Il figlio del Dottore

di EchelonDeathbat
(/viewuser.php?uid=701588)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La scoperta ***
Capitolo 2: *** Vecchi amici ***
Capitolo 3: *** E' un maschio! ***
Capitolo 4: *** Wammy's House ***
Capitolo 5: *** Sono fiero di te ***



Capitolo 1
*** La scoperta ***


“'Near'. È un buon nome. Quando ci sarà da salvare qualcuno, tu sarai sempre vicino” L nell'anime Death Note-L change the world

 

Prologo: La scoperta

 

-Devo dirti una cosa, Dottore!- esordì River entrando nel TARDIS chiudendo piano la porta.

Il Signore del Tempo che indossava quel bizzarro fez e quel farfallino rosso, si girò per guardarla meglio. Dal tono di voce sembrava preoccupata e scioccata.

Amy e Rory erano scomparsi da poco e sia il Dottore che sua moglie non facevano che pensarci.

Così credeva che River gli volesse dire qualcosa riguardante quell'argomento, vista la sua faccia sconvolta. Non credeva che il motivo di tale preoccupazione fosse...

-Sono incinta, dolcezza!- esclamò tutto d'un fiato.

Spalancò gli occhi incredulo. “Io. Un figlio. Con River!” pensò. Cominciò a saltellare come un pazzo nel TARDIS, finalmente una magnifica notizia!

-Per tutti i fez, è la cosa più bella del mondo! River, avremo un bambino tutto nostro!- continuava a gridare prendendola in braccio.

Fu lei a rimetterlo con i piedi per terra analizzando meglio la situazione.

-Dovevamo stare più attenti, dolcezza! Adesso come facciamo?- domandò.

Il Dottore fissò il vuoto per cinque, interminabili minuti. River aveva ragione, come avrebbero fatto a tenersi un bambino se ogni giorno dovevano fare i conti con la morte? Ad un certo punto sussurrò: -Io sono un Signore del Tempo, per me è impossibile allevare un bambino. Correrebbe troppi rischi con me, come anche li correrebbe con te. Non possiamo tenerlo, River. Hai ragione, ci siamo cacciati in un bel casino-.

-Lo so! Cosa facciamo, dolcezza?- domandò lei preoccupata.

-Non lo so, ma noi svolgiamo una vita troppo pericolosa, non voglio che lui rischi di morire per colpa mia. La nostra vita è già abbastanza complicata anche senza un bambino che gattona e gironzola per il TARDIS. Non sei d'accordo anche tu?-

-Sì, in effetti è la scelta più adatta!- mormorò toccandosi la pancia. Anche se era soltanto all'inizio della gravidanza, voleva già bene a quel “piccolo Dottore” che era dentro di lei.

-Ma dove vivrà allora?- domandò River.

-Dovremo portarlo un posto sicuro e protetto, dove potrà crescere bene-.

-Sì, voglio che sia al sicuro. Non voglio che corra rischi e che ci siano persone che gli vogliano far male. Non voglio soprattutto che abbia il mio stesso tipo d'infanzia-. Anche se a pensarci bene, il suo bambino sarebbe cresciuto senza una madre, proprio come lei. Ricordò che l'avevano presa con la forza dalle braccia di Amy e Rory, la stessa cosa più o meno sarebbe successa anche a lui.

-Dottore! Nessuno deve sapere che hai un figlio! Lo userebbero contro di te come hanno provato a fare con me! Dobbiamo portarlo in un posto dove nessuno s'accorgerà che lui è tuo figlio!-

-D'accordo, River. Hai ragione. Troveremo il posto adatto. Ma adesso riposati, non ti devi affaticare!-

 

NdA: Spero che questo prologo vi abbia un pochino incuriositi :) è la prima ff che pubblico su DW e spero di non aver fatto troppi errori/orrori >.< se volete lasciate una recensione ^^ alla prossima!!

The ring guardian

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Vecchi amici ***


Capitolo 1: Vecchi amici

 

I mesi trascorsero alla svelta, e la pancia di River diventava sempre più grossa.

-Dottore! Voglio una mela! ADESSO!- urlò indignata in preda alle voglie.

-Ma River, le mele fanno schifo! Prova con le banane, sono una fonte ricca di potassio!- spiegò lui.

-Non mi interessa il potassio! Ho voglia di mele! Vammene a prendere una!- insistette la donna.

Il Dottore le mise un braccio dietro la spalla e con l'altra mano accarezzò la panciona di sua moglie.

Ad un certo punto le sussurrò dolcemente: -Io, appena rigenerato in questo corpo, ho avuto le voglie, quindi so quello che provi. Che ne dici di provare con i bastoncini di pesce con la crema pasticcera?-

Nel sentire quelle parole, River si alzò di colpo dal letto (rigorosamente a castello) per dirgli in modo brusco: -In nome della sanità mentale, che cos'hai appena detto?!-

-Bastoncini di pesce con crema pasticcera, i bastoncini di pesce con crema pasticcera sono forti! Li vuoi provare?- domandò convinto.

