Mai più felici e contenti

di auaura
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Elsa-La cattiva ***
Capitolo 2: *** Ralph & Vanellope-Scarafoidi ***
Capitolo 3: *** Oswald-Animatronico ***
Capitolo 4: *** Rapunzel-Morte e Vita ***
Capitolo 5: *** Merida-Cicatrici ***
Capitolo 6: *** Mi presento ***
Capitolo 7: *** Mark & Dave ***
Capitolo 8: *** Fiocco di neve ***
Capitolo 9: *** Lui? ***
Capitolo 10: *** La tua missione ***
Capitolo 11: *** Prossimo...LIVELLO? ***
Capitolo 12: *** Sugar Rush?!!? ***
Capitolo 13: *** Il Glitch ***
Capitolo 14: *** Preferisco morire! ***
Capitolo 15: *** Sei viva! ***
Capitolo 16: *** Spada e arco ***
Capitolo 17: *** Falso allarme ***
Capitolo 18: *** Sangue, scuro ***
Capitolo 19: *** Devo crederti? ***
Capitolo 20: *** I Cartoni Dimenticati ***
Capitolo 21: *** Os Town ***
Capitolo 22: *** Sopra il monte ***
Capitolo 23: *** La tempesta ***
Capitolo 24: *** Chi ha pianificato tutto ***
Capitolo 25: *** Dividiamoci ! ***
Capitolo 26: *** Al salvataggio! ***
Capitolo 27: *** Avanzando nel castello ***
Capitolo 28: *** Corri e non fermarti ***
Capitolo 29: *** Una opportunità ***



Capitolo 1
*** Elsa-La cattiva ***


Frozen-Elsa




-Tua sorella è morta,per colpa tua!-
Il cuore di Elsa perse un battito, no, non è possibile.  "Per colpa tua" quelle tre parole le rimbombano nella testa; cade in ginocchio, il dolore è troppo da sopportare. Singhiozza e piange, Anna è morta, per colpa SUA.


Anna è viva però, e avanza debolmente verso Kristoff, verso il suo bacio, verso la vita. Solo un rumore, uno stupido rumore, cambia tutto. Anna si volta lentamente e vede Hans, con la sua spada, pronto per uccidere Elsa.
-Elsa- il sussurro esce dalle labbra di Anna insieme ad uno sbuffo bianco, con fatica corre verso la sorella. Ma è troppo debole, la caviglia cede e lei cade a terra, congelandosi; ma prima di morire riesce a gridare:- Noooo! Elsa!-



-Nooo! Elsa!-    Non è possibile!E' la voce di Anna, la regina lo sa. Guarda a terra e vede il riflesso della spada di Hans sul fiordo di ghiaccio. Elsa non ci pensa due volte, si gira di scatto e colpisce il principe  alla mano con del ghiaccio, facendogli cadere la spada. Lui urla di dolore, ma alla regina non importa. Si alza, ha sentito la sorella, ne è certa.Poi la vede, a terra, tutta blu, è una statua di ghiaccio.    Accanto a lei c'è quel ragazzo, che accarezza dolcemente il viso della statua, trattenendo le lacrime. Elsa trema:- Non la toccare!!- grida, fuori di sè, poi si butta accanto alla sorella, e allontana tutti. Anna è morta per colpa di quei maledetti, che hanno fatto impazzire la regina, non per mano di sua sorella.
In quel momento, qualcosa in Elsa cambiò, qualcosa si spezzò.
-Strega!- urlano alla regina delle nevi, ma lei non  si scompone, si sistema l'abito e parla, con la voce dura come la pietra:  - Strega?Strega!Voi non avete mai visto una strega! Ma ora, sarò la strega che tutti voi mi dite di essere!!!-    
Tutti gli abitanti di Arendelle si guardarono l'un l'altro, tremando.La regina continua:- Io, Elsa, la regina delle nevi e del ghiaccio, maledico il regno di Arendelle, che sarà condannato a un inverno peggiore del precedente, e questo, non finirà, MAI!!!- la voce potente di Elsa rieccheggia, spaventando a morte tutti i presenti. La regina si volta e avanza verso le montagne, il suo nuovo regno. La neve ricomincia a cadere, più fredda di prima.


Olaf segue la sua creatrice e le dice, dolcemente:-Elsa, lo so che questa non sei tu, tu sei buona.-    Elsa si ferma e lo guarda male:-Mi hanno dato il ruolo della Cattiva? Bene, vedranno la Cattiva! E se a te non sta bene, Olaf, puoi andartene!-
Il pupazzo rimane a bocca aperta, Elsa è cambiata, in peggio, stavolta.
-Ammira Olaf!-fa lei sorridendo-Ammira i miei poteri!!-  Lei stringe i pugni e solleva le braccia; un esercito di pupazzi di neve compare intorno ai due.Sono minacciosi (al contrario di Olaf) e tutti di grandezze diverse.La regina unisce le mani a coppa e ci soffia dentro, un bellissimo corvo di neve con il becco di ghiaccio esce dalle mani della fanciulla.
-Ora vendicherò Anna! E mi vendicherò di tutti i torti subiti!!- grida la regina delle nevi, poi sorride malignamente:-Arendelle è spacciata, sarà la città del gelo, ora!!!!-
Lei ride, Olaf sospira, non c'è niente da fare.
Elsa guarda disgustata il suo abito:- Mmm, sarà meglio cambiare il vestiario, sono malvagia, ora.-  Iniziò a muovere le mani in gesti eleganti e un nuovo abito le comparve sul corpo snello. E' un abito blu scuro, con dei dettagli viola, la gonna dal taglio a sirena e un lungo velo blu notte con dei fiocchi di neve azzurri. Sorride e ammira le sue creazioni, Elsa è fiera di se stessa. Poi ricomincia la marcia verso il suo castello di ghiaccio, seguita dal suo esercito di neve.





Olaf rimase lì a guardare la regina andarsene, senza poter dire o fare nulla per cambiare le cose.


 

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Capitolo 2
*** Ralph & Vanellope-Scarafoidi ***


Ralph Spaccatutto- Ralph & Vanellope





-Ahaha! Game Over per voi due!- La voce di Turbo rimbomba nelle orecchie di Ralph. No, non può finire così, non deve. E' colpa sua, solo colpa sua, se avesse fatto il "bravo", se non fosse stato geloso di Felix, se non avesse preso quella medaglia e portato quello Scarafoide a Sugar Rush, ora non ci sarebbero problemi, se non avesse distrutto il kart di Vanellope...   Una voce gli rimbomba in testa:-Bravo, è solo colpa tua! Ora lei morirà, e anche tu.-   un'altra voce risponde:- Ma tu puoi salvarla, morirai, ma lei non si merita la tua stessa fine. Perchè potrai essere un eroe, il SUO eroe.-      Ralph capisce al volo.    -NO, SOLO PER ME!- afferma, scivolando dalle chele del mostro, precipitando.






-Ralph!-sussurra Vanellope.Non può lasciarlo morire, non vuole.   -Vanellope!!!- Felix la richiama, ma lei non tornerà indietro, no.  Glitchia fra gli Scarafoidi, veloce, scattante, come un vero pilota, le gambe ora sono le sue ruote.  Lo salverà, salta su un Kart, non sa di chi sia, ma lo prende, e corre verso il monte Diet Cola.




Precipita, Ralph, verso le Mentos, con il pugno stretto. Ma il braccio lo tradisce, continua a tremare. Fa un bel respiro e stringe la medaglia di zucchero:-Io...- prima di riuscire a dire qualcosa, Turbo lo afferra per i piedi:-Oh, no, non ci provare!Non rovinerai i miei piani!!!-   Lo lancia a terra, fra gli altri Scarafoidi:-Uccidetelo!-ordina Turbo.  




Un urlo agghiacciante fa sobbalsare il Glitch, è Ralph, circondato dagli Scarafoidi, con un palo di zucchero nel petto, il sangue che cola. -No-riesce a bisbigliare la pilota. Glitchia fra gli Scarafoidi e Ralph si butta sul go-kart. Lei continua a correre verso il ponte davanti al portale, deve portarlo da Felix, che lo deve guarire. 

Appena si avvicina al ponte, Felix nota la ferita, cerca di non vomitare e corre verso il kart...ma uno Scarafoide lo centra in pieno facendolo precipitare, Calhoun prova ad afferrare l'Aggiustatutto, ma non ci riesce. Felix cade...e muore nell'impatto, Calhoun lo vede schiarirsi poco a poco...fino a scomparire. Un'altro Scarafode colpisce Calhoun, e i due cominciano a lottare, ma poi Calhoun scivola dal ponte, e fa la stessa fine di Felix.

Ralph fa fatica a respirare, la colpa di quelle morti e il dolore lo distruggono, vuole solo farla finita, ma non può lasciare da sola Vanellope. Il Glitch, intanto ha preso la bomba di Calhoun, e , singhiozzando, ha fatto saltare in aria l'uscita, Turbo non deve conquistare la sala giochi. Gli Scarafoidi ripresero a salire il ponte colorato. Ralph, a fatica, si alza in piedi:-Vanellope-sussurra-Addio.-     Vanellope capì al volo cosa lo Spaccatutto stava per fare.   -NOOO!!-lo supplicò, ma lui cominciò a correre, utilizzando tutte le sue ultime energie, e fa crollare il ponte. Alcuni Scarafoidi muoiono sul colpo. Vanellope lo vede, mentre gli Scarafoidi lo aggrediscono, il braccio dell'amico che spunta fra quelle bestie....Chiude gli occhi, non riesce a sopportare oltre.




-Ahahaha!!!-Turbo si avvicina a lei-Facciamola finita!- da un pugno all'unico lato del ponte rimasto: quello dove è Vanellope!
Lei precipita nel vuoto.....




Ma non cade, atterra su qualcosa....uno Scarafoide!! Rimane a bocca aperta, qualcosa in quel mostro la turba...è tutto rosso e arancione...e sulla corazza ha un piccolo cuore verde acqua con scritto :" Sei il mio Eroe", ed ha due chele gigantesche (molto più grandi del normale).  -Ralph?-bisbiglia, singhiozzando.  Lo Scarafoide urla in modo metallico:-Spac-Co Tut-To-    E comincia ad uccidere a forza di pugni gli altri.  Turbo prova ad inseguirli, ma Ralph comincia a volare lontano, finchè non si nasconde con Vanellope in una specie di grotta.


Vanellope accarezzò l'amico fra i quattro occhi verdi:-Turbo la pagherà per tutto questo! Lo giuro- afferma, con una mano sulle labbra per non mostrare i singhiozzi.

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Capitolo 3
*** Oswald-Animatronico ***


Epic Mickey 2-Oswald


Ora in molti si faranno la domanda:"Chi è Oswald?" e molti smetteranno di leggere proprio perchè non lo conoscono. Bhè vi chiedo di non farlo. Perchè Oswald il coniglio fortunato è stato ingiustamente dimenticato, e vuole essere riconosciuto...
E' stato dimenticato persino dal suo creatore Walt Disney...Non ci crederete, ma lui doveva essere al posto di Topolino, ma i suoi diritti sono stati rubati a Walt, così lui creò il topo tanto famoso...( i fan di Epic Mickey sanno di cosa sto parlando).


Quindi tutto non cominciò con un topo, bensì con un coniglio.






N.d.a. Ci sarà lo spazio quando finirà la trama e inizierà la parte che ho modificato. (se non  capite la trama consultate wikipedia..xD)





Epic Mickey 1:
Topolino era giunto per caso nel laboratorio del mago Yen Sid attraverso uno specchio, e scoprì un mondo creato per i cartoni che vengono dimenticati :Rifiutolandia; dove vivono i cartoni che non fanno successo, le prime bozze dei protagonisti più famosi....ecc
Così inizia incosciamente a giocare con il pennello magico del mago sul plastico (la via di accesso a questo mondo) ,unendo i due liquidi che usava il mago:pittura e solvente, la prima per creare, il secondo per distruggere.Creando così un mostro orribile: Macchia Nera. Questo orribile mostro crea gravissimi problemi a Rifiutolandia; tra cui trasformare la moglie di Oswald, Ortensia, in una statua. Oswald, è il re di Rifiutolandia, in quanto primo cartone dimenticato, inoltre è il fratello maggiore di Topolino, anche se non lo sopporta.Macchia Nera è pieno di scagnozzi: gli schizzi, piccoli mostriciattoli gocce di questo mostro, i beetleworx, creati dallo Scienziato Pazzo, e ,appunto, lo Scienziato Pazzo.Macchia nera vuole il cuore di Topolino, perchè i cartoni dimenticati perdono il loro cuore e, senza di esso, non possono uscire da Rifiutolandia.Quindi, rubando quel cuore il mostro potrebbe conquistare tutti i mondi dei cartoni.
Topolino e Oswald si uniranno  per combattere Macchia Nera e lo sconfiggono. Riunendo così la famiglia di Oswald, liberando Ortensia.



Epic Mickey 2:

Lo Scienziato torna e chiede ad Oswald di diventare amici, dicendogli che ora è buono. E vuole convincerlo a unirsi a lui per fermare i terremoti che ora stanno devastando Rifiutolandia.Il coniglio, nonstante gli avvertimenti di sua moglie Ortensia e del suo amico Gus, si unisce allo Scienziato. Ortensia non si fida e insieme a Gus, crea uno strano aggeggio per riportare Topolino a Rifiutolandia.
Alla fine si scoprirà che tutto quanto era stato pianificato dallo Scienziato, per rubare il pennello del mago, conquistarsi un cuore, e diventare il più grande Cattivo di tutti i tempi.
Topolino e Oswald lo affrontano in un'arena costruita da lui e riescono a sconfiggerlo; lo Scienziato sta per cadere in una  pozza di Solvente, e, Oswald, che è di buon cuore, va a soccorrerlo.














Oswald corre verso lo Scienziato, è una pazzia, lo sa, ma lui lo vuole salvare comunque. Si avvicina allo Scienziato e apre la cupola del suo marchingegno, allunga la mano, lo aiuterà, è quello che fanno gli eroi, dopotutto. Il solvente ha consumato la pittura del viso dello Scienziato, lasciandogli solo le parti meccaniche, perchè lui non è un cartone, è un'animatronico, è fatto solo di ferro e bulloni.
Lo Scienziato si aggrappa alla gamba di Oswald, vuole trascinarlo nel Solvente, vuole farlo morire:-Morirai con me, amico mio.-sibila  l'animatronico a denti stretti.Ma Topolino si aggrappa al coniglio e inizia a tirarlo. Ha trovato un fratello, non vuole perderlo.Topolino afferra il suo pennello e spruzza la pittura sul viso dello Scienziato, pensando di farlo diventare buono, ma non accade nulla.  Lo Scienziato tira Oswald, e i due cadono nel vuoto, anche il topo, aggrappato ad Oswald, precipita. Ma il coniglio si aggrappa ad una sporgenza sottostante.Topolino cade nel solvente, e si scioglie in una pozza rossa, nera e bianca.    -NOOOOOOO!!!- urla suo fratello, tremando.No, non può essere successo...Oswald sente le lacrime amare corrergli giù dal viso, si è veramente affezionato a lui, non è  più geloso del successo del fratello, forse...gli vuole veramente bene. Ma ora è morto, non c'è più...Oswald non potrà più chiedere scusa per le volte in cui lo ha trattato male per la gelosia. Sente gli urli dello Scenziato mentre annega,  a lui il solvente non fa male, ma non sa nuotare...quindi sta annegando.      -Oswald!-lo supplica-Salvami! Ti prego! Non lo farò più!! Lo giuro!-         Il coniglio serra le labbra, riduce gli occhi a due fessure.     -Oswald!!!!-     Le suppliche continuano, ma lui non risponde.   -Spero che la tua morte sia lenta e dolorosa.- è l'unica cosa che il coniglio riesce a sussurrare, poi si tira sulla piattaforma dove era prima di cadere, e  scivola a terra. Alcuni schizzi di solvente lo hanno colpito alle gambe, lasciando solo grandi bruciature rosse. I suoi piedi sono stati smangiucchiati dal solvente, così come un po' del suo busto. Non capisce se prova più dolore per le ferite o per la morte di Topolino. Le lunghe orecchie gli si afflosciano sul viso e sviene.


Apre gli occhi: è in un letto, con tutto il corpo dolorante. A fatica si mette seduto, ha un braccio bentato dal gomito fino al polso, e non riesce a muoverlo. Si scuote l'altra mano davanti agli occhi notando con tristezza che con un  occhio non riesce a vedere. Deglutisce a fatica. Passa le mani sulla coperta rattoppata e con uno strattone la tira giù dal letto. Prova a mettersi dritto, ma cade a faccia in avanti. Si gira, a fatica, pancia in su, e nota che le sue gambe di pittura, sono state sotituite da gambe di ferro. Anche all'attaccatura dei suoi pantaloncini blu, è pieno di ferro e bulloni.   -S-sono un a-animatr-ronico...- balbetta-Come quel mostro schifoso dello Scienziato...-   Riesce solo a singhiozzare, prova a tirarsi su, ma non riesce a controllare le sue nuove gambe, e cade ancora a terra.   La porta della stanza si apre, e ne esce fuori Gus:-Oswald!-esclama-Non dovresti essere a terra!-  Così il gremlin lo aiuta a tirarsi su e a mettersi seduto  sul letto.    -Topolino? Ortensia? Sono vivi?- chiese il coniglio.     - Topolino...- Gus sospira- E' morto sul colpo...-    Oswald sente i sensi  di colpa che lo divorano.     -Quando ad Ortensia-prosegue il gremlin-E' nella stanza accanto, sta ancora dormendo.-       Il coniglio annuisce:-Perchè sono ridotto così?- sussurra poi, osservando i bulloni lucidi.       -Eri troppo grave per essere curato, o questo o la morte.- risponde il gremlin, dandogli una pacca sulla spalla.       -M-Ma la pittura?-chiede ancora Oswald.      -Non ha funzionato, eri troppo grave...è un miracolo solo il fatto che tu sia sopravvissuto.- sospirò Gus.           -Immagino sia per questo che mi chiamano il coniglio fortunato.-fece Oswald, stringendosi le gambe al petto.     -Mi dispiace, Gus, è tutta colpa mia...-singhiozza il coniglio fortunato-Sono stato così stupido...mi sono fidato di quel mostro e...ora Topolino non...-    Gus prova a consolarlo, ma ormai dentro Oswald c'è solo il buio, c'è solo la tristezza e i senzi di colpa...











 

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Capitolo 4
*** Rapunzel-Morte e Vita ***


Rapunzel, l' intreccio della torre- Rapunzel





-Vi sbagliavate riguardo a me! E non vi permetterò mai più di utilizzare il potere dei miei capelli!!- La stretta di Rapunzel sul polso di Ghotel aumenta, tanto da costringere la donna a liberarsi con uno strattone.Ghotel indietreggia fino a sbattere contro lo specchio, che cade a terra, in frantumi. La strega non perderà di nuovo il suo fiore, no, non lo perderà...
-Vuoi darmi la parte della CATTIVA?! Bene, ora divento cattiva...-   Ghotel avanza minacciosa verso sua "figlia", con una catena stretta fra le mani. Rapunzel indietreggia:-Lasciatemi andare! Io...andrò da Eugene!-         Ghotel sorride malignamente:- Ah sì? Ti ho detto che lo stanno giustiziando proprio ora! Vuoi vederlo morire?!-              -Non è vero!- Rapunzel vuole piangere, ma non darà questa soddisfazione alla strega.-Voi...mi avete sempre mentito, SEMPRE! Perchè ora dovrei credervi?- Gli occhi smeraldo di Rapunzel percorrono la catena.Cosa vuole fare quella strega? Non le importa,  la rabbia cresce così forte dentro lei, che potrebbe uccidere la falza madre a mani nude, ma qualcosa la trattiene: la sua bontà.      -Quel ladro vale meno di una mela marcia! Dimenticalo!-    Le mani di Rapunzel iniziano a tremare dalla rabbia.     Ghotel stringe la catena con più forza, fino a che non le diventano le dita bianche:- Ti do un'ultima possibilità, Rapunzel, perchè ti voglio bene. Dimentica tutto, non ribellarti, e tornerà tutto come prima; e non sarò costretta ad utilizzare questa...-        Rapunzel non ascolterà un'altra parola, cade a terra, in ginocchio, singhiozzando per il suo amato.   -Ecco, così, da brava..-fece la strega accarezzando la lunga chioma bionda della ragazza, l'unica parte che ama davvero di Rapunzel.   Rapunzel lega una ciocca intorno al polso della donna:-Non vi ascolterò mai più...- ringhiò. Poi le parole le escono dalla bocca, incontrollate:- Questa è la fine che meritate.-  Le labbra di Rapunzel cominciarono a cantare una strana canzone, così antica, anche se non l'aveva mai sentita, sapeva di averla in una parte nascosta del suo cuore:
-Fiore, dammi ascolto, se tu appassirai,
sol per un istante, dai..
Io potrò dir di no
a quello che non voglio...
E' inutile pregare, indietro non tornerai, mai...
Perchè è tardi, ormai...-

Mentre canta, i capelli della ragazza diventano grigi.Ghotel iniziò ad invecchiare, sotto gli occhi sgranati di Rapunzel, fino a diventare cenere incastrata fra le lunghe ciocche bionde. Rapunzel sussulta, lei non voleva arrivare a tanto.....o forse si?   -Sono un mostro-bisbiglia la ragazza, tremando come una foglia.  Quel dono, quel bellissimo dono che per lei era stata sempre una benedizione, ora è una maledizione. Forse poteva farlo da quando era piccola, è solo che non era mai stata tanto arrabbiata per riuscirci. Inginocchiata, inizia freneticamente a togliere la cenere fra i capelli, singhiozzando. Pascal si avvicina e appoggia la testolina sul ginocchio della ragazza, che lo caccia urlando:- Non vedi cosa ho fatto?! Non vedi che sono un mostro!? Scappa! Sparisci!!!-      Rapunzel afferra un pezzo dello specchio e lo fissa. Sa cosa deve fare. Un rapido movimento e i lunghi capelli biondi iniziano a scurirsi, li ha tagliati. Ha lasciato solo una ciocca, che lei inizia ad intrecciare, fino a fare una piccola treccia. Arrotola la treccia in una piccola pallina, e la infila sotto i capelli tagliati, poi fissa il tutto un una spilla. Nessuno deve più vedere quei capelli, terrà solo una ciocca, solo per i casi estremi. Prende un vecchio mantello scuro e se lo mette. Poi prende una borsa e ci mette alcuni pezzi dello specchio, un pugnale di Ghotel, un volantino da ricercato di Eugene, o meglio, Flynn, e scende dalla torre grazie al passaggio segreto lasciato aperto dalla strega. Cammina per il bosco, pronta per tornare al regno. Mentre cammina si fa una ferita sul braccio con un pezzo dello specchio; una ferita per ogni cosa che si deve ricordare: la morte de Eugene, la morte di Ghotel, che lei è un mostro, che può guarire, può ferire, può dare la vita, può togliere la vita...








