Here I stand 3 di LateNight_01 (/viewuser.php?uid=729374)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un giorno speciale ***
Capitolo 2: *** Kayla e Kanan ***
Capitolo 3: *** La festa di compleanno ***
Capitolo 4: *** Senza apparente motivo ***
Capitolo 1 *** Un giorno speciale ***
pm
"I segni del tempo
portano con sè
lacrime e sorrisi di un'intera vita
cancellarli equivarrebbe a cancellare
un pezzo della propria esistenza"
-Tanya
B.
Quattordici anni
non erano pochi, anzi, per Kanan stavano a significare molto di
più di un numero qualunque. Quei quattordici anni segnavano
un anno in più della sua vita, e di conseguenza di
maturità.
Era una ragazza, finalmente. Una ragazza a cui era permesso uscire dal
palazzo fino a quando il sole non sarebbe tramontato, una ragazza che
poteva innamorarsi, una ragazza proprio come tutte le altre.
Spesso da bambina se l'era chiesto come ci si potesse sentire ad essere
come le altre della sua età, ma non trovava risposta e si
limitava a immaginarlo, passando ore alla finestra osservando i giochi
e gli scherzi dei ragazzini, e invidiandoli da morire.
E finalmente adesso poteva essere come loro! Era sicura che sua madre
non gliel'avrebbe negato, del resto una promessa è una
promessa. E Anna manteneva sempre le promesse, specie quelle fatte a
sua figlia.
Per questo Kanan non dormì neppure quella notte,
passò tutto il tempo standosene sdraiata sul letto a fissare
il soffitto sognante, a rigirarsi nelle coperte aspettando invano che
il sonno arrivasse, a buttarsi da una poltrona all'altra della sua
camera, e a finire la confezione di cioccolatini che teneva
lì da due o tre giorni. E se qualcuno si fosse permesso di
criticarla per i suoi modi di fare "poco adatti ad una principessa",
lei avrebbe risposto che tutti hanno diritto ai propri momenti di
follia.
Se quella si potesse definire follia. Assomigliava di più a
gioia e desiderio di libertà, che era ad un passo dal
conquistare.
Non che Anna e Kristoff non le avessero dato abbastanza
libertà, no, solo erano un po' protettivi nei suoi
confronti. Specie dopo l'episodio accaduto alla madre sette anni prima,
quando era stata ad un passo dal lasciare questa terra a causa di un re
pazzo che l'aveva quasi uccisa.
E questo aveva avuto ricadute su di lei, e anche parecchie.
Esci solo nel giardino.
Fatti sempre accompagnare da una guardia.
Stai accanto a tua cugina Kayla, lei è in grado di
proteggerti.
Non dare confidenza a persone che non conosci.
Queste erano solo poche delle regole indiscutibili
impostale dai genitori e dai parenti più stretti. Certe
volte avrebbe voluto essere come sua cugina, con un potere meraviglioso
come il suo, in grado di abbattere anche un intero esercito di
malintenzionati solo alzando un sopracciglio. Lei sì, che
poteva sentirsi libera.
Kanan era la fotografia di Anna, stessi capelli ramati, stesse
lentiggini sul viso, stesso sorriso vivo e allegro. Aveva del padre gli
occhi castani e profondi, ma il carattere era una fusione perfetta tra
quello di Kristoff e di sua moglie. Era testarda, dolce, impulsiva, a
volte un po' chiusa e altre volte troppo aperta, goffa, scherzosa,
sempre disponibile ad aiutare gli altri, si affezionava subito
alle persone. Insomma, per lei era impossibile stare lontana da quello
che amava, anche se si fosse trattato di solo qualche giorno.
E prendeva molto sul serio i compleanni, specie il suo.
Quando si fece mattina, la giovane principessa non perse tempo a
scegliersi un abito adatto alla festa che la spettava per il suo grande
giorno. Lo conservava da ben due anni per l'occasione: era un abito
lungo, turchese, con qualche dettaglio di pizzo e i bordi dorati. Era
abbastanza semplice e comodo, ma aveva il vantaggio di permetterle
qualsiasi movimento per quanto brusco ed improvviso; aveva giurato che
mai e poi mai si sarebbe ritrovata in qualche rigido -e soffocante-
busto, fatta eccezione (forse) per il suo matrimonio.
Così come per la scelta del guardaroba, la ragazza
iniziò fin dai dodici anni a progettare la pettinatura che
avrebbe dovuto avere per l'attesissimo compleanno. Era passata da uno
chignon semplice, ad una treccia laterale, a un'infinità di
altre acconciature che avrebbe potuto adottare. Alla fine decise che la
cosa più adatta all'occasione sarebbe stata una treccia a
cascata, di quelle che amava farsi quotidianamente.
Semplice e perfetta.
E come faceva ogni giorno anche quella mattina andò a
svegliare la cugina, alla sua solita maniera.
Se c'era qualcosa di più irritante di essere svegliata di
domenica, questo era essere svegliata di domenica alle cinque di mattina.
