The Game

di Akira Yuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Game ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***



Capitolo 1
*** The Game ***


Luk è un ragazzo comune, come gli altri: media buona a scuola, tanti amici, spesso impegnato; ma da quando è tornato dopo la vacanza al mare, non è più lo stesso.
E' stato al mare in albergo per cinque giorni. Subito, ciacciando nei cassetti, notò la cartuccia di un gioco: nera e grande, sicuramente del primo nintendo mai uscito, e un'etichetta attaccata sopra: The Game.
La tenne per tutta la vacanza e tornato finalmente a casa, andò a spolverare dai vecchi scatoloni il suo vecchio nintendo. Una volta trovato se ne andò in camera, subito a provare il gioco.

Una volta acceso, la schermata rimase nera, poi piano piano si schiarì per mostrare il menù: sfondo di un rosso raccapricciante, in alto la scritta in nero ''The Game'', al centro la scritta ''start'', e sotto degli strani disegni.
Luk iniziò il gioco:

-SESSO?
► MASCHIO
    FEMMINA

-ETA'?
► 17

La schermata diventò nera, ma poi si riaprì, mostrando un ragazzo in una città.
-Finalmente iniziamo!-. Luk era entusiasto e cominciò a comandare il suo personaggio.
Girò per la città, era deserta. Entrò in un negozio che non aveva insegna e si avvicinò al tipo dietro la cassa. Interagì con lui.

-UN RAGAZZO NUOVO EH? CHE CI FAI QUI?-. Disse l'uomo.

A Luk arrivò la scelta della risposta, e scelse:
    MI SONO PERSO
    FACCIO UNA VACANZA
► NON LO SO

-COME NON LO SAI? BEH, BENVENUTO A G. CITY!-.

''G. City? Per cosa starà la G.?'', pensò Luk, ''forse per indicare Game''.

Luk uscì dal negozio e vagò per la piccola città. Notò che c'era un edificio abbastanza grande così vi entrò. Si recò dalla donna al di là del balcone e lei parlò.

-BENVENUTO AL MUSEO G.!-.

Luk cominciò a girare il per museo. ''Un museo in un gioco?? Figo!''.
I quadri erano però tutt'altro che fighi. Erano gotici, tristi, scuri. Il bello è che alcuni esistevano davvero: Crono che mangia i suoi figli, Il trionfo della Morte, Teste mozzate, Studio del ritratto di Innocenzo X.
Inquietante.
Luk si sbrigò ad arrivare all'ultima stanza dove c'era solo un quadro: il ritratto di una donna ben vestita e bellissima, che sorrideva serena.
Notò che poteva interagire col quadro. Apparirono i pensieri del giocatore:

'CHE BELLA DONNA...'.

Il personaggio si girò in torno come se avesse sentito qualche rumore.

-???-

D'un tratto sulla schermata apparve il ritratto competo della donna. Questa cominciò a piangere sangue, e il suo sorriso diventò sadico.
Si tornò a vedere anche il giocatore, notando però che il personaggio aveva le mani sugli occhi e non si muoveva.
-Ah... Non dirmi che si è bloccato!-. Disse Luk, forse deluso.
Ma non era bloccato. Dopo pochi secondi il personaggio si rialzò e abbassò le braccia: al posto degli occhi aveva due buchi neri, con lacrime rosse sulle guance.
-Ma cosa..!?-. Luk vide che ancora il personaggio poteva muoversi, ma lentamente. Così andò verso la porta da cui era entrato, ma gli apparve questa scritta: LA PORTA E' BLOCCATA.
Il personaggio si girò da solo verso il quadro: da questo stava uscendo molto sangue, ma con un botto qualcuno ne uscì: la bellissima donna era ora un demone. Occhi neri, unghie lunghe. Strisciava in terra verso il personaggio.

-Oh merda! Dai apri apri!!-.

LA PORTA E' BLOCCATA.
LA PORTA E' BLOCCATA.
LA PORTA E' BLOCCATA.

A Luk toccò correre per la stanza per evitare la donna. Dopo molto notò che poteva passare da dietro il quadro, lì vi era una porta infatti. Vi entrò e si ritrovò in un'altra stanza.
Per diverso tempo non successe nulla e riuscì ad andarsene dal museo.
La città era ancora deserta, ma alla periferia trovò una ragazzina.

-SO CHI SEI-. Disse la ragazzina.

A Luk venne di nuovo data possibilità di scelta:
► DAVVERO?
   SI', COME NO..

-SO CHI SEI-. Ripetè la ragazza.

►DAVVERO?
  SI', COME NO..

La ragazza disse quella frase diverse volte e Luk, diverse volte, sceglieva l'opzione ''Davvero?'', ma nulla, nulla cambiava.
-Si sarà incantato..-. Disse Luk, così provò a spengerlo e a riaccenderlo.
Quando si riaccese il menù era cambiato: le cose strane sul fondo erano state rimpiazzare da occhi. Sì, occhi, di ogni colore, ma anche pieni di sangue, che fissavano o la scritta ''start'', o Luk stesso.
Il gioco aveva salvato da solo il punto in cui Luk era arrivato, così ricominciò da lì:

-SO CHI SEI-. Disse la ragazza.

Luk presse ancora su ''Davvero?'' e lei finalmente andò avanti:

-NON DOVEVI SPENGERE IL GIOCO, QUESTO TI COSTERA' UNA VITA-.

-Come fa a sapere che ho spento il gio-. Non fece in tempo a finire la frase che la ragazza li mozzò la testa. La testa del personaggio di Luk cadde a terra.
La schermata diventò nera, ma poi tornò come prima: lui che parlava con la ragazza.

-CREDO TI BASTI DI LEZIONE, MAI SPENGERE IL GIOCO. PIU' LO SPENGERAI PIU' COSE ORRIBILI TI ACCADRANNO-.

Luk pensò a quelle parole, ma non avevano senso. La ragazza smise di parlargli e se ne andò nel bosco.

-Luk! La cena è pronta!-. Dal piano terra, la madre di Luk lo chiamò a cena.
-Arrivo mamma!-. Luk spense il gioco senza pensarci due volte e lo posò sul letto, per poi andarsene a mangiare.

 

La ragazzina urlò.

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Capitolo 2
*** 2 ***


Luk finì presto di cenare, era troppo curioso di continuare il gioco! In realtà.. Lo ammetteva, li aveva fatto un po' paura.. Ma era questo a renderlo più eccitante!
Finito di cenare, ringraziò la madre e diede un bacino alla sorellina che faceva i capricci perchè non voleva mangiare gli spinaci.
-Mangiali e diventerai bella e forte!-. Li disse Luk, per poi correre in camera.
Fuori sembrava piovere, e c'era anche molto vento.
Luk aprì la porta di camera sua e vide che aveva lasciato la finestra aperta. Ma rimase immobile... Davanti alla finestra due occhi rossi lo stavano fissando. Accese subito la luce e vide la ragazza del gioco, solo che ora sembrava vera! E lo stava anche guardando in un modo bruttissimo...
-Cos..?-. Luk si strofinò gli occhi con le mani e appena tornò a vedere lei era sparita.
-..Devo aver mangiato qualcosa che mi ha fatto male..-. Chiuse la porta e si lasciò cadere sul letto, ancora stranamente scioccato. Dopo poco però rivide il gioco e lo prese, riaccendendolo.
La schermata del menù era nuovamente cambiata: il suo personaggio che appariva accanto alla scritta ''Start'' e a The Game era senza testa. La testa si trovava ai suoi piedi, che piangeva sangue.
Stranito, ma Luk non voleva smettere, così presse Start.
Il personaggio di Luk si ritrovò in città... Senza testa.
Li apparve una scritta:

NUOVA MISSIONE: TROVA LA TUA TESTA.

Luk cominciò a far muovere il suo personaggio. La città era ancora deserta.
Entrò in un negozio di vestiti, deserto. Ne uscì.
Cercò in ogni negozio della città, era tutto deserto.
Alla fine trovò un ospedale.

-Ah... Questo non lo avevo mica visto..-.

Luk ci fece entrare il suo personaggio. Al primo piano nulla, nemmeno al secondo. Tornò al piano terra e scoprì una porta.

E' CHIUSA. TROVA UNA CHIAVE PER APRIRLA.

Tornò indietro fino ai bagni dove non era stato. Tutto ok, se non fino a quando non entrò nel bagno delle donne. Era pieno di sangue: sangue in terra, sullo specchio, sulle porte, su tutto.
Visto che comunque tutto l'ospedale era chiuso, aprì le porte dei bagni e all'ultima trovò una chiave.
Uscì dai bagni e tornò alla porta, riuscendo ad aprirla e scese le lunge scale.
Arrivò in una grande stanza buia, Luk i mise un po' prima di trovare l'interruttore e scoprire che stanza era...

L'OBITORIO.

Apparve questa scritta.
Era pieno di bare o di barelle con corpi sopra.
Luk fece avvicinare il personaggio ad una bara.

-VUOI APRIRLA?
►SI
   NO

Il personaggio aprì la bara, c'era solo un corpo dentro.
Così passò alla seconda bara, l'aprì e trovò la sua testa. Il suo personaggio la prese in mano per poi mettersela sul collo.
Apparve davanti alla porta dell'obitorio la ragazzina di prima.
Il personaggio di Luk la guardò.

-BRAVO, L'HAI RITROVATA-

Il personaggio si mosse, per andare davanti a lei. Lei tornò a parlare.

-TI CONVIENE MUOVERTI-.

Lei sparì dopo aver detto questo. Il personaggio di Luk si girò verso le casse e le barelle: le casse si stavano aprendo mentre i morti sulle barelle si stavano alzando.
-Oh cavolo!-. Luk riprese il controllo del suo personaggio e lo fece uscire di lì, per poi uscire direttamente dall'ospedale.
Ritenendosi al sicuro andò a farsi un giro: ora la città era bene o male popolata, non c'era poi tanta gente, ma almeno c'erano.
Entrò in un bar e andò al banco, parlando con il barrista:

-SCUSI..-.

-SI?-. Chiese il barrista. Luk potè scegliere la domanda:

   MI PUO' DARE UN BICCHIERE D'ACQUA?
►HA MAI VISTO UNA STRANA RAGAZZINA GIRARE PER QUESTA CITTA'?
   NO, NULLA

-MI? SI, E' L'ISTRUTTRICE DEL ???-.

A Luk apparve una nota, sicuramente i pensieri del suo personaggio:

'???, NON CONOSCO QUESTA PAROLA'

Apparve di nuovo la libertà di scelta:

►COME FACCIO SE VOGLIO PARLARE CON LEI?
   E' VOSTRA AMICA?
   OK, GRAZIE

-ALLORA, PUOI TROVARLA CON QUESTO-.

Il barrista passò al personaggio una conchiglia.

-E' COME UNA LAMPADA MAGICA. STUSCIACI LA MANO E LEI APPARIRA' DA TE-.

Ancora potè scegliere:
    COSA DEVO FARE?
►OK, GRAZIE

Luk fece muovere il suo personaggio fuori dal bar. Per curiosità scelse di controllare l'inventario: non c'era nessuna conchiglia, ma il teschio di un animale. Cliccò su quello e li apparve la scritta:

TESCHIO DI CAVALLO. CHIAMO MI?
    SI
►NO

-Eppure...Mi aveva dato una conchiglia..- Disse Luk, stranito.
Uscì dal menù e apparvero i pensieri del personaggio:

'WAAH! UN TESCHIO??? ...'

Il personaggio non fece nulla.

Era tardi ormai, quindi Luk salvò e spense il gioco, posandolo sul comodino accanto al letto per poi andare a cambiarsi in bagno.
Luk, alla fine, se ne andò a letto, tranquillo.

Durante la notte, le finestre di camera di Luk si spalancarono, battendo a causa del forte vento.
Luk si svegliò e fu costretto ad alzarsi per andarle a chiudere.
Quando tornò a letto notò che accanto al cuscino c'era qualcosa: una bambola dai capelli biondi e da un bel vestitino, solo senza occhi, senza braccia nè gambe.
-Ma cosa...? Mh.. Forse è di mia sorella.. Uff.. Chissà quante volte le dico di non trattare i suoi giochi così!-.
Luk prese la bambola e la mise sulla sua scrivania, per poi tornare a letto.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Il giorno seguente il tempo non era affatto cambiato: ancora tirava vento, pioveva e a volte grandinava.
Luk fu svegliato da uno strano rumore, quasi come se qualcuno stesse correndo per casa.
-Mh...-. Si alzò e si guardò a torno. La bambola che aveva posato sulla scrivania era sparita.
-Forse.. L'avrà ripresa..-. Andò in bagno a cambiarsi per poi andare in cucina a fare colazione.
Sua madre stava tranquillamente pulendo i piatti.
-Mamma, dov'è quella peste?-.
-E' a letto.. Ieri sera non stava bene e non è uscita da camera sua.. E non chiamarla peste!-.
-Ah.. Scusa..-. Luk tornò a mangiare.
'No.. Non è possibile, altrimenti chi l'ha spostata?', pensò. Finito di fare colazione se ne tornò in camera, chiuse la porta e si mise a cercarla.
Passò un'ora, ma nulla.
-Mh.. Qui non c'è! Ma chi l'avrà presa?-. Si sedette sul letto a pensare, ma quando vide il gioco lo prese, iniziando a giocare:
Sulla schermata iniziale c'era il suo personaggio, con fra le mani la bambola che lui aveva ieri sera.
-Wah! Ma cosa?!... Forse.. Me la sono sognata.. Ma perchè ora è qui?!-.
Dopo poco però presse 'Start' e tornò a giocare.
Appena vide il suo personaggio, apparve questa scritta:

NUOVA MISSIONE: RIPORTA LA BAMBOLA A MI.

Luk controllò l'inventario vedendo che aveva sia il teschio, sia la bambola.
Presse sul teschio:

TESCHIO DI CAVALLO. CHIAMO MI?
►SI
   NO

Mi apparve subito accanto al personaggio, e questo, da solo, le porse la bambola.

-GRAZIE-. Disse Mi. Mi diede qualcosa al personaggio.

-VAI AL CIMITERO E PORTA QUESTI FIORI ALLA TOMBA IN FONDO-.