Eugene non è morto; è sotto la torre che chiama la sua amata:- Rapunzel!!! Sono io!!!Sciogli i tuoi capelli!!- 
Ancora nessuna risposta. Eugene scala la torre, ed entra. E' vuota. Ma vede i suoi capelli a terra:-Dove sei?-bisbiglia il ladro, guardandosi intorno.   -Ti troverò!Fosse l'ultima cosa che faccio!!-grida.


Lui non lo sa...ma Rapunzel è ormai piena di oscurità...anche se Eugene riuscisse a trovarla, forse, non riuscirebbe a farla tornare come prima.
 

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Capitolo 5
*** Merida-Cicatrici ***


Ribelle, The Brave- Merida


-Noooo!!- l'urlo esce strozzato quando la rossa vede la madre combattere contro Mor'du.  I due orsi si stanno sbattendo contro le rocce, lei ha il cuore in gola. Elinor sta perdendo, non ce la farà. Ma...qualcosa di strano succede ad Elinor, i suoi occhi diventano grigi, le sue zampe più possenti. Sbatte Mor'du sul prato, lasciandolo senza fiato. I due iniziano a fare strani versi, Mor'du scappa nel bosco, spaventato. Merida rimane a bocca aperta:-Hai vinto!!!Hai vinto, mamma!!!-grida, buttandosi addosso all'orsa.  L'animale la fissa, poi l'annusa.     -Mamma?- domanda la principessa, tremando.        -No...-riesce a bisbigliare. Elinor non è più Elinor...è un'orso, un orso vero.     Merida non perderà la speranza, prende l'arazzo e lo appoggia su sua madre. L'orsa ringhia, non ha funzionato.      -SCAPPATE!!!!-urla Dinguall, e tutti, anche Merida, iniziano a correre. Elinor salta addosso a Merida, e le graffia il volto, il grido disperato della principessa richiama il padre, che conficca la spada sulla zampa dell'orsa.   Elinor e Mor'du sembrano diventati alleati, perchè Elinor scappa dietro l'orso, nel bosco. Fergus li segue, ignorando le urla della figlia. 
Merida si tocca la guancia, tre grandi tagli di artigli le hanno trafitto la pelle, sanguina. Singhiozza, Merida, è tutta colpa sua, solo colpa sua...se non si fosse ribellata! Se si fosse sposata senza fare storie...ora...sarebbe tutto perfetto.   -Scusa, mamma, scusami....-singhiozza, le forze l'abbandonano, sviene ai piedi di un  albero.



Quando apre gli occhi, tre buffi orsetti la circondano. Uno le sta leccando la guancia sanguinante, un'altro le sta fasciando il braccio ferito, l'ultimo le sta ricucendo l'orlo della gonna con le foglie, ma non ci riesce.   Merida si mette seduta, i riccioli rossi sono pieni di foglie marce, ma, ora, non le pare il momento per pensarci.    -Ragazzi?-chiede, fissando gli orsetti, questi annuiscono.   -Ma perchè con voi non ha...funzionato? Insomma siete orsi, ma non orsi-orsi...- dice, cercando con gli occhi l'arco e la faretra.   -Forse..siete troppo piccoli...-ragiona poi, afferrando le sue armi, finite fra le radici di un albero più in là.  Merida torna al cerchio di rocce, è pieno di cadaveri, trattiene il vomito, o almeno ci prova. Poi, laggiù, dopo le rocce, vede il corpo inerme di un'orsa. Elinor.
Trascina una spada rubata ad un morto e si avvicina a sua madre. Inizia a piovere, goccia dopo goccia, Merida le vede. I capelli pian piano si bagnano. Si avvicina al corpo dell'animale, conficca la spada a terra, ci si appoggia, inginocchiata, e scoppia a piangere. -Mi dispiace, scusa...- singhiozza, va avanti così per minuti, forse ore...
Chi sarà sopravvissuto?  Fergus è vivo? Non lo sa, vuole morire, vuole sparire, non vuole più soffrire. Trova l'arazzo, se lo cuce sulla gonna, per ripararla, e come ricordo. Bel ricordo della sua famiglia, lugubre ricordo della fine della sua famiglia, e come per ricordarsi di non ripetere gli stessi errori, mai più. Non sarà più orgogliosa, lo promette sul corpo dell'orsa...            -Ucciderò Mor'du...-bisbiglia, con la voce roca. Si alza e ghigna...lei ucciderà Mor'du, così si sarà vendicata.


Angolo Autrice:
Si, niente più angoli colorati, questa è una storia lugubre,  no? Spero che la storia vi piaccia...recensite, grazie! E ringrazio chi lo ha già fatto e per il sostegno che mi date! Bene, dal prossimo capitolo inizia la vera storia.  Mi potete fare un favore? Potete scrivermi quale dei cinque finali vi è piaciuto di più, e se mi scrivete anche perchè è meglio. Vi ringrazio. Ve lo dico perchè comincerò dal racconto che è più piaciuto, in caso di pareggio....scelgo io...muhahahaha! Potete scrivermelo anche nel prossimo, ma lo preferirei qui, grazie. Il prossimo capitolo presenterà la protagonista che, secondo me, ci rappresenta un po' tutte/i.  (metto la i per sicurezza, casomai compare qualche maschio!xD)

StO imPPaZZZenNdddOOooOOOOO...ci si vede al prossimo capitolo!!!
Ciao da Auaura.

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Capitolo 6
*** Mi presento ***


Fanfiction. Una passione, un lavoro. Bhè...almeno per me. Chi sono io? La tipica fangirl che passa la giornata su internet. Sono straiata sul divano, il cellulare fra le mani. Messaggiare?   Si, come no! Chi messaggerebbe con una come me? Per parlare di cosa, poi? La prima cosa che ti mandano è: "Ciao, che fai?"  " MAH, non lo so...messaggio con te, forse?! " è ciò che vorrei scrivere, ma poi sembro scortese, quindi non lo scrivo spesso. Ma più volte l'ho scritto, guadagnandomi un "lol".
 -Ericaaa!-piagnucola mio fratello. Non mi muovo.   Rientro nella pagina delle recensioni: ancora zero.  Se chiudo gli occhi forse arrivano.   Li riapro dopo un po'...ancora niente.        -Ericaaaa!!!- sbraita mio fratello Francesco.      -CHE VUOIII?!!!- urlo.         -Posso giocare con Disney Infinity?-chiede, venendomi vicino, e facendo gli occhi da cucciolo.    -Disney Infinity? Quel gioco con quelle bellissime miniature della disney a cui tengo più dell'oro?- chiedo, ironicamente.  Lui annuisce.     Rispondo seccamente:-NO.-                  -DAIIIII!!!! Lo dico a mamma se non lo fai!-minaccia.       Mi alzo:-Ora nè lei nè papà ci sono, tornano tra un'ora, e quindi comando io! E dico NO!-
Vado in camera mia, devo liberarmi di quella tortura che prende il nome di Francesco. Mi tuffo letteralmente sul letto, schiacciando  il peluche di Pippo. Sbuffo. Alzo poco la testa, sul mio cuscino c'è il peluche di Ariel che mi fissa. Gli do uno schiaffetto e quello cade dal letto.  Francesco non si sente, non è un buon segno.      -Cesco?-chiedo.     -Francesco?!-urlo.    Corro di nuovo in soggiorno. La vetrinetta dove tengo le statuette di Disney Infinity è semiaperta.   NO!! La apro completamente.   Le conto: Mr Incredibile, Anna, Elsa, Violetta, Cricchetto, Vanellope....Dov'è?! La mia preferita, dopo quella di Topolino, dov'è?!! Dov'è RALPH?!!!??        -Francescoooo!!!-sbraito.    Vado in camera sua, è sul letto, vittorioso, con la miniatura perfetta del mio mito fra le mani.     -D-dam-mela!-balbetto. E se la fa cadere?! E se si rompe?        -Solo se mi fai giocare!-           -MAI!-             -Ok, l'hai voluto tu...- la lancia e la riprende al volo, per avere nove anni, è abbastanza persuasivo.        -D-d'accordo, mi arrendo.-dico.      Sorride vittorioso e si avvia verso la WII in soggiorno. Sbuffo. Mi passa accanto e mi mette la statuetta fra le mani.    -Grazie, Ralphy...-dice, accarezzando l'oggettino come se fosse un cucciolo.  Stringo "Ralph" al petto:-Non trattarlo così.- borbotto.        -Uhm, non importa, tanto io giocherò con Jack Sparrow.-afferma.     Lo seguo con gli occhi. Ritorno in camera, chiudo la porta a chiave, appoggio Ralph sul comodino, accanto alla bambola da collezione di Elsa. Rimetto Ariel sul letto. Per avere dodici anni, ho una bella ossessione per la Disney, anche se, lo ammetto, da piccola andavo matta per Sherek, rigorosamente Dreamworks. C'è un ciclone nella mia camera. Rimetto in ordine. Sotto il letto c'è la bambola di Merida, l'appoggio accanto a quella di Elsa, ci metto anche la bambolina di Rapunzel, dalle dimensioni di una Polly Pocket. Sbuffo e mi siedo sul letto, appoggio il viso sulle mani.


-Umana-  ma che?    -Umana- la voce mi mette i brividi.  -Francesco? Basta.-affermo.       -No, non è colui che tu chiami Francesco a chiamarti, umana.- continua la voce.      -C-chi s-sei allora?-balbetto.    La mia libreria cade a terra, io sussulto, tutti i miei libri sono a terra, ammucchiati  in una pila ordinata, e la libreria non è rotta, nemmeno graffiata.     -E' impossibile...-bisbiglio.         -Un certo cappellaio ti avrebbe risposto: "solo che pensi che lo sia".-          -Alice in Wonderland.-affermo.         -Già.-ribatte la voce.        Tremo e mi avvicino alla libreria, sul muro compare una buca, anzi tre, che formano la siluette di Topolino.   -Sto sognando.-dico, sorridendo, ho capito tutto.       -Non hai capito tutto.-ribatte la voce.     -Mi hai letto nel pensiero?-.chiedo.         -Abilità di ogni mago.-risponde.         -Mago? Ma chi sei?-         -Forza, sei un esperta.Chi sono?- domanda.         -M-mago Merlino?- non so se mi confonde di più questa situazione, o il fatto che la mia mente è vuota, sto impazzendo.      -NO.-afferma arrabbiato.       -Yen Sid!- grido.        -Brava.-         -Perchè sei..o meglio, la tua voce è qui?-dico, guardandomi intorno.          -Salvali,  non ho tempo per spiegare, qualcuno, che io non so,  ha CAMBIATO i loro finali...è assurdo, lo so...ma tu sei la prima che ho trovato!-      -Oh, grazie!-sbraito-Per avermi preso per prima, dato che non trovavi altri, questo è un insulto! Vorresti dire che ci sono alcuni migliori di me?!!!GRAZIE!-           -Si.-afferma, per nulla dispiaciuto.   Rimango a bocca aperta.  Il buco mi risucchia, urlo, nessuno mi sente...e Francesco? Se nota che non ci sono....e mamma e papà?!Devo tornare, DEVO. L'unica cosa che vedo  nel buio sono fiocchi di neve, caramelle, corone, freccie e schizzi di pittura colorata.....sto precipitando........











Angolo autrice:

AAAllora, vi piace? Spero che la mia protagonista vi piaccia. Sto cadendo nella banalità più assoluta, lo so...ma cercherò di farvi cambiare opinione. Allora dove cadrà per prima Erica? Chi non ha votato può farlo solo in questo capitolo...
Per ora abbiamo un punto per Ralph, e uno per Frozen. Guardacaso io ho fatto una votazione per scegliere con quale delle due iniziare, perchè mi piacevano di più...xD
Forse comincerò con Ribelle, o Epic Mickey....bho. O con Rapunzel, per cui non ha votato nessuno..xD
Votate, recensite, grazieeee!
Ve amo 'na cifra, fiorellini, CIaOOOOOoooOOOooooooo.   Auaura.
P.S:Eeed  è partita l'ultima parte sana del mio cervello...






 

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Capitolo 7
*** Mark & Dave ***


Urlo come una matta. Cado di faccia. Come sempre. Non sono molto atletica. Sono atterrrata su qualcosa di morbido, ma allo stesso tempo duro, ho freddo. Alzo il viso, sono circondata dalla neve. Mi tiro su e mi tolgo la neve dai vestiti; il freddo mi pizzica la pelle, eppure ho una felpa!     -Se prendo quel mago che mi ha usato come rimpiazzo, lo decapito- borbotto-Almeno poteva evitare di dirlo! Non è carino!-
 Rifletto ad alta voce: -Uhm, neve...dove potrei essere? Monster & co? C'era un punto con la neve, no?- scuoto la testa. -Frozen!- esclamo poi- Frozen il regno di ghiaccio!!!-
Sento delle pacche sulla schiena, mi volto e urlo. Un pupazzo di neve che si muove!!!!!Bhè, non dovrei spaventarmi, ho parlato con un personaggio dei cartoni animati dieci minuti fa! Ma quello che mi spaventa è che non è come Olaf, ha un naso arancione smangiucchiato, gli occhi neri senza pupille e dei denti affilati fatti di ghiaccio: mette veramente paura. Mi afferra per un braccio e fa un verso strano. Un pupazzo simile a lui si avvicina, questo è più alto e ha un occhio più grande e uno più piccolo.     -Trebbolin mo daste?- fa il primo.     -Eh?-faccio io, non capisco quello che dice.    -Modate la port dwe quer? De ronu fer dreg?- dice il secondo.      Il primo aumenta la stretta sul mio braccio:-Uh-Uh...wrec nom red!-           Provo a dare un senso alle loro parole (se così si possono definire) ma non lo trovo.   -Ehm-comincio-Potete lasciarmi andare? Yen Sid mi ha detto di far tornare il vero finale, o qualcosa del genere, io sono buona! Non faccio male a nessuno!-           Il pupazzo di neve alto si schiarisce la voce:-Io Dave- afferma, puntandosi un dito di legno al petto.    -Lui Mark!- dice, indicando il pupazzo che mi stringe il braccio. Si stanno presentando.  
-Oh..-comincio- Io Erica.- dico, titubante.       Dave mi guarda:-Ora noi ti portiamo dalla regina, ti portiamo.-       Annuisco.
Mark mi trascina, seguendo Dave. Ho freddo. Cosa dovrei fare? La regina? Forse si riferiscono ad Elsa...





Arriviamo davanti al palazzo di Elsa, è scuro, un po' rovinato qua e là, ma sempre magnifico.     -E' incredibile...-sussurro.        -Elsa è incredibile, è.- afferma Mark, allentando la presa sul mio braccio, forse si fida di me.     -Già, già- gli fa eco Dave- Lei è il wooow del woow, è.-    
Non sono sicura di aver capito, ma sorrido. Per quanto possono essere minacciosi, sono adorabili, Dave di più, ma anche Mark non è male.    Dave bussa al portone.     -Deu nioj fjtr?- chiede un pupazzo dentro il castello.     -Fertiunb!-risponde Dave.  Mark mi lascia ed entra nel castello, io rimango davanti al portone.      -Viene la prigioniera, viene?- chiede il pupazzo che aveva aperto il portone.  Stanno parlando di me!!  Mark mi urla:- Erica vieni tu, vieni!-       -Ok- dico, avanzando tremante.    Seguo con gli occhi la scalinata che si estende davanti a me, sulla cima c'è un enorme trono con una figura scura in una zona d'ombra seduta con le gambe accavallate.        -Chi è?- tuona la voce, riferendosi chiaramente a me.      -Ragazza, Erica,da Arendelle, ragazza!- fa Mark, inchinandosi.      Mi inchino anche io, non si sa mai. La figura si alza dalla zona d'ombra, rivelando l'esile figura di Elsa.      -E questo fragile fiocco di neve dove l'hai rimediato, Mark?-chiede lei, guardandomi disgustata.       -Qualche metro da qui, qualche.-risponde il pupazzo di neve.  
-Io non vengo da Arendelle!!-mi intrometto-Vengo da molto più lontano...mi ha portato qui un mago..e-e non volevo disturbarla! Ora me ne vado!-              -No- dice Elsa- Tu ora rimani qui, devi spiegarmi un bel po' di cosette!-

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Capitolo 8
*** Fiocco di neve ***


-Devi spiegarmi un bel po' di cosette!- Rabbrividisco. I suoi occhi hanno una strana luce nera, non avrei mai creduto di poter aver paura di Elsa, ma fa venire i brividi. Sarà per il suo sguardo glaciale, gli spuntoni di ghiaccio che ci sono alle pareti, o i pupazzi di neve cattivi.   -Cosa?-chiedo.         -Quando arriverà?-domanda, guardandosi intorno.     -CHI?!- dico, a un passo dal crollo nervoso, oggi è stata una giornata abbastanza strana e pesante, e non è ancora finita.     -Hans.- afferma lei, come se fosse ovvio.          -Hans? E perchè dovrei saperlo?!!-urlo.       -Non sei una sua spia?-sembra veramente sorpresa.         -No.-dico, facendo un passo in avanti.          -Allora come sei arrivata qui, gracile fiocco di neve?- chiede, guardandomi  male.            -Un mago mi ha portata qui...- sussurro.       -Perchè?-
-Devo ridarti il tuo destino- dico, incrociando le braccia.          Lei scoppia a ridere:- Il mio destino? Perchè come è veramente il mio destino?-                -A casa, felice con Anna, che è fidanzata con Kristoff, e tu sei amata dai tuoi sudditi.-dico, sorridendo.         -Con Anna...-bisbiglia, con un filo di voce; vedo, solo per un secondo, che i suoi occhi diventano lucidi.  -Frottole!-ringhia poi- Anna è morta!! Anna è morta congelata in quel fiordo!-           Sgrano gli occhi: non è possibile!    -E Hans è diventato re...-continua, scendendo la scalinata che ci separa.- E per quanto riguarda quel ragazzo, Kristoff, non ho la più pallida idea di dove può essere.-              -Oh.- è l'unica cosa che mi esce dalle labbra. -Mi dispiace...-sussurro.          -Già, dispiace a tutti! Ma nessuno si fa problemi a considerarmi un mostro solo perchè ho provato a proteggerla!- dice, a pochi passi di distanza da me.  Sto per ribattere, ma un urlo straziante mi blocca.  Un pupazzo di neve basso e grassoccio, con una carota ammuffita per naso, corre davanti ad Elsa:- Regina Elsa, Kevin è tornato, è. Ferito però, ferito, dalle guardie malvagie di Hans, guardie.- singhiozza.   Elsa solleva lo sguardo sopra la mia spalla, sgrana gli occhi e corre verso il portone. Io mi volto, la regina si accuccia e appoggia la testa quasi sciolta del pupazzo in grembo, gli manca una gamba.      -Cosa è successo, Kevin?- domanda lei, accarezzando la testa del pupazzo.    -Fuoco, regina, fuoco!- singhiozza lui- Volevano sapere il nostro nascondiglio, sapere, ma io non ho detto, no,no.- afferma scuotendo un braccetto di legno bruciato.        -Maledetti!- ringhia Elsa.  -Va tutto bene, sei salvo adesso...- continua poi, con una voce calma e dolce. Stringe le mani sopra il pupazzo ferito, e tutte le parti si sistemano, la neve che gli ripara le ferite.  Allora non è cattiva cattiva.  Il pupazzo si alza e si mette seduto:-Grazie regina Elsa, grazie.-          -Di niente piccolino.-risponde lei, sorridendo.          -Devo scriverci una fanfiction!-esclamo, senza rendermi conto.        -Una che?- chiede perplessa la regina.  Ops! E ora come le spiego cosa è una fanfiction?!  Mi stringo di più nella felpa, sta diventando più freddo:- Ehm, è un racconto. Che scrivono anche i ragazzi della mia età.-        La regina solleva un sopracciglio:- Sei una scrittrice?-                -Mmmm...sì, diciamo di sì.- dico, tirando le maniche fino alla punta delle dita.         -Interessante..-si alza e incomincia a salire la scala verso il piano superiore, mi fa cenno di seguirla.  Le corro dietro, tremando dal freddo.     -E su cosa scrivi?- chiede. Oh...è un po' strano, io che siego ad Elsa cosa sono le fanfiction.   -Io scrivo su delle persone che ammiro...e anche su di te.- dico, cercando di farla sembrare una cosa normale. Elsa continua a camminare fino ad una porta, che da sul balcone gigantesco, la seguo.  Si appoggia alla ringhiera, e mi fissa :- Su di me? E cosa scrivi?-           -Uhm, su di te e tua sorella, io non ti shippo.- Poi mi tappo la bocca con un ceffone, maaa che diavolo voglio dirle? Delle ship? Potrebbe rimanerci scioccata.      -Zippi?- chiede, perplessa.      -Ship... significa metterti con un ragazzo e scrivere su voi due...- spiego, anche se non so se mi ha capito.         -Uhmmm...- si batte l'indice sul mento- E con chi mi "shippano" ?- chiede. Ohhh argomento che scotta!    Scoppio in una risatina isterica:- Hans.-     Sgrana gli occhi. Dei fiocchi di neve ci circondano.     -Eeee Jack Frost!- dico poi.         -E chi è?- è veramente perplessa.      -Un tizio che controlla il ghiaccio.- taglio corto io.       -Ah..ok.-fa guardando le montagne.      -E qualcuno con Hiccup, un tizio che alleva draghi.-Dico mordicchiandomi il labbro - E con Ralph Spaccatutto, puoi capire già dal nome, eee con Kristoff, perchè ama il ghiaccio.- poi mi gratto imbarazzata il braccio.    -Solleva le sopracciglia e scoppia a ridere:-Lo trovo ridicolo, non c'è niente da scrivere su un mostro come me...-         -Ma per me, per noi, non lo sei, sei un mito.- affermo, sicura. Il freddo comincia a farmi battere i denti.       -Se lo dici tu, fiocco di neve...- si avvicina e mi bacia la fronte, non sento più freddo, nemmeno un po', sto benissimo.  Osserva il cielo, un corvo bianco si avvicina, Elsa lo prende fra le mani e lo accarezza:- Novità?- chiede.       -E' qui!- gracchia l'animale di neve.     -Bene, perfetto.- dice Elsa, sogghignando.






