il sonno nel cuore

di ethy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'inizio ***
Capitolo 2: *** e se fossero sogni ***
Capitolo 3: *** e se fossero ricordi.. ***
Capitolo 4: *** e se fosse solo paura ***
Capitolo 5: *** e se non si svegliasse... ***
Capitolo 6: *** e se... (parte 1) ***
Capitolo 7: *** e se.. tornasse (2 parte) ***
Capitolo 8: *** e se non ricordasse... ***
Capitolo 9: *** e se rinunciasse... ***
Capitolo 10: *** e se si sbagliasse... ***
Capitolo 11: *** e se fosse.... ***
Capitolo 12: *** e se fosse.... solo l'inizio ***



Capitolo 1
*** l'inizio ***


erano sul retro da Granny's lei aveva in mano il suo cuore, quante gliene avrebbe dovute dire per essersi fatto intrappolare da Gold.. ma non disse nulla, lo guardò ed a tutta velocità gli rimise a posto il cuore.
ci volle un attimo perchè si riprendesse dalla botta ricevuta..
"se non ti conoscessi bene Swan, direi che lo hai fatto a posta a sbattermi il cuore addosso"
"se mi conoscessi bene sapresti che sono veramente, veramente arrabbiata con te!"
"lo so"
la baciò quasi volesse rubarle i sentimenti, la prese con forza e la nascose tra il suo torace ed il muro.
"andiamo di sopra?" disse lei
 
***
 
"vado in bagno, torno subito" lui si sedette sul letto, poggiò la schiena al muro, aspettando la sua Emma..
due minuti dopo Emma gli sorrise, gli si avvicinò e.. lo guardò, e sorrise di nuovo.. nel vedere che si era addormentato  "chissà da quanto tempo non dormi, chissà che ti ha fatto fare quel maledetto di Gold!"
piano piano cercò di farlo sdraiare.. gli tolse l'uncino, gli tolse la giacca e gli stivali e gli mise la coperta
fece per alzarsi ed andare via, ma le banelò la paura che qualcuno potesse ancora portarglielo via.. si rimise vicino a lui che ormai dormiva profondamente..gli mise una mano sul cuore, Regina le aveva detto della magia che aveva fatto per Henry cercando di proteggerlo, non aveva idea di
come si facesse.. ma forse le bastava provare..sentì scorrerle la magia sulle mani, sentì il suo cuore battere forte.. "nessuno ti potrà piu portare via il cuore, sei al sicuro"
"torno piu tardi"  gli diede un leggero bacio sulla guancia, prese la chiave della stanza , trovò una matita e gli scrisse un bigliettino nel caso si fosse svegliato, era sicura che avrebbe dormito ancora molto ma non voleva lasciarlo, non voleva che pensasse che l'avesse lasciato..nemmeno per un minuto...
 
Scese al locale, si sedette vicino a Regina, parlarono un po'.. quando Henry le interruppe per dare loro una notizia straordinaria..
Henry aveva trovato una biblioteca segreta, c'erano tanti libri dentro e tutti vuoti.. bianchi, da scrivere..
..Emma promise a Regina che l'avrebbe aiutata.
"Regina, vorrei tornare indietro.. da.."
"lo so, va bene, io ed Henry restiamo qui se per te va bene"
"si, si certo"
Emma si diresse verso l'uscita della villa quando la sua attenzione fu attirata da una luce proveniente dalla porta socchiusa di una stanza sul corridoio, era sera fuori era notte, chi c'era in quella stanza?
lentamente si avvicinò ed aprì la porta, la luce non era artificiale, era la luce del sole che filtrava dalle finestre.. come era possibile? "Regina Henry?!" li chiamò, loro accorsero e rimasero a bocca aperta sulla porta esattamente come lei.
"ma è notte, come è possibile?" la stanza era bellissima, era bianca, aveva pareti ricoperte di legno sbiancato, assi lunghe come quelle delle navi, sul pavimento, sbiancate anch'esse,
un caminetto imponente ma elegante, delle poltrone azzurre con piccoli fiorellini bianchi ricamati, e degli
sgabellini uguali ma con i colori a contrasto, vicino ad una delle poltrone c'era un cestino da lavoro, tanta lana blu, i ferri infilati nei gomitoli e un maglioncino azzurro con ricami blu poggiato sopra al manico del cestino....sembrava il salotto di una villa al mare, con le tende bianche leggere come nuvole e drappi azzurri in velluto pensante, le imposte bianche..quasi rovinate dalla salsedine..
"non l'avevo vista prima quando ho trovato la biblioteca"
"Emma guarda quel quadro, sul camino.. ha un non sò che di famigliare.. mi sbaglio?" disse Regina.
Emma guardò con attenzione il dipinto ad olio, raffigurava una donna bellissima, aveva un elegante abito in seta azzurro polvere con i merletti che le uscivano dalle maniche fino a coprirle almeno metà delle mani bianchissime, aveva i capelli neri, corvini, li aveva legati in una lunghissima treccia morbida che le scendeva dalla spalla fino ben oltre la vita, Emma non riusciva a credere quanto fosse bella, aveva un sorriso rassicurante appena accennato, le labbra cosi rosee, gli occhi azzurri come il vestito, profondi, dolci, ammaliatori, teneva in braccio un bambino su 3-4 anni con gli stessi capelli e gli stessi stupendi occhi, probabilmente era suo figlio, un ragazzino era a fianco a lei, anche lui aveva i capelli scuri e gli occhi azzurri ma non erano come quelli della madre, Emma era colpita dal dipinto, dal bambino in braccio alla madre..
"che vuoi dire con famigliare Regina?"
"oh andiamo signorina Swan.. quegli occhi..li abbiamo riconosciuti io ed Henry e non tu?" disse facendo un cenno al bambino.
Ma che voleva dire Regina a parte essere saccente? gli occhi della donna e del bambino..a chi doveva pens...are....nell'attimo in cui le si gelò il sangue Regina sorrise, finalmente aveva capito.
"Killian"
"si, non sono i suoi occhi quelli, Emma?"
"si"
"mamma, guarda l'anello che la donna porta.. è quello che Uncino porta al collo.."
"e tu come te ne sei accorto?"
"sono un bambino, i bambini amano i pirati e tutto ciò che gli appartiene" disse Henry sorridendo "..in barca qualche tempo fa l'ho notato, non gli ho
chiesto di chi fosse, ma lui mi ha detto che era un ricordo molto vecchio.. visto che non diceva altro non ho indagato.. è sempre un .. pirata...."
"e bravo il mio ragazzino"
"quindi.. se l'anello è lo stesso.. è sua madre, lui è quello piccolo immagino, dato che aveva un fratello maggiore, almeno cosi mi ha detto David"
"ok, ma perchè è qui questo dipinto? perchè questa stanza parla di lui?"
"forse ha un legame con l'autore.."
"tu dici?"
"forse è legato al fatto che Gold lo voleva...beh quello.."
"..uccidere, puoi dirlo sono grande.."
"si scusami, è sempre tuo nonno.."
"è sempre il signore oscuro.. fa cose da signore oscuro.."
"ok, non sappiamo che legame ci sia con lui e del perchè perchè non glielo chiediamo?"
"Regina, si ma, vorrei lasciarlo riposare fino a domani.. si è addormentato come gli ho restituito il cuore"
"va bene domani pero' devi dirci cosa sa a riguardo"
"vado da lui, chiamatemi se serve ok?"
"si mamma vai tranquilla"
 
***
 
Emma aprì la porta con la chiave che si era portata via, la stanza era completamente al buio se non per le ombre create dalle luci provenienti dalla strada, lei sentiva il suo respiro regolare provenire dal letto, dormiva di fianco, con le ginocchia leggermente piegate e le braccia vicino al viso
come fosse un bambino, si tolse le scarpe e si infilò nel suo abbraccio,era cosi caldo il suo abbraccio, gli prese la mano e tirò il braccio affinché  l'avvolgesse e la racchiuse tra le sue, sentiva il suo respiro sui capelli era salvo.
Emma si perse nei suoi pensieri, non aveva sonno, non voleva dormire, voleva godersi quel momento, quel calmo momento in cui erano solo loro due, si perse nel pensare la prima volta che lo vide, e quando scoprì che aveva di fronte capitan uncino.. nulla a che vedere con l'immaginario delle favole del suo mondo!
Si perse nelle volte che lui l'aveva fulminata con lo sguardo, o nelle volte in cui riusciva a farla sentire fragile solo guardandola.. tutte le volte che lui la capiva senza dover dire nulla..lui che non aveva mai e mai smesso di inseguirla nonostante lei lo avesse rifiutato piu volte.. lo avesse incatenato ed ammanettato, nonstante davanti a Zelena gli avesse detto che non lo avrebbe mai voluto baciare veramente.. nessuno aveva mai resistito alle sue barriere..neammeno Neal, ma lui non si era arreso, lui era sicuro di quel che voleva, lui voleva lei  e non avrebbe mai riunciato ad averla a costo di morire..probabilmente non si sarebbe mai arreso, aveva visto in lei la luce dei suoi occhi cambiare guardandolo, aveva capito che lei provava qualcosa, ma non sapeva cosa fosse se solo attrazione o affetto..e per questo non mollava la presa, voleva amarla e lei non era abituata ad essere al centro delle attenzioni di nessuno, lui la trattava come una principessa, la faceva sentire la "sua" principessa nonostante il loro rapporto fosse alla pari..e di questo gliene era grata..
la faceva sentire speciale e la spaventava, la faceva sentire amica e questo la rassicurava, lui credeva in lei, aveva sempre creduto in lei.. ..non ti ho mai visto fallire.. quando glielo disse lei quasi rimase senza parole, come poteva quell'uomo avere cosi tanta fiducia il lei..amo ogni parte di te Swan.. mai aveva dubitato della sua magia, nemmeno un secondo....posso avere l'onore.. era curioso del suo passato e della sua infanzia.. lei non era mai stata cosi curiosa sulla sua.. lei non sapeva quasi nulla di quel che lui era prima di essere capitan Uncino.. Killian era cambiato, forse era tornato ad essere se stesso, e non piu il freddo calcolare che
voleva solo vendicarsi della sua mano e del suo cuore spezzato.. domani gli avrebbe chiesto del dipinto ma anche di raccontarle un po' della sua infanzia, e se non avesse voluto? e gli fosse stato troppo doloroso?  lei gli sarebbe stata vicina, come lui con lei..  rimase immobile nel suo caldo abbraccio fino all'alba ,avvolta in tutte queste domande quando la luce del giorno la costrinse ad alzarsi,  ma lui era ancora profondamente addormentato, gli diede un bacio sulla guancia e vide i suoi occhi cerchiati dalla stanchezza.
"cosa ti ha fatto fare Gold che sembri cosi sofferente e stanco.."
"Swan"
"buongiorno..." disse sistemandogli i capelli sulla fronte e dandogli un altro bacio, non poteva resistere, sfiorare la sua pelle era un qualcosa di meraviglioso, la elettrizzava e le piaceva respirare il suo odore..
"ehi.." fece lei.. ma lui sembrava ancora dormire.. "stavi sognando..allora" si disse sorridente, in quel momento le squillò il telefono chi poteva mai essere a quell'ora della mattina?
"pronto?"
"Emma, scusa.. spero di non aver interrotto nulla..."
"no, no tutto ok ero sveglia già"
"capitan eyeliner dorme?"
"si"
"ok, dovresti tornare alla villa è cambiato qualcosa.. ancora"
"che ci fai lì a quest'ora?"
"ti spiegherò dopo, adesso muoviti"
Emma si girò verso Killian, era indecisa se svegliarlo o meno, poi desistette e lo lasciò dormire..prese la porta, la chiuse a chiave e corse da Regina

note dell'autrice: ciao a tutti.. mi sono imbarcata in un'altra storia...  nonostante ne abbia una da finire... che sto faticando a chiudere per non scriverla male
 ma la tentazione di questa piccola idea mi tormenta da qualche giorno....non so come finirà e se piacerà, ma avevo voglia di  esplorare un po' i pensieri ed i sentimenti di Emma, visto che solitamente tendo ad essere monotematica su Killian... :-)
dunque.. spero vi piaccia e spero di leggere i vostri commenti..
a presto
Ethy

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Capitolo 2
*** e se fossero sogni ***


Quando Regina le mostrò la stanza Emma non credette ai suoi occhi
"dove è stanza di prima?"
"la porta è la stessa.. è cambiato l'interno.."
"oppure ha cambiato posto.. "
la stanza che era di fronte a loro era la stanza di una vecchia locanda della foresta incantata probabilmente, era semplice e spoglia ma aveva un'aria confortevole e sembrava abbastanza pulita, c'era un comodino con sopra degli oggetti da navigazione, c'erano due letti e su uno di essi c'erano poggiati dei vestiti modesti, di un bambino di circa 6-7 anni, a fianco c'era un coniglietto di stoffa era rovinato e po' sporco, aveva il musetto e il naso cucito con filo nero e due bottoni azzurri come occhi, le orecchie erano lunghissime quasi fino al ponpon della coda, aveva un collarino azzurro come gli occhi e un campanellino.
Emma lo prese in mano, era soffice,lo porto al viso per annusarne l’odore, sapeva di mare, sorrise poi si accorse che il nastrino all'interno aveva delle iniziali ricamate..forse del bambino proprietario dei vestiti.. le tremò la mano nel cercare di guardare il ricamo interno, se la stanza di prima era collegata al suo Killian probabilmente anche questa lo era;cercò di guardare meglio senza rompere nulla quando vide… KJ!!!..non era possibile, il pupazzetto le cadde dalle mani.. "Emma tutto ok?"
"Regina, era di Killian anche questo.. guarda" disse raccogliendo il coniglietto "perchè queste stanze si manifestano e cosa c'entra Killian?"
"non lo so Emma, non sai se Tremotino gli ha fatto altro oltre a strappargli il cuore? ti ha detto nulla?"
"no, non mi ha detto nulla... senti, forse è il caso di parlargli, se c’è qualche incantesimo sotto dobbiamo scoprire se sarà ecco.. dannoso per lui.. o per tutti.."
 
Emma e Regina lasciarono la stanza, uscirono dalla villa e si diressero da Granny's
Emma tirò fuori la chiave ed aprì la porta, Killian ancora dormiva sembrava non essersi accorto della loro presenza, lei gli si avvicinò si sedette sul bordo del letto, gli carezzò la fronte spostandogli un ciuffo ribelle, gli diede un bacio sulla fronte sperando che bastasse a svegliarlo, ma non accennò minimamente ad aprire gli occhi.
"ehi, Killian, ohi.. ti va di fare colazione?"
Regina dapprima spazientita di dover sorbire quella scena sdolcinata si incuriosì vedendo che non riusciva a svegliarlo "fai provare me?"
Emma rimase attonita
"oh prova pure"
"Uncino!" disse scuotendolo.. ma nulla..
"c'è qualcosa che non va..puo' essere stanco quanto vuoi ma non è normale non sentire nulla.. come se fosse caduto in un incantesimo del sonno.."
"non sarà davvero l'incantesimo del sonno vero?"
"no..non credo.. se fosse tu potresti svegliarlo con il bacio del vero amore..”
Disse ammiccante Regina, sorridendo di fronte ad una Emma imbarazzata ed incerta, come se non volesse scoprire se il Capitano fosse il suo vero amore.. o che non lo fosse..sarebbe stato troppo, tutto insieme, rischiare di perderlo, poi il libro, la stanza, le stanze e lui che non si svegliava.. si forse avrebbe provato a baciarlo, dopo da sola, senza avere spettatori e senza dover poi ingoiare le lacrime nel caso non fosse riuscita a svegliarlo.
“dobbiamo capire cosa gli è successo" riprese Regina che nel frattempo  mise una mano sul cuore di Killian ed avvertì quel calore.."Emmaa.. sono stupita.."
"per cosa?"
"hai sigillato il suo cuore.. non è un incantesimo di protezione facile da fare, l'hai fatto di proposito o ti è scappato per caso?"
"l'ho voluto fare, ho pensato di proteggerlo e.. ha fatto tutto la magia"
"istintiva..."
“che intendi?”
“che quando si tratta di Henry o di Uncino, agisci d’istinto e riesci a fare cose che io alle prime armi non sarei mai stata capace di fare”
“grazie..”
“..questo pero’ dovrebbe farti capire cosa rinneghi Emma, pensaci”
Emma non replicò.. aveva afferrato il discorso…
 
"Emma.."
 
"Killian, ti sei svegliato, hai dormito per 18 ore di filato.."
"Emma.. non è sveglio.. ti sta chiamando nel sonno"
"anche stanotte lo ha fatto, pensavo si fosse svegliato e invece.."
"io vado alla mia cripta per cercare qualche informazione se c'è un qualche cosa che collega questo sonno e il quasi-cuore-sgretolato."
"ok resto un po' con lui poi ritorno alla villa"
"si bene"
 
Regina uscì quasi come una furia dalla stanza, non era arrabbiata, non le pesava nemmeno la sdolcinatezza di Emma nei confronti di Uncino, lo avrebbe fatto anche lei per Robin..
Robin, prima di finire di scendere i gradini poggiò la schiena al muro e butto la testa indietro cercando di riprendere il controllo dei suoi pensieri, Robin.. era passato poco tempo in fondo era comprensibile che le bruciasse da morire ancora, ma non era il momento di cedere.. non era riuscita a salvare Marian, non era riuscita a tenere con sé Robin come conseguenza di questo fallimento, nonostante l’uomo le avesse apertamente detto che aveva scelto lei… ora non poteva permettersi di sbagliare, di fallire non poteva permettersi di avere Emma distrutta come lei, non poteva sopportarlo, non poteva sopportarsi se avesse fallito e non poteva permettere ad Emma di essere triste, distrutta e affranta come lei avendo il peso del lieto fine della città sulle spalle.
No, non poteva… riprese a scendere le scale di corsa diretta al suo rifugio alla ricerca di una soluzione.
 
 
Emma si sedette di nuovo al suo fianco, lo guardò e gli carezzo una guancia, sembrava indifeso, sembrava un angelo, un angelo caduto dal cielo…per lei..mai avrebbe pensato di poter amare cosi tanto quello sciocco, arrogante e vanitoso pirata, eppure era lì a vegliare sul suo sonno innaturale.
"non sei solo,Killian,cerca di svegliarti"
Iniziava a preoccuparsi, iniziava ad avere il timore che ci fosse qualcosa di importante sotto questo suo inconsueto dormire, proprio ora che aveva realizzato quanto fosse importante per lei averlo accanto, proprio ora che aveva deciso di lasciarsi andare, di provare a credere nell'amore.
Forse poteva tentare il bacio, forse era solo un incantesimo del sonno e lui.. lui poteva essere il suo vero amore, entrambi avevano sofferto con il loro primo amore;  entrambi avevano avvertito qualcosa di speciale quando si incontrarono la prima volta, ma entrambi erano impegnati nel tornare a casa, lei, nel trovare il coccodrillo, lui.. e non badarono nessuno dei due a quell’elettricità  nei loro sguardi… fino a quando non si baciarono sull’isola che non c’è.
Si sporse su di lui e posò le sue labbra sulle sue, erano calde, erano soffici, le davano i brividi, ma non successe nulla.. non successe nulla.. nulla…questo la sconfortò non poco, allora forse non era lui il suo lieto fine..o forse aveva ragione Regina e non era un incantesimo del sonno e quindi non poteva aiutarlo.. era comunque desolata.. non si svegliava e questo la rattristava.
Decise fare altro,di uscire, stava per esplodere, stava per cedere alle lacrime che le opprimevano il respiro, sapeva che le avrebbe versato tutte, anche tutte quelle non versate fino ad ora, così fece un respiro profondo e diede retta al suo stomaco e non al suo cuore, iniziava ad avere fame, scese da Granny’s per fare colazione e in un impeto non chiaro chiamò sua madre.
 
“mamma… ciao.. sono da granny’s.. ti va di fare colazione per parlare un po?”
“Emma, tesoro, tutto bene?”
“si,no.. prendiamo un caffè.. ho bisogno di parlare un po’.. strano vero?”
“emm si direi di si e molto…..killian dove è?”
“..è a proposito di lui…”
“arrivo”
 
Mary Margaret arrivò trafelata e preoccupata, abbracciò la figlia davanti a tutti senza nemmeno renderse conto “Neal dov’è?”
“con tuo padre, hai bisogno di tutto la mia attenzione credo, ed io di dartela senza remore”
“ok..ok grazie”
“allora che cosa è successo?! Killian?”
“Ecco…” Emma iniziò a raccontare alla madre l’accaduto essere andati via dalla torre dell’orologio, le disse che voleva stare con lui.. le fece capire che sarebbe stata una notte speciale perché aveva capito a causa di quel piccolo e irrilevante problema causato da Tremotino che non era sicura che fosse amore ma era sicura di non voler perdere quell’uomo, era sicura di non voler piu perdere un minuto, di tenerlo sempre sulle spine, ormai era passato molto tempo e lui non era mai tornato sui suoi passi non l’aveva mai lasciata e quindi quella notte era sicura di volerla passare con lui.. ma sorrise nel dirle che forse non era ancora il momento, che lui si era addormentato, che l’aveva lasciato dormire, che le sembrava esausto, che scese da Regina, che Henry aveva trovato questa strana biblioteca nella villa e che infine trovarono il salotto azzurro, come lo aveva soprannominato Henry e che Killian ancora dormiva e che questa mattina quella stanza non c’era piu e c’era invece una stanza di una locanda, povera, spoglia e sempre legata a lui..
 
Mary Margaret fece fatica a stare dietro al fiume delle parole della figlia, non le aveva mai parlato cosi prima e per cercare di non perdere nemmeno una parola o nemmeno una sensazione di quel che lei le stava dicendo non bevve un solo  sorso di the, non toccò un biscotto, rimase in silenzio cercando di concentrare i pensieri per dare un consiglio o una soluzione o qualcosa che non facesse soffrire Emma, perché sentiva che qualcosa la stava tormentando, qualcosa che non le stava dicendo.. perché?
 
“Emma.. c’è qualcosa che non mi hai detto vero? Cosa ti sta preoccupando cosi? Lo vedo nel tuo sguardo, stai soffrendo piu di quanto mi stai dicendo”
Emma non era sicura di poterle dire del bacio, non era sicura che fosse un incantesimo del sonno, non era sicura di nulla e questo stava rimettendo in discussione tutto quello che provava, tutto quello che lei stessa pensava di essere ora che si sentiva amata, dalla sua famiglia e dal.. dal.. suo pirata, si pirata era la parola giusta, non poteva dire che sarebbe stato la sua nuova famiglia, perché non sapeva se si sarebbe mai piu svegliato e perché pirata faceva meno male di ammettere che quel ragazzo, quell’uomo di quasi 300 anni fosse colui che l’avrebbe resa felice, colui che la stava rendendo felice.
“Regina ha.. ipotizzato che potesse essere l’incantesimo del sonno… l’ho baciato ma non è successo nulla.. nulla.. non so che pensare..”
“oh.. Emma tu mi hai detto che lui nel sonno ti ha chiamata un paio di volte giusto?”
“si”
“beh nell’incantesimo del sonno.. si è come morti.. non avrebbe mai potuto dire nulla se fosse stato sotto quel sortilegio”
Per un attimo Emma sgranò gli occhi poi non resse più, abbracciò la madre e le sussurrò “grazie” tra i capelli “grazie mamma, grazie” .Mary Margaret era felice e triste nello stesso momento, era riuscita a fare quel che doveva fare in quel momento: la madre.
“vedrai che troveremo una soluzione e potrai riabbracciare Killian… tesoro lo ami tanto vero?”
Lei non rispose, annuì asciugandosi una lacrima, si lo amava, non sapeva quanto, ma lo amava e non voleva perderlo.
“andiamo da lui, fammi vedere come sta, magari scopro qualcosa che vi è sfuggita”
Salirono nella stanza, c’era un inconsueto odore di salsedine, c’era sabbia vicino al letto, Emma era sicura che prima non ci fosse..
“la sabbia.. non c’era”
“dici che si è alzato? Magari non ha nulla..non ci sono impronte pero’..”
“no, non si è alzato è rimasto esattamente come l’ho lasciato, immobile in quella posizione da quasi due giorni.. e se non si dovesse svegliare?”
“potrebbe morire!” disse Mary Margaret
“morire?” le fece eco Emma
“se non è l’incantesimo del sonno, è vivo… non è come congelato… avrà fame, sete.. Emma forse è il caso di portarlo in ospedale”
“non ne sono sicura, parlerò con Whale e dopo deciderò.. non voglio che stia in ospedale..”
Si inchinò e mise il suo viso di fronte al suo “ehi Capitano, come c’è finita questa sabbia qui? Lo sai?”
Toccò la sabbia sul pavimento era calda come se il sole fosse stato li a scaldarla, dentro la camera buia, la smosse con le dita fino a toccare il pavimento e nello spostarla saltò fuori una conchiglia bianca con sfumature rosacee, poteva stare nel palmo della mano, ma era una di quelle conchiglie che i bambini mettevano sull’orecchia per ascoltare il rumore delle onde anche quando il mare non era nelle vicinanze.
“E’ bellissima”
“si è perfetta, ma come è arrivata qui… sta diventando tutto piu complicato e misterioso, la villa, lui che dorme ed ora anche la conchiglia”.
“tienila da parte, potrebbe servire o significare qualcosa, portala con te, ti dispiace se torno da Neal ora? Ti mando tuo padre era preoccupato”
“si si, vai, resto qui, e si chiamo David.. ah.. mamma… grazie, senza di te questa mattina…”
“lo so tesoro, vedrai che risolveremo, non perdere la speranza”
“no, non la perderò… almeno.. per ora.. vai, resto qui”
 
***
 
“Ehi, piccola posso entrare?”
“papà, si certo..”
“ci sono anche io Miss Swan”
“Regina.. trovato nulla?!” Regina scosse impercettibilmente la testa ed abbassò lo sguardo verso il pavimento “E quella da dove salta fuori? La sabbia…”
“Me lo sono chiesto anche io, sono stata fuori per qualche ora e al mio ritorno c’era questa.. “
Disse mostrando anche la conchiglia che teneva in mano
“una conchiglia, ma che mai potrà significare?” disse David
“non ne ho idea, invece Mary Margaret dice che non può essere un incantesimo del sonno perché ecco, mi ha chiamata un paio di volte mentre dormiva..”
“si è giusto, durante quel sortilegio è come si fosse morti.. è qualcosa di piu forte, qualcosa che non riesco a capire, che non conosco, qualcosa che mi manda ai pazzi, come Marian.. scusa Emma.”
“non ti scusare, lo capisco, è solo assurdo tutto questo” disse girandosi verso Killian, toccandogli la mano fino a sfiorargli le guance ed i capelli.
“Se non è un incantesimo del sonno, non può stare qui … morirà di sete sono due giorni che sta cosi giusto? Portiamolo in ospedale”
“Regina possiamo fare nulla, per farlo restare qui? “
“non so che cosa abbia Emma, ti confesso che non me la sento di aggiungere magia.. forse ha ragione il principe ed è il caso di farlo stare sotto controllo in ospedale”
“ma non possiamo, oggi è comparsa la sabbia, la conchiglia e se lo portiamo in ospedale dovremmo controllare che non accada nulla… a nessuno… non sappiamo cosa lo tenga cosi.. non possiamo portarlo, vi prego..”
“forse Emma ha ragione, facciamo cosi chiamo Whale e lo faccio venire qui, magari ce la caviamo con poco direttamente qui, so che ti sembra strano, ma proporrei di fare dei turni per stare con lui.. dovesse svegliarsi, parlare nel sonno, comparire qualcosa…”
“ah.. io, io resto qui”
“si, ma dobbiamo tornare alla villa.. quindi quando tu non ci sei..”
“vai, ci sto io adesso aspetto che torni”
“ok allora, Regina, andiamo a vedere se è successo qualcosa”
“bene, andiamo”




angolo dell'autrice: eccoci qui.. spero di avervi incuiriosito.. questo capitolo non è stato facile avevo voglia di dire tante cose, ma nello scriverlo mi sono accorta di aver fatto confusione, quindi l'ho riscritto e riletto piu volte, spero di avergli dato un buon ritmo di lettura oltre agli avvenimenti.. non contorti spero.
bene allora che ve ne pare?
grazie a tutti che leggete in tanti ed a tutte le recensioni!
:-)
E.

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Capitolo 3
*** e se fossero ricordi.. ***


David prese la sedia vicino allo scrittoio e si sedette, iniziò a perlustrare con lo sguardo la stanza, era semplice, forse un po’ troppo spoglia ma Killian non aveva molte cose.. era un marinaio, era normale che non avesse molto bagaglio, ma gli sembrò comunque molto poco ugualmente, vide delle carte poggiate li a fianco a lui, sembravano fogli di carta pergamena e una penna stilografica, alla vista della penna gli balenò un guizzo negli occhi chiari ed un sorriso sulla guancia sinistra affiorò leggero, “ehi pirata, vedo che non riesci ad adattarti completamente, ti piace il vecchio stile, è una bellissima penna, sarei curioso di sapere dove l’hai trovata” e la rimise sullo scrittoio, poi curiosò nei cassettini ma non trovò molto, dei fazzoletti neri, ed uno bianco con le sue iniziali ricamate, qualche bottone di camicia, probabilmente nell’abbottonarsi con l’uncino....ago, filo nero.. tutto perfettamente ordinato..
Chiamò Whale, gli spiegò la situazione e nell’attesa si rimise a rovistare tra le cose del pirata.
Passò a guardare  nell’armadio “non ti offendi vero?” disse quasi divertito,  era sempre stato curioso nei suoi confronti, in senso benevolo ma curioso. C’erano i suoi vecchi vestiti da pirata, dei vestiti comodi, come magliette e pantaloni morbidi  rigorosamente neri probabilmente li usava per dormire.. lo guardò bene e si accorse che aveva ancora la camicia ed il panciotto… quindi dall’altra sera non aveva avuto modo di cambiarsi, fece quasi un sospiro di sollievo.. quindi lui ed Emma.. non avevano fatto nulla anche se lei aveva dormito con lui.. si sentì quasi sollevato.. anche se non serviva dormire insieme una notte per… ma forse…. Ma era anche dispiaciuto della situazione..meritavano di essere felici entrambi, e che ora dopo la regina della nevi e Gold, ci fosse anche questo inspiegabile sonno lo preoccupava.
 