Mi sparì.
Luk controllò ancora l'inventario, e fu sollevato quando vide che i fiori che Mi li aveva dato erano davvero fiori.
Si diresse verso il cimitero. Era una costruzione circondata da basse mura dove potevi entrare solo da un cancello. Fin'ora non c'era mai andato, anche perchè non sapeva ci fosse un cimitero. Entrò.
Quando entrò tutta l'atmosfera era cabiata: era tutto pieno di lapidi, e come sfondo c'era una musica molto paurosa.. Quasi fossero delle note che ti entravano in testa, facendoti venire la pelle d'oca.
Luk fece muovere il suo personaggio attraverso i diversi piani del cimitero, per poi infine riuscire a trovare l'ultima lapide.

-METTERE I FIORI NEL VASO?
►SI
   NO

Una volta fatto queso se ne tornò indietro, ma non uscì dal cimitero. Curioso, si avvicinò ad una bara e lesse l'incisione:

JOHN MUSS, 29-08-2004.

-John Muss? Ma guarda... E' il nome di un mio amico delle medie.. E poi, perchè la data è oggi?-.
Luk sospirò stranito, forse John Muss era un nome comune.
Passò ad un altra lapide e lesse:

LISA ANDER, 30-08-2004.

-Lisa Ander? Ma è mia zia!-.
Appena detto questo, sua madre corse in camera sua e guardò Luk preoccupata.
-Luk! Tua zia stamattina ha fatto un incidente! Io vado all'ospedale a vedere come sta, vieni anche te?!-.
Luk non poteva crederci.. Forse anche questo era solo un caso.. Forse sua zia non aveva molte ferite e stava bene.. Ma se non era così?
Luk mise in pausa il gioco e si alzò di scatto.
-Vengo anche io!-.
Sua madre annuì e corse a prendere le chiavi della macchina.
Luk si mise il gioco in tasca e corse da lei. Insieme si recarono all'ospedale, ma prima di vedere Lisa dovettero aspettare: lei era in sala operatoria, evidentemente era in una situazione molto grave.
Mentre la madre di Luk pregava affinchè sua sorella si salvasse, a Luk arrivò un messaggio da una sua amica.

M: ...Sai che è successo?

L: No, cosa?

M: ..Ti ricordi del nostro vecchio compagno John? Quello delle medie che faceva sempre il buffone..

L: Si, che è successo?

M: Ieri si è sentito male mentre tornava a casa col motorino.. E' morto stamattina in ospedale..

Luk rimase ad occhi aperti. Shoccato a guardare il telefono, a guardare quei cinque messaggi davanti a lui. Non era possibile.
Aveva gli occhi lucidi, stava per piangere e non aveva il coraggio di rispondere a Michela.
D'un tratto sentì la stessa canzone che era di sotto fondo al cimitero, ma il gioco era in stand by, la usica non si doveva sentire. Nessuno lo guardava, e nessuno era stranito dal sentire una musichina così, perchè nessuno infatti la sentiva.
Era nella sua testa.
Quel motivetto li era entrato in testa, ma con tutto quel dolore per la perdita dei suoi cari unito a quel motivetto lo stava facendo impazzire.
-Devo...Distrarmi...-. Non sapendo che altro fare riaccese il gioco, continuando a giocare.

Uscì subito dal cimitero, ma, all'uscita, trovò Mi.
Le si avvicinò e lei parlò.

-QUESTO NON E' SOLO UN GIOCO
...
QUESTO E' IL GIOCO-.

Disse questo per poi sparire.

-Il gioco..?-. Disse Luk, ancora sotto shock, ma continuò. Se ne andò da quel posto e andò al bar.
Oggi quel posto era più pieno del solito.
Dopo poco che il suo personaggio stava bevendo dell'acqua, le si avvicinò una donna mora.

-NIPOTINO MIO!-. Disse la donna e il personaggio di Luk la abbracciò.

Non era possibile. Quella donna aveva un braccio rotto, indossava una gonna corta nera e una camicia bianca insanguinata. Aveva poi mezzo cranio rotto.

-CHE BELLO RIVEDERTI!-. Disse la donna guardandolo.

In quel momento arrivò un medico da Luk e da sua madre.
-Siete voi i parenti della signorina..?-.
Luk mise in pausa il gioco e lo ripose nella sua tasca.
-Si. Come sta Lisa??!-. Disse disperata la madre.
-Non molto bene, adesso è in coma, ma non credo arriverà a domattina.. Le ferite erano troppo gravi.. Mi dispiace..-. Il dottore se ne andò, ma Luk, insieme alla madre, andò nella camera dove Lisa sembrava riposare.
Sua madre andò accanto a lei a piangere e a parlarle, scusandosi di tutto.
Ma Luk restò sulla porta, a occhi spalancati: sua zia era mora, e questo lo sapeva bene, ma Luk, fino ad adesso, non poteva sapere come era ridotta.. nè tanto meno cosa stesse indossando: gonna corta nera e una camicia bianca, naturalmente insanguinata a causa delle ferite, a quanto pare non l'avevano cambiata; sembrava avere qualcosa in testa.. Forse qualcosa che gliela tenesse unita, poi aveva un braccio ingessato.

Era sua zia. La donna che aveva abbracciato il suo personaggio, era sua zia.

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Capitolo 4
*** 4 ***


Quel giorno Luk, dopo tutto quello che aveva passato, rimase seduto in sala d'attesa, shockato. Sua madre continuava a stare vicino alla zia Lisa, speranzosa, ma Luk già sapeva che non sarebbe sopravvissuta.
Quel cimitero... Com'era possibile una cosa così? No.. Forse stava solo sognando o forse l'aveva sognato.

Verso sera, dopo essersi bevuto una coca-cola, tornò a sedere e guardò il gioco in stand by. Pensava.
Dopo una mezzora buona tornò a giocarci.

Fece uscire subito il suo personaggio dal bar, non voleva vedere quella donna tanto simile a Lisa. O meglio, non voleva vedere Lisa.
Fece qualche giro, ma come al solito era semi deserta questa città. Dopo un po' si avventurò nella foresta, annoiato ormai. Anche questa era vuota. Solo.. Dopo non molto il suo personaggio notò qualcosa:

-!-.

Il personaggio di Luk si avvicinò ad un albero e raccolse qualcosa.
Luk, curioso, andò a vedere nell'inventario: il suo personaggio aveva appena raccolto una mano bianca come il latte e con tendini e vene pendenti.

-Ah, che schifo!-. Disse Luk, ma tornò a giocare.
Forse doveva renderla a Mi.

Andò sull'inventario:
MONETE
TESCHIO DI CAVALLO. ►CHIAMO MI?
                                                          ►SI
                                                             NO
MANO

Mi arrivò. Luk lo fece avvicinare a lei e iniziare una conversazione, ma Mi fu la prima a parlare:

-OH... COME SEI GENTILE-. Mi prese la mano e la tenne.

-DEVO DARTI QUALCOSA IN CAMBIO, SCEGLI TRA ???, ??? e ???-

A Luk apparse la scelta:

   ???
   ???

   ???

-EH..Grazie, Mi...-. Non sapendo che scegliere, Luk premè il primo.

►???
   ???
   ???

Gli apparve questa scritta: HAI OTTENUTO UN COLTELLO.
Mi scomparve e Luk fece tornare il suo personaggio in città.

-Ma che ci dovrei fare con un coltello?-.

Luk nonostante tutto continuò. Ora le cose sembravano più tranquille.. Niente di strano in giro, almeno.
Dopo un po' vide un uomo che fin'ora non c'era al limite della città, così interagì con lui.

-NON PUOI USCIRE DALLA CITTA'-. Disse l'uomo.

-PERCHE'?-.

-PERCHE' NO-.

-Tsk...Bella risposta..-. Disse Luk, ma alla fine fece allontanare il suo personaggio di lì. Forse però ora non era in vena di giocare.. Così spense il gioco.

Quella sera lui tornò a casa accompagnato dal padre, mentre sua madre voleva rimanere a far compagnia a Lisa.
Luk mangiò con il padre e la sorellina, ma era tutto silenzioso e triste.
Infine se ne andò in camera, dopo aver visto per un'oretta la tv.
Posò il gioco sul comodino accanto al letto e si mise sotto le coperte, a guardare che c'era in tv quella sera. Nulla. Solo vecchi telefilm comici e, volendo tirarsi un po' su di morale, lasciò su uno di questi.
Luk però non riusciva a ridere, ancora troppo triste per la fine di sua zia e del suo vecchio amico.
Tuttavia alla fine riaccese il gioco.
La schermata d'inizio era di nuovo cambiata... In peggio. Molto peggio: il suo personaggio sembrava urlare di dolore mentre era tra le braccia di uno zombie disgustoso e decomposto per lo più che lo stava mangiando.
Quando presse Start tornò nella città dove era prima, il gioco aveva salvato i progetti autonomamente.
Tuttavia la musica era quella del cimitero: triste, desolata, orrida.
Luk girò per la città, nessuno a giro, nemmeno nei bar o in altri negozi.

Non sapeva che fare, così provò a chiamare Mi.

MI NON VIENE

Questa fu l'unica scritta che li apparve.
Ora non sapeva che fare, ma forse la musica era un indizio.. Così si diresse nel cimitero, andando fino all'ultima sala.

Qui il personaggio si mosse da solo gurardandosi ai lati, come se avesse sentito un rumore: e infatti era così. Poco dopo le parole che udiva si poterono leggere sullo schermo:

-SONO COSI' SOLO-. Diceva la voce.

Il personaggio di Luk da solo si avvicinò alla tomba alla quale di mattina aveva messo i fiori.

-MI SENTO COSI' TERRIBILMENTE SOLO-.

Il personaggio di Luk si guardò a torno.

-MA ORA CI SEI TU-.

Il personaggio cominciò a guardare la lapide.

-VUOI VENIRE CON ME?-.

La lapide esplose, e da essa uscì un orribile essere: un uomo rinsecchino, al quale si vedevano le costole, con orribili occhi luminosi e pelle bianca cadaverica.
A Luk apparve come la scelta di un'azione, ma non riuscì a leggere che subito la scritta scomparve.

-FINALMENTE CARNE FRESCA-

Tutto si fece nero, ma piano piano si distingueva un'immagine che alla fine diventò sempre più nitida: quel cadavere aveva tra le mani il personaggio di Luk e gli stava strappando il collo a morsi.
Luk si accorse che non poteva fare nulla, nè tornare al menù nè altro, il gioco era come bloccato.
Così lo spense e lo riaccese.
La schermata del menù fu la stessa di prima, ma quando presse Start, Luk si ritrovò al punto di prima:

-SONO COSI' SOLO-. Diceva la voce.

Il personaggio di Luk da solo si avvicinò alla tomba nella quale di mattina aveva messo i fiori.

-MI SENTO COSI' TERRIBILMENTE SOLO-.

Il personaggio di Luk si guardò attorno.

-MA ORA CI SEI TU-.

Il personaggio cominciò a guardare la lapide.

-VUOI VENIRE CON ME?-.

Dopo che la lapide esplose e l'orribile essere ne uscì, Luk fu svelto a pigiare il tasto azione, riuscendo a cliccare l'opzione: ATTACCALO COL COLTELLO, che per i pochi secondi che rimaneva, prima non era riuscito a cliccare.

-OH!-. Fece il mostro accasciandosi a terra, reggendosi il coltello che aveva rotto lo sterno.
Luk si sbrigò a far uscire il suo personaggio di lì e presto tornò alla città, di nuovo semi popolata.
Entrò nel bar di nuovo semi pieno e qui trovò Mi. Le si avvicinò e lei parlò:

-LA PUNIZIONE PER AVER SPENTO IL GIOCO-.

Lei se ne andò lasciando lì il personaggio di Luk.

Luk salvò il gioco e lo mise in stand by, attaccandolo alla corrente visto che la batteria era ormai scarica.
Infine lo posò sul comodino e tornò a guardare la tv.
Doveva ammetterlo, non voleva più avere un'esperienza del genere...

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Capitolo 5
*** 5 ***


Quella sera Luk si addormentò, senza però dimenticare quel mostro: ci fece un incubo, risvegliandosi dopo mezzanotte, ma dopo aver guardato per un po' la tv tornò a dormire abbastanza tranquillo.
La mattina del giorno dopo arrivò la triste notizia: zia Lisa era morta.

Luk non sapeva che dire alle parole del padre appena tornato dall'ospedale, dove ancora stava sua madre, mentre la sua sorellina scoppiò a piangere.
Mentre il padre di Luk consolava la piccola, Luk se ne andò in camera. Non aveva neanche finito di fare colazione, non aveva fame. Si sentiva a pezzi.
Rimase sdraiato sul suo letto per un po', fino a quando non sentì bussare alla sua porta. Si alzò ed aprì, ma non c'era nessuno, mentre sua sorellina era ancora giù in salotto a piangere consolata dal padre.
-...-.
Luk non disse nulla, forse era stata la sua immaginazione. Richiuse la porta e tornò a letto, accendendo la tv per provare a svagarsi e a non pensarci più.
Non c'era nulla di interessante (come al solito), così lasciò su un canale dove di solito fanno bei film. In onda c'era ''Dracula'', un film sicuramente famoso ma vecchio e che Luk non aveva mai visto.
Diciamo che lo guardò per poco, per poi guardare il gioco. Pensò che forse era meglio fare quello, così lo riaccese e tornò a giocare da dove era arrivato.

Uscì dal bar per andare a farsi un giro, quando d'un tratto vide Mi che se ne andava verso la foresta. Era strano: lei stava sempre ferma e per spostarsi da un luogo ad un altro spariva, forse voleva che il personaggio di Luk la seguisse.
Luk, pensandola così, la seguì per diverso tempo, senza mai riuscire a raggiungerla. Dopo molto arrivò ad uno strano castello, Mi era sparita. Curioso, Luk entrò, dentro era tutto come i castelli medievali, era pieno di ragnatele, ma i fuochi delle torce alle pareti erano accesi.
Vagò un po' prima di riuscire a trovare una porta aperta, percorse un lungo corridoio mentre però la musica si rivelava sempre più lenta, sempre più spettrale.
A fine corridoio c'era una porta e accando ad esse un foglio. Il personaggio lo prese e sulla schermata ne apparse il contenuto:

'NON PUOI TORNARE IN DIETRO'.

