Your (Fake) Boyfriend

di EdSheeran
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Everything will be alright ***
Capitolo 2: *** Presentations. ***
Capitolo 3: *** Stay with me forever ***
Capitolo 4: *** I belong to you, You belong to me. ***
Capitolo 5: *** So Confused. ***
Capitolo 6: *** Risks ***
Capitolo 7: *** Panic. ***
Capitolo 8: *** I just wanna say you're mine. ***
Capitolo 9: *** You're my happiness. ***
Capitolo 10: *** My Anchor ***
Capitolo 11: *** Give me everything tonight. ***
Capitolo 12: *** THE END. ***



Capitolo 1
*** Everything will be alright ***


Everything will be alright. 

AVVISO IMPORTANTE: QUESTO AVVISO VA A TUTTE LE PERSONE CHE INTENDONO COPIARE QUESTA MIA FIC PER METTERLA SU QUALCHE ALTRO SITO (SOPRATTUTTO WATTPAD). QUESTA MIA BENEDETTA FIC E' STATA COPIATA MILLE VOLTE E PUBBLICATA SU WATTPAD SEMPRE A MIA INSAPUTA ED OGNI VOLTA IO ED ALTRE RAGAZZE ABBIAMO DOVUTO SEGNALARE. NE HO ABBASTANZA! COPIARE UNA FIC E PRENDERSENE IL MERITO SU UN'ALTRA PIATTAFORMA SENZA CHIEDERE IL PERMESSO ALL'AUTRICE O SENZA DARLE CREDITI E' PLAGIO!


Un cretino.

Ecco come mi sentivo in quel momento, stando in piedi nella sala d’attesa dell’unico aeroporto di Beacon  Hills con in mano un piccolo foglietto sul quale avevo scarabocchiato il nome della persona che da lì a poco mi avrebbe raggiunto.
Ero così nervoso da non riuscire nemmeno a pensare razionalmente, non facevo altro che torturarmi il labbro inferiore con i denti, sbattere ripetutamente la punta del piede sul pavimento e cambiare il peso della gamba ogni cinque secondi.

Era tutta colpa di Scott.
E di Lydia.
E di Jackson.
E di Allison.
Era colpa di tutti! Perché dovevano per forza trovare la propria anima gemella? Perché non poteva esserci almeno una persona del vecchio gruppo del liceo che era ancora single?
Ve lo spiego io perché…
Perché tutti prima o poi trovano qualcuno.

Tutti eccetto me, Stiles Stilinski.

Se volete saperne di più sul patetico Stiles Stilinski e sul perché in quel momento si trovasse all’aeroporto di Beacon Hills, beh, dovrete tornare indietro di una settimana:

Era una domenica mattina, il sole entrava dalla finestra della mia camera ed io ero stranamente di buon umore.
La domenica era il giorno in cui il mio migliore amico Scott mi inviava una lettera, raccontandomi per filo e per segno le sue giornate, le sue avventure e le sue sventure vissute nei giorni precedenti con la sua fidanzata Allison. Erano già due anni che si era trasferito in Francia con lei per poter iniziare una nuova vita lontana dalla noiosa routine di Beacon Hills e dalle poche possibilità lavorative che essa offriva, eppure non aveva mai saltato una domenica e ci vedevamo ogni giorno su skype, nonostante non fosse la stessa cosa e mi mancasse da morire…se lui stava bene allora lo sarei stato anch’io.
Ma quella lettera fu diversa.
Quella lettera fu forse la notizia più brutta che avrei mai potuto ricevere in vita mia:Il mio migliore amico si sposava.
Non era questa la brutta notizia, eh!  Ero felicissimo per i miei amici, il problema persisteva nel leggere le ultime righe dove la calligrafia disordinata del mio migliore amico mi informava che il matrimonio si sarebbe svolto proprio qui, a Beacon Hills e che Allison aveva avuto la brillante idea di passare la settimana prima del matrimonio, TUTTI INSIEME, nella casa dei suoi.
Ora, vi starete sicuramente chiedendo: “Cosa c’è di male?”
Ve lo spiego io!
Si dia il caso che conosca tutte le persone invitate a passare una settimana in casa dei genitori di Allison e che tutte loro siano fidanzate con qualcuno. Come se non bastasse, Allison ha invitato anche il suo caro e vecchio amico Matt, conosciuto anche come il caro e vecchio ex di Stiles. Ergo, non solo dovrò passare una settimana in mezzo a innumerevoli coppiette che mi faranno sentire ancora più sfigato di quel che già sono, ma dovrei anche subirmi la vista del mio ex ragazzo insieme ad un altro ragazzo!
E questo non poteva accadere. Erano passati due anni dall’ultima volta che ci eravamo visti e non avrei di certo fatto vedere ai miei amici che, al contrario loro, non ero riuscito a concludere niente nella mia vita.
Così, preso dalla disperazione e da un pizzico di pazzia, digitai sul mio fidato amico internet quali potevano essere le soluzioni del mio problema.
Ciò che ne uscì mi rimase spiazzato:
YourFakeBoyfriend.
Così si chiamava il sito dove cliccai e dove lessi (ad occhi sbarrati) che esistevano dei ragazzi che venivano pagati per potersi fingere tuoi fidanzati.
Era una cazzata assurda!
Ed era assolutamente perfetto.
Girai la rotella del mouse e sfogliai tutte le pagine dove vi era la foto del ragazzo con i suoi dati e la cifra da pagare, storsi il naso più di una volta nel rivelare che per chiedere tutti quei soldi almeno dovevano essere belli! Quei ragazzi facevano schifo!
Eccetto uno. Il più costoso.
-Derek Hale..- sussurrai, guardando la sua foto con occhi davvero molto interessati.
Dovevo ammettere che era davvero un bellissimo ragazzo, forse fin troppo.
Senza pensarci due volte chiamai il numero scritto sotto la foto e dopo tre squilli una voce roca e sexy giunse dall’altra parte del telefono.
-Pronto?-
-P-pronto, sto parlando con Derek Hale?- domandai con voce ansiosa, dandomi dell’idiota per aver balbettato.
-Si, mi dica.-
-La stavo chiamando per…ehm…per sapere se lei esistesse davvero.-
-…come?- domandò lui confuso.
Mi mordicchiai nervosamente il labbro inferiore e mi alzai dalla sedia, incominciando a camminare per tutta la stanza.
-Ho visto il suo annuncio su YourFakeBoyfriend e mi stavo domandando se quello in foto fosse davvero lei.- dissi tutto d’un fiato, dandomi dei piccoli schiaffetti sulla fronte.
-No, è mio nonno.-
-Davvero?!-
-No, idiota.- ringhiò questi.-Certo che sono io! Non è possibile mettere foto di altre persone.-
-Ah..okay..ehm…complimenti.- balbettai in preda al panico.
-Senti, cosa vuoi? Mi stai facendo perdere la pazienza.-
-Volevo sapere se potevo,ehm,fittarti per una settimana.-
-Una settimana? Ti costerà parecchio.-
Sbuffai frustato e mi lasciai cadere a peso morto sul letto:
-Purtroppo non ho molto…sei davvero costoso.-
-Beh, è il mio lavoro, se vuoi qualcuno che costi di meno allora chiama gli altri iscritti nella pagina.-
-Ma loro non mi piacciono. Sono brutti.- mi lagnai sentendolo sbuffare.
-Quale settimana sarebbe?- mi domandò con voce seccata.
-La prossima.-
-Non posso.-
-COSA?!- urlai mettendomi a sedere.
-Una ragazza mi ha già prenotato per quella settimana. Mi dispiace. Addio.-
-Nonono! Ti prego non riattaccare!- lo supplicai prima di sentire un rumore secco ed il telefono squillare a vuoto.

Aveva attaccato.

Sbuffai dalle narici e ridigitai il suo numero di telefono, pigiando con forza i tasti del telefono.
-Pronto?-
-Senti.-
-Oh no, ancora tu.- sbuffò lui.
-Tra una settimana il mio migliore amico si sposerà con la ragazza che conobbe al liceo ed io sarò il suo testimone d’onore ed è già difficile per me mentirgli sulla mia vita sentimentale,ma davvero non posso far vedere agli altri che sono ancora single!-
-E perché no? Che male ci sarebbe?- domandò questi.
-Wow quindi mi stai ascoltando?- domandai meravigliato.
-Se non ti ascoltassi tu mi richiameresti…quindi…-
-Sta di fatto che sono due anni che non li vedo. Tu cosa penseresti di un tuo amico se dopo due anni fosse l’unico del gruppo a non aver ancora trovato nessuno?-
-Beh..che magari non ha ancora trovato la persona giusta e..-
-Cazzate.-
-D’accordo. Penserei che sia uno sfigato.- espirò lui.
-Ecco. Questo è quello che penseranno di me i miei amici e vuoi sapere qual è la parte migliore in tutto ciò?-
-Ho scelta?-
-Ci sarà anche il mio ex fidanzato…con il suo attuale fidanzato.-
Passarono diversi minuti in cui tutto ciò che udii fu il suo respiro, ci stava pensando.
-Tipregotipregotiprego.- bisbigliai incrociando le dita.
-D’accordo, annullerò l’altro appuntamento e fingerò di essere il tuo ragazzo.-
-Lo sapevo! Grazie mille, Derek!- esclamai contento, saltellando sul letto.
-Ma dovrai comunque darmi il prezzo che mi spetta.-
-Cosa? Ma ti ho già detto di non avere tutti quei soldi!- mi lamentai.
-Prendere o lasciare.-
Questa volta fu il mio turno di rimanere in silenzio per pensare alla sua proposta. Forse potevo vendere qualche vestito o oggetto che non usavo più…
O forse avrei dovuto chiedere a mio padre e basta.
-Allora?- la sua voce roca sopraggiunse alle mie orecchie, risvegliandomi dai miei pensieri.
-Ci sto.-
-Perfetto. Di dove sei?-
-Oh giusto! Sono di Beacon Hills.-
-Beacon Hills?-
-California, baby.-
Lo sentii sbuffare al mio “baby” ma poi disse:
-Ti manderò un messaggio per informarti che sono arrivato a Beacon Hills, tu ovviamente mi verrai a prendere all’aeroporto.-
-Ovviamente..-
-D’accordo. Ci sentiamo..ehm..?-
-Stiles.-
-Ci sentiamo, Stiles.-



Ed ecco svelato il motivo per il quale mi trovavo ad iperventilare in aeroporto.
Vidi le persone appena atterrate uscire da un corridoio e mi sollevai sulle punte per poter riconoscere Derek.
Che poi, diciamoci la verità, come avrei fatto a non riconoscerlo? Un viso così lo riconoscerei ovunque.
Sempre che sia così. Per quanto la pensavo io, quella foto era sicuramente photoscioppata, era impossibile essere così perfetto, senza nemmeno un’imperfezione e per di più con quegli occhi! Andiamo! Ero scemo, ma non fino a quel punto.
E fu per questo motivo che, quando lo vidi avanzare a passo lento e sensuale verso di me, sentii la mia mascella quasi toccare terra. Col cazzo che era ritoccato! Quel ragazzo era la perfezione fatta a persona!
Ero così scioccato ed imbambolato dalla sua visione da vederlo persino avanzare a rallentatore con una canzoncina rock in sottofondo.
Più avanzava e più riuscivo a scorgere nuovi particolari, tipo quanto gli stessero bene quegli occhiali da sole e quel leggero accenno di barba, per non parlare di come il giubbotto di pelle gli fasciava alla perfezione quelli che dovevano essere dei super bicipiti, e quei jeans attillati? Dovevano essere illegali. Dio, dovevo assolutamente guardargli il culo.
Perso nelle mie fantasie poco caste, non mi accorsi che “Mr.Sono-troppo-perfetto-per-te” si era appena fermato a pochi centimetri di distanza da me e mi stava scrutando serio.
Deglutii a vuoto e cercai di accennare un sorriso, riuscendo solo a far tremare l’angolo destro della mia bocca.  Quasi mi venne un infarto quando lo vidi togliersi gli occhiali da sole, scoprendo quelli che dovevano essere i suoi occhi che però erano più simili a smeraldi.
-E’ al contrario.- la sua voce sexy mi provocò brividi per tutta la schiena.
-Eh?- domandai sbattendo velocemente le palpebre, disincantandomi.
-Il cartello. È al contrario.- ripeté, accennando con il mento al cartellino tra le mie mani.
Guardai in basso e sobbalzai per la vergogna, girando immediatamente il foglietto per poi sorridergli con fin troppa enfasi.
Lo vidi alzare un angolo della bocca in quello che doveva essere un piccolo sorriso divertito, dopodiché mi porse la sua (davvero molto grande) mano per potersi presentare:
-Mi presento, sono Derek Hale. Il tuo fidanzato.-

“Magari..” pensai.

Lo vidi alzare entrambe le  sopracciglia e sollevare gli angoli della bocca, guardandomi tra lo stupito ed il divertito.
-Oh no..ho pensato ad alta voce, non è così?- sbuffai coprendomi il viso con una mano.
-Già.-
-Perfetto. Comunque, come avrai ben capito, io sono Stiles. Il tuo..ehm..fi-..ehm..- balbettai legando la mano con la sua.
-Fidanzato?- domandò lui.
-S-sì. Quello.-  balbettai prima di bloccarmi letteralmente.
Derek aveva preso il mio mento  in una mano e mi stava studiando con sguardo attento, girandomi di tanto in tanto la testa per poter studiare anche il mio profilo.
-Mh.- fu il suo unico commento dopo che mi ebbe studiato abbastanza.
Mh?
MH?!
Che cazzo significava “mh”?!
-Hey aspetta!- esclamai una volta accortomi che il mio “fidanzato” se ne stava andando senza di me.-Cosa vuoi dire con “mh”?- gli domandai ansioso.
-Voglio dire…mh.- rispose lui, prendendomi in giro.
-Ma è un “mh” positivo o un “mh” negativo?-
-Ma tu non smetti mai di parlare?- sbuffò dopo un po’.
-Ma perché mi fate tutti la stessa domanda? Ho una bocca! La bocca serve per parlare!- esclamai esasperato.
-Non serve solo per quello.- fu il suo commento malizioso accompagnato da un occhiolino.
Rimasi fermo sul posto con il viso scioccato per non so quanto tempo, sentendomi scombussolato all’interno. Quel ragazzo sarebbe stato la mia morte.
-Allora, qual è la tua macchina?- mi domandò una volta che l’ebbi raggiunto.
-Quella meraviglia lì!- esclamai orgoglioso, indicando la mia bambina.
-Ti prego dimmi che non stai indicando quella Jeep color puffo.- si lagnò lui, ferendomi nel profondo.
-E’ azzurra.-
-Ed i puffi di che colore sono, genio?- domandò lui, trascinando la valigia vicino alla vettura.
-Senti, Derek, se devi fingere di essere il mio ragazzo non puoi trattarmi così. Ok? Io ti pago. Quindi mi aspetto che tu mi tratti meglio di una principessa, voglio che tu mi tratti come Brad tratta la sua Angelina o come Damon tratta la sua Elena. Sono stato chiaro?- sbottai incazzato, punzecchiando l’indice sul suo petto.
-Eh?- domandò lui, guardandomi con aria confusa.
-Dovrai essere il mio Patrick ed io sarò il tuo Spongebob.-
-Stai cercando di dirmi che dovrò essere un bravo fidanzato?-
-No. Sto cercando di dirti che dovrai essere un fidanzato PERFETTO.- dissi scocciato, incrociando le braccia e mettendo su un broncio degno di un oscar.
-Non ti preoccupare, sono bravissimo a fare il fidanzatino perfetto. È il mio lavoro.- cercò di rassicurarmi lui, ponendo la valigia dentro il cofano della mia macchina.
-Pf! Certo, come no.- sussurrai a me stesso prima di sobbalzare al rumore del cofano che veniva chiuso.
Lo vidi avvicinarsi pericolosamente a me, facendomi indietreggiare involontariamente finché la mia schiena non cozzò con la portiera della macchina e le sue mani si posarono sui miei fianchi facendomi arrossire.
-Lo sai che sei davvero carino quando ti arrabbi?- sussurrò ad un soffio dalle mie labbra, stregandomi con i suoi occhi.
-D-davvero?- balbettai alternando lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra.
-Si. Sai, quando ti ho visto in lontananza ho pensato “ti prego, fa che sia lui Stiles”, perché ti ho trovato da subito attraente da morire.- sussurrò ancora, facendo salire lentamente una mano su per il mio fianco fino ad arrivare alla mia guancia.-Non riesco proprio a concepire come mai tu non abbia ancora un ragazzo. Hai dei bellissimi occhi da cerbiatto, un nasino adorabile e,Dio, le tue labbra sono la fine del mondo.-
Più lui parlava e più io mi scioglievo, tanto che dovetti aggrapparmi al suo giubbotto per evitare di cadere.
-Sono lusingato di essere il tuo fidanzato..-
-Oh, Derek..-
-E di averti appena dimostrato di saperlo fare bene.- disse poi in un ghigno, allontanandosi improvvisamente da me.
Non seppi di preciso quale fu la mia espressione, ma a giudicare dalla sua, doveva essere davvero buffa.
-Stronzo.- borbottai salendo in macchina, mettendo in moto non appena si fu seduto al mio fianco.
I primi minuti di viaggio passarono in un pesante e fin troppo insopportabile silenzio.
-Allora.- cercai di instaurare una qualsiasi conversazione con quello che, dal giorno seguente, sarebbe stato il mio…ragazzo.-Per fingerti il mio fidanzato dovrai sapere qualcosa su di me..deduco.-
-Sono molto bravo ad improvvisare ma se hai degli amici che ti conoscono per bene allora dovresti raccontarmi di te.- disse lui, voltandosi per potermi guardare.
-Beh, non c’è molto da dire. Sono un completo disastro in tutto ciò che faccio, non sto mai zitto né fermo, sono così ansioso che persino le mie ansie hanno l’ansia, sono forse la persona più goffa e sbadata esistente sulla Terra, ho raggiunto il record più alto in qualsiasi videogioco e letto mille mila fumetti…insomma sono il tipico nerd che nessuno si caga di striscio. Ho scoperto di essere bisessuale al mio primo anno di liceo, quando vidi Danny spogliarsi per indossare la tuta di Lacrosse, sport in cui faccio schifo.  Sono andato dietro a Lydia Martin per un anno intero prima di scoprire che la mia era solo una cotta platonica, sono quasi certo che troverei il cinese più comprensibile della chimica e….l’unico ragazzo che mi abbia mai dimostrato di tenerci a me, mi lasciò dopo nemmeno un mese perché non mi sentii pronto per..sai..concedermi.-
-Assurdo..- sussurrò lui.
-Lo so, faccio schifo.- sospirai io, non trovando il coraggio di guardarlo in faccia.
-No, volevo dire che è assurdo che tu non abbia detto nemmeno una cosa positiva su te stesso.-
Mi voltai di scatto verso la sua direzione, mi stava guardando con aria quasi dispiaciuta.
-Forse perché non c’è niente di positivo in me.- sussurrai riportando lo sguardo sulla strada.
-Forse sei tu che non riesci a vedere i tuoi tratti positivi.-
-Forse nessuno ci riesce.-
-Forse non hai ancora incontrato qualcuno in grado di farlo.-
Risi amaramente e scossi leggermente la testa:
-Certo.- gli diedi corda, schioccando la lingua.
-Prendi me, ti conosco..da quanto? Una manciata di minuti? E già ho scorto caratteristiche positive.-
-Davvero? Tipo?- domandai improvvisamente interessato.
Lo vidi stiracchiarsi sul sedile ed incrociare le mani dietro la testa, in una posizione di puro relax prima di cominciare a parlare:
-Ho capito che sei un ragazzo ansioso ed insicuro ma che, nonostante ciò, affronti le tue paure e le tue insicurezze, lanciandoti in strambe situazioni. Hai paura del giudizio delle persone quando il giudizio che hai di te stesso è mille volte peggio,  non riesci a stare un secondo zitto ma questo può essere un bene per chi,  e te lo dico io che ho esperienza,  invece non è abituato ad esporsi così tanto, sai mettere le persone a tuo agio e…hai presente quello che ti ho detto per dimostrarti di saper essere un bravo fidanzato?-
-Mh-mh.-
-Beh, era tutto vero.-
Rimasi così scioccato da quella rivelazione da sbandare per un secondo, riprendendo immediatamente il controllo della vettura.
-Cos-?! Qu-quindi tu mi trovi davvero attraente??- domandai con voce acuta e sguardo incredulo.
-Certo. Altrimenti ti avrei chiesto il doppio dei soldi.- rispose semplicemente lui con un’alzata di spalle.
-Cioè, fammi capire…chiedi il doppio dei soldi a chi non ritieni bello?- domandai scandalizzato.
-Ovvio! Pensa che devo comunque baciarli e tutto, e non è facile se hanno delle brutte facce o aliti puzzolenti.-
-Tutto ciò è ridicolo. E comunque, sta tranquillo, noi non ci baceremo.-
Non seppi dire se la sua risata mi rallegrò o mi imbronciò.
-Cosa?- sbuffai notando che non la smetteva di ridere.
-Certo che ci baceremo! Come pensi di convincere i tuoi amici che siamo fidanzati sennò?- domandò tra le risate.
-Gli dirò che mi vergogno di baciarmi in pubblico.-
-Due persone se si amano non si vergognano di baciarsi in pubblico, anzi, cercano di farsi vedere da tutti , vantandosi del loro amore.-
Questa volta fu il mio turno di ridere:
-E’ bello che proprio tu che fai come lavoro il finto fidanzato, la pensi così sull’amore.-
-Il fatto che io faccia il finto fidanzato non significa che non creda nel vero amore.-
-Oh andiamo! Il vero amore non esiste..-
-Ah no? Allora come mai il tuo migliore amico si sta per sposare?- mi domandò lui inarcando un sopracciglio.
-Beh..forse esiste. Ma è raro.-
-Però esiste.-
-Qualcosa mi dice che sei uno di quelli a cui piace avere ragione, non è così?- domandai guardandolo di sottecchi.
-Non sai quanto.-
-Parlami di te, devo sapere qualcosa anch’io, no?-
-Non necessariamente, puoi anche inventare.-
-Oh andiamo! Voglio conoscere il mio fidanzato!-
-Beh, dovevi pensarci prima di accettare la mia proposta di fidanzarci.-
-E chi ti dice che non te l’abbia chiesto io?- domandai sbuffando alla sua risata.
-Timido ed insicuro come sei tu?- domandò lui, inarcando un sopracciglio.
-Miei soldi, mie decisioni. Ti ho chiesto io di fidanzarci e tu hai accettato perché aspettavi quel momento da sempre.-
-Certo..e magari sono io il passivo tra i due.-
Il fatto che la machina sbandò per una seconda volta non significava affatto che l’argomento “sesso” mi innervosisse…no.
-E perché dovrei esserlo io, scusa?- domandai indignato, rispecchiandomi nel suo sguardo scettico.
-Stiles, vuoi che la nostra storia risulti veritiera?-
-Certo!-
-Allora sarai tu il passivo. Come attivo non sei credibile.-
-Perfetto! Siamo fidanzati da pochi minuti e già ti odio.- sbuffai, parcheggiando la macchina fuori il vialetto di casa mia.
Scesi dalla macchina ed osservai Derek massaggiarsi il mento, studiando la mia casa.
-E’ carina.- disse dopo un po’.
-Grazie.-
-E’ tua?-
-Di mio padre.-
Derek mi guardò scandalizzato ed io lo supplicai con lo sguardo di non commentare, ma ovviamente lui parlò:
-Vivi ancora con tuo padre?-
-Si, allora?- domandai scocciato, aprendo il cofano della macchina per potergli prendere la valigia e soprattutto per non guardarlo in faccia.
-Quanti anni hai?-
-Ventitré.- dissi con voce sforzata, cercando di tirare fuori la sua valigia che a quanto pare si era bloccata.
-Abbiamo tre anni di differenza..- commentò lui, ponendosi dietro di me.-Vuoi una mano?-
-N-no, ce la faccio.- balbettai, sentendo la mia schiena coincidere con il suo petto.
-Aspetta, faccio io.- provò ancora ma io non demorsi.
Tirai con tutta la forza  rimastami e finalmente riuscii a sbloccare la valigia….
Peccato che si creò un effetto domino in cui la valigia cadde addosso a me che caddi addosso a Derek che cadde per terra. La mia vita non aveva senso.
-Cazzo.- mugugnai a corto di fiato, la valigia premuta contro il mio stomaco.
-Questo lo dovrei dire io..dato che ci sei seduto sopra.- si lamentò Derek, ancora più dolorante di me.
Mi ci volle qualche minuto per comprendere ciò che avesse voluto dire e, una volta accortomi di dove si trovasse il mio fondoschiena, scattai in piedi come una molla, cercando in qualche modo di nascondere il mio rossore.
-Scusa.- mormorai, grattandomi nervosamente la nuca.
Lo osservai alzarsi lentamente e trascinare la valigia fino l’entrata della casa.
-Ci sarà anche tuo padre?- domandò con voce leggermente ansiosa.
-Certo! Non vedo l’ora di presentargli il mio finto fidanzato!- esclamai con sarcasmo.- Ogni domenica va a casa di un suo amico e passano tutta la giornata  a vedere le partite e bere birra. Dato che più di una volta l’ho rimproverato per aver guidato dopo aver bevuto, ha deciso di fermarsi a dormire lì.- spiegai aprendo la porta di casa, spostandomi di lato per lasciarlo entrare.
Lo vidi annuire leggermente prima di entrare in casa ed iniziare a girare per le stanze con aria curiosa.
-E tua madre?- domandò poi.
-Lei..lei è morta quando ero piccolo.- spiegai, indicando una sua foto.
-Oh, mi dispiace. Le somigli molto.-
-Grazie.- dissi in un sincero sorriso.-Hai fame?- gli domandai poi.
-Non molto, a dir la verità ho sonno.- confessò lui, passandosi una mano tra i capelli.
Dio perdonami per i pensieri poco casti che ho sul mio fidanzato…
In che guaio mi ero cacciato?
-Certo, dovrai essere stanco dopo il viaggio. Beh, puoi sistemarti qui.- gli dissi con calma, indicandogli il divano.
Lui fece passare più volte lo sguardo da me al divano, prima di prendere la valigia ed iniziare a salire le scale.
-Hey! Dove stai andando?- urlai inseguendolo.
-Non dormirò sul divano.-
-Cos-?! Certo che dormirai lì! Non condivido il mio letto con nessuno!- esclamai, ponendomi dinnanzi la porta della mia camera, braccia e gambe divaricate a mo di stella marina per impedirgli di entrarvi.
-Bene, prendi tu il divano.- disse lui con un sorrisetto, spingendomi così da poter tranquillamente entrare e gettarsi sul mio letto.
Lo guardai tra lo scioccato e l’infuriato, se pensava che avrei mollato così presto, beh, si sbagliava di grosso! Se da amico ero testardo, figuriamoci da fidanzato!
Gli afferrai una caviglia ed iniziai a tirarla più forte che potevo, cercando così di farlo cadere dal MIO letto. Lo sentii mugugnare infastidito prima di arpionarsi alla tastiera del letto, distruggendo così ogni mia possibilità di riavere il mio letto.
-Derek, giù!- ordinai indicando il pavimento.
-Non sono un cane. Non parlarmi così.- sbuffò lui, strofinando la guancia sul mio cuscino.
-Derek, sul serio, soffro di allergie e non posso dormire sul divano.- lo implorai.
-Anch’io soffro di allergie.-
-Ah si? E a cosa saresti allergico?- domandai scetticamente.
-Al divano.-
-Oh, ha-ha, come sei spiritoso.- dissi seccato.
-Vai a dormire nel letto di tuo padre.-
-Mi stai davvero cacciando dalla MIA camera?! E poi non posso, si insospettirebbe…capisce sempre quando qualcun altro ha dormito sul suo letto.-
-Allora hai due possibilità: o dormi con me o dormi sul divano. A te la scelta.-
-DEREK.- quasi ringhiai.-Te l’ho già detto e te lo ripeto: IO NON CONDIVIDO IL MIO LETTO CON NESSUNO! Soprattutto se si tratta di un perfetto sconosciuto!-
-Non sono un perfetto sconosciuto. Sono il tuo fidanzato.-
-Io…ARGH!- ringhiai esasperato, mordendomi un pugno.-Non dormirò mai e poi mai con te. Sappilo.- annunciai con fierezza, incrociando le braccia al petto con aria sicura.



UN’ORA E UN ESAURIMENTO PIU’ TARDI.
 
-Ti sposti?! Non ho spazio!- ringhiai incazzato, spingendo il mio sedere sulla sua schiena per poterlo spostare.
-Sto quasi per cadere e smettila con questo culo!- esclamò lui, facendosi più indietro.
-Non la smetterò finché non avrò più spazio! Dio! Ma perché sei così caldo?! Sto sudando!-
-Ah davvero? Eppure non ti sei lamentato quando hai infilato i tuoi piedi GELIDI in mezzo alle mie gambe.-
-Io…non pensavo fossero le tue gambe.- borbottai.
-Certo..-
Passarono diversi minuti in cui tutto ciò che feci fu sbuffare, sventolarmi e cambiare posizione. Non ero abituato a dormire con qualcuno. Non l’avevo mai fatto e pensare che accanto a me ci fosse proprio Derek mi rendeva ancora più agitato del solito.
-La smetti? Mi sembra di dormire con un elefante impazzito.- sentii la sua voce rompere il silenzio.
-Non posso. Sono agitato.-
-L’ho notato..-
-Domani sarà un completo disastro, tutti capiranno che la nostra relazione è falsa, il mio migliore amico probabilmente mi odierà e non mi inviterà nemmeno più al suo matrimonio, e cederà a Matt il posto del testimone.-
-Chi è Matt?-
-Il mio ex.-
-…era una storia seria?- domandò dopo qualche attimo di esitazione.
-No. Cioè, lo era per me..-
Lo sentii prendere un profondo respiro e voltarsi dal mio lato, ringraziai mentalmente il buio ed il fatto che mi trovassi di schiena, altrimenti avrebbe visto quanto quella vicinanza mi stesse scombussolando. Per poco non urlai quando lo sentii avvolgermi la vita con un braccio.
-Andrà tutto bene. La settimana passerà così velocemente che a stento te ne accorgerai, i tuoi amici non scopriranno mai niente e tu rimarrai il testimone del tuo migliore amico. Per quanto riguarda Matt…beh, ha già avuto la peggior punizione del mondo.- sussurrò con voce calma, il suo fiato a carezzarmi la nuca.
-Cioè?- domandai a bassa voce.
-Ha perso te.-
Strusciai la guancia sul cuscino in un vano tentativo di nascondere un sorriso, Derek sapeva esattamente cosa dire, su questo non c’erano dubbi.
-Buonanotte.- dissi  dopo un po’,sentendomi già più tranquillo.-Der?- lo chiamai, voltandomi leggermente verso di lui.


Si era già addormentato.

Sospirai con calma e chiusi gli occhi, imponendomi di dormire.
 Si, sarebbe andato tutto bene…

Finché avevo Derek al mio fianco.










*RESUSCITA DAL REGNO DEI MORTI*
SALVE! EBBENE SI, HO TROVATO IL TEMPO PER SCRIVERE IL PRIMO CAPITOLO DELLA MIA NUOVA STORIA (CHE SPERO DI RIUSCIRE A CONTINUARE IN TEMPI BREVI) .
 VI CONFESSO CHE NON HO IDEA DA DOVE MI SIA USCITA QUESTA…COSA(?) ,COLPA DELLA MIA FIN TROPPO SVILUPPATA IMMAGINAZIONE! ^^’
 SPERO CHE VI PIACCIA NONOSTANTE LA SUA STRANEZZA E RINGRAZIO CHIUNQUE VORRA’ LASCIARVI UNA RECENSIONE!
RECENSIONE= ME FELICE :D



 

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Capitolo 2
*** Presentations. ***


Quando mi svegliai il mattino seguente, ero girato verso il lato di Derek che però non era lì. Mi sollevai lentamente dal comodo materasso e mi strofinai gli occhi impastati dal sonno, la confusione mattiniera che man mano scemava lasciando spazio ad un’imbarazzante consapevolezza.

Avevo dormito abbracciato  a qualcuno. Abbracciato a Derek.

Mi presi la testa fra le mani e mi rimproverai mentalmente per aver attuato un piano così stupido! Ma cosa mi passava per la testa? Mentire ai miei amici, fittare un ragazzo senza nemmeno sapere come pagarlo, dormirci insieme!
Era ufficiale: Avevo perso del tutto la ragione.

Sentii lo scrosciare dell’acqua provenire dal mio bagno e, inevitabilmente, mi venne l’istinto di fare pipì. Così mi alzai dal letto e mi diressi verso la porta del mio bagno…che era chiusa a chiave.
Perché la porta del MIO bagno era chiusa a chiave?!
Qualcosa mi diceva che sapevo già la risposta…
-Derek!- urlai, battendo fortemente il pugno contro la porta.-Apri immediatamente!-
-Sto facendo la doccia.- disse dall’altra parte della porta.
-Nel mio bagno? Non potevi farla in quello al piano di sotto?!- domandai.
-La tua doccia mi ispirava di più.-
Sbuffai scocciato e poggiai la fronte alla porta. Quanto l’odiavo.
-Devo fare pipì.- annunciai, non comprendendone nemmeno il motivo.
-Auguri.-
-Derek, giuro che appena hai finito facciamo i conti!- lo minacciai, ringhiando nel sentirlo iniziare a canticchiare come se la cosa non lo disturbasse minimamente.

Quel ragazzo era irritante quanto bello, ed il fatto che in quel momento si trovasse, NUDO, dentro la mia doccia..beh..non mi aiutava di certo ad odiarlo.
Scesi al piano di sotto e, dopo aver svuotato la mia povera vescica nell’altro bagno, mi recai in cucina dove mio padre stava sorseggiando un po’ di caffè.
-Ciao pà!- dissi allegramente a mio padre.

A mio padre….

-PAPA’!- urlai scandalizzato, guardando mio padre come fosse un fantasma.- Che cazzo ci fai qui?!- domandai ansiosamente.
-Prima di tutto, modera il linguaggio. Seconda cosa…ci vivo?- rispose mio padre per niente turbato dal mio strano comportamento…in fondo ci era abituato.
-M-ma di solito non torni mai così presto!- esclamai innocentemente.
-Oggi ero più stanco del solito. Perché? La cosa ti turba?- domandò John, rimettendosi nei panni dello sceriffo indagatore.
-Certo che no! Sono contentissimo di vederti! Mi sei mancato.- esclamai in una risata nervosa, pensando a cosa fare.
-Okay, questo è strano.- annunciò mio padre, posando la tazzina sul tavolo.
-Oh andiamo! Non posso sentire la mancanza del mio vecchio?- domandai dandogli un pugno giocoso sul braccio.
-Stiles, se hai combinato qualcosa è meglio che me lo dici adesso.- continuò però lo sceriffo.
-Io? Combinato qualcosa? Pff! Per chi mi hai preso?!- sbuffai ridendo.
-Per mio figlio.-
-Papà, seriamente, dovresti avere più fiducia in me.-

Nemmeno a farlo apposta la mia dolce metà  decise di fare il suo ingresso proprio in quel momento.

-Stiles, adesso il bagno è libero e…- Derek si bloccò con la mano ancora poggiata sulla maniglia, lo sguardo scioccato che passava da me a mio padre.
Mai scioccato quanto il mio.
Derek era mezzo nudo…ancora bagnato in alcuni punti…un fottuto asciugamano in vita…ed io stavo per venire senza nemmeno toccarmi.
-Stiles.- sentii dire lentamente da mio padre.- Lui chi è?- domandò cercando di mantenere la calma, il viso rosso di rabbia.
Mi ci volle qualche minuto buono per riuscire a staccare gli occhi dal dorso di Derek ed articolare una risposta sensata:
-Un..ladro?- domandai piano, strappando uno sbuffo ad entrambi.
-I ladri non rubano nudi! E soprattutto non si fanno la doccia!- ringhiò mio padre.
-Forse è un ladro che tiene alla sua igiene e a cui servono dei vestiti!- esclamai con voce ovvia, allargando le braccia in segno di esasperazione.
-Sono il suo fidanzato.- annunciò improvvisamente, Derek, allungando la mano verso mio padre.-Derek Hale, mi dispiace di averla conosciuta…così.- disse con aria davvero mortificata.
Quanto sapeva recitare bene, lo stronzo?
-Cos-?! No! Papà, lui non è il mio fidanzato!- precisai subito, ponendomi tra i due.
-Ah no?- domandò mio padre scetticamente.
-Certo che no!-
-Certo..e magari vuoi farmi credere che l’hai ordinato su internet.- disse sarcasticamente mio padre.
-Aspetta, conosci anche tu quel sito?!- domandai scioccato.
-Stiles, sto perdendo la pazienza.- mi avvertì mio padre, spostandomi di lato così da poter stringere la mano al mio fid..ehm..a Derek.
-John Stilinski. Dispiace anche a me la situazione in cui ci siamo conosciuti… mi sembri un bravo ragazzo.-

Non farti ingannare.

-Lo sono, davvero.- disse Derek con quella sua faccetta innocente che avrei preso a schiaffi…se non fossi stato troppo concentrato sui suoi addominali.-E ci tengo davvero a suo figlio.-

Certo..continua pure la farsa, stronzo.

-Ehm…amore.- disse Derek, guardandomi.-Non dovremmo iniziare a prepararci?- domandò titubante.
Cercai di non dare troppo peso alla piccola capriola che fece il mio cuore nel sentire il nomignolo sdolcinato con cui mi aveva chiamato e cercai di concentrarmi sul resto della frase.
-Prepararci?- domandai confuso.
-Dobbiamo andare a casa dei genitori di Allison, ricordi?- domandò, sorridendo nel vedere i miei occhi spalancarsi.
-Cazzo! Dobbiamo sbrigarci! Perché non l’hai detto prima?!- ringhiai, afferrandolo per il polso, trascinandolo su per le scale.
-Con permesso.- disse Derek a mio padre, lasciandosi trascinare.
-Tranquillo, tanto devo andare a lavoro. Stiles, trattalo bene, faremo i conti tra una settimana.- urlò mio padre dal piano di sotto.
Perfetto.
Spinsi Derek dentro la mia camera e mi chiusi la porta alle spalle, togliendomi frettolosamente la maglia del pigiama, bloccandomi con le mani sull’elastico dei pantaloni.
-Girati.- ordinai serio, notando come Derek mi stesse guardando.
-Stai davvero chiedendo al tuo fidanzato di girarsi?- domandò Derek, voltandosi con un sorriso divertito.
-Devo ricordarti che siamo fidanzati per finta? E sappi che sono molto arrabbiato con te.- dissi con il fiatone mentre mi affrettavo a vestirmi.
-Per aver usato la tua doccia?- domandò lui confuso.
-E per aver detto a mio padre di essere il mio fidanzato! Mi ucciderà, lo sai?!-
-Non è colpa mia se non hai saputo inventare una scusa migliore.- disse lui, slacciandosi l’asciugamano dalla vita.
-CHE CAZZO FAI?!- urlai scioccato, coprendomi il viso con le mani.
-Mi devo preparare anch’io.- disse con calma.
-E non potevi andare in bagno?!-  domandai scioccato,separando involontariamente due dita per poter dare una piccola sbirciatina.

Porcaputty….il mio fidanzato era proprio ben dotato.

MA A COSA CAZZO STAVO PENSANDO?!


-Okay, puoi guardare adesso.- sbuffò Derek, ignaro che lo stessi già guardando.
Abbassai lentamente le mani e mi passai involontariamente la lingua sulle labbra, Derek adesso indossava dei boxer grigio scuro che lasciavano davvero poco spazio all’immaginazione.
-Muoviti a vestirti, sei così moscio.- sbuffai quando mi beccò a fissargli il pacco.
-Davvero? Guarda meglio.- fu infatti la sua risposta sarcastica.
-Hahahahaha quanto ti odio.- sbuffai ancora, uscendo dalla camera.
-Non è vero, mi ami!- lo sentii gridare dalla mia stanza.

Dopo pochi minuti, Derek, in tutto il suo splendore, scese al piano di sotto, sorridendo alla mia faccia incazzata.
-La smetti?- gli domandai seccamente, prendendo le chiavi della jeep per poi uscire di casa.
-Di fare cosa?- domandò lui.


“Di essere così perfetto.” Pensai.

-Il coglione che non sei altro.-  risposi, invece, chiudendo la porta di casa una volta che lui fu uscito.
-Ha-Ha, dimmi, sei sempre stato così rude o è solo la tua frustrazione da verginello che ti fa parlare così?- domandò con il solito ghigno provocante, infilando le mani nelle tasche.
-Chi ti dice che io sia ancora vergine?- gli domandai con astio, cercando di non lasciar trapelare il nervosismo dalla mia voce.
-Toccarsi da solo o usare oggetti appuntiti non vale come sverginamento..lo sai?- domandò ancora, camminando al mio fianco.
-Sei disgustoso.- mi lagnai, storcendo la bocca.
Lui rise leggermente ed alzò le spalle in un gesto di pura innocenza, qualcosa mi diceva che gli piaceva davvero tanto prendermi in giro.

Non gli lasciai nemmeno il tempo di chiudere la portiera della macchina che subito la misi in moto, sgommando nel fare retromarcia.
-Okay.- mormorò con aria preoccupata, allacciandosi la cintura.-Senti, vuoi che guidi io?- mi domandò quando sgommai anche nel ripartire.
-Nessuno guida la mia bambina.-
-Non penso che dovresti guidare in queste condizioni.-
-Sto benissimo! Non si vede?!- sbottai a voce alta, stringendo forte il volante.
-Stiles, devi rilassarti. Andrà tutto bene.- continuò lui, poggiando una mano sul mio ginocchio.
-Togli.quella.mano.da.lì.- dissi a denti stretti.
-Non vedo l’ora di vedere la faccia del tuo ex quando vedrà che sei fidanzato.- commentò Derek, la sua mano sempre sul mio ginocchio.
-Non se ne fregherà proprio.- commentai io, sfiorando involontariamente la sua mano quando andai a cambiare marcia.
-Impossibile. Ci rimarrà così male che chiamerà la sua piantina “Stiles” e piangerà quando essa appassirà poiché gli ricorderà di non aver saputo prendersi cura di te.-
Non seppi il perché, ma l’immagine del mio ex che piangeva davanti ad una piantina appassita era così esilarante che scoppiai in una grossa ed esagerata risata, contagiando anche lui.
-Dovresti scrivere un libro su queste scenette.- gli dissi quando mi fui calmato, continuando a sorridere.
-Penso proprio che lo farò. E sai una cosa? Lo intitolerò “Per tutti quelli che si sono lasciati sfuggire uno Stiles nella loro vita”.-
Ed ecco la seconda risata nell’arco di qualche minuto. Wow, non ridevo così da…tanto!
-E’ troppo lungo come titolo.- gli dissi, voltandomi per guardarlo.
-Allora lo chiamerò…”Bestiario”.-
-Bestiario?-
-Si, ogni ragazzo che avrà fatto soffrire uno Stiles sarà collocato, in base alle sue azioni, nella pagina di diversi mostri.-
-Carina come idea.-
-Eh già, dopodiché metterò una tua foto come copertina.-
-Cosa?! No.- esclamai ridendo, parlando come se credessi davvero che l’avrebbe fatto.
-Ovviamente userò una foto in cui sorridi, così mi farò un sacco di soldi.-
-Oh, quindi mi useresti per guadagnare? Ma che bravo fidanzato.- lo presi in giro, alludendo a ciò che stava facendo anche in quel momento.
-Beh, nemmeno tu sei al primo posto nella scala dei “bravi fidanzati”, dato che mi usi per far ingelosire il tuo ex.- commentò lui.
-Non lo sto facendo per farlo ingelosire.-
-Certo.-
-Voglio solo avere una vendetta personale, posso?- domandai scocciato.
-Io penso che la vendetta l’avresti avuta anche presentandoti da solo.-
-E come?-
-Facendogli vedere che stavi bene anche da solo e…beh, rinfacciandogli quanto fossi diventato bello in questi due anni.-
-Derek, per favore.-
-No, fammelo tu un favore.- sbottò lui con voce seria.
-Sarebbe?- domandai titubante.
-La prossima volta che ti faccio un complimento…credimi.- disse lui, voltandosi verso di me.
Mi voltai immediatamente verso la strada, schiarendomi la voce, le guance ormai in fiamme.
-O-okay.- balbettai di rimando, accendendo la radio per potermi distrarre da quella strana e piacevole sensazione che avevo allo stomaco.

Non appena sentii le note del pianoforte, sorrisi e guardai Derek con aria felice, iniziando da subito a cantare la canzone:

“Making my way downtown
Walking fast
Faces passed
And I’m home bound”


-Odio questa canzone.- sbuffò Derek, strappandomi uno sguardo indignato.
-E’ bellissima!-
-E’ una palla.-
-E’ dolcissima!- protestai, alzando il volume al massimo.


“And I need you!” canticchiai, avvicinando il viso al suo per poi riallontanarlo.
“And I miss you!” canticchai nuovamente, riavvicinando il viso al suo, ridendo nel vedere il suo sguardo arrabbiato.
“And I wooooonder,
If I could fall
Into the sky
Do you think time
Would pass me by
'Cause you know I'd walk
A thousand miles
If I could
Just see you
Tonight.
”  
  Cantai a squarciagola, ondeggiando a destra e sinistra, guardando Derek verso l’ultima strofa, come a dedicargli la canzone.

-Nessuno camminerebbe così tanto solo per vedere una persona.- fu il suo commento a fine canzone.
-Invece si, se ci tieni a quella persona.-
-Dai, Stiles, non dire stronzate.- sbuffò lui.
-Io per rivedere mia madre o il ragazzo che amo davvero potrei camminare per giorni.- mormorai più a me stesso che a lui.
Lo vidi voltare il viso verso di me e sorridere dolcemente, carezzandomi una guancia con il dorso della mano, facendomi arrossire.
-Sei proprio una dolce piantina.-
Ed ecco che,magicamente, Derek riuscì a strapparmi un’altra grossa e vera risata.


Una volta parcheggiata la macchina difronte la grandissima residenza degli Argent, presi un profondo respiro e scesi dalla macchina, subito seguito da Derek.
Bussai al citofono e dopo qualche strano rumore, la voce metallica del mio Scotty uscì da quell’apparecchio:
-Parola d’ordine?-
-Scott, non dirò la parola d’ordine della casetta sull’albero.- sbuffai divertito, tremando di aspettativa per poter finalmente riabbracciare il mio migliore amico.
-Parola d’ordine errata.-
-E dai, Scott!- sbuffai, pigiando più volte il pulsante.
-Parola d’ordine?-
-Stiles, per favore, dì la parola d’ordine.- si lamentò Derek, già al limite della sopportazione.
-…Viva i Pokemon.- sussurrai, coprendomi la bocca con la mano.
Ma a giudicare dallo sguardo scandalizzato di Derek, capii che mi aveva sentito ugualmente.
-Sul serio?- domandò quando il cancello si aprì.
-Avevamo tre anni, Der.- mi giustificai.
-Come se l’età avesse cambiato la tua scemitaggine.- commentò lui.
-Continua così e ti pagherò sotto forma di calci in cuuuuuuuu…oreee mio!- esclamai quando Scott aprì la porta proprio nel più bello di una mia minaccia.
-Stiles!- esclamò questi, buttandosi tra le mie braccia.
-Scott!- esclamai a mia volta, stringendolo forte a me.
-Dio, quanto mi sei mancato.- sussurrò questi, strofinando la guancia sulla mia spalla.
-Anche tu mi sei mancato.- sussurrai a mia volta prima di allontanarmi per poterlo guardare meglio.
Nonostante per me rimanesse sempre il solito e vecchio Scott, si vedeva che era maturato e,cosa più importante, era felice.
-Ti sono cresciuti davvero tanto.- disse Scott, indicandomi i capelli.
-Eh già.- commentai io, prima di seguire lo sguardo confuso di Scott ed accorgermi di non aver ancora presentato Derek.
-Ehm, Scotty, lui è…ehm…Derek.- balbettai, sentendo già l’ansia crescere in me.-Il mio…fidanzato.- dissi dopo un profondo respiro.
Vidi Scott spalancare occhi e bocca, passando lo sguardo da me a lui e viceversa.
-E’ un piacere conoscerti,Scott.- disse Derek, porgendogli la mano.
Scott gliela strinse senza nemmeno rendersene conto prima di balbettare.-E’ un p-piacere anche per me…ed è anche una grande sorpresa.- commentò poi, guardandomi truce.
-Mi dispiace di non avertelo detto…ero…io…- balbettai ancora, torturandomi le mani.
-In realtà è colpa mia.- venne in mio soccorso,Derek.-Gli ho chiesto io di non dirvi niente. Ci tenevo a conoscervi di persona invece che..tramite internet.-
Stranamente Scott sembrò bersela e sorrise verso noi due.-Oh, capisco perfettamente cosa vuoi dire…ho conosciuto metà famiglia di Allison tramite videochat, non immagini l’imbarazzo.-
-Io ho conosciuto suo padre mentre ero mezzonudo.- commentò Derek facendomi strozzare con la saliva.
-Hai vinto!- esclamò invece,Scott, dandogli il cinque.
Lo vidi farci segno di seguirlo e,dopo aver incenerito il mio fidanzato con uno sguardo, mi prestai a seguire il mio migliore amico che ci fece entrare in grandissimo salone dove dal soffitto pendevano grandissimi candelabri che rendevano quella stanza magica ed antica.
 
-Mi ricorda il castello di Anastasia.- commentai, ricordando quanto amassi quel cartone animato.
-Chi?- domandò Derek.
-Okay, io e te un giorno ci vedremo Anastasia e tu dovrai abbracciarmi quando comparirà Rasputin…mi ha sempre messo i brividi quel tizio.- dissi rabbrividendo al sol pensiero.
-D’accordo.- accettò Derek, cingendomi le spalle con un braccio.
Gli sorrisi dolcemente e mi avvicinai maggiormente a lui, non perché avessi freddo ma perché…mi piaceva stargli accanto, mi faceva sentire protetto.
Fu esattamente uno schiaffo sulla guancia a risvegliarmi dal “mondo dell’amore” e a riportarmi alla realtà, dove una Lydia, davvero molto arrabbiata, mi stava puntando il dito contro:
-Sei uno stronzo! Come hai potuto non dirmi che ti eri fidanzato?!- la sentii urlare, facendo voltare tutti.
Sentii le mie gambe tremare per la tensione e sperai con tutto me stesso di sviluppare il potere dell’invisibilità, tutto quello era troppo persino per me.
-E’ stata una scelta del ragazzo,Lydia. Stiles non c’entra.- ci tenne a precisare,Scott, vedendomi in difficoltà.
Lydia spostò il suo sguardo indignato su Derek, prima di spalancare gli occhi ed assumere un’espressione scioccata.
-Questo qui è il tuo fidanzato?- domandò indicandolo, come se lui non potesse sentirla e vederla.
-A quanto pare..-  mormorai a denti stretti, voltandomi verso il diretto interessato.
La sua bellezza mi rapì al punto da non riuscire nemmeno a sentire ciò che stesse dicendo, ma dal modo in cui stava sorridendo e porgendo la mano, si stava sicuramente presentando. Se Derek fosse stato davvero il mio fidanzato, beh, l’avrei considerato come la vittoria migliore della mia vita.
Ma ovviamente era tutta una farsa.
Mi destai dai miei pensieri malinconici quando sentii la sua mano legarsi alla mia. Era un gesto semplice e dolce, eppure il mio cuore fece così tante capriole da far invidia ad un ginnasta professionista. Non mi ero nemmeno accorto che tutti si erano posti intorno a noi, congratulandosi con entrambi, risultando un bel po’ meravigliati, non seppi dire se fosse per il fatto che mi fossi fidanzato o per l’aspetto del mio ragazzo.
Sorrisi e ringraziai tutti quanti, stringendo forte la mano di Derek che immediatamente ricambiò la mia stretta, tentando di rassicurarmi.
Parlammo un po’ con tutti, ridendo e facendo battute sull’altro come una tipica coppietta giocosa, ed in tutto ciò Derek non aveva ancora mollato la presa sulla mia mano, non l’aveva nemmeno allentata un po’, semplicemente continuava a stringerla forte e la cosa mi fece fin troppo piacere.
Non riuscivo proprio a togliergli gli occhi di dosso, mi voltavo a guardarlo non appena potevo, sfruttando il fatto che stesse parlando come scusa per non sembrare troppo…innamorato.
Rideva e scherzava con tutti, emanando una luce tutta sua, offuscando tutto il resto.
-Ah, tu saresti il famoso Danny?- domandò Derek voltandosi verso di me, inarcando un sopracciglio.
Rispecchiai il suo gesto e lo guardai con aria interrogativa, prima di rendermi conto di averlo nominato in macchina, accennando alla mia bisessualità.
-Si, sono io. Perché sarei famoso?- domandò l’hawaiano confuso.
Vidi Derek ghignare in mia direzione ed io sgranai gli occhi nel rendermi conto di quale stronzo avessi davvero vicino. Derek poteva anche sembrare perfetto, ma aveva una particolare predisposizione nel farmi arrabbiare.
-Lo sai che Stiles ha capito di essere bisessuale grazie a- Derek non riuscii a finire la frase a causa della mia presa ferrea sulla sua mano che gli provocò fitte di dolore.
-Grazie a..?- domandò Ethan, il fidanzato di Danny.
Derek aprì la bocca più volte, cercando di continuare la frase, la fu costretto addirittura a piegarsi per evitare che gli spezzassi le dita.
-Grazie ad un film che mi consigliò Danny.- continuai io.-Cavolo! Il protagonista era un figo pazzesco!- commentai con voce ridotta ad un ringhio.

Derek aveva a sua volta aumentato la presa sulla mia mano.

-Che film era? Non ricordo..- commentò Danny.
-Non lo ricordi perché non è ve..- Derek fu nuovamente bloccato da me.
-Dirty Dancing.- buttai a caso, uccidendo Derek con lo sguardo.
-Che strano…non mi è mai piaciuto quel film.- sussurrò Danny, massaggiandosi il mento.
Sentii Derek scoppiare in una grossa risata e guardarmi alla “sei proprio sfigato” e mi maledissi per non riuscire ad arrabbiarmi con lui, troppo preso ad ammirare il suo sorriso.
-Perché non andiamo a congratularci con Allison? È appena arrivata.- gli dissi a denti stretti, fingendo un sorriso.
Derek annuì freneticamente e mi seguì, continuando a ridacchiare di tanto in tanto.
-Stiles!- esclamò la ragazza, sorridente come sempre, abbracciandomi con delicatezza.
-Congratulazioni alla futura signora McCall!- canticchiai con il mento poggiato sulla sua spalla.
Lei si separò da me e rise dolcemente, raccogliendosi i capelli dietro l’orecchio, dopodiché si girò verso Derek e gli sorrise.
-Tu devi essere Derek, il fidanzato di Stiles.-
-E tu devi essere la futura sposa. Se sei bellissima adesso, non oso immaginare quando indosserai l’abito.- commentò Derek, strappandole un sorriso lusingato.
-Le mie damigelle stanno letteralmente impazzendo per te.- bisbigliò Allison per non farsi sentire da me.
Peccato che la sentii perfettamente ed il modo in cui mi aggrappai al braccio del MIO fidanzato ne fu la prova.
-Potresti riferire alle damigelle di tenere le manine al loro posto? Già siamo in competizione per il lancio del bouquet.-  fu il mio commento acido che fece ridere entrambi.
-Ti prego, dimmi che non lo farai.- mi supplicò Derek, continuando però a sorridere.
-Certo! Che c’è? Non vuoi sposarmi?- domandai fingendomi preoccupato.
Era davvero strano parlare di matrimonio quando sapevo addirittura la data precisa in cui…ci saremo lasciati.
E la cosa non mi rattristava…neanche un po’.

-Certo che si.- fu la sua risposta.

E poi mi baciò.

E POI MI BACIO’.

Nel senso che posò le sue labbra sulle mie.

LE SUE LABBRA SULLE MIE!

Era da parecchio che qualcuno non mi baciava, okay?! Avevo tutto il diritto per rimanerne scandalizzato!

-Oddio siete così teneri.- commentò Allison, portandosi le mani sulle guance. Nemmeno stesse guardando dei cuccioli di foca.
Derek intanto continuava a tenermi il mento con una mano, guardandomi con un sorriso intenerito.
Ed io continuavo a guardarlo ad occhi spalancati e con il respiro irregolare. Doveva avvisarmi, cazzo!
-Uh! È arrivato Matt!- esclamò la futura sposa, andando ad abbracciare il suo migliore amico.
Solo sentire il suo nome mi fece gelare il sangue nelle vene ed ebbi un’improvvisa voglia di nascondermi.


E così feci.

Approfittai della vicinanza al tavolo dei buffet e mi ci accovacciai dietro così da non poter essere visto.
-Ma che stai facendo?- domandò Derek ridendo.
-SHH!- esclamai afferrandolo per una manica, trascinandolo giù con me.-Non farti vedere!- bisbigliai.
-Ti prego dimmi che non ti stai nascondendo dal tuo ex.- mormorò lui, pizzicandosi il ponte del naso.
-N-non mi sto nascondendo da lui.- balbettai a disagio.
-Ah no? E che stai facendo?- domandò allora, Derek, guardandomi con aria scettica.
-Sto ammirando da vicino le rifiniture di questa tovaglia…non sono bellissime?- domandai sorridendogli.
Lo vidi alzare un sopracciglio in mia direzione, così decisi di vuotare il sacco.
-Okay, mi sto nascondendo dal mio ex.- sussurrai, vergognandomi da me stesso.
-Perché? Cosa può farti?- domandò Derek esasperato.
-Cosa può farmi?? Hai idea della moltitudine di emozioni che si prova nel rivedere il proprio ex?! Un ex è più micidiale di un serial killer.- sbottai, gesticolando animatamente prima di dare una sbirciatina da sopra al tavolo.-Cazzo, eccolo lì!- esclamai una volta che l’ebbi individuato.-Dio mio…quant’è bello.- mi lasciai sfuggire, interrompendomi nel sentire lo sbuffo di Derek.
-Chi è?- domandò sporgendosi a sua volta.
-Quello con la giacca blu.-
Lo vidi squadrarlo dalla testa ai piedi, nemmeno fosse uno scarafaggio, prima di voltarsi verso di me ed alzare entrambe le sopracciglia.
-Io sono mille volte meglio.- fu il suo commento.
Inevitabilmente gli diedi un pugno sulla spalla, facendo più male a me che a lui.
-Ma tu sei il mio finto fidanzato! Cosa c’entra?!- quasi ringhiai.
-C’entra, perché sarà proprio la mia bellezza a farlo sentire un perdente.- rispose lui, alzandosi.-Dai, tira fuori le palle ed affrontalo.- mi incitò, porgendomi la mano.
-Hey! Io ho le palle!- esclamai indignato.
-Bene, dimostramelo.- rispose lui con un’alzata di spalle.
Lo guardai truce e feci per alzarmi, quando la voce di Scott sopraggiunse alle mie orecchie.
-Hey Derek! Dov’è Stiles? Matt vuole vederlo.-
Vidi Derek spostare più volte lo sguardo verso qualcun altro e capii che Matt doveva trovarsi accanto al mio migliore amico.
E fu proprio per questo motivo che cacciai le palle….
E mi nascosi sotto al tavolo.
-E’ sotto al tavolo.- sentii la voce profonda di Derek e dovetti coprirmi la bocca con le mani per non urlare.
Dopo nemmeno un secondo vidi la tovaglia davanti a me essere sollevata e mostrare le facce confuse del mio migliore amico e del mio ex, mentre Derek dietro se la rideva.
L’avrei ucciso.
-Stiles…che stai facendo qui sotto?- domandò Matt, sorridendo divertito.
Sentii il battito cardiaco aumentare ed improvvisamente mi ritrovai le mani sudate.
-Io…mi era caduto un dolcetto.- fu tutto ciò che riuscii ad inventare prima di uscire allo scoperto, non senza prima aver ucciso Derek con lo sguardo.
Sobbalzai quando sentii le braccia del mio ex avvolte intorno al mio collo, in un gesto che una volta era familiare, e mi ritrovai ad inspirare a fondo il suo profumo. Lo stesso di quando eravamo solo due ragazzini.
-Dio…guardati!- esclamò Matt una volta che si fu allontanato, guardandomi dal basso verso l’alto con aria meravigliata.-Sei…sei…-
Sussultai nuovamente quando sentii qualcuno abbracciarmi da dietro,  ma conoscevo bene anche il profumo di quella persona…dato che ci avevo dormito insieme.
-Bellissimo?- concluse la frase per lui,Dere, dandomi un bacio sulla tempia.
Deglutii a fatica, sentendomi come una bambola di pezza contesa da due bellissimi bambini.
-Stavo per dire “cresciuto”  ma, si, bellissimo è più adeguato.- sussurrò il mio ex, guardando Derek con una strana luce negli occhi.
-Matt, lui è Derek, il mio fidanzato.- feci le presentazioni, osservando i due stringersi la mano con espressioni glaciali.-Derek, lui è Matt..un mio vecchio amico.- mentii, anche se Derek sapeva già la verità.
-Conosciuto anche come il suo fidanzato.- precisò Matt, ghignando verso Derek.
-Forse volevi dire “ex ragazzo”.- precisò a sua volta,Derek, stringendomi maggiormente a sé.
-Okaaay. Che ne dite se vi mostro le vostre stanze? Avete praticamente abbandonato le vostre borse in mezzo all’entrata.- si intromise Scott, cercando di calmare i due.
-Certo, ci vediamo.- dissi a Matt che mi sorrise di rimando prima di guardare Derek con aria di sfida ed andarsene.

Una volta raccolte le nostre cose, seguimmo Scott al piano di sopra, osservando con occhi meravigliati l’immensità di quella casa che sembrava quasi un resort.
Derek non aveva ancora detto una parola e la cosa mi preoccupò un po’, così sfiorai “accidentalmente” la sua mano con la mia, sperando che me la stringesse.
Che pensiero idiota…
Eppure lo fece. Non appena sentì le mie dita sfiorargli il dorso della mano, le afferrò immediatamente, incrociandole con le sue, quasi come se non stesse aspettando altro.
-Non mi piace.- commentò poco dopo.
-Chi?- bisbigliai per non farmi sentire dal mio migliore amico che stava camminando davanti a noi.
-Matt.-
-Dai, non lo conosci nemmeno.- provai, ma lui mi interruppe.
-Appunto, lo conosco da pochi secondi e già mi sta sul cazzo, pensa tu se lo conoscessi meglio.- commentò acido, facendomi inarcare un sopracciglio.
-Aspetta, ti stai comportando così perché davvero ti sta antipatico o perché stai recitando la parte del fidanzato geloso?- domandai, sporgendomi in avanti per poterlo guardare negli occhi.
Lui si voltò verso di me, guardandomi corrucciato.
-Perché mai dovrei essere geloso di un tuo ex? Ex significa “del passato”, adesso ci sono io.- rispose serio, stringendo maggiormente la mano contro la mia.
Stavo per dire qualcosa, quando Scott si fermò di colpo, facendomi sbattere contro la sua schiena.
-Ecco qui la vostra camera.- disse con fierezza, aprendo la porta.
Rimasi ad ammirare la camera da letto più bella che avessi mai visto in vita mia, adornata in stile antico proprio come lo era tutta la casa.



-Scott..è…è…meravigliosa!- esclamai meravigliato.
-E’ la camera più bella della casa. Io e Allison l’avevamo prenotata per te da subito e,adesso che c’è anche Derek, direi che è perfetta.- commentò lui, avvolgendo un braccio sulle mie spalle.
-Cos-?! Dormirò con Derek?- domandai preoccupato.
-Certo! Non vorrei che sentiste uno la mancanza dell’altro!- rise il mio migliore amico.
-E’ davvero un bellissimo gesto, grazie.- disse Derek, ovviamente per niente preoccupato.
-Figuratevi! A destra troverete il bagno, se volete riposarvi un po’ fate pure, ci vediamo all’ora di cena in sala pranzo.- disse Scott, dandogli delle pacche affettuose sulle spalle.
Quei due andavano fin troppo d’accordo per i miei gusti.
Lo salutai sventolando animatamente una mano ma, non appena scomparve dalla mia vista, ringhiai di frustrazione.
-Che palle! Dovremo dormire insieme per una settimana!- mi lagnai, trascinandomi dentro la stanza, gettando il borsone sul grande tappeto ai piedi del letto.
-Potresti sempre dormire nella vasca da bagno.- provò Derek, sistemando il suo borsone nell’angolo della camera, sistemando lì anche il mio borsone.
-Oh, che idea geniale! Perché non ci dormi tu, invece? E chi ti ha detto di toccare la mia roba?- domandai con voce nervosa.
-Mi da fastidio vedere le cose sparpagliate per la stanza.- commentò Derek, buttandosi sul letto.
-Ohhh sei un maniaco dell’ordine, non è vero?- domandai ghignando.
-No, semplicemente mi piace sapere che le cose sono nel loro posto.- sbuffò lui, la voce ovattata dal cuscino.
-D’accordo, vado a farmi una doccia.- ghignai, togliendomi le scarpe con i piedi, gettandole a casaccio.
Lo vidi chiudere forte gli occhi e sospirare, lo stavo infastidendo e la cosa stranamente…mi eccitava.
Mi tolsi la felpa e la maglia che avevo sotto e gliele buttai in faccia, prima di pescare qualcosa dalla mia borsa, gettando, ovviamente, tutto il suo contenuto sul letto.
-Ma che animale sei?!- ringhiò Derek al massimo della soportazione.
-A-ha!- esclamai indicandolo.-Sei un maniaco dell’ordine, ammettilo!-
Lo vidi sbuffare dalle narici e pressarsi il cuscino contro la faccia in un gesto di puro sfogo.
-Prendila come una vendetta personale.- canticchiai avviandomi verso il bagno.
-Per averti fatto affrontare il tuo ex?- domandò lui, sorridendo al mio mutismo.
Chiusi la porta del bagno e mi portai davanti lo specchio, sbianchendo dinnanzi al mio riflesso.
Guardare Derek tutto il tempo mi aveva fatto abbassare ancora di più l’autostima.
Entrai nella doccia e lasciai che l’acqua calda mi rilassasse i muscoli, dandomi la possibilità di poter riordinare le idee.
Allora, tecnicamente non era andata così male…anzi, era andata davvero alla grande! I miei amici non si erano accorti di niente, avevo affrontato Matt ed avevo assistito ad una piccola scenetta di gelosia da parte di Derek!
Aspetta..perchè sono felice che Derek abbia fatto il fidanzato geloso? Sicuramente l’avrà fatto apposta…non dovevo illudermi.

Non innamorarti di nuovo,Stiles, finirai solo con il cuore in mille pezzi.

Un rumore mi fece sobbalzare e vidi, attraverso vetro appannato della doccia, Derek girato di spalle, slacciarsi la cintura ed abbassarsi la zip del pantalone.
-Derek!- urlai.-Che stai facendo? Non vedi che mi sto lavando?! Esci immediatamente!-
-Devo fare pipì! E stai tranquillo, non ho visto niente…il vetro è appannato.- disse lui, svuotandosi la vescica.
-COSA?! Quindi tu non hai visto niente, non perché non volessi, ma perché il vetro è appannato?! Ti rendi conto?!-
Lui si limitò ad alzare le spalle, scaricare e lavarsi le mani.
-FREDDA!!!- urlai, cacciando un braccio fuori il box doccia per  poter afferrare alla cieca il mio accappatoio.
Lo indossai dentro la doccia e poi uscii, ma solo per andare a colpire Derek sulla schiena. Lui si voltò e mi bloccò i polsi, sorridendo intenerito nel vedermi indossare un accappatoio che era il triplo di me.
-Sei troppo bellino quando ti arrabbi.- mi schernì, strofinando la mano sui miei capelli bagnati.
-Fottiti.- sbuffai, schiaffeggiandogli la mano per poi uscire dal bagno.
Lui chiuse la porta ed azionò la doccia, cosa che mi fece sbuffare perché avevo il brutto presentimento che avesse fatto lo “scherzo della pipì “ soltanto per appropriarsi del bagno.
-Stronzo.- sussurrai.
Slacciai l’accappatoio e lo lasciai scivolare a terra, cercando tra i miei indumenti che mi ero portato in bagno, i miei boxer.
-Stiles, hai dimenticato questi in…- Derek sbucò dal bagno proprio in quel momento, strappandomi un urlo davvero poco virile.
-DEREK!! NON GUARDARE!!- urlai, coprendo le mie nudità con un cuscino.
-Quello lo userai tu.- disse lui,indicando il cuscino.-E comunque…niente male.-commentò con un sorriso malizioso.
-Io…solo…vai!- sibilai.
-Queste non ti servono?- domandò con un sopracciglio alzato, sventolando le mutande a mezz’aria.
Lo incenerii con lo sguardo ed allungai una mano verso la sua direzione. Stavo quasi per afferrare l’indumento, ma Derek alzò il braccio all’ultimo momento.
-Derek.- ringhiai saltando per poter raggiungere le mie mutande, rischiando più volte di denudarmi.-Dammele!!-
Ci dilettammo nel nuovo sport di “afferra le mutande” per una buona mezzora, finché Derek non si fu divertito abbastanza e mi lasciò vestire per potersi andare a lavare.
Una volta vestito, mi sdraiai sul letto e controllai il telefono, sorridendo nel leggere il messaggio di mio padre.

“LA CASA E’ VUOTA SENZA LA MIA PICCOLA PESTE…
FAI LE MIE PIU’ GRANDI CONGRATULAZIONI AI DUE FUTURI SPOSI E SALUTAMI IL TUO FIDANZATO!
CIAO, PAPY.”


Spensi il telefono e lo adagiai sul comodino, sorridendo nel vedere che Derek aveva piegato i miei panni e sistemato le mie scarpe.
-Maniaco.- sussurrai con un sorriso, prima di chiudere lentamente gli occhi e cadere in un sonno profondo.










DIECI RECENSIONI.
DIECI RECENSIONI!!!! VE LO GIURO, NON ME L’ASPETTAVO PROPRIO! SIETE RIUSCITI A RENDERMI FELICISSIMA IN UN MOMENTO IN CUI TUTTO CIO’ CHE AVREI VOLUTO FARE…ERA PIANGERE.
QUINDI, GRAZIE, DAVVERO. GRAZIE PER TUTTE LE VOSTRE BELLISSIME PAROLE E PER AVERMI INCITATA A CONTINUARE QUESTA STORIA CHE RITENEVO STRAMBA.
E, OVVIAMENTE, RINGRAZIO TUTTI COLORO CHE HANNO MESSO QUESTA STORIA TRA LE SEGUITE O PREFERITE!
CI VEDIAMO NEL PROSSIMO CAPITOLO (CHE SPERO DI POTER PUBBLICARE PRESTO)!  CIAO! <3
P.S. LA CANZONE CHE CANTA STILES IN MACCHINA(PER CHI NON LA CONOSCESSE) E': 
https://www.youtube.com/watch?v=ERw2LuU6Jj8
 

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Capitolo 3
*** Stay with me forever ***


STAY WITH ME FOREVER <3




Non mi resi conto di essermi addormentato finché una mano non mi carezzò con  gentilezza una guancia, sussurrando più volte il mio nome, facendomi mugugnare infastidito.
Non volevo svegliarmi. Stavo così bene in quel momento che avrei potuto davvero rimanere così per sempre. Ero completamente abbracciato al mio comodissimo cuscino e le coperte erano davvero troppo calde ed accoglienti per poterle abbandonare così presto.
No. Non mi sarei mosso da quella posizione per nessun motivo al mondo.
-Stiles, svegliati..-
Ma a quanto pareva qualcuno non era d’accordo con me.
Sbuffai infastidito ed affondai maggiormente il viso nel mio cuscino…aveva un profumo così buono…
-Stiles.- sentii pronunciare il mio nome in una mezza risata.
Aspetta…conoscevo quella voce…
Con molta, ma molta fatica, mi imposi di aprire gli occhi e, dopo un minuto buono passato a mettere a fuoco la stanza e ad impostare il cervello in “mode on”, sobbalzai per la troppa vicinanza del viso di Derek con il mio.
-Derek!- urlai.-Che fai così vicino?! Allontanati!- lo rimproverai, corrucciandomi alla sua risata.
-Ah, io dovrei allontanarmi da te? È strano che proprio tu, che ti sei attaccato a me come una piovra, dica questo.-
-COSA?!- domandai con voce acuta.
-Quando sono uscito dal bagno ho visto che ti eri addormentato, così mi sono sdraiato accanto a te per poter riposare anch’io e…non so bene come sia successo, hai fatto tutto così velocemente….ti sei praticamente gettato sul mio petto e mi hai abbracciato.- spiegò Derek, sorridendo nel vedere le mie guance divenire rosso peperone.
-E perché mai avrei dovuto fare una cosa del genere?- domandai più a me stesso che a lui.
-Non ne ho idea.- rispose Derek con un’alzata di spalle.-Hai detto semplicemente: “caldo!”.- finì poi, cercando di imitare la mia voce e la mia espressione facciale.
-Ah!- esclamai abbattuto, poggiando la fronte sul suo petto.-Perché succedono tutte a me?!- mi lagnai, sgranando gli occhi nel sentire la sua mano carezzarmi la nuca.
Cavolo, era davvero rilassante…
-Hai anche sbavato sulla mia maglietta, guarda.- m’informò, indicando una piccola macchia bagnata sulla sua maglia.
-Oddio! È disgustoso! Perché non mi hai svegliato?!- urlai al massimo dell’imbarazzo.
-Ci ho provato! Ma non ne volevi proprio sapere di aprire gli occhi.-
-Beh, potevi perfettamente spingermi via, ti avrei capito.-
-Nah! Perché avrei dovuto farlo? Non mi hai dato fastidio.-
-Non ti ho dato fastidio!? Mi sono avvinghiato a te, ti ho sbavato sulla maglietta e…cavolo, sicuramente avrò parlato per tutto il tempo!- urlai coprendomi il viso con le mani.
-Si, ma non ho capito nemmeno una parola di quello che hai detto…a parte “Spongebob”.- rise lui.
-Fossi stato in te, non avrei esitato a spingermi giù dal letto.- commentai tristemente.
-Beh, ma tu non sei me, quindi decido io cosa mi da fastidio e cosa no. Ok?- domandò lui, scompigliandomi i capelli.
-Hey! Sai quanto tempo ci metto per sistemarli?!- esclamai, bloccandogli i polsi.
-Stanno meglio quando sono tutti spettinati.-
-Certo, così sembrerò appena uscito da un manicomio.-
-Ah, questo lo sembri sempre, non preoccuparti.-  commentò lui, alzandosi dal letto.
Uff, mi piaceva stargli vicino…
ASPETTA…COSA?! SVEGLIATI STILES! SARA’ SICURAMENTE IL SONNO A FARTI PENSARE QUESTE COSE.
-Oh, Ha-Ha! Quanto sei divertente.- sbuffai, lanciandogli il cuscino contro.
Lo colpii proprio sulla testa e lo sguardo glaciale che mi mandò subito dopo…
Fu la cosa più buffa che avessi mai visto in vita mia.
Scoppiai in una risata così esagerata che dovetti seriamente reggermi lo stomaco, fermandomi solo quando lo vidi avvicinarsi pericolosamente al letto, lo sguardo che non prometteva niente di buono.
Cercai in tutti i modi di risultare spaventato ma tutto ciò che riuscii a fare fu sbuffare piccole risate con il naso, le labbra che tremavano nel mal celare un sorriso.
Cacciai un urlo davvero poco virile (che spero di poter dimenticare presto) quando lo vidi gettarsi contro di me. Sgusciai di lato, evitando  di essere schiacciato dal suo peso, ma proprio quando stavo per scendere dal letto, lo sentii afferrarmi una caviglia e trascinarmi indietro, proprio sotto il suo corpo.
Le sue mani corsero sotto la mia maglietta ed avrei trovato quel contatto davvero eccitante…se non mi avesse fatto il solletico.
Mi agitai sotto di lui, ridendo e boccheggiando, cercando inutilmente di dire qualcosa, le sue mani che continuavano a stuzzicare i miei fianchi ipersensibili.
-Deh-Hahahahaha-Ferm-hahahahaha!- ansimai con le lacrime agli occhi, cercando di afferrargli i polsi.
Fu solo quando accennai alla possibilità che mi stesse per venire un infarto, che finalmente decise di fermarsi, rimanendo a cavalcioni su di me.


-Ragazzi volevo avvisarvi che-Oddio! Scusate!- Scott entrò proprio in quel momento (ovviamente senza bussare) per poi coprirsi gli occhi con una mano e balbettare diverse scuse.
Inarcai un sopracciglio non capendo per quale motivo Scott si stesse scusando e sembrasse tanto in imbarazzo.
Fu quando guardai lo specchio posto al di sopra del mobile, che ne compresi il motivo: Io e Derek ci trovavamo sopra al letto…le lenzuola erano sfatte ed i cuscini erano sparpagliati intorno al letto nemmeno fosse passato un tornado, lui si trovava a cavalcioni su di me che stavo ancora ansimando in cerca d’aria, la mia maglia era completamente sollevata e le mie mani erano ancora chiuse attorno ai suoi polsi.


Che figura di merda.

-Scott! Non è come sembra!- esclamai immediatamente, spingendo Derek da parte per potermi ricomporre.
-Non mi devi nessuna spiegazione,Stiles, davvero.- cercò di rassicurarmi Scott.-Hai tutto il diritto di…ehm…con Derek.- balbettò a disagio.-Ho sbagliato io a non bussare.-
-Nonono, non hai sbagliato proprio niente!- cercai di rincuorarlo.-Oddio, forse dovresti sul serio imparare a bussare ma non hai interrotto niente! Sul serio! Derek…mi stava facendo il solletico.- finii la frase, afferrando le spalle del mio migliore amico.
-Stiles, dai, ti ho sentito gridare dal piano di sotto.- sbuffò Scott.
-Cos-?! Ma non era per quello che pensi tu! Era per il solletico!- ringhiai di frustrazione.

Possibile che nessuno mi credesse?!

-D’accordo, sorvoliamo la questione.- intervenne Derek, ponendosi dietro di me…forse un po’ troppo vicino…-Cos’eri venuto a dirci?- continuò poi, posando una mano sul mio fianco.
-Oh giusto!- esclamò Scott, colpendosi la fronte.-Volevo dirvi che la cena è pronta e sono già tutti giù.-
-Okay, il tempo di darci una sistemata e scendiamo.- disse Derek, pizzicandomi il fianco, facendomi sussultare e sbuffare una mezza risata.
-O-okay. Vi aspetto giù.- disse Scott prima di lasciare la stanza.


-Omioddio.- sussurrai scioccato.
-Cosa?- domandò Derek, cambiandosi maglia (credo a causa della mia sbavatura).
Rimasi in silenzio a fissare i muscoli della sua schiena flettersi prima di essere ricoperti dalla maglia, dopodiché risposi.
-Adesso Scott penserà che io e te facciamo sesso.- bisbigliai, portandomi le mani tra i capelli.
-E allora?- domandò Derek inarcando un sopracciglio.
-Allora? ALLORA?! Ti rendi conto che lo andrà a dire a tutti e…oddio…mi faranno sicuramente domande imbarazzanti, tipo: “Chi è l’attivo e chi è il passivo?” o “ Ma poi riesci a sederti?!”- sbottai, gesticolando animatamente.
-Prima di tutto: non sei tenuto a rispondere. Seconda cosa…e allora? Ti fai troppi problemi, Stiles.- sbuffò lui, spingendomi fuori dalla stanza.
-Non è vero.- borbottai, seguendolo giù per le scale.-E’ solo che non voglio si parli di me.-
-Non vuoi essere famoso?- domandò lui una mezza risata.
-No, grazie, preferisco mille volte essere ignorato.-
-Ma perché? Hai degli amici che ti adorano e che probabilmente ti nominano ogni tre secondi, dovresti esserne felice.-
-Derek, tu non capisci.- ringhiai, pressando una mano sul suo petto per poterlo spingere contro il muro.-Avere degli amici che ti adorano non è bello come pensi. Hai idea di quello che ho dovuto passare quando Matt mi lasciò?! Hai idea di quante volte ho dovuto passare le giornate insieme a loro quando tutto ciò che volevo fare era stare da solo? Allison non gli parlò per mesi e gli altri lo esclusero dal gruppo e tutto questo soltanto per colpa mia.-
-Stiles, ti stai davvero incolpando per la rottura con Matt?-  domandò Derek con sguardo scioccato.- E’ stato uno stronzo, tu non hai fatto nulla di male ed i tuoi amici hanno soltanto agito di conseguenza.-
-Faranno la stessa cosa quando ci lasceremo io e te, lo sai?- sussurrai tristemente, non comprendendone il motivo.- Inizieranno a parlare male di te, a dire che sei uno stronzo e..e io non voglio.-
Vidi lo sguardo di Derek addolcirsi per un secondo, prima di indossare nuovamente la tipica maschera da menefreghista ed iniziare ad incamminarsi verso la sala pranzo.
-Non ti ho ancora lasciato, Stiles.-  fu il suo unico commento quando lo raggiunsi.
Non capii cosa volesse dire con quella frase ma stranamente riuscì a rassicurarmi.
Ci fermammo dietro la porta della sala ed io ne approfittai per poter sbirciare, vedendo qualcosa che mi provocò varie fitte al cuore.
-E’ arrivato il fidanzato di Matt.- bisbigliai con voce tremante.
Derek immediatamente si posizionò dietro di me per poter sbirciare a sua volta e sbuffare alla vista dei due ragazzi baciarsi appassionatamente.
-Non hai niente da invidiare a quel ragazzo, sei mille volte meglio tu.- commentò.
-Come facevi a sapere cosa stessi pensando?- domandai scioccato.
-Non è poi così difficile.- rispose lui, afferrandomi la mano.-Andiamo?-
-Aspetta!- esclamai prima di stirarmi i vestiti con le mani e passarmi più volte le mani tra i capelli nel vano tentativo di appiattirli.- Come sto?- domandai una volta finita l’operazione “torna decente”.
Vidi Derek scuotere leggermente il capo e sorridere divertito prima di scompigliarmi nuovamente i capelli.
-Adesso stai bene.-
Sbuffai scocciato ma non mi risistemai i capelli, se a lui piacevano così…
-Oh, Stiles! Aspetta!- esclamò proprio quando stavo per attraversare la porta.
-Cosa c’è?!- domandai ansioso.
Lui mi voltò dall’altra parte e mi diede uno schiaffo sul sedere.
Mi aveva appena dato uno schiaffo sul sedere.

-Okay, ora possiamo andare.- commentò con un sorriso divertito.
-Come ti permetti?!- urlai indignato, iniziando ad inseguirlo.
Lui scappò da me, ridendo di gusto, ed io nemmeno mi accorsi che avevamo appena fatto il nostro ingresso nella sala pranzo e che ci stavano guardando tutti.
Derek però parve accorgersene, dato che si affrettò ad abbracciarmi nel vano tentativo di nascondere le mie minacce, ovattate dalla sua maglia.
-Finalmente!- la voce di Jackson giunse alle mie orecchie, bloccandomi sul posto.
Sollevai lo sguardo verso Derek che annuì impercettibilmente e, quando trovai abbastanza coraggio, mi voltai verso il grande tavolo posto al centro della stanza, i miei amici già comodamente seduti.
-S-salve.- balbettai a disagio.-Scusate se vi abbiamo fatto aspettare.-
-Non preoccuparti, abbiamo sentito tutti quanto foste..ehm… occupati.- commentò Erica, ammiccando in nostra direzione.
Sentii un mormorio generale in cui i miei amici cercarono inutilmente di trattenere le risate ed io sentii le mie guance andare a fuoco.
-Dai, sediamoci.- sussurrò Derek, per niente in imbarazzo.
Ma come faceva?!
-Mi stava facendo il solletico.- borbottai, facendoli ridere ancora di più.
-Certo, come no.- commentò Lydia con un ghigno divertito.
Sbuffai rassegnato e mi andai a sedere(ovviamente) vicino a Derek, sentendo una fitta di dolore nel punto prima colpito dalla sua mano.
Vidi Erica e Lydia bisbigliare tra di loro nel vedere la mia espressione sofferente ma decisi di ignorarle, voltandomi verso Derek per poterlo rimproverare.
-Dovevi colpirmi per forza così forte?! Non riesco nemmeno a sedermi!- bisbigliai, ma le mie amiche mi sentirono comunque, ridendo come due papere.
Vidi Derek tentare in tutti i modi di trattenere una risata prima di rispondermi.-E’ davvero stupefacente come tu riesca a metterti nei casini da solo.-
-E’ tutta colpa tua.- bisbigliai arrabbiato.
-Come sempre.-
Il pranzo iniziò ed io cercai in tutti i modi di non guardare Matt ed il suo ragazzo, casualmente seduti davanti a noi, mentre si scambiavano sguardi dolci e piccoli baci.
La vita era così ingiusta.
-Oh! Stiles, Derek, non vi ho presentato il mio fidanzato!- esclamò Matt.
La vita era così fottutamente ingiusta.
Sentii la mano di Derek posarsi sul mio ginocchio nel vano tentativo di rincuorarmi ma servì a poco. Quando sollevai lo sguardo sul nuovo fidanzato del mio ex, beh, diciamo che quella poca autostima che possedevo fece definitivamente le valige e mi disse “Adesso sono cazzi tuoi!”.
Come diavolo faceva ad avere quegli occhi così azzurri? E quei ricciolini biondi così fottutamente in ordine? Per non parlare del suo sorriso! Come potevo competere con un tipo del genere?!
-Lui è Isaac, Isaac..loro sono Stiles e Derek.- continuò Matt, ignaro di ciò che mi stesse accadendo dentro.
-E’ un piacere conoscervi. Soprattutto te,Stiles, Matt mi ha parlato così tanto di te.- commentò Isaac, stringendo la mano ad entrambi.
-Davvero?- domandai meravigliato.
-Ma certo! Non vedo l’ora di poter sentire le tue battute, Matt dice che sono spassosissime!- esclamò Isaac entusiasta.
Incrociai lo sguardo con quello del mio ex che mi stava sorridendo teneramente, forse sbagliavo ad odiarlo ancora per quello che mi aveva fatto…in fondo erano passati anni.
-E’ strano che proprio lui ti abbia detto questo…visto che non rideva a nessuna delle mie battute.- commentai un po’ tristemente, ripensando a tutte le volte che cercai di farlo ridere con qualche battuta scema, ricevendo soltanto sbuffi scocciati.
Vidi Matt abbassare lo sguardo verso il piatto, l’aria abbattuta e colpevole.
-Beh, diciamo che prima ero proprio un coglione.- mormorò riportando lo sguardo sul mio.
-Ah, solo prima?- domandò Derek.
-Derek!- esclamai, dandogli una gomitata.-Ma ti sembrano modi?- bisbigliai cercando di legare lo sguardo con il suo.
Era diventato strano, sembrava quasi arrabbiato e non riuscivo a capirne il motivo.
-Derek, parlaci un po’ di te.- si intromise Erica.-Che lavoro fai?-

Cazzo.

