Big Hero Steampunk

di pelelen_moon6
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- Con i vicini è sempre un po’… spinosa ***
Capitolo 2: *** 2- Non tutto come previsto ***
Capitolo 3: *** 3- Infrangere le regole è nel mio sangue ***



Capitolo 1
*** 1- Con i vicini è sempre un po’… spinosa ***


Big Hero 6 Steampunk Version

-Alice. Alice Philips.- risposi sicura. Facendo un passo avanti.
Il mondo mi crollò addosso quando scoprii chi aveva parlato.
Niente poteva proteggermi, neanche la mia armatura supertecnologica. Neanche i miei amici. Neanche io.
Era così… irreale.
Impossibile. Ma niente era impossibile.
Ora l’avevo capito. Hiro diceva sul serio.
L’unico limite era la mia immaginazione.

Capitolo 1

“Con i vicini è sempre un po’… spinosa.”

Il rombo di un’automobile mi svegliò. Strano.
-‘Giorno…- dissi da sola stroppicciandomi gli occhi.
Mia sorella era già in piedi. Come sempre d’altronde.
Mi alzai cercando di districarmi i capelli e aprii la finestra. Per avere sedici anni ero molto curiosa.
Un’auto nuova?!
Nuovi vicini? Mamma sarà furiosa!
Mi infilai un vestito a caso, dimenticando l’allacciatura del corpetto sul retro. Scendendo le scale mi misi le scarpe e legai i capelli in uno chignon basso. Incontrai una marea di domestiche ed entrai nel salone non appena mamma urlò –Alice!!!!!- mi sedetti e una domestica mi strinse il vestito. Dannate allacciature… iniziai ad imburrare un cornetto evitando le frecciatine di mia sorella maggiore Sophie. La guardavo sempre di nascosto. Era veramente bella.  Capelli rossi, occhi come specchi d’acqua. Piccole lentiggini a sottolinearle il naso all’insù.  Alta, magra e soprattutto sempre perfetta. Come mia madre Evangeline. Lei sì che era guardata da tutti. Identica a mia sorella. O meglio, mia sorella era identica a lei. Aveva preso tutto il meglio diciamo. Io somigliavo all’unico membro che mancava. Mio padre. Avevo gli occhi grandi e color nocciola. I capelli castani e mossi. Ero bassa e abbastanza magra. Non come mia sorella ovviamente. Comunque tesi l’orecchio come mio solito, ascoltando i pettegolezzi che si scambiavano le mie “coinquiline”. –Madre? Avete saputo che una famiglia si è trasferita nella casa accanto? E un gruppo di amici nell’altra?- iniziò mia sorella con voce nasale. Secondo te sono stupida? Certo che lo so! –Ah, davvero?-  trillò mia madre visibilmente incuriosita. Sono dei troll con dei vestiti rosa! Pensai lasciandomi sfuggire un sorrisetto ironico. Sophie continuò. –Dicono che provengano dall’America. Che posto dozzinale!- Dozzinale sarà ‘sta topaia! –Speriamo che abbiano almeno buon senso.- constatò mia madre, acida come sempre. –Dopo andremo a far loro visita. Sei d’accordo Alice?- mi punzecchiò mia sorella. Era chiaro che percepiva i miei pensieri. –Certo.- risposi trangugiandomi il cornetto restante. Mi congedai e corsi in camera mia. Preparai una corda di lenzuola e mi infilai gli stivaletti e dei pantaloni sotto il vestito. Mi calai giù e da quel momento non ero più nessuno. Attraversai il cortiletto retrostante e iniziai a camminare lungo la strada sterrata. Fino a raggiungere la casa dei vicini. A questo punto mi buttai in un cespuglio e addio contegno. Iniziai ad osservare attentamente la donna e il ragazzo di fronte a me. La prima era sui quarant’anni. Con un corto caschetto color rame e gli occhi verdi. Stava finendo di scaricare alcuni bagagli e il ragazzo più giovane l’aiutava. Questo, probabilmente un mio coetaneo, aveva un ammasso di capelli neri e scompigliati e grandi occhi castani. Probabilmente mi aveva notata perché, non appena provai a guardarlo, si voltò verso di me. E sollevò la mano allegramente in segno di saluto. E io saltai fuori dal mio nascondiglio e cominciai a correre.