Quando Luk tornò a vedere la schermata, notò che dietro il suo personaggio il corridoio era sparito, lasciando solo un muro. Il suo personaggio era praticamente rinchiuso in una stanza molto piccola, ma per fortuna la porta era aperta, così continuò.
Si ritrovò in una sala, forse un salotto, con tutti mobili antichi, fiaccole accese e tutto polveroso.
Controllò la sala senza trovare nulla, solo un'altra porta, così entrò lì.
Era praticamente vuota: una grande stanza attraversata da un tappeto rosso con ai muri solo qualche ragnatela. Alla fine della stanza, seguendo il tappeto rosso, la porta era già aperta. Luk si avvicinò lì, un po' stranito visto che di solito era lui a doverle aprire.
Tuttavia, poco prima di entrare nell'altra stanza, davanti al suo personaggio apparve uno strano essere: una specie di fantasma tutto nero, con due occhi arrabbiati ma una bocca sorridente.

-IO ESISTO ALL'INTERNO DEL TESSUTO STESSO DELLA REALTA'. VUOI SFIDARMI?-.

Disse lo spettro.
Apparve la possibilità di scelta:

►SI
   NO

Luk scelse ''si'', curioso delle sue sfide. Lo spettro rispose:

-ALLORA INIZIAMO-. Lo spettro scomparve.

Luk passò oltre, entrando nell'altra stanza. Accanto all'entrata c'era un altro foglio, così lo lesse:

'NON LASCIARTI DISTRARRE DA FALSI PERICOLI'.

Luk, non avendo capito bene cosa fare, iniziò a persorrere in lungo questa stanza, ma poco dopo vide un qualcosa di bianco venirgli addosso, così si scanzò. Ma, fatto questo, il suo personaggio esplose, bagnando di sangue tutto attorno al suo cadavere a pezzi.
La schermata si fece nera e di sotto fondo delle voci ridevano, sghignazzando divertite.
D'un tratto tornò alla schermata d'inizio, dove nulla era cambiato, per poi ricominciare da dove era morto.
Entra nella stanza e rilegge il biglietto, poi torna a percorrere la stanza, forse ora aveva capito. Il cosino bianco gli venne addosso, trapassandolo senza ferirlo o fargli nulla.
Luk aveva capito. Il suo personaggio fu investito da altri oggetti prima di arrivare alla porta.
Felice di avercela fatta passò oltre al prossimo livello.
La schermata diventò nera e apparne la scritta del dialogo:

-QUESTO ERA TROPPO FACILE, PROVIAMO COSI'-.

Il personaggio di Luk si ritrovò in un'altra stanza: piena di macchie rosse per terra e con quattro bambole agli angoli della stanza. La porta per andare oltre era invece bloccata da un peluche di un pipistrello nero.
Luk esaminò tutta la stanza, scoprendo di poter muovere le quattro bambole.
Non sapendo però dove metterle, gli venne un'idea e le mise rivolte verso il pipistrello, tutte e quattro accanto tra loro ma davanti al pipistrello, come per fissarlo.
Dopo non molto infatti, il pipitrello volò via come se fosse vivo.
Luk, stranito, ma felice di avercela fatta, continuò oltre, aprendo la porta e passando alla prossima stanza.
Anche stavolta, prima di poter vedere la stanza appavero le parole dello spettro:

-MOLTO BRAVO, MA VEDIAMO SE ERA FORTUNA O INTELLIGENZA-.

Nella stanza seguente c'era una porta, bloccata, nel mezzo di sei quadri: tre uomini a destra della porta e tre donne a sinistra ognuno di colore diverso.
Sotto ognuna di loro c'era un biglietto.

Donna bianca: L'UOMO NERO MENTE.
Donna verde: IO SONO D'ACCORDO CON L'UOMO BLU.
Uomo blu: DEVI SCRIVERE 349.
Uomo nero: LA DONNA ROSSA MENTE PER META'.
Donna rossa: IL CONTRARIO DI CIO' CHE DICE L'UOMO GIALLO.
Uomo giallo: DEVI SCRIVERE 999.

-Eh... Bella questa.. -. Luk pensò per diverso tempo, non sapendo però cosa scrivere alla porta per farla aprire. L'unica cosa davvero più complicata era capire cosa intentesse l'uomo nero: ''LA DONNA ROSSA MENTE PER META'''.
Pensando.. Il contrario di 999 è 999. Quindi non ha molto senso.
O forse in un altro senso ''il contrario''... 999 al contrario, se rigirato, viene 666.

-Ok, abbastanza iquietante la cosa, ma posso provare...-.
Luk andò davanti alla porta e scrisse 666.
La porta si aprì.

-E vai!-. Luk sorrise contento di averci indovinato.

Prima di passare oltre la schermata tornò nera, con la scritta dello spettro:

-E COSI' SEI ANCHE INTELLIGENTE, BRAVO. MA QUANTO SEI VELOCE?-.

Nella seguente stanza c'era un lungo corridoio, dopo aver camminato mezzo minuto, dietro di lui apparvero degli strani esseri: zombie e demoni. Luk iniziò a far correre il suo personaggio, ma non solo doveva correre, doveva anche evitare ciò che gli tiravano contro e degli oggetti a terra.

Morì due volte prima di riuscirci: il tratto da fare era maledettamente lungo.

Nel passare all'ultima stanza il demone non disse nulla.
L'ultima stanza era tutta nera, l'unica cosa riconoscibile era il personaggio di Luk.
Poi però apparvero le parole del demone:

-E' PIENO DI BUCHE, STA ATTENTO-.

Luk girò per diverso tempo senza che accadesse nulla.

-Luk! Scendi che andiamo dalla mamma!-. Urlò il padre dal piano di sotto mentre era già pronto ad andare all'ospedale con la bambina ora più calma.
-Ah.. Sì, arrivo!-. Luk mise in stanby il gioco, senza però vedere cosa era successo un secondo prima.

Se ne andò dal padre e insieme subito andarono all'ospedale.
Ma il suo personaggio stava cadendo e prima che Luk mise in standby il gioco, sulla schermata era apparso il demone, che sorrideva sadicamente, con la scritta di ciò che stava dicendo:

-QUI, IO SONO DIO-.

 

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Capitolo 6
*** 6 ***


Quella sera, dopo esser tornati dall'ospedale, il padre di Luk lasciò sua moglie a guardarsi un film in salotto, mettendola comoda sul divano con una coperta calda addosso, mentre portava i ragazzi a letto. Prima di lasciarli però entrarono tutti e tre nella stanza di Luk e lì il padre parlò:- Io... Proprio non mi piace vedere vostra madre così.. E' terribile. Quindi stavo pensando ad una cosa..-.
-Mh? Cosa?-. Chiese Luk curioso.

-Domani ci sarà il funerale.. Ma dopo domani vorrei partire per un viaggio, così magari si riprenderà prima ecco... Devo ancora vedere tutto, cercherò entro domani di avere i biglietti e di trovare un qualche bel posto. Che ne dite?-.
-Sì, ci sto!-. Rispose Luk, sicuro anche lui di quel piano.
-Shi!-. Rispose la sorellina.
Loro padre sorrise sollevato e la prese in braccio.
-Ottimo! Ah.. Allora, domani mattina un bel bagno ok?-.
-Shi!-. Rispose la sorellina abbracciando il padre. Suo padre sorrise e dopo aver dato la buona notte a Luk portò via la piccola.
Luk accese la tv, dove, come al solito, non c'era nulla di interessante. Gli eventi di questi giorni lo stavano troppo stressando, forse aveva paura, ma di cosa?
Vide il gioco sul comodino e lo prese. Fece un profondo respiro e lo accese.
Vide la schermata del demone:

-QUI, IO SONO DIO-.

Il suo cuore batteva a mille, ora era molto preoccupato... Ma era solo un gioco.
Dopo poco tornò alla schermata dove era rimasto: stanza nera, cupa, piena di buche.
Luk era stufo di questo gioco, così decise di smetterla.

-PAUSA-
    TORNA AL GIOCO
    ESCI DAL GIOCO
►TERMINA LA SFIDA

La schermata divenne nera d'un tratto. Poi piano piano apparvero le parole del demone:

-SEI MIO-.

Tutto tornò alla normalità: il personaggio di Luk era nella città semi deserta.
Luk girovagò per un po', senza trovare nulla di interessante, l'unica cosa che notò era uno scheletro che ogni tanto appariva nel lato destro dello schermo.
Dopo qualche minuto si fermò a parlare con un cittadino:

-CIAO! CHE BRUTTA GIORNATA OGGI EH?-.

Non disse altro, quindi Luk girovagò ancora per poi parlare con una cittadina:

-OGGI C'E' QUALCOSA DI STRANO-.

Non disse altro. Luk passò ad uno vicino a lei:

-QUALCOSA NON VA?-

Luk si accorse che finalmente poteva rispondere:
    NO, NULLA.
    TUTTO BENISSIMO!
►C'E' QUALCOSA DI STRANO

-EH SI', OGGI C'E' DAVVERO QUALCOSA DI STRANO-.

Non disse altro. Luk non sapendo che fare tornò a girovagare, ma più camminava e più quello scheletro gli appariva vicino. Alla fine si fermò in piazza per un po' di tempo, lo scheletro non appariva.

 

-INVENTARIO-
   COLTELLO
   MONETE
►TESCHIO DI CAVALLO
                ► UN TESCHIO DI CAVALLO, CHIAMO MI?

                                                                      ► SI
                                                                          NO

Mi apparve dal nulla, come suo solito.

-COSA DESIDERI?-. Chiese.
   HAI UNA MISSIONE PER ME?
►PERCHE' UN TESCHIO MI SEGUE?
   NULLA, GRAZIE.

-QUELLO NON E' UN TESCHIO QUALSIASI. E' LISA-.

A Luk venne un infarto, com'era possibile?? Ancora lei??

►COSA VUOLE?
    OK...GRAZIE.

-AIUTO-. Rispose Mi.

A Luk il cuore batteva all'impazzata, era spaventato, preoccupato.. E poi perchè aiuto??
Mi scomparve nel nulla, ma Luk non fece in tempo a fare nulla che lo scheletro gli apparve accanto:

-NIPOTE MIO!-.

Luk rimase pietrificato.. Continuando a leggere.

-AIUTAMI! NON HO MOLTO TEMPO! IO SON-

Il gioco si bloccò, rendendo la schermata nera.
-...Ma cosa...?-. Luk era ancora scosso. Dopo poco però riapparve la schermata di 'Start', dove accanto al personaggio di Luk c'era un'ombra molto simile al demone di prima.
Luk tornò a giocare, ma Mi gli apparve accanto.

-IL MIO SIGNORE SI SCUSA PER L'INCONVENIENTE-.

Mi scoparve. Apparve poi la scritta: MI TI HA REGALATO UN OGGETTO!.
-Mh? Strano.. -. Disse Luk in modo sarcastico.

-INVENTARIO-
   COLTELLO
   MONETE
   TESCHIO DI CAVALLO

►MESSAGGIO DA MI
                         ►LEGGI:

                                      SCUSAMI PER L'INCONVENIENTE,
                                      QUELL'ESSERE VERRA' CONTROLLATO MEGLIO,
                                      NON LO VEDRAI MAI PIU'.
                                                                                                   -D

-D? E chi è D?-. Si chiese stranito Luk. Che strana lettera..

Luk tornò al gioco e tornò a girovagare.
Dopo non molto tempo che non accadeva nulla di interessante, mise il gioco in stand by.
Domani mattina però voleva alzarsi un po' dopo.. Era stanco. Quindi andò subito a farsi il bagno.
Una volta nella doccia, restò a rilassarsi sotto l'acqua calda, che cadeva, bagnandolo. Era come se le sue paure scivolassero via con lei. Uscì dalla doccia mettendosi solo un asciugamano alla vita per poi asciugarsi con un altro.

Davanti allo specchio si asciugava i capelli con un ascigamano. Dopo poco che si agitava davanti allo specchio si fermò e guardò il proprio riflesso.. Girandosi di lato vide qualcosa di nero dietro la schiena, sulla sua scapola sinistra: un segno nero, sembrava quasi un tatoo. Non aveva una forma precisa, era come una fiamma, non troppo grande.
Non sapendo cosa fosse provò a lavarla via, ma nulla.
-Ahh.. Magari è stata quella piccola peste di notte! E con il pennarello indelebile! Tsk... Domani vede..-.

Rassegnato si cambiò per poi andare a dormire.

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Capitolo 7
*** 7 ***


Quella mattina venne celebrato il funerale della zia di Luk, Lisa, la sorella della madre. Tornati a casa poco dopo mezzo giorno, sua madre si sdraiò sul divano cercando di non piangere ancora, la piccola andò da lei e la abbracciò dolcemente, mentre Luk e suo padre preparavano il pranzo.
Dopo pranzo la madre di Luk andò in camera sua, volendo stare un po' da sola, mentre il padre rimase con i ragazzi.

-Sentite, avrei trovato una cosa, molto conveniente tra l'altro, ma... Ecco, ci sono solo tre biglietti, per questo pensavo che io sarei potuto rimanere qui-. Spiegò il padre.
-Eh? No, papà! Rimango io, tanto so cavarmela per un paio di giorni!-.
-Dai papà...-. La piccola gli prese la mano, volendo che anche lui stesse accanto alla mamma.
-Ma, Luk, tu non ti divertiresti!-.
-Siamo stati quasi un mese al mare, e poi è già un po' che sto solo a casa.. Un paio di giorni in più non mi faranno certo male, mentre invece sei tu quello che al mare con noi non è venuto..! Te la meriti una vacanza..-.
Il padre di Luk rimase a pensare, ma era felice per le parole del figlio. -Sicuro?-.
-Sicuro!-. Rispose Luk.
Suo padre sorrise. -E va bene... Grazie..-.
Luk annuì, contento che suo padre avrebbe sinalmente potuto prendere un po' di ferie. -Beh.. Io me ne torno in camera..-. Li salutò e se ne tornò in camera. Accese la tv e si sdraiò sul letto.. per poi prendere la console.

