Non è tempo di cadere.

di Beatris Humble
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Marcia ***
Capitolo 2: *** Il Torneo. ***
Capitolo 3: *** A.N.O.N.I.M.O ***
Capitolo 4: *** Senza paura, senza vergogna. ***
Capitolo 5: *** Invisibile ***
Capitolo 6: *** Il fiore divenne farfalla ***
Capitolo 7: *** Resta. ***
Capitolo 8: *** "ci sarai?" ***



Capitolo 1
*** Marcia ***


Capitolo 1.

Diciamo che ci sono poche, anzi pochissime cose da sapere su di me.

Innanzitutto sono un maschiaccio (provate a propinarmi i vestiti orrendi e zuccherosi come quelli che mette mia cugina Rose e potreste non raccontarlo, ve lo garantisco); sono stronza, acida, vendicativa e glaciale; ho un brutto rapporto con la mia famiglia e sono l’antipodo dei miei fratelli.

Infatti, al contrario dei miei amatissimi, vanesi e pressoché perfetti fratelli maggiori, Grifondoro fino al midollo (forse anche più in profondità) e prediletti dei miei genitori in quanto portatori di onori, glorie e vittorie alla casata Potter, io, Lily Luna Potter appartengo alla casata del nobile Salazar Serpeverde (cosa che fece quasi venire un infarto al nonno Arthur, che non si aspettava che la cara, dolce e piccola Lily potesse appartenere a un tale covo di “malvagi”), sono in continuo contrasto con i miei amatissimi genitori e fratelli e non sopporto in alcun modo di stare a casa mia.

Difatti, penso di essere forse il più grande rimpianto dei miei genitori, i salvatori del mondo magico Harry James Potter (noto anche con il nome di Prescelto) e Ginevra Molly Weasley (cacciatrice delle Holyhead Harpies) che avrebbero sicuramente voluto una figlia diversa.

Invece i miei fratelli James Sirius e Albus Severus riescono a porre freno al loro patimento per la mia personalità così differente, o almeno credo.

James è sicuramente l’orgoglio di papà. Bello, simpatico, pieno di amici, impulsivo e tremendamente Grifondoro, è disgustosamente pieno di fierezza quando papà, nei suoi elogi dopo la vittoria dell’ennesimo campionato di Quidditch per i Grifondoro, sostiene che lui sia la fotocopia di nostro nonno James. Lui adora in un modo direi schifoso questo paragone, anche se non so quanto possa effettivamente essere veritiero.

Poi c’è Albus, orgoglio di mamma: anche lui bello, bello da morire, gentile generoso, tremendamente intelligente, perfetto in tutto ciò che fa, pieno di ragazze che gli girano attorno, alle quali lui però non sembra prestare attenzione più di tanto. Insomma è il figlio che tutti vorrebbero avere!

E alla fine, tanto perché il mio orgoglio non soffre abbastanza, ci sono io, Lily, Serpeverde fino al midollo, “disgrazia” e pecora nera della perfetta e dorata famiglia Potter: non bellissima, non magra, non piena di amici, con un certo talento per i guai, velenosa e acida come una serpe, disfatta di tutti i sogni di Harry e Ginny e un portento sprecato per il Quidditch.

Un solo elemento, oltre al mio innato talento per il volo, mi lega a mio padre: una miopia di quelle bastarde, che ti rovinano per sempre e il cui unico rimedio sono un paio di spessi occhiali.  

E vi assicuro che sono le uniche cose che abbiamo in comune: non parliamo mai, noi due.

Simpatica la vita eh?

La mia storia parte tutta dal giorno prima della partenza per Hogwarts: non potevo essere più felice di così, credetemi.

Mi stavo per liberare (metaforicamente s’intende) della mia famiglia per molto, molto tempo e questa cosa era ossigeno per i miei polmoni riarsi da tutto quello spirito Grifondoro: mi mancavano i miei simili, i cari vecchi Serpeverde senza cuore o interesse (se non per sé stessi) o un qualsivoglia moto dell’anima che facesse pensare minimamente ai miei familiari; mi mancavano i sotterranei e tutto il resto.

Mi mancava la libertà che lo stare lontana dalla mia famiglia portava con sé.

Come vi dicevo, stavo finendo di ultimare il mio baule per poi andare a fare un giro sulla scopa quando mia madre, la cara dolce Ginny, mi urlò di scendere in salotto perché la colazione era pronta con il tono di una banshee impazzita.

Con tutta calma chiusi il mio baule, oramai pronto, e scesi in cucina dove mi aspettavano tutti.

-Buongiorno- dissi con uno sbadiglio.

-Buongiorno Lily- disse mia madre porgendomi una tazza di thè.

Un buongiorno sussurrato arrivò pure da mio padre.

Da mio fratello James ottenni solo un grugnito e da Albus lo stesso.

Prevedibili.

-Buongiorno anche a voi cari fratelli.- dissi ironica.

-Le serpi di prima mattina mi stanno sullo stomaco, lo sai.- disse James con cattiveria.
Bene, anzi benissimo. Partiamo con la solita solfa.

-Dimmi una cosa, caro James, ti sta sullo stomaco il fatto che io sia serpeverde o le serpeverde in genere? No perché terrei a ricordarti che non la pensavi così quando ti sei ripassato tutte le ragazze ritenute appetibili della mia casa.- e sorseggiai placida il mio thè.

-Lilian!- disse mio padre –Ti rendi conto di ciò che stai dicendo per Merlino?-

-Oh si che me ne rendo conto, perfettamente anzi. Perciò, mio caro James, piantala di fare il bastardo con me, perché davvero non sei nella posizione più adatta per dare giudizi.-

-Ma vaffanculo Lilian, sei solo una stronza senza cervello che vuol fare la grande. Ti ripeto, tu e la tua casata mi state sullo stomaco al mattino. Siete disgustosi- e si alzò venendo verso di me.

Mi alzai anche io e ci raggiungemmo, guardandoci in cagnesco.

-Oh si certo è sempre colpa della mia casa non è vero? Guardati, sei patetico James Sirius Potter. E penso che dovresti tenere la lingua a freno qualche volta, tanto per non fare la figura dell’idiota.- dissi glaciale.

-Non è colpa mia se sei marcia e con te tutta la tua casa, Lilian. E ti ho già detto che devi smetterla di insultarmi.- disse avvicinandosi sempre di più.

-Adesso sono io quella marcia? Ah si scusate, io sono sempre stata la pecca della vostra famiglia, l’errore. Bene, se permettete me ne vado, questa situazione è patetica e penosa. E non credere che lo faccia per codardia, James, perché se volessi, e credimi che lo voglio, ti avrei già tirato un pugno, solo che ci penso due volte prima di sporcarmi le mani per esseri come te. Come voi.- dissi fredda non distogliendo mai lo sguardo da mio fratello.

Girai i tacchi e me ne andai, senza far trapelare alcuna emozione.

Se fuori sembrava che fossi una maschera di ghiaccio, dentro qualcosa (o forse molte cose) si era rotto in mille pezzi.

“Non è colpa mia se sei marcia e con te tutta la tua casa, Lilian.”

Marcia.

Non cattiva, non fredda ma marcia. Significa che sono proprio l’errore, che magari non era solo una mia paranoia l’essere considerata uno sbaglio.

James lo pensava e me lo aveva detto. Albus probabilmente lo pensava ma provava pena per me e non aveva il coraggio di dirlo. I miei genitori non avevano mosso un dito per difendermi, come sempre.

Nessuno si era pronunciato a parte mio fratello maggiore, lui aveva scoperto gli altarini e portato alla luce i pensieri di tutti.

Marcia.

Faceva male, molto male, troppo male.

Eppure avevo imparato presto che la vita era dura, che non fa sconti a nessuno, che una scelta dettata da come sei e chi sei può mandare a rotoli un rapporto, che l’essere diversi da come gli altri ci immaginano è forse una delle più grandi delusioni per chi ha scommesso su di noi.

Ma io non sono delusa da me stessa, io sono così e basta, né di più, né di meno.

E devono accettarlo, perché io non cambio per loro.

Mi sentivo ferita nel profondo, ma non avevo lacrime. Non avevo più lacrime da versare per nulla ormai, sentivo solo quella ferita causata dalla delusione bruciare più che mai.

Era come essere svegliati con l’acqua gelata in pieno inverno.

Nessuno si era preoccupato del fatto che magari avessi dei sentimenti, che un qualcosa battesse nel mio petto: si erano limitati a distruggermi, più di una
volta, e avevano deciso, probabilmente di comune accordo, di far finta che non fosse successo nulla.

Ma io ero abbastanza forte per farcela, nessuno mi avrebbe messo i piedi in testa.

Nemmeno la mia famiglia.
* * *

Eravamo alla stazione, pronti per partire per Hogwarts: ero su di giri, dico sul serio! 

Non vedevo l’ora di tornare a casa mia per frequentare il quarto anno di scuola e sinceramente speravo fosse migliore di quello passato

Era finalmente arrivato il momento di salutare tutti e salire nel treno.

Salutai i miei parenti e per la prima volta dopo mesi ero autenticamente felice, mica come Rose che piangeva come una fontana.

Sappiamo tutti che le adolescenti Corvonero sono davvero emotive, non farti una colpa se sei un blocco di marmo, Lilian!
Di un po’ ma sei la mia coscienza oppure una rompiballe che prende lezioni da James Potter?

-Allora ciao a tutti, io vado per cercare uno scompartimento vuoto. Ci vediamo.- dissi rivolgendomi ai miei.

Mi feci abbracciare freddamente da mia madre e mio padre mi rivolse un sussurrato “Ciao Lilian”.

Un amore insomma.

Entrai nel treno e cercai, negli scompartimenti riservati ai Serpeverde, un posto libero. Dire che era pieno era fare un complimento.

Sospirai ed entrai in uno scompartimento semivuoto, occupato solamente da due ragazzi che di primo acchito mi sembrò non conoscere, ma subito dopo li riconobbi come Lucas Zabini e Mattew Nott, due tipi decisamente troppo in vista per essere sconosciuti.

-Si può?- chiesi con il mio solito aplomb da serpe.

-Certo, accomodati pure.- disse Zabini, accennando un bianco sorriso, che faceva contrasto con la pelle cioccolato.

-Tu sei…?- chiese Nott, un ragazzo dalla pelle chiara come il latte, i capelli color caramello parecchio disordinati (nella scala James Potter avrebbe un dignitoso 7) e gli occhi color miele –Oh cielo, scusa, è ovvio che so chi tu sia. Sei la Potter no?-

-Si- dissi senza guardare i due negli occhi – Voi siete Zabini e Nott. Direi che ci conosciamo già tutti.-

-Il fatto è che ti si vede poco in giro, Potter, è strano sai? Tu che sei l’unica figlia del salvatore del mondo magico non dovresti, che ne so, sfruttare la popolarità del tuo cognome?- come sempre, la parola preferita del serpeverde era “sfruttare”.

-Onestamente le persone che compongono la mia famiglia non mi fanno venire l’idea di poter sfruttare il mio cognome. Così lascio a loro la gloria di essere grifondoro, figli e nipoti dei salvatori del mondo magico e star della scuola.- dissi annoiata. Quella conversazione non stava andando per nulla come avevo prospettato.

Rivolsi il mio sguardo fuori dalla finestra e guardai il paesaggio scorrere sotto i miei occhi: era davvero l’unica cosa che mi stupiva sempre e che mi rilassava moltissimo.

Dopo un po’ di tempo, mentre ero lì che mi stavo rilassando intenta a leggere un libro, la porta dello scompartimento si spalancò con un gran tonfo ed entrò un Malfoy piuttosto contrariato, il quale divenne ancora più inviperito non appena notò la mia presenza seduta al suo posto.  

-Ehi Zab, che cazzo ci fa una Potter nel nostro scompartimento?- chiese rivolgendosi a Lucas.

-Che cosa dovrei farci in uno scompartimento secondo te?- dissi senza staccare gli occhi dalle pagine.

-In realtà non dovresti nemmeno essere qui.  Comunque non stai con la tua famiglia di pezzenti? Non siete una specie di clan che sta tutto insieme appassionatamente?- disse velenoso, ma senza scalfire in alcun modo la mia maschera d’indifferenza.

-Direi che i motivi che mi portano a non passare il mio tempo con loro non sono affari tuoi. E non siamo un clan, loro sono un clan.-  ribattei posando il libro e alzandomi dal mio posto –Con permesso, vado a cambiarmi da qualche parte, ormai dovremmo essere vicini ad Hogwarts.- dissi scostando le gambe da Malfoy e uscendo dallo scompartimento.

Quando ci accorgemmo che il treno perdeva velocità e si apprestava a rallentare cominciammo a radunare i nostri effetti personali e a riporre le cose nelle borse.

Uscita dal treno mi ritrovai al castello, nella mia vera casa, dove avevo vissuto dei bei momenti e dove tutto andava bene.

Ero a casa, finalmente ed era un sollievo per me.
 
 
 

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Capitolo 2
*** Il Torneo. ***


Capitolo 2.

Arrivai in sala Grande e come tutti gli anni anni mi stupii della bellezza, della grandezza e dell’imponenza di quel luogo: il solo soffitto m'ipnotizzava e mi tranquillizzava come poche cose.

Quando tutti avemmo preso posto, la professoressa McGranitt richiamò l’attenzione per il consueto discorso di inizio anno…

-Benvenuti, miei cari, a un nuovo inizio anno qui a Hogwarts che io e tutto il corpo docenti ci auguriamo sia piacevole come gli anni passati.- scoppiò un leggero applauso.

