Strani incontri.

di PickUpYourLife
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Come tutto ebbe inizio. ***
Capitolo 2: *** 2. Qualcosa non va. ***
Capitolo 3: *** I have a dream, purtroppo. ***



Capitolo 1
*** 1. Come tutto ebbe inizio. ***


Come tutto ebbe inizio

Erano circa le sette di sera di una fredda giornata di metà marzo. Miranda (andiamo, chi chiamerebbe una figlia così?) spostava il suo peso da una gamba all’altra, alternando questo movimento a piccoli saltelli sul posto. Accidenti, era davvero freddo! Quando sarebbe arrivata la primavera?
Guardò per l’ennesima volta il suo orologio, sperando che l’autobus arrivasse presto. Voleva solo andare a casa, mettere in carica il suo telefono e guardarsi l’ultima puntata di Supernatural. Seh, ultima; era ancora alla 1x05. Però per lei era veramente l’ultima, quindi a rigor di logica la cosa aveva senso, giusto?
Ecco, stava di nuovo parlando da sola. Ma capirai, quando sei superiore agli altri (o semplicemente troppo strana)… Era un miracolo che non stesse riflettendo ad alta voce, almeno. Per fortuna la musica le teneva compagnia: la fermata era affollata, ma si sa che non si deve parlare con gli sconosciuti. SPECIALMENTE con quelli con i risvoltini a 10 gradi centigradi. Accidenti, lei congelava e loro mettevano le loro caviglie in bella mostra! Ma come facevano?

Mentre veniva assalita da questi dubbi esistenziali, un autobus si fermò davanti a lei. Non era la sua linea, quindi non si affrettò a salire, ma sgranò gli occhi: davanti a lei si trovava una copia PERFETTA, forse un po’ invecchiata, di John Watson. La BBC le aveva fottuto il cervello alla stragrande, pensò, se ora vedeva un uomo qualsiasi (che andiamo, non ci assomigliava per niente a John) e lo scambiava per un personaggio immaginario.
Si convinse della propria imminente pazzia quando un uomo alto dai capelli ricci che indossava un cappotto lungo e una sciarpa lo affiancò. Andiamo, non era possibile! Adesso magari aveva anche gli occhi di quell’azzurro-verde-indefinibile che appartengono a Benedict Cumberbatch! Non era. Matematicamente. Possibile.
Per riprendersi da quell’allucinazione (poteva essere solo un’allucinazione!) volse lo sguardo alla sua sinistra, dato che a destra si trovava risvoltini-boy. Quasi sgranò gli occhi, trovandosi una River Song con i tacchi, che giustamente le rivolse uno sguardo alla “che hai da guardare, sweetheart?”
Per fortuna in quel momento arrivò il suo autobus. Salì, timbrò l’abbonamento e si buttò con grazia elefantiaca sul primo posto libero disponibile.
Sì, la BBC le aveva proprio fottuto il cervello alla stragrande.


*Autrice time* Ehi! Non so se qualcuno leggerà questa cosa, dato che l'ho partorita alle 23:30 di una giornata un po' arrandom. Non l'ho betata nè nulla, e non so neanche se continuarla, quindi se vi piace fatemelo sapere!

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Capitolo 2
*** 2. Qualcosa non va. ***


Qualcosa non va


Scese alla sua fermata e iniziò a percorrere a passo-veloce-quasi-corsa quel mezzo chilometro che la separava da casa sua. Non che fosse una particolare sportiva, ma se per caso uno dei suoi tanti attori preferiti fosse capitato nel suo paesino in mezzo al nulla doveva tenersi allenata per inseguirlo fino alla fine dei tempi, no?
Sorrise fra sé e sé, era più probabile che quell'allenamento le avesse fatto vincere la maratona di New York, il che era tutto dire.

Sospirò, doveva proprio smetterla di parlare da sola. Oh, aspetta, lo stava facendo ancora! Dov'era Freud quando serviva?

Con un enorme sforzo mentale, immaginò di cancellare tutto quello che c'era nella sua testa. In uno di quei casi di schizofrenia acuta di solito funzionava. Di solito. Quella sera invece no, quindi avrebbe dovuto per forza PENSARE. Dannazione, almeno pensasse a qualcosa di sensato, per esempio qualche disequazione, dato che il giorno dopo aveva matematica. Invece quello che aveva visto alla stazione continuava a ripetersi nella sua mente come fosse un disco rotto. Ma era veramente strano: insomma, i due uomini potevano essere due fan di Sherlock che avevano fatto un cosplay a qualche fiera e la donna ci ASSOMIGLIAVA soltanto a River, era trovarli insieme che la metteva sull'attenti. La sua parte da fangirl in qualche modo sperava che loro fossero veri. Quale fangirl non lo vorrebbe, dopotutto? Purtroppo erano solo personaggi inventati, che facesse i conti con la realtà una buona volta.

