio in chat.
"Prova a raccontare qualcosa di quello che è successo e giuro che finisco quello che ho iniziato".
Immerse la testa nel cuscino soffocando un urlo.
 
 
                                      UntitledBurning Desire | via Tumblr
 
 
Chiedo venia per il ritardo, non pensavo fosse passato così tempo, ma stavo aspettando che qualche idea mi cadesse in testa.
Non sono molto convinta di quello che ho scritto, spero che a voi piaccia :)
EEEEEEEEEEEEEEEEE BOOOOOOOOOOOM c'è un bacio, chi se lo aspettava? Io no, mi sono capitata a scrivere una situazione del genere e mi è venuta quest'idea...al tredicesimo capitolo e non si era visto ancora un bacetto, non andava beeene :C
Ecco a voi Liam e Megan insieme.
IO.LI.ADORO.
Avete capito cosa intendeva Liam? Hehehehhehe aspetto di leggere qualche vostra idea ;)
Niente Larry in questo capitolo, ma nel prossimo ci saranno, i promise.
Beh, ringrazio tutte le dolcissime ragazze che sono arrivate a leggere fin qui nonostante i lunghissimi ritardi e per chi mi chiedeva dell'aggiornamento, quindi grazie, mi fate sempre emozionare ç.ç
Vi adoro.
Concludo chiedendovi di farmi sapere cosa ne pensate del capitolo e spero sia stato di vostro grrrrrrrrradimento :)
Un bacione e alla prossima :*
Pettyfer.


-My best friend's brother
 
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Capitolo 14
*** You're like an angel ***


Attenzione: I comportamenti di Zayn descritti in questo capitolo e nella fan fiction in generale, non sono assolutamente da imitare.

Quello che fa e che pensa è sbagliato. Se siete facilmente influenzabili, o l'argomento della droga (esplicito) vi urtasse in qualche modo vi consiglio di chiudere direttamente la pagina.

 
Nel capitolo precedente: Zayn ritorna a lavoro dopo alcuni giorni di assenza, qui incontra Liam che prende da mangiare per se e per Megan. Liam va a casa di quest'ultima e l'avverte di non affezionarsi troppo a lui, da l'impressione di aver visto Zayn farsi alla stazione, per qualche motivo che Megan ha intenzione di scoprire.
Itanto Zayn nota al pub Liz con un ragazzo e la cosa sembra dargli abbastanza fastidio; poco prima di staccare di rinchiude in bagno e prende alcune pasticche di ecstacy. Fuori dal pub incontra Liz e va a casa sua, conosce i suoi genitori scoprendo che il padre fa il poliziotto. In quella stessa sera Zayn bacia Liz ma subito dopo sviene.
Il capitolo si conclude con l'immagine di Louis completamene sconvolto da quello che Emmett gli ha fatto: riceve un messaggio da quest'ultimo che lo sconvolge.

 
 

Capitolo 14


You're like an angel

Official trailer
 
 
 
 

