Buffy L'ammazzaVampiri 8 -Gli Ultimi Sopravvissuti-

di IllySan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** -2- ***
Capitolo 3: *** -3- ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***




Salve a tutti, sono IllySan, la creatrice di questa FanFiction.
Voglio solo dirvi un paio di cose prima di lasciarvi alla trama: NON COPIARE,
questa storia è un RACCONTO CON DIRITTI D’AUTORE.
STA PER ESSERE PUBBLICATO, quindi qualsiasi cosa, CONTATTATEMI!
Detto ciò, spero che vi piaccia, e...Buona Lettura, ci vediamo sotto :-*

 
 

                                                                  -1-
 
In questa nuova stagione , ritroveremo i membri rimanenti della nostra amata Scooby-Gang sparsi per il mondo: partendo dalla Cacciatrice per eccellenza, Buffy, che si trova a vivere oramai in Italia, precisamente a Roma, con sua sorella Dawn, in un piccolo appartamento.

Buffy , sembrava essere la persona più serena del mondo e questo preoccò Dawn,
convinta che dietro a tanta calma potesse nascondersi un’improvvisa ed imminente esplosione,
dovuta alla perdita del suo Spike...

Non era passato molto tempo dalla sua scomparsa e così, si guardò bene dal nominarlo!


Xander e Robin Wood invece, (ex fidanzato di Faith), si erano recati in Austria
per reclutare altre potenziali apparse, mentre Willow e Kennedy, si ritrovarono in Francia.

Il loro rapporto però,  non era più lo stesso.


Intanto Faith, selvaggia e solitaria qual’era,  si era decisa di andare a Cleveland, da sola,
per distruggere quell’altra Bocca Dell’Inferno, scoperta già, durante l’ultima Apocalisse,
ma trovò logicamente, alcune difficoltà...



Per quanto riguardava Giles, ed Andrew (quest’ultimo intanto divenuto un giovane Osservatore), si trovavano in Inghilterra , per il raduno dei nuovi Osservatori,
manifestazione che si svolgeva, praticamente da sempre, ogni anno.



Buffy si trovava molto bene a Roma: si era abituata a quel caos e a quella frenesia,
aveva il minimo indispensabile, non poteva lamentarsi di nulla e la sua nuova vita, tranquilla,
(forse anche fin troppo piatta e normale),  in fin dei conti, le piaceva moltissimo.
Doveva ammetterlo almeno a se stessa.

Sapeva di poter finalmente vivere la vita che aveva sempre desiderato, ma sapeva anche,
che ormai era troppo tardi per tornare indietro...e riparare agli errori fatti in passato...

Spike compreso.
Era morto per salvare lei e il resto del mondo, e l’idea che gli attuali esseri viventi
non ne fossero a conoscenza, le provocava una tale rabbia da voler desiderare di essere morta lei stessa...quella collana era destinata a lei, non doveva rimetterci lui...

Perché si, giorno dopo giorno si struggeva per quel biondino; lei lo amava veramente,
ma purtroppo per entrambi, se ne era resa conto troppo tardi, ed ormai Spike, non c’era più.

Ogni notte, nella sua camera buia, vuota e fredda, non faceva altro che rivivere quella maledettissima sera, quando lei gli confessò di amarlo e lui, con quel suo solito sorrisino provato, che però cercava di controllare, non le aveva creduto e l’aveva ringraziata però di averlo detto...
Stava impazzendo; i sensi di colpa e la frustrazione, la stavano assalendo, e lo scorrere del tempo non l’aiutava affatto, anzi, sembrava peggiorare il suo stato d’animo...

Questo “finale” ormai, impediva la realizzazione di un possibile futuro insieme.
Si odiava per aver reso all’epoca, a Spike, il tutto più complicato ed invivibile.
Non riusciva a spiegarselo, a perdonarsi di aver fatto la stornza, la superiore con lui,
perché in cuor suo, sapeva di aver torto e di aver sbagliato fin dall’inizio, rovinando così,
il loro rapporto...

...Solo per paura...

A distoglierla da questi pensieri però, ci pensava la sua piccola sorellina Dawn,
ormai adolescente, che le stava dando molti problemi dovuti proprio all’età.

Infatti come tutte le ragazze di 17 anni, Dawn era piuttosto ribelle, testarda e difficile
da gestire e a differenza sua, Buffy, quando si ritrovò nel tunnel dell’adolescenza,
era totalmente diversa: molto più assennata e responsabile.
Ritenendosi così, in dovere di controllarla per evitarle guai, da perfetta sorella maggiore, cominciò a seguirla ovunque, tutte le volte che questa usciva, ma quella situazione durò poco; fin quando una sera, Dawn, si accorge della cosa e decide, appositamente, di fargliela pagare.




Si ricordò che durante l’estate, la sua amica Willow, le aveva insegnato alcuni incantesimi,
leggeri, non troppo complicati e pericolosi, così pensò che quello fosse il momento adatto
 di far pratica ed usarli contro la sorella, in modo di togliersela dai piedi.



Creò un demone davvero mostruoso, con tanti di quei tentacoli che Buffy, girando un angolo,
se lo ritrovò davanti improvvisamente e per difendersi da questi, perse non solo tempo,
ma anche le  tracce di Dawn, che seminata la più grande, si era nel frattempo recata in una discoteca, intenta a godersi quella serata, come non mai.



Infatti, qui Dawn, conobbe un tizio, il primo che le capitò sotto tiro:
affascinante, intelligente e piuttosto misterioso, dal nome: Alan.

Lei rimase subito colpita da questo ragazzo: era alto e snello, dai capelli rossi,
occhi di color giallo grano ed uno sguardo penetrante e misterioso...

Per non parlare poi, del suo abbigliamento; indossava una camicia verde molto attillata , tenendo i primi 3 bottoni aperti, giubbotto e pantaloni di pelle beige.
Inusuale, ma il modo di vestire di Alan, a Dawn sembrò piuttosto familiare, ma non ci diede molto peso e lasciò correre.
Alan era seduto tutto solo al bar, a bere qualche Drink di tanto in tanto,
mentre osservava con attenzione la folla di gente che si scatenava al centro della pista da ballo, strofinando lentamente le dita sul bordo del bicchiere, e fù proprio in quel momento,
che Dawn, avendo assunto fin troppi alcolici, (mischiati) e addirittura alcune pillole di estati, gli andò vicino, sorridendogli.
Iniziò a strusciarsi contro il corpo del ragazzo, muovendosi sempre a ritmo di musica,
per poi, senza pensarci due volte, offrirgli senza alcun ritegno e pudore, una notte infuocata.




Lui ovviamente accettò e durante la notte , proprio durante il post-sesso,
gli venne voglia e l’idea, di lasciarle l’ennesimo ricordino...



Dawn il mattino dopo, al sua risveglio, sentì immediatamente un forte dolore alla testa , dovuto alla sbornia (e non solo), della sera prima, si guardò intorno e  si rese conto di essere in un posto che non conosceva...
Strinse gli occhi e abbassò la testa cercando di pensare, di ricordarsi qualcosa, qualsiasi cosa...ma niente, il vuoto...
Si passò la mano sul volto e tra i capelli, ed ecco che alcuni flash le tornarono in mente,
anche se sfuocati: “Alan...”

