Lesson of Magic

di AlexVause
(/viewuser.php?uid=515533)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
 
- Emma, devi concentrarti di più.
- Non serve, tanto non ci riesco. Senti Regina, abbiamo entrambe appurato che con questo esercizio sono una frana…non puoi mettermi 5 e farmi provare qualcos’altro?
Un’esplosione si udì provenire da un punto indefinito del bosco. Un tonfo secco fece tremare il terreno umido.
- Ma sei pazza?
Una ragazza bionda visibilmente contrariata era seduta a terra. Le mani davanti a sé.
- È servito a farti concentrare.
Sorrise la mora. Le bracca incrociate al petto.
- Serve a farmi uccidere, non a concentrare.
- Hai attivato lo scudo, no?
Chiese l’Evil Queen con tono di sfida.
- Sì, ma se non ci fossi riuscita?
- Oh quanto sei polemica.
Sbuffò l’ex Sindaco sedendosi sul tronco dell’albero caduto poco prima.
- Regina, polemizzare è differente dal salvaguardare la propria salute.
- Emma se tutta l’energia che impieghi per controbattere la usassi negli esercizi, saresti superiore a Gold in quanto bravura.
- Sia mai. E comunque questo era un attacco più potente del solito.
- Gli attacchi gentili costano un’extra.
Sorrise la donna che notò un broncio nella bionda.
- Ascolta…
Iniziò la mora alzandosi e avvicinandosi alla figlia di Biancaneve.
- …se non accetti ciò che sei e la magia che scorre dentro di te, non riuscirai mai a padroneggiarla con successo. Ciò di cui hai bisogno, innanzitutto, è la fiducia in te stessa.
La ragazza dai capelli color del grano sospirò afflitta. La fiducia in se stessa, era proprio ciò che le mancava.
- Quante volte hai aiutato tutti noi con successo? Sì, magari con qualche guaio iniziale, ma sei comunque riuscita a diventare un’eroina…e sai cosa dicono degli eroi, vero?
- “Gli eroi vincono sempre”.
Dissero le due donne all’unisono.
- Ma io…non sono un eroe.
Regina prese fra le sue mani quelle di Emma, costringendo la ragazza a guardarla negli occhi.
- Un detto dice: “La bellezza sta negli occhi di chi guarda”. La stessa cosa vale per l’essere eroe o meno.
Per Henry, per i tuoi e per tutti i cittadini, tu sei la Salvatrice. Possiamo dire l’eroe di questa favola…anche se in alcuni casi sembra più un incubo che una favola.
- Beh…credo importino anche le azioni…no?
- È relativo. Tu, come anche tua madre, siete eroine sempre e comunque. Scommetto che se lapidassi un passante, troverebbero il motivo per dire che se lo meritava. Fare buone azioni, per me invece, è solo servito a farmi odiare di meno. Al minimo sgarro tornerei l’Evil Queen assassina di sempre.
- Sei negativa.
- Sono realista. Da qui si può notare quanto mi piacciano le persone.
- E per te?
- Cosa?
- Sono un’eroina?
- Hai bisogno del mio parere?
Domandò la mora inarcando un sopracciglio.
- No…ma…
Emma tacque.
- Ma?
Tentò di spronarla Regina.
- Per te…per te cosa sono?
- Perché t’importa saperlo?
La Salvatrice si allontanò stizzita dalla donna che ancora le teneva le mani nelle sue, ponendo fine a quel caldo contatto.
- Non puoi semplicemente rispondere?
Sbottò la bionda.
Regina rise. Una risata lieve e dolce.
- Non ti credevo così permalosa.
Emma, braccia incrociate al petto, s’incamminò verso il sentiero che portava fuori dal bosco.
Regina comparve di fronte alla bionda in una nuvola viola.
La ragazza, che non si era accorta di quella mossa da parte della mora, le finì addosso.
Emma alzò lo sguardo verso Regina che per istinto le aveva poggiato le mani sui fianchi.
I loro visi vicinissimi.
- Per me sei solo… Emma.
La ragazza la guardò incuriosita, cercando di capire se prendere quelle parole come un’offesa o un complimento.
- La persona che mi ha dato un figlio stupendo…e la stessa che spesso mi fa ridere e al contempo mi rattrista.
Ad Emma mancò il respiro.
- Perché vedi in me ciò che hai fatto in passato?
A quella domanda la Regina sorrise tristemente.
- Che ne dici se andiamo a pranzare al Granny’s?
La mora cambiò drasticamente discorso ricevendo un “Sì” accennato con il capo.
 
- Buongiorno Malefica, tutto bene?
Chiese Ruby pronta a prendere l’ordinazione della bionda strega.
- Appena sveglia, sono stata attaccata da qualcosa di misterioso e ora sono soltanto un vuoto a perdere.
La maga le rispose con tono vuoto e meccanico, continuando a tenere il viso basso e lo sguardo fisso sul bancone.
Ruby a quelle parole si pietrificò, scrutando poi la donna davanti a se tra l’incredulità e la preoccupazione.
- Puoi ripetere?
Malefica si decise a guardare la cameriera che sembrò perplessa e terrorizzata.
- Stavo solo cercando di giustificare la mia voglia di ozio assoluto.
Disse poi sorridendo malignamente.
- Emma sta attenta…ti sei sporcata.
Seduta a un tavolo con Regina la figlia di Biancaneve, intenta a divorare letteralmente un hamburger, si guardò il cardigan grigio non notandovi nulla di strano.
- Dove?
- Qui.
Rispose l’Evil Queen versando dell’acqua gassata su un tovagliolo e passandolo sulla macchia di ketchup.
- Ehi, come mai non state ancora uscendo insieme?
Emma e Regina alzarono lo sguardo per guardare Malefica incenerendola.
La bionda strega stava osservando la scena dal bancone assieme a Ruby.
- Anche se è uno scherzo, non è divertente.
Risposero le due donne all’unisono.
- Siete anche perfettamente sincronizzate.
Sorrise poi ricevendo in cambio uno sguardo ancor più truce.
La bionda si alzò andando verso la cassa per pagare la colazione.
- Dimmi Salvatrice…come procedono le lezioni di magia?
La giovane sembrò bofonchiare qualcosa di sottecchi senza alzare lo sguardo verso Malefica.
- Quel bofonchiamento cosa starebbe a significare?
Domandò la bionda strega rivolta verso l’amica di vecchia data.
- Significa…Uhm.
- Uhm?
Chiese sempre più perplessa Malefica.
- È un buon “Uhm” o un cattivo “Uhm”?
S’immischiò Biancaneve entrata da poco nella tavola calda.
- Bisogna lavorarci su. E, a questo proposito Malefica, ho bisogno di te.
- Stavo proprio riferendo prima alla ragazza-lupo, il mio desiderio di ozio assoluto.
- Vero, vero.
Confermò Ruby.
- Questo giorno non è adatto per oziare. Ti sto promuovendo a un livello superiore.
Asserì l’Evil Queen. I presenti avevano gli occhi puntati verso le donne coinvolte nella discussione.
- Il mio “Rileva-Fregature”, Regina, mi sta saltando via dalle mani. Il tuo pensiero attuale ne è la causa.
Borbottò Malefica sospettosa. Aveva il sentore che l’amica le stava per affibbiare un compito che non le sarebbe piaciuto.
- Suvvia è una cosa per cui ogni strega andrebbe fiera.
- Sarebbe a dire?
Sbuffò la donna rassegnata.
- Insegnante di magia. E prima che tu possa obbiettare, sappi che io ho un impegno con Snow fra 3, 2, 1...
Regina posò una mano sulla spalla della figliastra che salutò Emma con la mano e un sorrisino divertito, prima di svanire in una nube viola assieme alla matrigna.
- Volevo solo oziare.
Piagnucolò Malefica poggiando la testa sul pianale del bancone.



Nota di Alex: Eccoci con il primo capitolo che ci introduce in questa nuova storia.
Spero vi diverta leggerla quanto sta divertendo me scriverla.
Alla prox :)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
Appena le due arrivarono al mausoleo Mills, trovarono appeso alla massiccia porta di legno un foglio.
Malefica lo prese leggendolo ad alta voce.
- “Più lontane siete dalla cittadina, meno rischio corriamo tutti di saltare in aria. Onde evitare guai di ogni sorta, per sicurezza, ho nascosto i libri più pericolosi. Il mausoleo è fatto anche per resistere alla magia quindi, salvaguardando mio padre, mia madre e Daniel, nella sala in fondo…quella proprio in fondo, in fondo, potrete addestrarvi quanto volete. Non uccidetevi e soprattutto, Malefica, non uccidere Emma. Grazie in anticipo per la tua pazienza. P.S: Emma concentrati e ascolta. Mi raccomando, non fare di testa tua.”
Le due donne aprirono la grande porta per poi dirigersi verso la stanza indicata nel foglio. Per essere certa che andassero nella stanza giusta, Regina aveva allegato una piantina del mausoleo.
Sulla cartina, nel luogo in cui si trovavano le stanze private, in caratteri cubitali troneggiavano le scritte: “Se entrate in questa stanza, non garantisco per la vostra incolumità”.
- Fiducia in noi…
- Zero assoluto.
Emma completò la frase al posto della bionda strega.
 
La stanza era grandissima e spaziosa.
Appena entrate, le due donne si misero a curiosare fra i libri e i vari oggetti sparsi per la sala.
- Iniziamo con un incantesimo semplice…che dici?
- Cioè?
Domandò Emma incuriosita vedendo Malefica prendere un vaso e poggiarlo a terra accanto a un tavolo.
- Devi riuscire a sollevare questo vaso, con la magia ovviamente…
- Ovviamente.
Ripeté Emma.
- …e poggiarlo sul tavolo adiacente.
- E tu credi che io ci riesca?
- Provaci. Concentrati.
La ragazza tentò svariate volte, ma riuscì solo a sollevarlo di qualche centimetro.
- L’hai sollevato per lo meno. Non arrenderti e continua.
La giovane sbuffò tentando nuovamente.
- Vedi? Non ci riesco! Sono un incapace!
Sbottò Emma prima di cadere a terra colpita sulla testa dal vaso.
- Biondina! Come stai?
La strega accorse immediatamente al fianco della figlia di Biancaneve, stesa sul pavimento.
- Vedo una luce…
Rispose Emma dolorante.
- Ecco non la raggiungere altrimenti Regina mi ammazza.
- Volevi impartirmi una lezione per caso?
Domandò lo Sceriffo massaggiandosi la testa controllando di non avere ferite.
- No, ti giuro che hai fatto tutto da sola.
- Non so perché ma non mi convince.
- Credimi biondina è tutto merito della tua energia magica.
Ammise la donna aiutando la giovane a sedersi.
- Dai, tieni…proviamo con questo.
La bionda strega consegnò a Emma un libro di blandi incantesimi.
- Che devo fare?
Domandò la giovane incuriosita.
- Gli ho dato una veloce occhiata. Non sono pericolosi e non c’è nulla che io non possa fermare, perciò leggili e basta. Leggimi ciò che fanno e poi la formula. Se otterrai il risultato espresso nel libro, allora l’incantesimo sarà riuscito a dovere.
- In caso contrario?
- In caso contrario avrai bisogno di più allenamento.
- E va bene…
Disse poco convinta Emma aprendo il libro.
- …cominciamo. Allora, vediamo…questo dovrebbe far apparire dei fiori gialli.
Con qualche difficoltà la giovane riuscì a pronunciare la frase in latino.
Si guardò intorno e poi a terra ma di fiori gialli nemmeno l’ombra.
- Riprova.
Emma sbuffò ma riprovò.
Un serpente comparve sul tavolo davanti a lei facendola sobbalzare. Con uno scatto improvviso andò a nascondersi dietro a Malefica.
- Un serpente? E che c’entra?
Domandò la bionda strega alla ragazza dietro di sé.
- Rileggi.
- Ah no no. Fallo sparire.
- Rileggi ho detto!
Rimanendo dietro la maga, Emma rilesse nuovamente la frase.
Una decina di serpenti comparvero sul pavimento, mentre quello sul tavolo scese a terra raggiungendo gli altri.
La Salvatrice, spaventata da quegli animali, salì sul tavolo. Odiava i serpenti.
- Non scandisci bene le parole.
- Certo che le scandisco!
- Sbagli qualcosa.
- Falli sparire per favore!
- No finché non impari a far comparire ciò che c’è scritto.
- Mi fanno senso.
La bionda strega alzò gli occhi al cielo.
Emma ripeté la frase nuovamente.
Altri serpenti si aggiunsero, striscianti, agli altri.
- È chiaro che sbagli qualcosa nella lettura dell’incantesimo. Scendi giù e cerchiamo di risolvere questo problema insieme.
- E tu credi che io riesca a risolvere la situazione, se scendessi in mezzo a quegli esseri striscianti e mortali col rischio che si arrampichino addosso alla mia vulnerabile persona?
Una risata scaturì da Malefica.
- Si vede che frequenti Regina assiduamente. Parli come lei. Comunque va bene, resta lassù e continua a fabbricare serpenti di vario genere. Non c’è problema. È un’ottima idea la tua.
- Ma quale idea! Sei tu che mi hai detto di sperimentare e di continuare a farlo. Tu urli, sbraiti e giudichi, non sai fare altro?
La giovane alzò il tono della voce. Tutti quei serpenti le mettevano ansia.
- Cosa? Io non ti giudico e non sto affatto...
- Senti vieni su tu, per piacere, e poni fine a questo inferno.
Propose Emma rassegnata a quel caos.
- Sono qui per insegnarti. Provaci con la tua magia. Che faresti in caso di guai?
- Ma non lo vedi che casino ho combinato? Vabbè, lascia perdere. Provo in altro modo.
Emma pronunciò una nuova formula e tutti i serpenti scomparvero.
La giovane si guardò intorno stupita.
- Vedi? Vedi? Ce l’ho fatta!
Emma era trionfante.
Un ruggito spaventoso si udì nel corridoio.
- Che ho combinato?
Chiese la giovane nel panico.
- Andiamo!
Esclamò Malefica infastidita, trascinando Emma giù dal tavolo e portandola a nascondersi con lei dietro una libreria.
- Guarda che cos’hai combinato. Sei riuscita a trasformare blandi incantesimi in incubi.
Sbottò la bionda strega sconcertata.
- Non incolpare me. Credi di sapere tutto quanto ma non è così. Anche tu avrai sbagliato agli inizi, no?
- Mai.
Disse in tono secco e fermo la donna.
- Snob.
Borbottò la Salvatrice.
- Pazza lunatica.
Rispose la bionda strega sibilando.
Emma, colpì lievemente Malefica sulla testa con il libro che aveva in mano.
- Ahio! Ora capisco perché Regina ti ha mollata con me. Vuole che ti faccia fuori nonostante mi abbia ripetutamente intimato di non farlo.
Un altro ruggito, stavolta più vicino, fece vibrare il pavimento sotto i piedi delle due donne.
- Devi solo provarci.
- Da qua!
Esclamò Malefica portando via il libro dalle mani di Emma.
Iniziò a sfogliarlo velocemente alla ricerca di qualche incantesimo utile contro quel mostro in avvicinamento.
- Proviamo con questo.
Poche parole seguite da un tuono fecero tornare il silenzio nel mausoleo Mills.
Le due donne uscirono lentamente da dietro la libreria.
Sembravano essere tornate sole in quel luogo dapprima molto affollato.
- Così va meglio.
Borbottò Malefica rimettendo il libro sullo scaffale.
- Grazie. La magia non fa per me.
- L’ho notato. Comunque sì…anch’io ho commesso errori stupidi. Imparerai. Basta avere pazienza.
Emma sorrise alla strega sedendosi poi su un baule di legno.
- Dì un po’…perché Regina non è con noi?
Chiese poi Malefica incuriosita.
- È andata con mia madre in giro per Storybrooke. Non so di preciso se voglia insegnarle a diventare il “Perfetto Sindaco” oppure farla desistere da quel compito.
- Regina è mitica nella manipolazione delle menti.
- Che vorresti dire?
- Io? Uh niente…guarda qui!
Le rispose Malefica, mettendo letteralmente davanti al viso di Emma un libriccino nero in pelle.
- E questo cos’è? Data la lingua direi che ci capisco ben poco.
Ammise la Salvatrice. La bionda strega pensò fra se, che il tentativo di cambiare discorso fosse perfettamente riuscito.
Il libro che Emma stava guardando, sembrava una specie di diario. Era interamente scritto a mano.
- A dir la verità, a me sembra che tu capisca meno di poco…soprattutto se si tratta di magia.
- Ehi!
Esclamò Emma offesa.
 
Incuriosita dalla possibilità che Emma avesse fatto qualche passo avanti Regina si accinse a raggiungere la sala, dove le due donne si stavano allenando con gli incantesimi, quando udì delle parole che la misero in allerta.
Scomparve in una nube viola per poi apparire alle spalle di Emma, tappandole la bocca con entrambe le mani.
- Cos’hai letto!
Un verso indefinito si udì dalla ragazza seduta su un baule.
- Mai leggere un incantesimo ad alta voce, a meno che non si voglia dargli vita e dubito fortemente che Malefica ti abbia detto di farlo…soprattutto con una formula simile.
Emma era pietrificata. Si limitò ad alzare un braccio e puntare l’indice contro alcuni drappi porpora che si muovevano sul pavimento.
- Oddio, ma che hai combinato!
La mora nel panico si precipitò verso quelli che erano i vestiti dell’amica di vecchia data.
Qualcosa di non molto grande si muoveva sotto di essi.
Regina sospirò per poi scostare la stoffa. Una bellissima bimba bionda dai capelli lunghi ricci e gli occhi di uno splendido colore verde e miele la guardava perplessa.
L’età era di circa quattro anni.
- Ciao.
Disse sorridendo la bimba. Un sorriso che le illuminava tutto il viso.
- Ciao Malefica.
Ricambiò il saluto Regina anche se un po’ impacciata.
- Oh…oh la la.
Fu l’unica cosa che Emma riuscì a balbettare. Non credeva ai suoi occhi.
- Oh la la? Oh la la?? Non hai altro da dire se non “Oh la la”?
- La la!
Esclamò la piccola sorridendo e tuffandosi su Regina ancora in ginocchio accanto alla piccola.
- Fammi vedere il libro, dove hai letto l’incantesimo che ha causato questo pasticcio.
- Pasticciooo.
Rise ancora la bimba ripetendo la fine della frase detta dalla donna accanto a se.
Emma mortificata porse alla mora il volumetto che teneva fra le mani.
- Ma questo è il diario di mia madre!
- Ecco perché è scritto a mano.
Regina alzò lo sguardo verso la Salvatrice.
- Dove l’hai trovato?
Emma indicò Malefica.
- L’ha trovato lei. Ma…di preciso…che ho letto?
Regina a quella domanda si mise una mano sulla fronte, rassegnata a quel disastro di nome Emma.
- “I momenti dell’infanzia s’imprimono nel cuore e possono riprendere a vivere senza il bisogno di troppe spiegazioni.”
- Ah…ops.
L’Evil Queen si alzò in piedi, pronta ad assalire la ragazza, quando il brontolio proveniente dallo stomaco della piccola la distrasse.
- Fame.
Disse la bimba imbarazzata.
- Vieni, ti porto a mangiare.
Propose Emma porgendole la mano ma Regina, diede un lieve schiaffo sul palmo della bionda e prese in braccio Malefica guardando malamente la Salvatrice.
- Tuo il guaio, tua la soluzione. Chi cerca trova. Au revoir.
- Voiiiir.
Furono le ultime parole dell’ex Sindaco e della piccola prima che entrambe scomparissero in una nube viola.
- Uuuffi.
Sbuffò Emma tornando a sedersi.
 
Al Granny’s l’atmosfera era di curiosità assoluta verso la bimba di circa quattro anni assieme a Regina.
La piccola Malefica sedeva poggiata all’Evil Queen e, canticchiando una melodia tutta sua, beveva un frullato al cioccolato.
- Ti piace?
Chiese Ruby avvicinandosi al tavolo.
La bimba per risposta mugugnò felice.
- Regina, posso chiedere chi è questa bella bambina?
L’ex Sindaco prese un tovagliolo dal dispenser sul tavolo e pulì la bocca della piccola, sporca di cioccolato.
- Dille come ti chiami.
Le disse dolcemente con la stessa gentilezza di una madre verso la propria figlia.
- Malefica!
Esclamò la bimba divertita, sorridendo.
- Ma…Malefica?
- Esatto, mia cara. Chiedi alla tua amica Emma “disastro” Swan.
- Disastrooo.
La bambina fece eco a Regina ridendo.
- Esatto tesoro, disastro.
- E ora?
Domandò Ruby preoccupata.
- Ora sta cercando la soluzione. Speriamo di trovarla in fretta.
- Frettaaaa.
- E dimmi…quanti anni hai?
Chiese Ruby amichevolmente.
- Quattro.
Rispose mostrando quattro piccoli ditini.
- Oh…quattro…
- Esatto, quattro. Molti ma molti di meno dell’età effettiva che aveva stamane.
Regina sospirò per poi guardare l’orologio.
- Tata andiamo a prendere Henry?
- Henry!
Gridò felice Malefica alzandosi in piedi.
La mora si alzò dal tavolo dirigendosi verso il banco per pagare.
La bimba, timidamente, le tirò la manica del lungo cappotto nero e Regina abbassò lo sguardo.
Malefica mostrò una manina alla donna che sorrise e la strinse nella sua.
Uno scampanellio proveniente dalla porta d’entrata attirò l’attenzione di Regina.
- Ho provato a cercare, ti giuro che ce l’ho messa tutta, ma non ci capisco nulla. Aiutami.
Chiese supplichevole Emma avvicinandosi alla mora.
- Credi che basti un’ora per trovarvi soluzione?
- Beh almeno così piccola non farà del male a nessuno.
Rise nervosamente la bionda guardando Malefica.
- Non ti sopporto quando fai così.
Sbottò Regina sedendo la piccola sul piano del bancone in modo che Ruby la vegliasse.
- Così come?
Domandò Emma stranita.
- Sei sempre la solita superficiale.
- Non sono superficiale.
- Sì che lo sei. Sempre.
Il tono dell’ex Sindaco cominciò ad alzarsi.
- Ma non è vero!
Si difese la bionda.
- Superficiale, immatura, spensierata fin troppo, imprudente, sconsiderata e non impari mai.
- Ah sì, Miss serietà?
Regina incrociò le braccia al petto.
- Tu non sei altro che una fanatica della scrupolosità e maniaca della perfezione più assoluta.
Le due si fissarono, l’una nello sguardo dell’altra, come se stessero litigando anche mentalmente.
- Non ti sopporto!
Esclamarono all’unisono.
- Avevi ragione Malefica…la loro sincronia è perfetta.
Disse la ragazza-lupo rivolta verso la bimba che la guardò con fare interrogativo.
- Ma lo capiranno mai che sono fatte per stare insieme?
Domandò Belle sorridendo.
- Bah. Testarde come sono…non credo.
Borbottò Ruby sbuffando.
Snow entrò in quel momento, giusto in tempo per assistere al litigio.
- Era da un bel po’ che non litigavano. Che cos’è accaduto?
Domandò la donna rivolta verso Ruby e Belle.
- Ti presento Malefica.
Disse la cameriera ad una Snow allibita.
- Ciao!
La donna sorrise ricambiando il saluto.
Regina si avvicinò alla piccola prendendola in braccio.
- Andiamo a prendere Henry così ti fa giocare un po’ mentre NOI cercheremo una soluzione.
Le sorrise la mora marcando con forza il “Noi”.
 
 

Nota di Alex: Ed eccoci con il primo guaio. Cos'accadrà ora?
La prossima settimana vediamo come affronteranno il danno.
Grazie a tutti e alla prox :)
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
Emma, seduta nella biblioteca di Regina, sfogliava libri su libri alla ricerca di un contro incantesimo efficace per far tornare Malefica alla normalità.
L’Evil Queen invece leggeva e traduceva il diario della madre cercandovi una possibile soluzione a quel guaio.
- Mi dispiace…non è vero che non ti sopporto.
La voce della Salvatrice era bassa.
- Capisco perché tu sia arrabbiata con me e giuro che farò il possibile per rimediare.
- Non mi prendiiiii.
Malefica corse in biblioteca nascondendosi sotto il tavolo vicino a Emma.
Henry sostava sulla porta cercando la bimba con lo sguardo.
- Giocate a nascondino?
Chiese Regina alzando lo sguardo dal diario.
- Ad acchiapparsi.
Sorrise il figlio ormai dodicenne avvicinandosi piano piano al tavolo.
- Presa! Ora tocca a me scappare.
Annunciò il ragazzino mettendosi a correre e uscendo dalla stanza.
- Aspettami!
La piccola lo inseguì ridendo e la biblioteca ripiombò nel più totale silenzio.
L’Evil Queen si alzò raggiungendo Emma che aveva ripreso la ricerca.
- Scusa il mio comportamento.
- C’è da dire che abbiamo fatto passi da gigante…era da un bel po’ che non litigavamo.
Regina sorrise.
- Hai ragione.
- Avrei una proposta.
Disse Emma alzandosi in piedi. Lo sguardo cristallino sembrò farsi timido.
- Potrei venire a stare qui per un po’ così Henry fa compagnia a Malefica ed io ti aiuto con lei…almeno finché non troveremo una soluzione a questo incantesimo.
Regina sembrò pensarci su qualche istante.
- Potresti dormire nella camera degli ospiti. Henry sarebbe felice di averti qui ogni giorno.
Emma sorrise.
- Già da stasera?
- Perché no.
Rispose la mora con un sorriso sghembo. Convivere con Emma non sarebbe stato facile, ma la felicità di suo figlio non aveva prezzo.
- Vado a prendere le mie cose.
Disse lo Sceriffo alzandosi dalla sedia.
- Regina…non dire nulla a Henry, voglio fargli una sorpresa.
 
Il mattino seguente Emma dormiva serenamente a pancia in giù. La piccola Malefica, sdraiata sulla schiena dello Sceriffo, giocava con alcune automobiline di Henry.
La bimba, annoiata perché la donna sotto di sé continuava imperterrita a dormire, decise di svegliarla a modo suo.
Con il piccolo ditino iniziò a toccare le guance della bionda che mugugnava contrariata fino a che, sentendo un peso strano sulla schiena, decise di aprire gli occhi.
Il viso della bimba era vicinissimo a quello di Emma che sussultò dalla sorpresa.
- È tardissimo!
Esclamò poi alzando gli occhi, verso la sveglia, sul comodino davanti a sé.
Il campanello suonò al pian terreno e qualcuno aprì.
La bimba corse fuori dalla stanza ridendo mentre Emma ascoltò la voce di Henry parlare con qualcuno.
Dei passi si udirono salire le scale e una chioma castana con meches rosse fece capolino dalla porta della camera.
- Buongiorno, bella addormentata.
Salutò Ruby sorridendo.
- Regina aveva immaginato che tu fossi ancora nel mondo dei sogni, così mi ha mandato a portarvi la colazione.
- Ti ringrazio. Henry è giù vero?
Chiese Emma alzandosi e prendendo i propri vestiti poggiati sulla sedia.
- Yes. Mi ha aperto lui.
- Potresti far compagnia a loro mentre mi vesto? Scendo fra pochi minuti.
- Certamente.
Rispose la ragazza-lupo salutando l’amica con la mano prima di scendere al pian terreno.
 
