The Choice.

di _Giuls17_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un quarto anno imprevedibile ***
Capitolo 2: *** Maybe, I don't know you really ***
Capitolo 3: *** Changes on the horizon ***
Capitolo 4: *** Unexpeded ***
Capitolo 5: *** The toughest test ***
Capitolo 6: *** It's the summer of love ***
Capitolo 7: *** Make a difference ***
Capitolo 8: *** Hidden love ***



Capitolo 1
*** Un quarto anno imprevedibile ***


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Un quarto anno imprevedibile
 
Hermione si lasciò trascinare dal flusso degli studenti verso la Sala Grande, strinse un po’ di più i libri al petto per non lasciarli cadere e s’incamminò verso il suo tavolo.
Osservò con attenzione tutti i ragazzi della scuola, curiosando tra i più grandi e tra i più piccoli che a breve sarebbero stati smistati nelle loro nuove case.
Posò i libri sul tavolo e si sedette accanto a Harry e Ron, i quali avevano iniziato a parlare del Torneo di Quidditch già da quella mattina e non avevano smesso per tutta la giornata, neanche adesso che si erano presentati per la cena.
-Ed è solo il primo giorno.- sussurrò  Hermione, guardando il tavolo degli insegnanti.
Notò subito un posto vuoto e si chiese chi mancasse o chi sarebbe arrivato quell’anno dopo che Lupin aveva lasciato la cattedra l’anno prima.
Scosse brevemente la testa e salutò Dean con un cenno del capo e poi allungò lo sguardo per osservare il tavolo dei Serpeverde.
Lei e Malfoy non si erano più rivolti la parola o per meglio dire non si erano più insultati da quando Hermione lo aveva colpito al naso con un pugno l’anno prima, fuori dal cortile della scuola.
Guardò il biondo parlare con Blaise Zabini e pavoneggiarsi con la Greengass, chissà per cosa, ma notò nei suoi occhi una scintilla, un luccichio che scomparve nel momento esatto cui i loro sguardi si incrociarono, rimasero ad osservarsi per alcuni secondi, fino a quando la voce di Albus Silente li fece tornare alla realtà.
 
-Buonasera, com’è tradizione da molti anni è mio compito tenere un breve discorso sia per i nuovi arrivati sia a chi è alla conclusione del suo percorso, ma prima di ciò ho una notizia da darvi.-
Hermione raddrizzò la schiena e guardò i suoi migliori amici, anche loro avevano smesso di parlare e stavano prestando attenzione al preside.
-Quest’anno il Torneo di Quidditch non si terrà.-
-No!-
-Non è giusto!-
-Non può farlo.-
Tutti i ragazzi interessati si alzarono in piedi per dare voce alle loro opinioni, persino un paio di studenti di Serpeverde e Corvonero non erano contenti di quella notizia, anche se a Hermione non piaceva particolarmente il Quidditch sapeva che per Harry era l’unico sfogo che lo facesse sentire libero, e vederlo privato di qualcosa di così importante la fece sentire a disagio.
-Il Torneo non si terrà perché quest’anno il Ministero della Magia ha concesso alle scuola di organizzare il Torneo Tremaghi, ma non sono io la persona più adatta per parlarvene, Barty ti dispiace salire, tu?-
Silente lasciò il posto a Barty Crouch, un uomo poco più basso di Silente con i capelli grigi, nonostante Hermione non fosse molto informata sui dipendenti del Ministero della Magia sapeva che lavorava nell’ufficio della Cooperazione Magica Internazionale.
-Lo abbiamo visto alla Coppa del Mondo, ricordate?-
Ron catturò la sua attenzione con delle semplici parole e solo allora si ricordò dove l’aveva visto per la prima volta e di come era stato poco carino nei loro confronti.
-Quest’anno il Ministero ha deciso di riportare alla luce un’antica tradizione, il Torneo Tremaghi, nonostante gli eventi accaduti alla Coppa del Mondo di poche settimane fa.
Il Torneo prevede la cooperazione delle tre più grandi scuole di magia e stregoneria europee: Hogwarts, Durmstrang e Beauxbatons, grande gloria toccherà al mago che completerà col punteggio più alto le tre prove previste, ma purtroppo l’evento è riservato ai maghi con più di diciassette anni d’età.-
Nuovamente la sala si riempì di dissensi dei singoli studenti, che consci dell’impossibilità di partecipare al Quidditch avevano sperato di poter partecipare a un altro incredibile evento e di cui erano stati appena esclusi.
I primi che si alzarono furono Ron e Harry, seguiti da Fred e George, notò molti ragazzi di Serpeverde ed altri di Tassorosso, pronti a dar battaglia pur di poter partecipare.
Hermione alzò gli occhi al cielo ma rimase impassibile a quella notizia, decise però di gustarsi la scena.
 
-Silenzio.- Silente aveva nuovamente raggiunto Crouch davanti al leggio e con quell’unica parola aveva riportato la calma nella sala Grande.
-Questa misura è stata presa esclusivamente per la vostra sicurezza, il Ministero non ha intenzione di mettere in pericolo nessun giovane mago inesperto, proprio per questo motivo è stato stabilito un limite d’età.
Le due scuole di Magia arriveranno il trenta di ottobre e proprio per quel giorno verrà scoperto il Calice di Fuoco, qualsiasi mago che abbia intenzione di partecipare non dovrà fare altro che scrivere il suo nome su una pergamena e lasciarlo cadere al suo interno.-
-Non prendetelo con leggerezza.- concluse il preside, guardando tutta la sala, -Se il Calice vi sceglie non potete tirarvi indietro.-
 
***
 
Uscì per ultima dall’aula di Antiche Rune, avendo perso del tutto la concezione del tempo.
Sistemò i libri e si diresse verso il cortile sperando di trovare Harry e Ron, nonostante non frequentassero alcune lezioni assieme si davano sempre appuntamento lì per recarsi assieme nella Sala Grande.
Li avvisto da lontano e decise di aumentare il passo, solo che nella fretta non si rese conto di aver spinto, leggermente, Draco Malfoy.
Si fermò, guardandolo negli occhi in attesa che iniziassero gli insulti, le scenate e il solito “mio padre lo verrà a sapere”, non abbassò mai lo sguardo e neanche lui lo fece, rimanendo in silenzio.
-Sta attenta a dove metti i piedi.- grugnì dandole immediatamente le spalle, per raggiungere alcuni suoi compagni.
Hermione rimase palesemente immobile, con la bocca leggermente aperta e i libri ancora stretti sul petto, ma i suoi occhi continuavano ad osservare la schiena del ragazzo, credendo di aver sentito male.
 
Non mi ha insultata.
 
-Hermione tutto bene? Malfoy c’ha dato dentro come al solito?-
-Io… Andiamo a pranzo.- sussurrò, non riuscendo neanche a trovare le parole per esprimere quello che era appena successo.
Malfoy fin dal loro primo anno non aveva mai mancato l’occasione per deriderla e per farla sentire inferiore, sporca e disprezzata, in confronto a lui, sapeva che il suo silenzio non era dovuto a un improvvisa gentilezza nei suoi confronti, immaginava soltanto che avrebbe colpito più a fondo in un secondo momento, quando tutti lo avrebbero potuto sentire.
Seguì i suoi amici verso il loro tavolo, osservando tutto il cibo che quei poveri elfi cucinavano ogni giorno per loro, scosse la testa e sistemò alcune fettine di carne sul suo piatto e dell’insalata, mentre vide Ron abbuffarsi come al solito.
-Sei un animale.- commentò sua sorella, distogliendo lo sguardo.
-Per…chè?- bofonchiò con la bocca aperta.
-Abbia la decenza di non farci vedere il cibo, almeno.- disse, osservando il tavolo dei professori.
-Ancora non è arrivato il nuovo insegante di Difesa delle Arti Oscure?-
-Sembra di no.- rispose a Harry, che come lei stava osservando la stessa cosa.
Improvvisamente però la porta della Sala Grande si aprì di colpo e iniziarono ad entrare dei ragazzi, con dei cappotti lunghi marroni e dei cappelli colbacco dello stesso colore, alcuni iniziarono a correre, lanciando in aria il cappotto, facendo uscire dalla bocca draghi di fuoco.
-Durmstrang?- chiese, rivolgendosi a Harry, di sicuro più informato di lei.
-Pare di sì.-
Per ultimo entrò un signore con una barba nera lunga, non come quella di Silente, lo sguardo severo e il passo pesante ed accanto a lui il miglior giocatore di Quidditch, Viktor Krum, e lentamente si diressero verso il tavolo degli insegnanti.
-Oh.Mio.Dio.- commentò Ron, non riuscendo a togliere gli occhi dal ragazzo.
 
Proprio quando tutto si era calmato, videro entrare delle ragazze, dai semplici vestiti blu a maniche lunghe, ma un po’ più corti della loro divisa, se i ragazzi di Durmstrang avevano ammaliato le donne quelle ragazze con il loro ballo, fecero colpo su tutti i ragazzi di Hogwarts.
Hermione sbuffò e continuò ad osservare quello spettacolo privo di significato.
E come nel precedente caso videro entrare una donna, molto alta, diretta come l’uomo al tavolo di Silente.
-Deve essere Beauxbatons.- commentò Dean, continuando a guardare le ragazze.
 
-Sono felice di annunciarvi che le atre due scuole si sono appena unite a noi, da domani gli studenti interessati potranno mettere il proprio nome nel Calice, ma ricordate che il vero scopo del Torneo Tremaghi non è la gloria, non è la vittoria, è la cooperazione.
Auguro a tutti un felice anno!- concluse Silente, con un leggero sorriso in viso.
-Altro che felice anno, qua ci sarà da lavorare.- commentò una voce alle spalle del preside.
-Sono felice che tu ci abbia raggiunto Alastor, prego.- indicò il posto libero accanto a Minerva, -Il professore Moody sarà il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure.-
-Sarà un anno davvero incredibile.- sussurrò Ginny.
-Forse è meglio dire, imprevedibile.- replicò Hermione, guardando i suoi amici.
 
 
 
 
 ^^: Bene, ogni volta non so mai come iniziare questo spazio, per cui perdonate la mia premessa iniziale XD
Come promesso ad alcune di voi, ho iniziato il Prequel de Insanity, piccola long che racconta le vicende di Draco e Hermione dopo la II Guerra Magica, quindi specifico che essa non è necessaria per comprendere questa, in corso, ma se vi fa piacere ed avete qualche piccola curiosità vi esorto a leggerla :D
Il titolo anche se molto lungo mi ha colpito così nel profondo che non potevo evitarlo o cambiarlo, quindi spero che anche voi apprezziate la mia iniziativa, è una frade di Giuseppe Verdi !
Volevo comunicarvi che per il momento l'aggiornamento sarà una volta alla settimana, di sabato, quando avrò concluse altre storie potrò aggiornare due volte, ma per il momento non mi sento di sovraccaricarmi di lavoro, volevo solo ringraziare tutte quelle persone che si fermeranno a leggerla, spero che in qualche piccola recensione e buona lettura :D


 

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Capitolo 2
*** Maybe, I don't know you really ***


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Ecco questo secondo capitolo, cosa posso dirvi?
Anche se ci lavoro lentamente preferisco che tutto sia chiaro, 
Draco è diverso, ma non sarà un altro Draco, prima bisogna comprendere
come siamo arrivati a ciò, verrà spiegato più avanti, per ora vi lascio le basi
per capire, ancora meglio, il suo cambiamento.
Hermione per la prima volta si trova in difficoltà, ma stavolta affronta qualcosa che non 
riesce a comprendere, ma adesso basta,
vorrei ringraziare quelle belle persone che hanno perso tempo a leggere la storia
e spero di non deluderle, davvero
XOXO

 
Maybe, I don’t know you really
 
Aveva ingenuamente creduto che nonostante il Torneo tutto sarebbe andato bene, come negli anni precedenti, anche se niente era mai andato come aveva previsto, ma quell’anno si era proprio sbagliata.
La sera che Silente aveva estratto il nome dei tre Campioni tutto era cambiato, perché Harry, il suo migliore amico era stato sorteggiato e quello era stato il primo vero problema, avendo comportato un momentaneo allontanamento di Ron dal ragazzo.
 
Hermione si era spesso tenuta lontana dai loro litigi o il più delle volte cercava di farli ragionare e quasi sempre tutti e due comprendevano i loro sbagli e andavano avanti, da buoni e vecchi amici ma quella volta le sue parole non erano servite a nulla.
Ron rimaneva dell’idea che Harry avesse fatto inserire il suo nome da un ragazzo più grande solo per la gloria, solo per ottenere più fama, come se gli servisse ancora più fama, come se per lui fosse veramente importante essere conosciuto da tutti.
Ma questo Ron non era riuscito a capirlo e lei non era stata d’aiuto.
 
