Tre ragazze in Wonderland

di FrancyFox
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** I nostri Fidelis ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


                                                                                                                                         ||L’inizio||
Voi non sapete che avventura ho vissuto. Sono successe cose strabilianti nel nostro mondo. Sì, ci troviamo nel nostro mondo e io ero una sedicenne come tutti gli altri. Con due migliori amiche. Con due compagne con cui abbiamo sconfitto il male.
                                                                                                                                               §-§-§                                                                                                                                
Ero seduta sulla sedia in modo strano ed ero abbastanza scocciata. Le lezioni di tecnologia mi annoiavano e non poco. Neanche per le mie amiche era un’eccezione.
“Pss, Kate…..dopo scuola fermati al cancello di ferro.” sussurrai parandomi con il libro di tecnologia. Il messaggio arrivò fino all’ultimo banco della fila centrale.
“Ovvio.” mi rispose con altrettanta enfasi.
“Signorina Redclaws! Lei pensa che sia importante riciclare energia?” intervenne la Prof. di tecnologia,la Sig.ra Dobermann (e già il nome non è un buon inizio).
“Ovvio,professoressa. Dobbiamo pur sfruttare questa energia che si trasforma!” dissi abbassando il libro e dicendolo con tanta falsità e con una faccina adorabile facendo scoppiare tutti in un risolino sommesso. La povera professoressa a cui avevo dato del filo da torcere abbassò la testa come sconfitta per non averle dato la soddisfazione di farmi mettere un due.
Sì,lo so: mentendo conquisterò il mondo.
La campanella suonò facendomi emettere un verso di sollievo che fece scoppiare a ridere quel demente di compagno che avevo vicino.
La giornata finì presto con le due ore successive di italiano, parlando di Olocausto e Hitler con i suoi “Nein,nein,nein!” patetici.
Al cancello trovai Delilah che si mangiava le unghie.
“Ciao,Tramezzino!” disse saltellando istericamente.
“Ciao,Patatina!” dissi abbracciandola mentre Kate correva verso di noi.
Okay,è bello chiamare gli altri con il nome del cibo che ti piace. Rende la vita più…dolce.
“Ragazze,non ora. Non delirate ora davanti a tutti.”
“Okay…” dissi abbassando la testa e facendo la faccia triste mentre la canzone dei momenti tristi di Scrubs faceva da sottofondo.
“Scar,cosa ci volevi dire?” riprese Kate ridendo.
“Ah,mio padre mi ha lasciato questi.” dissi tirando fuori un bracciale dalla manica della mia felpa ( lo avevo già indossato non sono un mago) e altri due della stessa misura dallo zaino. Erano carini tutti e tre e mi aveva detto esplicitamente a chi dovevo dare i braccialetti,essendo diversi.
“Sai che amo tuo padre,vero?” mi disse Delilah prendendo il suo.
Tutte e tre li indossammo.
Il mio era in cuoio marrone dove era incastrata una piuma bianca e una scaglia. Sì,una scaglia. Era argentata e doveva essere di un rettile piuttosto grande. Ma a quanto mi risulta,non esistono rettili grandi qui e soprattutto argentati. Mah, può darsi che sia finta. Chi lo sa?
“Guardate!” disse Kate avvicinando la mano col suo bracciale a quello mio e di Delih.
I braccialetti si illuminarono. Ora, il cuoio non so come fa ad illuminarsi ma c’era qualcosa in quella piuma e in quella scaglia di… magico. O altrimenti non saprei definirlo.
Guardai meglio quello di Kate: era azzurro e c’era una goccia d’acciaio come a voler simboleggiare l’acqua con dei campanellini come se potessero richiamare qualcuno.
Poi girai lo sguardo verso il braccio pallido di Delih. Il suo era violaceo e nero con un teschio argentato come a voler simboleggiare la morte contornato con ricami d’oro tutt’intorno.
Erano preziosi tutti e tre. Poi dallo zaino tirai fuori tre bigliettini e li distribuii c’erano i nostri nomi.
“Mio padre ha detto che se li diremo insieme potremo scoprire cose meravigliose.” dissi imbambolata rileggendo il bigliettino.
“Incomincio io. Praeteritum et Ignis” e così la piuma sul mio bracciale da bianca prese le sfumature dal giallo al rosso fuoco facendomi trasalire.
Kate continuò avvicinandosi il bigliettino al naso.
“Future et Aqua” disse guardando prima allibita il mio bracciale e poi il suo:la goccia di metallo prese a colorarsi dalle sfumature dal blu al celestino.
Delih ci guardò perplessa e poi lesse solennemente: “Haec et Mors”e il teschio diventò color avorio, con sfumature marroni tipiche dell’avorio.
Incredula presi un altro biglietto non preoccupandomi che ormai erano scomparsi tutti intorno a noi.
“Devo andare a casa!” urlò Kate guardandosi il bracciale: non riusciva a staccare gli occhi dal bracciale magico.
Presi il foglio e lo aprii: “Papà dice di leggere il biglietto quando avremo tempo libero.”
“Per domani non abbiamo nulla da fare:vediamoci oggi pomeriggio a casa di…” intervenne Delilah con suspance. Evidentemente si aspettava che facessimo “Oooooh” e un rullo di tamburi.
“Mia!” urlai alzando la mano. “A casa mia oggi stiamo da sole. Mia madre torna tardi e credo sia una cosa seria questa.” dissi solennemente piegando il biglietto e mettendolo nella tasca.
Kate annuì e Dalilah esclamò: “A casa tua,allora. Buon pranzo, cushiole.” e corse via.