La McGranitt continuò…

 -Dopo quest' augurio, volevo procedere con un’importante comunicazione che sicuramente susciterà il vostro interesse.- questo fu l’input per un leggero brusio di sottofondo, fatto di chiacchiere e teorie -Quest’anno avremo il piacere di ospitare, dopo ben cinquant'anni, il Torneo delle Arti Magiche: si tratta di una competizione in cui si sfidano tre scuole in tre prove di difficoltà crescente che mirano alla verifica di quanto appreso negli anni della vostra istruzione magica qui a Hogwarts come nelle altre scuole. Si tratta di un torneo riservato alle componenti femminili di ciascuna scuola anche se le delegazioni saranno miste, poiché si tratta anche di un programma di scambio di studenti promosso dal ministero della magia. Siamo quindi lieti di ospitare le delegazioni della “Academia de Magia y Hechicería Los Portos” e della scuola di magia francese di Beauxbatons!- disse sorridente.

In quel momento entrarono un manipolo di ragazze e ragazzi vestiti di rosso (sicuramente gli spagnoli) e un altro di giovani affascinanti ragazzi e ragazze vestiti di bianco e azzurro (per esclusione i francesi).

Cavoletti Lilian, sei proprio un’acuta osservatrice eh?

Oh sta zitta, per le bretelle di paillettes della sottoveste di merlino!

Dopo i saluti di rito e le varie presentazioni, la McGranitt riprese il suo discorso.

-Bene, adesso procediamo con la designazione delle campionesse per opera dei professori referenti di ciascun istituto. Le cedo la parola, Madame Bonnet.- disse sorridente la preside.

La signora, vestita di un elegante completo blu come la notte e d'impalpabile tessuto, prese posto davanti al prezioso leggio di legno.

-Per la scuola di magia e stregoneria di Beauxbatons, è stata scelta la signorina Agathé Lucille Bommarté.- la sala scoppiò in un applauso e la ragazza, bionda, magra e leggiadra, si avviò verso la donna per poi essere scortata fuori dalla sala Grande.

Tutto ripiombò nel silenzio, in attesa di sapere chi, fra tutte quelle belle giovani dai tratti mediterranei, fosse la campionessa.

Non appena Madame Bonnet fu scesa dal piedistallo, un’altra donna, sulla trentina, dai capelli neri e la carnagione olivastra, prese posto e esordì dicendo…

-Bueno, ahora toca a mi. Per la scuola de magia y stregoneria di Los Portos abiamo scelto la signorina Pedra Luz DeGarcia.- disse raggiante: era molto fiera evidentemente.

Una ragazza con corti capelli corvini e dagli occhi neri si alzo dal suo posto per raggiungere la donna, che avrebbe ripetuto l’operazione precedente.

Toccava a noi.

-Adesso, un po’ di attenzione. Per la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts invito ad avvicinarsi la signorina Lilian Luna Potter.- disse la McGranitt per poi spostare lo sguardo austero verso di me.

Che cosa? Io la campionessa? Ma che scherzo è mai questo, porca Morgana!

Ci fu qualche applauso e qualche fischio, anche se era evidente che nessuno fosse poi tanto entusiasta della scelta. Non ero la migliore in nulla e sicuramente non ero migliore delle altre tre.

Sospettavano una sconfitta per Hogwarts e un’onta ancora maggiore per la mia famiglia, da aggiungersi a quella che io stessa rappresentavo.

Incrociai lo sguardo di mio fratello James per una frazione di secondo, il quale impercettibilmente mostrò la sua disapprovazione, e questo bastò per ordinarmi di andare dalla McGranitt prima che qualcuno mi fucilasse.

Mi alzai con calma, per non far alcun rumore, e raggiunsi la McGranitt, che mi portò in una stanza che non avevo mai visto: era baciata dai raggi lunari e la vista era rivolta al lago Nero.

Quando fummo tutte dentro ci fu spiegato meglio in che cosa consistesse il torneo e quando si sarebbe tenuta la prima prova.

Ci congedarono e io presi la strada che mi avrebbe portato in sala Comune.

Ero esausta per tutte quelle informazioni e desideravo solo andare a letto, ma per me non era ancora finita.

Con quella nomina avevo sicuramente attirato le ire di tutte quelle ragazze che si ritenevano migliori della sottoscritta e probabilmente avrebbero anche fatto un colpo grosso perché, capitemi, non ero in grado di fronteggiarli tutti.

 -Guardate chi si vede, la Potter! La nostra campionessa!- disse una voce maschile accompagnata da risolini femminili.

Bene. Vai con il pestaggio.

-Che cosa volete? Fate in fretta almeno posso andare a letto.- dissi stancamente: lo sapevo già che sarebbe successo. Era normale.

Un ragazzo mi prese e m’immobilizzò da dietro e una ragazza (a sentire dal profumo e dalla “grazia” che ci aveva messo) mi puntò la bacchetta alla gola.

-Chi hai pagato Potter? Lo sappiamo tutti che non può averti scelta. Cioe sei una grassona, che arranca a scuola e non sei come Jamie o Al. Tu sei il niente e come tale dovevi rimanere.- disse questa astiosa.

-Sinceramente non ho chiesto io di fare la campionessa e queste cose riesco a ricordarmele da me, on c’è bisogno che le rimarchiate ancora. Quindi fate ciò per cui siete venuti e basta.- dissi freddamente: come si permettevano?

Sbam! Un pugno sullo zigomo e uno sullo stomaco.

-Sta attenta Potter, potremmo non essere così clementi un’altra volta.- disse il ragazzo prima di tirarmi un calcio.

Certo che sei proprio sfigata Lils! Ogni cosa che fai è sempre sbagliata.

C’est la vie amica mia.

Mi rialzai dopo poco e mi diressi stancamente verso la sala comune. Dopo aver detto la parola d’ordine entrai e mi trovai davanti uno spettacolo abbastanza inusuale per me: Zabini, Nott e Malfoy erano in sala comune e stavano parlando tranquillamente.

Inusuale soltanto perché di solito nemmeno mi fermavo a guardare chi fosse in sala, mi defilavo perché insomma, non avevo niente che valesse la pena di dire o qualcuno a cui dirlo. Perciò me ne stavo in camera mia in solitudine a pensare, compiendo una lenta e estenuante tortura sulla mia psiche.

-Ehi campionessa!- s’interruppe il flusso dei miei pensieri -Scusa Potter ma chi è che ti ha fatto questo regalino? Fatto anche parecchio bene direi.- disse Nott indicando lo zigomo ormai viola. Scossi le spalle.

-Non ne ho la minima idea e sinceramente non ho voglia di ripetere l’incontro alla luce del sole.- dissi sedendomi con grazia sui morbidi divani di pelle nera e velluto della sala comune.

Lucas si avvicinò e mi toccò lievemente lo zigomo, per il quale dovetti trattenere un gemito di dolore. Mi girai e gli dissi…

-Ti prego, non toccarlo. Fa un male del diavolo.-

-Stavo cercando di controllare lo stato del tuo zigomo. Direi che ti hanno fatto una bella frattura.- disse dispiaciuto –Con i nostri incantesimi curativi non si può mettere a posto, mi spiace. Dovresti andare da Madama Chips per farti curare.- aggiunse infine.

-Oh lo so che dovrei andare dalla chips, dovrei eccome, ma il fatto è che chiunque abbia voluto “premiarmi” in questo modo potrebbe tornare di nuovo se scopre che mi sono fatta curare. E poi la Chips fa davvero troppe domande e io non ho realmente risposte da dare.-

Rimasi poco tempo in sala comune e poi decisi che coricarmi fosse la scelta migliore., anche se sapevo che non avrei dormito. Neppure con le pillole.

Avrei pensato, pensato e pensato ancora.

-Bene, allora buonanotte. E grazie di tutto.- dissi, alzandomi.

-Notte Potter- disse Mattiew e lo stesso fece Lucas.

-Potter.- disse Malfoy, stupendomi.

E mi girai, salii le scale e mi buttai a letto, esausta per quella giornata, ma senza sonno. Ero senza sonno e senza sogni, con troppe cose dentro e nessuno a cui dirle.

O forse non avevo niente da dire, non lo so.

Presi due pillole, di quelle che in teoria dovrebbero farmi smettere di essere così vuota, e altre due, quelle per il sonno.

Nessuna delle due fece un grande effetto, con il risultato che andai a letto vuota e senza avere una vera voglia di dormire.

Poi sprofondai nel limbo senza sogni, accolta dal freddo di quelle pesanti coperte.

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Capitolo 3
*** A.N.O.N.I.M.O ***


Alla mia più che cara LudovicaCipolla,
che ha apprezzato molto la mia vecchia storia e che spero ami la nuova.

Capitolo 3.

Il giorno dopo mi svegliai in preda a un forte mal di testa.

Mi ci volle un po’ per realizzare che era dovuto al pugno che mi ero beccata la sera prima e al cocktail di merda che periodicamente mandavo giù: alzandomi incontrai uno specchio dove vidi un’enorme macchia viola che mi ricopriva la guancia destra.

Sospirai per il mio volto ridotto peggio del solito e uscii dalla sala comune diretta alla Sala Grande per concedermi una tazza di thè, come d’abitudine.

Entrai in sala Grande che di botto si zittì al mio ingresso ma il silenzio fu velocemente sostituito da sussurri concitati rivolti verso di me. Sospirai nuovamente e mi sedetti al mio solito posto (ovvero a un’estremità del lungo tavolo di legno, dove era semplice essere lasciati in pace) per poi versarmi il mio solito thè.

Pensai che per quella mattina fosse abbastanza andata male perché potesse peggiorare. Sbagliato.

In quello stesso momento Zabini, Nott e Malfoy (che sembrava abbastanza contrariato da quel cambio di posto dalla parte dei Serpeverde sfigati) si sedettero di fronte a me e iniziarono a servirsi la colazione.

Io feci come se non ci fossero: d’altro canto non mi era difficile stare per i fatti miei.

Evidentemente per Zabini non era lo stesso, in quanto si schiarì la voce e iniziò il suo monologo…. -Buongiorno Lilian! Dormito bene?- disse gioviale, beccandosi occhiate di disapprovazione da me e da Malfoy, che non dava l’idea di aver riposato come un re.

Mi costrinsi ad alzare il viso e a rispondere, più per proforma che per altro. -Buongiorno Zabini. Comunque no, non ho dormito bene. E tu?-

-Magnificamente. D’altro canto quando si ha compagnia…- e rivolse lo sguardo verso una moretta Tassorosso -…si sta sempre meglio, o mi sbaglio?-

-Immagino.- dissi finendo il thè–Scusate se vi lascio qui ma devo andare, ho lezione. Buon proseguimento di giornata.- dissi alzandomi.

-Posso suggerire nuovamente di curarti lo zigomo, Potter? Non sei più carina con un bozzo viola in volto- disse Zabini con fare saccente.

-Non sono carina comunque, Zabini, perciò non mi faccio grandi problemi. Buona giornata di nuovo-

-A te Potter, a te. E poi chi l’ha detto che non sei più carina?- disse sempre il moro.

Non gli risposi, non ne avevo per niente voglia, quindi continuai a camminare, diretta a lezione.

Mentre stavo uscendo dalla sala Grande, mi sentii afferrata per un polso e poi trascinata in corridoio.

Alzai il viso e vidi James che mi guardava con astio. -Di un po’, adesso fai anche la puttana? Ti fai sbattere da Malfoy & company?- disse senza mollarmi.

-Ma tu sei pazzo! Come diavolo ti vengono in mente certe cose?-

-Mi vengono in mente soltanto perché lo dicono in molti, anche da serpeverde. Mi disgusti-

-oh no, sei tu che mi disgusti, prendi cio che dicono gli altri come oro colato, mentre io mento sempre eh? Direi che per oggi abbiamo finito, davvero. Sto iniziando a non tollerarti più, James.-

-Qui dico io quando abbiamo finito, Lilian. E ti ho già detto che devi smettere di fare così, per Merlino! Pensi che io invece ti toller..- stava per continuare a parlare quando…

-Jamie andiamo, abbiamo lezione.- disse Louis, spuntato da dietro la schiena di mio fratello –Ciao Lily.- aggiunse dopo.

Lo salutai con un mezzo sorriso.

-Arrivo subito Lou!- disse scostandosi i capelli disordinati dagli occhi - E tu, smetti di fare così, sai che non lo sopporto.- disse lui per poi girarsi e andarsene.

Guardai l’orologio: 8.40.

Perfetto, quel cretino di mio fratello mi aveva fatto fare ritardo e oramai la lezione era persa: decisi quindi di andare in giardino e di godermi un po’ di sole.

Quando arrivai lì mi sedetti al solito posto e appoggiai i libri sul prato.

Iniziai a pensare a quante cose mi erano successe in quei giorni: ero stata scelta come campionessa per il torneo, mi avevano pestata e avevo familiarizzato con la parte più in vista della mia casata, la quale mai prima d’ora aveva preso in considerazione la mia compagnia.

Ora sei di quelli che contano, eh lils? ahah

Per le mutande leopardate di Albus Percival Wurlfic Brian Silente smetti di rompere!

Stai calma, non ti scaldare!

Dopo poco mi accorsi che si stava facendo tardi e decisi che era meglio iniziare ad avviarmi verso Pozioni.

Era risaputo che Lumacorno amasse la puntualità e la precisione e dato che in Pozioni non ero un disastro come mio padre o i miei fratelli ci tenevo a fare una buona figura.

L’anziano professore spesso diceva quanto gli ricordassi mia nonna, sia per la mia bravura nella sua materia sia per la cura con cui trattavo una pozione in fase di preparazione. E ne ero contenta, perché era stata sempre una delle pozioniste più abili e questo paragone un po’ mi rinfrancava.

Assomigliare a qualcuno di loro mi faceva sentire meno estranea a quella famiglia.

Scesi nei sotterranei ed entrai in classe qualche minuto dopo il suono della campanella: solo Salazar sapeva quanto amassi i sotterranei!