- Mà, vado a scuola. Mamma passa alla centrale nel primo pomeriggio a prendere Malefica.
Avvertì Henry salutando i presenti per poi correre verso l’autobus che lo attendeva sulla soglia del vialetto.
Il ragazzino, la sera precedente, quando seppe che la madre biologica restava per un po’ di tempo in casa Mills fu al settimo cielo.
- Quindi me la devo portare alla centrale…perfetto.
Disse contrariata guardando la piccola ancora in pigiama.
La Salvatrice sospirò per poi prendere coraggio. Accudire una bimba di quell’età, poteva essere un modo per riscattarsi dal periodo in cui non era presente come madre per il piccolo Henry.
- Credo che dobbiamo metterle questi.
Disse Ruby portando a Emma dei vestitini trovati su di una sedia con sopra un post-it.
- Oh ma che carini.
Sorrise poi la ragazza guardando gli abiti che aveva in mano prima di passarli all’amica.
- Vieni piccola, dobbiamo metterci il maglioncino e questa splendida gonnellina.
Emma richiamò l’attenzione della piccola che si voltò verso di lei bruscamente. Sguardo torvo.
- Non la metto.
- Perché? Le gonnelline sono bellissime.
Disse la bionda ragazza, sorridendo sincera.
- No, non la metto.
Ruby, dietro Emma, sghignazzava per la situazione.
- Sei una bellissima bambina, con le gonnelline sembrerai una principessa.
- Sono grande.
Affermò la piccola mettendo il broncio. Le piccole braccia incrociate al petto.
- Hai ragione, tecnicamente lo sei.
Emma si avvicinò.
- Dai vieni che togliamo il pigiama.
La bimba se lo lasciò togliere senza tante storie per poi scappare correndo per le stanze della casa.
- Oddio.
Sospirò Emma. Questa sarebbe stata una lunga, lunghissima giornata.
Ruby rideva sonoramente, divertita dall’espressione dell’amica.
- Malefica, vieni qua per favore.
Disse esasperata la bionda.
Le due amiche si guardarono e decisero di darle la caccia.
Malefica rideva spensierata correndo da una stanza all’altra, fino a che non fu catturata dalla ragazza-lupo.
Emma le raggiunse con il fiatone.
- Dai piccola che ci vestiamo. Se fai la brava andiamo a prendere i dolcetti.
- Sì.
Gridò felice la piccola lasciandosi mettere le calze, una magliettina bianca e sopra il maglioncino rosa.
- E ora, la gonnellina.
- Non voglio.
La piccola, braccia serrate al petto, cambiò subito espressione.
- Perché?
Emma chiese gentilmente con fare materno.
- Non voglio.
- Per piacere Malefica, mettiti la gonnellina.
La bionda sbuffò. I capricci li aveva sempre odiati ma non si sarebbe mai arresa.
- Non voglio.
- Mettila.
- No.
- Mettila.
- No.
Ormai sembrava diventata una sfida a chi avrebbe ceduto prima.
- Mettila!
- No!
- Con Regina scommetto che non faresti tutte queste proteste!
- Voglio Gina!
Esclamò la bimba.
- Guarda Ruby, anche lei ha la gonna.
La cameriera del Granny’s sorrise, facendo una giravolta che fece svolazzare la corta gonna rossa dal pizzo bianco.
- Non mi piace.
- Me-tti-te-la!
La bionda scandì ogni sillaba.
- Non vo-glio!
Le fece eco Malefica.
- Dai mettila…per favore.
- Non la metto.
La canzonò la piccola canticchiando.
- Ti ho detto che la devi mettere.
Tentò Emma un’ultima volta.
- Non la metto.
- Uffi, ma perché fai così!
Disse infine abbattuta la ragazza.
- Non puoi metterla e basta così andiamo via? Non te li prendo i dolcetti sai.
La piccola s’imbronciò ancor di più. Emma sorrise dentro di sé. Quella tattica funzionava sempre.
- Allora la metti?
- No e no.
- Ma che…! Chiamo Regina. Ci penserà lei.
Disse la ragazza rivolta a Ruby che rideva allegramente. Le sembrava di vedere due bimbe che litigavano per un giocattolo.
Emma prese il cellulare dalla tasca e compose il numero dell’ex Sindaco.
- Regina, la tua amichetta mi esaspera.
- Che è successo? Ti arrendi già?
Rispose l’Evil Queen nascondendo una risata. Sulla sua scrivania una sfera di cristallo mostrava un’Emma seccata, Ruby che rideva e Malefica super imbronciata.
- Non si vuole mettere la gonna ed io non ho tempo da perdere.
- Essere madri equivale anche a momenti simili. Dovresti districare questo enigma da sola.
- Oh, mio saggio improvvisato, a quale enigma si riferisce? M’illumini la prego.
Ruby udì una lieve risata provenire dall’altro capo del telefono.
- Sì, d’immenso.
Ironizzò Regina.
- Parlo dei bimbi e i loro capricci.
- Ora non ho tempo Regina…e nemmeno la pazienza. In realtà quella l’avevo…Malefica se l’è portata via tutta. Potresti aiutarmi?
- Ruby è li?
- Sì.
Rispose la Salvatrice perplessa.
- Dai il telefono a Malefica.
Emma alzò un sopracciglio, incuriosita. Fece spallucce e cedette il cellulare alla piccola.
Malefica, seria, ascoltò con attenzione per poi restituire il telefono alla Salvatrice.
- Ebbene?
Chiese poi rivolta alla piccola.
- Metto gonna.
Ruby si chinò e mise la gonnellina alla bimba che si allontanò dalle due saltellando.
- Che le hai detto?
Domandò la figlia di Biancaneve a Regina.
- Solamente che, se non ti ascolta, sarò costretta a vestirla come Ruby. Passo più tardi. Buon lavoro Emma.
Detto ciò Regina riagganciò.
 
Un lieve profumo di caffè giunse sino all’ufficio della bionda, seguito dal suono di tacchi sul pavimento. Regina.
L’Evil Queen entrò dalla porta attirando l’attenzione di David ed Emma che la guardarono con un sorriso.
- Caffè, tè e croissant per tutti. Vuoti, alla crema, al cioccolato e alla marmellata. Ancora caldi.
Informò la mora poggiando il tutto sul tavolino dove Malefica stava colorando su album da disegno.
- Per te piccola, tè caldo e una ciambella con tanto zucchero.
La bimba le saltò in braccio felice, prima di sedersi sulle ginocchia di Regina sedutasi sul divano assieme agli altri due.
- Come mai tutta questa generosità?
Chiese Emma sospettosa.
- Nulla, volevo solo essere gentile.
Rispose Regina innocentemente.
Emma si voltò verso il padre che annuì.
- Lo so Emma, insospettisce pure me.
Gli occhi dell’ex Sindaco si ridussero a due fessure guardando il genero sedersi sul divano con loro.
- Non credevo di essere al cospetto della famiglia “Sospettini”.
- Ciao.
Salutò con enfasi Henry appena entrato nell’ufficio.
- Come te la sei cavata stamattina Mà?
Regina sogghignò mentre Emma si fece seria.
- Come primo giorno…direi solo che me la sono cavata. Ora però mi spieghi perché ridi.
Disse infine voltandosi verso la mora.
- Vi ho tenuto d’occhio tutto il giorno. In certi momenti faticavo a distinguere la bimba dall’adulta.
Rispose la donna coprendosi la bocca per soffocare una risata.
- Domani tocca a te. Allora vedremo se a quest’ora riderai ancora.
- A proposito. Come procedono le ricerche per…lei?
Chiese David indicando le manine di Malefica. La piccola, sdraiata sulle ginocchia di Regina ed Emma, giocava con il lembo del giubbotto dell’uomo.
- Domani vado alla biblioteca. Ho già avvertito Belle che mi darà un aiuto.
- A me non dispiace se resta piccola.
Disse Henry con mezzo croissant in bocca.
- Ti alleni per quando Neal vorrà giocare con te?
Domandò David ridendo.
- Anche.
Sorrise di rimando il nipote.
 
Era ormai mezzanotte. Poco dopo cena, Henry era riuscito a far addormentare Malefica raccontandogli la favola della buonanotte. Regina ed Emma, sulla soglia della camera da letto, non si sarebbero perse quel momento per nulla al mondo. Quel guaio causato dalla bionda non era poi così brutto come poteva esser sembrato all’inizio.
Emma era seduta sul divano. La testa abbandonata all’indietro sullo schienale.
Regina si avvicinò silenziosamente alle spalle della bionda, chinandosi leggermente per guardare la ragazza.
- Stanca?
Chiese gentilmente la mora.
Due occhi cristallini la guardarono incatenandosi ai suoi.
- Un po’.
La mora andò vicino al mobiletto bar. Versò del pregiato liquido ambrato in due bicchieri per poi andarsi a sedere accanto alla salvatrice.
- Ti va?
Le chiese porgendole il bicchiere.
La bionda lo accettò volentieri ricambiando con un sorriso.
Fecero tintinnare i bicchieri in un silenzioso brindisi per poi rilassarsi entrambe poggiandosi allo schienale e sospirando.
- Che silenzio.
Disse Regina sorridendo.
- Si sente quando Malefica non c’è.
Una risata argentina scaturì dalla mora.
- Mi piace sentirti ridere…così.
Regina non rispose e solo allora Emma si accorse di ciò che aveva detto.
- Scusa.
- Di cosa ti scusi? Non mi hai mica offeso.
Nuovamente il silenzio calò fra loro.
- Direi che è meglio andare a riposare…non credi?
Chiese Emma un po’ impacciata alzandosi dal divano, imitata dalla mora.
- Sempre che il terremoto non abbia occupato tutto il mio letto matrimoniale.
Ironizzò Regina facendo sorridere la bionda davanti a sé.
- Bene…buonanotte Emma.
- Buonanotte.
Ricambiò la Salvatrice accarezzando il braccio di Regina. Un gesto semplice e spontaneo ma che sembrò dare vita a qualcosa di più complesso seppur celato.
I loro sguardi s’incatenarono per un istante…attimo che bastò a far correre più veloce i loro cuori.
Regina fece un passo indietro sbattendo più volte le palpebre come a voler far tacere qualsiasi pensiero nato da quel gesto.
- Io…vado.
Disse poi prima di congedarsi, lasciando lo Sceriffo solo con i suoi pensieri.
 
Emma si svegliò presto. La notte tormentata da pensieri che solamente per poco l’avevano lasciata sola.
Si cambiò e scese in cucina.
- Già sveglia?
Una voce bassa e calda da dietro di lei la scosse, facendola tornare alla realtà.
- Non riuscivo a dormire.
- Pensieri?
La bionda a quella domanda sospirò.
- Uno pressante.
- Parlamene.
Propose Regina sedendosi su di uno sgabello in cucina.
La mora accavallò le gambe con un’eleganza che solo lei possedeva.
Emma serrò la mascella. Faticava a respirare. Il suo cuore correva all’impazzata.
D’un tratto raccolse il proprio coraggio e decise di affrontare ciò che temeva di più: Regina.
Si avvicinò alla mora coprendo ogni distanza fra loro. Prese il suo viso fra le mani e la baciò.
Un bacio intenso da togliere il respiro, profondo da far dimenticare il luogo in cui erano e Regina…Regina rispose a quel bacio con la stessa intensità, la stessa passione che Emma stessa sperava.
La mora si avvinghiò con le mani ai fianchi della Salvatrice, tirandola ancor più a sé, approfondendo così quel bacio dolce e passionale desiderato da tempo.
Solamente il bisogno di riprender fiato fece scostare le due alle quali, guardandosi negli occhi, sfuggì una lieve risata.
Alcuni rumori si udirono al piano di sopra. Regina alzò lo sguardo. Sicuramente Henry si era svegliato e si stava preparando per scendere.
- Che ne dici se andiamo tutti al Granny’s per la colazione?
Domandò Emma accarezzando le mani della mora davanti a sé.
- Vai ad avvisare Henry, io preparo Malefica.
Rispose Regina sorridendo per poi lasciare un lieve bacio sulla guancia di Emma prima di congedarsi.
 
Regina, Henry, la piccola Malefica ed Emma entrarono al Granny’s.
La tavola calda aveva aperto da pochi minuti e i quattro erano i primi clienti.
Ruby era al bancone e, con in mano un paio di dispenser di spezie, cantava mentre condiva degli stuzzichini da mettere nelle ciotole per i clienti.
- Tutto quanto cominciò con un ciao e finirono in un letto a far miao miao e a ballar la Bossanova che è la danza dell’amooor…ciao!
Salutò poi la cameriera i quattro clienti appena arrivati.
Henry e Regina con in braccio Malefica erano già seduti ad un tavolo.
- Ti trovo in gran forma Ruby.
Disse Emma sorridendo.
- Ho appena finito di preparare degli stuzzichini alle spezie. Dovrebbero piacerti, altrimenti, puoi ballar la Bossanovaaa.
La cameriera concluse la frase canticchiando.
La bionda rise divertita.
- Come mai tutto questo buon umore? Nuove vicende amorose?
- Chi lo sa.
- Uh, pure misteriosa stamane.
- E tu amica boccoluta, come va con la nuova famiglia improvvisata?
Chiese la cameriera avvicinandosi ulteriormente a Emma.
- Ti rende la vita impossibile, l’arpia?
Domandò bisbigliando e indicando Regina con lo sguardo.
- Tutto bene grazie.
- Uhm…impossibile...
- Cosa impossibile?
Chiese la bionda perplessa.
- Accostare “bene” a “Regina” è impossibile. Che cosa succede Emma? Cosa mi nascondi?
- Ehi non rigirare la frittata…sei tu la misteriosa stamane.
Obbiettò Emma evitando accuratamente quelle domande dirette.
- Il sospetto s’insinua nei miei pensieri…ti terrò d’occhio Salvatrice.
Disse Ruby con voce cupa per poi fare l’occhiolino e sorridere alla bionda che scosse la testa rassegnata e raggiunse gli altri per la colazione.
- Uh Regina, ti cercavo.
Snow, appena entrata da Granny’s, si era fiondata al tavolo della Matrigna.
La mora alzò un sopracciglio.
- Devo chiederti un favore. Quando hai un attimo…
- Ti chiamerò. Dopo la colazione vado in biblioteca. Belle mi aiuta a cercare un contro incantesimo.
- Oh…giusto, giusto.
- Fai colazione con noi?
Domandò Emma alla madre.
- No…ho frettissima. Scusate l’interruzione ma devo scappare.
- Quella che si dice: “Toccata e Fuga”.
Commentò Regina prima di bere un sorso di caffè caldo.
 
- Malefica, per favore.
Regina rimproverò la piccola per la centesima volta. In due ore era riuscita solamente a leggere un libro.
- Regina, vuoi che la porti al parco?
Propose Belle.
- Cercare un contro incantesimo con una bimba che combina dei disastri ogni sei minuti virgola tre…beh non è facile. Adesso capisco perché Emma ieri sera era stremata. Il brutto è che sono passate solo due ore. Allucinante!
Sbottò l’Evil Queen chiudendo il libro.
- Mi annoio.
Disse la bimba scivolando a testa in giù sul sofà.
- Vuoi andare al parco con Belle?
- No.
La bambina saltellò raggiungendo Regina.
- Andiamo, andiamo.
Chiese la piccola stringendo le mani della mora.
- Non posso, devo cercare una cosa importate.
La bimba mise un broncio tenerissimo che riuscì ad ammorbidire persino l’ex Sindaco, che sospirò rassegnata.
- Andiamo dai.
- Bello!
Gioì la piccola correndo verso la porta principale della biblioteca. Le braccia aperte come fossero le ali di un aereo.
Belle la guardò perplessa e divertita.
- Ti prego, non dire niente.
Implorò Regina seguendo a passo svelto la bimba.
- I bambini addolciscono chiunque.
Bisbigliò la donna sorridendo.
- Ti ho sentita!
 
- È aperto!
Gridò Snow a chi aveva bussato alla porta.
Era intenta a preparare la pappa al piccolo Neal, che cullava fra le braccia.
- Non dovresti fidarti così tanto.
La rimproverò Regina entrando nell’appartamento.
 - Regina, cos’hai portato a casa di buono? Sento un profumino…
Disse Snow rovistando nella dispensa. Appena la matrigna aveva aperto la porta del suo appartamento, la cucina si era riempita di un buonissimo odore di cibo.
- Una bimba e il pranzo.
- Ma la bimba non era nella lista.
Ironizzò Biancaneve voltandosi e vedendo l’Evil Queen con in braccio Malefica.
- Pranzooo.
Si esaltò la piccola con la bocca ricoperta di zucchero a velo. Nella sua mano un pezzo di frittella.
Regina si avvicinò alla figliastra, poggiando sul bancone della cucina alcune pietanze già cotte prese al Granny’s.
- Potresti tenermela per un po’? Devo tornare alla biblioteca e poi a fare spesa.
Chiese la mora poggiando a terra Malefica che la guardò contrariata.
- Lei non mi piace.
Sbottò la piccola incrociando le braccia al petto.
- Malefica, non si dicono queste cose.
La rimproverò Regina. Sguardo severo.
- A proposito…non so ancora cosa le è accaduto.
Disse Snow incuriosita. Aveva visto Malefica ma ancora non aveva saputo cosa l’aveva fatta ritornare una bimba.
- Emma pranza qui vero?
Domandò la mora.
- Sì, perché?
- Allora tua figlia ti spiegherà tutto.
- Devo però parlarti di alcune cose.
Snow ricordò a Regina la sua richiesta fattale quel mattino.
- Appena torno a prenderla parliamo di tutto ciò che vuoi.
- Mamma!
Esclamò Henry entrando nella stanza e andando ad abbracciare la madre.
- Henry!
Chiamò felice la bimba unendosi all’abbraccio.
- Grazie al cielo, sei qui. Aspetta…perché sei qui e non a scuola?
Domandò sospettosa Regina.
- Abbiamo finito un’ora prima. Oggi devono ridipingere le aule. Ho provato a chiamarti. Ma dove hai il cel?
L’Evil Queen frugò nelle tasche del suo cappotto senza trovarvi nulla. Lo sbottonò e, cercando nella tasca interna, tirò fuori il telefono cellulare. Spento.
- Batteria andata. Perdonami Henry.
- Tranquilla mamma. Colpa mia. Ho dimenticato io di dirti, che ieri sera ci ho fatto giocare Malefica.
Ammise Henry con un sorrisone.
- Ad ogni modo…ho bisogno che tu mi tenga la teppista per qualche minuto.
Henry a quel nomignolo sorrise divertito.
- Che ha combinato?
Chiese il ragazzino ridendo di sottecchi.
- Cosa NON ha combinato, vorrai dire.
Sbottò Regina chinandosi a togliere il piccolo cappotto a Malefica.
- Mamma, ti ricordi che stasera devo andare al compleanno di Grace…vero?
- È stasera?
Chiese pensierosa la mora che si era totalmente dimenticata.
- Sì dalle 18 alle 23.
- Va bene. Ora passo alla centrale per dare il mio telefono a tua madre, così lo mette in carica. Io requisisco il suo. Chiamatemi al suo numero per qualsiasi emergenza, chiaro?
- Cristallino. Ciao mamma.
- Il regalo?
- Ce l’ho.
- Ottimo. Allora ciao e…Snow…scusa in anticipo.
- Per cosa?
Domandò Biancaneve incuriosita.
- Per ciò che lei combinerà. Adios.
Con un gesto della mano svanì in una nuvola viola lasciando Snow preoccupata, perplessa e indaffarata.
 
 
 
 
 Nota di Alex: Brava Malefica un pò terremoto ma non tutto il male vien per nuocere :)
Grazie a lei e "all'incompetenza" di Emma nell'uso della magia, quella piccina le sta facendo avvicinare. Good Girl.
Grazie a tutti voi che mi seguite e commentate e alla prox :)
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
Erano tutti a cena a casa Charming.
Regina aveva aiutato Snow a cucinare mentre Emma e David avevano apparecchiato la tavola.
Malefica e l’Evil Queen mostravano il proprio attaccamento, l’una verso l’altra, solo in situazioni estreme come guardarsi le spalle a vicenda. Era proprio in quei momenti che un occhio esterno poteva vedere o intuire il loro legame.
Da quando la bionda strega venne trasformata “accidentalmente” in bimba, voleva stare solo con Regina.
Si era affezionata subito ad Henry, con cui giocava sempre, ma Emma pensò che a lui fosse già fortemente legata da tempo…l’orgoglio di Malefica le evitava qualsiasi manifestazione d’affetto, ma allo Sceriffo non erano di certo sfuggiti i sorrisi rivolti al ragazzo o le battutine fatte di sottecchi.
- Che avete fatto di bello oggi?
Chiese Emma incuriosita alla piccola seduta in braccio a Regina. La ragazzina la ignorò continuando a sorridere alla mora mentre le accarezzava i capelli.
- Hanno giocato con i videogame e a qualche gioco in scatola. Quando Henry è andato via, abbiamo colorato un po’.
Raccontò Snow con un grande sorriso sul volto.
- Pongo, pongo.
Esordì poi la piccola felice.
- Ah sì, abbiamo anche modellato animaletti con il pongo.
Aggiunse Biancaneve divertita.
- Niente danni quindi?
Chiese Regina strabiliata.
- Nessuno.
Rispose la figliastra con un sorrisone fiero.
Il campanello suonò e David si alzò per andare ad aprire.
- Ho portato il dolce!
Esclamò Ruby al settimo cielo.
- Ruby, che ci fai tu qui?
Chiese Emma alzandosi e avvicinandosi all’amica per salutarla.
Snow mi ha detto che sareste stati qui, quindi ho deciso di fare un salto e portarvi alcune fette di torta.
- Bell’idea!
Sorrise David che già si pregustava il dolce nella sua mente.
Nuovamente il campanello suonò e il Principe, poco distante dalla porta, andò ad aprire sebbene un po’ perplesso.
Belle e Gold erano sulla soglia di casa Charming.
- Oh…prego entrate.
Li invitò David scostandosi per lasciarli entrare.
- Accomodatevi pure. Volete un caffè?
S’intromise Snow indicando alcune sedie libere.
- Non vogliamo disturbare.
Disse Gold alla padrona di casa.
- Nessun disturbo. Prego.
Li invitò nuovamente la donna ricevendo un cenno di ringraziamento da parte di Rumple e un grande sorriso dalla consorte.
- Siamo passati a casa vostra, Regina, ma non c’era nessuno…così abbiamo pensato bene di venire qui.
Aggiunse Belle sedendosi al fianco di Regina imitata dal marito.
- Avete trovato qualcosa d’importante?
Domandò la mora incuriosita per quella visita.
- Cercando nella mia biblioteca privata, ho trovato un libro che parla d’incantesimi scritti con la stessa metrica utilizzata da Cora in quel diario.
Iniziò Gold che si fermò esitante.
- Questa esitazione comporta l’arrivo di una brutta notizia.
Sospirò Regina. Conosceva il suo ex insegnante di magia più di qualsiasi altro.
- La pagina in cui si spiega un possibile contro incantesimo è mancante.
- Mi pare ovvio. Nulla che in questa famiglia sia facile.
Sbottò Emma con Malefica seduta sulle sue ginocchia in modo che Regina potesse parlare tranquillamente.
- Come ben sai Regina, anche tua madre era una mia allieva. Non mi stupirei se la pagina mancante si trovasse fra i suoi scritti.
- Domani mi recherò nuovamente nel mausoleo. Sperando di trovare qualcosa.
 
