That's all I've ever wanted

di feeling
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chocolate&Comfort ***
Capitolo 2: *** Alcool&Angry ***
Capitolo 3: *** Pants&Passion ***
Capitolo 4: *** Trick&Trust ***
Capitolo 5: *** ACCORD&APOLOGIZE ***
Capitolo 6: *** Internet&Interest ***
Capitolo 7: *** Night&Need ***
Capitolo 8: *** Storm&Sadness ***
Capitolo 9: *** Wood&Warmth ***
Capitolo 10: *** Arms&Ache ***
Capitolo 11: *** Neck&Neck ***



Capitolo 1
*** Chocolate&Comfort ***


CHOCOLATE&COMFORT

Un brivido le percorse la schiena, si strinse ancora di più nel suo plaid, gesto che non passò inosservato agli occhi di chi le sedeva accanto.
-Hai freddo, Swan? – le domandò Killian con apprensione. Il riscaldamento non funzionava ormai da due settimane, ma visti i recenti avvenimenti era stato un po’ difficile preoccuparsi di normali problemi come quello. Come sempre Storybrooke era in pericolo e toccava a lei, la Salvatrice, risolvere la questione, inoltre la Snow Queen aveva un’ossessione per lei ed Elsa e ciò non faceva che aumentare la sua agitazione.
-No, sto…sto bene- rispose con poca convinzione al pirata. L’inverno era ormai giunto nella piccola cittadina ed il freddo pungente si faceva sentire, la stufa serviva ben poco con delle temperature così basse come quelle degli ultimi giorni.
-Non essere ridicola, stai tremando! Vuoi che ti prepari qualcosa di caldo? Una cioccolata calda magari? – le domandò aspettandosi una risposta positiva che arrivò non appena pronunciò la parola cioccolata. Ormai conosceva bene la sua Emma e sapeva quanto adorasse la cioccolata calda con la cannella. Le sorrise e si diresse in cucina dove con movimenti un po’ goffi cercò di preparare quella bevanda calda ripassando mentalmente ciò che doveva fare. Era contento di poter fare qualcosa di carino per lei, ma soprattutto di passare un pomeriggio in tranquillità guardando la strana scatola nera che riusciva a mostrare delle persone in miniatura e la loro vita. Quelle diavolerie tecnologiche erano incomprensibili per lui.
-Eccovi servita, mia lady- Emma sorrise come faceva ogni volta che lui usava un linguaggio un po’ antiquato. Killian poggiò la tazza fumante su un basso tavolino posto davanti al divano, le sedette accanto e con il braccio destro avvicinò a sé la ragazza e le diede un leggero bacio sulla guancia. Al tocco delle labbra del pirata la Salvatrice chiuse gli occhi e provò un brivido, questa volta non causato dal freddo. Era lieta che ci fossero solo loro due in casa, aveva bisogno di un po’ di intimità. Henry era con Regina, Mary Margareth nel suo ufficio ovviamente con il piccolo Neal, e David si trovava in biblioteca con Elsa e Belle alla ricerca di informazioni su Anna e sulla Snow Queen.
-Mmh …è buona- notò Emma piacevolmente sorpresa, dopo aver assaggiato un sorso di cioccolata.
-Noto che hai grande fiducia nelle mie capacità, Swan – rispose con sarcasmo.
-Dove hai imparato? – domandò lei curiosa posando la tazza e accoccolandosi meglio tra le sue braccia.
-Osservando te- sollevò poco la testa guardandolo con aria interrogativa – Ormai dovresti aver imparato a non sottovalutarmi – la sua voce era come un sussurro. Quante volte si era sbagliata su di lui. Troppe. Hook non era come le altre persone che aveva incontrato nella sua vita, era un misto di sarcasmo e serietà, di dolcezza e sensualità, aveva mille sfaccettature ed era capace di passare da una all’altra con facilità. Nonostante lei non avesse nutrito grande fiducia in lui, Hook invece lo aveva fatto, aveva sempre creduto in lei, più lo respingeva più lui le rimaneva accanto con tenacia e pazienza. Come una volta disse a sua madre, non era abituata ad essere messa al primo posto e Killian lo aveva fatto senza esitare e continuava a farlo. Ricordava ancora quando lo aveva incatenato sopra la pianta di fagioli, ma soprattutto ricordava quando dietro le sbarre della cella di Tremotino lui l’aveva accusata di averlo abbondato, e lei aveva semplicemente ribattuto “Tu avresti fatto lo stesso”, quello che la colpì fu il suo sguardo ferito, ma soprattutto la sua risposta “In verità, no”.
-A cosa pensi? – le domandò vedendola sovrappensiero.
-Niente-
-Non avrò il tuo superpotere, ma sono un pirata piuttosto perspicace- alzò il sopracciglio e accompagnò la frase con un sorriso sghembo che provocò in lei una piccola risata. Adorava vedere il suo sorriso, ma soprattutto adorava quando questo era riservato a lei. Emma pensò per un momento se rispondere o meno con onestà alla sua domanda, sebbene le cose venissero naturali tra loro trovava comunque difficoltà a mostrare i suoi sentimenti.
– Pensavo a noi- gli occhi blu del pirata si illuminarono sentendo le sue parole e aspettò che ella proseguisse il discorso – Pensavo a tutte le volte in cui tu ci sei stato per me, a come non ti sei arreso di fronte ai miei rifiuti, a come hai lottato per me. Nessuno lo aveva mai fatto- questa ultima frase le fece ripensare a quanto la vita fosse stata dura con lei, gli occhi le si fecero lucidi.
-Non avrei mai rinunciato a te- le prese il mento con l’uncino e la baciò prima con dolcezza e poi con passione, con quel bacio si trasmisero tutto l’affetto che provavano l’uno per l’altra.
-Grazie- sussurrò Emma staccandosi momentaneamente dalle sue labbra.


Angolo dell'autrice:
Salve a tutti, questa è la prima fanfiction che scrivo su questa coppia che mi ha letteralmente conquistata. Devo dire che trovo questa iniziativa davvero molto carina perciò ho deciso di aderire. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che quindi seguirete questa raccolta. Vorrei solo fare un paio di precisazioni: innanzitutto vorrei precisare che il titolo fa riferimento ad una frase del secondo capitolo pronunciata da Killian, poi vorrei mettere in chiaro che non so ancora con quanta frequenza pubblicherò gli altri capitoli , ne ho pronti già altri due quindi credo che ne pubblicherò uno/due alla settimana. Detto questo,grazie a chiunque recensirà la storia o semplicemente la leggerà, vi prego solo di fare recensioni costruttive e cercate di essere clementi è solo la terza fanfiction che pubblico :)
Grazie a tutti ancora. 

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Capitolo 2
*** Alcool&Angry ***


 Alcool&Angry  

Mandò giù un altro sorso di vodka, la testa cominciava a girarle ma non aveva intenzione di fermarsi. Aveva bisogno di bere ancora, finché non fosse stata più in grado di pensare, un altro sorso scese giù per la gola di Emma. Come ho fatto? Come ho potuto? Era da più di un’ora che il senso di colpa la stava attanagliando e quelle domande si ripetevano nella sua mente come un disco rotto. Ed io sarei la Salvatrice? Si, come no. Bevve nuovamente dalla bottiglia e si alzò dalla panchina del molo su cui era seduta. Erano le due di notte e doveva tornare a casa, sul cellulare visualizzò cinque chiamate perse di David, segno che i suoi erano in pensiero per lei e perciò non erano ancora andati a dormire.
-Swan, è tutto apposto? – sentì una voce comparire alle sue spalle, la sua voce. Si voltò verso di lui cercando invano di nascondere la bottiglia dietro la schiena, facendola solamente scivolare e cadere a terra.
-Maledizione. Sto bene- disse con voce arrabbiata.
-Si David, l’ho trovata. Sta bene, è solo un po’ ubriaca- rispose a telefono ridendo dopo aver visto la scena della bottiglia. –Come è ubriaca? - la voce arrabbiata del padre giunse alle orecchie di Emma, doveva aver dato un urlo non indifferente se perfino lei era riuscito a sentirlo.
-Si, ma stai tranquillo amico ho tutto sotto controllo- si apprestò a ribattere il pirata e a chiudere la chiamata prima che il principe potesse continuare a dare di matto. – Vedo che sei in gran forma, Swan – commentò Killian lasciandosi scappare una risata, Emma cercava inutilmente di asciugare con un fazzoletto il jeans macchiato di alcool.
-Lo trovi divertente? Grazie mille, per colpa tua ho sprecato una bottiglia di vodka e ho macchiato i miei jeans- il suo tono era furioso, ma a causa del troppo alcool bevuto biascicava le parole e tutto ciò non faceva che rendere la situazione ancora più divertente agli occhi di Hook.
-Finiscila – se fosse stato possibile lo avrebbe incenerito con lo sguardo, il pirata passò dal divertito al preoccupato quando vide Emma voltargli le spalle e a grandi passi allontanarsi da lui.
-Cosa è successo? – domandò preoccupato non appena la raggiunse, le afferrò il braccio e la costrinse a voltarsi verso di lui. La Salvatrice con forza si divincolò dalla sua presa e con tono distaccato ribattè – Niente –
Gli occhi blu di Killian si scontrarono con i verdi di Emma, non la guardava più con apprensione, ora anche lui era furioso. – Dannazione, Emma! Perché ti comporti così? Perché prima dici di fidarti di me, mi ringrazi per aver lottato per te e poi non ti apri. Come al solito, ti tieni tutto dentro. Sono stanco di questa situazione-lo sguardo ferito del pirata fece sentire Emma ancora più in colpa, ma ciò non le impedì di urlargli contro a sua volta.
-Vuoi sapere perché sto così? Bene. Per giorni sei stato senza il tuo cuore, Rumple lo aveva preso e ti usava come un burattino, voleva ucciderti. E io dove ero in tutto questo? Ero alle prese con quella stupida maledizione e quella stupida Snow Queen! – sputò tutto d’un fiato, era arrabbiata sì ma con se stessa – Avrei dovuto capire subito cosa stava succedendo, avrei dovuto accorgermene- lacrime copiose le solcarono le guance – avrei potuto perderti – ora stava letteralmente singhiozzando. Killian l’abbracciò più forte che poteva, detestava vederla in quello stato.
-Non mi hai perso, tesoro- la allontanò leggermente a sé per catturare con le dita una delle sue lacrime, la baciò con intensità e con dolcezza, voleva rassicurarla come meglio poteva. Si allontanarono un momento, per riprendere fiato e poi ripresero a baciarsi, questa volta con passione, con una mano le teneva la nuca e con l’uncino le avvolgeva la vita. Emma iniziò a mordergli il labbro inferiore per stuzzicarlo, sentiva un calore familiare inondare ogni centimetro del suo corpo, ma la sbronza era troppo forte e la testa iniziò a girarle vorticosamente. Si staccò a malincuore dalle sue labbra, tenendosi con una mano la fronte e appoggiandosi a lui per non cadere, Hook le cinse la vita per sostenerla.
– Sei proprio ridotta uno straccio- la prese in braccio e la condusse nel maggiolino giallo, la sistemò sul sedile del passeggero, prima di sedersi sul sedile del guidatore accanto a lei. E adesso come la porto a casa? Di guidare non se ne parlava, non ci aveva mai provato e di certo quello non era il momento migliore per iniziare, né poteva chiamare David per farsi venire a prendere non voleva mostrarsi come un incapace. Improvvisamente si ricordò di una strana auto chiamata taxi che poteva portarti dove desideravi, si ricordò che Emma aveva salvato il numero di questo “taxi” sul suo cellulare, lo sfilò via dalla tasca e titubante chiamò quel numero. Non riusciva proprio a prendere familiarità con quell’aggeggio. Una voce maschile rispose alla chiamata, una volta che Hook diede informazioni su dove si trovava, chiuse la telefonata e si voltò ad osservare la ragazza. La Salvatrice sembrava essere sprofondata nel sonno, aveva un viso così dolce, il pirata non riuscì a trattenersi dal carezzarle una guancia con il dorso della mano.
-Killian… grazie per essere il mio eroe- biascicò nel sonno. Sorrise alle sue parole, le baciò la punta del naso e le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-E’ ciò che ho sempre desiderato- 