-Non ci penso neanche, Dottore! Fai atterrare il TARDIS dove c'è un melo e vammi a prendere una mela!-

Rassegnato, il povero Dottore mormorò: -Va bene, ma solo perché sei tu!- e le diede un bacio veloce.

 

-Grazie, dolcezza! Ora sto proprio meglio!- mormorò rilassata mentre si accoccolava tra le sue braccia dopo aver mangiato una succosa mela verde.

-Mi fa piacere!- rispose baciandole la fronte.

 

Più tardi, mentre il TARDIS fluttuava tranquillo tra le stelle, il Dottore venne svegliato dalle urla di sua moglie.

-Dolcezza! È arrivato il momento! Sto per partorire!-

-Oh mio Dio! Cosa facciamo? River, cosa facciamo?! Cosa facciamo?!- strillò agitato mentre correva per tutta la cabina.

-Cerca un dottore!- rispose lei mentre cercava di fare dei lunghi e profondi respiri.

-Io sono il Dottore!- esclamò indignato.

-Ok, allora sai come far partorire una povera donna?-

-Non mi è mai capitato, in effetti-.

-Allora trovami un dottore in grado di farlo! Conosci tanti esseri viventi, qualcuno che faccia il medico lo devi pur aver incontrato, no?!-

Il Signore del Tempo non ci impiegò troppo tempo per ricordare chi potesse fare a caso loro. C'era solo una persona in grado di aiutarli. Una giovane donna forte, determinata, e che faceva il medico: Martha Jones.

-Martha Jones, la salvatrice del mondo...- mormorò.

-Hai detto qualcosa, dolcezza?- chiese River in preda alle contrazioni.

-River, mia piccola peste, so chi riuscirà a far nascere nostro figlio!- urlò contento il Dottore mentre impostava al TARDIS le coordinate di Londra, anno 2017.

 

-Coraggio Rita! Farai tardi a scuola! Alzati dal letto, su!-

La bimba venne svegliata dalle grida di sua madre che di prima mattina andò a svegliarla aprendo la finestra.

-Mamma, ho sonno!- brontolò portandosi la coperta fin sopra la testa.

-Oh su, su, tesoro! Non puoi fare tardi! Scendi dal letto e va a fare colazione! Io intanto vado a svegliare tuo fratello!- continuò la madre.

Rita si alzò controvoglia dal suo lettuccio caldo mentre sentiva la donna gridare: -Jack! Alzati! Devi andare a scuola!-

La vita procedeva tranquilla a casa Smith. I due ex compagni del Dottore, Mickey e Martha, si erano sposati ed avevano avuto due splendidi gemelli: Jack e Rita.

-Mi raccomando, bambini, fate i bravi, soprattuto tu, Jack. Vedi di non litigare con gli altri come tuo solito. Siamo intesi?-

-Sì, papà-.

-E' arrivato il pullman, su andate. Ci vediamo oggi, tesori miei!- disse Martha mentre abbracciava i piccoli.

-Ciao mamma, ciao papà!- salutarono in coro i gemelli mentre aprirono la porta di casa.

Così si ritrovarono davanti a d'un ragazzo alto e magro che si trovava proprio di fronte alla loro porta d'ingresso che chiese cordialmente: -Scusate, bambini, abitano qui Martha Jones e Mickey Smith?-

-Mamma, puoi venire un attimo?- domandò Rita titubante.

-Ed ora che c'è?- mormorò Martha uscendo anche lei dalla porta d'ingresso.

Si ritrovò davanti un ragazzo con un farfallino rosso. Credette di non averlo mai visto prima, ma appena incrociò il suo sguardo lo riconobbe all'istante.

-Non è possibile. Non posso crederci-. Bisbigliò.

-Mamma conosci questo signore?- chiese Jack.

-Sei proprio tu?- domandò ignorando la domanda del figlio.

-Martha Jones, la salvatrice del mondo. Sembra che non ti veda da secoli, eppure non sei cambiata, al contrario di me dall'ultima volta che mi hai visto. Sì, Martha Jones, sono io, sono il Dottore-.

-Oh mio Dio!- gridò saltandogli al collo.

-Mickey! Mickey! Vieni preso!- urlò a suo marito che era seduto sul divano a leggere il giornale.

-Che cosa c'è, Martha?- chiese uscendo anche lui fuori.

-E lui chi è?-

-Ricky l'idiota, davvero non mi riconosci?- domandò il Dottore facendo un gran sorriso.

-Per mille universi! Sei tu!- esclamò mentre anche lui lo abbracciava.

-Papà, ma chi è?- insistette Jack.

-Bhe lui è...andate a prendere l'autobus, bambini, o farete tardi sul serio! Quando tornerete vi spiegheremo tutto!- ordinò il padre vendendo che l'autobus era appena arrivato.

Mentre i due piccoli andavano in direzione del veicolo, il Dottore domandò: -Sono i vostri figli quei due bambini così adorabili?-

-Sì! Miei e di Martha!- disse fiero Mickey.