Di scatto si voltò per guardarsi meglio intorno, ma del ragazzo, non c’era nessuna traccia.

Sospirò alzandosi a fatica dal letto e andò dritta ad aprire le tende; voleva vedere e godersi
un po’ di luce, soprattutto, voleva svegliarsi del tutto da quello stato catatonico in cui era caduta, ma quando i primi raggi del sole sfiorarono la sua pelle... Un bruciore fortissimo
la invase, come se si stesse bruciando.

Sembrò esattamente quello, anche perché un odorino di cenere,  si sparse nella stanza
e la sua attenzione, fù catturata dalla sua stessa pelle fumante...

Una lampadina le si accese e sgranò incredibilmente gli occhi, dopo aver messo insieme
i pezzi del puzzle.

Corse davanti allo specchio e (come aveva intuito), la sua immagine non si riflesse,
era come se lei non esistesse...

Di rimando ci provò ancora, non potendo credere a quello che le stava accadendo;
si portò la mano al collo, toccandosi il perimetro di pelle bianca alla ricerca di ...e sbam,
di lato, sotto i lunghi capelli, sentì la presenza di  due piccoli  fori, ancora molto doloranti.

Preso atto dell’accaduto, a Dawn non restò che crollare a terra e piangere;
era davvero disperata, non era sua intenzione arrivare a tanto...


<< Come le dirò quello che mi è successo? Come reagirà? Visto che sono sta io a seminata, lasciandola a combattere con un demone, particolarmente  pericoloso, con mille tentacoli?>>
 
Avrebbe voluto solo trascorrere un sabato sera diverso dal solito, provando esperienze nuove,
e per una volta, essere più “divertente” della sorella maggiore, ma la situazione le era completamente sfuggita di mano, ed ormai non poteva fare niente per rimediare... lo sapeva... L’unica cosa giusta che le venne in mente e fece, fù capire che era arrivata l’ora di comportarsi da adulta e, facendo un gran respiro, decise di affrontare quel casino in cui lei stessa si era ficcata, e chiamò Buffy...

 
Uno, due, tre, quattro squilli al vento, e al quinto squillo, ecco che la bionda rispose.

<< Buffy, devo parlarti... >>

<< Dove sei? >>

<< Ci vediamo a casa...Ho una cosa importante da dirti... >>


Buffy, conoscendola e percependo che nell’aria non vi era l’ombra di notizie positive,
sia dal tono di voce che dalle parole usate, si allarmò e si catapultò a casa, in pochi minuti.



Nel frattempo la “piccola peste”, si era rivestita, sistemata e avviata verso il loro appartamento, dove a breve, avrebbe dovuto confessare tutto a Buffy.


La più piccola aprì la porta di casa con molta lentezza, e appena varcata la soglia,
incrociò immediatamente gli occhi verdi della sorella:



<< Cosa c’è? Perché tutta questa fretta? >>

Urlò Buffy, alternandosi e preoccupandosi , mentre Dawn spaventata,
non riusciva ad aprire bocca...


<< Allora...?! Dove sei stata ieri sera? Che hai combinato? Parlami, cazzo, Dawn! Rispondimi! >>

A quel punto, la giovane prese coraggio e alzando lo sguardo verso la sorella, disse:

<< Sono andata a letto con uno... Non chiedermi particolari di questa nottata,
perché non ricordo nulla...ho bevuto e...credo di aver assunto anche delle pillole...
Però c’è dell’altro... >>



Buffy, rimase scioccata da quelle rivelazioni e dal tono diretto e tranquillo con cui le aveva parlato; conosceva Dawn  e sapeva che avesse un comportamento irresponsabile,
ma non non poteva immaginare che arrivasse a tanto...
L’aveva realmente sconvolta e non poteva dargliela vinta.


<< Io non posso crederci, davvero. Sei soltanto una bambina e...che hai fatto?
Hai buttato al cesso la tua prima volta come se niente fosse.

Con un perfetto sconosciuto, in discoteca, e puff... Senza precauzioni poi...
Sei in rischio di malattie, gravidanze... lo sai questo? Ti sei drogata e ubriacata...
Con quale coraggio? Perché? Sei un’irresponsabile, testarda, stupida ragazzina, alla deriva.
E la colpa non è mia, ma soltanto tua. Io non ho fatto altro che starti dietro in questi ultimi anni, da quando la mamma è morta, cercando di non farti mancare niente...
Ma tu non hai fatto altro che remarmi contro e puntarmi il dito ogni volta che potevi...
Ma chi diavolo sei tu? Che ne hai fatto di mia sorella Dawn?>>


La rimproverò duramente Buffy, dopo essersi ripresa dallo shock.
Dawn non aveva la forza di ribattere, non poteva perché nonostante le parole della sorella le fossero entrate dentro, ferendola, Buffy aveva ragione quella volta.
Anzi, in realtà, aveva sempre ragione Buffy...


Non l’aveva più guardata in faccia, aveva camminato avanti ed indietro e aveva preso a calci la sedia, che ruppe in più pezzi e calciato il cestino, che roteò a terra disfacendosi.

<< Mi hai delusa! >>

 Non sosteneva il contatto visivo.

<< Buffy, mi dispiace...I-io non volevo, credimi. >>

Tentò a dire Dawn, con la voce tremolante, sentendo i suoi occhi farsi lucidi, nuovamente.

<< No, non scusarti. Non serve... >>

Come sempre Buffy andò dritta al sodo, pungente, facendo sentire Dawn malissimo;
era delusa da se stessa...

Poteva notare, con la coda dell’occhio, che Buffy sembrava iper attiva.

<< Lo so, ho perso la tua fiducia, ma ora calmati per favore, c’è dell’altro... >>

Buffy si fermò un attimo e la guardò con sguardo indagatore...

<< Altro? Può andare peggio di così? >>

<< Forse si... >>

Soffiò in difficoltà Dawn, sentendo il peso aumentare a dismisura.

<< Parla! >>

Ordinò determinata l’altra, non immaginandosi cosa c’era ancora.
Sapeva solo che il suo sesto senso, stava impazzendo, e Buffy non era molto famosa per la sua calma ...


<< Ti sto dicendo che quello con cui sono stata a le...>>


Ma Dawn non fece in tempo a finire la frase che Buffy aveva tirato le mani in avanti scuotendole insieme alla testa, negando per non sentire...

<< Ho capito, basta! Non voglio che le immagini nella mia testa prendano a muoversi,
mi ci vorranno tante sedute per dimenticarmi questo... che schifo!>>


Dawn sbuffò e continuò...
<< Insomma, quello che stavo cercando di dirti è... che non posso essere incinta.
E’ praticamente impossibile...>>



<< E perché di grazia? Sentiamo un po’... >>


Ribattè la bionda, incrociando le braccia sotto al seno.

<< Perché Alan è un vampiro e mi ha vampirizzata! >>

Buffy rimase impassibile, ipnotizzata, immobile, non riusciva a pensare,
a respirare e le parole le morirono di gola.