 
E quindi alla fine il coccodrillo ha vinto lo stesso.. ho il mio cuore, ed ora che è di nuovo mio lo sento estraneo e dolorante, un dolore profondo e sordo che lentamente mi sta uccidendo e non posso fermarlo.. sta dilagando in me la sofferenza che ho causato e non potrò resistere per molto ancora, sto lottando Emma, non sembra ma ti giuro che lo sto facendo, non ti voglio lasciare, non ora…ma il buio mi reclama..
 
 La principessa… ed ora come farò con la promessa…
 
In quel momento Whale bussò alla porta
“grazie per essere venuto, dorme da piu di 24 ore e non è sotto un incantesimo”
“ne siete sicuri?”
“si abbastanza”
“ok allora diamogli un’occhiata”
Whale non si fece scrupoli e iniziò a slacciare il panciotto “come diavolo fa ad indossare questo coso con tutti questi bottoni ed una mano sola per allacciarli!?!”
Gli tolse la camicia ed gli auscultò il cuore
“ok, è regolare, debole..….ma regolare.”
“quindi che significa?”
Whale gli controllò la reattività delle pupille e dei riflessi.. “mi dispiace David, è in quel che qui conosciamo come coma”
David sospirò pensando a come avrebbe reagito Emma..
“ho portato il necessario per sostenerlo almeno per oggi, ma se non si riprendere autonomamente dovremmo ricoverarlo domani, al massimo dopo domani mattina”
Stava per mettergli la flebo quando David gli chiese di aspettare un minuto, il tempo a questo punto di mettergli qualcosa di comodo che non fosse la camicia, dicendo questo prese dall’armadio i la maglietta vista  prima.
Whela gli fece la flebo ed andò via.
Erano di nuovo rimasti lui e Killian, si rimise allo scrittoio e riprese a giocherellare con la carta, si chiese cosa ci facesse con tutti quei fogli.. poi gli venne in mente che spesso i capitani annotavano un diario di bordo, chissà se ancora ne aveva uno o se li aveva lasciati tutti nella foresta incantata.. spostò i fogli e da li sotto vide una sacchettino di velluto nero riccamente decorato con filo nero lucido, sembrava seta “sempre e solo nero.. nemmeno Regina portava il nero quanto lo fai tu..perchè porti solo il nero Uncino..”
Prese il sacchettino e tirò fuori un anello con uno zaffiro incastonato in una montatura che lo contornava di brillanti, era molto bello, lo trovava bellissimo, il primo pensiero fu che sicuramente sarebbe stato molto bene ad Emma ed il secondo pensiero che Emma ne sarebbe stata felicissima, ed il terzo pensiero prese i due precedenti e li frullò nel cestino.. come gli era venuto in mente tutto questo pensare su anelli.. Emma… già..lei la sua piccola principessa.. persa appena nata e ritrovata adulta.. sicuramente quell’anello era per lei.. “devi amarla veramente, so che me ne pentirò, ma spero che il vostro sia vero amore Uncino, lo meritereste entrambi” rimise l’anello nel sacchettino.
 
***
Se solo tu potessi… non è stato sufficiente amarla piu della mia stessa vita, la sto facendo soffrire ed ancora non sono morto.. manca poco.. fa male..vorrei piangere ed urlare, vorrei muovermi… se solo non fossi avvelenato da questa oscurità che non volevo…
 
***
 
 
Emma e Regina erano arrivate alla villa, trovarono la porta socchiusa e sentirono dei rumori, si fecero un cenno a vicenda per tenersi pronte.. Gold non c’era piu.. ma non si poteva mai sapere con quell’uomo e con storybrooke, e in fondo quella casa poteva non essere disabitata come sembrava..
Aprirono la porta con cautela pronte con la magia ad intervenire, quando sentirono dentro una voce nota chiamarle
 
 
“Emma!! Regina!”
“Trilli!!!” dissero in coro le due donne “ che ci fai qui?”
“io non lo so, ero nella foresta incantata, siamo di nuovo a storybrooke suppongo…”
“come hai fatto a passare in questo mondo?”
“forse è stata chiamata, evocata” disse Regina
“si, potrebbe ma cosi forte da farmi arrivare qui? Passare i mondi?”
“già è insolito, ma questa casa è insolita.. e forse qui tutto è possibile”
“bene, ora oltre al sonno pesante del Capitano dobbiamo capire come ha fatto lei a venire fin qui”
“il sonno pesante? Emma che cosa è successo?”
Emma fece un respiro profondo ed iniziò a raccontare a Trilli di Elsa, della Regina delle Nevi del piano di Tremotino di liberarsi del pugnale e del cuore di Killian, e del suo sonno..
“sicure che non sia un incantesimo del sonno?”
“si, sicura..” Mentre Emma stava parlando sentirono una risata provenire dal corridoio della stanza magica, Regina guardò Trilli ed Emma con aria interrogativa e poi corsero in direzione delle voci verso la stanza.
 
La porta della stanza era socchiusa e non aperta come la avevano lasciata precedentemente, Henry l’aveva soprannominata la stanza delle necessità, in onore di Harry Potter perché sembrava manifestare il suo contenuto in funzione della necessità, in questo caso di Uncino, almeno lui supponeva fosse cosi..
 
Rimasero davanti la porta aperta senza entrare guardando incuriosite, c’era molta luce forse era tornato il salotto azzurro -nomignolo di Henry-  Emma e Trilli entrarono e non pensarono mai di vedere un giardino tra le mura di una casa, un giardino senza pareti, la porta sembrava sbucare dal nulla, tutte e tre rimasero sotto l’arco dell’ingresso come per paura di rimanere intrappolate in chissà quale dimensione.
Era pomeriggio, il sole  era ancora abbastanza alto nel cielo ma iniziava il suo percorso discendente, il giardino era bellissimo, un verde lussureggiante dominava la scena in cui alcuni fiori colorati cercavano di contrastare lo smeraldo brillante dell’erba, una staccionata bianca recintava una parte della distesa verde e si interrompeva ai piedi di una grande quercia con un’altalena legata ad un ramo, un’altalena che ancora dondolava.
Si sentivano le risate di un bambino ma non riuscirono a vederlo da nessuna parte
“E’ cambiata ancora, e questa volta si sente la presenza di qualcuno.. Emma questo non mi piace affatto”
“non è magia oscura vero Regina?”
“no, non lo è” intervenne Trilli sorridendo “sono ricordi, bellissimi ricordi direi, Emma non vedi il bambino?”
“no, sento solo che ride..”
“bene allora qui posso aiutarvi forse sono qui per questo.. per farti vedere quel che non vedi”
Trilli alzò il braccio destro e tracciò una linea orizzontale che piano piano sembrò colare come fosse acqua sul vetro e sia Emma che Regina riuscirono a vedere che non erano sole in quel luogo.
 
“per la miseria!” esclamò Emma
“degna affermazione del tuo fidanzato Signorina Swan” disse Regina per sdrammatizzare un pochino, la tensione si tagliava a fette.
 
Davanti a loro comparvero un ragazzo sui 16-17 anni che spingeva un bambino di circa 6 anni sull’altalena.
Si sentivano le risate del piccolo, era girato di spalle ma i suoi capelli neri iniziavano ad essere fin troppo famigliari per Emma, e visto le precedenti apparizioni sapeva perfettamente chi fosse il bambino piccolo, che stava allegramente giocando.. sembrava felice. Era contenta di sapere che almeno lui aveva avuto un’infanzia felice.. o forse non era cosi.. Killian glissava sempre quando si parlava del suo passato ora che ci pensava bene, non le dava modo di chiedergli, ecco perché lei non sapeva nulla, non perché lei non chiedesse e lei non chiedeva molto in effetti,  ma lui faceva in modo da non farle fare domande, bene era un’altra di quelle cose che doveva appuntarsi e da chiedere al suo fidanzato appena svegliato.
Quindi, pensò, il ragazzo grande era sicuramente Liam, era molto bello e somigliava molto al fratello anche se c’erano delle differenze marcate tra i due, Emma aveva notato subito gli occhi, come nel dipinto dell’altro giorno Liam aveva gli occhi chiari ma non erano come quelli di sua madre o di Killian erano bellissimi ma non risplendevano come quelli del Capitano, non avevano quella fiammella di luce sbrilluccicante  ad ogni parola, ad ogni movimento, ad ogni pensiero di Uncino, non cambiano colore con l’umore come quelli di Killian le sembravano azzurri, belli, ma solo azzurri, il suo Killian aveva il mare in tempesta nello sguardo e nel colore, ora calmo e limpido e ora oscuro, o sgargiante e ammaliante, ma forse erano i suoi sentimenti a parlare.. riprese a guardare la scena davanti a sè, rendendosi conto di aver destato l’interesse di Regina, forse in suoi pensieri facevano rumore come gli ingranaggi degli orologi..
“Tutto bene Emma?”
“oh.. si, si”
 
“piu in alto Liam, piu in alto!” disse il bambino reclamando una spinta ancora piu forte da parte del fratello, “Killian non troppo in alto, se dovessi cadere non me lo perdonerei fratellino”
“Liam, non cadrò fidati, spingi forte!”
Liam acconsenti e quando lo fece Killian si lanciò dall’altalena, sembrava volare, atterrò senza problemi in piedi come se avesse fatto un semplice salto “visto che non sono caduto?! Liam facciamo a chi arriva primo a casa? Non voglio vantaggio, voglio farti vedere come sono migliorato nella corsa!!”
Liam gli sorrise e Killian lo prese per un cenno positivo ed iniziò a correre, Liam sgranò gli occhi e si fiondò sul fratello per raggiungerlo, lo prese ai fianchi e lo tirò in braccio e poi lo mise seduto sulle sue spalle
“fammi scendere, non vale fammi scendere! Devo farti vedere come sono migliorato, prima che riparti”
“sono sicuro che sei migliorato, ma ho ricevuto ordini ben precisi di non farti stancare dopo quel che ti è successo non voglio che riaccada e che la mamma si senta male per questo”
“ma io sto bene, Liam, davvero mi sento benissimo”
“lo so fratellino, lo so, ma il tuo cuore si è fermato, lo capisci che è una cosa seria vero? Potrai riprendere a correre quando lo dirà il dottore piccolo, fino a quel momento devi fare il bravo, e prenderti cura della mamma che si è tanto spaventata quel giorno”
“Liam, cosa è successo quel giorno....”
“non ricordi proprio niente piccolo?”
“no, ricordo solo che eravamo in barca io mamma e papà…non ricordo altro”
“la mamma mi ha detto che sei caduto in acqua,che hai visto qualcosa, forse un pesce colorato e ti sei sporto troppo e sei caduto e subito finito giù..affondato come se avessi dei pesi, mi ha detto che nostro padre si è tuffato per riprenderti, ma non ti ha trovato.. sono stati ore a cercarti.. una nave si era avvicinata vedendo la barca di papà, pensando che fosse in difficoltà, aiutarono nelle ricerche ma di te nessuna traccia piccolo,nemmeno del tuo corpo…”
“e poi che è successo?”
“non so cosa sia successo.. ti hanno ritrovato la sera, dopo piu di dieci ore..Killian ..il papà mi ha detto che è come se fossi tornato dall’abisso.. sei tornato a galla vicino la nave grande e che quando ti hanno tirato su non respiravi.. fratellino è una cosa impossibile che tu ti sia vivo, qualcuno deve averti soccorso..”
“ma chi?”
“non lo so…”
“lo scoprirò! perché io mi arruolerò in marina come te, e scoprirò chi mi ha aiutato.. lasciami camminare ora Liam, non corro promesso”
“promessa da marinaio?”
“no promessa da capitano”
“allora va bene capitano jones la prego di farmi strada verso casa”
Killian si girò verso il fratello e guardò nella direzione di Emma, la fissò, o almeno a lei sembrò che la stesse fissando il suo sguardo si illuminò, allora non era una sua impressione, la stava fissando veramente, quello sguardo, anche se era bambino ancora, era il suo sguardo vivo e penetrante di sempre…
“Liam, c’è la mia principessa! Girati Liam, c’è la principessa!!”
Liam si girò ma sembrava non veder nulla..
“dove fratellino? Non vedo nessuno”
Killiam sembrò contrariato, si fermò e fece qualche passo verso Emma
“è qui.. davanti a me, è vestita da uomo, ma è bellissima..” disse ammirando lo lunghe ciglia di lei ed i suoi stupendi occhi verdi “potrei perdermi nel verde dei tuoi occhi principessa”
 
Emma non sentiva piu il cuore batterle, sentiva il sangue scivolare via dal suo corpo ed il silenzio iniziò a fischiarle nelle orecchie, poteva vederla?! SI poteva vederla.. le aveva detto che era bellissima, l’aveva chiamata la sua principessa, come faceva a saperlo? Non era un ricordo, era un sogno allora? Non ebbe la forza di girarsi verso Trilli o verso Regina, ma con la coda dell’occhio poteva sentire che erano rimaste immobili come due statue di sale, poteva percepire il loro respiro affannato dallo sgomento ed il loro cuore battere violentemente.. ma non sentiva il suo, lei del  suo non sentiva nulla, tese la mano verso il bambino come a volerlo toccare a sincerarsi che fosse veramente li, e che la potesse veramente vedere.. Killian fece lo stesso, alzò il braccio destro per mettere la sua manina di fronte a quella di Emma, lei poteva sentire il calore della sua mano, le si inumidirono gli occhi, ancora un istante e si sarebbero sfiorati…
 
Liam tornò indietro verso il fratello, lo prese in braccio e guardò Emma dritta negli occhi a pochi centimetri dal suo naso senza vederla.
Emma trattenne il fiato, lo fissò anche lei, scrutò quell’azzurro cielo alla ricerca di una risposta a tutto questo trambusto, voleva chiedergli il perché di queste apparizioni, voleva chiedergli cosa avesse avuto Killian.. ma quando stava per parlare, per chiedergli cosa gli fosse accaduto..
 
“Killian non vedo nessuno, torniamo a casa, vieni, non vorrei avessi la febbre di nuovo..” dicendo questo lo strinse a sé con dolcezza e con aria preoccupata mentre Killian poggiò il mento sulla sua spalla, non perdendo mai il contatto con Emma, sconsolato socchiuse gli occhi e si lasciò andare all’abbraccio del fratello, che iniziò a correre verso casa sentendo il piccolo abbandonarsi.
 
 
Tutto iniziò a sbiadire, tutto iniziò a sparire, la stanza divenne buia, le pareti spoglie e bianche, l’erba brillante lasciò il poste al legno del pavimento.. Regina e Trilli sembrarono prendere coscienza dell’accaduto mentre Emma sentiva ancora le orecchie fischiarle, sentiva ancora il sangue scivolarle via dalle vene e tutto attorno a lei iniziò a girarle vorticosamente..
“Emma!! Emma”
“Emma?! Svegliati, Swan, non ti addormentare  altrimenti ti risveglio fosse l’ultima cosa che faccio e poi ti uccido con le mie stesse mani.. EMMA!!”



angolo dell'autrice: ciao a tutti, eccomi qui..questo sonno sta diventando sempre piu complicato, la nostra Emma dovrà avere i nervi bel saldi :-)
come sempre grazie a tutti coloro che leggono e che recensiscono, mi fa molto piacere leggere i vostri commenti, sapere lodi e imbrogli della mia storia, accettando volentieri i consigli :-)
a presto!
Ethy

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Capitolo 4
*** e se fosse solo paura ***


Era tutto bianco intorno a lei, non capiva cosa fosse successo, era con Trilli e Regina, dove erano ora..
Stavano nella villa, stava guardando un qualcosa che Trilli aveva chiamato ricordo, ma allora come poteva Killian bambino vederla..
“Swan”
“Killian” si girò di scatto,  di fronte a lei in piedi c’era lui, era diverso, era…era, sembrava diverso, aveva entrambe le mani.. aveva il viso felice, i suoi lineamenti erano distesi e la sua bellezza emanava una luce raggiante e lei si sentì invadere da tutto l’amore che provava per quell’uomo e tutta la paura che l’aveva attanagliata fino a quel momento.
“Killian dove siamo? La tua mano? Killian come…”
“shh amore, non fare domande  sono qui con te, baciami..” disse poggiando la fronte sulla sua, fissando intensamente le sue labbra, Emma non si chiese piu nulla e lo baciò, lo voleva troppo, voleva dirgli che lo amava, che si era resa conto che non gli aveva mai dato la certezza dei suoi sentimenti, che l’aveva sempre lasciati intendere, a volte era necessario parlare esplicitamente, dichiararsi, il cuore doveva prendere il sopravvento e parlare al posto della mente…in questi pensieri e turbata dal caldo bacio del suo amore non si accorse di essere in un’altra stanza, di vedere la donna del dipinto seduta sul bordo di un letto, un letto occupato da un bambino, e Killian?
 
-mamma raccontami ancora la storia del pirata e della principessa, lei lo ama vero mamma?-
-certo che lo ama, amore mio, ha solo paura di soffrire-
 
Emma si sentì precipitare di nuovo, erano i suoi pensieri riflessi in un’immagine creata dalla sua mente.. non era possibile che anche questo fosse un ricordo, Killian era qui… ora non c’era, Regina? Trilli..
 
-ma non deve avere paura di soffrire, lui non puo’ vivere senza di lei, come io non posso vivere senza di te mamma-
-ora dormi cucciolo, devi guarire presto, voglio vederti nuovamente correre amore-
La donna gli rimboccò le coperte, si alzò per dargli un bacio sulla fronte –…anche io non posso vivere senza di te piccolo- dicendo questo si alzò ed oltre passò Emma, che potè notare la disperazione nel volto della donna.
Perché era cosi triste se il suo bambino ero tornato dagli abissi vivo.. già vivo come aveva potuto essere vivo.. la vista le si appannò ancora..
 
Freddo, sentiva una fredda brezza pizzicarle il viso, tutto era buio.. sentiva il rumore delle onde, allora era vicino al mare, no era sulla spiaggia, ora poteva avvertire la sabbia sotto le scarpe scivolare e farla affondare leggermente, sentiva le onde infrangersi sugli scogli e accarezzare la riva e c’era lei.. la madre di Killian era li sulla riva, immersa nell’acqua almeno fino alle ginocchia, pensò Emma vedendo la lunga gonna bagnata, e fluttuare nell’acqua, ma che faceva..
-Helena, lo sapevi- riuscì a sentire a malapena, cercò di fare qualche passo verso di lei, voleva sentire, con chi stava parlando? Cosa sapeva? Killian? Paravano di lui..
-non volevo che tornasse! doveva restare con voi, dovevate trattenerlo! Fargli notare le meraviglie del nostro mondo…Ora per colpa vostra l’ho perso per sempre!- disse singhiozzando la donna
-sapevi che non era cosi, sapevi che era libero di scegliere,sapevi che aveva il dono, sapevi che dovevi essere più distante nel momento stesso in cui hai scoperto che è della nostra stessa natura, se lo volevi con te, ovviamente…-
-come potevo essere distante con mio figlio? Come potevo non amarlo come lo amo? Come? Sapendo in piu che ha la mia stessa natura? che potevamo tornare insieme?Come?!- disse piangendo Helena.
-ora devi accettare le conseguenze del tuo amore, e lasciare che viva la sua vita-
-ma è piccolo, è troppo piccolo datemi più tempo..vi prego, datemi il tempo di prepararlo, di istruirlo!-
-mi dispiace Helena, ma tra non molto dovrai dirgli addio-
 
Addio? Come addio? Che significava? Chi era quello con lui stava parlando la madre di Killian.. Helena si girò lasciandosi il mare alle spalle, si diresse sulla spiaggia aveva le lacrime negli occhi e sulle guance, si fermò di scatto, di fronte ad Emma e le sorrise.
Emma sentì di nuovo quella sensazione di svenimento, sentì di nuovo di crollare di fronte allo sguardo di quegli occhi blu, quegli occhi in tempesta che amava fino all’inverosimile.
-tu sei la principessa, sei molto bella-
Con me? Stava veramente parlando con me? Io sono cosa? Si tecnicamente sono la figlia di biancaneve e il principe azzurro.. sono una principessa… ma…
-ti ha trovata, e se sei qui lui… sta morendo.. non smettere mai di amarlo, anche dopo- disse carezzandole la guancia, Emma potè sentire la pelle liscia della donna, profumata di salsedine, come il suo Capitano, quel profumo le diede quella sensazione di calore ed intimità che la fece sperare per un attimo di vivere un sogno..
-lo ami molto,lo sento-
Io? Io non so nemmeno cosa provo per i miei genitori….. ma come posso essere qui? Sei nella mia mente? Sto sognando anche io come lui? Sono addormentata e nessuno puo’ sentirmi? È cosi che sta Killian?
Stavo impazzendo, troppe domande mi navigavano per la mente.. navigare.. il mare.. già navigare.. se la jolly roger fosse qui, forse nelle sue cose troverei…qualcosa.. per svegliarlo…
-il mare, se non si dimenticherà di te varcando il confine del suo dono, tornerà vedrai, devi solo aspettare-
 
Cosa? Cosa stai dicendo? Che significa? Ti prego puoi svegliarlo? Hai il modo per svegliarlo?
Ti prego non lasciarmi, non andare dimmi come posso svegliarlo! Aiutami a riportarlo da me, ti prego… lascia che io possa amarlo e che lui lo sappia.. non lasciarmi amare un ricordo.. torna indietro… torna… ti prego torna..
 
Tutto scomparve di nuovo lasciando Emma perplessa e confusa, lasciandole di nuovo altre domande aperte.. che significa il suo dono? Il suo confine? Che vuol dire che lo sveglierò con il mio amore ma se non mi dimenticherà???!!
 
La disperazione iniziava a sfilacciarle il cuore..
 
Amarlo sempre anche dopo… davvero stava morendo? Lo sto perdendo per sempre? Non ho fatto in tempo a trovarlo.. a dirgli quel che provo..
 
 
Iniziava ad odiare questa situazione, questa confusione mentale, tra realtà, ricordi, pensieri, paure..   basta, non ce la faceva più, doveva svegliarsi, tutti questi sentimenti la stavano facendo affogare tra le lacrime che sapeva di non poter versare, almeno finchè era in quello stato
“Emma” si girò “Killian!! Ti prego, dimmi che sto sognando, dimmi che tu sei accanto a me, che stiamo dormendo nella tua stanza che abbiamo fatto l’amore tutta la notte dopo averti ridato il cuore, ti prego dimmi che ti ho detto che ti amo, che  non voglio più nascondermi dietro la paura ma che voglio amarti alla luce del sole, di fronte a tutti e di fronte a tutti difendere il nostro amore, ti prego, dimmi che sto dormendo e che tra poco mi sveglierai con un bacio, perché è cosi che voglio svegliarmi d’ora in poi, cullata tra le tue braccia e svegliata dalle tue labbra, dimmi che tutto questo che sto vivendo ora è solo frutto della mia paura e tu stai bene, e stai al mio fianco…ti prego Killian.. dimmelo”
Le lacrime uscite senza permesso le avevano inondato il viso, era riuscita a dirgli che lo amava, aveva finalmente confessato a se stessa il suo amore per lui.. ma lui non era li.. aveva parlato al nulla.. aveva perso le lacrime.. nel nulla…
 
***
-amore mio, non piangere se io dovrò andare via un giorno, non aver paura-
-mamma non puoi lasciarmi.. non puoi..-
-promettimi che il tuo cuore sarà sempre come è adesso, promettimi che mai cederai il tuo amore e la tua lealtà all’oscurità della vigliaccheria, promettimi che cercherai la tua principessa, e che non la lascerai mai-
-ti prego mamma dimmi che non stai per morire, mamma… mamma…-
-promettimi, killian, promettimi..-
-si, mamma te lo prometto- disse il bambino singhiozzando cullato dall’abbraccio della madre.
 
***
 
Dove, dove.. Emma non vedeva nulla… aveva pero’ sentito la disperazione del bambino, se quel bambino era il suo Killian a che tortura era stato sottoposto fin da cosi piccolo? Avere una famiglia, una madre, la propria madre per poi non averla piu.. Emma stava di nuovo piangendo..
Non capiva.. ora vedeva il porto.. ma non era storybrooke…. Di fronte a sé Killian era seduto sulla banchina, aveva vestiti logori, come quelli che aveva trovato nella locanda..
Il bambino aveva lo sguardo rivolto al mare, fissava il mare con una tale intensità che le parve quasi volesse gettarsi in acqua, sentì mormorare un marinaio poco distante, e poi si avvicinò al bambino senza vedere lei, e gli porse un pezzo di pane con un po’ di formaggio.
Perché quel gesto? Dove erano i suoi genitori? Suo padre…
-ehi piccolo, perché non torni a casa?-
-non ce l’ho una casa, la mamma è morta.. e mio padre mi ha detto di aspettarlo qui.. io, io non so nuotare, una volta sono quasi affogato e la mamma mi ha detto di stare lontano dal mare.. e papà mi ha detto di aspettarlo qui..-
-da quanto aspetti?-
 
Ma Killian non rispose… erano giorni o forse settimane che fissava l’orizzonte nella speranza di rivedere la barca del padre, aveva detto che era andato dal Re del mare per chiedergli di far tornare la mamma, come avrebbe potuto fare una cosa simile il Re del mare Killian non lo sapeva, ma sperava che fosse vero.. con tutto il cuore.. lo sperava tanto, e piangeva lacrime silenziose, lasciando che gli bruciassero gli occhi e scottassero il viso, con disinvoltura e sfrontatezza portava i segni del suo cuore sul suo fresco visto di bambino.
 
 -non hai dei parenti? Come ti chiami?-
-ho un fratello, ma non so perché non è venuto a cercarmi.. forse non mi vuole-
-io non credo che sia cosi, forse non sa dove sei,come si chiama tuo fratello? Proviamo a cercarlo..-
-Liam, Liam Jones-
-il tenente della marina reale? Lui è tuo fratello?- il bambino annuì debolmente continuando a perlustrare il mare in attesa di veder comparire qualcosa..
L’uomo si alzò e si diresse verso il responsabile dell’attracco delle navi e disse qualcosa che Emma non sentì..
 
Il mondo le girò attorno, ancora un capogiro e sarebbe caduta:
 
Vide in lontananza Liam abbracciare il fratellino e dargli il coniglietto, lo aveva ritrovato, Emma era felice, Liam aveva riabbracciato il suo piccolo fratellino
 
Lo vide insegnargli a nuotare, a navigare… sentiva l’affetto di Killian per il fratello.. sentiva il vuoto che non permetteva al piccolo di dormire senza essere abbracciato a Liam..
 
Lo vide nella sua uniforme cresciuto…. tenente della marina al comando del suo capitano, di suo fratello
 
Di nuovo il buio si impadronì dei suoi occhi.
 
- io ho fallito, ma alla salvatrice questo non accadrà cosi è stato scritto-
 
Che significava? Chi aveva parlato? Che voleva dire questa frase, non aveva visto nulla,scritto dove? chi era intervenuto.. sentiva gli occhi bruciare, le braccia le facevano male, le braccia? Da quando aveva di nuovo la sensazione di avere delle  braccia… sentiva il suo cuore battere ed il sangue fluirle restituendole quella sensazione di calore che aveva perso..
 
“EMMA! Svegliati EMMA” chi mi stava chiamando? Regina? Sentiva la voce della donna rimbombarle nella testa, disturbando i suoi pensieri, stava cercando di capire, di mettere insieme i pezzi del puzzle, stava ricomponendo la storia di Killian, per poter ricomporre la sua.. era chiaro.. erano destinati, quel bambino doveva cercare la sua  principessa.. chissà se era proprio lei la sua principessa.. 300 anni prima.. come poteva essere lei.. eppure qualcosa le diceva che doveva essere vero, che la madre sapesse.. che la madre avesse provato a proteggerlo?! Il dono, quale dono?
“EMMA!”
Accidenti Trilli, non riesco a concentrami.. vi prego lasciatemi pensare.. ho trovato la soluzione, ma cosi dimenticherò di dirvela.. dimenticare.. se lui non mi dimenticherà.. ma lui sapeva di dover cercare una principessa o aveva dimenticato tutto questo nei suoi anni? Ed era il suo cuore a cercarla a sua insaputa?
Era il suo cuore ad essersi rifugiato nell’isola che non c’è per aspettare me? Nascondendosi dietro la vendetta?
Non cedere all’oscurità della vigliaccheria.. che voleva dire.. questo forse era il vero nocciolo della questione..
“ti prego Emma svegliati” no, lasciatemi ci sono quasi, le sento che mi stringono che mi abbracciano..
 
“Emma, amore, è ora”
“Killian! Aspetta, aspetta, cosa vuol dire non cedere…”
“..l’oscurità, ho ceduto ma non volevo..”
“Killian!!!!”
 
 
“eccola, si sta svegliando! Swan mi hai spaventata”
“cosa? Cosa.. che.. io”
“calma, calma sei svenuta cosa è successo ?”
“Killian, era qui… dove… oh….quanto tempo è passato?”
“pochi secondi.. cosa è successo? Cosa hai visto?”
 