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti, questo è il secondo capitolo spero che vi piaccia. Sinceramente mi sento abbastanza soddisfatta di questo capitolo è probabilmente il mio preferito di quelli che ho scritto finora. L'altra volta avevo detto di non aver stabilito la frequenza con cui pubblicare i vari capitoli, ho deciso di farlo ogni lunedì in modo da avere il tempo per continuare la storia e per poter studiare per gli esami. Chi come me segue Awkard avrà sicuramente notato che l'ultimo scambio di battute tra Emma e Hook fa riferimento ad una puntata della terza serie, non so ma mi sembrava adatta al contesto. Vorrei ringraziare coloro che hanno recensito la mia storia, coloro che la hanno inserita tra le storie seguite e coloro che la hanno semplicemente letta. Infine,anche se in ritardo, buon natale a tutti e visto che il prossimo capitolo sarà pubblicato nell'anno nuovo vi auguro in anticipo buon capodanno :)

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Capitolo 3
*** Pants&Passion ***


PANTS&PASSION


Hook la afferrò per la vita e la sbatté al muro senza preoccuparsi della forza che stava usando, iniziò a baciarla con voracità lungo il collo mentre con le mani esplorava il fondoschiena di Emma, che per tutta la sera aveva desiderato toccare. La ragazza lo tirò per i capelli nel momento in cui la scia di baci sul collo fu sostituita da una scia di morsi, morsi che la eccitavano immensamente. Un gemito le sfuggì dalle labbra non appena lui le strappò la camicetta rossa che indossava, con impazienza il pirata le slacciò il reggiseno, non senza difficoltà, e iniziò a mordicchiarle il capezzolo destro. Quei pantaloni, quei dannati pantaloni non solo erano molto sexy ma erano anche difficili da togliere. Vedendolo in difficoltà la salvatrice corse in suo aiuto e li sbottonò lei stessa, era impaziente quanto lui. .
-Hook – una voce lo risvegliò dalla sua fantasia. Emma lo guardò con aria interrogativa, doveva essersi perso qualche minuto di conversazione perché era come se lei stesse aspettando una sua risposta.
-Perdonami, mi sono distratto – ammise con sincerità poco prima di addentare un morso di bruschetta. Erano ad una cena romantica, ovviamente organizzata da Killian su una barca in cui si era “trasferito”, non sopportava più la lontananza dal mare e perciò aveva lasciato la camera che aveva da Granny’s. Aveva organizzato questa cena proprio per festeggiare il suo trasferimento, ma soprattutto perché dopo il primo appuntamento non era seguito un secondo, o almeno non un appuntamento che fosse degno di essere definito tale.
-So che dovrei smetterla di parlare della maledizione e di tutto quello che è successo, ma se ti annoio dimmelo non lasciarmi parlare a vuoto – Emma abbassò gli occhi e smise di mangiare l’ottimo risotto che lui le aveva preparato. La devo smettere di tormentarmi per ogni cosa e di scaricare su di lui le mie preoccupazioni. Vedendo il suo sguardo triste Killian le prese la mano e, come aveva fatto altre volte, intrecciò le dita alle sue.
-Ehi, non mi hai annoiato. Non voglio che tu smetta di confidarti con me – usò il suo superpotere e vide che era sincero. Non riusciva a capire come riuscisse ogni volta ad intuire i suoi pensieri e immediatamente calmarla. “Sei come un libro aperto”, le aveva detto una volta, doveva essere vero.
-Se proprio vuoi saperlo Swan, immaginavo come toglierti quei pantaloni di dosso. Dovrebbe essere vietato indossare un paio così attillato – schioccò la lingua e alzò il sopracciglio, causando un immediato rossore sulle guance di Emma.
-Ah davvero? Beh, che ne dici se saltiamo il resto della cena e andiamo a realizzare le tue fantasie? – aveva appositamente abbassato il tono della voce, cercando di apparire sensuale e visto il lampo negli occhi blu di Hook doveva esserci riuscita. Si alzò e continuando a tenerlo per mano si avviò verso la cabina della nave, costringendolo a seguirla. A differenza della sua fantasia fu Emma stessa a togliersi la camicia e il reggiseno con movimenti lenti per giocare con lui, gli occhi del pirata la seguivano con attenzione, quasi come se cercasse di memorizzare ogni singolo istante. La ragazza gli tolse la giacca di pelle nera e quando iniziò a sbottonargli la camicia blu fu interrotta dal pirata che, mostrando tutta la sua impazienza, la afferrò per i glutei e la fece sedere sul tavolo dietro di lei. Killian era divorato dalla fame, dalla fame di lei e del suo corpo. La privò dei suoi vestiti e baciò e leccò ogni centimetro di esso. La salvatrice ad ogni tocco e ad ogni bacio si accendeva sempre più di desiderio e la sua impazienza aumentò al punto tale da sottrarsi a malincuore dal suo tocco per poter privare anche lui dei suoi abiti. Percependo e condividendo il suo stato d’animo smise di giocare, la baciò con passione ed entrò in lei. Esserle letteralmente dentro fu una   sensazione inspiegabile per Hook, dopo tanto tempo non si sentiva più un uomo solo e vuoto. Si sentiva di nuovo completo e in pace con il mondo, lei lo stava conducendo al suo lieto fine, lieto fine in cui non aveva più creduto per troppo tempo. Insieme raggiunsero l’apice del piacere e Killian le si accasciò accanto. Erano tutti e due distrutti ma appagati da quei momenti appena condivisi.
-E’ stato…wow - commentò la ragazza causando immediatamente un sorriso del pirata.
-Devo dire Swan che non mi aspettavo fossi una tale tigre a letto-
-Dovresti aver imparato a non sottovalutarmi- lo canzonò ripetendo le stesse parole che Killian aveva usato durante un pomeriggio trascorso insieme. Non appena terminò la frase Emma scese dal tavolo e si mise alla ricerca dei suoi vestiti.
-Che fai? –
-Cerco i miei abiti. Devo rivestirmi in fretta e poi andarmene. David e Mary Margaret si staranno chiedendo che fine ho fatto – ritrovò il completo intimo e lo indossò velocemente. Hook la bloccò mentre stava per indossare anche i pantaloni, quei dannati pantaloni che avevano dato inizio a quella notte d’amore.
-Resta con me- la sua era quasi una supplica, voleva trascorrere il resto della notte con lei, voleva dormire con lei e assicurarsi che ciò che era appena accaduto non fosse stato soltanto un sogno, né un evento occasionale. In realtà quella di Emma era stata una scusa, o meglio sicuramente i suoi non sarebbero stati d’accordo ma questo non era il reale motivo per cui aveva cercato di fuggire da quella nave, da lui. Nel momento in cui i loro corpi si erano uniti aveva capito di provare sentimenti più profondi per il pirata, sentimenti che aveva provato solo con un’altra persona e ciò l’aveva spaventata da morire. Si era sentita così vicina a lui, alla sua anima ma soprattutto le era sembrato che lui fosse entrato in contatto con la sua di anima e questo era più che sufficiente per far scappare la vecchia Emma. Guardò un attimo in basso e cercò di farsi coraggio, non voleva più essere quella donna, voleva vivere la vita non sopravvivere, lo aveva capito durante il suo viaggio nel tempo. Passò qualche minuto prima che la salvatrice diede una risposta, ma Killian non le fece pressione, attese in silenzio. La conosceva, sapeva che non era per i suoi genitori che voleva andare via, ma perché aveva paura di esporsi troppo.
-Va bene, ma prima devo avvisare i miei. A David verrà un infarto- risero entrambi al solo pensiero. Di sicuro mi ucciderà domani, pensò il pirata. Emma prese il cellulare dalla tasca della giacca di pelle e chiamò sua madre, la avvisò del fatto che avrebbe dormito fuori arrossendo nel momento in cui Mary Margaret comprese che avrebbe dormito con un uomo e riagganciò subito quando questa eccitata iniziò a farle domande. Killian aveva raggiunto il letto, aveva indossato un pantalone del pigiama blu e si era infilato sotto le lenzuola. La ragazza lo raggiunse poco dopo indossando la camicia di cui aveva privato il pirata durante i loro momenti di passione.
-Sono davvero contento che tu sia rimasta– la circondò con un braccio e la avvicinò a sé. Le diede un bacio leggero e poggiò la testa sopra la sua chioma dorata – Buonanotte Emma-
-Buonanotte Killian-  


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Salve a tutti! Con questo terzo capitolo Emma e Killian fanno un passo avanti importante nella loro relazione, ma come sempre Emma è spaventata dalle sue emozioni. Devo dire di essere piuttosto soddisfatta di questo capitolo, all'inizio avevo in mente un'idea un pò diversa che però non mi convinceva molto e sono contenta di averla abbandonata. Volevo concludere ringraziando chi ha recensito i  precedenti capitoli, chi l'ha aggiunta tra le preferite e chi tra quelle da seguire e chi si limita a leggere la mia raccolta. Il prossimo capitolo sarà pubblicato come sempre di lunedì e sarà un pò più triste rispetto ai precedenti, vedremo Hook fare un'importante confidenza alla salvatrice. Mi sembra di aver detto tutto, spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento.
Un bacio a tutti, a lunedì prossimo :) 

