Resident Evil: The Adventure Of A Little Miss

di Sherry_Birkin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sembrava un giorno come un altro ***
Capitolo 2: *** Non era solo un brutto scherzo ***
Capitolo 3: *** Il primo incontro con Claire ***
Capitolo 4: *** Il coraggio di star sola,il bisogno di qualcuno ***
Capitolo 5: *** L'inizo della fuga ***
Capitolo 6: *** Gli inconvenienti del cammino ***
Capitolo 7: *** Non è la fine,è solo l'inizio ***
Capitolo 8: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Sembrava un giorno come un altro ***


La sveglia suonò rigorosamente come tutte le mattine alle 7,spezzando il mio sonno.Non ricordo cosa stessi sognando,ma ricordo di aver pensato "Altri cinque minuti e mi alzo."La luce del sole filtrava attraverso le fessure della persiana della finestra,illuminando leggermente la stanza,nonostante quella luce,riuscivo a dormire ancora restando dov'ero,quei cinque minuti divennero 10 e poi 20,quando infine decisi di scendere dal letto.Anche quel giorno,come quasi tutte le mattine,mi ero preparata la colazione da sola,i miei non erano sempre presenti,a causa del loro lavoro che gli toglieva molto tempo,specie quello da passare con me.Mi infilai la divisa alla marinara della scuola,mi piaceva ricordava quelle giapponesi di quel tempo,mi spazzolai i capelli biondi a caschetto e scelsi di mettere un fermaglio rosso,guardandomi allo specchio con i miei occhioni color cielo,pensai che mi donasse.Uscendo di casa,chiusi la porta a chiave e mi incamminai velocemente perchè ero in ritardo,verso la mia scuola la "East Raccoon Elementary School",che non distava molto da casa,difatti ero solita andarci e tornare sempre a piedi,quando i miei genitori non potevano accompagnarmi,cioè quasi sempre.Arrivai che il custode stava per chiudere il cancello,"Aspettate vi prego!" ricordo di aver gridato con più enfasi di quanto fosse necessario."Buongiorno piccola Sherry! Siamo un pò in ritardo? Presto, su,entra pure!" mi fece Gordon,il signore che lavorava lì.Era sempre gentile con me,in realtà lo era con tutti i ragazzini,sentivo che era buono e mi ispirava fiducia,mi stava davvero simpatico anche perchè era divertente."Grazie Gordon" bisbigliai entrando di corsa e fiondandomi,dopo aver attraversato i corridoi,nella mia classe.L'insegnante faceva l'appello e quando entrai mi ammonì "Birkin,ti ho già chiamata,è l'ora di presentarsi a scuola?!"..."Mi dispiace,signora maestra....io...non.." dissi bloccandomi e in evidente imbarazzo mi sentii avvampare."Forza,vai pure al tuo posto"mi disse infine ed io rossa in viso,evitando gli sguardi dei miei compagni,con il capo calato,così feci.La lezione era noiosa,durante la spiegazione la maestra divagò chiedendoci che lavoro facessero i nostri genitori e quale avremmo voluto fare noi da grandi."Il mio papà è un poliziotto" disse un bambino "Ed io da grande voglio diventare proprio come lui,per aiutare il mondo"..."E tu Sherry?? Che lavoro fanno i tuoi e quale vorresti fare da grande?"chiese la maestra.Ci misi un pò a prendere la parola,la mia timidezza,mi faceva parlare a rilento a volte..."Io.." mormorai..."Alza la voce,vogliamo ascoltarti" disse gentilmente lei."Io..non lo so da grande cosa voglio fare" risposi con un tono più alto,"Ma so che sicuramente non voglio fare un lavoro che mi faccia stare lontano dalla mia famiglia,abbandonandola",pensando a quanto mi fossi sentita sola molto spesso.La maestra e gli altri dinanzi quelle parole rimasero in silenzio,lei stava come pensando con le mani giunte e la fronte leggermente corrucciata. Capii che stava per chiedermi qualcos'altro,ma poi la campanella suonò e lei cambiando espressione,disse "Bene ragazzi,è ora della ricreazione".Uscii nel cortile della scuola e stavo mangiando la mia merenda in disparte,quando sentii vibrare il cellulare dalla tasca dell'uniforme."Pronto?"..."Sherry!!" esclamò la voce dall'altro lato del telefono."Mamma? Cosa c'è? Qualcosa non va?" chiesi preoccupata,per l'altrettanta paura che avevo avvertito nel suo pronunciare il mio nome."No,tesoro...è che..." disse incerta,poi cambiando di nuovo tono,continuò,"Ascolta: devi andare a casa immediatamente,è successo un incidente e..."..."Che incidente?!" chiesi io quasi allarmata a quel punto."Non posso darti spiegazioni ora,amore va a casa ti prego,è troppo pericoloso restare per strada ancora,ti dirò tutto più tardi! Ma ora vai! Me lo prometti?!".Non capivo il perchè di tanta esagerazione,cosa mai sarebbe potuto accadere,da non permettermi di rimanere a scuola o per giunta stare fuori casa? Che qualche mostro si aggirasse per la città? Pensai tra me e me ironica.Tuttavia non le feci presente i mie dubbi,perchè più parlava più percepivo l'angoscia dalla sua voce."Ok mamma,te lo prometto!" le risposi incredula e senza aggiungere altro e passando il telefono alla maestra,ebbi il permesso di andare a casa.Allora non sapevo spiegarmi bene il motivo,probabilmente sarà stata l'agitazione di mia madre a influenzarmi,ma corsi per tutto il tragitto.Giunta a casa,accesi la tv e sintonizzai sul canale dei cartoni: almeno mi sarei distratta un pò.Dopo qualche ora il cellulare squillò di nuovo e io risposi."Sherry! disse nuovamente mia madre; mi sembrò di rivivere le stesse sensazioni di poche ore prima già dall'udire come pronunciasse il mio nome,quasi si meravigliasse di ascoltare la mia voce.Ci fu silenzio,"Pronto mamma,ci sei?"..."Si...oh grazie al cielo Sherry stai bene,sei a casa?"..."Si che sto bene,perchè non dovrei?" le risposi perplessa."Tesoro ora non ho il tempo necessario per dirti cosa sia successo,ma per l'amor di dio,fa quello che ti dirò,intesi?".Questa volta restai io in silenzio per pochi attimi,prima di rispondere un timido "si"."Devi andare alla stazione di polizia,sai che è vicino casa,ci arriverai in poco tempo.."..."Mamma che sta succedendo?!" ora la mia voce tremava."Cristo!..." pensò ad alta voce lei "Sherry una volta lì,restaci! Ti ritelefonerò più tardi! Perdonami se non ti dico altro...ma...".." va bene mamma...andrò alla stazione.." dissi con gli occhi lucidi."Un'ultima cosa: porta con te il medaglione che ti piace tanto va bene? Ti proteggerà stai tranquilla,ora devo andare...scusami amore..." la telefonata si interruppe,proprio mentre lei sembrava singhiozzare."Da cosa dovrà proteggermi?! Mamma?! Pronto??! Pronto??!!".Lasciai il cellulare cadere dalla mia mano a terra,con gli occhi persi nel vuoto: non sapevo cosa stesse turbando tanto mia madre,ma capii che doveva essere qualcosa di molto serio,così decisi di non insistere nel richiamarla per farle altre domande.Corsi in camera mia,presi il mio medaglione dorato e lo indossai,uscii di casa e mi accorsi di avere il fiato corto,corsi lungo le strade e mi meravigliai di quante poche fossero le macchine e le persone in circolazione,di solito la città era molto più trafficata.Finalmente arrivai a destinazione: ero di fronte il cancello del palazzo della stazione di polizia e pensai che fortunatamente ora niente sarebbe potuto accadermi e mia madre ne sarebbe stata felice e sarebbe potuta essere serena,non sapendo che mi sbagliavo di grosso e che da lì a poco,mi sarei dovuta ricredere.