Kayla ignorò la prima volta il richiamo di Kanan,
rigirandosi nelle coperte e portandosele fin sopra alla testa, e
borbottando inconsciamente qualche residuo della lezione di storia del
giorno prima.
-Kayla, sveglia! Che significa "Napoleone fu esiliato a S. Elena"?
Smettila di pensare sempre allo studio! Avanti, è mattina!-
la rossa tirò un braccio dell'altra, ancora pacificamente
addormentata -Dobbiamo pensare alla festa!-
I sogni dell'altra iniziarono in quel momento a sfumarsi, per lasciare
posto alla voce squillante della più piccola. Con un primo
spiraglio di lucidità, la ragazza si tirò a
sedere sul letto, chiedendosi cosa stesse succedendo. Fu subito
avvolta, con sua grande sorpresa, da un'abbraccio carico di gioia.
-Finalmente ti sei svegliata!- esclamò la rossa, con un
sorriso lentigginoso.
-Oh, Kanan- borbottò la maggiore, con tono dolce e scherzoso
-Se provi di nuovo a svegliarmi a quest'ora, io ti dò fuoco
alla camera-
Kanan piegò la testa e sorrise, ammirando la cugina. Anche
se spettinata, mezza addormentata e in camicia da notte, ai suoi occhi
appariva sempre splendidamente bella.
La prima cosa che si notava conoscendo Kayla, erano di sicuro gli occhi
verdi e brillanti, che sembrava riflettessero luce dovunque si
posassero. E poi c'erano le sue labbra rosee e perfette, i lineamenti
delicati e la pelle pallida che le donava una grazia e bellezza
difficile da trovare. I capelli erano platinati, proprio come quelli di
sua madre Elsa, solo con la differenza che la principessa li portava in
un caschetto disordinato che -a parere di tutti- le donava molto. Era
estroversa di carattere, amava stringere nuove amicizie, ed aveva il
coraggio ereditato da Hans.
E dal padre non aveva ereditato solo il coraggio.
Aveva uno splendido rapporto con Kanan, e la considerava più
una sorella e un'amica piuttosto che una cugina. Tra le cose che amava
di più c'era di certo la cioccolata -come avrebbe potuto
vivere senza?- e imparare cose nuove.
Nei confronti del suo potere aveva imparato a non averne timore e a
padroneggiarlo, cosa che non le risultò troppo difficile
anche con l'aiuto delle persone che le erano accanto. Anzi, dai suoi
amici veniva considerata oggetto di ammirazione, grazie ad esso.
-Buon compleanno- fece lei, abbracciando nuovamente la festeggiata -che
programmi abbiamo per oggi?-
-Niente di che. Pensavo di fare colazione tutti insieme, uscire un po'
con te e verso sera fare una graaaande festa con gente di tutto il
regno e principi e re confinanti. Poi magari la zia Elsa potrebbe
congelare la piazza, e invitare tutti a fare una bella pattinata. Oh, e
tu potresti accendere delle lanterne da lanciare nel cielo stellato, e
poi prenotare dei bei fuochi artificiali, e che ne dici di fare un
banchetto? E poi...-
-Piani modesti, diciamo- scherzò la platinata alzando un
sopracciglio con un sorriso, e per un attimo sembrò proprio
sua madre.
-Non è niente di complicato, Kay-
-Il mio nome non è Kay. Mi chiamo Kayla. Ka-y-la.-
scandì la più grande. Aveva perso il conto delle
volte in cui la cugina le aveva messo quel soprannome.
-Avanti, Kay è un nome carino- provò l'altra
mordendosi il labbro inferiore con un paio di occhi dolci che
funzionavano sempre. E anche quets avolta non fallirono.
-Ok, ok, te lo concedo. E' un nome carino, ma è da maschio-
rise Kayla, passando un braccio intorno alle spalle della rossa, e
scambiandole uno sguardo amichevole.
-Certo- concluse l'altra, ricambiando l'abbraccio -E adesso
sbrighiamoci, che dobbiamo ancora scegliere il tuo abito!-
Che Elsa non fosse affatto cambiata negli anni, nessuno lo poteva
negare. Rimaneva sempre la stessa dolce ragazza che quindici anni prima
aveva messo fine alla sua volontaria reclusione, e aveva ritrovato il
rapporto con la sorella. Sembrava che il tempo non l'avesse neanche
sfiorata, e lo stesso valeva per Anna: nonostante fossero entrambe
mamme e mogli e avessero sulle spalle migliaia di
responsabilità, questo non aveva impedito loro di continuare
a coltivare e -perchè no?- a migliorare il loro rapporto.
Tutto quello che avevano vissuto nella loro vita, cose
positive o negative, le avevano aiutate a diventare migliori giorno
dopo giorno, ed avevano imparato che bisogna sempre lottare, anche se
gli ostacoli incontrati durante il cammino possono sembrare impossibili
da superare.
Perchè tutto si può affrontare, specie se si ha
accanto qualcuno che ti sostiene e che ti ama.
Il tempo aveva lasciato sì delle ferite, ma rimanevano come
cicatrici che stavano a significare qualcosa, a ricordare una
battaglia, e quella battaglia era stata vinta.
