Il Faraone e l'Imperatrice

di Giulia_Dragon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Momo ***
Capitolo 2: *** Why I do think of you? ***
Capitolo 3: *** The bow of the Queen ***
Capitolo 4: *** A mysterious savior ***
Capitolo 5: *** Dark alliances ***
Capitolo 6: *** Light and Shadow ***
Capitolo 7: *** You don't have see him again! ***
Capitolo 8: *** In the presence of Isis ***
Capitolo 9: *** Crossed Destinies ***
Capitolo 10: *** The night is ours ***
Capitolo 11: *** Was that why you brought me here? ***
Capitolo 12: *** Nightmares ***
Capitolo 13: *** Mirror of the soul ***
Capitolo 14: *** Ancient Egypt (part one) ***
Capitolo 15: *** Ancient Egypt (part two) ***
Capitolo 16: *** Two girls ***
Capitolo 17: *** Atem against the death godness ***
Capitolo 18: *** Close the door the afterlife ***
Capitolo 19: *** Eyes to eyes ***
Capitolo 20: *** I will be there ***



Capitolo 1
*** Momo ***


 

Momo


Il sole splendeva sopra Heartland City e
dalla battaglia di qualche giorno prima sembravano
passati anni e invece erano trascorsi soltanto pochi
giorni. Atem respirò intensamente l'aria dell'estate
mentre si passava una mano tra i capelli umidi
di sudore. Intorno a lui le vie della città brulicavano
di vita, mentre nella sua mente si risvegliavano immagini
sopite da giorni. L'ultima battaglia e la definiva sconfitta
di Vector. La pace finalemente era tornata a regnare
su entrambi i mondi.
-Faraone!- la voce di Ryu lo sorprese alle spalle facendolo
sobbalzare.
-Ryu!- lo chiamò Atem alzando la mano in segno di saluto.
Ryu era un ragazzo dai grandi occhi azzurri, i capelli
biondi e un carattere molto freddo, era metà Bariano
figlio di un'umana e di un Imperatore Bariano: Misael.
Nonostante questo legame di parentela lui e sua sorella
gemella Hoshi avevano deciso di restare sulla terra e di
proteggerla, rinnegando così la loro parte Bariana.
Cosa della quale il faraone era molto grato.
Atem invece era un giovane che dimostrava diciannove
anni, ma che in realtà ne aveva cinquemila. Alto, pelle
color caffè, occhi viola come due ametiste, capelli ritti
in testa a formare una stella nera screziata di ciocche
bionde, portamento fiero. Il che gli dava un aura regale
che pochi nobili potevano vantarsi di avere.
-Cosa c'è?- domandò Atem. All'inizio Ryu non rispose
si limitò a camminare verso il parco cittadino seguito
dal  Re d'Egitto.
-Volevo chiederti come conquistavate le ragazze ai
tuoi tempi?- la domanda del suo giovane amico
arrivò inaspettata e precisa come freccia.
Atem lo guardò stupito mentre si sedevano sotto una 
delle tante quercie secolari che costeggiavano il parco.
-Non c'era una strategia, se un'egiziano vedeva una
ragazza che poteva interessargli faceva di tutto
pur di conquistarla- rispose Atem con naturalezza.
Il principe si esibì in un sorriso freddo per poi
affermare -Immagino che tu fossi molto popolare-
Visibilmente imbarazzato il giovane faraone si
affrettò a negare con deciso cenno del capo.
-Ti sei mai innamorato?- incalzò il ragazzo di fianco
al lui.
-Si una volta, mi innamorai di una delle mie schiave-
Atem disse quella frase abbassando la voce, quasi
avesse paura di farsi sentire. E questo Ryu lo  notò.
Non dovevano essere domande a lui gradite tuttavia
un'ultima curiosità doveva togliersela
-E vi siete più rivisti?-
-Si, mi sposai con lei e furono gli anni più belli della
mia breve vita-
-Breve?- Ryu parve stupito
-Morii quattro anni dopo il matrimonio e non lasciai
eredi diretti- rispose l'altro.
-Oh poveretto- affermò derisoria una voce di ragazza.
Atem drizzò la schiena, mentre Ryu sbiancava riconoscendola.
Non poco lontano da dove erano seduti loro c'era una giovane
sui diciassette anni, abbastanza alta, con dei lunghi capelli
arancio e gli occhi dello stesso colore. Indossava una divisa
da scuola bianca e blu.
-T-Tu che cavolo vuoi?- chiese Ryu
La ragazza lo ignorò e rivolse tutta la sua attenzione al faraone
-Faraone... ma sposare una schiava non era contro le regole?-
domandò lei
-Certo che lo era, ma io ero il Re e io decidevo- arrivò secca la
risposta. Momo si fermò a poca distanza da lui. Sentiva uno
strano profumo provenire dal giovane re un odore di spezie
e incenso. -Niente male, mi piaci proprio- gli si avvicinò e
gli baciò la guancia. -Consideralo un "bacio di principessa"-
mormorò lei seducente. Atem sentì il sangue iniziare a ribollire
nelle vene, tuttavia non reagì rimase impassibile.
-L-Lei è la sorella di Vector, Momo- intervenne a quel punto
Ryu, ma venne ignorato da entrambi.
Momo fissò il giovane e affermò delusa -Uhm... non ti scomponi
nemmeno un po'? Una ragazza ti bacia e tu reagisci così
freddo?-
Atem ricambiò lo sguardo e senza batter ciglio rispose
-Non mi scombongo mai-
-Davvero?- la ragazza sorrise appena avvicinandosi
al faraone baciandogli le labbra. Istintivamente
Atem la spinse via imbarazzato mentre le sue guance
si coloravano di rosso. Momo sorrise soddisfatta.
Era arrossito, quindi tanto impassibile non era.
Ryu comprese di essere di troppo, salutò Atem e
uscì dal parco un po' preoccupato per l'amico.
Anche il faraone si alzò dalla panchina sperando
di riuscire a nascondere l'imbarazzo che provava
in quel momento
-Non sei sempre impassibile Atem-kun- sorrise
maliziosa Momo.
-Certo che lo sono, è solo che mi hai colto
di sorpresa!- cercò di giustificarsi lui.
La ragazza sorrise e affermò derisoria
-Uhm? E cosa pensi di farmi?- ora era a pochi
centimetri dal volto di lui.
-Niente. Non faccio del male ad una donna- rispose
sicuro Atem mentre con la coda dell'occhio cercava
una via di fuga.
-Eh,eh non lamenterti se questa donna farà qualcosa a
te!-
Il ragazzo la spinse via  e Momo sorrise seccata.
-Sono la sorella di Vector ma non voglio che la gente
mi paragoni a lui, soprattutto se sei tu a farlo-
affermò Momo, quasi per evitare che Atem la lasciasse
sola
-Perchè ai così alta considerazione di me?- domandò a quel punto
lui senza capire.
-Ma che cosa dici? Mi da solo fastidio che la gente mi consideri
come Vector-
-Come faccio a considerarti come Vector se non ti conosco
nemmeno? E poi non mi sembri il tipo che bacia il primo
ragazzo che passa!- affermò il ragazzo guardandola
gelido
-Sei completamente fuori di testa! Smettila di fare il santo-
affermò lei irritata
Atem le voltò le spalle e fece per andarsene.
-Aspetta!- Momo lo buttò a terra finendogli sopra
-Quindi non hai mai provato odio o rancore?- chiese a sua
volta Momo con una voce sembrò accarezzare le orecchie di Atem.
Gli posò un dito sulle labbra baciandolo con passione.
Riuscire a divincolarsi per il faraone fu difficile, quasi impossibile
eppure quando ci riuscì non gli sembrò vero.
Sentiva ancora sulle labbra il sapore di lei e Atem non l'avrebbe
ammesso nemmeno davanti a sè stesso, ma si stava innamorando.






 

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Capitolo 2
*** Why I do think of you? ***


Why I do think of you?

"Quando incontrerai l'amore lo riconoscerai"
le parole di Jonatan gli tornarono alla mente
senza un motivo logico, senza che le avesse cercate.
Atem ricordava benissimo quando il suo amico
aveva dato questo insegnamento al figlio Dreik poco
prima  che scomparisse. Il cuore nel petto del faraone
non accennava a calmarsi, e Atem non riusciva a capirne
il motivo. Da quando si era divincolato dalla stretta di
Momo non si era più calmato. Continuava a sentire sulle
labbra quel sapore dolciastro e un po strano delle labbra
di lei, quel bacio sensuale e seducente che lui avrebbe potuto
evitatare e che invece non l'aveva fatto. Svoltò ad una traversa
e raggiunse uno dei quartieri più vicini al centro. Il faraone
alzò lo sguardo verso il sole che stava compiendo il suo
giro nel cielo del tutto incurante di quel giovane che
cercava di mettere ordine in un cuore che non provava
certi sentimenti da quasi cinquemila anni.
I ricordi della sua vita passata lo assalirono in un istante.
Due occhi verdi come smeraldi gli si pararono davanti,
ma vennero subito allontanati da altri due occhi, quelli
arancioni di Momo. Atem scosse la testa per scacciare
quei pensieri, mentre gli occhi della sua prima sposa
continuavano ad apparirgli  davanti. Hikari, il suo
primo amore, la sua sposa, colei che dopo la sua
morte lo aveva tradito sposandosi con un nobile
di Menfi che l'aveva messa incinta a cui lei non si era
sottratta. Atem sentì la rabbia montargli dentro, il
sangue gli ribollì nelle vene come un vulcano pronto
ad eruttare. Poggiò la fronte contro la parete di una
casa, in preda ai ricordi, e con uno strano dolore alle
tempie. Sebbene i millenni che separavano le sue due
vite fossero tanti, alcuni ricordi non si erano sbiaditi.
"Perchè penso a te? A te che sei la sorella di Vector?
A te che sei mia nemica?" Quelle domande non avevano
risposta, come non aveva senso la sensazione di benessere
che aveva  provato quando le labbra di Momo avevano
profanato le sue.  Si mise le mani in tasca e decise di andare
verso casa. Il sole stava tramontando e non voleva far
preoccupare Dreik e la sua famiglia.
                                     