Kate mi fermò dallo zaino. Mi girai sapendo cosa voleva: “Al solito orario. Alle quattro a casa mia. Cercherò di non farmi trovare in pigiama.”
Sorrise e corse via. Cominciai a correre. Sorpresa! Correvo come un fulmine sul marciapiede schivando vecchiette alte un metro e mezzo con i loro chihuahua sclerotici.
Subito mangiai senza proferire parola e mia madre non si accorse del bracciale. Se io ero quella che,appena avevi qualcosa di diverso la nota,mia madre era tutto il contrario.
E io avevo qualcosa di diverso, che mi avrebbe cambiato la vita.
Alle quattro precise Kate suonò il campanello e aprii la porta.
“Uh,sei senza pigiama!”
“Buon pomeriggio anche a  te,Kate.” dissi facendo un inchino e invitandole di entrare.
Kate entrò entusiasta in casa e si diresse in camera mia. Era otto anni che ci conoscevamo e sapeva tutto di me.
Subito si sedette sulla sedia rossa con le ruote,una di quelle da lavoro. E io correndo come una demente mi sedetti sull’altra sedia uguale.
Presi il foglietto e lo misi sul tavolo. Io e Kate lo guardammo allibite come se nascondesse chissà quali segreti.
Il campanello suonò di nuovo. Aprii la porta. Delilah allarmata scappò in camera e si buttò nel letto.
“Ho scoperto nuove cose!” disse ansimando per la corsa.
“Delih!” urlai io sedendomi accanto a lei. “Ka, acqua!” urlai come un generale. Kate andò in cucina,prese un bicchiere e lo riempì d’acqua portandolo in camera senza farlo cadere.
“Un ombra mi ha seguito fino a qui.” Disse Delilah prendendo fiato e aria. Prese il bicchiere fra le mani: l’acqua tremava. Da brava fifona che ero,deglutii.
 “Ma che diamine dici! Lo Slenderman ti ha annebbiato il cervello!” urlò Kate alquanto seccata.
“E’ lei la fifona!” disse urlando Delilah in preda ad un attacco di crisi isterica e indicandomi.
“Già,sono io la fifona!” gridai a mia volta. Okay,forse a volte sono pazza anche io ma non è colpa mia!
“Le parole erano in latino!”
Mi sentii rinascere. Amavo la storia antica, il Passato.
“Può darsi che siano i nostri poteri!” disse velocemente per poi bere un sorso.
Kate scoppiò a ridere.
La mia faccia fu incredibile. Infatti prima di continuare Delilah mi disse sempre velocemente: “La tua faccia è fantastica. Prima o poi ti farò una foto e me la metterò come screen saver.” e poi continuò “Kate,forse noi possiamo entrare in un'altra dimensione.”
Io in preda ad una crisi epilettica raggiunsi il biglietto sul tavolo e lo aprii velocemente.
Deglutii.
Care Scarlett,Kate e Delilah,
questo è il modo per entrare in Wonderland. Mettete le vostre braccia vicine in modo che i braccialetti possano interagire fra loro. E’ meglio che lo facciate in un posto appartato. Quando entrerete nella dimensione Wonderland il tempo si fermerà nella dimensione attuale. Voi e i vostri poteri potrete finalmente rinchiudere Severin che si è risvegliato.
Quando entrerete in Wonderland cercate il Saggio che vi aiuterà nel stabilirvi e alloggiare lì.
 Sfruttate al meglio i vostri Poteri e il Tempo.
                                                                                                            Baci,John.”
Delilah si alzò di scatto dal letto con un “Lo sapevo!” e mise il suo braccio vicino al mio.
Kate incredula fece altrettanto.
Una scia bianca toccò il Teschio,la Goccia,la Piuma e la Scaglia e ci avvolse mentre finimmo in un varco temporale. Urlammo all’unisono finche non vedemmo l’uscita e cademmo con il sedere a terra.
Mi guardai intorno sbigottita. Eravamo su un prato verde e c’era una casetta graziosa in lontananza fatta di legno.
“Ma che posto è questo?” disse Kate guardando delle creature simili a Sirene girarle intorno poi una di loro, le si posò ai piedi.
“Miss Wong…” disse chinando la testa come se Kate fosse una regina.
“Voi siete la Regina dell’Acqua.” Disse con tono solenne alzando la testa.
L’avessi mai detto? Kate si stropicciò gli occhi affetta da Alzheimer.
Delilah intervenne: “E’ tutto vero!Wonderland esiste!” urlò Delilah al vento alzandosi in piedi.
L’aveva già sentito in qualche libro,e il posto doveva essere  molto allettante per vederla così eccitata.
Guardai il mio bracciale e tutto intorno,poi una fitta allo stomaco che mi fece cadere in terra.
“Ah!” dissi stringendo il braccio allo stomaco.
Sentii uno sbattito d’ali. E alzai gli occhi al cielo.
“Un…un…” non riuscivo a parlare. Ero sconvolta,sorpresa,sconcertata e dannatamente felice allo stesso tempo.
C’era un uccello-leone che sbatteva le ali davanti a me. Poi il suo verso d’aquila mi fece rinvenire alla realtà,cioè…si fa per dire.
Il pelo era marroncino e aveva le zampe anteriori da aquila dotate di artigli luccicanti.
Il becco (o per meglio dire,tutta la testa) erano da aquila. Solo il corpo era da leone e in più aveva due ali enormi e le orecchie da cavallo piumate. Mi guardò con i suoi occhi gialli  e poi squarciò il silenzio con il tipico verso di un’aquila.
