Diamante

di Calamitas
(/viewuser.php?uid=282562)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


red 1 missing moments gideon/gwendolyn

Charlotte era veramente una bella ragazza, di una bellezza naturale alla quale molti ragzzi non resisterebbero.Con i capelli rossi che le incorniciavano il viso e quegli occhi di un colore indescrivibile per l'intensità che trasmettevano attraverso lo sguardo. Era bella, ma allo stesso tempo normale. Quando si guarda una ragazza si guarda l'aspetto fisico, i modi di fare, certo, ma deve intrigarti. Deve saperti stuzzicare e deve riuscire a farti perdere il controllo. Questo Charlotte non era assolutamente capace di farlo. Tuttavia spesso avevo riletto le profezie e avevo visto che il rubino e il diamante avrebbero avuto una storia... ma non riuscivo davvero a vedermici con lei. Non ne avevo mai discusso con nessuno e non avevo intenzione di farlo. Erano tutti convinti che lei fosse la mia anima gemella, ci allenavamo insieme da quando eravamo piccoli, e ci eravamo sempre esercitati insieme in tutto, perfino nella scherma. Quindi in un modo o nell'altro, prima o poi mi sarei dovuto innamorare di lei.

La mattina della svolta mi ero alzato come al solito, quando seppi una notizia dell'ultimo minuto..
Stavo camminando di ritorno dalla mia tarsmigrazione e stavo facendo la mia solita strada per andare da mio zio. Svoltai a sinistra e per poco non mi scontrai con Mr. George che accompagnava una ragazzina molto carina. Lei mi fissava allibita come se avesse visto un fantasma. Mi diede molto fastidio e la scrutai irritato. Poi guardai Mr. George che mi fece segno di fare amicizia.
<< Ciao >> le dissi educato. Attesi qualche secondo per il suo saluto che mi fu rivolto con voce roca. Le avevo tolto il fiato?
<< Credo che voi due avrete occasione di conoscervi meglio. >> Disse Mr George, continuando con: << esiste la possibilità che Gwendolyn sia la nostra nuova Charlotte >>.
<< Come dice? >> Domandai stupito. Squadrai la ragazza... Lei il nuovo rubino? Inconcepibile, era una ragazzina!
<< E' una storia un po' complicata, le consiglio di andare nella sala del drago e di farsi spiegare tutto da suo zio. >> Disse cortese Mr George. << Stavo per andarci comunque >> dissi annuendo << Ci vediamo Mr Gorge. Arrivederci Wendy. >> Era Wendy giusto? Poco importava, ero sicuro che Mr George non dicesse sul serio, e se fosse stato come pensavo non l'avrei più rivista.

Charlotte non era il rubino. Le sue senzazioni, i momenti di vuoto, le nausee, erano senzazioni fantasma. Il vero corvo era sua cugina Gwendolyn. Come fosse potuto accadere non mi era molto chiaro, e uno sbaglio del genere mi mandò su tutte le furie.

Così, quando il dottor White mi propose di aspettare il ritorno del rubino insieme a loro non potei non accettare.

Quando ritornò dopo quindici minuti di assenza mi sembrava spaesata. Dopo tutto lei era inesperta, una ragazzina che non sapeva quale fosse il suo scopo. Non sapeva nulla, ad esempio come comportarsi in ogni diversa epoca. Era come già detto inesperta; di sicuro non il mio tipo di partner ideale.
Quando alzò il suo sguardo e lo posò su di me notai i suoi bellissimi occhi azzurri risaltare con i suoi capelli neri corvino. Era molto carina ma una ragazzina.
<< Ciao Wendy >> le dissi cercando di essere accogliente.
<< Gwendolyn >> mi corresse la giovane. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 ***


red 2 << Sono passati quasi quindici minuti, ti senti bene Gwendolyn? Tutto a posto >> Disse Mr George preoccupato come non mai. La ragazza annuì. Perchè così tante premure? Non c'è mai nessuno nella stanza della trasmigrazione, sarà stata sicuamente benissimo. << ti ha visto qualcuno? >> chiese Mr George.
<< Non c'era nessuno. Non mi sono mossa dalla stanza come mi aveva detto lei. >> Aveva fatto esattamente quello che era stato richiesto? Forse non sarebbe stato tanto difficile lavorare con lei. Forse non mi sarei dovuto arrabbiare più di tanto. << Dov'è mia madre? >> Disse la ragazza consegnando la pila e l'anello con il sigillo.  << Di sopra con gli altri >> rispose senza far traspirare alcun tipo di emozione mio zio. << Voglio parlare con lei >> tsk, una ragazzina. Mi semrbrava abbastanza evidente che non sarebbe stato un possibile paragone tra lei e sua cugina. Molto più imbranata, cocciuta, sciocca, impulsiva e... beh no, brutta no. << Non preoccuparti, lo farai più tardi. Ma prima... ecco, non so neppure da dove cominciare. >> disse Mr George raggiante in volto. Lui preferiva davvero quella ragazzina a Charlotte?   <> Disse mio zio. Certo, la faceva facile. << io direi che sarà piuttosto impossibile >> disse il Dottor White. Esatto, impossibile, specialmente per una come lei. A questo punto intervenni io. << Non è necessario >> dissi più che convinto.<< posso farcela molto meglio da solo>>.Vero. Mi sarebbe stata solo d'intralcio.
<< Staremo a vedere >> disse mio zio. Per caso anche lui preferisce quella alla dolce Charlotte?

<< Credo che sottovalutiate la ragazza. Gwendolyn Shepherd! Ora anche tu sei partecipe di un antichissimo segreto. Ed è giunto il momento che tu sappia tutto. Prima volevi sapere... >> Cosa? Vuole raccontargli tutto? Ma è inesperta e potrebbe raccontarlo a qualche sua pettegola amica! Sarei intervenuto io se il dottor White non mi avesse preceduto. << Non siamo precipitosi. Avrà anche il gene, ma questo non significa che ci si possa fidare di lei. >> Esattamente. << Nè che capisca di cosa si tratta >> aggiunsi sprezzante. Era sicuramente un pò limitata in confronto a Charlotte.
<< Chissà quali istruzioni ha ricevuto da sua madre, e chissà da chi lei a sua volta ha ricevuto indicazioni. Abbiamo un cronografo soltanto, non possiamo permetterci un altro intoppo. Vorrei solo far presente questo. >> Disse il dottor White con il mio totale consenso. Mr George borbottò qualcosa di incomprensibile con una smorfia sul volto. Il dottor White dichiarò di volerla portare nel suo ambulatorio e lei disse, come una bambina piccola << Voglio la mamma >> Schioccai la lingua con evidente disprezzo. Ingrata, non sa nulla di questo segreto. Sembra che non le importi di avere il gene dentro di sè. Una inutile ragazzina che non fa ciò che le si chiede, come si può lavorare con lei? Mr George la tranquillizzò mentre io pensai a come liberarmi di lei. Sarei mai riuscito a convincere mio zio che quella ragazza sarebbe stata inutile? Dopo alcuni battibecchi tra lei e il Dottor White me ne andai con mio zio, raggiungendo Charlotte nella sala del drago.


