Motel 6: scappare per ritrovarsi

di _delilahmae_
(/viewuser.php?uid=664929)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Escape ***
Capitolo 2: *** Danger ***
Capitolo 3: *** First Impressions ***
Capitolo 4: *** 5 stars restaurant ***
Capitolo 5: *** Lakepoint ***
Capitolo 6: *** 6.Liar, Liar ***
Capitolo 7: *** 7. Safe Heaven ***
Capitolo 8: *** 8. The Whale and the Shark ***
Capitolo 9: *** 9 Tracker ***
Capitolo 10: *** 10 Conflicts ***
Capitolo 11: *** 11. Build-A-Bear ***
Capitolo 12: *** 12. New York City ***
Capitolo 13: *** 13 M&M's World ***
Capitolo 14: *** 14. Reunion ***



Capitolo 1
*** Escape ***


ESCAPE

" Avery Holmes, vuoi venire al ballo con me?" chiese Jack, i suoi capelli che di solito erano a spazzola adesso erano gellati all'indietro. Ridacchiai, Jake era un ragazzo  così sdolcinato e adorabile allo stesso tempo.
Ero così preoccupata di non essere invitata al ballo scolastico e non sapevo nemmeno perchè, ma il fatto che  ora mi fosse stato chiesto mi diede una confidenza e sicurezza in me stessa che non avevo mai avuto. Infatti quando me lo chiese io non esitai e accettai immediatamente. Mi baciò sulla guancia e mi disse che sua madre mi sarebbe passata a prendere con il suo minivan.

Non mi interessava se mi sarei presentata al ballo con un minivan, perchè Jake Yoder era il mio appuntamento. Le altre ragazze mi avrebbero visto con lui e mi avrebbero subito guardato male ma non mi interessava,avrei avuto il mio momento con lui , tutto questo non avrebbe dovuto farmi sentire frivola e superficiale, ma in realtà lo fece eccome.

Questo fu l'inizio della fine.

" Ascoltami, Aimee, devi indossare la maglia" sospirai, guardando di traverso mia figlia di tre anni. Aimee era testarda quasi quanto me, il che rendeva incredibilmente difficile fare persino le cose più semplici con lei. La piccola scosse vigoraosamente  la testa  in segno di protesta.
" Ma perchè papà può dormire senza maglia?" puntualizzò Aimee, ancora non capendo perchè i ragazzi potevano andare in giro senza maglia e perchè le ragazze invece non potevano.
Provai più volte a dirglielo ma ogni mattina veniva a svegliarmi senza maglia. Ogni qualvolta io le dicevo che non doveva lei usava sempre la stessa scusa "ma mamma io ho troppo caldo con la maglia"
Senza speranza scossi la testa e abbandonai il discorso perchè si era ormai fatto tardi  e doveva andare a dormire.
Jake non tornava e io non sapevo se fosse una buona cosa o meno. Questo suo ritardo poteva significare due cose; era fuori con gli amici o stava bevendo con gli amici. Speravo fosse la prima ma era molto improbabile, lo conoscevo oramai.
Decisi così di andare da Aimee e accoccolarmi dietro di lei con le braccia attorno al suo corpicino. Il piccolo letto scricchiolò e fece dei piccoli rumorini e come sempre Aimee ne rise genuinamente pensando probabilmente che il suo "letto parlante" fosse la cosa più divertente del mondo.
Non le avevo mai detto che suo padre era troppo povero per comprargliene uno più solido e robusto.
" ti voglio bene" sosprirò Aimee baciandomi la guancia e rifugiandosi sul mio petto con il viso. " ti voglio bene anche io piccola" dissi in tutta risposta adagiandomi sul cuscino.
Per la maggiorparte delle persone apparivamo come una famigliola felice, ma in realtà non lo eravamo per nulla.

"Sarà divertente" si lamentò Jake strattonandomi e prendendomi per il polso. Gemetti e oscillai la testa cercando di liberarmi dalla sua presa.
I Tigers, la nostra squadra di calcio ,aveva appena vinto un'altra partita mantenendo il nostro oramai consolidato titolo di imbattuti. Ci sarebbe stato un grande festeggiamento a casa di qualcuno ma sapevo che mia madre si sarebbe infuriata se ci fossi andata.
Jake era ormai passato dall'essere un dolce e premuroso fidanzato a un possessivo e mostruoso ragazzo.
" Davvero, sono stanca." mentii, mimando la cosa anche un falso sbadiglio per far sembrare la situazione il più verosimile possibile. Lui girò in alto i suoi occhi e mi portò verso la sua macchina che sapeva di Doritos.
Sospirai, sollevata che non mi avesse pressato ad andare a quella festa, in fondo sapeva che odiavo quel tipo di occasioni mondane.
"Sei una bambina" ringhiò infilando le chiavi dell'auto nel quadro. Mi accigliai e mantenni i miei occhi fissi su casuali oggetti fuori dal finestrino quando ad un certo punto  mi sentìi le sue braccia intorno alla vita e le sue labbra sul mio collo " Non vuoi che io mi arrabbi vero? è solo un piccolo party, Ave."
Scossi la testa ancora.
"Jake, davvero..." dissi in un tono che si faceva sempre più rigido rispetto a quanto io volessi. " Non voglio andare, okay? possiamo tornare a casa mia e guardare un film o fare qualsiasi altra cosa.". Cercai di essere il più entusiasta possibile sperando di fargli cambiare idea. Scosse solo la testa e scavò con le sue unghie la mia pelle. Iniziavano a bruciarmi gli occhi, Jake non era mai stato così prima d'ora.
"Stiamo andando al party" impose lui " va bene piccola?"
" okay" risposi sentendomi spaventata più che mai.

Jake tornò a casa intorno alle due del mattino. Ero stata con Aimee finchè non si era addormentata. Il resto della notte mentre lo aspettavo lo passai in preda ad un esaurimento nervoso, guardando vecchie repliche di Wife Swap, l'unica trasmissione in onda in televisione.
Esaminai i vari lividi sul mio corpo. Erano tutti fatti da lui quando era arrabbiato, ubriaco e io pregavo Dio che stanotte non fosse in quelle condizioni  per il bene di Aimee e la mia salvezza.
Quando tornò, avevo pulito casa e sul bancone della cucina c'era dell'acqua e un maalox che lui prendeva sempre il mattino per far passare il doposbronza che oramai era diventata un'abitudine. Usciva sempre più spesso con gli amici e quel bar era una sorta di rifugio per lui.
" Sono esausto" borbottò Jake togliendosi le scarpe davanti alla porta.Sorrisi sommessamente e tornai a vedere la replica del telefilm sperando che sarebbe sgusciato in fretta verso la  sua camera da letto, la stessa in cui io avevo smesso di dormire circa tre mesi fa. Ora la maggiorparte delle notti le passavo sdraiata sul divano.
Stava vagando in cucina mentre io gli ero dietro come un cucciolo che ha perso il suo padrone; mi baciò dolcemente la guancia e poi si girò verso il bancone, in quel momento vidi la sua espressione passare dalla totale calma a una rabbia inaudita.
"Ma che cazzo succede?? avevo lasciato 20 dollari qui sopra prima di uscire"  urlò appoggiando maldestramente il bicchiere di acqua sul tavolo. sentìi l'aria uscire dai miei polmoni tutta d'un colpo
" No è ok" dissi timidamente frugando nel cassetto "li ho solo mes-"
Mi tirò uno schiaffo e fu lì che realizzai che sarebbe stata un'altra di quelle notti in bianco in cui l'unica cosa che avrei pensato era se lui fosse veramente il mio principe azzurro


Guardai di nuovo il mio test di gravidanza e strillai lanciandolo per terra. Questo non era ciò che volevo, tutto era iniziato con Jake obbligandomi a scopare con lui.
" No" dissi con la testa tra le mani, non riuscivo a pensare lucidamente e ad un  certo punto mi girai e vomitai nel water.
Qualcuno poi bussò alla porta "apri la porta piccola?" gridò Jake. Cercai di parlare ma nulla se non la colazione uscì dalla mia bocca. Ero agitata, nervosa, non sapevo cosa fare e il mio cuore batteva così forte, come se dovesse scoppiare da un momento all'altro.
" Stai bene? Sei malata?" chiese bruscamente,  io in tutta risposta scossi solo la testa non volendo incrociare il suo sguardo. Dovevo dirglielo o si sarebbe insospettito e sapevo che più glielo avrei tenuto nascosto peggio sarebbe stato.
"Sono incinta" sputai chiudendo gli occhi e piangendo copiosamente. La mia famiglia era lontana, loro vivevano a Boston mentre io vivevo a New York; se Jake mi avesse lasciata non sapevo dove sarei stata o andata o a chi mi sarei rivolta per chiedere aiuto.
" Ma che cos-" urlò Jake
Tutto quello che ricordo di quella notte fu il mio corpo che mi sembrava fosse stato fatto a pezzi. Mi sentivo così male, mi aveva lasciata li sul pavimento freddo del bagno, istintivamente mi toccai la pancia e sospirai " ti terrò in salvo piccolo" sperando che un giorno qualcuno avrebbe detto la stessa cosa a me.

Jake mi scaraventò sul bancone della cucina e io guaì in preda al dolore. Fece un sorrisino e iniziò ad avvicinarsi lentamente a me, misi il piede dietro e non appena fu abbastanza vicino mi feci coraggio e gli tirai un calcio sugli stinchi. Lo sentii urlare dal dolore mentre correvo nella stanza di Aimee che in quel momento si stava risvegliando. Presi tra le braccia Aimee mentre sentivo i suoi passi pesanti e cadenzati farsi sempre più vicini, raccolsi le due borse di emergenza che avevo creato in caso di una situazione del genere da sotto il suo letto e iniziai a camminare. 
" Tu, piccola puttana" disse Jake tenendosi la gamba ancora dolorante. Aimee iniziò a piangeere spaventata,le accarezzai la schiena mentre cercavo di avvicinarmi alla porta per uscire finalmente da quell'inferno. 
Jake mi raggiunse in un attimo e mi prese per la spalla mi spinse al muro. Mi feci ancora più protettiva verso Aimee mentre Jake stava lì, in piedi, glaciale.
" Tu pensi di potermi controllare" dissi con voce tremante e lacrime che scendevano calde dalle mie guance oramai segnate da numerosi pianti.
" Ti ho fatto fare cose che non volevo, ho sofferto per colpa tua e ora sono stanca di tutto questo;  sei diventato un mostro Jake e non ti posso addomesticare; io me ne vado" 

Con mia sorpresa Jake non si mosse ne parlò mentre noi ce ne andavamo, come se stesse ancor assorbendo tutto quello che gli avevo detto e finalmente apprendendolo.

Io e Aimee entrammo nella mia auto e guidai verso zone sconosciute nel pieno della notte. Sarei dovuta essere spaventata perchè non avevo dove andare, pochi soldi con me e nessun piano.
Invece mi sentii molto sollevata, come se ci fosse un peso in meno sulle mie spalle perchè sapevo che questo sarebbe potuto essere un nuovo inizio per me. Dopo tutti questi anni di infinito abuso io stavo scappando, mi sentivo libera, una sensazione che non provavo da tempo.












note:

Ciao, ecco il primo capitolo tradotto della fanfiction "motel 6" spero di essere riuscita a rendere al meglio il contenuto del capitolo anche se non è semplice :). 
In realtà questo è piu un prologo che un vero e proprio capitolo in quanto da questo breve spezzone ci addentriamo nella storia di Avery Holmes la protagonista  e capiamo qualcosa di lei. questo capitolo infatti è interamente dedicato al suo personaggio. più in la conosceremo anche gli altri personaggi. 

spero che questa storia vi piaccia quanto sta piacendo a me. 
i capitoli li posterò non appena riuscirò a tradurli, spero settimanalmente. 
Ah dimenticavo! la ff è ancora in svolgimento quindi potrebbero esserci dei ritardi. 
nulla non so più cosa dire se non grazie per essere arrivati fino a qua. 
siete dei temerari 



Se volete lasciare un pensiero o  avete domande o qualsiasi richiesta mi trovate anche qui @sensivitness su twitter :)


xx

 
   


 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Danger ***


Niall Horan 

Guardai il telefono con un po' di preoccupazione, un po' di tempo fa avevo ricevuto due di questi spaventosi messaggi  tutti provenienti da una stessa anonima mail , ma dei quali non avevo parlato con nessuno...nessuno poteva ipotizzarne l'esistenza. O almeno lo pensavo.
Dei brividi mi attraversarono la schiena quando lessi nuovamente il messaggio:

 NIALL HORAN DEVE MORIRE

Volevo capire chi avesse potuto mandarmi un tale messaggio,  come avessero fatto a scoprire il mio quasi impossibile indirizzo mail che consisteva in una seire di lettere numeri inseriti in un ordine illogico e capire cosa avessi fatto di male perchè qualcuno volesse che io morissi.
In quel momento avrei voluto solo chiudermi a riccio e piangere ma invece fui obbligato a fingere un falso sorriso. 
Deo era seduto vicino a me con il suo telefono  e in me aleggiava l'idea che tutti mi sarebbero stati addosso se avessi iniziato a  piangere per via della situazione che si era venuta a creare; tutto ciò che in quel momento volevo era mia madre, il mio vecchio letto e soprattutto qualche risposta.

Cosa avevo fatto di male?
Mi meritavo davvero tutto questo?

Come al solito non dissi nulla a nessuno. Supposi che presto tutto sarebbe scivolato via come il vento che avrebbe spazzato via le foglie oramai secche, era solo un altro degli hater che avevamo e che era riuscito a rintracciare la mia email. 
Non riuscivo a lasciarlo passare e nella mia testa era ormai un pensiero fisso. Non poteva passare, o almeno, non quando c'erano così tante cose che succedevano nella mia vita e quando non avevo bisogno di qualcosa che mi avrebbe buttato giù e aggiunto più stress nella mia routine.

Chiunque fosse avrebbe smesso ,mi dissi.
Mi sbagliavo, sì, mi sbagliavo di grosso.

"Pronti, ragazzi?" chiese Liam, rivoltando tra le mani il microfono e mettendosi a posto il cappellino. Sentivo già gli urli di milioni di fan e il mio sangue pompare rapidamente nelle vene.
Amavo la sensazione che avevo prima di ogni show, c'era sempre quel pizzico di agitazione che affollava le nostre menti e ci faceva salire l'adrenalina necessaria per dare il meglio di noi nella performance.
Il fatto che le persone venissero per vedere me esibirmi era abbastanza per farmi terrorizzare.
Mettemmo tutti le mani in cerchio e intonammo la canzone 'al lavoro' di Biancaneve che eseguivamo prima di ogni concerto, una tradizione per noi.
Con la bottiglietta di acqua fredda in mano e l'ansia da prestazione che saliva corsi verso la mia piattaforma di entrata. Era il mio momento e nulla poteva rovinarmelo

"Lo hai ottenuto tu Niall, farai del tuo meglio."

Ogni concerto mi ripetevo mentalmente queste parole di mia madre che mi disse alla mia prima performance da piccolo allo spettacolo di fine anno alle elementari.
Sembrava scadente e ridicolo quando lo dicevo ad alta voce, per questo non lo avevo mai pronunciato davanti agli altri.
Poi il mio telefono suonò, alzai il sopracciglio, pensavo di averlo messo in silenzioso per lo show, appoggiai la mia bottiglia di acqua per terra e guardai lo schermo. Era un'altra mail : 

Niall Horan Morirà

Improvvisamente il mio sangue si raggelò diventando freddo quasi quanto la bottiglietta di acqua che avevo in mano e la mia faccia persino più pallida del solito. 
La mail arrivava dalla stessa persona alla quale non volevo rispondere. Il suo indirizzo mail come il mio era un accozzaglia di lettere e numeri e il solo guardarla mi terrorizzava.
Ed eccomi qui, solo nel buio e vulnerabile.
"Andiamo, facciamolo" fischiò Harry da lontano facendomi sussultare e tornare alla realtà.
" Che cazzo, Harry" dissi riprendendo fiato e facendo sfilare il mio telefono di nuovo in tasca torturandomi come sempre il labbro superiore.
Da quando avevo ricevuto questi messaggi non lo avevo detto a nessuno, ma se c'era una persona a cui avevo riferito tutto quello era Louis. Ne aveva fatto una barzelletta, un giochetto. Mi aveva promesso però che non lo avrebbe detto a nessuno e per ora questo mi tranquillizzava.
Solitamente dopo aver ricevuto questo tipo di messaggi mi calmavo da solo, autoconvincendomi che era solo una delle tante persone in cerca di fama e attenzione, ma stavolta mi non fu proprio così.

Ne era apparso un altro .
Eravamo sul pullman in direzione di una nuova città. 
Era sera tardi e molte luci erano già state spente e quasi tutti i ragazzi della crew erano andati a dormire, infatti queste erano alcune delle poche notti in cui potevamo dormire più di 8 ore e andavano fatte tesoro.

Ancora, eccomi qua, seduto nella mia stanza mentre fissavo il cellulare e stavo quasi per farmela addosso. Tutto per colpa di quel fastidioso e stupido anonimo che aveva preso metà dei miei pensieri. Era una situazione ridicola.

Poi qualcuno bussò alla mia porta e rapidamente misi via il telefono.

" Vieni,entra" invitai cautamente ad entrare cercando di non far svegliare nessuno, specialmente Lux. Sapevo che se si fosse svegliata lei automaticamente si sarebbero svegliati tutti e non ne sarebbe stato felice nessuno.
Louis entrò chiudendo piano  la porta della mia stanza.Indossava una semplice maglia bianca e un paio di pantaloni della tuta che molto probabilmente aveva rubato dalle mie valige. Mi guardò attentamente e si sedette accanto a me sulla morbida pelle nera del mio divano, pattandomi?? la schiena.
" Non riesci a dormire neanche tu vero?" disse scuotendo la sua testa e aggiustandosi i capelli da una parte. "Sono stanco ma non riesco ad addormentarmi".
Acconsentii soltanto, incapace di parlare. Stavo ancora pensando a quell'irritante anonimo chiedendomi come mai lo avessero fatto e perchè lo trovasse così divertente. Cercavo di dire a me stesso, di autoconvincermi ,che stravo esagerando ma in realtà, dopo aver ricevuto così tabti messaggi sapevo che non era così.
"Niall, sembri un po' fuori forma" disse Louis avvicinandosi alle mie guance. Io alzai le spalle e deglutii violentemente. 
"Okay,allora, sputa questo rospo. Dillo a Louis" disse girandosi nella mia direzione " Sono tutt'orecchi. Davvero, dimmi, che succede amico?"
"Io...okay,ascolta" iniziai, chiudendo gli occhi e sospirando "Prima di tutto devi promettermi che non lo dirai a nessuno" lo guardai e lui fece segno di chiudersi la bocca con una cerniera.
"Bene, allora, ultimamente c'è sempre un pensiero fisso nella mia mente che mi spaventa un po'. Non so se sono io che sto esagerando ma contiunano ad arrivarmi degli strani messaggi da persone che non conosco, degli anonimi. Ognuno di questi dice qualcosa di spaventoso , come per esempio che devo morire. Ho appena ricevuto adesso l'ultimo di questi messaggi di minaccia."  
Louis mi guardò con cipiglio e annuì guardando un punto fisso nella stanza, come se stesse realmente pensando. Mentre accennai un sorriso pensai tra me e me che era bello poter dire il mio piccolo segreto a qualcuno, mi sembrava come se non fossi realmente matto!
"Niall c'e solo una cosa che ti devo dire.." disse il più grande guardandomi fisso e con aria seria.
"Si..Dimmi pure Lou"
"Ehm...quella persona sono io!!" disse piuttosto ad alta voce, io sobbalzai e mi imbarazzai un attimo, magari stavo rendendo la situazione più inquietante del dovuto.
"Okay, vado a letto" sbadigliò Louis stanco morto mentre lasciava la mia stanza.
Per il resto della notte continuai a dirmi che tutto questa preoccupazione era inutile ma c'era sempre qualcosa nella mia testa che mi portava a pensare diversamente.


"Che cosa state facendo ragazzi stasera?" urlò Zayn alla folla già parecchio urlante. In quel momento mi accorsi di aver dimenticato i messaggi minatori.
"Mi dispiace ma questa sarà l'ultima canzone della serata" continuò. Dal pubblico giunse un boo e io scossi la testa in segno di disapprovazione, ridendo ancora.
"Non posso credere che sia l'ultimo concerto del tour" dissi sospirando " è strano,sapete? Non ci credo che sia tutto finito"
"Già, è vero" aggiunse Harry annuendo buttando il contenuto della mia bottiglietta addosso alla folla. "penso che dopo andrò al club, vuoi venire?"
"Perchè no" dissi scompigliando i suoi capelli.