-Meno male che hanno preso tutto da lei!-

-Non sei cambiato poi molto a quanto vedo, vecchio mio!- ribatté l'altro.

-Starei qui a parlare con voi per ore, miei vecchi amici. Ma, Martha, sono venuto qui perché ho bisogno del tuo aiuto. Vedi, anche io mi sono sposato. Mia moglie sta per partorire proprio adesso, puoi aiutarla a far nascere il bambino?-

-Ovviamente, Dottore! Ti devo la vita, è il minimo che possa fare!-

 

NdA: Aggiorno presto perché oggi sono impegnata praticamente tutto il giorno >.< il capitolo non l'ho riletto molte volte per mancanza di tempo, quindi ci possono essere degli errori T.T ringrazio chi ha messo questa storia tra le seguite ^^ aspetto qualche recensione, alla prossima!!

The ring guardian

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** E' un maschio! ***


Capitolo 2: E' un maschio!

 

Il Dottore portò i signori Smith nel TARDIS per aiutare la povera River.

Quando i due entrarono rimasero a bocca aperta come la prima volta che videro l'interno della cabina blu.

-E' diversa dall'ultima volta, hai fatto delle migliorie!- esclamò Martha.

-Ciao, vecchia macchina, ne è passato di tempo!- disse Mickey.

-Ragazzi, River è di qua!- il Dottore li portò in una camera da letto.

Martha osservò per un attimo la paziente che si teneva la pancia e gridava.

-River? Ciao, io sono Martha Jones e lui è mio marito Mickey Smith. Siamo due vecchi compagni del Dottore. Io sono un medico, posso aiutarti a partorire-. Le mormorò dolcemente per cercare di calmarla.

-G-grazie, Martha. Te ne s-sarei m-molto riconoscente-. Rispose l'altra.

 

Fu una cosa lunga ed estenuante. Ma dopo ore ed ore finalmente si sentì un pianto disperato di un neonato.

-E' nato! È nato!- gridava il Dottore correndo come impazzito.

-River, Dottore, è uno splendido bambino!- esultò Martha contenta.

La riccia prese il piccolo tra le sue braccia deboli e riuscì a farlo smettere di piangere canticchiandogli una ninna nanna.

-Vieni qui, dolcezza. Vieni a vedere il tuo erede!- mormorò River.

-E' così...piccolo-. Disse lui osservando suo figlio con stupore.

-Nella mia lunga vita non ho mai visto qualcosa di più meraviglioso di te. Tu sei sangue del mio sangue, sei ciò che sono io-. Poi con tono triste continuò abbassando lo sguardo: -E questo ti renderà forte e pericoloso-.

-Non dire così, Dottore. Tu non sei pericoloso, hai salvato la vita di tutti noi ben più di una volta! Non sei pericoloso e non lo sarà neanche tuo figlio. Lui sarà esattamente come te: forte, altruista e saggio-. Lo consolò Martha.

-Martha Jones, tu hai visto sempre del buono in me, ma ho fatto degli errori...-

-Come tutti, Dottore. Ognuno fai suoi sbagli, l'importante è chiedere scusa-. Gli sorrise lei.

-Martha ha ragione, dolcezza. Non abbatterti!- esclamò River.

-Spero solo che mio figlio non faccia la stessa fine di Jenny-. Disse il Dottore guardando sempre Martha.

Il giovane medico sospirò.

-Non è colpa tua se Jenny è morta. Hai fatto di tutto per salvarla. Con questo bambino sarà diverso, ne sono sicura!- gli sorrise.

 

Il Dottore e sua moglie si fermarono per qualche giorno a casa Smith, così che River si potesse riprendere del tutto per gli sforzi.

I piccoli Rita e Jack impararono a conoscere lo strano individuo che si trovava a casa loro, ormai si erano abituati a lui, alla fine lo trovarono davvero simpatico e buffo.

-Non posso credere che abbiate chiamato il vostro povero bambino con il nome di quel Don Giovanni di Faccia di Boe!- diceva sempre il Dottore.

-Eddai, non fare tanto il difficile, tanto sappiamo che sei tanto affezionato anche a Jack!- rispondeva allora Martha. Ma lui continuava a lamentarsi dicendo: -Certo che potevate chiamarlo come me, eh!-

-Ma che nome sarebbe “Dottore” per un bambino? Tutti i suoi amichetti lo prenderebbero in giro, no?- s'intrometteva Mickey.

-Sarà, ma non sono molto convinto. A proposito di quel cascamorto, non si sa più niente di Jack? Ho perso sue notizie da un pò-.

-Jack sta bene, non è molto cambiato da quando l'hai visto l'ultima volta. Ci prova con tutti, entrambi i sessi vanno bene, e lavora ancora nel Torchwood. Se la cava alla grande, come sempre-. Disse Martha.

-Vorrei tanto poter rivedere lui e Donna. È da così tanto che non li vedo!- mormorò un po' triste il Dottore.