<< So che sono sembrata troppo...ma non sapeva come dirtelo... >>


Sottolineò Dawn, non volendo essere così cruda.


<< Mi dispiace Buffy! Ho fatto un errore madornale. Imperdonabile e irrimediabile, ma tu...
Ti prego... Non odiarmi... Se puoi... e perdonami...>>

Esordì la più piccola, lasciandosi andare in un pianto irrefrenabile,
quasi nevrotico più che altro; non se lo sarebbe mai immaginata una cosa simile,
tanto meno lei riusciva ancora a metabolizzarlo.


<< BASTA FRIGNARE DAWN. STAI ZITTA UN ATTIMO... >>

Buffy stava sull’orlo di non si sapeva cosa.
I battiti cardiaci alternavano; irregolare era a dir poco...da un momento all’altro il suo cuore sarebbe potuto saltare fuori, strappandole il petto.
Dawn tirò su col naso e si coprì lentamente il volto, massaggiandoselo, mentre Buffy cominciò a camminare in modo frenetico ed isterico, su e giù per la camera, sbraitando, imprecando e pregando...

<< Ci dovrà essere un modo... >>

Soffiò ancora la Cacciatrice, cercando di concentrarsi e trovare una plausibile soluzione.

<< E se vedessimo il bicchiere mezzo pieno? >>

Esordì Dawn, sorridendo forzatamente, sperando di alleggerire quella tensione che si era innalzata, ma peggiorò solamente il malumore della sorella, che capì al volo,
cosa volesse intendere l’altra.


<< Ed io dovrei essere contenta che mia sorella, sia diventata una creatura della notte?
Una succhiasangue senza cuore che, andrà a togliere la vita a povere persone innocenti?
Dovrei essere contenta di venirti a cacciare per poi ucciderti? >>



Come darle tutti i torti?
<< Immagino ti dovrai abituare fin da subito... >>

Commentò Dawn, sorrise malinconicamente e scansandosi i capelli da un lato,
in modo da mostrarle, oltra alla sua nuova faccia, anche i due piccoli fori.


La fronte aggrinzita e i denti appuntiti, pieni di sangue, furono per la Cacciatrice,
la cosiddetta “goccia che fece traboccare il vaso”: gli occhi fuori dalle orbite e la mascella spalancata.

Ora Buffy non sapeva né cosa fare, né cosa dire e si ritrovò completamente spiazzata da tutta quella strana storia; neanche lei sapeva come comportarsi.
Si sentì improvvisamente come se un’immensa bolla di sapone l’avesse intrappolata,
i suoni erano ovattati, il volume era basso, le gambe tremarono e si appesantirono,
L’aria cominciò a mancarle ed il corpo paralizzato…

Capì in quell’istante che avere davanti a sè Dawn, era solo che peggio, per entrambe,
così in un momento di follia e di rabbia esplosa, fuggì da quella stanza,
allontanandosi il più possibile da tutto ciò che la circondava e la stava opprimendo.

Non era pronta ad un simile problema.
Era stato come...un affronto.
 
Corse e corse e corse, via, velocissimamente, senza guardarsi indietro e ripensarci.

Perse sia la cognizione del tempo che dello spazio e senza che se ne accorgesse,
si ritrovò stremata, priva di forza alle gambe, (oltre all’assenza improvvisa di forza psicologica), accanto alla famosa e bellissima fontana di Trevi.

Lì, piuttosto sconsolata, si lasciò cadere a terra, in ginocchio; era  distrutta,
veramente molto amareggiata...



<< ...Basta, sono stanca di tutto questo: prima mia madre, poi Sunnydale,
poi Spike, ora Dawn, i miei amici sparsi ovunque ed io sono rimasta senza nessuno... Questa vita deve essere soltanto un bruttissimo incubo...oa mi sveglio,si...
Devo svegliarmi! >>



Continuava a ripetere Buffy, tra un singhiozzo e l’altro, mentre il suo viso era continuamente rigato dalle calde e pesanti lacrime!


Pian piano però, percepì la sua vitalità, abbandonarla, anch’essa,
rendendole ogni senso offuscato, i muscoli deboli, quasi totalmente impossibile
da poter contrastare...
Cosa le stava succedendo?
Stava per svenire; troppe emozioni contrastanti tra di loro e troppo intense;
non era riuscita a reggerle e l’avevano alla fine, surclassata.


Solo a quel punto si rese realmente conto di quanto fosse ancora innamorata di Spike
e di quanto le mancasse.

Continuava ad avere gli occhi di lui stampati nella sua mente, la sua voce che risuonava limpida nelle sue orecchie,
ed il suo pensiero fisso, continuava ad essere che, se fosse stato ancora in vita, lui si sarebbe catapultato da lei, per aiutarla;
le avrebbe dato certamente una mano, perché Spike, era il suo principe azzurro,
la sua persona.


<< Spike... resta...con me... >>


Bofonchiò giusto prima di perdere completamente i sensi.
Ora, come non mai, ne era più che certa.
Lui c’era sempre stato per lei...e ovunque fosse adesso, sarebbe sempre stato con lei...

“La mancanza è la più grande presenza che si possa sentire.”

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Capitolo 2
*** -2- ***


Buffy stava male. 
Era inutile negarlo, nasconderlo e reprimerlo, stavolta non riusciva neanche a depistare 
gli amici interessati e preoccupati al suo stato d’animo... 
Glielo si poteva leggere dagli occhi, era diventata un libro aperto per chiunque la osservasse,
ma quello che si sognò quella notte, fù strano e la confuse .
Aveva sognato per l’ennesima volta, quella scena già vissuta: l’ultima immagine di lui, 
che la ringrazia per avergli  finalmente  confessato il suo amore, mostrando quel sorriso dolce e raro, che non regalava quasi mai a nessuno,
se non a lei; quel sorriso che l’aveva stravolta dall’inizio e per cui aveva perso la testa.
Sembrava proprio che il destino ce l’avesse con lei e la volesse ancora punire! 
“Ma di cosa?” , si chiedeva lei...
Non era stata lei a costringere il Vampiro ad indossare quel ciondolo;
non lo aveva mai confessato a nessuno dei suoi cari, ma avrebbe voluto morire con lui 
quella notte.

<< Non è già abbastanza? Ho perso tutto... Il mondo mi è caduto addosso...>>

Disse Buffy, flebilmente, con la voce rauca e spezzata, stropicciandosi il volto, 
una volta sveglia.
Lei ci stava provando a vivere come una persona normale, come se non fosse mai stata la Cacciatrice, come se il suo passato non fosse mai esistito, ma nella maggior parte delle volte, non sempre le riusciva: da un lato era dilaniata dal dolore e dai rimorsi e dall’altro,
 si sentiva  troppo esausta, stanca di combattere per continuare a...sopravvivere, perché si, 
da quando la sua vita era stata rivoluzionata, per lei quello, non era più vivere...
Di una cosa sola però, era certa: il suo Spike non avrebbe voluto vederla così,
avrebbe voluto vederla rialzarsi e continuare a lottare; tra i due, non era lei l’eroina,
ma era lui il Guerriero, il suo salvatore.

