Unlimited Blood

di Ladymoon957
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione: I personaggi ***
Capitolo 2: *** In una notte di neve... ***
Capitolo 3: *** I am the idol. ***
Capitolo 4: *** "Adottata" ***
Capitolo 5: *** La musica della lussuria. ***
Capitolo 6: *** Pioggia e mele. ***
Capitolo 7: *** Autumn bloody ***
Capitolo 8: *** Corde di Sangue ***
Capitolo 9: *** Maid o schiava d'amore? ***
Capitolo 10: *** Scacco matto ***
Capitolo 11: *** Mare e tramonto. ***
Capitolo 12: *** Gemme. ***
Capitolo 13: *** Prigione. ***
Capitolo 14: *** AVVISO PER LE CREATRICI DEI PERSONAGGI FEMMINILI DI QUESTA STORIA ***



Capitolo 1
*** Introduzione: I personaggi ***


     
Ciaoooo a tutte! Ecco a voi ancora un altra storia su Diabolik Lovers. Che volete farci? Li amo troppo questi vampiri! >///<

Consideratela come una specie di seguito di Midnight pleasure :-) notando che quest'ultima vi è piaciuta tanto ho deciso di scrivere un altra raccolta, sempre con i nostri dieci vampiri preferiti e in più ho deciso di aggiungere Carla e Shin Tsukinami. Quindi i capitoli sta volta saranno 12. Però..e già c'è un però, ho deciso sta volta di far scegliere a voi le dodici ragazze protagoniste, ognuna da mettere insieme ad uno dei dodici vampiri :-)

 

Compilate questa scheda e mandatemela tramite recensione :-)

 

1 Nome :

2 Cognome:

3 Età :

4 Descrizione fisica:

5 Carattere:

6 Nazionalità :

7 Vampiro:

 

 

Detto questo adesso attendo le vostre recensioni :-) kiss kiss Ladymoon957

 

 

 

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Capitolo 2
*** In una notte di neve... ***


                                                                                         IN UNA NOTTE DI NEVE...  
              
                                                                     


.-Aaaaaah uffa che noia! - disse una giovane ragazza ventenne dai capelli rossi,mossi e talmente lunghi da arrivarle all'altezza del sedere, occhi dello stesso colore del ghiaccio e pelle abbronzata. 
- Non sopporto l'inverno! Per fortuna che tra non molto sarà primavera..- disse fra sé Tayuya Hakina mentre era in piedi davanti alla finestra della sua stanza ad osservare la neve cadere. Accanto a lei il grande camino accesso riscaldava tutta la stanza tanto che nonostante fosse inverno, la ragazza indossava un top nero con dei laccetti che s'incrociavano dalla fine del top fin sopra sul seno e un paio di pantaloni mimetici con un paio di scarpe da ginnastica nere; ma anche se il camino non fosse stato acceso, lei avrebbe indossato lo stesso abiti leggeri.
La ragazza, uscì dalla sua stanza percorrendo un lungo corridoio illuminato appena da dei candelabri posti sul muro. Si trovava in una villa immensa,estremamente elegante e tetra: villa Sakamaki. 
Pochi giorni prima suo padre le aveva detto che per motivi di lavoro lui e sua madre non sarebbero stati a casa e perciò lei si sarebbe trasferita per pochi giorni a casa di un suo conoscente: Reiji Sakamaki secondogenito del politico Tougo. 
- Sono arrivata solo ieri ma fin'ora a parte milioni di camerieri non ho visto nessuno, chissà che tipo è questo Reiji.....vive solo in una casa cosi grande! -
- In realtà non è cosi. - la rossa udì una voce alle sue spalle e si voltò trovandosi davanti un ragazzo alto dai capelli scuri e occhi color magenta. Indossava la divisa di una scuola famosa e frequentata solo dai figli di ricchi in più portava un paio di occhiali rettangolari. Aveva una carnagione davvero chiara, bianco neve, e aveva un non so che di strano...ma vedendolo con quella cravatta indossata in maniera perfetta, con un paio di guanti bianchi alle mani, tutti i bottoni della camicia e gilet abbottonati correttamente e la sua postura incredibilmente retta sembrava una persona seria, anche troppo. 
- Prego? - disse lei.
- Non vivo solo io qui. Insieme a me ci sono anche gli altri miei cinque fratelli ma loro al momento non sono qui. - disse lui sempre con quell'espressione seria.
- Ah ho capito, senti un po' quindi tu sei Reiji? - domandò lei sorridendo al ragazzo, mentre lui la guardava sempre con la stessa espressione, seria e distaccata, come una statua.
- Si, io sono Reiji Sakamaki. E tu devi essere la figlia del capo dell'industria Hakina. - disse lui.
- Già sono proprio io!....ahahahha senti Reiji! Posso chiamarti solo Reiji vero?.....ma si che posso! Hey perché continui ad avere quell'espressione seria? Ti sei imbambolato? Oppure ti eserciti per diventare un mimo che non parla mai? Aaaaaaaaaaaah ho capito sei un mimo e ti piace fare la statua! Ahahahahaha- lei rideva allegramente mentre il ragazzo al contrario mutò leggermente espressione mostrando un po' di fastidio.
- Che ragazza maleducata.- disse lui secco.
- Cosa? Hey hey hey guarda amico che io non sono affatto maleducata! E poi dai non te la sarai presa per la storia della statua vero? Stavo solo scherzando! - disse lei sorridendo allegra mentre Reiji restava ancora serio.
- Vieni da me tra mezzora. - disse lui voltandosi dando le spalle alla ragazza.
- Umh? Perché? - domandò lei.
- Hai bisogno di imparare un po' di buone maniere. - rispose lui.
- Cosa?! - disse lei, ma il ragazzo ignorandola iniziò a camminare allontanandosi da lei.
- Hey amico! Guarda che io non ho bisogno di imparare......hey ma mi ascolti? Ma tu guarda che tipo! dice a me di essere maleducata e poi se qualcuno gli parla lui per primo lo ignora....come un ma-le-du-ca-to. - disse lei scandendo bene la parola “maleducato”. Reiji si fermò di colpo e si voltò verso la ragazza.
- Cosa c'è? - domandò lei provocandolo.
Reiji sogghignò appena e poi posandosi un dito sotto il mento rispose alla ragazza: 
- Tse, che faccia tosta a dire ad un tipo come me di essere maleducato.........sei davvero coraggiosa a sfidarmi.......o molto sciocca. - disse lui guardandola.
La ragazza continuava a guardarlo sogghignando anche lei. 
- Perché parli cosi? Solo perché sei il figlio di un politico credi di mettermi paura? Eh bella statuina? Potreti sorridere un po? O hai paura che ti si formino le crepe sulla pietra?- disse lei iniziando a ridere subito dopo. 
- Sei troppo esuberante ed estroversa per i miei gusti....e poi.....che razza di posizione sarebbe quella? Non sai nemmeno comportarti come una ragazza? Non solo sei insolente ma anche maschiaccio. - disse il ragazzo osservando che lei aveva le gambe divaricate ed una postura non del tutto retta.
- Questi non sono affari tuoi mi sembra....non sei tu a decidere come devo essere. -
Lui chinò la testa ghignando. 
- Tu dici? Comunque qui sono io  principalmente a comandare in assenza di mio padre e perciò tutti devono fare come e cosa dico io. - disse lui.
- Non credi di esagerare? Parli sul come essere educati eccetera e poi tratti cosi una ragazza più grande di te. Hai diciott'anni giusto? Beh io ne ho venti amico. - disse lei sorridendo vittoriosa.
Reiji a quell'affermazione sorrise appena...
- Sono più piccolo di te solo in teoria.......Tra un minuto vieni in camera mia. - disse lui andandosene subito dopo.
“ Che significa che è più piccolo solo in teoria? Aaaaaah che tipo assurdo, non si può nemmeno scherzare che vieni trattata male...e adesso chissà dove sarà la sua stanza, questo posto è immenso! E poi prima dice mezzora e adesso se ne uscito con un minuto” pensò la ragazza cercando un cameriere che le mostrasse la strada. 
Alla fine con l'aiuto di una cameriera, trovò la stanza, la cameriera bussò. 
- Reiji-sama c'è qui la signorina Hakina. -
- Falla entrare. - si udì la voce di Reiji provenire dall'interno della stanza, la cameriera aprì la porta e Tayuya entrò. La stanza era enorme: un mega camino acceso infondo alla stanza visibile perfettamente appena entrati nella stanza, un letto a due piazze sulla destra con accanto un lume alto e accanto a questo una piccola libreria colma di libri e ogni sezione era etichettata con i nomi degli argomenti: matematica, fisica, chimica, astronomia, biologia e tutta altra roba scientifica. Sul lato sinistro invece una grande vetrata mostrava il giardino della villa completamente ricoperto di neve, le mura della stanza erano di un viola scuro quasi prugna e questo colore si abbinava perfettamente alle tende violetto chiaro posta davanti alla vetrata, in più al lato del camino c'era una porta chiusa che poi si aprì dopo poco che Tayuya era entrata nella stanza.
- Eccoti qui. - disse Reiji uscendo proprio da quella porta, non indossava più la divisa ma solo una camicia nera con solo i bottoni inferiori abbottonati lasciando ben visibile i pettorali ben definiti e un po' gli addominali alti scolpiti anch'essi e indossava un paio di pantaloni lunghi neri. Aveva tolto i guanti però portava ancora gli occhiali. La ragazza osservandolo rimase sorpresa pensando che quello che adesso aveva davanti era lo stesso ragazzo perfettino e preciso di poco prima.
- Vieni qui. - disse Reiji avvicinandosi al letto, prendendo una sedia e mettendola li vicino. 
- Pe-perché? - balbettò lei.
“ Ma che mi prende? Non è da me balbettare.....e poi perché il cuore mi sta battendo cosi forte?” pensava lei. 
- Allora ti sbrighi? - domandò lui. La ragazza gli si avvicinò e lui afferrandola all'improvviso dalle braccia la fece sedere sul letto. Tayuya sussultò appena le mani di Reiji la toccarono e lui se ne accorse sogghignando ma non dicendo nulla. Si sedette anche lui e poi iniziò a parlare: 
- Bene, per prima cosa, quando ti siedi devi chiudere le gambe, una signorina per bene non si siede con le gambe aperte, lo fanno solo i maschi. - disse lui e la ragazza disse:
- E allora perché tu hai le gambe chiuse anche se sei un maschio? - domandò lei ridendo sotto i baffi. Lui la guardò serissimo.
- Perché sono un ragazzo di classe ed educato, adesso smetti di scherzare se non vuoi che passi alle maniere forti. - disse lui.
- Uuuuh mi fai tanta paura signorino so tutto io...- disse lei.
Reiji sogghignò ma questa volta il suo sorriso era diverso, si alzò di scatto dalla sedia e spingendo la ragazza dalle spalle la fece stendere sul letto. L'azione di lui fu cosi rapida che Tayuya non riuscì ad accorgersi di ciò che era accaduto e quando alla fine si ritrovò il viso del ragazzo di fronte al suo capì. 
- Ma cosa? - domandò lei sgranando gli occhi e arrossendo. Reiji la osservava e si tolse gli occhiali posandoli sul cuscino accanto a lui.
Guardandolo cosi senza occhiali e con la camicia che permetteva una bella visione del corpo di lui, Tayuya si rese conto di avere davanti un bellissimo ragazzo poco fa nascosto dall'immagine del perfetto uomo di corte..
“ E' bellissimo!” pensò lei mentre il ragazzo ancora su di lei parlò: 
- Non provocarmi più umana. Non ti conviene metterti contro di me..-
- Perché mi chiami umana? - chiese lei.
Lui sogghignò. 
- Perché è quello che sei, una misera umana. -
- E perché tu cosa credi di essere? - disse lei.
- Io?............poco fa ti ho detto che sono più piccolo di te solo teoricamente, perché in pratica io ho molto di più di diciotto anni, solo che ormai sono rimasto a quest'età. - rispose lui.
“ Ma chi è questo ragazzo?” - Mi prendi in giro? - 
- No affatto. - disse lui cambiando espressione mostrandone una poco raccomandabile, la ragazza stava iniziando ad avere paura, gli occhi di lui fissi su di lei erano bellissimi e strani.
- Vuoi che ti mostri chi sono davvero? - domandò lui. La ragazza non rispose.
- Bene, chi tace acconsente.- disse lui poco prima di alzarla dal letto e di sbatterla contro il muro di una doccia.
- Ma come? Come ci siamo finiti qui? - chiese lei mente lui appoggiò le mani sul muro accanto alla testa di lei.
- E' una delle mie doti......posso teletrasportarmi dove voglio. - rispose lui.
La ragazza impaurita e confusa ebbe un idea. Si trovava in una doccia, perciò se avesse aperto l'acqua e gliela avrebbe buttata addosso lui si sarebbe allontanato e lei avrebbe potuto fuggire e cosi ci provò. 
Velocemente aprì l'acqua direzionandola verso il viso di lui che effettivamente si bagnò. Chiuse gli occhi per un istante mentre lei cercò di scappare passandogli dal lato bagnandosi anche lei, ma il ragazzo abilmente le afferrò un polso e la sbattette di nuovo contro la doccia sta volta di spalle e le bloccò un braccio dietro la schiena. 
- Ahhaahhaha vuoi fuggire? Hahahah e credi seriamente che io te lo permetta misera umana? Tu resti qui finché lo voglio io...- disse lui sorridendo con malizia tenendola appiccicata al muro. Tayuya sentì il corpo del ragazzo premere contro il suo e sussultò arrossendo, cercando di liberarsi però senza successo.
“ E' fortissimo!” pensò lei poco prima di sentire la mano di lui accarezzarle la spalla e il collo con la mano libera iniziando poi ad abbassarle la sottile bretella del top.
- Cosa fai?! - domandò lei.
- Ti sei bagnata tutta, i vestiti non ti servono più adesso..... - disse lui.
- COSA?! FERMO! NON TOCCARMI! - gridò lei agitandosi sebbene inutilmente...
“ Ma cosa gli è preso tutto d'un tratto? Sembrava un ragazzo tranquillo invece......” i suoi pensieri furono interrotti dal sentire la lingua del ragazzo percorrerle la spalla e il collo.
- Mmmh ha davvero un buon odore.....sarà di una delizia.... - disse lui.
- Ma che dici? E lasciami! - continuò lei.
- Ahahhahahahah è inutile che ti agiti piccola, voglio assaggiarti e non riuscirai ad impedirmelo. - disse lui con tono malizioso ed eccitato.
- Ma si può sapere chi diavolo sei tu? -
Reiji aprì la bocca mostrando i canini appuntiti. Alla ragazza prese un colpo e sgranando gli occhi gridò: 
- VAMPIRO!? -  era sorpresa ma al col tempo impaurita, anzi terrorizzata. 
Reiji sogghignò poco prima di trafiggerle la spalla con i suoi denti. 
-AAH! -urlò la povera Tayuya in preda al dolore. Reiji le succhiava il sangue liberandole il braccio e iniziando poi a toccarle i fianchi. 
-Ti è piaciuta come risposta? Ah! Sei buona......sei davvero ottima...e per questo....da adesso tu sarai la mia riserva personale. - disse lui leccandosi le labbra allontanando il viso dal collo di lei e voltandola. Adesso erano uno di fronte all'altra.
- Non credere che abbia finito con te....ho appena iniziato. - disse Reiji
- No! Ti prego! - disse lei voltando il viso per non guardarlo, lui si levò la camicia nera che ormai gli si era appiccicata addosso e restando a torso nudo poi, le voltò il viso afferrandoglielo con la mano.
- Come ti ho detto poc'anzi, andrai via solo quando lo deciderò io....- disse lui prima di morderla di nuovo e sta volta sul collo, afferrandola anche dai fianchi e avvicinandola a lui tanto da far toccare i loro corpi. Tayuya si sentiva sempre più debole, la vista si stava offuscando, tutte le energie la stavano abbandonando....in che razza di guaio si era cacciata...e la cosa peggiore era anche che nemmeno i suoi genitori le avrebbero mai creduto. Chiuse gli occhi arrendendosi anche perché non aveva più la forza di tentare di liberarsi. Reiji continuava a bere approfondendo ancora di più le ferite che le aveva procurato finché non sentì la ragazza cadergli. Si staccò di colpo e l'afferrò poco prima che potesse sbattere contro il muro della doccia.
- E' svenuta. Sarà meglio metterla a letto. Carl! - disse Reiji e poco dopo un cameriere comparve nel bagno fuori dalla doccia.
- Ordinate signorino. -
- Di alla cuoca di preparare della carne e del succo di ribes rosso, quando la nostra ospite si riprenderà avrà bisogno di energie. - disse il ragazzo.
- Agli ordini Reiji-sama.-
Cosi alla fine Reiji portò la ragazza nella sua stanza stendendola sul letto. 
- Ci rivediamo al tuo risveglio insignificante umana. - disse lui poco prima di scomparire nel nulla.

             




ECCO QUI! E' INIZIATA UNLIMITED BLOOD!! BEH CHE NE DITE??? COME SONO ANDATA? RECENSITE PER FAVORE A PRESTO! :-) 

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Capitolo 3
*** I am the idol. ***