La piccola Malefica si era addormentata sul divano. Una calda coperta in pile la teneva al calduccio mentre era immersa nei suoi sogni.
Gold e Belle decisero di restare e unirsi a Snow e Regina per una partita a poker nell’attesa del ritorno di Henry dal compleanno di Grace. Rumple fece apparire sul tavolo delle fiches per fare delle puntate. Snow non avrebbe mai approvato il gioco d’azzardo, quindi si limitarono a puntate simboliche.
David, Ruby ed Emma invece decisero di mettersi a giocare con un videogame di  Henry.
Emma era da anni che non giocava con la Play Station e così, controller alla mano assieme al padre incuriosito nel provare un videogame e alla ragazza-lupo intenta a leggere un manuale di gioco, si prepararono a vivere una nuova avventura.
Il gioco iniziò. In sottofondo una voce narrava la storia di demoni antichi, streghe, maghi e orchi.
- Ma quanti dialoghi.
Sbuffò Emma.
- “Fermo, non te ne andare! Senza di te questo villaggio non sopravvivrebbe”.
- Ah. Scusa, scusa.
David si scusò con il personaggio nella tv.
- “Saremmo nei guai senza Kusho!”.
- Chi sarebbe questo Kusho?
Chiese Emma realmente perplessa.
- Sono certa che lo spiegheranno più avanti.
Ruby informò i due giocatori. Il viso completamente immerso nel manuale del gioco.
- “Oh no, ho dimenticato la bisaccia da mettere sulla cinta!”.
- Invece di preoccuparti di una cosa simile, dovresti pensare alla tua biancheria in vista.
Emma, con quel commento sulla protagonista femminile nella squadra di guerrieri, attirò l’attenzione dei giocatori di Poker che si apprestarono a guardare le immagini sullo schermo preoccupati.
- A me sembra una comune divisa da Ninja.
Borbottò Belle senza trovarvi nulla di strano.
- Chissà che ha visto Emma.
Sentenziò Regina che assieme alla figliastra scosse la testa per poi tornare a giocare.
Uno sparo si udì e lo schermo divenne completamente rosso.
- On no…sono morto.
Disse atterrito David.
Nuovi dialoghi iniziarono fra i protagonisti del videogame.
- Aspetta…no, sono ancora vivo.
- Che cosa sto sbagliando? Quando inizia questo gioco? Monotonia portami via.
Sbottò Emma spazientendosi.
- Sembra che sia già iniziato.
Constatò Ruby alzando lo sguardo dal manuale.
- Qual è il nemico allora?
Chiese Emma confusa.
- Non è un gioco con nemici. È un’avventura dove si devono collezionare “bandierine” per andare avanti di livello.
Spiegò la cameriera del Granny’s leggendo alcune righe del libriccino.
- Bandierine?
David sembrava non comprendere.
- Guarda là…un gruppo di adulti che giocano a un videogame per ragazzini. Incredibile.
Disse Regina scuotendo la testa incredula.
- E sembra pure che lo trovino difficile.
Ammise Belle con un po’ di vergogna per i tre giocatori.
- E pensare che erano così eccitati quando hanno iniziato a giocare. Chissà a cosa pensavano.
Snow con quelle parole sembrò quasi dispiaciuta.
- Si stanno rivelando veramente scarsi a giocare.
Sogghignò Gold guardando le proprie carte. Quella frase risultò ambigua e le tre donne, che giocavano al tavolo con Rumple, lo guardarono minacciose.
- Fortuna che Henry, non ha detto loro che quel gioco l’ha completato a soli otto anni.
Aggiunse Regina.
- Che sia via è stata una fortuna, altrimenti penso che si sarebbero uccisi dalla vergogna. Già, già, già.
Rise Biancaneve puntando tutte le sue fiche. All in.
- Scala colore!
Annunciò raggiante l’Evil Queen, convinta di aver vinto la partita a carte.
- Scala Reale! Asso, Re, Donna, Jack e dieci il tutto di cuori…sono quelli che danno più punti!
Esclamò Snow White alzandosi in piedi trionfante.
- Non prendermi in giro!!
Esclamò Gold alzando la voce.
- Un’altra volta??
Sbottò Regina contrariata gettando le carte sul tavolo.
- Oh ma insomma! Chi è, chi è questo Kusho? Ditemi chi è!
Emma inveì contro il televisore, attirando l’attenzione dei presenti su di sé.
- Da quello che c’è scritto qui, sembra un personaggio di secondo piano.
Informò prontamente Ruby.
- E allora perché far ruotare questa missione su di lui…cosa c’entra! Dobbiamo andarci a parlare, ma dov’è?
La Salvatrice si era calata nel personaggio che stava interpretando nel videogame.
- Non lo si può rintracciare?
Domandò la bionda in difficoltà.
- Non c’è il comando per farlo.
Aggiunse David.
- Nelle istruzioni c’è scritto: “Trovando Kusho si riuscirà a capire cosa pensa esattamente ogni abitante del villaggio”.
- Cos’hai detto? E come?
Chiese Emma fin troppo interessata.
La piccola Malefica, disturbata dalle grida dei giocatori, si alzò dal divano andando verso la tv.
I quattro la guardarono perplessi mentre premeva due pulsanti del controller contemporaneamente.
Lo schermo s’illuminò di giallo.
- “Avete trovato il Grande Kusho. Ora potrete proseguire la vostra avventura verso il villaggio delle fate”.
I giocatori la fissarono a bocca aperta.
- Fatto oggi con Henry.
Fu il commento della piccola prima di avvicinarsi a Regina e chiederle di accompagnarla a dormire.
David si alzò dal tappeto su cui era seduto e spense la console.
- Battuti da una bimba di quattro anni.
Ammise Ruby seppur con fatica.
- Che figuraccia.
Sospirò Emma guardando la piccola allontanarsi assieme all’ex Sindaco.
- Ricorda che in realtà ha più anni di noi.
Aggiunse David con fare teatrale.
- Magra consolazione, papà.
Sbuffò la bionda atterrita.
- Sono a casa.
Annunciò Henry entrando in casa Charming.
- Che state facendo?
Chiese il ragazzino vedendo tutta la sua famiglia riunita.
- Tua madre e tuo nonno sono stati sconfitti da una bimba assonnata.
Rise Regina mettendo il piccolo cappotto a Malefica per poi prenderla in braccio.
- E tua nonna invece ha battuto tutti ripetutamente a poker.
Sogghignò David canzonando Regina che gli fece una smorfia.
- Emma, puoi tenerla finché mi metto il cappotto?
Chiese gentilmente Regina affidando la bimba che sonnecchiava alla Salvatrice.
- Ti sei divertito?
Domandò poi l’Evil Queen abbracciando il figlio che le diede un bacio sulla guancia.
- Molto. Abbiamo mangiato pizza, chiacchierato, giocato…
- Sono felice per te.
Disse Emma avvicinandosi e affidando Malefica a Regina. Ora era il suo turno di prepararsi.
- Noi vi salutiamo. Regina, se trovi la pagina, sarei lieto che mi avvisassi.
Quello di Gold era un ordine mascherato da gentil richiesta.
- Anche perché sono convinta che lo scopriresti.
- Non darmene modo. Se mi avvisi di tua spontanea volontà, mi eviti tante noie.
L’Evil Queen rispose con un cenno del capo e i due si congedarono seguiti da Ruby che tornò al Granny’s.
 
Un lieve bussare si udì alla porta della camera di Emma.
La ragazza si era trasferita momentaneamente nella camera degli ospiti nella villa di Regina.
- Avanti.
Bisbigliò la ragazza.
La mora entrò quasi timidamente nella stanza.
- Ho fatto la cioccolata calda. Ne vuoi?
Chiese Regina, mostrando la tazza alla giovane.
- Volentieri. Mi stai viziando?
- Certo che no.
Sorrise la mora, porgendo la tazza di cioccolato caldo panna e cannella.
- Ho capito…vuoi qualcosa da me.
- Può darsi.
Regina tirò verso di sé la tazza, come se essa fosse il premio per una risposta che la bionda doveva dare.
- Così non vale.
Emma mise un finto broncio per poi sorridere.
- Dimmi.
- Puoi stare con Henry e Malefica domattina? Io vado al mausoleo a cercare quella dannata pagina mancante.
- Ma è il primo sabato che sono a casa!
Emma era contrariata.
- Pensavo di passare una giornata tutti insieme.
Quel pensiero da parte della bionda fece sorridere Regina.
- Prometto che torno a casa per pranzo.
Rispose l’Evil Queen mostrando la tazza di cioccolato nelle sue mani.
- Va bene.
- Good Girl.
Ironizzò la mora cedendo la cioccolata alla bionda.
- Tu non la bevi?
Chiese Emma notando che non aveva alcuna tazza fra le mani.
- Preferisco di gran lunga tè o caffè.
Sorrise l’ex Sindaco sedendosi sul letto.
Emma poggiò la tazza sul comò al suo fianco, guardando la mora con sorriso malizioso.
- Stare un’intera mattina con quel terremoto, richiede più di una tazza di cioccolato caldo.
- Sì?
Chiese Regina sorridendo.
- Oh sì.
Rispose la giovane avvicinandosi alla mora che la sfidò con lo sguardo.
Emma poggiò una mano sul letto. Il viso vicinissimo a quello dell’ex Sindaco.
Riusciva a sentire il suo profumo così buono da inebriarle i sensi.
I loro respiri si confondevano.
La bionda posò un lieve bacio sulle labbra della mora che l’attirò a sé posandole le mani sul viso.
Il loro bacio s’intensificò come la passione che cresceva sempre più.
Emma sdraiò Regina sul letto. Era a cavalcioni sopra la mora che le accarezzava la schiena, i fianchi.
La mano della bionda scivolò dal viso di Regina lentamente sulla spalla, il braccio, il fianco della donna, sino a sollevarle la gamba e accarezzarle la coscia.
L’Evil Queen trascinò letteralmente la bionda su di sé afferrandola dal colletto della maglia e approfondendo quel bacio.




Nota di Alex: Ed eccoci con un nuovo capitolo :)
Gold, stranamente, ha davvero cercato di partecipare alla ricerca di un controincantesimo. Ora però sta a Regina trovare la pagina mancante. Riuscirà Malefica a non fare danni sino ad allora? Credo proprio di no. Si è trattenuta già abbastanza a casa di Biancaneve...nel prossimo episodio noterete quanto la bimba possa essere permalosa e vendicativa :D
Grazie a tutti voi. Alla prox :)

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
 
Il mattino seguente Regina si svegliò fra le braccia di Emma.
Si erano baciate e coccolate tutta notte sino ad addormentarsi.
Alzò lo sguardo verso la sveglia situata alle spalle della bionda. Le sei.
Lentamente e senza far rumore si alzò dal letto, seppur controvoglia, ma era necessario nel caso Henry si fosse svegliato.
In punta di piedi andò verso la porta della camera e ne aprì uno spiraglio. Dei passi la pietrificarono. Henry era sveglio.
Il ragazzino assonnato, occhi ancora chiusi, attraversò il corridoio per andare in bagno chiudendosi la porta alle spalle.
Regina tirò un sospiro di sollievo. Chiuse la porta della camera di Emma dietro di sé e raggiunse la propria stanza.
Malefica dormiva ancora beatamente. Buon segno.
La donna si recò nel proprio bagno personale, si fece una doccia e si vestì pronta per andare a cercare la pagina perduta.
Dolcemente prese Malefica in braccio e la portò a dormire con Emma.
- Ciao mamma.
Biascicò Henry, salutando la madre che usciva dalla camera dello Sceriffo.
- Buongiorno.
Sorrise la donna.
- Ho portato il terremoto nella camera di Emma, almeno è sotto controllo. Tu torna a letto che è presto ed è Sabato.
- E tu dove vai?
Chiese il ragazzino con la voce impastata dal sonno.
La madre gli poggiò una mano sulla schiena accompagnandolo nella sua camera e rimboccandogli le coperte.
- Vado al mausoleo a cercare una cosa. Torno per pranzo. A dopo.
Lo salutò con un bacio sulla fronte per poi farsi un caffè e uscire.
 
Regina era completamente immersa nei libri di magia, ma della pagina mancante ancora nessuna traccia.
Ripose in un raccoglitore alcuni fogli scritti dalla madre. Lo squillo del telefono la fece sbuffare per poi alzare gli occhi al cielo infastidita quando vide il nome sul display.
- Qual buon vento Snow.
Rispose l’Evil Queen sarcastica.
- Ho una proposta.
- Sentiamo.
- Domani é il compleanno di David e vorrei organizzare qualcosa di diverso dalle solite feste al Granny’s.
- Un brivido mi è sceso lungo la spina dorsale mettendomi terrore puro addosso. Ciò significa che hai in mente qualcosa.
Una risatina divertita fece sorridere Regina, nonostante si facesse sentire infastidita.
- Divertente. Comunque sì ho in mente una cosa che può coinvolgere le nostre famiglie e farci divertire…e perché no…anche i cittadini di Storybrooke.
- Il terrore è divenuto più intenso or ora.
- Gara di torte. Ci dividiamo in due squadre e come obbiettivo sarà preparare la torta Margherita…che è la preferita di David. Non è meraviglioso?
Regina alzò un sopracciglio.
- Meraviglioso. Certo.
Il tono dell’ex Sindaco era piatto.
- David sarà il giudice e vincerà la torta più buona.
- Come no, giudice imparziale.
- E la torta verrà servita ai clienti del Granny’s. Sarà una grande soddisfazione render felici tutti quanti divertendosi, non credi?
La curva del sopracciglio si accentuò.
- Devo rispondere?
- Accetti?
- Posso rifiutare?
- Henry ne sarebbe deluso. Parteciperebbe pure lui.
- Prego?
Domandò incuriosita la mora.
- È stata una sua proposta.
- Non sono io la manipolatrice della famiglia?
- No, è vero, è un’idea venutagli ieri mentre giocavamo con Malefica. Dai ti prego.
La supplicò la figliastra.
- Essere parte di questa famiglia prevede grandi sacrifici…e va bene.
Un urletto di gioia si udì dall’altro capo del telefono che costrinse Regina a scostare il cellulare dall’orecchio.
- Lo dici tu a Emma?
- Sì…a presto.
Le due donne riagganciarono. Regina sbuffò.
- In cosa diamine mi sono cacciata.
Guardò l’orologio. Le 11.45. Era meglio tornare a casa. Avrebbe ripreso la ricerca più tardi.
 
Emma era intenta a preparare il pranzo.
L’auto di Regina si udì arrivare e poco dopo la donna entrò in casa salutando i presenti.
- Tu che prepari il pranzo? Cos’hai rotto?
Chiese la donna entrando in cucina.
- Uffa, una persona non si può sdebitare per l’ospitalità preparando il pranzo?
Si giustificò Emma sorridendo…sorriso che insospettì terribilmente l’Evil Queen.
- Hai rotto uno dei miei bicchieri in cristallo vero?
L’accusò la mora puntandole l’indice contro.
- Benvenuti nell’isola cinica. Un abitante: tu! Penso sia triste Regina che tu non riesca accettare un semplice atto di gentilezza, senza tramutarlo in una cosa brutta e cattiva.
Regina incrociò le braccia al petto. Gli occhi ridotti a due fessure.
- Ok, Malefica ha rotto il vaso in porcellana nel tuo studio.
Confessò Emma chinando il capo mortificata.
- Dovevo starci più attenta, lo so. Dai…sputa fuori la bile, coraggio.
- Emma…niente di grave.
Disse Regina sorridendo divertita.
- Prego?
- È una bimba. Sono cose che accadono.
- Beh questo è vero…
Balbettò poco convinta la Salvatrice.
- Stasera andiamo fuori a cena. Pago io.
Si offrì l’Evil Queen, accarezzando i capelli del figlio seduto al bancone.
- Cos’hai fatto a Regina? Dove l’hai nascosta? Le hai fatto del male?
Emma fece quelle domande a raffica dopo essersi avvicinata alla mora e averla afferrata per le braccia scuotendola.
- Sto bene. Solo…mi piace quest’atmosfera familiare.
- Oh…allora ok.
Emma scrutò la donna di fronte a sé.
- No…aspetta…non è solo questo il motivo.
La guardò torva la bionda.
- E va bene…mi hai scoperta. C’è dell’altro.
- E cioè?
- Tua madre.
- L’hai eliminata?
Chiese Emma preoccupata.
- No.
- La vuoi eliminare?
- Sempre, ma non è questo il punto.
- E arrivaci!
- Se la smetti d’interrompermi…
Emma sorrise facendole cenno di proseguire.
- Domani è il compleanno del nonno e ho proposto a nonna di fare una gara di torte. Ti ha chiamata allora!
Esclamò Henry al settimo cielo.
- Esatto.
Rispose Regina sorridendo al figlio.
- Hai detto sì?
Chiesero Emma e Henry all’unisono.
- Ho detto sì.
Emma strinse Regina in un abbraccio lasciando stranita la mora a quella dimostrazione d’affetto davanti al figlio che sorrideva contento.
- Ci divertiremo un sacco vedrete!
Esclamò il ragazzino correndo verso il telefono per chiamare Snow.
- Perché sono del pensiero che questa cosa non piaccia solo a me?
Sbuffò Regina rassegnata.
 
Emma e Regina erano sedute sul divano a guardare Henry che costruiva castelli di mattoncini assieme a Malefica che rideva felice.
- Henry, a che ora domani?
- Nonna ha detto di trovarsi al Granny’s verso le 15.
- Uhm…
- Uhm?
Chiese Emma incuriosita.
- Domattina torno al mausoleo. Rincaso per pranzo e poi andiamo al Granny’s?
- Per me va bene. Quindi non hai trovato nulla…
- Macché.
Rispose frustrata Regina.
La mora aprì il diario della madre per rileggerlo nuovamente alla ricerca d’indizi che aiutassero.
Mise le gambe sul divano ed Emma le circondò le spalle con un braccio per dare una posizione più comoda a Regina.
- Hai letto o fatto qualcos’altro prima che l’incantesimo si attuasse?
Emma fissava la calligrafia di Cora e la frase che leggendo aveva creato tutto quel disastro.
- No, mi sono limitata a leggere.
- Ricordi se Malefica ha fatto qualcosa?
La bimba a quella domanda si voltò incuriosita.
- No, stava camminando per la stanza come se fosse immersa nei propri pensieri o intenta a curiosare in giro.
Regina si ammutolì.
- A che pensi?
Chiese Emma rompendo irrompendo nel flusso di pensieri della mora.
- Che se non troviamo la pagina non so proprio come rimediare a ciò che è successo.
 
L’indomani, Regina rincasò all’ora di pranzo. L’umore era pessimo. Si sentiva impotente e frustrata e ciò la irritava non poco.
Fortunatamente le battute spiritose di Emma e le risate felici di Henry e Malefica riuscirono a risollevarle il morale.
- Mamma?
- Dimmi Henry.
- Perché non tardi un po’ le tue ricerche?
Le chiese il figlio prendendo da parte la madre.
Emma e Malefica stavano colorando alcuni disegni su dei libriccini.
- Che vuoi dire?
Domandò l’Evil Queen incuriosita.
- Io…beh…mi piace questa famiglia.
- Henry…
Il tono di Regina si fece compassionevole.
- Sì lo so che Malefica non può restare per sempre così, ma…
La interruppe Henry.
- …non ti dispiacerebbe.
Emma terminò la frase al posto del figlio.
- Già.
Rispose il ragazzino un po’ sconsolato.
Regina sorrise limitandosi ad accarezzare i capelli di Henry.
- Dai, andiamo al Granny’s.
 
La tavola calda aveva allestito tutto il necessario per la gara. Cioccolate calde e biscotti venivano offerte dai Charming.
L’aria era intrisa di felicità e prima che Regina potesse fare dietrofront e sparire, si ritrovò capitano di una delle due squadre di pasticceri improvvisati.
I nomi dei partecipanti erano stati scritti su dei foglietti, piegati e poi messi in un sacchetto, per essere pescati uno ad uno.
La prima squadra era composta da: Emma, Snow, Ruby e la piccola Malefica.
La seconda squadra invece era composta da: Regina, Henry e Belle.
- Non vi pare che qualcosa non vada in questi gruppi? Mi sembra che ci sia troppa differenza di abilità.
Disse Emma con sguardo indagatore verso Regina.
- Li abbiamo decisi con una leale pesca dei nomi. E comunque, tu hai più persone.
Rispose l’Evil Queen alzando un sopracciglio per poi sorridere.
- Ma una conta come -1!
- Siete pronte? Cominciate a cucinare!
La vedova Lucas, arbitro della gara, diede il via alla competizione culinaria.
- Dovremo farcela comunque.
Emma rassicurò la sua squadra.
- Sì.
Rispose Ruby convinta.
- Lascia fare a noi.
Sorrise Snow.
- Avete fiducia nelle vostre abilità di cuoche?
Chiese la bionda dubbiosa.
- L’unica cosa che m’interessa è mangiare.
Ammise con un sorrisone la cameriera del Granny’s.
- Questo non aiuta affatto.
- Ho sempre preparato i pasti per tutti a casa e siete ancora vivi no?
Constatò con un sorriso Biancaneve.
- Good Point.
Sorrise Emma alzando un pollice.
- Bene. Cominciamo.
Ruby si legò il grembiule dietro alla schiena pronta ad affrontare ogni compito che le fosse stato assegnato.
- Dicono che nella preparazione dei dolci il segreto sia l’esattezza delle dosi. Ciò significa che tutti possono farcela se seguono la ricetta, no?
Disse Snow versando la farina nel setaccio.
- Hai ragione. Se seguiamo tutto alla lettera, non avremo problemi.
Emma sembrò convincersi che in fondo qualche possibilità l’avevano.
- Okay, la quantità è quella giusta.
Annunciò Biancaneve guardando la ricetta mostratale da Emma.
- Ora dobbiamo setacciare.
Muovendo il setaccio, la farina scendeva lentamente nella ciotola sottostante.
Fu un lavoro che occupò più tempo del previsto, e se dapprima le tre ragazze erano energiche e cariche per la preparazione, ora erano decisamente annoiate.
- Ehi, non potremmo saltarla questa parte?
Sbottò Snow notando quanto s’impiegasse a setacciare.
- Non hai appena detto che dovremmo seguire la ricetta?
Le disse la figlia cercando di riprendere la madre.
- Hai ragione.
Una volta setacciata la farina, Emma mise in una ciotola il burro.
- Mescolare il burro. Poi, una volta che ha assunto una consistenza cremosa, aggiungere lo zucchero.
Biancaneve lesse le indicazioni nella ricetta.
La bionda prese una ciotolina con dello zucchero e lo aggiunse mescolando.
Una piccola manina sbucò da sotto il tavolo.
- Aiuto! Malefica ha appena aggiunto qualcosa!
Si allarmò la Salvatrice notando granellini scuri nel composto.
 - Cos’hai aggiunto piccola?
La bimba sorrideva mostrando il contenitore a Ruby.
- Noce moscata??
Gridò la bionda dopo aver preso coscienza del guaio.
- Dì la verità Regina, l’hai corrotta per sabotarci.
Emma accusò l’avversaria che la guardò con aria innocente.
- Non ne ho bisogno. E comunque credo si sia offesa per il “-1”.
Sorrise Regina nella sua postazione, indicando la bimba che teneva braccia conserte e broncio irremovibile.
- E ora? Che ne facciamo di questo?
Chiese Ruby indicando il composto.
Le tre ragazze si misero a fissare la ciotola perplesse. Le teste vicine l’una all’altra.
- Che possiamo fare?
Chiese la Salvatrice.
- Non abbiamo altro burro.
Rispose Snow atterrita.
- Noce moscata in una torta margherita...
Regina sembrò voler rigirare il coltello nella piaga per poi scoppiare in una fragorosa risata che fece infuriare Snow, Ruby ed Emma.
- Beh che mi dici della tua?
La sfidò la Salvatrice portandosi davanti alla mora.
- Non so esattamente come dovrei rispondere, ma…
Henry si scostò per mostrare il capolavoro.
- …è più o meno così.
- Una torta a più piani???
Le tre donne guardarono con stupore il dolce perfettamente decorato.
- C’erano degli ingredienti avanzati e così…
Iniziò Belle timidamente.
- Tra parentesi, abbiamo già ultimato la torta Margherita. Belle di sicuro è una che non si fa notare, ma ha svolto i suoi compiti alla perfezione. Henry poi è un abile decoratore.
Si complimentò Regina con il ragazzino e la giovane sposa di Gold, che teneva fra le sue mani la tortiera con sopra la torta della gara. Henry era al fianco della madre, compiaciuto della buona riuscita di quei dessert.
- Emma, dobbiamo ritirarci. Con il composto in questo stato e nessun ingrediente sostitutivo non abbiamo speranze. So che è frustrante perdere contro Regina, ma ci saranno altre occasioni.
- Aspetta Snow.
- Ruby?
- È ancora troppo presto per alzare bandiera bianca.
Bisbigliò la cameriera.
- Troppo presto? Che vuoi dire?
- Guarda Emma…non si è ancora arresa.
- Cacao in polvere?
Dissero all’unisono Ruby e Biancaneve vedendo ciò che Emma teneva fra le mani.
- Che avresti intenzione di fare?
Chiese Cappuccetto Rosso.
- La noce moscata è stata un brutto colpo. Per quanto possiamo desiderarlo, non possiamo più tornare indietro.
Iniziò Biancaneve.
- Perché in cucina non puoi sottrarre…però…
- Puoi aggiungere sapore!
Ruby e Snow avevano finalmente intuito le intenzioni della Salvatrice.
- Sta cercando di nascondere il sapore di noce moscata con quello forte del cacao.
Disse Ruby poco convinta.
- Ma può davvero farlo? Nei dolci il segreto sono le dosi, non si possono aggiungere ingredienti ad occhio.
Constatò la madre della Salvatrice.
- Il segreto sono le dosi? Ti sbagli, mamma. Stai dimenticando qualcosa di fondamentale…dicono che la cosa importante nel cucinare sia l’amore, giusto?
- O la va o la spacca! Ho trovato della cannella. Che ne pensi?
Snow concordò con la figlia
- Bene. Proviamo!
- Qui c’è del miele.
Informò Ruby.
- Ottimo!
- Sta iniziando ad avere un aspetto migliore…ora aggiungiamo la frutta essiccata e avremo finito.

- Se non la mettete subito in forno non farete in tempo, pasticcione!
Le avvertì Regina sorridendo.
Snow si apprestò a prendere lo stampo per la torta. Emma ripose il composto al suo interno. Tutto era pronto, bastava solo metterla nel forno quando una manina fece di nuovo capolino da sotto il tavolo.
- Malefica ha appena aggiunto qualcos’altro!!
Si allarmò Ruby vedendo il gesto della piccola.
- Cos’hai aggiunto stavolta?
Le chiese Emma serrando la bimba in un abbraccio che sembrava più una morsa stritolatrice.
- Mentine.
- Mentine??
- Volevo la menta.
Si giustificò la bimba con un falso broncio per poi correre verso Regina che la prese in braccio.
- Avevo ragione quando ho detto “Teppista”.
L’ammonì Regina guardando seriamente la piccola Malefica.
 
Dopo varie peripezie entrambe le torte erano pronte per essere valutate
- Wow dall’aspetto sembrano davvero buonissime.
David, con una tazza di tè bollente davanti a sé, si apprestò a tagliare una fettina di entrambe le torte ponendole su di un piattino per assaggiarle.
- Sii imparziale, niente favoritismi.
Disse al Principe la vedova Lucas, arbitro della gara.
- Imparziale, tranquilla. Quando si tratta di cucina, non posso mentire.
Rispose David al massimo della serietà.
- Allora? Come sono?
Chiese qualcuno dei cittadini curioso del verdetto.
- Cominciamo da quella di Regina, Belle e il nostro Henry. È fatta molto bene, direi perfetta.  Ogni parte della sua preparazione sembra sia stata seguita con cura. Il suo impasto è morbido e ben cotto. Dal suo gusto è possibile cogliere tutto il riguardo del cuoco verso chi dovrà mangiarla, ma è un sapore che non mi si addice. Troppo classico senza nessuna nota di particolarità.
A quel giudizio Regina rimase senza parole. Non sapeva se offendersi, incassare il colpo ma esserne comunque felice oppure restare perplessa.
- E bravo David. Non pensavo che fossi così un buon critico culinario. Tuttavia…
Disse Regina seria in volto.
- Tuttavia?
Fece eco l’uomo.
- Ha comunque importanza?
Domandò poi la donna sorridendo.
- Regina, non sai proprio quando arrenderti!
Esclamò Emma contrariata. Credeva di avere la vittoria in pugno.
- Se è buona è buona.
Ma la mora sembrò ragionare su qualcosa.
- Oh no! Non dirmi che quella di Emma, Ruby e Snow…
- No no, francamente in termini di gusto non ci siamo proprio. Le mentine, in particolare, spero tanto che fossero un errore…però…
- Però?
Chiesero all’unisono entrambe le squadre.
- In cucina quello che da valore al piatto è anche l’amore oltre che alla tecnica. Ovviamente non posso di certo servire la vostra torta…ucciderebbe i clienti del Granny’s peggio di una pozione di Regina ma, visto il vostro impegno, direi che è quella che mi sta più a cuore.
- E quindi?
Chiesero Regina ed Emma all’unisono mentre Snow era persa nel proprio amore per David.
- Vincete entrambe. Chi affettivamente e chi per tecnica.
- Sei proprio Charming.
Sbottò Regina sbuffando.
- Almeno nessuno litiga.
Disse Emma mostrando la lingua a Regina che scosse la testa e rise.
 
