Say my Name

di _CreepyAlis_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bambini! Calma! ***
Capitolo 2: *** *What's going on in that beautiful mind?* ***
Capitolo 3: *** *Say you'll be my Nightingale* ***
Capitolo 4: *** *And you've let her go* ***
Capitolo 5: *** *I've loved you for a Thousand years* ***



Capitolo 1
*** Bambini! Calma! ***


Io-sama: Hey! :)
[Questa Fic è dedicata a TimeStrangerRey-chan ^^ .  Quindi compari! Voglio sapere che ne pensi~]

Come ho già scritto… *Questa é una spin-off di 'n a t a l e', quindi se non l'avete letta forse non sarà molto comprensibile! Quindi filate e poi tornate, tanto non scappa~*
In ogni caso... dato che siete mattachioni, avrete letto su che paring é incentrata questa fic!
 

Gazel: Veramente l'hai scritto tu... ¬,¬
 

Io-sama: -! È vero! ×O× *attacca Gazel perché non ha avuto ragione*
 
Burn: Ferma! NON. Toccare. Il MIO. Gazel! *prepara un Atomic Flare*
 
Io-sama: Okok, ma se mi uccidi, chi ti metterà con Gazel in questa storia? Sai, Hiroto potrebbe non presentarsi per aiutarti con i vostri litigi roman-
*viene interrotta da Burn che le tappa la bocca con le mani*
 
Burn: O-ok, Alis-SAMA (–contenta?– –sì~–) non ci possiede ma può ricattarci lo stesso... Mi chiedo cosa farà con Midorikawa in futuro... Povero! >.<
 
Io-sama: Hehe, lo saprete... ¬͜¬ 
 
Alla storia!~ ^^ [Mi scuso per tutti i 'quindi', ma non sono molto lucida al momento! X"D e Rey-chan lo sa u.u]
 
“Bambini! Calma!”
 
"Nagumo! Sono qui!" sentii urlare.
 
Mi avvicinai alla porta e, apertala, mi ritrovai un Hiroto trafelato.
 
"Sei in ritardo!" gli urlai a mia volta. Le nostre... Discussioni... Erano sempre accese.
'Heh, ovvio. Ci sono io!' mi auto-complimentai.
 
"Scusa Nagumo, sono dovuto passare a casa per mettere giù il regalo per nee-san e chiederle una cosa. A proposito... Non é che mi aiuteresti con un regalo per Mido... -rikawa?" mi chiese.
 
'Heeh? Cos'era quel diminutivo? Hehe... Qui c'è qualcosa!' pensai, e sentii un ghigno farsi strada sul mio viso. Lo repressi... Per il momento.
"Ma certo Hiroto. Ma cosa devi fare?"
 
"Hai presente la palestra del Sun?". Annuii.
"Ecco, Ho comprato un telone blu notte e dovrei farci qualcosa come... attaccarlo al soffitto e alle pareti. Non so bene neanch'io, so solo che voglio che sia una sorpresa per Midorikawa e che venga bene." Hiroto aveva la stessa faccia di un bambino convinto del fatto che un qualcosa da fare non era impossibile, ma che tutto l'universo si sarebbe messo contro di lui.
 
Per poco non scoppiai a ridere.
 
"Ma certo che ti aiuto! É solo... Non mi daresti una mano tu, prima?". Ok. Ora era stupido... Io che chiedevo una mano al ex-Gran? Dov'era finito il Burn di Chaos?!
 
'Si tratta di Gazel, Burn! Ricordatelo!' pensai come un mantra. Dovevo essere diventato rosso, per come Hiroto mi stava guardando. Compiaciuto, per di più. Se la stava godendo il bastardo!
 
"Ovvio. Il tuo Suzuno ha la precedenza dopotutto, Nagumo.". E ora aveva anche un ghigno!
 
'Devo resistere... Quando finalmente ti metterai con Midorikawa... Ohh quando lo farai! Allora sì che s'invertiranno i ruoli!'. Si trattava solo di aspettare (al varco), ora... Ghignai mentalmente.
 
Mi riscossi quando Hiroto mi parlò.
 
"Allora, che hai combinato a Suzuno sta volta?"
 
"Aah... Ecco... Lui voleva fare una cosa, io gli ho detto che era una cosa stupida, lui ha detto che ero io l'idiota e io ho... Ehm... Reagito?" cercai di spiegare.
 
Hiroto si portò (violentemente ) il palmo della mano alla faccia, inspirando. Ok, forse la vedeva come una cosa più grave del previsto... Ma che potevo farci?
 
"Nagumo... Quello che voleva fare Gazel era...?"
 
"Ah sì. Voleva che andassi con lui a comprare qualche regalo... Aveva la stessa espressione stanca e annoiata di sempre, quindi ho pensato che senza di me avrebbe fatto più in fretta, dato che nel scegliere l'avrei probabilmente contraddetto ogni volta!... "
 
"E... Gliel'hai detto? Cosa pensavi intendo."
 
"Scherzi?! No, gli ho detto che era stupido che venissi anch'io. Che era stupido il fatto che mi avesse... In... Vitato...?" ora ero seriamente fuori pista e confuso.
 
Hiroto invece stava sorridendo. Non il sorriso malizioso che di solito mi mostrava in stile Gran, ma più uno sincero che diceva 'ci sei vicino!'.
 
"Senti Nagumo. Prova a pensare a perché ti arrabbi con Suzuno quando ti dice qualcosa e perché lo ami. Io devo andare a preparare il telone e le altre cose... Ci vediamo domani verso mezzogiorno al Sun Garden, ok?"
 
'Il maledetto! Mi da da pensare e poi se ne va! Aaah... Non importa, mi ha aiutato... É questo che conta!'. Ex-Gran qui era l'unico a sapere i miei sentimenti per Gazel. Nemmeno lo stesso Gazel sapeva...
 
"D'accordo Hiroto. A mezzogiorno al Sun!" gli sorrisi. Lui mi salutò e si diresse alla porta per poi fermarsi già con la mano sulla maniglia.
 
Senza girarsi mi disse:"Nagumo... Quando avrai capito cosa provi di fronte a Suzuno... Passa a cosa pensi che provi lui."
 
'Cosacosacosa?!'. Rimasi come un pesce: stupito e a bocca aperta, mentre il pazzo se ne andava da casa mia. E di Gazel, visto che vivevamo insieme da quando l'Aliea si era disgregata.
Decisi di concentrarmi su cosa provavo io per primo, allontanando cos'aveva detto Hiroto per il momento.
 
'Compiti per casa ora, Burn!'
Di fatto...
 
Amavo Gazel.
 
