The rest of my life with the empty of insanity

di _Giuls17_
(/viewuser.php?uid=113322)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 Oscurità ***
Capitolo 2: *** #2 Nascita ***
Capitolo 3: *** #3 Sogno ***
Capitolo 4: *** #4 Crescita ***
Capitolo 5: *** #5 Universo ***
Capitolo 6: *** #6 Udito ***
Capitolo 7: *** #7 Fulmine ***
Capitolo 8: *** #8 Neve ***
Capitolo 9: *** #9 Tema libero ***
Capitolo 10: *** #10 Vista ***
Capitolo 11: *** #11 Invidia ***
Capitolo 12: *** #12 Anarchia ***
Capitolo 13: *** Avviso. ***
Capitolo 14: *** #13 Male ***
Capitolo 15: *** #14 Giustificazioni ***
Capitolo 16: *** #15 Sorte ***
Capitolo 17: *** #16 Tatto ***
Capitolo 18: *** #17 Sensazioni ***
Capitolo 19: *** #18 Pioggia ***
Capitolo 20: *** #19 Collera ***
Capitolo 21: *** #20 Libertà ***



Capitolo 1
*** #1 Oscurità ***


Image and video hosting by TinyPic

Create your own banner at mybannermaker.com!

 #1: Oscurità.


Aveva cancellato definitivamente quel periodo dalla sua testa, cercando di scordare tutto il dolore che aveva provocato e tutto quello che aveva subito.
Cercando di dimenticare la paura che derivava dal vuoto della follia, ma come una cicatrice, una bruciatura diventava parte del proprio passato, anche quello lo era diventato.
Maka alzò lo sguardo al cielo, quel giorno il sole non era riuscito a vincere la battaglia contro le nuvole e adesso era ricoperto del tutto e il suo bagliore si perdeva nel cielo, come la sua anima.
Si era ripromessa che avrebbe cancellato tutto, ma quel giorno il dolore era tornato prepotente nel petto e l’aveva lasciata senza fiato.
Odiava ricordare quel periodo, odiava ricordare se stessa vittima della follia, con gli occhi privi di vita, i capelli lunghi e il fisico troppo magro, ma quello era stato un momento formativo della sua esistenza.
Grazie a quello era diventata la donna di ora e la madre dei suoi futuri figli.
Si toccò la pancia, non ancora enorme, ma i suoi bambini stavano crescendo dentro di lei, sempre di più ma oggi Maka non riuscì a pensare a loro.
Si perse con lo sguardo dentro casa, sarebbero dovuti andare via dal loro nido d’amore, troppo piccolo per contenere quattro persone e senza pensarci il suo sguardo cadde sulla libreria o meglio su un libro in particolare.
Si alzò e lo prese, quel libro era stato la sua speranza qualche tempo fa, quel libro le aveva permesso di battere la follia, di uccidere quel Demone Rosso che si era impossessato del suo cuore, di sradicarlo dal suo DNA.

“Ma un po’ ti piaceva.”
Mi piaceva avere il potere, mi piaceva essere forte, essere indistruttibile, sapere di poter affrontare qualsiasi nemico a occhi chiusi, mi piaceva essere immortale.
“L’oscurità è sempre stata parte di te, ma hai sempre deciso di combatterla.”
Sì, perché mia madre non mi ha cresciuto in quel modo, non sono Crona, ho dei principi.
“Però…-
Però ero forte.

Si lasciò cadere sul divano col libro in mano e osservò distratta le varie pagine, tutti i posti che aveva visitato, i pericoli che aveva affrontato e il coraggio che aveva messo per battere la follia, nonostante tutto un po’ le mancava quel periodo della sua vita.
Piena di avventure, di mostri, di combattimenti, avrebbe evitato le guerre ma la caccia le era sempre piaciuta ed era sempre stata brava in quello, ma adesso Soul e Kid avevano portalo la pace, il primo come ultima Falce della Morte e il secondo come Shinigami, i nemici erano stati catturati e uccisi, e il mondo aveva conosciuto solo prosperità.
La follia era morta, il Kishin anche e Aracne era stata mangiata da Soul.

“Non sei abituata a questa pace, a te piace l’oscurità, piace il brivido del combattimento.”
Ma adesso sto per diventare madre, dovrei smetterla di sognare certe cose.
“Sono i sogni quelli che parlano per noi, i sogni mostrano i nostri veri desideri e io so cosa vuoi…”

Maka chiuse gli occhi e sentì il suo cuore battere così forte che sarebbe potuto uscire fuori dal petto, e si costrinse a cacciare dalla mente quel ricordo, o sogno.
Lei era potente, lei era forte, lei era immortale.

-NO!- alzò la voce e sentì il respiro pesante.
-Maka?-
Soul si avvicinò a lei e prese il viso tra le mani, baciandola.
-Scusami ma mi ero appisolata, senza volerlo.-
-I piccoli ti fanno stancare, vero?-
-Sì, molto.- disse, sposando la testa di lato per farla aderire ancora di più alle sue mani.
-Hai un buon profumo, Maka… Secondo te... Possiamo…?-
-Sì.- sussurrò lei, sporgendosi per baciarlo, facendogli sentire tutto il suo desiderio.
-Non è che farà male a loro?-
-I piccoli? Può solo dare molto piacere a me.- disse maliziosa.
-Meglio.- sussurrò prendendola in braccio, delicatamente senza smettere un attimo di baciarla.
Maka si lasciò andare e così i pensieri cattivi sparirono del tutto, c’era solo Soul, lui e il suo amore, sarebbero stati con lei per il resto della sua vita.

“Hai un’anima oscura e nonostante tu non voglia pensarci, non ci sarà solo Soul o i tuoi figli, per il resto della tua vita, ma anche il vuoto lasciato dalla follia.”
Si è presa una parte di me.
“Sì, perché tu eri una parte di lei.”

Maka cercò di calmare il suo cuore ma senza riuscirci finì sdraiata sotto Soul e in poco tempo i suoi vestiti finirono sul pavimento e lui entrò dentro di lei, deciso ma senza farle male e in poco tempo si perse dentro di lui e dento quell’amore che l’avrebbe dovuta salvare ancora, e ancora, forse per sempre.


Spazio me: Hola, sono tornata con questa piccola raccolta sperando che vi possa piacere ^^
Conosceremo la vita di Maka dopo la guerra, dopo la vittoria, ma avremo anche dei momenti spiacevoli da affrontare, la nostra eroina non è ancora pronta per dimenticare... Vi prometto un immagine di copertina della storia non appena potrò disporre di una connessione migliore <3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** #2 Nascita ***


Image and video hosting by TinyPic

#2: Nascita
 
Ricordava ancora il giorno di nove mesi fa quando Stein l’aveva avvertiva di essere incinta, ricordava come la felicità che aveva tanto cercato in quel periodo le fosse piombata addosso come un macigno e di come lei l’avesse accolta, portandosela sulle spalle o meglio sulla pancia.
Soul era stato con lei, aiutandola anche quando la pancia era diventata troppo grande per permetterle di muoversi, troppo ingombrante per permetterle di uscire da casa.
Ma adesso dopo nove mesi aveva solo voglia di sentirsi più leggera, di riacquistare la proprio corporatura e tornare ad allenarsi come un tempo, ma ancora non aveva fatto i conti con l’operazione vera e propria.
 
-STEIN!- urlò nuovamente per farsi ascoltare.
La schiena le faceva così male che aveva disperatamente bisogno dell’epidurale per affrontare un parto naturale, ma ancora il professore aveva deciso di aspettare e si era volatilizzato nel nulla.
-Cazzo!- urlò ancora portandosi la mano alla schiena e chiudendo gli occhi, le acque le si erano rotte mentre stava mangiando fuori con Soul, aveva chiesto lei di uscire per svagarsi un poco e aveva scelto la serata perfetta.
Quando aveva avvertito suo marito, il ragazzo era sbiancato, diventando dello stesso colore dei suoi capelli e il ciuffo si era ripiegato su se stesso, moscio e privo di vita.
 
-Scherzi, vero?- aveva chiesto guardandola con i suoi occhi rossi increduli.
-No, Soul! Mi si sono rotte davvero le acque!-
-Ah… Dovremmo… Oh mio Shinigami… Cazzo…-
Maka lo aveva osservato per dieci minuti buoni, non lo aveva mai visto perdere il controllo in quel modo e sapeva che se succedeva non era per niente una buona cosa, così reggendosi la pancia aveva aspettato.
Pazientemente che suo marito la portasse in ospedale.
 
-Maka lo vado a cercare.- sussurrò l’albino uscendo di corsa dalla stanza per andare a cercare lo Stein vacante.
-Muoviti, per favore.- ricacciò indietro le lacrime, non sapeva niente di quel momento, si era rifiutata di leggere i libri consigliati dalla madre, rimanendo sul vago e interessandosi semplicemente al dopo, sistemando la camera dei piccoli con colori neutri e creando un ambiente accogliente per loro.
 
“Forse leggere qualcosa non ti avrebbe fatto male.”
Lo penso anche io.
 
-Tesoro.-
Vide suo padre entrare e si fiondò tra le sue braccia, cercando conforto e sicurezza, e con un semplice abbracciò Spirit riuscì a mitigare il suo animo scombussolato.
-Papà se quello non arriva mi trasformo in falce e lo faccio fuori.- sottolineò l’ultima parola, marcandola con la voce.
-Soul sta facendo del suo meglio, i piccoli ti fanno penare?-
-Sì, stanno diventando pesanti! Ho bisogno di riavere il mio corpo, solo per me, non ne posso più!-
-Eccoci!-
Soul trascinò Stein che era rimasto seduto su una sedia con un bisturi in mano, adesso la stava guardando con gli occhi da sadico dissezionatore.
-Andiamo, non abbiamo tempo da perdere.-
-Grazie al cielo!!- esultò sedendosi sul lettino e poco dopo uscì dalla stanza con Soul al suo fianco.
 
***
 
-Bene Maka adesso diamo un occhiata!-
-Occhiata!? Lei deve fare uscire i miei bambini!- urlò sollevandosi sui gomiti per osservare Stein che trafficava con la sua parte intima.
-Però sarebbe affascinante…-
-Cosa?- chiese Soul, gli avevano fatto mettere un camice da sala operatoria e le stava stringendo la mano e con quella libera teneva una macchina fotografica per riprendere i primi momenti di vita dei suoi figli, anche se Maka riuscì a percepire la paura dal battito della sua anima.
 
Siamo sempre connessi.
 
-Sezionarla, guardare com’è composta… Esaminare ogni piccola parte e poi rimontarla…-
Maka nonostante il dolore e le contrazioni, trasformò il braccio in falce e lo puntò alla gola di Stein, senza esitare neanche un attimo.
-Oh esci i miei figli da dentro di me o io ti taglio la testa una volta per tutte, così non dovrò più sentire le cazzate sulla tua mania!!-
-Bene… Allora iniziamo.-
Maka si rilassò nuovamente, appoggiando la testa al cuscino e iniziò a spingere.
-Sappi che mi piacerebbe avere due maschi.- sussurrò Soul al suo orecchio.
-Io vorrei due femmine, con i tuoi capelli e miei occhi.-
-Vedremo.- le baciò le labbra piano e riprese a spingere.
-Qua c’è il primo.- urlò Stein, facendosi passare un asciugamano per prendere il bambino che stava già piangendo e lo uscì piano ma deciso e sentì un piccolo dolore.
-E´un maschio!- lo porse all’infermiera e riprese a trafficare dentro di lei, e aiutato con le sue spinte uscì dopo pochi attimi il secondo.
-Lei è una femmina!-
 
Maka crollò sul lettino, potendo chiudere finalmente le gambe e sentendosi più libera e meno pesante per la prima volta dopo nove mesi, alzò lo sguardo su Soul che stava guardando i suoi figli e non potè fare a meno di sorridere.
-Posso vederli?- chiese cercando di lottare contro il sonno.
Stein si avvicinò con entrambi i piccoli e li sistemò nelle braccia della madre.
-Sono bellissimi.-
-Come li chiamiamo?- chiese Soul, carezzando il viso della piccola.
-Lei è Lily… Lui… Lui non lo so.-
-Vorrei chiamarlo Jonathan, ti piace?-
-Molto, ciao piccola Lily, ciao piccolo Jonathan.- li sentì muoversi piano ma anche loro erano crollati dopo l’estenuante operazione.
-Grazie Maka.-
-Per cosa?- chiese guardando il marito.
-Per loro, per te, mi hai dato tutto, grazie.- la baciò delicatamente e lei sorrise, chiedendo gli occhi, finalmente anche lei poteva riposarsi, sapendo che suo marito l’amava e che i suoi figli sarebbero cresciuti con loro da quel momento in poi, imparando le gioie della vita, le difficoltà e scalando le numerose montagne.
 
“E un giorno forse gli racconterai il tuo passato, cercando di colmare quel vuoto che vive dentro di te, gli racconterai chi eri, com’eri e chi saresti diventata se Soul non ti avesse salvato.”
Forse quando saranno grandi, forse colmeranno quel vuoto che ho dentro e tu non lo sai.
“Quel vuoto, il vuoto della follia niente e nessuno lo colmerà mai, anche adesso: credi di stare bene, di essere felice, ma ti mancherà sempre qualcosa, qualcosa che non potrai più avere e che un giorno ti farà stare male, dentro.
La follia era una parte di te, forse la più importante, e adesso devi imparare a vivere senza di lei, per sempre.”
Proverò a farlo.
“Spero che ci riuscirai, che ci riusciremo, o saremo perse.”

 
Ciao a tutti, spero che gradiate anche questa piccola storia :D
Diciamo che mi sto molto divertendo a scriverle, 
non credevo possibile di riuscere a scrivere anche di loro, il
che da un lato mi ha molto sorpreso...
Ma lasciamo perdere, vi lascio a loro due e ai pargoli, 
dovrei riuscire ad aggiornare nel fine settimane ma in caso
non ci riuscissi il capitolo arriva il 25 :D
<3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** #3 Sogno ***


Image and video hosting by TinyPic

#3: Sogno
 
 
Aprì gli occhi lentamente, ma qualcosa, come un velo, le impedì di vedere veramente.
Si voltò per osservare lo spazio che la circondava e un brivido le percorse la schiena anche se venne prontamente soffocato dalla follia, era chiusa in prigione.
Guardò le sue mani e vi trovò le manette che la tenevano legata alle mura della Shibusen.
Provò ad alzarsi ma sentì il suo corpo immobile, fermo, la follia la governava, la lacerava dall’interno impedendole qualsiasi movimento, anche solo di pensare.
Maka chiuse gli occhi e ricordò di essere rinchiusa in quella prigione da qualche mese, che la guerra fuori continuava e diventata sempre più furiosa, che mieteva sempre più vittime, mentre lei stava là dentro, mentre niente di tutto quello la poteva scalfire.
Kid aveva eretto una barriera intorno a lei, ma non per impedirle di uscire, ma semplicemente per tenerla buona, per cercare di salvarla, ancora.
Scosse la testa e stavolta sentì il suo corpo rispondere, solo una persona poteva salvarla, solo una persona aveva in mano le chiavi del suo cuore per darle questa opportunità, ed era Soul.
Qualcosa dentro di lei si mosse, era il suo cuore che batteva ancora per quella persona, che credeva ancora che l’amore potesse vincere contro la follia, ma una parte di lei sapeva bene che Soul la stava abbandonando, non era mai venuto a vederla, non l’aveva mai cercata e quell’unica volta che aveva attraversato la cella l’aveva ripudiata, l’aveva lasciata.
Maka avrebbe voluto piangere, liberare quella parte di se che la follia controllava ma non poteva, era vittima di se stessa e della sua paura, se solo avesse avuto il coraggio di combattere non si sarebbe trovata in quella situazione, ma sarebbe stata al fianco di Soul, a completare la caccia alle anime.
Ma un rumore le fece alzare lo sguardo e per la prima volta riconobbe subito il volto di Tsubaki.
 
-Soul… Soul è peggiorato adesso sta con Bea, loro si baciano… Ha perso il nume della ragione.-
 
Maka avrebbe voluto rispondere ma qualcosa la bloccò, rendendolo impossibile.
 
-Maka, loro… Loro adesso stanno assieme anche in quel senso. Sono maestro ed arma.-
La sua voce tremò leggermente a quelle parole e si sentì in colpa per aver dovuto dire una cosa del genere alla sua amica.
-Tu dovevi saperlo, ti prego torna!-
 
Sarebbe andata via, chiudendo dentro di se quelle emozioni, per sempre, scordandosi di Soul per sempre.
-Io vado via.-
Trovò la forza di pronunciare quelle ultime parole, prima di lasciarsi consumare definitivamente dalla follia.
 
***
 
Lo aveva rivisto, dopo un tempo che le era parso infinito ma qualcosa era cambiato nel suo sguardo, adesso che lo vedeva bene non c’era amore, c’era rabbia, odio, verso di lei.
Osservò quelli che erano stati i suoi amici per tutta la sua vita, Kid che stringeva le sorelle Thompson trasformate e Black Star che teneva saldamente Tsubaki, pronto a combattere e poi c’era Soul, o meglio c’era Bea che teneva Soul, la sua arma, la sua falce, il suo compagno.
 
Quella visione le provocò un dolore dentro, e nonostante la sua immobilità, dentro di lei il cuore le faceva male, la follia aveva acquistato così tanto potere che ormai era diventata un burattino alla sua mercé, niente l’avrebbe fatta tornare e se aveva sperato che Soul trovasse la sua lettera si era sbagliata, lui l’aveva abbandonata, per sempre.
 
-Oh ma guarda chi si rivede.-
 
I suoi sensi si tesoro e la follia inglobò nuovamente la parte razionale del suo pensiero, lasciandola come un guscio vuoto in balia del Kishin.
 
***
 
Nessuno era riuscito a batterlo, neanche lo stesso Shinigami o suo figlio Death The Kid, nessuno era riuscito a ucciderlo, e desso aveva preso il potere.
Il Kishin aveva vinto quella lunga battaglia per il trono, sconfiggendo tutti i Meister della Shibusen capaci di tale nomina, ma una parte di lei sapeva che se avesse lottato, lei lo avrebbe battuto.
Anche se la follia le impediva, da tempo, di ragionare perfettamente in quei rari momenti in cui riprendeva il controllo riusciva ad analizzare la situazione.
Kid e gli altri, come anche Soul, erano stati sconfitti e rinchiusi in quelle stesse prigioni che avevano usato con lei, il Kishin aveva preso il controllo sul mondo, invadendolo con la follia e l’odio.
E lei?
Lei era rimasta là dove la follia l’aveva portata al fianco di Ashura e del potere, era diventata una serva fedele e una compagna leale, anche se queste sue nuove doti erano state create dalla rabbia e dal Demone Rosso, lei avrebbe voluto combattere, ma quel giorno che aveva detto addio a Soul, aveva detto addio anche alla sua umanità.
E adesso non le era stata data la possibilità di tornare indietro, avrebbe semplicemente atteso che gli eventi decidessero per lei, seguendo la scia che la follia aveva lasciato e sapeva di sangue e morte.
 
***
 
Maka si svegliò urlando, così forte, che svegliò anche Soul accanto a lei.
-Che succede?- le chiese sfiorandole il viso, delicatamente.
Ansimò per la paura e sentì il sudore scorrere lungo la schiena, mentre il suo cuore stava cercando di riacquistare un ritmo quasi regolare.
-Io…-
 
Non posso dirglielo.
 
-Maka sii onesta con me, che cosa hai sognato?-
-Tu… Tu non trovavi la mia lettera e non mi salvavi.-
-Quale lettera? Intendi quella lettera?- vide lo stupore nei suoi occhi e improvvisamene si ritrovò stretta tra le sue braccia.
-Piccola, lo sai che l’avrei trovata.-
-Ma nel mio sogno non lo facevi e io restavo col Kishin, mentre tu e Bea… E non vincevate… Nessuno era riuscito a batterlo.-
-Maka quello è il nostro passato, adesso devi pensare al nostro futuro, ai nostri figli che dormono nell’altra stanza e a noi.-
-Ma è un passato che non mi lascia andare.- sussurrò contro il suo petto.
-Ci sono io qui con te.- iniziò a cullarla dolcemente, mormorandole parole dolci all’orecchio per farla calmare, chiuse gli occhi e si lasciò andare a suo marito.
 
“È questo che intendevo, è questo che la tua anima sente: il vuoto della follia. Il desiderio di averla con se, di colmare quella mancanza, quel potere che sgorgava nelle tue vene.”
Posso resistere.
“È un peso così grande che non riuscirai a portarlo per tutto il tempo, per il resto della tua vita, un dolore che non scomparirà così facilmente e tu lo sai.”
Posso e voglio batterlo.
“Staremo a vedere.”
 
 
 
Bentornati, scusatemi per l'assenza ma non sono
riuscita ad aggiornare e mi sono decisamente
riposata prima di iniziare nuovamente lo studio T.T
Ma non voglio annoiarvi, spero solo che questo nuovo aggiornamento 
vi piaccia e sia di vostro gradimento, mi piacerebbe avere i vostri pareri con qualche recensione <3
A presto :D

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** #4 Crescita ***


Image and video hosting by TinyPic

#4: Crescita
 
 
Maka osservò la stanza per la cinquantesima volta sperando di non essersi dimenticata niente.
Adesso che non stavano più nel loro piccolo bilocale era più difficile gestire la situazione, il padre li aveva aiutati a scegliere una casa decisamente più grande dopo il parto e molto vicina alla Shibusen e al parco dove loro molte volte si erano allenati quando erano studenti.
Adesso avevano due camere da letto arredate, una tutta per i gemelli e una solo per loro, il salone era separato dalla cucina e riusciva a contenere fino a tre divani, due bagni, uno dedicato solo ai piccoli e un giardino interno dove Maka passava la maggior parte del suo tempo.
Sorrise notando i palloncini e le decorazioni che aveva appeso con tanta fatica quel giorno, di color rosa e azzurro, non aveva avuto molta scelta, i piccoli non avevano ancora espresso le loro preferenze e perciò aveva preferito abbellire con qualcosa di neutro.
Andò in camera sua e indossò il vestito per la festa di compleanno, scegliendone uno corto blu ornato ai bordi con dei piccoli fiorellini, indossò le scarpe con la zeppa, aveva scoperto solo col tempo che poteva mettere anche quel tipo di scarpe e non solo gli scarponi e sempre col tempo si era vista bella, cresciuta e donna.
La gravidanza aveva modificato il suo aspetto, il seno le era cresciuto così tanto che Soul aveva smesso di prenderla in giro e aveva iniziato ad apprezzarlo, anche le sue gambe erano più toniche ma lei aveva deciso che non si sarebbe lasciata andare e aveva ripreso gli allenamenti con costanza per tornare quella di un tempo.
E c’era riuscita, perdendo tutti i chili che aveva preso in quei nove mesi.
Uscì dalla stanza e si pettinò i capelli lisci, li aveva fatti crescere, evitando di farli arrivare al sedere ma mantenendoli un po’ sotto le spalle, la rendevano più aggraziata.
 
Sono cresciuta in questi cinque anni.
“Sei una donna.”
Sì.
 
Guardò per un’ultima volta la sua opera d’arte e poi controllò l’ora, Soul sarebbe arrivato a momenti con i piccoli, accompagnato da suo padre e in poco tempo la casa si sarebbe riempita d’invitati per festeggiare le pesti.
Perché col tempo lo erano diventati davvero, Lily era la sua pupilla, fin dalla tenera età aveva dimostrato una grande intelligenza riuscendo a parlare prima del fratello e anche a camminare, Jonathan ci aveva messo qualche mese in più ma nonostante tutto non le era dispiaciuto, i suoi figli erano unici, anche nell’aspetto.
Lily era Soul, non solo nel colore dei capelli e negli occhi, ma anche nei modi di fare, sbruffona e arrogante come il padre mentre Jonathan aveva preso da lei, più schivo e calmo, aveva i suoi occhi e il suo colore di capelli ma non la sua voglia di studiare.
 
Li ho fatti proprio bene.
 
Senza che se ne rendesse conto la porta di casa si aprì ed entrarono i suoi tre amori, sorrise correndo ad abbracciare i suoi tesori e poi baciò il marito, non aveva smesso di amarlo neanche un secondo, per loro era come il primo giorno.
-Ciao amore.- sussurrò Soul, posando alcuni pacchi che aveva comprato.
-Ciao bellissimo.-
-Mamma guarda che mi ha preso il papà!- Lily le mostrò il giocattolo ancora incartato e non si meravigliò nel trovare una bambola.
-Guarda il mio!!!- Jonathan la tirò per la mano e la fece abbassare mostrandole invece un supereroe.
-Ma sono bellissimi, adesso andate in camera e mettetevi le scarpe belle che fra un po’ arrivano gli ospiti.-
-Siii!-
Li vide correre tutti e due e si mise una mano sugli occhi, i suoi bambini erano come lei e Soul i primi anni alla Shibusen, esuberanti e impacciati, ma dimostravano sempre la voglia di imparare e di conoscere il mondo, soprattutto dopo che aveva scoperto il loro potenziale.
Jonathan non era una buki, non aveva mai mostrato nessun sintomo e neanche quando era arrabbiato, aveva mai trasformato parti del suo corpo, mentre Lily si e questo l’aveva preoccupata, sperava che nessuno dei suoi figli nascesse in quel modo ma dovette ammettere che sperare era stato inutile, Soul era una buki e lei pure, anche se per metà, e probabilmente la piccola aveva eredità il gene.
Qualche volta l’aveva vista sforzarsi e aveva notato dei piccoli cambiamenti, avrebbe aspettato i sette anni per parlare, solo quando fosse stata sicura di ciò.
-Eccoci.-
Tornarono in poco tempo e li ammirò, aveva fatto davvero un ben lavoro con loro, sorrise e sistemò i capelli, per renderli presentabili.
Il suono del campanello la distrasse solo per un secondo.
-Volete aprire voi?-
-Siii.-
Corsero nuovamente e sentì Soul stringerle la vita, appoggiando il suo mento nella spalla.
-Stanno diventando grandi.-
-Già, non sono pronta per vederli crescere.-
-Dobbiamo lasciarli andare, e poi sono così bravi, hanno preso da te.-
-Non Lily.- disse ridendo.
-Anche se ha il mio carattere, tutte e due amano lo studio e sanno fare già tante cose.-
-Non voglio che i miei figli siano messi da parte da altri più bravi.-
-Ti sei sempre sentita cosi? A scuola intendo.-
-Molte volte, nonostante fossi una delle più brave Ox sapeva molte più cose e non volevo sbagliare, perché se lo avessi fatto nessuno mi avrebbe creduto capace.-
-Io ho sempre avuto fiducia in te.- ammise guardandola.
-Lo so, ma a quei tempi ero io a non averne in me stessa.-
-Mamma ci sono gli ziii!!-
Entrarono Black Star e Tsubaki tenendosi per mano e porgendo i regali ai piccoli, anche loro col tempo avevano fatto i conti con i loro sentimenti e si erano ritrovati assieme, anche se tutti sapevano che prima o poi sarebbe successo, nessun’altro avrebbe potuto sopportare il ragazzo.
-State benissimo.- disse la ragazza sorridendo.
-Mai quanto il sottoscritto!!!!- disse puntandosi il pollice verso il petto.
-Maka-Chop!-
-Te lo sei meritato amico, la fai sempre arrabbiare.- sussurrò Soul, cercando di evitare che la moglie lo sentisse.
-Ma io…-
-Forza caro.-
-Non imparerà mai.- disse Maka allontanandosi per sistemare le pietanze che da li a poco avrebbero consumato con gli altri.
 