“Grifone!” dissi alzandomi e indicandolo frenetica,mettendomi quasi sotto di quella creatura.
La creatura poi indietreggiò (sempre in aria)e si posò a terra.
Andai verso di lei (anzi lui,per via della corporatura doveva essere un maschio) tenendo il braccio e la mano tesa dinanzi alla creatura. Accarezzai il becco mentre diedi un’occhiata divertita a Kate ed a Delilah che mi guardavano sbalordite.
Il grifone mi guardò dritto negli occhi poi velocemente si levò in cielo facendomi tirare indietro mano e tutto. Aveva adocchiato un’aquila e prendendola di sorpresa la stava buttando giù. Forse per mangiarsela. Scese in picchiata facendomi urlare e indietreggiare frettolosamente.Ora,la teneva sull’erba a terra mentre con una delle zampe anteriori aquiline gli conficcava gli artigli nel collo. Poi tornò a guardarmi e lasciò libera la preda avvicinandosi di nuovo verso di me con lo sguardo fiero. Mi guardò negli occhi. Dovette inclinare la testa assumendo una posizione come di superiorità rispetto a me,essendo alto. Avvicinai di nuovo la mano alla testa e accarezzai le piume bianche come quelle di un’aquila statunitense.
“Bravo,Grifone..” dissi accarezzando il Grifone sulla testa.
“Ce l’hai un nome?” chiesi al Grifone. Ovvio che non poteva rispondermi e quindi si limitò a gracchiare come una cornacchia in silenzio. Decisa a dargli un nome (come sei io capissi cosa stesse dicendo e qui gli psicologi possono sbizzarrirsi) spostai lo sguardo verso l’aquila morente a terra.
“Mi pare ovvio.” dissi quasi sottovoce sorridendo in modo maligno. “EagleKill, ti presento Kate e Delilah.” dissi volgendomi alle mie migliori amiche che mi guardavano con tanto di occhi. Il Grifone emise un verso e poi fece un inchino. No,non sto scherzando o delirando. Piegò le zampe anteriori,chiuse gli occhi e aprì le ali graziosamente inclinandole verso il basso.
Guardai il grifone cose avesse appena ballato il “Tip tap” (che non era poi tanto diverso,eh) e poi rivolsi uno sguardo fiero alle due amiche che balbettavano cose insensate.
Era come se quella creatura la conoscessi già da tempo. Non avevo paura di lei, anzi:in un certo senso mi infondeva coraggio e sicurezza.
Delilah spostò lo sguardo sull’aquila morta sull’erba e andò vicino,chinandosi su di essa. La toccò e quella si disintegrò lasciando solo ossa a terra.
Delilah sorrise. Sorrise?Sorrise. Poi spostò la mano verso il mucchio di ossa che si ricompose  e l’aquila ritornò in vita,svolazzando in cielo per poi posarsi sulla spalle di Delilah. L’aquila era ora viva. Anche se era fatta solo di ossa. Guardai Delilah sbigottita. Cosa?! Aveva appena resuscitato un’aquila?
“E’ femmina…” dissi io guardandola attentamente.
“Dite ciao a Bianca,ragazze!” esclamò Delilah. Salutai con la mia dolce manina l’aquila che inclinò la testa ad un lato.
Kill (l’avevo abbreviato così il nome) ringhiò. Okay le aquile non ringhiano,ma i Grifoni sì e se per questo potevano anche ruggire. Io ero esperta in “Creature dell’antichità” perché mi piacevano i miti e la storia in generale.
“Kill sta’ buono,dovrai conviverci.” dissi io calma accarezzando il petto leonino della creatura che si calmò facendo un sospiro,fissando Bianca.
“Wow,ragazze…non ci credo….” Disse Kate guardando me e Delilah sorridendo poi ritornò a  guardare la Sirena che inchinandosi nuovamente disse: “Miss Wong,dovete darmi un nome.”
“Kate,chiamami Kate…e comunque credo che Aqua vada bene.”
“Grazie, Miss Kate.”
“No Aqua, Kate e basta.”
“Grazie ancora,Kate. E comunque se volete compagnia o aiuto potete far suonare i campanellini e io verrò in vostro soccorso.”
Voilà,i campanellini. “Questa era una cosa seria” pensai.
“Okay sarà fatto. Ragazze credo che sia quella la casetta di cui parlava John.” disse rivolgendosi a  noi indicando la casetta graziosa in cima alla collina.
“Sì,andiamo.” Dissi io muovendo i primi passi in quell’erba fresca. Mi accorsi di EagleKill che mi seguiva.
“Devono restare con noi?” chiesi alle due.
“C’è solo un modo per scoprirlo.” Disse Delilah,stuzzicando Kate. Kate si mise in posizione per partire a razzo e Delilah pure. Bianca volò in cielo come per controllare la gara.
EagleKill dietro di me fece una cosa che mi spaventò molto. Avevo le gambe leggermente divaricate e lui agilmente aveva in filato sotto la testa e mi aveva fatta scivolare dietro in groppa e ora aveva le ali semiaperte e ed era nella stessa posizione di Kate e Delilah.
Si girarono guardandomi sbigottita e io non ero da meno. Poi mi aggrappai alle piume bianche del Grifone. Avevo capito che voleva gareggiare anche lui. Volando. Con me in groppa. Ed io ero sconvolta.
Bianca si appollaiò sopra un albero vicino la casetta e fece il verso che risuonò per tutta la collina erbosa contornata da alberi di tutti i tipi.
