Inazuma love story

di Riku_Lucis_Caelum
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Quella mattina si era alzata presto, così aveva deciso di prendersela comoda e farsi un giro per la città.
I capelli castano chiaro, si muovevano appena accompagnando i suoi passi mentre con i suoi occhioni verde chiaro si guardava intorno. Camminava respirando l’aria fresca della mattina quando, davanti a lei si parò un gruppo di ragazzini, correvano. Lei si accostò di più al muro che fiancheggiava un lato della strada e li vide sfrecciare davanti a se. E visto che erano così tanti si mise a guardarli, tanto doveva aspettare che passassero. Avevano tutti addosso la tuta della Raimon, dovevano essere della medie, anche se alcuni erano grandicelli si vedeva che comunque erano piccoli. Non che lei fosse un adulta, era al 2 anno delle superiori. Quindi tra loro e lei tutta questa differenza di età non passava. D’improvviso il suo sguardo cadde su uno di quei ragazzini e si sentì un po’ strana, come una stretta allo stomaco, così sbrigativa distolse lo sguardo e una volta fatti passare tutti riprese la sua passeggiata.
Camminava dirigendosi verso la sua scuola, fissava in terra e continuava ad avere in testa quel ragazzino. Ma che cavolo le era preso quella mattina!?
Stava sclerando mentalmente quando una mano le toccò la spalla.
- Nevia? – le chiese la voce alle sue spalle.
Lei si girò mezza stravolta e si avvinghiò al collo di quella persona.
- Hem… ok ti voglio bene anche io Nenè… però scollati…  - si lamentò.
Nevia sbuffò staccandosi.
Davanti a lei c’era una bella ragazza bionda con gli occhi marroni, la guardava e rideva.
- Sei cattiva Alys… e io che sono tanto sconfusionata stamattina… -borbottò tenendo le mani dell’amica.
L’altra ragazza la guardò sorridendo appena.
- Scema che ti è successo? Di tutto a Alys… – le diede due pacchette affettuose sulla testa.
Nevia arrossì di brutto e abbassò la testa.
- Credo di aver avuto un “colpo di fulmine”…– incespicò lei.
Alys sgranò gli occhi.
-  Cheeeee???? Noooo devi dirmi chi è! - cominciò a lanciare gridolini tutta eccitata.
Dal canto suo Nevia si vergogna a dirgli per chi aveva preso una cotta, che era strana si sapeva ma quello rasentava lo strano.
- hem… è un ragazzo della… Raimon… - disse lei vaga.
La ragazza le pizzicò le guance.
- Si ma chi è??? – le disse senza lasciarle le guance.
- Fai male… lasciami… - mugolò sentendo dolore alla faccia.
L’amica scosse la testa senza mollarla.
-Non se ne parla… sputa il rospo mocciosa… - rideva divertita.
La castana con le lacrime agli occhi cedette, le guance le dolevano.
- È della Raimon Jr High… - incespicò imbarazzata e con la faccia dolorante.
 Alys le lasciò le guance e le diede un pugnetto sulla testa.
- E ci voleva tanto? Certo è piccolino forse, però infondo i maschi non crescono mai no? – rise la bionda facendole un occhietto.
Mano nella mano le due ragazze si diressero a scuola, Nevia con la mano libera si massaggiava una guancia. Cavolo se Alys aveva stretto. Le facevano un male pazzesco.
Mentre camminavano qualcuno si mise tra loro facendole allontanare.
- Ciao Amore! – le disse un ragazzo dando una spintarella con un fianco alla bionda per allontanarla.
La ragazza sbuffò.
- Ciao scemo… smetti di chiamarmi amore o la gente penserà sul serio che stiamo insieme… - borbottò.
Il ragazzo venne spinto via e Alys riprese la mano all’amica.
- Sei superscemo Ethan non hai speranze con lei, ormai il suo cuore è stato “fulminato”hihi – disse ridendo e trascinando via l’amica che intanto aveva cambiato colore.
Ethan rimase di schifo, impalato per strada le guardava andare via tutte allegre.
 
Erano entrate in classe da diverso tempo e stavano facendo Storia. Nevia non seguiva molto aveva la testa tra le nuvole. Ancora ci pensava.
Era un ragazzino così stravagante e particolare che l’aveva notato subito. A dire il vero erano tutti abbastanza carini a parte uno o due. Stava rimuginando quando Alys la punzecchiò con un dito sul braccio.
- Hey Nenè ti va di andare a vedere se lo troviamo dopo scuola? – bisbigliò la ragazza.
Nevia sorrise arrossendo, e nascose la faccia tra le braccia che aveva incrociato sul banco.
- Mi vergogno… - bofonchiò.
Alys ridacchiò, certo che era proprio cotta persa. Le stava venendo la curiosità di vedere questo ragazzino che aveva colpito così la sua amica.
- Dai, facciamo solo un giro, sai quanto mormoreranno i mocciosi a vedere due liceali? Hihi – rise.
La castana mugolò qualcosa poi sollevò il viso guardando l’amica.
- E va bene… dovrebbe essere del Club di calcio visto che aveva la tuta… - sorrise.
Le ore passarono bene o male e all’uscita da scuola mano nella mano come sempre erano decise ad andare alle scuole medie per vedere se riuscivano almeno a vederlo quel ragazzino.
Ma non avevano calcolato che c’era l’uragano Ethan. Le raggiunse a supervelocità e si mise davanti a Nevia.
- Quindi ti sei innamorata sul serio? – andò dritto al sodo il ragazzo.
La ragazza lo guardò, quei capelli neri perennemente gellati e a porcospino, e quella faccia da bambino che  lo rispecchiava in tutto e per tutto. Stavolta la guardava diversamente. Era serio.
- Credo di essermi presa… una cotta… se sia amore non saprei… scusa… - disse poi sorpassandolo e andando via con l’amica.
- Non è giusto… - mormorò a denti stretti il ragazzo.
 