Angolo Autrice:Ehii! Ciao!! Non esitate a recensire!! Grazie a chi lo ha già fatto!
Comunque, ho dato ad Elsa la capacità di non far provare il freddo con un bacio sulla fronte, se non sbaglio era una capacità della vera regina delle nevi. Detto questo preparatevi a un bello scontro in Frozen, un suicidio in Ralph Spaccatutto, un bel po' di lacrime con Rapunzel, una tristezza totale con Ribelle, un po' di depressione in Epic Mickey...e tanti TANTI misteri!!! In fondo, non è tutto come sembra! La vera storia è appena iniziata...

 

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Capitolo 9
*** Lui? ***


Elsa accarezza più volte il corvo, mi ricorda Malefica, e poi l'abito diverso aiuta a paragonarle.    -Chi è qui?-chiedo.  
-Oh fiocco di neve, lo vedrai.- risponde scendendo le scale.  Sbuffo, mi chiama "fiocco di neve"... dovrei vantarmene, ma lei lo usa come dispregiativo, per dirmi che sono gracile. La seguo come un cagnolino, poi, vedendo tutti quei pupazzi, una domanda mi viene spontanea :" Dov'è Olaf?"     Dovrei chiederlo? E se fosse morto? O, peggio, ma non credo, tradito Elsa?    Prendo coraggio:-Elsa...-comincio.   Lei sbuffa:-Dimmi.-       Faccio un respiro profondo:-Che fine ha fatto Olaf?-            -Olaf? Mmmm...non lo so, è da quando che ho maledetto Arendelle che non lo vedo.- c'è una punta di amarezza nella sua voce.      -Hai maledetto Arendelle?!- dico poi, correndo accanto a lei.      -Si, non è ovvio? Ti pensavo più intelligente.- dichiara, con superiorità.         Arriva al portone, batte le mani e attira l'attenzione di tutti i pupazzi, saranno un centinaio.     -Amici, LUI è qui, sapete cosa fare!- esclama, sotto gli occhi adoranti del suo esercito di neve.  Dave e altri due pupazzi gridano:- Congela molto, Regina, congela molto!-       Elsa sorride:-Congelate molto anche voi!-     La fisso perplessa. -E' il loro modo di dire buona fortuna-mi spiega la regina.      -Ohhhh!-rispondo io, dopo aver capito. Lei scuote la testa e alza gli occhi al cielo. Apre le porte:-Vieni.- mi ordina, e io lo faccio.    Scende le scale e poggia i piedi sulla neve candida. Poi ruota le mani, le unisce e le strofina, e lancia un lampo di ghiaccio a terra. Sotto i miei occhi compare un gigantesco uccello di neve, io lo fisso sbalordita; Elsa crea un'altro uccello gigante per me:-Ti piace l' altezza?-chiede, sogghignando. Scuoto la testa, odio le altezze, non ho mai fatto le montagne russe o preso un'aereo, e so che volare sopra un'uccello non mi piacerà per niente.  Lei si siede elegantemente su un uccello, e aspetta che io faccia lo stesso. Deglutisco a fatica e mi siedo sopra quel coso.  Mi volto e la guardo, probabilmente piena di terrore, perchè lei solleva un sopracciglio e dice:-Non mi sembri un'amante degli animali.-     -In effetti non lo sono!-esclamo-Specialmente se sono giganti e fatti di neve!-    Elsa alza gli occhi al cielo:-Andiamo.-





Non è male volare, se non si guarda di sotto, e poi andiamo piuttosto lenti, e questo mi piace.    -Tutto bene?- chiede Elsa volandomi accanto.     -Sono stretta al "collo" dell'animale, e respiro a fatica. Si, non è male volare.   -S-si, i-io penso di s-si.- balbetto.    Lei scoppia a ridere e riesco a vedere la vera Elsa, ma poi la sua espressione s'indurisce e ritorna a guardare davanti a sè, e vola davanti a me. Sbuffo, c'ero quasi riuscita.  -Erica...-bisbiglia poi. Non rispondo. -Erica!- bisbiglia ancora.   -Che c'è!?-chiedo, cercando di non essere irritata, e non so nemmeno perchè dovrei esserlo.   -Fai un bel respiro!-urla poi. Non faccio in tempo a chiedere perchè. Tutto avviene in pochi secondi. Delle frecce iniziano a saettarci intorno, e il mio uccello si lancia verso il terreno, provo ad urlare, ma non esce alcun suono dalle mie labbra. L'uccello colpisce alcune guardie, i pupazzi iniziano a lottare con le guardie che ci hanno attaccato. Poi vedo a capo di tutti chi stava aspettando Elsa: Hans.

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Capitolo 10
*** La tua missione ***


L'uccello vola sopra il campo di battaglia, non scende. Non devo combattere? Allora perchè sono qui?! Cerco di allentare la stretta sul collo dell'animale, non voglio soffocarlo, anche se non penso che l'ossigeno servi ad un pupazzo di neve. Faccio dei piccoli respiri profondi, ma non posso negare di aver difficoltà anche a respirare. Mi formicolano le gambe, ma le ignoro per quanto posso. Elsa avanza verso Hans, camminando sicura.     
-Ecco qua la bellissima regina!- esclama Hans, sogghignando.
-Hans.- risponde gelida la regina dei ghiacci.
-Lo sai che non è necessario combattere, vero?- continua Hans, facendo qualche passo avanti.
-Ceeerto, e come possiamo risolvere le cose?- Elsa si batte l'indice sulle labbra-Mmmm, ah, già, e se ti uccido subito?-
Hans fa un altro passo, ora è solo a qualche centimetro di distanza da Elsa:- Oh, Elsa, come sei crudele. Allarga i tuoi orizzonti. Diventa la MIA Regina.-
Elsa non sembra nemmeno stupita:- E' una proposta di matrimonio?-
-E' originale.-controbbatte lui.
Elsa rotea gli occhi :-Oh certo, prima il buzzurro, poi il principe azzurro!-
-E' un si?!- fa Hans, anche se, secondo me, dovrebbe sapere la risposta.
-Non avrebbe senso, hai già il potere.- dichiara Elsa, scuotendo la testa.
Hans prende la treccia di Elsa e ci giocherella un po', Elsa non si muove. Il nuovo re di Arendelle solletica la guancia di Elsa con la punta della treccia:- In fondo, siamo due anime oscure, non ti piace l'idea?-
Elsa avvicina il viso a quello di Hans. Ma che diavolo sta facendo?!!?-Uhm, sai...-comincia con voce suadente-PREFERIREI MORIRE!- urla, per poi sputargli in faccia.     -UUHHH!!!-grido io, è stata grande!

Non vedo quello che succede dopo, una bufera di neve avvolge me e l'uccello. E' forte, fortissima. Ci sbatte qua e la come bambole di pezza,  il pranzo si fa risentire, fa su e giù , su e giù. Premo la mano destra sulla bocca, e con l'altra mi stringo all'uccelllo di neve. La bufera all'improvviso cessa ed io e il volatile precipitiamo. 
Sono a terra fra la neve, mi metto in ginocchio e dico addio al pranzo. Inzuppo la neve candida con ....bleah, meglio evitare.  
-Ragazza, sei qui?- è una voce diversa, non l'ho mai sentita.
-Si..-dico, cercando di alzarmi.
-Sono Yen Sid.- continua.
-Questa non mi sembrava la tua voce.-rispondo.
-Non importa, viaggerai per i prossimi mondi molto velocemente, perchè la tua missione è di dire ai protagonisti di mettersi sotto il raggio della prossima luna piena.- afferma.
-Che succederà poi?-domando.
-Non importa, fallo e basta, o ho altri ragazzi da chiamare che lo faranno senza problemi!- dichiara, ho voglia di tirargli un pugno.
-Ok,Ok lo farò!-grido.
-Bene...- la sua voce non mi convince, ma lo farò.
La neve sotto i miei piedi si scioglie e precipito ancora, ora non ho più problemi, non faccio altro che precipitare. Il problema è quando atterro: finisco sempre di faccia.
Sono atterrata su qualcosa di duro, molto duro. Alzo gli occhi e scopro di essere in una specie di carro. La prima cosa che vedo è un ragazzo biondo.   -Kristoff?!-bisbiglio.      
Lui mi fissa:-Come fai a conoscermi?!- mi fissa, di sicuro non sa se buttarmi giù o farmi il quarto grado.
-Ehm...- Pensa in fretta. Pensa in fretta. -Elsa mi ha parlato di te!- Genio! Vorrei prendermi a schiaffi.
-Elsa? Vuol dire che lei è viva?-
-Non dovrebbe esserlo?- ora sono io quella confusa.
-Hans ha detto che è morta!-
-MORTA?!- grido.
 

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Capitolo 11
*** Prossimo...LIVELLO? ***


-MORTA?-
-Lo sapevo che era un bugiardo.- mi risponde Kristoff, per nulla sorpreso.   Sven va avanti, probabilmente non si è accorto di me.
  -Dove vai?- chiedo, se non mi ha buttata giù, vuole portarmi con lui.      
-Dove vivi? Ti porto a casa.- risponde con una scrollata di spalle.
-Eh..non sarà così facile...-borbotto.
-Perchè?-domanda.
-Non sono di qui, vengo da molto lontano.- affermo.
-Da sola? Avrai dieci anni! E perchè?!- mi guarda storto.
-Primo: ho quasi tredici anni! Secondo: d'accordo, sono un po' bassa, ma si vede che non ho dieci anni!-sbraito.
-Va bene, calmati!-esclama-Comunque, non evitare le mie domande...perchè sei qui?!-
-Devo ridarvi i vostri destini.-dico, incrociando le braccia.
-E sarebbero?- chiede, trattenendo una risata.
-Tu ti fidanzi con Anna, ed Elsa regna ad Arendelle, tutti felici e contenti.- rispondo, guardandolo.
Dal suo viso scopare quel mezzo sorriso, e sul suo volto si forma un'espressione a metà fra dolore e confusione.
-Davvero?-sussurra, voltandosi e guardando dritto davanti a sè.
-Si.- dico, mordicchiando via una pellicina dall'unghia.
-Da dove vieni? Come fai a sapere queste cose?- domanda, evidentemente tentato dal buttarmi giù dal carro.
-Io..te lo dico solo se mi porti dove stai andando...- affermo, cercando di sembrare sicura e fiera.
Lui sbuffa:- D'accordo...-  Mi guarda con la coda dell'occhio, poi chiede:- Come ti chiami? Sai il mio nome ma io non so il tuo...-
-Oh- comincio.-Erica. Mi chiamo Erica.-
-Erica...- ripete, come per fissarselo in mente.-Da dove vieni?-
-Da molto, molto lontano, non so quanto di preciso. Mi ha portato qui un mago...per ridarvi i vostri destini, come ho già detto.-
-Ah..- annuisce.-  Allora è stato lui a dirti tutte queste cose...-
-Si.- rispondo, anche se non è proprio vero. 
-Allora ti ha detto... di questo.- il carro si ferma, lui scende e  prende dei fiori che erano accanto a lui, e che io non avevo notato. Siamo sul fiordo. E' congelato, e al centro c'è una splendida statua di ghiaccio : Anna. Mi esce un urlo strozzato quando vedo la principessa. Kristoff non ci fa caso.
E' stesa  a pancia in su, su un piccolo letto di neve, le mani poggiate sul petto, circondata da fiori.
-Non era in questa posizione.-afferma Kristoff- Secondo me è stata Elsa a fare questo letto e a mettere Anna in questa posizione, per lei il ghiaccio è modellabile... - Annuisco. Le palpebre di Anna sono chiuse, di sicuro un'altra opera di Elsa. Kristoff invece l'ha ricoperta di fiori, meravigliosi, le incorniciano il viso. Sembra addormentata. Ora capisco perchè Elsa le ha chiuso gli occhi: sua sorella sta dormendo, non è morta...è quello di cui si è convinta. Solo un atto di vero amore può sciogliere un cuore di ghiaccio...ma più il tempo passa e più è difficile sciogliere quel cuore, sciogliere Elsa. Una lacrima mi scende dagli occhi, scivola lungo la guancia.  Kristoff sostituisce i fiori più vecchi con quelli nuovi che ha portato. 
-Erica.-mi chiama. Mi avvicino a lui.     -Sai che è Olaf?-chiede. Annuisco.
Sto per rispondere, ma la gola mi si blocca quando vedo dei pezzi di un pupazzo di neve a terra.   -E' lui?- domando, deglutendo il nodo alla gola. Lui sospira.  Povero Olaf....
-Chi è stato?!!?- dico, mentre mi si ritorce lo stomaco dalla rabbia.
-Hans.-sputa Kristoff, inginocchiandosi davanti al letto. Poggia la fronte sulla neve gelida, che sembra non  dargli fastidio, ha gli occhi lucidi.



Tanti fiocchi mi avvolgono, si attaccano alla mia pelle.     -KRISTOFF!-urlo, mentre una piccola bufera mi avvolge.Una voce mi rimbomba nelle orecchie: -E' scaduto il tempo, devi passare alla PROSSIMA storia.-       -NO; NO! Non ho completato la missione!!- escalmo.      Aspetta...posso completarla.       -Kristoff!- urlo.
Lui si avvicina a me:-C-Che suc-cede?-chiede.
-Non c'è tempo! Va' da Elsa e dille che si dovrà mettere sotto il raggio della prossima luna piena! Di' che ti mando ioooo!- Non sento la sua risposta.
La pelle brucia, i fiocchi scottano. La testa gira, vedo tutto sfuocato.












Mi ritrovo a faccia in giù su un terreno rosato. Alzo la testa, mi metto dritta. Un odore dolciastro mi stuzzica il naso. Conosco questo posto. Ma è diverso, è distrutto.  Una strana musica mi fa gelare il sangue, sembra la canzone di uno spot pubblicitario, ma è come suonata da un carillon rotto, che va a scatti.  Leggo una scritta distrutta sopra ad una collina: Sugar Rush.

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Capitolo 12
*** Sugar Rush?!!? ***


-SUGAR RUSH??!!- esclamo.  Sono in Ralph Spaccatutto! Non è possibile! Questo non sembra Sugar Rush, no, no.
Faccio una giravolta e rimango a bocca aperta: è tutto così oscuro. Ma più vado avanti e più le storie peggiorano? E quel mago da strapazzo, non poteva spiegarsi meglio?! Incrocio le braccia.
Lontano da qui vedo il monte Diet Cola, che governa incontrastato fra le colline rosate, che contrastano con il cielo nero e le nuvole arancione scuro. Uno sciame di insetti giganti volano verso di me, sento il loro ronzio, mi si gela il sangue. 
-SCARAFOIDIII!!!- grido, per poi correre lontano. Non so dove sto andando. Questo posto sembra tutto uguale. Le gambe mi fanno male, non sono mai stata una campionessa di corsa, e lo rimpiango. Corro, sento il battito del cuore nelle orecchie, mi brucia la gola, non respiro. Devo fermarmi. Non posso, mi sbraneranno. Ma so che non posso solo correre, prima o poi mi prenderanno.
 Sento un ronzio più forte,  mi volto e vedo uno scarafoide più grosso degli altri. Non ce la faccio più. Quello mi colpisce sulla schiena, volo per qualche metro. Vorrei vomitare, ma ho lo stomaco vuoto. Altro che montagne russe!!
Riatterro sul "dorso" del mostro. Davanti a me c'è una piccola figura dai capelli scuri e gli abiti strappati. Non è possibile..è..è Vanellope?       Mi metto seduta, i capelli di Vanellope mi finiscono in faccia.   -Aggrappati a me!-mi ordina.  Lo faccio. Il suo tono di voce mi ricorda Calhoun.  Appunto, lei che fine ha fatto? E RALPH?! E Felix? Sento un groppo alla gola.      Lo Scarafoide si butta verso il suolo.   Un grido di paura pura mi esce dai polmoni; proprio quando penso che ci schianteremo, lo Scarafoide si rialza verticalmente verso l'alto. Urlo ancora. Vanellope ride. COME DIAVOLO FA A RIDERE IN QUESTA SITUAZIONE??!!    Superiamo le nuvole arancioni. Rimaniamo sospesi nel vuoto per un paio di secondi, vedo il cielo blu scuro e nero, è uno spettacolo.  Lo Scarafoide si rilancia verso il basso.      -Dai Ralph!- grida Vanellope dando una pacca sul fianco del mostro.      -RALPH?!-grido. No, lui, il mio mito, non può...     Respiro a fatica, il cuore batte a mille, ho tanta paura, ma sento anche l'adrenalina scorrermi nelle vene.    Grido, per sfogarmi, un po' di paura scompare.  Ralph scivola sopra le colline.  Poi entra in una cannuccia gigante che sembra un tunnel e ruotiamo di 360 gradi. Istintivamente mi porto una mano alla bocca, le unghie mi si conficcano nella felpa di Van, ma lei non ci fa caso. 
Dopo altri tre minuti (lunghissimi per me) Ralph ha seminato gli altri Scarafoidi e atterra sfinito fra gli alberi-stecche-da-zucchero (come li chiama mio fratello quando guarda il film). Sono appuntiti e ripiegati a forma di uncino. Rabbrividisco. Vanellope si accuccia accanto allo scarafoide, e lo accarezza. Solo adesso noto che ha due zampe enormi davanti, è arancione e rosso come la sua maglia, ed ha la medaglia di Vanellope sopra la "testa".
Vanellope porta le mani alla cintura e tira fuori il martellino di Felix e la pistola di Calhoun." Martella" un paio delle sue ferite e quelle di Ralph. Vorrei chiedere qualosa ma una voce potente mi blocca.



-Eccoti, Glitch!!-

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Capitolo 13
*** Il Glitch ***


Mi volto. I miei occhi incontrano quelli di Turbo, quel mostro alto chissà quanti metri, un po' persona, un po' scarafaggio e un po' cyburg; mi si blocca il respiro. In pochi secondi mi ritrovo in groppa a Ralph, con le mani appiccicose di sudore aggrappate a Vanellope. Ralph fa per volare via, ma Turbo lo ferma con la mano.
-Non si salutano gli amici?- chiede.
Vanellope storce il naso:-Siamo amici?-
Turbo fa quella sua risata strana, fino a lacrimare:-Uh, uh uh uh!- si asciuga una lacrima-Certo che sì!-
Mi mordo la lingua, è meglio non dire quello che mi passa per la testa, o potrebbe finire male. Vanellope è rilassata, stranamente rilassata:-Oh, sai..ho da fare, devo andare..ORA.-
Ralph vola di scatto verso l'alto, il vento mi arriva così forte in viso che mi tira le guancie all'indietro. Respiro a fatica. I capelli neri di Vanellope continuano a svolazzarmi davanti agli occhi.
Ralph si butta all'indietro, poi vola fra gli alberi, basso e lento. Non sento Turbo. Vanellope si appoggia il dito indice sulle labbra, per dirmi di fare silenzio, io annuisco. Sento un ronzio, mi attappo la bocca con le mani tremanti, Turbo compare sopra di noi. Ralph parte di scatto, con le ali taglia qualche albero, e si ferisce, ma sembra non farci caso.  Svolta varie volte, si nasconde fra gli alberi, e vola a zig zag per un po'. 



Dopo un paio di minuti, Ralph entra in una grotta nascosta fra gli alberi di zucchero viola.  Ralph si butta sfinito a terra, io e Vanellope scendiamo. Vanellope glitcia e si porta le mani alla cintura, e prende di nuovo il martello di Felix, si accuccia a terra davanti allo Scarafoide.
Cosa può essere successo per farli diventare così?
Con l'oggettino dorato cura le ferite alle ali dell'amico, e qualcuna sul suo braccio. Si alza e viene verso di me:-E tu?-
-Io cosa?- chiedo, leggermente perplessa, ancora persa nei miei pensieri.
-Ferite.- risponde, secca.
-Oh, no, non penso.- dico, scuotendo la testa. 
-Bene.- lei ritorna accanto a Ralph.
 Apre il suo zainetto e ci tira fuori delle mentos in una bottiglia di Coca-Cola. Con le mani abili, le mette nella pistola di Calhoun, al posto dei proiettili. Arma interessante. 
-Chi sei?- mi chiede dopo un po'.
-Mi chiamo Erica.-rispondo.
-Noi siamo Vanellope e Ralph.-fa lei, indicando con un cenno della testa lo Scarafoide.
Annuisco:-Lo so.-affermo.
-Da quale gioco vieni?- chiede spazzolandosi la felpa.
-Non vengo da un gioco. Sono un umana.- dichiaro - Sono qui per ridarvi il vostro finale.-
Gli occhi di Vanellope si spalancano:-Davvero?-
Perchè mi ha creduto con tanta facilità? Bhè, meglio per me.
Annuisco. E, adesso, per la prima volta, vedo Vanellope sorridere.
-Ho un bel po' di domande da farti.- dice, con gli occhi luminosi e affamati di informazioni.
-Immagino.- rispondo, sorridendo.
 

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Capitolo 14
*** Preferisco morire! ***


Sorrido un po'. Noto che Ralph è rannicchiato tipo cagnolino a terra. E mi trovo a pensare che è adorabile, in senso che sembra davvero un cagnolino affettuoso, nonstante i quattro occhi verdi.
-Perchè è cosi?Tutto Scarafoide e non mezzo, come Turbo?-chiedo io.
-Non ero io che dovevo fare le domande?- Vanellope ride-Non so, ma ho elaborato una mia teoria: Turbo è talmente pieno di sè che il suo DNA supera quello dello Scarafoide.-
Scoppio a ridere, anche lei. Ralph  è addormentato.La sua ala sinistra si alza di scatto, Vanellope si volta e lo guarda tremando.
-Che c'è?-chiedo.
-Shh.-
Rimango perplessa. L'ala di Ralph fa tre scatti e poi si ferma, altri tre scatti e si ferma. Vanellope afferra la pistola e rilega il martello alla cintura. 
-C-Che s-suc-cede??-balbetto.
-Turbo. Ralph avverte la sua presenza nell'aria, anche se non se ne accorge.-afferma Vanellope.
Sgrano gli occhi. Ralph si alza di scatto:-Vanellope!-fa, con voce metallica e grave.
-Lo so- bisbiglia Van, glitciando e accarezzandogli il muso -Lo so.-


Sento un sibilo, deglutisco lentamente. La grotta viene scoperchiata, gli occhi gialli di Turbo mi fa salire un brivido lungo la schiena. Ralph scivola sotto le mie gambe e io mi ritrovo in groppa a lui. Comincia a volare talmente veloce che sento il viso spiaccicarmisi all'indietro. Turbo afferra Ralph e lo lancia contro uno spaccadenti, Ralph si rialza e due cominciano a lottare. Turbo mi colpisce con la coda, vado a sbattere contro un albero con tanta forza che svengo.