-Se ti può consolare, Donna dopo il matrimonio, ha avuto una bambina. Adesso, da quel che so, abita ancora a casa di sua mamma e di suo nonno, insieme a suo marito ed a sua figlia. Sta trascorrendo una vita felice e tranquilla-. Lo rincuorò l'amica.

-E tu come lo sai?-

-Bhe, a volte incontriamo ancora suo nonno e ci dice sempre che va tutto bene. Ha tanta voglia di vederti, dovresti fargli visita una volta ogni tanto!-

-Già, è vero. Ultimamente ho avuto da fare. Comunque gli ho detto che un giorno ci saremmo rivisti, e così sarà. È vero che il Dottore mente, ma su questo argomento sono serio-.

-Lo spero. A volte sembra quasi che tu ti dimentichi dei tuoi vecchi amici. So che non è così, ma a volte il dubbio sorge lo stesso-. Mormorò Martha.

-Sai che mi ricordo di tutti voi, dal primo all'ultimo. Se scompaio lo faccio solo per voi, con me stareste sempre in pericolo e rischiereste di finire bloccati grazie a un Angelo Piangente in un tempo diverso e che io non possa riuscire venirvi a recuperare. Non riuscirei nemmeno a salutarvi come si dovrebbe-.

-Ma Dottore a cosa ti riferisci? È vero, è successo un tempo che un Angelo Piangente ci mandasse in un altro tempo, ma poi abbiamo risolto tutto grazie a quella ragazza. Come si chiamava? Sandy? No, no, mi ricordo, si chiamava Sally!- esclamò l'amica.

-Si riferisce ai miei genitori, Martha-. Mormorò River con un po' di tristezza entrando in cucina dopo aver fatto un sonnellino.

-River! Dovresti riposare!-

-Ma sto bene, dolcezza. Senti, so che stai ancora tanto male per i miei genitori, ma lo sai anche tu che hanno vissuto un vita felice e tranquilla. Devi smetterla di continuare ad incolparti, tanto non serve a nulla!- gli disse per poi dargli un leggero bacio sulla bocca.

Ad un certo punto si sentì un pianto provenire dall'altra sala.

-Si è risvegliato!- si lamentò Rita.

-Mi sa che è ora di allattarlo-. Disse River.

 

Mentre tutti guardavano il piccolino dormire della grossa, Mickey bisbigliò piano: -Come lo chiamerete?-

-In effetti non ci abbiamo ancora pensato. Tu, River, che cosa dici? Hai qualche idea?-

-A me piacerebbe chiamarlo Nate. Nate River, così lo chiamerei-.

-Nate? Perché proprio questo nome?-

-Non so, mi è sempre piaciuto-.

-Bhe, anche a me piace. E dato che non ho nessuna idea, ti accontenterò. E poi mi piace il fatto che come cognome avrà uno dei tuoi nomi, così in un modo o nell'altro sarai sempre con lui-. Disse abbracciandola stretta.

 

-Cosa?! Non volete tenerlo? E perché?!- si lamentò Martha una volta scoperto che i due volevano lasciare il piccolo in un orfanotrofio.

-E' necessario, Martha-. Rispose il Dottore.

-Vedi, io e River viaggiamo su due linee temporali opposte, è già difficile per noi tutto questo, figuriamoci per un povero bambino. È per il suo bene che lo facciamo. Sarà più al sicuro lontano da tutto questo, poi un giorno, quando sarà più grande, torneremo da lui-.

-Già, in effetti sarebbe troppo pericoloso per un bambino così piccolo viaggiare nel tempo e nello spazio. Avete già trovato un istituto dove mandarlo?-

-No, dobbiamo trovare il posto giusto al più presto-. Intervenne River.

-Se volete, io so di un posto che sarebbe perfetto. Si chiama Wammy's House, è un orfanotrofio per bambini prodigio che si trova a Winchester. Lì vengono cresciuti dei veri e proprio geni, dato che questo è tuo figlio, Dottore, credo proprio che sia il posto adatto a lui-. Disse Mickey.

River e suo marito ci pensarono un attimo e poi decisero che sarebbero partiti il giorno dopo per andare a vedere con i loro occhi la Wammy's House.

Quando arrivò il momento dei saluti tutti i presenti si rattristarono.

-Promettimi che non sparirai per così tanto tempo come hai fatto in passato, ci farebbe piacere rivederti!- mormorò Martha abbracciando forte il Dottore.

-Non cacciarti in guai troppo seri, vecchio mio!- gli disse Mickey dandogli una pacca sulla spalla. -Noi saremo sempre qui ad aspettarti-. Disse poi.

-Lo so, ma forse, miei vecchi amici, è arrivato il momento di dirsi addio per davvero. Sappiate che lo faccio solo per voi, perché vi voglio bene. Dopo gli ultimi avvenimenti non voglio più che succeda del male a nessuno e non voglio che le persone attorno a me soffrano, vi saprei più al sicuro se lontani da me e dai miei problemi-. Rispose abbracciandoli stretti.