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Capitolo 2
*** Non era solo un brutto scherzo ***


Avevo varcato il cancello che mi espose al cortile della stazione di polizia e mi sembrò strano non scorgere nessuno "Dove sono finiti tutti,oggi?" cominciai a pensare con un pò di inquietudine.Stavo attraversando il piccolo cortile,quando notai un cane rannicchiato che dormiva.Non mi avvicinai,anche perchè avevo sempre avuto timore dei cani randagi e proseguendo oltre.Proprio mentre passavo oltre il punto in cui si trovava,lo vidi rizzare l'unico orecchio che aveva e alzarsi di scatto: mi bloccai un attimo e lo fissai,mentre lui faceva lo stesso.Il cane però era strano: a parte la mancanza di un orecchio,aveva del sangue che gli colava dalla bocca,la carne decadente.Ricordo perfettamente il modo raccapricciante con cui mi fissava attraverso gli occhi vitrei e come subito avesse iniziato a ringhiare,era sicuramente lo spettacolo più orribile a cui avessi mai assistito.D'istinto cominciai a correre non riuscendo a non emettere grida,il cane invece prese a inseguirmi,abbaiando minaccioso.Per mia grande fortuna,il portone dell'edificio era a pochi passi: lo aprii velocemente e lo richiusi pesantemente senza voltarmi indietro,mentre udii il tonfo con cui la "bestia" era sbattuta contro di esso,continuando a sbraitare.Mi allontanai dalla porta,quasi pensassi che l'avrebbe sfondata e pensando che sicuramente quel mostro di cane,mi avrebbe continuato a inseguire nei peggiori incubi di notte.Ero totalmente terrorizzata,respiravo affannosamente,avevo portato le mani al petto e con una di esse ascoltai il mio cuore che batteva in modo veloce e all'impazzata,poi guardandomi intorno e capendo di essere ormai al sicuro,feci alcuni profondi respiri e mi resi conto che il battito stava ritornando regolare.Scrutai meglio l'ambiente: vi era un'immenso atrio,oltre gli scalini su cui mi trovavo,al centro della Hall,raffigurato a terra invece,un grosso stemma della polizia della città "Raccon Police" c'era scritto all'interno; più in avanti notai una specie di monumento con una grossa statua di una donna dall'aspetto di una dea,per ciò che emanava la scultura e la lunga veste,con in mano un grosso vaso.Per quanto fosse d'ornamento non ne trassi particolarmente piacere,anzi quella grossa statua mi incuteva paura; guardai in alto e vidi il balcone del piano superiore che dava sulla Hall appunto,contornare l'intero ambiente.Mi decisi a scendere definitivamente gli scalini,e mi recai al bancone della reception,anche qui come avevo presunto fin dall'inizio entrando lì,non avendo udito rumori,non c'era nessuno: rimasi delusa.Per un attimo mi sfiorò il pensiero che fosse uno scherzo di cattivo gusto,insomma possibile che quel giorno non incontrassi nessuno?.Rimasi alcuni secondi immobile,appoggiata al banco.Sentivo il panico all'altezza dello stomaco,per quanto mi sforzassi di sdrammatizzare,capivo però che qualcosa non quadrasse davvero in tutto ciò.Mi mancavano i miei genitori,in quel momento avrei voluto che fossero con me,perchè...perchè semplicemente non c'erano mai stati e io ne avevo continuo bisogno.Mia madre aveva parlato di un incidente ma non aveva voluto dirmi di cosa si trattasse,lasciandomi nel dubbio e una sensazione amara.Decisi che era l'ora di chiamarla: aveva detto ci saremmo risentite,perchè non mi richiamava? Avrei voluto raccontarle di quel cane terrificante,fuori dal dipartimento,che mi aveva spaventata a morte,ma quando il cellulare squillò a vuoto,ad un certo punto la linea telefonica cadde.Niente,nessuna risposta...che stesse arrivando anche lei qui? o che le fosse successo qualcosa di brutto?!Scacciai quell'ipotesi subito dalla mente,non era nemmeno lontanamente accettabile,ma non potetti fare a meno di sentire le lacrime agli occhi e lottai con me stessa affinchè non mi rigassero il viso,mi sentii sprofondare in un sentimento ancor più forte di solitudine,quello che fin da piccina,mi accompagnava.Guardai le porte che c'erano nell'atrio e fiduciosa pensai che probabilmente non ero l'unica a stare lì,che qualcuno in realtà ci fosse all'interno e decisi di cominciare la mia ricerca da una porta a due ante sulla destra.Percorsi una stanza e poi mi ritrovai in un corridoio,le pareti di questo erano imbrattate di una sostanza rossa,che inconfondibilmente doveva essere sangue,a quella vista spalancai gli occhi,se era tutto uno scherzo,ci avevano preso gusto davvero in modo sgradevole.Svoltai a destra e percorsi un altro corridoio,qui i muri sul lato sinistro erano ricoperti di assi di legno saldate l'una sull'altra a coprire i grossi buchi presenti.Pensai di proseguire,ma mentre camminavo lentamente qualcosa,seguita da un lamento acuto,fuoriuscì tra le fessure delle asse di legno: era un braccio che mi afferrò per le spalle,bloccandomi,"Ahi!" gridai scossa,in preda al terrore,agitandomi per svincolarmi da quella morsa,finchè non ci riuscii e correndo via dritto verso la prima porta che mi ritrovai difronte.Se il mio cuore aveva retto a quello spavento,probabilmente non avrei mai più avuto rischio di infarto.Cominciai a sudare questa volta e mi sentii mancare l'aria.Appoggiando le mie mani sulle ginocchia ripresi fiato,pensai che forse stessi sognando,eppure la mamma aveva detto che quello sarebbe stato un posto sicuro,anche se non sapevo cosa stesse accadendo fuori.Mi portai istintivamente le mani al collo sul medaglione e lo strinsi forte come se quell'oggetto potesse essermi davvero di fortuna e darmi la forza per andare avanti: d'altronde era un regalo dei miei genitori e io lo indossavo spesso,perchè era come se loro fossero sempre con me anche quando non lo erano fisicamente,come in quel momento.

