Zosan-You are the one I want with me

di JollyRoger04
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un inizio non molto tranquillo ***
Capitolo 2: *** Trambusto in cucina ***
Capitolo 3: *** Spese in città! ***
Capitolo 4: *** Un pomeriggio di pensieri ***
Capitolo 5: *** Ritorno alla locanda ***
Capitolo 6: *** Una notte insonne ***
Capitolo 7: *** In Terrazza ***



Capitolo 1
*** Un inizio non molto tranquillo ***


La luna si accingeva a tramontare ed annunciava l’ alba. Ancora non vedevano terra e Zoro era stanco di stare con le mani in mano: voleva avventure, voleva azione, voleva novità. Si alzò dal letto ed uscì sul ponte della nave. Il sole stava sorgendo ed illuminava pigramente il mare all’ orizzonte.
Poi sentì un profumino invitante provenire dalla cucina della Sunny. “No! Non si sarà già messo a cucinare, non di nuovo!” Raggiunse la cucina della nave, le spade al fianco:-Ehi Sanji, hai proprio tempo da perdere, eh! Sicuro che fare le ore piccole faccia bene al tuo bel visino?- disse ironico guardando il ben di dio che il cuoco aveva messo in tavola. Zoro sapeva che Sanji era il migliore dei cuochi, ma non glielo avrebbe mai detto.
-Almeno io faccio cose utili al contrario di qualcun altro-
Il cuoco si accese una sigaretta e diede le spalle allo spadaccino. Intanto Zoro prese una mela e fece per mangiarla, ma Sanji gliela tolse di mano con un movimento fulmineo e la rimise sul tavolo:- Sai bene che non voglio che si mangi prima che si siano svegliati tutti-. Lo spadaccino ghignò:- Indubbiamente, Sanji, tu fai cose molto utili: cucini, pulisci la nave, fumi quelle schifose sigarette, fai da lacchè a Nami ed a Robin …- il cuoco si girò infuriato per rifilargli un calcio in bocca-…e mi osservi in continuazione, forse l’ ultima è la più utile di tutte, giusto?-. Rimase spiazzato dall’ affermazione dello spadaccino che sorrideva beffardo. Come faceva a sapere che lo guardava durante la giornata!? D’ altronde non faceva altro che dormire, bere ed allenarsi con quei ferri vecchi. Doveva trovare un modo di uscire da quella situazione scomoda ed optò per uno scontro con Zoro.
-Già, hai ragione, ti osservo perché cerco di capire come possa tanta stupidità stare tutta in un solo corpo, palla di muschio!-
-Come mi hai chiamato, cuoco da strapazzo?-
-Palla di muschio! Che c’è, sei sordo spadaccino da quattro soldi?-
-Adesso ti faccio vedere io sopracciglio ribelle!-.
Zoro sfoderò una delle sue spade e si lanciò contro Sanji, ma quando lo raggiunse Sanji gli lanciò la cicca della sigaretta in faccia. Scottato, Zoro rallentò e si ritrovò con un calcio piantato nello stomaco. Cadde a terra, ma continuò a guardare il cuoco con quel sorriso beffardo e poi scoppiò a ridere.
-Possibile che ti scaldi per ogni minima cosa che ti viene detta dagli altri?- Sanji aiutò l’ amico a rialzarsi.
-Mi scaldo per ogni minima cosa che mi dici tu- precisò lo spadaccino appoggiandosi alla spalla di Sanji, che rifletteva sulle sue parole.
-Però la prossima volta tira un calcio meno forte, ok?- disse ironico.
-Tu avrai riserve?-
-Certo che no!-
-Allora non aspettarti sconti da parte mia!-.
I due iniziarono a ridere, ma furono interrotti da un violento colpo alla testa assestato dalla navigatrice.
Zoro si massaggiò il capo e la guardò mentre dava escandescenze:- Possibile che non abbiate un minimo di educazione!? Le vostre urla si sentono sino alla stiva, zucconi!-. Lo spadaccino rispose annoiato:-E dai, rilassati un po’! Io e il cuoco stavamo solamente “discutendo amichevolmente”, vero Torciglio?- e si voltò verso il cuoco.  Ma il biondino, come ogni volta, aveva perso la testa all’ arrivo della ragazza e non faceva altro che darle retta:-Certo, mia cara Nami, hai perfettamente ragione. Ti chiedo di perdonarci per averti svegliato in così malo modo, non succederà più, giusto Zoro?-
-Si certo-rispose acido.
Zoro odiava quando Sanji si comportava come un imbecille alla vista di ogni bella ragazza, era qualcosa che lo innervosiva oltremodo. Se ne andò dal ponte della nave, mentre gli altri membri dell’ equipaggio, ancora assonnati, stavano andando a fare colazione; l’ unica impassibile era l’ archeologa. 
-Come scusa, te ne vai già? Ma fino a poco fa non volevi mangiare?- chiese il cuoco
-Evidentemente mi è passata la fame, non credi? E poi sei già abbastanza occupato a servire la cara Nami.-
-Ma ti ho preparato gli onigiri. Sono il tuo piatto preferito…-
-Ho bisogno di allenarmi e non voglio mangiare. Ci sarò per il pranzo, vedrai.- e se ne andò.
“Che strano, eppure non rinuncerebbe mai ad un pasto.” Pensò Sanji continuando a guardare il luogo dove poco prima stava lo spadaccino. “Mi chiedo cosa volesse dire prima dicendo che si scalda per ogni cosa che io gli dico”.
 
Erano quasi le dodici e Zoro si stava allenando da ore nella palestra situata sulla vedetta della nave. Non aveva fatto altro che pensare a Sanji, all’ episodio della mattina ed al suo atteggiamento con la ragazza. Poi scosse la testa all’ improvviso “Perché penso a quello svampito di un cuoco? Non me n’è mai importato nulla finora” si disse mentre posava i pesi e si guardava allo specchio. “Bah, ora mi faccio una doccia e poi vado a pranzare” e, così detto, uscì dalla vedetta, scese dall’ albero maestro ed andò nelle camere dei ragazzi.
Nel frattempo Sanji, che era rimasto tutto il tempo in cucina a preparare il pranzo, dopo aver sistemato tutto in tavola, chiamò gli altri per il pranzo.
Il primo ad arrivare in cucina fu il capitano:-Evviva si mangia!- esclamò sorridendo e si buttò sul cibo,ma il cuoco gli tirò un calcio in testa:- Aspetta prima che arrivino tutti.-
-Ma io ho fame.-
-Non mi importa, ho detto che aspetti e devi aspettare.-
-Uffa!-.
-Rubber, sei il solito ingordo. Eppure dovresti aver imparato cosa succede se cerchi di mangiare senza il permesso di Sanji.- disse Usopp, mentre entrava nella stanza seguito dagli altri.
-Sarà pure ingordo ma, nonostante non sappia domare il suo istinto, ritengo apprezzabile il fatto che non si smentisca mai.- disse Robin.
-Però rimane sempre un ingordo, Yo ohohoh!- precisò Brook
-Ahah Rubber sei forte!- concluse Franky. 
Una volta che furono seduti a tavola Sanji notò l’ assenza dello spadaccino:-Scusate, avete visto Zoro per caso?-.
-No, io non l’ ho visto- disse Chopper.
-Forse ha perso la cognizione del tempo durante gli allenamenti e non si è accorto che è ora di pranzo- disse Nami:-Vado a chiamarlo, sto morendo di fame e non voglio aspettare un minuto di più.-
-No, no tu resta qui e mangia insieme agli altri, non preoccuparti. Vado io a cercarlo, va bene?- disse Sanji mentre si toglieva il grembiule ed usciva dalla porta.

Intanto lo spadaccino aveva finito di lavarsi e, dopo essersi messo un asciugamano in vita, uscì dal bagno ritrovandosi nella stanza dei maschi.

Sanji entrò nella palestra, ma non trovò Zoro.
-Non è neanche qui. A questo punto sarà in camera- e, così detto, si buttò sul ponte della nave atterrando con nonchalance sull' erba.

Mentre si asciugava i capelli davanti allo specchio, a Zoro ritornò in mente l' episodio della mattina e ripensò a come si era comportato Sanji.
-Ah! Uscirò matto di qui. Devo stare proprio male se mi metto a pensare a certe sciocchezze. Ho bisogno di scendere sulla terraferma, non ne posso più di stare su questa nave- si disse mentre si batteva le mani sul viso per distrarsi.
Poi la porta si aprì di scatto ed il cuoco entrò nella stanza:-Ehi Zoro sei qui? Il pranzo è pronto e gli altri stanno già mangiando. Se non ti sbrighi Rubber finirà tutt..- si fermò non appena vide Zoro allo specchio, che lo fissava in imbarazzo con solo l' asciugamano addosso.
D' accordo erano maschi e membri dello stesso equipaggio, ma tra loro non correva buon sangue e comunque non è che si spogliassero così tanto l' uno davanti all' altro, non ce n' era motivo.
Così rimasero fermi dov' erano a guardarsi, mentre i loro volti diventavano sempre più rossi, l' uno sulla soglia della porta e l' altro allo specchio.
Dopo qualche secondo però, Zoro riprese un aspetto serio e, ghignando, disse beffardo:-Beh dimmi quando hai finito di guardare-
Sanji, ormai più rosso di un pomodoro, prese la rincorsa e, dopo aver saltato, tirò un calcio dritto in faccia allo spadaccino, che venne scaraventato a terra:- Mettiti qualcosa addosso buffone! E vedi di non farmi arrabbiare, è già il secondo calcio che ti becchi! Se continua così, per la fine della giornata sarai morto!-  Ed uscì sbattendo la porta e lasciandosi alle spalle Zoro che, nel frattempo, si era messo a sedere per terra e si massaggiava la guancia dove era stato colpito e fissava sgomento il punto dove, poco prima, stava Sanji.
-Quel tipo è matto da legare-. 



