I ragazzi del glee club di Alby_1994
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo anno ***
Capitolo 2: *** Il Nuovo Glee Club ***
Capitolo 3: *** Complicazioni ***
Capitolo 1
*** Un nuovo anno ***
Capitolo 1
Audizioni
- OHIO, LIMA.
Quel giorno ci sarebbe stati i provini per entrare a far parte dell'ormai prestigioso Glee Club del Mckinley e il professor William Schuester, colui che aveva portato le Nuove Direzioni alla vittoria, proprio l'anno precedente, non vedeva l'ora di poter mettere le mani su altri giovani adolescenti pieni di talento e aggiungere un altro trofeo nella bacheca dell'aula canta. Le audizioni si sarebbero tenute nell'auditorium quello stesso pomeriggio e la lista di partecipanti era già piena. Will intendeva creare un Glee Club forte e compatto, e vincere in onore del suo allievo preferito di sempre, nonchè migliore amico, Finn Hudson. Dopo la sua morte, Will non era stato più lo stesso. Aveva perso qualcosa che aiutava il suo cuore a funzionare in modo perfetto. Inoltre, gli altri membri del Glee Club avevevano preso direzioni differenti e non si incontravano più da qualche mese. Puck sembrava aver messo la testa a posto e adesso studiava per entrare nel corpo di polizia di Lima. Quinn, invece, era stata ammessa all'università di Yale, mentre Mike Chang nella più rinomata accademia di danza di tutta l'America. Anche Mercedes si era allontanata da Lima per andare a fare la corista a Los Angeles. Soltanto Rachel, Kurt e Santana erano rimasti uniti e si erano trasferiti insieme a New York. Rachel e Kurt erano stati ammessi alla NYADA e Santana era stata scritturata da un'agenzia per fare la modella. Will sapeva quanto era stato difficile per i ragazzi affrontare la scomparsa del loro leader, soprattutto Rachel, ma desiderava comunque vederli più spesso e, cosa ancor più importante, vederli uniti. Però era felicissimo per le direzioni intraprese dai ragazzi e augurava a tutti loro il meglio. Almeno aveva con sè ancora Blaine, Sam, Tina, Artie e Brittany. E poi anche Wade "Unique" Adams si erano unito alle Nuove Direzioni e Will gli aveva concesso di entrare ufficialmente nel Glee Club, senza provino, perchè conosceva già l'enorme talento del ragazzo. - Professor Schuester! - esclamò una voce inconfondibile alle spalle del professore che si dirigeva verso l'auditorium. Will si girò e vide Mercedes che gli sorrideva da lontano. - Mercedes! - esclamò il professore, mentre la raggiungeva per poi abbracciarla forte. - Sono così felice di vederti! Come mai sei qui? Mercedes continuò a sorridere, mentre si scioglieva dall'abbraccio. - Ho smesso di fare la corista, perchè la RCA mi ha offerto un contratto discografico per incidere un album di dieci pezzi inediti. - Ma è una notizia straordinaria, Mercedes! - disse Schuester, radioso. - Sono felice per te. - Per ora stanno cercando dei pezzi adatti alla mia voce, ma io gli proposto di essere io stessa autrice dei miei testi. Quindi, mi sono presa un paio di giorni per tornare a Lima e apprendere ogni sfumatura, ogni emozione che soltanto il Glee Club riesce a creare. - Bene, così potrai anche aiutarmi con le audizioni del Glee Club. - Ci può giurare.
- NEW YORK.