Il suo personaggio era nella città, come al solito semi deserta. Lo scheletro non appariva più.. Quel che era successo la sera prima era molto strano.

-INVENTARIO-
    COLTELLO
    MONETE
    LETTERA DI MI
►TESCHIO DI CAVALLO
                ► UN TESCHIO DI CAVALLO, CHIAMO MI?

                                    ► SI
                                        NO

Mi apparve dal nulla e lo guardò.

-COSA DESIDERI?-.

    UNA NUOVA MISSIONE
►SPIEGAZIONI
    NO, NULLA.

-SPIEGAZIONI SU COSA?-.

►SUL TESCHIO
   SUL GIOCO
   NULLA

-***-. Mi disse solo questo.

-Cosa??-. Disse Luk non capendo perchè Mi facesse così. Dopo poco apparve la possibilità di scleta:

►COSA?
OK.

Mi stavolta disse qualcosa di diverso:

-NON POSSO PARLARE-.

Luk potè scegliere solo una risposta: ►OK.
Mi sparì.

-Che..? Non ha senso tutto questo...-. Luk non sapeva cosa pensare..

Luk girò a caso per la città, per poi entrare in un bar, dove interagì col barrista.

-OH, RIECCOTI! HO UNA COSA PER TE!-.

Apparve la scritta: TI E' STATO REGALATO UN OGGETTO!.

Luk controllò l'inventario:

-INVENTARIO-
    COLTELLO
    MONETE
►CROCE
    LETTERA DI MI
    TESCHIO DI CAVALLO

-Mh? Una croce? E che me ne dovrei fare?-.

►CROCE
          ►RUOTARLA?
                        ►SI
                           NO

-Ruotarla? Bah.. Proviamo..-.

Apparve una croce, che poi ruotò, fino ad avere il 'capo' giù. Era diventata una crocie rovesciata. Questa sembrò illuminarsi e dopo che lo sfondo diventò nero, apparve una scritta:

-COSA DESIDERI?-

Apparve poi una possibilità di scelta... Diversa dalle altre. Luk dopo poco scoprì che poteva effettivamente scrivere ciò che desiderava solo scorrendo le lettere con le freccie 'sù' o 'giù'.
Dopo un po' scrisse:

|UN ANELLO DI PLASTICA|

Lo fece così per scherzare, ma aveva scelto una cosa di poco conto anche per essere un po' prudente.. Magari, se fosse stato vero, avrebbero potuto fargli pagare quel che aveva scritto.
Tutto tornò nero, per poi riapparire nella schermata dove Luk aveva lasciato il suo personaggio.
Luk controllò l'inventario, nessun anello.

-Era solo uno scherzo...-.

Tornò a giocare passeggiando un po' per la città.

Qualcuno suonò il campanello di casa sua.
-Mh?-.

Il campanello suonò ancora, forse suo padre e la sorellina erano andati a dormire oppure erano usciti. Luk mise in stand by il gioco e scese. Aprì la porta: davanti a lui un uomo vestito elegante ma tutto nero. Quest'uomo in silenzio gli porse una piccola scatola.
Luk la prese e la guardò. -E questa?-. Ma quando rialzò lo sguardo l'uomo era sparito.
-Ma cosa...?-. Chiuse la porta e guardò la scatola, per poi aprirla.

Dentro c'era un anello di plastica.

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Capitolo 8
*** 8 ***


Non poteva crederci.
Luk era seduto su una sedia davanti al tavolo di cucina, sopra il quale vi era l'anello di plastica. Era proprio come l'aveva immaginato: bianco e semplice, di plastica. Ma non era possibile... Anche il fattorino in meno di un secondo era sparito nel nulla. No, non era possibile..
Prese l'anello e corse in camera, posandolo sul comodino, e riprese il gioco subito.

-INVENTARIO-
    COLTELLO
    MONETE
    CROCE
    LETTERA DI MI
►TESCHIO DI CAVALLO
                     ►CHIAMO MI?
                                   ►SI
                                       NO

Mi apparve da una nuvoletta nera, per poi rivolgersi al personaggio di Luk.
-COSA DESIDERI?-.

    UNA MISSIONE
►A COSA SERVE LA CROCE?
    NULLA

-POTRA' AVVERARE OGNI TUO DESIDERIO-.

►E COME E' POSSIBILE?
   OK

-IL MIO SIGNORE TI HA DATO QUESTA POSSIBILITA', LUI PUO' TUTTO-.

►OK

Luk non presse subito Ok, perchè ci fu una specie di bug, dopo il quale apparse un'altra frase da poter scegliere:

    OK
►CHI E' IL TUO SIGNORE?

Luk scelse la seconda frase, ma una volta cliccato su questa lo schermo si spense improvvisamente.
Luk riaccese il gioco, ma prima che apparisse la scritta 'START', la casa cominciò a tremare. Temendo che fosse un terremoto, lasciò il gioco e corse giù.
-Mamma! Presto usciamo!-.
Andò in salotto ma sua madre era ancora addormentata. La scossa era terminata.
Dopo pochi minuti tornò in camera, visto che ora sembrava tutto a posto, ma appena entrò si rese conto di una cosa: il crocifisso che era appeso accanto alla scrivania era ora appeso al contrario ed era pieno di sangue.
Luk cadde a terra, terrorizzato nel vederlo. Dopo qualche minuto scrisciò fino al letto e prese il gioco: senza che lui avesse toccato nulla, era di nuovo dove prima, con Mi che diceva:
-ORA CAPISCI?-.
Luk non riuscì più a parlare, troppo impaurito. Forse ora sapeva per certo che quello non era un semplice gioco.
Lasciò il gioco sul letto e corse in bagno dove si sciaquò il viso per calmarsi. Una volta fatto si guardò allo specchio: aveva qualcosa di nero dietro il collo. Girò la testa e vide una linea che andava sotto la sua maglia, era come un tatuaggio. Si torlse la maglia e si guardò la schiena: era piena di segni neri, impressi sulla sua pelle, segni senza ordine preciso, caotici, ma permanenti.
Luk non volendo crederci andò sotto la doccia per due ore e si scorticò la schiena pur di togliersi quei segni, ma niente, nulla di nulla, quelli rimanevano, rigenerando i suoi graffi e le sue ferite.
Era spaventato, non sapeva che fare. Si rivestì e uscì di casa, correndo verso la chiesa della città.
Una volta davanti a questa si fermò, ansimante, ma ci entrò. Era in corso la messa.
Lui si sedette in sedonda fila. La chiesa era semipiena, per la maggior parte erano anziani però.
Il prete dopo un po' offrì l'ostia, così anche Luk si mise in fila, ma arrivato il suo turno, appena Luk toccò l'ostia, questa si colorò di sangue.
-Ah!-. Il prete spaventato la lasciò cadere a terra poi guardò Luk. -Tu ..Ragazzo...!-.
Luk ancor più spaventato scappò dalla chiesa, mentre il prete non riusciva ancora a parlare, non riuscendo a credere a ciò che aveva visto.

Luk tornò a casa, rifugiandosi in camera dove si lasciò in un pianto liberatorio.
Il gioco era ancora acceso. Mi parlò.

-NON PIANGERE-

Luk se ne accorse per via del rumore del gioco, così lo guardò e lesse, incredulo.
-Come.. Non potrei!? Che.. Mi sta succedendo..!?-.

Mi, nel gioco, come se avesse ascoltato davvero le parole disperate di Luk, rispose:
-LUI TI HA MARCHIATO COME SUO-.

-E... E perchè..?! Perchè io?!-.

-PERCHE' TU HAI GIOCATO-.

-E.. Tutti gli altri che hanno giocato..!?-.

-HANNO FATTO LA STESSA FINE-.

-...-. Luk tornò a piangere disperato.

-NON PUOI USCIRE. PUOI SOLO ANDARE AVANTI-.

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Capitolo 9
*** 9 ***


Luk passò altro tempo senza giocare: si fece un'altra lunga doccia e restò a riposare, ma quando si risvegliò voleva giocare.. Se continuare il gioco, se magari ci fosse stata una fine al gioco e a queste torture, lui voleva trovarla.

La città era come al solito deserta per lo più. Luk fece girare il suo personaggio per qualche minuto senza tregua.. Niente. Non trovò nulla. Forse era inutile.. Ma Luk continuò.
Delle volte per meno di un secondo appariva una strana immagine agli angelo dello schermo: era un qualcosa di bianco, un fantasma?
Luk continuò. Dopo un po' si decise a entrane nel bar, dove c'era un po' di gente. Non riuscì a parlare col barrista perchè sembrava impegnato a parlare con un altro, quindi cercò amici nel bar. Interagì per primo con un uomo barbuto con un boccale di birra in mano.

-AWAWAWA...-. Disse l'uomo.

Apparvero i pensieri del giocatore: 'E' UBRIACO'.

-GLI ANGELI NON ESISTONO-. Disse infine l'uomo.

Luk voleva spiegazioni.. Che frase curiosa, ma come provava a interagire con lui non usciva altro che 'E' UBRIACO'.
Luk tentò con una donna.

-OH, CIAO, DESIDERI QUALCOSA?-.

   TI VA DI STARE UN PO' INSIEME?
►NO, GRAZIE.

Luk girò un po' per poi uscire dal bar. Girò una cosa e notò che non c'era nessuna chiesa.. Beh, dopo quello che sapeva effettivamente era normale.
-Che ..Posso fare adesso..?-. Luk si stava evidentemente annoiando.
Mi apparve dal nulla davanti a lui e parlò.

-TI VA DI FARE UNA COSA PER IL MIO SIGNORE?-.

►COSA?
    NO

-DEVI SOLO DISTRUGGERE DELLE STATUE.. SEGUIMI-.

-Mh..-. Luk era un po' curioso e stranito, ma la seguì. Dopo aver attraversato la foresta entrarono in una specie di tempio, forse una chiesa, ma non lo era di sicuro. Tutta era piena di statue di angeli.
Mi aspettava fuori.
-Dovrei distruggere queste statue...? Sembrano così belle..-.
Luk uscì e per un attimo gli sembrò di aver visto Mi in terra a piangere... Interagì con lei.

-NON HAI ANCORA FATTO.. COSA VUOI?-. Sullo schermo, accanto alle sue parole appariva il suo volto, come sempre succedeva quando Luk parlava con qualcuno, ma stavolta Mi era diversa.. Aveva gli occhi lucidi e invece di esser fredda come suo solito sembrava un po' triste.

    CHE DEVO FARE?
   ORA VADO
►CHE HAI?

-NULLA... NON TEMERE E FA QUEL CHE DEVI-.

-Non me la dice giusta.. Che ha??-. Disse Luk a voce alta.

-...-. Questo apparve come se Mi avesse sentito.

-NON HO NIENTE, VA-.

Luk, stranito, tornò dentro.. Prima di fare qualcosa girovagò fino ad un altare.. Era decorato con rilievi ma c'era qualcosa di strano.. Il rilievo in mezzo al lato davanti era una rosa rovinata dalle spine. Aveva già visto quella cosa..
Passarono dei secondi e forse capì. Mise in stand by il gioco e corse via, fuori di casa. Camminando, arrivò alla periferia della città e continuò sul lato della strada. Dopo un po' iniziava ad esserci una foresta, lui lasciò il ciglio della sdrada per entrare nella foresta, dove si addendrò molto prima di vedere i resti di una chiesa distrutta. Questa chiesa non aveva più il tetto nè la torre del campanile. Era molto simile a quella nel gioco.. Entrò.
Perse il fiato. Davanti a sè una cinquantina di statue di angeli tutte in pose diverse.. Tutti sofferenti e tristi.
Se le avesse distrutte nel gioco.. Le avrebbe distrutte veramente.
Gli piangeva il cuore al solo pensarlo. Erano così fatte bene.. Ne toccò una, la pelle era così levigata.. E i capelli sembravano veri. Erano così belli. Perchè doveva distruggerle?
Voleva una risposta, così corse fino a casa sua. Si lasciò cadere sul letto, stremato, ma prese il gioco. Era ancora nella chiesa, uscì e interagì con Mi.

-NON HAI ANCORA FATTO.. COSA VUOI?-

►CHE DEVO FARE?
   ORA VADO
   CHE HAI?

-DEVI DISTRUGGERE QUELLE STATUE-. Non disse altro.

-Uffa... Ma perchè?!-. Luk sembrava avesse corso per nulla.

-PERCHE' SONO ANGELI-. Come se Mi l'avesse sentito, gli rispose, ma disse solo questo.

-Sono angeli.. E allora?-. Luk pensò, ma rimise il gioco in stand by.
-Sono angeli.. Gli angeli sono i nemidìci dei demoni no? Ma sono solo statue...-.
Luk capì. E se quelle non fossero solo statue? Ma veri angeli intrappolati in quella forma?
Luk prese uno zaino, dove mise una bottiglietta d'acqua, qualcosa da mangiare, il telefono e le cuffie. Preparato tornò in quella chiesa dopo qualche minuto.
Entrò. Gli angeli avevano cambiato posizione: era sicurissimo che quello che piangeva era davanti all'ingresso e che quello con i capelli corti fosse accanto a lui.. Era come se fossero stati spostati perchè li rivide uno alla parete destra, l'altro in quella sinistra e così per tutti gli angeli. Luk, curioso, ci provò a spostarli, ma erano pensantissimi. Non era possibile per un uomo solo muoverle.
-Mh...-. Luk andò verso l'altare e osservò la rosa stretta dalle spine.. C'era già stato qui, forse quando era piccolo.
-Che strano posto...-. Si girò e andò a guardare gli angeli. Alcune statue sembravano barrere i pugni contro i muri, come se volessero uscire, come se fossero intrappolati.
-Mh.. E voi perchè siete qui? Mh...-. Luk uscì e fere un giro attorno ai resti della chiesa.. Era strano ma.. Aveva trovato quattro croci rigirate: una dietro la chiesa, una qualche metro davanti, tanto che non l'aveva nemmeno vista, e altre due ai fianchi della chiesa, ma vicini alla porta, o comunque, vicini alla croce davanti alla chiesa.
-Un sigillo? Sembra una croce rovesciata... -. Entrò nella chiesa, gli angeli si erano di nuovo spostati.. Era impossibile. Erano pesantissimi e in così poco tempo nessuno avrebbe potuto spostarli.
-Ma cosa...?-. Era impaurito.. Ma anche curioso.
-Mh...-. Tornò fuori ad osservare le croci rovesciate che creavano a loro volta una croce rovesciata, poi tornò dentro. Gli angeli si erano di nuovo spostati... Tranne uno. Al muro, in ginocchio, piangente che sembrava scrivere al muro. Luk si avvicinò a questo e in effetti aveva ragione.. Stava scrivendo.