Ma... Primo.
Non riuscivamo a discutere civilmente per più di tre minuti.
Secondo... Lui non sapeva.
 
Non sapeva che quando mi arrabbiavo per i suoi insulti era perché lui mi vedeva come un bambino e nulla più.
Non sapeva che quando mi sorrideva il mio in risposta era così profondo e carico di sentimenti che temevo di sprofondarci dentro e annegare.
 
Non sapeva...
 
Il campanello suonò, e io mi (ri)sollevai dal divano su cui mi ero sistemato per aprire.
'Hiroto si sarà dimenticato qualcosa.' pensai, dirigendomi alla porta.
 
'Un momento... Non aveva niente da dimenticarsi! Allora chi diavolo può-'. Aprii totalmente la porta.
 
Eh certo. Doveva essere Gazel. Ovvio.
 
"Ehi, ciao Nagu. Mi daresti una mano con sti pacchi? Sento che blu-verde sta cadendo." mi disse, e io, stupito (e pure molto), gli presi il pacco blu con il nastro verde in questione.

Heya! ^^
Che ve ne pare? ¬͜¬
 
Non distruggetemi, Gazel non é OOC... C'è un motivo!~
 
Come al solito...
'Recensite'-elevato-all'-!  ^͜ ^
 
E noi ci vediamo Alla Prossima! ^^*
 

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Capitolo 2
*** *What's going on in that beautiful mind?* ***


Hey! :)
 
Ecco il 2°, sempre dedicato alla mia pazza Rey-chan~
E a tutti coloro che lo leggono! (Wecensite plz? =D Pewfavooooweeee! >ω<)
 
[Come tempo, si svolge circa tra il secondo e terzo capitolo di *n a t a l e*]
 
Per questo capitolo ero indecisa se taggare la storia come 'hurt/comfort', ma dato che finirò qui la depressione, ho deciso di avvertirvi solo ^^
 
Se odiate questo genere di cose, andate direttamente alla fine, qualche riga prima della seconda nota d'autore (che come faccio sempre, è qui, all'inizio e poi alla fine!~) dove si calmano un po' le acque, e nella N.d.A vi faccio un piccolo riassunto X"D
 
Ho deciso di non chiamare i due per sta volta... Mi ucciderebbero sennò, hehe... o.O
 
Alla storia!~ ^^


*What's going on in that beautiful mind?*
 
"Haaah. Grazie. Mi stavano cadendo le braccia." mi disse una volta appoggiati i pacchi sul tavolo nell'angolo del salotto e buttatosi sul divano.
 
Gazel era... Strano. In genere era sarcastico, non ironico come ora.
 
Abbassai lo sguardo, pensando a cosa potesse star succedendo.
 
"Nagu? Non é da te guardare verso il basso. Non eri te che puntavi in alto, per superare Gran? Non sei interessante così.". Aveva cambiato discorso, tutt'un tratto. E l'aveva fatto di nuovo.
 
Questo faceva male.
 
Non il commento.
 
Non mi aveva mai chiamato Nagumo o Nagu. Sempre e solo Burn. Lo era sempre stato...
Per me era Gazel e io, quantomeno secondo me, per lui ero Burn.
Gazel e Burn. Capitani di Chaos. Insimeme nella squadra. Anche all'FFI.
Insieme. Era stato il periodo migliore della mia vita. Anche ora convivevamo.
É vero, dovevo molto a nostro padre... Ma dovevo molto di più a Gazel. Molto di più.
 
Eppure...
 
Ora sentivo un abisso tra noi.
 
Non solo per oggi; già da un po' ci stavamo distanziando. Lui stava prendendo il largo.
 
Decisi di parlare. Era difficile... E se l'avesse presa nel modo sbagliato? O anzi... Nel modo giusto? L'avrei perso?
'Idiota! Non hai niente da perdere. Non perderai i bellissimi ricordi: nelle foto o nella mente restano. Sempre. Al limite avrai perso combattendo, Burn! Come ti sei sempre ripromesso di fare!'. Sollevai il viso dalle piastrelle del salotto per cui prima avevo sviluppato un improvviso interesse, e lo guardai. Nei suoi bellissimi occhi.
 
"Ehi, Gazel... Mi dispiace per prima... Scusa. Io pensavo che, visto il tuo atteggiamento annoiato, comprare i regali già sarebbe stata una rottura, più mettendoci i miei 'consigli'  avremmo fatto notte... Volevo solo che finisse prima per te..." buttai tutto fuori come un fiume in piena.
Avrebbe riso? Detto che era una scusa idiota, che la verità era un'altra e che la voleva sentire seduta stante? Non lo sapevo.
 
In genere riuscivo a leggerlo come un libro aperto nonostante la sua maschera di ghiaccio e sarcasmo, ma ora...
 
Gazel era sempre stato un libro scritto in inchiostro simpatico.
I segreti scritti, invisibili, tranne quando accettavano di essere svelati al calore di una fiamma. Ma ora sembrava...
 
'No, sto sbagliando. Lui è così da sempre... Sono io che non sono più caldo abbastanza da leggerlo.'. Girai la testa, guardando da qualsiasi altra parte che non fosse... Suzuno.
 
Ero sempre stato emotivo. Di solito ero arrogante e... Si, bastardo, lo ammettevo anche, ma questo mi aveva sempre aiutato ad agire in fretta, a volte irragionevolmente certo, ma ero il primo ad offrirmi per qualsiasi problema. Una testa calda. Quasi sorrisi a me stesso.
 
E ora era il mio punto debole. La mia forza e personalità mi avevano tradito. Anzi... Mi ero fatto tradire.
'Sono patetico. Non riesco neanche a formare lacrime perché ho paura di... Suzuno!'.
 
Questo era ancora più doloroso.
 
Lui ora mi chiamava Nagumo, quindi... Per me rimaneva ancora Gazel, ma doveva cambiare. Sarebbe diventato Suzuno. Non si sarebbe neanche accorto della differenza, probabilmente.
 
"Fa male..." mormorai.
 
Avevo parlato. E me n'ero accorto solo dopo averlo detto. Che stupido...
 
E mi ero accorto che Ga- Suzuno mi stava abbracciando solo quando sentii ll suo maglione morbido grigio bagnato da qualcosa che finalmente usciva da... I miei occhi.
'Heh... Ce l'ho fatta... Diamine. Parlando di tempismo...' sorrisi amaramente tra le lacrime.
 
Poi mi riscossi. Ga- Suzuno mi stava abbracciando?
 
"Suzu.. No?" dissi sperduto, cercando di sollevare il viso dal suo petto ai suoi magnifici occhi glaciali.
 