Martha si fece sfuggire una lacrima. -Abbi cura di lui, River. Ho sempre avuto l'impressione che il Dottore avesse bisogno di avere sempre qualcuno al proprio fianco, tu sei la compagna perfetta-.

-Grazie, Martha, lo farò finché potrò. Hai la mia parola-. Cercò di rasserenarla.

Quella fu l'ultima volta che Martha Jones e Mickey Smith incontrarono il Dottore. Dopo quell'incontro vissero una vita tranquilla e serena, in compagnia dei due figli Rita e Jack e dei loro futuri nipotini ai quali raccontavano sempre le avventure con quel pazzo e bizzarro Dottore che li aveva portati in giro per l'universo e in mondi paralleli quando erano ancora giovani.

 

NdA: Mi scuso sempre se il capitolo ha degli errori, ma questo weekend ho avuto davvero poco tempo per rileggerlo >.< comunque spero sempre che vi sia piaciuto e ringrazio chi ha messo questa ff tra le preferite <3 mi farebbe sempre molto piacere ricevere qualche recensione, anche le negative vano bene. A presto!!

The ring guardian

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Wammy's House ***


Capitolo 3: Wammy's House

 

River e il Dottore arrivarono all'orfanotrofio con il piccolo Nate.

Li fecero accogliere in una sala dove un uomo distinto era seduto dietro alla scrivania.

-Buongiorno signori. Io sono il signor Watari, sono il fondatore di questo istituto, come posso aiutarvi?-

-Salve, siamo qui per chiedere se l'istituto può occuparsi del nostro bambino. Noi non abbiamo i mezzi per poterlo tenere, sappiamo che questo posto accoglie i bambini con un grande quoziente intellettivo, ci chiedevamo se fosse possibile per voi poterlo tenere per istruirlo-. Disse River che teneva in braccio Nate.

-Possiamo tenerlo qui per un po', se non ha nessun altro posto dove andare, ma successivamente, se vedremo che non è intelligente come gli altri, saremo costretti a mandarlo in un altro istituto-.

-Non c'è n'è bisogno, Watari. Sono sicuro che quel bambino è intelligente come dicono i suoi genitori-. Pronunciando quelle parole, entrò un bambino di circa sette anni con i capelli neri sparati per aria e due occhi scuri come la notte. Era molto magro e con la pelle bianca come quella di un cadavere.

-L, come fai ad esserne così sicuro?- domandò Watari al giovane.

-Lo so, punto. Basta osservare il padre, è un genio incompreso, glielo si legge in faccia. Non sembra neanche umano-. Disse in modo serio e pacato. In tutta la sua lunga vita, il Dottore non aveva mai incontrato prima dall'allora un essere così inquietante.

-La domanda è: come mai volete abbandonare vostro figlio?- continuò il bambino osservando River e il Dottore negli occhi.

I due abbassarono lo sguardo sentendosi un po' colpevoli.

Nel vedere ciò, L si allontanò per uscire in giardino con gli altri bambini per prendere una boccata d'aria.

-Dovete scusarlo, non gli piacciono molto gli adulti. Lui è L, il bambino più brillante dell'istituto. È la persona più intelligente che io abbia mai conosciuto. A volte prevede persino i pensieri degli altri, fa “paura” in certe situazioni. Un giorno, sarà un grande detective. Mi fido del suo giudizio, se dice che lei, signore, è un genio, allora sarà così per davvero. Suo figlio potrà stare qui insieme agli altri bambini-. Concluse Watari.

-La ringraziamo molto, signore-. Esclamò River.

-Signore, posso uscire un attimo per scambiare due parole con L?- domandò il Dottore osservando il cortile fuori dalla portafinestra.

-Certo, ma non se la prenda troppo se L la tratterà un po' male-.

 

L non stava giocando con gli altri bambini, era seduto in una posizione molto bizzarra a mangiare una caramella al miele, quando il Dottore gli si avvicinò per parlare.

-Davvero credi che io sia un genio?-

-E' sicuro all'80%-.

-E invece il 20% restante?-

L si girò per guardarlo meglio. -Il 20% è l'ipotesi che tu sia solo un gran pallone gonfiato. Ma sono più propenso per la prima ipotesi. E credo che tu sia anche un po' pazzo, come tutti i geni-.

-Lo prendo come un complimento, L-. Lo ringraziò il Dottore.

-Sai, L è l'iniziale del mio nome. Nessuno sa il mio vero nome, come nessuno sa il nome di nessun bambino presente in questo orfanotrofio. Anche il tuo bambino dovrà nascondere, anche a costo della sua stessa vita, il suo nome. Nessuno deve sapere come si chiama, gli unici a saperlo sarete solo lui e voi due, i suoi genitori. Questo vi terrà legati in eterno-.

-Bhe, allora qualcosa in comune con te e mio figlio ce l'ho-. Si avvicinò all'orecchio di L per sussurrare piano: -Nessuno sa il mio vero nome. La sola persona in tutti gli universi a saperlo è mia moglie-.