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Capitolo 3
*** Il primo incontro con Claire ***


Passato il tempo per riprendermi dal nuovo spavento,salii una scalinata e arrivai attraverso un corridoio,in una stanza con ancora delle statue che a me mettevano inquietudine.Ve ne era in particolare,una al centro su di un piedistallo: era un mezzo busto di una specie di dio greco dalle orecchie appuntite,con un braccio destro mozzato,mentre quello sinistro era rivolto verso l'alto e la mano aveva incastonata all'interno qualcosa che emanava un luccichio rosso.Mi accorsi di una targa sul piedistallo e la lessi: "La dea del sole e la dea della luna,il loro sguardo su di me è l'unica cosa che può liberare l'anima rossa".Non compresi bene quella frase inizialmente,ma poi mi resi conto che aveva qualcosa a che fare con le altre due statue,due busti su due colonne,di cui una in bronzo.Pensai che non era importante e varcai l'unica porta presente sulla parete destra.In quel corridoio lugubre,vidi una persona con l'uniforme della polizia,di spalle.Subito richiamai la sua attenzione avvicinandomi: "Si-signore! mi scusi,ho bisogno di...di informazioni!" feci toccandogli le spalle con una mano.Il poliziotto che era rimasto di spalle,lentamente si girò e quello che vidi era così agghiacciante,che il terrore mi invase tutta in un secondo.Aveva lo sguardo vacuo,gli occhi vitrei come il cane di poco prima,la carne putrescente e la bocca spalancata che sembrava quasi staccarsi dal resto del volto.Indietreggiai all'istante,scostandomi da quella cosa,che cominciò a strascicarsi in mia direzione.Gridai forte dicendo "Aiuto!" e mi accovacciai,sbarrando gli occhi,nella speranza che quando li avessi aperti,il mostro sarebbe scomparso.Così feci,ma la cosa era ancora li,che si avvicinava con una lentezza però esasperante.A quel punto,non so cosa mi sia scattato nella mente e mi abbia spinto a farlo,ma comincia a correre accovacciata ancora,oltrepassando la creatura,la quale al mio passaggio,sputò qualcosa di viscido e di acido,che per un pelo evitai,mentre correvo.Era la terza volta che quel giorno ero quasi morta dal terrore e qualcosa in me stava cambiando.Ora avevo la conferma che non si trattasse nè di un incubo,nè di uno scherzo: quell'essere di poco prima in decomposizione,somigliava tanto ai mostri delle leggende,somigliava tanto..."A uno zombie!" pensai quasi ad alta voce,mentre i denti cominciarono a battere da soli,sentivo freddo,avevo i brividi: era la normale reazione a quell'assurda situazione.Mi recai in seguito,in una grandissima stanza: era una biblioteca,non esitai qui,non che avessi il tempo di leggere,andai oltre e capii che mi trovavo al piano superiore.Attraversai il balcone e giunsi in una stanza: era una sala d'attesa non saprei di cosa.Al bancone vi era un uomo,mi spaventai istintivamente vedendolo,cosi sussultai gridando leggermente,quando poi rendendomi conto che,mi guardasse impaurito anche lui,realizzai che fosse una persona "normale" e mi calmai."Accidenti bambina,mi hai fatto venire un colpo!" disse lui con tono sgarbato."Dove sono i tuoi genitori e che ci fai qui?" mi chiese nuovamente."Io non lo so,mia mamma mi ha detto di venire qui,perchè stare a casa era pericoloso"."Come si chiamano i tuoi genitori?"..."Annette e William Birkin" risposi a bassa voce,.L'uomo esitò un attimo,ci fu silenzio,in cui lo scrutai attentamente: era robusto,di mezza età credo,aveva dei baffi e i capelli corti castani,anche se era una persona "normale" però invece di essere calma,mi resi conto che mi turbasse."Io sono il capo di questo dipartimento,mi chiamo Brian Irons" fece lui "anche se odio i mocciosi,puoi restare qui,l'importante che non sei troppo tra i piedi" mi rispose.Gli raccontai della persona/creatura che avevo visto poco prima "Me ne occuperò dopo" aveva detto,senza darmi spiegazioni e lasciando la stanza.
Passarono alcuni giorni e non fui più da sola,almeno fisicamente: incontrai più persone,il personale però era per lo più nascosto,come quando ero arrivata.La mamma non l'avevo più sentita,che quell'incidente che aveva accennato,fosse ricollegabile a quanto accadeva qui dentro?.Più il tempo passava,più gli zombie prendevano il controllo della stazione di polizia,mi chiedevo invece cosa stesse succedendo fuori,per le strade.Avevo avvistato più volte alcuni esseri dalla testa scoperchiata,che facevano gelare il sangue nelle vene: avevano un aspetto più animalesco che umano e la loro muscolatura era esposta, così come il cervello che era ben visibile fuori dal cranio.Camminavano su quattro zampe,le quali a loro volta terminavano in affilati artigli,grazie a quali potevano rimanere appesi ai soffitti.Fortunatamente non mi ero mai trovata faccia a faccia davvero con uno di essi,altrimenti pensai non ne sarei uscita viva di certo. Avevo trovato anche un nascondiglio: avevo scoperto un condotto di ventilazione,nel quale ripararmi,cosi stavo anche al calduccio,l'unica cosa era che si trovava nei pressi dell'ufficio bizzarro di Irons.Quell'uomo che avevo incontrato solo un paio di volte,mi faceva rabbrividire,provavo sospetto per la sua persona.Il condotto di ventilazione,si trovava oltre una grande tigre imbalsamata,che anche se mi impauriva,pensavo che ingenuamente,mi avrebbe difesa,spaventando i mostri.Avevo scorto attraverso i condotti di ferro,anche una gigantesca creatura terrificante più di ogni altro zombie,i cui ululati risuonavano in tutto l'ambiente.Non so per quale motivo,ma sentivo che quell'orribile essere dava la caccia a me,forse era un pensiero stupido,ma lo pensavo perché le sue grida e la sua presenza erano riscontrabili sempre a dove mi trovavo io.Un giorno sentii un fragore enorme in tutto l'edificio,forse era l'enorme creatura,che aveva scoperto dove mi trovavo,uscii cosi dal mio nascondiglio e mi diressi nel corridoio in cui c'era la tigre.Poi udii dei passi di qualcuno avvicinarsi alla porta che dava sul corridoio,cosi mi allontanai lentamente,quasi in punta di piedi ed entrai nella stanza in cui vi erano quelle orribili armature di cavalieri,addentrandomi nell'ombra,nello stanzino vicino.I passi si fecero più chiari e decisi,qualcuno mi stava seguendo e non aveva intenzione di mollare.Pensai però di essere ormai al sicuro,nell'ombra,quando improvvisamente lo stanzino si illuminò.Quel qualcuno aveva acceso la luce e io d'istinto gridando,corsi in avanti e alla rinfusa nella speranza di sfuggire al mostro,quando un braccio mi bloccò e una voce femminile,altrettanto ansiosa mi diceva "Calma!Calma! Non sono uno zombie! Non ti farò del male!Sei al sicuro ora!" all'udire quelle parole,mi fermai e osservai quella persona: era una ragazza giovane,sui 20 anni circa,dai capelli rossicci,raccolti in un codino,dal suo sguardo traspariva apparente calma,tradita dall'ansia che emanavano i suoi occhi azzurri.Mi precipitai ad abbracciarla e piansi,mentre lei mi carezzava il capo: era da tempo che non vedevo nessuno e scoppiai in quello sfogo.Lei si inginocchiò a me e disse con tono pacato "Il mio nome è Claire,come ti chiami?"..."Sherry..." risposi "Che ci fai tutta sola?Sai dove sono i tuoi genitori?"..."Entrambi lavorano alla Umbrella Corporation,alla periferia della città" le dissi quasi mormorando sottovoce "Oh Umbrella Corporation" fece lei.."E cosa ci fai tu qui allora?"  continuò "Mia mamma mi ha detto di recarmi alla stazione di polizia perchè era troppo pericoloso restare a casa"..."Penso che lei abbia avuto ragione,ma è pericoloso anche qui,è meglio se tu viene con me" mi rispose.A quel punto pensai al mostro che mi dava la caccia e ragionai sul fatto che non volevo metterla in pericolo,non avrei voluto vedere un'altra vittima di quelle creature,figuriamoci per colpa mia."Ma c'è qualcosa che si aggira là fuori,non ho idea di cosa sia,è più grande di qualsiasi altro zombie e mi sta cercando" le spiegai,ma non riuscii a concludere il discorso perchè un urlo mostruoso risuonò facendo vibrare l'aria "Oh dio! Cosa è stato?!" esclamò allora Claire,preoccupata quanto me,"E' ciò di cui ti stavo parlando,ed è qui vicino!" gridai e corsi via veloce,alla ricerca del mio posto sicuro,affinchè non mi seguisse "Aspetta! Ferma Sherry!" sentii dire,ma non volevo che scoprisse il mio nascondiglio.Quando lo trovai in tempo mi precipitai all'interno,e mi avvolsi nella coperta che avevo lì con me,poi strinsi con forza il medaglione d'oro,serrai gli occhi e pensando al mostro dissi a bassa voce "Fa che non mi trovi! Ti prego,fa che non mi trovi!".