Derek si asciugò la bocca con il tovagliolo e poi rispose.-Faccio due lavori, istruttore di Basket e avvocato.-
Cosa?!

Guardai Derek con un sopracciglio alzato alla “fai sul serio?” ma lui non sembrò preoccuparsene.
-Avvocato? Wow! Devi essere ricco.- commentò Lydia, guardandolo ancora più interessata.
-In effetti lo sono.- rispose Derek con un sorriso.
-E perché lo dici solo adesso?- domandò Jackson.
-Perché mai dovrei vantarmi dei soldi che ho? Non sono i soldi a rendere importante una persona.- rispose con tranquillità, catturando la mia attenzione.

O stava dicendo la verità, o era davvero molto bravo a recitare.

-Non sei di Beacon Hills, giusto?- domandò Boyd.


Okay, troppe domande. La cosa non mi piaceva.


-No, sono di New York.- alla sua risposta tutti quanti cacciarono un urletto eccitato.
-New York?! Ommioddio! Stiles! Perché non te ne sei ancora andato con lui?!- domandò Lydia.

Sollevai lo sguardo dal piatto con le guance gonfie per il cibo che ancora dovevo ingoiare e notai che tutti mi stavano fissando.
Deglutii lentamente e mandai un’occhiata veloce a Derek per chiedergli di aiutarmi.
-Per suo padre.- rispose Derek al posto mio
-Già, non abbandonerei mai mio padre e, fortunatamente, Derek l’ha capito.- mormorai a disagio.
Quella risposta sembrò convincere tutti che ripresero a parlare tra di loro, lasciandomi cacciare un sospiro di sollievo.
Continuammo a mangiare tranquillamente ed iniziai addirittura ad abituarmi alla vista del mio ex e di Isaac, trovandoli persino carini, era alla vista di Derek che proprio non riuscivo ad abituarmi.
Se ne stava lì, tutto sorridente e ben vestito, mentre rideva e scherzava con Scott, Allison, Boyd, Erica…con chiunque iniziasse una conversazione con lui ed io proprio non riuscivo a fermare il mio cuore che sembrava aver deciso di uscire dal mio petto.
-Vuoi una mano?- domandò Derek, accennando alla fetta di carne ancora intatta nel mio piatto.
-Non mi taglierai la carne o imboccherai come fanno quelle coppiette sdolcinate, Der.- lo avvisai, prendendo a tagliare la carne.
-La stai tagliando male.- continuò lui, poggiando il mento sulla mano per potermi guardare meglio.

Certo che la sto tagliando male. Ho i tuoi fottuti occhi fissi su di me e non riesco a fare niente senza sembrare un perfetto imbecille!

-Pensa alla tua fetta di carne.- ringhiai, pressando maggiormente il coltello contro il piatto per poter staccare un pezzo che sembrava essersi incollato.
-L’ho già finita. Dai, lascia che ti aiuti.- provò Derek, posando le mani sulle mie.
Fu proprio quel contatto a mandare il mio cervello in tilt, facendomi sussultare così tanto da lanciare un pezzo di carne dentro il piatto di Matt.
Passarono diversi minuti di puro silenzio in cui tutti fecero passare lo sguardo da me a Matt che stava guardando il pezzetto di carne con un sopracciglio alzato.
-Ehm..credo che questo sia tuo.- disse con un sorriso divertito, riportando il pezzetto nel mio piatto.
Non trovai nemmeno il coraggio di rispondere e mi limitai a spostare il piatto verso Derek che iniziò a tagliarmi la carne.
Tutti quanti ricominciarono a parlare ed io rimasi immobile nella mia posizione, lo sguardo basso sulle mie mani.
La mia vita era un susseguirsi di figure di merda.
Mi risvegliai dai miei pensieri quando qualcuno portò una forchetta davanti alla mia bocca.
Derek.
-Auuummm!- esclamò lui, cercando di imboccarmi.
-Fai sul serio?- domandai scioccato.
-Arriva l’aeroplano! Neeeeoooow.- continuò lui, facendo seguire alla forchetta uno strano percorso che conduceva alla mia bocca.
Cercai in tutti i modi di non ridere ma non ce la feci, era così ridicolo.
Derek approfittò della mia risata per riuscire a farmi mangiare almeno un pezzo di carne, sorridendo quando mi vide riaprire la bocca dopo che l’ebbi ingoiato.


Hey, che volete? Mi stavo divertendo!

Dovevo ammettere che Derek ne aveva di pazienza dato che aveva continuato ad imboccarmi e a fare versi strani finché non ebbi ingoiato anche l’ultimo pezzo di carne.
-Siete dolciosamente disgustosi.-commentò Allison.
Ci voltammo all’unisono verso gli altri intenti a fissarci con piccoli sorrisetti.
-Non avete niente di meglio da fare che guardare noi due?- domandai scocciato.
-Ci proviamo, ma guardare voi due è come guardare due gattini leccarsi a vicenda. Siete troppo teneri.- commentò Danny.
Il modo in cui ci guardammo io e Derek fu così esilarante che tutti scoppiarono in una grossa risata.
Oh, beh, almeno eravamo credibili.

Quando finimmo di cenare, Jackson annunciò la sua idea di andare in spiaggia ed accendere un falò in onore dei vecchi tempi e, sinceramente parlando, chi avrebbe rifiutato di sedersi intorno ad un fuoco, sulla spiaggia, in compagnia di birre e marshmellows?
Fu proprio per questo motivo che ci ritrovammo fuori la villa degli Argents ad organizzare i passaggi per non usare tutte le macchine.
-Allora, io e Lydia portiamo Erica e Boyd.- annunciò Jackson.
-Io e Allison portiamo Danny ed Ethan.- disse Scott, ricevendo uno sguardo inceneritore da parte mia.
-Beh, allora io ed Isaac portiamo Stiles e Derek.- disse Matt con un sorriso.


Grandioso.

I primi minuti di viaggio passarono in un silenzio fin troppo imbarazzante per i miei gusti, tanto che mi sarei volentieri gettato giù dalla macchina. Qualche osso rotto era sempre meglio di quello.
-Posso accendere la musica?- domandò Isaac a Matt che annuì in risposta.
Derek allora si avvicinò al mio orecchio, facendomi sussultare per il gesto improvviso:
-Gli ha davvero chiesto il permesso di mettere la musica?- sussurrò al mio orecchio.
-E allora?- domandai confuso.
-Non ti sembra strano che lui, il suo fidanzato, gli chieda il permesso per una cosa così stupida?- domandò a sua volta Derek.
-Dove vuoi andare a parare?- sussurrai a mia volta.
-Secondo me quei due sono più finti di me e te messi insieme.- commentò lui.
-Cos-?! Nah! Pff!- risposi in una mezza risata.
-Hey, non starete spettegolando su noi due spero.- commentò Isaac ridendo.
Fortunatamente Derek rispose immediatamente, evitando così di farmi morire d’infarto.
-Nah, stavamo parlando di quanto fosse evidente che Jackson si tinge i capelli.-
Le risate di me ed Isaac furono così forti da sovrastare persino la musica posta ad alto volume, solo Matt parve non trovare divertente quella battuta.
-Non vedo cosa ci sia di male nel tingersi i capelli.- commentò infatti.
-Non stava dicendo che c’è qualcosa di male. Fa solo ridere il modo in cui Jackson si ritenga “biondo con occhi azzurri” quando è evidente che è moro.- risposi io,  sentendo un forte impulso di difendere Derek.
-Io non ci trovo niente di divertente.- continuò Matt.
-Evidentemente non hai senso dell’umorismo.- rispose Derek.
-Okaay, cambiamo canzone.- li interruppe Isaac, cercando una canzone che distraesse i due litiganti.
Non appena sentii le familiari note del pianoforte della canzone “Thousand Miles” , mi voltai sorridente verso Derek che roteò gli occhi al cielo ma accennò ad un sorriso. Il mio sorriso si spense quando vidi Isaac allungare una mano per poter cambiare canzone e sobbalzai quando Derek allungò un braccio verso di lui.
-Lascia.- gli disse, facendogli inarcare un sopracciglio.
-Wow, Derek, non ti facevo tipo di queste canzoni.- commentò Isaac in una mezza risata.
Derek alzò le spalle e si rilassò sul sediolino, chiudendo gli occhi.
Che gli avesse detto di lasciarla per me?
Il suo gesto mi fece così tanto piacere che per un attimo sentii il mio cuore divenire una pappetta bollente, certe volte Derek era davvero dolce e nemmeno se ne rendeva conto. Mi poggiai alla sua spalla e gli avvolsi il petto con un braccio per fargli capire quanto avessi apprezzato ciò che aveva fatto e sorrisi quando lo sentii darmi un piccolo bacio sulla fronte.
Non mi persi però il modo in cui Matt guardò la scena dallo specchietto, i suoi occhi erano ridotti a due fessure e per un attimo ebbi davvero una brutta sensazione, fortunatamente non durò molto ed i suoi occhi tornarono sulla strada, lasciandomi tranquillo contro il petto del mio fidanzato.


Una volta giunti alla spiaggia, i ragazzi…o meglio, i “ragazzi virili” si occuparono di accendere il falò, mentre io, Danny , Isaac e le ragazze ci occupammo di stendere i veli attorno al fuoco ed iniziare a cacciare il cibo e le bibite.
Una volta servito ad ognuno di loro una busta di marshmellows e due bottiglie di birra, mi apprestai a sedermi…

Si, ma dove?

-Grazie mille per avermi tenuto un posto.- borbottai contro i miei amici, tutti seduti in cerchio.
Non c’era nemmeno un po’ di spazio dove potessi sedermi!
Inevitabilmente cercai Derek e quando lo vidi mi avvicinai a lui, sperando che mi aiutasse.
-Cosa c’è?- mi domandò con calma, quando vide il mio sguardo abbattuto.
-Non so dove sedermi.-
Lo vidi divaricare le gambe e farsi più indietro sul telo e capii cosa voleva io facessi.
-Scherzi?- sussurrai ad occhi sgranati.
Lui si limitò ad alzare le spalle e prendere un sorso di birra.
Sbuffai  infastidito ma mi sedetti comunque in mezzo alle sue gambe, non avendo altra scelta.
Non ho idea di quanti marshmellows mangiai, persi il conto verso il venticinquesimo…
-Basta,Stiles. Ti verrà il mal di pancia.- mi ammonì Derek, togliendomi il dolce dalle mani.
-Dai, l’ultimo!- lo supplicai, cercando di afferrargli il marshmellow dalle mani.
Lui però fu più veloce di me e se ne portò alla bocca, mugugnando per il buon sapore.
Quella si che fu una provocazione coi fiocchi. Se c’era una cosa che riusciva a non fermare Stiles Stilinski…erano senza dubbio i marshmellows e le provocazioni.
Fu proprio per questo motivo che addentai la metà del marshmellow che si trovava ancora fuori dalla bocca di Derek, baciandolo per sbaglio.
Vidi Derek guardarmi infastidito ed iniziai a ridere con la bocca ancora piena del marshmellow, indicandogli il viso.
Dopo qualche secondo iniziò a ridere anche lui che indicò a sua volta la mia faccia.
-Per favore, starei mangiando.- commentò Jackson.
Ingoiai il boccone e guardai ancora Derek ( perché proprio non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso), rimanendo incantato dal movimento del suo pomo d’Adamo nell’atto della deglutizione. Cercai di afferrargli la bottiglia per poter bere un sorso di birra ma lui aumentò la presa su di essa.
-Der, voglio bere anch’io.- sbuffai.
-Sei piccolo per bere.-
-Cosa?! Ho ventitré anni!- mi lagnai.
-Sei comunque più piccolo di me, decido io se berrai o meno.- continuò lui.
Inarcai un sopracciglio e mi voltai verso Danny con un ghigno malefico.
-Danny bello!-
Vidi Danny mandarmi occhiate preoccupate ed avvicinarsi maggiormente ad Ethan che lo abbracciò protettivamente.
-Posso fare un sorso dalla tua birra?- domandai innocentemente.
-Chiedilo al tuo ragazzo!- rispose Danny.
-Non vuole darmela.-
-Allora ti arrangi.-
Sentii Derek ridere e la cosa mi mandò in bestia. Perché doveva decidere lui per me?!
-Dai, tieni.- disse Derek, passandomi la bottiglia quasi finita.
-Oh, ma come sei generoso.- dissi sarcasticamente, finendomela in un sorso.
Quando ebbi bevuto anche l’ultima goccia, posai la bottiglia sulla sabbia sentendomi stranamente soddisfatto, e mi poggiai contro il petto di Derek senza nemmeno rendermene conto.
-Ricordate quando da ragazzini venivamo qui a raccontare le storie di fantasmi e di lupi mannari?- domandò Scott con un sorriso malinconico.
-Certo che me lo ricordo! Ricordo soprattutto come Stilinski se la faceva sotto!- commentò Jackson in una risata.
Tutti iniziarono a ridere a quel ricordo…tutti tranne me.
-HA HA HA.- risi falsamente.-Forse me la facevo sotto perché voi idioti vi nascondevate dietro i cespugli, fingendo di lasciarmi da solo.-
-Eri così ubriaco che nemmeno te ne accorgevi.- disse Boyd in una risata.
-Stronzi.- commentai quando ricominciarono a ridere.
-Povero piccolo.- mi prese in giro Derek, abbracciandomi più forte.
-Non commentare.- lo minacciai, lasciandomi però abbracciare.
-Posso sapere altre cose imbarazzanti su Stiles? Vi prego.- li supplicò Derek.
-Cosa?! Ma sei scemo?!- quasi urlai, cercando di divincolarmi dalla sua presa.
-Una volta Stiles per saltarsi l’interrogazione di chimica, azionò l’allarme antincendio.- disse Lydia in una mezza risata.
-Lydia! No!- la supplicai coprendomi il viso con le mani.
-Ma davvero? Che ribelle.- commentò Derek.
-Peccato che il coach lo beccò e lo mise in punizione.- finì Scott, ridendo insieme agli altri.
-Per non parlare di quando rovesciò la macchinetta degli snack!- esclamò Erica.
-Mi si era bloccata una barretta..- borbottai continuando a tenere le mani sul mio viso.
-Possibile che tu sia così sfigato?- domandò Derek in una mezza risata.
La sua domanda mi avrebbe sicuramente offeso, se non l’avesse detta con quel tono dolce e premuroso che riusciva a rendermi le gambe di gelatina.
-Beh, a giudicare dal suo fidanzato..direi che non è così sfigato.- disse Erica dando il cinque a Lydia.
-Hey.- dissi seccamente, guardandole truce.
-A proposito, come ha fatto Stiles a conquistarti?- domandò Danny.
-Già, non ci avete raccontato la vostra storia!- esclamò Scott.

Merda.
-La..nostra storia? Non ve l’abbiamo già raccontata?- domandai in una risata nervosa.
-No.- rispose Matt, guardandoci interessato.
-Oh beh..è una storia normale. Non c’è niente di speciale, davvero.- balbettai in preda al panico.
-Scherzi? Il mio migliore amico si fidanza, questa è una storia speciale!- esclamò Scott dandomi delle pacche amichevoli sulla spalla.
-He-He…ehm, sapete…è Derek quello che adora raccontare la nostra storia. Vero, amore?- domandai a Derek, supplicandolo con lo sguardo.
-Sei sicuro?- mi domandò Derek inarcando un sopracciglio.
-Certo! Racconta!- esclamai con fin troppa enfasi.
Sentii Derek sedersi meglio, allontanandosi di poco da me che mugugnai infastidito e mi avvicinai nuovamente a lui.

Avevo freddo, okay?!

-Allora…la nostra storia.- iniziò Derek ed io mi ritrovai a pregare che riuscisse a trovare una storia credibile da poter raccontare.
-Ero venuto a Beacon Hills per vedermi con una mia vecchia amica e-
-Chi? Forse la conosciamo.- domandò Matt.
Oh cazzo.
-Sara Tate.- rispose immediatamente Derek.
Come faceva a conoscerla?
-Ah si! La barista.- disse Ethan.
-Si, lei. Comunque ero venuto a trovarla ed ero passato, appunto, per il suo bar…ed è lì che vidi Stiles per la prima volta.-
Vidi tutti i miei amici mettersi più comodi e guardare Derek con sguardo rapito.
-Era una giornata davvero piovosa e la pioggia riesce sempre a mettermi di malumore, nemmeno il caffè prelibato della mia amica riusciva a sollevarmi il morale….fu Stiles a riuscirci. Entrò nel locale tutto bagnato, mentre cercava di chiudere l’ombrello senza successo. Lo trovai così buffo che davvero faticai a trattenere le risate, ma quando si abbassò il cappuccio della felpa rossa dalla testa, scoprendo così il suo viso…che dire…ne rimasi completamente folgorato.-
Deglutii a fatica, immaginandomi la scena…
Uno come me che lascia senza fiato uno come Derek? Impossibile.

-E dopo?- domandò Jackson, anch’egli rapito dal racconto di Derek.
-Dopo lui provò in tutti i modi di abbordarmi, ma io lo tenni sulle spine per un po’.- continuai io.
-Si, è vero. Non voleva proprio saperne di darmi una chance.- mi diede corda,stranamente, Derek.
-Ma sei idiota?! Un figo del genere ti fa la corte e tu lo rifiuti?!- esclamò Erica.
-Volevo vedere fin dove sarebbe arrivato. Non mi offro a chiunque, io.- risposi con calma, mandando un’occhiata veloce a Matt verso l’ultima frase.
-Non preoccuparti,Erica, sapevo che alla fine avrebbe ceduto. Per quanto cercasse di fare il prezioso, il rigonfiamento in mezzo alle sue gambe lo tradiva.- commentò Derek, facendomi affogare con la saliva.
-Cosa?! Non avevo nessun rigonfiamento nei pantaloni!- ringhiai, ammonendolo con lo sguardo.
-Dai, amore. Era così evidente!- esclamò Derek, facendo ridere tutti.

Quanto l’odiavo.
-E da quel giorno la mia vita è cambiata…anzi, posso dire di aver iniziato a vivere proprio da quel momento.- concluse Derek, abbracciandomi forte.

Okay, forse non l’odiavo così tanto.

-E da quanto tempo state insieme?- domandò Isaac.
-Un anno.- rispose Derek.
-Sei mesi.- risposi nello stesso momento,io.
Passarono diversi secondi in cui i miei amici ci guardarono confusi, ed io mi affrettai a precisare:
-Un anno e sei mesi.-
-Wow, è tanto tempo.- commentò Ethan.
-Per me invece è troppo poco.- disse Derek ed io sentii il mio cuore sciogliersi come un marshmellow.

****

Finiti i racconti romantici e quelli sulla mia vita imbarazzante, Lydia ebbe la splendida idea di onorare le vecchie tradizioni e giocare al gioco della bottiglia.
Così ci ritrovammo tutti seduti in cerchio, una bottiglia di birra vuota adagiata su un cartone che le permettesse di girare, gli sguardi eccitati (tranne il mio che era,come sempre, impaurito).
Sollevai lo sguardo e guardai Derek, seduto tra Lydia e Scott, che alzò gli occhi verso di me, sorridendomi rassicurante.
-Allora, iniziamo con una cosa facile: bacio a stampo.- disse Lydia.
-Ti prego, no.- la supplicammo io e Jackson.
-Che c’è? Avete paura di dovervi ribaciare?- domandò Allison in una mezza risata.
-Ti prego,Allison! Sto ancora cercando di dimenticare!- la supplicai, mentre Jackson fingeva di dover vomitare.
-Però non vi siete lamentati quando toccò a me e Lydia.- commentò Erica a braccia conserte.
-Come biasimarci.- commentò Jackson.
Osservai Lydia far ruotare la bottiglia che si fermò qualche istante dopo, puntando contro Erica.
-Erica dovrà baciare a stampo…- annunciò Lydia, facendo roteare nuovamente la bottiglia.
Più la bottiglia rallentava, più i battiti del mio cuore aumentavano…
-Derek!- esclamò Lydia una volta che la bottiglia puntò verso lui.
-COSA?! NO!- urlai scioccato.
-Oh, andiamo Stiles! È un gioco!- sbuffò Erica.
-E quello è il mio ragazzo.- risposi io, la voce inacidita.
-Dovevi pensarci prima di farlo partecipare al gioco.- disse Ethan.
Guardai più volte Derek che mi guardava a sua volta, sapevo che se gli avessi chiesto di non baciarla mi avrebbe obbedito…ma non volevo fare la parte del fidanzato geloso.
Perché non lo ero….era solo che…io lo pagavo, okay?! Non poteva baciare nessun altro a parte me.
E non ero geloso.
-Fate presto.- sbuffai, coprendomi gli occhi.
Dopo nemmeno un secondo, Erica esclamò un “Fatto!” ed io mi ritrovai a guardarla truce, anche se sapevo che non era colpa sua.
-Adesso passiamo a qualcosa di più piccante: bacio con la lingua.- annunciò Lydia.
Evviva.
Nuovamente la bottiglia riprese a ruotare ed io mi ritrovai a sperare che puntasse sui gli altri e non su me e..
-Derek!-
-Oh, andiamo!- urlai scioccato nel vedere la bottiglia puntare nuovamente lui.
-Oddio, speriamo ricapiti a me!- supplicò Erica.
-O me!- esclamò Lydia.
-Nemmeno io mi lamenterei.- disse Danny.
-No ma fatevi sotto, eh!- esclamai acidamente.
Derek si limitò a sorridere divertito, per niente disturbato da tutte quelle attenzioni.
Vi era ovviamente abituato.
Lydia fece nuovamente roteare la bottiglia ed io dovetti coprirmi gli occhi ed iniziare a pregare ogni divinità presente affinché non uscisse nessuno di loro.
-Che palle!- sentii dire da Erica.
-Stiles..- disse Lydia.
-Non voglio sapere chi è uscito.- mormorai.
-Sei uscito tu.-
Immediatamente spalancai gli occhi e guardai la punta della bottiglia rivolta verso di me, per poi guardare Derek che adesso stava sorridendo maliziosamente.
-Ehm..dobbiamo proprio? Voglio dire..non è niente di nuovo.- balbettai.
-Sono le regole. Avanti! Baciatevi!- ordinò Lydia, non volendo sentire ragioni.
Osservai con il cuore in gola Derek gattonare verso di me e non mi accorsi nemmeno di aver divaricato le gambe così da permettergli di posizionarvisi al centro, lo vidi prendermi il viso fra le mani ed avvicinare lentamente la bocca alla mia.
Deglutii più volte, sentendo improvvisamente la gola secca, e chiusi gli occhi quando lo sentii baciarmi con delicatezza la punta del naso per poi scendere verso l’angolo della bocca e baciare anche quello. Stava cercando di perdere tempo affinché io riuscissi a prepararmi…
Ma la verità era che io VOLEVO quel bacio. Lo bramavo così tanto da arpionarmi con le mani ai suoi capelli, in un gesto di pura disperazione e , non appena sentii la sua lingua leccarmi le labbra, aprii la bocca per lasciarla entrare e legarla alla mia.
Era da tanto che non baciavo qualcuno con la lingua ma con Derek fu tutto così….spontaneo e naturale che mi sembrò di baciarlo da sempre.
Tutti i miei amici rimasero in silenzio, rapiti dai nostri movimenti, persino Jackson non trovò la nostra visione “disgustosa” come affermava sempre.
Gli unici suoni che riuscivo a percepire era lo scoppiettare del fuoco mischiato agli schiocchi delle nostre lingue e delle nostre labbra.
Non appena Derek separò la bocca dalla mia, non mi accorsi nemmeno di aver cacciato un lamento di protesta, troppo impegnato a mangiargli le labbra con gli occhi.
-Wow!  Questo si che si chiama baciare!- esclamò Erica, ancora a bocca aperta.
-Voi si che ci date dentro!- fu il commento di Ethan.
Risi nervosamente  e cercai in tutti i modi di non incrociare lo sguardo di Derek, che però spinse Matt di lato e si sedette al mio fianco, posando una mano sul mio ginocchio.

Ignorare Derek Hale? Impossibile.

Fortunatamente la bottiglia non indicò nessuno dei due nei prossimi turni, in compenso dovetti assistere alla scena di Jackson e Matt baciarsi con aria disgustata e le risate che cercai in tutti i modi di trattenere sfociarono dalla mia bocca quando sentii la risata di Derek che contagiò presto tutti quanti.
Finalmente Lydia dichiarò la fine del gioco e tutti quanti noi potemmo tirare un sospiro di sollievo.
-Noi andiamo a farci una passeggiata per il lungo mare. Venite?- domandò Scott al gruppo, tenendo per mano Allison.
Tutti quanti si alzarono, spolverandosi i vestiti dalla sabbia, per poi avviarsi insieme a loro. Tutti tranne me e Derek.
-Voi non venite?- domandò Scott.
-Amico, sono così pieno di marshmellows che non riuscirò a muovermi per un anno intero.- confessai in una mezza risata.
-Questo perché devi sempre esagerare. Tu che fai, Derek?-
-Rimango anch’io, vi raggiungiamo alle macchine.- rispose lui.
-D’accordo. Ci vediamo dopo.- ci salutarono Scott ed Allison, raggiungendo gli altri.

Vidi con la coda dell’occhio, Derek sdraiarsi sulla schiena, incrociando le braccia dietro la testa a mo di cuscino e dopo qualche secondo lo imitai, sdraiandomi al suo fianco.
-Tutto bene?- gli domandai titubante.
-Si.- rispose con voce meravigliata.-Perché questa domanda?-
-No, così. Potevi andare con Scott e gli altri…se volevi.-
-E lasciarti qui da solo?-
Alzai le spalle in risposta, non capendo per quale motivo si preoccupasse così tanto.
-Non ho mica tre anni, Der, so badare a me stesso.-
-Non ho detto questo.-
-E allora perché non vuoi lasciarmi da solo?-
-Perché…no. Non ti lascerei mai solo.- rispose lui, corrucciando le sopracciglia come se anche solo l’idea gli desse fastidio.
Sorrisi dolcemente e poggiai la testa al centro del suo petto, la mia spalla immediatamente coperta dal suo braccio.
-Era carina la nostra storia...eccetto la parte del rigonfiamento. Quella potevi risparmiartela.-
Sentii il suo petto vibrare e qualche secondo dopo mi ritrovai a sorridere nel sentire la sua risata cristallina.
-Dovevo renderti credibile, mi spiace.-
-Ah, quindi farmi avere un’erezione pubblica mi renderebbe credibile?!- esclamai indignato, sorridendo divertito.
-Qualsiasi cosa buffa ti renderebbe credibile.-
-Grazie,eh.-
Lo sentii ridere ancora e stringermi di più a sé.
-Mi piace il fatto che tu sia buffo.-
-A me no.-
-Perché? Le persone serie sono troppo pesanti…tipo Matt.-
-Si può sapere cos’hai contro Matt? Ogni volta che siete vicini ho questa brutta sensazione…ho paura che possiate ferirvi a vicenda.-
-Non ti preoccupare, non farò del male al tuo amoruccio.- commentò lui, la voce improvvisamente indurita.
-Guarda che non è della sua incolumità che mi preoccupo.- lo informai, sollevando la testa per poterlo guardare dritto negli occhi.
Ci guardammo per un lungo istante, finché il mio sguardo non cadde sulle sue labbra, ricordando ogni piccola sfumatura del nostro bacio.
E se l’avessi baciato in quel momento? Avrebbe ricambiato? In teoria avrebbe dovuto ricambiare ogni mio gesto, dato che lo pagavo per quello.
Eppure  avevo così paura che non ricambiasse…
-Stiles..-
-Si???- domandai speranzoso. Che avesse letto il mio pensiero?
-Ti vibrano i pantaloni.-
-Cos-? Oh!- esclamai, cacciando il telefono dalla tasca per poter leggere il messaggio appena arrivato.
-E’ Scott, dobbiamo raggiungerli alle macchine.- dissi in tono triste.
-Che c’è? Volevi rimanere qui fino al mattino?- domandò Derek in una risata, aiutandomi ad alzarmi.
-Beh, non sarebbe stata una brutta idea.-
-Ma sarebbe stata una brutta idea guidare verso casa senza aver dormito per tutta la notte.- ribatté Derek, prendendomi per mano.
Non sapevo perché, ma il fatto che mi avesse preso per mano nonostante non ci fossero i miei amici, mi rese quasi euforico.
-Cos’è quel sorriso?- domandò Derek.
-Quale sorriso? Nessun sorriso.- risposi immediatamente, voltando il viso dall’altra parte.
-Dai, non ti nascondere, sei così bello quando sorridi.-
-Der, risparmiati questi complimenti zuccherosi.-
-Perché? Lo so che ti piacciono.-
-No, non mi piacciono.-
-Oh si.-
-Derek!- esclamai esasperato, spingendolo lontano da me.
Lui saltellò su una gamba in cerca di equilibrio ed io non riuscii a trattenermi dallo spingerlo più forte per farlo cadere. Ciò che non calcolai fu la possibilità che si arpionasse alla mia maglietta, trascinandomi giù con sé.
Perché fu proprio quello che accadde, ed io mi ritrovai pressato sul suo corpo, a ridere come un idiota.
Continuai a ridere anche quando lui mi prese il viso tra le mani, sorridendo divertito per poi togliermi con i pollici un po’ di sabbia che si era appiccicata contro le mie guance.
Feci la stessa cosa, strofinando i pollici contro la sua barba cosparsa di granelli di sabbia e non mi accorsi nemmeno di quanto stessi avvicinando la bocca alla sua.
Non mi accorsi che ci stavamo baciando finché non sentii la sua lingua contro la mia e mi ritrovai a riassaporare le sue labbra e la sua bocca.
-Eccoli lì! Te l’ho detto che stavano facendo sesso sulla spiaggia!- la voce eccitata di Erica l’avrebbe sentita chiunque, tanto che era acuta.
-Hey, voi due! No, dico..vi sembra il caso?!- domandò Lydia a braccia incrociate, venendo tradita da un piccolo sorriso divertito.
-Non stavamo facendo niente di male. Lui era caduto e…-
-E tu lo stavi aiutando ad alzarsi usando la tua lingua?- finì la frase la rossa.
Stranamente non riuscii a ribattere, non avevo nessuna scusa per il bacio…
-Dai, torniamo alle macchine, Scott si stava preoccupando.- disse Erica, incamminandosi insieme a Lydia.
Voltai lo sguardo verso Derek e mi alzai solo quando ricevetti un sorriso da parte sua.
Almeno avevo avuto la prova che, se mai l’avessi baciato di mia spontanea volontà, lui non mi avrebbe respinto.
Camminammo mano nella mano fino alle macchine, dopodiché fummo scortati nella casa degli Argent dal mio migliore amico, ed io mi ritrovai a ringraziare il Signore di non essere dovuto tornare insieme al mio ex.


Rientrati in casa, diedi la buonanotte ai miei amici e salii al piano di sopra, buttandomi esausto sul letto.
-Non dirmi che sei stanco.- domandò Derek con aria divertita.
-Tanto stanco.-
-Ma se hai dormito prima di cena e anche durante il viaggio di ritorno? Ed hai anche risbavato sulla mia maglietta.- disse Derek, sdraiandosi al mio fianco, sistemando meglio le coperte sulle mie spalle.
-Diciamo che mi stanco facilmente e mi dispiace di sbavarti sempre sulle maglie, non lo faccio apposta.-
-Ci mancherebbe.-
-Prendili come un marchio.-
-Un marchio di bava?- domandò lui ridendo.
-Si, non dovresti sottovalutare le sbavature sulle tue maglie. Sono il marchio Stilinski, e tutti quelli che lo vedranno capiranno a chi appartieni.-
-Molto romantico.-
-Mh-mh.- mormorai sbadigliando.
Derek si sistemò sotto le coperte e spense la luce del comodino, circondandoci dal buio.
-Buonanotte.- mormorai, avvicinandomi alla cieca al suo viso, donandogli un bacio a stampo sulle labbra.

MA CHE CAVOLO STAVO FACENDO?! ERA SICURAMENTE A CAUSA DELLA STANCHEZZA.

Mi voltai immediatamente dall’altra parte, dandogli le spalle, il cuore che batteva a mille ed il viso in fiamme.
-Notte.- sussurrò lui dopo un po’.

Se solo mi abbracciasse…

E nuovamente Derek dimostrò di poter leggere la mia mente dato che, qualche istante dopo, sentii il materasso muoversi ed il suo abbraccio avvolgermi un fianco, la sua mano adagiata sopra la mia.

E se Derek Hale riusciva a leggermi il pensiero…sperai con tutto il cuore che riuscisse a leggere anche questo:

RESTA CON ME PER SEMPRE.






SEMBRAVA IMPOSSIBILE, MA CE L’HO FATTA!!
SCUOLA DI M***A! NON AVETE IDEA DI QUANTO MI STIA UCCIDENDO T_T
MA NON PREOCCUPATEVI, VIVA O MORTA, CONTINUERO’ QUESTA STORIA, FOSSE L’ULTIMA COSA CHE FACCIO.
PERCHE’ SONO COSI’ DETERMINATA? PER VIA DELLE VOSTRE BELLISSIME RECENSIONI! VI ADORO OGNI GIORNO DI PIU’! *-*
DAVVERO, NON SO COME RINGRAZIARVI! <3
SPERO CHE ANCHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO, A DIR LA VERITA’ AVREI VOLUTO FARLO PIU’ LUNGO MA, AHIME’, TEMO CHE SE DECIDESSI DI ALLUNGARLO, NON LO PUBBLICHEREI PIU’ xD
ASPETTERO’ CON ANSIA I VOSTRI PARERI :)

P.S. UNA RAGAZZA MI AVEVA CHIESTO DI METTERE UNA FOTO DI MATT, BEH, IO LO IMMAGINO COME MICHAEL TREVINO (CHE RECITA LA PARTE DI “TYLER” IN THE VAMPIRE DIARIES, CHI LO VEDE ALLORA SA DI CHI STO PARLANDO), E’ UN BEL RAGAZZO MA NON SUPERA LA BELLEZZA DI TYLER H. ( COSA ALQUANTO IMPOSSIBILE).
VOI SIETE LIBERI DI IMMAGINARLO COME ME OPPURE SEGUIRE LA VOSTRA IMMAGINAZIONE, VA BENE IN OGNI CASO! (:




 

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Capitolo 4
*** I belong to you, You belong to me. ***


I BELONG TO YOU, YOU BELONG TO ME <3.

Quando mi svegliai il mattino seguente, Derek non era con me.
Perché Derek non era con me?!?
Rotolai verso il suo lato del letto ( perfetto, adesso avevamo anche i “nostri lati del letto”) ed affondai il viso contro il suo cuscino, inebriandomi del suo profumo. 
Mi vergognai al massimo per quel gesto così stupido e disperato, ma davvero non riuscii a fermarmi, non ero mai stato un tipo molto attento al profumo di una persona, ma da quando ho conosciuto Derek…beh, diciamo che mi sono ritrovato più volte ad inspirare di nascosto il suo profumo, era così…buono e virile.

Che pensiero gay.

Sobbalzai nel sentire la porta del bagno aprirsi e mi affrettai a chiudere gli occhi, dovevo fingere di dormire o Derek avrebbe trovato strano il fatto che mi trovassi nel suo lato.
Sentii i suoi passi per la stanza e la cerniera della sua valigia essere aperta e, quando aprii un occhio per poter sbirciare senza che se ne accorgesse….


Per poco non mi venne un infarto.

Derek era tutto bagnato (e non era l’unico), indossava il suo accappatoio blu attaccato a casaccio sul davanti, il suo torace ed i suoi addominali completamente in bella vista e…OH MERDA.

Oh santissima merda!
Derek si era appena slacciato l’accappatoio e si era piegato per prendere i vestiti dalla valigia, ignaro di quanto mi stesse uccidendo con il suo…carissimo corpo.
Chiusi forte gli occhi e inspirai piano, imponendo al mio corpo e al mio cuore di darsi una regolata o sarei morto (e venuto) davanti al mio finto fidanzato..nel suo lato del letto.

-Stiles, hey.- sentii Derek chiamarmi, la sua voce morbida quanto la carezza che mi stava donando sulla guancia.

Derek, vai via! Non vedi che sto cercando di non fare pensieri sconci su di te?!

Mugugnai infastidito, fingendomi addormentato, e mi voltai dall’altra parte per fargli capire che doveva lasciarmi stare.

-Stiles..-

Ma, ovviamente, Derek non demorse e continuò a scuotermi per potermi “svegliare”.

-Cosa vuoi?- domandai strofinandomi gli occhi, cercando di sembrare più assonnato possibile.
Derek era in ginocchio sul letto, indossava solo i jeans, i suoi addominali ancora in bella vista.
-Scusa, non volevo svegliarti..-
-Ah no?- domandai scetticamente.
-E’ solo che ti ho sentito respirare pesantemente e…-

Oh porco cazzo.

-E pensavo stessi avendo un incubo.-

Cacciai un sospiro di sollievo e cercai in tutti i modi di non farmi intenerire dalle sue premure e dal suo sguardo preoccupato.

Lui era malvagio.

Ed anche i suoi addominali lo erano.

-In effetti stavo…facendo un sogno strano.- mentii, alzandomi dal letto per potermi allontanare il più possibile dai suoi muscoli e dal suo viso angelico.
-Cosa stavi sognando?- mi domandò lui, seguendomi in bagno.

Perché mi stava seguendo in bagno?! Il bagno era un luogo privato! Ed era il luogo in cui avevo intenzione di rifugiarmi finché non mi fossi calmato del tutto.

-Non lo ricordo più.- mentii ancora, prendendo lo spazzolino ed il dentifricio dal mobiletto.
-Scusa, ma se non lo ricordi più come fai a dire che era un sogno strano?- domandò Derek, appoggiandosi allo stipite della porta.
Perfetto, e adesso?!

Alzai le spalle ed iniziai a spazzolarmi i denti così da non poter rispondere.
Mi spazzolai per cinque minuti buoni e Derek non si mosse dalla sua posizione, i suoi occhi fissi su di me.
Sul serio? Non aveva niente di meglio da fare che guardare me mentre mi lavavo i denti?!
Iniziai a sbuffare dal naso e a guardarlo storto per trasmettergli tutta la mia frustrazione. Poteva almeno mettersi una cavolo di maglietta?! Mi stavo stancando fisicamente nel cercare di guardargli la faccia e non quei dannatissimi, marcatissimi, bellissimi, sensualissimi, durissimi…
-Hai finito di guardare i miei addominali?- domandò Derek con un sorrisetto divertito.
-Non fo fuafanfo fienfe.- risposi con ancora lo spazzolino in bocca.
-Cosa?-
-Non fi fafo fuafanfo.-
-Certo…qualunque cosa tu abbia detto.- rispose Derek, ponendosi al mio  fianco per potersi bagnare le mani ed alzarsi i capelli.
-Faffene! F’ero frifa io!- mi lagnai, spingendolo di lato.
-Ti stai lavando i denti da più di dieci minuti, Stiles.-
-Non mi infereffa.-
-Beh, “infereffa” a me,  il bagno non è solo tuo. È nostro.-
C’era per forza bisogno di marcare l’ultima parola?! Già era troppo che condividevo il letto con lui.
Mi sciacquai velocemente la bocca e cercai l’asciugamano per potermi asciugare…
Asciugamano che aveva preso Derek.
-Derek, sul serio? Dammelo.- ordinai con tono duro, rivolgendo verso l’alto il palmo della mano.
-Darti cosa?- domandò in un sorriso malizioso.
-L’asciugamano.- risposi a denti stretti.
-Ah, pensavo altro.-
-A differenza di altri tuo clienti, io non ti chiederò mai…quello.- ringhiai strappandogli l’asciugamano dalle mani.
-E cosa ti fa pensare che io accetti di fare sesso con i miei clienti?- domandò Derek, ponendosi dietro di me.

Fin troppo vicino.

Sollevai lo sguardo e guardai il nostro riflesso nello specchio…anche lui mi stava guardando attraverso esso ed io cercai in tutti i modi di non fargli capire quanto mi stesse agitando. Riuscivo a percepire il suo respiro contro il mio collo e se avessi mosso il bacino di un solo millimetro…probabilmente avrei sentito il cavallo dei suoi jeans contro il mio sedere e la cosa non avrebbe dovuto eccitarmi. NO. Non avrebbe dovuto.

-Per favore, per i soldi faresti di tutto.- sbuffai, distogliendo lo sguardo dal suo.
-Non sono interessato ai soldi.-
-Certo.-
-Non mi mancano,Stiles. Ero un avvocato, ne ho quanti ne vuoi.-
Sollevai di scatto la testa e lo guardai meravigliato.-Eri davvero un avvocato?!- domandai scioccato.
-Certo.-
-Ed anche un istruttore di basket?-
-Si.-
-Ma…allora…perché…- balbettai voltandomi verso di lui che posizionò le mani ai lati dei miei fianchi, poggiandole sul bordo del lavandino, intrappolandomi tra le sue braccia.
-Perché ho scelto di fare questo lavoro? Beh, diciamo che ho avuto una brutta…esperienza…con un mio collega che mi ha fatto licenziare per vendicarsi e facendo solo l’istruttore di basket non mi sentivo realizzato. Volevo fare un lavoro che mi permettesse di spostarmi, di vedere nuovi posti, conoscere nuova gente e, cercando su internet, trovai questo sito e mi iscrissi, facendo subito gran successo.-
Lo guardai con un sopracciglio alzato, massaggiandomi il mento con una mano. C’era qualcosa che non quadrava in quella storia.
-Per “brutta esperienza”…intendi una delusione amorosa?- domandai, scorgendo un guizzo impercettibile delle sue sopracciglia.
Qualcosa mi diceva che avevo fatto centro.
-Cosa te lo fa pensare?- domandò con voce leggermente incrinata.
-Beh, diciamo che ci sono arrivato quando hai menzionato al fatto di voler viaggiare e di voler vedere nuovi posti e conoscere nuove persone…è la stessa cosa che volevo fare io quando Matt mi lasciò.-
-Che fidanzato intelligente che ho.- mi prese in giro, scompigliandomi i capelli per poi dirigersi verso la porta.
-Cosa gli hai fatto per farti licenziare?- domandai titubante.
-Certo…tu pensi sia stato io lo stronzo. Vero?- domandò lui in una risata amara.
-N-non volevo dire questo..-
-Ah no?- domandò lui scetticamente, guardandomi arrabbiato.
-E’…solo che..visto come se tu…io…- balbettai cercando di trovare le parole giuste.
-Cosa ne puoi sapere di come sono fatto? Semplicemente pensi che sia stato io lo stronzo perché è sempre così, le persone mi vedono e pensano: “uh, è di sicuro lui lo stronzo tra i due”. Beh, fidati, non è così. Pensavo non fossi uno di quei tipi che si ferma solo alle apparenze ma evidentemente mi sbagliavo.- praticamente ringhiò prima di uscire dal bagno.

Rimasi per qualche minuto immobile sul posto, gli occhi spalancati e la bocca che si apriva e si chiudeva ad intermittenza, cercando di riprendere fiato. Era la prima volta che vedevo Derek così arrabbiato e la cosa peggiore era che aveva frainteso tutto! Non volevo assolutamente dire che lui fosse stato lo stronzo, non l’avevo pensato nemmeno per un secondo!
Sussultai nel sentire la porta della camera essere chiusa e mi affacciai dal bagno:
-Derek?- lo chiamai, ma la stanza era vuota.
Dovevo assolutamente chiarire, non volevo fosse arrabbiato con me.
Mi preparai velocemente e mi precipitai fuori dalla camera, scendendo le scale così velocemente che per poco non inciampai addosso a Scott che mi afferrò giusto in tempo.
-Hey, amico! Sembra tu stia perdendo il treno!- esclamò in una mezza risata.
No, stavo solo per perdere il mio fidan..il mio finto fidanzato.
-Hai visto Derek?- domandai, ansimando per la corsa.
-Non riesci proprio a stare senza di lui,eh?- mi prese in giro, Scott, dandomi delle gomitate giocose.
-Scott.-
-D’accordo, si, l’ho visto. Stava aiutando le damigelle a portare le loro valigie nelle camere, si trasferiscono anche loro qui.-
-Le damigelle?!- ringhiai stringendo i pugni.
-…Si…perché quella faccia?- domandò Scott indietreggiando per la paura.
-Perché quelle troie ci proveranno con lui!- esclamai incamminandomi verso il salone. Lo sguardo omicida.
-Sei davvero geloso di quelle? Dai, Stiles.- provò a calmarmi Scott, seguendomi per evitare che uccidessi qualcuno.
-Sono geloso di chiunque gli si avvicini,Scott.-


Sapete qual è la cosa bella? Che non stavo affatto recitando. 


-Wow, non ti avevo mai visto così possessivo…nemmeno con Matt.-
-Derek non è Matt.-

Avevo davvero detto una cosa del genere? Wow, dovevo essere proprio fuori di me.

Giunti nel salone, mi affrettai a cercare Derek e lo trovai qualche istante dopo, stava reggendo due valigie e le damigelle gli erano tutte intorno, starnazzando come papere impaperate, alcune di loro gli stavano addirittura tastando i bicipiti! Eh no! Questo era troppo!


Mi avvicinai “al pollaio” giusto in tempo per riuscire a sentire una di loro esclamare:
-Oddio, come fai ad avere un fisico del genere? Devi fare molto esercizio fisico!-
Le spinsi da parte con (molta) poca delicatezza e mi parai davanti al mio ragazzo, guardando ognuna di loro nel modo più truce possibile.
-Si, in effetti fa molto esercizio fisico…nel letto…CON ME.-
-Stiles, cosa..?- domandò Derek confuso.
Vidi le damigelle guardarmi con aria schifata ed io ne approfittai per attaccarle ancora.
-Perché, sapete, lui è il MIO fidanzato…il che significa che è GAY. G-A-Y. Conoscete questa parola? O devo fargli indossare una maglia con un unicorno sopra?!-
-D’accordo, abbiamo capito. Non c’è bisogno di perdere le staffe.- sbuffò una di loro prima di darmi le spalle ed andarsene, subito seguita dalle altre.
-Che spreco.- fu il commento abbattuto dell’ultima rimasta, prima che se ne andasse anche lei.
Non appena rimanemmo da soli, rilassai i muscoli e presi un respiro profondo, non mi ero nemmeno reso conto di quanto fossi teso. Mi voltai verso Derek che adesso aveva le mani libere, avendo poggiato le valigie a terra, e mi stava guardando a braccia conserte e con un sopracciglio alzato.
-Possiamo parlare?- domandai titubante, sentendomi piccolo dinnanzi alla sua figura imponente.
-Non abbiamo niente di cui parlare, in più devo portare le valigie nelle camere delle damigelle e-
-Sei un’idiota.-
-Scusami?- domandò scioccato, il viso contratto dalla rabbia.
Mi avvicinai maggiormente a lui, incrociando le braccia a mia volta, potevo giocare anch’io la parte del duro, non era poi così difficile.
-Sei un’idiota.- ripetei.
-Ok.- disse lui sorpassandomi, ma io lo afferrai per un polso e lo tirai nuovamente verso di me.
-Sei un’idiota perché non hai capito un cazzo di quello che volevo dirti prima.- parlai nuovamente, attirando la sua attenzione.-Non mi è mai passato per la mente che sia stato tu lo stronzo, davvero.-
-Allora perché mi hai chiesto cosa gli avessi fatto per farmi licenziare?- domandò Derek stringendo la mascella.
-Perché non riuscivo a concepire come qualcuno potesse comportarsi da stronzo con te. Voglio dire…dovrebbe tenerti stretto, non mandarti via.-
Vidi gli occhi di Derek spalancarsi e le sue braccia (fino a quel momento conserte) cadere lungo i fianchi. Era stupito dalla mia risposta e la cosa mi dispiacque parecchio, meritava di sentirsi dire quelle parole più spesso.
-Lo pensi davvero?- domandò con un piccolo sorriso.
-Certo. Oddio, sei irritante al massimo…però…si, ne vali la pena.- sbuffai in una mezza risata.
Lo vidi ridacchiare di rimando ed io mi sentii immediatamente più leggero, non esisteva cosa più brutta del litigare con il proprio raga…finto fidanzato.

-Hey piccioncini, andiamo?- domandò Jackson, passando accanto a noi.
-Dove?- domandai confuso.
-Andiamo a fare un picnic nel parco di Beacon Hills, Allison mi ha detto che è bellissimo.- rispose Derek.
-Aspetta…come mai tu sai il programma ed io no?- domandai scioccato.
-Evidentemente i tuoi amici avranno pensato che avvisando me, automaticamente avvisavano te.-
-Cos-?! No. Mi rifiuto! Non possono considerarci come un’unica persona!-
-Siamo fidanzati, in teoria dovremmo esserlo.-
-Ma taci.- sbuffai lasciandomi sfuggire un sorriso.
Lui sorrise di rimando ed iniziò ad incamminarsi verso l’entrata dove si stavano radunando tutti per poter organizzare i passaggi.
-Sei ancora arrabbiato con me?- domandai a Derek, aumentando il passo per potergli stare accanto.
-No.- rispose immediatamente.
-…allora…allora perché non mi hai ancora dato un bacio?-

Non potevo credere di aver appena detto una cosa del genere. Avevo addirittura messo su un broncio che avrebbe fatto invidia a qualsiasi bambino.
E la cosa più strana e bella fu che Derek davvero si fermò per potermi stampare un dolce bacio sulle labbra. 

-Gesù, ma state sempre a baciarvi?!- sbuffò una Lydia alquanto impaziente.

“Vorrei vedere te al posto mio.” Era quello che avrei voluto dirle, ma mi limitai ad un’alzata di spalle.
-Allora, chi avrà l’onore di salire sulla mia bambina?- domandai entusiasta, strofinandomi le mani.
-Non dirmi che hai intenzione di prendere la tua macchina.- mi supplicò Derek.
-Certo, qualcosa in contrario?- domandai arrabbiato.
-No.- fu la risposta fin troppo innocente di Derek.
-Ah, ecco. Altrimenti te la facevi a piedi, amore.- dissi a denti stretti, sistemandogli la giacca.
-Mai dire qualcosa sulla sua “bambina” , una volta davvero mi rimase a piedi.- disse qualcuno alle mie spalle.

Matt.

Osservai il modo in cui Derek lo guardò e la cosa non mi piacque per niente, non mi piaceva vederlo così teso ed arrabbiato. Ma perché faceva così?
-Dicesti che era un bidone con le ruote, dovresti ringraziarmi per averti lasciato a piedi solo per quella volta.- gli dissi, voltandomi verso di lui.
-Te lo ricordi.- sussurrò Matt con un sorriso.


Certo che me lo ricordavo. Ricordavo qualsiasi cosa riguardasse noi due.
-Eccomi! Scusate se vi ho fatto aspettare.- ansimò Isaac appena sceso dal piano di sopra.
Vidi Matt sorridergli dolcemente e dargli un piccolo bacio sulla bocca e fui costretto a distogliere lo sguardo, c’erano momenti in cui faceva ancora male vederli insieme.
-Che ne dici di accompagnare Danny ed Ethan?- mi domandò Derek, abbracciandomi da dietro.

Meno male che c’era lui.

-Danny non accetterà mai di salire sulla mia Jeep.- dissi con una smorfia.
-Perché?- domandò Derek.
-Diciamo che non ha proprio dei bei ricordi della mia macchina…-
-E qualcosa mi dice che tu c’entri qualcosa.- disse Derek con un sorriso divertito.
-Non puoi saperlo.- dissi ricambiando il suo sorriso.
-Possiamo venire noi con voi…se non è un problema.- disse Isaac.

Oh no.

Vidi Matt grattarsi il mento, un gesto che di solito faceva quando era nervoso ed io mi sentivo esattamente come lui. Non volevo dare un passaggio al mio ex e al suo fidanzato, avrebbe fatto troppo male.
Mi voltai verso Derek nell’esatto momento in cui lui si voltò verso di me, non sembrava per niente entusiasta dell’idea ed avrei sicuramente detto di no…se Isaac non mi avesse guardato con quell’aria imbarazzata di chi si è appena accorto di aver detto una cosa sbagliata.
-Certo.- risposi quindi, ignorando lo sguardo scioccato del mio ex e del mio finto fidanzato.

***

Okay, eravamo partiti…da quanto? Dieci minuti?

E già non ne potevo più.

Ma perché avevo accettato? Perché non riuscivo ad essere cattivo nemmeno con l’attuale fidanzato del mio ex?!
Il silenzio era forse una delle cose che odiavo in assoluto, era un mio acerrimo nemico sin da quando ero piccolo. Il silenzio mi faceva pensare…e quando iniziavo a pensare non finiva mai bene.

Vidi Derek azionare lo stereo con tranquillità, come se fosse un gesto quotidiano, e lo ringraziai mentalmente per aver riempito(almeno in parte) la macchina di suoni.
Il caso volle che nella stazione radio che Derek rimase, mandarono “Thousand Miles” ed io mi ritrovai a saltellare felice sul sedile.
-Non è possibile, questa canzone è ovunque!- sbuffò Derek, lasciando però la canzone.
-Perché è bellissimissima e tutti meritano di sentirla almeno una volta al giorno.- risposi io, battendo a tempo le mani sul volante.
-Ecco perché sta aumentando il numero di suicidi.-


Non potevo crederci…Matt aveva appena riso ad una battuta di Derek.

Persino Derek parve meravigliarsi di quel gesto ed io sorrisi contento, mi piaceva vedere quei due andare d’accordo.
Ma ovviamente il momento durò poco, dato che Matt si sforzò di tornare serio, guardando fuori dalla finestra.
-Oddio, come sei spiritoso! Guarda come sto ridendo!- esclamai ironicamente, non accennando nemmeno ad un sorriso.

Però dovevo ammettere che era carina la battuta…

Derek allora mi pizzicò un fianco ed io sobbalzai urlando come una ragazzina.
-Derek! Sto guidando!- lo ammonii, ma lui continuò a farmi il solletico.
-Hey, non voglio morire in questa macchina.- sbuffò Matt, visibilmente irritato.

Possibile che fosse…geloso?
Pff! Come no!

Bloccai la mano di Derek e la premetti sul cambio marce, rimanendo la mia mano sulla sua. Stranamente Derek parve calmarsi e si rilassò sul sedile, lasciandomi guidare in pace.
Nemmeno mi resi conto di aver iniziato a carezzargli il dorso della mano con il pollice, era un gesto del tutto naturale, era come se non dovessi nemmeno sforzarmi di recitare, perché semplicemente non lo facevo.
E fu proprio in quel momento che mi accorsi di una cosa che mi sconvolse letteralmente:

Quando ero con Derek ,io non recitavo. Ero semplicemente me stesso.

Sentii improvvisamente il mio stomaco contorcersi, provocandomi un fastidio piacevole, era come se tutto sembrasse più bello, più intenso…più vero.
Cosa mi stava succedendo? Cos’era quella sensazione? Non mi ero mai sentito così felice e spaventato nello stesso momento e la cosa mi innervosì parecchio.
Mi voltai lentamente verso Derek che scelse proprio quel momento per leccarsi le labbra, ignaro di quanto quel gesto avesse acceso in me un desiderio persistente di consumargliele a morsi e a baci, e non solo quello.
Mi ritrovai a desiderare interamente Derek, volevo tutto di lui, e non solo per una stupida settimana. Lo volevo per sempre.

Cosa cavolo stavo pensando?! Lui era il mio finto fidanzato! Stava con me solo per soldi e una volta finita la settimana se ne sarebbe tornato a New York e non l’avrei rivisto mai più.

Sapevo cosa stava succedendo. Mi stavo rinnamorando…lo stavo facendo pur sapendo come sarebbe andata a finire e la cosa mi mandava in bestia. Perché dovevo innamorarmi sempre della persona sbagliata?! Perché dovevo essere sempre l’unico che ne usciva con il cuore in mille pezzi?! Non era giusto. Non lo meritavo.
Com’era potuto accadere? Come avevo potuto innamorarmi di Derek in così poco tempo? Stavo sicuramente esagerando. Era senz’ombra di dubbio il ragazzo più bello che avessi mai visto ed era di un fascino e di una sensualità disarmante, ma discutevamo quasi sempre su tutto e….no, non potevamo funzionare insieme.

-Stiles!- esclamò Derek, girando il volante giusto in tempo, evitando così di farci scontrare contro una macchina.
Sbattei velocemente le palpebre, disincantandomi, e mi affrettai ad accostare la macchina…ormai eravamo anche arrivati al parco.
-Stai bene?- mi domandò Derek, poggiando una mano sul mio ginocchio.

No.

-S-sì. Scusatemi.- sussurrai passandomi una mano tra i capelli.
-Ci hai quasi ammazzato, Stiles.- disse Matt in tono secco.
-Mi dispiace..- sussurrai ancora.
-Non fa niente, l’importante è che non si è fatto male nessuno.- provò Derek, ma fu interrotto dalla risata di Matt.
-Certo, non fa niente. In fondo che c’è di male nel non guardare la strada, rischiando di uccidere i tuoi amici, per poter guardare il tuo fidanzato?!- quasi ringhiò Matt.
-Senti, ma qual è il tuo problema?!- domandò Derek, voltandosi verso di lui.
-Sei tu il mio problema.-
-Okay, volete piantarla?!- prese parola per la prima volta, Isaac.-Siete peggio di due bambini!-
-Matt ha ragione.- dissi io, non guardando volutamente Derek perché sapevo esattamente come mi stesse guardando.- Ho rischiato di farvi ammazzare e mi dispiace tantissimo, al ritorno guiderà Derek così da non rischiare più.- fu tutto ciò che dissi prima di scendere dalla macchina e chiuderla quando furono scesi anche gli altri.
Iniziammo ad incamminarci per uno dei tanti sentieri, Isaac e Matt si trovavano davanti a noi e stavano bisbigliando fortemente tra di loro, dall’espressione di Isaac capii che lo stesse rimproverando.
Derek stava camminando al mio fianco ma a differenza delle altre volte, non mi stava tenendo per mano, preferendo nascondere le sue dentro le tasche del cappotto.
-Sei arrabbiato con me?- domandai debolmente, guardandomi le punte delle scarpe.
-Perché gli hai dato ragione?- domandò lui dopo aver preso un profondo respiro.
-Perché aveva ragione.-
-Stiles, non dovevi scusarti. Non l’hai fatto apposta!-
-Che l’abbia voluto o no, comunque non dovevo permettermi di distrarmi.-
-Poteva succedere a tutti e Matt si è soltanto sfogato con te perché è geloso di noi.-
-Ma che stai dicendo?!- domandai esasperato.- Matt non è geloso di noi, lui sta con Isaac.-
-Certo, continua pure a vedere solo quello che vuoi vedere.-
-Sei tu quello che vede cose che non ci stanno, Derek. Matt non prova più niente per me, sono già confuso di mio, non ti ci mettere anche tu.- lo supplicai.
-Ommioddio, sei addirittura confuso a causa sua?- domandò lui in una risata esasperata.

No, lo sono a causa tua. Stronzo.

-Sai cosa? Lascia stare.- sbuffai aumentando il passo così da porre un po’ di distanza tra noi.
Ma non passarono nemmeno un paio di minuti che Derek aumentò a sua volta il passo, riavvicinandosi a me.
-No, vuoi sapere tu una cosa? Io non lascio stare.-
-Come?- domandai confuso.
-Voglio cercare di capirti,Stiles, per quanto possa essere difficile. Voglio aiutarti a non ricascare nella trappola che ti sta tendendo il tuo ex.-
-Oh Dio, sei proprio andato fuori di testa.- sbuffai, allontanandomi nuovamente.
-E’ ancora innamorato di te, Stiles.-
-Certo.-
-Poi mi darai ragione.-
-Convinto.-
-Ma non preoccuparti, ci sarò io a ricordargli a chi realmente appartieni.-

Ok, questo era interessante.

-E a chi apparterrei?- domandai con un sopracciglio alzato, sollevando un angolo della bocca.
Lui mi guardò intensamente prima di togliere la mano dalla tasca ed intrecciarla alla mia.
-A me.-

Due parole ed ero a Gelatinandia.



************************



Una volta raggiunto gli altri, nessuno di noi raccontò del quasi incidente,  ed io mi ritrovai (ancora non so come) nuovamente seduto tra le gambe divaricate di Derek, ormai i miei amici non mi lasciavano più un posto, sapendo che tanto mi sarei seduto lì.
Parlammo del più e del meno mentre mangiavamo i deliziosi tramezzini preparati dalle delicatissime mani di Allison ed io mi presi il lusso di rilassarmi completamente contro il petto di Derek che non sembrò per niente disturbato dalla mia vicinanza, anzi, poggiò addirittura una mano sulla mia pancia, carezzandola da sopra la maglia.

-Fagli fare anche il ruttino, mi raccomando.- ci prese in giro Jackson.
-Jackson, lo so che siamo adorabili ma, ti prego, smettila di shipparci!- lo presi in giro io, dandogli un calcio giocoso sulla gamba.
-Io non vi shippo.-
-Allora perché ci guardi sempre?- domandò Derek.
-Lo stavo per chiedere io!- esclamai ridendo, sollevando la testa per poter guardare Derek che mi sorrise di rimando.
-Perché siete seduti davanti a me?- domandò Jackson.
-Certo, bella scusa.- borbottai, posando lo sguardo su Matt ed Isaac che si trovavano dall’altra parte del grande telo che avevamo steso sul prato.
Isaac mi sorrise rassicurante mentre Matt distolse lo sguardo e deglutì piano, sembrava a metà tra l’arrabbiato e il dispiaciuto ma cercai di non dargli troppo peso, preferendo concentrarmi sulla voce di Derek, l’unica in grado di calmarmi.
-Scusate ma devo chiederlo.- disse Scott, alzando le mani in aria.-Chi è l’attivo e chi è il passivo?-
La sorte volle che il mio migliore amico facesse quell’imbarazzantissima domanda proprio nel momento in cui avevo deciso di bere un po’ d’acqua.
Risultato? Uno Stiles tossicante ed un Jackson bagnato e disgustato.

-Scott! Ma ti sembrano domande da fare?!- urlai scandalizzato.
-Se lo stanno chiedendo tutti, io faccio solo da portavoce.- si giustificò lui.
-La mia attività sessuale non deve interessarvi.-
-Sempre che tu ne abbia una..- sussurrò Boyd, facendo ridere Erica.
-Oh non preoccuparti, Boyd, faccio sicuramente più sesso di te.-


Cavolo, stavo diventando proprio bravo a mentire.

-Davvero? E allora come mai sei sempre così…nervoso e insoddisfatto?-  domandò questi, guardandomi interessato.
-Non sono insoddisfatto.-
-Però lo sembri.-
-Io…è solo che..- balbettai cercando qualcosa da dire.- E’ solo che non ne ho mai abbastanza.-

Questa volta fu il turno di Derek di strozzarsi con l’acqua, forse perché l’avevo fatto ridere.

STRONZO.

-E ci credo, con un fidanzato così.- sospirò Lydia, ricevendo una gomitata da Jackson.
-Davvero…fossi in te lo legherei al letto e non gli darei nemmeno cinque minuti di pausa.- le diede corda, Erica, guardando Derek e mordendosi le labbra.

Magari potessi farlo…

-E’ quello che fa.- disse Derek.
-COSA?!- esclamai io, guardandolo scioccato.-Non è vero, non credetegli.- supplicai i miei amici che già stavano ridendo.
-Davvero?!- domandò Erica tra le risate.
-Non mi lega al letto, però diciamo che non mi da nemmeno cinque minuti di pausa.- disse Derek, annuendo alle sue parole.
-Davvero? Eppure non facevo Stiles così…- parlò Lydia, muovendo le mani in aria, cercando la parola giusta da usare.
-Voglioso?- provai io.
-Si. Voglio dire…davvero non gli dai nemmeno cinque minuti?- domandò  la rossa cercando di trattenere le risate.
-No, lui mi sfinisce letteralmente, non è mai sazio.- rispose al posto mio, Derek, ed io iniziai a sbuffare dal naso.

Lui si accorse del mio nervosismo ed avvicinò la bocca al mio orecchio e vi sussurrò con voce roca:
-Ti sto facendo fare bella figura, rilassati.-
-Bella figura?! Mi stai facendo passare per un ninfomane.- sussurrai a mia volta, guardandolo truce.
-Oh beh, Stiles, ti faccio i miei complimenti. Jackson al massimo riesce a trovare le forze per un secondo round..- fu il commento di Lydia.
-Eh già, a quanto pare hai del talento per arrivare a sfinire uno come Derek.- disse Erica, sorridendo maliziosa.
-Visto?- sussurrò Derek dopo questi complimenti.

Quanto odiavo dargli ragione.

-Si ma chi è l’attivo e chi è il passivo?- domandò Jackson.
-Andiamo, secondo voi chi può mai essere l’attivo?- domandai fieramente, pronto a ricevere altri complimenti.
-Derek.- fu però la risposta che diedero all’unisono i miei amici.
-Cosa?! Alzi la mano chi pensa che io sia il passivo!- esclamai scioccato.
Un ringhio di pura frustrazione uscì dalla mia bocca quando vidi TUTTI i miei amici alzare la mano. Non avevano nessun dubbio…ero io il passivo.
-Beh..io…a volte faccio l’attivo.- borbottai incrociando le braccia al petto.
I miei amici allora iniziarono a ridere come se avessi appena detto la battuta più divertente del mondo e questo mi fece soltanto imbronciare di più.
-Ci crederò solo quando lo vedrò!- esclamò Jackson tra le risate.
Derek rise insieme a loro e mi abbracciò più forte per cercare di farmi togliere il broncio che io continuai ad avere…finché non mi baciò.
Fu un bacio improvviso, simile al primo che mi diede davanti ad Allison, uno di quelli che non ti aspetti, che ti lasciano senza fiato e con il cuore a mille.
Dovevo seriamente trovare una soluzione ai baci improvvisi o sarei morto d’infarto da un momento all’altro.
-Allora, chi di voi schiappe è pronto a perdere a pallavolo?- domandò Matt, interrompendo il nostro bacio.

Vidi Derek alzare lo sguardo verso di lui che lo stava guardando con aria di sfida.

Oh no…

-Derek, no.- lo supplicai a bassa voce, ma era troppo tardi.
-Io.- disse, infatti, qualche secondo più tardi, alzandosi dal telo.
Il sorriso che gli regalò Matt fu forse una delle cose più spaventose che abbia mai visto in vita mia e mi ritrovai seriamente ad avere paura per il mio finto fidanzato.
-Bene, dato che siamo stati i primi a farci avanti, io e Derek saremo i capitani delle squadre.- disse Matt, prendendo la palla dallo zaino.
-Bene, scelgo..- iniziò Derek, posando lo sguardo su di me che scossi fortemente la testa.-..Danny.- disse poi, battendo il cinque al mio amico che lo raggiunse nella sua parte di campo.
-Io scelgo Stiles.- disse senz’alcuna esitazione,Matt, ghignando in mia direzione.
Spalancai gli occhi di scatto e guardai Derek che aveva stretto i pugni e sospirato forte,  così non andava bene.
-Ehm..io non gioco.- balbettai a disagio.
-Cosa? Perché no?- domandò Matt, la voce visibilmente rattristita.
-Lo sai che non sono bravo..-
-Invece lo sei..- sussurrò Matt per rincuorarmi, facendo innervosire maggiormente Derek che incrociò le braccia al petto e distolse lo sguardo dal mio.-Ma se non vuoi giocare..ok, Isaac.- 


Aveva davvero scelto me,il suo ex, prima del suo fidanzato?

Guardai Isaac andare verso di lui, lo sguardo triste ed abbattuto, e mi ritrovai a sentirmi male per lui, era un bravo ragazzo e non meritava di essere messo in secondo piano dal suo fidanzato.
Le squadre furono create, quella di Matt comprendeva lui, Isaac, Ethan ed Erica, mentre quella di Derek comprendeva lui, Danny, Jackson e Lydia e, una volta legata la rete a due alberi, la partita iniziò ed io fissai i miei occhi sulla figura di Derek, seguendolo in ogni singolo movimento, sobbalzando ogni qual volta Matt schiacciasse contro di lui.
Fortunatamente  Derek era davvero un fenomeno a pallavolo e riusciva a parare ogni schiacciata di Matt senza problemi, cosa che mandò in bestia il mio ex, abituato ad essere il più bravo del gruppo in pallavolo. Sapevo quanto Matt fosse competitivo, soprattutto nello sport, e fu per questo motivo che mi ritrovai a mangiucchiarmi le unghie per il nervosismo e l’ansia, supplicando il tempo di passare velocemente.
Dopo la metà del secondo set, degli schiamazzi alle mie spalle mi fecero imprecare a gran voce. Quelle ragazze erano come la muffa, te le trovavi ovunque!
-Stiles! Chi sta vincendo?!- esclamò una delle damigelle, sedendosi al mio fianco subito seguita dalle altre.
-La squadra di Derek sta avanti di un punto.- risposi atono, trattenendomi dal dargli uno schiaffo quando le sentii incitare Derek a gran voce.
Derek gli sorrise grato e gli mandò anche un bacio! Ma scherziamo?! Ero io il suo fidanzato, era a me che doveva mandare il bacio, non a loro!


La partita finì grazie ad un errore di Ethan che, con una schiacciata troppo forte, mandò la palla fuori dal campo, aggiudicando la vittoria alla squadra di Derek.
Tra me e le damigelle non seppi chi esultò più forte, mi ritrovai persino a fare uno strano balletto insieme a loro, ripetendo continuamente il nome del mio fidanzato.
-Stilinski, vai a prendere la palla.- disse Jackson, indicandomi la palla che era finita in mezzo a degli innaffiatoi.
-Perché io?- domandai scocciato.
-Perché fino ad ora non hai fatto niente.-
-Ho fatto il tifo.-
-Beh, ora che hai finito di fare la ragazza pon-pon, puoi anche andare a recuperare la palla.-
Stavo quasi per rispondere ma Derek mi interruppe:
-Vado io.- disse con calma, correndo verso la palla.
-Che carino, si sacrifica per te!- esclamò una delle damigelle, arpionandosi alla mia maglia.
-Addirittura “sacrifica”!- sbuffai.-Voi lo idolatrate troppo.-
-Ma è così bello e dolce! E poi il modo in cui ti guarda…ah!! Sei troppo fortunato, Stiles.- si lagnò una di loro.
-Il modo in cui mi guarda?- domandai arcuando un sopracciglio.
-Stiles, lui non ha occhi che per te! Ti guarda proprio come se fossi la cosa più bella della sua vita e si illumina solo quando ci sei tu.-

Wow, ma quanto era bravo Derek a recitare?


-Stiles dov’è Der..OH MIO DIO!- urlò Erica al mio fianco, guardando qualcosa alle mie spalle.
Mi voltai per vedere cosa l’avesse sconvolta tanto e ne rimasi sconvolto anch’io.

Derek….

Derek stava correndo verso di noi, la palla in una mano, la maglietta BIANCA tutta bagnata ormai divenuta trasparente non lasciando nessuno spazio all’immaginazione e…e….
Come mi chiamavo? Dove mi trovavo?

-Ma per favore, dove siamo finiti? A baywatch?- sbuffò Matt incrociando le braccia al petto.

Oh si, riuscivo persino a sentire la sigla in sottofondo mentre Derek correva verso di me, passandosi una mano tra i capelli bagnati.
Il mio sorriso svanì quando lo vidi lanciare la palla a Jackson ed avvicinarsi a me con le braccia spalancate.
-Derek! No! Nonononono!- urlai capendo le sue intenzioni, scappando via.
Ma lui fu più veloce di me e riuscì ad intrappolarmi nel suo abbraccio, bagnandomi tutta la maglia.
-Uffa! Ma perché devi sempre fare lo scemo?!- mi lagnai pressando le mani sul suo torace per poterlo allontanare.
Se davvero esisteva un Dio, beh, in quel momento mi stava mettendo a dura prova. Riuscivo a sentire perfettamente la solidità e la consistenza dei muscoli di Derek e a stento riuscii a trattenermi dallo strappargli via quella dannatissima maglietta per poi saltargli addosso.


Ero così concentrato nel tastare Derek che non mi accorsi di Jackson e Danny che stavano giocando a sette si schiaccia tra loro e, inevitabilmente, ricevetti una fortissima pallonata in testa che, se non fosse stato per le braccia di Derek, mi avrebbe fatto cadere al suolo.
-Stiles! Stai bene?!- domandò Derek, adagiandomi delicatamente sul prato, guardandomi con aria preoccupata.
Aprii con molta fatica gli occhi e mugugnai dal dolore, ma la cosa che mi scioccò di più fu vedere DUE Derek, come se vederne uno non fosse abbastanza  sconvolgente.
-Mh, Derek, perché non mi hai mai detto di avere un gemello?- domandai senza nemmeno rendermi conto di quello che stavo dicendo.
-Oh no, è partito.- sussurrò Jackson, anch’egli preoccupato.
-Sarà meglio che lo riporti a casa, ci vediamo lì.- disse uno dei due Derek, prendendomi in braccio.
-Scusa Stilinski.- sussurrò Jackson, sentendosi in colpa.
Ma io non avevo occhi che per i due gemelli.
-Facciamo una cosa a tre, io tu e il tuo gemello?- domandai a Derek, arpionandomi alla sua maglietta.
-Cavolo,la palla ti ha colpito davvero forte, eh?- domandò Derek sorridendo divertito.
-Io sto in mezzo!- esclamai contento, riferendomi ancora all’idea di prima, facendolo ridere.



****

Quando riaprii gli occhi mi resi conto di trovarmi nella mia camera a casa di Allison, avevo una pezza bagnata adagiata sulla fronte e Derek era seduto accanto a me, guardandomi con aria preoccupata.
-Stiles, come ti senti?- mi domandò non appena posai gli occhi su di lui.
-Mh..la mia testa.- mi lamentai posando il dorso della mano sulla mia fronte.
Derek storse la bocca, guardandomi con aria ancora più preoccupata e si alzò di scatto dal letto per poter raggiungere il telefono sul mobile.
-Forse sarebbe meglio portarti in ospedale.-

OSPEDALE?!

-No!- urlai allungando il braccio verso di lui.-No, sto bene.-
-Stiles, è stata una botta molto forte, vedevi il doppio ed hai iniziato a delirare, devi farti controllare.-
-No, davvero sto bene.- cercai di convincerlo, sollevandomi dal letto.

Ma non appena provai a rimanere seduto, la stanza iniziò a girare ed io non mi accorsi di stare per cadere dal letto finché non trovai le braccia di Derek avvolte intorno al mio busto, salvandomi da un’ennesima botta.
-Basta, ti porto in ospedale.-
E prima ancora che riuscissi a dire qualcosa, mi ritrovai già tra le sue braccia e, per la prima volta, non ebbi paura né dell’ospedale né di niente.

Finché mi trovavo tra le sue braccia, non avrei temuto niente.



*****************************


-Quindi avviso gli altri che usciamo?- mi domandò per l’ennesima volta, Scott, guardandomi con quello sguardo da fratello iperprotettivo.

Era venuto in ospedale con me e Derek così da permetterci di raggiungere sua madre il prima possibile. Alla fine non avevo nessun trauma cranico né niente, dovevo solo riprendermi dalla forte botta, “Hai la testa troppo dura, Stiles” aveva detto Melissa in una risata.
Quindi non vedevo cosa c’era da preoccuparsi tanto, adesso riuscivo persino a camminare e, a parte qualche fitta, stavo bene.
-Si, Scott.- sbuffai scocciato.- Sto benissimo e voglio andare alla fiera.-
-D’accordo, se insisti.- sussurrò Scott ancora poco convinto.- C i vediamo qui alle 8 in punto, ok?-
-Ok.- dissi prima di dirigermi al piano di sopra per potermi preparare.

Entrai in camera e mi voltai verso Derek, rimasto in silenzio tutto il tempo.
-Stai bene?- gli domandai titubante.
-E tu?-
Non potei non roteare gli occhi a quella risposta/domanda:
-Sto bene, Derek. Mi dispiace di avervi fatto preoccupare ma VE LO GIURO che sto benissimo.-
-E’ che non riuscivi nemmeno a reggerti in piedi e continuavi ad avere gli occhi chiusi e-

Perfetto! Gli avevo appena dato un bacio per farlo stare zitto. Adesso mi ci mettevo anch’io con i baci improvvisi…

-Sto bene adesso , ok? Smettila di preoccuparti e torna a fare l’idiota.-
Fortunatamente riuscii a tranquillizzarlo, tanto che mi lasciò fare la doccia senza seguirmi nel bagno.

Uscii dal bagno indossando l’accappatoio e mi feci da parte per lasciarlo entrare, il modo in cui sorrise e mi scompigliò i capelli mi fece capire che,  per qualche strana ragione, dovevo piacergli davvero tanto in accappatoio.
Beh, anche a me piaceva in accappatoio…anche se l’avrei preferito nudo.

MA A COSA DIAVOLO STAVO PENSANDO?! MALEDETTA PALLONATA DI JACKSON!

Mi vestii velocemente per paura che Derek potesse uscire improvvisamente dal bagno e rivedermi nudo e quando indossai la mia immancabile felpa rossa e guardai il mio riflesso allo specchio, non riuscii a fare a meno di sorridere nel pensare a quell’incredibile coincidenza...

Perché, andiamo! Era una coincidenza incredibile che Derek avesse accennato ad una felpa rossa nel raccontare la “nostra storia”! C’erano così tanti colori che poteva usare…eppure lui ha scelto il rosso, il mio colore preferito…il colore della mia felpa preferita.

-Sei pronto?- domandò Derek, uscendo dal bagno proprio in quel momento.
-Si, tu?- domandai voltandomi verso di lui.- …Cosa?- domandai preoccupato quando lo vidi guardarmi ad occhi sgranati.
-…Niente…ti sta davvero bene quella felpa.- disse velocemente, distogliendo lo sguardo.
-Davvero?- domandai con un sorriso.
-Si.-
-Grazie…anche a te sta bene quella camicia. Beh, a te sta bene tutto.-
Lui si limitò a sorridere prima di aprirmi la porta della camera ed accennare ad un inchino:- Prima le signore.- disse in un ghigno.
-Vedo che sei tornato il solito idiota…bravo, ne sono contento.- commentai acidamente uscendo dalla camera, sorridendo nel sentire la sua risata.


*************************

La fiera di Beacon Hills era forse l’evento più bello di quella piccola cittadina. Era l’unico momento in cui BH rinasceva letteralmente, la gente popolava tutte le strade e nel parco si impiantavano bancarelle e giostre per svagarsi, per non parlare dei concerti e delle luci che circondavano quel posto di musica e luce.
Era da sempre il mio evento preferito, ma quel giorno fu completamente diverso, per non dire migliore.
Camminavo mano per mano con Derek, che si guardava intorno con aria meravigliata, non accorgendosi di quanto risultasse bello in quel momento. I suoi occhi particolari rispecchiavano tutte le luci appese tra gli alberi che gli illuminavano anche il viso, rendendolo una visione celestiale.
Mi stringevo a lui ogni qual volta ci imbattevamo in un gruppo di ragazze o ragazzi, guardando storto chiunque lo guardasse con troppo interesse o si lasciasse sfuggire qualche commento.
Salutai tutte le persone che conoscevo, tra cui anche i colleghi di mio padre, e non mi persi i loro sguardi meravigliati nel vedermi mano per mano con lui.
Ovviamente a Beacon Hills tutti sapevano della mia bisessualità, ma non avrebbero mai pensato che mi sarei fidanzato con uno come Derek…e come biasimarli.

Non appena vidi una bancarella stracolma di peluche di tutte le dimensioni, vi trascinai Derek, che mi seguì con un sorriso divertito stampato sul viso.
-Guarda quanti Spongebob!- urlai saltellando, ricevendo sguardi straniti da una madre che allontanò suo figlio da me.
-Hai proprio un’ossessione per Spongebob,eh?- domandò Derek in una mezza risata.
-Era il mio cartone preferito quando ero un bambino.-
-Si, lo immaginavo.-
-Posso provare?- domandai alla signora dietro il bancone che mi indicò un fucile giocattolo adagiato sul banco.
Impugnai l’arma con decisione e la puntai contro le lattine adagiate su degli scaffali.
-Quante ne devo colpire per avere quello gigante?- domandai.
-Tutte.-

Ah, ok…

-TUTTE?!- urlai scioccato quando compresi ciò che mi aveva detto.
-Certo, cosa credevi? Che te l’avrei regalato?- domandò la donna incrociando le braccia al petto.
-Ma sono più di trenta lattine!-
-Pazienza.- sospirò lei, analizzandosi le unghie.

Stronza.

Puntai il fucile verso di lei e la colpii sul sedere con la piccola pallina gialla che doveva essere il proiettile. Lei si voltò verso di me con sguardo adirato.
-Oh, mi scusi…è partito da solo.- mi giustificai in un sorriso innocente.
-Non ce la posso fare..- sentii dire da Derek in una mezza risata.
-Colpisci le lattine e non farti vedere mai più.- disse la donna, facendosi da parte.

Bruttissima stronza culona, certo che te le colpisco le lattine.

Presi un profondo respiro e sparai qualche colpo, non colpendo nemmeno una lattina. Sbuffai quando sentii la signora ridere e, giuro, l’avrei colpita di nuovo…se Derek non si fosse posto dietro di me, il suo petto completamente unito alla mia schiena, e non mi avesse circondato le braccia con le sue.


-Devi puntare un po’ più in alto…così.- sussurrò al mio orecchio, sollevandomi di poco le braccia prima di porre l’indice sul mio e premere il grilletto.


*PAM* Giù la prima lattina…*PAM* Giù anche la seconda, e la terza, e la quarta….

Derek guidò ogni mio movimento, colpendo con agilità ogni singola lattina sotto lo sguardo scioccato della signora.
Io? Io stavo letteralmente morendo dentro. Sentivo il respiro di Derek infrangersi contro il mio collo, il suo inguine era così stramaledettamene vicino al mio sedere, e le sue braccia…OH DIO…le sue braccia erano così muscolose e forti mentre mi circondavano che…non lo so, avrei voluto rimanere così per sempre.

-Ecco fatto, ora ci dia lo Spongebob gigante.- disse Derek con un sorriso trionfante.
La signora non ebbe il coraggio di ribattere e consegnò il pupazzo gigante a Derek che però scosse la testa ed incrociò le braccia al petto.
-Deve consegnarlo a lui.- le ordinò in un sorrisetto furbo.
La signora sbuffò dalle narici e si voltò verso di me, consegnandomi il pupazzo con riluttanza.
Ovviamente io mi comportai in modo maturo…ed iniziai a sventolarle il pupazzo in faccia, facendole delle pernacchie.
-Oh si! Guardi bene questo Spongebob gigante, signora, perché non lo rivedrà mai più!-
-Stiles, basta così.- provò Derek ma io continuai.
-Ohhh era così convinta che io perdessi e invece guardi qui! Chi ha Spongebob?! Eh?! Muahahaha…ma che cazz-?!- esclamai scioccato quando vidi la signora caricare il fucile giocattolo e puntarlo contro di me.
-Scappa!- urlò Derek prendendomi per mano, trascinandomi via giusto in tempo.

-Oddio..- ansimai per la corsa, poggiando la schiena ad un albero.-Quella signora è pazza!-
-Sei tu che l’hai provocata.- ansimò Derek, poggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
-E’ lei che ha iniziato..- borbottai incrociando le braccia al petto.
Derek sollevò lo sguardo sul mio e mi guardò con un sopracciglio alzato. Rimanemmo fermi a fissarci per qualche secondo prima di incominciare a ridere a crepapelle.
-Dai, andiamo a cercare gli altri..- disse dolcemente, prendendomi per mano.

Girammo il parco per due volte ma i miei amici sembravano scomparsi…oh beh, meglio così, mi piaceva stare da solo con Derek.

CALMA I TUOI ORMONI, STILES.

-Guarda! La ruota panoramica! Ohhh andiamo andiamo!- urlai indicando la giostra per poi correre verso di essa, lanciare i soldi al signore che la telecomandava e trascinare Derek su di essa.
Ci sedemmo ed abbassammo la sbarra di sicurezza e dopo qualche secondo la ruota partì, portandoci sempre più in alto e, non appena arrivammo in cima a tutto, si fermò per concederci qualche minuto per ammirare il panorama.
-Oddio! Guarda che vista strepitosa!- esclamai contento, dando delle gomitate a Derek che non aveva ancora proferito parola.-Uh guarda si vede anche casa mia!- esclamai indicando il tetto della mia casa.
-Stiles!- esclamò Derek afferrandomi un braccio.
-Cosa c’è?- domandai confuso quando mi voltai verso di lui e vidi il suo viso preoccupato.
-Non sporgerti troppo, ok?- domandò dopo un po’, cercando di sembrare tranquillo, ma non me la bevevo.
-Oddio,Derek..tu..tu soffri di vertigini?- domandai preoccupato.
Lo vidi deglutire e strofinarsi le mani prima di annuire leggermente.
-Oddio mi dispiace! Avrei dovuto chiedertelo e invece ti ho trascinato fin qui..-
-Non è colpa tua, ci sarei venuto lo stesso..se a te faceva piacere.- mormorò lui.
-Derek, il fatto che tu sia il mio finto fidanzato non ti obbliga a fare tutto ciò che dico, lo sai?- gli domandai scocciato.
-Infatti non l’avrei fatto perché mi sentissi obbligato.- sussurrò lui e a me si scaldò il cuore.
-Okay, puoi farcela..devi solo..distrarti.- cercai di aiutarlo, girandogli delicatamente il viso verso di me.-Fingi di non trovarti quassù, immagina.. immagina di stare seduto su di una panchina. Una panchina molto bassa.-
Vidi Derek sorridere divertito ed annuire leggermente.
-Bene..uhm..adesso..adesso concentrati su di me,ok? Concentrati…che ne so, sui miei occhi o sulla mia voce..o…la bocca! Si , concentrati sulla mia bocca.- provai e lui abbassò lo sguardo sulle mie labbra, leccandosi le proprie.
-Leggi il mio labiale: ANDRA’ TUTTO BE-UMPFH- non riuscì a finire la frase per il semplice fatto che Derek si era sporto per baciarmi.

Eh già, io e Derek ci stavamo baciando sulla ruota panoramica proprio come accadeva in quei film sdolcinati…e la cosa mi piacque da morire.
Non ci accorgemmo nemmeno di essere tornati ad altezza normale finché non sentimmo qualcuno schiarirsi la gola.
Ci staccammo ed aprimmo gli occhi solo per poter vedere tutti i miei amici guardarci con sorrisetti divertiti e salutarci animatamente, Allison ci aveva persino scattato una foto.

Perfetto, i miei amici avevano appena interrotto il momento più magico della mia vita.

***********

Stavamo camminando verso le nostre macchine, tutti stanchi e soddisfatti, mai soddisfatti quanto me che stavo mangiando quello che doveva essere lo zucchero filato più grande mai visto fino a quel momento…Derek aveva insistito così tanto per comprarmelo che non me l’ero sentita di dirgli di no.
Sorrisi nel vedere Scott e Derek camminare davanti a me, il mio migliore amico stava ridendo a qualcosa che aveva detto Derek e gli stava dando dei pugni giocosi sul braccio, era la prima volta che vedevo Scott andare così d’accordo con qualcuno.
Non era mai andato così d’accordo nemmeno con..

-Hey Stiles.-

…Matt.