Angolo dell' autore: Ok. Non posso crederci che ci sono riuscito. Ho scritto e riscritto questo capitolo tremila volte per capire come funzionasse il sito, poi lo pubblico e vedo che mancano mezzi dialoghi perchè ho sbagliato i segni di interpunzione. Allora rifai qua e modifica là e riscrivi tutto. E' passata un' ora ma almeno la storia c'è. 

IHIHIHIHIH. Ciao a tutti sono JollyRoger04 e questa era la mia primissima fanfiction su efp. Scriverò molto in questa serie, adoro Zoro e Sanji, ma non mancherò di fare storie anche su altre ship. Comunque, visto che sono nuovo critiche e consigli sono graditi. Spero che l' inizio di questa storia vi sia piaciuta e ci vediamo alla prossima.

 

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Capitolo 2
*** Trambusto in cucina ***


Per tutto il pranzo i due rimasero in silenzio senza guardarsi. Gli altri se n’ erano accorti, a parte il ragazzo di gomma che si abbuffava come un maiale. Poi, dopo che anche l’ ultima portata fu mangiata, tutti tornarono alle loro attività, Brook si mise di vedetta e Rubber andò in infermeria per vedere Chopper, con sommo dispiacere della renna che cercava di leggere un libro in santa pace.
Nami si avvicinò al cuoco con un viso angelico:- Sanji, vuoi che ti aiuti a lavare i piatti?-.
Non avrebbe mai fatto una proposta simile, ma vedeva il cuoco più adirato del solito e sperava di riuscire a calmarlo un po’ offrendosi di aiutarlo.
-No grazie, vai a riposarti- rispose indifferente
“Che strano, perché non fa il cascamorto come al solito?” – Guarda che non mi crea alcun fastidio, mi fa piacere aiutarti…-
-Ho detto di no!- gridò girandosi di scatto verso la ragazza, rimasta allibita dalla reazione del biondo. –Scusami, non avrei dovuto urlare con te. Ti chiedo perdono- disse mentre si avvicinava per accarezzarla, ma lei respinse la sua mano, rispondendo con rabbia: - Ma certo, non c’è problema! Però se hai dei problemi con Zoro non devi prendertela con me! Ti ricordo Sanji che io non ti ho mai trattato male e non mi merito un simile comportamento!-
-Io non ne sarei così sicuro-
I due si guardarono intorno per capire chi avesse parlato. Poi videro Zoro che si sedeva sul divano accavallando le gambe
-Da dove sei arrivato?- chiese impertinente la navigatrice
-Mi ero appena addormentato nel deposito quando una “voce angelica” che strillava mi ha svegliato- Nami stava per rispondergli, ma Zoro la zittì: - Comunque direi che tu Sanji non lo tratti molto bene: oltre a fargli cucinare piatti difficili gli affidi anche molte commissioni e il più delle volte il tuo ringraziamento è uno strillo od un pugno in testa per essersi permesso una battuta di troppo, come stamattina ad esempio.-
- Non è vero per me è un piacere aiutare Nami, non mi ha mai dato fastidio-
- Sicuro.-
-Stai zitto!-
- Dannato torciglio, io cercavo di aiutarti, però…-
- Però decido io cosa devo o non devo fare-
Lo spadaccino  portò la testa all’ indietro e, dopo aver chiuso gli occhi  disse:- Fà come ti pare-
Nel frattempo, la navigatrice era rimasta sconcertata dal comportamento dei due e decise di andarsene:- Io vado a fare due passi, ci vediamo!- e se ne uscì sbattendosi la porta alle spalle.
Erano rimasti solo loro due, Sanji guardava ancora Zoro con rabbia, mentre quello continuava a stare con gli occhi chiusi e la testa reclinata all’ indietro.
-So che non stai dormendo testa d’ alga. Vai via per favore, qui devo pulire tutto.-
Continuando a stare con gli occhi chiusi lo spadaccino rispose:- Io resto qui.-
- Come sarebbe a dire “io resto qui”?-
- Sarebbe a dire che resto qui e dormo pervertito di un cuoco, non mi sembra che possa dare molto fastidio-
- A me dà fastidio!-
- E a me no-
Sanji stava perdendo la pazienza, quell’ uomo voleva morire.
- Decido io cosa devo o non devo fare- disse lo spadaccino canzonando il biondino.
Sanji sorrise alla testardaggine di quell’ ammasso di muscoli senza cervello e si voltò verso il lavello della cucina per lavare i piatti:- Fa come ti pare-
- Appunto-
 
Nami stava camminando avanti e indietro sul ponte della nave da un quarto d’ ora, continuando a pensare a Sanji e alla sua reazione.
-Qualcosa ti turba?-
La navigatrice alzò lo sguardo verso l’ altalena vicino al Bar Acquatico e vide l’ archeologa intenta a leggere un libro sorseggiando una tazza di tè.
Nami sorrise:- Ehi Robin, non ti avevo vista-
- Me ne sono accorta, ma lo stesso non vale per me e ho sentito le grida in cucina, cos’è che ti preoccupa così tanto da spingerti a camminare in circolo per così tanto tempo?-
- Oh niente davvero, solo che mi sembra strano che Sanji se la prenda con noi per quello che succede con quell’ idiota di Zoro, tutto qui.-
- E questa irritazione proviene per caso dal fatto che ti piace uno dei due?-
Nami arrossì di colpo:- Ma che dici sei impazzita!? Figuriamoci se mi piace uno di quei due!-
Nico Robin la guardò divertita:- Allora vediamo… stamattina te la sei presa con tutti e due perché avevano fatto troppo rumore, Zoro se n’è andato senza mangiare arrabbiato con Sanji per essersi comportato come al solito con te..-
- Aspetta, Zoro se n’è andato via per questo?-
- A volte le persone sono diverse da quello che vogliono mostrare. Comunque… A questo non ti sei preoccupata più di tanto. Quei due devono aver litigato ancora prima di pranzo, ecco spiegato il perché di quell’ umore nero a tavola, ma mi sembra che quando è arrivato il momento tu ti sia offerta di aiutare solo Sanji e non hai apprezzato l’ intrusione di Zoro. Quindi è il cuoco biondo con lo spirito da latin-lover il fortunato? Beh mia cara, se non altro non morirai di fame- concluse sorridendo.
La navigatrice era sprofondata nella vergogna:- Robin non dire sciocchezze!-
- Andiamo, non c’è nulla di male ad avere una cotta per un bel ragazzo. Dovresti pensare di dirglielo.- disse mentre portava la tazza alla bocca.
Nami cercò di uscire da quella situazione:- Anche tu con Franky-
All’ archeologa andò quasi di traverso il tè.
- Ah cara mia ti ho beccato eh? Almeno a me piace uno normale, non un tizio di metallo che ha un frigo nella pancia…- Non riuscì a finire la frase perché una delle mani di Robin le fiorì sulla spalla e le tappò la bocca.- Lui è normalissimo Nami-
Si calmarono entrambe. Ma in quel momento Franky uscì di corsa dal Bar acquatico e si era avvicinato alle due:- Ehilà ragazze! Per caso avete visto Usopp da qualche parte? Avrei bisogno del suo aiuto per una nuova invenzione.-
Nami, ancora un po’ arrabbiata con Robin per averla messa in imbarazzo, decise di divertirsi a spese dell’ amica:- No Franky, non abbiamo visto Usopp e non sappiamo dove sia, ma Robin può aiutarti a cercarlo, vero Robin?- disse guardandola con malizia.
- Ecco… Io veramente volevo finire di leggere questo capitol…-
- SUPER! In due lo troveremo prima, grazie Robin- Esclamò il cyborg mentre prendeva a sé la ragazza e correva per la nave. Robin lanciò uno sguardo a Nami e le mimò con le labbra :- Questa me la paghi-
- Divertiti- fu la risposta della navigatrice.




Angolo dell' autore: 
Ed eccomi qui con il secondo capitolo della storia! In questi primi due capitoli ho voluto presentare in breve le coppie di cui parlerò in questa fanfiction, spero che vi piacciano. Se avete da commentare oppure volete consigliarmi qualcosa o anche darmi delle semplici dirtte ogni cosa è benvenuta. Volevo aggiungere che dal prossimo capitolo inizia la storia vera e propria e che ho fatto del mio meglio per cercare di mantenere uguale il carattere di tutti. Allora alla prossima e W ZORO E SANJI! WHOAAAAAAAA!!!!
Ok ora ritorno in me. Ciao!