Le due ragazze dovevano passare vicino al fiume per poter arrivare alla Raimon, era un po’ distante ma c’era un così bel paesaggio e un aria così fresca che era un piacere farsi quella passeggiata. Mentre camminavano Nevia notò dei bambini giocare su un campetto. Strattonò l’amica per fermarla.
- Da piccola ci giocavo poi mi ruppi una gamba… - borbottò la castana guardando quei bimbi correre dietro alla palla.
- Me lo ricordo, piangevi tutti i giorni perché volevi giocare… - borbottò la bionda stringendole la mano.
Poi si guardarono, vedere quei bambini cosi allegri le aveva rallegrate, si sorrisero entrambe per poi riprendere a passo più svelto a camminare verso la scuola.
Riuscirono a raggiungerla e davanti al cancello Nevia si bloccò.
- Che hai Nenè…? Dai ci sono io andiamo… - disse dolce l’amica.
A Nevia però stava esplodendo il cuore, non credeva che sarebbe stata così nervosa. Infondo però lui non sapeva nemmeno che esisteva quindi, anche se la vedeva lui che poteva saperne. Rimuginò poi prese coraggio e trascinandosi dietro Alys entrò.
Si trovò davanti un bellissimo campo di calcio. Era stupendo. E su quel campo i ragazzini che aveva visto quella mattina si stavano allenando. La castana rimase imbambolata un po’. Poi con le gambe che le tremavano per l’agitazione iniziò ad avviarsi al bordo del campo per guardare. Ovviamente non troppo vicine o avrebbero dato eccessivamente nell’occhio.
Una volta trovato un posticino per poterli vedere si mise a scrutare con lo sguardo, lo cercava disperatamente con gli occhi. Sentiva il cuore pulsarle fino nella gola. Era supernervosa e ringrazio il cielo che Alys era con lei.
- qual è? È quello con i capelli tutti dritti? O il portiere… devo dire che sono quasi tutti carini… - borbottò Alys tutta presa a fare la lastra a ogni giocatore.
- Non lo vedo… forse se n’è…. – si interruppe diventando rossa come non mai.
Alys capì subito e sorrise.
Notò avvicinarsi a bordo campo un ragazzino con un asciugamano sulle spalle. Aveva degli occhialetti abbastanza appariscenti e una specie di mantello. Era un po’ strano ma effettivamente aveva il suo fascino.
- Bè è carino già così figurati se li leva… - disse riferendosi agli occhialetti.
Nevia annuì. Era proprio lui non poteva crederci ce lo aveva a pochi metri e stava morendo.
Lo vide bere e poi guardare verso di loro. La castana arrossì e si irrigidì. Solo dopo un po’ si accorsero che praticamente tutta la squadra di calcio le stava guardando. Alcuni anche abbastanza intensamente.
- Mesà che ci hanno beccate… hehe… - ridacchiò la bionda.
Non ci volle molto che con il pallone sotto braccio il portiere le raggiunse sorridente.
- Ciao! – esclamò il ragazzino.
 - Ciao… - risposero in coro e sorridenti le ragazze.
Il ragazzino posò il pallone in terra fermandolo con un piede. Poi sistemandosi i guanti le guardò.
- Cercavate qualcuno? Se è nella squadra posso aiutarvi io…- disse gentilmente.
Alys sorrise dolcemente facendo qualche passo avanti andando di fronte al ragazzino.
- Non proprio… è che ci piace guardare dei bravi giocatori… - rispose la bionda.
Nevia era fortemente imbarazzata. Sentiva un po’ troppi sguardi addosso.
- Comunque il mio nome è Mark molto piacere! – sorrise allegro.
La bionda prese l’amica per la mano e la tirò avanti a se, e prendendola per le spalle la presentò.
- Io sono Alys e lei invece è Nevia… lei una volta giocava a calcio sai! Hehe – disse ridendo la ragazza.
Al portiere brillavano gli occhi e a dire il vero non era il solo a cui brillavano.
La prese per la mano e a catena le trascinò nel campo.
I ragazzi subito le accerchiarono tutti eccitati.
- Siete Liceali? – chiese un ragazzino con capelli castani e i denti a cricetino.
La bionda si abbassò al livello dello sguardo del ragazzino.
- Si scoiattolino siamo 2 liceali e siamo single hehe… - punzecchio una guancia del ragazzo che subito diventò rosso come pochi.
Anche Nevia di solito era più disinvolta ma, la presenza di quel ragazzino la faceva imbarazzare.
Mark tutto contento le presentò a tutti i ragazzi.
- Sono Alys e Nevia… sapete lei giocava a calcio! – indicò la ragazza castana super contento.
A quella magica parola tutti si esaltarono il doppio. E fu in quel momento che le si avvicinò lui.
- Perché non giochi con noi? Per divertirsi… - le disse molto tranquillamente il ragazzino sorridendo.
In quel momento le stava scoppiando il cuore. lo sentiva battere così forte che temeva lo sentissero tutti.
Improvvisamente le arrivò una pacca ben assestata sul sedere. I ragazzi arrossirono nessuno escluso.
- Kya!Alys!!! – esclamò per la sorpresa e un po’ per la vergogna mettendosi le mani sulla parte colpita.
 - Dai gioca io mi siedo in panchina e ti guardo… - borbottò abbandonandola nel centro del campo circondata da ragazzi.
Mark subito la prese per la mano e la trascinò da una parte per discutere in che posizione farla giocare.
- Io… ero attaccante… però non importa fammi giocare dove preferisci… - borbottò stropicciandosi un lembo della gonna nelle mani.
Subito il ragazzo le sorrise, quel sorrisone gigante e innocente.
- Allora attaccante… ci dividiamo in due squadre…  tu sei nella mia ti metto come punta con Jude… - e subito la trascinò dagli altri che si sistemarono nella loro posizioni.
Non se ne accorse subito, ma quando si voltò se ne rese conto. Stava vicino a quel ragazzo! Allora si chiamava Jude.
Arrossì ma al fischio d’inizio cambiò tutto. Non le importava nemmeno di essere in gonna e che probabilmente molti di loro avrebbero sognato le sue gambe e non solo per giorni, non vedeva che la porta avversaria. Fortuna che aveva l’abitudine di mettere le scarpe da ginnastica quindi non avrebbe avuto troppi problemi a muoversi sul campo.
Jude le passò la palla e lei scattò avanti immediatamente dribblando tutti e lasciandoli allibiti. All’improvviso verso la metà campo avversaria le arrivò in scivolata un ragazzo dai capelli lunghi e celesti. Lei palla al piede lo saltò mostrando anche lievemente la biancheria. Il ragazzino era diventato completamente rosso e si era messo una mano in faccia.
- Passa Nevia!- le gridò Jude, stava per farlo quando si trovò marcata da due avversari.
Sorrise.  Tirò su la palla con il piede, la portò sul ginocchio. Uno dei marcatori si distrasse a guardarle la coscia un po’ scoperta e lei ne approfittò scattando avanti e passando la palla al ragazzino con gli occhialoni.
Segnarono e Jude le si avvicinò con un sorriso soddisfatto.
- Perché hai smesso? – le domandò lui come a dirle che era brava.
Lei non gli rispose subito, si aprì la camicetta e lui d’istinto si girò. Era anche un gentiluomo, pensò tra se e se.
Se la tolse restando in canottiera smanicata. E si legò la camicia in vita.
- tranquillo puoi voltarti… hehe- ridacchiò lei notando che un po’ era arrossito.
E voltandosi il colore di Jude non cambiò di molto rimanendo comunque di un bel rosso.
- Ho smesso perché mi ero rotta la gamba… e quando poi guarii ormai ero fuori dalla squadra… - e una volta risposto venne raggiunta da Mark che la travolse.
Le prese le mani nelle sue saltando come un matto.
- è stato stupendo Nevia! – sorrideva e finì per contagiarla.
Presto tutta la squadra l’aveva circondata e la riempiva di attenzioni e complimenti.
- Nathan giusto? Scusa per…. – gli bisbigliò nell’orecchio per non farlo sentire a tutti e il ragazzo diventò rosso come un peperone.
- Giocare in gonna non è stata una grande idea… heheh …- a quell’affermazione arrossirono tutti.
Alys la raggiunse abbracciandola da sotto il seno. Pessima idea.
- Brava la mia Nenè.. heheheh – era tutta contenta.
Nevia in quel momento notò un po’ troppi sguardi, aveva il seno un po’ troppo di fuori e le aveva scoperto un po’ di pancia. Tirò via l’amica.
- Che cavolo fai! Mi hanno guardata tutti…!- gli esclamò a voce contenuta prendendola per un orecchio.
La bionda annuì con dipinto sul viso un sorriso maligno.
- Bè il tuo supereroe comunque non cede… è un tipetto tutto d’un pezzo.. – le sussurrò di risposta.
Bè in effetti a parte Mark che sembrava avere nella testa solo il pallone, gli altri erano tutti arrossiti e lievemente in lotta con gli ormoni. Erano pur sempre dei maschietti, e comunque anche il suo Jude era un po’ arrossito.
- Giochi ancora con noi un po’? – chiese il portiere con gli occhi pieni di speranza.
Era difficile dire no a quegli occhioni e così annuendo si rimise al suo posto accanto a Jude.
La partita andò avanti per diverse ore. Era solo allenamento per loro e per lei era un esperienza nuova. Era così tanto che non calciava il pallone e poi, era al fianco del ragazzo che le piaceva. Era bello vedere come dopo un po’ di tempo si capivano senza parlare.
 Riuscì anche a levare la palla ad Axel e lui era uno degli attaccanti più bravi della squadra.
 Si stava facendo sera ed erano tutti sudati e sporchi.
Alys se ne era rimasta in panchina con il sorriso per tutto il tempo, contenta di vedere la sua amica divertirsi al fianco del ragazzino per cui si era presa una cotta.
I ragazzi dovevano cambiarsi e anche lei in teoria doveva ma, non aveva nulla da mettersi.
- vado a lavarmi un po’ di polvere alle fontanelle… - disse allontanandosi.
Arrivò ai lavandini e ci cacciò sotto la testa inzuppandosi completamente i capelli e una volta tirata su anche la maglietta, che tra il sudore e l’acqua era mezza trasparente. Non aveva un abbigliamento molto adatto ad una partita di calcio, ma infondo non si aspettava nemmeno di farne una.
- Tieni… - si girò verso la fonte della voce e vi trovò lui.
Stava con la testa girata e le porgeva un asciugamano abbastanza grande.
- Grazie… - disse dolcemente prendendolo e mettendolo sulla testa.
Le copriva quasi del tutto la parte superiore del corpo. Che dolce, l’aveva fatto apposta per non vedere la trasparenza della canotta.
- Senti… perché eri qui oggi? – domandò il ragazzino incrociando le braccia.
Nevia arrossì, nascondendosi nell’asciugamano.
- Devo… per forza dirlo? – mugolò imbarazzata.
Lui scosse la testa poi si voltò verso di lei, e si avvicinò.
- No.. era una mia curiosità… se non vuoi non devi… - le rispose il castano.
Lei allungò una mano verso di lui carezzandogli dolcemente una guancia. Il ragazzino arrossì scostandosi.
- Avevi della terra hehe… - non era vero ma, non aveva resistito alla tentazione di fargli una carezza. Aveva la pelle così morbida. E le sue guance erano tanto calde.
- Hum… grazie… - si tocco la guancia impacciato.
E Nevia dolcemente sorrise a quel ragazzino, che infondo sembrava molto più adulto dei suoi coetanei.
- Posso tornare qui qualche volta? – domandò la castana levandosi l’asciugamano dalla testa.
Lui la guardò. Per un attimo non la vide come una compagna di squadra, la guardò come si guarda una ragazza e si sentì strano. Lei era davanti a lui, sorrideva e lo guardava con dolcezza. Era una bella ragazza in fin dei conti. Le liceali per i ragazzini delle medie sono come delle stupende leggende. E ora ne aveva una davanti e non voleva sbagliarsi ma sembrava interessata a lui.
No. Non poteva essere. Era meglio non montarsi troppo la testa. Era quasi impossibile che una ragazza così carina non avesse dei corteggiatori migliori di uno o due ragazzini delle medie. Probabilmente lo vedeva più come un fratello più piccolo.
- Mark ne sarà felice, però ti consiglio dei pantaloncini almeno… - rispose poi.
Lei rise e sorrise. Poi si accucciò davanti a lui e lo fissò.
- A te fa… piacere se… se torno…? – domandò mordendosi il labbro inferiore.
Lui nel guardarla provò un forte imbarazzo. Quella ragazza lo distraeva.
- Si… è bello avere dei compagni d’allenamento talentuosi… - e detto ciò si defilò a passi lenti.
Nevia stava crepando di vergogna  e quella cotta nata così, dal nulla una fresca mattina si stava trasformando in un sentimento più dolce, più profondo. E stava iniziando a capirlo.
- è così carino… - mugolò nascondendo la testa nell’asciugamano.
Alys dalla panchina aveva visto tutta la scena e aveva anche visto Jude dirigersi a testa bassa, rosso come non mai verso gli spogliatoi. Ma questo alla sua amica non lo avrebbe detto. Le cose vanno fatte con calma e poi erano entrambi così teneri che veniva voglia di stuzzicarli.
 