Aprì lentamente gli occhi totalmente intontito e assonnato.
Si trovò davanti la figura Liz e Louis abbracciati e sbatté un paio di volte gli occhi prima di rendersi conto che quella era solo una foto.
Oh cazzo.
Si era addormentato da Liz.
Si alzò con fatica sentendosi pesante peggio di un sacco di patate, guardò il letto su cui era stato disteso fino a pochi istanti prima e lo fissò per qualche secondo.
Uscì dalla stanza non sapendo esattamente dove andare e cosa fare, non conosceva quella casa e non sapevo dove fosse finita Liz.
-Ehi, Zayn- sussurrò una voce.
Guardò verso le scale osservando la bruna salirle lentamente per non far rumore. Era ancora in pigiama, un pantalone largo grigio e una maglia a maniche lunghe abbastanza aderente nera.
-Ho dormito qui!?-.
Quella di Zayn non sembrava un'affermazione, ma più che altro una domanda.
-Non ti sei sentito bene- spiegò -ti senti meglio ora?-.
-Si, perché non mi hai detto di andare via?- domandò neutro.
-Non ti avrei lasciato andare via in quelle condizioni, volevo chiamare Harry, ma il tuo telefono era scarico- abbozzò ad un sorriso timido.
Era graziosa anche di mattina.
-Ah...- rispose Zayn non sapendo cosa dire.
Le fissò le labbra ricordandosi solo allora del bacio.
Non l'aveva respinto e non aveva detto nulla una volta staccati; lui aveva continuato a sparare stronzate. Tutto ciò prima di non sentirsi bene e di accasciarsi al suolo.
-I tuoi non hanno detto niente?- chiese passandosi una mano fra i capelli.
-Oh, no- rispose velocemente Liz -Ho spiegato a mamma che non ti sei sentito bene e ha capito, mi ha fatto dormine in stanza con lei visto che papà sta lavorando- aggiunse.
Si aspettava un 'grazie' o qualcosa di simile, ma nulla di ciò avvenne, annuì soltanto e le chiese dove fosse il bagno.
-Vuoi magiare qualcosa per colazione?- domandò senza però ottenere risposta.
Sospirò e scese in cucina non sapendo esattamente cosa pensare di quel ragazzo.
L'aveva baciata.
Se solo non l'avesse allontanato chissà cos'altro sarebbe successo, non sembrava intento a smettere di baciarla. Sorrise a quel pensiero.
Le era piaciuto, cavolo.
Sentì il cuore incominciare a pompare velocemente e l'ansia farsi sentire.
 
Zayn la stringeva con forza tra le proprie braccia, quasi con la paura che potesse scappare; le mani ancorate ai suoi fianchi avvicinavano i loro corpi.
Era un bacio passionale, violento, bisognoso. Liz non sapeva cosa pensare, in quel momento contavano solo le loro labbra attaccate e le loro braccia allacciate, nient'altro.
-Sei come un angelo-
 
Sei come un angelo.
Erano state queste le parole del bruno appena aveva preso a respirare normalmente.
E dopo aver sparato qualche stupidaggine aveva borbottato qualche lamento e si era accasciato a terra. Era riuscita a non urlare, nonostante la paura che aveva avuto in quel momento. Fece la prima cosa che le venne in mente: prendere la bottiglina d'acqua sulla sua scrivania e versarne un po' sul viso del ragazzo, che subito dopo lasciò qualche lamento incomprensibile cambiando posizione, e in quel momento Liz capì che la sua, forse, era solo stanchezza. Così lo fece alzare e distendere sul letto, scendendo a prendere di corsa un bicchiere d'acqua con la consapevolezza di avere Zayn Malik addormentato in camera sua dopo essersi fatto e dopo averla baciata.
Non era riuscita a chiudere occhio, il pensiero del moro la tormentò tutta la notte, con ancora quello stupido batticuore e l'esigenza di andarlo a controllare ogni ora.
 