Anche Kristoff e Hans erano perlopiù gli stessi uomini
allegri ed intraprendenti di anni prima, e l'esperienza come genitori
li aveva resi di certo più responsabili, ma anche molto
comprensivi e coraggiosi.
Hans poi aveva fatto una scoperta, che aveva messo fine a molti dubbi
che lo tormentavano. Anche lui era in possesso del dono del fuoco, e lo
aveva passato a sua figlia Kayla: non si era manifestato in tutti
quegli anni per cause a lui sconosciute, ma adesso ne aveva pieno
controllo. E poi, chissà se un giorno avrebbe scoperto chi o
che cosa gli aveva trasmesso il potere?
Eirik era diventato un ragazzo sveglio, intelligente, gentile e
garbato, anche se spesso si divertiva a giocare qualche tiro alla
gemella Kanan, ma del resto quale fratello non lo fa?
Aveva i capelli dorati del padre, e degli occhi blu che a volte
diventavano verdi, e che lo caratterizzavano più di ogni
altra cosa. Aveva un rapporto strettissimo con i genitori, ma amava
anche il resto della sua famiglia, e passava il suo tempo libero con
gli amici più cari.
E come la sorella, amava le feste.
E del resto, oggi era anche il suo
compleanno.
_______________________________________________________________________________________________
Note
dell'Autrice:
Sono tornata!!!
Ecco a voi il primo capitolo della terza serie, e spero davvero che vi
sia piaciuto, perchè non avete idea di quanto abbia faticato
a trovare qualche idea per scriverlo.
Dunque, per ora non ho ancora trovato una fanart adatta, ma appena
scoprirò dove si nasconde la metto XD
Sono passati altri 7 anni (sono andata in fissa con questo numero
ahahah) e i ragazzi sono cresciuti <3 Mi scuso se in questo
primo capitolo c'è ben poco su Anna ed Elsa, ma mi sembrava
necessario formare un quadro più o meno chiaro sul carattere
e l'aspetto di Kayla, Eirik e Kanan. Anche perchè saranno i
cooprotagonisti insieme alle nostre sorelle preferite!
Detto ciò, aspetto le recensioni per sapere i vostri pareri,
non vi fate problemi ad esporre le vostre idee o eventuali punti da
migliorare, che non mordo :')
A presto!
LateNight_01
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Capitolo 2 *** Kayla e Kanan ***
pm
"La sfida più
grande
è nell'essere se stessi"
Se Elsa poteva essere sicura di qualcosa, questa
era che Anna
non si sarebbe sentita mai "troppo vecchia" per darle il buongiorno
alla sua solita maniera.
Non aveva torto, in effetti: la prima cosa che vide appena aperti gli
occhi fu il viso sorridente e allegro della sorellina.
-Eeeeeelsa!- la richiamò lei, scuotendola leggermente. La
platinata accennò un sorriso mezzo addormentato, mentre le
tornava in mente il ricordo di una bambina dai capelli rossi, che le
chiedeva se volesse fare un pupazzo di neve. A quella bambina Anna era
rimasta piuttosto attaccata -anzi, diciamo che era sempre la stessa
ragazzina un po' pazza e giocherellona di sempre- ma di certo ora anche
lei sapeva comportarsi in modo maturo quando ce n'era bisogno. E non
era quello il caso...
-Anna, lasciami dormire, dai...- sbuffò Elsa, consapevole
del fatto che non l'avrebbe mai
lasciata dormire.
-Ma oggi è il compleanno di Eirik e Kanan...- le
ricordò la minore.
-Okay, okay...- fece l'altra, stiracchiandosi e alzandosi in piedi un
po' barcollante -Buongiorno, comunque- disse, con un sorrisetto
sarcastico ma allo stesso tempo affettuoso.
-Ehm...sì...buongiorno, Elsa- fece la rossa, un po'
imbarazzata.
Poi, per rompere il silenzio che si era creato, diede voce al primo
pensiero che le passò per la mente:
-Hans?- chiese, seguendo i movimenti della sorella che aveva iniziato a
pettinarsi i capelli.
-Hans...?- fece eco l'altra, lanciando un'occhiata alla minore
attraverso lo specchio -Probabilmente è già
sveglio...deve essere
già sveglio, dato che qui non c'è!-
asserì.
Anna annuì leggermente, chiaramente la sua mente era diretta
altrove.
La platinata si chiese cosa passasse per la mente all'altra, in quei
momenti. erano sorelle, sì, ma spesso i comportamenti della
più piccola erano assolutamente indecifrabili.
-Ehy, Anna- questa volta fu lei a iniziare il discorso, palesemente
incuriosita dal sapere cosa avesse zittito così l'altra -Che
hai?-
-Niente- si riprese la rossa, alzando lo sguardo verso la maggiore -Mi
chiedevo solo...è tutto a posto per l'organizzazione della
festa
di compleanno?-
Elsa si immobilizzò, come se l'avesse colpita in pieno un
fulmine. Posò la spazzola e si voltò di scatto in
direzione dell'altra.
