I was made for loving you baby, and you were made for loving me.

di BettyLovegood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Harry Potter che litigano, fan impazzite e un' Hermione Granger manesca. ***
Capitolo 2: *** Lady Gaga, Elvis Presley, smoking sgargianti e due perfetti sconosciuti. ***
Capitolo 3: *** Non sono uno psicopatico, sono più un sociopatico iperattivo, informati Percy. ***



Capitolo 1
*** Harry Potter che litigano, fan impazzite e un' Hermione Granger manesca. ***



Titolo Storia: OneHundred different words.
Titolo Capitolo: Harry Potter che litigano, fan impazzite e un’Hermione Granger manesca.
Prompt: #23 Facciamo per caso cosplay di una ship popolare!AU 
Personaggi: Leo Valdez, Calypso, Piper McLean, Percy Jackson, Jason Grace, Nico di Angelo, Annabeth Chase.
Paring: Caleo. Accenni alla Pernico.
Rating: Verde
Warning:  Cosplay!AU
Note: per chiunque volesse partecipare:
OneHundredAlternativeUniversesPercyJackson
Il titolo fa schifo, lo so. Ma lasciamo perdere. Si accettano suggerimenti. 
Dovevo partecipare per forza. Insomma, sono 100 prompt AU uno più bello dell'altro.
E tutti mi ispirano Caleo, e Caleo is the right way! 
Vabbè, ho deciso di iniziare con uno dei prompt che più m'ispiravano ed eccolo qui. 
Non so se riuscirò mai a scrivere tutti e 100 i prompt, ma mai dire mai! :D
Per il momento è iniziata, poi si vedrà.





 
HARRY POTTER CHE LITIGANO, FAN IMPAZZITE E UN’HERMIONE GRANGER MANESCA.
 