Al “grido” capimmo tutti che dovevamo partire. Il Grifone corse. Facendomi balzare come se stessi a cavallo. E menomale che facevo equitazione. Mi sistemai meglio e superammo tutti con un batter d’occhio. Preferì non volare e ne fui felice. Molto :). Richiuse di colpo le ali tenendomi strette le gambe al suo corpo muscoloso. Sentivo i suoi muscoli allungarsi e distendersi a ritmo sotto il mio sedere e sotto le mie gambe. Sentivo il vento appiccicarmisi in faccia e l’adrenalina salire. Mi ritrovai  ad un passo alla casetta.
“Uh!!!” Non so cosa feci. Era un urlo per la corsa,per l’adrenalina e la fatica.
Kill aprì un ala facendomi scendere. Lo accarezzai e affondai la faccia nelle sue piume appunto come se lo conoscessi da tempo. Ma che mi prendeva? E perché ora stavo affondando la faccia nelle piume di un Grifone? Sentii il suo respiro e un delicato profumo di… vaniglia. Vaniglia?
Mi girai di scatto e vidi il Saggio (sembrava un saggio perché era vecchio e con la barba bianca) che aveva in mano delle stecche di vaniglia. Le guardai perplessa.
“Prendi. A loro piacciono molto.” disse con la tipica voce fievole di un vecchietto dolce. Le presi e sorrisi. Quando Kill le vide si mise ritto come sull’attenti.
“Kill,sono per te.” dissi porgendo le stecche. Kill si avvicinò chinò la testa e prese con il becco le stecche e se le mangiò di gusto.
“Puff…pant… ci siamo…lui…deve essere il Saggio...” disse Kate con il fiatone.
Delilah ci raggiunse ansimando e Bianca le si posò sulle spalle.
“Buon giorno, ragazze. Delilah fa si che il tempo possa proseguire sulla Terra e che nessuno si accorga di voi.” disse il Saggio.
Cosa? E le presentazioni dov’erano finite?
“C-Cosa ha detto?” ripetè Delih incredula.
“Pensaci su e fallo.” disse il vecchietto insistendo.
Delilah si guardò intorno stralunata. Poi chiuse gli occhi e pensò.
“Fatto.” disse riaprendoli.
“Bene” disse il Saggio invitandoci a seguirlo con le nostre creature.
“Se Delilah riesce a controllare il presente,io dovrei controllare il passato e Kate il futuro. Uhm,interessante.” pensai fra me e me essendo sempre più confusa. In quell’arco di tempo avevo: cavalcato un Grifone, visto Delilah fermare il tempo e resuscitare un’aquila morta. Che altro dove ingarbugliarmi il cervello?
Entrammo nella ‘casetta’. Ecco. Da fuori era una casetta ma da dentro era un castello altrocchè,una specie di illusione ottica.
Era enorme e Kill si sedette vicino ad un cuscino come un cane nella posizione ‘seduto’ di Nintendogs. Mi andai a sedere sul cuscino vicino a lui,a Delilah ed a Kate.
“Ragazze vi trovate in Wonderland,un’altra dimensione vicino la Terra. Qui,c’è magia. Siamo tutti maghi.” incominciò il Saggio. Io lo ascoltavo attentamente.
“Io sono il Saggio. E voi le tre Guardiane. La Guardiana del Fuoco e del Passato, la Guardiana dell’Acqua e del Futuro e la Guardiana della Morte e del Presente.”
Deglutii guardando Delilah. Si stava già strofinando le mani pronta a far morire qualcuno con un sorrisino da Satana.
“C’è una scuola di magia qui. Ci vivono Guardiani e Maghi. Farete nuove amicizie con le quali dovrete sconfiggere un signore oscuro.” disse poi guardandomi.
“Tuo padre,Scarlett, è stato mio allievo per molto tempo. Ed è diventato un mago. Ha voluto lasciare il suo posto a te e alle tua amiche perciò quando vi vedranno gli altri saranno un po’ scontrosi con voi. Siete importanti per il futuro di Wonderland.” A questa frase il Saggio si rivolse a Kate,la diretta interessata,che si morse un labbro per il nervoso.
“Le creature che avete accanto vi accompagneranno per i vostri viaggi e la vostra vita. Avete già dato un nome immagino. Non solo loro vi accompagneranno bensì anche altri amici che vi farete qui,in Wonderland. Vi ho detto tutto quello che so. Ora vado.” disse con fare ‘stupendiosamente’ falso. E credetemi. Ve lo dice una che se ne intende.Lo vedemmo sparire nel nulla così, “Puff”.
“Deduco che con questi potremo ritornare al mondo ‘Reale.” disse Delilah, cambiando argomento e indicando i braccialetti.
“Forse è meglio se ci sbrighiamo…” disse Kate con un po’ di rammarico.
“Già…ma torneremo presto per la scuola di Magia.” Intervenni io alzandomi.
Kill mi si avvicinò e mi strofinò la testa sulla schiena.
“Ehi, guarda che torno.” dissi ridacchiando e accarezzandolo.
“Ci vediamo qui domani.” dissi solennemente sia ad Aqua,sia a Bianca che al mio Kill.
“Già!” disse Kate abbracciando Aqua. Kate ha appena abbracciato qualcuno che conosce da 10 minuti!Miracolo,miracolo!
“A presto, creaturine!” disse Delilah accarezzando Bianca.
Toccai la Piuma ormai diventata rossa con le varie sfumature. Ognuno toccò il suo ciondolo e quando la scia bianca ci catturò eravamo già a casa mia.