-Oddio...- si lamentò, battendosi una mano sulla fronte -Mi
sono dimenticata!-
-Aspetta, che?!- Anna sgranò gli occhi in un'espressione che
in
altre circostanze poteva risultare comica -Il buffet, la musica, gli
inviti...?-
-Ho dimenticato di fare tutto!- confermò Elsa, cominciando a
camminare nervosamente su e giù per la stanza.
Strano
pensò la più piccola stupita che
proprio sua sorella si fosse scordata di fare qualcosa. Insomma, lei
era sempre così precisa, puntuale, organizzata...
-Non ti preoccupare, Anna, si può risolvere
tutto!-
esordì la più grande, sperando che la sorellina
non si
fosse arrabbiata e che -soprattutto- si potesse davvero fare qualcosa
per quel guaio che aveva causato.
-Sei sicura?- chiese la minore, agitata, non credendo veramente che si
potesse organizzare un compleanno nel poco tempo che avevano a
disposizione.
-Sì, sì- diede conferma la regina, che dal
nervosismo era
riuscita a congelare l'intera camera da letto, sotto lo sguardo
preoccupato dell'altra. Infilatosi alla svelta un vestito e un paio di
scarpe, uscì quasi correndo dalla porta.
-Ehm...Elsa?- la chiamò la sorellina; il ghiaccio le aveva
incollato le scarpe sul pavimento
-Ops- rise la maggiore -Scusa- con un gesto rapido le liberò
i
piedi e allo stesso tempo scongelò la stanza, per poi
sparire
nuovamente dietro la porta.
Anna rimase per un attimo basita dallo strano comportamento della
maggiore, di solito calma e composta. Scosse la testa divertita,
nonostante fosse in pensiero per quello che la ragazza avrebbe potuto
combinare in quello stato.
-Ah- la regina si riaffacciò di corsa -Tu pensa agli
invitati,
okay? Basta che tra loro non ci sia qualche fratello di Hans! Io mi
occupo del resto-
Detto ciò, se ne andò definitivamente senza
neanche aspettare risposta da parte dell'altra.
Probabilmente si
disse la rossa era ora
di cercare Kristoff.
Kayla e Kanan nel frattempo avevano ottenuto il permesso
di
uscire un po' dal palazzo, a patto di non allontanarsi più
di
tanto.
Patto che fu bellamente ignorato dalle due ragazze, che avevano deciso
di fare un lunga passeggiata fino alla collina dove da bambine
giocavano sempre insieme.
Tanto -si dissero- non sarebbe successo nulla di male, e in caso di
pericolo Kayla poteva difenderle con i suoi poteri.
L'unica sfida stava nel ritrovare la strada per arrivare nel luogo:
entrambe l'avevano percorsa mille volte da piccole, ma erano anni che
non ci andavano più, probabilmente troppo prese dallo studio
e dai mille compiti che avevano in quanto principesse di Arendelle.
-Sei sicura che sia di qua?- chiese Kanan rivolta alla cugina, mentre
scansava con la mano l'ennesimo ramo che le si parava davanti.
-Certo- affermò la bionda, anche se tanto sicura non era.
-Tu seguimi e stai attenta a dove metti i piedi- la mise in guardia poi
-D'accordo- la rossa era convinta che se Kayla dicesse qualcosa con
tanta sicurezza, di certo non poteva sbagliare -Non mi ricordavo ci
fosse tanta...vegetazione-
-E' passato tanto tempo- rispose l'altra con un pizzico di
nostalgia nel rendersi conto che ormai sarebbero state rare le volte in
cui si sarebbe potuta davvero divertire con la cuginetta. Con i suoi
quattordici anni era arrivata anche la responsabilità e i
doveri che avrebbe dovuto obbligatoriamente rispettare.
-Già- confermò Kanan, che aveva pensato la stessa
cosa dell'altra ragazza, ma dentro di sè sentiva che il
passare degli anni non avrebbe di certo messo in dubbio il loro legame
di migliori amiche.
-Siamo quasi arrivate!- esclamò la più grande con
un sospiro di sollievo
-Io non ce la faccio più a camminare- borbottò
l'altra.
-Avanti, sono solo...boh...saranno due minuti di strada, non
è poi così tanto- la incoraggiò Kayla,
anche lei affaticata dalla salita.
Come aveva detto la bionda, in pochi minuti arrivarono a destinazione,
e scoprirono con loro grande gioia e sorpresa che il posto era proprio
come l'ultima volta che c'erano andate.
Il sole della mattina si rifletteva in ogni singolo filo d'erba, e gli
alberi erano leggermente mossi dal vento. I primi fiori della primavera
erano radunati sul prato in macchie di colori vivaci, e persino il
piccolo rifugio delle due ragazze -consistente in alcuni tronchi
d'albero posizionati a capanna- era rimasto lì dov'era. Il
cielo blu limpido faceva da sfondo a quel piccolo angolo di paradiso, e
in tutto ciò le due giovani principesse fecero il primo vero
sorriso della giornata.