-Hey.- dissi con la bocca piena di zucchero filato, guardando di sottecchi il mio ex camminarmi affianco, lo sguardo basso e triste.
-Senti..volevo chiederti scusa per come mi sono comportato oggi…sai, durante il “quasi incidente”.-
-Oh, non preoccuparti, avevi tutto il diritto di arrabbiarti.- cercai di rassicurarlo ma lui continuò.
-Lo so ma ho esagerato. La verità è che mi ero innervosito per il modo in cui avevi guardato Derek..- sussurrò continuando a guardarsi la punta delle scarpe.
-Cosa?!- domandai confuso.
-Si..sai…io vedo il modo in cui lo guardi e non riesco a pensare ad altro se non al fatto che tu non mi hai mai guardato così. Mai.-
-Matt, non per qualcosa ma…che senso ha arrabbiarsi per questo, adesso? Voglio dire…non stiamo più insieme.-  dissi guardandolo stranito.
-Lo so ma..ecco…credo di provare ancora…io…-
-Stiles.- la voce di Derek suonò forte quanto un tuono.
-Mh?- domandai guardando Derek camminare davanti a me con il viso rivolto verso di noi.
-Vieni qui.- disse riportando il viso verso il sentiero.
Senza fiatare accelerai il passo e raggiunsi il fianco di Derek che mi avvolse possessivamente le spalle con un braccio e guardò storto Matt.



**************
 
-Finalmente!- sospirai quando ebbi finito di mettermi il pigiama e mi fui gettato sotto le coperte.
Derek si sistemò al mio fianco e si voltò verso di me.
-Cosa ti stava dicendo Matt, prima?-


Lo sapevo.
Sapevo che me l’avrebbe chiesto prima o poi.

Mi posizionai su di un fianco per poterlo guardare negli occhi e, dopo aver preso un profondo respiro, mi decisi a parlare:
-Credo mi stesse confessando di provare ancora qualcosa per me.-

Vidi Derek indurire la mascella e sospirare piano.
-E tu? Provi ancora qualcosa per lui?- domandò con calma.
-Io..non lo so. Sono molto confuso.- ammisi.- Tu provi ancora qualcosa per quel tuo collega?-
Sapevo che non ne voleva parlare, ma avevo BISOGNO di saperlo.
Derek distolse lo sguardo dal mio e si sdraiò completamente, puntando gli occhi al soffito.
-Non lo so, voglio dire..non lo sento da parecchio.-
-Se si facesse risentire?- domandai titubante.
-Penso che proverei comunque qualcosa…ma non come lo provavo prima.- ammise ed io lo capii perfettamente.
-Anch’io penso di provare ancora qualcosa per Matt, ma non è per niente paragonabile a quello che provavo prima.-
Lui annuì alle mie parole prima di voltarsi verso di me e sorridermi teneramente.
-Cosa?- domandai inarcando un sopracciglio.
-Dietro di te..-
Mi voltai soltanto per vedere il mega peluche di Spongebob sdraiato alle mie spalle.
-Allora? Mi protegge.-
-Spongebob?-
-Si.-
Lui sospirò e scosse leggermente la testa prima di sporgersi verso di me e darmi un dolce bacio sulla bocca.
-Buonanotte.- sussurrò prima di voltarsi dall’altra parte, dandomi le spalle.

Per fortuna! Altrimenti avrebbe visto le mie guance andare in fiamme,come già detto: dovevo assolutissimamente trovare una soluzione ai baci improvvisi.
Spensi la lampada sul comodino e mi voltai verso Derek, guardando la sagoma delle sue spalle larghe nel buio.
Mi avvicinai lentamente a lui e, dopo essermi fatto coraggio, sussurrai:
-Derek?-
-Mh?-
-Stai dormendo?-
-Si, sono sonnambulo e parlo nel sonno come fai tu.- sbuffò.
-Mi racconterai mai ciò che è successo tra te ed il tuo collega?- domandai titubante, ignorando la sua frecciatina.
Passarono diversi secondi e Derek ancora non si degnava di rispondermi. Proprio quando stavo iniziando a pensare di averlo fatto arrabbiare, lo sentii sussurrare un “forse” che mi fece sorridere. Mi piaceva il fatto che si fidasse di me.
-Bene, perché sto letteralmente morendo di curiosità.-
-Lo immaginavo..-
Passarono altri minuti in cui rimanemmo in silenzio ed io mi rifeci di nuovo coraggio e mi avvicinai maggiormente a lui.
-Sai una cosa? Se mai quest’idiota del tuo ex si farà mai sentire…ci sarò io a ricordargli a chi realmente appartieni.-
E anche se la stanza era circondata dal buio, nella mia mente riuscii perfettamente a vedere il sorriso di Derek.
-E a chi apparterrei?-mi domandò dopo un po’, la voce leggera e divertita.
Circondai la sua vita con un braccio ed adagiai la mia mano sulla sua prima di sussurrargli:
-A me.-







OK, PRIMA DI TUTTO VORREI SCUSARMI PER IL RITARDO MA ORMAI SAPETE COME STO MESSA QUINDI SPERO CHE MI PERDONIATE.
SECONDA COSA…VORREI RINGRAZIARVI PER LE INNUMEREVOLI RECENSIONI CHE AVETE LASCIATO, SONO UNA PIU’ BELLA DELL’ALTRA ED OGNUNGA DI LORO MI HA FATTA SORRIDERE…QUINDI,SI..GRAZIE MILLE! <3
TERZA ED ULTIMA COSA: VOLEVO INFORMARVI CHE NON HO LA MINIMA IDEA DI COME MI SIA USCITO QUESTO CAPITOLO, A DIR LA VERITA’ ERO PARTITA CON TUTTA UN’ALTRA IDEA MA,  AHIME’, OGNI VOLTA CHE INIZIO A SCRIVERE, LE MIE DITA PRENDONO VITA E SE NE VANNO A FATTI LORO, QUINDI PRENDETEVELA CON LORO, IO NON C’ENTRO NIENTE. ç_ç
HO VOLUTO CHE DEREK E STILES PROVASSERO ANCORA QUALCOSA PER I LORO EX SEMPLICEMENTE PERCHE’ PENSO CHE NON SIA FACILE DIMENTICARE UN PROPRIO EX, E QUINDI VERRANNO MESSI A DURA PROVA, SOPRATTUTTO STILES CHE SI RITROVERA’ PIU’ DI UNA VOLTA A DOVER SCEGLIERE TRA DEREKE MATT.
SPERO CHE LA STORIA CONTINUERA’ AD ESSERE DI VOSTRO GRADIMENTO E VI RINGRAZIO ANCORA (RINGRAZIO ANCHE CHI SEGUE SOLTANTO QUESTA FANFICTION, SENZA RECENSIRLA) E VI DO APPUNTAMENTO AL PROSSIMO CAPITOLO (SPERANDO DI RIUSCIRE AD AGGIORNARE PRESTO). CIAO! <3<3<3





 

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Capitolo 5
*** So Confused. ***


SO CONFUSED.





Ok, avevo un problema.

Un GROSSO problema.

E si trovava nelle mie mutande.
Perché, si…Stiles Stilinski riesce a fare figure di merda anche appena sveglio. Non è meraviglioso?
Era (ovviamente) tutta colpa di Derek e della sua fin troppa sensualità. Perché, andiamo! Chi non avrebbe fatto un sogno erotico su di lui dopo averlo visto con l’accappatoio slacciato o correre verso di te, tutto bagnato, con una maglietta ormai trasparente? I miei ormoni non potevano starsene buoni se lui mi provocava in quel modo.
Ma adesso la vera domanda era: Come facevo?
Come facevo ad andare nel bagno e sbarazzarmi del mio “grosso problema” se ero incatenato dalle sua braccia?
Era assurdo, dovevo mettere una telecamera per registrare cosa diavolo accadesse la notte, perché ero abbastanza sicuro di essermi addormentato DIETRO Derek, ed ero IO quello che lo stava abbracciando. Perché adesso la posizione si era completamente ribaltata?! Che ci abbracciassimo anche nel sonno? E perché diavolo questo pensiero mi faceva sorridere?!
Sbuffai esasperato e cercai di muovermi ma era tutto inutile. Ogni qual volta cercavo di allontanarmi, le braccia di Derek mi stringevano più a sé come un riflesso ed io non avevo il coraggio di svegliarlo, avrebbe potuto vedere la mia erezione e..non ero pronto a ciò.

Ma non c’erano altre soluzioni…

Avrei potuto svegliarlo e dirgli che dovevo andare in bagno…molto probabilmente non avrebbe nemmeno aperto gli occhi. Si, poteva funzionare.


-Derek.- sussurrai continuando a rivolgergli le spalle per nascondere il mio problema.-Deeeerek.-continuai a chiamarlo finché non lo sentii mugugnare nel sonno.
-Mh? Cosa c’è?- domandò con voce più roca del solito.
Cavolo,Derek! Non puoi farmi questo proprio adesso!

-Devo andare in bagno.-
-A fare..?-

MI STAVA DAVVERO FACENDO UNA DOMANDA DEL GENERE???

-Ma che t’importa, scusa?!- domandai seccato.
-Calmati,belva, volevo solo sapere se ti sentivi bene.- sbuffò voltandosi dall’altro lato.
-Oh..- sussurrai sentendomi in colpa, Derek era davvero bravo nel farmi sentire uno stronzo.-Beh, devo solo andare a mast..ehm…a fare pipì.- balbettai diventando rosso in viso.
-Ok, fai presto.-
-Perché? Altrimenti ti mancherei troppo?- domandai in una risata.

…e stranamente Derek non rispose....

Che fosse davvero così??

Certo, continua a farti film mentali, Stiles…così non farai altro che peggiorare la tua già disperata situazione.

Mi chiusi nel bagno e mi abbassai immediatamente pantaloni e biancheria, guardando con aria frustata la mia saettante erezione.

-A cosa mi sono ridotto.- sospirai prima di iniziare a carezzarmi velocemente, dovevo fare in fretta o Derek si sarebbe insospettito.

Derek…
Quel sogno era sembrato così fottutamente reale…riuscivo ancora a sentire le sue mani sul mio corpo, carezzarmi ovunque, afferrare con decisione i miei fianchi, per non parlare del suo respiro pesante sul mio collo e dei suoi muscoli che si flettevano ad ogni spinta e..e..


-Oh, Derek.- gemetti durante l’orgasmo, poggiando la schiena contro il muro, respirando affannosamente.

Non potevo crederci, mi ero toccato pensando a Derek ed ero venuto pronunciando il suo nome! Dovevo trovare una soluzione o la mia verginità, mischiata alla sua sensualità, mi avrebbe ucciso.
Mi sciacquai velocemente e ripulii il disastro che avevo combinato e, dopo aver preso un profondo respiro, uscii dal bagno e mi rimisi sotto le coperte, affondandoci dentro finché non vi fui completamente perso.
-Hai fatto la pipì?- domandò Derek voltandosi verso di me.

Ma che diavolo di domande erano??

-Si.- risposi con tranquillità, abbassando la coperta fin sotto ai miei occhi per poterlo guardare.
-Strano..-sussurrò con aria confusa.-Non ho sentito lo sciacquone.-

Cazzo.

-Forse ti sei addormentato.- provai ritornando sotto le coperte, il viso in fiamme.
-Si, mi sarò sicuramente addormentato.- disse in uno sbadiglio, immergendosi a sua volta sotto le coperte per potermi guardare.
-Cosa?- domandai evitando il suo sguardo, mi sentivo terribilmente in imbarazzo per quello che avevo appena fatto.
-Niente, stavo solo pensando..- sussurrò con un sorriso.
-Pensando a…?- domandai chiudendo gli occhi, ormai mi sentivo appagato e l’unica cosa che volevo fare era dormire.
-Alla prima volta che abbiamo dormito insieme, a casa tua.-
Spalancai gli occhi nel sentire la sua risposta e mi rispecchiai in quei suoi bellissimi smeraldi verdi che mi guardavano quasi teneramente.
-Come mai stavi pensando a questo?- domandai confuso.
-Stavo solo ripensando a come sei andato su tutte le furie, dicendo che non avresti mai e poi mai dormito con me e…guardaci ora, siamo arrivati addirittura a dover svegliare l’altro per poter andare in bagno.-

Non avete la minima idea di quanto fu difficile per me non sorridere alle sue parole. Era vero, prima non avrei mai pensato di riuscire a dormire così vicino a qualcuno e di sicuro non mi sarei lasciato abbracciare in quel modo…invece adesso non riuscivo a dormire se non avevo le sue braccia intorno al mio corpo.
-Siamo proprio diventati una coppia cuccicù.- dissi in una mezza risata.
-Coppia cuccicù?- domandò confuso, ridendo a sua volta.
-Si, sai…quelle che non si staccano mai.-
-Oh, beh, non mi dispiace.-
-Neanc he a me.- sussurrai in un sorriso.
Sorriso che Derek ricambiò subito, avvicinandosi maggiormente a me, stava quasi per baciarmi ma si bloccò emettendo un gemito di dolore che mi fece preoccupare.
-Cosa c’è?- domandai immediatamente.
-La schiena, mi fa male da ieri. Penso di aver preso uno strappo mentre cercavo di distruggere il tuo ex a pallavolo.-
-Oh, aspetta prendo la crema, tu togliti la maglia.- dissi con calma, scendendo dal letto per poter andare a rovistare nei cassetti del bagno.
-Cosa vuoi fare?- sentii domandare da Derek, la voce preoccupata.
-Cosa c’è? Non ti fidi?- domandai in una mezza risata.-Trovata!- esclamai, cacciando il tubetto della crema fuori dalla scatola per poi raggiungere Derek che si era tolto la maglietta e mi dava le spalle.

Mi fermai per qualche secondo, deglutendo piano nel vedere il tatuaggio che aveva poco sotto la nuca, immaginando a come sarebbe stato bello percorrerne i contorni con le dita o con la lingua.

Calma,Stiles. Non è il momento di farsi trascinare in certe fantasie.

-Devi sdraiarti.- dissi con una calma che non mi apparteneva.

Era già difficile per me guardare Derek senza maglietta, ma vederlo anche sdraiato di pancia sul letto…cavolo, era una vera e propria sfida per i miei ormoni.

Mi inginocchiai sul materasso, accanto a lui, e depositai un po’ di crema sulle dita della mia mano, strofinandola successivamente con l’altra per poterle avere entrambe umide, dopodiché le poggiai delicatamente sulla schiena di Derek che sussultò a quel contatto.
-Cosa?- domandai preoccupato.
-E’ fredda..-
Sorrisi senza nemmeno capirne il motivo, mi piaceva vederlo alla mia mercé, lasciandosi fare tutto ciò che volevo, come se si fidasse ciecamente di me.
Iniziai a percorrere lentamente tutta la sua schiena, facendo più pressione nei punti dove sentivo i muscoli più rigidi, sentendoli sciogliersi al mio tocco.
-Oh, Stiles..- sospirò Derek, completamente in preda al piacere.

Mi morsi con forza il labbro inferiore e chiusi gli occhi, non dovevo lasciarmi andare, e soprattutto..non dovevo lasciarmi trasportare dai sussurri di Derek che non facevano altro che alimentare le mie fantasie ed il mio desiderio verso di lui.

Preso da una voglia irrefrenabile, tracciai con i polpastrelli il contorno del suo tatuaggio e, con mia grande sorpresa, Derek non sembrò infastidirsi per quel gesto ed iniziai a fare più pressione sull’attaccatura della nuca, massaggiandola con entrambi i pollici.
-Oh si, proprio lì.- sospirò nuovamente, Derek, reclinando il collo di lato per darmi più accesso.

Merda. Se Derek avesse continuato a sospirare e a contorcersi dal piacere in quel modo, non sarei riuscito a trattenermi.
Già il fatto che mi ero messo a cavalcioni su di lui, ne era una prova. Ma che diavolo stavo facendo?! Per quale stramaledetto motivo mi ero seduto sul suo..culo?! E perché Derek non mi aveva detto niente??
Continuai a massaggiargli la schiena, le spalle, il collo, tutto ciò che potevo toccare, lo toccavo, non riuscendo a fermare le mie mani sempre più bramose di tastare la sua pelle.
Derek continuava a sospirare e a contorcersi sotto il mio peso, gli occhi chiusi e la bocca schiusa ed io davvero non ce la facevo più a trattenere i miei ormoni, tutto quello che volevo fare era….Derek.

Volevo farmi Derek.

Anzi,no…io volevo essere fatto da Derek. Volevo che Derek mi scopasse, che mi prendesse…io volevo…volevo…

-Derek..- sussurrai piano, chinandomi su di lui per poi baciargli la nuca.

Rimasi con le labbra a pochi centimetri dalla sua pelle, aspettando una sua reazione.
Reazione che però non arrivò, e non seppi dire se questo fu un bene o un male.
Poteva essere un bene perché significava che a lui non dispiaceva che lo baciassi in certi punti….
Ma poteva essere un male perché questo significava che non mi sarei di certo fermato, volendo vedere fin dove mi avrebbe lasciato arrivare.
Poggiai nuovamente le labbra sulla sua nuca, lasciandogli una scia di baci che partivano da lì e scendevano pian piano, fino ad arrivare al centro della sua schiena.
Derek aveva iniziato a respirare più pesantemente, ma non accennò a fermarmi.
Giuro che se avessimo continuato così, avrei sicuramente perso il controllo.

Ma (s)fortunatamente Scott non era l’unica persona abituata ad entrare senza bussare, dato che Jackson fece la sua comparsa proprio in quel momento, gli occhi fissi sullo schermo del suo cellulare, l’aria calma e scocciata, ancora ignaro di ciò che aveva appena interrotto.

-Piccioncini, Lydia mi ha detto di dirvi che-OMMIODDIO!-

L’urlo di Jackson fu così forte che per un attimo credetti di essere divenuto sordo e, quando lo vidi correre fuori dalla nostra stanza, mi risvegliai dal semi-stato di trance in cui Derek mi aveva trascinato e mi precipitai all’inseguimento del mio amico, nel vano tentativo di fermarlo dallo spifferare tutto agli altri così da potergli spiegare la verità.

Ma quando scesi al piano di sotto…era troppo tardi.

Tutti i miei amici erano intorno a Jackson che aveva il viso affondato nel collo di Lydia che gli carezzava teneramente la testa e mi guardava storto.
-Posso spiegare!- esclamai alzando le mani.
-No, tu non puoi spiegare. Tu DEVI spiegare.- mi ordinò Lydia.- Cosa avete fatto al mio Jackson?! Perché è così scioccato?!-
-E’ colpa sua! A quanto pare qui nessuno sa bussare.- protestai incrociando le braccia.- E’ entrato in camera nostra mentre-
-Mentre scopavano!- mi interruppe Jackson, stringendosi di più a Lydia.
-Cosa?! Non stavamo “scopando”! Ok? Gli stavo semplicemente facendo un massaggio.- tentai di giustificarmi.
-Non è vero! Vi ho visti!-
-Si..so come ci si sente..- sussurrò Scott, riferendosi a quella volta in cui fu lui ad entrare in camera senza bussare.
-Siete seri?! E comunque, Jackson, non dirmi che sei scandalizzato per questo! Non hai mai beccato Denny nel farlo?!- domandai seccato.
-Non sono scandalizzato per avervi visti mentre scopavate,Stilinski.- disse Jackson voltandosi per potermi guardare.- Ho beccato Denny così tante volte che ormai non mi stupisco più di niente.-
-E allora dov’è il problema??- domandai esasperato.
-Sono rimasto scandalizzato perché…oddio, fa male persino dirlo…tu sei l’attivo!-
-Cosa?!- domandai scioccato.
-COSA?!!- domandarono subito dopo tutti gli altri a bocca spalancata.

Era così assurdo pensarmi come l’attivo?!

-Avete capito bene! Ho visto Derek sdraiato di pancia e Stilinski gli stava sopra!-
-Wow! Allora non scherzavi quando dicevi che a volte fai l’attivo.- disse Erica con il viso ancora scioccato.

Beh, questa stramba situazione poteva anche andare a mio favore…

-Ve l’avevo detto!- sospirai con finta non curanza sistemandomi la maglia del pigiama.- Comunque…cos’eri venuto a dirci?- domandai dopo un po’.
-L’ho dimenticato, il trauma è stato troppo grande.-
Tutti quanti roteammo gli occhi alla risposta di Jackson, dopodiché Scott si avvicinò a me con aria colpevole…aria che non prometteva niente di buono.
-Tuo padre ci ha invitati a mangiare a casa sua.-
-COSA?!!- quasi urlai.- E perché io non ne so niente?!-
-Beh, ecco..vedi…- balbettò Scott grattandosi nervosamente la testa.- Lui sapeva che se l’avesse chiesto a te, avresti trovato una scusa per non andare..così l’ha chiesto direttamente a me.-
-E tu ovviamente hai detto di si.-
-Oh andiamo! Mi manca il vecchio John! Non l’ho ancora visto da quando sono tornato qui!- si lagnò il mio migliore amico, assumendo quella sua stramaledetta aria da cucciolo.

Sospirai affranto e mi voltai per tornare in camera mia.
-Vado ad avvisare Derek.-
-Si! Sei grande!- sentii Scott esclamare alle mie spalle.
-E sei anche l’attivo!- urlò Erica.
-Per favore, basta!- esclamò ,ovviamente, Jackson.

Gli amici più strani li avevo solo io, su questo non c’erano dubbi.
Quando entrai in camera, Derek era seduto sul letto e stava parlando al telefono con qualcuno.

Ed io dovevo assolutamente scoprire chi fosse quel qualcuno.

Non perché fossi geloso, eh!
Ero semplicemente…curioso? Si, curioso.

Mi avvicinai con disinvoltura alla mia valigia (che per puro caso si trovava proprio vicino al letto…dove si trovava Derek e, sempre per purissimo caso, da lì riuscivo a sentire meglio cosa stesse dicendo alla persona dall’altra parte del telefono) e, con altrettanta disinvoltura, mi apprestai a prendere dei vestiti per potermi preparare.

-Piccola mia, come stai?- domandò Derek con un piccolo sorriso, la voce così dolce e soffice da non sembrare nemmeno la sua.

Che stesse parlando con… la sua fidanzata??
In fondo Derek non mi aveva detto di essere attualmente single. Certo, aveva accennato ad un suo ex (MASCHIO) ma questo non voleva di certo dire che fosse gay, poteva perfettamente essere bisessuale come me…anzi…lo era sicuramente. Uno come lui avrà avuto come minimo più di 100 ragazze a letto.
Inoltre non mi aveva nemmeno detto cosa avesse fatto dopo la rottura con lui, poteva benissmamente essersi fidanzato nuovamente, no?
Certo che si era rifidanzato. Uno come lui non poteva essere single.

 
-Mi manchi tantissimo anche tu, cucciola.-

“Piccola” , “cucciola” …sì,era sicuramente la fidanzata.

Deglutii a fatica e rimasi per un minuto buono immobile nella mia posizione: Accovacciato davanti la mia valigia ancora aperta, gli occhi fissi sui vestiti che avevo scelto, incapace di muovere anche solo un muscolo per potermi rifugiare in bagno e piangere. Perché era quello che volevo fare. Piangere.


Perché? Non lo sapevo nemmeno io.

Voglio dire…avevo da poco scoperto di provare qualcosa per Derek ma…potevo davvero chiamarlo amore?
In fondo non sapevo nemmeno cosa fosse l’amore! Sapevo solo che faceva male e poteva quasi ucciderti. C’ero anche già passato, perché rischiare ancora??
Mi voltai verso Derek ancora tutto sorridente mentre parlava al telefono con “la sua piccola”, ignaro di quanto mi stesse ferendo. Io avrei potuto senz’ombra di dubbio amarlo mille volte meglio di quella stronza.
Perfetto! Avevo appena definito “stronza”  una ragazza che non conoscevo, e tutto questo perché aveva avuto la fortuna di avere il cuore di Derek. Davvero maturo da parte tua, Stiles.

-Sì, tornerò presto. Sì, te lo prometto.- sbuffò in una mezza risata.

Presto?! NO!!
Non gli avrei permesso di lasciarmi così presto. Perché diavolo Scott ed Allison dovevano sposarsi così in fretta?! Non potevano aspettare un altro po’? Tipo…per sempre??

-Ci sentiamo..e fai la brava stasera. Se qualche ragazzo si avvicina a te, digli che sei mia.- disse poi, la voce improvvisamente seria.

Cavolo, quanto avrei voluto vederlo così geloso e possessivo nei miei confronti! Lo avrei sicuramente rassicurato con un po’ di coccole…e anche altro.
Derek rise ancora e, dopo aver sussurrato un dolce “ciao” , lanciò il telefono sul materasso e FINALMENTE si accorse della mia presenza.

-Hey.- disse sorpreso.-Quando sei entrato?- domandò confuso.
-Mmmh fammi pensare..- domandai massaggiandomi il mento.- Credo di essere entrato al “piccola” o al “cucciola”…non ne sono sicuro.- finii la frase con voce MOLTO inacidita, prima di entrare nel bagno per potermi cambiare (e calmare).

Ma ovviamente non passò molto tempo che Derek fece il suo ingresso nel bagno, il viso corrucciato e confuso, fermandosi di qualche passo davanti a me che fingevo di non guardarlo.
-Sei arrabbiato con me?- domandò dopo un po’, inclinando la testa di lato.
-Certo che no!- esclamai con fin troppa enfasi, ridendo istericamente.-Perché mai dovrei essere arrabbiato con te?!-
Lo spostai malamente di lato per poter afferrare la maglia che avevo scelto di indossare, ma quando mi girai per potermi vestire, Derek era ad un soffio da me, il suo viso così vicino da far sfiorare le nostre labbra.
-Non mi freghi. Cos’ho fatto?- sussurrò fissando i suoi occhi ipnotici nei miei.
Deglutii piano e cercai di regolarizzare il mio respiro divenuto improvvisamente affannoso.
Perché diavolo mi faceva quell’effetto?!
-Non hai fatto niente.- risposi dopo un po’, distogliendo lo sguardo dal suo.
Ma Derek era determinato a farmi venire un infarto, così mi sollevò il mento con due dita, imponendo ai miei occhi di riallacciarsi ai suoi.
-Parla.- sussurrò ancora, ma la sua voce non parve affatto una richiesta…sembrò più un ordine.
Sospirai più volte per cercare di tranquillizzare i battiti del mio cuore. Ma ero troppo agitato persino per pensare. Le mie gambe e le mie mani avevano persino incominciato a tremare.
-Con chi stavi parlando al telefono?- sussurrai a voce così bassa che arrivai a chiedermi se non me lo fossi immaginato.
-Prima?- domandò Derek.
-Si..-
-Con Cora.-
Ah, era così che si chiamava…
-La mia sorellina.-
-Certo, tua sor..TUA SORELLA?!- urlai scandalizzato, facendolo sobbalzare dalla sorpresa.
-Sì..la mia seconda sorella. Quella di quindici anni.- disse Derek, corrucciandosi al mio strano comportamento.
-Hai due sorelle?!- urlai nuovamente.
-Si, Stiles. Ho due sorelle.- rise lui.
-M-ma..tu…io credevo che..- balbettai imbarazzato.
-Cosa? Credevi stessi parlando con la mia fidanzata??- domandò lui, entrambe le sopracciglia sollevate  e un sorriso divertito sul viso.
-Macché! Figurati se pensavo…si.- sospirai infine.
Il sorriso di Derek aumentò alla mia ammissione e mi scompigliò i capelli in una mezza risata, e la cosa non mi riscaldò dall’interno…proprio no.
-Non ho una fidanzata, se proprio ci tieni a saperlo.-

Certo che ci tengo a saperlo! Brutto stupido!

-Non che mi importi più di tanto..- borbottai invece, spostandolo di lato(questa volta gentilmente) per poter passare.
-Ah no? Allora perché ti sei arrabbiato così tanto?- domandò lui, incrociando le braccia al petto.

Merda.

-Perché a me non mi hai mai chiamato “piccolo” o “cucciolo”.- dissi sarcasticamente…anche se così sarcastico in realtà non ero.
-Ah è così?- domandò lui in un sorriso divertito.-Vuoi che ti dia dei nomignoli zuccherosi?-

Certo!

-Pensavo solo che avrebbero reso la nostra relazione, sai, più credibile.- dissi con un’alzata di spalle.-Girati.- gli ordinai, pronto a sostituire i pantaloni del pigiama con il jeans.
Lui sbuffò ma fece come gli avevo detto.
-Come se la nostra relazione non risultasse già credibile di per sé.- mormorò, ma io lo sentii ugualmente.
-Si, a proposito di credibilità…- dissi affannosamente, saltellando per poter entrare nei miei jeans forse troppo stretti.- Credo di aver appena convinto i miei amici del mio ruolo di attivo.-
-Sul serio??- domandò ridendo.
-Si.- dissi seccamente.- E non vedo cosa ci sia da ridere, dato che potrei perfettamente essere un attivo migliore di te.-
-Vorrei tanto poter dire “scommettiamo?” ma poi dovremmo scopare per scoprirlo.- disse lui, voltandosi proprio mentre stavo cercando di attaccare il bottone del pantalone.
-Wowowowo! Non ti ho mica detto che potevi girarti!- urlai scandalizzato sia dalla sua affermazione di prima che dai suoi occhi puntati su di me.
-Sei completamente vestito!-
-Non ancora! Non riesco..- borbottai cercando di attaccare quello stramaledetto bottone.
-Dai qua.- disse lui, posando le mani sull’elastico del mio jeans.
-C-c-cosa credi di fare?!- balbettai in imbarazzo, il viso rosso quanto un peperone.
Lui alzò un sopracciglio e alzò lo sguardo sul mio.
-Sto solo cercando di abbottonare questo jeans che, solo per tua informazione, credo ti farà svenire tanto che è stretto.- disse continuando a cercare di abbottonarmi il jeans, sfiorandomi il basso ventre con le dita.

Questo era davvero troppo per me.

-Derek..- supplicai, la voce ridotta quasi ad un gemito.
Derek bloccò le sue mani e, dopo quella che per me sembrò un’eternità, puntò gli occhi nei miei, la bocca schiusa e lo sguardo di chi ha capito tutto.
-Oh, dimenticavo che tu sei…quindi immagino che questo ti….scusa.- balbettò in imbarazzo, allontanando le mani dal mio corpo.

Perfetto, adesso sapeva anche della mia eccitazione da verginello. Potevo apparire più patetico di così?!

-Non preoccuparti.- dissi in un sospiro.- Credo cambierò jeans. Tu iniziati a preparare, andiamo a mangiare da mio padre.- dissi dirigendomi fuori dal bagno.
-Da tuo padre???- domandò ad occhi sgranati.
-Proprio così. Non preoccuparti, ti conosce appena, non ti dirà niente.- cercai di tranquillizzarlo, strappandogli un sospiro di sollievo. -…probabilmente caricherà solo la pistola piccola.- finii poi la frase, chiudendomi la porta alle spalle, cercando di non ridere alla sua faccia impaurita.


*****************************

Ok. Eravamo appena arrivati a casa di mio padre e tutti erano entrati in casa.

Tutti tranne me e Derek.

Perché?  Beh, semplice. Diciamo che, per tutto il viaggio, non avevo fatto altro che pensare a quello che avevo fatto a Derek sul letto.  E non mi riferivo al massaggio, no. Mi riferivo a quando mi ero posizionato a cavalcioni su di lui e gli avevo baciato collo e schiena. A cosa diavolo stavo pensando?!
E soprattutto…Derek cos’avrà pensato??
Era questo quello che mi ero chiesto per tutto il tragitto, non accennando nemmeno ad una parola. Ed era per questo che, dopo aver parcheggiato la macchina, non ero sceso dal veicolo e Derek aveva rispecchiato i miei movimenti, anche se dal suo viso trapelava tutta la confusione che stava provando in quel momento.

-Ok, non ho detto niente sul tuo improvviso mutismo…ma adesso ti sei persino immobilizzato! Cosa ti turba? Sei preoccupato per il pranzo con tuo padre? Perché se vuoi svignartela sappi che sono dalla tua parte,eh! Tuo padre mi terrorizza.-  disse Derek seriamente agitato.
-Derek..- sospirai carezzandogli lentamente il dorso della mano con il pollice per tranquillizzarlo.

Che poi…come c’era finita la sua mano sotto la mia??  Che quella di stringerci la mano sul cambio marce fosse diventata un’abitudine?

-Mio padre non caricherà nessuna pistola e non ti sparerà, scherzavo quando l’ho detto.-
-Davvero?- domandò titubante.

No.

-Certo!-
-Oh, okay.- sospirò già più tranquillo.-Ma allora cos’hai?-
-Io…volevo chiederti scusa.- ammisi distogliendo lo sguardo dal suo.
-…per?- domandò lui cercando di legare lo sguardo al mio.
-Per quello che ho fatto quando ti stavo facendo il massaggio..-
-Non capisco.-

Come poteva non capire?!

-Sai, quando ti sono letteralmente salito sopra e ti ho…beh, si…baciato.- dissi con voce imbarazzata, gesticolando animatamente con la mano libera, non volendo muovere l’altra dalla sua.
-Si, Stiles, ricordo cosa hai fatto.- disse lui in un sorriso divertito.- Ma comunque non riesco a capire perché ti stia scusando.-
-E’ stato inopportuno.-
-No, non lo è stato.-
-…dovevo comunque scusarmi.-
-Mi hai inflitto dolore fisico?-
-Cosa??- domandai confuso.
-Mi hai inflitto dolore fisico?- ripeté lui.
-…no.-
-Mi hai visto infastidito?- domandò ancora.
-No.-
-E allora perché diavolo ti stai scusando??-
-Io….io…-
-Dai, scendiamo prima che tuo padre possa pensare che stiamo scopando in macchina.- sospirò Derek prima di scendere dal veicolo.

Allora vediamo: mi ero scusato per niente e, grazie all’ultima frase di Derek, ci avevo appena immaginati mentre facevamo sesso dentro la mia bambina. Come inizio della giornata potevo dire….che andava uno schifo.

Raggiunsi Derek fuori la porta di casa e, per tenere le mani e la mente occupate (e anche per poterlo toccare), iniziai a sistemargli la maglietta, levandogli dei pelucchietti invisibili e tirandola laddove c’erano delle pieghe.
Mio padre, ovviamente, aprì la porta proprio in quel momento, gustandosi la scena con un sorrisetto divertito.
-Sai, ti sta proprio bene il verde. Risalta i tuoi occhi.- presi coraggio e feci un complimento a Derek, prima di seguire il suo sguardo terrorizzato e urlare alla vista di mio padre.
-Papà! Santo cielo, hai comprato il mantello dell’invisibilità di Harry Potter?!-
-Mi sei mancato anche tu, figliolo.- sospirò mio padre abbracciandomi, o meglio, strozzandomi.
-Papàh!- ansimai in cerca di fiato.- Papàh mi soffochihh!-
-Scusa.- balbettò allontanandosi da me, rivolgendo lo sguardo su Derek.- Ciao ragazzo.-
-Signore.- disse immediatamente Derek, inchinandosi appena.

Okay, non avrei dovuto ridere.
Ma come potevo non farlo?? Voglio dire…vedere “Derek-non mi scompongo mai-Hale”, fare un inchino a mio padre…era esilarante!
Vidi i due uomini voltarsi verso di me con aria interrogativa e mi affrettai a soffocare le risate in una finta tosse.
-Fa freddo qui fuori, sarà meglio entrare.- borbottai, afferrando Derek per il polso per poi trascinarlo dentro.

I miei amici erano già tutti seduti intorno alla tavola già genuinamente apparecchiata e stracolma di cibo.
Cibo che emanava un buonissimo ed invitante odorino. Forse fin troppo invitante.

-Papà non dirmi che hai fatto cucinare Melissa.- supplicai il mio genitore che si grattò la nuca colpevole.
-Lo sai che non so cucinare! Volevo fare bella figura!-
-Dio! Quando ti deciderai a chiedere un appuntamento a quella donna?! Dopo tutto quello che fa per te, direi che è il minimo!- sbuffai, cercando Derek con lo sguardo per potermi sedere accanto a lui.

Ma il posto accanto a lui semplicemente non c’era, dato che era seduto alla fine del tavolo, vicino al capotavola…Matt.
C’erano solo due posti liberi: uno di fronte a Derek e l’altro in mezzo a Lydia e Scott.
Per quanto adorassi l’idea di sedermi vicino al mio migliore amico e alla mia cotta plateale, l’idea di poter guardare Derek fu comunque più forte, così mi affrettai a sedermi davanti a lui, sorridendogli rassicurante.
-Stiles! Ti sei seduto qui per stare vicino a me?- domandò Matt in una mezza risata, posando la mano sulla mia.
Non mi persi il modo in cui Derek strinse il pugno contro il coltello e distolse lo sguardo, cacciando un forte sospiro.
-No, a dir la verità mi sono seduto qui per guardare Derek.- dissi con naturalezza, sorridendo nel vedere il ghigno soddisfatto di Derek.
-Oh..certo..- sussurrò Matt ed io mi sentii leggermente in colpa.
-Buon appetito!- urlò mio padre.
-Buon appetito.- ripetemmo in coro, iniziando a mangiare.

I primi minuti passarono velocemente e tranquillamente, tra una chiacchera e l’altra, e tra battutine sceme. Io continuavo a guardare Derek ogni secondo, non sapevo bene il perché lo controllassi così frequentemente, era più forte di me.
E fu proprio perché lo guardai tutto il tempo, che mi accorsi di quanto paziente fosse.
Perché credetemi se vi dico che Matt, il mio dolce, caro ex, non lo lasciò in pace nemmeno per un secondo. Facendogli dei dispetti degni di un bambino.
Come quando versò l’acqua a tutti…ignorando il suo bicchiere. Fossi stato in lui, mi sarei sicuramente fatto sentire persino a New York, ma Derek semplicemente prese un profondo respiro e si versò l’acqua da solo.
Oppure quando mio padre gli aveva fatto qualche domanda sulla sua vita e, mentre Derek era nel bel mezzo del racconto, Matt aveva esageratamente finto di sbadigliare. Tutti quanti gli mandammo occhiate furenti…tutti tranne Derek, che semplicemente lo ignorò, continuando a parlare.
E vogliamo parlare di quando Matt gli aveva accidentalmente (ma è molto probabile di no) versato l’acqua sui pantaloni?? Voglio dire, chi non si sarebbe infuriato davanti quella figuraccia??
Ve lo dico io chi…Derek.
-Scusami amico, sono mortificato.- disse Matt con un tono troppo lagnoso per sembrare vero.
-Non fa niente.- disse Derek, il tono abbastanza duro.- Vado un secondo in bagno a tentare di asciugarmi. Scusate.- disse poi, alzandosi e dirigendosi al piano di sopra.
Tutti rimasero in silenzio, lanciando occhiate piene di rimprovero a Matt che invece si era coperto la bocca con una mano, non so se per la mortificazione o per il tentare di non ridere.
-Figliuolo, mi dispiace che sia successo proprio a lui.- prese parola mio padre.
-Si, anche a me.- sospirai, immaginando soltanto come si sentisse Derek.
-Andiamo! Ne state facendo un dramma! È solo acqua!- esclamò Matt in una risata esagerata.

Eh no,eh! Questo era troppo! Potevo accettare di tutto, tranne che si ridesse del mio ragazzo!

Sbattei fortemente i pugni sul tavolo, facendo sobbalzare tutti, e mi alzai dalla sedia.

-Sei un coglione.- dissi in tono duro al mio ex, versandogli il mio bicchiere d’acqua sulla testa.

Tutti rimasero in silenzio, scioccati dal mio comportamento, osservandomi mentre uscivo dalla cucina per poter verificare come stesse Derek.

-Che cazzo! Stiles!- urlò Matt, fradicio dalla testa ai piedi.
Mi affacciai in cucina e guardai Matt con aria compiaciuta.- Suvvia, Matt! Ne stai facendo un dramma! È solo acqua!- esclamai sarcasticamente prima di salire al piano di sopra, lasciandomi alle spalle le risate degli altri.

Bussai un paio di volte nel bagno della mia camera, prima di entrarvi e vedere Derek poggiato al lavandino.
-Stai bene?- gli domandai avvicinandomi.
-Si.- rispose debolmente, non convincendomi per niente.
-Si è asciugato un po’?- domandai abbassando lo sguardo sul cavallo dei suoi jeans, deglutendo senza capirne il motivo.
-Per niente.-
-Aspetta, prendo il fono.- dissi, accovacciandomi per prendere l’aggeggio dall’armadietto sotto al lavello.
Attaccai la spina e lo accesi, puntandolo verso il cavallo dei suoi pantaloni, avvicinandomi ogni qual volta lui faceva un passo indietro.
-Se te ne scappi non riuscirò ad asciugarti.- sbuffai divertito.
-Non è colpa mia…scotta.- borbottò lui.
-Oh, scusa.- mormorai, abbassando la temperatura.
Derek rimase fermo, lasciando che l’asciugassi…ignaro delle fin troppo accese fantasie che mi stavo facendo in quel momento.
Era difficile pensare razionalmente se dovevo fissargli quel punto preciso.
-Ecco, credo si sia asciugato del tutto.- dissi spegnendo il fono, passando il pollice dove prima c’era la macchia di bagnato per verificare se fosse ancora umido.
-Stiles..- disse Derek, schiarendosi la voce.
-Si?- domandai tranquillamente, ignaro di dove stessi toccando.
-Ehm..- balbettò Derek, schiarendosi nuovamente la voce, mandando delle veloci occhiate verso il basso.
Seguii il suo sguardo e sgranai gli occhi nel vedere DOVE si trovasse la mia mano.
-Oh cazzo!- urlai staccando il mio arto da lì.-Sc-scusa.- balbettai in imbarazzo.
-Non preoccuparti…grazie.- disse in un sorriso divertito.
-Era il minimo che potessi fare…mi dispiace per quello che ti ha fatto Matt, so che l’ha fatto di proposito.- dissi posando il fono per poi poggiarmi al lavello, guardandolo dritto negli occhi.
-Come diavolo hai fatto a stare con uno come lui?- domandò Derek.
-Beh…lui non è sempre stato così. O almeno, non con me.  Mi piaceva vedere come cambiasse e si addolcisse soltanto con me.- ammisi con voce malinconica.
-E come fai a provare ancora qualcosa per lui dopo tutto quello che sta facendo? Voglio dire..non ti viene voglia di picchiarlo? Perché fosse stato per me, già l’avrei fatto fuori da un pezzo.- sospirò lui, poggiando la schiena al muro, ponendosi giusto davanti a me.
-Come no, infatti ho visto come l’hai fatto fuori, prima. Non hai né detto né fatto niente quando Matt ti stava facendo dei dispetti.-
-E cosa avrei dovuto fare? Mh?- domandò Derek in una risata amara.- Avrei dovuto stare al suo gioco? Comportarmi da bambino come fa lui? Magari avrei dovuto versargli a mia volta l’acqua addosso? Nah, sono più maturo di quello lì.-
-Okay, ora…non è detto che l’atto di versargli l’acqua addosso sia una bambinata, al mio paese si chiama semplice e pura vendetta.- dissi in tono infastidito.


Non solo l’avevo vendicato, osava anche darmi dell’immaturo. Tsè.

Lui inarcò un sopracciglio alle mie parole, prima che un’espressione di consapevolezza riempisse il suo viso.
-Stiles, cos’hai fatto?- domandò in un mezzo sorriso divertito.
-Niente.- risposi immediatamente, uscendo dal bagno.

Sentii i passi di Derek alle mie spalle ed accelerai il passo per paura che potesse fermarmi e chiedermi altro.
Ok, a dir la verità feci una vera e propria corsa verso la cucina per paura che lui potesse fermarmi ed indagare oltre.
Peccato che Derek fu più veloce di me e mi afferrò giusto un secondo prima che riuscissi ad aprire la porta della cucina, spiaccicandomi al muro.

Niente pensieri sconci, Stiles. Fai il bravo.

-Cosa?- domandai dopo aver deglutito un paio di volte, il respiro di Derek contro il mio viso.
Lui non disse niente, semplicemente avvicinò il viso al mio e fece scontrare le nostre labbra, chiedendo il permesso con la sua lingua di esplorare la mia bocca. Permesso che (ovviamente) gli concessi senza alcun indugio, aprendo la bocca quel tanto che bastava per poter intrecciare le nostre lingue.
Rimanemmo lì a baciarci per non so quanto tempo, sapevo solo che ogni qual volta Derek si staccava da me per poter riprendere fiato, beh, io mi rituffavo nelle sue labbra, rifiutando qualsiasi tipo di allontanamento.
E lui ovviamente mi stringeva a sé, i nostri corpi completamente uniti, così tanto da sembrare uno solo.
Fu un forte colpo di tosse che fece separare le nostre labbra, ma le mie braccia rimasero attorno al suo collo, incapace di staccarmi da lui.
Voltammo la testa verso la figura di mio padre, il viso abbastanza imbarazzato.
-Ero venuto a vedere come mai non tornavate più e…- balbettò l’uomo, grattandosi nervosamente la nuca.
-Oh, scusa pà. Stiamo bene, abbiamo solo..perso la cognizione del tempo.- cercai di rassicurare il mio vecchio, dandogli delle pacche affettuose sulle spalle.
Mio padre annuì più volte prima di guardare Derek con aria insolitamente intenerita, come se davanti a sé avesse un cucciolo di lupo.
-Ragazzo mio, tu hai senz’ombra di dubbio una grandissima pazienza. Non ho la minima idea di come tu abbia fatto a non dare di matto con quello lì.-
Sia io che Derek sgranammo gli occhi dallo stupore.
-Aspetta un attimo..- sussurrai al mio genitore.- Hai visto tutto anche tu??-
-Certo che ho visto tutto! Per tutto il pranzo non ho fatto altro che tenere d’occhio il tuo fidanzato perché volevo conoscerlo, ed ho notato i comportamenti immaturi del tuo ex, quello lì non mi è mai piaciuto e lo sai.-
Alle ultime parole di mio padre, Derek sorrise compiaciuto (ovviamente i due avevano molte cose in comune).
-Dai papà.- sbuffai.- Ancora con questa storia? Adesso non stiamo più insieme,ok? Non devi preoccuparti più.-
-Invece devo preoccuparmi, dato che lo frequenti ancora.-
-Non sono io a frequentarlo, ma Allison.- corressi.- Quindi non è colpa mia se sono costretto a vederlo.-
-Lo so, ma non mi piace come ti guarda.- ammise mio padre.
-Mai stato più d’accordo.- disse Derek, incrociando le braccia nello stesso momento in cui lo fece mio padre.
Non potei fare a meno di sorridere a quella visione, non c’erano dubbi, Derek e mio padre sarebbero sicuramente andati d’accordo…se solo la nostra relazione fosse vera…

Entrammo in cucina dove tutti stavano parlando e mangiando allegramente e, una volta seduti ai nostri posti, Derek mandò un’occhiata a Matt, un po’ più asciutto di prima, ma comunque bagnato.
-Cos’hai da guardare?- quasi ringhiò Matt.
Derek si limitò ad un’alzata di spalle, prima di guardare me con un sorrisetto divertito. Io lo guardai con aria fintamente innocente e mimai un “ non c’è di che” con le labbra, sorridendo nel sentire la sua piccola risata.
-Tieni cucciolotto, fatti grande.- disse Erica, posando un piatto davanti a me.
Guardai cosa ci fosse all’interno e sbuffai nel vedere la più grande fetta di carne che avessi mai visto fino a quel momento, non perdendomi il sorrisetto divertito di Derek.
Non provai nemmeno a tagliarla, non volendo fare altre figuracce, così spinsi il mio piatto verso Derek che, ovviamente, capì tutto ed iniziò a tagliarmi la carne.
-Da quando ti fai tagliare la carne?- domandò mio padre che proprio non riusciva a staccare gli occhi da noi due.
-Da quando ne feci volare un pezzo nel piatto di Matt.- risposi tranquillamente, sorridendo di gratitudine a Derek che mi aveva ripassato il piatto.
-Lo imbocca anche.- disse Jackson con aria disgustata.
-Davvero??- domandò mio padre allibito.
-Eheh…Jackson, per favore..EVITA.- dissi a denti stretti, guardando il mio amico con aria assassina.
-E fanno un sacco di casino quando fanno sesso.- borbottò il “biondo”, facendo in modo che mio padre sputasse il pezzo di carne che stava mangiando.
-Se-sesso?- domandò mio padre, guardando prima me e poi Derek.
-Jackson!- urlai scandalizzato, coprendomi il viso con il tovagliolo.-Papà posso spiegare, io..-
-Mio figlio fa sesso?!- urlò mio padre.
-Signore…vede..- provò Derek, ma fu interrotto dalla risata sguaiata di mio padre.
 
MIO PADRE.

Quell’uomo aveva appena scoperto che suo figlio scopava allegramente con un altro uomo…e che faceva?? Se la rideva!
Poi mi domandavano da chi avessi ereditato la mia follia….

-Non ci posso credere! Sono così sollevato!- disse mio padre tra le risate.
Derek mandò uno sguardo interrogativo in mia direzione, ed io risposi con un’alzata di spalle. No, non avevo idea di come giustificare tale comportamento.

-Uomo che si spaccia per mio padre.- dissi in tono irritato.-Posso sapere cosa trovi di tanto divertente in quest’informazione?-
Mio padre, se possibile, rise ancora più forte e diede dei colpi giocosi a Scott al suo fianco che per poco non sputò l’acqua che stava bevendo.
-Ho appena scoperto che tu, mio figlio, colui che passava le sue giornate tra videogiochi e libri…fa sesso! Sono così fiero di te!-
Tutti quanti iniziarono a ridere.


Tutti tranne me.
 
Mandai un’occhiata a Derek e sgranai gli occhi quando vidi il bastardo fingere di asciugarsi la bocca con il fazzoletto, solo per poter coprire un suo sorriso divertito.
Inevitabilmente gli diedi un calcio da sotto la tavola, facendolo sobbalzare sia dalla sorpresa che dal dolore.

-Ahia, amore.- ringhiò lui.- Non c’è bisogno di essere così violenti.- finì poi la frase in un ghigno malefico.

Perché stava ghignando? Cosa aveva in mente?

-Ti stai divertendo,eh? Beh, ridi ancora un po’ e ti farò vedere quanto posso essere violento.- lo minacciai, ignaro di avere l’attenzione di tutti i presenti.
-Oh, non vedo l’ora.- sussurrò Derek che invece sapeva tutto.- Mi piace quando fai il violento sotto le coperte.- finì poi la frase, fingendo di ringhiare in mia direzione.
Inarcai un sopracciglio a quel commento prima che le risate dei miei amici mi facessero comprendere cosa stesse realmente accadendo.
-Stronzo.- sussurrai al mio finto fidanzato che invece se la rideva con tranquillità.
-Ah! Sei proprio uno Stilinksi! Su questo non c’è dubbio! Anch’io ero un fenomeno a letto!-
-Papà! Oh mio Dio, ti prego!- urlai tappandomi le orecchie.
-E non è finita qui, caro John.- disse Erica, riempiendo il suo bicchiere di vino.-Devi sapere che il tuo caro figlioletto…a volte fa anche l’attivo.-

Ok, basta.

Tutto ciò non stava realmente accadendo.


-Mio figlio?? L’attivo???- urlò mio padre, riempiendo a sua volta il bicchiere di vino.- Qui ci vuole un brindisi! Derek, ti unisci a noi?- domandò mio padre fin troppo esaltato.
Derek lanciò una veloce occhiata in mia direzione ed io ne approfittai per guardarlo nel modo più truce possibile. Sul serio, se gli sguardi potessero parlare, beh, il mio avrebbe detto: “PROVA AD ASSECONDARLO E GIURO SULLE TUE CHIAPPE SODE CHE TI TAGLIERO’ IL PISELLO MENTRE DORMI!” …o qualcosa di simile.





Ma era pur sempre di Derek che stavamo parlando. Colui che, da quando mi aveva incontrato, non faceva altro che farmi imbestialire ed innamorare nello stesso momento.
E fu per questo motivo che non mi sorpresi più di tanto quando vidi Derek sorridere a mio padre e sollevare il bicchiere in sua direzione.
-Certo .- disse con naturalezza.
Osservai seccato tutti i miei amici alzare i bicchieri stracolmi di vino, guardando con gratitudine Matt che era stato l’unico a non partecipare a quella pagliacciata.
-A mio figlio l’attivo!!- urlò mio padre.
-A Stiles!- urlarono i miei amici in coro, facendo scontrare i loro bicchieri.

Mi presi tutto il tempo del mondo per poter fulminare con lo sguardo ognuno di loro, facendoli deglutire per il terrore di una mia possibile vendetta. Ero molto bravo nel vendicarmi.
Ma il mio sguardo non ebbe nessun effetto su Derek che ricambiò la mia occhiataccia con un occhiolino, facendo in modo che le mie budella si contorcessero in una morsa piacevole.
Sbuffai in sua direzione e mi ripresi il piatto dove giaceva un pezzo di carne perfettamente tagliata, e la finii in pochi secondi.

Aspettai pazientemente che tutti finissero di mangiare prima di raccogliere tutti piatti e portarli in cucina per poter già iniziare a lavarli.
I miei amici si alzarono e si diressero in salotto, dove si sedettero sul divano a parlare animatamente.
Cercai con lo sguardo Derek, ed il mio cuore accelerò quando non lo vidi insieme ai miei amici.

-Sta parlando con tuo padre.- disse una voce alle mie spalle che mi fece sussultare.
-Matt! Oh Dio.- sospirai per lo spavento.
-Scusa, non volevo spaventarti.- disse lui in tono divertito.- Posso aiutarti?- domandò indicando i piatti.
Esitai un attimo nel rispondergli, ma poi pensai che forse potevo approfittarne per parlargli, dato che dovevo assolutamente farlo, dopo quello che era successo prima.
-Io lavo e tu asciughi?- domandai continuando ad insaponare la pentola, sentendo un nodo doloroso alla gola nel ripensare a tutte le volte in cui mi aveva aiutato a lavare i piatti quando eravamo…fidanzati.
-Come sempre.- rispose lui in un sorriso.
Oh beh, almeno non ero l’unico a ricordarselo.
Gli feci un po’ di spazio per lasciarlo mettersi al mio lato e man mano che lavavo i piatti, glieli porgevo, osservando con quanta cura li asciugasse per poi riporli nei ripiani giusti, come se quella fosse casa sua.

Una volta lo era…

La risata di Derek mi strappò dai ricordi malinconici e non potei fare a meno di sorridere nel vedere lui e mio padre seduti vicini, mentre ridevano di qualcosa….

Sicuramente staranno parlando di un mio aneddoto.


-Vanno molto d’accordo, vero?- domandò Matt seguendo il mio sguardo.
-Beh, chi non va d’accordo con mio padre?- domandai ridendo.
-Io..- sussurrò tristemente lui.
-Beh, una volta ti adorava.- ci tenni a precisare, ignorando il tono inacidito che mi uscì involontariamente.
-Lo so e non sai quanto mi dispiace aver perso la sua…la vostra fiducia.-
-Beh, oggi di certo non te la sei riguadagnata.- gli feci notare, cacciandogli un sospiro triste.
-Mi dispiace così tanto. Io…io non so cosa mi è preso. Non sono più me stesso ultimamente e ne sono al corrente. Il fatto è che…quando vedo TE con quello-
-Derek.- lo interruppi prontamente.
-…con Derek.- disse con voce ancora più triste.- Io impazzisco.-
-Perché??- domandai con rabbia.-Non stiamo più insieme.-
-Ma provo ancora qualcosa per te. Non posso bloccare i miei sentimenti.-
-Dovevi pensarci prima.-
-Stiles..-
-No, Matt.- lo supplicai, strofinando un piatto così forte che per poco non lo ruppi a metà.- Non puoi. Ok? Non puoi spezzarmi il cuore, sparire per DUE anni e poi riapparire quando sono felicemente fidanzato e dire che mi ami. Non ti permetterò di farmi soffrire ancora, fosse l’ultima cosa che faccio, io-

La mia schiena tozzò contro il frigorifero e le mie labbra si scontrarono contro quelle di Matt, facendomi mugugnare per la sorpresa.
Avevo entrambe le mani in aria, una delle due reggeva ancora il piatto che stavo lavando, la mia vita era circondata dalle sue braccia forti ed io…io non sapevo nemmeno cosa pensare.
Se in un primo momento cercai di divincolarmi dal suo abbraccio e di cacciarlo via…qualche istante più tardi mi lasciai completamente andare al bacio, poggiando la mano libera sulla sua guancia e muovendo le labbra contro le sue.

Era difficile. Dannatamente difficile.
Per quanto odiassi certi suoi comportamenti, per quanto mi ferissero alcuni ricordi che mi legavano a lui…era pur sempre il mio primo ragazzo, il mio primo bacio, il mio primo batticuore…come potevo ignorarlo??

Ma poi c’era Derek, lui non era stato il primo…e non era neanche il mio vero fidanzato…
Eppure mi  faceva sentire così vivo, così felice, così…amato.
Ma valeva la pena lasciarsi andare con lui? Amarlo alla follia? Cosa avrei fatto quando se ne sarebbe andato??
Era questo il punto: Per quanto amassi Derek Hale…lui non mi apparteneva.

Perso nei miei pensieri e nel bacio, lasciai la presa sul piatto che ancora reggevo con l’altra mano ed il rumore della ceramica che si rompeva, mi risvegliò da quello stato di trance e ritrovai la forza necessaria per spingere Matt lontano da me.
-Non farlo mai più!- gli intimai, pulendomi la bocca con una mano.
-Hai risposto al bacio,Stiles.- mi disse lui, il tono tremolante.- Non puoi fingere che tra di noi non ci sia niente.-

Stavo quasi per rispondergli quando le figure di mio padre e Derek sbucarono dietro Matt, gli sguardi preoccupati.
-Tutto bene?- domandò mio padre.
Guardai Derek che stava facendo passare velocemente lo sguardo da me al mio ex, dopodiché feci ciò che mi veniva meglio : Mentire.
-Si, scusa pà, stavo passando il piatto a Matt e non mi ero accorto che era distratto, così l’ho fatto cadere..-
Mio padre cacciò un sospiro di sollievo prima di raggiungere i miei amici in salotto, Derek invece rimase fermo sul posto, gli occhi ancora fissi su di me.
-Vai, Matt. Faccio io, qui.- disse dopo un po’, prendendo l’asciugamano dal ripiano.
Matt lanciò una veloce occhiata in mia direzione prima di lasciarci da soli.
Voltai velocemente le spalle a Derek, non riuscendo a reggere il suo sguardo, ed iniziai a passargli velocemente le posate lavate.
-Va tutto bene?- mi domandò dopo un po’.
-Si.- dissi in tono troppo acuto.-Benissimo.- aggiunsi dopo essermi schiarito la voce.
-Sicuro?-
-Derek, sto bene.- sbuffai dopo un po’, cercando di calmare le mie mani che avevano iniziato a tremare.

Era normale che le mani ti tremassero dopo un bacio, no?
Beh, era questo il punto! Le mie mani avevano iniziato a tremare DOPO il bacio. Più precisamente quando Derek si era avvicinato a me.

Dio, perché mi faceva sentire così??
Finimmo di lavare ed asciugare il resto delle cose in un pesante silenzio, dopodiché raggiungemmo gli altri in salotto….

Peccato che, oltre mio padre, non ci fosse nessuno.

-Ehm, papà? Dove sono gli altri?- domandai con calma.
-Oh sono andati a casa, erano un po’ stanchi.-

COSA?!

-Oh beh, allora andiamo anche noi..- dissi frettolosamente, dirigendomi verso l’attaccapanni.
-Oppure potreste dormire qui.- propose mio padre.
-Hahahaha papà! Hai bevuto decisamente troppo vino!- risi nervosamente, afferrando il mio giubbotto.
-E’ che…mi sei mancato in questi giorni, pensavo che per una notte potevate rimanere qui..- sussurrò mio padre abbassando lo sguardo.

Cavolo, odiavo quando faceva così.

Guardai prima lui e poi Derek che parve intenerissi a sua volta a quella scena.

-Derek cosa indosserà? Non ha nemmeno il pigiama..o lo spazzolino.- dissi.
-Ho comprato un nuovo spazzolino giusto ieri e può prendere uno dei miei pigiami.- rispose prontamente lo sceriffo.
Guardai Derek con aria sconfitta, sapevo già come sarebbe andata a finire.-Per te va bene?-
-Certo.- rispose lui, sorridendo nel vedere mio padre esultare a gran voce.
-Evviva! HA HA HA.- risi istericamente.-Va-vado a prepararti le cose..- aggiunsi rivolto a Derek, camminando all’indietro per potermela svignare il prima possibile da lì.

******************************

Ok, ricapitoliamo: Mi trovavo in cucina a preparare tre cioccolate calde mentre Derek si trovava in salotto con mio padre, guardando una partita di…basket? Non ne ero sicuro.
Riuscivo a sentire le loro grida da lì, stavano gridando ad un giocatore dal nome impronunciabile di passare la palla a qualcun altro dal nome altrettanto imprununciabile.

Uomini.

Perfetto! Stavo addirittura pensando come una femmina! La mia vita faceva schifo.

Portai le tazze in salotto, poggiandomi per qualche minuto allo stipite della porta, cercando di memorizzare ogni dettaglio di quella visione.
Mio padre e Derek stavano esultando perché la loro squadra aveva appena segnato e si stavano scambiando una strana stretta di mano con tanto di balletto.
Avrei tanto voluto poter fermare il tempo e rivivere quella sera ogni giorno, era proprio così che immaginavo mio padre ed il mio fidanzato…felici, in sintonia…e Derek era senz’ombra di dubbio perfetto nel ruolo di genero perfetto.
Ma non dovevo farmi illusioni. Era tutto finto, no?

Sospirai affranto e mi avvicinai ai miei due uomini che mi sorrisero felici ed accettarono le loro cioccolate calde.
-Allora, dalle vostre grida e dal vostro spettacolino dovrei dedurre che stiamo vincendo?- domandai con calma, sedendomi in mezzo a loro, accucciandomi contro il fiano di Derek.
-Stiamo vincendo?? Li stiamo UCCIDENDO!- esclamò mio padre.
-Si ricorderanno questo giorno come il giorno in cui hanno perso le palle…in tutti i sensi!- esclamò Derek.
-Ben detto, ragazzo! Wohooo!- urlò mio padre alzando la tazza in aria.
-Che bruti.- sbuffai sorridendo divertito.


Nonostante non capissi niente del basket…o di qualsiasi sport in generale, rimasi a guardare la partita fino alla fine, più per rimanere accanto a Derek e poter vedere mio padre sorridere, che per altro.
-Vai così! Lancia! Lancia!- urlai al giocatore, giusto per poter partecipare a mia volta.
-No, amore, quella è la squadra avversaria.- mi fece notare Derek.
-Oh..ops.- mormorai imbarazzato, provocandogli una risatina divertita.

**

-Lancia! Lancia!- urlai quando quello dalla maglia rossa (cioè uno della “nostra squadra”) si avvicinò a quel coso con quel cesto in alto.
Anche mio padre e Derek iniziarono ad intimare al giocatore di tirare e quando lo fece e la palla finì dentro il cesto….

Ecco che Stiles Stilinski fece un’altra figura di merda.

-Goooal! Ha segnato! Wohoooo!- urlai saltellando sul divano, fermandomi allo sguardo divertito degli altri due.-Cosa?- domandai preoccupato.
Vidi mio padre e Derek lanciarsi uno sguardo rassegnato, prima di iniziare ad esultare insieme a me.

Non ho idea di cos’abbia detto di male..ma vabbè.

********************************************************

-Dove mi stai portando?- domandò Derek sorridendo, il suo respiro che si condensava e formava una nuvoletta bianca intorno al suo viso.
-Caro Derek Hale, stasera il tuo fidanzatino ti mostrerà come ci si diverte a Beacon Hills quando fa freddo.- dissi entusiasta, prendendogli la mano, sorridendo quando sentii le sue dita intrecciarsi con le mie.
Ebbene si, dopo che la partita era finita e mio padre ci aveva dato la buonanotte e se n’era andato a letto con il sorriso stampato sulla faccia, avevo deciso che non c’era niente di meglio che una passeggiata con il proprio finto fidanzato per potersi dimenticare di ciò che era avvenuto con il proprio ex.
Così avevo trascinato Derek fuori di casa e adesso stavamo passeggiando tranquillamente per la città, salutando ogni passante, ridendo ogni qual volta ci guardavano confusi.

-Mi piace tuo padre.- disse improvvisamente Derek, stringendomi maggiormente a sé.
-Ew, Derek! Per quanto mio padre possa essere affascinante, non voglio sapere cosa pensi di lui!- esclamai sarcasticamente, ridendo alla spinta giocosa che mi diede poco dopo.
-Sai cosa intendo.-
-Credo che anche tu gli piaccia.- dissi sorridendo.- Ci rimarrà malissimo quando…quando noi…- sussurrai tristemente, guardando l’asfalto bagnato.
Lui non mi fece finire la frase e si piegò per potermi dare un bacio.
Ora, per quanto il bacio con Matt mi avesse sconvolto….
Niente e ripeto…NIENTE…batteva i baci di Derek.
Erano così veri e così profondi, da lasciarmi sempre senza fiato.
E la sua lingua era così soffice e calda che riusciva sempre a far sciogliere il mio cuore.
-Non ti ho ancora lasciato, Stiles.-
Rieccola, aveva ridetto quella frase che per me ancora non aveva senso.
Il fatto che non mi avesse ancora lasciato non implicava che non mi avrebbe lasciato mai. Giusto?
-Cos’è questa musica??- domandò Derek guardandosi intorno.
-Eh?- domandai sbattendo le palpebre, disincantandomi.- Oh questa? È solo la musica che proviene da…- mi bloccai, sogghignando in direzione di Derek.
-Proviene da..?- mi spronò lui.
-Lo vedrai.-

*************************************

-STILES!-
-Chi abbiamo qui?? Un lupacchiotto impaurito che si aggrappa con tutte le sue forze ad una ringhiera.- lo presi in giro, guardandolo tra il divertito e l’intenerito.
-Non è divertente.- ringhiò lui, divaricando involontariamente le gambe.
-Non imparerai mai a pattinare sul ghiaccio se non ti stacchi da lì.-
-Non voglio imparare a pattinare.- disse a denti stretti.-Voglio solo uscire da questo inferno.-
-Oh andiamo! Almeno provaci! È più facile di quel che sembra.-
-Noi Newyorkesi non siamo abituati a pattinare.-
-Non dirmi che a New York non c’è nessuna pista di pattinaggio!- esclamai scettico.
-Certo, ce ne sono a palate. E le odio una ad una.-
Sorrisi nel vederlo barcollare verso l’uscita e in un attimo mi ci parai davanti.
-Ah-ah-ah!- esclamai muovendo l’indice a destra e a sinistra.-Non così in fretta, sourwolf.-
-Come mi hai chiamato?- domandò confuso, ma io non gli risposi.
Gli presi le mani e lo trascinai al centro della pista, dove non si sarebbe potuto aggrappare a niente se non a me.
-Ora, fai come ti dico. Pressa con la punta e trascina il piede in avanti, prima uno e poi l’altro.-
Lui mi guardò tra l’impaurito e l’incazzato ma io non demorsi.
-Andiamo.- lo spronai ancora.
Sorrisi quando lo vidi provarci e, dopo qualche caduta che evitai di fargli (o meglio, farci) fare, riuscimmo a pattinare, io all’indietro e lui davanti.
-Visto? Non è così male.- gli dissi, continuando a tenergli le mani.
-E’ snervante.-
-Sei troppo teso, rilassati.-
-E se cado?- domandò dopo un po’.
-Mi farò una bella risata e ti aiuterò a rialzarti.- lo presi in giro.
-Non è vero, mi rimarrai al suolo a congelarmi.- sbuffò lui.
-Non lo farei mai.-
Derek mi mandò un’occhiataccia scettica che mi costrinse a fermarmi.
-Ascoltami attentamente, stupido che non sei altro.- dissi in tono serio, prendendogli il viso tra le mani.-Ti prometto che ti rialzerò ogni qual volta cadrai, ok?- sussurrai dolcemente, guardandolo dritto negli occhi.

Sapevo che quella frase poteva avere un significato più profondo…ed in effetti, lo aveva. Ma cercai di non pensarci.


-Ok.- sussurrò lui.
-Adesso prova da solo.- dissi allontanandomi da lui.-Coraggio!- lo incoraggiai allungando le braccia in sua direzione.
Lui si guardò intorno con aria spaesata ed impaurita e, dopo aver deglutito un paio di volte, “pattinò” verso la mia direzione, agitando le braccia ogni qual volta stava per perdere l’equilibrio.
-Bravissimo! Così! Vieni da mammina!- lo presi in giro, ridendo intenerito ai suoi piccoli sbuffi.

Era quasi arrivato a toccare le mie mani…quando il caso volle (proprio perché la mia vita doveva essere uguale ad un film) che i pattini di Derek si inceppassero proprio in quel punto, facendolo cadere in avanti….ovvero addosso a me.
L’ultima cosa che seppi fu di essere sdraiato sul ghiaccio con Derek sopra di me.
-Scusa.- sospirò lui, cercando di rialzarsi.
Io risi fortemente, perché era assurdo quello che era appena successo e divaricai le gambe per permettergli di alzarsi…peccato che Derek scivolò nuovamente, andando ad infilare un ginocchio proprio dove stava il cavallo dei miei pantaloni.
-Non-non riesco a- Derek provava e riprovava ad alzarsi, finendo solo per strusciare con il ginocchio proprio in quel punto, mettendo a dura prova il mio scarso autocontrollo.
-Fa-mh- fa con calma.- ansimai chiudendo forte gli occhi, imponendomi di pensare a cose brutte e spiacevoli.
Derek provò ad issarsi un’ultima volta prima di scivolare nuovamente, il ginocchio sempre più insistente in quel punto.
-Ah!-

Perfetto…avevo appena ansimato a gran voce in un luogo pubblico, dritto nell’orecchio di Derek. Poteva andare peggio di così??

-Stiles..quello era..?- domandò Derek, sollevandosi quanto bastava per potermi vedere in viso.
Avevo gli occhi serrati ed il labbro inferiore intrappolato tra i denti, non volevo guardare…
-Il-oh dio- il tuo ginocchio..- ansimai ancora.
Derek guardò verso il basso e sgranò gli occhi nel vedere cosa stesse facendo.
-Scusa!- esclamò imbarazzato, cercando di allontanare il ginocchio da lì, finendo solo per farlo strusciare con maggiore forza.
-Ti pregoh.- gemetti, afferrandogli la gamba.-Non muoverti o peggiori le cose.-
-Cosa devo fare, allora?- domandò dopo un po’.
-Faccio io.- sospirai.

Con molta fatica, sgusciai da sotto a lui e lo aiutai a rialzarsi. Eravamo entrambi imbarazzati ma quando trovammo coraggio e ci guardammo negli occhi, non potemmo far altro se non ridere.

Oh beh, almeno ci stavamo divertendo.

******************************

-Quindi dimmi se ho capito bene: Quest’uomo ci ha provato spudoratamente con te dal primo giorno di lavoro finché non hai ceduto..- iniziai a ripetere ciò che mi aveva raccontato Derek poco prima.
-Si.- disse lui, poggiando le mani sulle mie ginocchia.
Eravamo fuori casa mia, io ero seduto sul cofano della mia macchina e lui si trovava in mezzo alle mie gambe, le mani che facevano su e giù su di esse.
-Dopo un po’ di tempo, hai ceduto alle sue avance e siete usciti insieme, andando fuori città.-
-Si.-
-Avete iniziato a frequentarvi…sempre andando fuori città..-
-Si…-
-E siete andati a letto…tante…tantissime volte.-
-Questo non l’ho detto.- disse lui in un sorriso divertito.
-No ma è ovvio che è andata cosi.-
-Beh, in un certo senso..si.-

Perfetto! Avevo un motivo in più per odiare quel tizio.
-Ma quando vi trovavate a lavoro, lui ti trattava in modo distaccato.-
-Già.-
-E quando tu gli hai chiesto spiegazioni…-
-Lui ha detto di essere sposato con una donna.-
-No, anche detta così…rimane sempre un bastardo.- sbuffai, provocandogli una risata.
-Eh già..-
-Ma non gli hai mai detto di scegliere te o lei?-
-Certo che l’ho fatto.-
-E lui ha scelto lei..- dissi in tono triste.
-E lui ha scelto lei.- ripeté Derek, dandomi un bacio a stampo.
Nonostante fossimo da soli ed i miei amici non ci vedessero, non avevamo fatto altro che scambiarci baci per tutta la serata. E non potevo desiderare altro.

-Immagino come tu ti sia sentito..-
-Un po’ come ti sei sentito tu.-
Sorrisi dolcemente e gli diedi un altro bacio, poggiando la testa contro il suo petto.
-Siamo così diversi eppure la nostra vita è così simile..-
-Lo so.- sussurrò sollevandomi la testa con un dito sotto il mento per potermi ribaciare.

-Ti piacerebbe vivere qui?- domandai quando il bacio fu terminato.
-A Beacon Hills?-
-Si, voglio dire…non è New York…ma si vive bene.-
Lui parve pensarci per un po’, dopodiché riprese a strofinare le mani sulle mie ginocchia, forse per riscaldarsi…forse per riscaldare me…chissà…
-Ho sempre desiderato vivere in una piccola cittadina, dove la tranquillità fa da padrona e dove tutti conoscono tutti..-
-Allora potresti trasferirti qui.- provai con fin troppa speranza nel mio sguardo.- Gli avvocati vengono pagati bene e potresti comprarti la casa vicino alla mia, potresti spiarmi mentre faccio la doccia.-
Lui rise alle mie parole, ma il suo sorriso durò poco.
-Sarebbe bellissimo ma…ho la mia famiglia a New York.-
-Oh già, le tue sorelle e tuo zio…- sussurrai affranto.
-Sarei perso senza di loro.-
-Certo, non c’è nemmeno bisogno di dirlo. Nessuno può capirti più di me.- sussurrai ancora, mandando uno sguardo triste alla finestra della stanza di mio padre.
-Tu volevi andartene da qui, non è vero?- domandò Derek seguendo il mio sguardo.
-Beh, sono un ragazzo di 23 anni, volevo vedere il mondo e seguire i miei amici nelle loro avventure ma…-
-Ma non abbandoneresti mai tuo padre.-
-Mai.-
Derek afferrò le mie gambe e mi trascinò più vicino a lui, impegnandomi in un altro bacio.
-Sei davvero straordinario,Stiles. Non dimenticarlo mai.-
Arrossii a quel complimento, distogliendo lo sguardo dal suo.-Non sono poi così straordinario.-
-Si, invece. E ricordati cosa ti ho detto riguardo ai complimenti.-
-Che devo accettarli e risponderti “grazie”?-
-Esatto.-
-D’accordo…grazie.-
Lui mi sorrise dolcemente e mi diede un altro bacio.
Ok, non ne avrei mai avuto abbastanza delle sue labbra.
-Derek..-
-Si?-
-Sei bisessuale o gay?- domandai in tono incuriosito.
Lui mi regalò un sorriso davvero troppo divertito ed avvicinò il viso al mio.
-Prova ad indovinare. Se indovini, dormirai con me…altrimenti dormiremo separati.-


STRONZO.

-No, perché separati?- domandai triste.
-Cosa c’è, Stilinski.- mi prese in giro lui.- Vuoi dormire accoccolato a me?-
-Pff! Certo che no!- sbuffai incazzato.-E comunque, nel caso dovessi perdere, dormirai tu sul divano.-
-Affare fatto.-
-Sei bisessuale.- dissi in tono serio.
-Ne sei sicuro?- domandò lui con un ghigno.
-Si, ti ci vedo bene con mille donne nel tuo letto.-
Lui avvicinò il viso a me e mi diede un dolce bacio.-Credo proprio che stanotte dormirò sul divano.-
-COSA?! SEI GAY??- urlai scandalizzato.
-Eh già.-
-M-ma…tu fai il finto fidanzato anche con le ragazze! Come fai?!-domandai scioccato.
-E’ il mio lavoro. Buonanotte,Stiles.- disse dandomi un altro bacio, prima di entrare dentro.

************
-Sicuro che vuoi dormire sul divano?- gli domandai per la millesima volta.
-Hai perso la scommessa, no?- rispose lui, chiudendo gli occhi.
Sbuffai scocciato alla visione di lui sul divano e mi recai in camera mia.

Mi girai e rigirai tra le coperte, sbuffando per la frustrazione.
Non era giusto, volevo dormire con lui. Volevo sentire il calore del suo corpo ed il suo respiro e…
-OH AL DIAVOLO!- esclamai scocciato, afferrando la coperta per poi precipitarmi al piano inferiore.

Mi buttai in malo modo su Derek che stava dormendo di schiena e coprii entrambi con la coperta.
-Ma cosa-? Stiles??- domandò Derek, svegliandosi di colpo.
-Io ti pago, ok? Quindi dormiremo insieme. Punto e basta.- ringhiai accoccolandomi meglio sul suo petto.

Passarono diversi secondi in cui Derek addirittura trattene il respiro, dopodiché lo sentii ridacchiare e circondarmi la schiena con le braccia, sussurrando un: “Si…davvero straordinario”.

E, credetemi se vi dico che…con tutte le allergie e la scomodità di un divano…non dormii mai così bene come quella notte.
 
 
 

 
 
 
ECCOMI QUI, CE L’HO FATTA!
MI SPIACE DI AVERVI FATTO ASPETTARE COSI’ TANTO MA, COME HO GIA’ DETTO AD ALCUNI DI VOI, HO PASSATO DAVVERO UN BRUTTO PERIODO (CHE PURTROPPO ANCORA NON E’ FINITO). NON C’E’ COSA PIU’ BRUTTA NEL LITIGARE CON LE PERSONE A CUI TIENI DI PIU’…TI SENTI SEMPRE GIU’ DI MORALE E SENZA FORZE, COME SE TI AVESSERO STRAPPATO UNA PARTE DI TE.
COMUNQUE E’ STATO GRAZIE ALLE VOSTRE RECENSIONI E AI VOSTRI MESSAGGI PIENI DI PREOCCUPAZIONE CHE HO TROVATO LA FORZA DI FINIRE IL CAPITOLO ED AGGIORNARE.
QUINDI DEVO ANCHE RINGRAZIARVI, SIETE FANTASTICI, DAVVERO. NON SO PROPRIO COSA FAREI SENZA DI VOI! <3 <3






 

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Capitolo 6
*** Risks ***


Mi svegliai di soprassalto quando la risata (fin troppo sguaiata) di mio padre arrivò alle mie orecchie e, per quanto odiassi essere svegliato da qualcun altro, non potevo di certo lamentarmi. In fondo, sentire la risata del proprio padre di prima mattina era un bel modo per cominciare la giornata.
Mi stiracchiai per bene, allungando il più possibile gli arti e sbadigliando rumorosamente, tornando lentamente nel mondo reale e, inevitabilmente, iniziai a ridere da solo.

Che sogno assurdo.

Ebbene si, avevo nuovamente sognato Derek, ma questa volta non si trattava di un sogno erotico (e aggiungerei “fortunatamente”, dato che non sarebbe stato facile nascondere un’erezione standogli sdraiato sopra), era stato più un sogno…strano.
Ero sdraiato sopra Derek che mi stava carezzando i capelli, facendomi venire i brividi quando….
Quando improvvisamente arriva mio padre che cerca in tutti i modi di separarmi da lui!
Andiamo! Che sogno assurdo!
Ricordo ancora le braccia di mio padre intorno al mio busto mentre cercava invano di staccarmi dal corpo fin troppo caldo ed accogliente di Derek.
Ma mi sono fatto valere,eh! Infatti ricordo anche di essermi letteralmente arpionato al corpo di Derek e di aver cercato in tutti i modi di non lasciarmi portare via da lui….peccato non mi ricordi il finale, ma sono sicuro di aver vinto io!
Beccati questa, papà! HA!!

La risata di mio padre sopraggiunse nuovamente alle mie orecchie, così decisi di andare in cucina per vedere cosa stesse combinando.
Mi coprii con la coperta e strusciai i piedi fino alla porta della stanza, sorridendo nel vedere Derek e mio padre mentre tentavano di non far bruciare delle frittelle.
-Pà, stai facendo un casino.- mormorai con voce ancora impastata dal sonno, ricevendo immediatamente l’attenzione dei due.
-Oh buongiorno bell’addormentata del bosco!- rise mio padre tirandomi in un abbraccio.

Quell’uomo abbracciava sempre.

-Buongiorno pà.- sbuffai ricambiando l’abbraccio, guardando Derek da sopra la spalla del mio vecchio.- Buongiorno Der.-  mormorai più dolcemente.

Hey, non fatevi film mentali! Ero dolce con chiunque facesse ridere mio padre…non solo con Derek.

-Buongiorno sua bavosità.- rise Derek dandomi un bacio zuccheroso.

Sua….SUA BAVOSITA’??!!

-Okay, che significa?- domandai seccato, incrociando le braccia al petto.
-Non lo so, Derek, secondo me era più appropriato “Sua azzeccosità”.- rise ancora mio padre, dando il cinque ad un Derek fin troppo divertito.
-Quando avete finito di scambiarvi effusioni d’amore, potreste per favore SPIEGARE?!- domandai ponendomi in mezzo ai due.

Odiavo essere escluso.

-Beh, diciamo che stamattina ho avuto un’altra prova di quanto sei...attaccato al tuo amoruccio.- disse mio padre scompigliandomi i capelli.
-E quale sarebbe questa prova?- domandai intimorito..non volevo sapere cos’avevo combinato.
-Beh, diciamo che stamattina vi ho visti dormire sul divano e mi sono avvicinato per verificare se fosse tutto ok, dato che avevate un letto su cui dormire..- cominciò mio padre,  ampliando il sorriso ogni volta che mi vedeva spalancare maggiormente gli occhi.- E ho notato che Derek era sveglio e ti stava accarezzando i capelli.-

Aspetta un secondo…anche nel mio sogno Derek mi stava accarezzando i capelli…

Oh merda.

-Così gli ho detto che avrei iniziato a prepararvi la colazione e lui ha insistito per darmi una mano…solo che tu proprio non volevi saperne di lasciarlo andare.-
-Hehe, davvero?- domandai imbarazzato al massimo, evitando volutamente di guardare Derek.
-Davvero! Ho dovuto staccarti via con la forza!- esclamò mio padre in una risata.
-Hahaha..davvero divertente..- mormorai a denti stretti, voltandomi verso Derek che stava sorridendo divertito.- Quella…quella è…è..-balbettai indicandogli una chiazza bagnata sulla sua maglia, all’altezza del petto.
-La tua bava, si.- rispose Derek scompigliandomi i capelli quando vide la mia espressione dispiaciuta, facendomi sorridere.
-Allora, posso aiutarvi con queste frittelle o devo correre a prendere un estintore?- domandai sfregandomi le mani.
-Figliolo, non hai idea di quante ne abbiamo bruciate!- esclamò mio padre.
-Si, lo so…l’odore di bruciato si sentirà persino a casa di Lydia.- sospirai in un sorriso, aiutando i miei due uomini a preparare una colazione decente.

Figure di merda mattutine…con Stiles da sempre!

**********************************************

Un’ora.

Per la prima volta in ventitré anni avevo impiegato un’ora per prepararmi. 
E secondo voi chi era il responsabile di tutto ciò?? Ovviamente Derek.
Avevo atteso che si preparasse per poi chiudermi in bagno e prepararmi anch’io, avevo intenzione di metterci cinque minuti per non lasciare mio padre e Derek da soli per troppo tempo, avevo ancora paura di quello che avrebbero potuto dirsi in mia assenza.
Ma poi ho fatto il grande errore di guardarmi allo specchio e credetemi se vi dico che stavo per urlare.

Non era giusto.

No, non era per niente giusto che Derek fosse perfetto anche appena sveglio mentre io sembravo il gemello di Sid, il bradipo dell’Era Glaciale.
Ormai avevo deciso, anche a costo di metterci tutta la giornata, avrei fatto colpo su Derek.
Per una volta sarebbe stato lui quello senza parole.
Alla fine il meglio che riuscii ad ottenere fu quello di indossare una maglia blu scuro abbastanza aderente da lasciar intravedere i pettorali, dei jeans scuri ovviamente attillati, e mi alzai i capelli con il gel…ma non credo si sarebbe accorto dell’ultima cosa.





Anzi, molto probabilmente non mi avrebbe nemmeno trovato attraente, ma almeno ci avevo provato.
Con l’umore e l’autostima sotto i piedi, scesi velocemente le scale e poggiai la mano sulla maniglia per poter entrare in salotto...ma la voce seria di mio padre mi fece bloccare sul posto.

-Vedi,Derek, mio figlio è proprio preso da te. Sono suo padre, mi accorgo subito di quando mio figlio è felice, preoccupato o triste…ma quando è vicino a te…nei suoi occhi vedo tante di quelle emozioni da non riuscire a decifrare il suo umore. Capisci cosa intendo?- sentii dire da mio padre.
-Certo.- disse Derek.- E so anche cosa mi dirà adesso..-
-Lui è tutto ciò che ho.- disse infatti mio padre.- L’ho visto soffrire troppe volte e ti giuro che sono disposto a fare qualsiasi cosa pur di vederlo felice e sereno.-
-Capisco perfettamente.- sussurrò Derek.
-Sai…lui è più forte di quel che crede. Sin da quando era bambino non ha mai voluto farmi preoccupare, preferendo soffrire in silenzio, ma i suoi occhi sono troppo sinceri e spesso ti urlano la verità quando invece la sua bocca dice bugie su bugie. Lui non conosce l’odio, si è sempre dato la colpa per tutte le volte che qualcuno se n’è andato dalla sua vita, che si tratti della morte di Claudia o della rottura con Matt, lui si è sempre ritenuto responsabile, ha sempre creduto di non essere abbastanza e questo fa male…molto male.- adesso la voce di mio padre era velata da una forte sfumatura di tristezza e impotenza.
-Signore, so bene quanto Stiles possa essere insicuro, fragile e sensibile ed è per questo che io lo am…che  tengo molto a lui.- mormorò Derek.- Vederlo sorridere è praticamente l’unico obiettivo che mi pongo ogni giorno e vi prometto che mai e poi mai lo vedrete soffrire a causa mia.-
-Lo so, ragazzo mio.- sospirò mio padre e potei quasi immaginarlo mentre gli dava delle pacche affettuose sulla spalla.- Se non avessi pensato che tu eri perfetto per mio figlio, beh, ti avrei trattato in modo molto differente, credimi.-
-Qui-quindi lei non ha niente in contrario se io e suo figlio…?- domandò Derek, la voce incredula.
-Certo che no! Anzi, molto probabilmente tu sei l’unico ragazzo che vorrei accanto a mio figlio.-rise mio padre.
-Posso sapere il perché?- domandò Derek.
-Perché gli occhi di mio figlio non sono gli unici ad essere sinceri, Derek, soltanto un cieco non si accorgerebbe di quanto ami mio figlio.- disse mio padre.



Quelle parole mi lasciarono completamente spiazzato, non riuscivo a sentire più niente né a muovere un muscolo, mi girava la testa e le mani non volevano proprio saperne di smettere di tremare.
Non dovevo illudermi, Derek stava solo facendo la parte e mio padre non era di certo un veggente per capire se lui mi amasse o meno.
Eppure, nonostante tentassi in tutti i modi di non farmi film mentali,  Derek aveva già preso posto nel mio cuore e per nessuna ragione al mondo se ne sarebbe andato da lì.
Il mio cuore era quasi come una prigione: non importava gli sbagli che avevano commesso alcune persone nella mia vita, loro ormai erano rinchiuse lì dentro e non ne sarebbero mai uscite.