                                                                                         I AM THE IDOL

Era una calma serata d'estate. Una giovane ragazza diciasettenne, non molto alta, dai capelli biondo cenere lunghi fino ai fianchi,occhi nocciola e con un fisico sulla norma, con una mini gonna rossa,un top senza spalline nero con dei brillantini al centro, gambe scoperte e un paio di ballerine nere ai piedi; passeggiava per le strade di Tokyo parlando al cellulare con una sua amica...
- Ahahhaha tranquilla Kirimi ci penso io! - 
- Davvero Eris? - 
- Certo che si! tranquilla amica mia gli farò capire io che non deve più permettersi di far soffrire la mia migliore amica! - 
-Grazie mille Eris, sei una vera amica. - 
- Tranquilla. - 
- Grazie ancora! allora ci vediamo domani. - 
- Okay, a domani! - 
Eris riattaccò e continuò a camminare finchè non vide un bellissimo vestito celeste su di un manichino in una vetrina. 
- Che bello! - disse ad alta voce poco prima che un cane le saltasse addosso. 
- AH! hey ma? - disse lei allontanandosi d'istinto dal cane che nel tentativo di giocare le andava addosso. Era un bellissimo cane-lupo un Husky grigio e nero e dagli occhi color ghiaccio. 
- Hey Sky! - si udì una voce provenire da li vicino e poco dopo un ragazzo andò in contro a Eris. 
- Scusa, non so cosa gli sia preso. -
La ragazza alzò lo sguardo ritrovandosi di fronte un ragazzo alto,biondo,occhi dello stesso colore del cielo limpido ed indossava abiti all'ultima moda e firmati: un paio di jeans leggeri,lunghi e di colore grigio scuro,quasi nero e una canotta bianca con una giacca grigia. Era bellissimo. 
Lei arrossì un po' ritrovandosi davanti un ragazzo tanto bello e che le sembrava anche  famigliare....
- No tranquillo, io non temo i cani perciò nessun problema so come sono fatti ahahahha.- disse lei ridendo. 
- Comuque sono dispiaciutissimo, per farmi perdonare che ne dici se ti offro qualcosa? - disse lui sorridendole. 
Sembrava un ragazzo davvero dolce e a modo, però Eris aveva una strana senzazione, era convinta di averlo già visto.....
- Oh mio Dio! - si sentì una ragazza gridare dal lato opposto della strada. I due si voltarono verso la ragazza che era accompagnata da un gruppo di altre ragazze. 
- Ragazze! è Mukami Kou!! - disse la ragazza e in un lampo, tutto il gruppetto aveva circondato il ragazzo chidendogli autografi e foto. 
" Ma certo! adesso mi ricordo! ho visto la foto di questo ragazzo sulla copertina di un giornale di gossip di una ragazza della mia classe! molte ragazze della mia classe parlavano di lui......Kou Mukami. E' un idol..." pensò la ragazza restando in disparte mentre le altre ragazze parlavano con Kou. 
- Bene,ragazze scusatemi ma adesso dovrei andare...- disse Kou sorridendo. 
- Oooh che peccato! non possiamo venire con te? - domandò una ragazza del gruppo. 
- No mi dispiace. Ma vedete, sono già in compagnia perciò...- disse il ragazzo allontanandosi da loro e mettendo un braccio attorno alle spalle di Eris. Le ragazze la guardarono malissimo come se volessero ucciderla ed Eris si sentì abbastanza infastidita da quegli sguardi ma poi Kou tirandola via inisieme al cane la portò via con se. 
- Ahahaha queste ragazze....la mia manager mi dice sempre di andare in giro in modo da non farmi riconoscere, ma non sopporto proprio l'idea di nascondere il mio viso ahahahha tu cosa ne pensi?......ah approposito, non ti ho nemmeno chiesto come ti chiami..piacere io sono Mukami Kou, anche se immagino tu lo sapessi già..- disse il ragazzo mentre passeggiava con la ragazza. 
- Il mio nome è Eris e scusa non ti offedere però non ti ho riconosciuto subito in realtà. - rispose la ragazza. 
Kou rimase in silenzio per pochissimi secondi però poi riprese a parlare: 
- Allora dove vorresti andare? - domandò lui. 
- Ah, beh ecco guarda non preoccuparti davvero! ahahahha è tutto ok! non occorre che mi offri qualcosa, sul serio! - rispose lei sorridendogli. 
- Ma no! insisto ti offro un gelato okay? andiamo!- disse Kou afferrando la ragazza per il polso e portandosela via, sulla strada compose un numero al cellulare e dopo aver atteso per due,tre minuti, arrivò un'auto lussuosa con alla guida un uomo in giacca e cravatta, sembrava un maggiordomo. 
- Ciao Richard, porta tu Sky a casa, io ho un appuntamento. - disse Kou all'uomo che prese il cane e dopo averlo messo nell'auto se ne andò. 
- Potevi anche farlo restare...non dava alcun fastidio..- disse Eris sempre sorridendo. 
- Si, però non possiamo portarlo con noi dentro i locali. - disse Kou. 
- In effetti hai ragione - rispose lei allegra. 
"Mmmh è tranquilla e allegra.......non sospetta nulla, bene,bene,bene le cose non potevano andarmi meglio di cosi, proprio adesso che mi stavo annoiando ecco che spunta una bella ragazza con cui divertirmi.." pensò il ragazzo mentre i due entrarono in gelateria.
- Buona sera. - dissero i due entrando nella gelateria. 
- Salve ragazzi. - 
-Allora che gusti vuoi? - domandò il ragazzo a Eris. 
- Prenderò un cono con cocco e stracciatella. -disse lei. 
- Per me un cono con cocco e nocciola. - disse Kou. 
In poco tempo i loro gelati erano pronti e i due uscirono a fare una passeggiata gutando i loro gelati. 
- Grazie Mukami-kun - disse Eris. 
- Tranquilla, pagherai dopo...- disse lui sogghignando. 
- Come? - domandò lei. 
- Eh? ahaha tranquilla e chiamami Kou. - disse lui. 
- Non ho capito cosa hai detto prima...- 
- Ah,ahahahha niente...Dimmi un po' cosa fai? - domandò lui. 
- Sto per finire il liceo...tu invece vai ancora a scuola? - 
- Si, frequento il terzo anno del liceo, in più lavoro come idol, anche se lo sai già. - rispose lui sorridendole. 
- Ahha e si, deve essere dura però! mantenersi sempre in forma, stare attenti a non ferirsi....dev'essere piuttosto stressante- disse lei. 
- Si, hai ragione,anche se una volta il figlio di un nostro amico di famiglia mi ha quasi fatto un taglio in faccia lanciandomi contro una freccetta del tiro a segno..- disse lui facendo un espressione buffa. 
- Ma no! ahahaha - lei rise di gusto e poi gli chiese:
-E cosa ti piace fare? - 
- Il mio hobby? ballare. Mi piace, ballo quasi ogni genere di musica.- 
- Fai anche danza classica? - disse lei ridendo. 
- Che? no,no,no,no! ahahahhahaha, sai una cosa? anche se parli bene il giapponese, non hai per niente l'aspetto di una giapponese..sei straniera?  - disse lui.
- Si, sono greca. Sono venuta qui in Giappone per un viaggio culturale, frequento un liceo giapponese e sono ospite di una famiglia molto gentile, però conosco il giapponese solo grazie a mio nonno che me lo ha insegnato. Ha vissuto sempre qui e quando veniva da noi per l'estate mi insegnava la lingua... - rispose lei.  
I due passarono molto tempo insieme, però si era fatta quasi mezzanotte ed Eris disse: 
- Non avrei mai creduto che avrei passato una serata insieme a Kou Mukami, sei stato molto gentile Kou, ma adesso devo tornare a casa è tardi. - 
- Ti accompagno io. - disse Kou all'istante e serio. 
- Ma no dai, hai già fatto tanto per me, non occorre che mi accompagni ti ringrazio. Ciao. - disse lei voltandosi. Stava per incamminarsi ma il ragazzo l'afferrò da un polso e disse: 
- Sul serio Eris insisto.- disse lui. A quel punto la ragazza notò qualcosa di strano nello sguardo di Kou, non era rilassato e sorridente come prima, era serio. 
- No, davvero non occorre. - disse lei.
- Insisto. Dai è tardi e per una ragazza è pericoloso andare in giro da sola a quest'ora di notte..- dicendo questo, la ragazza ci pensò su e poi sorridendo rispose: 
-Sta tranquillo! se qualcuno oserà anche solo avvicinarsi a me, gli darò un pugno talmente forte che volerà! poi gli mostrerò il mio speciale colpo del leone! un solo botto e il nemico sarà a terra! ahahhahahaha non c'è motivo di preoccuparsi per me! ahahahhaha- disse lei. 
Kou digrignò i denti senza farsi notare dalla ragazza, era senza dubbio una ragazza tutto pepe come si dice e la cosa infastidiva non poco il ragazzo che però riprovò a parlarle: 
- Ahahahahhahaha sembri abbastanza decisa! però sei pur sempre una ragazza.... dai lascia che ti dia un passaggio a casa, chiamo la limousine e...- disse lui, ma appena sentì la parola "limousine" Eris gli andò incontro mostrandogli un sorriso a trentadue denti..
- HAI UNA LIMOUSINE??!!! - disse quasi gridando. 
Kou la guardava sorpreso e le rispose:
-Si, ce l'ho. - 
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!!!! si che bello! farò un giro in limousine siiiiii!!!!! - disse lei super contenta, Kou la osservava sorridendo soddisfatto mentre chiamava l'autista che in pochi minuti fu li. 
Entrarono in macchina, Eris tutta eccitata si guardava attorno esaminando ogni angolo dell'auto ripetendo sempre:
- Fantastico!, bellissima,fantastico!.......e c'è perfino un mini frigorifero! è straordinario!!!- il ragazzo la guardava senza dire nulla e aggiustandosi i capelli guardandosi allo specchio, dopo un po' la ragazza gli disse: 
- L'autista sta facendo una strada molto lunga..- 
-Ah, si, gli ho chiesto di fare il giro più lungo per farti godere al massimo la limousine. - rispose lui. 
- Aaaaaaaaaaah si fantastico!! woowowow. E dimmi un po' tu hai fratelli,sorelle?-
- Si, ho tre fratelli: Ruki,Yuma e Azusa il più piccolo, io sono il secondo. - disse lui prendendo il cellulare dalla tasca. 
- Davvero? dev'essere bello avere dei fratelli! io sono figlia unica, però mi sarebbe sempre piaciuto avere un fratellino o una sorellina più piccola. - disse lei sorridendo. 
- Non contarci, i fratelli sono scoccianti, parlo per esperienza, Ruki non fa altro che dare ordini a tutti ad esempio, è un vero rompi scatole.- 
- Ahahahahhaha da come ne parli si direbbe che il maggiore tra voi quattro sia lui ahahah! - disse lei. 
- Infatti è cosi, anche se non siamo effettivamente fratelli di sangue, lui è comunque il più grande tra noi, però non occorre spiegarti tutto, la storia è troppo lunga e difficile da capire..- disse Kou mentre cliccava lo schermo touch del cellulare inviando un messaggio a qualcuno..

A: Ruki-kun

Sto tornando a casa, sono in compagnia, che nessuno venga a disturbare! 

Dopo altri cinque minuti, la macchina si avvicinò al cancello di una bellissima e grande villa. 
- Kou ma dove siamo? - domandò la ragazza.
- A casa mia. - rispose lui. 
La ragazza sgranò gli occhi e pensò: " A casa sua? perché mi ha portata qui?" da essere tutta pimpante ed energica, Eris si calmò diventando silenziosa.
- Come mai ti sei zittita di colpo?- domandò Kou sogghignando. 
- Perché mi hai portata a casa tua? - domandò lei. 
- Perché mi andava.- rispose lui. L'auto si fermò e il maggiordomo scese andando poi ad aprire lo sportello di Kou, lui scese e poi porse la mano ad Eris che però non voleva scendere dalla macchina. 
- Kou io devo tornare a casa. - disse lei seria. 
-Hey..rilassati Eris, dai entra solo un attimo, mio fratello mi ha mandato un messaggio per dirmi di prendere un po' di dolce e di dartelo. Tranquilla, prendiamo la torta e poi ti riporto a casa, rilassati. - disse lui sorridendole, ma quel sorriso non era molto convincente, Eris si stava pentendo di essere andata con lui, la situazione era troppo strana! prima le aveva detto che la stava accompagnando e poi l'aveva porta a casa sua. 
"Qualcosa non torna" pensò lei. 
- Okay, allora se è per la torta non occorre che scenda anch'io, prendila e portala qui. - disse lei. 
Kou l'afferrò per il polso e la tirò verso la portiera dicendo:
- Ma daii devi dirmi quanta ne vuoi, ho bisogno che tu entri con me dai! ti prometto che sarà una questione di cinque minuti al massimo. - disse lui tirandola e facendola uscire di forza dalla macchina. 
Alla fine Eris obbligata dal fatto che Kou le tenesse il braccio entrò nella villa. All'interno, la villa era davvero molto elegante con divani in pelle neri e bianchi, tavoli di cristallo, piena di oggetti antichi di grande valore ma aveva anche un non so che di tetro.
Kou condusse Eris in una stanza: 
- Aspetta qui. - disse solo prima di chiuderla nella stanza in compagnia di un maggiordomo. Nella camera chiaramente enorme, vi erano tantissimi tappeti che ricoprivano il pavimento, il letto grande e largo posto al centro della stanza con ai lati due comodini in legno neri con un vetro posto sopra di essi sul quale poi c'erano due lumi identici di media misura raffiguranti una donna che teneva in mano una specie di stelo doppio con alla fine un giglio in vetro che conteneva la lampadina. Sul soffitto c'era un grande lampadario di vetro con dei cristalli appesi per abbellirlo, al lato destro del muro, una grande vetrata mostrava il giardino della villa e poco distante da questa c'era un grandissimo armadio a due ante e uno specchio,immancabile nella stanza di idol. 
Dopo poco Kou tornò nella stanza in compagnia di una cameriera che teneva un vassoio con sopra due fette di torta di mele e del vino rosso. 
- Accomodati Eris. - disse lui indicandole un tavolo di cristallo rotondo con delle sedie in legno decorate da dei cuscini ricamati. Lui si sedette mentre la cameriera posò il vassoio sul tavolo ed Eris era ancora in piedi. 
- Avevi detto che dovevo portarmelo a casa, non che dovevo mangiarlo qui. - disse lei. 
- Beh, prima assaggialo e vedi se ti piace. - disse lui dopodiché facendo un cenno con la testa, ordinò alla cameriera e al maggiordomo di uscire e cosi fecero lasciando soli i due. Eris alla fine si sedette. 
- Dimmi Eris, tu credi ai fantasmi?- domandò lui. 
- No! - rispose lei secca. "Come mai adesso mi fa una domanda del genere?" 
-Eeeh, ai vampiri? credi nella loro esistenza? - domandò lui. 
La ragazza anche se confusa da quelle domande, rispose: 
- Certo che no, i vampiri non esistono. - rispose lei. Kou sogghignò per poi riprendere a parlare: 
- Ho capito, sai però quali sono le capacità di un vampiro e cosa teme. - disse lui. 
- E' una cosa che sanno tutti, i vampiri sono veloci, se vengono feriti le ferite si rimarginano subito, non escono mai di giorno perché il sole li fa diventare cenere,temono le croci e l'aglio. Ma cosa centrano i vampiri adesso? - rispose lei. 
- Di tutto quello che hai detto solo due cose sono effettivamente vere. - rispose lui. 
- Come? - 
- E' vero che sono veloci e che se feriti guariscono subito, per quanto riguarda l'aglio e le croci non fanno assolutamente nulla e per il sole lo stesso, non escono di giorno solo perché abituati alla notte, la luce del sole è solo fastidiosa.Però c'è un altro particolare che ti è sfuggito...i vampiri sono molto subdoli e direbbero o farebbero di tutto pur di tenersi stretti la preda che hanno scelto. Usano il loro fascino per abbindolare la preda e poi...- rispose lui. 
- Senti Kou non so perché hai tirato fuori questo discorso ma io devo andare adesso. - disse lei alzandosi da tavola e andando verso la porta, Kou restò seduto senza nemmeno guardarla, ma appena la ragazza tentò di girare il pomello, la porta non si aprì. Eris sgranò gli occhi e cominciava ad avere paura. 
" E' chiusa a chiave!" pensò.
- E' tutto inutile tesoro, per questa notte non lascerai la mia stanza. - disse Kou, la ragazza arrabbiata e spaventata si voltò di scatto per gridare contro al ragazzo ma appena si voltò se lo ritrovò a pochi centimetri da lei. 
-AH! - sussultò Eris mentre il ragazzo posò le sue mani sulla porta inchiodandola contro questa. 
" Mi è arrivato alle spalle senza che me accorgessi!" 
- Apri la porta Kou! - disse con decisione lei, lui ghignò divertito e rispose:
- No. - 
- Ti ho detto di aprire la porta ora! altrimenti mi metto a urlare! - 
-Tse, fallo pure non ti servirà a nulla, nessuno interverrà. Siamo solo noi due piccola neko-chan. - disse lui, allora la ragazza d'istinto lo colpì in pieno volto con uno schiaffo graffiandolo con le unghie. Kou si allontanò sgranando gli occhi e si mise un dito sui graffi che la ragazza gli aveva lasciato sulla guancia.
- Hai osato colpire il volto di un idol?!- disse lui serio ma poi rivolse di nuovo lo sguardo alla ragazza sorridendo in modo diabolico.
- Per fortuna che non si noterà....- disse poco prima che le ferite si chiudessero all'istante senza lasciare traccia della ferita; Eris più che sorpresa guardò il ragazzo pensando a ciò che Kou le aveva detto poco prima....
" - I vampiri se feriti guariscono subito..." - 
- Non è possibile! - disse lei impaurita allontanandosi dalla porta cercando di mettersi il più lontano possibile da lui..
- Hai capito koneko-chan? sei caduta in pieno nella mia trappola...sei come una farfalla intrappolata nella tela del ragno, adesso non mi potrai sfuggire. - disse Kou mostrando a pieno i canini aguzzi alla ragazza. 
Kou le andò addosso ma lei riuscì a scappare andando dal lato opposto.
-Ahahahahhah è inutile che fai cosi, sei chiusa qui dentro con me, non puoi fuggire, ti prenderò e tu lo sai. - disse lui avvicinadosi a lei lentamente. 
- Perché io? - domandò lei. 
- Perché mi sembri molto appetitosa koneko-chan- 
La ragazza arrossì ma doveva trovare il modo di fuggire, non poteva saltare giù dalla finestra visto che molto probabilmente anche quella era chiusa e finché perdeva tempo ad aprirla, Kou l'avrebbe presa. La porta era chiusa....era in trappola ma cercò comunque di non farsi prendere anche se appena riprese a correre, Kou l'afferrò gettandola sul pavimento. 
- NOO! - gridò lei dimenandosi ma Kou abilmente le bloccò i polsi sopra la testa iniziandole a baciare il collo inspirando su di esso. 
- Hai un odore davvero delizioso Koneko-chan e anche il tuo corpo non è male.....ho fatto la scelta giusta. - 
-Lasciami andare Kou! - disse lei. 
- Si certo, dopo che avrò gustato il tuo sangue piccola e ingenua Eris...- 
Kou riprese a baciarle il collo bloccandole i polsi con una sola mano, mentre con l'altra esplorava il corpo della ragazza. 
- Pensala cosi, avrai la fortuna di essere andata a letto con il famoso idol Kou Mukami! - disse lui mentre le tirò giù il top facendo uscire il reggiseno. 
-AAAAAAAAAAH PERVERTITO LASCIAMI IMMEDIATAMENTE!!! - gridò lei ma il ragazzo la ignorò iniziando a palparle il seno e il sedere. 
- Puoi continuare a dimenarti quanto vuoi non riuscirai a liberarti. - disse lui avvicinando il viso all'orecchio di lei e sussurrandole poi..
- Ti farò provare un piacere che nemmeno immagini koneko-chan fidati di me, sarà fantastico..- disse lui leccandole poi il collo e mordendola subito dopo.
-AAH! - Eris sgranò gli occhi appena sentì le zanne del vampiro penetrarle nel collo, Kou si stava nutrendo assaporando quel delizioso liquido rosso che lo faceva andare in estasi. 
-Aaah! delizioso! ottimo! - disse lui staccandosi per un attimo mentre poi le alzò la gonna e infilò la mano sotto ad essa accarezzandole la gamba. 
-SMETTILA! - gridò lei ma lui la morse di nuovo continuando a toccarla nonostante lei cercava in tutti i modi di liberarsi, Kou iniziò a sbottonarsi i pantaloni mentre continuava a bere.
-Ah! no! - 
- Sta zitta e smettila di agitarti! - disse lui spostandole gli slip e penetrandola.
-AAAH! - lei gridò mentre Kou la faceva sua. 
- Allora? ti dispiace cosi tanto?! - chiese lui con voce sensuale.
La ragazza non aveva la forza per allontanarlo, in più il tocco e i movimenti di lui obbligavano il corpo di Eris ad assecondarlo.
" Maledizione!" pensava lei sentendolo entrare e uscire, era esausta, Kou continuava a bere il suo sangue rendendola sempre più debole, aveva un atroce dolore alle gambe e sui polsi e sul seno vide formarsi dei lividi che lui le aveva procurato con le mani. Alla fine Eris cedette. Svenne. 
Kou si fermò all'improvviso, si era nutrito e l'aveva fatta sua. Tutto secondo il suo piano....
- Bene Koneko-chan mi sono divertito abbastanza - disse lui alzandosi e guardando la ragazza. Aveva tutte le labbra e la canotta sporche del sangue della ragazza, si riabbottonò i pantaloni e guardò fuori, i primi raggi dell'alba stavano entrando nella stanza, era il momento di far tornare la sua ospite a casa...
- Richard. - disse Kou e subito gli comparì affianco il maggiordomo. 
- Falla lavare e rivestire dalle cameriere, dopodiché riportatela a casa sua. Penserà di aver sognato...- disse lui e il maggiordomo obbedì portando via con se la povera Eris. 
- Sei sempre il solito. - disse qualcuno davanti alla porta. 
- Non farmi la predica Ruki-kun ciò che faccio con le mie prede non sono affari tuoi. - disse Kou. 
- Va a darti una ripulita e mettiti a letto, domani notte dobbiamo andare dai Sakamaki ricordi? - 
- Uffa....si d'accordo. - disse Kou. Ruki sparì lasciando solo il ragazzo che continuava a guardare il sole sorgere..
- Dopotutto è stata davvero una bella nottata. - disse poco prima di entrare nel bagno..

  


SCUSATEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!! non so proprio come farmi perdonare!!! è solo che non avevo ispirazione!! sono giorni che lavoro su questo capitolo cercando idee ma non arrivavano! spero che comunque vi sia piaciuto questo capitolo! RECENSITE PER FAVORE!! alla prossima!! ciaooo. 



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Capitolo 4
*** "Adottata" ***


                                                                                             "ADOTTATA"
   

Tokyo,Giappone. Una ragazza dalla corporatura snella e minuta con dei lunghi capelli neri scese da un autobus che l'aveva condotta verso una fermata per taxi. Indossava un maglioncino aderente bianco: un dolce vita, una gonna celeste e un paio di parigine pesanti e bianche.

In quel luogo avrebbe dovuto attendere l'arrivo di un uomo, secondo la descrizione datale dalla donna dell'orfanotrofio da cui proveniva, non molto alto, dai capelli bianchi e vestito da maggiordomo che l'avrebbe portata con lui in una magione.

Non sapeva altro Arashi Hisoka, giovane sedicenne russa trasferitasi in Giappone per cause sconosciute. O meglio una causa c'era ma la signora Higami non le aveva dato molte notizie al riguardo....

- Ecco Arashi. Questo è il posto dove dovrai recarti. - disse la signora Higami, capo dell'orfanotrofio, dando un pezzo di carta alla ragazza che la fissava serissima con quegli occhi cosi azzurri da essere anche scambiati per ghiaccio. Cosi come il suo carattere. Glaciale.

- Perché devo andare qui?- domandò lei.

- Non volevi essere adottata? Beh considerati tale adesso, perché andrai a vivere con delle persone che hanno richiesto una ragazza. - disse solo la donna.

La ragazza non rispose, comprendendo dall'atteggiamento della donna che non le avrebbe riferito altro riguardante l'argomento e cosi andò nella sua stanza a preparare le valigie....

Arashi era alla fermata dei taxi ad attendere, immobile e con un espressione spenta e quasi pensierosa. Dopo circa dieci minuti di attesa, la ragazza vide avvicinarsi a lei una elegante e lucidissima limousine nera che parcheggiò proprio davanti a lei e dalla quale uscì l'uomo che le era stato descritto.

- La signorina Hisoka? - domandò l'uomo.

- Si. - rispose solo lei.

- Prego, entri in macchina. - disse l'uomo aprendole la portiera. La ragazza entrò senza fare la minima domanda e solo durante il tragitto chiese:

- Dove stiamo andando? -

- Alla villa dei miei padroni, sa perché è stata chiamata da noi signorina? -

- In verità no. - disse lei calma.

- Bene, il signorino le spiegherà tutto. - disse solo l'uomo, Arashi non domandò più nulla, una volta sul posto avrebbe capito.

Finalmente, dopo aver attraversato una strada circondata da enormi campi coltivati e altra campagna, Arashi vide un enorme cancello nero aprirsi per permettere all'auto di entrare e subito dopo una bellissima villa attirò l'attenzione della ragazza.

“ Limousine e una villa cosi? Certo che chi ha i soldi si vede...” pensò la ragazza poco prima che il cameriere le aprisse la portiera.

- Prego, benvenuta nella magione Sakamaki. - disse lui uscendo poi il bagaglio di lei dal cofano. Erano più o meno le cinque del pomeriggio, era inverno, Gennaio, e a quell'ora era già buio, ma nonostante questo, nel giardino c'erano molte cameriere che stavano potando le piante e che osservarono la giovane Arashi, la quale si accorse di essere osservata e la cosa la disturbava...

- Che avete da guardare?- domandò lei rivolgendosi alle cameriere che senza risponderle la guardavano con aria triste.

- Povera ragazza, è cosi giovane e bella. - disse una cameriera sottovoce al lato di Arashi ma sebbene cercò di non farsi sentire, le orecchie della russa udirono perfettamente la frase della cameriera.

"Perchè ha detto cosi? " pensò lei mentre poi il maggiordomo le aprì il grande portone in legno e lei entrò.

- Attenda qui, presto incontrerà colui che l'ha richiesta. - disse lui prima di sparire nel nulla.

Arashi iniziò a guardari intorno notando la grande scalinata ricoperta da un tappeto rosso e i bellissimi lampadari stile 700

- E' uno stile gotico...- disse lei esprimendo i suoi pensieri ad alta voce.

- A noi piace. - disse una voce, la ragazza alzò lo sgurado verso le scale dove in piedi in cima ad esse c'era un ragazzino dai capelli viola che stringeva un orsacchiotto.

- Tu sei Arashi Hisoka? - domandò lui fissandola senza sbattere ciglio. aveva delle occhiaie tremende in più quello sguardo serio lo rendeva un po' inquietante.

