Insieme.

di Lucyvanplet93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Insieme. ***
Capitolo 2: *** Diversivo ***



Capitolo 1
*** Insieme. ***


Salve a tutti!!
Inizio subito a rompervi le scatole da qui per farvi più o meno capire come mi è venuta in mente questa storia.
Questo sarebbe un piccolo estratto do una long che ho scritto e mai pubblicato e che sta facendo la muffa nel mio pc da secoli, solo perché non ne sono mai completamente soddisfatta, in poche parole ho introdotto un OC nella mia storia che segue gli eventi del secondo film, i due stanno scappando dall’Hydra e non solo ed alla fine (viva la mia banalità) i due si innamorano.
(Ho fantasia vero? Se può interessarvi non lo so nella mia storia anche lei ha perso la memoria!
Bene ora vi lascio alla lettura, ci becchiamo alla fine.
 
 
 
 
 
Il vapore aveva invaso le lo spazio ridotto del piccolo bagno del motel in cui alloggiavano, l’acqua che cadeva lenta sul pavimento della doccia era l’unico rumore -esclusi i loro respiri- che rompeva il silenzio sordo di quella stanza.
James le aveva impedito di rivestirsi ed appena usciti dalla doccia l'aveva stretta a se facendo combaciare perfettamente le loro pelli ancora umide. James si stava aggrappando a lei, e Alexis lo capiva dal modo in cui le stringeva i fianchi con il braccio sano e dal modo in cui teneva premuta la fronte contro la sua con gli occhi chiusi.
Nonostante la pressoché totale vicinanza dei loro corpi, James continuava ad impegnarsi nel non volerla sfiorare nemmeno per sbaglio con il braccio metallico. Almeno non ora che si trovavano senza vestiti.
Era convinto di sporcarla se l'avesse toccata con quella mano, era convinto che anche solo sfiorarla con quelle dita di metallo equivalesse a macchiarla delle sue colpe. Si era sentito in colpa dopo aver fatto l'amore con lei per la prima volta ed aveva cercato di allontanarla. James si sentiva un mostro, lui era un arma e non meritava di averla cosi vicina, non meritava di poterla sentire così viva, lui che aveva seminato morte ovunque fosse stato.
Ma Alexis non gli aveva permesso di allontanarsi, non questa volta, se l'era stretto addosso sotto la doccia mentre facevano l'amore cercando di fargli sentire che lei c'era, che non l'avrebbe abbandonato, che non gli importava del suo passato e di quello che aveva fatto. Lei amava tutto di lui, braccio bionico incluso e aveva anche provato a dirglielo, ma non erano valse a nulla le sue rassicurazioni ed alla fine aveva preferito non forzarlo.
In lei c’era anche il sopetto che avesse paura di farle male.
Si era sentita avvolgere da un asciugamano pulito e l'aveva osservato mentre indossava un paio di boxer, lentamente ed in completo silenzio dopo averla ricondotta in camera e fatta stendere sulle lenzuola del materasso, l'aveva raggiunta a sua volta schiacciandola sotto il suo peso e poi l'aveva baciata.  Alexis si era trovata in carenza d'ossigeno di fronte a quel bacio così struggente e dolce.
Non c'era urgenza nei suoi gesti.
Non  c'era voracità nel modo in cui la sua lingua le esplorava la bocca.
Non c'era lussuria nel modo in cui teneva il corpo ancorato al suo.
Forse quello era il suo modo per dirle che l'amava.
Quando James si separò dalle sue labbra ella si sentì, se possibile ancor più senza fiato. I suoi occhi di ghiaccio la scrutavano come a volerle sondare l'anima, quasi non si rese conto della sua mano che lenta e silenziosa aveva raggiunto il nodo dell'asciugamano bianco che la copriva, si rese conto della propria nudità solo quando avvertì la il pezzo di stoffa sfregarle sulla pelle della schiena, prima di finire abbandonato in un angolo del pavimento.