Per poco non mi venne un infarto quando la porta davanti a me si aprii, scoprendo mio padre e Derek che mi guardarono sorpresi.
-Stiles, da quanto tempo sei qui?- domandò mio padre.
-Sono appena sceso.- mentii dopo essermi schiarito la voce.-Perché? Ho interrotto qualcosa? Stavate pomiciando nel salone??- domandai ridendo, nascondendo tutto il mio nervosismo.
Le facce disgustate che fecero Derek e mio padre mi portarono a ridere per davvero, contagiando anche loro.
-Dai, andate…Scott mi ha già mandato un messaggio.- disse mio padre con un sorriso, accompagnandoci all’uscita.
-Che messaggio?- domandai curioso.
-Un messaggio in cui mi informa cosa farete nei prossimi giorni.-
-Cioè?- domandai preoccupato.
-Non ne sarai molto entusiasta, ma con Derek al tuo fianco non hai nulla di cui temere.- rise mio padre, abbracciando sia me che il mio fid…finto fidanzato, prima di chiudere la porta in un ghigno malefico.
-Oddio, non mi piace quel ghigno, non mi piace per niente.- mormorai nel panico.
-Suvvia non fare il cagasotto.- mi prese in giro Derek, dandomi una spinta giocosa.- Non hai sentito cos’ha detto tuo padre? Non hai nulla da temere finché sarò al tuo fianco!-

“No, ma forse dovresti aver paura tu…dato che ho troppa voglia di saltarti addosso in questo momento”.

-Oh che consolazione!- esclamai sarcasticamente.- Forse mio padre non sa che tu sei quello che mi mette nei guai.-
-Io? Sei tu che attiri solo problemi!-
-Vero…dai, andiamo.- sbuffai entrando in macchina, mettendo in moto non appena Derek si fu seduto al mio fianco.


Mi stava fissando…perché mi stava fissando??

-Vuoi una foto?- sbuffai continuando a tenere gli occhi sulla strada.
-Mi piacerebbe, sì.-
-Sei serio?- domandai ridendo, voltandomi per guardarlo.
-Si, sei molto bello oggi. Più del solito.-

Aspetta aspetta aspetta…. Lui mi trovava bello? E oggi ancora di più??? Quindi ero riuscito a sbalordirlo!?!

-Ti sei alzato i capelli?-

Oh mio Dio…si era persino accorto dei capelli!

-Si..un po’.- balbettai con le guance in fiamme.
-Stai bene.-
-Gra-grazie.- risi nervosamente.- Anche tu sei molto, molto, mooooolto, davvero molto bello.-


Cosa cavolo stavo dicendo??!!

Lo sentii ridere prima che posasse la mano sopra la mia adagiata sul cambio marce.

-Grazie.- disse dopo un po’.
-Fi-figurati.- sospirai, scostando la sua mano solo per poterla poggiare sotto la mia e poterlo così tenere per mano e cambiare nello stesso tempo le marce.

Più passava il tempo e più aumentava la voglia di saltargli addosso. Il profumo virile del suo dopobarba era così forte da stordirmi e la sua mano sotto la mia era così grande e morbida che immaginai a come dovesse essere bello sentirla lungo tutto il mio corpo e, nonostante fosse rilassato, i muscoli delle sue braccia sembravano stessero per esplodere e…CAVOLO! Come facevo a non fare pensieri poco casti su quei muscoli? Come?!

Ok, basta. Dovevo calmarmi assolutamente o avrei dovuto trovare un modo per nascondere un imbarazzante erezione.
Azionai lo stereo così da potermi distrarre con della buona musica..

Peccato che quella non era proprio la mia giornata.

Sgranai gli occhi quando la voce inconfondibile di Nicki Minaj riempii l’abitacolo di parole davvero troppo sconce per un verginello come me.

“My anaconda don't
My anaconda don't
My anaconda don't want none unless you got buns, hun!”



-Sarà meglio cambiare canzone!- esclamai con voce acuta, premendo immediatamente il pulsante per andare avanti con le stazioni.

Ma evidentemente quella non era PER NIENTE la mia giornata, perché la canzone “Push it” dei Salt ‘N’ Pepa fece il suo favoloso ingresso, facendomi sbiancare ed arrossire nello stesso momento.

“Ah, push it - push it good
Ah, push it - push it real good
Ah, push it - push it good
Ah, push it - p-push it real good
 
Hey! Ow!
Push it good!
 
Oooh, baby, baby
Baby, baby
Oooh, baby, baby
Baby, baby “


Tutto ciò non stava accadendo a me…

-Eeee direi che questa canzone proprio non va bene.- dissi cambiando nuovamente stazione, non perdendomi il sorriso divertito di Derek.

Ma Stiles Stilinksi poteva mai avere un po’ di tregua?? CERTO CHE NO!

Signore e signori, è con immenso dispiacere che vi presento la famosa canzone dei Maroon5 : “Animals” !

“Baby, I’m preying on you tonight
Hunt you down eat you alive
Just like animals
Animals
Like animals
 
Maybe you think that you can hide
I can smell your scent from miles
Just like animals
Animals
Like animals
Baby, I’m..”


-Ma è assurdo!- urlai spegnendo lo stereo, non badando alla risata di quello stronzo.- Possibile che tutte le canzoni parlino di sesso? Sesso di qua, sesso di là….è un’ossessione!- esclamai incazzato.
-Beh è una cosa naturale…e anche piacevole.- provò Derek, ridendo della mia espressione incazzata.
-Può essere piacevole quanto vuoi ma non è niente se non c’è amore.-
-Mmmm…no, credo che sia piacevole allo stesso modo.- mi contraddì lui, ridendo quando gli schiaffeggiai la mano.
-Con l’amore sarebbe ancora più piacevole.-
-Dici?- domandò lui, voltandosi verso di me. Lo sguardo serio e profondo.

Ricambiai il suo sguardo per un lungo momento, prima di distoglierlo e posarlo nuovamente sulla strada.



I pantaloni stavano diventando leggermente stretti...e non c’era una fottuta cellula del mio corpo che non ardesse di desiderio per Derek.
Ma dovevo stare calmo, sicuramente Scott mi avrebbe tenuto occupato con la sua nuova idea e mi avrebbe distaccato un po’ dalla sensualità del mio fidanzato.

***

Non appena arrivammo a casa Argent, fummo assaliti da uno Scott davvero troppo eccitato e da una Lydia ancora più emozionata di lui e la cosa non mi piacque per niente.
-Amico, che succede?- domandai a Scott, bloccandolo per le spalle per farlo smettere di saltellare.
-Andiamo in campeggio!- urlò lui, peccato che il suo entusiasmo non mi contagiò nemmeno un po’.
-In..in campeggio?- domandai seccato.- Sul serio??-
-Si! Ma non ti preoccupare, non è un vero campeggio.-
-Che significa? Ah, Scott! Dovrebbero inventare un traduttore per capirti!- sbuffai scocciato.
-Ciò che vuole dire Scott..- disse Lydia, lo sguardo compiaciuto. -E’ che andremo tutti nella villa dei nonni di Jackson e, dato che il loro giardino coincide con il bosco, potremmo accamparci lì per una notte…come se fossimo in campeggio.-
-E dove sarebbe la bella notizia?- domandai infastidito.
-La bella notizia è che i nonni di Jackson hanno una vasca idromassaggio, delle camere da letto spettacolari e una televisione al plasma da 145 pollici!-
-Beh, niente male.- disse Derek.
-Ma io odio..anzi..DETESTO il campeggio! Natura, insetti…bleah!- sbuffai.
-Beh ma il futuro sposo, nonché tuo migliore amico, adora il campeggio…quindi…- continuò Lydia, incenerendomi con lo sguardo.
-…campeggio sia.-sospirai, sobbalzando al grido di vittoria di Scott.
-Perfetto, sto per realizzare il sogno della mia vita: dormire all’aperto, in una tenda, esposto a pericoli e animali di ogni genere.- dissi sarcasticamente.
-Non preoccuparti, mi occuperò io di te.- disse Derek alle mie spalle.- Ti starò vicino…molto vicino.- sussurrò poi al mio orecchio, strizzandomi il sedere con una mano.

Arrossii di botto e cercai di non farmi prendere dal panico (…e dall’eccitazione).
Una notte. Avrei dovuto passare una notte dentro una tenda con Derek…a stretto contatto con Derek.
 Lo guardai mentre aiutava Allison a caricare le valige nella macchina ed i miei occhi si fissarono sul movimento ipnotico dei suoi muscoli sotto sforzo. Derek si girò proprio in quel momento, ammiccando in mia direzione.


Ok…adesso posso anche andare nel panico.


-Stiles, Derek, voi verrete nel furgone con me, Jackson e le damigelle.- ordinò Lydia non lasciandoci nemmeno il tempo di scendere dalla Jeep.
-LE DAMIGELLE?? NO!- urlai inseguendo Lydia a cui bastò un solo sguardo per farmi nascondere dietro Derek.
-Posso sapere perché ti stanno così antipatiche? Sono così gentili.- mi disse Derek, seguendo Jackson verso un furgone.
-Gentili??? Io non credo che provarci con qualcuno già fidanzato sia una cosa gentile.- dissi inacidito, incrociando le braccia al petto.
-Se per “qualcuno” intendi me, beh, sappi che loro non ci provano con il sottoscritto.-
-Ah certo che no.- gli diedi sarcasticamente ragione.- Se raccogliessi tutta la bava che cacciano quando ti vedono, beh, a quest’ora avrei una mega piscina!-
-Certe volte la tua immaginazione è proprio disgustosa.- rise Derek, facendo scorrere la portiera del furgoncino prima di entrarvi.

 **********************

Okay, Stiles…niente panico.
Era sicuramente passata un’ora da quando eravamo partiti, doveva essere così o non avrei saputo dare una spiegazione al mio mal di testa.

-Derek possiamo farci un selfie insieme a te???-
Ah! Certo! Forse il mal di testa era dovuto al fatto che da quando la macchina era partita, fino ad adesso, quelle quattro oche delle damigelle non avevano finito di starnazzare nemmeno per un secondo!
Stavano consumando tutto l’ossigeno presente in quel furgoncino puzzolente e per di più stavano trovano ogni stupidissima scusa per poter toccare il MIO fidanzato, sotto al mio naso!
Ridussi i miei occhi in due fessure e squadrai sia le oche che Derek mentre si facevano un selfie, tutti sorridenti, tutti accoccolati…
-Anna Bette.- dissi a denti stretti.-Potresti, per favore, togliere la mano da lì?!-
La ragazza dai boccoli scuri, guardò confusamente prima me e poi la sua mano posta esattamente sulla gamba di Derek e, deglutendo al mio sguardo infuriato, obbedì alla mia richiesta e la tolse da lì.
-E Claire, prova a dare anche solo un altro bacio sulla guancia al mio fidanzato…e giuro che ti stacco quei canotti che hai al posto delle labbra!-
-Okay!- esclamò Derek, posando una mano sulla mia gamba.- Direi basta selfie per oggi.-
Sbuffai e ritirai la gamba su cui aveva posato la mano, non volevo essere considerato solo quando facevo una scenata di gelosia, lui non era altro che il pollo nel pollaio.
-Sei arrabbiato?- sussurrò Derek.
-No.- risposi continuando a guardare fuori dal finestrino.
-Allora perché non mi hai ancora dato un bacio?-

Non ci posso credere! Stava usando una mia citazione! Oh ma se credeva che bastasse quello per farmi sbollire la rabbia, beh, credeva male!

-Non bacio i polli.-
-I polli?-
-Già.-
-Da quando sono un pollo?- domandò Derek arcuando un sopracciglio.
-Da quando te la fai con le oche.-
-Ah quindi…i polli se la fanno con le oche? Sul serio?- domandò ridendo.
-Beh io..- balbettai, sbuffando dalle narici alla sua risata.

Io ero arrabbiato e lui se la rideva! Incredibile!

Derek si poggiò a me mentre ansimava in cerca d’aria e proprio quando sembrava essersi calmato….ricominciò a ridere.

-La smetti?- ringhiai infastidito, spingendolo via.
-I..i…hahahahahaha…i polli!- fu tutto ciò che riuscii a comprendere tra le sue risate.

Risate che, dopo poco tempo, contagiarono sia me che le damigelle.

-Sei proprio scemo.-  disse prima di baciarmi teneramente, facendomi perdere più di un battito.
 -Siete così carini!- esclamò una delle damigelle, scattandoci delle foto.
-Non fingete di shipparci adesso, so perfettamente che vorreste portarvelo a letto.- dissi in tono duro.
-Ad essere sincere? Si, vorremmo davvero tanto portarci Derek a letto.- iniziò Anna Bette, allungando le mani in avanti per fermare un mio attacco d’ira, prima di aggiungere.- M-ma non lo faremmo mai perché  vi shippiamo troppo! Abbiamo persino creato un gruppo su facebook!-
-Voi..cosa?- domandai sbalordito.
-Si! Noi siamo team Sterek!- esclamò una di loro, applaudendo entusiasta.
-Sterek?- domandammo all’unisono io e Derek.
-Si..Stiles e Derek. Sterek!-
-Oh…wow.- fu tutto ciò che riuscii a dire.
-Siete davvero dolci.- disse invece Derek.
-E’ colpa vostra! C’è qualcosa nel modo in cui vi guardate che…non lo so! E’ come se viveste in un mondo tutto vostro, come se per voi esisteste solo l’atro.-
Anche loro si erano accorte del modo in cui ci guardavamo. Quindi non era solo un’impressione di mio padre! Io e Derek davvero ci guardavamo innamorati!

Inarcai le sopracciglia e guardai prima loro e poi Derek che si era già voltato per guardarmi. Gli guardai velocemente sia gli occhi che le labbra ed il mio cuore fece nuovamente una capriola al sol pensiero che Derek potesse provare qualcosa per me.


 
*****



Ok, qui le opzioni erano due:

Opzione n°1 : I nonni di Jackson abitavano in Culonia.
Opzione n°2: Stavamo viaggiando in uno spazio tempo indirettamente proporzionale alla durata del tempo reale…in poche parole si era fermato il tempo.

Perché davvero non arrivavamo più! Ed io mi ero addirittura addormentato sulla spalla di Derek per non so quanto tempo! Era assurdo!
Sbuffai per la millesima volta e lasciai ricadere la testa sulla larga spalla di Derek che roteò gli occhi a quel gesto.
-Cinque minuti..riusciresti a stare fermo per cinque minuti?- mi domandò fingendosi seccato, tradendosi con un sorriso divertito.
-Quando arriviamo??- mi lagnai strofinando la guancia sulla sua spalla.
-Non lo so.-
-Io devo fare pipì.-
-Possibile che fai sempre pipì?-
-Ho la vescica sensibile.-
-Non ce la fai proprio a resistere?-
-No.-
Sostenni lo sguardo di Derek finché potei, sporgendo il labbro inferiore quanto bastava per poterlo intenerire e quando lo vidi sbuffare rassegnato, capii di esserci riuscito.
-Hey, Jackson, potresti accostare un secondo? Stiles ha una certa esigenza.-
-Che esigenza?- domandò il “biondo”.
-L’esigenza di non pisciarti in macchina!- urlai seccato.

Con mia grande non sorpresa, Jackson accostò immediatamente il furgoncino ed io mi precipitai giù dalla vettura, fermandomi qualche istante dopo quando mi accorsi di essere vicino al bosco.
-Che c’è?- domandò Derek alle mie spalle.
-Devo fare pipì in mezzo al bosco?- domandai titubante.
-Beh, si…a meno che tu non voglia farla qui davanti a tutti.-
Deglutii a vuoto e annuii lentamente cercando di infondermi coraggio. In fondo che ci voleva ad inoltrarsi un po’ nel bosco e fare pipì? Era una cosa che avrebbe saputo fare chiunque..no?
-Beh, sbrigati.- disse Derek voltandosi per risalire in macchina.
Ma la mia mano si mosse da sola e afferrò spasmodicamente il polso di Derek che mi guardò con aria confusa.
-Potresti accompagnarmi?- domandai con un filo di voce.
-Vuoi che ti accompagni a fare pipì?- domandò lentamente Derek.
-Può succedere di tutto nel bosco.- sussurrai con voce impaurita.
-Perché hai così paura del bosco?-
-Io..lascia stare, vado da solo.- dissi fingendo un sorriso, avviandomi verso il bosco con passo incerto.

Mi allontanai quel che bastava per non essere visto dai miei amici e, soprattutto, per non perdermi. Mi guardai intorno con aria terrorizzata e cercai di calmare il mio battito cardiaco e di non riportare alla mente dei ricordi spiacevoli.
Mi ero appena abbassato la zip del jeans quando dei passi dietro di me mi fecero bloccare sul posto.
-Ti prego non uccidermi!- urlai voltandomi di scatto, colpendo alla cieca il petto del mio assassino.
-Hey Stiles! Che ti prende?! Sono io!- urlò Derek, bloccandomi i polsi.
Aprii gli occhi che fino a quel momento avevo tenuto serrati e guardai Derek come se fosse la cosa più bella del mondo.


…beh, in effetti lo era davvero.

-Derek!- esclamai contento, abbracciandolo.- Mi hai spaventato! Pensavo fossi un assassino!-
-Un assassino? Sul serio?- domandò lui inarcando un sopracciglio, cingendomi a sua volta.
-Nel bosco può esserci chiunque.-
-Certo…beh, facciamo così.- disse spingendomi verso un albero.-Adesso tu fai pipì ed io rimarrò qui a controllare che non venga nessun assassino. Ok?-
-Ok.- dissi convinto.


. . .

-Stiles.-
-Si?-
-Hai fatto?-
-Non proprio..-
-Che vuoi dire con “non proprio”?- sbuffò Derek, continuando a rivolgermi le spalle.
-Non riesco a fare la pipì se so che ci sei tu!-
-Perché? Dov’è il problema?- domandò esasperato.
-Mi vergogno!-
-Gesù, Stiles! Certe volte sei davvero impossibile!-
-Lo so..-

Passarono diversi minuti in cui tutto rimase uguale. Nessuna goccia uscì dal mio…beh, da lì , e Derek continuava a sbuffare ogni tre secondi.

-Ok ,mettiamola così.- disse dopo un po’.- O ti svuoti entro cinque secondi…o davvero diventerò il tuo assassino.-
-Non mettermi fretta,Der!-
-“Non mettermi fretta”!? E’ già mezz’ora che ti aspetto!-
-Beh allora vattene!-
-Prova a pensare all’acqua, a qualcosa di freddo....immagina di stare a casa tua, da solo…e…oh bene, stai facendo.-
-COSAA?! NON GUARDARMI!- urlai spostandomi di lato per coprirgli la visuale.
-Ho visto abbastanza.-
-Zitto.- ringhiai chiudendo la zip, incamminandomi a passo di marcia verso la macchina di Jackson.
-Mettila così.- disse Derek raggiungendo il mio fianco.-Mi hai premiato per averti aspettato.-
-Io non premio gli sconosciuti facendogli vedere il mio pene!-
-Davvero mi ritieni ancora uno sconosciuto?- domandò lui, l’aria fintamente offesa.
-Sali in macchina e non dire una parola su quello che hai visto.-
-Ai suoi ordini, PENElope.-
-Ti odio.-

**************************************************************


Non potevo crederci! Eravamo arrivati! Finalmente!!

Beh, dovevo ammettere che la casa (o meglio, il PALAZZO) dei nonni di Jackson era maestosamente grande, somigliava al castello che immaginavo da piccolo quando mia mamma mi raccontava le favole.





E non potei fare a meno di sospirare rilassato, con un castello del genere a mia disposizione…il corpo di Derek sarebbe stato l’ultimo dei miei pensieri.

Ormoni, beccatevi questa!

-Okay, iniziamo a prendere le tende e i sacchi a pelo, il campeggio inizierà oggi stesso!- annunciò Lydia, sorridendo nel sentire l’urlo eccitato di Scott.
-Amico! E’ fantastico! Facciamo il campeggio!- esclamò Scott scuotendomi per le spalle.
-Yeeey.- esclamai debolmente, tirando un sorriso.
-Ascolta, so che odi gli insetti e che non hai dei bei ricordi del bosco…ma mettila così.-sussurrò il mio migliore amico, cingendomi le spalle con un braccio.- Avevamo pochi sacchi a pelo a nostra disposizione…così abbiamo deciso di darne solo uno a te e Derek…dormirete così vicini da riuscire a malapena a muovervi.-
-Cosa?!- urlai scandalizzato.
-Pensa a come sarà bello dormire azzeccato al tuo ragazzo…magari senza vestiti.- ridacchiò Scott, sorridendo maliziosamente.

Il mio viso e tutto il mio corpo andò in fiamme, i miei ormoni si stavano risvegliando ed io dovetti schiaffeggiarmi più volte per non pensare alla scena prima narrata da Scott.

Ero fottuto.

*************************

-Hai bisogno di una mano?- domandai a Derek che stava montando la nostra tenda.
-No, ce la faccio.- rispose lui, asciugandosi il sudore dalla fronte con una mano.


Quanto vorrei farti sudare io….

-Va…tutto bene?- domandò Derek quando vide come lo stavo fissando.
-Certo!- esclamai con voce acuta.- E’ solo che i jeans mi danno fastidio, ho dimenticato di mettere la biancheria e…-   le mie mani corsero a tapparmi la bocca non appena mi accorsi di cosa il nervosismo mi avesse fatto dire.
-Quindi in questo momento non indossi la biancheria?- domandò Derek in un sorriso divertito.
-Mh-mh.- annuii imbarazzatissimo.
Derek rise leggermente e cacciò un flebile fischio.- Cavolo…e chi si concentra più adesso!- esclamò mordendosi il labbro inferiore.

Aspetta…a lui…a lui distraeva l’idea che non indossassi alcuna biancheria intima??

Qualcosa mi diceva che questo campeggio sarebbe stato molto interessante.

Ma no! Che stavo pensando?? Non mi sarei mai ceduto a Derek, io dovevo concedermi solo a chi amavo.

E forse era proprio questo il problema….


*************

-E quando la bambina andò a vedere sotto al letto…- sussurrò Jackson con sguardo maligno.- AAAAAAAAAH! Il lupo mannaro uscì allo scoperto e la squartò in due!- urlò Jackson, lanciandosi verso di me che cacciai un urlo davvero troppo…troppo femminile.
-Falli smettere!- implorai Derek, stringendomi maggiormente contro di lui.

La cosa che odiavo di più dei campeggi era quando dovevamo sederci intorno al fuoco a raccontare storie dell’orrore, il mio cuore era troppo debole per resistere.

-Andiamo! Non dirmi che ti sei spaventato?! Era palese che il mostro sarebbe uscito da sotto al letto!- commentò Derek, cingendomi da dietro.
-N-non mi sono spaventato…di più! Non riuscirò a dormire stanotte!- mi lagnai tremando appena.

Ok, potevo o non potevo stare fingendo di tremare affinché Derek mi stringesse di più….
-Beh, se non avrai sonno…potrai tenerti impegnato con altro, dico bene?- sussurrò maliziosamente Erica, dandomi delle gomitate scherzose.
-Tipo?- domandai ingenuamente, arrossendo alla risata degli altri.-Oh..giusto.- balbettai alzandomi in piedi, non potevo stare così vicino a Derek mentre pensavo a certe cose.- Beh, ti ringrazio per l’idea ma non penso riuscirei a farlo dentro una tenda…- finii la frase con aria disgustata.
-Con un fidanzato del genere lo farei ovunque.- ammise Lydia, ricevendo uno sguardo omicida da Jackson.
-E poi sei in mezzo alla natura! Cosa c’è di più eccitante nel farlo come animali in un ambiente naturale??- domandò Erica.
-Che ne dite di cantare una bella canzone? Eh??- domandai a voce alta, cercando di fermare quelle due arpie delle mie amiche.
-Non mi va di suonare.- ammise Ethan, passandomi la sua chitarra.-Suona tu.-
-Cosa?? Non ho idea di come si suoni quest’affare!- esclamai scocciato.
-Io la so suonare..- ammise Derek.
-Oddio Derek!- urlò una delle damigelle.-Ora DEVI suonare! Gli uomini con la chitarra sono così sexy!-

Beh..in effetti…

Passai la chitarra a Derek  preferendo però rimanere in piedi, se gli fossi stato troppo vicino non avrei saputo trattenermi dal saltargli addosso e…oh cavolo, come impugnava bene il manico della chitarra! Chissà come avrebbe impugnato il mio ucc-


-Cosa devo suonare?- mi domandò Derek.

Perché lo stava chiedendo solo a me? Non è che sapessi molte canzoni belle e…oh…OH SI.

-Thousand Miles.- dissi con un sorrisetto furbo.
-NO.- disse immediatamente Derek.
-SI!- urlarono invece le damigelle.- Quella canzone è bellissima!-
-Che schifo!- esclamò Jackson.- Hale, non suonarla!-
-D’accordo, suonerò questa.- disse quello stronzo del mio ragazzo, iniziando a suonare una melodia a caso.
-Stiles fa’ qualcosa!- esclamò Summer, una delle damigelle.
-Cosa?- domandai confuso.
-E’ il tuo fidanzato! Chi meglio di te sa come convincerlo?!-
-Hehe..giusto.- dissi deglutendo a vuoto.

E adesso?

Cercai di pensare a cosa fare ma non avevo la minima idea di come convincere Derek…
Non ero mai stato molto bravo nel persuadere gli altri. L’unica esperienza che avevo era quella di aver visto varie tecniche di persuasione nei telefilm e….oh.

Forse poteva funzionare.

Che la forza dei telefilm sia con me!

Mi avvicinai lentamente a Derek che continuava a suonare tenendo gli occhi fissi su di me, iniziai ad ancheggiare lentamente e a tempo di musica, inumidendomi lentamente le labbra. Mi inginocchiai davanti a lui e gli strinsi la mano che impugnava il manico, muovendola su e giù, alludendo ad altro. Quando lo vidi deglutire capii di essere vicino alla vittoria, così mi avvicinai al suo orecchio e , dopo avergli morso e leccato il lobo, gli sussurrai un- Thousand Miles.- facendo apparire quelle due parole come se fossero la cosa più sporca ed eccitante che potesse esistere.
Con mia grande sorpresa, Derek smise di suonare per un secondo e, dopo avermi guardato nel modo più profondo possibile, iniziò a strimpellare le note della canzone, facendo esultare sia me che le damigelle.

-Si! Sei grande Stiles!- urlarono le damigelle, ballando e cantando la canzone insieme a me.

Forse avevo sbagliato a chiamarle “oche fastidiose”….
“Oche” andava più che bene.


********************************************

Era davvero stupefacente come Derek riuscisse a scomparire nell’arco di un secondo! Voglio dire…ero andato a prendere altre birre e al mio ritorno il suo posto era vuoto! Perché doveva sempre farmi preoccupare per lui?!

Oh beh, niente birra per lui.

Io invece ero già alla quinta bottiglia per cercare di non pensare alla grandissima cazzata che avevo fatto prima. Cosa mi era passato per la testa?! Sedurlo in quel modo! Io ero vergine, cazzo! Non avevo la minima idea di come sedurre un ragazzo e non pensavo di certo di poter risultare attraente per qualcuno!

Eppure Derek mi era sembrato davvero attratto da me….ma era ovvio che stava solo recitando.

Perché non esisteva nessunissima possibilità che uno come Derek avrebbe trovato attraente uno come me. Nossignore.

Ed invece eccomi qui, mentre finisco la quinta bottiglia di birra e cerco di calmare il mio corpo fin troppo attratto da quello di Derek. Non facevo altro che fissargli la bocca, il collo, il petto….AH! Quel ragazzo era SESSO PURO ed io stavo impazzendo per non mangiarmelo vivo!
Era colpa del campeggio e della natura. La natura risveglia gli istinti, giusto? Bene, a me si stava risvegliando un certo istinto nei pantaloni…e la cosa non mi piaceva per niente.

-Hey fratello!- esclamò Scott sbucando dal nulla.
-Hey.- sbiascicai, prendendo un sorso dalla sua bottiglia.
-Sei ubriaco?- domandò il mio migliore amico, studiandomi bene.
-Non abbastanza.- fu tutto ciò che riuscii a dire tra un singhiozzo e l’altro.
-Qualcosa non va?- domandò lui, guardandomi con preoccupazione.
-No, va tutto alla grande…sono solo preoccupato per Derek, non riesco a trovarlo.-
-Cavolo, devi essere ubriaco forte! È proprio lì, davanti a te!- esclamò Scott in una risata, indicandomi un punto davanti ai miei occhi.-Sta ricavando altra legna per il fuoco.-

OH SANTO SPONGEBOB!!

OH SANTISSIMO SPONGEBOB!!!!!

Derek era a pochi metri da me, SENZA MAGLIETTA (ovviamente, perché per quale motivo avrebbe dovuto indossarla?!) e stava abbattendo un piccolo alberello per poter ricavare della legna. La sua pelle bronzea  leggermente sudata  brillava, illuminata dalla luce del falò ed i suoi muscoli erano così sotto sforzo da far risaltare le venature.

-Stai sbavando.- mi informò Scott in una risata divertita, chiudendomi la bocca.
-Scott, devo chiederti un consiglio.- farfugliai continuando a tenere gli occhi fissi su Derek.
-Dimmi tutto.-
-Prendiamo in considerazione te ed una torta.-
-Che tipo di torta??-
-Ma che importanza ha che tipo di…. .Ok, una torta al cioccolato.- sospirai esasperato.
-Ugh! La mia preferita!- disse Scott con la bava alla bocca.
-Già, tu vuoi mangiare questa torta. La vuoi DIVORARE.- dissi a denti stretti, cacciando piccoli gemiti ogni qual volta Derek colpiva l’albero, immaginandolo mentre si spingeva dentro di me, facendo sparire completamente il suo cazzo nel mio cu-
-Si..?- domandò Scott, schioccando le dita davanti al mio viso per risvegliarmi.
-Ma hai paura che una volta mangiato la torta te ne pentirai tipo per tutta la vita. Cosa faresti?- finii velocemente, sforzandomi per tenere gli occhi fissi su di lui e non sulla sensualità di Derek.
-Mhh..credo che la mangerei lo stesso.- disse Scott.
-Davvero? Potrebbe essere l’idea più sbagliata della tua vita!- esclamai scioccato.
-Ma almeno non sarà il rimpianto più grande della mia vita!-
-Che vuoi dire?- domandai confuso.
-Voglio dire che a volte conviene correre il rischio, senza pensare alle conseguenze. È meglio pentirsi di aver fatto qualcosa invece di tormentarti nel rimpianto di non averla fatta.-
-Hai assolutamente ragione..- sussurrai incredulo.- Cazzo,Scott! Sei un genio!- esclamai felice, abbracciando il mio migliore amico.
-E’ bello sentirselo dire ogni tanto! Ma adesso mi dai la torta?- mi domandò Scott, facendomi ridere divertito.

Posai nuovamente gli occhi su Derek che adesso stava trasportando la legna ricavata vicino al fuoco, divorai con gli occhi ogni lembo di pelle scoperta, un sorriso malizioso comparì sul mio viso.

“Proprio così, Derek Hale…sei mio.”


********************************************************************************

Era ormai buio pesto e tutti erano andati a dormire….tutti tranne me.

Ero rimasto vicino al falò per non so quanto tempo, cercando di infondermi coraggio e fare la mia mossa.

Ora o mai più.

Mi alzai di scatto e mi avvicinai lentamente alla tenda dove si trovava Derek, la testa mi girava un po’ a causa della birra, ma se non fossi stato abbastanza ubriaco non avrei mai avuto il coraggio per fare quello che stavo per fare.
Abbassai lentamente la cerniera ed entrai dentro la tenda,  il mio respiro sempre più pesante ed irregolare.
Derek era appena tornato dalla casa dei nonni di Jackson dove si era fatto una doccia ed indossava ancora l’accappatoio blu, i suoi capelli ancora leggermente bagnati.
-Hey.- disse mentre prendeva gli abiti dallo zaino.- Tutto bene?- mi domandò senza guardarmi.

Ora o mai più, Stiles.

Non ricevendo alcuna risposta, Derek si decise a posare gli occhi su di me e mi studiò attentamente, guardandomi tra il preoccupato ed il confuso.
-…Stiles? Stai bene?- mi domandò lentamente.

Mi inginocchiai lentamente davanti a lui, portando il mio viso alla stessa altezza del suo, dopodiché avvicinai le labbra al suo collo ed iniziai a baciarlo con dolcezza ed insicurezza.

-Stiles..- sussurrò Derek, cercando di allontanarsi.

Ma non glielo permisi.
Allacciai le braccia intorno al suo collo ed infilai le dita tra i suoi capelli, facendogli inclinare la testa di lato per poter leccare e baciare meglio la sensibile porzione di pelle sotto l’orecchio.
Sentii Derek deglutire un paio di volte prima che le sue braccia corressero a stringermi maggiormente a lui, facendomi mugugnare felice.
-Derek..- ansimai al suo orecchio.- …toccami.- la mia voce era così flebile e disperata da essere irriconoscibile.
-Se-sei ubriaco, non potrei mai.- ansimò lui trattenendo il respiro quando portai le mie mani sul suo torace.
-Ti prego.- lo implorai, baciandolo sotto al mento.-Ti prego, ti prego, ti prego.- ansimai ponendomi a cavalcioni su di lui, dondolando in avanti e indietro facendo sfregare le nostre erezioni.

Derek lottò per un'altra manciata di minuti, ma alla fine cedette alle mie suppliche e mi afferrò le cosce sporgendosi in avanti, lasciandomi cadere all’indietro sul tessuto morbido del sacco a pelo, sovrastandomi con il suo corpo.
Respirai pesantemente mentre mi issavo quel che bastava per potermi togliere la maglia, venendo aiutato da lui che unì le nostre bocche, trascinandomi in un bacio bagnato e disperato.

Un po’ come noi due in quel momento.

-Derek, il jeans.- ansimai inarcando la schiena.
Lui obbedì subito, strattonando via il pantalone, scoprendo le mie gambe e la mia erezione.

Gemetti forte quando sentii la sua mano stringersi su di essa e reclinai la testa all’indietro,  spingendo debolmente contro la sua mano.
Stavo sognando. Era l’unica opzione possibile perché tutto questo non stava davvero accadendo a me!

-Derek!- gemetti forte quando aumentò la velocità, facendomi contorcere sotto di lui.- Ti prego..voglio- ansimai ancora, allungando una mano verso il suo cazzo ancora coperto dall’accappatoio.
Volevo toccarlo, volevo sentire il calore della sua pelle contro la mia mano, volevo vedere la sua faccia mentre era in preda al piacere, volevo sentire com’era la sua voce mentre gemeva e veniva.

Derek rallentò la velocità della sua mano sulla mia erezione e seguì con gli occhi la direzione della mia mano, le mie dita potevano quasi sfiorare il tessuto dell’accappatoio, tremando incerte.

Me l’avrebbe permesso? Mi avrebbe permesso di toccarlo e di scoprirlo? Mi riteneva degno di tale onore?

Ne dubitavo.

E fu per questo che non riuscii a trattenere un gemito di pura sorpresa e felicità quando lo vidi avvicinarsi alla mia mano, facendola scomparire dentro l’accappatoio.
Toccai alla cieca tutto ciò che riuscivo a raggiungere, carezzandogli lentamente l’interno coscia, sentendo il calore che la sua erezione emanava ogni qual volta mi avvicinavo maggiormente ad essa.
Alla fine l’afferrai con decisione, vedendolo schiudere la bocca e sospirare piano.
Inizialmente mi mossi piano, avendo paura di rovinare tutto, ma quando sentii Derek spingere contro la mia mano, decisi di aumentare di velocità, muovendomi all’unisono con la sua mano.

Sentirlo gemere con la bocca premuta contro il mio collo fu forse la cosa più bella ed eccitante che mi fosse mai capitata, e quando si lasciava baciare il mento o il petto come se fosse la cosa più naturale del mondo credetti di stare sognando!
Non potevo crederci, Derek non mi trovava affatto ripugnante come avevo sempre pensato di risultare agli occhi degli altri, anzi, lui mi stava baciando e guardando come se fossi la cosa più preziosa del mondo e si stava cedendo a me. Solo a me.
“Chi ti dice che io accetti di andare a letto con i miei clienti?” mi aveva chiesto una volta.

Ed io non potei fare a meno di sorridere contro la sua bocca mentre pensavo a ciò.
E fu proprio con questo pensiero che venni insieme a lui, le nostre bocche unite, ingoiando l’uno il gemito dell’altro prima che Derek si rilassasse contro di me, respirando affannosamente.
Il mio cuore batteva così forte da far quasi male ma non c’era NIENTE che avrebbe cancellato il sorriso radioso che avevo sulle labbra.

Derek non andava a letto con i clienti…quindi le cose erano due:

1)O Derek aveva mentito.
2)Oppure per lui non ero un semplice cliente.

E qualcosa mi diceva di sapere già la risposta….


Derek Hale era mio.
 










E NIENTE, IN QUESTO MOMENTO DOVREI STUDIARE MA SONO QUI AD AGGIORNARE PRIMA CHE L’INFERNO RICOMINCI E RISUCCHI VIA TUTTA LA MIA ANIMA.
PRIMA DI TUTTO VI VOLEVO RINGRAZIARE PER LE BELLE PAROLE E PER LA COMPRENSIONE CHE AVETE AVUTO NEI MIEI CONFRONTI, E CI TENGO A DIRVI CHE HO RISOLTO TUTTO…QUINDI, SI…GRAZIE :) <3
DOPODICHE’ VI VOLEVO NUOVAMENTE RINGRAZIARE PER LE RECENSIONI (SAPETE CHE NON VI RINGRAZIERO’ MAI ABBASTANZA), SONO TUTTO CIO’ DI CUI HO BISOGNO PER SENTIRMI MEGLIO! <3
SPERO CHE QUESTO CAPITOLO (NONOSTANTE RITENGA NON SIA USCITO PROPRIO COME VOLEVO) VI SIA PIACIUTO E…NIENTE, I PROSSIMI SARANNO SICURAMENTE MIGLIORI. PROMESSO! <3

P.S. SO CHE LA MAGGIOR PARTE DI VOI MI HA GENTILMENTE CHIESTO DI FAR MORIRE MATT IN VARI MODI DIVERSI (MI AVETE FATTA MORIRE DALLE RISATE, DAVVERO xD) MA, PER QUANTO TROVI ALLETTANTE L’IDEA DI FARLO SCHIATTARE…BEH, DICIAMO CHE HA UNO SCOPO FONDAMENTALE IN QUESTA STORIA E CHE FORSE (E RIPETO…FORSE) IMPARERETE A TOLLERARLO.

IL MIO LAVORO FINISCE QUI, NON VEDO L’ORA DI LEGGERE LE VOSTRE RECENSIONI! UN BACIO <3 

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Capitolo 7
*** Panic. ***


PANIC.

 

Quando aprii gli occhi il mattino seguente,  per la prima volta Derek si trovava accanto a me…o almeno pensavo fosse lui, dato che potevo vedergli solo il collo. Eravamo così vicini che il mio naso e le mie labbra gli sfioravano la gola ed il suo mento era poggiato sopra la mia testa, le nostre gambe nude erano intrecciate e….

Aspetta un momento…

Perché non indossavamo i pantaloni?!

E per quale diavolo di motivo non indossavamo nemmeno le maglie?!

E…oh mio Dio…OH.MIO.DIO!!

L’urlo che cacciai fu così forte da far evadere qualsiasi animale feroce si trovasse nel bosco, e fece sobbalzare Derek così tanto da darmi una testata.

Se il buongiorno si vedeva dal mattino…

-Stiles! Che cazzo ti prende?!- borbottò massaggiandosi la fronte.
-DEREK.- dissi a denti stretti.- Perché siamo nudi?!-
Derek sbatté velocemente le palpebre e si passò una mano sul viso per potersi svegliare, dopodiché sgranò gli occhi e si voltò lentamente verso di me.- Non ricordi nulla?- mi domandò titubante, come se stesse parlando con una belva inferocita.
-Se ricordassi qualcosa non te l’avrei chiesto, non credi?- domandai seccato.
-F-forse è meglio se prima mi allontano da te.- disse in una risata nervosa, cercando di sgusciare via dal sacco a pelo.
-Non credere di poter scapp-MMH- ansimai quando il suo membro strusciò contro il mio.
-Scusa.- disse mordendosi il labbro inferiore per evitare di gemere a sua volta.
-Derek.- sospirai.- Non muoverti.-
Derek deglutì a vuoto e annuì piano, evitando in tutti i modi il mio sguardo.
Chiusi gli occhi e presi un profondo respiro, dopodiché abbassai la mano e mi toccai per verificare se davvero non portassi nemmeno un paio di sleep super aderenti.
-Non ci credo! Sono nudo!- mi lamentai continuando a toccarmi.
-No Stiles.- disse Derek con uno strano tono, mordendosi fortemente il labbro inferiore.-Quello…quello è il mio…ehm..-
-Cazzo!- esclamai quando mi accorsi cosa stavo toccando.
-Esattamente.-
-Ok, devo uscire da qui.- dissi andando in iperventilazione, strusciando in avanti.

Dopo cinque minuti e una lunga serie di gemiti mal trattenuti, finalmente riuscii a ad uscire da quel sacco a pelo.


-Non guardare!- urlai a Derek che stava facendo passare il suo sguardo dall’alto verso il basso.
-Sei serio?- domandò incredulo, coprendosi gli occhi quando vide il mio sguardo.

-Okay.- dissi a corto di fiato una volta che mi fui rivestito.-Adesso passiamo alla parte spaventosa.-
Derek tolse la mano davanti ai suoi occhi e, dopo aver preso un profondo respiro, annuì leggermente.
-Noi…noi l’abbiamo fatto?- domandai martoriandomi le mani per il nervosismo.
-Stiles.- disse Derek in tono fin troppo serio.- Se l’avessimo fatto..in questo momento non riusciresti nemmeno a stare in piedi.-

Cazzo, non poteva dirmi una cosa del genere proprio adesso!

-O-okay.- sospirai, anche se una parte di me si sentì leggermente delusa.-Allora abbiamo solo dormito nudi?-
-Non proprio..- mormorò Derek, sedendosi.- Diciamo che ieri tu..hai bevuto un po’ troppo.-
-Io? Mi sono ubriacato?- domandai scioccato, era da tanto che non lo facevo.
-Si, eri parecchio fuori di te ed hai cercato in tutti i modi di sedurmi e-
-PFFF!- sbuffai coprendomi la bocca per non ridergli in faccia.- Io…io avrei cercato di sedurti?! Andiamo, Der! Non potrei crederci nemmeno volendo.-
-Ma è così che è andata!- esclamò esasperato.- Mi hai letteralmente implorato di toccarti ed io ho provato a resistere ma…cavolo,Stiles.- sospirò sconfitto, passandosi una mano per il viso.-Sei stato fin troppo convincente.-
-E quindi che abbiamo fatto?- domandai dopo qualche attimo di esitazione.
-Ecco..noi…ehm..- balbettò Derek grattandosi il retro della testa, cercando le parole adatte.- Diciamo che ci siamo..ehm..dati una mano a vicenda.- disse dopo un po’, muovendo ripetutamente il pugno dall’alto verso il basso.

Passarono diversi secondi e la mia reazione non arrivò.





. . .


 
 

No, scherzo,  ovvio che arrivò.

-COSAAAAAAA?!- urlai portandomi le mani tra i capelli.-Non ci credo! Non può essere!-
-Stiles, vedi..-
-No! È tutta colpa tua!-
-Cosa?- domandò scioccato.
-Io ero ubriaco e tu ti sei approfittato di me! Ci voleva tanto a mettermi a dormire invece di assecondarmi?!-
Derek parve andare su tutte le furie, tanto che si alzò e si rivestì così velocemente che non riuscii a vedere niente (non che avessi voluto vedere qualcosa,eh….ok, forse volevo dare una piccola sbirciatina!), dopodiché si posizionò ad un soffio dal mio viso e mi guardò nel modo più ferito possibile.
-Io non mi sono approfittato di te, Stiles, non l’avrei mai fatto. Ho cercato di resisterti e di allontanarti ma non ce l’ho fatta,ok?! Non puoi prendertela solo con me! La colpa è di entrambi.-
-Io ero ubriaco.- risposi a denti stretti.- Non ero in me, non sapevo cosa stavo facendo, tu che scusa hai?- gli domandai incrociando le braccia al petto.
Derek mi guardò per un lungo istante, dopodiché annuii lentamente e rilasciò una risata sarcastica.- Sai una cosa? Non m’importa se è questa la frottola che ti vuoi raccontare per non guardare in faccia la realtà.-
-Io non mi sto raccontando nessuna frottola.- ribattei anche se il tono della mia voce non sembrava molto convinto.
-Invece si,non fai altro che mentire,Stiles.- disse Derek, la voce improvvisamente triste.- Menti a tuo padre, menti ai tuoi amici, ma soprattutto…menti a te stesso.-
Le sue parole furono così forti da sentirle rimbalzare direttamente sulla mia pelle, facendomi deglutire a vuoto.
-Non sono stato io ad essermi approfittato di te, quello l’hai fatto tu. E mi dispiace dirti che non sei poi così diverso dal mio ex.-
-Cosa?- domandai con un filo di voce.
-Sono stato per fin troppo tempo la sua “bambola gonfiabile”, non sarò anche la tua.- disse in tono duro prima di uscire fuori dalla tenda, lasciandomi da solo con i miei pensieri.






Perfetto! Avevo appena litigato pesantemente con il mio fidanzato, gli avevo scaricato tutta la colpa, lo avevo ferito e, cosa ancora più tremenda, mi ero comportato esattamente come il suo ex. Poteva andare peggio di così??

Uscii dalla tenda solo per essere assalito da quelle quattro papere delle damigelle che si arpionarono alla mia maglietta come sanguisughe e mi guardarono con occhi supplicanti.
-Stiles! Dicci che non avete litigato! Per favore!-
-E voi come fate a-
-Vi abbiamo sentito discutere e poi abbiamo visto Derek uscire dalla tenda tutto arrabbiato.-
Sospirai tristemente mi massaggiai il retro del collo con una mano, a quanto pare non avremmo fatto pace molto presto..
-Sentite, si risolverà tutto,ok?- dissi non credendoci nemmeno io.-Ho sbagliato e gli chiederò scusa.-
-Bravo Stiles! Gli Sterek devono restare uniti!-

Roteai gli occhi a quelle parole ma almeno mi diedero un piccolo incoraggiamento per avvicinarmi a Derek che stava parlando con Isaac.
Mi posizionai silenziosamente al suo fianco e feci scivolare lentamente la mia mano nella sua, stringendogliela disperatamente quando cercò di allontanarla.
-Possiamo parlare?- gli domandai con voce piccola piccola.
Lui mi guardò per un lungo istante, tanto che riuscii a vedere con la coda dell’occhio il viso imbarazzato di Isaac che iniziò a sentirsi di troppo.
-No.-
-Edddai!- mi lagnai facendo oscillare le nostre mani ancora unite.
-Scusami Isaac, stavi dicendo?- disse Derek, ignorandomi di brutto.
-Oh si.- disse Isaac in una risata nervosa.- Prima ho sentito Lydia parlare di un escursione..-
-COSA?!- urlai scioccato.
-Beh vedi..lei..-
-LYDIA MARTIN!- urlai rivolgendomi a quel diavolo dai capelli rossi.- VIENI IMMEDIATAMENTE QUI.-
-Sembri mia madre, lo sai?- sbuffò la rossa, avvicinandosi a me.
-Ti prego, ti scongiuro, ti suppilco…dimmi che Isaac ha sentito male a causa dei riccioli che gli coprono le orecchie e non dobbiamo fare nessuna escursione.-
-Invece ha sentito bene, raggiungeremo una piccola casetta nel bosco dove troveremo i nonni di Jackson, li ringrazieremo per essersi presi il disturbo di trasferirsi momentaneamente lì per lasciarci la casa libera e poi torneremo qui.-
-Questo è un incubo.- mi lagnai.- Dovremo andare a piedi?-
-Certo che no!- esclamò Lydia, sorridendo in modo spaventosamente malvagio.
-Lydia.- ringhiai.- Cos’hai in mente?-
-Lo vedrai.- disse prima di voltarmi le spalle, schiaffeggiandomi con i suoi capelli ed andarsene.


Perfetto.

Mi voltai nuovamente verso Derek e gli lasciai con riluttanza la mano, se era così arrabbiato con me non avrei potuto fare niente per fargli cambiare idea.
L’avevo fatta grossa…e adesso dovevo pagarne le conseguenze.



******

Okay, che la famiglia di Jackson fosse ricca quanto degli sceicchi era un fatto risaputo…ma che addirittura i suoi nonni possedessero 20 cavalli posti in un (davvero fin troppo) grande recinto era una cosa assurda!
Ed adesso avevo capito per quale motivo Lydia non aveva voluto dirmi niente riguardo l’escursione…
L’avremmo dovuta fare andando a cavallo.

Io sarei dovuto salire su un cavallo.



IO.

SU.

UN.

FOTTUTO.

CAVALLO.



MA SCHERZIAMO?!


Non sarei salito su un cavallo per nessunissima ragione al mondo! Nemmeno se i nonnini di Jackson mi donassero in cambio il loro castello!

….d’accordo, forse in quel caso si.

Ma dato che non avrei ricevuto niente in cambio a parte un sedere dolorante (e purtroppo non per i motivi che avrei voluto)…non sarei salito su quelle strane creature. No. No e No.


In tanto Derek continuava a non parlarmi e a tenere le distanze da me ed io mi sentivo morire dentro, mi sentivo vuoto e rotto a metà…un po’ come il mio cuore.
Volevo che mi perdonasse, che ricominciasse a prendermi in giro per ogni cosa e a farmi esaurire, volevo vederlo sorridere ogni qual volta riusciva a farmi arrabbiare, volevo baciarlo, sentire il sapore delle sue labbra e la sua lingua attorno alla mia, volevo sentire le sue braccia intorno al mio corpo, volevo essere abbracciato da dietro all’improvviso, volevo voltarmi verso di lui e beccarlo mentre mi stava già guardando, volevo tenergli la mano e sentirlo ricambiare la presa…

Volevo  indietro il mio fidanzato.

-Hey Stiles, stai bene?- mi domandò Matt, sedendosi al mio fianco sullo steccato.
-No.-
-Successo qualcosa?-
-Non mi va di parlarne..-
-Potrei aiutarti.-
-Ne dubito.-dissi in una risata amara.- Derek è arrabbiato con me e non riesco a farmi perdonare.-
-Tutto qui?-
-Come sarebbe “tutto qui?” ?! Il mio fidanzato mi odia ed in più mi ha paragonato al suo ex!- esclamai super incazzato, ignorando lo sguardo divertito di Matt.- Io non l’ho mai paragonato a te! E se l’ho fatto è stato soltanto per fargli dei complimenti e…oh..scusa.- dissi dopo essermi schiarito la gola.
-Non ti preoccupare, hai ragione.- sospirò lui.- Beh, qualsiasi cosa tu abbia fatto non è detto che tu non possa rimediare.- cercò di rassicurarmi.
-E come?- domandai disperato.
-Beh lui ti ha paragonato al suo ex, giusto?-
-Si..-
-E tu non sei come lui.-
-Assolutamente no! Non lo userei mai in quel modo!- dissi oltraggiato, solo il pensiero di somigliare a quello stronzo mi faceva stare male.
-Bene, allora dimostraglielo!- esclamò Matt come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-E come?-
-Chiedigli scusa, cerca un contatto!-
-Ci ho provato ma lui mi allontana!-
-Oh mio Dio!- esclamò Matt esasperato, scendendo dallo steccato solo per potersi porre davanti a me ed afferrarmi le spalle.- Chi sei tu?-
-S-Stiles Stilinski..?- domandai confuso.
-Esattamente. Sei Stiles Stilinksi. E sai per cosa è conosciuto Stiles Stilinski?-
-Per la sua goffaggine, parlantina ed iperattività?- tirai ad indovinare, ricevendo uno sbuffo come risposta.
-No,idiota.- disse teneramente.- Per la sua testardaggine. Non hai mai mollato,Stiles. Quando ti metti in testa una cosa, la fai e basta. Quindi mettiti nelle orecchie, esaurisci Derek, fagli vedere che sei disposto anche a chiedergli scusa all’infinito pur di non perderlo.-
-Wow..grazie Matt.- sussurrai sbalordito, abbracciandolo amichevolmente.
-Di niente.- sospirò lui.- Spero tu riesca a far pace con Derek…così magari si staccherà da Isaac.-
-E’ Isaac che deve staccarsi da Derek.-
Ci guardammo per qualche secondo prima di scoppiare a ridere. Ok, forse avevo sottovalutato Matt.

Con una nuova carica mi precipitai al fianco di Derek, sorridendo al suo sbuffo.
-Che vuoi.- domandò…o almeno…doveva essere una domanda.
-Voglio parlarti.-
-Sto parlando con Isaac.-
-Ci parlerai dopo.-
-No.-
-Si.-
Derek si voltò verso di me con un sopracciglio inarcato, guardandomi come se non mi riconoscesse.
-Non parlerò con te.-
-Bene, allora mi ascolterai.-
-Non ho intenzione di-
- Making my way downtown, walking fast, faces passed and I'm home bound..-
-Stiles, che stai-?-
-Continuerò a cantare finché non deciderai di ascoltarmi.-
-Questo si chiama ricatto.-
-Questo si chiama “ottenere qualcosa” in stile Stiles Stilinski.-
-Stiles.-
-Staring blankly ahead, just making my way, making my way through the croooowd-
-Ti stanno guardando tutti.-
-And I need you! Nananana. And I miss you! Nananana-
-Stiles, per favore.-
-And now I woooooooooonder.-
-OKAY!- ringhiò Derek coprendomi la bocca con una mano.- Solo..smettila di cantare questa cavolo di canzone.-
-Mi ascolterai?- domandai contro il suo palmo.
-Si.-
-Finalmente.- sospirai afferrandogli la mano.- Seguimi.-


Lo trascinai dentro le stalle, ignorando i suoi lamenti per il forte odore di quel posto.  È vero..forse puzzava un po’ (…un bel po’..) ma era l’unico posto in cui potevamo avere un po’ di privacy.
-Allora, prima di tutto..quanto sei arrabbiato con me da 1 a 10?- domandai mangiucchiandomi le unghie.
-Sei serio?-
-Rispondi.-
-10.-
-…peeerfetto…proprio perfetto.- borbottai grattandomi la nuca.- Ok, ascolta.- gli dissi prendendogli una mano per poi poggiarla sulla parte sinistra del torace così che potesse sentire il battito del mio cuore.- Cosa senti?- gli domandai.
-Il..tuo cuore?- domandò confuso, guardandomi come se fossi del tutto impazzito.
-No.- lo corressi immediatamente.- Tu stai sentendo quel che resta del mio cuore. Perché, fidati, ho il cuore a pezzi tanto che sono pentito di come ti ho trattato.- dissi con voce leggermente tremante.- Io non ti sopporto, sei troppo scemo, mi fai sempre arrabbiare, stai continuamente dietro a quelle quattro oche ed adesso non mi stupirei se trovassi Isaac a sbavarti dietro insieme a loro e-
-E’ così che cerchi di farti perdonare? Insultandomi?- domandò Derek ancora più nervoso di prima.
-Chiudi quella splendida bocca e fammi finire.- ringhiai  frustrato.- Dov’ero rimasto? Visto? Mi hai fatto perdere il filo del discorso!-
-Eri rimasto ad Isaac e alla sua bava nei miei confronti.-
-Oh, giusto!- esclamai schioccando le dita dell’altra mano.- Tuttavia…devo ammettere che mi sono molto affezionato a te, nel senso che sto iniziando a sperare che il matrimonio del mio migliore amico non arrivi più perché non ho la minima idea di come riuscirò a lasciarti andare.- confessai con occhi lucidi, dirlo ad alta voce mi stava aiutando a realizzarlo.- Non ho mai conosciuto qualcuno come te, Derek Hale. Sei la persona più straordinaria che abbia mai conosciuto ed io mi sento così fortunato ad averti tutto per me…anche se per finta. È vero, ieri ero ubriaco e non ero molto in me, ma non sono pentito di quello che ho…che abbiamo fatto, anzi, vorrei solo non averne dei ricordi offuscati.- dissi in una risata imbarazzata.- Devo ammettere che stamattina è stato uno shock per me perché…beh…sono vergine, nessuno mi aveva mai toccato..lì.-
-Quindi è per questo che hai dato di matto?- domandò Derek sembrando più rilassato.
-Si..-
-Capito..-
-Sei ancora arrabbiato con me?- domandai piano.
-No.-
-Allora perché non mi hai ancora dato un bacio?- domandai in un sorriso.
-Ti darò un bacio solo se ammetterai che ti è piaciuto ciò che abbiamo fatto.- rispose Derek in un sorriso malizioso.
-Cosa??-
-Mi hai capito bene. Susu.-
-Oh nonono!- esclamai agitando le mani a mezz’aria.- Non dirò mai una cosa del genere!-
-Oh si che lo farai. Ammetterai che ti ho fatto impazzire la scorsa notte.-
-Scusa, tesoro, ma non dico bugie.-
-Disse colui che ha fittato un finto fidanzato per mentire a suo padre e a tutti i suoi amici.-
-Okay! Ricevuto il concetto, non baciarmi.- ringhiai incazzato.-Ma sappi che te lo scalerò dalla paghetta!-
-Nessun problema, tanto cederai.-
-No.-
-Si.-
-Nooo.-
-Si.-
-Derek!- ringhiai, provocandogli una risata.

Fortunatamente avevamo fatto pace…adesso dovevo solo convincerlo a baciarmi.
Perché era ovvio che non avrei ceduto per nessun motivo al mondo, a costo di dovermi provocare del dolore fisico per non sfiorare nemmeno di un millimetro quelle sue labbra invitanti. Se c’era una cosa più potente della mia parlantina e del mio sarcasmo…era sicuramente l’orgoglio.
Uscimmo sorridenti dalla stalla, provocando sospiri di sollievo a tutti i presenti seriamente sollevati dalla nostra riappacificazione.
-Io e Jackson abbiamo appena finito di sellare tutti i cavalli, ti spiegherà lui come cavalcarne uno.- disse Lydia sorridendo al mio sbuffo.
-Devo proprio?- domandai supplicandola con lo sguardo.
-Mi stai davvero facendo questa domanda?- domandò la biondo fragola incrociando le braccia con fare saccente.
Sbuffai per la seconda volta e mi diressi svogliatamente vicino al recinto dove vi erano legati i cavalli. Mi avvicinai ad uno con il manto marrone scuro, ad eccezione della striscia bianca che aveva al centro del muso. Rispetto agli altri sembrava il meno aggressivo, anche se i suoi occhietti neri e sbrilluccicanti seguivano attentamente ogni mio singolo movimento, facendomi accapponare la pelle.
Incrociai le braccia al petto ed assunsi un’aria seria e minacciosa anche se in realtà me la stavo facendo sotto.
-Che hai da guardare massa di pulci?- domandai al cavallo che sbuffò dal naso e scosse la testa, facendomi sobbalzare all’indietro.- Scusascusascusa! Bravo cavallino, sei proprio un bravo cavallino!- dissi in un mezzo gridolino, coprendomi il viso con entrambe le mani.
-Ma che diavolo stai facendo?- sentii dire in una mezza risata.
-Sto facendo conversazione.-
-Con un cavallo?- domandò Derek inarcando un sopracciglio.
-Si,Derek, con un cavallo. La cosa ti disturba?- domandai a denti stretti.
-No, a te?- domandò a sua volta Derek.
-No, posso sostenere una conversazione con un cavallo. Il problema sta nel cavalcarlo rischiando di rompermi l’osso del collo!- sbottai.
Sentendo il tono sempre più alto della mia voce, tre cavalli iniziarono ad innervosirsi e nitrirono all’improvviso, spaventandomi così tanto da costringermi a nascondermi dietro il corpo forte di Derek che si limitò a sorridere divertito.
-Quindi è questo il problema…hai paura dei cavalli?- domandò lui.
-…forse.-
-I cavalli sono degli animali innocui e fedeli. Puoi fidarti di loro.- provò a rassicurarmi senza riuscirci.
-Grazie per l’informazione ma una volta vidi un programma televisivo in cui uno di questi “animali innocui e fedeli” impazzì così tanto da scaraventare il suo fantino dall’altra parte del recinto, uccidendolo!-dissi in tono tremante, arpionandomi maggiormente al suo giubbotto di pelle.
-Se i cavalli diventano aggressivi è solo perché vengono maltrattati e questi mi sembrano dei cavalli tranquilli ed in ottima salute. Dai, vieni.- disse dolcemente, spostandosi solo per potersi porre alle mie spalle e spingermi lentamente verso il cavallo marrone.
-C-cosa stai facendo?- domandai titubante, frenando con i talloni per non avanzare oltre.
Ma Derek era troppo forte e in pochi secondi mi ritrovai vicinissimo alla testa del cavallo, il respiro accelerato e le mani tremanti per via dell’agitazione.
-Sto solo cercando di aiutarti.- disse Derek posando le mani sulle mie spalle con fare rassicurante.- Prima di tutto smettila di agitarti, gli animali sono molto sensibili e riescono ad intuire il tuo stato d’animo. Se sei nervoso, innervosirai anche loro.-
-Oh adesso sì che sono calmo, davvero.- dissi sarcasticamente, indietreggiando finché non sentii il petto di Derek aderire completamente alla mia schiena.
-Ti fidi di me?- domandò Derek.
Avrei dovuto dire di no, giusto? Voglio dire…non lo conoscevo da chissà quanto tempo, come potevo fidarmi di lui?
Eppure era così…
-Si.- espirai deglutendo piano.
-Perfetto, allora chiudi gli occhi e rilassati, ci sono io qui.- sussurrò al mio orecchio, la voce calma e controllata.
Feci come mi aveva detto e chiusi gli occhi e sentii la sua mano scendere dalla mia spalla, carezzarmi l’intero braccio e fermarsi poco sopra il mio polso.
Le sue dita si chiusero con decisione intorno ad esso, conducendolo verso l’alto, portando la mia mano a mezz’aria.
Lo sentii portare la mia mano verso il muso dell’animale ed il mio cuore accelerò per l’agitazione, non ero sicuro di essere pronto a toccarlo.
-Sta’ calmo, andrà tutto bene.- sussurrò nuovamente al mio orecchio, accorgendosi della mia agitazione.
-Come fai ad assicurare che non mi staccherà la mano?- domandai stringendo forte gli occhi.
-Perché è erbivoro, non credo gli piaccia il sapore della carne.-
-Oh…giusto…- balbettai in imbarazzo.
Sobbalzai quando sentii la mia mano sfiorare qualcosa di soffice, sembrava quasi di carezzare un cane, un cane gigante dal pelo corto.
-Visto? Hai appena poggiato la mano sul suo muso e non è successo nulla.- disse Derek continuando a tenere la mano sulla mia.
Dopo aver trovato un po’ di coraggio, mi costrinsi ad aprire un occhio e successivamente aprii anche l’altro, guardando il modo in cui il cavallo strusciava il suo muso contro la mia mano in cerca di più coccole.
Un sorriso si espanse sul mio viso e la mia mano esaudì involontariamente il desiderio del cavallo, accarezzandolo dolcemente.
-Visto? Lo stai toccando.- sussurrò Derek contro il mio orecchio ed io mi diedi uno schiaffo mentale per aver trovato un doppio senso in quella frase.
-G-già.- balbettai arrossendo.
-Lo senti? Senti com’è caldo?- sussurrò ancora Derek, facendomi deglutire a vuoto.
Sta parlando del cavallo,Stiles, non agitarti.

Annuii debolmente, non riuscendo a trovare la voce per poter rispondere.
-Ti piace toccarlo? Carezzarlo?- la voce di Derek sempre più roca contro il mio orecchio.
Chiusi forte gli occhi e mi morsi il labbro inferiore per non gemere. Avevo come la strana sensazione che Derek non si stesse più riferendo al cavallo come animale….ma bensì al cavallo dei suoi pantaloni.

Mi stava provocando. Voleva farmi cedere e farmi ammettere che quello che era successo la notte scorsa era stato di mio gradimento….
Ed io stavo per cedere.


-Vuoi salirci sopra?- sussurrò ancora, la mano che era rimasta sulla mia spalla adesso vagava lungo il mio fianco sinistro, carezzandolo lentamente e maliziosamente.

Un piccolo lamento fuoriuscì dalle mie labbra ancora intrappolate tra i denti e, anche se avevo ancora gli occhi chiusi, non era difficile capire quale espressione avesse in quel momento Derek. Ero sicuro al cento per cento che stesse sorridendo tra il malizioso ed il soddisfatto, uno di quei sorrisi che ti irrita ed eccita nello stesso momento.

-Vuoi cavalcarlo?-

OH MIO DIO, NO! QUESTO ERA TROPPO!

Un gemito vero e proprio uscì dalle mie labbra e la mia testa cadde indietro, scontrandosi contro la spalla dell’Hale.
-Ti odio.- ringhiai continuando a tenere gli occhi chiusi ed il corpo unito al suo.-Dio, ti odio così tanto!-
Il suo petto vibrò contro la mia schiena prima che la sua risata fuoriuscisse dalla sua bocca, scaldandomi il cuore.
-Non è vero, non mi odi.- sussurrò contro la mia tempia prima di lasciarvi un piccolo bacio.
-Però dovrei..-
-E’ vero, dovresti..ma non lo farai.-
-Mai.-

-Eccoti! Finalmente!- esclamò Jackson sbucando dal nulla.-Ti ho cercato dappertutto e tu dov’eri? A fare preliminari con il tuo ragazzo!-
-Cos-?! Mi stava facendo accarezzare il cavallo!- protestai offeso, possibile che pensassero a me e Derek come due che ci davano sempre dentro?!
-Certo, il suo cavallo.- borbottò il “biondo”, spingendomi verso l’animale.-Allora hai scelto questo?-
-S-sì. Cosa devo fare?- domandai preoccupato.
-Ballarci il tango. Cosa diavolo pensi di dover fare con un cavallo?! Monta su!- sbuffò Jackson, incrociando le braccia al petto in attesa che non gli facessi perdere altro tempo.
Deglutii un paio di volte e squadrai Derek che stava assistendo alla scena con aria fin troppo divertita.
-Stiles, per l’amor di Dio, smettila di scoparti il tuo fidanzatino con gli occhi e sali su questa povera bestia!-
 
Ok, avrei ucciso Jackson.

-Non lo sto scopando con gli occhi!-
-Certo,certo. Sali.-

Feci come mi era stato detto e, con molta fatica e paura, salii sopra al cavallo, le mie mani andarono immediatamente a cercare le redini per poter avere un appiglio nel quale aggrapparmi…peccato non ci fossero le redini e…aspetta…mancava anche qualcos’altro…


-Dov’è finita la testa del cavallo?!- urlai scioccato. 
Mi voltai verso destra solo per vedere Jackson chiedere al cielo cosa avesse fatto di male per meritare questo e Derek piegato in due dalle risate.

-Stiles, davvero non ho parole. Sei l’unica persona in grado di montare un cavallo al contrario!- ringhiò Jackson, facendomi arrossire per l’imbarazzo.


STILES STILINSKI…UNA FIGURA DI MERDA VIVENTE.



 *****


Dopo che ebbi montato in sella nella giusta direzione, non fu poi così difficile capire come cavalcare, e devo ammettere che fu anche divertente far trottare l’animale, seguendo fedelmente quello del mio migliore amico.
Il problema fu non distrarsi e perdere il controllo delle redini. Perché sfido chiunque a non distrarsi nel vedere Derek cavalcare con maestria un cavallo dal manto lucente e nero, perfetto per lui.
Sembrava uno di quei cavalieri impavidi e coraggiosi, pronti a salvarti dal drago cattivo e darti il bacio del vero amore.

Wow Stiles, ma quanto sei gay?

Però, ecco, diciamo che non fu così facile non guardare Derek, soprattutto se questi cavalcava al tuo fianco, dandoti di tanto in tanto delle gomitate scherzose.
Ma che stavo blaterando…non essere distratti da Derek Hale non era difficile, era praticamente impossibile.
Perché? Perché era Derek Hale.


******************


Non so chi dovetti ringraziare quando arrivammo sani e salvi fino alla casetta di legno dei nonni di Jackson, sapevo solo che dovevo scendere da quel coso il prima possibile.
Il problema persisteva nello scendere, perché se era stato difficile montare in sella, beh, nemmeno scendere era una passeggiata.
-Hai bisogno di una mano?- domandò una voce a me familiare, proprio quando mi trovavo in bilico tra il corpo del cavallo ed il suolo. I piedi penzolavano in cerca del terreno, mentre il petto coincideva alla perfezione con la sella, le mani aggrappate al collo del cavallo per non cadere.

-No, grazie, me la cavo benissimo.- dissi a fatica, non avendo il coraggio di staccarmi.
-Oh beh fai con comodo. La visuale non è niente male.-
Nonostante non mi trovassi in una posizione comoda, riuscii comunque a voltarmi solo per vedere Derek poggiato con la schiena ad un albero mentre faceva una radiografia completa al mio fondoschiena.
-Derek.- dissi a denti stretti.
-Mh?-
-…aiutami.- lo supplicai quando sentii le braccia dolermi.

Dopo pochi secondi sentii le sue mani posarsi sui miei fianchi, sorreggendomi quando lasciai la presa sul collo della povera bestia, adagiandomi delicatamente a terra.

-Tutto bene?- mi domandò dopo un po’.
-Si, grazie.- dissi con ancora gli occhi fissi sulle sue labbra.
-Figurati.- disse con un sorriso, prima di lasciare i miei fianchi ed andarsene.

Rimasi fermo lì per non so quanto tempo, maledicendo me stesso e Derek. Maledicevo me ed il mio stupido orgoglio che non mi lasciava mai fare ciò che realmente desideravo, come per esempio baciare Derek. E nel frattempo maledicevo anche lui e la sua fastidiosa cocciutaggine, perché davvero…era così cocciuto da rinunciare a sua volta a baciarmi.


-Hey, va tutto bene?- domandò Isaac, studiandomi attentamente.
-Si, perché?- gli domandai confuso.
-Mi sembri nervoso.-
-Oh è solo che mi fa malissimo il fondoschiena.- mentii (anche se davvero mi faceva male), strofinando le mani sul mio posteriore.
-Oh, capisco..- tossicchiò Isaac, grattandosi la nuca in imbarazzo.
-Cos-?! No! Non mi fa male per quello!- precisai subito, sventolando le mani davanti al suo viso.-E’ per la cavalcata..voglio dire…per quella sul cavallo…non ho mai cavalcato Derek…cioè…-
-Ho capito,Stiles.- disse il riccio in una risata sguaiata.
-O-kay.- balbettai a disagio, sorpassandolo per non dire altre cose imbarazzanti.

Mi sedetti su una panchina proprio fuori l’entrata della casa, da lì riuscivo a sentire perfettamente i miei amici ridere e scherzare con i nonni di Jackson, volevo conoscerli anch’io ma avevo paura di entrare e vedere Derek.
Era maledettamente difficile per me non baciarlo, non assaporare le sue labbra ed esplorare la sua bocca. Per quanto odiassi ammetterlo e per quanto ci avessi tentato…ero diventato dipendente delle sue labbra, del suo profumo, delle sue mani, della sua voce e del suo corpo. Ero diventato dipendente di lui.
E come non esserlo? Solo un pazzo non gli andrebbe dietro.
E forse era proprio per questo motivo che odiavo a morte il suo ex, nonostante non lo conoscessi. Voglio dire…quale persona sana di mente si lascia scappare uno come Derek?? Quale persona normale preferirebbe vivere una vita di bugie invece di viverne una vera con accanto un uomo straordinario come lui?? Perché Derek questo era: Straordinario.
Lui non era solo bello, no. Lui era anche intelligente, colto, sicuro di sé, protettivo, umile, ma soprattutto…era comprensivo.
Lui non ti giudicava, potevi dirgli qualsiasi cosa, persino della tua folle paura per i cavalli, e lui non ti avrebbe malgiudicato, anzi, ti avrebbe aiutato a superarla.
Ed ora che ci penso, Derek mi aveva aiutato tantissimo in questi giorni: Mi aveva fatto credere di più in me stesso, mi aveva aiutato a non ricascare nella trappola del mio ex, mi aveva aiutato a riaprire il mio cuore a qualcuno e a fidarmi nuovamente, tanto da permettergli di dormire con me, mi aveva aiutato a non tenermi tutto dentro ma a parlarne, ormai gli dicevo quasi tutto quello che mi passava per la testa, e soprattutto mi aveva aiutato a rischiare, a rubargli di tanto in tanto qualche bacio e a prendergli la mano di mia spontanea volontà, affrontando ogni volta la paura di essere rifiutato.
E, dovevo ammetterlo, cedendo alle provocazioni della notte scorsa…Derek aveva fatto in modo che la mia bassissima autostima salisse a livelli più alti, facendomi sentire per la prima volta desiderabile.


E così ero passato dal chiedermi sempre: “Cosa faccio adesso che ho Derek Hale?” a “Che fine avrei fatto se non avessi avuto Derek Hale?” fino ad arrivare a “Cosa farò quando non avrò più Derek Hale?”

Davvero non riuscivo a pensare ad altro, soprattutto in quel momento, dato che il soggetto dei miei pensieri si trovava a qualche passo più lontano da me, intento a ridere e a scherzare con Jackson.
Riusciva ad andare d’accordo persino con un presuntuoso come Witthermore ed io non potevo fare a meno se non sospirare innamorato per quella sua straordinaria capacità.


-Topino se continuerai a guardare quel ragazzo in quel modo, ti cadranno gli occhi.-
Urlai quando sentii quella voce provenire dalla mia destra e mi voltai giusto in tempo per vedere un’amabile vecchietta seduta sulla panchina insieme a me.
-Lei è la nonna di Jackson?- domandai titubante.
-Chiamami Rosalie!- disse la vecchietta dandomi un pugno giocoso (forse un po’ troppo forte per una della sua età) sul braccio.
-Piacere, io sono Stiles.- le dissi cordialmente, stringendole la mano rugosa.
-Molto piacere…allora…quello laggiù è il tuo ragazzo?- domandò la vecchietta proprio nell’esatto momento in cui Matt si sedette alla mia sinistra.
-Quello con la giacca di pelle,sì. L’altro è Jackson.- dissi senza pensare a cosa stavo dicendo, troppo impegnato a perdermi nel sorriso di Derek.
-Lo so, riconosco mio nipote.-
-Oh, giusto.- balbettai a disagio, dando una gomitata a Matt che tentò invano di soffocare una risata.
-Beh, si vede che siete innamorati,lo sai? Non fate altro che cercarvi con lo sguardo.- continuò la vecchietta.
-Davvero?- domandai meravigliato.
-Non fanno altro, Rosalie.- sbuffò Matt in un sorriso.
-Non me ne sono mai reso conto.- mormorai tra me, voltandomi verso Derek proprio nello stesso momento in cui lui fece lo stesso.
Inevitabilmente i nostri sguardi si incatenarono ed il mio corpo fu scosso da mille brividi. Era quello l’effetto che solo lo sguardo di Derek riusciva a provocarmi.
-Ha già piantato il cetriolo?- domandò Rosalie, dandomi delle gomitate scherzose.
-Mi scusi?- domandai confuso, non capendo per quale motivo Matt stesse ridendo così sguaiatamente.
-Il cetriolo. Ha piantato il cetriolo nel tuo terreno?- domandò ancora la vecchietta, guardandomi con una strana luce negli occhi.
-Io…io non ho un terreno, e Derek non è un contadino.- risposi lentamente, arcuando le sopracciglia.
-Oddio Stiles! Ti sta chiedendo se avete scopato!- esclamò Matt con le lacrime agli occhi.
-Scusa ma che c’entra il cetriolo con…oh. OHH!! Signora! Ma che domande sono?!- urlai scandalizzato.
-Ho novantasette anni, un po’ di gossip piccante non guasta mai.- si giustificò lei.
-Siete tutti pazzi! Pazzi!- esclamai alzandomi dalla panchina per potermi allontanare da tutti.
-Hey amore, dove stai andando?- mi domandò Derek quando sorpassai lui e Jackson.
-Lontano dal tuo cetriolo!!!-
-Cos-?-



******************************************

Finalmente era arrivata l’ora di tornare nella vera casa dei nonni di Jackson, o forse avrei dovuto dire “castello”?
Ero rimasto tutto il tempo dietro ad un albero, cercando di stare lontano dalla nonna pervertita di Jackson e dalla bellezza sfacciata di Derek.
Il caso volle che ai cari ed amabili nonnini del “biondo” servisse un cavallo, e quale cavallo se non il mio?!
“Tu puoi andare con Derek!” avevano esclamato i miei amici con quei sorrisini innocenti, ignari di quello che avevano appena fatto.
Come potevo resistere e non cedere se avevo Derek seduto praticamente dietro di me? Il suo petto contro la mia schiena? Il suo inguine che strusciava contro il mio sedere a causa dei movimenti del cavallo?!


-Sei silenzioso.- disse Derek dopo un po’.
Deglutii a vuoto e cercai di focalizzarmi sul sentiero e non sulle braccia di Derek che avevo ai lati delle mie spalle, le sue mani che stringevano le mie che stringevano le redini.
-C-cosa vuoi che dica?- domandai dopo che ebbi ritrovato la voce.
-Non lo so, qualsiasi cosa. Non mi piace quando sei silenzioso.-
-Sei l’unico a pensarlo.- dissi in una mezza risata.
-A me piace la tua voce, potrei sentirti parlare per ore.-
-Davvero?- domandai meravigliato.
-Certo.-

Wow.
Ed io che pensavo fosse impossibile innamorarsi ancora di più di Derek.

-Grazie.-
-Per così poco?- domandò in una piccola risata.
-No, io volevo dirti…grazie per tutto. Per quello che hai fatto e continui a fare per me.-
-A-ha…e cos’avrei fatto?- domandò confuso.
-Molto più di quanto credi.-

Rimanemmo in silenzio per i seguenti dieci minuti, finché Derek non prese le mie mani fra le sue e fece scoccare le redini, facendo trottare il cavallo più velocemente.

-Derek? Che fai?- domandai preoccupato.
-Reggiti forte.- fu l’unica cosa che disse prima di far oscillare nuovamente le redini, facendo così correre il cavallo.

Non vi saprei dire se il mio grido somigliasse di più a una  gallina prima di essere strozzata o a quello di una banshee impazzita (ebbene si, leggevo molti libri mitologici), sta di fatto che non mi persi nessuna delle occhiate divertite dei miei amici che se la ridevano mentre io per poco non morivo d’infarto.
Riuscivo a sentire perfettamente la risata di Derek che invece se la stava spassando alla grande, fu solo quando mi avvolse il bassoventre con un braccio che mi sentii più tranquillo ed iniziai a ridere a mia volta, godendomi l’ebrezza della velocità.
Inevitabilmente giungemmo alla stalla prima degli altri, ridendo a squarciagola mentre scendevamo da cavallo. O meglio, mentre Derek scendeva da cavallo ed aiutava me a non cadere a faccia a terra.
Quando mi voltai nel suo abbraccio e vidi quanto fossero vicini i nostri visi, non potei fare a meno di sollevarmi sulle punte per poter far congiungere le nostre bocche in un gesto che fu quasi come un riflesso involontario. Ma Derek allontanò il suo viso giusto in tempo, sorridendo nel sentire il mio lamento di protesta.

-Sai già cosa devi fare per meritare un bacio.-
-Sei così ingiusto.- mi lagnai, strofinando la fronte contro il suo petto.
-Credo che riuscirò a conviverci.- disse incamminandosi fuori dalla stalla.
-Dove vai?- domandai confuso.-Credevo dovessimo aspettare gli altri.-
-Se vuoi rimanere in questa stalla puzzolente, fai pure. Io vado a provare la vasca idromassaggio dei nonni di Jackson.- disse con non curanza, aprendo la porta della stalla.- A meno che tu non voglia unirti a me.- aggiunse poi, studiandomi attentamente.
La mia bocca si spalancò così tanto da toccare quasi terra e la mia mente fu pervasa da scenari poco casti avvenenti in una vasca con me e Derek come protagonisti.
No, non potevo assolutamente rischiare.
-Ti ringrazio per la gentile offerta ma credo che resterò qui.- dissi in una risatina nervosa, sedendomi su una panca.
-Come vuoi.- disse lui in un’alzata di spalle prima di sparire dalla mia visuale.

“Come vuoi”?

“COME VUOI”???

Lui sapeva esattamente cosa volevo! Stronzo.

Non fa niente,Stiles. Hai fatto la scelta giusta, se fossi andato con lui molto probabilmente gli saresti saltato addosso, e pensa che schifo se lui avesse ricambiato i tuoi baci….immagina lo schifo che avresti provato nel toccare il suo corpo, o peggio ancora se lui avesse toccato il tuo…

Già..che schifo….

Davvero uno schifo….





Oh ma a chi volevo darla a bere?! Io non desideravo altro! Al diavolo le conseguenze!
 
Avrei mangiato di nuovo quella torta.



*******************************


Mi ci vollero dieci minuti di puro auto-rimprovero prima che decidessi di spegnere la parte razionale del cervello ed entrare nel grande bagno in cui si trovava la vasca idromassaggio. Derek era già lì, le braccia distese ai lati e la testa poggiata sul bordo, esponendo così il suo collo.

“No, Stiles, tu non leccherai il suo collo. Tu farai il bravo bambino.”

Ed eccola lì, quella vocina irritante che evidentemente era anti-Sterek, forse avrei dovuto chiedere alle damigelle di sbarazzarsene, l’avrebbero fatto senza pensarci due volte.

Silenziosamente mi immersi nella vasca, ponendomi il più lontano possibile da Derek anche se i miei occhi proprio non riuscivano a staccarsi dalla maestosità del suo corpo.
Lui aprì un occhio per verificare l’identità del suo “compagno di bagno” e sorrise quando mi vide alzare timidamente una mano in sua direzione.

-Pensavo volessi aspettare gli altri.- disse tornando nella posizione iniziale, chiudendo gli occhi.
-Quel posto puzzava troppo.- mentii, perché sarei stato lì anche fino alla fine della giornata…se ci fosse stato lui con me.
-Te l’avevo detto.-
-Già..-espirai, bagnandomi il viso per cercare di non fissarlo.

“Davvero,Stiles, sei inquietante”.

Chiusi a mia volta gli occhi e poggiai la testa nel bordo, prendendo un profondo respiro per poter calmare il mio cuore. Il problema era questo: Per Derek non provavo solo una semplice attrazione come credevo all’inizio…c’è un’enorme differenza nel desiderare qualcuno per un po’ di sesso e desiderare qualcuno per farci l’amore.
Ero spacciato. Se ero addirittura arrivato a sperare di fare l’amore con Derek, ad immaginarci ancora insieme da vecchi (ed incolpo i nonni di Jackson per questo), ad immaginare come sarebbe stato avanzare verso l’altare con gli occhi fissi nei suoi (ed ovviamente non posso che incolpare Scott e Allison per questo), o a come sarebbe stato avere una famiglia con lui, significava che davvero ero arrivato al punto di non ritorno.
Non mi ero nemmeno reso conto di essermi praticamente dimenticato del mio ex, ormai non provavo più niente per lui, nemmeno odio. Derek era riuscito a canalizzare tutte le mie emozioni ed i miei sentimenti verso di lui, senza che io potessi fare qualcosa per fermarlo.
Sapevo già come sarebbe andata a finire. Mi sentivo come un soldato prima di una battaglia, poteva raccontarsi tutte la balle che voleva…alla fine sapeva che sarebbe morto.

Mi risvegliai dai miei pensieri solo quando sentii una spalla tozzare contro la mia. Derek si era spostato per poter stare accanto a me.
-Non riesci proprio a starmi lontano,eh?- lo derisi dandogli degli piccoli pizzichi sul braccio, cedendo all’istinto di toccarlo.
-E tu?- mi domandò, sorridendo soddisfatto al mio improvviso mutismo.

Diglielo,Stiles.


-Beh…ecco…-

Andiamo,puoi farcela! Tanto peggio di così…


-Mh?- domandò Derek, incitandomi a continuare, potevo quasi leggere un pizzico di speranza nei suoi occhi verdi.
-Credo proprio che mi mancherai da impazzire quando te ne andrai.-

Ecco, l’avevo detto. E ora?

Lo guardai di sottecchi, non avendo il coraggio di sostenere il suo sguardo, mentre lui mi fissava con la bocca semiaperta e gli occhi spalancati dalla sorpresa.


-Cosa? Oh andiamo! Non dirmi che sei sorpreso!?  Persino quelle stupide oche delle damigelle hanno capito quanto ci tengo a te.- borbottai incrociando le braccia, tutto questo dire la verità mi stava innervosendo.
 -Anch’io ci tengo molto a te…e mi mancherai da morire.- ammise dopo un po’, facendo quasi scoppiare il mio cuore.

Mi voltai così velocemente verso la sua direzione che per poco non mi ruppi il collo, e lo guardai con occhi pieni di parole che molto probabilmente non avrei detto mai.
Lui ricambiò il mio sguardo ed alzò un angolo della bocca in un dolce sorriso.
Stava anche per aggiungere qualcos’altro ma non ci riuscì.

E non ci riuscì per il semplice fatto che gli ero praticamente saltato addosso, circondando la sua vita con le mie gambe ed il suo collo con le mie braccia, facendo scontrare quasi con violenza le nostre bocche.
Lui portò le mani dietro la mia schiena nuda, carezzandola lentamente, ma allontanò il viso dal mio, facendo separare le nostre labbra.
Il ringhio frustrato che fuoriuscì dalla mia bocca valse più delle mille parolacce che avrei voluto dirgli in quel momento.

-Sai già cosa devi dire.-

Cocciuto del cazzo.

-In questo momento tutto ciò che mi viene da dire preferirei tenerlo per me o dovrei rinchiudermi in un confessionale per una giornata intera.-
Lui rise leggermente ma non demorse, era chiaro come la luna che volesse per forza sentire quelle parole, forse per soddisfazione personale…o forse perché così non si sarebbe più sentito in colpa per aver ceduto. E sapevo esattamente quale fosse la verità.
-Quello che abbiamo fatto la notte scorsa…- iniziai con tono imbarazzato, guardando le mie mani adagiate sul suo petto per non guardarlo negli occhi.
-Si?- mi spronò lui, le sue mani che continuavano a carezzarmi la schiena.
-…è stata la scelta migliore che avessi mai potuto prendere quella sera.- dissi sollevando lo sguardo fino a perdermi nei suoi occhi verdi.- Io non sono quel tipo di ragazzo che si lascia toccare da chi non conosce, ero convinto che mi sarei lasciato toccare soltanto da chi se lo meritava,  da chi fossi sicuro non l’avrebbe fatto solo per svago, da qualcuno di cui mi potessi fidare….e se ti ho lasciato fare ciò…è solo perché io mi fido di te,Derek, e so che tu non mi feriresti mai.-
Derek ascoltò in silenzio ogni mia singola parola, lo sguardo che passava più volte dal meravigliato al dolce.
-So che non era proprio questo quello che volevi sentire, ma non vorrei descrivere quella sera come “la sera in cui mi hai fatto impazzire” anche se è così, preferirei definirla come.. “la sera in cui ci siamo parlati senza usare le parole” ? Sì, così.- ammisi sia a lui che a me stesso, sobbalzando quando sentii le sue labbra sulle mie.