Arrivò a casa con questi pensieri in testa. Indossò la sua maschera da persona normale ed entrò.

***

"Che c'è, Miry? Non è da te distrarti COSÌ tanto alla prima ora."

Chi aveva parlato era Zoe, sua compagna di banco e amica. Era stata lei a buttarla in quell'inferno che erano i fandom di qualsiasi genere e Miranda doveva ancora ringraziarla in maniera adeguata per quello. Stava pensando a qualche spoiler di pessimo genere -tipo la morte di uno dei membri di una qualsiasi delle sue OTP- però era difficile, constatando che qualsiasi serie lei iniziasse Zoe l'aveva già vista una cinquantina di volte. Ma dove trovava il tempo?

“Lasciami stare, vedi anche te che è da mezz'ora che siamo allo stesso esercizio e vedi anche te che è da ventinove minuti che l'ho finito. O lo copio finché quella lì non capisce cosa deve fare o disegno uno smile giallo sulla parete e lo uso come tiro a segno. MI. ANNOIO.”

“Va bene, Sherlock, annoiati pure, tanto sei l'unica.” La voce di Zoe rivelava un pungente sarcasmo, ma cambiò subito tono quando vide Miranda alzare le sopracciglia, segno che qualcosa l'aveva leggermente turbata: “Qualcosa non va?”

Miranda stette zitta qualche secondo, riflettendo se raccontare o meno quello che le era successo; da una parte pensava che Zoe le avrebbe dato della pazza al solo pensare di vedere personaggi inesistenti e che le avrebbe detto che magari erano solo dei sosia, ma d'altra parte, ehi, anche la sua amica era pazza, forse anche più di lei. Sospirò e le disse tutto. Quando terminò vide che gli occhi di Zoe che brillavano di una strana luce e si pentì di aver solo aperto bocca.

“Ma come, hai visto Sherlock, John e River e non gli hai neanche fatto una foto? E non mi hai chiamata? E non gli hai fatto neanche una foto?!”

“Beh, scusa se non tutti gli sconosciuti si fanno fotografare a loro insaputa! E quella che tu chiami “River” non aveva neanche un'aria molto amichevole, pensavo che mi avrebbe portato con lei da Lucifero se solo avessi aperto bocca!”

“Vai avanti con Supernatural e vedrai quanto vorrai andare da Lucifero, è uno gnocco pazzesco[1]!”

“Aggrazie. Sai che ho sempre qualcosa da fare, a contrario tuo. Me la regali te una giratempo?”

“Ma se ce l'hai, una gir-”

“Se le signorine in ultima fila hanno finito l'esercizio sarebbero così gentili da non disturbare gli altri?” La prof sembrava particolarmente irritata quel giorno, era meglio tacere almeno fino alla fine dell'ora. Le due ragazze stettero in silenzio per tutto il tempo, ma Miranda sapeva che avrebbero continuato in ricreazione. Purtroppo per lei, Zoe non demordeva facilmente.

***

Alla fine era riuscita in qualche modo a scamparla, ma quel giorno uscivano un'ora prima e questo significava solo una cosa: assalto con Zoe alla libreria più vicina alla ricerca di altri libri da leggere e assalto DI Zoe finchè non avrebbe risposto a tutte le sue domande.

-Allora?- Domandò mentre posava una copia di Game of Thrones dall'aria piuttosto costosa.

-Allora cosa?

-Perchè non mi hai chiamata quando hai visto John?

Miranda alzò gli occhi. -Perché semplicemente NON ERA John, scema. Gli assomigliava soltanto. Se adesso vedessi una ragazza che assomiglia a Katniss Everdeen sarei colpita, ma non mi metterei a fotografarla e men che mai chiamerei te o qualcun altro. Magari sta solo facendo un cosplay, non ti pare?