Leo si sistemò la parrucca bionda che aveva in testa per la quarta volta.
-La smetti? Stai benissimo.- sbuffò Piper dal suo fianco, mentre si guardava intorno.
Centinaia di ragazzi e ragazze travestiti da maghi e streghe girovagavano per la piazza centrale, trasformata in quel giorno nella Sala Grande.
Uno striscione rosso appeso tra due alberi urlava:
III RADUNO HARRY POTTER, CHE LA MAGIA ABBIA INIZIO.
Leo osservò un attimo Piper, che aveva in testa una lunghissima parrucca bionda, una collana di tappi di birra al collo, la divisa da Corvonero e gli Spettrocoli rosa sugli occhi.
-Mi spieghi perché tra tanti personaggi hai scelto proprio Lunatica Lovegood?- chiese, trattenendo una risata.
Piper si voltò verso di lui, abbassò gli strani occhiali e lo colpì in testa con una copia del Cavillo che teneva nella sua borsetta di perline.
-Prova ancora una volta a chiamare la mia adorata Luna Lunatica e giuro che ti stacco la testa.-
Leo si massaggiò la testa dolorante. –Scusami Miss Mondo.- disse mentre tornava ad osservare la folla di gente.
Piper riaggiustò gli occhiali. –E poi almeno non sono come le altre no? Sono tutte Hermione Granger, che fantasia.-
Il ragazzo osservò un gruppo di ragazzine travestite da Hermione e annuì.
-Hai ragione. Lo stesso vale per gli Harry Potter.- disse indicando diversi ragazzi mascherati dal Ragazzo-che- è- sopravvissuto.
Piper seguì lo sguardo di Leo e si lasciò sfuggire un sospiro.
-Non è possibile.- disse, portandosi una mano alla faccia.
-Cosa?- chiese Leo.
Ma la ragazza si era già incamminata verso due Harry Potter che discutevano animatamente.
Erano praticamente identici: stessi abiti, stessi occhiali, stessi capelli, stessa cicatrice a forma di saetta.
Leo li riconobbe dagli occhi: quelli azzurri come il cielo di Jason e quelli verdi come il mare di Percy.
E beh, li riconobbe anche perché erano gli unici due a poter discutere a voce alta in mezzo a tanta gente per una stupidaggine.
-Tu dovevi essere Paciock. Avevamo stabilito così!- esclamò Percy, puntando la sua finta bacchetta sul petto dell’amico.
-E perché mai?- chiese l’altro, scansando con una mano la bacchetta sul suo petto. –Tu dovevi essere Paciock!-
Percy fece una smorfia. –Il mio ragazzo è travestito Draco Malfoy, e noi siamo la Drarry. La mia OTP.- -il moro indicò Nico, che si era seduto su una panchina. Si era tolto la parrucca bionda e faceva finta di non conoscere i due ragazzi che litigavano.
Jason fece un verso di scherno. –E con ciò? Non posso essere anche io Harry Potter?- chiese, alzando le spalle.
-No!- esclamò Percy. –Perché la tua ragazza è Luna Lovegood! Dovreste formare la Lunille!-
Jason scoppiò a ridere. –La cosa?-
-L-U-N-I-L-L-E.- ripetè Percy, piano, come se stesse spiegando le tabelline ad un bambino ottuso.
-Luna/Neville. No?-
Jason sbuffò. –La mia OTP in realtà è la Lunarry, ovvero Luna/Harry.-  disse. –Giusto Pips?- chiese senza però ricevere risposta.
Leo si voltò insieme a Jason alla ricerca dell’amica, che sembrava essersi volatilizzata nel nulla.
Individuò la parrucca bionda di Piper a qualche metro di distanza da loro, insieme ad una Ginny Weasley dagli occhi color tempesta e ad una Hermione Granger dall’aria altezzosa.
Leo conosceva quella ragazza, conosceva quell’Hermione Granger dagli occhi chiari.
Si avvicinò a lei con un sorriso smagliante.
-Ehi raggio di sole, cosa ci fai tu qui?- chiese portandosi davanti a lei.
La ragazza lo osservò per un po’, poi si lasciò sfuggire uno sbuffo. –Cosa vuoi Valdez?- domandò spostandosi leggermente da lui.
-Vorrei sapere cosa ci fa qui il tuo bel visino.- disse Leo, per niente colpito dalla scortesia della ragazza. Ormai ci era abituato. –Non pensavo ti piacessero cose del genere.-
-Non sono affari tuoi, Omuncolo.- Calypso fece un sorriso e poi si voltò dall’altro lato per andarsene.
Ma Leo fu più veloce di lei. Si portò davanti a lei, scansando una Minerva McGranitt che gli sbraitò contro cose poco carine.
-Non mi sfuggi raggio di sole.- le disse, prendendole una mano.
Calypso sbuffò, ma non lasciò la mano del ragazzo.
-Okay, cosa vuoi Valdez?- chiese rassegnata.
Infondo era abituata alla sua presenza. Lui era diventato una specie di angelo custode : sempre presente, ma terribilmente fastidioso.
Improvvisamente qualcuno molto vicino a loro urlò.
-DRAMIONE!- era la voce di una ragazza, seguita da tanti gridolini di molte, troppe altre ragazze.
Calypso non fece neanche in tempo a finire il suo –O dei..- che una folla di scatentatissime fan della Dramione si fiondò vicino a loro.
-Guardali sono perfetti insieme!- disse una ragazzina travestita da Lavanda Brown, scattando una foto ai due.
-Si tengono anche per mano!- esclamò un’altra, una Calì, saltellando sul posto e scattando una foto.
Leo sbattè le palpebre più volte, per riprendersi da tutta quella folla urlante che li circondava, che scattava foto e saltellava come se dovessero andare tutti in bagno a far pipì.
-BACIO!- urlarono tutte insieme all’improvviso. –BACIO, BACIO, BACIO!-
Il ragazzo guardò Calypso al suo fianco, con un mezzo sorriso.
-Beh, se è quel che vogliono…-
Calypso lo colpì in testa con la sua borsetta. –Non provarci nemmeno, Omuncolo.-
-Ahio.- si lamentò il ragazzo, massaggiandosi la testa. –Okay, niente bacio. Allora che ne dici di una fuga?-
Calypso si guardò intorno. Le ragazzine stavano sbraitando che loro due erano proprio una Dramione perfetta, citavano parti del terzo libro in cui Hermione picchiava Draco, proprio come aveva fatto lei con Leo.
Beh, Calypso picchiava sempre Leo, lo prendeva sempre in giro, litigavano sempre, infondo era vero: erano una Dramione perfetta.
Beh, peccato che la Dramione era decisamente la sua NOTP.
Leo afferrò la mano della ragazza e la trascinò di lato, correndo tra maghi e streghe, scansando fontane, panchine e cestini dell’immondizia.
Riuscirono a seminare la folla e si lasciarono cadere ansimanti su un pezzo di prato verde.
-E’ tutta colpa tua.- sentenziò Calypso infine, dopo aver ripreso fiato.
Leo la guardò, leggermente offeso. –E cosa avrei fatto stavolta di male, io?- chiese.
-Ti sei vestito da Malfoy!- le urlò contro la ragazza, togliendogli la parrucca da testa. –Perché hai scelto proprio lui?-
Leo alzò le spalle. –Non è ovvio?- domandò. Calypso non capì, quindi Leo prese un forte respiro e spiegò.
-Malfoy è il più figo, bello, terribilmente attraente personaggio maschile della saga. Chi meglio di me poteva interpretare il suo ruolo?-
Calypso guardò un attimo il ragazzo, poi scoppiò a ridere.
Leo sbuffò, assumendo una finta aria offesa.
-Dai Valdez, non te la sarai mica presa?- chiese la ragazza, poggiandogli una mano sulla spalla, come per scusarsi.
Il ragazzo alzò le spalle, senza però rispondere. Sapeva che a Calypso non piacevano i suoi silenzi.
-Dai Valdez!-
Silenzio.
-Leo smettila di fare il bambino, parlami!-
Ancora silenzio.
Calypso alzò gli occhi al cielo e sbuffò sonoramente.
-Sei insopportabile quando fai così, lo sai?-
Leo si lascò sfuggire un sorrisetto, ma non rispose.
-Okay, Okay.- disse Calypso piano. –Scusami.-
-E…-
Calypso sbuffò nuovamente. –E sei figo quanto Malfoy.- concluse.
-Ora va molto meglio.- Leo sorrise di fronte alla smorfia della ragazza. –Lo so che infondo ti piaccio raggio di sole.-  aggiunse dandole un bacio sulla guancia.
Poi velocemente si alzò e fuggì via, prima che lei potesse picchiarlo con qualcosa.
Calypso rimase ferma dov’era. Il volto era in fiamme, un sorriso si era aperto sulle sue labbra.
Quel Valdez l’avrebbe fatta impazzire.
Lo osservò mentre si allontanava da lei saltellando.
-Ah dimenticavo!- le urlò da lontano voltandosi a guardarla. Aveva in viso quel sorriso che tanto piaceva a Calypso. –La Dramione è la mia OTP!-
Calypso gli fece un gestaccio, poco appropriato ad una brava ragazza come lei, e lui scoppiò a ridere.
Si, quel gestaccio gliel’aveva insegnato lui qualche giorno prima.
-Tutti devono conoscere almeno una parolaccia o un brutto gesto.-  le aveva detto. –Non puoi sempre dire accipicchia o cavolacci!-
Calypso aveva sorriso e si era lasciata trasportare nel volgare mondo delle parolacce di Leo Valdez.
La ragazza osservò per l’ultima volta Leo che stava discutendo con Percy e Jason, aveva dimenticato la sua parrucca bionda sul prato.
Toccava a lei riportagliela. Che seccatura, avrebbe dovuto rivederlo.
Se lo immaginava già: quel suo sorriso, le sue mani grandi e calde che si sfioravano con le sue, il suo modo di chiamarla ‘raggio di sole’…
Sarebbe stata davvero un’enorme seccatura.

 



[1372 parole]

*Non so se si chiama cosí, ma mi piaceva il nome Lunille.
Ah, la Dramione é la MIA OTP!

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Capitolo 2
*** Lady Gaga, Elvis Presley, smoking sgargianti e due perfetti sconosciuti. ***


Titolo capitolo: Lady Gaga, Elvis Presley, smoking sgargianti e due perfetti sconosciuti.
Prompt: #87 Ci siamo sposati a Las Vegas ma siamo dei perfetti estranei !AU
Personaggi: Leo Valdez, Calypso, Rachel Dare, Afrodite, Percy, Nico, Piper, Jason, Hazel, Frank, Annabeth.
Paring: Caleo. Accenni Pernico.
Raiting: arancione. (Solo per le parolacce :3)
Note: per prima cosa ringrazio M I K I per avermi fatto usare il cognome Lovegood per Afrodite.
E' stata una sua idea, ci tengo a precisalo.  :3 Poi...
Questa è stata la storia più folle che io abbia mai scritto. Non chiedetemi come e da dove ne uscita fuori perchè non lo so.
Ho letto il prompt, e quando ho letto Las Vegas la prima cosa che mi è venuta in mente è stata Una notte da Leoni.
Quindi praticamente la follia.
Ed ecco questa storia, sempre Caleo.
Niente da aggiungere, immergetevi in questa folle storia e spero vi piaccia :33



 



LADY GAGA, ELVIS PRESLEY, SMOKING SGRARGIANTI E DUE PERFETTI SCONOSCIUTI.
O ANCHE IL PERFETTO MATRIMONIO DI LEO VALDEZ.