Allo stesso tempo era stata presa da una questione ancora più urgente, doveva aiutare Harry a capire quale potesse essere la prima prova del Torneo Tremaghi, ma come il ragazzo in questione non aveva nessuna idea di che cosa potesse essere.
Così aveva deciso di chiudersi in Biblioteca per esaminare più libri possibili sull’argomento e per cercare una soluzione.
Erano passate da poco le cinque quando sentì la porta aprirsi, inizialmente non c’aveva fatto caso, nonostante tutto non aveva così tanto interesse nel controllare chi entrasse o meno, ma ciò che le fece alzare la testa fu sentire la sedia di fronte alla sua scostarsi, con quel leggero rumore di sottofondo che le dava fastidio alle orecchie, così decise di controllare.
Molti dettagli le saltarono all’occhio, tra cui lo stemma della Casa a cui apparteneva, un Serpente, che non aveva mai trovato particolarmente simpatico, i capelli, troppo, biondi, che non stonavano con la carnagione leggermente chiara e gli occhi grigi, color tempesta, gli occhi grigi di Malfoy.
Non abbassò lo sguardo ma osservò attentamente il ragazzo, che come lei, la stava guardando, sedersi proprio di fronte, come se fossero vecchi amici, come se Hermione avesse dimenticato tutto ciò che era successo negli anni precedenti, come se potesse veramente considerarlo un amico.
Aspettò che il ragazzo uscisse i libri dalla sua bosa e senza aggiungere neanche una parola, li aprì e iniziò a sfogliare con disinvoltura le pagine.
 
Ma mi sta prendendo in giro?
“Sarà un nuovo modo di fare scherzi”
Non ci sto, non ci sto a essere una sua preda, la sua sola preda.
 
Senza rendersene conto iniziò a battere le dita sul tavolo di legno, prima uno e poi due, in attesa di spiegazioni da parte del biondo, anche se non sapeva per quale motivo lui avrebbe dovuto dare spiegazioni a lei, o a una come lei.
 
Mezzosangue.
 
L’aveva definita così al loro primo anno, quando ancora credeva che le differenze sociali non contassero, quando credeva che il mondo dei ragazzi fosse diviso da quello degli adulti, ma la sua convinzione l’aveva portata alla sua prima, e grande, delusione.
Il mondo non era come credeva lei, non era quel posto magnifico che aveva sempre sognato, non era quel posto di cui aveva letto in molti dei suoi libri.
Il Mondo Magico, come quello Babbano, l’aveva più volte ferita, ma lei si era sempre rialzata, più forte e più combattiva, per questo aveva deciso di essere la strega più intelligente che ci fosse ad Hogwarts, per dimostrare che nonostante il suo sangue, lei valesse più di mille Draco Malfoy messi assieme.
 
Nonostante lui non la stesse guardando, come se lei non fosse lì con lui, a pochi centimetri di distanza, non abbassò lo sguardo, ma smise di far rumore, non voleva perdere anche quella battaglia ma stavolta non seppe dire contro chi stava giocando.
Malfoy non si era mai comportato in quel modo, tutte le volte che il loro cammino si era incrociato non era finita bene, soprattutto per lei che finiva sempre col leccarsi le ferite, ma nonostante il dolore che gli insulti le provocavano, non si era mai arresa, ma per la prima volta il ragazzo aveva cambiato il suo atteggiamento.
 
“Cambiato? Siamo sicuri?”
No, per niente, ma è la seconda volta.
Qualcosa non va.
 
Osservò il libro aperto di pozioni del Serpeverde e capì che stava svolgendo il tema che Piton aveva lasciato l’altro giorno, quello che anche lei avrebbe dovuto fare invece che aiutare Harry a decifrare la sua prima prova.
Scosse la testa ed appoggiò brevemente la schiena alla sedia per valutare la situazione, per la prima volta sentiva di poter vincere contro il suo avversario ma dopo che ebbe realizzato quel pensiero, si rese conto che si stava comportando come una bambina, proprio come Malfoy.
A lei non interessava vincere, non interessava primeggiare su qualcun altro, voleva solo che lui la lasciasse in pace e nonostante il suo mutismo aveva deciso che non sarebbe stata neanche a quel gioco, così chiuse il suo libro e raccolse le sue pergamene.
Gli occhi del ragazzo non si mossero da libro, così Hermione ebbe il tempo di sistemare le sue cose e di alzarsi dalla sedia, nonostante avesse deciso, volontariamente, di non guardarlo più, improvvisamente avvertì il cambiamento.
Sapeva per certo che lui la stava osservando, percepì il suo cuore battere più forte, cercò di reprimere quella sgradevole sensazione mordendosi leggermente le labbra ma nonostante ciò lui era rimasto in silenzio, senza volerlo raccolse più velocemente la borsa e gli diede le spalle. S’incamminò verso la porta ma fu certa di averlo sentito sussurrare il suo nome, Hermione, e non il suo cognome o il solito dispregiativo, ma per la prima volta sentì di non aver il coraggio di affrontarlo, così come una serpe strisciò ed uscì, il più velocemente possibile.
 
***
 
-Ho capito in cosa consiste la prima volta.-
-Ne sei sicuro, Harry?-
Hermione osservò il suo migliore amico, guardandolo dritto in faccia, poteva scorgere i segni della stanchezza e dello stress, anche se il Torneo non era iniziato.
-Hagrid ieri sera mi ha portato ai margini della Foresta Proibita, sono draghi, Hermione, io non posso ancora crederci.-
-Come credi che verrà impostata la prova?-
-Non lo so, sarà difficile.-
-Hai avvertito qualcuno della prova?-
-Solo Cedric, mi… Mi sembrava giusto.-
-Va bene così Harry, adesso dobbiamo solo capire come superarla col massimo punteggio.-
-Parlerò con Moody.- decretò sicuro della sua scelta.
-Senti potresti parlare anche Ron? Credo che sia il caso che voi la finiste, è un litigio inutile e ti porta via molte energie.-
-No, lui crede che io abbia bisogno di fama ma non capisce che me la sto facendo sotto dalla paura, non ci vuole arrivare.-
-Lo sai che non sempre lui… Ti considera il suo migliore amico e crede che tu lo abbia tradito.-
-Io mi sento tradito, puoi riferirglielo tranquillamente.-
Hermione osservò Harry uscire nel cortile di Hogwarts, sapeva che nonostante tutto lui aveva ragione, Ron aveva tratto conclusioni affrettate senza ascoltarlo, ma puntualmente l’orgoglio di entrambi prevaleva sulla loro amicizia.
 
Non li capirò mai.
 
Si voltò per dirigersi verso il Salone d’Ingresso ma il suo breve percorso venne interrotto da una serie di urli ed esclamazioni, che la portarono ad osservare Harry, e il professore Moody giocare con un furetto, ma quando il suo sguardo si posò su Tiger e Goyle che, nonostante tutto, stavano urlando il nome di Malfoy per difenderlo, capì che qualcuno aveva esagerato.
Posò i libri e prima ancora che intervenisse la McGranitt si avvicinò a Moody.
-Non dovrebbe trattare così i suoi studenti.-
-Sto semplicemente insegando, signorina Granger.-
-In un modo del tutto sbagliato, ad Hogwarts gli insegnanti non trasformano gli studenti solo per impartire lezioni fuori orario.-
-Le voci che girano su di lei sono del tutto vere, è ligia alle regole.- disse, osservandola con il suo sguardo e continuando a muovere la bacchetta e Malfoy.
-Lo liberi, professore, non credo sia piacevole una cosa del genere, neanche per Malfoy.-
-Come desidera.-
Con un semplice colpo della bacchetta il professore lasciò andare il furetto, che cadde a terra con le sembianze di un Draco Malfoy leggermente impaurito ed arrabbiato, credeva fermamente che ciò che aveva fatto Moody fosse sbagliato, anche se il ragazzo in questione era proprio il suo tormentare.
Lo vide alzarsi, Hermione lo guardò negli occhi, cercando di leggergli dentro, di scorgere nuovamente il suono del suo nome che solo qualche giorno prima aveva sussurrato in biblioteca, ma non vi trovò niente, abbassò lievemente la testa, in segno di gratitudine, un movimento così veloce che lo colse a mala pena lei stessa.
Hermione si voltò per osservare Harry sparire con Moody dentro la scuola quando Draco andò via con i suoi compagni, guardò in alto verso il cielo.
Aveva previsto che quel quarto anno sarebbe stato imprevedibile, aveva previsto che essendo amica di Harry Potter tutto sarebbe stato diverso, ma adesso doveva fare i conti pure con un rinomato Draco Malfoy e stavolta non sapeva, veramente, come comportarsi, rendendosi conto che niente andava mai come previsto.
 
***
 
Entrò di corsa nel Dormitorio e senza pensarci due volte cominciò ad esultare assieme agli altri ragazzi.
Harry era riuscito a superare la prima prova con un ottimo punteggio, era riuscito a prendere l’uovo in poco tempo e anche grazie al suo aiuto.
Nei pochi giorni prima della prova avevano cercato tutti gli incantesimi che potessero essergli utili e alla fine ne avevano trovati due o tre che facevano al caso loro.
Osservò il suo migliore amico alzare in alto l’uovo d’orato, sapeva che nonostante tutto, il suo cuore stava scoppiando dalla gioia, Harry aveva dimostrato ancora una volta le sue grandi capacità, anche se era il più piccolo dei Campioni.
Vide Ron avanzare verso il ragazzo e scambiare poche parole, ma in poco tempo si abbracciarono e si avvicinarono verso di lei.
-Avevi ragione tu, Herm.-
-Come sempre, del resto.- urlò, per farsi sentire.
-Ed adesso?- chiese Ron, guardando Harry e l’uovo.
-Lo apriamo.-
Harry armeggiò con l’apertura per qualche secondo e lo lasciò andare ma proprio in quel momento un rumore assordante, stridulo, riecheggiò per la stanza ed Hermione cercò di aiutarlo a chiudere l’uovo.
-Non capisco.- sussurrò il ragazzo che era sopravvissuto.
-Io sì, un altro indizio da decifrare.- sussurrò, lasciandosi cadere sul divano, sfinita ed avvilita per tutta quella situazione.
 
 
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So che effettivamente c'entra poco e niente con la storia in se, ma ho pubblicato questo piccolo cross-over: A Monster.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2973104&i=1
Mi piacerebbe avere la vostra opinione, troveremo il punto di vista sia di Draco che di Hermione, per fatti inerenti alla storia, non è un vero e proprio spoiler, ma attenzione.
Grazie come sempre <3

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Capitolo 3
*** Changes on the horizon ***


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Ed eccoci qua, speroche abbiate passato una 
bella settimana, io mi sono appena ripresa da una terribile febbre-.-
Tengo molto a questo capitolo, perchè?
Hermione finamente, capisce, o almeno
ha un piccolo indizio, capendo chi ha davanti, con quale 
Draco Malfoy sta "lottando".
Ed anche vero che forse vi sarebbe piùfacile, avendo 
letto "Insanity", ma cercherò di 
essere il più chiara possibile ^^
Adesso mettetevi un bel vestito e andate al Ballo!
Alla prossima settimana, e grazie a chi passa
sempre a leggere :D
Changes on the horizon
 
Gli organizzatori del Torneo avevano concesso ai Campioni un meritato tempo di riposo poiché la seconda prova si sarebbe svolta solo all’inizio della primavera successiva, ed Hermione ebbe così non solo il tempo di aiutare Harry nel suo nuovo indovinello ma soprattutto poté riprendere a studiare seriamente, anche se lei lo sapeva bene.
Non aveva mai smesso di studiare solo per aiutare Harry, aveva fatto le ore piccole tutte le sere per finire i compiti e portarsi avanti, pur di non farsi mai trovare impreparata, aveva portato il suo corpo al limite ma adesso avrebbe potuto recuperare qualche piccola ora di sonno.
Alzò lo sguardo ed osservò la Biblioteca e sospirò, stringendosi i libri pesanti al petto; dal giorno che Malfoy si era avvicinato, senza un reale motivo, aveva evitato di incontrarlo, andando via ogni volta che lui entrava oppure frequentandola quando lui qualche lezione con le altre Case.
In quel momento non sapeva cosa fare, le sarebbero stati utili tutti quei libri al suo interno, tutto quel sapere ma aveva paura.
Sì Hermione Granger aveva paura e di Draco Malfoy.
 
È una cosa sciocca, lui segue sempre lo stesso schema: insulti, insulti ed insulti.
Solo che adesso è diverso, me ne sono resa conto, ma sono altrettanto sicura che lui non sia cambiato, che lui stia provando solo un’altra variabile dei suoi piani, per vedere fino a che punto può farmi male.
“C’è qualcosa che non quadra.”
Come? Eri tu quella che diceva che tipi come lui non possono cambiare?
Sono stata ferita troppe volte, fin da quando ero piccola ed è stato lui a farmi male, più di quanto potessi mai immaginare, non gli lascerò di nuovo tutto quel potere.
 