Richiusi gli occhi sprofondando nuovamente nel buio, e questa volta lasciai la disperazione banchettare con l’ansia di tutto quello che avevo visto, sentito, immaginato … dovevo farmi forza..toccava a me salvarlo..  se volevo salvare me stessa.


















nota dell'autrice: questa volta ho fatto le ore piccole per terminare questo capitolo che spero non sia brutto.. molte cose del passato di Killian vengono a galla, ma sono ancora confuse, mentre Emma sta prendendo sempre di più consapevolezza dei suoi sentimenti, e della paura che ha di perderlo..
.. e putroppo non è una paura tanto remota...
bene, vi aspetto anche con gli unsulti
;-)
E.

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Capitolo 5
*** e se non si svegliasse... ***


“come sta?” Emma entrò come una furia nella stanza di Killian, guardando suo padre con ferocia come se fosse lui il responsabile di questo sonno, certo che non lo era ma non riusciva ad essere tranquilla, quel sonno la stava devastando dentro,  e stava iniziando a corroderle la pelle per uscire fuori.. se avesse di nuovo perso il controllo che cosa sarebbe successo questa volta, né Elsa né Killian potevano intervenire per aiutarla a restare calma..
“Emma sembri.. è successo qualcosa alla villa?” subito entrarono anche Regina e Trilli
“Trilli! Che ci fai qui? Perché non ti ho visto prima?” disse David sorridendo alla fatina, evitando per un attimo la reazione esasperata della figlia, probabilmente era stanca ed avere Killian in quello stato non aiutava nel suo comportamento.
“sono arrivata adesso, non so come, ma sono qui per aiutare…credo” disse indicando Killian disteso a letto, completamente abbandonato, “da quanto sta cosi? Davvero tutto quel tempo che mi avete detto?”
 
 
Oh Emma.. tesoro mio, devi perdonarmi..  ti prego perdonami, ho fallito anche sopravvivendo.. che tu sia dannato coccodrillo, come d’altronde lo sono io ora.... ho commesso io quelle nefandezze e nessun altro.. Swan,perdonami se puoi.. ti veglierò sempre anche quando dovrai dirmi addio ed io non potrò salutarti. Non distoglierò un minuto il mio animo da te, ti prego stammi vicino ora, il buio è sempre piu forte, ed io non riesco a sottrarmi alla sua presa, è cosi feroce.. fa tanto male Emma.. restami vicina in questi attimi, prometto di andarmene sorridendoti.
Se solo tu potessi sentirmi.. amore..
 
 
“scusa papà..io..io sono stanca… hai sentito Whale?” chiese Emma facendo un passo avanti, mettendo le mani sui fianchi abbassando il tono della voce e lo sguardo  verso Killian nel letto.. tirando su col naso e fissando con aria quasi implorante suo padre.
“si, per oggi non c’è problema, domani dobbiamo ricoverarlo, è in coma e non possiamo fare nulla… Emma….mi dispiace tanto…”
“in coma?” intervenne Regina..
Emma sbiancò ancora di piu se possibile… e se fosse stata colpa sua? E se avesse sbagliato qualcosa nel rimettergli il cuore o nel proteggerlo?
 
“Regina.. se sono stata io? E se tutto questo fosse solo colpa mia? Dovevo venire da te e chiederti di rimettergli il cuore a posto, al posto mio… non dovevo farlo io…” Emma stava cedendo, si sedette sul bordo del letto con le mani nei capelli.. non sapeva piu che fare..
 
vi prego non fatela soffrire, vi prego.. vi prego, ascoltatemi, per una volta, ascoltate quest’ultima preghiera, cercate di leggerla sul mio corpo inerme, non fatela soffrire.. deve lasciarmi andare.. il tempo è finito ormai.. non fatela soffrire..non voglio andarmene lasciandola soffrire, vi prego, non voglio che soffra, non merita la mia fine, non merita la sofferenza che io devo scontrare.. il buio è vicino e non mi spaventa, se non fosse per il cuore…
 
David mise una mano sulla spalla di Emma in segno di conforto, e mentre Regina passeggiava per la stanza nervosamente Trilli era pensierosa, lo guardava e non credeva ai suoi occhi, Uncino cosi indifeso non lo aveva mai visto, tranne quel giorno quando fu costretto ad ammettere che non stava aiutando a prendere l’ombra di Peter Pan  per salvare se stesso… ma per Emma, per amore…
 In quel momento  le tornò alla mente anche il giorno che lo incontrò la prima volta..  rischio la mia vita per due cose.. amore e vendetta.. ho perso il primo…  era un caso che Uncino parlasse sempre di amore? Era un caso che tutto per lui ruotasse attorno ai sentimenti? Che ci fosse un legame tra il suo sonno e il suo affetto? Perché vedere i ricordi di quando era bambino? Che messaggio voleva trasmettere… se non amore.. affetto…se non il suo CUORE! “…il CUORE strappato … Emma! È quello che è successo mentre non aveva il cuore! Emma raccontami cosa è successo mentre era privo del suo cuore!!!” gridò Trilli come se avesse avuto una visione, si inchinò su di lui e mise un’orecchia sul petto del Capitano, lo sentiva, c’era..
perché non aveva pensato prima a questa eventualità quando Emma le aveva detto che Tremotino gli aveva strappato il cuore giorni prima, perché non le era venuto in mente..
 
“non so cosa sia successo in quei giorni, non abbiamo fatto in tempo a parlare” disse Emma con una mano davanti la bocca guardando incredula Trilli, veramente dipendeva da quel che aveva fatto sotto il dominio di Tremotino.. Tremotino… se non fosse già fuori dalla città.. sentiva una rabbia montarle dentro.. accecante.. se lo avesse solo visto lo avrebbe fulminato… padre di Neal o non padre di Neal, se Killian fosse morto.. l’avrebbe cercato e lo avrebbe ucciso  con le sue mani.. sentiva il cuore batterle all’impazzata e la magia sfiorarle i palmi delle mani..
 
“so cosa non va nel suo sonno, ma non so come risvegliarlo, ecco.. ” grazie a questa affermazione di Trilli,Emma si distrasse dall’odio profondo per Gold e sentì calmarsi la scintilla che aveva dentro.
 
Trilli!
Piccola fata, sei arrivata, mi hai sentito! Ti prego aiutala, non me, lei.. io non ho piu tempo ormai..
 
Tutti puntarono gli occhi sulla fatina, Emma le si avvicinò “Cosa? Cosa sai?”
“ ha qualcosa che lo opprime, il cuore ha qualcosa che lo sta divorando da dentro..”
“come fai a dirlo? È la mia magia? Sono stata io allora!!!”
“no, non è magia bianca, ne oscura purtroppo… ha commesso qualcosa di oscuro e non riesce a sanarlo da solo.. ”
“ma è Capitan-guyliner-Uncino, che vuol dire che ha una macchia sul cuore?  deve per forza avere il cuore macchiato, se non nero come il mio… in 300 anni di scorribande con quella nave, saccheggi e cose da pirati” disse Regina quasi piu parlando con se stessa ad alta voce che con gli altri nella stanza.
“Ti sbagli Regina, Uncino non ha mai rinunciato all’ amore per convenienza, è sempre stato istintivo … mai una volta ha rinunciato ai suoi sentimenti.. non ha mai barattato il suo cuore per un secondo fine.. ha un significato ben preciso questo”
 “illuminaci perché io non capisco cosa intendi..” fece Regina scocciata, un pirata dal cuore puro, non si era mai sentito.. “ puo’ essere stato un pirata spietato, ma mai ha tradito né se stesso, né la lealtà, perché nessuno della sua ciurma lo ha mai tradito secondo te? Perché in 300 anni tutti avevano paura di lui ma nessuno ha mai rifiutato di essere al suo fianco? E poi deve esserci qualche cosa che non capisco.. sono sicura che il motivo del suo stato sia questo, ma non comprendo il perché proprio ora.. e non prima.. e perché questo dolore è cosi.. cosi opprimente..è come se avesse ceduto all’oscurità…”
 
 
 “…all’oscurità della vigliaccheria”  finì la frase Emma
“si, si esatto come lo sai? Allora lo sai…”
“tutto qui? È solo per questo che sta in questo stato comatoso?” intervenne David
“c’è dell’altro.. nessuno di noi cadrebbe in questo stato per aver commesso una bassezza.. vivremmo con i sensi di colpa, ma non ci succederebbe nulla di tutto questo.. deve esserci qualcosa che interferisce..
“Trilli  non ho idea del significato di questa oscurità, di questa reazione, di questa interferenza come la chiami tu…ma quando sono svenuta l’ho sentito.. da…”
“COSA? sei svenuta?” intervenne David “si….si non te l’ho detto,scusa, ma  è successo di tutto in  pochi attimi… sua madre,  sua madre, nella visione o quel che è stato, ha detto la stessa frase,
Oscurità della vigliaccheria cosa significa questo? Perchè ho visto, immaginato una cosa del genere e poi tu me la nomini come.. come non so.. io non capisco…sto..impazzendo..” Trilli vedendo Emma in difficoltà intervenne.
“una leggenda, del nostro mondo, narra che se un cuore è votato a non cedere l’oscurità non c’è speranza di vita, se ha una macchia sul cuore ed  ha tradito il suo dono.. non puo’ vivere…
Credo che Tremotino si sia assicurato di ucciderlo anche se avesse fallito personalmente..”
“Tremotino sapeva di questa particolarità?” chiese David “è assurdo, che un pirata..e cos’ è questo dono?”
“come era assurda per me la MAGIA prima di approdare a storybrooke?” chiese sarcastica Emma.. David fece un cenno con lo sguardo, Emma forse aveva ragione, anche un pirata qualunque poteva essere speciale, e forse se Uncino aveva vissuto cosi a lungo non era poi tanto un qualsiasi pirata.
 
“cosa intendi per dono Trilli?”
“un qualcosa che lo lega, è un legame con un’altra persona, o,magari un giuramento fatto, o, una magia, il dono può essere veramente un dono oppure un maleficio.. Uncino per quel che ne so potrebbe essere figlio di una fata, di un mago, o non so di qualcuno con la magia… e potrebbe spiegare questo dono, oppure.. non  lo so nemmeno io, ma sono sicura che abbia un legame che lo attanaglia al quale non riesce a reagire.”
Disse sconsolata la fatina.
 
Probabilmente aveva qualcosa a che fare con la madre, il dono lo avevano chiamato cosi anche Helena… ma cosa fosse Emma non lo sapeva ancora.. anche Trilli parlava di dono senza sapere bene di cosa stesse parlando.. era tutto cosi complicato e buio..
 
 
Coraggio
 
 
“non credo che Tremotino sapesse.. Uncino gli serviva per liberarsi del pugnale, lo voleva morto, ma per mano sua e per uno scopo ben preciso non solo per torturarlo semplicemente” intervenne ora Regina
“ma perché Uncino avrebbe questa particolarità?” continuò
“non lo so veramente, ma sono sicura che sia questo a..  “ disse Trilli quasi esasperata da tutte le domande che le ponevano senza che lei avesse il tempo di formulare una risposta, e di pensare ad una soluzione.
 
Emma era distratta,stava cercando di ricordare tutti i dettagli della visione, e cosa potesse significare, il mare, il non dimenticare, il tornare,la  libera scelta, la principessa, il ritorno dagli abissi.. il mare… il mare..
 
L’acqua,  mi manca l’acqua  Swan.. ma non quanto mi manchi tu.. lasciami nel buio, lasciami andare.. inizio ad essere stanco, fa freddo, non ho più le forze Emma, ti amo, ti amo più di me stesso, e come ultima dannazione non ho potuto dirtelo…fa male ancor di più dell’oblio che mi attende..
l’acqua Emma..portami al mare tesoro..
 
L’ acqua!
 
Come questa idea le balenò in mente non lo seppe nemmeno lei, e forse stava commettendo un errore, un terribile e grosso, grosso errore, ma se stava per morire tanto valeva provare, se fosse morto veramente lo avrebbe seguito, non lo avrebbe lasciato solo in quel viaggio, il suo cuore non avrebbe ceduto alla sua perdita, non sarebbe sopravvissuta senza il suo Vero Amore.
Lei sentiva questo, lui non poteva essere diverso da questo. Lui aveva vissuto 300 anni per incontrarla, non poteva non essere cosi.. se fosse sopravvissuta a questa prova si sarebbe chiesta il perché avesse dovuto attendere un pirata vecchio di 300 anni per trovare il suo vero amore… ma lo avrebbe fatto dopo, ora doveva tentare..
Mentre riorganizzava i pensieri per trovare un modo di portarlo in mare “ma quella sabbia?”
“è comparsa ieri” rispose Emma a Trilli
“solo sabbia? “ “no, ho trovato questa piccola conchiglia”
Emma tirò fuori la conchiglia dalla tasca della giacca e la fece vedere a Trilli
“ti dice niente?” chiese con ansia
“no, no mi dispiace, ma la sabbia…”
“cosa? C’è un’altra rivelazione  proveniente dal regno delle fate?”
“Regina, si puo’ sapere che cosa non va?”
“lasciala stare, per favore, ci sta aiutando, poi vi chiarirete, cosa ti dice la sabbia?”
“solo che forse qualcuno del regno del mare vuole aiutarci e se ci fosse un legame?”
“le sirene? Ma quando mai..” Regina era stizzita, il fatto di non poter veramente tenere la situazione sotto controllo la indispettiva e le dispiaceva anche..
 
“si,bene, nulla di concreto…” rimise la conchiglia in tasca
 
Nella testa vorticosamente e senza sosta tanto da darle la nausea, due parole le stavano dando il tormento …amalo.. amalo sempre…  e poi il mare.. le sirene.. davvero c’entravano qualcosa le sirene con Killian?
 
cosa volevano dirle quelle parole che non riusciva a far star zitte? Cosa le stavano comunicando per ronzarle cosi ripetutamente nella mente..tutto le sembrava estremamente confuso e assurdo, quanto le mancava.. adesso avrebbe avuto bisogno proprio di lui
 
sono qui, coraggio..
 
lui avrebbe saputo come aiutarla, consolarla e farla ragionare sul problema, avrebbe fatto qualche battuta l’avrebbe distratta, avrebbe detto qualcosa di strampalato che le avrebbe fatto trovare la soluzione, ma lui non c’era… lui non poteva
 
coraggio Swan, non perderti proprio ora, salvati.. non arrenderti.. cerco di resistere ma non perderti!
 
Emma era esausta “io, io devo andare… non ce la faccio, ho bisogno di spazio.. aria…devo andare… basta, torno presto.. ma ora devo uscire..” uscì come una furia dalla stanza, prima di lasciarsi vincere dalla nausea..era arrivato  un primo segno, stava cedendo, le lacrime si stavano facendo spazio nella corazza, stavano mangiando lo scrigno dove stava, invano, proteggendo il suo cuore, il suo amore, come tarli con il legno le lacrime le stavano togliendo l’unico sostegno che l’avrebbe fatta sopravvivere.. le stavano lasciando il  cuore completamente scoperto.
 
 
 
“pronto mamma? Io.. no no tutto bene David è ancora da Killian, noi siamo tornate dalla villa.. “
“si.. si mi va un po’ di cioccolata, arrivo”
 
 
 
***
 
Emma non sapeva perché cercasse tanto sua madre quando si trattava di Killian, non le dispiaceva, come una volta,  forse poteva parlarle, forse poteva dirle qualcosa che l’avrebbe tranquillizzata..
 
“Emma, entra, la cioccolata è pronta” disse MaryMargaret con dolcezza. Lei si sedette in cucina, poggiò i gomiti al tavolo e si prese la testa tra le mani “non capisco cosa stia succedendo mamma” disse con la voce spezzata dallo sconforto.
“che è successo alla villa? Qualcosa di rilevante?” fece un cenno di assenso con la testa, chinandola leggermente, senza guardare la madre negli occhi.
“C’era Trilli alla villa”
“Cosa? Davvero è come c’è arrivata?”
“è stata.. ha detto.. che è stata chiamata”
“evocata, le fate possono essere evocate, e chi l’ ha fatto? Chi ha cosi tanta forza da farle passare i mondi?”
“ce lo siamo chiesto Regina ed io anche, ma poi ci siamo distratte, da alcune voci, siamo corse nella stanza dove abbiamo visto la prima scena.. sai il salotto”
“si, e chi c’era?” chiese d’istinto Mary Margaret.
“per me nessuno, sentivo solo le risate di un bambino, e mamma quando trilli ci ha mostrato chi c’era volevo abbracciarlo!! Mamma, c’era Killian bambino con il fratello e mi ha vista, mi ha chiamata principessa.. mi ha detto che lui si perde nel verde dei miei occhi..oh mamma che significa tutto questo?!”
Emma era veramente provata, MaryMargaret non potè fare a meno di abbracciarla
“il vostro legame dunque è cosi forte da passare nei ricordi, ed intrecciarsi con il presente.. lo salverai Emma, ed io mi sento cosi sciocca per non aver approvato prima la vostra relazione…”
“che vai dicendo?” disse Emma asciugandosi un paio di lacrime e bevendo un sorso di cioccolata.
“speravo che tornassi con Neal tesoro, lo speravo tanto.. poi lui è morto.. e Uncino si è fatto avanti, ma non ti vedevo convinta e poi lui..”
“..è un pirata.. lo so… me lo ripetete tutti… beh adesso non dovete piu preoccuparvi…”
“Emma! Non dirlo! Se lui è il tuo vero amore, e non so come possa essere con 300 anni sulle spalle.. ma se lo è tesoro, vi ritroverete sempre”
Il piccolo fratellino di Emma iniziò a piangere, “io devo andare ora.. devo schiarirmi le idee e poi ti mando a casa David, ok?”
“sicura che non vuoi restare?”
“sicura, devo pensare..da sola…”
“ok a domani allora, resterai con Killian, giusto?”
“si” le diede un bacio sulla guancia abbassò lo sguardo un po’ imbarazzata, perché aveva cercato conforto nella madre? Non ne aveva mai avuto bisogno, lei era una che se la cavava da sola, come Killian..  adesso non era piu capace di farlo? Oppure si era semplicemente arresa alla sua famiglia ed ora ne era dipendente… pensando tutto questo Emma si incamminò verso il mare senza una meta precisa, senza rendersene conto…
 
Avvolta nei pensieri si ritrovò sulla spiaggia, non potè fare a meno di farsi una sorrisino sarcastico per essere andata d’istinto a pensare proprio di fronte al mare, nella piccola spiaggetta dove loro due si rifugiavano di tanto in tanto per parlare da soli, dove lui le faceva tante domande sul mondo odierno e su ciò che le piaceva senza sentirsi inadeguato verso gli altri per essere solo un pirata d’altri tempi… per essere solo loro due e nulla più.
 
Prese la conchiglia dalla giacchetta e la portò alle labbra, baciò quel simbolo del mare sperando in un qualche incantesimo arrivare lì per salvarla dal’oblio che le si stava preannunciando certo..
 
***
 
Fissò l’orizzonte per ore quando il mare da calmo divenne agitato, la spuma sulla riva prese a danzare velocemente attorno alle sue scarpe, acqua iniziò impetuosa a scrosciare sulla sabbia lasciando infine spazio ad una donna dai lunghi capelli neri e dagli occhi blu, blu come il mare, blu come la tempesta, limpidi, come il cielo… blu.
 
 
“sei lei vero?”
“si“
“perché sei qui?”
“ti ho sentita”
Emma era imbambolata, era una bellissima donna, la sua carnagione bianca risplendeva alla luce della luna, sembrava brillare.. poi si riscosse e trovò il coraggio di farle la fatidica domanda, quella che stava rinnegando da tutto il pomeriggio..
 
“sta morendo vero?, puoi salvarlo?.. Trilli…dice…”
“chi è Trilli?”
“una fata, lei dice che il suo cuore ha ceduto all’oscurità e che sta morendo”
 “Stai mentendo!” la voce della donna risuonò come un tuono, forte, cristallina ed assordante, e lo sguardo le divenne di ghiaccio, Emma conosceva quello sguardo freddo e penetrante, quel che aveva detto doveva averla turbata;  poi chinò il viso, ora di nuovo dolce come quando era uscita dall’acqua “non puo’ aver ceduto, ha il dono, non puo’ essersi tradito ed essersi condannato a morte!”
“cosa, cosa è questo dono di cui parli?”
“è la mia natura, la sua, la nostra.. raccontami”
“come fai ad essere ancora viva”
“è scritto che debba vivere fino alla fine dei suoi giorni, siamo legati
“conosci Tremotino?”
La donna annuì
“gli ha strappato il cuore e io.. gliel’ho restituito ma dopo qualche ora si è addormentato..”
“era sotto il suo dominio dunque, c’ è speranza, ti costerà l’amore principessa,se ti dimenticherà.”
“mi dimenticherà?”
“ puoi solo restituire al mare ciò che al mare appartiene.. ”
 
Scomparve, dentro l’onda violenta che si infranse  sulla sabbia in quel momento senza darle alcuna risposta.. Stava sognando di nuovo? L’aveva vista veramente oppure era solo la sua miserabile paura di restare di nuovo sola a farle vedere tutto questo?
Emma non riusciva piu a gestire questa tensione, la vita di Killian era avvolta nella morte dunque? e la sua morte si preparava ad essere un enigma senza soluzione.. decise di tornare indietro, di mangiare un boccone e di passare il resto della notte abbracciata al suo vanesio ed arrogante pirata addormentato, forse per l’ultima volta, ma non voleva pensarci, aveva bisogno di stargli accanto aveva bisogno di stare da sola con lui...
 
L’avrebbero portato in ospedale l’indomani ed avrebbe chiesto a Regina di aiutarla a circoscrivere quell’oscurità che lo stava inghiottendo a costo di congelarlo per l’eternità fino a quando non avesse trovato una soluzione.
 
***
-Helena, è vero dunque ti sei legata al suo destino-
-solo ora nè prendi coscienza fratello? Solo ora? Dopo tutte le suppliche ha ti ho fatto per salvare il mio bambino?-
-sai che non potevo far nulla-
-allora sai che non potevo agire altrimenti-
 
***
 
Emma rientrò sconsolata e ancora piu triste se possibile.. ma non raccontò nulla di tutto questo al padre, ne a Regina, ne a Trilli.. era il suo segreto, doveva farcela da sola.
“Allora noi andiamo” disse David “vuoi che dica a tua madre di passare?”
“no, è tardi” tergiversò con una piccola scusa  “ci vediamo domani mattina presto, lo portiamo da Whale e poi vedremo.. ora vorrei stare da sola.. con lui..e credo di aver bisogno di dormire un po”
“Emma io starò nella stanza di fianco”
“oh bene, si” Trilli aveva preso la stanza da Granny’s per starle vicino ed aveva rifiutato l’ospitalità di Regina, Emma le era grata per questo, ma non voleva intromissioni su quel che aveva in mente di fare.. intanto avrebbe dormito era esausta e completamente svuotata, doveva dormire, e doveva pensare.. poi avrebbe agito.. era ora di dormire adesso.
 
Buonanotte tesoro cercherò di vegliarti finchè le forze mi assisteranno, ma sono stanco e sento sempre più freddo,inizio a sentivi lontani, non capisco piu tutto quel che dite, ti prego stammi vicino quando dovrò andare…. affronterò anche questo a testa alta amore, per te, ma non soffrire per un vecchio come me.. non ti merito amore, non soffrire per questo, vivi anche per me, sii felice amore te ne prego.
 
 
Erano le 5 del mattino Emma era avvolta nelle coperte sotto il caldo abbraccio del suo Capitano, non voleva muoversi da quella posizione, ma doveva reagire, sentiva che non aveva piu tempo… doveva trovare una soluzione, doveva risolvere in un modo e nell’altro.. quella situazione da schifo che la stava dilaniando..a costo di perderlo per sempre, doveva tentare, farlo restare cosi significava perderlo ugualmente e forse era ancora piu doloroso.. averlo accanto e non averlo veramente.
 
 Il problema era spostarlo, Regina le aveva spiegato come funzionava lo spostamento magico, ma non era sicura di riuscirci per se stessa figuriamoci per entrambi.. fece delle piccole prove, tentando di spostarsi di qualche metro all’ interno della stanza, ma non ottenne un grande risultato, nell’ultima prova fece rovesciare lo scrittoio, il boato fu tanto forte che Trilli le bussò alla porta
“Emma?! Tutto bene? Serve una mano?”
Maledizione, ora cosa le avrebbe detto..
 
Ce la puoi fare tesoro
 
Non fece in tempo a pensarlo che riuscì a fare l’incantesimo, una nuvola bianca inghiottì Emma e Killian, e quando Trilli non sentendo risposta cercò di aprire la porta Emma era già svanita.. all’arrivo di Granny con la chiave di riserva  a nulla valse, di lei e Killian non più c’era traccia.
 








angoletto dell'autrice:    buongiorno a tutti, sono sicura che questa volta mi sono guadagnata una marea di insulti... ma il percorso di Emma non è facile, ovviamente come tutta la sua vita... e sarà ancora difficile ma anche lei prima o poi dovrà arrendersi e buttare giù l'ultimo muro e godersi un po' di felicità..
quindi.... detto questo spero che nessuno mi mandi Gold a strapparmi il cuore
al prossimo cap.
grazie a tutte le persone che leggono e commentano.
grazie ancora
E.

 

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Capitolo 6
*** e se... (parte 1) ***


premessa: questo capitolo è un po' burrascoso, ed ho diviso gli avvenimenti in due parti.. nella seconda parte le cose cambieranno radicalmente.. vorrei dirvi di piu.. ma.. forse è meglio di no... (e quindi adesso mi aspetto i mega insulti che mi merito per oggi.. e per i prossimi giorni.)
spero vi piaccia, anche se...
a presto!


“che succede….” chiese David accorso per primo alla chiamata di Granny, sotto richiesta di Trilli
Poi si precipitò al B&B anche Mary Margaret  appena Belle arrivò da loro per guardare il piccolo Neal.
“come ha fatto a sparire? Dove sono andati?” David si era agitato girava su se stesso…. era preoccupato.. Emma non stava bene, Emma era stanca, era nervosa, Emma stava perdendo la speranza…
“David, calma, perdere la ragione non serve, cerchiamo di capire dove puo’ averlo portato invece”  disse Mary Margaret.
Erano arrivati tutti, erano tutti li, Ruby, Granny ovviamente, Regina, Archie, Leroy… e gli altri nani, spugna e qualche altro marinaio, erano tutti accorsi per dare una mano.
 David e Regina avrebbero dovuto vedersi poche ore piu tardi con Emma, ma la scoperta di Trilli li aveva allertati e tutti si erano precipitati, anche Henry sembrava eccessivamente preoccupato.
“io non saprei dove cercare” disse David
“non è possibile localizzarli, ma in fretta?” chiese Mary Margaret
“non ho una pozione di localizzazione già pronta, l’avrei portata altrimenti!” disse scocciata Regina
“Mamma, forse sono in spiaggia, perché c’è sabbia a terra?”
“Henry, quella sabbia c’era già ieri..”
“magari mamma ha scoperto qualcosa a riguardo..”
 
“Henry! Giusto!” cosi dicendo tutti uscirono, si divisero per perlustrare la spiaggia in lungo e largo.. sperando di trovarli presto, il gruppo di Leroy ed Archie invece si diresse nei boschi, per non lasciare intentata nessuna pista.
 
Emma aveva portato Killian sulla loro piccola spiaggia, trovata per caso nelle varie passeggiate fatte con il suo Capitano alla ricerca di un posticino tranquillo dove poter condividere quegli attimi di tranquillità che Killian amava tanto.. la spiaggia era nascosta dietro un bosco, difficile da vedere, se non via mare, ma loro la trovarono ugualmente e ne fecero il loro piccolo mondo, un mondo di carezze e di baci, di pensieri e riflessioni.. ed un luogo destinato a veder compiere il loro futuro..
L’unico posto dove lei si dirigeva senza sapere di andarci..
L’unico posto dove era il cuore a decidere la rotta…
 
***
 
Erano in acqua, lei era seduta su se stessa, sulle ginocchia a contatto con la sabbia bagnata del bagnasciuga, lui era disteso quasi completamente bagnato dalle onde che dolcemente risalivano il suo corpo e poi velocemente si ritiravano.. lei lo sorreggeva in un abbraccio piangendo e carezzandogli il viso, stringendolo a sé, cullandolo, consolandolo…
Era bellissimo, era sereno, ma Emma aveva paura anche solo a pensarlo… addio…, Killian era il suo mondo ed ora che ne aveva consapevolezza non voleva piu separarsene, per lei era difficile, si sentiva spezzata dentro,nel corpo e nell’anima.
 
Chiamala amore, devo andare… soffia nella conchiglia, lascia che il mare mi riprenda..
 
Controvoglia e restia prese la conchiglia e vi soffiò dentro una volta, la prima e l’ultima… ed attese.
Non seppe darsi una spiegazione al gesto, ma sentiva che doveva farlo, era la cosa giusta da fare.. era lui che le stava suggerendo questo?
 