                                     ****
Momo riapparve nella sua stanza nel palazzo reale di Barian.
La camera era enorme, un letto con un baldacchino  viola ne 
occupava il centro , una grande porta finestra dava sull'immenso
nulla che era quel mondo: un'enorme distesa di sabbia rossa.
In un angolo della stanza c'era uno scrittorio con sedia ingombrato
da fogli, carta e quaderni. A terra erano sparsi alcuni cuscini , mentre
a poca distanza dal letto c'era una libreria piena di libri.
Momo si buttò sul letto mentre i capelli le finivano sul viso. Non aveva
ripreso la forma bariana e ora guardava il baldacchino sopra di lei.
Non sapeva perchè si sentiva così strana, dopo che aveva baciato e
quasi sedotto il bell'Atem. Quel ragazzo dagli occhi imperscurbabili
che fin da quando l'aveva visto la prima volta, durante la battaglia
finale tra Dreik e suo fratello Vector, aveva deciso che doveva essere
suo.  Amore? No! L'amore era una cosa da deboli, da umani! Da creature
inferiori come potevano esserlo loro. Eppure quegli occhi di ametista
e quel profumo di incenso e mirra non ne volevano sapere di lasciarla
in pace. Perchè non riusciva a scacciare l'immmagine di lui dalla sua
mente? Atem era un umano, uno come Dreik. Al pensiero di colui che
aveva sconfitto Vector  Momo sentì un po' di rancore raffreddarle il
cuore. "Quindi non hai mai provato odio o rancore?" la domanda che
aveva posto al faraone le si affacciò di nuovo alla mente. Ma svelta
scacciò quei ricordi con un cenno deciso del braccio.
Basta non doveva più pensarci! Atem per lei non sarebbe mai stato
nulla. La Luce non può amare l'Ombra.  E al suo fianco la luce
non può far altro che spegnersi.

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Capitolo 3
*** The bow of the Queen ***


The bow of the Queen

 Momo si alzò dal letto con la testa un po'  pesante.
 Aveva fatto un sogno strano che non riusciva a ricordare
 era sicura che centrasse Atem. Scosse il capo cercando a
 tentoni la vestaglia appoggiata vicino ai suoi piedi.
 La penombra in cui era avvolta la stanza non l'aiutava.
 Afferrò la vestaglia e scese dal letto, e si avvicinò alla
 finestra. La fredda alba che stava sorgendo su Barian
 dava a tutto un'aria spettrale, ma la ragazza non ne
 aveva paura. Ci era cresciuta laggiù. Cercò nella memoria
 quel sogno  senza riuscire a trovarlo.
-Momo!- la voce di Arito la raggiunse da dietro. Si voltò
 verso di lui con sguardo truce. Non sopportava che un
 uomo entrasse in camera sua e la vedesse in quello
 stato, soprattutto se era Arito o qualunque altro Imperatore.
 -Cosa vuoi Arito?- chiese Momo con gli occhi che fiammeggiavano.
 -Beh mi avevi promesso che saresti venuta da me ieri sera invece
 non sei venuta, ero venuto a vedere perchè- rispose Arito con occhi
 bramosi. -Non posso venire, mi spiace. Ho una cosa da fare- rispose
 Momo con sguardo gelido. Voleva liberarsi in fretta di Arito.
 Doveva andare sulla terra. Arito sbuffò contrariato e uscì dalla stanza
 della ragazza arrabbiato per l'affronto subito.
 Momo sorrise soddisfatta, si era liberata di Arito e ora poteva andare
 sulla terra.
                                                            ****
 Atem saltò giù dal letto con la fronte madida di sudore. Ancora quell'incubo!
 Il Drago Alato di Ra che combatteva contro un'altro drago dalle scaglie nere
 e viola, ma poi sotto i due draghi c'era una ragazza vestita come una principessa
 dai capelli arancioni, in piedi di fronte ai due draghi. Poi quello nero si accorgeva
 di lei e le volava minaccioso contro di lei. Il drago alato di Ra allora la proteggeva
 con un ala e a quel punto lui si svegliava.
 "Cosa significa?" pensò teso il faraone mentre si detergeva la fronte
 con un fazzoletto. La notte era ancora alta, ma lui non aveva alcuna intenzione
 di rimettersi a letto. I sogni a volte danno dei messaggi importanti, ma in questo
 caso non sapeva come interprentarlo. Il Drago Alato di Ra avrebbe potuto simboleggiare
 la luce e l'altro Drago le Tenebre. L'eterna lotta tra bene e male. Ma la ragazza?
 Cosa simboleggiava. Non capiva. Decise di rimandare le riflessioni al giorno dopo.
 Non si accorse che due occhi verdi lo stavano fissando da un angolo della stanza.
                                                                ****
La figura si avvicinò alla figura del faraone che dormiva accarezzandone i lineamenti con lo sguardo.
Erano millenni che non lo vedeva anche se era sicura che lui non volesse più  nemmeno sentirla nominare.
Vi era un tempo infatti  in cui il faraone era suo, e di nessun altra. Lui le aveva donato tutto e anche lei,
ma poi… scosse la testa e si allontanò da lui uscendo dalla finestra agile come un gatto. Cadde in ginocchio a
poca distanza dal cortile della casa del giovane Dreik.  Hikari era una ragazza alta con i capelli castani e
gli occhi verdi come smeraldi. Vestiva dei jeans sgualciti e una maglietta color cenere. Appeso alla schiena
aveva un arco finemente decorato ed una faretra piena di frecce di candido cigno. Fissò un punto non molto
lontano da lei e un falco avvolto in una luce dorata le apparve davanti e la squadrò con i suoi occhi color del cielo.
–Si mio signore il Faraone è tornato! E io sento che dovrò fargli capire che sono tornata!
-Hikari ci hai pensato? Lui non vorrà mai vederti! Lo hai tradito con suo cugino ricordi?
-Certo che me lo ricordo e mai avrei voluto farlo! Solo ora capisco quale terribile errore ho commesso.
Avevo al mio fianco l’uomo più bello e coraggioso d’Egitto e mi sono lasciata sedurre da un altro
uomo perdendo per sempre il mio sposo. Ma ora la mia missione è proteggerlo! E lo farò-
disse risoluta lei mentre tutta la vergogna per quel tradimento le riempiva il cuore e le
imporporiva le guance.
-Ti aiuterò io!- si propose il falco sbattendo appena le ali.  Hikari sorrise appena, un tempo era
stata regina e ora aveva un dono per il suo faraone. Si tolse l’arco e la faretra e la diede a Horus.
-Quando lo riterrai opportuno dallo al Re-
-E come farai a proteggerlo senza arco?- chiese Horus strabuzzando gli occhi.
-Sono la Regina della luce l’hai dimenticato?- sorrise Hikari.  Horus fece segno di no con la testa e
chiuse l’arco e la faretra in uno scrigno senza nessun ornamento. 
-Queste frecce sono sacre al dio del sole.  Solo un animo puro e privo d’odio e di vendetta potrà usarlo.
Io non sono più degna di quest’arma. – affermò Hikari scomparendo in una bolla di luce.
 


 

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Capitolo 4
*** A mysterious savior ***


A mysterious savior

Quando il sole sorse Atem si alzò con le braccia
indolezite e la testa pesante. Quel dannatissimo
sogno lo tormentava e questo gli impediva di
star tranquillo oltre ovviamente alla sensazione
di essere continuamente osservato. Si vestì in
fretta e uscì salutando Dreik e la sua famiglia
con una certa fretta. Non sapeva nemmeno lui
il motivo di tutta quell'agitazione. I suoi piedi
lo portarono  fino ad uno dei quartieri dall'altra
parte della città. Era ancora presto e molta
gente ancora dormiva e questo non stupì
il faraone.
-Ehi tu!- affermò una voce di ragazzo
Atem si fermò e dichiarò -Dici a me?-
-Non fare il finto tonto- disse un giovane
sui diciotto al suo fianco c'erano altri
quattro ragazzi. Quello che aveva
parlato poco prima si avvicinò
e lo spinse contro la serranda di un
negozio chiuso. Atem alzò lo sguardo
e lo riconobbe, anzi li riconobbe
tutti e cinque.
Takuma, Mamoru, Aiko, Rei
e il leader quello che aveva parlato
Seya. Qualche tempo prima, dopo
la sconfitta di Vector il gruppetto
di Seya aveva iniziato a prendersela
con i ragazzi più giovani o più deboli
di loro. Atem e Dreik avevano sventato
molte loro aggressioni e il faraone sapeva
che prima o poi si sarebbero vendicati.
Seya lo bloccò e Atem evitò il pugno con un
deciso movimento della testa. Il faraone lo
respinse con un calcio. -Allora sei proprio
un osso duro Atem!- ruggì Seya facendo
segno ai suoi scagnozzi di colpire Atem che
evitò due tre colpi, ma gli ultimi due arrivarono
di sorpresa e il ragazzo si ritrovò alla mercè
dei bulli. -Ora non combatti più eh?- dichiarò
trionfante Seya mentre si preparava a colpire
Atem in piena faccia. Un campo di energia però
buttò a terra tutti i ragazzi lasciando il faraone
libero. Atem si tirò su notando solo all'ultimo
una figura che si allontanava. Atem iniziò a inseguirla.
Il suo misterioso salvatore si dirigeva velocemente
verso il bosco fuori città e il giovane non riusciva
a capirne il motivo. Si ritrovò in un secondo in una
radura chiusa di cui non ricordava l'esistenza.
Qualcuno gli cinse i fianchi bloccandolo da dietro.
Il faraone si irrigidì -Chi sei?
-Dovresti saperlo- gli sussurrò la ragazza all'orecchio.
-Momo?- domandò lui senza capire il motivo per
il quale l'aveva salvato. La bariana sorrise sentendo
lo stupore di lei. Gli sfiorò appena il collo e sentì
tutto il suo nervosismo e la sua confusione e pareva
che le piacesse. -Si sono stata io a salvarti-
-Posso almeno sapere perchè Vossignoria l'ha fatto?
domandò Atem con un sorriso ironico
-Questo lo scoprirai a tempo debito, servo!
Con queste parole la ragazza lo lasciò e si piazzò
davanti a lui. I loro occhi erano di nuovo di
 fronte all'altro. Quelli di Atem non riuscivano
a staccarsi da quelli di lei e viceversa.
Momo lo guardò meglio, doveva ammetterlo
Atem era davvero bello, forse l'unico uomo
che avesse mai attirato la sua attenzione.
"Per un attimo sei stato MIO!" fu quello il
pensiero di Momo mentre si avvicinava al
ragazzo. Si fermò a qualche centimetro da
lui e disse -Prima o poi la Luce si avvicinerà
alle Tenebre e le Tenebre allora si squarceranno-
non gli dette il tempo di rispondere e lo baciò
insinuando la lingua nella bocca del ragazzo e
impedendogli qualunque reazione. Era suo!
Finalemente.
Ma c'era qualcuno che non era proprio d'accordo.
Qualcuno che aspettava solo il momento buono
per attaccare.