Controllò l'ora dal suo telefono e già che aveva nominato Hunger Games si fermò ad ammirare per un secondo la ghiandaia imitatrice che aveva sulla cover. Era leggermente sbiadita al centro, ma fortunatamente ancora intatta. Ci passò il pollice sopra come faceva ogni tanto, rimise via il telefono e si avviò con l'amica verso l'uscita, come al solito a mani vuote. Mentre osservavano i libri che si trovavano in vetrina sentì un brivido correrle lungo la schiena, come se qualcuno la stesse fissando, e alzò lo sguardo.

La vetrina era leggermente sporca, ma pur sempre trasparente. Dall'altra parte si trovava Katniss Everdeen.

 

 


[1]Riguardo alla “gnoccaggine” di Lucifero: di per me non ne so ancora nulla, essendo ancora alla prima stagione di Supernatural, ma la Zoe della situazione mi ha mostrato una foto dell'attore che lo interpreta ed è asdfghjkl.

 

*Autrice time 2 la vendetta* Capitolo un po' più lungo del solito, seppur ancora breve TwT

Nient'altro da aggiungere, ma vorrei ringraziare la gentilissima chiara_LN che si è offerta volontaria come tributo di betarla.

Come al solito, fatemi sapere se vi piace!

 

Pick

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Capitolo 3
*** I have a dream, purtroppo. ***


Katniss Everdeen? Seriamente? Magari aveva letto troppe fanfiction. Anzi, senza il "magari". Aveva SICURAMENTE letto troppe fanfiction, era davvero il colmo. Cercò di mantenere un'espressione di assoluta calma e toccò il braccio di Zoe per avere la sua attenzione:

“Che c'è? Hai visto qualcosa di interessante?”

“Zoe, guarda dentro il negozio.”

L'amica fissò l'interno per un paio di secondi. “Cosa c'è?”

“Come, "cosa c'è?" Non vedi la ragazza che fa Katniss?”

“Miry, non c'è nessuno lì dentro.”

“Ma sì, è lì di fronte, guarda!”

“Sei sicura di sentirti bene? Eravamo le uniche due lì dentro e non è entrato nessuno dopo che siamo uscite, altrimenti l'avremmo visto, non ti pare?”

Miranda si arrese. “Sì, hai ragione, devo essermelo immaginato.” Però non capiva. Non capiva perché lei continuava a vedere Katniss mentre Zoe chiaramente no. E a quanto sembrava anche Katniss la vedeva chiaramente, dato che la stava fissando. Forse dopotutto quella pazza lì non era Zoe, ma lei. Alzò le spalle e si avviò con l'amica alla fermata dell'autobus più vicina per tornare a casa.

***

Per fortuna prendevano linee separate per tornare a casa, altrimenti non sapeva come avrebbe fatto a spiegare all'amica perché si sentiva a disagio: è difficile non esserlo, quando un personaggio che vedi solo te sale sul tuo stesso autobus senza nemmeno degnare di un'occhiata l'autista e ti si mette di fianco. Miranda cercò in tutti i modi di ignorarla, ma quando scese alla sua fermata non ce la fece più, si girò verso l'altra ed esclamò: “Ok, spiegami perché continui a seguirmi, sei dannatamente inquietante! E perché ti vedo soltanto io? Tu in teoria saresti un personaggio immaginario!”

“Tanto immaginario non sono, se in questo momento ti sto parlando.”

“Per quanto ne so potrei svegliarmi tra qualche minuto in un manicomio, non me ne stupirei.”

Katniss sospirò. “Sei perfettamente sveglia e per te sono reale, come del resto River.”

“Adesso basta con questa River!” Miranda iniziava ad innervosirsi. “Era solo frutto della mia immaginazione, come del resto lo sei te! Adesso, per favore, vattene dalla mia mente e tornatene dal tuo fornaio!”

Detto questo tirò fuori dalla borsa il telefono e le cuffie e si mise ad ascoltare musica solo per non pensare. Il primo brano era di Adam Lambert, Pop that lock. L'aveva scoperta grazie ad una fanfiction. Aspetta, ancora fanfiction? Ne aveva avuto abbastanza per quel giorno e si affrettò a cambiare brano. E quella lì ancora la seguiva. Ormai non osava più chiamarla per nome, la situazione stava diventando inquietante. Le sembrava di vivere in un sogno, uno di quei sogni in cui qualsiasi cosa a cui hai pensato il giorno prima prende vita, ma per essere un sogno era dannatamente REALE.

E' reale.

Miranda si fermò un attimo e si guardò intorno. Perfetto, ora ci si mettevano anche le vocine nella sua testa. Credeva che anche la pazzia avesse un limite.