- Sono io. - rispose la ragazza. Lui iniziò a scendere le scale finchè non le arrivò davanti. Era molto più alto di quel che sembrava, certo non era un gigante, ma in confronto ad Arashi era bello alto. Indossava una camicia nera con la base grigia con i pois neri, pantaloni grigi e un paio di occhiali rotondi.

- Io sono Kanato e lui è Teddy. - disse il ragazzo indicando con gli occhi l'orsacchio tra le sue braccia.

- Sei tu il padrone qui? - domandò lei.

- Uno dei tanti. Vieni con me. - disse lui voltandosi poi e inziando a salire le scale. La ragazza lo seguì finché non raggiunsero una stanza colma di giocattoli posti un po' ovunque e in modo disordinato. Il letto, non molto grande era in perfetto ordine cosi come il resto della stanza fatta appunto eccezzione per i giochi.

- Quanti giocattoli...- disse lei.

- Mmh li ho fatti comprare per Teddy, quindi non toccarne nemmeno uno! - disse lui.

" Questo tipo ha qualche rotella fuori posto...." pensò lei.

- Cosa fai li impalata? vieni. - disse lui usando un tono più autoritario. La ragazza restò impassibile anche se il tono del ragazzo le stuzzicò i nervi.

- Non occorre usare un tono del genere con chi si ha appena conosciuto, non trovi? - domandò lei.

Lui si voltò sgranando gli occhi e disse:

- Osi rispondere al tuo padrone misera mortale? -

- Come prego? - disse lei, aveva capito bene? quel ragazzo che aveva conosciuto solo cinque minuti prima aveva detto di essere il suo padrone?

- Hai capito, io sono il tuo padrone, farai quello che ti ordino io. - disse lui.

- Come ti permetti? io non sono la schiava di nessuno capito?! non permetterti di trattarmi cosi dopo appena cinque minuti che mi hai conosciuta! non so nemmeno chi sei!!! - disse lei alzando un po' la voce facendo intuire che si stava innervosendo.

- COSA? MISERA UMANA NON OSARE RIVOLGERTI A ME COSI O TE NE PENTIRAI! - gridò lui. Un attimo prima era rilassato e adesso era furioso, quel ragazzo aveva seriamente qualche problema alla psiche.....

- PERCHE' TI RIVOLGI A ME COSI? UMANA?? RAZZA DI IDIOTA TU NON SEI COSI DIVERSO DA ME!!! - gridò lei.

- Dici? - disse lui mostrando un sorriso per niente rassicurante e abbassando il tono della voce.

In un attimo se lo ritrovò davanti a lei.

- Come?! - disse lei poco prima di ritrovarsi stesa sul pavimento in mezzo ai giocattoli.

-CHE ACCIDENTI FAI? - gridò lei mentre il ragazzo si mise a cavalcioni su di lei.

- Sono stufo. -

- Eh? -

- Sono stufo ogni notte di sentire come i miei fratelli si divertono con le loro prede...........- disse lui mostrando un'espressione fredda e spenta.

- Eh? -

- Le sento gridare, mentre loro si nutrono, dev'essere bellissimo....... - disse lui.

- Ma di che stai parlando?? -

- Adesso, anche noi, io e Teddy....anche noi abbiamo la nostra preda personale! e non permetterò a quei due di toccarti....proprio come fanno loro........adesso.....-

La ragazza non stava capendo, la situazione era fin troppo strana! era nelle mani di un ragazzo appena conosciuto e anche pazzo per giunta!

- Lasciami andare! - disse lei iniziandosi a dimenare ma lui come se nulla fosse le bloccò con una sola mano i polsi sulla testa scoprendole con l'altra mano il collo.

- STA ZITTA! - gridò Kanato. Lui si guardò attorno e con la mano libera prese una cordicella che era sul letto accanto a loro e legò i polsi della ragazza alla gamba del letto.

- NO! COSA FAI? MALEDETTO!! - gridò lei furiosa.

- Dimenati pure se lo desideri a me non fa differenza.....voglio assaporarti al meglio. - disse lui strappandole il collo alto del maglione arrivando perfino a scoprirle il seno. Kanato avvicinò il suo viso al collo di lei che cercava ancora di dimenarsi mentre sentiva il fiato ansimante su di lei.

- Che odore delizioso...- disse lui leccandole subito dopo il collo

-KANATO-KUN! - disse lei sebbene il ragazzo la ignorasse. Iniziò a squadrarle il corpo soffermandosi sulle bianche gambe e sul seno coperto dal reggiseno nero.

- Hai anche un bel corpo......ma a me interessa molto di più il tuo sangue. - disse lui.

- Ma si puà sapere chi sei in realtà? - domandò lei.

- Io? - iniziò lui sorridendo aprendo sempre di più la bocca mostrando poi alla ragazza le zanne.

- NON E' POSSIBILE! SEI UN VAMPIRO!? - gridò lei.

- Invece è cosi, e adesso fatti assaggiare - disse lui poco prima di penetrarle il collo con i canini, la ragazza sentì un dolore atroce che si diffuse poi anche per il corpo, sentiva il ragazzo succhiare e il sangue scorrere molto più velocemnete mentre poi raggiungeva le labbra di lui che poi scese a morderle anche il seno posizionandosi al centro dei due seni stringendoli e mordendoli.

- SMETTILA MALEDETTO!! - gridò lei cercando di liberare le braccia ma più si dimenava e più le corde si stringevano.

- Ahahahahahhahaha puoi continuare per tutto il tempo che vuoi! non riuscirai a scappare da me! ahahahha tu sei la MIA preda. - disse accentuando il tono sulla parola "mia".

- Arashi in preda al dolore insisteva ancora sul riuscire a liberarsi mentre le risate malfiche di Kanato riempivano la stanza.

- Adesso ho un nuovo giocattolo da aggiungere alla collezione! Teddy sei contento? ahahahahha - disse lui continuando a baciarle il collo mordendola poi anche sulle spalle e ancora sul seno.

- Tu sei il mio giocattolo, ricordalo bene Arashi Hisoka e se proverai a tradirmi ti ucciderò. - disse lui mostrando un espressione da psicotico killer ma la ragazza dal carattere freddo non si fece spaventare da lui anzi:

- Io non sono il tuo giocattolo, liberami subito razza di maniaco psicotico! -

- OSI ANCORA OFFENDERMI?? - le gridò Kanato praticamente a due centimetri di distanza dalle labbra della ragazza.

Le mise le mani sulle spalle e la baciò con forza e prepotenza mentre la ragazza cercò di mordergli il labbro per farlo allontanare ma lui più svelto le afferrò le guance con le dita aprendole la bocca impedendole di fermarlo. Dopo un po' Kanato si staccò iniziando a ridere:

-Ahahahahahha sono io a comandare qui! misera umana non osare più rifiutarmi! - disse lui mordendola ancora graffiandola anche con le unghie delle dita leccando il sangue che le usciva dalle ferite e provocandole numerosi lividi finché alla fine Arashi era stremata. Kanato l'aveva torturata cosi tanto da non farle restare in corpo nemmeno un briciolo di energie.

- Si, sei il mio nuovo e bellissimo giocattolo..-

Furono queste le ultime parole che udì Arashi uscire dalla bocca del ragazzo poco prima di svenire.
  

 

 

Ciaoooo eccomi di nuovo qui! scusate il ritardo ma questo periodo sono impegnatissima! spero che il capitolo con Kanato vi sia piaciuto alla prossima!!!! baci e RECENSITE!

 

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Capitolo 5
*** La musica della lussuria. ***


                                                            LA MUSICA DELLA LUSSURIA
            

 Gent.ma signorina Kurenai, addolorato dall'improvvisa perdita dei suoi genitori  ho accettato,come da loro richiesto, di accoglierla nella mia magione. La prego di presentarsi il 15 Maggio alle ore 21.00 presso la mia magione.
Tougo Sakamaki. 


Alice Kurenai, 18 anni, bella, alta e dalla corporatura snella, aveva legato i suoi lunghi capelli biondi in due codini laterali che risaltavano ancora di più i suoi occhi color blu elettrico. Stava viaggiando all'interno di una limousine nera e lucidissima dotata di ogni comfort ed indossava una gonna grigia con una camicetta bianca, calze corte e ballerine. 
Dopo circa una mezzora, l'auto arrivò a destinazione e la ragazza scese meravigliata alla vista di una villa enorme. 
- Casa mia è grande ma questa..... - disse lei parlando quasi a se stessa.
- Prego di qua. - disse l'autista dopo aver preso dal bagagliaio la valigia della ragazza. I due entrarono nella villa, alice si guardava attorno ammirando l'insolito gusto gotico che il proprietario aveva mostrato per ogni angolo della casa anche se non era affatto brutto. Anzi.
- Il padrone non c'è perciò lei può liberamente esplorare la villa. Vada dove vuole, ma cerchi di essere silenziosa e se vede una cravatta appesa sulla maniglia esterna di una porta, eviti di entrare. -
- Eh? - disse lei voltandosi verso l'autista che era misteriosamente già scomparso.
- Che tipo strano.....in fondo lo è anche il proprietario di qui visto che permette ad un'estranea di girare liberamente per casa sua. - disse la ragazza salendo le scale difronte a lei che poi la condussero a due corridoi. Riprese a camminare percorrendo il primo dei due corridoi e dopo un po' che trovò bagni lussuosissimi e camere da letto vuote, grandi ed eleganti, udì il suono di un pianoforte provenire da infondo al corridoio. ( https://www.youtube.com/watch?v=fBA-38mzabs vi consiglio di ascoltarla in sottofondo mentre leggente ;-)  ) 
- Un pianoforte?......allora non sono sola... - disse la ragazza rallegrandosi al pensiero di poter parlare con qualcuno che le desse qualche informazione in più sul perché si trovasse li. Alice seguì la dolce melodia del piano raggiungendo una porta grande e in legno tinto di nero. Dietro quella porta il suono del pianoforte era fortissimo. Chiaramente era li.
Alice aprì uno spiraglio di porta riuscendo a vedere all'inizio solo la coda di un pianoforte nero e lucidissimo “gran coda” cosi aprì un po' di più la porta riuscendo alla fine a vedere il pianista: un ragazzo dai lunghi capelli rossi con taglio alla Dorian Gray, con indosso un cappello nero che suonava con gli occhi chiusi muovendo con strabiliante velocità ed eleganza le mani sulla tastiera. Alice approfittando di questo dettaglio entrò nella stanza convinta che il ragazzo non si fosse accorto di lei. 
“ Chopin” pensò lei riferendosi all'autore del pezzo che stava suonando il ragazzo chiudendo gli occhi rilassandosi. 
La musica finì. Lei aprì gli occhi di scatto ritrovandosi il pianista davanti a lei. 
-AH! - sussultò lei allontanandosi di poco dal ragazzo. 
- Scusa,scusa io ecco cioè.......-
- Tranquilla,  Alice Kurenai. - disse lui sorridendole.
- Tu sai il mio nome?! -
- Si, ti stavo aspettando. Il mio nome è Laito Sakamaki. Molto lieto di conoscerti. - disse lui facendo un piccolo inchino accompagnato da un bacia mano.
Alice arrossì sorpresa dal gesto del ragazzo. Adesso che le era difronte poteva ammirarlo perfettamente rendendosi conto di avere davanti un ragazzo dalla bellezza straordinaria: aveva degli occhi di un luminoso verde smeraldo che venivano risaltati ancora di più dall'insolito pallore della pelle di lui. Indossava una camicia bianca semi sbottonata, una cravatta nera allentata e un paio di pantaloni alti fin sopra al ginocchio e neri. 
- In che senso mi stavi aspettando? - domandò lei e nello stesso istante, il cellulare del ragazzo squillò: 
- Scusami. - disse lui prendendo il cellulare dalla tasca.  - Holà! - disse. 
- E' arrivata la nostra ospite? - 
- Si, Reiji, è qui. - 
- Bene, mi raccomando Laito non.. - 
- Hey allora com'è la ragazza? -  Ayato tolse il cellulare dalle mani di Reiji. 
- Ayato?........lascia perdere non è il tuo genere.. - disse Laito. 
- Cosa?! questo significa che è piatta? uffa che palle! - 
- Non occorre che una donna debba avere per forza il seno grosso per essere bella Ayato. Tutte le donne lo sono e vanno amate tutte in egual modo - 
- Ummm, non credo che diresti la stessa cosa se si trattava di una come Natsumi Inata. - disse Ayato. 
- Bhe che centra quella? - 
- E' pur sempre una donna eee.......-
- Beh, lei è l'eccezione! quella è vero che non si può proprio guardare! - 
- Senti ora devo andare okay fratello ciao! - disse Laito chiudendo la chiamata. Alice intanto era vicino al pianoforte a sfogliare i numerosi spartiti con pezzi di Beethoven,Chopin e tanti altri...
- Accidenti, questi pezzi sono davvero difficili! - disse la ragazza. 
- Ahahah per me non lo sono più ormai. Dimmi una cosa, tu sei la figlia del pianista Kano Kurenai? - domandò Laito. 
- Si - 
- Quindi sai suonare? - 
- In realtà no, però conosco alcuni autori, ad esempio il pezzo che stavi suonando prima era Chopin giusto? Fantasie  tu sei davvero bravo! mi faresti ascoltare qualcos'altro? - chiese lei. 
- Tipo improvvisazione oppure un pezzo tra gli spartiti che ho? - 
- Improvvisazione davvero? mi piacerebbe ascoltare un improvvisazione!! - disse lei sorridendogli. 
- Okay allora - disse Laito accomodandosi sullo sgabello davanti al piano mettendosi in posizione pronto per suonare e poco dopo iniziò ( https://www.youtube.com/watch?v=eZXKmVtBIhg) 
Alice si sedette sul divano in pelle nero vicino al piano ascoltando Laito suonare un pezzo rilassante e bello. 
" Incredibile che lo stia improvvisando! è davvero bravo" pensò lei chiudendo gli occhi e ascoltando il ragazzo che suonava cambiando anche brano collegando il primo con un altro che si era appena inventato (https://www.youtube.com/watch?v=kDSSHCDG_1U ). 
Appena Laito finì di suonare Alice aveva ancora gli occhi chiusi e appena li riaprì si ritrovò il viso del ragazzo a pochi centimetri dal suo e lei sussultò. 
- Ah! mi hai spaventata! - disse 
- Scusa, e che eri cosi carina con quell'espressione che dovevo avvicinarmi per forza. - disse Laito socchiudendo gli occhi. 
Alice arrossendo si alzò di scatto allontanandosi da lui. 
- Dove vai? - domandò Laito avvicinandosi a lei che indietreggiava. 
- E che mi hai preso alla sprovvista, non pensavo di trovarti davanti.....- disse lei finché non raggiunse la tastiera del piano che toccò con le mani per sbaglio. Laito le arrivò davanti posando le mani ai lati della ragazza e sempre sul piano inchiodandola contro questo. 
- Ti sono piaciuti i miei pezzi? - 
- Si, sei bravo. - 
Laito sogghignò.  - Sai in cos'altro sono bravo? - domandò lui con tono malizioso.  Alice si sorprese, aveva completamente cambiato atteggiamento, sembrava un ragazzo dolce e invece adesso si stava comportando in quel modo cosi strano.....
- Come scusa? - 
- Sono bravo anche a giocare a biliardo. - disse lui sorridendo. 
La ragazza sospirò di sollievo. 
" Mi ha fatto spaventare...per un attimo ho pensato che avesse in mente altro..." pensò lei. 
- Davvero? io non so giocare. - disse lei. 
- Allora ti insegno io! andiamo! - disse Laito prendendo Alice per un polso e trascinandola verso la sala giochi in cui al centro c'era un grande tavolo da biliardo. Laito si avvicinò al lato del biliardo e tirando una specie di maniglia fece muovere le palle per poi prenderle e posizionandole sul tavolo mettendole dentro ad un triangolo in plastica nero che le teneva ferme, le posizionò al centro e le liberò dal triangolo. 
- Okay iniziamo con la spaccata, bisogna colpire con questa palla bianca, le altre colorate e a seconda del numero che è scritto sulla palla che mandi in buca, prendi o perdi punti. Se insieme ad un palla colorata mandi in buca quella bianca perdi punti, invece alla fine chi manda in buca la palla nera vince. - spiegò il ragazzo mettendo il gessetto blu sulla stecca; poi ne prese un altra e la diede ad Alice. 
- Per ora spacco io guarda qui. - disse Laito posizionandosi davanti al biliardo e prendendo la mira, pochi secondi dopo, colpì la palla bianca e questa colpì le altre facendole spargere per il tappeto verde. 
- Ora prova tu. Colpisci con la palla bianca una palla qualsiasi, scegli tu, giochiamo senza regole nel frattempo che impari. - disse Laito e Alice stringendo la stecca tra le mani si avvicinò al tavolo, il ragazzo le andò alle spalle aiutandola a prendere posizione. Le mise le mani sui fianchi aiutandola a posizionarsi, Alice imbarazzata cercava di nascondere il viso per non far vedere il suo rossore. 
- Lo sai che hai davvero un corpo niente male bitch-chan. - disse Laito alitandole sul collo.
- Cosa? - la ragazza si fece indietro. 
- Mi piaci. 
- Eh? - la ragazza non ebbe il tempo di parlare che Laito la sollevò dalle gambe facendola sedere sul bordo in legno del biliardo. 
- Che fai? - domandò lei sorpresa. 
- Voglio fare sesso con te. - 
- CHE?!! - la ragazza sgranò gli occhi. 
- Hai capito bene, emani un odore davvero invitante... - disse il ragazzo avvicinando il suo viso sul collo della ragazza iniziando a baciarglielo. 
- No fermo! - la ragazza cercò di fuggire ma il ragazzo le bloccava ogni via di fuga col suo corpo. Iniziò ad accarezzarle le cosce alzandole la gonna avvicinando le mani agli slip della ragazza. Alice si domandava che cosa gli stesse prendendo, da essere calmo e amichevole, adesso era partito all'attacco. Laito intanto ignorando le lamentele della ragazza si era completamente inserito tra le gambe divaricate di lei e le stava baciando il collo esplorando il suo corpo con una mano mentre con l'altra le accarezzava la coscia. Alice era infastidita ma allo stesso tempo attratta da quel ragazzo dal tocco deciso, passionale ma anche delicato; non ce la faceva più Laito era cosi travolgente che alla fine lei esplose. Lo tirò dalla cravatta avvicinandolo a lei, lo baciò, Laito sorpreso dall'azione della ragazza, all'inizio sgranò gli occhi ma poi li richiuse  soddisfatto di aver imprigionato un altra anima innocua tra le sue grinfie. Alice iniziò a sbottonargli la camicia scendendo finché poi i suoi occhi non raggiunsero il bottone dei pantaloni, avvicinò una mano iniziando a sbottonarglielo; il ragazzo sorrise soddisfatto dicendo: 
- Nfu, lo sapevo, dietro ad ogni donna dal volto dolce, si nasconde una gattina focosa... - La ragazza iniziò a baciargli il collo mentre gli abbassava la cerniera dei pantaloni, appena Laito chiuse gli occhi, Alice ne approfittò per spingerlo via e saltare giù dal biliardo iniziando a correre. 
- HEY! - gridò Laito con i pantaloni calati vicino al muro. - Mmmh questa me la pagherai bitch-chan...nessuna ragazza può fare la stronzetta con me.. - disse lui sorridendo diabolicamente. 
Alice correva a più non posso in cerca dell'uscita e quando finalmente vide il grande portone di legno davanti a sè, ecco che qualcuno la colpì facendola cadere.  Laito le si buttò letteralmente addosso immobilizzandola a terra. 
- Nessuna ragazza scappa da me bitch-chan, nessuna.. - disse lui.
- Come? come hai fatto ad arrivare qui in cosi poco tempo? - domandò Alice sorpresa e spaventata. 
- Ahahahahahahhah ho molte doti mia cara e adesso te ne mostrerò qualcuna... - disse Laito aprendo la bocca mostrando i lunghi canini da vampiro. 
-NON E' POSSIBILE! - urlò lei terrorizzata. 
- Seguimi fino all'inferno, sprofondando nella tua lussuria - disse lui poco prima di morderle il morbido e bianco collo.
Alice dolente cercò di liberare i polsi dalla stretta di Laito,forte come quella di un pitone, ma inutilmente, intanto il ragazzo continuando a dissetarsi del caldo sangue di lei, con una mano le alzò di nuovo la gonna e si sbottonò i pantaloni tenendole ancora bloccati i polsi con l'altra. 
- Adesso si che vedrai le stelle bitch-chan. -  la ragazza impotente di fare qualsiasi cosa non riuscì ad impedire al ragazzo di farla sua. Laito, esperto, la penetrò dolcemente provocandole meno dolore all'inizio per poi spingersi dentro di lei con più forza facendola gemere di piacere mischiato a dolore. Alice gemeva e gridava mentre lui la possedeva baciandola e nutrendosi ancora del sangue, alla fine uscì da lei soddisfatto nel vedere il volto dolorante e stanco di Alice. 
- Ma-maledetto..- fu l'unica parola che la povera ragazza riuscì a dire con quel poco di fiato che le era rimasto. Respirava affannosamente cercando di non svenire per mancanza di forze. Quel vampiro le aveva succhiato una gran quantità di sangue ma Alice determinata a non perdere i sensi, cercò di restare sveglia .
 - LAITO!! - gridò qualcuno accanto a loro. I due si voltarono. Cinque ragazzi erano in piedi davanti alla porta a guardarli, uno, quello al centro era alto e portava un paio di occhiali rettangolari li guardava furioso, l'altro dai capelli rossi al suo fianco sogghignava divertito mentre un altro ancora dai capelli viola e che stringeva un inquietante orsacchiotto, li fissava senza mostrare cosa stesse provando, altri due più in fondo se ne fregavano completamente, uno dai capelli argento borbottava qualcosa incrociando le braccia al petto, mentre l'altro biondo sbadigliò incurante della situazione. 
- CHE DIAVOLO STAI FACENDO!? QUESTO E' L'INGRESSO!!! - gridò il ragazzo con gli occhiali. 
 Laito sbuffando si alzò allontanandosi da Alice ancora stesa a terra. 
- Non stavo facendo nulla di male Reiji, non ti arrabbiare per ogni cosa.. - disse Laito tranquillo. 
- NON ESSERE RIDICOLO!! COME AL SOLITO HAI ESAGERATO, GUARDALA LI L'HAI QUASI DISSANGUATA.......Ah! comunque sia, signorina Kurenai adesso è meglio che vada in camera sua a riposare. - disse Reiji e poco dopo una cameriera ed un maggiordomo comparvero portando via la povera ragazza. 


