Here I stand 3

di LateNight_01
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un giorno speciale ***
Capitolo 2: *** Kayla e Kanan ***
Capitolo 3: *** La festa di compleanno ***
Capitolo 4: *** Senza apparente motivo ***



Capitolo 1
*** Un giorno speciale ***


pm
"I segni del tempo portano con sè
lacrime e sorrisi di un'intera vita
cancellarli equivarrebbe a cancellare
un pezzo della propria esistenza"
-Tanya B.




Quattordici anni non erano pochi, anzi, per Kanan stavano a significare molto di più di un numero qualunque. Quei quattordici anni segnavano un anno in più della sua vita, e di conseguenza di maturità.
Era una ragazza, finalmente. Una ragazza a cui era permesso uscire dal palazzo fino a quando il sole non sarebbe tramontato, una ragazza che poteva innamorarsi, una ragazza proprio come tutte le altre.
Spesso da bambina se l'era chiesto come ci si potesse sentire ad essere come le altre della sua età, ma non trovava risposta e si limitava a immaginarlo, passando ore alla finestra osservando i giochi e gli scherzi dei ragazzini, e invidiandoli da morire.
E finalmente adesso poteva essere come loro! Era sicura che sua madre non gliel'avrebbe negato, del resto una promessa è una promessa. E Anna manteneva sempre le promesse, specie quelle fatte a sua figlia.
Per questo Kanan non dormì neppure quella notte, passò tutto il tempo standosene sdraiata sul letto a fissare il soffitto sognante, a rigirarsi nelle coperte aspettando invano che il sonno arrivasse, a buttarsi da una poltrona all'altra della sua camera, e a finire la confezione di cioccolatini che teneva lì da due o tre giorni. E se qualcuno si fosse permesso di criticarla per i suoi modi di fare "poco adatti ad una principessa", lei avrebbe risposto che tutti hanno diritto ai propri momenti di follia.
Se quella si potesse definire follia. Assomigliava di più a gioia e desiderio di libertà, che era ad un passo dal conquistare.
Non che Anna e Kristoff non le avessero dato abbastanza libertà, no, solo erano un po' protettivi nei suoi confronti. Specie dopo l'episodio accaduto alla madre sette anni prima, quando era stata ad un passo dal lasciare questa terra a causa di un re pazzo che l'aveva quasi uccisa.
E questo aveva avuto ricadute su di lei, e anche parecchie.
Esci solo nel giardino.
Fatti sempre accompagnare da una guardia.
Stai accanto a tua cugina Kayla, lei è in grado di proteggerti.
Non dare confidenza a persone che non conosci.
Queste erano solo poche delle regole indiscutibili impostale dai genitori e dai parenti più stretti. Certe volte avrebbe voluto essere come sua cugina, con un potere meraviglioso come il suo, in grado di abbattere anche un intero esercito di malintenzionati solo alzando un sopracciglio. Lei sì, che poteva sentirsi libera.
Kanan era la fotografia di Anna, stessi capelli ramati, stesse lentiggini sul viso, stesso sorriso vivo e allegro. Aveva del padre gli occhi castani e profondi, ma il carattere era una fusione perfetta tra quello di Kristoff e di sua moglie. Era testarda, dolce, impulsiva, a volte un po' chiusa e altre volte troppo aperta, goffa, scherzosa, sempre disponibile ad aiutare gli altri, si affezionava subito alle persone. Insomma, per lei era impossibile stare lontana da quello che amava, anche se si fosse trattato di solo qualche giorno.
E prendeva molto sul serio i compleanni, specie il suo.
Quando si fece mattina, la giovane principessa non perse tempo a scegliersi un abito adatto alla festa che la spettava per il suo grande giorno. Lo conservava da ben due anni per l'occasione: era un abito lungo, turchese, con qualche dettaglio di pizzo e i bordi dorati. Era abbastanza semplice e comodo, ma aveva il vantaggio di permetterle qualsiasi movimento per quanto brusco ed improvviso; aveva giurato che mai e poi mai si sarebbe ritrovata in qualche rigido -e soffocante- busto, fatta eccezione (forse) per il suo matrimonio.
Così come per la scelta del guardaroba, la ragazza iniziò fin dai dodici anni a progettare la pettinatura che avrebbe dovuto avere per l'attesissimo compleanno. Era passata da uno chignon semplice, ad una treccia laterale, a un'infinità di altre acconciature che avrebbe potuto adottare. Alla fine decise che la cosa più adatta all'occasione sarebbe stata una treccia a cascata, di quelle che amava farsi quotidianamente.
Semplice e perfetta.
E come faceva ogni giorno anche quella mattina andò a svegliare la cugina, alla sua solita maniera.