Erano sicuramente il posto perfetto per una come me: schiva, solitaria, silenziosa ma anche pericolosa e cinica, i sotterranei con le loro ombre e riflessi verdognoli erano davvero perfetti per la mia indole.

Mi sedetti con calma in ultimo banco, nel cono d’ombra che mi permetteva di non dare nell’occhio, tanto per stare in solitario.

Quella lezione, seppur piacevole, passò in fretta e con questa anche tutte le altre. Arrivò finalmente l’ora di pranzo, o meglio di non pranzo, dato che non avevo fame.

Mi sedetti nel mio solito posto e pregai in tutte le lingue che conoscevo di essere lasciata in pace.

Sbagliato, di nuovo. Mi sono sbagliata troppe volte oggi, non va bene.

Lily cara, sappiamo tutti che la previsione non è esattamente il tuo forte, no? Sennò avresti un voto più alto che Accettabile, in Divinazione!

Senti, tu come diavolo ti chiami, la pianti di mettere i puntini sulle i?


Ma non potevo che dare ragione alla mia ingombrante coscienza: infatti uno Zabini evidentemente su di giri e con un sorriso a trentadue denti si apprestava a sedersi accanto a me, mentre Nott e Malfoy (che sembrava ancora più contrariato del mattino) si sedettero davanti a noi.

-Lilian cara! Che piacere!- disse gioviale Zabini. Sospirai una prima volta.

-A cosa devo questa del tutto non richiesta compagnia? Se non sbaglio tutti i vostri amici sono laggiù. Perché non mi fate un favore, almeno per oggi, e non andate da loro?-

-Oh suvvia, non essere acida! Sappiamo tutti che la nostra compagnia è più che desiderata!- disse sempre Lucas. Secondo sospiro.

-Se lo dici tu, Zabini.- aggiunsi.

Mi chiusi nel silenzio fino alla fine del mio pasto e poi mi alzai, diretta al campo, per allenarmi negli incantesimi di Attacco.

Mi costrinsi a salutare, dato che comunque non era nella mia indole farmi scappare la possibilità di avere qualche privilegio che il trio di ragazzi portava con sé.

Stavo per salutarli quando un gufo mi planò sopra la testa e mi recapitò una lettera.

Non feci in tempo a prenderla che Vanessa Lewis, Serpeverde del sesto anno con un’avversione per me, l'afferrò e ghignò, per poi leggere la missiva ad alta voce.

PER LILIAN LUNA POTTER.

POTTER, SEI DAVVERO UN IMPIASTRO.

NON MI CAPACITO DI COME I SALVATORI DEL MONDO MAGICO POSSANO AVER PROCREATO UN TALE ABORTO COME TE.

NON SEI INTELLIGENTE, NON SEI BELLA, NON SEI BRAVA: SEI SOLO UN GRANDE SACCO DI STERCO ANIMALE.

CAPISCO LA TUA FAMIGLIA, ANCH’IO MI VERGOGNEREI AD AVERE UNA FIGLIA, UNA SORELLA O UNA CUGINA COME TE: UNO SCHERZO DELLA NATURA E UNA GRANDE DELUSIONE PER TUO PADRE E TUA MADRE.

MERITI TUTTO QUELLO CHE TI ACCADE, DALLA PRIMA ALL’ULTIMA COSA, TI MERITI DI ESSERE SOLA, DI ESSERE BRUTTA E GRASSA.

TI MERITI DI NON DORMIRE LA NOTTE, PERCHE SINCERAMENTE NON FAI DORMIRE NESSUNO DI NOI SAPENDO CHE TU ESISTI.
FOSSI IN TE LA FAREI FINITA, QUANTOMENO IL MONDO SAREBBE LIBERO DALL’ABOMINIO CHE RAPPRESENTI.

CON SINCERO ODIO, A.N.O.N.I.M.O.


La sala grande rimase in silenzio per qualche secondo, fino a quando scoppiò in una fragorosa risata.

Per un solo secondo mi si appannò la vista e le orecchie mi si riempirono di quelle risate maligne, di quell’odio, di quelle persone. E ridevano tutti, per loro erano solo scherzi, per i miei fratelli era uno scherzetto da niente.

Era divertente sentirsi dire quelle cose.

Era uno stillicidio, una tortura in pubblica piazza. Era come se una tenebra nera mi stesse inghiottendo, non riuscivo a respirare.

Sentivo i macigni che incombevano sul cuore diventare così pesanti da schiacciarmelo.

Ero impietrita in mezzo alla sala e quando mi riscossi le strappai letteralmente la lettera di mano, presi la mia sacca e iniziai a incamminarmi fuori dalla sala.

Non versai nessuna lacrima, non ne avevo più, non avevo più nulla da dare.

-Potter aspetta!- disse Mattiew seguito da Lucas e si avvicinarono a me, seduta sulle scale di pietra che davano su un’entrata secondaria e sconvolta.

-Non toccatemi, non vi azzardate- e mi strinsi ancora di più nelle spalle, con il viso pallido.

Ero schiacciata dal macigno, senza fiato.

-Potter- e mi toccarono la spalla e non risposi, non ce la facevo –Potter…- niente –Lily!- e dissi un flebile –non ho niente da dire-.

Tremavo –Ora scusate ma vado, mi manca l’aria qui- non riuscivo ad alzarmi e quando presi un po’ di forza barcollai e ricaddi.

Come una bambola rotta.

-Potter non fare la stupida per piacere. Siediti un attimo- era Malfoy. Mi gelai per un momento e poi mi sedetti: le sue iridi glaciali mi bucavano la schiena, mi guardavano dentro.

-Stai tremando Potter, non puoi andare in giro in queste condizioni.- continuò.

Presi un po’ di forza per rispondergli, sospirai –Devo andare in camera mia, ho delle medicine da prendere, devo assolutamente prenderle.- non mi lasciavano passare –lasciatemi passare per piacere, devo…devo andare in camera mia.-

-Non esiste che vai da sola, è troppo lontano. Non fare la sciocca.- disse Zabini contrariato –Veniamo con te e ti portiamo li, così almeno siamo sicuri che arrivi a destinazione.- -Non ho bisogno della balia, devo solo prendere le mie medicine, che sono in camera. Quindi lasciatemi andare che devo andare in…- mi interruppe Mattew Nott che dolcemente ripetè

-In camera, si. Adesso andiamo in camera, cosi prendi le tue medicine.- Malfoy sbuffò e Zabini per contro gli mollò un potente calcio sugli stinchi.

Ci alzammo e arrivammo alla sala comune e poi nella mia stanza, in cui entrarono anche i tre dopo aver asserito che non volevano che stessi da sola.

Avanzai incerta verso uno dei miei cassetti, da cui estrai due piccole scatolette arancioni: una pillola per il vuoto e una per gli attacchi d’ansia.

Ne presi anche una per dormire, tanto sapevo che quel giorno non sarei riuscita a fare molto più che cercare di dormire.

Non mi ero ricordata di rimettere al loro posto le scatolette però, cosicchè non sapevo che qualcuno aveva visto a cosa servivano quelle medicine.

SPAZIO DI QUELLA NORMALE RAGAZZA PAZZA DELL’AUTRICE.

Ciao a tutti, miei cari lettori.

Come avrete potuto constatare dalla descrizione della storia questa non è altro che una massiccia revisione di “Solo io e te”, la storia che ho appena eliminato.

Ho cambiato parecchi lati del carattere della mia paladina, anche dal punto di vista mentale, anche se per certi versi è la versione migliorata di se stessa ahaha Confido davvero che vi piaccia, così come la nuova piega che prenderà la storia.

Per chi la seguiva prima, i grossi avvenimenti (ANONIMO, il torneo, le prove etc etc) rimarranno gli stess, solo che a mio parere saranno meglio scritti e più lineari!

Stasera sto aggiornando tantissimo, lo so, ma è perché le revisioni sono molto meno complesse del buttare giù un capitolo in toto (anche se questo capitolo è parecchio cambiato!), perciò per un po’ ci metterò poco ad aggiungere tasselli alla vicenda *^*

Se qualcuno di voi volesse, può anche lasciare un piccolo commentino, con suggerimenti critiche e quant’altro: accetto tutto!

Con moltissimo affetto, bea

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Capitolo 4
*** Senza paura, senza vergogna. ***


Capitolo 4

POV SCORPIUS

Onestamente non pensavo che la terzogenita Potter potesse essere cosi provata. Non che me ne importasse più di tanto eh, ma non pensavo davvero che una cosa del genere potesse verificarsi, non così alla luce del sole.

Di lei la casata Serpeverde sapeva poco, un po’ per il disinteresse che faceva da padrone sulle abitudini dei coinquilini, un po’ perché era stata emarginata a causa del suo cognome: era come un fantasma, un fantasma con la divisa, il carattere, il portamento e il cervello da Serpeverde.

Il fatto era che però tutti si chiedevano che diamine ci facesse una Potter, figlia dei salvatori del mondo magico, una di quelle tipiche persone che avevano la strada segnata in Grifondoro, tra le serpi. Indubbiamente è stato traumatico quando l’hanno assegnata alla casata da cui sono usciti i più fedeli seguaci di Voldemort.

Per tutti quanti quello era una specie di affronto divino, ma il fatto che lei non avesse nemmeno tentato di protestare contro la scelta del cappello aveva scatenato le ire e le malelingue di tutte le altre case, mentre noi eravamo solo stupefatti.

Stupefatti ma non inclini a metterla nei nostri giri, era chiaro.

Entrando nella nostra casata aveva trovato la solitudine e basta, senza affronti o altro; semplicemente l’avevamo chiusa fuori, pur tenendola in casa nostra.

La trattavamo come un’appestata, una lebbrosa e lei era distrutta, forse anche per colpa nostra.

Tremava e non si reggeva in piedi, era vuota e senza niente che la mandasse avanti ed era spaventoso, o almeno lo era per me. Sembrava un cadavere, non aveva più nulla da dare.

Io, Lucas e Mattew ci mettemmo un po’ a convincerla a farsi accompagnare nella sua stanza, ma alla fine ce la facemmo e la portammo nella stanza semivuota, dato che dormiva sola: gli altri due letti avevano polvere e polvere sopra, segno che nessuno li aveva usati da tempo.

Si avviò a prendere le medicine su cui aveva farneticato durante tutto il tragitto, ne ingollò tre e si stese sul letto senza pronunciare una parola, sprofondando in un sonno agitato.

Invece io e gli altri due eravamo in un serio imbarazzo, perché ci chiedevamo che diamine ci facessimo li o se dovessimo andarcene.

-E ora?- chiese Lucas mentre si guardava in giro –Dio santo ma questa ci vive qui o no? Cioè non c’è nulla!-

-Ah non so, forse dovremmo stare qui, magari se si sveglia e vede qualcuno si tranquillizza. Onestamente ci vorrebbe Helena, anche se non penso che verrebbe per aiutare la Potter.- disse Matt mentre toglieva la polvere dal letto e ci si sedeva sopra, mentre guardava Lily che dormiva con una faccia molto spaventata.

-Nemmeno io penso che verrebbe.- dissi guardandomi in giro. Notai le boccette arancioni che aveva estratto prima dal cassetto e mi diressi lì per vedere di cosa si trattasse.

Dannata curiosità Serpeverde.

Lessi le etichette attentamente e mi accorsi che erano medicinali babbani particolari e che sicuramente dovevano servire per qualcosa di specifico: non erano tachipirine o antibiotici, come quelli che si usano di solito per curare la febbre o il mal di gola. Era qualcosa di più serio.

Dopo una seconda e più accurata occhiata capii che quelli erano degli anti-depressivi.

Mi spaventai un attimo perché sapevo gli effetti di quei farmaci: li prendeva anche mia nonna e non erano affatto un indicatore di salute. Anzi.

-Oh per Morgana.- sibilai

-Scorp? Che succede?- disse Matt, avvicinandosi cercando di non far rumore.

-La Potter prende degli anti-depressivi.- dissi quasi sotto shock. Mi sembrava assurdo che a quattordici anni potessero prescrivere certe cose.

-E sarebbero?- disse Lucas alzandosi e venendo verso il mobiletto.

-Dei farmaci contro la tristezza e i cattivi pensieri, pensieri molto ma molto cattivi, diciamo.-

-In effetti sono davvero dei cattivi pensieri quelli che ho, ma non è solo quello- una vocina gelida pronunciò quelle parole alle nostre spalle e ci ghiacciò sul posto –Nulla che però valga la pena di essere raccontato a delle persone che ti conoscono da un giorno-.

Ci girammo lentamente, impietriti.

-Direi che forse vi devo ringraziare per prima, è stato gentile da parte vostra portarmi qui- disse alzandosi dal letto e andando verso di noi, che ci scostammo lentamente e la guardammo sottecchi mentre rimetteva le pillole nel cassetto –in effetti è stata una scenata davvero patetica, mi spiace.-

Non sapevamo che cosa dire, quindi ci limitammo a guardarla senza fiatare.

-Lo so che non sapete che dire, forse vedere che diamine di merda butto giù una volta al giorno vi ha sconvolti.- mi chiesi tra me e me se fosse una legilimens naturale -Il fatto è che non sono pazza, o almeno non credo; sono solo cambiata troppo velocemente e senza preavviso, non ho preso tempo e non me ne hanno dato, quindi il mio sistema nervoso è andato a fare una rimpatriata a “che vita di merda che faccio”-landia senza dare spiegazioni. E allora eccomi qui, a prendere antipsicotici e a non riuscire ad articolare qualcosa di realmente soddisfacente quando vado in bamba.- disse semplicemente legandosi i capelli.

Decisi di prendere in mano la situazione.

-Potter, forse è meglio che ti lasciamo sola, cosi almeno fai ciò che devi.-

-Si, forse.- rispose quella sempre voltata verso di noi. Verso di me.