Si trovò completamente nuda di fronte ai suoi occhi, che vedeva vagare per ogni centimetro del suo corpo, si sentì in imbarazzo, si sentì nuda, non solo nel corpo ma anche nell'anima. Avvertì il desiderio di coprirsi in qualche modo, di nascondersi da quello sguardo che sapeva tutto di lei, ma non lo fece, semplicemente non ci riuscì, l'intensità di quel momento le bloccò ogni muscolo impedendole qualsiasi movimento. Si lasciò guardare ammirandolo a sua volta e quando avvertì il tocco delle sue dita sulle labbra trasalì.
James le tracciò il profilo della bocca con i polpastrelli, guardandola rapito e successivamente seguì il gesto con le labbra.
Alexis non ebbe il tempo di ricambiare quel bacio perché durò il tempo di un battito di ciglia.
James continuò il suo percorso spostandosi con le dita verso il mento e il collo e di nuovo seguì il suo percorso ricoprendolo di baci leggeri. Alexis venne attraversata da un'ondata di brividi che la fecero tremare da capo a piedi, nessuno l'aveva mai toccata così ne era certa, chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dalle sensazioni che le sue labbra fresche e umide le lasciavano sulla pelle.
Sentiva James continuare il suo cammino mentre alternava carezze e sfioramenti con baci dolci e umidi, scese verso le scapole respirando sulla sua pelle ed Alexis trattenne il fiato quando arrivò al seno carezzandone dolcemente uno e riempiendo di baci leggeri l'altro.
Le bacio e accarezzò ancora entrambi i seni sempre con una dolcezza che mai Alexis avrebbe creduto potesse appartenere ad un uomo.
Aveva letto nei libri del desiderio che consumava l'uomo quando guardava il corpo della donna che amava, aveva letto di baci famelici e morsi dettati dall'impeto della passione, ma mai aveva letto un qualcosa che si avvicinasse almeno in parte a quello che stava provando lei. Si sentiva quasi estraniata dal suo corpo e sospirò quando sentì le suo labbra soffermarsi all'altezza del cuore.
Vide James chiudere gli occhi senza staccare la bocca da quel punto, ascoltò in silenzio lo scalpitare furioso del suo cuore prima di continuare la sua discesa accarezzandole il costato e ricoprendole il ventre di baci.
Alexis stava per impazzire, ormai non si sentiva più padrona del suo corpo, tremava come una foglia, percepiva solo l'alzarsi e l'abbassarsi convulso del suo petto intento a far entrare ed uscire aria dai polmoni, l'unico suono presente in quella stanza era dovuto al suo respiro affannato.
Il soldato si soffermò nella zona vicina all'ombelico mordendole appena la pelle della pancia ed Alexis non riuscì a trattenere un gemito quando la sua bocca arrivò a baciarle il piccolo neo all'altezza dell'anca destra.
Ormai si sentiva completamente abbandonata a lui, un dolce calore le si era cosparso a macchia d'olio in tutto il corpo, continue colate di piacere le pervasero le membra, e James continuò ad accarezzarle le gambe fino ad arrivare al polpaccio per poi risalire lentamente e nell'interno coscia.
Alexis tese ogni muscolo, inarcandosi quando sentì la sua bocca che le baciava dolcemente il monte di Venere e la mano spostarsi sul suo inguine dove rimase un istante prima di scivolare fra le sue cosce.
Sembrava quasi la stesse studiando a memoria per poter imprimersi a fuoco la sua immagine nella mente.
Non la sfiorò ulteriormente, non affondò le dita in quel rifugio caldo ed accogliente che aveva fra le gambe, ma dopo un momento di assoluta immobilità, il ragazzo riprese il suo operato risalendo, se possibile, ancor più lentamente di quanto avesse fatto pochi istanti prima. Le sfiorò con le dita la gamba destra e con la bocca assaporò la pelle calda dell'interno coscia sinistro, baciandola, di nuovo ovunque riuscisse ad arrivare.