Quando riapro gli occhi   Van è accanto ad un dirupo, con Turbo davanti.
-E' finita glitch.- ringhia-La tua morte sarà lenta e dolorosa.-
-Preferisco uccidermi da sola, che farmi uccidere da te!-urla lei.
-Davvero?- la sfida, ridendo.
-Si.-afferma.
Il mio cuore perde un battito quando la vedo buttarsi nel vuoto.

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Capitolo 15
*** Sei viva! ***


Sento il battito del cuore nelle orecchie. Vorrei gridare, ma la voce mi si blocca in gola. Vanellope! Perchè?
Poi la vedo, in piedi su Ralph, dritta e sicura di sè. Non ha un graffio. Scoppio in una risata isterica. Turbo mi nota e si gira di scatto, fissa immobile Vanellope, poi me. E mi salta addosso.
La pelle brucia e pizzica: sto glitciando. Non è proprio dolore quello che provo, ma ci siamo vicini.
Mi ritrovo in un castello abbandonato e distrutto, Vanellope mi sta stritolando le dita; mi ha teletrasportato con lei qui. 
-Grazie- bisbiglio.
-Evita di attirare l'attenzione su di te, la prossima volta, potresti non uscirne.- mi risponde, sembra più...adulta.
-Ok- dico -Però è stata spettacolare quella tua...ehm..-
-Falsa? Bhè, è facile buttarsi di sotto, quando sei sicura che qualcuno ti prenderà al volo.-risponde, sorridendo. Si avvicina a Ralph, poco distante da noi e gli da una pacca sulla testa. Sorrido anche io.
-Dove siamo?- chiedo dopo un  po' a Vanellope.
-E' il vecchio castello di Re Candito.- fa una pausa- O Turbo. Non so ancora come chiamarlo.-
Annuisco:-Vanellope, non so come, ma ci sarà una luna piena e voi dovrete metervi là sotto. Riavrete il vostro finale.-
-Uhm- fa, scuotendo la testa- D'accordo, ma per crederti...devi dirmi qualcosa di me che non ti ho detto.-
-Ok.-affermo, mi ci vuole un po' per decidere cosa dire.  -Hai rubato una medaglia a Ralph per gareggiare con gli altri.-
Sorride con un po' di tristezza:-Va bene, va bene, ti credo.-
Sento le punte delle dita diventare fredde, mi guardo le mani: sono piene di mentos. Sono appiccicose, cone ricoperte di bava, e bruciano, come se fossero a contatto con la cola.  Vanellope e Ralph mi fissano sotto shock.
-Ricordate quello che vi ho detto!-esclamo.
Le mentos arrivano alle ginocchia, agli avambracci. Bruciano e mi soffocano. Mi arrivano al collo in meno di dieci secondi. Ricoprono i miei capelli quando esclamo:-Ricordatevelo!-   Una luce bianca mi brucia gli occhi, li chiudo, ma anche con le palpebre chiuse, la luce  brucia. Grido per il dolore.

Dove finirò ora?

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Capitolo 16
*** Spada e arco ***


Apro lentamente gli occhi, il sole è seminascosto da tanti rami, incastrati tra loro, come un tetto. Sono a terra, sull'erba fresca che solletica la schiena un po' scoperta. La felpa e la maglietta si sono arrotolate sotto un lato della schiena, lasciando scoperto l'altro. Mi alzo, un po' intontita e mi spazzolo i pantaloni. Un po' più in là c'è un laghetto, mi avvicino trascinando i piedi.Mi specchio: i miei capelli castani, talmente scuri che sembrano neri, sono ingarbugliati fra di loro in tanti ricci scomposti, di solito ho solo qualche riccio e boccolo, ma questi ...sono una nuvola  intorno alla testa; la felpa a righe ha una manica strappata sopra il polso, i pantaloni sono consumati sulle ginocchia e i lacci delle scarpe sono legati in tanti nodi stretti. Guardo attentamente il viso, ho un taglio sulla guancia e un piccolo taglietto sul labbro, devo aver passato troppo tempo a morderlo. Avverto un bruciore lungo il braccio, ora che non è più intorpidito. Mi sfilo la felpa e la lego per le maniche intorno alla vita, quando osservo il braccio scoperto, ho un tonfo al cuore. 
E' tutto bruciacchiato, in tanti piccoli cerchi. Maledette mentos. Ho anche qualche fiocco di neve appiccicato ai vestiti, ma non sono niente in confronto al braccio.    
-Oh, oh- ringhio- Yen "Ydiot", questa me la paghi!-
Metto il braccio nell'acqua e avverto già un po' di sollievo. Scoppio a ridere quando noto la T-shirt che ho addosso: bianca con una stampa di Topolino anni '30.    
-Quando questa storia sarà finita, non guarderò mai più i tuoi film nello stesso modo!- dico, fissando il riflesso della stampa. Quando tiro fuori il braccio dall'acqua, è meno rosso, ma i segni circolari ci sono ancora. Ringhio di frustrazione. Che cartone mi tocca ora?
Mi passo le mani fra i capelli, ma mi fa malissimo, sono pieni di nodi. Quando tornerò a casa, come spiegherò tutto questo?  Quando tornerò a casa...non è detto che ci torni...sento un nodo alla gola. No, io tornerò a casa, andrà tutto bene...E mio fratello? Che farà, mentre non ci sono? Darebbe un braccio per conoscere un personaggio Disney. No! Non sarà entrato di nuovo nel mio profilo! No, no! Quella peste! Starà modificando qualche mia fanfiction come l'ultima volta?? Oh, no, sarà meglio per lui.
Alzo la testa dal laghetto e sento qualcosa fischiarmi accanto all'orecchio, mi taglia qualche capello, finisce in acqua. Ho tre secondi per capire cos'è. Una freccia.

Mi giro di scatto. Con cosa potrei difendermi? Il mio cervello sta per esplodere. Come? Come? Come?
-Chi sei?!- la sua voce è dura e roca.
-Ehm, mi chiamo Erica, sono qui..per caso.-
-Nessuno è nel territorio di Mor'du per caso!- ringhia la voce.
Mor'du? Quella che ho davanti è...Merida. 
Sbuca dagli alberi con la schiena dritta, l'arco stretto in una mano, una freccia nell'altra. Ha la faretra troppo lunga, la arriva legermente sopra dov'è il ginocchio. L'abito verde è stato cucito insieme all'arazzo, ma è ugualmente strappato alla fine, manca una manica, che è stata ricucita con una stoffa verde chiaro:l'abito di Elinor. Ha una cicatrice lungo una guancia, sembra una specie di graffio.
-Io invece sì!-ribatto, dovrei guadagnarmi la sua simpatia, ma non è facile.
Solleva un sopracciglio:-D'accordo. Sei veloce?-
-Perchè?- domando, le ginocchia che tremano.
-Mi serve un'esca.-

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Capitolo 17
*** Falso allarme ***


-Non hai molta scelta.-ribatte lei, fissandomi.
Sento qualcosa di caldo che mi accarezza dolcemente la spalla. E' un respiro. Rido istericamente.
-Non è quello che penso, vero?- domando.
-Forse.-
Mi volto e incontro due occhietti neri come la pece. Occhi da orso. Faccio per gridare, ma poi vedo quanto è piccolo. E' in groppa ad altri due orsetti. Harris, Hubert e  Hamish.
-Oh, stavo per svenire!- esclamo-Non provateci MAI più!-
Loro sghignazzano e corrono dietro a Merida, che è indifferente e continua a fissarmi, dalla testa ai piedi, dai piedi alla testa.
-Che c'è?!-abbaio.
-Lo farai?-
Mi passo una mano fra i capelli, e si incastra fra le ciocche annodate. Sbuffo.
-Solo se tu, dopo, ti fiderai di me. Qualunque cosa dirò.- affermo.
Incrocia le braccia:-D'accordo.-
Tira fuori una freccia dalla faretra, e la passa rapidamente su una mano. Il sangue esce fuori, ed io mi sento svenire. Sono piuttosto fifona, lo so, ma vedere una persona che si squarcia una mano senza batter ciglio, fa un po' impressione. Mi porge la freccia:- Fallo anche tu.-
-Che?-
-Solo allora sarà un patto. Allora ci fideremo qualunque cosa accada, l'una dell'altra, va bene? E' un patto di sangue.- dice.
Prendo la freccia con le mani tremanti, e faccio un taglio sulla mano sinistra. Mi consolo con il fatto che certe persone lo farebbero anche 12 volte solo per essere al mio posto di "eroina Disney". Stringo i denti. Brucia, ma cerco di non farlo vedere. Ci stringiamo le mani.
Una goccia di sangue mi è scivolata sui pantaloni, scuoto la testa ed evito di pensarci.
Mi dice di seguirla con un cenno della mano. Non esito e la seguo.



Sono seduta su un ramo di un qualche albero, non ho prestato molta attenzione a quale fosse. Mi sdraio lungo tutto il ramo legnoso, stiracchiandomi. La notte è venuta prestissimo, abbiamo avuto solo il tempo di trovarci un albero su cui dormire. Merida è seduta su di un ramo più grosso, accanto al mio, con la schiena contro il tronco. Sta scolpendo qualcosa su di un pezzetto di legno. Gli orsetti sono tutti insieme, in una specie di nicchia fatta di vari rami vicini, sotto di me. Dormono. Io ci provo ma con scarsi risultati, non è facile dormire su un pezzo di legno, con la consapevolezza che possa spezzarsi da un momento all'altro per il mio peso. Merida è sveglia e viglie, alla luce della luna la sua cicatrice sulla guancia sembra luminosa. Si passa la mano sui tre tagli, o meglio, graffi, che compongono la sua cicatrice. Ci strofina una mano sopra ora, come se volesse cancellarla.
-Chi è stato?- chiedo.
-Sarò sincera, abbiamo fatto una promessa.- mormora - Mia madre, quando era un orso. Lo so che è stran..-
La blocco:-Lo so.- deglutisco- Un mago mi ha mandato qui per darti una vita felice. Ma so solo fino a un certo punto. Non sapevo che tua madre...E' diventata un orso vero?-
-Si.- un singhiozzo le scappa dalle labbra, ha gli occhi lucidi.- Ed è anche morta..-  Si preme le mani sul viso, come per non piangere.
Quella cicatrice fa male, non è dolore fisico ma interiore, perchè è stata la persona a cui teneva di più, a fargliela.
Le accarezzo la mano e lei mi fa un sorriso triste.
Poi accade tutto in un secondo: un grido, un squarcio, e ... sangue.

 

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Capitolo 18
*** Sangue, scuro ***


Il sangue ha un colore molto più scuro di quanto si pensa. E' quasi ipnotico. Faccio respiri veloci per non sentire il dolore.
Esce dal mio petto lentamente, scivola a terra, forma una pozza fra il verde. Mor'du è sopra di me, i miei occhi fissano il vuoto, sfuocato.
Mi viene da ridere e da piangere, ora vorrei, davvero, che ci fosse qualcun altro al mio posto. Non ero io la prima scelta, giusto? Perchè devo soffrire così tanto? Merida è sopra Mor'du, ha approfittato del tempo che l'orso mi ha dedicato squarciandomi il petto. In fondo, ero l'esca. Gli ha trafitto il corpo con una spada e gli occhi con due frecce. La carcassa dell'orso è a terra. L'ha sconfitto. Ha raggiunto il suo scopo. Il sangue di Mor'du finisce a terra, formando una pozza nera. Un'aura blu esce dal suo corpo inerte, poi scompare.
Piango. Non so se lo sto facendo davvero o sta piovendo, so solo che sento qualcosa di fresco che scivola lungo le mie guance. Merida mi da uno schiaffetto:-Ehi! Ehi! Sei viva? Non ... non morire! Mi...dispiace! Tantissimo!- singhiozza.
Sarà stufa di perdere amici (se così mi posso definire) e parenti davanti ai suoi occhi, senza poter fare niente. O, forse, ha solo pietà di me, che non c'entro nulla. Prende una mia mano fra le sue, gli orsetti mi leccano le guance. Non sento questi contatti, li vedo e basta. 
-Ricordati.- dico, ma non so se la mia voce si senta -Mettiti sotto la prossima luna piena...-
-Che significa?- chiede. 
-Fallo. Ti ricordi..i-il p-patto?- sbotto io.
-Certo. Il patto di sangue.- bisbiglia, scansandomi una ciocca scura dal viso. Stacca con uno strattone l'arazzo dal vestito e mi copre, inzuppando la stoffa con il mio sangue. Ma non finisce mai? Vorrei solo farla finita, qui, ora. Morire dissanguata...sarebbe troppo facile. Le sue gambe magre sono scoperte, forse si ricucirà l'arazzo con il mio sangue sopra, come lugubre ricordo di me.
-Ciao.- sospira- Ciao, piccola Erica.- 
E' da una vita che qualcuno non mi chiama piccola. Mi mordo il labbro, delle macchie nere mi impediscono di vedere, sbatto freneticamente gli occhi, ma non se ne vanno. Vedo pallini rosa e verdi fra le macchie, poi buio totale.



La mano calda e viscida di sangue di Merida viene sostituita da una mano fredda...fredda come il ghiaccio.
-Ho...Ho finito...ora? Yen Sid?- non so perchè penso sia lui.
-No.- è una voce femminile, delicata, ma mi terrorizza- Non sono Yen Sid. Tu...ora lavori per me. Mi dispiace, te le ho fatte passare di tutti i colori. Resisti per altri due cartoni, poi andrai a casa. Te lo prometto.-
Vedo solo i suoi occhi azzurri che mi penetrano nel cervello.
-Resisti.- dice - La vita è troppo corta per fartela sprecare così, lo so.-




La mano si trasforma in un qualcosa di setoso e ora mi stringe il petto. Apro gli occhi. Sono...sono...capelli?
Una ciocca di capelli biondi mi avvolge il petto. Rapunzel. E' l'unica parola con un senso che mi viene in mente. Sta cantando:

-Fiore, dammi ascolto
se risplenderai
con i tuoi poteri, tu mi proteggerai,
con la tua magia, tu mi aiuterai,,
e non dirmi che per me è tardi ormai,
è tardi, ormai...-


-Hei, sei sveglia!- mi sorride, ha quasi tutti i capelli castani, ma tagliati precisi. Ha molti tagli sulle braccia, uno sembra una "F"o una "E".
-Ciao.-dico.
-Ciao. Come ti chiami?- chiede, sorridendo dolcemente.
-Erica.-
-Io sono Rapunzel. Dove sono i tuoi genitori?-
-Non sono qui.-
-E allora perchè sei qui, da sola?- inarca le sopracciglia, sorpresa.
Sospiro, e, con mia grande sorpresa, scopro di sentirmi molto meglio. Mi avvolge quei pochi capelli biondi intorno al braccio bruciato, curerà anche quello. Sorrido un po'.
-Per te.-affermo.
-Per me? E cosa vuole dalla strega una bambina?-
-La strega?- chiedo.
-Sì. Per tutti qui sono una strega.Sai, per i miei poteri. Ma a me non importa, curo i feriti che trovo per strada. E loro sostengono che, più che una strega, sono un angelo.-
-Hanno ragione.- esclamo.
-No, perchè io ho fatto del male alla persona che amavo di più al mondo.E' morto per colpa mia. E ho ucciso mia......oh, non importa.- mormora, togliendo i capelli dal mio braccio, che ora è come prima.
Scuoto la testa:- Eugene è morto?-
Rapunzel si alza di scatto:-Come fai a sapere il suo nome!?-
-Perchè sono qui per cambiare il tuo destino.-




N.d.A: Vediamo se capite per chi lavora Erica (anche se non lo sa xD). Ci sono moooolti indizi. Forse troppi.
Ecco perchè veniva sballottata da una parte all'altra...
Ne approfitto per ringraziare quelle persone che hanno messo la mia storia fra le seguite/preferite/da ricordare.
E a Malanova, _littlemoon00_, passioni e passioni, Madredeidraghi, LateNight_01, Clara_Oswin e Giorgia_Weasley  (perdonate se ho sbagliato a scrivere il vostro nickname XD) per aver recensito questa schifezza ed averla fatta arrivare a ben 43 recensioni! Più di quanto potevo sperare!!  :)

A presto, Auaura.

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Capitolo 19
*** Devo crederti? ***


-Devi aver sbattuto forte la testa, Erica.- afferma, stingendo i pugni.
-No. So che è assurdo; ma devi credermi! Ho poco tempo.-
Mi fissa:-Poco tempo per cosa?-
-Per...per dirti di andare sotto il raggio della prossima luna piena. E si avvererà il tuo vero destino.-
-Sarebbe?- chiede, incrociando le braccia al petto.
-Sposarti con Eugene e riprenderti il trono nel regno.-
-Trono?-
Sbuffo:-Sei la principessa perduta, no?-
-Ma...non..non voglio dirlo al Re e alla Regina. Non...non mi crederebbero.-
Mi mordicchio un'unghia:-Come fai a saperlo se non ci provi?-
Sospira. Rimane immobile per qualche secondo, poi mi afferra una mano, poggia l'indice sulle labbra:-Shh.-
Mi tira fra gli alberi, sale su un ramo e mi fa cenno di seguirla. Ma le gambe mi tremano: non voglio salire. Non di nuovo. Non voglio cadere, non...non voglio rivivere tutto. Sono sciocca.
Questa è una paura di diverso tipo rispetto a quelle che scrivo o leggo; questa ti blocca i piedi a terra, ti fa sudare i palmi delle mani e ti fa battere i denti.  Asciugo le mani sui pantaloni, mi spingo una mano sul mento per farlo smettere di tremare (invano) e la seguo. 
-Hai le vertigini?- chiede.
-Non proprio.-ammetto -Ma quando mi ha trovata ero caduta da un albero, ho fatto una brutta fine e non voglio rivivere quell'esperienza.-
Non chiede altro.
Rimaniamo in silenzio. Delle guardie sono a qualche passso di distanza dal nostro albero; si fermano con le spade inchiodate in mano, guardano qua e là, bisbigliando. Rapunzel mi da una pacca sul braccio e mi indica un ramo più alto, ben nascosto dalle foglie. Sale senza fatica poi mi lancia la ciocca bionda. 
-Potrebbe non reggere- dico, muovendo solo le labbra.
Lei scuote la testa e mi porge i capelli biondi. Mi aggrappo e salgo, lei non fiata. Non le fa male? Resiste al dolore?
Ma una domanda, piuttosto scema, mi attraversa la mente: "Ma che shampoo usa??"
Rido da sola senza far rumore, lei solleva un sopracciglio. 
Quello che ho davanti agli occhi ora mi sorprende: i rami e le foglie sono tutti intrecciati, come per formare una casetta tonda, una piccola nicchia, piuttosto resistente. I rami che reggono il giaciglio improvvisato sono dipinti con  tanti fiori colorati. Pascal è sopra uno di questi, sonnecchia. 
-Bene. Qui puoi spiegarmi bene questa cosa, siamo al sicuro.- dice Rapunzel, sedendosi.
Mi siedo accanto a lei:-Un mago mi ha mandato qui.- dico.
-MMmm.- si apettina i pochi capelli biondi con le mani -D'accordo. Ma se faccio come dici tu, avrò realmente un bel futuro.-
-Sì.- rispondo.
Intreccia i capelli con le dita abili e delicate:-Dimostralo.-
-Come?-
-Come vuoi.-
Arriccio una ciocca intorno al dito:-MMmmm, posso dirti una cosa che sai solo tu.-
-D'accordo.-
Rifletto; cosa posso dire? Tolgo la terra dai pantaloni:-Bhè, per esempio...sei scappata dalla torre con un ladro di nome Flynn, ma il vero nome è del ragazzo è Eugene, e...ah, sì, hai cantato per delle canaglie nel Bell'Anatroccolo.-
Mi fissa, interdetta.
-Ti fidi di me?- domando.
-A quanto pare, non ho altra scelta. E, poi, provare non costa nulla, le cose nonb possono peggiorare, no?-
Sorrido:-Non credo.-
 

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Capitolo 20
*** I Cartoni Dimenticati ***


Mangiucchio le bacche rosate fissando Rapunzel che si dondola dai rami. Non so da quanto sono via, so solo che ho fame. Bevo quello strano succo di frutta che mi ha dato dentro un bicchiere rovinato e mi guardo intorno. Le guardie sono sparite. Meglio così. Anche se è mooolto strano. Appena ho finito mi pulisco su un fazzoletto di muschio. Rapunzel ha sfruttato ogni risorsa possibile. Si fida di me. E la cosa mi preoccupa, e non poco. Andrò via da un momento a un altro.
Infatti è così.
Le mie mani sono gialle luminose, non come un evidenziatore, più come i capelli di Rapunzel quando canta. Così anche le gambe, il petto, il viso. Sono una laterna. La principessa mi fissa, non capisce:-Che succede?- chiede.
-Devo andare.-
-NO!-
Non sento i rumori, come se avessi la testa immersa nell'acqua. Fluttuo, leggera. Sbatto la nuca su un ramo:-Ricorda: sotto il raggio della prossima luna piena, ok?-
-D'accordo...ma...dove vai?-
La fisso:-A salvare l'ultimo destino.-
Mi affera le mani e mi stringe le dita:-Buona fortuna, allora.-
-Anche a te.-ribatto.
Un lampo mi acceca, tante macchioline bianche e gialle sono ai lati dei miei occhi. Sbatto le palpebre per farle sparire, non funziona. Un altro lampo. L'ultima cosa che vedo sono gli occhi di Rapunzel.
Poi...poi...è buio.