Eccomi qui SCUSATEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE per il ritardo ma sono pienissima con il lavoro e quando torno sono stanchissima e non riesco a scrivere... abbiate pazienza per favore :-) finirò le storie lo prometto però ci metterò un po'. Spero che il capitolo vi sia piaciuto RECENSITE scusate ancora e a presto :-) 
Ps : potete consigliarmi un cambio di titolo?? grazie ( se questo vi piace ditemelo lo stesso e lascio questo) 
Ladymoon957. 

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Capitolo 6
*** Pioggia e mele. ***


                                                                               PIOGGIA E MELE
   
   

Prima di iniziare, chiedo scusa a My Melody per la foto di Nada, ho dovuto mettere questa, perché la tua non riuscivo a metterla. :-( spero che comunque questa foto ti piaccia. E ora buona lettura a tutte :-) 


Era pomeriggio inoltrato, quasi le sette della sera, ma sembrava che fosse tardissimo per come dei nuvoloni neri avevano ricoperto il cielo.
Nada Ross, solare ragazza tredicenne dagli scuri e ricci capelli che risaltavano ancora di più i suoi occhi color cioccolato, percorreva la strada trafficata di Tokyo mentre rientrava a casa con una busta colma di mele rosse in una mano ed un ombrello nell'altra che la riparava dal forte acquazzone che la stava inondando. 
- Accidenti,accidenti,accidenti!!! - disse Nada correndo per arrivare il più velocemente possibile a casa ma mentre correva per errore una delle sue gambe colpì forte la busta facendone cadere tutte le mele. La ragazza osservò le mele ormai zuppe a terra e alcune nelle pozzanghere..
- Oh no! E adesso?? - disse lei arrabbiata,stanca e scocciata. Non solo la mattinata scolastica era stata un disastro totale, a completare in bellezza la giornata mancava l'acquazzone e tutte le mele a terra.
- E adesso come faccio? Non ho più soldi per comprarne delle altre...e adesso chi la sente mamma!.- disse lei calciando anche una delle mele a terra. 
- Hey mocciosa togliti! Mi blocchi la strada. - parlò qualcuno alle spalle di Nada, lei si girò trovandosi davanti un bellissimo e alto ragazzo dai capelli lunghi e castani, legati un po' dietro la testa, occhi marrone chiaro che stringeva nella mano destra il manico dell'ombrello grigio aperto ed indossava la divisa del secondo liceo più noto a Tokyo. L' Hokudan.
- Come dici scusa? - rispose Nada al ragazzo.
- Hai sentito, mi blocchi la strada, spostati! -
- Hey razza di maleducato come ti permetti di parlarmi cosi? - Nada esplose, già abbastanza arrabbiata ormai non ce la faceva più.
- Come hai detto mocciosa? La mammina non ti ha insegnato ad avere rispetto per chi è più grande di te? - disse il ragazzo.
- Io rispetto solo chi mi rispetta capito? E adesso smettila di scocciarmi bell'imbusto che non sei altro! Ho già troppi problemi! Non me ne servono altri. - disse Nada. A quel punto il ragazzo si accorse delle mele a terra.
- Ahahahahhaha razza di stupida hai fatto cadere tutto a terra eh? Ahahhahaha la mammina adesso ti metterà in punizione per questo? - disse ridendo lui.
Nada, per quanto calma e solare fosse, era anche abbastanza coraggiosa e decisa e non la dava mai vinta a nessuno e se qualcuno la infastidiva, beh, zitta non restava di certo. 
- Hey razza di idiota! Solo perché sei un riccone non significa che puoi fare i comodi tuoi quando e con chi vuoi! Non mi conosci nemmeno e stai qui a criticare quello che è successo!? Il che è stato un errore dovuto a questa maledetta pioggia!! vedi se te ne vai. - disse Nada dandogli le spalle.
Il ragazzo non rispondeva e cosi la ragazza si voltò di nuovo trovando stampato sul quel bel faccino di lui un sorrisetto non del tutto sicuro, quasi malizioso e diabolico e la osservava squadrandola da capo a piedi. 
- Cosa c'è? - domandò lei infastidita.
- Vieni con me. - disse diretto lui.
- Eh? -
- Hai capito. Vieni con me. - disse lui afferrandole un polso e tirandola, obbligandola a camminare.
- Hey! Aspetta! Lasciami andare! - Nada camminava cercando di liberare il suo polso dalla possente stretta del ragazzo.
- E sta buona! Voglio solo darti delle altre mele. - disse lui. Nada si fermò e lui si voltò verso di lei tenendole sempre il polso nella sua mano.
- Vuoi darmi delle mele? -
- Si, insomma sei sorda? Quante volte devo ripeterti le stesse cose? Mi era sembrato di sentire che non hai più soldi per comprarne altre, a casa mia ci sono tantissimi meli in giardino. Te le do io. -  il ragazzo riprese a strattonarla finché Nada non riprese a camminare.
“ Vuole darmi lui delle mele?........forse gli è dispiaciuto per avermi presa in giro e vuole rimediare...” pensò la ragazza senza opporre più resistenza e seguire il ragazzo. 
- Ti ringrazio. - disse lei sorridendo al ragazzo. Lui la guardò con la coda dell'occhio senza risponderle e nel frattempo i due raggiunsero una limousine sportiva grigia.

Il ragazzo aprì lo sportello facendo entrare Nada e dopo entrò lui.
- Torniamo a casa. - disse il ragazzo rivolgendosi all'autista con il quale parlò attraverso un piccolo microfono posto al lato del sedile.
- Agli ordini signorino. - rispose l'autista e dopo ciò partì.
Nada si guardava attorno entusiasta di essere in una limousine e iniziò a toccare tutto quello che trovava sotto mano. 
- Hey, bada mocciosa che se rompi qualcosa me la ripaghi. - disse il ragazzo bevendo da un bicchiere di vetro della coca cola. Nada si allontanò all'istante dai pulsanti e rivolse lo sguardo al ragazzo osservandolo meglio e rendendosi conto di quanto fosse straordinariamente bello.
- Mmh?......cosa c'è? - domandò lui guardandola.
Nada arrossì appena il suo sguardo si incrociò con quello di lui. 
- Scusa, mi stai aiutando a recuperare le mele e non ti ho nemmeno chiesto come ti chiami. - disse lei.
- Mi chiamo Mukami Yuma. - disse lui.
- Io invece sono Ross Nada. - disse lei. Yuma la fissò per un istante prima di chiederle:
- Quanti anni hai ? -
- Ne ho tredici. Perché? -
- Nulla, va bene lo stesso.....per quel che m'importa.....- disse lui.
- Che significa? - domandò lei.
- Niente, lascia perdere. Guarda siamo arrivati.
La limousine entrò, superando un grande cancello nero, in una villa tutta in pietra dallo stile antico anche se a causa del forte acquazzone non si notavano bene i dettagli. L'autista scese dall'auto dopo averla parcheggiata davanti ad una scalinata che precedeva il grande portone nero dell'entrata, e aprì lo sportello posteriore preparando un ombrello per Yuma. Lui scese e appena Nada uscì anche lei, Yuma l'afferrò tirandola verso di lui avvicinandola al suo corpo tenendola da un fianco per permetterle di ripararsi sotto l'ombrello. 
I due entrarono nella villa, e una volta dentro Yuma gettò a terra l'ombrello. 
- Ma tu guarda! Per colpa tua mi sono inzuppato io!  - disse lui. Nada si voltò notando effettivamente che era bagnato. Per far riparare lei, alla fine lui si era preso quasi tutta l'acqua addosso visto che l'ombrello non lo riparava completamente.
- Oh, prenderai un raffreddore se non ti asciughi al più presto. - disse Nada.
- Lo so. Vado a farmi una doccia. Aspettami in camera mia. - disse Yuma andando via e lasciando la povera Nada sola all'ingresso. 
- Mi segua prego. -  Nada si voltò ritrovandosi una cameriera davanti. 
- O-ok. - disse lei balbettando e seguendo poi la cameriera che la condusse nella stanza di Yuma: bella spaziosa con balcone. Uno spazioso letto al centro, un tappeto col mandarino chiaro sul pavimento prima delle gambe posteriori del letto, una scrivania in legno sulla destra con sopra un lume, un calice ed una bottiglia contenente del liquido rosso. 
- Mmh un po' giovane per bere vino.... - disse Nada avvicinandosi alla bottiglia osservandola senza però afferrarla. Uscì poi sul balcone spostando le bianche tende che si intonavano alla perfezione con il colore delle mura. 
- E' davvero una bella camera! magari anche la mia fosse cosi grande! - disse Nada stendendosi sul letto notandone la morbidezza. 
- Aaaaaaaaaaaaah che bello!!! è comodissimo! mmh e qui cosa c'è? - disse lei allungando il braccio verso il tiretto di un piccolo comodino al lato del letto trovandovi all'interno dei cioccolatini. 
- Fantastico!...........mmh se ne prenderò uno non credo se la prenda... - disse lei afferrando un cioccolatino a forma di foglia e mettendoselo in bocca. 
- Che buono! ripieno al cocco!!! - 
- Maleducata fino all'ultimo eh? - 
Nada sussultò sentendo la voce di Yuma, si sedette di scatto sul letto osservando il ragazzo in piedi davanti a lei e con solo un asciugamano addosso che gli copriva dalla vita in giù. Distolse subito lo sguardo imbarazzata senza parlare. 
- Hai, già finito? - domandò lei. 
- Beh,se sono qui...... - rispose lui avvicinandosi alla scrivania versandosi nel calice quel liquido rosso che conteneva la bottiglia. 
- Non sei un po' giovane per bere vino? - domandò Nada. 
Yuma sorrise leccandosi le labbra in un modo cosi sensuale da far girare la testa a Nada. 
- Vino... - disse lui sottovoce osservando il calice nelle sue mani.  - Questo non è vino. -  aggiunse poi. 
- Come non lo è?  - domandò Nada guardandolo; lui sogghignando posò il calice sulla scrivania e si avvicinò all'armadio aprendolo e tirando fuori una camicia bianca e dei pantaloni neri. 
- Hey..........- disse lui. Nada sussultò. 
- Hai intenzione di restare qui mentre mi spoglio?.......per me non ci sono particolari problemi ma notando la tua infantile età.....potresti impressionarti. - disse Yuma sogghignando.
- COSA?! INFANTILE IO?! guarda che non sono cosi piccola! so perfettamente come è fatto un corpo maschile non m'impressiono di nulla io! - disse lei chiudendo gli occhi con fare da snob mentre parlava, ma appena li riaprì si ritrovò Yuma davanti a lei con le ginocchia sul materasso e le mani sempre sul materasso ma vicino ai suoi fianchi. 
- Davvero? - disse lui sorridendo maliziosamente. Iniziò a gattonare avvicinandosi a lei, mentre Nada si allontanava. 
- Se davvero non sei una bambina come dici tu....non ti dispiacerà se ci divertiamo un po' vero mocciosetta? - disse lui usando un tono caldo e sensuale continuando sempre ad avvicinarsi a lei. 
Nada indietreggiava finché non raggiunse lo schienale del letto e Yuma posò le sue mani su questo impedendole la fuga. 
- Ma che? che vuoi fare? - domandò Nada guardandolo fisso negli occhi mentre lui ricambiava il suo sguardo, mostrandole però sempre quel sorriso malizioso. 
- Hai detto che non sei una bambina, perciò dovresti sapere cosa voglio fare... - Yuma avvicinò il suo viso a quello della ragazza inspirando sul suo collo e iniziando ad accarezzarle un braccio. 
- Hai un odore cosi buono... - Yuma le leccò il collo muovendo la lingua sopra e sotto seguendo la vena giugulare mentre Nada si stava dando della stupida ingenua. 
Era questo che lui aveva in mente? stupida che non era altro, si era lasciata convincere da qualcosa che non le era stato nemmeno chiarito, forse è vero che era una bambina infondo. Era ingenua come una bambina e adesso per colpa della sua ingenuità si era trovata in quella situazione. 
- Le mele! - disse poi lei. Yuma si allontanò leggermente da lei restando però vicinissimo al suo viso. 
- Mi avevi detto che mi avresti dato le mele. Devo tornare a casa, mia madre mi aspetta. - disse Nada. 
Yuma restò serio per un istante, iniziando poi a ridere di gusto subito dopo:
- Ahahahhahahahaha e adesso te ne esci con questa storia? ahahahhahahah cosa c'è piccola Nada Ross, adesso che non sai che fare vuoi scappare? vuoi tirarti indietro? ahahahahahah. Sai una cosa? voi umane siete cosi facili da imbrogliare, ed vero anche che una delle nostre migliori qualità essere subdoli, ma tu sei stata fin troppo facile da abbindolare tesoro mio. - 
- A-aspet-ta, che significa voi umane? - domandò lei. 
Yuma le posò l'indice destro sul collo accarezzandoglielo dolcemente sussurrandole all'orecchio con tono sensuale: 
- Sai come si chiama questa vena che ti sto toccando? - domandò lui. 
- La giugulare. - rispose lei tremando. 
- Brava, ed è sempre ricca di nuovo sangue, dolce e delizioso. - disse lui.  Nada lo guardò terrorizzata, mentre l'espressione di Yuma non era mutata. 
- Io ho sempre odiato il vino......ho sempre preferito il sangue! - disse lui conficcando i suoi canini aguzzi nel collo di Nada. Lei sgranò gli occhi, era accaduto tutto cosi in fretta che lei non se ne era nemmeno resa conto.  Sentiva Yuma succhiarle via il sangue indebolendosi ogni secondo di più. 
- Y-YUMA! - gridò lei, mentre il ragazzo la stese sul materasso continuando a nutrirsi. 
- Sei deliziosa. - disse lui staccandosi per un solo istante osservando l'espressione terrorizzata di lei. 
- Vampiro.... - sussurrò Nada incapace di muoversi e anche di gridare mentre Yuma si appropriò di nuovo del suo collo leccandolo e succhiando il sangue che ne fuoriusciva. 
Dopodiché buio totale. 

- Nada? Nada mi senti? - 
Nada aprì gli occhi ritrovandosi davanti a lei il viso della madre, si alzò di scatto spaventata ritrovandosi poi nel suo letto. In casa sua. 
- Mamma? - 
- Ti sei ripresa finalmente, cosa è successo? ti ho trovata svenuta davanti alla porta di casa, sei scivolata sulle scale? - domandò la madre con sguardo preoccupato. 
- Scivolata? - ripetette Nada guardandosi le mani, per poi voltare lo sguardo sulla sua scrivania sulla quale c'era una busta colma di bellissime mele rosse. 
- Le mele? AH! YUMA!, VAMPIRO! - disse lei alzando la voce agitandosi. 
- Nada! calmati! - 
- Era un vampiro....- disse Nada. 
- No, tesoro ma cosa stai dicendo? i vampiri non esistono. - 
- Ma io l'ho visto! lui mi ha.........lui mi ha........ - 
- Hai battuto la testa quando sei scivolata, avrai sognato piccola mia. - disse la madre. Nada non rispose guardando fuori dalla finestra in terribbile acquazzone che ancora era attivo. 
- E' stata colpa mia, non avrei dovuto farti uscire con questo tempo. Ma adesso l'importante è che stai bene. Tieni, mangiane pure una, io vado a prenderti dell'acqua. - disse la madre di Nada posandole la busta delle mele sul comodino accanto al letto e uscendo poi dalla stanza; Nada mise una mano nella busta e all'interno trovò un biglietto: 

Spero che tu ti sia divertita quanto me mocciosetta, il tuo sangue era davvero delizioso. Spero che le mele siano di tuo gradimento visto che provengono dal mio giardino. Attenta a non combinare guai la prossima volta. 
 A presto. 
Yuma Mukami.


Ciaoooooooooooooooooo eccomi qui!!! come al solito in ritardo ma ormai sapete tutte il motivo perciò non ve lo ripeterò ancora. Che ne pensate eh? RECENSITE!!!!! a prestooooooooooooooooo Ah non so se avete visto l'OVA in italiano (sottotitolato ovviamente) cmq per chi lo volesse vedere vi do il link : :-) 
http://www.animeforce.org/diabolik-lovers-sub-ita-download-streaming/ CIAOO
    

 

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Capitolo 7
*** Autumn bloody ***


                                                                                    AUTUMN BLOODY 

        