***
Prese in braccio Jonathan mentre Soul fece lo stesso con Lily e si avvicinarono al tavolo dove Kid aveva appena messo la torta.
Per la verità le torte, una rispecchiava i colori di Lily mentre l’altra quelli di Jonathan, una torta a testa per i gemelli anche per non farli bisticciare.
Iniziò a sorridere per guardare le macchine fotografiche che stavano facendo foto per ricordare l’evento, ma proprio in quel momento venne attraversato da uno strano brivido e si sentì come trascinata via.
 
“Ti basta tutto questo?”
Perché non mi lasci vivere, i miei figli stanno per spegnere le candeline e io voglio esserci.
“Ma sei felice, Maka?”
Ci provo, combatto ogni giorno per scacciare dal cuore la sensazione del vuoto che mi opprime, che mi schiaccia nel letto e mi rattrista. Ma sono felice.
“Ci stai riuscendo veramente.”
A battere il vuoto della follia? Sì, ci sto provando e non è facile, ogni giorno devo lottare, ogni giorno devo ricordarmi chi sono e non cedere, e non cadere, devo ricordare che ho fatto grandi cose da quando mi sono pugnala il cuore e che la mia vita è perfetta così com’è.
“Spero che riuscirai a continuare così.”
Anche io.
 
Sorrise ancora e vide Lily spegnere le candeline in un sol colpo, mentre Jonathan soffiò per altre due volte.
Poteva farcela, lei avrebbe combattuto sempre, aveva smesso di arrendersi e sapeva che con la sua famiglia al fianco sarebbe riuscita ad andare avanti ogni giorno.
-Sono felice che tu mi abbia sposato, Maka, che tu mi abbia svegliato, non sarei qui se non fosse per te.- si scostò piano da Soul, dopo aver sentito quelle parole.
-Grazie a te per sorreggermi ogni giorno, senza mai lasciarmi cadere.-
-Non permetterò che succeda ancora.-
-Lo so.- ammise, sorridendo, fece scendere il piccolo e tagliò la torta.
Soul non l’avrebbe lasciata e avrebbe combattuto con lei e per lei, e prima o poi avrebbe vinto anche quella battaglia, doveva solo avere pazienza e ricordarsi che il Demone Rosso era morto, che aveva vinto lei e che Zack l’aveva aiutata in questo.
Solo cosi sarebbe andata avanti.

 

Buona giornata a tutti, il sole splende e gli uccelini cantano ^^
Ma non è questo l'importante, oggi come promesso, 
vi posto il nuovo capitolo e ho anche realizzato il banner per la storia, 
fatemi sapere che cosa ne pensate <3
Grazie mille alle persone che stanno seguendo anche questa
mia nuova pazzia e spero che vi piaccia :D
XOXO

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** #5 Universo ***


Image and video hosting by TinyPic

Vi chiedo scusa per la mia assenza, 
ma purtroppo per motivi personali e per esami dell'università 
non ho avuto modo di scrivere una 
sola riga!
Ma adesso quel periodo buio è passato e sono di nuovo qua!
Ci tengo a ringraziare davvero a chi continuerà a seguirmi e 
sappiate che risponderò più tardi alle recensioni, adesso devo scappare
dalla nonna, che sta poco bene!
XOXO


 
#5: Universo
 
 
Maka si guardò allo specchio per l’ultima volta, cercando di sistemare il maglioncino giallo sopra la camicia, controllò le pieghe della gonna ma decise che quel giorno non avrebbe indossato il suo cappotto, il sole splendeva alto nel cielo e i suoi raggi le infondevano forza.
Uscì di casa per raggiungere la Shibusen, le lezioni di quel giorno si sarebbero concentrate su Stein, nonostante la sua pazzia era un bravo professore e lei lo aveva riconosciuto solo col tempo.
Salutò Ox e Kim e si diresse verso la sua classe dove trovò Black Star e Kid fuori, intenti a litigare per qualcosa di frivolo e poco importante.
-Ciao ragazze.- salutò Tsubaki, Liz e Patty con un lieve sorriso.
-Ciao Maka! Ma Soul?-
-Ah… Non lo so.- ammise guardandosi attorno, la sua Buki non era mai stata puntuale, lo conosceva bene, erano una squadra da quasi quattro anni ma neanche con lui si era sentita veramente se stessa.
-Tipico dei ragazzi farci aspettare.-
-Soul e io non siamo una coppia, lui non deve mica essere puntuale per me.- precisò, superando le ragazze ed entrando dentro.
-Cos’ho detto?- sussurrò Liz prima che Maka entrasse.
La bionda scosse la testa e si incamminò verso il suo posto, odiava sentire le sue amiche parlare di lei e Soul e in quel modo, odiava essere al centro dei pettegolezzi e ancora di più nascondere la verità.
Aveva avuto una cotta per Soul il primo anno che lo aveva scelto come Buki, si era quasi innamorata di quell’albino, scorbutico, pieno di se ma poi aveva capito che il suo non era amore, e lo aveva capito nel modo più doloroso.
Quando lui l’aveva preferita a un’altra ragazza per un ballo della Shibusen, quando lei gli aveva quasi confessato i suoi sentimenti e lui li aveva calpestati, aveva capito che loro sarebbero stati solo Meister e Buki, nulla di più, nulla di meno, un rapporto basato sulla loro lunghezza d’anime che nonostante tutto non aveva ceduto.
Per lei Soul era importante, ma aveva smesso di pensarlo in quel modo, aveva smesso di illudersi che lui potesse guardarla in quel modo, nessuno lo aveva mai fatto, tutti i loro amici avevano messo in chiaro cosa la differenziava dalle altre, lei non piaceva.
-Ciao.-
Maka alzò gli occhi e si scontrò con un paio di iridi celesti, così profonde che le fecero perdere la cognizione del tempo, così limpide che riuscì a specchiarsi e qualcosa le disse che era diversa.
 
Lui ti guarda diversamente.
 
-Sono Zack, mi hanno da poco cambiato classe.-
-Maka, è un piacere.-
-So chi sei, ho sentito parlare di te.-
-Oh.- sussurrò abbassando lo sguardo.
-Ho detto qualcosa che non va?- chiese, avvicinandosi a lei.
-Di sicuro le voci sul mio conto non sono molto lusinghiere.-
-Non rendono quello che sei veramente.-
-Cos…?-
-Maka scusa il ritardo!!-
Soul si lasciò cadere nel posto accanto al suo e si stiracchio prima di sedersi, quasi compostamente.
-Tranquillo.-
-Ho fatto tardi ieri sera e… Sei nuovo?-
-Sì, il mio nome è Zack.-
-Cool.-
-Fate silenzio, inizia la lezione!- urlò Stein entrando con la sua fedele sedia, fino a spingersi alla scrivania.
Maka guardò un’ultima volta il ragazzo che sedeva alla sua sinistra, capelli neri e occhi azzurri, non aveva mai conosciuto qualcuno di così strano, di così diverso, ma improvvisamente capì che non aveva mai conosciuto qualcuno che le parlasse in quel modo, che la guardasse in quel modo.
Arrossì prima di distogliere lo sguardo e lo vide sorridere, quel sorriso sghembo, quello che molti non sanno di fare ma che colpiscono al cuore.
E lui c’era riuscito.
L’aveva colpita e anche affondata.
 
***
 
-Soul dobbiamo esercitarci se vogliamo passare il compito di Stein, di domani.-
-Lo so, Maka, ma non possiamo fare dopo le cinque, io e Black Star dobbiamo davvero fare questa cosa!-
-Cosa?- chiese incrociando le braccia e sbattendo il piede a terra.
-Lo sai che te lo dire, se potessi.-
-Le solite scuse sono queste.-
-Maka.-
-Soul vai pure, tanto lo so che non ci saresti con la testa.-
Si allontanò dal suo compagno, uscendo dalla classe e dirigendosi verso una delle uscite secondarie che portavano ai prati interni della scuola, le braccia ancora strette al petto per nascondere il tremolio.
Soul era sempre più lontano da lei, distante, e irraggiungibile. Aveva paura che la loro connessione potesse spezzarsi, che tutto potesse crollare con un soffio di vento, e lei non voleva.
Teneva a quel ragazzo, gli voleva bene e avrebbe combattuto per rimanere con lui, ma si chiese se al mondo esistesse qualcuno che avrebbe combattuto per lei, che avrebbe mosso mari e monti solo per rivederla, anche per un’ultima volta, anche per un ultimo bacio.
 
Non esiste nessuno per me.
 
-Ci rincontriamo.-
-Zack.-
-Maka, anche tu da queste parti?- disse osservando il verde panorama che li circondava.
-Ci vado spesso.-
-Anche io, ma non ti ho mai vista.-
-Cambio spesso posto.-
-Sei… Triste?- chiese avvicinandosi a lei, per appoggiarsi all’albero accanto.
-Io… Ho qualche problema con Soul, il mio compagno.-
-Del tipo?-
-Lui non prende molto seriamente i miei allenamenti e io non riesco a fare la dura.-
-Sembra più complicato di questo.-
-Lo è.- ammise abbassando lo sguardo sui piedi.
-Non dovresti disperarti.-
-Ah no? Sai mi sembra di essere sola in questo mondo, nessuno mi capisce, i miei amici acconsentono alle mie richieste per pietà e sento che nessuno potrebbe mai amarmi, mai volermi! Guarda… Ne parlo con te che neanche mi conosci.-
Si voltò di scatto per cercare di cacciare indietro le lacrime, non si era mai sentita così vulnerabile come in quel momento.
-Sciogliti i codini.-
-Cosa?-
-Fallo.-
Maka senza girarsi lo fece e sentì i suoi capelli ricadere dolcemente sulle spalle, non era poi così lunghi o così curati come quelli di Liz, lei non aveva mai pensato a quelle cose.
-Sei molto più carina, così.-
-Tu…-
Sentì una leggera pressione sulla sua mano e si voltò per guardare gli occhi limpidi di Zack, la stavano guardando dentro, come se lui riuscisse a leggere il suo cuore, i suoi sentimenti celati e il suo dolore, come se leggesse la sua anima.
-Tu sei rimasta ferita da Soul, lo vedo dal tuo atteggiamento, lo leggo nei tuoi occhi,  ma non dovresti rimanere ferma nel passato, la vita va avanti.-
-Io… Come posso andare avanti se nessuno vuole camminare con me?-
-Lo farò io.-
-Cosa?! Neanche ci conosciamo.-
-Maka, c’è qualcosa in te…. Io lo vedo.-
La ragazza chiuse gli occhi e stavolta non si ritrasse per nascondere le lacrime, nessuno le aveva mai parlato in quel modo, nessuno si era mai sforzato di parlarle in quel modo, di darle una vera occasione e adesso Zack lo stava facendo, uno sconosciuto le dava modo di essere se stessa, di conoscersi, di piacersi, di piacergli.
Lo guardò e sorrise brevemente, prima di rifugiarsi in quelle spalle così grande che l’avrebbero protetta sempre e da qualsiasi pericolo.
 
***
 
Zack le scostò una ciocca di capelli dalla faccia e sorrise, era andato piano, le aveva dato il tempo di aprirsi, di conoscersi, di fare uscire la vera Maka e dopo poche settimane tutto era cambiato.
Lei era diventata più raggiante, sorrideva, e lui viveva di quei sorrisi così puri che avrebbero scacciato le tenebre del mondo se solo lo avesse voluto.
-Cosa guardi?-
-I tuoi occhi.-
-Che hanno i miei occhi?-
-Sono di un bellissimo verde, Maka.-
-Sei tutto scemo, Zack.- scosse brevemente la testa per poi mordersi il labbro.
Qualcosa si mosse dentro di lui, quando lo faceva i suoi sensi impazzivano e stavolta sapeva che non sarebbe riuscito a trattenersi, voleva baciarla, voleva farlo e assaporare il loro gusto e calore.
Si sporse piano, non voleva farla arretrare, voleva che anche lei lo baciasse, che lo volesse con tutta se stessa e quando percepì il suo odore, così vicino, capì che Maka sarebbe rimasta, che non sarebbe andata via.
Le loro labbra si trovarono piano, per capirsi, per conoscersi, e solo dopo pochi attimi il bacio divenne più intenso, era giusto.
Le sfiorò una guancia con la mano e la sentì stringersi di più al suo corpo, combaciava perfettamente col suo, come se fossero stati creati per stare assieme.
 
 
Maka chiuse gli occhi non appena le sue labbra incontrarono quelle di Zack, sentì il suo sapore, erano morbide e calde, ma qualcosa dentro di lei invece le fece pensare al freddo, alla nave.
Si avvicinò a lui per difendersi, per proteggersi da quel qualcosa che non conosceva ma la sua mente iniziò ad aprirsi, a ricordare.
Si staccò piano ed aprì gli occhi, si trovavano in un luogo angusto, ricoperto di neve e l’aurora boreale spendeva sopra la loro testa.
-Cosa…-
-Maka, prova a ricordare.-
Zack la stava osservando, e improvvisamente anche lei ricordò.
-Siamo in Alaska, quando abbiamo affrontato l’ultima prova, quando tu mi hai salvato.-
-Ciao Maka…-
-Zack… Non ti sognavo da così tanto tempo, ma allora…-
-Era solo un sogno, se io fossi esistito come ragazzo quella sarebbe stata la nostra vita.-
-Wow, era così realistico.- ammise, guardandolo.
-Lo era perché abbiamo provato quelle cose.-
-Me lo ricordo.- sorrise e si alzò in piedi, e senza che lo volesse il paesaggio cambiò e si ritrovarono in Australia.
-Sarebbe stato bello abbronzarsi, quel giorno.-
-Sì, lo avremo dovuto fare.-
-Maka tu stai bene?-
Zack le prese la mano e la intrecciò con la sua, e la ragazza dovette ammettere a se stessa che tutto quello che aveva sognato le era sembrato così vero perché nel loro viaggio avevano provato quei sentimenti, Zack si era realmente innamorato di lei e forse nel profondo, anche lei lo aveva fatto.
-Vado avanti, Zack, ma non sto sempre bene.-
-Soul si prende cura di te?-
-Sì, ed anche i miei figli lo fanno, sono la mia forza ma io non mi sento così.-
-Devi resistere, ricordati il motivo del nostro viaggio, ricordati i pericoli, solo così potrai essere forte.-
-E se mi lasciassi sopraffare? Se cedessi al vuoto della follia?- chiese voltandosi di scatto verso di lui, -Se mi annullassi?-
-Tutti i nostri sacrifici sarebbero inutili, tutto il dolore, i rimpianti, non sarebbero serviti a niente.-
-Ma io…-
-Maka adesso basta, sono qua per ricordati cosa hai dovuto vivere, quali sono state le tue scelte e a cosa ti hanno portato, sono qua per ricordarti che tu devi andare avanti e che puoi farcela, anche senza di me.-
-Non potresti restare?- alzò lo sguardo verso quelle iridi che più volte l’avevano fatta sentire in difetto, come in quel momento.
-Lo farei se potessi, ma c’è Soul che ti aspetta a casa vostra e Lily con Jonathan, non c’è spazio per me.-
-Potrebbe esserci, se lo volessi.-
-Ma non deve andare così, te lo avevo detto, in un’altra vita avrei anche potuto amarti e così è stato, in questa vita io ti amo Maka, e so che anche tu mi ami, ma non è la realtà, tu appartieni a un altro universo.-
-Lo so, ma era così vero.-
-Guardami.- le prese il viso a coppa così da poter guardare nei suoi occhi, -Quando ti sveglierai dovrai andare avanti, dovrai farlo per me, ricordati di tutto questo e combatti Maka, non cedere mai alla follia!-
Premette velocemente le sue labbra contro quelle di lei per un’ultima volta, per ricordarsi quelle emozioni che vibravano dentro di lui, per ricordarla, poi la lasciò andare, era arrivato il momento di dirle di nuovo addio.
 
***
 
-Maka? Forza svegliati!-
-Io…-
Si toccò leggermente la testa ma la sentì dolorante e quando provò ad aprire gli occhi vide i contorni sfocati ma percepì la presenza di Soul vicino a se.
-Alzati piano.-
Si lasciò trasportare e si ritrovò seduta a terra in mezzo al salone della loro casa, una scala a pochi passi da loro e i piccoli che la guardavano con le lacrime agli angoli della bocca.
-Cos’è successo?-
-Eri sulla scala e sei caduta, hai perso l’equilibro.-
-Non è da me.- ammise, alzandosi da terra.
-Mamma!!-
Lily e Jonathan l’abbracciarono così forte che le parve di perdere nuovamente i sensi, ma il suo cervello lo impedì, avendo un immagine ben vivida nella sua mente.
Zack.
-Sto bene, non volevo farvi preoccupare, adesso andare a giocare.-
I suoi figli non se lo fecero ripetere due volte e lasciarono la stanza per dirigersi verso il giardino interno della casa.
-Non ti ricordavo così sbadata, sai.-
-Già, io non me ne sono proprio accorta, scusami.-
-Maka, perché mi chiedi scusa?-
-Perché è giusto così.- disse sorridendo amaramente, anche se era solo un sogno aveva di nuovo tradito suo marito.
-La follia è…-
-No, niente del genere!- disse scuotendo la testa, con decisione.
-Allora cosa? Chi hai visto, anche perché sei rimasta incosciente per un bel po’ di minuti.-
-Zack.-
-Me lo immaginavo.-
-Io non…-
-Non sono seccata con te, Maka.- le scostò i capelli dalla faccia e le sorrise, -Non sono più quel ragazzo, io ero geloso, ma ho anche capito che senza di lui tu non saresti qua oggi, e io comunque lo devo ringraziare, per tutto.-
-Sei un marito fantastico, e io ti amo, Soul.-
-Anche io ti amo.-
Si avvicinò piano e lo baciò, la scintilla di quel semplice contatto si propagò per tutto il corpo, era quella la loro magia.
 
Grazie Zack, grazie per avermi ricordato chi sono e cosa devo fare.
“Diciamo che anche per questa volta il vuoto della follia è stato sconfitto.”
E lo sarà sempre, perché io combatterò, per Zack, per Soul, io non cadrò mai.
“Credi in te stessa, sempre.”
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** #6 Udito ***


Image and video hosting by TinyPic

#6: Udito
 
Soul aveva aspettato che Maka uscisse da casa con i piccoli per muoversi dalla sua scrivania.
Non voleva nasconderle il suo piccolo segreto ma voleva che restasse solo suo per po’, nonostante tutto sapeva che lei non gli raccontava tutto.
Non avrebbe mai potuto obbligarla, Maka era diventata un libro chiuso anche per lui, soprattutto per lui che la conosceva da una vita.
Scosse la testa e posò la tazza di caffè sul tavolo, ogni tanto sentiva il cuore così pesante che se lo sarebbe staccato volentieri dal petto, pur di alleggerire la sua anima ma altre volte sentiva quel peso come un dono da preservare.
Sapeva altrettanto bene che quel peso era dovuto a sua moglie, o meglio alle sue battaglie personali, anche se aveva imparato a conviverci dopo tutti quegli anni sperava sempre di non sentirla urlare durante la notte, sperava di non vederla cadere in trans, sperava di vedere una ragazza normale.
Ma Soul sapeva bene che Maka non aveva mai accettato il termine normale, ancora prima che la guerra divampasse, lei voleva essere diversa, voleva essere unica e per un certo verso c’era riuscita: l’unica persona che era riuscita a sopravvivere alla follia, l’unica che poteva vantarsi di essere rinata.
Ma Maka aveva fatto molto di più, aveva distrutto quel Demone che la mangiava dall’interno, aveva avuto il coraggio di combattere se stessa anche quando tutti gli andavano contro, lui per primo.
Ed era stata altrettanto forte da combattere contro il vuoto per tutto quel tempo, da cinque anni sua moglie si alzava dal loro letto cacciando via incubi della sera precedente, mostrando il miglior sorriso ai suoi figli, nascondendo il dolore e la tristezza persino a lui, solo per renderlo felice.
Soul si allontanò dalla scrivania e si diresse nel suo luogo di pace, nonostante avesse promesso a se stesso che non avrebbe più suonato ultimamente sentiva la necessità di quel suono per calmare la sua anima tormentata, per calmare la paura che governava il suo cuore.
Poiché dopo tutto quel tempo lui aveva ancora paura, paura che Maka potesse andare via, di nuovo.
Chiuse gli occhi e si sedette quasi in automatico sullo sgabello, togliendo la pezza che proteggeva i tasti, non aveva avuto il coraggio di dirglielo però, sentiva che avrebbe dovuto rivelare qualcosa di più, qualcosa che non era ancora pronto a dire ad alta voce.
 
Non sono pronto ad ammettere la mia paura, non dopo tutti questi anni che l’ho taciuta persino a me stesso.
“Lei merita di sapere i tuoi pensieri, merita di sapere che cosa provi.”
Lei non lo farebbe.
“Invece sì, è stata onesta quella volta che ti ha parlato di Zack, poteva anche non farlo.”
Tu la difendi sempre, coscienza.
“Perché sento il tuo cuore.”
 
Soul aveva iniziato a suonare senza rendersene conto, vedeva le sue mani muoversi veloci sul piano e si concentrò sulla dolce melodia che stava producendo, una ninnananna.
L’aveva composta alla nascita dei gemelli ma non aveva mai avuto il coraggio di suonarla né a loro né alla loro madre.
 
“Lei ha avuto il coraggio delle sue azioni e non una sola volta.”
Lei è diversa da me.
“Sì ha sempre rischiato, pur di tornare da te.”
 
Carezzò la tastiera nella fase centrale della sua melodia, aveva sempre avuto un udito infallibile per la musica, nonostante tutto lui e Wess erano dei grandi musicisti, anche se il fratello non lo avrebbe mai ammesso, neanche sotto tortura.
Loro non erano mai andati d’accordo, non avevano mai creato quel legame fraterno che tutti si aspettavano, ma avevano preso le distanze quando Soul aveva mostrato le sue capacità di buki.
Wess così aveva deciso di allontanarlo ed anche se ogni tanto si sentivano, quando lui veniva in città o quando usciva qualche sua nuova canzone, lui non si era mai interessato alla sua famiglia, ai suoi nipoti.
 
“Solo una volta.”
Cosa?
“Una volta ha mostrato interesse: ti ha chiamato qualche mese dopo la loro nascita, ti ha chiesto di Maka.”
Ora ricordo, voleva sapere cosa pensasse lei della mia musica.
“Tu non gli hai saputo rispondere ed è stata la prima volta che lui ti ha detto…”
Che sarebbe uno spreco non fargliela sentire.
“Era un complimento.”
 
-Allora è questo che fai quando noi usciamo di casa.-
La sua voce gli fece alzare di scattò la testa e bloccò le mani, interrompendo il suono della melodia.
-Papà ma sei bravissimo.- sussurrò Lily, avvicinandosi a lui.
-Sì.- gli fece eco Jonathan, meravigliato.
-Pensavo che foste usciti.- disse, cercando una scusa valida.
-Avevo dimenticato una cosa e sono tornata… Ne è valsa la pena.- disse Maka, sorridendo.
-Cos…-
-Non ti sentivo da così tanto tempo che mi ero quasi dimenticata di quanto fossi bravo, Soul.-
-Papà suona ancora!-
-Dovreste andare, fate tardi.-
-Già…- commentò Maka, prendendo le mani dei piccoli, nonostante loro non volessero.
-Ma mamma!!-
-Papà non vuole suonare, per favore.-
-Perché?-
Soul osservò la piccola Lily piangere, odiava vederli in quel modo e capì che sua moglie stava provando le stesse cose di sua figlia in quel momento, anche lei stava piangendo, anche se lui non lo poteva vedere, sentiva la sua anima lacerata.
Solo allora ricordò il primo incontro con Maka, lui stava suonando e lei lo aveva scelto, tutto era iniziato con un pianoforte.
Non poteva negarlo.
 
-Forse… Forse potete fermarvi un po’.-
Maka rimase un attimo in silenzio ma lasciò subito le mani dei piccoli, per sedersi accanto a lui sullo sgabello rettangolare, le era sempre piaciuto vederlo suonare, Soul si chiudeva in un mondo tutto suo dove neanche lei poteva entrare.
Lily si sedette a terra e anche Jonathan, appoggiando la faccia sulle piccole mani, senza distogliere gli occhi da Soul.
-Ne saremo felici.-
-Maka…-
-La tua musica ha sempre placato la mia anima.- sussurrò, al suo orecchio.
-Davvero?-
-Certo Soul… Io ti ho scelto perché la tua musica mi ha colpito nel profondo, mi hai mostrato chi eri, e non l’ho mai dimenticato.-
-Sì, me lo ricordo… Ma non ci sono sempre riuscito, questo piano mi intimoriva.-
-Già, lo capisco, ma sentirti suonare è un grande onore… Anche Wess lo direbbe.-
-Tu che ne sai?-
-Lo so, perché l’ho chiamato.-
-Cosa?!- domandò, cercando di controllare il tono di voce, anche se dentro di se tutto stava ribollendo.
-Calmati Soul, è tuo fratello e sarà a Death City per uno spettacolo, voleva sapere se gli avresti fatto la cortesia di suonare con lui.-
-Io… Suonare con Wess? Ti stai sbagliando.-
-No, fidati.-
Soul guardò sua moglie negli occhi e vi lesse sicurezza, certezza, determinazione, il vuoto della follia non l’aveva ancora fermata e forse non ci sarebbe mai riuscito ma stentava a credere che suo fratello lo volesse ad un suo concerto.
-E poi quando tu suoni non sento il vuoto… Tutto si calma, e il rumore di quella radio rotta smette di ronzare nelle mie orecchie, perché ci sei solo tu, e tu riesci sempre a riportarmi a casa.-
-Oh… Maka…-
-Però adesso, suona anche per loro.- disse indicando i loro figli che ancora li stavano guardando con occhi sognanti.
-Sì.-
Soul riprese dall’inizio la ninnananna che aveva iniziato poco prima, ma stavolta sentì qualcosa dentro di se: l’orgoglio.
Maka riusciva a restare per la sua melodia, restava perché lui suonava per lei, sorrise senza rendersene conto, non avrebbe più smesso da quel momento e forse avrebbe accettato la proposta di Wess per il concerto, non lo aveva mai fatto eppure sentiva una nuova energia dentro di se.
Guardò con la coda dell’occhio sua moglie, aveva appoggiato la testa alla sua spalla e aveva chiuso gli occhi, ma riuscì a intravedere un sorriso timido sulla sua bocca, si era innamorato di quel sorriso e avrebbe continuato a lottare per mantenerlo vivo.
 
“Questo sarà il tuo atto di coraggio.”
 