"Zitto. E non chiamarmi Suzuno. Non tu. Non ne hai il diritto." mi rispose, stringendo le braccia attorno a me e riavvicinando il mio viso al suo petto con la mano che non mi ero accorto avesse appoggiato sui miei capelli.

Sembrava arrabbiato...
 'Non è giusto. «Non chiamarmi Suzuno»?! Io cosa dovrei rispondere?!'
 
Mi facevo doppiamente pena, ora. Sembravo una ragazzina.
 
E non mi ero mai accorto di essere più basso di Gazel.
 
Suzuno, Gazel... Era uguale ormai.
 
Probabilmente, si era sempre abbassato al mio livello per aiutarmi... Su ogni piano evidentemente.
 
Io... L'avevo bloccato. Limitato. Rallentato.
 
Ora ero arrabbiato con me stesso. Strinsi i pugni che non mi ero accorto di aver formato sul maglione di Suzuno.
 
E se ne accorse, ovviamente. Prima non aveva detto niente, ma ora, nel sentirmi stringerli... Perché coglieva sempre i miei errori, passi falsi, difetti e debolezze?!
Perché...
 
"Nagu. Stà calmo. Non hai fatto niente. Non sono arrabbiato con te per prima. Solo, non chiamarmi Suzuno."
 
Sentivo l'eco delle sue parole rimbombare nel suo petto, e ignorando il significato delle parole, mi rilassai con le vibrazioni, ascoltando il suo cuore che batteva.
 
L'unica e ultima volta che l'avrei sentito da così vicino.
 
Mi strinsi di più a lui, e gli fui riconoscente quando non si staccò.
 
Prese invece ad accarezzarmi i capelli, lentamente, regolarmente. Mi stava calmando.
'Se non c'è il sorriso di Gazel, c'è sempre la sua mano, heh?'. Dio, sembravo lui con tutto questo sarcasmo.
 
Poi sentii che aveva appoggiato dolcemente il mento sulla mia testa, mai smettendo di accarezzarmi i capelli. Probabilmente aveva anche gli occhi chiusi, e ne ebbi la conferma quando lo sentii respirare più lentamente, come faceva sempre quando dormiva, pensava ed era rilassato o quando semplicemente teneva i suoi bellissimi iceberg chiusi, come ora.
 
Quando finalmente mi sentii calmo anch'io, mi allontanai dalla sua figura di pochi millimetri, per segnalargli che poteva andare e che poteva anche... lascarmi... Ora.
 
"Gazel, se vuoi andartene... Vai. Io sto bene ora. Grazie." dissi sorridendogli.
 
Lui mi guardò, sospirò e poi mi fece sedere sul divano, lui dal lato opposto.
 
"Con le lacrime agli occhi? Non credo proprio, Nagumo. E poi... Io vivo qui, ricordi?" mi sorrise, appoggiando il gomito sulla gamba e la guancia sul palmo della mano. Tutto guardandomi.
 
Sembrava bellissimo, ma per me era un dio.
 
"Ga-Suzuno." sospirai, per poi riprendere prima che mi interrompesse. Aveva già il volto contratto in una protesta. In questo, eravamo simili: odiavamo ricevere ordini ed entrambi detestavamo che i nostri ordini fossero ignorati.
 
"Perché mi chiami Nagumo?" chiesi, finalmente.
 
"...". Sembrava spiazzato.
 
"Me lo devi, Suzuno. Dimmi perché lo fai, perché non posso chiamarti così io. E perché non riesco più a leggerti.". Misi l'enfasi sul suo nome quasi per tenere lì la mia attenzione invece che sulle parole dopo. Lui mi lanciò un'occhiata nel sentirmi, ma sembrava quasi divert-
 
"Mi sa che prima allora devo partire dalla risposta alla tua scusa di prima. Dopotutto, l'aspettavi, giusto?".

Heya! ^^
 
Grazie di essere giuti fin qui~
Anche a chi ha saltato! X)
 
Diciamo che questo è un punto di svolta nella relazione dei nostri protagonisti... Il prossimo capitolo sarà sempre ambientato nel 3° dell'altra storia, e dopo il 4° della HiroMido ne pubblicherò un altro qui intersecato con *n a t a l e* (che ho lasciato in sospeso... Non uccidermi TimeStrangerRey! >.< )

Scusate per eventuali errori, sono ancora semi k0 ^^'.
Sarei felice se me li mostraste per correggerli! u.u


Alla prossima~ ^^*
(Ps.: Sì, il titolo è da All of Me - John Legend. Io però ascolto la versione Nightcore, e Rey lo sa~)
 

****Riassunto~ (non indispensabile per chi ha letto eh ^^)
Burn comincia a 'disperarsi' perché Gazel non lo chiama più Burn come ha sempre fatto poi ha un fiume di pensieri dopo aver detto a Suzuno la causa per cui non l'ha accompagnato (detta a Hiroto) e specialmente sul fatto che Suzuno é come scritto in inchiostro simpatico (quello invisibile che appare con il calore) e che ormai Burn é troppo poco caldo per leggerlo come prima riusciva.
 
Poi c'è di nuovo la storia dell nome: Gazel lo chiama Nagumo, ma si 'arrabbia' quando Burn lo chiama a sua volta Suzuno.
Fine~ [piùommeno]****

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Capitolo 3
*** *Say you'll be my Nightingale* ***


Hey! :)
 
Ecco il 3°, sempre ambientato nel 3° dell'altra mia storia.
Il prossimo si svolgerà invece durante il 4° di *n a t a l e*, storia che pubblicherò/aggiornerò prima.

Che dire... non ho altro da dire... X)
Tranne che, come avevo detto, la depressione qui non c'é, anzi~ hehe ^^


Alla storia!~ ^^

"Me lo devi, Suzuno. Dimmi perché lo fai, perché non posso chiamarti così io. E perché non riesco più a leggerti.". Misi l'enfasi sul suo nome, e lui mi lanciò un'occhiata. Ma sembrava quasi divert-

"Mi sa che prima allora devo partire dalla risposta alla tua scusa di prima. Dopotutto, l'aspettavi, giusto?".


*You bring me peace, sing me to sleep./ Say you'll be my Nightingale*

Alla fine avevo deciso che non voleva dire nulla se mi avesse detto tutto in quel momento: ero troppo stanco per quell'argomento. E poi, se era stato disposto a parlare prima, l'avrebbe fatto anche dopo.
Gli credevo su questo. Credevo in lui.

Eravamo rimasti svegli dopo quello, e avevamo parlato di come aiutare Hiroto.

