fire Stone

di giuliasantomasi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** tremante ***
Capitolo 2: *** 02. sei bellissima ***



Capitolo 1
*** tremante ***






01. Tremante

Aveva paura di tornare a casa, paura perché sarebbe potuta essere l'ultima volta. Era sull'aereo di ritorno con i suoi compagni, ed era tremante. Nemmeno durante la guerra dal quale stava tornando a casa aveva avuto così paura.

Era tremante. Aveva paura di andare dai famigliari dei dodici eroi che erano morti in battaglia, per la patria, per i propri figli, per le loro amate e per proteggere anche i genitori.

Sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe toccato quella terra? Voleva andare dalla madre, abbracciarla, dirle che c'è l'aveva fatta? Era la cosa che più voleva. Ma non poteva. Ed era tremante. Il comandante Sullivan- pilota dell'aereo su cui stavano volando- annunciò di allacciare le cinture di sicurezza per l'imminente atterraggio, ma era ancora tremante.

Atterrarono. Finalmente atterrarono. Ma era ancora tremante, le mani erano strette l'una all'altra, le gambe tremavano.

Il petto, coperto solo da ha canotta nera aderente, lasciava che la sua pelle respirare aria fresca, perché in Canada l'aria era molto più fresca dei paesi africani. E aveva caldo. Tutti avevano caldo. I pantaloni larghi fasciavano le gambe di tutti e le loro giacche (anche esse mimetiche) erano legate alla vita di tutti quanti, felici di tornare a casa.

Slacciarono le cinture. Erano pronti per scendere, il sorriso sulle labbra, elettrizzati di riverere, dopo sei mesi e ventuno giorni, le loro amate famiglie. L'adrenalina scorreva nelle vene si tutti.

Il comandante Roy si mise vicino all'uscita dell'aereo.
"Spero di non rivedervi piu" disse e sospirò "non voglio sottrarvi ancora dalla vostre famiglie" e sorrise ancora tremante. Sorrise. I compagni gli erano difronte, in riga, pronti a ricevere il comando di poter correre a casa dalle proprie famiglie ed abbracciare, baciare la fronte dei figli e piangere con loro, poter fare l'amore con la propria donna, piangere con loro, dirgli -c'è l'abbiamo fatta, c'è l'ho fatta. Sono qui- e festeggiare.

"Riposo" disse il comandante, tutti misero le braccia ai fianchi ancora sorridendo.
Il comandante Roy non poteva essere più fiero di loro, quando c'erano le regole venivano rispettate, quando un compagno era in difficoltà si sarebbero farti uccidere al posto suo. 
Era fiero, ma tremante. 
"Andate dalle vostre famiglie"

Appena scesero dall'aereo si sentirono delle urla. Urla di gioia. Una bambina di appena quattro anni, appena individuò il padre, il suo principe azzurro, gli corse incontro e questo pianse abbracciando la sua principessa. Donne corsero ad abbracciare il marito, il proprio amore, amici piangevano per il ritorno dei compagni liceali chiamati a militare. Donne ferme. Non vedevano il proprio uomo.

Ferme, inermi, la loro gioia era morta. 

Piangevano, avevano capito che i loro mariti, i loro ragazzi, i loro figli non erano tornati a casa, che non sarebbero più tornati. Ma erano i più fieri.

Anche i genitori del comandante Roy piangevano, singhiozzavano, erano sfiniti. non potevano pensare che il proprio figli potesse essere morto. Sapevano, in cuor loro, che sarebbe successo. La guerra era sempre stato un punto fermo delle loro discussioni: non volevano che la loro dolce e indifesa bambina andasse in guerra. 

Ma poi scese, e vide i suoi genitori. E gli venne da piangere, ed era tremante, completamente immobile. Aveva paura, paura che questa fosse l'ultima volta che li potesse vedere. Ed era tremante, completamente tremante. E alla fine anche i genitori si accorsero della loro amata figlia, per conto di una donna che avava appana visto le bare scendere dall'aereo, tra le quali sapeva di trovare suo marito, il padre dei suoi due figli, e di quello in arrivo. E piangendo gli disse che la loro bambina era salva, e la madre pianse più forte singhiozzando sulla spalla della donna sconosciuta.

Il comandante Roy camminò piano, ancora tremante, avendo paura che sarebbe potuto cadere. E si trovarono a pochi metri di distantanza, quando corse vero i genitori e il piccolo fratellino attaccato alle gambe del padre. E si abbracciarono e pianse tra le braccia della madre. E baciò la fronte, le guance, le mani del fratellino. 