Con la coda dell'occhio avevo visto una ragazza  nelle prime file con qualcosa indosso che le copriva il volto, pensavo fosse qualche sua tendenza religiosa, presto però capii che non era un seplice velo integrale,no era qualcosa di diverso. 
" Guarda" disse Harry sbucciansdo la sua banana abitudinale sul palco e lanciando la buccia verso il pubblico, laddove due ragazze si stavano battendo per averla. La ragazza mi sorrise facendomi l'occhiolino e tirando fuori il suo telefono, come se volesse farmi una foto, invece in quello stesso momento il mio telefono, che doveva essere spento, vibrò. Era un'altra mail, la guardai e lessi di nuovo: 

Tempo per Niall Horan di morire

Improvvisamente ci fu un grande boato e sentii molti urli, grida di terrore. Nello stesso istante vidi una pallottola volare accanto alla mia testa,in pochi secondi l'arena era nel caos.
Harry mi coprì istintivamente con una mano guardando verso la ragazza con il velo. Lei non c'era più, come se la sua immagine fosse sempre stata un ologramma, invisibile, impalpabile. Io sapevo che era lì, lo avrei giurato davanti al mondo intero.
In un battito di ciglia la sicurezza mi portò nel backstage e Paul mi guardò spaventato e arrabbiato allo stesso momento.
"Louis mi ha detto dei messaggi che hai ricevuto Niall, perchè diavolo non me ne hai mai parlato?" fece lui con fare aspro e un'espressione contrita.
"Non importa oramai, ma capisci che potevi, anzi stai mettendo l'intera band in pericolo?"
Non sapevo che dire, le mie mani tremavano, i miei occhi pieni di paura e terrore. Non parlavo, non mi muovevo e faticavo a respirare. Paul mi raggiunse e mi afferrò per le spalle scuotendomi alla ricerca di una reazione.
" Niall dobbiamo portarti via da qua. Qui non solo tu sei in pericolo, ma anche chiunque sia intorno a te. Dovrai nasconderti."  Ecco la sentenza di Paul, che a mio malgrado avrei accettato.








Ed eccomi di nuovo qui ragazzuole con un nuovo capitolo della nostra ff !! 
cosa ne pensate? 
Stiamo finalmente iniziando a capire cosa spinge questa volta il nostro caro Niall ad andare via, a scappare. Spero sia chiaro tutto. Devo ammettere che tradurre questo capitolo non è stato molto semplice. Le americane fanno frasi molto concise e renderle in italiano non è sempre rose e fiori. Ecco adesso mi sento che mi tirerete i pomodori perchè ho fatto un pasticcio! aha 
Niente, dal prossimo capitolo inizieremo a conoscere l'ambientazione di questo Motel 6 dove i nostri protagonisti si incontreranno magari? o si scontreranno? 
Fatemelo sapere in una recensione se vi va, lo sportello disagio multiplo sarà sempre aperto :)

Come sempre mi potete trovare su twitter @sensivitness 


Buona giornata! xx

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** First Impressions ***



3 FIRST IMPRESSION 


Avery Holmes

Dopo ore ed ore di guida tra la notte che era nera come la pece, il serbatoio della benzina praticamente vuoto e una Slurpee presa alla passata stazione di servizio per Aimee trovai un economico "motel 6" che decisi sarebbe stata la nostra casa temporanea.
"Faremo un pigiama party?" chiese Aimee con la sua lingua blu per colpa del lecca-lecca; annuì e la tolsi dal seggiolino dell'auto mentre mi posizionavo le borse sulle spalle. Guardai la "o" in grassetto che non funzionava più nella scritta MOTEL 6 e tutte le mie paure sparirono in fretta.

Con Aimee in braccio spinsi la porta con i piedi per entrare nella hall. C'era una donna sulla cinquantina che fumava una sigaretta dietro al bancone, e non appena ci vide buttò il mozzicone nel vicino cestino.
 "Benvenuti al Motel 6" sorrise lei apertamente, mentre ci avvicinavamo al banco " spero vi troverete bene qui". 
Volevo dirle che all'inizio del mio viaggio non avrei mai pensato di arrivare qui, ma annuii educatamente senza proferir parola.
" Ne vuoi un po'?" chiese Aimee proponendo il suo lecca lecca blu alla donna che di tutta risposta rise di gusto.
"No grazie tesoro, come ti chiami?" 
"Aimee, e ho tanti anni così" rispose in tono serio alzando tre dita. Risi di gusto abbassandogli un dito, ancora una volta aveva fatto scattare più dita rispetto agli anni che aveva. Avevo spesso provato a farle imparare i numeri fino al dieci ma lei si dimenticava sempre almeno due numeri, facendo risultare ogni sforzo vano.
"Io sono Shirley e ho troppi anni per essere detti ad alta voce, qual è il nome della tua mamma?"
"Mami"
"Lei intendeva Avery, Avery Holmes" stesi la mano verso la donna che me la strinse con così tanta forza che Aimee nelle mie braccia tremò. " E siamo qui per avere una stanza"
"Quante notti starete?" chiese
"Emh..." mi morsi il labbro, non avevo pensato a questo quando ero scappata da Jake "Non lo sappiamo, non è che potrei pagare di settimana in settimana?" alzai il sopracciglio dispiaciuta come spaventata che avesse potuto rifiutare. Sapevo che se non fossi potuta stare qui, io e Aimee avremmo dovuto arrangiarci e dormire in macchina.
" Una settimana sono 42 dollari" disse lei annuendo. Scavai minuziosamente nel mio portafogli finchè non lo svuotai per pagare la stanza.
"Ecco a lei la sua chiave" affermò agitandola in aria. La afferrai sorridendo.
" La sua è la stanza 36, se va giusto dritto di là, esce fuori e si trova una scala sulla sinistra che la porterà direttamente al secondo piano, la sua stanza è la quinta a partire dal fondo"
"Avrò il letto grande?" chiese Aimee mentre io armeggiavo con il pomello della porta. Non ero mai stato in un motel, tutto ciò che sapevo era che era il piu economico in zona e questo mi bastava.
I muri erano beige chiaro e il pavimento di un'ombra blu così brutta su cui i miei occhi si fossero mai posati che stentavo a crederci.C'era un solo letto dal momento in cui avevamo affittato la stanza più economica. Le lenzuola erano dello stesso blu della moquette ma con qualche accenno di arancione. Vidi una porta che dirigeva ad una piccola stanza nell'angolo.
Ai miei occhi questa stanza assomigliava più ad una discarica di rifiuti, ma per Aimee poteva parer anche un castello.
"Mamma...tv"  urlò Aimee schiacciando casualmente dei tasti. Battei gli occhi e guardai ma non feci nulla. Poi diedi una fugace sguardo al mio telefono, erano già le 5 del mattino e io non avevo dormito per nulla. Mi sedetti accanto ad Aimee e iniziai "Ascolta, piccola, devo parlare con te di una cosa okay?" ero insicura di come persino iniziare a dirgli che suo padre non avrebbe più fatto parte della nostra vita. 
"okay" annuì lei 

Merda, sicuramente lei mi avrebbe obbedito. Avevo bisogno di tempo, tempo per capire cosa dire.

"Sai...che papà è stato un po' meschino ultimamente?ecco lui non tornerà con noi. Lui ha fatto molto male alla mamma, e io voglio tenerti al sicuro"
Aimee mi fissò per circa dieci secondi, e mi stavo preparando al tantrum. Invece mi guardò e annuì "okay mami" tornando poi a saltare sul letto.
"Dov'è il gabbiano Sally?" mi chiese la piccola alzando un sopracciglio. Cercai di focalizzare la sera prim quando lei si era addormentata con Sally vicino ma mi ero dimenticata di metterlo in borsa. Mi morsi il labbro incapace di dirle qualcosa.
Per qualsiasi altra persona non era un grande problema, solo un altro vecchio pupazzo. Ma per Aimee no, era il suo peluches preferito, non riusciva ad addormentarsi senza, era come una sorta di tranquillante.
"Tesoro..." chiusi gli occhi " Torneremo a prendere Sally fra un po' okay? ma stasera potresti abbracciare la mamma..."
E fu qui che il tantrum iniziò e realizzai che non avrei dormito un singolo battito di ciglia.






Niall Horan

Dicono che gli irlandesi nascano fortunati, ma eccomi qua, sulla strasa per Motel 6 nel mezzo del bel nulla.
Paul suggerì che per il mio pessimo comportamento avrei dovuto avre una chiamata dal capo del Modest!Management Donald O'Clearly.
Se ci fosse nel mondo qualcosa più detestabile di lui e sarei sorpreso, con la più alta voce e un attitudine da " my super sweet sixteenth"
non c'era nulla che io odiassi di più del parlare con lui.
Era tutta colpa di Donald se mi stavano spedendo nell'ignoto, colpa sua se non avevo potuto salutare i ragazzi, tutta colpa sua se mi sarei perso le ultime quattro date del nostro ultimo tour. Era come se lui avesse puntato il dito in una parte casuale della mappa e mi ci stesse spedendo senza nessun rispetto ne preavviso, forzandomi a stare lì.
Non fraintendetemi, la Florida è bella e tutto ma andare in un motel che costava 6 dollari a notte ed era conosciuto in tutti gli Stati Uniti per essere il motel più economico, non mi rendeva certamente una pasqua.
"Eccoci qua" disse Paul entrando in un parcheggio. Guardai fuori dal finestrino verso un'insegna MTEL 6  con una lettera mancante. Sospirai e presi le mie valigie e la mia chitarra per poi seguire il mio bodyguard verso la mia nuova stanza. Avevamo già preso la chiave e arrangiato il tutto in anticipo così da mantenere il segreto senza destare eventuali sospetti.
Entrai in quella stanza che non era per niente impressionante, mi tolsi subito le scarpe e guardai ai pochi ma servizievoli comfort del grande bagno e la televisione al plasma. Guardando meglio ringraziai il cielo per un letto matrimoniale e un mini frigorifero.
" Dì ai ragazzi che mi mancano tanto e che devono venirmi a trovare il prima possibile" 
"Non so se sarà possibile ma cercherò una soluzione per te Niall" disse Paul mettendosi le mani nelle tasche.
"Si si lo so... ma quanto tempo durerà? non posso stare qui imprigionato per sempre"
Niall, non lo so, per ora non ho risposte" disse toccandomi la spalla come per rassicurarmi. feci del mio meglio per sorridere, ma entrambi sapevamo che ero giù di corda.
"Okay io vado, se hai bisogno chiama quando vuoi"
E con questo Paul se ne era andato e mi aveva lasciato da solo. Odiavo la sensazione di solitudine che da un po' mi accompagnava, io ero una di quelle persone che aveva bisogno della compagnia e che quando questa non c'era si sentiva stupida.
Per il resto della giornata persi tempo facendo zapping tra i trenta canali i quali trasmettevano solo soap, televendite e se ero fortunato una partita di football. Non potevo nemmeno tweetare qualcosa ai fan per fargli sapere che ero vivo e stavo bene, qui mi accorsi quanto io fossi dioendente da twitter.

Cliccai su un link postato da ONEDIRECTION e guardai caricarsi il loading aspettando impaziente fincjè le facce dei miei quattro migliori amici non comparvero. Mi rabbuiai, quanto mi mancavano,Dio.
"Hey Niall come va?" iniziò Liam sorridendo maldestramente
"Volevamo solo dirti che ti vogliamo bene e ci manchi tanto" esclamò louis "faremo fuori chiunque ti abbia fatto male Niall" vidi Zayn dargli un buffetto sulla schiena e mi nacque un sorriso spontaneo, ecco perchè erano i miei preferiti.
"E per i fan che stanno guardando vogliamo che voi sappiate che Niall sta bene e sono sicuro sta amando i trend e tutto il supporto che gli mandate"
Harry sorrise alla telecamera con le mani dietro alla schiena come sempre.
E in pochi seconde i loro visi erano andati e io fui ricapultato nel mondo reale. Volevo richiamarli e dirgli che non stavo affatto bene, che mi trovavo in una squallida stanza di un motel praticamente morendo.
Dovevo uscire da quella stanza, ora.







okay okay okay 
scusate se sono così in ritardo ma sono stata super impegnata con lo studio e questo capitolo era un po' lunghetto e complicato; ma non demordete se siete arrivate qua poi magari (spero) avrete voglia di continuare a leggere e vi prometto che non ci metterò tantissimo a tradurre :) 
nulla in questo capitolo vediamo l'arrivo di entrambi al motel e le reazioni alle situazioni.
vediamo un Niall un po' giu di corda, come perso senza i suoi compagni. cucciolo. 
Come sempre se volte farmi sapere cosa ne pensate nelle recensioni *faccinadolce* mi farebbe molto piacere :)


xxxx
al prossimo capitolo! 


Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 5 stars restaurant ***


Misi il mio portafoglio in tasca, uscii dalla porta della stanza 42 dirigendomi verso le scale con la voglia di scappare che saliva di secondo in secondo.
Apparentemente, per rendere la mia permanenza più confortevole, avevano messo uno schermo tv e un tavolo con il buffet nell'atrio.Spinsi la porta facendola oscillare e salutai con una mano Shirley che avevo conosciuto telefonicamente qualche giorno prima.
"Ciao Piccino" disse lei tossendo.
"Come sta?" chiesi io mentre mi dirigevo verso il tavolo con il buffet. Alzò solo un po' le spalle in segno di risposta alla mia quanto più convenevole e piuttosto disinteressata domanda che le posi mentre già mi trovavo nell'altra stanza.
La stanza non era per niente decorata, i tappetti dello steggio blu-grigino come il resto delle stanze del motel e i muri di un bianco sporco, quel bianco che sa di vissuto portando con se un pizzico di malinconia.
Andai verso un distruibuore di animaletti di peluches, tirai fuori qualche moneta dal mio portafoglio e le inserii nella slot attivando il distributore.
"Prendi la tartaruga!!" una piccola voce squillò da dietro di me. Sussultai e mi girai per vedere una piccola bimba dai capelli biondi e una codina di cavallo che allungava il collo per provare a vedere la tartaruga che desiderava. Allora mi abbassai abbastanza per prenderla in braccio e permetterle così di poter vedere quell'agognato oggetto del suo desiderio.
"La tartaruga in mezzo?" le chiesi appoggiandola nuovamente a terra mentre lei annuiva vigorosamente e io mi affrettavo a schiacciare sui bottoni e tirando fuori un pezzo di lingua per concentrarmi e prendere alla piccola il peluches che voleva.
"Ce l'hai fatta!!" ridacchiò lei battendo le mani come se stesse recuperando il suo premio.
"Sono Aimeee" disse prontamente lei abbracciando il nuovo animaletto come se non ci fosse nulla di più bello.
"Sono Niall, piacere di conoscerti principessina. E dov'e la tua mamma?
"Oh..mia mam-" stava dicendo quando venne interrotta da una voce dietro di me che prontamente rispose " La mamma è nella nostra stanza ora". Mi girai e vidi una ragazza seduta sul divano che ci stava fissando e sorridendo
" e sono sicura che sarà molto felice del premio che hai ricevuto Aimee, cosa si dice bimba?" chiese a Aimee.
"Grazie" disse la piccola arrossendo e dondolandosi sui talloni.
"Non è un problema" risposi cercando di non fissare la piuttosto attraente sorella di Aimee. Aveva scuri capelli che scendevano sulle sue spalle in eleganti boccoli e persino in un vecchio maglioncino e jeans sembrava una regina.
Dio, sembravo piuttosto uno scemo.

"Niall, Niall Horan" dissi stringendo la mano alla ragazza " e Aimee è tua....."
"Sorella" rispose lei iniziando ad agitarsi, non era però la solita agitazione che avevano le ragazze intorno a me quando mi vedevano, era piuttosto come se fosse....spaventata.
"Sì è mia sorella e io sono....Avery, Avery Holmes".
Avery Holmes, stranamente in quel momento capìi che non avrei dimenticato facilmente quel nome.




                          **********************************************************************************

Avery Holmes


Sin da piccola mi è sempre stato detto che mentire è disonesto e sbagliato. E lo sapevo, anche allora, anche quando decisi che in quel momento non potevo farne a meno. Di fronte a me era in piedi uno delle persone più famose del mondo sebbene non avessi idea del perchè si trovasse qui e io gli avessi mentito spudoratamente in faccia.
Ma prima che pensiate che io sia una persona corrotta, dovreste guardare la situazione dalla mia prospettiva.
Avevo davanti il più famoso ventenne che aveva il maggior successo, fama e bellezza. E c'ero io , la vergogna dei genitori e una causa persa perchè er stata messa incinta a diciassette anni. Non c'era alcuna diavolo di possibilità che io ammettessi che ero una ragazza madre. Non potevo farlo.
Rimanemmo seduti davanti alla televisone a guardare i simpson per le tre ore seguenti mentre io non potevo fare a meno di martellarmi la testa con u unico pensiero, cosa stesse frullando in quel momento nella mente di Niall; aveva deciso di passare del tempo con noi come se fossimo persone a cui fare beneficenza o si stava divertendo davvero?
"Perchè gialli loro?" chiese Aimee sedendosi sul grembo di Niall. Lui sorrise e alzò le spalle.
"Non lo so tesoro, perchè tu non sei gialla?" rispose. Aimee gli fece un cipiglio incapace di dargli una risposta.
Era così adorabile il modo in cui entrambi avevano legato ciosì velocemente, e mi sorprese davvero.
A causa di Jake Aimee non rispondeva bene al contatto con gli uomini e ne era spaventata, ma con lui non era così e non capivo ne riuscivo a spiegarmene il perchè.
"Aimee è davvero adorabile" sorrise lui, sorridendo e precipitandosi accanto a me sul divano e guardando Aimee mentre lei si alxava e raccoglieva qualche biscotto.
"Beh, non so come dirlo ma sono molto sorpresa di come tu sia subito piaciuto ad Aim"
" Ho le mie carte magiche con i bimbi suppongo" ammise Niall guardando nuovamente verso la televisione.
"Quindi, dove sono i tuoi genitori? Non sono preoccupati di come stia e dove sia Aimee?"
"Sono andati via per un weekend ma si fidano di me, quindi è tutto okay" mentìi repentinamente anche se il mio cuore stava martellando nel petto. Niall annuì e ritornò all'attenzione della televisione.
"Qui il cibo fa davvero pena, hai già pensato come cenare?" chiese lui mentre io mi mordevo il labbro e il pensiero di come avrei sfamato Aimee mi raggiungeva tanto intensamente quanto quello di come avrei trovato i soldi.
"Mmmh no, non ancora.I miei sono fuori stasera, dovrò inventarmi qualcosa" 
Il biondo mi guardò con cipiglio chiaramente intento a pensare, poi si girò ad osservare Aimee che stava gioendo davanti allo show televisivo. Dubitavo lei potesse capire gli scherzetti, erano inappropriati per la sua età e faticavo persino io a capirli.
" E se ci pensassi io alla cena" improvvisamente uscì dalla bocca angelica di Niall " Mi sembra il minimo che io possa fare per i miei nuovi amici" disse lui sorridendo e piegando il viso in una posizione adorabile.
"Niall, davvero...non dovresti" dissi io guardandolo come stupita spaventata e felice allo stesso momento."Comunque, ci siamo appena incontrati, potresti benissimamente essere u serial killer e avvelenare il nostro cibo" aggiunsi con una smorfia. In un attimo mi prese il braccio e me lo strinse così forte che pensavo di ricadere nel tunnel di Jake, i miei pensieri stavano andando in quella direzione e il mio volto si fece sempre più scuro e minaccioso quando " Scusami, oddio, Avery non volevo farti male" disse lui in tono calmo e dispiaciuto mentre mi accarezzava il braccio e me lo baciava"Mi dispiace così tanto, ti prometto che non succederà-"
"Niall, stavo scherzando, tranquillo" mentìi "Sei così un credulone, avresti dovuto vedere la tua faccia!"
"Non sei divertente" mormorò incrociando le braccia sul petto, ,lo spinsi come aveva fatto lui pocanzi con me e vidi spuntare sul suo viso un sorriso storto di divertimento. Era così strano per me che mi trovassi in un posto così austero, senza nessun contatto con il resto del mondo, ma in compagnia di una popstar che sembrava divertirsi in mia presenza e non capivo il perchè. cosa c'era allora di strano? Ma sapevo comunque per certo che se avesse scoperto di me sarebbe cambiato tutto. Chi voleva uscire con un caso perso come me?
"Ora dovete lasciarmi solo portarvi a cena ragazze mie" decise lui tenendo Aimee sul suo grembo che intanto sbadigliava accoccolandosi sul suo petto. Merda, mi ero dimenticata di metterla a letto per il riposino pomeridiano ma nonostante questo ancora non mi spiegavo come fosse possibile che Aim non si spaventasse con Niall. Diamine si era spaventata persino quando vide per la prima volta mio padre! 
"Mami per favore" mi pregò Aimee "    Ma certo piccolina" dissi io alzando lo sguardo verso Niall che intanto aveva acquistato un'espressione alquanto confusa così "Qualcosa non va?" gli chiesi
"Ti ha appena chiamato mamma.." disse lui affievolendosi e tornando sereno nel momento in cui gli dissi " Si lo so, si confonde spesso, ha solo tre anni"
Per tutto questo tempo contiunavo a pensare che ero una pessima menzogniera ma nonostante ciò contiunavo a mentire e stava funzionando piuttosto bene. C'era solo una piccola parte dentro di me che in fondo si sentiva colpevole.
improvvisamente Aimee si accucciò sul mio grembo e fece un soffice ma percettibile sbadiflio aggiungendo un
 "io stanca". Aveva la sua tartaruga sotto il braccio, Tummy la tartaruga come l'aveva soprannominata Niall. Effettivamente non sapevo che ore fossero, il tempo con quel ragazzo biondo passava sempre così velocemente.
Presi il mio cellulare dalla tasca per controllare l'ora accorgendomi che erano già le sette e mezza, l'orario in cui Aim andava a dormire era già passato nonostante non fosse poi così tardi.
Mentre stavo prendevo la piccola tra le braccia intervenne Niall, il quale, scostandomi dolcemente mi fissò e mi disse "perchè dopo che hai messo a dormire lei non ci incontriamo io e te qua nella hall?". Ero felice che volesse passare del tempo con me anche dopo tutta la giornata che aveva dovuto sopportarci.
Annuìi per poi dire alla piccola Aim di augurare buona notte a Niall il quale gli stampò un bacio sulla fronte appena prima che ce ne andassimo verso la mia stanza, la 36. Appoggiai Aim che già nel tragitto si era accoccolata e addormentata sul mio petto e la coprìi con le coperte mentre lei in un gesto, probabilmente dettato dal dormiveglia, prese timmy e se lo mise affianco.
Improvvisamente, quando pensavo stesse per crollare definitivamente, la sentìi pronunciare un " Mami...perchè hai detto a quel ragazzo che non eri la mia mamma?" 
sentìi dolore alla gola e assunsi un'espressione di cipiglio guardando in basso al tappeto. Come potevo spiegarle un tema così delicato e fargli capire le mie motivazioni?
" E' complicato" fu futto ciò che riuscìi ad affermare.
"Perchè? Perchè Mamma? Non ti piaccio?"
"No piccola, assolutamente. E solo che non tutti sono felici che io abbia una figlia; non tutti capiscono. Ma lo faranno un giorno okay?" la guardai giusto nel momento in cui abbassando la testa annuì.