Nonostante fossi abituato ai suoi baci, quello mi sembrò diverso, era più dolce, più carico…più vero. Anche se tutti i nostri baci per me erano veri.
-Questa è la cosa più bella che tu potessi mai dirmi,Stiles.- sussurrò sulle mie labbra semiaperte, desiderose di altri baci.- Quando parli dell’amore in questo modo…non fai altro che stupirmi sempre di più, a volte mi chiedo se tu non provenga da un altro pianeta.-
-Se lo chiede spesso anche mio padre ma per altri motivi.- ironizzai strappandogli una risata.
Riunii immediatamente le nostre labbra, fermando la risata di Derek che ricambiò subito dopo. All’inizio volevo solo limitarmi al bacio, davvero, non volevo altro….quindi non ho la minima idea di come sia finito a gemere contro la sua bocca mentre ondeggiavo i fianchi contro i suoi, facendo strofinare le nostre erezioni.
Le sue mani vagarono per tutta la mia schiena, scendendo pericolosamente giù, fino ad arrivare ad afferrarmi il sedere da sopra al tessuto aderente del costume, facendomi ansimare contro il suo collo.
-Po-posso farti una cosa?- domandai con voce strozzata dai gemiti.
-Puoi farmi tutto quello che vuoi,Stiles.- sussurrò al mio orecchio, provocandomi dei brividi.
Portai una mano dietro il suo collo ed afferrai i capelli più corti alle base della nuca, tirandoli con delicatezza per fargli reclinare il collo di lato. Quando ebbi sufficiente spazio, affondai le labbra su un punto preciso del suo collo, baciandolo e mordendolo di tanto in tanto.
-Mi stai davvero facendo un succhiotto?- domandò in una mezza risata, anche se a giudicare dal respiro pesante, doveva piacergli molto.
Non risposi, troppo impegnato a marchiarlo come mio, avevo scelto quel punto specifico per una ragione: Non poteva essere coperto dal colletto di una maglia, quindi tutti quelli che l’avrebbero visto gli sarebbero stati alla larga.
Gemetti fortemente con le labbra ancora appiccicate contro il suo collo quando sentii la sua mano farsi strada dentro il mio costume ed afferrare la mia erezione.
Smisi di occuparmi del succhiotto solo quando iniziai ad intravedere dei segni violacei su quel punto, ed andai a poggiare la fronte su quella di Derek, il mio corpo che tremava sotto il suo tocco.
Derek tracciò con la lingua il contorno delle mie labbra gonfie ed io le separai per poter approfondire il bacio.
Era ovvio che in quel momento non ero in me o non avrei mai avuto il coraggio di fare ciò che stavo facendo. Ma era sempre così con Derek, quando ero con lui…io non ero in me.
Feci percorrere il palmo aperto della mia mano lungo tutto il torace di Derek fino ad arrivare al bordo del suo costume, abbassandoglielo quel che bastava per poterlo toccare nel modo più intimo possibile.
Lui si spinse maggiormente contro di me ed iniziò a gemere nella mia bocca, riempiendomi di orgoglio.

Io, Stiles Stilinski, stavo facendo gemere Derek Hale!

E Derek Hale, signore e signori, era solo mio. Mi dispiace.


-Aspetta, voglio provare una cosa.- ansimò lui, staccandosi leggermente da me.
-Cosa??- domandai super interessato.
-Prometti di non dare in escandescenza?- domandò titubante.
-Pf! Cosa c’è di così scioccante che-Woah!- mi aggrappai fortemente al suo collo quando lui mi sollevò tenendomi per le gambe, adagiandomi subito dopo sopra il bordo della vasca.
Si allungò per darmi un altro bacio, dopodiché le sue labbra iniziarono a scendere sempre più giù, sfiorando la mia gola, il mio petto…il mio stomaco..dove diavolo voleva arrivare?

Oh….OH.

-OH MIO DIO!- esclamai quando sentii la sua lingua percorrere tutta la mia lunghezza.
Vidi Derek sorridere maliziosamente prima di prenderlo in bocca, facendo spalancare la mia senza riuscire ad emettere un suono.
Mi morsi fortemente il labbro inferiore e cercai in tutti i modi di trattenere gemiti ed ansiti, ma fu tutto inutile. Dopo nemmeno qualche secondo ero già vicino all’orgasmo e lo si poteva capire dai versi osceni che uscivano dalla mia bocca o dal modo in cui cercavo di trattenermi dallo spingere nella sua.
-Derek..-ansimai aggrappandomi ai suoi capelli.-Derek sto per..- provai ad avvisarlo ma lui non demorse e continuò il suo lavoro finché non gli venni in bocca urlando il suo nome.

Stremato dall’orgasmo mi accasciai contro il pavimento freddo ed umido del bagno, respirando affannosamente. Derek si sdraiò sopra di me giusto quando stavo iniziando a sentire un po’ di freddo e non riuscii a fare a meno se non sorridere come un’ebete, Derek sapeva esattamente cosa fare in ogni situazione.
Ricordandomi di non averlo sentito ancora gemere fortemente, portai la mia mano dentro il suo costume ed iniziai nuovamente a toccarlo, sollevandogli la testa con l’altra mano per poterlo guardare mentre gemeva e veniva. Questa volta non mi preoccupai minimamente di come o cosa dovessi fare, mi lasciai guidare dall’istinto ed iniziai a toccarlo velocemente, stringendo più forte in alcuni punti, sorridendo nel vedere gli effetti che causavo a Derek.
Non ci volle molto che venne anche lui nella mia mano, e credetemi se vi dico che sentire Derek gemere ed ansimare il mio nome…era diventata la mia nuova musica preferita.
Si chinò su di me per darmi un dolce bacio di ringraziamento e strofinò il naso contro il mio strappandomi una risata.
Smisi di ridere quando cacciai la mano dal suo costume e la analizzai attentamente, dopodiché feci una cosa del quale lo “Stiles razionale” si sarebbe vergognato, ma lo Stiles di adesso non voleva assolutamente azionare il cervello. Così mi portai lentamente le dita sporche alla bocca, leccando e succhiando via ogni residuo del seme di Derek, e nel frattempo non avevo staccato lo sguardo dal suo nemmeno per un secondo.
Derek guardò rapito ogni mio singolo movimento, mordendosi con forza il labbro inferiore, dopodiché decise di rilassarsi contro il mio petto, lasciando che gli carezzassi con dolcezza i capelli.


-Quindi è così che sei quando smetti di farti problemi inutili, eh?- domandò chiudendo gli occhi, beandosi delle piccole attenzioni che gli stavo dando.
-A quanto pare..-
-Quando tornerai il vecchio Stiles te ne pentirai?-
-Probabile..- sospirai perché purtroppo sapevo che sarebbe andata proprio così.
-E’ un peccato. Lo Stiles menefreghista mi sta simpatico.-
-Chissà perché.- dissi in una piccola risata.
-Ma non fa niente, a me piaci così come sei. Con tutti i problemi mentali.-
-Hey! Io non ho nessun problema mentale!- protestai fintamente offeso.
-Mh-mh…certo.-
-L’unico problema mentale che ho, mio caro, sei tu.-
-Ohh hai appena ammesso di pensarmi incostantemente.- canticchiò sollevano la testa dal mio petto per potermi deridere.
-Non ho affatto detto questo, sei tu che capisci cose per altre.-
-Certo, continua a ripetertelo…quando non sei troppo impegnato a pensarmi.-
-Giuro che ti stacco il pise-

-Sono qui!- mi interruppe Boyd, entrando nel bagno insieme agli altri.

Insieme a tutti gli altri.

Perché erano entrati tutti nel bagno?

E perché ci stavano guardando con quei sorrisini consapevoli??

-Abbiamo interrotto qualcosa?- domandò Erica inarcando un sopracciglio.
-No!- esclamai con voce acuta.- Ci stavamo solo asciugando.-
-Uno sopra l’altro..- commentò Scott.
-Si, Scott, uno sopra l’altro. Problemi?- domandai seccato.

Era il mio fidanzato dopotutto!

-Lydia io non ho intenzione di farmi il bagno dopo che ci sono stati loro!- esclamò Jackson visibilmente disgustato.
-Non l’avranno mica fatto nella vasca,Jackson, non essere sciocco.- sbuffò Lydia, bloccandosi allo sguardo che ci scambiammo io e Derek.- Oh mio Dio! Ma che schifo!- urlò coprendosi gli occhi.
-L’avete fatto nella vasca dei miei nonni!- urlò Jackson.
-Come se tu e Lydia non aveste fatto di peggio lì dentro.- ci difese Matt con il braccio intorno alle spalle di Isaac.
-L’acqua si può sempre cambiare, e poi non vedo perché dobbiamo ricevere una rimproverata per qualcosa che tutti hanno il diritto di fare.- presi parola, alzandomi dal pavimento insieme a Derek.
-E’ la vasca dei miei nonni!- esclamò Jackson puntandomi il dito contro.
-Lo so.- dissi con non chalance, prendendo per mano Derek per poter uscire da quella stanza troppo affollata.- Oh a proposito, di a tua nonna…che ho risolto il fatto del cetriolo.- aggiunsi prima di sgattaiolare fuori dal bagno, lasciandomi indietro le urla scandalizzate di Jackson.



***********************************************************


Ok, erano passate due ore e mezza e ancora non mi ero pentito di ciò che avevo fatto con Derek. Nuovo record!
Eravamo usciti tutti insieme per andare in una discoteca per gay ed etero, accontentando così tutti i gusti.
Da quando eravamo usciti dal bagno, io e Derek non ci eravamo separati un secondo, lui continuava a rubarmi dei baci ogni qual volta ne aveva l’opportunità, ed io ovviamente lo ringraziavo dandogliene il doppio.
In quel momento, camminando mano nella mano con lui, non potei fare a meno di notare quanto sembrassimo entrambi più felici e rilassati. Derek aveva anche tenuto una conversazione di dieci minuti con Matt!
Tutto filava liscio, forse troppo liscio per trattarsi della mia vita…

Il che significava una sola cosa : Sarebbe successo qualcosa che avrebbe rovinato tutto.

Era sempre così. Sin da quando ero piccolo non facevo altro che farmi paranoie su paranoie quando c’era un periodo di calma e felicità perché, come diceva la mia maestra super depressa delle elementari : “ Quando si inizia ad intravedere un raggio di sole…ecco che arriva la nuvola che lo copre”.
Quella frase rimase impressa nella mia mente per il semplice motivo che la sentii lo stesso giorno in cui mia madre morì…più azzeccata di così!
Ma in quel momento, con Derek che poggiava il braccio sulle mie spalle così da stringermi più a sé, cercai in tutti i modi di non farmi prendere dal panico e di pensare positivo.

Dovevo restare calmo. Sarebbe andato tutto bene.


***********************************


Non appena entrammo nel locale, l’aria iniziò subito a mancarmi. C’era gente di ogni età e di ogni sessualità (ebbene sì, ad alcuni non avrei saputo nemmeno identificarne il sesso), tutti intenti a strusciarsi tra di loro come se avessero un improvviso attacco di prurito. L’unica cosa che mi colpì positivamente fu la pittura fluorescente sparsa sui visi e sui corpi delle persone, creando un effetto di colori niente male.
Erica, Boyd, Isaac e Matt si lanciarono immediatamente tra la folla, ballando come degli scimpanzé in calore, invece Lydia e Jackson preferirono appartarsi (ovviamente) in un angolo per poter amoreggiare senza occhi indiscreti.
Rimanemmo solo io, Derek, Scott ed Allison…in piedi…come dei perfetti idioti.
-Volete da bere? Offro io!- urlò Scott per sovrastare la musica.
-Oh si! Buona idea!- esclamai contento di fare qualcosa.
-Io devo andare un attimo in bagno, torno subito.- disse Allison dando un veloce bacio al suo fidanzato prima di sparire tra la folla.
-Dereeek!-

Oh no.


-Yuhuu!!-


OH DIO NO.


-Ragazze, che ci fate qui? Non dovevate andare a fare shopping?- domandò Derek alle damigelle, tutte arpionate alle sue braccia.
-Abbiamo pensato fosse più divertente venire a ballare!- urlò, o meglio, starnazzò una di loro.
-Bene. Perfetto. Andate a ballare.- dissi a denti stretti, tirando Derek verso la mia direzione.
-Derek vieni anche tu!- lo supplicò Anna Bette.
-Io..non credo di avere il permesso.- ridacchiò nervosamente lui, voltandosi verso di me.

Era ovvio che non avesse il permesso di ballare con quelle.

-Tu vuoi ballare?- gli domandai calmo, anche se così calmo non ero.
-…non mi dispiacerebbe.- fu la sua risposta incerta.

E come potevo  dire di no a quegli occhioni verdi da cucciolo?

-Ok, vai. Solo un ballo.- sbuffai, dandogli un piccolo bacio giusto per ricordare a lui e agli altri a chi appartenesse.
-Grazie, a dopo.- disse sorridendo, andando a scatenarsi con le damigelle.

Mi poggiai al bancone e sorrisi nel vedere Derek imitare le movenze delle damigelle, rendendosi completamente ridicolo.
Eppure lo trovavo sexy anche in quel momento…aaahh Derek Hale, sia maledetta la tua fin troppa sensualità.
-Allora, le cose fra te e Derek sembrano andare bene..- commentò il mio migliore amico, sorridendo al mio sguardo perso.
-Si, sono sempre andate bene.- dissi in un sorriso.
-Sono contento per te,fratello, dopo tutto quello che hai passato ti meriti un po’ di felicità.-
-Grazie, è quello che ho pensato quando ho saputo del matrimonio di te ed Ally.-
Il mio amico sorrise felice e mi diede delle pacche sulle spalle, fermandosi un attimo dopo, guardandomi come se potessi per esplodere da un momento all’altro.
-Cosa?- domandai confuso.
-Sto per dirti una cosa…ma prometti di non reagire in modo negativo.-
La cosa non mi piaceva. No, non mi piaceva per niente.

-Non posso promettertelo.- dissi con sguardo preoccupato.
-Credo che qualcuno abbia trovato un nuovo palo da lap dance..- sussurrò al mio orecchio per poi volgere lo sguardo verso la pista da ballo.
Seguii il suo sguardo e per poco non frantumai il bicchiere di vetro tra le mani. Le damigelle stavano ballando con dei ragazzi, lasciando così Derek alla mercé di un ragazzo ed una ragazza: Il ragazzo si stava strusciando da dietro, mentre la ragazza pensava a scoparsi il davanti.
Presi un profondo respiro e reclinai più volte il collo di lato facendolo schioccare, era una cosa che aiutava a calmarmi…ma in quel momento non funzionò.
Mi voltai solo per vedere Scott ridersela sotto i baffi.
-Cazzo ridi?- quasi ringhiai.
-Non ti avevo mai visto così incazzato, sei così buffo.-
-Voglio vedere se al posto del mio Derek ci fosse stata Allison come avresti riso.- commentai acidamente.
-“Il MIO Derek”? Sul serio,Stiles?- continuò a prendermi in giro Scott.
-Si, è mio. Solo mio.- dissi a denti stretti, voltandomi nuovamente verso Derek che sembrava a disagio in mezzo a quei due.





-Scusa ma perché non vai a riprendertelo? Balla con lui!- esclamò Scott.
-Lo sai che non so ballare.-
-E allora? Come se “strusciarsi” significasse “ballare”!- sbuffò Scott.



Bevvi un altro sorso del mio drink, continuando a guardare Derek, dopodiché decisi di agire. Non avrei permesso a quei due di toccarlo un minuto di più.
Mi precipitai verso di lui, spingendo la ragazza di malo modo, ignorando le sue lamentele, e gli avvolsi possessivamente le braccia intorno al collo, tirandolo più verso di me così da allontanarlo da quell’animale che si trovava alle sue spalle.
Derek sembrò tirare un sospiro di sollievo e poggiò le mani sui miei fianchi, assalendo le mie labbra con le sue.
-Finalmente ti sei deciso a salvarmi.- borbottò con la bocca a pochi centimetri dalla mia.
-Aspetta…era tutto un piano per convincermi a ballare con te?- domandai incredulo.
-Certo, credevi forse che mi sarei lasciato usare come palo per niente?- domandò in un mezzo sorriso.
-Sei così stronzo.-
-E tu così bello.-

Non arrossire, Stiles, sii virile.

-Stai arrossendo  o sbaglio?-

Ecco…appunto…virile.
-Ti sbagli, saranno le luci.- balbettai poggiando la fronte sul suo petto per coprirmi.
Lo sentii ridere e far scendere nello stesso momento le mani verso il mio sedere, strizzandolo appena.
-Dove hai appena messo le tue mani?- domandai continuando a tenere la fronte contro il suo petto.
-Scusa..- mormorò facendole risalire sulla mia schiena.
-Hey, non ti ho mica detto di toglierle da lì.- sussurrai alzando la testa, facendo incontrare nuovamente le nostre labbra.
Le sue mani scesero immediatamente sul mio fondoschiena ed io non riuscii a trattenere un gemito quando sentii la sua gamba farsi spazio tra le mie, sfiorandomi il cavallo dei pantaloni.
Non mi resi nemmeno conto di aver iniziato a strusciarmi su di essa, nemmeno fossi un cane nel periodo dell’accoppiamento, eppure proprio non riuscivo a fermarmi. Così come non riuscivo a tenere ferme le mie mani che cercavano di toccare quanta più pelle possibile, infilandosi persino sotto la sua maglietta.
Addirittura gli diedi le spalle solo per poter portare un braccio indietro ed avvolgerlo intorno al suo collo, iniziando a strusciare maliziosamente il mio sedere contro il suo inguine.

E chi l’avrebbe mai detto che il razionale Stiles Stilinski sarebbe diventato così solo per colpa di due occhi verdi.

No che Derek sembrasse dispiacere,eh. Anzi, mi cinse da dietro così da poter avvicinare maggiormente i nostri corpi, come se volesse dimostrare a tutti i presenti che io ero suo. Solo suo.

E lo sarei sempre stato.

Ballammo per non so quanto tempo e quando vidi Derek ridere delle mie mosse per poi imitarle, rendendosi a sua volta ridicolo, capii di essermi preoccupato inutilmente. Con Derek potevo essere me stesso. Potevo essere lo Stiles goffo ed imbranato senza temere di non piacergli.
Quando anche quella canzone finì, raggiungemmo i nostri amici seduti su un divanetto, ignorando i commenti maliziosi sui nostri strusciamenti.

Non avevo niente di cui scusarmi.

-Vado un secondo in bagno.- disse Derek baciandomi dolcemente.
-Fai presto.- dissi senza nemmeno rendermene conto, strappandogli un sorriso.
-Perché? Ti mancherei troppo?- mi scimmiottò lui.
Maturamente risposi cacciandogli la lingua, squittendo quando l’addentò delicatamente, facendomi ridere.
Lo seguii con lo sguardo finché non svoltò l’angolo che portava alla toilette e sperai con tutto il cuore che nessuno lo violentasse o sfiorasse con un dito. Non mi fidavo di quei posti.



***********


Ok, avevo provato a rimanere calmo e a non pensare male…ma cavolo! Erano passati venti minuti e di Derek ancora nessuna traccia!
-Tesoro, stai facendo vibrare l’intero divano.- mi informò Erica, indicando il mio ginocchio che continuava ad oscillare nervosamente su e giù.
-Devo andare a cercarlo.- dissi mordendomi l’unghia del pollice.-Gli è successo qualcosa, me lo sento.-
-Starà solo facendo la fila per entrare in bagno.- provò a rassicurarmi lei, ma ero troppo in ansia per darle ascolto.
-Torno subito.- dissi alzandomi dal divanetto per dirigermi verso la toilette.

Era impossibile respirare in quel buco più comunemente chiamato “bagno”. L’odore di fumo e sudore impregnava l’aria rendendola pesante e stordente e il rispetto per l’igiene era andata a farsi benedire quando i rubinetti erano stati presi per posti dove pomiciare o peggio.
Avevo dovuto spingere da parte una gran quantità di ragazzi che avevano allungato le mani durante il mio passaggio, facendomi solo innervosire il doppio.

-Derek, ma dove sei?- sussurrai nel panico, girando su me stesso, gli occhi che guizzavano da una parte all’altra della stanza.
Fu quando mi accorsi di una porta accanto ad un lavandino che mi venne un’idea. Sulla porta stava scritto “uscita di emergenza” , forse Derek poteva essere uscito da lì per prendere un po’ d’aria.
Si, era plausibile.

Mi precipitai verso la porta e la spalancai con un colpo secco, trovandomi all’esterno del locale. Presi un profondo respiro, riempiendo i miei poveri polmoni di ossigeno…ma il respiro mi si bloccò quando vidi Derek poggiato con le spalle al muro mentre parlava con un altro uomo.

Chi diavolo era quello?!?

Mi avvicinai velocemente ai due, non perdendo il modo in cui mi guardò Derek. Come se fossi l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.

-Non tornavi più quindi mi sono preoccupato e ti sono venuto a cercare..- mi giustificai facendo passare più volte lo sguardo da lui all’altro uomo.





-Sto bene. Ho solo incontrato…una persona.- disse Derek, guardando torvamente l’altro uomo verso la fine della frase.
-E lui chi sarebbe? Il tuo nuovo “finto fidanzato”? Non è troppo giovane per te?- domandò questi, squadrandomi dalla testa ai piedi.
-Abbiamo tre anni di differenza. Tu, invece, chi sei?- domandai mettendomi sulla difensiva.

Non mi piaceva quel tizio.

-Sono Brian.- disse l’uomo, sorridendo altezzosamente, come se solo pronunciare il proprio nome lo rendesse importante.
-A-ha…e chi saresti?- domandai inarcando un sopracciglio.
-Come? Il mio Derek non ti ha parlato di me? Strano.- disse questi, guardando Derek come se si fosse trasformato in un cucciolo di lupo.
-No, il MIO Derek non ti ha mai nominato. Evidentemente non hai questa grande importanza.- dissi a denti stretti.
-Ah io non direi proprio…in fondo sono stato il suo primo amore.- disse l’uomo con voce vanitosa.

Aspetta un momento….lui era quello stronzo dell’ex!!

Non appena finì di pronunciare quella frase, la mia mano corse a stringere quella di Derek, non so se per rassicurare lui o me.

Forse entrambe le cose.

Brian seguì il nostro movimento e si liberò in una sguaiata risata, facendo sbuffare Derek che strinse la mascella per mantenere la rabbia sotto controllo.

-Devo ammeterlo,Der, questo qui sembra proprio il tuo fidanzato! Ottimo lavoro.-
-Devo ammetterlo, Brian, sembri davvero uno stronzo. Ottimo lavoro.- non riuscii a trattenermi, guardandolo con disprezzo.




Lui fece un passo verso di me e Derek mi strattonò all’indietro così da potersi parare davanti, proteggendomi con il suo corpo.

-Fossi in te non lo farei.- lo minacciò Derek, facendomi sorridere orgoglioso.
-Che fai? Lo difendi pure?- domandò Brian inarcando un sopracciglio.
-Perché non te ne vai,mh?- domandò Derek.
-D’accordo, d’accordo.- sbuffò l’altro uomo alzando le mani in segno di resa.-Non sono venuto qui per causarti problemi, Der. Volevo solo parlare.-
-Non abbiamo niente da dirci.-
-Invece abbiamo tanto da raccontarci. Ti chiamo io. Ciao, Der.- disse sorridendogli, assumendo un’aria seria solo quando guardò a me.- Ciao…coso.- mi disse in modo disgustato prima di andarsene.
-Coso?! COSO?! Ma io gli rompo il culo a quell-Mhhpf!- Derek fermò il mio fiume di imprecazioni con un bacio, riuscendo per metà a calmarmi.



-Torniamo dentro, stai tremando.- sussurrò sulle mie labbra, voltandosi verso l’entrata.
-Stai bene?- gli domandai titubante, studiando attentamente il suo viso.
-Non lo so..-




-Gli parlerai?- domandai ancora.
-…non lo so.- ripeté prima di entrare.

Se solo Derek avesse saputo che non stavo tremando per il freddo….ma per la paura.
Che poi di cosa avevo paura?

Avevo paura di perderlo? Avevo paura che si innamorasse nuovamente del suo ex? Avevo paura che si rifacesse del male?

O forse avevo paura e basta. Perché quando tieni ad una persona, che tu lo voglia o meno, avrai sempre paura di perderla.



Ed eccola lì…la nuvola che avrebbe coperto il mio unico raggio di sole.










BUONSALVE (?) , COME VA? SPERO CHE STIATE MESSE/I MEGLIO DI ME! xD
COME PROMESSO, ECCO QUI IL NUOVO CAPITOLO. DEVO ESSERE SINCERA, QUESTO MI PIACE PIU’ DEGLI ALTRI PER IL SEMPLICE MOTIVO CHE HO FATTO IN MODO CHE STILES GUARDASSE IN FACCIA LA REALTA’ E SMETTESSE DI SCAPPARE, INFATTI E’ PROPRIO IN QUESTO CAPITOLO CHE STILES REALIZZA PIU’ VOLTE DI ESSERSI INNAMORATO DI DEREK, E OVVIAMENTE ALTERNA MOMENTI DI TIMORE CON MOMENTI DI CORAGGIO, FACENDO SPESSO LA PRIMA MOSSA ED AMMETTENDO CIO’ CHE REALMENTE PENSA.
ORA PASSIAMO AL FINALE…

DAN DAN DAAAN! NON VE L’ASPETTAVATE EH?!

SO COSA STATE PENSANDO…
“POSSIBILE CHE NON APPENA MATT SI TOGLIE DAVANTI AL CETRIOLO, ARRIVI BRIAN?!”
EH..CHE VI DEVO DIRE, SARO’ LEGGERMENTE SADICA…MA NON PUO’ ESSERE TUTTO ROSE E FIORI, ALTRIMENTI NON C’E’ SFIZIO! U.u
MA NON PREOCCUPATEVI, RICORDATE SEMPRE CHE SONO UNA STEREK CONVINTA, QUINDI IL FINALE E’ PIU’ CHE SCONTATO…(O FORSE NO, MUAHAHAHAHA).
RINGRAZIO COME SEMPRE TUTTI QUELLI CHE HANNO LASCIATO UNA RECENSIONE E MI SCUSO PER I MIEI TEMPI (NON SO DOVE TROVIATE LA PAZIENZA DI ASPETTARE TUTTO QUESTO TEMPO MA…CONTINUATE A FARLO, PLS ç_ç)! CIAO! <3<3


 

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Capitolo 8
*** I just wanna say you're mine. ***


I JUST WANNA SAY YOU'RE MINE. 

 

Dopo lo spiacevole incontro, seguii Derek all’interno della discoteca e rimasi in silenzio quando lo sentii dire agli altri di essere stanco e che quindi se ne sarebbe tornato nella casa dei nonni di Jackson.  Mi grattai nervosamente il retro della testa ed indicai la schiena di Derek ai miei amici che semplicemente annuirono in risposta e mi salutarono.
Derek si accorse che l’avevo seguito solo quando fummo praticamente fuori il portico della casa, ma non disse né fece niente.
Lo seguii nella stanza che Lydia aveva scelto per noi, guardandomi intorno con aria meravigliata. I miei amici erano davvero degli amori nel concedermi sempre le camere più belle (anche se avevo il sospetto che la simpatia che provavano nei riguardi di Derek c’entrasse qualcosa)e quando vidi Derek entrare in uno dei due bagni per potersi cambiare, presi i miei panni ed entrai nell’altro per fare la stessa cosa, lavandomi e vestendomi il più veloce possibile per precedere Derek.
Quando lo vidi uscire dal bagno, mi posizionai meglio sul letto, incrociando le gambe e rizzando la schiena per fargli capire che era arrivato il momento di parlare.
Ma quando  Derek alzò un sopracciglio in mia direzione, persi quel poco coraggio che avevo ricavato e distolsi lo sguardo, cercando le parole adatte da usare.
Lui intanto si sdraiò nell’altro lato del letto e mi rivolse la schiena, cosa che fece salire la mia preoccupazione alle stelle.

-Derek?- sussurrai piano.
-Mh..- mormorò lui.
-Hai sonno?-
-Un po’.-
-Ti sei divertito oggi?-
-Stiles.-
-No, perché ti ho visto molto contento mentre ballavamo e..-
-Stiles!- sbuffò Derek voltandosi verso di me.
-Cosa?- domandai deglutendo piano, fissandomi le mani.
-Perché non mi fai la vera domanda che stai morendo dalla voglia di chiedermi? Mh?- domandò sollevando entrambe le sopracciglia.





Guardai le mie mani ancora per qualche minuto, prima di sdraiarmi e voltarmi lentamente verso Derek, inchiodando i miei occhi ambra nei suoi verdi.
-Cosa voleva il tuo ex? E come ti ha trovato?- domandai ignorando l’improvviso tremolio della mia voce.
Derek prese un profondo respiro e chiuse gli occhi per un momento, prima di riaprirli e rispondermi:
-Voleva semplicemente parlare e vedere come stavo, ha iniziato a fare lo stronzo solo quando ti ha visto. Mi ha trovato perché sapeva già che lavoro facessi ed è riuscito a far dire a mio zio dove esattamente mi trovassi.-
-Come ha fatto?-
-Quando mio zio è arrabbiato ti dice tutto quello che pensa. E diciamo che Peter non ha mai sopportato Brian, quindi non credo sarà stato difficile per lui farlo arrabbiare.-
-Che bastardo, ha sfruttato tuo zio!- esclamai scioccato.
-Lo sfruttò anche per sapere il mio nuovo lavoro, infatti cercò di farmi ragionare già dal mio primo giorno da “finto fidanzato”, creando un bel casino con la famiglia della ragazza che mi pagava.-
-Che stronzo. Chi era la ragazza?- domandai curioso.
-Sara Tate.-
-La barista di Beacon Hills?? Quella che hai usato come scusa per la nostra storia? Quindi la conosci davvero?- lo riempii di domande, avvicinandomi sempre di più.
-Si, la nostra finta storia ci ha fatti diventare molto amici.-
-Wow, ottima scusa quella di usare il suo bar come luogo del nostro incontro.- dissi in una mezza risata, stoppandomi quando vidi il suo sguardo…sembrava…divertito?
-Cosa?- domandai confuso.
-Ti vidi davvero quel giorno, al bar.-
-Eh?- domandai strabuzzando gli occhi.
-Era il mio ultimo giorno da finto fidanzato con Sara e stavo prendendo il caffè nel suo bar nell’attesa che finisse il suo turno…quando ti ho visto entrare nel locale con la tua felpa rossa e litigare con l’ombrello.- disse sorridendo al ricordo.-Ti ho trovato così buffo ed impacciato che davvero non sono riuscito a trattenere le risate…poi ti sei tolto il cappuccio e..- si bloccò portandosi le labbra verso l’interno della bocca per non andare oltre.
-E..?- domandai sentendo il battito cardiaco aumentare.

E aveva capito che oltre ad essere goffo ed impacciato ero anche un cesso della miseria?!

-E ti ho trovato bellissimo.-
-Ecco, lo sape..aspetta, cosa?!- domandai scandalizzato.
-Hai sentito bene, non ho inventato niente del nostro primo incontro…a parte il fatto del rigonfiamento nei pantaloni.-
-…davvero mi hai trovato bellissimo?- domandai ancora incredulo.
-Ti trovo ancora bellissimo, soprattutto ora che hai i capelli più lunghi.-

Ok, non potevo non arrossire davanti ad un complimento del genere, soprattutto se fuoriusciva dalla sua bellissima e perfetta (come ogni altra sua parte del corpo) bocca.

-Perché non ti sei presentato?- domandai curioso.-Voglio dire, non sei proprio un ragazzo timido..- pensai ad alta voce.
-Diciamo che non era proprio un bel momento per presentarsi..- divagò lui, distogliendo lo sguardo dal mio.
-Parla.- ordinai.
-Sono stanco, non possiamo continuare questa conversazione domani?- cercò di svignarsela voltandosi dall’altro lato, ma io lo rivoltai verso di me e mi misi a cavalcioni su di lui, bloccandogli ogni via d’uscita.
-Parla.- ripetei con tono più autoritario.
Lui mi guardò per un lungo istante tenendo il sopracciglio sollevato alla “Sul serio?”, ma dopo cedette ed iniziò a parlare:
-Tralasciando il fatto che anche se ti avessi voluto conoscere, sarebbe stato inutile perché il giorno dopo sarei dovuto tornare a New York..-
-Giusto..-
-Ma quel giorno sono quasi sicuro mi avresti mandato a quel paese.-
-Io? Mandare a quel paese un figo come te?! Quanto credi sia stupido?!- domandai in una mezza risata.
-Beh, se un ragazzo si presenta a te quando hai appena rotto con il tuo ragazzo…credo che lo manderesti a fanculo in ogni modo, bello o brutto che sia.-
-Era lo stesso giorno in cui mi lasciai con Matt?- domandai con un filo di voce.
-Si. Tu eri tutto contento mentre ti stringevi a lui ed io pensai: “Fortunato il ragazzo”….ma poi lui ha iniziato a parlarti ed io ho visto il tuo sorriso sparire pian piano, fino ad essere coperto dalle tue lacrime..- sussurrò lui, la voce sempre più dura come se solo il ricordo lo facesse arrabbiare.
-Ok, forse ti avrei mandato a quel paese se ti fossi presentato a me..- cominciai a parlare dopo qualche momento di puro silenzio, ognuno di noi perso nei propri spiacevoli ricordi.
Lui sospirò piano ed annuì alle mie parole, ma io lo bloccai facendo passare più volte le mani sul suo torace.
-Ma poi mi sarei reso conto di quanto fossi stato stupido nel mandare via una meraviglia come te e ti avrei inseguito e supplicato in ginocchio di darmi un’altra possibilità.- finii la mia frase, sorridendo alla sua espressione scioccata.
-Davvero?- domandò  sorridendo a sua volta.
-Uh-uh, guarda che per te sarei capace di mettermi in ginocchio.-
-. . .-
-Non in quel senso!- urlai scandalizzato, riuscendo però a strappargli una risata.- Ma quanto sei perverso?!- domandai dandogli dei pizzicotti giocosi.
-Sono quasi sicuro che qui il più perverso sei tu, solo che io espongo i miei pensieri..tu invece li tieni per te.-
-Secondo me ti atteggi troppo, ti ho già detto che non sei sempre al centro dei miei pensieri.-
-Vuoi dire che non mi pensi nemmeno un po’?- domandò esponendo il labbro inferiore.

Okay, come faceva un ragazzo così maledettamente sexy a riuscire ad essere anche tenero? COME??


-Facciamo una cosa, tu mi racconti per filo e per segno la storia tra te ed il tuo ex, ed io risponderò sinceramente a questa domanda.-
-Ma già te l’ho raccontata.- disse Derek inarcando le sopracciglia.
-No, mi hai detto cos’è successo in generale, io voglio saperla per bene.-
Sostenne il mio sguardo per qualche secondo ma alla fine cedette ed iniziò a raccontare, ottenendo tutta la mia attenzione.


-Era il mio primo giorno da avvocato, non conoscevo ancora i miei colleghi e nessuno di loro sembrava intenzionato a presentarsi, anzi, mi guardavano tutti dall’alto verso il basso con quella loro aria di superiorità, bisbigliando tra loro parole come “ Nipote di Peter Hale” e  “raccomandato” , uno di loro finse di inciampare e mi macchiò la camicia con del caffè bollente, ustionandomi appena.-
Non riuscii a trattenere uno sbuffo infuriato a quelle parole. Se solo fossi stato presente, avrei preso quell’idiota per i capelli e gli avrei fatto pulire il pavimento con la lingua. Nessuno fa del male al mio…a Derek. Nessuno.

-Ricordo di essermi rifugiato in bagno per poter cercare di far sparire la macchia di caffè, riuscendo solo a peggiorare di più la situazione. Mi stavo maledicendo per aver accettato quel lavoro, quando dal riflesso dello specchio vidi lui.-
-Brian.- sospirai io.
-Si…la prima cosa che pensai fu..”Dio, quanto è sexy?!”- disse in una mezza risata.
Peccato che io non ci trovassi niente di divertente.

E non perché fossi geloso, eh.

……

Ok, lo ammetto. Ero geloso. Fottutamente geloso.
Ma come non esserlo?! L’avevo visto anch’io a quel Brian e dovevo ammettere che non era brutto…per niente. Era perfetto. Anzi, no…Derek era perfetto. Brian era..quasi perfetto.

-E poi?- domandai curioso.
-Lui mi sorrise rassicurante mi disse “Tranquillo, non ho intenzione di buttarti una bevanda bollente addosso, mi chiamo Brian.” Io mi voltai esitante verso la sua direzione, temendo che volesse farmi qualche brutto scherzo..-





-Ma alla fine lui si avvicinò a me e mi porse la mano, sorridendo quando gliela strinsi.-




-Dopodiché mi disse “Vedo che essere il nipote del grande Peter Hale ha anche i suoi lati negativi” ed io credetti che stesse per attaccarmi …invece mi invitò nel suo ufficio e mi porse una delle sue camicie, dicendo solo “Sono un uomo abbastanza sbadato, non hai idea di quante camice ho macchiato”, ed io già sentii di starmi innamorando.-
Sta parlando al passato,Stiles, non andare in iperventilazione.

-Quindi è riuscito ad entrare nel tuo cuore già dall’inizio perché praticamente è stato l’unico a trattarti con un po’ di umanità?- domandai con voce abbastanza innervosita, non riuscendo a controllare la mia gelosia.
-Beh..si.- ammise Derek.- Ricordo ancora l’imbarazzo che provai nel dovermi togliere la maglia davanti a lui, ma non mi persi il modo in cui mi guardò.-

Come faceva ad imbarazzarsi nel farsi vedere a torso nudo? Lui, con quel fisico scolpito dagli dei!





-Ovviamente una volta scoperto che lo stavo guardando, distolse lo sguardo e finse indifferenza…ma io avevo capito che qualcosa era scattato.- continuò Derek, ed io riuscii ad immaginarmi perfettamente la faccia di quell’imbecille mentre restava incantato dalla bellezza di Derek.
-E poi?- domandai poggiando il mento al centro del suo petto.
-I giorni passavano così velocemente che a stento me ne accorgevo, gli altri colleghi iniziarono ad accettarmi e a lasciarmi in pace, e ogni mattina mi svegliavo con il sorriso solo perché dovevo rivedere-
-Brian.- lo scimmiottai io, facendo schioccare la lingua all’interno della mia guancia.





Più Derek parlava e più quello mi stava sul cazzo.

-Ogni mattina era il primo a darmi il buongiorno e a sorridermi come se tutto andasse bene, mi portava sempre il caffè nell’ufficio e di tanto in tanto mi mandava delle e-mail dal suo ufficio, facendomi ridere.-
-Che carini.- risi sarcasticamente e Derek roteò gli occhi a quel commento.
-Guarda che sei stato tu a chiedermi di raccontarti la nostra storia.- mi fece notare.
-Si ma non pensavo mi venisse la carie nell’ascoltarla.- sbuffai ancora.

Quant’era brutta la gelosia….

-Vuoi che mi fermo?- domandò carezzandomi i capelli.
-No, continua.- più particolari sapevo, più aumentavano le possibilità di formulare un piano per mandarlo via.
-Facemmo questo per un mese intero,quando un giorno mi si avvicinò e disse a bassa voce per non farsi sentire dai nostri colleghi:” Sono stanco di offrirti sempre quest’acqua putrida della macchinetta, voglio offrirti un vero caffè, in un bar…che ne dici?”-





-Io feci persino finta di pensarci, uscendomene con un: “Non saprei…dopo potrei fare qualcosa di cui potrei pentirmi..”-





Sorrisi amaramente a quelle parole…quando si dice “l’ironia della vita”…
-Ma lui mi rispose con un: “Spero tanto tu lo faccia..” e lì mi diede la conferma di provare qualcosa per me. Così iniziammo ad uscire insieme, ma lui si ostinava a portarmi sempre fuori città, all’inizio pensai che lo facesse per andare in posti nuovi, ma poi iniziai a capire..-
-Non voleva farsi vedere insieme a te.- conclusi io, triste per lui.
-Già...anche a lavoro cercava sempre di starmi lontano, baciandomi solo quando eravamo in ufficio, lontano da sguardi indiscreti.-
-E dove facevate sesso?- domandai mordendomi la lingua subito dopo.
-Scusami?- domandò Derek fin troppo divertito, sollevando un sopracciglio.
-Sono solo curioso…voglio dire…se non potevate farvi vedere in pubblico, dove lo facevate?- balbettai in imbarazzo.
-Nel mio loft, in macchina, in ufficio quando nessuno c’era, nel bagno di qualche locale..- iniziò ad elencare, contandosi le dita.
-OKAY, HO CAPITO! SCOPAVATE COME CONIGLI! BRAVI.- sbottai io, tappandomi le orecchie ma la sua risata la sentii ugualmente.
-Non sarai mica geloso?- mi prese in giro.
-Per niente.-
-Voglio dire..se sei geloso persino delle damigelle nonostante sai che non mi piacciono le ragazze…-
-Non.sono.geloso.- dissi a denti stretti.- Ok?!-
-Okay.- rise lui.
-Continua a raccontare.- sospirai chiudendo gli occhi, strusciando la guancia contro la sua maglietta.
-Beh, continuammo questa “relazione segreta” per un bel po’..-
-Definisci “un bel po’”.-
-…un anno.-
-COSA?!- urlai scandalizzato.- Ti sei fatto usare per un anno intero?!-
-Non sapevo mi stesse usando!-
-Derek.-
-D’accordo, avevo  i miei dubbi, ma quando sei innamorato tendi sempre a giustificare i comportamenti dell’altra persona.-
-Vero..-
-Comunque un giorno mi stancai di tutto quel nascondersi e gli chiesi quale fosse il problema, ma lui non ebbe il coraggio di dirmelo.-
-E come lo scopristi?-
Lui rimase in silenzio per un po’ di tempo, perso nel suo triste passato, riuscivo quasi a vedere le immagini passargli davanti agli occhi, rubandogli tutto il loro splendore.
-Ci fu un incidente…in cui un nostro collega morì..-iniziò a narrare, gli occhi fissi sul soffitto.- Andammo tutti al funerale e fu lì che la vidi, abbracciata a lui…-
-Sua moglie..- sospirai carezzandogli una guancia.




-Ero a pezzi. Mi sentivo come se un camion mi fosse appena passato sopra per svariate volte. Arrivai persino a desiderare di essere morto io al posto del mio collega..-
-Derek..- sussurrai con voce tremante.

Quel Brian bastardo! Come aveva potuto fargli una cosa del genere?! Come aveva potuto rompere il cuore ad una persona così buona e bella?! COME??!!

-Il giorno dopo gli urlai in faccia tutta la mia indignazione e diedi le dimissioni per non rivederlo mai più.- mormorò lui.
-Ma lui è sempre riuscito a trovarti.- dissi io.
-Già..-
-Ascolta.- dissi rotolando al suo fianco, gli occhi fissi nei suoi.- Io non ti dirò cosa fare o cosa non fare, sappi solo che..qualsiasi cosa avessi bisogno..io sono sempre qui.-
-Grazie.- sussurrò lui allungando il collo per darmi un dolce bacio.
-Okay, ti ho fatto stare sveglio abbastanza…buonanotte.- sospirai voltandomi dall’altro lato, una forte inquietudine a farsi strada dentro di me.
Lui cinse la mia vita con un braccio e  mi trascinò più vicino a lui.
-Devi ancora rispondere alla mia domanda.-
-Quale domanda?-
-Mi pensi almeno un po’?-
-Ti penso più di un po’.- risi io.
-Definisci “più di un po’”.-
 
. . .



-Sempre.-


 
*********************************************



Il mattino seguente mi ritrovai disteso letteralmente sopra Derek, la mia guancia spappolata contro il suo petto, le mie gambe distese in mezzo alle sue e le sue braccia a farmi da coperta. Dovevo davvero mettere una telecamera.
-Buongiorno.- lo sentii mormorare, a quanto pareva c’eravamo svegliati insieme.
-Buongiorno!- dissi forse a voce troppo alta, facendogli chiudere gli occhi per il fastidio.
-Come diavolo fai ad essere così attivo già di prima mattina?- sbuffò passandosi stancamente le mani per il viso.
-Perché sono io l’attivo tra i due.- dissi in un grande sorriso, sostenendo lo sguardo serio di Derek.
Peccato che alla fine dovetti distogliere lo sguardo..dato che mi gettò malamente nel mio lato del letto, sovrastandomi con il suo corpo.
-Non credo proprio.- sussurrò sulle mie labbra, baciandole appassionatamente.
Mugugnai nel suo bacio e involontariamente portai le mie gambe a circondargli la vita, spingendomi verso di lui.
-D’accordo, d’accordo!- ansimai separando le nostre aria per riprendere a respirare.- Forse sei tu l’attivo.-
-Forse??- domandò Derek inarcando un sopracciglio, strusciando il suo inguine contro il mio, strappandomi un gemito.
-No, ok..sei sicuramente tu l’attivo.- ansimai reclinando la testa all’indietro.
-Quindi è questa la tecnica per far dire a Stiles Stilinski quello che vuoi?- mi prese in giro Derek, baciandomi il collo esposto.
-No, perché non funziona con tutti.- dissi portando le mani tra i suoi capelli, sollevandogli la testa quel che bastava per poterlo guardare negli occhi.- Funziona solo con te.-
Derek allora riprese a baciarmi con più foga di prima ed io iniziai a fremere di aspettativa, forse era la volta buona che perdevo la verginità.

-Hey Stiles,Derek è arriva…OH MIO DIO!!- le urla di Lydia arrivarono dritte ai miei timpani come due pugnali affilati.
-MA CHE CAZZO!- urlai scocciato sollevando le braccia al cielo in un muto “Perché?!”
-Infatti!- urlò a sua volta Lydia.- Possibile che stiate sempre a scopare?!-
Derek voltò lo sguardo verso di me e mi pregò con gli occhi di non dare di matto, ed io non lo feci.
Presi semplicemente dei respiri profondi e lasciai perdere.




SI, COME NO!





-Lydia.- ringhiai così forte da modificare del tutto la mia voce, ricevendo però uno sguardo interessato da Derek.- Si dia il caso che io e Derek non scopiamo mai. MAI. E vuoi sapere perché?-
Lydia parve titubante nel chiederlo e si guardò intorno imbarazzata, ma alla fine cedette alla curiosità e sussurrò un-Perché?- esaminandosi le unghie laccate delle mani.
-Perché ogni volta che stiamo per concludere qualcosa, uno dei miei carissimi amici entra nella nostra camera…senza bussare!-
Lydia sgranò gli occhi per qualche secondo prima di mettersi sulla difensiva, le braccia incrociate al petto e la punta delle scarpe alte che tintinnava sul pavimento.-Io ho bussato!-
-Davvero?- domandai confuso.
-Si.-
-Beh, non ti ho sentita.-
-Beh, chissà come mai.-
-Beh, forse dovresti entrare quando qualcuno ti dice “Avanti” o “Entra pure,Lydia, non stiamo nel bel mezzo di una scopata!”-
-Beh, io-
-Okay basta così.- sbuffò Derek sollevandosi dal mio corpo, cosa che non mi fece mettere il broncio..proprio no.
Si avvicinò lentamente a Lydia che indietreggiò impaurita, non capendo le sue intenzioni.  Ma quando Derek le afferrò delicatamente le spalle, la vidi tirare un sospiro di sollievo e sorridergli grata.
-Cos’eri venuta a dirci?- le domandò con calma.
-Oh si!- esclamò lei.-Stamattina è arrivato il tuo migliore amico di New York, voleva farti una sorpresa!-
-Migliore amico di New York?- domandammo all’unisono io e Derek.
-Si! Adesso è nel salone, ti sta aspettando.- rispose Lydia, ignorando i nostri strani comportamenti.-Quindi vestitevi e scendete.-
-Ma- provai io.
-Immediatamente.- disse la rossa a denti stretti, facendomi nascondere sotto le coperte.-Baci baci!- esclamò poi con una dolcezza che non le si addiceva ed uscì dalla camera.






Derek si avvicinò al letto e mi tolse le coperte dal viso, sorridendo al mio sguardo impaurito.
-Se n’è andata?- domandai con voce tremante.
-Si.-
-Oh, bene. Cavolo, a volte è proprio terrificante.- sospirai sedendomi.
-Concordo pienamente.-
-Allora…chi è questo tuo amico?- domandai curioso.
-Non lo so, non ho nessun amico intimo a New York.- rispose lui, lo sguardo pensieroso.
-Che strano..- sussurrai io.
-Già..-

. . .

. . .

. . .


-DEREK!- esclamai nello stesso momento in cui lui si voltò verso di me con il viso scioccato.



Eravamo nei guai.


*************************************************

Ci preparammo in fretta e furia e ci precipitammo al piano di sotto, vedendo i miei amici ridere e scherzare intorno ad una persona.

-Uh eccoli!- esclamò Erica indicandoci.
Tutti i miei amici si spostarono ed aprirono il cerchio, mostrando così il viso della persona con cui stavano parlando.
Involontariamente la mia mano strinse quella di Derek in un gesto del tutto possessivo.










Derek sbuffò esasperato, al contrario io ero completamente paralizzato dalla paura. Se Brian avesse detto la verità ai miei amici, li avrei persi per sempre. Scott sicuramente non mi avrebbe mai perdonato e perderlo era l’ultima cosa che volevo.
Quello che non mi tornava era: Perché fingere di essere il migliore amico di Derek quando hai la possibilità di smascherarci?

Brian aveva qualcosa in mente.








Ed io dovevo scoprire cos’era.



*************************************************


Okay, non capivo.
Davvero non riuscivo a capire che diavolo passasse nella mente di quello lì!
Aveva finto di essere il migliore amico di Derek, lo aveva abbracciato davanti a tutti esclamando un “Quanto mi sei mancato!” e Derek ovviamente era stato obbligato a ricambiare l’abbraccio o i miei amici si sarebbero insospettiti.
Aveva addirittura salutato anche me, dicendo un “Non sei cambiato per niente”…ma che diavolo significava?!
Ed eccomi lì, al centro del salone a guardare i miei amici parlare allegramente con il mio acerrimo nemico che ha ancora un braccio intorno alle spalle del mio fidanzato!
Questo era troppo persino per me.

-Brian!- lo chiamai ad alta voce, facendo voltare tutti verso di me.- Vieni, ti offro da bere.- dissi con uno sguardo che non ammetteva repliche, prendendolo per un polso solo per poterlo trascinare in cucina, lontano da Derek e da orecchie indiscrete.
-Okay.- dissi chiudendo la porta alle mie spalle.-Cosa vuoi?-
Lui mi guardò con quello sguardo serio e penetrante, cercando di destabilizzarmi solo con quello.





-Davvero mi stai ponendo una domanda del genere?- domandò sospirando, facendo passare l’indice per tutta la lunghezza della tavola, esaminandoselo poco dopo.- Credo che la risposta sia abbastanza scontata.-
-Non avrai Derek.- dissi con una fermezza che non mi apparteneva.-Non ti permetterò di portarmelo via.-
-Ah e da quando dovrei chiedere il permesso ad un moccioso per riavere ciò che mi appartiene?- mi derise lui, guardandomi con aria di sufficienza.-Credo tu sia davvero ingrato, ragazzino.-
-Mi chiamo Stiles.- dissi a denti stretti.-E non sono un ingrato.-
-Ah no? E allora come mai non mi hai ancora ringraziato?-
-Non ho niente di cui ringraziarti.-
-Ah no?- domandò massaggiandosi il mento.- Forse dovrei dire la verità ai tuoi amici, che ne dici?-
Involontariamente feci un passo in sua direzione, i pugni chiusi ai lati dei miei fianchi.
-Non osare.- ringhiai, facendolo solo ridere.



-Sei così ridicolo.- mi derise.- Sai, io ho sempre un’opinione per ogni persona che vedo. Ma uno che addirittura paga qualcuno perché finga di essere il fidanzato, mentendo così ai suoi amici…beh, non saprei proprio come giudicarlo.-
-Credo non si possa giudicare una persona se non la si conosce per bene.- mi difesi io.-E, sinceramente, quello che hai fatto tu è molto più malgiudicabile di quello che ho fatto io.-
-Senti, coso, facciamo un patto.- sbuffò lui, ponendosi davanti a me.-Tu non influenzerai le scelte di Derek e non mi interromperai se gli starò parlando ed io non dirò niente ai tuoi amici. Allora? Ci stai?- domandò con aria sicura.








Ci pensai per un po’, non mi piaceva per niente quel patto perché non volevo rimanere a guardare Brian che si riprendeva Derek. Ma come facevo con i miei amici? Non potevo nemmeno prendere in considerazione l’idea di ferirli, proprio adesso che eravamo tutti così uniti…
Dovevo rischiare, non c’erano altre soluzioni.
-Ci sto.-

**************************************************************

Perché avevo accettato quel maledettissimo patto?! PERCHE’?!

Sbuffai per la centesima volta e mi rifugiai nel salone, cercando di regolarizzare il mio battito cardiaco che stava per esplodere per la visione di Derek e Brian che ridevano insieme.
Possibile che lo stessi già perdendo??

-Hey, che fai qui tutto solo?- domandò Matt, sedendosi accanto a me.
-Cerco di non implodere.-
-E’ per quel Brian, non è vero?- domandò lui, sorridendo alla mia espressione scioccata.-Stiles, ti conosco troppo bene ed ho visto come lo guardi.-
-E come lo guardo?- domandai curioso.
-Come se volessi ucciderlo.- rise lui.
-Oh bene, quindi se un giorno verrà trovato il suo corpo squartato in mezzo al bosco saprai già a chi dare la colpa.- dissi io, fissandolo serio mentre lui se la rideva.
-Stai scherzando, vero?- domandò alla mia espressione impassibile, deglutendo piano.
-Certo.- dissi in un sorriso falso.
-Perché ti sta così antipatico? Voglio dire...è il suo migliore amico! Dovrebbe starti simpatico.-
-I nostri segni zodiacali non coincidono.- risposi sarcasticamente.
-Non sarà mica gay anche lui?- domandò Matt, voltandosi verso di me.
-. . . -
-Oh mio Dio! E’ gay anche lui?!- esclamò Matt.
-Già.-
-Vabbè ma questo non significa che sia innamorato di Derek…giusto?- provò a rassicurarmi, sgranando agli occhi al mio sospiro frustrato.- Non ci credo…è innamorato di Derek?!-
-Già.-
-Vabbè dai, Derek adesso sta con te.- provò a rassicurarmi, la voce più acuta del solito.- Non prova niente per quel Brian,no? Voglio dire..non è che sono stati insieme prima di…OH MIO DIO!- urlò quando mi vide prendermi il viso tra le mani.
-Stiles.- disse lentamente.- Brian è l’ex di Derek?-
Annuii piano.
-Ed è tornato per riprenderselo?-
Annuii di nuovo.
-E per quale diavolo di motivo tu sei qui?! Vai vicino al tuo ragazzo!- esclamò esasperato.
-Non posso.-
-Perché no?-
-E’ complicato.-
Matt sospirò forte e poggiò la testa allo schienale del divano, pensando a cosa fare.
-Come mai sei cambiato così tanto?- domandai curioso.- Voglio dire..non vuoi più che io e Derek ci lasciamo?-
-Vuoi la verità?- mi domandò Matt.
-Si.-
-Bene,te la dirò.- sospirò voltandosi verso di me.- Quando ho saputo del matrimonio e di questa settimana che avrei dovuto trascorrere con gli altri e con te…sono andato nel panico.- iniziò a raccontare evitando il mio sguardo.-Non volevo che tu mi vedessi come uno sfigato, così ho chiesto ad Isaac di fingere di essere il mio ragazzo, sapevo che lui avrebbe accettato perché provava qualcosa per me.-
-COSA?!- urlai scandalizzato, Matt aveva finto di avere un fidanzato proprio come me!
-Ti prego non arrabbiarti! Ero disperato!- tentò di giustificarsi lui.- All’inizio ho cercato di separarvi, è vero…ma quando ho visto com’eri felice con lui…ho capito che la cosa migliore che potessi fare per te era lasciarti con lui.- sussurrò piano.- Tu e Derek mi avete fatto capire che le anime gemelle esistono e che si può essere davvero felici in una relazione, così ho chiesto ad Isaac di provare a frequentarci per davvero e…stranamente le cose stanno andando bene.- finì in un mezzo sorriso.- Mi odi?- domandò poi.
-No.- espirai posando la mano sulla sua.- Anzi, sono davvero contento per te ed Isaac. Siete una bella coppia.-
-Grazie.- disse in un sorriso.- E non preoccuparti per quel Brian, ho un piano.-

Oh no.

-Matt, non offenderti ma…i tuoi piani fanno sempre schifo.-
-Questo non fallirà! Promesso!- esclamò con aria contenta, trascinandomi fuori dalla stanza.
-Eccovi qui! Dobbiamo andare! Siamo già in ritardo!- esclamò una Lydia furibonda, prendendoci per le orecchie.
-Dove dobbiamo andare?- domandai preoccupato.
-Al corso di ballo!-
-COSA?!-



*********************************************************

-Voi non zapere ballare?? Io inzegnare voi.- disse la maestra russa, muovendo animatamente le braccia.
Non ascoltai nemmeno i passi che stava spiegando, troppo impegnato a fissare Derek al mio fianco. Eravamo tutti in piedi l’uno accanto all’altro, ripetendo i passi che la maestra ci mostrava…o almeno era quello che stavano facendo gli altri.
-Perché tu non ballare?!- esclamò la maestra innervosita.
Mi ci vollero un paio di secondi per realizzare che stesse parlando con me.
-Io..- mormorai in imbarazzo.- Io non so ballare.-
-NON DIRE QVESTO! NON DIRE MAI QVESTO!- urlò lei, prendendomi per un braccio per poi trascinarmi al centro della sala.-Ora tu ballare con me.-
-COSA?!- urlai cercando di divincolarmi dalla sua presa, ma lei era dannatamente forte e massiccia, e mi bloccò i polsi ai lati dei suoi rotondi fianchi.-Tieni le mani qui.-
Sentii le risate dei miei amici e diventai rosso per la vergogna. Perché tutto a me?!
Lei posò le mani intorno al mio collo ed iniziò ad ondeggiare a destra e sinistra, facendomi muovere insieme a lei.
-Visto? Tu stare ballando!-
-Evviva.- dissi senza euforia, guardando Derek oltre la sua spalla.
-Coraggio, scegliete vostro partner e ballate tutti quanti!- esclamò la signora, ignara di quello che aveva appena fatto.
-Nonononono.- sussurrai tra me, osservando impotente Brian chiedere a Derek di ballare con lui.
Derek si voltò verso di me, guardandomi con dispiacere, dopodiché accettò di ballare con lui.
-Tu stare piangendo?- mi domandò la signora dopo un po’.
-Cos-? No!- esclamai sbattendo fortemente le palpebre per ricacciare indietro le lacrime.-E’ solo che questa canzone mi commuove.- tentai di giustificarmi.
-Tu essere molto sensibile.-
-Non immagina quanto.- sospirai continuando a guardare Brian e Derek ballare.







Ma poi successe l’impensabile. Vidi Matt ed Isaac parlare con le damigelle che si coprirono la bocca con aria scandalizzata per poi squadrare Brian dalla testa ai piedi come se fosse uno scarafaggio schifoso ed andare verso di lui con aria fintamente innocente.
-Briaaan! Balla con noi!- starnazzarono intorno a lui.
-Mi piacerebbe,ragazze, ma sto già ballando con Derek.- rispose lui, sorridendo gentile.
-No daiii! Balla con noi!!- lo strattonarono le ragazze arpionandosi alle sue braccia, allontanandolo da Derek.
Vidi Derek guardare divertito la scena ed allontanarsi quel che bastava per non finire nuovamente nelle grinfie dell’ex. Si voltò verso di me che gli sorrisi dolcemente, volevo ballare con lui…cavolo quanto lo volevo! Ma la maestra non mi avrebbe lasciato andare, questo era certo.
-Perché io?!- sentii sbuffare da Jackson, prima che Matt lo spingesse contro di me.
-Posso avere l’onore di questo ballo?- borbottò incazzato alla maestra alla quale le si illuminarono gli occhi e mi spinse da parte per poter ballare con Jackson.
-Mi devi un grandissimo favore!- ringhiò Jackson da sopra la spalla della donna.
Reclinai la testa all’indietro liberandomi in una risata sguaiata, bloccandomi solo quando toccai qualcosa di duro con il retro della testa.
-Posso avere questo ballo?- sussurrò Derek al mio orecchio.
Mi voltai nel suo abbraccio ed incrociai le braccia dietro al suo collo, stringendolo a me.
-Non aspettavo altro.- sussurrai in risposta, baciandolo dolcemente.

E così alla fine tutti si godettero la lezione di danza….

-Stilinski mi devi un grandissimo favore!!!-

O quasi tutti….





SAAAAAAAAAAAAALVE, ECCOMI QUA IN TUTTO IL MIO SPLENDORE!
….CERTO, COME NO.
SPERO CON TUTTO IL CUORE CHE VOI STIATE MEGLIO DI ME, PERCHE’ FIDATEVI SE VI DICO CHE LA CISTITE E’ FORSE UNA DELLE COSE PIU’ BRUTTE CHE SI POSSA AVERE.
ED OVVIAMENTE IO CE L’HO! YEAH…SONO PERSINO PIU’ SFIGATA DI STILES.
ANYWAY, SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO E CHE SIATE UN PO’ PIU’ TRANQUILLE SULLA “MINACCIA-BRIAN” CHE, COME POTETE VEDERE, STA GIA’ PERDENDO COLPI GRAZIE AI FEDELI AMICI DEL NOSTRO STILES.
SO CHE MOLTE DI VOI SONO PREOCCUPATE PER IL FINALE DI QUESTA STORIA, MA NON PREOCCUPATEVI, VOGLIO DIRE…CREDETE DAVVERO CHE MANDEREI IL MIO CERVELLO IN FIAMME PER SCRIVERE CERTE SCENE PER POI FAR SEPARARE GLI STEREK?! PFFFF! NON SONO ANCORA ARRIVATA A QUEL LIVELLO DI STUPIDITA’ u.u
SO CHE IL CAPITOLO NON E’ LUNGO COME GLI ALTRI, MA E’ MEGLIO PUBBLICARE QUALCOSA UN PO’ PIU’ CORTA CHE NON PUBBLICARE NIENTE, NO? QUINDI SPERO POSSIATE PERDONARMI ^^’
ASPETTO CON ANSIA LE VOSTRE RECENSIONI! BACI <3<3

P.S. MI AVEVANO CHIESTO UN FLASHBACK CON GIF SU DEREK ED IL SUO EX, SPERO DI ESSERCI RIUSCITA…NON E’ FACILE TROVARE GIF DI DUE PERSONAGGI DIVERSI ED ADATTARLE ALLA LORO STORIA, QUINDI CHIEDO PERDONO IL FLASHBACK E’ USCITO UN PO’ UNA CACCA. ^^’ 

 

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Capitolo 9
*** You're my happiness. ***


YOU'RE MY HAPPINESS. 




 

Era bellissimo. Era tutto perfetto.
Ancora non potevo credere di stare facendo l’amore con Derek, di sentire il suo respiro infrangersi sul mio viso, le nostre bocche aperte e vicine, così vicine da inghiottire gli ansimi dell’altro, le sue braccia intorno al mio corpo per potermi stringere il più possibile a sé, le mie mani posate ai lati delle sue guance e…cos’era quel piccolo cerchio d’oro intorno al mio anulare? Era forse una fede?
Certo che lo era.

Era bellissimo… era tutto perfetto...

Finché non mi svegliai.
Un sogno. Era stato solo un fottutissimo ma bellissimo sogno. Un sogno che, se solo si fosse trasformato in realtà, mi avrebbe reso il ragazzo più felice dell’universo.
Mi voltai verso Derek, ancora placidamente addormentato al mio fianco, un’espressione tranquilla a rendere il suo viso ancora più perfetto, ignaro dei sentimenti contrastanti che mi rodevano dentro.
Com’era possibile che una persona, una sola persona, potesse racchiudere in sé così tanta felicità e desiderio?
 Com’era possibile che una persona potesse significare “niente” agli occhi degli altri e allo stesso tempo potesse significare “tutto” per me??
Ieri era filato tutto nel migliore dei modi: Avevo ballato con Derek per tutto il tempo, avevo filmato Jackson mentre ondeggiava con la maestra, avevo camminato mano per mano con il mio ragazzo che non aveva guardato il suo ex neanche per una volta ma che, al contrario, stava finendo addosso ad una vecchietta per guardare me. Capite? Derek non riusciva a staccarmi gli occhi di dosso ed io, nonostante non capissi come facesse a guardare in quel modo proprio me, non potevo fare  a meno di sentirmi il ragazzo più felice del mondo, per non parlare della sproporzionata fortuna che avevo nel possedere amici del genere. Perché sfiderei chiunque ad avere degli amici disposti a ridere e scherzare con una persona che odiano a morte solo per tenerla lontana dal proprio amico ed il suo ragazzo.  Le damigelle su questo si erano superate, lo dovevo ammettere, non si erano staccate dalle braccia di Brian nemmeno per un secondo e ci provavano spudoratamente con lui, mettendolo in imbarazzo con commenti anche un po’ spinti.  La sua faccia me la ricorderò a vita.

Mi destai dai miei pensieri quando sentii Derek cambiare posizione e protendere una mano verso la mia direzione, gli occhi ancora chiusi, il viso ancora rilassato. Stava ancora dormendo.





 Portai lentamente la mia mano accanto alla sua e feci intrecciare le nostre dita in un gesto che ormai era diventato quotidiano per noi, eppure ogni volta che le nostre dita si intrecciavano…non riuscivo a rallentare i battiti del mio cuore. Gli spazi che separavano le mie dita sembravano fatti per essere riempiti dalle sue e viceversa, eravamo come due pezzi di un puzzle che, nonostante appartenessero a due puzzle diversi, combaciavano alla perfezione.

Improvvisamente fui folgorato da un lampo….
Non nel senso che mi venne un’idea ma, davvero fui folgorato da un lampo. Una forte e accecante luce bianca occupò il mio campo visivo per un secondo, per poi scoprire le colpevoli, lì…vicinissime al letto.

-Ragazze.- dissi cercando di mantenere la calma.-Che state facendo?-
Le damigelle risero tra loro e mi fecero un’altra foto,starnazzando tra loro.
-Stiamo aggiornando l’album della pagina di facebook!- esclamò una di loro come se avesse appena detto una cosa normale.
-Quale album di facebook?- domandai, o meglio, supplicai.
-Quello della pagina Sterek, sciocchino!- disse la bionda, facendomi un’altra foto.-Oddio sei così carino mentre gli stringi la mano mentre è addormentato! Dovrò mostrargliela non appena si sveglierà!-
-COSA?! NO!- urlai tappandomi la bocca subito dopo.
Mi voltai verso Derek che, fortunatamente, mugugnò soltanto, senza svegliarsi.
-Ragazze.- bisbigliai per non farmi sentire da lui.-Datemi quella maledetta fotocamera.-
-No.- risposero in coro, indietreggiando lentamente verso la porta.
-Ve lo sto chiedendo con le buone.-dissi a denti stretti, alzandomi dal letto.-Non fatemelo chiedere con le cattive.-
Ma come cattivo non dovevo essere molto credibile, dato che sghignazzarono e corsero fuori dalla camera.
-Ma porca puttana!- ringhiai indossando le pantofole per poterle inseguire.

Era davvero assurdo come delle ragazze riuscissero a correre e a scendere le scale senza problemi con ai piedi un tacco dodici, mentre io rischiavo di sfracellarmi a terra con le pantofole!
Riuscii a raggiungerle solo nel salone…dove si trovava Brian.
Perché quell’idiota era ancora lì?!






-Stiles.- disse con un grande sorriso.- Buongiorno.-
-Lo era.- risposi con un sorriso falsissimo.
-Belle pantofole.- disse indicandomele con il mento.

Seguii il suo sguardo e per la prima volta in tutta la mia vita maledissi Spongebob.
Perché solo io, a ventitré anni, potevo indossare le pantofole di Spongebob.





-Beh, grazie.- borbottai fingendo indifferenza.
-Sono davvero il simbolo della maturità.- continuò lui.
-Beh…- cercai una risposta da dargli, ma non mi venne in mente niente.





-Derek!!- lo starnazzare delle damigelle mi salvò giusto in tempo, attirando sia la mia attenzione che quella di Brian.-Guarda quant'è dolce il tuo fidanzato!!- esclamarono spalmandogli la fotocamera in faccia.
-Merda.- mormorai coprendomi il viso con le mani.

Era la mia fine, questo era persino più imbarazzante delle pantofole di spongebob. Avrei dovuto al più presto cambiare identità e città.




Derek guardò attentamente la foto prima di sollevare lo sguardo verso di me e sorridermi dolcemente, facendomi divenire le gambe di gelatina.


-Grandioso, adesso penserà che sono un perfetto imbecille.- dissi tra me, voltandomi dall’altra parte.

 Brian guardò prima Derek e poi me con quel suo sorrisino fastidioso e poi mi si avvicinò pericolosamente, portando la sua lurida bocca vicino al mio orecchio.
-Sai, credo che non dovrò fare proprio niente per separarvi…stai già facendo tutto da solo.- vi sussurrò dentro e credetemi se vi dico che gli avrei dato volentieri un pugno…
-Briaaaan!-
…se non vi fosse stata una punizione peggiore.
-A quanto pare hai fatto colpo sulle damigelle.- dissi sorridendo al suo sbuffo.- Forse dovresti metterti con una di loro e fingere di essere etero…OPS! L’hai già fatto.- finii la frase sorpassandolo, dandogli “accidentalmente” una spallata.

BOOM! Beccati questa, stronzo!!

Stavo per raggiungere Scott ma quando vidi Derek avvicinarglisi cambiai direzione(non ero ancora pronto per affrontarlo) e preferii sedermi attorno al tavolo del salone, in compagnia del mio più caro ed amato amico.

-Hey Jacky!- esclamai con enfasi.
-Non chiamarmi mai più così.- disse lui, continuando a squadrare Brian dal suo posto.
-E’ sempre un piacere parlare con te.- sbuffai seguendo il suo sguardo.
-Quello lì ha davvero finto di essere il migliore amico di Derek solo per strappartelo via?- mi domandò il “biondo”.
-Fosse solo questa l’unica cosa malvagia nei suoi piani..- sospirai.
-Perché? Che altro vuole fare?- quasi ringhiò Jackson.
-Vuole mettervi contro di me, così da annientarmi del tutto.-





Jackson lo guardò con ancora più astio e poi si lasciò sfuggire una piccola risata.
-Cosa c’è di tanto divertente?- dissi in tono irritato.-Ti fa ridere che io perda sia i miei amici che l’amore della mia vita?!-
-No.- disse continuando a ridere.-Mi fa solo ridere quel coglione, voglio dire…separarci? Separare te e Derek? Deve essere proprio scemo per credere di riuscirci.-
-…vero.- concordai ridendo insieme a lui.

Se al primo anno di liceo mi avessero detto che sarei diventato amico stretto a Jackson …beh, sarei scoppiato a ridere. E pensare che una volta per lui io e Scott eravamo “testicolo destro e testicolo sinistro”, mentre per noi lui era “serpente”….certo, questi soprannomi sussistevano ancora, ma in modo affettivo.
E se c’era una cosa che in tutti questi anni avevo capito di Jackson, era che…si, lui era un vero stronzo, ma guai a chi gli toccava gli amici.

-Allora, le damigelle mi hanno fatto vedere alcune foto..- iniziò ed io evitai di voltarmi solo per non vedere il suo sorriso derisorio.-Ma quanto sei romantico??- mi prese in giro.

Ecco, appunto…un vero e proprio stronzo.

-Si dia il caso che io non mi debba affatto vergognare per quello che ho fatto.- iniziai con tono irritato, affrontandolo.
-Certo che no.- mi diede corda, lui, sorridendo al mio scatto d’ira.
-Sono innamorato e sono romantico. Qual è il problema??-
-Nessuno.-
-Non posso tenere la mano al mio fidanzato mentre dorme?!- domandai alzando un tantino la voce.
-Certo.- disse Jackson passandosi una mano sulla bocca per evitare di ridere.
-Non posso sognare di fare l’amore con lui??-
-Non voglio saperlo…-
-Non posso sognare di essere sposato con lui?!- urlai nuovamente, fermandomi al suo sguardo.

Era strano…sembrava volesse dirmi qualcosa…





Oh merda…

-Lui è…lui è dietro di me, vero?- bisbigliai grattandomi il retro della testa.
Jackson annuì sorridendo e si alzò solo per cedere il posto a Derek, che non smetteva di sorridere divertito.
-Ciao.- mi disse continuando a sorridere.- Sono Derek, il tuo fidanzato…quello da cui stai scappando.-
-Non conosco nessun Derek, no.- risposi continuando ad evitare il suo sguardo.
-Sei in imbarazzo per le foto?-
-Forse..-
-E perché?-
-Perché?!- esclamai fissando i miei occhi nei suoi.-Forse perché…non lo so, ok?! Era una cosa che ho fatto solo perché ero sicuro che tu non l’avresti mai saputo!-
-Ma che c’è di male nel tenere la mano al proprio ragazzo mentre dorme?- domandò Derek inarcando le sopracciglia.

Non c’era niente di male…ma il punto era che Derek non era il mio ragazzo!
Avrei dovuto farglielo notare ma…se lui si definiva come mio ragazzo, chi ero io per impedirglielo?

-…niente.- mormorai fissandomi le mani.
-Quindi non hai niente di cui vergognarti.-
-…no.-
-Quindi adesso smetterai di evitarmi.-
-…si.-
-E mi darai anche un bacio.-

Sollevai la testa giusto in tempo per far scontrare le nostre labbra, dato che Derek si era sporto verso di me.
Baciarsi davanti a Brian mentre i miei amici ci applaudivano fu forse la cosa più soddisfacente del momento. E fu forse la cosa che accese un piccolo barlume di speranza dentro di me.

Forse non avrei perso i miei amici….
E forse non avrei perso nemmeno Derek…

Dovevo solo crederci.

-E che mi dici dei sogni?- domandai titubante.
-Che devo dirti? Sono così irresistibile da entrare anche nei sogni.- scherzò lui, ricevendo un calcio giocoso da parte mia.
-Sono serio. Non ti da fastidio che io ti sogni in quel modo?-
-Per quale diavolo di motivo mi dovrebbe infastidire una cosa del genere?- domandò prendendomi le mani tra le sue.- Stiles, credi che io non ti abbia mai sognato in quel modo?-
-L’hai fatto??- domandai spalancando gli occhi.
-Certo.-

OH CAZZO.

-Oh cazzo.- sussurrai sentendo improvvisamente caldo.
-Solo una domanda…- disse Derek passandosi la lingua sulle labbra, un gesto che mi fece scaldare ancora di più.- Nel tuo sogno chi era l’attivo?-
-Stronzo.- sbuffai ridendo insieme a lui.

Non ci potevo credere, mi ero sentito così imbarazzato per ciò che avevo sognato tanto da non riuscire a guardare Derek negli occhi, e in un secondo lui era riuscito a scacciare via tutte le mie preoccupazioni e a farmi sentire un normalissimo essere umano. Possibile che con lui riuscissi a sentirmi come tutti gli altri ma speciale allo stesso tempo?
Ed il fatto che uno come LUI avesse fatto CERTI sogni su uno come ME..beh, gonfiava molto il mio ego (per non dire qualcos’altro) e faceva salire di molto la mia bassissima autostima.

Lo sfigato Stiles Stilinski faceva parte dei sogni poco casti del figo Derek Hale...ragazze e ragazzi che mi avete rifiutato e deriso, beccatevi questa!!


-Allora ragazzi.- urlò Lydia sbattendo le mani per attirare l’attenzione di tutti.- Dato che Allison per paura di non entrare nell'abito da sposa ha deciso di stare digiuna fino ad oggi…ho deciso che oggi andremo a fare colazione al Chocolove.-
Solo a pronunciare il nome del bar, tutti quanti fischiarono ed urlarono le loro approvazioni con la bava alla bocca, facendo comparire un sorriso soddisfatto sulle labbra rosse di Lydia.

-Sei una pessima migliore amica.- rise Allison abbracciandola.
-Quando vuoi.- sospirò la biondo fragola ricambiando l’abbraccio.
-A quanto pare rivedrai la tua vecchia amica Sara.- dissi rivolto a Derek che sorrise felice.

Ora dovevo solo cercare di non essere geloso di quella, ehm, volevo dire…di Sara.


**********************************************

Sfortunatamente il Chocolove si trovava non molto lontano dalla casa degli Argent, tanto che lo raggiungemmo a piedi in poco tempo. Ed io non avevo avuto abbastanza tempo per prepararmi psicologicamente a ciò che sarebbe successo una volta entrati in quel bar.
Quando giungemmo davanti la porta del Chocolove non riuscii a fermare la mia mano dal cercare quella di Derek e stringerla disperatamente.  Ero uno stupido ad ingelosirmi anche delle ragazze quando Derek mi aveva esplicitamente detto che fosse gay, ma non riuscivo proprio ad evitare di vedere chiunque come un possibile nemico pronto a strapparmelo via.
-Tutto bene?- mi domandò Derek cercando il mio sguardo.
-Si, certo.- mentii spudoratamente, accennando un sorriso.
Derek non parve per niente convinto della mia risposta ma fortunatamente non disse niente e strinse a sua volta la mia mano. Entrammo nel bar e ci guardammo intorno, era da tanto che non ci andavo, dato i brutti ed ormai passati ricordi che esso mi suscitava, ma dovevo dire che non era cambiato molto. C’era sempre quel profumo di cioccolata e dolci appena sfornati, i tavoli sempre stracolmi di gente intenta a gustarsi la propria porzione di zuccheri, e Sara era sempre la stessa: capelli biondi raccolti in una coda alta, occhi azzurri come il cielo, semplice e senza mai un filo di trucco, i denti bianchissimi e perfetti sempre scoperti in un genuino sorriso, dovevo ammettere che era davvero una bellissima ragazza.



 

-Noi ci andiamo a sedere in quel tavolo libero.- disse Lydia.- Derek, credo tu voglia salutare la tua amica.-
-Si,infatti.- disse Derek sorridendo con gli occhi puntati su Sara ignara della sua presenza.
-Io vado con lui.- dicemmo io e Brian nello stesso momento, squadrandoci a vicenda.
-Brian no!- esclamò Matt comparendo dal nulla.- Vieni a sederti con noi!-
-Conosco anch’io Sara, ci terrei davvero tanto a salutarla.- rispose furbamente lui, sorridendo a Derek che contrasse la mascella cercando di moderare la rabbia.
Matt mi guardò con aria dispiaciuta mentre raggiungeva il tavolo insieme a Lydia ed io tirai Derek verso di me, cercando di allontanarlo il più possibile da Brian.
-Ignoralo, ok?  Pensa che stai per rivedere Sara.- sussurrai a Derek per cercare di calmarlo.
-Rovinerà tutto.- sbuffò Derek, squadrando il suo ex.
-Non glielo permetterò.- fu la mia risposta, e non mi stavo riferendo solo all’incontro con Sara.

Non avrei permesso a Brian di rovinare niente che riguardasse me e Derek.

-Grazie.- sussurrò lui, chinandosi per lasciarmi un dolce bacio.

Ci avvicinammo tutti e tre al bancone dove Sara stava esponendo nuovi dolci.

-Cosa posso fare per voi?- domandò senza staccare lo sguardo dal vassoio.
-Dio, sei caduta proprio in basso.- sbuffò Derek, sorridendo quando lei puntò i suoi occhi spalancati su di lui.
-DEREK!- urlò sporgendosi da sopra al bancone, legandogli le braccia al collo.- OH MIO DIO! NON CI POSSO CREDERE!- urlò scavalcando il bancone per poterlo abbracciare meglio.
-Wow, Sara!- esclamò Derek cercando di non farla cadere.- Se sapevo che mi avresti accolto così, mi sarei messo l’armatura!-
-Hai capito che sono due anni che non ti vedo?- domandò lei scompigliandogli i capelli.- Ed i selfie scemi che mi mandi ogni giorno non contano.-
-Mi sei mancata anche tu.- sorrise lui dandole un bacio sulla guancia.

Non essere geloso, Stiles. Ricorda che le femmine non gli piacciono.
-Ma come mai sei a Beacon Hills? E perché non mi hai detto niente?- domandò lei posandogli le mani sul petto.
Gliele avrei tagliate quelle mani.

-Sono qui per lavoro e non ho avuto davvero tempo per avvisarti, scusami.-

“Per lavoro”…
Cosa ti stupisci a fare, idiota? Sai benissimo che Derek sta solo lavorando, per lui tu sei solo un sacrificio che deve fare per poter avere dei soldi. Tutto qui.

-Qualcuno sembra triste.- sussurrò Brian al mio orecchio, notando il mio cambiamento d’umore.
-Qualcuno sta per darti un pugno.- ringhiai io.
-Un pugno ferirebbe meno di alcune parole, non è così?- continuò lui, ghignando al mio sospiro affranto.- Credevi davvero che lui si stesse affezionando a te?-
-Smettila.-
-Uno come lui potrebbe avere milioni di ragazzi e tu credevi si stesse innamorando di uno sfigato come te?-
-Ti avverto, se non la finisci io-
-Sei proprio un rammollito.-

L’urlo spaventato di una donna ed il tonfo di qualcosa che cadeva sul pavimento mi destò dai miei pensieri giusto in tempo per farmi rendere conto di cosa avessi appena fatto.
Sgranai gli occhi alla vista del sangue di Brian sulle mie nocche, tremando da capo a piedi.
-Stiles!- esclamò Derek afferrandomi per le spalle.- Cosa è successo?-
-Oh certo! Soccorri lui!- sbuffò Brian ancora sdraiato a terra, la mano premuta contro il naso insanguinato.-Il tuo fidanzato è un tantino spossato!-
-Stiles.- sussurrò Derek circondandomi il viso con le mani.-Stiles!- mi chiamò ancora quando vide che non riuscivo a respirare.
-Credo stia avendo un attacco di panico, portiamolo in bagno.- disse Sara, conducendoci verso una porta alle nostre spalle.

Una volta entrai lì, Derek si affrettò ad aprire il rubinetto per sciacquare via il sangue dalle mie nocche, dopodiché posò le sue mani fredde ed ancora bagnate sul mio viso, i suoi occhi fissi nei miei.
-Stiles, calmati. Respira.- sussurrò posando la fronte sulla mia.- Va tutto bene.-
-L’ho colpito.- riuscii a dire a corto di fiato.
-Non preoccuparti, non si è fatto niente..per sfortuna.- tentò di rassicurarmi Sara.
-Cosa ti ha detto?- domandò invece Derek, lo sguardo più indurito.
-N-niente.- balbettai evitando il suo sguardo.
-Vorresti farmi credere che l’hai colpito senza alcun motivo? Non ci crederei nemmeno volendo.-
-Lascia stare, se gli parlerai peggiorerai solo le cose e me la farebbe pagare.- dissi afferrandogli il polso quando lui fece per uscire dal bagno.
-Te la farebbe pagare in ogni modo.- disse lui prima di uscire dal bagno, afferrare malamente Brian e trascinarlo fuori dal bar per potergli parlare.

Scostai le tendine della finestra del bagno e deglutii piano nel vedere Derek discutere animatamente con Brian che sembrava stesse per perdere le staffe.

-Ho fatto un casino.- dissi a me stesso prendendomi la testa fra le mani.- Adesso Brian si arrabbierà anche con Derek e-
-Non è colpa tua.- disse Sara posando delicatamente una mano sulla mia spalla.- Non sei l’unico ad aver fatto del male a quello stronzo.-
-Lo picchiasti anche tu?- domandai scandalizzato.- Derek mi ha detto che Brian lo trovò quando fingeva di essere il tuo ragazzo.-
-Beh, non gli ho dato un pugno in pieno viso..- iniziò lei reclinando la testa di lato.- Mi ero appena rifatta le unghie.- disse guardandosele.- Quindi optai per un bel calcio nei gioielli, quello è sempre l’ideale.-
-Gli hai dato un calcio nei…hahahahahahaha!- esclamai ridendo solo immaginandomi la scena.- Cavolo, dovevi essere davvero incazzata!-
-Certo! Quello stronzo spifferò tutto alla mia famiglia! E mia madre, che adorava Derek così tanto da aver già pianificato il nostro matrimonio, non mi parlò per mesi!-
-…-
-Non che questo accadrà anche a te ed ai tuoi amici, ovviamente..- si affrettò subito a dire, mordendosi nervosamente il labbro inferiore.
-Sono fottuto!- esclamai coprendomi gli occhi con un braccio.
-No, ascolta.- provò Sara.-Non è detto che i tuoi amici gli crederanno, voglio dire…loro sanno che Brian è l’ex di Derek, giusto?-
-Si.-
-E sanno anche che farebbe di tutto per separarvi.-
-Si.-
-E sono certi che tu non gli mentiresti mai.-
-Già..-
-Perfetto! Allora non c’è niente di cui preoccuparsi!- esclamò contenta.- In fondo tu e Derek sembrate davvero una coppia affiatata, non dubiterebbero mai di voi.-
-Beh, io e Derek siamo esattamente la stessa coppia che eravate voi due.- dissi tristemente.- Devo dire che è davvero bravo nel suo lavoro.-
-Beh, si..è così bravo che riuscì a farmi innamorare pazzemente di lui.-
-Già, capisco perfettamente come ci si sente..- sussurrai a me stesso, guardandolo rientrare nel bar e rassicurare i miei amici.
-Si ma tu hai più possibilità.- la voce di Sara giunse alle mie spalle, facendomi sorridere tristemente.
-Il fatto che lui sia gay e che io sia un ragazzo non implica che possa avere una possibilità.-
-Non mi stavo riferendo a questo..- disse lei, ponendosi davanti a me.- Conosco molto bene Derek e posso assicurarti che non si è mai comportato così con qualcuno.-
-Così come?-
-Così… amorevolmente.- disse lei.- Già dal modo in cui ti guarda si vede quanto ci tiene.-

Ancora con questo modo di guardarmi? Possibile che fossi l’unico a non accorgersene?  

-Ti prego non dirmi queste cose.- la supplicai.- Non voglio illudermi per poi restarci male.-
-Non lo sto dicendo per farti illudere, non lo farei mai.- disse lei abbassando la testa.- Noi non ci conosciamo, non siamo amici ma Beacon Hills è una piccola città in cui le voci circolano velocemente, soprattutto le tue..-
Abbassai a mia volta il viso, sentendo improvvisamente i miei occhi pizzicare nel cercare di trattenere le lacrime.
-Hai sofferto davvero tanto, Stiles, e anche Derek.- continuò Sara, posando una mano sulla mia guancia.- Nessuno più di voi merita di essere felice.-
-Tu credi che io gli piaccia davvero?- domandai con voce piena di speranza.
-No.- rispose lei con un sorriso.- Credo sia proprio innamorato.-

Stavo per rispondere ma mi bloccai quando sentii delle braccia cingermi da dietro e delle labbra posarsi sul mio collo.