Ma nulla di quello che sembrava o si credeva, era vero...


Nel mentre, in un luogo molto molto lontano, Spike, da tutti creduto ormai polvere, 
era invece intrappolato in una sorta di strana dimensione; praticamente non era né morto 
né vivo, se così si può dire di un vampiro.
Era davvero disorientato, tutto ciò che lo circondava era apparentemente reale, 
anche se molto sfocato. 
Non aveva la possibilità di toccare materialmente le cose,  a parte quel maledetto medaglione che ancora aveva intorno al collo, che per una ignota ragione, lo  poteva anche vedere nitidamente e percepirne “il potere”, l’essenza.

Il suo unico pensiero da quando si era ritrovato lì,  era capire cosa fosse realmente accaduto 
e del perché, e come, non era diventato semplicemente cenere.
Probabilmente, forse, la parte visibile e presente, non era la sua anima, ma la sua aura,
e che di sicuro, quel posto in cui era finito, era qualche dimensione infernale, 
dove sarebbe dovuto rimanere per l’eternità, a pagare pagare pagare, per tutte le vite che aveva spento.
Sapeva che prima o poi, avrebbe fatto quella fine, e visto il “finale eroico”, 
una parte di lui ne andata fiero, ma nella sua mente e non solo, continuarono a farsi largo 
troppe di quelle domande:

<< Come mai, dopo il mio gesto, la mia anima non ha trovato pace? 
O un piccolo riscatto...?! Dove mi trovo precisamente? Cosa devo fare per uscire da questa dimensione?
C’è almeno un modo,  una possibilità di... tornare?>>


Spike realizzò che forse, era un sentimento particolare a tenerlo ancorato tra l’esistenza e no;, sicuramente era l'amore che provava per Buffy, a impedirgli di sparire per sempre e di seguire e riunirsi definitivamente con la sua anima.
Sì, ancora quella sua anima, che anche da morto, gli aveva dato il tormento, 
provocandogli un dolore immenso...però non si poteva ritenere pentito di quella sua decisione,
quando aveva deciso di riprendersela, a qualche costo, lo aveva fatto, senza timore,
 come pegno d’amore nei confronti della sua bionda, ed era la cosa di cui non si sarebbe potuto pentire: ne ora, ne mai!

Lei... 
Improvvisamente il ricordo di lei si fece vivo; di quando, dopo avergli confessato il suo amore, era fuggita mettendosi in salvo...
Ogni ricordo gli stava tornando alla mente, finalmente!
Era stato frustrante perché fino a quel momento, non si era neanche accorto della situazione in cui lui stesso si trovava e non aveva ricordava assolutamente niente; solo ora stavano cominciando, pian piano, a riaffiorare in lui dei flashback...
Pensò che quell’amore per quella donna era l'unica cosa che davvero contava...

<< Buffy... >>

Ed il solo nominarla, fece accadere l’inverosimile: come se entrambi avessero avuto lo stesso pensiero e si fossero chiesti aiuto reciproco,
ecco che all’improvviso, come per incanto, si ritrovarono mano nella mano, (stessa ed identica scena di un anno prima), 
a  guardarsi negli occhi , entrambi sbalordita e senza una logica spiegazione.
Nessuno dei due aprì bocca, nessuno dei due riusciva a connettere i neuroni alle parole,
era impossibile parlare in quel momento...

Una sola domanda, la stessa, attraversò però, le loro menti:
“ Com’era possibile?”

In Buffy, non spuntò solamente un sorriso sincero ed inaspettato, ma soprattutto,
percepì riaccendersi nel profondo, un fuoco spento da oramai fin troppo tempo; 
improvvisamente si sentì nuovamente contenta e serena a riaverlo nuovamente davanti a lei, 
a poterne sentire il profumo, a potersi godere ancora una volta quegli occhi azzurri in cui amava perdersi, ma nello stesso momento, era rimasta incredula,  un po’ scioccata e se poteva esserlo, anche molto più confusa di prima...

Inizialmente crebbe di star ancora sognando però non resistendo più, visto che non aspettava altro, non tardò un minuto di più,
così si avvicinò a lui, gli prese fortemente il viso lo baciò.
Quel bacio durò a lungo, fù dolce, passionale, bisognoso e salato a causa delle lacrime di gioia che scesero dalle guance di entrambi.
Continuarono a  ripetersi “ti amo” tante di quelle volte, che a Spike non sembrò vero.
Volevano recuperare tutto quel tempo perso, perché ancora non sapevano se la cosa sarebbe durata o meno, e non volevano di certo sprecarlo...

<< S-si...Si sta... Facendo giorno...>>

Balbettò Spike, riprendendo a fatica il fiato, avvertendo la donna che non ci stava minimamente pensando; si guardarono negli occhi per interminabili minuti, senza dire una parola, per poi Buffy accarezzargli la guancia ed annuire, capendo dove volesse andare a parare il biondo...
I due si misero a camminare, visto che casa della Cacciatrice distava da li a poco,
così  la raggiunsero subito.

<< Puoi entrare, Spike! >>

Proferì sicura e sorridente B. , notando che però,  qualcosa non andava in lui.
Il suo volto era tintinnante, sofferente, evidentemente sotto shock, scontato e malinconico,
ma Spike negò con la testa, decidendo di non darci peso, di convincere se stesso e fece un lieve sorrisetto rivolto a Buffy, come per ringraziarla ,
ed infine entrò.
...Una volta dentro, si guardò intorno, curioso e un po’ impacciato: non c’era mai stato lì 
visto che quel posto era nuovo.

<< Carino qui, sapevo che ti saresti sistemata bene, ne ero sicuro! >>
Esclamò lui.

<< Spike... >>
Buffy ancora non riusciva a credere ai suoi occhi, ancora non voleva crederci.

Lui sorrise dolcemente e le si avvicinò con lentezza, le prese il volto fra le sue mani,
in modo che i loro sguardi si fissarono l’uno nell’altro e le chiese:

<< Doveva davvero succedere tutto questo perché noi due potessimo amarci? >>

Nella sua voce c’era molto dolore ed insicurezza e Buffy lo captò nitidamente, 
così decise che toccava a lei adesso a renderlo sicuro.

<< ...La verità è che... >>

Prese un respiro profondo abbassando il volto a terra; si morse le labbra con veemenza 
e poi continuò determinata:

<< Prima ero troppo testarda e sciocca per ammettere che avevo davvero dei sentimenti per te, poi...
beh, si capisce di tenere a qualcuno quando oramai è troppo tardi, no? >>



Doveva esporsi e lo stava facendo, anche se fù un impresa ardua trovare le parole giuste,
ed esporre il suo cuore, liberamente, non era da lei, ma a Spike... 
Glielo doveva...

Proprio quando stette per aggiungere altro, Spike le posò il dito sulle labbra e scosse la testa.

<< E’ abbastanza. >>

Disse come se l’avesse appena letta dentro.