 

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Capitolo 5
*** Dark alliances ***


Dark alliances

I due occhi color cremisi si allontanarono dai due ragazzi
con una luce terribile riflessa dentro.
Aprì un portale e si trovò in un tempio oscuro illuminato
solo da torce che non riuscivano a dissipare quelle tenebre
così fitte. Il ragazzo avvolto in un lungo mantello scuro
si fermò a guardare le iscrizioni in geroglifico che tappezzavano
le pareti in pietra. Disegni di una profezia oscura e vecchia
quanto il tempo, che riguardava l'eterna lotta tra bene e
male. Il ragazzo distolse lo sguardo con noncuranza.
Si diresse lungo la navata centrale e notò che in fondo vi
era un trono di cristallo nero su cui era seduto un personaggio
che restava in penombra. Sotto il cappuccio di un lungo mantello
nero si poteva intravedere la testa che aveva sembianze animali.
Mentre il resto del corpo aveva sembianze umane.
Il ragazzo s'inginocchiò ai piedi del trono con lo sguardo puntato
a terra.
-Allora Radek? è vero quello che ho sentito? La Luce d'Egitto è
tornato?- domandò la voce profonda dell'individuo sul trono
-Si,mio signore. Come temevate il Faraone è tornato, ma non
è questo il problema- rispose Radelk con timore. Non sapeva
quale potesse essere la reazione del suo padrone
-Maledetto sia lui e la sua stirpe! è lui il nostro unico problema!
-Ma il faraone non era solo- affermò il ragazzo
-Cosa??- tuonò l'incappucciato stringendo i braccioli del trono
e mandandoli in frantumi per la rabbia. Tutto il tempio tremò.
Radek evitò due ciottoli che si erano staccati dal soffitto.
-Calmati non scoprirai nulla se ti arrabbi- disse un'altra voce,
più giovane. Da dietro al trono uscì un'altro ragazzo dai capelli
arancioni. Appena lo vide Radek non potè fare a meno di notare
che assomigliava molto alla ragazza che aveva visto vicino al
Faraone.
-Vector! Mi sembrava di averti detto che qui non puoi entrare!-
ruggì a quel punto il padrone di Radek. L'imperatore si esibì in
un sorriso sadico mentre faceva segno al servo di parlare
-C'era una ragazza con lui
-Una ragazza? Hikari?- domandò a quel punto il signore
del tempio
-No, non era la Regina Hikari, era un'altra aveva i capelli
arancioni e gli occhi cremisi- rispose Radek
-Momo!- ruggì a quel punto Vector tra i denti.
Cosa ci faceva sua sorella con il Faraone? Doveva scoprirlo
al più presto.
L'incappucciato sorrise sadico e poi affermò
-Va Radek! Spia il faraone e appena scopri qualcosa in
più vieni a riferirmelo-
Radek si chinò e uscì.
-Anubi! Cosa hai in mente?- domandò Vector guardando
arrabbiato il dio dei morti, perchè di lui si trattava.
-Lo scoprirai a tempo debito Vector! Ora va' non vorrai
che gli altri ti scoprissero-
Vector se ne andò infuriato. Anche se non si pentiva di
aver accettato l'alleanza con Anubi. Lui avrebbe avuto
la sua vendetta e Anubi il Faraone e tutti i suoi poteri.
Sorrise malvagio. I giorni di Atem erano contati.

 

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Capitolo 6
*** Light and Shadow ***


Light and Shadow

Atem si staccò da Momo senza riuscire a toglierle gli occhi da lei.
La ragazza sorrise con una strana luce negli occhi.
-Perchè?- domandò il Faraone a fior di labbra.
Momo non rispose, era una domanda semplice alla quale però
non vi era risposta. Ora ne era sicura. Il suo desiderio era amore.
Eppure lui era la Luce più pura che esistesse e lei... lei era l'Ombra
più insidiosa. L'ombra che può spegnere la luce, che la desidera e
che al contempo ne fugge. Si avvicinò al ragazzo che non si era
spostato di una virgola, forse perchè aveva caldo o forse perchè
sentiva di non poter scappare ancora. Atem incorciò le braccia
sul petto, ma i suoi occhi tradivano una certa fragilità.
Momo lo spinse all'indietro e lui cercò di restare in equilibrio, fallendo.
Cadde a terra, si sentiva debole, come se tutta la sua forza fosse
sparita. Perchè non riusciva a resisterle? Perchè il suo cuore era così
dedole? Momo gli si sdraiò vicino accarezzandogli il viso contratto dal
nervoso e dall'impotenza. Gli baciò la fronte e, nonostante lui cercasse
di divincolarsi, scese lungo il collo, arrivando fino al collarino di pelle
che Atem portava. Glielo sciolse, lasciandolo cadere sull'erba.
L'unica cosa che Atem sentiva in quel momento era una gran confusione
nel cuore che gli batteva all'impazzata, tuttavia non riuscì a non chiudere
gli occhi e a lasciarsi andare almeno per poco al tocco delle labbra di
lei sulla pelle. Secoli e millenni erano passati da quando l'aveva provato
l'ultima volta. Lei sorrise maliziosa. Quella luce, quell'angelo dalle ali
dorate era Suo! E lei forse era riuscita a liberarsi almeno un po' di
quelle ombre che la assalivano.
-Te lo ripeto Momo perchè?-
Lei staccò le labbra dal collo del faraone e rispose -Non c'è una ragione
faraone. è successo e basta-
La risposta non pareva aver esaudito la curiosità del giovane tanto che
cercò di alzarsi.
Momo gli mise un dito sulle labbra e poi disse -Sei mio faraone-
-No-
-Si- rispose lei baciandolo con una passione tale da lsciarlo senza
fiato. -Ora le tenebre hanno la luce-
-Ma io non...- non riuscì a finire la frase, che il battito del cuore
di lei gli arrivò alle orecchie.
-Perchè ti ostini a resistermi? Lo sai che non potrai resistere per
sempre?-
-Lo so e temo di essere già caduto in una trappola-
-Non in una trappola. Sei caduto tra le mie braccia- sorrise lei.

 

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Capitolo 7
*** You don't have see him again! ***


You don't have to see him again!

Il sole iniziò a scaldare l'aria e i suoi raggi sfiorarono appena
i loro corpi, nonostante i vestiti i due ragazzi non sembravano
sentire il caldo. Momo si allontanò un po' da Atem e si passò
una mano tra i capelli arancioni. I loro occhi si incorciarono
ma poi la ragazza si alzò e affermò -Devo andare! Se resto
fuori ancora un po' mio fratello inizierà a insospettirsi-
-Ti rivedrò?- domandò il giovane sovrano senza riuscire
a trattenersi
-Può darsi- rispose lei aprendo un portale e scomparendo
dietro di esso.

**** 
Momo ricomparve nella sua stanza con un sorriso stampato
sul volto.
-Fatto una bella gita sulla terra sorellina?- chiese una voce
che la giovane conosceva molto bene. Vector era appoggiato
alla porta finestra e guardava la sorella con gli occhi segnati
dalla rabbia.
-Si, più sto lontano da te e meglio sto- rispose Momo con un
ghigno provocatorio. Il fratello non staccò lo sguardo da lei,
ma anzi la sorprese dicendo -Eri anche in buona in compagnia-
Momo sgranò gli occhi senza sapere cosa rispondere.
Come faceva Vector a sapere con chi era stata? Se suo fratello
avesse scoperto che era stata con il Faraone allora per il
giovane sovrano d'Egitto ci sarebbero stati dei grossi guai.
-Ero con Arito- mentì lei senza sapere come coprire quella
sua fuga. -Impossibile Arito era qui quando sono arrivato.
Era infuriato perchè non sei stata con lui, quindi deduco
che non fossi con Arito. Anche se il nome di questo ragazzo
inizia sempre con la A dico bene- Vector voleva far sentire
persa sua sorella, voleva farla confessare, ma non ci sarebbe
riuscito! Non questa volta almeno.
-Beh non ero con Arito, ma questo non vuol dire che fossi
con qualcuno- rispose Momo con sguardo fiero.
-Ma davvero?  Eri con il Faraone! Non mentire!- ruggì
l'Imperatore avvicinandosi alla giovane. Momo sentì
che suo fratello era arrabbiato, anzi furioso. Forse le
conveniva dire la verità, ma così facendo avrebbe
messo in pericolo Atem. Non poteva permetterlo! Non
ora che un raggio di sole aveva scaldato il suo cuore
indurito da anni di solitudine e tenebre!
-No, non sono stata con lui! Perchè avrei dovuto? è solo
un umano insignificante come Dreik!- disse Momo guardando
il fratello negli occhi. -Smettila di mentire! So che sei stata con
lui! Non devi più vederlo! Lui è un nemico!- Vector la spinse
contro un muro impedendole di scappare.
-Non sarai certo tu a impedirmi di vederlo! Io lo amo!-
affermò lei spostando il fratello con un colpo.
-Posso rinchiuderti qui!-
-Provaci e per me non sarai più niente!- rispose risoluta lei.
Colpito da quelle parole Vector uscì dalla stanza con il volto
scuro per la rabbia e con il cuore pieno di dubbi oltre che
di nervoso per le risposte subite.
Uscito Vector, Momo si guardò riflessa in uno specchio.
Sembrava diversa. I suoi occhi erano più luminosi, meno
distaccati. Sorrise ricordando come si era separata da Atem.
Nessuno gliel'avrebbe portato via!
Non si rese conto che qualcun'altro era lì per la stessa cosa,
per riprendersi il suo primo amore, per riprendersi il suo
sposo. Quella persona era Hikari, ed era lì a pochi metri da
lei, pronta a colpire.