Non era facile per Santana vivere con la nana e porcellana nella Grande Mela. La prima era isterica e il secondo, fin troppo gentile. Però doveva ammettere che si trovava bene con loro. Ovviamente, c'erano stati dei malintesi iniziali, ma li avevano risolti facilmente ed ora l'ambiente era molto più tranquillo. Vivevano in un loft, o meglio, una topaia, che pian piano i ragazzi avevano trasformato in un accogliente appartamento. Santana era contenta del lavoro che svolgeva, ma non si sentiva pienamente soddisfatta. Sentiva di essere molto più importante e di poter fare qualcosa nella vita di molto più speciale. Oltretutto, gli mancava la sua dolce Brittany. Non vedeva l'ora di rivederla, ma per qualche motivo aveva paura di tornare a Lima. Dopo la morte di Finn non aveva più rivisto nessuno dei ragazzi del Glee, tranne che Brittany. Si era rotto qualcosa. Il gruppo si era sgretolato a poco a poco. Finn era l'ingranaggio che teneva in moto il Glee Club. Rachel non aveva ancora superato la situazione, anche se cercava in tutti i modi di non farsi vedere triste, però perfino Santana si era accorta che non si era ancora ripresa dalla perdita. Kurt, invece, sembrava aver superato la perdita, anche se una ferita del genere non si rimarginerà mai completamente. - Ehi, oggi ci saranno i provini per i nuovi membri del Glee Club - esclamò Kurt, spostando la tenda che separava la sua stanza da quella di Rachel. - Quanto vorrei esserci. - Quanto sei sentimentale, porcellana - ribattè Santana, annoiata. - Smettila di chiamarmi così! - sbottò Kurt, irritato. - Ah, non strozzarti inutilmente. Piuttosto, dov'è Rachel? - chiese Santana, curiosa. - E' ancora chiusa in bagno - rispose Kurt, uscendo nel salotto. Santana alzò gli occhi al cielo. - Ancora?! Secondo me ha la diarrea. - Ti ho sentito! - urlò Rachel stizzita, dal bagno. - Ops, comunque io sto per andare in agenzia. - Santana si alzò e prese la giacca di pelle che stava sull'attaccapanni e la indossò in tutta fretta, prima di uscire dal portone scorrevole principale. - Ci vediamo stasera.
- OHIO, LIMA.
Marley Rose era al suo secondo anno al McKinley e non era stato per niente facile per lei adattarsi. Però sapeva con certezza cosa voleva fare nella vita. Diventare una cantante. Il suo desiderio più grande era ascoltare la sua voce trasmessa in radio ed era convinta che il Glee Club l'avrebbe aiutata a realizzare il suo sogno. O almeno, questo era quello che diceva sua mamma, che lavora nella mensa della sua stessa scuola e che era costretta continamente ad ignorare i commenti di adolescenti infantili che la prendevano in giro a causa della sua stazza. Era questo, fondamentalmente, il motivo per cui Marley non riusciva ad avere dei veri e propri amici. Marley non voleva stringere amicizia con persone alimentate da puro odio. Ma sapeva che nel Glee Club erano accettata ogni forma di diversità e lei non sarebbe stata giudicata come la figlia della "grassone della mensa". Il suo unico sollievo in quei 365 giorni trascorsi era stato Ryder Lynn, il suo unico primo ed amico al McKinley. Era stato grazie a lui che era riuscita a non farsi opprimere dall'ambiente circostante. I due ragazzi erano divenuti amici fin da subito e la loro amicizia era cresciuta a dismisura. Difatti, Marley era addirittura convinto Ryder a presentersi insieme a lei per l'audizione, nonostante il ragazzo non nutrisse il desiderio di far parte a un progetto come quello del Glee Club. Marley sperava tanto di entrare iniseme a Ryder nel Glee Club, così da non sentirsi sola in un ambiente nuovo e sconosciuto. - Allora, sei pronta per il gran giorno? - domandò Ryder sgusciando dietro le spalle di Marley, facendola sobbalzare per lo spavento. Marley chiuse il suo armadietto con uno scatto e si girò a guardare Ryder negli occhi. I suoi occhi erano grandi e marroni e in quel momento esprimevano felicità. - Ryder, mi hai spaventata - lo ammonì Marley. - Sono ansiosa, lo sai. I due ragazzi iniziarono a percorrere insieme il corridoio in direzione dell'auditorium. - Ah, tranquilla, ti prenderanno alla prima nota - la rassicurò Ryder, sorridendogli candidamente. - La tua voce è un qualcosa di unico. Marley sorrise timidamente. I complimenti non le dispiacevano affatto, ma la facevano sempre arrossire, quindi cambiò subito argomento per non farsi vedere a disagio, chiedendo: - Tu, invece, cosa canti? Ryder ci pensò un pò sù, prima di rispondere: - Non sono ancora sicuro di volerlo fare, Marley. - Il viso del ragazzo si era incupito in un attimo e Marley si sentì terribilmente in colpa. - Se non te la senti lascia stare. Tranquillo - si affrettò a dire Marley per riparare ciò che aveva commesso involontariamente. La paura di Ryder era: entrare nel glee club e non riuscire a dare il meglio. Il motivo di tanta insicurezza era la dislessia che aveva scoperto di avere proprio l'anno precedente. Marley gli era stata vicino fin da subito, ma il ragazzo aveva comunque paura di non riuscire a memorizzare bene e in fretta i testi delle canzoni. Ryder sospirò profondamente, poi disse: - Canterò! Marley si fermò a guardarlo negli occhi. - Sei sicuro? - chiese. - Non voglio che tu venga solo perchè te l'ho chiesto io. - Lo faccio anche per me, Marley - dichiarò Ryder. Marley sorrise radiosa e abbracciò forte Ryder, poi, insieme, entrarono in auditorium.