 
Entrò nel bagno chiudendosi la porta alle spalle e ci si appoggiò sopra. E adesso? Cosa cazzo doveva fare?!
Si avvicinò al lavandino osservandosi nello specchio: così come la sera prima, era uno straccio, uno schifo.
Lui che aveva sempre avuto il controllo del proprio aspetto, lui che voleva essere sempre impeccabile. Gli era sempre piaciuto mostrarsi bello agli occhi degli altri, sapeva di esserlo già di suo, ma prendersi cura del suo aspetto lo rendeva ancora più sicuro e sapeva che nessuno avrebbe mai pensato che lui potesse far uso di droghe; e ridotto in quello stato, se lui fosse stato qualcun'altro, l'avrebbe subito catalogato come un drogato di merda.
Come poteva solo sperare che Liz potesse avvicinarsi a lui conciato in quel modo? Come avrebbe potuto piacerle qualcuno con una dipendenza così orribile? Lei che era una ragazza così innocua e serena, eppure sembrava non importarle niente di quello che era, l'aveva baciato, l'aveva tenuto con sé quella notte e non si era mai allontanata ad ogni contatto che lui stesso cercava di avere. Paura? Compassione?
Sentì un improvviso aggroviglio formarsi nel suo stomaco e l'attimo dopo era accovacciato affianco al water percosso dai conati di vomito.
-Oddio, Zayn!- sentì una donna quasi urlare per poi sentirsi mantenere per le spalle.
Altro conato di vomito.
Un altro pugno doloroso nello stomaco.
Una mano gli accarezzava lentamente la schiena sottile cercando di farlo rilassare e funzionò.
Quando fu sicuro di non dover più vomitare si fece aiutare ad alzare e andò verso il lavandino sciacquandosi la bocca e bagnandosi il viso.
Quando alzò il busto poté guardare negli occhi Melissa, la mamma di Liz, guardarlo con un'espressione preoccupata.
-Stai bene, ragazzo?- domandò mutando la sua faccia in un sorriso rassicurante.
-Adesso si- accennò anche lui ad un sorrisetto forzato.
-Vuoi che chiami i tuoi genitori? Non mi sembra il caso che tu vada a scuola-.
-Oh no! Non c'è bisogno, sto okay!- affermò velocemente.
-Sicuro, Zayn?- domandò ancora la donna.
-Si-.
-Ti succede spesso di vomitare liquido, Zayn?- il ragazzo si bloccò sul posto.
-Oh si, è l'ansia per la scuola, mi succede ogni mattina quando ho qualche interrogazione e ho lo stomaco vuoto- si invento al momento.
Anche se il tutto era vero, succedeva sempre a Harry quando era piccolo.
-Vado a cercare qualcosa per lo stomaco se vuoi, nel frattempo datti una sciacquata e scendi di sotto a fare colazione- gli sorrise cordiale.
-Non ho molta fame- cercò di replicare Zayn.
-Non importa, devi mangiare, solo così ti sentirai meglio-.
Sorrise ancora una volta e lasciò il bagno.
Quando scese le scale sentì un odore dolciastro e delizioso invadergli le narici.
-Siediti dove più ti fa piacere Zayn e prendi tutto ciò che ti piace- gli disse la signora Bennett riservandogli l'ennesimo sorriso.
Zayn notò solo in quel momento la figura slanciata di Liz allungarsi sul tavolo per prendere lo sciroppo d'acero e buttarlo in abbondanza sull'ultimo pezzo di pancake nel piatto.
-Mangia anche con calma Zayn, Liz ti aspetterà, tanto c'è ancora tempo-.
-Preferisco magiare per strada, così Liz potrà interrogarmi meglio prima che lo faccia la professoressa- disse mettendo qualche biscotto in un tovagliolo -devo anche passare a casa per prendere la borsa- continuò cercando di convincerla.
Melissa lo guardò un po’ titubante ma poi sorrise, posando lo sguardo sulla figura della figlia.
-Liz, assicurati che mangi-.
Dopo cinque minuti Zayn e Liz si trovavano fuori casa Bennett entrambi con un sacchetto di carta in mano.
-Puoi anche mangiartela tu la mia roba- le disse il ragazzo togliendosi di dosso il giubbotto di jeans.
Aveva una gran voglia di arrotolare le maniche della felpa su per le braccia, ma consapevole che quest’ultime non avevano un bell’aspetto si trattenne dal farlo.
Da dove cazzo era uscito tutto quel caldo?
-Credo davvero che tu debba mangiar qualcosa- contrastò Liz alzando in aria uno dei due sacchetti –non hai mangiato nulla anche ieri sera, sei magro quanto uno stecchino e non capisco con quali forze ti stia reggendo ancora in piedi-.
Zayn con quelle parole ebbe un colpo allo stomaco; sapeva che aveva ragione, ma non aveva fame, l’idea di mangiare gli dava il volta stomaco.
-Ho detto che non ho fame, cazzo!- ringhiò scendendo le scale del porticato e avviandosi lungo il marciapiede.
Liz lo raggiunse subito, non sapendo esattamente come comportarsi.
-Va bene, scusa- mormorò quasi intimidita fissandosi le punte delle scarpe.
Il moro si sentì quasi in colpa per come aveva risposto, Liz non se lo meritava, cercava solo di aiutarlo dopotutto, così come tutto il resto della gente che aveva conosciuto ultimamente, quindi perché sentirsi in colpa per Liz solo per una reazione un po’ violenta? Non aveva nulla di diverso dalle altre persone.
Andiamo, chi cazzo voleva prendere per culo? Liz non era come tutti gli altri, non lo era per niente. Voltò il sguardo verso la ragazza incominciando ad osservarla: era bellissima. Gli occhi bassi, le lunga ciglia nere e folte messe in evidenzia dal trucco, il naso perfetto e dritto con quel luccichio alla narice sinistra, le labbra schiuse e morbide…cazzo se erano morbide. Distolse subito lo sguardo puntandolo poi sul sacchetto che la ragazza portava in mano.
-Passami un biscotto- borbottò senza incrociare il suo sguardo.
Liz si aprì in un sorriso soddisfatto allungandogli un biscotto al cioccolato.
-Non te ne pentirai, sono quelli che vengono meglio a mia madre- disse afferrandone uno anche lei.
Zayn guardò titubante il biscotto che aveva in mano, contando quante gocce di cioccolato erano presenti sulla superficie giusto per perdere tempo.
Non aveva fame, eppure con una certa voglia di rimettere, diede un piccolo morso muovendo lentamente la bocca per masticarlo.
-E' davvero molto buono- diede un altro morso e sentii la ragazza la suo fianco liberarsi in una risata.
-Te l'avevo detto-.
 