Non perdete le speranze, quando meno ve lo 
aspettate torno con un nuovo capitolo, anche se in ritardo.
Non ho giustificazioni di nessun genere, 
solo la mia pigrizia e la mia disorganizzazione.
Scusatemi, cercherò di non ritardare più del dovuto !
Cosa voglio dirvi di questo capitolo? Ah si... Sarà dalla parte di Soul, 
penso che era arrivato il momento di lasciare
spazio anche a lui :D
Ps: Fatemi sapere che ne pensate ^^
Thanks :*

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** #7 Fulmine ***


Image and video hosting by TinyPic

#7: Fulmine
 
-Così il Demone Rosso venne sconfitto per sempre, adesso che ne dite di dormire? Domani bisogna svegliarsi presto.-
Maka spostò una ciocca di capelli di Lily e rimboccò le coperte di Jonathan, sorridendo ai suoi figli.
-Mamma, amiamo questa storia.-
-Sì, quando ci parli del combattimento, vorremo starti a sentire per ore.- continuò la piccola.
-Lo so, ma adesso è davvero tardi.-
-E Zack?-
-In che senso, Jona?-
-Lo hai più visto?-
Maka abbassò gli occhi e il sorriso che fino a quel moment aveva mostrato sparì dal suo viso, si era fidata a raccontare quella storia ai suoi figli, aveva preferito che la sentissero da lei invece che alla Shibusen, poiché il Periodo Buio era stato inserito nei libri di testo, ed anche se piccoli aveva preferito metterli davanti a quella verità, solo che aveva modificato volontariamente una cosa.
Nella sua favola della buonanotte Zack tornava a Londra e lei a Death City.
Non aveva avuto il coraggio di parlare della sua morte, non voleva far sapere ai suoi figli quanto in realtà avesse sofferto, anche se un giorno avrebbero appreso la triste verità.
-No, Jonathan, lui doveva tornare a Londra, è un Guardiano.-
-Ma tu e lui eravate fortissimi e tipo spaccavate tutto!- urlò, mettendosi all’in piedi e iniziando a saltellare sul materasso.
-Oh sì, non lo metto in dubbio, ma dovevo riconquistare il vostro papà.-
-Ma papà ti stava spettando!-
Lily uscì fuori dal letto e decise di imitare il fratello nei suoi salti.
-Oh siate buoni, mettetevi a letto.-
Maka osservò la finestra e notò le nuvole scure e cariche di pioggia, ci sarebbe stato un temporale e lei voleva essere nel suo letto il prima possibile, odiava i fulmini, i tuoni e quella sensazione di pericolo che si diffondeva nel suo corpo.
-Ragazzi forza, cosa vi ha detto la mamma?-
-A letto.- commentarono in coro, quando Soul si appoggiò allo stipite della porta.
-Grazie.- mimò la moglie, sistemando per l’ultima volta le coperte, spense la luce del lampadario lasciando volontariamente accesa quella dell’abat-jour.
Socchiuse la porta e si lasciò andare contro la porta, sospirando per riprendere le forze.
-Ogni tanto ci fanno impazzire, vero?-
-Oh sì.-
-Sono le tue storie, li fai eccitare.- disse, incamminandosi verso la stanza da letto.
-Oh stai zitto, lo so che anche tu ti metti ad ascoltarle.-
-Ogni tanto.-
Soul prese le coperte del letto, le spostò giusto in tempo di mettersi sotto.
-Ogni tanto? Ti piace sentire di quel viaggio, ammettilo.-
-Sì, perché mi ricorda quanto tu sia coraggiosa e quanto io fossi stato coglione.-
-No, solo limitato.-
-Perché non gli hai detto la verità su Zack? Nonostante sanno della guerra, quella è un’altra delle tue storie, gli hai raccontato anche del Kishin.-
Maka imitò il marito, sistemò meglio i cuscini dietro la schiena e si appoggiò, cercando di scegliere con cura le parole.
-In realtà non l’ho trovato neanche io un vero motivo, solo che la prima volta che l’ho raccontato volevo regalargli un finale diverso, tipo un lieto fine.
Volevo che anche lui potesse essere felice, e la volta dopo non me la sono sentita di correggermi, poi loro lo scopriranno lo stesso.-
-Forse un giorno.-
-Sì, ed in quel momento capiranno che gli ho mentito.-
-Lily e Jonathan sono più svegli di quello che sembrano.-
-Li sottovaluto sempre.- rispose la donna, ammiccando verso il marito.
Improvvisamente un tuono squarciò il silenzio della casa e Maka osservò il lampo che ne seguì, la pioggia iniziò a scendere prima piano e poi sempre con più intensità.
-Ringrazio che non abbiano preso questa mia paura.- sussurrò, stringendosi a lui.
-Oh io sono felice che sia solo tua.-
Soul fece risalire piano la mano sotto la camicia da notte di lei, partendo dalla pancia per carezzare piano i seni e stringerli.
-Oh, anche a me.-
 
Soul le mostrò il suo miglior sorriso e con l’altra mano fece risalire la camicia da notte fino alla testa, per poi buttarla sul pavimento.
Guardò estasiato il corpo di Maka, nonostante fossero presenti delle piccole cicatrici dovute alla guerra, alla sua lotta contro il Demone, la trovava ancora bellissima ed ancora la desiderava come la prima volta.
Si soffermò brevemente sulla cicatrice che più aveva significato, quella piccola cicatrice quasi a forma di stella che stava proprio sul suo cuore, dove lei si era pugnalata per ucciderlo lo stronzetto rosso.
Iniziò a baciarla da lì, piano e con delicatezza, la sentì rilassarsi e capì che la paura la stava lasciando andare, risalì piano lungo il collo, lasciandole piccoli baci, arrivò alla mandibola e lentamente alla sua bocca.
Sentì la lingua di lei intrecciata alla sua dopo poco tempo e la strinse a se, non avrebbe potuto amare nessuno oltre lei, ci sarebbe stata sempre e solo lei nel suo cuore.
Si sdraiò sopra di lei, poggiando sui gomiti per osservare quegli occhi verdi che gli facevano battere il cuore.
Sentì le sue mani sulla schiena e un brivido di piacere partì da essa per arrivare al suo basso ventre, la voleva tantissimo.
Soul chiuse gli occhi solo il tempo di togliersi la maglia del pigiama e si ritrovò stretto tra le braccia di Maka, percepì i suoi baci sul collo, sul petto, lungo le braccia e in pancia, allontanandosi prima di raggiungere il suo membro eccitato.
-Ogni volta ti piace stuzzicarmi.- sussurrò, mordendole l’orecchio.
-Da morire.-
 
Maka si posizionò a cavalcioni su Soul e riprese a baciarlo in bocca con passione, facendo aderire il suo seno nudo al suo petto muscolo, le piaceva vederlo in quel modo, sentirlo suo e farlo impazzire.
Sentì le mani di suo marito giocherellare con le sue mutandine e, nonostante si fosse rivoluzionata anche su quel punto di vista, le spostò per toccargli le natiche.
Sapeva che continuando così avrebbe resistito ancora poco e avrebbe fatto il suo gioco, così decise di sdraiarsi e lo vide sbarazzarsi sia del pantalone che delle sue mutande in un unico colpo.
Soul le baciò la pancia, scendendo lentamente fino a toglierle le sue mutande con i denti. Si guardarono negli occhi per pochi attimi, ed entrambi si resero conto che avevano trovato il giusto rimedio per combattere la sua paura contro i fulmini.
Maka sorrise, lo sentì entrare dentro di sé, si morse un labbro e strinse piano i suoi capelli albini mentre aumentava il ritmo.
***
 
-Allora Maka, ti vedo rilassata.-
-Mmm?-
-Il temporale… Di solito rimani terrorizzata per giorni.- precisò Tsubaki.
Maka istintivamente arrossì e distolse lo sguardo da quello della sua amica, aveva accompagnata i piccoli alla Shibusen ed era rimasta a parlare volentieri con lei.
-Diciamo che forse ho trovato un rimedio per non rimanere terrorizzata.-
-Cioè? O aspetta lasciami indovinare.- posò un dito sulla bocca e alzò gli occhi al cielo, ma tornò a guardarla dopo poco, -Scommetto che si chiama Soul.-
-Prevedibile?-
-Oh si!-
-E tu cosa mi dici di un certo ragazzo con i capelli blu? Le cose stavano andando bene.- si sedette sul muretto della scuola ed esaminò la sua seconda casa.
-Con Black Star va tutto benissimo, in realtà volevo dirti una cosa, ecco perché speravo di trovarti qua.-
-Cosa?- chiese preoccupandosi dello sguardo vago della sua migliore amica.
-Bè insomma… Lo sai che stiamo assieme da un po’, e lui…-
-Tsubaki mi farai venire un accidenti, cos’è successo?-
-Mi ha chiesto di sposarlo ed io ho detto sì.- sussurrò, uscendo l’anello dalla sua borsetta, dove era accuratamente nascosto.
-Oh mio diooooo!!- urlò balzando in piedi e abbracciando la ragazza.
-Sono così felice per voi! E quando?-
-Pensavamo a questo Natale.-
-Solo tra due mesi! Posso aiutarvi col matrimonio se ne avete bisogno.-
-Maka non stressarti per noi e poi Black Star sembra avere molte idee per la testa!- rise la brunetta.
-In caso me lo fate sapere, devo correre a casa ad avvertire Soul, ti chiamo dopo!- urlò, correndo giù dalle scale della Shibusen, senza aspettare che la sua amica rispondesse.
 
Finalmente quei due si sposano! Non ci posso credere, hanno finalmente aperto il cervello ed hanno capito che si amano abbastanza da fare il grande passo.
“Lo avrebbero fatto prima o poi”
Lo so ma sono così felice, mi sembra di poter toccare il cielo con un dito.
“Sono queste le cose importanti della vita, sono queste cose che allontanano la follia e che ti permettono di avere fiducia nel domani.”
Sì, Soul, Lily e Jona e miei amici, finché sarò con loro posso combattere il vuoto che ho nel petto, finché loro crederanno in me posso farcela.
 

Beneee, ed eccomi qua pronta con il nuovo capitolo.
Grazie per la fiducia che mi state dando e spero di non 
deludervi, ancora T.T
Sono stata un pò dolcistra in questo #7 ma ho voluto 
trattare un tema che avevo momentaneamente sospeso.
Vi do appuntamento a Lunedì, non credo di riuscire ad aggiornare sabato, per
cui non voglio darvi false illusioni ^^
XOXO

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** #8 Neve ***


Image and video hosting by TinyPic

#8: Neve
 
Maka finì di sistemare la cravatta al piccolo Jonathan e si abbassò per aggiustare il vestito di Lily, di colore rosa antico che s’intonava benissimo con i suoi capelli albini, mentre al maschio aveva fatto indossare un completo di colore blu, voleva che tutto fosse perfetto.
Dopo averli osservati un’ultima volta si alzò e si diede una sistemata, aveva preferito indossare un vestito a metà coscia di verde foresta con delle scarpe alte.
-Allora sei pronta?-
Soul entrò in camera ma rimase bloccato non appena la vide.
-Sto così male?- rispose ansiosa, girandosi verso lo specchio per cercare qualche imperfezione.
-No, Maka sei bellissima.-
 
Suo marito la fece voltare e la guardò intensamente negli occhi, scoprendosi sempre così innamorato di quella donna che gli aveva cambiato la vita.
-Penso che potresti fare invidia alla sposa.- commentò sarcastico, baciandole il collo.
-Oh credo che Tsubaki sarà bellissima, ma dovremo muoverci, siamo i testimoni.- allungò il collo per baciarlo brevemente sulla bocca e si voltò per prendere lo scialle.
-Maka tu lo sai che sarà Tsubaki che dovrà aspettarlo all’altare? Non credo che Black Star riuscirà a essere così puntuale.-
-Bè allora ti assumerai il compito di prenderlo, dovunque lui sia.- disse, sorridendo e facendo indossare ai piccoli il cappotto.
-Cosa?! Non puoi dire sul serio!!-
-Oh caro, non voglio vedere la mia migliore amica piangere perché il cretino arriva tardi il giorno delle loro nozze.-
-Maka…-
-Soul.-
-Okay… Speriamo che non sia necessario.-
-Papà perché lasci vincere sempre la mamma?- chiese, innocentemente Jonathan.
-Perché il papà sa che se non fa come dico io, lo riduco a pezzettini.-
-Non ascoltatela, alla mamma piace scherzare.-
-Ah si?-
Maka si voltò ed allungò un braccio quasi trasformato verso il suo caro marito.
-Cerchiamo di farli sposare, per favore, quei due sono un disastro senza di noi.- sciolse la trasformazione e restò con il braccio teso verso di lui.
-Lo so ed hai ragione, forza andiamo.-
 
***
 
Black Star continuò ad osservare fuori dalla finestra della cucina, la neve scendeva lenta fino a ricoprire tutte le strada di Death City, come anche i tetti, come il tetto della Chiesa dove Tsubaki lo stava aspettando.
-Cosa sto facendo?-
Si era preparato molto lentamente, mettendo cura ed attenzione in tutti i dettagli, ma nonostante sapesse di aver fatto la scelta giusta chiedendo alla sua buki, quella ragazza meravigliosa, di sposarlo, adesso stava morendo dalla paura.
Lui, l’assassino per eccellenza, non riusciva a muovere un passo dalla loro casa, non aveva il coraggio di presentarsi al suo matrimonio e sapeva che continuando così l’avrebbe persa e non voleva perdere l’unica ragazza che gli aveva letto l’anima.
-Sono un disastro.-
-Lo sei, ma io sono qua per impedirti di commettere il più grande errore della tua vita.-
-Soul.-
-Che c’è? Aspettavi Babbo Natale, forse?-
-Non aspettavo nessuno.-
-Black Star cosa sta succedendo? So che prima di chiederle di sposarti c’hai messo tempo, molto tempo, ma perché adesso non sei in Chiesa?-
Soul prese una sedia e la sistemò accanto a quella del ragazzo, aspettando le sue motivazioni.
-Hai mai la sensazione di essere cresciuto troppo in fretta? Di aver bruciato le tappe e che vorresti tornare indietro?-
-Ogni sera.-
-Cosa?!- la stella nera si voltò ad osservare l’albino dritto negli occhi ma non vi lesse ironia, ma solo la dura realtà.
-Ogni sera spero di tornare indietro ai tempi cui eravamo solo degli studenti, sogno di poter evitare a Maka la sofferenza della follia, sogno di essere io a compiere con lei il suo viaggio e non Zack, sogno così tante cose che la mattina sono sempre stremato ma nonostante questo non mi pento delle mie scelte.-
-Io non sono come te, amico.-
-No, ma anche tu hai una ragazza che riesce a capirti, che ti può leggere l’anima, Tsubaki non ti lascerà mai.-
-Lo so.-
-Black Star nessuno vuole costringerti a sposarti, non sono qua per trascinarti di peso in quella Chiesa dove una sposa bellissima sta aspettando il tuo arrivo, ma sappi solo che io mi sono sposato quando ero ancora così giovane, che avrei potuto evitarlo, ma io amavo Maka, la amo ancora ora, Shinigami sa quanto e non scambierai nessun giorno passato con lei, o con Lily e Jonathan, per tornare il diciassettenne che ero, per tornare quel ragazzo che le ha spezzato il cuore in tutti i modi.
Sono cresciuto troppo in fretta, e allora?
Non mi interessa.-
-Ma…-
-Black Star la vita è tua, sei tu che al mattino devi svegliarti senza rimpianti e con lei al tuo fianco.
Tsubaki capirà se non ti presenterai al vostro matrimonio, è così buona che non potrebbe mai odiarti.-
-Io…-
-Adesso vado a darle la notizia, soffrirà un poco all’inizio ma almeno potrai tornare ad essere quel famoso Dio di cui ti vantavi tanto da ragazzo, aspetta com’era: in cielo e in terra, sono io la star!
A quanto pare la mia grandezza è troppo ingombrante per te.
Finalmente ho dimostrato di essere più grande di un Dio: aureola puoi finalmente avvolgermi!
Sarò colui che supererà anche Dio.-
Soul si alzò in piedi e sistemò nuovamente la sedia al suo posto, ma prima di incamminarsi verso la porta si voltò nuovamente verso il suo amico.
-Ma stavolta non ci sarà lei ad applaudire, sappilo.-
 
***
 
Maka osservò nuovamente il portone della Chiesa ma non vide arrivare nessuno, né suo marito né tantomeno il promesso sposo.
Si voltò cercando di nascondere la tensione e sorrise alla sua migliore amica, nonostante il carattere attivo e forte, Tsubaki si era mostrata per la prima volta debole: era seduta o meglio si era lasciata andare su una delle panche ed osservare il suo bouquet, con aria persa e sofferta.
-Black Star.-
Maka sussurrò così piano e decise di andare a parlarle.
-Tsubaki sono convinta che avrà avuto un problema alla cravatta e Soul sta perdendo tempo perché neanche lui è molto capace.-
-Lascia stare.-
-Cosa intendi?-
-Lui… Lui non verrà, non verrà a posarmi.-
-Non dire così, nonostante sia un grande zuccone ti ama molto.-
-Non abbastanza da battere la sua paura, nonostante tutto lui è il grande Black Star, io non lo sono mai stata alla sua altezza.-
-Tsubaki.-
-Scusami Maka, ma adesso io torno a casa, non ha senso restare qui.-
 
Tsubaki si alzò e lasciò cadere il bouquet accanto a se, nonostante sentisse il cuore pesante per il dolore si fece coraggio e si alzò, voleva uscire a testa alta da quella Chiesa, niente glielo avrebbe impedito.
Si alzò i lembi del vestito che aveva scelto con tanta cura e si diresse verso il portone.
-Credo che tu abbia imboccato la direzione sbagliata, l’altare è da quella parte!-
Quella voce la fece bloccare, improvvisamente, e vide la sagoma di Black Star avanzare verso di lei.
-Tu…-
-C’ho messo un po’ di tempo ma un amico mi ha ricordato che il grande Black Star non è niente senza la grande Tsubaki, scusami se ti ho fatto aspettare.- sussurrò, prendendole la mano e facendola voltare verso l’altare.
-Mi vuoi ancora sposare?-
-Io…-
-Tsubaki ho bisogno di te.-
-Certo che ti voglio sposare, Black Star.-
-Bene!- urlò, sorridendo e avanzando con la sposa.
 
-Ci sei riuscito.-
Maka aveva sussurrato quelle parole all’orecchio del marito, soddisfatta che il suo piano fosse riuscito.
-Mi è bastato toccare i punti giusti.-
-Il suo ego è così sconfinato.-
-Non quanto il suo cuore, la ama ma aveva bisogno di una piccola spinta.-
-Grazie per quello che hai fatto.-
Gli strinse la mano e si appoggiò a lui.
-Sei stata tu ad aiutarmi.-
-Io?-
-Il nostro matrimonio, la nostra vita mi hanno aiutato a capire cosa fosse importante, cosa dovessi dire a Black Star, tu sei il centro di tutto.-
-Tu sei il centro del mio mondo.- sussurrò Maka, dandogli un bacio in guancia per poi continuare a seguire la cerimonia.
 
È lui, è sempre stato Soul il centro della mia vita e senza di lui non sarei qua adesso.
Lo amo così tanto.
 
Maka sorrise ancora, ma dovette chiudere gli occhi, un dolore improvviso al petto le tolse il fiato e si ritrovò appoggiata alla colonna per non crollare a terra.
Sentiva la voce di Soul, ma gli arrivava come un rumore in lontananza, distante e impercettibile, aprì gli occhi ma non riuscì a distinguere le forme.
 
La follia è sempre così vicina che mi fa paura.
“Combatti.”
 
Riprese a inspirare cercando di scacciare via quell’attacco, cercando di scacciare la sensazione di vuoto che sentiva all’altezza del cuore, quel vuoto che le faceva così male che avrebbe preferito colmarlo con qualsiasi altra cosa, pur di non sentirlo più.
-Maka.-
-Sono… Sono qua.- sussurrò, cercando di riacquistare il controllo.
Nonostante avesse ucciso la follia, nonostante ne fosse uscita, il vuoto che era rimasto dentro di lei faceva più male di quanto avesse previsto, catturandola in quel mondo privo di suoni e di colore, in quel mondo dove il Demone Rosso la portava sempre, solo che poteva sentire il dolore, poteva rendersi conto di quando il suo subconscio cercava di prendere il controllo.
-Ti porto fuori.-
-No, il matrimonio.-
-Ma tu…-
-Stammi vicino e passerà tutto.-
Alzò lo sguardo e riuscì a distinguere i tratti del suo volto, la piccola ruga sulla fronte e gli occhi sbarrati per la paura di perderla, appoggiò il viso al suo petto e riacquistò il controllo, si era abituata a farlo, poteva farcela ancora.
 
La follia si è sempre presa la parte migliore di me, fin dall’inizio ha scelto il mio cammino, la strada che avrei preso, ha deciso per me le mie azioni e le mie battaglie, rendendomi un mero fantoccio, un corpo inesistente.
Credevo che battere il Demone fosse sufficiente per tornare a vivere, per ottenere quella libertà che per lungo tempo mi era stata negata, ma ho imparato sulla mia pelle che la follia è qualcosa di ancora più grande.
Lei c’è ancora, forse non come una volta, forse non più nella forma del piccolo Demone Rosso incantatore, ma scorre nelle mie vene, nel mio sangue, è nel mio corpo e non riuscirò mai a scacciarla.
Quel vuoto, quel vuoto che la sua assenza ha comportato viene colmato con questi attacchi, come se lei potesse nuovamente acquistare il controllo, ma solo ora mi rendo conto che combattere serve a non darle questo potere, solo ora mi rendo conto che la mia guerra durerà tutta la vita.
Riuscirò a farcela ogni volta?
“Non lo so.”
Neanche io.
 
 
Buongiorn ragazzi, scusate se settimana scorso 
non ho aggiornato ma ho avuto un esame
e non me la sono sentita di scrivere niente !
Ma eccomi sono tornata e vi lascio questo piccolo ma 
grande capitolo, secondo me, 
aspetto come sempre le vostre impressioni 
e grazie per non avermi lasciata, 
nonostante i miei ritardi <3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** #9 Tema libero ***


Image and video hosting by TinyPic

#9: Tema libero
 
Kid attivò uno degli specchi della città e si fermò ad osservare quello che stava succedendo nel mondo là fuori.
Soffermandosi su Black Star e Tsubaki alle prese con la casa nuova da arredare e sistemare, sorrise istintivamente ricordando tutte le avventure che aveva passato con quei due ragazzi: i tormenti, le vittorie, le sconfitte.
Non era riuscito ad andare al suo matrimonio, in vero essendo Shinigami non si sarebbe mai più potuto muovere dalla scuola, così quando aveva ricevuto l’invito non se l’era sentita di chiedere di spostare la cerimonia, avrebbe assistito, anche se da lontano.
Così aveva attivato uno dei suoi specchi ed aveva visto la disperazione negli occhi di Tsubaki e la determinazione in quelli di Maka che chiedeva a Soul il miracolo, e il ragazzo effettivamente l’aveva fatto.
Black Star anche se in ritardo aveva sposato l’unica ragazza che continuava a ridere alle sue battute.
Death the Kid cambiò immagine e dovette ammettere che non gli era piaciuto cosa aveva visto nello specchio quel giorno, pochi minuti dopo l’inizio della cerimonia: Maka e il suo tormento.
La follia o il vuoto come la chiamava lei prendevano ancora il sopravvento, facendola cadere in quel oblio mentale che già una volta aveva combattuto.
-Ecco perché le ho chiesto di venire qua.-
Non voleva dover affrontare un’altra minaccia, dopo la morte del Kishin e il viaggio di Maka regnava la pace e lui si prodigava ogni giorno affinché ciò continuasse.
-Kid tutto bene?-
Alzò lo sguardo e disattivò lo specchio, nel quale stava guardando Maka attraversare le strade di Death City per recarsi da lui, ed osservò la sua ragazza.
Non era sicuro che il rapporto che aveva instaurato con Liz fosse permesso, suo padre non gli aveva mai raccontato nulla di sua madre e della loro storia, ma sapeva altrettanto bene che senza lei non sarebbe riuscito ad andare avanti.
-Stavo solo riflettendo.-
-Sei preoccupato, me ne rendo conto.-
La ragazza in quei cinque anni era cresciuta leggermente in altezza, i capelli erano sempre biondi e lunghi ma non vestiva più uguale alla sorella, ci aveva rinunciato poco dopo essere diventato Shinigami, la perfezione era la parte più radicata della sua indole, ciò che lo caratterizzava come Death the Kid, ma come Shinigami aveva dovuto dare la priorità ad altro.
-Maka, mi preoccupa sempre e solo lei, non è riuscita a trovare la pace dentro di se.-
Liz gli prese una mano e la strinse forte, e lui chiuse gli occhi.
Una volta aveva provato a lasciarla andare, sapeva che quella ragazza meritava più di un uomo che non sarebbe mai potuto uscire dalla scuola, meritava una vera relazione e un futuro stabile, tutte cose che lui non gli avrebbe potuto dare, ma lei era rimasta.
Da quel giorno l’aveva apprezzata ancora di più.
 