In questo era stato stranamente entusiasta, per quanto potesse esserlo Gazel.

Il giorno dopo infatti, arrivati puntuali al Sun, sorprendemmo Hiroto in maniera spettaccolare: ci eravamo portati dietro praticamente metà Aliea e quasi tutta la Raimon, che aveva insistito per venire ad aiutare il loro (ormai non tanto) nuovo membro.

Avevamo attaccato il telone alle intelaiature ti metallo del soffitto, per poi fissarlo alle pareti con dei grandi chiodi, mentre nelle pareti con le porte avevamo usato quelli piccoli. Inoltre, fortunatamente, le porte si aprivano verso l'esterno, quindi tagliammo il telone seguendo i lati della porta, ottenendo nel complesso una specie di tenda gigante blu notte. La luce con cui avevamo lavorato veniva da delle lampade che pendevano dalle intelaiature, e quindi era stato facile farle passare attraverso degli strategici buchi nel telone senza danneggiare i cavi. Dopotutto, avremmo dovuto sbaraccare dopo! Ma sarebbe stato ugualmente divertente.
Ovviamente, quello che si era dato più da fare era Endō, che a ogni indicazione di Hiroto (che aveva capito come fare, ad esempio con i chiodi) finita con un 'ce la puoi fare?', si accendeva e la prendeva come una partita: se sbagliava, capiva l'errore e riprovava, più entusiasta di prima.
Non l'avrei mai capito, ma il suo calcio sì.

Sorrisi, e per poco non mi martellai un dito. E Gazel mi stava ghignando contro dopo un "Stai attento, Burn~": mi stava istigando!
M'imbronciai, girai lo sguardo dall'altra parte e vidi Hiroto che se la rideva sotto i baffi, guardandomi maliziosamente come per dire *Aww come state bene!*.
Ce l'avevano tutti con me...  A cominciare dallo stupido martello.

Verso metà pomeriggio avevamo finito, quindi salutai tutti compreso Gazel perché avevo deciso di deviare dal centro per prendergli il regalo. Era facile: sapevo esattamente cosa comprargli.
Andai al negozio e gli presi un bellissimo orso bianco pelouche, che sapevo gli sarebbe piaciuto anche se non l'avrebbe mai ammesso.

Il fatto era che già da quand'era al Sun lui prendeva sempre il pupazzo, tra tutti i giochi nella sacca di papà. Dalla terza volta infatti nostro padre aveva cominciato a portargli pupazzi precisi, imparati un po' i suoi gusti. E aveva fatto lo stesso con tutti i nostri giochi: ad esempio a Midorikawa portava sempre raccolte di poesie e libri (dannandoci nel futuro a sentire le sue citazioni appunto tratte da lì), a Hiroto palloni da calcio di qualsiasi dimensione che invece di essere standard bianchi e neri, nei pentagoni neri avevano immagini di cielo. A me portava sempre atlanti sul sole, libri con immagini di vulcani e qualsiasi cosa potesse donare calore per via naturale. Io adoravo sfogliarli, folgorato dalle immagini gialle e rosse.
Li tenevo ancora sulla mia scrivania.

E Gazel... Ghignai a me stesso mentre percorrevo le vie del centro. Essendo dicembre faceva buio molto presto, ma almeno così la città era illuminata dalle luci dei negozi e dei lampioni. E l'aria era magica.
Gazel teneva ancora tutti i peluche. Sotto al letto.

Pensava che non lo sapessi, ma io ero andato a vederli per sapere quale animale gli mancava tra quelli dei poli, scoprendo che mancava l'orso, per l'appunto.



Arrivato a casa verso sera, lo trovai ai fornelli che faceva la cena. Cucinava sempre lui... Io me la prendevo troppo con i fornelli perche non si regolavano e finivano per bruciarmi tutto. Erano loro nel torto, ma Gazel non mi credeva mai quando gli spiegavo perché le padelle erano sempre in flambé.
Così lui cucinava, io facevo i lavori di casa e insieme facevamo le spese.
Non era male come vita, e riuscivamo sempre a pagare l'affitto. Eravamo magici.

Mentre lui finiva di cucinare, io corsi di sopra in camera nostra, e sbattuto contro lo spigolo del letto di Gazel come al solito, zoppicai fino a raggiungere il mio e nascondere il pacco sotto i vestiti in uno dei cassettoni sotto il letto. Cristo se erano comodi! Così negli armadi potevamo metterci altro, ad esempio le divise della scuola e della squadra, più altre cose. Io avevo anche una mazza da baseball bellissima.
Avevo provato anche quello dopo la fine della Aliea dato che me l'avevano regalata, ma Gazel non era un grande nel lanciarmela né io un pro nel colpire, quindi avevamo messo una pietra (pesante) sopra quella vicenda per niente imbarazzante.
Tornai giù, e trovai già tutto pronto.

Mangiato, sapevo che Gazel voleva parlarmi per chiarire la faccenda del giorno prima, ma gli imposi di starsene zitto per il momento e partecipare a una maratona di cretinate. Come sempre, mi seguì e accettò la proposta con un ghigno di anticipazione. Se a proporre idiozie ero io... Il divertimento era garantito, e lui lo sapeva.

 
Così, dopo aver perso numerevoli volte a carte, ci eravamo dati ai videogiochi su insistente richiesta del perdente (io), affrontandoci in qualsiasi gioco di gara, che fosse una corsa, combattimento o quant'altro.
Io questa volta perdevo non per sfortuna, ma perché mi immedesimavo nell'avversario di Gazel (nella partita) forse un tantino troppo... Ma era stato divertente!

Quando finalmente ci lasciammo cadere stanchi sul divano, avevamo tutti e due un ghigno che sembrava combaciare con quello dell'altro, e crebbe quando ci guardammo, entrambi con aria di sfida, come sempre.
Ma questa volta, com'era sempre stato, eravamo complici, e la sfida era indirizzata a chiunque avrebbe osato separare Burn e Gazel.

E oltretutto, il divano era comodo.

Mi ci raggomitolai dentro, soddisfatto della nostra serata (più notte inoltrata ormai). Stavo per addormentarmi quando, dopo un po', sentii Gazel abbracciarmi. Dolcemente. Non aprii gli occhi per non far capire a Gazel che non stavo dormendo come probabilmente pensava. Se l'avessi fatto, si sarebbe staccato. Non volevo. Volevo che mi abbracciasse ancora, anche solo per un po'.

Una cosa che non capivo però era che questo abbraccio non era per mio conforto, questa volta. E a questo ci ero arrivato. Ma allora... Per cos'era?