Teneva il braccio sotto la testa del Capitano per sostenerlo e stringerlo ancora di piu al suo petto, con l’altra mano gli carezzava le guance, i capelli.
Seguiva il profilo delle sue sopraciglia non le avrebbe piu viste inarcarsi su un suo sorriso,non doveva pensarci, non poteva farlo ora..  
China su di lui lo baciava ripetutamente in piccoli baci, teneri piccoli baci, dolci piccoli baci sulle guance, sugli occhi, sulle sopraciglia, sul naso, sulle labbra, voleva baciarlo ancora e ancora, ma sentiva che il tempo stava finendo...
Singhiozzando, e con molta fatica cercava di consolarlo, di stargli vicino di fargli sentire che era li con lui e per lui  “Ti amo Killian Jones, non ti basta questo per restare? mi avevi promesso che saresti sopravvissuto, ti prego sopravvivi,  non lasciarmi, ti amo come non ho mai amato nessuno prima.
Killian torna da me, sei già tornato da me, quando Zelena ha tentato di affogarti, ti prego torna anche adesso, non ero capace di ammetterlo prima, e mi dispiace averlo capito solo ora, mentre tu in tutti i modi hai provato a dimostrarmi quanto fosse forte il nostro legame, ti amo stupido ed arrogante pirata, ti prego torna..non lasciarmi sola…”
 
 
Si prese un attimo, per riprendere fiato, alzò lo sguardo verso l’orizzonte “il mare sembra agitato, le onde ti stanno chiamando Killian, devi andare adesso vero? lo sento, ma non voglio!
Vivrò per entrambi te lo prometto, vivrai sempre nella mia mente, nella mia anima e nel mio cuore, a nessuno permetterò di dimenticarti, di dimenticare la tua storia, la tua vita ed io…” Emma non riusciva quasi piu a parlare “ ti aspetterò per sempre, ma ti prego, ti prego torna da me, non importa quando, ma torna da me, non lasciarmi, voglio una famiglia con te, non lasciarmi..torna da me..adesso.. ti prego..” non riusciva più a parlare i singhiozzi la stavano facendo tremare e le lacrime le stavano soffocando la voce, respirava appena per la paura di muoversi e di perdersi anche uno solo degli ultimi attimi che lui era con lei, tra le sue braccia.
 
Swan…. Il mare è bellissimo,  grazie per avermi portato qui, nel nostro piccolo posto, dire addio non è mai stato il mio forte, ma sei riuscita a renderlo semplice e dolce, grazie al tuo abbraccio che porterò con me per sempre.
 
Amore mio hai promesso, devi vivere per entrambi…. Ti amerò per sempre..
..mi stanno chiamando tesoro…
..lascia che guardi ancora una volta il sottobosco che illumina il tuo sguardo, lascia che il prato che nascondi dietro le lacrime mi guardi ancora e lascia che vada…
 
 
Le onde iniziarono ad essere impetuose, nonostante non ci fosse vento, si infransero sulla sabbia con violenza, iniziarono a risalire fin sul torace di Uncino, e alla luce dell’alba Emma iniziò ad urlare sputando fuori  tutta la disperazione che non sapeva di poter contenere, Killian stava svanendo come la spuma del mare.
Come la spuma che si dissolve al ritirarsi dell’onda, di lui a poco a poco non vi sarebbe rimasta traccia, fino a quando le onde non portarono via  l’ultima spuma rimasta tra le mani di Emma dove prima era poggiata la sua testa.
 
Lei si guardava le mani..piangeva e urlava, come se ci fosse un lago di sangue di fronte a sè, guardava le sue mani le sentiva insanguinate e non si capacitava di non essere riuscita a trattenerlo, l’aveva restituito al mare, senza sapere il perché, era la cosa giusta da fare, ma perché non poteva anche lei andare con lui?!
 
Si guardava le mani ed ancora e ancora poteva solo piangere e urlare.
 
David e Regina non era distanti da li, sentendo le sue urla corsero e videro Emma immersa in acqua fino a sotto al seno, piangente, disperata,affranta, arresa..   sola.
“EMMA!!!” David si precipitò verso la figlia e tentò di abbracciarla, ma lei non si mosse dalla posizione in cui era quando la vide.
“Emma, ti prego non fare cosi?” aveva gli occhi lucidi, aveva capito che Uncino se ne era andato, voleva sapere come ma non era il momento di chiedere, era il momento di consolare, di amare e basta.
 
 
 
“è adanto.. è andato.. non… non…. Io….. dovevo restituirlo al mare..” era ancora seduta in acqua, non si muoveva, aveva le guance completamente arrosate e gli occhi erano iniettati di sangue, per quanto aveva pianto “se ne è andato…papà.. se ne è andato.. sono sola… è andato via…. È andato…”
Continuava a ripetere le stesse parole come una cantilena tra i singhiozzi cercando conforto nel suono perpetuo della sua voce, si poggiò alla spalla di David, senza smettere di piangere e di ripetere quelle due parole.
Regina, Regina cercava di farle forza.. Regina era straziata, Regina stava silenziosamente inghiottendo le lacrime, pensava al suo amore per Robin, ma lui era vivo, lontano ma vivo, Emma stava affrontando un dolore troppo forte, troppo grande…Emma stava affondando.
“Emma… coraggio ti riportiamo a casa..” disse David
Nessuno dei due  osò  guardarla negli occhi.. l’aiutarono a tirarsi su ma lei oppose resistenza “Resto qui!, se torna io devo esserci..è tornato dalla madre, forse tornerà anche da me..”
“beh  hai detto che ha impiegato delle ore l’altra volta.. quindi puoi venire a casa ad asciugarti e poi torniamo insieme che ne dici piccola?”
David pensò di averla convinta, le tese la mano, lei dapprima intenta ad accettare l’aiuto, poi restia..
Una luce  comparve nelle sue pupille, un brilluccichio malizioso… ed Emma  scomparve in una  nuvola bianca.
“accidenti.. a me! proprio ora dovevi capire come si usa quell’incantesimo!” lasciò David e Regina in acqua.
 
“pronto …MaryMargaret l’abbiamo trovata ma è scomparsa di nuovo… no Killian…no…”tirò sul col naso per pronunciare l’ultimo “no... Stiamo tornando in città….Si lo spero anche io… …”.
 
 
Emma non voleva morire.. anche se sentiva quella  strada l’unica percorribile per soffocare quel dolore, ma aveva Henry.. e aveva promesso, aveva promesso che lo avrebbe aspettato.. e che lo avrebbe amato sempre.. anche dopo…
 
Si rifugiò nell’unico luogo in cui sentiva di poter affondare.
 
 
***
 
La trovarono seduta a terra, con i piedi nudi, immersi in quella piccola montagnetta di sabbia vicino al letto.
Era ancora calda, non sapeva perché ma le dava sollievo.
Doveva ricordarsi di chiedere a Trilli della sabbia, doveva chiedere a chiunque potesse sapere del perché quella sabbia la sentiva ancora calda.. voleva pur dire qualcosa… anche se fosse stata una piccola cosa insignificante.. insignificante come un granello di quella calda e confortevole sabbia.
 
Aveva indosso vestiti asciutti.. aveva indosso i vestiti di Killian.. si era messa i pantaloni di un suo pigiama, era morbidi e comodi, erano neri come tutti i suoi indumenti del resto, ma soprattutto sapevano di lui.
Aveva messo una maglietta con  lo scollo a V. Era vertiginoso sul suo seno, ma non le importava era di Killian, e questo bastava ad essere un indumento da preferire ad altri.
Aveva il cappotto di pelle del suo abbigliamento da pirata poggiato sulle spalle.. le faceva sentire il suo abbraccio, e grazie a questo conforto smise di tremare dal dolore per qualche attimo, prima di ricominciare.
 
Era seduta, piangeva silenziosamente e non dava cenno di volersi muovere, sembrava una statua di cera, ma dopo tutto era comprensibile, avevo perso il suo amore, ed Emma nella vita di amore ne aveva perso fin troppo.. Killian era la goccia che avrebbe potuto far traboccare il vaso in modo irreversibile.
Vedendola in quello stato, decisero di non intervenire subito,  aveva sicuramente bisogno di un po’ tempo per metabolizzare l’accaduto.
 
 
 
Fuori dalla porta della stanza di Killian…
 
 
“ma cosa è accaduto? È veramente morto?” chiese Ruby agitata
“Emma ha detto che è andato.. ma il suo corpo non c’era.. forse non è morto..” disse Mary Margaret sperando che questo potesse dare la forza ad Emma di riprendersi e piano piano accettare l’accaduto e forse poi accettarne anche la morte.. poteva essere sparito, ma a tutti suonava solo come una sentenza.
 
 
 
 
Tre giorni dopo.. e oltre…
 
 
 
Non voleva andare a casa, voleva stare a casa quella che da 3 giorni a questa parte lei considerava l’unica sua casa.. il letto del suo Capitano, quella era casa null’altro, dove lei poteva dormire indisturbata indossando  il pesante cappotto di pelle, stendendosi di fianco sul letto indossando una manica sola, e sistemando l’altra  sotto la sua guancia, sentiva il suo profumo circondarla ogni volta e questa la faceva sentire abbracciata dal suo amore, e le rendeva piu lieve quel dolore sordo che le stava spaccando il petto a metà.
 
Mary Margaret stava spesso nella stanza di Trilli, a fianco, tenendola sotto controllo, non si dava pace, Emma non voleva stare con nessuno.. al massimo scendeva cinque minuti, poi tornava su e si rimetteva a letto.. si svegliava  in pieno pomeriggio, le sembrava di sentire Killian li con lei, sentiva il suo abbraccio, ma quando ricordava la giacca vuota al suo fianco ogni volta prendeva la porta come una furia e si precipitava alla spiaggia.. e fissava il mare..
 
 
 
 
Qualche tempo dopo
 
 
“ho bisogno di tempo.. non statemi tutti con il fiato sul collo!!”
“ma noi, tesoro…”
“devo stare da sola!!! Ho capito che volevo restare qui a storybrooke grazie  a lui.. ho deciso di aprire il mio cuore a tutti voi ed a lui.. solo grazie al lui….ed ora, l’unico che non mi ha mai abbandonata nemmeno una volta da quando l’ho incontrato, fin dai tempi della pianta di fagioli… non c’è, e mi ha lasciata… non per colpa sua.. pero’ mi ha lasciata.. ed ora devo ricucire qualcosa che non si puo’ ricucire perché è tutto un buco senza possibilità di rammendare o aggiungere pezze..  lasciatemi…. Vi prego… ho bisogno di tempo…”
Sembrava dolce e rammaricata, sembrava rendersi conto della preoccupazione dei suoi famigliari, ma all’improvviso il suo sguardo mutò in rabbia “andatevene!!”
Dicendo questo sbattè violentemente la porta della stanza di Killian in faccia ai suoi genitori.. che erano andati da lei per convincerla ad uscire per una passeggiata… e magari portarla al loft anche solo per darle qualche cambio d’abito, visto che portava solo i vestiti di Killian.
 
Si sedette a terra, poggiando la schiena sul letto e poggiando i piedi sulla sabbia calda.. perché era ancora calda? Perché non lo aveva ancora chiesto a nessuno se sapevano spiegarle questo piccolo mistero? Ma in cuor suo sapeva che questa sabbia faceva parte della vita di Killian, dei giorni in cui era ancora con lei.. e temeva di doversene separare….
 
Emma pensò che era passato un mese.. un mese senza di lui.. non poteva nemmeno credere di essere ancora viva.. aveva bisogno di pensare… aveva bisogno di una cioccolata….
 
Aprì la porta con furia, i suoi genitori erano ancora li.. non li guardò nemmeno, li lisciò e corse giu al locale scalza, si fece preparare una cioccolata.. ma non la sua.. quella loro.. quella che lei aveva iniziato a bere grazie alla dolcezza di Ruby, che il giorno stesso di quella drammatica mattina le portò in stanza una cioccolata che lei rifiutò.. ma accetto quando l’amica le disse “c’è del rum dentro.. probabilmente mi sbaglio, ma credo che ti farà sentire meglio”
Emma prese quella tazza.. e bevendone un sorso sentì quel profumo, quel retrogusto.. che la inebriò come la inebriavano i baci di Killian, quando si mescolavano le fragranze delle bevande nei loro baci.
Guardò l’amica “grazie”
“Emma, non lasciarti andare ok?”
“ok”
 
Ricordava quel momento con Ruby tutte le volte che poi si faceva preparare la cioccolata, forse non se ne rendeva conto ma l’aveva salvata dall’oblio… aveva trovato un legame, un legame che le ricordava lui bruciandole la gola e facendola sentire viva.
 
Legame.. questa parola le rammentava qualcosa.. ma non ricordava bene..
 
Prese la cioccolata corretta e tornò in camera, rimise i piedi nella sabbia e cercò di ordinare i pensieri..
La sabbia era ancora calda… è passato molto tempo… Trilli non è piu tornata indietro.. forse non può.. o forse non ha terminato il suo compito…iniziarono ad illuminarsi gli occhi… forse, forse non è finita qui..
Sorseggiò la bevanda calda sorridendo da sola, versando dolci lacrime di gioia per una piccola speranza che trovò spazio nel suo cuore infranto..
I suoi genitori la osservarono dalla porta socchiusa.. scettici e preoccupati di fronte a quella strana reazione..
 
..ti riporterò da me Killian e non ti permetterò mai piu di lasciarmi… mai…
 
 
 
 
Molto tempo dopo....
 
 
Emma non voleva nessuno
Emma non dormiva piu al loft
Emma indossava solo i vestiti di Killian fregandosene di come le stessero e di cosa pensassero gli altri del suo modo di affrontare il lutto, perché ormai per tutti era solo e soltanto lutto.
Emma voleva tagliarsi i capelli, poi ricordava che lui giocava con i suoi boccoli “va bene Capitano, non oggi”
 
Emma voleva sprofondare nel fondo del mare e svanire nel suo blu…
Emma non voleva essere più una sorvegliata speciale…
Emma da venti giorni a questa parte sembrava piu felice.. e nessuno né sapeva il perché tranne Trilli.










nota dell'autrice: allora mi preparo ad uscire di casa con l'elmetto? l'ho riletto tante e tante volte e sicuramente ho sbagliato qualcosa, spero nel caso mi avvisiate.
per la storia... non è finita cosi.. e non è finita qui per questo bellissimo amore... quindi abbiate fede!
a presto
E.

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Capitolo 7
*** e se.. tornasse (2 parte) ***


e se.... seconda parte


 iniziava l’estate ed Emma non sapeva piu come indossare i vestiti del suo Killian senza morir di caldo.. la madre aveva rinunciato a vederla al loft, cosi le portò qualcosa di suo in quella che lei definiva la sua prigione, e quella che Emma invece, chiamava casa.
Sbirciò tra quel pacco di vestiti e trovò un vestitino che avrebbe messo al loro prossimo appuntamento, non era provocante era semplice, abbastanza estivo, a fiorellini, delicato.. forse posso indossarlo, si disse..
 
Questa volta scese senza fuggire gli sguardi, scese per farsi trovare
“forse sta meglio..” si dicevano tutti, nessuno avrebbe mai pensato di sentire cosi tanto la mancanza di quel pirata, ognuno in città si rese conto di quanto lui in realtà aiutasse tutti..
“Emmaaa…”
“Ruby?”
“lo sento, stai indossando qualcosa di suo.. a me.. non mi inganni”
Emma ammiccò maliziosa accennando un piccolo e sincero sorriso
“Emma!! Sotto il vestito!” disse la ragazza sottovoce per non far sentire a tutti cosa avesse indossato la salvatrice quel giorno…
“Ruby!! È un segreto ti prego, non voglio un’altra ramanzina sul non portare i suoi vestiti, non ne posso piu”
“quindi sei passata all’inganno”
“diciamo sto giocando d’astuzia..”
 “manterrò il segreto, ma sono comodi almeno?” disse Ruby facendole l’occhiolino
“Rubyyyyy!! ”  arrossì  e Ruby ammiccò  con un sorriso“ si si sono comodi.. sembrano dei pantaloncini” disse lanciando le ultime tre parole all’amica e fuggendo in strada dove la stava aspettando Mary Margaret.
 
“sono pronta per la passeggiata con il mio fratellino”
“bene, andiamo” disse Mary Margaret che era passata a prenderla per distrarla.
“Henry? Vorrei vederlo, sono giorni che non, che io non..”
“piu tardi ci raggiungerà se vorrai.. andava da Regina”
“mi stai mentendo”
“si, ok è uscito senza dire dove stesse andando, l’abbiamo chiamato ed è  andato alla villa, ha detto che doveva controllare la biblioteca”
Emma non fece nessun commento, e per fortuna non insistette, altrimenti Mary Margaret avrebbe dovuto raccontarle  tutto del litigio mattutino.
Provò a cambiare discorso chiedendole “tesoro, da qualche giorno… anche se sei sempre corrucciata sembri piu felice..c’entra qualcosa in ritorno di Trilli alla foresta incantata?”
 
***
Qualche giorno prima..
 
“Emma?! Sei in camera? Posso entrare?” Trilli era titubante se disturbare o meno Emma, la condizione della salvatrice la metteva a disagio, anche perché lei era ancora li e non le aveva offerto nessuna soluzione.
Emma le aveva detto che aveva già fatto tanto, ma la fatina sentiva che qualcosa mancava per chiudere il cerchio degli eventi, in positivo o in negativo.
“si.. la porta è aperta” Aprì piano, ed entrò piano, vide Emma alla finestra immersa nel cappotto di Uncino, guardava il mare..”sai a volte preferisco guardare il mare da qui.. almeno nessuno mi chiede di fare qualcosa per non farmi andare alla spiaggia..” disse Emma senza girarsi ma continuando a guardare fisso l’orizzonte calmo ed azzurro del cielo sprofondato nel blu cobalto dell’acqua.
“dimmi, posso fare qualcosa per te Trilli?”
“no, ero venuta a vedere come stavi, è che mi sento inutile…” Emma in quel momento si girò, la guardò dolcemente e fece qualche passo verso di lei, e le prese le mani nelle sue “sei stata molto utile invece è grazie a te che ho iniziato a vedere tutto e capire anche..”
“ma perché sono ancora qui?”
“non lo so” disse dispiaciuta Emma.. Trilli non voleva darsi per vinta… ed iniziò a perlustrare con lo sguardo la stanza..  vide il sacchetto nero sullo scrittoio.. “cosa c’è li dentro?”
“non lo so.. ho controllato tutto senza pero’ controllare veramente.. non l’ho mai aperto.. mi sembrava di invadere il suo spazio, sono pazza vero?” disse tirando su con il naso e regalandole un timido sorriso
“no, non lo sei, hai solo perso il pirata con piu cuore del mondo..”
“..il più testardo, il piu persistente, stupido , arrogante e vanesio vorrai dire..”
“beh… si non volevo essere troppo dura con lui” si sorrisero “posso guardare dentro al sacchetto?”
“certo”
Trilli lo prese e tirò fuori l’anello.. era davvero bello.. lo porse ad Emma che allungò la mano lentamente come se avesse paura di romperlo, ma aveva la sensazione che l’avrebbe ricevuto in dono.. se non fosse accaduto quel che è accaduto..
“provalo”
“no, io… no non posso non ce la faccio…”
“posso usarlo?”
“come?”
“ora ti mostro.. posso usare anche la sabbia?”
“veramente.. “ poi fece un lungo respiro.. prima o poi avrebbe dovuto separarsi da tutto questo “si, si hai avuto qualche idea?
“forse..” Trilli ricordava la sabbia dei sogni in quel momento, ricordava che per realizzarla c’era bisogno del desiderio, dell’altro cuore dello stesso amore, e di una perla di speranza… bene forse con un po’ di impegno quella lacrima avrebbe potuto strapparla con un sorriso.. per il resto credeva di avere tutto il necessario..
 
Prese una bottiglia vuota,trovata lì sullo scrittoio, era impolverata e tolto il tappo dall’odore doveva essere stata di rum.. chiese ad Emma di lasciare un bacio sullo zaffiro dell’anello e poi lo mise dentro, l’anello cadde nella bottiglia tintinnando ed emettendo un piccolo lampo azzurro “ma… hai visto anche tu? Che significa?”
“vedrai.. ora mi serve la sabbia” prese la sabbia e riempì piano piano la bottiglia fino all’orlo.
“ora viene il compito difficile..” passò una mano sul viso di Emma lasciando una scia dorata, la salvatrice guardava stupita, ma sembrava anche molto interessata e non più triste si sentiva allegra quasi..
“mi serve che pensi ad un momento bello con Killian.. non ti spaventare, lo vedrai accadere davanti a te..”
“lo potrò rivedere? Davvero?”
“si per pochi secondi.. sei pronta?”
Emma annuì velocemente mordendosi il labbro inferiore nascondendo un sorriso, stava funzionando Trilli sentiva la speranza di Emma, ed ora mancava solo l’ultimo dettaglio.. la perla della speranza nata dalla sua lacrima.
Trilli le prese la mano e il contatto scintillò di tenui colori, quasi tutti incentrati sulle tonalità del verde..
Emma ricordò quando nella foresta incantata lui le fece capire chiaramente di quanto fosse geloso di sè stesso del passato che l’aveva baciata piu di quanto fosse riuscito a farlo lui.. Trilli rimase piacevolmente sorpresa della scelta del ricordo, ma capì che quel piccolo battibecco in quel momento le ricordava quanto lei fosse importante per lui.. e sul culmine della discussione eccola lì.. lenta e piccola uscire quella lacrima, bianca come una perla.. Trilli non permise ad Emma di asciugarla, ma la lasciò scivolare nel collo della bottiglia.. e nel momento in cui toccò la sabbia la bottiglia emanò luce e calore, si sigillò ed la sabbia divenne bianca e brillante.
“cosa, cosa hai fatto?”
“è un piccolo regalo, non ero sicura di riuscirci.. ti farà compagnia per un po’ di notti, ti farà sognare Killian, forse anche ricordi suoi.. l’anello ne è intriso… ma molto dipenderà da te anche. Quando la sabbia finirà forse avrai qualche risposta”
“grazie” Emma abbracciò la fatina.. che lentamente iniziò a svanire in una luce dorata..”Trilli?!”
“ho assolto il mio compito.. “disse sorridendole”Emma non perdere la speranza! Tornerà da te, lo sento e non cedere mai alla disperazione, tieni accesa la luce del vostro amore” dicendo questo svanì  completamente.
“grazie Trilli, grazie”
 
***
 
 
“sto sognando Killian.. beh..da quando Trilli mi ha lasciato un regalo prima di tornare indietro... “
“che regalo?”  chiese Mary Margaret
“ha incantato la sabbia e l’ha messa dentro una bottiglietta.. “ ma non disse nulla dell’anello quasi si vergognava nel confessarle questa piccola cosa.. “beh da quando dormo con la bottiglietta abbracciata.. si …si abbraccio la bottiglia non fare quella faccia, la sabbia è calda.. beh insomma da quando lo faccio.. capitano due cose.. una è che sogno Killian.. e l’altra.. è che la sabbia a poco a poco svanisce” dicendo le ultime parole si rattristò.. Mary Margaret non ci fece caso di proposito e le chiese invece dei sogni.
“non lo so, a volte sono nitidi, a volte confusi.. e poi non so bene cosa siano, se solo fantasie.. o ancora una volta ricordi.. o ricordi di cose che mi ha raccontato e poi ho elaborato nel sogno.
L’ho sognato nella foresta incantata con il panciotto rosso.. era alla taverna con il suo equipaggio.. gli avevano offerto una notte con una bellissima ragazza, per il bottino fatto quella notte stessa… e lui dapprima ha accettato, e poi… uscito fuori dalla taverna, lontano dalla vista della sua ciurma l’ha pagata affinchè raccontasse di aver passato una notte favolosa con lui.. ed è andato via....”
“ e lui avrebbe.. hai sognato che non ha accettato… davvero?”
“si, ma ho l’impressione che sia un ricordo, un suo piccolo ricordo, dell’anno dimenticato.. a causa di Zelena”
Mary Margaret la guardò un po’ confusa, per certi versi sembrava una cosa molto romantica, per altri aveva veramente paura che sua figlia stesse perdendo la ragione.. che si fosse chiusa troppo nel suo dolore.. e che questa reazione non fosse un buon segno.
“a volte sogno la sua disperazione , di quando era sotto il dominio di tremotino, ma quei sogni sono confusi e non riesco a ricordare e decifrare tutto.. senso solo che lui soffre, soffre tanto per azioni che gli ha fatto commettere..”
 
***
Ho ceduto all’oscurità ma non volevo le balenò questa frase in mente.. Killian l’aveva detta quando era svenuta… che fosse collegata con i sogni?
Più sognava e più ricordava dettagli delle sue visioni di quel giorno e più Emma riprendeva forza e speranza.. speranza che il suo Capitano non fosse realmente perduto per sempre.
***
 
“e non ricordi cosa?”
“no… e se fossero la chiave di quel che è successo? ho solo paura.. di cosa accadrà quando la sabbia finirà.. e non saprò mai cosa gli è accaduto..” Emma non riuscì a trattenersi ed una lacrima le scivolò giù per la guancia soffermandosi sull’angolo sinistro della bocca… doveva tornare da Granny’s, doveva tornare nel suo letto.. sentiva scivolarle via le forze, sentiva che ancora non riusciva a gestire l’eventualità di perdere la speranza completamente al finire della sabbia.
 
 
 
***
 
Quel sabato mattina Henry decise di uscire e di fare una passeggiata, ormai non sapeva piu come comportarsi con sua madre, con Emma, era sempre triste, non si faceva vedere in giro da nessuno, lavorava senza sosta alla stazione dello sceriffo, anzi negli ultimi tempi aveva ricominciato a lavorare almeno, e quando usciva da li correva da Granny’s cercando di non essere fermata da nessuno, ordinava la sua nuova bevanda preferita, cioccolata al rum e schizzava a chiudersi in camera del pirata. Se non era in ufficio dormiva, se non dormiva e non era in ufficio era in spiaggia…
 
Si chiudeva dentro la stanza spesso, anche di giorno e passava il tempo a guardare le cose di Killian come se nel guardarle potesse scovare qualcosa di nuovo che potesse aiutarla a riabbracciarlo, ma tutte le sere cadeva a terra disperata, piangeva tutte le lacrime possibili fino a rimaner senza fiato, finanche il corpo stanco dietro lo sforzo di restare viva per la sua famiglia non prendeva il sopravvento e la lasciava dormire abbracciata al cuscino, avvolta dai vecchi vestiti di Uncino
 
A volte sembrava normale, sembrava quasi sorridente, a volte invece il dolore era l’unica cosa che lasciava intravedere sul suo viso.
 
Henry non riusciva piu a tollerare quella situazione, sua madre aveva completamente perso il senno, anche Regina stava male per Robin, ma non era in questo stato, perché per Emma era diverso, se Robin era il vero amore di sua madre Regina, perché per Emma era cosi devastante.. dipendeva dalla sua natura di salvatrice? Da cosa?
Non riusciva a vederla soffrire in questo modo, e quella mattina sentì i suoi nonni parlare con Regina proprio di questo, ma lui non avrebbe mai e poi mai anche solo lontanamente pensato che che le sue orecchie avevano sentito.
 
“non credo sia la cosa giusta da fare, come vi vengono in mente queste idee? Prima Zelena come  tata, poi i poteri di Emma, ragazzi a voi questo mondo fa male.. dovreste tornare nella foresta incantata!”
 
“ma non possiamo piu vederla in questo stato Regina!”
“ma tu stessa mi hai trattenuta dal sotterrare il mio cuore per la disperazione, tu stessa mi hai dato la speranza, trovala anche per te stessa. Emma è grande abbastanza per trovare la forza di ricominciare a vivere anche senza di lui.. seppure la capisco bene..”
“non possiamo fare una magia che faccia dimenticare Uncino a tutti?” chiese David
 
“COSA?!?” intervenne Henry che scese dalla sua camera avventatamente e arrabbiato, aveva origliato non doveva farlo ma quello di cui stava discutendo lo aveva turbato molto.
“Henry, non dovresti impicciarti di queste cose, e poi stiamo solo parlando non stiamo facendo nulla…ancora” disse Regina con un tono autoritario.
“Mamma non lo farai vero? VERO? Non possiamo dimenticare tutti Killian, io non voglio e non credo che mamma vorrebbe dimenticarlo, volevo bene a Killian, volevo fosse accanto a mamma e che mi insegnasse di piu sul mare, che mi raccontasse ancora di mio padre… volevo mamma felice…” disse con voce roca, rotta dalla rabbia, dalla confusione e dal dispiacere.
“non ho la capacità di una magia cosi grande, posso farlo dimenticare solo a lei..”
“non è giusto, lui merita di essere ricordato, sofferenza o non sofferenza!”
“Henry  non possiamo andare avanti cosi, sono passati 4 mesi ormai e tua madre invece di riprendersi peggiora sempre piu”
“beh, statele piu vicino, ma farle dimenticare l’amore della sua vita non è la cosa giusta da fare! E Si io penso questo,  Killian mi è sempre stato simpatico… non sono mai stato troppo convinto di vederli insieme, ma credo anche che… beh si perché no, ad una famiglia con lui… mamma con lui era felice… anche se era un pirata e tutto il resto”  era cosi nervoso che quasi urlò le ultime parole rischiando di svegliare il piccolo Neal, ma stavano discutendo su un qualcosa di assurdo, di inconcepibile per lui.. cosi che prese la porta ed uscì senza aggiungere una parola e senza dare modo a loro di replicare alle sue accuse.
 
Come potevano progettare di farglielo dimenticare… come…. COME?!?
 