-Vuoi una mano?-
Hermione scosse brevemente la testa per uscire dai suoi pensieri ed osservò il suo interlocutore, lo conosceva, non bene, ma Ron aveva sempre parlato di lui.
Viktor Krum, era davanti a lei con un solo libro in mano e la guardava direttamente negli occhi.
-Sono pensanti.- sussurrò, anche se si diede della stupida.
Non solo lui era un Campione Tremaghi ma era anche il miglior giocatore di Quidditch al mondo, non si sarebbe di certo lamentato per alcuni libri.
-Potrei farcela.- allungò la mano affinché lei glieli passasse.
Hermione nonostante l’incertezza decise di farlo, appoggiandoli sulle sue mani, che le sembravano così grandi e forti in confronto alle sue e tenne semplicemente le pergamene strette al petto, come per proteggersi.
-Entri?-
-Sì.-
Aprì la porta e la lasciò aperta così da aiutarlo, in silenzio si diressero verso un tavolo libero e si misero seduti, sapeva che lui si sarebbe seduto vicino a lei, e nonostante l’incredibile gentilezza, s’imbarazzò.
Non lo conosceva e di certo non era una sua fan, come tutte le altre ragazze della scuola, e di sicuro con lei si sarebbe annoiato presto.
-Non è problema, vero? Scusa io sto imparando la lingua.-
-Sei molto bravo.- sussurrò, per non dare fastidio agli altri nella sala.
-Poco, per questo vengo qua, per imparare.-
-Se… Posso aiutarti.- alzò le spalle per concludere il discorso e lo guardò.
-Grazie, Hermione.-
Sentì i suoi occhi che si spalancavano per la sorpresa, lui conosceva il suo nome, il che le sembrò del tutto incredibile e strano, nessuno sapeva di lei, a parte Harry e Ron e gli altri Grifondoro.
Sorrise ed aprì uno dei suoi libri, per iniziare a studiare ma come sempre venne distratta dall’apertura della porta, solo che sentì il cuore battere così forte, così veloce, che dovette alzare gli occhi, fu qualcosa più forte di lei.
Trovò subito lo sguardo di Malfoy, sorpreso e deluso…(?) che lei fosse già in compagnia di qualcun altro, improvvisamente si sarebbe voluta alzare e urlargli che non era come pensava, che Viktor l’aveva solo aiutata con i libri e che si era ritrovata in quella situazione senza pensarci.
Ma non fece niente del genere.
Hermione sentì solo il suo cuore accallare, quegli occhi che per anni l’avevano tormentata adesso la guardavano in un altro modo, lo percepiva, anche se dal suo proprietario non erano uscite parole diverse.
Malfoy rimase a fissarla per pochi minuti, anche se a lei sembrarono ore e poco dopo le diede le spalle ed uscì di corsa dalla Biblioteca.
Abbassò lo sguardo, Viktor non si era accorto di niente e stavo ancora leggendo il suo libro, posò una mano sul cuore cercano di calmarlo ma improvvisamente capì una cosa davvero importante.
 
Lui viene in biblioteca per me.
 
***
 
-Come sempre ci siamo ridotti all’ultimo amico!-
-Cho mi ha detto di no, Ron, non saprei proprio a chi chiederlo.- bofonchiò Harry, con il morale più a terra di quello dell’amico.
-Harry dovresti pensare all’uovo, invece che al Ballo del Ceppo.-
-Hermione perché non ci presenti qualche tua amica, così sai insomma… Potremo invitarla al Ballo…-
-Ron sei il solito indelicato.-
-Ma visto che tu sei una ragazza!-
-Oh grazie per essertene accorto.- urlò, chiudendo di scattò il libro e alzandosi dalla poltrona della Sala Comune.
Si diresse verso il ritratto, aspettò impazientemente che si aprisse, ed uscì il più velocemente possibile, sentendo le lacrime scendere copiose dalla sue lacrime.
Ronald era il più indelicato dei suoi amici, l’unico che forse oltre a Malfoy, era riuscita a farla piangere in più di un occasione.
Girò velocemente un angolo ma senza rendersene conto sbattè contro un altro ragazzo, appoggiò le mani a terra per sollevarsi e cercò di recuperare le poche cose cadute, ma quando alzò il viso trovò quegli occhi grigi così pungenti che sentì le lacrime scendere ancora più forte.
Draco Malfoy la stava guardando, ancora.
-Cos’è successo… Hermione?-
Stavolta lo aveva sentito veramente, aveva detto il suo nome e non un insulto, le aveva chiesto qualcosa di carino ed era stato gentile ma lei non si sentiva per niente rallegrata di quello, scosse la testa e si alzò.
-Niente.-
Tagliò corto non sentendosi pronta ad affrontare quel genere di discorso proprio con lui, senza volerlo indietreggiò ancora e riprese a correre per dirigersi fuori dalla scuola il più velocemente possibile.
-Aspetta!-
Lo sentì urlare per pochi minuti, ma non si voltò mai, non aveva idea di come comportarsi con quel nuovo Draco Malfoy.
 
***
 
Hermione si osservò ancora allo specchio, alla fine il giorno del Ballo del Ceppo era arrivato, e lei contro tutte le sue previsioni, stava guardando il vestito che aveva scelto con Ginny.
Non le stava male, ma si sentiva una bambolina, come la Greengass o Parker, cosa che non era mai stata e non sarebbe mai voluta essere, ma dopotutto non le sarebbe capitata una seconda volta.
E anche contro ogni sua previsione era stata invitata al Ballo, certo aveva litigato con Ron perché non gli aveva voluto dire il nome del suo cavaliere, ma sentiva che sarebbe stata una giusta punizione per tutte quelle lacrime che le aveva fatto versare.
Senza indugiare oltre e lasciando ricadere le mani, che aveva stretto fino a quel momento, decise di uscire dalla sua stanza, si sarebbe goduta la serata.
 
Forse… Forse lui mi chiederà di ballare.
 
 
Non era mai stata guardata in quel modo da nessuno e non solo perché era Viktor Krum il suo cavaliere, ma anche perché il vestito le stava davvero bene.
Aveva aperto con il ragazzo le danze, come da trazione di tutti i Campioni Tremaghi, e proprio in quel momento aveva deciso che per quella sera avrebbe chiuso il suo cervello in un angolo, e si sarebbe solo divertita.
Sapeva che per una come lei chiuderlo voleva dire agire irrazionalmente ma stranamente non le importava, non molto almeno.
Così aveva ballato senza sosta con Viktor fino al momento in cui lui aveva chiesto un momento per andare sai suoi compagni, e lei aveva deciso di cercare Ron e Harry, e lui.
Aveva notato subito il suo sguardo, come Viktor la stava aspettando poco lontano dalle scale, anche se ovviamente non doveva essere lì, così Draco le aveva posato gli occhi addosso prima ancora che lei potesse accorgersene, prima ancora che lo facessero gli altri.
Sentiva che qualcosa era cambiato e che doveva cercare il suo coraggio, doveva convincersi ad affrontarlo, non sopportando quella specie di gioco che si era creato.
-Hermione vieni a ballare.-
Ron la trascinò di nuovo in pista, ma la ragazza si rese subito conto che il rosso era ubriaco, per via delle troppe Burrobirre, e che sicuramente l’indomani non si sarebbe ricordato niente, neanche della troppa confidenza che si stava prendendo.
-Ron, cerchiamo Harry.- sussurrò, staccandogli ancora la mano dal fondo del suo vestito.
-Hermione non ti ho mai visto così bella.-
-Ron basta.-
Cercò di spostarlo nuovamente, ma per lei era come spostare una montagna: impossibile.
Improvvisamente come se lui l’avesse guardata fino a quel momento arrivò una mano che si frappose tra i due, facendo allontanare il Grifondoro dalla ragazza.
-Weasley, Potter ti sta chiamando, ha preso altre Burrobirre per te.-
-Che grande amico.- bofonchiò, girandosi e incespicando verso il tavolo dal quale veniva.
Hermione, che non si era resa conto di sudare freddo, alzò lo sguardo verso il biondo e un brivido gli attraversò la schiena.
L’aveva aiutata, anche se Ronald non era quel genere di ragazzo, non lo aveva mai visto così preso male dalla Burrobirra, e in fondo si era anche un po’ spaventata.
-Balliamo?- sussurrò, prendendole la mano e facendole un elegante baciamani.
Improvvisamente sentì il suo cuore mancare un battito, ma stavolta non ebbe il tempo di scappare, Malfoy la trascinò nella pista anche se ormai erano rimaste così poche persone che nessuno si era accorto di loro.
Così ballarono sulle ultime note di una canzone, Hermione si sentì leggera, come se quello fosse stato il ballo che per tutta la serata aveva aspettato.
Decise di fare appello a tutto il suo coraggio e alla sua forza di volontà, alzando lo sguardo verso di lui.
Draco Malfoy era vestito con un impeccabile abito di alta fattura, tutto nero, che nonostante tutto risaltava il colore dei suoi capelli e degli occhi, rendendolo affascinante anche ai suoi occhi.
 
Ma che sto dicendo?!
 
Cancellò immediatamente quel pensiero, niente tra loro era cambiato, anche se lui la stringeva saldamente a se, per non lasciarla andare, per evitare che lei potesse nuovamente scappare, Hermione sapeva che l’indomani tutto sarebbe tornato ai soliti insulti, lui non era diverso, stava solo giocando diversamente.
Cambiò la presa per averla più vicina e sentì il suo corpo, era muscoloso, nonostante non si notasse dalla divisa scolastica e sapeva di buono, di miele e di tabacco.
Due gusti che non gli avrebbe mai accostato, almeno fino a quel momento.
Lo vide piegarsi leggermente su di lei, finché non sentì le sue labbra vicine al suo orecchio.
Ebbe un piccolo fremito, ma cercò di reprimerlo, lui non poteva fargli quell’effetto.
-Sei bellissima.-
Quelle ultime parole però gli diedero il colpo di grazia, Hermione non aveva bevuto, ma se lo avesse fatto sarebbe riuscita a reggere meglio quella frase.
Adesso sapeva per certo che quello davanti a lei era un Draco Malfoy diverso, solo che non era ancora riuscita a capire se stesse giocando o se fosse sincero.
Decise che non sarebbe riuscita a capirlo quella sera, così chiuse gli occhi e si lasciò guidare fino alla fine della canzone ed anche un po’ dopo, quando la musica ormai era finita e la sala si era svuotata.

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Capitolo 4
*** Unexpeded ***


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Inizio a chiedere scusa per il mio ritardo.
Sabato non sono riuscita ad aggiornare sia per via del mio compleanno
sia perchè lunedì ho sostenuto 
un'esame e il tempo a mia disposizione è stato davvero poco.
Sappiate però che sabato pubblicherò nuovamente ^^
Questo capitolo, anche per il titolo, è un pò la svolta, 
pone le basi per l'avvenire e mette in chiaro molte cose.
Ma la vera discussione deve ancora avvenire, quindi rimanete
sintonizzati.
Volevo solo spiegare il cambio del nome della storia: il vecchio titolo l'ho scelto perchè
quella frase poteva essere utilizzata per comprendere l'amore tra Draco e Hermione, 
ma allo stesso tempo non rendeva giustizia alla storia.
Quindi ho preferito inserire: the choice.
Un bacio e grazie a voi <3


 
Unexpeded
 
-Io ancora non riesco a crederci!-
Hermione chiuse momentaneamente gli occhi, cercando di sfuggire dalla voce di Ginny e dalla sua discussione; nonostante dal Ballo del Ceppo fosse passato quasi un mese la sua migliore amica non era ancora riuscita ad accettare che lei fosse andata al ballo con Viktor Krum.
-Ginny ormai è storia vecchia.- commentò, prendendo del succo di zucca dal tavolo.
-Tu non ti rendi conto che la scuola parla solo di quello, tutte le ragazze sarebbero volute essere al tuo posto.-
 
E non hanno visto con chi ho ballato dopo.
 
Quel pensiero l’aveva fatta restare sveglia per quasi tutte le notti dalla fine del ballo, non riusciva a dimenticare la stretta di Malfoy intorno alla sua vita, il suo odore, il brivido che le aveva attraversato la schiena quando lui le aveva sussurrato quelle parole, ma nonostante tutte quelle cose, che le erano rimaste impresse, non aveva più avuto modo di parlare con lui.
O almeno di parlarci veramente.
Aveva cercato più volte di farsi trovare in Biblioteca, sola e senza Krum, ma ogni volta che ci provava il bulgaro appariva sempre prima che Draco potesse avvicinarsi.
 