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Capitolo 3
*** Spese in città! ***


Intanto, in cucina, Sanji stava lavando il pavimento, mentre Zoro era rimasto immobile tutto il tempo. La rabbia nei confronti di quell’ idiota si era sbollita con le pulizie della cucina, ma a questo ci era abituato. D’ altronde, se si fosse dovuto offendere per ogni litigio con il ragazzo dai capelli verdi, a quest’ ora non starebbero più sulla stessa nave. Ad un certo punto si fermò e disse: - Sei strano sai? Stamattina ti lamenti dicendo che ti osservo mentre ti alleni o mangi, però poi passi tutto il tempo seduto a guardarmi con la coda nell’ occhio mentre pulisco-.
Lo spadaccino non disse nulla, ma rimase fermo sperando che il cuoco pensasse che stesse dormendo.
- E’ inutile fare finta di niente stupido, la faccia da gambero che ti ritrovi ti ha tradito.-
Zoro, infatti, era diventato rosso e, imbronciato più con se stesso per essersi fatto scoprire che con Sanji, si mise a sedere:
- Colto in flagrante -
- Eh già. Cosa stavi guardando precisamente? -
- …niente -
- Eddai testone! Potrei cucinarti stasera per cena. Su sentiamo, sono curioso-
- Come ti muovi-
- Come mi muovo?-
- Si ecco… come ti muovi quando pulisci. Lo fai con eleganza-
- Con eleganza, ah! E dimmi, da quando ti intendi di eleganza, milord?-
- E rieccolo… non ti conviene provocarmi Sanji-
- Davvero? Perché?_
Il cuoco si era avvicinato e lo guardava incuriosito. Zoro ghignò:- Perché mi basta un colpo di spada e ti taglio in due-. Sanji sorrise divertito:- Vorrà dire che “elegantemente” mi scanserò e ti tirerò il terzo calcio della giornata-
- Ti piacerebbe vero?-
- Moltissimo, ormai le mie scarpe si sono così affezionate al tuo viso che mi supplicano di tirargli un calcio-
Rimasero lì a guardarsi, un in piedi e l’ altro seduto, in uno di quei rari momenti in cui sembravano andare d’accordo e così diversi da quelli in cui litigavano per la minima sciocchezza giusto per il gusto di ricorrere alla violenza ed insultarsi. Ma quello era il loro normale modo di comunicare.
Quel momento di tranquillità fu interrotto da un grido: - Yoh oh oh oh! Terra, terra! Yo oh oh oh!-
Sanji posò lo straccio sul lavandino della cucina e si avviò verso il ponte della nave:- Zoro andiamo dagli altri, dobbiamo prepararci per scendere e fare rifornimenti-. Con una leggera sensazione di delusione che non riuscivano a spiegarsi raggiunsero gli altri membri dell’ equipaggio, che stavano discutendo sul farsi:
- Allora, io e Robin andremo a fare shopping e poi visiteremo la biblioteca dell’ isola. Chopper, immagino che tu debba andare a comprare medicinali e altro giusto?-
- Si, ma avrei bisogno di aiuto…-
- Ti aiuto io se vuoi. Spero solo di non rompermi un osso, Yo oh oh oh oh!-
- Io e il nasone andremo in giro in cerca di diversi oggetti. Ho in mente delle idee geniali per la Sunny!- disse Franky
- A questo punto rimangono Zoro, Sanji e Rufy.-
-Io propongo di…- Iniziò lo spadaccino.
- IO VOGLIO FARMI UNA BELLA ABBUFFATA!- gridò  il capitano della nave.
- In questo caso Zoro verrà con me a fare la spesa- concluse Sanji.
- Perfetto allora direi che non ci sono problemi.- disse soddisfatta la navigatrice.
- Ehi un momento, chi vi dice che io voglia andare a fare la spesa con quel damerino da strapazzo!?-
- Beh non hai alternative. Tutti gli altri sono già impegnati e Sanji non può portare da solo tutto il cibo che serve per sfamare quello squalo di Rubber…- fece Nami con espressione truce rivolta allo spadaccino -… Quindi tu lo accompagni e non fai storie mi sono spiegata?-. Nessuno ebbe più niente da dire e così, dopo aver messo l’ ancora, scesero a terra.
 
Mentre percorrevano il viale centrale della città però, Nami avvertì un cambiamento nell’ umidità della zona:- Ehi ragazzi, sento che stasera ci sarà un acquazzone coi fiocchi. In quelle condizioni sarebbe sconsigliabile ripartire, per questa notte credo sarebbe meglio rimanere in città. Che ne dici Rufy?-
- Ma certo, tu sei la navigatrice. Rimaniamo qua!-
Così trovarono una locanda e, dopo che la navigatrice ebbe assegnato le camere ai ragazzi, i membri della ciurma si separarono e andarono a fare quello che avevano programmato.
 
 
 
Zoro e Sanji stavano camminando fra le diverse bancarelle del mercato in cerca di ogni tipo di genere alimentare che potesse servire. Lo spadaccino era stanco di camminare:- Ehi Sanji, possibile che non abbiamo ancora finito? Sono carico come un mulo!-
In effetti, era carico di buste, mentre il cuoco camminava senza averne neanche una in mano:
- E’ colpa tua che sei lento, altrimenti avremmo già finito testone-
- Ah quindi è colpa mia? In caso non lo avessi notato, brutto torciglio, sono io che porto tutta la spesa!-
- Non dirmi che qualche busta è in grado di abbattere “Zoro, il grande cacciatore di pirati”! Se è così stai perdendo colpi caro mio-.
Zoro decise di non continuare a discutere, comprendendo quanto fosse inutile cercare di vincerla con Sanji.
- Comunque stai tranquillo testa d’ alga, l’ ultima sosta e poi abbiamo finito. Così poi ti puoi riposare amore della mamma.- disse ridendo.
- La vuoi smettere?-
Giunti ad un banco dove si vendevano frutta e verdura, Sanji iniziò a guardare gli articoli in vendita.
Zoro lo guardava da dietro. Per tutto il tempo aveva osservato il cuoco muoversi fra le bancarelle, annusare e confrontare i vari articoli, parlare coi commercianti e, talvolta, discutere con loro. Ed era rimasto colpito dalla passione che ci metteva nel compiere quelle azioni. Lui non capiva tutta questa passione, infondo si trattava solo di cibo. Dipendesse da lui, sceglierebbe le prime cose che gli capitano sotto tiro e andrebbe via. Ma Sanji si illuminava quando si parlava di spesa, cucina, cibo e robe varie e non era tanto sgradevole guardarlo mentre si dedicava a queste passioni.
“Un momento! Che diavolo sto facendo? Perché sto guardando quell’ idiota di un cuoco? Ho sempre fatto la spesa con lui, ma non avevo mai fatto caso a tutto questo. Cosa mi prende? Oggi mi comporto in modo strano… è da stamattina che l’ idea di quel biondo pervertito mi perseguita… Nah devo solo riposarmi un po’. Quanto ci mette a finire?”
- Ehi Zoro, se hai finito di stare fermo come uno stoccafisso potresti venire a darmi una mano?-
- Neanche per sogno- rispose freddo.
- Dai non farti pregare.- gli disse sorridente.
…Perché quel sorriso? Perché non riusciva a smettere di guardarlo? Perché era contento che il pervertito gli sorridesse?Quella storia stava degenerando. No. Lui non si sarebbe mosso.
… Sanji sorrideva
- Cosa vuoi?- chiese Zoro raggiungendo Sanji. Perché si era mosso!?
Sanji prese un pomodoro e glielo mostrò:- Secondo te è maturo?-
- Che cos..!? Che ne so, qui sei tu l’ esperto.-
- Su non ci vuole molto a dire se è maturo, prova a toccarlo-
- Ancora mi chiedo perché non ti ho lasciato qua con tutte le buste.- Poi fece per toccare il pomodoro, ma Sanji lo strinse forte facendolo scoppiare e macchiando tutto il viso dello spadaccino.
- AHHH! Perché diavolo l’ hai fatto?-
- AHAHAHAHAH! Scusa ma non ho potuto resistere-
- Mph sei uno scemo- rispose sorridendo appena
- Ah eccolo finalmente!- disse entusiasta Sanji.
- Che cosa?-
- Un sorriso.-
- Eh?-
- Lo sai? Dovresti provare a sorridere un po’ di più, ispiri più simpatia se non stai sempre con quell’ espressione da duro del cavolo-
- Ma stai zitto.-
Poi sanji pagò il mercante e prese un fazzoletto:- Tieni, pulisciti. Tranquillo per le macchie di pomodoro, tanto sono io che lavo i panni.-
Zoro guardò per un secondo il fazzoletto, poi lo prese e si pulì. – E ora che si fa?-
- Niente direi. Abbiamo finito. Ora puoi riposarti.-
- Ah bene- rispose Zoro velando un po’ di dispiacere. Uscire con Sanji non era stato tanto male, forse si era addirittura divertito.
Sanji dal canto suo, non era da meno. Doveva ammettere che passare il tempo con Zoro senza litigare poteva essere molto piacevole. E quel giorno aveva davvero apprezzato la pazienza dello spadaccino.
- Dai dammi le buste, lei hai portate tutto il giorno.-
- Cosa!?-
- Hai sentito bene palestrato senza cervello, dammi le buste. Non lo ripeterò un’ altra volta quindi ti conviene muoverti o me le prendo con la forza. Vai a riposarti, tieni la chiave della camera. Tanto noi due capitiamo sempre insieme. Io ora vado alla Sunny e poi ti raggiungo-
Zoro gli diede le buste. Poi si fermò di colpo. Nel prendere le buste Sanji gli aveva stretto la mano. Guardava la mano del cuoco sulla sua e sentiva il suo cuore battere. Alzò lo sguardo verso il cuoco. Si era fermato anche lui, prendere la mano di Zoro era l’ ultima delle sue intenzioni. Temeva una reazione del ragazzo, che lo guardava. Ma Zoro notò solo che Sanji era arrossito e lo trovò… carino???
Sanji prese subito le buste e si girò dall’ altra parte per mascherare l’ imbarazzo. Perché non aveva tolto prima la mano da quella di Zoro? Gli era piaciuto…no era impossibile:- Ehm… allora io vado-
-… Oh si… ok-
E iniziò a incamminarsi verso la locanda.
- Ehi Zoro!- gridò Sanji da lontano.
- Si?-
- Grazie per avermi aiutato-
Zoro gli sorrise con il solito ghigno:- Di niente- 