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Capitolo 4
*** Il coraggio di star sola,il bisogno di qualcuno ***


Avevo trovato il coraggio di uscire dal mio nascondiglio perchè nemmeno li improvvisamente mi sentivo più al sicuro e mi ero recata ai piani più inferiori del dipartimento dove udii la voce di mio padre riecheggiare nell'aria.Anche se era un pò strana l'avevo riconosciuta,era di sicuro la sua voce.Probabilmente era in pericolo ed io mi sentivo impotente,aveva bisogno di me ma non sapevo da che parte cercarlo.Ero immersa nelle mie riflessioni,quando lei uscì dalla porta di un piccolo magazzino e mi vide."Sherry! Ti ho cercata da tutte le parti,ero così preoccupata" mi disse Claire con sincerità nella voce."Adesso dobbiamo andare ok? Se restiamo qui quel mostro ci troverà,andiamo" continuò.Da quelle parole capii che anche lei aveva avuto modo di vedere l'orrenda creatura che tanto mi terrorizzava."No non posso..." le dissi a quel punto lasciandola un pò confusa."Qual è il problema? Non ti fidi di me?" rispose la giovane con una leggere risatina che doveva essere procurata dal nervoso.In realtà quella ragazza a differenza delle altre persone che avevo incontrato li,riusciva a farmi sentire meno angosciata con la sua gentilezza e apparente pacatezza dei modi."No,non è questo Claire" dissi io "e' per mio padre,è laggiù.L'ho sentito chiamare il mio nome! Deve essere stato attaccato dai mostri! Devo aiutarlo!" esclamai e corsi immediatamente dritto su di una rampa per attraversare un buco nel muro che ostacolava il passaggio,ricadendo all'altro lato,mentre Claire mi ripeteva di fermarmi e non andare via da sola.Tuttavia non c'era modo per lei di attraversare la recinzione perchè il foro era troppo piccolo per un adulto e in più il tempo stringeva e mio padre aveva bisogno di qualcuno che lo salvasse.Cosi decisa a trovarlo,con l'ansia crescente e la paura che si era impossessata di me,riuscii però ad avere il coraggio di proseguire,verso la direzione,in cui avevo udito la sua voce.Salii con un ascensore presente al piano superiore: il posto sembrava essere in fase di lavorazione,vi erano infatti apparecchi e macchinari sparsi.Oltrepassai il corridoio poco illuminato che mi portò in un ambiente palesemente in costruzione,dove c'erano zombie che vagavano e due porte.Non so come,ma il pensiero che a mio padre potesse essere capitato qualcosa,mi diede una forza e un coraggio che non avevo avuto finora.Pensai che gli zombie fossero molto spaventosi,ma creature alla stesso tempo lente,così corsi velocemente evitandoli ed entrando prima in una stanza poi nell'altra.Nella prima trovai una chiave,mentre l'altra fu solo un buco nell'acqua.Mi sentivo in trappola in quel luogo,era come un vicolo cieco: mi ero addentrata in quel passaggio alla ricerca di mio padre e tutto ciò che avevo trovato era solo una chiave arrugginita.Mi sentivo malissimo,i sensi di colpa per non riuscire a soccorrerlo mi stavano divorando.Mi ricordai di Claire e di come l'avevo lasciata li,andando via,senza ascoltarla o degnarla di spiegazioni in più e mi sentii ancora più in colpa anche verso di lei stavolta.Decisi di tornare indietro,evitando di nuovo gli zombie che al mio passaggio rilasciavano la loro bile acida senza colpirmi,che schifo pensai,se mai fossi stata colta cosa mai sarebbe potuto accadermi? mi domandai."Claire sei ancora li?!" urlai una volta arrivata "Sherry! Stai bene?! Hai trovato tuo padre?!" mi chiese lei con un tono leggermente allarmato. "Si sto bene,ma non sono riuscita a trovarlo" risposi affranta "Ma sono riuscita a trovare qualcosa per te,potrebbe serviti" cosi indietreggiando un pò e prendendo lo slancio necessario,le lanciai attraverso il foro la chiave che avevo ritrovato."Grazie tesoro,ora perchè non torni qui? Vorrei che tu restassi con me al sicuro" mi disse amorevolmente la ragazza.A quel punto realizzai di desiderare lo stesso,in poco tempo era riuscita a conquistarsi la mia fiducia.Guardai speranzosa verso l'alto del muro,ma per mia sfortuna,quel foro era troppo in alto per poter essere oltrepassato di nuovo..."Claire,non posso passare, è troppo alto,ma non ti preoccupare troverò un'altra via" le risposi "so badare a me stessa" conclusi veloce infine correndo via,senza neanche ascoltare la risposta.Sapevo che lei avrebbe insistito,per cui andai via avendola rassicurata nel modo che più potevo e ritenevo giusto in quel momento,inoltre non avevo detto una bugia: ero cresciuta senza figure genitoriali troppo presenti e quindi ero in grado di essere autonoma,non in quella situazione forse,ma era quello che incomincia a provare di fare.Riuscii fortunatamente a trovare la strada di "casa",quella del mio nascondiglio; mi dissi che era sbagliato andar via da quel posto,che non dovevo lasciarlo mai più,anche se soffrivo per il fatto che non fossi riuscita a capire perchè mio padre avesse gridato cosi forte il mio nome.Era passato del tempo dal giorno in cui incontrai Claire e ora sentivo che avrei voluto ritornasse da me,perchè ero così sola e indifesa sempre di più.Ero uscita dal condotto di ventilazione per cambiare un pò aria e mi trovavo nell'ufficio vuoto di Brian Irons,bizzarro almeno quanto lui.Anzi più che bizzarra,la stanza era raccapricciante,perchè piena di animali impagliati, come un orso, aquile, procioni e molti altri,insieme a statue e quadri alquanto strani,in particolare ad avermi sconcertata di più era un quadro di una persona nuda che veniva impiccata.Ero li a fissare controvoglia le collezioni di cose di quell'uomo che non mi ispirava un minimo di fiducia,come quella ragazza dai lineamenti asiatici che avevo intravisto un paio di volte: non sapevo chi fosse,ma ogni volta l'avevo vista correre via,senza degnarmi di uno sguardo,come se nascondesse qualcosa.Improvvisamente vidi girare la manovella della porta dell'ufficio e mi pietrificai all'istante.Era Claire il cui volto dallo sguardo serio,si illuminò non appena mi ebbe vista.Mi rilassai,mentre lei avendo pronunciato il mio nome mi si avvicinò "Mi hai fatto stare in pena per tutto questo tempo"..."Mi dispiace Claire! Non era mia intenzione" bofonchiai con lo sguardo basso dalla vergogna."Non preoccuparti piccola! è tutto a posto! L'importante è che ora siamo insieme,non allontanarti più da me ok?"..."Sono felice che tu sia bene" le risposi io ringraziandola con un largo sorriso per come si comportasse con me,anche se pure sorridere mi pareva impossibile in quella situazione.La ragazza si diresse vicino al quadro che si trovava oltre la poltrona della scrivania di Irons e premette un bottone che lo affiancava.Il quadro scivolò vero sinistra,rivelando delle forme rettangoli nel muro.Poi Claire prese dalla sua borsa tre oggetti di quella forma di colore diverso e li incastonò nei fori.Non capivo bene cosa stesse facendo e perchè,ma improvvisamente il muro della stanza dietro la scrivania si aprì,rivelando un passaggio,dove si trovava un ascensore,mentre io rimanevo sbalordita."Sherry ascolta,aspettami qui,ti prometto che tornerò presto,ma è meglio che vada a vedere che non ci siano pericoli giù,va bene?" mi disse lei.Mi accorsi che cercava di sembrare calma e non spaventata ai miei occhi,in quell'orribile situazione e la apprezzai per questo.Ma quando mi chiese di restare da sola ora proprio che avrei desiderato stare con qualcuno,specie se con lei,pensai che mi stesse mentendo e che non sarebbe più tornata da me.Infondo anche i miei genitori erano soliti mentirmi: dicevano che avrebbero passato tempo con me,ma poi accadeva sempre qualcosa con il loro lavoro per cui non mantenessero la parola.Tuttavia non le mostrai le mie perplessità e la mia delusione,mi limitai a sussurrare un "si,ti aspetto qui" e quando lei fu scesa al piano inferiore,cominciai ad essere più nervosa,mi sembrava che il tempo in cui lei era assente non passasse mai e avrei solo voluto addormentarmi e svegliarmi in un mondo migliore.