Mio zio raccontò a Charlotte e alla sua famiglia ciò che era successo con Gwendolyn e le disse che le sue senzazioni e le sue nausee erano sintomi-fantasma. Da non cederci, ero veramente furioso. Vidi Charlotte con lo sguardo attonito che scuoteva la tesa come se non volesse crederci. Alla fine uscì di corsa dalla stanza e io mi affrettai a seguirla prendendola per un braccio. Alla fine le dissi di fermarsi.
<< E' tutto così umiliante >> cominciò lei. << Non è vero. Non è colpa tua. >> dissi nel modo più dolce possibile cercando di confortarla. Tuttavia le sembrava inconsolabile << Sintomi-fantasma! Sarei voluta sprofondare. Ho creduto davvero che potesse accadere da un momento all'altro...>>  Poverina. << Anch'io avrei pensato la stessa cosa al posto tuo . Tua zia deve essere davvero pazza per aver tacituto la verità per tutti questi anni. E tua cugina mi fa davvero pena. >> lei mi guardò incredula chiedendomi se dicessi sul serio. << prova a pensarci! >> le dissi << come potrà cavarsela? non ha la più pallida idea ... come potrà recuperare ciò che abbiamo imparato negli ultimi dieci anni? >>. << Già povera Gwendolyn >> disse lei compassionevole << però isogna ammettere che ha delle capacità anche lei. Sa spettegolare con le amiche, scrivere SMS e conosce a memoria l'elenco dei film a noleggio. In questo è davvero brava. >> Risi e le dissi che era esattamente quello che avevo pensato guardando sua cugina e aggiunsi che mi sarebbe mancata ma che la invidiavo. Infatti era così, ora era libera e poteva fare quello che voleva senza dover rendere a nessuno. In quel momento entrò sua madre Glenda. Decisi di accompagnarle alla macchina per mostrare loro il mio rispetto e dispiacere.

Salve a tutti! Vorrei ringraziarvi perchè mi seguite e mi rendete davvero felice! Un saluto in particolare a "annChase98", "Tribute_Giuggy99", "Gwenny14" e "bellina4ever" che hanno recensito. Sper che non mi abbandonerete e che continuiate a recensire! Un bacio, Calamitas :*

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3 ***


diamante 3 Era il giorno della trasmigrazione. Sarei dovuto andare con Gwendolyn a trovare il conte. Io e Charlotte ci eravamo preparati per mesi interi a questo importantissimo incontro, e tutti i nostri preparativi erano stati inutili. Solo uno spreco di tempo. Mi scocciava ancora un pò la questione e tentavo ancora di convincere mio zio a lasciarmi andare da solo. Ovviamente lui non ne voleva sapere e, anzi, non vedeva l'ora che partissi con quella ragazzina, come se io potessi mai insegnarle magicamente e improvvisamente tutto ciò che so. Entrai al seguito di Mr George e del dottor White nella sala del Drago.

 Gwendolyn mi stava studiando come se stesse cercando qualcosa di imperfetto nel mio corpo. Si fermò in ogni particolare di me e mi dette un pò fastidio. Mi sentii come scoperto, nudo, davanti a quel suo sguardo agghiacciante.

I suoi occhi, però, quelli erano davvero bellissimi! Azzurri e intensi che mi penetravano dentro e... NO! Cosa stavo pensando? E' solo una sciocca ragazzina, nulla di speciale.

Mi resi conti di essere immobile in mezzo alla strada e mi sedetti sul tavolo incrociando le braccia sul petto scocciato. Tutti nella sala si consultarono per la partenza; saremmo andati a trovare il Conte per annunciargli i cambiamenti che erano avvenuti nelle ultime ore.
Stavo pensando a come spiegare al quinto viaggiatore le questioni che davano più problemi, quando fui interrotto dalla madre di Gwendolyn.

Era sua la colpa di tutti i nostri problemi, era stata lei a nascondere la verità e a rischiare di mandare a monte tutti i nostri piani.
 Disse << D'accordo potete partire, ma non la metterete in pericolo, vero? La lascerete fuori da questa storia. >>

"Sicuramente!" Avrei voluto rispondere," Non c'è alcun problema, fosse per me potrebbe anche tornare a casa con lei."
Tuttavia risposi << Di sicuro la lasceremo fuori >>.  Più che convincente. << Ho già ottenuto molto da solo, potrò benissimo concludere la cosa senza Gwendolyn. >> ripresi poco più tardi. Molto più che convincente. Avevo solo una cosa in comune con quella donna. Volevo lasciare fuori a tutti i costi sua figlia da questa storia.
 Magari sarei potuto andare a trovarla per parlare di come non fare interferire nei nostri piani la sua figlia incapace.
<< Era proprio ciò che speravo >> disse la madre soddisfatta delle mie parole.

<< Vedremo di appurare se c'è un incarico adatto a lei >> osservò mio zio. OK, BASTA. Davvero avevano intenzione di farle fare qualcosa in tutta questa storia? Rischiando di rovinare tutto il mio lavoro? Non glielo avrei mai permesso, mi sarei opposto fino alla fine, pur di non fare fare nulla. Non sapeva nulla, nè perchè sarebbe dovuta venire a parlare con il Conte, nè perchè aveva il gene. Secondo me non avrebbe neppure avuto la capacità di rispondere a "parlami di te".
Incapace. << Abbiamo il suo sangue >> replicai evidentemente scocciato << Non ci serve nient'altro di lei. Per quanto mi riguarda può venire qui a trasmigrare quando le pare, e saremo tutti felici e contenti >> Specialmente io. Gwendolyn sembrava cadere dalle nuvole. Ovviamente. Mr George le spiegò il termine trasmigrare e poi si rivolse a noi dicendo << Sono convinto che, con il passare del tempo, Gwendolyn sorprenderà tutti con il suo potenziale. Lei... >>. Non concluse mai quella frase. Ero stanco dei suoi modi protettivi e gentili verso quella ragazza. Cosa cavolo aveva di così speciale che tutti vedevano ma che io non ero nemmeno in grado di percepire? Perchè tutti si sentivano in debito con lei? Erano tutti carini, simpatici, cortesi, esplicativi... << E' solo una bambina, non sa niente di niente >> Lo interruppi alzando la voce. << Non è vero >> protestò lei con un tono da bambina. << Ah, no? Allora dimmi, cosa sai per esempio di storia! >> La schermii evidentemente irritato. << Abbastanza >> rispose sicura di sè. << Ne sei sicura? Chi è salito al trono dopo Giorgio I? >>
<< Giorgio II? >> Ribattè lei.

VERO. Ovviamente sarà stata una pura coincidenza.
Optai per una domanda più difficile. << E quale casa regnante prese il posto degli Stuart nel 1702 e perchè?
Il suo sguardo vuoto mi fece intendere la sua risposta.
"Non lo so" sarebbe stata. Ovviamente, non avevo dubbi sul fatto che lei non lo sapesse. Sua cugina Charlotte avrebbe risposto molto tranquillamente, in modo anche molto approfondito e dettagliato. Lei no ovviamente, lei non era sua cugina.
Non sapeva tutto di ogni cosa e non era una che seguiva ciò che le si diceva e anzi, faceva tutto il contrario. La odiavo, ma allo stesso tempo la trovavo affascinante. Com'era possibile una cosa del genere? Avrei voluto sbattere la mia testa contro un muro per convincermi a disprezzarla totalmente, ma non era possibile. Mi metteva in gioco, ed era come se cercasse di farmi dare il meglio di me, spronandomi.
In modo completamente diverso da sua cugina. Charlotte era dolce e gentile e ti invitava a farlo ma senza convincerti seriamente. Diceva ciò che era giusto che tu facessi.