-Bene, allora direi che non c’è altro da dire, noi andiamo. Ciao Potter.-

-Zabini, Nott, Malfoy.- ci salutò con un cenno della testa, come se non fosse successo niente.

Come se non l’avessimo raccolta da terra poco prima.

E questo mi faceva infuriare e mi sollevava insieme, non ci dovevamo nulla ma comunque mi sembrava assurdo liquidare qualcuno cosi.

Non dopo che quel qualcuno ti aveva diciamo salvato in un momento di dramma.


POV LILY

Era stato sconvolgente scoprire che erano rimasti in camera mia, per sincerarsi che andasse tutto okay, anche se sapevano che nulla era okay.

Non so perché, ma mi avevano aspettata e mi avevano ascoltata, in silenzio e senza fretta, ma soprattutto senza derisioni o domande. Avevo detto quello che avevo da dire e poi loro erano usciti, senza dire nulla.

Il loro silenzio mi faceva quasi paura, come se avessero deciso di allontanarsi dal fatto che sono una pazza depressa con manie assurde.

Un po’ mi fece male, ma poi decisi che forse era meglio così, che era meglio lasciarli perdere e dimenticare quelle faccende.

Era davvero importante che io mi concentrassi sul torneo, che era sul punto di iniziare, e di dimenticarmi delle pillole e di loro che mi avevano visto in uno stato pietoso.

Lasciar andare questa cosa era molto più facile da dire che da fare, ma ci volevo provare.

O almeno dovevo.
* * *

Ormai erano passate due settimane da quando mi era arrivata la lettera ed era tornato tutto come ai vecchi tempi: i tre ed io parlavamo poco, giusto per proforma, e sentivo bene che erano molto cauti quando si trattava di intavolare una conversazione con la sottoscritta.

Sembrava che il loro motto fosse “mai scendere il sul personale” e questo un po’ mi disturbava, anche se evitavo di lasciar intravedere la frustrazione che questa situazione provocava per non rompere nuovamente un equilibrio.

Invece i miei altri compagni di studi si dilettavano a rendere la mia vita un inferno sceso in terra, letteralmente: trasfiguravano il mio cibo in letame o vermi, rovinavano i miei compiti e le mie uniformi con inchiostro, colori, colla e chi più ne ha ne metta, mi facevano sgambetti e via dicendo.

Inoltre era diventato obbligatorio per tutte e tre le campionesse allenarsi almeno due ore al giorno al campo di addestramento messo a punto per il torneo, cosa davvero estenuante se si considerava unita alla piega poco confortevole che aveva preso la mia vita.

Dormire poco, studiare di notte e allenarsi a ritmi serrati stava diventando insostenibile, ma c’era da dire che la mia tecnica come strega cresceva sempre più e diventava sempre migliore, permettendomi di assicurarmi ottimi voti in molte materie.

E questo era un bene, perché se la gente sapeva che ero abile con bacchetta e magia forse mi avrebbe lasciata stare.

O si sarebbe presa una bella fattura orcovolante come quelle che faceva mia madre, se non migliore.

Mi sentivo più sicura di me a girare con una bacchetta che sapevo di saper usare magistralmente.

Era una bella sensazione.

Fatto sta che poco tempo dopo, una mattina di fine settembre, mentre bevevo il mio thè, un piccolo frammento di pergamena ripiegato mi planò davanti fino a posarsi sul piatto.

-Potter, mi sa che ti è caduto qualcosa sul piatto- disse Nott.

Esaminai in silenzio la pergamena e quando la aprii capii che era l’indizio.

-È più di un qualcosa, Nott. È quel qualcosa.- dissi eloquentemente.

Lessi sottovoce l’indizio sotto gli sguardi bramosi di Zabini e Nott e sotto il finto disinteresse di Malfoy e tentai di capirci qualcosa di primo acchito, anche se non ci riuscii.

LUX IN TENEBRIS IN TE EST. EFFUGIUM CONSEQUIRI TUUS TIMORES ET TUUS SECRETA ADIRE DEBEI.
Sei attesa tra tre settimane al limitare della foresta proibita dove riceverai altri indizi.
Ah, mi raccomando, 12-13-12 / 17-3-1-14-14-1-16-5 / 4-1/ 18-5 / 17-18-5-17-17-1 / 3-13-11-2-1-18-18-9 / 14-5-16-20-9-12-3-5-16-5//.

La McGranitt non aveva proprio un cazzo da fare per mettersi a scrivere in latino eh?

Tu dici coscienza?

-Che dice?- chiede uno Zabini su di giri e con un sorriso soddisfatto: dopotutto ero la campionessa di Hogwarts ed ero Serpeverde, non poteva andare meglio di così per lui.

-C’è una frase in latino e una scritta crittografata attraverso dei numeri, quindi non ne ho idea.- dissi piattamente.

-Sai forse dovresti iniziare a fartela un’idea, Potter. Non è che ti piomberà dall’alto la soluzione.- disse beffardamente Malfoy. Ma non beffardamente come sempre.

-Grazie Malfoy per avermi aperto gli occhi su una cosa che sapevo già da sola. Davvero molto illuminante.- dissi annoiata –Dato che il qui presente signor Malfoy mi ha fatto notare che devo scoprire come risolvere questo indovinello, io vi lascerei, in favore dell’onore di Hogwarts che, al momento, risiede sopra le mie spalle. Adios.- e mi voltai per andarmene.

Poco dopo sentii Lucas urlare –Avete visto? La Potter, una Serpeverde, ha quasi risolto l’indovinello per la prima prova. Tremate francesine e spagnole, che qui vi fa un culo cosi!- e sorrisi.

-Signor Zabini!- disse la McGranitt esterrefatta mentre passava davanti al suo tavolo –Ma che parole sta usando?-

-Mi scusi preside, ma quando ci vuole, ci vuole!- disse beffardo.

L’anziana preside sospirò e uscii dalla sala, non prima di avermi rivolto un dolce e materno sorriso.

Arrivai dopo poco in biblioteca e iniziai a ricercare un dizionario di latino o simil tale che mi permettesse di tradurre quell’arcano latino e dopo poco riuscii a riportare sulla pergamena una traduzione abbastanza soddisfacente, o almeno abbastanza comprensibile per capire la prova.

-La luce nelle tenebre è in te. Per trovare la via d’uscita devi affrontare i tuoi timori e le tue paure.
Sei attesa tra tre settimane al limitare della foresta proibita dove riceverai altri indizi.-

Era quasi un sollievo leggere la prima parte dell’indizio, anche perché mi dava quasi l’illusione che fossi un passo avanti alle altre due e che potessi vincere quella stramaledetta prima prova.

Però rimaneva ancora quella frase crittografata e, anche avendoci pensato e ripensato, non riuscivo a trovare una soluzione: mi sembrava assurdo e poco coerente quello che riuscivo a dedurre e quindi decisi che forse era l’ora che andassi da uno dei migliori esperti della scuola, secondo solo a Rose Weasley, la mia secchiona cugina.

Di chi stavo parlando? Ma ovviamente di Scorpius Hyperion Malfoy.

Devo confessare che l’idea di andare da lui per chiedere un po’ di aiuto non mi andava tanto a genio, ma sempre meglio di entrare a Corvonero per cercare Rose e chiederle di aiutarmi vestita di verde e argento.

Quindi raccolsi le mie cose e feci per uscire dalla biblioteca quando sbattei addosso a due ragazzi grifondoro: erano James e il suo amico Andrew Finnegan.

Bingo, Lily. Hai davvero fatto bingo oggi.

-Oh James guarda chi si vede! È la piccola Potter.- disse beffardamente –Non lo sai che non si va addosso alle persone, pasticcio? A Serpeverde non t’insegnano a guardare dove vai e a chiedere perdono? Perché è questo che dovrebbero fare da voi, chiedere sempre perdono per ciò che siete.-

-James, Finnegan.- dissi piattamente -Onestamente lo so che non è bene scontrarsi, ma sai, siete voi a essermi venuti addosso mentre facevate i coglioni, quindi non vedo perché dovrei chiedere perdono. E credimi, non penso nemmeno di volerlo, il tuo perdono. In effetti non mi interessa il perdono di nessuno.-

Mi spinse contro il muro con forza ed io tirai fuori la bacchetta.

-Non osare, stupida ragazzina, non osare incolpare gli altri per ciò che causi tu con la tua presenza. E ora, chiedi perdono- mi sbattè contro il muro –chiedi perdono- un’altra spinta e James non faceva nulla per fermarlo -chiedi perdono!- urlò.

-Te lo sogni, borioso e stupido essere, col cazzo che implorerò il tuo stupido perdono.- mi liberai con un calcio e iniziammo a duellare
-Impedimenta!- urlai

-Sei solo una ragazzina, reducto!- James era attonito, non si muoveva, e questo era stato davvero troppo anche per me.

Mi spostai velocemente e urlai –Stupeficium!- e quello cadde a terra –Expelliarmus- gli volo via la bacchetta e io dissi…

–Vedi, caro Andrew, cosa ci insegnano a Serpeverde? Noi sappiamo farli i duelli, mica come voi che siete pieni della vostra boria Grinfondoro e pensate che qualche anno in più possa avervi resi migliori degli studenti più giovani. Non è così, perché sei sempre stato un perdente e il fatto che tu stia per dare i M.A.G.O non cambia questa cosa.- dissi sprezzante.

Poi mi voltai verso James, che si riscosse, e dissi –E tu mi disgusti.-.

Me ne andai dopo aver raccolto le mie cose, con l’adrenalina a mille, e tutti gli studenti che erano li si spostarono, aprendomi un enorme varco tra li loro.

Vi passai in mezzo, senza paura, senza vergogna, con soltanto una grande fierezza dentro. Avevo sconfitto un mostro fatto capire al mondo che non avrei mollato.

E lui, loro, lo avevano visto. Mi avevano vista e avevano capito che non conta chi tu sia, se fai incazzare Lily Luna Potter quella ti gonfia di santa ragione.

-Potter.- mi sentii dire da una voce maschile alle mie spalle –Quando dico che farai il culo a tutti non scherzo eh.-

-Zabini.- non mi voltai verso di lui –Lo so che non scherzi, se urli qualcosa in sala grande sfottendo altre scuole è perché ne sei più che sicuro.- a quel punto, mulinando i capelli, mi girai –Hai visto Malfoy?- gli chiesi

Mi guardò interrogativo: in effetti non ero proprio il tipo che cercasse Malfoy o che chiedesse dove fosse.

-Ho bisogno di una mano per risolvere la fine dell’indovinello: è cifrato e non sono un genio dell’aritmanzia.-

-Ahh okay, capisco adesso- disse facendo un piccolo ghigno –Comunque stava chiamando il prefetto dei Babbei-d’oro per il cretino che si è trovato alla portata della tua bacchetta.-

-Beh ti ringrazio per l’informazione.- mi voltai e lo salutai con un cenno della mano, silenziosamente, a cui quello rispose con una grossa risata e un –Non cambierai proprio mai, eh Potter?-

-Mai, Zabini. Mai. –

SPAZIO DI QUELLA PAZZA TRAQUILLA E MITE RAGAZZA DELL’AUTRICE.

Hooola lettori e lettrici,

so di aver promesso di aggiornare prima, ma tra ritorni a casa, allenamenti ripresi, compiti e commissioni mi è volato il tempo fra le mani ahah ‘-.-

comunque allora, questo capitolo è stato fatto nuovo di sana pianta, perciò per coloro che leggevano la mia vecchia storia e chiedessero che capitolo è, ebbene…non è nessun capitolo ahahahahahaha

however, finalmente lily prende le persone a sprangate sui denti lololol e questa cosa è stata bella da descrivere credetemi ahahaha

e ora, rullo di tamburi…..

LO SPAZIO RINGRAZIAMENTI!

Per iniziare ringrazio Booow95 e DemiGod_27 che hanno messo la mia storia tra le preferite; yuukilalla che l’ha inserita in quelle da ricordare e LudovicaCipolla, prettyvitto, RebeccaGinevraPotter e ValeSerpe29 che l’hanno seguita: siete davvero dei tesori ragazze mie!

Poi ringrazio i miei immensi tesori Booow95, LudovicaCipolla e PoisonedHeart che hanno recensito, che mi hanno supportata e mi danno ottimi consigli: grazie grazie grazie a tutte per il sostegno!

Quindi ora che ho finito, tolgo il disturbo e vi lascio al capitolo, chiunque voglia lasciare un commento e dare altri spunti alla storia beh scriva qua sotto :3

Tanti tanti baci,

vostra cami <3

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Capitolo 5
*** Invisibile ***


 

So di non aver aggiornato per molto tempo, 

ma spero che  qualche mio lettore apprezzi il nuovo capitolo!

Capitolo 5

Posso dire fermamente che Scorpius Hyperion Malfoy fosse davvero bravo a nascondersi: non c’era stato verso di trovarlo, quel pomeriggio, ed io avevo davvero bisogno di lui per quello stupido indovinello, ma ovviamente il principe delle serpi jr si era volatilizzato.

Tra una cosa e l’altra dunque si era fatta l’ora di cena ed io, ovviamente impresentabile nell’aspetto, avevo perso un pomeriggio a cercare quel babbeo. 

Estremamente contrariata dalla situazione, mi diressi in Sala Grande maledicendo il mio Oltre Ogni Previsione in Aritmanzia. che si era rivelato non sufficiente per decifrare la frase che i professori avevano elaborato per la prova, e mi sedetti, aspettando che servissero la cena. 

In quello stesso istante entrarono Zabini, Nott e quello stronzetto platinato, percorsero lo stretto corridoio tra il tavolo Serpeverde e quello Corvonero e si sistemarono il primo con aria deliziata, il secondo tranquillamente e il terzo assolutamente scontento della posizione sulla panca di legno. 

-Zabini, dobbiamo proprio metterci qui lontani dagli altri per fare da balia alla Potter?- disse Malfoy con aria annoiata e indifferente, anche se riuscivo benissimo a percepire un certo disagio nello stare vicini alla reietta della casata. 