Le lancette dell’orologio si muovono in avanti, ancora pochi secondi e….
Mezzanotte.
Urla, canti, abbracci, baci, brindisi.
Leo si ritrova sommerso dai suoi amici. Piper gli da un bacio sulla guancia, sporcandolo di rossetto;
Annabeth lo abbraccia forte; Hazel fa entrambe le cose, provocandogli un leggero rossore in viso; Nico si limita ad una stretta di mano e Frank ad una pacca sulla spalla.
Percy e Jason, entrambi leggermente brilli, salgono su quello che dovrebbe essere un palco –ma in realtà sono solo due lunghi tavoli in legno infilati uno vicino all’altro- e iniziano a cantare –o meglio urlare- :
-Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri caro Leooooooo, tanti auguri a te!-
Leo ride, mentre i due continuano a cantare abbracciati, improvvisando anche un mezzo balletto.
-Okay, Okay.- li interrompe Piper. –Ora basta, scendete di li. E’ arrivato il momento della sorpresa.-
-Quale sorpresa?- chiede Leo, leggermente preoccupato dalla risposta.
Ma Piper non risponde, gli rivolge solo un leggero sorriso.
Percy e Jason si avvicinano a lui e lo fanno accomodare su una sedia, al centro della stanza.
-Mio caro Leo, quanti anni fai oggi?- domanda Percy, poggiandogli una mano sulla spalla.
-Venti.-
-Molto bene Valdez.- interviene Jason, posandosi all’altro lato della sedia. –Ora ti ricordi cosa è successo al mio ventesimo compleanno?-
Leo sorride al ricordo di Jason travestito da donna, che andava girando per il locale su degli altissimi tacchi a spillo.
Era stata una sua idea, ma lui cosa ne poteva sapere che Jason sarebbe caduto procurandosi una frattura alla caviglia?
-Si, e ti ho già chiesto scusa. Cosa..-
-E al mio ventesimo compleanno?- lo interrompe Percy, con un sorriso.
Percy vestito da sirenetta.
Leo stava per ribattere ma viene nuovamente interrotto.
-E al mio?-
Annabeth con i capelli blu.
-E al mio?-
Piper in reggiseno in mezzo alla strada.
-E al mio?-
Frank vestito da panda gigante.
-Aspettate…-
-E al mio?-
Leo guarda gli occhi scuri di Nico e sospira.
-Okay. Mi assumo la responsabilità di tutti i compleanni, ma del tuo no Nico. Non è stata colpa mia.- si difende lui.
-Ah davvero?- lo rimbeccò il più piccolo. –Chi ha avuto l’idea della festa a sorpresa?-
-Io, ma…-
-E chi ha avuto l’idea di invitare un clown?-
-Io ma come potevo sapere che tu avevi paura dei clown?-
Nico alza gli occhi al cielo. –Fobia, si chiama FOBIA!- precisa.
Percy si porta subito al fianco del suo ragazzo, passandogli una mano intorno alle spalle.
Nico arrossisce leggermente, ma non si muove.
-Okay, stiamo esagerando.- interviene Annabeth. –Così lo spaventiamo.-
-Già- aggiunge Piper con un sorriso. –Infondo lui l’ha fatto per farci divertire, no?-
-Esatto!- esclama Leo, felice che la situazione stesse migliorando.
-Bene, ora è arrivato il nostro turno di divertirci!- Jason tira fuori un lungo pezzo di carta e inizia a leggere, imitando un presentatore.
-Benvenuti alla prima edizione di ‘Facciamola pagare a Valdez’, indetta dai suoi amici –eccetto Hazel, ma lei non ha mai ricevuto un suo scherzo- -
Segue un piccolo applauso da tutti i presenti. Leo fa un cenno di ringraziamento ad Hazel, che alza le spalle come per dire ‘te la sei cercata amico.’
Percy si stacca da Nico e raggiunge Jason.
-Ci saranno diverse prove da superare.- dice il moro. –Quando le avrai superate tutte riceverai il tuo regalo di compleanno. Pronto?-
Leo sospira abbattuto, ma non perde il suo sorriso.
Supererà tutte le prove previste e avrà il suo regalo. Infondo non può essere niente di terribile.
-Sono nato pronto Jackson.-
 
Devono essere state le ore più orribili della vita del povero Leo Valdez.
Ha mangiato un verme; passato un’ora da solo nel Tartaro (quell’orribile foresta buia che si trova alla fine della strada) –idea di Nico- ; si è travestito da Elsa, la regina di ghiaccio, ed è andato in giro a cantare canzoni di Frozen; ha dato un bacio sulla guancia a Reyna, procurandosi una bernoccolo in testa; ha dato dell’ubriacone al signor D, il preside della loro vecchia scuola; ha fatto un gestaccio a Clarisse de la Rue, provocandosi un altro bernoccolo ed infine ha dato un bacio sulle labbra a Frank (lui non sapeva niente) , procurandosi l’ennesimo bernoccolo.
-Complimenti Leo, sei riuscito a superare tutte le prove!- esclama Annabeth, porgendogli una fascia rossa con la scritta: ‘VINCITORE’.
-Avevi qualche dubbio Chase?- chiede lui, lasciandosi cadere sul divano di casa sua con un sorriso.
-Bene Valdez, è arrivato il momento del tuo regalo!-
Percy  scompare oltre la porta della sua stanza e ne esce con le mani nascoste dietro la schiena.
-Leo ricordi quale è stato il tuo desiderio al tuo ultimo compleanno?- chiede il moro, sorridendo amabilmente.
-Possedere un drago di bronzo!- esclama Leo, con gli occhi scintillanti.
-Si, beh, diciamo il secondo desiderio. Quello realizzabile da poveri mortali come noi.-
Leo ci pensa un po’ su, il ricordo del suo ultimo compleanno è un po’ sbiadito a causa dell’alcool.
-Andare a Las Vegas!- dice infine. –Ma…-
Percy lo interrompe, porgendogli un biglietto aereo.
-Buon ventesimo compleanno Leo!- urlano tutti.
Leo guarda prima il biglietto, poi Percy, nuovamente il biglietto, poi tutti i suoi amici.
-Voi..voi state scherzando vero?- balbetta, prendendo il suo regalo dalle mani di Percy.
-Viaggio per Las Vegas, due giorni, soggiorno al Casinò Lotus, tutto pagato- spiega Piper con un sorriso enorme. –C’è solo un piccolo problema …-
Leo guarda l’amica. –Cioè?-
Piper guarda tutti i presenti, che si avvicinano al festeggiato.
-Noi tutti  veniamo con te!-
Leo si alza in piedi e abbraccia i suoi amici.
-Siete meravigliosi ragazzi!- dice prendendo sotto braccio Piper e Jason.
Si affaccia alla finestra ed urla : -Noi partiamo per Las Vegas gente!-
 