Aiut

-Aiu..Aiuto? Volete che vi aiuti? Ma... Come?-. Luk guardò l'angelo.. Poi uscì per tre minuti contati, per poi tornare dentro. Tornò dall'angelo che aveva scritto.

Brucia le croci

-Mh.. Va bene.. Ma aspetta..-. Luk guardò l'angelo. Mi gli aveva detto di dover distruggere quelle statue per ordine del suo signore.. Ma se invece li avesse liberati, cosa gli sarebbe accaduto?
-A me è stato detto di distruggervi.. Ma se vi libero.. Lui che mi farà?-. Luk se ne uscì per altri te minuti e quando rientrò, lesse.

Aiutaci

L'angelo non scrisse altro.. Luk non vide vie d'uscita, non ce la faceva a distruggerli, quindi doveva aiutarli. Tornò fuori.
Non aveva accendini nè altro.. E visto che voleva far veloce, si dovette inventare qualcosa. Prese due pietre e iniziò a strusciarle con forza cercando di fare scintille su dei rami secchi. Dopo molto ce la fece, così con quel fuoco, dette fuoco alle quattro croci facilmente, infondo quelle erano legno secco e vecchio.
-Ah! Fatto!-. Luk sorrise vittorioso e tornò dentro, con la fiaccola accesa in mano.
Tutte le statue degli angeli avevano assunto pose regali, ma erano tutti con la testa china, sorridenti. Quelli più vicini all'ingresso erano invece inchinati. Era come se tutti lo stessero ringraziando..
Luk si avvicinò all'angelo che fin'ora aveva scritto sul muro e lesse qualcosa di nuovo.

Grazie

Luk sorrise, non ne potè fare a meno... Ed uscì.
Una volta fuori aveva una strana sensazione e vide qualcosa uscire dalla chiesa e volare.. Tornò dentro.
Le statue degli angeli erano sparite.

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Capitolo 10
*** 10 ***


Luk sorrise di solievo.. Gli angeli erano finalmente liberi.
Luk uscì dalla chiesa distrutta e notò che era notte. Strano, la chiesa era senza tetto e Luk giurò che pochi secondi fa non era nemmeno il tramonto.

-Mh...-.
Luk iniziò a camminare verso casa. Gli era arrivato un messaggio, lesse:
Da: Papà.
Messaggio: Oggi tornerò tardi da lavoro, la mamma
                  e la piccola sono a fare spese e credo abbiano da fare..
                  C'è la pasta in frigo.
                  P.s. Purtroppo non ho ancora trovato i biglietti per
                  il viaggio, ma appena li trovo sarai il primo a saperlo!

 

Luk gli rispose che andava bene, in fondo, anche volendo ora sulla schiena aveva quei segni e non voleva mostrarli a nessuno, quindi non poteva andare nè in piscina nè al mare...
Tornò a casa, la quale era vuota. Era la prima volta che la vedeva così.. Di solito c'era sempre qualcuno con lui.
Andò in cucina dove si preparò un panino con tonno e pomodori poi se ne andò in camera dove posò la borsa per poi andare in bagno dove si cambiò la maglietta.
Ma rimase a petto nudo, immobile, a fissarsi davanti allo specchio: le fiamme nere sul suo corpo si erano espanse, dalla sua schiena, da dietro le sue scapole, si erano espanse anche sul suo torace, minacciando di ricoprire anche il suo cuore.
Luk cercò di calmarsi, di controllare il suo respiro e il suo battito troppo forte. Ma solo molto dopo ci riuscì.
-Merda...-. Dopo che si lavò tornò in camera e accese la tv, per poi prendere il gioco.

Era dentro la chiesa ora vuota, le statue erano sparite. Uscì e trovò Mi in ginocchio e accanto a lei quel demone nero dagli occhi luminosi.

-HAI DISOBBEDITO AI MIEI ORDINI-. Disse.

-UN ALTRO ATTO COME QUESTO E IL TUO CUORE SPARIRA'-.

Detto questo il demone sparì e Mi si rialzò, per poi andargli davanti e parlare.

-OBBEDISCIGLI SEMPRE...-.

-... O FINIRAI PER ESSERE SOLO UN GIOCATTOLO-.

Mi sparì.

-Solo un giocattolo...?-. Luk era preoccupato.. Ma alla fin fine non si pentiva di quel che aveva fatto: quegli angeli erano troppo buoni per morire.
Luk fece tornare il suo personaggio in città e stavolta non c'era davvero nessuno, nemmeno nel bar, nè altrove.
-Dove sono tutti..?-.
Luk continuò. Fuori intanto c'era un forte temporale.
Non trovando nulla da fare mise in stand by e si guardò un'oretta la tv.
Era annoiato, guardò l'ora e i suoi non erano ancora arrivati.
D'un tratto ci fu un fulmine proprio vicino a casa sua, dall'accecante luce Luk fu costretto a tapparsi gli occhi. Il rombo del tuono stava per farlo cadere dal letto. La luce saltò.
-Merda.!-. Luk prese la torcia e scese in salotto per riattaccare la luce, una volta fatto tornò in camera sua: la tv aveva cambiato canale, un uomo stava parlando di statue, di angeli in particolare.
-Mh?-. Luk si sdraiò sul letto ad ascoltare.

-E cosa può dirci di particolare su queste statue?-. Disse l'inviato porgendogli il microfono.
-Beh, non si sa chi fece la primissima statua di un angelo, ma sappiamo che.. Beh, diversi dicono di vedere delle statue di angeli che poco dopo spariscono..-
-Oddio, in che senso?-.
-Beh, abbiamo il filmato di un ragazzo che passa davanti ad una chiesa e mentre filma i suoi amici sullo sfondo, vicino alla chiesa, c'era questa bellissima statua, poi lui filma altre cose per una decina di minuti, e quando torna alla chiesa la statua era sparita. Dai filmati si vede chiaramente che era a grandezza uomo, forse di più, e dal modo impeccabile con cui era fatta sicuramente non era leggera nè facile da portare via.. Anche perc-.

La luce saltò ancora.
-E che cavolo!-. Luk tornò giù e la riaccese per poi tornare in camera: la tv era sul canale dove Luk l'aveva lasciata prima che andasse via la luce la prima volta.
-Mh....-.
Luk restò a guardare la tv, ma poco dopo riaccese il gioco, annoiato.

La città era di nuovo abitata.
Luk girò un po' per vede chi c'era e nulla era cambiato dal solito.
Mentre camminava tranquillo, una ragazzina gli andò a sbattere contro, entrambi si ritrovarono per terra l'uno davanti all'altro.
A Luk apparve la possibilità di scelta:

    HEY! STA ATTENTA!
►STATE BENE?

    AHI....

-...-. Lei rispose questo mentre dalla sua immagine sembrava impaurita. Era maledettamente carina: capelli castani ondulati, occhi verdi, abito bianco.

   HEY! VATTENE!
►HEY... TUTTO OK?

-...-. Ora sembrava più sicura. Si alzarono entrambi.
-...-. Lei lo guardava.

-Ma che... E questa chi è?-. Luk era curioso.

-GRAZIE-. Disse guardandolo.

►PREGO
   ...

Lei sorrise. Poi parlò.

-VENGO CON TE-.

►SICURA?
   MEGLIO DI NO...

-SI'!-.

-Va bene... Che ragazza curiosa..-. Tutta via Luk era felice di avere compagnia.

-GRAZIE-. Lei sorrise.

►DI COSA?
    PREGO

-...-. Lei lo guardò sorridendo ma senza dir nulla.

-ANDIAMO!-. Disse poi sorridendo felice.

 

Luk tornò a muoversi e lei lo seguiva.
Poco dopo lui si girò perso di lei, volendo parlarle, o almeno sapere il suo nome. Ma quando lo fece lei era accantoa un uomo e a Luk apparve questo:

►UOMO
   ANGELO

-..A..Angelo..?-. Luk ne era sorpreso.

   UOMO
►ANGELO

-SI?-. Le rispose lei sorridendo.

-.... Un ..Angelo?.. Forse questo gioco ha qualche problema..O forse quel demone mi sta giocando un brutto scherzo..-.

►COME TI CHIAMI?
   DOVE VUOI ANDARE?
   LASCIAMI IN PACE

-RAPHAEL-. Sorrise.

Luk aveva già sentito quel nome.. Quando studiava per la cresima era curioso su tutti gli angeli.. Ricordò:

-Raphael.. La cura di Dio...-.

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Capitolo 11
*** 11 ***


-La cura di Dio...-. Luk ripetè quelle parole, come attratto.

Nel gioco, lei si guardò attorno.. Poi urlò, un urlo acuto che si sentì veramente nella stanza. Raphael sparì dopo un fascio di luce.
-Raphael..! Dov'è?!-.
Luk iniziò a cercare a giro ma nulla.
-Oh.. Dov'è!?-.

-INVENTARIO-
    COLTELLO
    MONETE
    CROCE
    LETTERA DI MI
►TESCHIO DI CAVALLO
                 ►CHIAMO MI?
                              ►SI
                                 NO

Mi apparve dal nulla e lo guardò, tranquilla.

-COSA DESIDERI?-.

   UNA MISSIONE
►DOV'E' L'ANGELO?

   NULLA

-NON LO SO-.

Mi lo guardò mentre Luk stava pensando.
Mi si girò, come se avesse avvertito qualcosa, poi tornò a guardare Luk.

-IL MIO SIGNORE HA PENSATO CHE FORSE AVRESTI GRADITO UN TETTO SOTTO IL QUALE RIPOSARE, SEGUIMI-.

Mi iniziò a camminare, uscendo dalla città e camminando per diverso tempo nella foresta mentre il personaggio di Luk la seguiva.
Dopo un po' finalmente arrivarono: una villa enorme, quasi un castello.
-Un tetto per dormire eh? Alla faccia!-. Disse Luk.
Mi entrò, portandolo nell'atrio dove vi erano quattro lampadari, due scale che portavano al piano di sopra e due scale ai due lati del salone enorme.

-ECCO A TE-.

-Wauh...-. Luk entrò e fece un giro del salone. Dopo poco però Mi andò da lui.

-STA ATTENTO-. Disse solo questo prima di scomparire.

-Beh.. Non è una novità..-. Disse Luk in tono sarcastico.
Andò al piano di sopra dove c'erano due stanze, Luk prese quella a destra per poi trovarsi in un corridoio orizzontale con qualche vaso sui muri e due porte. La prima era chiusa, mentre la seconda aperta: una camera semplice, con armadio, cassetto, scrivania e tv... Una camera identica alla sua vera camera.
-...-. Luk restò in silenzio preoccupato, poi notò una lettera vicino al letto.

►LETTERA:
             HO PENSATO CHE POTESSI SENTIRTI PIU'
             A CASA TUA IN QUESTO MODO.
                                                        -D

-Mph...-. Luk uscì e tornò al piano di sopra del salone per poi entrare nella stanza a sinistra. Anche qui un corridoio con due stante: una chiusa e una aperta. Quella aperta era una sorta di mini salotto: un grande tappeto al centro con una poltrona, un camino acceso, tre quadri appesi e dei mobili a giro. Il quadro più grande rappresentava una donna in rosso, come nel museo, bellissima.
Non sapendo che fare tornò al salone e scese le scale: la porta a sinistra era bloccata mentre quella a destra libera. Qui vi era un lungo corridoio con due stanze, che poi svoltava a sinistra e finiva con un'altra porta, chiusa. Le due stanze nel corridoio erano invece aperte: nella prima vi erano tantissime librerie, tante tutte attaccate al muro davanti alla porta e diverse prima, nell'altra invece una scrivania e un libro aperto.
-Mh?-.

'MARCELIN JON, DECEDUTA
FRANS LOREN, DECEDUTO
JOHN LOGAN, DECEDUTO
LUCIA LISNAL, DECEDUTA
KAREN REW, DECEDUTA
MARK MOAH, DECEDUTO
PAUL ROWEN, DECEDUTO

...'

L'elenco continuava per pagine..
-Ma.. cosa sono tuti questi nomi??-.
Non volendo leggere altro tornò indietro e interagì con le librerie, trovando alla fine un qualcosa: un biglietto:

SCAPPA

Era scritto col sangue.
Non sapendo cos'altro fare, uscì e tornò nel salotto con i tre quadri: uno era un paesaggio: un campo di papaveri.

'DIPINTO DI UN PAESAGGIO UTOPICO'

Il secondo era invece un mini ritratto di una ragazza... Sembrava Mi.

'RAGAZZA'

Il terzo era invece una bella donna in rosso e, interagendoci, il personaggio di Luk disse qualcosa:
-SEMBRA CHE SI POSSA SPOSTARE...-.

►SPOSTA
    LASCIA PERDERE

Ma prima che potesse toccarlo, il quadro si smosse pericolosamente. La donna guardò il personaggio divertita e con i denti aguzzi. Il quadro si bucò e la donna uscì da esso.
-Ah!-.
Luk fece scappare il suo personaggio ma la porta era bloccata.
-Oh merda!-.
La donna si avvicinava camminando come uno zombie.
-Ahhh.. E ora??-.

D'un tratto tutto si fermò e apparve questa scritta:

RAPHAEL PUO' AIUTARTI ALTRE 3 VOLTE. VUOI UN AIUTO?
►SI
   NO

Dopo un luce accecante la donna sparì.
-Waoh... Raphael sei una grande.. Ma chi sa dov'è...-. A Luk dispiaceva un po'.
-Apparte tutto.. Questa casa è strana.. Forse dovrei scoprire di più... Mh?-.
Luk vide che qualcosa nel quadro rotto luccicava, andò lì e lo prese.