-Ormai tutti ti considerano la sua ragazza.-
A quella parola vide Ron voltarsi verso di lei e guardarla con la bocca leggermente aperta, che lasciava intravedere la colazione.
-Sì, hai capito molto bene.- continuò la sorella.
-Oh ma andiamo.- sussurrò Hermione.
Non aveva intenzione di essere la sua ragazza, e di certo non lo sarebbe stata solo per le voci di corridoio.
Tutte le volte che lui la trovava in Biblioteca non parlavano mai, la osservava solo studiare e non era la cosa più entusiasmante del mondo, non per lei almeno.
-Hermione sarebbe una cosa grandiosa.-
-Ginny veramente io non sono la sua fidanzata.-
-Ah ecco.-
Hermione puntò i suoi occhi su Ronald, se avesse potuto lo avrebbe polverizzato nel momento esatto che aveva finito di pronunciare quelle parole.
-Cosa intendi con “ah ecco”?-
-Semplicemente mi sembra improbabile che uno come Krum si possa interessare a una come te.-
La riccia rimase in silenzio cercando di ponderare quelle parole, non aveva dimenticato il commento aspro di Ron prima del ballo nella Sala Comune, come non aveva dimenticato il suo atteggiamento al ballo, solo grazie a Malfoy la situazione non era degenerata, ma aveva deciso di non dire niente, di non raccontarglielo sapendo che lo avrebbe rimosso per via dell’alcool, ma quelle ultime parole la ferirono, più di quando avrebbe ammesso a se stessa.
-Ron ma sei impazzito?-
Harry si voltò di scatto verso il ragazzo, le guance leggermente rosse per il nervosismo.
-Harry a momenti hai la prova, non fa bene scaldarti più di tanto.- rispose asciutta Hermione.
-Lo so, ma da quando ho scoperto cosa l’uovo nascondeva non riesco a smettere di pensare a cosa succederà oggi al Lago Nero.-
-Hai ancora due ore prima che la seconda prova inizi, alla fine l’aiuto che cercavi è arrivato?-
-Sì, ma proprio per questo motivo sono ancora più ansioso.-
-Puoi farcela.- sussurrò Ginny, stringendogli la mano brevemente.
-No, se l’unica soluzione te l’ha data un elfo domestico del tutto sconsiderato.-
-Dobby?-
-Dobby.- concluse Harry, senza aggiungere altro e riprendendo a guardare il suo piatto ancora pieno di cibo.
 
-Signorina Granger, Signor Weasley? Dovrei parlarvi, per favore.-
Hermione alzò gli occhi verso la McGranitt e sentì il cuore aumentare i battiti.
-Cosa abbiamo fatto?- piagnucolò Ron.
-Nel mio ufficio, adesso.-
Herm fissò perplessa i suoi amici e si alzò subito dopo, non riusciva proprio a capire il motivo del richiamo, e neanche perché Harry ne fosse escluso, espirò a fondo per recuperare il controllo e uscì dalla Sala Grande, in quel momento vide passare Draco e le riservò il suo solito sguardo.
Per la prima volta però decise di provare a ricambiare, sorrise, in modo timido e cercando di nasconderlo l’attimo dopo e finì per seguire la professoressa nell’ufficio.
 
Che cavolo mi prende?!
 
***
 
Hermione aprì la bocca nel momento esatto che mise la testa fuori dal Lago Nero.
Cercò di raccogliere tutta l’aria possibile per saziare i suoi polmoni, anche se la McGranitt le aveva assicurato che sarebbe andato tutto bene, che sarebbe stata solo addormentata e che una volta finita la prova l’incantesimo si sarebbe spezzato, non era riuscita ad evitare il panico.
Era stata classificata come tesoro, come il tesoro che era stato rubato a Viktor Krum; e si era ritrovata a partecipare al Torneo Tremaghi senza neanche accorgersene, in quanto la seconda prova riguardava proprio il salvataggio dei tesori rubati.
Viktor la fece uscire dall’acqua e si ritrovò davanti ad alcuni professori che le aveva offerto un asciugamano e scoprì che Viktor era stato il primo a risalire, che Fleur non era riuscita a finire la prova e che mancavano ancora Harry e Cedric.
Guardò in alto verso l’orologio, mancava ancora pochissimo tempo e nessuno dei due accennava a riapparire.
Sentì la folla urlare ed alzarsi per applaudire, si alzò anche lei sperando di vedere il suo migliore amico con Ron, di sicuro lui era stato usato per Harry, ma vide Cedric uscire dal Lago con Cho di Corvonero, si scostò piano dagli altri, per raggiungere la parte finale della struttura di legno, creata appositamente per la prova.
Si strinse di più nell’asciugamano, cercando di riscaldarsi e sentì piano piano la rabbia montare.
 
Non sono il “tesoro” di nessuno, tanto meno di Viktor, perché allora mi hanno usata per il Torneo?
“Credo per via del Ballo, sai sei andata con lui.”
Siamo, bella mia, io e te siamo una cosa sola, ma ciò non toglie il fatto che è stato scorretto.
“Ti sarebbe piaciuto di più essere il “tesoro” di Malfoy?
Questo non c’entra assolutamente niente, lui non partecipa al Torneo.
 
Scosse la testa, dalla fine del Ballo il suo cervello continuava con quelle sparate che di certo non erano per niente utili a razionalizzare la situazione, una discussione col biondo in questione avrebbe potuto risolvere qualcosa.
E come se lo avesse chiamato, come se lui sapesse sempre dove lei fosse, lo vide spuntare dalle scale del piano di sopra della struttura di legno.
Nessuno dei due si mosse, come tutte le volte che si vedevano non riuscivano ad andare oltre quel muro che li aveva divisi per tre lunghi anni.
Hermione strinse le mani a pugno lentamente, le dava fastidio quella situazione, non era mai stata una codarda, era finita a Grifondoro per il suo spirito coraggioso e non avrebbe permesso a quest’ultimo di lasciarla proprio in quel momento.
Quando decise di muoversi, di affrontare di petto quel Serpeverde, sentì altre urla, altri schiamazzi e Silente che urlava con la sua bacchetta, sentì il cuore ricolmo di gioia: Harry era uscito dal Lago.
Corse verso la staccionata e si appoggiò vedendo il suo migliore amico uscire dal Lago sia con Ron che con la sorella di Fleur, poiché lei non era riuscita a salvarla.
 
Il solito coraggioso.
 
Sentì il giudizio dei giudici e i punti dati a Harry lo avrebbero fatto risalire nella classica del Torneo, per la sua tempra morale e per il coraggio, osservò la reazione delusa ed arrabbiata di Viktor, ma lei non avrebbe mai tifato per lui.
Percepì una strana pressione al braccio, si girò lentamente e vide Draco Malfoy stringerlo piano e quasi con paura, i suoi occhi la stavano supplicando di ascoltarlo, e in fondo era quello che voleva anche lei: svelare quel maledetto segreto.
Così quando lui si allontanò verso una barca per tornare a riva, lo seguì senza indugio, capendo che in tutta quella confusione nessuno avrebbe fatto caso a loro: un Serpeverde e una Grifondoro che andavano via assieme.
 
***
 
Malfoy sistemò la barca in silenzio, sulle sponde del Lago Nero e poi la osservò.
Hermione rimase immobile, le mani ritirate dentro il maglione ancora bagnato, cercando di scacciare il freddo.
Lo vide indicare il bosco poco lontano ed annuì, così in silenzio si incamminarono, notando che molti ragazzi ormai stavano rientrando dal Lago.
Affrettò il passo per raggiungerlo, per camminargli accanto e quando alzò lo sguardo per osservarlo si ritrovarono già immersi nella boscaglia, ancora troppo distante dalla Foresta Proibita.
Avrebbe fatto di tutto per rompere il silenzio che si era creato tra loro, sentendolo quasi opprimente e frustante.
Rabbrividì non solo per l’aria fredda ma anche per via dei suoi vestiti, l’avevano fatta partecipare al Torneo ma nessuno dei professori le aveva portato un cambio di maglione, almeno avrebbe potuto evitare di raffreddarsi più del dovuto e inaspettatamente vide qualcosa di verde e caldo avvolgersi al suo collo.
Stavolta alzò lentamente il viso per guardare Malfoy, fermo davanti a lei, sistemargli la sua sciarpa intorno al collo.
 
-Dovrebbe andare meglio, ora.- disse, come se fosse la cosa più normale del mondo, come se loro fossero amici da una vita.
-Io… Non capisco.- ammise, sentendosi però immediatamente meglio con la sua sciarpa intorno al collo, senza farsi notare inspirò il suo odore e lo sentì: miele e tabacco.
-Avevi freddo ed ho pensato…-
-No, non questo. Non capisco cosa stai facendo, con me.-
Per la prima volta Hermione si ritrovò a corto di parole, proprio lei che ne conosceva così tante non riusciva proprio ad esprimere cosa provava in quel momento.
-Immagino che non sia facile da capire.- commentò il biondo, spiazzandola con un sorriso sghembo totalmente naturale.
-Sì in effetti, non ti riconosco Malfoy.-
 
 
Draco alzò gli occhi verso gli alberi e mise le mani dentro i pantaloni, per guadagnare un po’ di tempo.
-E´molto difficile da raccontare.- ammise, guardandola ancora.
Non si era mai immaginato di trovarsi proprio davanti a lei, di poterle parlare come un vecchio amico e di vederla restare e non scappare in lacrime come al solito, come aveva fatto per tutti quegli anni.
 
Ero un’idiota.
 
-Credo però di avere diritto a delle spiegazioni. Perché mi segui sempre in Biblioteca? Perché hai smesso di insultarmi, cos’è un nuovo gioco?-
Quelle parole non lo sorpreso più di tanto e non lo ferirono neanche, Hermione stava cercando di difendersi, ancora, per tutte le volte che lui l’aveva ferita, per tutte quelle volte che l’aveva fatta sentire inferiore.
Si grattò il mento e continuò ad osservarla, le avrebbe voluto dire ogni cosa, ma sapeva che non le avrebbe creduto, non subito.
-Quel pugno mi ha fatto più male del previsto.- sussurrò, non sapendo da dove partire.
La vide socchiudere gli occhi cercando di ricordare ed improvvisamente li riaprì: si ricordava molto bene del pugno al terzo anno.
-Il mio pugno?-
-Quel giorno quando sono tornato al dormitorio non mi faceva male per la botta, ma per tutte quelle cose che mi avevi detto e insomma, è stato una sorta di esame della coscienza.-
-Continuo a non capire.-
-Quel pugno è stato l’inizio del… Cambiamento.- disse, a voce terribilmente bassa, sentendosi improvvisamente stupido davanti a lei.
-Malfoy se parli per enigmi non posso capirti: stai cambiando?-
Annuì, non trovando le parole per rispondere a quella domanda.
-E´davvero difficile credere una cosa del genere, tu, insomma sei Malfoy e non sei mai stato gentile con me, anche questo.- disse toccandosi la sciarpa, -Io non riesco a comprenderlo, mi chiami per nome, ti preoccupi del perché piango quando sei stato tu la causa delle mie lacrime per tutto questo tempo.
Scusami se mi sembra una cosa davvero impossibile.- incrociò le braccia al petto e attese.
-Sì è vero, io non sono uno stinco di santo ma ti posso dire che non sto facendo il doppio gioco, ho smesso con quel genere di cose ed…-
 
La voce di Harry interruppe il silenzio ma Hermione si rese conto che stava urlando, o almeno stava parlando ad alta, forse troppa, voce con qualcuno.
-Devo andare.- sussurrò facendo un passo verso quella direzione.
-Aspetta.-
Draco le prese nuovamente il braccio e la fermò.
-Cosa?-
-Stai bene?- chiese, continuando a scrutarla con quegli occhi grigi che volevano leggergli l’anima.
-Bè sono stata appena usata come tesoro e depositata nel fondo del Lago Nero per quasi mezza giornata, non è stato il massimo.-
-Ma non credo che sia dispiaciuto al bulgaro, no?-
-Oh bè dispiacerà sicuramente a qualcun altro se mi associano di nuovo a lui, in quel modo.- sottolineò Hermione, con enfasi.
-Era quello che volevo sentire, ci vediamo in Biblioteca, spero di trovarti sola questa volta.- disse, lasciandola andare.
Hermione non corse subito verso Harry, ma aspettò qualche altro secondo.
-Se riesci ad arrivare prima delle quattro Krum non dovrebbe esserci, almeno non ancora.- sussurrò, senza guardarlo negli occhi.
-Ci sarò.-
 
La ragazza si voltò del tutto e iniziò a correre verso il suo migliore amico, sentiva dentro di se che quella discussione era stata solo frutto della sua mente, che Malfoy non le aveva rivolto parole così gentile ma quando arrivò al limitare della foresta si rese conto di avere ancora la sua sciarpa stretta al collo.
Sentì le guance tingersi di rosso per l’emozioni, capendo che non si era immaginata niente del genere, che quella discussione era vera quanto quella sciarpa.
Prese la bacchetta e la trasfigurò in quella di Grifondoro, non sarebbe stato saggio girare con quella sciarpa, così cercando di calmare il suo cuore si diresse verso una piccola folla che si era creata intorno ad un albero.
Trovò Harry, il viso sconvolto, come quello di Silente e poco più avanti vide il corpo senza vita di Crouch.
 