 
 
 
 




Calypso sistema la scrivania, toglie la polvere dai soprammobili e poggia il caffè macchiato caldo –ma non troppo- al suo posto.
Dopodiché esce dalla stanza e si siede alla sua scrivania, accedendo il computer per iniziare il suo lavoro.
-Annulla l’appuntamento delle tre, sposta quello delle cinque e chiama Ares per disdire il pranzo, ho un brunch di lavoro.-
Afrodite Lovegood, guru della moda, direttrice del ‘Top’ –la più famosa rivista di moda in circolazione-, nonché capo di Calypso, entra dalla porta, seguita dalla sua rossa e riccia assistente Rachel, che scrive in fretta tutto ciò che la donna le sta velocemente dicendo.
-Buongiorno signorina Lovegood.- saluta Calypso, con un sorriso.
La donna si volta leggermente verso di lei e le fa un breve sorriso.
-Nightshade porta questo in lavanderia- le dice, gettando sulla sua scrivania una costosissima pelliccia bianca. –Ah e se qualcuno te lo chiede è sintetica. Non vorrei far nascere di nuovo la questione degli animali morti.- aggiunge facendo un gesto con la mano come per scacciare un insetto fastidioso.
Si volta di nuovo verso Rachel, che le sorride falsamente –fosse per lei quella pelliccia gliela farebbe mangiare, parole sue.- e scompare nel suo ufficio.
Calypso sospira, prende la pelliccia ed esegue l’ordine precedentemente ricevuto.
‘Amo il mio lavoro, amo il mio lavoro, amo il mio lavoro ‘.
Si ripete in continuazione, come per convincersene.
 
 
-Odio il mio lavoro.- esclama Rachel, sedendosi al tavolo e addentando il panino che ha davanti.
-Oh, io invece amo farmi trattare come uno straccio da una donna che indossa un paio di scarpe più costose della mia casa.- Calypso fa un sospiro e si siede al fianco della sua amica, iniziando a mangiare.
-Dare, Nightshade la signorina Lovegood vi vuole nel suo ufficio tra due minuti.-
Eros, il figlio più odioso di Afrodite, si avvicina alle due ragazze ticchettando un dito sull’orologio.
Rachel alza gli occhi al cielo, finendo con un ultimo morso il suo hamburger, si alza dal tavolo e raggiunge l’uscita della mensa.
Calypso la segue.
-Cal, mi ricordi perché ho scelto questo schifosissimo lavoro?- chiede la rossa, entrando in ascensore.
Calypso le poggia una mano sulla spalla, con fare rassicurante. –Per lo stesso mio motivo Rach.- dice mentre le porte dell’ascensore si aprono. –Perché i nostri padri sono due enormi stronzi.-
 


Calypso rientra in casa, ancora leggermente sconvolta dalla notizia ricevuta dal suo capo.
-Ulisse!- chiama, mentre si toglie le scarpe con il tacco che Afrodite  le costringe a potare.
-Ulisseee!- la ragazza chiama ancora una volta il suo ragazzo, senza ricevere risposta.
Entra in cucina ed apre il frigo per mangiare qualcosa.
Quando la richiude nota un biglietto :
 
Scusa Cal ma non ce la faccio più. Tutto questo è diventato troppo per me.
Tu sei fantastica ed io ti vorrò sempre bene, ma dovevo andare via.
Quest’anno insieme è stato meraviglioso, ti ringrazio, e ti prego…
Perdonami.

 
Calypso legge il biglietto una, due, tre, quattro e altre cento volte.
Non riesce a credere a quel che sta leggendo.
Accartoccia quel pezzo di carta e lo scaglia a terra, dopodiché urlare è tutto quello che riesce a fare.
Urla contro Ulisse che l’ha lasciata dopo un perfetto anno insieme, urla contro se stessa che aveva sperato in qualcosa di diverso con lui, urla contro gli uomini, che la lasciano sempre sola senza un vero perché.
Calypso si getta sul divano e afferra il telefono, digitando il numero che ormai sa a memoria.
-Rach…- dice, trattenendo un singhiozzo. -Rachel… ho bisogno di te.-
-Cal, cosa è successo?- chiede l’amica preoccupata.
-Ulisse…- è l’unica cosa che riesce a dire, prima di scoppiare a piangere.
Cinque minuti dopo Rachel si ritrova sul divano di casa di Calypso, con la ragazza che piange stesa sulle sue gambe.
-E’ solo uno stronzo Cal, smettila di stare così per lui! Non se lo merita.-
Calypso si mette a sedere, asciugandosi il viso bagnato.
-Sono sicura che aveva l’amante.- dice, stritolando tra le mani un fazzolettino di carta.
-Oh, andiamo Cal, che ne sai tu?- chiede la rossa, prendendo del gelato al cioccolato dal freezer e porgendolo all’amica.
‘Non c’è niente di meglio del cioccolato per superare una pena d’amore’ le diceva sempre sua madre.
Calypso afferra un cucchiaio di gelato e se lo ficca in bocca.
-L’altro giorno ho trovato un messaggio sul suo cellulare da parte di Penelope-  dice dopo un attimo di silenzio.
-La sua ex?- chiede Rachel, prendendo a sua volta un po’ di gelato.
-Dal messaggio che ho letto non credo che sia più la sua ex.-
-Che grandissimo stronzo!- esclama Rachel. –Faceva tanto il bravo ragazzo, lasciato dal suo grande amore… che grandissimo stronzo!-
Calypso sospira, e mette il gelato da parte.
Rachel si alza in piedi, fruga nella sua borsa e ne tira fuori due biglietti aerei che lancia all’amica.
-Cal noi domani partiamo e sai dove andiamo?- chiede la rossa.
-A Las Vegas.- dice Calypso raccogliendo i biglietti che le ha lanciato l’amica.
-Esatto!- Rachel fa alzare Calypso dal divano. –Andiamo a divertirci nella città dei casinò, delle luci, dei bei ragazzi! Al diavolo Ulisse, al diavolo Penelope! Noi domani andiamo a Las Vegas, fanculo tutti!-
-Rach, andiamo per lavoro.- precisa Calypso.
-Un solo giorno di lavoro, tre di divertimento.- Rachel prende la mano dell’amica e la stringe.
Calypso sospira, poi abbozza un sorriso.
E’ stanca di stare male per uomini che la lasciano, è stanza di piangere, di chiedersi cosa non vada in lei, di preoccuparsi di piacere a qualche uomo.
-Fanculo questi uomini, noi andiamo a divertirci a  Las Vegas!- urla, alzando le braccia in aria.
 