Continua…

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Camminava per strada diretta a scuola come tutte le mattine. Si era svegliata più tardi e con un po’ di male alle gambe. Ma era contenta di sentire quelle fittarelle ai polpacci, le ricordavano il giorno prima quando insieme a Jude aveva corso dietro ad un pallone fino a sera. Quel giorno contava di ritornarci e aveva messo dei calzoncini e una canottiera nello zaino, visto che il giorno prima, quasi tutta le squadra le aveva visto le mutande.
- Nevia…- alzò lo sguardo sentendosi chiamare e trovò davanti a se Ethan.
Era strano. Non le era corso incontro gridandole “amore” come al solito, non aveva nemmeno la solita espressione, sembrava turbato e aveva le occhiaie un po’ marcate.
- G…giorno Ethan.. hai dormito male? – le domandò lei.
Il ragazzo annuì e strinse i pugni.
- Ieri ti ho seguita… giocavi a calcio con quelli delle medie… - disse il moro.
Lei si stranì un po’, perché l’aveva seguita? Ora la spiava?
- … Io… non sapevo nemmeno che sapessi giocare, perché eri la?- aggiunse poi interrogativo.
- Avevo voglia di veder giocare una brava squadra di calcio… e loro mi hanno invitata a giocare… - disse lei stropicciandosi le mani nervosa.
Ethan si intristì. La guardò e le si avvicinò di qualche passo.
- È di uno di loro che sei innamorata? – domandò serio.
Lei abbasso lo sguardo.
- Se anche fosse? Che problema c’è? Decido io di chi innamorarmi non tu!- detto questo la castana corse via superandolo.
Ma che gli era preso a quel ragazzo. Che aveva da ingelosirsi. Mai una volta lo aveva illuso, mai una volta aveva dato modo a lui di credere che le piacesse. Aveva fatto tutto da solo. I sentimenti non si possono comandare è vero ma, nemmeno poteva costringersi ad accettarlo.
Entrò in classe per un pelo, trovando Alys già seduta al banco vicino al suo.
Si avvicino e si sedette al proprio.
- Nenè vuoi andare alla Raimon anche oggi? – le chiese la bionda.
La ragazza annuì e aprendo lo zaino le mostrò il suo equipaggiamento da calcio.
Alys sorrise.
- È una cosa seria? – le domando l’amica.
Lei alzò le spalle. Sinceramente non lo sapeva. Sapeva solo che dopo aver visto Ethan le era venuta ancora più voglia di giocare a pallone.
- Per ora voglio giocare ancora con loro a calcio… tu vieni? – domandò.
La biondina scosse la testa.
- Mi spiace oggi non posso, mia madre e io dobbiamo sistemare lo scantinato… ce la fai ad andare  e tornare da sola? – domandò preoccupata.
- Ovvio! Mica ho 3 anni hehe – rise.
Si sentiva già un po’ meglio rispetto a prima. Non vedeva l’ora che fosse già ora di uscire.
 
Le ore sembravano trascorrere più lente, come al solito quando uno ha fretta il tempo non scorre ad un ritmo normale. Scorre veloce solo quando ti diverti. Quel giorno sul quel campo era letteralmente volato.
Tra un compito e una lezione, presto la campanella suonò ed era ora di uscire.
- A domani! – disse Nevia salutando l’amica.
- Fatti valere! Hehe – le rispose Alys facendole il segno della vittoria.
Così zaino in spalla a passi spediti si diresse alle scuole medie.
Come sempre passò al fiume e notò come il giorno prima i bambini giocare e sorridendo, carica di energia corse verso la Raimon.
Attraversò il cancello e subito venne notata da un giocatore sulla panchina. E da quattro ragazze che erano sedute li affianco a lui.
L’altro giorno le ragazze non c’erano, dovevano essere le manager del Club così si diresse verso il campo. Fu a quel punto che finalmente uno dei giocatori in campo la notò.
Kevin la indicò e tutti si fermarono girandosi. Mark abbandonò la porta e si diresse verso di lei.
Vide le ragazze confabulare tra loro, di sicuro si chiedevano che ci facesse la una liceale.
- Neviaaaa!!!! – le urlò il portiere correndole incontro felice.
La castana salutò timidamente con la mano.
Lui le arrivò davanti tutto esaltato come il giorno prima.
- Sei venuta a giocare con noi anche oggi? – domandò.
Lei annuì.
- Si se non vi disturbo gioco volentieri… stavolta sono venuta preparata… eheh – rise mostrando al ragazzino lo zaino un po’ più pieno del solito.
Lui subito la prese per la mano e la trascinò vicino alla panchina dove c’erano le ragazze. Probabilmente la voleva presentare.
E infatti era così.
- Loro sono Nelly, Silvia, Celia e Cammy… ragazze lei è Nevia! – le ragazze le sorrisero.
E lei fece lo stesso.
- Sei una liceale vero? Come mai vuoi giocare a calcio qui? – le chiese subito la più seria del gruppo, Nelly.
Nevia si stropicciò le mani.
- Sono venuta qui a… a vedere ieri e loro mi hanno invitata a giocare… mi sono divertita e così ho pensato di tornare… - mormorò un po’ imbarazzata.
Le ragazze si guardarono tra loro si scambiarono un sorriso d’intesa.
- Mark è un trascinatore.. ormai sei della squadra per lui… hehhe- disse Silvia mentre con il cellulare scriveva qualcosa.
Chiacchierò un po’ con le ragazze poi andò dietro un albero a mettere i pantaloncini e la maglietta. E si ripresentò sul campo trovando tutti i ragazzi ad aspettarli.
- Oggi niente gonna visto? – disse sarcastica.
Alcuni diventarono abbastanza rossi. E Jude invece come sempre non si scompose più di tanto.
Mark decise le formazioni delle squadre e stavolta era nella squadra opposta a quella del giorno prima. Aveva contro proprio Jude, e con lui Axel. Mentre lei era stata affiancata da un ragazzino con i capelli bianchi e due dolci occhioni verdi.
- Sono Shawn, ti ricordi di me? – le disse sorridendo.
La ragazza sorrise imbarazzata.
- Faccio un po’ confusione con i nomi ma, i visi li ricordo hehe – ammise candidamente.
Lui le sorrise di rimando. E ben presto la partita iniziò.
Trovarsi contro Jude la metteva un po’ in ansia. Però voleva fare del suo meglio e così fece.
Riuscì a effettuare dei buoni passaggi e dei dribbling abbastanza buoni. Fino a che non gli si parò davanti Jude.
- Non ti faccio passare… - le disse sorridendo.
- A no? – e detto ciò gli fece passare il pallone tra le gambe e lo superò lasciandolo come uno scemo e dirigendosi verso Mark.
- Ti aspetto! – mormorò il portiere combattivo e pronto a pararle il tiro.
Si trovò davanti Jack che le faceva muro e lei molto tranquillamente calciò indietro il pallone mandandola proprio davanti ai piedi di Shawn che le era poco dietro.
Il ragazzo superò il difensore e tirò in porta riuscendo a segnare.
- Bel passaggio… - le disse il bianco battendole il cinque.
Si asciugò il sudore dalla fronte quando voltandosi si trovò Jude dietro.
- Bella azione… hai un ampia visione di campo… - si complimentò lui.
Lei esplodeva di felicità, le aveva fatto i complimenti.
- Grazie… e lo stesso vale per te… - e poggiandogli una mano sulla spalla lo superò tornando nella sua metà campo.
Jude si toccò con la mano dove lei lo aveva appena sfiorato e arrossì un po’.
Le manager intanto dalla panchina guardavano esaltate la partita. Ne avevano viste di giocatrici brave ma una che dribblasse così Jude e Axel e superasse in quel modo la difesa di Jack mai.
La partita andò avanti per un po’ e un paio di volte Jude riuscì a toglierle la palla. Ma lei non si abbatteva e riusciva comunque a riprenderla.
Vinse la squadra di Nevia e Shawn. E come il giorno prima i ragazzi la circondarono. Chi le domandava come era riuscita a sbloccarsi da un determinato placcaggio, chi come aveva fatto a dribblare eccetera. Lei rispondeva a tutti e tra una risata e l’altra si aggiunsero anche le manager.
 Una di loro, Celia le si avvicinò con gli occhi che brillavano.
- Sei bravissima… hai rubato la palla persino a mio fratello! Posso scrivere di te sul giornale scolastico? – domandò la ragazzina tutta contenta.
Fratello? Allora era la sorella di Jude. Non immaginava che avesse sorelle. Non che questo facesse differenza in qualche modo.
- Non c’è problema ma, pensi che possa interessare? Non… non credo di essere così speciale…- mormorò lei imbarazzata.
Celia scosse la testa.
- È fantastico come giochi, sembra tutto così facile… dammi il permesso… please… - e a quella richiesta accettò di buon grado, anche perché era difficile dire di no a una così gentile insistenza.
La trascinò via ai ragazzi che un po’ se ne rammaricarono e se la portò in panchina per intervistarla. Mentre si sedeva. Cammy le porse un asciugamano e una boccetta d’acqua.
- Tieni, avrai sete…- e le sorrise con dolcezza.
Nevia le prese ringraziandola, certo che anche le manager della squadra erano della ragazze tutte speciali e soprattutto gentili.
Si asciugò la fronte e tra un sorso d’acqua e una domanda di Celia che prontamente appuntava tutto, buttava sempre un occhio sul campo guardando il suo Jude.
Quando lo guardava sentiva il cuore sobbalzarle. Celia la notò, guardare dolcemente verso il campo. E non solo lei, un po’ tutte le ragazze. Così Nelly senza tanto girarci intorno glielo chiese.
- Ti sei innamorata? – domandò senza metterci però un soggetto.
Nevia arrossì nascondendosi nell’asciugamano.
- P…perché pensi che sia così?...- le chiese la più grande.
Silvia e Cammy vedendola reagire così non riuscirono a trattenere un sorriso intenerito.
- Si vede…  che non è solo il pallone che ami ma, anche uno degli undici che lo calcia… - aggiunse Nelly.
E In quel momento negare era impossibile.
- Si… è vero… però… non credo che lui… possa capirlo… probabilmente non immagina che anche una ragazza più grande possa… innamorasi di lui… - mormorò imbarazzata.
Celia, Nelly, Cammy e Silvia le poggiarono affettuose una mano sulla schiena.
- Prima o poi lo capirà… i ragazzi sono un po’ più lenti a capire- aggiunse saccente Nelly facendo scoppiare a ridere tutte.
In quel momento la più grande alzando lo sguardo notò Jude avvicinarsi alla panchina. La guardò facendole cenno di bere. Nevia si alzò lanciandogli la bottiglia che lui afferrò bevendo senza attaccarsi. Poi richiudendola gliela ridiede lanciandola a sua volta.
A quel gesto le ragazze si guardarono e pensarono tutte la stessa cosa.
Che era proprio di lui che si era innamorata e che forse lui, in parte lo stava cercando di capire.
Celia sorrise intenerita.
- Fratellone… - mugolò dolcemente pensando che fosse la prima volta che, una ragazza si innamorava così di lui.
Le quattro silenziosamente stavano facendo il tifo per lei. Infondo Jude era abbastanza maturo per essere delle medie, con una ragazza più grande ce lo vedevano. E Silvia invece guardando in porta fece un sospiro nostalgico. Si domandava se mai il capitano si sarebbe accorto di lei. E non era la sola che pensava questo.
Nevia si girò notando le ragazze confabulare e sorriderle.
- Hem… che… che c’è?- chiese poi sentendosi la causa.
- Facciamo il tifo per te e  lui hehehe – e a quella risposta era chiaro che avevano capito chi era che le interessava anche perché la bottiglia ora la stringeva in maniera diversa, come se avesse un tesoro tra le mani.
Lei si imbarazzò tantissimo accucciandosi e nascondendosi la testa con l’asciugamano tenendo tra le braccia la bottiglia. Celia si alzò e le carezzò la testa.
- Non devi vergognarti di noi, non diremo nulla a Jude promesso… - mormorò la ragazzina.
Nevia alzò lo sguardo incrociandolo con quello dolce della più piccola. Si sentiva sciocca ma era davvero qualcosa di nuovo e ingestibile. Così grande che si sentiva annegare nel mare di emozioni che anche una sciocchezza le provocava.
- Hum… g… grazie… - mugolò e aiutata da Celia si tirò su e si sedette sulla panchina.
- Non siamo delle pettegole…  puoi fidarti… - le disse Nelly spostandole l’asciugamano dalla testa.
 - Grazie… siete veramente gentili… Se volete chiamatemi Nenè… Alys mi chiama sempre così…- disse dolce.
Le ragazze accettarono di buon grado dicendole che come soprannome era anche molto carino.
- Alys è una tua amica… ? – domandò Cammy.
Nevia annuì e iniziò a descriverla raccontando che si conoscevano dalle elementari e che erano inseparabili, spiegò che il giorno prima era stata lei a convincerla a venire e che era a lei che doveva tutto quel coraggio.
Chiacchierarono del più e del meno, ridendo e scherzando, insomma chiacchiere tra ragazze fino a che i ragazzi stanchi e assetati non arrivarono alla panchina.
Cammy distribuiva asciugamani e bottigliette a tutti. Ad un certo punto Celia le mise in mano una bottiglia d’acqua.
- Dalla a mio fratello… e li… - le disse indicandolo poco lontano che si dirigeva verso di loro.
Si fece coraggio e con la bottiglia tra le mani tremanti d’agitazione si diresse verso di lui.
- Tieni… visto che volevo andare alle fontanelle te l’ho portata io… - si giustificò lei sorridendo.
- Grazie… se vuoi ti accompagno… - le propose lui.
Non se lo aspettava e diventò un peperone.
- Hem… grazie… se… se vuoi… - bofonchiò la ragazza.
Intanto le manager e un paio di giocatori notarono i due allontanarsi insieme.
- Jude e Nevia? – borbottarono in coro Jack e Tod sbalorditi.
A quelle parole mezza squadra si era voltata a guardarli.
- La sta accompagnando alle fontanelle che male c’è…- aggiunse Nathan mentre si asciugava il sudore.
- E se poi anche ci fossero altri motivi a voi che frega… è impiccioni? – disse Kevin che un po’ però rosicava perché Nevia le piaceva.
Insomma ci fu un po’ di brusio ma Mark nemmeno ci faceva caso.
 