Socchiusi gli occhi quanto bastava per vedere senza farmi scoprire, e vidi una cosa bellissima. Gazel che guardandomi sorrideva.

Come non lo avevo mai visto fare.

Mi nacque un fiore nel petto. Il mio cuore era diventato un prato fiorito di germogli di felicità. E gelosia. Dio, se ero geloso e felice!
In questo bellissimo momento lo vedevo solo io. Il suo sorriso era mio.

'Lui é mio.' decisi, raggomitolandomi di più nelle sue braccia. Lui mi strinse più forte, quasi in risposta dei miei pensieri.

Poi lo sentii addormentarsi, percependo il suo respiro rallentare. Lo seguii nell'abisso di sogni.



Heya! ^^
Vi piace l'immagine? Ci ho messo un tantino a realizzarla, ma sono felice che sia venuta così!

Ho deciso che questa storia d'ora in poi avrà come titolo dei capitoli un verso di una canzone, perché m'ispira~ u.u

Questo è tratto da Nightingale - Demi Lovato, e pensateci... Gazel si chiama Whitingale! Piùommeno ci siamo, no? Ho wagione?? Φ.Φ [Nightingale vuol dire Usignolo, comunque~ ;) ]

Recensite plz!!!
Qualsiasi colore va bene, anzi~ Verde mi rende felice come Burn, bianco o rosso mi aiutano a fare storie migliori! Che voi leggerete con più felicità... Vinciamo entrambi! Daaaaaaai~
=D

Alla prossima!~ ^^*

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Capitolo 4
*** *And you've let her go* ***


Heee~y! :)

Qui c'è un mega intersecamento spazio-temporale con la HiroMido, anche se nell'altra partirò prevalentemente da dopo questa vicenda...
Che non vi anticiperò! Xp

Alla storia~


*Only know you love her when you let her go...And you've let her go*

"Mhmm... Arbitro smetta di fischiare gol, era fallo..." dissi, ancora sospeso in un dormiveglia.

Poi mi svegliai totalmente quando riconobbi il suono, che apparteneva non al fischiare di un arbitro ma al mio telefono. E più precisamente, alla suoneria di Hiroto.

"Yaaah..." sbagliai al microfono. Era scortese, lo sapevo, ma stavamo vincendo 30-0 io e Gazel! Poi c'era il fallo da chiarire... Volevo tornare a dormire.
"?... Sì, sono Nagumo... Cosa c'è? Siamo venuti l'altro-altro ieri Hiroto, oggi é il 22. Era il 19 l'appuntamento per la palestra." buttai fuori tra sbadigli megagalattici, prima che Hiroto riuscisse a dirmi il motivo della sveglia così presto la mattina.
Ci riuscì subito dopo.

"... Sì, ho presente. Cosa c'entra Reize?... No, sta dormendo." dissi, girandomi a guardare Gazel disteso sul divano. Che mi stava fissando. "Anzi no, é sveglio." gli sorrisi, tornando poi a guardare davanti a me mentre parlavo.

"Burn, chi é?" mi interpellò Gazel, assonnato. Aveva incrociato le braccia sul bordo rialzato del divano, e mi guardava con il viso sepolto tra di esse.

Io lo riguardai, sempre seguendo cosa stava dicendo l'altro. Quando ex-Gran mi chiese se sapessi dove fosse il vecchio magazzino, io replicai con un "Sì Hiroto", deliberatamente dicendo il suo nome per rispondere al mio bellissimo e assonnato dio.

"Se riusciamo ad arrivare tra meno di un quarto d'ora? Non viviamo troppo lontano eh! Ma certo che-... Eh? Ci spiegherai tutto-... ". Hiroto sembrava seriamente allarmato, dato che continuava a interrompermi.

"Ok. Arriviamo." conclusi, e lui mise giù ancora prima che io riuscissi a staccare il telefono dell'orecchio.

"Sveglia sveglia, Gazel. Dobbiamo andare al vecchio magazzino.". Lo stuzzicai.
'Addio, fallo mio. Per ta volta hai vinto.'

Lui per tutta risposta mi fissò un momento, poi chiuse gli occhi di nuovo, sprofondò totalmente tra il divano e le sue braccia e ne tornò fuori guardandomi con un'espressione di un misto tra contrariata, annoiata, seccata e... Imbronciata.
Era troppo adorabile la mattina. Non faceva in tempo a calarsi in *Mr. Freddezza e Sarcasmo*.

"Però pedali tu." mi disse, ancora imbronciato per il fatto di doversi alzare.

"Haha ok! Attento a non cadere però, eh! Andrò veloce!". Lui mi guardò, recuperando il suo sguardo di sfida.
Era tornato il Mister Iceberg, a quanto pareva!

"Sfida di prima mattina? Sei-" cominciò.
Lo interruppi.
"Siamo." ghignai.
Sospirò.
"Siamo incorreggigili!" finì, ghignando a sua volta.

Tre minuti dopo eravamo al cancello, dato che ci eravamo addormentati vestiti e avevamo dovuto solamente buttarci addoso un giaccone.

Ripensai al sorriso di Gazel, e al fatto che gli avrei detto di averlo visto solo se mai ci fossimo... Arrossii e Gazel mi guardò, non capendo perché mi fossi fatto rosso *dal nulla*.

Gli sorrisi e poi montai sulla sella, pronto a partire. Dovevamo andare in bici, dato che non c'erano autobus a quest'ora che avndavano in direzione del magazzino, la nostra meta.

Aspettai di sentire le braccia di Gazel stringersi a me per non cadere dal portapacchi dietro, e mi girai quando lo sentii salire senza farlo.

"Gazel?" gli chiesi.

"Mi reggo direttamente qui, almeno mi sveglio un po' con il freddo del metallo" mi disse, indicando il suo 'sedile'.

"Ah ok" risposi, non trovando altra spiegazione. Anch'io mi sarei rimesso a dormire volentieri se mi fossi attaccato a una fonte di calore, cosa che io ero particolarmente.

Pedalai fino al magazzino come un forsennato, con Gazel che pacatamente e cordialmente mi diceva quasi a ogni angolo "Arriva una macchina, idiota. Frena.".

Quando arrivai, trovai la figlia del Ministro, che non erravo si chiamava Touko, insieme a sia Hitomiko che Hiroto. Cosa stava succedendo?

"Burn! Gazel!" urlò Hiroto, venendoci incontro appena ci vide arrivare.

Scendemmo dalla bici, per poi legarla al muro del magazzino e seguire Hiroto, che intanto aveva preso a spiegare insieme a Touko.