 
 
 
 
 
 
 Leo si alza dal letto e corre in bagno a vomitare.
Dovrebbe decisamente smetterla di bere. O almeno bere di meno. Non ricorda niente della sera precedente.
Non sa perché ha attorno alla testa una cravatta, perché indossa solo un paio di boxer rossi, perché ha al dito un anello dorato e soprattutto non sa perché una ragazza mezza nuda, dai lunghi capelli color caramello è distesa nel suo letto.
Leo guarda la ragazza per un bel po’, incantato dalla sua bellezza.
Cerca di ricordarsi qualcosa di lei: dove l’ha incontrata, cosa le ha detto, come si chiama ma soprattutto come ha fatto per portarsela a letto. Di solito le belle ragazze non se lo filano per niente.
La ragazza apre gli occhi, si porta una mano alla testa ed esclama un –Merda.-
Dopodichè si alza dal letto e si mette a sedere.
-Rach?- chiama, sbattendo le palpebre contro la luce del sole. –Rachel?-
Leo tossisce piano, per segnalare la sua presenza. La ragazza si volta di scatto verso di lui e lancia un urlo.
-Chi sei tu?- chiede, coprendo con il lenzuolo il suo seno nudo. –E cosa ci fai nella mia stanza?-
Leo rimane un attimo a fissare la ragazza illuminata dal sole, senza riuscire a proferire parola.
-Ehi, sto parlando con te!- la ragazza lancia un cuscino in direzione di Leo, senza però riuscirlo a colpire. –Sei sordo?-
-Ehi raggio di sole stai calma, non urlare che ho un mal di testa allucinante.-
Leo si siede sul letto e porge la mano alla ragazza.
-Leo Valdez.- si presenta.
La ragazza studia Leo dalla testa ai piedi, senza prendere la sua mano.
-Io sono venuta a letto con te?- chiede, forse più riferita a se stessa che al ragazzo. –Come diamine ho fatto? O dio ma quanto ho bevuto? A cosa mi sono ridotta?-
-Ehi splendore io sono qui, eh?- le fa notare Leo, sventolando una mano davanti alla sua faccia.
La ragazza gli ferma la mano, la fissa un attimo, poi fissa la sua.
-Dove hai preso questo anello? Ne ho uno identico anche io al dito.- dice, mostrandolo.
-Non l’ho mai visto prima.- Leo guarda l’anello della ragazza e contemporaneamente il suo, cercando una spiegazione logica.
Improvvisamente qualcuno bussa alla porta.
-Colazione per gli sposini- dice la voce di un ragazzo da dietro la porta.
-Cosa ha detto?- chiede la ragazza, voltandosi verso Leo. –Sposini?-
-No, hai capito male. Noi mica siamo spostati?- Leo fa una risatina nervosa, poi va ad aprire la porta.
Un cameriere fa il suo ingresso spingendo un carrello colmo di cibo.
-Buongiorno e tanti auguri.- dice con un enorme sorriso. –Ecco la colazione come richiesta, vi auguro una buona giornata e tanta felicità.-
Leo e Calypso fissano il cameriere.
-Mi sa che ha sbagliato stanza, sa noi…- inizia Leo.
-Ah già.- lo interrompe il cameriere. –Qui c’è anche il video del matrimonio.-
-Matrimonio?- chiede la ragazza. –Lei ha proprio sbagliato.-
Il cameriere guarda i due ragazzi, poi sfila una lista di nomi dalla tasca.
-Il signor Leo Valdez e la signorina Calypso Nightshade?- chiede, leggendo.
Entrambi annuiscono, il cameriere fa una risata.
-Avete bevuto ieri sera?- chiede. Nessuno dei due risponde, ma lui lo sa che è così. –Beh, buona fortuna.- dice, poi esce dalla stanza richiudendo la porta.
Cala il silenzio, nessuno è in grado di parlare.
-Io sono sposata con te.- dice Calypso, fissando Leo. –Io sono spostata  con TE!- ripete, ridendo istericamente. –Sono una donna morta.- conclude, portandosi le mani in viso.
-Avanti, non esagerare! – Leo fa un piccolo sorriso. –Infondo non sono poi così male!-
Calypso sbuffa. –Mio padre mi ammazzerà all’istante!-
-Posso essere un bravo genero.-
-Mi rinchiuderà in casa, senza neanche farmi dire una parola.-
-So anche cucinare qual cosina, faccio dei tacos, divini.-
-Per non parlare di quello che dirà quell’arpia di Afrodite! Mi licenzierà all’istante una volta saputo quel che ho combinato.-
-Quattro anni di convivenza con Percy e Jason mi hanno insegnato a sapermela cavare in situazioni orribili. Dopo che Sally ha divorziato con Poseidone ed è andata a vivere con Paul Percy è stato malissimo, so cucinare le frittelle blu se t’interessa!-
-Cosa?-
-Si hai sentito bene, frittelle blu, sai Percy ha un’ossessione..-
-Divorzio!- esclama Calypso, sorridendo improvvisamente. –Noi possiamo divorziare! Ci sarà pur sempre un modo no?-
Leo guarda la ragazza, sta per ribattere qualcosa ma lei si volta dall’altro lato e afferra la sua borsa di perline.
Tira fuori un cellulare e compone un numero.
-Rach, dove diamine sei?- chiede.
-In un letto con due uomini abbracciati.- risponde l’amica.
-Cosa?-
-Lascia stare, storia lunga, tu piuttosto dove sei?-
-Stanza 221, Rach ho combinato un disastro.-
-Cinque minuti e arrivo.-
Claypso chiude la chiamata e riposa il cellulare.
-Senti bellezza, potresti evitare di ignorarmi e di chiamare il nostro matrimonio disastro?-
Calypso guarda Leo come se fosse matto.
-Ma hai qualche problema?- chiede, inclinando leggermente la testa di lato.
-Cosa?-
-Hai avuto forse qualche incidente, dove hai sbattuto la testa e sei diventato idiota o sei nato proprio così?-
-Donne!- esclama Leo, alzando gli occhi al cielo. –Sempre lì a trattarti come un verme, quando però vogliono qualcosa diventi incredibilmente attraente. Tutte uguali siete.-