Era una tranquilla e piacevole serata d'autunno,  gli alberi ricoperti da foglie multicolore permettevano agli stanchi studenti del liceo Kibusha di rallegrarsi dopo una pesante giornata scolastica. 
- Allora domani andiamo al cinema? - disse una ragazza dai corti capelli biondi.
- No scusa Akira ma domani non posso. -
- Cosa? Elisa stai scherzando? Mi avevi promesso che saresti venuta con me a vedere quel nuovo film di avventura che è uscito! -
- Lo so però non posso proprio, visto che siamo in periodo di compiti in classe ho un appuntamento con un ragazzo che mi darà lezioni private e devo andarci per forza. - disse Elisa De La Rochére diciottenne studentessa dai lunghi capelli rosso ramato, occhi verde smeraldo, di media statura, slanciata e magra e  non molto prosperosa ma nemmeno piatta.
- Un ragazzo eh? E com'è carino? - domandò la bionda.
- In realtà non l'ho mai visto, oggi è il primo giorno che vado da lui, mia madre lo ha contattato per mezzo di un suo conoscente e lui ha accettato di aiutarmi. - disse Elisa.
- Beh, visto che si tratta di un ragazzo sei perdonata ma la prossima volta pretendo che tu venga al cinema con me. - disse la bionda sorridendole.
Arrivata la sera, più o meno le sei, Elisa aveva preparato la sacca contenete i libri di matematica,giapponese antico e inglese, non aveva molta voglia di andare da questo misterioso ragazzo, ma la curiosità di incontrarlo la spingeva comunque ad andare da lui. Secondo quello che le aveva detto sua madre, questo ragazzo era abbastanza ricco e figlio di una delle famiglie più note e importanti a Tokyo. 
- Spero solo che non sia il classico figlio di papà che si crede di essere il migliore di tutti, quei tipi li odio! - disse Elisa esprimendo a voce i suoi pensieri scendendo le scale che la condussero all'ingresso di casa sua.
- Mamma io sono pronta. - disse.
- Okay allora andiamo. -
Cosi le due salirono in macchina e la madre di Elisa partì. Dopo circa una quindicina di minuti di viaggio, arrivarono a destinazione oltrepassando una foresta e raggiungendo un immensa e bellissima villa degna di un reale. 
Sia Elisa che sua madre rimasero estasiate dalla vista di quella villa e dopo aver superato l'alto cancello nero, la madre di Elisa si fermò dinanzi al portone dove c'era ad attenderle una cameriera. 
- Chiamami quando hai finito. - disse la madre alla ragazza.
- Okay. - rispose lei aprendo la portiera e avvicinandosi alla cameriera. La madre di Elisa se ne andò e a quel punto la cameriera parlò:
- Il padrone la sta aspettando signorina. - disse la cameriera.
- O-okay. - Elisa seguì la cameriera all'interno della villa. Appena entrò fu subito attratta dai numerosi affreschi che ricoprivano il soffitto raffiguranti luoghi naturali tra cui cascate, montagne e altro, ai lati della porta e continuando verso una scalinata centrale, c'erano delle colonne in pietra rotonde.
- Prego di qua. - la cameriera attirò l'attenzione di Elisa che la seguì salendo le scale che la condussero in un corridoio abbastanza spazioso con le mura ricoperte di quadri raffiguranti degli strani individui dalla pelle diafana, tutti vestiti da nobili principi e con occhi talmente belli da essere ipnotici. 
- Wow, certo che chi ha ritratto queste persone è davvero un artista fantastico! Sembrano fotografie più che ritratti – disse Elisa sorridendo rivolgendo poi lo sguardo alla cameriera che però non le rispose. Arrivarono davanti ad una porta alta e nera, la cameriera bussò.
- Si? - si udì una voce maschile provenire dall'interno della stanza.
- La signorina  De La Rochére è arrivata signore. - disse la cameriera.
- Oh bene, falla entrare. - disse la voce.
A quel punto, la cameriera aprì la porta della stanza e la ragazza vi entrò ritrovandosi in una libreria con scaffali altissimi e pieni di libri, non c'era nemmeno uno scaffale vuoto, la cameriera chiuse la porta e se ne andò mentre Elisa osservava i numerosi libri.
- Gradirei che iniziassimo al più presto, sono molto indaffarato.- disse il ragazzo in fondo alla stanza davanti ad un enorme finestra dalla quale si ammirava un giardino ed una costruzione in vetro dentro la quale c'era una piscina. Elisa rivolse lo sguardo verso di lui, aveva dei lunghi capelli color argento e la sua voce abbastanza cupa e bassa le fece pensare che quel cosiddetto “ragazzo” non fosse poi cosi giovane come pensava. Elisa gli si avvicinò visto che lui non dava segni di vita e mostrando il più allegro e solare sorriso che era in grado di fare gli porse la mano e si presentò:
- Ciao, piacere di conoscerti, io sono Elisa De La Rochére, sono francese anche se vivo qui a Tokyo, grazie per aver accettato di aiutarmi con lo studio. - disse lei facendo anche un lieve inchino di ringraziamento.
Solo dopo che lei finì di parlare, il ragazzo le rivolse lo sguardo mostrando alla ragazza due bellissimi e ipnotici occhi gialli e un viso bellissimo tant'è che la ragazza arrossì nel solo guardarlo. 
Lui la squadrò da capo a piedi  dopodiché parlò: - Io sono Carla Tsukinami. - disse. Non disse altro, si sedette e le indicò di fare lo stesso con la mano. Elisa si sedette e restò in silenzio in attesa. 
- In cosa devo aiutarti? - domandò lui.
Elisa prese la sua sacca e uscì i due libri. 
- Matematica,giapponese antico e inglese. - disse lei.
- In particolare? - domandò lui e la ragazza gli mostrò i capitoli da studiare e gli indicò cosa non aveva capito.
- Bene, iniziamo con giapponese antico. Ma prima, mi prenderesti quelle forbici che sono su quel tavolino dietro di te? - domandò lui e Elisa si alzò e prese le forbici.
- Ah! - disse all'improvviso lei. Le forbici appuntite e abbastanza taglienti, le avevano tagliato di poco l'indice della mano. Carla si voltò di scatto verso la ragazza e senza dire una parola la fissava con una strana espressione sul viso: era sorpresa, compiaciuta e allo stesso tempo maliziosa e la ragazza notò in pieno questo dettaglio ma facendo finta di niente disse: 
- Accidenti, hai per caso un fazzoletto? - domandò lei. Carla si alzò senza risponderle e le si avvicinò afferrandole poi la mano e inspirando.
- Co-cosa c'è? - domandò lei.
Carla iniziò a sogghignare per poi allontanarsi da lei e premendo un bottone sulla scrivania. In poco tempo la stessa cameriera che aveva accolto Elisa, era nella stanza: 
- Cosa desidera signore? -
- Portaci dei fazzoletti disinfettanti e del tè. - disse Carla. La cameriera sparì ritornando poco tempo dopo con i fazzoletti.
- Il tè arriverà a breve, prego signorina. - disse la cameriera porgendo ad Elisa i fazzoletti.
- Grazie. - disse la ragazza iniziandosi a pulire il dito.
- Cerca di pulire per bene la ferita. - disse Carla prendendo i libri della ragazza, posandoli su di un tavolino di cristallo davanti a tre divani in pelle neri e sedendosi su quello centrale.
- Vieni qui. - disse lui e Elisa lo raggiunse.
- Bene, non perdiamo altro tempo, certo che sei sbadata! Sta più attenta a quello che fai, potresti causarti problemi se non ti accorgi dei tuoi errori. - disse Carla.
Elisa lo fissava con aria interrogativa domandandosi: “ Che cosa significa? Mi sono solo tagliata, che ho fatto di cosi grave?” e alla fine però glielo chiese: 
- Mi sono solo tagliata, non l'ho fatto apposta, perché mi dici questo? -
- Ti do un consiglio ragazza, non contraddire mai ciò che dico. - disse Carla.
- Signore, vi ho portato il tè – parlò la cameriera dall'esterno della stanza.
- Fa come ti ho detto, o non risponderò di me. - aggiunse lui prima di alzarsi.
“ Che tipo assurdo! Bello senza dubbio, ma è troppo strano!” pensò la ragazza. 
La cameriera portò il vassoio contenente le tazze di tè e dei biscotti ma mentre stava per appoggiarlo sul tavolino, inciampò rovesciando il tè addosso ad Elisa. 
- Oh signorina mi dispiace tanto! - disse la cameriera.
- Sei sempre la solita sbadata!! muoviti e pulisci schiava!! - gridò Carla contro la cameriera. 
- Hey! - s'intromise Elisa. - Non urlarle contro è stato un incidente! - continuò. 
Carla la guardò senza risponderle e abbassando poi il tono di voce disse alla ragazza: 
- Va a cambiarsi, e tu accompagnala in bagno. - si rivolse poi alla cameriera. 
E cosi alla fine Elisa andò in uno dei bagni della villa a cambiarsi. 
- Nii-san - disse un ragazzo biondo entrando poi all'improvviso nella biblioteca della villa, dove Carla era ancora seduto. 
- Vattene Shin, ora sono impegnato. - disse Carla. 
- E quando mai non lo sei nii-san! Ho visto che hai compagnia... - disse il biondo sogghignando. 
- Già, e devo dire che mi piace, ti confesso che mi è venuta una certa voglia..... - disse Carla alzandosi e uscendo dalla stanza sorpassando Shin. 
- Divertiti pure nii-san io vi lascio soli. - disse lui scomparendo subito dopo. 
Intanto nel bagno... 
- Aaaah! la cameriera non mi ha portato i vestiti di ricambio! e adesso che mi metto? non posso andare da lui con solo questo addosso! - disse Elisa stringendosi attorno al corpo un aderente e corto asciugamano bianco. 
- Hey. - Carla raggiunse la cameriera che stava portando gli abiti ad Elisa. 
- Si signore. - 
- Lascia stare, non occorre portarle dei vestiti. Non ne avrà bisogno. Lavale i vestiti e asciugali per dopo. - disse Carla sogghignando maliziosamente. La cameriera intimorita lei stessa da quello sguardo, pur volendo aiutare la ragazza, le era impossibile e cosi si voltò indietro senza rispondere alla voce del padrone. 
" Povera ragazza..." pensò solo lei. 
-Toc Toc, si può?- 
Elisa udì la voce di Carla provenire dall'esterno della porta del bagno. 
- A-aspetta!!! non, non sono presentabile!! - disse Elisa arrossendo. 
- Perché è venuto qui? - si domandò lei cercando qualsiasi abito da indossare, ma trovandosi in un bagno, l'unica cosa disponibile erano proprio gli asciugamani. Si avvicinò alla doccia dando le spalle alla porta finché due braccia l'avvolsero da dietro. 
- Ah! - Elisa sussultò voltando lo sguardo e ritrovandosi quello di Carla cosi vicino al suo. Arrossendo e strattonandosi, la ragazza gli si allontanò. 
- Come hai fatto a entrare? - domandò. 
- Io posso andare ovunque voglio. - rispose lui avvicinandosi lentamente a lei mentre questa indietreggiava. 
- Esci subito! - alzò la voce Elisa ma il ragazzo sogghignò mostrandosi divertito dalla sua reazione. 
- No, non lo farò. - disse lui levandosi la lunga giacca nera,gettandola sul pavimento e levandosi poi anche la camicia. 
- Già prima ho faticato per trattenermi, ma adesso guardandoti cosi non riesco proprio a farlo. - disse lui che poi con un movimento rapidissimo le afferrò i polsi e la spinse contro il muro del bagno. 
- Che fai? lasciami! - disse lei dimenandosi per quel che poteva finché il ragazzo non le avvicinò cosi tanto da unire il suo corpo a quello di lei. 
-Ahahahaha puoi provare a dimenarti quanto vuoi Elisa, non ti lascerò andare. Voglio assaggiarti. - disse Carla sussurrandole nell'orecchio e baciandole il collo. 
- No! non mi toccare! - gridò lei mentre le gelide labbra di lui le provocavano brividi mischiati al freddo e al piacere. 
- Anche se dici cosi, io ti assaggerò lo stesso. - disse lui mostrandole i denti appuntiti. 
- Ma come?! - Elisa terrorizzata provò un ultima volta a liberarsi ma lui le morse il collo lasciandole i polsi e percorrendo tutto il suo corpo accarezzandoglielo con le mani. 
- Il sangue di voi umani è davvero il migliore in assoluto. - disse Carla riprendendo poi a bere mentre Elisa perdeva le forze ma cercava comunque di respingerlo. 
-SMETTILA!! - gridò lei raccogliendo tutte le sue energie e riuscendo poi a spingere via il ragazzo iniziando a correre. 
- Ahahahahahhahah però non mi aspettavo che avesse ancora energie! - Carla rise divertito iniziandola ad inseguire, Elisa correva come non aveva mai corso prima d'ora mentre ripensava a ciò che aveva visto: quei denti bianchissimi e aguzzi le avevano penetrato il collo, quel ragazzo era un vampiro! 
Si voltò continuando a correre e per un attimo non vide più Carla inseguirla, scese delle lunghe scale che sembravano portare nella cantina e si ritrovò in un altro corridoio dalle mura in pietra illuminato da una tenue luce verde, continuò a correre entrando nella prima stanza che trovò chiudendosi la porta alle spalle. 
Ansimando dalla faticosa e lunga corsa, Elisa si sedette a terra con la schiena contro la porta, con il capo chino, riprendendo fiato. Alzò lo sguardo sgranando gli occhi. Era circondata da sbarre, da prigioni, e lungo corridoio le si presentò davanti; la ragazza iniziò a percorrerlo addentrandosi tra quelle prigioni raggiungendo poi una porta in legno. L'aprì ritrovandosi in una stanza vuota colma di catene attaccate al muro alcune basse, altre alte. 
- Ma che razza di posto è questo? - si domandò ad alta voce la ragazza. 
- La sala delle torture. - rispose una voce cupa, famigliare, che fece tremare la ragazza. 
Elisa si voltò di scatto ritrovandosi Carla alle sue spalle. Sgranò gli occhi indietreggiando..
- Come sapevi che ero qui? - domandò lei con voce tremante.
- Pensavi davvero di poterti nascondere in casa mia?............Pensavi di riuscire a sfuggirmi?...........no, no cara Elisa io non ti lascerò uscire da qui prima che tu sia stata mia. - disse lui. 
- Tu, tu sei un vampiro.. - 
- Si, incredibile vero? ahahahha voi umani avete la mente cosi chiusa! siete solo degli sciocchi a non credere all'esistenza di noi vampiri e dei lupi mannari. - Carla iniziò ad avvicinarsi a lei. 
- Perché proprio io? - domandò lei. 
- Non montarti la testa, è stato solo un caso, io cercavo una ragazza e me la sono procurata. Tutto qui. - disse lui poco prima di saltarle addosso di bloccarla contro il muro legandole le braccia sopra la testa a due manette legate ad una corda nel muro. 
- E adesso bella umana, soddisfami urlando con tutta la forza che hai. - disse lui mordendola di nuovo mentre le toccava i fianchi e le abbassava lentamente l'asciugamano spostando poi le labbra sopra al seno mordendoglielo e continuando a nutrirsi del sangue che ne fuoriusciva. 
- Ah! sei un mostro! - disse lei gemendo. 
- Lo so tesoro. - disse lui sorridendo maliziosamente e continuando a nutrirsi spostandosi anche sulle gambe di lei mordendole anche quelle. 
Elisa in preda al dolore alla fine non ce la fece più, chiuse gli occhi, arrendendosi a lui, comprendendo di non avere più speranza di sfuggirgli. 
- Ecco cosi brava, sta ferma e buona. - Furono queste le ultime parole che Elisa udì prima di perdere completamente i sensi. 
- Nii-san! - Shin comparve nella stanza. 
- Che vuoi? lasciami in pace. - disse Carla continuando a bere e a toccare la ragazza. 
- La madre della ragazza è qui. - disse Shin. Carla si staccò sospirando scontento. Fissò per un attimo Elisa e poi disse: 
- Chiama la cameriera, che la rivesta e la porti dalla madre. - 
- Va bene nii-san. - disse Shin slegando la ragazza dalle catene,prendendola in braccio e scomparendo subito dopo. 
- Ci vediamo domani dolce Elisa. - disse Carla pulendosi la bocca sporca di sangue con il polso sorridendo diabolicamente. 


Ciaoo a tutte, eccomi ritornata! spero proprio che il capitolo vi sia piaciuto, RECENSITE PER FAVORE PERCHE' A ME NON CONVINCE MOLTO..... ciao a presto :-) 
Ladymoon957



    

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Capitolo 8
*** Corde di Sangue ***


                                                                                    CORDE DI SANGUE
                 


Mentre il caldo sole estivo tramontava, il suono vivace e acuto della campanella segnalò la fine delle lezioni e l'inizio delle lezioni aggiuntive solo per alcuni studenti. Tutti gli studenti riuniti in piccoli e medi gruppi, si organizzavano sul come trascorrere la serata tutti insieme e tra tutti, una ragazza li passò davanti incurante della loro presenza con alle orecchie un paio di auricolari con " Priests of Sodom" dei Cannibal Corpose sparato a tutto volume. 
Era alta, 1.72, sedicenne, quarta abbondante di reggiseno, zigomi larghi e ovali, lineamenti leggermente affilati e duri. Gli occhi rossi come il sangue scintillano nella carnagione cadaverica. Ha lunghi capelli neri come la notte che tiene legati in due code di cavallo che le arrivano fino alle cavglie. La fragia lunga copre le orecchie. Indossava una canotta nera aderentissima e la gonna nera della sua divisa scolastica, sebbene lei la odiasse, era costretta ad indossarla e aveva ai piedi un paio di stivaletti estivi neri con delle piccole borchie ai lati. Indossava parecchi accessori tra cui un collare da cane con una croce d'argento, un bracciale borchiato e dei guanti da motociclista. Sebbene,come tutti gli altri studenti di quel liceo, anche lei era ricca non amava molto farlo notare anzi odiava tutti gli altri ragazzi di quell'istituto: "Inutili figli di papà" li definiva lei. 
- Signorina Bloody, la sua lezione sta per cominciare, mi segua. - disse un insegnante avvicinandosi alla ragazza, la quale accennò un "si" dando poi le spalle alla professoressa. 
Ruby Bloody, andò nella sala degli strumenti a procurasi il violino per la sua lezione. L'aula di musica non era molto lontana da li e per quel che ne sapeva lei, era l'unica del corso di musica a suonare il violino. Ma appena arrivò vicino alla porta dell'aula di musica una melodia attirò la sua attenzione (https://www.youtube.com/watch?v=j58DT8cSXGk) e solo dopo aver ascoltato quelle note che le erano anche famigliari, si accorse che davanti all'aula di musica c''era un gruppetto di almeno sei professoresse che con aria da "bambinette innamorate" guardavano all'interno dell'aula. 
- Oooooooh com'è bravo!! - disse una. 
- Una meraviglia! - aggiunse un altra. 
Ruby si avvicinò alla porta. -Permesso - disse mentre tre insegnanti, mantenendo lo sguardo fisso all'interno della stanza la lasciarono passare e a quel punto lo vide: un ragazzo alto,biondo e bellissimo maneggiava l'archetto sul violino creando quella bellissima melodia che riempì tutta la stanza e anche il corridoio. Aveva un volto rilassatissimo, con gli occhi chiusi e sembrava isolato da tutti.
" Shu Sakamaki" pensò Ruby. Lo fissava mentre stringeva il suo violino tra le braccia restando in silenzio osservandolo con un espressione infastidita. Quel ragazzo era uno dei figli di quel politico tanto conosciuto e famoso, uno di quei odiosi fratelli che facevano della scuola il loro regno. 
- Scusa, guarda che io devo fare lezione. - disse Ruby scontrosamente rivolgendosi a Shu che smise di suonare mostrandole quelle iridi azzurro mare che lo rendevano ancora più bello di quanto già fosse. Shu la fissava senza risponderle mentre le professoresse all'esterno e anche quella all'interno dell'aula restarono quasi a bocca aperta dopo la frase della ragazza. Nessuno, nemmeno gli insegnanti, si era mai permesso di rivolgersi cosi ad uno dei fratelli Sakamaki. 
Shu sogghignò. - Prego, comincia pure. - disse lui. Ruby si mise al centro dell'aula aprendo il libro degli spartiti e posizionandolo aperto sul leggio davanti a lei. 
- Portavo El choclo. - disse Ruby rivolgendo lo sguardo alla professoressa. 
- Si è vero, devo accompagnarti con il piano. - disse la professoressa sedendosi sullo sgabello del piano. Ruby lesse velocemente lo spartito e poi prendendo posizione iniziò a suonare. (https://www.youtube.com/watch?v=YJHsY57aH50) 
Shu intanto, era seduto su uno dei banchi dell'aula fissando la ragazza suonare e posando il suo violino sul banco accanto e mentre la guardava, il cellulare gli vibrò. Shu lo prese dalla tasca, era arrivato un messaggio: 
Da: Laito
Shu, Reiji vuole sapere se hai finito la lezione di violino. Noi stiamo fuori ti aspettiamo. 
Shu fissò ancora per un attimo Ruby che stava ancora suonando con lo sguardo fisso sullo spartito digitando poi i tasti del cellulare rispondendo al fratello: 
A: Laito
Tornate a casa, ho da fare. Torno dopo. 
In meno di un secondo ricevette la risposta: 
Da: Laito
Hai da fare?! intendi con una ragazza? tranquillo ti copriamo io e Ayato con Reiji ;-) dacci dentro fratello! 
"Come fanno quei due a pensare sempre e solo al sesso?" pensò Shu sospirando appena finì di leggere la risposta del fratello e senza rispondergli si rimise il telefono nella tasca. 
Ruby finì di suonare e la sua esibizione fu seguita dagli applausi delle insegnanti e per sorpresa di Ruby, anche Shu iniziò ad applaudirle. 
- Davvero brava. - disse lui. - Mi complimento con te, sei molto talentuosa. - aggiunse dopo. 
- Credevi che non lo fossi?- disse Ruby non mostrando nessuna traccia di allegria. 
Shu sogghignò e poi disse: - Mi piacerebbe fare un duetto con te per vedere come te la cavi con pezzi a prima vista che ne dici?-. 
Ruby si sorprese un po' dell'inaspettata richiesta di Shu. 
"Mi sta sfidando? che arrogante! è bravo certo ma non mi piace che abbia tutta quell'aria da superiore" pensò lei e poi rispose: 
- Un duetto con me? va bene, sono sicura di essere migliore di te. - 
- Davvero? bene allora.. - disse lui avvicinandosi poi a Ruby sussurrandole: 
-Domani dopo le lezioni ti aspetto qui.- dopodiché se ne andò. 
Ruby non mosse ciglio - Bene Shu Sakamaki, vedremo chi è il migliore tra noi due! - gli disse lei mentre il ragazzo usciva dall'aula. 
Il pomeriggio seguente,concluse le lezioni, Ruby era già nell'aula di musica ad attendere Shu che dopo cinque minuti arrivò. 
- Ah sei qui! cominciavo a pensare che ti eri tirato indietro. - disse lei. 
- Tirarmi indietro io? mi ero solo addormentato sul terrazzo della scuola, per questo ho tardato. - disse lui. 
- Basta chiacchiere, iniziamo! - disse lei. 
- Okay Ruby come vuoi tu. - disse Shu prendendo un libro di spartiti e mettendolo aperto sul leggio. 
- Apri il libro, suoneremo il pezzo che uscirà. - disse Shu. 
- Okay. - disse lei aprendo il libro. 
- Luigi Boccherini.Duetto per due violini in Fa maggiore op. 5 n. 2 - lesse Ruby. 
- Bene. - disse Shu. I due lessero velocemente e contemporaneamente lo spartito e iniziarono a suonare (https://www.youtube.com/watch?v=LModMATj6mQ mettete al minuto 2.53)
Gli occhi di entrambi erano fissi sullo spartito. " Ti dimostrerò la ma bravura brutto pallone gonfiato" pensò Ruby. Shu suonava guardando anche il volto concentrato di Ruby. 
" Non male" pensò lui. 
Concluso il pezzo, Ruby espirò come se per tutto il tempo avesse trattenuto il fiato e poi si rivolse a Shu. 
- Beh che hai da dire adesso? - disse lei. 
- Dico che sei più brava di quello che pensavo, hai eseguito un pezzo a prima vista in modo eccezionale brava. Sono colpito lo ammetto. - disse lui. 
- Ah! certo che sei sorpreso! ahahaha adesso non ti darai più tante arie signorino Sakamaki. - disse lei
Shu sogghignò. - Effettivamente, ammetto di aver trovato una rivale in campo musicale che è pari al mio livello. - disse lui. 
-Pari? ti credi ancora il migliore tanto da non dire che sono stata più brava di te? - disse lei. 
Shu la fissò serio e iniziò poi sogghignare. - Quindi tu affermi di essere stata più brava di me? - disse lui. 
- Certo! - affermò Ruby. A quel punto Shu più veloce della luce,quasi, le afferrò un polso e l'attirò a se. 
- Ah! che fai? - domandò lei. 
- Di solito sono un tipo mite, ma se vengo provocato non mi faccio problemi a rispondere. - disse lui.
- Cosa? - 
Shu la spinse facendola cadere a terra accanto ai piedi del pianoforte e le si mise sopra bloccandole ogni via di fuga. 
- Che fai? che ti prende adesso? - domandò lei agitandosi e arrabbiandosi ma Shu abilmente le bloccò i polsi sopra la testa e avvicinò il suo viso al collo di lei. 
- Hai un odore davvero delizioso, mi piace...- disse lui. A quella frase Ruby arrossì trattenendo il fiato. Quella era la prima volta che arrossiva, era la prima volta che si trovava in una situazione simile. 
- Ma cosa dici?! lasciami andare razza di maniaco!! - alzò la voce lei. 
- Maniaco?, maniaco io? se dici maniaco a me, non immagino cosa diresti a Laito....- disse Shu sogghignando divertito. - 
- Lasciami! - disse lei con decisione. 
- E perché dovrei? è da ieri che volevo farlo ma non mi è stato possibile vista la presenza delle professoresse. Ma oggi....finalmente potrò assaggiarlo - disse lui accarezzandole il collo con le dita. - Ah si, lo sento scorrere, è cosi caldo... disse lui alitandole sul collo iniziando a baciarglielo scendendo poi sopra al seno all'inizio della canotta.  
Ruby cercava ancora di liberarsi ma la stretta della mano di Shu era troppo forte per lei, lo sentì leccarle il collo e a seguire sentì qualcosa penetrarle in esso causandole un dolore acuto. 
-Aaaah! - urlò lei dal dolore mischiato allo spavento. 
Shu si staccò alzando la testa mostrando alla ragazza la bocca sporca di sangue e i due canini aguzzi sporgere dalla labbra - Com'è caldo! mi farai scottare cosi però mi piace. - disse lui.  Ruby spaventata restò immobile guardando quegli occhi blu che la fissavano e quella bocca sporca del suo sangue. 
Shu mostrò un ghigno divertito e disse: - Mi piace questa espressione di terrore, adesso non fai più la spavalda.... - disse lui riprendendo a nutrirsi del caldo sangue di Ruby che anche se a fatica cercò ancora di respingerlo. 
- Hey! -  si udì provenire una voce dal corridoio, sembrava quella del guardiano. 
- Tse! non ci voleva. Bene Ruby, a quanto pare ora dobbiamo salutarci. Sei davvero deliziosa. - disse Shu poco prima di svanire davanti agli occhi terrorizzati e increduli della ragazza. 
- Signorina! - disse il guardiano correndo incontro alla ragazza.  -Cosa fa qui a quest'ora? - domandò lui. 
- Va-vampiro. - disse Ruby mantenendo ancora quell'espressione terrorizzata in volto. 