"Sono passati tre giorni da quando ho visto Mido, cioè quando sono passato da te prima del venti, Burn. Ricordi?" disse e annuii, sopprimendo un commento al diminutivo di Midorikawa. Non l'aveva corretto come faceva sempre: c'era qualcosa di più importante per ora evidentemente.

"Ecco. Il giorno dopo siamo andati al Sun, e ancora non avevo ricevuto nessuna notizia da lui. Dopo aver fatto tutto, mentre ve ne stavate andando ho chiesto un po' in giro, fino a risalire a Touko."

La ragazza ascoltava, annuendo in conferma quando era compresa anche lei nelle vicende. A questo punto continuò lei.

"Infatti. Midorikawa era venuto da me un... consiglio ecco, e quando non l'ho più sentito ho cominciato a informarmi anche io, e ci siamo praticamente imbattuti l'uno nell'altra. Quindi ho detto a Hiroto che se non l'aveva trovato da nessuna parte, Midorikawa sarebbe stato di sicuro all'interno di questo edificio.
Infatti sono entrata prima che arrivasse Kiyama, e dato che sapevo dove trovare Ryuuji, sono andata spedita in quella zona."

Riprese Hiroto.
"L'ha trovato sotto una scala. Una scala. Era caduto. Il telefono era spento, scarico."

"Caduto?" chiesi incredulo.

Non potevo crederci. Sfido io che Hiroto era paranoico.

"Sì, era sotto... Una scala e qualcos'altro. Credo fosse caduto da soli tre metri per fortuna, dato che il soffitto è a quattro e... da quello che stava facendo sembrava che stesse lavorando circa a quell'altezza." finì Touko. Stava nascondendo qualcos'altro, ma per ora non me ne preoccupai.

Tre metri... Erano pochi, avrebbe potuto andargli peggio. Ma la forza della caduta più il peso della scala non erano certo uno scherzo.

"Quindi? Che possiamo fare noi?"

Hiroto si rabbuiò e si sedette a gambe incrociate sul pavimento dell'edificio, lanciando occhiate ostili verso Touko.

"Touko non fa andare nè me nè nee-san oltre. Quindi, dovete aiutarla voi quantomeno a tirarlo fuori.". Oltre che rabbuiato, era imbronciato.

Io e Gazel ci guardammo, poi seguimmo Touko lungo il corridoio fino a una stanza illuminata.

"Anche se é abbandonato, la corrente funziona: a volte si fanno ancora qualche depositi." ci spiegò.

Poi entrammo nella sala: era bellissima. Cielo tappezzato ovunque, mentre il pavimento era coperto di erba sintetica.

Tirammo subito fuori Midorikawa da sotto uno dei fogli da parati e la scala, per poi appoggiarlo a una parete aspettando che si riprendesse un po'.

La cattiva notizia, come avremmo detto dopo agli altri fuori, era che fortunatamente le gambe non avevano gravi lesioni, ma lo stesso non si poteva dire per le braccia, screpolate, piene di lividi e anche con un po' di tagli dovuti agli spigoli della scala.

Touko prima però era riuscita a fasciargli e disinfettargli un po' le braccia e aveva sentito il suo battito, ma non era riuscita a spostare la scala. La buona notizia quindi era che Midorikawa non era... Sì, insomma.

La testa era praticamente senza lividi, solo qualche graffio dall'erba sintetica. Aveva ancora le braccia intorno al capo, segno che era cosciente quando era caduto e aveva cercato di proteggersi.

Una volta curatolo un po' con la cassetta di pronto soccorso che aveva portato Touko e cambiato le garze che gli aveva applicato prima, decidemmo di aspettare un attimo prima di spostarlo di nuovo e portarlo da Hiroto, che sicuramente era nel panico.

"Cos'è questa stanza?" chiese allora Gazel, anche lui impressionato. Capii dal modo in cui osservava le pareti che lo era molto più di quanto non desse a vedere.

E io anche.

"Questo... É il regalo per Hiroto Kiyama da Ryuuji Midorikawa." ci disse Touko, formando un piccolo sorriso mentre guardava il ragazzo incosciente, in tutti e due i sensi.

"Cosa?!" la guardammo strabiliati. Era troppo perfetta questa la stanza!

"Sì, lo so, sembra impossibile. Ma sapete anche voi che Reize era un perfezionista! E lo stesso é Midorikawa. Vedete?" ci indicò poi, puntando il dito dopo il secondo foglio della parete incompleta.

"Stava fissando il terzultimo foglio della carta da parati. Che gli è caduto addosso al momento dell'incidente."

Quando finì di parlare abbassò il braccio e il dito e si rimise a dare un'occhiata a Midorikawa, versando del disinfettante indolore su del cotone per poi tamponare i tagli dell'amico.

Noi ci guardammo e annuimmo per poi dirigerci verso il foglio caduto, tra le domande stupite di Touko nel sottofondo
Vedendo un numero sul retro in alto a sinistra, prendemmo gli altri due fogli rimasti, vedendo che c'era una successione.
Midorikawa sarà impazzito a seguire il senso e i numeri.

Andai a prendere la scala e il collante mentre Gazel sistemava il foglio, capendone il verso giusto grazie al numero che andava per forza in alto.

Salii sulla scala e cominciai a passare il fissante sul foglio mentre Gazel, visto il foglio ormai fissato, mi teneva la scala.

In due finimmo velocemente la parete pur seguendo la successione. Chissà quanto ci aveva messo invece Midorikawa da solo...
Spostai insieme a Gazel la scala e i barattoli in un angolo. Fu allora che sentii dei singhiozzi incominciare.

Touko non poteva essere, figuriamoci Gazel. E io non stavo piangendo.

Mi girai, per vedere Midorikawa che sorrideva tra le lacrime, guardandoci riconoscente.

A questo punto io e Gazel ci scambiammo uno sguardo, entrambi sorridendo.

Poi portammo Midorikawa ancora cosciente fuori dalla stanza con una certa facilità, dato che riusciva a camminare a causa dell'assenza di lesioni sulle gambe. Riusciva a muoversi sì, ma gli girava un po' la testa e barcollava per le ferite, quindi arrivammo sorreggendolo da Hiroto, che accorse appena ci vide.

Anche se probabilmente, vedeva solo il suo Mido.

Dopo un po' arrivò l'ambulanza che Hitomiko aveva chiamato prima, e noi ci separammo da Hiroto e la sorella che seguirono Midorikawa sul mezzo fino all'ospedale. Il ragazzo intanto aveva richiuso gli occhi, questa volta solo addormentato con grande sollievo di Horoto.

Touko se ne andò dopo aver riposto insieme all'aiuto di Gazel la scala e tutto il resto, mentre io toglievo la colla ormai indurita dall'erba su cui erano caduti i barattoli al momento del disastro.