Alexis tremò e gemette di nuovo per tutto il tempo di quella dolce tortura, finché non si trovò di nuovo schiacciata sotto il rassicurante peso di James. Si guardarono negli occhi, lei con il fiato corto ed irregolare mentre cercava di controllare il battito furioso del suo cuore, lui completamente perso in lei. Sorrise.
E ad Alexis venne da piangere. Gli occhi le si inumidirono in un istante e si sentì leggera. James la baciò. E Alexis lo strinse a se.
"Sei come un fiore nato fra le macerie." Glielo sussurrò sulle labbra per poi trascinarla contro il suo petto mentre si sistemava su un fianco abbracciandola forte.
Si strinse a lei affondando il capo fra il petto e l'incavo del suo collo e come al solito evitò qualsiasi contatto fra la sua pelle e il metallo del suo braccio, stringendola per la vita senza superare la barriera rappresentata dalle lenzuola. Le accarezzò la schiena con la mano libera mentre se la stringeva addosso.
Alexis aveva fatto passare le braccia attorno al suo collo affondando le dita fra i suoi morbidi capelli biondi, lo strinse a se intrecciando le gambe alle sue.
Erano una cosa sola.
Restò immobile in quell'abbraccio, non aveva freddo, nonostante fosse completamente nuda il calore emanato dalla pelle di James l'avvolse, impedendole di accusare le basse temperature di quella sera. Si godette la sensazione che i loro corpi a contatto le trasmetteva e si rilasso completamente ascoltando il respiro di James che si infrangeva alla base del suo collo, le sue labbra talmente vicine da sfiorarle le scapole.
Rabbrividì.
Il Soldato se ne accorse, perché se possibile si addossò ancora di più a lei.
"James?" Lo chiamò senza smettere di accarezzargli i capelli.
"[1] Mh..." Sospirò. Probabilmente immaginava già cosa gli stesse per chiedere.
"La verità... Quante... Quante persone hai ucciso sta sera?"
James serrò ulteriormente la presa, tanto da farle quasi male, ma Alexis sembrò non farvi caso.
"Solo un uomo. Ho dovuto. Se non l'avessi fatto probabilmente lui avrebbe ucciso me."
Alexis sorrise immergendo il naso fra i suoi crini biondi. "Sei un idiota." Lo rimproverò.
"Volevo solo proteggerti. Dovresti starmi lontano, non dovresti... Amarmi."
Alexis gli prese il viso fra le mani, costringendolo così a guardarla.
"Ti ho già detto che non mi importa, anche se tu ora mi avessi detto che non c'era più nessuno vivo in quella base dell'Hydra, per me non sarebbe cambiato nulla."
"Perché me lo hai chiesto allora?"
"Perché sapevo che non avresti potuto, immaginavo che mentirmi fosse un tuo modo per cercare di proteggermi da non so che cosa, ma sapevo che non saresti stato capace di arrivare a tanto!" Continuò senza smettere di accarezzargli il viso con le mani.
"Come fai ad esserne certa?"
"Perché tu non sei malvagio, non lo sei... Ed è inutile che cerchi di farmi credere il contrario."
Alexis lo guardò con determinazione, senza vacillare e James la baciò, per l'ennesima volta in quella nottata, Alexis senti il palmo aperto della sua mano fare pressione sulla sua schiena avvicinandola ancora e la ragazza non se lo fece ripetere e ricambiò il bacio con trasporto tornando a stringere le braccia attorno al suo collo, accolse la sua lingua con entusiasmo lasciandosi assaporare ed esplorare. Solo quando entrambi si trovarono in debito di ossigeno e i polmoni che iniziarono a bruciare per la mancanza d'aria, si separarono.
James affondò di nuovo il naso sulla sua pelle e Alexis tornò a rilassarsi sui cuscini con il fiato corto e il viso immerso nei capelli di lui.
Si strinsero nella notte godendo entrambi della reciproca vicinanza, consapevoli che non sarebbero mai più stati soli e nel giro di pochi istanti crollarono entrambi cullati dal respiro dell'altro.