-Maka non troverà mai la pace, purtroppo dopo aver sofferto così tanto ed aver pagato così tanto c’eravamo aspettati che lei fosse la prima a stare bene in questo nuovo mondo, ma non è stato così.
Dovrà sempre lottare.-
-Sta venendo qua, volevo parlare con lei.-
-Hai fatto bene, io devo raggiungere Patty per delle commissioni, ma torno più tardi.-
Nonostante Kid fosse stato sempre più basso di lei, negli ultimi anni, aveva quasi raggiunto la stessa altezza, così non dovette far abbassare lei per baciarla su quelle labbra morbide che amava più di se stesso.
***
 
-Ciao Kid.-
Maka entrò nella Death Room e chiuse dietro di se la porta, trovò il ragazzo all’in piedi e la cosa stranamente la preoccupò, Kid non si muoveva quasi mai dalla sua sedia.
-Ciao Maka, scusami se ti ho fatto venire con così poco preavviso.-
-Non c’è problema.-
-Lily e Jonathan sono rimasti con Soul?-
-Sì, gli aveva promesso una lezione di piano e sono rimasti volentieri con lui.-
-Me lo avevi detto, dopo il concerto con Wess le cose sono cambiate.-
-Già, ma so che tu non mi hai fatto venire per questo.- posò le mani sui fianchi e guardò negli occhi uno dei suoi più vecchi migliori amici.
-Mi conosci bene.-
-Sono o no la tua migliore amica? Anche se non ci vediamo spesso, io so come sei dentro, credo che tu abbia visto qualcosa che mi vuoi chiedere, no?-
-Il vuoto della follia si fa ancora sentire?-
Maka abbassò lo sguardo e senza pensarci si sedette a terra, portando le gambe al petto e stringendo forte, non era riuscita ad affrontare quella discussione con Soul e aveva sperato con tutta se stessa che Kid la chiamasse per parlare, ma adesso che si trovavano uno di fronte all’altro, non aveva il coraggio.
E si meravigliò di quella situazione: la sua vita era sempre stata caratterizzata dalla mancanza del coraggio.
Prima nella battaglia contro Crona e poi durante la guerra contro il Kishin era riuscita a trovarlo solo coinvolgendo Soul nel Sangue Nero, rischiando anche la sua vita, ma credeva di aver superato anche quello ed invece era di nuovo punto e a capo.
-Maka?-
-Sì, non sempre e non con la stessa intensità. Ma lui c’è ancora, dentro di me.-
-Parli del Demone?-
-No, della follia. Il Demone è morto, perché nonostante questo vuoto coinvolga il mio subconscio non vengo trasportata nell’oblio, non mi ritrovo in una stanza rossa a dover sentire per ore la sua voce petulante.-
-Allora cosa ti succede?-
-Mi fa male, qua.- si toccò il cuore e abbassò la mano, -Mi fa stare male per qualche minuto, come se mi mostrasse due realtà, ma nonostante ciò io rimango presente, recepisco, anche se da lontano, quello che succede ma la mia mente nel frattempo affronta una discussione con la parte più nascosta, con quella parte che il vuoto porta alla luce ogni volta.-
-Di cosa parlate?-
-Mi chiede se riuscirò a farcela, se riuscirò a vincere la follia per tutta la vita.-
-La tua risposta?- Kid si sedette di fronte a lei, in attesa.
-Non lo so, questa è la mia risposta.-
Il ragazzo allungò una mano per stringere il ginocchio della sua migliore amica e rimase un attimo in silenzio.
-Io non capisco, Zack aveva detto che uccidendo il Demone tutto sarebbe finito.-
-Lo so, ma forse neanche lui si rendeva conto di quanto questa forza fosse potente, ti voglio ricordare che Aracne mi voleva usare come contenitore per far risorgere il Kishin, perché dentro di me c’era tutta la follia.-
-Soul… Cosa dice?-
-Con lui è sempre difficile parlare, anche se negli ultimi tempi le cose sono cambiate, ho paura che esponendomi troppo potrei riaprire vecchie ferite, e lui non si è mai ripreso da questa storia.-
-Vorrei solo che esistesse un modo per farti stare bene, Maka, anche se sono rinchiuso qua non capisco perché tu non possa avere un lieto fine.-
-Kid.- la ragazza alzò gli occhi verso il suo amico e sorrise, un sorriso sincero che spiazzò il Dio della Morte.
-Quando siamo venuti al mondo, non sapevamo cosa il destino avesse in serbo per noi, nonostante tu fossi il figlio di Lord Shinigami nessuno ci aveva detto che avremo lottato per tutta una vita, che la guerra ci avrebbe condizionati e guardarci adesso, ognuno ha le sue croci da sostenere: tu sei chiuso qua dentro quando vorresti poter vivere alla luce del sole con la ragazza che ami ed io.
Io devo continuare a lottare per vivere, per non far capire a mio marito che se abbassi anche solo una volta le difese potrei non tornare, devo continuare a combattere per la serenità dei miei figli.
Siamo destinati a cose più grandi di noi.-
-Mi sono mancante queste nostre discussioni.- ammise il ragazzo, allungando le gambe.
-Anche a me, con te riesco a dividere questo fardello.-
-Maka lo so che per nessuno dei due sarà facile andare avanti, che per nessuno dei due sarà facile svegliarsi col sorriso sulle labbra e credere in un mondo migliore, ma assieme siamo sempre stati forti e poi forse riesco a fare una cosa.-
-Cosa?- chiese alzandosi da terra, per seguire il ragazzo verso la sua sedia.
-Ti ricordi il libro che avevi trovato nella libreria? Il libro che ti ha condotto da Zack?-
-Certo, è nascosto a casa mia…-
-Portamelo.-
-Perché?- insistette.
-Come ti sentiresti se riuscissi a farti vedere Zack, anche se per poco tempo?-
-Io…-
-Proviamoci Maka, proviamoci assieme, ancora una volta.-
-Ancora una volta.- sussurrò, incredula, lo avrebbe rivisto.
 
 

Buon pranzo a tutti :D
Eccoci qui con un nuovo capitolo, vorrei prima di lasciarvi dire un paio di cose:
1- Ho trovato nuova ispirazione e credo che la storia arriverà sui 15 capitoli e non più
a 10 come avevo previsto, inizialmente;
2- In alcuni casi vi sembrerà leggere qualcosa di vecchio su Maka e la sua paura, 
ma vi sono delle differenze notevoli, in caso non fossero comprensibili avrò il
piacere di esser più chiara;
3- Non sono mai riuscita a capire le differenze tra Shibigami, dopo la sua morte e 
Kid, come nuovo Shinigami, anche lui è vincolato come il padre?
Se avete delle infomarzioni da dirmi le accetterò volentieri, ma per il momento rimango
ferma all'idea originale;
4- Non smetterò mai di ringraziarvi <3
XOXO

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** #10 Vista ***


Image and video hosting by TinyPic

Buon Natale!!
 
#10: Vista
 
Maka quella notte non era riuscita a chiudere occhi, le parole di Kid continuavano a ronzargli nella testa senza darle pace.
Lo avrebbe potuto rivedere, veramente, e non solo nella sua testa come un semplice ricordo, ma avrebbe avuto Zack davanti a se.
Osservò Soul dormire tranquillo al suo fianco e in silenzio uscì dal letto, non riuscendo a contenere la sua anima.
Si diresse senza esitare verso la libreria, spostò due libri e trovò quello che l’aveva condotta alla salvezza, il libro che le aveva fatto incontrare Zack.
Se non fosse stato per entrambi, non sarebbe riuscita ad ottenere la libertà, a crearsi una famiglia e a vivere quella specie di vita che le era stata concessa.
Sfogliò delicatamente le pagine, ricordando le avventure che aveva passato con il guardino, il suo arrivo a Londra e il morso del lupo in Germania, quella era stata la prima volta che si era concessa di avere paura da quando la follia aveva preso il sopravvento.
La prima volta che stava, veramente, per morire.
Adesso che ci ripensava dopo anni capiva la gravità di quella situazione, se Zack non fosse stato al suo fianco, lei sarebbe morta, inevitabilmente sola e in un posto sconosciuto, ma lui l’aveva portata in Australia, l’aveva salvata.
 
“E non una volta sola.”
No, Zack mi ha ricordato che per vivere avevo bisogno del coraggio.
 
Forse era stato l’unico a insegnarle quella lezione stando alle sue regole, senza tapparle le ali Zack aveva lasciato che fosse lei a guidare il gioco, ma allo stesso tempo le aveva dato una delle più grandi lezioni di vita: l’amore è sacrificio.
Maka lo aveva capito nel momento esatto in cui si era pugnalata, il suo viaggio, la sua missione erano solo per Soul, erano solo per renderlo felice.
Chiuse gli occhi e strinse il libro al petto, quando aveva sentito la carne incrinarsi aveva capito che per suo marito sarebbe anche morta, sarebbe sparita pur di vederlo felice e spensierato come un tempo.
 
Tutto quello che ho fatto è sempre stato solo per Soul, la mia vita è sempre stata sua, ancora prima che io e lui ci incontrassimo: eravamo destinati.
E dal momento cui mi sono innamorata, ho capito che non sarei più stata padrona di me stessa, che lui avrebbe determinato la mia esistenza.
“Ma poi è subentrata la follia.”
Sì, è stata lei ad avere la meglio, ma le mie battaglie sono sempre state per lui.
Si combatte sempre in nome dell’amore.
“Allora perché domani vuoi rivedere Zack?”
Perché ho bisogno anche di lui, perché nonostante i miei sacrifici, io sono egoista: Soul mi ha dato tutto, ma ho bisogno di Zack per sapere di poter andare avanti, di poter contrastare il vuoto per tutta la vita.
“Maka…”
Ho deciso.
 
Alzò lo sguardo verso l’ingresso e posò il libro nella sua borsa, domani mattina sarebbe andata da Kid, avrebbe chiesto a suo marito di tenere i piccoli ancora per un po’ e dopo averlo visto gli avrebbe raccontato la sua verità.
Era egoista ma odiava le bugie, aveva smesso di mentire dal giorno che era scappata per la sua missione e da quel momento si era fatta una promessa.
Non avrebbe più mentito a Soul, neanche quando la verità gli avrebbe fatto male.
 
***
 
Liz non era rimasta sorpresa quando Kid gli aveva raccontato la discussione affrontata con Maka la sera precedente, nonostante tutto anche loro avevano vissuto i problemi dell’amica in prima persona e sapere che lei non aveva ancora trovato la pace, la faceva sentire in colpa con se stessa.
Nonostante Kid fosse diventato il Dio della Morte e avesse responsabilità dell’intera città e della pace, la loro storia non era poi così complicata, soprattutto perché avevano la fortuna di svegliarsi ogni giorno col sorriso sulle labbra.
Lei no.
Invece Maka ogni mattina deve lottare con la parte più radicata della sua anima, quella parte che involontariamente la conduce alla follia.
Elizabeth era rimasta sorpresa però di vederla a scuola verso la metà della mattinata, aveva deciso di raggiungere Tsubaki per darle una mano con la casa quando la figura esile di Maka l’aveva bloccata all’entrata della scuola.
-Kid… Kid è libero?-
-Maka… Ciao… Sì lui è nella Death Room, come al solito.-
-Grazie Liz.-
La vide procedere oltre ma decise che avrebbe rinviato la visita alla sua migliore amica, doveva concentrarsi su un’altra di esse, o non se lo sarebbe mai perdonato.
 
Maka aprì lentamente la porta, per poi chiuderla alle sue spalle.
Trovò Kid seduto sulla sua sedia ma stranamente nè trovò un'altra, non vistosa come la sua, ma altrettanto comoda.
-Aspettavi visite?-
-Solo te.- disse il ragazzo, sorridendole.
-Grazie.- si sedette, stringendo tra le mani la sua borsa.
-Maka tu sei sicura di volerlo fare?-
-Sì, ho davvero bisogno di vederlo… Kid anche io ho un limite.-
-Dammi il libro.-
-Come pensi di rintracciarlo?-
-Penso di poter individuare la trasmissione dei guardiani con lo specchio.-
-Di che stai parlando?-
-Zack potrebbe essere in un mondo parallelo, dove in realtà non è più un guardino ma aspetta la prossima “chiamata” per tornare al lavoro, oppure è tornato a Londra, a custodire il suo pezzo di pugnale.-
-Non… Non ci avevo mai pensato.-
-Maka sappi però che lo potrai solo vedere, io non posso portarlo veramente qua.-
La ragazza rimase un attimo in silenzio, aveva sperato di poterlo sfiorare, di poter sentire nuovamente l’odore di lavanda ma si rese conto che gli andava bene anche così, gli bastava vederlo.
Annuì velocemente e portò nuovamente l’attenzione al suo amico; lo vide chiudere gli occhi, alzarsi per dirigersi verso il centro della stanza e canticchiare una strana litania, poi scrisse un numero e sentì il classico suono della chiamata inoltrata.
Maka si alzò velocemente e gli andò incontro, stava stringendo i pugni così forte che neanche se n’era resa conto e quando li rilasciò notò delle piccoli cicatrici sul palmo delle mani.
Quando alzò lo sguardo trovò gli occhi limpidi e misteriosi di Zack farle compagnia, i suoi capelli neri e il fisico alto.
-Zack.- sussurrò, restando con la bocca aperta per la sorpresa.
-Ciao Maka!- esclamò sorridendo.
-Vi lascio per un po’.-
Death The Kid che non si era mai mosso, secondo lei, dalla sua stanza uscì in silenzio, senza proferire altre parole.
-Non hai un bell’aspetto.- la voce di Zack la riportò alla realtà ed osservò il guardiano in tutta la sua bellezza.
-Diciamo che vado avanti.-
-Maka lo sappiamo tutte e due che la verità è un’altra, sono sempre riuscito a capire le tue bugie.-
-Sì, in effetti!- sentì le lacrime premere per uscire ma si costrinse a resistere, voleva essere forte, voleva fargli capire che aveva la situazione sotto controllo, nonostante tutto.
-La follia… Non è mai andata via Zack… O meglio al suo posto è rimasto un vuoto, un vuoto che fa ancora più male, lui vuole portarmi giù.-
-Combatti allora.-
-Non riesco, io non ce la faccio più!- esclamò esausta.
Appoggiò una mano sulla lastra dello specchio, voleva poterlo sentire vicino come una volta e lo vide disporre la sua mano proprio sulla sua, per farle combaciare, solo allora Maka lasciò uscire le lacrime.
-Mi avevi promesso che sarei potuta andare avanti, mi avevi promesso che sarebbe stato diverso.-
-Lo so, piccola, credevo anch’io che fosse diverso, che potevi farcela, ma quando mi sono reso conto che niente sarebbe andato in quel modo ho ripreso a vegliare su di te. Maka non ti ho mai lasciato andare.-
-Allora perché non sei qua con me ad aiutarmi, neanche Soul riesce più a tenermi legata a questo mondo e se dovessi cedere? Se non riuscissi più a bloccare il vuoto?-
-Non ti lascerò neanche in quel caso, non permetterò alla follia di portarti via.-
-Zack.- scosse la testa, e con l’altra mano asciugò alcune lacrime, -Vorrei solo chiudere gli occhi e dormire.-
-Anche una volta avevi detto così ed io ti ho impedito che accadesse, devi dare più fiducia a Soul, a Lily e Jonathan, il loro amore è la chiave per vincere.-
-Io…-
-Maka lo hai sempre saputo anche tu che la tua vita non sarebbe più stata la stessa, che tutto sarebbe cambiato dalla battaglia contro Chrona, ma devi imparare che dalle avversità può nascere sempre qualcosa di buono.-
-Dove sei adesso?- chiese, invece di rispondere alla sua affermazione.
-Sono in un altro posto, con i guardiani.-
-Perché non sei a Londra?-
-Perché adesso non ho nessuna parte del pugnale da controllare.-
-Perché?-
-Quando hai usato il pugnale lui non si è scomposto ed è tornato al suo posto, ci vuole molto tempo affinchè torni ad essere efficiente.-
-Stai dicendo che un giorno ci sarà un’altra guerra per la follia?- chiese, spaventata da quel futuro che avrebbero vissuto i suoi figli.
-Sto dicendo che il pugnale sarà sempre pronto a dare aiuto a chi cerca il coraggio.-
Maka avrebbe voluto rispondere ma sentì improvvisamente il suo cuore così pesante che cadde a terra con le ginocchia, alzò lo sguardo ma stavolta non riuscì neanche a mettere a fuoco, il suo mondo era diventato buio.
-MAKA!!-
-Maka…!-
 
Kid entrò di corsa nella stanza, vedendo la sua amica distesa a terra apparentemente senza sensi e uno Zack abbassato che provava in tutti i modi di attraversare quello specchio per aiutarla.
Vide anche Liz seguirla, con la coda dell’occhio, ma fu lui a sollevarla piano.
-Ehi, riesci a sentirmi.-
-Maka!-
-Sono qua.- sussurrò, -Sono ancora qua, non sono andata via.-
Aprì gli occhi ed osservò tutti i presenti, per poi sedersi a terra e tenersi la testa con le mani.
-Ti prendo dell’acqua.- disse la bionda, uscendo di corsa.
-Forse è il caso che lui vada.-
-Aspetta, solo un attimo.- urlarono entrambi guardando Kid negli occhi.
 
-Maka ascoltami bene, anche se non mi vedrai io sarò sempre al tuo fianco. Ti aiuterò in questa battaglia, per tutta la vita, sarò la voce della tua coscienza che ti dice di non mollare, ma tu combatti, combatti ogni giorno, fallo anche per me.-
-Non posso prometterlo.- guardò il ragazzo negli occhi, e lesse paura, disperazione, timore, -Io non posso prometterti che combatterò ogni giorno e che vincerò ogni giorno.
Ci sono momenti che desidero solo lasciarmi andare.-
-Maka.-
-Zack ho tanto desiderato rivederti che non mi sembra vero, tu sei qua, sei ancora qua, questo è il dono più bello che potessi ricevere. Mi dispiace che tu non abbia trovato la pace dopo la nostra missione, speravo che entrambi saremo stati felici, ma siamo destinati ad un eternità di sofferenze.-
-Non dire così.-
-Scusami, ma certe volte quello che dico non è quello che penso. Questa è la parte peggiore della follia, le può decidere le mie azioni, ma proverò a farcela, adesso so che tu sei con me.-
-Vederti è stato il più regalo che tu potessi farmi, adesso potrò ricordare ancora meglio come sei fatta: i lunghi capelli, più sistemati che ti ricadono morbidi sulle spalle, il viso da donna i cuoi occhi verdi sono ancora più belli dello smeraldo.
Mi hai ricordato perché mi sono innamorato di te e perché ti amo ancora, salutami Soul, salutami i tuoi figli, mi sarebbe piaciuto conoscerli.-
-Anche a loro saresti stato simpatico.- posò nuovamente la mano sul vetro, -Ciao Zack.-
-Ciao Maka.- sussurrò, appoggiando nuovamente la mano prima di sparire.
 
Kid riuscì a prenderla in tempo prima che si lasciasse andare a un pianto disperato.
 
***
 
Soul non si era solo preoccupato quando aveva ricevuto la chiamata di Kid ma aveva anche lasciato i piccoli, alla velocità della luce, da Tsubaki ed era corso a scuola.
Lui e Kid non avevano smesso di sentirsi ma l’unica cosa che gli aveva detto era stato un nome, il suo nome: Maka.
Ed allora aveva capito che qualcosa era successo.
Aveva spalancato le porte della Shibusen e aveva camminato nuovamente in quei corridoi che lo avevano visto crescere e diventare l’ultima Falce della Morte, per quei posti che erano stati la sua seconda casa.
Si diresse di corsa verso la Death Room e quando l’aprì trovò sua moglie rannicchiata su una sedia, il viso rigato dalle lacrime e gli occhi persi nel vuoto.
-Cosa le è successo?!-
-Soul vedi…-
-Ho rivisto Zack.- sussurrò la donna, senza guardarlo.
-Cosa?-
Credette di non aver capito, che Maka stesse delirando e che fosse di nuovo vittima della follia.
-Ho trovato un modo per contattarlo, è stata una mia idea, Soul.-
-Perché?-
-Perché sto male, sto di nuovo male e speravo che lui potesse aiutarmi.-
Il ragazzo si avvicinò alla sedia e s’inginocchiò davanti a lei, cercò la sua determinazione ma non la trovò.
-C’è riuscito? Ti ha aiutato?-
-No, è andato di nuovo via.- Maka si voltò per guardarlo negli occhi e sentì nuovamente le lacrime scenderle lungo il viso ed appannarle la vista.
-Ho paura, Soul.- sussurrò.
 
Buone feste a tutti voi, mi scuso se ieri 
non sono riuscita a pubblicare, avrei voluto farvi questo regalo
ma fra famiglia, mangiate e giocate a carte
non ho avuto il tempo neanche di accendere il pc.
Quindi consideratelo il mio regalo post-feste!
Adesso che ho ottenuto tutte le informazioni che mi servivano
sarò più chiara nella storia, alla prossima settimana!!
^^

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** #11 Invidia ***


Image and video hosting by TinyPic

#11: Invidia
 
Era passata solo una settimana da quando Soul aveva trovato Maka a pezzi nella camera della Morte, e solo col passare dei giorni si era reso conto che non aveva più visto sua moglie in quelle condizioni dalla battaglia contro il Kishin.
Lui, che per primo in quel periodo l’aveva abbandonata, si era reso conto di quanto fosse difficile per Maka andare avanti, convivere con quel peso sul cuore per tutta la vita.
Aveva creduto nel profondo che tutto si sarebbe risolto che dopo Ashura, Aracne e la sua missione, Maka fosse tornata normale, fosse di nuovo quella ragazza che lo aveva sentito suonare in un’aula della Shibusen tanti anni fa, quella ragazza che lo aveva scelto come compagno, e non solo come semplice buki, ma come compagno per la vita.
Adesso però, Soul, si era reso conto di una cosa ancora più importante: quella ragazza non esisteva più.
Quella Maka solare, attiva, impedita nel basket, secchiona e straordinaria era solo un fantasma della nuova Maka, che al contrario, era terrorizzata dalla vita, dal futuro e da tutte quelle cose in cui una volta era bravissima.
La nuova Maka non assomigliava per niente a quella vecchia ma lui non era riuscito a guardare fino in fondo la sua anima, per tutti quegli anni aveva creduto ciecamente alle sue parole, senza mai porre neanche una domanda e adesso invece aveva davanti a se una donna che poteva spezzarsi da un momento all’altro.
Alzò gli occhi dal piano, neanche la sua musica l’avevano più aiutata, neanche i suoi figli le avevano più strappato un sorriso da quando aveva rivisto Zack.
 
“Sei geloso?”
No, ho imparato col tempo che la figura di Zack non è mai stata un ostacolo al nostro amore. Nonostante lui la ami, Maka appartiene a me, ho solo paura che la situazione le sia sfuggita di mano.
Ho paura che si possa perdere.
“Adesso capisci che anche lei può avere paura.”
Cosa intendi?
“Per tutto questo tempo ha sempre mostrato il suo coraggio, anche quando quest’ultimo vacillava, ma adesso che non si sente più legata a questo mondo, Maka ha paura.”
Troppe persone la amano.
“Non sempre l’amore basta.”
 
-Papà perché la mamma non viene a fare colazione?-
-Jonathan la mamma non sta tanto bene, in questi giorni.-
Si alzò e raggiunse i piccoli in cucina, nonostante tutto li avevano cresciuti bene, indipendenti e caparbi, Maka era stata un ottima madre.
-Ma sta sempre chiusa in camera, non viene neanche più giocare con me e le mie bambole.- commentò Lily, abbassando lo sguardo sul suo piatto.
-Vi prometto che starà meglio, adesso dovete darle solo il tempo di riprendersi.-
-Guarirà?-
-Sì.- sussurrò Soul, scompigliando i capelli al piccolo.
 
Distolse lo sguardo per osservare il cielo di Death City, la neve non aveva smesso un secondo di scendere lenta e inesorabile dalle nuvole ma capì di aver detto la prima bugia ai suoi figli.
Non era sicuro che Maka sarebbe guarita, non era più sicuro di niente.
Lei era sempre stata la sua certezza, lei e basta.
E se lei cadeva, lui cadeva con lei, era sempre stato così e solo adesso si era reso conto di quanto fosse precaria la sua vita, di quanto Maka fosse sempre stata in pericolo e nonostante ciò si fosse sacrificata ogni giorno per regalargli un po’ della sua umanità, un po’ del suo coraggio, un po’ del suo amore.
 
***
 
Sapeva che sarebbe stato meglio rimanere a casa e riposarsi, sapeva perfettamente che da quando aveva rivisto Zack i capogiri erano diventati più frequenti e le forze l’abbandonavano troppo velocemente, ma aveva bisogno di parlare col suo migliore amico.
Era uscita da casa senza farsi sentire da Soul o dai suoi figli, loro non avrebbero capito e lei non avrebbe potuto spiegare perché si trovava in quelle condizioni, o almeno non in quel momento.
Nonostante si sentisse stanchissima e priva di energie, impiegò tutte le sue forze per arrivare alla Shibusen anche se impiegò il doppio del tempo e quando raggiunse l’ultimo gradino sentì il suono della campanella.
Improvvisamente si bloccò e rimase a guardare alcuni studenti uscire e sedersi sul muretto, altri rimanere all’ingresso ed ebbe quasi l’impressione di vedere anche lei, Soul, Kid con Patty e Liz, Black Star e Tsubaki uscire dalla scuola per dirigersi al campo da basket.
Ricordò la sua adolescenza o almeno quella piccola parte che aveva vissuto prima della battaglia contro Chrona e della follia, ricordò i litigi con Soul, i Maka-Chop lanciati contro i suoi amici, le ore di studio fino a tarda notte e Blair che non li lasciava mai stare.
Gli allenamenti, le lezioni di Stein e Sid, suo padre che la rincorreva per i corridoi, quella era stata la sua vita una volta, quella era stata lei.
Sentì le lacrime scendere lentamente giù per le guance e si rese conto che sarebbe voluta tornare indietro più di qualsiasi altra cosa al mondo, capendo di provare invidia per quelle persone che, a differenza sua, potevano essere padroni del proprio destino e vivere quella vita che le era stata privata.
Strinse i pugni e le lacrime smisero di uscire, ricordava cosa voleva dire essere un Meister EAT, ricordava che con Ox ci fosse qualche attrito era molto brava a scuola e che Soul la faceva penare in tutti i modi.
Ricordava come fosse, essere loro.
 
Perché devo provare questo sentimento? Non sono mai stata neanche invidiosa di Bea, non fino a questo punto ma loro… Questi ragazzi io non li conosco eppure vorrei poter essere ognuno di loro, almeno per un giorno.
“Anche tu hai delle debolezze, rimpiangi la vita che la guerra e la follia ti hanno rubato, ma Maka la tua vita va bene così com’è, non devi cambiarla.”
Vorrei solo tornare adolescente per un giorno, sedermi tra quei banchi ed essere una secchiona, vorrei essere di nuovo Maka Albarn.
“Oh Maka…”
 
-Maka?-
La ragazza voltò lo sguardo e trovò Black Star a pochi passi da lei e dovette ammettere che anche lui in fondo era cambiato, da quando si era sposato, forse anche da prima, non era quel ragazzino che voleva trascendere gli dei, non era più il Black Star arrogante e menefreghista.
-Che ci fai qui? Dovresti essere a casa.-
-Avevo immaginato che Soul ti avesse aggiornato sulle mie condizioni.- disse, per poi tornare a guardare i vari gruppi.
-Si preoccupa per te.-
-Lo so.-
Rimasero in silenzio per pochi attimi, ma nonostante non sentisse il legame che provava con Kid anche con lui stava bene, erano le persone più importanti della sua vita.
-Li vedo come li guardi ed anche io provo la stessa cosa.-
-Non capisco.-
-Sono invidioso Maka, invidioso di questi ragazzi che hanno ancora la vita davanti e nessuna guerra all’orizzonte, invidioso delle loro missioni e dei loro allenamenti, sono invidioso di alcuni ragazzini e me ne vergogno.-
Rimase con la bocca leggermente spalancata non riuscendo a credere che anche lui si sentisse in questo modo, immaginava che fosse un sentimento solo suo, dettato dalla follia e dal suo cuore malato.
-Black Star…-
-Non rimpiango la mia vita e sono sicuro che anche a te stia bene così, nonostante tutto, abbiamo ottenuto il meglio che potessimo avere, ma darei qualsiasi cosa per un giorno in più nella mia adolescenza, un giorno in più per sentirmi quel Dio di cui tanto parlavo con Tsubaki, un giorno indietro.-
-Credevo che fossi l’unica a sentirmi così.-
-No, ma nonostante questo sentimento dobbiamo andare avanti. I nostri giorni da studenti non esistono più e dobbiamo conviverci.-
-Non credo di poter sopportare anche questo, sento che potrei scoppiare da un momento all’altro, che qualsiasi sentimento aggiungo al mio cuore mi porterà a varcare quel confine che ho segnato tanto tempo fa e che ho già superato.-
-Maka come la vita di Kid è fatta di responsabilità, la tua è una continua lotta.-
-E la tua?- chiese la ragazza, guardandolo.
-La mia è assicurarmi che i miei migliori amici non facciano passi falsi.-
-Grazie, Black Star.- sussurrò, distogliendo lo sguardo dagli allievi della Shibusen per guardare la città dall’alto, -Credo che tornerò a casa.-
-Non dovevi andare da Kid?-
-Sì, ma grazie a te sto molto meglio e per oggi va bene così.- provò a sorridere, anche se sapeva bene quanto distorto le uscisse in quel momento.
-Non smetterai mai di sorprendermi.-
-Spero di no.-
Iniziò a scendere lentamente le scale e posò le mani dentro le tasche dei pantaloni, la neve aveva smesso di cadere dal cielo, anche se momentaneamente, e poté osservare il sole alto nel cielo, si era liberato delle nuvole e stava ridendo.
 