Non sei pazza e tutto questo è reale.

Dimostramelo, pensò, e Katniss la spinse in mezzo alla strada. Fortunatamente era deserta, ma lo shock ci fu ugualmente, specialmente perché non credeva che l'altra ragazza avesse un corpo solido.

“TU! CHE DIAMINE TI E'-”Si fermò appena in tempo: non era una mossa saggia urlare da soli in mezzo alla strada.

Inspirò profondamente per calmarsi e continuò a camminare, accelerando il passo per sbollire la rabbia.

Almeno così ti sei resa conto che è tutto reale.

Certo, come no. Magari tornava a casa e trovava Peeta che le faceva i biscotti.

Se è questo quello che vuoi...

Non era una sfida, la sua vita era abbastanza incasinata in quel momento. E poi, in che senso “se è questo quello che vuoi”? Va bene, aveva già capito che era tutto frutto della sua mente e che solo lei notava che c'era qualcosa di strano, ma insomma, non era Cenerentola, i sogni non diventano realtà.

O no?

 

***

 

Qualche notte dopo fece uno strano sogno. Da quando Katniss l'aveva seguita a casa stava con lei per tutto il giorno, persino a scuola. Di solito la sera la lasciava da sola, ma si ritrovavano nello stesso sogno che Miranda ormai faceva ogni notte; c'erano lei e Katniss in una stanza bianca e spoglia, se non per la presenza di un tavolo, due sedie e un mazzo di carte. Difficile non sapere cosa dovesse fare, ancora più difficile svegliarsi di buon umore la mattina.

Quella notte, invece, la stanza era diversa: si trovava in un buio salone da ballo e si guardò subito per controllare che non avesse un qualche tipo di vestito scomodo: fortunatamente aveva ancora il pigiama che aveva indossato prima di andare a dormire, e sperò che non si cambiasse in seguito, durante il sogno. Se c'era una cosa che odiava erano quei vestiti. Avuta questa piccola certezza si guardò intorno; la sala era molto grande, con enormi finestre da cui filtrava la luce lunare, unica fonte di illuminazione. Non c'era neanche una stella, strano. In fondo si poteva notare una grande scalinata, come quelle che si usano per fare la discesa trionfale nei film. Tutto bellissimo, ma per una notte in cui non sognava di giocare a carte con Katniss voleva dormire un po'.

Benvenuta! Mettiti pure comoda.

Ancora quell'inutile, irritante vocina. Non poteva torturarla solo mentre era sveglia, no. Almeno era apparsa una poltrona che aveva l'aria di essere molto morbida, quindi si sedette. Se le fosse successo qualcosa doveva solo svegliarsi, giusto?

Si guardò intorno alla ricerca del proprietario -no, della proprietaria, il tono era decisamente femminile- della voce, sperando che almeno nella sua testa avesse un corpo (tipregotipregoTIPREGO diverso dal suo, non voleva un'altra se stessa) e vide una ragazza identica a lei (e te pareva) che la fissava da un parapetto che si trovava alle sue spalle. Sospirò e si appoggiò pesantemente su un bracciolo; perfetto, ci mancava la sua coscienza.

Perchè mi confondono tutti con la coscienza? La coscienza non esiste!

Alzò la testa con aria interessata. Leggeva nel pensiero?

Non leggo nel pensiero, io SONO il tuo pensiero. O qualcosa del genere. Sono il tuo pensiero come quello della tua amica, di tua madre, di tutta la gente che conosci e che non conosci.

Tipo una-

Tipo una mente universale, sì.

Sospirò, queste cose sarebbero piaciute a qualsiasi scrittore di fantascienza.

Tutti quei libri di fantascienza che ti piacciono tanto li ho scritti io, ho solo usato dei tramiti per renderli carta stampata. Gli autori famosi sono solo tramiti con cui mi sono trovata particolarmente bene.

Trovata? Era una femmina?

Tu sei femmina; io assumo le sembianze, e quindi il sesso, di chi mi sogna.

Era lei quella che le parlava nella realtà, quindi. C'entrava anche con la misteriosa apparizione di tutta quella gente?

Certo, sono stata io.

E perché li poteva vedere solo lei?

Perché sono nati dalla tua testa.

Quando?

Improvvisamente.

Perché?

Così, volevo divertirmi.