I festeggiamenti passarono tra risate e chiacchiere.
La torta a più piani di Regina, Genry e Belle fece un grande successo. ciò che ne rimase furono solo briciole e crema.
David era intento a raccontare aneddoti di battaglie e vicende vissute nella Foresta Incantata.
Mary Margaret, circondata da Cenerentola, Belle, Aurora e Ariel parlavano di ricami e decori.
Henry, invece, giocava con i suoi compagni di classe e Regina ed Emma si gustavano tranquille una bevanda calda sedute ad un tavolo.
La piccola Malefica, vista l’ora un po’ tarda, sonnecchiava già fra le braccia di Regina.
- È stata una bella gara.
Sorrise Emma divertita.
- Direi proprio di sì. Una evento diverso dal solito. Tutto sommato tua madre ha organizzato una bella cosa. Non dirle che te l’ho detto.
- Ti ho sentita Regina.
Snow si era avvicinata tutta sorridente.
- Sono contenta che anche tu ti sia divertita. So che, sotto sotto, non ti siamo indifferenti.
- Con tutta l’energia che ho sprecato per uccidervi direi proprio che non mi siete indifferenti.
Sorrise Regina con fare malizioso per poi fare l’occhiolino a Emma che rideva.
- Ha. Ha.
Biancaneve fece una linguaccia alla matrigna per poi voltarsi a guardare la figlia.
- Tu non dovresti assecondarla.
- Mamma te la sei cercata.
Disse poi lo Sceriffo dai lunghi capelli color del grano, scoppiando in una fragorosa risata seguita da Regina.
- In effetti, è vero.
Sentenziò Mary Margaret ridendo di cuore.
Era felice che le cose, fra lei e la matrigna, si stavano lentamente sistemando.
Finalmente iniziava a costruirsi con Regina il rapporto che aveva sempre desiderato. Non potevano ancora definirsi amiche, ma era certa che in caso di guai si sarebbero guardate le spalle a vicenda.
La matrigna si alzò prendendo in braccio Malefica.
- Che ne dici, rincasiamo?
Henry, che vide le madri pronte ad uscire, si affrettò a salutare i propri amici.
David si avvicinò raggiungendo la figlia e stringendola in un abbraccio.
- Grazie di aver partecipato. È stata una bella giornata.
L’uomo era sinceramente grato di quelle ore passate con le persone a lui care.
- Grazie anche a te Regina.
- Non ho fatto nulla di che. Ringrazia tua moglie e tuo nipote che hanno organizzato tutto.
Ammise la mora avvicinandosi alla figliastra.
- Per noi è ora di andare a riposare. Grazie a voi della serata.
Regina accarezzò i capelli di Biancaneve sorridendo sincera. Gesto che immobilizzò la figliastra con un groppo alla gola.
Emma, Henry, Malefica e Regina si congedarono lasciando un’interdetta Snow White che si sedette di peso al tavolo.
- Che succede Bianca?
Chiese David preoccupato.
Una lacrima scese sul viso della moglie che sorrise.
- Sono passati quasi quarant’anni da quel gesto e oggi…oggi l’ha rifatto.
- Parli di Regina?
- Sì. La prima e unica volta che mi ha accarezzato i capelli e mi ha sorriso in quel modo è stato per rassicurarmi. Il giorno in cui mi salvò, ero spaventata e lei mi ha rincuorata. Non l’ho mai dimenticato quel sorriso…quel gesto.
David a quelle parole sorrise stringendola a sé.
Molte cose erano cambiate con gli anni e molte altre cambieranno. Ciò che contava in quel momento era la felicità dei presenti. Nessuno avrebbe mai immaginato tutte quelle persone, molte di loro un tempo antagonisti e nemici giurati, ridere insieme e godersi una bella serata.



Nota di Alex: E rieccomi con un capitolo un pò più lungo del solito.
Spero non vi abbia annoiato ma la gara mi ha preso la mano hahaha :D
Grazie a tutti per il vostro sostegno. Alla prox :)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6
 
Regina era passata alla centrale di polizia per firmare alcune carte. Di lì a un mese Snow sarebbe subentrata a lei, ma fino a quel momento, era ancora Regina che doveva porre firme e prendere visione di tutto ciò che accadeva per poi riferire alla figliastra e insegnarle al meglio quel lavoro a tempo pieno che era l’essere Sindaco.
Seduta alla scrivania mentre leggeva alcuni prospetti, sentì Emma sedersi pesantemente dinnanzi a lei.
- Ho un’idea che mi rimbalza nel cervello.
Disse Emma spezzando il silenzio.
- Con il vuoto che c’è lì dentro, rimbalza sicuro.
La giovane bionda sgranò lo sguardo, incrociando le braccia e facendo l’offesa.
- Ehi, ma dico…un po’ di rispetto. Comunque, donna dall’intelligenza sopraffina, vieni al Granny’s per pranzo?
La mora non si degnò nemmeno di alzare lo sguardo.
- Non posso.
Fu la risposta secca di Regina concentrata sul documento.
- Fai un salto nel pomeriggio alla centrale?
Tentò nuovamente Emma.
- Non posso.
- Allora, vieni a mangiare dai miei stasera?
- Posso, ma non voglio.
- Oh Regina, andiamo…
La mora sbuffò alzando finalmente gli occhi da quei documenti per guardare la sua interlocutrice.
- Come posso dirti di no…
Emma in quel momento guardò l’Evil Queen speranzosa.
- No!
Lo Sceriffo mise un dolcissimo broncio, degno del cucciolo più carino presente nell’emisfero terrestre.
Regina si alzò dalla scrivania ed Emma si voltò con le mani giunte come ad intimare una supplica silenziosa.
- Per favore Regina, vieni.
Alzando gli occhi al cielo, la donna sospirò.
- E va bene, lo farò.
Sbuffò la mora ritirando i documenti in una cartellina. Emma e i suoi bronci…riusciva sempre a farla franca.
- Anche se un nuovo cattivo dovesse seminare il panico per tutta Storybrooke, vedi di venire.
- Lo farò.
Disse nuovamente con tono piatto prendendo la borsa e avviandosi verso la porta.
- Ho bisogno davvero che tu venga.
- Ripetitiva e ripetitiva, scrisse il New York Times.
Ironizzò voltandosi verso la bionda ora al suo fianco.
- Oh…Pensavo leggessi solo Vanity Witch.
Un sorriso sghembo si dipinse sul volto dell’Evil Queen.
- Dì un po’…perché vuoi così tanto che venga?
- Per far felici i miei?
Il sopracciglio della mora s’inarcò a livelli pericolosi.
- Ah sì? Mi sembra di farli felici già troppo visto che passerò l’intera giornata a casa Charming.
La bionda arricciò il naso.
- Mi manchi.
Le confessò Emma avvicinandosi e stringendo Regina a sé, che sorrise dolcemente ricambiando l’abbraccio.
- Ho voglia di passare del tempo con te, ma sembra che gli impegni, ricerca del contro incantesimo e famiglia inclusa, non ce lo permettano.
L’Evil Queen non replicò, bensì rispose dandole un dolce bacio sulle labbra calde.
- Ci sarò. Promesso.
Un vociare in corridoio ricordò alle due i vari impegni.
Regina ringraziò Ruby per essersi occupata della piccola e poi, prendendola per mano, si avviarono verso la Mercedes nera.
 
Snow era seduta sul divano intenta a cullare il piccolo Neal, quando il telefono di casa Charming squillò.
- Pronto?
Rispose la donna premendo il tasto del viva voce.
- Ciao Snow sono Emma. C’è David?
- Sta arrivando alla centrale.
- Come mai a casa?
Chiese la figlia dai capelli color del grano.
- Mi vedo con Regina.
- Oh sì, stamattina quando ho portato Henry a scuola, me l’hai accennato…ma non ho fatto in tempo a chiederti come mai...e nemmeno a lei, se è per questo.
Il tono sembrò sospettoso e incuriosito allo stesso tempo.
- Deve portarmi dei documenti e m’insegna a compilarli. A proposito…come va la vostra convivenza?
Snow sogghignò di sottecchi.
- Malefica è un terremoto, sempre piena di energie. Henry si diverte un mondo…tanto che ha chiesto di ritardare le ricerche di un contro incantesimo.
Qualcuno che bussò alla porta attirò l’attenzione di Mary Margaret. Emma si zittì.
- È aperto.
Avvisò la giovane.
- Scusa il ritardo ma Emma è il disordine fatto persona.
Si scusò Regina entrando nell’appartamento. Malefica puntò dritta verso il computer di David e Snow, seguendola, glielo accese per farla giocare con un videogame.
- Ti ringrazio. Io comunque mi ritrovo sempre nel mio caos.
Rispose la voce dello Sceriffo dall’apparecchio poggiato sul tavolino.
- Certo, ti ritrovi così tanto nel “Tuo caos” che ho atteso mezz’ora per avere le carte che dovevo firmare.
Sbuffò la donna mora poggiando una valigetta sul tavolo da pranzo.
Una risata si udì all’altro capo del telefono.
- Chiedo scusa “Vostra Perfezione”. Ci vediamo dopo in centrale mamma. Ciao.
Snow chiuse la chiamata sogghignando.
 
Dopo un paio d’ore Regina era riuscita a spiegare alla figliastra tutte le cose basilari per compilare prospetti e moduli di ogni sorta.
- All’assemblea di giovedì, dovremo anche parlare della giornata con i genitori organizzata dalla scuola. Alcuni dei cittadini potrebbero aiutare nella preparazione e organizzazione di varie attività...oltre che parteciparvi.
- Aspetta, non è Sabato?
Domandò Snow pensierosa.
- Sabato? Perché mai dovrebbe essere di sabato! No, Giovedì.
Rispose prontamente l’ex Sindaco sicura di ciò che stava dicendo.
- Oh…non so perché ero convinta Sabato.
- Verifichiamo subito.
Disse l’Evil Queen mentre cercava la propria agenda nella borsa ma senza alcun risultato.
- Quasi subito.
Si corresse Regina decidendo di chiamare Emma. Sicuramente l’agenda se l’era dimenticata alla stazione di polizia.
Compose il numero di cellulare della ragazza al quale rispose David. Emma era al Granny’s e aveva dimenticato il telefono sulla scrivania.
Regina salutò il genero e fece il numero della tavola calda.
- Granny’s .
Rispose Ruby.
- Sono Regina. C’è Emma?
- Emma, c’è al telefono la ragione per cui non hai una relazione sentimentale.
Emma, seduta al bancone in attesa del caffè, prese la cornetta del telefono passatale da Ruby.
- E chi ti dice che non ce l’ho?
Bisbigliò all’amica lasciando la rossa a bocca aperta.
- Eccomi. Dimmi tutto.
- Avverti la tua amica di coprire il microfono quando dice certe cose.
Borbottò Regina contrariata.
- Sarà fatto. Dimmi.
- La mia agenda…l’ho lasciata alla centrale stamattina?
- Sì ce l’ho qui con me.
Rispose sorridendo Emma, soddisfatta di averla portata con sé.
- Perché?
Chiese sospettosa la mora.
- Passando te l’avrei lasciata in ufficio.
- Oh, grazie. Io per ora sono ancora da tua madre. Puoi vedere se l’assemblea è questo fine settimana o il giovedì dopo la festa del Ringraziamento, per favore?
- Dammi un istante…
Emma prese dalla tasca interna della giacca l’agendina di Regina. Poggiandola sul bancone la sfogliò.
- Su giovedì c’è il disegnino di…credo sia tu…appesa con una corda a una trave.
- Allora avevo ragione, è giovedì. Grazie Emma.
- Figurati.
Sorrise la bionda divertita. Le due chiusero la conversazione ed Emma passò la cornetta a Ruby che la fissava concentrata.
- Chi è il fortunato? Hook?
- Sono muta come un pesce.
Rispose la giovane alzandosi e dirigendosi all’uscita.
- E dai Emma!
Esclamò la cameriera supplichevole.
L’amica invece imitò il chiudersi una zip immaginaria sulle proprie labbra per poi uscire ridendo.
 
- Regina?
Snow cercò di richiamare l’attenzione della matrigna intenta a sistemare alcune carte.
- Dimmi.
- Abbiamo un problema.
La mora alzò lo sguardo dai fogli puntandolo verso la figliastra davanti al pc di David.
- Credo che Malefica, giocando con il computer, abbia bloccato alcuni file importanti.
- Bloccato? Che vuol dire bloccato?
- Che non si aprono più.
Regina la raggiunse perplessa. Era risaputo che Snow non era un asso di computer ma questa volta, notò che non si sbagliava.
- Eh cavolo...
Borbottò poi. La figliastra si scostò lasciando che la matrigna potesse guardare meglio ciò che era accaduto.
- Che succede?
Henry, rincasato da poco, notò le espressioni serie e un pò preoccupate sul viso delle due donne.
- Che avete combinato?
Regina senza aprire bocca e distogliere lo sguardo dal monitor indicò Malefica che fece un piccolo broncio.
- Ti do una mano io, mamma.
Si offrì Henry sorridendo.
Dopo svariati minuti il ragazzino, seduto sulle ginocchia della madre, vagava ancora su internet per cercare notizie in su come sbloccare i file.
Snow era andata a fare il bagnetto al piccolo Neal e Malefica, in piedi su una sedia, era aggrappata alle spalle di Regina per sbirciare cosa facevano i due al computer.
- Fermo. Torna su. Eccolo! Clicca su quel link, magari ci da la soluzione.
- No mamma, quel blog l’ho già provato.
- No, non quello lì...quello sotto.
Due click del mouse e la pagina web si aprì.
- Aspetta.
Regina prese il mouse facendo scorrere il documento.
Con il viso appoggiato al braccio del figlio leggeva attentamente ciò che vi era scritto.
- Ehi, avetre trovato qualcosa?
Domandò Biancaneve scendendo le scale e raggiungendo i due in cucina.
- No, però ti ho iscritta sul sito “Appuntamenti piccanti” e stai andando veramente alla grande!
Ironizzò Regina ricevendo un buffetto sulla testa da parte della figliastra.
- Regina, non scherzare, è una cosa seria.
- Oh avanti, di sicuro David avrà fatto un backup dei documenti. Quanto si potrà arrabbiare...
Il rumore di una motosega e la porta dell’appartamento che venne aperta bruscamente, fece sobbalzare i quattro.
Il Principe, con un cappellino sulla testa e un giubbotto pesante scuro, entrò impugnando una motosega in funzione. Regina si fece scudo con Henry che rideva a crepapelle.
- Continua a bloccarsi la catena.
Borbottò David guardando lo strumento da lavoro ormai spento.
- Il lubrificante dov’è?
Chiese l’uomo alla moglie che glielo andò a prendere sotto il lavello.
- Ecco, tieni. Ma...che stai facendo con quella?
- Sto aiutando Leroy a potare alcuni alberi nel vialetto di Aurora e Filippo.
- State attenti, mi raccomando.
Rispose Biancaneve salutando il marito che se ne andò.
- Ti sei spaventata eh?
Chiese Snow con sorriso sornione.
- Chi io? No.
Rispose Regina tra le risate di Henry.
- Ciao famiglia.
Salutò Emma entrando in salotto.
- Come mai ridete?
Domandò la bionda vedendo sghignazzare la madre e il figlio ridere di gusto in braccio a una Regina imbronciata.
- Nonno è entrato in casa stile “Non aprite quella porta”.
- Sembrava il serial killer di un film horror. Berretto calato, giubbotto scuro e motosega in funzione.
Aggiunse Snow.
- E mamma presa alla sprovvista si è...
Il ragazzo non riuscì a terminare la frase perchè Regina, con una mano gli coprì la bocca e con l’altra iniziò a fargli il solletico.
- Ti taglio la paghetta Henry.
Bisbigliò la mora facendo ridere la figliastra.
- Regina è sobbalzata facendosi scudo con Henry che se la rideva.
Biancaneve finì il racconto del nipote.
- È bello sapere che, in caso David impazzisca, ti farai scudo con nostro figlio.
Disse Emma sogghignando.
- Suvvia, inizialmente vi siete spaventati pure voi.
Sbottò Regina digitando qualcosa sulla tastiera del pc.
- Quello è vero. Ammise Snow pensando ancora alla scena.
Un bip emesso dal computer e il successivo spegnimento attirò l’attenzione dei presenti su di esso.
- Fantastico...adesso mi ucciderà davvero.
Sbottò l’ex Sindaco.
- Che è successo?
Emma si avvicinò incuriosita.
- Malefica ha bloccato dei documenti e ora è deceduto.
- Lasciate fare a me.
- Ha doti nascoste Miss Swan?
Chiese Regina alzandosi dalla sedia assieme ad Henry in modo che la Salvatrice potesse prendere posto davanti al pc.
- Naturalmente.
Sogghignò la bionda che con un paio di mosse riuscì a riavviare il computer.
Digitò alcune cose sulla tastiera e dopo nemmeno due minuti alzò le braccia al cielo.
- Fatto!
Esclamò felice la bionda.
- Non è possibile.
Borbottò Regina rubando il mouse a Emma per andare a cliccare sui documenti che si aprirono subito senza alcun problema.
- Ti ho salvato la vita...cara.
Regina fece schioccare la lingua alzando gli occhi al cielo.
- Tutta fortuna.
- Ma che...questa me la paghi Regina!
La mora le fece una smorfia per poi sorridere.
Biancaneve rise nel vedere le due comportarsi come adolescenti, ma qualcosa non le era chiaro. Il rapporto fra la figlia e la matrigna era cambiato ma non sapeva fino a che punto.
 
Dopo cena Snow stava servendo il dessert. Una crostata con frutta fresca e crema pasticcera fatta nel pomeriggio con l’aiuto di Regina tra una spiegazione e l’altra.
Il caffè fu preparato da David mentre Henry teneva occupata Malefica con le costruzioni. Gioco che pareva divertire un sacco la bimba.
- Uh, hai una ciglia qui sulla guancia.
Disse Snow al marito che si voltò verso la moglie.
- Esprimi un desiderio.
- Uhm…
L’uomo si voltò verso Regina dopo aver soffiato via la propria ciglia, dal dito della moglie.
- …non si è avverato…è ancora qui.
- Davvero divertente David.
Borbottò Regina fra le risate dei presenti.
- Emma, Regina… Noi due abbiamo pensato…
- Tenetevi forte.
Ironizzò l’Evil Queen che come sempre punzecchiava la figliastra, che rise divertita seguita dai presenti.
- …esatto…abbiamo pensato di festeggiare il ringraziamento, tutti insieme qui. Felici e contenti come una grande famiglia.
Henry esultò dalla felicità imitato da Malefica.
- Ma che idea meravigliosa. Se solo riuscissi a esprimere a parole ciò che sento in questo momento…
Regina sembrò riflettere un istante su ciò che aveva udito da Snow.
- …no…
Sospirò fingendo dispiacere.
-…non mi viene niente.
- Mangiato pane e simpatia stamane?
Chiese David con sorriso beffardo ricevendo come risposta una smorfia.
- Credo sia un’idea splendida mamma.
Asserì Emma sorridendo. E lo era davvero. Vedere tutta la famiglia riunita per un occasione così speciale beh la rendeva ancor più speciale. La ragazza si accigliò preoccupata. Stava iniziando a pensare come la propria madre. Pericolo!
- Ognuno potrebbe portare qualcosa da mangiare.
- Bell’idea Regina, almeno ci aiutiamo tutti e non è solo una persona a sgobbare.
Disse Biancaneve al settimo cielo. Già stava pensando alle varie pietanze da cucinare.
- Chi avevi intenzione d’invitare?
Domandò Regina facendosi seria.
- Beh noi qui presenti, Belle e Gold…Emma se vuoi puoi invitare Hook.
Al solo udire quel nome l’Evil Queen s’infastidì.
Ad Emma invece andò di traverso l’acqua che stava bevendo, facendola tossire.
- Direi di no.
- Oh, come mai? Non funziona tra voi?
- Potete cambiare argomento?
Sbottò Regina alzandosi in piedi e andandosi a sedere sul divano accanto a Malefica e Henry.
- Solo noi di famiglia va bene. Grazie.
Rispose secca Emma.
 
Sedute sul sofà Emma e Regina parlavano del più e del meno mentre Snow e David, che sedevano sul tappeto poco distanti da loro, giocavano con Henry e Malefica.
L’Evil Queen alzò lo sguardo verso l’orologio a parete. Si era fatto tardi era arrivata l’ora di rincasare.
Sospirando, la mora si protese verso Emma che, trovandosela così vicina, la baciò.
Fu un gesto fatto senza nemmeno pensare a dove si trovavano e soprattutto con chi.
Regina, braccio teso in avanti oltre la bionda, afferrò il proprio cappotto e la ragazza, ovviamente, capì subito di aver frainteso l’intera situazione.
Emma si scostò immediatamente capendo il guaio in cui aveva cacciato lei e la mora.
Snow e David si erano ammutoliti. Henry invece dava loro le spalle perdendosi così l’accaduto.
- Volevo solo prendere il cappotto.
Bisbigliò Regina in quel silenzio riempito solo dalle voci dei due ragazzini.
- Scusa, scusa. Sono un’idiota…un’idiota! Io…io…non volevo che lo scopriste così.
Balbettò Emma furiosa con se stessa e dispiaciuta per ciò che forse aveva causato con quel gesto.
-Henry, puoi portare Malefica in camera tua? Voleva vedere la tua collezione di modellini.
Chiese Regina posando una mano sulla spalla del figlio.
Il ragazzino si era accorto dell’improvvisa tensione presente nell’aria ma non volle far domande.
Appena i due si allontanarono Snow guardò la figlia.
- Da quanto va avanti?
- Da poco, davvero poco.
Rispose la Salvatrice. Quella situazione le metteva ansia ma bastò vedere Regina avvicinarsi a lei per sentirsi meglio.
- Lo fai per ferirmi Regina?
Chiese duramente Snow.
- No. Te lo posso giurare.
- Sapevo che la vostra convivenza sarebbe stata un errore.
David strinse la moglie a sé che fremeva di rabbia.
- Ti sbagli. Ci ha dato modo di essere dei genitori migliori per Henry.
Disse Emma facendo un passo in avanti verso la madre.
- Ho fatto io il primo passo e avrei voluto farlo molto tempo fa. Ciò che mi da lei anche solo con un sorriso o una carezza…non è minimamente paragonabile a quello che ho sentito in passato. Lei è qui…
La Salvatrice prese una mano della madre tra le sue appoggiandola poi sul proprio cuore.
- …e non posso farci nulla.
- Emma…
Quel nome sfuggì dalle labbra di Regina quasi senza che lei stessa se ne rendesse conto.
- Nessuno può capire meglio di noi cosa significa amore…ma…
Iniziò Biancaneve scostandosi dalla figlia e andando davanti alla propria matrigna.
- …per te?
Una domanda semplice la sua ma piena di significato.
- Non le farò del male se è questo ciò che vuoi sapere, né lo sto facendo per vendicarmi o ferirti.
Il tono di Regina era duro, ma poi qualcosa in lei cambiò.
- Ci sono momenti in cui tutto sembra vuoto. Il tempo scorre scandendo giornate, mesi, anni, senza che tu stessa ti accorga del benché minimo cambiamento. Non provi gioia, solo…apatia.
Poi due anni fa è arrivata lei e le giornate hanno ripreso vita. Sepolta l’ascia di guerra, abbiamo imparato a conoscerci a vicenda, finché non è arrivato quell’istante i cui mi sono “accorta di lei”.
Un sorriso si dipinse sulle labbra di Regina dopo aver pronunciato quelle parole.
- Non serve che tu dica altro, Regina.
L’Evil Queen guardò la figliastra con curiosità mista a preoccupazione.
- Quella luce nei tuoi occhi parla da sé.
Spiegò David con un lieve sorriso.
- Solo…non farle male.
Quella di Biancaneve fu una richiesta fatta con il cuore in mano a quella donna con cui si era battuta da anni.
Regina sorrise ed Emma si avvicinò cingendole la vita. A quel contatto la mora sembrò trattenere il respiro.
Snow vedendo quella scena non riuscì a trattenere una risata.
- Puoi rilassarti Regina. Possiamo dire che ora siamo una famiglia a tutti gli effetti.
Disse Emma vedendo la mora tesa.
I Charming si avvicinarono e abbracciarono le due con felicità sincera nel cuore e negli occhi.
Regina però si rabbuiò.
- Come lo diciamo a Henry?
- Dirmi cosa? Perché vi abbracciate tutti? È successo qualcosa?
Henry era comparso sulla soglia del salotto tenendo per mano Malefica. Sembravano fratelli.
- Frena, frena ragazzino. Troppe domande.
Rispose prontamente Emma.
- Come la prenderesti se ti dicessi che le tue mamme si vogliono bene?
- Snow!
La riprese Regina contrariata. La figliastra fece spallucce.
- Vuoi dire che si amano? Lo so già.
I presenti lo guardarono shoccati.
- Lo sai già?
Chiesero tutti all’unisono.
- Si vede. Non litigano più, se una delle due passa accanto all’altra le fa una carezza e poi anche da come si guardano.
- Ah…
Emma era rimasta senza parole.
- E…e tu che ne pensi?
Avanzò la domanda Regina seppur in pensiero per eventuale risposta.
- Ne sono felice.
Rispose il ragazzino correndo ad abbracciare le madri imitato da Malefica che rideva di gioia.