-Stai meglio?-

Sorrisi nel sentire quella voce calda e sicura, pronta a rassicurarmi anche nei momenti peggiori.

-Si, grazie a Sara.- dissi posando le braccia sulle sue, sorridendo alla bionda che mi fece l’occhiolino.
-Siete davvero una bella coppia.- disse fissando gli occhi su quelli di Derek.- Fossi in te, uno come Stiles non me lo lascerei scappare.-
-Non lo farò.- rispose Derek, stringendomi ancora più forte.


E *BOOM* … il mio cuore era appena scoppiato.


*************************************

-Sul serio?- domandai a Derek mentre guidavamo verso il bowling.- SUL SERIO, DER?!-
-Cosa vuoi da me? E’ stata un’idea del biondo.- sbuffò Derek incrociando le braccia al petto.
-Di Isaac?-
-No, di Jackson.- rispose sarcasticamente.
-E perché mai Isaac avrebbe avuto un’idea del genere?- domandai ansioso.-E, soprattutto, perché tutti voi lo avete appoggiato?!-
-Che ci vuole a battere Brian a bowling? Un uomo raffinato come lui sicuramente farà schifo nel colpire i birilli.- disse Derek, non capendo il mio nervosismo.
-Si dia il caso che anche un ragazzo poco raffinato come me faccia schifo a bowling!- quasi urlai, palesando le mie preoccupazioni.-Nessuno te l’aveva detto?- domandai infuriato quando vidi l’espressione sorpresa di Derek.
-No.- ammise lui.- Quanto fai schifo?- domandò dopo un po’.
-Hai presente la schiappa delle schiappe?- domandai sorridendo ampliamente.
-Si..?- domandò lui preoccupato.
-Ecco, io sono mille volte peggio.-
-Oh merda.-
-Eh già, Der.- dissi parcheggiando.- Adesso siamo proprio nella merda.-

Dico io, come si può essere così stupidi?!


Tutto era iniziato quando Brian, senza alcun avviso e motivo, aveva chiesto ad Allison se potesse trasferirsi anche lui a casa sua dato che l’hotel in cui stava costava molto.
Ora, Allison avrebbe potuto benissimamente dire di non avere camere a sufficienza per un altro ospite….ma ovviamente Allison non sapeva mentire. Sul serio, quella ragazza era troppo onesta.
Così era stata costretta ad accettare la sua proposta e, tra tutte le idee possibili ed immaginabili che i miei amici potevano trovare per mandarlo via, Isaac aveva avuto senz’ombra di dubbio la peggiore.

Aveva scommesso.

Isaac aveva scommesso con un tipo come Brian, uno che aveva scritto la parola “Vittoria” in fronte!
Aveva avuto la brillante idea di andare al bowling e di dividerci in squadre: Se vinceva la mia squadra, Brian sarebbe rimasto in Hotel…se invece avesse vinto la sua squadra, sarebbe diventato nostro ospite nella casa degli Argent.

Brian ovviamente aveva accettato senza pensarci due volte, tanto aveva la vittoria in tasca.

Non appena vidi i miei amici mi affrettai a squadrarli dalla testa ai piedi come se avessi davanti dei veri e propri traditori.

-Si può sapere da che parte state?!- urlai ad ognuno di loro.- Siete per caso impazziti!?-
-Ascolta, Stiles.- si fece avanti Scott.- So cosa può sembrare ma non preoccuparti, abbiamo tutto sotto controllo.-
-Ah si? Beh lo spero per voi.- dissi a denti stretti, calmandomi solo quando sentii la mano di Derek congiungersi alla mia.
-E’ arrivato.- bisbigliò Danny, guardando un punto alle mie spalle.
-Buonasera!- esclamò Brian sfregandosi le mani.-Allora, pronto a perdere?- domandò rivolto verso di me.
-Sbaglio o hai il naso un po’ storto? Fossi in te me lo rifarei.- dissi sorridendo al suo sguardo adirato.
-Ok, entriamo.- disse Derek, ponendosi davanti a me per potermi difendere da un suo imminente attacco.

Odiavo il bowling. Sul serio, non avevo mai amato quel posto pieno di gente esaltata e piena di sé. Per non parlare della pesante puzza di piedi che impregnava ogni angolo di quel posto e degli infiniti giochi che consumavano il cervello ed il portafogli di ogni essere umano.


-Stai tranquillo, andrà tutto bene.- sussurrò Derek al mio orecchio, cercando di tranquillizzarmi.
-Sisi.- sbuffai andando verso il bancone per poter ordinare le scarpe, seguito da tutti gli altri.
Ormai non avevo scampo, avrei perso la scommessa, fatto una figura di merda colossale ed avrei dovuto vedere quella faccia di merda ogni giorno.
Come avrei fatto a tenere Derek lontano dalle sue grinfie? Cazzo, sono sicuro che me lo sarei trovato anche a letto, abbracciato a lui come nulla fosse.
-Allora, la mia squadra è composta da Scott, Jackson, Danny e Matt. La tua invece è composta da Derek, Isaac, Lydia ed Erica.- annunciò Brian mentre indossava le scarpe da bowling.
-Cosa?!- urlai.- Perché tu hai i giocatori migliori mentre io ho addirittura tre femmine?!-
-Veramente ne hai due.- mi fece notare ,Derek.
-Isaac conta come femmina.-
-Hey!- esclamò offeso il riccio.
-Perché i tuoi amici volevano stare in squadra con me e gli altri non hanno voglia di giocare.- rispose Brian con il sorriso più bastardo del mondo.
Boccheggiai un paio di volte non sapendo cosa dire. Ero allibito.

Ma cosa diavolo passava per la testa dei miei amici?!

-Non preoccuparti, Brian.- disse Jackson dandogli il cinque.- Ho battuto Stlinski così tante volte da aver perso il conto.-
-Ed io sono diventato abbastanza bravo a Bowling grazie agli insegnamenti di Matt.- disse Scott, posando un braccio sulle spalle di Brian.

Brian sorrise in mia direzione quando mi vide sul procinto di piangere.

-A quanto pare i tuoi amici adorano più me che te.- sottolineò non appena si furono allontanati da lui.- Come ci si sente nel vedere tutti coloro che ami, fregarsene di te?-
-Brian, devi tirare.- disse Derek, stringendomi da dietro.

Brian sorrise un’ultima volta nella mia direzione prima di afferrare la palla e porsi in mezzo alla pista, lo sguardo concentrato.

-Qualsiasi cosa ti abbia detto, ti prego ignorala.- disse Derek.- Lui gioca con la tua mente, cerca di farti cedere da solo, non dargli questa soddisfazione.-
-Mi sta fottendo gli amici.-
-Non dire sciocchezze, ho visto gli sguardi complici che si lanciano tra loro…credo abbiano qualcosa in mente.-
-Lo spero tanto.- sospirai in ansia.
-Bravissimo Brian!!!- applaudirono le damigelle e gli altri quando Brian fece (ovviamente) strike.

Brian non si scompose proprio, preferendo esaminarsi le unghie come se non avesse fatto niente di che e si andò a sedere accanto a Matt che si complimentò con lui.
-Mi domando chi potrebbe fare di meglio.- disse Brian, puntando gli occhi nei miei.
-Derek, tocca a te.- disse Isaac, dandogli la palla.

Derek la prese con decisione ed andò al centro della pista, ignorando l’incoraggiamento di Brian.

-Derek! Aspetta!- esclamai prima che lanciasse la palla.
-Cosa?- mi domandò voltandosi verso di me che nel frattempo lo avevo raggiunto e gli avevo dato un bacio veloce.
-Bacio della fortuna.- borbottai in imbarazzo, non capendo nemmeno il motivo per il quale avessi fatto una cosa del genere.

Ma a giudicare dal sorriso che mi regalò Derek, non gli era dispiaciuto.

Derek ovviamente fece un tiro perfetto, facendo cadere tutti i birilli.



 

-Si!! Beccati questa!!- esclamai mostrando il medio ad un Brian per niente divertito.
Derek tornò al suo posto con un sorriso strafottente e mi baciò con foga, proprio davanti a Brian che sbuffò e distolse lo sguardo.
-Scott, tocca a te.- disse Brian, dando il cinque al mio migliore amico.
-Non ti deluderò, Bri!-

BRI???

MA SCHERZIAMO?!

Incrociai le braccia al petto e squadrai dalla testa ai piedi quel grandissimo traditore che una volta chiamavo “migliore amico” e l’odiai con tutto me stesso per il torto che mi stava facendo.
Era davvero diventato bravo a Bowling e adesso avrebbe fatto vincere a Brian, permettendogli di rovinarmi definitivamente la vita.

Quale migliore amico faceva una cosa del genere?!

Ma, con mia grande sorpresa, Scott fece quello che doveva essere il tiro peggiore della storia. La palla rotolò così piano da impiegare venti minuti buoni per raggiungere la fine della pista e sfiorare un solo birillo.

-Sul serio, McCall?- domandò Brian, rompendo il silenzio imbarazzante che si era venuto a creare.
-E’ l’emozione.- si giustificò lui, assumendo la tipica aria da cucciolo abbandonato.-Il secondo tiro sarà migliore.-
-Lo spero per te.- sbuffò Brian, incenerendolo con un solo sguardo.
-Che strano..- sussurrai a me stesso quando vidi il secondo tiro penoso di Scott.
-Cosa?- domandò Derek che mi aveva sentito.
-C’è qualcosa che non va. Scott è un fenomeno a Bowling.-
-Forse fa parte del piano?- domandò Derek sorridendo.
Stavo per rispondere, ma le damigelle incitarono il mio nome…questo significava che era giunto il mio turno.

Già…il mio turno per morire dalla vergogna.
-E andiamo ad aggiungere altre figure di merda al mio infinito repertorio.- canticchiai prima di alzarmi e scegliere una palla.
-Puoi farcela.- mi sussurrò Derek.

Ok, non ne sapevo niente di Bowling, quindi non sapevo nemmeno quale palla scegliere. Scelsi quella rossa, il rosso in fondo era il mio colore preferito, ma per poco non mi cadde sui piedi tanto che era pesante.


-Stiles, scegli quella arancione.- mi suggerì Isaac.- E’ tra quelle meno pesanti.-
-Oh,ok.- dissi seguendo il suo consiglio.
-Se vuoi ti faccio alzare le barriere per i bambini.- commentò Brian.
-Hey Brian.- lo chiamò Derek.
-Si??- rispose immediatamente, guardandolo con speranza.
-Sta zitto.-

BAM! QUELLO ERA IL MIO RAGAZZO!

Non sto qui a raccontarvi l’immensa figura di merda che feci nel lanciare la palla dritta nel canale di fianco, facendo incavolare di brutto il ragazzo che stava giocando e che per colpa mia aveva appena perso contro i suoi amici.

-Non fa niente,Stiles.- mi rassicurò Derek applaudendo.- Andrà meglio la prossima volta.-
-Certo..-borbottai senza speranza, andando a risedermi a testa bassa.

Che incubo…

-Vai Matt!- urlarono le damigelle quando lo videro scegliere la palla e posizionarsi al centro della pista.
-Vedrai, Matt non sbaglierà.- disse Scott a Brian.- Lui è imbattibile!-

Eppure anche Matt fece un tiro penoso, colpendo solo cinque birilli, facendo incazzare così tanto Brian da farlo diventare rosso.
-Credevo foste bravi a giocare!- quasi ringhiò.
-La palla mi è scivolata dalle mani, mi dispiace.- si giustificò Matt, trattenendo a stento un sorriso soddisfatto.

Adesso era tutto chiaro! Avevano rassicurato Brian sulle loro capacità di gioco ed avevano finto di essere dalla sua parte solo per assicurare che perdesse la scommessa! I miei amici erano dei geni del male!

-Lydia, tocca a te.- disse Derek.
Lydia si alzò dalla sedia e fissò intensamente le palle, scegliendo quella fucsia.
-Lydia, quella è troppo pesante per te.- le disse Isaac sporgendosi in avanti.-Scegline un’altra.-
-Ma questa si abbina al mio smalto!- protestò lei, preparandosi per lanciare.
-Oh mio Dio.- sospirai passandomi stancamente le mani sul viso.- Non sta accadendo davvero.-
Derek poggiò una mano sul mio ginocchio per tentare di rassicurarmi, riuscendoci solo un po’. Osservai senza speranze, Lydia chiudere gli occhi per potersi concentrare….tanto sarebbe andata malissimo.
Perché andiamo! Una come Lydia potrebbe mai fare uno strike? Una che sceglie la palla più pesante solo perché è dello stesso colore dello smalto? Una che ha come più grande paura quella di rompersi un’unghia? Certo che no!
Ma quando Lydia riaprii gli occhi e fece quel sorriso di chi sa già di aver vinto, capii di averla sottovalutata alla grande. Infatti, con mia grandissima sorpresa, Lydia fece un tiro perfetto e calcolato, come una vera professionista! Quella ragazza non avrebbe mai smesso di stupirmi.







L’urlo vittorioso che cacciammo io,Erica,Isaac e Derek si sentì praticamente ovunque, ma HEY! Stavamo vincendo contro quello stronzo di Brian! Come potevamo non esultare?!
-Jackson.-disse Brian a denti stretti.- Non mi avevi detto che era pessima a bowling?!-
-Deve aver messo lo smalto speciale.- rispose il “biondo” con nonchalance.
-Beh spero che l’abbia messo anche tu, dato che è il tuo turno.- disse Brian.
-Io sono un Witthermore, è ovvio che farò strike.- disse Jackson in tono di sfida.





Avevo parlato troppo presto, ora Jackson ci avrebbe battuti ad occhi chiusi.
Ma fortunatamente Lydia corse in mio soccorso, attorcigliandosi i capelli in una mano, nominando il suo fidanzato come se stesse chiamando un cane addestrato a fare tutto ciò che gli ordini.



-Cosa?- sbuffò Jackson.
-Ricorda da che parte stai.- si limitò a dire Lydia, guardandolo truce.
Jackson indurì la mascella, sapevo che per lui non era facile perdere dato che era abituato ad essere il migliore in tutto…e fu per questo che non riuscii a trattenere un’espressione super scioccata quando vidi il tiro di Jackson.

E’ vero, aveva fatto cadere cinque birilli, ma almeno non aveva fatto avanzare di molto la sua squadra. E quando era tornato a posto per poi ridere insieme a Lydia? Cavolo, quella fu forse la prima ed ultima volta in cui desiderai baciare Jackson.




Brian si passò la mano sul viso in un gesto esasperato ed iniziò a squadrare ognuno di loro, qualcosa mi diceva che aveva capito tutto. Non che ci volesse un genio per arrivarci.

-Isaac, ti prego.- lo supplicai quando vidi il suo nome illuminarsi nello schermo.
-Non preoccuparti, ho tutto sotto controllo.- sussurrò lui facendomi l’occhiolino.
-Vai amore!- applaudì Matt, ricevendo un sopracciglio alzato da Brian.- Che c’è? Siamo in squadre diverse ma è pur sempre il mio fidanzato!-
-Siete ridicoli.- borbottò l’ex di Derek, guardando noi due mentre diceva quella frase.
Inarcai un sopracciglio e sbuffai una mezza risata a quella frecciatina immatura, dopodiché posai una gamba sopra quelle di Derek che era concentrato su Isaac.
Abbassò lo sguardo solo per un secondo prima di posare una mano sopra il mio ginocchio e riportare lo sguardo su Isaac, gesto che fece innervosire Brian non poco.
Le nostre gesta erano così naturali da non destare nessun sospetto, sembravamo una tipica coppia super innamorata che non riesce a stare separata nemmeno per un secondo.
Sobbalzai nel sentire l’urlo di Derek e quando capii che era perché Isaac aveva fatto Strike, mi unii alle sue grida ed abbracciai il riccio così forte da togliergli il respiro.
-Qualcuno dormirà in hotel ancora per molto tempo.- canticchiai contento, ignorando lo sguardo omicida di Brian.
-Non cantare vittoria così presto, Coso.- sogghignò Brian.- Tocca a Danny.-
Guardai Danny e deglutii piano, sperando che anche lui fosse dalla mia parte.

Ebbene si, Danny era dalla mia parte! Ed il suo tiro schifoso ne fu la prova!

-Ok, Stiles.- disse Brian sfregandosi le mani.- Ultimo tiro tuo contro un ultimo tiro mio, ci stai?-
-Cosa? No! Hai perso la scommessa!- esclamai quasi ringhiando.

Quello stronzo stava cercando una scappatoia!

-Pensavo fossi uno con le palle, uno a cui piace rischiare…oh beh, se hai paura di non potermi battere..-disse lui in un sorriso, ed io sapevo che non si stava riferendo solo alla partita.

Si stava riferendo anche a Derek.

-D’accordo, dimostrerò una volta per tutte che sono io quello che vincerà tutto.- ringhiai passandogli la palla.-A te il primo tiro.-
-Stiles no!- esclamò Isaac portandosi le mani tra i capelli.
Anche i miei amici pensavano avessi fatto una pessima scelta, ma non m’importava. Avrei lottato per Derek e non mi sarei mai e poi mai tirato indietro.

-Mi raccomando, non prendere nessuno strappo..data la tua età.- disse Jackson quando Brian si alzò dal divanetto.
-Scusami?- domandò Brian.
-Mi hai sentito bene.-
Brian lo guardò basito prima di voltarsi e andare verso la pista. Jackson intanto lo guardò con aria di sfida e fece schioccare la lingua contro il palato mentre Lydia accanto a lui se la rideva. Quei due insieme erano il male puro.



-Fratello, ma sei impazzito?!- sussurrò Scott sedendosi accanto a me.- Ora quello farà strike e tu manderai a puttane tutto il nostro duro lavoro!-
-Non potevo tirarmi indietro.- tentai di giustificarmi.- Preferisco affrontarlo e perdere piuttosto che scappare con la coda tra le gambe.-
-Okok.- sussurrò Scott massaggiandosi il mento.
-Scott perché ti tocchi il mento?-
-Cosa?-
-Oh no! Tu stai per avere un’idea.- mi lagnai supplicandolo con lo sguardo.
-Cazzo, si!-


Brian era immerso in una concentrazione totale, gli occhi chiusi e la palla contro le labbra mentre si ripeteva un mantra che lo aiutava a “canalare tutte le energie” e cazzate varie.
Derek mi aveva detto che Brian era un uomo molto superstizioso, del tipo che se prima di una causa non riusciva a terminare il suo mantra, andava in tilt e la perdeva a prescindere.
Quindi io e Scott dovevamo solo interrompere il suo monologo interiore.

E lo facemmo alla nostra maniera.

Quando la scarpa di Scott volò CASUALMENTE nella direzione di Brian, colpendogli (sempre CASUALMENTE) la testa, egli si girò verso noi due con sguardo infuriato. Cazzo, riuscivo a vedere le fiamme divampare in quegli occhi.

Ed io e Scott, ovviamente, agimmo in maniera disinvolta, non destando alcun sospetto che il colpevole potesse essere uno di noi due.



 

-Brian, il tempo passa.- sbuffò Derek.- Quanto ti ci vuole per tirare una palla?-
Brian borbottò qualche maledizione in nostra direzione e si decise a lanciare la palla, facendo cadere tutti i birilli tranne uno.
-Riuscirai a fare di meglio?- mi domandò sogghignando.

Quello stronzo persino senza concentrazione era bravo. Quanto lo odiavo!

Mi alzai dal divanetto con decisione e presi la palla arancione, ponendomi poi al centro della pista. Il mio cuore batteva così veloce da offuscare ogni altro rumore e le mie mani erano così sudate da non riuscire a tenere una presa ferrea sulla palla.
-Okay Stiles okay.- sussurrai a me stesso.- Non è così difficile come pensi. Ci sei tu, c’è la palla e ci sono i birilli. Ora devi solo fare un tiro perfetto e far cadere tutti quei stramaledetti cosi. Non è difficile. Puoi farcela.-
-Coso, ti muovi?- sbuffò Brian.
-Tu ci hai messo un’eternità , ora non rompere le palle.- ringhiai in sua direzione.-Cazzo, sono fottuto.- sospirai deglutendo piano.
Stavo quasi per lanciare quando sentii due braccia avvolgermi da dietro.
-Stai pensando troppo.- sussurrò Derek contro il mio orecchio.-Rilassati,andrà bene.-
-E se sbagliassi? Se Brian dovesse venire a vivere con noi?!- domandai andando nel panico.
-Noi andremo da tuo padre, meglio da lui che con Brian.-
-Vivresti davvero con mio padre?- domandai incredulo.
-Certo, adoro tuo padre.-

MA IO TI SPOSO!

-Oh okay.-
-Ora, sgombera la mente.- mi sussurrò massaggiandomi le spalle.-Pensa a qualcosa di bello, qualcosa che ti ispira sicurezza.-
-Tipo te?- non riuscii a tenere a freno la mia lingua.
-Okay, pensa a me.- rise Derek allontanandosi per farmi tirare ma riavvicinandosi subito dopo per potermi sussurrare con voce roca e maliziosa all’orecchio.-Nudo.-
Le mie guance divennero così rosse da superare il colore della palla e in un secondo mi ritrovai la salivazione azzerata.
Pensare a Derek nudo in quel momento non mi sembrava poi una grande idea, finché non tirai e (ancora non ho idea di come abbia fatto) colpii tutti i birilli, facendo Strike.
-SI!- urlai alzando le mani al cielo, sentendo tutti i miei amici esultare per me.




Quando mi voltai vidi tutti i miei amici in piedi ad applaudirmi, le damigelle stavano addirittura scandendo il mio nome come delle vere cheerleader e Derek, beh, Derek non mi aveva mai guardato in quel modo, dovevo aver fatto colpo.
Per quanto riguarda Brian, beh, non vi so dire come fosse la sua faccia dato che si era voltato non appena aveva visto lo Strike e se n’era andato, spostando malamente i miei amici.


-Come diavolo hai fatto?!- urlò Scott dandomi il cinque.
-Mi credi se ti dico che non ne ho idea?- dissi ridendo.
-Cosa gli hai detto?- domandò Isaac a Derek che ci aveva raggiunti.
-Gli ho solo dato qualcosa su cui focalizzarsi.- rispose lui, circondandomi le spalle con un braccio.
-Qualcosa che dovrai mostrarmi, dato il tiro magnifico che ho fatto.- non riuscii a trattenermi dal dirlo e stranamente non me ne vergognai.
-Ah si?- domandò lui, meravigliato della mia perspicacia.
-Si.-
-Okay.- acconsentì subito dopo, sorridendo al mio leggero rossore.
-Hai quasi mandato a puttane il piano, Stilinski.- sbuffò Jackson a braccia incrociate.-Ma niente male il tiro.- aggiunse quando vide la mai espressione dispiaciuta.
-Grazie, non posso dire lo stesso del tuo.- scherzai.
-Ho sbagliato di proposito, avrei potuto battere tutti voi ad occhi chiusi.-
-Lo so lo so.- sbuffai abbracciandolo.- Grazie per aver fatto schifo.-
-Levati di dosso.- sbuffò lui, ricambiando per qualche secondo l’abbraccio.
-Okay, dato che quello stronzo se n’è andato.- disse Matt.- Che ne dite di andare a festeggiare spendendo soldi ai giochi?!-
-Siiiii!- urlarono tutti, precipitandosi nel reparto dove stavano i giochi.
-Che dici, restiamo?- domandai a Derek, anche se non avevo proprio voglia di giocare.
-Stiamo cinque minuti per far contenti ai nostri amici e poi andiamo, ok?- domandò lui dandomi un bacio sulla fronte per poi raggiungere Scott che lo stava invitando a giocare.

I “nostri” amici? Aveva davvero definito i miei amici come anche suoi?

Stiles smettila di sorridere da solo, la gente ti sta guardando male.



*******************************

Okay, avevo sfidato Jackson ad un gioco di corsa di macchine ed ovviamente aveva vinto lui, poi avevo sfidato Allison ad un gioco in cui dovevo sparare delle persone…ed ovviamente aveva vinto lei, avevo giocato con Scott a così tanti giochi da non ricordarne nemmeno uno ed avevamo fatto parità (Scott era forse l’unica persona con la quale avessi possibilità di vincere a qualcosa) ed avevo preso un drink con Matt ed Isaac, intenerendomi ai loro baci e sguardi dolciosi.

A proposito di baci e sguardi dolciosi…dov’era Derek?

Lo cercai per un bel po’, dato la moltitudine di persone presenti in quel posto, ma mi bastò seguire gli starnazzi delle damigelle per trovarlo. Stava sfidando Jackson ad un gioco in cui c’era un pallone da box che dovevi colpire ricevendo dei punti ed un premio in base alla tua forza.
Jackson aveva fatto abbastanza punti, ricevendo un orsacchiotto rosa di media taglia che ovviamente finì nelle mani di Lydia che lo ringraziò con un bacio.
-Metti lo zoom, così verrà meglio.- sentii dire ad una delle damigelle che stava dando dei consigli alla sua amica con il cellulare puntato verso….verso il culo di Derek.
-Ragazze.- dissi a denti stretti.- Che state facendo?-
-Stiamo fotografando il culo di Derek.- risposero come se niente fosse, gli occhi fissi sullo schermo del cellulare.
-E perché?- domandai infastidito.
-Le fan sterek impazziscono per il culo di Derek.-

Le fan, eh? Quindi ora non dovevo preoccuparmi solo di loro, dovevo avere a che fare con le ragazze di tutto il mondo!

-Cancellate quelle foto, ora.-
-Non possiamo! Abbiamo già pubblicato quelle sulle tue mani, adesso vogliono quelle del culo di Derek!- sbuffò Anna Bette.
-Le mie mani?- domandai confuso.
-Si, alle fan piacciono le tue mani così abbiamo creato un album solo per loro.-
-Io..voi..ci rinuncio.- sospirai rassegnato, raggiungendo Derek.

Dato che le ragazze continuavano a fargli foto al sedere, lo abbracciai da dietro sorridendo alle loro proteste.

-Hey.- sussurrò dolcemente, posando le mani sulle mie braccia.- Cosa c’è?-
-Ti sto coprendo il culo.-
-…Uh-uh…e perché?- domandò confuso.
-Le damigelle te lo stanno fotografando.-
-Non mi stupisco.-
-Hanno fotografato anche le mie mani.-
-Hai delle belle mani.-
-Sul serio?-
-Si.-
-Oh, grazie. Tu hai un bel culo…cioè…non volevo dire che…insomma..non è flaccido, no? Quindi è okay…nella scala dei culi okay. No, aspetta..io..-
La risata di Derek interruppe il mio..originale..monologo ed io decisi che era meglio cambiare discorso.
-Posso sfidarti?- fu la prima cosa che mi venne in mente.
-Sei serio?-
-Cosa c’è? Credi non possa batterti? Che ci vuole a dare un pugno?-
-Okay, prego.- sorrise lui, facendosi da parte.
-Si, bravo. Fatti da parte.- dissi a denti stretti, schioccandomi le nocche.- Quando avrò finito, questo sacco sarà inutilizzabile.-
-Certo.- mi diede corda Derek, mal trattenendo un sorriso divertito.

Saltellai un paio di volte sul posto prima di colpire il sacco con tutta la forza che avevo.

Fece male.

Dannatamente male.



-Merda!- ringhiai stringendomi il pugno, osservando tutte le figure del gioco illuminarsi per indicare quale fosse la mia forza.


C’era la figura di un vecchietto ringrinzito che si indicava un muscolo minuscolo sul braccio ruguso, più in alto vi era la figura di una donna che si indicava un muscolo leggermente pronunciato, più in alto vi era la figura di un ragazzo che si indicava un muscolo abbastanza pronunciato per poi arrivare ad un omaccione pieno di muscoli che saettavano in ogni direzione.

Ovviamente dopo il mio tiro si illuminò….

Il vecchietto.


-OH ANDIAMO!- urlai scioccato, ignorando le risate di Derek.- Questo coso non funziona!-
-Ah no?- domandò tra le risate.
-No! Non posso essere paragonato a lui! L’ho colpito fortissimo!-
-Certo, amore, certo.-
-Ecco a te.- mi disse colui che gestiva il gioco, dandomi un portachiavi.
-Una banana che sorride? Sul serio?- domandai al signore.
-E’ quello che si vince se si da un colpo così penoso.-








-Dai, è carina.- mi prese in giro, Derek, ridendo di me.
-Ah si? Ti piace?- domandai ghignando.- Tieni, te la regalo.-
-Cos-? No, l’hai vinta tu!- provò Derek.
-E voglio darla a te che sei il mio fidanzato.- risposi immediatamente, consegnandogliela.- Non c’è di che.-
Lui sorrise e scosse la testa.-Grazie.-
-E’ il tuo turno.- dissi facendomi da parte.-Vediamo che sai fare.-
Lui posò il portachiavi dentro la tasca del jeans e, così, senza alcuna preparazione fisica o psicologica, colpì il sacco, facendolo rientrare con un rumore secco.
Immediatamente tutti i personaggi si illuminarono per poi spegnersi uno dopo l’altro.

Si spensero tutti tranne l’omaccione muscoloso e la macchinetta fece anche una musichetta di vittoria con tanto di fischi ed applausi.

-Complimenti! Ecco a te il premio!- esclamò il signore, dando a Derek un mega panda.

Lui accettò il premio e si voltò verso di me con un sopracciglio alzato, sorridendo alla mia espressione infastidita/scioccata.
-L’avevo addolcito io, ecco perché hai vinto.- sbuffai incrociando le braccia al petto.
-Ovvio.- rise lui, porgendomi il peluche.-Tieni.-
-Sei sicuro?- domandai a bocca aperta.- Voglio dire…non è un portachiavi, potresti regalarlo a chiunque.-
-E io voglio regalarlo a te.- rispose porgendomelo.
-Grazie.- sussurrai stringendo il pupazzo al petto.
-Andiamo a casa?-
-Andiamo a casa.-


**************************************************************



-Sul serio mio padre ti ha chiamato?!- urlai sporgendomi verso di Derek che se la rideva mentre si riempiva l’ennesimo bicchierino di room.
-Te lo giuro! Voleva sapere come stavo.-
-Voleva sapere come stavi TU?! E di suo figlio, allora?!- urlai ancora più forte, ingurgitando altra tequila.

Grazie ai racconti poco casti (che purtroppo non dimenticherò mai) che Scott mi raccontò quando eravamo ancora al liceo, sapevo esattamente dove la famiglia Argent nascondesse gli alcolici, così io e Derek avevamo deciso di brindare per aver vinto contro Brian e per essere arrivati fino a quel punto senza scannarci e senza essere scoperti da nessuno.

-Si, verso la fine della telefonata mi ha chiesto anche di te.- tentò di giustificarlo,Derek.
-Carino da parte sua.- sbuffai, muovendo il re sulla scacchiera.-Scacco matto.- dissi sorridendo.
-Ancora? Ma non avevi detto di essere una schiappa a scacchi?- sbuffò Derek.
-Forse oggi è il mio giorno fortunato.-
-O forse hai mentito.-
-Chi lo sa..- sussurrai.-Forza, su! Togli i pantaloni!-

Ebbene si, stavamo facendo un strip scacchi, giusto per rendere più interessante il gioco.


 
Lui, che già era senza maglia per un mio precedente “scacco”, roteò gli occhi ma si alzò per togliersi i pantaloni con una lentezza estenuante e provocante.


-Tutto bene?- mi domandò con il sorriso di chi ha già capito tutto.- Sembri accaldato.-
-Sto bene.- borbottai mandando giù un lungo sorso di tequila, questa volta direttamente dalla bottiglia.
Lui si sedette nuovamente davanti a me con indosso solo dei boxer neri super aderenti, le gambe volutamente aperte.
-Tocca a te.- disse schioccando le dita davanti al mio viso per disincantarmi.

Perché non mi ero incantato a guardarlo lì…no.

-Fai la tua mossa.- mi disse ancora, gli occhi incatenati nei miei.

Ed io la feci. Eccome se feci la mia mossa.

Con un gesto secco, scaraventai la scacchiera giù dal letto e mi gettai su Derek, facendolo cadere con la schiena sul materasso. Le nostre bocche si trovarono subito e le nostre lingue assaggiarono il sapore dell’alcool nella bocca dell’altro.
Lui mugugnò sulle mie labbra e portò le sue mani sotto la mia maglia, stuzzicandomi i capezzoli con le dita.

-Derek.- ansimai scendendo con il viso, baciandogli il collo.-Ti voglio.- la mia voce uscì quasi come una preghiera mentre le mie labbra scendevano a baciargli il petto.
Lui sospirò e chiuse gli occhi, portando le mani tra i miei capelli.
Scesi ancora più giù, percorrendo con la punta della lingua la porzione di pelle sopra il bordo dei suoi boxer, sentendo la sua pelle fremere al mio tocco.
Feci leva sulle mani posate ai lati dei suoi fianchi e, una volta preso il bordo dei suoi boxer tra i denti, sollevai la testa e scesi lentamente, abbassandoli quel che bastava per scoprire la sua erezione.
Non avevo mai fatto una cosa del genere e non sapevo da dove iniziare, ma non me ne preoccupai, avrei seguito il mio istinto, proprio come avevo fatto le volte scorse con lui.
Portai le labbra a coprire i denti per non ferirlo e presi in bocca solo la punta, giusto per sentire che sapore avesse la pelle di Derek.

-Cazzo,Stiles.- sospirò Derek contorcendosi sotto di me.

Succhiai e roteai la lingua sulla cappella e in un attimo diventai dipendente del suo sapore salato, bramandone sempre di più.
Lo feci scivolare fuori dalla mia bocca solo per poi leccarlo per tutta la sua lunghezza, mordicchiandolo piano nei punti più esposti, facendo aumentare gli ansimi di Derek.
Leccai la sua erezione dalla base fino alla punta e, una volta giunto ad essa, lo presi interamente in bocca, sorridendo all’urlo di piacere che cacciò Derek.


Chi l’avrebbe detto che sapevo fare queste cose.

All’inizio ero molto impacciato, non riuscivo a scendere di molto senza sentire l’impellente istinto di rimettere e fortunatamente Derek mi aiutò non spingendo di molto i fianchi contro la mia bocca. Ma dopo averci provato un paio di volte, capii il meccanismo e non persi altro tempo, andando più a fondo possibile, accompagnando ogni spinta di Derek.


Derek invocò il mio nome ancora, ancora e ancora, ed io giurai a me stesso che non avrei mai e poi mai permesso a quella splendida bocca di nominare qualcun altro che non fossi io.
Quando capii che stava per venire, mi concentrai solo sulla punta, succhiando così forte da farlo venire in un  grido acuto. Ingoiai la maggior parte del suo seme, asciugando con il dorso della mano quello fuoriuscito dai bordi della mia bocca e prima che riuscissi a ricomporre le idee e a dire qualcosa, mi ritrovai Derek disteso su di me, le sue mani a sbottonarmi velocemente i bottoni della camicia.

Mi domandai seriamente dove trovasse la forza di fare ciò dopo aver raggiunto l’orgasmo. Io a stento riuscivo a dire come mi chiamavo.

Ovviamente non protestai quando sentii le sue labbra intorno ad un mio capezzolo e la sua mano dentro la mia biancheria, e perché mai avrei dovuto?
Aver assaggiato Derek, averlo sentito ansimare e gridare il mio nome mi aveva eccitato così tanto che bastarono poche carezze per farmi venire, ma il sorriso soddisfatto di Derek quando mi sentì urlare il suo nome non mi fece vergognare per la mia precocità.

Terminato anche lui il suo “lavoro”, si sdraiò accanto a me, entrambi sudati ed affannati ma terribilmente appagati.

-Ho sete.- dissi tra un respiro affannoso e l’altro.
Lui mi passò la bottiglia di tequila, prendendone prima un lungo sorso.
Lo ringraziai con piccolo sorriso e bevvi anch’io, sentendo la tequila bruciare dentro la gola.
-Brian prima mi ha mandato un messaggio.- sussurrò Derek, tenendo gli occhi fissi sul materasso.

Per poco non mi andò la tequila di traverso.

-Prima quando?- domandai deglutendo piano.
-Prima che tornassimo a casa..-
-E..?- domandai quando lo vidi zittirsi improvvisamente.
-Mi ha chiesto di partire per New York.-
-Quando?- domandai sentendo la mia voce tremare, l’ansia ad impadronirsi di me.
-Domani mattina.- rispose sollevano lo sguardo sul mio.
-Cosa vuoi fare?- domandai con calma.-Vuoi andare con lui?-
-Anche se volessi non potrei, il matrimonio è-
-Lascia perdere il matrimonio.-sbuffai.- Se vuoi stare con lui, se vuoi tornare a New York…solo…vai.-
-E tu?- domandò meravigliato.-Avevamo un patto.-
-I miei amici sanno che ho un fidanzato, il patto è stato fatto.- dissi in tono basso.- Io starò bene..se so che sei felice.-
Lui sospirò e si passò le mani sul viso, sdraiandosi di schiena.-Non c’è possibilità che io possa essere felice.-
-Perché dici questo?- domandai sdraiandomi accanto a lui.
-Perché sono diviso in due,Stiles.- disse voltando il viso verso di me.- Una parte di me vorrebbe stare qui, mi piacciono i tuoi amici, adoro tuo padre, mi mancava Sara e…cazzo, io non voglio perderti.- disse in tono così triste e combattuto da farmi stringere il cuore.-Ma mi manca anche New York, sono nato e cresciuto lì, mi manca la mia famiglia, mi manca vedere mio zio entrare in casa mia quando gli pare, mi manca andare a prendere Cora a scuola, mi manca pedinarla con Laura…-
-Ho capito..- sussurrai posando una mano al centro del suo petto.- Ascolta, hai tutta la notte per pensarci…sappi solo che qualsiasi cosa tu decida di fare, per me va bene…finché sarai felice.-
Vidi gli occhi di Derek divenire lucidi, sembrava incredibilmente triste.
-La mia felicità è dove sei tu.- sussurrò stringendomi a sé.

Questa volta fu il mio turno di avere gli occhi lucidi mentre mi stringevo maggiormente a Derek, intrecciando le nostre gambe.

Che quella fosse una rassicurazione ?


O forse….


O forse era un addio?
 
 
 
 

 
 
 
I MADE IT!!
NON CI POSSO CREDERE, HO CONCLUSO QUESTO CAPITOLO! TRA I PREPARATIVI PER IL COMPLEANNO, LA SCUOLA ED I VARI IMPEGNI, PENSAVO CHE NON NE SAREI USCITA VIVA…E INVECE…!
COMUNQUE, SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO ED ASPETTO CON ANSIA (PERCHE’ SONO LA TIPICA RAGAZZA ANSIA E SAPONE) LE VOSTRE RECENSIONI! EEE…NIENTE, VI RINGRAZIO IN ANTICIPO! ALLA PROSSIMA! <3<3

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Capitolo 10
*** My Anchor ***


MY ANCHOR.



Quando quella mattina aprii gli occhi e non vidi la figura dormiente di Derek davanti a me, andai immediatamente nel panico. Rizzai la schiena di scatto e mi guardai intorno con il fiato corto, il mio cuore che batteva sempre più veloce.
-Derek??- chiamai ad alta voce, ma non sopraggiunse nessuna risposta.-Derek?!- chiamai a voce più alta, scostando le coperte con un gesto secco, precipitandomi verso il bagno.

Mancò poco che cadessi a faccia a terra quando calpestai la bottiglia vuota di tequila, ma non m’importava, dovevo trovare Derek.
Sbarrai la porta così forte da farla sbattere prepotentemente contro il muro, il rumore che provocò la porta quando urtò la parete fu quasi uguale a quello del mio cuore quando vidi che Derek non era nemmeno lì.
-Nononono..- sussurrai con voce tremante, tornando vicino al letto, cercando con lo sguardo la valigia di Derek, guardando persino sotto il letto….


Ma non c’era.

La valigia di Derek era scomparsa.

Il che significava che lui…lui…

-No!- urlai portandomi le mani tra i capelli, le lacrime che minacciavano di uscire.
Senza sapere cos’altro fare, uscii dalla camera e scesi le scale così velocemente da rischiare la morte più di una volta. La prima persona che vidi fu Jackson e in un attimo gli fui addosso, le braccia intorno al suo collo mentre mi sorreggevo a lui.
-Stilinski, che cazzo hai?!- urlò preoccupato quando vide i miei occhi lucidi.
-Derek.- dissi tra un singhiozzo e l’altro.-Dimmi che hai visto Derek!-
-Io..no, non l’ho visto.- borbottò grattandosi nervosamente la testa.-Prova a chiedere a Scott, lui e Derek stanno sempre appiccicati.-
Ma prima che potesse finire la frase ero già corso verso il mio migliore amico, facendolo urlare per lo spavento.
-Amico! Mi hai quasi fatto venire un infa-
-Hai visto Derek?!- domandai immediatamente.- Ti prego!-
-No, tu hai visto Allison?-
-Che me ne fotte di Allison!- ringhiai in preda al panico.-Io sto cercando Derek!-
-Calmati, brò!- esclamò Scott guardandomi come se fossi del tutto impazzito.- Starà sicuramente facendo qualche favore alle damigelle!-
-Ma certo! Le damigelle!- esclamai spalancando gli occhi, ridendo istericamente.- Sarà sicuramente con loro!-
-Stiles, sicuro di stare bene?- domandò Scott con cautela.
-Sto.bene.- dissi a denti stretti.-Torno subito.- e, detto questo, scappai verso il giardino da dove provenivano gli schiamazzi delle damigelle.
-Ragazze!- esclamai non appena le vidi sedute vicino la fontana.-Dov’è Derek?-
-Non lo sappiamo, l’abbiamo visto uscire stamattina e ancora non è tornato.- rispose una di loro prima di posizionare le labbra a mo di bacio e scattarsi un selfie.
-Lui è..uscito?- domandai deglutendo piano, sentendo un nodo doloroso alla gola.
-Si, aveva anche la valigia in mano.- continuò la ragazza, ignara di quanto le sue parole mi stessero uccidendo.-Selfie?- domandò alzando lo sguardo dallo schermo del cellulare.
-…no, ora non mi va.- sussurrai tornando dentro casa, la testa bassa e il cuore a pezzi.

Quando tornai all’interno, mi lasciai cadere sul divano e portai le mani a coprirmi il viso per evitare di piangere davanti ai miei amici. Se Derek se n’era andato, significava che era la scelta giusta, significava che era quello che voleva, quello che l’avrebbe reso felice, ed io non ero nessuno per impedirgli di esserlo.
In fondo era da egoisti voler essere la felicità di qualcuno, desiderare che quel qualcuno vivesse solo per te…andiamo,Stiles! Queste sono cose che solo uno stupido come te potrebbe fare!

-Okay, spara.- sospirò Matt, sedendosi accanto a me.- Cos’è successo?-
-Niente.-
-Stiles.- disse piano, togliendomi delicatamente le mani dal viso per potermi guardare negli occhi.-Parla.-
-…Derek se n’è andato..- sussurrai tirando su con il naso.
-Lo so.-
-Lo sai?!- domandai scioccato.
-Si.- disse corrucciando le sopracciglia, confuso.- Ci siamo salutati stamattina.-
-L’hai salutato e non l’hai fermato?!- urlai scandalizzato.
-Perché avrei dovuto?- domandò perplesso.
-Ma sei scemo o cosa?!- urlai cercando di non cedere alla voglia di strozzarlo.-Ma non capisci? Lui è-
-Derek!- urlarono le damigelle appena rientrate in casa.- Le fans vogliono altre foto del tuo sedere!-

Derek?

-Ragazze, ancora?- sbuffò lui….appena rientrato insieme ad Allison.
-Derek..- sussurrai guardandolo a bocca aperta.-E’ tornato..-
-Certo che è tornato!- sbuffò Matt.-Aveva solo accompagnato Ally a fare delle commissioni, le serviva qualcuno che le portasse le cose per addobbare la casa per il suo addio al nubilato.-
-E’ per questo che ha portato la valigia con sé?- domandai piano.
-Si..scusa ma che avevi capito?- domandò confuso.
-Scusami un secondo.- dissi dopo aver preso un profondo respiro, alzandomi lentamente dal divano.

Avanzai verso l’entrata e spostai di lato le damigelle, tutte ancora intorno a Derek, dopodiché lo guardai negli occhi nel modo più incazzato possibile.

-Hey amore.- sussurrò dolcemente, sporgendosi per baciarmi.

E fu proprio in quel momento che io….lo colpii in faccia.

-Stiles!- urlarono le damigelle preoccupate.
Derek aveva gli occhi chiusi per il forte impatto mentre con una mano si massaggiava la guancia appena colpita.-Ma cosa-?- domandò confuso.
-Questo è per essertene andato senza lasciare neanche un biglietto! Niente! Hai idea di come mi sia sentito quando non ti ho trovato affianco a me?!- urlai con le lacrime agli occhi.
-Io…-
-Hai idea di quello che ho provato quando ho visto che non c’era più la tua valigia?!- urlai ancora.-Pensavo…pensavo te ne fossi andato!-  singhiozzai lasciando uscire le lacrime.
Derek, notando che ci stavano guardando tutti, mi afferrò per un polso e mi trascinò in cucina, lontano da orecchie indiscrete.
-Ma sei impazzito?- mi domandò una volta che ebbe chiuso la porta.
-Che faccia tosta!- urlai indietreggiando quando lo vidi avanzare in mia direzione.- Se non fossi così felice di vederti, giuro che ti ucciderei con le mie stesse mani!- quasi ringhiai.
-Stiles, io non capisco, ti avevo assicurato che non me ne sarei andato.- parlò con calma, congiungendo le mani come se mi stesse pregando, guardandomi confusamente.
-Quando?- domandai più confuso di lui.
-Quando ti ho detto che la mia felicità sei tu.-

Strabuzzai gli occhi a quelle parole e reclinai il collo in avanti, guardandolo come se fosse del tutto ammattito.

-Ah quella era una rassicurazione? Pensavo fosse un addio!-
-Gesù,Stiles..- sbuffò esasperato.-Ma perché non hai mai fiducia negli altri?-
-Perché ho imparato che se ci si aspetta troppo dagli altri poi si rimane delusi.- borbottai incrociando le braccia al petto, abbassando lo sguardo verso il pavimento.

Non ci volle molto prima che le scarpe di Derek comparissero nel mio campo visivo e sentissi la sua mano sollevarmi dolcemente il viso.
 
-Ci sono regole ed eccezioni, Stiles..-
-Io non ho mai trovato nessuna eccezione a questa regola.-
-Beh, ti farò ricredere. Te lo prometto,Stiles, non ti farò mai soffrire.-
-Se prometti poi mantieni.- ordinai, anche se in realtà più che un ordine sembrava più una supplica.
-Certo.- soffiò sulle mie labbra prima di congiungerle alle sue, trascinandomi in un dolce bacio.


Quando uscimmo dalla cucina, trovammo tutti i nostri amici intenti a guardarsi intorno con aria spensierata…forse fin troppo spensierata.
-E’ inutile che recitate, lo so che avete origliato.- sbuffai guardandoli con aria severa.
-Scusa amico.- disse Scott grattandosi il retro della testa.-Eravamo preoccupati.-
-Già, gli Sterek non devono rompere!- esclamò una delle damigelle, seguita dai cenni d’assenso delle altre.
Nonostante mi desse fastidio che i miei amici si impicciassero dei fatti miei, non riuscii a trattenere un sorriso intenerito, dopotutto volevano solo vedermi felice.
-Non preoccupatevi.- disse Derek avvolgendomi le spalle con un braccio.- Non c’è possibilità che gli Sterek si separino.-
A quelle parole, tutti i miei amici lasciarono un sospiro di sollievo…me compreso.
-Sterek all the way!- esclamai verso il cellulare di una delle damigelle che ci stava riprendendo, scatenando una risata generale.




**************************************
Vediamo, erano le otto di sera e mi trovavo in macchina di Jackson insieme a Scott e a Derek. Ovviamente Derek era nei sedili posteriori insieme a me, mentre Scott si trovava nel sedile del passeggero a riempire di mille problemi la testa di Jackson.
-E se mi lasciassi troppo andare e ne toccassi una?- domandò per la millesima volta il mio migliore amico, facendo sbuffare tutti noi.
-Sei un maschio, McCall.- ringhiò Jackson già a corto di pazienza.-Dovresti preoccuparti se non ne toccassi nessuna.-
Sentendo quella frase non potei fare a meno di schiarirmi fortemente la gola, insomma, io ero bisex..ma Derek? Lui era gay.
-Senza offesa.- disse immediatamente Jackson.
-Figurati.- sospirò Derek.


Oh beh, meglio così. Avrei potuto mettere da parte la mia gelosia/possessività almeno per una sera.


-Ah non preoccuparti,Der!- esclamò Scott voltandosi completamente verso di lui.- Ho pensato anche a voi!-

O forse no…

-Per “voi” intendi…- iniziai preoccupato.
-Te,Derek,Danny,Ethan,Matt e Isaac!-
-Voi gay.- sbuffò Jackson ricevendo uno schiaffo sulla testa da Scott.-Ahia! Che ho detto?! Non era mica un insulto!- protestò il biondo.
-Comunque al mio addio al celibato ci saranno anche spogliarellisti maschi! Così vi divertirete anche voi!-
-NO!- esclamai prima che potessi rendermene conto, facendo voltare tutti verso di me.- Scott!- esclamai in un sorriso falsissimo.- Non dovevi! E’ il tuo addio al celibato, non il nostro..-
-Figurati! Sarà divertente!- esclamò lui, dandomi il cinque.
-Yeeey.- dissi con finta allegria.
-E’ stato molto gentile da parte tua.- disse Derek tutto sorridente.

Certo, sorridi pure, non ti lascerò nemmeno sfiorare da uno di quelli.

-Tutto ok?- mi domandò preoccupato.- Mi stai guardando in modo strano.-
-Sto bene.- dissi prendendogli la mano.- Mai stato meglio.- continuai con un sorriso inquietante.

Ucciderò chiunque ti tocchi, ma sto bene.


******************************

Quando arrivammo nel locale a luci rosse, tutti quanti non stavano nella pelle. Tutti tranne me e Scott.

-Amico, e se dovessi lasciarmi andare?- domandò preoccupato.
-Scott, ascoltami bene.- sbuffai afferrandogli le spalle.- Per tutta la vita hai amato una sola ragazza,Allison.-
-Allison.- sospirò Scott con sguardo perso.
-Ed hai visto e toccato solo il suo corpo.-
-Il suo corpo..- sospirò con sorriso ebete.
-SCOTT! Per l’amor di Dio, rimani coi piedi per terra!- sbuffai scuotendolo.- Ciò che volevo dirti è:  Almeno per questa sera, lasciati andare. E’ la tua ultima sera per divertirti come un tempo.-
-Noi non ci siamo mai divertiti in questo modo.-
-Lo so, lo so..- dissi ridendo.- Probabilmente avremmo dovuto passare il tuo addio al celibato davanti ai videogames.-
-Sarebbe stato fantastico!- rise Scott.
-Si ma gli altri si sarebbero lamentati.-
-Lo so..-
-Quindi, Scottie.- dissi quasi con tenerezza.- Cosa farai questa sera?-
-Mi divertirò e non penserò ad Allison.-
-Bravissimo.-
-E tu te la spasserai alla grande! Ho anche chiesto agli spogliarellisti di focalizzarsi molto su Derek, sai…per assicurarmi che si diverta.-

MA IO TI AMMAZZO!

-Davvero? Come sei premuroso!- esclamai abbracciandolo forte…molto forte.
-Amico che vuoi fare? Soffocarmi?- rise Scott.

Si, è quello che meriteresti.

-Certo che no!- esclamai pizzicandogli una guancia.-Il mio migliore amico pensa sempre a tutto!-
-Ahia!- piagnucolò staccandosi da me, guardandomi con circospetto.
-McCall, credevo fossimo venuti qui per le spogliarelliste, non per amoreggiare tra noi.- sbuffò Jackson.
-Jackson se volevi unirti a noi bastava dirlo.- risposi ironicamente, avviandomi verso l’entrata del locale.
-Stai zitto, io e McCall siamo praticamente gli unici etero del gruppo! E’ frustrante!-
-In teoria ci sarei anch’io, sai…mi piacciono anche le ragazze.- precisai scatenando una risata generale.-Cosa c’è? E’ vero!-
-Come no!-
-Stronzi.-

****


Okay, quel posto non mi piaceva. Non mi piaceva per niente.

POSSIBILE CHE IN QUEL POSTO FOSSERO TUTTI MEZZINUDI?!

Voglio dire…persino i camerieri portavano solo il papillon…e non al collo!

-Allora, chi è il futuro sposo?- domandò una ragazza che mi ricordava vagamente Erica, aveva i capelli biondi leggermente ondulati, indossava un paio di pantaloncini neri così aderenti e corti da sembrare slip e…cos’erano quelle “X “ nere situate sui capezzoli? Nastro isolante? Non era pericoloso?


-Stiles.- bisbigliò Derek stringendomi la mano.
-Cosa?-
-Smettila.-
-…di fare?- domandai confuso.
-Di fissarle il seno.-

COOOOOOSA?!

-NON- dissi ad alta voce.-Non le stavo fissando il seno!- finii poi a bassa voce.
-Certo..-
-Te lo giuro! Mi stavo solo domandando se avesse del nastro isolante sui capezzoli!-
-Cosa?!- domandò confuso.-Ma che t’importa,scusa?-
-Le farà male toglierselo..-
-Questo è assurdo.- sbuffò seguendo Scott e gli altri.
-Cosa c’è? Sei geloso?- lo provocai.- Non vuoi che guardi le tette delle ragazze?-
-Non risponderò a questa domanda.- borbottò lui, distogliendo lo sguardo dal mio.

Caaaaaaaaaaarino.

-Quindi posso guardarle?- lo provocai ancora.
-Tu fallo ed io ti apro la gola…con i denti.-
-Lupone gelosone.- risi alzandomi sulle punte per depositargli un bacio sulla bocca.-Non preoccuparti, non ho occhi che per te.-


Era bello sapere che non ero l’unico ad ingelosirsi facilmente, e poi dovevo ammettere che Derek geloso era la cosa più sexy e tenera che potesse esistere.

-Scott tu ti accomoderai qui al centro.- disse la ragazza, facendo sedere il mio migliore amico su una sedia posizionata giusto al centro della sala.-Così tutte le spogliarelliste sapranno che sei lo sposo e si concentreranno maggiormente su di te.-
-Avrei dovuto dire di essere io lo sposo.- borbottò Jackson, ricevendo uno schiaffo da parte mia.
-Chi è Derek?- domandò sempre la ragazza.

Cosa vuole questa troia da lui?!

-..io.- rispose Derek, sembrando confuso e preoccupato.
-Tu siediti là, così gli spogliarellisti verranno da te.-
-O-kay..- disse Derek andandosi a sedere dove indicato.
-Voi altri sedetevi lì, non preoccupatevi, ci saranno spogliarellisti per tutti.- disse lei, conducendoci dall’altra parte della stanza.
-Aspetti io non sono come loro!- provò ad avvisarla Jackson, senza riuscire a farsi sentire per via della musica.

Mi voltai indietro verso Derek, sentendo subito un nodo stringermi all’altezza dello stomaco. Come potevo evitare che guardasse gli altri spogliarellisti se eravamo così distanti??
Stavo quasi per raggiungerlo quando improvvisamente si spensero tutte le luci. In un secondo il palco posto davanti Scott illuminò la figura di una ragazza brasiliana con addosso solo un giubbotto di pelle nera e, già alle prime note della canzone, iniziò a spogliarsi e a muoversi sensualmente.

-VAI SCOTT!- urlarono i miei amici quando la ragazza iniziò a ballare a pochi centimetri da lui, invitandolo a toccarla.
Scott sembrava pietrificato sul posto, il viso rosso dall’imbarazzo e lo sguardo che vagava ovunque tranne che sul corpo della spogliarellista. Quando i suoi occhi incontrarono i miei, cercai di donargli il sorriso più rassicurante possibile, annuendo leggermente per incoraggiarlo. Lui ricambiò il mio sorriso e allungò una mano verso il sedere sodo della ragazza, carezzandolo nemmeno fosse un gattino.

-MA COS’E’ QUELLO, McCALL!?- urlò Jackson indignato.-TOCCALA COME SI DEVE!-
-FORZA SCOTT!- urlai anch’io.-FALLE VEDERE CHI SEI!-

Scott, incoraggiato dai nostri incitamenti, si lasciò andare ed iniziò a palpeggiare il sedere della ragazza che ben presto chiamò anche le sue colleghe, tutte vestite in modi diversi, chi da infermiera, chi da poliziotta, chi da catwoman…carini i vestiti…

Chissà come starebbe Derek vestito da medico…o meglio ancora da poliziotto! Oh Mio Dio…mi sarei fatto ammanettare volentieri alla tastiera del letto e mi sarei lasciato fare di tutto!
-Dolcezza, puoi anche toccare se vuoi.- sussurrò una voce roca al mio orecchio, risvegliandomi dalle mie fantasie.
Uno spogliarellista vestito da pompiere stava ballando davanti a me, guardandomi in modo malizioso mentre si mordeva il labbro inferiore.
-Io..uhm..- balbettai a disagio.
Era un bellissimo ragazzo ed il suo fisico era DIVINO ma…non era Derek!

A proposito di Derek! Se davanti a me c’era uno spogliarellista significava che….

-NO!- urlai voltandomi verso Derek, spaventando il “pompiere” che seguì il mio sguardo.-E’ il tuo fidanzato?- mi domandò.
-Si.- sospirai mentre osservavo impotente Derek circondato da ragazzi seminudi che si strusciavano su di lui e gli sussurravano porcherie all’orecchio.
-E’ molto sexy.-
Dire che lo uccisi con uno sguardo fu poco.
-E’ proprietà privata, giù le manine e qualsiasi altra parte del tuo corpo.- ringhiai possessivo.
-Hey non prendertela con noi spogliarellisti!- sbuffò lui.-Stiamo solo facendo il nostro lavoro!-
-Certo, approfittandovene…- sbuffai continuando a guardare Derek.

Era così ingiusto che loro, solo perché spogliarellisti, avevano il diritto di fare quelle cose a Derek ed IO che ero il suo fidanzato, dovevo stare a guardare.

Aspetta un momento….

-Come ti chiami?- domandai al pompiere.
-Tom.-
-Tom..-ripetei sorridendo in sua direzione.




-Perché stai sorridendo in quel modo? È inquietante..- disse lui deglutendo piano.
-A quanto lo vendi il costume da pompiere, Tom? Dimmi un prezzo.- dissi in un sorriso ancora più inquietante, guardando Derek come un predatore guarderebbe la sua preda preferita.


                                                                                  *



“Stiles, che diavolo stai facendo?! Ti renderai ridicolo davanti a tutti!”

-STA’ ZITTO!- esclamai al mio cervello, prendendomi la testa fra le mani.- Lo farò. Ora o mai più.- dissi prima di prendere un respiro profondo ed uscire dal bagno con indosso il costume da pompiere di Tom che, per giunta, mi andava leggermente grande.

Dannato sia Tom ed il suo fisico da armadio!

Non appena tornai nella sala, vidi i miei amici ballare e strusciarsi con gli spogliarellisti mentre Jackson, con alle spalle uno spogliarellista, stava supplicando Scott che invece se la rideva  e ballava sensualmente con una poliziotta.
Non appena vidi Derek ancora seduto e circondato dagli spogliarellisti, mi diressi verso di lui, gli occhi incatenati alla sua figura.
-Okay ragazzi, smammate.- dissi poco educatamente, spingendoli malamente lontano da Derek.- E’ il mio turno di divertirmi.-
-Stiles??- domandò Derek a bocca aperta, facendo passare più volte lo sguardo dal basso verso l’alto.
-C’è da spegnere un incendio, per caso?- sussurrai al suo orecchio, sedendomi a cavalcioni su di lui, sorridendo interiormente nel verificare che non era nemmeno leggermente eccitato. Evidentemente quei ragazzi non sapevano fare bene il loro lavoro.-Magari quello nei tuoi pantaloni?- sussurrai addentandogli il lobo dell’orecchio mentre una mano scendeva a  slacciargli il jeans per poi entrare dentro il suo intimo.
-Dove..dove hai preso il costume?- ansimò Derek divaricando maggiormente le gambe e posando le mani sui miei fianchi.
-L’ho comprato da Tom.- sussurrai iniziando a carezzarlo velocemente, prendendogli il labbro inferiore tra i denti.
-Non ho idea di chi sia questo Tom ma lo ringrazio di cuore.-  gemette quando aumentai la velocità delle carezze, lo masturbavo così velocemente da sentire la mia mano e la sua erezione divenire bollenti.
-STILES.- ansimò contro la mia bocca, contorcendosi sotto il mio peso.-Fermati, sto…sto per..-  gemette aumentando la pressione sui miei fianchi per fermarli, dato che avevo iniziato ad ondeggiare su di lui.
-Stai per venire?- domandai con voce roca al suo orecchio.-Perfetto.-
-No,Stiles..i tuoi amici..-
-Loro sono leggermente occupati in questo momento, non se ne accorgeranno.- tentai di rassicurarlo senza fermare neanche per un momento le carezze.

Trovai adorabile ed eccitante allo stesso tempo  il modo in cui Derek tentò disperatamente di non venire, mordendosi a sangue il labbro inferiore, cacciando piccoli ringhi che lo fecero somigliare ancora di più ad un lupo.
-Vieni. Vieni per me, Derek Hale.- sussurrai ancora, stringendogli la base dell’erezione facendolo quasi urlare.
Derek venne proprio in quel momento, nascondendo il viso nell’incavo del mio collo, mal trattenendo un gemito strozzato. Dio, quanto mi piaceva vederlo lasciarsi fare tutto quello che volevo. Ero quasi sicuro che se al mio posto ci avesse provato qualcun altro, molto probabilmente gli avrebbe aperto la gola con i denti, e non in modo erotico e piacevole.

-Sei un vero stronzo.- sussurrò a corto di fiato.-Continua così.-
-Quando vuoi.- risposi in una mezza risata, girandogli il viso per poter far incontrare le nostre bocche.
-Ragazzi vi state perdendo il meglio!- urlò Matt molto ubriaco, scuotendomi così forte che se non avessi avuto le braccia di Derek intorno alla mia schiena, molto probabilmente sarei caduto dalla poltroncina.
Sia io che Derek ci voltammo nella direzione che Matt ci stava indicando ed immediatamente iniziammo a ridere a squarciagola.

Perché non era una cosa di tutti i giorni vedere Jackson circondato da spogliarellisti mezzi nudi intenti a strusciarsi su di lui che urlava a squarciagola di essere etero e di non volere le loro attenzioni.
-Vai Jackson! Fai vedere chi sei!- urlai con le mani ai lati della bocca, sentendo Derek ridere come un pazzo.
-Vai a farti fottere,Stilinski!- ringhiò Jackson, sobbalzando quando un poliziotto gli ammanettò le mani dietro la schiena.-Hey! Che cazzo stai facendo?!-
-Ti arresto per troppa sensualità.- rispose questi strizzandogli una chiappa.
-Oh mio Dio! McCall smettila di filmare e toglimi da questa situazione di merda!!- urlò Jackson cercando invano di liberarsi.
-Il miglior addio al celibato di sempre!- urlò Scott riprendendo sia me che lui che urlammo come due idioti fatti…ci saremmo fatti tantissime risate riguardando quel video in futuro.
-Yo, brò! Vieni anche tu!- urlò Scott, facendo un primo piano di Derek.-Amico così non vale, sei figo anche da ubriaco!- sbuffò Scott.
-Lui è sempre figo.- dissi io, guardandolo con ammirazione.
-Siete fottutamente teneri! Scambiatevi un bacetto! Così quando sarete vecchi e flaccidi vi ricorderete dei bei tempi in cui le vostre palle non toccavano il pavimento.-
-Scott fai schifo.- sbuffai disgustato, sorridendo quando vidi Derek avvicinarsi a me.

Ci baciammo. Eccome se ci baciammo. Ci scambiammo il bacio più lungo che avessimo provato, uno di quelli che ti toglie il fiato per quanto sia profondo e pieno di parole mai dette..e che probabilmente non ci saremmo detti mai perché non ce n’era bisogno. Le mie mani corsero ai lati delle sue guance, carezzandole con dolcezza, marcando con i pollici la linea degli zigomi pronunciati, mentre lui portò una mano tra i miei capelli, arpionandosi a loro in una muta richiesta di non separarmi da lui, di non lasciarlo.

-Ti amo.- sussurrai prima che potessi rendermi conto di quello che avevo appena affermato, spalancando gli occhi per il terrore.
Derek rispecchiò a pieno la mia espressione scioccata e restò a fissarmi così per non so quanto tempo mentre io deglutivo a fatica e mi rimproveravo mentalmente per essermi lasciato scappare una cosa del genere.
-Ti amo anch’io.- sussurrò, poi, facendomi esplodere il cuore di felicità.

Felicità che riuscivo a leggere nei suoi occhi.

-Okay, vado a riprendere Jackson legato al palo da lap dance prima che questo video si trasformi in un vostro filmino porno.- rise Scott lasciandoci soli.
-Cosa hai detto?- sussurrai quando Scott se ne fu andato, poggiando la mia fronte sulla sua.-Ti prego, ti prego, ridillo.-
-Ti amo,Stiles.- disse immediatamente, baciandomi con dolcezza.-Ti amo.-


 
-Ti amo anch’io.-



******************************************************************

-Io vi odio! Odio tutti voi! Come avete potuto lasciarmi in balia di quei pervertiti?! Per poco non mi stupravano!-

Tutti quanti ridemmo allo sclero di Jackson, barcollando in mezzo alla strada per via della gran quantità di alcool che scorreva nelle nostre vene.

-Come se non ti fosse piaciuto.- ridacchiai sistemandomi meglio il giubbotto di Derek sulle spalle, a quanto pareva Tom era scomparso e con lui anche i miei vestiti.

Così mi ritrovavo mezzo nudo, con un ridicolo vestito da pompiere ed una giacca di pelle nera sulle spalle, a camminare verso la casa sul lago dei nonni di Jackson dove noi maschi avremmo passato la notte mentre le ragazze risedevano nella casa degli Argent.
-McCall se non riuscirai a liberarmi da queste manette, giuro su Dio che ti ammazzo.-

Ah, si…il poliziotto non era riuscito a trovare le chiavi per liberare Jackson dalle manette.

-Vorrei tanto prometterti di riuscirci, ma non so se posso..- borbottò Scott, reggendosi a Danny ed Ethan per evitare di cadere a terra. Lui era quello che aveva bevuto di più.
-Non puoi liberarlo…hai le mani legate..- fece una battuta,Derek, facendo ridere tutti noi.
-Hale pensavo fossi l’unico a salvarsi qui in mezzo, ma mi sbagliavo.- sbuffò Jackson.
-Beh, io pensavo tu fossi etero…- iniziò Derek, bloccandosi allo sguardo omicida del “biondo”.
-Chissà cosa dirà Lydia quando lo scoprirà.- rise Isaac.
-Lydia non dirà niente perché NON LO VERRA’ A SAPERE. Sono stato chiaro?!- urlò Jackson.
-Ma come! Abbiamo fatto il video apposta!- esclamò Matt.
-Vi uccido. Giuro che vi uccido.-
-Ma se ci uccidi chi ti libera dalle manette?- domandai confuso.
-Più che altro: Come fai ad ucciderci se hai le manette?- domandò Derek.
-Giusto!- esclamai guardando Derek, sorridendo in sua direzione.

Da quando sapevo che mi amava non riuscivo a smettere di sorridere, mi sentivo al settimo cielo, quasi come se fossi io quello che si doveva sposare.


Non potevo crederci, tutto questo tempo a chiedermi come nascondere il mio amore nei suoi confronti, a chiedermi come avrei fatto senza di lui…quando lui ricambiava il mio amore.
Per una volta le cose stavano girando nel verso giusto e sperai con tutto il cuore che non si trattasse di un altro sogno.
Derek abbassò lo sguardo per legarlo con il mio e sorrise a sua volta, chinandosi per potermi baciare per la millesima volta.
Tutta quella dolcezza sarebbe stata la mia fine.


-Ti amo.- dissi per la milionesima volta, non potendo farne a meno.
-Ti amo.- ripeté lui prima di riprendere a baciarmi.
-Che schifo.- sbuffò Jackson.-Mi fate salire il diabete.-
-Jacky biondo lasciali stare! Sono così caaarini!- rise Scott barcollando verso di noi.
Per poco non cadde a terra e fortunatamente Derek aveva dei riflessi perfetti, afferrandolo prima che si sfracellasse al suolo.
-Scott, ma quanto hai bevuto?- domandai preoccupato.
-Taaaanto.- rise lui, aggrappandosi a Derek.- Mi mancava troppo Allison.-
-Oh mio Dio.- risi scuotendo la testa.-Sei un caso perso, non riesci a non pensarla nemmeno con mille ragazze seminude davanti ai tuoi occhi.-
-Disse colui che, con mille spogliarellisti ai suoi piedi, si è vestito da pompiere ed ha fatto una sega al suo ragazzo.- borbottò Scott, facendo immobilizzare sia me che Derek.
-Voi..voi avete visto ?- domandai grattandomi il mento.
-Oh si, abbiamo visto.- rise Danny.- TUTTO.-
-Merda..- sospirai sorridendo verso Derek, sperando di intenerirlo.- Ops!-
-Giuro che me la paghi.- sbuffò lui, non sembrando per niente arrabbiato.

I miei sorrisini funzionavano sempre.


Dopo aver camminato per non so quanto tempo, finalmente giungemmo alla casa dei nonni di Jackson, passando in prossimità del lago. Guardando quella distesa d’acqua illuminata dalla luce della luna, sentii dei brividi percorrermi la schiena, facendomi tremare da capo a piedi. Strinsi forte gli occhi e scossi la testa, cercando di non riportare a galla spaventose immagini ancora annidate nei meandri della mia mente.
-Scott, attento!- esclamò Derek quando Scott per poco non inciampò nel piccolo ma pericoloso dirupo che portava direttamente al lago.
Immediatamente il mio cuore iniziò a battere fortissimo e respirare divenne improvvisamente difficile.
-Allontanatevi da lì, per favore.- dissi con un filo di voce, non riuscendo a parlare.
I miei amici si voltarono verso di me e mi guardarono consapevoli di quello che mi stava passando per la testa, così si allontanarono dal dirupo per farmi stare più sicuro.

Ma Scott era troppo ubriaco per capire cosa stesse succedendo e per darmi retta, così inciampò nuovamente nei suoi passi, cadendo verso il dirupo.
-Scott!- urlai correndo verso di lui.
Derek fu più veloce di me e riuscì ad afferrare Scott per la maglietta e tirarlo in salvo…cadendo lui al suo posto.
L’urlo che cacciai fu così forte da spaventare dei corvi rannicchiati su un albero che volarono via, facendo cadere piccoli rametti e foglie sulle nostre teste.
L’ultima cosa che vidi fu Derek sbattere la testa sul tronco di un albero per poi venire inghiottito nelle acque scure e profonde del lago.


Non sapevo quello che stavo facendo e non pensai al fatto che non avessi mai imparato a nuotare o al fatto che se mi fossi tuffato sarei potuto morire annegato o semplicemente divorato dai flashback.
Ma non m’importava, tutto ciò che sapevo era che dovevo salvare Derek e che non sarei rimasto a guardare l’acqua prendersi un’altra vita. No, non questa vota. Non con Derek.

-Stiles, che fai?! Sei impazzito?!- urlò Jackson quando vide togliermi la giacca di pelle.
-Ha perso i sensi! Morirà se non lo salviamo!- urlai con gli occhi puntati nel punto in cui era scomparso Derek.
-Fai andare Danny! Lui pratica nuoto!- provò ancora.
-Siete tutti troppo ubriachi, io non ho bevuto niente!- esclamai quando vidi Danny non riuscire nemmeno a togliersi la felpa.
-Stiles, ti prego! Non farlo!- provò Matt.-Vado io!-
Ma non potevo far andare lui, non vedendo Isaac spaventato aggrapparsi alla sua maglia…non era compito suo salvarlo.

Prima che gli altri dicessero qualcos’altro, scesi con cautela il dirupo, inciampando varie volte, aggrappandomi ai tronchi degli alberi per non sbattere la testa a terra e, una volta raggiunta l’acqua, presi più fiato possibile, cercando di non pensare a quanto fosse buio là sotto e al fatto che Derek si trovasse lì, e mi tuffai.
L’acqua gelata del lago ebbe lo stesso effetto che avrebbero avuto dei coltelli infilati nella carne, e nonostante avessi gli occhi spalancati, non riuscivo a vedere niente, se non delle bollicine provenire dal basso.
Agitai i piedi e mani, cercando di seguire quelle bollicine e di raggiungere il prima possibile Derek, sentendo già il mio fiato venire meno.
Quando intravidi la sua sagoma, mi sentii come rinato e misi ancora più forza nei movimenti nonostante fossi stremato per lo sforzo.
Agguantai la sua maglia e lo avvicinai a me, circondandogli la schiena con un braccio per poi nuotare il più velocemente possibile verso l’alto.



 

-Eccoli lì!- urlò Jackson quando le nostre teste sbucarono fuori dall’acqua.-Aiutateli, presto!- urlò quando vide che faticavo a tornare vicino il terreno.
Danny e Matt si tuffarono in acqua per aiutarci a raggiungere la riva mentre Isaac e Boyd si erano tolti i giubbotti per poterci riscaldare una volta tornati a terra. Jackson,invece, cercava di rassicurare Scott che stava piangendo per quello che aveva fatto.
Quando Ethan mi portò a riva, non accettai nemmeno il cappotto di Isaac ma mi fiondai verso Danny, spingendolo malamente di lato per potermi inginocchiare davanti Derek, ancora disteso a terra…ancora con gli occhi chiusi.

-Derek?!- lo chiamai tremando sia per il freddo che per la paura, colpendogli il viso.-DEREK ANDIAMO!!- urlai dandogli veri e propri schiaffi sul viso.-RAGAZZI! NON RESPIRA!- urlai tra le lacrime, sentendo un attacco di panico alle porte.
 


Matt fu subito al mio fianco, ma non appena cercai di ricolpire il viso di Derek, lui mi spinse di lato e si mise a cavalcioni su lui, aprendogli la bocca per poterci pressare sopra la sua.
-Che stai facendo?!- urlai cercando di riavvicinarmi, ma Boyd mi bloccò da dietro, sollevandomi da terra.-Lasciami! Lasciami, Boyd!- ringhiai agitando i piedi all’aria.- Sta morendo! Devo salvarlo!-
-Lo sta salvando, calmati!- provò a farmi ragionare.
-LASCIAMI!- urlai dimenandomi con tutte le mie forze.
-Stiles, calmati.- provò Isaac, prendendomi il viso tra le mani.


‘Stiles, calmati’

‘Stiles,calmati’

-Stiles, calmati.- disse la psicologa quando le lanciai l’unica cosa che avessi a portata di mano, il mio peluche.
-Vada via! Non voglio parlare con lei! Voglio la mamma! Dov’è la mamma?!- urlai rannicchiandomi contro l’angolo della stanza, abbracciandomi le ginocchia al petto.
-Stiles, io non sono cattiva, ok? Non voglio farti niente. Voglio solo vedere se ricordi qualcosa..qualsiasi cosa di quella notte.-
-Io non ricordo niente, voglio la mamma.- piansi con la testa poggiata sulle mie ginocchia.
-Stiles, la mamma non c’è più…e tu lo sai.- provò ancora la donna, inginocchiandosi davanti a me.-So che lo sai.-
-Voglio la mamma.-
-Stiles..-
-MAMMA!!- strillai sentendo il fiato venirmi meno, annaspando in cerca d’aria.
-STILES?!- mi chiamò la psicologa, chiedendo aiuto.
-Basta così.- ringhiò mio padre entrando nello studio e prendendomi in braccio.-Gli avete inflitto abbastanza dolore.-
-Mamma..-singhiozzai abbracciando forte mio padre.
-Lui sa. Lui ricorda.- continuò la donna.- Se solo riuscissimo a sapere meglio i fatti, forse capiremmo com’è potuto succedere!-
-No.- la interruppe lo sceriffo.- Claudia non vorrebbe questo. Adesso se non le dispiace, devo occuparmi di mio figlio.- e, detto questo, se ne andò dallo studio, stringendomi a sé.





-DEREK, CAZZO!- urlò Matt disperato, soffiando nuovamente nella sua bocca.
Quando vidi Derek spalancare gli occhi e tossire per poter sputare l’acqua ingerita, mi sentii così sollevato da afflosciare ogni arto. Sentivo le mie gambe e le mie braccia così molli da sembrare gelatina, e fu per questo motivo che caddi a terra quando Boyd lasciò la presa su di me.
-Grazie a Dio.- sospirò Matt, sdraiandosi accanto a Derek ancora confuso.
-Cos’è successo?- domandò Derek guardandosi intorno, tossicchiando ancora.
-DEREK!- urlai strisciando verso di lui, circondandogli il collo con le braccia, stringendolo così forte da rischiare di soffocarlo ancora.
-Stiles.- sussurrò lui, abbracciandomi forte.-Hey, shhh.- cercò di rassicurarmi quando vide le mie spalle sussultare per via dei singhiozzi.
-Stai bene.- singhiozzai tra le lacrime, arpionandomi disperatamente ai suoi capelli, sgranando gli occhi quando vidi le mie mani colorarsi di rosso.-Stai sanguinando!- urlai impaurito.
Lui si toccò il retro della testa ed assunse un’espressione di dolore, probabilmente quello era il punto in cui aveva sbattuto con la testa.
-Jackson, porta Stiles e gli altri a casa. Io porto Derek in ospedale.- disse Matt cercando di separarmi da Derek.
-No! Vado con lui!- strillai aumentando la presa su Derek.
-Stiles, no. Sei troppo sotto shock, vai a casa, fatti una doccia e cerca di calmarti.- provò Matt, parlandomi con premura.-Vedrai Derek dopo.-
-Io…- sussurrai guardando Derek come se avessi paura di vederlo scomparire da un momento all’altro.
-Vai, starò bene. Ti raggiungo appena mi sarò fatto visitare.- disse lui, carezzandomi una guancia.
-Prometti.-
-Promesso.-

Sospirai sconfitto e mi allungai per schioccargli un ultimo bacio dal quale difficilmente riuscii a staccarmi, dopodiché mi avvicinai a Scott, ancora accovacciato a terra e scosso da singhiozzi.
-Scott.- lo chiamai inginocchiandomi davanti a lui, scostandogli le mani da davanti al viso.-Non è stata colpa tua.-
-E’ caduto per salvare me! Avrei dovuto bere di meno! È colpa mia! Per poco non facevo morire il tuo ragazzo nello stesso modo di…mi dispiace così tanto,Stiles!- esclamò Scott fiondandosi tra le mie braccia.
-E’ stato un incidente, poteva succedere a chiunque, nessuno ti incolpa per questo.- sussurrai carezzandogli i capelli.-L’importante è che non sia successo niente.-
-Non berrò mai più, promesso!-
-Non voglio che tu mi prometta questo.- dissi in tono severo.-Voglio che tu mi prometta che non ti darai la colpa per ciò che è avvenuto.-
-Ma-
-Prometti,Scott.-
-…ci proverò.-
-Bravissimo, ora andiamo a casa.- sussurrai dolcemente, aiutandolo a rialzarsi, ritornando verso casa insieme agli altri.


******************************************

Era passata un’ora e mezza e Derek ancora non era tornato. Mi ero fatto la doccia, mi ero messo il pigiama, avevo preparato due tisane ed avevo anche preparato i vestiti puliti per Derek cosicché non avesse dovuto sforzarsi troppo.
Avevo provato a chiamare Matt ma non mi aveva risposto e stavo per dare di matto…di nuovo! Quanto ci voleva per un controllo? Che in realtà fosse più grave di quanto pensavamo? Che Derek in quel momento si trovasse in coma, disteso su un letto, in fin di vita? Che gli si fosse aperta la testa mentre andavano in ospedale? Che avessero fatto un incidente con la macchina durante il tragitto???

Sobbalzai quando vidi la porta della camera aprirsi e mostrare la figura di Derek con la testa fasciata.
-Derek!- esclamai saltando giù dal letto per gettarmi tra le sue braccia.-Meno male sei qui! Stavo per impazzire e…come stai? Che hanno detto? È grave? Ti fa male?-
-Stiles!- esclamò sorridendo divertito, posando entrambe le mani sulle mie spalle.-Calmati, sto bene, la botta è stata forte ma non abbastanza da danneggiare qualcosa ed avere ripercussioni. In compenso mi hanno messo parecchi punti e fa un male cane.-
-Che bello! Cioè, non mi riferisco ai punti ma al fatto che stai bene.- balbettai afferrandogli la mano per poi condurlo vicino al letto.-Ti ho preparato già il pigiama, ed in bagno è già tutto pronto, non devi fare altro che lavarti e riposarti.-
-Stilees.- sbuffò sorridendo.-Per quanto tempo hai intenzione di occuparti di me?-
-Per sempre.- risposi immediatamente, spingendolo delicatamente verso il bagno.- Vuoi che ti aiuti a lavarti?-
-Lo sai che non ho perso l’uso delle braccia,vero?- domandò ironicamente.
-Lo sai che non devi sforzarti troppo, vero?- lo sfidai entrando nel bagno con lui, aiutandolo a spogliarsi.
-Non vedo come lavarsi richieda tutto questo sforzo.- borbottò lasciandosi aiutare.
-Sta’ zitto e lascia che mi prenda cura di te.- sbuffai slacciandogli la cintura, abbassandogli i pantaloni mentre lui scalciava via le scarpe.
-E pensare che questa cosa poteva essere fatta per cose più piacevoli.- sussurrò piano ma io lo sentii ugualmente.
-Non è detto che non succederà.- sussurrai guardandolo negli occhi.-Non appena ti sarai ripreso.-
-Se ti dicessi che mi sono già ripreso, mi crederesti?- provò con un sorriso furbo, facendomi sorridere a mia volta.
-No. Stupido.- risi, carezzandogli gli addominali.-Entra nella doccia.- sussurrai sulle sue labbra, baciandole velocemente.
-Signorsì.- sospirò eseguendo i miei ordini, lasciando che il getto dell’acqua calda lo investisse.
Quando lo vidi chiudere per un attimo gli occhi e tossire, lo voltai verso di me e gli presi il viso tra le mani.
-Stai bene?- domandai preoccupato.
-Si, scusa.- disse con voce grave.-E’ solo che ho avuto la sensazione di…- cercò di finire la frase ma ricominciò a tossire.
-Annegare?- domandai consapevole.
Derek annuì e chiuse forte gli occhi, era la prima volta che lo vedevo così…vulnerabile. Derek poteva anche avere un fisico imponente ed un carattere dominante, ma aveva bisogno anche lui di qualcuno che si occupasse di lui, che lo sorreggesse…e, GIURO, quel qualcuno sarei stato io.
-Hey.- sussurrai piano, accarezzandogli delicatamente gli zigomi.-Concentrati sulla mia voce, ok? Stai bene, va tutto bene, sei al sicuro.- dissi con dolcezza, baciandogli piano il centro del petto, proprio lì dove riuscivo ad avvertire perfettamente il suo cuore VIVO, battere forte.-Non sei solo, ci sono io con te.-
Derek riprese a respirare regolarmente ed aprì lentamente gli occhi, guardandomi come se fosse la prima volta che mi vedesse.
-Ti amo.- sussurrò portando le braccia intorno al mio collo, avvicinandomi finché le nostre fronti non si scontrarono.
-Ti amo anch’io.- sussurrai in risposta, baciandolo dolcemente.

Alla fine riuscii a lavare Derek che semplicemente si rilassò e si lasciò coccolare, ricordandomi quasi un bambino. Nonostante lo avessi nudo e bagnato davanti a me, nemmeno per una volta i miei gesti o i miei pensieri divennero maliziosi, eravamo entrambi troppo presi dall’idea di essere ancora vivi e di amarci. I miei occhi, però, venerarono ogni parte di quel corpo, vista della quale non si sarebbero mai abituati.
Ridemmo insieme mentre lo chiamavo “Amore di mamma” e lo vestivo, trattandolo come fosse mio figlio, e ridemmo anche quando  provai a prenderlo in braccio, rischiando di  farmi venire un’ernia.
-Sarò una madre pessima.- ironizzai rimboccandogli le coperte.
-Ma un padre straordinario.- disse lui, seguendomi con lo sguardo finché non mi posizionai sotto le coperte, accanto a lui.
-Dici?- domandai sorridendo.- Spero di poter essere come mio padre.- sospirai.- Lui è stato ed è tutt’ora il mio eroe.-
-Sono sicuro sarai come lui.- mi rassicurò,Derek, carezzandomi una guancia, assumendo un’aria pensierosa.
-Cosa c’è?- domandai aggrottando le sopracciglia.
-Non avevo idea..- sussurrò lui, lo sguardo perso.- Visto dall’esterno sembri così fragile…e invece…-
-Di che stai parlando?- domandai confuso.
-Matt mi ha parlato di quello che è successo a tua madre..- disse tristemente.-Non l’ha fatto apposta, era convinto che io sapessi tutto, visto che sono..sai, il tuo ragazzo.-
-Oh..- dissi schiarendomi la gola, non sapendo da dove iniziare.
-Sei così forte.- sussurrò lui, continuando a venerarmi il viso con le sue carezze.-Come hai fatto a non cadere a pezzi? Come hai fatto ad andare avanti?-domandò con sempre più ammirazione nella voce.
-Non lo so..- ammisi.- Non sono nemmeno sicuro di essere andato avanti. Non riesco nemmeno a parlarne con qualcuno, ho semplicemente finto di non ricordare niente perché, sai, così sarebbe stato più facile…o almeno così la pensavo.-
-Non è mai un bene non parlarne e tenere tutto dentro.- disse Derek.
-Lo so.- sospirai.-Ma non sono mai riuscito ad aprirmi con nessuno.-
-Potresti provarci con me.- provò.

Fissai i miei occhi nei suoi e in un attimo tutto il resto si offuscò, come se tutta la stanza fosse immersa nella nebbia, tutto era offuscato…tutto tranne Derek, tranne i suoi occhi, occhi profondi, occhi sinceri, occhi che ti guardavano senza giudicarti, occhi che sapevo avrei sempre trovato pronti a salvarmi.