Se c'era qualcosa di più irritante di essere svegliata di domenica, questo era essere svegliata di domenica alle cinque di mattina.
Kayla ignorò la prima volta il richiamo di Kanan, rigirandosi nelle coperte e portandosele fin sopra alla testa, e borbottando inconsciamente qualche residuo della lezione di storia del giorno prima.
-Kayla, sveglia! Che significa "Napoleone fu esiliato a S. Elena"? Smettila di pensare sempre allo studio! Avanti, è mattina!- la rossa tirò un braccio dell'altra, ancora pacificamente addormentata -Dobbiamo pensare alla festa!-
I sogni dell'altra iniziarono in quel momento a sfumarsi, per lasciare posto alla voce squillante della più piccola. Con un primo spiraglio di lucidità, la ragazza si tirò a sedere sul letto, chiedendosi cosa stesse succedendo. Fu subito avvolta, con sua grande sorpresa, da un'abbraccio carico di gioia.
-Finalmente ti sei svegliata!- esclamò la rossa, con un sorriso lentigginoso.
-Oh, Kanan- borbottò la maggiore, con tono dolce e scherzoso -Se provi di nuovo a svegliarmi a quest'ora, io ti dò fuoco alla camera-
Kanan piegò la testa e sorrise, ammirando la cugina. Anche se spettinata, mezza addormentata e in camicia da notte, ai suoi occhi appariva sempre splendidamente bella.
La prima cosa che si notava conoscendo Kayla, erano di sicuro gli occhi verdi e brillanti, che sembrava riflettessero luce dovunque si posassero. E poi c'erano le sue labbra rosee e perfette, i lineamenti delicati e la pelle pallida che le donava una grazia e bellezza difficile da trovare. I capelli erano platinati, proprio come quelli di sua madre Elsa, solo con la differenza che la principessa li portava in un caschetto disordinato che -a parere di tutti- le donava molto. Era estroversa di carattere, amava stringere nuove amicizie, ed aveva il coraggio ereditato da Hans.
E dal padre non aveva ereditato solo il coraggio.
Aveva uno splendido rapporto con Kanan, e la considerava più una sorella e un'amica piuttosto che una cugina. Tra le cose che amava di più c'era di certo la cioccolata -come avrebbe potuto vivere senza?- e imparare cose nuove.
Nei confronti del suo potere aveva imparato a non averne timore e a padroneggiarlo, cosa che non le risultò troppo difficile anche con l'aiuto delle persone che le erano accanto. Anzi, dai suoi amici veniva considerata oggetto di ammirazione, grazie ad esso.
-Buon compleanno- fece lei, abbracciando nuovamente la festeggiata -che programmi abbiamo per oggi?-
-Niente di che. Pensavo di fare colazione tutti insieme, uscire un po' con te e verso sera fare una graaaande festa con gente di tutto il regno e principi e re confinanti. Poi magari la zia Elsa potrebbe congelare la piazza, e invitare tutti a fare una bella pattinata. Oh, e tu potresti accendere delle lanterne da lanciare nel cielo stellato, e poi prenotare dei bei fuochi artificiali, e che ne dici di fare un banchetto? E poi...-
-Piani modesti, diciamo- scherzò la platinata alzando un sopracciglio con un sorriso, e per un attimo sembrò proprio sua madre.
-Non è niente di complicato, Kay-
-Il mio nome non è Kay. Mi chiamo Kayla. Ka-y-la.- scandì la più grande. Aveva perso il conto delle volte in cui la cugina le aveva messo quel soprannome.
-Avanti, Kay è un nome carino- provò l'altra mordendosi il labbro inferiore con un paio di occhi dolci che funzionavano sempre. E anche quets avolta non fallirono.
-Ok, ok, te lo concedo. E' un nome carino, ma è da maschio- rise Kayla, passando un braccio intorno alle spalle della rossa, e scambiandole uno sguardo amichevole.
-Certo- concluse l'altra, ricambiando l'abbraccio -E adesso sbrighiamoci, che dobbiamo ancora scegliere il tuo abito!-