Naturalmente il rifugio era diventato un po' stretto per loro, ma
questo non impedì alle ragazze di entrarci. All'interno di
esso c'era persino una bambola, appartenente a Kanan, che era
sopravvissuta al tempo, alla pioggia, alla neve e al sole.
-Kay, ti ricordi di questa?- chiese divertita la rossa, mostrando
all'altra l'oggetto della sua attenzione
-Clemmie??- fece stupita la cugina, prendendo fra le mani la bambola
-Come ha fatto a rimanere intatta?-
-Rimarrà per sempre un mistero!- scherzò la
minore con un vocione misterioso, che provocò una risata ad
entrambe.
-E ti ricordi di quando abbiamo costruito questo posto?-
ricominciò Kayla, sorridente
-Come potrei scordarlo? Avevamo qualcosa come sei o sette anni, e senza
dire niente a nessuno siamo scappate dal palazzo per venire fin
qui...abbiamo fatto un buon lavoro, dato che il "rifugio" è
ancora in piedi!-
-Hai ragione- annuì la bionda -Mi pare che era il tuo
compleanno, proprio come oggi. E proprio come oggi Eirik non si era
fatto vedere, perchè dormiva-
-Non sa cosa si perde- sorrise la rossa
-Esatto- le fece l'occhiolino la cugina.
-Vedi? Possono passare anche cento anni, ma noi rimarremo sempre
indivisibili- affermò Kanan, che si era resa conto dei dubbi
di Kayla.
-Kanan, io lo so che niente potrà mai separarci...- disse la
bionda, prendendo all'improvviso un tono serio e con un velo di
tristezza.
-Ma...?-
-Ma io non riuscirò mai ad accettare quello che sono! Creare
fuoco potrà anche essere un grande dono, non dico il
contrario, ma può diventare pericoloso, anche più
di quello della mamma. Non potrò mai essere me stessa senza
la paura di fare del male a qualcuno, e peggio ancora, di fare del male
a te!-
-Può essere pericoloso, ma può anche non esserlo.
Puoi controllarlo, tu sei forte- la rossa sorrise e le strinse la mano
-e io sono con te. Sono tutti con te-
La più grande fu sollevata da queste parole, e
abbracciò la cugina, e dentro di sè la
ringraziò per essere sua amica. Sapeva che comunque andasse,
poteva contare su di lei.
A interrompere quell'abbraccio fu qualcosa che attirò
l'attenzione delle due, qualcosa che luccicava nell'erba sotto i raggi
del sole.
-Cos'è?- chiese la bionda prendendo fra le mani
quell'oggetto apparentamente comune.
-Una...collana?- rispose Kanan, ammirando un diamante verde incastrato
sulla superficie dorata. Sembrava splendere di luce propria.
-Sì, ma...cosa ci fa qui?-
-L'avranno perso-
-Probabilmente- Kayla rigirò nuovamente il cerchio d'oro fra
le mani, completamente rapita dalla bellezza della pietra verde.
-E' bellissimo- fece la più piccola -L'hai trovato tu,
quindi tienilo-.
L'altra ragazza le rivolse un sorriso di ringraziamento, per poi
indossare la collana.
-Andiamo a casa? Altrimenti si accorgono che ci siamo allontanate- fece
la minore
-Okay-.
Durante il tragitto verso casa, fu come se qualcosa fosse cambiato.
Kayla si sentiva diversa, quasi si trovasse su un mondo parallelo.
E non furono rare le volte in cui, quasi inconsciamente,
accarezzò con le dita quel diamante verde incastrato in quel
cerchio dorato.
Aveva qualcosa di strano, qualcosa di sbagliato.
_______________________________________________________________________________________
Note
dell'Autrice:
Dopo essermi assentata per qualcosa come due settimane (ho avuto il mio
primissimo blocco) sono tornata col secondo capitolo della storia ;)
Nessuno può capire quanto sia impaziente di scrivere i
prossimi, dato la spinta che ho appena dato a tutta la vicenda.
Anna ed Elsa, come sempre, hanno combinato un disastro (poverine
ihihihi), e nel frattempo Kayla e Kanan hanno trovato un oggetto
mooolto misterioso, ma per ora non posso anticipare nulla. Dico solo
che sarebbe stato meglio non trovarlo *risata malefica*.
Scherzi a parte, spero che non siate troppo arrabbiati con me per il
ritardo, ma purtroppo quando mi blocco non c'è
nulla da fare. Ringrazio infinitamente tutti coloro che hanno messo fra
le preferite/ricordate/seguite questa storia, e vedo con gioia che
nonostante tutto continuate a crescere. Davvero, non sapete quanto mi
rendiate felice *-*
Lasciate una recensione, e se volete venitemi a cercare sotto casa per
i miei ritardi (e, dato che ci siete, datemi pure un abbraccio) :')
P.S: L'orribile disegno all'inizio del capitolo è mio, come
del resto la frase. Non trovavo nulla di adatto, quindi ho deciso di
farmi odiare con quella specie
di rappresentazione delle due cugine (lol).
A presto!