 
Pensando questo uscì correndo dal palazzo, e correndo si ritrovò di fronte al cancello della villa.
Si diresse spedito nella biblioteca segreta, passando per il corridoio dove prima c’era la porta della stanza delle necessità.. che ora non c’era piu.. Killian era morto.. la stanza non serviva piu.. ed era sparita ogni sua traccia.
Entrò nella biblioteca ed iniziò a cercare qualsiasi cosa potesse dargli pace al tormento che aveva ancora per la discussione con i nonni e con Regina.
Sul tavolo della piccola biblioteca c’erano dei fogli, chi era stato li? Allora l’autore è in questa casa.. ma perché non lo abbiamo mai visto? Si chiese il ragazzino..
Si avvicinò e guardò meglio uno dei fogli, c’era un disegno bellissimo e accurato, rappresentava una piccola spiaggia racchiusa da un bosco, sembrava una mezza luna.. il mare era di un blu inteso e le increspature bianche di spuma si perdevano schizzado l’acqua bianca su una figura nera che lentamente sembrava uscire dall’acqua.
Beh sicuramente stava uscendo, dava le spalle al mare.. si dirigeva nell’entro terra.. era un ragazzo, un uomo.. aveva i capelli scuri, la pelle bianca e quasi perlacea, in contrasto con il caldo colore della sabbia e del cielo che sembrava terso dei raggi del sole.
..era vestito di nero, o almeno sembrava.. non aveva una mano.. o almeno sembrava..
Henry accennò un sorriso, uno sbuffo e sentì le guance colorarsi di porpora.. che fosse proprio lui?
Che fosse vivo? Che stesse tornando da loro?
 
…  si girò d’istinto verso lo scaffale e da uno dei ripiani dei libri vuoti, sapeva che erano vuoti, li aveva ispezionati spesso ultimamente, spiccavano sul dorso di uno dei volumi le lettere che componevano il suo nome:
 
 
KILLIAN JONES
 
Al ragazzino si illuminò lo sguardo..
“pronto mamma?! Devi venire alla villa………… ORA!!!!”
Prese il volume ed iniziò a sfogliarlo con delicatezza e timore, con ansia e passione allo stesso tempo, si guardò in torno, che l’autore fosse li?
 








nota dell'autrice: buon pomeriggio! eccomi qui con la seconda parte... dunque allora la speranza è ancora viva? posso rimettere a posto l'armatura e il mantello dell'invisibilità ed uscire di casa senza essere presa da Tremotino in persona? ;)
spero vi piaccia, e spero mi facciate sapere, mi sto impegnando tanto in questa storia.. un po' strana.. ma carica di sentimenti.. ora vedremo che accadrà, e spero di non annoiarvi.
a presto
E.
ps:grazie ancora a tutti siete tanti!!

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Capitolo 8
*** e se non ricordasse... ***





Nel mentre Sempre di quel sabato mattina…
 
Mary Margaret doveva acquistare dei vestitini per il picco Neal e poi voleva regalare qualcosa ad Emma che intervenne quando stavano per entrare nel negozio d’abbigliamento per bambini.
“mamma sono stanca voglio tornare indietro”
“tesoro sei uscita da solo da un paio d’ore, sicura di non farcela?, vogliamo andare da Henry?”
“si, sicura voglio tornare da lui…. Scusa si non guardarmi cosi, da Granny’s” a Mary Margaret ogni volta le si stringeva il cuore.. non poteva più sopportare questa sofferenza e l’ostinazione della figlia nel negare quel che era successo, forse doveva convincere davvero Regina ad usare la pozione della memoria su Emma.
“ti accompagno va bene?”
“vorrei stare sola..” Mary Margaret fece un sospiro di rassegnazione e poi rispose alla figlia
“si, come vuoi, vengo a trovarti piu tardi” ad Emma dispiaceva allontanarla, ma c’erano dei momenti, in cui non riusciva a trattenere le lacrime e voleva poterle ingoiare da sola.
 
Emma si allontanò e Mary Margaret la guardò andare via sconsolata, quel vestitino le stava d’incanto,riuscì a pensare, era bianco con quei fiorellini azzurri era perfetto per il suo personale, i capelli sciolti al vento e gli stivali estivi che le slanciavano la figura.. nel guardare sua figlia non seppe se fosse il caldo dell’estate o solo la disperazione di volerla vedere felice che le fece immaginare l’ombra del Capitano camminarle a fianco tenendole l’indice con l’uncino..
 
 
Forse era il caldo.. o forse veramente c’era qualcosa di magico nella sabbia e in tutto questo…
Controllò un attimo Neal che dormiva paciosamente e chiamò Regina.
 
“ti devo chiedere un parere.. c’è c’è qualcosa di strano..  ti ha chiamata Henry? Alla villa? Avverto Emma….. si, no, si….hai ragione, vengo subito”
Chiuse la conversazione con Regina e corse alla stazione dello sceriffo per avvisare David, era successo qualcosa alla villa e dovevano andare a vedere.. ..prima che tutto questo arrivasse alle orecchie di Emma, e darle una qualche falsa speranza.
 
***

Erano tutti alla villa attorno al Libro con su scritto il nome di Killian, lo guardavano come fosse un alieno od un animale strano e pericoloso “forza su.. l’ho già sfogliato ed ho scoperto un sacco di cose che.. non avrei immaginato su Uncino.. e anche se.. mi spiego molto del suo comportamento adesso”
“Henry, hai fatto un’analisi dettagliata del Capitano con anche dei grafici?” intervenne Regina, “beh no, Killian è un tipo divertente ma è pur sempre Capitan Uncino, è come dire un cattivo.. almeno… pero’  non ero sicuro di volerlo a fianco di mamma.. dopo papà…e poi mi ero fatto un’idea sul come cosa fosse successo con lui..si conoscevano… ma c’era qualcosa che non mi diceva.. non mi fidavo.. e poi mio nonno, l’altro nonno non tu ”disse guardando David accigliato “ma da quel che c’è scritto qui.. credo di dovergli molte scuse”
Regina prese coraggio ed aprì il libro “che tipo di scuse?” “beh.. lui non ha soffiato la moglie a mister Gold.. lei gli ha chiesto di poter scappare, e di darle una mano.. lui è stato solo ingenuo.. qui vedi mamma qui c’è scritto che era rimasto ammaliato da Milah e che voleva solo aiutarla.. e poi guarda queste pagine” disse indicando qualche pagina più avanti..”qui.. lui la difende dal signore oscuro..gli dice che è morta, cosi che lui non la cerchi…. e guarda cosa succede..” Mary Margaret lesse velocemente qualche riga, guardò i disegni..”beh a parte la sua solita arroganza.. nel gestire le situazioni.. mi dispiace sapere che noi tutti sappiamo di lui una realtà distorta…” David prese il libro e cercò le pagine in cui probabilmente si parlava del fratello di Killian, era rimasto colpito dalle affermazioni di Uncino sul fratello e non sapeva bene nel dettaglio cosa gli fosse accaduto, tranne che fosse morto per il rubusnoctis..
Quandò finì di leggere si rese conto di quanto potesse esser costato a quel ragazzo di poco più di 19 anni diventare il capitano pirata di una nave..  e soprattutto di quanto fosse terribile restare soli al mondo cosi presto.. “fammi vedere un attimo se le visioni che abbiamo avuto nella stanza erano vere..” disse Regina prendendo in mano il libro e sfogliando ancora piu indietro, cercando le immagini del salotto o della locanda o del giardino “si mamma lo sono, ho già guardato e ce ne sta una del salotto, ma quel che devi vedere è l’inizio… guarda qui.” Henry le indicò una delle prime immagini del libro, in cui si vedeva una donna bellissima, sicuramente la madre di Killian, uscire dall’acqua con la pelle di alabastro, e gli occhi di quel profondo blu che ricordavano tutti “Helena… emerse dagli Abissi per cercare colui che la salvò dall’arsura…scrivendo per lei un nuovo inizio..” lesse ad alta voce Regina “gli Abissi… Killian è il figlio di una donna degli ABISSI?!?” non riusciva a credere a quel che avesse letto “che significa Regina?” chiese Mary Margaret “significa che Killian non è morto sicuramente, e questo dobbiamo dirlo ad Emma, ma se è di nuovo negli Abissi, non potrà tornare mai… loro hanno del tempo per vivere in superficie.. poi devono tornare giu” “giù dove?” disse David curioso e basito “giù, nel profondo del mare.. sono creature misteriose, sono come noi.. ma non possiamo toccarli, almeno.. beh non ricordo bene, c’è un modo per non rimanere avvelenati.. “ “avvelenati?” intervenne Henry “si, la loro pelle.. si difendono… pero’ hanno la possibilità di alterare questa difesa naturale.. dicevo….sono molto longevi… ho letto qualcosa su uno dei libri che ho nella cripta quando cercavo una soluzione per Marian.... sul fatto di stargli comunque alla larga, sono creature buone, ma molto potenti.. Tremotino è niente in confronto a loro” , “perché se sono buone bisogna stare attenti?” chiese Henry di nuovo “hai mai sentito il detto mai far arrabbiare un buono ? Non possono commettere gesti vigliacchi, ma possono combattere lealmente.. e ho letto che sono letali”
 
Regina rimase un attimo interdetta, vigliacchi, questa parola le risuonava nella testa… doveva parlarne con Emma, l’oscurità nel cuore… quindi ha fatto qualcosa che ha contaminato il suo cuore.. ed appartenendo agli Abissi non poteva.. ma…
 
“mamma?! Tutto bene?”, “oh si scusa pensavo, si dimmi”, “ quindi.. tu dici che Killian è tornato nel suo regno.. ma qui non siamo nella foresta incantata come è possibile..” “come fanno le sirene, loro passano le dimensioni, a differenza delle sirene loro le passano tutte.. anche qui.. loro avrebbero i loro poteri anche al di fuori di storybrooke” rimasero colpiti dalle parole di Regina e si instaurò uno strano silenzio che Henry ruppe dicendo “ok, va bene, ci pensiamo dopo a quanto sono velenosi.. ed alla loro magia fuori controllo…. pero’ adesso dovete vedere questa pagina, che è il motivo per cui ti ho chiamato mamma”. Henry andò all’ultima pagina del libro e le mostrò il foglio  numerato ma staccato dal resto del volume. Nessuno di loro emise un suono per alcuni secondi o forse minuti.. poi David esclamò “sta tornando!”.Si guardarono tutti negli occhi e si prepararono al peggio.. come dirlo ad Emma, come spiegarle che qualcosa era cambiato, che non doveva, purtroppo, nutrire speranze di riabbracciarlo nonostante potesse vederlo?
 
Era una di quelle domande a cui tutti e quattro avrebbero preferito ignorare sia la risposta che la domanda.
 
 
 
***



Nelle Stesse ore…
 
Il cielo su storybrooke in quella mattinata era limpido e azzurrissimo, era un caldo cielo estivo, il mare era calmo e piatto come una tavola, tanto era chiaro, non si distingueva la linea dell’orizzonte, quando all’improvviso un mulinello increspò quella superficie liscia e perfetta come uno specchio. A largo della piccola spiaggia dove Killian ed Emma avevano precedentemente condiviso momenti dolci e romantici e purtroppo momenti drammatici.
 
Le onde indomite e cariche di rabbia giravano attorno a quella corrente senza tregua fino a quando dopo qualche minuto tutto tornò calmo, il mare era di nuovo disteso e vicino alla spiaggia lentamente qualcuno stava uscendo dall’acqua, senza quasi increspare quella superficie perfetta.
 
Con la  testa china, la mascella serrata  e , le spalle tese quella figura scura alzò il braccio destro e passò la mano sulla fronte fino alla nuca per spostarsi i capelli neri, guardava dritto davanti a sè senza smettere un attimo di avanzare verso la sabbia asciutta.
 
Aveva indosso dei vestiti neri, una maglia a maniche lunghe con lo scollo a V, dei pantaloni lunghi, comodi e larghi che  in fondo gli coprivano quasi completamente i piedi nudi.
Cosi bagnato si notava la muscolatura ben definita, che spostava impercettibilmente la maglietta ad ogni passo, sembrava un giovane uomo avvezzo a quei luoghi, ma lui non era mai stato in superficie, o almeno non ricordava di esserci mai stato.
 
Avanzava con calma e circospezione, controllava con lo sguardo tutto ciò che lo circondava, la sabbia, il mare, le piante.. il cielo, quel fantastico mondo che di notte rifletteva  i giochi di luce delle stelle fin giù nell’abisso della sua casa.. e guardare ora il cielo senza lo strato volubile del mare gli sembrava impossibile.
Aprì meglio gli occhi per guardare di fronte a sé, cercava un punto di riferimento, una qualsiasi cosa che potesse aiutarlo a ricordare quei luoghi, ma il cobalto dei sui occhi non riconosceva minimamente quei posti.
Prese a camminare, uscì dalla piccola radura che nascondeva la spiaggia e si diresse verso la città senza neanche sapere dove fosse, il cuore lo stava guidando in quella direzione, sentiva fitte di dolore placarsi solo al pensiero di raggiungere la persona che aveva gli occhi di quel verde che lo aveva tenuto in vita fino a quando sua madre non lo aveva ritrovato.
perché non poteva tornare in superficie, perché doveva dimenticare per sempre quel che già non ricordava?
 
Si chiamava Killian, null’altro era rimasto della sua memoria, era risalito perché doveva sapere… ora.
 
 
***
 
 
Sua madre gli aveva detto che era stato sul punto di morire, che era stato ferito, e per molto tempo era stato addormentato e si era risvegliato solo quasi venti giorni fa, per questo non riusciva a ricordarsi del passato, per questo gli sembrava tutto confuso, per questo aveva dei ricordi vaghi, ma non era sicuro che lo fossero, magari erano solo dei sogni, ma quel verde… era sicuro che non fosse un sogno quel colore, doveva esistere, non sapeva a chi appartenesse ma doveva ritrovarlo.
Nel suo regno non c’era nessuno con quel colore, sicuramente doveva vivere nel regno di superficie, per forza, lui non ricordava di esserci mai stato, ma era attratto da quella luce opaca al di là del confine del dono
-non è un regno per te, quello di superficie, Killian-
-madre io devo salire, voglio ritrovare la persona a cui appartiene quel colore, forse ricomincerò a ricordare qualcosa, sono certo che ha fatto in modo tale da farmi ritrovare-
-dubito che tu possa trovarla tesoro mio, il mondo di superficie è esteso quanto il nostro- disse Helena carezzandogli una guancia con una mano e con l’altra sulla spalla sinistra per poi scendere sul petto all’altezza del cuore -stai guarendo, devi avere pazienza, vedrai che ricorderai appena sarai completamente guarito-
-si madre, ma sono stanco di aspettare, perché avevo indosso quei vestiti? Non sono di nostra manifattura..
Perché mi sento cosi diverso? Perché sento che mi manca qualcosa, mano a parte? C’è qualcosa che non mi dici.. e questo mi tormenta e mi spinge a cercare risposte dove tu non sai, o non vuoi darmene.-
-Killian, non sei diverso da nessuno di noi degli Abissi, appartieni agli Abissi anche tu, e a parte la tua mano non capisco di cosa parli… non ti manca nulla… hai sofferto in questi mesi, il tuo cuore è stato danneggiato dall’oscurità ma stai guarendo.. –
-perché avevo l’oscurità nel cuore? Come è potuta entrare? Questo non accade alla nostra gente-
-non lo so nemmeno io perché.. – disse eludendo il suo sguardo interrogativo.
 
Helena sapeva bene il motivo, ma poteva dirgli che lui era nato proprio in superficie? Poteva confessargli che aveva dovuto abbandonarlo da bambino? Poteva distruggerlo dicendogli che lui era morto per tornare da lei, e poteva rivelargli che aveva soffiato la sua vita nel suo corpicino quando fu ripescato dal mare risvegliando il suo dono? Poteva veramente fidarsi e dirgli che il signore oscuro aveva avuto in ostaggio il suo cuore e gli aveva fatto commettere ciò che poi lo ha infine divorato?
Poteva dirgli di lei senza che lui fuggisse a cercarla sedutastante? Senza poi non poterlo piu rivedere?
 
Non era pronta a tutto questo.. ma se aspettava ancora lui non avrebbe piu ricordato.. e non sarebbe mai piu tornato da lei.. e questo pronta o meno, sapeva che non era la cosa giusta.
 
 
-Killian tesoro, sei stato male, sei stato trovato quasi in superficie, eri ferito alla mano, avevi il cuore divorato dall’oscurità, sei sparito per molto tempo.. e per altrettanto sei stato immobile nel letto senza un cenno di miglioramento…poi eccoti… non so dirti cosa ti sia successo, ma sei tornato da me e questo è quel che conta, rimettiti in forze e poi cercheremo questa persona insieme.-
Killian serrò la mascella, sapeva che c’era dell’altro ma non riusciva a decifrare cosa gli stesse nascondendo.. -come volete madre- cosi dicendo uscì dalla sua stanza, e scese nel giardino, si sistemò su un masso incrociando le gambe, guardandosi il braccio senza mano, doveva aver avuto un brutto incidente, forse con uno squalo particolarmente feroce.. cosi spiegava la mancanza dell’arto.. anche se la ferita sembrava molto vecchia, non era disturbato dal fatto di essere senza una mano, gli sembrava “naturale”.. ma quello che non si spiegava era il dolore al cuore, quando si risvegliò  non riuscì a trattenere un urlo tanto era forte lo spasmo di non riuscire  a versare le lacrime che gli facevano male, tanta era la sofferenza nel costato che lo stava dilaniando. Anche  in quel momento faceva male, lo sentiva caldo, lo sentiva esplodere, soprattutto tutte le volte che ricordava quelle iridi verdi fissarlo.
Si distolse dai suoi pensieri notando un gruppetto di cavallucci marini giocare vicino a lui, gli sorrise benevolo e con curiosità come fosse un bambino,poi tornò indietro, voleva sapere come sua madre riuscì a ritrovarlo..
…quando la sentì parlare con il Re degli Abissi, si nascose dietro una delle colonne del colonnato e rimase immobile cercando di sentire di cosa stessero parlando.
 
Perché stai parlando animatamente con lui, madre….perché?
 
 
-hai infranto le regole degli Abissi già secoli fa.. ora devi lasciarlo andare per la sua strada, lo hai guarito è sano e può tornare da dove è venuto-
-non ti permetto di darmi degli ordini fratello, è il mio bambino, l’ho ritrovato grazie proprio a quella regola infranta, grazie al soffio del mio dono nel suo-
-il suo dono, lui ha rinunciato al suo dono… molto tempo fa….e tu..-
-lui rinunciò per tornare da me!!! Il fato ha voluto che fosse cosi piccino.. da permettermi di risvegliarlo.. era ancora li… non potevo lasciarlo morire allora…e non adesso…-
-ma adesso non avrebbe corso nessun rischio con l’oscurità se non avesse avuto il dono-
-certo che non avrebbe corso nessun rischio, sarebbe morto affogato 300 anni fa…. Smettila ora fratello..-
-Helena….va bene, quel che è stato è stato.. è vivo, è guarito.. deve tornare nel suo mondo.. dove lei lo sta ancora aspettando.. tu stessa le hai detto di avere pazienza di aspettare il suo ritorno-
-ricordo bene cosa le ho detto- disse abbassando lo sguardo – è che non riesco a lasciarlo andare.. ora che finalmente lo posso stringere a me-
-tesoro, non è piu un cucciolo.. ha l’età dei nostri cuccioli ma non lo è.. non hai molto tempo per decidere.. gli Abissi stanno prendendo il sopravvento, lo stanno proteggendo, lo stanno trattenendo…tra un paio di giorni.. tornerà completamente un abitante di questo regno.. e non potrà mai piu salire in superficie, se non per poche ore…e non ricorderà nulla della sua vita adulta sulla terra….ma vivrà per sempre con il dolore al cuore.. è questo quello che vuoi per lui? Che la magia bianca di cui lei ha intriso il suo cuore lo incupisca per l’eternità?-
 
Sentendo queste parole la donna sobbalzò dai suoi pensieri.. era vero sarebbe rimasto con lei.. e se fosse stata abbastanza fortunata la sua natura avrebbe fatto il resto  restituendogli l’aspetto corrispondente alla sua età…ed avrebbe cosi finalmente riabbracciato il suo bambino…ma sarebbe stato sempre triste, sempre sconfortato, con il cuore pesante e con il dubbio nella mente.. non era sicura di volerlo vedere sofferente.. non dopo tutto quel che aveva fatto per salvarlo..
..aveva bisogno di tempo per pensarci, doveva parlare col ragazzo per capire quanto ricordasse effettivamente della principessa.. e delle storie del pirata che lei gli raccontava per rassicurarlo sul suo futuro.. il futuro… in superficie sapeva già che Killian avrebbe potuto avere una famiglia, sapeva già che in molti lo amavano, ed aveva visto lei.. lei lo amava veramente, di quell’amore quasi…..
 
-no, non voglio che soffra.. ci parlerò prima che tutto cambi, e poi deciderò-
 
Cosa? Io vivevo lassù?  Lei.. lei chi? Madre non mi ha detto nulla… io devo sapere…
….perdonami….non posso aspettare… non voglio rischiare di non conoscerla mai…
 
 
Con cautela,senza farsi sentire si allontanò dal colonnato, tornò nella sua stanza, indossò i vestiti di superficie e scappò verso la luce del sole riflesso nello specchio dell’acqua a confine.
 
Nuotò senza sosta, aveva poco tempo e la luce del sole oltre il confine gli sembrava estremamente lontana.. doveva trovarla e chiederle perché sentiva che fosse cosi importante per lui.. perché gli faceva cosi male il cuore se lì oscurità non c’era più.. e doveva saperlo prima di parlare con sua madre, prima che si lasciasse convincere a restare nel suo mondo, doveva saperlo da qualcuno che.. qualcuno di diverso.
 
Arrivò alla superficie, non comprese bene come fosse arrivato in quel luogo, nuotava senza una meta precisa, ma sentiva un forte richiamo verso la terra, quella terra, in quel punto..
.. lentamente iniziò ad uscire dall’acqua, si passò la mano destra tra i capelli per spostarli dalla fronte..
Il sole era caldo, estremamente caldo, doveva fare in fretta.. la maglia che indossava lo copriva molto, ma la sua pelle diafana rischiava lo stesso di ardere sotto quella luce..
Fece un respiro profondo.. l’aria delle piante, sapeva di buono pensò mentre camminava verso la città
 
 
 
 
Da Granny’s
 
“Ehi Emma già di ritorno? Il fratellino ti ha assordato con i pianti?” disse Ruby vedendo Emma entrare al locale, nell’aprire la porta Ruby avvertì una strana brezza entrare e scivolarle nelle narici come una soffice piuma a carezzarle la guancia, respirò profondamente, salsedine, acqua, rum… Uncino!
Guardò Emma con gli occhi spalancanti
“Ehi Ruby, tutto bene? Cos’è quella faccia? non sono un fantasma… o almeno… sono un fantasma?”
“no no, niente, porti ancora i suoi…. Pantaloncini giusto?”
“emm.. si”
Si, ok, bene… no, non va bene, non sono i boxer… Uncino, sento Uncino… lui dal mare… i pensieri ingarbugliati di Ruby iniziarono a far rumore perché la salvatrice iniziò a fissarla insistentemente..
“si, scusa, dicevamo?”
“nulla, io vado in camera sono stanca..e tu sei distratta..” le disse storcendo il naso in quel gesto di disapprovazione che faceva spesso quando si accorgeva che gli altri stavano immersi nei loro pensieri o in pensieri che non volevano comunicare…
“ah.. ok a dopo” disse distrattamente all’amica.
Come Emma scomparve dalla sua vista su per le scale, Ruby si tolse il grembiule ed uscì velocemente cercando di capire da quale direzione provenisse il profumo di salsedine del Capitano.
 
 
 
“Ruby?! Dove stai andando?” chiese Granny vedendola schizzare fuori dal locale.
“io.. torno tra poco.. ho avvertito…. Te lo spiego dopo ora devo andare” cosi dicendo si buttò in mezzo alla strada ed annusò l’aria con voracità come dovesse respirarla tutta, era calda, profumata di fiori, ma non sentiva più quell’odore…  prese a correre… no non veniva da qui…. Poi cambiò direzione….. poi…..no forse lo sentiva ancora.. veniva.. veniva da…........









note dell'autrice:
ciao a tutti. e con questo capitolo finalmente scopriamo che Killian è vivo, c'è ancora qualcosa da sistemare
ma sta anche lui cercando delle risposte.... come anche gli altri che hanno scoperto il suo libro..
ma l'unico interrogativo al momento è Emma, che ancora sta soffrendo, e non sono sicura che abbia ancora speranza di trovarlo..

vabbè... vedremo che succederà
grazie a tutti voi che leggete ed a tutti coloro che lasciano un passaggio :)
a presto
E.


 

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Capitolo 9
*** e se rinunciasse... ***






Killian iniziava ad avere caldo, la superficie era fantastica, i colori erano cosi vividi, gli odori erano cosi intensi, io vivevo qui.. si diceva camminando, era euforico, era felice di camminare sulla terra asciutta, faceva male ai piedi ma non gli importava, iniziava a vedere le prime case chiedendosi cosa fossero.. le strade e  le macchine.. era affascinato dalla diversità della superficie rispetto al suo mondo nascosto negli abissi del mare..
 
Aveva raggiunto quasi il centro di Storybrooke, ma iniziava ad essere affaticato, sentiva caldo, aveva sete.. aveva il cuore che gli batteva forte, che gli faceva male….aveva paura di non farcela, non sapeva cosa aspettarsi dalla mondo di sopra.. cercò un po’ d’ombra dove potersi riposare un attimo, aveva sete.. troppa sete, sentiva la pelle asciutta e la sentiva tirare, doveva trovare dell’acqua.. si sedette a terra esausto nascosto nell’ombra tra due palazzi.. ora mi rialzo… la troverò io devo ritrovarla…
 
 
Ruby ancora vagava per le strade cambiando direzione ogni cinque o sei passi.. poi alla fine sentì arrivarle deciso e intenso lo stesso profumo di mare che sentiva tutte le volte che Killian rincasava nell B&B allora non aveva immaginato.. non era Emma.. ma.. ancora.. da dove… eccolo!… veniva da quel vicoletto!!!!
 
Ruby gli si parò davanti, lo guardò come avesse visto il cielo cadere a terra, aveva il viso completamente stravolto dalle emozioni, dalla sorpresa, le mani alla bocca, le lacrime agli occhi, le mani nei capelli il cuore in gola, poi si avvicinò piano, lui era seduto con le ginocchia alzate e la testa nascosta sotto al braccio.. gli mancava la mano sinistra… poteva essere solo lui… la ragazza gli si inginocchiò di fronte  “Killian… ehi… sei tu Capitano?” lui alzò lo sguardo, confuso.
Ruby sorrise, e sorrise tanto.. aveva la gioia stampata negli occhi, stava pensando ad Emma.. Santi numi era tornato… era tornato!
“mi conosci? Sai dove posso trovarla? Ti prego non ho tempo!”
“sono Ruby, Killian non ti ricordi?” allungò una mano per toccargli il viso, per confortare quelle guance cosi bianche, cosi pallide.. quando lui si scansò bruscamente “non mi toccare! Provengo dagli Abissi, potrei farti del male senza volerlo.. non toccarmi..se fossi stato un cucciolo sarebbe stato diverso, ma sono adulto, potresti farti del male, potrei fartene senza volere, mi scuso per questo ma non toccarmi” Ruby inclinò la testa in segno di domanda…già non si ricordava di lei, e poi proveniva dagli Abissi? E questa storia del non toccarlo? “va bene, non ti preoccupare, starò ferma, è già meraviglioso che tu sia qui!” lui la guardò con la disperazione negli occhi, la disperazione di chi sapeva di non avere molto ancora…”io.. non mi ricordo di voi, di te, vorrei e dovrei..ricordarmi di una cosi bella ragazza, ma ho la mente annebbiata e tra poco sverrò se non troverò un po’ d’acqua”
“vedo che lo spirito pero’ l’hai conservato..ok, acqua.. vieni al locale ti darò da bere” e ti porterò da lei non “ce la faccio, tesoro e non posso più espormi al sole sto bruciando, mi serve acqua per bagnarmi la pelle non solo da bere..” Ruby rimase interdetta, con delicatezza prese una manica della maglia facendo attenzione a non toccarlo, e lui la guardò con attenzione per evitare di farsi toccare, incrociarono i loro sguardi e poi lei controllò il suo braccio e vide la pelle perlacea in alcuni punti completamente bruciata.. “bene, allora siamo nei pasticci Capitano.. torno tra poco mi aspetti qui?” lui fece un cenno affermativo con la testa e poi prima di vederla girare dietro il muro “bellezza?! Come ti chiami?” “Ruby, e tu di bellezza ne hai una sola” dicendo cosi gli sorrise, gli fece l’occhiolino e scappò in direzione del locale.. doveva trovare il modo di portarlo al riparo, di idratarlo e di dirlo ad Emma senza causarle un infarto.
 