Che Elsa non fosse affatto cambiata negli anni, nessuno lo poteva negare. Rimaneva sempre la stessa dolce ragazza che quindici anni prima aveva messo fine alla sua volontaria reclusione, e aveva ritrovato il rapporto con la sorella. Sembrava che il tempo non l'avesse neanche sfiorata, e lo stesso valeva per Anna: nonostante fossero entrambe mamme e mogli e avessero sulle spalle migliaia di responsabilità, questo non aveva impedito loro di continuare a coltivare e -perchè no?- a migliorare il loro rapporto.
Tutto quello che avevano vissuto nella loro vita, cose positive o negative, le avevano aiutate a diventare migliori giorno dopo giorno, ed avevano imparato che bisogna sempre lottare, anche se gli ostacoli incontrati durante il cammino possono sembrare impossibili da superare.
Perchè tutto si può affrontare, specie se si ha accanto qualcuno che ti sostiene e che ti ama.
Il tempo aveva lasciato sì delle ferite, ma rimanevano come cicatrici che stavano a significare qualcosa, a ricordare una battaglia, e quella battaglia era stata vinta.
Anche Kristoff e Hans erano perlopiù gli stessi uomini allegri ed intraprendenti di anni prima, e l'esperienza come genitori li aveva resi di certo più responsabili, ma anche molto comprensivi e coraggiosi.
Hans poi aveva fatto una scoperta, che aveva messo fine a molti dubbi che lo tormentavano. Anche lui era in possesso del dono del fuoco, e lo aveva passato a sua figlia Kayla: non si era manifestato in tutti quegli anni per cause a lui sconosciute, ma adesso ne aveva pieno controllo. E poi, chissà se un giorno avrebbe scoperto chi o che cosa gli aveva trasmesso il potere?
Eirik era diventato un ragazzo sveglio, intelligente, gentile e garbato, anche se spesso si divertiva a giocare qualche tiro alla gemella Kanan, ma del resto quale fratello non lo fa?
Aveva i capelli dorati del padre, e degli occhi blu che a volte diventavano verdi, e che lo caratterizzavano più di ogni altra cosa. Aveva un rapporto strettissimo con i genitori, ma amava anche il resto della sua famiglia, e passava il suo tempo libero con gli amici più cari.
E come la sorella, amava le feste.
E del resto, oggi era anche il suo compleanno.





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Note dell'Autrice: Sono tornata!!!
Ecco a voi il primo capitolo della terza serie, e spero davvero che vi sia piaciuto, perchè non avete idea di quanto abbia faticato a trovare qualche idea per scriverlo.
Dunque, per ora non ho ancora trovato una fanart adatta, ma appena scoprirò dove si nasconde la metto XD
Sono passati altri 7 anni (sono andata in fissa con questo numero ahahah) e i ragazzi sono cresciuti <3 Mi scuso se in questo primo capitolo c'è ben poco su Anna ed Elsa, ma mi sembrava necessario formare un quadro più o meno chiaro sul carattere e l'aspetto di Kayla, Eirik e Kanan. Anche perchè saranno i cooprotagonisti insieme alle nostre sorelle preferite!
Detto ciò, aspetto le recensioni per sapere i vostri pareri, non vi fate problemi ad esporre le vostre idee o eventuali punti da migliorare, che non mordo :')
A presto!
                                                                                    LateNight_01




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Capitolo 2
*** Kayla e Kanan ***


pm
"La sfida più grande
è nell'essere se stessi"



Se Elsa poteva essere sicura di qualcosa, questa era che Anna non si sarebbe sentita mai "troppo vecchia" per darle il buongiorno alla sua solita maniera.
Non aveva torto, in effetti: la prima cosa che vide appena aperti gli occhi fu il viso sorridente e allegro della sorellina.
-Eeeeeelsa!- la richiamò lei, scuotendola leggermente. La platinata accennò un sorriso mezzo addormentato, mentre le tornava in mente il ricordo di una bambina dai capelli rossi, che le chiedeva se volesse fare un pupazzo di neve. A quella bambina Anna era rimasta piuttosto attaccata -anzi, diciamo che era sempre la stessa ragazzina un po' pazza e giocherellona di sempre- ma di certo ora anche lei sapeva comportarsi in modo maturo quando ce n'era bisogno. E non era quello il caso...
-Anna, lasciami dormire, dai...- sbuffò Elsa, consapevole del fatto che non l'avrebbe mai lasciata dormire.
-Ma oggi è il compleanno di Eirik e Kanan...- le ricordò la minore.
-Okay, okay...- fece l'altra, stiracchiandosi e alzandosi in piedi un po' barcollante -Buongiorno, comunque- disse, con un sorrisetto sarcastico ma allo stesso tempo affettuoso.
-Ehm...sì...buongiorno, Elsa- fece la rossa, un po' imbarazzata. Poi, per rompere il silenzio che si era creato, diede voce al primo pensiero che le passò per la mente:
-Hans?- chiese, seguendo i movimenti della sorella che aveva iniziato a pettinarsi i capelli.
-Hans...?- fece eco l'altra, lanciando un'occhiata alla minore attraverso lo specchio -Probabilmente è già sveglio...deve essere già sveglio, dato che qui non c'è!- asserì.
Anna annuì leggermente, chiaramente la sua mente era diretta altrove.
La platinata si chiese cosa passasse per la mente all'altra, in quei momenti. erano sorelle, sì, ma spesso i comportamenti della più piccola erano assolutamente indecifrabili.
-Ehy, Anna- questa volta fu lei a iniziare il discorso, palesemente incuriosita dal sapere cosa avesse zittito così l'altra -Che hai?-
-Niente- si riprese la rossa, alzando lo sguardo verso la maggiore -Mi chiedevo solo...è tutto a posto per l'organizzazione della festa di compleanno?-
Elsa si immobilizzò, come se l'avesse colpita in pieno un fulmine. Posò la spazzola e si voltò di scatto in direzione dell'altra.
-Oddio...- si lamentò, battendosi una mano sulla fronte -Mi sono dimenticata!-
-Aspetta, che?!- Anna sgranò gli occhi in un'espressione che in altre circostanze poteva risultare comica -Il buffet, la musica, gli inviti...?-
-Ho dimenticato di fare tutto!- confermò Elsa, cominciando a camminare nervosamente su e giù per la stanza.
Strano pensò la più piccola stupita che proprio sua sorella si fosse scordata di fare qualcosa. Insomma, lei era sempre così precisa, puntuale, organizzata...
-
Non ti preoccupare, Anna, si può risolvere tutto!- esordì la più grande, sperando che la sorellina non si fosse arrabbiata e che -soprattutto- si potesse davvero fare qualcosa per quel guaio che aveva causato.
-Sei sicura?- chiese la minore, agitata, non credendo veramente che si potesse organizzare un compleanno nel poco tempo che avevano a disposizione.
-Sì, sì- diede conferma la regina, che dal nervosismo era riuscita a congelare l'intera camera da letto, sotto lo sguardo preoccupato dell'altra. Infilatosi alla svelta un vestito e un paio di scarpe, uscì quasi correndo dalla porta.
-Ehm...Elsa?- la chiamò la sorellina; il ghiaccio le aveva incollato le scarpe sul pavimento
-Ops- rise la maggiore -Scusa- con un gesto rapido le liberò i piedi e allo stesso tempo scongelò la stanza, per poi sparire nuovamente dietro la porta.
Anna rimase per un attimo basita dallo strano comportamento della maggiore, di solito calma e composta. Scosse la testa divertita, nonostante fosse in pensiero per quello che la ragazza avrebbe potuto combinare in quello stato.
-Ah- la regina si riaffacciò di corsa -Tu pensa agli invitati, okay? Basta che tra loro non ci sia qualche fratello di Hans! Io mi occupo del resto-
Detto ciò, se ne andò definitivamente senza neanche aspettare risposta da parte dell'altra.
Probabilmente si disse la rossa era ora di cercare Kristoff.