LateNight_01
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Capitolo 3 *** La festa di compleanno ***
pm
"E se ti capita di perdere
te stessa
ricordati di chi passa e di chi resta"
-Tumblr
Anna,
tirando fuori tutta la sua buona volontà e il suo impegno,
era
riuscita in poco tempo a stilare la lista degli invitati al compleanno
dei suoi figli. Naturalmente non potevano mancare duci, principi e re
dei regni confinanti, ma aveva optato per una festa "aperta al
pubblico" come disse lei. E si sentì fiera e orgogliosa del
lavoro che aveva fatto -con un po' d'aiuto da parte del marito- quando
gli inviti furono prontamente accettati dalla maggior parte delle
persone, nonostante la festa si tenesse quello stesso giorno.
Elsa, naturalmente, si prese sulle spalle gran parte del lavoro, un po'
per rimediare alla sua disorganizzazione, un po' perchè
sapeva
che "sovraccaricando" la sorella, quest'ultima avrebbe combinato
qualche guaio irrimediabile. Hans si stava dando da fare il
più
possibile, ma alla fine fece poco o niente per aiutare la
moglie,
fallì miseramente nel suo incarico di "reclutatore di
orchestra"
e sbagliò persino nell'allestimento del salone. A quel punto
Elsa capì che lavorando da sola avrebbe fatto molto
più
in fretta e senza perdere troppo la pazienza, e arrivò a
fine
pomeriggio stanca ma soddisfatta del lavoro che aveva svolto.
Era tutto pronto, i primi invitati sarebbero dovuti arrivare entro le
venti, e la famiglia aveva tutto il tempo di prepararsi e organizzarsi.
Kayla e Kanan avevano deciso di passare tutto il pomeriggio in
giardino, e furono avvisate solo la sera dell'orario prestabilito per
la festa. Kanan non era in sè dalla gioia di sapere cosa i
genitori e gli zii avessero preparato per il suo compleanno, ma in
qualche modo vedeva la cugina distante, distaccata.
Kayla si sentiva strana, a tratti era felice e poi era come
persa nel vuoto, non ricordava di aver mai provato qualcosa del genere
in vita sua. Spesso si ritrovava con la mente altrove, e rispondeva
scocciata alle richieste d'attenzione da parte della cuginetta, mentre
non riusciva a distogliere lo sguardo da quella strana gemma che aveva
trovato quella mattina. Aveva come l'impressione che suo colore fosse
cambiato impercettibilmente, dal verde brillante che aveva fino a poche
ore prima a un verde smeraldo, luminoso e chiaro.
Con la scusa di sentirsi poco bene, era andata a riposare senza dire
niente ai genitori, o a sua cugina. Aveva spiccicato un "Ciao" seccato
e le aveva sbattuto la porta in faccia, facendola sentire esattamente
come sua madre anni prima, esclusa dalla sua più cara amica.
Kanan aveva tastato con i polpastrelli il mogano che le separava, aveva
percorso con le dita il contorno della serratura in rame,
aveva
accarezzato il pomello, infine aveva sollevato uno sguardo e strozzato
un singhiozzo.
Si era allontanata da lì lentamente.
Poche ore mancavano alla festa, ma Kayla era stesa sul suo letto a
contemplare un punto fisso nel vuoto.
Si sentiva diversa.
Non sapeva in che modo, ma qualcosa in lei era cambiato.
Aveva stretto la sua collana, si era persa sulla sua superficie fredda,
aveva provato il desiderio di allontanarsi. Come sua madre anni prima,
adesso Kayla avrebbe voluto un posto dove essere se stessa, un posto
tutto suo. dopotutto non aveva mai amato la solitudine, ma
chissà...forse era quello il rifugio che stava cercando.
Il suo dubbio e la sua confusione la portarono ad un comportamento
freddo e chiuso con sua cugina. Era persino scocciata, quando
arrivò alla festa: quell'evento organizzato da Elsa e Anna
alla meglio e in fretta e furia, l'aveva distratta dai suoi pensieri
che aveva fretta di riprendere.
Era una festa piena di gioia, anche se programmata in poche ore. Quando
ne aveva l'occasione, se la caduta di un bicchiere creava un po' di
confusione, oppure se la sua cuginetta andava in bagno, Kayla provava a
sgattaiolare via per tornarsene in camera sua per perdersi nei suoi
pensieri. Ma Kanan all'improvviso le sembrava un essere appiccicoso e
insopportabile che non la mollava un minuto.
Non furono poche le volte in cui Kayla si sentì come
soffocata da quelle persone che la circondavano, provava il bisogno di
scappare, come se quel mondo non le appartenesse e lei non volesse in
alcun modo farne parte, le voci e le risate tipiche delle feste erano
per lei fastidiose come il cigolio di una porta, gli sguardi che le
arrivavano da parte di perfetti sconosciuti la infastidivano, e
più volte fece fatica a mantenere il controllo di se stessa
e dei suoi poteri al fine di non nuocere a nessuno. Era nervosa,
irritabile, stanca di tutto e di tutti, sarcastica, presuntuosa,
rispondeva male a chiunque cercasse di avvicinarla o semplicemente
rivolgerle una domanda.