- Avanti - disse Will Schuester, che stava seduto su una delle sedie dell'auditorium, con al suo fianco Mercedes. Avevano ascoltato diversi studenti. Molti era davvero stonati, altri invece, erano piuttosto interessanti. Per ora quelli che avevano colpito sia Will che Mercedes, era una ragazza di colore di nome Jane Hayward e due gemelli di nome Mason e Madison McCharty. Una ragazza con un berretto in testa e vestita in modo semplicissimo, uscì da dietro le quinte per raggiungere il centro del palco, dove vi era posizionata un'asta con microfono annesso. - Salve, mi chiamo Marley Rose - si presentò la ragazza. - Ciao, Marley, cosa ci canti? - domandò gentilmente il professor Schuester. - Canto una delle mie canzoni preferite - rispose Marley timidamente. - New york state of mind.
Nota autore: salve a tutti, questa è la prima storia che pubblico e spero vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate ;) |
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Capitolo 2
*** Il Nuovo Glee Club ***
Capitolo 2
Il Nuovo Glee Club
- NEW YORK
Kurt camminava per le strade di New York in direzione della NYADA, quando il suo cellulare squillò. Il ragazzo si apprestò a sflilare l'oggetto dalla tasca. Un sorriso dolce gli increspò le labbra alla vista del nome sullo schermo. - Ehi, Blaine - rispose. - Tutto bene, amore? - Sì, piccolo. Ci sono novità? - Bè, le lezioni alla NYADA sono interessantissime, anche se Cassandra July, l'insegnante di danza, è molto severa. Inoltre, ho conosciuto un sacco di persone nuove. - Ah, sì?! - Sì, ed uno di questi ha una voce veramente forte. Si chiama Elliot Gilbert, anche se si fa chiamare "Starchild" -spiegò Kurt, entusiasta. -Oh... - Adesso devo lasciarti, sono appena arrivato. - Okay...Mi manchi, Kurt - disse Blaine con voce nostalgica. Kurt per un attimo si sentì in colpa. A volte credeva di aver sbagliato a lasciarlo lì, da solo. Avrebbe potuto aspettare il suo ultimo anno a Lima, dopodichè sarebbero partiti insieme per New York. Però, lui aveva insistito tanto. Ci teneva che Kurt realizzasse i propri sogni. - Anche tu mi manchi tanto, amore.
- OHIO, LIMA
Blaine riattaccò e infilò il celllulare in tasca, sospirando profondamente. Kurt gli mancava davvero tanto. Ormai non si vedevano da due settimane e probabilmente sarebbe passato ancora molto, prima che potessero incontrarsi. Il suo unico sollievo era il Glee Club. Tina e Sam, i suoi migliori amici, fungevano da antidepressivi per lui in quel periodo. Per di più, quella giornata non si prospettava per niente divertente, quindi decise di andare in auditorium a vedere le audizioni. Entrato nell'enorme sala vide Mercedes seduta vicino al professor Shuester, intenti ad ascoltare un ragazzo in carne, con gli occhiali dalla montatura scura. La sua voce era soffice e graffiante. Veramente sensazionale. Blaine dedusse che il ragazzo sarebbe stato sicuramente un membro ufficiale del Glee Club. - Grazie Roderick - disse il professor Schuester, che reprimeva a malapena l'entusiasmo. - Sei stato bravissimo. Roderick eseguì un breve inchino e uscì, lasciando il palco vuoto. Fu allora che Blaine si avvicinò a Schuester e Mercedes. - Blaine! - esclamò Mercede, alzandosi dalla poltrona e fiondandosi addosso al ragazzo. Lo stritolò in un abbraccio fortissimo. - Mercedes, che piacere rivederti - replicò Blaine. - Ma che ci fai qui? Mercedes sciolse l'abbraccio e sorrise. - La RCA mi ha offerto un contratto discografico e stanno cercando delle canzoni adatte all'album che vogliamo creare. Blaine sbarrò gli occhi per la bella notizia. - Davvero?! Ma, Mercedes, è fantastico. Finalmente realizzi il tuo sogno. Mercedes alzò gli occhi al cielo in un'espressione estasiata. - Ah, sì - disse. - Mi sembra ancora tutto un sogno. - Te lo meriti, Mercedes - disse Blaine in piena sincerità. - Grazie infinite, Blaine. Il professor Schuester interruppe i due ragazzi. - Ehi, se andiamo avanti di questo passo abbiamo ottime speranze per vincere le Nazionali la seconda volta di fila. - E' vero - avallò Mercedes. - C'è una ragazza con una voce angelica e poi anche due gemelli niente male. - Per non parlare del ragazzo che ha cantato poco fa - riprese il professore, entusiasta. - Ha una voce graffiante che fa venire i brividi.