Kayla e Kanan nel frattempo avevano ottenuto il permesso di uscire un po' dal palazzo, a patto di non allontanarsi più di tanto.
Patto che fu bellamente ignorato dalle due ragazze, che avevano deciso di fare un lunga passeggiata fino alla collina dove da bambine giocavano sempre insieme.
Tanto -si dissero- non sarebbe successo nulla di male, e in caso di pericolo Kayla poteva difenderle con i suoi poteri.
L'unica sfida stava nel ritrovare la strada per arrivare nel luogo: entrambe l'avevano percorsa mille volte da piccole, ma erano anni che non ci andavano più, probabilmente troppo prese dallo studio e dai mille compiti che avevano in quanto principesse di Arendelle.
-Sei sicura che sia di qua?- chiese Kanan rivolta alla cugina, mentre scansava con la mano l'ennesimo ramo che le si parava davanti.
-Certo- affermò la bionda, anche se tanto sicura non era. -Tu seguimi e stai attenta a dove metti i piedi- la mise in guardia poi
-D'accordo- la rossa era convinta che se Kayla dicesse qualcosa con tanta sicurezza, di certo non poteva sbagliare -Non mi ricordavo ci fosse tanta...vegetazione-
-
E' passato tanto tempo- rispose l'altra con un pizzico di nostalgia nel rendersi conto che ormai sarebbero state rare le volte in cui si sarebbe potuta davvero divertire con la cuginetta. Con i suoi quattordici anni era arrivata anche la responsabilità e i doveri che avrebbe dovuto obbligatoriamente rispettare.
-Già- confermò Kanan, che aveva pensato la stessa cosa dell'altra ragazza, ma dentro di sè sentiva che il passare degli anni non avrebbe di certo messo in dubbio il loro legame di migliori amiche.
-Siamo quasi arrivate!- esclamò la più grande con un sospiro di sollievo
-Io non ce la faccio più a camminare- borbottò l'altra.
-Avanti, sono solo...boh...saranno due minuti di strada, non è poi così tanto- la incoraggiò Kayla, anche lei affaticata dalla salita.
Come aveva detto la bionda, in pochi minuti arrivarono a destinazione, e scoprirono con loro grande gioia e sorpresa che il posto era proprio come l'ultima volta che c'erano andate.
Il sole della mattina si rifletteva in ogni singolo filo d'erba, e gli alberi erano leggermente mossi dal vento. I primi fiori della primavera erano radunati sul prato in macchie di colori vivaci, e persino il piccolo rifugio delle due ragazze -consistente in alcuni tronchi d'albero posizionati a capanna- era rimasto lì dov'era. Il cielo blu limpido faceva da sfondo a quel piccolo angolo di paradiso, e in tutto ciò le due giovani principesse fecero il primo vero sorriso della giornata.
Naturalmente il rifugio era diventato un po' stretto per loro, ma questo non impedì alle ragazze di entrarci. All'interno di esso c'era persino una bambola, appartenente a Kanan, che era sopravvissuta al tempo, alla pioggia, alla neve e al sole.
-Kay, ti ricordi di questa?- chiese divertita la rossa, mostrando all'altra l'oggetto della sua attenzione
-Clemmie??- fece stupita la cugina, prendendo fra le mani la bambola -Come ha fatto a rimanere intatta?-
-Rimarrà per sempre un mistero!- scherzò la minore con un vocione misterioso, che provocò una risata ad entrambe.
-E ti ricordi di quando abbiamo costruito questo posto?- ricominciò Kayla, sorridente
-Come potrei scordarlo? Avevamo qualcosa come sei o sette anni, e senza dire niente a nessuno siamo scappate dal palazzo per venire fin qui...abbiamo fatto un buon lavoro, dato che il "rifugio" è ancora in piedi!-
-Hai ragione- annuì la bionda -Mi pare che era il tuo compleanno, proprio come oggi. E proprio come oggi Eirik non si era fatto vedere, perchè dormiva-
-Non sa cosa si perde- sorrise la rossa
-Esatto- le fece l'occhiolino la cugina.
-Vedi? Possono passare anche cento anni, ma noi rimarremo sempre indivisibili- affermò Kanan, che si era resa conto dei dubbi di Kayla.
-Kanan, io lo so che niente potrà mai separarci...- disse la bionda, prendendo all'improvviso un tono serio e con un velo di tristezza.
-Ma...?-
-Ma io non riuscirò mai ad accettare quello che sono! Creare fuoco potrà anche essere un grande dono, non dico il contrario, ma può diventare pericoloso, anche più di quello della mamma. Non potrò mai essere me stessa senza la paura di fare del male a qualcuno, e peggio ancora, di fare del male a te!-
-Può essere pericoloso, ma può anche non esserlo. Puoi controllarlo, tu sei forte- la rossa sorrise e le strinse la mano -e io sono con te. Sono tutti con te-
La più grande fu sollevata da queste parole, e abbracciò la cugina, e dentro di sè la ringraziò per essere sua amica. Sapeva che comunque andasse, poteva contare su di lei.
A interrompere quell'abbraccio fu qualcosa che attirò l'attenzione delle due, qualcosa che luccicava nell'erba sotto i raggi del sole.
-Cos'è?- chiese la bionda prendendo fra le mani quell'oggetto apparentamente comune.
-Una...collana?- rispose Kanan, ammirando un diamante verde incastrato sulla superficie dorata. Sembrava splendere di luce propria.
-Sì, ma...cosa ci fa qui?-
-L'avranno perso-
-Probabilmente- Kayla rigirò nuovamente il cerchio d'oro fra le mani, completamente rapita dalla bellezza della pietra verde.
-E' bellissimo- fece la più piccola -L'hai trovato tu, quindi tienilo-.
L'altra ragazza le rivolse un sorriso di ringraziamento, per poi indossare la collana.
-Andiamo a casa? Altrimenti si accorgono che ci siamo allontanate- fece la minore
-Okay-.
Durante il tragitto verso casa, fu come se qualcosa fosse cambiato. Kayla si sentiva diversa, quasi si trovasse su un mondo parallelo.
E non furono rare le volte in cui, quasi inconsciamente, accarezzò con le dita quel diamante verde incastrato in quel cerchio dorato.
Aveva qualcosa di strano, qualcosa di sbagliato.