Era come se si fosse "trasformata" in un'altra persona, e questo suo
cambiamento non se lo seppe spiegare neppure lei; ma di sicuro non
passò inosservato ai presenti, che tra una chiacchera e
l'altra si domandavano con ironia -e un pizzico di cattiveria- se fosse
quella la dolce e gentile principessa di cui si era sentito tanto
parlare.
Inutile dire che fu Kanan la prima a dispiacersi per il comportamento
sprezzante della cugina nei suoi confronti, e che, al contrario di
molti, cercò di comprenderla.
Magari è solo
stanca per la passeggiata di oggi- pensava,
più per convincere se stessa che per altro -Oppure è successo
qualcosa che l'ha resa triste, e ora si comporta così.
Ma non poteva far altro che formulare questi pensieri, ed
ipotizzare che l'indomani questo "sbalzo d'umore" di Kayla fosse solo
un brutto ricordo. Di certo non poteva neppure immaginare la vera causa
che aveva portato quel cambiamento nella giovane principessa, e non
poteva nemmeno sapere che il tempo, anzichè migliorare la
situazione, l'avrebbe solo aggravata.
Solo all'ennesimo rifiuto da parte dell'altra Kanan si convinse a
lasciarla un po' da sola, sperando che si calmasse e ritornasse quella
di sempre. D'altra parte, non si stava per niente godendo la sua festa, la
festa che aveva aspettato e progettato per anni e, -a parer suo- era
arrivato il momento di divertirsi veramente.
Come si era aspettata, suo fratello Eirik era molto impegnato,
quella sera: faceva continuamente su e giù dal salone ogni
volta a braccetto di una ragazza diversa, rideva e scherzava con
chiunque gli capitasse a tiro e raramente si prendeva il disturbo di
chiedere a Kanan se fosse tutto a posto, e se la serata proseguisse
bene anche per lei. Ma d'altronde questo era il tipico comportamento da
fratelli, ed era già tanto se si era degnato di rivolgerle
una parola gentile durante tutto quel tempo.
Così la giovane principessa -sotto incoraggiamento dei
genitori- decise di "buttarsi" tra la folla e di distrarsi un po' dai
suoi pensieri riguardanti la cugina.
Grazie al suo carattere aperto (sicuramente ereditato dalla madre Anna)
e alla sua gentilezza e simpatia, non fece fatica a stringere nuove
conoscenze e, perchè no, amicizie con gli altri invitati.
Durante la serata conobbe anche un ragazzo, Adrian, con cui si
divertì moltissimo e con cui imparò a ballare,
che le tenne compagnia e con cui rise e scherzò tutto il
tempo.
Forse era scoppiata la scintilla dell'amore, perchè quella
notte, nonostante fosse stanca, si addormentò con un sorriso
dipinto sulle labbra e non fece altro che sognare quel ragazzo che le
aveva fatto battere il cuore per la prima volta...
________________________________________________________________________________________________________
Note
dell'Autrice: Sono
tornata, sono tornata! *inciampa e si rialza barcollando, per poi
cadere di nuovo*
Allora, che dire? Inizio dicendo che oggi questo capitolo non
è solo opera mia, ma anche di un'altra fantastica autrice di
questo fandom, Irian. Quindi i miei ringraziamenti oggi vanno
soprattutto a lei, anche perchè la parte migliore del
capitolo è opera sua ;)
Continuo ad essere in ritardo, sono stata poco produttiva durante
queste vacanze, ho il blocco, il computer non collabora come sempre, e
la mia vita privata si "riflette" nel mio lavoro. Non dovrebbe
succedere, lo so. Diciamo che sto seriamente cercando di essere
puntuale -"nuovo anno nuovi propositi"-e anche se molti di voi mi
odieranno per questa mia incoerenza nell'aggiornare le mie long,
purtroppo sto passando un brutto periodo dal punto di vista emotivo e
non è facile distrarsi dai problemi per dedicarsi alla
scrittura, che richiede tanta concentrazione.
So che l'ho ripetuto tante volte, ma...Scusate il ritardo *i lettori
infuriati si coalizzano contro l'autrice* e spero che mi lascerete una
qualsiasi recensione, positiva o negativa, per farmi sapere il vostro
parere sul capitolo :)
A presto!
LateNight_01 ed Irian
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Capitolo 4 *** Senza apparente motivo ***
pm
Kayla
aveva preso la decisione di andarsene dalla festa di compleanno dei
cugini e ritirarsi in camera sua. Non ci trovava nulla di divertente o
rilassante nello starsene lì in piedi in un angolo con le
braccia conserte ad osservare quel mucchio di gente che si muoveva e
rideva e ballava e parlava animatamente, quando lei si sentiva tutto
l'opposto di come probabilmente si sentivano loro.
Era uscita dalla sala facendosi spazio fra una persona e l'altra, a
furia di spinte e gomitate tanta era la folla, desiderando solo di
uscire finalmente da quel posto senza farsi notare da nessuno.