Erano le otto meno un quarto e Louis sentiva dalla sua stanza il rombo della moto di Harry parcheggiato fuori casa, era lì da almeno dieci minuti e lo stava aspettando con pazienza. Si sentiva davvero un idiota a farlo aspettare per così tanto tempo, ma non aveva sentito la sveglia suonare, aveva dormito poco, era nervoso, turbato, spaventato e ansioso.
 Sentiva ancora il cuore pompare velocemente ripensando al messaggio di Emmett; non era riuscito a chiudere occhio per le tre ore seguenti, solo dopo essersi messo le cuffiette all'orecchio aveva finalmente preso sonno.
 -Louis, quel povero ragazzo ti sta aspettando da un sacco di tempo, muoviti- sua madre si affacciò alla porta della sua stanza sorridendo tranquilla.
-Lo so, non ho dormito molto e non ho sentito la sveglia- spiegò velocemente Louis infilandosi la camicia a quadri.
-Louis...- provò a parlare Jo sospirando affranta.
-Non ora mamma, ti prego!- la voce di Louis uscì incrinata e raccolse la borsa da terra dandole le spalle, prese un profondo respiro e gli si avvicinò lasciandole un leggero bacio sulla guancia -a dopo, mamma-.
La sorpassò scendendo di corsa le scale e prima di aprire la porta di casa si guardò per un attimo allo specchio affianco alla panca del corridoio. Il graffio donava ancora più tristezza al suo viso, scosse la testa e uscì fuori casa.
-Scusa per il r-ritardo, non ho sentito la sveglia- si scusò immediatamente una volta che il riccio posò lo sguardo sulla sua figura.
-Buongiorno Lou- disse in risposta Harry per niente infastidito del ritardo.
-B-buongiorno- borbottò Louis avvicinandosi alla bellissima moto.
 -Non mi saluti come si deve?- la voce del riccio arrivò ancora più roca alle orecchie di Louis.
Sentì la pelle d'oca percuoterlo e tremò leggermente. Non sapeva cosa rispondere, era quasi bloccato, ma prese la decisione di avvicinarsi lentamente al riccio per lasciargli un leggero bacio sulla guancia.
La pelle di Harry era liscia e profumata, lasciando che le labbra di Louis prendessero quasi fuoco, soprattutto quando non ebbe il tempo di allontanarsi che il braccio del riccio lo circondò velocemente attirandolo a se, facendo combaciare perfettamente le sue labbra con la guancia di Harry.
- Hai un buon profumo, piccolo- sussurrò quest'ultimo nell'incavo del suo collo.
Quasi sentì le gambe cedergli.
-G-grazie- balbettò in risposta.
-Monta su dai!- lo incitò Harry ridendo leggermente.
Louis si posizionò dietro di lui con le guance infuocate.
-Ti conviene stringerti forte se non vuoi cadere, piccolo- Louis in risposta inchiodò le braccia intorno alla vita del riccio sorridendo come un ebete, ma non potava fare altrimenti.
Harry lo faceva sorridere.
Harry gli faceva dimenticare ciò che non andava nella sua vita, gli faceva dimenticate quanto fosse pensate essere Louis Tomlinson, quanto fosse pesante non poter dire nulla. Harry per Louis é quello che con un sguardo sembra capire tutto senza obbligarti a parlare, é quello che ti fa sentire leggero, quello che non ti fa pesare essere quello che sei, chi sei, Harry ti rende felice anche solo con un sorriso, un gesto. E Louis sorride, sorride mentre si stringe ad Harry, sorride mentre sente i muscoli del riccio contrarsi ad ogni curva, sorride quando lo sente cantare, sorride quando suona il clacson a Zayn e Liz lungo la strada, sorride quando accelera e sorride quando si ferma davanti all'entrata della scuola, sorride quando scende lentamente dalla moto.