Nota di Alex: Da notare l'appunto sull'agenda di Regina...di solito io uso quel disegnino quando ho le riunioni di condominio hahahaha
E si son fatte beccareeeee hahahaha
Malefica e il pc...e l'entrata di David...chi non si spaventerebbe? Psycho Prince XD
Grazie a tutti siete splendidi :)

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7
 
Il mattino successivo Regina entrò al Granny’s, trovando David seduto a un tavolo.
Cercò di evitarlo con nonchalance ma fu inutile. Il genero le fece gesto con la mano di sedersi con lui.
Alzando gli occhi al cielo, senza però farsi vedere dall’uomo, lo raggiunse al tavolo sedendo visi a fianco.
- A momenti arriverà Snow. Voleva chiederti una cosa.
- Va bene, allora attendo qui.
Borbottò l’Evil Queen prima di ringraziare Ruby per il caffè che le aveva appena portato.
Un silenzio imbarazzante calò fra i due.
- Non capita molto spesso vero…di trovarci noi due da soli.
Disse il Principe distogliendo lo sguardo dal Daily Mirror che stava leggendo poco prima.
- Vero. È strano non credi?
Domandò Regina sorridendo al genero. Con la mano gli diede un lieve buffetto sulla spalla.
Il silenzio tornò tra i due.
La mora mescolò il caffè mentre David tornò a leggere il giornale.
- Speriamo non capiti mai più.
Sbottò la donna seria.
- Sono d’accordo con te.
Concordò l’uomo senza alzare lo sguardo dalla sua lettura.
- Ciao ragazzi.
Salutò Snow sedendosi al loro tavolo.
- Oh grazie al cielo!
Esclamarono i due sollevati dall’arrivo di Biancaneve.
- Ruby, per favore un caffè lungo. Grazie.
- Arriva subito.
Rispose prontamente la cameriera del Granny’s.
- Per il ringraziamento pensavo a un tris di antipasti, due primi, tacchino ripieno per secondo con vari contorni e poi dolce e frutta. Che ne pensate?
- Direi ottimo.
Sorrise David guardando la moglie.
- A che primi piatti pensavi?
Chiese la matrigna interessata.
- Ti andrebbe di fare le tue lasagne?
Regina si portò la mano sul mento pensierosa.
- Secondo me sarebbero un po’ pesanti, se vuoi fare un altro primo e poi il tacchino con vari contorni.
- Hai ragione.
Concordò la figliastra.
- Un risotto e fettuccine?
- Ottima idea suocera!
- Come contorni patate al forno, insalata e verdure miste cotte?
- Ci può stare.
Acconsentì Regina seppur dubbiosa.
Il silenzio calò fra loro.
- È carino non è vero, stare qui a socializzare noi tre…decidere il menù del ringraziamento insieme…
Iniziò Snow sorridendo verso la matrigna.
- Ciao ragazzi.
Salutò con enfasi Emma vedendo i membri della sua famiglia al tavolo. Malefica, entrata assieme allo Sceriffo, corse in braccio a Regina.
- Grazie al cielo.
Sospirò l’Evil Queen accarezzando un braccio della bionda dopo che le si era seduta a fianco.
Emma sorrise dandole un bacio sulla guancia.
- Anch’io bacino, anch’io.
Protestò Malefica mettendo le manine sul volto della mora, attirandone l’attenzione.
Regina sorrise dolcemente, a quella che pochi giorni prima era la sua migliore amica, per poi darle un bacio sulla punta del naso facendola ridere.
- Sono già stanca di prima mattina.
Sbuffò Emma voltandosi verso Ruby che la invitava ad avvicinarsi al bancone.
- Arrivo subito. Vado a ordinare la colazione per me e la piccola. Voi siete a posto?
Tre pollici in su le diedero conferma a quella domanda.
- Cos’era quello?
Domandò Ruby bisbigliando appena Emma si avvicinò al bancone.
- Quello cosa?
Chiese la Salvatrice confusa.
- Il bacio sulla guancia della cattiva.
- Regina non è cattiva.
L’espressione sul volto di Ruby mutò in assoluto stupore. Le mani alle guance imitando l’urlo di Munch.
- No! È lei!
- Lei chi?
- La persona con cui hai una relazione!
- Due Pancake, un tè e una cioccolata grazie.
Ordinò Emma prima di tornare velocemente al tavolo.
- Non mi sfuggirai in eterno Ems!
Esclamò la cameriera e amica della figlia di Biancaneve.
La ragazza sorrise facendo spallucce e poi una linguaccia che fece sghignazzare la ragazza-lupo.
- Ditemi un po’, avete sentito dell’apertura di un nuovo Chalet fra i boschi? Ne faranno meta di vacanza per i residenti a Storybrooke. Tra l’altro è vicino a un lago. Ci sono i cavalli con i quali si possono fare escursioni, camere grandi e tanti eventi a cui si può partecipare… come corsi, lezioni varie…
Annunciò Snow gioiosa.
- Sarebbe bello fare una vacanza, dopo le mille peripezie vissute…ce la meritiamo.
Constatò la Salvatrice con un sorriso.
A quelle parole Biancaneve si eccitò ancor di più.
- Tutti insieme, sì sarebbe splendido. C’è una camera enorme che potremmo usare tutti noi…
- Frena Snow. È da valutare.
Disse Regina dando un freno alla figliastra che già aveva iniziato a fantasticare.
- È tardi. Emma, una domanda. Puoi rimanere a casa con Malefica?
Domandò l’ex Sindaco a Emma che prese la mano della mora nella sua.
- Non c’è molto da fare. Papà per te è ok?
L’uomo fece un cenno d’assenso con il capo senza distogliersi dalla lettura.
- Te la caverai da solo?
Un secondo cenno di assenso con il capo, da parte di David, come risposta.
- Se ci sono problemi non esitare a chiamarmi.
Ci fu un terzo cenno che fece sogghignare la figlia.
- Ti andrebbe bene, anche se invitassi Hook e Robin per fare una cosa a tre?
Regina a quella domanda guardò torva la bionda che le fece l’occhiolino.
- Sì, basta che non metti in mezzo tua madre.
Emma rise divertita.
- Credevo non mi ascoltassi.
- Io presto spesso attenzione, anche se non sembra.
- Siete in tre. Pure a Regina e Henry non sfugge una virgola.
- Soprattutto a Regina.
Disse Snow sorridendo.
- E si ricorda ogni cosa, vita natural durante, per potertelo contestare o elargire contro a suo piacimento.
Aggiunse David continuando a leggere.
- Ehi, io sono qui!
Esclamò l’Ex Sindaco contrariata prima di essere distratta da una risatina leggera che la fece voltare.
Dotto, seduto accanto al tavolo dei Charming/Mills, sghignazzava divertito per quello scambio di battute fra i Reali, a discapito dell’Evil Queen.
- Dì un po’, tu non hai un anello da portare a Mordor?
Chiese Regina infastidita.
Il nano fece una smorfia.
- Non sono un Hobbit.
Sbottò per poi andarsene offeso.
Emma sghignazzava.
- Henry ti ha per caso fatto vedere il Signore degli Anelli?
Regina sorrise accennando un “Sì” con il capo.
- Se avete da fare potete lasciare Malefica con me. Oggi è il mio giorno libero.
Propose Biancaneve alle due che si guardarono.
- Beh…in effetti, come idea non sarebbe male. Potrei venire a mangiare da te e portarla a casa dopo pranzo. Che ne pensi?
Chiese Emma valutando mentalmente i propri impegni.
- Certo!
Esclamò felice Snow. Le piaceva avere la propria figlia a pranzo. Ora che abitava con Regina si vedevano poco e le mancava.
- Regina?
- Se a tua madre va bene, va bene anche a me.
Malefica scavalcò le gambe di Emma e corse in bagno.
- Ma che?
Chiese la bionda a Regina che fece spallucce. Snow le guardò perplessa e insieme decisero di andarla a riacciuffare.
- Malefica? Che ti prende?
Domandò Emma confusa dal comportamento della bimba.
- Non voglio andare.
Rispose la piccola con la vocina tremolante.
- Ma ti eri divertita così tanto a giocare con il pongo, a colorare…
Le ricordò Mary Margaret.
- Non voglio venire con te.
- Guarda che ti lasciamo qui con Ruby.
Disse sorridendo Emma.
- Non voglio.
- Malefica, io non posso restare a casa, ho del lavoro da fare e devo anche da cercare la cosa che ti aiuti a tornare grande.
Il tono di Regina era paziente.
- Non voglio.
- Pensi di rimanere chiusa in bagno?
- Sì.
L’Evil Queen indicò a Emma di nascondersi nel bagno vuoto accanto a quello dove era nascosta la bimba. Mettendosi l’indice davanti alle labbra intimò, sia alla bionda che a Snow, di fare silenzio.
- Snow ed Emma sono andate via. Se io esco da qui, sarai da sola. Vuoi restare sola?
- Sì.
- Allora ti avverto che in questo bagno, appena le luci si spengono, “Il mostro” appare.
Biancaneve ed Emma guardarono Regina malamente la quale fece spallucce.
- Devi sapere che una ragazza proprio pochi giorni fa, stava camminando davanti alla porta di questo bagno, quando sentì dei passi dietro di sé. Si girò a guardare chi fosse, ma non c’èra nessuno.
Emma sussurrò che erano in un Bar. Regina prontamente indicò il bagno, dove si trovava Malefica, mimando con le labbra un ”Fai tu?”. Con un cenno del capo la bionda disse “No” facendo segno alla mora di proseguire.
- Quando entrò nel bagno per dare un’occhiata, la porta in fondo era chiusa. Malefica…è il bagno in cui tu ti stai nascondendo.
Il tono di voce dell’Evil Queen si fece più cupo.
Da sotto la porta si vide la bimba avvicinarsi alla maniglia ma ancora non aprì.
- Toc. Toc. Toc.
Regina bussò alla porta del bagno tre volte.
- “C’è nessuno?”, chiese la giovane ragazza. Non ricevette nessuna risposta. Bussò ancora e ancora e all’improvviso la porta si aprì.
- Nooooo.
 La bimba corse fuori dal bagno a gambe levate ed Emma l’afferrò prendendola in braccio.
- Evvai, cattura eseguita!
Esclamò la bionda trionfante.
- Di sicuro, da te, non potevo di certo aspettarmi che le raccontassi di unicorni e arcobaleni.
Borbottò Snow vedendo la bimba spaventata.
- Per quello ci sei tu.
Le rispose Regina con un grande sorriso.
- Povera bimba. Resterà shoccata a vita.
- Henry è cresciuto bene no? Ciò che non uccide fortifica. Usavo questo metodo anche per stanare te.
- Ecco spiegati certi incubi!
Disse Biancaneve con gli occhi sgranati.
Una risata si levò dall’ex Sindaco che uscì fermandosi al bancone e pagando la colazione.
- Io vado. Ci vediamo per cena.
Con un gesto della mano Regina svanì.
- Quella risata mi mette i brividi.
Sentenziò David ancora immerso nella lettura.
- Brividi.
Ripeté Malefica in braccio ad Emma.
 
- Mà, sono a casa.
Avvisò Henry entrando nella villa della madre adottiva.
In cucina c’era del trambusto e, non avendo ricevuto alcun saluto, pensò di andare a dare un’occhiata.
Aprì la porta e lo spettacolo che gli si parò davanti fu unico.
Emma e la piccola Malefica erano interamente pasticciate di cioccolato e farina, per non parlare delle condizioni in cui riversava l’intera cucina.
Il motore di un’auto nel vialetto di casa lasciò impietriti i tre.
- Ragazzino…ti prego…aiuto.
Supplicò Emma sapendo che la sua morte per mano di Regina sarebbe giunta di lì a poco.
- Ah…beh…io…dovrei…
Henry alzò le braccia in segno di resa, fece qualche passo indietro e chiuse la porta per poi correre in camera sua.
- Traditore.
Bisbigliò Emma sentendo la porta di casa aprirsi.
- Piccola, il mio momento è giunto. Addio.
- Addio.
Ripeté la bimba con lo stesso tono di sconfitta della bionda, facendole un saluto con la mano.
- Che cos’è successo qui??
- Scappa scappa scappaaaa.
Gridò la piccola Malefica fuggendo via lontano dalla cucina.
- Stento a credere che fosse così stramba a quell’età.
- È un pensiero che ci accomuna Regina.
- Henry, per favore, recupera Malefica e dalle una ripulita.
Gridò Regina per farsi sentire dal figlio, già sulle tracce della bambina.
- E tu, olio di gomito, mia cara.
- Non puoi usare la magia per aiutarmi?
Regina alzò un sopracciglio.
- No.
- La risposta reale?
- Sempre no.
- È un “No” definitivo?
Tentò nuovamente la bionda facendo degli occhi da cucciolo abbandonato, dopo aver seguito Regina in corridoio.
Regina afferrò Emma per una spalla, portandola davanti allo specchio posto sulla parete.
- Guarda qui. Guardati bene.
Disse la mora con tono serio.
- Eh.
- Questo è il viso di una donna che mi sta facendo impazzire…e non in senso buono.
- Allora è un No?
Tentò nuovamente la Salvatrice guardando Regina attraverso lo specchio.
- Vado a sistemare Malefica e poi a fare un bagno. Buon lavoro Emma.
La mora prese con l’indice un po’ di panna che la giovane aveva sulla punta del naso per poi leccarla via dal dito con la lingua. Facendole l’occhiolino, seguito da un sorriso sghembo, la mora salì le scale lasciando Emma a bocca aperta.
 
Regina al piano superiore aveva riempito la vasca di acqua calda e messo del bagnoschiuma per riempirla di bolle.
Aggiunse un paio di paperelle e una nave di quando Henry era piccolo e il bagnetto per Malefica era pronto.
La bimba indossava un piccolo costumino slip a balze rosa e azzurro.
Giocava felice nella vasta mentre Regina era inginocchiata al suo fianco.
- Dimmi un po’, che hai fatto di bello con Mary Margaret?
- Pongo e visto Cartoni.
L’Evil Queen alzò un sopracciglio.
- E basta?
- Bambole! E poi… Emma.
Regina sorrise.
- Bene, Bene. Visto che ti sei divertita? Non è male Biancaneve, no?
La bimba sorrise contenta spruzzando con l’acqua il viso di Regina che chiuse gli occhi.
- Malefica, non si fa.
Tentò di restare seria la mora ma la bimba rideva di gusto nel vedere la donna tutta bagnata.
Emma, poggiata allo stipite della porta, sorrideva felice guardando la scena così dolce.
La bimba spruzzò nuovamente Regina che guardò Malefica con occhi di sfida prima di colpirla a sua volta con degli schizzi d’acqua.
- Mamma, con me, lo faceva sempre.
Bisbigliò Henry a Emma che sussultò.
- Ci divertivamo molto. È stata una buona madre e ancora lo è. Mi dispiace essermi comportato male con lei.
Emma strinse in un abbraccio il figlio.
- Avete intenzione di rimanere lì ancora per molto?
Chiese Regina accortasi dei due in corridoio.
Henry ed Emma si avvicinarono alla vasca iniziando a giocare con alcune paperelle per poi schizzarsi a vicenda con l’acqua.
- Ora siamo tutti e tre da cambiare.
Disse ridendo Emma.
- Tu di sicuro. Sei sporca di cioccolato e panna ovunque.
Constatò l’Evil Queen guardando la bionda.
- Vuoi un abbraccio?
- Stammi lontana. Se si macchia questa camicia di cioccolato, bisognerà bruciarla per toglierlo.
- Sicura?
Chiese Emma avvicinandosi alla mora a braccia aperte.
- Lontana Swan.
Rispose la donna prendendo l’asciugamano che aveva a fianco a sé.
- Sto arrivando.
- Non ci provare.
Ma quell’avvertimento andò a vuoto. Emma si spostò velocemente verso Regina. La mora con un gesto fulmineo si fece scudo con l’asciugamano avvolgendo la bionda che l’abbracciò ridendo.
Henry e malefica ridevano a loro volta per quella scena.
Erano davvero una bella famiglia.



Nota di Alex: Questa volta a combinare guai è stata la nostra Emma...a momenti arriverà il ringraziamento e con esso strane alleanze contro il povero David :D
Spero abbiate passato tutti una Buona Pasqua.
Alla prox :)

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
 
Il mattino successivo decisero di accompagnare tutte Henry a scuola.
Il ragazzino, dopo aver salutato le madri e la sorellina momentanea, entrò lasciando Regina, Malefica e Emma davanti al portone della scuola con in mano il volantino del nuovo Chalet.
Le foto di quel bellissimo posto erano affisse ovunque e i loro opuscoli si trovavano in ogni negozio per pubblicizzare la grande apertura.
- Wow, è una camera sola ma c’è spazio per due persone.
Constatò Emma meravigliata dalle foto delle stanze.
- Letti a castello o letto matimoniale?
Chiese Regina incuriosita.
- Qui c’è scritto che si può decidere sul momento fra due singoli o un matrimoniale.
- Oggi giorno i letti a castello si trovano solo nei vecchi Chalet. Questo è molto moderno, a quanto ho sentito. Camere grandi e pensione completa.
Informò Snow White che le aveva raggiunte.
- Certo che, una vacanza simile, sarebbe un bel cambiamento per tutti noi. Comunque, da quel che vedo, c’è una stanza che occupa tutto un piano. Non dirmi che è questa quella che pensavi di...
Disse Emma con tono incerto.
- Esatto! Quella sarà la stanza riservata alla nostra famiglia al completo. Ci sarà posto per me e David, te e Regina, Henry e volendo anche Malefica se non trovate in tempo il controincantesimo. Una nuova residenza per le vacanze che di sicuro sfrutteremo al meglio. Ah...la nostra nuova vita familiare inizierà questa primavera...“Bentornati a casa. Ho cucinato delle deliziose pietanze per voi.”
Biancaneve iniziò dei dialoghi immaginari rendendo perplesse le due donne che l’ascoltavano.
- No aspetta mamma, stai affrettando le cose.
Emma cercò invano di fermare la madre.
- ...potremmo osservare il bellissimo cielo stellato dal nostro balcone...
- Ma...non siamo completamente in mezzo agli alberi?
Constatò la giovane ricontrollando le immagini dello Chalet sull’opuscolo.
- ...fa niente, comunque andiamo? E infine ci addormenteremo tutti insieme dopo aver passato splendide giornate a divertirci.
- Beh ma, non abbiamo intenzione di passare con voi tutti i giorni. È vacanza anche per me e Regina. Pensavamo di stare un pò sole.
- Mancano solo le vostre firme a fianco alle nostre e la prenotazione è completata.
Biancaneve parve non udire le parole della figlia.
- Ehi, aspetta, perché ci sono già i nostri nomi li sopra?
Domandò Emma notando il foglio già compilato.
- Forza, veloci, firmate, firmate, prima che qualcuno prenoti la camera al posto nostro.
- Mamma, noi abbiamo già firmato e consegnato il modulo di prenotazione per l’alloggio.
A quelle parole Snow si pietrificò con in mano il foglio delle firme.
- Ma i fogli per le firme non dovevano consegnarli domani? Io sono riuscita a farmene dare uno in anticipo.
Riuscì a chiedere la donna stordita.
- I fogli delle prenotazioni li ho tutti io. Ieri sera, dopo cena, mi hanno cortesemente chiesto di lasciarne un pò al Granny’s nella giornata di domani. Gli altri li distribuirà Hopper in mattinata, sempre domani.
Regina informò la figliastra che si fece scivolare dalle mani il foglio.
- E così, visto che il proprietario dello Chalet ce li aveva lasciati, abbiamo pensato di prendere una camera tutta nostra firmando in anticipo e consegnandogli il foglio direttamente.
Continuò Emma.
- Henry ci ha pur detto che è felicissimo di stare al Granny’s con Ruby e Malefica, almeno così non perderà il compleanno di uno dei suoi amici che avverrà quella settimana.
Concluse l’ex Sindaco con un sorriso.
- Ohi...mamma...ci sei?
Il silenzio totale della donna stava preoccupando Emma.
- Credo non l’abbia presa troppo bene...
Constatò Regina guardando l’espressione sul volto della figliastra.
-...doveva immaginarselo che, beh, visto che stiamo...insieme...quella prima vacanza l’avremmo passata da sole.
Aggiunse la mora senza togliere lo sguardo da Biancaneve ancora pietrificata sul posto.
- Un pò mi dispiace per lei, ma sono contenta di aver risolto tutto prima che si presentasse il problema.
- La...firma...sul...foglio...
Borbottò Mary Margaret.
- Era da aspettarselo un gesto del genere da parte sua. Comunque mi piacerebbe davvero vederla quell’enorme stanza. Chissà com’è.
Ammise l’Evil Queen già pensando a quanto potesse essere accogliente.
- Beh potremo chiedere se ce la fanno vedere quando saremo là. Che ne pensi?
- Firma...
Disse di nuovo Snow come ipnotizzata ompletamente ignorata dalle due accanto a lei.
- Direi che è un’ottima idea Emma.
Rispose Regina con un sorriso.
Entrambe i cellulari iniziarono a squillare.
- Beh, devo andare. Ci vediamo al Granny’s ok?
Propose Emma a entrambe le donne ma solo una rispose con un pollice alzato per poi avviarsi verso la sua Mercedes con Malefica.
Snow rimase ferma sul posto ancora a rimuginare sulla vacanza.
Emma corse verso la centrale. Fece ancora qualche passo per poi tornare indietro dalla madre e prenderla sotto braccio.
- Mary Margaret, andiamo. Ne faremo un’altra tutti insieme. Riprenditi ora però. Non hai lezione?
- Firma...modulo...
- E dai, già te l’ho detto.
Ripetè Emma ormai esasperata.
 
- Quindi, è rimasta rigida come una statua fino a quell’ora?
Chiese Regina che, seduta su una panchina del parco, guardava Malefica giocare assieme a Henry.
Il ragazzino sarebbe potuto essere davvero un bravo fratello.
- Non la biasimo visto gli sforzi che ha fatto per organizzare tutto nella sua testa, ma alla fine è stata una sua negligenza.
Rispose Emma mettendo un braccio attorno alle spalle della mora.
- Infatti. E invece di fare lezione praticamente si è limitata a stare seduta in cattedra tutto il tempo?
- Visto come stava andando, Jefferson ha pensato bene di sostituirla e mandarla a casa. In poche parole: non solo ha fallito la sua mossa speciale, ma è andata Ko al colpo successivo. E la tragedia si è consumata...però mi sento in colpa.
- Non preoccuparti per tua madre, vedrai che domani starà già meglio. Basterà farle passare una serata in famiglia perché le torni il sorriso.
- Regina? Dici che dobbiamo andare a cena da loro stasera?
La mora sospirò.
- Se è per farti sentire meglio...per me va bene.
Disse in un sospiro.
- Provo a telefonarle.
Emma tirò fuori lo smartphone dalla tasca e compose il numero della madre che rispose quasi svogliata.
- Mamma, che ne dici di una cena tutti insieme stasera? Fra un paio di giorni ci sarà il Ringraziamento...uh hum...uh hum...a ha...uh hum. A dopo allora.
Sorrise la bionda chiudendo la chiamata.
- Che ha detto?
- Non ti piacerà.
- Emma?
- Cena da lei stasera ma...
- Ma?
- Vuole andare a fare spesa con te.
- Non ci credo. Mi hai venduta così?
Domandò incredula la mora.
- N-non direi venduta...uhm...scusa.
Disse poi la Salvatrice sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi.
- Me la pagherai Swan. Di sicuro mi ucciderà prima di fine spesa.
- Oh, Sceriffo, vorrei chiederle un paio di cose.
Dotto si era avvicinato alle due donne interrompendo la conversazione e attirando la loro attenzione su di sé. Il telefono di Emma squillò e alzando il dito indice verso l’uomo mimò con le labbra “Un attimo”, prima di allontanarsi.
Un silenzio imbarazzante calò fra l’Evil Queen e il nano che un tempo lavorava a palazzo al seguito di Biancaneve.
- Dunque...è bello rivederti Regina.
Iniziò Dotto.
- Non hai posti in cui andare o un anello magico da proteggere nel frattempo che aspetti Emma?
Domandò Regina ricevendo una smorfia contrariata.
- Per la seconda volta, non sono un Hobbit.
Borbottò offeso l’uomo.
- Eccomi, scusate. Era mio padre. Sta per tornare a casa. Vado alla centrale e poi ti raggiungo da mia madre ok?
- Va bene...se proprio non posso evitare questa cosa.
- Mamma!
Esclamò Henry avvicinandosi a Regina, Dotto ed Emma con la piccola Malefica.
- Possiamo andare a casa del mio compagno di classe? Ha una sorellina dell’età di Malefica. Potrebbe giocare con lei.
- Li porto a casa io.
Si propose Ariel che faceva da babysitter ai due ragazzi.
- Mi raccomando, fate i bravi.
Disse ai figli, Regina, per poi accucciarsi al livello di Malefica.
- Soprattutto tu.
La bimba abbracciò Regina dandole un bacio sulla guancia. La donna sorrise stringendo la piccola per poi baciare il figlio più grande e salutare Emma.
 
- Ciao. La porta era aperta.
Salutò Regina entrando in casa Charming e informando il genero, seduto sul divano, intento a guardare la tv.
- No.
Rispose secco l’uomo.
- Cosa?
Chiesa la mora perplessa.
- Fuori.
- Perché?
- Relax. Football. Via.
Il sopracciglio della donna si alzò indispettito.
- Sto aspettando Emma. Non ti accorgerai nemmeno che ci sono…Scimmione.
Regina prese a guardarsi attorno per poi rivolgere nuovamente lo sguardo alla tv.
- Non capisco come faccia a piacervi questo sport.
- Mi sto accorgendo che ci sei.
Rispose seccato David.
- Tutti che corrono dietro ad una palla rischiando di rompersi l’osso del collo in quelle ammucchiate.
David si alzò dal divano.
- Ehi, dove stai andando? C’è uno che corre con la cosa.
- Tu avvertimi se segna un come si chiama.
Disse ironico andando a prendersi una birra nel frigo.
- Vuoi?
Regina si voltò a guardare il genero.
- No grazie.
Il suono del campanello richiamò l’attenzione di Regina che si diresse verso la porta per andare ad aprire.
Davanti a sé c’era Emma che teneva fra le mani quattro appendiabiti con vestiti.
- Quando esci dall’armadio non portare tutti i tuoi vestiti con te.
Sorrise l’Evil Queen alla bionda impacciata.
- Ah ha ha ha. Aiutami.
Mormorò Emma con uno degli attaccapanni fra i denti che Regina si sbrigò a prendere.
- Grazie per essere passata in lavanderia.
Le disse Snow avvicinandosi alla figlia.
- Figurati.
- Ciao Regina.
La figliastra che dapprima era al piano superiore, sorrise salutando la matrigna.
Snow andò sopra a sistemare alcuni vestiti e David l’accompagnò per darle una mano.
- Sei pronta per andare a fare la spesa con mia madre?
- Ecco per l’appunto…non posso darti la lista e mandare te?
Emma rise sonoramente.
- No. Poi se sbaglio a prendere qualcosa mi becco la tua ira funesta. Passo.
- Ti scrivo tutto, non puoi sbagliare.
- No tesoro. Sei bella e Dio solo sa quanto ti adoro ma non voglio incappare in un errore fatale che mi costerebbe la vita.
Regina fece un sorriso sghembo.
- Tesoro? Ti adoro?
Chiese alla bionda davanti a sé convinta di aver capito male.
- Ehm…
Emma si grattò la nuca imbarazzata.
- Beh…
Lo sguardo della mora su di sé le aveva mandato in tilt il cervello.
- Regina come hai fatto a incepparmi la figlia?
Chiese David notando la giovane incapace di pronunciare qualsiasi tipo di frase che non fosse “Ehm, Beh, Cioè, Ehm Ehm”.
- Eccomi, sono pronta.
Annunciò Snow con un sorriso.
Regina si rattristò facendo ad Emma uno sguardo abbattuto.
- Con l’amore nel cuore e un bel sorriso sul viso. Via.
David spinse lievemente la suocera fuori dalla porta.
- Buone spese.
Sorrise poi l’uomo divertito alla rassegnazione da parte della mora.
Emma, ancora visibilmente imbarazzata, salutò l’ex Sindaco con una mano prima che il padre chiudesse la porta.
- Dì un po’ Emma…come va tra voi?
Domandò David curioso.
- Bene.
Rispose la giovane con un sorriso e sguardo trasognato.
- Sei proprio cotta, figlia mia.
Rise il Principe accarezzando la testa di Emma che si mise a guardare la tv nell’attesa che Henry e Malefica tornassero a casa.
 
Henry e Malefica erano tornati a casa Charming già da un’ora.
Regina e Snow, invece, non si erano ancora viste.
- Papà…mamma ti ha detto dello Chalet?
Domandò Emma per prevedere le sorti della compagna.
- Intendi della vacanza che vuoi fare con Regina snobbando la “Vacanza di famiglia” pianificata da tua madre?
- Eh…
Emma abbassò lo sguardo sentendosi in colpa.
- Sì, mi ha raccontato.
- Credi che ucciderà Regina?
- Di chiacchiere sicuramente.
David sorrise.
- Che vuoi dire?
- Hai mai pensato che, anche lei, desideri passare del tempo con sua “Madre”?
Emma alzò un sopracciglio e poi comprese.
- Biancaneve ha tentato ogni cosa per conquistare Regina, come lei con Cora. Il fatto di andare a fare la spesa insieme, per poi cucinare insieme e festeggiare il ringraziamento tutti…insieme…beh…lo desiderava da tempo.
La figlia annuì silenziosamente. Non aveva mai pensato a Regina come “Madre” di Biancaneve.
- Ho messo troppi “insieme”, non è vero?
Ammise David ridendo fra sé, seguito dalla figlia che si appoggiò a lui. Il Principe le circondò le spalle con un braccio, attendendo la moglie e la suocera seduto sul divano a coccolare la figlia.
Un vociare senza freno si udì nell’atrio prima che qualcuno aprisse la porta d’entrata.
- Vorrei fare qualcosa di significativo, nella mia vita, che dia sfogo alla mia immaginazione…e so cos’è: scrivere.
Disse Biancaneve entrando con quattro borse della spesa tra le mani.
- Invece io, adesso, so quello che non vorrò mai fare: leggere.
Rispose Regina seguendo la figliastra, anche lei carica di borse.
Una risata scaturì da Mary Margaret.
- Ti diverti proprio a punzecchiarmi eh?
Chiese poi sorridendo. Un sorriso sghembo fu la risposta della matrigna.
David ed Emma si alzarono dal sofà per aiutare le due donne.
- Visto che sei viva?
Sorrise Emma dando un bacio sulla guancia alla mora che però si voltò per riceverlo sulle labbra.
Il sorriso della bionda a quel gesto si ampliò.
- Strano ma vero, mi sono divertita, ma tu non lo dire a tua madre.
Bisbigliò la mora per non farsi udire.
- Troppo tardi, ti ho sentita.
Disse Snow abbracciando la matrigna.
- Grazie.
Le sussurrò all’orecchio e Regina che, dapprima restia, ricambiò l’abbraccio.
- Non ho fatto nulla.
Rispose poi la donna.
- Hai fatto molto invece.
Sorrise Biancaneve.
 