 
***
 
Emma era in camera, si era stesa sul letto e guardava la bottiglia ormai quasi completamente vuota..  erano circa venti giorni che sognava Killian ed i suoi ricordi.. sapeva che erano i suoi ricordi quelli ne era sicura.. come era sicura, ora, che lui avesse sofferto quanto lei in passato ma mai una volta lo ha visto compiangersi e lasciarsi andare.. era davvero un uomo forte,nonostante i trecento anni di vendetta era disposto ad amare ancora, a tuffarsi senza averne la certezza, lei tutto quel coraggio non lo avrebbe mai avuto, era troppo spaventata dal dolore che non sarebbe mai stata in grado di tuffarsi, ma lui si..il sapore dell’amore lo spingeva a cercarlo ancora nonostante la sofferenza.. lui non aveva paura di nulla, niente lo spaventava.. piuttosto la morte che al non provare ad ottenere quel che voleva. Amava la sua forza di volontà e le mancava da morire.. era curiosa di sapere come avesse fatto a trovarla a New York e forse avrebbe potuto usare l’ultima sabbia per scoprilo.. non era la prima volta che  pensando ad un determinato momento poi sognasse il ricordo correlato…..girava e rigirava la bottiglia insicura di volerla usare.. aveva paura che poi sarebbe terminata davvero.. decise di non toccarla, l’avrebbe tenuta per qualche occasione speciale.. più avanti, quando il dolore le avrebbe bussato al cuore più forte che mai.. quando le squillò il telefono.
Era Regina.
“Regina, che succede? Alla villa? C’è una stanza? C’è cosa?” Regina non fece in tempo a terminare la frase, non fece in tempo a dirle che avevano trovato un libro con la storia di Capitan Uncino, di Killian e delle pagine staccate.. e non fece in tempo a dirle nulla che Emma le comparve davanti..
“noto con piacere che hai preso padronanza della magia mia cara”
“ho avuto un’ottima insegnante, che cosa dovevo vedere? Che ci fate tutti qui? Henry? David? Mamma?”
“mamma devi sederti, ero venuto qui… per…”non sapeva se dire quel che i suoi nonni avevano in mente… ma forse al momento era meglio tralasciare quel piccolo insignificante dettaglio della memoria..”ero qui per pensare e mi sono accordo di questo” prese il libro e glielo mostrò.
 
Emma dapprima non capì subito, poi vide il nome sul libro, le si illuminò il viso, Mary Margaret la guardò con affetto e speranza.. “aprilo tesoro, guarda dentro”, “ma come? Un libro tutto su di lui? Posso prenderlo?” disse accarezzando la copertina, voleva leggerlo da sola, voleva piangere da sola di fronte a tutta la storia del suo arrogante pirata “mamma aprilo, fidati..ci sono dei fogli che..erano sulla scrivania e sono contrassegnati con il numero della pagina… e sono le ultime pagine guarda ti prego” disse Henry eccitato per la scoperta. Emma alzò gli occhi verso i suoi cari, poi guardò Regina che le fece un cenno di assenso con la testa e con un sorriso.. Emma si decise, le tremavano le mani.. la storia di Killian… fu piu forte di lei.. cercò le pagine di New York.. loro volevano mostrale una cosa importante sicuramente ma lei in quel momento stava ansimando per quel ricordo.. aveva la testa che le girava dallo stupore e non riusciva a capire bene quanto fosse importante fare come Henry le avesse chiesto..
Trovò le pagine.. ed iniziò a leggere.. Era confuso, era atterrato a NY una enorme città senza sapere come trovarla.. poi si ricordò il lavoro di Emma prima di Storybrooke ed iniziò a vagare per tutti i distretti di polizia presenti,in quel momento ringraziava la vecchia Granny che guardava film polizieschi a tutte le ore e lui ne aveva dovuto sorbire piu di uno, ma non era facile lo stesso, sentiva che veniva deriso e guardato come pazzo.. un uomo vestito da cosa da pirata? che parlava in modo antiquato.. davvero è un modo antiquato?...doveva essere pazzo..E si sentiva pazzo..d’amore ma pazzo. Con l’orgoglio sotto la suola degli stivali Killian ha continuato a chiedere, a dormire nel parco, a non mangiare se non strettamente necessario, a svegliarsi distrutto e affranto e affamato ma mai scoraggiato.. mai, per Emma, mai si sarebbe arreso. Poi il distretto giusto, qualcuno di animo gentile gli aveva risposto seriamente e gli aveva detto che Emma Swan lavorava ogni tanto da loro.. lui si appostò ad aspettarla per giorni, aveva quel biglietto e quella boccetta, unico barlume di speranza.. che lei potesse credergli.. quando la vide la seguì.. fino a casa.. e questo lei lo ricordava.. non sapeva invece la gioia che lui aveva provato anche solo nel pronunciare il suo nome di fronte a lei sulla sua porta di casa… e la disperazione che aveva provato nel vederla con Walsh.. guardando l’immagine nel libro del suo volto, doveva essergli costato tanto fare finta di niente, mantenere la calma e non reagire.. ora sapeva quanto fosse geloso.. lo era persino di se stesso….
“EMMA?!! Che fai? Lo leggerai dopo… devi andare a vedere la fine del libro è importante!” disse Regina completamente fuori di sé, che Emma si fosse rassegnata? Dopo tutti quei mesi passati a soffrire che si fosse arresa?? Tanto da crogiolarsi nel ricordo e ritenerlo piu vivo e importante della loro scoperta?
Emma si svegliò da quel caldo stato di trance che le riscaldava il cuore facendole sentire Killian accanto a lei, per correre subito alle ultime pagine come le aveva chiesto Henry e rimase a bocca aperta vedendo l’illustrazione..
Si mise una mano sulla bocca in segno di sorpresa, incredula di quel che i suoi occhi potessero vedere in quel momento, la spiaggia.. la loro spiaggia… lui, la sua figura… lui emergere dall’acqua.. Emma non sapeva più se aveva il cuore che sentiva caldo d’amore fino a pochi secondi prima, no non c’era perché non lo sentiva.. più…
Poteva respirare? No non poteva non sentiva più l’aria passare nel suo naso, era paralizzata.. fino a quando un singhiozzo mescolato ad un goffo sorriso non uscì di soppiatto da dietro le dita della mano che ancora si teneva fortemente ancorata alle sue labbra, e di nuovo le lacrime solcavano le sue guance.. ma stavolta non uscivano per il dolore sordo dell’assenza, ma per l’euforica e spumeggiante speranza che sembrava riaffiorare prepotentemente.
 
Con gli occhi lucidi dalla gioia “è lui? È lui vero? Sta tornando… lui non mi ha mai abbandonata.. e anche questa volta non l’ha fatto… sta tornando…” disse guardando tutti i presenti, che a loro volta le stavano sorridendo.. “bene Swan, vuoi restare qui bloccata a sognare su questo libro o vogliamo andare a cercare il tuo Capitano?” disse Regina lanciando occhiate a tutti gli astanti per evitare di ripetere l’informazione sugli Abissi e tutto il resto, non bisognava confonderla ed Emma  necessitava di stare calma per agire nel modo corretto e trovare la strada per fare in modo che Killian tornasse ad essere Killian e basta… e per non farle perdere la speranza appena ritrovata.
 
Emma annuì sorridendole “andiamo!” disse prendendo la mano di Regina, che a sua volta rimase sorpresa di quel gesto, ma poteva comprendere lo sgomento della salvatrice.
“veniamo tutti” disse Henry “voglio salutarlo, mi è mancato, giusto nonno?” disse in tono di rimprovero verso David, le ultime due parole, David lo guardò un po’ imbarazzato, poi gli scompigliò i capelli e disse “certo che vogliamo riabbracciarlo tutti”
 
Finalmente Emma sorrideva e sorrideva davvero.
 
 
 
***
 
 
Ruby tornò al locale senza saper bene che fare, afferrò Leroy che era sulla porta “senti, mi serve…” “calma ragazza prendi fiato” , “ si, giusto.. mi serve che mi aiuti, acqua, anche gli altri prendete dell’acqua dei secchi di acqua e seguitemi, veloce, ti prego, veloce..” poi schizzò via salendo le scale delle camere spalanco la porta della stanza di Uncino ma Emma non c’era.. MALEDIZIONE! Pensò tra sé e sé.. bene doveva fare da sola al momento, corse giù prese una bottiglietta d’acqua dallo scaffale, radunò Leroy e gli altri nani che erano pronti con i secchi d’acqua e gli fece cenno di seguirla..
..quando arrivò al vicolo Killian sembrava aver perso i sensi no no no dimmi che non è tardi, ti prego no n no no.. continuava a pensare Ruby “presto presto con quell’acqua uno alla volta e piano versategliela addosso”
Quando i nani videro chi fosse rimasero di sasso e quasi nessuno si mosse se non fosse stato per brontolo “FORZA che ci siamo rammolliti! diamole una mano, dopo abbiamo tutto il tempo per spaventarci!”
“fate attenzione a non toccarlo, solo l’acqua” man mano che Leroy versava l’acqua su di lui, Killian sembrava riprendere il suo color alabastro,sostituendosi al grigio che aveva preso il sopravvento, lentamente sembrava tornare luminoso, aprì gli occhi “ehi, sei tornata dolcezza” , “beh non ha perso il suo spirito tornando dall’aldilà vedo” disse Leroy, Ruby lo guardò torva per un istante ma capiva cosa intendeva il nano, poi si girò verso Killian “tieni, bevi, riprenditi che devi raccontarmi.. sei sparito da… da mesi.. Emma è disperata..” “Emma? Mi dispiace deluderti ma non so chi sia..” “hai detto che la stavi cercando prima..” “Emma?!? Si chiama cosi?” dicendo questo tentò di alzarsi agitato piu che mai.. perché non aveva pensato prima che potesse essere il suo nome…ma ancora non riusciva a reggersi, gli faceva male ancora tutto, sentiva che non poteva ancora esporsi al sole “hai altra acqua li?” “si certo, portate gli altri secchi, sembri un pesciolino sai?” cosi dicendo i nani lasciarono i secchi accanto a lui ridendo, lui non ci fece caso, in fondo si sentiva un pesce fuor d’acqua davvero, ne prese uno alla volta e se li rovesciò addosso, più acqua si rovesciava e piu riprendeva vigore, finalmente sentiva di potersi alzare… “portami da Emma, devo vederla, devo sapere se è lei colei che mi ha salvato dalla morte tempo fa” “ma cosa dice? Come può non ricordare Emma Swan.. amico l’hai inseguita per due anni.. non ho mai visto un pirata piu testardo, tenace e paziente di te…sono due anni che cerchi di conquistarla.. anche se… sappiamo tutti che dovreste stare insieme… che anche lei ti ama… beh si …” poi Leroy chiuse la becco guardando Ruby alterata fissarlo…. “amico, io non ricordo nulla, perdonami, non so cosa mi sia successo ma non ricordo assolutamente nulla della mia vita, ricordo solo il colore degli occhi della persona che mi ha salvato, e da come parlate sembrerebbe essere questa ragazza, e spero che mi aiuti.. ero un pirata?” “allora sei veramente tornato dal regno dei morti…” “no vivo negli Abissi.. ” “ragazzi basta con le domande iniziate a cercare Emma e in fretta mobilitate tutti, Killian quanto tempo hai? Prima hai detto che non hai molto tempo” “credo fino al tramonto.. ma non ne sono tanto sicuro, Ruby tesoro, grazie” Lei lo guardò dritto dentro gli occhi.. avrà dimenticato pure tutto ma il suo sguardo non era cambiato dall’ultima volta che lo aveva incrociato, i suoi zaffiri erano splendenti e vivi come sempre.
 
 
 
***
 
 
Emma e tutti gli altri erano alla spiaggia, ma di Killian nessuna traccia.. fino a quando MaryMargaret non disse “guardate ci sono delle impronte e non sono le nostre.. vanno verso storybrooke e sono di al massimo 3 ore fa”
“bene, direi che è una pista, seguiamola” disse David dando un’abbraccio ad Emma “vedrai piccola che lo troveremo, abbi fede” Emma annuì silenziosamente.
Con  la coda tra le gambe, storditi  dal non averlo trovato iniziarono ad incamminarsi verso il centro della città fino a quando Henry non disse “ma se fossimo arrivati troppo presto? Se non fosse oggi?”
“Henry ha ragione, forse non è oggi,  ma per l’orario se vedete i raggi del sole del disegno, direi che siamo arrivati tardi” disse Mary margaret tirando fuori il foglio con l’acquarello del libro.
“Risaliamo verso la città, poi vedremo che fare.. “ annuirono su quel che Emma aveva deciso di fare, e continuarono ad incamminarsi.
 
 
 
***
 
 
 
Emma dannazione rispondi! Ruby stava facendo squillare il cellulare di Emma da piu di quaranta minuti.. aveva il suo amore davanti a lei.. scalpitante peggio di un cavallo imbestialito, che voleva uscire dal locale e cercarla da solo, nonostante le avesse detto che la temperatura esterna ed il sole lo avrebbero presto debilitato..
Ad un certo punto Killian iniziò a diventare più pallido se possibile “ che ti succede? Ti serve acqua?” chiese Ruby preoccupata e con il telefono sempre in mano per richiamare Emma di continuo. “no, il dolore al cuore è peggiorato..” disse indicando il petto.. la ragazza iniziò ad agitarsi, passeggiava su e giù per il locale.. lo guardava, voleva toccarlo per confortarlo.. “posso aiutarti, posso fare qualcosa per alleviarti il dolore?” “Vedrai che la troveremo presto, Leroy è andato a cercarla con gli altri nani” intervenne Granny porgendo al ragazzo un altro bicchiere d’acqua “bevi pesciolino, se la salvatrice ti trova malconcio poi se la prende con il locale” disse scherzosamente la vecchietta. Killian accennò un sorriso nonostante il dolore al petto, questo posto era bello, strano ma bello.. forse gli sarebbe piaciuto vivere qui..se solo riuscisse a trovare lei..”Ruby.. voglio uscire…” “ io… io la sto chiamando al cellulare.. quanto tempo abbiamo, è per questo che stai male? Per questo voi uscire anche se fa troppo caldo per te?” “Ehi, Ehi, calma dolcezza, ho capito” disse con la voce leggermente roca, si sentiva male.. sempre di più.. ma voleva resistere…”fino al tramonto..  il dolore al petto lo avevo anche prima di arrivare in superficie, solo che adesso è più forte.. e lo sta diventando sempre piu..” quasi non riusciva a parlare, stava serrando la mascella, aveva lo sguardo fisso ed atterrito… maledizione Emma rispondimi! Pensò Ruby.
 
 
 
***
 
 
 
“DAVID!!!! DAVID!!!!! “urlò Leroy che aveva raggiunto i confini di storybrooke verso il mare “Leroy che succede? Perché stai correndo?” il nano riprese fiato un attimo “dove diavolo siete stati per tutto questo tempo???? E senza cellulare tutti! Per la miseria non viviamo nella foresta incantata portatevi questi aggeggi!!! Principessa il tuo pirata…”
Emma sgranò gli occhi.. allora era tornato!! “dove, dove è Killian!!!!????”
Cercando di respirare Leroy continuò “…..da Granny, ma non è come credi” Regina che fino a quel momento preferì non intervenire gli chiese “che intendi? “
“non sta bene.. dice che ha tempo fino al tramonto, è bianco pallido, dice che proviene dagli Abissi e…”
“che altro Leroy che altro??” “mi dispiace piccola ma ha perso la memoria, non ricorda nemmeno il tuo nome..”
 









angolo dell'autrice: buonasera a tutti.. non so come andranno le cose veramente, perchè ho qualcosa come 3 finali diversi... e sto cercando la soluzione migliore... vediamo cosa riesco a combinare... questa settimana forse non riuscirò ad aggiornare presto..  spero questo capitolo vi sia piaciuto e che non mi molliate proprio ora che ho biosgno di voi per decidere!
:-)
un abbraccio a tutti e grazie per farmi sapere cosa ne pensate
E.

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Capitolo 10
*** e se si sbagliasse... ***





Killian era in città, Killian era vivo, dopo quasi cinque mesi Killian era tornato.. le gambe non mi reggevano piu.. sentivo che stavo scivolando in un baratro buio.. sentivo scorrere via tutte le mie forze, o quelle poche che mi erano rimaste negli ultimi tempi.. credevo mi sarei spenta aspettandolo.. ed invece no, lui è tornato da  me come aveva detto, prima che l’ultima briciola dello stoppino si consumasse definitivamente,non mi ha mai abbandonata.. e adesso è tornato.. Brontolo ha detto qualcosa riguardo alla memoria, ma non riesco nemmeno a pensare alla memoria ora.. voglio solo vedere quel viso perfetto, quella cicatrice adorabile che contraddistingue la sua guancia, le sue labbra voglio vedere, quelle labbra così rosee e calde, ed i suoi mari in tempesta, voglio perdermi nel lago del suo sguardo e svenirci dentro.. ecco quel che voglio fare, poi forse riuscirò a pensare alla memoria.. per ora mi basta sentirlo respirare, vederlo respirare.. e magari la morte sarebbe vederlo sorridermi.
 
Emma assieme ai suoi genitori Henry e gli altri era tornata in città, era ad un passo dalla porta del locale.. ed aveva una gran paura.. “tesoro non perdiamo tempo, apri la porta” disse Mary Margaret.
Non ce la faccio ad aprire, non sono pronta a vederlo.. “io.. ecco.. si..” mise la mano sulla maniglia ed aprì piano. La prima cosa che vide fu Ruby che le si buttò letteralmente tra le braccia “EMMA!!!! Ti ho cercata al cellulare!! Dove eri finita! Ti stavamo cercando, ti stavamo aspettando, lui ti stava cercando.. disperatamente” disse commossa tra le lacrime Ruby indicandole il ragazzo spaesato, diafano e sofferente che era seduto al tavolo poco piu là dietro le sue spalle.
“Prima che vai da lui, non puoi toccarlo, ha detto che non puo’ essere toccato, non si ricorda di nessuno di noi.. ricorda solo i tuoi occhi .. quindi faglieli vedere bene capito? … E ha detto che non ha molto tempo..”
 
Tutte quelle informazioni Emma non le comprese.. era con lo sguardo concentrato sul suo Capitano, sembrava piu giovane, perché sembrava piu giovane? sembrava cosi cadaverico.. ma i suoi occhi, il cielo dipinto nelle sue iridi.. Emma si avvicinò piano.. “Killian..”disse timidamente, quanto gli sembrava irreale, aveva paura di romperlo come un vetro al solo rivolgergli la parola.
Lui con un minuscolo movimento della testa alzò lo sguardo verso la ragazza che lo aveva chiamato, ma non era Ruby, se era possibile  era ancora più bella, mi conosce.. pensò.. poi iniziò a seguire con lo sguardo i suoi contorni, i suoi lineamenti, le sembrava perfetta, aveva dei capelli lunghi che avevano rubato lo splendore del sole riflesso nell’acqua cristallina rivolta alla superficie.. per qualche istante rimase incantato fino a quando sentì il cuore esplodergli dentro, sentì un calore enorme, un dolore acuto e prorompente.. si strinse il petto cercò di non fiatare, e di aspettare che passasse,ma non era facile soffocare quella sensazione.. alzò di nuovo lo sguardo e stavolta si concentrò sul verde che aveva sognato tante e tante notti.. era lei.. lei lo aveva salvato dalla morte, lei aveva intriso il suo cuore di magia bianca, lei poteva salvarlo da questo dolore assurdo, lei.. doveva restare con lei.. ma perché ora quel dolore era cosi forte da fargli annebbiare la vista e non svaniva, finalmente la luce dei suoi sogni era arrivata a salvarlo nuovamente..
 
Killian si accasciò su se stesso stringendosi il petto con le braccia conserte, faceva male, faceva un male tremendo, ma lei era li con lui.. era immobile, non faceva nulla, non si accorgeva del dolore? Non poteva far smettere questo assurdo dolore che lo stava lasciando senza fiato e senza coscienza?
 
“sei tu Emma?” tentò di dire tra una smorfia e l’altra, lei vacillò sembrava completamente paralizzata.. lui era li e lei era nuovamente incapace di mostrare quel che sentiva e anche solo di rispondere affermativamente alla domanda.. per fortuna David la vide in difficoltà ed intervenne, lei lo ringraziò con lo sguardo e si maledisse per aver di nuovo avuto paura.. paura della domanda successiva e paura di confrontarsi con l’uomo della sua vita ammettendo che forse non c’era piu nulla da fare per loro due.
“Killian io sono David, lei è Emma, è scioccata nel vederti vivo.. ora si siederà qui di fronte a te.. e cercheremo tutti di darvi una mano ok?”
“puoi alleviarmi questo dolore al cuore Emma? Non riesco piu a gestirlo, so che sono gli Abissi che lottano con la tua magia, e so che a breve prenderanno il sopravvento.. ma prima che tu arrivassi non stavo cosi male.. puoi aiutarmi per favore?”
 
Chi io? E come ti aiuto? Non so nemmeno cosa posso aver fatto.. io e la magia ancora non ci capiamo bene, la uso istintivamente ma non la capisco… sono stata io a farti male? Killian io.. come posso aiutarti? Ma posso? Ma tu tornerai da me? O dovremo ricominciare da capo? Potrò fidarmi del nuovo te? E tu sarai cosi caparbio da conquistarmi ancora? Forse dovrei lasciar perdere… a te fa male il cuore ora… ma io sento già i graffi delle lame del dolore.. nel non sentirmi piu amata da te.. e non voglio soffrire ancora… non voglio…. Ora scusami ma credo che andrò a schiarirmi le idee…
 
Emma era ancora immobile di fronte a lui, ma aveva spostato una gamba pronta a fuggire.. Ruby l’aveva sentita.. lei aveva sentito la paura di Emma.. di nuovo… “Emma?! Non abbiamo tempo… parlagli” disse strattonando la spalla dell’amica, Killian si accorse del gesto e si accorse di quanto Emma fosse sconvolta “non volevo spaventarti tesoro, cercavo delle risposte.. cercavo te.. ma non ne so il motivo…  ora devo andare” fece per alzarsi ma ricadde seduto dal dolore.. niente non riusciva a muoversi.. ora come ci arrivava in spiaggia per tornare nel suo regno e restarci per sempre? Infondo  non gli dispiaceva tornare a casa da sua madre.. se gli Abissi avessero agito fino in fondo sarebbe tornato il bambino che sua madre perse secoli prima.. e forse era la cosa giusta.. Emma non gli diceva nulla, non gli faceva capire niente e lui non sapeva come fare, non poteva toccarla, non poteva sfiorarle i bellissimi capelli dorati e quelle guance soffici e non poteva contarle le lentiggini.. da loro nessuno aveva le lentiggini.. erano adorabili, e le avrebbe contate con estremo piacere, magari da soli.. magari anche solo sdraiati sulla spiaggia a guardare le stelle o il mare.. Killian si ritrovò i pensieri liberi e sciolti nella fantasia di avere una relazione con quella ragazza.. ma forse era cosi prima.. allora perché lei non diceva nulla che potesse aiutarlo a capire cosa fare? A capire cosa chiedere al suo sovrano per poter restare con lei.. forse non era vero amore.. forse lei non lo amava cosi tanto e lui forse nemmeno la amava..
“devo andare, mi potreste aiutare a tornare in mare?” guardò tutti che guardavano la bionda seduta di fronte a lui, che ancora era rimasta in silenzio “ti aiuto io, ti ci porto io alla spiaggia” disse Regina sperando di smuovere un pochino la situazione, sperando che Emma riprendesse spirito aveva pianto il Capitano per 5 mesi ed ora che era lì non riusciva a dirgli nulla? Regina pensò che non che non l’avrebbe mai capita.
 
 
 
“bene, se sei pronto andiamo” disse Regina in tono autoritario
“si vostra maesta”
“cosa? Come l’hai chiamata?” Emma riuscì a dire solo questo.. era rimasta in silenzio a guardarlo soffrire per la sua magia che lottava con la sua natura, e l’unica cosa che riuscì a chiedergli era come avesse chiamato Regina?  Sei pazza, si disse.
“ha importanza? Ti confesso che credevo fossi diversa, ero cosi sicuro di trovare delle risposte da te.. non voglio che mi tu mi guarisca, ci penserà il mare, la mia natura a riportarmi ad essere quel che dovrei essere.. ma credevo lottassi per il tuo cuore Emma, perché lo sento che c’è qualcosa.. ma hai paura, posso aver perso la memoria ma non ho perso le mie capacità  e riesco a leggerti…” “…come un libro aperto” finì la frase lei quasi turbata dallo sguardo attonito di lui.. l’aveva colpita, forse era riuscito a smuovere quel muro che la ragazza aveva tirato su da quando aveva aperto la porta del locale.. e pensò questo perché per un attimo sentì il dolore meno forte e meno prepotentemente accecante.. piu lei abbassava le difese e più lui si sentiva meglio.. allora erano connessi.. ecco perché… pensò Killian.. non si perse d’animo, la sua ragazza aveva bisogno di una spinta, se avesse aperto il cuore a lui, probabilmente avrebbe ricordato.. sarebbe guarito.. sarebbe rimasto…
Una forte scintilla di malizia balzò negli occhi di Uncino, doveva far in modo da far cadere questo muro.. e l’unico modo era non aspettare altre risposte da lei… né farle domande.. ma tornare in spiaggia.. il sole stava calando e sarebbe dovuto tornare ugualmente anche con la coda fra le gambe, se l’avesse avuta.
 
 
 
***
 
 
Nel frattempo alla spiaggia, il mare si era agitato e dagli Abissi erano Emersi, Helena, il Re degli Abissi e la guardia reale, in attesa del rientro del piccolo principe.
“sta tramontando, a breve non potrà piu tornare indietro, sei pronta a rinunciarvi sorella?”
“e se  volesse tornare con noi? Comunque si, se il suo desiderio è quello di restare qui, lo aiuterò a svincolare il suo dono ed a lasciare che viva la sua vita in queste terre”
“cosa ti ha fatto cambiare idea sorella?
“il pensiero di riavere il mio bambino con me ma con il cuore altrove e di vedere i suoi brillanti occhi azzurri spenti per sempre.. voglio sia felice.. “ disse guardando la luce del sole luccicare sulle increspature del mare, disse a testa china per non far scivolare le lacrime sulle guance ma lasciarle cadere rapide e mescolarsi con l’acqua sottostante.
“lo so, è una scelta difficile la tua, ed io probabilmente non sarei riuscito ad essere cosi onesto con me stesso come te.. ma è la cosa giusta da fare, se vuol restare. “Abbracciò la sorella cercando di farle capire quanto l’ammirasse.
 
 
 
 
***
 
 
 
 
Il sole era ad un palmo dallo sfiorare l’acqua con la sua perfetta circonferenza arancione quando una nuvola viola arrivò sulla spiaggia.
Regina aveva fatto quel che Killian le aveva chiesto, portarlo alla spiaggia, ma lei portò tutti.. compresa quella bambolina della madre di suo figlio che sembrava aver perso la sua capacità di lottare, sembrava aver rinunciato.. e odiava vederla rinunciare quando a non rinunciare era proprio Killian che non ricordava assolutamente nulla, ma era li pronto a lottare per il suo amore.. nulla di nuovo pensò.. il Capitano forse meritava di ricominciare una vita nuova dopotutto.
 
 
Come arrivarono Killian a stento riuscì a sedersi sul bagnasciuga,ma sentire l’acqua circondarlo lo fece sospirare dalla piacevole sensazione di benessere che finalmente stava riaffiorando nel suo corpo, e anche nel suo spirito.. il tramonto si sarebbe affacciato a minuti e sentiva gli Abissi chiamarlo sempre più forte, e sempre più forte sentiva il desidero di corrergli incontro. Alzò lo sguardo e vide sua madre, le sorrise si alzò e le corse incontro.. le era mancata, erano passati solo due giorni… e le era mancata, era cosi felice di riabbracciarla.. quando a metà tragitto si rese conto che il cuore non gli faceva piu male.. che aveva le forze per correre…che Emma avesse abbattuto l’ultimo muro che lo stava straziando?
Si girò verso la spiaggia e la vide in piedi con l’acqua alle ginocchia che lo fissava, il sole toccò la linea dell’orizzonte, e in quel momento esatto un bagliore arancione immerse tutti in una luce opalescente…
 
Killian era tornato negli Abissi, lo avevano avvolto era finito tutto, era tornato ad essere colui che doveva essere…fin da quanto era affogato da piccolo, il sole aveva sigillato il mare, e tutto iniziò per inseguire il richiamo di un messaggero per Helena… lei non riuscì a perdonarsi la leggerezza del messaggero.. che aveva salutato il bambino, sapendo che poteva essere uno di loro.. non era pronto ad attraversare il confine era ancora tropo legato alla madre.. per abbandonarla… per poi ritrovarla.. non lo sapeva.. Helena lo salvò.. ed ora era vivo, ed era tornato negli Abissi, e negli Abissi sarebbe rimasto per sempre.
 
Killian era a metà strada tra Emma e sua madre era fermo immobile con l’acqua alla gola.. e pregava che le onde non lo inghiottissero.. sapeva nuotare? Che ci faceva li? Da solo,  si girò verso la madre..
“mamma..” disse con l’acqua alle labbra..
Helena si avvicinò al bambino e lo prese in braccio, ed Emma guardò sconvolta quel meraviglioso quadro che erano Killian e sua madre.. ancora una volta per la mia stramaledetta paura ho perso, pensò tra sé e sé la salvatrice, sono qui per salvare tutti e non riesco a salvare me stessa.. ho perso il mio unico e vero amore.. ho perso l’uomo che mi ha reso felice senza……   ho perso l’unico che non mi ha mai abbandonato, per paura, per  paura di cosa? Di parlare e dire quel che sento veramente?
 