 

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Capitolo 5
*** The toughest test ***


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Eccoci qua con un altro capitolo.
Il titolo significa: la prova più difficile.
Non tratta solo Harry e il Torneo Tremaghi, ma in realtà è 
riferito ad Hermione, che finalmente prende una decisione importante.
Sa che la fiducia è difficile da conquistare ma in fondo
non ha niente da perdere, se il soggetto è Malfoy.
Spero che il capitolo vi piaccia e ci rivediamo sabato, 
vorrei cmq dire grazie a tutti voi che leggete la mia storia.
Non so, forse non avrei trovato la motivazione di farlo senza voi :)

 
The toughest test
 
Hermione attraversò assieme a Harry e Ron il giardino della scuola e si diresse lungo il sentiero per Hogsmeade, qualche giorno prima avevano ricevuto una lettera da Tartufo: il nome in codice che Harry aveva dato a Sirius dopo il terzo anno per non farsi capire.
La ragazza si guardò in giro, sapeva che molti ragazzi avrebbero approfittato dell’uscita per recarsi al villaggio ma sperava vivamente che Draco Malfoy non fosse fra quelli.
Dopo la seconda prova non erano ancora riusciti a incontrarsi e in fondo sperava di non dovergli raccontare troppe cose, non era del tutto convinta del suo cambiamento.
E avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggere Harry.
 
Attraversarono velocemente i vicoli poco affollati per dirigersi allo steccato dopo Mondomago, e proprio in quel momento videro un grosso cane nero poco lontano da loro.
-Ciao Sirius.-
Il cane li annusò e li condusse oltre alla staccionata, più in alto rispetto ad Hogsmeade, riparati dalla rocce.
Quando furono al riparo, Sirius riacquistò le sue sembianze.
-Cosa mi avete portato di buono? Harry è così bello vederti.- esclamò, sorridendo.
-Sirius cosa ci fai qui?- chiese il ragazzo sedendosi vicino a lui.
-Assolvo i miei doveri di padrino ed ero preoccupato per te… Non mi scrivi da un po’.-
-La seconda prova è stata molto impegnativa.-
-Immagino… Non deve essere semplice essere un Campione Tremaghi.-
-No, soprattutto perché rischia sempre la pelle.- disse Hermione, seria.
-Sono convinto che con il vostro aiuto Harry riuscirà a farcela.-
-A meno che non mi usino di nuovo come tesoro.- commentò schifata.
-E´un lunga storia.- rispose Ron, ridendo.
 
-Ho letto la notizia su Crouch, ancora non riesco a crederci.-
-Vederlo è stato ancora peggio, io e Krum non sapevamo cosa fosse successo, né come, qualcuno lo ha ucciso e credo che abbia a che fare con Voldemort.-
-Perché?-
-Piton è sempre irrequieto, e credo che Karkaroff c’entri qualcosa in questa situazione.-
-Barty Crouch è sempre stato un uomo ignobile, è stato lui a mandarmi ad Azkaban senza processo e non starò qua a raccontarvi il resto delle sue malefatte, ma dovete stare attenti con Karkaroff, è un ex Mago Oscuro, non potete fidarvi.-
-E di Piton che ci dici?-
-Di tenere d’occhio i suoi comportamenti, avvertite Silente se sarà necessario.-
-Non ci crederà mai, lui è un professore.- disse Hermione.
-Dovete avere fiducia in voi stessi.-
-In realtà sono più preoccupato per la terza prova.- ammise Harry.
-Tra quanto sarà?-
-Due settimane.-
-Harry sei grande abbastanza da non avere bisogno che io te lo dica, ma sappi che puoi farcela. Anche se non posso starti accanto come vorrei, se sono lontano la maggior parte del mio tempo, il mio pensiero è rivolto sempre a te.-
-Grazie Sirius, ma ho bisogno che tu mi prometta di stare lontano da Hogsmeade, non ti devono trovare.-
-Sì, ma avevo bisogno di vedere come stavi: sei la mia famiglia.-
Harry sorrise ed abbracciò il suo padrino, felice di avere qualcuno oltre ai suoi amici che gli volesse bene, qualcuno oltre la famiglia Weasley da chiamare casa, qualcuno che ci sarebbe sempre stato per lui.
-Adesso andate.-
I ragazzi uscirono dal loro piccolo riparo e s’incamminarono verso la scuola.
-Mi resterete accanto, vero?-
-Sempre Harry, non andiamo da nessuna parte.-
-Siamo i tuoi migliori amici.-
-Era quello che volevo sentirmi dire.-
 
***
 
Hermione uscì dalla lezione di Antiche Rune e strinse i libri al petto, doveva vedersi con Harry e Ron al Dormitorio ma aveva bisogno di parlare con Malfoy, sentiva che il ragazzo non le aveva detto tutta la verità quel giorno e la presenza di Krum non li aveva aiutati più di tanto.
Si guardò in giro e prese le scale per dirigersi verso il secondo piano, non aveva idea di dove si potesse trovare e non aveva il tempo di girare tutta la scuola alla sua ricerca, ma in quel momento non le vennero altre idee.
Aumentò il passo, sperando che servisse a qualcosa e girò verso destra, improvvisamente sentì una mano intorno alla bocca e il panico si impossessò di lei.
Provò a divincolarsi ma appena il suo assalitore si avvicinò si sentì calma, aveva riconosciuto il suo odore: miele e tabacco.
-Sono io.-
Alzò lo sguardo e trovò gli occhi di Draco poco distanti dai suoi, lui le lasciò andare la bocca e solo in quel momento Hermione si accorse che se gli occhi erano vicini lo era anche la bocca, proprio per questo motivo fece di tutto pur di non guardarla.
Non voleva far credere qualcosa di diverso a Malfoy, così si morse leggermente il labbro per non demordere.
-Vieni, ti voglio parlare.-
Le prese il braccio e la trascinò dal lato opposta da cui era arrivata, cambiarono corridoio e si ritrovarono in una stanza in disuso della scuola o per meglio dire un vecchio sgabuzzino abbandonato perfino da Gazza.
 
-Certo che i tuoi modi mi lasciano sempre perplessa.- commentò, dopo che lui ebbe chiuso la porta.
-Bè, non sapevo se ti saresti messa a urlare come una femminuccia.- rispose, ridendo.
-Si vede che non mi conosci bene, Malfoy.-
-Certo.-
Hermione posò gli occhi su di lui e lo vide improvvisamente rigido, come se avesse di nuovo indossato la maschera della sua vita, non era lo stesso ragazzo che fino a pochi minuti fa l’aveva stretta a se, ma qualcuno molto più vecchio.
 
Che la mia battuta lo abbia indispettito?
 
-Fra una settimana ci sarà la prova finale.-
-Lo so, Harry si sta portando la testa.-
-Non deve partecipare.-
-Cosa?- posò le mani sui fianchi, credendo di non aver sentito bene quelle parole.
-Non farlo partecipare Hermione, fidati.-
-Malfoy… Crei davvero che basti così poco per conquistare la mia fiducia? Vuoi che ti ricordi i nostri trascorsi? Perché Harry non dovrebbe partecipare?-
Lo guardò in attesa e vide le rotelle del suo cervello combattere per darle la risposta che volva.
-Vorrei che ti fossero bastate quelle parole, il giorno della seconda prova, speravo che il mio comportamento ti avesse aiutato.-
-Non puoi davvero credere che ti basta diventare buono dall’oggi al domani per avere la mia amicizia.-
-Voglio che tu ti fida di me.- ammise, facendo un passo verso di lei.
Lei osservò il suo viso contratto sia per la rabbia che per la frustrazione, notando una piccola riga sulla fronte che rovinava il suo bel viso, gli occhi grigi determinati e le mani strette a pugno: voleva credergli, perché in fondo sapeva di avere davanti un diverso Draco Malfoy, anche se le era difficile ammetterlo.
Avanzò anche lei e posò le mani sulle sue, per farle rilassare, vedendo che aveva iniziato a scalfire la pelle con le unghie.
-Dammi un motivo per cui dovrei fargli cambiare idea.- sussurrò.
Draco la guardò, così come lei aveva fatto con lui e alla fine rilassò il viso.
-Ho sentito mio padre e mia madre che parlavano di questa terza prova, gli aggettivi che hanno utilizzato non erano di certo favorevoli, né al tuo amico né agli altri concorrenti… Ma poi hanno parlato di Tu-Sai-Chi… Che il grande momento era vicino…
Credo allora che Harry sia direttamente collegato, devi impedirgli di andare.-
-Malfoy sono solo voci.- disse, anche se quelle stesse parole gli avevano fatto tremare il cuore.
-Non sono solo parole se a dirle è mio padre, ho un brutto presentimento, e smettila di chiamarmi Malfoy, io ti chiamo Hermione, non Granger.-
-C’è stato un tempo che usavi epiteti peggiori.-
-Quel tempo è finito.-
 
-Non posso prometterti niente, Harry il più delle volte non mi ascolta, fa sempre di testa sua, ma ci proverò… Draco.- alzò il viso per guardarlo negli occhi, per dimostrargli che aveva pronunciato il suo nome senza paura.
-Spero che ce la farai…-
-La prossima volta non c’è bisogno che mi rapisci, per parlare intendo.-
-Credo di sì, il bulgaro non si leva di mezzo ed è diventato una vera noia.-
La ragazza riconobbe il classico tono da Serpeverde ma sorrise, in fondo quel ragazzo che le stava di fronte non assomigliava a quello che l’aveva insultata durante il suo primo anno, facendole capire quanto in realtà fosse diversa dagli altri, soprattutto da lui.
Neanche quel ragazzo che al suo secondo anno gli aveva reso le lezioni impossibili.
 
Forse il pugno gli ha davvero fatto male.
 
-Quanto forte l’hai sbattuta la testa, quel giorno?- chiese, a bruciapelo.
-Per tua fortuna, molto, davvero molto.- si toccò la testa come se il colpo fosse ancora fresco e stavolta Hermione rise.
 
No… Lui è diverso, adesso.
 
***
 
Ci aveva provato in tutte le salse, in tutti i modi e quasi in tutte le lingue ma Harry non gli aveva dato retta.
Aveva deciso di partecipare lo stesso al Torneo soprattutto perché lei non era riuscita a dargli una prova per le sue supposizioni.
Ronald aveva scelto di starsene fuori ed adesso sentiva di aver fallito.
Hermione si sedette su una panca messa a disposizione degli insegnanti nel Campo di Quidditch, così che gli alluni potessero osservare la terza prova, che si sarebbe svolta in un labirinto.
Nonostante la folla la circondasse Hermione si sentiva incredibilmente sola, aveva fallito, e sentiva che sarebbe successo qualcosa di brutto, e non era riuscito ad impedirlo.
-Non sei sola.-
Draco le sussurrò all’orecchio quelle parole e lei si voltò per osservarlo: la carnagione chiara sembrava ancora più pallida del previsto e i capelli di solito sistemati in mood impeccabile gli ricadevano sparpagliati sulla fronte.
-Ho fatto del mio meglio.- rispose, per poi voltarsi di nuovo verso Silente e gli altri Campioni.
Guardò Harry, cercando di imprimersi nella memoria tutti i suoi dettagli, l’aspetto, la fisionomia, il colore degli occhi e le increspature sulla fronte: aveva paura di non rivederlo mai più.
Il suono del cannone diede inizio alla terza prova e chiuse gli occhi quando Harry entrò nel labirinto, non riuscendo a sopportare quella visione.
 