- È stata una bella idea quella di dormire dai tuoi stasera.
Ammise Regina alzando un bicchierino contenente un liquido ambrato.
- Almeno Henry e Malefica sono al sicuro finché noi siamo qui al Rabbit Hole.
Rispose la bionda facendo tintinnare i bicchieri per poi bere imitata dalla mora.
- Come ti è venuta l’idea di portarmi qui?
- Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere starcene un po’ da sole da qualche parte. Ho per caso sbagliato, Maestà?
- Certo che no. Ci voleva un’uscita, anche se solo di un paio d’ore.
Disse sorridendo Regina.
Ogni volta che i loro occhi s’incontravano, si perdevano l’una nello sguardo dell’altra.
- Ehi, c’è Ruby.
Informò Emma.
- Resta perfettamente immobile. Magari non ci vede.
Bisbigliò Regina posando la mano u quella della bionda davanti a sé.
- Con il fiuto che ha?
Domandò la giovane ridendo.
- Ah, già.
- Beccate!
Esclamò la cameriera del Granny’s raggiungendo le due donne.
- Potrei cancellarti il ricordo di questo incontro.
La minacciò Regina con uno sguardo di sfida.
Ruby rispose con un grande sorriso.
- Ciò conferma la mia ipotesi. Miss Scarlett con Miss Peacock nel Bar. Chi può smentire quest’ipotesi? Nessuno. Ho vinto!
- Che sta dicendo…è posseduta?
Regina era visibilmente perplessa e a quella domanda Emma scoppiò in una fragorosa risata.
- Imita il gioco Cluedo. E comunque, Regina…prima o poi le persone verranno a saperlo.
Le fece presente la Salvatrice.
- Uhm. E come avresti intenzioni di “farlo sapere”?
La mora sfidò la giovane che sogghignò.
- Un’idea ce l’avrei.
Sorrise Emma dopo aver notato Leroy bere al bancone. Era risaputo quanto fosse chiacchierone quell’uomo.
La bionda guardò Regina con un sorriso malizioso sulle labbra.
Si avvicinò lentamente e la mora, in quel momento, capì ciò che stava per accadere.
Prima che potesse tirarsi indietro, Emma afferrò fra le mani il viso di Regina dandole un bacio passionale che attirò tutti gli sguardi su di loro.
- Emma!
Ringhiò l’Evil Queen contrariata da quel gesto. Sentiva gli occhi puntati su di sé.
Un vociare sommesso si levò nel pub e Regina alzò gli occhi al cielo incrociando le braccia al petto.
- Proprio questo volevo evitare.
- Dai, su Regina, non è niente di che…o ti vergogni di essere considerata “Buona”?
Sorrise Ruby.
- Sì, mi vergogno…certo.
Borbottò la mora.
- Si è fatto tardi…io andrei. Se tu, Emma, vuoi restare qui con la ragazza-lupo fa pure.
- Ti sei arrabbiata?
Chiese Emma notando l’improvvisa fretta di andarsene da parte dell’ex Sindaco.
- Solamente, non amo dar spettacolo né esser parte d’esso.
- Regina, per favore non andartene.
- Sono stanca Emma.
Lo sguardo della bionda si rattristò.
- Guasta feste.
Borbottò Ruby beccandosi un’occhiataccia da entrambe le donne.
La cameriera del Granny’s alzò le mani in segno di resa per poi salutare le due che si congedarono.
- Scusa.
Disse Emma afferrando per mano la mora che arrestò la sua camminata.
- Scusami tu.
Rispose Regina voltandosi a guardare la giovane.
Con una mano accarezzò dolcemente il viso della Salvatrice avvicinandosi poi a darle un lieve bacio sulle labbra.
- Che ne dici, andiamo? Domani giornata piena.
- Eh già, inizierete a cucinare per il ringraziamento di domenica.
A quelle parole la mora fece una smorfia scatenando una risata della bionda.
- Amo vederti sprizzare gioia da ogni poro.
 
Appena rientrate a casa notò Mary Margaret andar loro incontro con un viso sconvolto.
- Che è successo?
Chiese Emma preoccupata.
- Malefica mi sta facendo disperare. Ha detto che “Non dormirà giammai senza Regina”.
Biancaneve incrociò le braccia al petto imitando la bimba e ciò che continuava a ripeterle sino a poco prima.
La bionda sospirò alzando gli occhi al cielo e scatenando una lieve risata nella mora.
- Quando s’impunta, nessuno le fa cambiare idea.
Regina si avvicinò alla piccola sdraiata sul divano.
- Dimmi un po’, dolce terremoto, come mai fai ammattire Snow?
La bimba abbracciò la donna davanti a sé ma senza rispondere.
- Perché non dormi ancora?
- Favola.
A quella richiesta Regina alzò un sopraciglio.
La bimba si scostò.
- Favola, favola, favola.
- Va bene, va bene, ma non urlare. Henry sta dormendo.
La mora sospirò cercando nella sua mente qualcosa da raccontare alla piccola. Emma era andata a prepararsi per la notte mentre Snow si era diretta in cucina.
Scegliendo le giuste parole e romanzando un po’ il racconto, Regina decise di parlarle di lei e della sua storia. La piccola Malefica l’ascoltava attentamente e, dopo un po’, riuscì ad appisolarsi sul divano.
- ...e così ogni inverno, anno dopo anno al calar della sera, per un intera notte la triste Regina cavalca sino alla sua residenza dimenticata, in attesa che il suo vero amore le sorrida nuovamente come quell'ultimo giorno.
- Ogni inverno?
Domandò con voce impastata dal sonno la piccola ridestatasi in quell’istante.
- Sì, Ogni inverno la Regina aspetta che si avveri il suo lieto fine.
- E che cos'è il lieto fine?
Chiese la bimba accoccolandosi fra le braccia dell’Evil Queen.
- L'avverarsi di un amore splendido.
- E perché la Regina lo aspetta?
- Perché è innamorata di qualcuno che ha perduto e aspetta che un dolce bacio dia vita ad un nuovo inizio, il suo e del suo innamorato.
- E con il bacino lei è felice?
Regina a quella domanda non potè fare a meno di sorridere divertita.
- Sì, piccola, il bacio la renderebbe molto felice.
A quelle parole Malefica diede un tenero bacio sulle labbra di Regina che rimase stranita.
- Ora sei felice?
- Perché me lo chiedi piccola?
- Perché questa storia ti ha reso triste.
La mora non seppe trattenere una risata.
- Sei troppo dolce per essere la Malefica che conosco io.
La bimba sembrò perplessa.
- Adesso dormi piccolo terremoto.
Disse sorridendole dolcemente prima di sistemarle la coperta e accarezzarle i capelli.
Malefica l'abbracciò per poi girarsi su un fianco.
- Sei tu vero?
Le chiese Biancaneve raggiungendo la matrigna silenziosamente.
- Cosa?
- Questa storia...è la tua.
Un lieve sorriso si dipinse sul volto della mora.
- Una specie. Molto infiocchettata e romanzata ma...sì...all’incirca.
- Pensi ancora a Daniel?
- Al suo ricordo...sì. Ma non posso vivere nel ricordo di un amore passato. Questa era solo una favola della buonanotte.
- Credi che il tuo lieto fine sia con Emma?
La mora sospirò a quella domanda.
- Sinceramente? Lo spero, ma non lo so. Siamo ancora all’inizio per poter parlare di un lieto fine. Sono consapevole che la  felicità mi è sempre stata strappata di mano. Mi aggrapperò a lei affinché non succeda.
- E non succederà.
Era stata Emma a parlare. Aveva sentito tutta la chiacchierata fra la madre e la compagna.
- Buonanotte ragazze. È ora di riposare anche per me. A domani.
- A domani.
Dopo i saluti Snow White si congedò assieme al piccolo Neal che dormiva beato fra le sue braccia.
Emma abbracciò Regina che la strinse a sé inspirandone il dolce profumo.
- Ti Amo, Regina. Voglio renderti felice ed essere il lieto fine che hai sempre cercato. Farò di tutto perché ciò accada.
- Non serve. Basta solo che resti qui al mio fianco.
 
 
 
 
Nota di Alex: Scusate se mi sono dilungata ma ci tenevo soprattutto all'ultimo pezzetto :)
Il Ringraziamento è alle porte e i preparativi pure. Cos'accadrà? Una coalizione Emma/Regina contro Charming in arrivo :D
Grazie a tutti e alla prox

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9
 
David entrò nel bagno ascoltando l’acqua della doccia scorrere. L’accapatoio della moglie appoggiato sul porta asciugamani, dove Snow era solita metterlo.
Il box doccia opaco, lasciava intravedere gran poco.
- Tesoro, mi faccio la barba.
Annunciò sorridendo per poi togliere, con l’asciugamano, il vapore dallo specchio.
- Uhm...anche se così incolta mi da un aspetto pericoloso.
Si ammirò compiaciuto mettendosi in varie pose con sguardo truce.
- Quasi quasi, entro nella doccia con te e ti do uno splendido buongiorno. Che ne dici Bianca?
Chiese poi il marito togliendosi l’accapatoio e rimanendo solamente con i boxer.
La porta della doccia si aprì leggermente.
- Vuoi proprio darmi il buongiorno? Dì a Emma che mi porti lo shampoo.
Disse Regina facendo capolino con la testa dallo spiraglio.
Il Principe si rivestì velocemente.
- Belli i boxer. In quanto Charming credevo indossassi quelli con i cuoricini.
- Divertente. Muoviti!
Sbottò l’uomo uscendo dal bagno.
In cucina, Emma era impegnata a gustarsi la colazione quando David la raggiunse in accapatoio.
- Vuole lo shampoo.
Borbottò il Principe prendendo una tazza di caffè.
- E tu come lo sai?
Chiese Snow perplessa.
- Credevo che nella doccia ci fossi tu.
La moglie e la figlia lo guardarono con occhi sgranati.
- Voleva darti il “Buon” giorno.
Disse Regina appena uscita dal bagno, mimando delle virgolette sulla parola “Buon”.
- Tu non volevi lo shampoo?
Domandò il Principe con astio.
- Ho usato quello di Snow. O sei tu che usi quello alla ciliegia selvatica?
David sorrise alla suocera prima di tirarle una ciocca di capelli e andare in bagno.
- C’è già chi è nervoso di prima mattina.
Borbottò la mora massaggiandosi il punto dolorante sulla nuca.
Emma le accarezzò i capelli ancora umidi dandole un bacio sulla guancia.
- Sei tu che stighi.
L’ammonì la giovane scherzosamente.
- Touché.
Rispose Regina bevendo caffé.
- Regina, devo andare al Granny’s a ritirare una carta. Mi accompagni nel caso ci siano firme da fare?
Chiese Snow sedendosi davanti alla matrigna.
- Va bene, così passiamo anche da Gold a vedere se ha trovato qualcosa. Dopo pranzo però dobbiamo darci da fare con il menù per domani.
- Avete deciso di cucinare direttamente qui?
- Direi di sì...è tempo risparmiato.
Rispose Biancaneve guardando la matrigna, che fece un cenno d’assenso con il capo, mentre beveva un sorso di caffè.
- Va bene. Io passo alla centrale. Vi raggiungo per pranzo se non vi dispiace.
Informò Emma tra un boccone di pancake e un altro.
- Henry e Malefica possono restare a casa con David.
Propose Snow vedendo i due ragazzini raggiungerle in cucina.
- Ottima idea. Che ne pensi Henry?
Chiese Regina prendendo in braccio Malefica. La bimba le circondò il collo con le braccia piccole per poi darle un bacino sulla guancia.
L’Evil Queen sorrise stringendola a sé, ricevendo un occhiataccia da Henry.
- Geloso ragazzino?
Chiese sottovoce Emma al figlio che fece spallucce infastidito.
- Ti confesso che io un pò lo sono...soprattutto sapendo che in realtà lei è molto più grande di così.
Ammise Emma all’orecchio di Henry.
- Mamma non ti tradirebbe mai. Come ti odia e ama lei, nessuno mai.
Rise poi il figlio guardando la madre perplessa e divertita.
- Che vorresti dire?
- Vuol dire “Intensamente” in entrambi i casi. E comunque non credo che Henry sia geloso, sono convinta che si sia rabbuiato perché vado a vedere se Gold ha trovato un controincantesimo.
Spiegò Regina. Non le era sfuggito nulla di quella conversazione.
Emma sospirò notando il figlio dare le spalle alla mora.
- Henry, non possiamo lasciarla sempre così.
Gli disse gentilmente Regina cincondando le spalle del figlio con un braccio.
- Lo so mamma.
Rispose lui con tono triste.
Regina gli diede un bacio sulla guancia ed Henry ricambiò con un abbraccio prima che la donna si scostasse accarezzandogli i capelli.
- Dai Snow, prima andiamo e meglio è. Quindi Hop hop.
Disse l’Evil Queen andando a prendersi il cappotto.
Con uno schiocco di dita si era già vestita e asciugata.
- Hai sentito mamma? Hop hop.
Le fece eco Emma.
La madre le mostrò la lingua per poi sorridere divertita.
 
Snow e Regina entrarono al Granny’s. Videro Ruby al bancone e la raggiunsero.
- Sono qui per ritirare il documento sull’immobile che comprende Alloggio e Ristorazione.
Disse Snow con tono serio e professionale.
- Ve lo prendo subito. Volete qualcosa da bere nel frattempo?
- No grazie Ruby.
Rispose gentilmente Biancaneve. Regina declinò con un cenno del capo.
La cameriera andò verso la vedova Lucas che le fece una domanda per poi indicarle una porta con su scritto “Privato”.
Ruby entrò uscendone poco dopo con un foglio che porse alle due donne.
- Ma è stato firmato solo dalla signora Lucas. Serve anche la tua firma Ruby.
Mary Margaret avvisò la cameriera che sembrò sbuffare.
- Non ho avuto tempo.
- Ok posso aspettare.
Rispose timidamente Snow.
- No. Non puoi. Sei il Sindaco e devi farti rispettare. Fa vedere.
S’intromise Regina prendendo il foglio dalle mani della figliastra e leggendolo in pochi istanti.
- Dai, veloce, leggi e firma.
Sbottò poi la mora porgendo il foglio alla cameriera.
- Ma adesso non…
- Certo, mantenere cinquanta sfumature di rosso fra i tuoi capelli ha più importanza. Posso comprendere.
L’ammonì freddamente l’Evil Queen.
- La cattiveria dev’esser insita nei mostri come te.
Sbottò Ruby offesa, contro Regina.
- Ha ragione invece. Dovevi firmarlo quando te l’ho chiesto io. È arrivato il momento che tu divenga più responsabile.
La giovane fu rimproverata dalla vedova Lucas che le raggiunse.
- Mi dispiace che mia nipote vi stia facendo perdere tempo.
Si scusò la donna per poi consegnare il foglio firmato a Biancaneve.
- Buona giornata.
Sorrise poi alle due che si congedarono.
- Non devi essere sempre così accondiscendente Snow. Il lavoro è lavoro. Devi imparare a farti rispettare altrimenti si approfitteranno di te.
Disse Regina a Biancaneve che le camminava a fianco.
- Hai ragione.
- Farsi rispettare è l’unico modo per avere a che fare con le persone.
- O terrorizzarli.
Ironizzò la figliastra facendo ridere la matrigna.
- O terrorizzarli, sì, ma quello è compito mio.
Sorrise Regina divertita.
Arrivate al banco dei pegni, entrarono nel negozio, dove Gold sembrò attenderle.
- Buongiorno Signore. Scommetto che volete informazioni sulla pagina mancante. Beh, vi risparmio tempo dicendo che non ho trovato nulla a riguardo.
Annunciò Gold prontamente.
- Nemmeno qualche contro incantesimo?
Domandò Regina frustrata.
- Purtroppo no.
- Capisco. Vorrà dire che continuerò a cercare. Arrivederci.
La mora salutò con strana cordialità per poi avviarsi verso la porta con la figliastra.
- Ci vediamo domani.
Aggiunse Biancaneve sorridendo.
 
David adorava i bambini e proprio in quel momento, era intento a leggere delle storie a Malefica. La mattinata stava trascorrendo tranquilla quando qualcuno aveva appena bussando richiamando l’attenzione dell’uomo.
Il Principe si alzò sorridendo alla piccola mentre andava ad aprire la porta.
- Chi sarà Minnie? Forse Topolino?
Chiese dolcemente alla bimba trovandosi davanti Regina.
- Ah, no, è soltanto una vecchia megera.
La mora fece una smorfia.
- Biancaneve arriva a momenti e io, per migliorare la mia giornata, passerò il mio tempo facendotela pagare per avermi chiamato vecchia megera.
- E come, sentiamo.
La sfidò David. Le mani sui propri fianchi.
- Dico solo che inizierò guardandoti in cagnesco.
Gli occhi della donna divennero due fessure. Lo sguardo si fece torvo.
- Uh, che paura.
Ironizzò il genero sorridendo.
- Vado alla centrale visto che sei qui con i bambini.
- Che dico a Snow?
Domandò la suocera sistemando alcuni giochi nei propri contenitori.
- Che rincaso nel pomeriggio.
 
Ormai era quasi ora di pranzo quando la Bionda Swan rincasò.
- Ciao a tutti.
Salutò Emma entrando. La madre scese le scale sorridendo mentre Henry salutò dal salotto. Giocava ad un videogame con Malefica.
- Regina?
Chiese poi guardandosi intorno senza vedere traccia della donna.
- Si è fermata al supermercato. Mancavano le meringhe.
- Oh...tragedia.
Ironizzò la figlia con finta aria di shock.
- La vera tragedia è che se nè andata un’ora fa.
- Ora la chiamo.
Disse Emma prendendo il cellulare dalla tasca e componendo il numero dell’ex Sindaco.
- Emma dimmi.
Rispose la mora dall’altro capo del telefono.
- Regina dove sei finita?
- Sono vicino a casa.
- Ma che vuol dire vicino a casa? Quanto vicino è vicino?
Regina comparve, silenziosamente, dietro Emma.
- Vicino, vicino.
Disse poi la mora facendo sobbalzare la giovane che si lasciò scappare il cellulare di mano.
Prontamente Regina lo bloccò evitando che cadesse a terra.
- Ti ringrazio sia per l’infarto imminente sia per aver impedito al cel di cadere.
Biancaneve rideva divertita.
- Inizi a parlare come un adolescente.
Disse la mora prendendo in giro Emma che le fece una linguaccia per poi darle un lieve bacio sulle labbra.
Le tre donne pranzarono velocemente prima di mettersi all’opera con la preparazione di: antipasti, sughi per i primi, ripieni e dolce.
Henry andò a fare i propri compiti mentre Malefica si era appisolata sul divano.
- Ragazze, porto il pranzo a David. Ci vediamo fra una mezz’oretta.
Biancaneve avvisò la figlia e la matrigna. Prese la borsa contenente il pranzo del marito e si congedò.
 
Dopo nemmeno un'ora, Snow varcò la soglia del proprio appartamento con Neal che dormiva beato fra le sue braccia.
Si diresse in cucina, dove aveva lasciato Regina intenta a preparare alcuni antipasti ed Emma ad aiutarla.
Si guardò intorno ma non vi era alcun segno della presenza della mora né della figlia.
Malefica dormiva ancora.
Se la piccola era lì le due donne non potevano essere lontane.
Solo allora notò Regina ed Emma, chine davanti alla porta chiusa della camera da letto di quest’ultima.
Entrambe intente a origliare una conversazione proveniente dall’interno di quella stanza.
Biancaneve mise il piccolo Neal nella culla per poi avvicinarsi alle due donne.
- Che cosa fate?
- Fa silenzio.
Bisbigliò Regina infastidita.
- Henry parla al telefono con una ragazza.
Emma informò la madre con un sorriso fiero.
A Snow s’illuminarono gli occhi e così, decise di accostarsi alla matrigna, aggiungendosi così al gruppo di origliatrici.
Poco dopo, David rincasò sbuffando.
Aveva avuto una discussione con Leroy e ora voleva solamente sedersi sul divano e rilassarsi leggendo il giornale.
Accarezzò la testolina di Malefica e poi si accomodò sul sofà.
Notò che uno strano silenzio lo circondava. Da quel che ricordava, sia la suocera che la moglie dovevano essere di preparativi per la festa del Ringraziamento.
Guardandosi intorno, notò il piccolo Neal dormire beato nella culla. Se i bimbi erano lì di sicuro in casa, oltre a lui, c’era qualcun altro.
Con il giornale in mano, si alzò per dirigersi verso il frigo prendendosi una birra e fu in quel momento che vide le tre donne intente ad ascoltare qualcosa proveniente dalla camera da letto di Emma.
- Che state facendo?
Domandò David incuriosito.
- Henry sta chiedendo a una ragazza di andare al cinema.
Rispose Snow.
- Ma è difficile continuare ad ascoltare se non taci.
Sbottò Regina senza nemmeno degnare il genero di uno sguardo.
- Fate silenzio.
Intimò Emma incuriosita da ciò che diceva il figlio.
- Via di lì, veloci. Curiose!
Le ammonì il Principe colpendo le tre sul sedere col giornale che tornarono in cucina sbuffando.
- Lasciate un po’ di privacy al ragazzo. Ma guarda te!
Borbottò l’uomo tornando a sedersi sul divano.
Uno strano silenzio calò fra loro.
- Sapete già chi è?
Chiese poi David con un sorriso.
- Ma che domande sono!
Escalmò Snow indispettita.
- Non ti vergogni?
Domandò Emma indignata.
- Curioso!
Sbottò Regina riprendendo a cucinare.
Le tre si guardarono per poi puntare nuovamente lo sguardo su David.
-No.
Ammisero infine all’unisono.
- Mamme? Oh, ci siete entrambe. Devo fare un progetto di scienze e mi servirebbero alcune cose.
Henry uscì dalla camera con un maxi sorriso stampato sul volto porgendo alle due donne una lista di materiali.
- È la prima volta che vedo qualcuno così felice di studiare.
Disse Emma ridendo. Il figlio arricciò il naso continuando a sorridere.
- Sono nel gruppo di Grace.
- Grace? La figlia di Jackson?
Domandò Regina incuriosita.
- Ehm…sì.
Rispose timidamente il figlio.
- Ci pensiamo noi a recuperare i materiali. Tu pensa ai compiti ok?
Emma gli sorrise guardando poi Regina che annuì.
Henry ringraziò le madri e andò di corsa in camera a studiare.
- Potete trovare svariate cose nel capanno giù nel retro. Finisco la birra e vengo a darvi una mano. Le chiavi sono sul mobiletto accanto alla porta.
Informò David indicando il cassetto.
- Grazie mille. Noi intanto scendiamo.
Rispose Emma avviandosi verso l’uscita con Regina.
 
Regina era immersa nella ricerca dei materiali utili al progetto di scienze del figlio.
Emma la raggiunse.
- Cosa stai cercando?
- Dei pezzi di legno. Tu trovato qualcosa?
- No purtroppo. Solo vernice...
- Che ci servirà. Poi guardiamo i colori.
La interruppe la mora.
- Eccomi ragazze. Che serve?
David era entrato di corsa nel garage.
- Ho qui la lista. Abbiamo cercato ma, a parte la vernice, non mi sembra ci sia altro.
Disse Regina guardandosi intorno.
Il genero prese la lista e la lesse attentamente.
- Vado a vedere nel capanno. Mi ci vorrà un pò ma credo di avere quasi tutto.
- Hai un altro capanno?
Domandò Emma allibita.
- Per un uomo, i capanni degli attrezzi non sono mai abbastanza.
Rispose il Principe ridendo.
- È quello dietro la centrale.
Aggiunse poi.
- Va bene. Ti ringrazio. Intanto cerchiamo i colori.
Disse Regina guardando il bancone da lavoro poggiato al muro.
- Sono tutti sotto a quel bancone che stai guardando. Se mi aspettate qui sistemiamo tutto al mio ritorno. Mezz’oretta al massimo.
- Ottimo.
Rispose Emma salutando il padre che salì sul suo pick-up e se ne andò.
- Mezz’oretta. E noi che facciamo nel frattempo?
Domandò Regina con un sorriso malizioso.
Emma si voltò a guardare la mora, andando poi verso di lei coprendo così ogni distanza fra le loro labbra.
La baciò in modo dolce ma allo stesso tempo intenso.
Le mani di Emma si muovevano lentamente su Regina che le accarezzava la schiena trattenendola contro il proprio corpo.
Lo Sceriffo alzò la mora, facendola sedere sul bancone da lavoro, senza mai smettere di baciarla.
L’Evil Queen attirò sempre più a sè la Salvatrice che salì anch’ella sul tavolo.
Seduta sulle ginocchia della mora, la bionda iniziò a sbottonarle la camicia ma Regina la fermò.
- E se torna?
- Lo sentiremo arrivare no?
Con un cenno della mano Regina chiuse la porta d’entrata bloccandola dall’interno.
Tornò a baciare la bionda con passione sempre più crescente.
Emma la sdraiò sul tavolo da lavoro e quel gesto fece sorridere Regina che l’attirò a sé tirandola dal bavero della giacca.
- Sei troppo vestita per i miei gusti.
Bisbigliò l’ex Sindaco con il respiro veloce.
- Rimedio subito.
Rispose Emma lanciando la giacca sul pavimento.
Regina riprese a baciare la bionda. I loro cuori correvano all’impazzata.
Un rumore poco distante dalla mora richiamò Emma alla realtà.
- Regina, hai sentito?
Domandò la giovane alla compagna che continuava a baciarle il collo.
- Cosa?
Chiese tra un bacio e l’altro.
Nuovamente il rumore si udì. Sembrava più vicino alle due.
- Questo.
- Questo cosa?
La mora si scostò spazientita.
Emma era concentrata ad ascoltare e guardare attorno a sé cosa poteva aver causato quel suono.
- Regina!
Esclamò poi stringendo l’ex Sindaco perplessa.
La mora si voltò a guardare nella direzione indicatale dallo sceriffo. Un topo le stava fissando.
- Oh ma che...
Entrambe le donne fissarono l’animale di rimando.
- Mi spiace ma con quel coso nei paraggi io non scendo.
- Paura di un misero topo, Salvatrice?
- Misero? Sarà grande quanto Henry!
- Suvvia, non è mica un elefante.
- Ho detto Henry.
Regina si mise a ridere di gusto cercando di mettersi in una posizione più comoda. Scostando il braccio, però, fece cadere qualcosa che spaventò l’animale facendo sì che corresse sotto il tavolo dove loro erano sedute.
- Oh! Non si può arrampicare vero?
Chiese una terrorizzata Emma abbracciando ancor più forte Regina.
- Direi di sì.
- Sì cosa? Sì si arrampica o sì non si può arrampicare?
- Non so se sull’acciaio riesca ad arrampicarsi...al limite salta.
- Regina, non può saltare, non deve saltare. Dimmi che non salterà.
La mora stava trattenendo una sana risata.
- Se vuoi, scendo e lo spavento.
- No, no non scendere. Sei la mia ancora di salvezza.
Regina a quelle parole alzò un sopracciglio perplessa.
- Cioè?
- Mi farò scudo con te. Se ti assale scappo. Aiuterò Henry a ricordarti bella com’eri. Racconterò quanto sei stata eroica.
- Ehi, ehi, frena. Pensi che mi lasci sconfiggere da un...
- Che ci fate li sopra? E perché la porta era chiusa a chiave?
David era sulla soglia del capanno. Con uno scatto veloce il topo uscì nascondendosi fra l’erba del prato.
- Non ditemi che avevate paura di un topolino.
- Papà, tu non puoi capire. Ci fissava. Sembrava pensare a come mangiarci.
Regina si poggiò una mano sulla fronte squotendo il capo.
- Pensa tu al materiale per Henry. Si è fatto tardi e devo andare ad aiutare tua madre.
La donna svanì in una nube viola lasciando Emma interdetta.
- E non poteva farlo prima quando eravamo in pericolo?
David si mise a ridere sonoramente.
- Figlia mia, meno male che non sei nella Foresta Incantata.
 