"Ti voglio bene all'infinito"
"Ti voglio bene all'infinito e oltre"

Erano le otto quando finalmente raggiunsi la stanza 42 dopo aver messo a letto Aimee e chiuso con il doppio lucchetto la mia stanza del motel. percorsi solo pochi passi lungo il corridoio e giunsi alla stanza di Niall. 
Bussai dolcemente e solo pochi secondi dopo lo vidi aprirmi la porta con un sorriso stampato in viso.
"Spero sia tutto a posto"
Speravo solo di non essermi sbagliata a fidarmi di lui, speravo che nulla di brutto mi sarebbe successo. All'apparenza sembrava un bravo ragazzo, ma c'era sempre quella sensazione che mi attanagliava facendomi pensare che lui fosse proprio come Jake.
La sua stanza era differente dalla mia, aveva una piccola cucina, un grande bagno,due letti, uno schermo al plasma e una verandina sul retro.
Mi accorsi che stavo ferma in mezzo alla stanza beandomi della vista di una stanza talmente ben fornita, solo quando vidi lui uscire dal cucinino con due piatti in mano.
"Ho faticato tantissimo per preparare questo pranzo" disse lui mentre lo raggiungevo in cucina e intanto scorgevo sul tavolo solo burro di arachidi, dei panini e due coche.
"Oh bene, allora devo dire che  sono venuta a mangiare al ristorante a cinque stelle dell'hotel!"
Vidi spuntare un sorriso sulle sue labbra mentre rispondeva alla mia battuta ironica con un "Avanti, andiamo a sederci nella veranda"
Dopo aver aperto le nostre due coche ed esserci seduti sulle poco comode seggiole di plastica blu, Niall intonò un " Alle nuove amicizie e al pasto a 5 stelle" e così scontrammo le nostre bibite come ad inscenare un brindisi.

Niall poi si sedette guardando verso la strada e per un attimo lo vidi incupirsi, stava sicuramente pensando a qualcosa. 
"Sai, sono felice di essere l'unico a stare qui"
"Anche io ad Aim staremo qui per un pò" continuai la sua frase.
"Ma i tuoi genitori?...."

Ecco, era arrivato di nuovo il momento, avrei dovuto mentire spudoratamente ancora, ancora e ancora. Quando ero sul punto di ricominciare a parlare qualcosa mi distrasse. Era il mio cellulare che mi avvisava che mi era arrivato un sms.
Temevo fosse di Jake e infatti quando vidi comparire il suo nome come mittente mi si strinse lo stomaco.
Avevo paura, ma mi feci coraggio e lo lessi

"Non adattarti alla comodità lì dove sei

perchè ti troverò in qualche modo

e ti pentirai di avermi lasciato"








eccoci qua! 
mamma mia perdonatemi davvero ma sono stata non impegnata di più e ultimamente, non avevo tempo neanche per respirare! 
Maaaaaaaaaaaaa dimentichiamo i miei problemi e parliamo un po' di questo capitolo che è ricco di notizie! 
Finalmente vediamo accenni della storia tra Niall e Avery che si fanno sempre più incalzanti. 
Ma cosa ne pensate del messaggio che riceve avery alla fine? ci sarà da preoccuparsi??
Cosa ne pensate invece della piccola Aimee che passa per la sorella di Ave e si affeziona subito a Niall?

Rinnovo sempre l'invito a commentare per lasciarmi qualsiasi pensiero, anche il piu semplice :)

e ringrazio chi mette tra le piaciute, ricordate o preferite 

mi trovate sempre qui @sensivitness 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Lakepoint ***


Lakepoint



Avery


Il mattino fui svegliata da un improvviso dolore alla schiena. Mugulai in lamento sedendomi e poi  i ricordi si tempestarono su di me; quell'orribile notte, il mio arrivo al motel 6 e infine Niall.
Era da pazzi pensare che tutte queste cose erano accadute in sole quarantotto ore, ma era successo. Guardai in alto e vidi un piccolo piede penzolante dal letto dal quale ero stata buttata fuori. Aimee era sempre scalmanata nel sonno, ed era stupido pensare che avrei potuto dividere il letto con lei. 
Sogghignai poi scuotendo la testa e alzandomi "Buongiorno" Aimee sorrise mostrando i dentini. Era chinata con alcuni pallini di patatine al formaggio attorno. Mentre l'accoglievo nelle mie braccia sospirai e poi la presi per la vita. " Io Chipmunk" iniziò Aimee " Sì, lo sei piccola. Hai dormito bene? La mamma non tanto"
Lei assunse un'espressione di cipiglio "Scusa" disse giocando con le ditine. "Ma io ho dormito bene nel letto delle ragazze grandi". Aimee diede un colpetto al letto che era probabilmente pieno di patatine che aveva mangiato per colazione. Alcuni giorni mi sentivo una pessima madre per non essere abbastanza severa.
(qualcuno sta copiando la mia traduzione senza permesso su wattpad vi prego segnalate)
"Cosa ne dici se ti vestissi per oggi? Faremo qualcosa di divertente okay?" dissi per poi spostarmi mentre Aimee annuiva e saltava giù dal letto catapultandosi verso la sua valigia.
Talvolta le lasciavo provare l'outfit che preferiva anche se spesso dovevo aggiustare qualche sua decisione perchè ancora non sapeva accoppiare i vestiti. 
"Questo qua" mise su una maglia rosa di Minnie, la sua preferita. 
"Che giorno è oggi Aimee?" le chiesi e lei si accipigliò infilandosi la maglia che le misi a posto per poi metterle davanti due paia di mutande, una che diceva Lunedì in verde e l'altra rossa con scritto Martedì. Non potevo che sorridere vedendo la sua espressione ferma e concentrata. 
"Ma è il giorno blu?" ipotizzò lei. Io sorrisi e applaudìi porgendogliele . Ogni giorno provavo a insegnarle nuove cose che normalmente avrebbe dimenticato a breve tanto la sua memoria era paragonabile a quella di un pesce rosso. Era comunque un tentativo.
Mi preparai poi io in fretta e improvvisamente qualcuno bussò alla porta, arricciai le sopracciglia e mi diressi verso la porta. Era forse Niall? Gli interessava così tanto da volermi vedere ancora? Dopo tutto lui sapeva pressochè nulla di me fino a ieri sera, quando noi potevamo o non potevamo essere stati svegli fino alle due del mattino per parlare. 



Si dice che il tempo voli quando ci si diverte.
Aprìi la porta solo un poco cosicchè non potesse vedere tutto il casino in stanza e soprattutto che c'era un solo letto. Dovevo essere qui con i miei genitori e sarebbe stato stupido se gli avessi mostrato la stanza e avessi tentato di giustificarmi dicendo che condividevamo tutti lo stesso letto.
Niall rimase nel corridoio, i suoi capelli che oggi non sfoggiavano la cresta di lato, aveva lo stesso sorriso leggero stampato in faccia. Indossava dei jeans slavati e un giacchino tipico da giocatore di football. 
"Hey Avery!" mi raggiunse abbracciandomi. "è da un po' che non ci vediamo" ironizzaio io. Lui rise e mise le mani nelle tasche tirandone fuori un depliant. In cima, in grassetto, lessi: 


LAKEPOINT VIEW CANOING NUOTO E PESCA

"L'ho visto oggi nella hall" iniziò lui guardando verso di me " e pensavo che, visto che mi consideri un amico con cui vorresti uscire, potremmo portare Aimee lì. Sempre se va bene anche per i tuoi genitori". Annuìi e sorrisi " Certo che va bene Niall, sembra fantastica come idea. Sono sicura che a loro non dispiaccia lasciarci venire".
"Ma se i tuoi sono qui, come mai nel parcheggio c'è solo la mia auto, la tua e quella di Shirley?" chiese guardandomi sospettosamente. Mannaggia a lui e alla sua arguzia pensai. 
"La risposta sarebbe..." cercai di prendermi più tempo possibile " Mia mamma è andata dal fruttivendolo e mio padre l'ha accompagnata. Dal momento che sono adulta si fidano di me". Le parole uscirono più velocemente di quanto si formassero nel mio cervello.
"Okay, quindi tra quanto sarete pronte per andare? Ho comprato del cibo e pensavo potessimo mangaire sulla canoa a pranzo". Amavo come gli venissero in mente questre cose e quanto ci tenesse. Era tanto tempo che qualcuno non si curasse di me in questi termini. 
"Siamo pronti ora, in realtà. Lasciami prendere Aimee e possiamo andare".
Lakepoint view finì per essere solo lontano una quindicina di minuti quindi nel viaggio in macchina Aimee non si lamentò neanche una volta. Normalmente nei lunghi viaggi lei si lamentava che il suo posto la stava mangiando o che era affamata. "Quanto costerà?" chiesi nel momento in cui parcheggiammo. Tirai fuori il mio portafoglio che conteneva solo 500 dollari, era tutto quello che avevo risparmiato e tenuto per la nostra fuga. " Non sarà necessario" Niall protestò mandandomi un sorriso.Sospirai in segno di sconfitta perchè sapevo che non mi avrebbe fatto pagare. 
Non avrei mai voluto ammetterlo ma speravo che pagasse lui perchè davvero non avevo molti soldi come iol mio nuovo amico superstar. " Voglio una grande barca" urlò Aimee puntando lo sguardo verso una lunga canoa blu. Niall annuìi e si incamminò verso il banco discutendo i prezzi con l'uomo che vi era nel piccolo gabbiotto.
"Piccola, ti piace tanto Niall?" le chiesi e prontamente mi vidi rispondere " sembra quasi come un papà". Non potevo credere alle parole che stavano uscendo dalla sua bocca, non ero neanche sicura sapesse cosa fosse un vero padre. 
Niall tornò con un biglietto nelle mani che citava "stazione 28". Aimee insisteva sul biglietto per tenerlo in mano mentre Niall le infilava il giubbino di salvataggio. "è blu come il mio intimo" gridò Aimee. Arrossìi e le coprìi la bocca non appena salimmo sull'imbarcazione. Niall non riusciva a non ridere sonoramente mentre ci staccavamo  dalla piattaforma 
"Scusa" dissi per giustificare la sfacciataggine di Aimee mentre lei sbirciava nell'acqua fangosa cercando qualsiasi segno di vita al suo interno. Avrei voluto dirle che era impossibile trovare qualcosa quando l'acqua era così nera e fangosa ma decisi di lasciarla divertire.
"Non mi interessa. Curare lei mi rende felice per mio nipote che fra poco avrà piu o meno la sua età ed è sempre così curioso per tutto ciò che vede". Aveva un sorriso divertito che giocava sul suo viso. "Sì, è bello finchè non ce l'hai in carica tu! Certi giorni vorrei solo strapparmi i capelli" vociai nel dirlo, sapevo che Aimee non stava ascoltando perchè troppo presa nel cantare una canzoncina mentre infilava le dita in acqua e le ritraeva urlando.
"E non sei nemmeno sua madre" sentìi che nel mio stomaco ci fu una tempesta quando pronunciò quelle parole ma finsi un sorriso e annuìi. Mi faceva sentire male perchè lui stava facendo tutte quelle cose carine per me. Il minimo che potessi fare era dirgli la verità no?
Spesso però, la verità è peggio della menzogna. Almeno, così era come percepivo in quel momento la mia situazione. Per un attimo la barca stette in silenzio mentre noi manovravamo verso il centro del lago. Tutto era così calmo e pacifico, mi sentivo come se fossi stata in un altro mondo.
"Aimee ti ho portato il tuo biberon " dissi mentre lo prendevo dalla mia borsa, lo avevo riempito con succo di mela a casa. Faceva ancora parte del cibo che mi ero portata quell'orribile notte. 
La mia mente mi riportò all'istante al pensiero diJacke; mi chiedevo dove fosse ora, magari a casa come sempre, smaltendo l'ennesima sbronza e lamentandosi perchè io non ero lì a dargli il suo "advil". Magari era in auto, cercando di rintracciarci cosicchè avrebbe potuto riportarci indietro. Dio, non so cos'avrei fatto se mi avesse preso, sapevo che stare lontano da lui era come una boccata d'aria e non sarei MAI tornata indietro. Il pensiero di ricominciare una nuova vita da madre single, di soli 19 anni, senza lavoro, sarebbe stato il più duro dei doveri al mondo. 

Chi si sarebbe curato di Aimee?
Dove avremmo vissuto?
Che lavoro avrei trovato senza essere andata al college?
Che ruolo avrebbe avuto Niall in tutto ciò?

Le domande ronzavano nella mia testa come un alveare di api, pungendomi per le risposte che non avevo. Tirai su lo sguardo e vidi che Niall mi stava fissando, i suoi occhi blu cobalto fissi su di me con un briciolo di preoccupazione.
"è tutto a posto? Non sembri stare bene" ammise, cercando di trovare risposte nella mia espressione. Sorrisi e alzai le braccia in modo da spiegare che per me era tutto a posto.
"Si tutto okay, mi dicevi che hai portato il pranzo vero?". Cercai così di lasciare da parte i miei pensieri, ma nella mia mente, sapevo che qualchevolta, qualche giorno avrei dovuto affrontare me stessa e queste domande pressanti. Inoltre sapevo che non avrei avuto le risposte in tempo.
 





heiiiiiiiiiiiiii! 
inizo subito con il dire che mi dispiace tantissimissimo di non aver postato nell'ultimo mese ma ho avuto un po di problemi e soprattutto sono venuta a conoscenza del fatto che qualcuno sta copiando la mia traduzione su wattpad senza il mio permesso e quindi stavo pensando di interrompere il mio lavoro. Ma mi dispiacerebbe per chi la sta seguendo qui su efp quindi penso continuerò. Se vi va di farmi un favore potreste segnalarla? 
Dette queste cose un pò noiose e irritanti parliamo del capitolo?????? 
Niall e Avery vanno a fare una gita al lago! interessante ahah chissà che succederà
Aimee si sta affezionando empre di più a Niall e sono tanto teneri.. 
fatemi sapere cosa ne pensate come sempre un bacio e un saluto


xx

se volete farmi sapere sono anche qui ---------> @sensivitness  per qualsiasi cosaaaaa! 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6.Liar, Liar ***




[6] LIAR, LIAR

Avery Holmes




Mi piacerebbe dire che tornammo a casa ad un orario decente per permettere ad Aimee di fare il suo riposino, ma non fu esattamente il caso. Dopo un bellissimo pomeriggio di canoa e di parole semplici, Niall ci portò a mangiare in un piccolo ristorante e poi dopo a Diary Queen dove Aimee disse a solo poche persone che indossava l'intimo blu.

Aimee aveva pianto per circa dieci minuti quando aveva rovesciato un po' di gelato sulla sua magliettina preferita di Minnie, ma Niall era entrato in un negozio e gliene aveva comprata un'altra.
Era una cosa divertente, davvero, guardare quei due insieme. Ancora non capivo come mai Aimee non fosse spaventata da Niall. Tutta la sua vita, lei era cresciuta con il pensiero che gli uomini fossero cattivi, ma con Niall c'era qualcosa di diverso. Qualcosa di inspiegabile.
" Lo sai, sei fortunata ad avere una sorella più grande che passa del tempo con te, Aim" Niall disse nel viaggio di ritorno da Diary Queen. Io mi ghiacciai accanto a lui, seduta sul sedile del passeggero e diedi ad Aimee un'occhiata. Lei si accipigliò e poi guardò Niall.
"Non ho una sorella" ribattè. I miei battiti incominciarono ad aumentare e potevo sentire il mio colpo riscaldarsi repentinamente. Sapevo che avevo mantenuto la situazione segreta per più di quanto pensassi, era infatti una settimana da quando avevo mentito a Niall su tutto: quanti anni avessi, chi ero e chi era Aimee per me.
"Si ce l'hai, stupidina" Niall rise sommessamente, il suo sguardo si focalizzò sulla strada. Non aveva idea di quello che stava succedendo e io ringraziai Dio che ne era ignaro. Lui si acconciò i capelli di lato e guardò verso di me in cerca di qualche spiegazione.
"Ha solo tre anni, penso si confonda qualche volta" ridacchiai stupidamente, adagiandomi allo schienale e dando un colpetto al piede di Aimee con la mano. Lei mi guardò e scosse la sua testa facendo muovere i suoi ricci come in una danza.
"noooooo, non ho una sorella più grande" insistette, calciando il sedile di Niall e ridendo.Le tirai un altro sguardo e sospirai alzando poi le spalle in segno di arresa.
"Come ho detto, si confonde" bisbigliai a Niall. Lui alzò il sopracciglio ma non fece più nessuna domanda, tornando a focalizzarsi sulla strada. 
"Vi siete divertite oggi ragazze?" Niall chiese dopo che eravamo sedute in silenzio da circa dieci minuti. 
"Sìì" ruggì Aimee. La zittii e risi girando il mio sguardo verso il finestrino. Stavo ancora cercando di calmarmi dall'allarme scampato di prima. Cercando qualcosa da fare, presi il mio telefono e controllai le chimate perse e i messaggi, che erano tutti da parte di Jake. Dovevo cancellarlo dalla mia vita e avrei iniziato proprio con il prendere un altro telefono. Non volevo che mi rintracciasse in nessun modo, anche se non avevo idea di come avrebbe fatto dal mio chip del telefono.