-Tu non sei umano, vero?- domandò il bambino.

-Perché mi fai una domanda del genere?- chiese sorridendo il Dottore.

-Perché nessun essere umano si vestirebbe in quel modo-. Rispose.

-Non sono vestito poi così male, una volta avevo l'abitudine d'indossare un completo elegante con ai piedi delle All Stars. Credevo di essere migliorato!-

-Comunque non hai risposto alla mia domanda, sei umano o no?-

Il Dottore sorrise ancora per poi rispondere con un'altra domanda: -Ci credi agli alieni, L?-

-Non escludo che possano esistere-.

-Bene, io sono un alieno. Sono un Signore del Tempo-.

A differenza di molti prima di lui, L non sembrò affatto sorpreso di quell'affermazione.

-Sei uno di quelli che viaggiano nel Tempo e nello Spazio?- domandò dopo qualche minuto.

-Esattamente. Hai sentito parlare di noi?-

-Sì. Watari mi ha parlato di voi una volta. Dice che uno di voi ha salvato la Terra tantissime volte-.

Il Dottore capì che stava parlando di lui, ma non volle dare l'idea di uno che si vantava.

-Quello è un buon Signore del Tempo, cerca di fare sempre del suo meglio-.

-E tu invece? Che Signore del Tempo sei?-

A quella domanda non rispose subito. In effetti non sapeva più se era ancora l'alieno che riusciva sempre a salvare le persone, o se era diventato solo un vecchio, sciocco sognatore.

-Faccio il possibile anch'io per poter salvare le persone a me care, ma non sempre ci riesco. Le persone fanno meglio a stare lontane da uno come me, perché in mia presenza non sai mai cosa potrebbe accadere-.

-Per questo lasci qua tuo figlio?-

-Esatto. Per lui è meglio crescere lontano da tutto quello che ha a che fare con me. Mi capisci, vero, L?-

-Sì. Spero che anche i miei genitori mi abbiano abbandonato per proteggermi-. Disse abbassando lo sguardo.

Il Dottore lo abbracciò delicatamente.

Era saggio e molto più maturo dei suoi coetanei, ma rimaneva pur sempre un bambino, e come tale avrebbe avuto bisogno di due genitori.

L si stupì di quel contato, non era abituato agli abbracci.

-L, mi dovresti fare un favore-. Gli disse dopo un po' di minuti.

-Cosa dovrei fare?-

-Potrai vegliare su mio figlio? Gli potrai dire che i suoi genitori gli vorranno sempre bene e che se l'hanno portato qui è solo per il suo bene?-

-Lo farò-.

 

Fu difficile staccarsi dal piccolo Nate per i due coniugi, soprattutto per River. Sapere che non avrebbe più rivisto il suo bambino le provocò tanta sofferenza.

-Noi ti vorremo sempre bene, piccolo!- mormorò la donna al proprio figlio mentre lo prendeva in braccio per l'ultima volta.

Nell'andare via, il Dottore si scambiò uno sguardo con L, che annuì e si voltò subito per andare a vedere come stesse Nate.

-Avrò cura io di te, piccolo. Ma non preoccuparti, un giorno i tuoi genitori torneranno per venirti a riprendere-. Gli sussurrò. Era sicuro di quello che diceva. Automaticamente il piccolo Nate gli sorrise.

 

Per il Dottore e River fu un brutto periodo. La donna era del tutto scossa, prima la perdita dei suoi genitori, ed ora dovette anche rinunciare al suo unico figlio.

I due presero strade diverse per un po', entrambi volevano riflettere e stare soli. Il Dottore aveva troppa tristezza addosso, non poteva aiutare River, così preferì allontanarsi un po' da lei. In fondo, lui faceva sempre così, quando si sentiva triste si chiudeva a riccio e preferiva rimanere solo piuttosto che far star male le persone che amava. Questa volta decise che non voleva al suo fianco neanche la sua adorata moglie.

 

NdA: Scusate se pubblico adesso ma ho avuto una giornata impegnativa, e dato che sono stata impegnata tutto il weekend non ho riletto il capitolo e non so se ci sono degli errori, in tal caso vi prego di scusarmi >.< spero che fino a qui la ff vi piaccia ^^ mi farebbe piacere ricevere qualche recensione ;) il prossimo capitolo sarà l'ultimo :) alla prossima!!

The ring guardian

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Sono fiero di te ***


Capitolo 4: Sono fiero di te

 

Near fissò per un po' le tombe di L e di Mello. Era uscito da vincitore dalla battaglia contro Kira, ma non ce l'avrebbe mai fatta senza di loro.

-Ce l'ho fatta, amici miei, vi ho vendicati! Kira è morto! Il merito è soprattutto vostro e del vostro coraggio-.

Non lontano da lui, un uomo distinto, con i capelli grigi e delle sopracciglia molto folte, lo osservava, nascosto dietro ad una lapide.