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Capitolo 8
*** In the presence of Isis ***


In the presence of Isis

Atem uscì dal bosco che ormai il sole era alto. Quando si trovò in
piazza vide Dreik che si sbracciava per farsi notare.
-Ehi ciao Faraone! Ma dov'eri? Ti abbiamo cercato dappertutto!-
disse Dreik con lo sguardo un po' preoccupato. Atem non rispose.
Non poteva dire la verità al  giovanissimo Cavaliere del Destino.
Non perchè non si fidasse di lui, ma perchè lui non avrebbe capito
il suo sentimento verso una nemica. -Ho rischiato di venire picchiato
da Seya e dai suoi ma non ci sono riusciti- affermò a quel punto
il giovane. Dreik non parve molto convinto da quella risposta, ma
la sua espressione cambiò quando sentì la voce di Hoshi. La
principessa stava correndo verso di loro con un luminoso sorriso
sul volto. Sorriso che contagiò entrambi i ragazzi. -Ciao ragazzi-
li salutò la giovane. Atem chiese dove fossero diretti i due fidanzatini,
e Hoshi rispose che volevano andare a fare un giro per i negozi del
centro, e Atem chiese se poteva unirsi a loro. Il sorriso di Hoshi gli
fece capire che per loro andava bene.
Il caldo dell'estate faceva sentire i suoi effetti e il giovane Re d'Egitto
si passò una mano tra i capelli ormai umidi di sudore. Passarono
davanti ad una ragazza di strada seduta vicino ad un negozio con
un lungo mantello bianco che le copriva il volto e impediva di stabilirne
l'età. La giovane lasciò passare Hoshi e Dreik, ma appena Atem le
passò davanti gli afferrò un polso fermandolo. Il giovane si voltò
ma non vide il colore degli occhi della ragazza, ma una luce incredibile
li avvolse entrambi e scomparvero.
Atem si ritrovò in un giardino lussureggiante con piante tipiche della
sua terra: l'Egitto. Vi erano fontane in cui zampillava acqua cristallina.
Il giovane sovrano alzò lo sguardo e si trovò davanti un palazzo imponente,
sorvegliato da giovani guerriere armate di archi e frecce.
Si avvicinò ad una delle fontane e notò che i suoi abiti erano notevolmente
cambiati. Non più i jeans attillati, la cintura borchiata, il collarino di pelle
e la canottiera nera, ma i suoi abiti da faraone come quando governava.
Sulla fronte portava la tiara regale con lo stemma dell'occhio di Horus.
-Vogliate perdonare la mia irruenza mio Re!- disse una voce di
ragazza alle sue spalle. Atem si voltò di scatto e vide una ragazza sui diciotto
anni, dai lunghi capelli neri e gli occhi castani. Vestiva una gonna blu scuro
con corpetto dello stesso colore, un lungo velo era legato al collo sottile
e le copriva la schiena, mentre la pancia restava scoperta. La giovane non
alzò lo sguardo, non poteva guardare il re in faccia. Nessuna donna poteva,
nessuna se non la madre o la Grande Sposa Reale. -Non fa niente- rispose lui.
-La mia Regina mi ha ordinato di portarvi da lei- dichiarò a quel punto l'ancella,
senza staccare lo sguardo dal pavimento. -Guardami ti prego!- affermò a quel
punto lui -Non posso maestà-
-Se te lo dico io puoi-
L'ancella alzò lo sguardo e ammirò per la prima volta il più grande Faraone che
avesse mai governato l'Egitto. Si chinò e gli fece segno di seguirla all'interno del
palazzo. Le guardie si chinarono al suo passaggio, mentre il ragazzo si guardava
intorno. Il palazzo era enorme, le pareti erano ricoperte da geroglifici, il soffitto
era sorretto da colonne azzurre. Il faraone notò che non c'era tracce di uomini.
Le serve e le guardie erano tutte donne e lui si sentiva un po' a disagio, anche perchè
sentiva su di sè tutti gli sguardi. Arrivarono davanti ad un portone d'oro finemente
decorato sorvegliato da due guerriere, che appena li videro abbassarono immediatamente
lo sguardo. La sua accompagnatrice aprì la porta.
Oltre c'era un salone grandissimo, in fondo al quale c'era un trono su cui era seduta una
donna. L'ancella accelerò il passo seguita da Atem che non capiva chi potesse essere
la signora del castello. Arrivarono di fronte al trono e il giovane faraone rimase sorpreso
nel riconoscerla. Era una donna alta, dai lunghi capelli neri intracciati con perline, gli
occhi castani lo guardavano dolci e materni, la pelle color caffè sembrava risplendere di
una strana luce, indossava una gonna lunga nera finemente decorata, un corto corpetto
nero, ai polsi portava bracciali d'oro, mentre in testa portava la tipica corona delle
regine. Ella era la dea Iside, regina degli dei e madre di Horus.
La donna congedò la sua serva e si concentrò sul suo giovane interlocutore.
-A cosa devo questa convocazione mia regina?- domandò il faraone senza osare guardarla.
La dea si alzò dal trono e si avvicinò al ragazzo. Gli mise una mano sotto il mento facendo
in modo che i loro sguardi si incrociassero.
-Il tuo cuore figlio mio è stato quello che mi ha spinto a convocarti-
-Cosa volete dire?- domandò Atem stupito
-Attento a chi cedi il tuo cuore e occhio alle apparenze poichè non tutto è
come sembra e bada che non sto parlando di Momo- rispose la regina.
-Di chi parlate?-
-Di Horus figliolo, stai attento perchè c'è qualcuno che non si è rassegnato
al fatto di averti perso-
-Hikari! Ma cosa vuole?- domandò il faraone
-Te vuole Atem, non vuole nient'altro che te- affermò Iside sfiorandogli
il viso.
-Cosa devo fare?- domandò Atem sempre più confuso
La donna non rispose gli baciò la fronte e affermò -Tu dovrai decidere
come agire figlio mio-


 

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Capitolo 9
*** Crossed Destinies ***


Crossed Destinies

-Ho un'ultima domanda mia signora- prese la parola Atem
-Dimmi- rispose sorridendo la regina
-è da molte notti che sogno il Drago Alato di Ra che combatte contro
un drago nero e in mezzo c'è una ragazza che temo sia Momo.- disse
il giovane Faraone tutto d'un fiato. Iside lo osservò come se cercasse
di cercare qualcosa nel viso del ragazzo.
-Non so darti una risposta Atem, dovrai cercarle da solo- affermò
la regina degli dei che con un cenno della mano fece tornare il
ragazzo là da dove era venuto. Il faraone si ritrovò nella via
del centro dove era poco prima, e il tempo non sembrava trascorso.
Sorrise pensando che forse Iside conosceva le risposte ma non voleva
dargliele. Scosse le spalle e decise di raggiungere Hoshi e Dreik.

 
****
-Più lo guardo e più lo voglio!- Hikari calciò  un sassolino che
le stava tra le scarpe.
-Se in passato non avessi fatto quell'errore magari lui sarebbe
ancora al tuo fianco- rispose Horus mentre giocherellava con
un lungo pugnale. -Non ho bisogno che me lo ricordi! E poi mi
spieghi come è possibile che tua madre abbia il mio arco?-
domandò la giovane regina d'Egitto.
-Non lo so, non riesco a capire come possa aver fatto-
rispose Horus, ma subito il dio del cielo si fermò facendo
segno alla ragazza di non parlare
-Non siamo soli- Horus si trasformò in falco e calò in
picchiata verso il misterioso intruso. Horus tornò
tenendo un ragazzo per un braccio. Radek si trovò
al cospetto del signore del cielo e della regina della
Luce. -Chi sei?- domandò imperioso Horus.
-Non sono tenuto a rispondervi!- rispose impertinente
l'altro. Hikari sguainò un piccolo pugnale e lo puntò
alla gola del giovane -Ti conviene parlare se ci tieni
alla vita- lo minacciò lei gelida. -Mi chiamo Radek
e sono...-
-Un servo di Anubi!- affermò indispettito Horus.
-Sono disposto ad aiutarvi Regina Hikari a riavere
Atem- dichiarò il giovane
-In che modo?- domandò Hikari interessata.
Radek sorrise, aveva in mente un piano che gli avrebbe
permesso di eliminare Atem senza sporcarsi le mani

****
Momo guardò fuori dalla finestra del palazzo di Barian.
Da quando Vector aveva scoperto il suo sentimento per
Atem aveva piazzato guardie ovunque, anche davanti
alle sua stanze, ma la ragazza non aveva intezione di
cedere. La fanciulla decise di andare in giardino, aveva
bisogno di aria.
Il giardino era silenzioso, e non c'erano tracce di guardie.
Momo sorrise, sapeva che le guardie non avevano il permesso
di entrare in giardino esattamente come non avevano il
permesso di entrare in camera sua. Aprì un portale diretta
sulla terra. Le bastava solo vederlo, anche da lontano.
Quando comparve la prima persona che vide fu una ragazza
dai capelli scuri e gli occhi verdi. Era intenta a parlare con
due uomini, l'Imperatrice si nascose dietro ad un albero.
-Come sarebbe a dire è innamorato di un'altra?- domandò la
ragazza stringendo i pugni per la rabbia.
-Si mia regina, Atem non è più vostro! C'è un'altra giovane
nel cuore del Faraone- rispose il ragazzo senza guardare
in faccia la giovane. Momo digrignò i denti. Chi era quella
sciaquetta? Come si permetteva di dire che Atem era SUO?
Il faraone non era di quella ragazza era di Momo! Voleva
uscire dal suo nascondiglio e dirgliene quattro, ma convenne
che non era il caso. Doveva scoprire chi era lei e cosa volesse
dal Faraone.
-Nessuno me lo porterà via! Dimmi cosa devo fare Radek!-
Il giovane sorrise mentre l'altro uomo guardava i due con
sguardo di ghiaccio.
-Se volete riaverlo dovete separarlo da questa ragazza,
dovete fare in modo che si dimentichino a vicenda- affermò
il ragazzo con sguardo maligno. Momo si alzò. Basta!
Non voleva sentire più una parola! Doveva ora proteggere
Atem da suo fratello e da quella ragazza. Scomparve e pensò
a lui. Doveva trovarlo.
Non fu difficile. Il faraone stava camminando verso un negozio
e lei lo raggiunse. Il ragazzo non se ne accorse, mentre lei lo
afferrava per un polso. Atem si voltò di scatto, pronto a difendersi.
I suoi occhi si addolcirono quando incontrò gli occhi cremisi di Momo.
-Ehi non è da tanto che ci siamo separati- sorrise lui. L'imperatrice
non rispose si limitò a baciargli le labbra con passione.
Lui si staccò senza capire. -I nostri destini sono incrociati- rispose
lei abbracciandolo. Voleva sentirlo vicino, ora lo era. Nessuno
glielo avrebbe portato via!