Parcheggiammo nel motel e io sospirai, felice di essere tornata nella mia stanza di albergo, dove potevo addormentarmi e non pensare alla mia situazione attuale. Mi piaceva passare del tempo con Niall, mi piaceva davvero, ma era faticoso mentirgli costantemente, costruendo una tipologia di vita fatta di bugie e avendo una figlia di tre anni che cresceva a vista d'occhio.
"Grazie" sorrisi a Niall mentre mi passava in braccio Aimee che si era addormentata nel viaggio di ritorno. Vidi nelle sue guance un lieve arrossamento, lui scosse le spalle e mi rispose alla stessa maniera.
"Se vuoi la porto io nella tua stanza non è pesante" sospirò lui, aggiustando i capelli di Aimee.Rovistai nella mia borsa e gli porsi le chiavi della nostra stanza mentre lo seguivo standogli dietro.
"quindi, pensavo avessi detto che i tuoi sarebbero tornati oggi" disse Niall guardandomi dritto negli occhi. Merda, me ne ero completamente dimenticata. Stavo già affogando nelle mie stesse menzogne e non erano passate neanche due settimane.
"Uhm, si, cioè, mi ha chiamato mia mamma e mi ha detto che avevano ancora da fare" mentì senza speranza, rossa in viso dall'imbarazzo. Sapevo che non era stupido, era già chiaro che avesse capito almeno una delle mie bugie. Per fortuna lasciò cadere il discorso mentre armeggiava con la serratura della porta. Poi, mi balenò il pensiero che stava per entrare in una piccola stanza con solo un letto, mentre io gli avevo detto che in stanza eravamo quattro a vivere.
"Ma cos-" iniziò a dire guardandosi intorno. Volevo andarmene da lui, ma non potevo dal momento in cui aveva mia figlia tra le braccia "pensavo stessi con tua mamma, papà e tua sorella. C'è solo un piccolo letto qui."

"Sì, è solo che, uhm...i miei genitori sono in una stanza separata" riuscìi a inventare
" è una cavolata e lo sai, Avery" Disse Niall in maniera calma, i suoi occhi blu che si scioglievano nei miei, come se potesse fissarmi e leggere tutte le bugie come se fossero scritte in una pagina. Io mi ritrassi iniziando a camminare all'indietro, poi vidi la sua faccia scivolare verso un'espressione di pietà.
"Porto Aimee dentro e poi io e te abbiamo bisogno di paleare, okay?" la sua voce soffice come velluto. Sapevo che avesse capito che c'era qualcosa di sbagliato qui e stava cercando di essere paziente e protettivo con me. Annuii nonostante sentissi ogni parte del mio corpo insensibile.
Aspettai Niall uscire sulla veranda seduta su una sedia di plastica verde mentre guardavo la notte che brillava.Potevo percepire in lontananza le cicale gracchiare e lucciole in distanza. Stavo cercando di concentrarmi in qualsiasi altra cosa ma la mia mente vagava sempre verso un unico pensiero:
Dovevo dire la verità a Niall

Qualche minuto dopo mi raggiunse, si sedette accanto a me guardandosi intorno senza dire una parola. Non sapevo chi avrebbe rotto il silenzio ma ero sicura che non volevo essere io. Non sapevo cosa dovevo dire ; "hey, ragazzo estremamente attraente e famoso che ho appena incontrato, mi sono fatta mettere incinta dal mio ex ragazzo violento a sedici anni"

"Avery, dove sono i tuoi genitori?" chiese " E la verità questa volta" mi ricordò annuendo.
"Sono probabilmente in Nevada, dove vivono" ammisi nella voce più acuta che potessi espellere. Lui si sedette, silenzioso per un attimo, come se stesse digerendo le parole che stavo dicendo.
"Quindi non verranno, non sono mai stati qui" disse. Annuii ancora sentendomi piuttosto come difronte ad un interrogatorio.
"Mi dispiace averti mentito, non avrei mai voluto ma era necessario. Non capisci, dovevo. E se tu sapessi saresti d'accordo con me" Niall scivolò verso di me e aprì le braccia ma io ritirai le mani dietro la schiena. Realizzai solo dopo che stava cercando di tenermi la mano e mi sentii stupida per aver resistito.

“E Aimee, perché lei è con te allora? Non dovrebbe essere in Nevada con tua mamma e tuo papà?” questa volta lui non provò a toccarmi, aveva capito la mia distanza. Mi morsicai il labbro mentre lacrime salate si formavano sul mio viso. Mi ero ripromessa che non avrei pianto, ma avrei ammesso tutto. Sembrava più semplice quando l'avevo provato ne letto prima.
" Lei è con sua mamma" dissi storcendo il naso "Perchè Aimee è mia, sono sua madre". Quasi subito guardai nella sua direzione per vedere la sua reazione. La sua mascella si aprì ma subito si compose chiudendo anche la bocca. Sospirai, sentendo come se un enorme peso mi si fosse staccato dalle spalle. Era molto più bello adesso che la verità era a galla.

"Aimee....è tua?" era come se stesse cercando di assemblare i pezzi insieme. Annuìi asciugandomi le lacrime con le maniche della felpa. "oh, Avery" si precipitò verso di me e mi abbracciò. Ero ancora congelata dopo pochi minuti, non capivo perchè mi stesse abbracciando, ma mi ritrovai ad abbracciarlo anche io a mia volta. 
"Mi sento così male ad averti mentito, Niall. Davvero, davvero mi dispiace immensamente."
Lui semplicemente scosse la testa mentre io ripetevo senza sosta queste parle e mi teneva stretta a sè sempre di più.
Ancora una volta non capivo, ma mi ritrovai al sicuro tra le sue braccia.
"Non devi scusarti con me. Sono solo un po' arrabbiato che tu non me lo abbia detto prima. Perchè mi hai mentito? Non mi sarei arrabbiato." 
"Andiamo, Niall, sono un'idiota. Sei ricco e di successo e non volevo...non lo so. Non volevo che pensassi che sono un fallimento che era rimasta incinta ancora adolescente anche se questa è la verità": sospirai e mi girai verso di lui "Sono stata molto stupida".

"Piu o meno" ammise " ma questo vuol dire che, se hai Aimee, allora avrai un ragazzo. Dov'è lui?" si accigliò ancora alla ricerca di risposte.
"Non fa più parte del quadretto oramai". Questo era tutto quello che volevo dirgli al momento, e vidi dal suo sguardo di comprensione che non mi avrebbe pressato con altre domande. Non potevo dirglielo, o dirlo a nessuno. Dovevo solo darmi tempo e sarei scappata.
"Okay" 
"Ma, non voglio che tu mi compatisca per nulla, davvero. Mi sto prendendo le  mie responsabilità e ci sarò per Aimee per il resto della vita. Ho fatto qualcosa di stupido e non ho bisogno che tu sia deluso da me, anche penso che non lo saresti."
"Ma certamente no"
" Spero davvero che possiamo ancora rimanere amici. So che non me lo merito dopo averti mentito ma mi piacerebbe davvero molto."
"Ma ovviamente ti perdono, solo se però mi fai un favore"
"Dimmi di che si tratta e vedrò" dissi un po' insicura.
"Sono veramente un pessimo cuoco e avrei necessità di qualcuno che mi aiuti in cucina" lui ridette sommessamente arrossendo. "quindi, ti perdonerò solo se mi prometti di aiutarmi con la cena" rise "e domani penso che dovremmo preparare le polpette"
Io sogghignai e annuìi in risposta
"Okay Horan, che polpette siano."








NOTE DELL'AUTORE: 
hiiiii scusatemiiiii ancora una volta per la lunga assenza ma ora eccomi qui con questo nuovo capitolo dove ATTENZIONEEEEEE la verità viene a galla e finalmente anche Niall viene a sapere di Aimee che è la figlia di Avery! D'ora in poi ci sarà in agguato un ostacolo di quelli grandi, chissà cosa o chi sarà!! 
Non sarà per niente rose e fiori 


Fra poco esce FOUR anche se le canzoni sono già state rubate ahaha io adoro Night Changes versione acustica.
voi? come la state prendendo? :)

Grazie ancora per aver letto e vi ricordo che mi trovate sempre qui per qualsiasi cosa.
se volete lasciare recensioni pensieri insulti SIETE LIBERE DI FARLO. ;) 
un bacio 
alla prossima xx 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7. Safe Heaven ***


[7] Safe Heaven


Avery Holmes


La mattina seguente, dopo una notte piena di rigiramenti nel letto e troppi secondi di ipotesi, mi svegliai con Aimee accoccolata sul mio petto. Sorrisi debolmente e massaggiai la sua schiena nonappena lei fece scivolare il suo pollice in bocca finalmente svegliandosi.

"Ho detto a Niall che eri mia figlia, piccina" le sussurro. Ancora addormentata lei mi annuisce  e si stropiccia gli occhi. La tengo vicina al mio petto ascoltando il suo lento battito del cuore." E non è arrabbiato, vuole essere tuo amico"

Ancora, probabilmente capendo poco, lei annuì e sbadigliò, cadendo dalla mia pancia e appoggiandosi con un piccolo tonfo al pavimento. Io sorrisi e mi stiracchai, guardando fuori dalla finestra nera.Il sole si era già alzato in cielo, dovevano essere un po' dopo le otto.

Riuscìi a trovare una replica di Arthur per Aimee mentre io mi spostai verso la cucina guardando gli avanzi che erano praticamente sparsi per tutto il tavolino della televisione. Per Aimee era un'avventura ma per me era un enorme caos. Un casino.

Scorsa notte dubitavo di tutto. Sicuramente, tornare a casa sarebbe difficilissimo per me anche se almeno avremmo una vera casa e una dispensa piena di cibo. Ora, tutto quello che avevamo era abbastanza per preparare qualche panino e qualche scatola di cereali.

Quando penso alle notti in cui ero sempre ubriaca, ero disgustosa a casa mia, odiandomi senza precedenti per colpa di tutto quello che Jake mi faceva passare. Ancora avevo pensieri sul perchè avevo lasciato che tutto accadesse, sul fatto che fosse colpa mia. Magari lo era, magari c'era qualcosa che avrei potuto fare. Magari, se fossi stata giusta per lui adesso mi starebbe tenendo tra le braccia nel nostro grande letto e baciando la mia fronte.

"Mamma voglio i cereali al cacao" Aimee prorompette nei miei pensieri puntando alla piccola scatola marrone. Io annuii ma quando mi accorsi che non avevamo scodelle brontolai in frustrazione passandomi una mano tra i capelli. Era completamente strano e insostenibile, come pensavo di poter fare una cosa del genere?

"Certo, aspetta. Per prima cosa devo andare al bagno" Notai, tornando dal bagno, che Aimee si era già sporta per prendere i cereali così glielo lasciai fare. 
Ci fu un rumore di qualcuno che bussava alla porta e io sorrisi leggermente. Aimee si fermò e aggrottò le sopracciglia ovviamente aspettando di scoprire chi fosse. Io sapevo che era il mio nuovo amico Niall. 

Mi aggiustai i capelli e poi mi accorsi che non mi ero affatto preparata ma oramai era troppo tarsi. Sospirai e aprii la porta ma nonappena la aprii Niall non era li in piedi, era Shirley la dolce donna della recption. 
"Ciao tesoro" lei sorrise "Buongiorno Shirley" sorrisi e lei mi costrinse in fretta in un abbraccio.
"Volevo solo farti sapere che l'orario di checkout è alle dieci in punto quindi se decidi di fermarti di più devo annotare un altro giorno" disse tristemente " Sono dispiaciuta che vai via così presto" 
"E ascolta, questa stanza è la più economica ed è già prenotata, penso che la coppia che starà qui arriverà per ora di cena. Ti do il tempo fino a quell'ora così non hai ansia per la piccolina, va bene?"
Scossi la testa ancora acipigliata.
"Non me ne sto andando Shirley..."
"No, tu e Niall siete gli unici ospito del motel. Lui mi ha detto che stavi lasciando la tua stanza, ha persino pagato la tua ricevuta settimanale. Aveva detto che non ti serviva più la stanza."
A bocca aperta guardando verso Aimee che aveva gli occhi fissi sulla tv. Per pochi secondi trovai difficile dire qualsiasi cosa, ma dopo un po' riuscii a dire di si e lei mi lascio da sola in camera. Non appena Shirley fu fuori dalla mia vista mi recai verso la stanza di Niall scalza e in pigiama. Lacrime di nervosismo rigavano il mio volto ma nonappena cadevano si volatilizzavano nel vento.
Io martellai sulla porta, le mie nocche urlanti dal dolore.
"Niall, Apri" urlai colpendo la sua porta con il piede. Mi asciugai gli occhi con il braccio e continuai a martellare."Apri questa porta o ti giuro che la romperò".
Aspettai qualche secondo, le mie nocche rosse e il mio alluce, che aveva sbattuto contro la porta, ugualmente rosso. Non me ne importava. La scorsa notte era stata tutta una bugia per lui? Mi stava prendendo in giro, era arrabbiato con me di nascosto e questo era il suo modo di mostrarlo.
Alla fine la porta si aprì lentamente e Niall era in piedi nel corridoio, i suoi capellisfilacciati e in disordine. Indossava pantaloni della tuta che cadevano sui fianchi. Cercai di non guardare la, ricordandomi quanto arrabbiata fossi con lui.
"Ave?" sbadigliò,guardandosi intorno alla ricerca di Aimee.
"Non ti azzardare nemmeno" ringhiai " Non ho nessun posto dove andare! Nessuno!" mi coprii gli occhi con le mie mani tremanti cercando di non piangere. Ero così arrabiata, fu inutile.
"Io.." era senza parole, i suoi occhi spalancati. Non riuscivo a credere che fingesse, non mi sarei mai aspettata un comportamento del genere da parte sua.
Non mi potevo permettere nessun'altra stanza, potevo a malapena permettermi la più economica e adesso stava per essere data via ad un altro cliente!
"Non ti credo" mi tormentai scuotendo la testa, le mani che mi tremavano furiosamente. Lui fece un passo più vicino a me e io indietreggiai, restringendo i miei occhi su di lui
"Cosa è successo, posso risolverlo, davvero..." Mi rassicurò toccandomi il braccio. Buttai la mia testa indietro e risi veemente,il freddo finalmente coplendomi. Un brividò mi percorse la schiena ma lo ignorai.
"Non fare lo stupido, Niall" lo misi in guardia guardandolo dritto negli occhi.
"Ti prego dimmi cosa è successo" mi disse con una voce così flebile che sembrava quella di un bimbo. Io scossi la testa completamente infastidita dal fatto che stesse mentendo "Ti prego" ripetè.
"La mia stanza ecco che è successo! Hai detto a Shirley che me ne stavo andando e adesso qualcuno ha preso in affitto la mia stanza! Niall, è l'unica stanza che io possa mai pagare qui, ora mi toccherà dormire in macchina! Idiota"
Lo vidi sospirare, sollevato, e alzai un sopracciglio in segno di incertezza. Cosa stava facendo?
"No,no Avery... Io solo.." un brillante arrossamento comparve sulle sue guance e incrociò le braccia, il freddo stava facendosi strada anche in  lui.
"Non volevo che una giovane mamma come te, con una bimba, fosse da sola. Così l'altra notte alle quattro ho trasferito due letti nella mia stanza. Ho due stanze tutte per me, così avrebbe senso. Sarei qui per voi e sareste in salvo."
La mia mascella cadde, e mi sentii immediatamente malissimo. Povero Niall, gli avevo appena gettato addosso così tanta merda quando in realtà lui stava solo cercando di aiutarmi. Il mio labbro inferiore tremò instabile e lui venne più vicino a me e mi abbracciò.
"Mi dispiace che tu pensassi una cosa del genere ma non lo avrei mai fatto ad un amico.Davvero." 
"Non volevo esplodere nei tuoi confronti, pensavo di aver capito che volessi fare qualcosa per fare del male a me e Aimee..." 
si affievolì sospirando. 
"Ricordi la nostra chiacchierata ieri sera? siamo amici, non potrei mai. In più tu dovresti essere sempre qui per aiuarmi con la cena, ricordi?"
Lui fece un largo soriso a me e poi rabbrividì ancora. "Fa freddissimo, spostiamo tutta la vostra roba in camera mia così possiamo fare colazione."

Annuii sentendo nascere in me un sentimento che non avevo mai provato nei confronti di Jake: il rispetto. Insomma era così che era essere trattate bene da un uomo.
Piu tardi quella sera, con gli eventi della mattinata temporaneamente messi da parte e lo stomaco pieno di polpette, appoggiai Aimee sul leto del nostro nuovo lussuoso spazio per un pisolino. Aveva Timmy la tartaruga stretta sotto l'ascella, un sorriso sottile che le attraversava il visino addormentato. Quando le avevo comunicato del trasferimento da Niall era la bambina più felice ed entusiasta del mondo.
Ovviamente io ero più esitante all'idea di trasferirci da lui, anche se era temporanea ma mi fidavo di lui. Non era da me farlo a seguito dell'esperienza con Jake, anche lui come Niall all'inizio era stato dolce, ma con lui c'era qualcosa di diverso e genuino in Niall  che mi permise di fidarmi subito di lui.
Qualcosa che non potevo nemmeno spiegare.

"Si è addormentata" dissi stancamente sedendomi accanto a lui sul divano. Lui era sul telefono, l'app di twitter aperta e in sottofondo una trasmissione
che aveva fatto addormentare Aimee.
"Ti mancano?" chiesi guardando quello che faceva su twitter "i tuoi compagni di band intendo. Amici, la famiglia" mi affievolii mangiuchiando un'unghia. Lui guardò in basso nel nulla e fiaccamente sorrise, annuendo.
"Sì mi mancano molto, ma quando ci pensi, sono qui per la mia sicurezza. Devo fare dei sacrifici suppongo" Annuii in accordo realizzando quanto simili fossero le nostre situazioni pur non sapendo l'intera storia dietro la decisioni di nascondersi di Niall.
"Posso chiederti che è successo?" pregai cercando di non urtare i suoi nervi dopo il nostro battibecco mattutino. Lui sospirò e si mise il telefono in tasca.
"Il nostro ultimo concerto era a Londra, al tempo non doveva essere l'ultimo ma dovettimo cancellare il resto del tour a causa di ciò che accadde" riuscivo a percepire il dolore nei suoi occhi mentre ne parlava ma non dissi nulla per rassicurarlo. " Continuavo a ricevere delle chiamate e dei messaggi anonimi in cui mi dicevano che dovevo morire....è stato molto strano, lo ammetto."
"L'unica persona che conoscevo era un mio compagno di band, Louis, e lui lo tenne segreto. Pensavo fosse solo qualche stupido scherzo"
si leccò le labbra prima di proseguire " comunque, continuavo a vedere questa ragazza nella folla e lei guardava in basso. Fu lei che cerò di spararmi penso. Fu Harry che mi levò dalla traiettoria della pallottola. Lui fa sempre queste cose. Ha una ragazza, Darcy,una volta saltò davanti al proiettile per lei" lui sorrise sommessamente "Questa è un'altra sotria ma in sostanza è una specie di superman. Louis dovette comunicare al nostro manager quello che era successo e per la sicurezza di tutti lui disse che dovevo nascondermi. Pensavo fosse in un posto almeno decente, ma eccomi qui" scherzò.

"Dio" scossi la testa prima di riappoggiarmi allo schienale del divano. "Hai parlato con qualcuno da quella notte? La tua famiglia?"
"Non mi era permesso. Il mio management contatta tutti per mio conto rassicurandoli sulla mia salute. Mia mamma dovrà essere preoccupata, lei si preoccupa sempre tantissimo. Scommetto che Louis si sente piuttosto male, vorrei potergli dire che non è colpa sua" sospirò.
"Mi piacerebbe dirti che lo so, ma in realtà non so cosa stai attraversando, dal momento che però tu mi stai aiutando allora io ti aiuterò, ok? Troveranno chiunque quella persona sia, promesso." 
Lui si girò verso di me e sorrise. Non era completamente sollevato ma almeno non lo avevo rattristato ulteriormente. Mi morsicai il labbro e guardai verso la televisione dove stavano, riconobbi, trasmettendo una replica di Maury Povich.

"Spero tu non pensi tutto questo sia troppo strano. voglio dire, ti conosco da non più di due settimane" rise "Ma mi sembra ok, non ho un vero e proprio amico da anni ormai. Uno che è almeno genuino."

"Se ti da fastidio dormire nella stessa stanza, mi metterò a dormire sul divano. Non mi interessa guardare per tutta la notte queste repliche" disse lui seriamente. Velocemnte scossi la testa. 
"Non c'è nessuna maniera in cui io ti lasci dormire sul divano dopo oggi. Sono stata una tale stupida e mi sentirei peggio se ti lasciassi dormire sul divano." sospirai imbarazzantemente rimettendo le mani in tasca.
"Ok , posso andare in bagno o ne hai.." iniziò ma lo fermai dicendo di no.
"No, prego vai pure"
"Bene perchè ho bisogno di fare una doccia" disse togliendosi la maglietta e mettendosela sulle spalle come un asciugamano. Non mi stava guardando negli occhi e sicuramente non sapeva cosa dire per rompere il silenzio.
"Buonanotte allora" dissi io alla fine.