Angolo dell' autore:
Beeeeeeeene. Anche questo è fatto. Mi scuso per essere scomparso per così tanto tempo. Ma il liceo classico non lascia tempo per le fanfiction. Comunque finalmente le cose si movimentano un po'. Ihihihih. Comunque ci tenevo a specificare una cosa: come mi ha fatto notare Nova, io ho messo Sanji/Zoro, ma perchè era l' unica opzione disponibile. Per chi volesse saperlo (e so che è importante perchè lo è anche per me) è Zoro il seme. Sanji lo amo, lo adoro, è il mio preferito, ma per me la coppia è Zosan. Ok e anche questo l' ho detto.... niente. Spero che vi piaccia la storia. Se volete dirmi qualcosa non avete che da chiedere e buona lettura. 

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Capitolo 4
*** Un pomeriggio di pensieri ***


Dopo essersi allontanato dal cuoco, Zoro camminava per le via della città immerso nei suoi pensieri. Quella giornata era davvero strana. Aveva trascorso tutto il tempo piuttosto tranquillamente, anzi molto più tranquillamente del solito, se non troppo. Si era allenato come suo solito dopo aver discusso con Sanji la mattina, aveva mangiato come sempre a pranzo mentre Sanji lo folgorava con lo sguardo per il suo commento nella cabina, poi aveva dormito come al solito, nonostante la “piacevole” interruzione da parte di quella vipera di Nami che gridava con Sanji, e poi aveva fatto la spesa con Sanji dopo essere approdati sull’ isola… Già tutto normale si direbbe… Ma mancavano le urla, le minacce e gli insulti, il rumore di calci sul ferro delle sue spade e le frecciatine maligne che solitamente costellavano la sua routine e che quel cuoco da strapazzo non si dimenticava mai di dargli ogni singolo giorno che passavano su quella nave.
Eppure quel giorno quelle azioni ormai diventate abituali non c’erano state. O meglio c’ erano state (anche perché il bell’ imbusto dalla scodella bionda era una provocazione continua e costante), ma erano diverse da quelle a cui era abituato: più controllate e gentili.
Oggi quel cuoco così odioso, quel cuoco con cui faceva la guerra ogni secondo, quel cuoco che lo minacciava costantemente di rifilargli un calcio da qualche parte, quel cuoco che lo provocava in continuazione, quel cuoco che faceva il cretino con il primo paio di tette che passava per la strada, quel brutto cuoco dalle sopracciglia ribelli… Non sapeva come concludere il pensiero.
Anzi non sapeva proprio cosa pensare.
Quel giorno Sanji lo aveva sorpreso. Lo aveva trattato quasi come un amico, era stato gentile (a modo suo), gli aveva parlato con una tranquillità insolita, lo aveva provocato di meno e se era ricorso alla violenza o agli insulti era stato solo perché lui lo aveva provocato.
E poi prima al mercato…
Cosa gli era successo? Non se lo spiegava proprio. Lo aveva guardato tutto il tempo. Lui! Lui che di solito si addormentava con le buste in mano pregando il cielo che quella tortura finisse! Era rimasto tutto il tempo a guardare il ragazzo con i capelli biondi muoversi da una bancarella all’ altra come un razzo e non aveva fiatato neanche una volta. E quando aveva iniziato a sorridergli… Sembrava che tutto si fosse fermato e ancora non capiva perché aveva ceduto alle richieste di Sanji, perché avesse desiderato che… non poteva crederci… che non smettesse di sorridergli e perché quando, per prendere le buste, gli ha stretto la mano…

Si fermò di colpo. L’ immagine del cuoco che gli stringeva la mano… il suo volto arrossato dall’ imbarazzo… il modo in cui lo aveva ringraziato…
Perché lo facevano sentire così? Perché provava quel senso di piacere, ma al tempo stesso di timore? Perché si rendeva conto solo ora che aveva passato tutto questo tempo a pensare al torciglio?
Non capiva più niente. Gli girava la testa e ogni secondo gli tornava in mente quell’ idiota.
Cosa gli stava accadendo? Non si era mai lasciato travolgere così dalle sue emozioni, tantomeno se erano rivolte ad uno come Sanji. Un momento… allora stava ammettendo di provare qualcosa per il cuoco?
“….SI! DISGUSTO!” gridò nella sua testa, per convincersi.
Ok, non era vero che odiava Sanji, anzi quel pervertito era forse la persona che più di tutte gli era vicino e riusciva a capirlo. E poi era un suo compagno non solo d’ equipaggio, ma anche di combattimento. E questo lo rendeva una persona speciale per lui, come lo erano tutti gli altri. Erano la sua famiglia e li avrebbe protetti sempre… lo aveva già fatto molte volte del resto… come… (gli si bloccò il cuore per un secondo al ricordo)… come a Thriller Bark.




Intanto, Sanji era ritornato sulla Sunny ed aveva sistemato tutta la spesa. Poi, dopo aver preso una sedia ed esservi seduto, si concesse una sigaretta. Mentre soffiava fuori il fumo e lo guardava disperdersi nell’ aria pensava.
Pensava a Zoro. Si perché era inutile negarlo, oggi non aveva fatto altro che pensare a lui, non che gli eventi della giornata gli avessero consentito di fare diversamente eh! Con quella testa d’ alga ci aveva discusso poco e, a parte il breve litigio della mattina, si erano limitati a scambiarsi delle frecciatine ogni tanto. Tutto tranquillo, così tanto che si era preoccupato che lo spadaccino avesse qualcosa che lo turbava. E forse era per questo che aveva proposto di portarlo con sè a fare la spesa… forse sperava di tirarlo un po’ su, perché vederlo così turbato non era normale per lui… forse si stava affezionando anche troppo a quel gorilla senza cervello. Ma dagli eventi di Thriller Bark aveva capito che, per quanto forte potesse essere Zoro, non era invincibile. Se solo non fosse svenuto… se solo fosse stato più resistente… o più determinato… se solo lo avesse voluto quanto Zoro… forse si sarebbe potuto evitare. La verità è che aveva avuto paura. Il momento in cui, dopo essersi risvegliato, si era accorto che quel testone non era con loro… quando lo aveva trovato in quello stato, in piedi, ricoperto di sangue, tremante e con quegli occhi che mostravano quanto dolore portava dentro il corpo… quando con la voce spezzata gli disse che andava tutto bene… Mai come allora aveva avuto di paura di perderlo. Zoro ormai era un elemento fondamentale della sua vita. Certo era rozzo, maleducato, insensibile, pigro, stupido, e si scolava litri di sakè, ma tutti abbiamo i nostri difetti. Oddio, forse lui ne aveva un po’ troppi! Ma ciò non toglie che fosse suo amico, il suo migliore amico. Magari pestate e urla non erano il modo ideale di entrare in contatto, ma ormai le cose fra loro due andavano così.
Tuttavia quel giorno… quel qualcosa di diverso nello spadaccino lo aveva colpito. Ed era stupito nel constatare quanto il principe degli idioti fosse, tutto sommato, piacevole e che potesse sorridergli come aveva fatto oggi. E quando gli ha preso la mano, anche se per sbaglio…