“Combatti.”
Ci proverò, Zack.

 
Nonostante io lo consideri, quasi, un capitolo di passaggio
in relatà sarà determinante per il capitolo successivo: Anarchia.
I sentimenti di Maka verranno anallizzati nel profondo e forse
riusciremo a guardare anche dentro la sua testa!
Per il momento grazie come sempre per il vostro sostegno, 
è così bello leggere le vostre recensioni <3
Thanks at all !^^

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** #12 Anarchia ***


Image and video hosting by TinyPic

#12: Anarchia
 
Mio padre mi ha sempre raccontato di quanto fosse nobile vivere per gli altri, vivere per il bene altrui, nonostante i suoi comportamenti non siano mai stati d’esempio per me, mi ha sempre aiutato a scoprire la mia strada.
 
Mi chiamo Maka Albarn, sono una Meister specializzata nella Falce, il mio compagno è Soul Evans, falce e musicista, siamo una coppia perfetta.
O almeno, lo eravamo.
Il nostro legame si è scheggiato per la prima volta nella battaglia contro Chrona, dove lui è rimasto gravemente ferito, ma lo abbiamo spezzato definitivamente quando io ho ceduto alla follia.
Cosa mi ha portato a quella triste scelta?
La paura.
Avevo paura di quello che sarebbe successo contro il Kishin, in realtà avevo paura del mio futuro e così ho cercato la strada più semplice, per la prima volta.
Avrei potuto evitarlo ma non l’ho fatto.
E adesso pago le conseguenze di quel gesto folle.
Se una volta non avevo paura a lasciarmi andare alla follia, al piccolo Demone Rosso, così da ottenere tutta la forza, col tempo ho imparato che tutte le mie decisioni hanno avuto delle conseguenze.
Il mio sangue è diventato Nero, neanche il suicidio poteva uccidermi, ero quasi immortale.
Quasi perché l’unica persona che è riuscita a farmi del male è stata un lupo in Germania, durante il mio viaggio con Zack per la scoperta del pugnale.
Ho pagato le conseguenze di tutte le mie decisioni ma senza di esse a quest’ora non avrei conosciuto lui, Zack.
Non eravamo destinati a conoscerti, ma il fato opera in modi così inspiegabili che nessuno, neanche gli Dei possono comprenderlo.
Eravamo riusciti a vincere e durante quel viaggio ho capito cosa fosse davvero combattere la follia, ho capito cosa dovessi fare per tornare a vivere: sacrificarmi.
Per me, per mio marito, per i miei amici.
E quando mi sono svegliata nella mia nuova vita, credevo die essere libera, di essere finalmente arrivata alla fine del mio viaggio e di poter scegliere nuovamente cosa potessi o meno fare, ma anche stavolta ho dovuto pagare le conseguenze.
La follia non è mai andata via, adesso al posto suo c’è il vuoto.
Non dovrei avere paura di qualcosa che non posso vedere, toccare, sentire, ma proprio per tutti questi motivi mi rendo conto che il mio avversario non può essere sconfitto.
Ed ho paura.
 
Sono Maka Evans, ho combattuto per tutta la mia vita, fin dai primissimi tempi ed adesso devo continuare a combattere, anche se sono sposata ed ho due figli.
Anche adesso che la mia vita è perfetta, ma forse non lo è mai stato.
Mi sono sempre illusa che tutto andasse per il verso giusto ma è sempre stata la follia a decidere per me.
Soul è convinto che io stia bene, che sia ancora la donna di cui si è innamorato, quella forte, coraggiosa, caparbia ma di lei non è rimasto più niente, io non sono quella Maka, ho cercato di esserlo per lui, per i miei figli ma ho fallito.
Ho fallito anche per Zack, non ha mai trovato la pace, vaga ancora da qualche parte per colpa mia.
La mia vita anche adesso è determinata da un piccolo Demone che non posso vedere, che non posso combattere.
 
Sono Maka e credo che nella mia testa ci sia una grande confusione, vige l’anarchia, dove tutto è scombussolato ed io non sono più padrona neanche delle mie idee.
Non credevo che mi sarei sentita nuovamente così: persa.
Già una volta avevo provato questa sensazione e già quella volta avrei preferito recedere i fili che mi tengono legata a questo mondo, ma sono sicura di non poterlo fare, non so se il mio sangue sia nero o meno, ma so che il vuoto non mi lascerà mai andare.
Adesso che il Kishin è morto e il mondo è in pace anche la follia è morta, o almeno, è morta perché io me ne sono assunta la responsabilità, anche senza volerlo.
Adesso però credo di essere arrivata a un vicolo cieco: cosa succede se non riesco a tornare dall’oblio?
Una volta potevo combattere contro un Demone, ma adesso, contro chi combatterò?
 
Ho provato più volte a mettere ordine dentro la mia testa, ma tutte le volte che c’è ho provato il vuoto mi ha bloccato.
Una testa confusa, un corpo vuoto.
Questa sono.
 
Maka, che nome strano e buffo mi hanno dato i miei genitori, mi sembra di riuscire a sentire ancora le loro voci, mi sembra di poter tornare indietro, ma non posso, è solo un’illusione.
La mia felicità è una grande montatura, perché sto per fare male alle uniche persone che amo, alle uniche tre persone che involontariamente non mi hanno fatto cadere fino a questo momento.
Però adesso sento che il vuoto è troppo forte, sento che mi trascina sempre più verso l’oscurità, verso di lui.
Ho provato a combattere ma stavolta non ho i mezzi per poterlo affrontare, non sono più quella Meister di talento, sono una semplice ragazza, cresciuta troppo in fretta.
Vorrei poter evitare questo dolore alle persone che amo, ma non posso, il vuoto mi vuole ed io non posso oppormi.
 
Maka… Che strano nome… Maka…
 
Maka… Ma… Chi è questa Maka?
 
***
 
-Sta male, me ne rendo conto ogni volta che la guardo negli occhi. Sta male ed io non posso fare niente per evitarlo.-
Soul si girò verso Death the Kid, anche lui pensieroso e con lo sguardo perso nel vuoto.
-Sono convinto che troveremo una soluzione.-
-Lo sai Kid, lo sai bene quanto me che Maka non può guarire con una medicina, lei sarà sempre malata ma credevo che col tempo la follia sarebbe scomparsa, credevo che potessimo essere felici.-
-Lo siete stati, ma devi darle tempo. La sua scelta di cedere alla follia ha compromesso tutta la sua vita, lei apparteneva al Kishin, è una sua creatura, anche adesso che il Demone è morto.-
-Volevo solo una vita tranquilla.- sussurrò l’albino.
-Non smettere di credere in lei.-
 
 
Maka si alzò dal letto, le braccia lungo i fianchi con le mani strette a pugno.
Camminò lentamente per la stanza e si ritrovò senza rendersene conto davanti allo specchio, osservò la sua immagine riflessa, i pantaloni della tuta aderenti al suo corpo magro e la maglietta lunga le ricadeva, un po’ spiegazzata, oltre i fianchi.
I capelli biondi erano cresciuti negli ultimi tempi, come quella volta, adesso erano più lunghi del previsto, quasi oltre la metà schiena disordinati come la criniera di un leone.
Il suo viso era leggermente pallido e delle brutte occhiaie lo deformavano, come anche i suoi occhi.
Ovvi verdi, come lo smeraldo, occhi profondi, occhi vuoti.
Vuoti come la follia che le circola nelle vene.
Occhi che richiamano un ghigno sulle labbra che le ricorda la prigione, ghigno di dolore, di rimpianto, di debolezza e paura.
Quella era follia, quella stessa follia che lei aveva combattuto per tutta una vita.
La follia che le scorreva nelle vene e che l’aveva fatta spezzare, ancora una volta.
 
Chi sono io?
 
 Image and video hosting by TinyPic


Vorrei iniziare questo mio spazio dicendovi:
spero che questo 2014 vi abbia regalato tante emozioni, 
tanti desideri, per me è stato così nonostante i soliti alti e bassi è
stato un anno incredibile ^^
Voglio augurarvi un felice 2015 iniziando da questo piccolo capitolo,
non è molto, ma è c'ho che vi posso dare,
spero che continuiate a seguirmi perchè
è grazie a voi se si sono avverati i 
miei sogni.
<3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Avviso. ***


Buonasera a tutti, non allarmatevi per questo "messaggio" volevo solo informarvi che per colpa della febbre mi è davvero impossibile aggiornare, almeno per un paio di giorni, ci tenevo ad informarmi per non lasciarvi delusi. Nel caso mi riprendessi nel fine settimana, aspettatevi un capitolo :D XOXO _Giuls17_

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** #13 Male ***


Image and video hosting by TinyPic

#13: Male
 
Lily non si era mai sentita una ragazzina super-intelligente, nonostante avesse solo cinque anni, riusciva a capire tutte le cose, ma suo fratello Jonathan era notevolmente più capace, però le andava bene così.
Erano due facce della stessa medaglia, si completavano a vicenda.
Solo che quella volta aveva sbagliato in pieno.
Era rientrata dal giardino perché voleva che sua madre giocasse con loro, anche se negli ultimi tempi era sempre lontana e distante, ci teneva particolarmente, perché il papà gli aveva comprato dei nuovi giocatoli e voleva che anche lei li vedesse.
Aveva iniziato a correre verso la sua camera ed aveva aperto la porta senza pensarci, ma il suo sorriso si era spento subito: sua madre era all’in piedi davanti allo specchio, immobile, con uno strano sorriso sul viso.
-Mamma?-
Lily entrò piano e lasciò la porta aperta.
-Mamma che succede? Che hai?- senza volerlo urlò quelle ultime parole e corse ad abbracciare la sua gamba.
Voleva che tornasse la sua mamma più di qualsiasi altra cosa al mondo.
-Lily, aspetta!-
La mano di suo fratello prese la sua per staccarla il più velocemente dalla gamba di Maka, trascinandola lontana.
-La mamma sta male non lo vedi, Jona dobbiamo fare qualcosa.-
-Non possiamo fare niente noi, l’hai vista… Papà aveva detto che sarebbe successo.-
-Di che parli?- chiese la bambina con le lacrime agli angoli degli occhi.
-Dobbiamo nasconderci.-
-Ma è la mamma!- urlò esasperata.
-No, non adesso.-
Jonathan la tirò per farla uscire dalla stanza, chiudendo la porta e corsero a nascondersi dentro uno scompartimento della cucina.
Anche lui come la sorella si era accorto che qualcosa era cambiato ma aveva ascoltato i discorsi di Soul con un altro ragazzo e aveva capito che avrebbe dovuto proteggere sua sorella, a qualsiasi costo.
Posò una manina sulla sua bocca per farla respirare più piano e chiuse gli occhi, doveva solo sperare che il papà sarebbe tornato presto.
 
***
 
Soul aveva lasciato i piccoli con Maka, ultimamente lei aveva chiesto espressamente di evitare non sentendosi quasi più in grado di potersi gestire, ma quella mattina era stata un’emergenza.
Kid voleva parlargli di come avevano contatto Zack, che forse facendolo nuovamente avrebbero trovato una soluzione tra i Guardiani per Maka, così si era fidato, ma adesso sentiva un peso enorme sul cuore che lo aveva portato a correre per le strade poco affollate di Death City.
Arrivò a casa leggermente trafelato e un inquietante silenzio lo accolse.
Mise in allerta tutti i suoi sensi e trasformò un braccio in falce, sentiva che qualcosa non andana.
-Maka!- la chiamò, senza però ottenere qualche risposta.
Iniziò a girare per le stanze, non trovando né i suoi figli né sua moglie, sentì il cuore battere sempre più forte per la paura.
 
Cos’è successo?
 
-Lily! Jonathan!- ritornò in cucina e quasi gli venne un infarto quando vide i due piccoli uscire da uno scompartimento della cucina, dove di solito tenevano le pentole.
-Cosa ci fate lì?-
Trasformò il braccio e corse ad abbracciarli, per un momento aveva avuto paura che Maka si fosse lasciata andare.
-Ci siamo nascosti.-
-Giocavate a nascondino con la mamma?- chiese speranzoso, ma notò subito il loro silenzio.
-Cosa succede?-
-Ci nascondevamo dalla mamma.- sussurrò Jona, senza guardarlo.
-Perché?-
-Era strana.- rispose Lily, asciugandosi altre lacrime.
-Persa, volevi dire?-
-Sì.- rispose assieme i fratelli.
Soul chiuse un attimo gli occhi e guardò verso il giardino, Maka era sparita, ma non poteva portarli con sé.
-Adesso andiamo da Bea, bambini, vi farà giocare tutto il giorno, va bene?-
Li fece scendere il più velocemente possibile e corse a prendere i loro zaini, doveva sbrigarsi, non sapeva dove fosse e cosa le fosse successo esattamente, ma Maka aveva bisogno di lui.
-E la mamma?-
-Vado a cercarla io.-
-Riportarla a casa, papà.-
-Lo farò, adesso andiamo su.-
 
***
 
-Sparita?- ripeté Kid per la seconda volta.
-Devi attivarti Shinigami, non so in che condizioni sia!-
-Devo fare una cosa prima di venire, chiama Black Star.-
-Cosa c’è di più importante in questo momento?- urlò Soul esasperato.
-Te lo spiego dopo.- chiusero la comunicazione.
Soul diede un pugno al muro per la frustrazione e compose il numero dell’amico.
Cercò di essere il più lineare possibile e lo mandò alla ricerca della ragazza.
 
Alzò gli occhi al cielo, era pomeriggio inoltrato e Maka aveva un vantaggio su di lui di almeno tre ore, non sapeva a che ora fosse uscita da casa esattamente, ma sapeva che stava continuando a far passare troppo tempo, doveva muoversi.
La verità era che non sapeva dove cercare, nonostante Death City non fosse immensa, trovare una persona era quasi impossibile senza l’aiutò di Kid; scosse la testa e si concentrò sulla sua anima, l’avrebbe trovata così.
Ne era sicuro.
 
***
 
Stava vagando da delle ore, anche se il tempo che passava era diventato un mero pensiero, come i colori e i volti.
Non riusciva a riconoscerne nessuno, anche perché nessuno destava la sua curiosità, la sua umanità.
Alzò gli occhi e trovò le porte della città, com’era arrivata fin lì?
 
Chi… Chi sono io?
 
Ma il suo corpo non rispose a quell’appello di protesta e andò avanti, senza fermarsi.
 
***
 
-Fuori da Death City!-
Soul stava correndo il più velocemente possibile verso quella direzione, accanto a lui Black Star e Tsubaki gli facevano compagnia, avendo deciso spontaneamente di non farla trasformare, convincendolo che non sarebbe stato necessario.
I cuor suo sapeva però che se la follia aveva preso nuovamente il controllo, i loro poteri sarebbero stati inutili, non solo per il semplice fatto che quell’ultima avrebbe aumentato il potenziale di Maka, ma soprattutto perché anche lei poteva trasformarsi.
Varcarono i cancelli senza guardarsi indietro, Soul avrebbe voluto avere anche Kid e le sorelle al suo fianco, ma aveva deciso di fidarsi, lui lo avrebbe raggiunto a tutti i costi, non l’avrebbe lasciata sola.
Notò una figura nera non troppo lontana e diminuirono l’andatura per trovare Maka a pochi passi da loro seduta a terra con lo sguardo verso la luna.
-Maka.- sussurrò il suo nome ma la ragazza non si voltò.
Guardò i suoi compagni che scrollarono le spalle, neanche loro avevano idea di cosa fare, tutte volte la follia si era sempre presentata in modo diverso e non potevano immaginare contro chi stessero combattendo in quel momento.
-Maka, amore.-
Soul si avvicinò, il più lentamente possibile, non voleva violare il suo spazio ma aveva bisogno di guardarla in faccia.
Quando lo fece notò gli occhi verdi persi verso il cielo, quasi morti, e il ghigno che le aveva fatto compagnia nelle notti più buie: era sotto il suo controllo.
Appena si accorse della sua presenza, trasformò il braccio in falce e lo puntò verso di lui.
Soul alzò le mani, come avrebbe fatto? Per la prima volta sentì di non poter lottare contro di lei.
-Ascoltami, la mia voce può aiutarti, Maka. Andrà tutto bene, te l’ho promesso molto tempo fa.-
Lei scosse la testa forte, come per scacciare anche le sue parole, vide il petto alzarsi ed abbassarsi velocemente, per mantenere il controllo.
-Maka.- la botta fu improvvisa e non riuscì ad evitarla, ma finì a terra senza troppe ferite, nonostante tutto lo aveva solo spinto.
-MAKA!-
Black Star aveva trasformato Tsubaki ed adesso stava bloccando il braccio trasformato di Maka, per fare scudo a Soul.
-Amico non preoccuparti, ci pensiamo noi.-
-Lei può trasformare anche altri parti, non posso lasciarvi soli.-
-Soul lasciaci provare.- urlò Tsubaki e prima che Maka potesse colpire ancora la spinsero lontano.
Il ragazzo rimase ad osservare quella scena stupefatto e afflitto, non la vedeva combattere dall’epoca di Aracne e dovette ammettere a se stesso che tutto di lei era cambiato; anche se sotto il controllo della follia, era più precisa adesso che poteva trasformarsi, più agguerrita, riuscendo a compire quei punti strategici che prima non era mai riuscita neanche a vedere.
La sua Maka era diventata un’arma da guerra a tutti gli effetti.
 
Maka si abbassò per scansare il colpo e diede un calcio in pancia a Black Star per allontanarlo, trasformò anche l’altra braccio e caricò l’attacco.
 
Ferma! Cosa stai facendo? Io credo che sia sbagliato, fermati!
Non puoi ucciderli, loro… Smuovono la mia umanità.
 
Provò a fermare la bestia che aveva preso il possesso del suo corpo ma non ci riuscì, non era abbastanza forte per farlo.
 
-Ragazzi!-
Soul alzò lo sguardo e vide Death the Kid arrivare col suo skateboard con Liz e Patty già trasformate, ma notò un secondo skateboard in lontananza.
-Chi hai portato?-
Soul si alzò, sentendo le gambe molli e doloranti per le pietre che si erano conficcate nei pochi minuti, non era riuscito a fare niente.
-Ti fidi?- chiese Shinigami, posando le mani sopra le spalle dell’amico.
-Sì.-
-Allora lascia fare a lui, Black Star sposati quando arriva.-
-A chi?-
Soul osservò il cielo e vide arrivare come se niente fosse Zack, ma nonostante ciò non aveva un bellissimo aspetto, come se fosse malato.
-L’ho dovuto prelevare con la forza dalla sua dimensione, non è stato molto bene, credo che lui sia l’unico che può battere la follia.-
-Sì, è vero.-
-Soul, scusami se non mi fermo, ma ho una questione da finire.-
-Vai pure.-
Si sarebbe voluto sentire geloso e ferito per la scelta di Kid ma in realtà si sentiva bene, avevano trovato un modo per salvare Maka e non gli importava se fosse Zack, voleva che sua moglie tornasse indietro, il più velocemente possibile.
 
Zack estrasse la sua sciabola ed anche il pugnale con il quale aveva sconfitto il Demone Rosso e si posizionò davanti a Maka, in attesa.
 
Lui non dovrebbe essere qui, lo percepisco.
 
-Hai visto? Hai fatto così tanto che sono dovuto arrivare qua di corsa e sappi che il viaggio non è stato per niente piacevole!
Come minimo potresti smettere di fare la pazza, sono venuto qua per un’altra Maka.-
La ragazza di tutta risposta guardò le sue braccia e corse verso l’avversario, come se non avesse sentito niente delle sue parole.
-Come vuoi, Maka, adesso lo farò con le cattive.-
 
Soul osservava la scena senza osare battere le palpebre, Zack era ancora più forte di quanto ricordava e riusciva a tenerle testa come se niente fosse, più volte si ferirono ma nonostante il sangue di Maka, non fosse completamente nero, lei non si fermò.
Forse aveva capito qual era il piano del ragazzo: ferirla col pugnale così da portare via la follia.
Ma sarebbe stato davvero così semplice?
 
Maka finì a terra, e Zack posò velocemente il piede sul petto, si abbassò e le bloccò le mani ormai ritrasformate, per finire seduta a cavalcioni sopra di lei.
-Maka! Maka guardami, scaccia la follia, sei più forte! Puoi vincerla!-
Non smise di dimenarsi fino a quando non si avvicinò ancora di più, non poteva lasciarla in quelle condizioni, doveva salvarla, lo aveva già fatto una volta.
-Non posso pugnalarti ancora Maka, non c’è un Demone da uccidere questa volta, ci sei solo tu e la tua forza di volontà, ed io so che tu sei più forte del vuoto, io so che tuo puoi vincere.
Ricordati l’Alaska, ricordati Soul, ricordati Lily e Jonathan, ricordati chi sei veramente.-
 
Chi sono? Chi sono…
Chi. Sono.
“Maka.”
Ma-ka. Maka-chan.
 
-Hai visto alla fine sono venuto qua solo per te, verrò ogni volta che tu avrai bisogno anche se dovrò sentirmi male, ma almeno torna a sorridere.-
 
“Sei tu Maka.”
Tu dove sei stata per tutto questo tempo?
“La follia ci aveva inghiottito nel suo buio.”
Come faremo a batterla?
“Troviamo il coraggio di vivere ancora, un giorno alla volta.”
 
Maka scosse la testa come scacciare un insetto e iniziò a vedere, il suo mondo non era più buio, privo di colori e forme, adesso erano tornati i colori e iniziò a distinguere anche gli occhi chiari Zack e i suoi capelli neri.
Sentì la faccia rilassarsi e il ghigno sparire.
-Maka.- sussurrò il ragazzo.
Improvvisamente non vide più niente e non per colpa dell’oscurità ma per via delle lacrime, il suo mondo le era crollato addosso, era crollata sotto la follia.
Si ritrovò stretta tra le braccia di Zack, sentendosi al sicuro, alzò lo sguardo e vide Soul sospirare e asciugarsi le lacrime.
Era sollevato.
Cosa aveva fatto?
 
Sono un mostro.

 
Scusatemi ancora per la piccola attesa, ma 
la febbre mi lascia sempre un terribile mal di testa e 
sono inoperativa per giorni, ma stavolta con un esame
di mezzo non me lo posso permettere (ahaha).
Diciamo che tengo molto a questo capitolo, vediamo una
Maka diversa, dove mostra anche questa volta la sua debolezza, non
mi stancherò mai a parlare della follia, amo questo tema associato a questo
persoaggio e spero che lo apprezziate anche voi.
Credo che resteranno due o tre capitoli da scrivere.
Penso di aver affrontato molte tematiche, ma se avete qualche idea, sono sempre 
qua ^^
Thanks at all <3

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** #14 Giustificazioni ***


Image and video hosting by TinyPic

#14: Giustificazioni
 
Non ricordava esattamente come fosse finita a casa sua, ma riusciva ancora a sentire il profumo di Zack impresso nei suoi vestiti, la voce di Soul che parlava dei piccoli e la sua mano che le sfiorava la guancia.
Aveva perso tutte le sue energie e sentiva la testa dolorante per tutto quello che aveva combinato.
 
Sono un mostro.
 
Quelle tre parole non facevano altro che ronzarle nella testa da quando aveva ripreso i sensi, aveva messo tutta la città in pericolo, ma prima di tutti i suoi figli, ricordava solo vagamente la piccola Lily che le correva incontro, o Jonathan che la trascinava, non si sarebbe mai perdonata se gli avesse fatto del male.
Alzò lo sguardo per guardare tutte le persone che occupavano il suo campo visivo.
Black Star era seduto vicino alla porta finestra e Tsubaki gli posava una mano sulla spalla, la stella nera teneva gli occhi chiusi ma sapeva che stava riflettendo su quello che era successo.
Patty si era messa giocare con i bambini, Soul era andato a prenderli e sapevo anche che stava spiegando a Bea l’accaduto, li vedeva parlare fuori nel giardino, ma non ebbe le forze di provare niente.
Ormai Maka e quella ragazza non avevano più motivo di essere rivali, Soul aveva scelto lei, aveva sposato lei e quelli erano i loro figli ma nel corso degli anni si era rivelata una buona amica e le affidavano Lily e Jona solo in casi estremi; per il resto non aveva più tradito la loro fiducia, proprio per quel motivo l’aveva, quasi, accolta nella famiglia.
Spostò lo sguardo ed osservò Liz preparare qualche camomilla e qualche tazza di caffè, provò a sorridere, ma non ci riuscì, un peso enorme le opprimeva il petto.
 
Mostro.
 
Kid stava parlando a bassa voce con Zack, ma nonostante sapesse che l’amico avrebbe voluto parlare in privato il Guardino era stato inamovibile: non si sarebbe separato da lei, fino a quando non sarebbe dovuto tornare nella sua dimensione.
-Ehi.-
Maka lo guardò, ancora non ci poteva credere che Kid lo aveva riportato, lo aveva veramente riportato da lei, nel suo cuore sapeva che non avrebbe potuto chiedere niente di più bello per il resto della sua vita ma il rimpianto per le sue azioni offuscava tutto il resto.
-Ciao.-
-Maka hai un colorito pessimo, lo sai vero? Sembra che ti abbia morso un lupo della Germania.- commentò ironico.
Riuscì a sorridere, anche se brevemente, sapeva che si riferiva alla loro missione.
-Vorrei tanto sapere che cosa è successo.- si era abbassato al suo livello e le aveva posato una mano sul ginocchio destro, la stava guardando come sempre, come tutte le volte che l’aveva guardata: come un innamorato.
Quella vista le fece male al cuore, non solo per via di Soul, non solo perché in quella stanza erano presenti due delle persone più importanti per lei, per la quale si sarebbe sacrificata senza esitazione, ma soprattutto perché aveva deluso anche lui.
-Io… Ero a letto, mi faceva male la testa ma ultimamente era sempre così.- chiuse brevemente gli occhi per ricordare quei brevi istanti prima di cadere nella follia, senza che se ne fosse accorta Soul e Bea erano rientrati e anche i suoi figli la stavano guardando.
Una parte di lei avrebbe voluto allontanarli, nascondere e mentire ancora, ma sentiva che non sarebbe servito a niente, non voleva che la idolatrassero, che credessero che fosse perfetta, lei non era.
Maka non era più quella ragazzina perfetta da troppo tempo, così tanto che aveva perso quasi del tutto il ricordo.
-Io ricordo solo il dolore, un fottuto dolore al cuore, credevo che fosse un fattore fisico, qualche infarto magari, ma ho sentito di nuovo quella vocina, non era il Demone, era… Come se la follia stessa, come se quel vuoto fosse stato capace di evolversi.-
-Chi ti sembrava?- chiese Kid.
-Ashura, è stato solo per un istante. Un brevissimo istante ma mi sono ricordata di quando lui mi sussurrava in quella cella per farmi cedere, di quando mi aveva preso sotto il suo controllo e poi tutto è diventato sfocato… I colori erano spariti, i suoni anche, io ricordo esattamente com’è cadere nell’oblio e stavolta è stato peggio…
Non sono riuscita a tornare, mi sentivo chiusa in una bolla, scalciavo, urlavo e poi…-
-Cosa?-
Alzò lo sguardo verso Bea e chiuse gli occhi.
-Poi più niente, non ricordavo più chi fossi, cosa stessi facendo, sentivo solo la follia annullare la mia umanità… Quando vi ho visto, qualcosa si è smosso, voi smuovevate la mia umanità.-
-Ma come sempre non ti teniamo testa quando la follia circola.- commentò Black Star, cercando di essere spiritoso.
-Lo sai che divento molto forte, non volevo farti del male.-
-In realtà sono io quello che si è preso qualche colpo di falce in più, ma non preoccuparti guarisco in fretta.-
Maka non riuscì a sorridere questa volta, sentendo nuovamente le lacrime affiorarle agli occhi, aveva sbagliato ancora e non si sarebbe mai perdonata, una volta doveva rispondere solo della sua vita e anche dopo che si era sposata, sapeva che Soul, in caso lei fosse morte, sarebbe riuscito andare avanti nonostante il dolore, ma adesso che c’erano Lily e Jonathan era responsabile di altre due vite: come poteva proteggerli dal mostro che viveva dentro di lei?
 