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Capitolo 5
*** L'inizo della fuga ***


Il tempo passato ad attendere Claire mi sembrò essere eterno,quasi credevo che sul serio non sarebbe più tornata a riprendermi,quando notai il rumore dell'ascensore che risaliva,che mise fine alla mia angoscia."Claire sei tornata!" esclamai non appena lei fu giunta,buttandole le braccia intorno alla vita.Lei a sua volta mi abbracciò,restando in silenzio.Sentivo che qualcosa la turbava,forse era solo la mia percezione "Cosa c'è che non va,Claire?" le chiesi allora "No,non è niente non preoccuparti!" mi rispose la ragazza,sempre con i modi che mi avevano conquistata "ascolta,ho trovato il modo per andarcene da qui,potremo trovare un posto sicuro se riuscissimo ad uscire da questa città"..."ma.." feci io un pò perplessa: non volevo in effetti,lasciare i mie affetti li,ma capivo che lei avesse ragione."Non temere,ti proteggerò io,te lo giuro,ma devi promettermi che tu non ti allontanerai mai da me" continuò lei.Anche se un pò preoccupata,a quel punto feci un cenno di assenso,poi la giovane estrasse la sua radio trasmittente "Leon,io e la bambina stiamo bene,sei ancora laggiù?? noi ce ne andiamo da qui!".Non sapevo chi fosse Leon,ma ipotizzai che era qualche altro malcapitato in quel posto infestato. "Siete pazze?!Le strade sono piene di zombie!" disse la voce di Leon dall'altro lato."Andrà tutto bene fidati,abbiamo trovato la strada per le fogne,è l'unico modo per fuggire da qui,raggiungici appena puoi,ti prego!" gli rispose Claire,concludendo la trasmissione,anche se Leon aveva continuato a chiamare il suo nome dicendo di aspettare.Sembrava un bel pò allarmato e contrariato alle fogne,forse aveva qualcosa di importante da dirci o forse no,tuttavia Claire aveva già riposto la sua radio,probabilmente non voleva perdere nemmeno un secondo in più per scappare via.Entrammo nell'ascensore e scendemmo al piano inferiore,percorrendo un corridoio macabro e poco illuminato,giungemmo ad una porta di legno,con delle fiaccole appese ai lati,l'unica fonte di luce in quel brutto posto.Una volta entrate,non potetti credere ai miei occhi: sospettavo che Irons fosse pazzo,ma ora ne ebbi la conferma,lo stanzino era inquietante,pieno di strumenti di tortura,avanzando notai un corpo sul pavimento: era lui,il capo del dipartimento,in fin di vita.Il suo petto era squarciato ed era immerso in una pozza di sangue,a quella vista ebbi i conati di vomito e abbracciai subito Claire,la quale mi disse di essere dispiaciuta per ciò a cui dovetti assistere,mi incitò ad essere forte e a proseguire oltre.Nonostante fossi quasi svenuta per quella scena,trovai il coraggio ancora una volta di andare avanti.Scendemmo attraverso una sorta di botola con scalinata,ancora più giù.Eravamo arrivate quasi alle fogne,quando improvvisamente notammo un grande essere mostruoso che si aggirava al piano superiore da dove ci trovavamo noi: ricordo che fosse pelato,di colore grigiastro,e indossava un giaccone."Corri!" mi disse Claire sussurrandolo quasi ad alta voce,così ci precipitammo,senza essere viste,oltre il cancello,finalmente nelle fogne."Cos'era quella cosa,Claire?" le chiesi in preda nuovamente al terrore "Io lo chiamo Mister X " rispose lei "non so cosa sia,ma ho dovuto sparargli diverse volte,non pensavo fosse ancora vivo"..."ho paura..." ammisi "oh tesoro lo so,anche io ne ho" mi rassicurò lei "ma dobbiamo stare calme,ti prometto che troveremo il modo di uscirne vive,andrà tutto bene!".Le sue parole mi rincuorarono davvero,in quella disastrosa realtà ero contenta di aver conosciuto una persona tanto buona come Claire,quasi iniziai a considerarla come la sorella maggiore che non avevo mai avuto.Mentre avanzavamo tra le acque fognarie,sentii una forte corrente premere sui mie piedi,era cosi potente che d'un tratto fui trascinata via e ricaddi poi pesantemente al suolo,gridando."Sherry?! Oh cielo! Dove sei?! Sherry!!" ..."Claire! sono qui!!" provai a dire,ma la giovane,probabilmente non riuscì a sentirmi,perchè non ebbi risposta.Ero stata risucchiata da un canale di scolo e per mia grande sfortuna,mi ritrovavo ad essere sola.Provai subito malessere,ma in seguito realizzai che non potevo restare lì,così decisi di incamminarmi: poco distante da dove ero caduta,c'era una porta.Una volta entrata nella stanza,mi resi conto che fosse un magazzino,per giunta udii i lamenti agghiaccianti di uno zombie: era lì assieme a me nella stanza,cosi cercai di fare il meno rumore possibile.Mi addentrai in un tunnel fognario,dove feci l'ennesima conoscenza spaventosa con degli scarafaggi molto più grossi del normale,ma avevo vissuto troppe cose peggiori per essere presa da loro in quel momento.Qualcuno di quei cosi mi cadde addosso,e dovetti trattenermi dall'emettere un urlo,li scacciai via da me con forza con le mani e corsi vi veloce.Uscita dal condotto,fui attratta da un luccichio sul suolo: mi avvicinai e raccolsi un oggetto,era una medaglia argentata con inciso sopra il disegno di un lupo.Non avevo idea a cosa servisse,tuttavia mentre la osservavo,sentii il vuoto sotto ai miei piedi: si era aperta una botola e fui scaraventata in me che non si dica al suolo.Caddi dolorante su quelli che identificai come rifiuti a giudicare anche dall'odore; l'impatto era stato troppo potente tanto che iniziai a percepire il buio intorno a me,la stanza che girava e la testa mi scoppiava,ricordo di aver pensato ai miei,poi a Claire,prima di sprofondare in un sonno profondo,senza sogni.