***
 
Quando aveva visto Harry apparire davanti ai loro occhi aveva capito che qualcosa era andato storto: era arrivato tramite Passaporta.
Sentì subito il suo pianto e notò il corpo di Cedric, sdraiato a terra privo di vita, sentì una stretta al cuore e poi quelle parole.
-E´tornato…-
-Voldemort è tornato.-
Hermione capì che quello che le aveva detto Draco era la pura e semplice verità, tutto era stato programmato per l’occasione, rimase immobile, come se fosse pietrificata.
Vide intorno a se i ragazzi scappare, i professori urlare e Harry ancora disteso a terra se non fosse stato per Moody che lo aveva portato via, dopo pochi attimi.
Chiuse gli occhi, cercando dentro di se il suo coraggio, e guardò Draco, anche lui la stava guardando e non vi era traccia di sorriso sul suo viso.
-Cosa facciamo?- chiese rivolgendosi a lui.
-Non lo so, Hermione, davvero non lo so.-
Senza pensarci la ragazza allungò una mano per prendere la sua, era calda nonostante l’aspetto cadaverico del suo possessore e lui la strinse forte, senza pensarci, così rimasero in attesa di quel qualcosa che li sbloccasse e gli desse il coraggio di affrontare quella nuova minaccia.
 


ps: Se vi va leggete questo piccolo cross-over, troverete anche i nostri protagonisti <3
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2973104&i=1

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Capitolo 6
*** It's the summer of love ***


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Comincio a chiedere scusa per il mio ritardo, ma 
ieri non ho avuto tempo di correggere il capitolo,
ed ecco il motivo^^
Bene, il quarto anno si sta concludendo, chiedo scusa
se ho commesso alcune imprecisioni
ma è la prima volta che tratto questo specifico anno ed ho cercato tutte le
informazioni sia sul libro che su internet.
Ho volontariamente scelto il punto di vista di Hermione, anche per il Torneo, 
la storia è incentrata su di lei, non su Harry, sorry *
Ma dal prossimo capitolo vi saranno anche punti di vista di Draco e forse del Prescelto e 
le cose inizieranno ad essere più complicate!!
Buona lettura :D



 
It’s the summer of love
 
Hermione si sedette accanto a Harry e Ron durante il piccolo rito commemorativo che Silente aveva richiesto per la morte di Cedric.
Però per la prima volta la ragazza non ascoltò una sola parola del discorso del vecchio preside, qualcosa dentro si lei stava cambiando, l’amara consapevolezza che la guerra sarebbe iniziata presto l’aveva folgorata.
Niente sarebbe più stato come prima, neanche il successivo anno: Voldemort sarebbe tornato per finire quello che aveva iniziato tempo fa, ed Harry si trovava per la prima volta, veramente, in pericolo.
Tutto quello che avevano affrontato, gli Scacchi Magici al primo anno, il Basilisco al secondo, Sirius e Peter Minus al terzo, non erano niente in confronto a quello che il suo migliore amico le aveva raccontato: di come tutto il Torneo Tremaghi fosse stato manipolato da Barty Crouch Junior, non solo per vendicarsi del padre, ma anche per aiutare l’Oscuro Signore a tornare in vita; di come il Mangiamorte si fosse impossessato dell’identità di Moody rinchiudendolo per avere libero accesso ad Hogwarts.
Il loro mondo era stato definitivamente sconvolto da una serie di eventi che, aveva visto Harry bloccato contro la tomba del padre di Voldemort e dalla morte di Cedric, un innocente, il primo di una lunga serie.
Niente e nessuno sarebbe stato al sicuro e prima o poi sarebbe toccato anche a loro lottare, combattere per salvare le persone che amavano.
 
“Stai pensando troppo, questo futuro è ancora lontano.”
Forse si, forse no.
Forse Voldemort impiegherà anni a riprendersi e a riconquistare il suo potere, com’è possibile che domani ci attacchi anche all’uscita da Hogwarts.
“Non lo puoi sapere con certezza.”
Cosa mi consigli fare, allora? Continuare a vivere come se niente fosse, come se un ragazzo non  fosse morto?
“No, non puoi dimenticare. Devi solo imparare ad essere più forte della tua coscienza.”
 
-Cedric Diggory non è morto per un tragico incidente…-
Alzò il volto per guardare Silente ma ancora una volta non seguì il suo discorso, non voleva mancare di rispetto verso il Tassorosso ma nonostante le parole della sua coscienza, era sicura che niente per le sarebbe rimasto identico.
Harry la guardò, e lei ricambiò lo sguardo.
Per loro era sempre stato così facile comunicare che neanche ci aveva mai fatto caso, Harry era il fratello che non aveva mai avuto e saperlo in pericolo la uccideva, avrebbe fatto di tutto per aiutarlo, per salvarlo, anche seguirlo in capo al mondo.
-Io sono con te.- sussurrò, così piano che forse non la sentì.
-Lo so… Grazie.-
Hermione provò a sorridere ma non ci riuscì, il peso di quegli eventi si era posato sul suo cuore oscurando tutti i sentimenti.
 
 
Poco dopo uscirono dalla Sala Grande e si ritrovarono nel cortile della scuola, molti ragazzi come loro stavano discutendo a bassa voce, altri gesticolando, mentre altri ancora si erano seduti senza aggiungere altro.
Hermione cercò Draco tra la folla, scrutò un gruppo di Serpeverde ma non lo vide, rendendosi conto che non aveva sue notizie da poco meno di un giorno e che quella strana dipendenza stonava con il suo modo d’essere.
Non era mai stata così, neanche verso Harry e Ron, ma era convinta che Draco nascondesse qualcosa, qualcosa che non le aveva ancora detto.
 
-Domani torneremo a casa, cosa faremo?- chiese Ron, guardandoli.
-Riprendiamo le nostre vite, per quanto sia dura.- sussurrò.
-Vi va di venire alla Tana? Harry potresti evitare di stare con i tuoi zii.-
-Sì, credo che tornerò lì il tempo necessario per rifare il bagaglio e partire. Non voglio restare con loro.-
-Hermione potresti venire anche tu.- la invitò il rosso, cordialmente.
-Proverò a venire, anche se voglio passare del tempo con i miei genitori. È da molto che non li vedo e il tempo sembra essere sempre contro di noi.-
-Bè io pagherei oro per stare lontano da Fred e George almeno d’estate!- scherzò il ragazzo.
 
-Qualcuno ci ha chiamato?-
I due gemelli avanzarono sicuri verso di loro, Hermione non riuscì a trattenere una risata, nonostante non fosse il momento per ridere, nonostante fossero appena stati a un funerali i gemelli Weasley erano gli unici a farla ridere di vero cuore.
Nonostante non approvasse i loro  metodi, reputandoli dozzinali e ortodossi, i loro scherzi le avevano strappato un sorriso anche nei momenti bui.
-Non ti puoi liberare di noi, Ron, saremo il tuo tormento per tuttaaaa l’estate.- commentò ironico Fred.
-Sì, direi che potremo provare su di lui qualche scherzo.- disse George, scompigliandogli i capelli.
-Finitela.-
 
Hermione si voltò, sentendosi osservata e trovò lo sguardo di Draco.
Più volte in quell’ultimo periodo si era interrogata sul loro strano modo di trovarsi, anche in mezzo alla folla, ma soprattutto di come lui sapesse sempre, e in qualsiasi momento, dove lei fosse.
Rimase a guardarlo come assorta, non riuscendo a non pensare al suo aspetto, avendo ammesso a se stessa che Malfoy era davvero un bel ragazzo: gli occhi chiari e pure enigmatici avevano stregato più di una ragazza, il fisico atletico dovuto al Quidditch e quel colore di capelli non rendevano giustizia alle voci sul suo conto, qualcosa che Hermione aveva sempre ignorato tranne che per l’ultimo periodo.
Vedeva un Draco diverso dall’inizio del quarto anno, un Draco che la chiamava per nome, che aveva cercato di salvare la vita a Harry e che in fondo aveva rischiarato molto per avvertirli del pericolo, ma nonostante ciò non era riuscita a dimenticare tutto quello che avevano passato.
Tutto il dolore che le aveva fatto provare.
 
“Però poi ti guarda in quel modo...”
 
Hermione sentendo la voce della sua coscienza alzò nuovamente gli occhi per guardare quelli di Draco e seppe cosa le avrebbe detto dopo.
 
“E tutto il dolore sparisce, come se non fosse mai esistito.”
 
Ma perché Draco Malfoy, dovrebbe interessarmi a me?
Scosse la testa e tornò ad ascoltare i suoi compagni, non si voltò una seconda volta anche se percepiva lo sguardo di lui sulla schiena, anche se avrebbe voluto farlo, e con tutte quelle domande rientrò al castello per preparare le valigie.
 
***
 
Hermione aprì la finestra della propria camera per fare entrare l’aria pulita, erano passate tre settimane dalla fine della scuola e ancora non si era convinta ad andare da Ron, nonostante la lontananza da i suoi amici, voleva ancora godersi qualche altra settimana con i suoi genitori.
-Hermione che farai oggi?-
La voce di sua madre irruppe nella stanza e lei si voltò a guardarla.
-Non lo so, forse andrò al parco a leggere. Oppure potremo stare qui tutti assieme.- propose, stringendosi le braccia al petto.
-Herm sei qua a casa con noi da tre settimane, ti vogliamo bene, lo sai, ma vorremmo vederti fare qualcosa.-
-Sto così poco con voi che non mi va di fare altro.- ammise sincera.
-Forse si, scendo ad aiutare tuo padre con la spesa.-
-Sì.- sussurrò, guardandola lasciare lo spigolo della porta.
La riccia si sedette sul bordo del letto e si lasciò cadere su di esso, indossava un vestito leggero adatto alla stagione di colore celeste, le arriva poco sopra il ginocchio e delle ballerine dello stesso colore.
Le piaceva sentirsi libera dalla divisa della scuola, e aveva deciso di approfittarne.
Prese un libro dal comodino, aprendolo dove aveva lasciato il segno la notte precedente, nonostante la incuriosisse il sonno aveva avuto il sopravvento così decise di godersi il momento assieme a Cime Tempestose.
Solo dopo pochi minuti la voce di sua madre la riportò alla realtà.
-Hermione?-
-Sì?- si affacciò dalla propria stanza per evitare di urlare e attese la risposta.
-C’è un tuo compagno di scuola… Quella scuola.- precisò, facendo riferimento ad Hogwarts.
-Sicura?-
Posò il libro sul comodino, non riuscendo a capire cosa Harry o Ron ci facessero a casa sua in quel momento.
-Sì, sicura.-
Scese le scale il più velocemente possibile, si passò una mano tra i capelli, per domare i suoi ricci e si voltò verso l’ingresso ma in quel momento rimase immobile, come neanche un Pietrificus, potesse mai fare.
-Cosa ci fai tu qui?- domandò dopo pochi minuti di silenzio.
-Sono venuto a trovarti.- rispose tranquillamente Draco, come se fosse la cosa più normale del mondo; come se lui fosse stato un ragazzo normale fosse venuto a prenderla per un giro, come se lui provasse qualcosa per lei.
 
“Ti guarda ancora in quel modo.”
 
*
 
Draco se l'avesse conosciuta avrebbe usato qualsiasi tipo di magia per smettere di guardarla, ma era qualcosa di troppo forte, anche solo per provare a resistere: i colori accesi risaltavano il colore dei suoi capelli e il marrone degli occhi, l'aveva vista sempre con la divisa della scuola ed adesso che poteva guardarla con quel, semplice, vestito addosso capì che Hermione sapeva nascondere bene la sua bellezza.
Come se fosse un difetto, ma era questo che gli piaceva: lei non si rendeva dell'effetto che poteva fare; e lui in quel momento si ricordò di essere un quattordicenne con determinati istinti.
Tornò ad osservare il suo viso che, da quel famoso pugno dell'anno scorso, lo aveva riscosso dalle tenebre.
 
*
 
-Hermione non ci presenti il tuo amico?- domandò suo padre, apparendo improvvisamente in salotto.
-Sì, certo lui è Draco Malfoy… Fa parte di Serpeverde… Viene ad Hogwarts con me.- sussurrò, vedendolo accomodarsi in salone con sua madre al seguito.
-Non ci hai parlato di lui, l’estate scorsa.-
-Il nostro rapporto si sta consolidando solo da poco tempo.- aggiunse il ragazzo, guardandola negli occhi.
-Bè Draco per noi è un piacere conoscere qualche amico di Hermione! Cara perché non uscite? Così io e Robert prepariamo il pranzo, per il nostro ospite.-
-Oh no Signora Granger non si crei questo disturbo.-
-Chiamami Jane e per me sarà un piacere, anzi per noi, vero Robert?-
-Mm…-
-Perfetto.-
 
Hermione non si rese conto neanche di trovarsi fuori da casa sua, nella Londra Babbana, fuori da Hogwarts e dal loro mondo, assieme a Draco Malfoy.
-Dimmi la verità.- esordì, cercando di rompere il silenzio.
-Su cosa?- chiese lui, sistemando le mani nelle tasche dei pantaloni.
-Sul perché sei venuto qui. Non ha molto senso per me.-
La ragazza si voltò per guardarlo e lo trovò con lo sguardo a terra, come se stesse raccogliendo le idee, come se volesse veramente renderla partecipe.
 
-Sarei voluto venire prima, ma dovevo essere certo che mia madre fosse altrettanto impegnata per non rendersi conto della mia assenza.
Stanno succedendo cose strano al Manor.- disse guardandola.
-Riguardano Tu-Sai-Chi?-
-Stavolta sono più cauti, il realtà per il momento ci sono solo tanti Mangiamorte che entrano ed escano da casa mia, ma Lui no.-
-Sei venuto qua per dirmi queste cose?-
-Anche.-
-E per cos’altro?- domandò curiosa, si morse il labbro, la curiosità era sempre stata la sua unica pecca.
-Perché volevo vederti e chiederti una cosa.-
-Cosa?-
Draco si fermò e lei fece lo stesso, si era avvicinato solo di qualche passo, non erano vicini come quella volta che lui l’aveva braccata ad Hogwarts ma Hermione sentì lo stesso le ginocchia molli e il fiato corto.
Da quando lui gli faceva quell’effetto?
-Insegnami a camminare nel tuo mondo.-
 
“Se credevi di potergli resistere, di poterci provare, mi sa che il tuo piano è fallito con queste parole.”
Mi ha conquistata.
 