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Capitolo 10
*** The night is ours ***


The night is ours

Momo e Atem si separarono qualche minuto dopo, senza che
l'imperatrice gli avesse dato una spiegazione su cosa l'avesse
spinta a tornare sulla terra.
Da dietro un edificio Arito aveva osservato la scena con
odio crescente. Quel maledetto faraone gli stava portando
via la donna! Doveva fare qualcosa e in fretta. Forse Vector...
no! L'avrebbe preso in giro.
-Forse posso aiutarvi imperatore.- disse una voce di ragazza
alle sue spalle. Arito si voltò trovandosi di fronte una giovane
donna sui diciassette con un'aura antica intorno.
-Chi sei?
-Il mio nome è Hikari, un tempo fui regina d'Egitto e ora
rivoglio indietro il mio re- rispose lei
-Chi mi assicura che sei sincera?-
-Io su queste cose non mento-
Arito fissò Hikari con uno sguardo che andava dallo stranito
al concentrato. Il tempo che intercorse fu quasi interminabile
finchè l'imperatore non annuì.
-Cosa proponi?- domandò a quel punto lui senza staccare
lo sguardo dalla ragazza.
-Per prima cosa dobbiamo dividerli! E per farlo so a chi
chiedere.
-E  a chi?- Arito sembrava confuso
-A Vector, quando Momo aprirà un portale lui li manderà
in un punto diverso da quello stabilito. Voglio mostrare
a Momo quella che era la vita di Atem prima di tutto
questo- propose Hikari. Arito sembrava contrario.
Non voleva che Vector sapesse del suo sentimento per
Momo. -Tranquillo Vector non sparà nulla su di te.
Così tu avrai Momo e io Atem. Saremo entrambi
ripagati- il discorso della regina d'egitto non faceva
una piega. -Ci sto- fu la risposta di Arito.
Avrebbe avuto Momo senza sporcarsi le mani, e aveva
una nuova potente alleata.

****
La sera giuse in fretta. Atem dormiva, anche se continuava
ad agitarsi. Il suo dannato incubo non aveva intenzione
di lasciarlo in pace. Il sudore gli imperlava la fronte,
mentre un caldo insostenibile gli prendeva il corpo.
Si svegliò di scatto con gli occhi sbarrati e il sudore
che colava dalla fronte al petto. Si deterse il sudore
con la mano, mentre si toglieva la maglia del pigiama.
Non avrebbe più dormito quella notte, ne era sicuro.
In quel momento sentì un movimento alle sue spalle.
Si voltò con il cuore in gola. Dal buio emerse una
figura di donna. Momo. Atem abbassò i pugni.
-Cosa ci fai qui?- chiese lui
Momo gli si avvicinò e gli sussurrò all'orecchio
un "Vieni con me".  Il ragazzo non comprese
subito. Lei lo afferrò e insieme a lui scomparve.
Riapparvero nella stanza di lei a Barian.
Le stelle brillavano fulgide fuori dalla finestra
mentre il ragazzo si staccava da lei senza capire.
Prendedolo di sorpresa Momo lo baciò. Il ragazzo
rimase impietrito. Lei lo spinse verso il letto
e in cinque minuti si trovò sul letto con lei
sopra. -Momo non...- non riuscì a finire la frase
perchè le labbra di lei scesero lungo il collo
sfiorandogli il petto. Lo voleva, con tutta sè stessa.
Corpo, cuore, mente. Tutto.
Atem le sfiorò il collo, mentre scendeva sulla schiena.
Le slacciò i bottoni della camicia da notte, mentre
lei gli accarezzava la schiena. Quella notte lui sarebbe
stato suo completamente e niente l'avrebbe fermata.
Anche il faraone si scoprì di provare lo stesso desiderio.
Un desiderio incontrollabile, che in quel momento si
stava manifestando. La camicia da notte di Momo si
afflosciò impalpabile a terra, mentre un sorriso malizioso
compariva sul volto dell'imperatrice.
Fu il ragazzo a baciare lei questa volta, le labbra scesero
fino a sfiorarle il seno. Momo sorrise mentre sentiva che
finalmente si stava lascinado andare. Sentiva in sè un
caldo incredibile e la bellissima sensazione delle labbra
del ragazzo sulla pelle. Gli cinse il collo, mentre lui scendeva
fino all'inguine, per poi tornare indietro.
Quella era la loro notte e nessuno l'avrebbe rovinata.

 

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Capitolo 11
*** Was that why you brought me here? ***


Was that why you brought me here?

Momo respirò a fondo il profumo di lui mentre
il ragazzo scivolava un po' più lontano da lei.
La giovane lo osservò meglio. Si era trovata
davanti a lui tante volte, ma mai aveva potuto
vederlo così da vicino. Il corpo di lui era una
seduzione unica. Il faraone non faceva nulla
per farsi notare, era il suo modo di porsi sempre
freddo e distaccato che lo rendeva attraente.
Il desiderio le rodeva dentro e non solo. Sentirlo
così vicino, così a portata di mano la faceva
impazzire. Gli sfiorò il petto. Il giovane sussultò.
 Il faraone non riusciva
a capacitarsi di come fosse riuscita Momo a portarlo
a letto. Erano millenni che non cedeva ad una donna
e ora... Scosse il capo. Perchè mentre era con lei
niente lo spaventava, sentiva di poter fare tutto.
La strinse forte, mentre i loro corpi ancora si sfioravano.
Momo fece scivolare le mani lungo il petto del ragazzo
fino a scendere nei pantaloni. Glieli tolse con un colpo
secco. Atem sapeva che non sarebbe riuscito a resistere
se fossero andati avanti. -Momo- la voce di lui arrivò
alle orecchie di lei come un sussurro. Alzò lo sguardo
incrociando gli occhi con quelli viola del faraone
-è per questo che mi hai portato qui?- domandò
lui
-No- rispose Momo baciandogli delicatamente le
labbra. -Volevo che fossi mio. Mio e di nessun altra.
Volevo solo averti, solo questo.- continuò Momo
-Il mio corpo volevi...-
-No!- gli accarezzò la schiena provocandogli brividi
freddi. -Volevo il cuore, la mente.- sorrise notando
lo stupore sul volto di lui. Il ragazzo sorrise. La
mano di lui le sfiorò il viso mentre lei si spostava
di lato, sdraiandosi di fianco a lui.
Come era bello! Anche se continuava a negare anche
a se stesso quello che provava per lei, era quasi
riuscita a farlo. Il ragazzo si alzò andando davanti
alla grande porta finestra. Le stelle gli si riflettevano
negli occhi mentre tetri pensieri tornavano ad impossessarsi
della sua mente. Il sogno che aveva fatto prima che
Momo venisse a prenderlo tornarono a farsi vedere più
vive e dolorose che mai. Doveva scoprire in fretta cosa
voleva dire o sarebbe impazzito!
Momo notò che il giovane non era più al suo fianco. Non
sentiva più il suo calore.  Si voltò notando una figura
davanti alla porta finestra. Scivolò fuori dal letto sapendo
benissimo che lui non se ne sarebbe accorto.
Atem scosse il capo in preda a cupi pensieri, quando sentì
qualcuno baciargli la schiena...
-Momo- sussurrò Atem a fior di labbra.
-Mmmh- il gemito di lei gli fece capire che era lei.
Lui non disse nulla, la lasciò fare, lasciò che le labbra di
lei gli percorressero la schiena, anche se un istinto gli
diceva di fermarla. Lo strinse forte staccando le
labbra dalla schiena di lui. -Niente ci separerà
Atem! Nè il destino nè nient'altro- gli sussurrò lei
all'orecchio. Atem sorrise. Era bello sentirsi amati.
Tornarono verso il letto lui si sedette. Ma lei si sdraiò
provocante. Successe quello che sarebbe dovuto succedere
tempo prima. Quella notte si fusero.