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Note dell'Autrice: Dopo essermi assentata per qualcosa come due settimane (ho avuto il mio primissimo blocco) sono tornata col secondo capitolo della storia ;)
Nessuno può capire quanto sia impaziente di scrivere i prossimi, dato la spinta che ho appena dato a tutta la vicenda.
Anna ed Elsa, come sempre, hanno combinato un disastro (poverine ihihihi), e nel frattempo Kayla e Kanan hanno trovato un oggetto mooolto misterioso, ma per ora non posso anticipare nulla. Dico solo che sarebbe stato meglio non trovarlo *risata malefica*.
Scherzi a parte, spero che non siate troppo arrabbiati con me per il ritardo, ma purtroppo quando mi blocco non c'è nulla da fare. Ringrazio infinitamente tutti coloro che hanno messo fra le preferite/ricordate/seguite questa storia, e vedo con gioia che nonostante tutto continuate a crescere. Davvero, non sapete quanto mi rendiate felice *-*
Lasciate una recensione, e se volete venitemi a cercare sotto casa per i miei ritardi (e, dato che ci siete, datemi pure un abbraccio) :')
P.S: L'orribile disegno all'inizio del capitolo è mio, come del resto la frase. Non trovavo nulla di adatto, quindi ho deciso di farmi odiare con quella specie di rappresentazione delle due cugine (lol).
A presto!
                                                                    LateNight_01





