Sigillo di Sangue

di Bambi in Nero
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nella foresta ***
Capitolo 2: *** La Preda ***
Capitolo 3: *** Il Binario ***
Capitolo 4: *** Una cosa ***



Capitolo 1
*** Nella foresta ***


Ciao a tutti! È la mia prima ff su Twilight, quindi non so come mi sia venuta.

È una James\Victoria, ma compariranno anche gli altri personaggi.

Soprattutto paring come Emmet\Rosalie e Jasper\Alice. Accenno Edward\Bella

Il rating è arancione, ma avverto che ci sarò qualche scena “cruda”.

Metterò i ringraziamenti infondo ai vari chappy.

Per ora non mi viene in mente altro.

Recensite in molti.

Baci.

 

Bambi

 

 

 

 

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Sigillo di Sangue

 

Cap. 1

 

Nella foresta

 

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Correva.

Una ciocca di capelli ossi le ricadeva prepotente sul volto.

Non vi badò. Proseguì la sua corsa attraverso l’ignoto e la foresta. Aveva occhi dappertutto.

Se li sentiva addosso.

Lui sarebbe potuto sbucare da un cespuglio, o avventarsi su di lei dall’alto.

Non lo sapeva. Si fermò un momento, a riflettettere.

Un rumore secco, quasi un gemito di quercia, la fece sobbalzare.

Il suo sguardo da gatta selvatica ispezionò velocemente il territorio circostante.

Niente

Accadde tutto troppo in fretta. La figura del compagno si avventò su di lei, gettandola a terra.

- James … JAMES! Smettila!- proseguì ridacchiando, mentre i baci prepotenti del vampiro le scottavano la pelle.

Continuò a ridere, finché non avvertì i senti affilati del compagno sulla carne.

- James … fermati.- Il vampiro si tirò indietro.

- che ti prende, Vicky?-

La ragazza abbassò lo sguardo. Nella sua testa, un confondersi di idee, tentazioni che avrebbe dovuto annegare nel nascere.

- Noi … non possiamo stare insieme.- La rossa sputò la sua sentenza velocemente, come un peccato particolarmente vergognoso da dover estirpare in fretta, il prima possibile.

Qualcosa cominciò a fare male nel petto del vampiro, dove giaceva un cuore inutilizzato.

- Tu … tu sei un assassino. Hai ucciso coloro a me più cari … per sete, per capriccio. Mi sento di tradirli, stando con te, capisci?-

No. Lui non la capiva. Andava tutto così bene … perché quell’esame di coscienza all’improvviso?

- Ma io … Victoria …- Balbettava, per la prima volta in vita sua si sentiva legato a qualcuno.

Talvolta era giocoso e pieno d’attenzioni con lei, quando invece aveva sete si affrettava ad allontanarla con gesti bruschi e parole taglienti, e andava a cercare qualche altro essere umano da uccidere.

- Mi dispiace. Scusa se ti ho illuso, James. Non possiamo andare avanti così… ogni volta che mi stringi, che mi fai tua … ogni volta fremi. Sento i tuoi denti vogliosi e i tuoi muscoli tesi. Non puoi soffrire così solo per stare con me …-

L’espressione del giovane si fece decisa.

- Ma io lo faccio per te, Victoria. Perché ti amo.-

A quel punto a giovane non ci vide più.

- E TUTTO QUELLO CHE AMO IO? NON PENSI AI MIEI GENITORI? Sei solo un egoista … pensi soltanto a appagare i tuoi stupidi desideri …-

Victoria si era gia pentita della sua scelta. A questo punto aveva solo voglia di tuffarsi tra le sue braccia e urlare che le dispiaceva, implorandolo di rimanere, di non abbandonarla.

Ma il suo orgoglio era più forte dei suoi sentimenti.

- Sei tu che vuoi che resti …ammettilo, Victoria! Sai che per me non hai segreti … non devi averne. Sei confusa …-

Si alzò, la avvicinò con circospezione. Poi la strinse a se gentilmente.

Sollevò l’esile mento con la mano, per poi ridisegnare i contorni del suo volto.

Catturò una lacrima e l’assaggiò.

- Sa di pentimento …-

La rossa sobbalzò.

- Razza di … di … oh, non riesco neanche a trovare un aggettivo per definirti! Mi stai usando …-

Il vampiro la catturò, stringendola più forte. Voleva che smettesse di parlare. Perché aveva ragione, dannatamente ragione. Non potevano stare insieme.