'HAI OTTENUTO UNA CHIAVE'.

-Beh... Che la festa abbia inizio..-.

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Capitolo 12
*** 12 ***


Luk tornò nel salone per poi andare in camera sua a controllare se gli mancava qualcosa, ma nulla. Tornò nella libreria notando che all'angolo in fondo a sinistra c'era una cassa.

'C'E' QUALCOSA DENTRO'.

-Mh.. Fosse potrei trovare un modo per aprirla..-.
Luk uscì e tornò al piano di sopra del salone, andando nella porta a sinistra: la stanza dei quadri l'aveva osservata abbastanza, non ci voleva più tornare, così guardò se riusciva ad aprire la porta chiusa.

'HAI APERTO LA PORTA'.

Luk entrò.
Era una stanza molto strana: file di bambolotti tutti diversi ai lati e un tappeto rosso per arrivare in fondo. In fondo c'era un tavolo con una bambola di pezza senza vestiti nè occhi o bocca, ma accanto a questa un ago con un filo rosso, due bottoni marroni, e altri pezzi di tessuto.

'UNA BAMBOLA INCOMPIUTA'.

In fondo a destra c'era una tendina. Luk la aprì e gli apparve questa scritta:

'UN FERRO DI CAVALLO'

LO PRENDO?
►SI
   NO

-Mh... Potrei usare questo per rompere la cassa!-.
Luk tornò indietro, ma prima di uscire dalla stanza interagì con una bambola.

'CHE BELLA...'.

-Mh...-. Luk si allontanò e tornò nella libreria.

'APRO LA CASSA CON IL FERRO DI CAVALLO?'
►SI
   NO

'HAI APERTO LA CASSA!'

'HAI TROVATO UNA CASSAFORTE CHIUSA'.

-Mh.. Sicuramente dentro c'è qualcosa di utile.. Ma come la apro?-.

'HAI TROVATO UN BIGLIETTO!'

I QUADRI
VIRGILIO
VENEZIA
Il GIOCO

-Mh... Perchè la ''l'' non è in maiuscolo?-.
Luk pensò mentre analizzava il biglietto, ma quelle parole non avevano senso!
Per aprira la cassaforte aveva bisogno di quattro numeri e quel biglietto avrebbe dovuto dirgli come trovarli, ma... Come?!
-Questo biglietto non ha senso...!-.
Luk smise di leggere e tornò al salone e entrò nel corridoio a destra e ricontrollò le due stanze, sensa risultati, alla fine continuò il corridoio e svoltò a destra dove c'era una porta.

'E' CHIUSA'.

-Tsk.. Ti pareva...-
Il personaggio di Luk iniziò a girarsi, guardandosi attorno.
-Mh?-

-HEY, PUOI SENTIRMI?-

-Mh? Chi è?-.
Sulla schermata apparvero i pensieri del suo personaggio:

'E' LA VOCE DI UNA BAMBINA'.

-...-. Luk non sapeva che fare così tentò di riaprire la porta, ma nulla, era bloccata.
-Forse è bloccata dentro la stanza.. Devo aiutarla!-. Luk ritentò, inutilmente.
-Forse devo prima aprire la cassaforte.. Ma come cavolo?!-.
Luk tornò nella libreria e riispezionò le librerie per vedere se gli mancava qualcosa.

'LIBRI VECCHI'

'LIBRO I- STORIA DEL VECCHIO MONDO'

-Libro uno, storia del vecchio mondo..? ..! Aspetta ho capito!-.
Luk lasciò stare e corse alla cassaforte per rileggere il biglietto:
I QUADRI
VIRGILIO

VENEZIA
Il GIOCO

-Ho capito!-.
Luk scrisse i numeri sulla cassaforse: 1-6-5-2.

'HAI APERTO LA CASSAFORTE'.

-Avevo ragione! In numeri romani ne esce questo.. !-. Luk era comunque entusiasta per la cosa.

'HAI TROVATO UNA CHIAVE'.

-Ora posso andare da lei!-. Luk tornò alla porta, ma questa rimaneva chiusa: significava che quella chiave non serviva per quella stanza.
-Cavolo! ..Mh.. Beh Di che stanza sarà?-.
Luk tornò a camminare e provò la stanza a sinistra del salone.

'HAI APERTO LA PORTA'.

Luk entrò: questa parte era uguale a quella di destra, due porte e il corridoio che svoltava in un'ultima porta chiusa.
Luk entò nella prima porta: era una specie di serra, piante nei vasi dappertutto, alcune anche immerse in acqua o in strani liquidi. C'erano due tavoli di metallo uno con chiazze di sangue e una specie di armadio.
Luk si avvicinò al tavolo imbrattato di sangue.

'E' RICOPERTO DI SANGUE'.

Poi si avvicinò ad una pianta immersa in un liquido giallino.

'SEMBRA CHE SERVA A CONSERVARLA'.

-Che strano posto..-.
Luk controllò l'armadio ma era chiuso.
-Tsk.. Che stanza inutile..-. Luk si avvicinò alla porta per uscire, ma prima di tornare nel corridoio gli apparve questa scritta:

-HO CHIAMATO IL TUO NOME-.

'ANCORA LA BAMBINA...'

-DA DOVE VIENI?-.

-Forse è nel corridoio..!-. Disse Luk e uscì subito, ma non c'era nessuno.

Controllò tutte le stanze ma tutto era deserto.
Da dove proveniva la voce di quella bambina?

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Capitolo 13
*** 13 ***


Luk entrò nella seconda stanza del corridoio a sinistra del salone e qui ne rimase sorpreso: era una stanza piena di pupazzi tutti diversi, librerie piene di armadi e pochi libri piccoli a giro. Al centro una tavola rotonda con delle tazze per il thè, tre sedie occupate da peluche e una vuota. Vi erano due finestre coperte da tende rosse e tra queste una scrivania piena di stoffa, bottoni e altro per la cucitura in generale.
-Mh... Che strana stanza..-.

Nell'angolo a destra della porta c'erano dei cuscini di ogni colore e al muso a sinistra una poltrona bellissima, sembrava un trono.

-COSA TI PORTA QUI?-

Era di nuovo lei, il personagio di Luk iniziò a girarsi in torno per capire da dove provenisse la voce, ma poco dopo apparve '?' sulla sua testa, segno che nemmeno lui capiva da dove provenisse.
-Ma.. Dov'è..?-. Disse Luk.
Non accadde nulla per qualche secondo, quindi Luk si avvicinò alla scrivania piena.

'E' PIENA DI STOFFE E FILI'.

Poi si avvicinò a quel piccolo trono rosso con decorazioni in oro.

'E' MOLTO BELLO'.

-Non sembra esserci nulla in questo posto..-.
D'un tratto cadde una bambola dalla libreria.
-Mh.?-.
Luk andò a controllare.

'QUESTA BAMBOLA E' BELLISSIMA'.

E lo era, capelli lunghi marrone scuro, un vestito bordeaux decorato da pizzetti rosino e nastri viola scuro, gli occhi erano scuri e aveva un nastro come passata.
-Molto bella davvero...-.

PRENDO LA BAMBOLA?
►SI
   NO

Luk poi si diresse verso le tende rosse, la prima finestra non nascondeva niente, mentre dietro la seconda c'era una rosa di un colore brillante.

PRENDO LA ROSA?
►SI
   NO

-PERCHE' NON MI RISPONDI?-.

Ancora lei. Luk era stranito.. Non capiva. Forse era la bombola? No.. Solo ora l'aveva.
-Chi sarà..?-.

-GIURO DI GIOCARE PER BENE-. Disse.

-Giocare per bene..? In che senso? Chi è che parla cavolo?!-.
Silenzio. Non accadde nulla.
-Mh...-.
Luk se ne uscì dalla stanza.

-NON E' DIVERTENTE?-.

-Mh?-. Era ancora lei.-Cosa è divertente?-.
Luk rimase fermo per un po', ma visto che non accadeva nulla andò a controllare la porta in fondo al corridoio: aperta.
Era una stanza vecchia: pareti in mattone, due armadi, una scrivania e un quadro poggiato sul muro, non appeso.
Controllò gli armadi e trovò una chiave e un cappello lotita.
Sulla scrivania trovò un fiocco a strisce bianche e nere.
In fine si avvicinò al quadro.

'SEMBRA CHE SI POSSA SPOSTARE'.

SPOSTO IL QUADRO?
►SI

   NO

Dietro il quadro c'era un buco, troppo piccolo per poterci passare, ma c'era qualcosa dentro:

'HAI TROVATO UNA FOTO'.

La foto era ingiallita e bruciata su due angoli, ma era la foto di una bimba, vestita molto bene fra l'altro, ma la parte del viso era bruciata, quindi Luk non poteva vederla. L'unica cosa certa erano i lunghi capelli scuri.
Nella stanza c'era anche un letto in un angolo, un letto molto messo male.
Appena Luk ci si avvicinò apparte questo: -!-.
Il suo personaggio aveva notato qualcosa, si abbassò.

'HAI TROVATO UNA BAMBOLA VODOO'.

-Che.. cosa strana..-.
Luk la controllò: la bambola aveva il capo bruciato ma vi erano attaccati dei pochi capelli scuri.
-Mh.. Forse chi era qui non voleva molto bene a quella bambina..-.

-NON E' DIVERTENTE?-

-Ancora lei...-. Disse Luk.

-QUESTO NASCONDINO?-.

-...Nascondino..? Che.. Intende dire? Devo cercarla? O cos'altro..?-. Luk non capiva.

Nella stanza non trovò altro, così se ne uscì e tornò nel salone principale.

-LA, LALA... LA, LALA...-.

Erano le parole della bimba, ora stava cantando...
-...-. Luk non sapeva che dire o cosa pensare, così andò a controllare le stanze chiuse.
La chiave apriva solo la stanza del corridoio a destra del salone.

La stanza era totalmente vuota, aveva solo al centro un trono rosso decorato in oro, vuoto.

-VOGLIO SOLAMENTE SENTIRE LA TUA VOCE-. Disse.

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Capitolo 14
*** 14 ***


Luk aveva un casino di oggetti strani: un cappello lolita, un fiocco a righe nere e bianche, una bambola bellissima e una rosa. Cosa ci doveva fare con questi?
Ora però si trovava in una stanza davvero strana.. Come se le altre fossero normali.. Una sembrava la camera di una bambina: piena di peluche e bambole persino con il servizio da thè; l'altra era invece una camera strana, quasi come ci dovesse aver dormito un carcerato molti anni fa e ora questa: vuota. Pareti rosse, o meglio erano ricoperte da un tessuto morbito come delle tende del colore bordeaux, il pavimento era invece a quadri rossi e neri, come una scacchiera, e al centro di tutto un trono rosso decorato in oro. Cosa significava tutto questo?

-VOGLIO SOLAMENTE SENTIRE LA TUA VOCE-. Disse la bimba.

-...-. Luk rimase in silenzio. Cosa doveva fare adesso? Non ne aveva idea.
Fece avvicinare il suo personaggio al trono.

'UN TRONO BELLISSIMO, MA PICCOLO PER UN ADULTO'.

-PELLE CALDA, OCCHI CHE PIANGONO-. Disse.

-...!- Cosa aveva detto la bimba??
Luk si calmò e si mise a pensare. -Mh.. Quindi è per bambini.. Forse...-. Luk pensò, per poi aprire l'inventario, dal quale selezionò la bambola.

METTO LA BAMBOLA SUL TRONO?
►SI
   NO

Il personaggio posò la bambola sul trono.
Non accadde nulla per un po'.
-Mh... Forse manca qualcosa..-.
Luk selezionò il fiocco e il personaggio lo mise sul petto della bambola, poi selezionò il cappello e il suo personaggiò lo posizionò sulla bambola.
Non accadde nulla, mancava la rosa. Il personaggio la aggiunse mettendogliela fra i capelli.
La bambola si illuminò e tutto divenne nero.
Quando tornò a vedere, sul trono non c'era più la bambola, ma una bambina.
Sul display passò la sua immagine dai piedi alla testa: la gonna lunga bordeaux le copriva le scarpe mentre era decorata a più piani con pizzo nero, teneva le mani giunte sulle gambe davanti a sè: le maniche erano lunghe e large alla fine dalle quali usciva una manica bianca ondulata che rendeva un aspetto più regale; sotto le spalle aveva dei piccoli fiocchi a strisce nere e bianche, mentre sul vestito aveva uno spacco quadrato decorato da pizzo bianco-rosino con un fiocco grande al centro del petto. Al collo aveva una collana d'oro con un rubino come ciondolo. Il cappello era stile lolita: una fascia bordeaux decorata col bizzo bianco-rosino davanti a più strati, dove teneva a sinistra del viso la rosa rossa. Aveva una frangia lineare, da fare invidia, mentre i lunghi capelli marroni scuro le ricadevano sulle spalle e dietro la schiena.
Ma gli occhi.. L'espressione che aveva.. Sorrideva, ma aveva gli occhi blu, molto profondi tenenti al nero, disegnati come quelli umani, molto belli fra l'altro, ma che guardavano Luk socchiusi, come se lo stessero studiando.

-VOGLIO SOLO VEDERE IL TUO SORRISO-.

Quando l'immagine della ragazza sparì e tornò tutto com'era, apparve questa scritta delle sue parole.
Luk non sapeva che dire.. Era a bocca aperta..

-SENTIRE IL TUO TOCCO...-.

Ogni sua parola lo faceva spaventare, aveva la pelle d'oca.

-... E' PASSATO MOLTO TEMPO-.

Luk deglutì.
Lei rimase in silenzio a guardarlo, sorridendo e senza dir nulla o far altro.

Sullo schermo apparve la possibilità di scegliere cosa dire:

►CHI SEI?
   COSA SEI?
   NON FARE NULLA

Luk scelse la prima, voleva saperlo, ma non voleva essere in discreto come se avesse scelto la seconda domanda.

-VUOI SAPERE IL MIO NOME?-. Disse lei.

