newt prima del labirinto

di radurai_divergenti
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** la scoperta ***
Capitolo 2: *** Il sedicesimo compleanno ***



Capitolo 1
*** la scoperta ***


Non tutti i personaggi mi appartengono, ma alcuni sono frutto della mente omicida  geniale di Dashner. La storia non è stata scritta a scopo di lucro.

 

Dedico questa storia a mia sorella, che sto convertendo ai fandom

 

         

 BEFORE THE MAZE                                              

 

Sussurri e grida si contrappongono. Il silenzio sembra l’opposto del caos, ma non è sempre così. Quando sussurriamo dentro di noi ci sono urla, mentre quando urliamo, sussurri. Il caos completa il silenzio, il silenzio completa il caos. Mi ricordano il bianco e il nero.

 Mi faccio largo nella folla radunata sotto il ponte;le persone sono sconvolte, lo si nota dagli occhi inquieti e dalle mani che non riescono a stare ferme, frenetiche. Mi chiedo cosa sia successo, il mondo ultimamente é impazzito e credo che siamo solo agli inizi. Supero una donna piuttosto robusta con un orribile cardigan verde e mi trovo davanti un cadavere pallido dai capelli blu cobalto. Mi avvicino lentamente, esitante e capisco che appartiene a una ragazza, ma solo quando trovo il coraggio di guardarle il viso mi accorgo che non è un’adolescente come molte altre, ma Maddie,  la ragazza misteriosa della porta accanto, la ragazza più lunatica del mondo, la ragazza che ama le passeggiate sotto le stelle, la ragazza che soffre le ragazzine viziate e idiote, la ragazza che ama la musica rock degli anni ’80 del Novecento, la ragazza della quale mi sono innamorato e che ora non c’è più. Urlo il suo nome con tutta la forza che ho nel corpo, nessuna risposta. “Maddie”, niente. Ritento più volte, ma l’unica riposta  che ricevo è il ruggito dell’oblio che sta per sbranarmi. Piano piano la mia voce si affievolisce diventando prima un sussulto, poi un silenzio. Cado a terra, con il volto rigato da una lacrima solitaria, mi arrendo alla vita, che mi è caduta addosso e mi lascio divorare.

Due uomini di grande stazza con grossi musi e una fitta barba sollevano il corpo di Maddie e lo avvolgono in un telo bianco. Assisto  alla scena impotente, non posso credere che quel corpo, che è un tempo è stato florido e formoso venga trattato così, insaccato come prosciutto. Faccio fatica a pensare a Maddie come una ragazza morta, finita. ripenso ai suoi capelli blu, ribelli, sottili, che accarezzavo riempiendomi le mani di brillantini. Lei adorava tutto ciò che brillava.  E le labbra, rosse, sempre ricoperte di uno strato di rossetto al lampone. Una voce grave mi risveglia  “Ragazzo alzati, non puoi puoi stare qui per sempre”, alzo lo sguardo e noto che il cielo si è fatto grigio e la maggior parte delle persone se n’è andata. Sono sempre stato qui, sotto il ponte, ma è come se fossi rimasto rinchiuso in una bolla, dove c’eravamo solo io, Maddie e il dolore per la sua perdita. Ora questo uomo ha rotto la bolla e tutto intorno a me è ritornato a fare rumore, a svolgere il proprio compito, come se non fosse successo niente. La morte di una ragazza, in questo periodo, non fa storia. “Si che posso” rispondo all’uomo. “No, non puoi. Vai casa e riposati. Quella ragazza è stata una debole e ha preferito morire che affrontare la vita, non merita di essere ricordata”. Quando qualcuno offende un membro del branco,il mio istinto si risveglia. Mi lancio contro di lui e cerco di tirargli un pugno ma lo manco di qualche centimetro, mentre lui ti tira un calcio in pancia talmente forte che mi fa perdere l’equilibrio e cado a terra in posizione fetale. Tutto intorno a me sembra girare, prima lentamente, poi veloce, le voci si assottigliano e la luce viene risucchiata  come in un redshift. Il mondo sembra un buco nero, inghiotte tutto ciò che trova intorno alla  sua orbita, come Maddie e me. Piano piano perdo conoscenza, le tenebre mi coccolano, attenuano la tensione, la rabbia, gli occhi si chiudono rassicurati da quegli abbracci, ma la luce comincia a ritornare brillante. Riapro lentamente gli occhi e capisco che a coccolarmi è Maddie.

 

 

Note dell’autrice: Ho scritto questo capitolo in mezz’ora e lo so che non è il massimo. Il protagonista è Newt e Maddie, invece, è un personaggio inventato da me, che conoscerete meglio nel prossimo capitolo, che spero leggerete, altrimenti vi lancio un’avada kedavra. Ho appena aperto il mio profilo, perciò scusatemi per eventuali errori.