 

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Capitolo 12
*** Nightmares ***


Nightmares

Il sole sorse qualche ora dopo e
Momo fu la prima a svegliarsi.
I ricordi della notte appena
passata erano ancora vivi
nella sua mente così come
la sensazione che Atem le
stesse nascondendo qualcosa.
Cosa pensava il faraone?
La ragazza non lo sapeva, ma
presto l'avrebbe scoperto.
Il giovane al suo fianco si
mosse colto da brividi, mentre
il sudore gli imperlava la
fronte. Momo lo fissò
per un attimo. Pareva agitato
come in preda ad una febbre
delirante. Le mani si chiudevano
a pugno facendo diventare bianche
le nocche, il corpo del ragazzo era
contratto per lo sforzo, la schiena
rigida. Momo era preoccupata.
Si chinò sul faraone sfiorandogli
le labbra con le sue. In risposta a
quel tocco delicato il giovane si
calmò un po. Momo sorrise,
quando Atem aprì gli occhi.
-Giorno amore- sorrse Momo
-Giorno- fu la risposta di Atem
con un sorriso appena accennato.
Il cuore gli batteva forte in petto,
mentre il respiro affannato faticava
a calmarsi.
-Cosa stavi sognado?- fu la domanda
dell'imperatrice fissando i suoi occhi
cremisi in quelli di lui.
-è un incubo che mi tormente da un
po'- tagliò corto Atem. Ma la fanciulla
non era soddisfatta della risposta. Gli
accarezzò la schiena provocandogli un
brivido freddo. Atem sapeva cosa significava.
Era un "Dimmelo", ma lui nono voleva
renderla partecipe di una follia come
quella. Alla fine si arrese.
-Sogno due draghi: Il Drago Alato di Ra
e un drago nero e viola che combattono
tra di loro. La loro forza si equivale, graffi
colpi di coda, ferite sangue... ad un certo
punto sotto di loro si vede una ragazza
vestita da principessa che li guarda
combattere senza fare nulla. In un
certo momento il dargo nero si accorge
di lei e la attacca, ma il drago alato la
protegge. E lì mi sveglio- Atem finì
di raccontare tutto d'un fiato.
Momo lo fissava con gli occhi velati di
preoccupazione. Ecco qual era il segreto
di Atem. Il faraone fece per alzarsi, ma
lei lo bloccò.
-Non ti penti di quello che è successo?-
domandò lui
Momo scosse la testa. No, quel bellissimo
ragazzo ora era suo, come poteva pentirsene?
-Vector non approverà- affermò Atem.
Ma la sua frase venne soffocata dal bacio
di Momo.
-Non m'importa cosa pensa Vector amore
mio. Tu sei l'unico che voglio al mio fianco-
Ad Atem tornarono in mente le parole
di Jonatan "Cerca di togliertela dalla testa
faraone. Lei è la sorella di Vector".
La faceva facile il suo amico. Come poteva
togliersela dalla testa dopo una notte
d'amore con lei. Dopo essersi dato a lei.
Lei era l'unica che sia riuscita a farlo suo.



 

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Capitolo 13
*** Mirror of the soul ***


Mirror of the soul

La regina d'egitto tirò un pugno
contro la prima parete che le
capitò a tiro frantumandola in
mille pezzi. Vector aveva rifiutato
di aiutarla e ora lei ed Arito dovevano
torvare un altro modo per separare
Atem da Momo.
-Non faresti meglio a lasciar perdere?
fu la domanda di Horus. Non approvava
il modo di fare della sua protetta.
Era ossessionata dalla voglia di riavere
per sè il faraone e si stava praticamente
spegnendo. La sua forza era la rabbia, ora.
Atem era innamorato di Momo, e quello
che avevano fatto quella notte ne
era la prova. Ma Hikari sapeva questo
dettaglio? Probabilmente no.
-No! Anche se lui si è dato a Momo
sono io quella che l'ha avuto per
prima e lui mi appartiene!- ruggì
la ragazza fissando il dio del cielo
con gli occhi che fiammeggiavano
per la rabbia.
Horus impallidì. Era davvero
determinata. Ma così si sarebbe
solo fatta del male.
-Non posso arrendermi!- disse
Hikari con gli occhi gonfi di lacrime.
Stava male e a volte la sua parte
fragile si faceva rivedere.
In quel momento ebbe un lampo
di genio.
Si concentrò e nelle mani le comparve
uno specchio dalla superficie opaca.
-Hikari è quello che penso io?-
domandò Horus con gli occhi spalancati
dal terrore.
-Si è uno specchio dell'anima. Sacrificando
una parte della mia anima, posso vedere
cosa succederà ad Atem e a Momo, posso
cambiare gli eventi se voglio- dichiarò
la giovane con gli occhi deformati dalla
follia.
-Non farlo Hikari!- cercò di fermarla
Horus ma era tardi. La ragazza recitò
l'antica formula e una strana luce
la avvolse. Lo specchio prese a fluttuare
poco distante dal corpo di lei mentre
anelli di fumo nero l'avvolgevano e
la sollevavano. Gli occhi della ragazza
erano spenti e dilatati come se fosse
in trance. Due mani nere la afferrarono
e una scia luminosa uscì dal corpo di
Hikari. L'ultimo frammento di luce
di quella ragazza era perso per sempre.


 

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Capitolo 14
*** Ancient Egypt (part one) ***


Ancient Egypt (part one)

Nonostante le insistenze di Momo
Atem decise che doveva tornare
a casa. La ragazza insistette per
accompagnarlo e dopo essersi
rivestiti aprì un portale.
Riapparvero in un luogo che ad
Atem pareva famigliare.
Deserto ovunque e un caldo
soffocante. Gli abiti dei due
ragazzi erano cambiati.
Atem vestiva i suoi abiti
da faraone, mentre Momo
una tunica bianca.
-Che caldo, dove siamo?- domandò
Momo passandosi una mano
tra i lunghi capelli arancioni.
-Nell'antico Egitto. Siamo tornati
indietro di cinquemile anni-
rispose lui con un tono di voce
a metà tra lo spaventato e il
preoccupato. Una nuvola di
sabbia si alzò all'orizzonte
e Atem digrignò i denti vedendone
il motivo.
-Stammi dietro- ordinò a Momo
che lo fulminò con lo sguardo.
Davanti ai due ragazzi si presentò
un giovane con un drappello di
guardie che presero Momo alle
spalle.
-Lasciatela!- ordinò il faraone con
sguardo fiero.
-Faraone!- urlò il giovane chianando
il capo
-Mollatemi!- Momo si dimenava tra
le braccia delle due guardie.
Atem fulminò le guardie, che intimorite
lasciarono l'imperatrice all'istante.
Momo scaraventò le guardie dall'altro
capo del deserto solo con i suoi poteri.
-Brava- sorrise il Faraone recuperando
uno dei cavalli delle guardie.
-Dai sali- le tese la mano che lei afferrò
issandosi dietro al ragazzo.
Gli cinse i fianchi e poi domandò
-Dove andiamo?-
-A Menfi, Momo, ho un oracolo da
consultare- rispose lui facendo schioccare
le briglie sul collo del cavallo.
Menfi distava quasi due ore di viaggio, ma
Atem conosceva benissimo il deserto
e sapeva evitarne i miraggi. Momo era
aggrappata a lui e rimase un po stupita
nel vedere come il ragazzo sapesse
orientarsi.
Quando giunsero in vista della città
il sole era già alto. Atem condusse
il cavallo fino al tempio di Amon Ra,
sede dell'oracolo. Smontò aiutando la
ragazza a scendere. Entrarono nel
tempio e su un trono dorato vi era
seduta una ragazza di sedici anni.
-So perchè siete qui Signore delle Due
Terre- disse la ragazza con voce alterata.
-Allora se lo sapete potete rispondermi?-
-Certo mio Re. Il vostro sogno significa
che dovrete lottare per proteggere chi
amate.-
Le parole della sacerdotessa lasciarono
perplessi entrambi i ragazzi. Un nuovo
enigma da risolvere.

 

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Capitolo 15
*** Ancient Egypt (part two) ***


Ancient Egypt (part two)