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Capitolo 6
*** Gli inconvenienti del cammino ***


A circondarmi c'era l'oscurità; non percepivo che il nulla,quando d'un tratto iniziai a sentire di nuovo qualcosa: una voce che risuonando in lontananza mi richiamava insistente "Sherry! Forza,riprenditi ti prego!" era ciò che udivo.Avvertii anche come se qualcuno mi stesse scuotendo e improvvisamente,mi sentii di nuovo padrona del mio corpo,aprii molto lentamente gli occhi e vidi Claire che mi era accanto con un'espressione profondamente preoccupata.Quando fui sveglia del tutto,la ragazza mi prese in braccio,aiutandomi a scendere dai rifiuti "Coraggio,andiamo" mi disse.Mi sentivo strana,provavo delle forti fitte allo stomaco "Claire,il mio stomaco....mi fa male...!" riuscii a dire nonostante il dolore lancinante."Non ti preoccupare,non sarà niente piccola,vedrai starai bene" ed io avrei voluto tanto credere a quelle parole.Claire raccolse la medaglia del lupo,che aveva fatto il volo insieme a me dall'alto,quando la botola si era aperta.Percorremmo un tratto di strada,arrivando alla sala controllo delle fogne,dove accanto ad un cadavere,la giovane recuperò un'altra medaglia d'oro con un'aquila dipinta,che usò insieme all'altra poco dopo,inserendole nel pannello di identificazione e controllo del getto dell'acqua per far defluire l'acqua delle fogne.Anche la cascata d'acqua che ostacolava l'entrata nella porta accanto al dispositivo si prosciugò.Stavamo per varcare la porta,quando spuntò un ragno gigante dalle dimensioni anomale "Claire,guarda!!" esclamai allarmata"è meglio sbrigarci ad andarcene,forza!" mi disse,incitandomi a seguirla,mentre altri di quegli essere sbucavano da ogni dove.Giungemmo cosi in una nuova area,dove vi era una funivia."Sherry,tua madre ti ha mai dato una fiala del virus-G o qualcosa di simile?!" mi chiese improvvisamente Claire,spezzando il silenzio che si era creato.Non parlavamo molto,eravamo entrambe molto tese,eppure vicine,unite in quella vicenda maledetta.E poi a me bastava la sua presenza,essere presa per mano e camminare fianco a fianco con lei,per sentirmi un pò meglio.Ci pensai un attimo e poi le risposi "no Claire,non so di cosa tu stia parlando"..."Ma ne sei proprio sicura Sherry?" insistette lei "Si,davvero non mi ha mai dato nulla del genere,perchè me lo chiedi?" continuai," no nulla, non pesarci,scusami" si limitò a rispondermi.Non le feci altre domande,per non rallentarci,anche se rimasi un pò perplessa,perchè parlava di mia madre? E perchè lei avrebbe dovuto darmi una fiala di un virus? Non sapevo darmi risposta,ma non ne avevo bisogno neanche,l'unica cosa che volevo era andar via di lì con Claire al più presto.Presa la funivia,giungemmo in una fabbrica,ne attraversammo i corridoi dove la giovane uccise alcuni zombie,per sgomberare il passaggio,fino ad arrivare alla stazione dei comandi."Riposiamoci un pò,abbiamo bisogno di riprendere fiato" mi disse lei.Eravamo ferme li nella stanza,quando il muro crollò d'improvviso e una figura terrificante si rivelò: era Mister X,che avendo sfondato le pareti,si dirigeva in mia direzione."Ancora lui?! Ci sta inseguendo!" esclamò Claire,la quale fece fuoco con il lanciagranate contro il mostro.Dalle sue parole,capii che si era già ritrovata a doverlo fronteggiare.Mister X dal suo canto,faceva vibrare l'aria con i suoi pugni,sferrati nel vuoto per colpirci.Eravamo in trappola: mi accovacciai portando le mani al capo,chiudendo gli occhi,scongiurando che tutto ciò finisse all'istante,mentre Claire continuava a sparare senza successo.La situazione sembrava essere al limite,quando il gigante indietreggiò,si inginocchiò e poi ricadde in avanti,accasciandosi al suolo.Non udendo più spari,trovai il coraggio di riaprire gli occhi e vidi il mostro a terra inerme,"Ce l'hai fatta!" gridai,fiondandomi addosso alla ragazza,che senza fiato,si limitò ad accarezzarmi dolcemente "è ora di andare.." infine mi disse,io annuii sapendo che probabilmente quella cosa non fosse morta ed uscimmo da quel luogo che aveva quasi significato la nostra morte.Una volta fuori,fummo su di una piattaforma con una vagone esposto all'aperto: era sera e io potetti scorgere la luna piena nel cielo che illuminava l'ambiente.In un altro momento,l'avrei trovata affascinante pensai,ma ora non potevo far a meno che sentire tutto come qualcosa di perturbante,compreso quello spettacolo della natura.Trovammo la chiave per azionare la piattaforma all'interno del vagone e Claire la attivò.Lo stomaco che finora aveva smesso di bruciare,ricominciò a procurarmi fastidio e dolore "Claire...il mio stomaco..." emisi quelle parole,con poca voce e poco forza: ero seduta sui sedili del vagone e la sofferenza era cosi grande,che non riuscii a tenere gli occhi aperti per un secondo in più e mi sdraiai completamente."Sherry?! stai bene?!",Claire mi si avvicinò veloce; ci fu il suono della sirena di emergenza,il convoglio si arrestò e udimmo degli ululati sconvolgenti,che mi riportavano alla memoria il mostro che pensavo inseguisse me e di cui avevo parlato a Claire la prima volta che ci eravamo incontrate al dipartimento di polizia."C'è qualcosa li fuori,vado a controllare,tu resta qui d'accordo? non muoverti!" mi raccomandò lei agitata,non so cosa le dissi e se le risposi,tutto ciò che ricordo è ancora il suono spaventoso dei lamenti della creatura,prima che perdessi nuovamente conoscenza e il controllo del corpo.