►SI
   NO

-ALLORA DOVRAI SCOPRIRLO DA SOLO-.

►COME?
   NON MI INTERESSA PIU'

-CERCA NELLA CASA, INSERISCI IL NOME. RICORDA, HAI SOLO UNA POSSIBILITA'-.

Sembrava sorridere.
Luk controllò, effettivamente come interagiva con la sua figura poteva scegliere se parlarle o inserire il nome.
-Tsk.. Ci saranno migliaia di nomi nel mondo..! Come faccio a capire qual'è il suo...!?-. Disse cercando già di pensare a quale nome potesse avere.
Poco dopo uscì dalla stanza e girovagò per le stanze. Nel mezzo del salone trovò un foglio:

'TRA 12:00 E 3:00'.

-Cos..? Che significa questa roba?-. Pensò per un po' poi guardò l'orologio.. Tra le ore 12:00 e 3:00 c'era 1:00, e le 2:00, oppure l'esatta metà tra di due era l'1:30. Ma.. Che significavano questi numeri???

Luk dopo un po' mise il gioco in stand by per andare a bersi qualcosa, stanco e aveva bisogno di schiarirsi le idee.
Dopo molto tornò a giocare.
-Vediamo.. Mh.. Tra le 12:00 e le 3:00...-. Luk guardò l'orologio di casa sua, non notando niente di particolare, erano le 20:45, poi tornò a guardare il gioco.
-Mh...-.
Tornò a guardare l'orologio... Le frecce! Il suo orologio aveva solo la lancetta delle ore a forma di freccia, mentre quella dei minuti era solo una stanga.
L'1:30, ovvero l'esatta metà tra le 12:00 e le 3:00, indicava Nord-Est.
-... Forse indica la parte Nord-Est del palazzo... Già!-.
Luk fece sbrigare il suo personaggio verso il piano superiore, nel corridoio a destra dove era la camera di Luk. Vi entrò e trovò in terra un altro biglietto:

'4:00
10:00
12:00

10:00'.

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Capitolo 15
*** 15 ***


'4:00
10:00
12:00
10:00'.

Quattro numeri scritti su un biglietto trovato a terra in camera di Luk.
Sicuramente, in questi quattro numeri c'era scritto il nome della bambina, ma come decifrarli?
Luk restò a pensare qualche minuto, ma era stanco. Guardò l'ora: le 22:00. I suoi genitori dove erano?
Luk mise in stand by e andò in salotto prendendo il telefono e chiamando sul cellulare di sua madre.
-...-.
-Pronto?-.
-Ah, mamma! Mamma ma dove siete??-.
-Luk, stavo per chiamarti! Fuori è arrivata all'improvviso una tempesta, alla tv dicono che qui vicino passerà presto un uragano, non l'hai sentito anche te??-.
Luk guardò fuori dalla finestra, vedendo effettivamente una pioggia fortissima e gli alberi piegati dal vento.
-Ah.. No.. Non avevo la tv accesa.. Ma quindi ora dove siete??-.
-Tuo padre era venuto a prenderci ma ci siamo rifugiati in un albergo qui vicino, mi sa che passeremo la notte qui.. Oh, Luk! Fai attenzione ok? Qui stiamo tutti benissimo..-.
-Ah.. Sì, va bene, tanto so cavarmela-.
-Bene.. Oh, Luk mi dispiace tanto..!-.
-Ma di che? Tranquilla, passato questo tempaccio sarà tutto come prima..-.
Sua madre annuì e dopo avergli mandato un bacio via aerea e dato la buona notte riattaccò.
-... E così, sono solo per questa sera..-.
Luk andò a farsi un panino in cucina, poi si sdraiò sul divano a guardarsi la tv.
Era tutto tranquillo e lui era abbastanza stanco.

-TENEBRE E SOGNI...-.

Era lei, era la bambina.
Luk si alzò di scatto. Giurò di aver davvero sentito quella voce infantile e soave, ma oscura allo stesso tempo.
Si guardò intorno, non vedendo niente e nessuno.
-...-.
Forse Luk incominciava ad impazzire, o forse aveva mangiato qualcosa che gli aveva fatto male, ma si risdraiò a guardare la tv.

-...I FILI DELLA SOLITUDINE-.

Lei. Ancora lei e stavolta Luk giurava di averla sentita davvero.
Corse in camera e prese il gioco, per poi tornare a sdraiarsi sul divano.
Quella frase.. Che significato aveva?
Luk riaccese il gioco e vide che era dove lo aveva lasciato: in camera col foglio davanti.
Nessuna frase scritta, niente di niente.
Le cose erano due: o se l'era davvero immaginato, o qualcosa aveva veramente sentito.
Luk tornò a guardare i numeri:
'4:00
10:00
12:00
10:00'.
Non riusciva a capire però.
Quei numeri.. Non potevano essere punti cardinali come l'ultima volta, erano quattro ed erano sparsi.
Mentre pensava, gli cadde il telecomando dal divano, che cambiò canale.
-Mh?-.
Luk lo raccolse e guardò il nuovo canale: era uno per bambini, una ragazza stava facendo imparare a dei bambini le lettere dell'alfabeto.

-Quante sono le lettere dell'alfabeto?-. Chiese la ragazza.
I bimbi restarono un po' a contare con le mani poi urlarono all'unisono:-21!-.
-Bravi!-.

-Mh.. Beh, almeno non c'è un film horror.. E' l'ultima cosa che mi servirebbe...-.
Luk li guardò e la scintilla scoppiò:
Qual'era la quarta lettera dell'alfabeto? D!
La decima lettera? L!
La docicesima? O!

Seguendo questo ragionamento verrebbe la parola: DLOL.
-Dlol...? E questo sarebbe un nome? No.. Non ha senso, forse le lettere sono mischiate..-.
Luk provò vari cambiamenti: LODL. No.
OLLD. No.. Magari: OLDL, verrebbe 'OLD', 'vecchio/a', se solo non ci fosse la 'L'!
Oppure: DOLL.
-Doll... Bambola?-.
Luk aveva finalmente capito la parola nascosta in quei numeri: Doll. Ma, anche se questo fosse il nome della bambina, che senso avrebbe?
Luk pensò, ma poi alzò le spalle e tornò nella stanza della bambina.
Interagì con lei, ma questa non gli diede la possibilità di scrivere che parlò:

-BRAVO, QUELLO E' IL MIO NOME-.

-E così.. Si chiama davvero Doll.. Ah! No, aspetta!-.
Luk ripensò alla lettera che Mi gli portò tempo fa, dopo che lo scheletro lo seguiva:

"SCUSAMI PER L'INCONVENIENTE,
QUELL'ESSERE VERRA' CONTROLLATO MEGLIO,
NON LO VEDRAI MAI PIU'.
-D "

-D... Che fosse stata lei a scrivere quella lettera..!?-.

Sullo schermo apparve la nuova frase della ragazza, preceduto però da una nota musicale:

-IN UNA FORESTA DI ACERI TETRI,
UN CHIARO TIMBRO DI SUONI,
ATTRAVERSO IL MARE, FIERAMENTE, AFFRONTA CON FERMEZZA UNA TERRA ETERRNA.
-.

La ragazza stava ora cantando.
D'un tratto però apparsero i suoi occhi sullo schermo, poi le parole della sua canzone:

-PIEGATO.OPPRESSO. IL SUONO DELLA ROVINA.
RACCOGLI. ACCUMULA. SOVRAPPONI. GLI INGRANAGGI D'OTTONE
-.

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Capitolo 16
*** 16 ***


-PIEGATO.OPPRESSO. IL SUONO DELLA ROVINA.
RACCOGLI. ACCUMULA. SOVRAPPONI. GLI INGRANAGGI D'OTTONE
-.

-... Cos..?-. Luk lesse quelle parole diverse volte, sempre più ansioso.

-VA-.

Disse poi la ragazza.
-Va..? Dovrei.. Cercare gli ingranaggi?-.
Luk non capiva, ma andò via da quella stanza.
Quando controllò l'inventario notò di avere una nuova chiave e quando tornò nel piano di sotto del salone principale, tra le due rampe di scale era apparsa una porta.
-Ma questa prima non c'era..-.
Era insicuro se entrarci o no, e se era apparsa un motivo c'era.

-INVENTARIO-
    COLTELLO
    MONETE
    CROCE
    LETTERA DI MI
►TESCHIO DI CAVALLO
                   ►CHIAMO MI?
                                  ►SI
                                     NO

Mi apparve accanto alla porta.

-COSA DESIDERI?-.

►UN CONSIGLIO
   NULLA

Strano, la scritta ''Una nuova missione'' era sparita, forse era inutile richiederla visto che Luk era già impegnato con la ragazza.

-CERCA GLI INGRANAGGI NEL REGNO ROSSO, MA FA ATTENZIONE, LE DOLLS SONO PERICOLOSE-.

Mi sparì all'improvviso.
-..Dolls? Cosa sono? Delle bambole?-. Luk pensò un po', ma non vedendo altra scelta, entrò.

Tutto diventò nero per dissiparsi piano piano e mostrare il luogo dove ora il personaggio di Luk si trovava: un campo marrone scuro con poca erba a giro, ma disseminato di croci che si elevavano dal terreno con forme strane e decorate con piante di rose che si arrampicavano su di esse.
Il tutto era lievemente coperto da una sinistra nebbia rossa.
Luk inizialmente si trovò spaesato, ma quando portò il suo personaggio indietro notò che la porta dalla quale era entrato era sparita.
-Merda..!-.
Sullo schermo apparve l'immagine della desolazione sinistra che il personaggio stava guardando. Era notte ma il cielo era illuminato da una luna rossa piena, gigante. In lontananza invece sembrava esserci un castello, si vedevano delle torri e una specie di ruota di un ingranaggio che circondava in altezza questa struttura.
Quando l'immagine scomparve Luk iniziò ad andare andanti, senza osare provare a leggere se ci fosse scritto qualcosa sulle croci, l'ultima volta fu devastante.
Continuò per circa due minuti pieni, e ancora niente, così continuò ancora.

-UN BRILLANTE BALDACCHINO NELLE TENEBRE.
DIRIGENDOSI VERSO LA DISTRUZIONE DI UN SOGNO NERO COME LA PECE-.

Era Doll.
Luk si vermò per un attimo, per leggere attentamente le sue parole, ma poi ricominciò.
Dopo molto si trovò, verso la sua destra, davanti ad un castello totalmente nero, senza giardino o altro.
Apparve sullo schermo un'immagine del castello: era nero e gotico, e a incorniciare questa sua figura c'era la ruota di un ingranaggio gigante che ruotava piano piano.
Luk dopo un po' si avvicinò al portone ed entrò.

Il salone principale era enorme, ma nero e vuoto. C'era solo un tappeto rosso che andava verso una rampa di scale che si divideva per andare a destra o a sinistra. Nel piano di sotto c'erano due porte, mentre sopra, ad entrambi i lati, vi erano due porte.
Erano tutte chiuse tranne quella di sotto a destra.
Luk, non vedendo altra scelta, vi entrò.
Era una stanza buia, ma con tre tavoli su ogni lato con sopra diverse cose, libri chiusi, stoffe, disegni e altro. Un libro, sul tavolo a sinistra, era l'unico aperto.
Luk scoprì che effettivamente poteva leggerlo:

'SI DEVE ESSERE PRUDENTI NEL DISEGNARE LE BASI, ALTRIMENTI IL RISULTATO FINALE POTREBBE ESSERE NON MOLTO BELLO'.

Le pagine del libro si girarono da sole all'improvviso.
Luk stette fermo per un po', ma poi lesse:

'GLI OCCHI SONO LO SGUARDO DELL'ANIMA: DECIDETE PRIMA IL CARATTERE DELLA VOSTRA BAMBOLA PER POI METTERE GLI OCCHI ADEGUATI.
NERI: AFFASCINANTI MA PERICOLOSI.
MARRONI: COMUNI MA COMBATTIVI E FORTI.
VERDI: SEXY E MOLTO REALISTICI.
GRIGI: MISTERIOSI, ANCHE SE ALL'APPARENZA SEMPLICI.
AZZURRI: ANGELICI, PER ANIME PURE'.

Ma il libro continuava:

'ROSSI: POSSEDUTI, O MALEFICI.
BIANCHI: PER I MORTI O PER I DEMONI.
GIALLI: PER GLI ESSERI PIU' POTENTI.
BLU: PER LA REGINA'.

-Blu, per la regina..? Che significa..?-.
Il libro si chiuse da solo all'improvviso, ma quando Luk vi interagì, apparve questa scritta:

'E' CHIUSO'.

-BELLO QUEL LIBRO-.

Era Doll. Luk non sapeva come parlasse con lei, forse con la mente o forse la sua voce la sentiva davvero.

-LO SO A MEMORIA-.

Non disse altro. Luk uscì dalla stanza dopo aver trovato una chiave. Quando tornò nel salone c'era una persona a terra.
-Mh..? Che io non sia solo..?-.

Luk provò a interagirci, ma apparve l'immagine della persona: Occhi spenti, pelle bianca, cadaverica, labbra violette, vestiti da bambola e aveva dei fili legati ad ogni articolazione.
Era una bambola a grandezza naturale... O forse un essere umano reso una bambola.
Questa dopo poco si alzò di colpo, esattamente come una marionetta e guardò il personaggio di Luk, per poi muoversi goffamente verso di lui. Si vedevano i fili della bambola che la muovevano.

Luk, spaventato si allontanò. La bambola era terribilmente lenta, quindi Luk potè iniziare a cercare la stanza della quale aveva la chiave.

Ma d'un tratto gli tornarono alla mente gli occhi di Doll: blu.

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Capitolo 17
*** 17 ***


E mentre la bambola bianca si muoveva lentamente con le braccia protese verso Luk, lui potè trovare la porta. Era l’altra del piano sottostante.
Entrò.
C’era una strana nebbia che riempiva la sala, ma si potevano vedere dei lettini di obitorio, alcuni con schizzi di sangue. Nessuna finestra, era tutto grigio, di metallo. C’erano scaffali chiusi.
Luk si avvicinò all’angolo dove qualcosa brillava: vide un’ago con delle macchie di sangue, del filo da cucito e un fiore ormai secco.
-Che diavolo di posto è..??-.
Si avvicinò a un tavolo e interagì, apparvero i pensieri del personaggio:

‘QUESTO SANGUE E’ QUI DA ANNI’.

