Archeologia di un'autrice

di eugeal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentazione e indice ***
Capitolo 2: *** Con Lui ***
Capitolo 3: *** Come si Estinse il Genere Umano ***
Capitolo 4: *** Il Palcoscenico sul Mondo ***



Capitolo 1
*** Presentazione e indice ***



Questa è una raccolta dei racconti originali che scrivevo da ragazzina.
Le storie sono riportate quasi esattamente come le avevo scritte all'epoca (ho corretto solo qualche numero scritto in cifre e qualche virgola) e probabilmente ingenue come lo ero io all'epoca :)

Indice

1) Con Lui [Generi: Sovrannaturale, triste, romantico][Rating: verde] Una coppia felice viene separata dall'improvvisa morte del marito. La moglie dovra rassegnarsi a non vederlo mai più... oppure no?

2) Come si Estinse il Genere Umano [generi: Satirico, guerra] [Rating: verde] Titto e Gianpierluigino sono due bambini che giocano insieme, ma Titto invidia il nome dell'amico. Può uno screzio infantile portare alla fine del mondo?

3) Il Palcoscenico sul Mondo [generi: malinconico, sovrannaturale, introspettivo][rating verde] E se la nostra vita fosse solo un'opera teatrale gestita da misteriose entità?

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Capitolo 2
*** Con Lui ***


Ho passato con lui i dieci anni più belli della mia vita.
Con lui potevo essere me stessa, con lui niente mi poteva fermare, con lui mi consolavo di ogni mio dolore.
E ora lui è morto.
Camminavamo insieme in montagna e una pietra ha ceduto sotto il suo peso. L'ho visto cadere nell'abisso come al rallentatore e quando si è fermato non mi sono neanche illusa che potesse essere vivo, sapevo che non avrei più potuto averlo con me se non nella memoria.

Lui è morto.
L'ho visto calare nella fossa nera che sembrava una bocca spalancata che si sarebbe richiusa per sempre su di lui.
Il vento soffiava e muoveva le cime dei cipressi che sembravano dire danzando: "Con lui! Con Lui! Mai più!"
Intanto le mie lacrime scivolavano sulle mie guance e cadevano sulla bara insieme alla terra con la quale stavano colmando la fossa.

Lui è morto e sulla sua tomba c'è una lapide di pietra grigia.
Lui mi guarda sorridendo dalla foto, con quel suo sorriso così vivo, con la stessa espressione vivace che aveva quando tornava a casa la sera.
Sembra che stia per uscire dalla foto per ridere con me.
E lo so che lui è morto, che sta marcendo al pari del legno con cui è seppellito, che non sarò mai più con lui.
Sulla lapide è scritto "Con lui, per sempre".
Io so che la scritta esatta è "Con lui, mai più!".

Lui è morto.
L'ho rivisto.
Era nella sua stanza, nella nostra stanza, seduto nella poltrona davanti alla finestra, nella poltrona da cui poteva vedere il mare e abbandonarsi ai suoi sogni.
Era lì a guardare il mare.
Si alzò e mi disse: "Sono morto. Sei viva. Ti amo."
Gli risposi: "Sono viva. Sei morto. Ti amo."
Con queste parole fu come se ci fossimo sposati di nuovo.
Un matrimonio diverso, innaturale, ma pieno di amore.

Ho vissuto con lui finora e il nostro amore non è mai diminuito anche se non potevo toccarlo e nessuno poteva vedere che era lì con me.
In tutti questi anni non mi ha mai detto niente del modo al quale appartiene ora.
Stamattina mi ha detto che presto saremo di nuovo insieme. Non so come sarà di là, ma non ho paura perchè so che ci sarà lui.

Ho sonno, un sonno che quasi mi impedisce di vedere il mare.
Sono seduta sulla sua poltrona, ma mi sento leggera e pesante insieme.
Sento che sto andando con lui... per sempre!