***
 
Rientrarono verso l’ora di pranzo ed Hermione non si stupì di vedere entrambi i suoi genitori ai fornelli, indicò a Draco l’attaccapanni per la sua giacca e assieme entrarono in cucina per aiutare.
Risero ed Hermione si sentì leggera come quella volta che aveva ricevuto la sua lettera di Hogwarts: quel giorno aveva capito che c’era un motivo se si sentiva diversa, che c’era un motivo se tutti la guardavano come se fosse un alieno, lei era speciale.
Vide anche il sorriso di Draco, un sorriso vero, qualcosa che neanche in quei pochi anni che si erano visti come nemici lui aveva avuto ma doveva immaginarsi che quel periodo non sarebbe durato.
Un breve rumore alla finestra la fece voltare, e trovò Edvige con una lettera legata alla zampa.
La fece entrare, dandole un piccolo biscotto, sganciò la missiva e la tenne stretta tra le mani: sapeva che questa avrebbe determinato il suo futuro.
Guardò Draco, quel ragazzo che aveva messo in dubbio tutto ciò in cui credeva e decise che nonostante quello fosse il suo momento di essere felice, non poteva rimandare, non poteva far aspettare Harry.
Aprì e lesse velocemente per poi chiuderla.
Si sedette a tavola, mostrando il suo migliore sorriso e cercando di essere la ragazza di pochi attimi fa, anche se lo sguardo del biondo le fece capire che lui aveva visto tutto.
 
-Cosa c’era scritto?-
Si erano seduti nei gradini dell’abitazione della ragazza e guardavano la strada davanti a loro.
-Te ne sei accorto?-
-Bè sì.-
-Non posso dirti cosa c’è scritto, io… Mi fido di te.- disse guardandolo negli occhi.
-Sono gli altri che non si fidano di me?-
-Non sanno che sei tu a darmi quelle informazioni, vogliono solo proteggere le persone che amano.-
-Lo vogliamo tutti, Hermione.- rispose Draco.
-Però… Se vuoi… Imparare qualcosa sul mio mondo lo dovremo fare nelle prossime due settimane… Poi non sarò disponibile fino all’inizio della scuola.- abbassò lo sguardo.
-Mi sta bene anche così.- rispose il ragazzo, allungò le gambe, per stirarsi e chiuse gli occhi, quando il sole li carezzò con i suoi raggi.
Hermione fece lo stesso, capendo che alla fine non era poi così male questo nuovo Draco che sedeva placidamente con lei.
 
“Forse te ne potresti anche innamorare.”
 

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Capitolo 7
*** Make a difference ***


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Inizio scusandomi per la mia assenza, 
avevo il pc a sistemare e un esame da dare.
Una combinazione deleteria che ha portato al mio ritardo.
Adesso inizia il quinto anno ma ci saranno molte notivà, 
Draco prenderà una decisione importante e 
Hermione proverà a fare pace con se stessa ed accettare una 
situazione, dei sentimenti che non aveva previsto.
Mentre il nostro Potter inizia la lunga guerra con la Umbridge.

Grazie di cuore ancora a tutti <3


 
Make a difference
 
Quella appena trascorsa l’aveva reputata la sua estate più difficile, lunga ed esasperante.
Draco guardò fuori dalla finestra della sua camera e cercò di scrollarsi i mille dubbi che gli annidavano la mente ma sapeva, altrettanto bene, che ormai vi risiedevano da troppo tempo.
Non sarebbe tornato indietro.
Si voltò e posò lo sguardo sul baule che da li a poche ore avrebbe portato con se ad Hogwarts, la sua scopa e il suo gufo, tutto era stato sistemato con troppa precisone.
 
“Solo perché hai avuto le ultime settimane libere, lei non c’era.”
 
Hermione.
Hermione aveva trascorso con lui la maggior parte dell’estate, gli aveva insegnato così tanto e lui le aveva dato altrettanto, sapeva bene qual era il sentimento che covava dentro il suo petto e proprio per quel sentimento aveva optato per quella decisione.
La sua partenza gli aveva lasciato un vuoto all’altezza del cuore, facendogli provare sentimenti sconosciuti.
 
“Draco Malfoy che parla di sentimenti, se ci sentisse Lucius altro che Hogwarts ci manderebbe ad Azkaban.”
Oh ne sono convinto anch’io, solo che sono indispensabile al mio caro paparino. Solo per questo mi lascia tornare a casa.
 
Draco si lasciò cadere sul letto, fregandosene di rovinare il completo che sua madre gli aveva fatto comprare per il suo quinto anno, fregandosene di fare tardi in quanto preferì chiudere gli occhi e lasciarsi andare a quei ricordi, così vividi, così reali che gli avevano permesso di guardare verso la luce.
Ed era stata lei a farlo, lei senza volerlo, lei con le sue dimostrazioni di odio nei suoi confronti, lei con quel suo delicato ma energetico pugno.
Si toccò la faccia, involontariamente, come se potesse ancora sentire il dolore che si era sprigionato subito dopo.
Era stato quello l’inizio.
Le parole che Hermione gli aveva rivolto l’avevano ferito non solo nell’orgoglio ma anche nel suo cuore ammuffito e insensibile; così aveva iniziato a porsi domande, a scoprire le carte in tavola con i suoi genitori.
E il loro piano non gli era piaciuto, poiché sarebbe diventato un burattino del Mago Oscuro così come lo era già suo padre, ed aveva preso la sua decisione.
Avrebbe impedito che Voldemort sorgesse, avrebbe impedito a quel folle di rovinare altre vite, come aveva rovinato quella della sua famiglia o quella di Potter anni prima.
Solo che il suo piano era fallito, Hermione non era riuscita a convincere Potter e lui adesso aveva preso la sua seconda decisione, la quale probabilmente avrebbe, definitivamente, modificato le sorti della battaglia.
 
“Hermione e il suo pugno? Una coincidenza che ci ha permesso di trovare la nostra strada, di allontanarci dal percorso di morte e distruzione prefissato da Lucius, alla nostra nascita.”
Non sarà così semplice eluderlo, i nostri problemi sono appena iniziati.
“Però per lei siamo pronti a tutti, no?”
Esattamente.
 
-Draco cosa stai facendo? Faremo tardi se non scendi, l’Espresso per Hogwarts non aspetta mica te.-
-Già, forse l’unica cosa che Lucius non può controllare.- sussurrò così a bassa voce che neanche lui si sentì.
-Come?-
-Niente madre, scendo.-
 
La vide sparire oltre la soglia della porta e si concesse solo un altro minuto di tranquillità, aveva studiato il suo piano nei dettagli fin dal primo giorno d’estete, e lei lo aveva in qualche modo spinto a realizzarlo.
Adesso doveva solo arrivare a scuola.
 
***
 
Hermione iniziò a battere le mani subito dopo la conclusione della Cerimonia dello Smistamento, Grifondoro aveva acquistato qualche nuovo pupillo e come Prefetto li avrebbe aiutati durante il loro percorso.
Anche se c’era un ragazzo che la faceva preoccupare più di loro, e che col tempo aveva raggiunto lo stello livello di Harry Potter nella scala delle sue apprensione: Draco Malfoy.
Alzò lo sguardo e lo spostò lentamente verso di lui, era l’unico della sua Casata che non stava battendo le mani, anzi il suo solito atteggiamento strafottente, la lasciò un attimo scombussolata.
Dov’era quel ragazzo che aveva passato l’estate con lei?
Quel ragazzo che aveva fatto breccia nel suo cuore in modo inaspettato che ancora adesso le risultava difficile ammetterlo.
 
È sparito?
 
Quel pensiero gli offuscò la mente e sentì il cuore battere veloce per quell’amara considerazione, Malfoy era tornato a guardarla con i suoi occhi glaciali, sentì una goccia di sudore scenderle lungo la tempia e la represse, come anche il respiro affannato.
Si era illusa come una ragazzina del primo anno, si era illusa che tutto quello che avevano costruito, i fugaci sguardi, i tocchi rubati, avessero un significato diverso, che potessero essere quel di più, agognato da tutte le ragazzine della scuola.
Ed invece lui l’aveva solo presa in giro.
Improvvisamente sentì qualcosa nella mano, che involontariamente, aveva stretto a pugno.
L’aprì lentamente, distogliendo lo sguardo da Draco e si ritrovò un biglietto, così piccolo che dovette avvicinarsi per leggero.
 
Al nostro sgabuzzino dopo il banchetto.
Non farti seguire.
D.C
 
Il cuore riprese a pompare sangue più velocemente, lo sentì affluire persino sul viso e percepì le sue guance tingersi di una leggero rosso, però non lo guardò.
Avrebbe potuto attirare l’attenzione, avrebbe potuto insospettire persone e lei non voleva far ricadere su di loro la loro attenzione.
Riprese a guardare Silente che stava annunciando la nuova professoressa di Difesa Contro le Arti Oscure: Dolores Umbridge.
L’osservò attentamente e provò un brivido lungo la pelle, ricordandosi perfettamente dove aveva sentito il nome di quella donna: era uno dei membri del Wizengamot.
Ed aveva votato contro Harry al processo di qualche settimana fa contro l’uso improprio della magia per difendersi dai Dissenatori.
 
“Credo che avremo una nuova gatta da pelare.”
Lo credo anche io.
 
***
 
Draco si era chiuso la porta alle spalle da un paio di minuti quando la sentì nuovamente aprirsi, come primo istinto prese la bacchetta ma quando vide gli occhi dolci di Hermione la riposò nella tasca dei suoi pantaloni.
-Paura di essere scoperto?-
-Non sono io il Prefetto che viola le regole dal primo giorno.-
-Malfoy se vuoi farmi arrabbiare sei sulla buona strada.- disse, mettendosi le mani sui fianchi.
 
Draco non riuscì a non ridere a quella visione, quella ragazza gli era mancata, troppo, nelle ultime settimane ed adesso, che poteva vederla tutti i giorni, sentiva che dentro di se tutto si sarebbe sistemato, che lei sarebbe riuscita a scacciare anche i Demoni più radicati del suo cuore.
-Ti faccio così ridere?-
-No in realtà, no.- sussurrò, cercando di mantenere un certo contegno.
-Ed allora cosa?-
-Non vedevo da troppo tempo quel tuo sguardo, da So-Tutto-Io.-
-Oh.- la vide arrossire di nuovo come durante il banchetto per via del suo messaggio.
Anche se non lo aveva guardato, lui aveva assaporato ogni istante della sua reazione e ne aveva gioito.
-Suppongo che le tue ultime settimane di vacanza siano andate bene?-
-Non posso lamentarmi, anche se Harry ha avuto problemi col Wizengamot, avrai letto.- disse, appoggiandosi a un vecchio ripiano.
-San Potter e guai vanno di pari passo, ho letto molto sull’argomento; e non guardarmi in quel modo, non c’è bisogno che ti prodighi in sua difesa, so perfettamente che è innocente.-
-Ah si?-
-Sì, diciamo che quest’estate alcuni membri del Ministero si sono imbattuti nella mia dimora, come la nostra carissima Umbridge.-
-Lo sapevo, quegli occhi non mi sono piaciuti dal primo momento. Cosa ti è successo quest’estate? Avevi detto che mi avresti scritto.- lo ammonì.
-Ciò provato ma la mia posta era controllata per la maggior parte del tempo e non volevo rischiare di rivelare informazioni utili su di voi.-
-Tu-Sai-Chi è venuto da voi?-
-Non ancora, ma sono convinto succederà adesso che ho lasciato la casa, Hermione se le voci che ho sentito sono vere quest’anno avremo tanti problemi.-
-Che voci…?-
-Prima però devo dirti una cosa.-
 
Hermione guardò Draco negli occhi, effettivamente, il ragazzo che aveva conosciuto l’anno scorso c’era ancora, sotto un piccolo strato di paura, ma c’era, quello però che la spaventava erano i suoi occhi: gli stessi occhi che più di una volta le avevano parlato.
 
-Sto accettando di essere un infiltrato.-
Hermione scattò all’in piedi, quelle sei parole le avevano messo in allerta tutti i sensi.
-Silente mi aspetta nel suo ufficio adesso, volevo però che tu lo sapessi prima.-
La ragazza iniziò a guardarlo, spostando gli occhi su tutti quei particolari che sempre in quello sgabuzzino aveva notato, ricordando il suono della sua risata durante l’estate e l’uso di un abbigliamento troppo rigido nonostante il caldo londinese, i loro sorrisi, non si stupì di come lui gli era entrato sotto la pelle senza neanche accorgersene ed adesso aveva la sensazione che lo avrebbe perso, che se lui avesse accettato quel compito lo avrebbe perduto per sempre.
 