Solo una volta che Louis si accorge di star stringendo ancora il polso di Harry e nota lo sguardo degli altri ragazzi su di loro, smette di sorridere. Ritrae la mano quasi scottato e se ne pente quando vede la mandibola di Harry irrigidirsi dopo quel gesto.
-Qualcosa non va, Louis?- domanda serio.
-M-mi dispiace Harry, n-non volevo, scusa ma devo andare, grazie del passaggio- scappò via.
Harry rimane di stucco osservando la schiena curva di Louis allontanarsi da lui.
Cosa ha fatto di male?
Se lo chiede lo stesso, anche se sa che non é la causa di quel comportamento, lo sa fin troppo bene. Se l'ha accompagnato a scuola quella mattina Harry, non é stato solo perché voleva, ma aveva anche bisogno di conoscere chi aveva ridotto quel ragazzo in quello stato. Harry non era stupido, ci era passato anche lui, sapeva quando qualcosa non andava e soprattutto quando quel 'qualcosa' aveva il nome di 'bullismo'.
Osservò Louis passare affianco ad un gruppo numeroso di ragazzi e quasi correva, scomparve dietro la porta della scuola mentre poté continuare ad osservare quei ragazzi che avevano stampato sul volto un'espressione divertita e maliziosa. Li guardó meglio e dedusse subito che appartenevano a qualche squadra sportiva della scuola da come erano vestiti. Solo in quel momento si accorse di uno di loro che lo fissava serio e quasi intimidatorio e Harry ricambiò lo sguardo.
Quel ragazzo c'entrava qualcosa, lo poteva vedere dalla sua espressione e dai suoi occhi, lo guardava forse con odio, forse con rabbia, era infastidito.
-Hey Haz, tutto okay?- distolse lo sguardo posandolo sulla figura di Zayn a fianco di Liz.
-Ciao Liz- la salutò sorridendo, lanciando un'occhiata a quel tipo che continuava a fissarlo.
 Mancava poco che si alzasse e lo raggiungesse per dargli un cazzotto sul naso.
-Harry, é bello rivederti- sorrise la bruna guardando nello stesso punto in cui aveva guardato lui poco fa.
Lo stesso fece Zayn, nervoso.
Sapeva qualcosa.
-Louis non era con te?- continuò Liz.
-Si, ma é subito entrato- le rispose -e non capisco perché andava così di fretta-.
-Oh...ehm...a Louis piace essere in anticipo per prendere i posti migliori, mi sa che lo raggiungo, ci vediamo Harry- borbottò troppo velocemente la ragazzo e prima di allontanarsi si voltò verso il moro indecisa sul da farsi.
-Noi ci vediamo a letteratura, Zayn- sorrise tranquilla accarezzandogli il braccio prima di allontanarsi con lo stesso sorriso di prima.
Harry poté notare qualcosa cambiare nell'espressione del suo amico e gli venne automatico imitare Liz, allungando gli angoli delle labbra.
-Cos' hai da sorridere tu?- domandò scorbutico il moro.
-Assolutamente nulla, carissimo mio amico- Zayn lo fulminò con lo sguardo.
-Harry-.
 -Zayn-.
-Smettila!-.
 -Di fare cosa?-.
 -Quello che stai facendo, idiota-.
 -Ma io non sto facendo nulla-.
 -HARRY!-.
-Sono solo felice che finalment...- iniziò il riccio tranquillamente prima di doversi zittire bruscamente.
-Prova a terminare la frase e giuro che non vedrai più la tua moto intatta- lo interruppe Zayn puntandogli un dito contro.
 Harry rise divertito e alzò le mani in aria arrendendosi.
 Lanciò un'occhiata a quel ragazzo che prima sembrava volevo trucidare e notò, con sommo piacere, che aveva smesso di fissarlo.
-É Emmett McMann, un coglione- sentì dire dal suo amico.
-É come penso io?- chiese.
-Giá...- rispose Zayn accendendosi una sigaretta.
 -Credo proprio che sia arrivata ora di ritornare tra gli schifosi e scomodi banchi di una scuola pubblica, Zay- disse il riccio mettendo in moto. Zayn aspirò la sua sigaretta sorridendo, sentendo il rombo della moto del suo amico allontanarsi.
 