Soprattutto da Kanan. La cuginetta ci sarebbe rimasta malissimo se
l'avesse vista.
-Non mi importa. Ho
fatto quello che
dovevo fare per quattordici anni, sono sempre stata sotto il controllo
dei miei genitori, e ho buttato solo via del tempo. Ora, non verranno
certo a cercarmi solo perchè me ne sono andata via da una
festa!- pensava la ragazza, camminando a passo
spedito verso camera sua, i capelli trasandati e il suo ciondolo che le
batteva ritmicamente sul petto ad ogni passo.
Era arrabbiata. Non sapeva il motivo di quella sua rabbia, ma la
sentiva chiaramente bruciarle lo stomaco e risalirle come un fuoco su
per la gola.
In cuor suo sperava che Elsa e Hans non si accorgessero davvero della
sua assenza, se non altro per non subirsi un interrogatorio in piena
regola, della serie: "Perchè sei andata via?"
"E' successo qualcosa?"
"Kayla, ne vuoi parlare con noi? Siamo i tuoi genitori"
"Una futura erede al trono non dovrebbe comportarsi in questo modo!".
E di certo lei non voleva discuterne nè parlarne, voleva
solo stare sola. Almeno per un po'.
La principessa raggiunse presto la sua stanza, e quando chiuse la porta
dietro di sè fu come se si fosse tolta un grosso peso dalle
spalle. Tutto il chiasso, le voci, la musica, il caos erano rimasti
fuori da lì.
Per la prima volta in vita sua sentì la porta come una sorta
di barriera protettiva che la difendeva dal mondo esterno. Non poteva
certo sapere che questi erano stati gli stessi pensieri di sua madre
molti anni prima.
La ragazza fu per un attimo spaventata dal fatto che la sua stanza
fosse completamente buia -aveva sempre avuto il terrore del buio- ma
poi, facendo abituare i suoi occhi all'oscurità, si accorse
che in fondo non era poi così male.
Si sdraiò sul letto,chiuse gli occhi.
I suoi pensieri ricominciarono a farle su e giù per
la testa, senza fermarsi. La principessa provava a seguirli uno ad uno,
a fermarli, a soffermarcisi, ma era come se qualcosa le impedisse di
fare alcun tipo di ragionamento lucido.
Non sapeva perchè era arrabbiata.
Quella sera non era successo nulla che la potesse irritare in alcun
modo. Gli ospiti erano gentili, l'ambiente era accogliente, e la notte
fuori dalle finestre era più bella che mai.
Probabilmente era solo colpa della stanchezza. Quella mattina, durante
la passeggiata con Kanan avevano camminato tantissimo e i suoi nervi
avevano ceduto, tutto qui.
E forse non era poi così arrabbiata.
Kayla si rimise a sedere, fece un respiro, due. La camera era ancora
immersa nelle tenebre, e probabilmente i suoi genitori stavano
già cominciando a preoccuparsi. Non sapeva nemmeno quanto
tempo fosse passato, ma non più di alcuni minuti.
Sentendosi più leggera e tranquilla la ragazza
uscì nuovamente dalla camera, promettendosi di terminare la
serata come doveva e poi lasciarsi quei brutti pensieri alle spalle
come se non li avesse mai avuti.
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Note
dell'Autrice: Okay,
come mai ho la sensazione che mi stiate per uccidere?
Sono tornata con quache mese di ritardo, ma sono tornata. Adesso
probabilmente scriverò le note più lunghe di
tutto il capitolo, ma non fa niente ;D
Punto primo: Nessuno di voi può immaginare cosa mi sia
successo in questi mesi. Boh, probabilmente sono successe
più cose in sessanta giorni che durante la mia vita.
Quindi, vi prego, non vi lamentate per il ritardo. Vi
spiegerò un po' per volta in seguito, anche
perchè all'una di notte le mie capacità
intellettive si fermano a riuscire a scrivere una frase di senso
compiuto.
Punto secondo: A proposito di abilità di scrittura, da
quando ho aperto un blog su Tumblr interamente dedicato a Frozen, ho
followers solo americani, e di conseguenza passo il 50% delle mie
giornate a parlare in inglese XD
Devo dire che sotto questo punto di vista il mio inglese è
migliorato tantissimo, ma in compenso non riesco più a
formare una frase in italiano corrente. Quindi, sono tornata anche per
tenermi in allenamento, diciamo.
Punto terzo: Oggi (ormai ieri) era il Sibling Day (ovvero la giornata
dei fratelli e sorelle) e quindi, volendo fare una sorpresa a mia
sorella (che ama la mia storia xD) sono qui a scrivere.
Punto quarto: Mi è finalmente tornata l'ispirazione! Quindi,
mi dispiace per voi, ma sono ufficiamente tornata.
Mi scuso per il capitolo un po' corto, ma volevo dedicarlo interamente
ai pensieri e senzazioni di Kayla. Presto arriverà il
"seguito".
Come ultima cosa, ringrazio Irian, che ha sempre recensito anche con i
miei imperdonabili ritardi.
A presto!
LateNight_01
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