Spike non poteva più resistere, il suo cuore, sempre se ne aveva ancora uno, 
stava piangendo dalla felicità,  dopo tutto quel tempo, dopo tutte quelle parole cattive 
che lei gli aveva detto, dopo tutto quello che c’era stato fra loro: la storia fatta solo di sesso, 
inizialmente, e dopo il suo tentato stupro... stava avendo il lieto fine!

<< Shhh! Dimmi solo una cosa... >>
Sussurrò lui.

Lei annuii semplicemente, tenendo sempre gli occhi incollati a quelli dell’amato.

<< Mi amavi anche quando non avevo l’anima? >>

<< ...Ti amavo già da prima! >>

Rispose così Buffy.
Aveva buttato giù quella corazza che nessuno sembrava mai aver scalpito o attraversato...
Forse soltanto Angel’, all’epoca sua.
La biondina a quel punto, pensò di sdrammatizzare, altrimenti sarebbe scoppiata in lacrime , di nuovo, da un momento all’altro.

<< Ma guai a te William! Non osare montarti e prendere il sopravvento su di me!>>

Ribadì facendogli l’occhiolino e trasportare anche lui in una risatina piena di gioia.

<< Certamente Capo...ma a parte gli scherzi; nulla cambierà...
In parte almeno... Con te sono abituato a passare dei momenti complicati, altrimenti... 
Il nostro rapporto si trasformerebbe in un qualcosa di noioso.
In qualcosa adatto a una coppia di vecchietti moribondi... >>


Risero ancora un poco e Buffy gli afferrò una mano e lo portò nella sua camera da letto,
dopo aver annuito alla sua affermazione.

Si sedette sul letto, guardando l’uomo che amava e si lasciò andare, senza opporre resistenza. Stava agendo col cuore e non con la testa, o semplicemente con il corpo, come avrebbe fatto tempo a dietro; aveva preso una decisione e si stava per donare completamente a lui.
In casa non c’era nessuno, solo loro e... ora anche il loro amore.

<< Fammi tua! >>
Esordì all’improvviso, Buffy, mentre scrutava il Vampiro con malizia e gli lanciò uno sguardo eloquente.

<< Sei sicura? >>
Domandò preoccupato, il biondo, mentre accarezzò i capelli alla donna, che di rimando rispose:

<< Mai stata più sicura. >>

...Quelle mura quella notte fecero da testimoni: avevano ascoltato e visto tutto.
Ora, non solo Buffy si fidava di Spike, ma con lui si sentì veramente al sicuro.

La notte, per i due innamorati, fu soltanto il momento tanto atteso per stringersi forte 
in un caloroso abbraccio e sentirsi totalmente l’uno  parte dell’altra...finalmente.
I movimenti, le loro gesta non erano buttate lì, crude, violente e frenetiche, anzi, tutto il contrario; furono delicati, lenti,
si godettero ogni piccolo dettaglio di quell’unione.




Il giorno dopo Buffy si alzò presto e di buon umore e andò a preparare il caffè, 
proprio come piaceva ad entrambi: lungo ed amaro, gusto che ricordava vagamente quello del sangue, ma non solo: a Spike, logicamente,
il caffè, piaceva anche corretto con un po’ di scotch!
Sempre il solito!
Mentre il caffè usciva, si la Cacciatrice si fece una spremuta di arancia rossa, addentando due mozzichi di frittelle che si preparò li per lì
e poi prese un vassoio, di media grandezza e ci mise sia i due caffè per loro,  che il calice di sangue per Spike, naturalmente sangue di maiale,
con l’aggiunta degli oreò sbriciolati all’interno.
Lui era tornato, loro si erano amati, ma non doveva dimenticare chi era veramente lui!

<< Buongiorno Dormiglione! Ti ho preparato la colazione! >>

Fece salendo sul letto, dopo aver posato il vassoio sul comodino accanto, 
giusto per avvicinarsi più elasticamente a lui e stampargli un delicato bacio sulle labbra.

<< Mmmh piccola! Buongiorno a te...ma non sarei dovuto essere io, in quanto a uomo, a preparartela e farti la sorpresa?! >>
Replicò lui, con la voce roca della mattina e ancora gli occhi chiusi.

<< Beh, effettivamente si...ma visto che era il primo giorno insieme dopo tantissimo tempo, e da innamorati...ho voluto come ringraziarti... >>

<< ...Potrei abituarmici poi! >>
Se ne uscì Spike, ridacchiando e facendogli la linguaccia e l’occhiolino.

<< Non ci provare neanche! >>
Ribattè lei, divertita, per poi prendere entrambi il caffè e sorseggiarlo insieme, scambiandosi occhiatine che, dicevano tutto, le parole oramai non servivano più.

<< So che non è il momento adatto, ma...dobbiamo parlare di tante cose noi, lo sai questo, vero? >>
Buffy aveva rotto il ghiaccio, o prima o dopo l’avrebbe dovuto fare, quindi, meglio così. 

Spike annuì convinto e consapevole.

Finita la colazione, uno ad uno si andarono a fare una doccia e quando furono pronti entrambi, si sedettero sul divano e Buffy cominciò a raccontargli tutto gli avvenimenti che erano accaduti in quell’arco di tempo in cui lui era stato assente; dove, come, perché e con chi, fossero finiti i compagni della gang e lui fece la stessa cosa, spiegando il suo trascorso da Fantasma.

<< E poi ti ho lasciato la ciliegina sulla torta come dessert... Dawn... >>

<< Si è fidanzata? >>

<< No, nn è più quella che credi... Qua nessuno è più come un anno fa...>>

<< Che vuoi dire B.?>>

<< L’hai lasciata in un modo e... >>


Spike la conosceva tropo bene, qualcosa non andava e fra poco avrebbe sganciato la bomba;
si preparò psicologicamente all’impatto...

<< Mia  sorella è andata in discoteca ed ha fatto sesso con il primo tizio che l’è capitato... Solo che Alan, non era un innocuo ragazzo come sembrava dall’apparenza...ma è un tuo simile e... l’ha vampirizzata! Durante la notte... >> 

<< Stai scherzando... Buffy, non è divertente! >>


<< Lo so, ma purtroppo è la verità. Con una sera la pupa, si è ubriacata, si è fatta, si è fatta fare ed è diventata un mostro! >>

Spike corrugò la fronte e alzò un sopracciglio, per poi fare un’espressione dispiaciuta per via di quell’ultima frase, e Buffy se ne accorse:

<< Mi dispiace, io non intendevo... >>

<< Fa niente, tranquilla. >>


Il Vampiro tornò attento a quello che gli era stato appena rivelato e rimase più che basito. Inghiottì pesantemente e rumorosamente.
Buffy inaspettatamente sembrò essersi gonfiata ed era normale visto quanto era arrabbia...
Il non sapere cosa fare, la rendeva impotente, e questo lei, non poteva permetterselo.

<< Amore stai calma, ci sono io adesso con te. Sono tornato per restare ed insieme troveremo il modo di uscire da questa situazione... inermi e senza dover far qualche gesto... imperdonabile. >>
Disse lui prendendole le mani e accarezzandogliele amorevolmente.