Intanto Nevia e Jude erano arrivati alla fontanella. La ragazza la aprì e come il giorno prima ci cacciò sotto la testa. Il ragazzino sorrise.
- Che strano modo di sciacquarsi… -constatò lui.
 La ragazza tirò indietro la testa schizzando un po’ d’acqua anche addosso a Jude.
- Mi rinfresco di più così hehe… - aggiunse passando la mano tra i capelli bagnati e Jude arrossì.
 Nevia lo notò e gli carezzò la guancia come il giorno prima. Ma Jude non reagì lasciandola fare.
- Ti ho schizzato un po’… scusa… - mugolò imbarazzata.
Il ragazzino scosse la testa e fece qualcosa che Nevia non si sarebbe mai aspettata.
 Le mise in testa il suo asciugamano e la usò per tirarla un po’ giù verso di se.
Erano a pochi centimetri l’uno dall’altra. Sentiva il suo respiro e non riuscì a non arrossire.
Jude le sorrise.
- Allora non me lo stavo immaginando è…? - sussurrò lasciandola andare e allontanandosi.
Lei si sedette in terra con le gambe e le mani che le tremavano e il cuore che sembrava schizzarle fuori dal petto. Aveva in testa il suo asciugamano e sentiva il suo odore su di esso.
In quel momento alcuni dei ragazzi avevano visto la scena e erano un po’ sbalorditi. Non erano riusciti a vedere bene ma, si erano baciati? Le ragazze la scena l’avevano vista tutta e Silvia in vece di tutte andò da lei.
- Nenè tutto ok? – chiese toccandole la spalla e accucciandosi per guardarla.
Lei annuì arrossita.
- Credevo mi avrebbe b… baciata… - mugolò piano.
Silvia sorrise, allora non l’aveva baciata. Quel Jude era molto più sveglio degli altri, probabilmente stava cercando di capire se quello che provava lei era vero e solo frutto della sua immaginazione.
La fece rialzare e insieme tornarono dal gruppo, Jude era tra loro e nel frattempo Kevin tirò un occhiataccia al compagno di squadra. Era un po’ geloso che una ragazza così carina gli morisse dietro, maledetto fortunello. I ragazzi come la videro cambiarono discorso e alcuni arrossirono. L’unico che non aveva capito ne visto un accidente era Mark che subito le si avvicinò allegro.
- Ti sei divertita anche oggi? – domando lui esaltato.
 La ragazza ancora un po’ in imbarazzo arrossi annuendo. Sorrise e a quel sorriso super dolce tutti i ragazzi arrossirono.
- Posso venire ancora? – chiese lei impacciata.
Mark sorrise.
- Non devi nemmeno chiederlo! Vieni quando vuoi… noi siamo felici di averti agli allenamenti… - disse lui.
A quelle parole si avvicinò Jude sorridendo.
- Sei un ottima attaccante… è un piacere averti con noi… - disse lui.
E Nevia non riuscì a non esserne felice.
 
Continua… 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ormai andava alla Raimon molto spesso, si divertiva a giocare a calcio con loro. Si stava ricordando quando
Qualche anno prima era cannoniere della sua squadra e quanto fosse bello.
Alys veniva ogni volta che poteva con lei, e aveva fatto amicizia con le manager della squadra e a modo suo le aiutava, cominciava a prenderci gusto a venire lì, e anche lei come Nevia nella squadra aveva un po’ di spasimanti.
Dopo la scuola mano nella mano con Alys si dirigeva alla volta della scuola media, allegre e motivate più che mai. Per Nevia il calcio era un buono sfogo e per Alys aiutare le manager un buon passatempo.
Ethan invece dopo quel giorno in cui le aveva fatto la scenata di gelosia, aveva ricominciato a comportarsi come sempre. Forse un po’ più distaccato ma almeno non faceva il geloso.
Arrivarono alla scuola e passato il cancello gridarono a squarcia gola.
- Heyyyy!!– urlarono in coro.
I ragazzi si fermarono un attimo e come sempre Mark corse incontro alle due ragazze.
- Bentornate! – sorrise il portiere una volta arrivato da loro.
Nevia corse a cambiarsi e Alys invece andò dalle manager che subito le diedero il benvenuto.
Mentre lei si stava andando a cambiare venne raggiunta da un ragazzo.
- Nevia… posso parlarti un secondo? – domandò una voce alle sue spalle.
La castana si voltò ed era Kevin, un po’ arrossito e con i pugni stretti le stava davanti.
- O…ok dimmi… - si mise ad aspettare.
Lui la prese per la mano trascinandola in disparte anche perché dove erano li potevano vedere tutti e lui si sentiva un po’ in soggezione.
In quel momento li notò Nathan che stava bevendo, affianco a lui c’era Jude.
- Dove vanno…? – bofonchio il blu guardando dubbioso.
Jude si voltò vedendoli, si sentì un po’ strano ma non ci pensò troppo.
In quel momento Silvia si guardò intorno.
- Dov’è Kevin? – domandò alle ragazze.
Alys sorrise guardando la più piccola.
- È corso dietro a Nevia… credo anche di sapere il perché… - rise e buttò un occhio su Jude ancora voltato nella direzione in cui erano andati i due in questione.
Silvia fece due più due, Kevin si era andato a dichiarare!? Un po’ lo sospettava ma, non credeva che avesse il coraggio di farlo, anche se non sembrava era piuttosto timido.
Celia guardò il fratello, si chiedeva se avrebbe fatto qualcosa.
 