-Scorpius, suvvia sii più gentile! Con gli altri ci siamo sempre stati, Lily invece non ha mai beneficiato della nostra compagnia- mi sorrise. 

-Guardate che non ci sono problemi, cioè capisco benissimo il fatto che non siate a vostro agio con me che sono una pazza psicotica oltreché assolutamente sfigata. Non mi offenderò assolutamente se cambierete posto, anzi riprenderò a fare finta di non esistere come sempre.- ed era assolutamente vero. Avrei capito benissimo le loro scelte, nemmeno io, se avessi potuto, mi sarei frequentata, anche perché sono un gran bel casino - Quindi davvero, non sentitevi in obbligo di rivolgermi la parola per quello che è successo quel giorno, cioè è stata solo una parentesi. Adesso, con permesso, tornerò in dormitorio. Passate una buona serata.- mi alzai, raccolsi la mia borsa e i miei libri. 

Non mi fui allontanata abbastanza, però, quando sentii un limpido: 

-Menomale che ce la siamo levata di torno, non ne potevo più di respirare la sua aria. Adesso che avete fatto del volontariato, possiamo tornare in noi?- e rise. Malfoy rise ed ogni risata era come un colpo inferto in pieno petto.

-Okay Scorpius, okay.- e rise anche Zabini, seguito a ruota da Nott. 

In quel momento mi sembrava davvero di morire, di soffocare. Di nuovo. Però ero nel bel mezzo della Sala Grande, non potevo permettermi di farmi venire una crisi di panico proprio in mezzo a tutti, sarebbe stato troppo. 

Mi strinsi in me fortemente, tanto da farmi male, per non far vedere agli altri i miei tremiti e le lacrime che premevano gli occhi per scorrere: l’avrei fatto dopo, da sola in quella camera che era quasi più fredda del mio cuore; raggiunsi l’enorme porta e la varcai. 

Non appena fui fuori dalla visione dei miei compagni, corsi più veloce che potei nei sotterranei e mi rintanai nella mia camera. Iniziai a piangere, piangere come non facevo da tempo, buttai tutto il mio dolore fuori da me, rimanendo poi senza nulla. 

Ero completamente vuota, senza dolore non ero più niente e forse mi sentii peggio, perché, dopo aver esaurito le lacrime, iniziai a fissare il muro vuoto della mia stanza vuota, senza trovare la forza di reagire o alzarmi. 

Rimasi seduta lì tutta la notte, a pensare a come la mia vita fosse diventata lo spettro di quella che ero. Non esistevo più da quando ero entrata ad Hogwarts: non avevo amici, famiglia o affetto, ero solo confinata in una brutale indifferenza, e questo mi dilaniava, mi distruggeva. 

Avevo smesso di credere nelle persone o nei valori comuni, per me l’amicizia era un’effimera visione troppo ottimistica di una finzione, e vedere come Nott, Malfoy e Zabini mi avessero trattata mi aveva convinto che il mio pensiero fosse giusto. 

Passai tutta la mattinata distesa nel mio letto, in uno stupido stato di sonno-veglia, avvolta da una coperta di tristezza: nessuno si accorse della mia assenza, nessuno si chiese dove fossi, nessuno mi venne a cercare. Ero invisibile per tutti, anche per me stessa, potevo scomparire e nessuno si sarebbe fatto alcuna domanda: la consapevolezza mi distrusse. 

Stetti così per un’altra giornata, mi interrogai sul perché non mi fossi ancora uccisa per davvero, proprio come mi auguravano tutti. Forse avrei dovuto farlo, mi dissi, però constatai di non averne il coraggio. 

Ero davvero deludente, volevo morire ma non avevo il coraggio di farlo: questo si che è uno schifo. 

Era Venerdì quando tornai a scuola, non mi feci vedere da nessuno in nessuno dei pasti o degli intervalli, semplicemente volevo potermi autodistruggere, scomparire. 

Non riuscivo più a vedere il bello in niente, vagavo da una lezione all’altra senza aspettarmi nulla, con solamente la tristezza nel cuore. 

 

POV Scorpius

-Menomale che ce la siamo levata di torno, non ne potevo più di respirare la sua aria. Adesso che avete fatto del volontariato, possiamo tornare in noi?-

Ero stato cattivo, lo riconosco. Volutamente cattivo. 

L’avevo vista bloccarsi per un istante, stringersi nelle spalle, colpita dalle mie parole velenose, eppure non mi sentii per nulla in colpa. 

Risi, per giunta. 

Spinsi anche Matt e Lucas a farlo, per colpirla di più. Non ho idea del perché lo feci, fu come un istinto e forse non avrei dovuto farlo, lo capisco. 

Finimmo la cena (cena che lei non aveva nemmeno toccato) dopo poco e, mentre mi alzavo, notai ai miei piedi un quadernino nero: la mia dannata curiosità Serpeverde prese il sopravvento quindi lo presi e me lo nascosi tra le pieghe del mantello, sperando di trovare del materiale utile per sbeffeggiate qualcun altro. 

Appena arrivato in Sala Comune mi congedai velocemente con una scusa e mi diressi nella camera che condividevo con Nott e Zabini, per poterlo leggere. 

Con il senno di poi forse non avrei voluto farlo. 

 

22.08. 2020

Mi sento sbagliata, sono definitivamente pazza. Albus e James me l’hanno detto; mi hanno detto che sono matta, che mi devo curare, che nessuno mi voleva. Rovino sempre tutto, nessuno sa come amarmi, non penso però che ci sia un modo. Vorrei poter mettere fine a questa vita, così almeno sareste contenti, piangereste al mio funerale e direste quanto sono stata una figlia amorevole e gentile, mentendo a tutti, pure a voi stessi. Non posso continuare così, non importa quante medicine prenda, quante poche calorie ingerisca o quanto mi odi, non andrà mai bene, non sarà mai abbastanza e io non ce la faccio più, vorrei la loro pietà, solo la loro pietà. Non importa se non mi amano, mi basta sapere che avranno pietà di me, che non colpiranno ancora un corpo inerme. 

 

13.09.2020

Mi sento invisibile, anche se non lo sono, i miei fratelli e cugini sanno benissimo che esisto e ridono di me. Mi hanno pestata oggi in bagno, qualche ragazza più grande aveva deciso che occupo troppo spazio e che doveva decisamente ridimensionare il mio grasso. Mi dovrò sicuramente fare qualche incantesimo per coprire i lividi, non voglio che qualcuno veda che cosa mi hanno fatto. Se sarò messa troppo male non penso che uscirò di qui, tanto non ho bisogno di mangiare. 

A questo punto chiusi quello che scoprii essere un diario, era troppo anche per me. Ma non era un diario qualsiasi, bensì quello della Potter. 

Per un solo secondo sprofondai, sapendo di aver aperto due pagine su centinaia, dove probabilmente si leggevano le stesse cose, gli stessi desideri di morte di una quattordicenne. 

Mi sentii congelato, non riuscivo più a muovermi. Ero stato paralizzato da ciò che avevo letto, da tutto quel dolore che nemmeno riuscivo ad esprimere. 

Bussarono alla porta dopo poco ed io, veloce, nascosi il diario e mi dipinsi sulla faccia la solita indifferenza alla Malfoy. 

-Tutto bene Scorpius?- chiese Mattew sorpreso dal mio silenzio. 

-Oh ehm si, certo. Perché?- 

-Non so, mi sembri strano stasera, pensieroso.-

-Sto solo pensando a come ci sbronzeremo domani sera, ecco tutto- e ghignai in direzione del mio amico, che però accennò solo un mezzo sorriso - Oh avanti - roteai gli occhi - che vuoi dirmi?- 

-Sei stato eccessivo con Lily.- mi bloccai, al solo udire quel nome.

-Che intendi?- 

-Non se lo meritava, è una brava ragazza. E poi è una nostra compagna di casa, dovremmo aiutarla, non remarle sempre contro. Capisco che è Potter e tutte le stronzate di quelli che sostenevano che sarebbe dovuta diventare Grifondoro, eppure non è successo. E sai perché?- non risposi a quella domanda retorica - Perché non è così deficente come i suoi due fratelli, più boriosi che reali. Perché è scaltra e indifferente, nonostante tutto. Ed io ritengo che non sia una Serpeverde peggiore di altre solo perché è mezzosangue o Potter. Detto questo non voglio forzarti a fare qualcosa che palesemente ti disgusta, però non aspettarti che io segua un tuo diktat.- si voltò ed andò in bagno. 

Rimasi in piedi in mezzo alla stanza, sprofondando per quello che era successo quella sera. 

Okay che non sembra possibile che io lo dica, ma sono stato davvero un pezzo di merda. 

 

ANGOLO DI QUELLA SCHIZZATA DELL’AUTRICE

Ebbene si miei cari e care, la vostra vecchia cami è tornata! *squilli di trombe e suoni di tamburi* 

ALLELUIA DIRETE VOI (e se posso aggiungerlo, lo dico anche io haha)!

Allora, mi rendo conto che sto capitoluzzo non sia affatto semplice da digerire (con la questione della ricaduta di Lily e di Scorp che si da del pezzo di merda ahaha), ma come sapete mi piace parecchio il dramma ed il capitolo del mio ritorno non poteva che essere tale! 

Sto gia scrivendo il numero 6, quindi non temete, mi farò sentire presto. Intanto a chi desidera farmi sapere le impressioni sulla storia o darmi suggerimenti (NE HO DAVVERO BISOGNO AMORI MIEI), lascio lo spazio recensioni e/o “ammazziamo l’autrice per la merda che ha scritto” >_<., dove siete autorizzati anche ad insultarmi. 

Sia chiaro che se non mi scrivete vi mando i miei mangiamorte a casa <3 <3 (ovviamente scherzo, vengo di persona eheheheh)

spero che vi piaccia, nel caso, uccidete il mio estro drammatico ahahaha

tanti bacini, cami <3

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Capitolo 6
*** Il fiore divenne farfalla ***


Capitolo 6

Stava per avvicinarsi la prima prova e io, giuro, non avevo la più pallida idea di quello che volesse dire quella frase cifrata. Dio, avrei dovuto ascoltare davvero ad Aritmanzia dalla lezione successiva. 

Avevo deciso, di comune accordo con la mia coscienza che, come si sa, è un filo invadente, di non pensare più a nessuno di loro (cugini, fratelli, voltagabbana bastardi) per concentrarmi solo sulla mia gara e vincerla, perché è così che si fa. 

Si vince e si sbatte davanti alla faccia di tutti gli altri quanto siano perdenti, per far capire loro come si sta in quella situazione

Però il mio meraviglioso e geniale piano stava avendo degli intoppi, primo su tutti l’indovinello di merda concepito dalla McGranitt: ma porco Merlino vestito con un caftano leopardato, non è normale scrivere un indovinello mezzo in latino mezzo in un codice numerico strano. 

Fanculo, avevo bisogno di aiuto. 

Mentre pensavo a tutte queste cose, camminavo per i corridoi senza accorgermi di un ragazzo che mi stava seguendo. Solo quando mi fermai e questo mi venne addosso capii che non era del tutto casuale il suo percorso. 

Irritata da quella stupida situazione, mi voltai e lo guardai negli occhi, che riconobbi subito. Un dolce color nocciola si scontrò con il mio verde. 

Mattew Nott.

-Mi vuoi spiegare perché diamine mi stavi seguendo, Nott?-

-Oh ehm io…Io volevo parlare con te, Lily.-

-Per te sono Potter, Nott.- dissi lapidaria. Non potevano ridere di me e poi chiamarmi Lily.

-Giusto, si. Potter.-

-Arriva al dunque, sono impegnata e non posso perdere tempo con te.-

-Beh io…insomma…Volevo scusarmi per il mio, il nostro comportamento dell’altra sera.-

-Non ho idea di che cosa tu sta parlando.- dissimulai.

-Invece si che lo sai, non mentirmi Potter, riconosco un Serpeverde quando mente perché beh lo sono anche io- 

-Onestamente preferirei evitare di rivolgere la parola a chiunque, però dato che non penso mi mollerai per il resto del pomeriggio se non chiuderemo una volta per tutte questa faccenda, ti do dieci minuti.- accennò un sorriso entusiasta che mi fece quasi vomitare. Prima che iniziasse a parlare aggiunsi -Fuori di qui.-

Mi diressi verso il lago nero con il mio compagno di casa camminando in silenzio, tentando di raccogliere un minimo di lucidità per non sprofondare di nuovo in quello stato di vuoto da cui tentavo di scappare con l’indifferenza. 

Sedendomi, gli feci cenno di mettersi di fianco a me e questi lo fece, senza produrre il minimo rumore. Mi guardò mentre giocherellavo con un piccolo fiore che avevo fatto apparire e mi disse:

-Mi dispiace Lily.-

Non gli dissi nulla sul momento, non lo corressi, perché ero troppo scossa dalla situazione. 

-Anche a me, Mattew. Ma non te ne faccio una colpa, non la faccio a nessuno di voi. Semplicemente vi capisco, esattamente come faccio con i miei familiari, e capisco che forse è stato meglio così. Non posso costringervi a vedermi sprofondare nella depressione, anzi non voglio proprio.-

-Se permetti, le cose sono ben diverse tra i babbei-d’oro e noi: loro sono solamente troppo cretini per capire che sei una persona nonostante tutto, noi, o meglio io, no. Il comportamento di Scorpius mi ha fatto infuriare e gliel’ho fatto presente, anche perché santo Salazar non gira sempre tutto attorno a lui.- 

Il fiore divenne farfalla e prese velocemente il volo. 