Dopo due ore Biancaneve e Regina erano a buon punto.
Emma puliva e tagliuzzava ortaggi, David guardava la tv sul divano mentre Henry era andato al parco con Malefica.
Il piccolo Neal si mise a piangere, segno che era ora di dargli la pappa.
- Finché tu tieni d’occhio il sugo per le fettuccine io do da mangiare al piccolo. Va bene?
Domandò Biancaneve alla matrigna che acconsentì.
Emma si avvicinò alla mora bisbigliandole una cosa all’orecchio.
Un ghigno malefico si dipinse sulle labbra di Regina. La giovane guardò il padre e poi velocemente si mise a trafficare con la mora sotto gli occhi incuriositi di Snow.
Regina, posandosi l’indice sulle labbra, intimò a Biancaneve di tacere. Emma fece l’occhiolino alla madre sorridendo.
- Papà? Ti va del gelato?
Chiese la bionda con fare innocente.
- Buona idea.
Rispose David alzandosi dal divano e dirigendosi verso il frigo.
Aprì il congelatore prendendo un barattolo di gelato.
- Cucchiai...cucchiai.
Il Principe guardò i cassetti perplesso.
- David, abiti qui da un sacco e ancora non sai dove sono i cucchiai?
Chiese Regina mentre Snow, con in braccio il piccolo Neal, sorrise divertita. Cos’avevano in mente quelle due?
- Lo so dove stanno i cucchiai, lo so.
Sbottò l’uomo che andò verso un cassetto pronto ad aprirlo.
- Sicuro?
Chiese Emma facendo nascere un dubbio nella mente del padre.
Riflettendo, si spostò verso una fila di cassetti pronto ad aprirne un altro.
- Davvero?
Domandò Regina con in mano una tazza di té.
L’uomo si guardò intorno perplesso.
- Il gelato si sta squagliando, genero.
Aggiunse poi la donna sogghignando.
Con una smorfia e un’improvvisa sicurezza, l’uomo si portò verso la sua prima scelta e lo aprì.
- Eh no! Il cassetto delle tovaglie!
Esclamò poi con rabbia.
Emma si avvicinò alla seconda scelta del padre e lo aprì porgendogli il cucchiaio.
- Giuro che le posate erano in quel cassetto ieri.
Protestò David.
- Sì, poi è venuto un folletto e le ha spostate.
Ironizzò Regina canzonando il genero che se ne andò brorbottando sul divano.
Una risata scaturì da Emma che guardò la mora con complicità.
- Ce l’abbiamo fatta.
Sorrise poi vittoriosa prendendo il cassetto delle posate e scambiandolo con quello dove tenevano le tovaglie.
- Ragazze siete perfide.
Disse Snow ridendo di gusto.



Nota di Alex: Ed eccoci con le prime coalizioni :) ma Regina non ha ancora finito con David :D
Vi ringrazio di cuore perché siete sempre più numerosi. Non avrei mai pensato che facesse così successo. Grazie ancora e alla prox :)

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10
 
Il giorno del ringraziamento era finalmente arrivato.
Regina e Snow erano intente a dare l’ultimo tocco alle pietanze da servire durante il pranzo.
David ed Emma preparavano la tavola mentre Henry finiva di sistemare i vari elementi da utilizzare per il progetto scolastico.
Malefica era incredibilmente silenziosa. Si mise al centro della sala da pranzo con un foglio piegato tra le mani.
- Cos’è?
Chiese poi incuriosita.
Tutti si voltarono a guardarla ma solo Regina s’incamminò verso di lei, sapendo cosa la bimba tenesse fra le mani.
- Nulla solo appunti. Malefica, me li restituisci per favore?
La piccola, sorrise all’Evil Queen ora davanti a lei.
- No.
Rispose furbamente per poi svignarsela ridendo.
- Perché a me.
Regina lo disse più a se stessa che al resto del gruppo che stava già sghignazzando.
Sospirando s’incamminò a passo svelto per il recupero della pagina rapita.
Qualcuno suonò il campanello. Henry corse ad aprire.
Belle entrò nell’appartamento con un mega sorrisone stampato sul volto…tutto il contrario del marito che la seguiva senza mostrare segni di felicità.
Tra le mani due teglie.
- Ho pensato di portare anch’io qualcosa. Ho fatto un contorno di verdure miste e un dolce leggero da servire fresco.
Informò la bibliotecaria al settimo cielo.
Snow l’accompagnò in cucina ridendo e chiacchierando senza freno.
- Fermati Malefica. Non sono dotata della tua vitalità.
Sbottò Regina sbucando dal corridoio ed entrando in un’altra stanza.
- No, per niente suocera.
La canzonò David attirando l’attenzione della mora su di sé.
La donna lo guardò con sorriso di sfida.
- Caro genero, non c’è Ringraziamento senza tacchino.
- E che vuoi fare, trasformarmi?
Regina sembrò pensarci su.
- No, non direi. Saresti stoppaccioso e non voglio far brutte figure con i nostri ospiti…semmai…
La donna schioccò le dita e la camicia a quadri dell’uomo divenne un maglione verde con raffigurato un tacchino.
- Buon ringraziamento Principe.
Sogghignò l’Evil Queen premendo il petto del genero. In quell’istante si udì il verso dell’animale provenire dal maglione.
- Ma cos…
S’interruppe David perplesso. Premette la figura del tacchino sul suo petto e nuovamente se ne udì il suo verso.
Una risata generale scaturì dagli ospiti.
- Voglio provare anch’io!
Esclamò Henry correndo verso suo nonno. Così fecero anche Emma, Snow e Belle che schiacciarono ripetutamente la figura musicale dell’animale ridendo ogni volta.
Malefica arrivò in sala incuriosita e fu in quel momento che Regina l’afferrò rubandole la pagina.
Gold notò tutto, guardando la donna con sospetto. Regina se ne accorse e fece un cenno del capo verso Tremotino che riprese il compito datole dalla moglie: mettere i contorni in alcune ciotole e distribuirle sulla tavola.
Emma si avvicinò a Regina chiedendole di parlarle in privato. Le due si allontanarono dal vociare interminabile dei presenti.
- Tu…
La bionda Swan le puntò il dito indice al petto facendo indietreggiare la mora.
- Tu l’hai trovata!
Regina sospirò un po’ dispiaciuta.
- Sì…l’ho trovata, ma ho taciuto per far passare in serenità il Ringraziamento a Henry.
A quelle parole Emma non riuscì a trattenere un sorriso.
- Sei dolce.
Disse poi.
- Ogni tanto.
Sorrise Regina, per poi farsi seria guardando oltre le spalle dello Sceriffo.
- Sicura sia quella giusta?
Chiese Gold raggiungendole.
Regina porse la pagina all’uomo.
Mentre l’uomo stava leggendo, la piccola Malefica li raggiunse.
- Cosa fate?
Domandò la bimba con un sorriso incuriosito e innocente.
- Tesoro, puoi venire con me nella cameretta di Henry? Ho un regalino con sopra scritto il tuo nome.
Sorrise Regina con tutta la dolcezza di cui era dotata.
- Sììììììì!
Gridò la piccola saltellando di gioia.
Emma la guardò stranita e la mora le fece l’occhiolino. Che aveva in mente?
Snow e Belle richiamarono figlia e marito e Regina assieme alla piccola si assentò.
 
L’Evil Queen andò alla finestra, guardando il paesaggio oltre il vetro.
Malefica si sedette sul letto di Henry, saltellando con il sedere sul materasso e provocando un leggero cigolio che dopo qualche minuto cessò.
- Da quanto lo sai Regina?
La mora sorrise a quella domanda così seria da parte della bambina.
- Non lo sapevo. Me ne hai dato prova ora.
Rispose Regina voltandosi.
La bimba alzò gli occhi al cielo per poi scendere dal letto.
- Dimmi solo una cosa…perché?
- Perché ho finto di fare la bimba oltre che a esserlo fisicamente?
Ponendo la domanda Malefica fece spallucce.
- È divertente. Per un attimo potevo essere spensierata e nessuno mi odiava. È un male?
- Potevi parlarmene. Sempre che non ci fosse altro sotto.
 La bimba alzò un sopracciglio ma non rispose.
- Parla.
La spronò Regina.
La piccola arretrò verso la porta per poi fissare lo sguardo in quello dell’Evil Queen.
- No.
Rispose per poi darsela a gambe fuori dalla stanza.
Regina le andò dietro per trovarsela seduta a tavola accanto a Henry e un posto vuoto.
Le si sedette a fianco.
- Tutto bene?
Le chiese Emma seduta alla sua sinistra.
La mora accennò un sì con la testa.
 
Il pranzo, tutto sommato, andò bene. Tra chiacchiere, risate e discorsi seri arrivò sera.
Tutte le pietanze furono gradite, con complimenti da parte dei vari commensali alle cuoche e stranamente anche da parte di Gold.
Regina si avvicinò al figlio e alla piccola che le si accoccolò fra le braccia. La testa nascosta nell’incavo del collo della mora.
- Hai sonno piccola?
Le chiese Regina fingendo che tutto fosse nella norma.
- Quando hai intenzione di trasformarmi?
Sussurrò Malefica, stando ben attenta a non farsi udire da nessun’altro fuorché Regina.
- Domani.
- Voglio che aspetti.
Borbottò la piccola.
- Non ha senso attendere. E poi ho di meglio da fare che star dietro a te.
Rispose l’Evil Queen con astio.
Malefica tirò i capelli di Regina facendola gemere di dolore e attirando su loro l’attenzione di Emma.
Il biondo Sceriffo si avvicinò e l’ex Sindaco le porse la piccola. Tutto, pur di togliersela di torno evitando così di sgridarla davanti a tutti. Stava perdendo la pazienza e sapere che quello era tutta una presa in giro la stava facendo infuriare ancora di più.
- Madre degenere.
Sussurrò poi Malefica prima di esser trasferita fra le braccia della bionda.
- Regina, qualcosa non va?
La piccola la guardava torva. Voleva assicurarsi che non svelasse il suo segreto.
Gli occhi dell’Evil Queen divennero due fessure. Se avesse potuto fare fumo dal naso, in quel momento l’ex Sindaco sarebbe sembrata una ciminiera.
- Vado a prendere una boccata d’aria.
Annunciò la mora. Emma la guardò sorridendole timidamente per poi incamminarsi verso David che la chiamò.
Malefica, poggiata con la testa sulla spalla dello Sceriffo, fece la linguaccia a Regina.
L’Evil Queen la guardò mimando con le labbra un “Me la pagherai”, prima di uscire dall’appartamento.
 
- Stava fingendo vero?
La voce di Gold scosse Regina dai suoi pensieri.
La mora aveva deciso di fare una passeggiata per Storybrooke, senza accorgersi che Tremotino la stava seguendo.
- Sì. Ci ha preso in giro sin dall’inizio.
Rispose Regina tristemente.
- Ti ha detto il perché?
La mora sospirò.
- Mi nasconde qualcosa.
- Hai una vaga idea di cosa possa essere?
Chiese Gold incuriosito.
- La tua gentilezza mi perplime. Cerchi qualcosa?
Domandò Regina sospettosa.
L’uomo la guardò. La sua ex allieva era sempre stata molto intelligente.
- non ci girerò intorno ulteriormente. Voglio il diario di tua madre.
La mora sogghignò. Era logico che mirasse a qualcosa di suo.
- Scordatelo.
Rispose svanendo in una nuvola viola, lasciando Tremotino a rimuginare fra sé.
L’ex Sindaco comparve nella stanza, dove in quei giorni dormiva con Emma.
Si sedette sul letto per poi sdraiarsi a pensare.
- Regina…quando sei tornata?
Domandò la giovane Swan entrando nella camera.
- Poco fa.
Rispose la mora con tono piatto.
- Per favore Regina, dimmi cosa succede.
La porta in quel momento si spalancò, con sorpresa di Emma. Malefica fece capolino nella stanza in tutta fretta, seguita da Henry.
- Non mi prendi.
Canzonò il ragazzino cercando di farsi scudo con Regina.
- Ti prego non dire nulla.
Bisbigliò la piccola all’orecchio della donna accanto a sé.
- Allora dimmi il perché.
Le chiese la mora fingendo di farle il solletico in modo da parlarle senza destare sospetti.
- Ho detto no.
Ringhiò Malefica scappando via nuovamente.
L’Evil Queen sbuffò massaggiandosi il collo. Lei e la figlia di Biancaneve rimasero nuovamente sole in quella stanza.
- Sono solo stanca. Non ti preoccupare.
Borbottò la mora. Avrebbe dato una possibilità alla sua amica di vecchia data, anche se ciò che stava facendo non le piaceva. Le avrebbe parlato quella sera stessa.
Emma chiuse la porta a chiave per poi avvicinarsi al letto. Salì cavalcioni su Regina che spalancò gli occhi.
- Ho un’idea per farti stare meglio.
Un sorriso malizioso si dipinse sulle labbra della bionda.
- Di cosa si tratta?
Chiese la mora sorridendo a sua volta.
La mano di Emma sbottonò la camicia nera dell’ex Sindaco per poi posare le labbra sul suo ventre.
Risalì lentamente sino a raggiungere il reggiseno che morse guardando la mora.
Regina afferrò Emma dal colletto del cardigan, tirandola a sé, baciandole le labbra calde.
Mentre le mani dello Sceriffo le accarezzavano il seno, quelle dell’Evil Queen esploravano sotto la maglia della bionda.
La gamba della giovane, fra quelle della donna, si muoveva dandole piacere.
- È meglio se ci fermiamo. Sono ancora tutti di là.
Ricordò Regina anche se malvolentieri.
- Hai ragione, ma fatico a resisterti…lo sai.
Sorrise Emma scostandosi.
- Love is weakness, Miss Swan.
L’Evil Queen la prese un po’ in giro ripetendo uno degli insegnamenti della madre Cora.
Lo Sceriffo le sussurrò un bacio sulle labbra.
- Tu sei la mia debolezza Regina.



Nota di Alex: scusate il vergognoso ritardo ma perdendo tutti gli appunti e casini vari mi son dovuta fermare. Ora riprenderà senza stopparsi nuovamente altrimenti, poco ma sicuro, stavolta qualcuno mi lincia davvero.
Spero che sia ripresa senza essere una delusione.
Grazie per avermi sempre seguito così in numerosi...spero continuiate a farlo.
Fatemi sapere che ne pensate. Alla prox :)

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11
 
Emma si era addormentata. Il sonno profondo e rilassato di chi non ha pensieri per la testa.
Regina proprio non riusciva a chiudere occhio e non lo avrebbe fatto finché non avesse chiarito le cose con Malefica, ora in mezzo a loro che dormiva.
- So che sei sveglia.
Bisbigliò la mora accanto all’orecchio della piccola che non si mosse.
- Malefica dobbiamo parlare.
Ancora silenzio.
Il livello di pazienza, già naturalmente basso nell’Evil Queen, si abbassò ancor di più sino a raggiungere livelli preoccupanti.
Strinse la piccola in un abbraccio un po’ troppo forte, suscitandone finalmente una reazione.
- Che vuoi donna!
Sbottò quest’ultima infastidita.
Regina fece un sorriso tirato. Le avrebbe mollato una testata se solo ciò non comportasse un mal di testa atroce.
- Parlare e subito!
Esclamò la mora seccata.
Malefica indicò la porta e insieme andarono in cucina.
L’ex Sindaco prese in braccio la piccola, facendola sedere sul bancone accanto al cesto della frutta.
- Spiegami perché sei così arrabbiata Regina.
Disse la bimba quasi seccata.
- E me lo chiedi?
Il tono della mora era sbalordito.
- È per come mi sono comportata?
Domandò Malefica giocando con una mela presa dal cesto.
Regina le fermò la mano trattenendola nella sua.
- Non è questo. Mi hai preso in giro.
- Odi esserti mostrata tenera con me?
Regina alzò gli occhi al cielo a quella domanda beffarda.
- Sì è così.
Continuò la bimba.
- E sai che è così.
Rimarcò il concetto.
- Hai avvicinato appositamente Emma a me?
Chiese la mora con tono piatto.
- Avete fatto tutto da sole.
Regina, udendo ciò, sospirò.
- Le cose non dovevano andare così.
Scosse il capo frustrata.
- Non capisci e, sinceramente, non so quanto mai potrai capire.
Fece scendere la bimba dal bancone per poi far comparire, sopra di esso, il contro incantesimo.
- Torna a essere ciò che eri e non farti vedere più da me.
Disse poi allontanandosi di qualche passo.
- Fuori di qui.
Ordinò infine la mora più delusa che arrabbiata.
Malefica sembrò accusare il colpo…per lei fu più duro di quanto pensasse.
Guardò il foglio, ora fra le sue mani, tornando a essere la bionda strega adulta che era prima del danno fatto da Emma.
- Regina.
Risentire quella voce di donna stranì un po’ la mora che non lo diede a vedere.
- No. Questo è un limite che non dovevi superare Malefica.
La bionda strega si alzò, serrando la mascella come a trattenere le parole.
Diede le spalle a Regina.
- Un giorno, riuscirò a spiegarti perché l’ho fatto.
Sussurrò più a sé che alla mora alle sue spalle.
- Perché non dirmelo ora?
- Io…non posso.
Disse poi, prima di muovere una mano e svanire in una nube porpora.
Un istante prima che ciò accadesse, la voce di Regina la fermò.
- Davvero non comprendi, quanto questo tuo comportamento mi abbia fatto male?
Malefica non osò voltarsi. Conosceva la sua amica e sapeva benissimo che faticava a esprimere i suoi sentimenti. Nessuna delle due era brava in questo.
- Mi hai fatto ritrovare, per giorni, la gioia dell’accudire un figlio. Sapevo che eri tu, certo, ma eri così…reale. Sai benissimo quanto io sia chiusa…quanto fatichi a dare. Quella gioia è riaffiorata in me come quando ho adottato Henry. Tutto sembrava così diverso, così bello. Le giornate sapevano di famiglia.
A Malefica fuggì una risata. Dolce e triste allo stesso tempo.
- E a te mancava…non è così?
Chiese la donna che si voltò a guardare l’amica. In quel momento le sembrò nettamente diversa dalla Regina che aveva conosciuto anni prima.
L’ex Sindaco rimase in silenzio.
- Mi dispiace…davvero. Non ho pensato.
Il tono dispiaciuto non toccò minimamente Regina.
- La popolazione umana non riflette mai…soprattutto in questa famiglia.
Sbottò poi.
- Perché tu sì?
L’Evil Queen sorvolò all’istante su quella domanda che, se solo avesse provato a rispondere, avrebbe generato un battibecco senza fine.
- Perché non mi spieghi cosa ti ha portato a questo comportamento?
Domandò poi cercando di capire la persona di fronte a sé.
- Te ne parlerò, ma non ora.
A quella risposta la mora sospirò rimanendo in silenzio.
- Regina…vuoi ancora che me ne vada?
Chiese Malefica ricordandole per un attimo quella bimba che, fino il giorno prima, teneva fra le braccia.
- Sì.
La bionda strega si morse il labbro inferiore, trattenendo una cosa che non sentiva da tempo…un nodo alla gola.
Si voltò dando le spalle all’amica che distolse lo sguardo dal suo, quasi in contrasto con la decisione presa in quell’istante.
- Saluta Henry da parte mia.
Quelle furono le ultime parole di Malefica, prima di svanire nel nulla lasciando Regina sola con i suoi pensieri.
 
Quando Emma si svegliò, erano circa le sei del mattino. Regina, seduta su di una poltrona accanto al letto, stava leggendo il diario di sua madre.
- Ehi.
Bofonchiò la bionda Swan con la voce ancora impastata dal sonno.
La mora alzò lo sguardo sorridendo lievemente.
- Ehi.
Rispose quasi in un bisbiglio.
Emma si guardò intorno.
- Malefica?
Chiese poi.
- Andata.
Il tono piatto mentre tornava a leggere o per lo meno dare l’impressione di farlo.
- Ma…come!
Esclamò la figlia di Biancaneve, mettendosi a sedere sul letto di fronte alla mora.
- Abbiamo fatto una bella chiacchierata.
A quella risposta la bionda Swan sembrò rilassarsi. Ciò che vide Regina, però, fu tristezza.
- Ed Henry?
- Se ne farà una ragione.
Disse freddamente l’ex Sindaco chiudendo il libro.
- Ieri, Gold mi ha detto apertamente che vuole il diario di mia madre.
La mora sapeva benissimo che quello era un ottimo argomento per sviare la conversazione su altro.
- Non penserai di darglielo vero?
- Certo che no!
Esclamò Regina alzandosi in piedi.
- Pensi che proverà a impossessarsene con la forza?
Chiese Emma conoscendo ormai di che pasta era fatto quell’uomo.
L’Evil Queen si sedette sul letto di peso.
- Non lo escluderei.
Lo Sceriffo si avvicinò alla mora davanti a sé. Le scostò dal collo una ciocca di capelli per poi accarezzarlo con le proprie labbra.
Regina sorrise a quel tocco delicato.
Nonostante la bionda non fosse molto arguta in certi momenti, non si poteva dire che non capisse a fondo la madre di suo figlio. Sin dai primi giorni era riuscita a valicare quelle mura indistruttibili costruite da quella donna e ora, riusciva finalmente a vedervi oltre con chiarezza.
Qualcosa era successo quella notte con Malefica…qualcosa che l’aveva turbata…ed Emma, Emma lo capì.
- Vuoi che dica io a Henry di Malefica? Tu prenditi un attimo di riposo…un po’ di tempo per te.
Regina voltò il viso, incontrando quei bellissimi occhi color del lago.
Come poteva averla capita così a fondo?
Emma sorrise.
- Ti ho osservata molto in questi giorni e ti osservo anche ora. Nei tuoi occhi e nel tuo sorriso c’era qualcosa di diverso…sembrava come se ti sentissi completa.
La mora ascoltò quelle parole, abbassando lo sguardo. Ne seguì poi un silenzio assordante, infranto dal rumore dei pensieri di Regina.
- Perché lo ero…stranamente lo ero.
Emma sorrise a quella confessione.
- Per quel che vale, non vado da nessuna parte.
L’Evil Queen incatenò nuovamente lo sguardo a quello della bionda dietro di sé.
- Vale molto invece.
Le rispose dolcemente baciandole le labbra.
 
Le giornate per Regina passarono più lente del solito. Henry, dopo qualche giorno di broncio, della dipartita della bionda strega se ne fece una ragione ma la mora pensò di starsene un po’ da sola a riflettere. Tentò più volte di evitare Emma ma questa la cercava perennemente. Decise così di mantenere un comportamento meno schivo. La bionda Swan non meritava di soffrire solo perché Malefica le aveva fatto un torto.
Si schiarì la voce e scelse di prendere in mano la situazione. Avrebbe ricominciato a dare lezioni di magia alla figlia di Biancaneve.
Tirò fuori dalla tasca il suo smartphone e scrisse un messaggio di testo a Emma. Lo cancellò subito senza nemmeno inviarlo. Quella sbadata…chissà quando l’avrebbe letto. Compose il numero e attese che rispondesse.
- Dove sei?
- Buongiorno anche a te Regina.
Rispose spiritosamente la bionda dall’altro capo del telefono.
- Sono in biblioteca…perché?
- Resta lì. Ti raggiungo.
Rispose secco l’ex Sindaco per poi riagganciare.
 