Spense la sigaretta, ormai consumata, e si diresse lentamente verso le stanze dei maschi.
Dovevano essere le 16.
Appena entrato, si diresse verso la sua amaca, ma poi andò verso gli armadietti dove tenevano i vestiti. Aprì quello di Zoro e sorrise divertito nel vedere tutti i vestiti ammucchiati senza un minimo di criterio al suo interno.
Poi prese una maglia dello spadaccino, vi affondò il viso e la odorò profondamente. Sentiva il profumo di Zoro, semplice, fresco ma forte.
Senza chiudere l’ armadietto, si sedette sull’ amaca più vicina, stringendo la maglietta fra le mani e sorridendo mestamente.
“Ah. Fregato da una testa d’ alga” pensò mentre si sdraiava sospirando.
Per un po’ non pensò a nulla, lasciò che la mente si perdesse nel nulla, mentre fissava il soffitto con occhi vuoti.
E ora? Ormai era chiaro che provava qualcosa per Zoro, magari non amore, ma sicuro non era semplice affetto. E la cosa poteva anche preoccuparlo un po’, era un uomo del resto, ma di sicuro era l’ ultimo dei problemi visto il soggetto con cui aveva a che fare. Con lo spadaccino aveva sempre avuto un rapporto conflittuale, non poteva aspettarsi di certo che le cose sarebbero migliorate. Ma cosa più importante… come reagirà? Si perché anche se non si faceva illusioni sul fatto che la cosa sarebbe potuta mai accadere, sapeva bene che prima o poi Zoro avrebbe capito qualcosa, nonostante la poca materia grigia in quella testa verde. Anche se Sanji avesse continuato a negare tutto, anche se si fosse concentrato , come al solito, sulle belle ragazze, anche se avesse cercato in ogni modo possibile di tenere nascosta la cosa, prima o poi Zoro l’ avrebbe scoperto. E’ sempre così: quanto più vuoi che una cosa resti segreta, tanto prima questa viene scoperta. E in ogni caso vivere a stretto contatto con lo spadaccino non avrebbe certo aiutato a distrarsi.
E poi conosceva Zoro. Lui non aveva tempo per le emozioni, soprattutto per una come l’ amore.
E per quanto riguarda lui? A lui le ragazze piacciono, cavolo se gli piacciono! Come è potuto succedere che si invaghisse di un’ uomo!? … no di Zoro, perché un uomo sarebbe stato più comprensibile.
No, non glielo avrebbe detto. Almeno non ora. Quella era una giornata così piacevole e tranquilla.
Ormai era caduto in dormiveglia e nella sua mente i pensieri iniziavano a diradarsi lentamente.
Prima di addormentarsi, odorò ancora una volta la maglia di Zoro, provando ad immaginare come sarebbe stato se mai si fossero messi insieme.
Una testa d’ alga che lo abbracciava imbarazzato mentre lui gli preparava qualcosa da mangiare… o magari un dolce.
“Forse… nonostante sia una testa d’ alga… non sarebbe tanto male”. E poi si addormentò.



Angolo dell' autore:
Ok ecco qui il quarto capitolo. Questo capitolo l' ho scritto con tutto me stesso. Ci sono stato due ore e mezza. E credo di avere una lacrima agli occhi e non ho idea del perchè. E' un capitolo in più, non c' era nella storia originale, ma mi sentivo di aggiungercelo, per far capire a quei due un po' di cose. Io mi ritengo soddisfatto, certo magari ci sarà qualche errorino di scrittura o cose simili, ma quelli li posso sistemare dopo. Spero vi piaccia e buona lettura.

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Capitolo 5
*** Ritorno alla locanda ***


Erano ormai le 18 quando Sanji ritornò alla locanda.
“Accidenti, mi sono addormentato come un’ idiota.”
Infatti si era risvegliato poco prima sulla Thousand Sunny, con la maglia dello spadaccino stretta al petto e, dopo aver visto fuori dall’ oblò che il sole stava ormai tramontando, si maledisse per essere stato così stupido da dormire con la maglietta di Zoro nella camera dei ragazzi. E se qualcuno fosse entrato? Meglio non pensarci. Brutta testa d’ alga! Gli creava problemi anche quando non era con lui.
Entrato in camera vide Zoro sul letto che fissava il soffitto. Sanji se l’ aspettava, ma avrebbe comunque preferito che quel gorilla fosse andato con uno dei membri della ciurma oppure stesse da qualche parte a bere sakè: non aveva proprio voglia di parlare con lui.  Si sforzò quindi di assumere il solito atteggiamento:
-Ehi, sempre a non fare niente?-
Zoro emise un mugugno che Sanji prese per un si. - Da quanto tempo stai steso su quel letto?-
-… Dalle 16… credo, subito dopo averti lasciato sono tornato qui e non mi sono più mosso-
- Sei tornato da solo!?- Chiese il cuoco, visibilmente sorpreso dal fatto che, forse per la prima volta nella sua vita, Zoro era riuscito ad arrivare in un posto senza perdersi.
- Mi sembra che ormai sia abbastanza grande per andare in giro senza la scorta, brutto torciglio-
- Spadaccino da quattro soldi della malora-
Sanji si appoggiò su una cassettiera li vicino ed iniziò a guardare il compagno, che continuava imperterrito a stare steso fissando il soffitto, senza emettere una parola. Poi, all’ improvviso, Zoro ruppe quel silenzio e Sanji per poco non sussultò.
- E tu? Non credo ci abbia messo due ore per scaricare la spesa.  Cosa hai fatto?-
E ora cosa doveva fare? Di certo non poteva uscire fuori dicendo: “Beh sai, ho dormito abbracciato alla tua maglietta mentre cercavo di capire quello che provo per te!”. Poi, gli venne in mente una risposta che non avrebbe fatto una piega.
-In effetti…-
-In  effetti?-
Sanji mise su il suo sorriso da cascamorto:- Ho incontrato Nami e Robin per strada e le ho aiutate a fare shopping!-
- Ah. Certo.- rispose freddo lo spadaccino.
Il cuoco notò il cambiamento d’ umore dell’ altro:- Qualcosa non va?-
Silenzio.  Zoro era steso immobile. Ma il suo sguardo era diventato serio.
- Cosa provi per Nami?- Lo disse subito, istintivamente. Era stanco di tutta quella situazione e voleva vederci chiaro sul comportamento del cuoco. Per tutto il tempo che era rimasto in quella stanza aveva cercato di domare quelle sensazioni che lo tormentavano dall’ inizio della giornata e più cercava di reprimerle, più ritornavano alla mente. E quel cuoco era la causa. Lo sapeva, ormai aveva capito che era Sanji la causa di questo, ma il vero problema era capire di cosa era la causa. Ripensando al cuoco… sentiva qualcosa di nuovo… e questo non andava bene. Non aveva idea di cosa fosse, ma tutto questo lo distraeva dai suoi obbiettivi e lui non poteva permetterselo. Doveva sistemare la cosa il più presto possibile.
Il ragazzo dai capelli biondi rimase colpito dalla domanda dello spadaccino:- … Cosa provo… per Nami?-
- Hai sentito bene.-
- …Le… le voglio bene, mi sembra normale. Siamo amici e membri dello stesso equipaggio. Tutto qui-
-  Tutto qui? Allora perché fai sempre il cascamorto con lei?-
- Beh perché è anche molto bella- rispose il cuoco con aria sognante pensando alla sua navigatrice.
- Siocchezze!-
- Ma che…-
Zoro si era messo a sedere sul letto, ma  dava le spalle a Sanji. Era sempre più confuso, gli ronzava la testa… Perché il cuoco parlava così della navigatrice?
- Queste sono tutte sciocchezze Sanji! Tu fai l’ idiota con tutte le belle ragazze, ma se cerchi di far intendere che ti piacerebbe stare con loro, al contempo capisco che non ti vuoi legare a nessuna. La verità è che lo fai per scena, non sei così veramente. Quindi perché ti comporti in questo modo? E’ la tua vera natura oppure nascondi qualcosa?-
Quello lo guardava allibito, mentre continuava a dargli le spalle:- Come diavolo ti permetti di attaccarmi in questo modo!?-
-Rispondi!-
-E tu allora perché sei sempre così freddo e distaccato da tutto e tutti eh? E poi perché mi chiedi cosa provo per Nami e poi reagisci così violentemente? Che c’è, sei geloso? Provi tu qualcosa per lei?-
Zoro si voltò di scatto e vide Sanji che lo guardava infuriato:- Secondo te io mi innamoro di una ragazzina come lei!?-
- Già ti chiedo scusa! Tu non sei in grado di amare! Sai solo allenarti con quei ferri vecchi e creare muri che ti isolino da tutti! Uno come te non sa niente di cosa significhi tenere a qualcuno!-
Uno schiaffo colpì violentemente il volto del cuoco. Zoro si era alzato: era completamente paonazzo e lo guardava con una rabbia che mai aveva provato:- MA COSA NE SAI TU DI ME? TU NON MI CONOSCI. TU NON FAI ALTRO CHE LITIGARE CON ME! COSA DIAVOLO PUOI SAPERNE TU DI QUELLO CHE PROVO IO. SEI SOLTANTO UN CUOCO PERVERTITO!-
Sanji lo fissava sconcertato, mentre si massaggiava la guancia colpita dallo schiaffo. Zoro era fuori controllo. Forse era la prima volta che lo vedeva così fuori di sé.
- Cosa ti prende?-
- NIENTE STO BENISSIMO, NON SI VEDE! IO NON SONO IN GRADO DI PROVARE EMOZIONI. STO MEGLIO DA SOLO. AL DIAVOLO TU E QUELLA STREGA!-
Sanji si stava preoccupando. La situazione stava diventando insostenibile.
- Zoro per favore, calmati. Ti chiedo scusa ok? Non dovevo urlare, non dovevo dirti quelle cose, non mi importa se provi qualcosa per Nami, voglio solo…-
- A ME NON PIACE NAMI!- e poi si avvicinò al cuoco, gli prese il mento e lo baciò.
 