Ciaooo :-) sta volta sono stata più rapida ad aggiornare!! :-) spero che vi sia piaciuto questo capitolo con Shu! alla prossima!! ciaooo RECENSITE!!

 
  

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Capitolo 9
*** Maid o schiava d'amore? ***


                                                                   MAID O SCHIAVA D'AMORE?
              

Era il 21 Dicembre, Tokyo completamente ricoperta di neve rendeva la sua bellezza ancora più ammirevole tra il bianco della neve che ricopriva strade e palazzi e le luci natalizie che addobbavano il tutto. 
- Bene, è arrivato il grande giorno. - disse un uomo anziano: capelli bianchi, occhialini rotondi da vista, nessuna traccia di barba ed indossava una tunica nera. Un prete. 
- Non lo definirei "grande" - replicò una giovane ragazza diciassettenne, molto bella, dai lunghi capelli neri, lunghi talmente tanto da arrivarle quasi alle ginocchia, bellissimi occhi color ghiaccio,alta 1.73, snella, e porta una quarta di seno. Indossava una maglia aderente a maniche a giro grigia con un piccolo fiocchetto azzurro sul petto, una giacca a maniche lunghe nera, un paio di jeans lunghi ed un cappello bianco. 
- So bene che l'idea non ti rende molto felice, ma è l'unica soluzione, superati i sedici anni non possiamo ospitare più giovani. Per questo ti ho trovato un lavoro in quella famiglia di nobili. - 
La ragazza, il cui nome era Akane Shimizu sospirò rassegnata al suo destino: lavorare come domestica in una villa di ricconi. 
- Il padrone e capo famiglia, Sakamaki è un uomo molto conosciuto e rispettato qui a Tokyo, tutti lo conoscono ed è uno dei politici più in gamba che avessi mai visto. - continuò il prete. 
- Davvero? beh a me non me ne importa niente - disse Akane. 
- Forza adesso vai, l'auto è già fuori che ti aspetta. - disse il prete. 
- L'auto? - domandò Akane. 
- Si, l'auto dei Sakamaki. - 
Appena Akane uscì dalla chiesa oltreppassando l'immenso portone di legno rimase stupita dal ritrovarsi una limousine extra lusso davanti a lei. 
- Wow, e questa sarebbe la loro auto? - disse la ragazza. Nel frattempo, l'autista scese dall'auto e le aprì lo sportello. 
- Prego signorina. - disse e Akane vi entrò mentre l'autista metteva la valigia della ragazza nel cofano; dopodiché partì. 
Dopo una ventina di minuti, finalmente arrivarono a destinazione. La limousine si fermò all'esterno del cancello. 
- Prego, scenda pure. - disse l'autista. 
Akane senza fare domande, uscì dalla limousine fermandosi al centro del cancello osservando un enorme patio con una grande fontana proprio al centro ed una villa enorme circondata da piante arrampicanti. 
- Però, mica male..... - disse Akane poco prima che il cancello iniziasse ad aprirsi. La ragazza percorse il patio raggiungendo l'entrata con un enorme portone in legno con dei grandi battenti. 
- Questo Sakamaki è un tipo all'antica?! non c'è nemmeno un citofono qui...- disse la ragazza bussando all'enorme portone usando un battente. Dopo due volte che ebbe bussato, la porta si aprì da sola e Akane entrò. 
"Che posto strano..." pensò fra sè la ragazza. 
Si avvicinò alla scalinata che era davanti a lei e affacciandosi sui lati per vedere se c'era qualcuno disse alzando la voce: 
- Scusatemi? c'è nessuno!? -  ma non ricevette risposta. 
- Ma come sapevano che sarei arrivata e non c'è nessuno!? mi sto già innervosendo! - disse la ragazza iniziando a salire le scale lasciando la valigia all'ingresso. 
Raggiunse una sala bella e spaziosa: davanti a lei vi erano posti l'uno di fronte all'altro un divano e due poltrone tutti azzurri, con un tavolino al centro tra i tre e sotto di  essi un grande tappeto verde. Dietro il divano in mezzo a due finestre, vi era un camino acceso e sopra di esso era appeso un quadro rappresentante una foresta di notte, era abbastanza cupo e i colori scuri con cui era stato disegnato lo rendevano molto tetro. Sul lato sinistro c'era un altra scalinata  che portava ad una specie di privè, mentre sulla destra c'era una vetrina antica con dei vasi sopra, un comò basso con sopra due lampade ed una lampada alta accanto alla vetrina. In più il grande lampadario dorato in stile 700 illuminava alla perfezione ogni angolo della stanza.
- Shimizu Akane? - disse una voce, la ragazza si guardò attorno ma non vedendo nessuno accanto a lei finché non alzò gli occhi verso quella specie di privè e proprio li vicino alla ringhiera c'era un ragazzo dai capelli viola,occhi magenta con degli occhiali rettangolari posti sul naso. 
- Si, sono io. Lei è Sakamaki-sama? - domandò la ragazza domandandosi da dove fosse spuntato fuori.
- Lui non c'è, io sono il suo secondo figlio  Reiji, e se non sbaglio tu sei qui per il posto da cameriera.... - disse lui. 
- Infatti. - disse lei. 
- Bene, al momento io sono abbastanza impegnato quindi vada pure in cucina, li troverà un'altra cameriera che le spiegherà tutto. Può già considerarsi assunta. - disse Reiji. 
- Davvero? non vuoi sapere niente di me? - domandò Akane. 
- No, dopotutto, tu non sarai la mia cameriera. Io ho già il mio maggiordomo personale. - disse il ragazzo. 
- Quindi il mio compito sarà quello di cameriera personale? - chiese lei. 
- Si, adesso vai. - disse il ragazzo andandosene. Cosi Akane iniziò a girovagare per la villa alla ricerca della cucina. 
- Che razza di tipo! non mi ha nemmeno detto dov'è la cucina!!!...........e cosi sarò la cameriera di qualcuno in particolare..beh forse è meglio, cosi non avrò molto da fare se dovrò seguire solo una persona. - disse Akane continuando a camminare tra i corridoi di quella immensa villa. 
Alla fine per sua fortuna riuscì a trovare la cucina, immensa e provvista di tutto l'occorrente; li infatti vicino ai fornelli intenta a cucinare qualcosa, c'era una cameriera. 
- Scuami, sono qui per lavorare come cameriera, mi hanno detto di venire qui. - disse Akane. 
- Tu sei la ragazza nuova! prendi indossa questa. - disse la cameriera porgendo ad Akane una divisa da maid ( cameriera) appena Akane la aprì per bene togliendo la plastica bianca che l'avvolgeva rimase un po' sorpresa. 
- Devo indossare questo? - domandò lei. 
- Si. - rispose la cameriera con tono di rassegnazione. 
- Ma,ma,ma,ma è molto diverso dal tuo!! perché il mio è cosi!!?? - disse Akane. Infatti al contrario del suo completo che era corto, abbastanza corto, quello dell'altra cameriera era molto più discreto con una gonna lunga fino alle ginocchia. 
- Il fatto è che io sono una cameriera generale, io mi occupo della cucina e della pulizia della casa, non sono una cameriera personale di uno dei padroni. Per questo ho la divisa diversa - disse lei. 
- Quindi a seconda del ruolo che hanno, tutte le cameriere sono vestite in modo diverso...- disse Akane. 
- Già. - 
- Io non ce la faccio più!!! - disse un altra cameriera entrando nella cucina. Anche il suo completo da maid era corto e anche abbastanza provocante: senza nè maniche nè bretelle ma a fascia con solo parte di sopra e mini gonna lasciando scoperta pancia e gambe. 
- Yumi che ti ha fatto sta volta? - domandò l'altra cameriera. 
- Meglio che non lo sai, ora capisco perché Yuki se ne è andata. Quei due gemelli sono peggio della peste!! - disse la cameriera. 
Akane restò in silenzio ad ascoltare con attenzione la conversazione delle due. " Mio Dio, ma questa cameriera indossa un completo ancora più provocante del mio! ma cos'è questa una casa di pervertiti??" si domandava la ragazza. 
- Credo proprio che dovremo fare rapporto a Reiji-sama oppure addirittura al signor Sakamaki. - disse la cameriera. 
- Laito-sama non fa altro che torturarmi tutta la notte. - continuò la cameriera esausta che solo quando si sedette un attimo notò Akane. 
- E tu? sei la sostituta di Yuki? - 
- Sono qui per lavorare come cameriera. - rispose Akane. 
- Okay, beh credo che a te andrà un po' meglio rispetto a me, almeno Ayato-sama è un po' più calmo rispetto a Laito-sama. - 
- HEY!! stupida maid! ti avevo chiesto di portarmi delle patatine in camera! sono passati quasi dieci minuti e non le ho ancora avute!! - disse con tono deciso e autoritario un ragazzo alto, dai capelli rossi e spettinati, bellissimo e dagli occhi verdi con indosso una maglia bianca, sciarpa rossa, giacca e pantaloni  blu. 
- Ayato-sama! la prego di scusarmi ecco a voi. - disse la cameriera con la gonna lunga prendendo da un mobile una busta media di patatine alla paprika. 
- Tse! ringrazia che non sei la mia maid personale! non solo non hai nè tette nè culo sei anche stupida e lenta! - disse Ayato. 
A quel punto Akane esplose dando un pugno in pieno viso al ragazzo che sgranò gli occhi, non dal dolore ma dalla sorpresa. 
- COME TI PERMETTI?! NON HAI IL MINIMO RISPETTO PER LE DONNE! COME HAI DETTO TU, LEI NON E' LA TUA CAMERIERA PERSONALE QUINDI NON PRENDERTELA CON LEI SE NON HAI AVUTO QUELLE MALEDETTE PATATINE!! TI SEMBRA IL MODO DI COMPORTASI CON UNA RAGAZZA???! - gli urlò in faccia Akane. 
Ayato sorpreso,fissava la ragazza senza parlare e con la bocca semi aperta. Una ragazza aveva appena osato rimproverarlo? colpirlo? urlargli contro?
- Come osi alzare la voce contro Ore-sama!?  - disse lui alzando la voce e afferrando Akane da un polso notando poi che nell'altra mano, lei stringeva la divisa da maid. A quel punto Ayato iniziò a sogghignare perfidamente e maliziosamente. 
- Mmmh ma tu guarda che deliziosa coincidenza.... - disse lui cambiando tono usandone uno più suadente. 
- Che vuoi dire? - domandò Akane con aria di odio profondo guardando il ragazzo. 
- Sembra proprio che tu sia la MIA maid. - disse lui accentuando la parola "mia" mantenendo sempre quel ghigno.
- Io sarei la tua maid personale!? - ripetette la ragazza non credendo alle sue stesse parole. 
- Si, e visto che hai osato mancare di rispetto al tuo padrone e ti sei anche permessa di colpirlo, ora devo punirti. - disse Ayato stringendo la presa sul polso di lei e tirandola via, portandola via con lui. 
- Hey! cosa fai?!! lasciami! - disse Akane mentre Ayato la trascinava via. 
- Poverina, non oso immaginare che cosa le farà. - disse la cameriera con la gonna lunga. 
- Ha avuto il fegato di colpire e gridare contro Ayato, quella ragazza ha un bel coraggio...chissà magari riuscirà a cambiare Ayato-sama con quel suo essere decisa. - disse l'altra cameriera. 
Dopo che aprì una porta il legno ben rifinita, Ayato spinse Akane all'interno di una camera da letto facendola cadere a terra per la forza con cui l'aveva spinta e chiuse la porta a chiave alle sue spalle togliendosi poi la giacca e la sciarpa restando solo con la maglia bianca. 
- Adesso si che mi divertirò. - disse Ayato ghignando con malizia e avvicinandosi lentamente alla ragazza che si rialzò da terra. 
- Non indietreggi? mmmh non me lo aspettavo...fai tanto la ragazza dura ma credo che in realtà tu sia una piccola gattina indifesa. - disse Ayato continuando ad avvicinarsi finché non raggiunse la ragazza posizionandosi a pochi centimetri da lei. 
- Osa sfiorarmi anche con un solo dito e giuro che ti faccio venire la voce bianca! - disse Akane decisa e minacciosa. 
- Ahahahahahahahha credimi tesoro solo perché sei riuscita a colpirmi prima non vuol dire che ci riuscirai di nuovo, prima ero distratto ma adesso posso bloccarti qualunque cosa cercherai di fare. - disse lui divertito. 
Akane aveva la fama di essere una ragazza forte e aggressiva e fin'ora quando aveva combattuto contro qualcuno, questo qualcuno veniva sempre sconfitto, digrignò i denti dalla rabbia che quel ragazzo le aveva provocato..
"Perché lui dovrebbe essere diverso? è un normale ragazzo come gli altri no? posso batterlo! " pensò lei. 
- Tse! sei solo un pallone gonfiato, non ho mai perso un combattimento prima d'ora sia che il mio avversario fosse donna o uomo. Posso sconfiggere anche te. - disse lei decisa. 
- Ahahahahahhahahah beh! non dico di odiare le ragazze vivaci! anzi mi piacciono! se vuoi combattere contro di me accetto però ad una condizione. - disse lui
-Cioè? - 
- Se vinco io dovrai obbedirmi al cento per cento e chiamarmi Ayato-sama, proprio come tutte le altre maid. - disse lui. 
- E se invece vinco io? - domandò Akane. 
- Allora ti permetterò di andartene da qui se lo desideri. - disse Ayato. 
- Okay, accetto. - disse Akane stringendo la mano ad Ayato. 
" Che mano fredda! però non importa, adesso ti faccio vedere io! " pensò la ragazza.  
- Bene. Fatti sotto bellezza - disse lui. 
Akane infastidita dall'atteggiamento del ragazzo si fece avanti cercando di colpirlo con un altro pugno ma lui abilmente la scansò. 
- Mancato! prova ancora bellezza magari sarai più fortunata. - disse lui ghignando divertito. 
- Quel sorrisetto mi manda in bestia!! - disse Akane stringendo i pugni e riprovando a colpirlo prima con un pugno e poi con un calcio ma Ayato li bloccò entrambi. 
- Ahahahha tutto qui quello che sai fare bambola? da come ti vantavi sembravi essere forte, invece non sei alla mia altezza. - disse lui con aria da sbruffone. 
- Maledetto!!- gridò lei digrignando poi i denti avventandosi un ultima volta contro il ragazzo che però sta volta l'afferrò per un polso e girandoglielo glielo mise dietro la schiena e le bloccò le gambe con una delle sue. 
- Bloccata. ho vinto io bellezza. - cantilenò lui e poi sempre con quel sorriso sulle labbra la spinse facendola cadere a terra e le si mise sopra. 
- Adesso devi fare tutto quello che ti dico io. - disse Ayato alzandosi e sedendosi sul letto; Akane si alzò da terra e respirando con affanno fulminò Ayato con lo sguardo. 
- Quindi adesso devi obbedirmi e quindi.................togliti i vestiti e indossa quella. - disse lui indicandole poi con l'indice la divisa da maid che era sul pavimento. 
- Tu scherzi. - disse Akane. 
- No, sono serio. Spogliati. Non è una richiesta, è un ordine. - disse lui. 
- Io mi rifiuto! - rispose Akane. 
- Ah si?......benissimo bellezza allora....- Ayato si alzò dal letto e iniziò ad avvicinarsi ad Akane.  -Dovrò spogliarti io. - continuò lui saltandole velocemente addosso e buttandola sul letto dove iniziò a levarle i vestiti con prepotenza e forza. 
- NOOO! LASCIAMI MALEDETTO!! NO!! -  urlò Akane cercando di opporre resistenza al ragazzo che però era riuscito a levarle gli indumenti tranne quelli intimi. Raccogliendo tutte le sue forze, Akane spinse Ayato facendolo finire sempre sul letto ma accanto a lei e lei si alzò coprendosi con le braccia allontanandosi da lui. 
- Sei un demone! - disse lei. 
- Ti ringrazio bellezza, ora indossa quello. - disse Ayato. 
La ragazza pur di non restare in intimo davanti a lui, decise controvoglia di indossare la divisa da maid e cosi fece. 
L'abito stretto esaltava le sue forme perfette valorizzando ancora di più il seno e le gambe. 
- Si, perfetta, sei davvero eccitante vestita cosi....-  disse lui leccandosi le labbra. - Avanti vieni da me, vieni dal tuo padrone. - disse lui con tono caliente, Akane però non si mosse. 
- Ah! insisti ancora nel volerti ribellare? e va bene allora sarò io a cominciare. - disse Ayato afferrando di nuovo la ragazza gettandola accanto a lui sul letto, le si mise sopra e le bloccò i polsi sopra la testa squadrando poi lentamente il corpo perfetto di lei. 
- Che bel corpo che hai.......mi piaci. - disse lui tenendola ferma con una sola mano mentre con le sue gambe, divaricò quelle della ragazza e con la mano libera iniziò a toccarle ogni angolo del suo corpo soffermandosi sopratutto sul seno prosperoso. 
- Smettila non toccami! - ringhiò Akane nel tentativo di dimenarsi.
- Voglio assaporarti tutta per bene - disse lui leccandole il collo mentre con la mano libera iniziò a sbottonarle i bottoni della divisa scendendo poi con le labbra lungo il petto. 
- No, ah! smettila! - Akane cercava ancora di respingerlo ma il tocco di Ayato la stava facendo impazzire tanto da farla gemere appena le labbra di lui le toccarono un capezzolo.
- Bella, bella e mia! - disse lui accarezzandole le parti intime facendola gemere. - E pensare che fino a poco fa cercavi di oppormi resistenza, mi spiace bellezza ma nessuna ragazza che finisce tra le mie braccia riesce a scappare, e non sarai tu la prima a farlo. Anche se penso che ormai tu non voglia più scappare. Ora sei mia - disse Ayato sbottonandosi poi i pantaloni e facendo sua la ragazza che ormai in preda al piacere lo abbracciò levandogli la maglia. 
- A-Ayato-sama! - disse lei gemendo mentre lui sorrise soddisfatto e continuò a farla sua. 
 - La cosa non finisce qui bellezza, adesso viene la parte migliore. - disse lui avvicinando il viso al collo della ragazza e mordendola all'improvviso facendola sussultare dallo spavento. In un attimo Akane riprese coscienza della situazione rendendosi conto che Ayato stava bevendo il suo sangue. 
-AAAAAAAAAAAAAAAH - urlò Akane sia per il dolore, sia per lo spavento, Ayato alzò il viso mentre gli occhi di Akane si specchiavano in quelli verdi di lui. 
- Questo mia cara è la parte migliore per un vampiro.- disse lui sorridendo mostrandole i canini sporchi di sangue per poi riprendere a nutrirsi continuando anche a toccare la ragazza dicendole: 
- Adesso che ho avuto sia il tuo corpo che il tuo sangue, sei definitivamente mia. Non guarderai più nessun altro all'infuori di me. Mi appartieni. - 


Ciaooo ecco qui finalmente il bellissimo Ayato è entrato in scena!! che ne pensate vi è piaciuto?? RECENSITE PER FAVORE!!! A PRESTOOOOO! :-D 

        




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Capitolo 10
*** Scacco matto ***


                                                                                  SCACCO MATTO
        

Mi scuso con Koishan Sakura per la foto, non so perché ma non sono riuscita a prendere l'immagine che mi avevi dato. Spero che comunque quella che ho scelto io ti piaccia. 
Ladymoon957