Delilah si sedette sul letto. “Bene domani incontriamoci direttamente a Wonderland.”
“Ma non dobbiamo stare per forza vicine?” chiese Kate.
“Evidentemente no. Se no sarebbe difficile entrare ogni volta.” dissi io allargando le braccia.
“Esatto,Tramezzino. Sei il mio Tramezzino preferito! Ci vediamo domani!”urlò Delilah già alla porta.
“Okay.”
Se ne andarono e rimasi da sola a casa. Guardai la Piuma rossa.
 “Ci rivediamo presto,Wonderland.” dissi sorridendo verso la piuma. Non so neanche cosa mi portò a quel sorriso. Cosa avevo appena vissuto? Un’esperienza indimenticabile, credo. E io, ero sicura che ci ritornassi…solo presentimento?

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Capitolo 2
*** I nostri Fidelis ***


                                                                                                                                                               || I nostri Fidelis ||
 

Appena uscita da scuola e aver parlato di libri con le mie amiche mi precipitai a casa. Ero ansiosa di entrare in quel mondo:avrei dovuto frequentare una scuola di magia!
Da quel giorno è cambiato tutto. Non sapevo se raccontarlo ai miei amici o meno,chissà se mi avessero creduto. Nah,non credo. E a mamma? Papà era partito per la Svizzera per lavori importanti. Ma mamma,sapeva qualcosa di Wonderland?
Mentre queste domande mi impegnavano i pochi neuroni rimasti dopo l’entrata in Wonderland (Nota bene: i neuroni iniziali sono andati in corto circuito per le troppe emozioni), ero già arrivata a casa.
“Com’è andata a scuola,Scar?”  chiese mia madre curiosa.
“Come al solito. Paul mi ha fregato di nuovo la gomma…” dissi sbuffando e sedendomi a tavola.
“Oh,non è possibile…Scar mangia veloce che devo far presto.” disse mia madre velocemente. Era già vestita forse doveva andare di nuovo a scuola sua per scrutini o cose varie.
“Certo!” risposi io pensando che quando prima avessi finito i compiti,prima sarei andata a Wonderland.
Dopo aver divorato il mio pranzo veloce e semplice (molto semplice),mi precipitai in camera.
“Okay. Devo fare solo matematica.” dissi prendendo velocemente il libro e il quaderno di algebra.
Le quattro espressioni furono risolte in meno di dieci minuti.
“Il tempo è a mio favore” dissi guardando l’orologio. Mi fermai un attimo. Fissai l’orologio pensosa. “Ma certo,Delilah!” esclamai alzando le braccia al cielo. “Grande,Delih!” dissi sottovoce mentre alzai un pugno al cielo in segno di vittoria.
“Io vado!” irruppe mia madre entrando in camera correndo.
“Ciao!” dissi salutando con una dolce manina innocente. Mamma chiuse la porta della camera e io sfiorai il bracciale non potendo più aspettare. Si aprì il varco temporale dell’altra volta e io ci volai dentro urlando come sempre. Faceva sempre un certo effetto stare sospesi nel nulla. Mi ritrovai come sempre, sedere a terra. Ma non nella valle. Ero in mezzo ad una radura con qualche albero.
“Ma..dove mi trovo ora?” mi chiesi un po’ spaventata. Mi venne in mente il Grifone.
“EagleKill!” urlai al vento nella speranza che mi sentisse. Ed eccolo lì. Mi girai e me lo ritrovai dietro che mi fissava.
“Kill!!!” esclamai circondandolo con le braccia. Kill appoggiò il becco sulla mia spalla respirando lentamente. Aprì le ali mostrandole al mondo intero. Erano enormi e bellissime. All’interno erano marroni e bianche,anzi: erano marroni striate bianche in grosse fasce dove comparivano all’interno puntini neri. Una specie di pois neri. Sì,aveva stile il ragazzo…pardon,Grifone.
“Sai dove sono le altre?” dissi voltandomi indietro in cerca di qualcosa a cui fare riferimento una prossima volta.
“Oh,sì.” Mi si gelò il sangue nelle vene.
“C-Chi ha parlato?!” chiesi girando la testa di scatto più volte invano.
La voce ridacchiò. “Sono qui,Scarlett.” disse fiero. La voce poteva essere di un ragazzo poco più grande di me. Guardavo invano altrove. “Qui.” disse poi la voce. Era dietro di me. Sentii picchiettare il becco sulle spalle. Mi girai ancora più incredula. EagleKill mi fece una faccia irresistibile. “Sono qui…” disse calmo sorridendomi. Aggrottai la fronte preoccupata per la mia sanità mentale. Il vento mosse il ciuffo sulla fronte del mio Kill. Io,spostai il ciuffo all’insù e lui mi guardò con una faccia da ragazzo cattivo. Sapete…. quelli fighi. E la sua voce? Figa e rassicurante pure quella.
“Dai,andiamo ti stanno aspettando.” disse  voltandosi. Spalancò le ali e si mise pronto a spiccare il volo: piegò le zampe posteriori e tese quelle anteriori. Poi volse il muso verso di me.
Mi mossi alla velocità di una lumaca e lui aspettò pazientemente fissandomi con i suoi occhi oro. Fantastico. Che fai Scarlett,ti innamori di un Grifone ora?
Misi una mano sul suo sedere (non pensate male) per fare leva e mi misi a cavalcioni su di lui.
“N-Non volare..io non so volare.” dissi scioccamente.
“Ma devo volare io non tu…” disse ridendo. No,basta. La risata? Fantastica anche quella.