 
Si fece coraggio e si addentrò nell’acqua sempre piu, sotto gli sguardi degli altri rimasti sulla spiaggia, e scomparve dietro l’alone soffuso della nebbia nata da quel bagliore.. avanzò sotto gli sguardi delle guardie degli Abissi tenute a bada dal Re, fino a raggiungere Helena ed il bambino.
“io.. io mi sono.. mi sono… comportata male.. con  te Killian..” queste parole fecero voltare il cucciolo dai grandi e vividi occhi azzurri.. “mamma!  …mamma la principessa delle  storie del pirata che mi raccontavi! Mamma è lei.. che ci fa qui?”
“amore piccolo, lei è la tua principessa.. è venuta qui per te” disse Helena trattenendo le lacrime a stento.
“per me? Non per me, per il pirata mamma”
“tesoro mio, sei tu il suo pirata, ora non ricordi, ma voi due eravate e dovete stare insieme piccolo mio”
“no, io devo stare con te.. mamma, è con te che voglio stare”
“Killian, io… scusami piccino ma avevo tanta paura di soffrire, cosi tanta paura che ho preferito lasciarti andare.. quando tu non l’avresti e non l’hai  mai fatto.. ti chiedo scusa piccolo” poi rivolta ad Helena con le lacrime già ai confini dei suoi occhi “posso abbracciarlo?” Helena le sorrise.
“si, è piccolo ora e non sa difendersi, puoi stare tranquilla” le tese il bambino verso le braccia e lui istintivamente le cinse il collo con le sue piccole braccia. Lei lo prese in braccio, gli mise una  mano sulla nuca ed istintivamente affondò il viso nell’incavo del collo tra la spalla e la testa carezzandogli i capelli.
“davvero ero il tuo pirata?” Emma alzò la testa da quell’abbraccio stretto ed annuì
Il piccolo si girò verso la madre “mamma, che devo fare?”
“cosa ti dice il cuore Killian?”
“è libero.. non fa male..  voglio stare con te mamma “ ed Emma si sentì mancare, si sentì schiacciare sotto il peso dell’affermazione del bambino che teneva in braccio “ .. ma sento  che lei ha bisogno di me.. … ed io di lei…“ a quelle parole Emma iniziò a piangere “non vuoi che resti con te?” singhiozzava e sorrideva, ma non riusciva a rispondere, Helena riprese Killian in braccio “Principessa, vuoi che il mio bambino resti con te?” chiese lei dolcemente nonostante la malinconica nota nella sua voce tradisse il dolore di perderlo per sempre.
“io amo il tuo bambino, e vorrei tanto che tornasse il mio pirata.. per dirgli tutto quello che non sono riuscita a dirgli fino ad ora.. che lo amo, che ha cambiato totalmente il mio cuore..la mia vita… che ha sempre creduto in me e che per questo non saprò mai…”
Lui le sorrise mettendole dapprima l’indice sulla labbra e poi le mise la mano sulla guancia e lei la ricoprì con la sua “non piangere principessa, vengo con te.. ma non piangere… non devi soffrire, non ti farò soffrire, spero…” disse facendole un cenno con gli occhi, alzando un sopraciglio ed Emma rise.. rise piangendo a quel gesto tanto famigliare.
 
Il Re degli Abissi si avvicinò “ è tempo, il sole è quasi scomparso all’orizzonte, se scomparirà dietro la linea del mare, che renderà irreversibile la scelta, non potrà mai più tornare adulto prima del tempo..e credo che la salvatrice rivoglia il suo amato…” dicendo questo porse ad Helena una collana con una piccola conchiglia appesa, molto simile alla conchiglia che aveva trovato Emma in camera di Killian molto tempo prima “è uguale.. è uguale a questa “ disse tirando fuori la sua conchiglia dalla tasca. Nel vederla Helena guardò suo fratello con stupore “dunque sei tu che mi hai dato modo di salvarlo?” lui annuì “ sei tu che hai fatto in modo che lei mi chiamasse” annuì nuovamente “e la fata?”, lui sorrise e guardò gli occhi svegli e furbi del bambino che facevano capolino da dietro le manine, e lei capì. Lei lo guardò ancora con stupore,prese un respiro per parlare poi chiuse la bocca, ne prese un altro.. e disse  “grazie” era un grazie di secoli, un grazie colmo d’amore…lui la cinse in un abbraccio fraterno, sapeva che era la via giusta.
 
“Emma, principessa.. terrai questa collana sempre al collo, non la toglierai mai.. conterrà il dono di Killian fino a quando sarà il tempo per lui di tornare ad essere chi era prima per te”
Helena diede un bacio sulla fronte del suo bambino “hai deciso mio tesoro, sei sicuro di voler restare qui, con tutti i pericoli che possono esserci per te? Sai che non potremo aiutarti ancora, sai che il tuo cuore nonostante la rinuncia dovrà restare leale..”
“si mamma, ma i suoi occhi.. mi dicono di restare.. sento il suo cuore.. e mi dice di restare… ti voglio bene mamma, e vorrei restare con te… tanto… ma sento che lei non starà bene…e nemmeno io..”
“lo so piccolo, so quel che vuoi dire… bene allora torna da lei” cosi dicendo premette gentilmente la conchiglia prima sulle sue labbra e poi su quelle di Killian. Una luce perlacea ne uscì e si infilò nelle sue spire rendendola bianca splendente con piccole venature dorate.
Mise la collana al collo di Emma “ricorda non toglierla mai, per nessun motivo..quando sarà tornato da te dovrai darla a lui… e ricorderà tutto”
Emma era completamente frastornata.. ma aveva capito che sarebbe tornato da lei.. e questo le bastava per il momento, il bambino intervenne in suo soccorso “me lo ricorderò io per te principessa, non vorrai avermi accanto a te senza ricordi vero?”
 
Il sole stava morendo sulla linea liscia del mare, Killian stava abbracciando ancora una volta la sua mamma e poi si sporse verso la sua principessa.
Emma lo prese in braccio, con flebile sospiro disse”grazie” rivolto ad Helena ed iniziò a tornare indietro. Non si girò mai a guardare indietro, non vide svanire gli Abissi, lui invece era girato verso il mare e con lo sguardo pieno del suo azzurro salutava la sua natura, abbracciando la sua avventura più grande, e molto probabilmente la più bella, sentiva un grande senso di conforto nello stare in braccio ad Emma, probabilmente aveva scelto la strada giusta.
 
 
***
 
 
Emma tornò indietro verso gli altri sulla spiaggia, che non avevano visto niente di tutto quel che era accaduto dentro la nebbia opalescente.
Quando videro Emma tornare indietro si chiesero dove fosse Killian.. e chi fosse quel bambino….ma lei invece di rispondere ed essere triste sembrava essere felice..ma non rispose… aveva il suo piccolo pirata in braccio, lo stava riportando a casa, lo stringeva e gli carezzava la schiena confortandolo per paura che sentisse di aver sbagliato a non restare con sua madre, con la sua gente, ma lei non lo avrebbe lasciato un minuto ed avrebbe atteso ancora tutto il tempo necessario il tempo del mondo, come le diceva lui, affinchè il dono facesse il suo corso e Killian tornasse definitivamente da lei.. ora era pronta ad amarlo apertamente e con tutta se stessa, senza più un’ombra di paura, senza più perdere la speranza, senza più l’angoscia del restare da sola, e anche lo fosse rimasta il suo amore non le avrebbe concesso il lusso di sentirsi abbandonata.
 
Basta muri. Aveva finalmente capito, aveva finalmente aperto il suo cuore
 
In lontananza nel buio del crepuscolo un uomo seduto su un masso vicino agli alberi del bosco circostante la spiaggia era intento a catturare la scena con il suo carboncino.. Helena prima di svanire nel fondale marino lo vide, e gli fece un cenno che lui ricambiò sorridendo…











note dell'autrice: ciao a tutti, eccomi qui di nuovo...allora che ne pensate di questo
capitolo e di questo svolgersi della storia? spero di avervi un po' stupiti veramente..
so che beh... ho azzardato tanto con la fantasia e sicuramente qualcuno avrà riso un po'...
pero' rileggendo la storia... aveva lasciato un po' di indizi riguardo a questo legame
indissolubile... e questo ritorno alla sua natura...
ok sono pronta alle critiche, fatemi sapere che ne pensate
alla prossima e grazie a tutti per seguire questa avventura strampalata.
E.







 

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Capitolo 11
*** e se fosse.... ***







Emma si diresse verso il centro della città  senza aver mai detto una parola da quando era uscita dall’acqua con in braccio quello scricciolo dagli occhi blu.
Nonostante il peso non lo aveva mollato, non lo aveva lasciato nemmeno camminare.. era intimorita rammentava le parole di Liam in quel giorno nel giardino con l’altalena,del suo cuore… e se avesse iniziato a correre? E se si fosse sentito male? L’età di Killian ora le sembrava quella….
David vedendola e per paura che si stancasse troppo si offrì di portarlo ma lei rifiutò, Regina si offrì di trasportarla dove volesse con la magia ma lei si rifiutò ugualmente, doveva camminare.. doveva faticare per non pensare, doveva sentire la fatica per realizzare che erano di nuovo insieme, certo lui per ora non era ancora lui.. e le sembrava cosi assurdo.. ma in fondo era storybrooke… poteva succedere di tutto… anche questo.. avere il vero amore trasformato in bambino... non riusciva a crederci ma era cosi.. ed avrebbe aspettato il suo ritorno anche se non capiva come lui sarebbe potuto tornare il suo Killian, ma gli sorrise speranzosa, strusciando la sua guancia contro la nuca del piccolo sentendo i capelli corti solleticarle la pelle.
 
“principessa vedrai che si sistemerà tutto, difficilmente mamma si sbaglia” disse  il bambino come se avesse potuto sentire i suoi pensieri “lasciami camminare al tuo fianco” “ io.. veramente..no.. va bene cosi, ti tengo, ho paura a lasciarti” “non scapperò mai da te.. “ Era piccolo ma le sembrava proprio lui… poi decise di dirgli tutto.. aveva abbassato il muro nei sui confronti, piccolo o grande che fosse aveva deciso di dirgli tutto.. costi quel che costi, prese un respiro profondo e proseguì “sono un po’ spaventata, per tanto tempo non ti ho avuto accanto, poi ti ho ritrovato ed ora.. ora sei piccolo..”
Killian sorrise, lei potè sentire la sua bocca distendersi in un sorriso strofinarsi sul suo collo facendole il solletico di nuovo. Poi Emma gli chiese “ma tu ricorderai tutto? Tornerai adulto e ricorderai anche adesso?”
“prometto che se ne parleremo non dirò nulla che possa infastidirti..” Emma lo guardò, non poteva credere a quel che aveva visto, quel sorrisino e quello sguardo languido…  il suo modo di fare …era davvero innato..  era davvero un piccolo pirata irriverente.
 
***
 
 
 
Salita in camera da Granny poggiò sul letto il piccolo Killian che si era addormentato, gli mise la coperta sulle gambe fino alle spalle  e si sedette al suo fianco, finalmente voltandosi verso i suoi genitori ed un Henry dubbioso.
“che si fa adesso mamma? È un bambino.. è veramente lui? Non ho piu un probabile patrigno ma un nuovo fratellino?” disse ironico il ragazzino, tra lo spaventato ed il divertito.
“si, è lui....e non lo so cosa accadrà ragazzino…” disse guardandolo e carezzandogli la guancia, ed è bellissimo  pensò  tra sé “non so che si farà, Helena mi ha detto di non togliermi mai questa conchiglia incantata e che quando sarà pronto tornerà ad essere…lui...” Mary Margaret intervenne esternando forse i dubbi di tutti..
“si ma quando? Hai già passato cinque mesi ad aspettarlo ed a soffrire ed ora anche questo? Quando dovrai aspettare ancora” Emma guardò furente la madre.. e poi esplose “è colpa mia se sta cosi! È solo colpa mia.. se avessi.. se mi fossi…. Prima questo pomeriggio… se…. Ora non starebbe cosi!!”  Ora starei facendo l’amore con lui!  Pensò…  ma non poteva dirlo in faccia ad Henry  ”.. è colpa mia.. ora ho capito.. non posso ereggere muri su muri con lui..ogni volta… anche oggi pomeriggio giù al locale l’ho fatto… non dovevo farlo… ed ora pago il mio prezzo.. e aspetto che torni..” intanto potrò coccolarlo come non ho fai fatto prima.
Dicendo questo tornò a posare lo sguardo su quell’angioletto dai capelli scuri come le castagne e la pelle diafana  i bucaneve, che le aveva istintivamente preso un lembo del vestito per tenerlo stretto nel pugno.
 
I suoi genitori si arresero e lei potè finalmente rilassarsi.. uscirono tutti dalla stanza, Henry abbracciò Regina in cerca di conforto.. capiva che forse l’altra sua mamma stava iniziando ad aprire il suo cuore.. e mostrare le sue paure.. ma anche lui aveva bisogno di essere confortato.
David chiuse la porta delicatamente, abbracciò sua moglie, e la baciò sulla tempia sperando che questo potesse aiutarla a rilassarsi.. Emma stava trovando la sua strada.. dovevano lasciarla fare.
 
Emma si alzò togliendo il lembo del vestito dalla manina del piccolo delicatamente per non svegliarlo, iniziò a sistemare la stanza, prese i vestiti e li piegò, prese le carte e le sistemò, trovò il sacchetto con l’anello e le venne in mente la bottiglia dei ricordi.. non voleva nascondergliela, ma era piccolo e per lei quella bottiglia di sabbia al momento era importante era l’unico legame con il suo Killian, quello di cui si era innamorata, per un attimo pensò di metterla dentro l’armadio.. al riparo da quelle piccole manine, poi però  la lasciò dove era, sulla mensola sopra il letto, no, non doveva nascondere nulla al suo piccolo amore.
 
Dopo essersi assicurata di aver leggermente riordinato si sdraiò a fianco al bambino e lo accucciò a lei in un caldo e tenero abbraccio,e finalmente dopo molto tempo riuscì a dormire senza incubi, senza tormenti e senza lacrime.
 
 
***
 
 
La mattina dopo da Granny’s si era radunata tutta la città.. erano tutti incuriositi da questa storia del  Capitano tornato dall’Ade ma bambino..
“è tornato dal regno dei morti ti dico”
“ho sentito benissimo ha detto Abissi”
“ma cosa sono questi Abissi?”
“non lo so, ho sentito qualcosa che ha a che fare con il mare”
“con le sirene?”
“no, che c’entrano le sirene, non vivono nelle profondità degli Abissi”
“e allora questo posto da chi è abitato?”

 
David e MaryMargaret era barricati dentro al locale, erano usciti presto per andare a trovare Emma e il giovane pirata, per starle vicino, ed ascoltavano tutti questi commenti e non sapevano come fare per poter uscire.. o evitare ad Emma tutta questo curiosità che non le avrebbe fatto sicuramente bene..
 
 
 
Quella mattina Emma si svegliò abbracciata al bambino che ancora dormiva profondamente, probabilmente era molto provato dal giorno prima.. .. era cosi piccolo..ma quanto tempo sarebbe rimasto cosi?
 
Si era sempre chiesta di come fosse da bambino.. ed ora era li con lei.. e se gli avesse fatto una foto? Anche lui avrebbe avuto un ricordo “moderno” della sua infanzia.. prese il cellulare e decise di immortalarlo anche se dormiva. Poi si appuntò mentalmente che appena fosse tornato in se stesso adulto avrebbe fatto un servizio fotografico a lui e a loro insieme.. voleva dei ricordi come quella con foto con Neal, non si era dimenticata del suo sguardo dolce ma triste.. anche lui meritava di catturare un loro momento.. lui meritava di sapere che non era l’ombra di un amore reso reale da una foto, lui non era una seconda scelta.. lui era la sua vera e consapevole scelta.
Se fossi vissuta nella foresta incantata l’avrei incontrato ed amato lo stesso? Si chiese, forse si, forse il fato, l’autore o non so chi… forse si.. lui sarebbe rimasto giovane ad aspettarmi..  visto i pensieri affollarsi Emma decise di scendere per un caffè..lui ancora dormiva, decise di lasciare la stanza buia, con la sola luce del bagno accesa, entro pochi minuti sarebbe tornata.. voleva solo un caffè.
 
 
Gli fece una carezza sulla guancia e lui mugugnò qualcosa “sei sveglio piccolo?... vuoi fare colazione?”  lui si girò verso di lei nonostante il buio il cielo dipinto nel suo sguardo era luminoso e le sembrò quasi accecante, le sorrise “ciao principessa, no, ho sonno posso dormire ancora?” “certo che puoi, posso andare a prendere un caffè e poi torno da te? Ti porto qualche dolce?” “ti aspetto qui..” disse ancora con la voce impastata dal sonno gli occhietti sempre piu socchiusi lasciarono a breve spazio ad un grande sbadiglio ed al sonno che si manifestò profondo nel suo respiro velocemente.
 
 
Emma chiuse piano la porta e scese.
 
“mamma, papà? Già qui?” disse prendendo la tazza del caffè caldo che le aveva proposto Granny e sedendosi al tavolo con i suoi genitori.
“Emma ci dispiace tanto..” disse Mary Margaret indicando con lo sguardo fuori dalla porta del locale.
Emma si girò e vide tutte quelle persone  “…sono qui…..” “si sono qui per vederlo piccola,e anche io sono molto curiosa di vedere se anche da bambino è cosi bello.. “ Granny si era intromessa con la scusa di portare un dolce al cioccolato. Effettivamente Emma poteva ben capire la curiosità di tutti… ma aveva anche timore che il piccolo si potesse spaventare.. era bambino e.. i bambini provano emozioni molto forti rispetto agli adulti… poi Granny tornò con un pacchettino “ci sono biscotti caldi, la torta, e un paio di cioccolate calde.. credo che al tuo scricciolo possa piacere come colazione” Emma la guardò a bocca aperta.. davvero le stava offrendo la colazione? E cosa era successo? “io non so come ringraziarti”
“non devi, voglio rivedere quel pirata girarmi in torno, non posso perdere quell’affascinante ragazzo.. che ammicca per chiedermi un bicchiere di rum di prima mattina assieme al caffè” disse lasciando intravedere un piccolo sorriso dietro uno sguardo ammiccante. Emma si disse che d’ora in poi avrebbe dovuto controllare Killian adulto… se faceva breccia nel cuore di Granny figuriamoci tutte le altre ragazze della città…… era troppo bello . Nel sentire l’ affermazione di Granny David cambiò bruscamente posizione delle gambe facendo sobbalzare il tavolo… Capitan Uncino non aveva una buona reputazione da secoli… era un donnaiolo… se pure la nonnina si era persa nei suoi sguardi blu.. non c’era speranza… Emma guardò il padre… che fosse geloso?  Con un sorrisino disse “Allora, posso fare qualcosa per voi o siete solo passati per controllarmi?” “Emma noi volevamo sapere come stavi, tutto qui…. Non credo sia facile per te…” “sto bene, ho dormito bene, mi sento allegra” “si ma…””nessun ma, è tornato, è piccolo, ma è tornato e tornerà da me” dicendo questo bevve il suo caffè e fece per alzarsi “vai già via?”
“l’ho lasciato che dormiva, se poi si spaventasse non vedendomi?” sorrise ai suoi genitori, prese il pacchettino che Granny le aveva preparato e si diresse al retro del locale per salire in camera.
 
I suoi genitori rimasero basiti dalla fretta, la lasciarono fare, era veramente piu allegra.. Emma dal canto suo era dispiaciuta di averli abbandonati cosi su due piedi senza pensarci troppo, ma aveva la scusa di portare la colazione al piccolo pirata per poter scappare da qualsiasi domanda a cui non avrebbe saputo dar risposta… né ai suoi genitori né a tutti i cittadini di Storybrooke parcheggiati di fronte al locale da chissà quanto tempo prima.
 
 
 
In stanza, nel frattempo, il piccolo Killian aprì gli occhi nell’esatto istante in cui la salvatrice chiuse la porta dietro di sé..  scaltro come un pirata.
Si sedette sul letto ed iniziò a guardarsi in torno, era indeciso che scendere dal letto ed accedere la luce.. ma se avesse fatto rumore e lei l’avesse sentito? Mmmm pensava a braccia conserte, aveva poco tempo… Si alzò con fare leggero, misi i piedi nudi sul pavimento e si accorse di avere indosso vestiti troppo grandi per lui… Uff sbuffò… cercando di non inciampare nei pantaloni.. si mise al centro della stanza ed iniziò a perlustrarla con lo sguardo, era tutto in penombra ma poteva vedere bene, si avvicinò allo scrittoio e guardo la sua calligrafia da adulto.. toccò tutti i suoi oggetti come se potesse trarne qualche ricordo o come se potesse aiutarlo a riprendere confidenza con questo mondo.. che non ricorda assolutamente.
 
Aprì l’armadio e rimase affascinato dai vestiti da pirata che probabilmente aveva indossato molto tempo prima, perché aveva anche notato dei vestiti moderni, o come si diceva, come li portava David.. ma quelli da pirata lo attiravano da morire.. preso dalla curiosità infilò le manine in tutte le tasche del panciotto trovandovi la sua collana con la spada ed il teschio.. era pesante, ma bellissima… non si arrabbierà nessuno se la indosso? Pensò in fondo era sua… Ora si sentiva un vero pirata.. forse c’era anche la spada… una vera spada… ma dove… era eccitato al pensiero di essere stato davvero un pirata, e magari anche affascinante.. E questo da dove saltava fuori?  Prese con entrambe le mani il pesante uncino con il fodero… a cosa serviva.. gli venne istintivo di infilarci la mano dentro.. non lo ricordava proprio questo oggetto..  la sinistra.. perché la sinistra? Si chiese.. come lo fece ebbe un sussulto , sentì la scossa percorrere la sua schiena, guardò meravigliato quell’uncino e scrutandolo con attenzione vide un bagliore argenteo illuminare il metallo, da dove veniva quella luce perlacea? Il mio mare… gli venne subito in mente la sua casa, a cui non avrebbe più potuto tornare.. aveva fatto bene a stare con lei e non scegliere la sua mamma? Killian era pieno di dubbi… ma quella piccola luce opalescente lo stava chiamando facendogli poggiare l’uncino sul letto.. ….si arrampicò e si sporse  sullo scaffale dove era la bottiglia con la sabbia bianca che Emma aveva usato per sognarlo fino a pochi giorni prima…
 
Si allungò quanto più potè per prenderla, era cosi bella, la sabbia sembrava quella di casa… ma era in alto… troppo in alto per uno scricciolo come lui… ma sapeva come arrampicarsi.. che pirata sarebbe stato senza un po’ di sana iniziativa….nel cercare qualcosa per afferrarla scivolò sull’uncino che era rotolato ai suoi piedi, perse l’equilibrio e nel cadere diede una botta alla bottiglia  con la mano che cadde con lui a terra e si fece in  pezzi, liberando una nuvola di sabbia argentea che lo avvolse.
Dapprima si sentì soffocare dalla sabbia, poi cercò di respirare con calma, sentiva di averla fatta grossa questa volta.. altro che le grida di rimprovero di sua madre… Era dispiaciuto per Emma, magari ci teneva a quell’oggetto.
 
Quando la nuvola si abbassò decise di cercarne i pezzi e metterli tutti vicini, trovò l’anello.. fece per prenderlo quando si accorse che non aveva più la mano.. allora si guardò l’altra mano e non era più una piccola manina.. si alzò in piedi cercando di non calpestare i vetri della bottiglia rotta.. ed i pantaloni ora gli stavano bene.. iniziò a respirare affannosamente.. era tornato adulto? Di già?  La sabbia aveva fatto la magia? Ma perché?
 
Prese coraggio, aprì la finestra per far entrare un po di luce.. raccolse la sabbia rimasta, ma era veramente un piccolo pugno.. raccolse i vetri e l’anello  poggiò tutto sullo scrittoio.
Finì di tirare su le tapparelle e spalancò le finestre che davano sul il mare…acqua…  doccia gli serviva subito una doccia.. Andò in bagno e bene o male capì come farsi una doccia al volo, doveva vedere la sua pelle pulita.. se era ancora perlacea o se aveva assunto il colorito degli esseri umani… se solo fosse rimasta perlacea… avrebbe dovuto abbandonare Emma per non farle del male… non era il caso di pensarci… e si buttò sotto l’acqua calda.
 
 
Uscì rigenerato cal calore del vapore, si mise un asciugamano in vita, e si mise di fronte allo specchio… teneva gli occhi chiusi.. era nervoso… agitato.. e se non fosse cambiato nulla? Coraggio non sei un codardo, fece un respiro profondo ed aprì gli occhi.. nel guardarsi iniziò a ridere.. a ridere felice… si portò la mano al viso, poi si scompigliò i capelli partendo dagli occhi e salendo sulla fronte fino a raggiungere la nuca, dove si grattò.. si riguardò allo specchio.. per un attimo gli sembrò di aver già fatto una cosa del genere qui di fronte a questo specchio… che stesse ricordando? Era sempre stato cosi bello?
 
Si asciugò, si mise i pantaloni e si affacciò fuori sul terrazzo, il sole riscaldava il suo corpo.. sentiva l’aria calda dell’estate sfiorarlo, era diverso… i suoi occhi si persero nel lontano orizzonte del mare, ora poteva ricominciare una vita.. con lei… grazie madre mia.
 
 
 
***
 
 
 
 
Emma girò la chiave con delicatezza per non far rumore, aprì lentamente ma subito si accorse della luce provenire dalla finestra aperta, era stata via non più di un 30 minuti… forse 45… fa che non si sia fatto male…. Fa che… Nel pensarlo si avvicinò alla finestra come fosse una ladra, in punta dei piedi e trattenendo il fiato…. E lo vide… era poggiato con i gomiti alla ringhiera del terrazzo, era girato verso il mare, e lei poteva solo vedere la sua schiena muscolosa, le sue braccia perfettamente definite.. sapeva bene quanto fosse definito e asciutto il suo fisico ma non lo aveva mai visto cosi intimamente senza lasciare spazio alla fantasia, deglutì a fatica, era paralizzata dalla sua bellezza, da come la leggera brezza stesse soffiando sui suoi capelli e di come il sole rifletteva la luce sulla sua pelle che ora aveva un perfetto colorito… non era più bianca… come prima… Emma non si rese nemmeno conto delle lacrime scenderle le guance.. e del sorriso che occupava tutto il suo viso. In quel momento Killian si tirò su.. si voltò e la vide.. era bellissima, era indescrivibile quel che sentiva per quella ragazza dai capelli di sole…
“Emma…. Io…scusa.. io ho rotto…..” Lei non lo fece parlare.. riuscì a malapena a poggiare il pacchetto per la colazione sullo scrittoio al lato della finestra che gli corse tra le braccia e lo afferrò in un abbraccio cosi forte che entrambi barcollarono per un attimo.
Senza dargli il tempo di replicare, di dire qualsiasi cosa poggiò la  fronte contro la sua e poi lo baciò, un bacio piccolo, dolce, delicato, una leggera carezza sulle labbra morbide e perfette di Killian…
 
Quando aveva desiderato quel momento, di poterlo riabbracciare di poterlo baciare, sentire il suo profumo, sentire i brividi lungo tutto il suo corpo per il semplice contatto e sentire mille e più farfalle inondarle lo stomaco per quel piccolo bacio di consapevolezza… di lui.
 
Lui rimase sbalordito, non si aspettava di essere baciato, era meraviglioso, sentirla premere sul suo corpo, sentire il calore che emanava ed il profumo che aveva, quel piccolo segno, quello sfiorarsi aveva svegliato in lui sensazioni immense, sentiva di volerla sua…..
 
La conchiglia prese ad illuminarsi improvvisamente e lei si staccò subito da lui per togliersi il ciondolo e farglielo indossare, cosi aveva detto Helena.. lui era ancora estasiato dal quel bacio inaspettato tanto che aveva ancora le labbra socchiuse e con un sospiro leggero ma agitato provò a dire qualcosa che non disse mai, nel momento stesso in cui Emma gli mise la conchiglia al collo Killian le cadde tra le braccia svenuto.
 
“Killian! No no Killian non farmi questo, ti prego proprio ora no.. “












note dell'autrice: buonasera a tutti... questa settimana è stata tremenda ma eccomi qui... la storia sta volgendo al termine... ormai, questo capitolo serve al finale sopratutto e spero vi piaccia...
allora ringrazio tutti quelli passati di qui, ma proprio tutti chi legge e chi lascia un commento.. fatemi sapere cosa ne pensate se vi va.
a presto
E.

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Capitolo 12
*** e se fosse.... solo l'inizio ***


 
 
 
 
 
 
“NOOOOOOOOOO!!!”
“ti amo”
“ti troverò ovunque sarai”
“ti auguro una lunga vita allora..”
 
 
“ho baciato Emma”
“è il tuo piu oscuro segreto?”
“è ciò che il bacio ha esposto…..”
 
 
“perché hai paura di trovare un futuro felice qui?”
“fammi indovinare.. con te?”
 
“Killian torna da me!”
 
Torna da me… torna da me… quelle parole gli giravano velocemente nella testa… da chi devo tornare… EMMA!
 
“hai scambiato la tua nave per me?”
 
“ho tutto il tempo del mondo, finchè un altro mostro non mi ucciderà”
 
“Non userai quel maledetto cappello su di lei, combatterò fino alla morte..”
 
 
“sei il mio burattino ora…”
 
 
Il cuore.. il mio cuore… lo sento… c’è.. Emma… Emma ieri sera.. l’ho baciata, no non era ieri sera.. quanto tempo è passato?
Girava tutto… il pavimento non era al suo posto… Emma dove… Emma… Killian si stava riprendendo, Emma sentiva il suo respiro riprendere vigore e piano piano vide i suoi occhi dischiudersi, e fece un sospiro di sollievo.
 
Era svenuto abbracciandola, lei riuscì a mantenere l’equilibrio ma per il peso lentamente si inginocchiò a terra tenendolo ancora abbracciato, e lui era poggiato su di lei.. senza darle cenno di ripresa.
Era una strana posizione, ma paradossalmente le piaceva tenerlo, sostenerlo.. anche se non pensava che fosse questo l’effetto della conchiglia.. stava pregando perché si riprendesse, perché tornasse in sé, il vecchio sé, e perché non voleva più soffrire, poteva sembrare egoistico, ma voleva lasciar esplodere il suo amore per lui.. non riusciva più a tenerlo a freno, non ora che era ad un passo dal riaverlo.
 