Lei era diversa. Lei ti costringeva per vie traverse, ti diceva che non avresti dovuto farlo in modo che a te venisse voglia di farlo. Mi metteva in gioco, e questa era una cosa che io personalmente adoravo.
 << Mmmm... non ci siamo ancora arrivati! >> rispose. << Ma certo >> Replicai, poi mi rivolsi agli altri e sbottai: << Non sa niente di storia, non sa nemmeno parlare in maniera adeguata. Dovunque saltassimo si farebbe notare come un pesce fuor d'acqua. E poi non sa neppure lontanamente di che si tratta. Sarebbe non solo inutile, bensì un pericolo per l'intera missione! >>

<< Credo che tu abbia espresso in maniera più che soddisfacente la tua opinione Gideon. Ora però sarebbe interessante scoprire cosa ne pensa il conte >> Concluse mio zio, in maniera a dir poco irritante.


Salve a tutti cari lettori! Sono Calamitas, e volevo davvero ringraziarvi per le vostre recensioni. Vedo che apprezzate il mio lavoro! Mi fa molto piacere. Questo capitolo forse è leggermente più corto ma è pieno zeppo dei pensieri di Gideon, e si comincia a notare un leggero cambiamente nei confronti della nostra Gwen :3. L'ho fatto così corto perchè nel prossimo capitolo incontreranno il Conte e lei gli salverà la vita. Oltre a essere una parte MERAVIGLIOSA , secondo me è in quel momento che Gideon cambia idea su Gwenny. Quindi per vostra gioia i prossimi capitoli saranno incentrati sul fatto che lui capisce di provare qualcosa per lei, ma non vuole ammetterlo. Inoltre li pubblicherò con più frequenza per non lasciarvi per troppo tempo sulle spine. Se ogni tanto ritardo mi scuso, a volte è davvero complicato perìnsare come Gideon XD
Continuate a seguirmi, a presto. Un bacio, Calamitas :*

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4 ***


gwen gwen A quella conversazione ne seguirono mille altre sul fatto che io, ovviamente, ero totalmente contrariato nel doverle fare da baby-sitter. Mi dava, inoltre, tremendamente fastidio dover stare ad ascoltare tutti che la aiutavano e la comprendevano. Nessuno dei viaggiatori ha deciso di esserlo e nessuno è mai stato compatito, quindi, perchè lei era così speciale?
A tutto questo parlare seguì un discorso illumintante sulle passate storie d'amore tra i de Villiers e i Montrose, che confermarono il fatto che una Shepherd
  come Gwendolyn mi sarebbe stata solo d'intralcio.
Inoltre lei non era assolutamente e categoricamente il mio tipo.

Oggi era il giorno fatidico, oggi il rubino avrebbe dovuto incontrare per la prima volta il Conte.
Ovviamente il racconto di come Charlotte si era rivelata una viaggiatrice fantasma e tutta la storia di lì in poi l'avrei dovuta raccontare io; tuttavia a Gwendolyn sarebbe toccato il compito di apparire matura, responsabile e capace, cosa altamente improbabile avendo visto le sue capacità.
 
Varcai la soglia della sartoria per discutere del mio abbigliamento con Madame Rossini, quando la vidi.
Era vestita bene, non potevo negarlo, ma il cappello... quello era davvero brutto.
 << Bel Cappellino >> la provocai.
Subito dopo Mr George la inondò di complimenti esagerando come era suo solito fare.
 << Ma che bel nastro di velluto >> rispose lei << la nostra prof di geografia ne porta sempre uno identico >>.
Ripensai a come avevo sistemato i miei capelli, in un codino legato con un nastro, ed effettivamente la sua battuta era davvero carina. << In nastro non è nulla, dovresti vedermi con la parrucca >>. Risi.
 Era una risata tranquilla, da amici, cosa che avremmo dovuto essere per poter lavorare insieme.
Le mie preoccupazioni ricaddero sul fatto che i miei pantaloni giallo canarino, secondo Madame Rossini, non erano giallo limone e questo avrebbe ovviamente compromesso la missione.
Cosa assolutamente falsa, tuttavia la mia risposta fu ugualmete educata.
<< Certo, Madame, la prossima volta le darò retta >>. Non le avrei mai e poi mai dato retta. D'accordo vestirsi strano, ma così si andava sul ridicolo.

Dopo aver sentito Gwendolyn essere chiamata "collo-di-cigno" dalla sarta e aver deciso che l'avrei derisa per tutta la sua vità, proseguimmo. La bendai; cosa obbligatoria da fare, dopo tutto non ci si poteva fidare di nessuno dopo l'accaduto di Paul e Lucy, così le misi la benda rischiando di strapparle i suoi meravigliosi capelli neri, che ovviamente si impigliarono nel nodo.
 << Ahia! >> esclamò Gwen. Non potei fare a meno di sentirmi in colpa, anche se non glielo feci notare troppo.
 << Scusa. Vedi qualcosa? >> le chiesi. << No. Perchè non posso vedere dove andiamo? >>.
La sua domanda era più che lecita, e meritava di essere risponta in maniera esauriente. Le stavo ancora parlando quando per sbaglio lei andò a sbattare contro il muro. << La prenda per mano, Gideon, non è mica un carrello della spesa. >> mi disse Mr George.

Mi sentivo totalmente in imbarazzo, un pò per averla fatta scontrare contro un muro, ed anche perchè mi accorsi solo in quel momento di quanto io la stessi trattando freddamente. Non che fosse una cosa volontaria, probabilente le davo la colpa di non essere come Charlotte, ma probabilemte il cambiamento era stato duro anche per lei. Anzi, forse per lei lo era stato anche di più.

Ero così distratto da questi pensieri che feci scivolare la mia personale ragazza-carrello-collo-di-cigno, riuscendo però a prenderla prima dell'impatto. Ovviamente le coppie si invertirono, ed il mio compito di lì in avanti fu quello di portare un orribile cappello. Davvero, davvero brutto.

Dopo una serie di complimenti per l'abbigliamento e una veloce spiegazione di come funzionasse il cronografo, ci ritrovammo entrambi nel passato. Mi sorprese come la ragazza era riuscita a non cadere durante il viaggio.
 << Sei tu, Gideon? >> mi sussurò spaventata. Mi venne da ridere, tuttavia mi trattenni. Okay eravamo in un posto sconosciuto, ma essendo partiti dallo stello luogo non saremmo mai finiti troppo lontani. << Chi altri >> le risposi << Brava, non sei caduta! >>.
 Le porsi la torcia e le mostrai la strada che ci avrebbe condotti dal Conte. Era buio pesto, quindi Gwen procedeva un pò più lentamente di quanto avrei fatto io.

Dopo aver comunicato ad una delle guardie la parola d'ordine, Qua redit nescitis, e dopo aver spiegato alla ragzza alcune faccende molto importanti riguardanti l'Ordine venimmo disgraziatamente a sapere che il conte di trovava a Wigimore Street. << Ma... abbiamo tempo sufficiente? Forse sarebbe meglio tornare un'altra volta? >> disse Gwen.

<< No >> risposi. << Abbiamo ancora più di due ore e mezza. Andremo a Wigimore Street >>.
 Se non fossimo andati quel giorno tutti i piani, e i programmi dell'Organizzazone sarebbe stati infranti, e per quello che mi riguardava avevamo perso fin troppo tempo.