angolo autrice:
salve popolo di efp!!!!!!!!!!!!!!!!!!
sono sempre io, Pelelen_moon6... sì, la pazza di Supereroi in San FransokyoXD
Era da un po' che quest'idea mi girava nel cervellino... abbiate pazienzaXD
Ora vi lascio, recensite in tantissimi!!
ci vediamo nel prossimo capitolo!!
Baci 
Moon
P.S. Alice si legge "Elis" all'ingleseXD


   
 

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Capitolo 2
*** 2- Non tutto come previsto ***


Capitolo 2

“Non tutto come previsto.”

Sono sempre stata una nullità nella corsa.
Ecco perché caddi come una pera cotta sull’asfalto. Lunga distesa. E mi inzaccherai il vestito e i capelli. Mi sentii subito in imbarazzo. Mi rialzai subito e corsi via senza voltarmi.  Fortunatamente la fune di lenzuola era ancora lì. Mi arrampicai come una forsennata e mi trascinai a fatica verso il letto. Senza accorgermi della presenza di Diana, la mia domestica. –Signorina Alice?- borbottò mentre sbarravo gli occhi. -D-Diana?!- mormorai. La ragazza si spostò una ciocca bionda dietro l’orecchio –Cosa avete fatto?- mi chiese osservando il mio stato. -Diana… prometti di non dirlo a nessuno?- sussurrai alzandomi di scatto. –Sono andata a spiare i vicini.- mormorai mentre la mia domestica sbiancava. –Vostra madre e vostra sorella volevano andare a far loro visita. Si stanno preparando.- disse mentre apriva la porta. Dovevo assolutamente andarci. Mi svestii alla velocità della luce e presi qualcosa a caso dall’armadio. Una camicia, dei pantaloni, un corsetto e degli stivali. Decisi di sovrapporre una vecchia gonna a tutto il resto e mi feci acconciare un po’ i capelli. Era strano. Quando volevo lasciarli sciolti al vento dovevo raccoglierli. E non mi sentivo a mio agio. Quando fui pronta presi il mio blocco da disegno e lo nascosi nell’enorme tasca che avevo creato nella sottogonna. E sto parlando della sottogonna corta. Dopodiché mi precipitai in fondo alle scale. E le due arpie erano già lì. Per prendermi. –Alla buonora…- borbottò mia sorella torcendosi un boccolo rossiccio. E osservando il mio abbigliamento con disprezzo seguita da mia madre. E in compenso io cercai di non sbuffare. Mia madre aprì solennemente la porta, cosicché mi sentissi di più in imbarazzo,cosa che naturalmente non accadde, e uscimmo. Inspirai a pieni polmoni l’aria piena di vapore delle automobili e camminammo fino alla casa vicina. Ora avevo seriamente paura. Insomma, parlando chiaro, ero inquieta. Mia madre suonò al campanello e subito la porta si aprì. Ed era il ragazzo di prima. Ora mi riconosce. Ora mi riconosce e mi uccide. Pensai cercando appiglio nella mia “famiglia”. E l’altro si limitò ad osservarci tutte e tre, fermandosi qualche istante di più su di me sia chiaro. E poi arrivò la donna. E ci fece entrare.
Credo che mia madre e mia sorella cerchino di astenersi dal rispondere. Hanno fatto la mossa sbagliata stavolta.
Allora, la donna si chiama Cass, arriva dall’America  e non so se Cass è un diminutivo, il suo nome normale o cos’altro. (Cassandra o Cassidy?) E la trovo davvero simpatica.
Il ragazzo invece si chiama Hiro. Ha sedici anni ed è il nipote di Cass. Come lo so? Lo ha detto lei. Sembra simpatico ma non ha ancora rivolto la parola a nessuno. Come me del resto.
Ed il tutto mi piace parecchio. Perché mia madre e mia sorella lo odiano.
-Perché non mostri ad Alice la casa?- esclamò ad un certo punto Cass risvegliandomi dai miei pensieri. –Va bene.- borbottò Hiro mentre mia madre e mia sorella sorseggiano il tè. Mi alzo in piedi mentre mi fa strada. Ho già capito che non parla molto. –Allora… Io sono Alice.- dissi tendendogli la mano. –Hiro.- mi rispose abbozzando un sorriso. Siccome avevo capito che c’era qualcosa sotto attesi che mi facesse vedere la casa e che attaccasse bottone. -Com’è questo posto?- mi chiese ad un certo punto cogliendomi alla sprovvista. –Uh bè… io ci sono nata. È strano. Non ho mai superato questa strada diciamo. Quindi ne so quanto te.- risposi ripensando alla mia condizione nella gerarchia sociale. –Cioè, non sei mai uscita da casa tua?- mi disse di nuovo sbarrando gli occhi. –A dire il vero solo un paio di volte.- conclusi sospirando.  
angolo autrice:
epic fail, lo so per certo.
Buonasera ragazze... 23.50... BUONANOTTEXD
ho troncato il chapter e mi odiereteXD
bè, come avete visto i Big Hero spuntano ovunque...XD
Sì.. non fate caso alla mia mente malataXDXD
Allora noi ci vediamo alla prossima!
Be Dreamers!
Baci
Moon