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Capitolo 3
*** La festa di compleanno ***


pm  
"E se ti capita di perdere te stessa
ricordati di chi passa e di chi resta"
-Tumblr





Anna, tirando fuori tutta la sua buona volontà e il suo impegno, era riuscita in poco tempo a stilare la lista degli invitati al compleanno dei suoi figli. Naturalmente non potevano mancare duci, principi e re dei regni confinanti, ma aveva optato per una festa "aperta al pubblico" come disse lei. E si sentì fiera e orgogliosa del lavoro che aveva fatto -con un po' d'aiuto da parte del marito- quando gli inviti furono prontamente accettati dalla maggior parte delle persone, nonostante la festa si tenesse quello stesso giorno.
Elsa, naturalmente, si prese sulle spalle gran parte del lavoro, un po' per rimediare alla sua disorganizzazione, un po' perchè sapeva che "sovraccaricando" la sorella, quest'ultima avrebbe combinato qualche guaio irrimediabile. Hans si stava dando da fare il più possibile, ma alla fine fece poco o niente per aiutare la moglie,  fallì miseramente nel suo incarico di "reclutatore di orchestra" e sbagliò persino nell'allestimento del salone. A quel punto Elsa capì che lavorando da sola avrebbe fatto molto più in fretta e senza perdere troppo la pazienza, e arrivò a fine pomeriggio stanca ma soddisfatta del lavoro che aveva svolto.
Era tutto pronto, i primi invitati sarebbero dovuti arrivare entro le venti, e la famiglia aveva tutto il tempo di prepararsi e organizzarsi.
Kayla e Kanan avevano deciso di passare tutto il pomeriggio in giardino, e furono avvisate solo la sera dell'orario prestabilito per la festa. Kanan non era in sè dalla gioia di sapere cosa i genitori e gli zii avessero preparato per il suo compleanno, ma in qualche modo vedeva la cugina distante, distaccata.
Kayla si sentiva strana, a tratti era felice e poi era come persa nel vuoto, non ricordava di aver mai provato qualcosa del genere in vita sua. Spesso si ritrovava con la mente altrove, e rispondeva scocciata alle richieste d'attenzione da parte della cuginetta, mentre non riusciva a distogliere lo sguardo da quella strana gemma che aveva trovato quella mattina. Aveva come l'impressione che suo colore fosse cambiato impercettibilmente, dal verde brillante che aveva fino a poche ore prima a un verde smeraldo, luminoso e chiaro.
Con la scusa di sentirsi poco bene, era andata a riposare senza dire niente ai genitori, o a sua cugina. Aveva spiccicato un "Ciao" seccato e le aveva sbattuto la porta in faccia, facendola sentire esattamente come sua madre anni prima, esclusa dalla sua più cara amica.
Kanan aveva tastato con i polpastrelli il mogano che le separava, aveva percorso con le dita il contorno della serratura in rame,  aveva accarezzato il pomello, infine aveva sollevato uno sguardo e strozzato un singhiozzo.
Si era allontanata da lì lentamente.



Poche ore mancavano alla festa, ma Kayla era stesa sul suo letto a contemplare un punto fisso nel vuoto.
Si sentiva diversa.
Non sapeva in che modo, ma qualcosa in lei era cambiato.
Aveva stretto la sua collana, si era persa sulla sua superficie fredda, aveva provato il desiderio di allontanarsi. Come sua madre anni prima, adesso Kayla avrebbe voluto un posto dove essere se stessa, un posto tutto suo. dopotutto non aveva mai amato la solitudine, ma chissà...forse era quello il rifugio che stava cercando.
Il suo dubbio e la sua confusione la portarono ad un comportamento freddo e chiuso con sua cugina. Era persino scocciata, quando arrivò alla festa: quell'evento organizzato da Elsa e Anna alla meglio e in fretta e furia, l'aveva distratta dai suoi pensieri che aveva fretta di riprendere.
Era una festa piena di gioia, anche se programmata in poche ore. Quando ne aveva l'occasione, se la caduta di un bicchiere creava un po' di confusione, oppure se la sua cuginetta andava in bagno, Kayla provava a sgattaiolare via per tornarsene in camera sua per perdersi nei suoi pensieri. Ma Kanan all'improvviso le sembrava un essere appiccicoso e insopportabile che non la mollava un minuto.
Non furono poche le volte in cui Kayla si sentì come soffocata da quelle persone che la circondavano, provava il bisogno di scappare, come se quel mondo non le appartenesse e lei non volesse in alcun modo farne parte, le voci e le risate tipiche delle feste erano per lei fastidiose come il cigolio di una porta, gli sguardi che le arrivavano da parte di perfetti sconosciuti la infastidivano, e più volte fece fatica a mantenere il controllo di se stessa e dei suoi poteri al fine di non nuocere a nessuno. Era nervosa, irritabile, stanca di tutto e di tutti, sarcastica, presuntuosa, rispondeva male a chiunque cercasse di avvicinarla o semplicemente rivolgerle una domanda.
Era come se si fosse "trasformata" in un'altra persona, e questo suo cambiamento non se lo seppe spiegare neppure lei; ma di sicuro non passò inosservato ai presenti, che tra una chiacchera e l'altra si domandavano con ironia -e un pizzico di cattiveria- se fosse quella la dolce e gentile principessa di cui si era sentito tanto parlare.