Entrambi sapevano cosa volesse dire quella frase, però detta in quel modo, ma soprattutto, sentirla dire ad alta voce...faceva un effetto...strano.
 
<< ...Avevo proprio sentito la tua mancanza.>>
Esclamò sincera e spontaneamente B., per poi fiondarsi sulla sua bocca.



La notte arrivò nuovamente subito e a Spike non gli ci volle tanto per mettere in pratica i suoi pensieri: uscì di casa, senza far allarmare la biondina e seppe come muoversi e dove andare.
Non voleva alimentarla ne di false speranze e ne magari, litigare con lei, perché sicuramente,
lo avrebbe cercato di fermare, e lui non sarebbe stato d’accordo.

Ci mise meno del previsto e trovò infatti , Alan, ma purtroppo, questo “novellino” 
fu più furbo e più abile, e se la svignò! 


Dopo altre varie ricerche tramite informatori e ciarloni ubriachi marci nei pub, 
scoprì che non solo che Alan era fuggito dal posto, ma partì direttamente per Los Angeles...
Aveva già ideato un piano,  ma optò di ritornare prima a casa dalla sua Buffy, 
aggiornarla e spiegarle come fossero andate letteralmente le cose.


[... ]


<< Lui se n’è andato, lei è sparita dalla circolazione... Sono preoccupata, Spike! >>
Confessò appoggiata al frigorifero Buffy, mentre sorseggiava una birra.

<< Sei troppo sconvolta, tutto qui! Me, Dawn...Troppe cose insieme e... Io mi sento... >>

<< Non dirlo neanche per scherzo. So già che stavi per dire, quindi NO! 
Non devi sentirti in colpa di nulla! Io ti amo... >>


<< Anch’io... >>

<< ...e riaverti con me è la cosa più bella che mi sia mai capitata! >>    
Rispose lei sorridendogli e convincendolo.
Da quando era ricomparso, Buffy sentiva che in lui, oltre all’anima a dargli sensibilità ecc,
c’era molto di più...lo sentiva più... “emotivamente umano”, ma ovviamente era soltanto una sua stupida impressione.

<< Che intenzioni hai? >>
Domandò immediatamente, e a Spike bastò sorridere da stronzo.

<< Vedrai. Dammi un paio di giorni... >>

Ribadì carico, per poi baciarla dolcemente e riuscendo velocemente di casa, di nuovo.

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Capitolo 3
*** -3- ***


[… ]
 
 
Spike aveva deciso di andare all’inseguimento di Alan, così una volta arrivato a Los Angeles, andò dritto a trovare il suo “vecchio amico” Angel, per chiedergli aiuto.
Non che la cosa gli facesse molto piacere, ovviamente, e sapeva anche che quell’idea gli sarebbe costata un po’, ma era la sua unica chance... aveva oltre lui là giù? Nessuno!
Quindi valeva la pena provarci...
Doveva rischiare!

Angel oramai conduceva uno Studio Legale molto famoso, a cui all’inizio,
aveva cercato di combattere e mettere i bastoni tra le ruote...
Questo posto fù creato in passato, da un gruppo di demoni chiamato Wolf, Ram e Hart,
o letteralmente tradotto in Lupo, Cervo e Ariete.
Erano noti sulla terra come i Soci Anziani.
Questi demoni erano presenti già agli albori dell'umanità, ed all'epoca degli Antichi,
secondo quanto detto da vari informatori, non erano molto forti, probabilmente poco più di un vampiro, ma fuggiti però, in altre dimensioni dopo la cacciata degli Antichi dalla terra, acquistando così, potere, la cui sorgente è l'Ufficio Principale, ossia il male residente in tutti gli esseri viventi della terra.
Quindi, senza il male, lo studio non potrebbe esistere, ma la sua principale attività non è solo di casi legali “normali”, per difendere persone umani, il loro scopo è sempre stato proteggere malvagi e demoni, in modo di mantenere attivo il male sulla Terra e con esso mantenere la fonte del loro potere.
La Wolfram & Hart non aveva solamente a Los Angeles, ma aveva sparso le sue sedi praticamente OVUNQUE, in tutte le principali città del mondo, come Parigi, Londra,
Tokyo e persino a Roma, in Italia, per non contare poi, le sedi presenti anche nelle dimensioni parallele, come Pylea.



[...]


Spike entrò nel Palazzo come suo solito, con nonchalance e strafottenza, amando da impazzire le entrate di scena, spiazzando un po’ tutti, con il suo arrivo...
(Ovviamente la W&H sapeva qualsiasi cosa riguardasse le creature del Male, e non,
quindi conoscevano molto bene anche il biondo ossigenato.)

Le guardie, che non erano semplici esseri umani, ma vampiri, demoni e cacciatori di taglie,

gli andarono addosso, ma nulla; lui riuscì a stenderne alcuni e a sfuggire ad altri.
 
<< Non dimenticate che ho più anni di esperienza di voi, novellini...
Sono 2 secoli, mica bruscolini! >>


Dopo essersi fatto strada da solo fino alla segretaria della Hall,  chiese dove fosse posizionata la stanza del Capo; la donna tra l’essere impaurita e l’essere ammaliata dalla bellezza del biondo, glielo indicò senza troppi problemi e senza aprire bocca...

<< Ritieniti fortunata e lusingata per essere ancora viva e non averti dissanguata...
Consideralo il mio regalato per te e la mia riconoscenza... >>
Disse Spike sorridendo beffardamente, facendo immediatamente irruzione nello studio...


Le porte si spalancarono in modo violento ed Angel se lo ritrovò davanti.

Rimase pietrificato, non se lo sarebbe aspettato, non dopo aver saputo della sua scomparsa,
ma cercò di non darlo a vedere per non dargli quella soddisfazione.
Il loro rapporto si sapeva come fosse...della serie:
“Cose che non cambieranno mai!”


Angel si mosse sulla sua sedia girevole, con tranquillità e compostezza  e là buttò lì:

<< Willy, che sorpresa! Come mai da queste parti? Pensavo ti fossi scelto un posticino... Migliore di questo!? >> Fece sarcasticamente, usando un tono di sfida.

<< Beh, chi non muore si rivede, no?! >> Rispose ironico Spike, giocando allo stesso gioco del moro.

<< Esattamente... poi dai... chi più di noi può saperlo meglio! >> Ribattè Angel,
facendogli l’occhiolino ed alzandosi finalmente dalla sedia, aggiustandosi con eleganza
la giaccia e alla fine allacciarsela.


<< Giusto! >> Sussurrò il biondo, sorridendo ed annuendo.

<< Allora, dimmi... Cosa ti serve? >> Domandò nuovamente il vampiro moro,
andando dritto al sodo, senza giri di parole, guardando attentamente l’altro,
che finse di prendersela:


<< Ehi, così mi offendi... Per chi mi hai preso? >>

<< E tu vorresti farmi credere che sei qui per gentile concessione? >>
Continuò allora, Angel, superando il biondo e avanzando fino alla porta per richiuderla.

<< Certo! Perché non posso aver voglia di rivedere un caro e vecchio amico,
per scambiarci due chiacchiere? >>
Esordì ancora beffardamente, Spike,
muovendosi e gesticolando con teatralità.