Poi ci ringraziò da parte di Midorikawa e se ne andò lasciandoci alla nostra bici.

Noi (io) pedalammo fino a casa senza una parola, rivolgendo i nostri pensieri a Hiroto e maggiormente a Midorikawa.

Arrivati, buttai il giaccone sull'attacapanni in entrata, per poi girarmi e vedere Gazel ancora fermo sulla soglia, nonostante avesse già la giacca sottomano.

Stava guardando verso il basso.

"Gazel ti prenderai una malora e io anche! Chiudi la porta, dai"

Lui avanzò di un passo, buttò il piumino sul nostro amato divano che era all'entrata, chiuse la porta dietro di se e ci si appoggiò contro. Portò infatti l'equilibrio all'indietro quasi cadendo, finché non raggiunse la superficie della porta.
Poi mi guardò.

Era serio.

"Burn." iniziò.
"Sì?" chiesi con un filo di voce, avvicinandomi a lui.

Lui riabbassò gli occhi per poi chiuderli di scatto, come se volesse bloccare un'immagine fuori dalla sua testa.
"Burn! Non azzardarti mai a fare qualcosa come ha fatto Midorikawa! Chiaro!?"

Dio, era furioso!

"Certo che no Gazel, io... -".

M'interruppe.

"Mai! Giura!" urlò, riaprendo gli occhi e guardandomi.
Sembrava che stesse per piangere, dal rossore sulle guance e gli occhi imobili sebbene avessero una tempesta dentro.

"Giuralo a me! Giura che... " non riuscì a finire e richiuse gli occhi, scivolando lungo la porta fino a sedersi sul pavimento. Sembrava svuotato.

Non l'avevo mai visto così. Non era mai stato così scomposto da quando Diamond Dust aveva perso, anche se la situazione era differente.
Ma in questi giorni mi sorprendeva, mostrandomi espressioni indirizzate solo a me.

Io mi avvicinai a lui, e quando gli arrivai vicino, mi lasciai cadere sui talloni tenendo il peso su tutta la pianta dei piedi. Poi mi puntai sulle ginocchia e lo abbracciai.

"Non ti lascio, Gazel. Non potrei mai. Ti giuro che non ti lascerò mai.".

Lui mi sorrise. Tristemente.
"Haha bugiardo." disse ridendo, ancora con la nota di tristezza. Poi continuò.
"Spero solo che Hiroto sappia cosa sei, Burn. Se ti farà mai del male, chiamami." finì, guardandomi.

' ... ?'

"Eh?" dissi.

Heya~ ^^

Ve l'aspettavate? =D
No! u ͜ u >ω<
Vero che non ve l'aspettavate? ΦωΦ

Seriamente... Cosa ne pensate?
Voglio saperlo!

Sono ben(issimo!) accette le recensioni... Di qualsiasi colore!
Mi aiutano a fare meglio tutte quante u.u

****
Il prossimo, il 5°, sarà quello finale per entrambe le storie.
****
Spero vi siano piaciute!

Al prossimo! ^^*

[Canzone: Let Her Go - Passenger. Fingete che sia un 'Him', riferito a Burn da Gazel~]

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Capitolo 5
*** *I've loved you for a Thousand years* ***


Heee~y! :)
 
Questo è l'ultimo capitolo... Spero di sentire cosa avete pensato della storia!
Ma vi dico tutto alla fine x)
 
[C'è un flashback, scritto in corsivo e con i pensieri scritti 'così'... Ho invertito, va bene? Così non impazzirete a capire ^^*]
 
Alla storia~


*I've loved you for a Thousand years, and will love you for a Thousand more...*
 
Erano passati tre giorni da quando Midorikawa era stato portato all'ospedale, e oggi finalmente era Natale.
 
Io e Gazel avevamo appena incontrato Hiroto e Midorikawa, e ci stavamo dirigendo verso casa dopo essere stati a un ritrovo con tutti quelli della Aliea.
 
Camminavamo fianco a fianco, senza parlare.
Poi, per puro caso ci guardammo, e io piombai nei ricordi di tre giorni fa.

.
 
.
 
.
 
 
"Spero solo che Hiroto sappia cosa sei, Burn. Se ti farà mai del male, chiamami." finì, guardandomi.
 
' ... ?'
 
"Eh?" dissi.
 
"Haha, guarda che si nota che tu e Hiroto siete più uniti. Quindi ripeto... Spero lui che sappia cosa sei... Perché io lo so ormai." di nuovo che rideva senza la partecipazione degli occhi.
 
Faceva male, vederlo sorridere e scherzare così forzatamente.
 
"Gazel... Tu... Provi qualcosa per... Me?" non riuscivo a crederci.
 
Lui sorrise di nuovo, e cominciò a parlare. Come uno che non ha niente da perdere ormai.
 
"Sì, Burn. Qualcosa, affetto, amore... Non descrivono neanche cosa provo. Comunque non è importante... Hai Hiroto!"
 
Non era importante?! Lui se ne stava lì, forzandomi un sorriso con le labbra mentre gli iceberg nei suoi occhi stavano per sciogliersi, pensando che io amassi Hiroto?!
 
Non sapevo se scoppiare a ridere o tiragli qualcosa.
 
Mi trattenni dal fare entrambe. Me n'ero appena accorto... Si stava allontanando per lasciarmi a Hiroto.
 
Gli avrebbe fatto male, no, gli stava già facendo male, ma lo stava facendo lo stesso, pensando fosse meglio per me.
 
Gazel... Era cambiato dal Gazel della Aliea.
Se voleva qualcosa, in qualche modo l'aveva.
Ora voleva qualcosa, me, e la stava lasciando a un altro.
Cristo. Lo amavo ancora di più.
 
"Gazel... Quante volte mi hai mentito ultimamente per distaccarti e lasciarmi pensare a... Hiroto?". Era stato troppo strano dire l'ultima parte. Neanche era vera.
 
"Vuoi l'elenco?" mi chiese e io annuii. Era chiaro che era nervoso, ma non mi avrebbe mentito. Non voleva più scappare, da quel che vedevo io.
 
Inspirò prima di cominciare.
 
Ahia. La vedevo lunga.
 