Intanto Nevia trascinata da Kevin arrivò davanti alla sede del club di calcio.
- Kevin cosa vuoi dirmi…- disse lei mentre il ragazzo le lasciava la mano.
Il rosa prese coraggio sbuffando.
- Senti a… a me… piaci… - disse con tutto il coraggio che aveva.
Lei rimase un po’ sbalordita, piaceva a lui? Non se ne era minimamente accorta, ci aveva giocato insieme tante di quelle volte eppure… probabilmente il suo essere presa da Jude le faceva perdere la percezione della realtà. Non si rendeva conto di quello che le accadeva intorno.
- io… non mi ero accorta che… che tu… - borbottò imbarazzata.
Il ragazzo le prese una mano tra le sue.
- Dal primo giorno che ti ho vista… è scattato qualcosa… - aggiunse lui arrossendo.
Lei si intenerì e subito la sua mente volò da Jude. Era di lui che era innamorata. Kevin era un bravo ragazzo, un bravo calciatore ma, nel suo cuore c’era un altro.
- Kevin sei molto dolce ma… non posso….- mormorò tristemente lasciando la mano di lui.
Il ragazzo la guardò e sospirò. Era così bella, dolce, sapeva giocare a calcio meglio di qualsiasi ragazza avesse mai conosciuto. Per lui era perfetta. Ma aveva sottovalutato i suoi sentimenti per il suo compagno di squadra. Strinse i pugni voltandosi di scatto.
- Ti ho messa in imbarazzo.. scusa… rimaniamo amici per favore…- Nevia sorrise tristemente.
- Non mi hai messa in imbarazzo… e si certo Kevin… - rispose lei.
Lui annuì ancora voltato e dandole le spalle si avviò verso la stradina che portava ai campi di baseball.
Rimase la a fissare la direzione in cui era andato, e si sentì così afflitta. Kevin era stato coraggioso, lei invece con Jude nemmeno ci aveva provato. Era codarda. Per paura di un rifiuto si asteneva dal farlo. Le stava bene così.
- Vigliacca… - mormorò a se stessa mordendosi il labbro.
Le veniva da piangere. Quello che aveva fatto a Kevin era quello che lei non avrebbe voluto. Si sedette davanti alla sede del club, non voleva farsi vedere da tutti in quelle condizioni. Si sarebbero preoccupati. Così la da sola dava sfogo alla rabbia, alla tristezza, al dolore.
 
Kevin aveva fatto il giro della scuola ed era tornato al campo.
- Eccoti! – le dissero Cammy e Silvia.
Silvia gli andò incontro.
- Stai bene Kevin? – le chiese la ragazzina.
Lui sorrise amareggiato.
- No ma… ho il cuore più leggero…- disse un po’ triste.
Il rosa entrò in campo e si diresse verso Jude.
- Ti sostituisco… è ora che ti riposi…  - gli disse mettendogli una mano sulla spalla.
Jude lo lasciò prendere il suo posto dirigendosi in panchina, quando si accorse che Nevia non c’era.
- Celia… Lei dov’è? – domandò il ragazzino alla sorella.
Lei si guardò intorno ma non la vide.
- Era andata via con Kevin ma non è tornata, si erano diretti alla sede del club credo… - spiegò lei.
Alys si alzò andando dal ragazzino. Gli mise in mano un asciugamano.
- Sbrigati e va da lei… - le disse la bionda seria.
Il ragazzo senza nemmeno farselo ripetere corse in direzione del club. E Alys guardandolo pensò che sembrava un po’ un supereroe.
- Dite che lo capirà…? – mormorò la bionda.
Nelly era stata buona e in silenzio tutto il tempo.
- Forse lo ha già capito… - disse Nelly alla più grande.
Celia guardò il fratello e sorrise, da come correva si capiva che era preoccupato, forse aveva ragione  la sua amica.
 
Come girò l’angolo dell’edificio la vide. Raggomitolata davanti alla porta del club. Le corse incontro andando da lei.
Man mano che si avvicinava la sentì, stava piangendo.
Una volta raggiunta si accucciò davanti a lei, mettendole l’asciugamano aperto sulla testa.
- Che è successo? – mormorò lui.
 Lei alzò lo sguardo, aveva gli occhi pieni di lacrime e ora che lo aveva visto era diventata tutta rossa.
- Ora passa… d… davvero… va via… - mugolò ricacciando la testa tra le braccia conserte.
Lui sospirò. Non ci voleva un genio per capire. Probabilmente Kevin si era dichiarato.
- È stato così terribile… rifiutarlo….? – domandò lui.
Lei annuì singhiozzando. Non poteva dirgli perché piangeva, non poteva dire a lui, a Jude che piangeva perché in quel momento, aveva pensato che lui potesse fare lo stesso con lei.
- Kevin è forte… è venuto da te sapendo già la risposta, questo lo sai vero?... – gli disse il ragazzino.
Lei alzò lo sguardo, aveva le lacrime che le scendevano, sorrise amareggiata.
- Io sono… c… come lui… - mormorò afflitta.
Jude scosse la testa.
- Non è così… tu sei diversa da lui… - sorrise.
Lei allungò la mano verso il viso di Jude. Gli carezzò la guancia, con dolcezza. Era così morbido e caldino che il solo toccarlo così le faceva venire il batticuore.
Il castano le prese la mano mettendola davanti ai suoi occhiali insieme alla propria. Reggendoli da davanti, con l’altra si allentò l’elastico. Li tolse e Nevia lo guardava imbambolata.
Li tenne chiusi qualche secondo, lasciando nelle mani della ragazza gli occhialetti.
- Jude… - sussurrò lei.
Lui aprì gli occhi guardandola nei suoi e lei arrossì ancora di più. E lui le sorrise. La ragazza stringeva gli occhiali nella mano. Fissava Jude senza riuscire a dire ne fare nulla.
Il castano si inginocchiò davanti a lei, con entrambe le mani si avvicinò al viso della ragazza abbassandole l’asciugamano dalla testa avvicinandosi al viso di lei.
- Dimmi perché quel giorno eri qui…? – gli sussurrò.
Lei si perdeva nel suo sguardo, sentiva il cuore battere così forte.
- Perché… i… io… ero… mi ero… - farfugliava non riuscendo a dire molto.
Il più piccolo sorrise intenerito. Ora gli era finalmente chiaro.
- …per me… era ogni sguardo… ?- mormorò lui avvicinandosi di più al suo viso.
Nevia mugolò annuendo. E finalmente le piccole labbra del ragazzino si posarono sulle sue.
Un bacio dolce, innocente. La mano di lui sul viso che lenta scivolava tra i capelli. Il respiro caldo sul volto.
Il sapore dolce di quelle labbra. La pelle calda del viso del suo Jude che sentiva sotto la mano e quegli occhialetti stretti forte nell’altra.
Tanti piccoli baci, a fior di labbra ma che mai aveva immaginato potessero essere così belli.
Si allontanarono guardandosi entrambi un po’ rossi in volto.
- Nevia…  - sussurrò.
E lei sorrise con dolcezza, era la prima volta che la chiamava per nome. L’aveva visto in volto e per lei era stato come innamorarsi di nuovo. Aveva un viso dolcissimo e due occhi splendidi.
- Jude… - disse abbracciandolo da seduta mettendogli le braccia al collo.
Lui la strinse a sua volta. Era un po’ imbarazzante averla tra le braccia, era così indifesa. Ma non riusciva a lasciarla.
- Resta con me Jude… - mugolò nell’abbraccio.
 
Ritornarono tenendosi per la mano. Kevin subito si voltò vedendoli e sorrise tristemente, anche se comunque era felice che la ragazza che ammirava tanto fosse ricambiata. La accompagnò alla panchina.
- Guardami… - le sussurrò avvicinandosi all’orecchio e lei arrossita annuì.
Come si allontanò subito le manager e la sua amica la accerchiarono aspettando frementi.
- Hem… si… si è tolto gli occhiali e… mi… - avvampò.
Alle ragazze brillavano gli occhi.
- Wow l’hai visto senza! È carino??? – domandò subito Alys.
- E poi?? – disse Silvia tappando la bocca alla bionda.
Mentre Nelly,  Celia e Cammy aspettavano.
- Si è molto… carino… hem… e si ci siamo… baciati… - l’ultima parola la borbottò ma la capirono tutte e aveva tutte un bel sorrisone stampato in faccia.
- Sono contenta, è la prima volta che mio fratello si mostra senza occhiali… a qualcuno a parte me… - disse Celia super esaltata.
Alys era su di giri e abbracciò l’amica.
- E brava Nenè… ce l’hai fatta hihi – la stritolava.
Chiacchierarono e risero e nel mentre guardavano la partita. Jude la guardava più spesso.
Quando finì la partita, era ormai il tramonto e un bel colore arancione dipingeva la scuola.
Mark si diresse da Nevia.
-Va tutto bene adesso? Mi dispiace che non hai giocato… mi hanno detto che avevi mal di pancia… - mormorò sconsolato.
La castana sorrise e rise. Immaginando che era stato Kevin a dire quella piccola bugia.
- Domani torno, giocherò di sicuro… va bene Mark? – domandò. E  di risposta ottenne un mega sorriso.
I ragazzi si diressero agli spogliatoi, tutti tranne Jude che prima andò verso la ragazza più grande.
- Senti se mi aspetti ti accompagno a casa… - gli disse.
Non sapeva che rispondere perché doveva tornare con Alys ma nemmeno il tempo di rispondere che sentì una pacca sulle spalle.
- Hey Nenè io devo andare ce la fai a tornare sola? – disse la bionda che aveva capito tutta la situazione.
Subito Jude guardò Alys, serio e si inchinò.
- La riporto io a casa, va pure tranquilla… - disse il ragazzino serio.
La bionda sorrise. Guardandolo intenerita, certo che per essere delle medie era maturo è. La ragazza annuì.
- Grazie allora te la affido. – sorrise nuovamente abbracciando l’amica e sussurrandole qualcosa all’orecchio a cui lei reagì cercando di calciarla e arrossendo come non mai. Ma Alys era veloce e se ne era scappata ridendo.
Nevia si voltò verso il più piccolo.
- A.. allora aspetto qui… - e a quelle parole annuì e corse dagli altri a cambiarsi.
 