 
-Nicholas, hai fatto piú tardi del solito- disse la donna abbracciando teneramente suo marito vedendolo rientrare con alcune ore di ritardo, dopo una notte passata in servizio.
 -Lo so Melissa, mi hanno dato un altro caso e sembra che dovrò fare più turni di notte- spiegò l'uomo togliendosi il capello e la giacca delle divisa.
 Melissa aggrottò le sopracciglia contraria.
-Tesoro, sai che mi dispiace lasciare te e Liz sole a casa di notte, ma questo sembra davvero un caso importante- continuò dispiaciuto.
 -Di cosa si tratta?- domandò poi preoccupata sua moglie iniziando a preparare del thé mentre Nicholas occupava un posto a tavola.
 -Un uomo é accusato di spaccio di droga, ma non c'é solo quello, c'é qualcos'altro dietro che non riusciamo a capire e nessuno é disposto a dire nulla, sono tutti totalmente terrorizzati di aprir bocca, ma tutti ci hanno confermato che c'é qualcosa di grosso dietro, si tratta di un certo Bob Malik, sto in squadra con George-.








 

                                        

 
 

Ed eccomi con il capitolo dopo più di un anno, smetto di scusarmi oppure potreste linciarmi e buttarmi qualcosa in fronte.
Non so davvero cosa aggiungere ora che ho pubblicato, ma spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento :3
Ringrazio chiunque abbia letto l'avviso che ho pubblicato precedentemente, tra poco penso che lo cancello, e ringrazio anche chi ha recensito dicendomi belle parole e spronandomi a fare del mio meglio, grazie ragazze.
BEh, fatemi sapere cosa ne pensate, pensieri positivi negativi, quello che volete :)
Un bacione dolcezze, spero di non far passare di nuovo un anno :')



-My best friend's brother
 
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