-‘kay.- dissi schiarendomi la voce, sollevandomi per poter poggiare la schiena alla tastiera del letto.-Avevo otto anni quando successe.- iniziai a raccontare, tenendo gli occhi fissi sulle mie mani che già avevano iniziato a tremare.- Io e mamma amavamo il bosco e la natura, papà si arrabbiava sempre quando scopriva che eravamo andati lì…- dissi sorridendo al ricordo di mio padre che toglieva dei pezzetti d’erba tra i capelli di mia madre che si ostinava a dire di non avere la minima idea di come fossero finiti lì.-Lui diceva che era pericoloso andare nel bosco, potevamo ferirci, cadere…ma la verità era che aveva paura di Gale.-
-Chi è Gale?- domandò Derek.
-Era un vecchietto che viveva in una casetta costruita da lui nel bosco. Aveva perso la moglie ed i tre figli in un incendio che molti credevano fosse stato appiccato da lui ed era…sai, impazzito.-
-Era pericoloso?- domandò ancora Derek.
-Tutti pensavano di si. Beacon Hills è da sempre stata una cittadina superstiziosa ed un uomo a cui la famiglia muore bruciata e che va a vivere nel bosco..beh, non era ben visto.- ammisi.-Ma mamma mi diceva sempre di non preoccuparmi, che non si può giudicare una persona se non la si conosce per davvero. Così continuammo a fare le nostre escursioni nel bosco, finché una volta non raggiungemmo il lago.-
Arrivato a quel punto del racconto, la mano di Derek corse a cercare la mia, sapendo che stava per arrivare la parte più difficile.
-Ovviamente sia io che la mamma ce ne innamorammo e non passò molto che lei decise di comprare una canoa per poterlo attraversare. Era così bello andare sulla canoa con lei, vedere l’acqua riflettere i raggi del sole mentre lei mi leggeva qualche libro o mi raccontava delle favole. Quel lago era diventato il “nostro rifugio”…si, così lo chiamava..- sussurrai sorridendo tristemente.-Ma quel lago altro non era che l’inferno…- dissi con voce quasi arrabbiata.-Papà l’aveva detto di non andarci, quel giorno. Aveva avvisato la mamma che c’era una bufera in arrivo…ma io ci tenevo così tanto ad andarci che iniziai a supplicarla di portarmici anche solo per cinque minuti….e lei non riusciva mai a dire di no alle mie suppliche.- dissi con voce incrinata, asciugandomi velocemente una lacrima sfuggita al mio controllo.- “Solo per cinque minuti” mi aveva detto mentre remava e ci portava al centro del lago, sorridendo alle mie grida di gioia…-
-Okay, basta così.- disse Derek.-Non sei costretto ad andare avanti.-
-No.- dissi stringendogli la mano.-Devo riuscirci, devo raccontare fino in fondo questa storia.-
-Sei sicuro?- domandò Derek poco convinto.
-Si.-
-D’accordo..-
-…successe tutto così velocemente che non riuscii nemmeno a comprendere cosa stesse realmente accadendo. Il cielo si era oscurato in un battito di ciglia ed il vento soffiava così forte da spostare la canoa ancora più a largo senza che mamma riuscisse a fermarla. I tuoni erano così forti da far tremare ed agitare l’acqua che era diventata nera e scura come un grande buco nero che pian piano ci stava risucchiando.- narrai sentendo le labbra tremare, le immagini che si susseguivano velocemente nella mia mente.-Io andai immediatamente nel panico ed iniziai a strillare per la paura mentre mia mamma cercava di remare verso riva e di farmi calmare, ma era tutto inutile, il vento era troppo forte e la canoa iniziò ad oscillare pericolosamente. Ricordo ancora mamma stringermi forte a lei quando entrambi cademmo dalla canoa, ricordo la sensazione di annegare, il respiro sempre più affannoso di mia madre mentre con un braccio mi teneva su e con l’altro cercava di nuotare verso la riva. Ricordo che mi supplicava di non mollare e di respirare, ricordo la sua promessa che ce l’avrei fatta…ricordo i suoi occhi illuminarsi di felicità e di speranza quando Gale dalla terra ferma puntò la torcia verso di noi, ricordo il suo ultimo “ti voglio bene” prima di spingermi verso Gale che si era tuffato per salvarci mentre lei si lasciava annegare ormai allo stremo. Ricordo il mio tentativo vano di afferrarla mentre quell’uomo cercò di salvare almeno uno di noi, ricordo di aver chiamato mia mamma tante di quelle volte da perdere la voce, ricordo la paura che ebbi quando rimasi da solo con Gale, quell’uomo che tutti descrivevano come pazzo e ricordo di come scappai in mezzo al bosco mentre lui chiamava qualcuno.-
-Stava chiamando tuo padre…- disse Derek.
-Già, lui era bravo, voleva solo aiutarmi ma io ero così scioccato, così spaventato. Volevo solo svegliarmi tra le braccia di mia madre, sentire il suo profumo, constatare che era stato solo un incubo…ma sapevo che non sarebbe successo. Sapevo che non avrei più rivisto mia mamma.-
-Stiles..- sussurrò portando una mano ad asciugarmi le lacrime.
-Passai tutta la notte rannicchiato contro un albero, circondato dal buio e dal freddo…finché mio padre , insieme ai suoi uomini, non mi trovò e mi portò a casa.-
-E’ per questo che hai paura del bosco?- domandò piano.
-Si..-
-Mi dispiace tanto. Lo sai che non è colpa tua,vero?-
 Sospirai piano e mi distesi nuovamente, lasciandomi abbracciare da lui.
-Che n’è stato di Gale?- domandò dopo un po’.
-Dopo ciò che era successo, fui convocato da vari psicologi che facevano vedere di volermi aiutare…ma che in realtà volevano solo estorcermi notizie sufficienti per incolpare ed incarcerare Gale così da toglierlo di mezzo.-
-Merde.- ringhiò Derek.
-Già, ma io finsi di non ricordare niente così che lasciassero in pace sia me che lui. Mio padre ed io andammo ogni giorno a trovarlo, portandogli qualche dolce o altre cose, a volte rimanevamo fino a tardi così da fargli compagnia e scoprimmo che in realtà non era pazzo, anzi, era una bravissima e dolcissima persona…pensa che iniziai a chiamarlo persino “nonno”.- dissi sorridendo al ricordo.-Gli siamo rimasti vicino fino alla fine.-
-Com’è morto?- domandò triste.
-E’ morto di vecchiaia, tranquillo…almeno lui non ha sofferto.-
-Meno male.-
-Già.-
-Hai visto? Ce l’hai fatta.- sussurrò Derek, baciandomi la tempia.
-Posso dirti una cosa?- domandai piano, intrecciando le nostre dita.
-Qualsiasi cosa.-
-E’ da quando ho dormito per la prima volta con te…che non faccio più incubi su quel giorno.-
-Davvero?- domandò meravigliato.
-Si. Sei la mia ancora, Derek.-
Lui sorrise e mi strinse più a sé, cullandomi piano.
-E tu la mia.-















EEEEEEEEEEEEEE NIENTE, E’ LA PRIMA VOLTA CHE PIANGO MENTRE SCRIVO ^^’ , NON AVETE IDEA DI QUANTO SIA STATO DIFFICILE SCRIVERE DELLA MORTE DI CLAUDIA, DAVVERO IO… MI ODIO DA SOLA PER AVERLA FATTA MORIRE IN QUESTO MODO, MA HO PENSATO CHE ALMENO ERA MORTA PER SALVARE SUO FIGLIO, DIMOSTRANDO QUANTO PUO’ ESSERE FORTE L’AMORE DI UNA MADRE E…NO, VABBE’, NON CI SONO SCUSE PER QUELLO CHE HO SCRITTO. PERDONATEMI xD
SPERO DI AVER FATTO CHIAREZZA SULLA FOBIA CHE STILES HA PER IL BOSCO E SPERO CHE, TUTTO SOMMATO, IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO.
C’E’ ANCHE IL LORO PRIMO “TI AMO”! (E DI QUESTO SONO STRAFELICE, FINALMENTE L’HANNO DETTO *PARLA COME SE LA STORIA NON L’AVESSE SCRITTA LEI*), E POI…NON SAPREI SE TROVARE PIU’ BELLA LA SCENA DI STILES VESTITO DA POMPIERE SEXY O JACKSON CIRCONDATO DA SPOGLIARELLISTI ED AMMANETTATO, A VOI LA SCELTA Xd
MI VORREI ANCHE SCUSARE PER IL RITARDO E VI RINGRAZIO PER LA VOSTRA PAZIENZA E PER LE VOSTRE RECENSIONI! BACI <3<3<3
 
P.S. ECCO TOM ED IL SUO COSTUME DA POMPIERE ;)

 
 

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Capitolo 11
*** Give me everything tonight. ***


GIVE ME EVERYTHING TONIGHT <3 .
 


Mi svegliai esattamente alle 4:03 del mattino per via dei mormorii provenienti da Derek che non faceva altro che agitarsi sotto le coperte.
Mi strofinai gli occhi assonnati ed accesi la lampada sul comodino per poter vedere meglio, Derek stava ancora dormendo, ma che non stesse avendo sogni tranquilli si poteva vedere dai suoi occhi serrati o dal modo in cui continuava ad agitarsi inconsciamente.
-Derek..- sussurrai piano, carezzandogli delicatamente una guancia, scoprendo la sua pelle incredibilmente calda…più del solito.-Hey, va tutto bene.- sussurrai ancora, riuscendo a calmarlo senza svegliarlo.
Non appena smise di dimenarsi, poggiai delicatamente le labbra sulla sua fronte leggermente imperlata di sudore e sospirai nel constatare che aveva la febbre, ed in effetti era anche normale, dato che aveva passato molto tempo con i vestiti fradici.
Mi alzai dal letto ed infilai i piedi dentro le pantofole, raggiungendo l’armadio per poter cacciare fuori una coperta spessa con la quale coprii Derek per tenerlo al caldo e, dopo avergli dato un dolce bacio sulla fronte (solo per potergli misurare la febbre,eh) scesi al piano di sotto e mi diressi nell’immensa cucina( ma, in effetti, cosa non era immenso in quella casa?) e misi un po’ d’acqua a bollire, cercando le bustine per le tisane negli spartimenti.
-Possibile che i nonni di Jackson non abbiano delle cazzo di tisane?!- ringhiai con la testa completamente immersa nel mobile.
-Probabilmente berranno solo vodka.-
La voce del mio migliore amico mi prese così di sorpresa da farmi sbattere la testa contro il mobile, facendomi sibilare dal dolore.
-Scott!- dissi a denti stretti, massaggiandomi il punto appena colpito.- Che diavolo ci fai sveglio a quest’ora?-
-Non avevo sonno..- mormorò sedendosi su uno sgabello.
-Tu??- domandai sorpreso.-Colui che potrebbe seriamente andare in letargo??-
-Diciamo che non riuscivo a dormire..- sussurrò lui, tracciando dei cerchi invisibili sul tavolo.
-Scott..- sospirai dolcemente, poggiando i gomiti sul tavolo per poi prendergli le mani tra le mie.- Non è stata colpa tua.- ripetei per la millesima volta, cercando di legare i nostri sguardi.
Lui fece una smorfia, non credendo alle mie parole, ma trovò il coraggio di guardarmi in faccia.
-Lui come sta?- domandò titubante.
-Sta bene, a parte la febbre.- ammisi annuendo piano.
-LA FEBBRE??- domandò spalancando gli occhi.
-Calma,Scott.- risi alla sua preoccupazione.-E’ solo un po’ di febbre, niente che non possa passare.-
-Posso fare qualcosa? Qualsiasi cosa!- domandò sporgendosi verso di me, lo sguardo supplichevole.
-Non devi sdebitarti con nessuno.- sbuffai.
-Ok ma almeno lascia che ti aiuti! Ti prego!- supplicò giocando la carta degli occhi da cucciolo.

Odiavo quella carta.

-E va bene!- sospirai sconfitto.-Cerca quelle maledette bustine. L’acqua sta bollendo ed io non so come fargli una tisana.-
-Signorsì!- esclamò contento, accennando ad un saluto militare prima di mettersi all’opera.
 

Ovviamente non ci furono versi per convincere Scott a tornarsene a letto, così mi ritrovai in camera mia insieme al mio migliore amico che non riusciva a staccare gli occhi dalla figura ancora dormiente di Derek.
-Non me lo perdonerò mai.-sussurrò più a se stesso che a me.
-Lo so.- sospirai posando la tisana fumante sul comodino per poi sedermi accanto a lui.-Ed io passerò ogni istante della mia vita a ricordarti che non è stata colpa tua.-
-Non devi farlo se non ci credi davvero.-
-Scott, se ti avessi reputato colpevole.- dissi voltandogli il viso verso la mia direzione.-Ti avrei già preso a pugni e lo sai.- finii la frase con determinazione.-Non sarebbe la prima volta che ti prendo a pugni.-
-Lo so.- rise lui.-E devo dire che picchi come una femminuccia.-
-Ah si?- domandai sollevando un sopracciglio.-Forse è passato troppo tempo dall’ultima volta che ti ho dato un pugno, dovrei rinfrescarti la memoria.- e, detto  questo, finsi di prepararmi a dargli un pugno, indirizzando la mia mano chiusa verso il suo viso, deviando direzione all’ultimo momento per poterlo abbracciare.
Sentii la risata del mio migliore amico rimbombarmi nell’orecchio e le sue braccia avvolgermi forse fin troppo forte ma non m’importava, avrei sopportato volentieri la sordità o lo strozzamento se questo equivaleva vedere “mio fratello” felice.
-Ti ripeterò fino alla fine ciò che non è stata colpa tua, che tu ci creda o meno..- sussurrai contro la sua spalla.-Proprio come tu hai fatto con me.-
Lui rimase in silenzio per un po’ prima di sospirare contento e stringermi più forte.-Ti voglio bene.-disse a bassa voce.
-Te ne voglio anch’io.- risposi immediatamente.

Sobbalzammo quando Derek iniziò ad agitarsi nuovamente e in un attimo gli fummo accanto, Scott in piedi al lato del letto, io in ginocchio sul materasso, dall’altro lato.
-Derek.-sussurrai piano, prendendogli il viso tra le mani.-Derek, calma. Va tutto bene.-
Lui aprì a fatica gli occhi e deglutì un paio di volte, come se non riuscisse a parlare.
-Scott portagli la tisana.- dissi con calma, per non far agitare Scott, mentre aiutavo Derek a mettersi seduto.
Scott si precipitò verso il comodino, rischiando di sbatterci la faccia contro, e in un secondo fu accanto a Derek, porgendogli la bevanda calda.
Derek accettò la tazza e ringraziò Scott con un cenno della testa prima di portarsela alle labbra e prenderne un lungo sorso, lasciando che la bevanda calda gli riscaldasse la gola.
Io nel frattempo ero andato a bagnare con dell’acqua fredda un piccolo asciugamano che poi riposi sulla fronte di Derek, carezzandogli dolcemente i capelli.
-Ti senti meglio?- gli domandai quando finì di bere la tisana.
-Si, grazie.- sussurrò guardando sia me che Scott.- Che cos’ho?- domandò confuso.
-Sei serio?- gli domandai sollevando entrambe le sopracciglia.-Non hai mai sentito parlare di “febbre” ?-
-Si, certo.- borbottò imbronciandosi.-E’ solo che non ho la febbre da…quando ero piccolo.-
-Davvero??- domandai meravigliato.
-Si.- ammise con un’alzata di spalle.
-Che culo.- ringhiai frustrato.-Ed io che ormai ci ho fatto l’abbonamento.-
A quel commento sia Derek che Scott scoppiarono a ridere, facendomi imbronciare il doppio.
-Oh bravi, ridete anche delle mie disgrazie.- dissi fintamente offeso.- Ma ricordate che sono io quello che si prende cura di voi quando vi ammalate.-
-Ti ci vedo bene vestito da infermierina sexy.- mi prese in giro,Scott, facendo ridere Derek ancora più forte.
-Ahia.- si lamentò Derek, premendosi una mano sulla fronte.
-Ecco, questo è quello che ti succede quando ridi del tuo fidanzato. Ben ti sta.- dissi cacciando la lingua da ragazzo maturo qual ero.
-D’accordo io…io credo che me ne andrò a dormire, se a voi non dispiace.- disse Scott in uno sbadiglio.
-No, vai pure.- dissi sbadigliando a mia volta.-Rimango io con Derek, ovviamente.-
-Buonanotte Scott.- disse Derek.- E grazie per esserti occupato di me.-
-Tutto pur di sdebitarmi.- disse Scott facendo il giro del letto.
-Non hai niente da- provò Derek, ma Scott lo bloccò agitando una mano a mezz’aria.
-Sisi.- sbuffò sdraiandosi accanto a Derek, nel MIO lato del letto.
-Ehm..Scott?- lo chiamai quando vidi che si era addirittura messo sotto le coperte.-Che stai facendo?-
-Non è ovvio?- sentii la sua voce provenire da sotto le coperte.-Dormo.-
-Qui?- domandai inarcando un sopracciglio.
-Si,qui.- sbuffò.-Non lascerò Derek da solo.-
-Ma ci sono io con lui!-
-Bene, resterò qui nel caso ti servisse un aiuto.-
-SCOTT.- dissi a denti stretti.-VAI A LETTO.-
-Ci sono già.-
-NEL TUO LETTO.-
-Vacci tu.-
-Scott giuro che ti uccido.-
-Sese.-
-SCOTT IO-
-Dai, lascialo stare.- sbuffò Derek.-Se vuole stare con noi non vedo che problema ci sia.-
-Tu non devi assecondarlo!- esclamai esasperato.-Se lo assecondi, lui lo prenderà a vizio e verrà sempre a dormire con noi!-
-E allora?- domandò Derek massaggiandosi le tempie.
-Allora? Allora?? Non voglio fare un menage a troi con il mio migliore amico!-
-Ti sento.- disse Scott.
-Tu stai zitto e dormi.- ringhiai.
-Stiles non parlargli così.- mi ammonì Derek.
-Lo sai che in questo momento sembriamo una coppia sposata, vero?- domandai nervoso.
-Davvero?- domandò Derek sorridendo, sembrando felice della cosa.
-Si, io sono la mammina cattiva ed acida che cerca di educare il figlio, in questo caso interpretato da Scott, a dormire da solo e ad essere indipendente, e tu se il padre buono e gentile che gli permette di fare tutto quello che vuole, viziandolo.-
-Mi piace papà Derek, molto meglio di mamma Stiles.- disse Scott, ricevendo uno schiaffo da parte mia su quella che doveva essere la testa.
-Anche tu mi piaci come figlio,Scott.- disse Derek, sorridendo al mio sbuffo.- Ma credo che mammina sia un po’ gelosa di noi due.-
-Non sono geloso.- dissi a denti stretti, incrociando le braccia al petto.-Non ne vedo il motivo dato che tu ami SOLO ME e nessun altro.-
-Nessun altro.- ripeté Derek afferrandomi i polsi per trascinarmi verso di lui, facendomi sdraiare sul suo corpo.-Amo solo te.- sussurrò contro il mio orecchio, circondandomi la schiena con le braccia.


E fu così che mi addormentai sereno, al sicuro tra le sue braccia, il suo petto come cuscino ed il battito regolare del suo cuore come ninna nanna.

**************

Quando verso le 10.30 mi svegliai…c’erano parecchie cose che non quadravano.
Per prima cosa, non mi trovavo più sopra Derek ma al suo fianco..e la cosa non mi piacque per niente. La seconda cosa che notai fu il gran chiasso presente nella nostra camera, del tutto differente dal silenzio con cui mi ero addormentato.
Aprii un occhio ancora mezzo assonnato e sbuffai infastidito quando vidi TUTTI i miei amici in camera MIA. Che diavolo ci facevano tutti lì? Intorno a Derek?!
Con molta fatica mi issai e poggiai la schiena alla tastiera del letto per poter mettere a fuoco i visi dei miei amici e capire cosa stessero combinando.

Quello che vidi mi lasciò parecchio interdetto…

I miei amici si stavano prendendo tutti cura di Derek, ognuno a modo proprio. Le damigelle erano sedute in fila sul bordo del letto e gli stavano riempiendo la testa di pettegolezzi e di notizie sulla fanpage di facebook per poterlo distrarre, Scott lo stava imboccando e Isaac addirittura soffiava sul cucchiaio per far in modo che Derek non si scottasse! Erica invece era poggiata al muro e con una mano stava carezzando i capelli di Derek nemmeno fosse un gattino.
Per quanto riguardava gli altri, beh, erano semplicemente presenti nella stanza per dare il giusto supporto morale e per innervosirmi.

-Posso sapere che sta succedendo qui?!- domandai ad alta voce, palesando la mia presenza.
-Oh buongiorno!- esclamò Lydia, elegantemente seduta su una poltrona.-Dico io, il tuo fidanzato si ammala e tu ti addormenti?!-
In un attimo tutti gli occhi dei miei amici si posarono su di me, giudicandomi.
-Hey! Ho passato tutta la notte ad inumidire l’asciugamano ogni qual volta si asciugasse e gli ho misurato la febbre ogni cinque minuti!- esclamai a mia difesa, incrociando le braccia al petto.-Non è colpa mia se alla fine sono crollato, dato che il mio “aiutante” invece di darmi una mano si è addormentato!- esclamai squadrando il mio migliore amico che si morse il labbro inferiore con aria colpevole.
-Scusa.-  disse con aria dispiaciuta.
-Hey! Non trattare nostro figlio in questo modo!- esclamò Derek, facendo ridere tutti.
-Oh bravo! Continualo a trattare come se fosse davvero nostro figlio, così non farai altro che viziarlo il doppio.- borbottai infastidito, alzandomi dal letto per potermi chiudere in bagno e cambiarmi in santa pace.
-Fai presto, devo andare anch’io in bagno!- urlò Jackson prima che potessi chiudermi la porta alle spalle.
-Sbaglio o in questa casa ci sono diecimila bagni?? Vai nel tuo e non rompere le scatole!- dissi a denti stretti.
-Ma poi lascio Derek da solo!- sbuffò “il biondo”, facendomi boccheggiare a vuoto per un minuto buono.
-Stai scherzando, vero?!- domandai scioccato.- Ci manca solo mio padre in questa camera ed abbiamo fatto una vera e propria riunione di famiglia!-
-Chiamiamo John!- esclamò Scott, scatenando un applauso generale.
-Idioti.- sbuffai chiudendomi la porta alle spalle, non riuscendo però a trattenere un sorriso…i miei amici erano unici.

*


Alla fine dovetti lavarmi e vestirmi a tempo record, dato che Jackson non la smetteva di bussare alla porta e lagnarsi di dover andare in bagno e, quando tornai in camera mia, notai che niente era cambiato…anzi, i miei amici si erano posizionati tutti sul letto (ancora dovevo capire come facessero ad entrarci tutti), coprendomi la visuale per poter vedere come stesse Derek.


-Io vado da mio padre.- dissi ad alta voce, sollevandomi sulle punte per poter intravedere il viso del mio ragazzo.
I miei amici continuarono a parlare e a ridere tra loro, ignorandomi alla grande.
-Hey!- urlai indignato, ricevendo finalmente la loro attenzione.-Sto andando da mio padre.-dissi serio, ricevendo alzate di spalle e sopracciglia inarcate.-Potrei salutare il mio ragazzo?-sbuffai salendo sul letto, spingendoli da parte per poter arrivare a lui.-Grazie mille.- dissi a denti stretti una volta che gli fui accanto.-Torno presto.- sussurrai sulle sue labbra prima di baciarle a lungo, mettendo in quel bacio tutto l’amore che provavo per lui.
-Mi trovi qui.- sussurrò una volta separate le bocche, sorridendomi dolcemente.
-Fate i bravi e trattatemelo bene.-raccomandai ai miei amici che mi spinsero letteralmente  giù dal letto per poter riprendere a riempire di attenzioni il MIO fidanzato.

Beh, escludendo Scott e le damigelle, potevo essere sicuro di aver lasciato il mio fidanzato in buone mani e, dopo essermi girato un ultima volta verso quella dolce scena, mi chiusi la porta alle spalle lasciandomi scappare un sorriso. Se la felicità poteva essere racchiusa in un momento, molto probabilmente avrei scelto quello.

*************************************

Quando arrivai difronte casa mia e vidi la macchina di mio padre parcheggiata in mezzo al piazzale…da sola….mi si strinse leggermente il cuore. Solo il pensiero di averlo lasciato da solo per tutto quel tempo mi faceva stare male, ed era anche per quel motivo che ogni qual volta che mi perdevo a fantasticare su una vita futura con Derek, sposati e con una casa tutta nostra…non riuscivo a fare a meno di sentirmi un figlio ingrato e senza cuore. Come avrei fatto a lasciare mio padre? L’uomo che si era occupato di me, che era da sempre stato la mia roccia e il simbolo della parola “casa”, l’unica persona che mi aveva sempre difeso da tutto il male del mondo e che mi aveva fatto sentire speciale anziché diverso?
Sospirai tristemente e bussai alla porta di casa, cercando di sembrare il più tranquillo possibile per non far preoccupare il mio vecchio.
Quando però ad aprirmi fu Melissa, la mia espressione tranquilla si trasformò in una confusa…per quale motivo Melissa si trovava in casa mia? DA SOLA con mio padre??

-Stiles! Che bello vederti!- esclamò la donna con il solito sorriso tenero e materno che riusciva a scaldare qualsiasi cuore.-Entra pure!- disse facendosi da parte per lasciarmi passare.
-Ciao Mel! Grazie, sempre gentile.- le dissi in un sorriso vero, abbracciandola non appena ebbe chiuso la porta.-Come mai qui?- domandai non riuscendo a trattenere la curiosità.
-Oh..-rise imbarazzata per la domanda.-Stamattina sono andata al mercato e mentre pagavo la frutta, beh, mi è venuto in mente tuo padre…e dato che abito qui vicino…sono passata per regalargli un po’ di frutta che avevo comprato..- raccontò arrossendo, distogliendo lo sguardo dal mio.
-Hai regalato della frutta a mio padre?- domandai strabuzzando gli occhi.
-Beh, si.- ammise continuando a guardare il pavimento.- E dato che sapevo non l’avrebbe mangiata…ho preparato una macedonia e..mi stupisce dirlo ma…l’ha finita.-
-Melissa…- sussurrai scioccato, stringendola forte.-Ti dovrebbero fare santa!-
Lei rise sulla mia spalla e ricambiò l’abbraccio prima che la voce di mio padre ci interrompesse.
-Stiles? Che ci fai qui?- domandò l’uomo, avvicinandosi per potermi abbracciare anche lui.

Okay, troppi abbracci.


-Sono passato a vedere come stavi.- ammisi ammirando la figura di mio padre, sembrava stare davvero bene! Sembrava…felice.-Ma con Melissa che ti vizia e si prende cura di te, beh, credo di essermi preoccupato inutilmente.- dissi ammiccando in direzione di mio padre.

Lui sapeva cosa volessi dire, e il modo in cui finse di tossire per farmi smettere ne fu la prova.

-Credo sia meglio che vada.- disse Melissa guardando l’orologio.-Ho il turno all’ospedale e devo passare a casa per cambiarmi. Stiles, è sempre bello vederti.- disse abbottonandosi il cappotto per poi abbracciarmi ancora.-John..- disse quando fu vicino alla porta.
-Melissa, grazie per preoccuparti sempre di me.- la interruppe mio padre, il viso leggermente arrossato.- Sei sempre la benvenuta in questa casa.- finì la frase avvicinandosi leggermente a lei.

“Dai papà, baciala! Cosa stai aspettando? Baciala!” continuavo a pensare, incrociando le dita dietro la schiena.
Ma mio padre deviò direzione all’ultimo secondo, donandole un dolce e casto bacio sulla guancia, cosa che fece sbuffare me ed arrossire lei.


-E’ sempre un piacere stare in tua compagnia, John.- disse carezzandosi la guancia nel punto in cui le labbra di mio padre l’avevano sfiorata, incantandosi a guardarlo.-Beh! Ora vado! Ciao!- esclamò con voce acuta quando si accorse di essere in ritardo ed uscì di corsa dalla porta.
-Papà!- ringhiai frustrato quando chiuse la porta di casa.
-Non una parola!- mi ammonì lui puntandomi l’indice contro.
-Quando ti deciderai a baciare quella povera donna?!- Ovviamente continuai ad inferire, quell’uomo non poteva scappare per sempre dai suoi sentimenti.
-E tu quando la smetterai di impicciarti della mia vita?- domandò lui esasperato, versandosi del caffè.
-Sono tuo figlio, il tuo UNICO figlio, quindi direi…mai.- dissi con naturalezza, sedendomi a tavola, poggiando i gomiti su di essa, continuando a studiare mio padre con lo sguardo.-Sul serio, pà, quella donna è pazza di te! Non mi stupirei se avesse il tuo nome tatuato da qualche parte!-
-Stiles.-
-O un diario segreto in cui il tuo nome è scritto tipo cento volte e in vari caratteri diversi, magari dentro a dei cuoricini trafitti da adorabili freccette…-
-STILES.- sbuffò mio padre sedendosi difronte a me.-Tu vuoi che mi fidanzi con Melissa solo perché è la madre di Scott.-
-Cosa?- domandai scioccato. Davvero la pensava così?
-Così potreste davvero ritenervi fratelli.- sbuffò lui, poggiando il mento su una mano.
-Prima di tutto: Io e Scott siamo davvero fratelli, su questo non ci piove.- dissi sollevando l’indice.-Seconda cosa.- continuai alzando anche il medio per comporre il numero 2.-Melissa è forse l’unica donna con cui accetterei di condividere mio padre ed è senz’ombra di dubbio l’unica donna con cui tu potresti davvero essere felice…a parte mamma.- ci tenni a precisare, sapevo che per quanto Melissa potesse essere una donna meravigliosa, non avrebbe mai preso il posto di mamma, né l’avrebbe voluto.
-Sei così fastidioso e ficcanaso.- sospirò mio padre, passandosi stancamente le mani sul viso.
-E tu così testardo!- ringhiai.- Tu provi qualcosa per Melissa! Lo so da quando sono piccolo e vi vedo sorridere impacciati!-
-Stiles..-
-Tu non vuoi stare con lei perché hai paura di ferire i sentimenti di mamma, di rimpiazzarla. Non è così?- domandai cercando di legare i nostri sguardi.
-E’ più complicato di così..- sospirò mio padre sembrando davvero distrutto.-Quando ci siamo sposati io le ho promesso amore eterno, non posso infrangere la promessa.- parlò più a se stesso che a me.
-Papà quando ci si sposa, si dice “finché morte non vi separi” per un motivo! La morte, purtroppo, vi ha separati e mamma non vorrebbe vederti vivere il resto della tua vita da solo e lo sai.-
-Non sono solo, ci sei tu.- provò mio padre.
-Si ma io..- iniziai, bloccandomi subito dopo. Cosa avrei mai potuto dirgli? “No, io un giorno me ne andrò e ti lascerò da solo”? Anche no!-Si, hai ragione..ci sarò sempre io.- sussurrai triste, abbassando lo sguardo.
-Ti prometto che ci penserò, ok? Non preoccuparti per me, hai già il tuo ragazzo a cui pensare.-  disse mio padre, sorridendo più sereno.
-In questo momento ci sono già troppe persone a pensare a Derek.- dissi ridendo divertito.
-In che senso?- domandò mio padre confuso.
-Oh beh, lui ha preso..sai..la febbre..- iniziai, evitando accuratamente di accennare all’incidente avvenuto la sera precedente.-Ed i miei amici si stanno prendendo fin troppa cura di lui.-
-E la cosa ti infastidisce un po’, non è così?- domandò mio padre, sorridendo consapevole.
-Cosa? No! Perché mai dovrebbe infastidirmi?- domandai distogliendo lo sguardo dal suo.
-Perché a te piace prenderti cura delle persone che ami, lo fai sempre…ma ti da fastidio quando è qualcun altro a prendersi cura di loro. Ecco perché a volte rispondi male a Parrish quando mi porta il caffè o il pranzo in ufficio, ed ecco spiegato il motivo per il quale Allison all’inizio ti stava antipatica, perché era lei ad occuparsi di Scott e non più tu.-
-Forse è così..- sussurrai fissandomi le mani.- Mi piace prendermi cura dei miei cari ed ho paura di essere sostituito, che c’è di male in questo?- domandai imbronciandomi.
-C’è di male che non capisci che sei insostituibile, Stiles.- sbuffò in un sorriso mio padre.-E invece di occuparti sempre degli altri, dovresti lasciare che qualcuno si occupi di te.-
-Tipo?-
-Tipo Derek.-
-Io lo lascio sempre occuparsi di me.- borbottai.
-Ne sei sicuro?- domandò il mio vecchio, inarcando un sopracciglio.
-Si! Anzi, sai una cosa?- domandai alzandomi.- Lascerò che Derek si prenda cura di me solo quando tu darai una possibilità a Melissa!-
-Cosa? Qui non si parla di me, ragazzo, si parla di te!- sbuffò mio padre alzandosi a sua volta per potermi fronteggiare.
-Beh quando si parla di me si parla automaticamente di te, vecchio!- lo sfidai punzecchiandogli il petto con l’indice.
-E perché mai?- domandò mio padre assottigliando lo sguardo.
-Perché siamo una cosa sola.- riposi con voce seria, guardandolo però con dolcezza.
Lui rilassò le spalle e sorrise dolcemente per poi tirarmi in un abbraccio paterno.
-Affare fatto.- sussurrò ed io sorrisi, vedendo finalmente un futuro per entrambi.



*********************************

Quando tornai nel “castello” dei nonni di Jackson, il silenzio e la calma mi assalirono come un’onda, facendomi inarcare le sopracciglia.

Tutto quel silenzio e quella calma non potevano esistere se intorno vi erano i miei amici squilibrati.

Stavo giusto per salire al piano di sopra quando intravidi la luce della televisione del salotto e, con cautela, mi avviai in quella direzione, abbozzando un sorriso intenerito quando vidi tutti i miei amici nella grande sala, chi sdraiato a terra, chi seduto su una poltrona, o chi sdraiato sul divano.
Quando mi avvicinai maggiormente mi resi conto che stavano tutti quanti dormendo beatemente…tutti tranne Derek.
-Hey, ti stavo aspettando.- bisbigliò sorridendomi.
-Che cos’è successo qui?- domandai piano, ponendomi dietro al divano per potermi chinare in avanti e baciarlo dolcemente.
-Lydia ha avuto la brillante idea di vedere “Le pagine della nostra vita” e…questo è stato il risultato.-
-Film pesante,eh?- domandai ridendo.
-Mai pesante quanto Scott.- ironizzò Derek, spostando lo sguardo sul mio migliore amico per metà sdraiato su di lui, la bocca aperta che rendeva la sua espressione ancora più ebete.
-…la febbre?- domandai dopo aver riso a quella scena.
-Passata.- rispose sorridendo soddisfatto.
-Come ti senti?-
-Benissimo.-
-…ti va di venire in un posto con me?- domandai dopo un attimo di esitazione.
-Adesso?- domandò perplesso.
-Si.-
-…okay.-

Lo baciai con foga un’altra volta, dopodiché lo aiutai a liberarsi dal peso di Scott e lo condussi verso la porta di casa.

-E ai tuoi amici non diciamo niente?- domandò titubante.
-Ho lasciato un post-it attaccato al frigo.- dissi tirandolo verso l’esterno.
-E che hai scritto?- domandò sorridendo.
-“Siamo andati a scopare da qualche parte, non cercateci. Sterek.”-
-Cosa?!- domandò incredulo prima di scoppiare a ridere, subito seguito da me.-Dio, spero che il primo a leggerlo sia Jackson!- esclamò tra le risate, facendomi ridere ancora più forte.


***

Non mi stupii quando vidi l’espressione confusa di Derek dato che avevo appena parcheggiato  davanti al cimitero.

-C’è una persona a cui vorrei presentarti..- mormorai scendendo dalla macchina, prendendolo per mano non appena fu sceso anche lui.
In un confortante silenzio ci avviammo verso l’interno del cimitero, quel posto ormai lo conoscevo a memoria tante erano le volte che vi ci ero recato, e quello lo si poteva vedere anche dalle numerose persone che mi salutavano non appena incrociassi il loro sguardo, anche loro, come me, andavano spesso in quel posto per trovare una persona cara.
Svoltammo a destra fino a raggiungere un immenso giardino costellato da un centinaio di lapidi, il loro biancore spiccava nel verde dell’erba come facevano le margherite in primavera, solo che il loro bianco era triste e freddo come il marmo di cui erano composte. E proprio alla diciassettesima fila, la quinta lapida a partire da destra, proprio lì vi era quella di mia madre.
Camminai mano per mano con Derek fino a raggiungerla e, senza dire neanche una parola, mi ci inginocchiai davanti e sorrisi alla foto che raffigurava il viso splendente e sorridente di mia madre.
-Ciao mamma.- sussurrai piano.- Scusa se non sono venuto questa settimana,  avevo delle cose da fare.- mi giustificai, lo facevo sempre quando non andavo a trovarla.-Però per farmi perdonare ti ho portato una persona.- dissi in un sorriso, vedendo con la coda dell’occhio Derek inginocchiarsi accanto a me.-Mamma…lui è Derek, il mio non più finto ragazzo. Derek, lei è mia madre, la sola ed unica Claudia Stilinksi.-
-E’ davvero un piacere conoscerla.- sussurrò Derek sorridendo alla foto.- Non vedevo l’ora di conoscerla e di poterla così ringraziare.-
-Ringraziare?- domandai inarcando un sopracciglio.
-Si, ringraziare.- mi fece eco, lui, continuando a fissare la foto di mia madre.- La ringrazio con tutto il cuore per aver dato vita alla creatura straordinaria che è vostro figlio. Vorrei tanto prometterle di renderlo sempre felice ma purtroppo non posso farlo…però posso prometterle che farò del mio meglio affinché non gli manchi mai niente, prometto che sarò sempre pronto ad ascoltarlo e a strappargli un sorriso, prometto anche che farò qualunque cosa pur di  proteggerlo sempre. Ha la mia parola,Claudia, amerò suo figlio con tutto me stesso fino alla fine della mia vita, così come ha fatto lei.-
Le sue parole mi resero così felice da riuscire a commuovermi, ed io ero una persona che non si commuoveva MAI.
Lo osservai con gli occhi lucidi mentre spolverava la foto di mia madre e spostava i fiori dove c’era il sole, gesto che facevo sempre io perché al sole sarebbero sbocciati più velocemente e sarebbero stati ancora più belli.
-Che c’è?- domandò quando si accorse che lo stavo fissando.-Così sbocceranno prima e saranno più belli.- si giustificò, sorprendendomi ancora di più.
-Così ho sentito dire…-sussurrai sorridendogli dolcemente.

E fu proprio in quel momento che realizzai quanto fossi stato fortunato nell’incontrare una persona meravigliosa come Derek, a volte era così perfetto che arrivavo davvero a chiedermi se non fosse tutto frutto della mia immaginazione, se tutta questa settimana non fosse stata altro che un sogno, un bellissimo sogno in cui trovavo in una persona la felicità, in cui trovavo finalmente il mio posto nel mondo…

Nella mia vita non ero mai stato sicuro di niente, ma in quel momento di una cosa ero certo:


Ero pronto per far farmi prendere cura da Derek.


***************************************************

E fu proprio a causa di quella consapevolezza che, una volta usciti dal cimitero, invece di svoltare verso la casa dei nonni di Jackson, continuai dritto, sorridendo allo sguardo confuso del mio ragazzo.
-Dove stiamo andando?- domandò subito dopo.
-Come siamo curiosi..-canticchiai ghignando.
-Non sono curioso, sono preoccupato.- sbuffò lui.- Hai un’aria inquietante.-
-Ma davvero?- domandai aumentando il mio ghigno.-Che strano, eppure le mie intenzioni sono del tutto nobili!- esclamai prima di liberarmi in una falsissima risata malefica, ricevendo il miglior risultato possibile: La risata di Derek.
-Sei proprio scemo.- rise lui, già più rilassato.
-Ti sto portando in uno dei posti più importanti della mia infanzia, non ci metto piede da un sacco di tempo.- lo informai alla fine, carezzando il dorso della sua mano con il pollice…gesto che ormai facevo sempre.
-E ci vuoi andare con me perché..?- domandò lentamente, studiandomi con attenzione.
-Perché prima al cimitero ho capito una cosa che mi ha dato la giusta spinta per prendere questa decisione.- rimasi sul vago non volendo spifferare già i miei piani.
-Oh, grazie per questa risposta chiara e dettagliata..ho capito tutto.- disse sarcasticamente facendomi ridere.


Dopo qualche minuto fermai la mia macchina ai margini di una strada isolata e senza uscita,  con il bosco in entrambi i lati.
Scesi dalla macchina, imitato da Derek che si limitava a guardarsi intorno con aria confusa ma questa volta non chiese nessuna spiegazione, decidendo di fidarsi di me.
Lo presi per mano e lo condussi verso destra, verso la vegetazione. Ma non riuscii a fare nemmeno tre passi che fui tirato indietro dal peso di Derek che si era bloccato, scrutandomi con preoccupazione.
-Sei sicuro di voler attraversare il bosco?- domandò cauto.
Sorrisi nel vedere quanto si preoccupasse di me, in effetti il bosco mi infondeva ancora un senso di inquietudine ma sapevo anche che non avevo niente da temere finché avessi avuto lui al mio fianco.
-Si, sono sicuro. Non preoccuparti, ho fatto questa strada tante volte ed il posto che dobbiamo raggiungere non si trova proprio al centro del bosco.-lo tranquillizzai, riprendendo a camminare.

Rischiai di inciampare parecchie volte ma per mia fortuna Derek ed i suoi formidabili riflessi erano sempre pronti a non far spiaccicare la mia faccia a terra, e andai per la prima volta fiero della mia goffaggine quando vedevo l’effetto che faceva su Derek, da  una parte lo rendeva superattento ai miei movimenti, i suoi occhi, infatti, non si staccavano un secondo da me per paura che potessi farmi male, dall’altra parte, invece, ogni qual volta inciampassi o imprecassi a denti stretti, lui si divertiva. Ebbene si, Derek mi trovava divertente anche in quello. Buon per me.
Sobbalzai quando sentii le sue braccia avvolgermi da dietro ed il suo fiato contro il mio collo.
-Sei proprio un imbranato.- sbuffò contro il mio orecchio prima di mordicchiarmi il lobo con delicatezza.
-Tu dici?- domandai sorridendo, camminando in sincronia con lui che non sciolse l’abbraccio.-Chi ti dice che non stia fingendo di inciampare?-
-E perché mai dovresti farlo?-
-Così tu puoi afferrarmi o abbracciarmi.-
-Ma questo posso farlo sempre.-
-Mmm..e cosa te lo fa pensare?- scherzai, ridendo al suo piccolo ringhio.
-Il fatto che sono il tuo ragazzo.-
-Ah! Giusto!- esclamai colpendomi la fronte.-Adesso siamo fidanzati per davvero!-
-Già, vedi di non dimenticarlo più.- sbuffò abbracciandomi ancora più forte.
-Tu vedi di ricordarmelo ogni giorno.- dissi ponendo le mani sulle sue.

Qualche passo più tardi mi bloccai di colpo, sentendo Derek imprecare mentre quasi mi cadeva addosso.
-Stiles!- sbuffò scocciato mentre io me la ridevo.-Si può sapere perché ti sei fermato?- domandò.
-Perché siamo arrivati, scemo.- risi indicandogli la casetta di legno davanti ai nostri occhi.-Tadaaan!- esclamai allargando le braccia, sorridendo alla faccia scioccata di Derek.
-Questa è…-
-La casa nel bosco del vecchio Gale, si. Non ti avevo detto che, alla sua morte, aveva deciso di intestarla a me.-





-Wow..è bellissima.- sussurrò avvicinandovisi con cautela.
-E devi vedere all’interno!- esclamai saltellando entusiasta.-Questa casa è stata il mio rifugio per moltissimo tempo, ma un giorno i ricordi mi hanno assalito di colpo, facendomi prendere la decisione di non recarvici più.-
-E hai deciso di ritornarci adesso, con me.- disse con gli occhi ancora fissi sulla casa.
-Si.-
-E non vuoi dirmi il motivo.-
-No.-
Lui sospirò rassegnato e, con grande pazienza, si lasciò spingere verso l’interno della casa, dandomi ancora più soddisfazione con la sua espressione sempre più meravigliata.
L’interno della casa, infatti, era ancora più bello dell’esterno. Il legno pregiato con il quale Gale l’aveva costruita, infatti, dava alla casa un colore caldo ed accogliente dalle varie sfumature marrone. Non appena si varcava la soglia di casa, alla destra vi era un immenso letto matrimoniale ricoperto da un piumone marrone scuro, con ai lati dei comodini muniti che sorreggevano due lampade ad olio, difronte al letto, quindi alla propria sinistra, vi era un camino con al disopra di esso, delle teste di falci (ovviamente finte, Gale era molto animalista), se si avanzava ci si imbatteva in una piccola cucina munita, ovviamente, di un forno a legna, e nei pressi di questa cucina vi era un piccolo tavolino di legno circondato da sedie composte dello stesso materiale.
Nella parete di sinistra, accanto ad una grande finestra nascosta dalle tende vi era la porta che conduceva ad un piccolo bagno munito di doccia, gabinetto e lavandino. Io amavo quella casa, era l’unico luogo capace di infondermi sicurezza e calore.

-Non è molto grande ed attrezzata, non ho la minima idea di come Gale abbia fatto a viverci così a lungo, ma potremmo passare la notte qui…che ne dici?- domandai titubante, morendomi il labbro inferiore.
-Certo.- rispose immediatamente, sorridendo in mia direzione.
-Davvero??- domandai incredulo.-Ti va bene dormire qui?-
-Si.- rispose aggrottando le sopracciglia.-Perché non dovrebbe andarmi bene, scusa?-
-Beh, visto che sei di New York, ho pensato che magari non ti piacesse stare in case di…ecco…piccolo spessore.- balbettai gesticolando animatamente.
Lui mi guardò negli occhi per un lungo istante, il viso serio ed inespressivo, ed io temetti di averlo offeso e maledissi la mia linguaccia….
Ma ovviamente Derek era un bastardo. Un bastardo che si divertiva a farmi venire un infarto.

E stavo dicendo questo perché, il mio caro fidanzatino, era appena scoppiato in una grossissima risata che lo portò quasi a doversi asciugare le lacrime.

-Dio, la tua faccia! Potevo davvero leggere la paura sulla tua faccia!- esclamò tra le risate, facendomi sbuffare.
-Ti piace ridere di me,eh?- domandai incrociando le braccia al petto.-Rideresti ancora se ti ordinassi di andare a prendere la legna dietro la casa e di accendere il camino?- domandai poi, ghignando alla sua espressione scioccata.
-Ti odio.- sbuffò dirigendosi verso l’esterno della casa.
-Sei credibile quanto la tintura di Jackson.- lo presi in giro, dandogli una pacca giocosa sul sedere, sorridendo alla sua risata.



*

Nel frattempo che Derek sistemava la legna ed accendeva il camino, io mi sedetti sul letto alle sue spalle, rimbalzando sul materasso, facendolo cigolare.
Sentendo quel rumore, Derek si voltò lentamente verso di me con un sopracciglio inarcato.
-Cosa?- domandai mal trattenendo un sorriso divertito.-Sto testando il materasso!-
-Lo vedo..- disse scuotendo leggermente la testa, riuscendo finalmente ad accendere il camino, raggiungendomi subito dopo.
-Papà non mi lasciava mai dormire qui la notte, però ci ho dormito di pomeriggio e ti posso garantire che, per quanto non possa sembrare, in realtà questo materasso è comodissimo.-
-Buono a sapersi.- sospirò sdraiandovici sopra, gli occhi fissi sul soffitto.

Mentre i miei occhi, ovviamente, erano fissi su di lui, passando da una parte all’altra del suo corpo con avarizia e lussuria.

Ebbene si, avevo portato Derek in quel posto perché era lì che avrei voluto perdere la mia verginità, lo avevo deciso a sedici anni, ripromettendomi di farlo solo quando e se avessi trovato la persona giusta.
Ed era proprio quello che avevo sentito guardando Derek prendersi cura dei fiori di mia madre. Derek era la mia persona giusta. Ed era a lui che volevo regalare l’unica cosa(a parte il cuore) che si poteva donare soltanto ad una persona nella vita: la verginità.

I miei occhi si fissarono su una porzione di pelle scoperta, guardandola così intensamente da poterla quasi trafiggere. Nello sdraiarsi, infatti, Derek non si era accorto che la sua maglia si era leggermente alzata, lasciando scoperta la pelle sottostante all’ombelico, lasciando intravedere il sentiero di peli che portava proprio lì, sotto il jeans e sotto l’elastico dei boxer, proprio lì dove volevo toccare.

Prima che me ne rendessi conto, mi sdraiai su di lui, facendo combaciare alla perfezione i nostri corpi, e presi a baciargli la fronte con dolcezza e delicatezza, facendo poi scendere le labbra sul suo naso ed infine sulle sue labbra.

Labbra che erano già separate per me, per permettere alla mia lingua di entrare nella sua bocca e di esplorarla con lentezza e di trovare e di intrecciarsi con la propria gemella.
Le mani di Derek corsero ai lati del mio viso, premendolo di più contro il suo, e in poco tempo il bacio da casto si trasformò in qualcosa di più urgente, di più rude e passionale.
Staccai la bocca dalla sua respirando forte in cerca d’aria, e scesi a lambirgli il collo con piccoli succhiotti, sentendo la pelle sotto le mie labbra divenire bollente.
Gemetti quando sentii le mani di Derek scendere lentamente sulla mia schiena, fermandosi poco sopra i miei glutei.
Non soddisfatto, chiusi le dita intorno al suo polso e trascinai la sua mano sul mio sedere, incitandolo affinché mi palpasse.

-Stiles…-mi chiamò con voce roca, facendomi gemere ancora di più contro il suo collo.-Stiles.- disse poi con più fermezza, prendendomi il viso fra le mani per potermi guardare negli occhi.-Sei sicuro?- domandò piano.-Non abbiamo fretta, non sei obbligato a farlo se non ti senti pronto.-
Sorrisi dolcemente alle sue parole ed avvicinai il viso al suo, mordendogli delicatamente il labbro inferiore.
-Ti amo.- sussurrai sulle sue labbra.-E ti voglio. Qui e adesso.-
-Ti amo anch’io..- sussurrò lui.-E non hai la minima idea di quanto ti desideri.- quasi si lamentò.
-Dimostramelo.- lo sfidai sorridendo maliziosamente, facendolo sorridere divertito.

Cacciai un urletto spaventato quando lui capovolse improvvisamente le posizioni, bloccandomi i polsi ai lati della testa, immobilizzandomi sotto il suo peso, ghignando da bastardo qual era.
-Dereek.-supplicai sollevando il bacino per poterlo strusciare contro il suo, ringhiando frustrato quando lo vidi sollevare il suo per poterlo allontanare dal mio.-Ti odio!- sbuffai imbronciandomi.-Sei così dannatamente antipa-Mhpf!- lui zittì le mie proteste riprendendo a baciarmi con voracità e con desiderio, spingendo a sorpresa il bacino contro il mio facendomi gemere forte dentro la sua bocca.
Dopo alcuni secondi che a me parvero ore, finalmente lasciò andare i miei  polsi ed insieme iniziammo a spogliarci, baciando ogni lembo di pelle appena scoperta.

Quando finalmente ebbi il suo petto nudo a mia portata, le mie labbra corsero a baciare e succhiare avidamente un capezzolo, strappando a Derek un gemito strozzato.
Lo torturai delicatamente con i denti e ci giocai con la lingua, muovendolo a destra e sinistra, finché Derek non mi arpionò i capelli e mi fece inclinare il collo di lato, prendendo a succhiare e a leccare la sensibile porzione di pelle poco sotto l’orecchio, facendomi ansimare pesantemente.

Quando poi tirò con forza gli elastici del mio jeans, facendomi cadere all’indietro, capii che non avrei resistito a lungo.
Sollevai ed allargai le gambe per lasciarmi spogliare, leggendo il desiderio bruciare negli occhi di Derek che tuffò le mani sul bottone dei miei pantaloni, sbottonandoli con facilità per poi afferrarli e farli scivolare lentamente verso il basso, insieme alla mia biancheria, liberando la mia erezione dalla stoffa soffocante, strappandomi un sospiro.
Lo vidi allungare una mano verso la mia erezione e in un attimo gliela bloccai, incenerendolo con uno sguardo.
-Cosa?- domandò confuso e preoccupato dalla mia reazione.
-Non osare toccarmi con indosso ancora i pantaloni.-
-Sul serio?- sbuffò sorridendo divertito.
-Sono serissimo.- dissi con sguardo serio, allungando le mani per potergli sbottonare i pantaloni.
Derek cercò di trattenere una risata e si lasciò spogliare dal bravo fidanzato qual era ed il suo sorriso aumentò quando vide la mia espressione nel vederlo FINALMENTE nudo.
-Va tutto bene?- mi prese in giro, notando che ero ancora incantato a contemplare il suo corpo.
-No, aspetta.- balbettai allungando una mano verso il suo petto, carezzandogli delicatamente un pettorale per poi scendere a tastargli gli addominali.-Ok, adesso che ho verificato di non stare sognando, possiamo andare avanti.- dissi con il fiato corto, incrociando le braccia dietro al suo collo, trascinandolo giù con me.
Lui rise di gusto ed il suo viso splendette di felicità mentre scuoteva la testa divertito, strofinando volutamente il proprio naso con il mio, guardandomi in quel modo unico, come se fossi la cosa più bella del mondo.
-Ti amo.- gli dissi prima di baciarlo dolcemente.-Ti prego, fa l’amore con me.- lo supplicai mordendomi il labbro inferiore.

Lui non disse niente, non rispose, ma riprese a baciarmi con ancora più foga di prima ed io non potei esserne più felice.  
Eravamo nudi, uno sopra l’altro, e la sensazione che provavo nel sentire le nostri pelli collidere alla perfezione nonostante la differenza dei nostri corpi, era indescrivibile. Ansimavo e mi strusciavo freneticamente contro di lui, incrociando le gambe intorno alla sua vita per poterlo sentire più vicino possibile, non m’importava se tutto quel tenersi stretti faceva male, avrei sopportato quel dolore per il resto della mia vita, non c’era assolutamente altro posto o modo in cui volessi stare.

Cacciai un piccolo ringhio frustrato e gli morsi con finta rabbia il labbro inferiore quando cercai di fermare la sua mano che stava carezzando sempre più velocemente la mia erezione e vidi che lui non mi ascoltava, continuando a masturbarmi con sempre più forza, sbuffando piccole risate.
-Non resisterò a lungo.- dissi a denti stretti.-Scopami adesso o ti costringerò a farlo.-
Lui inarcò le sopracciglia con fare meravigliato.-Questa si che è una minaccia allettante.-
-Derek, davvero..- lo supplicai.
-D’accordo, la smetto di fare il coglione.- sussurrò fermando le proprie carezze, riprendendo a baciarmi per farsi perdonare.
-Finalmente.- sospirai sorridendo.
Sapevo esattamente perché stesse facendo tutte quelle “coglionate”, mi vedeva teso e stava cercando in tutti i modi di mettermi a mio agio e di farmi rilassare, non sapendo che più faceva così, più lo desideravo.

-In questa casetta sperduta nel nulla è possibile trovarvi un lubrificante?- domandò guardandosi intorno con fare circospetto, facendomi ridere.
-No, ma puoi trovarlo qui.- sussurrai con voce roca, prendendogli una mano. Gli feci abbassare tutte le dita tranne l’indice ed il medio e me li portai lentamente all’interno della bocca, avvolgendogli intorno la lingua mentre le succhiavo con voluta malizia.
-Dio,Stiles.- sospirò osservando attentamente e con lussuria ogni mio singolo movimento.-E pensare che quando ti ho conosciuto bastava soltanto accennare alla parola “sesso” per farti arrossire.-
Quando ebbi lubrificato abbastanza le dita, le tolsi lentamente dalla mia bocca e gli sorrisi mordendomi il labbro inferiore.-Sei tu che mi hai portato sulla cattiva strada,Hale.-
-Mmm, mi piace quando dici solo il mio cognome. Fa molto da…-
-Sceriffo? Come mio padre?-
-Ti prego, non nominare tuo padre mentre stiamo per fare l’amore.- mi supplicò ed io risi di gusto.

Ormai avevo capito che avremmo fatto questo fino alla fine. Avremmo fatto l’amore alternando risate e gemiti. Non potevo chiedere di meglio.
Lo vidi inginocchiarsi meglio in mezzo alle mie gambe e condurre la mano verso il basso, proprio dove si trovava la mia apertura.
Allargai le gambe il più possibile e sorrisi quando vidi Derek prendere un respiro profondo ed inchiodare gli occhi ai miei.
-Sicuro sicuro? Sei ancora in tempo per ritrattare.-
-Derek, per favore! Ficca quelle dannatissime dita nel mio cu-AH!- gemetti di dolore quando sentii il primo dito entrare.-CAZZO.- dissi a denti sretti.
-Scusa.- sussurrò mordendosi il labbro inferiore.
-No, perché ti stai scusando?- domandai arpionando le lenzuola mentre sentivo il dito muoversi dentro me.-E’ normale che all’inizio-CAZZO- faccia male ma-PORCA PUTTA..-va tutto bene, davvero.- cercai di tranquillizzarlo, intenerendomi difronte alla consapevolezza che, nonostante fosse la mia prima volta, Derek sembrava essere quello più nervoso.
-E’ solo che non sono mai stato la prima volta di nessuno e non so se quello che faccio è giusto per un…-
-Non dire la parola con la “V” o giuro che ti uccido con ancora le tue dita in-OH!- gemetti di dolore quando sentii anche il secondo dito, il dolore che aumentava sempre di più.
Ansimai quando sentii la sua mano libera riprendere a masturbarmi e, sebbene avessi detto di non voler venire subito, gli fui grato perché grazie a quelle lente carezze, stavo riuscendo a rilassarmi e a non pensare troppo al dolore.
Gli fui ancora più grato quando si abbassò su di me per poter riprendere a baciarmi e a sussurrarmi rassicurazioni ogni qual volta le nostre labbra si separavano.
-Sei bellissimo.- sussurrò contro la mia guancia prima di baciarla.-Davvero bellissimo.- sussurrò contro il mio naso prima di baciarlo.-Ti amo così tanto.- sussurrò questa volta contro la mia fronte, baciando anche quella.

Senza nemmeno rendermene conto, mi ero sciolto del tutto ai suoi tocchi che adesso più che dolorosi, mi creavano una strana sensazione all’altezza dello stomaco, facendolo formicolare in modo piacevole.
-Mmmh Derek.- ansimai arpionandogli i capelli per poter far riscontrare le nostre labbra.-Continua così.- lo incitai.
-Ti piace?- ansimò contro di me, scavando con le sue dita sempre più in fondo.
-Mhmh.- mormorai mordendomi il labbro inferiore, chiudendo gli occhi.-Sento che ci sei quasi.-
A quelle parole, le dita di Derek insistettero in quel punto preciso e, dopo qualche secondo, raggiunsero la mia prostata, facendomi urlare dal piacere tanto da farmi inarcare la schiena.
-SI! OH SI!- ansimai spingendomi di più contro le sue dita.-ANCORA!-
Derek accontentò subito le mie richieste e, senza che nemmeno me ne rendessi conto, infilò anche il terzo dito subito seguito dal quarto e continuò quella dolce tortura, finché non invocai di più.
-Aspetta che ti prepari un altro po’.-
-NO.- ansimai.-Voglio di più.- protestai mordicchiandogli il mento.
-Non puoi proprio resistere per altri pochi minuti?- provò, sospirando al mio sguardo inceneritore.-D’accordo.- disse sfilando le dita, facendomi mugugnare triste per la perdita.

Gemetti di aspettativa quando mi afferrò le gambe e mi trascinò più vicino a sé, facendomi scivolare verso il basso contro il materasso. Gli carezzai con dolcezza un braccio per rassicurarlo mentre stava indirizzando la propria erezione dentro di me, ma quando sentii la punta entrare ed i primi segni di dolore, le mie carezze divennero leggeri graffi.
-Respira.- mi consigliò con dolcezza, riprendendo a masturbarmi.
-Continua.-dissi io con gli occhi serrati e la voce spezzata.-Non fermarti finché non è entrato tutto.-
Questa volta non replicò, ormai aveva capito che con me era inutile, era così che l’avevo sempre immaginato…era così che volevo farlo.

Fu più doloroso e difficile di quanto pensassi. Il tempo pareva non passare mai, così come l’agonia.
-E’ entrato tutto?- la mia voce uscì così distorta da sembrare quella di un altro.
-Non ancora.- la voce di Derek invece sembrava sforzata ed io sapevo che era difficile anche per lui. Sapevo che era difficile resistere alla tentazione di spingere velocemente e lasciarsi andare, e sapevo che per lui era ancora più difficile non preoccuparsi dinnanzi alla mia sofferenza.
-Perché dovevi essere così ben dotato?!- cercai di sdrammatizzare, strappandogli una risata ansante.
-Voglio proprio vedere se alla fine la penserai allo stesso modo.- mi sfidò, gemendo forte quando fu entrato del tutto, rimanendo immobile per un bel po’.

Era evidente che stesse aspettando un mio cenno, un mio “ok”, un mio “vai! Scopami!” ma…cazzo, faceva troppo male anche solo parlare!
-Stiles, ti prego apri gli occhi.- mi supplicò poggiando la fronte sulla mia.
A fatica aprii gli occhi, notando che la mia vista era appannata…delle lacrime erano sfuggite al mio controllo, lacrime che Derek eliminò immediatamente alla sua vista, carezzandomi le guance.
Non mi ero nemmeno accorto di essermi arpionato alle sue spalle, infilandogli le unghie fin dentro la pelle.
-Scusa.- mormorai allentando la presa.
-Va tutto bene.- mormorò con voce ansante, mordendosi il labbro inferiore.-Dimmi tu quando posso iniziare a muovermi, non c’è fretta.-

Stava mentendo, sapevo che stava mentendo. Potevo leggergli negli occhi la voglia che aveva di spingere, ma lui avrebbe resistito, avrebbe sopportato di tutto per me. Ed io ero pronto a ricambiare.
Fu per questo che, anche se non mi sentivo pronto, gli feci un cenno con la testa e gli mostrai lo sguardo più determinato del mio repertorio.
Derek iniziò a spingere e, se mi aspettavo che le prime spinte sarebbero state forti e rudi, beh, dovetti ricredermi. Derek si spinse contro di me lentamente e con una dolcezza inaudita, baciandomi con così tanto amore che per poco non mi misi a piangere per la commozione.
Non potevo credere di essere lì, insieme a lui, nella casa dove avevo progettato di perdere la verginità, nel letto in cui a sedici anni avevo fantasticato su come sarebbe stato fare l’amore per la prima volta.

Non mi ero mai sentito così. Già sentirsi dire “Ti amo” da qualcuno era una sensazione che ti toglie il fiato ogni qual volta ci pensassi,  ma addirittura sapere che quella persona ti desidera, che ti vuole così tanto e ti ama così tanto da mettere TE al posto di qualsiasi altra cosa, TE prima di tutto, TE come unico tutto…era davvero indescrivibile.
E Derek, oh..Derek…Derek era quel tipo di persona che riusciva ad amarti dandoti tutto se stesso, eliminando con un solo tocco o semplicemente con uno sguardo tutti i dubbi e le preoccupazioni.

-AH! DEREK!- urlai dal piacere quando toccò la mia prostata, facendomi impazzire dal piacere.
-STILES.- gemette lui,  abbassandosi per potermi baciare.
 Ricambiai immediatamente il bacio e lo strinsi il più possibile a me, soffocandolo in una stretta fatta di braccia e gambe.

-TI-AH!-TI AMO.- ansimai prendendogli il viso tra le mani.-Ti prego, non lasciarmi mai.-
Lui girò il viso di lato e mi baciò entrambe le mani.-Mai.- ansimò per poi riempirmi di baci, scandendo un “MAI” ad ogni bacio.
Intanto le spinte si erano fatte sempre più forti e veloci, ed anch’io avevo iniziato a spingere verso il basso per poterle accogliere nel miglior modo possibile, gemendo sempre più forte.
 
Derek mi stava donando una prima volta da favola,  ed io volevo ricambiare. Volevo che quella fosse la prima volta anche per lui, volevo che fosse la prima volta in cui  faceva l’amore al posto del solito sesso freddo e senza sentimento.
Ragion per cui pressai le mani contro il suo petto, allontanandolo da me con molta fatica dato che ero già senza forze.
Lui mi guardò confuso ma mi lasciò fare, lasciandosi spingere finché non si trovò seduto con le gambe rivolte verso di me. I suoi occhi cercarono i miei e, una volta trovati, non li lasciarono nemmeno per un secondo. Lo fissai leggermente imbarazzato, mordicchiandomi il labbro inferiore.
-Voglio provare una cosa.- sussurrai gattonando verso di lui, infilandogli le mani tra i capelli mentre lentamente mi sedevo sulla sua erezione, il dolore provato all’inizio del tutto scomparso.

Lui sorrise capendo le mie intenzioni e posò le mani sui miei fianchi, facendole poi scivolare dietro la mia schiena, carezzandola con lentezza e dolcezza.
Non appena ebbi accolto tutta l’erezione di Derek, presi a baciarlo appassionatamente mentre ondeggiavo avanti e indietro e mi alzavo ed abbassavo ripetutamente, sorridendo all’aumentare dei suoi gemiti.

-Sei fantastico.- ansimò Derek chiudendo gli occhi quando aumentai il ritmo.-Dio se sei fantastico.-
Cercai di rispondere ma il piacere era così immenso da eliminare ogni filo logico nel mio cervello, per un attimo mi dimenticai persino il mio nome,anzi, dimenticai qualsiasi nome conoscessi fino a quel momento, ricordandone solo uno:
-Derek!- il suo nome uscì dalla mia bocca come un’imprecazione.-Sto…Sto per…-
-Anch’io.- gemette lui, afferrandomi più saldamente per i fianchi per poter spingere ancora più a fondo.
-Derek,Derek,Derek..- cantilenai con la voce che si incrinava ad ogni spinta più forte delle altre.
-Stiles, oh Stiles..- gemette Derek, posando la fronte contro la mia.

Prima che entrambi raggiungessimo l’orgasmo, portai le nostre bocche ad incollarsi e ad assaporarsi in un bacio sempre più confusionario e disperato.
Venimmo quasi nello stesso momento, ognuno inghiottendo i gemiti dell’altro.


ERA STATO BELLISSIMO.

Respirammo pesantemente uno contro l’altro, io ancora in braccio a lui, le mani tremanti per l’emozione che gli carezzavano dolcemente i capelli, mentre le sue disegnavano piccoli cerchi dietro la mia schiena.
-Stai bene?- Derek fu il primo ad aprire gli occhi e a parlare.
-Mai stato meglio.- risposi con voce roca, aprendo a fatica gli occhi, sorridendo alla vista magnifica che era il viso di Derek leggermente luccicante per il velo di sudore, i capelli attaccati sulla fronte e gli occhi stanchi ma luminosi come sempre, forse anche di più.
-Sicuro?- domandò ricalcando con il pollice il profilo del mio zigomo sinistro.
-Si.- dissi in una piccola risata, baciandolo con delicatezza.-Sono solo..stanco.- finii la frase sbadigliandogli poco elegantemente in faccia.
Lui arricciò il naso e  sorrise, rivolgendomi uno sguardo intenerito e pressò delicatamente una mano sul mio petto facendomi distendere di schiena sul letto.
-Dormi.- sussurrò contro la mia tempia, baciandola.
-Mhhm mi devo prima..pulire.- mormorai con gli occhi chiusi, già mezzo addormentato.
-Ci penso io, tu dormi.- la voce di Derek mi arrivò lontana ed ovattata, segno che stavo definitivamente andando tra le braccia di Morfeo.
-Poi però vieni qui.- mormorai indicando alla cieca il posto accanto a me.
-D’accordo, buonanotte amore.- sentì Derek dirmi in una piccola risata.
-Mmm’notte.-

*********

Quando aprii gli occhi mi ci vollero un paio di minuti per collegare il tutto e per ricordarmi dove mi trovassi, con chi mi trovassi e soprattutto COSA avessi fatto.

Perché…lo avevo fatto, giusto?

Con il cuore a mille ed i tremiti per la preoccupazione mi voltai dall’altra parte, trattenendo il respiro.
Respiro che lasciai andare insieme ad un sorriso quando vidi il viso angelico ed addormentato di Derek, disteso NUDO accanto a me e con un braccio intorno alla mia vita.
Non era stato un sogno. Era successo davvero. Non ero più vergine. Avevo fatto finalmente l’amore. Avevo fatto l’amore con il mio ragazzo. Avevo fatto l’amore con Derek.

Sorrisi ancora, non riuscendo a smettere e mi avvicinai maggiormente a Derek, lasciandogli piccoli baci sul viso, ridacchiando ai suoi sbuffi nel sonno.

-Stiles.- borbottò aprendo appena un occhio.-Cosa c’è?-
-Niente, scusa. Torna a dormire.- sorrisi continuando però a tempestarlo di baci.
-Dormi anche tu.- sbuffò spingendomi giocosamente così da farmi voltare nuovamente verso la finestra da dove filtravano i raggi di luna, illuminando l’intera casa di un blu scuro.
-Solo se mi dici una cosa.- borbottai fingendomi imbronciato.

Derek mi lesse nel pensiero (come faceva sempre) e si avvicinò a me, stringendomi forte.

-Ti amo.- sussurrò contro la mia nuca, strappandomi un sorriso.
-Ti amo anch’io.-




-Si ma ora fammi dormire.-
-Bruto di un sourwolf!-






















LO SO, SONO INPERDONABILE. SONO IN UN RITARDO MOSTRUOSO ED IN PIU’ HO APPENA LETTO I MESSAGGI PIENI DI SUPPLICHE CHE MI AVETE MANDATO…
MI DISPIACE COSI’ TANTO DI AVERVI FATTO ATTENDERE UN’ETERNITA’…MA PURTROPPO QUESTO E’ IL MIO ULTIMO ANNO ED HO CONCENTRATO TUTTE LE MIE ATTENZIONI SULLA TESINA CHE MI STA LETTERALMENTE FACENDO SPUTARE SANGUE, TANTO CHE MI STA UCCIDENDO! :(
SPERO CHE NON ME NE VOGLIATE E CHE CON QUESTO CAPITOLO SIA RIUSCITA A FARMI PERDONARE ALMENO POCO POCO POCO <3
BACI, ED <3



 

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Capitolo 12
*** THE END. ***


Nella lista delle cose fondamentali per ottenere una bella giornata, come numero uno avrei sicuramente messo: Il risveglio.
Perché, ammettiamolo! Una bella giornata è sempre preceduta da un bel risveglio.

E quella….
Quella sarebbe stata sicuramente una bellissima giornata.


Mi svegliai con calma, aprendo lentamente gli occhi cercando di abituarmi alla luce del sole che trapelava dalle finestre illuminando l’intero abitacolo. Sorrisi nel sentire il dolce cinguettio degli uccellini accompagnato dal suono di tazzine di ceramica che entravano in contatto. Mi voltai verso destra, seguendo quel rumore ed il mio sorriso aumentò nel vedere la schiena nuda di Derek intento ad armeggiare con i fornelli.
Mi stiracchiai meglio sul materasso, occupandone tutto il perimetro e, dopo aver sbadigliato un’ultima volta, decisi di alzarmi e di palesare la mia presenza.

Fu davvero difficile alzarsi dal letto per via delle forti fitte che mi ricordavano ancora una volta cosa fosse successo, rendendomi quasi euforico, ma alla fine ci riuscii. Prima di raggiungere la mai dolce metà, mi premurai di coprirmi dato che, nonostante fosse una bella giornata, faceva leggermente freddo. Raggiunsi la sedia dove vi erano piegati i miei vestiti…o meglio, dove Derek aveva sistemato i miei vestiti…

Il mio dolce maniaco dell’ordine!

Indossai alla svelta i miei boxer ma, approfittando del fatto che Derek non indossasse la sua camicia, decisi di indossarla io, sorridendo nel constatare che mi andasse “leggermente” grande.
Beh, meglio così, non avrei dovuto indossare per forza i pantaloni.

Raggiunsi silenziosamente Derek in cucina e lo cinsi dolcemente da dietro, sentendolo sobbalzare.
-Stiles, mi hai spaventato!- rise leggermente, girandosi nell’abbraccio per potermi guardare.
-Tanto che sono brutto di prima mattina?- scherzai, poggiando il mento al centro del suo petto, guardandolo dal basso.
Lui sorrise e mi carezzò delicatamente una guancia, guardandomi in quel modo così pieno di…amore e venerazione..da riuscire a far sciogliere il mio povero cuore.
-Sei bellissimo.- sussurrò facendo passare ripetutamente lo sguardo dai miei occhi alla mia bocca.-E non solo di mattina, lo sei sempre.- finì la frase avvicinandosi per potermi baciare, prima che lo fermassi portando una mano davanti la mia bocca.
-Alito mattutino. Micidiale.- giustificai il mio gesto quando vidi il suo sguardo confuso.
-Sai cos’altro è micidiale?- domandò serio.
-Cosa?- domandai sbattendo velocemente le palpebre.
-Non baciare il proprio ragazzo di prima mattina.- rispose prima di allontanarmi la mano dalla bocca e congiungere le nostre labbra.

Repressi una risata contro la sua bocca e ricambiai il bacio portando le braccia intorno al suo collo, stringendolo maggiormente a me.
-Cos’è questo odore?- domandai sulle sue labbra, sniffando forte.-Caffè?- domandai con gli occhi che si illuminavano per la felicità.
-Ti stavo preparando la colazione, avevo pianificato tutto.- borbottò distogliendo lo sguardo dal mio.-Ma ti sei svegliato prima del previsto e-
Non gli feci finire la frase, certo che no! Come potevo non baciarlo in quel momento?! Voglio dire…Derek aveva pianificato di prepararmi la colazione e di portarmela a letto, svegliandomi sicuramente con un bacio e…no! Il mio cuore non poteva reggere ancora per molto…
-Ti amo.- sussurrai baciandolo ancora.-Dio! Neanche ti immagini quanto ti amo!-
-Credo di averne un’idea…- rise divertito riprendendo a baciarmi.-E ti amo allo stesso modo.-

Sorrisi mentre con un balzo mi sedevo al piano cottura della cucina, lasciandomi sfuggire un piccolo sibilo di dolore, ottenendo immediatamente l’attenzione di Derek che mi guardò preoccupato.
-Tutto bene?- domandò posando le mani sulle mie gambe nude, carezzandole con dolcezza.-Mi dispiace, sono consapevole di non esserci andato leggero…è solo che ho perso il controllo…mi dispiace.- mormorò con gli occhi fissi sulle mie gambe, non avendo il coraggio di guardarmi in faccia.
-Stai scherzando, vero?- domandai serio.
-In fondo era la tua prima volta.- si giustificò lui.-Avrei dovuto essere più delicato..-
-Derek.- sospirai prendendogli il viso tra le mani per costringerlo a guardarmi.-Non c’è assolutamente NIENTE che cambierei nella mia…nostra prima volta. Sei stato a dir poco eccezionale, l’hai resa perfetta ed indimenticabile e…questo dolore che sto provando adesso? Non fa altro che rendere le cose ancora più perfette.-
-Davvero?- domandò titubante.
-Ti mentirei mai?-
-No.-
-Bene. Ora però nutrimi, sto morendo di fame.- sdrammatizzai facendolo ridere.
-Ecco a te.- disse con dolcezza, passandomi un piatto con sopra un toast coperto di marmellata alla ciliegia.-Ho fatto quel che potevo, il rifornimento della cucina non era ben..fornito.-
-Va benissimo, grazie.- gli sorrisi addentando il toast.

Sorrisi nuovamente quando vidi che Derek aveva scelto di mangiare rimanendo in piedi davanti a me, così da potermi guardare. Erano proprio quei piccoli gesti a mandarmi fuori di testa.
-Cosa c’è? Mi sono sporcato?- domandai arrossendo quando vidi il modo in cui mi stava fissando.
-No…- sussurrò scuotendo leggermente la testa, mal celando un sorriso.
-Dereeek.- sbuffai dandogli un giocoso calcio sul fianco.-Cosa c’è?-
-Sei bellissimo.-
-Era davvero questo che stavi pensando?- domandai arrossendo il doppio.
-Si.- ammise intrappolandosi il labbro inferiore tra i denti.-Non so se è perché stai indossando la mia camicia, o se è perché abbiamo fatto l’amore… ma mi sembri più bello del solito.-
-Forse hai solo fame e stai delirando.- dissi a bocca piena, sorridendo al suo sbuffo.
-O forse ho solo un fidanzato troppo bello per essere vero.- sussurrò pulendomi l’angolo delle labbra con il pollice, portandoselo poi alla bocca.
-Dovresti vedere il mio..- sussurrai rapito da quel gesto, sporgendomi verso di lui per poterlo baciare come si deve.

Solo che, non appena sentii la sua lingua legarsi alla mia, qualcosa scattò dentro di me. Come se avessero appena avviato il conto alla rovescia di una bomba. Più assaporavo quelle labbra e più il mio corpo bramava di più, facendomi compiere dei gesti senza che nemmeno me ne rendessi conto.
Un esempio erano le mie gambe che si erano attorcigliate intorno alla vita di Derek e lo avevano stretto in una morsa quasi soffocante, o le mie mani che erano corse a palpargli il sedere, strizzandoglielo in modo quasi maniacale.
Se da oggi in poi toccare Derek mi avrebbe fatto questo effetto, beh, avrei dovuto prestare attenzione di non lasciarmi andare quando mi trovavo in luoghi pubblici, o mio padre sarebbe stato costretto ad arrestarci per atti osceni in luogo pubblico.

Ma come facevo a non cedere a certi istinti quando mi trovavo Derek davanti? Se era difficile non saltargli addosso prima, figuriamoci adesso che avevamo fatto l’amore e che quindi avevo scoperto cosa si provasse! Era impossibile!

-Sei sicuro di essere già pronto per il secondo round?- sussurrò Derek contro il mio orecchio una volta che ebbe intuito le mie intenzioni.
-E tu sei sicuro di voler sprecare fiato nel pormi domande del genere?- domandai ansimandogli contro il collo.

Derek sorrise maliziosamente e portò le mani sotto il mio sedere, sollevandomi dal piano cottura per potermi adagiare sul materasso, dove saremmo stati sicuramente più comodi.

-E’ un peccato che domani sia già il 26 e che quindi sia già arrivato il giorno delle nozze di Scott. Ti avrei volentieri trattenuto su questo letto per un altro giorno.- ansimai mentre Derek mi riempiva il petto di baci languidi.
-Vuoi dire il 27.- disse con le labbra ancora intorno ad un mio capezzolo.-Oggi è 26.-
-No.- dissi aggrottando le sopracciglia.-Oggi è 25. Domani è 26.-
-No,Stiles.- disse Derek sollevando la testa per potermi guardare.-Sono abbastanza sicuro che oggi sia il 26.-
-Ma no! E’ impossibile, stavo contando i giorni fino a poco fa ed il matrimonio di Scott era…era domani.- conclusi con poca convinzione, deglutendo piano.-Perché deve essere domani,Derek.- dissi con voce tremante.
-Non dirmelo…- mormorò Derek spalancando gli occhi.
-CAZZO DEREK!- urlai scendendo dal letto ad una velocità inumana.-COME HO POTUTO PERDERE IL CONTO!?! SCOTT MI UCCIDERA’!- urlai nel panico mentre gli lanciavo la camicia ed indossavo la mia, saltellando per poter entrare nei jeans.
-Calma, può succedere!- cercò di tranquillizzarmi mentre svuotava una brocca d’acqua nel camino per poter spegnere il fuoco.
-No,Derek!- esclamai raccogliendo le chiavi della mia jeep.-Non può succedere di dimenticarsi il matrimonio del proprio migliore amico! Sono una persona orribile!-
-Non l’hai dimenticato. Hai solo pensato che fosse il giorno dopo, va tutto bene, siamo ancora in tempo per sistemare le cose.-
-Dio vorrei tanto avere la tua calma.- sospirai passandomi le mani per il viso.- mentre richiudevo la porta della casa.-Cazzo! Il bouquet!!- urlai andando nel panico.-Avevo il compito di comprare il bouquet ad Allison! Dove lo prendo un cazzo di bouquet adesso?!-
-Stiles.-
-DOVE? DEREK?! DOVE?!-
-Stiles.-
-Sono fottuto! Scott non mi parlerà più, mi bloccherà su facebook ed io dovrò vedere i suoi figli su delle fottute foto di un sito web con un contatto falso!-
-STILES!-
-COSA?!- urlai esasperato.
Derek roteò gli occhi al cielo poi mi si avvicinò e mi girò di lato, indicandomi il giardino accanto alla casa di Gale.
-Si, Derek, bravo.- sbuffai secco.-Ti sei accorto del giardino di Gale, complimenti. Quanti bei fiorellini e…- mi bloccai quando vidi i fiori di mille colori di tonalità diverse spiccare nel piccolo prato.-DEREK! MA SEI UN FOTTUTO GENIO!- esclamai precipitandomi per poterli raccogliere e creare così un bouquet perfetto.
-Inizio a chiamare a tuo padre. Dovevamo andare a prendere anche lui e Melissa, vero?- domandò Derek con il telefono già in mano.
-Si, bravo!- esclamai col fiatone, mostrando il mazzo di fiori a Derek.-Che ne dici?-
-Sono bellissimi e semplici. Ad Allison piaceranno sicuramente.- cercò di rassicurarmi.-Sta tranquillo, possiamo farcela.-
-Ok, si.- sospirai incamminandomi verso la macchina.


-Prima di passare a prendere mio padre e Mel, dobbiamo andare nella casa degli Argent, dobbiamo cambiarci, quindi…reggiti forte.- lo avvisai quando fummo saliti in macchina.
Derek deglutì piano e si allacciò la cintura mormorando un “Dio proteggici tu”.


Ed io sperai davvero che Dio fosse dalla nostra parte quel giorno o avrei perso per sempre il mio migliore amico. 
 
 
 
*******************************************

-Figliolo! Finalmente! Ma che fine avevate fatto?! Siamo in ritardo!-
-Grazie mille papà, tu si che sai come non mandarmi in paranoia.- dissi a denti stretti, stringendo forte il volante.
-Va tutto bene? Perché avete il fiatone? E,Stiles, perché hai una margherita tra i capelli?- domandò Melissa chiudendo la portiera della macchina.
-Sto provando lo stile hippie.- ringhiai tra me e me.
-Cosa?-
-Niente, niente.- rise nervosamente Derek, togliendomi la margherita dai capelli.
-Hai preso le fedi, vero?- domandò mio padre.
-MA PORCA PUTTANA!- urlai frenando così bruscamente da far imprecare mio padre che abbracciò Melissa per evitarle una capocciata.-C’è qualcosa che non mi sono dimenticato, oggi?! Ce l’ho le mutande?!- urlai esasperato, guardando verso il cavallo dei miei pantaloni.
-Le ho prese io.-

La voce di Derek non mi era mai sembrata così bella, così come lui. Sollevai lo sguardo su di lui, guardandolo con occhi lucidi mentre mi sorrideva rassicurante e mi mostrava la scatoletta dove erano custodite le fedi.
-Ti amo.- sussurrai sbattendo velocemente le palpebre per evitare di avere un crollo nervoso propri in quel momento.
-Ti amo anch’io. Ora andiamo, siamo ancora in tempo.-

E detto questo, premetti nuovamente il piede sull’acceleratore e lasciai andare un sospiro di sollievo quando intravidi il campanile della chiesa. Eravamo arrivati, ce l’avevamo fatta!
-Papà parcheggia tu!- esclamai lanciandogli le chiavi.-Io devo raggiungere Scott!-
-Vai, tranquillo!- esclamò mio padre afferrando le chiavi al volo.

Feci cenno a Derek di seguirmi ed insieme salimmo velocemente le scale della chiesa, arrivando all’interno di essa senza più fiato.
-Finalmente! Ma che fine avevate fatto?!- domandò Matt correndoci in contro.-Scott è furioso!-
-Lo so lo so..- sospirai passandomi il dorso della mano sugli occhi.-Dov’è?-
-E’ nel camerino del prete, aveva addirittura deciso di non sposarsi più perché tu non c’eri.- sospirò Matt storcendo le labbra in un sorriso triste.
-Merda.- sussurrai prima di schiaffarmi la mano sulla bocca e fare un veloce segno della croce per potermi scusare con i santi.

Sospirai piano prima di bussare un paio di volte alla porta e sentire la voce flebile del mio migliore amico dire “avanti”. Aprii la porta con una lentezza estenuante, temendo uno scatto d’ira del mio migliore amico. Scatto che però non arrivò. Scott se ne stava semplicemente lì, seduto su una sedia di legno, a fissarmi con una tristezza ed una delusione tale da farmi mancare il fiato per il dispiacere.
-Scott..- sussurrai deglutendo rumorosamente.-Mi dispiace così tanto…-
-“Siamo andati a scopare da qualche parte. Non cercateci. Sterek.”- lesse il post-it che avevo attaccato al frigorifero prima di sparire con Derek, per poi accartocciarlo e gettarmelo addosso.-Il tuo migliore amico si deve sposare e tu che fai?! Vai a scopare con il tuo ragazzo?!-
Ed eccolo lì, lo scatto d’ira tanto atteso.

-Scott quel post-it era uno scherzo! Non avevo portato Derek a scopare!- sospirai sentendomi in colpa.
-E dove lo avevi portato? Voglio sapere qual era quest’urgenza!- sbuffò scettico, incrociando le braccia al petto.
-Al cimitero..- sussurrai così piano che Scott si avvicinò ulteriormente per potermi sentire meglio.
-Al cimitero? Hai portato il tuo ragazzo al cimitero?! Davvero romantico e credibile.-
-Volevo fargli conoscere mamma..- dissi a fatica, deglutendo piano.-Non li avevo ancora presentati e quello mi era sembrato il momento giusto..-
Sentendo quelle parole, le spalle del mio migliore amico si rilassarono un po’, ma il suo viso rimase comunque duro e ferito.
-E c’era proprio bisogno di passare la notte fuori? Stamattina avevo bisogno di te, Stiles, ero terrorizzato all’idea di sposarmi e tu non c’eri!-
Mi passai le mani sul viso e cercai di non scoppiare a piangere per i sensi di colpa.
-Ho perso la cognizione del tempo,Scott.- sospirai stanco.- Stavo facendo il conto alla rovescia per il tuo matrimonio, non vedevo l’ora di poter vedere te ed Allison scambiarvi le fedi ed essere felici, ma questi giorni sono stati così pieni di emozioni, di felicità, di amore…che ho perso il conto dei giorni e..TE LO GIURO, Scott..ero convinto che oggi fosse il 25 e che domani ci sarebbe stato il tuo matrimonio.-
-Quindi è così?- domandò Scott dopo un lungo attimo di silenzio.-Eri felice e per questo hai perso il conto dei giorni?-
-Sembrerò ancora più stupido di quel che già mi sento ma…si.- ammisi sconfitto.-Tu non hai la minima idea di come mi sia sentito solo in questi due anni dove tutti voi ve ne siete andati da Beacon Hills. Vi ho visti andare avanti con le vostre vite e prendere strade separate dalle mie e…non lo so, riavervi tutti qui, rivivere i bei momenti in cui facevamo i falò sulla spiaggia o andavamo in campeggio, rivedervi organizzare piani malefici per vendicarvi contro qualcuno, sfottere Jackson ad ogni occasione…io…mi ha reso così felice che non ci ho capito più niente,Scott. Forse è stata anche colpa del mio subconscio che non voleva questo matrimonio venisse così in fretta perché, se da una parte sapevo che saresti stato felice, dall’altra significava dirvi di nuovo addio. E forse era questo il problema: forse non sono pronto a dirvi di nuovo addio…forse non lo sarò mai.- ammisi per la prima volta ciò che sentivo da anni, lasciando che delle lacrime mi rigassero il viso.