 

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Capitolo 3
*** 3- Infrangere le regole è nel mio sangue ***


Capitolo 3

“Infrangere le regole è nel mio sangue.”

Ok, non proprio un paio di volte ma quasi.
-Strano… avrei detto che eri uscita già altre volte.- borbottò Hiro pensieroso. Lo dicevo io che mi ammazzava… -Allora… perché ti sei trasferito qui?- chiesi per sviare il discorso. Hiro sollevò lo sguardo e puntò i suoi occhi nei miei, come per studiarmi. E io istintivamente feci un passo indietro e abbassai lo sguardo. Mi intimidiva. C’era qualcosa sotto. Ora ne ero certa. –Preferirei non parlarne.- sussurrò serio voltandosi e camminando. Ma siccome non mi davo per vinta facilmente decisi che lo avrei scoperto presto. –Sai che anche gli studenti della casa accanto alla mia arrivano dall’America?- borbottai mentre Hiro camminava sempre più velocemente. –Sì, si sono trasferiti insieme a me.- disse continuando la sua “corsa”. -Ah.- risposi laconica. E Hiro non disse più una parola. Stava iniziando a diventare… come dire… molto antipatico. E dire che io non mi fermavo mai alle apparenze. Solo che con lui mi sembrava di aver fallito prima di cominciare. Decisi che sarei andata più a fondo in un altro momento. Mi morsi un labbro e mi guardai intorno. La carta da parati rosso scuro aveva lasciato posto a quella viola. Chi aveva abbinato i colori o era daltonico o aveva uno stile tutto suo. Hiro svoltò repentinamente a destra e per poco non gli finii addosso. –Oh, scusa.- borbottai mentre apriva la porta. Hiro si voltò leggermente e sussurrò un paio di “Fa niente” mentre entravamo nel piccolo ambiente rettangolare.
E fu in quel momento che mi ricredetti totalmente.
Quella stanza era un paradiso.
La mascella mi cadde letteralmente a terra mentre Hiro chiudeva la porta dietro di me. Era un’autentica meraviglia. Innanzitutto le pareti erano ricoperte di fogli di giornale o di libri. Poi, in fondo alla stanza c’era uno strambo marchingegno pieno di ingranaggi così come il tavolo: chiavi inglesi, bulloni e viti regnavano in quella stanza. E più in là una libreria strapiena. Senza troppi complimenti mi catapultai davanti al tavolino e iniziai ad esaminare tutto quello che c’era sopra. Poi ricordai di non essere sola. Arrossii istintivamente e mi voltai. Hiro aveva un mezzo sorriso e mi fissava in mezzo alla stanza. –Meccanica eh?- borbottò divertito. –Eh già…- risposi con un sorriso. Insomma, quel posto era ciò che riassumeva tutte le mie passioni. La meccanica e la lettura. – Ehm… cos’è quel… Coso?- chiesi indicando il marchingegno accanto al letto. -Ah… Quello? È dura da spiegare… E poi bisogna perfezionarlo…- disse restando sul vago. Aggrottai le sopracciglia e abbassai leggermente la testa. Era veramente un caso perso.
Neanche su quello ero riuscita a fare leva. Hiro mi sembrava una persona impossibile. Non avrei mai, ripeto, mai pensato che poi sarebbe diventato il mio migliore amico. Non in quel momento almeno.