Era una giornata piovosa. La biblioteca, in quel momento, sembrava proprio il luogo ideale per allenarsi con la magia…o almeno così Regina pensava.
- Ho programmato una lezione molto semplice. “Molto semplice” significa che non potrai renderla un inferno come quella passata.
Informò l’Evil Queen guardando la giovane bionda seduta a un tavolo. Un’anfora in argento troneggiava davanti a lei.
- In mia difesa, vostra maestà, oserei dire che non mi sono stati dati compiti precisi.
A quell’affermazione Regina alzò un sopracciglio.
- Ti cresce il naso, Pinocchietta.
Rispose poi ironica ricevendo in risposta una smorfia da parte della giovane.
- Comunque, tutto ciò che dovrai fare è una cosa soltanto: trasformare quest’anfora in un libro.
La faccia di Emma fu inimitabile.
- Lo sai vero che non ci riuscirò mai e combinerò altri disastri?
- Suvvia Miss Swan è di una semplicità unica. Pensi all’oggetto, pronunci la formula ed è fatta.
Annunciò Regina quasi frustrata per l’ovvietà dell’incantesimo.
- Ah eh…pronunciare formule…certo…
Dopo quella convinzione caratteristica dello Sceriffo, la mora si mise una mano sulla fronte.
“Perché a me” si ripeté nella mente.
- Dai, prova con qualcosa di semplice. Per far si che la tua energia magica s’incanali in un solo punto, ti do una bacchetta. Almeno sai dove colpisci.
- Come Harry Potter…anche se mi sento molto Neville Paciock.
Sorrise la bionda divertita per poi abbattersi nuovamente.
- Non voglio sapere di cosa sta parlando. Prego pensi ad un oggetto semplice e poi legga ad alta voce l’incantesimo sul foglio davanti a sé, puntando la bacchetta dritta verso l’anfora.
- Forma di cortesia…bene…dai ce la posso fare.
Si fece coraggio la figlia di Biancaneve.
Belle, a distanza di sicurezza, sorrise divertita.
- Allora penso, leggo e punto.
- No! Devi pensare mentre leggi e punti.
La corresse Regina prontamente.
- Ma devo puntare dopo aver letto?
- No, Emma, nel mentre.
- Ok…ci sono. Respiro profondo e vai. Yeah dai.
La mora sospirò nuovamente. Quella giovane sembrava una causa persa.
Emma inspirò ed espirò come a calmarsi e catturare l’attenzione che l’esercizio richiedeva.
Pensò intensamente a un libro. Di certo non avrebbe voluto di nuovo una sala piena di serpenti.
Puntò la bacchetta verso l’anfora ma qualcosa, o meglio qualcuno, richiamò seppur senza volerlo l’attenzione della bionda su di sé.
- Regina so che…
Malefica, comparsa a fianco a Emma, s’interruppe ma non per volontà sua.
La bionda, persa nella sua massima concentrazione, sussultò verso la strega voltandosi.
Un fascio di luce bianca colpì la donna che si trasformò in un topo.
- Un topo?
Chiese Regina sentendo ammontare la rabbia dentro di sé.
- Non è colpa mia, ero concentrata!
- Non è mai colpa tua eh? E meno male che eri concentrata. Se davvero lo fossi stata ora sarebbe un libro non un topo!
Ringhiò la mora verso lo Sceriffo.
Il topolino si mise a guardarsi intorno incuriosito.
- Muoviti e trasformala.
- Seriamente Regina? Non ho fatto abbastanza danni?
Domandò contrariata Emma già salita sulla sedia per paura di quell’animaletto.
- È un incantesimo su cui non posso intervenire.
Informò l’Evil Queen spazientita.
- Funziona solo la mia magia quindi?
- Esatto.
- Ma sei impazzita? Dico io, ti sembrano cose da fare? Sai che sono un disastro e tu vai a fare qualcosa a cui solo io posso porre rimedio? Mi fai salire l’ansia!
L’Evil Queen alzò gli occhi al cielo.
- Pensa a Malefica e punta la bacchetta verso di lei pronunciando l’incantesimo.
- Ma prima non mi è servito. Pronunciare l’incantesimo dico.
Ammise Emma guardando la mora accanto a sé.
Regina si mise una mano al mento rimuginando.
- In effetti non hai detto nulla. Emma complimenti, sei più potente di quanto immaginassi. Smetti di abbatterti. Il potenziale ce l’hai. E ora trasformala!
Terminò il complimento con un ordine quasi rabbioso.
La bionda Swan alzò le mani in segno di resa.
- Va bene, va bene. Allora penso a Malefica e punto.
- Mentre Emma, mentre.
- Mentre cosa?
- Pensa a Malefica mentre punti quella cavolo di bacchetta!
- Ok, ok!
Sbottò Emma esausta. Aveva sempre detto che la magia non faceva per lei.
Puntò la bacchetta verso il topolino che la guardava incuriosita. Si concentrò e prima che il fascio di luce bianca colpisse l’animale, quest’ultimo si mise a correre verso gli scaffali.
- E che palle!
- Swan!
L’ammonì Regina.
- Amore, ti amo, ma questa situazione non alimenta la mia pazienza.
- Emma…
Il tono di Regina si era addolcito improvvisamente.
- Dai riprovaci prima che quella sciocca scappi.
Emma si concentrò nuovamente. Era come usare una pistola no?
A ogni scaffale l’animale guardava in alto prima di spostarsi.
Cercò di sfruttare quel momento per colpirlo.
- Preso!
Esclamò Emma trionfante, ma qualcosa non andò come aveva sperato.
- Un gatto? Perché!
Urlò Regina.
- Eh, ehm…credo per via del cartello con il gatto là…in…cima?
Ipotizzò la giovane quasi dispiaciuta.
L’Evil Queen si poggiò una mano sulla fronte.
- Mi sta venendo un grosso mal di testa.
Bofonchiò la donna giunta al suo fianco.
Emma notò nuovamente che il gatto dal pelo rossiccio, si soffermava all’inizio di ogni scaffale guardando in alto. Comportamento curioso.
- Ha! Stavolta ce l’ho fatta.
Gridò voltandosi verso Regina, ma la faccia della mora non era dello stesso avviso.
La donna guardò alle sue spalle con un sopracciglio alzato, quasi incredula. Le braccia incrociate al petto.
- Questa Emma me la devi davvero spiegare.
Disse l’Evil Queen scuotendo il capo.
Un barrito la fece voltare trovandosi faccia a faccia con un elefante.
L’animale sembrò guardare se stesso prima di rivolgere uno sguardo, che parve interrogativo, verso la bionda.
- Credo di aver posato lo sguardo su uno dei disegni fatti dai bimbi dell’asilo…quello là.
Rispose Emma indicando innocentemente un disegno a pennarelli proprio accanto all’animale.
- Io non ho più parole.
Regina sospirò. Raccolse l’ultimo goccio misero di pazienza rimastole nel corpo e si rivolse alla ragazza davanti a sé.
- Ascolta, respira e smetti di distrarti con qualsiasi cosa. Te lo chiedo per favore.
La figlia di Biancaneve fece un piccolo broncio.
- Lo sai vero che non è voluto. Mi basta vedere l’oggetto anche solo un secondo per cambiare il mio pensiero.
- Lo so. E ora che lo sai pure tu, concentrati ancora di più.
Emma sorrise.
- Fa rima.
La mora non poté evitare di sorridere a sua volta.
- Dai che Malefica la vedo perplessa sotto questa forma.
In effetti, guardava le due donne in modo strano.
Stavolta lo Sceriffo fece davvero del suo meglio.
Il grosso pachiderma fu circondato da una nube porpora e, quando si dissolse, finalmente si poteva vedere Malefica.
- È normale avere voglia di noccioline?
Domandò la bionda strega inclinando il capo.
- Malefica.
Salutò freddamente Regina.
- Comprendo ancora che non è il momento.
Rispose con una punta di tristezza la donna per poi svanire in una nube porpora.
- Regina…non credi sia ora di perdonarla?
Domandò Emma sospirando.
- Non dirmi come comportarmi.
La bionda Swan alzò le mani in segno di resa.
Il telefono della mora squillò e uscì dalla biblioteca per rispondere.
Emma fece una smorfia.
- Tu mi dici sempre come comportarmi.
Bisbigliò canzonando la compagna assente.
- Posso uscire?
Chiese una timida vocina da dietro il bancone della reception.
Belle, si era sapientemente nascosta per non essere colpita dalla magia di Emma-danno Swan.
La giovane dai capelli castani, uscì lentamente dal suo nascondiglio sorridendo timidamente alla bionda che rise di gusto.
I loro sguardi però vennero attirati da un qualcosa entrato in volo dalla finestra.
- Uh, uno Storno.
Lo sguardo perplesso di Emma fece sorridere Belle che fu pronta subito a darle una spiegazione.
- Lo si riconosce dalle sue cangianti piume porpora e verdi.
Emma annuì con il capo continuando a guardare l’animale.
Il piccolo uccellino si era posato in alto su uno scaffale e, in quel momento, vista l’assenza di Regina allo Sceriffo balenò un’idea.
- Se sono riuscita a trasformare Malefica in svariati animali, potrei provare a trasformare quell’uccellino in qualcos’altro. Faccio pratica così quando torna Regina le mostro cosa so fare.
Belle a quelle parole alzò al cielo il dito indice.
- Posso proporti di continuare con il libro? Non mi sembra una buona idea.
Emma rise.
- Le mie “cattive idee” vi hanno spesso salvato dai guai.
Belle gonfiò le guance pensierosa per poi assentire con il capo.
- In effetti…
Asserì poi la bibliotecaria facendosi da parte dopo aver notato la determinazione negli occhi della figlia di Biancaneve.
Emma si sfregò le mani. Prese la bacchetta e pensò a qualcosa di piccolo e delicato.
Un fascio di luce colpì l’uccellino intento a scostare un libro con il becco.
L’animale si trasformò in un criceto dal pelo rossiccio.
- Oh ma che carino.
Disse Belle sbucando con la testa dal bancone. Se fosse stata un cartone animato, avrebbe avuto gli occhi a cuoricino.
Il criceto si guardò incuriosito per poi infilarsi tra un libro e l’altro.
- Oh no!
Esclamò Emma prendendo una scaletta e salendoci sopra.
Iniziò a spostare alcuni libri per scovare il criceto e trasformarlo nuovamente, ma fu il piccolo animale a trovare lei mordendola a un dito.
La giovane bionda gridò dal dolore cadendo all’indietro e finendo col sedere a terra.
- Emma? Tutto bene?
Domandò Belle per poi guardare fuori dalla porta della Biblioteca.
- Stavo meglio prima.
Rispose lo Sceriffo alzandosi per poi massaggiarsi il punto dolorante.
- Regina sta parlando con tua madre. Entreranno a breve mi sa.
- Ok, ok…ora lo ritrasformo.
Emma si concentrò nuovamente. Il piccolo criceto vagava sullo scaffale come se leggesse i titoli dei libri. Un piccolo particolare che alla bionda non sfuggì. Una strana coincidenza?
Questo le fece venire in mente Malefica e mentre puntò la bacchetta, un’immagine della strega le balenò nella mente. Peccato non fosse la forma umana.
Una nube porpora circondò l’animale facendosi sempre più ampia.
Emma iniziò a scostarsi velocemente da quella zona. Qualcosa di enorme prese il posto del criceto.
Un drago nero fece cadere alcuni scaffali sbattendo le ali, per poi afferrare un oggetto con gli artigli e sfondare la finestra della biblioteca sotto gli sguardi attoniti di Emma e Belle.
Regina e Snow entrarono proprio in quel momento. La bocca di Biancaneve, calata dallo sbigottimento. Ira funesta per quanto riguardava l’Evil Queen.
- Ehm…un uccellino?
Disse Emma cercando di giustificarsi simpaticamente.


Nota di Alex: Avevo voglia di caos hahaha mi giustifico così :D

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
 
Sulle labbra di Regina si dipinse un sorriso che stava visibilmente trattenendo una sfuriata.
- Un uccellino? E scommetto che la finestra era già così.
Sbottò indicando un buco enorme sulla parete dove prima c’era la finestra della biblioteca.
- In mia difesa posso dire che era aperta.
Asserì la bionda con fare innocente.
L’Evil Queen a quella risposta non seppe trattenersi.
- Ma quando l’hai generata, il cervello ti sei dimenticata di farglielo?
Domandò poi afferrando Biancaneve per le spalle scuotendola leggermente.
Si scostò dalla figliastra, serrò le mani a pugno lungo i fianchi e uscì dalla voragine creata dal drago.
Il paesaggio, tutto sommato, sembrava tranquillo come al solito. Ormai aveva smesso di piovere e i cittadini di Storybrooke passeggiavano sui marciapiedi. Chi andava da Granny, chi da Marco…ognuno per la sua strada come se nulla fosse accaduto.
Questo insospettì la mora.
Belle, Snow ed Emma la raggiunsero incuriosite.
- Niente urla, nessun palazzo distrutto né gente che scappa terrorizzata o con forconi e torce alla mano. Ciò significa una sola cosa.
Disse l’Evil Queen svanendo in una nube viola.
 
Regina sapeva benissimo, dove trovare la sua amica di vecchia data. Si sedette così ad attenderla nel più impensabile dei luoghi…la baita abbandonata di Rumplestiltskin.
Una nuvola porpora comparve poco distante dall’ex Sindaco.
- Immaginavo che centrassi qualcosa e sai perché? Il silenzio.
Malefica rise a quelle parole.
- Io mi ero presentata come un piccolo e innocente Storno.
Un sorriso si dipinse sulle labbra di Regina.
- Naturale…per via del piumaggio verde e porpora. Poi come sei finita drago?
Le chiese incuriosita, aspettando di sentire qual danno aveva provocato Emma-disastro Swan.
- Ah quello è colpa della biondina. Me ne stavo tranquilla su di uno scaffale e mi sono ritrovata trasformata in criceto. Nemmeno dopo averle morso la mano mi ha lasciata in pace. Poco dopo mi ha mutata in drago senza che me ne accorgessi…ero un po’ troppo voluminosa per quella biblioteca.
Regina rise seguita da Malefica.
- Io so il perché.
- Illuminami.
La spronò la bionda strega.
- La figlia di Biancaneve è un’ottima osservatrice. Di certo non le sarà sfuggito il fatto che guardavi la lettera iniziale di ogni scaffale, prima di percorrerlo in tutta la sua lunghezza o di cambiare corsia velocemente. Avrai fatto lo stesso da uccello e da criceto. Ha pensato a te, anche se non so perché non le sia venuta in mente la tua forma umana, e ti ha colta in flagrante mia cara…senza volerlo oserei dire.
La mora fece una pausa per poi alzarsi dalla poltrona su cui era seduta e puntare lo sguardo dritto verso la bionda strega, avanzando lentamente verso di lei.
- Cercavi qualcosa. Ma cosa?
Domandò poi.
Malefica sogghignò.
- Bene, bene. Noto con piacere che nemmeno a te è sfuggito tal particolare.
Tra le mani di Regina comparve una fiala, la stessa che il drago raccolse dal pavimento della biblioteca prima di sfondare la finestra.
Malefica fulminò con lo sguardo la mora davanti a sé, spingendola contro il muro e bloccandole i polsi con le mani, riprendendosi così la boccetta in vetro.
- Non c’è bisogno di esser così aggressivi.
Disse poi l’Evil Queen senza distogliere lo sguardo dalla bionda strega ancora su di sé.
- È una cosa importante che mi appartiene.
Ringhiò la donna.
Un sorriso beffardo si dipinse sulle labbra di Regina.
- Tecnicamente apparterrebbe a mia madre. Quando te ne sei andata ho notato che una seconda pagina del diario è stata strappata. Inutile chiedere chi sia stato.
Malefica sembrò frugare nello sguardo profondo della mora prima di lasciarla andare e allontanarsi guardando la fiala nella sua mano.
- È questa la causa del mio comportamento. Ho dovuto fingere, per cercarla ovunque senza destare sospetti.
La bionda strega estrasse dalla tasca la pagina strappata dal diario di Cora, porgendola a Regina che la lesse.
- La fiala del “Figlio Perduto”?
Regina guardò l’amica indicandole di sedersi insieme a lei sul sofà.
- Puoi parlarmene?
Malefica sospirò come se si stesse per liberare di un enorme peso.
- Ora sì.
Si schiarì la voce prima di affrontare quell’argomento di cui solo lei era a conoscenza.
- Ho trovato questo scritto nel diario, il giorno stesso in cui l’ho dato a Emma. Ho indotto io la biondina a fare quell’incantesimo trasformandomi in una bambina.
La strega rise.
- Non è così sciocca e smemorata di suo, ho usato l’ipnosi, per questo ogni domanda fattale aveva una risposta da lasciar perplesso il più paziente degli ascoltatori.
La donna si alzò andando verso il mobile bar. Prese due bicchieri, versò al loro interno del sidro di mele e poi tornò verso il divano porgendone uno all’amica in ascolto.
- La fiala è magica, e non parlo solo del liquido che contiene ma della boccetta in sé. È legata a un incantesimo che non ne facilita di certo il ritrovamento. Se qualcuno viene a conoscenza che la stai cercando, basta anche solo un accenno, la fiala cambia luogo. Con le sembianze di una bimba potevo cercarla ovunque senza che gli altri facessero domande.
Bevve un sorso dal bicchiere che teneva stretto fra le mani per poi sospirare nuovamente.
- Credevo fosse a casa tua. Dall’enigma scritto lì sopra, sapevo si trovasse in un luogo con molti libri ma, ahimè, le opzioni erano davvero molte. Poi, però, quel giorno in biblioteca, dalla mia statura bassa di topolino notai un particolare che mi fece capire di essere sul luogo giusto. Una A scarlatta indicava il primo scaffale, una M color del mare volgeva a est il suo sguardo ma… all’improvviso Emma mi trasformò in pachiderma. Capii che la mia ricerca in quel momento era finita. Sentii il tuo telefono squillare. Attesi che ti allontanassi e mi trasformai in uno Storno. Entrai e andai dritta alla meta.
- Nello scaffale dove “i Regni di ogni popolo trovano la quiete del silenzio”…la R.
Bisbigliò Regina leggendo le indicazioni sul foglio.
- Esattamente. Ero intenzionata a cercare “Fra gli antichi splendori e i vecchi rancori” ma nuovamente la biondina si è messa in mezzo. Peggio di una tortura quella ragazza.
Malefica rise e a Regina sfuggì un sorriso.
- Beh, poco male…quando mi ha trasformata in drago e lo scaffale si è ribaltato ho visto la fiala, l’ho afferrata e me ne sono andata.
- Ora però, vorrei mi parlassi dello scopo di tutto ciò. Perché non mi hai detto che avevi un figlio?
Chiese l’Evil Queen celando tristezza nelle sue parole.
- Un po’ perché se l’ho perso lo devo a te.
Per Regina quelle parole furono un pugno allo stomaco.
- Scusami?
Chiese la mora fingendo di non capire.
- E un po’ perché c’entrano i Charming.
L’Evil Queen alzò un sopracciglio perplessa.
- Cosa possono mai c’entrare quei due, l’emblema della sacrosanta e alquanto smielata bontà fiabesca, con tutto questo?
- Desidererei che ne parlassi con loro.
Asserì Malefica.
- Per qual motivo non me ne parli tu?
Domandò Regina sospettosa.
- Vorrei sentire con le mie orecchie come il “Bene” giustifica ciò che ha fatto.
- Accusa pesante amica mia. Ho bisogno di un chiarimento e tu, tu hai bisogno di trovare tuo figlio. Questa sera stessa verrai all’appartamento dei “Soliti Idioti”. Risolveremo questa faccenda.
- Non volevo coinvolgerti.
Borbottò Malefica celando tristezza.
- Sono già coinvolta.
Rispose la mora reprimendo rabbia verso se stessa.
 
Regina aveva chiesto a Emma di chiamare i suoi e far sì che si trovassero tutti a casa, al loro arrivo…e così fu.
Appena Malefica e l’Evil Queen misero piede in casa Charming, li trovarono tutti e tre seduti in sala da pranzo in silenzio.
Sembrava che i due piccioncini, simbolo dell’Enchanted Forest, si aspettassero quel momento sin dal ritorno di Malefica.
Emma si alzò dalla sedia.
- Ogni tuo desiderio…
Disse indicando i due seduti accanto a lei.
Regina accennò un sorriso che si smorzò subito. Ciò fece preoccupare la bionda che le si avvicinò.
- È successo qualcosa?
Chiese lo Sceriffo in apprensione.
La mora sospirò.
- Siediti…ti prego.
Emma eseguì senza dire una parola. Lo sguardo preoccupato.
I Charming erano chiusi nel più assoluto dei silenzi. I propri sguardi sul tavolo davanti a sé. Malefica invece li guardava…non riusciva a distogliere lo sguardo da quei due.
- Sono venuta a conoscenza, di una cosa che mi ha tolto il respiro…in primis perché in parte è colpa mia…ed essere artefice di altra infelicità…
La mora fece una pausa come se davvero quel fatto pesasse su di lei come un ulteriore macigno da sopportare.
- …in secondo luogo perché la colpa è anche vostra.
Regina guardò i due che alzarono lo sguardo verso di lei.
- Ho chiesto spiegazioni a Malefica, ma lei vuole sentirle provenire proprio da voi. E come darle torto.
Le due maghe si sedettero al tavolo con i tre.
- Come potevate immaginare, il drago uscito dalla biblioteca ero io. La tua intuizione inconscia, biondina, era esatta…anche se davvero non capisco, perché non hai pensato alla mia forma umana… ma questi son dettagli trascurabili. Ero andata in biblioteca per parlare con Regina, ma dopo esser stata trasformata in topo, scoprii che quello era proprio il luogo dov’era nascosta una fiala di vitale importanza…per me. La fiala contiene un incantesimo atto a ritrovare il figlio perduto.
La bionda strega fece una pausa e i Charming abbassarono i propri sguardi.
Nel vedere quella reazione Malefica sogghignò.
- Avevo appreso di quella fiala nel diario di Cora, poco prima di darlo a vostra figlia e venir così trasformata in bimba. Atto voluto e indotto con ipnosi a Emma. Nelle vesti di una piccola peste, nessuno avrebbe fatto caso alla mia ricerca né posto domande su essa. Ad ogni modo, quando Emma mi trasformò in drago, feci accidentalmente cadere alcuni scaffali. Trovai la fiala e ma ne andai.
- Non sapevo che avessi un figlio.
Disse Emma sinceramente stupita.
- Già…e come potevi.
Rispose amaramente Malefica.
Regina si schiarì la voce.
- Perché non partite dall’inizio a spiegarmi ciò che è accaduto? Essendone responsabile, credo di avere il diritto di sapere.
Disse poi la mora seppur a fatica. Emma vide quanto faceva male a Regina dover apprendere di aver causato altro dolore.
Malefica guardò i due Reali, attendendo forse che iniziassero loro la discussione su tal argomento, ma ciò non avvenne. Prese un respiro profondo e cominciò.
- Tutto iniziò quando tu, Regina, mi rubasti la maledizione oscura. Mi alleai con Ursula e Crudelia e insieme indimmo una riunione con i tuoi genitori…Emma. Proponemmo di andare all’Albero della Saggezza, situato nel folto della foresta. Esso risponde a ogni domanda che gli viene fatta, incluso un quesito su come sconfiggere la Regina e la sua maledizione.
- Perché non ci siete andate voi ma l’avete proposto a loro?
Chiese Emma incuriosita. Malefica sorrise. Era la stessa domanda posta loro dai Charming, in un passato che ormai sembrava davvero troppo lontano per essere ricordato.
- L’albero della Saggezza è protetto. Possono accedervi solo due dei più valorosi eroi.
Rispose la bionda strega.
- Noi abbiamo accettato così da poter sconfiggere Regina una volta per tutte…e appena arrivati all’Albero e posto la nostra domanda…
S’intromise Biancaneve. Udire la sua voce dopo tutto quel silenzio, risultò strano alle orecchie dei presenti.
- ...siamo stati rifiutati.
Aggiunse David.
- Perché? Perché mai?
Emma era sbalordita.
- È stato in quel momento che abbiamo scoperto…
Riprese Snow.
- Che tua madre era incinta di te.
Concluse il Principe.
- E perché l’Albero vi ha rifiutati?
Emma sembrò non capire.
- Perché i tuoi genitori sono degli eroi, ma non è detto che lo sia anche il figlio. In quanto  prodotto del Vero Amore, potrebbe essere un potente eroe capace di compiere grandi gesta oppure essere dotato di un’Oscurità latente e diventare il cattivo più oscuro di qualunque creatura del regno.
Spiegò gentilmente Malefica.
- Poi cos’è accaduto?
Domandò Regina interessata.
- Malefica è venuta a farmi visita a palazzo, dicendomi che aspettava un figlio. Mi disse che dovevamo fermare la maledizione per le creature che portavamo in grembo..che insieme ci saremmo riuscite collaborando. Ma io rifiutai.
Emma fissò la madre contrariata e al contempo interrogandosi sul perché di quel rifiuto…risposta che non tardò ad arrivare da Malefica.
- Rifiutò perché sono malvagia e se avessero ceduto all’oscurità per eliminare la Maledizione anche il proprio sarebbe stato condannato.
A quelle parole seguì il silenzio, interrotto dopo alcuni minuti dalla figlia di Biancaneve. Lo sguardo torvo.
- Vi ascolto.
Disse poi in un tono che non ammetteva repliche.
- Un modo sicuro per sapere se tu potevi essere buona o cattiva era avere un assaggio del tuo futuro toccando il corno dell’unicorno.
Riprese Snow.
- Lo toccammo entrambi. Ciò che vidi era il tuo lato buono. Sorrisi a tua madre ma lei purtroppo aveva visto il tuo lato cattivo.
- E siete rimasti al dubbio che avevate in partenza.
Constatò la figlia.
- Esatto. Nella foresta Infinita a est, incontrammo un vecchio a cui raccontammo i nostri dubbi sul tuo futuro. Egli ci disse che c’era un modo per relegare la tua oscurità latente..ma, ci ha anche giustamente ricordato, che ogni magia ha un prezzo.
- Ed eravamo disposti a pagarlo qualunque esso fosse.
- La tua oscurità non poteva esser semplicemente “mandata via” bensì doveva venir assorbita da un altro essere vivente…un altro bimbo…non ancora orientato né verso il bene né verso il male.
- Perché il vecchio potesse compiere l’incantesimo dovevamo fornirgli l’essere vivente che avrebbe assimilato la tua oscurità.
I Charmings si guardarono trovando estremamente difficile pronunciare le parole che stavano per dire dinnanzi a Malefica e alla propria figlia. Era un’ammissione di colpevolezza. Una presa coscienza di quell’atto infame che avevano compiuto.
- Scelsimo così di usare il…tuo…
- L’uovo che avevi deposto.
David terminò la frase al posto della moglie.
Emma era costernata.
- Crudelia e Ursula erano fuori dalla caverna di Malefica. Le addormentammo con della polvere magica. Entrammo nella caverna…
Aggiunse poi l’uomo.
- Presero l’uovo, dicendo che non era un bambino ma era destinato a diventare un mostro come me. Li supplicai di avere pietà…non potevo perdere mio figlio…ma se ne andarono e con loro anche l’uovo.
Ricordò Malefica tristemente.
- Lo portammo al vecchio e mentre eseguiva l’incantesimo ci disse che l’uovo sarebbe stato allontanato dall’Enchanted Forest.
Continuò il Principe.
- Malefica non lo sapevamo. Gli abbiamo detto che avevamo promesso di riportarlo alla madre ma ormai era troppo tardi. L’incantesimo era stato eseguito e quindi… irreversibile.
Disse Biancaneve guardando negli occhi la bionda strega.
- Si aprì un portale. L’uovo si dischiuse mostrandone un bimbo. Corremmo verso di lui per salvarlo ma Crudelia e Ursula s’intromisero, cadendo nel portale assieme al piccolo.
Informò David seriamente dispiaciuto e provato al ricordo di quanto successo.
Malefica si alzò uscendo dall’appartamento. Regina la seguì.
Emma irrigidì la mascella.
- Non so davvero che dire.
Calde lacrime bagnavano le guance di Snow.
- Ti giuro che non lo sapevamo…non sapevamo che lo mandasse in un altro mondo.
- Non avreste nemmeno dovuto considerare quell’opzione.
Urlò Emma alzandosi in piedi di scatto.
- Cercavamo solo…di proteggerti.
- Devo andare.
Disse la giovane sconvolta.
- Per favore, fermati.
Biancaneve la rincorse ma Emma ormai si era già allontanata uscendo dall’edificio.



Nota di Alex: Lo so, lo so, ma è più forte di me. Se non metto del caos o del tragico nelle mie storie non son contenta.
Spero vi piacia comunque.
Un grazie infitite a tutti voi lettori, sempre più numerosi. Siete una soddisfazione unica.
Recensite in tanti che amo leggere i vostri punti di vista.
Grazie e alla Prox :)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3039941