“Okay,ma basso.”
“Ovvio.” Disse chiudendo gli occhi,sicuro di sé.
Prese a volare piano. Sentii i piedi staccarsi da terra e lo stomaco scomparire. Affondai le mani nel suo collo. Volava piano per agevolarmi e soprattutto basso. All’altezza degli alberi,forse cinque metri.
“E’ tutto fantastico e surreale…” dissi lasciandomi andare ai miei pensieri.
“Già..” rispose lui mentre sbatteva le ali innalzando una brezza piacevole.
“Imparerò a volare con te?” dissi avvicinando la testa al suo collo.
“Ovvio…faremo anche le gare insieme.” disse guardando in basso.“Posso andare più veloce?” mi chiese. Presi un respiro profondo. “….vai.” Aumentò lo sbattere delle ali facendomi attaccare di più al suo collo e stringendo forte le gambe ai suoi fianchi.
“Ti piace?”
“Sì!!” dissi ridendo come una bambina nel bel mezzo di un sogno di unicorni e caramelle.
Ridacchiò con la sua voce fantastica. Okay,la smetto.
“Oh,ecco la casa!” esclamai indicando la casa e il panorama che,seppur eravamo (ora) a dieci metri,era fantastico.
“Questa è la Valle del Saggio…”
“Avrei dovuto immaginarlo…” dissi intenta a guardare l’orizzonte e il sole che splendeva lì.
Intravidi le mie amiche.
“Posso dire che tu puoi parlare?” chiesi non riuscendo più a trattenere il segreto.
“Okay,tanto prima o poi avrei parlato.” disse scendendo di quota.
Atterrò graziosamente facendomi balzare dolcemente poi,come l’altra volta,spalancò l’ala destra per farmi scendere.
“Kill parla!” dissi appena mi vennero incontro. Kill ruotò gli occhi al cielo sorridendo.
“A-Anche Bianca..” disse Delilah accarezzando le ossa dell’aquilotta.
“Ciao,Kill…” disse Bianca. Trovai un scintillio di malizia nei suoi occhi.
“Ciao…” rispose Kill venendo avanti vicino a me.
Kate e Delilah guardarono Kill. Avevo la vaga impressione che la sua voce calda le aveva particolarmente stupite. Il ciuffo di Kill si spostò sugli occhi e lui lo spostò soffiandoci da sotto il becco.
Aqua intervenne: “Ragazze,dovete trascorre qualche notte qui d’ora in poi.”
“Come?La scuola? E’ vero fra poco ci saranno le vacanze d’Estate…ma ora?” chiesi io.
“I vostri genitori fingeranno che vi siete fatte male.”
“Mia madre non sa nulla.” Disse Dalilah mordendosi un labbro.
“Glielo hai chiesto?” chiese Aqua quasi stizzita.
“No,ovvio!” rispose Delilah aprendo le braccia.
“Vi fermerete già oggi.”continuò la Sirena.
Kate venne vicino a me e mi guardò come per chiedermi qualcosa.
Alzai un sopracciglio e un angolo della bocca. Il mio sorriso compromettente.
“Stasera,Pigiama Party…a Wonderland.”
Kate circondò con le braccia me e Delilah entusiasta.
Voltai lo sguardo verso Kill  e  chiesi: “Il pigiama?”
Mi rispose Aqua: “Abbiamo delle camicie da notte,qui.”
“E anche molto belle e ..corte.”  disse Kill trattenendo un risolino demente.
Sospirai sorridendo con l’ espressione compromettente e poi “Ah,maschi.”
Guardai il cielo. Il tramonto: Wonderland adesso aveva sfumature arancioni, le nuvole rosa (Unicorni?) e un sole rosso fuoco.
“Passate un po’ di tempo con i vostri Fidelis” Comparve il Saggio con queste parole e continuò:” Quando si fa sera vi aspetto in casa.” E scomparve di nuovo. Stupirmi era una cosa che mi riusciva spesso ora. I Fidelis? Cos’era un Fidelis?
“I Fidelis siamo noi,creature che vi proteggeranno sempre. Sappiamo dove siete,cosa fate. Se sentite dolori li sentiamo anche noi. Per dolori intendo anche quelli dell’anima.” Disse Aqua con fare decisamente intelligente rispetto alle nostre facce stordite e dementi.
Ci dividemmo. Motivo? Non so. Andai istintivamente  verso il sole che tramontava e Kill mi venne dietro.
“Ti porto io,principessa?” disse con fare molto attraente.
Alzai un gridolino di gioia. Mi ritrovai abbracciata al suo collo che mi trasportava.
“Okay,okay…” dissi ridendo e continuai “Ora salgo…”
Salii in groppa e lui richiuse le ali per tenermi ferme le gambe. Prese a ‘galoppare’ verso il sole che tramontava.
“Dove mi porti?” chiesi combattendo contro il sole negli occhi e il vento che mi si spiaccicava il ciuffo di Kill in faccia.
“A ballare,dolcezza!” mi disse e poi spiccò il volo facendomi gridare. Si andava sempre più in alto e lo stomaco diventava sempre più trasparente.
Poi vidi una specie di stalla e lui appena la vide scese in obliquo. Non in picchiata. Grazie a Dio,non in picchiata. Si fermò appena arrivò a terra facendomi balzare pesantemente sulla sua schiena.
Vidi il ben di Dio:selle,briglie,spazzole ecc…
“Cavalli?!” gridai guardandomi in giro.