Mi trattenni dal rispondere. Avrei sicuramente tirato fuori qualche commento acido alla “maniera” di mia madre e mia sorella. Era snervante anche solo pensarci. E poi qualcosa si accese nella mia testa. Cosa mai poteva smuovere una persona più dell’infrangere una regola? Mi feci forza e dissi –E se andassimo a salutare i tuoi amici?- la faccia di Hiro si fece pensierosa. –Non credo di poter uscire a quest’ora…- Bingo. –Dici che sarà pericoloso?- borbottai sfoderando un sorriso angelico che funzionava sempre. –E tu puoi uscire scusa?- chiese cercando di bloccarmi. –No ma… Infrangere le regole per me è all’ordine del giorno.- soggiunsi con molta calma. Solitamente anche questa tecnica faceva il suo dovere. Hiro si guardò intorno –Ma siamo al secondo piano… E se ci scoprono?- roteai gli occhi. -Oooh, andiamo… Non hai mai disobbedito? Insomma, da come la vedo io lo hai già fatto un sacco di volte.- Notai un lampo passare nei suoi occhi nocciola. –Facciamolo.- mi disse solo. E non potei fare a meno di trattenere un sorriso.
Menomale che mi sapevo arrampicare sugli alberi.
Con qualche balzo riuscii a saltare giù e ad atterrare sull’erba morbida. Un altro particolare: i pantaloni mi agevolarono molto. E dopo un minuto Hiro mi fu dietro. Superai l’angolo della casa e raggiunsi velocemente la mia. Mancava qualche metro e saremmo arrivati. –Senti, non credo che…- provò a frenarmi Hiro. Ma ormai volevo andare fino in fondo. Attraversai la parte che mi separava dall’altra casa correndo e non appena arrivai dall’altra parte Hiro si incupì. –Preferirei non andarci.- sussurrò in un modo strano. E in quel momento la mia pazienza non resse. –Vuoi dirmi qual è il problema?!- sbottai infervorandomi. Hiro fece un passo indietro e mi squadrò. –Non ti dai mai per vinta tu?- concluse sollevando un sopracciglio. E in quel momento la domanda mi uscì spontanea. –Come ci riesci?- chiesi poi tappandomi la bocca. Avevo già affrontato il problema. Non riuscivo a sollevare solo un sopracciglio. Cioè, ci provavo ma le sollevavo entrambe sembrando così stupita oppure spaventata. E sotto questo punto di vista invidiavo da morire chi ci riusciva. Comunque, Hiro ridacchiò e rispose –A fare cosa?- e la mia faccia si spense di colpo. –Fa lo stesso. Andiamo.- borbottai cercando di fregarmene. Iniziai a camminare e ben presto fummo di fronte alla porta della casa.
Guardai Hiro. Era come teso.
Decisi che dovevo scoprire ogni cosa. All’istante. Sennò non mi sarei chiamata Alice Philips.

angolo autrice (che non sa come farsi perdonare):
salve gente...... LO SO. UN RITARDO IMMONDO.
Ed è da tantissimo che non aggiorno Supereroi In San Fransokyo 2... abbiate pazienza ancora un attimo vi prego!!
vabbè, 23:24, non è poi tardissimo daiXD
un capitolo orribile, lo so. Mi ammazzerete, ovvio. 
vabbè, buonanotte e alla prossima!!
recensite!!!!
Moon

 

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