A diversità, il tempo, il cibo, la morte … li avrebbero divisi.

Poi un’idea si fece largo nella mente di lei.

- Un modo ci sarebbe … James, ti soddisferò.-

Il vampiro la guardò senza capire.

La giovane si calò le spalline dell’elegante vestito nero, esponendo al vampiro la pelle vellutata .

- Cosa? Victoria … no, non posso.-

La giovane gli si avvicinò, prendendogli il volto tra le mani.

- Puoi. Devi, anzi. Così vivrò come te, senza rimpianti, e ce ne andremo via, lontano da qui, lontano da quelli a cui potresti, potremmo, fare del male.-

Lui si liberò dalla sua stretta.

- No. È fuori discussione. Sai che per cibarmi mi occorre carne umana …-

- e allora ne troveremo altra. Ma non qui … ti prego. Questo è il posto in cui sono nata. Non posso, non devo permetterti di far loro ancora del male.-

Siccome il vampiro sembrava incerto, la ragazza, disgustata da se stessa,provò a tentarlo in un altro modo.

Si avvicinò a lui, prendendogli la mano. Poi la fece scorrere nelle pelle morbida e inviolata del suo collo. Si morse le labbra, forte.

Il sangue prese a scorrere dalla sua bocca. Allora lei si alzò sulle punte, sfiorando con le sue labbra quelle di lui, macchiandole del suo sangue.

- No … Victoria, non lo fare.- Ma il suo sguardo si era fatto rosso.

- Scappa … VICTORIA, ALLONTANATI!-

La fanciulla si ritrasse di poco, mentre il giovane cadeva in ginocchio, la testa tra le mani.

Stette così per lungo tempo. Poi si alzò, dirigendosi verso di lei.

- è pericoloso … Victoria … non devi farlo più.-

il suo corpo era percosso dai fremiti. James doveva aver fatto uno sforzo inumano per trattenersi.

Il dorso della sua mano era ricoperto del sangue di lei, che aveva rifiutato di assaggiare.

Victoria indietreggiò più velocemente, impaurita.

- Mi … mi dispiace …- mormorò, prima di fuggire via velocemente.

E James non poté cogliere la sua espressione straziata, poiché gli alberi l’avevano gia inghiottita.

 

Continua …

 

 

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Capitolo 2
*** La Preda ***


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Sigillo di Sangue.

Cap.2

La Preda

 

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La notte scende sempre. È presente, concreta e maligna nella sua perfezione.

La notte scendeva per tutto, cullava il mondo con le sue membra affusolate.

E in questo patetico mondo, in un patetico paese di cui anche il nome è così patetico che è meglio non citarlo, stava un ragazzo.

Era in mezzo alla foresta, nascosto dalla folta chioma degli alberi.

Una ragazza lo scrutava dai cespugli, fingendo che lui non potesse vederla.

Eppure sapeva che si era accorto di lei da tanto tempo, per questo le dava le spalle.

E la ragazza dai capelli rossi sembrava decidere se avvicinarsi o meno, se tentare o no .

Optò per prima opzione, visto che altrimenti probabilmente se la sarebbe presa a male.

Infondo, lui era stato fin troppo bravo. Non aveva fatto nulla, odiava rischiare. Ma amava la carne.

- Victoria, esci.- disse duramente il giovane.

La ragazza venne fuori timorosa. Un raggio di sole filtrava vittorioso dai fitti rami delle querce, facendo scintillare di diamanti il corpo del biondo.

Lei tentava di toccarlo col pensiero, di accarezzargli la mente, lui la sfiorava e la respingeva.

Era una specie di danza, un rito per vedere chi resisteva effettivamente di più, e chi aveva solo smania di vincere.

- James, non sai quanto mi dispiace. Sono una stupida, una cretina e chi più ne ha ne metta. Ma non posso permetterti di …-

- Ma sei tornata.- La interruppe lui, voltandosi e squadrandola con un ghigno che non prometteva bene.

- come?-

- Non c’è gusto a giocare con te. Torni sempre. Non capisco se è per me, se hai un disperato bisogno di affetto, o se hai paura a dirmi che non vuoi stare con me.

- Io non sto giocando …- borbottò confusa Victoria.

- Ma io sì.-

Per quanto si sforzasse a trattenerle, le lacrime le stavano gia salendo agli occhi.