 

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Capitolo 2
*** Il sedicesimo compleanno ***


Note iniziali: Ho deciso di cambiare scrittura e di mettere un titolo colorato, mi sembra meglio no? Before the maze Alzo lo sguardo e capisco che non mi trovo più sotto il ponte. Vedo la foto con l’abitino giallo del bar Mitzvah di Maddie, quella con sua sorella Judith, la caricatura che si era fatta fare quando da bambina era stata a Venezia, la fotografia di noi due in Cornovaglia l’anno scorso. Sono in camera sua, ma non è più accanto a me. Le ante della sua cabina armadio si aprono piano piano e Maddie esce con un abito corallo, un paio di sandali e i capelli, ancora castani, raccolti in una crocchia. Era vestita così il giorno del suo sedicesimo compleanno. Sposto lo sguardo sul calendario, 23 agosto. É cerchiato con un pastello arancione e sotto ha scritto una nota: “My b-day”. Non ci posso credere è la Maddie di un anno fa, la ragazza felice, che non vedeva l’ora di crescere e questo compleanno l’aveva avvicinata al sogno di diventare grande e forte. Un desiderio che non si è mai realizzato. In ogni caso sono felice di rivivere questa serata. “Newt, sono pronta possiamo andare” “Sei bellissima” rispondo “Oh, grazie, anche tu lo sei. Dove mi porti?” chiede impaziente, con il sorriso di una bambina “Sorpresa!” “Non è giusto, lo devo sapere” risponde con un finto broncio, che si trasforma in una risata fragorosa. “Dai Maddie,andiamo” “Okay”. Si dirige verso la porta, la apre e si fionda giù dalle scale, dove c’è Judith. Prende in braccio la sorellina e fa girare come una trottola. Maddie è felicissima , leggera come un soffione che vola tra i cieli, ma Judith certa di divincolarsi e quando la lascia a terra le urla “Madeline, sei matta o cosa, lasciami stare, non ti voglio. Non cambierai mai, rimarrai sempre la solita bimba infantile. Non voglio farti da badante, perciò staccati” e se ne va, lasciando Maddie sorpresa. La sua Judith stava impazzendo e lei non riusciva a capirne il motivo. Raggiungo Maddie, le prendo la mano e dopo aver salutato i suoi genitori usciamo. Percorriamo insieme il vialetto e apriamo il cancello di ferro. Si ferma davanti alla casa con un’aria malinconica. Non so cosa dirle. “Judith ultimamente è strana, ha attacchi d’ira e se la prende con me e la mamma, non capisco” So benissimo che sono i primi sintomi dell’eruzione, ma Maddie non  ancora. L’anno scorso non si conosceva questa malattia. C’era gente che impazziva, ma non era ancora un problema. Il governo la nascondeva e non voleva che i cittadini sapessero che in America c'era da anni e aveva provocato moltissime vittime. Confidavano nel fatto che  non si diffondesse anche in Europa, ma si sbagliarono. “Non so lo, forse si comporta così perché sta crescendo” mento. Maddie sbuffa, mi dispiace che sia triste, ma non si immagina cosa sta per accadere. “Dai, è il tuo compleanno, sedici anni si compiono solo una volta nella vita, dobbiamo festeggiare” le dico in tono rassicurante, lei si gira verso di me e accenna un piccolo sorriso, le riprendo la mano e ci dirigiamo verso la sua sorpresa. Camminiamo per circa trenta minuti attraversando la cittadina, fino a raggiungere una grande distesa d’erba smeraldina. “Wow…è fantastico, siamo arrivati?” “Non proprio, ora chiudi gli occhi” “Perché?” “Non fare domande, fallo e basta” “Va bene” risponde chiudendo gli occhi e la conduco fino ad una capannina illuminata da delle lucine. “Ora puoi riaprirli”, mi allontano leggermente da Maddie, per vedere meglio la sua reazione. Qualcosa dentro di me si riaccende quando vedo il suo sorriso, è la cosa più bella che abbia mai visto. E i suoi occhi, i suoi occhi celesti illuminati dalle stelle che incominciamo a tremare, cercando trattenere  le lacrime di gioia accendono dentro di me un focolare che brucia  in questa calda serata estiva alimentato dal nostro amore. Dio, se la amo. “Newt, sono troppo contenta, non so che dire” mi guarda con quei suoi occhioni e corre verso di me, mi abbraccia e mi bacia. Quando si stacca dalle mie labbra si avvicina al mio orecchio e sussurra “ti amo” e si allontana. Incomincia a ruotare su se stessa intonando le parole di una canzone: “When did I go wrong, I lost a friend” “Somewhere along in the bitterness” continuo io incominciando a girare come fa Maddie “And I would have staryed up wiyh you all night” “Had know how to save a life”. Cantiamo e ruotiamo tutta la notte, fino a quando veniamo sopraffatti dai conati di vomito, perché ogni cosa bella ha degli effetti collaterali. Se giri su te stesso per tanto tempo ti viene da vomitare, se ti droghi, distruggi i neuroni del tuo cervello e se ti innamori follemente di qualcuno, prima o poi vieni ferito da esso e fa davvero male. Ti distrugge. Il dolore di divora. L’anno scorso non lo sapevo. Ignoravo il fatto che ben presto avrei conosciuto una Maddie diversa. Questo è l’inizio della fine Note finali: Sono riuscita a postare il secondo capitolo wow :) La canzone è How to save a life di The Fray. Ringrazio moltissimo le persone a cui è piaciuta la mia storia. Grazie mille.

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