Non ebbi il coraggio di guardare Scott in faccia, avevo paura di leggervi disprezzo o rabbia…
E fu per questo che sobbalzai quando sentii le sue braccia avvolgersi intorno al mio busto e stringermi forte a sé.
-Mi dispiace così tanto.- singhiozzò contro la mia spalla.-E’ stato difficile anche per me lasciarti qui ed andarmene lontano. Non hai idea di quante volte mi sia sentito in colpa nei tuoi confronti o di quante volte mi sia sentito un vero e proprio bastardo. Ci sono state delle volte in cui ho davvero perso la testa ed avevo preparato le valigie per poter tornare da te e chiederti scusa, ma alla fine ho sempre resistito. -
-Scott..-sussurrai con voce spezzata, stringendolo ancora più forte.
-Mi sei mancato così tanto..- continuò Scott.-E quando mi hai presentato Derek io…io mi sono sentito così male nel sapere che mi ero perso gran parte della tua vita. Rimpiangerò per sempre di non essere stato al tuo fianco quando lo hai conosciuto, magari per consigliarti cosa fare o semplicemente per supportarti.-
-Va tutto bene.- cercai di tranquillizzarlo.-Non ti ho mai incolpato di niente, avevi tutto il diritto di farti una nuova vita.-
-Per farsi una nuova vita non bisogna per forza scordarsi della vecchia.- sospirò Scott guardandomi negli occhi.-Tu fai parte della mia vita da sempre,Stiles. Non potrei mai iniziare un nuovo capitolo dove non ci sei tu.-
-Sai perfettamente che non te lo permetterei. So essere parecchio invadente quando voglio.- cercai di sdrammatizzare, strappandogli una risata.-A proposito di “nuovo capitolo”..- dissi poi con tono di rimprovero.-Cos’è questa storia del non volersi sposare più? Mh?-
-Io..ero andato nel panico..- ammise arrossendo.
-E per un po’ di panico hai intenzione di mandare a puttane il matrimonio con l’amore della tua vita? Scott, una figa come Allison non la troverai mai più. Lo sai, vero?-
-Hai appena detto una parolaccia in un luogo santo.- mi fece notare Scott, facendomi imprecare e fare per la seconda volta il segno della croce.-E comunque..hai ragione. Io amo Allison, la amo da morire!- sospirò con un sorriso innamorato.
-Bene! Allora cosa stai aspettando? Vai a sposarti!- esclamai allargando le braccia, ridendo quando Scott vi ci fiondò in mezzo, riabbracciandomi forte.
-Ti voglio bene.- mi sussurrò con voce tremante per l’emozione.
-Te ne voglio anch’io.- sussurrai ricambiando l’abbraccio.-Ma sto per sverginarti a suon di calci in culo. Vatti a sposare!-
-Luogo santo,Stiles!- mi ricordò nuovamente in una mezza risata prima di correre verso l’altare.
-Cavolo!- esclamai a denti stretti.-Giuro che dopo mi vado a confessare!-




Raggiunsi il fianco del mio migliore amico, ponendomi sullo scalino più in basso, cercando Derek tra la folla di persone sedute con il fiato sospeso, pronti a vedere l’entrata della sposa.
Non lo trovavo. Ed il mio cuore iniziò a battere furioso ed agitato, non potevo perderlo di vista proprio in quel momento!

Chiusi gli occhi quando un flash me li accecò per un attimo e mi voltai per mandare a quel paese il fotografo…
Solo che non potevo mandarlo a quel pese….
Non quando il fotografo era il mio fidanzato e mi stava sorridendo dolcemente.

-Che stai facendo?- bisbigliai confuso, lasciandomi sfuggire un sospiro di sollievo per averlo trovato.
-A quanto pare il fotografo è rimasto bloccato nel traffico, così…lo sostituisco io.- disse scattandomi un’altra foto, sorridendo alle mie imprecazioni.
-Derek, non sprecare il rullino in questo modo! Non sono io la sposa!- sbuffai spingendolo giocosamente.
-Per ora.- mormorò guardando la foto che aveva appena scattato.
-Cosa hai detto?- domandai incredulo ma Derek fu salvato dall’ingresso di Allison.

Tutti si alzarono e si sporsero per vedere la sua entrata e per commentare il vestito che, a giudicare dagli urletti eccitati delle signore e dai sospiri dei signori, doveva piacere molto.
Le prime a passare furono due damigelle che camminarono eleganti e sicure di sé, lanciando petali rosa con forse troppa teatralità ma la cosa non mi stupì più di tanto, le altre due damigelle si trovavano dietro Allison intente a reggerle il velo.
Allison? Allison era semplicemente meravigliosa. Incantevole!
Il vestito le calzava a pennello ed il bianco spiccava sulla sua pelle rendendola quasi una creatura celestiale. A giudicare da come si torturava il labbro inferiore, doveva essere nervosa anche lei, ma quando posò lo sguardo su Scott, qualcosa si sciolse in lei, perché sorrise felicemente e saltellò quasi sul posto per l’emozione.

-Allison è bellissima.- sussurrai a Scott, sporgendomi verso di lui.
-Lo so..- sussurrò Scott imbambolato, gli occhi fissi su di lei.
-Sarete felicissimi insieme…ed io con voi.- sussurrai un’ultima volta prima di rimettermi al mio posto e lasciare che il matrimonio procedesse da solo.

Cercai in tutti i modi di non commuovermi dinnanzi allo scambio di promesse e di  fedi, ma quando i miei occhi si posarono sulla damigella d’onore(ovvero Lydia) e la videro singhiozzare dall’emozione, mi lasciai andare anche io, non vergognandomene nemmeno un po’.


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-Scusate, posso avere la vostra attenzione?!- urlai per farmi sentire su tutto il fracasso che stavano facendo gli invitati. Eravamo al ristorante ed era giunto il momento del discorso del testimone. Discorso che non mi ero assolutamente preparato e che quindi dovevo improvvisare, perfetto.-So che tutti voi vi aspettate un discorso strappalacrime e tutto…ma dato che sono un tipo a dir poco imprevedibile per non dire anche affascinante..- sdrammatizzai passandomi la mano per i capelli, scatenando fischi e pernacchie dai miei amici.
-Falla finita, Stilinski!-
-Taci Jackson o ti faccio di nuovo ammanettare.- lo ammonii, sorridendo all’imprecazione di Jackson quando Lydia chiese cosa significasse il mio commento.-Comunque  non farò nessun discorso del genere, anche perché io e mio fratello abbiamo pianto abbastanza per oggi.- dissi sorridendo alla risata di Scott.-Tutto ciò che posso dire è…che sono davvero fiero dell’uomo che sei diventato, sei stato da sempre la spalla su cui piangere, il cuscino su cui sfogarsi, l’amico con cui confidarsi ed il fratello sul quale poter fare sempre affidamento. Non ti ringrazierò mai abbastanza per tutto quello che hai fatto per me, per tutte le volte che ci sei stato e per tutte le volte che mi hai rialzato quando sono caduto. Ti ricordi quando eravamo piccoli e soffrivi di incontinenza e mi costringevi a fare da guardia mentre pisciavi dietro ai cespugli o dietro le macchine?- domandai facendo ridere tutti ed imbarazzare a morte Scott.-Beh, ti prometto che continuerò a guardarti le spalle proprio come facevo in quei momenti. Non importa se a centinaia di migliaia di Kilometri lontani o ad un passo dall’altro, ti prometto che ogni qual volta ti volterai…io sarò lì, accanto a te. Ti voglio bene.-
-VAFFANCULO STILES!- urlò Lydia, asciugandosi le lacrime che, a causa del mascara, le stavano rigando il viso di nero.
-E che non volevi fare un discorso strappalacrime, eh?!- sbuffò Isaac, accoccolato contro il fianco di Matt, entrambi con gli occhi lucidi.
Persino Jackson si stava passando distrattamente il dorso della mano sugli occhi per nascondere le lacrime.
-Io…ho fatto piangere?- domandai a Derek seduto al mio fianco, aveva anche lui gli occhi lucidi.
-Sei stato bravissimo.- mi rassicurò sorridendo.

Scott corse vicino a me e mi abbracciò forte, ripetendomi mille volte quanto mi volesse bene e quanto me l’avrebbe fatta pagare al mio matrimonio per la storia della sua incontinenza.
Fortunatamente gli sposi furono chiamati ad aprire le danze e Scott dovette interrompere le sue minacce per andare a ballare insieme a sua (ancora non ci potevo credere) moglie.
In un attimo tutto il tavolo si svuotò per poter ballare attorno agli sposi.
Sospirai felice nel vedere Scott baciare dolcemente Allison, Erica poggiare la testa sul petto di Boyd, Isaac ridere mentre Matt strofinava il naso contro il suo, Danny ed Ethan sussurrarsi cose all’orecchio, Jackson scostare dolcemente i capelli dal viso di Lydia, mio Padre poggiare la fronte contro quella di Melissa e le damigelle ballare e ridere tutte abbracciate tra loro.
Sbuffai quando fui accecato da un altro flash e mi voltai verso Derek che teneva ancora l’obbiettivo della fotocamera puntato verso di me.
-Scott ti ucciderà quando scoprirà che hai fatto più foto a me che a loro.-
-Sono sicuro che si calmerà quanto vedrà quanto sei bello in queste foto.- sussurrò piegandosi per potermi baciare.-Anche se, ad essere sincero, sei molto più bello dal vivo che per foto..-
-Mh, tu fortunatamente sei bellissimo anche per foto o non ti avrei mai chiamato quel giorno, guardando il tuo profilo..- sussurrai contro le sue labbra.
-Ricordo ancora il tuo scetticismo sul fatto che esistessi davvero.- rise Derek.
-Puoi biasimarmi?- domandai ridendo a mia volta.
-Eri proprio disperato.-
-Se non fossi stato disperato non mi avresti mai scelto..-
-Ti avrei scelto in ogni caso.-
-Ti amo.- sussurrai baciandolo con dolcezza.
-Ti amo anch’io. Vieni a ballare con me.-
-Cosa?- domandai andando nel panico quando mi trascinò nella pista da ballo.-Derek io non sono capace e-

Derek non mi lasciò il tempo per finire la frase che unì le nostre bocche, trascinandomi in un bacio sempre più passionale, pieno di promesse e di speranze che sapevo…non mi avrebbero deluso mai.


Ero felice. Dopo tanto tempo ero davvero felice, sentivo che non mi mancava niente ed era una sensazione indescrivibile.
E, per una volta, non fui preso dall’ansia che le cose sarebbero potute andare storto.


Anzi, se c’era una cosa di cui ero sicuro: Era che le cose, da quel giorno in poi, sarebbero andate solo meglio.





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IO ODIAVO I LUNEDI’.

Sul serio, i lunedì dovevano essere cancellati da tutti i calendari del mondo! A chi piacevano i lunedì? A nessuno! Allora perché esistevano ancora?!
Perché il lunedì doveva essere così fisicamente e psicologicamente stancante?
Perché una persona doveva riprendere la propria faticosa routine senza poterne scappare?!

Non l’avrei mai capito. Così come non avrei mai potuto capire il mondo.  E gli studenti.

Soprattutto gli studenti.

Voglio dire…ero stato uno studente anch’io, ed ero sicuro che-se mai i professori avessero avuto una lista di studenti da usare come vittime sacrificali- io sarei stato in cima alla lista, ma comunque non ero nemmeno lontanamente paragonabile agli studenti d’oggi!
Io rispettavo i libri, li amavo! Li trattavo meglio di come avrei trattato un bambino e di sicuro non li avrei maltrattati come invece si ostinavano a fare quei rimbambiti che si recavano nella mia biblioteca!
Ogni piega fatta ad una pagina era come un pugno dritto al mio stomaco. A volte mi veniva da piangere.

-HEY!- ringhiai ad un ragazzo  che aveva commesso il gravissimo errore di puntare la punta del proprio evidenziatore verde fluo verso la pagina di un testo antichissimo.- CHE COSA PENSI DI FARE CON QUEL COSO, MH?!-
-…evidenziare?- domandò deglutendo a stento.
-Evidenziare? Ma certo! Evidenziare!- esclamai in una risata isterica avvicinandomi a lui.-BEH ALLORA EVIDENZIA QUESTO!- esclamai afferrandolo per un braccio per condurlo davanti ad un grande cartello con su scritto: “E’ ASSOLUTAMENTE VIETATO SCRIVERE O MALTRATTARE I LIBRI. CHI LI ROVINERA’ , PAGHERA’ ECONOMICAMENTE I DANNI.”
-M-mi dispiace!- balbettò il ragazzo deglutendo a stento.
-STILES!- esclamò una voce a me purtroppo familiare proprio quando stavo per riprendere  a rimproverare quel ragazzo.-Che stai facendo?-
-Io…- balbettai tornando in me, lasciando la presa sulla manica del ragazzo.-Sparisci.- gli ringhiai, ghignando alla sua fuga.
-Stare con Derek ti ha fatto prendere il vizio di ringhiare.-
-Lo so, Lydia, me lo stai ripetendo da due anni.- sbuffai prendendo il libro ormai abbandonato dal “ragazzo-evidenziatore” per poi raggiungere il suo scompartimento e riporlo.-Comunque, che ci fai qui? Non hai il tuo negozio di abbigliamento a cui pensare?-
-Allison può cavarsela benissimo senza di me.- disse agitando una mano come a scacciare una mosca.-Ero passata per vedere come stavi.-
-Perché? Sto bene!- esclamai confuso, evitando il suo sguardo.
-Ultimamente sei più irascibile del solito.-
-Sono solo stressato, tutto qui.- sbuffai mettendomi a sistemare i libri sulle mensole per potermi distrarre e per  poter continuare ad evitare lo sguardo indagatore di Lydia.
-Sai, l’altra volta stavo parlando con le Oche di te e di Derek…- iniziò il discorso fingendosi interessata al colore del suo smalto.
-Ma non mi dire..- dissi ironicamente, erano passati due anni e le Oche erano ancora ossessionate dagli Sterek.
-E mi hanno fatto notare una cosa.-
-Cosa?-
-Hai iniziato ad essere “stressato”.- disse disegnando delle virgolette con le dita all’ultima parola.-Da quando Danny ed Ethan hanno detto di essersi sposati a Las Vegas.-
-COSA? MA QUESTO E’ ASSURDO!- esclamai forse con fin troppa enfasi, ricevendo degli “Shhh!” da una ragazza con dei grossi occhiali tondi che stava leggendo.-Sono il proprietario della biblioteca, posso fare casino quanto mi pare.- le dissi in tono secco facendole la linguaccia.
-Lo vedi? Non sei più in te! Sei scontroso e nervoso…- gesticolò la rossa.-E lo sei da quando hai saputo del matrimonio dei nostri amici.-
-Ma non avrebbe senso!- esclamai indignato.-Io sono felicissimo per loro! Perché mai mi sarei dovuto innervosire a tale notizia?!-
-Forse perché un matrimonio è quello che vorresti tu..- sussurrò Lydia, afferrandomi con dolcezza una mano.-Forse stai così perché non riesci a capire quale sia il motivo per il quale Derek ancora non si sia proposto.-
-Forse..-sussurrai tristemente, fissandomi la punta delle scarpe.-E’ solo che…noi siamo così felici insieme.- sospirai passandomi una mano per i capelli.-Abbiamo fatto il passo di andare a vivere insieme e..indovina? Ci troviamo benissimo nel nostro loft! È il nostro piccolo paradiso ed è anche vicino casa di mio padre, abbiamo entrambi ottenuto un lavoro che ci piace e ci soddisfa. Voglio dire..Derek è finalmente diventato insegnante di storia! Io ho una biblioteca tutta mia! Il matrimonio dovrebbe essere un passo spontaneo, perché non lo fa?!- domandai frustrato.
-Hai provato a parlargliene? A mettere in mezzo l’argomento?- domandò Lydia con calma.
-Tutti i giorni! Ormai non faccio altro che mettere la parola “matrimonio” ovunque! La dico anche mentre facciamo l’amore!-
-Non lo voglio sapere..-mormorò disgustata.
-Il punto è che ogni volta che parlo di un nostro possibile matrimonio, lui sorride! Capisci? Non sembra contrario o spaventato!-
-Forse sta aspettando il momento giusto..- provò la rossa alzando le spalle.
-Non ci sarà mai un momento giusto..-
-O forse sta aspettando che ti proponga tu.-
-IO?!- domandai boccheggiando.-E perché dovrei farlo io?!-
-Perché no, scusa?- domandò sorridendo.-Se desideri così tanto sposarti con Derek…allora proponiti!-
-E come glielo chiedo?? Quando??? Come mi vesto?? Dove lo porto?!?- domandai andando nel panico.
-Va tutto bene, rilassati. Chiamo le oche e gli altri cosicché possano darti una mano!- esclamò elettrizzata.
-Cos-? Lydia no!- la ammonii.-Non lo deve sapere nessuno, ok? Questa cosa rimarrà tra me e te. Sono stato chiaro?-
-Cristallino.-

Tuttavia, il sorriso di Lydia non mi rassicurò.


Questo era l’inizio di un altro incubo.


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-Amore, sono a casa!- esclamai entrando nel nostro loft, sorridendo alla vista di Derek intento a cucinarci il pranzo.
-Ti diverte proprio dirlo, eh?- sbuffò lui, sorridendo quando lo cinsi da dietro.
-Mmm..che profumino delizioso, mi viene voglia di divorare tutto.- sussurrai contro il suo orecchio.
-E’ un piatto italiano: spaghetti al sugo.- mi informò il mio cuoco.
-Non stavo parlando del piatto..- sussurrai baciandogli il collo, strusciando maliziosamente il cavallo dei pantaloni contro il suo sedere.
Derek sospirò e piegò il collo di lato, lasciandomi più porzione di pelle da assaggiare.
-Non hai fame?- domandò chiudendo gli occhi.
-Di te? Si.- sussurrai tirandogli i lembi della maglia per incitarlo a spogliarsi.
Lui si voltò verso di me e si tolse la maglia, subito imitato da me che gli saltai addosso non appena si fu liberato dall’indumento.
Feci scontrare le nostre bocche con così tanta impazienza e potenza che fu quasi doloroso, ma non m’importava. Dovevo scaricare tutta l’ansia e la frustrazione che la chiacchierata con Lydia mi aveva portato e, se c’era una cosa che avevo scoperto nel fare l’amore con Derek, era che riusciva SEMPRE a farmi sentire meglio e a farmi dimenticare di tutto.

Derek mi strinse più a sé e si avvicinò al divano, sedendovisi sopra per potermi avere a cavalcioni su di lui.
-Mi sei mancato così tanto oggi a lavoro.- ansimai reclinando la testa all’indietro mentre lui mi divorava il collo di baci.
-Mi sei mancato anche tu..- sussurrò lui, slacciandomi il jeans.
-In biblioteca è una vera tortura.- mi lamentai slacciandogli i jeans.-Se ci fossi tu sarebbe tutto più bello perché ti potrei guardare, invece vengono solo studenti rompiscatole e…coppiette sposate.-
-Coppiette sposate? In una biblioteca?- domandò inarcando un sopracciglio.
-Si, sono tipo ovunque.- sbuffai mordicchiandogli il mento.-Al giorno d’oggi si sposano tutti, non trovi?- domandai fissandolo negli occhi, sperando che afferrasse il messaggio.
-Beh quando si sta insieme da tanto tempo e si ama davvero qualcuno, direi che è normale sposarsi, no?- domandò titubante, deglutendo a  stento.
-Si, certo. A proposito di questo…- mormorai preoccupato, sobbalzando al rumore della porta di casa che veniva chiusa.

-Amori, sono a casa!-
-MA CHE CAZ-?!- urlai coprendomi con i cuscini del divano, squadrando l’intruso che aveva interrotto il mio discorso e la mia possibile proposta per Derek.
-Zio.- ringhiò Derek che intanto si era dato un contegno.-Cosa ti avevo detto riguardo all’entrare in casa nostra quando ti pare e piace?-
-Ma a New York lo facevo sempre! Ciao Stiles!- mi salutò come niente fosse.
-Peter, sempre un piacere averti tra noi..- dissi in un sorriso finto, agitando la mano in sua direzione.
-A New York c’ero solo io. Ora c’è anche Stiles ed abbiamo bisogno dei nostri spazi. Capisci?- domandò Derek come se stesse spiegando le cose ad un bambino.
-Vi ho già detto che non è un problema per me.- iniziò Peter, sedendosi comodamente in mezzo a noi, facendoci sbuffare.-Se volete scopare…scopate! Non fate caso a me!-
-Peter, non farò l’amore con Derek mentre tu ci guardi e ci inciti. Chiaro?- domandai serio.
-Potrei anche darvi dei consigli sulle posizioni e..-
-Okay basta così.- sbuffò Derek incamminandosi verso il bagno.-Abbiamo avuto questa conversazione fin troppe volte.-
-M-ma non continuiamo?- domandai triste.
-Ringrazia zio Peter.- fu ciò che mi rispose Derek dal bagno.
-GRAZIE TANTE, PETER.- dissi a denti stretti, coprendomi meglio con i cuscini quando vidi Peter avvicinarsi a me.

Il suo sguardo non prometteva niente di buono.

-Allora…matrimonio, eh?- domandò in un sorriso furbo, agitando animatamente le sopracciglia.
-Ucciderò Lydia.- ringhiai pressandomi le mani sul viso.
-E poi chi ti aiuterà con la proposta?-
-Peter.- lo supplicai.-Non voglio nessun aiuto, non mi serve, davvero!-
-Ma devi renderlo speciale! Sarà un ricordo importantissimo per mio nipote!- esclamò Peter.
-D’accordo.- sospirai assecondandolo.-Cosa mi consigli di fare?-
-Attaccati la fede sulle mutande, magari su un perizoma, poi ti avvicini sensualmente alla sua bocca e-
-Ecco perché non ti chiedo mai un consiglio.- sospirai abbottonandomi i pantaloni per poter uscire di casa.
-Ma non mi hai fatto finire!- esclamò Peter imbronciandosi.
-Ho raggiunto il limite di sopportazione alla parola “perizoma”, mi dispiace.- dissi in un sorriso prima di chiudermi la porta alle spalle.

Perché lo zio di Derek doveva essere così maledettamente perverso?!

Eppure a primo impatto non mi era sembrato per niente così malizioso….

Certo, come no!

Ricordo quel giorno come se fosse ieri, Dio che imbarazzo!
***

Il giorno dopo il matrimonio di Scott (wow, sono già passati due anni da quel giorno!) accompagnai Derek all’aeroporto insieme a tutti i miei amici. Ricordo le lacrime di tutti loro mentre uno alla volta lo abbracciavano e gli davano il proprio numero di telefono per continuare a tenersi in contatto. Ricordo di averlo salutato con tranquillità per poi corrergli dietro all’ultimo secondo e saltargli addosso, piangendo con il viso premuto contro il suo collo,  supplicandolo di tornare da me il prima possibile.

Erano stati i cinque giorni più lunghi della mia vita.

Ogni mattina mi svegliavo e sorridevo nel leggere il messaggio del buongiorno di Derek, lo chiamavo dopo mangiato e la sera facevamo le videochiamate, arrivando a sfiorare anche le prime ore mattutine. Sapevo esattamente che eravamo ridicoli, soprattutto quando giravo il pc portatile, adagiandolo sul cuscino per poi sdraiarmi accanto ad esso, osservando un Derek mezzo addormentato nello schermo, a volte sembrava quasi di averlo davvero disteso affianco a me. Ma che ci potevo fare? Mi mancava da morire.

Fortunatamente Scott mi aveva dato la meravigliosa notizia della decisione che aveva preso insieme ad Allison di tornare a vivere a Beacon Hills. Tornare e stare tutti quanti insieme per quella settimana li aveva condotti alla conclusione che nessun posto era meglio di casa propria, ed io non potevo essere più d’accordo.
Le cose andarono ancora meglio quando tutti i miei amici decisero di ristabilirsi a Beacon Hills, alla fine tutti avevano sofferto la mancanza degli altri, ed avevano deciso di voler stabilire le proprie radici in quella cittadina tanto amata/odiata che ormai faceva parte di noi.

Stare in compagnia dei miei amici aveva reso le giornate meno solitari e più allegre, anche se spesso succedeva che i miei amici mi rubavano il telefono per poter parlare con Derek, ed io arrivavo a sentirlo meno degli altri.
Avevo iniziato a stabilire un rapporto civile con le “damigelle” ormai soprannominate “oche” che cercavano di tirarmi su il morale facendomi delle vere e proprie interviste, facendomi rispondere alle domande fatte dai fan della pagina facebook che-ancora devo capire come diavolo fosse possibile- era cresciuta notevolmente. Non vi dico l’imbarazzo che provai nel dover rispondere alle domande sulla resistenza di Derek a letto o su quanto fosse ben dotato da “vado a prendere la lente di ingrandimento” a “sembra un cannone”…sul serio, i fan sterek erano dei pazzi maniaci peggio di Peter!

A proposito di Peter…dovevo parlare del nostro incontro, giusto?
Beh, il nostro incontro non fu programmato. Cioè, io non sapevo che l’avrei conosciuto quel giorno….
E questo perché Derek era tornato a Beacon Hills due giorni prima della data che avevamo stabilito per farmi una sorpresa, cogliendomi in un momento molto…particolare.
Non era proprio nei miei piani aprire la porta e farmi vedere dallo zio e dalle sorelle del mio ragazzo con addosso il costume da albero della recita organizzata dal sindaco di Beacon Hills al fine di raccogliere abbastanza fondi per aiutare i bambini orfani, costretti a vivere in un orfanatrofio che cadeva a pezzi.





 
 

Eppure fu quello che accadde.

Non appena aprii la porta fui invaso dalle risate sguaiate dei familiari di Derek che semplicemente se ne stava lì, con la testa inclinata di lato e l’espressione più confusa ed adorabile del mondo.


-Derek?!- domandai sbarrando gli occhi.
-Stiles?- domandò lui, continuando a guardarmi confuso.-Sei…un albero.-
-Che ci fai qui?!- domandai saltellando per potermi spostare ed avvicinare a lui.-E comunque, si, sono un albero.-
-Volevamo farti una sorpresa e…perché sei un albero?- domandò ancora, afferrandomi giusto un secondo prima che mi sfracellassi a terra.
-E’ per la recita di beneficenza..- mormorai fissando i tre Hale dietro Derek, stavano ancora ridacchiando tra loro.
-Ciao! Io sono Peter! Lo zio affascinante e supersimpatico di Derek!- esclamò un uomo giovane e davvero affascinante, spostando Derek malamente di lato per potermi abbracciare.
-Oh! Salve! Io sono-
-Stiles, lo so. Derek non ha fatto altro che parlare di te.- mi interruppe lo zio,  dandomi delle pacche affettuose sulle spalle.-Devo dire che la sua descrizione ti calza a pennello…a parte per le foglie...- disse toccando le foglie attaccate al di sopra dei miei rami.
-Si,ehm, forse perché quelle spuntano solo in primavera..- ironizzai, scatenando un'altra risata.
-Ha senso dell’humor! Mi piace!- esclamò una ragazzina con i capelli castani raccolti in una coda.-Sono Cora, la sorella più piccola di Derek!- mi sorrise abbracciandomi così forte che per poco non ripersi l’equilibrio.

Oh, lei doveva essere la “piccolina” e la “cucciola” di Derek!

-E’ un piacere conoscerti. Ricambierei l’abbraccio se il costume me lo permettesse…- dissi piegandomi leggermente verso di lei per poter “ricambiare” in qualche modo il suo abbraccio.
-Io sono Laura.- disse una ragazza alta quasi quanto me, lo sguardo serio ed indagatore.-E sei adorabile!- esclamò poi in un sorriso, abbracciandomi a sua volta…..facendomi cadere.
-Aiuto!- esclamai scalciando da dentro il costume, mentre gli altri se la ridevano.
-Ve l’avevo detto che cadeva sempre!- esclamò Derek sollevandomi da terra.
-Si ma non ci avevi detto che aveva un ramoscello così grande!- esclamò lo zio, dandomi delle gomitate giocose.

Dio che doppio senso assurdo!

-Eheh, che intende dire?- domandai avvampando mentre Derek si schiaffava una mano sul viso.
-Voglio dire quello che ho detto.- disse lo zio continuando a sorridere in quel modo inquietante.-Hai un ramoscello grande, per questo hai attirato l’uccello di mio nipote, eh?-
-ZIO.-
-Ommioddio..-sussurrai sentendomi il viso in fiamme.
-Aspettavi entrasse dentro di te per fare il nido, eh?-
-Zio basta così.- disse Derek a denti stretti.- Hai già dimostrato al mio ragazzo quanto può essere perversa la tua mente.-
-Non farci caso, Stiles.- disse Laura, cingendomi le spalle con un braccio.-Mio zio fa così perché si sente inferiore.-
-Hey! Se mio nipote e ben dotato è perché ha preso da suo zio, chiaro?- sbuffò l’uomo offeso.
-Ed ecco perché avevo pensato di non presentarti mai a mio zio.- mormorò Derek, abbracciandomi da dietro.
-Beh, tu hai conosciuto mio padre…quindi…- dissi io, poggiandomi di più a lui.
-Tuo padre non è strano.-
-Mio padre ha fatto un brindisi quando ha scoperto che scopavo con te.- gli ricordai facendolo ridere.
-Ahh quanto mi manca tuo padre, ci siamo sentiti ogni giorno ma vorrei vederlo. Dov’è?-
-Vi siete sentiti ogni giorno?- domandai scioccato ignorando la sua domanda.
-Si, tramite sms.- ammise in un’alzata di spalle.-Dov’è?-
-Non ci posso credere..-sussurrai a me stesso.-E’ al teatro, ha insistito per assistere allo spettacolo.- sbuffai.
-Ti serve un passaggio?- domandò Derek, baciandomi la tempia.
-Si, non penso di poter andare a piedi o di poter guidare con questo coso.-
-Bene! Allora assisteremo al tuo spettacolo!- urlò Peter entusiasta.
-Cosa?! No!- esclamai andando nel panico.-Davvero, non vi conviene…devo solo stare fermo ed agitarmi quando dicono che c’è il vento.- ammisi in imbarazzo.
-Io voglio vederti.- borbottò Derek mettendo il broncio.
-Amore, sul serio, non c’è niente da vedere. Ti annoieresti soltanto.-
-Io voglio vederti.- ripeté imbronciandosi il doppio riuscendo ad intenerirmi.
-E va bene!- sospirai sconfitto.-Andiamo a fare quest’altra figura di merda.-
-Siiiiii!!- urlarono gli Hale, saltellando felici.
-Permetti?- domandò Derek prima di prendermi in braccio senza preavviso, facendomi ridere a crepapelle.
-Te l’ha mai detto nessuno che sei un albero davvero sexy?- mi domandò prima di baciarmi(finalmente!) sulla bocca, facendomi riassaporare il gusto della sua lingua.
-Quanto mi sei mancato!- sospirai prima di ricongiungere le nostre lingue.


Alla fine lo spettacolo si rivelò un vero e proprio successo, figure di merda escluse.
Oltre a mio padre e agli Hale, era presente mezza Beacon Hills, compresi Melissa ed i miei amici. Non dimenticherò mai il momento in cui dovetti agitarmi per rappresentare l’albero scosso dal vento, venendo accompagnato dai fischi e dagli incitamenti dei miei amici. Le damigelle avevano addirittura preparato un cartellone con su scritto “YEAH! SHAKE IT BABY!”.

Un’altra esperienza che non dimenticherò presto.




Peter però si rivelò molto utile per mio padre. Cavolo, quei due andavano in perfetta armonia! Stavano sempre appiccicati, intenti a bere birra e a guardare partite su partite. Cosa che non sorprese me e Derek più di tanto. Però fu proprio grazie a Peter e ai suoi consigli che mio padre riuscì a chiedere (prima della vecchiaia) a Melissa di uscire insieme a lui e di provare ad iniziare un nuovo capitolo insieme.
Cora e Laura furono un amore nell’informare mio padre cosa volesse sentirsi dire una donna e come dovesse comportarsi con lei.
Io non potevo che essere super felice per lui, si meritava tutto l’amore ed il bene del mondo.

Ma ero anche nervoso da morire!

-E se scoprissero di non andare d’accordo come avevano pensato? E se mio padre facesse una cretinata e rovinasse tutto?!- domandai percorrendo in lungo e in largo tutto il perimetro della mia camera.
-Non succederà niente di tutto questo, quei due sono fatti per stare insieme.- mi tranquillizzò Derek afferrandomi per le spalle.-Melissa è una donna intelligente, non si lascerà scappare un uomo come tuo padre.-
-Sai, a volte sembri davvero innamorato di mio padre.- sbuffai fingendomi sospetto.
-Disse colui che ha letteralmente palpato il sedere di mio zio.- mi sfidò lui.
-Hey! Lui aveva palpato il mio ed aveva osato dire che lui, nonostante più anziano di me, lo avesse più sodo del mio!-mi giustificai.
-Ed era vero?- sussurrò avvicinandosi alle mie labbra.
-Perché non vieni a scoprirlo tu stesso?- mormorai prima di baciarlo e di guidargli le mani sul mio sedere.


ADDIO SESSO TELEFONICO O ATTRAVERSO UNA WEBCAM, NON MI MANCHERAI PER NIENTE!





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Dovevo dire però che mi sarebbe mancato Peter una volta tornato a New York. Era sempre così, invadeva i nostri spazi, ci prendeva in giro, ci esauriva…e poi quando se ne andava, sentivamo la sua mancanza così tanto da passare le serate a mangiare il gelato e a guardare i video e le foto che avevamo fatto in sua presenza.

Giunto davanti casa di Scott, non dovetti nemmeno bussare che il viso felice del mio migliore amico occupò il mio campo visivo.
-Amico mio!- esclamò abbracciandomi forte.-Sei venuto a chiedermi di farti da testimone?- domandò poggiandosi allo stipite della porta, sorridendo consapevole.
-GIURO CHE UCCIDERO’ LYDIA.- ringhiai prima di entrare a capo chino.
-Ciao Stiles.- mi salutò Allison, baciandomi dolcemente una guancia.-Come vanno i preparativi?-
-Allison non ti ci mettere anche tu.- sospirai esasperato, buttandomi a peso morto sul grande divano bianco del loro salone.
-Fratello, detto tra noi..- disse Scott accovacciandosi davanti a me.-Non sembri uno che si sta per sposare.-
-Perché ancora non gliel’ho chiesto!- esclamai sollevando le braccia al cielo.-Non so come fare! Non ho neanche l’anello!-
-Quello posso procurartelo io.- ammise Allison.-Sai bene che mia zia ha un negozio di argenteria. Non ci chiamiamo “Argent” per niente!-
-Lo so, è che…- sospirai passandomi con stanchezza le mani sul viso.-Avevo in mente di farci incidere una frase all’interno cosicché potesse leggerla solo lui, e volevo farci incidere una triskele all’esterno.-
-Si può fare.- mi rassicurò Allison sorridendomi dolcemente.-Anzi, possiamo andare al negozio anche adesso, se vuoi. Se ci sarò io con te, mia zia ti farà avere l’anello in un niente.-
-Visto? Tutto andrà per il meglio.- mi rincuorò Scott carezzandomi i capelli.-Per la proposta, non temere. Io e gli altri stiamo già sfilando una lista delle possibili proposte che potresti fare.-
-Non è vero…- mormorai esasperato.
-Abbiamo chiesto aiuto anche ai fan sterek, hanno un sacco di idee!-
-Ci rinuncio.- sospirai alzandomi dal divano.-Allison, andiamo a comprare questo fottuto anello.-
-Così ti voglio! Sii agguerrito!- mi incitò Scott accompagnandomi alla porta.


QUESTO SI CHE ERA UN VERO E PROPRIO INCUBO!



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Erano passati tre giorni ed avevo l’anello, l’appoggio dei miei amici, di mio padre e degli Hale, ed una lista dei vari modi in cui poter fare la mia proposta.
Era tutto pronto, tutto organizzato nei minimi dettagli. Sarebbe andata bene.

Ovviamente no.





PRIMO TENTATIVO: VINO.






Idea di Matt ed Isaac, secondo loro sarebbe stato incredibilmente romantico mettere l’anello in un bicchiere di vino, magari in un ristorante elegante, con un violinista accanto al tavolo, e fare la fatidica proposta a Derek. Con un piano del genere, avrebbe sicuramente accettato di essere mio marito!

Eppure le cose non andarono esattamente come nei piani….

-Mi dici perché mi hai portato qui?- mi domandò per la millesima volta,Derek, emanando agitazione da tutti i pori.
-Non posso portare mio mari-ehm-il mio fidanzato a cena fuori??- domandai agitato il doppio.
-Certo ma non mi hai mai portato in un ristorante di lusso. Hai idea di quanto costi un bicchiere d’acqua, qui?- domandò preoccupato.
-Ho un lavoro, posso permettermi di esagerare qualche volta. Soprattutto se si tratta di te.- lo rassicurai poggiando la mano sulla sua, carezzandogli le dita…indugiando molto sull’anulare.
-Mi piaci vestito così.- ammise guardandomi innamorato.
-Come un pinguino?- ironizzai sistemandomi la giacca sulla camicia bianca.
-Beh, se mi piaci vestito da albero, non vedo perché non dovresti piacermi vestito da pinguino.-
-Ti prego, non ricordarmelo.- sbuffai in una risata, facendo ridere anche lui.
-Signori, il vino.- disse il cameriere, versandoci del vino prima di andarsene.
-Non avevamo ordinato il vino..- mormorò Derek confuso.
-Avranno sbagliato..- mentii.-Forse l’ordine è di quel tavolo lì!- esclamai indicando un tavolo a caso alle sue spalle.

Approfittai che Derek si fosse voltato per immergere la fede nel suo bicchiere e tornare in un battibaleno nella mia posizione iniziale.

-Quale tavolo?- domandò rigirandosi verso di me.
-Lascia perdere.- sospirai riprendendogli la mano.

Ora o mai più, Stiles.

-Derek…io….- iniziai il discorso….

Venendo interrotto da quel fottuto violinista!!
Perché avevo ordinato il violinista?!
Maledetti Matt ed Isaac!




Mi voltai verso il musicista e lo intimai con lo sguardo di smetterla, ma quello capì tutt’altro ed iniziò a suonare con ancora più enfasi.
-Credo che abbiano di nuovo sbagliato tavolo..- mormorò Derek, sorridendo incoraggiante al violinista.
-Derek.- cercai di attirare la sua attenzione stringendogli maggiormente le mani.
-Dimmi.- disse sorridendomi.

Ora o mai più…

-Io…-

-SI, BEN! LO VOGLIO!- urlò la ragazza nel tavolo affianco al nostro, gettandosi tra le braccia del ragazzo.- MI HA CHIESTO DI SPOSARLO!- urlò a tutti indicandosi l’anello al dito.



-Okay.- dissi dopo essermi leccato un angolo della bocca.-Perfetto.-
-Che cosa romantica, hai visto?- mi domandò Derek tenendo gli occhi fissi sui futuri sposi.-Le aveva nascosto la fede nel bicchiere di vino!-
-MA PORCA- imprecai tappandomi la bocca subito dopo.
-Va…tutto bene? Sei strano.- mi disse Derek studiandomi attentamente.
-Non è stato originale, ok?- domandai furioso.-Ormai l’anello nel bicchiere di vino è un cliché!-
-Va bene..- mormorò leggermente impaurito dalla mia reazione e…sembrava anche…dispiaciuto? Non ne ero sicuro.

Spalancai gli occhi quando vidi Derek portarsi il bicchiere di vino alle labbra, facendomi balzare il cuore in gola.
-AMORE!- urlai sporgendomi verso di lui così brutalmente da far rovesciare la bottiglia di vino direttamente sui suoi pantaloni.-Cazzo..- imprecai coprendomi gli occhi.-Scusa.-
-Non fa niente..- tentò di rassicurarmi asciugandosi alla meglio, posando quel dannatissimo bicchiere sul tavolo.

Afferrai il bicchiere cercando in tutti i modi di non farmi vedere e tolsi immediatamente l’anello da lì, guardando il bicchiere con aria così incazzata da sembrare un pazzo.
-Stiles.- disse Derek posando una mano sulla mia.-Sicuro di stare bene?-
-Si io…vado a pagare il conto ed i danni…mi dispiace.- sussurrai alzandomi dal tavolo.

CHE INCUBO.

 



SECONDO TENTATIVO: IL BISCOTTO DELLA SFORTUNA



Il secondo tentativo mi fu consigliato da Scott ed Allison. Quando erano adolescenti si scambiavano sempre i biscotti della fortuna, scambiandosi frasi dolci e qualche regalo. Entrambi mi avevano assicurato che, oltre ad essere di bell’aspetto, erano anche buoni. E, sinceramente parlando, se a propormi quella stramba idea erano proprio Scott ed Allison, allora sarebbe andata bene. In fondo…loro si erano sposati,no?

Quanto mi sbagliavo.


-Ma buongiorno!- esclamò Sara accogliendoci con il suo solito sorriso dolce una volta entrati al Chocolove.
-Buongiorno a te.- le dissi sorridendo.
-Ciao Sara.- la salutò Derek abbracciandola.
-Hey, non è carino abbracciare la propria ex davanti al tuo ragazzo.- lo prese in giro lei, ricambiando l’abbraccio.-Cosa vi posso offrire?- domandò recitando alla perfezione la parte.

Era ovvio che avevamo organizzato tutto. Questa volta le cose sarebbero andate alla grande!


E ovviamente mi sbagliavo anche quella volta.

-Due cappuccini e dei muffin al cioccolato, grazie.- le dissi con naturalezza, come se stessi davvero ordinando una colazione normale.
-D’accordo.- disse segnandosi l’ordine sul blocconote prima di assumere un’espressione entusiasta, come se si fosse appena ricordata qualcosa.-Che ne direste se al posto dei muffin al cioccolato vi offrissi dei biscotti della fortuna?!- domandò elettrizzata, saltellando sul posto.
-Biscotti della fortuna?- domandò Derek scettico, inarcando un sopracciglio.
-Oh! Sono quelli con il bigliettino dentro?!- domandai fingendomi altrettanto entusiasta e sorpreso.
-Esatto! E sono anche molto buoni!- mi diede corda Sara.-Der, dovresti provarli!-
-Non saprei..- mormorò posando lo sguardo su di me.

“Ti prego accetta i biscotti! Ti prego, ti prego, ti prego!” continuavo a pensare torturandomi il labbro inferiore con i denti.

-Tu che dici?- mi domandò indeciso.
-Scegli tu, oggi la colazione te la offro io.- gli dissi con dolcezza.
-Mmmm…- ci pensò massaggiandosi il mento.

Sia io che Sara stavamo letteralmente morendo dentro.

-Sono anche ricoperti da scaglie di cioccolato!- mi venne in contro lei con un sorriso forzato.

“Derek ti prego..” pensai mentre lo vidi adocchiare i muffin al cioccolato. “Derek scegli quei fottuti biscotti della fortuna o giuro su Dio che-“

-D’accordo, biscotti della fortuna siano.- rispose, finalmente.

Sia io che Sara tirammo un sospiro di sollievo e, non appena Derek si fu voltato per dirigersi verso un tavolino, ci demmo il cinque da bravi complici quali eravamo.

-Fammi indovinare..- sospirai sedendomi difronte a Derek.-Hai scelto questo tavolino perché è quello con il portatovaglioli più ordinato.-
-Cos-? No!- esclamò offeso.-L’ho scelto perché si trova vicino alla finestra.-
-…-
-…e perché non vi sono tovaglioli che escono dal portatovaglioli.-
-Lo sapevo! Il mio maniaco dell’ordine colpisce ancora!- esclamai sporgendomi per dargli un bacio.

In fondo mi piaceva anche per le sue strane manie dell’ordine.
E, in un certo senso, se non le avesse avute, il nostro loft sarebbe cosparso di vestiti e roba varia…eh già, non ero un tipo molto ordinato e mi domandavo ancora come facesse Derek a non impazzire nel mio disordine.
-Ecco a voi, i biscotti ve li offro io.- annunciò Sara, poggiando i biscotti della fortuna ed i cappuccini sul tavolo.
-Sara non devi.- le dissi ma lei mi bloccò agitando una mano a mezz’aria.
-Sciocchezze! Tu hai altro per cui spendere i soldi!- sbuffò non riferendosi ASSOLUTAMENTE al matrimonio…
-Tipo?- domandò Derek , non seguendo il filo del nostro discorso.
-Uh! Ho un cliente! Scusa Der!- esclamò la bionda in una risatina nervosa prima di schizzare via.
-Ultimamente siete tutti così…strani.- sbuffò Derek, afferrando uno dei biscotti della fortuna.
-Pfff! Ma che dici? Noi strani?! Questo è ridico-NO!- urlai quando vidi che Derek aveva preso il biscotto della fortuna con la lettera “S”.

Ovvero quello senza l’anello e la proposta dentro!

-Cosa c’è?- sospirò esasperato.-Stai di nuovo facendo quella faccia strana.-
-S-stai mangiando quello con la lettera “S”, cioè il mio!- esclamai con naturalezza, cercando di non dare di matto.
Lui voltò il biscotto verso di sé e sollevò le sopracciglia nel leggere la lettera.
-Da quando si mettono le lettere sui biscotti?- domandò perplesso.

“Da quando in uno di questi biscotti c’è un anello ed una proposta che probabilmente non farò mai!”

-Da sempre!- esclamai con voce acuta, porgendogli il SUO FOTTUTO biscotto.

Ok, potevo ancora recuperare. Adesso Derek avrebbe preso il suo biscotto, lo avrebbe aperto e sarebbe rimasto a bocca aperta nel vedere l’anello ed il bigliettino con su scritto “Will you marry me, Sourwolf?” e tutto sarebbe andato secondo i piani!

….se non fosse per quel maledettissimo cane che con un balzo aveva afferrato il biscotto per poi scappare fuori dal bar.

-NO! NON E’ POSSIBILE!- urlai alzandomi di scatto.
-Stiles, calma, ne prendiamo un altro.- provò a rassicurarmi Derek, ignaro di tutto.
-QUALCUNO FERMI QUEL CANE!- urlai precipitandomi all’inseguimento del cane.

Cavolo, per essere un carlino in sovrappeso correva davvero veloce, il bastardo!

Lo inseguii per non so quanto tempo, finché il cagnolino non si fermò esattamente sul ciglio della strada.







-Qui cagnolino.-  dissi con il fiatone, cercando di mandare un sorriso rassicurante al cagnolino per non farlo scappare.- Voglio solo giocare!- esclamai con voce acuta, avvicinandomi lentamente.
Ma il carlino, vedendomi avvicinarmi con le mani tremanti protese verso di lui, indietreggiò appena, scendendo quasi dal marciapiede.
-Molla quel fottuto biscotto e nessuno si farà male, ok?- provai a contrattare, ignorando i borbottii della gente sulla mia sanità mentale.
Il cagnolino fece per posare il biscotto e proprio mentre stavo per cantare “Alleluja” con tanto di balletto….il bastardo riprese il biscotto e schizzò verso la strada.
-TU! BRUTTO LADRUNCOLO!- urlai inseguendolo nuovamente, bloccandomi al suono prolungato di un clacson.
-STILES!- urlò qualcuno alle mie spalle prima che mi afferrasse per i lembi della camicia e mi tirasse indietro, salvandomi la vita.
-Derek?- domandai sbattendo velocemente le palpebre.
-SI PUO’ SAPERE CHE COS’HAI IN QUELLA TESTA?!- mi urlò contro, lo sguardo terrorizzato.-Stavi per farti investire per inseguire uno stupido carlino!-
-Io…- mormorai massaggiandomi il retro della testa.

E adesso come glielo spiegavo?

-Io davvero non ti capisco più.- sospirò lui, abbracciandomi forte.-Stavi per morirmi davanti agli occhi..ti prego, basta con le sciocchezze.- mi supplicò carezzandomi i capelli con mano tremante.
-D’accordo..-sospirai ricambiando l’abbraccio.

Avevo fallito. Non ero riuscito a regalare a Derek una proposta di matrimonio speciale e per poco non mi facevo ammazzare….
Ero un completo disastro e forse era quello il motivo per il quale Derek non voleva sposarmi.

E come dargli torto…

-Dai, andiamo a casa..- mi sussurrò Derek, facendo intrecciare le nostre dita.
-Ok.- deglutii a fatica, voltandomi un’ultima volta verso il punto in cui era sparito il carlino.

La mia proposta e l’anello che avevo fatto fare apposta per il mio ragazzo, erano ormai perduti per sempre. Dispersi nell’intestino di un carlino.


***************************

TERZO TENTATIVO: CANDELE.


 

Passarono due giorni da quel spiacevole evento, e per due giorni il mio umore sfiorò quasi il pavimento. I miei amici cercavano in tutti i modi di incoraggiarmi a continuare con i tentativi, sfilando vere e proprie liste su come potermi proporre senza creare alcun danno.

-Potresti provare con le candele!- esclamò Lydia schioccando le dita.
-Lydia, sono riuscito a creare un casino per via di un carlino.- ringhiai ancora furioso con quel maiale travestito da cane.-Cosa pensi potrei combinare con del fuoco?!-
-Magari per quel giorno mettiamo in allerta tutta Beacon Hills, consigliando ai cittadini di barricarsi in casa.- ironizzò Jackson, ricevendo una gomitata dalla fidanzata.
-Jackson ha ragione.- sospirai passandomi le mani tra i capelli.-Sono un completo disastro e potrei seriamente mettere in pericolo l’intera città!-
Lydia guardò male il “biondo” seduto accanto a lei, giudicandolo silenziosamente. La mia mascella toccò quasi terra per l’incredulità quando vidi Jackson sbuffare ed inginocchiarsi davanti a me, poggiando delicatamente le mani sulle mie ginocchia.
-In tutti questi anni non c’è stata UNA DANNATA volta che mi hai dato ragione ed ascoltato, e decidi di farlo proprio adesso?- domandò esasperato.-Puoi farcela, non è poi questa grande cosa. Devi solo adagiare le candele sul giardino sotto la vostra finestra in modo da formare la proposta, le accendi, e chiami Derek. Fine.-
-Jackson ha ragione.- provò Lydia.-Questa volta non potrà andare male. Nessun altro ti ruberà l’idea, non sporcherai Derek con del vino e non ci saranno né biscotti né carlini.-
-In più ti aiuteremo noi!- esclamò Scott dandomi delle pacche affettuose sulle spalle.-Così eviteremo di farti inciampare sulle candele e di prendere fuoco.-
-HA-HA.- finsi di ridere dandogli un pugno giocoso sul braccio.-C’è sempre un piccolo particolare che avete dimenticato: non ho più l’anello.- sospirai abbattuto.-Come faccio una proposta senza l’anello?-
-A proposito di questo…- mormorò Allison con un piccolo ghigno complice, avvicinandosi alla porta della sua camera( ci eravamo riuniti tutti lì ad insaputa di Derek).-Ieri le mie amiche erano andate a fare shopping e…-
-Le oche?- domandai inarcando un sopracciglio.
-Si, loro.- sbuffò Allison, le dava un po’ fastidio che chiamassimo le sue amiche in quel modo.-Comunque stavano per tornare a casa…quando qualcosa ha attirato la loro attenzione, sfrecciando come un razzo al loro fianco.-
-Cosa?- domandai andando in ansia.
-Lui.- rispose Allison, aprendo la porta posta proprio difronte il letto in cui ero seduto.

Strabuzzai gli occhi quando vidi le oche sghignazzare poggiate agli stipiti della porta. Summer, la ragazza al centro, aveva tra le braccia….il carlino! E gli stava facendo agitare una zampina in mia direzione come per farlo salutare. Solo allora mi accorsi che aveva qualcosa in bocca….

IL BISCOTTO DELLA FORTUNA!

Possibile che dopo due giorni ancora non l’avesse mangiato??

-TU.- ringhiai squadrando il carlino.-Porcello ladruncolo!-
-Ti daremo l’anello a patto che tu non gli faccia del male.- osò dire una delle oche, ponendosi a braccia aperte davanti all’amica che teneva il traditore tra le braccia.
-Mi ha rovinato la proposta e mi ha quasi fatto uccidere!- esclamai indignato.
-E’ solo un cucciolo spaventato ed affamato!- sbuffò l’oca.-Inoltre non ha nemmeno mangiato il biscotto, quindi il tuo anello è salvo.-
-E va bene!- sospirai.-Non farò niente al porcello, però ridatemi l’anello.-

Le damigelle esultarono contente e mi porsero il biscotto cosparso di bava, ghignando quando lo afferrai con aria disgustata.
-Allora? Candele?- domandò Lydia mentre fissavo l’anello tra le mie mani.
-…candele.-

E, OVVIAMENTE, ANCHE QUELLA VOLTA ANDO’ MALE.


-Amore, vado a gettare l’immondizia!- esclamai afferrando il sacco dell’immondizia, avviandomi verso la porta.
-Sicuro? Posso farlo io se vuoi.- si propose Derek, avvicinandosi a me per prendere il sacco dalle mie mani.
-No!- esclamai nascondendomi il sacco dietro la schiena, facendogli inarcare un sopracciglio.-So bene di non essere molto ordinato e che molto spesso sei costretto a riordinare le mie cose, quindi…almeno lascia che ti ringrazi in questo modo. Ok?- domandai fissando il pavimento, non avendo il coraggio di guardarlo in viso.
-Non devi ringraziarmi di niente.- mi sussurrò contro le labbra prima di baciarle.-Perché ti amo così come sei, disordine compreso.-
-Ti amo anch’io.- sussurrai dandogli un altro bacio prima di scendere giù.

Una volta gettata l’immondizia e raggiunto il giardino nel retro, feci segno ai miei amici di accendere le candele. Mi schiaffai una mano sulla fronte quando notai che si erano vestiti tutti di nero, cappellino incluso, come se fossero delle spie in missione segreta.
-Dai forza!- esclamai quando vidi che ci stavano mettendo un’eternità.-Derek si preoccupa sempre quando tardo a rientrare.-
-Un secondo! C’è troppo vento!- sbuffò Isaac.-Le candele si spengono subito!-
-Merda..- sospirai provando ad accendere una delle tante candele, ringhiando quando questa si spense per la terza volta.
-Ma proprio oggi ci doveva stare questo dannato vento?- grugnì Jackson.
-La mia solita fortuna. Può andare peggio di così??- domandai al cielo, allargando le braccia in segno di esasperazione.

NON LO AVESSI MAI FATTO.

Il vento soffiò ancora più forte, trascinando con sé una busta di plastica sfuggita forse dal contenitore dell’immondizia che avevo sollevato prima.
Seguii la traiettoria della busta bianca con il cuore in gola, avvertendo già i brividi corrermi lungo la schiena preannunciando che qualcosa sarebbe andata storto.
Ed ovviamente le mie previsioni erano esatte: la busta non poteva posarsi da nessun’altra parte se non sull’unica candela rimasta accesa. Prendendo fuoco.
-SPEGNETE QUELLA BUSTA!- urlai indicandola ai miei amici che si fiondarono verso di lei.

Ma fu troppo tardi.

La busta infuocata rotolò sull’erba secca, facendola incendiare al suo passaggio e in un attimo, quello che doveva essere un piccolo fuocherello, si trasformò in un vero e proprio falò.
-Cazzo!- esclamai correndo verso l’interno del loft, intimando ai miei compagni di stare alla larga.
-Stiles, che succede? Cos’è questa puzza di bruciato?- mi domandò Derek non appena rientrai in casa.
-Derek, l’estintore! Dov’è l’estintore?!- domandai iperventilando.

Fortunatamente Derek capì cosa stesse succedendo(proposta esclusa) e, una volta afferrato l’estintore, corse di sotto e spense il fuoco, rischiando quasi di ustionarsi.
-Sei ferito?- domandai con voce tremante quando l’ebbi raggiunto, tastandogli delicatamente le braccia nude per poi risalire al viso.
-No, tranquillo.- sospirò lui.-Ma cos’è successo?- mi domandò confuso.

I miei amici si erano nascosti ed io mi trovavo nuovamente a dover spiegare l’inspiegabile.

-Io…non lo so.- mentii, non avendo scelta.-Avevo appena gettato l’immondizia quando ho sentito puzza di bruciato e visto il fuoco…-
-Qualcuno avrà voluto farci qualche scherzo idiota.- disse Derek a denti stretti, stringendo i pugni.
-Non ti arrabbiare però.- mormorai poggiando la fronte sul suo petto, sentendomi in colpa.

Non volevo farlo arrabbiare, così come non volevo farlo preoccupare. Eppure riuscivo a fare solo quello.

-Forse potresti aiutarmi a smaltire la rabbia..- sussurrò improvvisamente contro il mio orecchio, tracciando dei disegni immaginari sulla mia schiena.
-Forse potrei farlo, si.- risposi a mia volta, spingendolo giocosamente verso l’interno del loft.

Forse la serata non era andata così male….



***************************************

QUARTO TENTATIVO: SPIAGGIA.





Ero del tutto ammattito. Avevo perso davvero l’uso della ragione.

E questo lo si poteva vedere anche dal fatto che avessi preso in considerazione l’idea delle oche! Oh mio Dio sarebbe andato tutto malissimo, ne ero sicuro!

-Mi domando che ci provo a fare.- sospirai a telefono con Scott.
-Perché lo ami e perché gli Sterek sono indivisibili!!- gli schiamazzi delle oche raggiunsero il mio orecchio con così tanta potenza da farmelo fischiare.
-Scott, perché hai il vivavoce?- sbuffai mentre afferravo le chiavi della jeep ed uscivo di casa.
-Perché tutti quanti volevano dirti “In bocca a lupo”.- disse Scott con la bocca piena.

Io stavo per avere un infarto tanto che ero nervoso e lui che faceva? Mangiava!

-In bocca a lupo,Stiles!- urlarono tutti, facendomi sorridere.-Vedrai che questa volta andrà bene!-
-Speriamo…- sospirai entrando in macchina.
-Vedi di non uccidere nessuno.-
-La prima persona che ucciderò sarai proprio tu, Jackson.- sbuffai mettendo in moto.-Sto andando, vi faccio sapere dopo com’è andata. Se non ricevete nessuna chiamata entro 24 ore…dateci anche come dispersi e dite a mio padre che lo amo.-
-Smetti di fare la regina dei dramma e vai a sposare quel gran fusto del tuo ragazzo!- esclamò Erica, appena rincasata dalla sua vacanza amorosa con Boyd.
-D’accordo d’accordo.- risi.-Ciao ragazzi, grazie di tutto. Vi voglio bene.-
-Anche noi! Ciao!-

Terminai la chiamata e riposi il telefono dentro la tasca del jeans, sospirai piano e strinsi maggiormente le mani sul volante per evitare che tremassero ancora.
Guardai il mio riflesso nello specchietto centrale e deglutii a fatica. Potevo farcela.

Mi ero vestito casual, con la solita camicia a righe sopra una normale t-shirt, giusto per non far venire nessun dubbio a Derek….

Derek….

Chissà come avrebbe reagito alla mia proposta, non ero nemmeno sicuro che avrebbe accettato. Voglio dire…dopo tutto quello che gli avevo fatto passare in quest’ultima settimana, mi domandavo se volesse davvero continuare a stare con me.

Il piano era semplice: lo andavo a prendere a lavoro, facendogli una sorpresa e lo portavo al mare. Dopodiché lo avrei convinto a fare una passeggiata sulla spiaggia, approfittando di un suo momento di distrazione per poter scrivere sulla sabbia la mia proposta e BAM! Sarebbe finito anche quest’incubo.

Poteva funzionare. DOVEVA funzionare. Non c’erano ostacoli per questa proposta….giusto?

-Amore? Che ci fai qui?- domandò Derek entrando in macchina, sporgendosi per darmi un bacio.
-Sorpresa!!- esclamai con enfasi.-Oggi voglio portarti in un posto speciale.-
-Altre sorprese?- domandò inarcando le sopracciglia, mal trattenendo un sorriso divertito.
-Lo sai che sono un marit-ehm- un ragazzo pieno di sorprese!- ridacchiai nervoso, rimettendo in moto.

Eravamo in viaggio già da un bel po’, chiacchierando del più e del meno, soffermandoci soprattutto sugli studenti d’oggi e su quanto fossero sfaticati, quando...

-Mi stai portando al mare?- domandò Derek.
-Cosa?! Come lo sai??- domandai con voce stridula.
Derek inarcò un sopracciglio ed indicò il proprio finestrino da dove, oltre la strada, si vedeva il mare.
-Oh..- sospirai.-Beh, si.- ammisi.

Tanto peggio di così…

Derek pose la sua mano sulla mia e mi regalò un sorriso bellissimo, uno di quei sorrisi rari che non sempre mostrava e che riusciva a farmi lievitare a mezz’aria.
-Era da tanto che volevo andare al mare.- ammise.
-Davvero? E perché non l’hai mai detto? Ti ci avrei portato.- dissi con calma, carezzandogli il dorso della mano con il pollice.
-Non pensavo fosse il momento adatto.- sussurrò a sguardo basso.- Ultimamente mi sei sembrato così…preoccupato e abbattuto..non volevo stressarti a mia volta.-
-Tu non mi stressi mai.- dissi con sguardo serio.-E lo sai che puoi chiedermi qualsiasi cosa, Der. Qualsiasi cosa.-
Lo vidi deglutire a vuoto e voltare il viso verso il finestrino, lo sguardo improvvisamente abbattuto.
-Non proprio qualsiasi cosa..- lo sentii sussurrare.

Stavo per rispondere quando la macchina iniziò a fare degli strani rumori, tipo come se qualcosa stesse scoppiettando al suo interno.

-Ma cosa-?!- imprecai cercando di rimetterla in moto, riuscendo solo ad accostarmi in una piazzola fuori dalla careggiata.
-Hai fatto il pieno del carburante prima di venire a prendermi, vero?- domandò Derek, ridendo al mio ringhio frustrato.
-Non è possibile…- mormorai incrociando le braccia sul volante per poi nascondervi il viso in mezzo.-Non ne faccio una giusta, sono un vero e proprio fallito…-
-Ma che stai dicendo?- sbuffò Derek poggiando una mano sul mio ginocchio.-A tutti è successo di non fare il pieno almeno una volta nella vita. Non autocommiserarti così.-
-Mi dispiace, Der.- sussurrai con voce incrinata dal pianto.-Vorrei tanto prometterti di cambiare e di non essere più così patetico ed incasinato, ma non posso farlo..-
-Hey hey hey.- sussurrò facendomi sollevare il viso dal volante per potermi guardare negli occhi.-Chi ti dice che io voglio che tu cambi?- mi domandò con tono da rimprovero, guardandomi però dolcemente.
-Oh, andiamo Der!- esclamai frustrato.-Come potresti mai stare bene con uno come me? Guardami! Sono un disastro! Non faccio altro che fare guai su guai!-
-Ti sto guardando…e non vedo nessun disastro. Vedo solo un bellissimo ragazzo che non crede in sé stesso e che si butta a terra da solo.-
-No, ti prego..- sospirai asciugandomi una lacrima con il dorso della mano.-Smettila di descrivermi come la perfezione,ok? Io non sono perfetto!-
-Lo so.-
-Continuerò a sbagliare e a fare cretinate!-
-Lo so.-
-E non riuscirò mai a farti una cazzo di proposta speciale!-
-Lo s…aspetta, cosa?- domandò confuso, ma io non lo stavo ascoltando.
-Perché una persona normale e meno incasinata ci sarebbe riuscita, ma io no. Ok? E te lo giuro che ci ho provato! Le ho provate tutte, Der.- ringhiai frustrato, lasciando scendere altre lacrime mentre Derek mi guardava sempre più basito.-Ho provato a mettere l’anello dentro il bicchiere di vino e un attimo prima che iniziassi il mio discorso, una ragazza riceve la proposta nello stesso modo. Ho provato a mettere l’anello nel biscotto della fortuna ma un maiale travestito da cane l’ha afferrato e per poco non mi faceva morire sotto una macchina. Ho provato con le candele ma ho solo bruciato il nostro giardino. Io…io non so cosa ci sia di sbagliato in me, ok? Volevo solo farti una proposta speciale perché tu SEI SPECIALE, Derek. Tu sei l’uomo più straordinario che potessi conoscere, sei così meraviglioso che ogni giorno mi lasci senza fiato e..e…io ancora non capisco cosa ci possa trovare uno come TE in uno come Me, ma l’unica cosa che capisco e che so è…che con te ne vale la pena. Hai sofferto così tanto nella tua vita, con la morte dei tuoi genitori e la bastardaggine del tuo ex, ed io vorrei solo renderti felice, vorrei vederti sorridere ogni giorno e vorrei poter essere io la causa del tuo sorriso. Vorrei poterti indicare alle persone come “mio marito” perché quello sarebbe…sarebbe probabilmente l’unico tasso mancante per rendere completa la mia vita.- finii il mio sproloquio in un sospiro affranto.-Volevo farti la proposta al mare, scrivendotela sulla sabbia ma…ormai è tutto rovinato. Non avrai mai una proposta speciale. Mi dispiace.-
-Dov’è l’anello?- domandò Derek dopo un lungo attimo di silenzio, la voce leggermente incrinata.

Sospirai ancora e cacciai la scatolina nera dalla tasca della mia camicia, non riuscendo a sollevare lo sguardo sul suo viso.

Fu solo quando sentii Derek emanare un sospiro tremante, che decisi di incontrare i suoi occhi, rimanendo scioccato.
Derek aveva gli occhi lucidi e stava sorridendo, gli occhi che passavano ripetutamente da me alla scatolina tra le mie mani ed io mi ritrovai più confuso di prima.
-Sei così scemo.- iniziò con voce seria, non smettendo neanche per un secondo di sorridere.-Che non ti sei nemmeno accorto di avermi fatto la proposta più bella che potessi desiderare.-
-Cosa?- domandai in un sussurro flebile, sbattendo velocemente le palpebre.
-Tu…questo….quello che hai detto.- provò Derek, non riuscendo a trovare le parole.-Tutti  i tentativi che hai fatto, tutto l’impegno che ci hai messo, tutte le volte che hai fallito e tutte le volte in  cui non hai rinunciato…TUTTO QUESTO insieme e tutto quello che hai detto su di me…è una proposta. Una proposta speciale.-
-No!- esclamai.-Per essere speciale, una proposta deve essere fatta in un luogo speciale! Come il mare!-
-Abbiamo il mare.- disse Derek, indicando la distesa d’acqua che si intravedeva oltre la strada.
-Doveva essere una sorpresa..-
-E’ stata una sorpresa.-
-Io…dovevo mettermi in ginocchio.- borbottai.
-Puoi ancora farlo.-
-Davvero?- domandai speranzoso, riflettendomi nei suoi occhi luminosi.
Lui alzò le spalle e sorrise quando mi vide imprecare e cercare di inginocchiarmi sul sediolino. Rise quando sbattei la testa contro il tettuccio dell’auto, sibilando dal dolore.
-Ok.- sbuffai con il fiatone una volta inginocchiato sul sedile.-Ok.- ripetei passandomi una mano sui capelli.-Derek Hale.- dissi con voce tremante, alzando lo sguardo verso il suo.-Vorresti fare la grandissima cazzata di sposare un’idiota come me?- domandai mordendomi fortemente il labbro inferiore.
-Non aspettavo altro,Stiles.- sussurrò Derek afferrandomi con forza il viso per poi baciarmi con passione.


Mugugnai contro la sua bocca e lo abbracciai forte, sentendomi improvvisamente l’uomo più felice del mondo.
-Non vuoi indossare l’anello?- sussurrai quando ci fummo separati, prendendo l’anello per mostrarglielo meglio.
-E’ bellissimo..- sussurrò guardando con meraviglia la triskele disegnata al centro dell’anello.
-C’è anche una frase all’interno.- lo informai, osservandolo mentre leggeva la frase.
-Ti amo.- sussurrò con gli occhi lucidi, infilandosi l’anello.
-Ti amo anch’io.-



*******

-Cioè, fammi capire bene.- dissi con voce incredula.-Tu volevi chiedermi di sposarti ma non l’hai fatto perché eri convinto che io non volessi?!- domandai alzando la voce, ignorando le risate di Derek.
-E’ solo che tu parlavi spesso delle coppie sposate, facendo quella faccia strana…- provò Derek, gesticolando lentamente.-E dicevi che ormai si sposavano tutti, usando quel tono quasi accusatorio.-
-Perché volevo che mi sposassi anche tu, scemo!- esclamai allibito.-Io non ho assolutamente niente contro i matrimoni!-
-Lo so…adesso.- rise lui.-E pensare che quando ti ho visto dare di matto per la proposta fatta alla ragazza al ristorante, ho creduto che fosse perché odiassi i matrimoni.-
-Questo è ridicolo.- mormorai.-Fortuna che ho trovato il coraggio di chiedertelo io, oppure non ci saremmo mai sposati.-
-In teoria non ci siamo ancora sposati.-
-Ma succederà, presto. Molto presto.- borbottai stringendo con più forza la mano contro la sua, sorridendo nel sentire il rilievo dell’anello.
-Non vedo l’ora.- sussurrò Derek, portandosi la mia mano alla bocca per potervi stampare un bacio.



****

-ALLORA?!- domandarono i miei amici non appena varcai la soglia del loft, ormai tutti avevano le chiavi della nostra casa.
-Cosa volete che vi dica…-sospirai affranto, facendoli mugugnare dal dispiacere.-…ci sposiamo!- esclamai poi contento, aprendo maggiormente la porta per mostrare la figura sorridente di Derek.
-CE L’HAI FATTA! FINALMENTE!- urlarono Allison e Lydia, correndo ad abbracciarmi.
-Complimenti!- urlarono i ragazzi, abbracciando sia me che Derek.
-Dobbiamo assolutamente avvisare i fan della pagina!!- esclamò una delle oche, correndo verso la propria borsa per prendere il telefono.
-Meno male che non è morto nessuno!- esclamò(ovviamente) Jackson.

E fu proprio stando stretto tra le braccia dei miei amici, con gli occhi fissi sulla figura felice del mio futuro marito…che potei finalmente dire: L’INCUBO ERA FINITO.
 
 

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THE WEDDING DAY




-QUESTO E’ UN INCUBO!- urlai con le mani tra i capelli, osservando il mio riflesso allo specchio.-Sono orribile! Come faccio a sposarmi conciato così?!-
-Stiles.- sbuffò Scott con delle occhiaie visibili anche a tre metri di distanza.-Mi hai tenuto sveglio per tutta la notte per via dei tuoi dubbi esistenziali, non ce la faccio più, sono esausto. Quindi, per il bene tuo, di Derek e di chi ti sta intorno, SPOSATI!-
-Io…io non ce la faccio.-dissi con voce tremante.-Sono così fottutamente agitato! E se dovessi rovinare tutto? Se dovessi inciampare o balbettare? Se facessi cadere l’anello?!-
-Non puoi dire sul serio…- mormorò Scott esasperato.
-Ci penso io.- disse Allison, ponendosi davanti a me, guardandomi con sguardo dolce.
-Ally aiutami tu.- la supplicai.-Sto letteralmente impazzendo.-
-Lo so.- sussurrò lei, carezzandomi delicatamente una guancia.-Lo ero anch’io prima di sposarmi.-
-Davvero?- domandammo io e Scott all’unisono.
-Certo! Chi non lo è al proprio matrimonio?- rise lei.-Ero così spaventata ed agitata da non riuscire nemmeno a pensare razionalmente. Ringrazio di aver avuto sotto braccio mio padre quando stavo camminando verso l’altare o le mie gambe avrebbero ceduto tanto che stavano tremando!- esclamò divertita.
-E come hai fatto  a calmarti?- le domandai deglutendo a vuoto.
-Ho visto Scott.- sospirò lei, perdendosi nei ricordi.-Ho visto che mi stava aspettando impaziente all’altare, ho visto il modo in cui mi stava guardando e…tutto è andato al proprio posto. Tutto ciò che volevo fare era sposarlo. E sono sicura che sarà lo stesso anche per te.-
-Wow..-sussurrai ripensando alle sue parole.
-Quindi, fratello.- disse Scott aprendo la porta della stanza.-Scappi o ti sposi?-
-Mi sposo.- risposi immediatamente, strappandogli un “Alleluja!”.


******

Non ebbi abbastanza tempo per ripensare alla mia decisione, sfortunatamente la casa nel bosco di Gale era vicinissima alla casa di mio padre dove mi ero recato per cambiarmi, quindi arrivammo nella riserva in pochissimo tempo.

Ebbene si, io e Derek avevamo deciso di sposarci vicino la casa nel bosco di Gale. Quel luogo era ormai il simbolo del nostro amore.

Non appena scesi dalla macchina, i primi ad accogliermi furono mio padre e Melissa, tutti e due elegantissimi ed emozionatissimi.

Forse mio padre un po’ troppo.

-Papà, perché hai gli occhi lucidi?- domandai prendendolo sotto braccio, mentre ci incamminavamo verso il luogo in cui i miei amici avevano costruito un piccolo gazebo sul quale mi sarei sposato.
-E’ che c’è tanto polline qui.- disse lui, la voce leggermente forzata.-E mi sta venendo un attacco di allergia.-
-Certo, capisco.- lo assecondai, poggiando la testa sulla sua spalla.-Lo sai che rimarrai sempre il primo uomo della mia vita, vero?-
-Lo so, lo so.- disse lui, sventolandosi il viso con l’altra mano.-Dannato polline!- esclamò facendomi ridere.

Ma le mie risate si spensero non appena vidi mezza Beacon Hills seduta su delle panchine posizionate in  file parallele, tutte con gli occhi puntati verso di me.

-Oh mamma…- sussurrai deglutendo a vuoto, sentendomi le gambe tremare.
-Stai tranquillo, andrà tutto bene.- sussurrò mio padre, avanzando con me a tempo della musica.
-Sento che mi sta per venire un attacco di panico..- sussurrai mentre i miei occhi passavano da un viso conosciuto ad un altro.
-Vuoi che ce ne andiamo?- domandò mio padre a bassa voce.-Lo sai che qualunque sarà la tua scelta, io ti appoggerò sempre.-
-Io..io…- mormorai deglutendo a fatica, fermando gli occhi in un punto preciso.

Derek.

Lui era lì, ed era bellissimo. Lo smoking gli stava da Dio ed i suoi occhi erano fissi nei miei, risplendendo di felicità. Riuscivo a leggere il suo nervosismo anche dal punto in cui mi trovavo e, stranamente, la cosa riuscì a calmarmi.
Lui era lì per me. Era lì per sposarmi, per legarsi per sempre a me. Ed io non potevo…non VOLEVO tirarmi indietro.
-No.- risposi a mio padre, tenendo gli occhi fissi su Derek.-Voglio sposarmi.-
-Questo è il mio ragazzo.- sussurrò mio padre baciandomi una guancia prima di raggiungere il fianco di Melissa, mentre io salivo sul gazebo e mi ponevo davanti a Derek.

-Ciao.- mi sussurrò avvicinandosi, mordendosi il labbro inferiore.
-Wow.- fu più forte di me, non potevo credere ai miei occhi.-Ma esisti davvero?- gli domandai continuando a far passare lo sguardo dalla sua testa ai suoi piedi.
-Mi hai già fatto questa domanda, ricordi?- sussurrò sorridendo.
-Certo che lo ricordo, come potrei dimenticarlo.-

E, davvero…come potevo dimenticare la nostra prima telefonata? La prima volta che sentii la sua voce sexy e roca…quella telefonata così strana e priva di senso…che però riuscì a dare un senso alla mia vita.

-Sei bellissimo.- mi disse, prendendomi le mani.
-Mai quanto te.-
-Sei pronto ad essere mio per tutta la vita?-
-Lo sono da sempre.-





Fu tutto così perfetto da sembrare un sogno. Le promesse, il momento in cui ci scambiammo gli anelli ed il bacio finale, quando camminammo in mezzo ai nostri amici mano nella mano, cercando di evitare che i chicchi di riso ci finissero negli occhi.

Il mio cuore poteva letteralmente esplodere per la felicità, così come quello di Derek e dei miei amici. TUTTI, e ripeto, TUTTI LORO si erano commossi durante il nostro matrimonio.

Si, persino Jackson.

….soprattutto Jackson.


*************

-Scusate! Posso avere la vostra attenzione?-
-Oh no, Scott.- mormorai coprendomi il viso con le mani, sapendo già cosa sarebbe successo.
-E’ il momento del discorso! Ovvero della mia vendetta.- annunciò lui in un ghigno.-Stiles Stilinski è ormai conosciuto da tutta Beacon Hills…e purtroppo non perché figlio dello sceriffo.- risata generale.-Chi conosce Stiles sa già che dove c’è lui, ci sono guai. Ed è così da sempre: a soli 4 anni riuscì ad allagare il nostro asilo, alle medie ha distrutto mezza aula magna inciampando sui suoi stessi piedi e per poco non ha fatto esplodere il nostro liceo.- più gli altri ridevano, più nascondevo il viso contro il collo di Derek che era quello che si stava divertendo di più.-Lui è l’unica persona capace di indossare i boxer di Spongebob come se fossero degli slip all’ultima moda..-
-SCOTT! TI AMMAZZO!- ringhiai scandalizzato.

ERA IL NOSTRO SEGRETO!

-Ed è l’unica persona capace di rivoltare una macchinetta delle merendine e capace di chiedere un’infinità di volte al povero Danny se lo trova attraente.-
-Vecchia storia..- mormorai al sopracciglio inarcato di Derek, schiarendomi la gola, minacciando Scott con lo sguardo.
-Ma Stiles non è solo questo.- continuò Scott, assumendo un tono più serio.-Stiles è anche amore, felicità, fratellanza, comprensione…Stiles è sempre pronto ad aiutare chi ha bisogno, lui non conosce odio. Siamo tutti d’accordo che,  se dopo tanti anni siamo ancora qui,insieme, è grazie a Stiles. Lui è la colla che tiene unito il nostro “branco” ed è parte essenziale delle nostre vite. Io lo amo come se fosse mio fratello e non potevo desiderare futuro migliore per lui. Sono così felice che abbia incontrato Derek, un uomo in grado di farlo sorridere e di amarlo nel profondo, lui che è entrato da subito nei nostri cuori, dimostrandosi amichevole, divertente e…paziente,molto paziente.- questa volta fu il mio turno di ridere, poggiando la testa sulla spalla di mio marito.-Non so dire se il fatto che tu non sia ancora scappato davanti alla nostra stranezza sia segno di grande pazienza o di grande follia…tutto ciò che posso dirti è che siamo felici di averti nelle nostre vite e al fianco del nostro più caro amico, quindi non possiamo fare altro che augurarvi tantissimi anni di felicità e di amore, perché è quello che meritate. Vi vogliamo bene!-

Il discorso di Scott finì tra applausi, acclamazioni e…lacrime, tante lacrime.

….soprattutto quelle di Jackson (quel giorno era particolarmente sensibile).


-Adesso che il discorso è stato fatto, è il momenti di iniziare le danze.- annunciò Peter.
-Da quando tuo zio è l’organizzatore della cerimonia?- domandai divertito.
-Da quando ama stare al centro dell’attenzione.- sbuffò Derek alzandosi per poi tendermi la mano.-Balli con me?-
-Se proprio insisti.- dissi in un sorriso, lasciandomi trascinare al centro della sala.
-Cos’è quel ghigno?- mi domandò assumendo la posizione per ballare il lento.
-Quale ghigno?- domandai ghignando il doppio.
-Stiles, che hai combina..- Derek si bloccò quando sentì le note del pianoforte.-Oh no…-
-OH SI!- esclamai prima di iniziare a cantare, seguito dalle oche, la canzone “Thousand Miles”
-Ci tieni proprio a farmi odiare questa canzone.- sbuffò Derek, iniziando ad oscillare lentamente a destra e a sinistra.
-Non potrai mai odiarla.-
-Perché?-
-Perché è la nostra canzone.-
-…è vero.- ammise poggiando la fronte contro la mia.-Ti amo, Mr Hale.-
-Ti amo anch’io.- sorrisi nel sentirlo chiamarmi così.
-Guardate lì! Hahahahaha!- urlò Isaac, tenendosi la pancia per le troppe risate.
-Ma cos-?- domandai spalancando gli occhi davanti alla moltitudine di foto (super imbarazzanti) che scorrevano lentamente su un megaschermo.
-E’ opera di Jackson, sicuro.- sbuffò Derek.
-JACKSON TI UCCIDO!- urlai al “biondo” che se la stava ridendo di santa ragione, iniziando ad inseguirlo per tutta la sala.
-Benvenuto in famiglia,Derek.- disse Scott dandogli delle pacche affettuose sulle spalle, mentre insieme ridevano e guardavano me scompigliare per vendetta i capelli di Jackson.
-I CAPELLI NO! SEI MORTO, STILINSKI!-


E intanto le foto si susseguivano una dopo l’altra, mostrando tutto quello che avevamo vissuto in quei due anni, mostrandoci quello che sarebbe stato solo l’inizio della nostra avventura chiamata, più comunemente, vita:



















 

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-Dobbiamo proprio fare la videochiamata con mio padre, adesso? Non possiamo prima, che ne so, rilassarci su questa bellissima barca, fare l’amore…fare TANTO l’amore, tipo..fino allo sfinimento, goderci per bene questa luna di miele e DOPO, solo dopo…fare la videochiamata con mio padre?- provai a convincere mio marito per la milionesima volta, fallendo nuovamente.
-No, ho promesso a  John che ci saremmo fatti sentire almeno una volta al giorno.- disse collegando il pc e posizionandolo sul tavolo difronte a dove ci saremmo seduti.
-Non potevi odiare tuo suocero come tutti i mariti normali, no?- sbuffai sedendomi accanto a lui.
-E tu non potresti fare questo sacrificio come tutti i figli normali, no?-
-E va bene! Ma salutiamo soltanto, poi voglio fare l’amore.- borbottai incrociando le braccia.
-Tutto quello che vuoi.- disse Derek, baciandomi il labbro imbronciato.
-E sappi che ho intenzione di essere io l’attiv-HEY PA’!- esclamai quando vidi il viso di mio padre comparire nello schermo.
-CIAOOO!-
-Papà, ti sentiamo, non urlare.- dissi con espressione infastidita.
-Come fate a sentirmi se siete dall’altra parte del mondo?!-
-Sei ancora sicuro di voler continuare con le videochiamate?- domandai a Derek, indicandogli mio padre.
-Si, ciao John.- disse Derek, sorridendo a mio padre.-Ti vedo…vicino…troppo vicino.-
-Papà allontanati un po’ dalla videocamera, non vogliamo vedere quanti peli hai nel naso.- sbuffai mal trattenendo una risata.

Mio padre era più intaccato di me.
-Sono i ragazzi?- disse una voce femminile alle spalle di mio padre, prima che la figura di Melissa comparisse accanto a mio padre, poggiandogli la testa sul petto.-Ciao ragazzi! Vi state divertendo?-
-Ciao Melissa.- salutammo all’unisono.-Noi si, e voi?- domandai tranquillo, osservando attentamente il rossore colorare le loro guance.
-Oh noi..ci annoiamo a morte, qui.- provò mio padre dopo essersi schiarito la gola.
-Papà perché hai i capelli così…scompigliati?-domandai confuso.-E, Mel, perché indossi la maglia al contrario ed hai il fiatone?-
-Noi…stiamo facendo dei lavori in casa!- esclamò lei, ridendo nervosamente.
-Aspetta un attimo…- mormorai con lo sguardo perso nel vuoto.
-Okay, abbiamo appurato che stiamo tutti bene. Direi di staccare.- quel traditore di mio marito stava cercando di coprire mio padre!
-L’AVETE FATTO?!- urlai scandalizzato.
-Fatto cosa?- domandò mio padre grattandosi nervosamente il mento.
-OMMIODDIO! PAPA’!- urlai sentendo l’istinto di rimettere.-Hai una certa età! Un po’ di contegno! E Melissa…pensavo tu fossi un medico!-
-Appunto, vedi Stiles..- provò lei.-E’ scientificamente provato che fare l’amore fa bene alla salute. Ed io ci tengo molto alla salute di mio padre.-
-Questa cosa mi segnerà per il resto della mia vita…- sussurrai coprendomi gli occhi, venendo subito abbracciato da Derek.

Ed io approfittai del suo abbraccio per potermi letteralmente arpionare a lui.

-Traumi a parte, sono contento per voi.-ammisi in un sorriso.-Vi voglio bene! Salutatemi tutti!-
-Grazie, vi vogliamo bene anche noi! Ciao!- esclamarono all’unisono, stringendosi ancora più forte.



-John, noi ci sentiamo tramite sms. Ok?- disse Derek, facendomi roteare gli occhi.
-Ci puoi contare! Ciao!- esclamò mio padre di nuovo troppo vicino alla videocamera prima di terminarla.
-ADESSO.- dissi ghignando in direzione di Derek.-Ho assolutamente bisogno di qualcuno che mi cancelli le orribili immagini di mio padre e Melissa che fanno sesso. Puoi aiutarmi?-
-Sono qui per questo.- sussurrò sdraiandosi, trascinandomi giù con lui.-Ti amo tanto, lo sai?- ansimò mentre gli mordicchiavo il mento.-Mi hai reso l’uomo più felice del mondo.-
-Beh, posso dire la stessa cosa di te, e ti amo anch’io.- sussurrai risalendo a baciargli la bocca, facendo intrecciare le nostre dita per portargli le mani sopra la testa, ricalcando con il pollice il rilievo del suo anello, sorridendo nel ripensare alla frase che avevo deciso di farci scrivere all’interno, dove solo lui avrebbe potuto vedere:


“YOU WERE MY FAKE BOYFRIEND AND YOU CAN ONLY BECOME MY REAL HUSBAND. I LOVE YOU! –S”









THE END.





NON CI POSSO CREDERE….E’ FINITA! :(
MI MANCHERA’ COSI’ TANTO QUESTA STORIA, COSI’ COME MI MANCHERANNO QUESTI DUE PUCCIOSETTI ><
E’ SEMPRE COSI’: INIZI UNA FF, TI ESAURISCI, SPERI CHE FINISCA, E QUANDO FINISCE…TI SENTI VUOTA.
DITEMI CHE NON SONO L’UNICA A PENSARLA COSI’! PLEASE! T_T
HO MESSO IL MEGLIO DI ME IN QUEST’ULTIMO CAPITOLO, SPERO DAVVERO CHE VI SIA PIACIUTO!
NON VI RINGRAZIERO’ MAI ABBASTANZA PER TUTTE LE BELLE PAROLE ED I SORRISI CHE MI AVETE REGALATO NEL CORSO DI QUESTA STORIA, VI RINGRAZIO DAL PIU’ PROFONDO DEL MIO CUORE PER AVER SEMPRE CREDUTO IN ME E PER AVERMI SEMPRE SOSTENUTA ED INCITATA AD ANDARE AVANTI.
SENZA DI VOI QUESTA STORIA NON AVREBBE SIGNIFICATO NIENTE, E CON LEI ANCH’IO!

QUINDI…GRAZIE, GRAZIE E MILLE VOLTE GRAZIE!! VI VOGLIO BENE! <3

P.S. VORREI SOLO PRECISARE CHE NON HO NIENTE CONTRO I CARLINI, ANZI, LI AMO! *-*

POTERE AI CARLINI! 
 
 
 
 
 
 

 

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