 

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Capitolo 4
*** Trick&Trust ***


TRICK&TRUST


La nebbia aveva avvolto la tranquilla cittadina di Storybrooke permettendo alla salvatrice di utilizzare il suo amato maggiolino giallo per un appostamento, di solito infatti si serviva della macchina del padre decisamente più discreta. Una donna di colore era giunta in città per degli strani affari, Emma aveva avuto l’impressione che nascondesse qualcosa, ma come sempre nessuno le aveva dato ascolto così si era decisa a fare delle ricerche per conto proprio. Killian aprì lo sportello ed entrò nell’autovettura porgendo alla donna un caffè fumante.
-Bene Swan, sono pronto per questa nuova avventura- le disse con un sorriso trionfante.
-Come ti ho già spiegato non è un’avventura, è un appostamento. Dobbiamo rimanere qui in macchina ad aspettare che succeda qualcosa- prese il caffè e iniziò a sorseggiarlo, aveva bisogno di quel liquido caldo per svegliarsi. D’altronde era l’01.30 di notte.
-Fantastico- sbuffò Killian. Davvero non riusciva a capire come Emma avesse potuto fare per tutti quegli anni quel lavoro, starsene seduti ore e ore in macchina ad osservare uno sconosciuto nella speranza di scoprire qualcosa di importante. Non sapendo cosa fare si mise ad osservare la donna accanto a lui, una delle poche cose di cui non si sarebbe mai potuto stancare. I capelli erano raccolti in una coda imperfetta che le ricadeva sulla spalla, gli occhi stanchi e assonnati erano fissi davanti a sé, la fronte corrucciata segno che era concentrata, le morbide mani avvolte nei guanti con cui reggeva il caffè, le labbra leggermente dischiuse. Per lui era come vedere un angelo, il suo angelo.
-Smetti di fissare me e fissa quella donna– il suo tono era leggermente severo, per quanto adorasse la sua compagnia quando si trattava di lavoro si impegnava con tutta se stessa e desiderava che anche il pirata lo facesse.
-Come desidera, mia lady- mimò un inchino e poi guardò l’orologio, erano passati solo venti minuti da quando era entrato in quell’auto e già si annoiava – Non ce la faccio-
Emma alzò gli occhi al cielo certe volte sembrava un bambino – Ti avevo detto che ti saresti annoiato, ma tu hai insistito per farmi compagnia- cercò di non sembrare troppo dura. Le sue intenzioni non erano quelle di cacciarlo via ma ormai lo conosceva e si era aspettata una reazione del genere, era la stessa che aveva avuto Regina quando si erano appostate di fronte all’ ufficio del sindaco per scoprire chi avesse lanciato la maledizione che li aveva riportati a Storybrooke.
-So che mi avevi avvisato, ma non ho alcuna intenzione di starti lontano. Voglio passare più tempo possibile con te – le si avvicinò pericolosamente e la baciò sul collo, prima con dolcezza poi avidamente, la fame iniziò ad impossessarsi di Hook e un calore bruciante si fece strada dal basso ventre.
-Non possiamo- si sottrasse a quel contatto, doveva restare lucida se voleva andare affondo con le sue ricerche e quello non era assolutamente il modo migliore per riuscirci. La delusione dell’uomo traspariva dagli occhi blu lucidi per l’eccitazione, lo vide sbuffare sonoramente. Non voleva rifiutarlo, voleva abbandonarsi a lui, alle sue labbra calde e morbide, alle sue mani esperte che sapevano come darle piacere, ma non era il momento.
-D’accordo, ma almeno facciamo qualcosa – il rammarico aveva abbandonato il volto di Killian sostituito da un sorrisetto divertito che preoccupò non poco la salvatrice – Facciamo un gioco. Io ti dico una cosa che non ho mai detto a nessuno e tu fai lo stesso con me –
-Stai scherzando, vero? Quanto rum hai bevuto? – tra tutte le cose di cui avrebbero potuto parlare perché di segreti. Si fidava di lui, gli aveva mostrato anche gli oggetti della sua infanzia, ma non era il tipo da confidenze.
-Non così tanto. So a cosa pensi, Swan. E’ solo un modo come un altro per passare il tempo e per conoscerci meglio-si fece serio-Voglio sapere tutto di te- la sua voce era rauca, sensuale. Emma rabbrividì sentendo quell’ultima frase sia per il suo significato sia per il tono usato nel pronunciarla. Conoscerci meglio. Perché non ci conosciamo già? Non mi ha già visto nei miei momenti peggiori, non mi sono già aperta a lui, non mi sono già donata a lui? Sapeva già la risposta. Non completamente. Hook aveva aspettato pazientemente in quegli anni che lei si esponesse con lui, l’aveva vista in momenti di debolezza e le era stata accanto, aveva avuto modo di comprendere il suo carattere, aveva avuto l’occasione di capire un po’ del suo passato. Ma ora stavano insieme, aveva bisogno di più, aveva bisogno che lei gli si donasse completamente corpo e anima, lo aveva capito già da un po’ e ciò la spaventava, ma non quanto l’idea di perderlo perché ella teneva a lui più di quanto non volesse ammettere.
-Killian- il cuore del capitano sussultò come ogni volta che la sentiva pronunciare il suo nome- io…ok- sorrise timidamente, si sentiva nervosa.
-Stai tranquilla, se non vuoi possiamo occupare il tempo con altre attività – alzò il sopracciglio e sorrise languidamente.
-No, va bene. Hai ragione devo aprirmi con te solo non so come si fa-
-Lo stai già facendo, Swan – le carezzò la guancia con il dorso della mano – Facciamo una cosa comincio io- pose l’uncino sotto il mento e rivolse lo sguardo in alto, pensava a cosa condividere se un momento imbarazzante o se qualcosa di profondo. Emma continuava a fissare i movimenti di quella donna ma ogni tanto lanciava delle occhiate ad Hook che era assorto nei suoi pensieri, perfino in quella posizione riusciva ad essere sensuale, non riusciva proprio a capire come facesse.
-Sai non sei l’unica ad aver nascosto delle cose, voglio dire a parte di mio fratello non ti ho mai parlato del mio passato. C’è un motivo Swan se dal nostro primo incontro sono riuscito a capirti, da subito ho capito che eri stata abbandonata e non perché il tuo sguardo fosse triste come quello dei bimbi sperduti ma perché lo era come il mio fino a non molti anni prima. Anche io sono stato…abbandonato- nonostante fossero trascorsi centinaia di anni ricordava esattamente quel giorno, ricordava quello che aveva provato e come questo lo avesse segnato. Fece una pausa prima di continuare, non aveva mai raccontato a nessuno di quel giorno- Mia madre morì quando avevo 8 anni a causa di una polmonite, perfino la magia non può nulla contro la morte. Tre anni dopo mio fratello si unì alla marina reale e rimanemmo solo io e mio padre, il mio desiderio era quello di seguire le orme di Liam, volevo navigare con lui attraverso i mari e servire il mio re ma ero troppo piccolo per farlo. Il giorno del mio undicesimo compleanno mio padre mi condusse al porto dicendo che aveva in serbo per me una sorpresa: saremmo saliti su un’imbarcazione di un suo amico mercante e avremmo visto insieme il mondo. Io ero al settimo cielo, ricordo ancora di essergli letteralmente saltato in braccio – sorrise ripensando alla felicità provata in quel momento. Emma lo osservava con attenzione e ascoltava incantata le sue parole, non aveva mai sospettato del fatto che anche lui avesse provato il dolore dell’abbandono.
-La sera impiegai molto più del solito per addormentarmi a causa dell’eccitazione che provavo per quello che pensavo sarebbe stato il viaggio più bello della mia vita. Il giorno dopo mi svegliai senza mio padre accanto. Lo cercai in ogni angolo di quella nave, chiesi perfino di lui al capitano che mio padre aveva sostenuto essere suo amico ma tutto ciò che ottenni fu una grossa risata, quell’uomo non aveva mai visto mio padre. Non mi aveva lasciato neanche un biglietto, niente. Ci vollero mesi prima di scoprire la verità. Mio padre era un fuggitivo, mi aveva portato su quella nave mercantile per scappare ma dopo aver scoperto di essere stato rintracciato scelse di fuggire diversamente e di lasciarsi la sua vecchia vita alle spalle, incluso me- le ultime frasi le pronunciò sentendo un nodo in gola, gli occhi pizzicavano e dovette usare tutto il suo autocontrollo per trattenere le lacrime. Vedendolo così fragile, così vulnerabile, Emma lo abbracciò con forza, non si aspettava una confidenza simile, appoggiò il viso nell’incavo del suo collo ed inspirò il suo profumo.
-Non ne ho mai parlato con nessuno, neanche con mio fratello- il cuore di Emma perse un battito, si fida così tanto di me da avermi rivelato uno degli avvenimenti più dolorosi della sua vita. Nonostante fosse piuttosto evidente, solo in quel momento Emma comprese quanto lui la amasse.
-Oddio- Killian sbarrò gli occhi vedendo la scena che gli si presentò davanti, Emma si staccò da lui e guardò nella sua stessa direzione rimanendo anche ella sconvolta. Tremotino era in cucina della donna e stavano parlando tranquillamente, si conoscevano.
-Sapevo di aver ragione. Torniamo in centrale, dobbiamo avvisare David e gli altri- azionò l’auto mentre fece segno a Hook di telefonarlo.
-Per questa volta te la lascio passare, ma ricordati che mi devi ancora un segreto Swan- 


Angolo dell'autrice:
Salve a tutti, ecco il quarto capitolo :) 
Come avevo accennato la scorsa volta Killian fa ad Emma un'importante confidenza, le rivela tutto del giorno in cui il padre lo ha abbandonato e questo segna secondo me un'altro punto di svolta nella loro relazione dal momento che lui non le ha mai parlato del suo passato. Ultimamente ci sono diversi spoiler sul fatto che nella 4b sarà svelato più del passato di Hook e questo mi ha dato l'ispirazione per questo capitolo su cui inizialmente non avevo idee. Prima di salutarvi voglio fare due precisazioni: la donna di colore seguita da Emma è Ursula, non so come gestiranno nella serie l'arrivo delle Queens of Darkness, ma ho voluto servirmi di questo personaggio come pretesto per la scena dell'appostamento. Seconda cosa, Hook quando rivela il suo passato afferma che Liam non sa niente, intendevo dire che Liam non sa nulla del modo in cui il fratello è stato abbandonato ma è consapevole che il padre è scappato. Detto questo, volevo come sempre ringraziare di cuore chi legge, chi recensisce e chi ha inserito la raccolta tra i preferiti o tra le storie seguite.
Un bacio, alla prossima settimana :) 

 

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Capitolo 5
*** ACCORD&APOLOGIZE ***


ACCORD&APOLOGIZE


Si girò e rigirò nel letto, la testa affollata da mille pensieri. Si innervosì, era stanco e assonnato ma a causa delle sue preoccupazioni non riusciva ad addormentarsi. Si mise a sedere, tanto era inutile e guardò l’ora riportata dall’orologio posto sul comodino: 03.30. Si strofinò gli occhi e prese la fiaschetta piena di rum, ne bevve un sorso per calmarsi, quello era sempre stato il suo rimedio ad ogni problema. Da qualche giorno il suo animo era inquieto nonostante il suo cuore fosse tornato ad occupare il proprio posto. Emma, lì andava sempre la sua mente. Vederla ubriacarsi e darsi la colpa per aver rischiato di perderlo era stata una prova di quanto lei ci tenesse a lui, ciò gli aveva fatto piacere, ma allo stesso tempo aveva fatto sentire anche lui in colpa per averle nascosto la verità e per tutte le cose orribili fatte sotto il controllo del coccodrillo e che la donna continuava a ignorare. Devo dirglielo, deve saperlo da me. Una volta presa tale decisione si rilassò e provò a dormire questa volta riuscendoci.
 