Calypso fa una finta risata. –E perché, voi uomini no?- domanda. –Sempre lì a lamentarvi di non trovare la ragazza giusta, poi quando la trovate la lasciate per un’altra. Ragionate solo con il vostro apparato genitale, ecco il problema.-
-Io non sono così.- si difende Leo.
-Certo come no. Vorresti dire che se io ora mi togliessi questo lenzuolo da dosso e ti mostrerei le mie tette tu non avresti nessuna reazione?-
Leo apre e chiude la bocca un paio di volte. –Certo che avrei una reazione, è una cosa normale!-
-Io lo chiamo ragionare con l’apparato genitale.-
-E se fosse i contrario allora? Se un ragazzo palestrato ti mostra i suoi muscoli tu che fai?- chiede Leo.
Calypso sbuffa. –E’ diverso.-
-Certo, come no.-
-Sta zitto.-
-Io parlo quanto voglio.-
-Sei un idiota-
-E tu sei insopportabile.-
-Come diamine ho fatto a finire a letto con te?-
-Me lo chiedo anche io!-
-Se i bambini hanno finito di litigare forse potreste spiegare anche a noi cosa è successo.-
Una voce molto familiare a Leo interruppe quel piccolo litigio.
Il ragazzo si voltò vero la porta e vi trovò Nico, mano nella mano con Percy che era ammanettato ad una ragazza dai capelli rossi.
-Rachel, chi diamine sono questi due?- chiede Calypso, stringendosi il lenzuolo addosso.
-Percy perché sei ammanettato a quella ragazza?- domanda contemporaneamente Leo.
-Non lo so, abbiamo chiesto ai sorveglianti di mostrarci le registrazioni delle videocamere di sorveglianza, ma loro ci hanno spiegato che avremo trovato la risposta nel vostro video.-
Leo guarda il carrello e afferra il cd che il cameriere aveva lasciato.
-Beh ragazzi, mettetevi comodi, stiamo per guardare il video del nostro matrimonio.-
Leo si alza e inserisce il dvd nella televisione.
-Matrimonio?- sussurra Rachel a Calypso.
-Già.- dice lei, poi sposta lo sguardo sullo schermo del televisore su cuoi esce una scritta rossa, circondata dalle fiamme.
‘CALYPSO E LEO, SPOSI IL 13/04/2015. AUGURI!
CASINO’ LOTUS’
Una donna vestita da Lady Gaga suona una marcia nuziale.
Un Leo visibilmente ubriaco, vestito con uno smoking rosso fuoco ed una cravatta nera, saltella sul posto, vicino ad un prete con la parrucca di Elvis Presley.
Seduto tra i banchi se ne sta un Percy con uno smoking blu ed una parrucca dello stesso colore.
Dal fondo della sala entra Calypso, vestita con un lungo abito da sposa bianco, ma con il velo rosso.
Al suo fianco c’è Rachel vestita da hippie, con una parrucca anni 70.
-Benvenuti signori e signore.- dice il prete, con un enorme sorriso. –Siamo qui riuniti oggi per festeggiare l’unione di questi due ragazzi. Leo e Calypso!-
Parte un applauso da Percy, che coinvolge solo la donna travestita da Lady Gaga.
-Ora dite i voti!- annuncia il prete.
Leo tira fuori dalla tasca un foglietto stropicciato e inizia a leggere.
-Raggio di sole, io ti amo. Non so come ho fatto a stare senza di te tutto questo tempo, non m’importa che mi hai tirato in testa una scarpa, che mi hai chiamato idiota, che mi hai fatto fare una figuraccia. Io ti amo, Calypso. E voglio sposarti all’istante perché hai detto che adori Hunger Games, e Harry Potter e hai visto tutte le puntate di Merlin e di The Big Bang Theory. E io non posso lasciarti sola, perché quello stronzo del tuo fidanzato Giulicce, Sulisse, Melisse, ULISSE, ti ha tradito. E poi Percy ci porterà in luna di miele sulla sua barca blu, ha accettato anche di vestirsi da sirenetta.
Io ti amo raggio di sole e voglio sposarti.-
Calypso si asciuga le lacrime, mentre Percy, Rachel e il prete applaudono forte.
Leo inizia ad inchinarsi di fronte a tutti, poi Calypso legge i suoi voti.
-Omuncolo.- Leo ride forte e contagia anche Calypso. Per cinque minuti tutti ridono, dopodiché Calypso continua a leggere. –Leuccio, tu sei speciale e per questo io voglio sposarti. Tu non sei come gli altri. Mi fai ridere, ti piacciono le stesse cose che piacciono a me, non ti offendi quando ti offendo, e mi hai perfino difesa quando ho chiesto di inserire un lento in discoteca! Leo Valdez, che nome buffo che hai- Calypso ride nuovamente. – Tu sei strano e sai aggiustare tante cose, perfino il mio cuoricino rotto e disintegrato da quegli stronzi dei miei ex fidanzati. Non lo so se ti amo, ma sei diverso e quindi voglio sposarti.-
Tutti applaudono nuovamente, mentre i due sposini si abbracciano.
-Bene.- dice il prete, separando i due. –Ora davanti ai vostri testimoni- indica Percy e Rachel – posso chiedervi: tu Leo Valdez vuoi prendere la qui presente Calypso Nightshade come tua legittima sposa, ed amarla ed onorarla, eccetera eccetera?-
Leo fa un enorme sorriso. –Si, lo voglio!-
-E tu Calypso Nightshade vuoi prendere il qui presente Leo Valdez come tuo sposo?-
-Certo che si!-
-bene, per l’autorità conferitami da internet e da questo casinò, vi dichiaro marito e moglie.
Può baciare la sposa.-
Leo e Calypso si scambiano un lungo e appassionato bacio.
-Ehi, qui c’è scritto che i testimoni devono ammanettarsi, per intensificare l’unione dei due sposi!- urla Percy, brandendo una brochure con il logo del casinò.
Leo e Calypso continuano a baciarsi, senza curarsi di nessuno.
-Dobbiamo trovare delle manette, loro non si dovranno mai separare!- commenta Rachel, prendendo per mano Percy.
-PER LA CALEO!- urla il ragazzo, uscendo dalla sala.
-PER LA CALEO!- ripete Rachel seguendolo.
 