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Capitolo 2
*** 02. sei bellissima ***


E molti di loro fecero l'amore, quella notte. Anche il comandante Roy fece l'amore, in un modo diverso. Era stata tutta la notte abbracciata al suo piccolo fratellino che ne pianse il ritorno. Il giorno dopo, quando la maestra chiese cosa fosse successo durante il loro weekend, il piccolo Mimmo disse che il suo grande eroe era tornato, la sua sorellona era tornata. E come lo disse, le lacrime rischiavano di cadere dai suoi occhi gioiosi, non capacitandosene ancora. E ancora, raccontava con il sorriso sulla bocca di quando riusciva a vederla con Skype, di come le loro 'chilometriche' (che duravano al massimo 28 minuti e 37 secondi, li aveva contati) telefonate gli riscaldanovano il cuore, di come si era sentito fortunato ad avere una sorella che rischia la propria vita per quella delle persone a lei care, aveva detto. Aveva anche aggiunto che era ancora più fiero di lei perché salvata le vita dei suoi compagni e delle persone che non aveva mai visto in vita sua. E i suoi compagni ascoltarono altri , sorridendo e una bambina piangeva, rannicchiata sulla sua sedia, perché aveva appena perso il suo papà, il suo eroe. Aveva perso il suo papà ma era fiera di lui, per lo stesso motivo del piccolo Mimmo che, alla fine dell'ora, si era seduto vicino a lei e l'aveva abbracciata dicendole di non piangere perché è bellissima, sua sorella lo faceva sempre quando faceva un incubo, o quando doveva ripartire per la guerra, e lui piangeva tanto. È normale, aveva paura di perdere la sua seconda mamma. -- Durante quella mattinata, i Signiri Roy, passarono un po di tempo con la loro bambina. Gli raccontarono dei progressi che Max aveva con la sua dislessia, e non poteva sentirsi più a casa di così, ma il divertimento finì presto, doveva avvisare tutti dei funerali. Andò a casa del suo braccio destro, Tom, dato che lei non aveva nemmeno un cellulare o un computer, non essendo favorevole alla tecnologia. Prima di partire, si mise la divisa da comandante e chiese al padre dove si trovasse la casa, e, dopo una lunga spiegazione, si avviò a piedi. Venti minuti dopo riusciva a vedere a fondo dell'isolato la villetta dell'uomo. Bussò quattro volte alla porta e fece un passo indietro, mettendo le mani incrociate dietro la schiena. Qualche secondo dopo, una donna vestita con una gonna da ufficio nera e una camicia bianca le aprì, facendo una faccia molto sorpresa. "Cosa desidera?" Chiese gentilmente la donna, con un linguaggio molto formale, pur avendo più della metà degli anni della ragazza. "Avrei bisogno di parlare con Tom" disse semplicemente, non muovendo un muscolo. "Chi è alla porta tesoro?" Chiese una voce che la ragazza riconosceva bene. "È una ragazza e vorrebbe parlare con te" Sì sentiva una bambina ridere e urlare piano, dicendo di portarla alla porta in braccio. E così fece, qualche istante dopo, si videro padre e figlia abbracciati che avanzavano verso la porta. Quando Tom riconobbe la figura alla porta, fece scendere la bambina dalle sue braccia e, dopo qualche lamento, riuscì a mettersi in piedi dritto, alzando poi la mano e salutando il suo comandante. La ragazza fece lo stesso gesto e, dopo aver riposto la mano dietro la sua schiena, fece terminare il saluto anche all'uomo di fronte stante. "Vuoi entrare?" Chiese garbato Tom, senza utilizzare un linguaggio sofisticato, o comunque il linguaggio che era obbligato ad utilizzare durante il lavoro. "Certo" sorrise quasi impercettibilmente, facendo un passo verso la porta lasciata libera dai due coniugi. Dopo che si furono seduti sul comodo divano bianco, la piccola mise la sua faccia vicino all'orecchio del padre e gli sussurrò, "chi è questa principessa?" Ma si sa che i bambini fanno tutto a parte quello, quindi, la ragazza lo sentì e ridacchiò piano, ottenendo l'attenzione di tutti. Tom sorrise, sapeva che la sua piccola Svat sarebbe andata d'accordo con il comandante Roy. "Lei è il mio capo, piccola mia" disse dandogli un bacio sulle labbra e facendo sorridere la bambina, che