Sorrisi -Apprezzo molto quello che hai fatto per me, Mattew. Mi spiace se vi ho fatti litigare.-

-Non sei stata tu, Lily, è stato lui. Fa sempre finta di essere annoiato e indifferente, ma non è così,  soffre anche lui, eccome se soffre, anche se detesta che se ne parli o si noti. Il tuo soffrire e accettare la sofferenza lo manda in palla, non riesce a capire come poterlo fare e quindi farcisce tutto con le sue stronzate. Mettiti in quella dannata testa Potter che non è sempre colpa tua e..-

-Maaaaattewww- una voce femminile interruppe la sua frase. Not si voltò, si accorse di una figura in lontananza e si sbracciò per farsi notare. 

Arrivò verso di noi una ragazza bellissima, sempre Serpeverde, dai lunghi capelli marroni e le iridi nocciola. Abbracciò il ragazzo accanto a me e gli rivolse un’occhiata interrogativa come per chiedere chi fossi e perché fosse lì con me. 

-Oh ehm okay- dissi imbarazzatissima - tolgo subito il disturbo.- feci per alzarmi ma la ragazza disse sorridendo -Oh no, ero solo passata per salutare Matt.- mi guardò per un istante e aggiunse - Lily Potter, giusto?- 

-Bingo.- le sorrisi timidamente a mia volta - Non ricordo chi tu sia però.- 

Infondo al maaaaar, infondo al maaaaar, c’è Lily Potter che sprofonda per la vergogna, infondo al maaaaar!

Per Salazar vestito da Grifondoro, adesso mi fai anche la colonna sonora?

-Che sciocca! Sono Helena Sofia Nott, ma puoi chiamarmi Helena.- mi diede la mano ed io gliela strinsi -Piacere di averti conosciuta.-

La sorella di Nott. Quella gran figa era la sorella di Mattew, okay. Se fossi stata un maschio o al limite lesbica probabilmente ci avrei spudoratamente provato.

Nel giro di un nanosecondo vidi un Nott, via diciamo il maschio Nott, controllare l’orologio, alzarsi in piedi, guardarsi febbrilmente intorno alla ricerca della cartella, trovarla, dare un bacio sulla guancia della sorella, scarmigliarmi i capelli in segno d’affetto e scappare urlandoci -Sono in ritardo per Pozioni!-.

Lo guardai andare via e mi persi nei miei pensieri, fino a quando Helena mi strappò dalle fila dei miei pensieri -Lily posso farti una domanda?-

-Oh si, Helena, dimmi pure.- mi voltai verso di lei e le sorrisi timidamente, di nuovo. 

-Scusa l’invadenza, ma non posso proprio farne a meno.- la incoraggiai con lo sguardo -Per caso tu e Matt state insieme?-

Adesso mi metto un sacchetto in testa e mi do fuoco, Lily, questa è la più grande cagata che abbia mai sentito.

Qualche volta mi tocca davvero darti ragione, Coscienza, anzi oggi son proprio costretta dalle infauste circostanze a riconoscere che tu stia dicendo una cosa sensata. 

La guardai stralunata, pensando in quale universo fosse possibile che Mattew Nott (o qualsiasi altro Serpeverde dal sangue Puro) si mettesse con una mezzosangue, la quale era per giunta figlia del Prescelto, che aveva mandato ad Azkaban quasi tutti i loro genitori o nonni. 

-Helena, perdonami, ma cosa ti fa pensare a questa possibilità?- dissi, trattenendo le risa.

-Ah non so, mi sembrava strano che lui parlasse da solo con una ragazza.- e scoppiò a ridere fragorosamente, trascinandomi con quella sua naturale ilarità.

Era strano, Helena Nott era completamente diversa nei modi di fare dalle altre, e mi piaceva da morire. 

Passammo tutto il pomeriggio a chiacchierare e ci scoprimmo molto simili e affini, andammo perfino in Sala Grande insieme. Quella ragazza così pacata e apparentemente dolce mi faceva sentire a mio agio, cosa che non succedeva da parecchio tempo ormai e mi sentivo felice. 

Ci sedemmo vicine e continuammo a chiacchierare anche con Mattew, che ignorava beffardamente Malfoy e uno Zabini fin troppo accomodante, anche se sapeva perfettamente che in poco tempo anch’essi sarebbero ritornati sui loro passi, il secondo forse prima dell’altro.

Ricevetti tutta la sera occhiate in tralice da parte dei miei fratelli, adirati per la mia nuova frequentazione, e da Malfoy, che si sentiva inspiegabilmente messo in ombra da una reietta, ma le ignorai con eleganza, senza dar loro peso, anche se sapevo che due o tre di mia conoscenza mi sarebbero venuti a far visita più tardi. 

E così fu. 

Infatti, uscita dalla sala comune in compagnia di Helena e Mattew, mi sentii tirare per il colletto brutalmente e, girandomi, mi ritrovai di fronte a niente meno che Albus Severus Potter e James Sirius Potter, che si degnavano di rivolgermi la parola. 

-Matt aspetta un secondo- disse Helena guardandosi attorno spaesata -Dov’è Lily?- e si voltarono entrambi fino a vedermi. 

Feci un cenno con la mano come a dire loro di non preoccuparsi, ma Mattew si avvicinò lo stesso, seguito a ruota dalla sorella. 

-Duo di babbei Potter, mi stavo chiedendo perché steste per strozzare Lily.- disse placido.

-Ciò che facciamo con lei non è affare vostro, Nott e Nott junior.- disse Albus astioso. 

Santa Morgana, quanto era un borioso e arrogante

-Lo è dal momento che io sono un Caposcuola e lei è della mia casa, Potter.- a questo punto lo enfatizzò come fosse un insulto. 

-Mattew non ce n’è assolutamente bisogno, finisco in un secondo. Helena, ci vediamo dopo okay?- lei capì e fece in modo di farlo allontanare da me e i miei fratelli -A cosa devo l’onore di ricevere la convocazione da voi?- alzai gli occhi al cielo. 

-Bada bene a come parli, Lilian, ho gia sopportato abbastanza quel tuo stupido amichetto.- disse James

-Oh per Godric, ma vi sentite? Siete patetici, non voglio assolutamente perdere il mio tempo con voi. Adios!- mi voltai e me ne andai e sentii loro fare lo stesso. 

Ma in un istante precipitò tutto, mi accasciai a terra, priva dei sensi, non sentendo più nulla, non sentendo che, metri al di sotto del mio corpo inerme, qualcuno era irrequieto e preoccupato.

 

ANGOLO DELL’AUTRICE PIU’ SCHIZZATA 

Ma hoooolaaaa! come avevo promesso, ecco qui il nuovo (obrobrioso ma drammatico) capitolo 6! speriamo sia più lungo, senno qualcuno mi ammazza (cof cof Ludo cof cof ahahaha).

vabbe amici, qui è successo di tutto, ma penso che più di tutto sia da sottolineare l’incontro con Helena, che ho cambiato totalmente (chi seguiva la storia precedente sa che era diverso) e il nuovo dialogo tra i fratelli Potter, dove ritorna una Lily tigre che avevamo perso da un po’. 

Ringrazio moltissimo Roxy_HP, la ladra di libri e LudovicaCipolla (la mia quantomai inquietante amica di penna) che hanno recensito, i sei meravigliosi lettori che hanno messo la mia storia tra le preferite, le due che l’hanno ricordata e i dieci amorevoli esseruncoli che l’hanno seguita. 

Boh raga io vi amo, vi amo tantissimo. 

ci sentiamo super presto, capitolo 7 in progress!

vostra, cami <3 <3

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Capitolo 7
*** Resta. ***


Capitolo 7

POV Malfoy

Erano giorni che non riuscivo a smettere di pensare al fatto che dovevo assolutamente ridare il diario a Lily. Pardon, ma che mi prende, alla Potter. 

Non potevo continuare a nascondere quel segreto, mi pesava troppo e mi sentivo un essere assolutamente schifoso sia per averla aiutata nel suo imperituro processo di autodistruzione sia per aver letto il suo diario. 

Era necessario per la mia sopravvivenza psicologica che io mi disfarsi quanto prima del piccolo quaderno nero, perché anche solo saperlo nella mia stanza mi causava un notevole stato di angoscia, che risolvevo chiudendomi in un ostinato mutismo o essendo comunque più intrattabile del solito. 

Decisi che l’avrei fatto quel Mercoledì, mi sembrava la giornata giusta e la sera precedente misi dunque il libretto nella mia borsa per poterlo restituire alla proprietaria. 

Al mattino, mi svegliai e seguii la mia solita routine, per poi approdare in Sala Grande, dove bevvi un lungo caffè nero, rimuginando sulla solita questione e dandomi dello stupido di conseguenza: sapevo che non mi giovava continuare a pensarci, ma l’immagine di una Lily Potter che pensa e attua un suicidio appariva di continuo nella mia mente, come un incubo in cui non c’è la possibilità di svegliarsi. 

-Scorpius?- disse Lucas, che mi guardava interrogativo per il mio viso corrucciato e il mutismo -Va tutto bene?- 

-Alla grande.- non sono mai riuscito a non essere sarcastico, non sapevo in che altro modo confrontarmi con gli altri. 

-Il principino si è alzato dalla parte sbagliata del real letto?- disse con un ghigno; alzai gli occhi al cielo come per dire “oh fantastico, ci risiamo”. 

-Zabini, oggi non è proprio giornata.- dissi e bevvi altro caffè: ne stavo decisamente diventando dipendente. 

-Come se non si fosse capito.- e apparve Lucille Flint in tutta la sua leggiadria, snobbando un quantomai irascibile Malfoy e sorridendo a Zabini -Scorpius è in un ciclo mestruale perenne, Lucas.- 

-Lucille, ma qual buon vento.- quel provolone del mio amico le sorrise con malizia -Dove hai messo  la dolce Helena?- 

-Onestamente non so dove si sia nascosta, ho intravisto lei e Mattew ieri sera, ma nulla di più.- disse e si alzò, non prima di aver lanciato un’occhiata a Zabini chiedendogli di smettere con stupidi giochetti nei miei e nei suoi confronti, che erano causa di irritazione generale.

-Ahh le donne, non trovi che non vi sia nulla di più semplice e complicato?- disse trasognante. 

Feci un primo sospiro. 

-Lucas ti spiacerebbe darci un taglio?- 

-Ma mio imperioso amico, perché mai? Quest’aria corrucciata non ti giova per nulla!- disse voltandosi verso di me, per poi toccarmi la fronte -Anzi, sarai addirittura rugoso prima del tempo!- 

Secondo sospiro. 

Mi alzai, scocciato dalla sua demenza senile, progredita negli anni in un modo galoppante, e mi diressi fuori dalla Sala Grande, non prima però di aver sentito un -Scorpius tu sottovaluti la serietà della questione! Non capisci che grande problema ti stai creando!-

Ovviamente quel deficiente si riferiva alle rughe, vanesio com’era. 

Scampato ad un trattamento botulinico che di li a poco mi avrebbe sicuramente proposto, mi diressi ad erbologia, sperando di vedere la più piccola dei Potter da qualche parte per poterle ridare il suo dannato diario. 

Mi sentivo soffocare con quello addosso, quasi come fosse un horcrux, era davvero un pensiero insostenibile. 

Ma nulla, lei e la sua chioma rossa non si vedevano da nessuna parte, era come volatilizzata e, se devo ammetterlo francamente, non mi sentivo molto tranquillo dopo quello che avevo letto, anche se tentavo disperatamente di convincermi che solo per il fatto che non l’avessi ancora vista non voleva dire che fosse morta o altro.

Solamente non l’avevo vista, quindi decisi di cercarla subito dopo pranzo nel giardino, dove era solita rifugiarsi quando si sentiva oppressa. 

Ovviamente si vorrà sapere perché lo so, quindi vi accontento: a volte ci andavo anche io, mi nascondevo dal mondo e mi era capitato non di rado di vederla produrre farfalle o fiori con la trasfigurazione. 

Dunque, dicevo, avevo deciso che sarei andato li per cercarla e ridarle quel maledetto affare che mi stava facendo letteralmente impazzire. 

Passai tutte le lezioni, cercando di concentrarmi quanto più mi era possibile anche se a fatica, e mi diressi a pranzo, sperando di vederla con Mattew o Helena, o quantomeno al tavolo Serpeverde mentre tentava di scomparire dalla vista del mondo, finendo inevitabilmente inghiottita dalla realtà. 

Nemmeno a pranzo o al giardino riuscii a trovarla; nessuno sapeva dove fosse (lo dico perché fermai qualche altro studente chiedendo di lei, ricevendo prima un’occhiata sconcertata e poi il nulla più totale). 

Forse era riuscita davvero a scomparire. 

Dopo questa considerazione fui preso da una forte angoscia, forse più forte di quella che avevo provato leggendo il diario. Corsi dunque al dormitorio facendomi strada a spintoni nei corridoi e mi diressi in camera sua, trovandola sorprendentemente aperta: sembrava quasi che non fosse stata usata, come sempre. 

Non vi erano però i segni che mi immaginavo fossero di un suicidio, perciò tirai un sospiro di sollievo e uscii da quel luogo un po’ più tranquillo e rilassato, sebbene sempre con un peso sul petto dettato dalla preoccupazione. 

Mi fermai un secondo a riflettere: ero preoccupato per Lily Potter? E perché mai? 

Forse perché hai paura che si uccida e perché ti senti in parte responsabile delle sue sofferenze?

Come sempre, la mia saggia coscienza aveva portato alla luce quello che provavo: un enorme senso di colpa, che però non potevo giustificare in alcun modo. 


In fin dei conti non mi aveva mai fatto nulla; solo allora comprendevo la mia immaturità e il mio egoismo e ne provavo infinita vergogna. 

La cercai letteralmente ovunque, in ogni antro di Hogwarts che conoscessi ma la piccola Potter era decisamente sparita dai miei occhi e da quelli di tutti. 