Rimase seduta buona sulla panchina aspettando, aveva salutato le 4 manager che se ne erano andate tutte insieme. E aveva salutato anche Mark e Axel che erano passati davanti a lei. Ovviamente il capitano le aveva gridato gioioso e festante che non vedeva l’ora di rigiocare con lei.
Non ci volle molto che vide Kevin passarle davanti a testa bassa.
- Kevin! – le urlò lei correndogli incontro.
Lui si fermò e arrossì guardandola dirigersi verso di lui.
- Grazie… per la storia del mal di pancia con il capitano… e … s… - non la fece finire mettendole un dito davanti la bocca.
- Non importa… mi ritengo fortunato così… - il rosa sorrise e lento si diresse verso il cancello.
Vederlo la faceva sentire afflitta, lo sapeva quanto l’aveva ferito. Le dispiaceva ma, non poteva prenderlo in giro. Mentre si struggeva sentì una mano intrecciare le dita con le sue.
- Nevia… andiamo ti accompagno… - mormorò il ragazzino che aveva messo la divisa.
Lei si voltò a guardarlo. Sorrise con estrema dolcezza mentre tutto ad un tratto le balenarono in mente le parole che le aveva detto l’amica e diventò completamente rossa, avrebbe fatto invidia al pomodoro più maturo.
Jude la guardò interrogativo. Lei si limitò a scuotere la testa come a cancellare anche solo la minima idea.
Mano nella mano la accompagnava verso la via di casa.
E così una cotta infantile tra una ragazza molto timida e un ragazzino stravagante aveva ormai lasciato posto ad un amore ancora piccolo e innocente. Almeno per ora.
Continua…

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


“Nenè, e se per caso oggi tua madre non ci fosse? Se lo invitassi a entrare in casa e foste soli, che faresti? Hihihi Non sei mica una bambina Nenè…”
Quelle parole le balenarono in testa per tutto il tragitto, maledetta Alys e il suo cervello perverso!
Finalmente era sola con lui e riusciva solo a pensare alle allusioni di quella disgraziata. Era avvilente.
- Nevia… tutto bene? – le chiese il più piccolo stringendole poco di più la mano per attirare l’attenzione.
La castana sospirò afflitta. Maledetta testa! Maledetta amica!
- Mmm… si è che… è stata una giornata… emozionante… - disse lei.
Jude le volle credere anche non sembrava fosse solo quello ma, la lasciò perdere. Infondo anche per lui era una cosa nuova. Stava tenendo per mano una liceale, l’aveva addirittura baciata. E ora la accompagnava a casa.
Mentre camminavano si parò dinnanzi a loro un ragazzo, alto, moro con i capelli a porcospino. Nevia strattonò il più piccolo e si fermò a guardarlo.
- Lo conosci? – le domando il ragazzino.
Non ebbe tempo di rispondere. Che il ragazzo gli lanciò un occhiata di quelle che avrebbero fatto rabbrividire chiunque. Sembrava furioso e Jude temeva potesse far qualcosa alla ragazza che era con lui.
- Nenè… Giuro che ci ho provato ma per me non sei solo questo… - mormorò avvicinandosi a loro.
Jude non capiva perché ma si sentiva minacciato, quel ragazzo non sembrava lucido e tranquillo. Sembrava una bestia feroce. E così fece la cosa che più le sembrava logica. Tirò la ragazza alle sue spalle, anche se era un po’ più basso di lei le faceva da muro.
- Jude..? – si stupì lei.
Il moro cambiò totalmente espressione, e ora anche Nevia iniziava a temerlo.
- Levati dal cazzo moccioso… O vuoi che ti faccia sputare i denti? – disse il ragazzo più grande.
Jude non arretrò di un passo. La difendeva con tutto se stesso.
- Lei non ti vuole… e così peggioreresti solo le cose… - disse il castano minaccioso.
Il moro non ci vide più, si avventò sul più piccolo dandogli un pugno allo stomaco facendolo cadere sulle ginocchia. Nevia era spaventata e abbracciò il ragazzino.
- Ethan! Smetti! Perché?? – gli gridò con le lacrime agli occhi.
Il ragazzo lo guardò avvilito e arrabbiato.
- Levati Nenè… voglio solo rompergli qualche osso…- disse scrocchiandosi le nocche.
Lei a quel punto fece da scudo al ragazzino parandolo con il suo corpo, tenendolo stretto a se. Jude si stava lentamente riprendendo dal colpo, non ci era andato per nulla leggero.
- No… io gli voglio… i..io sono innamorata di lui… se… se vuoi fargli male devi prima farne a me… - mugolò stringendolo ancora tra le braccia.
Ethan si sentì pugnalato, forse voleva sentirsi così, aveva bisogno di capire che le sue speranze erano vane, che per lui, nel cuore di quella ragazza non c’era posto. Si voltò e strinse i pugni.
- Nenè… perdonami… per averlo colpito e per averti spaventata… - mormorò.
 Nevia lasciò Jude che era in ginocchio a terra e si diresse verso l’amico. Gli posò una mano sulla schiena, tra le scapole, tremavano entrambi, chi per paura chi per rabbia.
- Oggi non posso perdonarti per quello che hai fatto… magari un giorno… - disse la ragazza.
Ethan si sentì totalmente sconfitto. Era nel torto. Nel torto più marcio.
- Allora aspetterò quel giorno… perdonami… perdonatemi…- sussurrò.
Lo vide allontanarsi e quando fu abbastanza distante andò da Jude.
- Jude… stai… stai bene? – lui alzò gli occhi e la vide piangere e tremare.
Aveva avuto tanta paura eppure lo aveva protetto, si sentiva piccolo adesso. Ora si rendeva conto che anche pochi anni facevano la differenza. Che per quanto fosse maturo, per quanto ci provasse non poteva competere con un ragazzo delle superiori.
- Sto bene… non piangere… - gli mugolò lui asciugandole le lacrime.
Lei lo abbracciò forte mettendogli le braccia al collo. E il più piccolo la strinse fino a che non la sentì calmarsi.
Ci volle un po’ prima che la ragazza si tranquillizzasse. Lui si alzò dando una mano anche a lei a tirarsi su. Ripresero a camminare ma, lui aveva dei dolori abbastanza insistenti allo stomaco. Ma cercava di resistere, lei si era spaventata già troppo.
 