Sono a terra, mi metto seduta. Sembra una strada, no, anzi, una piazza. C'è una statua sopra a me, e, intorno, dei proiettori con vecchi film di Topolino, in bianco e nero. Alcuni sono a colori, ma sbiaditi o gialli. Giro intorno alla statua; sembra quella di Disneyland, quella con Walt che tiene per mano Topolino. Ma non c'è Topolino. C'è un coniglio. MI ci vuole un po' per capire chi sia: è Oswald il coniglio fortunato, la prima creazione di Disney. Mmmm. Non mi dice nulla questo posto. Ma poi...ma poi ho un'illuminazione. Epic Mickey. Il videogame di mia cugina Benedetta! Lei è ossessionata da quel gioco, io ci ho fatto solo una partita e a malapena so la trama. Non mi pareva un granchè, anche se era molto originale. Ma vedere così questo posto...WOW eccome se mi sbagliavo!  Dietro i proiettori, c'è il castello della Bella Addormentata, ma molto più dark: un po' scuro, distrutto e con qualche torre mancante. Sembra sospeso nel vuoto. Aspetta..E' COSI'! La statua di Walt indica dal lato opposto al castello. Dove c'è una via, distrutta per la gran parte, con tizi buffi, brutte copie di Pippo, Clarabella e Topolino. Mi fissano, a bocca aperta, immobili.
Alzo una mano e saluto:-Salve.-
Loro non si muovono.
-Chi sei?- chiede uno strano essere che mi compare davanti.
-Io sono un'umana, mi chiamo Erica e tu sei..?-
-Gus, un  gremlin. Il capo.-






Molti bisbigliano, guardandomi male: "Non dovrebbe essere qui."   "Già, lei fa parte di quesgli esseri orripilanti che ci hanno sbattuto qui!"        "Non può entrare!"      "Però è qui!"    "Qualcosa non quadra, mmm"
-Ohh. Ehm, se non ti è di troppo disturbo...vorrei sapere dove sono.- dico facendo finta di non notare quelle "persone".
-Oh, scusa. Dove sono le mie buone maniere? Benvenuta a Rifiutolandia. Terra di Cartoni e prove di personaggi famosi, tutti dimenticati. Viviamo qui.-
Mi sfilo l'elastico viola dal polso e mi lego i capelli in una coda. Come faccio a sapere come è variato questo finale? Forse, intanto, è meglio cercare Topolino, protagonista del gioco.
Arrivo al punto:-Dov'è Topolino?-
Una mucca antropomorfa scoppia a piangere e corre via, gli altri mi fissano sotto shock.  
-Ehhm, che ho detto?- dico.
Gus mi prende le mani:-Vieni con me...-


 Siamo in un locale con varie console, è tutto vuoto. E' la sala-giochi di questo posto, ma nessuno a voglia di venire a giocare. Mi racconta tutto, di Macchia Nera, di Oswald, dello Scienziato e....la morte di Topolino. Versa qualche lacrima, ma nessuno dei due ci fa caso, o non lo da a vedere. 
-Mi dispiace...se l'avessi saputo io....-
-Ma non lo sapevi, nessuno te ne fa una colpa.- mi rassicura.
Annuisco:-Ok.-  Guardo le pareti piene di volantini del capo di questo posto e poi sussurro:-Puoi portarmi da lui?- lo indico.
-Perchè? E perchè sei qui?-
Sono stufa di ripeterlo, ma poi penso che questa volta sarà l'ultima in cui dirò questa frase, e ho quasi nostalgia:- Yen Sid mi ha mandata qui per cambiare i vostri destini.-
Gus sorride:-Yen Sid? Il mago che ha creato questo posto?? Davvero???!! Che stiamo aspettando? C'è una montagna da scalare!-
-Montagna?-
-E' dove si trova Oswald.-
-Cioè?- chiedo.
-La montagna delle Topocianfrusaglie.-

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Capitolo 21
*** Os Town ***


Ritorniamo alla piazza, Gus svolazza tutto allegro, poi si blocca, diventa colorato più luminoso; poi i suoi colori tornano come prima.  
-Ehi, ma perchè..?-
-Oh, i colori? Capita qundo qualcuno si ricorda di noi. In genere non dura molto. Ma se molte persone si ricordano di noi, ci verrà dato un cuore e ...- sospira - E possiamo andarcene.-
-Ohh..- bisbiglio -Ho capito.-
Proseguiamo fino alla statua, fissa un proiettore. Si ferma, mi fissa perplesso. 
-Cosa c'è?-chiedo.
-Mmmh, non so se potrai passare.-
Mi passo una mano fra i capelli:- Passare dove?-
Annuisce e mi prende una mano:-Dimmi quando sei pronta.-
Vorrei chiedere qualcosa, ma forse è meglio fidarsi e basta:-Ok -
Si tuffa nel proiettore, io lo seguo.
E' una strana sensazione, come attraversare dell'acqua appiccicosa. Mi trovo a terra, con la faccia sulla strada.
-Ops, dobbiamo migliorare l'arrivo.- dice Gus.
-Sono d'accordo-affermo.
Mi alzo. E' una specie di quartiere tondo, circondato da mura, al cui centro s'innalza, in tutto il suo splendore, una fontana di solvente, sulla quale ci sono due statue: Sono Topolino e Oswald, schiena contro schiena, uno con il pennello, l'altro con il suo telecomando. Sembrano felici. Il primo edificio alla mia destra è molto grande. C'è un cartello. C'è scritto "fabbrica delle gag".   -Os Town!- esclama il gremlin.
-Qui produciamo scherzi.- dice Gus, dando una pacca al muro grigio.
Ci sono case molto allegre, un fiume di solvente divide alcune di queste, sono molto colorate, anche se alcune sono rotte, mancano pazzi di tetto o hanno dei buchi.
-E' opera del solvente. Questo è il massimo che siamo riusciti a ricostruire. Senza il pennello di Topolino, i lavori procedono molto lentamente.- dichiara Gus, come se potesse leggermi nella mente. Annuisco.
Mi avvicino alla fontana e fisso il solvente, è  verde scuro con sfumature più chiare, è molto triste. 
-Yuk, anch'io penso che questa fontana è molto bella!-
Mi volto di scatto e mi sfugge un grido. Quasi cado nella fontana.
-Oh, oh, scusa! Non volevo metterti paura! - afferma Pippo.
Ma lui non è Pippo. A Pippo non manca un braccio, e l'unico braccio che ha non è di metallo! Questo Pippo ha la faccia che sembra un peluche, con gli occhi bucati e dentro uno di questi, una lucetta verde. Ha i vestiti strappati, che lasciano intravedere i pezzi di ferro.
-C-Chi s-sei t-tu??- balbetto, riprendendomi dallo schock.
-Io, yuck, sono Pippo Animatronico! Mi hanno creato lo Scienziato Pazzo e Oswald, mooooolto tempo fa! Ci sono anche Paperina e Paperino Animatronici.- dice, sorridendo.
All'inizio, lo ammetto, mi ha messo molta paura, ma, a man a mano che lo guardo, la paura scompare. 
-P-Perdonami, non volevo offenderti.- sussurro.
-Non è un problema!- fa, e mi passa il suo unico braccio intorno alle spalle. -Ehi, Gus! Lei chi è?!-
Gus sorride:-Pippo, lei è Erica, viene da....Avventurolandia.-
Pippo mi lascia e mi fissa un po':- Mmmmmmm, ma io non ti ho mai visto!-
Gus mi prende per una spalla:-Lo so, è nuova.-
Pippo si batte l'indice sulla bocca:-Davvero?-
Il gremlin fa un sorriso tirato e mormora:-Devo portarla da Oswald.-
Pippo annuisce:-Ma lo sai che non vuole visite, Gus...- sembra triste.
Il gremlinnon gli da retta:-Io dico che ci farà entrare.-
L'Animatronico si gratta la testa:- Ok, d'accordo...Io ... vado alla casa di Topolino, il Telefono si sentirà solo.- detto questo, va verso una casa gialla e rossa, trascinando i piedi.
Fisso Gus:- Avventurolandia?-
-Non posso dire in giro cosa sei! Già è un disastro ciò che hai fatto prima, fidati, è per il tuo bene.-
Sospiro:-Quindi devo dire a tutti che sono di Avventurolandia?-
-Sì. E' dove vivono Animatronici Pirati, Pirati Cartoni e Paperina...e molti schizzi.-
-Schizzi? Quei mostri, gocce di Macchia Nera?-
Risponde con un "Mmmmm-mmm". Io infilo le mani nelle tesche della felpa:-Va bene...Andiamo da Oswald?-
Vola verso un'enorme porta nel muro:- Ti...piace Topolino?-
-Sì, diciamo di sì.-
Apre la porta, c'è un proiettore, ci salto dentro. La seconda volta è più facile.
Quando mi trovo fuori dall'aggeggio, atterro in piedi. Ciò che ho davanti agli occhi mi fa tremare. Una montagna, alta almeno 70 metri, fatta di oggetti giganti. Tutte di Topolino: pupazzi, portamerenda, chitarre, peluche, spille, di tutto e di più.
So che mi aspettava una montagna, ma questa....questa supera ogni mia fantasia. Mi sento male solo a pensare di doverla scalare.
-Benvenuta alla montagna delle Topocianfrusaglie.- bisbiglia Gus.
 

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Capitolo 22
*** Sopra il monte ***


-Vogliamo procedere?- mi esorta Gus.
-Oh, sì. Sì.- rispondo.
Non riesco a togliermi dalla mente Pippo. Sono certa di averlo offeso. "Vado a casa di Topolino, il Telefono si sentirà solo..." Il Telefono?! Mah. Casa di Topolino?! Lui non è un cartone dimenticato!
-Gus...- inizio -Secondo te, ho offeso Pippo? Cioè..Andare via in quel modo...-
Il Gremlin si volta e mi svolazza accanto:-Perchè?-
-Casa di Topolino? Telefono?- sospiro.
-Ah...C'è veramente la casa di Topolino.-
-Che cosa?-
Gus si gratta la testa:-Sì, l'ha fatta costruire Oswald, mentre Walt Disney faceva il primo film di Topolino. Era convinto che....bè....Topolino...-
-Finisse qui? Dimenticato?- lo blocco.
-Credo di sì. Mmmh, però, Oswald ha sempre affermato di odiare suo "fratello". Da quando ha fatto successo, almeno.-
Annuisco. Forse Oswald non è poi così Cattivo.
-Quanto al telefono- Gus scrolla le spalle -E' un Cartone come noi: parla.-
-Oh - è l'unica risposta decente che mi viene. Procediamo lungo la striscia sabbiosa davanti a noi. Siamo circondati dal solvente. Tutto quel verde scuro quasi mi ipnotizza.
-Attenta agli Schizzi!- esclama appena la sabbia finisce.
Davanti a noi c'è una chitarra enorme con vari disegni di Topolino. E' enorme, rossiccia, rovinata ai bordi dal solvente. E' come un ponte che collega dove siamo noi a una piccola isoletta, dove si erge, in tutta la sua maestosità, il Monte delle Topocianfrusaglie. Appoggio il piete sulla chitarra, lunga più o meno una decina di metri, non affonda; sospiro. 
-Non mi hai ancora spiegato bene cosa sono gli schizzi.- affermo, fissando il "ponte" con aria interrogativa.
Gus indica l'isolotto oltre la chitarra:-Quelli.-
Sono piccoli esseri viola scuro, con gli occhi sporgenti e gialli. Due braccia e due gambe, due orecchie tonde sopra il cranio pelato. Sono molto brutti.
-Sono goccie del gigantesco Macchia Nera.-
-Sono buoni, ora?-
-Alcuni sì, altri...non proprio..-
-Q-Questi q-qui?- balbetto, mettendo piede sulla chitarra.
-Di sicuro non sono loro il problema...-
Appena superiamo il ponte e arriviamo sull'isolotto, mi salta in grembo un coniglietto azzurro, poi un altro e un altro. Sono dolcissimi! 
-Ericaa..?- Gus trema.
-Che c'è?- chiedo, mettendo a terra un coniglio.
-S-sono i figli do Oswald...- balbetta Gus, mi afferra un braccio e mi tira via, saltiamo su un portamerenda bianco e rosa. Sto per chiedere cos'è successo, ma mi blocco quando vedo gli schizzi scappare dai conigli. Uno inciampa e un coniglio gli si avvicina, spalanca la bocca di almeno un metro e lo mangia..LO MANGIA! Resto senza fiato:-M-M-M-ma..?!- 
-Fiu, per un pelo.- sospira Gus. -Avanti, saliamo, c'è un passaggio segreto.-
-D'accordo.-
Lo seguo lungo il monte, scalo un peluche Topolino, un paio di spille da scout, un pallone sgonfio. Poi c'è una scatola con la siluette nera di Topolino, Gus sfila il coperchio di qualche centimetro. Lo aiuto e abbiamo almeno mezzo metro di passaggio. Entriamo.
C'è una sala completamente buia. Una enorme finestra sul soffitto lascia scivolare un filo di luce giallastra che illumina una sedia al centro della sinistra stanza. 
-Ha modificato il posto...-dichiara Gus.
La sedia è rivolta con lo schienale verso di noi, la luce sfiora appena le sue lunghe orecchie nere, piegate in avanti. Gli vedo un po' del viso bianco pallido, come una pezza di stoffa, volge leggermente il viso verso di noi, lo vedo di profilo. Muove lentamente la sedia da scrivania con le ruote, a forma del suo viso, a destra e sinistra. 
-Ciao, Gus - dice, con voce rauca, come se non aprisse bocca da mesi. Ruota la sedia e finalmente vedo il suo viso, con un'ombra grigia che fa uno strano gioco sul suo viso pallido. Ha gli occhi neri a spicchio come i vecchi cartoni. Mi guarda con le dita intrecciate sul petto, abbandonato sulla sedia:-E tu, dolcezza, chi sei?-
-Sono Erica- mi limito a dire, incrociando le braccia.
-E' un'umana- aggiunge Gus.
Oswald si raddrizza:-Davvero?-
Gus si avvicina al coniglio:-Forse...se un guardiano si affeziona a lei, può usare il Pennello! Oswald! Svegliati da questa depressione!-
Oswald fissa con noto interesse il pavimento.
-Fallo...per Ortensia.- bisbiglio, ricordando il nome della sua amata. -Lei non vorrebbe mai questo!- grido-Non puoi aver lasciato la tua gente in questo modo! Non un'altra volta!!!.- sono a un passo da lui, avanzavo senza rendermene conto.
-Non lo vorrebbe nemmeno tuo fratello!!!!- concludo.
Si alza di scatto dalla sedia:-Che avrei dovuto fare?!- grida -Cosa?! Dimmelo! Io non lo so! Non lo so! Vorrei essere morto IO al suo posto.-
Gli afferro le mani:-Lui no, però!-
-Io non voglio il SUO pennello. No, mai.- inspiro profondamente -Yen Sid mi ha mandato qui. Per te.-
-Davvero?-domanda il coniglio, con gli occhi bassi.
-Certo che sì.- sussurro.
Mi sorride. 
Il soffitto crolla e proprio accanto a noi c'è una palla arancione. Apre gli occhi. Ha quattro occhi verdi. Si apre e una piccola ragazzina tossendo esce fuori. Lei ha una codina alta nera. Entrambi hanno varie ferite.
Lui è uno Scarafoide.
Lei è un Glitch.
Sono Ralph e Vanellope.

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Capitolo 23
*** La tempesta ***


-Vanellope!- stringo le dita del piccolo Glitch -Perchè sei qui? Cos'è successo?-
-Io....- Vanellope fissa Ralph che scuote le ali -Noi...-si corregge -Ci siamo messi sotto il raggio della luna piena e PUF! eccoci qui..-
Oswald indietreggia, fissandoci:-M-Ma chi sono loro?-
-Vecchi amici- taglio corto.
Lui annuisce lentamente. Mi accorgo solo ora che le sue gambe, un braccio e alcune parti del bacino, sono fatte di ferro, unite da bulloni. Gus me l'aveva detto, in effetti. Aveva detto qualcosa tipo: "Ogni volta che si guardava allo specchio si odiava; non era più un cartone, ma un animatronico, ed aveva perso tutto.. era sparito qualche giorno dopo, non l'ho più visto, ma forse so dov'è." -Ma allora...-ragiono ad alta voce -Se mettendovi sotto il raggio siete qui...no!-
-No, cosa?- domanda Gus.
-Verranno altre persone! Muoviamoci! Torniamo a Male Street, dove mi sono trovata la prima volta - dico.
Oswald afferra una valigetta da sotto la sedia, se la carica in spalla e si avvicina al muro alla sua destra. Lascia scivolare la mano sui freddi pannelli grigi, finchè non preme su un pezzo. La parete si apre.
-E' un passaggio segreto- ci informa -Abbiamo poco tempo, muoviamoci.-


Rimango ultima, in fondo al gruppo, per tutto il cammino. Mentre camminiamo per la strada, una strana lucetta blu che lascia una scia azzurra, mi vola accanto, seguita da altre due, poi da altre sei, però verdi. Man a mano che avanziamo quelle strane lucette si moltiplicano. Quando Oswald e Gus si voltano restano senza fiato.
-I Guardiani della pittura e del solvente....-bisbiglia il coniglio senza fiato. -Così tanti..non..non è possibile-
-Però i Guardiani si affezionano sempre ai Cartoni famosi, come Topolino, quindi con gli umani potrebbe essere la stessa cosa.- lo rimbecca Gus.
Oswald scuote la testa, si preme due dita sulla tempia e uno strano vetrino trasparente gli copre un occhio, fa un verso di sorpresa. Quel coso mi fa venire in mente qualche serie animata che ora non ricordo.
-Che c'è!?- esclama Vanellope.   -Ecco...vedo meglio con questo affare, ho perso la vista da un occhio. E ora vi vedo meglio.- si schiarisce la voce  -Passare mesi al buio non ha facilitato l'abituarsi ad avere un solo occhio sano.- scrolla le spalle e si avvicina a me.  Un Guardiano blu gli accarezza le mani. Ha l'aria persa, fissa il Guardiano con gli occhi tristi. Nuvole nere coprono il cielo azzurro, alziamo tutti lo sguardo e rimaniamo senza fiato. Strani lampi illuminano il cielo grigio, a chiazze, come schizzi di pittura su un foglio. Un tuono scuote la terra e tutte le nuvole iniziano a roteare in circolo, ora blu scure, ora nere. Mandando tuoni e lampi ovunque; Cartoni spaventati corrono dentro le case o i negozi, gridando. Un tuono fortissimo ci fa cadere a terra, mentre un terremoto scuote la terra, una palla gialla cade verso di noi, un po' più a destra. Io allungo le braccia verso di essa, in un gesto disperato e i Guardiani si buttano da quella parte formando un enorme cuscino azzurro. La palla ci cade sopra e diventa una persona...ELSA!
Si alza dal cuscino gigante con una mano sulla testa e lo sguardo stordito:-M-Ma ..- borbotta.
Mi nota con sorpresa e si avvicina:-Cos'è questo posto? E chi sono loro?-
-Ehm, altre persone e mondi da aiutare...- dico.
-Oh...-li squadra tutti, uno per uno con il suo sguardo gelido da cattiva. Si abbassa e fissa lo Scarafoide: -Sei orrendo...- alza un sopracciglio -Mi piaci.-1


Scuoto la testa e trattengo una risata. La tempesta corre via, dritta verso la parte Nord di Male Street.
-Dobbiamo seguirla!- grido - Ci sono altri che devono arrivare!!!!!!-
Perplessi, tutti annuiscono e mi seguono.



Angolo Autrice:

Salve, sono sempre io. Allora, vi rompo un attimo per dirvi che ho notato che molti, moolti hanno messo la storia fra le seguite/ricordate/preferite. Vi ringrazio, vi chiedo solo se magari potete lasciare una recensioncina (?), grazie. Da ora entriamo nella parte più oscura della storia e del mio cervello. Grazie per aver letto, recensito e aver visualizzato...GRAZIEEEEEE!!! A TuTTi! tUttI  !!


1: Non ho resistito, sono una brutta fangirl, lo so. XD


 

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Capitolo 24
*** Chi ha pianificato tutto ***


-Guardiani- grido -Laggiù!-
Le lucette si trasformano in due mani blu e verdi, che afferrano la palla di fuoco che sta cadendo dal cielo. Il fuoco si dissolve e, con qualche filo di fumo che la avvolge, Rapunzel esce tremando dalle mani di pittura e solvente. Ci contempla passandosi le mani sulle spalle, con aria perplessa:-Loro...?-
-Sono gli altri che dovev..devo aiutare.-
Annuisce e fa un cenno con la testa, i capelli castani le finiscono davanti al viso più volte, lei li toglie con la mano. Oswald solleva una mano in segno di saluto, poi batte un dito sul vetrino davanti all'occhio, come per mettere a fuoco. Ralph scuote le ali e Vanellope sorride forzatamente, Elsa si limita a sollevare gli occhi al cielo. La regina sbotta, dopo:-Quanti altri dovranno arrivare?!-
-Una sola..-rispondo, passandomi una mano fra i capelli.
I tuoni, i lampi e i fulmini si fermano di botto. Il cielo è così nero da sembrare un colore diverso, più scuro del nero. Le nuvole diventano rosso scuro e si stringono, girano vorticosamente in tondo. Un'enorme freccia dorata di tre metri fluttua fuori dalle nuvole, ma poi cade rapidamente verso di noi.
-Guardiani!- supplico, indicando la freccia -Un'ultima volta, vi prego!!!-
Le lucine si trasformano in due guanti da baseball viola e prendono la freccia al volo. Poggiano delicatamente la freccia a terra, si trasforma in una colonna di fumo e poi va verso l'alto; lasciando una Merida dagli occhi sgranati fra i guantoni. Scivola giù e inizia a passarsi le mani fra i capelli, per scacciare delle foglie secche dalle ciocche ribelli. Appena nota gli altri Eroi Disney, ad una velocità incredibile, incocca una freccia e la punta verso di loro, abbaia:-Chi siete? Cosa volete?!-
-Mer...-faccio per chiamarla, e lei si volta di scatto, e per poco mi scocca la freccia in testa.
Quando mi vede, l'arco le cade dalle mani, mi stringe con così tanta forza da potermi rompere le costole:-Ma..ma..io ti ho visto morire...Sono morta anche io?-
-No.-la rassicuro.
Mi libera dall'abbraccio, osservo i miei compagni uno per uno e spiego:-Non so perchè siete finiti qui, non ne ho la minima idea, ma riusciremo a darvi le vostre vere vite, lo giuro.-
Oswald mi afferra per un braccio e mi caccia la valigia di ferro grigio che si era caricato in spalla in mano. 
-Aprila...-dice.
Osservo la strana valigia in silenzio.
-Muoviti non abbiamo tutto il giorno!- ripete, battendo il piede a terra, ritmicamente. Osservo gli altri, Elsa solleva un sopracciglio, Rapunzel mi fa spallucce, Gus è sotto schock.
Apro il contenitore, le mie dita si stringono intorno al pennello di Topolino, resto senza fiato:-Non posso..- bisbiglio.
-No, non puoi, devi.- ribatte lui, stringendomi le dita intorno al manico. -Ciò che hai fatto con i Guardiani...è stato spettacolare..lo meriti davvero.-
-Grazie...-sussurro. Mi schiarisco la gola:-Avanti, dobbiamo capire perchè siete qui.-
Il pennello diventa piccolo come un dito, lo metto in tasca. Il temporale sparisce di colpo, come risucchiato da un' aspirapolvere.  Un vento gelido ci accarezza, facendomi venire i brividi; guardo Elsa e lei mi rilancia lo sguardo con aria imbronciata:-Non sono io, fiocco di neve.-
Il cielo ora è completamente azzurro, con tante nuvole spumose e bianche. Prima che me ne accorga, un lampo azzurro piomba verso di noi. Non verso di me, ma verso Oswald. Lo spingo via, e il lampo mi centra in pieno, il grido strozzato esce appena dalla mia gola. Il lampo si avvolge intorno a me e mi tira verso l'alto, gli eroi Disney mi fissano sbigottiti, è successo troppo velocemente per capirci qualcosa. Quando sfioro una nuvola le palpebre mi si appiccicano. E' buio. Ancora.