<< Assolutamente no. Non tu, non noi... >> Sottolineò convinto e serio, Angel,
non smettendo di tenere d’occhio l’altro...


<< ...E magari scroccargli anche un po’ di Bourboun, perché no! >> Commentò il biondo,
guardandosi intorno, alla ricerca di quello che aveva appena nominato...
Recitare gli aveva fatto seccare la bocca.


<< Naturalmente! >> Soffiò il moro con noncuranza, mostrandogli il mini frigo bar
presente lì dentro, per poi aggiungere:

<< Prego, si accomodi pure! >>

Spike d’altro canto, già si era avvicinato all’oggetto del suo desiderio e proprio mentre se lo stava  versando nel bicchiere, non facendosi mancare anche alcuni cubetti di ghiaccio,
continuò a fare l’idiota:

<< Ma va... mi deludi, Liam! Abbiamo si, avuto i nostri...battibecchi, ma... >>,
ma non fece in tempo di terminare la frase, che un Angel impaziente, gli si scagliò contro all’improvviso, prendendolo per il colletto del suo cappotto di pelle, alzandolo da terra.

<< Okay, basta Spike! Dimmi perché sei qui! >> Lo avvertì con aria minacciosa.

<< Ow Ow... Quanto sei suscettibile... Da quant’è che non consumi più? >> Replicò il biondo, divertendosi e provocandolo.


<< Come diavolo fai ad essere ancora vivo? Ti avevo spedito nell’entroterra! >>
Fece Angel, lasciandosi andare, con tono arrogante ed alterato, mollando la presa e cominciando a camminare avanti ed indietro, istericamente.
 
<< Cosa? Dapprima già sapevi che lo avrei indossato io al posto di Buffy? >>
Chiese sconvolto Spike.


<< Si...in un certo senso, si... >> Rispose l’altro, sorridendogli di rimando.

<< Come? >> Spike si ritrovò più confuso che mai.

<< Sei sempre stato il suo cagnolino, ma a parte questo...
Adesso io ho amichetti potenti lì in alto! >>
Spiegò velocemente e con semplicità, Angel,
tirandosela anche un po’.


<< Fammi capire: ci siamo scambiati i ruoli? Ora, tu sei diventato il Vampiro cattivo ed io quello buono? Buffy ne sarà divertita! >> Cercò di prenderlo in giro, il biondo...
Sentirsi stupido ed inferiore a quel...viscido, non lo poteva sopportare.



<< ...Cercavi di fare del bene soltanto per portartela a letto, non perché volevi aiutarla,
e ci sarai anche riuscito biondino, ma lei non ti ama veramente e mai lo farà...
Sono l’unico vampiro che le è davvero entrato dentro... Fattene una ragione. >>


Nel frattempo Spike cercò di non perdere la calma e non azzannarlo; gli serviva vivo.
Doveva aiutare la sua amata Buffy e Dawn, non poteva perdere la pazienza...


<< Ho rivoluto l’anima per lei... Nessuno l’avrebbe fatto! >> Continuò il moro invidioso,
era nero dalla rabbia, era geloso e questo miscuglio di sentimenti che stavano crescendo in lui da quando l’altro aveva nominato la LORO bionda preferita, lo stavano portando ad esplodere.


<< Anch’io l’ho fatto..Ho scelto di riprendermela per essere migliore,non solo per lei... >> Rivelò il biondo, con tono serio, basso e rauco.
Sembrava davvero diverso da un tempo...

<< Sono stato io il primo a renderla una moda! >> Esclamò ridendo istericamente Angel.


Più scorrevano i minuti e più Angel parlava e più Spike aveva una voglia matta di staccargli
la testa dal collo e usarla come pallone da football; quella sua arroganza, quella presunzione, quel tono di superiorità, era troppo, soprattutto perché l’aver appena scoperto che era stato proprio Angel ad averlo fatto fuori...non aiutava...ma conosceva bene il moro e stavolta, doveva vincere diversamente: con l’intelletto e non con la forza o l’inganno.



<< Sei stato astuto, caro il mio Angelus, devo ammetterlo...Davvero complimenti!
Però non sono venuto qui per arrivare ad uno scontro o per lasciarti Buffy...anche perché lei sta con me, adesso... >>

<< Cosa vuoi?! >>
Tagliò corto Angel, essendosi stufato anche lui con quelle frecciatine da immaturi; era l’ora di mostrare un po’ di responsabilità.

<< Sono venuto perché è successa una cosa piuttosto seria, a lei e ad una persona a lei
e a noi cara. >>
Spiegò Spike, coscienzioso, inchiodando i suoi occhi in quelli dell’altro vampiro.

<< Parla! >> Lo invitò a continuare, l’altro con tono austero.

<< Non doveva succedere ma...Dawn... >> Angel non gli diede il modo ed tempo necessario
ed improvvisamente, tirò fuori la sua vera faccia, attaccandolo al muro subito dopo.



<< Che diavolo le hai fatto? Hai stuprato anche lei? Ti piacciono le sorelle o loro sono un’eccezione? Ringhiò il moro, pieno di rabbia.


Angel sapeva...
Sapeva che in passato, purtroppo, in un momento in cui aveva perso le staffe,
Spike aveva cercato di stuprare Buffy, fallendo fortunatamente...
Semmai fosse andato fino in fondo, lui stesso non se lo sarebbe mai perdonato.


<< Mettimi giù o sarò costretto a... >>

<< A fare cosa William? A stuprare anche me? Non sono di quella parrocchia mio caro,
mi dispiace per te... Mi fai così pena. Ti sei convertito perché la nostra biondina non te la dava più? Sei caduto così in basso? >>
Iniziò Angel, ridendo malignamente,
mentre stringeva sempre di più la presa e sbatteva il biondo contro la parete.


<< Smettila Bastardo!>> Urlò Spike a quel punto, tentando di liberarsi,
e ovviamente riuscendoci, grazie ad una parata interna...


Cadde sulle ginocchia e si alzò rapidamente, sfuriando di conseguenza un calcio laterale ,
colpendo l’altro all’altezza dello stomaco; bastò quello per metterlo K.O.
Finì scaraventato dritto sulla scrivania, così distruggendola, posizionata praticamente dall’altra parte della stanza...



<< Dovresti metterti a dieta balenottero, altrimenti quando e se, salirai su una ragazza,
la soffocherai poverina...Sembri un sacco enorme di patate affogato nel deodorante per uomini. >>
Lo insultò ora, lui.

Angel si rialzò e si ricompose l’abbigliamento costoso che portava, come se nulla fosse;
poi scosse la testa sorridendo e tornò al discorso vero e proprio.  

Spike annuì fiero e spiegò lentamente, tutta l’intera storia che era capitata a Dawn, specificando i minimi dettagli.