Arrivammo molto velocemente nel luogo stabilito ma ci misi un pò a convincere la servitù a farmi incontrare con il Conte. Dopo aver però mostrato l'anello con il sigillo si mostrarono molto più ragionevoli.
<< Hai un tuo anello con il sigillo? >> Mi sentii chiedere da Gwen. Era evidentemente nervosa e questo mi sembrava più che ragionevole. Incontrare il Conte per la prima volta le avrebbe fatto sicuramente effetto, e da questo incontro, inoltre, dipendeva l'intera Organizzazione. << Sì, certo, nervosa? >> le risposi cercando di essere il più gentile possibile.
<< Perchè? Dovrei? >>. Okay ora era palese. Era molto più che nervosa, era terrorizzata e io non avevo la minima idea di come aiutarla... << Sei perfetta >> la rassicurai con un sorriso, e in effetti, lo era davvero. I suoi capelli neri erano in contrasto con il vestito che metteva in risarlto suoi occhi cristallini. Così bella ed elegante da guardare, tuttavia così sciocca ed inesperta.

Entrammo nella sala del Conte che subito venne presentato, e dopo chiacchiere, venne a galla il problema. << Mi avevano detto che avevi i capelli rossi >> disse il conte. Già, questo era ieri, prima che succedesse DI TUTTO
a causa dei Shepherd.
<< Lei non sa il il francese >> dissi << e non è la ragazza che vi spettavate >>. Già, non lo era nemmeno lontanamente.

Il conte mi chiese in seguito di poter parlare privatamente dei problemi che avevamo riscontrato con il rubino e io non ebbi alcun problem a seguirlo; quando sentii Gwen richiamare la mia attenzione. Mi voltai e mi accorsi quanto desiderasse che non me ne andassi, probabilmente spaventata a dover restare da sola con due strani uomini per più di cinque secondi. Il suo sguardo supplichevole era davvero tenero, così tanto da farmi dire << Aspettami qui, torno subito >> per tranquillizzarla.

Raccontai al conte tutto quello che avevamo soperto negli ultimi giorni, del problema che avevamo riscontrato con Charlotte e della scoperta che in realtà Gwendolyn era il vero rubino. Cercai di essere succinto e sbrigativo e non facevo altro che pensare allo sguardo di Gwen quando aveva chiuso la porta dietro di me. Disperato e nervoso. Non avrei mai potuto lasciarla là da sola per troppo tempo. Una volta finito il mio racconto il conte mi fece alcune domande stranamente perosnali riguardo alla de Villiers. Pensava forse che sarebbe capitato una seconda volta il furto del cronografo? Impossibile Gwen non era in alcun modo il mio tipo. Conclusi i discorsi, tornai nell'altra sala e salutai tutti i presenti con un inchino, andandomene con Gwendolyn.

Quando salimmo in carrozza Gwen sembrava molto provata e spaventata, così le chiesi cosa non andasse. Il nostro discorso tranquillo prese una orribile piega e finimmo a litigare sul fatto che io non la conoscevo abbastanza da poterla giudicare. In parte era vero, ma conoscemo moltissime ragazze come lei, interessate solo di capelli, film e popstar.
Lei rise fragorosamente, dicendomi che io al contrario non avevo amici e passavo le mie intere giornate a imparare balli noiosi, studiare il latino e fare altre cose noiose.

Tuttavia non mi arrabbiai per ciò che mi disse. Ero stato io a provocarla, inoltre era davvero carina quando si alterava. Non che mi interessasse, la mia era solo una constatazione.
 << Ti sei dimenticata che suono il violino >> scherzai. Lei mi guardò sbigottita e rispose << Suoni il violino? Sul serio? >>.  Continuammo a scherzare parlando del fatto che secondo lei Rakoczy, braccio destro del Conte, era un vampiro... che idiozia. Continuammo fino a quando lei non disse << All'andata non siamo passati da questa parte, giusto? >>.

C'era qualcosa che non andava. Ci trovavamo ad Hyde Park.

E quando chiesi al conducente dove ci stesse portando capii il problema. Scesi dalla carrozza per andare a guidare io stesso fino a Temple. << Qualunque cosa succeda, tu resta in carrozza >> ordinai a Gwendolyn.
 Feci appena in tempo ad uscire dalla porta che qualcuno sparò, nella nostra direzione.
 Si trattava di un'imboscata. <<  Abbassa la testa >> fu ciò che riuscii a dire a Gwen.

SPAZIO SCRITTRICE:

Holaaaaaaa! E' da molto che non mi faccio sentire...
-Sei una brutta persona- sisi... avete ragione, ma avevo perso il mio amato Red, e ho avuto a che fare con la scuola. In ogni caso ora ho ritrovato il mio amatissimo libro, nascosto dal babbo, e posso ricominciare a scrivereeeee! yey! Commentate, recensite, parlate e ditemi... vi è piaciuto? Se sì allora, riceverete a breve il prossimo ;) un bacio Calamitas :*

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5 ***


gid gid << Gideon? >> sentii Gwen dalla carrozza.
<< Ti ho detto di tenere giù la testa! >> Le risposi frettolosamente. Come poteva comportarsi così in una situazione del genere?! E' inconcepibile! Insomma, ci stanno aggredendo, ci stanno sparando, ma a lei non importa?  Due uomini spuntarono da dietro un albero, con intenzioni evidentemente poco amichevoli. Decisi che era momento di agire.
Presi la mia lama  e attaccai entrambi gli uomini, oviamente, altrimenti sarei stato circondato. Stavo cercando un modo per attirarli il più lontano possibile dalla carrozza, non potevo permettere che succedesse qualcosa al rubino.
Decisi di spingermi sempre di più verso la fine della strada ma in questo modo i due mi colpivano più facilmente. Non sarei mai riuscito a cavarmela ma mi sarebbe bastato andare avanti fino a quando il tempo non fosse scaduto. A quel punto tutto sarebbe finito.

 Tuttavia il mio entusiasmo si smontò subito. Mancava ancora troppo tempo e non riuscivo più a vedere Gwendolyn. Chissà cosa le era successo. L'avevano aggredita? Era fuggita? Come l'avrei spiegato Mr George? Sarei riuscito a sopravvivere per spiegarglielo? Con mio grande stupore riuscii a uccidere uno degli aggressori.
 Tuttavia il mio solievo svanì subito vedendone scendere un altro da cavallo.  Merda, ma quanti erano?
 
<< Chi siete? Che cosa volete? >> Domandai con disprezzo.
<< Le vostre vite >> rispose uno sarcastico.
 << Ebbene, non le avrete! >>, almeno così speravo.
 << Ce le prenderemo potete fidarvi >>.

Non avevo dubbi che avrebbero fatto tutto il necessario per prenderle. Fu ancora più problematico constatare che ci stavamo avvicinando nuovamente alla parte posteriore della carrozza. Purtroppo non riuscii a portarli nuovamente lontano, e le cose si complicarono quando uno di loro mi sfiorò la spalla con la lama, provocandomi una leggera fitta.
Non potevo in alcun modo fermarmi. Gwen era totalmente inesperta su ciò che bisognava fare in simili occasioni e io avevo il dovere di difenderla, ad ogni costo.

 Ero ormai agli sgoccioli. I due aggressori erano evidentemente più forti di me, per di più il dolore alla spalla si fece sempre più insistente.
<< Arrendetevi >> Disse uno di loro.
 << Mai! >> risposi. Se quello era davvero il giorno in cui sarei morto, lo avrei fatto combattendo fino all'ultimo.
 