Raggiunse il compagno, guardandolo intensamente.

- Tu sei la mia preda …- mormorò lui, accarezzandole le labbra con le sue

- sto mettendo alla prova ciò che provi. Tu sei innamorata di me? Ma sai cosa sono io?-

- Ciò che diventerò anch’io, che tu lo voglia o no!-

cominciò a piangere istericamente. Si gettò tra le braccia di James, scoprendosi il collo.

- Ti prego, James … JAMES! Ascoltami! Mi devi mordere... fallo, ora!-

Lesse l’imbarazzo negli occhi del vampiro.

Lentamente, la rossa scivolò a terra, tra le foglie gementi dell’autunno.

Restò così, le mani sulle ginocchia, il volto vuoto e sconfitto, il cuore in gola. Batteva forte.

James si inginocchiò accanto a lei. Le posò i denti affilati nel collo, solleticandola con il suo alito caldo.

Victoria cominciò a sospirare. Poi trattenne in respiro.

- Se ti mordo … sarai solo un’altra vittima. Ti ucciderò.-

- No. Non mi ucciderai. Sai cosa fare, è ciò che non hai mai fatto. Ce ne andremo via … cacceremo insieme.-

- Non posso farlo, io …-

- James. Va tutto bene. Puoi, te l’ho gai detto.-

-Farà male. Molto male.-

-Sopravviverò.-

James sospirò, deliziato dal suo profumo.

Odiando se stesso si e avanti, affondando i denti nella sua pelle lattea.

 

Continua ….

 

 

NdA: Grazie per le recensioni!!! Spero vi sia piaciuto questo chappy, scritto un po’ al volo.

Grazie a:

echelon: anche a me piace da pazzi James! Mi sono messa a piangere come una scema quando è morto!!

Sakusan: Grazie!! Spero ti piaccia anche questo chappy

Eika: Sì sì, lei è ancora umana. Ovviamente d’ora in poi non lo sarà più

Grazie 1000.

 

Continuate a recensire!!!

 

Bambi

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Capitolo 3
*** Il Binario ***


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Sigillo di Sangue

 

Cap. 3

 

Il Binario

 

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Victoria non credeva che fosse così. Era assurdo, senza senso.

Come poteva fare così male?

Nell’istante stesso in cui i denti di James si staccarono dalla sua pelle, udì solo un eco sordo della sua vita ormai passata.

E seppe di essere morte. O perlomeno, sperò di morire. Il suo corpo era percosso da spasimi violenti, dalla sua bocca usciva una strana sostanza.

Lei sentiva tutto e nulla allo stesso tempo. Aveva l’impressione che qualcuno la stesse decapitando lentamente.

Non si accorse nemmeno di essere caduta a terra.

Non sentiva le urla terrorizzate del vampiro, ma percepì le sue braccia fredde stringerla.

E il dolore iniziò a diminuire, per far posto all’oscurità.

Victoria non poté nulla.

Scivolò via nell’ombra, lievemente.

 

 

 

Victoria era in piedi alla stazione. Il freddo era terribile, tanto che ristrinse la braccia al petto

La sua chioma rossa era immobile, perché non tirava un filo di vento.

Non passavano treni, era deserta. Non c’era anima viva.

L’orologio segnava un orario che lei non conosceva, e comunque era troppo distante per accorgersi che le lancette compievano un giro antiorario.

Era immobile, rigida, rilassata.

Sapeva di attendere un treno, anche senza sapere quale.

Si guardò intorno. Era una normale stazione, tetra ma luminosa.

Le panchine erano vuote e fredde, qualche foglio di giornale svolazzava qua e la intorno a lei. A lei, che non aveva paura.

 

Nell’altoparlante risuonò una voce acuta e monotona, ma Victoria non si sforzò di identificarne la lingua o di capirne la parole.

Si ricordava di James, del suo morso, del dolore atroce.

Allora seppe che l’aveva uccisa. Non era riuscito a fermarsi, era morta dissanguata.

E ora aspettava un treno che l’avrebbe portata via di là, lontano.

Senza sapere cosa faceva, scese in un binario. Il cielo era plumbeo.

Un venticello cortese le carezzò il viso, e la rossa si ritrasse di nuovo sul marciapiede.

Il treno avanzava verso di lei. Non faceva alcun rumore, era silenzioso.