Lo schermo del televisore si scurisce. Tutti rimangono in silenzio, tranne Nico, che ha iniziato a ridere.
-Nico non è divertente.- dice Percy, grattandosi la nuca.
Il ragazzo continua a ridere e pian piano tutti lo imitano.
 
 


-Riceverete le carte del divorzio a breve, grazie per aver scelto gli avvocati del Casinò Lotus!- l’avvocato si alza dalla scrivania ed esce dalla stanza.
Leo guarda Calypso.
-E’ stato il matrimonio più bello che io abbia mai visto.-
Calypso abbozza un sorriso. –Il più sconvolgente direi!-
-Beh, è pur sempre stato il nostro primo matrimonio. Quando ci vorrai riprovare fammi uno squillo.-
Calypso ride. –Non ci penso nemmeno, Omuncolo.-
-Dicono tutte così, raggio di sole.- fa l’occhiolino alla ragazza ed esce dalla stanza sorridendo.



 
[3754 parole]
*Scusate eventuali errori, l'ho scirtta in fretta :3

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Capitolo 3
*** Non sono uno psicopatico, sono più un sociopatico iperattivo, informati Percy. ***



 Prompt: #32 Sto citando ad alta voce l’ultimo libro di una serie e ti faccio spoiler !AU
Personaggi: Leo Valdez, Nico Di Angelo, Percy Jackson, Calypso, Annabeth Chase.
Paring: Definirei questa storia una Leo/Percy/Nico. Accenni alla Pernico.
Rating: Verde
Warning:  SPOILER SU HUNGER GAMES, IL CANTO DELLA RIVOLTA. (libro).
Note: Dovete sapere solo tre cose:
1. al cinema incontrai una ragazzina e iniziai a parlare con lei del libro e praticamente feci spoiler sulla morte di determinati personaggi alla mia piccola sorellina.
(Scusa Mary. :3)
2. Amo Nico e Leo 'stile fanboy'. 
3.  Sono innamorata di Sherlock. 
Spero vi piaccia la storia :33


 
NON SONO UNO PSICOPATICO, SONO PIU' UN SOCIOPATICO IPERATTIVO, INFORMATI PERCY!


 
Percy, seduto a tavola, intendo a girare il suo caffè lo guardò con un sopracciglio alzato.
-Buongiorno.-
Leo si voltò verso di lui con un enorme sorriso e con in mano una padella.
-Oh buongiorno a te, Percy.-
Percy scrutò Leo, sospettoso.
Leo non si alzava mai presto la mattina – a meno che non era costretto per via della scuola- , e quando lo faceva era completamente intrattabile.
Non parlava con nessuno, si limitava a sbuffi e sbadigli, e se osavi chiedergli qualcosa ti trafiggeva con uno dei suoi sguardi assassini.
-Come mai così felice?- chiese il moro, prendendo un sorso di caffè.
Leo sistemò la padella sul gas e ci gettò dentro l’impasto per le pancake.
 –Oggi è il gran giorno Percy!- esclamò.
-Gran giorno?- chiese il moro, sempre più confuso.
Leo sistemò le sue pancake nel piatto e ne offrì una a Percy, su cui c’era scritto con lo sciroppo d’acero 21/11.
-Lo so che giorno è Leo.- Percy infilzò con la forchetta la pancake e ne portò un pezzo alla bocca.  –Ma perché sei così contento?-
Leo guardò l’amico male. –A volte mi chiedo se io e te viviamo nella stessa casa.-
-Sfortunatamente si.-  bisbigliò Percy.
Leo puntò la sua forchetta contro l’amico -Bene, allora saprai cosa succede oggi.- 
Percy ci pensò su, ma quella data non gli diceva proprio niente.
Scosse la testa.
-Oh, andiamo, sono giorni che ne parlo!- sbuffò Leo.
Percy si portò una mano alla testa. –Non dirmi che si tratta di quel ridicolo film-
Leo assunse un’aria offesa. –Hai appena chiamato Hunger Games ‘quel ridicolo film?’-
-Un film dove ventiquattro persone devono ammazzarsi a vicenda non è ridicolo per te? –
Leo guardò il suo amico con la bocca spalancata.
-Per tua informazione Hunger Games non parla solo di morte e uccisioni. Parla di lottare contro i soprusi, parla di amore, amicizia, parla di quanto possano essere crudeli gli uomini e…-
-Ed è un film ridicolo.- lo interrupe Percy.
Leo lo guardò male –Capitolino.- mormorò, con disprezzo.
Percy aggrottò le sopracciglia, confuso. –Dovrei sentirmi offeso?-
Leo non rispose, ma la risposta arrivò comunque da un’altra persona.
-Ti ha praticamente dato dello stronzo.- spiegò Nico, mentre toglieva la tazza di caffè dalle mani del suo ragazzo e se la portava alla bocca.
-Ehi!- si lamentò il ragazzo, ma Leo era impegnato ad ignorarlo con tutte le sue forze.
-Nico ma non hai insegnato proprio niente a questo qui?- chiese, offrendogli una delle sue pancake.
Nico sospirò afflitto. Ci aveva provato, tante, troppe volte, Leo lo sapeva bene, ma Percy non era il tipo che si innamorava di un film, di un libro o di una serie tv e ne parlava per giorni e giorni. Percy insomma non era come lui o come Leo.
-Beh, si rifarà stasera quando andremo a vedere Mockingjay parte uno.-
Percy lasciò cadere la forchetta che aveva in mano e si voltò verso il suo ragazzo con gli occhi spalancati.
-No, io non vengo stasera.- disse, deciso.
Nico versò dello sciroppo sulle sue pancake senza neanche voltarsi verso di lui.
-Si che lo farai. Io ti ho accompagnato a visitare quello stupido acquario.-
Percy sbuffò. –Non puoi andarci con Leo?-
Nico si voltò leggermente verso di lui, con la forchetta a mezz’aria. –E tu mi lasceresti andare da solo al cinema con Valdez?- chiese, alzando un sopracciglio.
Leo alzò gli occhi al cielo. –Ancora con questa storia? E’ stato uno sbaglio, ti ho chiesto scusa quante? Tremila volte?-
Nico lo ignorò, continuando a tenere lo sguardo puntato su Percy che al ricordo di Leo e Nico entrambi con un occhio nero e diversi lividi sulle braccia, non potè fare a meno di acconsentire all’uscita.
-E va bene, vengo.- disse infine, mentre passava un braccio intorno alla vita del suo ragazzo. –Non voglio vederti di nuovo conciato in quel modo per via di quell’idiota di Leo.-
Nico sorrise soddisfatto, stringendosi di più al corpo caldo di Percy, mentre Leo sbuffava e si lamentava del fatto che lui non sapeva che la ragazza che avevano pedinato, e in seguito corteggiato –come se avesse mai avuto una speranza- avesse un fidanzato campione di box.
 