"Sì, notte" disse lui racchiudendo le sue braccia su di me in un breve ma stretto abbraccio. Nonappena se ne andò esalai un respiro di sollievo.
Nel letto, accanto a Aimee che continuava a insistere che dormissi con lei mi accigliai guardando al soffitto a lungo e sentendo l'acqua della doccia scorrere. Domande che si sfidavano nella mia testa ma io feci fatica a rispondere a persino una solo una di queste.


















note:

Finalmente sono tornata con la traduzione! Scusate l'enorme ritardo ma sono stata davvero incasinata. Spero di recuperare un po' adesso. Grazie per leggere. Come avevo già annunciato in precedenza dato che per non so quale motivo qualcuno aveva deciso di copiarmi la traduzione e spacciarla per sua, ho deciso di postarla sia su efp che su wattpad così non ci saranno (spero) più episodi di questo genere. 

al prossimo capitolo e fatemi sapere seeeeempre cosa pensate! 


xx
@sensivitness
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8. The Whale and the Shark ***


8. The Whale And The Shark

 

 

Jake Yoder

 

3 Weeks later

 

Con una birra in una mano e il mio telefono nell'altra, attaccai violentemente il telefono in faccia alla madre di Avery che viveva in Nebraska. Le avevo detto che Avery mi aveva lasciato e quando lei mi chiese il perchè, io gli risposi che pensavo fosse a causa del mio troppo lavoro.

 

Nella mia testa pianificavo come l'avrei scovata e cosa avrei fatto con lei nel caso in cui l'avessi trovata. Non sarebbe stata in grado di lasciare la casa di nuovo, questo era certo. Quando l'avrei trovata l'avrei fatta spaventare di me così tanto che non si sarebbe più azzardata a lasciarmi di nuovo.

 

Presi un sorso di birra, la bottiglia era ormai quasi vuota. L'appartamento era una schifezza ed erano solo due settimane che se ne era andata, ma considerando il fatto che non avevo mai pulito sul pavimento si trovavano cose che avevo gettato, la lampada che avevo rotto, la caffettiera e il computer di Avery. C'era anche il peluches preferito di Aimee, Suzie, il gabbiano o qualche stupidata del genere. Gli avevo staccato la testa.

Cercando di non pensare a nulla, andai sulle notizie del giornale. Scorrendo tra i diversi e inutili articoli su come perdere peso o casi di omicidio di cui non mi fregava nulla, mi stoppai bruscamente su di uno.

 

"Kate Winters, 21, ha confessato di aver attentato alla vita del membro dei One Direction Niall Horan".

 

Il più in fretta che potevo presi il mio telefono, il computer intanto stava cadendo da mio grembo sul pavimento di moquette. Kate Winters era una dei miei colleghi con i quali lavoravo lo scorso anno e avevamo una piccola tresca. Avery non ne aveva alcuna idea, era ingenua come una bimba.

 

Dopo aver composto il suo numero aspettai per quello che mi sembrò una vita. Sapevo che era un'aspirante investigatrice di crimini e quando voleva trovare qualcuno ci riusciva senza problema.

 

"Pronto?" una voce femminile disse dall'altra parte della cornetta. Sorrisi a me stesso.

"Kate, sono Jake" dissi " ho una domanda per te".

Sentii un vago ridacchaire da parte sua, lei ridacchiava sempre. Sapeva che avevo una bimba e una fidanzata ma ciò non la fermava dal flirtare senza sosta. Si era trasferita in Pennsylvania solo sei mesi fa.

"Okay, penso si tratti dello scandalo apparso sulle notizie? Sono una delle più ricercate nel mondo ora dalle immature pre-adolescenti".

 

"Più o meno. Ti ricordi la mia, ehm, ragazza, Avery? Mi ha lasciato due settimane fa. Così volevo proporti un'idea, potremmo trovare sia la tua pop star che la mia ragazza"

"Quindi mi stai dicendo che mi aiuterai a trovare Niall Horan se ti aiuto a trovare la tua ragazza?" dal suo tono di voce potevo capire che era alquanto allettata dall'idea.

 

"Esattamente" mi mordicchai un labbro.

 

"Okay, hai il mio appoggio. Lo farò".

Sorrisi e annuii, orgoglioso che avevo pensato a qualcosa che avrebbe funzionato bene mentre ero un po' brillo.

"Lo sai che non saranno mai uno vicino all'altro vero? Hanno nascosto Niall Horan in qualche isola privata o simili probabilmente. Non c'è modo che siano vicini, quindi dovrai andare per la tua strada."

"Non mi interessa, vado avanti con quest'idea. Sto cercando di riportsre la mia ragazza indietro."

 

 

 

 

Niall Horan

 

 

Sono due settimane che sto con Avery e Aimee e ci stiamo tutti abituando a vivere insieme. Sicuramente, c'erano momenti in cui tutti necessitavamo del bagno per prepararci al mattino ed era uno spazio stretto, ma ce la mettemmo tutta per farla funzionare. 

 

Volevo fare tutto il possibile per aiutarle dato che conoscevo fin troppo bene la situazione finanziaria difficile di Avery. 

"Dammi il ketchip" disse Aimee, sporgendosi sul tavolo del piccolo bar che trovammo una settimana fa e che ci piacque. "Non è così che si dice" Avery ricordò alla piccola afferrando il ketchup e aspettando che Aimee dicesse il nome in maniera corretta. Era bello guardale insieme e vedere come Avery fosse responsabile nei confronti di sua figlia. Non potevo ancora pensare che l'anno in cui andai ad XFactor, lei aveva già una bimba.

"Dammi il ketchiiiip, per favore" disse la bimba dolcemente sorridendo alla mamma. Avery rise e gli diede il ketchup.

 

"Quindi pensi che sia divertente vivere con me, Aimee?"  le chiesi addentando il mio enorme hamburger. Mi sentivo mediocre, Avery sapeva che avrei pagato per loro così aveva preso un menu piccolo mentre io il menu più grande che c'era.

"Sì, sei come un papà" era la seconda volta che me lo diceva e volevo sapere cosa fosse successo al padre ma non volevo pressare Avery a dirmelo.

 

"Allora, grazie tesoro" sorrisi prendendo un sorso della mia coca-cola.

 

"Hai avuto qualche notizia dal tuo management?" Avery mi chiese.

"Sì, mi mandano un messaggio pressochè ogni giorno. Penso che potrò vedere qualcuno dei miei amici presto adesso che pensano di sapere chi sia stato..."

"Hanno trovato chi è stato?" Avery spalancò gli occhi

"Sì, in un certo senso. Pensano che sia stata questa donna, Kate Winters, anche se ancora mi chiedo cosa voglia da me. Non l'ho mai vista in vita mia."

 

"Mamma, posso avere il tuo limone?" Aimee interrompette, Avery prese il limone dal suo bicchiere e glielo diede. Lei lo succhiò velocemente facendo strane facce. Io risi piuttosto forte e la piccola si aggiunse a me.

"Scommetto che ti faccia sentire meglio che abbiano un sospetto" Avery continuò, io sorrisi un pochino.

"Ma lei può essere dovunque e la cosa ammetto che mi spaventa un po'. La vicenda è terrificante, davvero. Non solo per me ma anche per il resto della band e il nostro team."

"Sicuramente"

"Ancora non sanno se era lei che mi mandava quei messaggi minatori" dissi " e se non fosse stata lei a mandarmi i messaggi? se ci fosse più di una persona che mi vuole morto?"

 

Le labbra di Avery si incurvarono in un sorriso. "Bene, allora penso che io e te passeremo molto tempo insieme" scherzò lei. Guardando verso il nulla in distanza sorrisi. Sembrava come se lei sapesse sempre come ravvivare il mio spirito, almeno per un po'.

 

"Quindi mi hai detto che il management ti lascerà vedere delle persone? I tuoi amici della band?"

"Ah, beh in realtà stiamo organizzando un incontro con una ragazza con cui mi frequento da un po'" ammisi arrossendo un poco."Sai chi è Barbara Palvin? Fa la modella per Victoria's Secret"

"Oh, è molto bella" annuì Avery sorridendomi beffarda "Niall non hai mai menzionato una ragazza, devi assolutamente parlarmene."

"Beh non cè molto da dire. Siamo usciti solo un paio di volte e lei è davvero impegnata, ma è una gran persona davvero"

"Ne sono certa" insistette Avery

 

Accanto a Avery, Aimee sbadigliava sofficemente. "Vuoi andare a casa piccina?" le chiesi. Lei annuii e pagai in fretta il conto e uscimmo. Erano già le otto che sapevo era l'orario della nanna di Aimee. Ultimamente mi piaceva metterla a letto, non ero mai stato così vicino a dei bimbi prima a parte mio nipote Theo qualche volta.Era bello.

 

Quando arrivammo all'appartamento, vedevo le luci dell'appartamento di Avery accese. Non avevamo ancora visto chi si era trasferito lì, ma speravo fossero amichevoli e non sapessero molto di chi fossi come al contrario ne era al corrente Avery.

"La metto a letto io" le dissi. Lei si mise un ciuffo di capelli dietro l'orecchio e sospirò, sorridendo.

"Sei sicuro? guarda non importa, lo faccio da tre anni oramai"

"Tranquilla, voglio farlo" presi in braccio Aimee, che era già in pigiama e me la misi sul torso. Era divertente vedere Avery insegnarle ad usare il vasino, ci si stava abituando ormai la piccola.

Avery mi seguì da dietro mentre io misi a letto Aimee e le diedi Timmy la tartaruga

"Storia" chiese Aimee stringendo lo sguardo verso di me.Mi morsi il labbro e guardai Avery, non conoscevo nessuna storia per bimbi o cose del genere. Lei mi sorrise semplicemente aspettando.

 

"Oh bene, dunque c'era una volta questa balena...e..." mi affievolii " e c'era questo grande, cattivo....squalo, sì, uno squalo che cercò di uccidere la balena perchè era un cucciolo di balena"

 

Aimee rantolò e io subito pensai che stavo dicendo qualcosa di sbagliato ma i suoi occhi erano fissi su di me in attesa, così continuai. "Mentre lo squalo stava rincorrendo la piccola balena un grnde lamantino passò e mangiò lo squalo che così morii e...il giorno era salvo?..."

La stanza rimase in silenzio per un po' prima che Aimee applaudesse con grande spirito.

"Buon lavoro,Ni" disse " Puoi darmi il bacio della buonanotte?" guardai Avery per vedere se per lei andasse bene e lei continuò a soridere così annuii e diedi un piccolo bacio sulla fronte alla bimba, rimboccandole le coperte.Uscii dalla stanza e mi diressi nella saletta della suite aspettando che Avery mi raggiungesse.

"Ti voglio bene" sentìì Aimee dire

"E io ti voglio bene di più piccolina" rispose Avery "Posso vedere il tuo livido?"

 

Un livido? di che stava parlando?

 

"Se ne è andato mamma, è tutto okay" disse Aimee, decisi di non origliare altro perchè mi sentivo già abbastanza colpevole per averlo fatto ora. Invece, mi sedetti sul divano e accesi la televisione.

 

Normalmente, dopo che Aimee andava a letto, io e Aimee guardavamo Fashion Police Su E! ridendo un po' sulle vicende che accadevano.

"Grazie per aver raccontato ad Aimee quella storiella" disse Avery accoccolandosi accanto a me sul divano, i suoi capelli raccolti in una coda e un paio di comodi pantaloni al posto dei jeans.

"Ovviamente sono un professionista nel raccontare sotrie" scherzai

"Potresti considerarti uno scrittore per bambini, seriamente, quel racconto sulla balena era geniale."

 

Ridacchiai e poi scese il silenzio. Accadeva sempre almeno uha volta quando avevamo queste piccole conversazioni, era imbarazzante all'inizio ma adesso ci stiamo abituando a vicenda. Devo ammetterlo, mi piace passare del tempo con Avery.

"Quindi Barbara, voglio i dettagli."

"Giusto" sorrisi "Dunque, l'ho incontrata allo show di Victoria Secret lo scorso autunno perchè ero invitato. Ero agitato ma subito dopo parlai con lei dicendole che era stata molto carina nello show. Dopo quello fissammo un appuntamento a New York, uno a Parigi e adesso cerchiamo di incontrarci quando possiamo."

"Che cosa carina, l'amore è una cosa tenera no?" annuii sorridendo verso di lei.

"Sì lo è davvero" ammisi " Avery, eri innamorata prima vero?"

Avery sospirò e si girò verso di me smettendo di fissare il nulla."Sì lo sono stata, ma cosa c'entra con tutto questo?"

"Non lo so....solo...come lo sapevi? quando ami davvero qualcuno?" scossi le spalle imbarazzato.

 

Avery restò in silenzio per qualche secondo assorbendo la mia domanda. Mi chiedevo se avessi toccato qualche nervo ma poi lei iniziò a parlare.

"Beh, ti occupa la mente. Spendi più tempo sull'apparenza, ci pensi spesso e pianifiche il tuo fuuturo iniseme"

"E poi i sentimenti diventano comuni, vorresti spendere ogni momento con lui, non riesci più ad immaginare la tua vita senza di lui perchè realizzi che è effettivament diventato la tua intera vita. Lasciarlo sarebbe impossibile."

 

 

"Qualsiasi cosa faccia ti rende felice. Il suo umore infulenza il tuo non perchè siate diventati una sola persona ma perchè avete gli stessi sentimenti e tieni molto a lui."

Si fermò un attimo e mi chiedevo se fossi andato troppo in la con il discorso. Volevo solo sapere cosa era successo al suo fidanzato, era morto? aveva trovato un'altra ragazza?

"Devo andare a letto" Avery disse bruscamente alzandosi, i suoi occhi lucidi e il desiderio di allontanarsi perchè non voleva farmi vedere che stava per scoppiare a piangere.

"Ave, aspetta, mi dispiace se ho fatto qualcosa che ti ha irritato" dissi alzandomi insieme a lei "Davvero, qualsiasi sia il motivo per il quale sei arrabbiata...."

"Lasciami andare per favore" mi chiese con la voce rotta e affievolita.

 

Caddi in un silenzio tombale e la vidi sparire nella stanza. Tutto quello che mi chiedevo era cosa avesse fatto sentire così in pena questa povera ragazza.

 

 

 

 

 

 

Note:

Ciaoo! eccomi di nuovo qui, questa volta sono riuscita a tradurre e postare un capitolo dopo una settimana!  Cosa ne pensate fino ad adesso? volevo approfittare per farvi una domanda, preferite  che posti un capitolo a settimana ma con il rischio che salti qualche scadenza dato il poco tempo che ho o ne posto magari due non appena riesco a tradurne un po? così sono pronti? 

grazie sempre e comunque per leggere :)

xx

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9 Tracker ***


CHAPTER 9: Tracker


Avery Holmes

"Vieni qui" ringiò Jake afferrandomi il braccio. Mugulai con gli occhi impauriti. Era ancora una volta ubriaco, ma era una delle prime poche volte. Era già stato violento con me in precedenza ma ogni volta era come 
se fosse la prima.
"Jake, per favore, dimmi cosa ho fatto" implorai "Non ho fatto nulla, lo giuro".
"Zitta!" brontolò cercando di colpirmi e riuscendoci.
"Fermo! Jake, qualsiasi cosa io abbia fatto, perdonami...non so di cosa tu stia parlando" camminai balzando all'indietro e finendo schiacciata al muro. Non volevo svegliare la nostra Aimee che era appena nata così parlai bisbigliando.
Jake rise fragorosamente spaventandomi.
"Sei una bugiarda!" si accanì su di me prendendo poi il mio vaso di fiori e scaraventandolo sul pavimento, le schegge di vetro sparse dovunque e alcune su di me.
"Per favore non farlo, non è prudente nei confronti di Aimee" iniziai ad andsare verso l'armadio dei cappotti per prendere la scopa e iniziare a pulire, ma quando ero a metà strada lui mi afferrò il braccio di nuovo e mi fermò nel salotto.
"Questa è la mia casa e le mie regole!" mi ruggì in faccia. Dall'altra stanza sentivo provenire i lamenti della piccola. Le lacrime iniziarono a rigarmi il viso e scossi la testa ma lui me la prese alzandola in sua direzione.
"Per favore, stai infastidendo Aimee" piansi con il labbro inferiore che tremava senza controllo.
"Chissenefrega di Aimee" disse mentre si avvicinò alla cucina e io tirai un sospiro di sollievo pensando che mi avrebbe lasciato stare per un attimo.

Improvvisamente, nonappena Jake girò il viso verso di me, la sua espressione si piegò in quella di qualcun altro. Io stavo lì, a terra con la mascella che si appoggiava al pavimento. Quello che un secondo prima era il mio fidanzato ora era Niall.

Fece un passo indietro e poi si precipitò verso di me attaccandomi.
"Niall" urlai "Non farlo, non farlo..."


Mi svegliai sudata, ora al posto del mio salotto nella vecchia casa ero in una sconosciuta stanza buia. Mi servirono qualche secondo per realizzare che eravamo nella stanza di Motel di Niall e che ero salva. Nel letto accanto a me c'era Aimee che ancora abbracciava la sua tartaruga.

C'era ancora uno strano sentimento che mi provocava un buco allo stomaco, mi alzai e sgaiattolai fuori dal letto. Mi toccai la fronte ancora incredula se fossi ammalata o se era solo l'effetto del brutto sogno che avevo fatto.

Guardai verso Niall i quali lineamenti erano calmi e tranquilli. Non volevo svegliarlo ma volevo davvero parlare con lui in quel momento. Data l'oscurità nella stanza eravamo nel cuore della notte ma io ero spaventata che in questo stato di dormiveglia avrei potuto accidentalmente dire qualcosa che non volevo lui sapesse. Come di Jake per esempio, non avrei mai voluto parlargli di lui e preferivo considerarlo come qualcosa da lasciarmi alle spalle e che apparteneva solo al passato.
Presi il mio telefono dal comodino e guardai ai miei ultimi messaggi tutti di Jake. Dovevo leggerli o cancellarli ancor prima di aprirli come avevo sempre fatto?
Decisi che li avrei letti e poi cancellati. Cliccai sul primo di ieri 

Da: Jake

Piccola, mi dispiace, mi sono comportato da stronzo e me ne pento


Accipigliandomi decisi di proseguire cancellando immediatamente questo

Da: Jake

Non so come tu possa sopravvivere senza di me. Ti ho dato tutto e ancora ti lamenti di me.


Scuotendo la testa cancellai anche questo

Da: Jake

Sei una stupida. Sei io fossi in te tornerei a casa subito prima che tu possa avere dei problemi


Non esitai a cancellarlo volendo tenere queste minacce lontane da me. L'ultimo, comunque, non era un messaggio bensì una chiamata. Non sapevo se volevo cancellarla o ascoltare il mesasaggio in segreteria. Volevo davvero sentire la sua voce? 
Esitando schiacciai la conferma per ascoltare il messaggio. Misi il telefono vicino all'orecchio e aspettai di sentire la sua voce.
"Sono io Jake. Volevo solo farti sapere che non te ne andrai lasciandomi. Sei sempre stata con la testa per aria. Non sai molto della tecnologia vero? Bene, lascia che te lo spieghi. Vedi, la mia amica Kate, mi ha mostrato un modo di rintracciare qualcuno via cellulare. Sembra che ci vedremo presto eh tesoro!"

Con il terrore che mi attraversava il corpo la linea si interruppe e per trenta secondi guardai il telfono spaventata prima di prendere le mie ciabatte e uscendo di corsa dalla porta princiaple. Non sapevo cosa stavo facendo ma dovevo liberarmi di quel telefono prima che mi rintracciasse.

Ero spaventata che questa volta mi avrebbe uccuso davvero. In realtà non c'era dubbio nella mia mente che mi avrebbe ammazzato per essermene andata. Mi avrebbe finita, di fronte a mia figlia e poi avrebbe ucciso anche lei.
Correndo giù dalle scale e andando in strada, pensai a dei luoghi in cui gettare il telefono. Anche se lo avessi fatto avrebbe comunque saputo che ero qui nelle vicinanze e che ovviamente stavo nel Motel.
Buttai il telefono a terra e lo calpestai violentemente in un attimo.
Una volta ridottolo in mille pezzi presi da terra i rimasugli e lo andai a buttare in una spazzatura nascosta che avevo visto mentre venivo qui la prima volta.
Corsi velocemente in stanza e chiusi la porta dietro di me. Tolsi le ciabatte camminando poi verso il bagno e vidi Niall in cucina.
"Oh, grazie al cielo" sospirò abbracciandomi stretto "Ero preoccupato che te ne fossi andata ma la tua auto era nel parcheggio,  così ho pensato ti avessero rapita o fossi sonnambula o.."
"Stai facendo le uova?" risi sommessamente.
"Stavo cercando di distrarmi con qualcosa, non sapevo cosa fare"
"Niall, era solo uno o due minuti. Poi avrei sperato tu chiamassi la polizia non che cucinassi le uova" risi. Stava cercando di calmarsi " Ascolta, sono andata solo a fare una passeggiata, ho avuto un incubo."