Arrivarono a casa di Nevia, lui le stava lasciando la mano quando sentì lei stringerla più forte.
- Entra un attimo, voglio controllare che ti ha fatto… - disse la più grande.
Jude sospirò afflitto, nonostante ce l’avesse messa tutta per non farle notare che sentiva dolore lei se ne era comunque accorta. Era in imbarazzo ma se le avesse detto di no, lei lo avrebbe trascinato di peso. Così si arrese e si fece portare dentro.
Gli aprì invitandolo ad entrare, era buio.
- Mamma???!!! – gridò lei, ma nessuno le rispose.
 Probabilmente era rimasta al lavoro. Ultimamente capitava sempre più spesso che dovesse fermarsi a lavorare anche la sera e la notte. Accese le luci e lo fece entrare, chiuse lo porta a chiave e accompagnò il ragazzino nella sala. Era piccola ma accogliente, c’era un divano a due posti di fronte a un televisore e lei lo fece sedere la. La vide accucciarsi davanti a lui e trafficare con le scarpe.
- Che fai? – disse dolorante il castano.
- Ti levo le scarpe, se ti pieghi hai male allo stomaco quindi lo faccio io… - disse lei a testa bassa mentre le levava.
La lasciò fare e si sdraiò sul divano. Lei si chinò su di lui scoprendogli la pancia e il torace senza preavviso facendolo arrossire.
C’era un ematoma tutto rosso. Quel bastardo di Ethan ci aveva messo tutta quella forza per colpirlo. Si sentì così in colpa che si tratteneva dal piangere. Jude se ne accorse. La vide mordersi il labbro inferiore e gli occhi le diventarono lucidi. Lui allungò una mano verso di lei. Toccandole un braccio.
- Va tutto bene… - mormorò lui cercando di tranquillizzarla.
Nevia sospirò afflitta. Non andava bene per niente. Era stato picchiato per colpa sua o comunque sentiva che in parte lei ne era la causa.
 - Aspetta qui… ora ti metto su qualcosa… - si allontanò un istante lasciandolo la mezzo spogliato.
Nemmeno tentò di fare qualcosa. Se ne rimase buono la come l’aveva lasciato e poi, in effetti gli faceva male. Si aprì piano la giacca della divisa poi prese la maglia tra i denti per tenerla alzata, con un braccio si tirò su mentre con l’altro si toccò sulla parte arrossata. Sentì una fitta e ringhiò sommessamente.
La ragazza non ci mise molto, arrivò carica di ogni sorta di pomata e benda.  Lo notò in quella posizione e non riuscì a far altro che distogliere lo sguardo.
Si accucciò in terra vicino al divano sopra un tappeto tenendo le confezioni sulle gambe, leggendo e cercandone una che andasse bene.
La trovò quasi subito, così lasciò sul tappeto le altre e prese la sola che le serviva e qualche benda per e fasciature.
- Ti devi levare la maglia… - disse lei e lui buono ubbidì rimanendo a petto nudo.
Ora lo vedeva bene, il segno del pugno. Lo fece di nuovo sdraiare e semiseduta sul divano si chinò su di lui. Gli spremette il tubetto di crema sul torace e lo sentì gemere e lei arrossì lievemente. Forse la crema era un po’ freddina. Piano spalmò la crema su tutto l’ematoma, poi gli fece la fasciatura.
- Così anche se è tanta, la pelle continua ad assorbirla… - spiegò lei.
Jude la lasciava fare. Si lasciava accudire. Anche se era una situazione abbastanza imbarazzante. E lei solo una volta finito di fasciarlo iniziò ad imbarazzarsi. Si era seduta per terra e guardava da tutt’altra parte.
Lui sospirò e si intenerì. Anche se era più grande certe volte sembrava una bambina.
- Grazie… - sussurrò allungando una mano carezzandole il viso.
La ragazza si fece coccolare arrossendo. E Jude le sorrise continuando a carezzarla sul volto.
- Vuoi.. chiamare casa? – domandò la ragazza preoccupata che i genitori lo potessero sgridare.
Lui scosse la testa, tanto i suoi non si preoccupavano molto di lui. Faceva sempre come voleva, se non tornava a casa nemmeno lo cercavano.
- Non serve.. i miei genitori non si preoccupano molto… - rispose lui.
Nevia arrossì e le tornarono in mente le parole di Alys:
“Nenè, e se per caso oggi tua madre non ci fosse? Se lo invitassi a entrare in casa e foste soli, che faresti? Hihihi Non sei mica una bambina Nenè…” erano come un disco rotto. E ora le martellavano in testa.
Arrossita e in imbarazzo, ancora seduta in terra tra i flaconi delle medicine che aveva sparso sul tappeto, si fece coraggio.
- Se vuoi resta qui… non me la sento di… farti tornare a casa così… - mugolò.
Jude sorrise, poi si mise le mani ai lati della testa e sollevandola un po’ si levò gli occhialetti. Li passò alla ragazza lasciandoglieli nella mano.
- Tienili tu per adesso… - gli sussurrò con dolcezza.
Lei con gli occhialetti tra le mani e lo sguardo su di lui annuì. Per paura di scordarli da qualche parte se li mise al collo come fossero una catenina. E Jude rise.
- Che strana collana… - mugolò anche se sentiva qualche fitta di dolore.
Lei gattonò mettendosi con le braccia conserte sul bordo del divano e la testa su di esse. Lo guardava con dolcezza. Così il ragazzino si voltò per guardarla meglio. Erano occhi negli occhi.
- Tu… non ti accorgi di quanto sei, stupefacente… - gli disse il più piccolo.
A quelle parole divento rossa e sorrise. Gli aveva detto una cosa estremamente dolce.
- Jude… - mugolò avvicinando il viso a quello del più piccolo.
Si avvicinarono abbastanza da darsi dei piccoli baci. Dolci come quelli che si erano dati davanti alla sede del club. Questi erano un po’ diversi. Nevia non era afflitta. E lui si sentiva inerme ma, anche sufficientemente emozionato.  Era una sensazione nuova e strana e anche così piacevole.
Si baciarono per parecchio, sempre quei baci dolci e innocenti. Lui cominciava a sentire che il dolore si affievoliva e lei cominciava a sentire meno l’imbarazzo di averlo in casa solo con lei.
- Preparo da mangiare… così ti do un antidolorifico… - gli sussurrò carezzandolo sul viso.
Jude annuì e rimase buono sul divano sdraiato a rilassarsi. La pomata cominciava a fare un po’ di effetto e non era la sola cosa ad avergli fatto effetto. Arrossì mettendosi una mano sul volto. Quella ragazza che ne fosse consapevole o no, era dannatamente attraente. Non ci aveva pensato fino a che non era rimasto solo con lei. Ma pensò anche che forse, non era il primo con cui era rimasta sola in casa e un po’ si ingelosì.
Infondo al suo confronto lui era poco più di un bambino.
Nevia cucinava e poco tempo dopo era pronto in tavola.
Andò da lui aiutandolo a sollevarsi poi andarono a mangiare in cucina insieme, lei era contenta molto. E si vedeva. Lui per colpa dei pensieri che gli erano balenati in testa era un po’ turbato invece.
Finirono di mangiare e Jude prese l’antidolorifico.
La ragazza sparecchiò la tavola e nel frattempo notò anche che il più piccolo era stranamente serio.
- Hai dolore?... – domandò lei avvicinandosi e toccandogli dolcemente la schiena.
 Lui si risvegliò dai suo pensieri voltandosi e incrociando gli occhi con quelli verdi e dolci della più grande.
- Un po’… - mormorò, ma non era il dolore a tenerlo in silenzio.
Nella sua testa c’era un conflitto, continuava a immaginare quanti baci, carezze e attenzioni una ragazza così avesse ricevuto prima di oggi. Era bella, alta e con un corpo molto proporzionato. Nonostante da più piccola avesse fatto calcio le gambe non erano muscolose, più che altro toniche. Un bel sedere… si bloccò.
Che cavolo aveva preso a fare, le guardava il sedere?! Arrossì e si sentì smuovere dentro. Come se avesse lo stomaco in un frullatore.
Si alzo e se ne andò sul divano rantolando. E ci si sedette abbastanza scomposto continuando a pensare al corpo di Nevia.
Lei intanto aveva finito di lavare i piatti e lo aveva raggiunto riaccucciandosi in terra di fianco al divano. Stessa posizione di quando poco prima si stavano coccolando.
E lui invece da seduto e la guardava.
- Che hai? Sembri pensieroso… - disse con dolcezza la castana guardando verso il suo viso.
Colpito e affondato. Non capiva se lo stesse facendo apposta a provocarlo in quel modo o forse era che aveva iniziato a vederla in maniera un po’ diversa da quando ci giocava a calcio.
Erano mesi che si allenava con lui e la Raimon. Ed erano mesi che lei era innamorata di lui.
Allungò la mano carezzandole il viso e lei chiuse gli occhi.
- Prima… hai detto che sei innamorata di me… davanti a quel ragazzo… - sussurrò lui.
Nevia  chiuse gli occhi per poi riaprirli lentamente guardandolo con imbarazzo.
- Perché… è così… - rispose muovendo piano le labbra.
Lui si imbarazzo molto e lei sorrise notandolo, era davvero tenero.
- Sei tanto dolce… e adoro i tuoi occhi… come mi guardi… - mugolò lei senza distogliere lo sguardo.
Jude era in conflitto con se stesso, era così provocante in ogni suo modo di fare. Anche il solo parlare. Ne era certo che lo stesse facendo di proposito consapevole del fatto che se voleva avrebbe potuto farlo cedere in qualsiasi momento. Era difficile resisterle.
La vide tirarsi in ginocchio davanti a lui, con dolcezza poggiò le mani sulle sue gambe e alzò la testa in modo da essere faccia a faccia con lui.
- Mi piaci così… così tanto… - sussurrò dandogli un piccolo bacio a fior di labbra.
Era diversa ora diversa da prima, diversa dalla solita Nevia. Anche il bacio era diverso. Non era dolce come gli altri che si erano scambiati. Era più “adulto” e lui la differenza l’aveva sentita.
La ragazza si alzò in piedi. Una gamba era piegata sul divano, l’altra ancora in terra  le mani invece erano ai lati della testa di Jude, appoggiati allo schienale. E lui era bloccato tra lei e il divano.
- Nevia?...  – mugolò imbarazzato alzando il volto.
Lei non rispose. Prese tra le mani il viso del ragazzino, e chinandosi lo baciò.
Lui era inerme. Senti la lingua della ragazza leccargli le labbra, baciargli il labbro inferiore. Jude rimase seduto, mettendole però le mani all’altezza dei fianchi facendosi trascinare in quel bacio così diverso, bello ed eccitante. L’istinto lo guidò, la voglia lo indirizzò. La ricambiava allo stesso modo, le loro lingue si carezzarono. Si morsero e mangiarono di baci e carezze. Meno da bambini.
Nevia mugolava ogni bacio, ogni tocco la faceva gemere e per Jude era qualcosa di devastante.
Anche se era più piccolo di lei, era pur sempre un ragazzo.  
Il bacio finì lasciando entrambi quasi senza fiato, imbarazzati e eccitati ma, per questa volta era sufficiente.
- Era la prima volta che… baciavo qualcuno così… - sussurrò Nevia.
 Jude se ne stupì, e in parte ne fu felice. Adesso sapeva che non doveva preoccuparsi di un passato, lui era il primo e infondo gli faceva piacere. Anche perché anche per lui era tutto nuovo e mai fatto.
 