"Bene... Io direi che la prima cosa é il nome... Mi dispiace di averti fatto stare così male quella volta, e di averti detto così che non avevi diritto di chiamarmi Suzuno. É solo che... ‹Burn› per me significa qualcosa, capisci? Significa gli anni che abbiamo passato insieme, la storia che abbiamo condiviso. Significa gli anni possibilmente più belli della mia vita. ‹Nagumo› vuol dire futuro, in cui io non sono al tuo fianco... Ma fa troppo male ‹Suzuno› invece. Quindi... Ti prego, non chiamarmi così. In ogni caso, se hai bisogno di qualsiasi cosa, io ci sarò. Come l'altro giorno, ricordi? Non ti avrei mai lasciato in lacrime. E con questo fa due. Tre con l'aiutare Hiroto. Sai che l'idea di farci aiutare dalle squadre era tua?" mi guardò con un accenno di ghigno.
 
Non ci potevo credere.
Si dice che ami veramente qualcosa se riesci a lasciarla andare... Ma cristo, lui mi stava praticamente calciando via!
E io non me n'ero mai accorto... L'idea era stata sua, e invece aveva detto a Hiroto che-!
 
"Vuoi sentire tutto o basta questo?"
Io lo guardai. C'era altro. Altro. Oltre a tutto questo.
 
"Oh nonononono, Gazel. Tu mi dici tutto. Magari se ci mettessimo sul divano invece di starcene qui sul pavimento dell'entrata sarebbe meglio, no?" gli sorrisi. Lui ricambiò con uno vero. Bastava dire delle frasi retoriche evidentemente, alle volte.
 
Poi mi alzai e gli tesi la mano. Lui la prese e lo aiutai ad alzarsi.
 
Seduti, ricominciò.
"Lo so, è un po' lungo, ma l'hai chiesto tu. Quindi ascolti.". Ghignai. Era ancora il mio Gazel.
 
"Hah... Questa è stupida... Ricordi la bici? Non volevo tenermi a te?" annuii.
 
Ora capivo seriamente. Sarebbe stato troppo profondo per lui tenersi a me quando ciò che voleva fare era distaccarsi. Lo guardai per fargli capire che non servivano spiegazioni. Lui ricambiò con un silenzioso grazie negli occhi.
 
Dop avermi detto le altre cose che mancavano, decisi di parlare io finalmente.
 
Ero stato un bastardo a tacere tutto il tempo. Uno di prima categoria anche.
Ma avevo bisogno di sapere cosa gli passava per la testa.
 
"Gazel... Ricordi quando me la sono... Ecco... Presa... L'altro giorno?"
 
Lui ghignò alla mia scelta di parole, ma annui ugualmente.
 
"Ecco... Il fatto è che... Odio il mio nome se sei tu a pronunciarlo. Anche per me ‹Burn› vuol dire qualcosa. Come pure ‹Gazel›, Gazel. Capisci dove voglio arrivare?".
 
A giudicare dalla tempesta negli occhi, no.
Gli stavo distruggendo la torre di certezze (false) che aveva costruito insieme al muro tra se stesso e me. Ovvio che era confuso.
 
"Ma... Tu e Hiroto... Siete più vicini, no?" mi chiese spaesato.
 
Ecco. Quella era forse l'unica cosa che potevo confermargli.
 
"Sì Gazel. Ma non è quello che pensi tu... Sfido che chiunque sarebbe così dopo aver condiviso il nome di chi ama! E ti assicuro che i nomi non erano i nostri!" buttai fuori ridendo. E arrossendo come un cretino.
 
"... Tu hai detto a Hiroto chi ti piace e lui lo stesso? Per quello?". Dio se era sconvolto!
 
'Che bastardo che sono! Non si fanno certe cose alle persone, Burn.' mi rimproverai.
 
Gazel stava pensando.
"Ma allora... Se non ti piace Hiroto e tu non piaci a lui... Chi...?".
 
Ora era un terreno minato.
E io ci corsi dritto dentro, senza pensarci due volte.
 
Appoggiai la fronte sulla sua, guardandolo. Non avevo mai visto i suoi occhi da così vicino.
 
Lui era... Stupito era dire poco, ma rendeva l'idea.
 
Stette un attimo immobile, non capendo. Poi vidi i suoi occhi schiarirsi dalla tempesta, e capii che ci era arrivato.
 
Chiuse gli occhi, sorridendo di se stesso per non averlo capito prima.
 
Ma non c'ero arrivato neanch'io. Questa era la nostra consolazione.
 
Mi avvicinai di più, lentamente, per dargli il tempo di abituarsi all'idea che sì, anche per me era così: era lui il mio ‹Burn› secondo il suo concetto e io il suo ‹Gazel› secondo il mio. Le stesse idee, lo stesso sentimento.
 
Lui decise di riaprire gli occhi quando sentì le mie labbra sfiorare le sue. Sorrise, e io mi fermai un secondo prima di-
 
Prima di ricevere una sonora manata da Gazel.
 
Lo guardai. Cosa cavolo c'era? Uno dopo un sorriso a simile distanza ravvicinata si sarebbe aspettato un bacio, e invece?!
 
"Burn... Se ti azzardi a stare di nuovo muto per tutto il tempo che io ti dico cosa succede in metà della mia testa, non parliamo del cuore poi, giuro che vado a prendere uno dei palloni neri della Aliea e poi ti vengo a cercare. Va bene?" disse sorridendo. Lo stesso sorriso che aveva avuto nella partita contro Endō e che voleva dire solo una cosa: ‹ti distruggerò›.
 
"V-va bene Gazel! Non lo farò più! Giuro!" dissi sorridendo nervosamente.
 
"Bene." ribatté lui, sorridendo veramente. Senza l'aura assassina.
 
Poi mi baciò.
 
Finalmente era finita. Anzi... ora poteva cominciare qualcos'altro.
 
Quando ci staccammo, lui stava ghignando.
 
"Considera questo come un pegno, Burn. Ora hai giurato. Non dimenticarlo.".
 
"Potrebbe succedere... " lo stuzzicai. Lui ghignò di nuovo.
 
"Vorrà dire che te lo ricorderò a vita io." finì.
 
"Gazel... Su cosa avevo giurato?"
 
Lui rispose stando al mio gioco.
"Su questo, Burn." e mi baciò di nuovo.
 
.
 
.
 
.
 

Camminavamo fianco a fianco, senza parlare. Le parole non servivano.
Poi, per puro caso ci guardammo, e le nostre mani intrecciate si strinsero l'una nell'altra.

Heya~ ^^
 
Spero vi sia piaciuta questa spin-off...
Mi sono divertita troppo a scriverla! x)
 
Grazie a TimeStrangerRey che si è presa la briga di recensire tutti i miei capitoli quando la storia era ancora in corso! x)
 
La faccio breve, e lascio a voi commenti, idee, critiche e quant'altro~
 
Ci vediamo in un'altra storia!
 
[Canzone: A Thousand Years - Christina Perri]

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