Atem si passò una mano tra i
capelli. Era dubbioso sulle
parole molto enigmatiche
dell?Oracolo di Menfi.
Tornare a Tebe era fuori discussione.
Se tornava alla capitale
sarebbe dovuto tornare
a Palazzo, e non avrebbe
potuto risolvere quell'enigma.
Momo era seduta al suo fianco
e lo guardava. Aveva visto tante
volte Atem pensieroso, ma mai
così tanto. Il faraone strinse
il bordo della tunica bianca,
mentre i muscoli della schiena
si tendevano per il nervoso.
Momo gli accarezzò il braccio
-Ehi calmati!- cercò di tranquillizzarlo
l'imperatrice. Il faraone si
voltò verso la ragazza e le baciò
le labbra con passione.
Momo rimase un po turbata da
quel bacio. Atem non si era mai
sbilanciato troppo, ma in quel momento
aveva bisogno di lei.
La ragazza sorrise appena abbracciandolo.
Atem si staccò.
-So dove dobbiamo andare, ma non
ci voglio tornare.- affermò Atem
-Dove?-
-A Tebe, Momo. La capitale del
regno d'Egitto. è lì che troveremo
le risposte- disse il ragazzo con
gli occhi venati di ansia.
Momo si alzò dal gradino del
tempio di Menfi e affermò
-Allora andiamo-
I due tornarono al cavallo e
il giovane lo fece andare verso
Tebe.
Il viaggio fu più lungo di quello
fatto per arrivare a Menfi e
Momo si era addormentata
appoggiata alla schiena del
faraone. Atem fissava le grandi
torri del palazzo reale. Era tanto
tempo che non ci tornava e sinceramente
non ne aveva molta voglia.
Non passarono che pochi minuti
che Momo aprì gli occhi cercando
di guardare oltre le ampie spalle
del giovane.
-Quello è il Palazzo?- domandò l'imperatrice
-Si, la mia prigione dorata- rispose amaramente
Atem.
Momo non capiva il motivo dell'amarezza
del ragazzo, ma comprese che per lui doveva
essere brutto tornare.
-Ormai siamo qui e le guardie ci avranno
avvistato, resta dietro di me- disse Atem
facendo schioccare le redini sul collo del
cavallo. Si trovò di fronte al grande portale
del palazzo e appena le guardie lo videro
iniziarono a girdare. Atem li regarduì
con lo sguardo mentre aprivano il portale.
Per fortuna dei due ragazzi la corte era
vuota.
Atem smontò imitato da Momo.
Il ragazzo sapeva dove trovare il portale
per tornare indietro e insieme la soluzione
dell'enigma.
Arrivarono nella sala del trono attraversando
molti corridoi.
Il portale brillava dietro al trono.
-ATEM!- la voce di una ragazza gli giunse alle
spalle e una ragazzina saltò al collo del faraone.
-Mana!- Atem si liberò della maga che lo osservò
-Era da un po che non tornavi- Mana pareva
contenta, ma Atem no. E questo lei lo capì
dal suo sguardo. Mana gli voltò le spalle
e poi disse -La regina si vuole vendicare
state attenti entrambi-
-Andiamo?- chiese il ragazzo a Momo
-No- rispose secca lei
-Perchè?
-Resta con lei- disse Momo facendo per
andarsene. Atem la bloccò, ma lei si
divincolò correndo sulla terrazza
con le lacrime agli occhi.
Sulla terrazza la giovane si accorse di
non essere sola. Vector era in piedi che
rideva. L'imperatore aveva fatto chiedere
ad Hikari che non l'avrebbe aiutata, ma
invece l'aveva fatto e ora si godeva il risultato.
Momo si accorse di lui e lo fulminò con i suoi
grandi occhi cremisi.
-Sei stato tu a portarci qui vero?- chiese lei
con gli occhi di fuoco
-Si- sorrise sadico lui
-Perchè?
-Volevo semplicemente che lasciassi Atem!
-Sei un bastardo!- ruggì Momo furiosa -Ti odio!-
Vector sembrò turbato, mentre la ragazza
scappava finendo addosso ad Atem.
Momo si accorse. Piangeva e tremava
tra le braccia del ragazzo
-è stato Vector a mandarci qui! Voleva
separarci- singhiozzò Momo stringendosi
a lui con le lacrime che scendevano lungo
il suo bel viso. Atem la strinse forte mentre
l'imperatrice apriva un portale scomparendo
insieme a lui. Si ritrovarono di nuovo in
una radura chiusa circondata da pini enormi.
Gli abiti dei ragazzi erano tornati normali.
Momo aveva smesso di singhiozzare e ora
guardava Atem con una strana luce negli
occhi. Fu Atem a cercare le labbra di lei.
Il bacio fu veloce e quasi impercepibile.
Si sedettero sull'erbe e Momo lo fece
sdraiare. I loro occhi si fissarono
per un attimo, mentre lei gli baciava
la fronte, scendendendo veloce, ma
dolcemente lungo il viso di lui.
Il ragazzo era teso, ma la sua tensione
iniziò a sciogliersi sentendo quel tocco.
Amava Momo con tutto sè stesso.
Chiuse gli occhi, abbandonandosi alle
emozioni.
-Ecco bravo rilassati, non pensare
a niente- sorrise Momo sentendo che
finalmente si stava calmando.
Staccò le labbra dal suo collo e lo guardò
un attimo. Lei lo desiderava quanto
lui voleva lei.
Lo baciò di nuovo
-Cosa ti dice il cuore?- chiese Momo
con voce seducente. Atem l'abbracciò.
La strinse forte lasciando che il viso
di Momo sprofondasse nel suo petto.
Momo sentiva il profumo di spezie
del ragazzo e in un momento ricordò
la prima volta che si erano visti al
parco. Allora non aveva pensato che
quel giovane dagli occhi viola potesse
essere un giorno suo. Momo sorrse
quando sentì le labbra del ragazzo
solleticarle l'orecchio
-You are my- sussurrò Atem
-Love no?- sorrise maliziosa lei.
Il faraone annuì
-Sei bellissima-
Momo gli accarezzò la schiena
in risposta a quel complimento.
Non potevano immaginare che
Hikari stava architettando una
sfida da sottoporre a Momo.
Sfida che la regina era sicura
di vincere

 

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Capitolo 16
*** Two girls ***


Two girls

Si erano separati da poco e a
Momo già mancava Atem.
L'imperatrice camminava
lungo uno dei tanti sentieri
del palazzo di Barian, pensando
al ragazzo e a quello che
era successo tra loro la notte
passata insieme. Era stato
bellissimo, forse la presenza
di Atem.
-Ciao Momo- disse una voce
di ragazza a poca distanza
da lei. -Chi sei?- domandò
l'imperatrice con tono di
sfida. Davanti a lei c'era
la ragazza che aveva visto
parlare con quello scagnozzo
del dio cane.
-Mi chiamo Hikari e sono
la prima moglie di Atem-
rispose l'altra con tono
trafottente. -Bene, ma
sinceramente non m'interessa-
Momo sorrise appena senza
dare peso alle parole dell'altra.
-Sono solo venuta a riprendere
Atem. è mio!- a quelle parole
Momo strinse i pugni.
-Ti sbagli lui ama me e io
amo lui e stai pur certa
che non lo toccherai con
un dito!- Momo ora voleva
suonarle ad Hikari. L'imperatrice
non fece in tempo a dire o
fare qualsiasi cosa che
l'altra l'anticipò dicendo
-Se davvero sei così fedele
al Faraone vieni in Egitto
con me e prova a resistere
a Seth- Momo annuì convinta.
Hikari sorrise sadica e aprì un
portale. Si ritrovarono in Egitto.
Nel palazzo. Momo ricordava
quel posto, ci era stata poco
tempo prima. Davanti a
loro c'era un ragazzo di poco
più grande di Atem, con i
capelli castani e gli occhi azzurri.
-Hikari dov'eri?- domandò il
giovane. La regina spiegò in
poche parole cosa aveva fatto.
Momo gurdava il ragazzo e
non capiva cosa ci trovasse
Hikari in lui. Eppure una parte
di lei si sentiva attratta da quel
ragazzo oltre al fatto che sentiva
di essere stata con lui qualche
tempo prima.
-Seth- lo chiamò l'imperatrice
avvicinandosi. I due si fissarono.
Seth pareva studiarla quasi cercasse
di vedere in lei i lineamenti di qualcuno
che conosceva.
-Ora basta Hikari sono stanco dei
tuoi intrighi- affermò il ragazzo, ma
Hikari aveva già scagliato una freccia
verso Momo. Una freccia magica.
La ragazza venne colpita in pieno.
Atem comparve in quel momento
in un raggio di luce.
Si avvicinò a Momo ma un muro
di tenebra lo tenne lontano.
-Cosa succede?- chiese il faraone
-Le tenebre del cuore di Momo stanno
uscendo e nemmeno tu puoi fare
qualcosa.- rispose Seth
-Allora puoi farlo tu. Io sono Luce
tu no-
Seth guardò il suo faraone annuendo.
Momo tremava  e piangeva si stava
trasformando in una bambina circondata
dalle tenebre e...da un drago viola.
Il cuore di Atem ebbe un tuffo.
Seth si avvicinò spalleggiato dal
drago bianco occhi blu.
-Seth ho paura,ho freddo- piangeva
la bambina. Seth riuscì con fatica
a Momo e la prese tra le braccia
mentre i due draghi si fronteggiavano.
Le tenebre si squarciarono e al fianco
di Seth c'erano due ragazze.
Momo una e l'altra? 

 

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Capitolo 17
*** Atem against the death godness ***


Atem against the death godness

Le tenebre erano sempre più
fitte uscivano dal corpo e
dall'anima di Momo immersa
in un sonno magico. Atem
tentava di vedere qualcosa
ma l'unica cosa che riuscì a
distinguere prima di svenire
fu un grande drago nero
e viola afferrare Momo e
portarla via.
Il faraone si riprese dopo
qualche secondo. Come
tutte le creature di luce
vicino alle ombre si sentiva
male. Riparì gli occhi e
la prima cosa che vide furono
gli occhi preoccupati di
Seth e Momoka.
-Farone state bene?- chiese
Momoka con voce preoccupata.
-Sto bene, chi era quel mostro?-
domandò a quel punto Atem.
Doveva rimprendersi Momo.
-Non ha un nome, lo chiamano
il drago delle tenebre o il drago
nero. - rispose Seth.
-Sai dov'è andato?-
-Probabilmente oltre il Cancello
di Asteh-
-Il cancello dei dannati!- affermò
Atem afferrando il concetto.
-Ci andrò!-
-No, Atem! Potresti non tornare
da laggiù!- Steh pareva preoccupato.
-Lo so, ma lo devo a Momo. è la donna
che amo e non ho intenzione di lasciarla
lì con Ders!- Atem disse il nome del
drago nero senza sapere il perchè.
-Usate il Drago Alato di Ra per trovare
i cancelli. Buona fortuna, Faraone-
gli augurò Momoka, mentre Atem
invocava il Drago Alato di Ra.
La grande divintà del sole comparve
in tutto il suo splendore.
-Portami da Momo!- ordinò il ragazzo
saltando in groppa al drago che
spiccò il volo in un attimo.

*****
Ders era furioso. Quel maledetto
di un faraone era riuscito a rimanere
lucido nonostante le tenebre che
continuavano ad uscire dal corpo
della ragazza che stavano andando
a ridare energie a Kaiserin, dea delle
tenebre e della morte. Quando l'anima
dell'imperatrice fosse stato
prosciugato di tutte le sue energie
allora Kaiserin sarebbe stata pronta
a ergersi sul mondo e a sterminare
l'umanità. Il drago sorrise. Per
Momo non c'era speranza di svegliarsi.
Nemmeno la luce del faraone poteva
farcela.

*****
Momo dormiva. Un sonno inquieto costretto.
Si sentiva sempre più debole.
Era sdraiata su una superfice dura e
fredda, con le mani e i piedi bloccati
da catene fredde e pesanti. Vestiva
un lungo abito viola cupo, i capelli
sciolti sulle spalle sembravano
cresciuti ora le arrivavano quasi
alla fine della schiena. La superfice
su cui era sdraiata era l'altare
della dea Kaiserin e lei la vittima
sacrificale. Le tenebre continuavano
ad uscire dal suo corpo indebolendola
sempre di più. -Atem- il nome del
faraone le uscì debole dalle labbra.
Sperava che il ragazzo non venisse.
Anche se sapeva che la sua speranza
era vana.

****
Atem si accorse che era arrivato alle
porte dei Dannati solo perchè intorno
alla porta non c'era segno di vita.
-Sei sicuro di voler continuare mio
giovane re?- chiese il drago alato
di Ra. -Si- rispose convinto Atem
-Come vuoi- Le grandi porte rosse
come il sangue si aprirono quasi
si aspettassero il loro arrivo.
Atem era pronto a combattere.