Sulla Terra erano passati sedici anni da quando il Dottore e River abbandonarono il loro bambino alla Wammy's House, e per il Signore del Tempo era giunto il momento d'incontrare suo figlio.

Appena aveva sentito dell'enorme minaccia che si stava abbattendo sulla Terra, s'allarmò all'istante, ma appena seppe che suo figlio si sarebbe occupato del caso “Kira”, decise di lasciarlo fare, per metterlo alla prova. Non lo aveva deluso, ovviamente.

Ed ora lo fissava orgoglioso, esattamente come sarebbe stata fiera anche River.

Ad osservarlo bene un po' assomigliava a sua moglie: proprio come lei, il ragazzino faceva girare una ciocca di capelli bianchi come la neve intorno al dito. Ma gli ricordava anche Rory ed Amy, come loro, Nate faceva delle espressioni buffe ed aveva dei modi goffi. Tutto questo fece sorridere il vecchio Dottore.

Ad un tratto, Near sentì una presenza dietro di lui, quindi si girò un po' allarmato. “Che sia un seguace di Kira?” si domandò.

-So che c'è qualcuno. Vieni fuori. Fatti vedere-. Disse in tono calmo e con una voce cristallina come quella di un angelo. Il Dottore pensò tra sé e sé che il tono di voce di suo figlio assomigliasse molto a quello di L.

E così ebbe la conferma che quel bambino così terribilmente intelligente e strano mantenne la sua promessa, si era preso cura di Nate.

Sorrise e smise di nascondersi dietro alla lapide alzandosi in piedi.

Nel vedere il vecchio signore, Near rilassò i muscoli. Lo capiva dal suo sguardo che non poteva essere un seguace di Kira.

-Come mai era nascosto, signore? La posso aiutare?- domandò inclinando la testa.

Il Dottore si avvicinò piano al ragazzino per mettergli una mano sulla spalla.

Stranamente, Near non aveva paura di lui, anche se non l'aveva mai visto prima, quello strano uomo gli esprimeva fiducia.

-Mio dio, come sei cresciuto-. Mormorò il Dottore facendo cadere una piccola lacrima dall'occhio per la commozione, il che era piuttosto insolito.

-Ci conosciamo, signore?- domandò Near, non capendo il motivo per cui quell'uomo si stava comportando in modo così strano.

-Diciamo di sì. Ci siamo già incontrati, un po' di anni fa-. Gli sorrise.

Near inclinò ancora la testa più curioso che mai. -Chi è lei?- domandò ancora in un sussurro.

-Nate, io...- non fece in tempo a finire la frase che il ragazzo esclamò: -Come fai a sapere il mio vero nome? Nessuno a parte me, il defunto Watari ed i miei genitori sanno il mio nome...oh mio dio...- sussurrò meravigliato.

-Tu sei mio padre!- esclamò.

-Sì, Nate. Sono tuo padre. Ci sono così tante cose che vorrei dirti-.

-Io avrei solo una domanda. Perché mi hai abbandonato?- non era arrabbiato, né deluso, era solo curioso di sapere il motivo che aveva spinto suo padre a lasciarlo.

-E' una storia lunga, Nate. Non saprei nemmeno da dove cominciare-.

-Inizia dal principio. Innanzi tutto, dimmi come ti chiami-.

-Io sono il Dottore!- esclamò come se fosse la cosa più naturale del mondo.

-Il tuo nome è “Dottore”?- chiese domandandosi se l'uomo che aveva davanti fosse sano di mente oppure no.

-Bhe, “Dottore” non è proprio il mio nome. Diciamo che come te, il mio nome non lo sa praticamente nessuno, salvo tuo madre, lei è l'unica a saperlo-.

-Sei umano?- domandò il ragazzino.

E' più simile a L di quanto pensassi” pensò tra sé il Dottore mentre ricordava la sua conversazione con il piccolo genio.

-No, non sono umano, Nate. E nemmeno tu lo sei. Io sono un Signore del Tempo-.

Proprio come L prima di lui, nemmeno Near si stupì del fatto che il Dottore fosse un alieno.

-Lo immaginavo-. Mormorò sempre con la sua voce calma.

-Davvero? Come mai?-

-Perché ho sempre avuto l'impressione di non appartenere a questo mondo, di non essere come tutti gli altri. Nemmeno tu sembri appartenere a questo mondo, per questo non mi stupisco del fatto che sia tu che io siamo degli alieni-. Spiegò.

-Sei molto intelligente, figliolo. Io sono molto fiero di te, hai salvato la Terra da Kira, io stesso non avrei saputo fare meglio-.

-Grazie-. Mormorò diventando un po' rosso, non era abituato ai complimenti.

-Ma non ce l'avrei mai fatta senza L e Mello-.

-Sì, è vero. Hai avuto un bravo maestro. Sono sicuro che anche L sarebbe stato molto fiero di te oggi-.

-Lo spero tanto!- sospirò guardando la lapide della persona che stimava di più al mondo.