-Mh…-.
D’un tratto da un’armadio chiuso, uscì una ragazza: capelli nerissimi e pelle bianchissima.
Restava immobile, i capelli troppo lunghi impedivano di vederle il viso.
Luk si avvicinò, per curiosità, e vi interagì. Apparve l’immagine della ragazza: le guance erano cucite, gli occhi erano bottoni neri.

-!!-. Il personaggio si allontanò di scatto.

-CATTIVO..-. La bambola fece un passo verso di lui.

-CATTIVO.. PAPA’ E’ STATO CATTIVO..-. La bambola tirò fuori una mannaia.

-Merda! Che faccio..?!-.
Luk cercò di uscire, ma la porta era bloccata.
-Merda Merda!-.
Per diverso tempo la evitò, girando attorno ai tavoli. Ma dopo poco apparve una scritta:

-NON PUOI SCAPPARE-.

Era Doll.
Luk pensò, poi aprì l’inventario.

-INVENTARIO-
►COLTELLO
    MONETE
    CROCE
    LETTERA DI MI
    TESCHIO DI CAVALLO
                  
Col coltello cercò di affrontarla, allontanandosi quando si avvicinava o attaccava. Lo scontro durò diverso tempo, ma poi riuscì ad ucciderla.

-AHHHHH!!-.

Luk sentì un’urlo straziante entrargli nella testa. Una voce acuta: era Doll.
Poi nulla. Luk si guardò attorno, in camera, per vedere se c’era qualcosa, ma nulla. Era tutto tranquillo, tutto come prima.
Posò gli occhi sul personaggio: stava apposto, tutto era ok.
Luk deglutì e si prese un’altra pausa, tornando a giocare una mezz’ora dopo.

Girò per la stanza, non si era aperto nulla. In compenso trovò una chiave sul corpo della bambola. Quando uscì dalla stanza, la marionetta era sparita.
-Mh.. La preferivo qui… Almeno sapevo dov’era..-.
Luk salì le scale che portavano al piano superiore e davanti a lui due porte d’argento. Sicuramente la chiave era per una di queste.
Ma non ora.. Ora doveva riposare, era tardi.
Mise il gioco in standby e si mise in pigiama, andando a riposare.


La mattina dopo la tempesta non si era fermata, anzi, forse era peggiorata. Dalla finestra vedeva un tetto di una casa vicina praticamente senza tegole.
-Cavolo..-. Luk si vestì e andò a controllare se era tutto apposto in casa, poi andò in cucina a far colazione, mentre sentiva le nuove del giorno.

-La tempesta pare non volersi fermare. Ci sono stati almeno 5 morti e 20 feriti da quando è cominciata-. Disse la giornalista.
Luk si preoccupò e chiamò la madre.

Stettero al telefono per una mezz’ora buona: lei, sua sorella e suo padre erano ancora sani e salvi in un albergo.

Dopo, Luk non voleva tornare subito a giocare, così prese lo zaino e un keeway e uscì.
Fuori il vento era incessante quanto forte. Tuttavia vide che molti si stavano dirigendo in chiesa per la messa mattutina, così andò anche lui, avrebbe potuto trovare qualcosa con cui pensare ad altro.
Entrò che il prete stava leggendo dei versi dalla Bibbia. Lui andò a sedersi in fondo.
Era stanco, ma si mise ad osservare gli affreschi della chiesa: non ci aveva mai fatto caso, ma erano molto belli. A destra era rappresentata la Genesi, a sinistra la storia del santo della chiesa. Forse San Pietro: vide una scena dove un angelo stava liberando un santo dalla prigione, sicuramente era lui.
Fissò quell’angelo: così bello, la veste morbida e leggera, il viso delicato, l’espressione serena e piena di pace. Le ali erano grandi e voluminose. Lo invidiava: anche lui avrebbe voluto tornare ad essere il ragazzo sereno e felice di una volta.
Tuttavia, l’angelo lì raffigurato girò il viso, guardando verso Luk.
Luk si strofinò gli occhi, sicuro di avere le allucinazioni. –Cos..?-.
Poi sentì una voce nella sua testa:

-Continua, stai andando bene. Non perderti. Per ogni cosa siamo qui. Ma ormai sei vicino alla fine. Ma fa presto..-.

Luk fissò stupito l’angelo dipinto che tornò a guardare San Pietro.
La messa finì e lui, con tutti gli altri, lasciò la chiesa tornando a casa.
Era ancora stupito: se l’era immaginato? Era uno stupido scherzo di Doll o era reale??
Non riusciva a capire.
Poco dopo però tornò in camera, dove trovò sul letto una piuma. La prese sorpreso, era soffice e morbida, ma anche bellissima. Sopra c’era scritto qualcosa in nero: ‘Hai sconfitto Nightmare’.
-Nightmare? Incubo? Oh.. La bambola dai capelli neri?-. Luk non capiva, ma mise la piuma da pare e tornò a giocare, riprendendo da dove era rimasto.

Era davanti alle due porte. La prima si aprì grazie alla porta: era un lungo corridoio attraversato da un enorme tappeto rosso. Ai lati dei baldacchini con delle marionette. Ad ogni baldacchino c’era una scritta e una scena.
Primo baldacchino: vi era una ragazza dai capelli neri in un boschetto e una casetta in lontananza.
Secondo: la ragazza era accanto ad un uomo vestito in modo strano, trasandato. Lo sfondo pareva la stanza dove vi erano i lettini da obitorio.
Terzo: nulla. La scena era totalmente nera.
Quarto: tante marionette in terra, e del liquido risso su di loro. Erano morte.
Quinto: si vedeva sulla scena solo un simbolo strano, una bambina in esso e tante mini-bamboline attorno.

-Ma cosa..? Cosa dovrebbe rappresentare tutto questo??-.
Luk infine, entrò nella porta in fondo al corridoio.
Era una stanza bordeaux.
Al centro stava una bimba dai capelli neri e vestita di rosso.
D’un tratto Luk sentì le sue risate.
-AHAHAH!-.
La ragazza stava ridendo in modo sguainato, sembrava pazza.
Poi la ragazza tornò a guardarlo, tirando fuori una frusta.
-Cosa?!-. Disse Luk.
Provò ad uscire ma la porta era chiusa.
-Merda..-.
La ragazza si avvicinava piano piano, ma si poteva scorgere un sadico sorriso sul suo volto.

-INVENTARIO-
►COLTELLO
    MONETE
    CROCE
    LETTERA DI MI
    TESCHIO DI CAVALLO

Luk voleva tentare a sfidarla, ma un coltello contro una frusta non era proprio alla pari: lei poteva attaccare da lontano, mentre lui doveva avvicinarsi per forza.
Lo scontro era iniquo.
Dopo pochi minuti, lei non aveva un graffio, mentre il personaggio di Luk perdeva lentamente sangue e si muoveva lentamente.
Che fosse la fine per lui?




Nota del'autrice: Scusate se vi ho fatto aspettare tanto.. Ma inizialmente avevo pensato di non finirla, ma poi ho visto le vostre recensioni e ho cambiato idea..xD Ora cercherò di riprendere col ritmo, ma sappiate che siamo vicini alla fine;)

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Capitolo 18
*** 18 ***


-Merda..!-.
Luk si guardò i bracci: aveva dei profondi graffi, come se la bambola nel gioco avesse colpito lui.
Non poteva scappare, né combattere, quindi si limitò a correre per la stanza, scappando da lei.
Ma non passò molto che Luk non potè più muovere il suo personaggio. La bambola si avvicinava ancora, e una volta arrivatogli accanto sullo schermo apparve la sua immagine: lei che stava per colpirlo per ucciderlo definitivamente.

-MUORI!-

-..!-.
Luk chiuse gli occhi di riflesso quando l’immagine sparì.
Li riaprì qualche secondo dopo, lui era ancora salvo e sano.
Guardò lo schermo: vide il suo personaggio e accanto a lui la ragazza con una strana aura bianca attorno, ferma.

-COSA?!-.

Pareva che volesse muoversi, ma non ci riusciva.
-Cosa..?-. Disse Luk sorpreso.
Sentì una voce nella sua testa: -Vai ora..-. Era candida, giovanile, musicale, dolce.
Luk era stranito, ma decise di attaccarla e colpirla col coltello al cuore.
Tutto divenne nero.
Nella sua testa una voce sconosciuta: -Hai sconfitto Madness-.

Poco a poco tornò a vedere la stanza: la bambola giaceva senza vita a terra.
-Mh.. -. Si guardò a torno, ma nella stanza non c’era nulla da prendere così si sbrigò ad uscire.
-Chissà cos’è successo…-. Si chiese fra sé e sé.
Non successe altro.
Così si avviò all’altra porta.

‘E’ CHIUSA’.

-Forse ho lasciato la chiave in qualche stanza..-.
Luk si girò verso le scale, ma scoprì che non poteva scendere.
-Ehh??-.
Sospirò, ma poi rientrò nell’altra dove ancora giaceva la bambola e si mise a cercare. Ma nulla.
Lei nemmeno aveva qualche chiave.
-Che dovrei fare?!-.

-INVENTARIO-
    COLTELLO
    MONETE
    CROCE
    LETTERA DI MI
►TESCHIO DI CAVALLO
                   ►CHIAMO MI?
                                  ►SI
                                     NO

Mi apparve accanto a lui, ma subito parlò:

-PREPARATI-.

Disse solo questo poi sparì.
-Mh.. E questo come dovrebbe aiutarmi?-.
Restò un po’ a pensare, ma non sapendo che fare mise in standby e andò a mangiare in cucina.
Fuori la tempesta era sempre peggiore. Si preparò un panino e si mise a guardare la tv, era l’ora del telegiornale:

-Un disastro! L’albergo Arial è caduto poche ore fa e già abbiamo riscontrato almeno 30 vittime!-.
Disse l’inviata in preda al panico.

-Mh..-. Una volta mangiato, Luk prese il telefono e chiamò la madre.
Rispose la segreteria.

Così chiamò il padre.
Lui non rispondeva.

-Oi! Ma che cavolo fanno per non rispondermi?!-.
Continuò a tentare ma nulla, non rispondeva nessuno.
Mentre tentava di contattarli, la giornalista alla tv continuava a parlare.

-Abbiamo i nomi delle vittime..!-.

Luk, per una qualche curiosità, mentre attendeva che qualcuno rispondesse, guardò la giornalista, ascoltando le sue parole.

-Allora.. Ci sono diverse famiglie decedute, proseguo a elencare i nomi: John Boch, Andrea Boch, Sarah Darian, Karen Ander-

-...!-. Il cuore di Luk battè all’impazzata. Karen Ander era sua madre!-.

La giornalista continuò: -Lisha Turner, Andreas Turner-.

Luk lasciò cadere il telefono dalle sue dita.
La giornalista aveva appena nominato sua madre, sua sorella e suo padre.
-No.. No.. Non è possibile!-. Luk riprese il telefono con le lacrime agli occhi e continuò a telefonare al cellulare del padre, l’unico che squillava.
-Avanti! Rispondi!-. Luk ormai piangeva, disperato.
Poi qualcuno rispose: -Pronto, sono l’agente di polizia Carter Fryàn, chi chiama?-.
Luk rimase in silenzio. Il suo cuore si era fermato.
Dopo molto qualche flebile parola uscì dalle sue labbra.
-Questo.. E’ il telefono di mio padre… Dov’è..?-
L’agente ci mise un po’ prima di rispondere, poi però parlò, con tono triste: -Mi spiace piccolo.. Questo è l’unico oggetto funzionante dopo il crollo dell’albergo.. L’ho trovato fra le macerie, vicino a diversi corpi.. Mi spiace..-.
Luk si bloccò. Non era possibile. Perché a lui? Che aveva fatto di tanto male?

Riattaccò.
Rimase immobile a piangere, disperato. La sua volontà annientata.

Passarono diverse ore, Luk si era seduto in un angolo con un coltello in mano, meditando il suicidio.
Ormai era solo.
Aveva spento tutte le luci. Era solo al mondo.
Dopo un ora, si fece coraggio e affondò il coltello.
Ma non si colpì. Riaprì gli occhi sorpreso: una luce bianca, accecante in tutto quel buio, gli teneva la mano dove era il coltello. Era caldo, e a Luk parve di vedere delle ali dietro questa figura.

-Non farlo.. Puoi ancora salvarli..-.

Era un angelo di sicuro. Ma mentre pronunciava le sue parole, non muoveva le labbra, forse lo sentiva nella sua testa.
Ma quella frase bastò a riaccendere una minuscola speranza in lui.
-Davvero?? Come?!-.

-Continua.. Vinci il gioco e tutto tornerà com’era prima che tu iniziassi..-.

Luk era stupito, quello avrebbe voluto significare che i suoi genitori sarebbero tornati! E anche sua zia Lisa e il suo vecchio amico!
Luk tornò in sé, più deciso che mai.

Vedendolo, l’angelo accennò ad un sorriso e sparì.
Luk riaccese le luci e corse in camera, tornando al gioco.

Era davanti alle due porte.
Scoprì che ora la seconda era aperta ed entrò.

Percorse un lungo corridoio dalle pareti nere e con qualche scritta di sangue che colava, ma Luk non perse tempo a leggere e corse fino alla stanza.
Quando entrò, piano piano una figura si girò a guardarlo: vestita di nero, capelli lunghissimi neri, carnagione pallidissima. Ai piedi aveva come una nuvolina viola scuro e tra le mani teneva una enorme falce. Non sorrideva, non aveva alcuna espressione.

-Tsk.. E così devo sconfiggere te eh!? E sia!-.

 -INVENTARIO-
►COLTELLO
    MONETE
    CROCE
    LETTERA DI MI
    TESCHIO DI CAVALLO

Luk si avvicinò alla ragazza e la colpì col coltello, ma questa sparì, riapparendo in un angolo della stanza.
Non diceva nulla, ma avendo capito che Luk era un nemico, impugnò la falce.
I due iniziarono a combattere.

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