- NEW YORK
Rachel era uscita poco dopo Kurt. Come al solito, aveva fatto tardi. Fortunatamente, la prima ora di lezione non era quella di danza, altrimenti per lei sarebbero stati guai. Cassandra July la odiava, nel vero senso della parola. Però Rachel riusciva a tenere duro e non mollare, anche se i periodi bui non erano passati del tutto. Ormai non credeva più nell'amore, il che era abbastanza tragico, in quanto aveva soltanto diciannove anni. Le persone gli ripetevano continuamente che aveva una vita davanti a sè, ma lei non riusciva a vedere oltre il suo naso, senza Finn al suo fianco. C'era anche da dire, però, che si era rimessa in sesto abbastanza in fretta, soprattutto grazie a Kurt e Santana che le erano stati vicini per tutto il tempo. Ed ora eccola lì, Rachel Berry, la stella del Glee Club, in procinto di realizzare i propri sogni: laurearsi alla NYADA e percorrere una carriera a Broadway. Sapeva di dover guardare avanti, ma proprio non ci riusciva. Era ancora troppo presto. Rachel arrivò alla NYADA con qualche minuto di ritardo e si fiondò all'interno della struttura in direzione dell'aula di recitazione. All'ora di pranzo le lezioni finirono e Rachel e Kurt andarono a mangiare qualcosa al pub vicino alla scuola. - Blaine mi ha aooena mandato un messaggio, dicendomi che le audizioni vanno alla grande e che ci sono grandi voci - esordì Kurt sedendosi di fronte a Rachel. La ragazza emise un sospire profondamente nostalgico. - Ah, quanto vorrei tornare indietro. Kurt la guardò con rimprovero. - Rachel, non si può vivere di ricordi. Dobbiamo... - Andare avanti, sì lo so - concluse Rachel spazientita. - Ma non è solo quello che intendevo. Kurt guardò l'amica, aggrottando la fronte. - Cosa, allora? Rachel ci mise un pò, prima di rispondere con voce incerta. - Kurt, lì mi sentivo al sicuro. Adesso, invece, sento di essere soltanto una ragazza qualunque che cerca di sfondare in una città in cui tutti ambiscono anche più di me. Non sento più di essere speciale, ecco. Le labbra di Kurt si incresparono in un mezzo sorriso. - Rachel - disse - se siamo qui, una ragione ci sarà. Siamo qui perchè siamo il meglio. Ci ha scelti Carmen Tibideaux. Rachel sorrise all'amico, che come sempre, era riuscito a risollevarle l'umore. - Hai ragione. - E poi, tu sei Rachel Berry, cavolo! - esclamò Kurt. I due ragazzi scoppiarono in una risata fragorosa.