-Ti voglio mostrare una cosa, ti va se andiamo a fare un giro?- gli domandò il Dottore dopo qualche minuto di silenzio.

-Sì, certo-.

Così il Dottore portò suo figlio nel TARDIS e, proprio come aveva immaginato, Near non si stupì del fatto che fosse più grande all'interno.

-Questa astronave è fantastica!- esclamò il ragazzino.

-Si chiama TARDIS-. Lo informò il Dottore.

-TARDIS?!-

-Esatto! Ed è una creatura vivente, ti può sentire!-

-Pazzesco!-

-Sì, lo so!- sorrise soddisfatto il Dottore.

-Ciao TARDIS! Io sono Near!- esclamò.

-Le stai simpatico!-

-'Le'?-

-Sì, è una femmina!-

I due si sedettero in cucina per prendere una tazza di tè.

-Mia madre non è con te? È anche lei un alieno?- domandò curioso. Nel sentire quella domanda, il Dottore s'incupì di colpo, gli faceva sempre uno strano effetto il parlare o il pensare a River.

-Nate, mi dispiace, figliolo. Tua madre, ecco...è una faccenda complicata e...-

-E' morta?-

-Bhe, diciamo di sì. E sì, anche lei è un alieno, almeno in parte. I suoi genitori erano umani, ma lei fu concepita qui, sul TARDIS, e questo la rese simile a me-.

-Oh, ho capito-. Mormorò Near un po' triste nel comprendere che non l'avrebbe mai incontrata. Il Dottore lo osservò un attimo per poi aggiungere: -Tua madre ti ha amato dal primo momento che scoprimmo che era incinta e non smise mai di farlo. Il tuo cognome è River, te l'abbiamo dato perché è uno dei suoi nomi-.

-L mi diceva sempre che anche se mi avevate abbandonato alla Wammy's House, voi due mi volevate lo stesso bene. Ora che vedo tutto questo, capisco il motivo per cui non avreste potuto tenermi. Non è il posto adatto per crescere un bambino-.

-Esattamente. Sai, come ti ho già detto, io sono un Signore del Tempo, e questa “astronave”, come la chiami tu, mi porta in giro per il Tempo e per lo Spazio. È questo quello che faccio sempre io. Per un bambino sarebbe stato troppo pericolo seguirmi. Ma ora ormai sei grande. Quindi, Nate River, ti andrebbe di venire con me per visitare altre epoche ed altri pianeti?- chiese speranzoso il Dottore.

Near ci pensò per un bel po' di minuti, poi prese la sua decisione: -La tua proposta mi alletta tanto, ma non posso accettare-.

-E perché mai dovresti dire di no a tutto questo?- il Dottore non si aspettava una risposta del genere.

-Perché, da quel che ho capito, tu salvi l'Universo. Tu sei quasi costretto a farlo, è nella tua natura, anche io sono così. Non posso smettere di salvare la Terra. Tu devi salvare l'Universo, mentre io devo salvare questo pianeta, non lo posso abbandonare, lo capisci? Kira ormai è morto, ma questo non significa che non ci potranno essere altre minacce. Giusto? Mi capisci, vero?-

Il Dottore sorrise mentre gli appoggiava delicatamente una mano sulla testa.

-Certo che ti capisco, figliolo. Sei proprio come me. Approvo questa tua scelta, Nate River, forse al tuo posto, avrei fatto lo stesso-.

Così Near uscì dal TARDIS per tornare alla sua vita di tutti i giorni.

-Nate! Questo non è un addio, io e te ci rincontreremo. E succederà presto, non lascerò che passino altri sedici anni. Prendi, tienitelo sempre stretto, per ogni evenienza. Quando avrai bisogno di qualsiasi tipo d'aiuto, chiama questo numero ed io sarò da te in meno di un secondo-. Gli disse porgendogli un foglietto con su scritto il numero di telefono del TARDIS.

-Grazie, p-papà-. Mormorò. Entrambi si commossero. E così accadde una cosa che non succedeva certo tutti i giorni: il Dottore un po' burbero e con le sopracciglia folte, abbracciò suo figlio. Near scoppiò a piangere, ed anche questa non era una cosa che accadeva molto spesso.

Dopo qualche minuto si staccarono.

-Abbi cura di te, figliolo!-

-Anche tu-.

E così il Dottore risalì sul TARDIS, mise in moto e piano piano scomparve.

Near osservò il punto in cui la cabina telefonica blu era sparita, e per la prima volta in tutta la sua vita, si sentì davvero felice, consapevole che qualcuno nell'universo vegliava su di lui e gli voleva bene.

 

 

The End

 

E siamo giunti alla fine :) come sempre mi scuso se ci sono degli errori, questo weekend non sono stata bene e quindi non ho avuto modo di correggere. Comunque so già che ci sono degli errori per quanto riguarda le date, spero mi perdoniate, in fondo questa è solo una ff e quindi non è canon ;) spero almeno alla fine di ricevere qualche recensione, alla prossima!!

The ring guardian

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3113709