Killian andò alla stazione dello sceriffo per parlare con Emma, aveva bisogno di dirle tutto quello che era successo in quelle settimane. Con il cuore in gola e una stretta allo stomaco per l’agitazione entrò nel suo ufficio trovandola intenta ad usare una di quelle strane cose tecnologiche, se non ricordava male si chiamava computer.
-Ciao – lo baciò a fior di labbra non appena notò il suo arrivo. Killian aveva gli occhi gonfi e delle profonde occhiaie, doveva aver trascorso una notte in bianco.
-Emma, dobbiamo parlare- la donna arretrò di pochi passi, già solo il fatto che l’avesse chiamata per nome non era un buon segno in più quel “dobbiamo parlare” e quello sguardo afflitto, tutto ciò mise in agitazione la salvatrice.
-Di cosa? – non sapeva cosa aspettarsi, una parte di lei era convinta che l’avrebbe lasciata mentre un’altra parte le diceva di star tranquilla perché lui non era come gli altri.
-Di quello che è successo quando ero sotto il controllo di Gold, delle cose orribili che ho fatto, ma soprattutto volevo scusarmi con te per non averti detto nulla. Mi è stato ordinato di non farlo, ma anche se avessi potuto non lo avrei fatto. Io…io avrei voluto proteggerti Swan, ti avevo promesso di sopravvivere a tutto e di non permettere che tu mi perdessi, ma quando Gold mi ha strappato il cuore non credevo che avrei più potuto mantenere quella promessa - per tutto il tempo non aveva avuto il coraggio di guardarla negli occhi, al contrario di lei che non gli aveva staccato gli occhi di dosso. Non si aspettava un discorso del genere, pensava che le cose tra loro fossero già chiarite.
-Killian, basta. Non ho bisogno di sapere quello che hai fatto con Gold, quello non eri tu – finalmente la osservò per comprendere se era sincera – E non ho bisogno neanche delle tue scuse per avermi tenuta all’oscuro. Immaginavo che Gold ti avesse ordinato di farlo, infatti non sono arrabbiata con te. Ma anche se fosse stata una tua scelta mantenere questo segreto non credo che lo sarei stata, ma mi sarei sentita ferita. Avrei voluto conoscere la verità per provare a salvarti, avrei voluto sapere che stavi morendo e non scoprirlo quando sarebbe stato troppo tardi. Non mi avresti protetta dal dolore, perché perderti sarebbe stato comunque doloroso – mentre parlava vide il pirata prima rilassarsi e poi irrigidirsi nuovamente.
 – Io non sono brava in queste cose, non so esprimere ciò che provo – lo abbracciò, lo strinse a se più forte che poteva e lo baciò con un’intensità tale che le fece quasi girare la testa. Con quel bacio voleva fargli capire quanto ci tenesse a lui, voleva fargli capire che per niente al mondo avrebbe rinunciato a lui.
-Prometti di dirmi sempre la verità- i suoi occhi verdi erano lucidi e si scontrarono con quelli blu del pirata anche essi lucidi, poiché attraverso quelle semplici parole e a quel bacio, Killian aveva compreso che il sentimento della donna era cresciuto proprio come era successo a lui, se fosse stato possibile amarla ancora di più.
-Promesso – la felicità di quella consapevolezza lo portò a baciarla famelico, con l’uncino le cinse i fianchi mentre con la mano le sfiorò il collo partendo dall’alto e scendendo sempre più verso il basso fino a raggiungere uno dei suoi seni. Un gemito sfuggì dalle labbra della salvatrice a causa di quel contatto che la fece rabbrividire e indietreggiare il capo, aveva voglia di lui. Senza pensarci un secondo lo aiutò a liberarla dal maglione che gli impediva di toccare la sua nuda pelle. Lo baciò con passione mentre lo privava della giacca di pelle, freneticamente gli sbottonò la camicia facendola scivolare a terra. Iniziò a baciare e a leccare ogni lembo di pelle di quell’uomo che le faceva perdere la testa, partì dal collo e scese sempre di più fino a raggiungere l’orlo dei pantaloni. Con impazienza si apprestò a slacciarglieli e ad abbassarglieli senza staccare le sue labbra dal suo addome, mordendolo e facendolo gemere per la sua irruenza.
-Mi fai impazzire, Swan – le accarezzava i capelli mentre lei continuava con quella tortura, voleva lasciarla condurre, voleva godersi appieno la sensazione di essere amato perché era così che si sentiva in quel momento.
-Ehm … - Mary Margaret si schiarì la voce per farsi sentire, quando quella mattina si era recata alla stazione di polizia per chiedere alla figlia di badare al piccolo Neal mentre si occupava di una riunione di cittadini non si aspettava di certo di trovarla intenta a darci dentro con un uomo. Hook ed Emma si voltarono per vedere chi li avesse interrotti e quando la salvatrice vide sua madre sghignazzare si rese conto della situazione imbarazzante in cui si trovava.
-Mamma …- spalancò gli occhi mentre il pirata le si parava davanti per coprirla. In fretta prese il suo maglione da terra e lo indossò – Cosa, c-cosa ci fai qui? – cercò di ricomporsi come meglio poteva, il suo viso era in fiamme e la sua voce stridula. Killian, completamente a suo agio nonostante la situazione, con calma si rivestì mentre la salvatrice gli lanciava occhiatacce per dirgli di sbrigarsi.
-Volevo chiederti se potevi badare a Neal per un paio d’ore, ma vedo che sei occupata- lanciò uno sguardo divertito sia alla figlia che al pirata.
-Tranquilla, posso occuparmene io – sorrise prendendo la culla con dentro il suo fratellino e posizionandola accanto alla propria scrivania – Aspetta, ti accompagno alla porta – aggiunse vedendola avviarsi all’uscita.
-Ciao Hook-
-Mary Margaret- rispose lui di rimando e ridendo senza riuscire a trattenersi. Quando le due donne giunsero all’entrata della stazione Emma prese parola – Potresti tenere per te ciò che hai visto? Non credo che David la prenderebbe bene – si sentiva così in difficoltà a parlare della sua vita sessuale con sua madre.
-Certo. Ma fareste meglio ad assicurarvi che la porta sia chiusa la prossima volta-
-Si certo … cioè no…non ce ne sarà bisogno, non succederà più- Emma faticava a riprendere il controllo su di se al punto tale da balbettare quasi.
-In ogni caso voglio sapere tutti i dettagli non appena saremo sole- 



ANGOLO DELL'AUTRICE:

Eccomi con il quinto capitolo :)
Come penso avrete capito già questo capitolo è antecedente al quarto, non è stato facile per me scriverlo perché fino all'ultimo ho avuto mille dubbi non avendo un'idea precisa di cosa scrivere. Il risultato comunque mi sembra accettabile, ho cercato di alleggerire un pò la situazione con l'ultima parte anche perchè il precedente capitolo era stato un pò "pesante". Come sempre vorrei ringraziare tutti coloro che leggono la raccolta, la recensiscono, la inseriscono tra i preferiti o tra le ricordate o tra le storie seguite. Vi invito a recensire anche se per fare critiche perché mi servono per migliorare purché siano costruttive. Non voglio annoiarvi ancora quindi vi saluto, il prossimo capitolo mi diverte molto e spero divertirà anche voi.
A lunedì prossimo, un bacio a tutti :)

 

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Capitolo 6
*** Internet&Interest ***