mostrò perfino i denti. La ragazza li guardò attentamente, come tra di loro si muovessero come un tutt'uno. Vide anche com'erano vestiti e sobbalzò piano vedendo che erano tutti vestiti eleganti, "stavate uscendo? Perché posso tornare domani, o un altro giorno" disse velocemente mentre si alzava "mi dispiace avervi trattenuti, io sono così dispiac-" "Non preoccuparti, stavamo andando da mia madre e meno tempo passiamo con lei meglio è. Non proccuparti" disse Amanda dolcemente. I due coniugi accompagnarono la ragazza alla porta e dopo dei piccoli scambi di parole la ragazza si rese conto di essere in ritardo, "mi dispiace ancora avervi fatto aspettare, ma ora devo andare a prendere il mio fratellino." Disse per poi guardare l'orologio digitale al suo polso. Segnava le 13.14, " mi dispiace, devo andare. Tra un minuto escono e dev-" "Vuoi che ti dia un passaggio? La scuola dista circa un chilometro" "No, grazie mille" e con questo corse velocemente via, molto velocemente. -- La ragazza arrivò a scuola di Max alle 13.18 ma non vide nessun bambino vicino alle madri. Molte persone si girarono a guardarla e bisbigliarono tra loro, altri, invece, la guardarono con ammirazione. Poco dopo suonò la campanella e i bambini si riversarono all'estero della scuola. Il bambino cercò la figura del padre tra tutte le persone presenti ma non lo trovò. La ragazza ridacchiò per la faccia sconsolata del piccolo Max e poi richiamò la sua attenzione che lo fece girare verso di lei. Rimase un attimo fermo e con la bocca tirata in un sorriso enorme, tanto che faceva vedere la sua dentatura e qualche dente mancante. Max urlò Nives mentre correva contro la sorella e questa lo prese in braccio quando questo gli si buttò addosso. Correndo in quel modo, urlando e agitando le mani, aveva fatto si che tutti li guardassero. Nives teneva il fratello con solo una mano e prese ad accarezzare il viso del bambino che, sorridendo, mostrava le sue fossette. Max la abbracciò forte forte e poi le sussurrò all'orecchio "oggi una bambina ha pianto" mentre giocava con le ciocche della coda della sorella. "Come mai?" Chiese facendo staccare il fratellino dal caloroso abbraccio per poterlo guardare i quegli occhi verdi, uguali ai suoi. "No te lo posso dire" disse piano con un tono triste, "le ho anche detto che è bellissima, proprio come tu facevi con me" "Vuoi andare a parlarle?" "Posso?" Chiese raggiante con una voce più stridula. La ragazza annuì, felice di riuscire a vedere il fratello così felice. Max scese dalle braccia della sorella e si guardò intorno, per cercare la sua compagna di classe. Poco dopo la vide e sorrise, " Eccola, Nives, è lei, è lei!" Nives seguì lo sguardo del fratello ma vide molte bambine, "Nives, Lola è la bambina con i capelli rossi, è lì, è lì" e la ragazza la riuscì ad individuare, mentre parlava con un ragazzo che pareva avere la sua età. "Va bene, vai pure" "Devi venire anche tu, devi dirgli che è bellissima, cosi smette di essere triste" e prendendo la mano della sorella, la trascinò fino alla Bambi a dai capelli rossi. "Ciao" disse raggiante il piccolo bambino "Ciao Max " Rispose la rossa, con un tono acuto della voce, "è lei tua sorella?" chiese piano. "Sì, e vorrebbe dirti una cosa, vero?" Disse dando uno strattone la mano intrecciata a quella della ragazza, e questa, sconvolta dalle azioni del fratello, sorrise e si accovacciò, così da essere all'altezza dei due bambini. "Sei bellissima, lo sai?" "Lo so, il mio papà me lo diceva sempre. Anche tu sei molto bella" "Come si chiama il tuo papà?" Il ragazzo he parlava con Lola non si era mosso, e guardava affascinato i movimenti della ragazza, pensava fosse bellissima, e la sua voce era molto soave. Il corpo era stretto ancora nella divisa militare mimetica e gli scarponcini al piede, gli davano un aspetto strano ai suoi occhi, non aveva mai sito un soldato così da vicino, così simile a lui, simile ad una persona normale. "Travis L Youngblood" ----- Se volete potete trovarmi anche su wattpad come Occhiditenebra

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