- OHIO,LIMA
Il Glee Club del McKinley era finalmente al completo, per la gioia del professor Schuester. Insieme ai membri originari rimasti, come Blaine, Sam, Artie, Tina e Brittany, erano stati aggiunti altri validi talenti, quali: Marley, Ryder, Wade "Unique" Adams, Jane,Roderick, Mason e Madison. Wade "Unique" Adams, non aveva bisogno di presentazioni. Era la star in assoluto del glee club del liceo Carmel, i vocal adrenaline. Però, sfortunatamente per loro, Unique aveva lasciato il club delle torture per unirsi al club che accetta ogni sorta di diversità. Jane Hayward, invece, era una talentuosa ragazza di colore appena trasferitasi a Lima. Mason e Madison McCarthy erano due gemelli davvero singolari. Si presentavano molto bene, sprattutto fisicamente e avevano entusiasmo da vendere. Ryder Lynn, invece, era un ragazzo apparentemente molto semplice, ma dalla voce dolce e suadente. Ma i veri assi nella manica del nuovo glee club erano due ragazzi: Marley Rose e Roderick Meeks. La prima, una ragazza semplice, di bell'aspetto e con una voce forte e limpida, il secondo, invece, un ragazzo in carne e timido, e con una voce graffiante che riusciva a smuovere delle corde del cuore che raramente riuscivano a essere toccate. E adesso, vederli tutti lì, seduti davanti a lui, Will provava un'emozione indescrivibile. Quei ragazzi gli avevano insegnato molto e lui aveva fatto altrettanto con loro. - Bentornati ai noti membri del glee club e benvenuti a quelli nuovi - esordì il professore, entusiasta, avvicinandosi alla lavagna per scrivere l'argomento della settimana. Scrisse con il pennarello: - CONOSCENZE. - Proprio così - riprese Schuester, girandosi a guardare i ragazzi. - Per questa settimana, vorrei che i vecchi membri cantino una canzone, che per loro rappresenta qualcosa di importante o semplicemente che preferiscono in questo momento ai nuovi membri e viceversa, in modo da iniziare a conoscere i vostri gusti musicali e confrontarvi tutti insieme.
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Capitolo 3
*** Complicazioni ***
Capitolo 3
Complicazioni
- Ohio, Lima
Blaine non era riuscito a trovare una canzone per il compito settimanale a causa dei suoi tormentati pensieri sul suo ragazzo. I due ragazzi non si vedevano da un bel pò, e Blaine sembrava soffrirne di più. Kurt sembreva essere felice dal tono di voce al cellulare e anche quando si vedevano su Skype. Blaine, invece, fingeva di esserlo, ma in realtà non pensava ad altro che alle parole di Kurt di qualche giorno prima su Elliot "Starchild" Gilbert. Ormai, Kurt lo nominava sempre più spesso senza neanche rendersi conto che, così facendo, faceva soffrire terribilmente Blaine. - E' tutto inutile - sbottò il ragazzo, buttando per aria gli spartiti di alcune canzoni che aveva preso in considerazione. - Ehi, che ti prende? - chiese Tina, avvicinandosi al ragazzo. I ragazzi si erano incontrati nel pomeriggio a casa di Blaine per scegliere le canzoni da portare al Glee Club. Tina ci aveva messo pochissimo. Aveva scelto Diamonds di Rihanna, dicendo che quella canzone metteva in luce la diva nascosta che era in lei. Blaine, al contrario, non era riuscito a concludere nulla. E come se non bastasse la sua esibizione era fissata per domani. - Niente - rispose Blaine con voce roca. Si avvicinò al letto e si sedette, le mani strette sulle ginocchia e le nocche bianche. Tina si avvicinò al ragazzo e vi si sedette accanto. - Blaine, cos'hai? - domandò, stringendogli un braccio. - Sai che con me puoi parlare. Avanti, fallo. Blaine guardò Tina con occhi velati di lacrime. - E' per Kurt - borbottò, infine, buttando fuori tutta l'aria che stava inconsapevolmente trattenendo. - Da quando frequenta la NYADA non fa altro che parlare di quanto sia straordinaria l'accademia, New York e i suoi nuovi maledetti amici. Tina aggrottò la fronte, confusa. - Ma...Blaine, dovresti esserne felice. Il tuo ragazzo sta cercando di realizzare i suoi sogni ed è giusto che faccio nuove conoscenze durante il suo viaggio. Blaine assentì fragorosamente, forse fin troppo. - Ed è proprio questo il punto, Tina. Lui sta facendosi un'altra vita, altri amici senza di me, mentre io, invece, resto indietro nell'ombra. - Ma è solo per quest'anno, poi lo raggiugerai a New York - replicò Tina. Blaine volse lo sguardo alla sua migliore amica. - Se saremo ancora fidanzati, certo - mormorò, la voce bassa per la frustrazione. - Che vuoi dire? Sai benissimo che Kurt ti ama alla follia. Calde lacrime iniziarono a rigare il viso del ragazzo copisamente. - Lo pensavo...lo pensavo, davvero, ma nell'ultima settimana non fa altro che parlare di un certo Elliot che ha conosciuto alla NYADA e... - Si fermò, non riuscendo ad articolare altro. Tina lo strinse forte a sè, in un abbraccio che solo una vera amica sapeva regalare. - Oh, Blaine - sussurrò sulla sua spalla - andrà tutto bene, vedrai.