INTERNET&INTEREST






Entrò in casa con due buste pesanti della spesa, era appena stata al supermercato perché il frigo vuoto da giorni necessitava di essere riempito.
-Maledizione! – Hook imprecò, una risata giunse alle sue orecchie: quella di suo figlio.
-Devi fare attenzione o così lo romperai- si lamentò il bambino. Quando la donna aveva lasciato suo figlio con il pirata non si aspettava di certo una scenetta così esilarante al suo ritorno: Henry tentava invano di insegnare a Killian come si usasse un portatile, l’uomo infatti era totalmente incapace e guardava, quello che per lui era uno strano oggetto, con diffidenza e confusione.
-Sto facendo esattamente come mi hai detto eppure non va- erano talmente concentrati da aver risposto a stento al saluto della donna che aveva poggiato le buste sul bancone della cucina.
-Perché sei un pessimo allievo-
-E tu sei un pessimo insegnante- Emma alzò gli occhi al cielo, sembravano due bambini che litigavano per le caramelle, peccato che al contrario di suo figlio Killian non lo era affatto.
-Che cosa sta succedendo? – domandò.
-Ha cominciato lui- puntarono l’indice l’uno contro l’altro causando una risata interna alla salvatrice che nascose alla perfezione – Ragazzino, dimmi che sta succedendo-
-Hook mi ha chiesto di fargli vedere come si usava il computer, ma è veramente negato e dà la colpa a me di questo-
-Non è vero, sei tu…-
-Basta. Ragazzino hai finito i compiti? – chiese conoscendo già la risposta, infatti il figlio tornò in camera a testa bassa senza neanche proferire parola per finire ciò che aveva lasciato a metà. Emma si tolse il cappotto e si sedette accanto a Killian.
-Allora, come mai questo improvviso interesse per la tecnologia? Stanco di vivere come un uomo delle caverne? – lo provocò, le piacevano i loro battibecchi ed aveva bisogno di un po’ di leggerezza dopo quelle settimane così stressanti.
-Spiritosa Swan. Uomo delle caverne? Quanti anni credi che io abbia? – domandò fingendo di essere offeso dalle parole della salvatrice.
-1000 o giù di lì-
-Non più di 300- la corresse - E comunque questo uomo delle caverne è dotato di grande fascino a cui, da quel che mi risulta, neanche voi avete saputo resistere – accompagnò la frase con un’alzata di sopracciglia e con sguardo ammiccante.
-Da quel che mi risulta, voi non avete resistito capitano- poggiò la mano sulla sua coscia quasi a toccare l’inguine, per un attimo vide quello sguardo, un misto di stupore ed eccitazione, che vedeva ogni volta in cui era lei a prendere l’iniziativa. Killian si ricompose immediatamente nascondendo la sua incredulità per il chiaro tentativo di provocazione della donna. Non ti conviene sfidarmi Swan.
– Faresti meglio a non giocare con il fuoco o potresti scottarti – sussurrò con tono sensuale, la sua voce profonda provocò un brivido alla salvatrice che non passò inosservato al pirata. Le si avvicinò lentamente, inizialmente sembrava volerla baciare ma in realtà si fermò a pochi centimetri dal suo orecchio per sussurrarle – Peccato ci sia Henry in casa o ti porterei in camera da letto e ti mostrerei le doti nascoste di questo uomo delle caverne – Emma deglutì involontariamente. Killian si allontanò con lentezza sfiorando con la punta del naso la guancia della salvatrice e fermandosi a pochi centimetri dalle sue labbra, senza neanche pensarci Emma cercò di porre fine alla breve distanza che li separava, ma il pirata non aveva ancora finito con lei. Indietreggiò e scoppiò in una risata profonda quasi gutturale – Te l’ho detto che non sai resistermi, Swan – la donna sbattè le palpebre come se si fosse risvegliata da un incantesimo e diede un pugno non troppo forte nel braccio dell’uomo che le sedeva accanto. Un’altra risata echeggiò questa volta accompagnata da quella fragorosa della salvatrice. Emma si ricompose e assumendo un tono un po’ più serio domandò al pirata come mai si fosse improvvisamente interessato al computer.
-Mi pare ovvio. Devo adeguarmi a questo secolo e a questo strano mondo. Ho già cambiato il mio abbigliamento ora è arrivato il momento di imparare come si usano tutte queste cose – aveva sempre un aspetto buffo e impacciato quando cercava di rapportarsi alla tecnologia.
-Ok, lascia che ti aiuti- così partì da cose basilari come insegnargli ad accendere e spegnare il pc, come funzionasse il mouse e la tastiera. Ogni volta che lui sbagliava si lasciava sfuggire un’imprecazione o un insulto contro quel coso, come continuava a chiamarlo, suscitando irrimediabilmente dei sorrisi divertiti nella salvatrice. Era veramente negato, Henry aveva ragione, ma Emma non si arrese e continuò a mostrargli varie funzioni del pc. Ad un certo punto, non compresero neanche come, attivò la presentazione e diverse foto cominciarono a scorrere davanti ai loro occhi, molte di queste erano di Neal e risalivano al periodo antecedente al viaggio a Neverland. Il volto di Killian si rabbuiò, Emma se ne accorse e chiuse immediatamente la presentazione.
-Mi dispiace, io non le ho cancellate perché Henry ha bisogno di foto di suo padre e ogni tanto le rivediamo insieme e …-iniziò a giustificarsi perché si era accorta di come ciò lo avesse ferito.
-Non c’è bisogno che mi spieghi. Lo capisco, hai un passato ed è giusto che tu ne conserva dei ricordi. Anche io ho un passato – meccanicamente si toccò il braccio nel punto esatto in cui aveva il tatuaggio di Milah – Entrambi abbiamo amato ed entrambi abbiamo perso coloro che amavamo – le prese la mano e la strinse per rassicurarla.
-So che Neal è stato il tuo primo amore, ma io desidero essere il tuo ultimo amore. Non importa quanto ci vorrà, aspetterò tutta la vita se necessario – gli occhi di entrambi si fecero lucidi, Emma rimase senza fiato di fronte a quella dichiarazione. Non riusciva ad elaborare nessun pensiero coerente quindi catturò quelle morbide labbra in un bacio, si staccò brevemente – Non hai bisogno di aspettare, sta già accadendo – non aveva detto le fatidiche tre parole, ma era come se lo avesse fatto. Da settimane aveva capito di amarlo, però non aveva ancora il coraggio per pronunciare quella frase ad alta voce. A Killian bastò ciò per riempire il suo cuore, le sorrise e questa volta fu lui a baciarla.
-Come vorrei che Henry veramente non fosse in casa-






ANGOLO DELL'AUTRICE:
Salve a tutti, eccomi con un nuovo capitolo. Sono un pò insicura su questo sesto capitolo però devo dire che la prima parte con Henry e Killian mi ha divertito molto e credo che divertirà anche voi, almeno spero xD . La dichiarazione d'amore di Hook, nell'ultima parte, l'ho ripresa da The Vampire Diaries, è la stessa che Klaus fa a Caroline alla fine della quarta serie ed è una delle mie preferite quindi ho voluto inserirla. Anche se Emma non ha detto "ti amo" ci è andata molto vicino, mi dispiace ma non volevo renderla così facile quindi vi toccherà aspettare ancora. Detto questo come sempre ringrazio tutti quelli recensiscono, inseriscono la raccolta tra i preferiti o i seguiti o tra le storie da ricordare, infine quelli che semplicemente leggono i capitoli. Il prossimo capitolo lo sto ancora scrivendo ma sicuramente riuscirò a finirlo per lunedì, purtroppo con l'avvicinarsi degli esami il tempo a disposizione è sempre meno.
Un bacio, a lunedì prossimo :)

 

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Capitolo 7
*** Night&Need ***


NIGHT&NEED
 




Nonostante l’avesse vista già altre volte nuda non poté fare a meno di stupirsi della sua bellezza disarmante mentre era lì, in piedi davanti a lui. Killian si prese tutto il tempo per osservarla ed ammirarla, prima di abbassarsi le mutande e privarsi così dell’ultimo indumento che indossava. Emma si avvicinò e carezzò il viso perfetto del pirata, indugiando prima sulla cicatrice posta sulla guancia e poi sulle labbra calde e morbide. La donna annullò ogni distanza e catturò quelle labbra in un bacio famelico, l’uomo le cinse i fianchi con l’uncino mentre con la mano percorse tutta la schiena dall’alto verso il basso e viceversa. Quel bacio fu così lungo che ebbero bisogno di staccarsi per riprendere fiato. Quella volta era diversa da tutte le altre, non c’era fretta perché non c’era l’urgenza di trovarsi l’uno dentro l’altro, sapevano di avere tutto il tempo e sapevano di amarsi ed era questo che cercavano di trasmettersi attraverso quei contatti delicati ma passionali allo stesso tempo. Killian cominciò a sfiorare e baciare prima la guancia, poi il collo, la spalla, il braccio e infine la mano della donna. Emma nel frattempo si aggrappò a lui, aveva bisogno di un sostegno per non cadere per via delle gambe diventate molli a causa di quella lenta tortura che lui le stava infliggendo.
-Killian…- gemetté quando l’attenzione dell’uomo si spostò prima sui suoi seni e poi sul suo ventre, lei non poteva fare a meno di chiudere gli occhi e di accendersi ad ogni tocco, ogni carezza. Non riuscendo più a resistere lo scostò e lo spinse sul letto dietro di loro posizionandosi a cavalcioni su di lui, si fissarono per un tempo indefinibile prima di tornare a baciarsi. Killian la strinse a sé per sentirla, se possibile, ancora più vicina, ancora più sua e poi la afferrò per i glutei e ribaltò la loro posizione prestando attenzione a non ferirla con l’uncino. Quando il pirata riprese la tortura interrotta pochi istanti prima partendo dalla caviglia e risalendo lungo la gamba, Emma inarcò la schiena per il piacere e con una mano afferrò e strinse i capelli corvini dell’uomo. Senza indugiare oltre entrò in lei provocando brividi di piacere in entrambi, ad ogni spinta seguiva un gemito dell’uno o dell’altro finché insieme non raggiunsero l’apice del piacere. Hook le si accasciò addosso e poggiò la nuca tra i suoi seni e si addormentò cullato dalla salvatrice che gli carezzava i capelli prima di scivolare anche ella nel mondo dei sogni.
 
Lentamente aprì gli occhi sentendosi stanco ma appagato, si staccò a malincuore dal corpo caldo e morbido della salvatrice per mettersi su a sedere, afferrò la fiaschetta di rum sul comodino e ne bevve un lungo sorso. I movimenti, seppur silenziosi, che aveva compiuto dovevano aver svegliato Emma perché la sentì sussurrare un poco convinto “Buongiorno” seguito da uno sbadiglio.
-Mi dispiace deluderti tesoro ma è ancora notte- finalmente Emma aprì gli occhi e vedendo la luna ancora alta nel cielo si rese conto che il suo bel pirata aveva ragione: erano soltanto le 02:45. Una smorfia si dipinse sul volto accompagnata da un brontolio di stomaco, stava morendo di fame. Si alzò e indossò la maglia del pigiama di lui che le andava molto grande e le arrivava a metà coscia e si avviò in cucina per prepararsi qualcosa per riempire quel vuoto di stomaco. Hook la seguì con lo sguardo e per la seconda volta quella sera si ritrovò a pensare che la salvatrice fosse davvero molto bella, scese anche lui dal letto e si rivestì non completamente rimanendo a petto nudo e poi la raggiunse.
-Cosa stai facendo? - domandò curioso vedendola armeggiare con le padelle.
-Secondo te? Sto cucinando- l’uomo le si avvicinò, le avvolse i fianchi e la strinse per poi depositarle un bacio tra i capelli dorati e staccarsi da lei.
-Alle 02 del mattino? – era chiaramente stupito per lui non aveva molto senso quello che la salvatrice stava facendo. Emma annuì concentrata nel preparare le sue uova – Ne vuoi un po’? – chiese non appena ebbe finito, senza attendere una risposta si avventò sul piatto come se non mangiasse da giorni.
-Sai tutta quella attività mi ha messo fame – ammise lanciandogli uno sguardo ammiccante, a tale gesto Killian reagì toccandosi con il pollice le labbra e socchiudendo gli occhi ripensando ad uno dei momenti di passione di quella notte.
-Ora che ci penso anche io ho fame, un altro tipo di fame- sentiva tutto il suo corpo bruciare per il desiderio, gli occhi blu resi ancora più intensi dall’eccitazione, interruppe il pasto della donna e la sollevò di peso sistemandola sul bancone della cucina, le labbra intente a mordicchiare le orecchie di Emma e poi il collo.
-Dio quanto ti amo – quando la salvatrice si rese conto di ciò che le era sfuggito pregò che il pirata non l’avesse sentita, ma Killian si interruppe come se fosse stato colpito da una scossa elettrica e la fissò in attesa di una conferma, aveva udito chiaramente quelle parole. Non si erano ancora detti ti amo motivo per cui Emma imprecò mentalmente per ciò che aveva fatto.
-Non volevo dire quello che ho detto- il pirata abbassò lo sguardo ferito e si allontanò da lei, le voltò le spalle. Per la seconda volta nel giro di pochi minuti Emma si maledisse mentalmente per la sua totale incapacità di gestire le relazioni – Killian, ti prego voltati- gli accarezzò dolcemente la schiena- Non mi sono spiegata. Io non volevo dirlo in questo modo, ma è vero io ti amo –
A differenza di pochi istanti prima in cui il pirata si era come pietrificato nell’udire quel “ti amo” le rivolse un sorriso sincero – Ti amo anche io – le baciò la punta del naso prima di prenderla in braccio.
-Dove mi stai portando? –
-Sul letto, voglio fare l’amore con te finché non saremo privi di forze - Emma si sentì inondare di calore non solo per la voglia di lui, ma soprattutto per quello che si erano appena rivelati. Sapeva che lui la amava, però sentirselo dire era tutt’altra cosa anche perché una parte di lei, quella convinta di non poter essere amata, fino a quel momento non ci aveva creduto.
-E le mie uova? – chiese fintamente dispiaciuta.
  -Mi dispiace tesoro, le tue uova saranno ancora lì quando avremo finito. Il tuo stomaco può aspettare, io no– 