Quando apro gli occhi, sono in una sala scarsamente illuminata, davanti a me c'è una scrivania, e una sedia voltata contro il muro. Alla mia destra ci sono Ralph, Merida e Rapunzel, alla mia sinistra Vanellope, Oswald ed Elsa. Siamo tutti inginocchiati a terra, con le mani legate dietro la schiena (o le chele nel caso di Ralph). La sedia ruota velocemente verso di me, l'illuminazione aumenta quanto basta per vedere il suo volto.
Ha dei capelli color notte, neri, dritti verso l'alto, e una corona azzurro ghiaccio. Gli occhi azzurri talmente chiari da sembrare fatti di vetro, le guance di uno strano rosa, le labbra tra il viola e il fucsia. Ha un collo sottile e un abito di ghiaccio azzurro e bianco; indossa una collana con un fiocco di neve. Penso di averla già vista, ma non ricordo dove.
Sorride:-Oh, ciao, Giulia.-
-Giulia?-domando -Ma io non sono Giulia!-
Mi guarda sorpresa:-No?- apre un cassetto e tira fuori una pergamena giallastra, scorre il dito:-No, non sei un maschio...quindi questo no, nemmeno questo..-
Mi volto verso Merida e ci scambiamo uno sguardo confuso.
-Jennifer?-
-Ehm, no.-
-Susanna?-
-No no.-
Inizia ad andare nel panico:-Come? Non può essere!- scorre freneticamente fra i nomi -Anastasia? Aurora? Arianna?-
-No, no e no!- dico, scuotendo la testa.
E' esasperata:-Giada? Elena? Bianca? Veronica?-
-NO!- esclamo -Sono Erica!-
Scorre rapidamente il dito sulla lista:-Oh, eccoti qui. Non eri proprio la prima scelta di Yen Sid, sai?-
-Lo vedo- abbaio. -Chi sei tu?-
Scoppia a ridere:-Chi sono io!?- poi ride ancora più forte -CHI SONO IO???!!-
Si alza e viene verso di noi. -Io...-comincia -Io sono un brutta copia, come tutti quelli al mio servizio, uno dei Design originali.- Si ferma davanti ad Elsa e le prende il mento fra le dita, la guarda disgustata -Io sono TE.-
Elsa sgrana gli occhi. Ecco dove avevo visto questa tizia! In qualche speciale sulle molte prove iniziali per creare Elsa.    
-Se certi Cartoni che non fanno successo finiscono qui, noi finiamo qui, con loro, ma dimenticati al cento per cento!- ci spiega, massaggiandosi le tempie. -e abbiamo deciso di vendicarci, tornando nelle vostre storie nei portali di Yen Sid e cambiando qualcosa...- ghigna.
-Cosa?- tremo -No..no! E' colpa TUA! E...- sento la sua mano gelida sulla guancia...ma non mi sta toccando -Eri tu! Eri tu quella che mi ha parlato mentre passavo da Merida a Rapunzel!-
Lei sorride-Però, sei sveglia!- scrolla le spalle -Ad ogni modo... io con una raffica di vento ho fatto cadere Anna..- ghigna ad Elsa.
Tira un orecchio di Oswald e dice:-Ho detto a Turbo che Ralph si sarebbe liberato dalla presa, ho fatto un incantesimo a Rapunzel per farla arrabbiare, io ho annullato l'effetto della pittura di Topolino- da una pacca a Ralph, fra gli occhi verdi, lui si tira indietro -Io ho fatto diventare Elinor un orso vero!- scoppia in una risata acuta.
-Bene...ora alcuni di voi non mi servono più.- si avvicina alla scrivania, preme un bottone rossiccio, scolorito, su un telecomando, e dice sull'antenna a forma di uncino:-Ragazzi...potete entrare.-
La porta dietro di noi si spalanca, un grosso omone-scimmia arancione, con dei guanti bianchi bucati, entra sorridendo con i suoi pochi denti, seguito da uno scimmione rosso con le mani piene di spuntoni. -Sono...vecchi bozzetti di Ralph!-esclamo.
-Ralph, Ralph...portate via Elsa e Rapunzel, mettetele in cella...penserò dopo a loro.-Il design di Elsa fa un gesto con la mano e i due bozzetti afferrano le ragazze e le portano via con non molta delicatezza, tappando le loro bocche. Il vero Ralph fissa gli scimmioni andarsene, sbigottito.La brutta copia di Elsa preme ancora il bottone:-Ragazze, avanti.-
Tre bambine, due con i capelli neri identiche, ma con acconciature e vestiti diversi, una completamente blu, con un codino alto.
-Vanellope?- Ralph, con la sua voce metallica, da voce ai miei pensieri.
Le bambine, insieme ad un Turbo obeso, afferrano Vanellope e, dolcemente la portano fuori. La vera Vanellope prova a dimenarsi, ma i quattro la tengono stretta e Turbo le preme due dita sulla testa.
-Che le stanno facendo??-domanda tremando Merida.
-Aspirano la forza vitale, nulla di che.- la finta Elsa scrolla le spalle, si apoggia alla scrivania.
Ralph si dimena con forza e si libera le chele. Vola velocemente fuori, il Design originale di Elsa lo colpisce, lui cade a terra. E...non posso crederci...
E' di nuovo nella sua forma originale.
Lui si mette seduto e stordito si osserva le mani:-Non...non è possibile.-
Il Bozzetto di Elsa gli sorride:-Io e te, dobbiamo parlare.- alza lo sguardo e fissa Oswald, incrociando le braccia -E tu, Oswald.-
Scocca le dita e tutti e tre scompaiono in una nebbiolina grigiastra. Merida prende una freccia dalla faretra e inizia a segare la corda che le lega le mani:-Dobbiamo andare...-dice. -Dobbiamo aiutarli prima che accada qualcosa!-
Annuisco.

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Capitolo 25
*** Dividiamoci ! ***


Non mi ricordo di aver mai corso così tanto. Mai. Così tanto che la gola brucia se provo a respirare con la bocca, così tanto che i muscoli scoppiano, le caviglie cedono ogni tre metri, ormai. Merida mi trascina quasi di peso. Questo castello sembra non finire mai, avremo percorso uno o due chilometri fra corridoi oscuri o scarsamente illuminati. Scivolo a terra, Merida fa per tirarmi su, ma io scuoto la testa. Non possiamo andare avanti così.
-Dobbiamo capire dove siamo, cosa dobbiamo fare. O sarà inutile correre in giro.-
Annuisce e risponde in un sussurro:-Cerchiamo gli altri, magari sanno qualcosa di più...insomma,li avranno portati un po' in giro, prima di portarli in cella, o avranno visto qualcosa, no?-
Cerco di essere positiva:-Potresti aver ragione.- osservo il bivio davanti a noi -Dobbiamo dividerci.-
-Sei matta?!- esclama, alzando un poco la voce -Io ho la spada, l'arco...ma tu non hai nulla..e se ti attaccano?-
Guardo le armi. Nessuno gliele ha tolte. Nessuno le ha notate? Possibile? C'è qualcosa che non quadra...
-No.- tiro fuori il pennellino dalla tasca.
Merida solleva un sopracciglio. Il pennello diventa grande, ne stringo il manico con aria grave. 
Lei lo fissa massaggiandosi una guancia:-Va bene.-
Prendo un po' di pittura dalla punta del pennello e ci creo due sgorbi che sembrano due pappagallini, alti otto o nove centimetri.
-Quando trovi qualcuno dillo a lui, se li ho creati bene, saranno come dei telefoni per comunicare.-
-Come che?-
Mi correggo; ovvio che lei non conosce i telefonini:-Uhm, una specie di magia di comunicazione.-
Lei fissa il suo pappagallino verde e giallo, poi il mio blu e viola:-Ah...d'accordo.-
Mi stringe una spalla e corre verso il suo corridoio, augurandomi buona fortuna.
Per alzarmi ci vuole tutta la mia buona volontà, devo trascinare i piedi a forza per non fermarmi, fare meno rumore possibile. Dopo qualche metro, interminabile, vedo delle interessanti porte di ferro robusto. Sono sette, cinque da una parte, due dall'altra. Passo silenziosamente davanti a tutte, tenendo le orecchie ben aperte e spiando nelle serrature. Le stanze sono buie e silenziose, in una si sente russare. Sono le stanze dei servi di Elsa bozzetto. Continuo ad avanzare nella penombra, con il pennello stretto stretto fra le dita.

Sono passati sette o otto minuti, credo. Non ci sono più porte. Solo questo tunnel nero che non finisce più. Ho i piedi doloranti. E non ho incontrato nessuna guardia o bozzetto. E' strano. Molto strano. Il pappagallino è dentro il cappuccio della mia felpa e sonnecchia. Beh, contento lui. Poi li sento. Sono bisbigli, quasi impercettibili. Ora sono nel buio totale, a tastoni trovo il muro, lo rasento fino a sentire una porta. Mi accuccio a terra, sono così sollevata! Posso riposarmi un po'. E ascoltare! Certo! Sì, ascoltare...
Realizzo con il pennello di Topolino una piccola lampadina, non troppo deforme e funzionante, senza bisogno di attaccarsi a nulla. Ci sto prendendo la mano, a quanto pare. La metto a terra. Anche se la luce è molto, molto fioca, mi ci vuole un po' per abituare lo sguardo.
Spio nella serratura: la prima cosa che vedo è la nuca del design originale di Elsa. Sta parlando con Ralph e Oswald. Cosa vuole da loro quella maledetta?!  Sono tenuti sulle sedie a forza da una brutta copia di Flynn Rider e una di Kristoff. Mi fa strano vedere Ralph come è realmente, dopo averlo visto solo come scarafoide. Una goccia di sangue scivola lungo la tempia di Ralph, lui sospira profondamente. Oswald ha un brutto livido viola sotto l'occhio. MI tappo la bocca con le mani per non gridare.
-Forse non avete capito...-fa il bozzetto-capo -Questa non è una occasione da sprecare.-
Ralph ride fissando il pavimento:-Certo, come no.- per poi sputare con rabbia -Preferisco diventare un cartone dimenticato, piuttosto che allearmi con TE!-
Elsa sbatte il pugno contro il muro, ghiacciandolo:-Sì, ne riparliamo poi.- fissa Oswald -E tu, coniglio?-
Oswald fissa il compagno, il cui sguardo è più interessato al pavimento che ad altro:-Io...io...-
Elsa dai capelli neri gli stringe le spalle:-Potresti tornare famoso...unisciti a me! Strapperemo i cuori di tutti i cartoni famosi! Ce ne andremo da qui, saremo NOI famosi e LORO saranno dimenticati! Lo so, lo so che lo desideri quanto me!-
-Oswald!- lo rimbecca Ralph -Ti sta mentendo e tu lo sai!-
Ralph riceve da quel Flynn una sberla sulla nuca, talmente forte da farlo rimanere senza fiato un paio di secondi. Sono messi male entrambi. Sia lo spaccatutto che il coniglio. Oswald strizza gli occhi:-NO.-
-Co-come?- balbetta Elsa.
-Ho detto NO.-ripete.
Elsa si accuccia fino a incontrare gli occhi bassi di Ralph:-Ammiro il tuo coraggio, devo ammetterlo.-
-Davvero?- ringhia lui per risposta voltando il viso.
Lei sorride:-Tanto. Ma ti stai schierando dalla parte dei perdenti, lo sai.-
-Wow, so così tante cose.- Ralph rotea gli occhi -Smettila non ci casco.-
Lei si alza:-Però! Cambia il finale, e il protagonista da burro diventa pietra.-
-Sono d'accordo con lui.- concorda Oswald, deglutendo.

-ERICAAAAAAA!!!- il pappagallino vola fuori dal cappuccio e urla in modo assordante. Gli tappo il becco. Ma è troppo tardi.
-Cos'è stato?!!!- il lato oscuro di Elsa viene verso la porta.
Cavoli! MERIDA! Se il pappagallino...dev'essere successo qualcosa..devo..devo...
Elsa spalanca la porta. Con la lampadina in una mano e il pappagallino nell'altra, corro via. Verso il mio punto d'incontro con Merida. L'Elsa oscura grida, molti design corrono verso di me, uscendo da porte invisibili nel buio.
Sento un dolore fortissimo alla testa, crollo a terra. Mentre svengo, l'ultima cosa che vedo è lo sguardo gelido di un bozzetto di Madre Ghotel.

 

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Capitolo 26
*** Al salvataggio! ***


Mi ci vuole qualche minuto, prima di poter aprire gli occhi. E comunque vedo tanti pallini neri, che non mi permettono di vedere realmente. Finalmente, sbattendo le palpebre più volte, riesco a farle scomparire. Provo a stropicciarmi gli occhi ma non riesco ad alzare o muovere le braccia, sono addormentate, e incatenate al muro. La stanza è piuttosto buia (Però! A questa piace l'oscurità!) ma non come i corridoi, questa stanza ha una luce, una candela, in un angoletto. E illumina abbastanza questo posto.
Muovo un po' le braccia e, mentre si svegliano, è come sentire tanta acqua gelida che corre sotto la pelle, dalla spalla fino alla punta delle dita. E' una strana sensazione.
Sono seduta a terra, con la schiena contro il muro e, tra la schiena e il muro ci sono le mie povere braccia. Mi metto in ginocchio, staccandomi dal muro. Le catene delle braccia sono piuttosto lunghe, forse uno o due metri. Pensavo peggio.  Se mi allungo tanto, riesco a raggiungere la candela, così l'afferro. I polsini di ferro che, con le lunghe catene, mi tengono attaccata alla parete, fanno molto male. Me ne rendo conto ora che non ho più gli arti addormentati. Mi siedo con le gambe di lato e sento uno strano fastidio su...ehm, su un  fianco. Precisamente dove ho le tasche. Possibile?
Mi metto ancora in ginocchio e frugo nella tasca. Stringo le dita intorno al pennellino, lo tiro fuori con cautela e mi permetto una risata isterica. Posso scappare! Posso scappare!
-Shh! Stai in silenzio e verranno di nuovo qua!- sibila una voce.
-Chi? Quei bozzetti deformi?- domando.
-E chi altro?- ribatte la voce delicata, stanca.
Gattono fino a quanto mi è possibile in avanti, e poi poggio a terra la candela. Vedo le sbarre della mia cella, e un po' di pavimento, e dopo altre sbarre. Ma non vedo chi c'è dentro l'altra cella, la luce non arriva fino a lì. C'è una candela anche in quella cella ma è stata abbandonata in un angolo, è piccola e non fa più molta luce.
-Chi sei?- dico -Non riesco a vederti.-
Sento un mormorio. Poi vedo una lunga, lunga, lunghissima, luce dorata. Sembra...sembra...sono capelli.
-Rapunzel?-
Vedo il suo volto illuminarsi per un secondo, ma poi si rabbuia di nuovo e i suoi capelli si spengono.
-Guarda...- dice, con la voce triste -Non ho nemmeno più la forza per fare un po' di luce.-
-Non ti hanno fatto del male, vero?!- domando, con un misto di rabbia e paura che montano nel petto.
-NO, per fortuna mi ha portato qui una brutta copia di Flynn...è stato molto gentile con me.-
Annuisco, anche se non può vedermi. Forse non tutti i bozzetti sono cattivi; non tanto come Elsa, almeno.
Contempliamo il buio. In un silenzio che ci fa sentire ancora più piccole e sole.
Sospiro, stanca di tutto questo. Non ero nemmeno la prima scelta. Si vede.
Ora ho un flashback, il pappagallino! Lo cerco nella mia cella, non c'è.
Un pensiero si collega alla mia piccola creazione. MERIDA! Dove sarà?! Che le avranno fatto?! Abbasso lo sguardo, che scivola sul pennello che s'ingrandisce nelle mie mani.
Cosa diceva Gus? Devo ricordare....
"Con il pennello puoi controllare la Pittura, con essa si può creare ogni cosa"
E poi...c'era un'altra cosa che si poteva fare con il pennello...si poteva usare....
"Inoltre si può controllare anche il Solvente, che è perfettamente il contrario della Pittura, può cancellare ogni cosa..."
-Sì!- esclamo -Sì! Sì!- bacio il pennello. Prova che sono impazzita definitivamente.
Mi concentro, spennello su un polsino di ferro. Si colora di verde e pian piano, scompare. Esulto in silenzio. Rapunzel non dice nulla, ma sento una sua piccola risatina, quasi allegra.
-Un attimo, e saremo fuori da questa cella putrida!- dichiaro.



Se io sono sfinita, Rapunzel sta per morire. Devo trascinarla letteralmente. Ha curato ogni sua ferita con i capelli, ma ancora non riesce a correre.
Rapunzel mi sta guidando, forse è meglio dire dicendo, dove è stata rinchiusa Elsa. In tre, magari, sarà più facile respingere attacchi e salvare gli altri.
A un certo punto, Rapunzel inchioda i piedi a terra. Non riesco più, nemmeno con tutta la mia forza, a farla muovere. Fissa una piccola porta di legno davanti a noi.
-Aspetta qui.-
-Ma..!- protesto.
-Ci metterò un secondo- mi assicura.
-Ok...ma veloce!-
-Sarò un lampo.- ribatte, poi apre la porta ed entra.
Qualche secondo dopo esce, con una padella fra  le mani:-E' la cucina.- spiega -Ho visto molte guardie passarci, ma ora sono tutti occupati e questa stanza è vuota.- lo dice con la voce bassa. -Doveva esserci di sicuro una padella.-
Mi copro la bocca con una mano e rido:-Sbrighiamoci!- sbotto poi, trascinandola con me.


La porta si apre con un cigolio. Osservo la stanza. Ci sono sette celle, disposte a semicerchio, tutte sporche e illuminate da due candele per cella. Sempre agli angoli. Nella cella centrale c'è solo una candela, non c'è Elsa.
E' decisamente troppo piccola per essere Elsa. Elsa non ha capelli neri.
La figura si scopone un paio di volte e poi ci fissa con gli occhi nocciola, imploranti. Ha i capelli appiccicati sulla fronte e un occhio nero.
Spruzzo Solvente sulle sbarre e sulle catene.
Appena si libera mi si getta fra le braccia:-Erica!-
Fisso Rapunzel che stringe le dita sulla padella e poi il piccolo Glitch.
-Andrà tutto bene, Vanellope.- assicuro, più a me, che a lei.
Si sente un forte grido femminile, di puro dolore; poi un'altro più duro, questo è un maschio, e sembra più un grido di frustrazione, o uno sbuffo di rabbia, come dopo che si solleva qualcosa di pesantissimo.
-Non so chi sia la ragazza- mormora Vanellope -Ma riconoscerei il grido di Ralph fra mille...- 
Ha gli occhi lucidi, sembrano palle di vetro, alla luce delle candele.
-E questo è il suo grido.-
-Dobbiamo andare!- esclamo.