Inutile dire che fu Kanan la prima a dispiacersi per il comportamento sprezzante della cugina nei suoi confronti, e che, al contrario di molti, cercò di comprenderla.
Magari è solo stanca per la passeggiata di oggi- pensava, più per convincere se stessa che per altro -Oppure è successo qualcosa che l'ha resa triste, e ora si comporta così.
Ma non poteva far altro che formulare questi pensieri, ed ipotizzare che l'indomani questo "sbalzo d'umore" di Kayla fosse solo un brutto ricordo. Di certo non poteva neppure immaginare la vera causa che aveva portato quel cambiamento nella giovane principessa, e non poteva nemmeno sapere che il tempo, anzichè migliorare la situazione, l'avrebbe solo aggravata.
Solo all'ennesimo rifiuto da parte dell'altra Kanan si convinse a lasciarla un po' da sola, sperando che si calmasse e ritornasse quella di sempre. D'altra parte, non si stava per niente godendo la sua festa, la festa che aveva aspettato e progettato per anni e, -a parer suo- era arrivato il momento di divertirsi veramente.
Come si era aspettata, suo fratello Eirik era molto impegnato, quella sera: faceva continuamente su e giù dal salone ogni volta a braccetto di una ragazza diversa, rideva e scherzava con chiunque gli capitasse a tiro e raramente si prendeva il disturbo di chiedere a Kanan se fosse tutto a posto, e se la serata proseguisse bene anche per lei. Ma d'altronde questo era il tipico comportamento da fratelli, ed era già tanto se si era degnato di rivolgerle una parola gentile durante tutto quel tempo.
Così la giovane principessa -sotto incoraggiamento dei genitori- decise di "buttarsi" tra la folla e di distrarsi un po' dai suoi pensieri riguardanti la cugina.
Grazie al suo carattere aperto (sicuramente ereditato dalla madre Anna) e alla sua gentilezza e simpatia, non fece fatica a stringere nuove conoscenze e, perchè no, amicizie con gli altri invitati. Durante la serata conobbe anche un ragazzo, Adrian, con cui si divertì moltissimo e con cui imparò a ballare, che le tenne compagnia e con cui rise e scherzò tutto il tempo.
Forse era scoppiata la scintilla dell'amore, perchè quella notte, nonostante fosse stanca, si addormentò con un sorriso dipinto sulle labbra e non fece altro che sognare quel ragazzo che le aveva fatto battere il cuore per la prima volta...



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Note dell'Autrice:  Sono tornata, sono tornata! *inciampa e si rialza barcollando, per poi cadere di nuovo*
Allora, che dire? Inizio dicendo che oggi questo capitolo non è solo opera mia, ma anche di un'altra fantastica autrice di questo fandom, Irian. Quindi i miei ringraziamenti oggi vanno soprattutto a lei, anche perchè la parte migliore del capitolo è opera sua ;)
Continuo ad essere in ritardo, sono stata poco produttiva durante queste vacanze, ho il blocco, il computer non collabora come sempre, e la mia vita privata si "riflette" nel mio lavoro. Non dovrebbe succedere, lo so. Diciamo che sto seriamente cercando di essere puntuale -"nuovo anno nuovi propositi"-e anche se molti di voi mi odieranno per questa mia incoerenza nell'aggiornare le mie long, purtroppo sto passando un brutto periodo dal punto di vista emotivo e non è facile distrarsi dai problemi per dedicarsi alla scrittura, che richiede tanta concentrazione.
So che l'ho ripetuto tante volte, ma...Scusate il ritardo *i lettori infuriati si coalizzano contro l'autrice* e spero che mi lascerete una qualsiasi recensione, positiva o negativa, per farmi sapere il vostro parere sul capitolo :)
A presto!
                                                                                                LateNight_01 ed Irian