Non che il resto dei nostri compagni o dei suoi familiari se ne fosse accorto, comunque. 

Arrivai al tavolo dei Sempreverde scuro in volto e non fui l’unico. 

-Nott, Zabini.- dissi indifferente. 

-Malfoy- dissero questi.

Passarono alcuni minuti in cui, rispettivamente, Mattew non toccava cibo e Lucas aveva lo sguardo azzurro perso nel vuoto. Mi decisi a rompere il silenzio. 

-Volete spiegarmi che sta succedendo?- 

-Diglielo tu, Lucas.- disse Mattew, che teneva e accarezzava la mano alla sorella minore, anch’essa preoccupata. 

-Dirmi cosa esattamente?- dissi lievemente alterato e preoccupato, ma questo non riusciva a trasparire dalla mia solita indifferenza e strafottenza.

-Oggi ho saputo che Lily Potter- e qui Helena fece come un lungo sospiro. Temetti il peggio. - è stata ricoverata da Madama Chips.- si fermò per riprendere fiato, era come in preda di un attacco d’asma -Sono andato da lei per vedere come stesse, era addormentata, ma sembrava morta. Aveva un enorme cerotto sul retro della testa e non aveva più i capelli. La Chips ha detto che ha sbattuto molto forte la testa e che hanno dovuto drenare l’ematoma, ma dovrebbe stare bene.- 

Helena iniziò a piangere e Mattew la strinse a sé: nessuno ci aveva mai visti piangere, nemmeno durante i periodi più duri; eravamo stati educati affinché le nostre emozioni fossero contenute, trattenute dentro una corazza. 

I purosangue fanno così, ignorano cosa sia essere umani. Bisogna solo essere perfetti al di fuori, quello che poi è il contenuto non è rilevante. 

Avrei voluto piangere anche io, ma non ci riuscivo, non ero abituato a piangere. 

Ma poi perché avrei dovuto? Non eravamo amici, piangerla sarebbe stato ipocrita. 

-Presumo che non sia finita qui, non è vero Lucas?- avrei voluto essere più convincente nel mio solito tono, però non riuscivo a fingere che non mi importasse nulla di lei da quando avevo letto il diario. 

-Già.- prese un altro respiro: adesso potevo capire perché lo facesse, si sentiva soffocare esattamente come me. -Sono stata nella sua stanza per un po’, oggi pomeriggio, e lei ad un certo punto si è svegliata.- si bloccò -Le ho dovuto spiegare che non aveva più i capelli. Non è stato semplice.-

In quel momento non era il solito vanesio, era realmente provato da ciò che le era successo: si era preoccupato esattamente come stavo facendo io. 

-Almeno stava bene?- mi guardarono in tralice -Intendevo dire, non ha riportato danni permanenti?- 

-A quanto pare, no.- disse Helena -Ma queste cose sono imprevedibili.-

Ci alzammo tutti insieme, dopo poco, lasciando integro ciò che ci eravamo serviti nei piatti, e ci dirigemmo verso la sala comune in silenzio. 

Non riuscivo a far smettere di vorticare i miei pensieri, ma una cosa mi era chiara: sarei andato dalla Potter e le avrei ridato il suo quaderno quella notte stessa, non riuscivo più ad avere anche quel macigno sulle spalle. 

Attesi che tutti se ne fossero andati a letto, presi il diario maledetto e mi diressi in silenzio verso l’infermeria, sperando che nessuno fosse in giro per sbarrarmi la strada. Vi arrivai senza impacci, ma quel momento mi procurava sia un grosso senso di sollievo che una grande inquietudine e non riuscivo a capire che sentimento provare per primo. 

Entrai, tentando di tenere a bada il vortice di pensieri che mi confondeva e mi avvicinai al letto della Potter. 

La carezzai con lo sguardo, soffermandomi sulla sua testa rasa, e sulle guance intravidi i fantasmi delle lacrime che aveva speso. 

Decisamente angoscia, mi dissi. 

-Lilian.- sussurrai e le accarezzai la spalla lievemente, per svegliarla. Questa si mosse e prima fu colta dal terrore, poi mi riconobbe e disse un sussurrato -Scorpius, che cosa ci fai qui?- 

-Sono venuto a riportarti questo.- le mostrai il diario e questa fu sul punto di piangere di nuovo. Non volevo che accadesse. -Non preoccuparti non l’ho letto.- mentii sapendo di mentire e la tranquillizzai - L’ho solo tenuto io per non far si che cadesse nelle mani sbagliate dopo averlo trovato in Sala Grande.- 

-Ti ringrazio. Non sei così male come sembri, allora.- accennò un sorriso dolce, che stonava con il contesto, e tentò di mettersi a sedere. 

-Direi che non devi essere stupida come tuo padre e fare l’eroina, non è necessario che tu ti sieda. Anzi, sarebbe meglio se rimanessi distesa.- 

La versione “mamma chioccia” non fa assolutamente per me, che schifo.

-Non sto morendo, eh Malfoy.- e rise piano -Comunque grazie per l’interessamento, è gentile da parte tua.- 

-Sai chi ti ha ridotta beh così?- sono un tipo curioso, insomma. 

-Mi hanno colpita alle spalle, Scorpius, davvero non ne ho idea. Però è stato un colpo potente, non ho fatto in tempo a schivarlo. Comunque a parte il fatto che sono pelata e ho un mal di testa atroce, va tutto come sempre.- 

Mi alzai, una voce dentro di me mi disse che la stavo disturbando e che doveva riposare. Odiavo sentirmi d’intralcio, anche se non l’avrei mai confessato a nessuno. 

-Bene, allora sono contento che tu stia bene. Adesso vado.- e mi voltai. Ma non andai abbastanza lontano, il mio polso infatti fu stretto dalla morsa calda della sua mano. 

Mi gelai sul posto a sentire il suo calore: come poteva un cuore così lacerato essere tanto caldo? Come poteva proprio lei tra tutte fargli provare un calore così immenso?

-Resta, ti prego.- Mi voltai e la guardai -Resta almeno fino a quando non mi sarò addormentata.- 

Aveva solamente bisogno di me per dieci minuti. Potevo farlo, potevo essere altruista una volta tanto.  

Che poi comunque avrei avuto bisogno di tempo per capire perché avevo accettato di rimanere e perché non avevo ancora spostato la sua mano dal mio polso. 

Mi sedetti lentamente, senza perdere di vista la nostra unione e quel calore, quel calore che mi scaldava dentro come un fuoco. 

Non era passione, mi leniva invece l’anima. Mi sentivo sereno, per la prima volta dopo molto tempo. 

-Grazie.- disse e mi guardò. La guardai fino a che il suo respiro divenne regolare, facendomi capire che mi era assopita, poi distolsi lo sguardo.

Sembrava bella e vulnerabile distesa in mezzo a tutto quel bianco. Non c’erano i suoi capelli di fuoco a combattere quell’asetticità, eppure lei sembrava più calda che mai. 

Più vera che mai. 

Sembrava anche forte, forte pure con un enorme cerotto che testimoniava la sua condizione di essere umano; non riuscivo a capire come facesse ad essere così, distrutta ma ancora saldamente in piedi. 

Sapevo solo che io non sarei mai riuscito ad essere come lei, ero troppo debole, anche se non l’avrei ammesso nemmeno sotto cruciatus. 

Mi alzai di botto e la sua mano giacque abbandonata in mezzo a quel bianco, senza forza, non potevo farmi vincere così da stupidi sentimenti, provati in una stupida notte di uno stupido mercoledì. 

Non aveva senso, o almeno così sembrava. 

 

 

NOTE DI QUELLA PAZZA DELL’AUTRICE

non voglio commentare questo capitolo a dire il vero, spero sul serio che vi piaccia quanto piace a me, ovvero moltissimo, porta scorpius e lily ad un altro livello, è tutto molto diverso e mi auguro di aver reso giustizia al biondino e ai suoi pensieri. 

per il resto mi farebbe piacere sapere voi che ne pensate, magari anche nello spazio recensioni ehehe

ringrazio di cuore tutti quelli che seguono/preferiscono/ricordano la storia, siete degli amori, e le mie mitiche tre recensitrici LudovicaCipolla (la mia unica e assoluta musa ispiratrice), Roxy_HP (che era super in ansia per lily dopo lo scorso capitolo -dolcina lei-) e la ladra di libri (a cui presenterò prossimamente Nott, o quanto meno quando lo conoscerò anche io ahahaha) che adoro con tutto il mio cuore. 

vi amo tutti, 

Cami <3

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Capitolo 8
*** "ci sarai?" ***


Capitolo 8 

POV LILY

Quelli che passai in infermeria furono i giorni più noiosi della mia vita, soprattutto perché non riuscivo a smettere di pensare a Scorpius, alla sua gentilezza e al calore che avevo provato. 

Non importa quanto sangue il nostro muscolo cardiaco pompa, non importa il numero di riserve che il nostro corpo brucia per farci rimanere caldi, nulla sarà mai all’altezza di quel tepore, di quella serenità che avevo provato. Mi sentivo come amata e protetta, come se qualcuno si fosse deciso ad accettare Lily Luna Potter per l’essere umano che è. 

Eppure non provai più quel calore che agognavo, ma anzi, ottenni solo fredda e tagliente indifferenza dal rampollo Malfoy: nulla era cambiato, i ruoli sarebbero sempre stati quelli e niente al mondo avrebbe potuto mutare lo stato delle cose. 

Potter sarebbe stata sempre Potter, Malfoy sempre Malfoy, perché certe cose sono così e basta e non vi si può porre rimedio. 

Passavo le ore a pensare e anche quando qualcuno, solitamente Lucas, Mattew o Helena, veniva a salutarmi rimanevo immersa in questi pensieri a dispetto di quanto potevo sembrare interessata. 

-Lily, mi stai almeno ascoltando?- disse Matt lievemente accigliato. 

-Uhm, si certo. Che stavi dicendo?-

-Tra poco più di due settimane c’è la prima prova del torneo e tu non hai ancora risolto metà dell’indovinello!- notando quanto poco me ne fregasse aggiunse -Tu sai vero che rappresenti Hogwarts e che in qualche modo rappresenti tutti?-

Sbuffai sonoramente -Mattew, ho tutto assolutamente sotto controllo, prima o poi riuscirò a decifrarlo, per Morgana.- mi venne in mente un’idea geniale - Però farei molto prima se qualcuno mi desse una mano..-

Mi guardò, per un istante parve non capire, ma poi -Lily, stai parlando di Scorpius?- ad un mio impercettibile segno di assenso impallidì -Puoi provare a chiederglielo, penso, ma in questi giorni è molto nervoso e irascibile, quasi come se fosse accorto di poter provare più di un sentimento insieme.- ridacchiò ed io impallidì. 

Non avrei dovuto chiedergli di rimanere con me, cazzo se non avrei dovuto farlo. 

-Ti ringrazio, Mattew.- presi un bel respiro -Vorrà dire che lo decifrerò da sola. Ci vediamo più tardi in sala comune allora.- 

-Oh, okay. A dopo Lily.- e se ne andò senza proferire parola. 

Mi alzai lentamente dal letto, facendolo cigolare, e mi diressi verso un piccolo armadietto dove erano conservate le poche cose che avevo fatto prendere dalla mia camera disabitata: non vedevo l’ora di andarmene da quella camera, il cui solo odore mi dava la nausea. 

Avevo un mal di testa allucinante, anche se ormai avevo capito che sbattere pesantemente la testa non poteva che implicare emicranie ricorrenti e nausee peggio di una donna incinta e quindi non ne facevo più un problema. Corsi più velocemente che potei al bagno e rigettai quel poco di colazione che avevo avuto la forza di ingerire, decidendo dunque che non avrei mangiato altro fino a cena. 

Lasciai l’infermeria salutando e rassicurando Madama Chips, che mi diede l’ultimo analgesico del giorno e mi ricordò che sarei dovuta tornare la mattina successiva prima di colazione. 

Uscire da quel posto infernale dopo una settimana stesa in un letto mi sembrò quasi paradossale e sorprendente, la mia visione della scuola era completamente cambiata: mi venne pure da sorridere, fino a quando non vidi i miei cugini avvicinarsi. 

-Lily, vedo che stai meglio.- disse Rose con tono snob e fintamente interessato. 

-Si Rose, sto meglio.- e feci il miglior sorriso che la mia faccia riuscì a compiere. 

Guardai tutti i miei cugini, pensando tra me e me che forse avevo sbagliato a non scegliere Grifondoro, che avrei dovuto guardare il quadro generale, non solo me stessa: in quel momento avrei tanto voluto un abbraccio da qualcuno che tenesse sul serio a me, che potesse stringermi e dirmi che andava tutto okay. 

Eppure non c’era nessuno che volesse e potesse farlo e io non potevo scegliere Grifondoro. 

Mi sentivo sul punto di piangere.  

-Scusatemi, ora dovrei andarmi a stendere un poco, mi gira un po’ la testa. Mi ha fatto piacere vedervi.- dissi prima di voltarmi e chiudere quel pezzettino della mia anima che sanguinava per il dolore da anni. 

Nulla poteva lenire quel dolore, nulla poteva sistemare quella ferita che si riapriva sempre quando era sul punto di rimarginarsi. Quella volta nessun “chi se ne frega” sarebbe bastato a farmi stare meglio. 

Giunsi nei sotterranei, pronunciai la parola d’ordine ed entrai nella stanza cupa, che faceva a pugni con quel bisogno di luce e amore che stavo provando: era davvero un nuovo colpo allo stomaco. 

Ancora prima di poter salutare i miei amici, feci precipitare la piccola borsetta per terra e mi diressi al bagno di camera mia, che era vicino, per poter rimettere di nuovo. Era una situazione devastante e io mi sentivo distrutta, volevo solo assopirmi e bloccare quella situazione assurda. 