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Capitolo 27
*** Avanzando nel castello ***


Corro, seguita da Vanellope, con la testa bassa e Rapunzel che saltella e rotea la padella. Almeno non trema e sembra aver recuperato le sue energie. In una stanza accanto alla cella, abbiamo recuperato la pistola di Vanellope e il martello d'oro. Anche l'arco e le frecce di Merida.  L'arco lo tiene Rapunzel su una spalla, la faretra con le frecce li tengo io a tracolla. Nessuna di noi sa dove può essere Ralph, l'abbiamo sentito, più volte, quindi deve essere da qualche parte. Se non...non mi permetto nemmeno di pensarci. Scuoto la testa. Sento un grido, o meglio, un verso animale, di scimmia. Poi tre voci grottesche, che mi fanno venire i brividi:-SPACCO TUTTO!-
Vanellope si gratta la testa:-Ma...questo non è lui.-
-E poi...- continua Rapunzel -Sono più di uno...-
Si sentono rumori di mattoni che cadono a terra, grida di dolore o rabbia. Sono almeno dieci voci. Andiamo verso di esse, Vanellope è la prima della fila e sta caricando la pistola di mentos, poi ci butta la Coca-Cola e la scuote.
Arriviamo in un enorme salone circolare, con molte porte. A terra ci sono tantissimi mattoni e macerie, ovunque ci sono Bozzetti. Ai nostri piedi vola uno scimmione rosso con le mani piene di spuntoni, un naso enorme, gli occhi gialli, un monosopracciglio e spuntoni anche sulla schiena. E' un bozzetto di Ralph. Ci fissa qualche secondo, per poi svenire. Lancio uno sguardo a Vanellope e Rapunzel che fissano il centro della sala, guardo anche io. Sono solo Bozzetti di Ralph. Contro il vero Ralph. Cavoli, se la sta cavando bene, per essere uno a dieci. Prende due Bozzetti, gli sbatte le teste uno contro l'altro e li getta da parte come due bambole di pezza. Non ha nemmeno il tempo di riprendere fiato, gli si buttano contro altri tre.
-Dobbiamo rimanere a guardare?!- Vanellope spara e uno di quelle brutte copie crolla a terra. Rapunzel inizia a prendere a padellate un Ralph biondo con il naso blu da Topolino. Fisso il pennello. Un Ralph arancione, una scimmia, mi vede e corre verso di me. Nel panico, scuto il pennello. Ma non esce Solvente come speravo, per farlo sparire, ma Pittura.  Quello si blocca, piega la testa di lato, sorride e se ne va nella mischia a prendere a pugni un suo compagno. Gli escono bollicine blu dala testa. Spero tanto che questo non sia un effetto limitato. Così inizio a lanciare Pittura sulla testa di questi tizi, oppure gli creo delle catene. Mi arriva un pugno, lo evito per poco e a questo Bozzetto gli schizzo Pittura sui piedi, incollandolo a terra. Quando mi accorgo che non ci sono più nemici, scivolo a terra e sbatto le ginocchia. Questo Pennello sembra pesare una tonnellata. Forse è perchè sono umana e il suo potere non riesce a uscire correttamente, sfinendo la mia energia umana. Come faccio a sapere queste cose? Sento la voce del Pennello...è lui che me lo dice. Quanti segreti ha questo piccolo oggetto?
Fisso Ralph e Vanellope si fissano e ridono, Rapunzel mi guarda con gli occhi spalancati e sorridendo. Sorrido anche io. 
Una porta si apre ed esce Elsa dai capelli neri, con gli occhi sgranati:-Non...non è possibile...-
Ralph si pulisce il sangue dal viso:-Che ti avevo detto?- ribatte.
Ralph si alza e fa scoccare le nocche in modo sinistro:-E ora...-
Vedo Elsa morire di paura per un millisecondo. Fa per lanciare del ghiaccio, ma lui la sbatte con così tanta forza contro il muro da mozzarle il respiro. Gli occhi di lei rimangono impassibili, ma fa fatica a respirare, ha il viso rosso.
Una vocina maligna dentro di me canta: muori, muori, muori....
Ma non posso seguirla, non può ucciderla. Socchiudo gli occhi.
-Ralph.-
Non è la mia voce.
Davanti a noi appare un Hans vestito di verde, con un mantello viola. Tiene stretta Elsa, la vera Elsa, e le sta puntando una spada alla gola:-Non ti conviene...- lo avvisa.
Ralph lo guarda per un secondo, però continua a tenere Elsa Bozzetto acontro il muro con una mano:-A me non importa!- sbotta Ralph -Non ci perdo nulla. Ci guadagno e basta.-
-GUADAGNO?!- esclamo, senza fiato. 
-La Disney non mi guardava già di suo, poi è arrivata lei....E ora non mi calcola più nessuno. Mi fa solo schifo!-
Vedo un sorrisetto sul volto del Design della Regina delle Nevi. Non ci cascare, Ralph!
Lui continua, abbaiando:-Presto finirò qui, per colpa sua! Finiremo tutti qui! A Rifiutolandia! Dimenticati e senza un cuore!-
Vanellope fissa a terra:- Forse...-
-Forse nulla!- ribatto -Non cadete nella trappola di quella strega!-
Rapunzel stringe la padella, come per attaccare immediatamente, se fosse necessario. Vedo la cattiveria e la compostezza della vera Elsa crollare in pochi secondi. E' come se ogni piccola cosa che ha subito le cadesse sulle spalle: la morte di Anna, la morte di Olaf, gli anni di solitudine, Hans che si è preso il Regno, l'essere rapita e picchiata...questo.
Scoppia in lacrime con le spalle curve, ma il Bozzetto di Hans non molla la presa.  Elsa stringe l'abito viola tra le dita:-Scusa..-
-Non cambia molto, ora.- ribatte Ralph.
-RALPH!- grido -Basta! Lascia andare quella maledetta, ora.-
-Non è così facile...- non mi guarda, ma sta parlando con me. Si schiarisce la gola e parla con Hans:-Lasciala e io lascio il tuo capo.-
-Eh, no. Molli prima tu.-
-Così te le tieni entrambe? Non sono cretino come te.-
Fa uno strano effetto sentire un personaggio Disney parlare così.
Hans gonfia le guance e diventa rosso, è abbastanza offeso. Vanellope fa una risatina con le mani sulla bocca. Ralph fissa il Bozzetto fra la sua mano e la parete e la spinge di più contro il muro. Il Design di Elsa non respira quasi più, ma il suo sguardo serio non cede.
-Come vuoi...- dice lo Spaccatutto, facendo spallucce.
La sua enorme mano si deforma in artigli rossi, segni dello stesso colore gli scorrono sul volto, sulle braccia, i denti diventano affilati e gli spuntano le ali. Resto senza fiato...può diventare Mezzo-Scarafoide come Turbo!
-D'accordo!!!- esclama Hans, gettando Elsa a terra -Però...-
Ralph afferra il Bozzetto di Elsa e la spinge contro Hans. I due aprono una porta e ci corrono dentro. Rapunzel si getta incespicando accanto alla Regina delle Nevi 
-Chiameranno aiuto.- dichiara Ralph -Cerchiamo gli altri e scappiamo.- tocca un suo bozzetto a terra con il piede -Prima che questi cosi si rialzino.-
Non degna nemmeno di uno sguardo Elsa. Rapunzel le sta curando le ferite. Ralph si carica Vanellope su una spalla e vanno verso dove siamo venuti.
-Ehi..- lo richiama Rapunzel; lui si ferma, ma non si volta -Abbiamo sentito un grido femminile...chi era? Insomma c'era qualcuno con te?-
-No.-
-Sic...?-
-Lo saprò se ero da solo o no? Giusto?- Non urla, sospira. Non c'è ne rabbia, nè accusa, nella sua voce, solo stanchezza.
Elsa, con l'aiuto di Rapunzel si alza:-Spaccatutto...grazie.-
Lui avanza e fa un gesto con una mano. Non si volta nemmeno questa volta.
Sospiro:-Andiamo.-
 

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Capitolo 28
*** Corri e non fermarti ***


Questo posto è un vero e proprio labirinto, con tutti i corridoi identici e un sacco di porte. Saranno un centinaio buono. Ralph è davanti al gruppo, e sembra piuttosto sicuro quando avanza o svolta. Nessuno dice nulla. Io sono in fondo al gruppo, dopo Elsa e Rapunzel, che sono l'una accanto all'altra e qualche volta si lanciano strane occhiate. Io tengo una lampadina che ho fatto con il pennello, e Vanellope, sopra la  spalla di Ralph, tiene una torcia.
Così si può vedere abbastanza bene, però non facilita la situazione. Per niente.
Non fiato. Anche se questo silenzio mi sta uccidendo. Sussulto ad ogni scricchiolio  o rumore sospetto, e sono l'unica, a quanto pare. Gli altri sembrano di pietra, senza emozioni.
-Ehhm...- esordisco, ma poi chiudo la bocca. Che potrei dire? Non c'è nulla da dire. Lascio la lampadina e quella inizia a fluttuare sopra di me. Beh, questa mi è nuova.
Dobbiamo trovare Oswald e Merida. Lo sappiamo tutti.
Non c'è molto altro da aggiungere, credo. Le armi di Merida le tengo tutte io. Non ho ribattuto quando mi hanno "Affidato" il compito. Giocherello con una freccia.
Passano altri lunghissimi minuti. Non saprei dire però quanti.
Ralph rompe il silenzio, non parla, ma butta giù un portone con un pugno. Ci fa segno di entrare.
Sono l'ultima ad entrare. Merida è incatenata al muro, Elsa e Rapunzel le hanno già liberato i piedi.  Mi avvicino e spruzzo solvente sulle catene che le legano le mani. Quando abbiamo fatto, si massaggia un po' i polsi e le caviglie, per poi domandare:-Che ho fatto di buono per essere liberata e...oh, le mie armi!-
Mi guarda e io le porgo l'arco e la faretra:-Non cantare vittoria.- dico -Manca ancora uno da salvare.-
Annuisce:-Il coniglio. Io e il gigante lo stavamo cercando.-
-Cheee...???- esclama Rapunzel -Avevi detto di non aver visto nessuno...aspetta..ma poi ci hai condotti qui...quindi lo sapevi..- dice, guardando lo Spaccatutto.
Ralph alza gli occhi al cielo:-Però, sei intelligente!-
-Sei sarcastico, per caso?-
-No, assolutamente.-
-Basta!- esclamo. -Merida, come faceva a sapere che eri qui?-
Si sfila un piccolo pappagallino dalla tasca, è più piccolo di quello che ho fatto io. Ralph ce ne mostra un altro.
-Ma...ma come....-
-Si stava sciogliendo.- ammette la rossa - Così l'ho spezzato a metà e ne sono usciti fuori due...-
-Stavamo scappando e ci siamo scontrati.- spiega Ralph -Io stavo scappando da quelle mie copie che volevano chiudermi in gabbia e praticamente lei mi è finita addosso, la Ruba-Oscar.-
Merida si gratta la testa:-Ecco...dopo che ti ho chiamato con il pappagallo..- mi guarda -Ho iniziato a correre, e....sì, ci siamo scontrati.- fa una risatina -Il pappagallo mi si è sciolto fra le mani e...l'ho spezzato...così sono diventati due.-
-Me ne ha dato uno, abbiamo steso le guardie, ma poi ci siamo separati. Io sono finito lì fra tutte quelle brutte copie, e lei qui.- conclude Ralph. -Mi ha guidato parlandomi tramite questo coso.-
Merida sorride:-E' stato difficile imparare i corridoi a memoria, ma ci sono riuscita: destra, sinistra, sinistra, destra, seconda a destra, sinistra, destra, destra, al centro.-
-Ma perchè non ci hai detto che vi siete visti?- domanda Vanellope, sempre appollaiata sulla spalla dello Spaccatutto.
Ralph fa spallucce.
-Effetto sorpresa...- sussurro io, che non so se ridere o no.
Mi guardano tutti come se avessi detto chissà quale parolaccia indicibile.
Deglutisco, guardo la punta delle mie scarpe.
Si sente un rumore di scasso.
Ci voltiamo verso la parete destra, dove si trova una piccola porticina di legno scuro. Il rumore si ripete. La porticina crolla. Esce un bozzetto di Vanellope. Una bambina dalla pelle e i capelli tutti blu.
-State cercando un vostro amico?- chiede.
-Sì.- rispondo io, e mi guadagno di nuovo un'occhiataccia da tutto il gruppo.
-IO so dov'è.- dichiara, con un sorriso furbo.
-E perchè mai dovresti dircelo?- domanda Elsa, sollevando un sopracciglio, con quel suo sguardo glaciale.
-Perchè qui non mi prendono sul serio; mi dicono che sono una bambina. E quindi....vi aiuto!-
Ci lanciamo sguardi confusi.
-Non tutti qui sono cattivi, sapete?- ribatte il bozzetto. -Molti di noi seguono Elsa solo per paura. Non credono in lei fino in fondo, per qualcuno andava bene anche la vita qui.-
-Potrebbe essere vero. E spiegare molte cose.- ammetto.
-E cosa?- domanda Merida.
-Il perchè a volte è stato piuttosto facile scappare. Tipo ora. Perchè non è ancora venuto nessuno qui? E più volte è stato facile recuperare le armi, se non ce le avevano già lasciate.- spiego.
-Il tuo ragionamento non fa una piega.- mormora Elsa -Ma non si fa niente per niente. Dev'esserci qualcosa sotto.-
-Non tutti fanno qualcosa per ottenerne un'altra in cambio, Elsa!- fa Rapunzel, incrociando le braccia.-
-Beh, che stiamo aspettando allora?- chiede Vanellope -Andiamo!-


 

Seguiamo il bozzetto attraverso vari passaggi segreti.
-Vedeeete...- inizia il bozzetto -Questo castello sembra enorme, ma è soprattutto un'illusione; Elsa è riuscita ad aspirare, da una fonte, la Pittura, e tramite dei tubi che ha impiantato nel castello la fa scivolare nei corridoi che si deformano e cambiano continuamente. Però in questo modo sarebbe impossibile orientarsi, allora, sistemando i tubi, ora si fa in modo che almeno i corridoi principali rimangano invariati. E noi schiavetti li abbiamo imparati tutti a memoria.-
Questo spiega perchè c'è voluto tanto per girare per il castello.
-Fonte?- chiedo -Gus non mi ha detto nulla...- continuo in un bisbiglio.
Il design di Vanellope svolta a sinistra:-Beh, non ne so molto, ma c'è un luogo, un Burrone, dove scorre dell'acqua, e non so bene come, i Guardiani la trasformano in un'enorme fonte di Pittura o Solvente. So che non è l'unica Fonte.-
-Mmmmh, è un metodo interessante.- afferma Ralph, osservandosi intorno, come per voler ricordare ogni dettaglio; per poter tornare indietro, forse?
Il bozzetto si ferma davanti ad una porta:-Qui. Siamo arrivati.- si gratta la testa, con aria imbarazzata -Non posso farmi vedere, con voi. Devo andare.- e corre verso una porta, senza aggiungere altro.
Ralph butta giù la porta senza troppe cerimonie, ed io entro subito dopo di lui. Oswald sta peggio di tutti noi. Il vetrino che teneva sull'occhio da cui non veneva è spaccato, ha alcuni bulloni del suo nuovo corpo da animatronico  svitati. Ha un'enorme livido sopra l'occhio destro. Un braccio insanguinato. Quindi è immobile, non l'hanno nemmeno incatenato. Vanellope inizia a roteare il martellino di Felix e guarda Oswald:-Ti do una mano?- domanda.
Il coniglio la guarda a malapena, fa un sospiro, e il suo petto si solleva e si abbassa troppo lentamente. Vanellope inizia a martellarlo, e pian piano vedo che riprende vita. Appena Vanellope ha finito, Oswald si mette seduto e ci fissa uno per uno.
Si tocca la testa con i polpastrelli e mormora:-Ohhh...Uhhh..mi gira un po' la testa...ma grazie.-
Vanellope gli da una pacca su una spalla:-E' normale, specialmente dopo aver curato tante ferite. Anche la nausea è un effetto collaterale.-
Oswald annuisce appena, lo aiuto a tirarsi su, lui si preme la mano sulla fronte con forza.
Appena riesce a reggersi in piedi, si avvia subito verso la porta:-Avanti!- ci esorta -Non perdiamo tempo o veranno a rinchiuderci di nuovo; e non ho intenzione di farmi fare a pezzi, letteralmente, di nuovo.-
-Ok, ma che si fa ora?- domanda Vanellope.
-Già...- le fa eco Rapunzel -Che dobbiamo fare ora? Insomma, non sappiamo nemmeno come scappare da qui, se dobbiamo scappare.-
-Se..? Dobbiamo scappare, ovviamente!- dico.
-Ma come facciamo a riavere i nostri destini, poi?- domanda Oswald.
-Ec....- mi zittisco di colpo. Come farò a portare a termine la missione?  Non lo so.
Non lo so.
Non lo so, cavolo!
Mi passo una mano dietro il collo:-Non lo so.- dichiaro, sinceramente. -Non ne ho la minima idea.-
Esasperata, mi siedo sulla panca di legno sulla parete alla mia destra:-Mi hanno spedito qui, di colpo, senza dirmi che dovevo fare o come...sono sempre andata ad intuizione...io...- mi trema la voce -Non so come posso io, per prima, tornare a casa! Non so come posso portarvi a casa! Non so come ridarvi i vostri destini! Non so nulla...!!- piego il volto, fisso il pavimento -E' tutto un disastro. Un enorme disastro!- mi premo le mani sul viso; sto per piangere. Non posso!
Mi scappa un singhiozzo mentre dico:-Sono un'incapace! Per questo non ero la prima scelta! Forse gli altri al mio posto saprebbero cosa fare.-
Caccio le lacrime, però continuo a premere le mani sul viso.
-Ehi, ehi...va tutto bene!- esclama Rapunzel, sedendosi accanto a me. Mi accarezza un braccio.
Vanellope si siede dall'altro:-Già, guarda, siamo tutti liberi grazie a te!-
-Ma rischiate, rischiamo, di essere catturati di nuovo, probabilmente presto.- dico, asciugandomi gli occhi.
-Oh, Fiocco di Neve! Non è il momento dei sentimentalismi.- sbuffa Elsa, accucciandosi davanti a me; vedo il suo sguardo affilato come il ghiaccio cedere per due secondi, sostituito da uno candido come la neve. Mi basta per vedere il suo cuore sciogliersi un poco. -Sei stata grande fino ad adesso.- sussurra -Puoi farcela.-
-Esattamente. Possiamo farcela, tutti insieme.- afferma Merida.
-Spaccheremo tutto. E guai a quella brutta copia, se prova ad ostacolarci!- esclama Ralph, facendo un sorrisetto.
Oswald esclama, energico, sollevando il pugno verso il cielo:-Proprio così,  gliela faremo pagare, pagheranno TUTTO!- poi abbbassa lo sguardo e il braccio, imbarazzato.
Sorrido e mi alzo in piedi:-Sì! Sì!! Vinceremo noi! Ci riusciremo!- sorrido ancora di più. Ora voglio solo piangere di gioia e sollievo.
Tutta quell'allegria viene però inghiottita dall'oscurità, che ci divora quando vedo quel ghiaccio nero che corre lungo la parete.
-E-Elsa?- balbetto -Sei t-tu?-
-No.- risponde lei, indietreggiando.
-Andiamo!- ordina Merida, uscendo dalla cella:-Forza! Forza! Via! Viaaa!-
Corriamo fuori, mentre il ghiaccio copre l'intera parete accanto a noi, poi anche l'altra, e il soffitto. Piccoli spuntoni di ghiaccio compaiono sul muro, aumentano e s'ingrandiscono di secondo in secondo. Sento i passi di tutte le pesanti copie di Ralph, e infatti appaiono dietro e davanti a noi, bloccandoci il passaggio. Sono capitanati da una Merida con i capelli ricci perfetti, senza una ciocca fuori posto, un vestito con rifiniture fatte d'oro e una corona sulle fronte. Il volto è ben truccato e ha giusto poche lentiggini sul naso piccolino. L'abito è piuttosto scollato, e troppo, troppo femminile per Merida.
-Ohhh, certo!- esordisco -Il Re-Design utilizzato dalla Disney per la merce di Merida! Che ha fatto tutto quel disastro fra le mamme che non la ritenevano adatta!! E...- mi mordo la lingua quando noto come  mi sta fulminando. Rimango zitta.
Mi fissa:-E' inutile che andate alla sala del portale, non sapete come riavviare i vostri destini.-
Lei scocca le dita:-Fateli fuori.- così corre fra gli altri bozzetti e non riesco a vedere che fine fa. So solo che i bozzetti aumentano, e non si limitano più ad essere quelli di Ralph,  sono veramente tanti. Troppi.
Ci prepariamo tutti a combattere. Noto un'occhiata triste che si scambiano tutti, tranne me, per poi annuire. Non riesco nemmeno a collegare i fatti, non capisco nulla. Ralph ritorna uno Scarafoide, gli finisco in groppa e sfrecciamo sopra i nemici.
-Che fai?!!!- grido.
-Ti porto nella sala dei portali!-
-No, no! Aspetta! NOOO!-
Quasi scivolo dalla sua groppa quando vedo che i nostri nemici si accalcano sui nostri compagni, che non riesco più a vedere. Voglio piangere.
-Non...non possiamo lasciarli!-
Vedo che lo scarafoide sul quale sono seduta ha gli occhietti verdi lucidi:-E' una nostra decisione....va bene così.-
-No! Non va affatto bene!- poggio il viso sulla sua corazza dura e fredda -Non...non va bene.-
Le lacrime mi offuscano la vista, chiudo gli occhi, mentre le grida e i rumori della battaglia mi riempono le orecchie.

 

Angolo autrice:
Mi dispiace tantissimissimissimo per il ritardo!!! Spero di essere stata chiara, ditemi che ne pensate! Beh, lo so, lo so, faccio soffrire abbastanza Erica...però un po' di tristezza serve! ;) Sono piuttosto ridicola.
Siamo quasi alla fine...spero/credo.
Grazie per aver letto o recensito o aver messo la mia storia fra le preferite/seguite/ricordate!
A prestoooooo!!!!