Killian aprì gli occhi mostrando quelle iridi azzurre come il cielo e profonde come il mare.. lei lo guardò ed accennò un sorriso. Lui sbattè le palpebre una volta, due volte.. no tre volte incredulo.. era abbracciato ad Emma!
“Swan…” Swan?!? Mi ha chiamata SWAN?!?!?
“Killian ti ricordi? Ricordi tutto? Sei tornato?” “tornato da dove? Emma che succede?” disse tenendosi la tempia, aveva un gran mal di testa, “ho preso una botta? Cosa è successo?” disse cercando di tirarsi in piedi ma barcollò e ricadde, girava veramente tutto, che abbia bevuto un paio di bottiglie? No non ho bevuto.. non si capacitava di tutto quel martellante pulsare nella sua testa.. “Killian, la conchiglia..” al suo collo pendeva la conchiglia di Helena, ancora luminosa, lui la prese in mano e la strinse, ebbe l’impressione di sentire la voce di sua madre.. ma è morta quando ero piccolo… poi la vide di fronte a sé… poi ricordò gli Abissi… piano piano tutto stava tornando a posto, lentamente il mal di testa andava svanendo e l’ombra che ofuscava la luce dei suoi occhi stava scemando per lasciare il posto al suo passato…
 
E lei era lì… lo guardava… aveva capito che stava cercando di rimettere in ordine i pezzi del puzzle, che stava cercando di dare un senso a tutto quello che era accaduto…
 
“Emma io….” “non parlare, come ti senti? Ricordi tutto ora?” “quanto tempo è passato?” “beh… cosa vuoi sapere di preciso perché di tempo ne è passato un bel po…”
“Emma, amore, perdonami… io mi sono lasciato abbindolare dal coccodrillo… io…” “Killian non importa, veramente di quella storia, ne parleremo… forse… non importa” disse sorridendogli e lasciandosi sfuggire una lacrima solitaria. Lui raccolse quella gocciolina con il pollice mentre le carezzava la guancia, poi portò il dito alle sue labbra  ed assaporò quella goccia salata, la sua Emma.. non doveva piangere.. “ ti sei addormentato quella sera, e poi non ti sei svegliato più… e poi sei scomparso come la spuma del mare… Killian, ho pensato fossi morto.. ho pensato di essere di nuovo sola e per sempre questa volta…” lui non resistette nel sentirla cosi e la abbracciò forte, la strinse a se, cercando di trasmetterle tutto l’amore che non le aveva confessato ancora.. e tutto il desiderio che aveva di far funzionare la loro storia, perché ci credeva da morire in loro e perché mai l’avrebbe lasciata sola.. poi un lampo nella mente gli fulminò i dolci pensieri dell’abbraccio per ricordargli tutto quel tempo in cui non poteva far altro che sentirla disperarsi al suo capezzale… “Emma, tesoro, ricordo i giorni che hai passato come me che non potevo parlarti! Ricordo di aver cercato di invocare Trilli, Ti ho vista nel giardino di casa mia… ma come hai fatto? Poi ad un certo punto lasciò scivolare le braccia ai fianchi e lasciò cadere lo stupore dei suoi ricordi nel baratro più grande del dolore che le aveva provocato…”ricordo, quella mattina alla spiaggia…quando mi hai lasciato andare Emma..” Lei che sembrava nuovamente la vecchia se stessa, si scosse dalla sensazione di gelo che l’aveva pietrificata per rassicurarlo, per dimostrargli che non era più cosi timorosa dei suoi sentimenti “Killian quella mattina dovevi andare… non potevo fare altrimenti.. dovevi tornare nel tuo regno per vivere.. ti ho aspettato, e tu sei tornato, tu non mi avresti mai abbandonato.. ma.. tu ricordi qualcosa della casa dello stregone?” “della villa? Cosa dovrei ricordare, tesoro?”
“sono iniziate apparizioni strane da quando tu ti sei addormentato… anche Trilli è comparsa li…”
Killian la guardò con fare circospetto, non ricordava bene tutto quanto, ancora c’erano delle cose che dovevano rimettersi a posto, se provava a farlo sentiva di nuovo quel dolore alla tempia… chiuse gli occhi e sospirò per trovare un attimo di pace, pace dei pensieri, pace del cuore.. Emma lo stava fissando e lui non potè fare ameno di  “basta domande, amore, …basta domande… hai una notte in sospeso con me.. questo lo ricordo bene” disse con quello sguardo, alzando il sopraciglio, lo guardo malandrino di  colui che ha in mente un piano diabolicamente affascinante per non farla più pensare alla tristezza dei mesi precedenti.. “è giorno adesso pero’… dovrai aspettare…” disse lei maliziosa. Lui si alzò e la tirò dentro la stanza e come lei fu dentro lui abbassò le tapparelle..”è buio ora.. che fai mi prendi in giro o non pensi di essere all’altezza?!” “forse sei tu a non essere all’altezza…” disse lei scimmiottando il suo atteggiamento sfrontato e divertito del loro primo bacio, lui la cinse con le braccia, la attirò a se, i loro nasi si sfioravano ora, la loro schiena era inarcuata quel tanto da far aderire perfettamente i loro corpi..  lui indossava solo i pantaloni… “tesoro, puoi poggiare le mani sulle mie spalle, non mordono.. o forse hai paura delle sensazioni che potresti provare?” Lei guardava i suoi occhi, poi guardava le sue labbra, poi tornava agli occhi, erano attimi ma le sembrarono interminabili, era indecisa, se ridere o se soffocare quel sorrisino diabolico con un bacio soffocante….a sua volta.
“allora, amore…” disse Killian dondolandola e carezzandole la schiena… lentamente avanzando verso il letto..” “sei stato male.. sei quasi morto… sei sicuro di farcela?” “è una sfida questa? Sai che non resisto alle sfide…” “no magari vuoi riposarti..” “tesoro, mi credi un vecchietto… o hai paura di quel che potrei..  farti provare ?!” dicendo questo maliziosamente accostò maggiormente il suo bacino su quello di Emma che sentì chiaramente la forza del suo desiderio… premerle sul vestito. Lei poggiò le mani sulle spalle e lo attirò a sé in un bacio profondo, un bacio di amore, di benessere, di mancanza, di desiderio.. un bacio da perdere il respiro e non ritrovare mai piu la forza di staccarsi, un bacio che racchiudeva tutta la frustrazione di mesi.. un bacio all’ultimo respiro.
 
Fu Killian ad interrompere quella connessione perfetta, aveva bisogno d’aria, come faceva Emma a non soffocare? Come faceva a resistere ed a non farsi travolgere da quel calore che lo stava bruciando da dentro il cuore..
“Emma…” Lei le mise l’indice sulle labbra in segno di non parlare, fissandolo nello sguardo languido e perso nel desiderio di averla.. lo stesso desiderio che lei sentiva pervaderle il corpo..
“non dire nulla Capitano…”
“Emma, tesoro, devo.. devo sapere.. perché potrei non essere in grado di fermarmi… “
“baciami e basta” Killian obbedì senza chiedersi se era un si…. Iniziò a baciarla delicatamente sulle labbra, voleva memorizzare ogni singolo centrimento di quelle stupende labbra che lo avevano stregato sull’isola che non c’è. Aveva bisogno di ricordare il suo profumo e se lasciava spazio alla passione sicuramente non avrebbe ricordato perfettamente ogni singolo istante, non voleva rischiare di non ricordare.. doveva memorizzare ogni singolo sospiro della sua Emma che stava cedendo ai soffici baci che le stava lasciando sul collo.. scese sulla clavicola spostando leggermente le spalline del vestito.. prima di scendere ancora verso il suo seno si fermò solo il tempo di alzare lo sguardo ed incontrare il suo meraviglioso verde supplicarlo di non fermarsi… non voleva fermarsi ma.. aveva bisogno di conferme, conferme non della passione che leggeva chiara nei suoi occhi e sulle risposte che aveva dal suo splendido corpo, lui voleva la conferma di poterla amare non per il momento ma per sempre.
“Emma..” Ancora una volta non lo fece parlare, stacco le sue mani dal petto di lui e si sbottonò il corpetto del vestitino, gli prese le mano che aveva ancora sulla schiena e la mise sul suo seno.. e poi gli mise le mani attorno al collo carezzandogli la nuca, buttò la testa indietro guardando divertita il viso del suo uomo che lasciava trasparire passione, desiderio, incredulità, malizia..
Killian ancora una volta non replicò, con la mano la accarezzò attraverso il reggiseno e con la bocca continuò a lasciarle baci dolci e umidi sulla pelle..
Con il respiro accelerato per l’emozione, per l’impazienza.. per l’amore che voleva darle quasi non riusciva a credere di quel che stava accadendo.. passava la mano sotto la coppa del reggiseno spostandola lentamente e baciandole attraverso la stoffa prima un capezzolo e poi l’altro, dalla reazione della sua bellissima donna, non era piu il caso di tergiversare… scostò la mano dal seno e lentamente la fece risalire dal ginocchio verso l’interno coscia, la guardò, si guardarono, continuò a risalire fino a sentirla fremere per averle sfiorato l’intimità attraverso le mutandine.
Non aveva dubbi sul desiderio di lei, il suo corpo non lasciava spazio ad una risposta diversa da quella che immaginava, ma aveva bisogno di una risposta diversa da lei, di sentire la sua voce, non voleva rovinare nulla, voleva la certezza di poterla amare ma anche a sua volta di essere amato e di non essere semplicemente uno svago del momento… non era sicuro.. aveva vinto il suo cuore ed ora era il ragazzo più insicuro del mondo per la grande paura di perderla nel caso sbagliasse anche solo una virgola.. il suo folle amore era esso stesso la sua paura folle di perderla.
 
“Emma ti prego, devo sapere..sento che mi vuoi, che mi desideri, ma ho bisogno di saperlo..” Lei sembrò destarsi da uno stato di estasi mai provato prima, chi era a disturbare quel momento magico che non provava da cosi tanto tempo.. no, che non aveva mai provato!
“Killian, sono qui… io ti voglio…non ti lascerò mai…”
Lui prese un respiro profondo, alzò lo sguardo al soffitto buio della stanza e ripiantò il suo sguardo penetrante sul suo viso, le prese il mento con il pollice e l’indice, le sorrise malizioso e le chiede definitivamente “Emma posso amarti? ” Lei non capì subito perché tutto questo formalismo, nessuno aveva mai usato tanto riguardo nei sui confronti, nemmeno Neal.. con lui si lasciava travolgere dalla passione.. nessuno faceva domande.. accadeva e basta. Killian era tutto un altro mondo.. lui chiedeva, lui si preoccupava, lui non avrebbe mosso un dito se lei gli avesse chiesto di interrompere..  era un’uomo d’altri tempi.. ma forse non era nemmeno quello il motivo di questa formalità.. era un uomo d’onore….si ma…. Lui la amava.. lui la amava dal piu profondo del suo cuore e lei per lui era il tesoro piu prezioso..lui si stava donando a lei.. senza schermi, senza muri, senza nessuna barriera sottile nemmeno come la carta velina, le stava offrendo tutto se stesso e non il suo corpo.. la sua anima.. in questa domanda c’era tutta la sua essenza che le stava dicendo che l’amava e.. ma…anche lei lo amava.. lui meritava di essere amato..
..Negli attimi di questi pensieri, scorse negli occhi del suo Capitano una scintilla di dubbio e paura, non doveva temere..”si Killian, …puoi…” quella nuvola nel suo sguardo scomparve per lasciare subito lo spazio al cielo limpido che sorrideva nei suoi occhi.
La sollevò e la adagiò sul letto… si stese al suo fianco e la baciò. Emma chiuse gli occhi e lui percorse con le sue morbide labbra il suo mento, il suo collo, l’incavo tra i seni.. lei trasalì e si sganciò il reggiseno.. che lui fece scivolare via rendendo anche il solo gesto di abbassarle le spalline terribilmente accattivante e malizioso.
Lei fece per togliersi il vestitino, ma lui la fermò “non avere fretta, lascia che io mi prenda cura di te, abbiamo tempo ed io non voglio perdermi nulla di te”.
 
Emma non era sicura, tutte queste attenzioni la faceva impazzire, sembrava impaziente e timorosa allo stesso tempo.. “cosa non va amore? Perché tremi? ” “Killian io.. non sono..” “dimmi, vuoi che mi fermi?.. tu devi star bene.. questo mi importa....” Nel sentire queste parole smise di dubitare e di tremare, si concentrò sui suoi occhi chiari e gli carezzò una guancia, facendo poi scivolare la mano sul collo, sulla spalla possente, fino a scendere sul suo petto e scendere sempre più giù verso  incavo della muscolatura del fianco all’altezza della cintura dei pantaloni.
Lui guardò dove lei mise la mano, “mi farai impazzire cosi swan” “e tu impazzisci…”  veramente l’aveva detto? Entrambi non credettero alle loro orecchie.. lei fece l’unica cosa che le venne in mente… lo attirò a sé stringendolo forte sulla schiena “non mi lasciare mai Killian, baciami e prendimi”
 
 
Si persero nei loro abbracci caldi e confortevoli, si persero nel calore dei loro corpi nudi, si persero nei loro respiri, nei loro nomi, uno dentro l’altra.. dolci e commoventi, forti ed estenuanti.. così si persero, cosi si trovarono..insieme.
 
 
Lei non voleva lasciarlo andare, aveva avvinghiato le gambe attorno al suo bacino, quella sensazione di soddisfazione, di essere uniti l’uno all’altra.. aveva paura che non sarebbe sopravvissuta al vuoto che avrebbe sentito per quei pochi istanti prima di riprendere il controllo del suo corpo… Lasciò la presa, Killian si sdraiò accanto a lei, la baciò sulla fronte.. si mise sul fianco, le stese il braccio sul petto stringendola a sé o “non ti lascio andare via” lei gli sorrise ma lui aveva già chiuso gli occhi ed il suo respiro irregolare  stava prendendo un ritmo calmo e silenzioso…
 
Come riusciva a dormire? Lei era tutto un fremito e un miscuglio di emozioni, ma forse dopo tutto quel che era accaduto era ancora stanco.. la conchiglia era li, ancora luminosa, forse ancora stava risistemando i suoi ricordi..
 
Lei non riusciva a dormire, lei non riusciva a smettere di pensare…
 
Aveva fatto l’amore con lui.. aveva paura di farlo.. si era spesso domanda come sarebbe stato.. con tutti gli uomini precedenti.. che poi non erano molti.. non era mai stato cosi.. intenso, coinvolgente, tenero, dolce.. non si era mai sentita cosi amata, coccolata e  rispettata… con Neal era stato fantastico.. ma ora poteva dire che nonostante fossero ricordi molto passionali e belli, non erano nulla in confronto a quello appena passato con lui.. lui era cosi con tutte le donne?  Questo pensierò la ingelosì per un istante.. Suo padre le aveva detto che nella foresta incantata Capitan Uncino era ben conosciuto come un donnaiolo incallito… e lui si chiedeva del perché tutte perdessero la testa.. non avrebbe mai ammesso che era un uomo molto affascinante… ma piu che altro… dopo una notte con lui.. nessuna si sarebbe mai rifiutata alle sue richieste..future…e sicuramente nessuna avrebbe tenuto segrete le sue doti amatoriali…. sorrideva divertita… se suo padre avesse saputo… non si sarebbe piu fatto certe domande.. ma non avrebbe mai voluto sapere.. rideva… rideva veramente divertita… ora quell’uomo fantastico era tutto suo, quest’uomo perfetto aveva occhi solo per lei.. quest’amante favoloso non l’ avrebbe lasciata mai… lentamente le si insinuò un piccolo e pauroso pensiero.. sapeva che era un uomo d’onore, che era un uomo fedele.. nonostante cosi bello…. ed era completamente dedito a lei… ma per un attimo… un solo singolo attimo il dubbio che potessero portarglielo via le fece capire cosa si aspettasse lei veramente dal futuro… un futuro con lui… ed una piccola scintilla le illuminò lo sguardo… prima di rilassarsi completamente e scivolare nel sonno.
 
 
 
 
 
 
Era sera ormai.. quando decisero di scendere per mangiare qualcosa oltre alla colazione gentilmente offerta da Granny… giusto Granny… “Killian.. tu sapevi che la nonnina è…” “oooh si tesoro… ma come darle torto?” Niente anche il suo ego sembrava essere tornato rapidamente in ottima forma…
“Scendiamo a mangiare qualcosa?” “non ti basto io amore?” “Capitano.. hai una certa età.. dovresti recuperare un po’ di energie prima di sfidarmi ancora..” “io sfido te amore? “”certo.. ti addormenti..”, “chiami dormire quei pochi minuti che mi sono serviti per essere…. Sai cosa…. Per questo mi dici che sono vecchio? “ , “va bene.. allora sono vecchia io per te.. dopo la quarta ho fame.. fame di cibo..” “come vuoi, ma giusto perché tu sappia.. potevamo continuare…” disse poggiandosi su di lei leggermente.. dandole modo di capir da sola cosa intendesse.. lasciandola senza parole e senza la capacità di poter replicare…
 
 
 
Emma si affacciò al locale… Ruby la vide “Emma.. tutto bene non vi ho visti per tutto il giorno… ….” Si interruppe un attimo e poi ”….Emma.. “ Ruby incrociò le braccia al petto e guardò la salvatrice con aria di rimprovero… ma anche divertita… “ Emma… non dirmi che….”, “ cosa? Dirti cosa?” disse sorridendo da dietro lo sguardo furbetto ma serio…”tu… ragazza.. tu sai di mare…. E c’è una sola persona che ha quest’odore..e sappiamo entrambe…”
“ok, Ruby..si… tutto quello che pensi è successo.. più volte….. c’è gente al locale? “ disse tutto d’un fiato tanto da lasciare l’amica senza parole se non  “stavamo chiudendo.. sono usciti tutti..” “ok posso chiederti un favore? Puoi farci preparare la cena?” sentendo la parola cena Granny si affacciò dalla cucina.. “stellina è tardi.. non potevi scendere prima con il cucciolotto?” in quel momento il cucciolotto in questione si affacciò dalle scale, lasciando Ruby e Granny dapprima basite per poi riprendersi “ma guarda, il mio pirata preferito è tornato.. ti preparo il solito ragazzo? Disse la nonnina sotto lo sguardo stupefatto di Emma e Ruby.. fino a due secondi prima si stava rifiutando di cucinare ed ora invece… “buonasera Granny, non credo di essere ancora pronto per il solito.. mangio quel che mangia Emma“ qui furono in tre a girarsi a guardare sconcertate il Capitano…. “tu, mangeresti un toast al formaggio? Davvero? E da quando?” chiese Emma, lui la guardò non capendo il suo stupore..”cosa ho detto di strano?” “beh Capitano mio, è strano che ti basti un toast… di solito devo farti due bistecche sane.. per non sentir brontolare il tuo stomaco dopo nemmeno un ora…” Emma e Ruby proruppero in una risata nel vedere un certo Captian Uncino imbarazzato.. tanto da aver le orecchie completamente rosse oltre ad aver iniziato a grattarsi la nuca, come tutte le volte che si sentiva al centro dell’attenzione.. o quando doveva dire qualcosa di personale.. “è bello riaverti qui Killian” disse infine Ruby nel mentre li fece accomodare ad un tavolino leggermente appartato, in modo che nessuno potesse vederli da fuori.
 
 
“Davvero mangi un toast?”
“si, non ho voglia di carne.. credo che non riuscirò a mangiarla ancora per un bel po… e poi non vorrai che mi addormenti troppo presto… dopo…” disse facendole l’occhiolino, Emma non potè fare  a meno di arrossire pensando che lui… lui era… beh… quello.
 
Rimasero seduti parecchio, cenarono con calma e chiacchierarono molto sull’accaduto di quei  mesi e del tempo che lei aveva passato da sola.. e di come erano gli Abissi, Emma voleva sapere tutto su questo luogo nuovo che poteva essere raggiunto anche dal mondo senza magia…
 
“Killian, te la senti domani di andare alla villa?”
“si, amore”
“sai che dovrai incontrare tutti… se esci da qui domani mattina… questa mattina c’era tutta la città..”
“sarò pronto alla battaglia solo ad una condizione principessa”
“e quale sarebbe…?”
“che tu ora salga con me.. e mi faccia l’uomo piu felice del mondo permettendomi di amarti più e più volte” dicendo questo bevve un sorso di caffè e si leccò le labbra maliziosamente in attesa di una risposta della sua Swan.
 
 
 
 
 
***
 
 
La mattina dopo cercarono di evitare tutte le strade principali.. ma non riuscirono ad evitare il telefono.. Emma era stata chiamata dai suoi genitori, da Regina, da Henry… stranamente tutti quella mattina vollero parlare con lei.. nonostante il giorno precedente fossero spariti…  quindi rinunciando ad evitarli decise di dar loro appuntamento alla villa.
 
Erano tutti già li… “te la senti? Sicuro?” disse Emma vedendo Killian leggermente teso, “no, tesoro, devo affrontare quel cancello.. e quel salone, se voglio sapere” La villa per lui era stato un doppio problema, la paura smisurata di perdere Emma dentro il cappello.. e l’essere soggiogato da Gold e convinto di morire.. e di far soffrire Emma… di se stesso poco importava.. lui era bloccato sul pensiero di farla soffrire… di non essere all’altezza della fiducia che lei gli stava dando.. si svegliò da questi pensieri solo perché lei gli prese la mano e lo trascinò fuori dal maggiolino.
“andiamo Capitano, non ti lascio” disse stringendogli la mano e facendolo alzare dal sedile.
 
Salutò tutti.. tra abbracci e sorrisi, veramente erano contenti di vederlo?  Entrarono nella villa e si diressero alla piccola biblioteca segreta per mostrargli il suo libro.. se lui aveva un libro tutto suo ora.. probabilmente anche Regina ne avrebbe potuto avere uno.. forse c’era speranza anche per lei…
 
Entrato nella biblioteca Killian ammirò tutti quei libri “sono tutti bianchi?” Henry prese la parola “lo erano, prima che trovassimo il tuo”  si avvicinò allo scaffale e lo prese, Killian non credette ai suoi occhi era un libro su di lui… lui non c’era nel libro delle favole originale di Henry, era parte del libro solo al ballo di Re Mida..  e nemmeno con il suo nome… era una strana sensazione.. toccò la copertina ed ebbe un brivido lungo la schiena, un immagine gli si materializzò nella mente, vide suo padre parlare con sua madre..
Lei era in mare, lei non era morta… era andato a cercarla dunque e lui… lui… si riprese da quel pensiero nel momento stesso in cui Henry tirò via dallo scaffale un altro libro.. che era sicuro di non aver mai visto prima.. era due ripiani piu in alto.. e sul dorso della copertina c’era scritto in bella grafia e in lettere dorate  “K.Jones e E.Swan”.
 
Henry si precipitò alla scrivania e lo aprì  senza dare modo di vedere agli altri cosa fosse scritto sulla copertina, lo aprì fugacemente,  ma non vide nulla.. era completamente bianco.. c’era solo il titolo.. i loro nomi per esteso…
“mamma.. guarda è vuoto” Emma guardò il libro, lei era su un altro libro? Un libro con Killian…
 
Rimasero ore a guardare tutta la biblioteca cercando altri indizi, altri libri sfogliandoli tutti.. dal primo all’ultimo,cercando magari qualche pagina strappata.. qualsiasi cosa.. ma la spiegazione che venne in mente soprattutto a Killian era che il loro destino dovevano scriverlo da soli.. dovevano costruirlo con la loro volontà.. dopo secoli di vendetta e dopo aver capito che per avere il cuore di Emma doveva cambiare… lui per primo aveva capito da tempo che doveva costruirsi ogni singolo giorno di felicità lavorando su se stesso.
 
 
 
Nella piccola baia intanto le onde scivolavano sulla spiaggia bagnandogli i piedi.. era seduto li con i suoi fogli ed il suo carboncino.. quando lei più bella che mai uscì dall’acqua
“ciao Davy”
“ciao Helena”
“ti piace il disegno cara?”
“si molto, è la prima pagina?”
“si tesoro, è la prima pagina, sono sicuro che sarà esattamente cosi”
“ne sono sicura anche io, non ti sbagli mai quando vedi le pagine, una tovaglia a quadri rossi.. sarò cosi? Inizierà qui?”
“no, amore mio, è già iniziato.. la tovaglia è solo la consapevolezza”
“bene” rispose lei con un sorriso
Davy mise un braccio sulle spalle di Helena che nel frattempo si era seduta a fianco a lui, e in questo piccolo gesto di intimità lei si accucciò alla sua spalla”
“mi sei mancato tanto, ma grazie di quel che hai fatto”
“non ho fatto nulla, tranne che creare sofferenza ad un bambino..”
“Davy sai bene che cosi facendo lo abbiamo salvato.. non darti colpe che non hai, vedrai ora sarà felice, noi veglieremo sempre su di lui..”
“e su Liam invece?”
“sai che lui ha avuto una vita diversa, sai che non potevamo interferire.. “
“si, è vero..ma anche lui ha sofferto..”
“lo so Davy, ma…”
L’uomo si girò verso la donna, le diede un bacio sulla fronte
“..si hai ragione, non serve aggiungere altro Helena, veglieremo su nostro Killian….sempre.”
 
 
 
Un paio di mesi dopo…
 
Regina decise di cercare Robin e di riportarlo a storybrooke se Emma e Killian avevano un libro bianco da scrivere probabilmente anche lei non doveva aspettare che qualcuno le scrivesse il liete fine, ma doveva scriverlo lei stessa.. partì lasciando istruzioni precise per rientrare con il suo amato e la sua famiglia.
 
 
Emma chiese a Killian di vedersi alla spiaggia, gli aveva organizzato una piccola sorpresa anche se solitamente era lui a pensare a queste frivolezze romantiche per lei..
Quando arrivò alla spiaggia vide una tovaglia a quadri rossi stesa, con sopra un cestino.. vide lei seduta li ad aspettarlo, era bellissima, aveva un’aria felice e sorrideva tanto.. si sentiva l’uomo piu fortunato del mondo.. il coccodrillo era fuori gioco, almeno per il momento.. lui era vivo ed aveva il suo grande amore ad aspettarlo per un pic-nic in riva al mare…
“ciao tesoro.. tutto questo è per me?”
“ciao Capitano, no non è per te è per noi..”
“a cosa devo l’onore?”
“devo chiederti una cosa molto importante.. ed avvisarti di una ancora piu grande”
Killian era sorpreso.. la faccenda sembrava seria e non seppe cosa dire “quale vuoi sentire per prima?”
“io non saprei amore, mi spaventano entrambe, sembri cosi seria..”
“lo sono, ma sono anche felice.. allora Capitano.. sto cercando casa, pensavo ad una casa vicino al mare.. “
“mi sembra un’ottima scelta” non aggiunse altro.. doveva chiederglielo lei se anche lui era compreso nella nuova casa, non voleva forzare nulla alla sua Swan, lui avrebbe aspettato, anche se stava sperando… e tanto.
“vieni a vivere con me ovviamente.. oh se per te va bene Killian”
Killian smise di trattenere il fiato ed annuì con un enorme sorriso stampato sul viso “… e l’altra cosa?”
 
Emma fece un respiro profondo, e con lo sguardo pieno di adorazione per l’uomo di fronte a lei.. “te la sentiresti.. di badare ad un bambino prossimamente?”
“io cosa? Quale…” non finì la frase, capì… gli si riempirono gli occhi di lacrime.. per la prima volta Emma vide le sue lacrime scendere dai suoi occhi, una scivolò via dalla guancia e bagnò la mano della salvatrice, l’altra si fermò sulla cicatrice indugiò a lungo prima di scendere anch’essa seguita da un’altra e un’altra ancora… Killian era felice, Emma lo vedeva, ma non parlava, erano i suoi occhi a farlo per lui.. sarebbe diventato padre..…
… avrebbe avuto una famiglia tutta sua…
 
“Swan..”disse dopo qualche minuto “sai che ti amo infinitamente…” “si certo” disse lei compiaciuta “… ma credo che amerò qualcun altro piu di te” Emma lo guardò torva per poi sorridergli immediatamente “sciocco pirata.. per un attimo…” lui le mise una mano sul basso ventre “davvero mi stai regalando il mondo Emma?” “si amore mio, si , sarai un papà perfetto”
“certo che lo sarò, non tutti possono vantare di avere Capitan Uncino nell’albero genealogico!”
“Killian!!!”
“grazie” disse tenendo quegli occhi blu cobalto puntanti sui suoi “sarà bellissima come te, ed io sarò gelosissimo..”
“perché una bambina Killian?”
“perché sarà la piu bella principessa pirata mai vista nei libri di favole e nel mondo reale amore, perché sarà nostra figlia”
 
 
 
 
***
 
 
 
 
Nella biblioteca il libro a loro intitolato era aperto sulla scrivania, la lampada da tavolo era accesa, ed alcuni colori erano sparsi sul tavolo… il disegno di Davy  lentamente si impresse sulla prima pagina… erano loro due che su quella tovaglia a quadri rossi stavano abbracciati guardando il tramonto, mentre Killian teneva la mano sulla pancia di Emma.. e proteggeva il loro futuro… il suo tesoro piu immenso… la sua famiglia appena nata.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice:ebbene siamo giunti alla fine.. un po’ mi dispiace.. e un po’ sono contenta.. e un po nervosa perché spero di non aver sbagliato nulla nel finale.. non sono brava su “certi” argomenti.. mi imbarazzano molto.. se devo scriverli e quindi.. chissà… spero di non aver rovinato nulla.. e che vi sia piaciuta…
Ringrazio tutti coloro che sono passati sia solo leggendo che lasciando un commento.
Un mega abbraccio a tutti :)
E.
 
Ps:perdono x gli errori!!
 

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