 
 **************
 
-Ricordami perché sono qui con loro.-
Annabeth sorrise a Percy, che guardava il suo ragazzo e Leo a pochi metri di distanza da loro, intenti a discutere su un certo Peeta.
-Perché ami il tuo ragazzo.- la ragazza alzò le spalle e si mise in fila per prendere i pop-corn.
Percy sospirò, seguendola. –Già. A proposito, grazie di essere venuta.-
-Dovere da amica.- rispose lei, facendogli l’occhiolino. –E poi sono curiosa di vedere questo film. Ho letto i libri.-
-Ora non comincerai anche tu a parlare dei personaggi come se fossero reali e a chiederti se è meglio Gale o Peeta, vero?-  Percy guardò l’amica con un’aria supplichevole.
Lei scoppiò a ridere. –No, non preoccuparti non lo farò.-
Percy sorrise, prese i pop-corn e raggiunse, insieme ad Annabeth, Leo e Nico.
-Abbiamo i pop-corn.- annunciò.
I due ragazzi lo ignorarono, troppo impegnati a chiedersi se una certa Julianne Moore fosse adatta ad interpretare il ruolo della presidentessa Alma Coin.
Percy sbuffò. –Okay, non volete i pop-corn. Annie vuoi favorire?- chiese porgendo il cestino alla ragazza.
-FERMI!- urlò Leo, bloccando il polso di Annabeth. –I pop-corn sono per il film, non si mangiano prima.-
Leo tirò il cestino a se e lo custodì come fosse un tesoro.
Percy e Annabeth sospirarono in contemporanea, afflitti.
-Allora, lo psicopatico qui si sta comportando bene?- chiese il ragazzo a Nico, facendo un gesto verso Leo, che cullava i pop-corn.
-Ehi, non sono uno psicopatico!- si lamentò lui.
-Oggi mi hai tenuto legato alla sedia per dieci, ripeto DIECI ORE, mentre guardavamo i primi due Hunger Games e hai voluto anche leggermi i romanzi!- Percy fissò l’amico. –E per di più ora stai cullando dei pop-corn. Sei decisamente uno psicopatico.-
Leo sbuffò. –Non sono uno psicopatico.- ripetè –sono più un sociopatico iperattivo, informati Percy.- (*)
Nico scoppiò a ridere. –Osi paragonarti ad uno degli uomini più intelligenti del pianta?- chiese, guardando intensamente l’amico.
Leo alzò le spalle. –Ehi, io sono intelligente quanto Sherlock.-
Nico sbuffò. –Ti piacerebbe.-
Leo stava per ribattere qualcosa, ma fu interrotto da Percy che ingenuamente pose la domanda più stupida che poteva venirgli in mente.
-Chi è Sherlock?- chiese.
Leo e Nico si voltarono in contemporanea verso il ragazzo, entrambi stupiti.
-Tu non sai chi è Sherlock?- chiese Leo.
-Dovrei saperlo?-
-Lui non sa chi è Sherlock?- chiese nuovamente Leo, ancora più sbalordito, stavolta rivolto a Nico.
-Io non lo sapevo, giuro.- Nico scosse la testa afflitto.
Leo gli posò una mano sulle spalle, con fare rassicurante.
-Il mio ragazzo non conosce Sherlock.- Nico voltò le spalle a Percy e si incamminò verso la sala del cinema, con un braccio di Leo attorno alle spalle.
-Oh, non preoccuparti.- gli disse l’amico. –Rimedieremo in fretta.-
Percy rimase lì, fermo ad osservare la scena, con la bocca leggermente spalancata.
Annabeth al suo fianco cercava di trattenersi dallo scoppiare a ridere.
-Credi che mi lascerà?- chiese in fine il ragazzo, leggermente preoccupato.
Lei si fece seria in un attimo.
-Ti conviene informarti su Sherlock al più presto. Sul serio non lo conosci?-
Percy alzò gli occhi al cielo e si incamminò verso la sala.
-Sono circondato da pazzi.- mormorò fra se e se.
 
 
**************** 
 
 
 
 Leo odiava l’attesa prima dell’inizio dei film, che senso aveva aspettare?
-Proiettate questo film e basta!- voleva urlare ai proprietari del cinema, ma aveva troppa paura di essere sbattuto fuori a calci nel sedere, così rimase zitto al suo posto a picchiettare le dita sul bracciolo della poltrona.
-Potresti smetterla? E’ irritante.- chiese la ragazza al suo fianco.
Leo alzò lo sguardo su di lei e si perse un attimo in due meravigliosi occhi castani.
-Si, scusa.- mormorò.
La ragazza fece una smorfia. –Bene.-
Leo doveva assolutamente sapere il nome di quella splendida ragazza.
-Piacere, io sono Leo.- parlò prima di pensare, come gli succedeva sempre di fronte alle ragazze.
La ragazza lo squadrò un attimo, poi abbozzò un sorriso.
-Calypso.- disse.
Il ragazzo si rilassò leggermente, stava andando bene.
-Calypso bel nome.- commentò, strappandole un altro sorriso. –Allora, secondo te fino a dove arriverà il film?- chiese.
Quando si parlava di argomenti a lui conosciuti andava tutto bene. E Hunger Games lui lo conosceva benissimo.
-Oh, non saprei.- rispose lei, osservando un attimo lo schermo del cinema su cui stavano proiettando la pubblicità di una doccia.
-Beh, prima ne parlavo con il mio amico e crediamo che non si arrivi a prima della morte di Finnick.-
-Cosa?- la ragazza spalancò gli occhi, sorpresa.
-Già, brutto no? Spero di vedere almeno il matrimonio tra lui e Annie e non…-
-Aspetta!- l’interruppe lei, alzando una mano.
-La morte di Finnick?- domandò. –Cioè Finnick muore?-
-Si, però prima si sposa con Annie. Perché non lo sapevi?- Leo guardò la ragazza con aria interrogativa.
Lei scosse la testa. –Mi hai fatto non uno, ma ben due spoiler!-
-Oddio, scusa!- si affrettò a dire lui.
-Ma almeno non ti ho detto della morte di Prim!- Leo fece un grande sorriso, purtroppo si rese conto troppo tardi di quel che aveva detto.
La ragazza aveva un’aria omicida, sembrava stesse per accoltellarlo.
-Idiota!- sbottò. –Mi hai rovinato il film.-  Si alzò e cambiò velocemente posto.
Leo sospirò, sconfitto.
Percy, al suo fianco se la rideva.
-Sei impossibile Valdez.- commentò. –Facciamo così, domani ti lego alla sedia e ti spiego come conquistare il cuore di una ragazza.-
Leo sbuffò, prendendo una manciata di pop-corn. –Sta zitto, Jackson. Non ho bisogno di te.-
Percy scoppiò a ridere. Sapeva bene che l’indomani il ragazzo sarebbe corso da lui a chiedergli qualche consiglio.
Magari lui ne avrebbe approfittato per chiedergli in cambio informazioni su  Sherlock, così da poter riconquistare il cuore di Nico che ora se ne stava seduto nella sua poltrona a borbottare:
-Il mio ragazzo non conosce Sherlock, il mio ragazzo non conosce Sherlock.-




 
[1663 parole]
 
(*) Non sono uno psicopatico, Anderson, sono un sociopatico iperattivo, informati.
-Sherlock.

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