 

 

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Capitolo 29
*** Una opportunità ***


~Alzo il volto dalla corazza dura Scarafoide solo dopo un po'. Tante piccole lame mi stanno trafiggendo il petto e la testa è pesante. Mi osservo il corpo per vedere dove sono quelle armi che mi stanno ferendo e mi rendo conto che è solo una sensazione. Ralph sfreccia veloce, rapidissimo. Anche troppo forse. Stringo i denti per non gridare. Voglio solo piangere. Moriranno. Moriranno tutti. Per me. Mi ci vuole tutta la mia forza d'animo per andare avanti, per convincermi che l'hanno fatto perchè io devo salvarli.
Io.
Ed è solo adesso che capisco.
Non ero la prima scelta; era ovvio. Probabilmente ho fatto un enorme disastro.
Per questo devo farcela.
Per loro. Per quello che hanno fatto per me, per tutti noi. Non qui. Prima. Per quello che hanno fatto grazie ai loro film. Sono certa di non essere l'unica che ha superato un brutto momento grazie a loro, non solo loro, certo. Ma anche loro. Io me lo ricordo, tutte le volte che vedo il finale di Ralph Spaccatutto, e mi vengono i brividi alla frase "Non vorrei essere nessun altro a parte me." Me la ripetevo sempre quando vedevo le mie compagne di classe fissarmi e ridacchiare e io mi domandavo che c'era di male in me. O come ho abbracciato mio fratello stretto stretto alla scena in cui Anna diventa una statua di ghiaccio, perchè, anche se non lo sopporto, non potrei vivere senza di lui. Ma non solo in Frozen, in tante scene di tanti Disney mi riconosco. Come mi rivedo in Nani quando litiga con Lilo. Come vedo me e lui con Merida e i suoi fratellini, perchè mio fratello fa per tre. O in Koda e Kenai, Ralph e Vanellope, Sulley e Mike, Violetta e Flash. Come sento la disperazione assalirmi quando vedo Rapunzel riabbracciare i suoi genitori, quando la credevano morta. Ho capito grazie ad Ariel e Melody, e Merida ed Elinor, che per quanto io possa litigare con mia madre non potrei vivere senza di lei; così come mio padre. E questi sono solo i primi esempi che mi vengono in mente.
Ralph frena di botto, quasi scivolo a terra, persa nei miei pensieri. Prende la sua forma da mezzo-scarafoide.  Con una mano, come una cintura, mi tiene attaccata alla sua schiena, o corazza, sinceramente non so come chiamarla; e ruota. Sottosopra, si appiattisce contro il soffitto, e io mi schiaccio contro di lui.
Sotto di noi passa una Rapunzel con un corpetto strettissimo, rosa. Sta canticchiando. Avanza e non ci nota. Deglutisco con forza. Sta per sparire dal tunnel, quando indietreggia. Si ferma esattamente sotto di noi, si guarda intorno.
Per un momento mi chiedo se riesca ad udire i nostri respiri. Così, quasi involontariamente, trattengo il fiato.  Si fissa ancora intorno, per un minuto buono. Sento il maledettissimo bisogno di starnutire. Chiudo il naso con le dita, spero di non starnutire, non starnutire.
Forse, per voi, non è una cosa così grave. Per voi che fate quel delicato "Atchiù" da principessa. Quasi non udibile. Ma per me, lo è. Perchè io non starnutisco, grido.
Grido un enorme "At..tchaaaaaaaaff!" che sembra il grido di guerra di una strana tribù africana. O, come preferisce dire mio fratello, grido "Whaaaaatsaaaaaap!". Allora mi ha registrato  (piccolo odioso ragnetto putrido) e lo ha inviato, con il mio cellulare, a tre mie amiche, che lo usano come suoneria quando c'è un mio messaggio, simpatiche anche loro. Oh, come è bello avere fratelli.
Sono sarcastica ovviamente.
Mi premo le mani sul viso e trattengo il fiato.
Rapunzel si spolvera il vestito. Sbuffa qualcosa e riprocede a camminare. Sospiro.
Mi esce un rapido, e, stranamente, delicato "Etciù". Così piano da non essere notato. Wow, dovrei trattenere gli starnuti morendo di paura più spesso. Ralph riparte rapido, ho appena il tempo di aggrapparmi di nuovo a lui.
-Come facciamo a riconoscere la Sala dei Portali?- bisbiglio.
-Beh.- mormora -Suppongo non ci sarà un cartello con enormi freccie luminose con scritto "Sala dei Portali", quindi, dobbiamo farci aiutare. Magari da qualche Bozzetto. Se quel design di Vanellope aveva ragione, che alcuni di questi Bozzetti sono buoni, qualcuno lo farà.-
Tiro fuori il Pennello dalla tasca, della Pittura mi scivola sulle mani. Ma certo!
-Sì, lo faranno...specialmente se gli lanciamo un po' di questa.-


Dobbiamo attraversare ancora sei corridoi prima di trovare qualcuno. Voliamo sopra di lei. E' un bozzetto di Anna. Non è difficile capirlo. Il viso è molto simile al suo. I capelli rossicci sono raccolti in due code lunghe fino ai fianchi, ha un abito verde acqua con un berretto di una tonalità più scura. Ha gli occhi neri e le labbra sottili. Sia la gonna che il berretto hanno dei ricami arancioni. Cammina guardandosi intorno con aria spaesata, mangiucchiandosi le unghie. Potrebbe essere perfetta. Do una pacchetta sulla corazza di Ralph e lui si gira sottosopra.
Prendo il pennello e lascio scivolare una goccia di pittura fra le dita. E' azzurra. Scivolosa. Ma non sporca. Respiro profondamente. Lascio scivolare la goccia sotto di me. La centra in testa. Smette di mordersi le unghie e rimane bloccata. La schizzo con il pennello, e piccole bollicine azzurre iniziano a fluttuarle sopra la testa.
Ralph atterra davanti a lei, e diventa mezzo-scarafoide. Io mi avvicino a lei.
-Ehm...-esordisco -Potresti aiutarci? Dobbiamo andare alla Sala dei Portali.-
Lei annuisce:-Certo! Tutto per degli amici! Seguitemi!- ed inizia a saltellare lungo il corridoio davanti a noi. Ralph mi lancia un'occhiata, io mi stringo nelle spalle e seguo il bozzetto. Percorriamo tre corridoi in silenzio, Ralph, dietro di me, è rigido ed ascolta con attenzione ogni suono. Osserva ogni angolo, ha i muscoli tesi, pronto ad attaccare. Io ho le dita strette intorno al manico del pennello, le mani tremanti, cerco di copiare il Bozzetto di Anna e rilassarmi, ma non cambia molto. Anna si ferma davanti ad una porta. E' identica alle altre, però. Non so perchè, mi aspettavo, ecco, non so...una porta diversa. La indica, sorridendo:-Siamo arrivati.-
Annuisco:-Grazie mille.-
-Ora,- comincia, giocando con una coda -Dovrei andare, mi staranno cercando.-
-Va bene.-
-Allora...ciao.- e riprende a saltellare lungo il corridoio.
Ralph mi indica la porta con un cenno della testa:-Avanti. Non abbiamo tutto il giorno.-
-Sì, giusto.- confermo. Quando poggio la mano sul pomello, le dita iniziano a temare tantissimo. Il tremore si diffonde lungo il braccio e arriva alla spalla, trasformandosi in una scossa di calore. Istintivamente, ritraggo la mano, saltando all'indietro.
-Che succede?- domanda Ralph.
-Io...non lo so. Avverto una forza potentissima all'interno.- rispondo. -Non credo sia un bene entrare.-
Ralph mi studia, con le sopracciglia aggrottate, non credo stia guardando un punto preciso del mio viso. Registra ogni particolare della mia espressione, spostando lo sguardo , in modo lento. Probabilmente sta decidendo se prendermi a schiaffi o no. Probabilmente starà pensando chi è l'idiota che mi ha spedito qui, a salvarli tutti. Probabilmente dovrei essere offesa, invece sono perfettamente d'accordo con lui.
-Ralph.- lo richiamo, quando mi accorgo che la sua ala sinistra sta facendo degli scatti.
Lui si ferma, vola verso di me e mi spinge contro il muro. Mi tira su, ci nascondiamo nel buio, tra il muro e il soffitto. Se non sbaglio, l'ala sinistra di Ralph riusciva ad avvertire l'arrivo di Turbo. Ma lui non può essere qui. Sento il ronzio delle sue ali dentro l'orecchio e il suo respiro sulla mia nuca. Okaaaay, diciamo che, in un momento "normale", ritrovarmi schiacciata contro il mio mito vivente mi farebbe fangirlare per ore, specialmente dato che ho scritto così tante storie su di lui, ma date le circostanze, mi limito a serrare le labbra e gridare dentro la mia testa. Sento i passi dell'intruso. Sono rapidi e leggeri. Verso di noi. Ho il terrrore che possa avvertire anche solo la paura che si sta divorando tutti i miei organi interni. Sento i passi sempre più vicini. Sepre più forti e rapidi.
E' qui, è qui.
Lo vedo da lontano, sulla pelle grigiastra risalta il sorriso giallo.
Corre, verso di noi.
Ci ha visto!? No, ti prego..
-Friuilì frulì, fruuuuuiilàààààààà!-
Ci è passato davanti in pochi secondi, saltellando e dondolando le braccia. Era un Design di Turbo. Pelato, senza naso e casco, con gli occhi gialli e la tuta sgualcita.
Stava canticchiando. Cioè, è passato e non si è accorto di nulla? Mi state prendendo in giro? Sospirò di sollievo, aspettiamo ancora qualche secondo, poi Ralph atterra.
-Andiamo, la prossima volta non saremo così fortunati.- mormora.
-D'accordo.-
Stavolta lui prende la maniglia, e anche il suo braccio inizia a tremare, ma lui lo ignora ed apre la porta. Resto senza fiato. Come può una stanza così enorme e meravigliosa essere in un luogo così macabro?
La stanza è copletamente in marmo rosato, con un corridoio. Da un lato, c'è ringhiera, dall'altro si apre una sala semi-circolare. Con cinque archi, enormi. Incastonate nella parte superiore di essi, ci sono cinque pietre enormi e colorate. I colori sono giallo, viola, verde, rosso e azzurro. All'interno degli archi scorrono delle scene, come un enorme televisore. Si vedono Rapunzel e Flynn che osservano le lanterne, Alice che cade nella tana del coniglio, Mulan in battaglia, i tre alieni del Pizza Planet che sollevano con l'artiglio gli altri giocattoli, salvandoli e gli Incredibili che combattono con Sindrome. Le scene durano poco, vengono poi sostituite con altre, che risvegliano in me alcuni ricordi, che per il momento scaccio. Non ho tempo per questo, ora.
-Devono essere i portali.- da voce ai miei pensieri Ralph, dietro di me.
Ho i piedi incollati al centro della sala dei portali e li osservo uno per uno. Bene, siamo qui. Ma cosa dobbiamo fare?
Noto una scalinata alla fine della ringhiera, che si rivela essere una balconata. Infatti, se si scende la scala in marmo e pietre preziose blu, si arriva in un'altro pezzo di stanza, sempre semicircolare. Scendo la scala. Sotto alla parte precedente di stanza c'è un muro biancastro, e un enorme portone di legno. Nella parete davanti ad essa si estende un'enorme libreria, che ricopre tutta la parete. E' colma di volumi di tutti le grandezze e i colori, disposti in modo ordinatissimo. Leggo qualche titolo. Sono favole, fiabe, cartoni Disney e altre opere. Ci potrebbe essere di tutto.
-Che facciamo ora?- esordisce Ralph.
Sospiro. Salgo di nuovo la scalinata, e osservo gli archi. Cioè i portali. Sono qui, ma cosa devo fare? Affondo una mano nel primo portale. Scivolo fino al gomito. E' come mettere un braccio nella gelatina. Non accade nulla. Forse devo entrare?
Lancio uno sguardo interrogativo allo Spaccatutto, che si limita a sollevare le spalle, scuotendo la testa. Provo ad entrare solo con il viso, ma non si vede nulla. E' tutto completamente bianco, e faccio fatica a respirare. Tiro di scatto la testa all'indietro, ritornando completamente nella sala dei portali e cado in ginocchio. Rimango davanti al portale, respirando profondamente.  Solo ora avverto un dolore lancinante alle gambe. Adesso che ci penso, sono ore che corro e cammino e vengo sballottata da un posto ad un altro. Sarà stata l'adrenalina a non farmi cadere a terra, ma ora che mi sono calmata, faccio anche fatica a pensare. Quasi non mi vorrei più alzare. Ma devo. Non so cosa devo fare, però...Scuoto la testa.
-Hai qualche idea?- domando.
-No, e non abbiamo molto tempo.- risponde, guardadosi intorno.
-Lo so!- esclamo grattandomi il retro del collo. -Deve esserci un modo per capire che fare!-
Quando mi rimetto in piedi, sono sicura che crollerò di nuovo a terra, ho tutti i muscoli doloranti. Mi appoggio al muro e faccio di tutto per rimanere in piedi.
-Ancora niente?- chiede lui.
Scuoto la testa.
-Forse..-esordisco -Non è qui, che dobbiamo guardare.-
-E dove?-
Scendo di nuovo la scalinata, e rimango davanti al portone di legno, mordendomi il labbro. Ralph mi guarda:-Devo buttarla giù?- lancia uno sguardo alla porta -Potrebbe attivare qualche allarme, lo sai?-
-Dobbiamo rischiare.-
Annuisce e stringe il pugno. Colpisce il portone che cade in frantumi ai miei piedi.
All'interno si estende un'enorme stanza buia, riesco a vedere solo una piattaforma circolare in fondo, da cui esce uno strano liquido verde fluorescente. Il liquido crea delle bollicine che si gonfiano, per poi scoppiare. Non riesco a capire cosa sia, ma se era chiusa qua dentro, deve essere qualcosa di importante.
-Prima le signore.- dichiara lo Spaccattuto, con un tono a metà tra l'affermazione e la domanda.
-Ehm...va bene.-  dico, estraendo il pennello.
Lui mi segue, le sue ali da mezzo-scarafoide emettono una lieve luce. Più ci avviciniamo a quell'affare verde, più il mio pennello sembra pesante. La pittura rimasta sulle setole inizia a diventare luminosa. Molto luminosa.
-Ma che diavolo.....?-
-Già.- gli faccio eco. -Non ho la più pallida idea di cosa stia succedendo.-
Quando arrivo davanti alla piattaforma, un grido agghiacciante mi perfora le orecchie. Mi volto di scatto, io e Ralph ci scambiamo un sguardo.
-Pensi che...?- comincia, lo vedo, sente il disperato bisogno di aiutarli, lo capisco.
-Vai.- dico soltanto. -Vorrei venire anche io ma..devo capire. Devo completare la mia missione.- guardo la piattaforma dalla quale il liquido verdastro sta iniziando a scivolare a terra.
Annuisce:-A presto.-
Corre fuori, e, quando sono certa che non potrà sentirmi, dico:-Lo spero.-
Mi volto e, stringendo fortissimo il Pennello, fisso il liquido. Dev'esserci qualche collegamento tra la pittura e questa roba. Forse....forse è Solvente? Mi concentro, e la Pittura gocciolante sul Pennello viene sostituita dal Solvente, che se ne rimane ben incollato fra le setole.
No, non è Solvente. Questa roba è troppo liquida e scivolosa. Mi mordicchio il labbro, mentre quella roba scivola a terra. Allora se ne rimane incollata al pavimento, e non si muove più.
-Che cosa diavolo sei?- domando all'aria. -A che diavolo servi?!-
La poltiglia ha un colore magnetico. Però fanno male gli occhi dopo un po'. Ha un colore troppo acceso. Inspiro, punto il pennello verso questa roba, espiro e della Pittura schizza. La poltiglia diventa nera. Il tutto inizia a tremare.
Corro fuori dalla stanza, mentre la macchia nera corre e riempe la stanza e poi esce, mi arriva fino alla punta delle scarpe. Si ferma di colpo. E inizia ad alzarsi, fino al soffitto. Rimango a bocca aperta. Sono morta. Sono morta. Sepolta.
L'enorme montagna di gelatina nera si piega, come per inchinarsi, davanti a me. Sollevo una mano tremante e la tocco. Sorrido, un brivido d'eccitazione che mi corre lungo la schiena. Si formano due buchi paralleli, e un taglio sotto di loro. Si riempono di Pittura blu. Oddio, è una faccia. Senza fiato, lo guardo mentre gli spuntano due braccia, è un'enorme fantasma nero dai riflessi blu notte. Si inchina davanti a me:-Liiiibeeeerato. Graaaazie. Aaa.Teeee.- le parole sono soffi, dalle vocali prolungate.
-Chi ti ha rinchiuso qui?- domando.
-Iiiiiiiil. Caaaaaaaapoooo.-
-Perchè?- gli accarezzo la testa melmosa.
-Sooooonoooo lo scaaaaartoooo.- soffia, spingendomi i vestiti all'indietro.
-Scarto?- sono perplessa.
-Leeeeei haaaa mischiatooooo le cooopieee che nooon leee obbediiiivano. Le haaaa sciiiiolte con il Sooooolvente e pochiiissima pittuuura. E sooono naaato iooo. Peròòòòò. Mi haaa sciooolto e chiuuuuso lì deeeentrooo.-  risponde.
-Dobbiamo vendicarci...non credi?- dico.
Il Mostro sorride con la sua bocca blu. Sorrido anche io.
 Gli monto in groppa:-Portami dal Capo, la costringeremo a cambiare tutto.-


Fluttuiamo rapidissimi nei tunnel. Sembra piuttosto sicuro, il Mostro, anzi lo è. E a me non resta che fidarmi. Mi dispiace per lui, la sua storia è triste. La domanda che mi tormenta è che fine farà lui, quando tutto questo sarà finito?
Destra. Sinistra. Centro. Destra. Destra. Sinistra. Non ce la faccio a ricordarmi tutte le volte che abbiamo svoltato, per cui rinuncio; mi concentro solo sul Pennello che ho fra le mani. Sospiro.Mi concentro sulla Pittura e inizio a spennelare, cercando di disegnare una spada. All'inizio ho solo una spada blu gelatinosa, però dopo viene avvolta da una luce bianca. Sono costretta a chiudere gli occhi per qualche secondo per la troppa luce. Quando li riapro, ho una spada argentata fra le mani. La osservo. Sembra una spada vera! Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta! Non ci credo!
Potrei piangere dalla gioia. Ma devo trattenermi, non è ancora tempo per le lacrime felici. Sfioro i fianchi con il pennello, e mi trovo un cinturone di pelle intorno alla vita. Così vi metto la spada, respiro profondamente. Non avevo mai sentito il cuore battere così forte. Devo calmarmi. Sono certa che il cuore salterà fuori. Premo le mani sul petto, ma tremano anche loro. Il mio corpo viene scosso da un brivido freddo. Devo calmarmi. Inspiro ed espiro. Non mi sono mai sentita così agitata. Quasi scivolo all'indietro, quando l'essere d'inchiostro si blocca.
Mi indica con un dito gocciolante una porta rossiccia. Provo ad aprirla, ma è chiusa a chiave.
-E' chiusa!- dico.
Lo Scarto mi sorride, rivelando la bocca azzurra senza denti. Avvicina il dito indice alla serratura, esso si deforma e diventa una chiave, e come se fosse la cosa più facile del mondo, apre la porta. Il pennello torna piccolo, lo metto in tasca e impugno la spada, che si svela essere molto leggera. C'è un angolo che ci nasconde ai suoi occhi, ma subito dopo si trova lei, seduta alla scrivania. Sento il Bozzetto di Elsa. Sta sbraitando ad una scatoletta (forse una radiolina) che stringe fra le mani:-Siete solo degli idioti!- si pizzica la radice del naso -Come potete farvi sfuggire un coniglio e una ragazzina armata di padella?! Voi siete una cinquantina e loro due! Perdete anche gli altri e vi decapito!- quando smette, sbatte quell'aggeggio sul tavolo, con forza.
Non posso nascondere un sorriso. Rapunzel ed Oswald sono liberi. Almeno loro. Ma gli altri? "Perdete anche gli altri e vi decapito!"
Quindi sono vivi...chissà in quale condizioni però...E dove saranno ora Oswald e Rapunzel? Insieme? Nascosti? O sono proprio riusciti a fuggire?
Mi mordo il labbro. Non posso rovinare tutto. Stringo la spada e lo Scarto ranncchiato accanto a me. Ci scambiamo un'occhiata. Scivolo fuori dal nascondiglio puntando la spada verso Elsa, che sussulta. Non fa in tempo a registrare le mia presenza che lo Scarto le è addosso e la schianta contro il muro. Lei boccheggia, forse più per lo spavento che per altro.
-Dicci come facciamo a riprestinare i destini, o ti faccio ammazzare.- dico, nel modo più duro che mi riesce.
Lei scoppia in una risata roca:-Credi davvero che lo farei?! Preferisco MORIRE, piuttosto che dirtelo.-
Lo Scarto ringhia. Io punto la spada verso di lei, cercando di non tremare; non posso sembrare debole. Mi schiarisco la gola:-Anche a me va bene, preferisci una morte rapida o lunga e dolorosa? Io opterei per la seconda. Chissà, magari ti viene voglia di dire qualcosa.-
Non batte ciglio; risponde:-So sacrificarmi per un bene superiore!-
Ed è allora che scoppio. Che la rabbia, la stanchezza, la paura si mescolano ed esplodono in un fiume di parole che non so controllare, scivolano fuori con una grinta che non ho mai avuto:-BENE SUPERIORE?! Quale bene superiore? IL tuo? Vuoi governare tutto il mondo dei cartoni? E lo farai da sola, credi che tutte le brutte copie che ti hanno aiutato non batteranno ciglio? Credi che il resto del Mondo dei Cartoni te la darà vinta?! Sei solo ridicola! Meglio arrendersi ora, che puoi; piuttosto che fare una orrenda fine dopo, non credi??!!-
Mi fissa con gli occhi color ghiaccio incendiati dalla rabbia:-Tu! Tu, piccola creatura umana! Credi che non lo sappia? Ma cosa dovrei fare? Cosa avrei dovuto fare??! Restare nell'ombra per tutta la mia vita? Dimenticata? Inutile? Nessuno sapeva nemmeno della mia esistenza! Lo sai, questo?! Lo sai che si prova ad essere praticamente niente? A sentirsi inutile? NO, tu non puoi saperlo, rivoltante umana!-
-Come credi che si sentano i Cartoni Dimenticati? Tutti quelli che stanno qui, a Rifiutolandia?- allora la mia voce si addolcisce -Non potevi capitare in un posto migliore per essere capita e sentirti accettata.-
La vedo stringere i denti, il suo sguardo perde la rabbia per qualche secondo, sostituita da un'amara malinconia:-NO! No! Io...io prenderò, conquisterò, il potere.-
Non deve essere attaccata, è solo debole, lo comprendo ora che si è tolta quella maschera fatta di crudeltà e sarcasmo davanti ai miei occhi. E' talmente debole che mi sembra si stia per spezzare davanti ai miei occhi. Forse, con le parole giuste....
-Io posso aiutarti.- dichiarò, tutt'insieme, velocemente.
-Come?!- mi abbaia.
Lo Scarto guarda prima me, poi il bozzetto che tiene con una manona contro il muro.
-Ehm,- deglutisco -Noi umani, possiamo creare storie su di voi, aiuta a non dimenticarvi. Vengono pubblicate su internet, sai cos'è, no? E chiunque può ricordarvi. In qualunque momento. E' un modo per farvi rivivere nel nostro piccolo.-
Mi guarda, aggrottando le sopracciglia scure.
Mi sento un po' ridicola, ma non esito a continuare:-Si chiamano fanfiction. E io...le scrivo, io posso farti rivivere, per un po'. E, chissà, magari piacerai a qualcun'altro, che scriverà su di te. Magari si scatenerà una reazione a catena, e potrai tornare famosa. Anche se poco. E' sempre meglio che tentare quest'impresa assurda, non trovi?- inspiro -Se ti fidi di me, di certo, anche se poco, guadagnerai. Ma che cosa riuscirai a conquistare così? Nulla. Sfiorerai il potere con la punta delle dita, per poi perderlo. Vuoi davvero questo?-
Serra le labbra e, sorprendentemente, esita a ribattere. Forse...
Possibile? L'ho..l'ho convinta?
-Ci sai fare con le parole, lo ammetto.- poi sputa -Ma non ti credo!-
Una lampo di luce azzurra le scappa dal petto, colpisce lo Scarto e me, e ci fa crollare a terra. Mi bruciano gli occhi. Dopo qualche minuto riesco ad aprirli e, come immaginavo, lei non c'è più.
-Vuoi la guerra, e guerra sia.- affermo -Scarto, andiamo a cercare i miei amici.-

 

 

 

 





Angolo Autrice (sì, con la "A" maiuscola, gelosi? U.U) XD:

Ehy! Come vaaa?! Sì, sono tornata. Lo so, lo so. E' passato molto tempo, ma comprendete, sta per iniziare la scuola e sono un po' terrorizzata. Questa storia ha compiuto un anno ad Agosto! E, infatti, volevo terminarla il mese scorso, ma ho notato che se aggiorni d'estate, hai meno recensioni XD, in più l'ispirazione se ne andava e veniva. Ma sono piuttosto soddisfatta del risultato, spero anche voi! :D    
Siamo verso la fine, giàààà.
Ricordate:
Vi amo!


Ciaooooooooooooooo!!!!!!!!!!
 

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