ANGOLO DELL'AUTRICE:
Salve a tutti e buon inizio settimana :)
Eccomi con il settimo capitolo, ormai ci stiamo avvicinando alla fine e devo dire che mi dispiace perché mi sto divertendo molto a scrivere i vari capitoli e poi leggere cosa ne pensate. Detto questo, inizialmente la mia idea su questo capitolo era molto diversa soprattutto la parte del "ti amo", ma man mano che scrivevo mi sono sempre più lasciata prendere dall'ispirazione e questo è il risultato spero vi piaccia. La settimana prossima ho un esame quindi non so se pubblicherò come sempre di lunedì :(   
Come sempre ringrazio chi ricensisce, chi si limita a leggere o chi ha inserito "That's all I've ever wanted" tra i preferiti o tra le storie seguite o da ricordare. 
Un bacio a tutti, alla prossima settimana =D 

 

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Capitolo 8
*** Storm&Sadness ***


STORM&SADNESS
 



Un fulmine squarciò il cielo, le nubi sempre più scure erano un chiaro presagio del temporale che di lì a poco sarebbe scoppiato, un vento freddo si levò, nonostante il tempo decisamente poco ottimale Killian sedeva su una panchina del molo incurante. Aveva lo sguardo perso nel vuoto, il volto stanco, in mano la sua fedele compagna: la fiaschetta di rum. Da quando lui ed Emma stavano insieme aveva decisamente ridotto le quantità di alcool senza però rinunciarvi, tuttavia quel giorno avrebbe fatto un’eccezione perché quel giorno aveva un significato particolare e riportava a galla vecchie sofferenze che solo quel liquido ambrato poteva placare. Bevve un lungo sorso nella speranza di anestetizzare quel dolore che appena sveglio lo aveva travolto e di cui non riusciva a liberarsi. Nella sua mente riviveva impotente quella dannata scena, riusciva a vedere suo fratello accasciarsi a terra, sentire il proprio urlo disperato seguito da una richiesta di aiuto, toccare il corpo privo di vita dell’unica persona realmente importante per lui. Una lacrima solitaria gli bagnò la guancia.
-Stiamo diventando prevedibili capitano- Emma si sedette al suo fianco senza notare quella lacrima che il pirata si apprestò ad asciugare con un veloce gesto.
-Sapevo di trovarti qui. Ti ho chiamato almeno sei volte, si può sapere perché non mi hai risposto? – si era preoccupata perché non era riuscita a contattarlo inoltre per tutta la mattina non si era fatto vedere, all’inizio non aveva dato peso alla cosa presa come era dall’ultima scoperta sul ritorno di Gold, quando però il bel pirata non si era presentato neanche a pranzo pensò che gli fosse successo qualcosa di grave. Ma ora vedendolo lì intento a bere non poté fare a meno di infastidirsi. Sarà stato solo troppo occupato a distruggersi il fegato.
- Ti prego dimmi che non c’è un altro mostro in città che vuole ucciderci tutti – cercò di riprendere il controllo su di sé, ma la sua voce risultava diversa, come spezzata.
-No, niente del genere. Stai bene? E’ successo qualcosa? – Hook distolse lo sguardo perché se lo avesse guardato negli occhi vi avrebbe visto tutta la sofferenza che provava, ma Emma era una donna testarda così lo prese per il mento e lo costrinse a voltarsi.
-Se non mi dici quale è il problema non posso aiutarti – non rispose nuovamente, gli occhi cominciarono a pizzicare e dovette usare tutto il proprio autocontrollo per trattenersi dal piangere, respirò profondamente e poi si decise a parlare anche perché conoscendola non si sarebbe arresa facilmente.
-Oggi è l’anniversario della morte di mio fratello – la salvatrice fece scivolare la propria mano in quella di Killian, le loro dita si intrecciarono e ciò diede all’uomo la forza che gli serviva per continuare - Liam non era soltanto mio fratello, era il mio capitano, il mio migliore amico, era tutto per me. Quando morì a causa di una missione riversai tutta la mia rabbia per quell’ingiustizia verso il re, fu ciò che mi spinse a diventare un pirata. Volevo vendicarmi perché con l’inganno eravamo stati incaricati di andare in quell’isola maledetta, Neverland, a prendere la sognombra, il re voleva usarla per sconfiggere i suoi nemici ma nascose il suo vero intento, ci disse che si trattava di un’importante erba medicinale e fu proprio quell’erba ad ucciderlo. La vendetta è stata per molto tempo l’unica cosa che mi ha impedito di annegare, ogni giorno ripensavo a quegli ultimi istanti condivisi con Liam e una rabbia cieca mi assaliva, con il passare dei mesi però quel sentimento cominciò ad affievolirsi sostituito da un vuoto che non sono più riuscito a riempire. A volte ripenso a quando eravamo piccoli e giocavamo spensierati o quando insieme solcammo i mari per la prima volta- sorrise a quei ricordi dolceamari.
-Ci si abitua a vivere senza le persone che si amano ma si continua a sentirne la mancanza. Ancora oggi darei qualsiasi cosa per averlo qui con me - quella confessione molto dura da fare lo aveva alleggerito. Per tutto il tempo Emma era rimasta in silenzio ad ascoltare, vederlo in quello stato era straziante, soprattutto perché da buon pirata quale era si nascondeva dietro una facciata di sarcasmo e battute a doppio senso.
- So cosa vuol dire vivere, anzi non vivere, sentirsi vuoti e andare avanti lasciandosi trasportare dal rancore o dalla rabbia. Per quasi trent’anni questi sono stati gli unici sentimenti che ho provato oltre alla solitudine ovviamente, finché Henry non mi ha trovata. Quello che voglio dire è che non so cosa significhi perdere un fratello, fino all’anno scorso non ne avevo neanche uno quindi posso solo immaginare ciò che si prova ma io ti sono vicina perché ti amo e perché tu sei una delle ragioni per cui ho smesso di sentirmi vuota- era incredibile come attraverso delle semplici parole fosse in grado di rassicurarlo e di scaldargli il cuore. Dal volto più rilassato di Hook comprese che quella condivisione lo aveva aiutato, ma non era abbastanza così ebbe un’idea che sicuramente avrebbe gradito.
-Hai altro rum sulla tua nave? –
-Certo tesoro con chi credi di parlare? La mia nave è piena di rum – finalmente era tornato in sé.
-Bene, andiamo allora – sembrava quasi un ordine.
-Andiamo dove? E perché? –
-E tu saresti un pirata perspicace? – alzò gli occhi al cielo- andiamo sulla tua nave ad ubriacarci, non c’è rimedio migliore di una bella bevuta –gli aveva promesso di stargli vicino ed è quello che avrebbe fatto.  
-E vostro padre, Swan? I vostri impegni da sceriffo? – per quanto avesse bisogno di lei non voleva che rinunciasse al suo lavoro anche perché era consapevole di quanto lei odiasse farlo.
-Per oggi dovrà cavarsela da solo-
Emma raggiunse in pochi passi la nave seguita da un Killian esaltato e grato perché una donna così bella, intelligente e a volte folle amasse proprio lui. E’ veramente quella giusta. Appena entrati il pirata si affrettò a prendere un paio di bicchieri e una bottiglia per poi sistemarsi di fronte alla salvatrice, li riempì e poi ne porse uno alla donna.
-A Liam- l’alcool infiammò la gola di Emma che a stento riuscì a trattenere una smorfia, come diamine facesse a bere tutto quel rum tutti i giorni per lei era ancora un mistero, avrebbe sicuramente preferito qualcosa di più leggero. Ne seguirono altri tre e altri tre brindisi durante i quali entrambi ricordarono le persone amate e perdute perché anche la salvatrice si era lasciata trasportare da quella tristezza, da quella malinconia.
-Sai quando ti ho conosciuta da subito ho capito quanta forza c’era in te, eri così determinata a tornare da tuo figlio, mi hai anche lasciato su quella pianta di fagioli per essere certa di riuscirci- risero entrambi a quel particolare – e per questo ti ho ammirata, non per avermi fregato intendiamoci. Da subito mi sono sentito attratto da te, ma non avrei mai pensato di amarti. Sei la donna più testarda, più determinata che abbia mai incontrato ed è per questo che io ti amo. Grazie per essere qui – le parole erano uscite dalla bocca del pirata in maniera improvvisa spezzando quel silenzio che si era venuto a creare, Emma ne rimase sorpresa perché anche nel dolore finiva per essere lei il centro dei suoi pensieri. E’ veramente quello giusto.