<< So che hai i contatti giusti per trovarlo, grazie a questa tua nuova...occupazione!
Sei con me? >>


Angel non rispose immediatamente, ma ci pensò su, trovandosi tra l’incudine ed il martello.
Era indeciso su cosa fare...
Se solo avesse accettato avrebbe dovuto rivedere Buffy, ne era consapevole,
ma avrebbe sopportato la vista di lei e dell’ossigenato, insieme?
Nonostante tutto quello che aveva superato in quegli anni lontano da lei,
non l’aveva dimentica, e mai l’avrebbe fatto.


<< Sai che l’essere vampiri può essere bello ma è...una condanna...>> Continuò Spike.


Angel sospirò e poi sbuffò, ma alla fine decise di accettare.

<< Lo faccio solo per Dawn...per Buffy, di te non mi interessa. >> Precisò rude, il moro.

<< Lo so, ma sono contento lo stesso! >> Esclamò sereno e rilassato Spike,
sapendo quanta fatica stava facendo l’altro Vampiro.



Si scambiarono un sorriso tirato e si misero immediatamente a lavoro...

Dopo un paio di ore, tantissime ricerche e piani organizzati, scoprirono che Alan non era un semplice Vampiro come credevano, ma bensì era a capo di Batik, un’antica dimensione demoniaca.
Le cose cambiarono di conseguenza; saputo ciò, Angel convocò i suoi uomini migliori,
nonché amici e membri della sua gang: Gunn, Illyria e Wesley (ancora “in piedi”); ai due vampiri sarebbe servito il più aiuto possibile per combattere Alan e la sua legione di demoni...


[...]    
(...Finale di ‘Not Fade Away’...)                       - Spike  NON Presente-
 
 
In seguito al tradimento di Angel, la Wolfram&Hart spalancò le porte dell'Inferno su
Los Angeles, rendendola un campo di battaglia tra fazioni di demoni, che si affrontarono senza sosta per dividersi la città, ma Angel, grazie all'aiuto di un enorme drago, nuovo imprevisto alleato del vampiro, cavalcato da Connor, salvò più umani possibili, affidandoli a suo figlio,
tornato appositamente per combattere al fianco del padre...
Gunn invece, ridotto in fin di vita, decise di incontrarsi e contrattare con il Circolo della Spina Nera, però il prezzo da pagare fù alto:  donò la sua anima per poter rimanere “vivo” e contribuire alla lotta, ma consapevole del fatto che da quel momento in poi, avrebbe dovuto aspettarsi ed affrontare le conseguenze...
Tipi come loro, non davano nulla in cambio di niente, specialmente senza aver incluso mini clausole che avrebbero ovviamente portato a ribaltare la situazione.

Mentre Wesley, ritrovatosi sul punto di morte, venne ingannato da Illyria, per l’ultima volta:
“Do you want me to lie to you now?”

E fù così che lei si trasformò in Fred e regalò quei pochi ed ultimi attimi felici,
passandoli con l’uomo che, ancora oggi, amava incondizionatamente la sua ex ragazza;
le era stata strappata via senza preavviso, senza motivo, a causa di un pazzo squilibrato,
ma morì sereno, con il sorriso stampato sul volto, il cuore pieno di gioia, le labbra che sapevano di LEI e con l’immagine di Fred che lo aveva stresso forte a sé e gli aveva pronunciato quelle due paroline famose...


[...]


<< Ora sappiamo dov’è ed il perché! >>Esclamò sicuro, Gunn, arrivando con in mano
 un mucchio di scartoffie.



<< E’ tornato a L.A. perché è qui il varco per entrare a Batik! >> Continuò Wesley,
precisando, com’era solito fare...


[...]



...Nel momento stesso in cui gli occhi di Wes si chiusero, lo sguardo dell'anima s'illuminò, ritrovandosi, improvvisamente,  incorporeo,  di fronte al cosiddetto “TRIBUNALE” e al suo “GIUDICE”; la realtà si squarciò, permettendo a lui di vedere un mondo diverso da quello che credeva, che conosceva...

“ Il giudizio si farà in quel luogo medesimo in cui l'anima si separa dal corpo”

Fù esattamente questo quello che gli accadde: fu processato per la sua vita terrena ed il verdetto non gli andò né male, né bene; non era da Inferno ma non si poteva neanche definire pronto per il Paradiso, così venne lasciato lì, nel ben mezzo di un labirinto immenso:
Il Purgatorio.
Le anime collocate in quel girone, si potevano dire già salve, ma prima di arrivare ai
“piani alti”, dovevano scontare le pene ed espiare i propri peccati...

Il tempo in quel labirinto non esisteva, era infinito, illimitato e Wesley,
stanco di vagare senza meta, stette per mollare, ma inaspettatamente, ecco che fu richiamato
da una voce; era di donna, a lui familiare, però gli fù impossibile riconoscerla...
Sicuramente quella “cosa” non voleva farsi riconoscere, e così, dopo aver avuto con lui una conversazione al di là del soprannaturale, riguardo al ruolo che ricopriva prima della morte, quell’entità Celestiale gli propose una di quelle offerte che non si potevano assolutamente rifiutare; ed infatti l’accettò.

“Ti porterà fino alle soglie, poi si mostrerà a te, ma tu non dovrai ugualmente voltarti, altrimenti farai ritorno come schiavo e non come uomo...”

Quell’entità in sottoforma di luce accecante, anche quella volta irriconoscibile,
lo guidò fino alle soglie e quando finalmente tutto stava per avere termine...

<< Amore... >>

Wesley riconobbe quel sussurro e si paralizzò immediatamente.
Non poteva essere vero.
Mancava un solo passo e sarebbe tornato a vivere...

<< Non mi riconosci? Sono io, la tua Winifred... Ti stavo aspettando da così tanto tempo... >>

L’uomo cominciò a tremare e le lacrime non tardarono ad arrivare, come anche i singhiozzi che tentò in tutti i modi di reprimere.

<< Wes...non ti sono mancata? >>

Spontaneamente ed istintivamente, si voltò e la vide: era bellissima, era un angelo... Letteralmente.

Di rimando scattò l’accordo e Wesley la vide scomparire, nuovamente, lasciando spazio
solo alle urla strazianti di lui, che la perse per la seconda volta...diventando così,
l’ultimo rappresentante della W&H, negatogli definitivamente l’entrata nel regno dei cieli (dove appunto si trovava Fred), e quindi la ri-unione con essa, destinato successivamente
e perennemente agli Inferi.


[...]


<< ...Avrà sicuramente in mente qualcosa... >> Proferì Angel.

<< E probabilmente Dawn è con lui! >> Aggiunse invece Spike, pensoso e preoccupato.

<< Nuova Apocalisse in arrivo... >> Esordì simpaticamente, Gunn.

<< Andiamo! >> Esclamò dal nulla, Illyria, che era sempre stata di poche parole,
soprattutto da quando Wesley era tornato  ed aveva raccontato la sua esperienza mistica.
Illyria era cambiata, gli atteggiamenti erano differenti e nessuno capiva cosa le stava succedendo.

Si armavano fino ai denti e si diressero senza rifletterci due volte e senza troppe domande,
verso Batik; purtroppo però, Alan, come se già sapesse, aveva progettato uno scudo di difesa, ordinando ad un gruppo di suoi demoni, di non far passare nessuno e così avvenne lo scontro...

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