“No,Draghi e Grifoni!” urlò lui indicando con una delle sue zampe anteriori in alto. Non ci credevo: c’erano altre persone cha cavalcavano anche Draghi e Grifoni!
Kill corse verso i finimenti e prese solo una specie di collare di cuoio.
“Imparerai a cavalcarmi con questa” mi disse venendo frettolosamente verso di me.
“Ma la sella-” non finii la frase che fui interrotta con un “Sei più brava degli altri. Tu stupirai tutti.”
Pensai a The Legend of Zelda Skyward Sword dove dovevo cavalcare un Solcanubi. Link lo cavalcava a pelo reggendosi ad una cintura di cuoio stretta al collo del Solcanubi come quella che Kill mi stava porgendo. Ora dovevo farlo anche io.
Annuii decisa e strinsi la cintura al suo petto. Tirai un respiro ampio e salii in groppa reggendomi a quello.
“Partiamo soft.” Disse Kill alzandosi in volo piuttosto bruscamente.
“E menomale.” Replicai reggendomi, guardando il cielo arancione avvicinarsi sempre di più.
“Okay,ora ti faccio provare l’ebbrezza di stare sopra EagleKill…” disse deciso.
“Oh no.” Un sospiro poi il vuoto. Kill scese in picchiata facendomi salire l’adrenalina a mille. Stringevo fortissimo il collare e Kill aveva richiuso le ali per farmi stare ancora più in ansia.
Gridai. Gridai forte. Un urlo squarciò la calma del cielo: il mio. Il paesaggio volò in una zoomata. La terra si avvicinò vertiginosamente e sentii che mi sarei schiantata se non avessi fatto qualcosa (che intuizione da genio). Istintivamente strinsi il collare in cuoio e tirai forte come se avessi delle briglie in mano. Kill sfiorò la terra e quando sentì tirare si mise in orizzontale e spalancò le ali.
Mi ero salvata per un pelo. Ci eravamo salvati per un pelo.
 Io e EagleKill eravamo una cosa sola. Un forza sola,una mente sola,un’anima sola.
Planò e poi sbattè le ali per alzarsi di nuovo di quota.
“Wohooo” urlai al vento alzando le mani al cielo e tenendomi in equilibrio.
“Ora dovrai imparare un’altra cosa.” Disse puntando verso un albero enorme:una quercia secolare gigante.
Rallentò e si fermò su un ramo ampio. Scesi scivolando dalla groppa e appena toccai con i piedi il ramo vidi le gambe che tremavano ancora per l’adrenalina.
“Kill..” dissi richiamando la sua attenzione. “Uh?” rispose guardandomi con il ciuffo all’aria.
“Se mi dovessi buttare da qui tu riusciresti a prendermi al volo?” chiesi con aria perplessa guardandolo negli occhi.
“Ovvio. Era questo quello che dovevo farti vedere.” disse guardandomi stupito. “Scarlett…d’ora in poi noi siamo uno,uno solo.
“Ma tu vuoi essere uno,uno solo con me?” chiesi io un po’ triste. EagleKill mi si avvicinò.
“Ho scelto io di essere tuo. Mi piaci molto,da quando ti ho visto..ho capito che io ti appartenevo. E’ una cosa che senti dentro… ti lega al tuo padrone per sempre.” mi disse dolce.
Mi sciolsi peggio di una barretta di cioccolato sotto 50° ad Agosto.
“Kill…” dissi di nuovo mentre con la mano grattai il suo collo e continuai:”Io non sono tua padrona. Io sono tua amica.” dissi dolce anche io.
“Migliore amica…” mi corresse sorridendo e si girò: “Dovrai raccontarmi tutti i tuoi segreti e io i miei…” disse ridendo alzando il sopracciglio.
“Kill…farò questo fischio quando desidero averti accanto.” dissi mettendomi due dita in bocca e fischiando forte. Ma che parole forbite che avevo usato.
Non ti deluderò.” disse guardandomi sicuro e spiccando il volo facendo il tipico verso dell’aquila.
“Bene.” Mi preparai piegando leggermente le gambe. La terra era distante. Ero sospesa su un ramo a circa trenta metri di altezza. A me piaceva volare, non avevo paura. Ora,tra l’altro c’era Kill, il mio migliore amico. Un amico di cui non mi sarei mai separata..
Mi lanciai. Mi lanciai nel vuoto. Non chiusi gli occhi anche se il vento me lo ordinava. Dovevo chiamare Kill e aggrapparmi al suo collare velocemente. Fischiai forte portandomi due dita in bocca. Sentii il verso di Kill e poi lo vidi che si lanciava con me verso terra. Subito si mise sotto di me. Allungai le braccia verso il collare,lo presi e lo strinsi forte. Kill chiuse un’ala facendomi mettere a cavalcioni su di lui e, subito dopo, aprendola.
 Ce l’avevo fatta! Le grandi vittorie della vita.
Strinsi forte il collare fino a farmi diventare le nocche bianche e guidai Kill:se mi sporgevo a sinistra, lui virava a sinistra se lo facevo a destra,lui virava a destra.
Si chiama lavoro di coppia questo’ pensai.
Il tempo passò in fretta e dovemmo tornare a casa per la ‘cena’.
“Avete ancora tutto un mondo da esplorare…” disse il saggio facendomi accomodare sulla sedia in legno intarsiata: c’era un drago che lottava con un cavaliere, la tipica scena medioevale.
Delilah e  Kate corsero da me incredule. Restarono mute per un po’ di tempo, tanto da farmi chiedere sarcastica: “Che avete visto un ragazzo carino qui in casa?”