Mostro.
Sono un mostro.
Ashura mi ha trasformato nel suo schiavo e non è servito a niente sacrificarmi, lui avrà sempre il controllo su di me.
“Maka…”
Non cercare di dissuadermi, lo sai anche tu che io ho ragione.
Siamo dei mostri.
 
-Credo che adesso sia arrivato il momento di capire cosa fare.-
-Che intendi?-
Soul si era silenziosamente avvicinato e le aveva stretto le spalle, avrebbe voluto ricambiare, fargli sentire tutto il suo amore, ma tutto quello che provava era il vuoto.
-Dobbiamo aiutare Maka, non vedo altra soluzione.-
-Potrei parlare con i Guardiani, potrebbero aiutarci a trovare qualche rimedio antico.-
-Un’altra missione?- commentò Black Star, -Non credo che le faccia bene, non aveva capito forse? C’è una differenza netta con le atre volte.-
Tutti si voltarono verso di lei, ed annuì brevemente.
-Non capisco.-
-Tranne quando Ashura aveva preso il controllo, in quel caso era manipolata, non poteva ovviamente riacquistare il comando di se stessa, ogni volta che cadeva nell’oblio sapeva sempre chi era, sapeva sempre che si sarebbe dovuta risvegliare per tornare, per lottare contro il Demone, ma adesso no.
Maka si annulla, vuol dire che se dovesse di nuovo succedere sarebbe sempre più difficile svegliarla, farla tornare.-
-Complica tutto.- rispose Kid.
-Bea per favore, fai uscire un attimo i piccoli.- sussurrò, alzandosi per parlare direttamente al suo orecchio.
-Venite, devo mostrarvi qualcosa di incredibile.-
Lily e Jonathan si lasciarono trasportare senza troppe esitazioni e sparirono nel corridoio.
Maka si appoggiò al tavolo e si tenne la testa con la mano destra, stava cercando di mettere ordine nella confusione della sua mente, doveva almeno provarci.
-Sentite: io sono la prima che si rende conto di quanto sia grave questa situazione.
Sono perfettamente consapevole di essere un’arma da guerra creata per uccidere e che se dovessi “riaddormentarmi” potrei sterminare tutta la città, compresi mio marito e i miei figli, proprio per questo motivo vi dico che se dovessi fare un altro viaggio partirei anche adesso, se dovessi volare dall’altra parte del mondo per tagliarmi un braccio ed ottenere una cura lo farei.
Voglio una soluzione, voglio non essere una minaccia, se proprio non posso sbarazzarmi della follia voglio quanto meno che si indebolisca, voglio la mia vita!
Sono disposta ai peggiori sacrifici per essere almeno in parte me stessa e capace di controllarmi.- aveva parlato velocemente e senza guardare nessuno nello specifico, sapeva che sarebbe andata così e sapeva che aveva bisogno di credere in quello che aveva detto.
-So di essere un mostro, so che Maka Albarn è morta e non tornerà mai più, so che Maka Evans però ha qualche speranza, potrebbe ancora farcela e devo credere che quella piccola parte di me possa sopravvivere, lo devo a loro, a voi.- scacciò le lacrime con la mano e trovò il corpo caldo di Soul stretto al proprio in pochissimo e solo allora si lasciò andare al pianto.
-Ha ragione, dobbiamo cercare una soluzione, l’ultima, quella che ci permetterà di chiudere il sipario di questa storia, una volta per tutte.-
-Kid fammi tornare dai Guardiani, otterrò qualcosa e sono sicuro che funzionerà, poi mi farai tornare, un’ultima volta.-
-Facciamo Zack, cazzo.-
-Vengo con voi.- disse Liz guardando sua sorella.
-Certo, anche io.-
-Io farò un po’ di compagnia a Bea.- Tsubaki baciò Black Star e si allontanò in silenzio.
-Io faccio la seconda guardia del corpo.- commentò il marito, avvicinandosi a Maka.
 
-Grazie.- sussurrò Maka, riacquistando un po’ il controllo.
-Ancora no, ancora non abbiamo finito.-
-Zack…-
-Non azzardarti a dirmi addio, Maka, non me ne sto andando per sempre, almeno non ancora e non ti azzardare a trasformarti in mia assenza, non posso muovere il culo così velocemente da una dimensione all’altra.-
-Allora cerca di portare il tuo culo oltre lo specchio per una cura.-
-Lo farò, anche se fosse l’ultima cosa che faccio.-
-E torna. Qua da me, per l’ultima volta.-
-Come desidera.- imitò uno scandente inchino ed uscì di corsa con Kid e le ragazze.
-Noi che facciamo?- chiese Soul.
-Mi tenete occupata.- sussurrò, intrecciando la mano del marito, in attesa che tutto finisse.
 


 
Ed eccoci qua, siamo arrivati a un punto molto difficile, tanto per 
voi quanto per me.
Inizio col dirvi che dopo di questo ci saranno altri due capitoli, compreso 
quello conclusivo.
Per me è difficile, forse troppo, la storia ha fatto il corso che speravo: siamo arrivati al punto che 
volevo, ma il mio dilemma è sempre uno solo.
Come finirà?
Ho così tante idee in testa ma non riesco a catturarne nemmeno uno, come 
se volessero sfuggire al mio controllo.
Quindi aspettatevi il prossimo capitolo nella nuova settimana, 
dovrei essere puntuale ^^
Un grazie ∞ va a tutti voi che leggete, sempre pazientemente, i miei aggiornamenti
e che non mi lasciate mai ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** #15 Sorte ***


Image and video hosting by TinyPic

#15: Sorte
 
In fondo Zack lo sapeva bene, lo aveva capito il giorno che aveva incontrato Maka nel Campo di Lavanda: la sua vita sarebbe stata stravolta.
Nessuno prima di lei si era mai avventurato alla ricerca del pugnale, nessuno prima di lei era stato così folle nel compiere quell’impresa ma quando l’aveva vista, tutto era stato chiaro: Maka era abbastanza folle da mettere in pericolo la propria vita per salvare gli altri.
Come Guardino avrebbe dovuto ucciderla, impedirle di brandire il pugnale ma come uomo non era riuscito a farlo: l’aveva aiutata, più di una volta ed alla fine se n’era innamorato.
Il secondo errore della sua vita.
Lei non era disponibile, lo sapeva, ed eppure non era riuscito ad evitarlo: ogni volta che la guardava sentiva quel suo cuore così vecchio fare le capriole, si sentiva di nuovo vivo, così aveva accettato quell’amore a senso unico, ma era convinto che una piccola parte di lei lo amasse.
Zack però si era accontentato di quello che lei gli poteva dare, non aveva chiesto altro per tutta la fine della missione.
Quando l’aveva vista tra le braccia di Soul, con il pugnale nel petto, aveva sentito il cuore andare in pezzi: l’avrebbe dovuta lasciare e quello era stato il dolore più grande che avesse mai provato.
Proprio per questo motivo quando l’aveva vista attraverso lo specchio di Kid si era sentito di nuovo quel ragazzo fortunato di Londra, l’aveva vista di nuovo sorridere, eppure sapeva che la sua felicità era effimera.
L’aveva dimostrato la crisi che aveva avuto pochi giorni dopo.
Ed adesso stava di nuovo correndo verso la Shibusen, per tornare alla sua Dimensione, per tornare dai Guardiani, per ottenere una cura, una soluzione, doveva salvarla e sapeva che era l’unico che poteva farlo.
Chiuse gli occhi e strinse le mani a pugno fino a incidere la carne con le unghie: non gli importava niente della sua vita, ma voleva che quella di Maka fosse perfetta; con quel pensiero corse assieme ai ragazzi per raggiungere il prima possibile il suo obiettivo.
 
***
 
Maka osservò nuovamente il cielo fuori dalla finestra del salone, erano passati solo due giorni, ma non aveva più avuto notizie di Zack, ed in cuor suo sapeva di doversi aspettare il peggio.
Chiuse gli occhi e strinse con maggior vigore la tazza del the nelle sue mani, cercando di non farle tremare, ma non ci riuscì: da quando era stata riportata, da quando era tornata si sentiva diversa.
La sua anima era irrequieta, come se sapesse che prima o poi tutto sarebbe peggiorato, come se sentisse il baratro farsi sempre più vicino.
 
Non è come le altre volte.
“Non c’è ritorno.”
 
Scosse la testa per scacciare quel pensiero e si voltò per guardare Soul con i suoi bambini, un sorriso amaro emerse sul suo viso: credeva di poter essere un’ottima madre, credeva di potercela fare, ma aveva fallito.
Ancora.
Senza Soul al suo fianco non sarebbe riuscita a fare niente, Lily e Jonathan sarebbero cresciuti con una pazza psicopatica e questo le faceva male, terribilmente male al cuore.
 
Chissà cosa pensano di me i miei bambini.
 
-Maka vuoi unirti a noi per i disegni?-
-Certo.- disse, posò la tazza sul lavello e si sedette su una sedia libera.
Sorrise al marito ed osservò il loro disegno, così decise di prendere una matita per disegnare le scalinate della Shibusen, e la sua parte centrale.
Posò la punta sul foglio, tentando di realizzare la sua piccola opera d’arte, ma vide la sua mano tremare, formando delle linee che dritte non erano.
Maka decise di non alzare lo sguardo perché sapeva che Soul la stava guardando e non voleva che la compatisse.
Prese un altro foglio e ci riprovò, ma il risultato fu anche peggiore.
Lo appallottolò e lo buttò a terra, decise di provarci un’ultima volta, usando una penna, forse più resistente e forte di una matita, provò a disegnare il teschio della scuola ma non ci riuscì.
Si alzò di scatto facendo strofinare la sedia a terra e uscì in giardino, il più velocemente possibile.
Non era più padrona di se stessa, non era più capace a fare le cose elementari e sperava che Zack spuntasse dalla porta di casa sua il prima possibile.
 
Sentì proprio la porta di casa sua aprirsi e chiudersi dopo pochi secondi, si voltò e trovò Kid e Zack sulla soglia.
Rientrò immediatamente in casa e si avvicinò a loro, il cuore le batteva forte, non solo per la vista di Zack ma perché sapeva che lui portava le risposte alle sue domande.
-Dobbiamo parlare.- sussurrò Kid, i suoi occhi erano scuri come quelli di Zack che di solito erano così limpidi da darle la possibilità di leggergli l’anima.
-Devo chiamare gli altri?- chiese Soul, con il cellullare già in mano.
-Sì.-
Maka rimase in silenzio, sapendo che non avrebbe potuto dire niente di giusto in quel momento. Sentì una mano di Zack stringere la sua, forte, improvvisamente percepì il suo calore e la sua anima.
Stava comunicando con lei, lo guardò negli occhi e vi lesse paura.
Non c’erano belle notizie.
 
***
 
Maka decise di non sedersi, preferendo lasciare il posto agli amici che erano arrivati per sostenerla in quel momento.
Gli amici di una vita di avventure, compagni di missione e della quotidianità.
-Bè, eravamo rimasti a me che partivo per l’altra dimensione.- iniziò Zack, neanche lui si era seduto, ma si trovava di fronte a Maka, così da poterla guardare.
-Cosa ti hanno detto i Guardiani?- chiese Tsubaki.
-Inizialmente erano molto restii.-
-A darci la cura?-
-No Liz, o almeno non solo per questo. Non hanno visto di buon occhio la mia scelta di lasciare la dimensione.-
-Ti hanno punito?- Maka aveva parlato senza rendersene conto, ma il solo pensiero l’avrebbe distrutta.
-No, non li ho lasciati neanche cominciare. Avevo altre cose da fare.-
-Quindi?- domandò Soul.
-Non esiste una cura.- sussurrò Zack, guardando la ragazza, nonostante fossero in pochi il brusio si diffuse velocemente per la stanza, -Ma non  è tutto.-
-Di nuovo. Sono di nuovo alla mercé dei loro giochi, vero?- chiese la ragazza, che in fondo aveva capito il piano dei Guardiani.
-Sì purtroppo. Non possono toglierti la pazzia, è una forza così potente che neanche tutto il nostro potere risulterebbe inutile davanti a loro, però mi hanno detto come darti il potere di controllarla.-
-Tutto questo ha un prezzo, vero?-
-Maka…-
-Zack forza, diglielo.- lo incalzò Kid.
-Puoi controllare la follia, puoi impedirle di prendere il controllo e potrai vivere una vita vera… Però prima di questo, dovrai consacrarti al Dio del Fuoco e della Guerra: Shervar.
La follia è nata per distruggere, se tu ti Consacri, farai in modo che sia il Dio a guardarti e lei dovrà obbedire a te.-
 
I ragazzi rimasero in silenzio, nessuno escluso e Maka percepì il ritmo del suo cuore: i Guardiani avevano sempre giocato sporco con lei, ma il loro consiglio l’aveva lasciata sbalordita.
-Ovviamente non lo possiamo prendere in considerazione.- iniziò Soul, alzandosi in piedi, sentendo il peso di quella scelta sulle sue spalle.
-Lo faccio.- annunciò Maka.
-Cosa?!- chiesero Tsubaki e le sorelle Thompson assieme.
-Sì, io lo faccio.-
-Tu forse non ti rendi conto che si tratta di un’altra impresa suicida, o forse queste sono diventate il tuo passatempo preferito?-
Maka guardò negli occhi suo marito, quegli stessi occhi rossi che le erano andati contro tanti anni fa quando gli aveva annunciato la sua missione.
 
La storia si ripete.
 
-Credevo che avessi imparato a fidarti di me, ma a quanto vedo non è così.- rispose secca.
-Tu forse non ti rendi conto che hai anche altre vite a cui pensare, ci sono i nostri figli!-
-Tu credi che io li abbia dimenticati?!- sbottò urlando, -Credi che io possa dargli tutto in queste condizioni? Credi che vogliano una madre che non riesce neanche a fare una merda di disegno perché le tremano le mani per colpa della pazzia? Credi che possano giocare con una psicopatica?! No, Soul!-
-A te non interessa niente della tua vita, è sempre stato così, anche nelle missioni.-
-Mi interessa così tanto la mia vita che io sarei pronta a sacrificarmi per avervi salvi, anche se il pericolo fossi io!-
-Non prendermi per il culo, Maka.-
-Io… Non ti sto… Prendendo per il cu…- cadde sulle ginocchia improvvisamente.
Portò le mani alla testa, sentendola così pesante e dolorante, chiuse gli occhi per scacciare quella sensazione.
-Maka non chiudere gli occhi, Maka GUARDAMI!-
 
“Se li chiudi cadi nella follia, aprili, se li chiudi ti perdi ancora.”
 
Zack le stava urlando così forte che fece come le aveva detto e sentì il dolore farsi meno pesante, come se lentamente stesse andando via.
-Cos’è successo?- chiese Liz, passandole un bicchiere d’acqua.
-La follia cerca di prendere il controllo, è infima.-
-Soul io… Non ho il diritto di chiederti niente, ma voglio quanto te che lei stia bene. Voglio andarmene sapendo che lei vivrà felice, e se non ne fossi stato convinto, non ti avrei mai parlato di questo rito.-
-Che altre conseguenze ci sono, oltre all’essere una Consacrata?-
-Le Consacrate devono portare la pace nei periodi di guerra, in realtà è quello che già fate, sia quando avete lottato contro Ashura che contro Aracne.
Shervar potrà decidere le sue battaglie.-
-Sarà di nuovo sotto il controllo di qualcuno, però.-
-Shervar è un Dio, è… Come se fosse uno Shinigami, però risiede nel Paradiso Nascosto. Non potrà comandarla… Solo consigliarla.-
-Ho paura per lei.-
-Ma io no.- commentò Maka alzandosi dal divano, con del ghiaccio sulla fronte per attutire il dolore, -Dove sono diretta?-
-Andiamo nel Sud America, sul Monte Roraima.- rispose Zack.
-No, vado sola.-
-Secondo te chi lo officia il rito? Tu? Ti servo io, biondina, non partire in quarta senza pensare.- Zack le sorrise e le strappò un piccolo sorriso di risposta.
-Bene, Black Star e Tsubaki vi faranno da scorta e Soul…-
Tutti si voltarono verso di lui per sapere quale fosse la sua decisione.
-Io…-
 

 
Vi voglio chiedere scusa per non aver aggiornato lunedì:
vedete sabato è stato il mio compleanno e lunedì
stesso ho avuto un'esame, ma allora perchè non l'ho fatto di pomeriggio?
Ero indecisa, in un modo terribile, e solo oggi mi sono sbloccata.
Bè... Sorpresi? Come la vedete la storia della Consacrata?
Il ragionamento è stato difficile: lei è una macchina da guerra, lo è 
sempre stata, così mi è venuta in mente Nihal, Le cronache del mondo emerso, 
ci sono molte somiglianze anche se per motivi diversi ed ho colto
qualcosa che potesse aiutare Maka ad andare avanti, 
ho fatto bene?
Spero che l'idea vi piaccia, ma il mio dramma è un altro, 
solo voi potete aiutarmi:
Soul... Parte o resta a casa?
Aiutatemi a capire cosa fare, e per voi ho aggiunto un capitolo o forse anche 
un altro prima di "Libertà".
Per il momento è tutto, mi sono dilungata anche troppo.
GRAZIE ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** #16 Tatto ***


Image and video hosting by TinyPic

#16: Tatto
 
Maka si sedette sull’aereo che Kid aveva messo a disposizione per la missione e appoggiò la fronte al finestrino, osservando il paesaggio desolato della Death Valley.
La vita l’aveva messa a dura prova, più di una volta, ed aveva sempre affrontato le missioni a testa alta, anche quella che forse si era rivelata la più difficile.
Aveva accettato senza rifletterci e in fondo sapeva che se lo avesse fatto avrebbe detto di no a Zack, e all’idea di Consacrarsi, ma non poteva mettere in pericolo la sua famiglia.
Non poteva rischiare di ferire Soul.
Chiuse gli occhi e aspettò che gli altri salissero sull’aereo per partire, nonostante il viaggio non fosse lungo, non vedeva l’ora di atterrare e farla finita.
 
***
 
-Soul tu che fai?-
-Io…-
Maka rimase a guardarlo per tutto il tempo, vide il suo sguardo incatenato al proprio, e sentì il cuore in gola.
Una parte della sua anima avrebbe accettato che Soul partisse con lei, che le stesse accanto anche in quel momento e che l’aiutasse, ma l’altra no.
L’altra parte della sua anima sapeva che se Soul fosse partito non le avrebbe permesso di completare la missione, come era già successo all’Isola Bouvet.
Come aveva sempre fatto.
-Io non vengo.-
Sentì il cuore perdere un battito ma non provò rabbia o rimorso, in fondo conosceva bene suo marito.
-Io non posso venire con te, Maka, non perché non ti ami abbastanza per starti vicino.- le si era avvicinato e le teneva una mano, -Ma perché ho imparato, col tempo, che io e te non saremo mai d’accordo su tutto e finirei per bloccarti, finirei per fermarti e non posso permetterlo.
Tu hai bisogno di guarire, vuoi essere una persona normale, ma in te non c’è niente di normale: sei speciale!-
-Soul…-
-Dico quello che vedo, sei sopravvissuta al Kishin, ad Aracne ed alla follia, a un Demone Rosso ed adesso al vuoto, tu puoi fare qualsiasi cosa, ma non ti è concesso di essere una persona normale.
Questo Dio… Questo Shervar potrà anche aiutarti a controllare la follia, potrà darti il potere, ma non la libertà… Sarai sempre vincolata a qualcuno ed io, in fondo, non posso accettarlo.
Ecco perché non posso venire.-
-Non sarò mai libera, o scelgo di combattere contro me stessa ogni giorno: scelgo di rischiare le vostre vite e quelle dei miei amici; oppure scelgo un Dio, che mi può dare il potere, in cambio diventerei la sua arma da guerra.
Ma Soul… Io sono già una macchina da guerra, non mi vedi? Non sono più l’indifesa Maka Albarn che hai conosciuto, io… Non sono più me stessa.-
-Per me lo sei, lo sarai sempre.- disse e le carezzò una guancia.
-Forse, ma non rischierò mai la tua vita e quella di Lily e Jonathan, preferisco la mia, l’ho sempre fatto.-
-Lo so Maka, però torna, ti prego. Promettimelo.-
-Te lo prometto, Soul.- sussurrò, avvicinandosi per baciarlo.
-Tu sarai solo mia, non di Shervar.-
-Non ti piace condividere?- chiese, scherzando.
-Non molto.-

 
***
 
-Maka.-
Alzò la testa con gli occhi ancora leggermente chiusi e trovò la mano di Zack sulla propria spalla e il suo caldo sorriso.
-Siamo arrivati.-
-Di già?-
-Sì dormigliona, hai dormito per tutto il tempo.-
-Scusami, solo che ho paura a chiudere gli occhi e negli ultimi giorni non ho dormito molto.-
-Meglio, perché adesso viene il rituale e richiederà tutte le tue energie. Tsubaki e Black Star ci aspettano fuori.-
-Okay.-
La ragazza si alzò, recuperò il suo zaino e scese dall’aereo assieme a Zack e rimase piacevolmente sorpresa per via del panorama.
Nonostante fossero in basso rispetto alla cima, il monte era ancora innevato per via della stagione, mostrando un paesaggio unico al mondo.
-Dovremo salire, molto, il Santuario è quasi alla cima, nel labirinto di quarzo.-
-Perché ha questo nome?- chiese l’amica, che si era messa in coda per iniziare l’escursione.
-Perché è letteralmente fatto di quarzo.-
-E cosa ci fa un Dio della guerra in un posto del genere?- domandò la stella nera affiancando il ragazzo.
-Vedete quando ancora gli Dei governavano il mondo, sceglievano come santuari posti sperduti, un po’ come l’Isola di Bouvet, dove raccogliere il loro potere.
Come sapete sono passati secoli da quei giorni, ma il loro potere è rimasto legato al santuario, bisogna raggiungere quelli per raggiungere gli Dei.-
-Sembra un posto così bello per un… Insomma un Dio della guerra.-
-Non fatevi fregare dal loro nome, non tutti gli Dei sono spietati, o meglio non tutti gli Dei della guerra lo sono.-
-Ne parli come se lo conoscessi.- gli fece notare Maka.
-Noi Guardiani siamo vecchi, c’è stato un tempo che camminavamo con gli Dei.-
-Allora perché voi siete rimasti e loro no?-
-Perché erano stanchi delle barbarie umane, delle lotte, delle carestie e delle pesti, non potevano più vivere in un mondo che non era più la loro casa.
Noi siamo rimasti perché ci credevamo ancora, ci crediamo ancora nella razza umana, nonostante i periodi bui che attraversa.-
-Non vi stancate mai, insomma.-
-In effetti da quando ci hai risvegliato la vita è abbastanza movimentata.- rise Zack, guardandola, -Muovici, il viaggio è lungo.-
-Agli ordini capo.-
 
***
 
-Papà perché la mamma è dovuta partire?-
Soul si voltò per guardare i piccoli seduti sul divano con un bicchiere di cioccolata caldo in mano e gli sorrise, erano stati onesti con loro, in fondo mentire non sarebbe servito a niente.
-La mamma deve completare una missione, ve l’ho detto.-
-Perché tu non sei andato con lei?-
-Io dovevo pensare a voi.- sussurrò, sedendosi a terra di fronte a loro, -Ma ci sono Tsubaki e Black Star con lei e lo zio Zack.-
-Che strano si chiama come l’amico di mamma, quello delle sue storie.- disse Lily.
-Vedete è lui, in realtà.-
-Ma la mamma aveva detto che era tornato a Londra.-
-Bambini la mamma non ha mai accettato che Zack dovesse andare a via, ed ha deciso di raccontarvi una storia che non la facesse soffrire.-
-Quindi lui non è tornato a Londra?-
-No, vive in una dimensione diversa dalla nostra con gli altri Guardiani.-
-Che peccato, sembra simpatico.-
-Sì, e si prenderà cura della mamma.-
-La ripoterà a casa?- chiese Jonathan.
-A costo della sua vita.-
 
***
 
-Questo posto è…-
-Bellissimo.- concluse Maka, posando a terra lo zaino, erano arrivati vicino al labirinto e la vista del quarzo li aveva ammaliata per tutto il tempo.
-Venite il Santuario non è lontano.-
-Non ci riposiamo?-
-No Black Star, devo iniziare il rituale, il prima possibile, non l’hai vista?- sussurrò verso il ragazzo, guardando Maka.
La stella nera si voltò e solo in quel momento vide le borse sotto i suoi occhi, il sudore le impregnava la fronte e le spalle erano curve, gli occhi leggermente spenti.
-Si sta lasciando andare.-
-Muoviamoci allora.-
Si mossero velocemente fra le varie statue che il vento aveva forgiato col tempo e non troppo lontano videro una piccola rientranza tra le montagne, una caverna.
-Eccola.-
Zack avanzò deciso, prese un pezzo di legno da terra e con l’accendino che trovò nello zaino accese la torcia improvvisata, aiutò gli altri a fare lo stesso e si addentrarono nella caverna buia, nonostante la quantità di quarzi fosse diminuita, notevolmente, da alcune cavità sporgevano ancora i cristalli.
-Bene.- lasciò andare lo zaino e posò la sua torcia in mezzo alla parete, in un incavo perfetto, come se fosse stato creato apposta e illuminò un piccolo altare posto vicino al muro.
Non vi erano statue di Shervar, il Dio, non aveva una propria immagine ma veniva identificato nelle urla di dolore, nei gridi di battaglia e nelle armi da guerra.
Spolverò l’altare e prese il pugnale che era stato dimenticato anche dal tempo.
 
-Ascoltami Maka, è molto importante.- osservò la ragazza posare lentamente lo zaino a terra e appoggiarsi al muro opposto per rimanere in piedi.
-Lo so che sei al limite, devi toglierti la giacca, le braccia scoperte devono essere, ti siederai davanti all’altare e terrai gli occhi chiusi, io officerò il rito, parlerò tramite le antiche scritture…-
-Quando dovrò intervenire?- chiese con l’affanno.
-Lo sentirai dentro di te e a quel punto avrò bisogno del tuo sangue.-
 
 
Tsubaki, assieme a Black Star, erano rimasti vicino all’entrata della caverna, così da tenere la situazione sotto controllo e rimase a guardare il rito che si svolgeva così come Zack aveva previsto.
Osservò la sua amica seduta sulle ginocchia ad occhi chiusi, e si rese conto che quella ragazza era diventata quasi un’estranea, nonostante la lunga amicizia, Maka era cambiata e le costava ammetterlo.
Spostò lo sguardo verso Zack, cercò di comprendere alcune di quelle parole ma non ci riuscì: il rito stava già procedendo da parecchi minuti, quando lo vide girare l’altra e posizionarsi davanti a Maka.
 