"Oh" disse sedendosi al tavolo e distribuendo le uova nei nostri piatti "Vuoi dirmi di che si tratta di così spaventoso da portarti ad alzarti e fare una passeggiata?"

"Non mi ricordo mentii borbottando tra me e me. Dio Ave devi smetterla con le bugie "avevo bisogno solo di un po' d'aria suppongo. So badare a me stessa da sola. Ho diciannove anni."
"Diciannove? Pensavo ne avessi venti come me"
"No, farò i venti il 15 Febbraio" 
Lui annuii sorridendo "Dovremmo fare qualcosa di speciale allora per l'occasione. Qualche ristorante che preferisci? Film?"
"Non esco molto spesso in realtà"
"Beh, dovremmo cambiare questa abitudine allora. Penso che per il tuo ventesimo compleanno dovresti fare qualcosa come uscire a mangiare e portare Aimee al parci divertimenti"
"Non ci è mai stata, finchè pago io sarà tutto okay"
"No Avery, non posso farlo" Niall insistette "Dai, per favore, è il tuo compleanno! Se paghi tu mi sentirò male per il resto della vita, non potrei mai farti pagare per il tuo compleanno"
"Ma tu paghi per tutto!" spiegai mangiando un pezzo delle mie uova "E in realtà mi stai ospitando, ti stai prendendo cura di mia figlia e mi hai preparato delle uova nel bel mezzo della notte.." 
"Che uomo sarei se non mi prendessi cura di voi?" chiese. Aveva ragione, mi chiedevo se questo fosse come davvero gli uomini trattano le donne o se fosse come ci si aspettava agissero.
"Grazie Niall. Per tutto, davvero. Perchè lo fai?"
"Te l'ho appena detto, voglio essere un gentiluomo." arrossii un po e sorrise di nuovo.
"No, lo so che lo fai per gentilezza ma ci deve essere qualche altra ragione. Perchè ci aiuti così tanto? Perchè ti curi di noi a tal punto? Sono davvero curiosa" ammisi. Lui sospirò e non mi guardò per un attimo come se stesse raccogliendo i suoi pensieri. 
"Non lo so" iniziò grattandosi il retro del collo. "C'è qualcosa in te e Aimee che mi dice che avete bisogno del mio aiuto e che io potrò godere dell'aiuto da parte vostra. Voglio dire, prepari la cena, mi tieni compagnia e ho qualcuno che mangia uova con me nel mezzo della notte."

"E guarda, riguardo a ieri notte, mi dispiace se mi sono innervosito. Spesso mi capita di parlare senza pensare prima" aggiunse e io sorrisi in risposta.

"No, non hai fatto nulla, davvero. Sono io che sono supersensibile su queste cose e crollo come ieri sera. Le ragazze sono più emotive dei ragazzi."
"Oh..intendi che hai le tue cose o..." disse. Io tirai la testa indietro e scoppiai a ridere
"No, non le ho adesso. Sto solo dicendo che spesso quando le cose non vanno, reagisco in modo strano."
"Ah..okay pensavo stessi alludendo a quello non lo so" insistette alzando le mani in sua difesa. Anche se mi sentivo male per questo continuai a ridere facendolo diventare ancora più rosso di imbarazzo.

"Smettila di ridere di me! Se non la pianti dovrò fare qualcosa per farti smettere." mi minacciò. All'inizio mi sentii un po' spaventata ma mi dissi che mi fidavo di lui, non mi avrebe ferito.

"Oh, tipo cosa Niall? Penso di poter continuare all'infinito" scherzai. Lui si alzò di fronte a me e mi iniziò a fare il solletico per poi caricarmi in spalla. Risi rumorosamente e lo colpì con il piede nel tentativo di farmi scendere "Mettimi giù" gli intimai neanche troppo seriamente "Niall, mi farai cadere così" risi.

"Okay, okay" mi mise giù sul divano ridendo " Ti avevo detto che non sapevo molto di cose da donne, non ho mai avuto sorelle o cugine"
Niall sospirò e tirò fuori il suo telefono guardando alle notifiche che aveva ricevuto
"Merda" disse accipigliandosi allo schermo " ho un milione di chiamate perse dalla Modest! Merda, merda, merda..." lo vidi aprire i messaggi e inviarne uno a qualcuno.


"Merda" una piccola voce dietro di me ripetè sorridendo sommessamente. Gli occhi di Niall si spalancarono e andarono a guardare la piccola che stava in piedi dietro di me. "Merda, merda" ripetè prima di rimettersi il dito in bocca.

"Hey piccola, meglio se non lo diciamo questa cosa okay? La mamma non vorrebbe che tu lo dicessi" sorrisi guardando loro due, ancora incredula sulla coppia che formavano insieme. 
"Aimee è solo l'una di notte,  non è ora di svegliarsi questa" le dissi quando si accoccolò sul mio grembo.
"Non stanca io. Voglio stare in piedi come le ragazze grandi"
"Sei già una ragazza cresciuta" le promisi "ora possiamo andare a letto? siamo nel cuore della notte tesoro"
"No" disse incrociando le braccia sul petto
"Benvenuta nel ruolo di genitore" mi disse Niall 
 
 






Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10 Conflicts ***



[10] Conflicts

Avery Holmes

Quella mattina eravamo in piedi dalle quattro. Io e Niall eravamo distrutti ma sembrava che Aimee al contrario fosse più attiva che mai. Niall entrò in Netflix dal suo telefono e trovò un episodio di Sesame Street da farle vedere per cercare di farla addormentare.
Aimee decise che sarebbe stata più felice di saltare sul divano invece  che guardare un episodio dello show ma dopo mezz'ora chiese delle uova che Niall , mezzo addormentato, gli preparò con tanta cura.
All'incirca alle quattro infatti Aimee si era addormentata con il telefono di Niall nelle mani.
"Mi dispiace per tutto questo" gli sussurrai quando ci sedemmo entrambi sul divano. Lui semplicemente sorrise chiudendo gli occhi.
"Non ti preoccupare, va tutto bene". Niall insistette
Onestamente non sapevo come avesse una tale pazienza con la piccola, non si era ancora arrabbiato con lei ne aveva provato a picchiarla.Realizzai che probabilmente avevo una visione distorta del genere maschile, pensavo che tutti andassero fuori al bar ogni sera e che ti facessero sentire insignificante ogni qualvolta potessero farlo.
All'inizio quando incontrai Niall ne ero spaventata, ma ben presto realizzai che che la raffigurazione che mi ero fatto degli uomini non era che completamente errata.

"Tutto bene?" ridacchiò prendendo una coperta dai piedi del divano e portandola sopra i nostri corpi. Non volevo fargli capire che ero agitata a stare così vicino a lui così semplicemente sorrisi e annuii in risposta. Lui sbadiglò e sogghignò 
"Qualcosa non va? chiesi
"Nulla, solo che sei così rigida. Tranquilla, non ci sto provando con te"  promise " Non sono il tipo, lo giuro. A parte questo, tua figlia di tre anni è a pochi passi da noi" la indicò.
Io mi sporsi verso di lui appoggiando la testa sul suo petto in segno di fiducia. Ci aggiustammo creando una perfetta sintonia uno nell'altro e per un momento restammo in silenzio. Nessuno di noi sapeva cosa dire ma nonostante questo non era imbarazzante per nulla.

Nel giro di pochi minuti il mio respiro rallentò e i miei occhi si fecero sempre più pesanti. Anche se stavo letteralmente morendo di sonno, avevo ancora un unico pensiero in testa: Jake. Cosa avrebbe detto se mi avesse visto in questo momento? Cosa avrebbe fatto se avesse scoperto di Niall seppure non avessimo nessun tipo di relazione?

Ci avrebbe ammazzato entrambi di sicuro.

Invece che preoccuparmi di cose del passato decisi di focalizzarmi sul recuperare un po' di sonno.



Niall Horan


Al mattino, mi svegliai accanto a un corpo caldo. Stropicciai gli occhi e guardai verso Avery che era appoggiata ancora sul mio petto. Sorridendo la rimisi più in la sul divano e cercai Aimee in giro per la stanza capendo che probabilmente durante la mattinata si era spostata di nuovo nel suo letto.
Guardai di nuovo in direzione di Avery e le aggiustai i capelli cercando di non svegliarla. Non ero mai stato così vicino a una ragazza prima d'ora, nemmeno con delle persone con cui ero serio, come Barbara

Barbara

Tecnicamente non ci stavamo frequentando, eravamo semplicemente impegnati a vicenda nel senso che lei non vedeva nessuno al di fuori di me e io lo stesso. Più o meno. Io non stavo vedendo Avery, cioè, la stavo semplicemente aiutando. Era completamente diverso mi dissi tra me e me.
"Mmh?" Avery mormorò distendendosi e guardandosi attorno sfregandosi la testa. Io sogghignai e guardai in direzione dell'orologio in cucina. Erano già le dieci del mattino, era già tardi per me.
"Giorno, Dormito bene?" le chiesi.
"E stata una serata insolita"
"Aimee, dove sei?" chiamai a gran voce dirigendomi verso la stanza da letto. Una volta arrivato al bagno vidi la piccola bimba con una delle mie maglie indosso e il mio telefono appoggiato sul suo orecchio.
"Uh, huh" disse nel ricevitore.
"Io tre" anche se chiunque fosse al telefono non poteva vederla, alzò le tre dita. Risi e alzai un sopracciglio sedendomi accanto a lei sul mio letto.
"Chi è al telefono Aimee? le chiesi, lei stacco il telefono dall'orecchio un attimo "Un uomo" mi rispose tornando alla conversazione.
"Posso parlare un attimo con l'uomo?" le chiesi. Aimee sospirò e mi passò il telefono. Non sapevo chi avesse chiamato, avevo molte persone tra i contatti e speravo non fosse qualcuno di importante.
"Ciao, scusa per la piccola, chi è?"
"Niall, amico!" una voce rauca mi rispose "Sono Harry! Ti dispiacerebbe dirmi perchè c'e una bimba di tre anni con te?" sorrisi, era bello sentire la voce di Harry ancora. Non parlavo con i ragazzi da un po' di settimane, il periodo più lungo di tutti questi tre anni e mezzo.
" Harry, è davvero complicato" ammisi "è bello sentire la tua voce. C'è qualcuno dei ragazzi con te?" chiesi speranzoso.
"No, loro sono a casa io sono in America da Darcy" sogghignò.
"Ah, il managment non sarebbe contento di sapere che sto parlando con altri che non siano loro. Ancora scusami per Aimee. Lei sta nella mia stanza di hotel con sua mamma."
"Sua mamma?" potevo praticamente sentire il suo sopracciglio alzarsi "Sei paasato alle donne mature Horan?"
"No, ha la nostra età, vorrei davvero spiegarti tutto ma ho la bimba ancorata alla mia gamba. Cercherò di convincere il management a farmi fare una chiamata skype con voi, okay?" chiesi guardando verso Aimee che stava fingendo di mordermi il polpaccio.
"Perfetto, stammi bene amico. Ci manchi davvero tanto. Non vedo l'ora che trovino questo figlio di p-"
"C'è una bimba di tre anni nella stanza Harry" gli ricordai "Ma lo so, e una volta trovato chi è tornerò da voi il più in fretta possibile. Davvero, non voglio più stare qui".
"Ti sta godendo la tua permanenza?"
"No, lo odio.Non vedo l'ora di tornare e partire con voi. Queto posto è così morto non puoi capire. Le persone poi sono una tale scocciatura, una noia davvero."
Attaccammo entrambi il telefono e io riportai Aimee nel salotto tenendola per mano.

"Aimee sa come fare delle chiamate ne eri al corrente?" scherzai mentre lei andò verso la televisione e la accese. Avery era seduta al piccolo tavolo in cucina e annuì dolcemente senza guardarmi con un bicchiere di succo d'arancia nelle mani
"Ha chiamato uno dei miei compagni del gruppo" le spiegai sedendomi di fronte a lei sul tavolo e afferrando il cartone del succo versandomene un po'.
" Pensavo potremmo portare Aimee al parco divertimenti oggi, posso affittare il posto se vuoi" dissi con una voce tentennante.
"Okay, ma devo fare una doccia prima"
Mi accipigliai e la guardai con uno sguardo strano ma lei non incontrò il mio. Dovevo chiederle cosa non andava?


"In realtà, Niall, non penso restermo qui ancora a lungo" disse guardando verso il suo grembo
"Cosa? Perchè? Cosa farò senza voi due?"
"Uhm, non lo so, magari senza noi due questo posto non sarà troppo noioso o morto per te. E dal momento che muori dalla voglia di andare via di qua, da noi, allora probabilmente te ne andrai anche tu ben presto. Chi lo sa."

Oh.

Il mio stomaco subbugliò, non avevo pensato che lei avesse potuto aver ascoltato la conversazione che ebbi con Harry. Stavo dicendo quelle cose cosicchè Harry non pensasse che stessi andandomene dalla band, perchè era ò'ultima cosa che volevo.
"No, aspetta un attimo. Ho detto quelle cose solo perchè-"
"Non devi mentire per alleviare i miei sentimenti. Lo posso capire, se sei così stufo di noi, allora potresti trovare un altro motel dove potremmo stare. odio essere una scocciatura per te e la tua permanenza qui"
Iniziai a dire qualcosa ma poi mi girai.
"Qui, Aimee" le diedi il mio telefono " vai in camera e guarda Sesame Street, okay?" lei annuì e si diresse fiera nella stanza chiudendo la porta dietro di se.
"Ho detto quelle cose perchè non volevo che lui pensasse che io mi stessi allontanando dalla band. Non volevo che sapesse che mi stavo divertendo comunque nonostante la situazione"
"Magari avresti dovuto dire queste cose quando io non potevo sentirti dall'altra parte del muro, Niall"
"Non posso rimangiarmi cosa ho detto ma sappi che non lo intendevo davvero" mi alzai, avvicinandomi a Avery cosicchè lei doveva guardarmi.
"Sto facendo la cosa giusta? Ti conosco da solo un mese, vivo con te e sono già madre. Dovrei andarmene?"
"No"
"Perchè no?" chiese lei con i lacrimoni "Perchè dovrei restare?"
"Perhè" sospirai "per numerose ragioni mi sento come se tu e Aimee foste state inviate qui solo per me. Voi mi tenete sano e sento che io vi sono utile tanto quanto voi siete utili per me"

"Oggi è stata una giornata ricca di eventi. Scompiglio generale e non è ancora mezzogiorno" Nei moemtni successivi mi abbracciò forte, la sua testa nell'incavo del mio collo. Sentivo le sue lacrime calde affondare nella mia camicia ma non me ne interessava.
"Non intendevo quelle cose, lo prometto non era mia intenzione e non volevo diventassero di dominio pubblico"
"Penso potremmo riscaldare qualche nuggets dal freezer già che ci siamo"
"Davvero pensi di andartene presto? Non appena si scoprirà chi è stato a provare ad ucciderti"
"Sì. e tu? cosa farai dpo?"
"Non ne ho" disse lei "Viviamo un po' la giornata finchè dura. cercherò un lavoro presto, devo iniziare a guadagnare soldi da sola".
Assorbendo il peso delle sue parole non dissi nulla. Niall che ti stava succedendo? Perchè te ne fregava che lei avesse bisogno di aiuto o che non volesse più avere contatti con te? Non avevo idea del perchè mi sentissi così, triste e dispiaciuto.






















Note:
Eccomi quiiii!
Innanzitutto: Buon Anno! 
Spero stiate passando delle buone feste e l'anno sia iniziato nel migliore dei modi :)
Sono un po' di fretta ma mi fa molto piacere leggere ciò che pensate della storia quindi grazie per i commenti e grazie sempre per leggere!
Non pensavo ma la storia sta raggiungendo già dei livelli di letture e apprezzamento elevati



Alla prossima xx

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 11. Build-A-Bear ***




[11] BUILD A BEAR



Niall Horan


Più tardi quel giorno, dopo che avevamo mangiato i nuggets quasi completamente bruciati, chiamai il proprietario e feci riservare un'intera sezione del centro commerciale. Era questo l'unico modo in cui potevo uscire con qualcuno senza far scoprire la mia identità, anche se il loro silenzio mi costò un extra di trecento dollari. Era una vergogna ma d'altronde avevo i soldi per poterlo fare.

"Non sei obbligato a fare questo, lo sai?" Avery ridacchiò mentre si sedeva sul sedile del passeggero della mia auto. Aimee aveva un sorriso che partiva da orecchio a orecchio per la notizia che le stavamo dando, aveva iniziato ad urlare e saltellare su e giù, non sapevo neanche se sapesse cosa volesse dire costruire il tuo proprio orsetto di peluches.

"Lo so che non dovrei farlo ma questo non vuol dire io non voglia farlo" sorrisi in direzione di Avery. Anche se ci eravamo avvicinati prima, volevo stare attento nei suoi confronti.
Prima mi sembrava averla scossa davvero tanto con la nostra conversazone, tanto che pensavo fosse spaventata da me.

"Ma potrò tenerlo?" chiese Aimee dal sedile posteriore. La raggiunsi e le poggiai le mani sulla gamba guadagnandone una risatina.
"Ma certo, perchè non dovresti tenere il tuo animaletto appena creato?"
"Mio papà diceva che-" iniziò la bimba ma vidi Avery lanciarle uno sguardo e lei si ammutolì. Qualcosa stava succedendo e io volevo improvvisamente saperne di più su Jake, il papà di Aimee. Anche se volevo ficcare il naso nella faccenda ora sapevo che Avery me lo avrebbe detto con il tempo.

"Davvero abbiamo preso in affitto tutta la sezone del centro commerciale?" chiese Aimee 
"Sì, non hai mai sentito parlare dei One Direction, Aim?" le chiesi guardandola attraverso lo specchietto retrovisore dell'auto. Lei si accipigliò e scosse la testa, i riccioli che si muovevano come in una danza.
"Bene, è il nome della mia band. Sono un pochino famoso, le persone sanno chi sono. Non voglio che le mie fan vedano che io sono qui, perchè sono una spia segreta"
"Come le spy kids?" 
"Si piccola" Avery sospirò allungandosi verso di me. Profumava di vaniglia, era buonissimo. "Grazie, ora dovrò spiegarle che non sei una spia internazionale" sorrise.
"Ma io sono una spia". Oggi era particolarmente bella, i suoi capelli raccolti in una coda e indossava una semplice maglia bianca. Era bella senza neanche provare a sembrarlo, pensai, realizzando che la stavo ancora fissando. Arrossii e mi rifocalizzai sulla strada.
"Ci siamo quasi" avvisai. il centro commerciale distava una buona mezzora dal nostro motel, così Avery aveva comprato un libretto da colorare e dei colori ad Aimee. L'avevo osservato e avevo visto che era un libretto usato, con degli scarabocchi che sulla copertina riportava "offerta speciale: 99 cent".

Una volta al centro commerciale, trovai un parcheggio e ci affrettammo ad entrare. Non volevo rischiare di essere scoperto dalle fan, sicuramente arebbero twittato la posizione e avremmo dovuto andarcene. Avrebbe poi significato che sarei dovuto allontanarmi dalle due persone a cui mi ero affezionato maggiormente.
"Eccoci!" urlò Aimee
"Non correre troppo in fretta, tesoro" Avery la avvertì. Io afferrai la sua mano che si adattava perfettamente alla mia. Percepivo la sua tensione, così cercai con gli occhi il suo viso per assicurarmi che fosse tutto a posto. 
"Rilassati" le sussurrai "tenersi per mano non ti ucciderà". Non riuscivo a credere a quanto sfacciato ero, non ero mai stato un portento con le ragazze, ma con Avery veniva naturale, come respirare.
Anche se non stavamo nemmeno uscendo insieme e non ci piacevamo io ancora avevo dei forti sentimenti per Barbara, lei e solo lei.

Ricordai quello che mi disse prima. Che dopo questa situazione infernale di me che mi nascondevo, saremmo andati avanti e probabilmente ci saremmo dimenticati l'uno dell'altra. Qualcosa nella mia mente mi disse che non sarebbe successo.