Quella notte dormirono nella camera di Nevia. Tenendosi la mano e addormentandosi tra una timida coccola e un dolce bacio. Nevia era così felice di tutto questo e Jude in parte era quasi contento di essersi preso un pugno nello stomaco.
Continua…

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Era passato un bel po’ di tempo da quando Nevia e Jude avevano iniziato a frequentarsi. Jude non lo aveva nascosto agli altri e un giorno senza preavviso tenendole la mano lo aveva detto a tutta la squadra. Kevin sorrise amaramente e molti sospirarono afflitti.
Si avvicinava il giorno dei diplomi per i ragazzi delle medie mentre per Nenè e Alys erano giorni di test e varie per avere tutti i voti e magari evitare insufficienze e non andare ai corsi di recupero.
Le due amiche uscirono da scuola mano nella mano come sempre e come sempre dirette alla Raimon che ormai era una tappa fissa.
- Ormai stai con lui da febbraio no? Sono tre mesi heheh – ridacchiò la bionda.
La castana arrossi e sorrise timidamente.
- È già… sono tre mesi ormai… - sussurrò.
Alys sospirò calciando una pietruzza, poi guardò l’amica.
- Sono quasi gelosa… hehe…- sorrise.
Nevia le strinse forte la mano nella sua.
- Non devi… vedrai che presto lo troverai anche tu un ragazzo, sei dolce e buona…  - disse seria.
La bionda rise e sorrise, Nevia era la sua migliore amica e le voleva un mondo di bene e con o senza fidanzato lei era felice. Grazie a lei aveva trovato nuovi amici, ogni giorno era pieno e divertente.
Arrivarono allegre e festose al cancello della scuola. Subito le manager le notarono salutandole e non ci volle molto perché Mark girandosi verso di loro fece lo stesso.
Le raggiunse Jude che prese la mano della fidanzata. Alys lasciò l’amica con il più piccolo e una  volta salutato si diresse dalle manager correndo.
- Tutto bene? – chiese il castano mentre mano nella mano con lei si dirigeva sul campo.
Lei annuì. 
Arrivarono al centro del campo e lui non le lasciava la mano, salutò tutti e sorridendo si mise a correre per andare a cambiarsi. Dopo il campo da calciò svoltò alla sinistra del portone della scuola dirigendosi alla sede del club di calcio, girò la maniglia ed entrò. Vide su un banco un foglio con una penna e per sicurezza scrisse “occupato” su di esso per poi attaccarlo fuori, meglio prevenire delle situazioni imbarazzanti.
Iniziò a spogliarsi per poi mettere i calzoncini e la canotta, si sedette mettendo calzettoni e scarpini e si alzò stiracchiandosi, pronta ad un'altra giornata di corse, pronta a infangarsi e sudare. Ridacchiò tra se e se e mentre aprì la porta trovò davanti a se Jude.
- Hey… stavo venendo… è successo qualcosa?- disse la ragazza guardandolo con un dolce sorriso.
Lui era abbastanza serio, si era tolto gli occhialetti e li teneva nella mano. In quei mesi era diventato più alto e ormai la differenza di altezza tra loro era diminuita aveva messo su un po più di muscolatura e bè stava diventando più maturo nell’ aspetto oltre che nei modi ma ora era strano, la guardava e non proferiva parola, quegli occhi rossastri come due rubini non si schiodavano da lei.
-Jude? – domandò come a ridestarlo dai pensieri .
Lui scattò in avanti prendendole le mani nelle sue e spingendola indietro facendola rientrare nella sede del club per poi richiudere con un piede la porta.
 
Era un bel po che i due piccioncini erano assenti e qualche compagno di squadra iniziava a domandarsi dove fossero andati a cacciarsi e non solo loro anche le manager, la sola che sembrava tranquilla era Alys, aveva tra le mani un libro e assorta leggeva.
Kevin che nonostante i mesi ancora moriva dietro a Nevia si diresse alla panchina in cerca di un sorso d’acqua. Nemmeno si avvicino che la bionda senza alzare lo sguardo gli allungò la bottiglia.
- Dovresti cercarti un nuovo amore sai? – disse Alys con lo sguardo sul libro.
Kevin strinse nelle mani la bottiglia che scricchiolò appena e strinse i denti.
- Pensi che non lo sappia? È difficile dimenticare qualcuno quando ogni giorno corre con te…  ti sorride e … respira le stesse emozioni che respiri tu…- mugolò il rosa guardando la ragazza.
Lei chiuse il libro per poi posarlo sulla panchina accanto a se e lo guardò, ma non con compassione ne altro, sembrava guardargli dentro e accennò un sorriso. Si alzò in piedi, lei a differenza di lui era appena più bassa, esile e femminile. Non l’aveva mai notata prima come la stava notando ora.
I capelli biondo scuro ricadevano sul seno la camicetta della divisa chiusa fino all’ultimo bottone ma la cravattina era allentata. Gli occhi nocciola guardavano i suoi.
- So cosa provi… ma… continuare a inseguirla non ti porterà da nessuna parte…- sussurrò piano per poi andare verso il campo andando ad aiutare uno dei ragazzi che era caduto mettendogli un cerotto.
Lui era rimasto imbambolato a guardarla ed era talmente inebetito che Shawn ridendo gli diede una pacca dietro la schiena che lo fece sobbalzare dal terrore.
- c…che fai? Sc…scemo… -incespicò dalla sorpresa.
Il bianco sorrise e si prese un asciugamano mettendolo al collo poi guardò Kevin.
- Infondo è bella… gentile e premurosa… magari non sarà la calciatrice dei tuoi sogni ma… penso non sia un requisito indispensabile- disse con tranquillità
Kevin intanto aveva cambiato colore arrossendo come non mai.
- Ma che vuoi saperne te… - borbottò bevendo l’acqua cercando di far finta di nulla anche se il colore delle sue guance lo tradiva.
 
Jude la aspettava fuori dalla sede poggiato ad una delle pareti vicino alla porta, Nevia uscì poco dopo a testa bassa, mise male un piede e inciampò su un piccolo dislivello dell’uscio rischiando di cadere ma lui repentino la sostenne afferrandola per un braccio.
- Non cadere… - disse lui tranquillo.
Lei lo guardò mordendosi il labbro inferiore si sentiva davvero sciocca e in imbarazzo. Sembrava lei la più piccola eppure fino a qualche mese fa pensava che a proteggerlo sarebbe stata sempre lei.
Jude le prese la mano e sospirò.
- Andiamo… si chiederanno che fine abbiamo fatto… - disse mentre si avviava piano verso il campo da calcio.
Lei camminava un passo dietro di lui, la mano nella sua e le gambe che le tremavano ancora, si domandava se sarebbe riuscita a a giocare in quelle condizioni.
Era immersa nei pensieri quando il castano le strinse piano la mano.
- Non mi scuserò… ne darò spiegazioni a loro…- si voltò a guardarla e gli accennò un sorriso.
Lei gli sorrise di rimando e le guance erano rossissime.
Arrivarono al campo e mentre Jude si diresse subito al centro riprendendo il suo posto Nevia si mise a bordo campo a fare un po’ di riscaldamento, si sentiva dolorante e rigida. Mentre era chinata per toccarsi le punte dei piedi con le mani qualcuno le solleticò la schiena e lei si tirò su trovandosi Alys vicino.
-  Siete scomparsi per parecchio nh? –disse con un sorrisetto la bionda.
Nevia avvampò e si coprì il viso con una mano voltandosi.
- Che diamine di pensieri ti stai facendo? – mugolò Nevia imbarazzata.
La bionda ridacchiò poi sospirò guardando il centro del campo.
- Sai… vorrei essere come te certe volte… sportiva e vivace ma… so solo mettere cerotti e fasciare slogature…- disse quasi afflita.
Sentendo quella frase Nevia le saltò al collo stringendola forte a se con dolcezza.
- Stupida…  tu non sei solo questo… - le sussurrò nell’abbraccio al quale l’altra rispose stringendola a se.
Ma Alys non era una tipa che la tirava per le lunghe e solleticandola si staccò dall’abbraccio.
-Falli neri… - disse ridendo indicando il campo.
E Nevia sorridente si buttò in campo giocando con tutte le sue forze seguita dal suo sguardo.
Giocò al suo meglio, smarcava tutti evitando scivolate con la palla al piede e davanti a Mark dava il meglio per segnare ma gliele stava parando tutte.
-Brava Nevia!- disse il portiere dopo l’ennesima parata mentre rinviava il pallone.
Lei però non demordeva e Alys a bordo campo continuava a fare il tifo esaltata e le manager al seguito.
 
Si fece sera e ormai il cielo si tingeva di arancione. Nevia era stata la prima a cambiarsi i ragazzi le lasciavano sempre lo stanzino a lei aspettando galantemente che lei finisse.
Era seduta sulla panchina e aveva appena salutato Alys quando vide Kevin correre dietro alla sua amica, si chiedeva che avesse di importante da dirle ma arrivò Jude a ridestarla dalle fantasticherie .
- Ti accompagno a casa….- disse prendendo lo zaino di lei in spalla insieme al proprio.
Sospirò e si arrese, anche se gli diceva che non c’era bisogno lui lo avrebbe comunque portato.
Intanto Kevin aveva raggiunto Alys e le camminava dietro, faceva la strada del ponte e camminava tranquilla con quel ragazzone dietro.
-Devi dirmi qualcosa?- chiede lei senza girarsi ne smettere di camminare.
Lui non sapeva da dove iniziare, le era andato dietro senza riflettere. Lui non rifletteva mai abbastanza quando c’era bisogno.
Allungò il passo prendendole la mano per fermarla e lei lo fece voltandosi a guardarlo.
- Posso… accompagnarti a casa? – disse lui serio senza mollare la mano di lei.
Le scappò un sorriso, era davvero buffo con il viso arrossato ma lei non glielo disse, sorrise con tutta la dolcezza. Non era il più bello dei ragazzi ma, era dolce e davvero impacciato.
- Va bene… accompagnami…- disse prendendogli meglio la mano e riprese a camminare con lui affianco.
Sul fiume risplendeva una bella luce arancio, la città era tutta brillante e un altro giorno stava finendo, ma per qualcuno stava iniziando qualcosa di nuovo.
Nevia arrivò a casa scortata come sempre dal suo supereroe e dandosi un timido bacio si salutarono.
- A domani ! – gli gridò lui mentre affrettava il passo.
Lei lo salutò con la mano dall’uscio di casa, mentre col pensiero era già sul campo da calcio e correva al suo fianco.
 
Fine.
 
Grazie a chi ha letto fino a qui ^^ spero vi sia piaciuta io… ce l’ho messa tutta. E mi spiace per il capitolo un po breve ^^”  Attendo i vostri giudizi <3

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