Si fermò con grazia, senza stridio.

Victoria  scorse dei pallidi volti scrutarla impassibili dai finestrini bui.

Le porte si spalancarono, facendo fremere l’aria debolmente.

Victoria tentò di salire, ma qualcosa la trattenne.

Spingeva forte sul suo petto. No. Non sarebbe tornata. Voleva salire su quel treno, scoprire dove conducesse.

Anche sei n cuor suo gia lo sapeva.

Si sforzò ancora di salire, la sua mano afferrò la sbarra ricamata d’oro.

 

“No … non, Victoria … no”

 

La locomotiva sbuffò leggermente.

I volti neutri e pallidi ai finestrini la squadravano vacui, come se non gli stesse in effetti facendo perdere tempo.

Il treno sembrava pieno, ma forse c’era ancora un posticino per lei.

 

“VICTORIA!!”

 

Qualcosa faceva pressione a intervalli sul suo petto,cercava di ridarle il respiro, di ridarle la vita.

Sbirciò verso la locomotiva.

Il binario si estendeva eretto davanti a lei. Era una striscia senza fine.

Non avrebbe saputo dire dove conduceva, perché era inghiottito dalla nebbiolina lieve.

Sembrava sommersa dalle nuvole.

Il suo piede stava gia sullo scalino.

 

“Victoria, Victoria!”

 

tum tum

 

“Victoria!

Tum tum

 

 

Magari non doveva salire … forse ci sarebbe stato un altro treno, un giorno.

Improvvisamente, le porte si serrarono, per quanto lei desiderasse salire.

I volti bianchi non fecero una piega, ma la fissarono con orbite vuote avide di curiosità.

I loro sguardi esprimevano invidia, forse era davvero fortunata.

Ma chi era che la stava richiamano alla vita?

Chi la disturbava da quella sensazione totale di pace, quiete.

 

“Victoria … resisti …”

 

Qualcosa la strattonò bruscamente, facendola cadere a terra sul marciapiede.

Il treno ripartì, lieve e agile. I volti partivano con lui. Ce n’erano centinaia, di tutte le età, di tutti i generi. Ma erano tutti egualmente neutri e impassibili.

E il treno serpeggiò via, inghiottito dalla nebbia.

 

La rossa si sentì risucchiare via da qualcosa di misterioso.

E tornò l’agonia e tornò il dolore.

Aprì con uno sforzo immane gli occhi.

La vista, dapprima sfocata, diveniva più nitida.

La sua testa era poggiate ne petto di qualcuno. Era ancora nella foresta, lo dedusse dalle correnti di venti diversi e dalle foglie nei suoi capelli.

 

- James …- dalla sua bocca non uscì che un patetico mugugno.

Lui abbassò lo sguardo, stringendola forte a se.

- Victoria, sei viva!!-

i suoi occhi erano offuscati dalla lacrime di sollievo e di gioia.

Lei alzò debole una mano, carezzandogli il volto.

- sei una stupida! Non chiedermi mai più di farti una cosa del genere.-

Lei sorrise, tirandosi su.

- Non ce ne sarà più bisogno.-

Il suo sguardo si face triste.

- Temevo che non fossi riuscito a fermarti. Temevo che mi avessi uccisa, che mi avresti lasciato prendere qual treno.-

Lo sguardo del compagno, dapprima interrogativo, si fece scuro.

- All’inizio, lo temevo. Poi ho sentito qualcosa che mi ha impedito di andare avanti. Tu sei la mia vita … come potrei farti del male?-

La giovane annuì. Solo allora si ricordò del perché era quasi morta.

- Allora adesso … sono come te?-

Il vampiro annuì.

Allora Victoria si accorse della sua pelle fredda e dura, bianca, perfetta.

Si alzò in piedi traballante, studiando il mondo con occhi nuovi, e con una sete estranea che le divorava il corpo.

Solo allora si rese conto che per lei non ci sarebbero stati altri treni. Ce n’era stato uno, e l’aveva perso.

Le sembrava di vedere una ragazza dai capelli rossi in piedi in una stazione, con un migliaio di treni che le galoppavano accanto, senza mai fermarsi per farla salire.

 

Continua …

 

Spero che vi sia piaciuto. Recensite.