"Benvenuti al negozio di "costruisci il tuo orsetto", dove i migliori amici si creano!" disse una donna ad Aimee in un uniforme blu con un orsetto nelle mani. La piccola osservava la donna con un'espressione di ammirazione, probabilmente non aveva mai visto così tanti peluches.

Guardai la donna, doveva avere almeno una trentina d'anni. Non ci fu nessuno sguardo di sorpresa nel vedermi e io ero grato che non sapesse chi fossi.
"Okay Aimee, ora ti dirò un paio di regole da rispettare prima di iniziare a creare il tuo orsacchiotto, okay?" sentii poi Avery sussurrare nell'orecchio di Aimee che  non avrebbe avuto bisogno dei vestiti perchè troppo costosi e soprattutto di ringraziarmi. Aimee annuì guardando con tristezza verso un vestito da principessa rosa sul muro.
"Mi dispiace ma non accadrà" intervenii io. Avery si accipigliò e percepii che si sentiva colpevole nel farmi spendere così tanti soldi per loro, ma per me non era nessun disturbo. Volevo farlo.
"Niall, non possiamo. Non ho i soldi per ripagarti.."
"Aspetta" la fermai mentre Aimee andava con la commessa a creare il suo orsetto "pensi di dovermi ripagare per tutto questo?"
"Certamente Niall, avrò già un debito di mille dollari con te. Non ho un lavoro al momento e i soldi che spendi per noi continuano ad aumentare.."
"NO! Non ci pensare nemmeno. Io voglio fare questo, se non avessi voluto spendere soldi per voi due non lo avrei fatto. Ma questo è il mio denaro e io ci faccio ciò che voglio, spenderò quanto voglio per voi."
"Okay" disse sorridendo e un po' spaventata dal mio tono sicuro e secco.


Avery Holmes



Dopo una lunga sessione di shopping, un peluches a forma di cavallino (non pensavo potesse esistere), delle scarpe rosa abbinate al vestito da principessa e un certificato con "princcipessa" ( Niall non era molto bravo nello spelling) , eravamo pronti per andarcene.
Mi sentivo terribilmente male, mi sembrava di dover un sacco a Niall e non avevo nessuna maniera per ripagarlo. Al momento avevo con me solo 600 dollari e lui ci aveva praticamente comprato un intero negozio nel giro di poche settimane.
"è stato divertente" sorrisi, tenendo Aimee in braccio nel reparto di ristorazione. Si era addormentata e anche prima non riusciva a tenere gli occhi aperti, lo sospettavo.
"Ho delle notizie" Niall iniziò.
"OH, e dai sentiamo un po' " ridacchiai intingendo il mio pretzel nella crema di vaniglia.
"Sanno per certo che è una donna chiamata Kate Winters che è a New York ora. Il mio management era preoccupato che fossimi così vicini a lei, ma gli ho detto che eravamo al sicuro. Apparentemente è con un uomo di nome Jake che sta con lui o qualcosa del genere. Non sanno dove viva."
Il mio viso sbiancò
"No" sbottai guardandolo. Niall sorrise nervosamente questa volta.
"è una buona cosa Avery, che c'è?"
"Jake...Kate.." processai nella mia mente. Jake mi aveva detto come la sua amica Kate fosse in grado di rintracciare le persone attraverso il cellulare, e mi stesse cercando. A questo punto, Kate stava rintracciando Niall dal suo telefono.Doveva essere così.
"Dammi il tuo telefono" chiesi guadagnandomi uno strano sguardo da Niall.
Lentamente tirò fuori il suo smartphone dalla tasca, io gli passai Aimee. C'era una piccola fontana nella zona ristorazione e corsi più veloce che mai, una volta lì gettai il telefono per terra e lo ruppi in pezzi.
"Hey" Niall urlò. Mi girai e lo vidi appoggiare mia figlia sulla sedia e dirigersi verso di me. Cosa gli avrei dovuto dire? gettai i pezzi del telefono nella fontana giusto prima che lui mi prendesse da dietro.
"Ma che diavolo fai!" urlò nuovamente tenendomi stretta e intrappolata.Mi liberai dalla presa e improvvisamente spaventata da lui. Era la prima volta che era così arrabbiato e flashback su flashback di Jake si ripetevano nella mia mente.

Niall si toccò i capelli sedendosi sul bordo della fontana "Era l'unico modo di poter contattare i miei amici e familiari! A cosa stavi pensando!" urlò. Mi sentii fortunata che eravamo soli nell'area del ristorante.
"Io..." sussultai non sapendo cosa dire.
"Dimmi cosa stavi pensando" brontolò avvicinandosi a me. Io arretrai iniziando ad andare in panico. Ero spaventata da Niall, sembrava così arrabbiato. Non ero stupida, sapevo cosa sarebbe venuto dopo.Mi avrebbe colpito con mia figlia a pochi passi da me.
Per la seconda volta quel giorno iniziai a piangere, mi asciugai velocemente le lacrime coprendomi il viso con le mani. 
"Avery, ho bisogno che tu mi dica perchè hai distrutto il mio telefono" disse Niall ancora arrabbiato ma la voce un po' più gentile. Mi alzai da terra e mi sedetti accanto a lui con la schiena che dava alla fontana.
"Mi dispiace" 
"No, dimmi" disse fermamente
"Jake.." iniziai. Non sapevo come dirglielo, come potevo raccontargli il motivo del mio scatto senza dovergli dire tutto su Jake, non ero pronta e non glielo avrei detto.
"Avery" disse lui prendendomi il polso e allontanandolo dal mio viso. Mi congelai guardandolo fisso negli occhi "Non capisco perchè sei così spaventata, ma ti dico che ora non c'è nulla di cui preoccuparsi. Sono solo io,Avery, solo io." mi accarezzò la schiena 
La situazione aveva preso una piega completamente differente. Se Niall fosse stato Jake non avrei sentito questo strano sentimento crescere nel mio petto. Non ero spaventata da lui ora così lo guardai. Niall prese il mio viso tra le mani guardandomi con gli occhi grandi come se stesse cercando di decifrare le mie emozioni.
"Jake, è il mio ragazzo".
"Quello di Kate? che sta con Kate? la mia Kate?" sospirò e io annuii.
"L'altra notte, quando ero andata a fare una passeggiata" mi fermai cercando di raccogliere i miei pensieri "Aimee e io abbiamo lasciato Jake in fretta ecco perchè sono venuta al Motel 6. Non sapevo dove sarei andata ma io e Jake siamo diversi e io non volevo più stare conm lui"
Niall assorto nelle mie parole restava in ascolto
"Mi ha chiamato quella notte e mi ha detto che la sua amica Kate mi stava tracciando attraverso il cellulare. Corsi fuori e lo ruppi lanciando i resti in strada". Ora Niall stava realizzando cosa stavo dicendo
"Così tutto questo tempo Kate mi stava tracciando" disse lui, il suo viso sbiancò più del solito. Non mi capacitavo di come fossi stata stupida a non pensarci l'altra notte.
Niall mi tenne stretta a lui " Mi dispiace di essere sbottato così, non lo sapevo" mi sussurrò nell'orecchio cercando di calmarmi. Era molto preoccupato e per quanto ne sapessimo ora Kate poteva già essere al Motel
"Non so che fare" disse ancora tenendomi vicina a lui, io mi accoccolai più vicina mordendomi il labbro.
"Possiamo tornare indietro?"
"No, non adesso almeno. Dobbiamo trovare un altro hotel magari più grande così è piu difficile trovarci. Il tuo ragazzo proverà a riportarti indietro? magari è meglio se torni con lui" disse "Non voglio metterti in pericolo"
Mi accipigliai, non sapeva nemmeno perchè ero liì, che il vero pericolo era Jake
"No, non penso sia una buona idea. Mi sto prendendo una pausa da lui." 
"Devo trovare un negozio della Vrison così posso prendermi un nuovo cellulare. Dirò al mio management di questa situazione e loro troveranno un qualche posto per noi. Verai con me dato che siamo in questa situazione insieme." mi mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio e io annuii
"Questa giornata non può diventare più strana di così"
"Ascolta, non ti devi preoccupare ed essere spaventata di me, okay? Mai. Non farei mai nulla che ti possa spaventare, so che sembro piuttosto scocciato ma stavo solo cercando di capire. Mi dispiace" lo guardai di nuovo e lo seguì al tavolo dove raccolsi Aimee dalla sedia.

Anche se non dovevo essere spaventata da Niall tutto questo non mi rendeva meno terrificata del casino in cui ci eravamo appena trovati ad affrontare. 

















Note: Eccomi qui di nuovo, scusate per il ritardo ma sono stata davvero impegnata. Spero la storia piano piano vi stia appassionando. Nulla mi piacerebbe se volete sapere cosa ne pensate e lo sapete qui ogni commento è accetto! 
Fra 2 giorni inizia il tour!!!! Siete pronte? 


mi ritrovate sempre qui @sensivitness

Alla prossima, bacini

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 12. New York City ***



[12] New York City

Avery Holmes


"Da quanto tempo siamo in viaggio?" chiesi sussurrando nell'orecchio di Niall che stava guidando nel mezzo della notte . Lui sbadigliò e tirò fuori dalla tasca il suo telefono, che automaticamente mi fece sentire tremendamente in colpa. Sogghignò.
"Già, mi hai distrutto il telefono" fece un sorrisetto.
"Le mie intenzioni erano buone, lo giuro" ridacchiai. Guardai l'orologio della macchina, erano già le unidici e qualcosa. Niall voleva mettere quante più miglia possibili tra noi e Motel 6  e in quel momento stava soddisfacendo il suo desiderio portandoci lontano. Prima di andarcene ci eravamo fermati a parlare con Shirley e poi avevamo preso le nostre ultime cose dalla stanza.
"Credo proprio che andremo da Verizon domani, ok?" io annuii e mi raggomitolai sul sedile di pelle dell'auto " merda, dovevo vedere il Derby oggi, me lo sono perso!" le sue spalle affondarono nel pronunciarlo.
"Non so nemmeno cos'e" ammisi. Lui mi guardò con un'espressione di orrore e io tremai "Scusa, scusa" dissi con tono sommesso, alzando le mani in difesa. Non potevamo parlare a voce alta perchè Aimee era addormentata sul sedile posteriore.
"E' una squadra di calcio" 
"Oh, e tu giochi?" chiesi " Sì come difensore della fascia destra di solito, ma penso di essere bravo anche come attaccante" risi in sua direzione e alzai un sopracciglio.
"Se ti piace il calcio così tanto, perchè non ne sai niente? E' calcio, Niall"
Lui socsse la testa "No, mi ero dimenticato che voi lo chiamate in modo diverso qui. E' calcio sì, ma noi lo chiamiamo calcio come nelle altre parti del mondo".
"Giusto, sei irlandese tu" mi ricordai da sola " Nonostante l'accento pronunciato mi sembra sempre di dimenticarlo. E' divertente quando dici cose tipo "Mamma" " Lui mi spinse via e mi accorsi per la porima volta che i lividi sulle mie braccia stavano sparendo. Non mi facevano più male e non erano neanche più violacei, sorrisi da sola.
"Che succede? Perchè sorridi in quel modo"
"Niente"
Prima che potessi interrompermi vidi dei grattacieli immensi alla nostra destra e realizzai dove eravamo. Non pensavo nemmeno che Niall sapesse che eravamo giusto sull'orlo di New York. Tutto quello che feci fu puntare il dito verso gli edifici e far vedere a Niall. Le luci erano chiare e luminose, sempre affascinanti. Mi meravigliai alla loro vista attaccandomi al finestrino.
"Ti comporti come se non avessi mai visto New York prima"
"Perchè non l'ho fatto" ammisi appoggiando le mani sulla pancia. Guardai verso di lui e lo vidi rantolare "Cosa c'è? solo perchè vivo nello stato non vuol dire che vivo in città"
"Troveremo un travestimento per me e andremo in città, voglio farti vedere tutti gli edifici più importanti. Saremo dei turisti!" decise svoltando verso la corsia in cui si trovava un grande ponte che collegava la città.
"Oddio ma e bellissimo, vieni qui spesso?"
"Qualche volta. Abbiamo fatto un concerto a Madison Square Garden l'anno scorso, fu bellissimo" sorrise, ricordando. Realizzai che era davvereo una grande pop star, non ero stupida e sapevo che cosa fosse il Madison. Era il posto per le persone che avevano davvero tanto successo.
"Wow"
"Ehi, dove vivete tu e Jake nello stato?"
"Oh, lungo il confine con l'Ohio. E' molto lontano da qui" lo rassicurai precipitandomi vicino a lui sul sedile e appoggiando la mia testa sulla sua spalla. Mi succedeva solo quando, come ora, ero davvero stanca ed esausta.
"Mi stai distraendo e siamo su un ponte. Vorresti forse che finissimo giù?" scherzò.
"E perchè ti starei distraendo?" lui arrossii e si scrollò un pochino. Capii che dato che era irlandese arrossiva molto. Qualche notte prima aveva puntualizzato che desiderava che la sua faccia non diventasse così rossa, era davvero adorabile.
"Beh, innanzitutto profumi deliziosamente.Vaniglia? con Pesche magari?"
"Si chiama Pure Seduction di Victoria's Secret" ammisi arrossendo a mia volta. Sentivo il mio viso arrossarsi sempre di più e sentivo caldo, come se fosse in fuoco, così mi coprii il volto con le mani.
"Ecco, non capisco questa cosa; perchè lo chiamano così? non mi servono nomi carini, dimmi solo di cosa dovrebbe profumare" si sfogò ridendo con me. Arricciò le braccia sulla mia spalla e io sorrisi.
"Noi abbiamo la nostra fragranza che si chiama Our Moment, ed è, cosa diavolo dovrebbe significare? Sa di lavanda, perchè non chiamarla così?
Risi senza pace per una buona decina di minuti insieme a lui, all'inizio non pensavo che fosse così simpatico. Per pochi momenti poi rimanemmo in silenzio e io mi dimenticai completamente che lui era li, guardavo la statua della libertà e le luci della città.
"In fretta, puoi prendermi una delle mie sciarpe dalla borsa? è dietro, devo nascondere il mio viso" io annuii e mi raggomitolai verso il sedile posteriore aprendo la sua borsa e tirandone fuori una grande sciarpa di flanella.
"Hai mai indossato una di queste prima?" chiesi attorcigliandogliela al collo, lui scosse il capo. "Perchè stiamo percorrendo un tunnel sotterraneo?"
"Perchè si entra così in città. Non appena saremo dentro conosco un hotel dove possiamo stare. Farò loro sapere di non dire nulla sulla nostra presenza, conosco bene il manager"
"Le strade sono così squadrate, e gli edifici cos' alti"
" Piccola, è per questo che si chiamano grattacieli".
Non riuscivo a tenere l'eccitazione nel vedere uno scorcio di Times Square, era troppo lontana però per vederla tutta. Il traffico era pesante come immaginavo, ma prima del previsto stavamo parcheggiando.
"Eccoci, possiamo entrare dal retro" disse Niall puntando una porta vicino ad un ascensore. Annuii e andai a prendere la mia borsa ma Niall mi aveva preceduto, sorrisi e andai a svegliare Aimee che stava mormorando qualcosa nel sonno.
Dopo un interminabile rampa di scale arrivammo nella Hall dell'hotel, non era tanto piena. Seguii Niall da dietro cercando di non attirare l'attenzione su di noi. Mi sentivo una ribelle per qualche ragione, come se stessi seguendo furtivamente Niall in giro per il mondo.
"Abbiamo bisogno di una suite sotto il nome di Gregory"
Il manager al banco alzò un sopracciglio e si avvicinò sussurrando "Niall? Mi dispiace per quello che è successo, abbiamo una stanza per te e renderemo il tuo soggiorno confortevole"
"Deve restare tra me e te" gli disse Niall.
"Pam" chiamò l'uomo " mostra al nostro nuovo ospite Gregory e la sua amica la stanza 326 del ventiseiesimo piano, grazie". Pam, la donna con la gonna color pastello annuii e ci indirizzò verso la nostra stanza.
Dopo aver fatto ventisei piani di ascensore, che mi sembrarono durare un'eternità, arrivammo"
"E' l'ultimo piano?" chiesi
"Sì, le nostre migliori suite sono quelle all'ultimo piano. Sono sicura vi troverete davvero bene. Divertitevi e per il servizio in camera non c'è nessun costo aggiuntivo" Lei sorrise e siu chiuse la porta dietro di se.
"WOW" respirai. La stanza era immacolata, riuscivo a vedere una piccola cucina riempita di utensili piuttosto nuovi, un soggiorno con tappeti di zebra e divani rossi, tutto completato da un televisore al plasma.
"Niall" dissi girandomi verso di lui dopo aver chiuso la porta ed essersi sfilato la sciarpa.
"è un po' piccola, lo so"
"è più grande di dove vivevo io! Questo posto è meraviglioso, deve essere cost-"
"Ho un sacco di soldi da spendere" ni ricordò Niall. Ero ancora spiazzata dal fatto che avrei vissuto in questa suite. Mi sembrava troppo strano che fosse vero. Niall mi abbracciò da dietro e prese Aimee dalle mie braccia mettendola sul divano.
"Forza, ti faccio vedere il resto" mi prese la mano e mi trascinò in cucina "prima di tutto, abbiamo un'elegantissima cucina con bellissime attrezzature in acciaio perfette per fare le uova al mattino" disse usando un finto accento britannico.
"Poi, abbiamo la camera da letto dove c'è il letto matrimoniale king size e delle fantastiche immagini sul muro. Non solo questo, è anche spaziosa". A sinistra si trovava poi il bagno con la vasca.
"Il meglio l'ho lasciato alla fine" Prese di nuovo la mia mano e mi fece attraversare due portefinestre. Ci trovavamo fuori dalla stanza su un balcone completamente coperto e una visuale perfetta della città e le sue luci. Io me ne stavo li, in piedi a guardare il tutto incapace di formulare un giudizio.
"Qui è assolutamente bellissimo" riuscii a dire provocandogli quella sua amabile risatina.
"Ecco, è proprio in questo posto che ho composto la parte alla chitarra di una delle canzoni del nostro nuovo album".
"Dovresti suonarmela qualche volta se hai la chitarra qui con te" dissi " Ti sto facendo promettere", lui sorrise e annuì.
In quel momento indietreggiai rispetto alla ringhiera della terrazza e Niall subito mi chiese "Che c'è? Hai per caso paura delle grandi altezze? Vieni qua che ti tengo io" disse lui tenendomi la mano ancora più stretta.
"Una volta Liam e un uomo della sua sicurezza saltarono giù da qui allo stesso momento. Non bisogna aver paura".
"Perchè lo hanno fatto? Io mi sarei cagata addosso". Niall iniziò a ridere senza fine e mi attaccò la sua risata contagiosa.
"Ti fidi di me Rose?"
"Non siamo nel Titanic, Niall" gli lanciai uno sguardo secco e afferrai la sua mano. "Non guarderò giù, ecco tutto"
"Questa giornata è stata.."
"Strana" finii io per lui.