Primavera, un lieve e piacevole venticello faceva cadere,ricoprendo tutto il cortile, i numerosi petali rosa dei ciliegi in fiore che circondano la scuola e con le finestre aperte, questi petali si posavano anche sui banchi degli studenti intenti ad ascoltare la lezione di filosofia dell'insegnante. 
- Quindi considerando l'idea di Kant riguardante il “sublime”.... Mijoka cosa ne pensa? - domandò l'insegnante rivolgendosi ad uno studente distratto.
- Come? - disse questo.
- Di nuovo distratto Mijoka! Vada fuori! - l'insegnante alzò la voce indicando con la mano la porta e il ragazzo sbuffando uscì dall'aula, dopodiché rivolse di nuovo lo sguardo verso gli studenti e notò una mano alzata.
- Signorina Tsukiko? - disse.
- Il “sublime” fa parte dei “ giudizi estetici” e provoca il piacevole orrore. Si divide in: matematico e dinamico. Il sublime matematico, ha come oggetto la grandezza della natura, mentre il sublime dinamico si concentra sulla potenza della natura. - disse una ragazza diciassettenne, Capelli biondo oro, lisci e lunghi sino ai fianchi, li porta quasi sempre raccolti in una coda alta. Due ciocche sottilissime le scendono lungo le guance sino al seno, frangetta leggermente ondulata,occhi blu oltremare, pelle chiara, una terza di seno ed il fondo schiena poco formoso,labbra piccole e leggermente carnose. Il suo nome: Selena Tsukiko. 
- Esatto signorina Tsukiko. - disse il professore.
- Professore mi scusi. -  Selena si voltò verso la voce che aveva appena udito.
- Si cosa c'è? - disse il professore rivolgendosi ad un ragazzo seduto nell'ultima fila accanto alla finestra di destra.  Aveva un polso sopra il banco e la testa appoggiata sulla mano chiusa a pugno, aveva gli occhi chiusi, capelli blu scuro, quasi neri ed indossava la normale divisa scolastica composta da una camicia bianca poco sbottonata, cravatta nera, giacca aderente nera e pantaloni abbinati, in più aveva al collo una collana talmente corta da circondargli il collo come se fosse un collare. 
- Il discorso della mia compagna non era completo. Ha dimenticato di menzionare la differenza che Kant fa riguardante “ il bello” e “ il sublime” -  disse il ragazzo aprendo gli occhi e mostrandone il blu intenso.
“ Mukami Ruki, mi sembrava strano che non fosse intervenuto per niente fin ora” pensò la ragazza guardando il ragazzo con un espressione di pieno odio. 
- Ah è vero! Allor.. - il professore venne interrotto dal suono della campanella. - A quanto pare per oggi è tutto, a domani ragazzi buona serata.- disse l'insegnante prendendo le sue cose e uscendo dall'aula.
Appena il professore uscì, ecco che tutte le ragazze della classe ad eccezione di Selena, si precipitarono attorno a Ruki. 
- Oh Ruki-kun  sei cosi intelligente!! - disse una avvinghiandosi attorno al braccio di lui.
 E sei anche bellissimo! Ti va di venire con noi a mangiare qualcosa? - disse un'altra. 
Il ragazzo con aria distaccata e seria, le allontanò tutte e senza parlare si avviò verso l'uscita dell'aula dando un ultima e veloce occhiata a Selena ghignando lievemente e questo alla ragazza non sfuggì anzi la irritò.
“ Lo odio! Anche se è da poche settimane che mi sono trasferita in questa scuola le cose non vanno affatto bene! Quel ragazzo mi mette sempre a disagio o in imbarazzo davanti ai professori! Mi fa una rabbia!! non parla mai ma appena dico qualcosa io ecco che interviene a ribattere! E quel ghigno odioso!? Ah!! Ma che cavolo significava?!............adesso basta! " pensò Selena alzandosi velocemente e uscendo dall'aula camminando in modo rapido cercando di raggiungere Ruki che alla fine vide assieme ad un altro ragazzo dai capelli castani. 
- Hey Mukami! - disse lei con tono irritato. I due  ragazzi si voltarono verso di lei e Ruki con sguardo indifferente  le disse: - Cosa vuoi? - 
- Si può sapere come mai ogni volta che apro bocca io devi sempre trovare il pelo nell'uovo? - domandò lei. 
- Hey! come ti permetti di rivolgerti a noi con quel tono! ragazzina non sai chi hai di fronte? - disse il ragazzo dai capelli castani. 
- Non parlavo con te sfacciato che non sei altro! - disse la ragazza. 
- Calma Yuma, va a casa con gli altri io vi raggiungo dopo con l'altra auto. - disse Ruki ghighnando. Yuma sbuffando se ne andò lasciando soli i due. 
- Ti sbagli Tsukiko, io non trovo nessun pelo nell'uovo. Semplicemente non sopporto quando le cose sono fatte in modo incompleto. Come la tua esposizione sul sublime di Kant, anche se comunque ammetto che non è una grande cosa visto che comunque al contrario di Hegel, Kant non è nessuno.- disse Ruki.
- Cosa? Kant non sarebbe nessuno? - disse lei. 
- Esatto. E' chiaro che  con solo tre critiche non si può raggiungere una conoscenza base dell'uomo.  - disse Ruki. 
- E per te invece Hegel questo lo permette? - 
- Certamente, la morale, l'Io penso e lo stesso sublime non sono nulla in confronto alla mente geniale che Hegel dimostra. Lui ci parla di " fenomenologia" con la coscienza,autocoscienza e intelletto. 
- Tse! io dico che Kant è decisamente migliore di Hegel anche a livello di apprendimento! Hegel è troppo complicato. - disse lei. 
- Lo trovo elementare che per te sia complicato. Hegel può essere compreso infatti solo da intelligenze superiori. - disse Ruki. 
- Mi stai dando della stupida? - disse Selena ormai furiosa. 
- E anche se fosse? - rispose lui sempre con quel ghigno stampato in faccia. 
-Aaaaaaaaaaaaaah basta cosi Ruki Mukami io ti sfido! - disse Selena. 
- Mi sfidi? - 
- Si. - 
- Che genere di sfida hai in mente? - domandò lui. 
- Una sfida a scacchi. Un solo round. Chi perde ammetterà che l'altro ha ragione e non ci saranno più dibattititi. E sia chiaro, con questo intendo dire che se vinco io tu non dovrai mai più interferire ogni volta che apro bocca in classe. Siamo d'accordo? - disse lei. 
- Okay va bene. Ma se invece vinco io tu farai qualsiasi cosa io ti dica di fare. . - disse lui. 
Selena, appena il ragazzo finì la frase, esitò.
- Ma che vorrà fare? perché ha imposto una condizione simile?..aaaaaah devo stare tranquilla. L'ho sfidato a scacchi, io sono una maga degli scacchi. Vincerò io. " pensò la ragazza stringendo poi la mano a Ruki. 
- Accordo stipulato. - disse lui.
- Vedrai, vincerò io e ti toglierò quel odioso ghigno dalla faccia! - disse lei. 
- Sono davvero curioso, adesso sarà meglio inziare la gara, vieni con me andiamo a casa mia. - disse lui. 
La ragazza lo seguì entrando nella limousine bianca parcheggiata davanti l'ingresso della scuola. Erano soli e la ragazza si sedette il più lontano possibile da Ruki esaminando con lo sguardo ogni centimetro della lussuosa auto e dopo poco tempo arrivarono davanti ad una immensa villa. Scesero dall'auto e raggiunsero la camera di Ruki: bella spaziosa anche se un po' tetra con il letto al centro davanti ad una finestra, un armadio antico sulla destra e una libreria sulla sinistra stra colma di libri. Il pavimento con moquette blu si intonava alla perfezione col colore delle tende delle finestre. Al lato sinistro poco più avanti della libreria c'era un scacchiera in vetro con i quadrati e le pedine in marmo nero e bianco. 
- Bene, cominciamo. - disse Ruki sedendosi dalla parte delle pedine nere.  -Prego, ti concedo l'onore di guidare i bianchi. - continuò lui. Selena si sedette e la partita iniziò. 
- Pedone in D4 - disse lei spostando il pedone sul quadrato. 
- Ok, pedone in A4 - disse Ruki muovendo la pedina. 
Dopo un po' che l'uno era riuscito a mangiare l'altro, Selena aveva solo pedone  mentre Ruki l'alfiere e la regina. 
- Scacco al re. - disse lui 
Selena aveva ormai capito di aver perso. Non poteva fare nulla e malincuore disse: 
- Mi arrendo. - 
Ruki sorrise compiaciuto. - Bene Selena ho vinto io a quanto pare. Scacco matto. - disse mangiando il re di Selena con la sue regina. 
Il ragazzo si alzò. - Bene e adesso secondo il nostro patto......... - disse lui afferrando poi la ragazza dalla vita e stringendola a sè.   - Adesso dovrai fare qualsiasi cosa ti ordino. - continuò lui a pochi centimetri dalle labbra di lei. 
Selena arrossì appena i loro volti si avvicinarono, Ruki era veramente bellissimo e la sua voce suadente completava il tutto. 
 - Che devo fare? - domandò lei cercando di fare l'indifferente. 
Ruki ghignò e spinse velocemente Selena facendola cadere, anzi sedere, sul letto e poso le sue braccia sul materasso ai lati della ragazza. 
- Ah! ma che fai? - domandò lei. 
- Mi prendo il mio premio per la vittoria, finalmente alla fine sono riuscito a portarti qui. - disse lui. 
- Cosa? che vuoi dire? - 
- L'unico motivo per cui intervenivo solo nel contestare quello che dicevi era che volevo attirare a pieno la tua attenzione cara Selena, non ce la facevo più ormai, ogni giorno per tutto il pomeriggio scolastico il tuo delizioso odore mi tormentava. Volevo averti. - disse lui con la sua voce bassa e calda. 
- Sei impazzito?! - la ragazza iniziò ad indietreggiare spingendosi meglio sul letto e andando verso lo schienale, mentre il ragazzo man mano che lei si allontanava, le si avvicinava gattonando sul letto.
- Assolutamente no. - disse lui afferrandole poi le spalle e sbattendola contro il materasso; Selena si dimenava cercando di toglierselo di dosso mentre lui le bloccò una mano contro il materasso e iniziò a baciarle il collo scendendo poi anche sul petto sbottonandole con la mano libera i bottoni della divisa. 
-FERMO!! cosa fai? NO! - la ragazza continuava a dimenarsi ma con una sola mano non riusciva a spingere via il ragazzo. 
- Finalmente è mio. - disse lui. 
Fu roba di secondi. Un secondo prima, Selena vide gli occhi blu del ragazzo fissi sui suoi e un secondo dopo sentì un fortissimo dolore al collo come se un coltello l'avesse trapassata; sgranò gli occhi dalla sorpresa e urlò d'istinto per il dolore. Sentiva una strana sensazione, sentiva il sangue muoversi velocemente verso la bocca di Ruki; a un certo punto lui alzò il capo mostrandole i canini sporchi di sangue. Il suo sangue. 
- Sei un....? - iniziò a dire lei mentre le forze l'abbandonavano. 
- Vampiro. Si. E adesso mia cara, tu appartieni a me. - disse Ruki riprendendo poi a bere e a baciarle il collo scendendo lentamente e sensualmente verso il petto, allargandole la camicietta, arrivando a baciarle e a toccarle anche il seno. 
- Ruki-kun lasciami!! - disse lei. 
- Sssh zitta - disse lui continuando poi a nutrirsi. 
Ad un certo punto il cellulare di Ruki squillò, lui alzò la testa verso il comodino sul quale aveva posato il cellulare e sullo schermo c'era la scritta:  Karl Heinz. 
- Accidenti. - disse lui prendendo il cellulare e rispondendo. 
- Pronto. - 
- Ruki-kun, sto tornando ora dal lavoro, vieni a casa mia cosi continuiamo la nostra conversazione. -  disse Sakamaki chiudendo poi la chiamata. Ruki sospirò. 
- Proprio adesso doveva chiamarmi?........e va bene, tanto ormai ti ho ridotta ad uno straccio, mi dispiace Selena ma adesso devo tornare a casa. Fredeic! - disse Ruki e poco dopo comparve il maggiordomo nella stanza. 
- Riporta la ragazza a casa. - 
- Agli ordini signore. - disse il maggiordomo sparendo poi con Selena tra le braccia....


Ciao :-) forse questo capitolo non è stato un granché, l'ho scritto con un po' di velocità ma spero che vi piaccia RECENSITE! anche per dirmi che non vi piace cosi poi cercherò di aggiustarlo se non è di vostro gradimento. Ditemi voi. A presto ciao a tutte! 

    

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Capitolo 11
*** Mare e tramonto. ***


                                                                           MARE E TRAMONTO

            

In una calma serata estiva, l'ultimo giorno di scuola, una ragazza era intenta a disegnare un panorama di mare e accompagnava la sua arte cantando una dolce melodia del suo anime preferito: 
(https://www.youtube.com/watch?v=4u1tLgZF9lQ) 


Nee kimi wa ima dare o omotte iru no? 
watashi wa kimi o omotte iru yo
mado o akeru to kanjita 
Ah  yoru no nioi 
ima dare no kao ga 
kokoro no naka ni ukanda?


Aika Kimura, sedicenne,occhi azzurri e dal corpo ben proporzionato approfittava del fatto che tutti gli studenti avessero libertà di fare ciò che volevano essendo l'ultimo giorno di scuola. Muoveva il pennello con delicatezza mentre completava il suo quadro e dopo le ultime due pennellate ecco che era completo. Un bellissimo panorama di mare durante il tramonto. La ragazza si alzò continuando a cantare mentre si lavò le mani sciogliendosi poi i lunghi capelli azzurri; era tranquilla finché la porta non si aprì di scatto. 
-HEY! Smettila di cantare razza di campana stonata! - disse un ragazzo dallo sguardo furente entrando nell'aula. 
-Cosa?! Campana stonata?! Ma come ti permetti? - rispose lei irritata. 
- Io sto dormendo nell'aula affianco, smettila di cantare mi disturbi! - disse il ragazzo digrignando i denti e socchiudendo gli occhi color sangue.
- Ma cosa vuoi razza di cretino! Oggi è l'ultimo giorno e tutti possono fare quello che vogliono perciò non rompere e poi questo non è un luogo in cui si dorme! -
- Sta di fatto che è il giorno in cui possiamo fare quel che vogliamo e io voglio dormire! -
Aika si bloccò, guardandolo bene si era resa conto di avere davanti un ragazzo che lei conosceva bene, anzi tutta la scuola lo conosceva bene..
- Tu sei uno dei fratelli Sakamaki? Su-Subaru. -
- Si e allora? - rispose il ragazzo con arroganza spostandosi con la mano un ciuffo argentato che gli era finito davanti ad un occhio.
- Adesso capisco, visto che sei uno dei ragazzi più popolari e importanti dell'istituto ti sembra normale dare ordini agli altri..bene con me non l'avrai vinta! - 
Subaru più furioso di prima digrignò i denti, la ragazza lo vide inspirare, e poi il suo sguardo cambiò all'improvviso lasciando il posto ad un ghigno.
- Se c'è una cosa che non sopporto, sono le prede che osano sfidarmi. - disse Subaru.
- Che significa? -
Il ragazzo iniziò ad avvicinarsi ad Aika mantenendo quel ghigno malizioso e poco rassicurante stampato sul viso e man mano che lei gli si allontanava indietreggiando, lui le si avvicinava con passo lento ma deciso. Lo sguardo di lui si spostò ad un certo punto sul quadro accanto alla ragazza.
- Lo hai fatto tu? - domandò lui.
Aika rivolse lo sguardo al quadro. 
- Si, l'ho finito poco fa. -  Subaru afferrò il quadro guardandolo da vicino.
- Attento! Non farlo cadere!! -
-  Ti piace il mare eh? - domandò lui; la sua espressione era di nuovo cambiata. Era tranquilla.
-  Si mi piace.-
- Piace molto anche a me, sopratutto al tramonto e di notte. - 
Subaru inspirò di nuovo, evidentemente sentiva un odore che però lei non riusciva a captare. 
- Vieni con me. - disse  lui all'improvviso.
- Eh? E dove? -
- Al mare. -
- Scherzi? -
- No. Domani vado con i miei fratelli alla nostra villa al mare per passare li un week end prima di andare in vacanza. Allora vieni? -
- Ah perché non passate le vacanze li? -
- No, quest'anno gli altri hanno deciso di andare al mar dei Caraibi. -
“Accidenti...beh che cosa potevo aspettarmi da dei super ricconi.. a differenza loro io non ho una famiglia ricca, frequento questa scuola solo grazie ad una borsa di studio” 
- Allora che fai vieni o no? -
-No, aspetta mi inviti senza sapere ne chi sono e senza...- 
- Sei Aika Kimura, terzo anno, quarta sezione. Ti conosco. - 
- Oh. - 
- Allora vieni? ti mostrerò un posto bellissimo da dipingere. - 
- Davvero? allora si va bene vengo con te!  - 
La situazione era completamente cambiata, due minuti prima si stavano scannando tra loro e adesso lui l'aveva invitata ad andare al mare con lui e i suoi fratelli. 
- Ecco io...-
- Vieni domani alle cinque e un quarto del pomeriggio davanti a scuola. Non ti conviene tardare o dovrai pagarne le conseguenze... Ah! Dimenticavo, portati il costume. - il ragazzo se ne andò lasciando Aika sola.
La mattina seguente, Aika andò a fare shopping con la sua amica Nabiki...
- Ecco compra questo!! - disse Nabiki appena Aika uscì dal camerino con addosso un costume bianco a fascia con una fantasia floreale.
- Ti sta benissimo Aika! Compralo! -
- Ma mette troppo in evidenza il seno... -
- E allora?! Hai un bel corpo mettilo in mostra cavolo! E poi passerai un week end in compagnia di uno dei dei ragazzi più popolari e desiderati della scuola! Non dirmi che volevi metterti il costume intero che usiamo a scuola vero? -
- Ecco... -
- Ah! Aika ma insomma! Sei ancora vergine e passerai due notti intere in compagnia di Subaru Sakamaki! Non vorrai fare figuracce alla tua prima volta vero? -
- Ma che dici Nabiki?! Non faremo nulla! -
- Ahahahahahaha perdonami ma questa è la bugia più grande che potessi dire Aika! Ahahahha tu sei davvero convinta che Subaru non farà nulla!? -
- Ha detto che saremmo andati li con i suoi fratelli perciò....-
- Balle! Aika non farà mai venire i suoi fratelli! Ti ha detto cosi per convincerti ad andare con lui. E' chiaro come il sole che ha altro in mente...-
- Cosa!? Oh no! Che faccio gli dico che non vado più? -
- MA NO! Tu andrai li e mi racconterai tutto,tutto!! - .
Arrivò il pomeriggio, erano le cinque e mezza e una lussuosa Lamborghini argentata era ferma davanti al cancello della scuola.  
  
Aika correva e quando alla fine raggiunse la scuola, vide un ragazzo con gli occhiali da sole appoggiato all'auto. 
- Subaru-kun! - disse lei fermandosi e riprendendo fiato.
- Sei in ritardo – le disse lui freddamente. Indossava una camicia bianca a maniche corte mezza sbottonata con un paio di jeans scuri e scarpe da ginnastica.
- Scusa è solo che... -
- Si,si sta zitta. Sali. -
“ Ecco che è ritornato ad essere il solito antipatico.” pensò la ragazza. 
- Wow! Ma è tua? -
- Si, tutti noi fratelli ne abbiamo una personale. - rispose Subaru.
-COSA?! Vuoi dire che tutti voi avete la vostra personale Lamborghini?? - 
- E' quello che ho detto, adesso andiamo comincio già a rompermi. -
 Dopo un bel po' di strada senza dire nessuna parola, Aika chiese: 
- E i tuoi fratelli sono già a casa vostra?  -
- No, loro non ci sono. - rispose solo il ragazzo e qui le vennero in mente le parole di Nabiki : “ Non farà mai venire i suoi fratelli! Ti ha detto cosi per convincerti ad andare con lui. E' chiaro come il sole che ha altro in mente...”
“Allora è proprio come aveva detto Nabiki, Subaru vuole.....come mi comporto adesso?” pensò Aika guardando Subaru.
- Perché mi fissi? - le domandò lui.
- Ah! Non ti sto affatto fissando! - lui sogghignò senza dirle nulla.  A quel punto Aika lo stava guardando bene, Subaru era davvero bellissimo! E sul suo fisico non c'era nulla da ridire, quella camicia gli lasciava scoperti un po' i pettorali e con quegli occhiali da sole era veramente un fico!.
Superata la zona popolata della spiaggia, scesero lungo una stradina che li condusse ad una immensa villa sulla spiaggia preceduta da un po' di prato usato come posto da parcheggio per le auto e una piscina. La villa era a due piani e piena di vetrate, con il mare e la spiaggia praticamente di fronte. Subaru fermò l'auto e i due scesero entrando nella villa, enorme e piena di mobili lussuosi. 
 
- Va a cambiarti. -
- Cambiarmi? -
- Si,  se vuoi fare il bagno nuda puoi farlo, per me non ci sono particolari problemi,. - le rispose lui.
Aika arrossì cosi forte da sentirsi le guance incandescenti. 
-MA CHE DICI??!!!! - gli urlò contro. 
- Allora sbrigati e va a cambiarti. -
Sospirando, la ragazza esplorò la villa finché non entrò in una camera da letto enorme, pavimento con parquet, letto enorme, armadio e comodini in mogano, lenzuola e tende di seta e di colore verde smeraldo. 
- Wow che camera! - Aika si avvicinò al letto posandoci sopra la borsa contenete le sue cose, era dell'idea di restare in quella stanza per dormire la notte cosi uscì le sue cose mettendosele sul letto per poi indossare il costume specchiandosi poi al grande specchio accanto all'armadio.
- O no! Ho dimenticato la spazzola! - disse lei e cosi iniziò a guardare nei vari tiretti della stanza alla ricerca di una spazzola, ma appena aprì il primo tiretto del comodino di sinistra...
- Ma che diavolo?!... -
- Hai finito di perdere tempo? - Subaru spalancò la porta spaventando Aika. Indossava solo un costume da bagno a boxer nero che evidenziava alla perfezione il pallore della pelle di lui e con i muscoli in bella vista, ad Akira non restò altro che arrossire prima di dar mostra delle sua irritazione. 
-AH! Ma allora è un vizio che hai! Smettila di spalancare le porte di sorpresa!! - disse lei ma poi notò  lo sguardo di Subaru posarsi sulla scatola che aveva in mano. 
- Vuoi che li usiamo? - domandò lui malizioso.
Aika guardò la scatola rimettendola poi velocemente dove l'aveva trovata. 
- AH! no! non è mia!! e-era già qui... - disse lei balbettando. 
Subaru ghignò.  - Ti metti un costume simile e poi ti presenti con una scatola di preservativi in mano. Vuoi provocarmi Aika? - Subaru iniziò ad avvicinarsi a lei e mentre si avvicinava inspirò di nuovo come aveva fatto a scuola. 
- Si, vuoi provocarmi... - aggiunse lui raggiungendola, afferrandole un braccio e gettandola sul letto. 
- Ah! Subaru-kun? - 
- E' troppo forte. - 
- Cosa? - 
- La fragranza che emani, è troppo forte, troppo invitante... - disse lui abbassando il tono della voce rendendola calda. 
Si stese su di lei guardandola con lo stesso sguardo di un leone pronto a colpire l'indifesa gazzella. 
- Che ti prende? - domandò lei. " Oh, no non dirmi che vuole? oh mamma mia!!" 
Il ragazzo posò i suoi occhi rossi sul corpo della ragazza avvicinando lentamente il suo viso al collo di lei e una volta raggiunto inspirò su di esso. 
 - Che-che fai? - balbettò lei mentre lui si fermò guardandola negli occhi. 
- Avrei voluto aspettare più tardi ma...non credo di riuscire a resistere fino ad allora. - 
" Oh no ci siamo!" 
- Aspetta! non vorrai mica? - 
- Non vuoi? non m'interessa lo farò lo stesso. - disse lui deciso afferrandole un braccio con una mano mentre con l'altra iniziò ad accarezzarle la coscia e contemporaneamente a baciarle il collo. 
- Subaru-kun no!  aspetta! - 
- Non sai da quanto volevo farlo e adesso finalmente potrò gustarti a pieno... - disse lui  spostando entrambe le mani sul seno mentre le leccava avidamente il collo. 
- No, ti prego io... - 
- Sei vergine. - 
la ragazza sgranò gli occhi. 
- Si vede dal tuo modo di comportarti se ti stai chiedendo come ho fatto a capirlo, sei tutta tesa, però questa tua espressione da innocentina mi esalta ancora di più perciò... adesso ti farò mia Aika. Credo che  a Laito non dispiacerà se usiamo la sua stanza, infondo lui ci ha fatto di peggio qui dentro immagino. - 
Conclusa la frase Subaru addentò con forza e velocità il collo di Aika che urlò dallo spavento e dal dolore. 
-AAAAAAAAAAAH! SUBARU-KUN! - 
- Aah delizioso! sei davvero buona come pensavo, anche meglio... -
- Su-subaru... tu sei!! - 
-Un vampiro. Si. Lo siamo tutti in realtà sia io che i miei fratelli... - 
La ragazza lo guardava con pieno terrore specchiandosi in quegli occhi rossi cosi paurosi ma allo stesso tempo stupendi come due rubini. 
- LASCIAMI ANDARE!! - gridò lei terrorizzata. 
- Ssh, sta calma, sei la mia preda e ora ti farò provare lo stesso piacere che provo io... ti farò conoscere l'estasi - 
La morse nuovamente slacciandole il reggiseno del costume e gettandolo poi sul parquet , continuava a nutrirsi del suo sangue palpandola iniziando poi ad infilare la mano libera nelle mutandine di lei e a quel punto Aika sussultò. 
- NO! - disse. 
- Pensi di fermarmi? misera umana non puoi battere la forza di un normale umano, come pensi di vincere la mia chiaramente superiore? - 
La ragazza lo guardava immobile, non poteva fermarlo, sentiva la sua lingua leccarle il sangue che continuava a colare dal suo collo e le sue dita che le stuzzicavano le parti intime.
- Di solito non arrivo mai a questo punto con una preda ma con te farò un eccezione, sei troppo buona per lasciarti a metà.  - disse Subaru penetrandola poi all'improvviso. 
Aika urlò all'inizio solo di dolore ma poi quello stesso dolore si trasformò in piacere tant'è che abbracciò il ragazzo dalla schiena avvicinandolo a lei. Subaru interpretò quel suo gesto come un invito a continuare. Di continuare a nutrirsi, di continuare a possederla...