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Capitolo 7
*** Non è la fine,è solo l'inizio ***


Mi svegliai d'un tratto che ero adagiata su di un letto,appena in tempo prima che Claire uscisse dalla stanza "Claire?"...la chiamai attirando la sua attenzione,proprio mentre era intenta ad andare via "Sherry...finalmente sei sveglia!" mi disse avvicinandosi.Mi guardai intorno e notai che indossavo il suo giubbotto rosa,che calzava largo su di me,era un paio di taglie più grandi della mia."Questo non è..." feci per dire."Si,non ti preoccupare,puoi tenerlo,come porta fortuna"..."Grazie Claire,sai anche se sono figlia unica,nessuno dei miei genitori ha mai passato troppo tempo insieme a me,a causa del loro lavoro...sono cresciuta da sola,ma ora che tu sei con me,ho finalmente qualcuno su cui poter contare" pronunciai quella frase,mentre le lacrime mi solcavano il volto sempre di più e comincia a singhiozzare.Claire allungò una mano verso di me,per asciugarmi il viso "Sherry..." esitò "Aspettami qui per un pò,tornerò appena ti avrò trovato un antidoto."Non sapevo di che antidoto parlasse,nè ebbi la forza di domandarglielo,ero talmente sofferente...ma ero sicura si trattasse di qualcosa che Claire conosceva e avrebbe fatto in modo che il mio insopportabile mal di stomaco svanisse.Quando Claire fu andata via,chiudendo la porta a chiave,pensai a tante cose,malgrado il dolore: ripensavo a quanto affrontato finora insieme a lei,a come mi avesse fatto sentire protetta e non più sola; a mia madre e a mio padre,mi chiedevo come stessero e se anche loro si erano ritrovati in quell'incubo;ai mostri che mi inseguivano e mi augurai che non mi trovassero ora che ero li da sola e indifesa.Mi addormentai più volte per sfuggire al mal di stomaco e mi svegliai ripetutamente sempre a causa di esso.L'ultima volta che mi addormentai sperai di svegliarmi lontano da li al sicuro per sempre,ma una volta riaperti gli occhi,realizzai con mio rammarico di trovarmi nella solita realtà,in quella stanza in solitudine.Improvvisamente sentii la porta essere aperta con delle chiavi e raggelai nel pensare che i mostri mi avessero trovata,anche se immaginavo che non usassero chiavi bensì sfondassero le porte.Volevo muovermi,scappare via,tuttavia ero come bloccata dalla paura e dal dolore insieme,che non mi mossi dal letto.Sentivo i passi di quel qualcuno avvicinarsi,quando una figura maschile mi si presentò davanti.."Sherry,sono venuto a portarti via da questo posto!Claire ci raggiungerà presto!"mi disse il giovane,dai capelli castano chiari che in parte coprivano la fronte e il volto,ricadendo sugli occhi azzurro intenso,che indossava la divisa del dipartimento di polizia.Era Leon Scott Kennedy,il giovane con cui Claire aveva parlato più volte tramite la radio-trasmittente; senza che io dicessi una parola,ma avessi annuito soltanto,mi prese in braccio: era bello stare a contatto con il calore del suo corpo,anche lui mi ispirava fiducia e mi sentivo al sicuro tra le sue braccia.Notai che aveva un braccio e una spalla fasciati,probabilmente era sopravvissuto chissà a quale cosa.Nonostante soffrissi ancora,non mi lamentai mai durante il tragitto.Scendemmo con un ascensore al piano più inferiore dove vi era un treno: Leon vi entrò all'interno e mi adagiò su dei sedili "Aspetta qui ok? Claire sarà qui a momenti" mi disse gentilmente allontanandosi. Passarono i minuti inesorabilmente ma il mio salvatore nè Claire erano ancora tornati; in lontananza udii urla animaleschi e spari e pregai che non fossero loro a trovarsi in quella situazione.Lo stomaco mi faceva male in un modo inimmaginabile ora,che non riuscii a tenere gli occhi aperti ancora per molto.Le tenebre mi avvolsero,in lontananza nel buio,scorsi mio padre e mia madre di spalle: era impossibile non riconoscerli.Mi avvicinai correndo tra le ombre "Mamma! Papà!" gridai una volta arrivata a loro.Mio padre a quel punto si girò,rivelandosi un mostro spaventoso,proprio quel mostro terrificante che mi inseguiva,con un occhio sporgente sul braccio anomalo e deformato,che sbraitò alla mia vista...a terra accanto a lui vi era il corpo di mia madre senza vita: difronte quella visione inorridii e lanciai un grido di terrore,poi cominciai a correre via,mentre mio padre o meglio il mostro che un tempo era stato mio padre mi inseguiva di nuovo."Forza Sherry svegliati! Sherry! Dai per favore,svegliati!".Ero incosciente,ma delle voci mi riportarono alla realtà: aprii lentamente gli occhi e la luce mi diede inizialmente fastidio,una volta messo a fuoco realizzai che fossi distesa a terra e Claire e Leon mi stavano osservando preoccupati "Claire? " riuscii a dire "dove sono?"..."Ha funzionato!" esclamò il ragazzo entusiasta..."Oh Sherry! Andrà tutto bene!" mi rassicurò invece la giovane."Grazie Claire" le sussurrai chiudendo e riaprendo gli occhi per la stanchezza."E' finita" disse Leon,"No,devo ancora trovare mio fratello Chris" le rispose Claire "Hai ragione,questo è solo l'inizio" proseguì il giovane,entrando nella cabina dei comandi e lasciandoci momentaneamente sole."Ah bene,hai visto la mia Dea ti ha protetto!" mi disse Claire riferendosi alla Dea disegnata dietro al suo giubbotto rosa,assieme ad una scritta "Made In Heaven",mi voltai dietro per guardarli "sarà sempre con te!" continuò Claire con il sorriso,facendomi l'occhiolino.A quel punto provai l'irresistibile bisogno di abbracciarla come per ringraziarla di tutto.Mentre eravamo perse nell'abbraccio,ci uno scossone al treno,tanto forte da farci dividere,la sirena d'emergenza,cominciò a suonare nell'abitacolo,Leon tornò di corsa da noi "Cosa è stato?!" disse "Vado a controllare" le rispose Claire."Attenzione,fuga di sostanza biologiche,il sistema di emergenza è stato attivato,il treno esploderà,ripeto il treno esploderà" sentimmo dire dalla voce d'emergenza.Claire cercò di tornare indietro ma la porta scorrevole era bloccata "No! Cosa c'è che non va?!" chiese quasi arrabbiata "Non lo so! Ma la porta non si apre!" urlò Leon dall'altro lato.Passarono vari minuti che parvero infiniti,poi la voce meccanica tornò a farsi sentire "Attenzione!Attenzione! Il sistema di autodistruzione è stato attivato!Ogni compartimento del treno esploderà sequenzialmente"....Cosa? Il treno stava per saltare in aria ed io non avevo la più pallida idea di che fine avremmo fatto.Intanto Claire era tornata ai pressi della porta scorrevole: "Leon! Ferma il treno!"