 
Maka aprì gli occhi e sentì il cuore battere così forte che lo avrebbe fatto uscire volentieri dal petto, percepì il vuoto della follia, in tumulto dentro la sua anima e il suo corpo, la sua testa le faceva male.
Guardò Zack, le si stava avvicinando lentamente e si era seduto nella sua identica pozione davanti a lei, adesso teneva in una mano il coltello e nell’altro una ciotola con antiche rifiniture.
-Shervar accetta di consacrarti a se, accetta che tu diventa la Sheireen, la Consacrata, ma necessità di un sacrificio.-
Allungò il coltello e tagliò il proprio palmo della mano e fece cadere il sangue nella ciotola.
-Accetti dunque questo incarico?-
-Sì.- sussurrò, così piano che credette di averlo immaginato.
Allungò istintivamente la mano, anche se una piccola parte di se si oppose, sapeva che era la follia, sapeva che stavolta non avrebbe più potuto prendere il controllo, e in fondo era felice.
Zack tagliò entrambi i suoi polsi e fece finire il sangue nella ciotola, successivamente immerse il dito in esso, le toccò delicatamente la pelle e iniziò a tracciare dei geroglifici e dei disegni sulle sue spalle.
Maka rimase immobile, rapita da quei gesti e dalla loro semplicità.
-Shervar ha agito tramite me, usando il mio sangue come se fosse il suo, la mia voce come se fosse la sua.-
Zack tracciò altri segni lungo il collo e sulle guance, passò il dito sulla fronte, premette più a fondo e allontanò la mano tremante, posò sia il coltello che la ciotola a terra e si alzò, tornò dietro all’altare e appoggiò le mani su di esso.
Quando lo guardò notò gli occhi bianchi, le pupille erano sparite del tutto, come se Zack fosse diventato Shervar..
-Adesso sei la Sheireen.- e improvvisamente la caverna divenne buia.



 
Eccomi qua, credo che questo capitolo
 nonostante la sua semplicità dia una prospettiva
di questa nuova Maka.
Ancora non abbiamo visto molto e proprio per questo motivo, 
saranno presenti altri tre capitoli in questa storia!
Bè sarò sincera, ne sono felice, 
non aveva ancora intenzione di chiudere e credo di aver trovato
il modo corretto di continuare ^^
Grazie ∞ per il vostro tempo, 
e per chi ha la pazienza di recensire ogni volta.
Siamo arrivati a questo punto grazie a voi :)

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** #17 Sensazioni ***


Image and video hosting by TinyPic

#17: Sensazioni
 
Soul non aveva chiuso occhio quella notte, il solo pensiero che sua moglie si trovava nel Sud America, sperduta su qualche monte, e costretta a un rituale, lo aveva fatto uscire pazzo.
Aveva messo i bambini a letto e si era seduto davanti al piano.
Quello strumento era stato la sua ancora di salvezza nei momento più difficili, soprattutto durante la guerra, ma adesso non gli trasmetteva niente.
Era semplicemente un piano, freddo e distante, e lui aveva bisogno di certezze.
Guardò fuori dalla finestra e sperò ancora che non fosse successo niente a Maka, che il rituale fosse andato bene e che la follia fosse si fosse attenuata, ma in fondo lo sapeva bene che le sue erano solo speranze vane.
Da quando il Kishin si era preso Maka, la sua vita, tutto era cambiato: lei per prima; come se lui si fosse portato via una parte della sua anima, che non sarebbe mai tornata.
 
Drin.
 
Quel rumore lo fece voltare di colpo, ed osservò lo specchio all’ingresso, si alzò il più velocemente possibile e rispose alla chiamata.
Nonostante Kid si fosse modernizzato, rimaneva sempre il solito Shinigami e la comunicazione via specchio lo entusiasmava sempre, un po’ come a suo padre.
-Soul?-
-Ciao Kid.- provò a sorridere, il suo amico ci sarebbe sempre stato per lui.
-Loro…-
-Cosa?-
-Stanno tornando, sono in viaggio.-
-Come sta Maka?-
-Per il momento è priva di sensi.-
-E il rituale? Non capisco.- appoggiò le mani allo specchio, cercando qualcosa cui aggrapparsi per non cadere nell’oblio.
-Zack non mi ha detto altro, saranno qua intorno alle sette del mattino, fai venire Bea e raggiungimi alla Shibusen.-
-Sì, lo farò… Quella ragazza alla fine si è rivelata una buona amica.- sussurrò, fra se e sé.
-Anche se non ci siamo dimenticati i periodi in cui ti faceva il filo, eri un vero allocco.- commentò ridendo.
-Sì, ci voleva Maka per tornare sulla retta via.-
-Ci vorrà sempre lei per farti tornare il buon umore.-
-Speriamo che torni e basta.-
-Tornerà da te, l’ha promesso.-
-Lo so.-
Soul chiuse la chiamata e in fondo le parole del suo migliore amico gli scaldarono il cuore, nonostante le battaglie, la distruzione, i nemici, il dolore, lui e Maka erano una costante, ci sarebbero stati anche nei momenti più bui: lui non l’avrebbe lasciata, così con quella considerazione decise di andare finalmente a dormire.
 
***
 
Zack prese Maka tra le braccia e la portò fuori dall’aereo della Shibusen, la strinse forte a se, e iniziò a camminare verso l’ingresso della città, sapeva che Tsubaki e Black Star lo stavano seguendo, ma nonostante ciò non si voltò ad aspettarli.
La sua priorità era lei.
Da quando aveva concluso il rituale ricordava ben poco, sapeva che eseguendolo Shervar sarebbe entrato dentro di lui, che avrebbe usato il suo corpo per consacrare Maka, ma non immagina che lei sarebbe svenuta, e che lo sarebbe stata per tutto quel tempo.
Aveva paura di aver commesso un errore, forse letale, anche se la sentiva ancora respirare, qualcosa gli diceva che non avrebbe aperto gli occhi.
Guardò il sole che lentamente stava sorgendo, erano arrivati prima del previsto ma nonostante ciò non aveva ancora trovato le parole esatte da dire a Soul.
Lui gli aveva affidato sua moglie e per la seconda volta le era successo qualcosa: la prima per colpa del pugnale e il periodo di riabilitazione e la seconda adesso.
Non credeva possibile che fosse colpa sua, ma sapeva che lui lo avrebbe creduto.
 
 
-Zack, andrà tutto bene. Maka è forte.-
-E se non lo fosse abbastanza?- commentò secco, quella era la sua paura più grande.
Aveva dato per scontato che la ragazza potesse farcela, che potesse primeggiare contro la follia e lasciarsi guidare da Shervar, ma forse quella volta aveva proprio esagerato: in fondo non dovevano cercare un pugnale quella volta, ma dare vita a un rito antico quanto al mondo, quanto alla follia.
-Credi in lei.- sussurrò la ragazza dietro di lui.
Annuì brevemente e si concentrò sugli scalini, immensi, della scuola, vide un paio di figure alla sommità di esse e sperò che una di quelle non fosse Soul.
 
 
Kid li stava aspettando a braccia conserte con Liz e Patty al seguito, Soul ancora non si era visto e sperò che ritardasse un altro po’, doveva apprendere quella situazione prima dell’amico o non ci sarebbe stato modo di calmarlo o di aiutarlo a comprendere.
-Eccoci.-
Black Star lo salutò e si spostò per fare passare Zack con Maka ancora in braccio e Tsubaki.
-Voglio sapere tutto.- disse Shinigami, guardando il Guardiano.
-Ti dirò tutto ed anche loro.-
-Entriamo, abbiamo ancora un po’ di tempo.-
 
***
 
Kid chiuse gli occhi, non riusciva a credere che anche quella missione fosse andata male.
-Quindi non sappiamo se il rituale ha funzionato?-
Guardò i tre ragazzi negli occhi, ognuno di loro aveva riferito il suo punto di vista, le osservazioni e le sensazioni, ma più di tutto, ognuno di loro aveva visto Maka svenire subito dopo che le luci della caverna si erano spente.
-Che cosa?-
Soul chiuse la porta alle sue spalle ed osservò il corpo di Maka disteso su un lettino dell’infermeria della Shibusen, leggermente pallida, ma le sembrò stare bene.
-Ho eseguito il rituale nel modo giusto, i simboli erano quelli giusti, le parole erano quelle giuste, ricordo perfettamente la sensazione di avere un altro nel mio corpo, un ospite, e poi più niente.-
-In quel momento lui ha detto: adesso sei la Sheireen. Le luci si sono spente e Maka è crollata a terra priva di sensi.- concluse Tsubaki, per aiutare Zack.
-Non sarebbe dovuto succedere?- chiese, nuovamente Soul.
-In realtà non lo so.- ammise il Guardino.
L’albino senza pensarci si lanciò sul ragazzo, sollevandolo per il collo della maglietta e sbattendolo verso il muro.
-Ti affido mia moglie per la seconda volta e ancora una volta non sei riuscito a portarmela viva!- urlò direttamente alla sua faccia.
-Lei è viva maledizione!- urlò di risposta il ragazzo, -Non sarei così tranquillo sennò!-
-Io lo sapevo che questo era tutto un colossale errore, lei non avrebbe dovuto ascoltarti ma ha la malsana idea di fare sempre l’opposto di ciò che dico!
Si fida ciecamente di te e non lo sopporto.-
-Si fida di me perché io non le tappo le ali.-
-Tappare le ali? Credi che si tratti di questo Zack? Ha una famiglia a cui pensare, dei figli, chi sei tu per dirle cosa deve o non deve fare?-
-Basta voi due.- disse Tsubaki, mettendosi in mezzo.
-Voglio rispondere invece.- disse guardandola, -Io sono un semplice ragazzo, ma ho sempre creduto in lei, nelle sue grandi capacità, nel coraggio, nella forza e nella sua anima.
Lei non fa quello che le dico solo perché si fida, crede in me, Soul, ma tu non lo hai mai accettato.-
-Come potrei solo pensarci, Zack? Tu ami mia moglie, ed è qualcosa che ho provato ad accettare in tuti i modi, credendo che la tua lontananza l’avrebbe aiutata a dimenticarti, ma tu torni sempre e ogni volta la riduci così.-
Soul distolse lo sguardo per guardare la ragazza in questione, aveva ammesso quell’amara verità per la prima volta dai tempi della missione, e finalmente sentiva di essersi tolto un grande peso.
-Non dovevo innamorarmi di lei, non dovevo farlo e basta, ma sappi che per quanto io la possa amare, lei amerà sempre e solo te, non te ne rendi conto, vero? Lei fa tutto questo perché vuole essere perfetta, vuole che tu la veda, di nuovo, come quella ragazza, come la ragazza che hai conosciuto in questa scuola.
E se credi che mi faccia piacere vederla così ti sbagli di grosso, sto soffrendo anche io.-
-Lei per me sarà sempre quella ragazza.- sussurrò l’albino.
-Non lo dimostri però. La fai sentire sempre in difetto, come se tutto quello che le è successo avesse creato una barriera, come se tu ti rapportassi in maniera diversa in confronto a prima.
Lei lo sente, sente tutto. Anche questo.-
 
Soul rimase in silenzio, sapendo che quel ragazzo aveva toccato un tasto dolente: in effetti lui si era comportato diversamente con Maka.
L’aveva trattata sempre come una bambola di porcellana, come se si potesse rompere da un momento all’altro e lei se n’era accorta, ma lui aveva ignorato anche quello.
-Si sveglierà, lo farà per te.-
-E se non mi ama abbastanza per farlo?- sussurrò.
 
-Credo… Che tu sia impazzito.- rispose Maka, lentamente.
Aprì gli occhi e guardò il marito, poco distante da lei.
-Sei viva!- esclamò, avvicinandosi.
-Certo, ci vuole ben altro per uccidermi.- cercò di mettersi seduta ma le girò la testa.
-Fai piano, sei ancora priva delle forze.-
-Oh che bello…-
-Maka come stai?- chiese Kid, sistemandosi dal lato opposto del letto.
-Io… Credo bene.-
-Cosa vuol dire credo?- domandò Zack.
-Io… Prima sentivo qualcosa qua nel petto.- lo toccò piano, all’altezza del cuore, -Sapevo che qua c’era il vuoto, che la follia poteva insinuarsi dentro al mio cuore in qualsiasi momento, ma adesso è come se fosse attenuata, come se fosse legata.-
Maka alzò gli occhi verso il soffitto e s’immaginò il Demone Rosso con le mani legate nella sua stanza rossa e le venne improvvisamente da ridere e non riuscì a trattenersi.
-Che c’è? Stai male, la follia…-
-No Soul, io ho la sensazione di stare bene, davvero, per la prima volta io sto bene!- sorrise.
-Un miracolo!-
-No è solo Shervar, adesso lo sento Zack, il tuo Dio, il nostro Dio, adesso so che sta vegliando su di me; non è come con la follia, ma so che mi sta accompagnando in questo nuovo cammino, sono la Sheireen e per quanto mi sia difficile accettarlo, sono la sua Consacrata e a me sta bene così.-
-Credevo di aver fallito.-
-Bè diciamo che mi avevi fatto estremamente paura quando Shervar si è impossessato di te.-
-Cose che capitano!- rispose ridendo, -Adesso che stai bene, Kid mi farai tornare alla mia Dimensione?-
-Ma…-
-Devo andare Maka, lo sai bene, io non appartengo più a questo mondo, non per il momento.-
-Facciamolo subito.- rispose Shinigami, uscendo dalla porta.
 
-Maka?-
Soul le si avvicinò e le baciò la fronte.
-Mi sono sbagliato e avrei dovuto fidarmi di te, almeno provarci, e ti chiedo scusa per questo.-
-Soul…-
-Zack invece crede fermamente in te, e credo che sia giusto che tu lo saluti, non sai per quanto tempo non lo rivedrai.-
-Vedi che ti ho sentito, ho sentito quello che vi siete detti e non mi sta bene il fatto che credi che io non ti ami abbastanza.-
-Ero accecato dalla rabbia e ho detto delle cose che non pensavo, ma stavolta ti guardo negli occhi e ti dico che sono pronto a darti tutta la fiducia di questo mondo, perché tu sarai sempre quella ragazza senza tette che ho conosciuto tanti anni fa.
E che non potrò mai smettere di amarti.-
-Neanche io.- sussurrò, asciugandosi le lacrime.
-Bene ragazzi, lasciamoli cinque minuti soli. È giusto così.-
Soul si voltò verso la porta e gli altri suoi amici fecero lo stesso, lasciando Zack e Maka soli.
 
-Allora piccolo contenitore di follia, stai davvero bene?- Zack si sedette sul letto e lei si mise a sedere meglio.
-Sto bene, riesco a controllarla, adesso.-
-Bene era quello che volevamo, no?-
-Zack non riuscirò mai a dirti grazie per tutto quello che hai fatto per me, mi hai salvato la vita più di una volta.-
-E ti ho messo in pericolo altrettante volte, siamo pari.- rispose, ammiccando.
-Forse.-
-Maka adesso puoi vivere la vita che hai sempre desiderato, puoi avere tutto quello che vuoi, devi solo prenderti cura di Soul.-
-Chi si prenderà cura di te?- chiese.
-Sono abbastanza grande per farlo da solo.-
-Zack non puoi restare?- domandò per l’ennesima volta.
-Non c’è spazio qua per me, ma veglierò sempre su di te, lo sai.-
-Sì.-
-In fondo ti amo così tanto che sono pronto a lasciarti andare, non importa quante volte dovrò farlo, ma lo farei sempre pur di vederti felice.-
-Grazie.- sussurrò, cercando di trattenere le lacrime.
Zack si alzò dal letto e si avvicinò a lei, le scostò una ciocca di capelli e le asciugò una lacrima.
-Sei la Sheireen, adesso hai un compito importante: portare la pace. Shervar ti indicherà la tua strada, al momento giusto, però nel frattempo vivi la tua vita.
Al meglio.
Io ti guarderò dall’altra Dimensione, voglio vederti crescere, diventare forte e insegnare a Lily e Jonathan la vita, farai un ottimo lavoro con loro.-
-Zack…-
-Adesso riprenditi, non so se ci rivedremo Maka.-
La ragazza annuì ma si sporse per abbracciarlo e lo strinse forte, non avrebbe più potuto vedere quegli occhi limpidi, i capelli neri come la notte e il suo sorriso, lo strinse ricordando tutte le avventure che avevano passato assieme e quelle che non avrebbero mai fatto, gli si strinse il cuore a quel pensiero.
Le faceva così male.
Gli stava dicendo addio veramente, per l’ultima volta.
-Non ti dimenticherò.- sussurrò tra le lacrime, che aveva smesso di trattenere.
-Lo spero.-
Zack si abbassò e la baciò sulla guancia, le sorrise per un’ultima volta ed uscì dalla stanza, uscì dalla sua vita, per sempre.


 
Ho sofferto troppo con questo capitolo, 
neanche io sono pronta a dire addio a Zack, ma 
tutto ha una fine.
questo ragazzo è stato la sua ancora di 
salvezza nei momenti bui, ha creduto in lei quando tutti le erano contro.
Ci sarà sempre Soul per Maka, ma nella mia piccola testa
so che Zack non la lascerà mai.
In fondo la ama, la lascia andare perchè sa che lei non 
lo ricambierà mai, nonostante il bene che le vuole.
Cosa ne pensate?
Un Grazie enorme a tutti voi che continuate a seguirmi :D
XOXO

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** #18 Pioggia ***


#18: Pioggia

Death The Kid guardò lo scatolino che teneva saldamente nella sua mano destra, sentiva il groppo in gola farsi sempre più grande e il cuore battere decisamente troppo forte.
Non aveva mai avuto così tanta paura in vita sua, neanche quando aveva lottato contro Ashura.
Chiuse gli occhi e si impose calma, era il Dio della Morte e non si sarebbe fatto sopraffare dai sentimenti ma in realtà sapeva bene che stava sbagliando alla grande.
Sarebbe stato sopraffatto da una potenza bionda di nome Liz.
Finalmente aveva deciso di fare il grande passo, voleva sposarla, dopo tre anni di pace assoluta si era reso conto che quel momento arrivato, e nonostante tutto sapeva che anche lei lo desiderava.
Gli era rimasto accanto senza chiedere mai niente, accontentandosi dei suoi umori e delle sue paranoie, delle sue piccole schizofrenie, accettando tutto quello che lui poteva darle; ma adesso voleva essere lui a fare qualcosa per Liz.
Voleva ripagarla per tutto quel tempo che aveva passato in attesa, di tutte le ore che avevano passato assieme, delle missioni che con Patty avevano portato a termine e soprattutto per l'amore che provava per lei.

-Kid volevi vedermi?-
La sua voce calmò il suo animo e spazzò via tutte le insicurezze.
Strinse la scatolina nella mano e voltandosi la tenne dietro la sua schiena, e si avvicinò piano.
-Sì, stamattina non eravamo ancora riusciti a vederci.- sussurrò, baciandola lievemente in bocca.
-Lo so, scusami, ma Patty aveva un emergenza col disegno e sono dovuta scappare a comprarle delle cose.-
-Bè ma adesso sei qui.-
-Sei strano, lo sai?-

Kid sorrise abbassando lo sguardo sui piedi, lei lo conosceva talmente bene che tenere quel segreto gli era costato tantissimo, oltre che difficilissimo.
-Volevo parlarti.-
-Oh no, non ci saranno Dei risorti o cose del genere? Sì sta così bene!!-
-Niente di tutto questo.- tossì, per schiarirsi la voce e la guardò.
Per un solo momento rivide la ragazzina che aveva cercato di derubarlo così tanto tempo fa, quando era alla ricerca delle buki perfette, delle armi che avrebbero rappresentato la perfezione, ma quando la guardò meglio vide la donna che era diventata.
La sua donna e non l'avrebbe condivisa con nessuno.
Capì, senza troppe remore, che era arrivato il momento: si abbassò, poggiando il ginocchio sul freddo pavimento bianco della Death Room, e portò il braccio con la scatolina davanti ai suoi occhi.
-Elizabeth, lo so che è da molto, forse troppo, che aspetti questo momento; lo so che non ho scuse e che avrei dovuto farlo prima; sei la donna perfetta, la mia donna, ed io voglio renderti felice per tutta la vita, voglio che tu sia mia.-
Kid alzò lo sguardo e vide le sue guance rigate dalle lacrime ma non si fermò.
-Liz, vuoi sposarmi?- aprì in quel momento la scatola, per farle vedere il suo anello di fidanzamento.
L'aveva trovato tra i tesori di famiglia e molto probabilmente era appartenuto a sua madre e non avrebbe trovato persona più adatto per indossarlo.
-Sì...- sussurrò cadendo in ginocchio davanti a lui per abbracciarlo, lo baciò subito dopo, e poi riprese a piangere.
-Voglio sposarti Kid.- continuò lentamente.
Lui sorrise, prese l'anello con mani tremanti e lo posizionò sulla sua mano, finalmente aveva di nuovo una proprietaria.
-Ti amo, Liz.-
***

Soul fece scricchiolare le ossa delle mani e chiuse il piano, nell'ultimo periodo aveva ripreso a scrivere e più di una volta aveva partecipato ai concerti di Wess.
I rapporti con suo fratello non erano mai stati così "quasi" perfetti, finalmente era riuscito a recuperare quella parte del suo passato che aveva cancellato quando si era trasferito a Death City e questo solo per merito suo.
Negli ultimi tre anni molte cose erano cambiate, Lily e Jonathan avevano iniziato a frequentare le classi base EAT della Shibusen ma era stata Lily a sorprenderlo più di tutti: era una buki.
Aveva mostrato la sua capacità di trasformarsi in falce, anche se per pochi attimi, in un pomeriggio di due anni anni fa, litigando col fratello, e sapeva che se non fosse stato per Maka, che li aveva prontamente separati, Jonathan sarebbe sicuramente finito in infermeria nelle mani di Stein.
 E sarebbe stato anche peggio.

Soul guardò i bambini giocare nel giardino fuori casa, era sempre stato convinto che sarebbe stato Jonathan a trasformarsi e ad acquisire quel tratto che aveva in comune con Maka, ma la piccola si era dimostrata ancora una volta una sorpresa.

Crash.

Quel rumore lo fece alzare di colpo dallo sgabello del piano e si diresse in cucina.
-Che c'è Maka, vuoi comprare un nuovo servizio?- chiese scherzando avvicinandosi alla moglie, però dovette ricredersi.
La trovò a terra, poco distante dal piatto che si era rotto e le pupille erano diventate improvvisamente bianche, tremava leggermente e farfugliava parole senza senso.
-MAKA!-
Soul si abbassò e la prese tra le braccia, sentì il cuore galoppare per la paura: da quando era stata Consacrata la follia era stata domata, lei aveva preso il potere, ed avevano vissuto in modo normale la loro vita ma adesso aveva paura che il piano di Zack non avesse funzionato, che avessero dovuto ricominciare tutto d'accapo.
-Maka.- sussurrò più piano, spostandole i capelli dietro le orecchie.
-Soul.- rispose debolmente, tossendo.
-Cos'è successo?- chiese, tenendola ancora stretta a se.
-Shervar.-
-Cosa? Che c'entra lui?-
-Mi ha parlato, Soul, Shervar mi ha parlato.-

Il ragazzo rimase visibilmente sconvolto, e pietrificato.
-Vuole che faccia una cosa per lui.-
-Di che si tratta?-
-Devo estirpare il male, Soul, sono la Sheireen, è il mio lavoro.-
-Quindi alla fine è tutto vero? Shervar esiste veramente?-
-Sì.- 

Maka si alzò lentamente, sentiva ancora la testa pesante per il colpo che aveva preso e anche perché il suo Dio si era impossessata di lei, si appoggiò al bancone della cucina e chiuse gli occhi.
Aveva visto molto chiaramente il luogo della sua missione, aveva visto altrettanto bene colui che aveva deragliato dalla retta via e aveva capito quale sarebbe stato il suo compito: eliminare il male.
A tutti i costi.
-Non ci vai sola.-
Si voltò verso suo marito e sorrise, in fondo sapeva bene che Soul non aveva creduto fino in fondo al rito e alla storia della consacrata, lui non era come lei e Zack, i quali possedevano una fede assoluta; Soul aveva sempre e solo creduto a quello che poteva spiegare.
-Non sei obbligato, sono io la Sheireen.-
-Ma noi siamo una squadra, non ti lascio affrontare questa missione da sola.-
-Sarà come i vecchi tempi.-
-Lo spero vivamente, ho bisogno di fare un pò di sport.-
-Mamma, papà cosa succede?-
-Oh niente, volevamo solo fare qualche pulizia.- commentò lei, cercando di non ridere.
-Dove andrete?-
-Jonathan, quante volte ti gio detto di non origliare?- domandò Soul, leggermente arrabbiato,
-Tante, ma voi ci mentite sempre.-
-No, non è vero. Lo abbiamo fatto solo una volta, tre anni fa, e vi abbiamo promesso di non farlo più.-
-Allora dove andate?-
-A Londra.-
Maka alzò lo sguardo verso Soul e lo vide annuire, avevano una missione da compiere.

***

Stavano camminando da quasi un'ora per le strade di Picadilly Cyrcus quando iniziò a piovere.
Maka alzò lo sguardo verso il cielo e si lasciò bagnare dalla pioggia, chiuse gli occhi e alzò i palmi delle mani verso l'alto, per cercare un maggiore contatto con Shervar.

"Stai diventando strana."
Le tue prese di posizione mi sorprendono sempre ma ricordati che Shervar ci ha parlato, sappiamo bene che la pioggia è un segno.
"Deve essere vicino, sarà un uovo di Kishin?"
Sì.