Svenni per poco sul pavimento del bagno e mi risvegliai solamente quando due forti braccia, che avevano il profumo di una colonia familiare, mi raccolsero da terra e mi depositarono sul mio letto freddo e impolverato: aprii gli occhi ma mi sentii incapace di parlare. 

-Oh grazie al cielo!- Helena si precipitò accanto a me e mi accarezzò dolcemente i capelli -Lily fortunatamente ti sei svegliata!-

Dopo qualche secondo, presi un profondo respiro e dissi -ora sto benone,- sorrisi forzata -il mio ematoma al cervello a volte causa attacchi di vomito. Nulla di strano, direi, io sto benissimo.-

-Starai anche benissimo, Potter, ma a me pare che svenire sul pavimento del bagno non sia sintomo di salute.-

-Direi, Malfoy, che non sono problemi che ti riguardano; se Madama Chips e la McGranitt ritengono che sia in salute, ebbene lo sono.-

-Mamma mia, Potter, quanto sei stupida e infantile. Non ti si può fare nemmeno un’osservazione che tu subito precipiti nell’acidità. Inizia a capire che devi cambiare tu per far cambiare gli altri.-

Mi alzai velocemente, forse troppo direi, dal letto e mi aggrappai al legno fortemente per poter fronteggiare Malfoy -Non capisco perché diamine tu ti diverta a trattare così le persone. Prima sembra che ti importi e che tu sia anche una persona decente, poi però torni in te e ti poni come giudice. Svegliati tu Malfoy, che nemmeno hai idea di che diamine voglia dire cambiare o non essere infantile, prima di dire agli altri che devono fare con le loro stupide vite! Se fosse stato per me, mi sarei ammazzata già da un po’, perché sono stanca di non avere un rifugio materiale o psicologico, perché sono stata ripudiata dalla mia famiglia e la solitudine mi devasta. In fin dei conti non cambierebbe nulla a nessuno, Lilian Luna Potter è una variabile trascurabile per il corso degli eventi, è un po’ come comprare un vestito dimenticandosi di averne uno uguale. Possono gettarmi via quando vogliono, potete farlo tutti e dimenticare che sia mai esistita. Allora preferisco gettarmi via io quando voglio, quando posso essere sicura di farlo per prima e per ultima. E ora vattene, non mi serve la tua stupida pietà.- 

Stavo piangendo, stavo fottutamente piangendo e me ne accorsi solamente quando, stesa sul letto con alle spalle Helena, Mattew e Lucas pietrificati, sentii le lacrime bagnarmi il maglione che tanto tempo prima avevo rubato a James. 

Non lo avevo mai lavato affinché conservasse il più possibile l’odore di casa: molto tempo prima di Hogwarts, James era la mia casa. 

James era la persona a cui volevo più bene, la persona più importante e speciale,l’unico che sia mai riuscito a spezzarmi il cuore. 

Il prezzo da pagare per diventare Sempreverde era stato più alto di quanto avessi potuto immaginare e una parte di me se n’era sempre pentita. 

Ma quel maglione era speciale per un motivo ben preciso: avevamo cucito i nostri nomi e una data,  precisamente quella del giorno prima di entrare a Hogwarts. E’ buffo come questa scuola doveva unirci e invece ci aveva separati per sempre. 

Dormii per poco e senza sognare e quando mi svegliai mi accorsi che era già ora di cena; tenni addosso il maglione e mi rifeci il nodo alla cravatta, ormai sfatto. 

Non mi importava di avere un aspetto più orribile di quello che avevo grazie alla testa rasata, tanto sarei stata al centro di attenzione comunque. 

Salii, lentamente e facendo un’immensa fatica, i gradini che mi avrebbero portato alla Sala Grande, con la testa ricolma di pensieri. Anche se non l’avrei mai ammesso ad anima viva o morta, i miei capelli rossi mi facevano sentire protetta e speciale e il fatto di non averli provocava in me una grande dose di vergogna, che si aggiungeva a tutta quella insicurezza che avevo già per conto mio. 

Arrivai in sala Grande e mi sentii avvolta da un silenzio interessato e maleducato: decisi di ignorarlo senza dare peso alla cosa e mi diressi al tavolo Serpeverde senza mai abbassare la testa dolorante e rimanendo sempre fiera, o apparentemente cosi almeno. 

Al posto che avevo occupato vi era come una bustina, che apparve non appena mi sedetti: la aprii, sollevata dal ripristinato brusio generale e lessi tra me e me ciò che il biglietto riportava a bella calligrafia. 

Potter, so che non hai terminato il tuo indovinello per la prima prova, io posso aiutarti. 

Torre di astronomia,stanotte alle 2.

S.H.M

Posso giurare, senza esagerare, che leggere la sigla alla fine mi aveva lasciato una sensazione di incredulità e amarezza: da un lato mi sembrava quasi assurdo che Scorpius Hyperion Malfoy si fosse offerto per aiutarmi, dall’altro il primo pensiero che mi venne in mente fu quello che avrebbe fatto di tutto per potermi screditare dopo. 

Eppure non riuscivo a non fidarmi, era più forte di me: mi sentivo stranamente al sicuro, come se tutto potesse potenzialmente andare bene. 

Lo cercai con lo sguardo, ma costui si era ben nascosto alla mia vista dietro la grossa testa di Nott, e quindi non riuscii a vederlo bene, ma io sapevo che lui era poco distante da me, perché c’era di nuovo quella pace, quella serenità che avevo provato quel mercoledì. 

Mangiai poco e nulla, perché la testa faceva così male da togliermi il respiro e l’attesa di ciò che sarebbe potuto succedere non faceva che acuire quel dolore. 

Uscii dalla Sala Grande in cerca di aria ma come al solito niente va come deve andare, sicché per sbaglio sbattei contro James: era stranamente solo. 

-Scusami tanto James.- dissi stringendo gli occhi per il dolore provocato dall’urto. Rimasi per un secondo con la testa rasata e incerottata appoggiata al calore del suo petto, tentando inutilmente di fermare quel dolore sordo che occupava tutta la mia mente. 

Non mi fermò, ma per un secondo sospirò un flebile -resta-.

Non mi scansai da quel calore familiare, anzi mi strinsi più forte a lui e scoppiai a piangere addosso al suo maglione, bagnandolo delle mie lacrime. 

Rendendomi conto di ciò che avevo fatto e con gli occhi pieni di lacrime, mi allontanai da lui e dissi -mi dispiace, mi dispiace per il maglione e le cose che ho fatto, so che non vuoi questo, è solo che mi fa così male la testa, mi pulsa e io non riesco più a dormire e a mangiare e vomito e svengo e sono da sola. Non volevo spezzare il cuore a nessuno, non volevo davvero.- e svenni tra le sue braccia. 

Mi risvegliai dopo un tempo indefinito in un luogo che mi sembrava estraneo e che sentivo estraneo: aprendo gli occhi fui invasa da una luce calda e avvolgente, tutto attorno a me era caldo e morbido.La testa sembrava leggera. 

Tentai di alzarmi ma una voce conosciuta mi disse -Lily sta ferma distesa, non fare la fottuta superdonna.- Era James, ma non era da solo. 

-Potter 1, per piacere, vorresti spiegarmi chi ti avrebbe eletto capo? No perché non mi pare che qualcuno di noi ti abbia dato il potere di decidere.- 

Un secondo, Malfoy e James nella stessa stanza?

Ma benvenuta nel mondo dei contrari Lily, qui troverai ritratti di Severus Piton con i capelli puliti, James Potter e Scorpius Malfoy che si parlano senza ammazzarsi, famiglie riunite e Hogwarts come campo estivo. 

Che simpatia di merda che hai, coscienza. Seriamente però, fa davvero cagare. 

-Presto detto, figlio del Furetto, io sono la persona più grande in questa stanza serpeverde e sono il fratello di Lily.- 

La sottoscritta, intanto, non paga solo di sentire le voci del battibecco, si era sollevata a sedere guardava la scena incuriosita, non sia mai che io, Lily Luna Potter, mi perda tale spettacolo impagabile. 

-Ah quindi i fratelli spariscono per anni per poi ritornare all’improvviso? No, te lo chiedo solamente, anche perché, Potter 1, io non ho fratelli con cui fare questi tira e molla. Di fatto la mia vita è piuttosto noiosa.- e ghignò, portandomi a fare lo stesso. Il suo ghigno era magnetico e bellissimo, c’era qualcosa di assolutamente adatto al suo viso in quel modo di sorridere. 

Dopo l’asserzione di Malfoy, nella stanza piombò il silenzio e James si lasciò andare sul letto di fronte al mio. 

-Scorpius- non l’avevo mai chiamato così e anche lui se ne sorprese, per poi lanciarmi un’occhiata di avvertimento -puoi lasciarci per qualche minuto?-. Questi annui e se ne andò, senza proferire parola. 

-James…-

-No, Lily, aspetta.- fece un piccolo colpo di tosse -Devo parlare io. Prima di svenire, sei stata in un momento di caos mentale completo e hai detto delle cose, volevo sapere in primo luogo se fossero vere.- 

-Si, lo sono.-

-E poi volevo chiarire con te, una volta per tutte: non ho idea del perché non l’abbia mai fatto prima, però mi rendo conto che nessuno dei due può andare avanti così. Io sono rimasto molto male quando hai scelto Serpeverde, mi sembrava di non essere stato un bravo fratello e invece di averti indicato la strada giusta ti ho portato a quella sbagliata: tutti me lo facevano pesare e si chiedevano del perché tu avessi operato questa scelta. Ed ero così tremendamente arrabbiato, mi sentivo un fallito perché non ero riuscito a farti esplorare la tua natura Grifondoro: così ho iniziato a sfogare la mia rabbia su di te e sugli altri, perché non sapevo come reagire al fatto che forse tu fossi diversa da me, avendo più volte sperimentato come le nostre anime fossero affini. Tu eri e sei la mia casa, la persona più importante e mi rendo conto di aver rovinato tutto con questo comportamento e di averti distrutta. Non penso che riuscirò mai a perdonarmi tutto questo, così come mai ad accettare di non aver capito quanto fossi fragile e umana. E non importa se adesso nulla tornerà come prima, perché so di essere stato io stesso l’artefice di queste sofferenze.- 

-James, vieni qui.- si sedette sul letto accanto a me e io avvicinai la testa pulsante al suo petto, come prima -So perfettamente di aver deluso tutti, so bene di non essere stata perfetta nel mio ruolo, ma ciò che nessuno sa sono le volte ho tentato di farla finita perché non riuscivo più a sostenere la mia vita. Oggi sarebbe stato il giorno perfetto, se non mi fossi incontrata con te probabilmente avrei deciso di impiccarmi con la cravatta perché seriamente sono arrivata al limite; però come vedi le cose cambiano. Io ho bisogno di te, mi sembra quasi stupido da dire, ma ho bisogno di te e di Al, del resto non mi importa, ma voi due siete la mia famiglia e io ho bisogno di voi. Di solito non parlo di queste cose, lo so, ma stasera voglio ricominciare, voglio farcela in qualche modo. E ti voglio con me, perché mi avevi promesso che non mi avresti lasciata mai.- 

-Non lo farò mai più, anche se sei Serpeverde e sei pelata haha.-

-Se mi aspetti devo fare una cosa, torno subito.-

Mi alzai dal letto velocemente, lasciando per un attimo James di stucco, uscii dalla porta e andai in camera di Scorpius. Entrai senza nemmeno bussare e mi ritrovai una visione diciamo piacevole: Scorpius Hyperion Malfoy in boxer e senza maglietta. 

VISIONE DICIAMO PIACEVOLE? MA LILY, TI SEI RIMBECILLITA?

Se dico così, vorrà dire che ho dei motivi, che dici?

-Potter, che diavolo ci fai qui?- disse guardandomi sconcertato: diciamo che ero anche io mezza nuda. -Oh ehm Malfoy sono venuta per ringraziati per la tua offerta di aiuto per la prova.- lo guardai e lui mi esortò implicitamente a continuare -E volevo chiederti se tu potessi posticipare questa offerta a domani pomeriggio, in più mi offrirei per fare qualsiasi cosa legale per te, togliendo il campo diciamo, ehm, sessuale.- e arrossii. 

Quello, ridendo, disse -Posso pensarci, forse. E ora va’ via.- mi indicò con la mano la porta per poi aggiungere -Ah Potter, questi pantaloncini non metterli più.- 

Oh. 

Tornai in camera lentamente, continuando a pensare a quell’apprezzamento, senza capirci nulla comunque: mi sembrava un’assurdità che Malfoy, quel Malfoy, potesse essere geloso del mio corpo. 

Decisi di rimuovere momentaneamente quel pensiero dalla mia mente e concentrarmi sul resto. 

Mi riaccoccolai accanto a James che mi circondò le spalle e mi accarezzò la schiena, senza parlare. 

-Ci sarai quando mi sveglierò?- 

-CI sarò sempre.-

Finalmente mi addormentai, serena. 


 

SPAZIO DELL’AUTRICE
Okay okay so perfettamente di essere sparita per un mese e mi spiace, ma ho avuto un sacco di casini vari e poca voglia di scrivere, perciò eccomi qua dopo tanto tempo. 

Penso che questo luuuuuuuuuunghissimo capitolo si commenti da solo, ma se avete idee/commenti/critiche fatemelo sapere anche con una piccola recensioncina.

Ringrazio chiunque abbia recensito e come mi è stato chiesto, posterò nomi e cognomi degli attori che danno i volti ai personaggi secondo me. 

Tanti bacini 

cami <3


Personaggi e Interpreti

Lily Luna Potter : Yuval Scharf

Scorpius Hyperion Malfoy: in cerca di idee 

Lucas Zabini: Jesse Williams

Mattew Nott: Dylan O’Brien

Helena Nott: Leighton Meeser

James Potter: Andrew Garfield

Albus Potter: Alex Pettyfer

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