Un altro colpo, al braccio e io non potei fare a meno di gemere.
Tuttavia non potevo e non volevo smettere di combattere. Continuai ancora fino a guando non vidi Gwendolyn alle spalle degli aggressori.
Ma che cosa stava facendo? Si sarebbe fatta uccidere! Che cosa le era saltata in mente?
 E proprio mentre pensavo questo, un altro fendente mi colpì sulla spalla, ma non potevo smettere di combattere. Se si fossero accorti di lei sarebbe stata la fine.
<< Non resisterete ancora a lungo, pregate se ci riuscite. Tra poco vi troverete al cospetto del creatore. >> Disse uno con un ghigno malefico che mi spaventò a morte.

Quello che successe dopo mi spaventò ancora di più.

 Gwendolyn prese la rincorsa e... trafisse l'uomo che aveva appena parlato, che emise un rantolo e cadde a terra privo di vita.  Nonostante fossi la persona più confusa al mondo approfittai dello stupore dell'ultimo aggressore facendolo stramazzare a terra.
 << Ma sei impazzita? >> gridai furioso verso la ragazza.
E dopo aver messo fine alla vita dell'ultimo Gwen cadde a terra come un sacco di patate.

<< Alzati >> le dissi nel modo più carino possibile porgendole la mano. << Avanti Gwendolyn! La gente ci sta guardando. >> Aggiunsi irritato. Cosa c'era che non andava? Eravamo tornati ai nostri giorni, tutto era andato per il meglio, alla fine. << Non ti avevo detto di restare sulla carrozza? >>. Nessuna risposta, continuava a fissare il vuoto allibita e spaventata. La afferai per un braccio,e lei mi guardò scioccata.
<< Ti sei comportata con grande leggerezza >> dissi cercando di rimproverarla. << Hai corso un grande pericolo >> aggiunsi poco dopo. E solo in quel momento me ne accorsi. Lei lo aveva fatto per me. Aveva visto che ero in difficoltà ed era arrivata ad uccidere una persona per salvarmi. Questo era stato il gesto più coraggioso che qualcuno avesse mai fatto per me. << ... E sei stata maledettamente coraggiosa >> aggiunsi molto esterrefatto.
<< Credevo si sentisse quando si colpisce una costola, non pensavo fosse una sensazione come.. quando si taglia una torta. Ma quell'uomo non aveva ossa? >> disse battendo i denti. << Certo che le aveva, però sei stata fortunata e l'hai colpito in un punto nel mezzo >> risposi.
<< Morirà? >> mi chese spaventata a morte. Cercai di non farla stare peggio dicendole che forse era riuscito a salvarsi sempre se la ferita fosse stata pulita. Alla fine ci incamminammo verso Temple.
Cercai di far capire a Gwendolyn che non era un'assassina e che era stata legittima difesa, ma lei non ne voleva sapere.
 Dopo alcuni minuti di silenzio dissi << Ho provato un tuffo al cuore quando ti ho vista all'improvviso >>. Ed era vero, pensavo che se non fossimo morti nella battaglia l'avrei uccisa io dopo, ma ora mi sembrava un pò troppo sconvolta per farlo.
Tuttavia mi fece cambiare immediatamente idea quando mi disse che aveva il cellulare. Diamine, davvero? Non aveva capito niente dei viaggi nel tempo! Stupida mocciosa, aveva rischiato di compromettere il futuro! Chiamai Mr George, per dirgli dove ci trovavamo e che saremmo arrivati il prima possibile.  La stavo letteralmente trascinando, quando lei si fermò e... vomitò. Cavolo, non ci voleva, eravamo quasi arrivati. << Gwendolyn dobbiamo arrivare fin laggiù! Fa un respire profondo e vedrai che ti passa >> cercai di dire nel modo più convincente possibile.  Si fermo all'istante e vidi il suo volto diventare rosso di rabbia. Mi laciò a bocca aperta ciò che mi disse in seguito.

<< Passa? Che cosa passa, che ho appena ucciso un uomo? Che oggi tutta la mia vita mi è passata davanti come un film? Che un insopportabile violinista arrogante, capellone e in calze di seta non abbia niente di meglio da fare che darmi ordini, anche se gli ho appena salvato la schifosissima vita? Se vuoi saperlo, trovo di avere tutte le ragioni per vomitare! E nel caso ti interessi: anche tu mi fai vomitare! Voglio tornare a casa >>.

Questo non solo mi lasciò senza parole, ma mi fece sentire uno stupido senza cuore. Mi ero dimenticato di come ci si sentisse durante i viaggi nel tempo, di come mi ero sentito la prima volta che ero stato costretto a colpire una persona... Sembrava tutto così lontano, che non avevo pensato ai suoi sentimenti. Inoltre si sa che le ragazze sono molto più sensibili, e questo giustificava completamente il suo modo di reagire. Tuttavia mi sentii incredibilmente in colpa solo quando scoppiò a piangere. La abbracciai fortissimo cercando di consolarla.  << Su, non fare così. Ehi, Gwendolyn, mi spiace. Che idiota a essermi dimenticato come devi sentirti. E pensare che ricordo bene la strana senzazione che provai la prima volta che sono saltato. Nonostante le ore di scherma, per non parlare poi delle lezioni di violino... Non piangere, è tutto a posto >>.  
Pronunciai queste parole accarezzandola dolcemente, cosa che non mi riuscì troppo difficile. Sembrava un piccolo cucciolo smarrito, e io mi sentivo terribilmente in colpa nei suoi confronti.  Dopo tutto aveva ragione lei. Mi aveva salvato la vita e io non l'avevonemmeno ringraziata. La sua mossa ad Hyde Park non era stata così stupida, anzi era stata geniale. L'avevo sottovalutata e questo era chiaro. Aveva molte più capacità di Charlotte riguardo all'improvvisazione. Non avrei più fatto uno sbaglio del genere, non l'avrei fatta piangere.


HALOHAAAAAAA
Ciao a tutti, sono calamitas e siamo alla scena TOP del libro. Pubblico tardi i capitoli non perchè vi odio, ma perchè ho l'ispirazione! Scherzia a parte io amo Gideon in questa scena nonostante sia un "senzacuovre" perchè è troppo carino con Gwen! E niente, spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere, ci vediamo al prossimo, un bacio Calamitas :*

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6 ***


sephir Riportammo a casa Gwen, ed ovviamente la rinrgaziai per avermi salvato la vita.
Mr George mi accompagnò alla loggia per farmi visitare dal dottor White, e poi sarei potuto tornare a casa; almeno così speravo. Quando arrivai, incontrai mio zio, che mi aspettava per un altro viaggio nel tempo.

Me ne ero dimenticato! Ero così preoccupato per tutto ciò che era appena accaduto, e per Gwen, che avevo solo voglia di andare a dormire. Cosa che non successe. Dopo essere stato medicato ed aver ricevuto le informazioni necessarie mi preparai per il salto.
Sarei andato nel 1937, nella casa di Temple, per incontrare Margret Tilney, trisavola di Gwendolyn. La donna in questione era sempre stata molto disponibile nei confronti della loggia. Era una persona affabile e disponibile, e conoscevamo ogni dettaglio della sua vita, che era stata protocollata dai Guardiani. Il suo sangue era già presente nel cronografo originale, ma, col furto di questo, gli unici a mancare erano lei ed Elaine Burghley; ed ovviamente Lucy e Paul. Doveva essere una cosa  molto veloce, di un'ora esattamente, e quindi non mi preoccupai più del necessario. Sarebbe andato tutto secondo i piani.