(19/06/1993)

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Capitolo 3
*** Come si Estinse il Genere Umano ***



Titto giocava con il figlio del conte Zuma, Gianpierluigino.
Titto si sentiva umiliato per il fatto di non avere il nome altisonante dell'amico e cominciò a provare antipatia per Gianpierluigino.
Iniziò a fargli scherzi sempre più pesanti finché il figlio del conte Zuma spinse Titto giù dalle scale.
Titto rimase morto stecchito ai piedi delle scale.
Il funerale fu modesto e la madre del morticino non voleva rassegnarsi.
Uscì di casa con il coltello con il quale aveva lavorato in macelleria fino ad allora e squartò il piccolo Gianpierluigino.
Il conte Zuma affittò con i suoi potenti mezzi un carro armato e sterminò la famiglia di Titto con un sol colpo.
Elsa, la migliore amica della madre di Titto, che lavorava in una fabbrica di armi ebbe la grande idea di sottrarre una bomba anticarro e di far saltare in aria il conte Zuma.
Il socio in affari del conte, al quale non andava di sbrigare da solo tutto il lavoro, andò al bar dove Elsa faceva colazione ogni mattina e piazzò sotto il bancone una bomba ad orologeria che uccise Elsa, una famigliola di quattro persone e storpiò altre cinque lavoranti della fabbrica di Elsa.
I parenti di Elsa e delle vittime si spartirono in un mega-barbecue i resti del socio del conte Zuma.
Il quale aveva molti amici...

Questa è la storia dell'inizio della Grande Guerra Civile che sta devastando il mondo.
Ormai sono rimaste poche persone sulla Terra e tutte sono intente a vendicarsi di qualcosa.
Prima o poi toccherà anche a me, non sono tanto solitaria da sfuggire alla morte.
Solo i disperati che non conoscono nessuno e non hanno nessuna ragione di vita si salveranno.
Se solo i genitori di Titto avessero avuto più fantasia nella scelta del nome del figlio!

(03/08/1993)

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Capitolo 4
*** Il Palcoscenico sul Mondo ***



Jacques sospirò: il sipario si stava alzando un'altra volta e tra poco avrebbe osservato nuovamente i sogni e le speranze sempre diversi, ma tuttavia sempre simii degli attori che recitavano in quella strana, lunga storia che è la vita.
Jacques aveva uno strano accento simile a quello che gli attori della vita definivano "francese", ma lui non se ne era mai curato molto.
Era un'entità, sebbene non avesse ancora capito bene cosa fosse un'entità, sapeva che le entità non possono badare alle inezie degli attori.
Le entità come Jacques dovevano soltanto fare in modo che la trama della vita continuasse sempre diversa e imprevista, ma che si attenesse sempre ad una traccia prestabilita.
Jacques osservava senza particolare interesse le improvvisazioni degli attori, ma, se qualcosa rischiava di compromettere l'equilibrio della trama, lui doveva intervenire e risolvere il problema a sua discrezione.
Jacques aveva incontrato molte situazioni difficili come un amore contrastato o non ricambiato, una malattia e, a seconda del suo umore, le aveva trasformate in drammi o nella felicità più assoluta.
Quello che è certo è che ogni intervento delle entità modifica ogni volta la trama in modo diverso e la storia è sempre avvincente e varia.
All'inizio della sua carriera Jacques aveva cercato di rendere felici gli attori, ma aveva imparato presto che in quel modo la trama veniva rovinata e resa falsa e zuccherosa.
Ora Jacques stava osservando una cosiddetta "situazione difficile": un giovane attore biondo aveva chiesto a un'attricetta bruna di sposarlo, ma la ragazza esitava.
Jacques rifletté per pochi secondi, poi entrò in scena nel corpo della ragazza e la costrinse a dire di sì senza che l'attrice se ne accorgesse.
Forse da quel matrimonio sarebbe nato un dramma, forse una gioia immensa, ma a Jacques non importava.
Il suo turno di lavoro era finito e un'altra entità avrebbe preso il suo posto. Mentre si alontanava, Jacques si voltò e vide i riflettori del suo palcoscenico sul mondo che si spegnevano.
Pensò che malgrado tutto, anche se era impossibile, gli sarebbe piaciuto essere uno degli attori e poter avere quegli inutili sogni che alle entità erano negati.
Calò il sipario e Jacques chiuse gli occhi pensando che l'indomani avrebbe dovuto affrontare nuovi problemi sempre diversi, ma sempre uguali.
Sì, pensò, avrebbe proprio voluto essere un attore.

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