 

Bambi

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Capitolo 4
*** Una cosa ***


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Sigillo di Sangue

Cap. 4

 

Una cosa "da lupi"

 

 

 

 

 

 

-Ehi, papà! Guarda cosa ho trovato! – Un ragazzino correva veloce verso suo padre, un enorme fungo in mano.

- Ottimo, figliolo. Mettilo nel cesto, su. –

- Vado a cercarne altri?-

- Si, va . Attento a non perderti, però. Ti aspetto qui.-

Lo stesso ragazzino correva veloce tra gli alberi, eccitato. Stringeva un cestino in mano, si chinava a raccogliere funghi. Di tanto in tanto, si divertiva a emettere ululati che spaventavano gli scoiattoli, o a inseguire per pochi metri i cerbiatti.

Correva, e era felice. Correva, e non si rendeva conto di che facile preda lui stesso fosse in quel momento.

Era un ragazzino, tredici anni al massimo. Gli alberi lo sovrastavano, fra essi i rumori inquietanti della foresta

 

- Lo vedi?-

- Sì-

- Sii naturale. –

- Come?-

- Segui l’istinto. Cosa ti dice il tuo istinto?-

- Mi dice … bevi.-

 

 

 

- Papà? Papà, dove sei finito?- era spaventato, il bambino che credeva di essere così grande da sfidare la foresta. E aveva occhi famelici addosso, ma non lo sapeva.

Attende suo padre, quel brav’uomo di suo padre.  Non sapeva che non sarebbe tornato più.

Com’è debole l’istinto umano. Non sente nemmeno i passi fatali che della morte.

E la morte al ragazzino apparve sotto spoglie di dea.

Una ragazza. O meglio, una giovane donna. Gli stava davanti, a piedi nudi. Aveva i capelli rossi, ribelli, lasciati indomiti al vento. Occhi selvaggi, da gatta. Un morbido sorriso materno a colorarle le labbra.

- Problemi, tesoro?- Chiese con voce zuccherosa.

Il ragazzo si rilassò, osservando però la strana ragazza. Che ci faceva da sola in mezzo al bosco? E perché si muoveva con tanta eleganza?

- Signora , ho perso mio padre.-

- Poverino … povero piccolo. Hai perso il papà, tesoro? James, sentito? Vieni ad aiutare il nostro amico.-

Emerse un altro strano individuo. Anche lui si muoveva in quel modo strambo, aggraziato.

- Chissà dov’è finito …- fece, ironico.

A quel punto le labbra di Victoria si aprirono in un tetro sorriso, rivelando i canini appuntiti e pennellati di sangue.

 

 

Gli animali non andavano in quel posto. Chiedendoglielo, avrebbero risposto che da là erano provenute grida inumane, come se stessero torturando qualcuno. Sono che quel qualcuno non è stato torturato, ma definitivamente annientato. Neanche gli abitanti del villaggio andavano là . Perché non ci andavano gli animali, non ci andavano neanche loro. Perché l’uomo domina un po’ su tutto, ma alla fine da sempre retta alle altre specie. Non ci andavano anche perché la sparivano le persone. Perché le vedove maledicevano quel posto e le donne si tenevano stretti i mariti. Diventava una minaccia per i bambini, una tavoletta come quella dell’uomo nero. Ma questa diceva: “smetti di fare i dispetti, o ti mando dai mostri nel bosco!” Solo che non sapevano che non era una tavoletta. Che i mostri c’erano sul serio. Che non c’erano i lupi, perché neanche loro andavano là. Sta volta erano i mostri.

E se fossero andati nel bosco, forse non avrebbero cambiato parere, avrebbero continuato a dare la colpa ai lupi. Ciò che avrebbero trovato, era un cestino abbandonato per sempre, ai piedi di una grande quercia. Una cosa “da lupi”.

 

 

 

 

 

 

Ciao!!!!! Scusate il ritardo. Allora, i nostri amici hanno cominciato la caccia e … lo vedrete.

 Finalmente sono aumentate le recensioni! Continuate così.

 

Sakusan: Grazie!

Ayame91: Grazie, sono felicissima che ti sia piaciuta

Eika: Eh eh, ho fatto un po’ tardi, invece. Grazie!

The Angel of Satana: Di sicuro non possiamo dire che James sia brutto! Però che Victoria è fortunata, è vero… anche se poi sono andati a finire male tutti e 2. Sigh … sniff

Kimly: Grazie per la recensione, e per aver mesos la ficcy tra i preferiti. Sono felice che ti piaccia

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