Tuttavia una volta arrivato nel luogo d'incontro qualcosa non andò. Inizia a raccontarle tutta la questione facendole capire che il cronografo era stato rubato, ma lei mi interruppe quasi subito precedendomi nel discorso.
Lei sapeva già che io sarei andato a trovarla per prelevarle il sangue e sapeva che il cronografo era stato rubato. << Come può lei...? >>, iniziai confuso.
<< Giovanotto, io non ho alcuna intenzione di parlare con te, e certamente non avrai il mio sangue >>  mi rispose. << Mlady, lei non capisce la situa... >>.
<<  Io capisco benissimo >> disse Margret. << Per questo motivo non ho intenzione di darti, ne' ora ne' mai, il mio sangue. E se continuerai a importunarmi, sarò costretta a chiamare i Guardiani! >>
Come poteva già sapere del cronografo, e rifiutarsi ugualmente? Non capiva la gravità della sitruazione?
Rimasi interdetto dalle sue parole.  Mr George mi aveva assicurato che sarebbe stata disponibile nei miei confronti, ma a me non sembrava affatto.  Cercai di spiegarle che non avevo cattive intenzioni, ma come risultato di ciò, lei chiamò i guardiani chiedendo che venissi allontanato.
Quando tornai, riferii a Mr George e a mio zio ciò che mi era capitato. I due inizialmente non mi credettero, ma quando capirono che stavo dicendo la verità cercarono in tutti i modi di venire a capo di questa situazione. Parlarono per delle ore, continuando a chiedermi le stesse cose, e non capivo cosa avrebbero ottenuto con tutto ciò.
Non avrei cambiato la storia col passare del tempo, quindi perchè non potevo andare a dormire? Certo avrei voluto anche io tentare di collaborare ed aiutare, ma la mia giornata era stata molto stancante e non vedevo l'ora di  appisolarmi. Dopo aver passato le due di notte, e forse anche le tre, decisero che era ora, per me, di andare a riposare. Tuttavia la mia sveglia sarebbe stata comunque molto presto, per poter andare a trovare nuovamente Lady Tilney, qualche anno prima, per avere più fortuna.

Mi alzai il mattino seguente, e mi preparai al mio nuovo salto nel tempo. Destinazione 1894, subito dopo il primo salto di Margret.
A quell'epoca lei, probabilmente, non sapeva ancora  come funzionassero esattamente i viaggi nel tempo; di sicuro non avrebbe mai saputo che sarei andato a prenderle il sangue quell'anno.  Così andai, mi presentai, e le raccontai che il cronografo era stato rubato, ma che eravamo in possesso di un secondo cronografo, che avrebbe potuto aggiustare le cose.
Pensai che, con quel viaggio nel tempo, ero stato io stesso a dirle del furto: ma perchè allora non avrebbe voluto parlare con me nel 1937? Avrebbe potuto semplicemente dirmi che ero già in possesso del suo sangue.
<< Capisce, lady Tilney? La nostra causa è molto importante, e non possiamo  permetterci altri inconvenienti. Quindi, sarebbe così gentile da donarmi un pò del suo sangue? >> dissi io gentilmente.

 << Gideon de Villiers, io so già ciò che accadrà al cronografo, temo che tu sia arrivato un pò tardi. Tuttavia sarò cortese con te, poichè sei più avanti di me nell'età e sicuramente anche nella saggezza e nell'esperienza. Se davvero credi nella bontà della tua causa sono disposta a discutere sul dover cedere o meno il mio sangue. Tuttavia sono più che consapevole che lei, Gideon, sia molto scaltro e fermamente convinto delle sue azioni. Desidero quindi parlarne con qualcuno dal pensiero più aperto, che possa comprendere le mie ragioni, raccontarmi le sue, e che abbia la capacità di discutere tranquillamente accettando la mia risposta, qualunque essa sia. Non dubito che questo sia possibile anche con lei, messer, ma preferirei parlare con qualcuno che io conosca a sufficienza. Cosa ne pensate della giovane Gwendolyn Shepher? Dovrei essere la sua trisavona se non erro. Sarei più che felice di incontrare rubino, in tutto il suo splendore, e poter discutere con lei di questa faccenda >> disse lei cortese.

Interdetto dalle sue parole, e in prossimità dello scadere del tempo non potei fare altro che dire << Certamente lady Tilney, sarò felice di accontentarla il prima possibile >>, e raccontare tutto a mio zio al mio ritorno.

HALOOOO
Sono Calmaitas e questo è il capitolo 6. E' una parte che non è presente nel libro, perchè quest'ultimo è raccontato da Gwen, che non era presente in questi viaggi. Ho comunque voluto immaginare un possibile dialogo tra Gideon e Lady Tilney, quindi ci ho messo un pò a pubblicarlo, spero che vi piaccia, ditemi cosa ne pensate! Un bacio, Calamitas!
P.S. Ho visto Sephirblau ieri... La storia a grandi linee è quella... ma  (SPOILER SOTTO)    


   Hanno fatto l'amore???? coooooooosa? Secondo quale principio lo avrebbero fatto? Secondo quale libro anche! Nononono e poi no! Un pò troppo precoce la Gwen del film T.T Voi che ne pensate?

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7 ***


ultimo g Passammo a prendere Gwendolyn dopo scuola per trasmigrare. Saremmo andati insieme a trovare Lady Tilney, anche se lei non ne era ancora al corrente. Quando arrivammo a scuola, Gwenny non era ancora uscita; al suo posto però incontrai la dolce Charlotte. Era da molto che non la vedevo quindi scesi per salutarla. Lei fu molto felice di vedermi, e chiacchierammo in attesa di sua cugina.

<< Ah quella sciocca! Non sa che deve uscire subito da scuola, altrimenti devi aspettare troppo a lungo? >> disse lei compassionevole.
<< Già, ma tranquilla; non mi dispiace aspettarla, sopratutto in buona compagnia >> dissi io facendole una carezza. Mi dispiaceva ancora molto per ciò che aveva passato per colpa di sua cugina, ma non avevo trovato una ragione per preferirla come compagna di viaggi nel tempo. Se fossi rimasto con lei, durante l'imboscata, saremmo già morti. Non che lei sia meno forte, anzi, ma ha semplicemente una naturale incapacità nelle situazioni prolematiche e rischiose. Non sa improvvisare. Ovviamente non glielo dissi; avrebbe solo peggiorato la situazione.

Sentii dei borbottii provenire dalle scale e quando mi voltai vidi il mio rubino, circondato da ragazze adoranti che probabilmente stavano sparlando di noi. Chi era che non spettagolava di Lisa che si era comprata una maglietta da cinque sterline? Sciocca incoerente!

Questo pensiero mi strappò una piccola risata, e, giusto per dare un po' di scoop a quelle ragazzine, diedi un bacio a Charlotte sulla guancia. Lei mi guardò raggiante, e se ne andò baldanzosa. Tuttavia io stavo ancora pensando a Gwendolyn e, con un grande sorriso, la chiamai a me.
<< Gwendolyn, eccoti finalmente! >> le dissi divertito. Per quale motivo ero così felice di vederla? Avevo appena finito di parlare con una delle ragazze più ambite della scuola, ma io non avevo fatto altro che pensare alla cugina imbranata. Sono anche io un incoerente!
<< Ciao >> mi disse lei quando mi fu più vicina.
<< Ciao, sei cresciuta durante la notte? >> osservai io. La sua divisa scolastica, che prima la rendeva ancora più infantile, ora le stava meravigliosamente, rendendola ancora più bella di quanto già non fosse.
<< No, è l'uniforme dello scorso anno >> disse lei tirandosi la giacca sul petto. Ah ecco, finita la magia; ma restava comunque incantevole. Le sorrisi, poi guardai oltre le sue spalle.
<< Quelle sono le tue amiche? Credo che una stia per svenire. >> dissi io cercando di prenderla un pò in giro. Lei colse la mia ironia, e rispose in modo molto serio, senza nemmeno voltarsi.
<< E' Cynthia Dale, soffre di un eccesso di ormoni nel sangue. Se t'interessa te la presento. >> rispose lei. Bella mossa, rubino. Sei molto più sveglia di quanto pensassi.
Il mio sorriso si fece più intenso, << Magari in un altro momento. Ora andiamo! Abbiamo molto da fare oggi. >> risposi io cercando di non notare quanto fosse carina con quel sorriso sbruffone.