Potrebbe morire?
“NO!
Perché rischiare così tanto?
 
Quel pensiero le fece pompare il sangue più velocemente di qualche ora fa, facendogli quasi male.
 
-Hermione di qualcosa.- la supplicò e lesse la disperazione nei suoi occhi.
Ecco cosa le stavano dicendo.
Senza pensarci Hermione si avvicinò, alzò leggermente la mano destra per sfiorargli il piccolo cenno di barba e chiuse gli occhi, percependo la distanza svanire e la bocca di lui contro la sua.
 

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Capitolo 8
*** Hidden love ***


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Mi scuso per il disagio ma ho da poco iniziato l'università e 
il tempo  si è drasticamente ridotto.
Il capitolo sarà di passaggio, il quinto anno non inizia nel migliore dei modi per 
Hermione: Draco decide di infiltrarsi tra i Mangiamorte 
e lei capisce che è qualcosa d veramente pericoloso.
Nonostante ciò farà anche lei la sua scelta.
Grazie veramente per essere ancora qui, nonostante io sia una frana <3


 
Hidden love
 
Hermione avanzò con passo svelto tra i vari corridoi, aveva scelto di assistere all’incontro tra Draco e Silente, ma per non destare troppo l’attenzione aveva aspettato che il ragazzo entrasse per primo.
Dopo pochi minuti di attesa, si ritrovò a salire le scale che davano accesso allo studio del Preside tramite la parola d’ordine.
 
-Signorina Granger.- esclamò il vecchio uomo, seduto sulla sedia della scrivania.
-Buonasera, Preside.-
 
Draco le lanciò un’occhiata furtiva ma tornò ad osservare l’uomo davanti a lui, tremava leggermente e il motivo era anche dovuto alla presenza della ragazza, inghiottì il groppo che si era formato in gola, sapendo che non le avrebbe potuto nascondere la verità ancora per molto.
 
-Perché lo fai?-
Lei è troppo intelligente, mi scoprirà.
“Sicuramente ti rifarà quella domanda.”
 
-Il Signor Malfoy mi aveva accennato alla decisione di comunicarle la sua  scelta.-
-Ed io sono convinta che anche Harry debba essere messo al corrente, non vogliamo che si creino delle incomprensioni.- sussurrò la ragazza, avanzando.
-Potter?- domandò Draco allibito.
-Harry è un ottimo amico e sa tenere un segreto.-
-Temo che avrò molta difficoltà a comunicare con il Signor Potter.-
-Per la Umbridge?-
-Professoressa Umbridge, Signorina Granger.-
 
Hermione si morse il labbro per quel rimprovero ma annuì brevemente.
 
-La prego, Harry deve saperlo o farà qualcosa di stupido contro Draco e lui potrebbe anche rischiare la sua vita.-
Il ragazzo alzò lo sguardo, ancora più allibito per le parole che aveva appena sentito; lei si preoccupava per lui, aveva a cuore la sua incolumità, sorrise brevemente e tornò a guardare il preside.
-Farò tutto quello che posso.- comunicò asciutto, -Signor Malfoy, lei dovrà continuare a comportarsi come sempre, ogni minimo cambiamento potrebbe destare l’attenzione di molti e questo non fa parte del piano, quindi voi due…-
-Lo sappiamo.- rispose, velocemente, Draco.
-Non avremo molti problemi a nascondere i nostri… Sentimenti… Io e lui ci odiamo dal nostro primo anno, sappiamo recitare bene.-
-Lo spero per voi, adesso però tornare ai vostri dormitori. Mi metterò in contatto con il Signor Potter il prima possibile mentre i nostri incontri si svolgeranno solo in rare occasioni ed in casi di necessità.-
-Certamente.-
-Arrivederci.- Hermione salutò educatamente e si ritrovò fuori dall’ufficio di Silente con Draco.
 
-Perché vuoi che Potter lo sappia?- domandò senza muoversi.
-Voglio che lui lo sappia perché può essere un ottimo alleato, e così non farà troppe sciocchezze.-
-Ma io sarò sempre Malfoy, non cambierò il mio atteggiamento.-
-Lo so e non devi farlo, le apparenze prima di tutto.-
Hermione allungò una mano e gli sfiorò la guancia, sorridendo anche se qualcosa s’impossessò del suo cuore, un nuovo sentimento: tristezza.
-Questo non potrà succedere in pubblico.- disse lui, accostando la guancia alla mano di lei.
-Purtroppo lo so, ma farò di tutto per proteggerti.-
-Anche io.- rispose lui serio.
-Perché lo fai?- domandò per la seconda volta in una serata, cercando di reprimere le lacrime.
-Un giorno te lo dirò.- sussurrò, si avvicinò a lei e la baciò.
 
Draco posò una mano sui fianchi e la strinse a se, mentre l’altra la fece passare tra i suoi capelli, perdendosi nel suo profumo e lasciando che il suo cuore provasse qualcosa di nuovo.
Lei si avvicinò a lui, la sentì piccola e indifesa tra le sue braccia anche se lui sapeva bene che non era così: era una vera Grifondoro.
Continuò a baciarla per un tempo infinito, rendendosi conto che una volta sceso dalle scale e superato il gargolle lui sarebbe dovuto tornare ad odiarla, e non voleva che succedesse.
 
***
 
-Il Signor Diggory è morto per un tragico incidente.- urlò Dolores Umbridge senza ritegno.
-E´stato Voldemort ad ucciderlo.- rispose Harry, alzando di poco il tono di voce.
 
Hermione scivolò lungo la sedia, era passata poco più di una settimana da quando anche Harry era stato messo al corrente delle intenzioni di Draco, meno di un settimana e la Umbridge aveva preso il controllo delle lezioni, impedendogli di praticare la magia.
Devo fare qualcosa o non riusciremo a difenderci da Voldemort.
 
Lentamente si voltò per osservare le reazioni degli altri compagni e posò, solo per brevi secondi, lo sguardo su Draco; come lei stava osservando la professoressa.
-Perso qualcosa Mezzosangue?-
-Stavo cercando il tuo cervello.- rispose, senza timore.
Si voltò e sentì il viso incandescente, cercò di calmarsi ma nonostante la recita i commenti di Draco la facevano sempre innervosire, poiché in qualche modo riusciva sempre a coglierla in flagrante, come se fosse colpevole di qualche reato.
 
-Punizione Signor Potter nel mio ufficio dopo le lezioni.- tagliò corto la Umbridge, guardando freddamente l’intera classe.
 
E fu in quel momento che Hermione ebbe un’idea, sorrise, e avrebbe dovuto ringraziare la Umbridge stessa per quello: se lei non gli avrebbe insegnato gli incantesimi di difesa li avrebbero imparati da soli.
“Esercito di Silente.”
ES.
“Mi piace.”
 
***
 
-Non sono la persona giusta per farlo.-
Harry guardò negli occhi tutti i ragazzi che Hermione aveva radunato alla Testa di Porco, un paio di giorni dopo la sua brillante sfuriata alla professoressa e abbassò gli occhi.
-Harry tu saresti il migliore istruttore di questo mondo e noi dobbiamo difenderci, non possiamo permettere la Ministero di dettare legge!
La Umbridge non fa altro che esaminare i professori e quelle sue regole? Vuole prendere il posto i Silente.-
-Non può!-
-Se non facciamo qualcosa sarà così, invece.- rispose seria l’amica.
-Tutti noi ci fidiamo di te.- disse Ron.
-Ma non abbiamo un posto dove poter fare pratica.-
-Oh bè ci ha pensato Neville.-
-Neville?- chiesero tutti i presenti.
-Casualmente si è imbattuto nella Stanza delle Necessità, ci permetterà di usarla.-
-E tu come lo sai Hermione?- domandò Fred.
-Ovviamente ho controllato.- rispose, come se fosse la cosa più scontata del mondo.
-Quindi voi vi fidate di me? Nonostante quello che la Gazzetta del Profeta ha detto?-
-Sei nostro amico Harry e siamo qui perché sappiamo che il Ministero mente.- disse Ginny, incrociando le braccia al petto.
-Okay allora, gli orari degli incontri saranno dettati di volta in volta, non possiamo farci notare e dovremo essere discreti nello scambio delle informazioni. Ogni casa scelga un portavoce e sarà lui a recepire il mio messaggio e a diffonderlo agli altri.-
-Non una parola con Serpeverde.- disse Ron, ironicamente.
Hermione guardò brevemente Harry, lui ricambiò lo sguardo e lei annuì; lo avrebbe detto a Draco quel pomeriggio stesso, era ad Hogsmeade come lei.
-Per oggi è tutto, ragazzi.-
Harry li congedo sorridendo e rimase con i suoi amici.
-Rientriamo?-
-Ron, tu e Harry andate avanti, io devo parlare con Ginny di una cosa.-
-Come vuoi.- esclamò il rosso, uscendo dalla taverna.
Harry le si avvicinò e sussurrò al suo orecchio:
-Stai attenta.-
-Sempre.- sussurrò.
 
Hermione uscì dalla porta sul retro del locale, strinse la sciarpa al collo per via del freddo, Dicembre si stava avvicinando.
Si allontanò dal centro di Hogsmeade e si diresse più alla sua periferia, lontano dalla strada e dallo sguardo dei visitatori.
Osservò la Stamberga Strillante da lontano ed aspettò, anche se in lontananza riuscì a percepire i suoi passi.
-Ciao.-
-Ciao.- sussurrò lei voltandosi.
-Non ti ha seguito nessuno?-
-No e a te?-
-Tiger e Goyle potranno anche essere le mie ombre ma sanno anche dileguarsi al momento giusto.-
-Oh non lo metto in dubbio.- rispose ridendo.
-Il Ministero sta cercando di prendere il controllo.-
-Silente avrà un sacco di guai con la Umbridge, gli basta un solo errore e lo caceranno e in quel caso…-
-Non pensarci ora.-
Draco allungò una mano e la posò sulla sua spalla, stringendola piano, cercando di farle percepire il suo calore.
-Sai saresti un ottimo attore.-
Hermione lo guardò negli occhi e si perse in quelle iridi color tempesta, nel suo sorriso sghembo che le faceva sempre battere il cuore.
-Potrei dirlo anche io di te.-
-Certe battute però non mi escono bene.-
-Vorrei evitarle, se potessi.-
-Ma non puoi, non possiamo.-
-Di che avete parlato? Ho visto che c’erano molti ragazzi.- chiese Draco, cercando di cambiare argomento.
-Ho proposto di creare l’Esercito di Silente, una specie di associazione segreta per imparare a difenderci, dato che la Umbridge si rifiuta.-
Lui rimase in silenzio, osservandola.
-Cosa c’è?-
-La Umbridge ha creato una Squadra d’Inquisizione.-
-Perché?-
-Perché non si fida di Potter e di te, ha il sospetto che nascondiate qualcosa.-
-E tu come fai a saperle queste cose?-
-Faccio parte della Squadra.-
-Infiltrato fino al midollo.- sussurrò Hermione, abbassando gli occhi.
-Devo farlo o potrei destare sospetti tra i Serpeverde, sono stato il loro leader per quattro anno, non posso improvvisamente sparire.-
-Lo so, scusami e che… Wow, non me lo aspettavo.- ammise, poggiando le mani sul suo petto.
-Hermione sta attenta, la Umbridge è pericolosa.-
-Fallo anche tu allora.-
Draco sorrise, quella ragazza aveva messo in dubbio tutto il suo mondo, aveva fatto crollare le sue certezze e aveva liberato il suo animo tormentato, non avrebbe mai smesso di ringraziarla per quel pugno e un giorno le avrebbe detto cosa provava, in quanto era consapevole che sarebbe stato troppo presto: troppo presto per quell’amore che stavano nascondendo.
Si abbassò e le sfiorò brevemente le labbra.
-Non fare troppo la coraggiosa, se si tratta della tua vita non voglio rischiare.-
-Oh lasciami fare, so bene in cosa vado in contro.-
-Forse.-
Decise di evitare altre discussioni e riprese a baciarla, dalla scorsa settimana non avevano avuto neanche un’occasione per stare assieme e aveva deciso che si sarebbe preso quei pochi minuti disponibili fino in fono, non avrebbe mai rinunciato a lei.
 
***
~Un mese dopo.~
-Harry, Harry stai bene?!-
Ron lo scosse leggermente e il moro si alzò dal letto, sentì il sudore lungo la schiena ma non riuscì a togliere l’immagine dalla sua mente.
-Dobbiamo andare da Silente.-
-Perché?-
-Tuo padre.-
-Cosa c’entra mio padre?-
-Voldemort sta cercando di ucciderlo.- sussurrò, mettendosi le scarpe e uscendo di corsa dal dormitorio augurandosi di essere ancora in tempo.

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