Eccomi qui! ragazze non potete immaginare che è successo! ieri il capitolo era pronto, avevo salvato e sono uscita. Appena sono tornata mi si era cancellato tutto!!! sono rimasta almeno per alcuni secondi davanti allo schermo immobile. Quindi spero che comunque il capitolo riscritto vi piaccia. RECENSITE!! A PRESTO! 
Ladymoon957

   


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Capitolo 12
*** Gemme. ***


                                                                                           GEMME

               
Sono le undici e mezza della notte, il parco isolato era illuminato a tratti dagli alti lampioni che circondavano il giardino. Un venticello apprezzabile scuoteva dolcemente gli alberi e vicino al ponte che sorpassava il lago echeggiava il rumore di passi. 
Una ragazza col capo chino passeggiava lentamente lungo il sentiero del parco avviandosi verso il lago, i lunghi capelli neri legati in due code laterali, si muovevano avanti e indietro a ritmo con i suoi passi e con la luce dei lampioni si notava il pallore della sua pelle; camminava aggiustandosi la benda che aveva davanti all'occhio sinistro e una volta raggiunto il ponticello, vi notò qualcuno seduto sopra la ringhiera in legno che osservava la luna piena.
Era un ragazzo dai capelli all'apparenza verde acqua e che indossava degli abiti a lei famigliari. 
“ Quel ragazzo è della mia stessa scuola...” pensò lei cercando di non farsi vedere e di andarsene. 
- Chi sei? -
la ragazza udì una voce alle sue spalle. Quel ragazzo le aveva rivolto la parola. 
-  Come ti chiami? - il ragazzo continuò a parlarle senza distogliere lo sguardo dalla luna.
- Mi chiamo Shizuka Masamoto. - rispose a bassa voce la ragazza restando però ferma al suo posto.
- Shi-zu-ka...- il ragazzo ripetette il nome della bruna molto lentamente dividendone le sillabe con un tono calmo, troppo calmo.
“ E' uno studente della mia scuola...come mai non mi ha ancora detto niente di cattivo? Eppure dovrebbe sapere chi sono...” pensò lei. In effetti, Shizuka essendo figlia di una famiglia povera era del tutto mal vista dagli studenti del liceo Hokkudan, uno dei licei creati appositamente per i figli di gente ricca. 
- E' un bel nome. Mi piace.- disse lui
- Tu,tu frequenti il liceo Hokkudan? -
- Si. - stette zitto per pochi secondi prima di chiederle...
- Vuoi farmi compagnia? vorrei presentarti Justin. - 
- Justin? - 
- Si, vieni. - 
La ragazza seppur un po' scettica si avvicinò al ragazzo fermandosi a pochi metri da lui. 
- Dimenticavo...il mio nome è Azusa Mukami. - 
- Pi-piacere. - 
- Avvicinati ho detto. - 
La ragazza gli si avvicinò e solo allora Azusa voltò lo sguardo mostrando perfettamente il suo viso alla ragazza che rimase colpita dal colore verde dei suoi capelli ma ancor più dal colore dei suoi occhi: viola mischiato al verde. Notò però anche che su varie parti del corpo di lui c'erano varie fasciature, una attorno al collo e una più lunga sul braccio destro. 
- Perché hai quelle fasciature? - domandò lei. 
- Oh queste? mi servono solo a coprire le ferite. - disse sempre con quel tono calmo e lento. - E tu perché quella benda sull'occhio? - aggiunse lui. 
La ragazza sussultò posandosi una mano sulla benda. 
- Oh no, non è nulla. - 
- C'è qualcosa che non va con i tuoi occhi? con me puoi parlare. So chi sei e so che vieni mal trattata a scuola, ma tranquilla, succedeva anche a me, quando ero piccolo... - 
Shizuka avvertì una strana sintonia tra lei e quel ragazzo, il fatto che anche lui avesse provato una parte di quello che provava lei la rassicurava ma non del tutto...
- Perché sei venuta qui sta notte? - 
- Volevo stare sola. -
- Ah...capisco. Io quando mi sento solo parlo con il mio amico Justin, con lui riesco a parlare...è il mio migliore amico. - 
Azusa iniziò a sciogliersi la benda del braccio mostrando poi alla ragazza un lungo taglio che gli percorreva metà braccio. 
- AH! ma come è successo?? - la ragazza si spaventò guardando quel taglio cosi profondo e di un rosso vivo. 
- Lui è Justin e ti consiglia di non abbatterti per come vieni trattata a scuola, lascia che accada. - 
- Come puoi dire una cosa simile dopo che anche tu sei stato trattato male? - 
- Il dolore può essere sconfitto se lo consideri una parte piacevole di te...Justin me lo ricorda ogni giorno ed io vado avanti cosi. Non c'è niente di male a ferirsi. E' anche una sensazione piacevole...vuoi provare Shizuka? - 
La ragazza sgranò gli occhi anche se ne era visibile solo uno. 
- Ma che dici? sei pazzo? - 
- Pazzo? no... che dici? - 
Shizuka iniziò ad indietreggiare e Azusa scese dalla ringhiera avvicinandosi a lei. Era più alto di quel che sembrava...
- La tua tristezza non è legata solo al fatto che ti maltrattano per il fatto che non sei ricca vero? dimmi perché hai quell'occhio bendato? - 
- Non deve interessarti Azusa-kun. - 
- Allora è a causa di quell'occhio che sei cosi triste?- 
- NO! SMETTILA! - 
Azusa sgranò gli occhi. 
- Non gridarmi contro, posso diventare pericoloso se mi fanno arrabbiare...vero Justin? - qui lui iniziò a sogghignare in modo alquanto inquietante. 
- Non sono cose che ti riguardano! - Shizuka si voltò di scatto cercando di correre ma non potette visto che si sentì afferrare il polso e in un attimo senza che se potesse accorgere era a terra sul prato con Azusa su di sè.
- Che fai!? - 
- Non sopporto chi urla contro! - disse lui alzando la voce e strappandole via la benda dall'occhio scoprendone il segreto: era di un bellissimo viola splendente. 
- Hai gli occhi monocromatici... - disse lui
-NO! NON GUARDARMI!! - gridò lei cercando di coprirsi gli occhi con le mani ma il ragazzo abilmente le afferrò ambedue i polsi bloccandoglieli a terra. 
- Perché non dovrei? hai degli occhi bellissimi. - disse lui. Shizuka che intanto cercò di dimenarsi, appena sentì la frase del ragazzo si bloccò. 
- Cosa hai detto?- domandò sorpresa lei. 
- Hai degli  occhi bellissimi, unici...mi piacciono. Non dirmi che era per questo che gli altri ti maltrattano? - 
Shizuka voltò il capo e da li il ragazzo capì che era un "si". 
 - Sono solo dei folli a considerare queste due splendide gemme qualcosa di brutto...non temere Shizuka, d'ora in poi ti proteggerò io se qualcuno cercherà anche solo di sfiorarti... - 
- Azusa-kun... -
- Ti chiedo solo una cosa in cambio...- 
- Co-cosa? - 
- Ti chiedo di farti gustare. -
- Cosa?! - Shizuka sgranò gli occhi. 
- L'odore del tuo sangue mi sta fa facendo impazzire....è da prima che mi sta stordendo...non ce la faccio più a resistere... - disse lui mostrando i canini alla ragazza e mordendola cosi velocemente da non darle nemmeno il tempo di urlare. 
Azusa nutrendosi specchiava i suoi occhi in quelli della ragazza, due gemme luccicanti dalla bellezza ineguagliabile...
-Azusa-kun!! - la ragazza in preda al dolore cercava di allontanare il ragazzo che invece insisteva ancora di più affondando i canini nella carne tenera. 
- Accetta di essere mia Shizuka e non ti verrà fatto più alcun male...Io ti proteggerò. - 
Shizuka sebbene spaventata,  si calmò all'istante non appena Azusa concluse la sua frase, aveva scoperto che lui in realtà era un vampiro, ma anche se era incosciente del perché, solo tra le braccia di lui riusciva a sentirsi protetta e serena...

Ciao, ecco anche Azusa è fatto, perdonate il fatto che sia corto ma non avevo molto in mente per lui...spero che comunque vi piaccia. :-) a presto 
Ladymoon957

 



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Capitolo 13
*** Prigione. ***


                                                                                                     PRIGIONE
              


Quando riprese i sensi, Ryoko Hosika , si ritrovò a terra su un pavimento di pietre fredde, circondata da mura in pietra e da sbarre di ferro mezze arrugginite. Aveva freddo e nell'aria un insopportabile odore di umido e acqua piovana le infastidiva l'olfatto; non riusciva a ricordare il perché e il come fosse finita li,  finché una voce echeggiò raggiungendo le sue orecchie. 
- Ben svegliata dolce Ryoko. -  
la ragazza restando a terra, rivolse lo sguardo in direzione della voce ritrovandosi davanti a lei un ragazzo alto e biondo con un paio di occhiali da vista e una benda nera sull'occhio sinistro. Indossava un costume nero da cerimonia con cravatta e fazzoletto dorati. 

- Sh-Shin-sama - disse lei a fatica mentre chinando il capo i lunghi capelli castani le coprirono il volto. 
- Povero tesoro...forse ho esagerato un po'- lui si avvicinò alle sbarre e si inginocchiò senza toccare il pavimento con le ginocchia. -Ma come tu ben sai è questa la punizione per le serve che si ribellano al proprio padrone... - continuò lui. 
Lei lo guardò per un attimo posando poi lo sguardo su se stessa ritrovandosi con addosso la sua divisa da cameriera quasi del tutto strappata e d'istinto incrociò le braccia davanti al petto per coprirsi. 
- La prossima volta almeno sarai più obbediente Ryoko-chan. - disse il ragazzo. Lei lo guardò di nuovo e in quel momento la sua mente cominciò a rimembrare cosa era accaduto.......


Era una fredda serata invernale, una ragazza vestita da cameriera, spazzava il patio esterno di un immensa villa più simile ad un castello che ad una casa. 
- Finalmente ho finito. - disse lei mentre rientrava nel castello, guardò verso destra l'immenso e antico l'orologio a pendolo che segnava le 00.40
- Oh no! devo preparare la cena per il signorino!!- disse lei iniziando a correre verso la cucina dove i cuochi e le altre serve stavano già cucinando. 
- Finalmente sei qui! dove ti eri cacciata eh Ryoko? - le domandò il capo chef indaffarato ad adornare gli antipasti. 
- Carla-sama mi ha ordinato di spazzare il patio esterno e ho appena finito. - 
- Carla-sama? ma tu sei al servizio del signorino Shin! - disse un altra cameriera. 
- Lo so ma non potevo disobbedire... - 
- Ah! senti allora visto che hai pulito fuori finisco io di preparare la cena di Shin-sama però gliela porti tu. - 
-Ok. - 
Dopo un po' ecco che finalmente tutte le portare erano pronte e Ryoko prese il carrello con sopra la cena dall'antipasto al dolce e la portò nella sala da pranzo mentre un altra cameriera fece lo stesso con un altro carrello. 
Nella sala da pranzo enorme e lussuosissima, seduti ai posti da capo tavola c'erano due ragazzi in attesa della cena. 
- Shin-sama ecco a voi la vostra cena. - la bruna posò i vari vassoi sul tavolo posizionando davanti al ragazzo quello dell'antipasto.
- Era ora! ma quanto ci hai messo!!? - disse Shin. 
- Perdonatemi Shin-sama ma ho dovuto.... - 
- Silenzio, non m'interessa che cosa hai fatto, tu sei la mia cameriera personale e quindi devi pensare prima ai miei bisogni e poi ai tuoi! - 
Ryoko chinò il capo - Avete ragione. Vi chiedo scusa. - 
- Certo che ho ragione e ora sparisci, va a prepararmi il letto. - disse il ragazzo poco prima di iniziare a mangiare. 
Ryoko se ne andò raggiungendo la stanza del suo padrone: il letto era in subbuglio e  tra le lenzuola trovò anche un completo intimo femminile che da bianco era diventato rosso per via del sangue che lo ricopriva completamente e sicuramente appartenente alla ragazza che aveva visto entrare nella stanza del ragazzo quella stessa mattina e che però non aveva più visto uscire dal castello. Probabilmente il suo cadavere era a marcire nelle segrete....
- Povera ragazza, non ce la faccio più a vivere in questo posto...questi vampiri sono cosi...cosi sadici e malvagi, uccidono tutte le ragazze che portano qui... e in pieno giorno. - 
Iniziò a togliere tutti i resti degli abiti della ragazza sporchi di sangue gettandoli in un grande cesto che si era procurata dalla lavanderia e li gettò anche le lenzuola sporche e le cambiò mettendone delle rosse con dei ricami. 
Pulì tutta la stanza e la rimise a nuovo e appena finì ecco che la porta le si aprì alle spalle. 
- Vedo che hai finito, brava sarebbe stata una scocciatura per me se avessi trovato ancora la stanza ridotta in quello stato - disse Shin andandosi poi a stendere sul letto. 
La ragazza stava per andarsene quando poi il ragazzo la chiamò: 
- Hey. - 
- Si? - 
- Dove pensi di andare? - 
- Ecco..devo aiutare a sistemare la cucina... - 
-No,no,no tu resti qui, per colpa tua sia io che mio fratello abbiamo cenato in ritardo e quindi adesso devo punirti. - il ragazzo sorrise maliziosamente e alzandosi dal letto iniziò poi ad avvicinarsi a lei che iniziò ad indietreggiare. 
- Shin-sama la prego... - disse lei tremando, lui le era arrivato vicino e le afferrò le braccia con forza.
- Ssssh fa silenzio mia piccola schiava...adesso,rendi felice il tuo padrone - 
Ryoko chiuse gli occhi intimorita da ciò che le stava per accadere, non era da tanto che aveva preso servizio come cameriera in quel castello, ed era la prima volta che Shin si comportava cosi con lei...
" Oh no! sicuramente adesso mi morde! " pensava spaventata la povera ragazza che però poi si sorprese nel sentire le labbra del ragazzo posarsi sulle sue. Ryoko sgranò gli occhi. 
Dopo poco le labbra di Shin iniziarono a percorrerle il collo dolcemente lasciandole anche qualche scia di saliva con la lingua, la ragazza immobile dal terrore non sapeva che fare e intanto lui si rimpossessò della sue labbra baciandola per bene. 
Alla fine senza sapere nemmeno lei come, Ryoko spinse via il ragazzo che rimase esterrefatto dalla mossa della ragazza. 
-NO! - gridò lei. 
- Mi respingi? - domandò lui incredulo. 
- Shin-sama la prego di fermarsi. - rispose lei con voce tremante. Lui la fissò per poco, prima di iniziare a ridere: 
- Ahahahahahahah guarda,guarda una serva che osa ribellarsi al padrone! ahahhaha è la prima volta che mi succede....la cosa non va per niente bene Ryoko-chan. - disse lui riprendendo a camminare finché poi con uno scatto afferrò di nuovo la ragazza spingendola sul letto. 
-AH! NO! - gridò lei d'istinto. 
Il ragazzo le si mise a cavalcioni soffermandosi ad ammirarla..
- Sai, prima di oggi non avevo mai notato che hai gli occhi verdi...sono davvero belli...cosi come il resto d'altronde....voglio assaggiarti.- le iridi dorate di lui cambiarono colore diventando rosse, la ragazza cercò di sfuggirgli ma lui le bloccò i polsi con una mano strappandole poi la parte superiore della divisa da maid e iniziandole a baciare il collo scendendo poi anche sul seno.
- Shin-sama la prego si fermi!! - 
- No...il tuo odore mi piace tantissimo....il tuo sangue sarà di una delizia unica... lo voglio...- si leccò le labbra poco prima di trafiggerle il collo con le sue zanne. 
-AAAAAAAAAAAAH! -  Shin l'aveva morsa cosi forte da procurarle un dolore allucinante, la povera Ryoko sebbene provasse a liberarsi e ad opporsi, non riusciva nemmeno a muovere un dito a causa della forza del ragazzo ma anche alla perdita di sangue...
- Sei davvero buona! - unica...mia... - 
Queste furono le ultime parole che Ryoko sentì prima di perdere i sensi....


Ormai le era tornato tutto il mente e con occhi colmi di terrore, Ryoko scattò in piedi e si allontanò il più possibile da quelle sbarre. 
- Mmh, deduco dal tuo comportamento che ti è ritornato in mente quello che è accaduto poche ore fa tra di noi Ryoko-chan....sono stato troppo brutale? - chiese lui con ironia. 
- Stammi lontano! - la ragazza replicò e Shin si fece serio. 
- Come hai detto? - 
- STAMMI LONTANO!! - urlò lei. 
- Osi urlarmi contro? misera umana questo non te lo permetto! - il ragazzo prese dalla tasca una chiave e la infilò nel lucchetto delle sbarre, Ryoko continuava ad allontanarsi finché non raggiunse il gelido muro mentre ormai aperta la prigione, Shin vi entrò raggiungendo la ragazza e inchiodandola contro la parete. 
- Ti ho lasciata in vita perché devo ammettere che mi piaci tesoro, ma non credere che questo ti autorizzi a urlarmi contro e ad opporti a me. Visto che mi hai mancato di rispetto adesso devi pagarne le conseguenze - sorrise diabolicamente mentre la osservava, si allontanò e chiuse le sbarre della prigione. 
- Una piccola precauzione, non che mi potessi sfuggire ma come dite voi umani "prevenire è meglio che curare" giusto? -  quel sorriso misto a malizia e cattiveria intimorivano la ragazza più delle sue parole, adesso l'avrebbe uccisa? che ne sarebbe stato di lei?, queste domande le bombardavano la mente mentre guardava il vampiro avvicinarsi a lei mentre muoveva a destra e a sinistra quella coda da lupo. Sebbene Shin fosse un vampiro, aveva la capacità di trasformarsi in un lupo...
- V-vuoi uccidermi? - 
- Ucciderti?...no. Non posso farlo, voglio divertirmi per bene con te e non posso farlo se muori non credi? - disse lui squadrandola da capo a piedi. 
- Giacché non hai molto addosso, a che serve tenersi quegli stracci? toglili. - 
-Cosa? - 
- Sbrigati. - 
" Che ragazzo orribile....dopo avermi tolto la maggior parte delle forze, adesso vuole anche umiliarmi" pensò lei. 
- Allora che aspetti? non ho mica tanto tempo! tra poco sarà l'alba sbrigati. - 
" Devo trovare il modo di andarmene da qui" pensava la ragazza restando  ferma, Shin sospirò. 
- Okay, ho capito, allora se non vuoi farlo tu... lo farò io per te! - disse lui saltandole letteralmente addosso spostandola dal muro e facendola cadere a terra e li di nuovo la morse con tutta la forza che aveva nutrendosi. 
- N-n-n-no.. - con le ultime forze che aveva, Ryoko disse quella parola, Shin continuava a nutrirsi finché un raggio di sole non gli finì nell'occhio disturbandolo. 
- Ah! no! maledizione!! - disse lui scansando il raggio che era proprio sopra al corpo della ragazza. 
- Uffa, questa non ci voleva...devo dire ai servi di chiudere tutte le finestre qui dentro.. bene allora a domani notte Ryoko.  - disse il ragazzo andandosene via e lasciando il corpo inerme della ragazza nella prigione....

CIAOOOOOO ecco qui anche Unlimited blood è completa!!!!!! allora che ve ne pare dell'ultimo capitolo?? RECENSITE una bacio dalla vostra Ladymoon957



 

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Capitolo 14
*** AVVISO PER LE CREATRICI DEI PERSONAGGI FEMMINILI DI QUESTA STORIA ***


CIAO A TUTTE RAGAZZE, VOGLIO CHIEDERVI UNA COSA: VISTO CHE STO SCRIVENDO SU WATTPAD E HO GIA' PUBBLICATO MIDNIGHT PLEASURE, VOLEVO CHIEDERVI SE POSSO PUBBLICARE ANCHE UNLIMITED BLOOD OVVIAMENTE SPECIFICANDO CHE I PERSONAGGI FEMMINILI PRESENTI NEI VARI CAPITOLI NON SONO UNA MIA CREAZIONE. VISTO PER L'APPUNTO CHE SIETE VOI LE LORO CREATRICI VOLEVO CHIEDERVI IL PERMESSO DI FARLO. PER FAVORE RISPONDETEMI. :-) CIAO A TUTTE.

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