Silenzio. Nelle orecchie di Sanji rimbombavano le urla di Zoro, ma poi lui si era avvicinato e ora… lo stava baciando. Lo fissava incredulo, mentre il verde premeva le labbra sulle sue. Quel bacio.
Si sentiva così leggero, così caldo, il cuore aveva iniziato a battergli, sembrava che tutto il resto non avesse più importanza.
 
Lo stava baciando. Lui stava veramente baciando il cuoco. Lui teneva fra le mani il suo volto mentre quello lo guardava paralizzato. Aveva fatto una sciocchezza. Sanji l’ avrebbe picchiato. Ma non ci aveva visto più. Ora aveva capito. Aveva capito che Sanji era più di un semplice amico per lui. Ma ora… come poteva più guardarlo negli occhi? Doveva staccarsi da lui. Forse non aveva ancora ricevuto un calcio nelle palle perché il cuoco non aveva ancora realizzato quello che succedeva… Era così bello baciarlo…
 
Poi si staccò. Sanji era paralizzato. Zoro lasciò cadere le mani dal suo volto e, dopo essersi rabbuiato, disse:
- Scusami… ho fatto una sciocchezza… io..io…-
Non ce la faceva a vedere il cuoco così stordito. Fece appena in tempo a sussurrare:- Perdonami- e poi se ne uscì dalla stanza, lasciando Sanji senza parole





Angolo dell' autore:
Ciao a tutti. E siamo al quinto capitolo. Io non so che dire su questo capitolo. Solo che mi piace troppo. Spero che piaccia anche a voi. Ci vediamo al prossimo. Quei due devono chiarire un po' di cose.

 

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Capitolo 6
*** Una notte insonne ***


Passarono alcuni minuti prima che Sanji si riscuotesse e realizzasse quello che era successo. Stava litigando con Zoro, poi la situazione è degenerata, lo spadaccino aveva iniziato a urlare, lui aveva provato a calmarlo e poi Zoro… lo aveva baciato.
No era un sogno, quella testa d’ alga non poteva averlo baciato, non aveva senso. Eppure in quel momento lui era lì, in piedi in mezzo alla stanza, mentre il palestrato senza cervello stava in giro chissà dove. E poteva ancora sentirle. Poteva ancora sentire le sue labbra che premevano sulle sue. Ed era così reale, così bello.
Forse non era un sogno.
Si avvicinò lentamente alla finestra e accese una delle sue sigarette. Al diavolo le regole della locanda. Fuori il sole stava tramontando, e tutti gli abitanti del paese facevano ritorno nelle loro case. Tutto era calmo e silenzioso, l’ unico rumore era quello delle onde del mare che s’ infrangevano sul porto.
Sanji soffiò fuori il fumo e si poggiò con i gomiti sul davanzale osservando la scena.
Sembrava tutto così irreale, come se tutto fosse dentro una bolla, tutto così leggero da sembrare un sogno.
“Dove sarà quell’ idiota?” Pensò automaticamente.
No, per favore no. Ora non voleva pensare di nuovo a tutto quello che stava succedendo. Non ce l’ avrebbe fatta a reggere un altro confronto con quella situazione che si era venuta a creare. Desiderava soltanto rilassarsi, godersi il panorama e stare tranquillo. No sapeva cosa sarebbe successo quando Zoro avrebbe fatto ritorno, ma ora preferiva lasciare da parte questi pensieri. Aveva bisogno di pace e silenzio.
“Brutta testa d’ alga” pensò fra sé e sé “Ti odio. Non dovevi baciarmi. Ora cosa dovrei fare secondo te eh?”
E rivide l’ espressione dello spadaccino quando si era staccato da lui, il suo sguardo triste.
“Chissà quanto deve essere stato difficile per te.”
 
Quando Zoro ritornò alla locanda, il sole era ormai calato da un pezzo. Entrato nella camera vide il cuoco steso sul letto, immobile come una statua, che fissava il vuoto davanti a sé.
Nessuno dei due disse nulla, non si guardarono nemmeno. Forse Sanji non si era neanche accorto che lui era entrato nella stanza.
Poi, Usopp entrò allegro nella camera:- Ehi ragazzi, stiamo andando a mangiare! Venite o no?-
Zoro si girò verso l’ amico e gli rispose con voce stanca:- No. Non  ho fame stasera. Fate pure senza di me-
Usopp lo guardò con aria interrogativa:- Ok, va bene. E… e Sanji? Che cos’ ha?-
Lo spadaccino rabbrividì quando il cecchino pronunciò quel nome:- Non lo so. Forse è stanco. Non credo voglia mangiare. Altrimenti starebbe già con voi.-
Il ragazzo dal naso lungo li squadrò per un momento. Quei due avevano una pessima cera. Ma intromettendosi avrebbe solo peggiorato le cose, in qualunque modo stessero. Quindi se ne andò senza dire altro.
 Appena si fu chiuso la porta alle spalle, lo spadaccino sospirò, appoggiò le spade sul muro e si stese anche lui, dando le spalle al cuoco.
 
Era notte fonda e non aveva ancora preso sonno. Continuava a chiedersi se avesse fatto la cosa migliore, se questo avrebbe compromesso il rapporto fra lui e Sanji o, peggio ancora, con l’ intero equipaggio. Non avrebbe dovuto baciarlo, aveva perso il controllo ed era imperdonabile. Ma la cosa che lo aveva fatto ritornare in sé era l’ espressione del cuoco. Lo guardava scioccato, non si era mosso nemmeno quando lo aveva lasciato andare. E il ricordo del biondo in quello stato lo faceva stare così male e lo agitava. Sanji non gli avrebbe più parlato. Lui per primo non avrebbe più avuto la faccia di potergli parlare. Era stato un debole, aveva ceduto alle emozioni e forse aveva perso il suo rapporto con quel torciglio. E per che cosa Zoro? Per un amore fra un cuoco ed uno spadaccino scapestrati? Entrambi membri della stessa ciurma di pirati, che rischiano costantemente la pelle! Entrambi uomini! Si sentiva così stupido.
Non poteva chiudere occhio che nuovi dubbi lo assalivano. Questa situazione lo stava facendo impazzire. Si alzò piano ed uscì dalla stanza senza fare rumore per non svegliare il cuoco.
 
Intanto, le due donne della ciurma stavano parlando nella loro stanza:
-Quindi sono andata alla biblioteca della città, ma non ho trovato niente di interessante-
- Certo Robin-
-… E poi sono stata attaccata da alcuni banditi e li ho portati con me alla locanda-
- Deve essere stato molto bello-
- Ah, e per finire ho incontrato Sanji per strada, ci siamo fermati ad un negozio di fiori e dopo che lui si è dichiarato l’ ho baciato-
- TU HAI FATTO COSA!?-
Robin sorrise divertita davanti all’ amica che si era tappata la bocca per non gridare e svegliare tutti gli ospiti in piena notte.
- Vedo che il nostro cuoco ha il potere di riportarti nel mondo dei comuni mortali-
- Cosa vuoi dire?-
- Che non hai ascoltato niente di tutto quello che ho detto fino a quando le tue orecchie  non hanno sentito il nome del bel biondo della nostra ciurma.-
Nami arrossì di colpo. In effetti si era distratta a metà racconto ripensando a  come Sanji l’ aveva trattata quella mattina in cucina.
- Devi dirglielo Nami. Non puoi tormentarti così. Da quanto va avanti questa cotta?-
La navigatrice la guardò stupita mentre diventava ancora più rossa:- Da due mesi… credo.-
-E in due mesi non gli hai detto nulla? Cosa ti preoccupa? La sua reazione, quella degli altri? Non puoi continuare a chiederti cosa accadrà, diglielo e basta. Se le cose non andranno, almeno ci avrai provato-
-Facile a dirsi, non sei tu quella che ci perde la faccia-
Robin sospirò:- Allora facciamo così:- Se tu parli con Sanji, io farò lo stesso con Franky, va bene?-
Dopo questa proposta, Nami si sentiva più tranquilla, almeno si buttavano insieme. Dopo averci pensato un po’, ancora un po’ titubante rispose:
-Va bene. Domani gli dirò tutto-
-Perché domani? Conosci il proverbio: “Mai rimandare a domani quello che puoi fare oggi” – e così detto la spinse fuori dalla camera e chiuse la porta a chiave:
-Non ti farò rientrare fino a quando non l’ avrai fatto-
Nami era scandalizzata, ma vedendo che l’ archeologa era intenzionata a restare nelle sue decisioni, si diresse verso la camera dei due ragazzi, sperando che le cose andassero bene.
 