La condussi dentro la macchina, e salii davanti con Mr George.
Lui le raccontò ciò che avevo scoperto durante la notte e la prima cosa che lei mi domandò fu << E quando hai dormito, accidenti? >>. Era davvero questo quello che aveva notato? Si preoccupava perchè non avevo dormito? Ci sono cose più importanti del mio sonno. << Doveva essere una cosa veloce, infatti avevamo programmato solo un'ora di tempo >> le risposi incrociando le braccia al petto.  Mr George proseguì, e lei, questa volta, fu molto più attenta a ciò che diceva. <<... Per questo stamattina Gideon è tornato nel passato a trovare di nuovo Margret Tilney >> disse lui con uno sguardo molto preoccupato . << Giornata piena, eh? >>disse Gwendolyn sarcastica.
In quel preciso istante accadde qualcosa di incredibile. Vidi cambiare completamente il suo sguardo, che da gioioso e divertito  diventò molto preoccupato e in pensiero. << Come va il braccio? >> mi domandò. Era davvero così preoccupata per me da fregarsene del racconto e chiedermi come stavo?  Tremendamente irresponsabile e dolce da parte sua. Le sue parole mi fecero davvero piacere, e questo pensiero mi avrebbe fatto sorridere se non ci fosse stato Mr George nelle vicinanze.
<< Bene. Ascolta Mr George, è molto importante. >> le risposi.
 
Una volta arrivati a destinazione ci cambiammo, per l'autenticità, e io mi ritrovai a indossare un orribile cappello a cilindro. Gwendolyn entrò nella stanza del cronografo e appena posò gli occhi su di me scoppiò in una sonora risata. Certo, molto divertente. Dopo poco mio zio si unì a lei dicendo << Anch'io lo trovo comico, sembra il direttore di un circo >>. Una famiglia di simpaticoni! Se io ero il direttore, loro erano sicuramente i pagliacci.
 << Sono contento che vi divertiate alle mie spalle >> disse seccato.
Ripensai al nostro ultimo viaggio nel tempo e cercai di guardare nella scollatura di Gwendolyn, se per caso avesse nascosto il suo telefonino o chissà quale arma diabolica. Notai una piccola sporgenza e cercai di capire se fosse un cellulare, quando sentii sibilare << Ehi, mi stai forse guardando le tette? >>. Ah già. Le sorrisi, cercando di non apparire troppo divertito da suo sguardo. << Non direttamente >> bisbigliai. Dopo essere stata ripresa da Mr George, e dopo averla scrutata ancora una volta le domandai
<< Pronta Gwendolyn? >>
<< Quando vuoi >> rispose sorridente.

Stavamo parlando di uomini neri e maghi, nel tragitto per andare a casa di Lady Tilney, quando Gwen mi domandò: << Tu hai fratelli o sorelle? >>.
<< Un fratello più piccolo. Oddio, così piccolo poi non è, ha diciassette anni. >>
<< E tu? >> mi chiese.
<< Diciannove, quasi >> risposi.
<< Se non vai più a scuola, che cosa fai? >>
<< Ufficialmemte sono iscritto alla University of London, ma credo che salterò questo semestre >>. Risposi alla sua ennesima domanda.
<< Che facoltà? >> chiese nuovamente.
<< Ma sei proprio curiosa, lo sai? >> domandai divertito.
<< Conduco solo una conversazione, allora che cosa studi? >> replicò lei.
<< Medicina >> risposi impacciato.
Notai il suo sguardo sorpreso che si andò poi a posare sul finestrino.

Dopo alcuni minuti di silenzio le chiesi quello che mi stavo chiedendo da quando l'avevo vista a scuola.
<< Quello insieme a te oggi a scuola è il tuo ragazzo? >>
<< Chi? Cosa? >> mi guardò interdetta.
<< Quel tizio dietro di te, che ti teneva la mano sulla spalla >> le dissi cercando di apparire disinteressato.
<< Ti riferisci a Gordon Gelderman? Dio ce ne scampi! >> disse lei alzando gli occhi al cielo. Quindi non era il suo ragazzo, e potevo smettere di preoccuparmi. Non che mi fossi vermante preoccupato, semplicemente non mi sembrava alla sua altezza.

Arrivammo in poco tempo su Eaton Place, ed il maggiordomo, dopo un po' di insicurezza, ci fece entrare nella dimora. Fummo invitati a bere una tazza di tè,e ne approfittai per fare in modo che Gwendolyn le chiedesse come facesse a sapere i suo nome e chi era stato a raccontarle di lei.
<< Ho ricevuto altre visite dal futuro, mi capita spesso >> disse Lady Tilney sorridendo.
<< Lady, ho già cercato una volta di spiegarle che il suo visitatore le ha dato informazioni errate. Commettete un grande errore a fidarvi degli altri. >> risposi io un po' agitato.
<< E' quello che dico sempre anche io, Margret, te lo dico sempre che sbagli a fidarti delle persone sbagliate. Oh, ma che delizia. E' per noi? >> disse una voce maschile. Sulla soglia era comparso un giovanotto che entrò con passo disinvolto.
Paul de Villiers.
Trattenni bruscamente il fiato, e presi Gwendolyn per il polso. E quando Paul tentò di prendere la mano di Gwen, la mia rabbia fu immediata. La tirai a me, e urlai << Non provate a toccarla! >>. Non so se parlai perchè ero preoccupato che le rubassero il sangue o anche solo per il fatto che volesse toccare il mio rubino. L'unica compagna che mi fosse rimasta, di cui potevo fidarmi.
<< Di cosa hai paura, piccolo? >> mi domandò sarcastico.
<< So benissimo cosa vuoi da lei! >> dissi furioso.
L'uomo si presentò a Gwen e i due scambiarono diverse parole, intanto pensai a un modo per uscire. Entrambe le porte erano sorvegliate da due immensi maggiordomi, uno dei quali aveva una pistola.
Questo mi mandò in confusione. Come avevamo fatto a farci imbrogliare così? E perchè Gwendolyn continuava a parlare con Paul come se niente fosse?

<< Smettila di parlare con lui, cerca solo di trattenerci in attesa di rinforzi >> dissi a Gwendolyn per farle capire la gravità della situazione.
Gli occhi gialli di Paul lampeggiarono furiosi << Pensi ancora che voglia il vostro sangue? >> domandò
<< Infatti >>
<< E credi che Millhouse, Frank e io e la pistola non basteremmo per sbarazzarci di te? >> replicò sarcastico.
<< Infatti >> risposi cercando di pensare a un piano.
<< Oh, sono sicuro che il mio caro fratello e gli altri guardiani abbiamo fatto di te un'autentica macchina da guerra. Del resto tocca a te rimediare al pasticcio. Agli altri invece è stato insegnato un po' di scherma e di violino, giusto per tradizione. Scommetto però che tu conosci anche il tae-kwon-do e tutta quella roba lì. Dopotutto è necessario saperlo se si deve viaggiare nel passato e ottenere il sangue dalle persone >> disse Paul arrabbiato.