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Capitolo 4
*** Senza apparente motivo ***


pm Kayla aveva preso la decisione di andarsene dalla festa di compleanno dei cugini e ritirarsi in camera sua. Non ci trovava nulla di divertente o rilassante nello starsene lì in piedi in un angolo con le braccia conserte ad osservare quel mucchio di gente che si muoveva e rideva e ballava e parlava animatamente, quando lei si sentiva tutto l'opposto di come probabilmente si sentivano loro.
Era uscita dalla sala facendosi spazio fra una persona e l'altra, a furia di spinte e gomitate tanta era la folla, desiderando solo di uscire finalmente da quel posto senza farsi notare da nessuno.
Soprattutto da Kanan. La cuginetta ci sarebbe rimasta malissimo se l'avesse vista.
-Non mi importa. Ho fatto quello che dovevo fare per quattordici anni, sono sempre stata sotto il controllo dei miei genitori, e ho buttato solo via del tempo. Ora, non verranno certo a cercarmi solo perchè me ne sono andata via da una festa!- pensava la ragazza, camminando a passo spedito verso camera sua, i capelli trasandati e il suo ciondolo che le batteva ritmicamente sul petto ad ogni passo. 
Era arrabbiata. Non sapeva il motivo di quella sua rabbia, ma la sentiva chiaramente bruciarle lo stomaco e risalirle come un fuoco su per la gola.
In cuor suo sperava che Elsa e Hans non si accorgessero davvero della sua assenza, se non altro per non subirsi un interrogatorio in piena regola, della serie: "Perchè sei andata via?"
"E' successo qualcosa?"
"Kayla, ne vuoi parlare con noi? Siamo i tuoi genitori"
"Una futura erede al trono non dovrebbe comportarsi in questo modo!".
E di certo lei non voleva discuterne nè parlarne, voleva solo stare sola. Almeno per un po'.
La principessa raggiunse presto la sua stanza, e quando chiuse la porta dietro di sè fu come se si fosse tolta un grosso peso dalle spalle. Tutto il chiasso, le voci, la musica, il caos erano rimasti fuori da lì.
Per la prima volta in vita sua sentì la porta come una sorta di barriera protettiva che la difendeva dal mondo esterno. Non poteva certo sapere che questi erano stati gli stessi pensieri di sua madre molti anni prima.
La ragazza fu per un attimo spaventata dal fatto che la sua stanza fosse completamente buia -aveva sempre avuto il terrore del buio- ma poi, facendo abituare i suoi occhi all'oscurità, si accorse che in fondo non era poi così male.
Si sdraiò sul letto,chiuse gli occhi.
I suoi pensieri ricominciarono a farle su e giù per la testa, senza fermarsi. La principessa provava a seguirli uno ad uno, a fermarli, a soffermarcisi, ma era come se qualcosa le impedisse di fare alcun tipo di ragionamento lucido.
Non sapeva perchè era arrabbiata.
Quella sera non era successo nulla che la potesse irritare in alcun modo. Gli ospiti erano gentili, l'ambiente era accogliente, e la notte fuori dalle finestre era più bella che mai.
Probabilmente era solo colpa della stanchezza. Quella mattina, durante la passeggiata con Kanan avevano camminato tantissimo e i suoi nervi avevano ceduto, tutto qui.
E forse non era poi così arrabbiata.
Kayla si rimise a sedere, fece un respiro, due. La camera era ancora immersa nelle tenebre, e probabilmente i suoi genitori stavano già cominciando a preoccuparsi. Non sapeva nemmeno quanto tempo fosse passato, ma non più di alcuni minuti.
Sentendosi più leggera e tranquilla la ragazza uscì nuovamente dalla camera, promettendosi di terminare la serata come doveva e poi lasciarsi quei brutti pensieri alle spalle come se non li avesse mai avuti.



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Note dell'Autrice:  Okay, come mai ho la sensazione che mi stiate per uccidere?
Sono tornata con quache mese di ritardo, ma sono tornata. Adesso probabilmente scriverò le note più lunghe di tutto il capitolo, ma non fa niente ;D
Punto primo: Nessuno di voi può immaginare cosa mi sia successo in questi mesi. Boh, probabilmente sono successe più cose in sessanta giorni che durante la mia vita.
Quindi, vi prego, non vi lamentate per il ritardo. Vi spiegerò un po' per volta in seguito, anche perchè all'una di notte le mie capacità intellettive si fermano a riuscire a scrivere una frase di senso compiuto.
Punto secondo: A proposito di abilità di scrittura, da quando ho aperto un blog su Tumblr interamente dedicato a Frozen, ho followers solo americani, e di conseguenza passo il 50% delle mie giornate a parlare in inglese XD
Devo dire che sotto questo punto di vista il mio inglese è migliorato tantissimo, ma in compenso non riesco più a formare una frase in italiano corrente. Quindi, sono tornata anche per tenermi in allenamento, diciamo.
Punto terzo: Oggi (ormai ieri) era il Sibling Day (ovvero la giornata dei fratelli e sorelle) e quindi, volendo fare una sorpresa a mia sorella (che ama la mia storia xD) sono qui a scrivere.
Punto quarto: Mi è finalmente tornata l'ispirazione! Quindi, mi dispiace per voi, ma sono ufficiamente tornata.
Mi scuso per il capitolo un po' corto, ma volevo dedicarlo interamente ai pensieri e senzazioni di Kayla. Presto arriverà il "seguito".
Come ultima cosa, ringrazio Irian, che ha sempre recensito anche con i miei imperdonabili ritardi.
A presto!
                    LateNight_01

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