*****
Ders drizzò la grande testa.
Era dentro il tempio di Kaiserin
insieme alle sacerdotesse della
dea che stavano eseguendo i riti
per fare in modo che la dea si
risvegliasse al più presto possibile.
Il grande drago aveva sentito
la presenza delle luce. Della luce
di Atem. Kaiserin se si fosse risvegliata
avrebbe posseduto Momo e allora
tutto sarebbe stato perfetto.
Ma non sarebbe riuscito a fare
nulla se Atem si metteva in mezzo.
Il drago uscì velocemente dal tempio.
Atem era sceso dal drago alato di
Ra e ora fissava il suo nemico.
-Non pensavo venissi faraone!-
disse Ders con un ghigno.
Atem non rispose.
-La tua imperatrice sta per diventare
l'ospite della mia dea, sarà la fine
della donna che conoscevi- affermò
il drago ridendo.
-No!- ruggì Atem. Non l'avrebbe
permesso. Il drago si gettò
su Atem, ma il drago alato di
Ra lo protesse.
-Vai faraone lei ha bisogno di te!-
Ders tentò di fermare il ragazzo,
ma lui gli sfuggì.
Atem corse lungo il cortile pietroso
del tempio di Kaiserin.
Sfondò la porta con un calcio e si
trovò all'interno del tempio.
Sull'altare, sdraiata c'era Momo.
Dal suo corpo uscivano ombre
terribili, mentre sopra di lei
una donna dai capelli neri
e la pelle pallidissima dormiva
avvolta da quelle ombre.
Atem corrugò la fronte e iniziò
a correre verso l'altare lungo
la navata centrale.
Intorno all'altare c'erano dieci
ragazze vestite di nero e viola.
Molte giovani, avevano capelli
di un muto grigio, gli occhi spenti.
Sembravano dei burattini.
Quando si avvicinò le ragazze
non tentarono di fermarlo, anzi
s'inchinavano al suo passaggio.
Sentiva dei bisbigli sommessi
provenienti dalle sacerdotesse.
Una di loro si gettò ai suoi piedi
afferrandogli gli stinchi.
Atem abbassò lo sguardo verso
di lei.
-Salvate la ragazza potente re
della luce- bisbigliò la donna
senza osare guardarlo negli
occhi.
Atem annuì mentre lei lo lasciava.
Il ragazzo si trovò di fronte all'altare.
Sfiorò appena il petto di Momo da
dove uscivano le tenebre e fu costretto
a ritrarre la mano, scottato.
-Chi osa impedire il mio risveglio?-
chiese una voce di donna simile
a quella di un serpente.
-Il mio nome non conta- rispose
Atem
-Non serve che tu mi dica il tuo nome
faraone della Luce- disse la donna.
Un serpente si gettò su di lui e Atem
si protesse con uno scudo di luce.
Momo gemette e iniziò a squotere
le catene. -No! Non mi porterai via
il mio sacrificio!- urlò la dea.
Ma Atem sentiva che la sua luce
era forte, forse troppo anche
per lui. Una luce accecante che
nasceva dal cuore. Come
un miracolo la luminosità
invase quelle terre troppo a
lungo sotto il giogo delle
ombre Kaiserin si dissolse
in un grido così come Ders.
Le catene che bloccavano
Momo si spezzarono.
Le sacerdotesse tornarono
a essere le ninfe dei boschi
che erano prima che Kaiserin
le sottomettesse.
Il tempio si trasformò in
un bosco.
Atem crollò a terra esausto.
Momo si svegliò, scese dalla
tavola e si trovò alle spalle
del ragazzo. Atem ansimava.
L'imperatrice lo abbracciò
da dietro.
-Ciao servo- gli sussurrò
all'orecchio.
Il faraone sorrise girandosi
verso di lei ansimando.
Momo lo baciò. Nessuno
li avrebbe separati.

 

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Capitolo 18
*** Close the door the afterlife ***


Close the doors of the afterlife

Momo e Atem si ritrovarono
di nuovo di fronte a Momoka
e Seth.
-Ci siete riuscito faraone-
affermò Momoka, mentre
Momo fulminava la ragazza
con lo sguardo.
Atem annuì mentre il cugino
gli si avvicinava.
-Il mio compito qui è finito-
dichiarò Seth con gli occhi
azzurri quasi freddi.
-Lo so, il mio no. Non penso
che ti seguirò oltre- rispose
Atem mentre Momo si
intrometteva dicendo
-Ma di cosa state parlando?-
-Delle porte dell'aldilà. Per
Seth è arrivato il momento
di oltrepassarle- rispose
Atem sorridendo all'imperatrice.
Momoka si avvicinò a Seth
che annuì.
Momo spostò lo sguardo da
Seth ad Atem. Non riusciva
a sopportare che lui se ne
andasse, anche se aveva
giurato di non voler seguire
il cugino dall'altra parte.
Ma cosa le dava la garanzia
che non avesse cambiato idea?
Scosse la testa. Atem non
se ne sarebbe andato su
questo doveva starne certa.
-Noi andiamo- affermò Seth
accennando un sorriso.
-Vi accompagniamo- disse
Atem mentre prendeva la
mano di Momo e insieme
a lei seguivano Momoka
e Steh  dentro un tempio
circolare. L'interno 
era bianco con colonne
d'oro e in fondo svettavano
due porte con l'occhio
di Horus scolpito al centro.
Momo sentì la stretta della
mano di Atem farsi più
forte...come se fosse teso.
-Ehi che cos'hai?- domandò
l'imperatrice.
-Io qui ci sono già stato-
rispose Atem.
-Non succederà niente-
affermò lei con un sorriso.
Atem annuì. Sperava davvero
che Horus non reclamasse
anche lui, ora che era tornato
in vita.
Momoka e Seth si posizionarono
di fronte alle porte e queste
si aprirono lasciando intravedere
una luce fortissima oltre.
-Addio Atem, addio Momo.
Ci rivedremo un girno- affermò
Seth mentre Momoka sorrideva
al suo fianco.
-Addio Seth, addio Momoka-
dichiarò Atem mentre il cugino
e la ragazza scomparivano
oltre i battenti della porta.
Quando la porta si chiuse
Momo abbracciò il faraone
mentre lui la baciava.
-è finita vero?- chiese lei
-Temo di no, tuo fratello
non si è ancora arreso.
Tornerà all'attacco- rispose
Atem.
-E noi lo affronteremo.-

 

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Capitolo 19
*** Eyes to eyes ***


Eyes to eyes

Si erano separati con il cuore
pesante anche perchè Vector
sarebbe presto venuto a cercarla
e Momo non voleva mettere in
pericolo Atem ora che si erano
ritrovati. La ragazza in forma
umana era sdraiata sul letto
e guardava il baldacchino
con sguardo spento. Aveva
passato una notte indimenticabile
con Atem qualche mese prima
e adesso...scosse il capo mettendosi
su un fianco.
La notte era più fredda del solito,
forse perchè era sola le mancava
da morire. Si alzò dal letto e guardò
le stelle che si riflettevano nei suoi
occhi cremisi, pensando che forse
poteva andare lei da lui.
Aprì un portale e, senza pensare
che Vector aveva piazzato le guardie
anche fuori dalle sue stanze, scomparve.

****
Atem era sveglio da un pezzo. Non che
avesse dormito molto da quando era
tornato a casa di Dreik. Sentì qualcuno
abbracciarlo da dietro.
-Momo- non ebbe bisogno di sentire
la risposta che lei gli aveva baciato
il collo.
-Non riesci a dormire?- chiese il
faraone.
-Indovinato,ma mi sembra che
nemmeno tu stai dormendo-
rispose lei strusciando il volto
contro il collo di lui.
Atem sorrise girandosi verso
di lei.
-Ci siamo dovuti salutare troppo
in fretta per i miei gusti- disse l'imperatrice
con un sorriso malizioso.
Atem annuì stringendola forte, mentre
la ragazza sorrideva appoggiando
la testa al petto di lui ascoltandone
il cuore che batteva all'impazzata.
-Vero, ma adesso rischiamo il doppio
con Vector che...- non riuscì a finire
la frase che Momo l'aveva baciato
con passione passandogli una mano
tra i capelli.
Nessuno dei due avrebbe dormito
quella notte

 

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Capitolo 20
*** I will be there ***


I will be ther

Il sole stava sorgendo in
quel momento lanciando
i suoi raggi sulle coperte
del letto di Atem facendo
quasi brillare la pelle chiara
di Momo che dormiva con
la testa appoggiata al
petto del faraone.
Nessuno dei due pareva
molto intenzionato a
muoversi o a svegliarsi
e come dargli torto dopo
la notte che avevano
passato insieme.
Mago nero era fuori
dalla stanza del suo
signore e si stava
rigirando il lungo
scettro verde tra le
mani.
-Sembri parecchio
pensieroso Mahad-
affermò Jonathan
arrivando in quel
momento.
-è per il mio re mastro
Jonathan, sono preoccupato-
il mago fissò i suoi occhi
chiari in quelli verdi del
cavaliere del destino che
sospirò.
-Ti capisco quello che
prova per Momo può
essere una lama a doppio
taglio. Sembra che lei
però contraccambi-
Il mago non poteva
dar torto a Jonathan
era vero, Momo sembrava
sincera.
-Sono in camera vero?-
il tono malizioso di Jonathan
lo sorprese e gli strappò un
sorriso.
-Allora li lasceremo in pace
per adesso- sorrise il cavaliere
del destino strizzando l'occhio
al mago che annuì ricambiando
il sorriso.

****
Atem si svegliò quando il  sole
era già alto, ma constatò di
non potersi muovere perchè se
no si sarebbe svegliata anche
Momo. Guardò fuori dalla
finestra con un sorriso luminoso.
Forse Jonathan poteva ancora
nutrire dei dubbi su Momo, ma
lui non ne aveva più.
In quel momento l'imperatrice
aprì uno dei suoi occhi di cremisi.
-Ciao- sorrise Atem mentre la
ragazza si stiracchiava.
-Ehi- Momo intercciò le mani
dietro al suo collo baciandogli
le labbra con dolcezza.
Si sarebbero cacciati nei guai
molto presto, ma per il momento
non gli importava.


 

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