Sanji intanto stava sognando. Era in una grande taverna, piena di gente che festeggiava e con belle ragazze che si esibivano su un palco. Lui era seduto ad un tavolo con tutti i suoi compagni che stavano mangiando.  Tutto era molto allegro, luci ovunque. Poi arrivano tante ragazze, una più bella dell’ altra. Lo invitano a ballare e lui, senza fare troppi complimenti le segue godendosi la visione di tanta bellezza. Si diverte così tanto. “Sicuramente gli altri si staranno facendo due risate” pensò, così si voltò verso il tavolo dove stavano tutti i suoi amici e vide che effettivamente stavano ridendo a crepapelle.
Poi vide lo spadaccino. Non appena si incrociarono il loro sguardi, quello voltò il capo. Aveva la solita espressione indifferente e quando Sanji continuò a guardarlo gli lanciò un occhiataccia e si alzò dal tavolo, incamminandosi verso un corridoio che portava chissà dove. “Dove va?” si chiese. Lasciò le ragazze senza dire loro una parola e si mise a correre per raggiungere lo spadaccino.
Continuava a chiamarlo, ma quello non si fermava, continuava a dargli le spalle, non gli rispondeva. Quando finalmente lo raggiunse, lo prese per la spalla e lo girò a sé. Sanji rimase turbato: Zoro aveva la stessa espressione triste di quando… l’ aveva lasciato nella stanza.
-Che succede? Perché te ne stai andando? Ci stiamo divertendo tutti quanti.-
-Tu non hai bisogno di me, torna da quelle ragazze. –
- Cosa diavolo stai dicendo?-
- Lasciami in pace. Ora ti preoccupi per me? Per tutto questo tempo non mi hai mai parlato e ora ti lamenti perché mi allontano mentre balli con delle donne?-
- Ma di cosa stai parlando?-
- Ah ora ti va di scherzare maledetto torciglio?-
- Credimi non capisco davvero-
- SMETTILA DI PRENDERMI IN GIRO.-
Sanji non ci capiva più niente. Quello era un sogno, ma si stava trasformando in un incubo. Stava facendo soffrire Zoro, ma non sapeva il motivo.
- Quel’ è il problema? Dimmelo per favore-
Zoro lo afferò per il collo della camicia e lo guardò dritto negli occhi:- Il problema e che io per te non esisto più da un anno ormai. Da quando ti ho baciato in quella maledetta stanza tu non mi hai più parlato, non mi hai più nemmeno guardato, mi hai sempre e solo evitato, trattandomi come se non esistessi.-
Sanji si sentì gelare. No lui non avrebbe mai fatto una cosa simile. Anche se se la fosse presa per il bacio non avrebbe mai ignorato l’ Zoro fino  a quel punto.
-Mi dispiace Zoro-
- Mi dispiace? Non ti crederei nemmeno se mi ficcassero le mie spade in gola. Io per te non valgo niente-
-Smettila-
- E’ così io sono sempre stato lo scimmione che ti dava fastidio, lo stupido che ti faceva perdere tempo in cucina e che ti impediva di fare il filo a ogni ragazza-
- Questo non è vero-
-Invece si. Io sono solo un problema per te. Un fastidio. Se io non esistessi tu saresti molto più felice-
- Io ci tengo a te!
- Ci tieni a me! Così tanto da cancellarmi completamente dalla tua vita! Così tanto da ignorare i miei sentimenti! Così tanto da non dirmi nemmeno che non mi ami!-
Sanji non riusciva più a reggere questa conversazione, sentiva che ogni parola dello spadaccino era come una pugnalata nel petto. Voleva svegliarsi, voleva che quel dolore finisse.  Sentire Zoro dirgli quelle cose lo stava facendo impazzire.
Lo spadaccino estrasse una delle sue spade e la puntò dritta nello stomaco del cuoco.
- Ma sai che ti dico? Che uno come te non merita niente. Io ti detesto e piuttosto che passare un altro secondo con te preferisco farti fuori una volta per tutte-
“Ti prego non farlo” pensò con le lacrime agli occhi mentre lo spadaccino si preparava a colpire.
-ZORO IO TI AMO!-
Un fulmine squarciò il cielo ed il tuono esplose nella notte svegliando il cuoco all’ improvviso.  Tremava ed era completamente sudato. Fuori aveva iniziato a diluviare proprio come aveva previsto Nami.
Poi si girò di scatto verso il letto di Zoro, ricordando il sogno, ma lo vide vuoto. “Dove sarà andato a quest’ ora? Uscire con quest’ acqua è una follia!”. Si rivestì in fretta ed uscì correndo dalla camera, ma qui si scontrò con la navigatrice. La aiutò a rialzarsi:
-Scusami Nami non ti ho vista-
- Non fa niente, non preoccuparti- Era diventata rossa e non riusciva a parlare, ma al buio Sanji non poteva vederla.
-Ecco…io…-
-Sai dov’è Zoro? Mi sono svegliato poco fa e non era a letto.-
- Uh? Oh si… mi è sembrato di aver visto qualcuno salire verso la terrazza-
-Grazie mille, devo dirgli una cosa molto importante!-
- Sanji aspetta devo parlarti anch’io!- ma il cuoco stava già correndo per le scale che portavano alla terrazza.
- Scusami Nami, me lo dirai un’ altra volta!-
 
 
 
 
 
Angolo dell’ autore:
Ed eccoci con il capitolo 6! Questo è lungo ragazzi! Ci ho aggiunto molte cose e sistemato tante altre, ma mi reputo soddisfatto. Le cose finalmente si fanno serie! I nostri due maschioni forse riusciranno a uscire fuori da questo macello! E per quanto riguarda Nami…. Si mi diverto un mondo a farla soffrire! Muah ah ah ah ah!
Ci ho messo 3 ore (2 e 45 minuti se togliamo la pausa torta crepe) ma n’è valsa decisamente la pena.
Infine voglio ringraziare SupreNova013 e my_sunshine che mi seguono dall’ inizio e che mi spronano ad andare avanti. Questo capitolo è anche per voi. Spero vi sia piaciuto. Alla prossima!

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Capitolo 7
*** In Terrazza ***