Kate mi scuotè per un braccio. Aveva gli occhi sgranati e il sorriso di qualcuno che aveva visto un miracolo davanti a sé. Le sorprese non erano ancora finite, cari miei.
Mi venne spontaneo un sorriso: era veramente buffa in quello stato!
Delilah fece dei respiri enormi come se stesse aspirando la polvere in casa, sembrava l’aspirapolvere 2000 in azione. Mi prese la mano come se stesse per darmi l’anello e per sposarmi.
“Tu non sai,cosa hai avuto come Fidelis.”
“Ehm, sì. Un grifone…?” chiesi molto incerta.
Delilah scosse la testa.
“Un Grifone… che parla!” dissi speranzosa di indovinare.
“Un Grifone che può trasformarsi in un umano!!”. L’ultima parola la disse saltando e agitando le braccia.
Guardai Kate abbastanza insicura. Il suo sguardo era come: “Vai in camera e vedrai.”
“Tu fai quell’espressione quando vedi un ragazzo carino…” pensai ad alta voce. Kate annuì velocemente.
Sgranai gli occhi.
“Oh!” scattai in avanti in cerca di ragazzi carini e appostandomi alla porta. Ci poggiai un orecchio e sentii la sua voce. La sua voce calda, come quella di Kill. Guardai le mie amiche con un sorriso a cinque mila denti (cosa possibile per un drago a mille teste).
Feci un respiro profondo e me lo ritrovai davanti. Aprì la porta di scatto e mi scaraventò a terra, stordendomi. Scuotei la testa e lo vidi: Era alto, abbastanza muscoloso. Aveva i capelli biondi, alla Jason Grace (Percy Jackson), con il ciuffo in alto. Un biondo più miele, che limone (ammettetelo i miei paragoni sono fantastici). Un biondo scuro, in sintesi. E due occhi marroni. Sapevo che avreste scommesso azzurri o verdi. Marroni. Il massimo per me. Sembrava Peeta. E mi innamorai all’istante.
“Tu chi sei?” domandai facendo finta di nulla.
Dire bugie è il mio forte: sono brava nel recitare.
“Sono Jason.” Mi rispose sorridendo. No, il massimo. Jason, uno dei miei personaggi preferiti in Percy Jackson. Era uguale. Tranne per gli occhi marroni ma…dettagli.
 Ma Kill? Dov’è il mio Kill? Per scoprirlo feci una delle mie uscite.
“Uhm…okay. Ah, non trovo il mio Fidelis... hai per caso visto un Grifone qui in giro?”
“Beh, sì l’ho visto.”
“Ah. E quindi? Dov’è?” chiesi ansiosa (e speranzosa).
“Beh, ce l’hai davanti.”
E mentre il mio cuore ballava il Tango con il mio cervello per la felicità mi limitai a sorridere.
“Ma tu sei un umano!” dissi parecchio entusiasta.
“Sono il tuo Grifone... il tuo Fidelis che ti seguirà come un angelo.”
Oh, faceva il carino. Aspetta, qui ci vuole un po’ di Scarlett.
“Il mio stalker, vorrai dire.” Dissi sicura sentendo Delilah e Kate che ridevano e facevano la loro comparsa nello spettacolino. Jason rise facendomi sentire meglio.
“Dai, andiamo dobbiamo cenare.” Mi disse sorridendo e mettendomi una mano sulla spalla accompagnandomi al tavolo. Kate e Delilah ci seguirono.
La cena non fu animata da discussioni importanti. Però una mia domanda fece cadere tutte mie certezze .
“Ma fino a quando resteremo qui? Io devo tornare a casa! E se mia madre mi sta cercando ora?”. Mi alzai da tavolo agitata. L’unica cosa che non volevo era far agitare gli altri per me.
Il Saggio intervenne: “Scarlett tua madre è a conoscenza di tutto questo.”
“E le loro?!” dissi indicando ancora agitata le mie due amiche.
“Scarlett è tutto sotto controllo.” Kate mi fece riabbassare.
“Ma-“ . Fui interrotta da Kate che mi sussurrò: “Stasera, Pigiama Party.”
A quell’ordine mi misi sull’attenti, da seduta.
Dopo cena fummo tutte in salone con i materassi sul pavimento.
Mi aggrappai al braccio di Kate.
“Lo hai visto?! Lo hai visto?!” chiesi sussurrando ridendo a Kate.
“Mamma mia, e a pensare che starà tutto il tempo con te!” mi rispose con enfasi sognante.
“Scarlett non ti fare strane idee. Lui è il tuo Fidelis.”
E’ arrivata Delilah, la Distruttrice di Speranze.
“Il Fidelis è come un amico. Un amico e basta.” Continuò.
“Miii, però.” Non so da dove la presi quell’espressione dialettale.
Kate intervenne: “Delilah, diamine! Scarlett sta sempre dalla parte delle regole. Qualche cavolata la può pure fare qualche volta!”
“Lascia stare..” dissi io annoiata e continuai “a proposito le vostre Fidelis?”
“Non le abbiamo ancora viste in forma umana.” Disse Delilah voltandosi dall’altra parte.
Mi girai allora dalla parte di Kate.
“Di sicuro non sono ragazzi.” Mi sussurrò amareggiata.
La notte finì lì,con tutti quei dubbi, poi crollammo tutte di sonno.
Prima di addormentarmi, mi ricordai di parecchi libri,dove di solito c’era sempre un ragazzo a proteggere la ragazza: beh,sì questa in fondo è come se fosse la storia di un libro.
 
 

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