Si alzò di scatto dalla poltrona. Sette miliardi di persone e una qualsiasi cosa fosse doveva divertirsi proprio con LEI?!

Guarda il lato positivo, è una storia da vivere. Non avevi sempre sognato di andare ad Hogwarts, nello spazio con il Dottore o a combattere demoni a New York?

Certo, era questo quello che erano. SOGNI. Non dovevano diventare realtà. Non dovevano PERMETTERSI di diventare realtà.

Miranda voleva andarsene, voleva svegliarsi da quell'incubo. Corse fino a quella che credeva fosse l'uscita della sala, ma più si avvicinava più essa si allontanava. Maledetti sogni.

Dove vai ora?

Dove voleva che andasse? A farsi una camomilla?

Rifletti sull'opportunità che hai in questo momento. A chi altro può capitare di vivere in una fanfiction? I tuoi personaggi preferiti sono in carne ed ossa, ma solo per te.

Beh, non era male come idea. Non l'aveva mai vista da questa prospettiva. Oh, insomma, un po' l'aveva fatto. Un po' troppo. Ma non doveva cedere alla tentazione. Insomma, quante volte doveva ripetersi che l'ultima cosa che le serviva era-

un biglietto di sola andata per il manicomio più vicino? Che originalità.

Che la smettesse una buona volta di leggerle il pensiero!

Ma allora non hai capito niente. Dannazione, sono circondata da idioti.

C'erano solo loro due nella sala.

Non importa. Torna a sederti.

Non voleva, ma una forza sconosciuta (“alla Jedi style”, si ritrovò a pensare) continuava a spingerla verso la poltrona. Ovviamente, pure nella sua testa vigeva la legge del più forte. Si sedette, prima finiva tutta questa storia e prima si svegliava. Di fronte a lei calò un telo bianco come quello del cinema (ma dai, dov'erano i suoi pop-corn?) e sul bracciolo apparve una porzione piccolissima di pop-corn; non osò chiederne di più grandi. D'un tratto diventò tutto più buio, come se qualcuno avesse spento la luna, e sul telo comparve il conto alla rovescia in bianco e nero. Se bisogna fare le cose, facciamole in grande.

Dopo due secondi di schermo nero comparvero davanti ai suoi occhi i due cosplayer di Sherlock e John[1] che aveva visto qualche giorno prima in stazione. Ormai dubitava che fossero semplici cosplayer, mannaggiallei. Erano distesi su un divano di velluto rosso scuro -era uno smile giallo quello che vedeva dietro?- e John era sopra Sherlock, che lo cingeva come se fossero stati una coppia di amanti, con delicatezza ma allo stesso tempo decisione. Non si stavano baciando o altro, erano semplicemente lì, abbracciati. La sua parte da fangirl prese il sopravvento e si lasciò sfuggire un “aaaaaaaaaww!!”, erano troppo teneri!

Nel frattempo la scena era cambiata: un uomo atletico dagli occhi verdi e dai capelli biondo scuro ammirava un altro uomo più basso (e... coccoloso? Davvero esisteva un aggettivo simile?) con i capelli neri che schizzavano da tutte le parti, manco si fosse appena alzato dal letto. Indossava un trench marrone chiaro e- aspetta, no. No no no NO. Non era possibile. Era possibile avere gli occhi così BLU? Of the bluest sky?[2] Neanche nelle fanfiction più accurate erano descritti bene. Erano semplicemente... sì, insomma... Indescrivibili! Si coprì gli occhi con le mani. Era troppo, non voleva morire per il diabete. Aspettò che le luci si riaccendessero -e non sbirciò ogni tanto, assolutamente no- e l'alter ego si fece risentire.

Ammettilo, ti è piaciuto.

Assolutamente no.

Beh, insomma, sì, magari un po'.

Un po' troppo. Non serve essere me per capire la natura di quell' “aaaaaaaw”.

Modesta, la tipa.

Grazie.

La musichetta irritante della sua sveglia la scaraventò fuori dal sogno. Spense il suono, sospirò e si alzò dal letto. Era il momento di una nuova giornata con Katniss Everdeen.

 


Salve! se qualcuno non capisse da che libro/serie TV siano tratti i pairing che cito qui dentro, tenterò di scriverli tutti nelle note a fine pagina, tra parentesi trovate la rete televisiva e il titolo della serie.

[1] Ladies&Ladies, il pairing JohnLock! (BBC Sherlock)
[2] Segue a ruota la Destiel *-* (CW Supernatural)

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