- NEW YORK
- Che significa che non vieni, Rachel? - domandò Kurt, adirato, mentre con la mano destra teneva il cellulare vicino l'orecchio e parlava con la sua migliore amica. - Kurt, devo ripassare i passi della coreografia di danza. Sai benissimo che Cassandra July mi odia a morte, quindi stavolta devo essere perfetta - rispose la voce squillante di Rachel, dall'altra parte del telefono. - E poi, non sarai mica solo. Ci sarà Santana con te. - Ed è proprio quello che mi inqiueta. - Kurt sbirciò fugacemente alle sue spalle per assicurarsi che Elliott stesse ancora seduto al tavolino nell'angolo del locale. Il ragazzo però, lo stava fissando da lontano, così Kurt tornò a voltarsi per non insospettirlo. - Santana mi prenderà in giro tutta la sera. - No, tranquillo, è cambiata ormai. Non è più come prima - replicò Rachel, e dal tono di voce si intuiva perfettamente che anche lei non credeva realmente alle sue parole. - Non dire idiozie - sbottò Kurt. - Kurt, mi dispiace, ma adesso devo staccare. Ci risentiamo. Kurt restò a bocca aperta, guardando lo sfondo del cellulare che indicava: CHIAMATA TERMINATA. Il ragazzo cercò in rubrica il nome di Santana e chiamò. La ragazza rispose al secondo squillo. - Ciao, porcellana. Kurt ignorò il vezzeggiativo. - Dove sei? - Sono ancora al lavoro, mi dispiace non poter venire al pub. - Oh, no. Anche Rachel non viene. - Come mai? - chiese Santana, curiosa di sapere. - Appuntamento con qualcuno? Magari - disse Kurt sinceramente. - Sarei stato contento se mi avesse scaricato per quello. Invece, non viene perchè deve rivedere alcuni passi di danza. Assurdo! - Kurt - la voce di Santana divenne improvvisamente seria - sai che dobbiamo fare qualcosa per riparare questa situazione, vero? Kurt sospirò profondamente. - Sì, lo so. Rachel era diventata qualcosa di simile a una suora in quel periodo. Non usciva e non parlava con nessuno. Solo con loro due lo faceva e in quei momenti fingeva anche di non essere triste, anche se con scarsi risultati. - Kurt, ora devo andare, ma domani dobbiamo parlare seriamente su come risolvere la situazione di Rachel - disse, infine, Santana congedandosi dalla telefonata. Kurt infilò il cellulare in tasca, si fece coraggio e si incamminò verso il tavolo di Elliott. Si sedette di fronte al ragazzo dagli occhi di ghiaccio e incrociò le dita sul tavolino per non far trasparire il nervosismo che provava in quel preciso istante. - Allora?! Dove sono i tuoi amici? - domandò Elliott con un mezzo sorriso stampato sul viso liscio e dannatamente bello. Indossava una maglietta di pelle nera super aderente stracciata in alcune parti del petto e dell'addome, un jeans stracciato e una giacca di pelle altrettanto nera. Kurt, invece, aveva optato per qualcosa di più sobrio: camicia bianca, jeans e giacca nera. Effettivamente, la presenza di Elliott era abbastanza stramba in quel locale, ma lui non sembrava curarsene minimamente. Però, Kurt temeva ben altro che il vestiario del ragazzo. In quei giorni Kurt aveva legato davvero tanto con Elliot e questo un pò lo preoccupava perchè il loro rapporto stava andando oltre l'amicizia. Kurt iniziava a sentire il ragazzo sempre più vicino a lui e lo capiva attraverso i piccoli gesti e le carinerie del ragazzo dall'indole rock. Comunque sia, Kurt era certo di amare solo e soltanto Blaine, però...diciamo che Elliot lo stava mettendo a dura prova. - Bè...ecco, non vengono perchè... - iniziò Kurt. - Non m'importa - mormorò Elliott con voce bassa e suadente. - Desideravo passare una serata insieme, da soli - continuò, poggiando la sua mano bianca ed affusolata sulle mani incrociate di Kurt. |
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