-Maka guardati in giro.-
Ascoltò le sue parole ed aprì gli occhi, tutte le persone erano improvvisamente sparite nel nulla, la strada più famosa di Londra si era svuotata come se niente fosse.
-E´ qui.-
-Chi siete?-
Entrambi guardarono verso l'alto, non riuscendo a identificare il punto di provenienza della voce, come se fosse ovunque e in nessun posto.
-Siete i primi che osano sfidarmi.-
-Soul, trasformati.-
-Sì.-
Quando Maka strinse suo marito tra le mani sentì nuovamente le loro anime combaciare, con tutto quello che avevano passato non era più stati in Risonanza ed aveva avuto paura che non avrebbe avuto un ultima volta, per farlo, ma in quel momento sentiva il suo cuore pieno di gioia, era di nuovo la ragazzina della Shibusen che aveva trovato il suo compagno di vita.
Iniziò a procedere lentamente, non voleva farsi cogliere impreparata anche perché la pioggia se da un lato nascondeva il suo avversario dall'altro amplificava i suoi movimenti.
Si voltò e parò il colpo.
Era stato così veloce che non l'aveva sentito arrivare.
-Maledizione.- sussurrò, respingendolo.
Cercò di osservare i suoi tratti ma non lo identificò finché non lo fece finire sotto la luce di un lampione, vicino a un negozio di musica, e quello che vide la lasciò senza parole.
Chrona.
Chrona era davanti a lei, con Ragnarok stretto in mano e lo sguardo spaesato per la paura e la follia, quello stesso sguardo che aveva avuto lei per tutta una vita.
-Sei... Viva?- chiese, incredula.
-Maka non ci provare, non è la Chrona che conoscevamo.-
-Sono passati quasi nove anni dall'ultima volta che ti ho vista.- continuò, avvicinandosi.
-Maka!-
-Io... Non sono mai riuscita a dimenticare la nostra battaglia.-
Chrona la guardò, non era cambiata di una virgola nonostante fosse passato tutto quel tempo, il corpo era ancora esile, i capelli rosa tagliati corti e lo stesso sguardo, la morte di Medusa non aveva fatto la differenza per lei; così concentrata non riuscì ad evitare il colpo e sentì Ragnarok graffiarle il braccio, si allontanò subito dopo.
Osservò il suo braccio sanguinante ed ignorò, volontariamente, le urla di Soul: il suo sangue non era nero, ma non era neanche rosso.
Rimase affascinata dal suo cambiamento, Shervar la stava proteggendo.
Guardò Chrona e strinse la presa su Soul, aveva una missione da portare a termine.
-Adesso dobbiamo farla finita.
Soul?-
-Sono pronto.-
-ECO DELL'ANIMA.-

Fu un attimo, quell'attimo che la collegò a lui e che le diede, nuovamente, quella sensazione di completezza, di benessere che non provava da troppo tempo.
Si avventò sul suo avversario, doveva ucciderla ma avrebbe fatto qualsiasi cosa per evitarlo, per salvarla dal suo stesso destino infelice.
Chrona non era come lei, quella era paura, non era follia.
Attaccò veloce e lei parò il colpo, si abbassò per sfuggire alla sua spada e la colpì alla pancia con un calcio, la vide volare con un muro ma non si rilassò.
Maka corse per quella direzione ma prima che potesse agire si ritrovò schiacciata a terra dal peso esile dell'ex amica.
-Io devo farti fuori, solo così la follia tornerà. Ho bisogno di lei!- le urlò in faccia, strabuzzò gli occhi e la colpì nuovamente con Ragnarok e stavolta il colpo andò a fondo nella sua spalla.
La Maestra d'armi si morse il labbro, così forte che fece uscire del sangue, per non urlare e la colpì alla testa con tutta la sua forza, Chrona lasciò la presa e lei si alzò.
-Maka non riesci a tenermi.-
-Soul... Posso farcela, adesso però dobbiamo agire, secondo me Chrona ha solo paura, se proviamo con il Majingari la uccideremo.-
-Che vorresti fare allora?-
-Fidati di me, lo so che ti è difficile ma provaci.-
Maka strinse Soul tra le mani, la spalle le faceva male e le pulsava così forte che il dolore si era diffuso per tutto il corpo, nonostante non sanguinasse come le persone normali, il suo sangue non era più nero e non sarebbe stata immortale; doveva pensare a un modo per gestire la situazione, e probabilmente sapeva bene cosa doveva fare.

"Non puoi usare la follia."
Perchè? Sono più forte se la lascio libera.
"Abbiamo fatto tutto quello per darti la possibilità di governarla."
E lei sarà sotto il mio potere.

-Devo ucciderti Maka. Lo facciamo per me.-
Chrona  avanzò sicura e si ritrovarono nuovamente una di fronte l'altra, Maka cercò di mantenere gli occhi aperti per colpa della pioggia e la guardò, poteva essere salvata, solo che in quel momento le fece volare Soul dalle mani e si ritrovò Ragnarok puntato al collo.
La lama sottile le faceva quasi il solletico al contatto con la sua pelle.
-MAKA!-
-Chrona adesso basta, tu non vuoi uccidermi.-
-Ah no?-
-No, perché non vuoi vivere come me.-

Sentì la punta della lama tremare e capì di aver toccato il tasto giusto.
-Non auguro a nessuno la mia vita, tu vuoi la follia per il potere, ma non è così, lei non è potere: lei è distruzione, dolore, sconfitta, rimpianto.
Non sarai invincibile, sarai tu stessa vulnerabile.
Sono passati nove anni da quel giorno, dal nostro primo scontro ed è stato per salvare Soul da te ho scelto la follia, adesso lo rifarei, non una ma mille volte!
Ma tu...- la guardò negli occhi e la inghiottì il groppo, -Perché non sei mai più tornata?-

Chrona abbassò la spada e Ragnarok sparì, la guardò negli occhi e scoppiò a piangere.
-Io, non sapevo più che fare, non sapevo come comportarmi con voi e sono andata via, credevo... Credevo che con la follia tutto sarebbe stato diverso.- cadde a terra e continuò a piangere.
-Maka scusami, scusami è stata colpa mia.-
La ragazza rilassò le braccia e guardò con la coda dell'occhio Soul che si stava avvicinando.
-Maka ti ho condannata ad un'eternità di infelicità.-

Cadde a terra sentendo il peso di quelle parole sulle sue spalle, era stata Chrona a metterla davanti a quella scena, sarebbe stato facile darle la colpa e sentire la sua coscienza esultare per aver finalmente trovato il colpevole, ma non lo fece.

-Lo so, ma ti perdono.-
Guardò la luna e dentro di se sentì che Shervar era soddisfatto, che la sua Sheireen era riuscita nella sua missione, guardò Soul e sorrise, potevano farcela assieme, potevano fare di tutto.
Adesso ne era sicura.

 
Allora inizio subito a scusarmi per il ritardo ma 
ho il pc in assistenza da una settimana e solo oggi mia madre ha potuto prestarmi l'ipad per scrivere qualcosa,.
Mi scuso anche ma non potrò mettere il banner ed è già un miracolo che io riesca a 
sistemare il front del capitolo, sto avendo probemi con l'editor.
Insomma non è un bel momento XD
Ma detto ciò vorrei solo dire: ho fatto tornare Chrona.
Perchè?
Per il semplice motivo che mi sembrava lei, io la penso femmina, 
la più indicata da Shervar.
Spero che l'idea vi sia piaciuta e in fondo 
serviva anche a Maka per mettersi a posto la coscienza, da un certo punto di vista.
Adesso credo proprio che avremo l'ultimo capitolo, 
vedrò lunedì prossimo, al massimo che non mi venga un'altra idea.
Grazie di <3

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** #19 Collera ***


Image and video hosting by TinyPic

#19: Collera
 
Chrona guardò Death the Kid negli occhi ma li abbassò qualche secondo dopo, non riuscendo a sopportare quella situazione.
Maka e Soul avevano così tanto insistito che alla fine lei aveva ceduto ed era tornata a Death City, era tornata a casa.
Erano passati nove anni dall’ultima volta eppure non aveva sentito la mancanza come in quel momento.
 
-Perché? Perché non sei più tornata, eri parte di una famiglia Chrona, non ti avremo lasciata sola ad affrontare il dolore.-
-Non era dolore.- sussurrò, sempre con lo sguardo basso.
-Cos’era?-
-Era collera.-
 
Maka si lasciò andare contro il muro, non si erano riuniti nella Death Room ma in Infermeria per via delle sue poche ferite, anche se Stein le aveva assicurato che in un paio di giorni si sarebbero chiuse.
 
-Collera?-
-Ero persa, non avevo più alcun punto di riferimento ed io credevo che scappare sarebbe stata l’unica soluzione.-
-Dove sei stata per tutto questo tempo?- domandò Liz.
-Sono stata un po’ dappertutto, cercava la follia, cercavo il modo di sentirmi come una volta, poiché quello era l’unico modo che ho sempre conosciuto.
Medusa mi ha fatto così.-
-Potevi essere quello che volevi dopo la sua morte, perché allora non lo hai fatto?-
-Perché avevo anche paura.-
-Contro chi eri arrabbiata?-
-Con Maka e sapevo anche che lei era arrabbiata con me per quello che le avevo fatto.-
-Io non lo sono mai stata.- rispose la bionda, senza alzarsi da terra.
 
-Forse non adesso, ma è stata mia la colpa di tutto e ti ho odiato perché ti sei presa l’unica cosa che per me aveva senso, ti ho odiato per molti anni e quando mi sono resa conto che non sarei stata più me stessa, ho cercato di farti avvicinare, ecco perché ero a Londra.-
-Uccidendomi la follia non sarebbe tornata da te.-
-Come fai a saperlo?-
-Perché io sono un contenitore, Chrona. La follia non ha nessun interesse a lasciare il mio corpo perché io lo posso impedire.- disse, guardandola.
-Impedire?-
-Sono stata consacrata al Dio della Guerra Shervar, io sono la sua Sheireen, e per questo io posso controllare la follia, nata come arma di distruzione.-
-Io non capisco.-
-Io detto le regole del gioco.- concluse, alzando gli occhi verso la finestra.
-Ma il tuo sangue non è nero.- insistette.
-Proprio perché lei non è controllata il suo sangue non è nero.- disse Soul, che era rimasto in silenzio fino a quel momento.
 
-Chrona lo sai che il tuo attacco è stato un duro colpo da tollerare, solo perché ti sei aperta, solo perché hai confessato, non posso lasciarti andare così, sei comunque pericolosa.-
-Non lo è.-
-Maka…-
-Lasciala parlare una buona volta.- urlò Ragnarok, materializzandosi.
-Chrona non è pericolosa, lei ha solo paura di non saper più vivere, dobbiamo insegnarle che questo è possibile.-
-La lasceresti andare nonostante quello che ti ha fatto?- le chiese Soul, sorpreso.
Maka si guardò le fasce, dalle quali spuntava ancora del sangue, poiché la ferita non si era rimarginata e guardò i suoi amici, erano tutti lì, come una volta, tutti lì a prendere decisioni sempre più grandi per la propria età ed ancora una volta stavano decidendo il destino di qualcuno.
Come se loro potessero essere Dio.
 
“Forse solo Kid ha questo potere.”
 
-Sì, perché voi avete concesso a me di vivere in mezzo a voi anche quando ero ingestibile, anche quando ero un mostro.-
-Non sei mai stata un mostro.- disse Tsubaki.
-Lo sono stata e lo sono anche adesso, solo che Shervar mi ha aiutato a comprendere come questo mio stato possa essere d’aiuto. La lasceremo vivere, l’aiuteremo perché è nostra amica, perché noi possiamo darle una seconda possibilità.-
-Ma sono stata io a farti questo!- urlò, -Perché non mi uccidi, Maka? Sarebbe tutto più facile anche per voi!-
-Chrona non farò il tuo gioco.- la bionda si alzò e fece un passo verso di lei.
-Sarebbe troppo facile trasformare il mio braccio in falce, puntarlo sul tuo cuore e colpirti, ma ho imparato, nei modi più difficili che è vivere la vera impresa e tu devi imparare a farlo. Quel giorno che abbiamo lottato, avrei dato la colpa a te, ma adesso che sono passati nove anni non lo farò.
Troppe persone hanno sacrificato qualcosa per farmi diventare così e non infangherò la loro memoria facendo il tuo gioco.-
Strinse i pugni leggermente, stava pensando a Zack, pensava sempre a lui e al suo addio, nonostante gli anni quello era rimasto il suo unico pensiero fisso, era grazie a lui che era viva, grazie a lui che aveva la possibilità di crescere i suoi figli e di stare con Soul, non lo avrebbe tradito aiutando Chrona ad uccidersi.
 
-Faremo come dici tu Maka, ma terremo una vigilanza costante, i primi tempi.- suggerì Kid, guardandola.
-Va bene, adesso però possiamo tornare a casa io e Soul? Non vedo Lily e Jonathan da due giorni e vorrei tanto abbracciarli.-
-Certo, ma torna da Stein per le ferite.-
-Sì.-
 
Soul le posò gentilmente un braccio lungo le spalle e la strinse a se, si beò di quel contatto e chiuse gli occhi adesso potevano tornare alla loro vita e riprendere da dove avevano lasciato.
 
***
 
-Mamma, papà siete tornati!-
-Ciao piccoli, avete fatto i buoni?- chiese Maka, abbassandosi per abbracciarli.
-Sono stati degli angeli, anche se non si direbbe dal loro aspetto.- commentò Bea, ridendo.
-Grazie come sempre per la tua disponibilità.-
-Per me è un piacere essere utile, Chrona come sta?-
-Lei si è persa lungo il cammino, ha bisogno di fiducia.- disse Maka distrattamente.
-E credi che sia motivata?-
-Tutti perdiamo la retta via almeno una volta, ma sta nelle anime delle persone che ci stanno accanto trovare il coraggio di tornare.-
-Sicuramente se tu le starai accanto potrà farcela, vede in te qualcosa, ma in realtà siamo un po’ tutti in soggezione con te.-
-Con me?- domandò la ragazza sorpresa.
-Sì, vedi tu emani forza, coraggio, determinazione; io provo un timore reverenziale nei tuoi confronti come anche Kid, lui ti ascolta, ti ammira profondamente.-
-Sono solo un essere umano.- sussurrò Maka.
-Sei molto di più per noi, tu ci dai speranza anche nei momenti bui: il tuo percorso ha illuminato il nostro.-
-Bea…-
-Adesso vado perché le due pesti volevano passare del tempo con voi.- salutò con la mano e uscì silenziosamente.
 
Soul chiuse la porta e guardò sua moglie, si era appoggiata alla portafinestra con lo sguardo perso al cielo.
-Mamma?-
-Dimmi Jonathan.-
-Quello che dice Bea è vero, tu sei la mia forza.-
-No tesoro, io non sono così.-
-Forse tu non ti sei resa conto di quanto il tuo coraggio ha dato a noi la forza di andare avanti.-
-Soul non ti ci mettere pure tu.-
-Perché non sei disposta a credere alle nostre parole?- le sussurrò, avvicinandosi.
-Io non sono l’essere perfetto che dite, io sbaglio, ho sbagliato per quasi tutta la mia vita, prendo decisioni impreviste che portano sempre guai e conseguenze dolorose.-
-Però poi che fai?-
Maka lo guardò non capendo.
-Trovi il modo di sistemare tutto, e noi non possiamo fare a meno di ammirare la tua forza di volontà, sei una bella persona e sei circondata dall’amore.-
-Grazie, anche a voi.-
Lily corse e si buttò tra le braccia della madre e Jonathan le baciò la guancia.
-Siete il mio tutto.- disse, spostando gli occhi su suo marito.
-E tu il nostro.-


 
Allora, chiedo scusa per il ritardo ma ieri ho avuto esami
e finalmente ho anche recuperato il pc.
Ho aggiunto questo capitolo, 
volevo parlare di Chrona, darvi il modo di 
conoscere anche lei.
Quindi spero che, anche se piccolo, vi 
piaccia.
Il prossimo sarà ufficialmente l'ultimo capitolo.
Vi amo <3

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** #20 Libertà ***


Image and video hosting by TinyPic

#20: Libertà
 
 
~Sei anni dopo~
 
 
Stein chiuse il libro ed osservò i suoi alunni, per la prima volta aveva deciso di affrontare l’argomento in un altro modo, niente incontri, niente vivisezioni, ma aveva usato il passato.
I Periodi Bui erano stati introdotti nei libri della Shibusen già dalla fine della guerra ma Kid aveva proibito la loro divulgazione, nel primo periodo, per poi convincersi che solo i ragazzi più grandi sarebbero stati in grado di affrontare quel genere di verità.
Se avesse potuto, avrebbe ritardato quel momento, ma non avrebbe potuto proteggerli per sempre.
 
Alzò lo sguardo ed osservò Lily e Jonathan, spauriti e leggermente trasandati, sapeva che Maka e Soul gli avevano raccontato quella storia, ma sapeva altrettanto bene che, adesso, quelle parole avrebbero assunto un significato diverso; non sarebbero più state favole della buonanotte.
 
-Potete andare.- sussurrò, rivolgendosi a tutti.
 
Lily prese Jonathan per un braccio e lo smosse, lo guardò attentamente negli occhi e lo vide annuire, presero lo zaino e corsero fuori dall’aula.
Stein espirò rassegnato.
 
Assomigliano così tanto a Soul e Maka.
“Credi che abbiano anche lo stesso destino?”
No, di questo ne sono sicuro.
 
***
 
-Mamma?-
-Papà?- esclamò Jonathan, chiudendosi la porta di casa alle spalle.
-Siete già tornati?-
Maka rientrò dal giardino e spostò i capelli sul lato destro del collo alla ricerca del fresco, l’estate era così terribilmente vicina.
-Avete delle facce ma cos’è successo?- esclamò l’albino, guardando i suoi figli.
Ancora si sorprendeva quando li osservava, erano così simili eppure così diversi, entrambi avevano qualcosa sua e di Maka e allo stesso tempo no, sembravano uguali ma tutte le volte che lui glielo faceva notare loro negavano prontamente.
Ed adesso, nel pieno dell’adolescenza, faticavano a stargli dietro.
 
-Dobbiamo parlare.-
-Di cosa?-
Maka si sedette su uno degli sgabelli della cucina, avvicinando le gambe per via del vestito e guardò gli occhi dei suoi figli, verde e rosso.
 
Ci somigliano così tanto.
 
-Stein ci ha raccontato tutto, o meglio ha raccontato tutto alla classe, perché tutte quelle menzogne?-
Lily abbassò gli occhi e sentì il peso di quella verità sul suo cuore, osservò i suoi genitori e vide il sorriso sparire dai loro occhi, i muscoli erano diventati tesi.
-Perché ci avete mentito per tutto questo tempo? Voi avete partecipato alla guerra e tu mamma, sei stata la prima vera vittima, perché non ci hai mai raccontato del Kishin? Della ricerca del pugnale, eravamo troppi piccoli e ingenui per meritare le vostre attenzioni?-
 
-No, e non credo che dovreste usare questo tono contro vostra madre. Le scelte che abbiamo preso sono state solo per il vostro bene, volevamo proteggervi.- asserì Soul, il cui sguardo si era indurito.
-Proteggerci? Oggi tutti ci stavano guardando ed… Eravamo alla loro mercé, solo perché ci avete tenuto nascosto tutto!-
-Lily vi abbiamo sempre raccontato questa storia…-
-Come una favola, avete tralasciato così tante cose da farla apparire totalmente diversa.-
-Avete preso un sacco di decisioni senza consultarci! Parlate sempre dei valori della famiglia, del rispetto ma ne avete violati più di uno…- continuò Jonathan, sostenendo la sorella.
 
Maka aveva chiuso gli occhi.
Aveva sognato più di una volta quel momento, il momento cui i suoi figli avrebbero conosciuto la verità e l’avrebbero guardata in un altro modo, nello stesso modo in cui lei si vedeva ogni giorno: come un mostro.
Strinse lievemente la mano a pugno e sentì le nocche sbiancare e le unghie conficcarsi nella pelle.
Era stata sincera fin dal primo momento, aveva omesso alcuni particolari non ritenendoli adatti a dei bambini di cinque anni, ma aveva previsto che tutto quello sarebbe successo.
 
-Cosa ti aspettavi? Che corressero da te ad abbracciarti per dirti quanto forte fossi stata a quei tempi?-
-Ciao piccolo diavoletto, lo sai perfettamente che non è così.-
-Sì, ed è altrettanto raro che mi lasci parlare. Siamo sentimentali oggi?-
-No, ma è una sensazione così bella avere il controllo, che ogni tanto devo pur fartelo ricordare.-
-Me lo ricordi ogni giorno, ogni volta che mi fai sottomettere a te.-
-Ecco.-
 
Aprì gli occhi e rilasso i muscoli, percepì la discussione che aveva prontamente lasciato fuori dalla sua mente, e vide suo marito alzare il tono della voce, contro Lily e Jonathan, anche loro sul piede di guerra.
-Voi credete che io sia stata in silenzio per tutto questo tempo per farvi un dispetto?- sussurrò, facendo finire così la loro lite.
Tutti la guardarono e lei si alzò dallo sgabello.
-Quando ho lottato contro Chrona, ed ho accettato la follia, sapevo benissimo che avrei segnato il mio cammino per tutta la vita ma ho preso una decisione e non me sono mai pentita.
Avevo scelto di salvare Soul.
Da quel momento in poi ho perso il contatto con la realtà, ho sentito la mia mente andare alla deriva, stavo perdendo me stessa. Credete che sia facile raccontare una cosa del genere ai propri figli?
Avreste preferito che ve lo raccontassi con il tè o con del caffè?-
-Mamma.-
-No Lily. Ho lasciato che il Kishin, che Ashura si prendesse la mia anima e lui ha lottato così disperatamente per farmi tornare, che quando Arcane mi ha usato come contenitore per i suoi scopi mi sono sentita svuotata, come se tutto il dolore non fosse mai abbastanza, come se il mondo avesse deciso la mia sorte.
Ed è stato per Soul che ho intrapreso quel viaggio con Zack, quel viaggio in cui ho scoperto i miei limiti e le miei forze, ma credete che sia stato sufficiente?
Che fosse così semplice pugnalarsi per uccidere un maledetto Demone Rosso? Non lo è stato, e non credo che potreste mai capirlo.-
-Noi…-
-Voglio finire, Jonathan. Poi nella nostra vita siete arrivati voi, il mio gioiello più prezioso, la mia unica missione riuscita e vi ho dato tutto, ho provato a darvi anche la mia anima ma ancora questa non mi apparteneva, il vuoto mi reclamava e così ancora una volta ho scelto voi invece che me stessa.
Ho scelto di consacrarmi a Shervar, diventando una Sheireen, solo per guardarvi durante la vostra crescita, solo per potervi proteggere da me stessa.
Credete che io vi abbia nascosto la verità per farvi un dispetto? Siamo stati sinceri il più delle volte, anche se vi abbiamo tenuti allo scuro di molte cose, era stato solo per il vostro bene.-
 
Maka finì di parlare e calò il silenzio.
-Ci dispiace.- iniziò Lily, abbassando lo sguardo, -Oggi ci siamo sentiti lo zimbello della classe e traditi da voi, pensavamo che…-
-Non avevamo fiducia in voi per raccontarvi tutto? Non è così, non lo è mai stato, vi abbiamo reputato sempre grandi per la vostra età.- disse Soul, il cui tono, si era decisamente rilassato.
-Mamma sappiamo che non potremo mai capire cosa hai provato, sappiamo che il dolore non andrà mai via ma noi… Siamo qua per ricordarti che tutto quello che hai fatto, è riuscito, ci stai ancora proteggendo.-
-Grazie.- sussurrò, sentendo le lacrime, scenderle lungo il viso.
Lily si avvicinò per prima e l’abbracciò forte, e Jonathan le baciò la fronte. Si sentì persa di fronte ai suoi bambini così cresciuti che per un momento preferì tornare indietro nel tempo e rivederli piccoli, poi però il loro affetto la travolse e capì che non avrebbe cambiato la sua famiglia per niente al mondo.
-Adesso che sapete la verità credo che potreste anche preparare il pranzo.- suggerì Soul, avvicinandosi a Maka.
-Cosa?-
-Ma non è giusto.-
-Oh sì invece, spero tutto sia pronto tra dieci minuti.-
Soul appoggiò un braccio sulle spalle di Maka e l’attirò a se, trascinandola delicatamente verso la loro camera.
 
Chiuse la porta alle sue spalle ed osservò sua moglie, il tempo l’aveva resa ancora più bella, forte e decisa, ringraziava ogni giorno Shervar e Shinigami per la loro benedizione.
 
-A cosa stai pensando?-
-Forse dovevamo dire loro la verità fin dall’inizio.-
-Credo invece che non sarebbe stato giusto, erano dei bambini e dovevano vivere la loro vita fuori dai nostri problemi, ma non è questo che ti angoscia.-
-No, è vero.- ammise, sorridendo.
-Allora cosa?-
-Oggi ci ho parlato nuovamente.-
Soul rimase in silenzio non riuscendo a cogliere il vero senso di quelle parole.
-Il piccolo Demone Rosso.-
-Cosa?!-
-Non preoccuparti Soul.-
-Come faccio a non preoccuparmi, lui è sempre stato pronto a portarti sulla cattiva strada, più volte ti ha tentato a commettere azioni sbagliate…-
-Soul?-
-Dimmi.-
-Aveva la voce di Zack.-
-Com’è possibile?- domandò, sedendosi accanto a lei nel letto.
-Oh non lo so, credimi, era il solito Demone pomposo e pieno di se, abbiamo battibeccato come al solito ma quando l’ho cacciato via mi sono resa conto che aveva la sua voce, ma sono altrettanto sicura che non fosse Zack.-
-Forse ha trovato un modo di restarti vicina, nonostante tutto.-
-Forse.- appoggiò la testa alla sua spalla e chiuse gli occhi.
-Ho sempre paura Maka, paura che tutto possa cambiare.-
-Oh no, devi stare tranquillo. Questo mondo è in pace, Kid e Liz fanno un ottimo lavoro, Tsubaki e Black Star sono alle prese con il primo figlio e nel frattempo Patty si prende cura di Chrona.
Tutto è tornato come una volta.
Lily e Jonathan crescano forti, e noi non possiamo fare a meno di osservare tutto questo.-
-Io ho paura per te.-
-Non devi Soul.- rispose lei guardandolo.
-Perché?-
-Perché io finalmente mi sento libera.- sussurrò, chiuse gli occhi e si lasciò andare.
Lui la strinse a se, intrecciando le braccia attorno al suo corpo e poggiando la testa sulla sua, sua moglie tutto sommato non aveva torto, il loro mondo era in pace, ed in caso di bisogno loro avrebbero contribuito a salvarlo, la Sheireen sarebbe stata attiva ancora per molto e lui l’avrebbe sostenuta sempre.
 
Zack aiutami a proteggerla.
 
-SEMPRE.-





Ed eccoci qua, questa è ufficialmente la fine.
Quando nel 2013 avevo iniziato Fear the empty of insanity, non avevo previsto niente del genere, nè Fight the empty of insanity, nè The rest of my life with the empty of insanity, sono state delle sorprese.
Ciò che più mi ha tenuto legato a queste storie siete stati voi: i lettori.
Mi avete aiutato in varie occassioni, avete avuto pazienza e amore verso ogni capitolo e per me è stata una gioia condividerli con voi.
Maka ha finalmente raggiunto quella libertà tanto agognata, ha finalmente la possibilità di essere se stessa ed anche una guerriera, può essere ciò che vuole, ed è circodanata da così tanto amore; anche Zack, nel suo piccolo ha deciso di non lasciarla, è la sua promessa, per l'eternità.
Soul alla fine ammette la sua paura, ma sa che al suo fianco tutto andrà bene, che la Sheireen, sarà pronta a tutto per la pace.
Spero che questa serie vi abbia dato molto, così come ha fatto con me.
Spero che ne sentirete la mancanza.
Vi amo, profondamente, spero di tornare presto a scrivere su questo fandom, non riesco mai a lasciarlo andare; ma momentaneamente sono impegnata con altri progetti, se vi interessano passate dalla mia pagina^^
Non sto qua a ringraziare le singole persone, perchè per me siete tutti importanti, non voglio preferire nessuno, per cui G-R-A-Z-I-E, a tutti <3
XOXO
_Giuls17_

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2770758