Seguirono alcuni minuti di discussione, quando entrò in sala colei che probabilmente era Lucy Montrose.
<< Non posso crederci >> disse guardando Gwen.
<< Credici pure, principessa >> disse Paul con voce intenerita e preoccupata allo stesso tempo. Era evidente che lui la amasse, e forse avrei potuto sfruttare questa sua debolezza a mio vantaggio. Quando Lucy ci fu abbastanza vicina e puntai la mia pistola alla sua tempia Paul sussurrò: << Sei un vero... stronzo. Principessa... >>.
<< E' tutto a posto Paul >> sorrise lei. Non era un sorriso sincero, ma riuscì a tranquillizzare almeno un pò il mio antenato, che rimaneva comunque sull'attenti.
<< Forse vogliono davvero solo parlare >> disse Gwendolyn.
Come poteva pensare una cosa del genere, era ovvio che volessero il nostro sangue.
 
<< E' tutto inutile, gli hanno fatto il lavaggio del cervello >> disse Paul.
<< Colpa del conte >> aggiunse Lucy. << Come ben sai può essere molto persuasivo. >>
Nessuno mi aveva fatto il lavaggio del cervello, avevo solo imparato che il conte, avendo calcolato tutto, aveva sempre ragione. Era forse sbagliato? Impossibile, lo credevo da anni ed ero più che certo.

Dopo una serie di scontri sulla soglia di casa ed alcuni discorsi che Gwendolyn fece con me e con Lucy riuscimmo a fuggire. Non prestai molta attenzione a questa cose perchè ero troppo occupato a salvarci. Una frase mi restò molto impressa e mi fece pensare. "Come fai a essere tanto sicuro che non stia dicendo la verità, Gideon".
In realtà non lo ero. Non avevo sicurezze o, se in passato ne avessi avute, ora le avevo perse tutte. Per colpa di quella stupida, ma intelligentissima, ragazza che non faceva altro che farmi venire dubbi. Perchè con lei tutto doveva essere così complicato? Si divertiva a darmi fastidio? Cosa aveva visto in Lucy che io non avevo visto, che la portava a fidarsi di lei?

Dopo alcuni minuti di corsa ci ritrovammo davanti alla chiesa SANTA TRINITA', e decisi di entrare. La condussi al confessionale e lei mi guardò seria.
<< Non dirai sul serio? >> sussurrò.
<< Invece sì, io mi siedo dall'altro lato e aspettiamo di tornare indietro >> risposi sorridendole.
Gwendolyn continuava a tempestarmi di domande e io cominciavo a perdere le mie sicurezze, e tutto ciò in cui credevo si trasformò in una grande bugia.
<< Adesso non ti fidi più troppo del conte? >> chiese lei.
<< So solo che prima della tua comparsa avevo la situazione sotto controllo! >> risposi seccato.
<< Mi ritieni forse responsabile del fatto che per la prima volta in vita tua tutto non va come avevi deciso tu? >> disse lei alzando le sopracciglia.
<< No! Gwendolyn! Si può sapere perchè con te tutto è così complicato che con Charlotte? >> sbuffai. Insomma lei era molto più coinvolgente di Charlotte, ma cavolo se complicava le cose! Non potevi avere certezze, con una come lei al tuo fianco! Mi dava così fastidio, e la trovavo così meravigliosa allo stesso tempo! Come era possibile una cosa del genere?

<< Boh. e' di questo che avete parlato oggi nel cortile della scuola? >> domandò offesa. Scacco matto, rubino.
<< Gelosa? >> sorrisi.
<< Nemmeno per sogno! >> ribattè.
<< Charlotte faceva sempre quello che le dicevo. Tu invece no. E questo è molto scoccante. Però anche divertente. E dolce. >> Tutte le mie certezza vacillavano, da quando lei era entrata nella mia vita, e in quel momento mi accorsi che anche la mia bocca stava tremando. Non sapevo che dire, ero spiazzato.
Dopo alcuni minuti di silenzio Gwendolyn mi chiese: << Sai, avevi ragione con l'idea della trappola. Ma come facevano Lucy e Paul a sapere che saremmo arrivati proprio oggi? >>. Già, non lo sapevo. Nemmeno un po'.

<< Non ne ho la più pallida idea. Forse però tu lo sai. >> Mi sporsi dalla sua parte, arrivando a un soffio da lei. Il mio cuore batteva all'impazzata, e lei mi guardò molto irritata.
<< Chi, io? >> disse stizzita.
<< Potresti essere stata tu a rivelare a Lucy e Paul il luogo e l'ora del nostro appuntamento. >> Non mi spostai nemmeno di un millimetro. Volevo vedere la sua reazione.
<< Che cosa? Che scemenze! Quando lo avrei fatto? Non so nemmeno dove è custodito il cronografo. E non permetterei mai che... >> Si interruppe. Cosa avrebbe voluto dire?
<< Gwendolyn tu non hai la minima idea di ciò che farai in futuro. >> risposi.
<< Avresti potuto farlo anche tu >> ribattè.
Giusto rubino, complimenti. Sorrisi, tornando dalla mia parte del confessionale.
 << E' vero, credo che in futuro le cose tra di noi diventeranno molto eccitanti. >>
Per un po' restammo in silenzio. Pensai a quello che le avevo detto in carrozza. Era davvero una stupida bambina pettegola? Era davvero così inutile, come le facevo credere? La risposta era no, in nessun modo.
 
<< Ricordi l'altra volta, in carrozza, quando abbiamo parlato della magia del corvo? >> le dissi con voce roca.
<< Hai detto che io non potevo possedere questa magia perchè ero una ragazza qualunque. Una ragazza come tante, di quelle che vanno al gabinetto in gruppo e spettegolano di Lisa che... >> Non la lasciai finire, e mi sporsi dalla sua parte nuovamente. Le posai una mano sulle labbra.
<< Ricordo quello che ho detto, e mi dispiace >> le sussurai.
 Non resistevo più, quel minimo contatto tra la mia mano e le sue labbra mi faceva impazzire. Cominciai a farle delle carezze, e ritornai a sfiorarle la bocca con in pollice. Stavo impazzendo, dovevo dirle ciò che provavo per lei. Non che sapessi esattamente di cosa si trattasse, ma dovevo dirglielo comunque.
 
<< Non sei una ragazza qualunque Gwendolyn, sei straordinaria. Non hai bisogno della magia del corvo per essere speciale per me. >> Lo dissi tutto d'un fiato, come se dovessi liberarmi di un peso.
A quel punto, persi il controllo di me stesso.
Mi avvicinai ancora di più e la baciai.
Ora ero davvero felice.
 
 


SIGNORE E SIGNORI.
L'attesissimo finale di Red, e di conseguenza di Diamante, è avvenuto! Ebbene sì, ecco cosa pensava il nostro uomo durante questa giornata con quella molestante ragazza <3 Fatemi sapere in un commento se volete che continui con Blue, e se devo continuare sempre qui, o cominciando come una nuova storia. Io sono più propensa a continuare questa, così c'è un filo che lega le due storie e volendo potete rivedervi cose in Diamante per capire il seguito. Quindi, fatemi sapere se vi è piaciuto, se devo continuarla e dove devo continuarla con un commento o un messaggio e al prossimo eventuale capitolo, un bacione Calamitas <3 :*

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2550258