Dopo essersi fatto correndo tutte le scale, Sanji arrivò affannato in cima al palazzo. Si piegò un momento per riprendere fiato, mentre sentiva chiaramente i tuoni rimbombare nel cielo e la pioggia che cadeva veloce su di lui. Quando si riprese alzò sguardo iniziando a guardarsi intorno e vide Zoro un po' più in là, di spalle, che si teneva alla ringhiera del terrazzo e guardava davanti a sè, noncurante nè dei tuoni nè dell' acqua che ormai l' aveva completamente bagnato.
Sanji avrebbe voluto parlargli, dirgli qualcosa, iniziare almeno con il richiamare la sua attenzione, ma aveva ancora il fiatone e non sapeva che dire.
Rimase così un bel pò, in silenzio sotto la pioggia a guardare la schiena dello spadaccino, sperando in un qualche miracolo che potesse aiutarlo.
- Perchè sei qui?- La voce seria e distaccata del verde ruppe quel silenzio scandito dalla pioggia che batteva su di loro.
In qualche modo che non riuscì a spiegarsi le parole uscirono dalla sua bocca, stentate e confuse -Beh... mi sono svegliato e non ti ho visto nel letto così.... si ecco.... sta piovendo e tu sei qui fuori... ti stai bagnando e io mi sono preoccupato.-
-Non ce n'è motivo. Come vedi sto bene. Torna a dormire-
Quelle parole erano dure e fredde come il ghiaccio. Lui ancora non riusciva a muoversi. Si sentiva così in imbarazzo, ma era l' ultimo dei suo problemi. Quello che lo faceva stare male era il suo comportamento, non era altro che un verme. Il verde si era aperto completamente con lui, esponendosi più di quanto si sarebbe mai immaginato e poteva comprendere che tutta quella situazione lo stesse turbando. Ma lui? Sanji sapeva come rassicurarlo, poteva aiutarlo, risolvere finalmente tutto, chiarire ogni cosa eppure... restava lì immobile e muto.
-Sei ancora lì?-  gli domandò lo spadaccino senza ancora voltarsi -Ti ho detto che puoi andare-
- Ma io...-
- Sto bene. Vattene-
"Maledetta testa d' alga sto cercando di venirti incontro!" pensò arrabbiato riscuotendosi da quello stato di ebetismo. Ora o mai più: - No Zoro tu non stai affatto bene. Ti conosco dannazione e so che quello che è successo è stato difficile per te-
L' altro non rispose e continuò a dargli le spalle
- Non ignorare la cosa per favore- cercò di continuare Sanji.
- Non capisco di cosa stai parlando-
- Ah non capisci zucca vuota? Mi vuoi dire che hai completamente rimosso quello che è successo questo pomeriggio? - Domandò in un impeto di rabbia.
- Se ti riferisci al fatto che ti ho baciato me lo ricordo bene, ma non vedo cosa ci sia da dire a riguardo-
Un brivido attraversò la schiena di Sanji. Sentir dire da Zoro "ti ho baciato"  era peggio che ricevere un pugno nello stomaco. Ma allo stesso tempo sentiva il suo volto arrossarsi.
- Mi vuoi far credere che sia roba da poco?- Stava iniziando a perdere la pazienza.
- Hai fatto intendere chiaramente come la pensi...- continuò freddo, mentre l' espressione di Sanji gli ritornava in mente. Non poteva cedere, non ora - E' stato un episodio a sè stante, non succederà più stai tranquillo. Devo aver bevuto più sakè del solito e ho perso la lucidità...- Ora viene la parte più difficile. Si impose di essere forte e di non voltarsi verso il torciglio, non ce l' avrebbe fatta altrimenti. Sanji non aveva alcun interesse nei suoi confronti e lui doveva farsi passare quelle idee ridicole. -...Quello che è successo è stato un incidente, non accadrà più ti ripeto. E' stato.... disgustoso.-
Ci mise un po' a comprendere quello che l' altro gli aveva detto, poi un sorrisetto apparve sulle sue labbra. Chissà, magari un pò' di tempo fa avrebbe anche potuto crederci, ma adesso no. Zoro non sa dire le bugie, lui lo sapeva bene e poi aveva la certezza che quel bacio fosse tutt' altro che un incidente. Zoro stava negando tutto, voleva eliminare la questione e questo perchè credeva che a lui quel bacio non fosse piaciuto.
"Ti amo. Ti amo Zoro", ecco cosa avrebbe dovuto dirgli, ecco quello che voleva fare. Ma non ci riusciva, una parte di lui era ancora terrorizzata all' idea di fare questo. E vedere il verde così freddo e distaccato non lo aiutava affatto.
- No non ti credo. Forse tu credi di ingannarmi, vuoi farmi credere che non sia così, ma io so perfettamente che quel bacio non è stato un incidente. Io... ti prometto che risolveremo tutto- disse cercando di scuoterlo, di farlo almeno voltare. Era difficile anche per lui sostenere tutto quel peso.
Finalmente lo spadaccino si girò verso il biondo e forse, per la prima volta dopo tanto tempo, Sanji provò una preoccupazione immensa per il verde. Non poteva confonderle con le goccie di pioggia, e anche se non ci avrebbe mai creduto era sicuro che quelle che gli rigavano il viso erano lacrime. Zoro stava piangendo e questo bastava per far agitare Sanji come non mai.
- Siamo arrivati al punto finalmente...- disse mentre la sua corazza fredda e distaccata iniziava a sgretolarsi. -E' questo il punto: "Risolvere". Dimmi tu credi che non mi tormenti l' idea di quello che ho fatto? Sono consapevole che non è una cosa normale Sanji. Siamo due maschi, lo so bene e l' idea che possa anche solo esserci un briciolo di amore fra noi due è da escludere completamente. Poi con te! Ti basta vedere una ragazza e perdi la testa. Sono uno stupido, un' idiota. Ho provato a distrarmi, a dimenticare, a ignorarti, a far finta di niente, ma tu sei sempre con me, praticamente viviamo insieme e riuscirci è un' impresa impossibile!-
Sanji lo ascoltava senza parole. Sentire quella testa d' alga parlare così apertamente, in preda alle lacrime non era cosa di tutti i giorni. E l' idea che si stesse facendo del male da solo era ancora più insopportabile per lui. "Ti amo, ti amo dannazione, perchè non riesco a dirtelo?" si domandava infuriato. Riusciva soltanto a guardare il volto dell' altro senza muovere un muscolo.
- Ma su una cosa hai ragione. Quel bacio... io ti ho voluto baciare. In quel momento... non ci ho visto più. In questi ultimi giorni mi sono reso conto che tu sei importante per me, maledizione! Più di quanto credessi. E mi è piaciuto, si mi è piaciuto molto.- disse mentre continuava a piangere e faceva una risatina isterica - Diamine forse è stato anche meglio che lottare con le spade!- Ma il suo voltò si incupì subito dopo:- Però ora mi chiedo se sia stata la cosa giusta da fare. Ho paura di quello che succederà, se tu mi inizierai a guardare in un altro modo, se ti comporterai diversamente, se lo dirai agli altri e se anche con loro le cose cambieranno. Ho paura che mi escludiate o che questo danneggi il mio rapporto con voi. Sono sempre stato il duro, il fanfarone, il rompiscatole e la roccia del gruppo. Quello che si escludeva sempre dalle emozioni e che pensava solo a bere sakè e salvarvi la pelle. Lo capisci Sanji? Tutto quello in cui credevo, tutti i miei gesti, tutte le mie parole non hanno più senso. Quando ti ho baciato il mio mondo è crollato e ora mi ritrovo solo con te.-
E' possibile che un cuore possa fare tanto male? Che delle  parole dette dal gorilla più rozzo del pianeta possano ferirlo e farlo stare così bene? Mai come quel momento avrebbe voluto stargli vicino. Iniziò ad avvicinarsi all' altro lentamente. Voleva combattere l' imbarazzo, voleva rassicurare zoro, voleva che la smettesse di farsi del male quando non ce n' era motivo.
Ma il verde indietreggiava ad ogni suo passo: -Per favore, resta lì-
- No- disse convinto inziando a muoversi più velocemente.
Zoro cercò di spostarsi di lato, ma il cuoco scattò verso di lui prendendogli il polso: - Lasciami cuoco da strapazzo!- Aveva paura di quello che il biondo gli avrebbe fatto. Non lo avrebbe mai creduto, ma quella situazione lo stava terrorizzando più dell' idea di morire. Era completamente nudo davanti all' altro e non sapeva cosa sarebbe successo.
- No, io non ti lascio- Ripetè il cuoco guardandolo dritto negli occhi. Zoro cerò di dimenarsi, ma si fermò quando le iridi azzurre del biondo incrociarono le sue.
- Ora ascoltami ammasso di muscoli senza cervello, perchè non intendo ripetertelo due volte. Io non ti lascerò mai. E se provi a dire ancora scemenze del genere è meglio che chiedi a Chopper di stare pronto perchè dovrà fare miracoli per rimetterti in sesto, mi sono spiegato?-
Lo spadaccino rimase a bocca aperta: -Dannato torciglio mollami. Io non voglio...- si interruppe quando il biondo gli si avvicinò, sfiorandogli il viso con il naso e guardandolo dritto negli occhi. -Stai zitto idiota- gli sussurrò prima di baciarlo dolcemente, con le mani posate sul suo petto.
Con gli occhi spalancati Zoro guardava Sanji che nel frattempo si era staccato da lui, rosso in volto e lo sguardo accigliato. -Cosa significa?-
-E ME LO CHIEDI PURE!?- grida infuriato in faccia al verde
-Accidenti calmati! Sembra che abbia detto chissà che cosa!-
-MA TU GUARDA... TU NON HAI TUTTE LE ROTELLE A POSTO! CHI DIAVOLO ME L' HA FATTA FARE!?- continua arrabbiato con la faccia sempre più rossa mentre si gira di spalle all' altro. -La prossima volta ti tiro un calcio in bocca, che è quello che ti meriti! E non...-
Non finì la frase perchè lo spadaccino lo aveva abbracciato da dietro e fatto girare verso di lui. -Sanji.... io.... ti amo- gli dice imbarazzato a un soffio dal suo viso. La rabbia che poco prima il cuoco provava sparì all' improvviso e lasciò il posto ad un sorriso. -Anche io ti amo testa d' alga- gli rispose, prima di baciarlo nuovamente. E rimasero così, abbracciati sotto la pioggia a baciarsi fino a quando il fiato glielo permise.




Intanto, da lontano, nascosta all' ombra delle scale che portavano al terrazzo, la navigatrice aveva visto e sentito tutto e, con le lacrime agli occhi, corse via.





Angolo dell' autore:
Nova e Sunshine, potete picchiarmi, me lo merito. Sono sparito per due mesi e passa senza aggiornare. Chiedo scusa per il grandissimo ritardo, ma è stato un periodo un po' difficile e pieno di impegni, accompagnato da una scarsa ispirazione e quindi non sono riuscito ad aggiornare. Ma finalmente adesso mi sono rimesso in pista, o almeno spero. Mi vedo molto arrugginito, ma credo che mi ricorderò bene come usare tutto. Per la storia... eravamo a un punto critico e io mi sono espresso signori. Zosan forever!!!! Quanto alla povera Nami.... beh peggio per lei XD.
Chiedo venia per eventuali errori che mi premurerò di correggere e spero che la storia vi sia piaciuta. Alla prossima

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