"Posso chiederti una cosa, Ave?"
"Quello che vuoi".
"Ti sei mai pentita di essere andata al Motel 6? e di essere adesso in questo casino mettendoti in pericolo solo essendo con me? Vorresti tornare indietro?" chiese lui d'un fiato.
"No, penso non cambierei nulla" ammisi.
"Perchè? potresti essere al sicuro a casa ora":
"Niente a casa va bene in questo momento Niall. Ho fatto quello che era meglio per me e mia figlia"
"Come mai hai avuto una figlia così giovane? Non voglio ferirti o giudicarti"
"Niall, è una questione difficile" ammisi ridendo un po'. Non sapeva nulla di questo " Ero una liceale piuttosto popolare. Nessuno se lo sarebbe mai aspettato da me così quando accadde persi tutti i miei amici. Restai a scuola finchè non era visibile il pancione e poi dovetti andarmene con il mio fidanzato".
"Niente genitori?"
"Nessuno che volesse una figlia puttanella" dissi ridendo un pochino.
" Jake aveva un posto dove potevamo andare, una specie di buco ma non mi lamentai. Andai in travaglio prematuramente, il che ci spaventò parecchio. Ricordo Jake, che non è un tipo emotivo, piangere. Pensavamo fosse qualcosa di grave."
"E lo era?"
"Aimee ha l'asma, portiamo sempre con noi un inalatore giusto per emergenza ma non ne ha fatto uso da più di un anno oramai. Quando la ebbi ricevetti regali da parenti e amici, mi sembrava così strano che lo facessero. Loro mi odiavano, mentre invece si comportavano in quell'occasione nella maniera più carina possibile venendo persino in ospedale.
"Fui espulsa dal liceo. Ero stata anche accettata ad alcuni college di scrittura e giornalismo, ma appena seppero che avevo un figlio ritirarono l'accettazione. Restai con Jake e lui ottenne un lavoro migliore così riuscimmo a trasferirci in un appartamento più grande, penso sia tutto".
"Okay" sospirò contornandomi con le sue braccia "Mi dispiace, sembra..dura"
"Sì, ma è stata tutta colpa mia. L'ultima cosa che voglio è essere compatita per qualcosa che io ho fatto."
"Capisco"
"Mamiii" disse una piccola voce da dietro. Aimee era in piedi con i capelli in disordine "wow" sorrise correndo verso il balcone che, ammetto, mi spaventava abbastanza. Niall la prese in braccio e si sedettero, Aimee sulla sua pancia.
"E' carino, guarda" disse puntando il dito verso un edificio altissimo.
"Benvenuta a New York, Aimee" disse Niall 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 13 M&M's World ***



[13] M&M's WORLD

Avery Holmes

La mattina dopo mi svegliai in un enorme letto. il mio corpo coperto da una morbido e profumato lenzuolo bianco e dietro di me tantissimi cuscini. Cercai di sedermi ma c'erano due braccia che mi mantenevano giù, guardai verso la direzione delle braccia per scorgere il mento di Niall e lo sentii respirare pesantemente.
"E' meglio se tu indossassi dei vestiti" gli dissi 
"Tranquilla, se sposti la coperta vedrai che indosso i pantaloni della tuta" mi rispose con la voce mattutina piuttosto roca ma sempre piacevole.

In nessun'altra occasione avrei dormito con un ragazzo, ma con Niall mi sentivo a mio agio nonostante mi preoccupassi del pensiero che avrebbe potuto passare ad Aimee, le avrei spiegato la situazione quando sarebbe cresciuta un po'.
Sospirai, sollevata dal fatto che non fosse nudo sotto le coperte. Mi accoccolai nel suo petto nudo ( con il quale non avevo un problema) e chiusi i miei occhi di nuovo. Era davvero caldo e confortevole come appoggio.
"Siamo a New York" ripeteri tra me e me a voce alta.
"Sì, oggi sarà una gran bella giornata, ti porterò in un ristorante davvero bellissimo a Chinatown e poi potremo fare una passeggiata in città"
"Non potremmo andare semplicemente da Chipotle, quel take-away messicano?"
"Avery, lo sai che così sei davvero una pessima turista? Ma sì, Chipotle va sempre bene."
"Come faremo per il tuo travestimento?"
"Abbiamo qualche oggettino interessante in camera tipo questa parrucca. E' di Liam ma non gli darà fastidio." disse Niall " e poi indosserò qualcosa che non ho mai messo come una falsa barba".

All'improvviso sentii un suono di passi sul pavimento familiare, Aimee sembrava stesse bene ieri sera sul divano così l'avevamo lasciata li e noi avevamo diviso il letto.
"Mammaaa" 
"Sono qui piccola" All'improvviso vidi il suo piccolo corpo all'ingresso che correva verso il nostro grande letto con un grande sorriso stampato in faccia. Mi sentiiun po' in imbarazzo che mia figlia mi vedesse a letto con un ragazzo ma era solo Niall.

Aimee cercò di arrampicarsi sul letto ma gli fu necessario l'intervento di Niall per raggiungere finalmente il centro del letto. Si lanciò su di me mettendosi sul mio ventre."Che succede?"
lei rispose " Non mi hai detto la nostra cosa speciale, non mi hai stretta a te"
"Ti voglio bene fino alla luna"
"Ti voglio bene fino alla luna ed oltre Aimee. Guarda, siamo a New York!" indicai il balcone che ci dava una chiara visione della città e all'orizzonte si vedeva la spiaggia. Lei si accipigliò e si girò verso di me.

"Come siamo arrivati qui?" chiese Aimee stropicciandosi un occhio.
"In aereo, ma ti sei persa l'intera traversata." Scherzò Niall 
"Non è vero sta facendo lo stupido, Niall ha guidato fino a qua mentre tu eri addormentata." le spiegai passandole il dito tra i capelli cercando di creare qualche boccolo.

Aprendo il frigo vidi che era ben fornito, presi un succo di arancia e una tazza versandomi una porzione mentre guardavo fuori verso New York. Riuscivo a vedere la torre Freedom che ea appena stata finita di costruire e l'Empire State Building, qualcosa che avevo sempre sognato di vedere sin da quando avevo visto il film "Little bill" da piccola.
Improvvisamente sentii un pianto proveniente dalla stanza, la mia testa si rizzò preoccupata. Appoggiai la tazza sul bancone e mi affrettai verso la stanza dove Niall era sotto Aimee sul pavimento. Qundo mi vide lei mi corse ai piedi e io la presi in braccio.
"Che è successo piccina?" le chiesi fissando il mio sguardo verso Niall, che aveva uno sguardo colpevole. Me ne andai dalla stanza con Aimee e mi diressi verso la sala da pranzo sedendomi sul grosso divano rosso.
"Fa male" si lamentò Aimee appoggiando la sua testa sulla mia spalla e toccandosela.
"Niall ti ha fatto del male?" chiesi seria.
"Si" annuì lei" ma-"
Non mi fermai ad ascoltarla, mi diressi verso la stanza. Chiusi la porta con violenza sentendomi coraggiosa per un momento. Se mi avesse picchiato almeno Aimee non avrebbe assistito.
"Aimee mi ha detto che le hai fatto male" dissi incrociando le braccia sul petto.
"Posso spiegarlo, davvero" disse lui sinceramente. Era la stessa cosa che aveva detto Jake e lui mi aveva mentito in faccia spudoratamente.
"Non mentire Niall, lo saprò se menti" dissi fermamente.
"Oh mio Dio Avery, non ti fidi per niente di me?" chiese lui "Mi stranisce che tu non riponga fiducia in me e a come ogni volta che mi scaldo un attimo tu mi guardi come se fossi una sorta di mostro. Non capisco cosa succede, ma non è di certo qualcosa di buono per me."
"Mi sono fidata delle persone in precedenza e si sono rivelate essere meschine nei miei confronti" risposi rabbrividendo e sentendomi un po' in colpa. "Ci sto provando okay? mi dispiace. Dunque, se non le hai fatto male che è successo?"
"Stava saltando sul letto ed è caduta.Ho cercato di afferrarla ma era troppo tardi ed è caduta a faccia in giù. Non ci si può fidare di me neanche con i bambini:" disse l'ultima frase con uno sguardo dispiaciuto.
Aimee entrò nella stanza con il mio succo di arancia nelle mani.
"Mamma, è stato un incidente".
" E hai portato il succo alla mamma?" 
"No, ero assetata."
"Oh, almeno è onesta" commentò sorridendo Niall.
"Vai a berlo in cucina" ke chiesi. Mi girai di nuovo verso Niall che probabilmente in questo momento si sentiva come il peggior ragazzo sulla faccia della terra. Per la prima volta pensai di potergli raccontare di Jake. Ma se poi non avesse voluto che stessi con lui?
"Mi dispiace" dissi 
"Per cosa?" Niall mi guardò facendomi capire che non importava quanto maldestramente mi fossi comportata. Guardai fissa sulle sue labbra e mi sbocciò un sorriso.
"Ho detto che mi dispiace, per aver pensato he avessi fatto del male ad Aimee.Sono stata così stupida." Lui annuì e poi si avvicinò stringendomi in un abbraccio caloroso.Mi sentivo sicura tra le sue braccia ma saltavo sempre a conclusioni affrettate ed errate con lui. Magari non era un cattivo ragazzo come Jake, magari era solamente Jake che mi aveva influenzato i pensieri su ogni ragazzo.
"Perchè dovresti pensare questo? Voglio solo che tu ti fidi di me, cosa posso fare perchè accada?"
"Mi dispaice" ripetei "mi fido di te, giungo solo troppo in fretta alle conclusioni"
Lui annuì e mi baciò la fronte dolcemente. Il mio cuore cessò di battere in quel momento, cosa significava tutto questo? Non sapevo se, Niall, provasse dei sentimenti per me.
"C'è qualcosa che mi vuoi dire?" chiese lui.
Era il momento, potevo semplicemente annuire e dirgli tutto su Jake, di come fossi spaventata che mi trovasse o come non mi sentissi più al sicuro alla luce degli ultimi avvenimenti che lo riguardavano. Per il momento però decisi che non era ancora arrivata l'ora.
Più tardi decidemmo di andare a Verizon, deciere dove saremmo stati più permanentemente e poi di organizzarci per uscire a fare un giro come dei veri turisti. Niall aveva deciso di indossare un cappellino e una barba finta che nonostante tutto non risultavano ridicoli su di lui. Aveva anche un trench che lo faceva sembrare un perfetto uomo d'affari.
"Sembri un ladro uomo d'affari, penso vada bene per te."
Ci sedemmo dentro il taxi che Niall aveva chiamato. Naill mi guardò e sorrise. Era sempre pronto a far sentire Aimee speciale, una cosa che Jake non aveva mai fatto. Jake non dava mai retta ad Aimee la maggiorparte del tempo.
"Voglio andare al negozio degli M&M's" chiese Aimee puntando ad un negozio sulla nostra sinistra.
"Ma certo" Niall rispose "Si trova vicino a Verizon e poi possiamo fermarci a Chipotle per ordinare il pranzo da farci recapitare."
Lo guardai e chiesi " Ma sei sicuro che possiamo?" non avevo mai visto un servizio in camera di consegna da Chipotle. "Cara, quando sei con me tutto si può"
Scesi dal taxi ci dirigemmo verso il negozio di Verizon, entrammo e Niall subito chiese alle commesse se potevamo avere due IPhones. "perchè due?" chiesi io bisbigliando forte. 
"Uno per me e uno per te" mi rispose lui 
"Niall, non mi prenderai un iphone, non te lo permetto"
La commessa prese i due telefono e chiesta conferma se volevamo tutto si avvioò alla cassa, non ci fu modo di far cambiare idea a Naill. Una volta messi in funzione i nostri nuovi apparecchi ci dirigemmo verso il negozio degli M&M's. Io e Aimee ci avventurammo nel negozio alla ricerca di qualcosa di poco costoso da comprare, una volta accordateci su un peluches andammo alla ricerca di Niall. 
Niall non si trovava da nessuna parte, mi dissi fra me e me di non impanicarmi. Non poteva essersene andato. Non appena andammo al secondo piano mi preoccupai sempre di più. Non sapevo nemmeno il nome dell'hotel e non avevo i soldi per un taxi.
Tirai fuori il mio telefono e lo sbloccai, per fortuna aveva salvato il suo numero così lo chiamai. Il telefono squillava senza risposta indicando che era occupato. Poteva sia essere impegnato in una chiamata nello store o chiamando l'aereoporto per tornasre a casa. Non mi avrebbe fatto questo, mi fidavo di lui. Non lo avrebbe mai fatto.
Cercai di mandare dei messaggi a Niall ma anche quelli non ricevettero risposta. Aimee si iniziò ad agitare "Devo fare la pipì" mi disse. Mi guardai intorno alla ricerca di un bagno, era auosufficiente da quel punto di vista quindi sapevo che era piuttosto urgente.
"Puoi aspettare?" le chiesi. Lei annuì. Mi sentii sollevata, così potevamo prima cercare Niall.
Tentai di raggiungere telefonicamente Niall ma anche queata volta senza successo. Come poteva essere scomparso così?
"Avery, Aimee!" una voce chiamò da dietro. Niall proveviva dall'ascensore e io sospirai sollevata mettendomi una mano sul petto.Lo abbracciai stretto.
"Mi hai spaventato, pensavo ci avessi abbandonato" dissi cercando di respirare.
"Mi dispiace, mi ha chiamato il mio management"
"E.."
"Sta portando i bodyguards. Saranno fuori in uniforme e saranno nella stanza accanto alla nostra. Ma non è tutto" disse Niall.
"AVE, penso tu possa conoscere finalmente i mei compagni della band!".     




























Note: 
Ciao scusatemiiiiii perchè sono una persona cattiva e aggiorno saltuariamente ma l'impegno è tanto. Devo ringraziare molto voi che seguite e spero sempre vi piaccia. Spero possiate consigliare questa storia ad altri e nulla, Grazie. 
mi trovate sempre su @sesivitness :)
baciiii

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 14. Reunion ***


[14] Reunion

Avery Holmes


" Così, il mio management vuole che noi ci sediamo qui tranquilli in attesa dei bodyguards" Mi spiegò Niall con un grande sorriso sul viso. Non riusciva nemmeno a sedersi normalmente, era troppo agitato. Io mi alzai dal divano rosso e afferrando la sua mano lo condussi verso la cucina.
"Cosa stiamo facendo?" mi chiese.
"Beh, se prenderanno un volo in fretta saranno affamati quando arriveranno qui probabilmente. Sempre che siano come te." ridacchiai scrollando le spalle.
"Non siamo in un hotel mica per niente, Ave, abbiamo circa una dozzina di muffin pronti da portare qui. Inoltre io sono un pessimo cuoco. Un pessimo, pessimo cuoco, davvero!". Incrociò le braccia sul petto e io sospirai sconfitta.
"Ma non possiamo dirgli che li abbiamo presi dal servizio in camera" dissi mentre lui annuiva e si sedeva di nuovo sul divano accanto a me. "Pensi che dovrei svegliare Aimee? Sono le 6 in punto"
"L'hai messa a fare il pisolino mezz'ora fa Ave, non svegliarla." 
Stavo facendo zapping sui vari canali televisivi quando "Stop, Stop!" disse Niall prendendomi il telecomando dalle mani. Io lo guardai e lui grò sul calcio.
"Davvero?" risi.
" Ma è il Derby!" disse lui sedendosi di nuovo composto "Hai mai visto un partita di calcio in diretta? Sono cose che non dovresti perderti" mi assicurò, sospirai e mi accoccolai vicino a lui sentendo le sue braccia coprirmi le spalle. Avere lui accanto in quel modo era davvero confortevole.
Guardammo la partita per quindici minuti senza nessuna interruzione se non Niall che imprecava o diceva qualcosa del tipo "ha appena sbagliato a porta vuota". Non avevo mai saputo fosse così appassionato di questi giochi ed era piuttosto divertente da vedere.
"Hai visto? se avesse passato la palla all'altro ragazzo avrebbe segnato facilmente." Mi appoggiai piuttosto irritata allo schienale del divano e vidi Niall che mi stava fissando con un sorriso di quelli spontanei che solo lui sapeva fare.
Mi girai verso di lui, la punta del naso quasi a contatto con la sua. A mia sorpresa non arrossii ma alzai un sopracciglio.
"Posso aiutarti?" scherzai.
"Sei piuttosto interessata, è carino e dolce" disse, questa volta arrossii violentemente e nascosi la mia faccia nelle sue spalle. Rise di me ma strofinò la mia schiena con il braccio che era attorno al mio corpo. Mi sentivo così bene... ma se Niall avesse saputo di Jake?
Tornai alla partita e giusto in quel momento la squadra per cui tifavamo segnò un gol. Entrambi festeggiammo e ci alzammo in piedi e io non riuscii a trattenere le risate. Tornammo seduti nella stessa posizione di prima.

Come mai queste cose non accadevano mai con Jake?

Guardammo in silenzio la partita per altri quindici minuti, mi stavo preoccupando perchè sapevo che ogni momento che passava i suoi amici si avvicinavano ad arrivare qui e io ero davvero spaventata.
"Niall" sospirai guardando verso la mia pancia "e se non gli piacessi?"
"Perchè non dovrebbero? Voglio dire, dai a me piaci, perchè non dovresti piacere a loro?"
"Perchè....perchè ho una figlia e ho solo 19 anni".
"Quasi 20"
"Sì, ma piacere a te è stata una mia fortuna. Sei il tipo di persona che piace a tutti e a cui piacciono tutti. Nessuno ti odia e nessun cattivo pensiero su di te".
"Non è vero, ci sono delle persone che non mi piace. Capisco perchè sei spaventata, perchè non conosci davvero i miei compagni di band e come sono caratterialmente. Vuoi che te ne parli?"
"Sì"
"Allora, c'è Harry che è teribile nel dire le barzellette ma io rido lo stesso. Lui è un ragazzo davvero splendido con i bambini  e li ama molto, quindi non ti devi preoccupare di lui. Poi c'è Zayn, che è timido ma ci tiene molto. Anche a lui piacciono i bambini quindi un'altro di cui puoi stare tranquilla."
"Okay...chi è il prossomo? Ah Louis. Lui fa anche il calciatore ed è difficile per lui prendere qualcosa seriamente, è la persona più tranquilla e senza pensieri che io abbia mai incontrato. Poi c'è Liam che è responsabile ma fa anche cose piuttosto stupide, è un orsacchiotto e ci tiene molto"
"C'è qualcos'altro che ti turba?"
" Sono solo preoccupata che ti prendano e ti portino via" ammisi con gli occhi lucidi "Suonerà un po' imbarazzante e stupido ma sei la persona migliore che io abbia mai incontrato e non voglio che ti portino via.Lo so, è egoista".
"No tranquilla, è tutto okay. Capisco che tu pensi sia possibile ma ti prometto non succederà".
"Come puoi promettermelo? Il tuo management hai sempre detto che è molto severo"
Niall ricevette una telefonata dove parlò piuttosto velocemnte e spezzettato.

"Okay, saranno qui fra mezzora, Forse vuoi preparare Aimee mentre io mi preparo?"
"Ma io non ho bisogno di essere preparata?"
"No tu sei bellissima così, lo sei sempre".
Andai di fretta in camera e restai in piedi incapace di muovermi. Mi aveva chiamato bellissima, nessuno me lo aveva mai detto. Magari non era un problema e mi stavo solo facendo dei castelli io.
Ancora un po' scioccata lo seguii in bagno, era in boxer mentre indossava dei pantaloni della tuta grigi.
Andai verso il letto dove Aimee sonnecchiava e la svegliai dolcemente, la portai al bagno. Una volta vestita con il suo vestito preferito di trilli, le misi le calze e le feci lavare i denti.
Quando anche Aimee era pronta mi andai a mettere in ordine anche io per poi sedermi sul divano dove c'era già Niall che giocando al solletico con Aimee mi prese dentro e iniziò a farlo anche a me. Io non riuscivo a smettere di ridere, i capelli scompigliati per la lotta, quando sentii la porta aprirsi e comparire sullo stipite un alto ragazzo riccioluto. 
Niall si precipitò verso la porta urlando "Harry! "
"Che bello vederti, Irlanda!" disse un ragazzo con i capelli castano chiaro
"Bello rivedere anche te Inghilterra!" 
"questo è louis" mi bisbigliò lui.
Un altro ragazzo con i capelli marroni si avvicinò e riconobbi essere Liam da una foto che vidi tempo fa. Infine entrò Zayn, raggiante eun sorriso stampato in viso,
I ragazzi erano davvero adorabili con Aimee ed entrarono subito in sintonia con lei. Ci sedemmo tutti sul divano e le poltrone, io vicino a Niall con Aimee in braccio. 
Louis chiese " Chi è la tua amica?"
" Sì scusate, lei è Avery e sua figlia Aimee". Guardai le loro facce preparandomi a vederle disgustate ma loro invece sorridevano.
"Quanti anni hai Aimee?" chiese Harry
"Questi così" disse lei mostrando 3 dita " e oggi indosso le mutande rosse del martedì" aggiunse fiera. La stanza scoppiò in risate fragorose e lei ottenne tutta l'attenzione.
"Non ci hai mai detto della tua amichetta orima, Niall"
"Sì,beh, Avery è arrivata al motel 6 il mio stesso giorno e siamo stati un po insieme finchè non ho voluto che si trasferisse nella mia stanza di motel e stessero li con me per un mese. E adesso eccoci qui."
"WOW" disse Zayn
"Quindi voi due...siete" aggiunse Liam tastando il terreno
" buoni compagni di stanza, sì"
Fui così sollevata di non dover rispondere  a quella domanda, non sapevo nemmeno io cosa eravamo. Mi piaceva Niall più di un amico ma non sapevo lui cosa pensasse.
Pensai di aver capito ora che lui non provava sentimenti per me, almeno non come io li intendevo. Ci rimasi un po' ma mi ricordai di essere grata che avessi lui come amico.
Ma nella mia mente sapevo che quello che realmente volevo era che Niall mi amasse e si innamorasse nel modo in cui io mi stavo innamorando di lui.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2556690