..."Non posso la porta d'accesso alla cabina di controllo è chiusa!" rispose Leon allarmato,mentre anche in me cresceva la preoccupazione."Cosa c'è Leon?" gli chiesi avvicinandomi a lui..."Sherry,stai indietro!" mi disse,mentre sul vetro della porta notai che vi era una creatura viscida,con le fauci spalancate,io annui e mi posizionai al lato opposto da dov'era lui,il più lontano possibile accanto alla porta d'accesso della cabina dei comandi.La porta vicino a Leon,fu sfondata dal mostro con un colpo solo di tentacoli ed io urlai abbassando il capo per non assistere ad altro.La creatura era la più raccapricciante vista finora e avanzava verso di noi gridando il mio nome; mi chiesi se lo stessi immaginando o se davvero mi desse la caccia,cosi rimasi terrorizzata,mentre Leon cercava Claire "Claire! Dove sei?!" diceva.A quel punto notai un un condotto dell'area condizionata,che portava alla sala comandi: buttai giù la grata e sgattaiolai all'interno.Dovevo farmi forza,perchè forse solo io potevo riuscire a fermare il treno in corsa."Sherry?! Cosa stai facendo?!" urlò Leon "Dobbiamo fermare il treno vero? Io ce la posso fare!" gli risposi."Hai proprio la testa dura!"disse il giovane."Vieni qua se ne vuoi ancora!" lo sentii dire rivolgendosi alla mostruosa creatura.Mi ritrovai difronte ai comandi,confusa sul da farsi "Quale sarà l'interruttore giusto?" mi chiedevo,con i nervi a fior di pelle,quando Claire aprì la botola del tetto e sporgendosi urlò "Sherry! schiaccia quell'interruttore!".Feci ciò che mi disse,schiacciando l'interruttore rosso dove c'era scritto "Emergenza".Il treno arrestò bruscamente la sua pazza corsa ed io e Claire ci fiondammo all'esterno."Stai bene?" mi chiese la giovane dai capelli rossi "Tutto a posto!"..."Dov'è Leon?!" continuò,poi urlò il suo nome più volte.Il giovane,che si era calato sotto il treno reggendosi ad esso al limite dal toccare i binari,spuntò dal nulla "Sono qua,state entrambe bene?!" domandò ansimante.I tentacoli del mostro sfondarono i finestrini e si dirigevano in nostra direzione "Non vuoi proprio morire!" esclamò il poliziotto "Dobbiamo scappare di qua,forza muoviamoci!" poi ci ordinò.Ci trovavamo in una galleria a pochi passi dall'uscita,corremmo con quanto fiato avevamo ancora in corpo,verso la luce e una volta fuori,assistemmo allo scoppio del treno e la fine del mostro."Per un pelo" disse Leon "Sherry,prima hai fatto un ottimo lavoro" continuò "Non è niente,l'ho visto fare una volta in televisione" riuscii a dire ironica paradossalmente."Forza andiamocene di qui" suggerì Claire.Cosi ci incamminammo lungo il sentiero,percorrendo i binari; ad un certo punto Leon si fermò "Sherry...devo dirti qualcosa riguardo tua madre..." il suo sguardo si fece cupo.Quando mi rivelò che era morta,io non riuscivo ad accettare una notizia simile: ero stata in pensiero per lei tutto il tempo,dopo le sue telefonate,cosi sprofondai tra le braccia di Claire in lacrime "Il vaccino che ti ha salvato,era da parte di tua madre" continuò il ragazzo "Lei ti ha amato davvero tanto,lo ha sempre fatto,fino alla fine" concluse."No,è una bugia!" esclamai piangendo ancora "La mamma non può...".A quel punto Claire si inginocchiò a me e mi strinse ancora più forte.

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Capitolo 8
*** Epilogo ***


Più tardi mi fu raccontata tutta la verità: avevo perso non solo mia madre,ma anche mio padre,che era stato il mostro che fino alla fine mi aveva inseguito assieme a Mister X,ucciso da Leon poco dopo essere stata portata da lui sul treno.Il tyrant era stato costruito per andare sulle tracce della fiala di G-Virus racchiusa nel mio ciondolo d'oro da mia madre,a mia insaputa.Claire ben presto mi lasciò per andare in cerca di suo fratello,promettendomi di tornare il prima possibile.Sapevo che non mentisse,e speravo con tutta me stessa che l'avrei rivista.Leon fu costretto a diventare un agente governativo data la sua grande esperienza,in quanto a me...Iniziarono gli anni bui,di una vita da cavia passata tra i laboratori,fui presa sotto la custodia del governo degli Stati Uniti a causa del mio sangue particolare,in cui il virus-G ,iniettatomi da mio padre mutato,quando avevo perso i sensi nelle fogne,si era adattato grazie all'antidoto.Claire come promesso,venne a trovarmi spesso,cosi da non farmi sentire sola,regalandomi affetto e facendomi sognare di essere proprio come lei da grande: era la mia eroina.Infatti una volta cresciuta,ottenni la tanta sperata libertà: non ero più un oggetto,un topo da laboratorio destinato ad essere all'oscuro del resto del mondo,ma la libertà aveva un prezzo: la conquistai solo a patto che divenissi un agente governativo a mia volta,proprio come Leon.Solo qualche anno più tardi,dimostrai al mondo di cosa fossi capace,in una nuova avventura,per salvare il mondo da una nuova minaccia.

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