 
 
Angolo “autrice”
Cosa dire, beh che se siete arrivati fino a qua dovete essere molto coraggiosi! Ho deciso di pubblicare questo esperimento perché credo sia la parte più decente che io abbia scritto in tutto il tempo che ho fantasticato su questo film ed ho deciso di sottoporre alla vostra attenzione questa piccola shot, giusto per sapere cosa ne pensate e per avere magari, anche qualche consiglio. Sappiate che accetto tutto sia critiche negativa che positive.
Chiedo scusa per eventuali errori nel testi, ma ho riletto decine di volte cercando di non tralasciare nulla.
Ora vi saluto. Baci Lucy <3
P.S.  Quando scrivo: “Sei come un fiore nato fra le macerie!” James intende se stesso per macerie XD (spero che un po’ si sia capito!!

 [1]

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Capitolo 2
*** Diversivo ***



Ormai scappare era diventato parte della loro routine, avevano sperimentato di tutto, fughe in macchina, in treno a piedi, e addirittura a nuoto.
Solo che ora intrappolati in quel tunnel sotterraneo pieno di negozi e persone, si trovavano in trappola e l’unico modo per uscire da lì era quello di tornare da dove erano venuti.
Peccato però che quei maledetti soldati avevano continuato a pedinarli a pochi metri di distanza ostacolando la loro unica via di fuga e conducendoli lentamente ad un vicolo cieco e così alla fine Il soldato era stato costretto a strattonare bruscamente la sua compagna celandola alla vista di chiunque.
James la strinse su di se avvicinando i loro corpi così come i loro volti. Respirò il suo profumo facendo del suo fiato il suo ossigeno mentre la spingeva delicatamente contro la parete del negozio davanti al quale erano passati prima che lui si accorgesse dei due uomini che li seguivano già da un po'.
La schiacciò contro la parete di cemento avvertendo la morbidezza di quel corpo adattarsi perfettamente al suo.
Confondendosi fra la folla erano riusciti a depistarli, ma ora i due erano di nuovo a poca distanza da loro, fortunatamente non li avevano ancora riconosciuti, per questo James aveva avuto la brillante idea di quel non del tutto ortodosso diversivo.
Si era perso a baciarla. Stordito dal suo sapore,  stentava addirittura a ricordarsi il perché di quel gesto, lasciandosi andare a quel bacio che ormai non era niente di diverso da ciò che sembrava. Un ragazzo ed una ragazza presi dalle loro effusioni.
James la strinse di più beandosi del dolce tocco delle sue mani sul suo petto, la baciò ancora mordendole le labbra e godendo della carezza vellutata che le loro lingue si scambiarono.
La sentiva leggermente tremante contro di se mentre gli stringeva le braccia al collo, sbilanciandolo contro di se.
Si staccò solo quando si trovò in debito di ossigeno separandosi di malavoglia da quelle sue labbra così fresche e morbide. Avrebbe volentieri smesso di respirare.
"Cos'era quello?" Le domandò dopo alcuni istanti Alexis.
Un bacio. Fu l'unica risposta che balenò in mente al soldato, che faticava a tornare lucido avendola così vicino, tanto vicino da poter distinguere ogni singola piega di quelle labbra così lucide.
"Un diversivo." Rispose invece indicando i due uomini che si allontanavano.
Alexis sorrise appena, un sorriso che ormai James aveva imparato a riconoscere mentre sorrideva continuando ad abbracciarlo, impendendogli di allontanarsi definitivamente.
"Di piuttosto che non puoi stare troppo tempo senza baciarmi." La provocazione della ragazza non si fece attendere, così come l'occhiata minacciosa che lui le rivolse. Forse più perché si era sentito pungere nel vivo piuttosto che per un reale rimprovero nei suoi confronti.
"Andiamo, dobbiamo allontanarci da qui." Affermo secco, ignorando la lieve risata di lei mentre se la trascinava dietro.
La verità era che ormai ogni pretesto diventava buono per avere un contatto fisico con lei, per sfiorarla, respirarla o anche semplicemente toccarla durante la giornata facendo sembrare il tutto casuale e non voluto.
La verità era che gli piaceva averla vicino, sentire il suo calore durante la notte quando gli si stringeva contro, adorava sentire il suo sapore sulla sua bocca quando si svegliava, gli piaceva sentire l'odore dei suoi capelli quando l'abbracciava.
Stava accusando gli effetti di una malsana dipendenza da lei, dipendeva dal suo corpo quando facevano l'amore o più semplicemente dipendeva dal suo modo di amarlo, senza freni, senza remore. Ogni volta gli offriva il suo cuore, senza difesa alcuna.