ANGOLO DELL'AUTRICE:
In anticipo vi auguro un felice carnevale a tutti :)
Chiedo scusa per il ritardo, vi prego non mi uccidete ma lo studio mi ha portato via un sacco di tempo. Questo ottavo capitolo è veramente molto triste e ho cercato di rendere al meglio il dolore provato da Killian, spero di esserci riuscita e di non avervi annoiato troppo. Purtroppo "Storm&Sadness" ha un finale che non mi convince ma non avevo altre idee e volevo evitare di allungarlo magari inserendo cose che non c'entravano niente. Detto questo, come sempre ringrazio chi recensisce, chi legge e chi inserisce la raccolta tra i preferiti o tra le storie seguite o da ricordare. 
Un bacio a tutti, alla prossima settimana =)

 

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Capitolo 9
*** Wood&Warmth ***


WOOD&WARMTH
 




Era ancora pomeriggio quando Emma e Killian si addentrarono nel bosco per una delle loro innumerevoli ricerche, il silenzio regnava tra loro, non perché il pirata non avesse tentato di fare conversazione ma a causa della troppa serietà della salvatrice quando si trattava di lavoro. Erano trascorsi all’incirca venti minuti quando giunsero nel punto esatto dove il sospettato era stato avvistato l’ultima volta ma non trovarono nulla. La frustrazione della salvatrice era alle stelle, aveva passato la giornata a fare ricerche inutilmente, in più era costretta a stare lì con quel pirata che le girava sempre intorno.
-Direi che è il caso di tornare, qui non c’è niente – la sua voce era fredda e distaccata come sempre quando si rivolgeva a lui ma questa volta lo era più del solito.
-Come desidera – si inchinò sarcastico, per quanto le piacesse quella donna si stava comportando in maniera più scontrosa del solito e questo aveva abbattuto anche il suo buon umore. Emma alzò gli occhi al cielo vedendo il gesto di Hook che si accorse della reazione della donna.
-Si può sapere cosa c’è? – era profondamente irritato.
-Assolutamente niente- ribattè incamminandosi pronta a tornare in centrale.
-Siete arrabbiata con me Swan e non ne capisco il motivo – le si parò davanti bloccandole la strada –Non pensate neanche di scappare per non rispondermi – gli occhi assunsero una sfumatura di blu particolarmente scura e intensa.
-Nessuno può dirmi cosa fare- ribatté. 
-Lo so e l’ho imparato a mie spese, voglio solo sapere cosa vi ho fatto per essere trattato così- certe volte era difficile capirla a causa di quei muri spessi che aveva eretto come difesa, non riusciva ad abbatterli, non riusciva ad ottenere la sua fiducia sebbene tutti i giorni le desse dimostrazione della sincerità dei suoi sentimenti. Emma rendendosi conto di averlo ferito si pentì del proprio atteggiamento e si maledisse mentalmente come ormai era solita fare. La verità è che Hook non aveva fatto assolutamente niente, era lei stessa il problema. Da quando l’aveva riportata a Storybrooke l’attrazione che provava per lui era aumentata, ogni volta che le rivolgeva il suo sguardo malizioso aveva l’istinto di baciarlo, ogni volta che le si avvicinava più del dovuto il battito cardiaco aumentava e il suo profumo, un misto di salsedine e rum, la inebriava. Ma tutto quello era sbagliato, non poteva ma soprattutto non doveva lasciarsi andare o come sempre avrebbe sofferto ed era stanca di farlo, in più Neal era ancora disperso e quindi si sentiva in colpa anche perché avevano ancora delle questioni irrisolte.
-Non ce l’ho con te – non era più ostile ma ancora distaccata, abbassò lo sguardo, non riusciva a mantenere il controllo altrimenti.
- E allora perché non riesci neanche a parlare guardandomi negli occhi? – con l’uncino le sollevò il mento provocandole dei brividi lungo la schiena – Non mentirmi- odiava quando la guardava in quel modo, come se cercasse di scrutarla dentro e soprattutto odiava il fatto di trovarlo così sensuale.
-Come vuoi – sbroccò – Hai ragione sono arrabbiata con te, anzi sono furiosa. Sei come una malattia di cui non riesco a liberarmi, sei nei miei pensieri costantemente ed io non ce la faccio più perché trovo tutto questo estenuante. E’ così stancante fingere che il bacio a Neverland non mi sia piaciuto, che non abbia voglia di farlo di nuovo, che …- non ebbe il tempo di proseguire perché Hook la afferrò per la vita e la baciò con passione, inizialmente la salvatrice non ricambiò per la sorpresa e poi si lasciò andare. Un calore bruciante li pervase, Emma si apprestò a liberare il capitano dalla sua pesante giaccia di pelle senza interrompere il contatto tra le loro labbra, Hook invece la teneva stretta a sé per i capelli per poi passare ad accarezzarle il collo provocandole brividi lungo tutto il corpo. Entrambi ne avevano bisogno, entrambi volevano avere l’altro lì in quel momento in quel bosco incuranti di essere in uno spazio aperto, entrambi sarebbero andati oltre se il cellulare della salvatrice non avesse cominciato a squillare riportandola alla realtà. Si scostò velocemente dal pirata e lo prese rispondendo con il fiatone per via di quel bacio intenso, alla fine della chiamata guardò l’uomo che aveva davanti con grande imbarazzo, non si aspettava di perdere il controllo in quel modo.
-Era David, ci sono delle novità importanti dobbiamo tornare in centrale – aveva parlato evitando il suo sguardo per poi andarsene senza aspettare che la seguisse.
 
 
 
Emma si avviò a grandi passi al suo maggiolino giallo, doveva passare da Regina a prendere Henry ed era in ritardo.
-Swan aspetta – esattamente come poche ore prima Hook le si parò davanti – Dobbiamo parlare-
-Di cosa? – sapeva esattamente il motivo di quella conversazione che non aveva alcuna voglia di affrontare.
-Non fare l’ingenua tesoro – le sussurrò all’orecchio – sappiamo entrambi che non lo sei affatto- le sorrise malizioso facendola arrossire.
-Hook, quello di oggi è stato un errore che non dovrà più ripetersi. Una nuova maledizione ha colpito Storybrooke, Henry non ricorda ancora niente, Mary Margareth è incinta, Neal è ancora disperso ed io stavo per sposare quella che poi si è rivelata una scimmia volante. Non ho tempo per altre cose- era decisa a dimenticare quanto accaduto d’altronde di lì a poco sarebbe tornata a New York e non poteva permettersi coinvolgimenti sentimentali.
-Tesoro è la vita, ci saranno sempre mostri da combattere e difficoltà da affrontare. Quelle che hai appena elencato sono soltanto scuse per convincere te stessa di non provare niente per me, so che hai sentito ciò che ho sentito io, puoi negarlo quanto vuoi ma questo non cambia la verità. Dovresti aver capito che sono un uomo paziente e se è di tempo che hai bisogno per capirlo da sola, per accettarlo te lo darò- Emma era rimasta colpita dalle parole del pirata, ultimamente rimaneva spesso sorpresa da lui, ormai stava cominciando a fidarsi di lui proprio per la sincerità che ogni volta traspariva dalle sue parole e che comprendeva grazie al superpotere di cui era dotata.
-Non ho bisogno di tempo, devo andare – ella era più che determinata ad allontanarsi da Hook per evitare di saltargli addosso a causa della troppa vicinanza tra i loro corpi ma anche perché una crepa si stava formando nei muri costruiti dalla salvatrice per cui entrò in auto e mise in moto spaventata da quella consapevolezza. Il pirata non la ostacolò e rimase lì a fissare quell’auto gialla allontanarsi con un sorriso stampato sulla faccia, l’immagine di quanto accaduto nel pomeriggio non smetteva di ripetersi nella sua mente provocandogli un senso di gioia mista ad eccitazione. Il bacio a Neverland era stata una chiara dimostrazione della chimica che vi era tra i due ma a causa di Neal aveva quasi abbandonato la speranza di stare con lei, ma ora qualcosa era cambiato, aveva capito di amarla ma soprattutto aveva capito che anche la salvatrice cominciava a provare qualcosa per lui.
-Vedremo Swan – sussurrò prima di avviarsi al molo.






ANGOLO DELL'AUTRICE:

Salveeeee a tutti e scusatemi di nuovo per il ritardo ma le ultime due settimane sono state molto impegnative per me. Sono così contenta che finalmente   Once Upon a Time sia ricominciato e non vedo l'ora di vedere la puntata :D 
Questa one shot si distacca completamente dalle altre ed è ambientata nel periodo della seconda maledizione a Storybrooke e ammetto di non essere convintissima del risultato ma spero comunque che possa piacervi. Purtroppo mancano solo due one shot alla fine della raccolta e mi dispiace davvero tanto perché mi è piaciuto molto scrivere e farvi leggere quella che è la mia visione del captainswan. Detto questo come sempre ringrazio tutti per il vostro sostegno :) 
Alla prossima :)

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Capitolo 10
*** Arms&Ache ***


ARMS&ACHE
 
Emma Swan si trovava nella foresta di Storybrooke con una torcia accesa senza la quale non sarebbe riuscita a vedere molto vista l’ora tarda, camminava velocemente perché decisamente non si sentiva a suo agio a vagare senza meta, infatti non riusciva a ricordare dove aveva parcheggiato il maggiolino giallo né a ritrovare il sentiero che conduceva al centro della cittadina sebbene ormai conoscesse quella foresta come le sue tasche. Improvvisamente udì un rumore di passi che la mise in allerta ed automaticamente afferrò la pistola che portava sempre con sé, il cuore le batteva forte e le mani le cominciarono a sudare, arrestò il proprio cammino per fermarsi ad ascoltare meglio. Sarà stato solo un animale, pensò non avvertendo più alcun rumore, tirò un sospiro di sollievo prima di incamminarsi.
-Non puoi sfuggirmi- un sussurro proveniente esattamente dietro di lei la portò a voltarsi di scatto, la pistola puntata davanti a sé.
-Chi c’è? – urlò spostando convulsamente la torcia da una parte all’altra per capire chi fosse il proprietario di quella voce quasi demoniaca. Un ghigno profondo quasi gutturale riecheggiò, non le era mai capitato di trovarsi in una situazione simile, aveva molta paura.
-Sono te –una figura comparve davanti a lei che non si sarebbe mai aspettata, una ragazza dai capelli biondi e lunghi, gli occhi verde smeraldo e la carnagione pallida. Era lei stessa.
-E’ impossibile- sgranò gli occhi per lo stupore eppure era identica a lei, era come se si stesse guardando allo specchio ma la Emma che aveva davanti aveva uno strano luccichio negli occhi che non aveva mai scorto prima d’ora.
-Abbassa quella pistola Emma, è inutile tanto non puoi scappare da te stessa e dalle cose orribili che hai fatto- nell’udire quelle parole tutto le tornò alla mente con una violenza tale da procurarle una fitta dolorosa e improvvisa alla testa che la portò ad urlare.  
 