James non si era mai sentito così con nessuna nella sua vita, e se c'era stata in passato allora quella era l'unica cosa di cui non aveva recuperato memoria.
Non c'era bisogno di molte parole fra di loro, la maggior parte del tempo che avevano passato insieme era composto prevalentemente da silenzi. Lui non era un tipo di tante parole e lei sembrava averlo accettato e inoltre non sembrava dare importanza alla questione, e poi fra di loro non c'era mai stato tanto bisogno di parlare.
La cosa che più lo terrorizzava di Alexis era la capacità che aveva sempre avuto di leggerlo nei suoi occhi quello che gli passava per la testa, era terrorizzato da questo lato del suo carattere perché poche volte si era sentito vulnerabile davanti a qualcuno e fin dalla prima volta era stato così con lei.
Con lei abbandonava ogni difesa quando si lasciava andare fra le sue braccia, era certo che lei in nessun modo l'avrebbe mai ferito, paradossalmente era proprio questo a terrorizzarlo, non era più abituato a fidarsi di qualcuno.
Si infilarono nei tunnel della metropolitana salendo su uno dei primi vagoni fermatosi alla stazione più vicina a loro, si sedettero vicino al finestrino tenendo d'occhio i marciapiedi. Sembrava non esserci nessuno.
Cercò di rilassarsi lasciando andare la schiena sullo schienale del sedile, lanciò uno sguardo alla ragazza seduta al suo fianco ancora intenta a guardare fuori dal finestrino. C'erano poche persone a bordo e la loro carrozza era quasi vuota, ascolto il rumore delle ruote metalliche mentre sfrecciavano sui binari, era un rumore quasi rilassante.
"James..." Alexis lo chiamò attirando la sua attenzione sfiorandogli una mano. Il soldato di voltò nella sua direzione guardandola interrogativo.
Lei lo guardò a sua volta un po' titubante prima di decidersi a parlare. "Quello di prima... Si insomma... Era davvero solo un diversivo?" James sapeva che Alexis non avrebbe fatto altro che pensare a quella stupida scusa che aveva usato poco prima per giustificare il suo gesto, anche se si era dimostrata spavalda lui sapeva di averla in qualche modo ferita. E il suo sguardo deluso era troppo da sopportare.
Scosse il capo facendoglisi più vicino e unendo poi le loro labbra in un unico e casto bacio. Quando si separarono Alexis gli sorrise per poi appoggiare il capo sulla sua spalla probabilmente rinfrancata da quel semplice quanto difficile gesto d’affetto.
Perché per quanto cercasse di risultare naturale in quei momenti, i semplici gesti d’affetto che aveva nei suoi confronti gli costavano uno sforzo enorme, sforzo che però diventava sopportabile quando lei gli regalava quei sorrisi così sinceri e carichi di stupore, sapere che in parte era suo il merito della sua felicità, anche se breve, lo faceva sentire bene.
Sospirò cercando a sua volta di rilassarsi contro il sedile, mentre Alexis gli si aggrappava al braccio stringendolo piano attraverso la stoffa del giubbotto, chiuse gli occhi abbandonandosi a quell’abbraccio a metà e in tanto che il suono del treno che sfrecciava sulle rotaie e che li avrebbe ricondotti alla base riempiva il silenzio intorno a loro, si ritrovò a pensare che in fin dei conti quella loro particolare solitudine non gli dispiaceva affatto.

 
 
 
Angolo  “autrice”
Saaaaalve.
Forse vi chiederete perché ho deciso di mettere mano nuovamente a questa storia, e in particolare quelli che seguono la mia long si chiederanno, e a ragione, perché io stia perdendo tempo con questa schifezza (uscita fuori mentre cercavo di rimediare al casotto che vi spiegherò qui sotto XD) invece di lavorare al prossimo capitolo della suddetta.
Beh diciamo che visto che sono stupida… La settimana scorsa, dopo che il capitolo era già bello che finito, io lo abbia accidentalmente cancellato e che poi per via di vari impegni  (dentista, lavoro, iscrizione all’università.) non abbia potuto rimetterci concretamente mano. E di questo non posso fare altro che scusarmi e promettere che farò in modo di rimediare in questi giorni. *Si inchina implorando perdono*
Comunque ora credo sia ora di chiudere, sperando che qualcuno mi faccia sapere il suo parere su questa cosa che è uscita fuori dal nulla e che ho deciso di provare a pubblicare. Fatemi sapere cosa ne pensate, se sia il caso di toglierla e lasciare il tutto com’era prima o se questa mini shot non è poi così terribile.
Ora chiudo perché come al solito parlo troppo. Alla prossima, baci Lucy <3

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