 
-Emma, tesoro stai tranquilla va tutto bene- la salvatrice aprì gli occhi e vide Killian chino su di lei che cercava di rassicurarla – era soltanto un sogno- si mise a sedere e si guardò intorno, era nella camera da letto della sua nuova casa, le guance erano bagnate segno che aveva pianto nel sonno e la fronte come anche la schiena erano madidi di sudore. Scoppiò a piangere, anzi a singhiozzare ripensando al sogno appena fatto, Killian la abbracciò e iniziò a cullarla dolcemente accarezzandole i capelli in attesa che si calmasse.
-Cosa hai sognato questa volta? – le domandò. Era passato quasi un mese da quando la salvatrice era tornata in sé, ma i ricordi dei danni commessi quando si abbandonò all’oscurità continuavano a tormentarla provocandole incubi ogni notte ed ogni notte finiva per piangere e rifugiarsi nelle braccia del suo amato capitano dove si sentiva protetta e amata nonostante tutto. Appena riprese il controllo su se stessa, gli raccontò nei minimi dettagli ciò che aveva sognato infatti quelle immagini erano impresse nella sua mente come anche le parole che le aveva rivolto la dark Emma.
-Ma quella non sei tu, sei stata ingannata e sei stata spinta a fare quelle cose – la salvatrice si staccò da lui.
-Non sono stata costretta a rapire Robin e a torturarlo solo per fare del male a Regina, quella ero io, quella sono io e sai quale è la cosa peggiore? E’ che tutto ciò che ho fatto l’ho voluto perché mi piaceva fare del male agli altri, mi faceva sentire potente ed invincibile- ammise con sincerità.
-Non riesco a smettere di pensare al male che ho fatto a Robin, alla mia famiglia, a Regina, a te- per Killian era insopportabile vederla ridotta in quello stato, ma era necessario che reagisse, che si perdonasse e andasse avanti con la sua vita. Le prese il volto tra le mani e cominciò a parlarle col cuore in mano – Tesoro se c’è una cosa che tutta questa storia con l’Autore ci ha insegnato è che non esistono eroi o cattivi. C’è dell’oscurità racchiusa in ognuno di noi ma non per questo siamo delle persone cattive. Mi dispiace che tu abbia sperimentato il tuo lato oscuro perché so bene cosa significa essere il proprio nemico, ma devi trovare la forza di perdonarti. Ascoltami, tutti commettono degli sbagli, è la vita che è fatta in questo modo. Ciò che conta è che sei tornata in te e che hai capito gli errori commessi, non permettere a delle azioni che non ti appartengono di definire ciò che sei. Ti amo e sei la donna più forte e coraggiosa che io abbia mai incontrato, hai combattuto contro ogni minaccia che ha afflitto Storybrooke, hai sempre cercato di proteggere le persone che ami. Non dimenticare tutto questo – il discorso di Killian la fece stare immediatamente meglio così lo baciò con impeto per ringraziarlo di esserci ancora una volta per lei.
-Wow, da quando siamo diventati così saggi? – domandò ironicamente.
-Cosa vuoi farci Swan quando si hanno oltre duecento anni si imparano molte cose – ribattè maliziosamente alzando il sopracciglio, la salvatrice non potè fare a meno di sorridere a quelle parole e di dargli una spinta giocosa.
-Idiota- sussurrò prima di avventarsi sulle sue labbra.





ANGOLO DELL'AUTRICE:
Salve a tutti :)
Lo so, lo so sono imperdonabile perché pubblico questo penultimo capitolo con un ritardo mostruoso ma vi prego abbiate pietà di me, gli studi mi hanno tolto molto tempo e non ho avuto modo di scrivere nulla. Spero però che il capitolo vi piaccia e di riuscire così a farmi perdonare. Il prossimo capitolo non l'ho ancora scritto ma intendo pubblicarlo entro la fine della settimana prossima. Come sempre ringrazio tutti coloro che semplicemente leggono, commentano o hanno inserito la raccolta tra i preferiti e i seguiti. Grazie a tutti :)
Alla prossima :)

 

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Capitolo 11
*** Neck&Neck ***


NECK&NECK
 
 
Emma era in cucina, stava sistemando i piatti e i bicchieri all’interno della credenza, finalmente infatti aveva trovato un appartamento perfetto per lei, suo figlio e il suo uomo con cui aveva deciso di compiere un passo importante e convivere anche perché le notti in cui Henry stava con Regina già le trascorrevano insieme. Non sarà poi un così grande cambiamento e poi ormai vi conoscete così bene non ci saranno brutte sorprese. Questo è quello che si diceva quando entrava in agitazione e si preoccupava che lui potesse non trovarsi bene e quindi la lasciasse. Un profumo di salsedine, misto a rum la invase rivelandole l’identità di chi era appena entrato in cucina dal momento che nessun altro aveva quel particolare odore, lo inspirò ad occhi chiusi interrompendo il flusso dei suoi pensieri, Killian le depositò un baciò delicato sul collo e le cinse la vita con le braccia facendola aderire al proprio corpo.
-Ho finito di portare gli scatoloni dentro – la informò, il fiato di lui sul collo di lei la fece rabbrividire.
-Bene, ora dobbiamo solo mettere a posto tutte le nostre cose- il pirata sbuffò, in quel momento aveva ben altro in mente.
-Non potremmo rimandare a dopo- Emma sorrise condividendo il suo stato d’animo, si voltò e lo baciò, fu un bacio delicato a fior di labbra dopo il quale senza accorgersene la salvatrice si umettò le labbra eccitando ulteriormente il pirata.
-Mi piacerebbe ma i miei genitori saranno qui tra poco con Henry- Killian era un uomo testardo e difficilmente accettava un no come risposta, iniziò e leccarle il collo sapendo quanto ciò la facesse impazzire, lentamente scese si soffermò sulla clavicola per poi raggiungere l’incavo dei suoi seni lasciato lievemente scoperto dal maglioncino rosso indossato dalla donna. Un gemito le sfuggì dalle labbra.
-Allora Swan che ne dici di un bel bagno? Siamo ricoperti di polvere abbiamo bisogno di lavarci, per risparmiare tempo potremmo farlo insieme-  quella maledetta voce roca e sexy che faceva ogni volta che voleva convincerla a fare qualcosa sapendo l’effetto che aveva su di lei. Emma guardò l’ora dal cellullare avevano ancora un’oretta prima che la casa fosse invasa dai Charmings al completo.
-Non ti arrendi mai capitano. Andiamo ma sappi che abbiamo meno di un’ora- Killian non se lo fece ripetere due volte, la prese in braccio e la portò in bagno dove con irruenza la privò dei vestiti e lo stesse lei fece con lui.
 


-A cosa pensi? – avevano appena finito di fare l’amore ma nessuno dei due aveva intenzione di uscire da quella vasca, Killian le stava accarezzando le spalle alternando quei tocchi delicati con dei morsi giocosi che la facevano sorridere.
-In realtà non riesco a pensare se tu mi torturi in questo modo –
-Torturare? Non mi sembra che la cosa ti dispiaccia a giudicare dal modo in cui tremi e inarchi la schiena ogni volta che ti tocco – Emma gli diede un pugno sul braccio per poi stringersi ancora di più a lui.
- Killian c’è una cosa che devo dirti- il tono incerto della donna mise in allarme il pirata che non potè fare a meno di irrigidirsi – Certo dimmi pure-  
-Quando ieri sera abbiamo cenato da Regina più di una volta ho pensato di essere felice per lei perché finalmente aveva ottenuto ciò che aveva sempre desiderato: una famiglia. Vedere lei, Robin e Roland mi ha fatto capire che anche io voglio costruire una famiglia … con te – pronunciò le ultime parole con un filo di voce timorosa che lui potesse non pensarla allo stesso modo.
-Si certo, voglio dire adesso conviviamo e io farò del mio meglio per essere un buon padre per Henry-
-No, non hai capito. Ciò che voglio dire è che io voglio avere un figlio da te Killian. So che magari è troppo presto … - non ebbe il tempo di finire perché il bel pirata la travolse in un bacio appassionato, quando aveva detto di aver bisogno di parlargli aveva temuto il peggio non avrebbe mai immaginato che Emma volesse avere un figlio con lui, aveva sempre voluto diventare padre e sapere che questo desiderio si sarebbe avverato per di più con la donna straordinaria di cui solo pochi anni prima si era innamorato era la ciliegina sulla torta.
- Lo prenderò come un si – una lacrima solitaria le solcò il viso per la commozione – Ti amo – le sussurrò, col dorso della mano le carezzò la guancia.
-Ti amo anche io-







Angolo dell'autrice:
Eccoci arrivati all'ultimo capitolo :( 
L'ho scritto lasciandomi trasportare dall'ispirazione tutto in una volta, quindi mi scuso anticipatamente per eventuali errori. Come avrete fatto caso io ho voluto far crescere questa coppia piano piano perchè mi piace il fatto che per le loro insicurezze entrambi hanno bisogno di tempo per fare dei passi avanti, anche se ultimamente nella serie tv stanno andando a mio parere un pò troppo lentamente. Sto aspettando un loro ti amo con tutta me stessa ahhah.  Che dire con "Neck&Neck" la raccolta termina e mi dispiace davvero tanto, ormai ci avevo preso gusto a scrivere quasi ogni settimana una one shot diversa (tralasciando le ultime settimane dove ci mettevo una vita per pubblicare xD) . Ringrazio veramente tutti di cuore perché per me è stata davvero una bella esperienza.
Ringrazio per aver inserito That's all I've ever wanted tra i preferiti:

1 - gattina04 
2 - givemetheblackpearl
3 - imcecy
4 - Luana43
5 - Morea_91
6 - Phoebe90 
7 - Romantic_Dreamer 
8 - Saracarrie
Ringrazio per avere inserito la mia raccolta tra i preferiti:
1 - nox 
2 - Sherry Jane Myers 
3 - sofiaa98 
Ringrazio per averla inseriti tra le storie seguite:
1 - 
Aly1994 
2 - blankspace_ 
3 - bswan_
4 - captainswan girl 
5 - diddy92 
6 - erylovevolleyandmusic 
7 - gabrysalvatore 
8 - givemetheblackpearl 
9 - hugmedarren 
10 - Kerri 
11 - lamagica91 
12 - nali_cs
13 - Nazori chan
14 - Nivei 
15 - Persefone3 
16 - Sa_hp
17 - Shes_aGleek 
18 - smelly13 
19 - Tazza84 
20 - tinkerbell 1980 
21 - valentinacs94 
22 - xmaryf 
23 - _ Arya _ 
24 - _28Jennifer07_ 
Ringrazio per aver recensito:
-pandina
-tinkerbell 1980
-ethy
-Phoebe90
-Lely_1324
-_Arya_
-imcecy
-A lexie s

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